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legnoarchitettura incontri Marià Castelló progetti Marià Castelló LOCALARCHITECTURE Lichtstad Architecten contini architettura Hemsworth Architecture traverso-vighy architetti Dive Architects techné dalla carta al cantiere strutture Paneum
EdicomEdizioni
ISSN 2039-0858
Trimestrale anno XI n° 39 luglio 2020 Euro 15,00 Registrazione Trib. Gorizia n. 4 del 23.07.2010 Poste italiane S.p.A. Spedizione in a.p. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1 NE/UD
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legnoarchitettura legnoarchitettura rivista trimestrale anno XI – n. 39, luglio 2020 ISSN 2039-0858 Numero di iscrizione al ROC: 8147 direttore responsabile Ferdinando Gottard
incontri
Marià Castelló
redazione Lara Bassi, Lara Gariup editore EdicomEdizioni, Monfalcone (GO)
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redazione e amministrazione via 1° Maggio 117 34074 Monfalcone - Gorizia tel. 0481.484488, fax 0481.485721 www.legnoarchitettura.com progetto grafico Lara Bassi, Lara Gariup stampa Grafiche Manzanesi, Manzano (UD) Stampato interamente su carta con alto contenuto di fibre riciclate selezionate prezzo di copertina 15,00 euro abbonamento 4 numeri Italia: 50,00 euro - Estero: 100,00 euro
strutture
Paneum
techné 96 dalla carta al cantiere
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Gli abbonamenti possono iniziare, salvo diversa indicazione, dal primo numero raggiungibile in qualsiasi periodo dell’anno copertina Ca l’Amo, Marià Castelló Foto: Marià Castelló Martínez È vietata la riproduzione, anche parziale, di articoli, disegni e foto se non espressamente autorizzata dall’editore
Foto: Davide Galli Atelier
Foto: Marià Castelló
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Foto: Åke E:son Lindman
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Foto: Ema Peter
Ca l’Amo Marià Castelló
Sala polivalente des Cimes
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LOCALARCHITECTURE
Caseta Lichtstad Architecten Scuola Primaria a Loiano
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contini architettura 58
Landscape houses traverso-vighy architetti Dalarna House Dive Architects
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Foto: Basephotography
Wedge House Hemsworth Architecture
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Foto: Alessandra Chemollo
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Foto: © Matthieu Gafsou
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Vincitori di numerosi premi, tra cui Best Architects 20 European Award per l’abitazione “Bosc d’en Pep Ferrer” nel 2019, i lavori dell’architetto Marià Castelló sono fortemente connessi alla cultura, al paesaggio e al delicato territorio delle Baleari, e in particolare dell’isola di Formentera, sede dell’atelier. Le caratteristiche originali dell’isola ispirano e tingono i progetti dello studio che, solo da un paio d’anni, ha adottato il legno come materiale principe dei lavori realizzati. L’architetto Castellò racconta i motivi di questa scelta e molto altro ancora.
Bosc d’en Pep Ferrer Le tre scatole di legno, che formano l’abitazione, si affacciano a sud verso il mare con fronti completamente vetrati; sono solo queste le uniche aperture vetrate completamente visibili, mentre altre finestre sono schermate dalle doghe che rivestono la facciata. I tre volumi poggiano unicamente in due punti, sulle murature che danno regolarità alle pareti interrate scavate nella roccia. Nella pagina accanto, la foto mostra uno dei passaggi vetrati che collegano i tre corpi dell’abitazione completamente trasparenti ma non ermetici. Le aperture infatti consentono di ventilare gli spazi lasciando passare la brezza marina. Si nota inoltre la grotta che è emersa durante lo scavo delle fondazioni e che è diventata parte integrante dell’abitazione.
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Può darci una definizione del materiale legno?
maggiore nel prossimo futuro. Ci siamo già sbarazzati
Credo che nel legno come materiale costruttivo si in-
di molti dei pregiudizi che hanno tenuto questo mate-
contrino vari termini, come vita, natura, tradizione, ca-
riale in disparte per molti anni ed è giusto e necessa-
lore, sostenibilità, tecnologia, leggerezza ... che lo
rio che debba avere una maggiore presenza.
rendono un materiale unico e da preferire. Sembra strano ma lei ha progettato edifici in un terQuali sono le potenzialità del legno nel settore del-
ritorio come quello delle Isole Baleari e in particolare
l’edilizia?
a Formentera e Ibiza dove non c’è, all’apparenza,
Penso che, grazie alla maggiore consapevolezza dei
una vera e propria tradizione costruttiva con questo
progettisti e degli stessi utenti, il legno avrà un ruolo
materiale, come ad esempio invece si ritrova nel-
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Casa, Venda des Cap de Barbaria La casa è stata ristrutturata e ampliata mantenendo le caratteristiche architettoniche della preesistenza, pur adattandosi alle esigenze e funzionalità della vita odierna. Si sono privilegiate la luce e la ventilazione naturale oltre ai materiali locali con ampio uso del legno all’interno dell’edificio.
