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Au Charmant Petit Lac BLADIDEA

BLADIDEA

Au Charmant Petit Lac

Dettaglio di una balconata dal lato del torrente. Il particolare pattern della facciata in legno incornicia viste, sempre diverse, sul massiccio del Monte Rosa.

Ubicazione: Champoluc – Ayas (AO) Progetto: arch.tti Marco Maresca, Diego Brustia, Massimo Desalvo, Hermann Kollöffel, Alessandro Rigazio – BLADIDEA, Saint-Vincent (AO) – Torino Responsabile progetto: arch. Marco Maresca Strutture: ing. Corrado Trasino, Aosta Appaltatore: VICO S.r.l., Hône (AO) Costruttore struttura legno: Wood Beton SpA, Iseo (BS) Serramenti: Danese SpA, Belfiore (VR) Impianti tecnologici: Aimar Matteo Impianti, Saint-Christophe (AO) Fine lavori: dicembre 2019 Superficie del lotto: 5.550 m2 Superficie utile: 1.806,70 m2

Ispirato dal lago con vista sul monte

Situato al centro di Champoluc, a pochi minuti dalla partenza degli impianti di risalita, e concepito per esaltare le peculiarità della location, Au Charmant Petit Lac Ecohotel Spa & Park si colloca nel cuore di un’ampia zona verde, con impareggiabili visuali verso il massiccio del Monte Rosa, oltre a un’ottima esposizione al sole e un rapporto privilegiato con l’acqua. Il legame con l’acqua trova origine dalla presenza sul lotto di un laghetto artificiale con una piccola palafitta al centro, che verrà trasformata in centro massaggi e sarà collegata alla spa dell’albergo grazie a un pontile, ripristinato e sorretto da un sistema di travi inclinate; queste ultime, vagamente assimilabili a un canneto, proseguono al di là delle sponde, diventando l’elemento costitutivo del sistema di facciata dell’edificio principale. L’acqua non ha solo ispirato e condizionato la progettazione architettonica – gli accessi ai locali ipogei, ad esempio, sono orientati in funzione delle potenziali esondazioni del vicino torrente – ma ha avuto anche importanti implicazioni nelle scelte impiantistiche. L’hotel, articolato in due blocchi che ospitano complessivamente 15 camere da 4/6 posti letto, nasce dal lago e si sviluppa con discrezione andando a occupare i varchi liberi tra i fabbricati del paese di Champoluc senza interferire con le visuali verso il Monte Rosa. Nonostante i quattro livelli fuori terra, la struttura ricettiva non risulta mai fuori scala sia rispetto alle volumetrie e alla posizione degli immobili retrostanti, posti generalmente a quota superiore, sia in relazione alla morfologia del sito; la sovrastruttura di facciata che sostiene i balconi e gli aggetti della copertura per ridurre i ponti termici, infatti, dissolve i margini dell’importante corpo emergente. L’impiego sistematico del legno, utilizzato sia per le strutture che per i rivestimenti esterni e i serramenti, è una precisa scelta, finalizzata a sottolineare il rapporto elettivo tra l’edificio e la natura con particolare riferimento alla vegetazione che circonda l’albergo e ricopre i versanti vallivi.

Vista complessiva dell’hotel; la lieve illuminazione artificiale evidenzia la leggerezza dei montanti a V che percorrono la facciata per quattro livelli.

L’ingresso all’albergo dal percorso pedonale è scandito dalla presenza dei montanti a V dei prospetti e dalle luci che rischiarano il percorso.

_la struttura________

Pianta del piano terreno

Prospetto ovest

Prospetto sud

Sezione longitudinale

Le strutture portanti del livello ipogeo e del piano terreno, compreso il solaio che separa i locali comuni dalle camere, i collegamenti verticali e parte della copertura della spa, sono realizzate in c.c.a. gettato in opera al fine di migliorare la resistenza alle sollecitazioni sismiche e al fuoco. Rispetto alla quota della falda che si trova mediamente due metri più in alto dell’intradosso della platea di fondazione, tutti i locali collocati al di sotto del livello del terreno sono contenuti all’interno di una “vasca bianca” impermeabilizzata. I livelli sovrastanti e la copertura sono stati prevalentemente realizzati in legno – le strutture verticali in X-lam, i solai collaboranti in legno lamellare e c.c.a., le travi e puntoni in legno lamellare –, dimensionati e/o protetti per raggiungere la resistenza al fuoco prescritta dalle vigenti normative di prevenzione incendi. L’impiego del legno per le componenti strutturali e i rivestimenti esterni e l’utilizzo di partizioni interne e contropareti assemblate a secco (lastre di gesso cartonato) ha consentito di semplificare le operazioni di cantiere e di lavorare anche durante la stagione fredda. Tutto l’involucro è stato opportunamente coibentato, raggiungendo la classe energetica A4.

Anche nella hall con il grande termocamino bifacciale in pietra, il legno è il materiale che contraddistingue la struttura, i rivestimenti e gli arredi.

_due parole con il costruttore________

Wood Beton, azienda leader nella progettazione e produzione di sistemi costruttivi innovativi, nasce nel 1989 e si afferma sul mercato sia nell’ambito residenziale che in quello delle grandi strutture. La sua volontà di superarsi continuamente si è tradotta nella realizzazione di sistemi industrializzati che hanno cambiato il modo di fare edilizia.

Per la realizzazione di questo progetto, che materiali e tecnologie costruttive avete impiegato?

Il legno è stato il protagonista assoluto. È stato impiegato per la realizzazione dei tamponamenti in X-lam, per i balconi, i parapetti, i brise soleil e per la copertura prefabbricata Preconnect® . Per i solai, invece, è stato scelto un sistema prefabbricato misto legno-calcestruzzo, il Prepanel®, composto da travetti in legno, assito di collegamento e getto di calcestruzzo armato con rete elettrosaldata, la cui particolarità sta nella realizzazione di una struttura monolitica senza la necessità di usare connettori metallici, poiché è il calcestruzzo stesso che, durante il getto, si innesta in fori cilindrici scavati all’estradosso del travetto impedendo lo scorrimento tra il getto di calcestruzzo superiore e il travetto inferiore.

Dunque, anche in questo caso, avete fate pieno ricorso alla prefabbricazione.

Sì, oltre all’impiego dei nostri sistemi costruttivi industrializzati, una particolarità che ha contraddistinto questa struttura è stato il preassemblaggio del rivestimento sulle pareti, costituito da elementi in legno massiccio di larice, già in fase di produzione. Dunque ogni pannello è giunto in cantiere già completo e pronto per essere posato. Queste tecniche di prefabbricazione consentono di diminuire i costi dell’intervento, i tempi di realizzazione e i rischi di montaggio, a favore di una maggiore sicurezza per tutti gli operatori.

Bladidea, gruppo di lavoro nato per condividere esperienze professionali e sviluppare progetti di architettura, restauro, sistemazioni paesaggistiche, arredamento d’interni e design, trasforma le idee più semplici e intuitive in spazi, forme e oggetti concreti, esprimendo chiaramente le istanze ambientali, tecniche, economiche ed estetiche che uniscono le esigenze dei committenti e il prodotto finale. Risponde alle nostre domande l’arch. Marco Maresca, responsabile di questo progetto.

Nei vostri progetti, in particolare in strutture a uso ricettivo, utilizzate spesso il legno; cosa offre questo materiale che lo fa prediligere ad altre tecniche costruttive?

Potremmo sintetizzare le opportunità offerte da legno come materiale costruttivo in questo modo: innanzi tutto, se fin dalla fase progettuale si attua un confronto con l’esecutore dei lavori, l’uso del legno porta a una maggiore qualità del progetto e a una maggiore aderenza tra progetto e realizzazione – mi riferisco in particolare a geometrie, costi e tempi – pur conservando un minimo di flessibilità. È possibile inoltre lavorare durante la stagione invernale, anche impiegando elementi collaboranti in legno e calcestruzzo preassemblati in stabilimento. Infine, il legno dà la possibilità di lasciare a vista i componenti strutturali di tetti e solai, ove consentito dalle normative, evitando così di rivestire a posteriori strutture di minor “pregio”.

Quali scelte impiantistiche sono state adottate nell’Hotel?