l’ambiente alpino. Quindi, perché ha deciso di ini-
“Casetas Varadero” (tipiche edifici di pescatori dove
ziare a progettare e costruire con il legno?
si mettono al riparo le barche, N.d.R.) che si trovano
Rispondo a questa domanda parlando del primo pro-
lungo tutta la costa dell’isola di Formentera. Il secondo
getto in cui abbiamo lavorato intensamente con il
aspetto è strettamente connesso al fatto che il legno ha
legno che è stato Bosc d’en Pep Ferrer (pubblicato su
sintetizzato i valori di sostenibilità, salute e integrazione
legnoarchitettura 33, ottobre 2018, N.d.R.) e dove la
proprio nell’ambiente che stavamo cercando, da tal-
scelta di questo materiale è legata principalmente a
mente tanto tempo, per questo progetto. Infine il terzo
tre fattori. Il primo: concettualmente, i volumi supe-
motivo: la leggerezza delle soluzioni in legno utilizzate
riori di Bosc d’en Pep Ferrer sono stati ispirati e rein-
nei moduli superiori di Bosc d’en Pep Ferrer ha ac-
terpretano la popolare tradizione architettonica delle
centuato la dualità tra tellurico e tettonico, pesante e
Casetas Varadero Sono i tradizionali edifici costruiti in legno dove i pescatori locali mettono al riparo le barche e l’attrezzatura per la pesca. Molto semplici, quasi rudimentali, si mimetizzano nel paesaggio costiero dell’isola.
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incontri
leggero, artigianale e tecnologico ... che caratterizzano
tanto, per la struttura del molo sono stati utilizzati pali
molto questo lavoro.
e travi in legno di Elondo, resistente all’acqua, e per l’edificio è stata creata una camera d’aria ventilata,
Cosa significa progettare un edificio in legno con ele-
che separa le fondamenta dalla struttura in legno.
menti prefabbricati su un’isola? Quanto complessa è la logistica e quanto, se può ri-
Parliamo un attimo di Marià Castellò architetto: il
spondere, può incidere sul costo totale di un edificio?
suo studio è a Formentera; in che modo il suo ap-
Significa moltissimo lavoro progettuale nel nostro stu-
proccio progettuale è influenzato dal contesto del-
dio in modo che in seguito non ci siano problemi sul
l’isola? E quanto dell’isola è presente nei suoi
sito e in cantiere. Significa generare molto meno rifiuti
progetti?
da costruzione, la cui gestione su una piccola isola
Il nostro studio si è formato proprio dal legame con
come la nostra è molto difficile e costosa. Il punto più
Formentera. Siamo nati qui e molto tempo fa ci siamo
debole è senza dubbio la logistica dovuta all’impronta
impegnati a salvaguardarne gli elementi identificativi in
ambientale e ai costi economici, ma nel caso di For-
termini di paesaggio, cultura e società. Cerchiamo di
mentera, dove i costi di costruzione sono molto ele-
portare nei nostri progetti molto di ciò che l’isola ci ha
vati, ciò ha comportato risparmi significativi nonostante
insegnato, anche se a volte questo non è espresso let-
tutto. In effetti anche il fattore economico è stato de-
teralmente.
cisivo nella scelta del legno. In tutti i suoi progetti, pensiamo a Bosc d’en Pep FerUn suo progetto che è stato pubblicato su questa ri-
rer oppure a Ca l’Amo che pubblichiamo su questo
vista lo scorso anno – il CENF – è situato proprio
numero e realizzata a Ibiza, la natura e l’ambiente
sulla sabbia, in riva al mare. Quali precauzioni – pro-
svolgono un ruolo primario. Potrebbe spiegarci come
gettuali o di lavorazione – sono state necessarie per
la natura e il legno, come materiale costruttivo, con-
rendere duraturo il legno in un ambiente salmastro?
corrono a creare un’architettura?
Le principali misure progettuali erano quelle relative
Cerchiamo di concepire i nostri interventi su scala ter-
al contatto con il terreno dentro e fuori dal mare. Per-
ritoriale. Per questo, è essenziale sapere come è strut-
Casa, Es Pujol de s’Era Questa abitazione sorge su un terreno che è ben rappresentativo di Formentera, punteggiata da campi di grano e orzo, piccoli boschi di ginepri e di rosmarino e muri a secco. Sul lato nord, visibile dalla strada, c’è un piccolo studio di architettura, ripetuto sul lato sud con dimensioni identiche e progettato come una piccola dimora-rifugio. Al cuore massivo, rispondono gli interni tutti a secco in legno e vetro.
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Cenf, Centro per gli sport acquatici di Formentera Il complesso sportivo si colloca all’intersezione di due strade di cui segue l’andamento e segna il passaggio dall’ambiente urbano al mare. I due volumi, realizzati in pannelli di X-lam, si connettono tra di loro grazie a una struttura reticolare di coronamento in legno che li protegge dall’irraggiamento solare diretto e che forma al centro un’area di sosta e di relax ombreggiata.
Tutte le fotografie di queste pagine sono state scattate dall’architetto, Marià Castelló Martínez.
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turato e organizzato il paesaggio in cui si interviene.
Dicono che l’Architettura abbia la capacità di trasfor-
L’architettura popolare è molto saggia in questo senso
mare i suoi abitanti ...
e normalmente in essa troviamo alcune linee guida che ci accompagnano durante il processo. Natural-
Quale tra i suoi progetti è quello a cui è più legato e
mente non viviamo come gli abitanti dell’architettura
perché?
tradizionale e non dobbiamo cadere in errori di inter-
Nel nostro studio abbiamo una predilezione per piccoli
pretazione, ma sappiamo che molte delle variabili che
progetti, dove possiamo affrontare anche la più pic-
erano presenti in essa sono ugualmente valide ora: il
cola scala di design. Attualmente stiamo ultimando
clima, gli orientamenti, i materiali, le risorse naturali ...
una casa di soli 80 m 2 in cui non solo abbiamo pro-
Per quanto riguarda il caso specifico di Bosc d’en Pep
gettato buona parte dei mobili e dei dettagli, ma ab-
Ferrer o di Ca l’Amo, abbiamo trovato interessante il
biamo anche eseguito a mano molti degli elementi di
fatto che il rivestimento della facciata ventilata in legno
illuminazione in cemento.
manifestasse apertamente il passare del tempo e la di-
Crediamo che lavorare in questo modo lasci una pa-
gnità che questo materiale assume con l’invecchiare.
tina di calore che l’utente possa sentire e apprezzare.
Si parla molto di sostenibilità: ma che cos’è per lei
Se dovesse scegliere un progetto di un architetto,
la sostenibilità? Può ridursi solamente all’uso di ma-
quale sceglierebbe come progetto che possa rappre-
teriali naturali o a km 0?
sentarla?
Penso che oggi nessuno possa vivere ai margini della
Senza scegliere alcun progetto specifico, provo un’am-
sostenibilità. Dovremmo impegnarci tutti a garantire
mirazione speciale per il lavoro svolto da H Arquitec-
un sistema più in linea con la natura e responsabile
tes di Barcellona; il modo in cui il processo costruttivo
nei confronti delle risorse naturali. Gli architetti devono
si manifesta apertamente nelle loro opere mi sembra
ovviamente fare questo scommettendo sull’uso di ma-
sia didattico che poetico.
teriali con minore impronta ecologica, ma anche ripensando quando, come e dove dovrebbe essere costruito un edificio, oltre a dare ai loro progetti quei valori che vorrebbero trasmettere ai loro futuri utenti.
incontri
Per approfondimenti: https://m-ar.net
Sopra, Piscina e area esterna, La Mola Questa piscina con area lounge esterna è stata l’occasione per creare un’area balneare e ricreativa a connessione di due edifici centenari. Con il suo affaccio sul faro di La Mola, tutto il progetto rispetta e riprende i materiali e i tradizionali muretti a secco dell’isola.
A sinistra, Casa, Can Xomeu Can Xomeu Rita è una piccola dimora che sorge nel centro dell’isola con un programma architettonico semplice ma efficace, sfruttando la bioclimatica per arieggiare gli ambienti mediante ventilazione incrociata e garantendo così un ambiente fresco durante i mesi estivi; la profondità del portico è stata dimensionata per giovarsi degli apporti solari in inverno e per generare ombra e frescura in estate.
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Foto: Marià Castelló
Marià Castelló
Ca l’Amo Ibiza (E)
_1 La casa vista da sud e, in primo piano il volume, staccato dalla vera e propria residenza, destinato all’accoglienza degli ospiti. Come ben si nota i parallelepipedi di legno sono “appoggiati” su muretti a secco, già esistenti sul lotto.
Foto: Marià Castelló
_2 Il quarto volume, aperto completamente sui lati lunghi, è stato pensato come una zona filtro tra gli spazi abitativi, la piscina e l’area scoperta dedicata alle relazioni.