È stato realizzato un impianto di VMC con recuperatore di calore per ridurre le dispersioni termiche imputabili ai ricambi d’aria e sono stati installati sistemi di supervisione e controllo degli impianti atti alla riduzione degli sprechi di gestione. Per la produzione dell’ACS e la climatizzazione invernale si utilizzano tre pompe di calore, che sfruttano un impianto geotermico a circuito aperto che usa acqua di falda, e si recupera il calore delle acque grigie provenienti dalle camere, il tutto coadiuvato da termocamini e collettori solari. L’impiego di un sistema radiante a pavimento aumenta il comfort e uniforma le temperature negli ambienti con grande altezza (la hall e la spa). Sulle falde di copertura che hanno esposizioni idonee è installato un fotovoltaico con possibilità di immettere in rete l’energia non utilizzata con modalità “scambio sul posto”.

Legno anche per le camere nella zona con la copertura maggiormente inclinata, così da realizzare ambienti caldi e confortevoli.

1 puntone esterno 2 pilastro in legno lamellare di larice (200x320 mm) 3 travetto in legno lamellare di larice (120x120 mm) 4 assito in larice (60 mm) 5 travetto in legno lamellare di larice (80x120 mm) 6 correnti in lamellare di larice sezione (120x240 mm) 7 poliuretano espanso rigido (90 mm) 8 telo per facciate aperto alla diffusione 9 radici in abete (35x90 mm) 10 tavolato in larice (20 mm) 11 pannello rigido in lana di roccia non rivestito a doppia densità (160 mm) 1

2

3

5 4

6

7 8 9 10 11

HSA-M12x115 HSA-M12x115

A

+9.49

B

260

+6.53

B

260

+3.57

C

260

+0.00

D

245

Copertura, dall’esterno - lamiera alluminio preverniciato doppia aggraffatura - strato di scorrimento sotto lamiera - pannelli in OSB (30 mm) - membrana sottotegola resistente al gelo - pannelli in lana di roccia (2x120 mm) con doppia listellatura incrociata (60x120 mm) - barriera al vapore autoadesiva - pannelli in OSB (20 mm) - tavolato in legno (40 mm) - puntone in legno lamellare di abete (160x320 mm) Solaio interpiano dall’estradosso - pavimento in legno (20 mm) - massetto radiante fibrorinforzato (min. 45 mm) - pannello isolante preformato per impianti radianti (30 mm) - strato resiliente in polietilene reticolato espanso (7 mm) - massetto alleggerito (130 mm) - massetto collaborante (60 mm) - pannelli in lana di roccia (50 mm) - tavolato in legno di larice (20 mm) - trave in legno lamellare (160x200 mm) Solaio primo piano dall’estradosso - pavimento in legno (20 mm) - massetto radiante fibrorinforzato (min. 45 mm) - pannello isolante preformato per impianti radianti (50 mm) - massetto alleggerito (140 mm) - getto di completamento sopra le lastre - solaio in lastre alveolari precompresse estruse (250+50 mm) - intonaco - telaio metallico - lastra cartongesso Solaio verso vano non riscaldato dall’estradosso - pavimento in legno (20 mm) - massetto radiante fibrorinforzato (min. 45 mm) - pannello isolante preformato per impianti radianti (50 mm) - massetto alleggerito (150 mm) - polistirene espanso estruso (120 mm) - solaio in lastre alveolari precompresse estruse (250+50 mm)

Le soluzioni impiantistiche adottate – VMC, pompe di calore geotermiche, termocamini, fotovoltaico, solare termico e recupero del calore dalle acque delle docce e dal periodico ricambio della piscina – consentono all’hotel di evitare ogni anno l’emissione di 68 t/CO2. Questo risparmio annuale di CO2 è indicativamente pari all’assorbimento di anidride acrbonica da parte di circa 1870 alberi e alle emissioni di CO2 prodotte da 45 automobili. A sinistra, il canale di scolo temporaneo per il cantiere sul perimetro della “vasca bianca”. A destra, la struttura lignea della copertura della hall.

A sinistra, i pannelli in X-lam che formano i corridoi centrali. A destra in alto, l’orditura in legno e metallo della copertura con forte inclinazione e, in basso, il completamento delle strutture in elevazione.

A sinistra, con le prime nevi le coperture sono ultimate. Qui accanto, la sovrastruttura di facciata e delle coperture è portata a termine.

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