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progetti
Foto: Marià Castelló
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Ubicazione: Sant Mateau d’Aubarca, Ibiza (E) Progetto e DDLL: Marià Castelló, Formentera (E) Direzione lavori: Lorena Ruzafa e Marià Castelló (E) Architetto tecnico: José Luís Velilla Leon (E) Strutture: Miguel Rodríguez-Nevado Impianti: Javier Colomar Riera Team di progettazione: Lorena Ruzafa, Marga Ferrer, Natàlia Castellà, Elena Vinyarskaya Collaboratore: Enrique González Medina (E) Appaltatore: M+M Proyectos Interiorismo (E) Struttura in legno: CLT VELIMA System (E) Lavori: 2017-2020 Superficie: 332 m2
Interconnessione volumetrica Ca L’Amo è un’area molto vasta all’estremità nord della pianura di San Mateo sull’isola di Ibiza; qui i terreni si caratterizzano per la topografia pronunciata e i muretti in pietra che punteggiano, con la loro tipicità, l’entroterra della più grande delle Isole Pitiuse. All’abbandono progressivo nel tempo delle attività agricole, la natura ha risposto con un rimboschimento dei terrazzamenti, dove ora invece ben si nota la coesistenza di pini e ginepri; e proprio su uno di questi appezzamenti, tra due muretti di pietra a secco già presenti sul lotto, al confine tra la zona più aspra e quella più piatta e bassa a sud ovest è stata realizzata un’abitazione minimale che vuole integrarsi il più possibile con il luogo. La casa è infatti composta da cinque parallelepipedi, che si adattano al territorio nel loro programma funzionale, lasciando il resto nel suo stato agreste e inalterato. I cinque corpi di fabbrica, la cui lunghezza è dettata dalla profondità del terrazzamento, sono chiaramente differenziati e generano una successione ritmica di passaggi e di spazi di quotidianità, di accoglienza, di servizio e di ventilazione che si connettono visivamente e ininterrottamente con l’esterno. Da ovest, i primi tre parallelepipedi ospitano tutte le stanze necessarie a una grande famiglia con un’intensa vita sociale (camere da letto, bagni e l’area living nel terzo volume, il più grande); il quarto, aperto sui lati lunghi e pensato come un patio, funge da filtro con l’esterno e si affaccia sulla piscina e sulla principale zona per il tempo libero e le relazioni, alla cui estremità opposta sorge il quinto prisma, separato dagli altri, completamente indipendente e progettato per eventuali ospiti. A richiamare ancor di più il rispetto per l’ambiente naturale, sono stati scelti sistemi costruttivi a secco, con una presenza del legno molto diffusa e con soluzioni traspiranti e salutari. Pertanto, la struttura della casa è stata costruita con pannelli in X-lam, lasciati a vista all’interno, e tutte le facciate sono ventilate e mostrano due diverse finiture: quelle traversali opache a contatto con i muretti di pietra a secco che fanno da contenimento al terreno, sono in doghe verticali di legno termo-trattato, mentre quelle longitudinali, dove sono state concentrate le aperture e i patii, sono rivestite con pannelli di grande formato a base minerale sintetica.
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Foto: Marià Castelló
pianta della copertura
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sezione longitudinale
fronte nord-est
La casa recupera le acque piovane, immagazzinandole in una cisterna di più di 200 tonnellate che la rende quindi quasi autosufficiente per quanto riguarda l’uso di acqua.
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progetti
pianta piano terra
_3 Scorcio dei quattro volumi della residenza da sud, caratterizzati da lati corti chiusi e rivestiti da doghe di legno. _4 Dall’alto è chiaro l’impianto planimetrico della casa. Dall’ingresso, che avviene a nord, si sviluppano i 4 parallelepipedi della residenza (quello accanto alla piscina è una zona living aperta ma, allo stesso tempo, riparata). L’ultimo prisma, separato dagli altri dalla piscina, è la dependance per gli ospiti.
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Foto: Marià Castelló
Nella casa sono stati applicati sistemi bioclimatici passivi, tra cui la corretta disposizione delle aperture, che genera una ventilazione naturale, e lo sfruttamento dell’ombra e della frescura della vegetazione che circonda l’edificio; semplici strategie ma di provata efficacia a queste latitudini.
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Foto: Marià Castelló
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_5 La zona pranzo si affaccia sul quarto volume aperto ed è caratterizzata, come tutti gli altri, dalla presenza del legno lasciato a vista sui soffitti e sui pavimenti e negli arredi. _6 Anche se la zona giorno è un unico grande open space, si è potuto realizzare dei piccoli angoli per rilassarsi o dedicarsi alla lettura. Le grandi finestre a tutta altezza sui lati lunghi offrono scorci sulle aree esterne e sull’alloggio per gli ospiti. Nella pagina accanto, tra i vari parallelepipedi della casa sono state create delle piccole aree riservate a uso esclusivo dei proprietari. Il passaggio è, in questo caso, vetrato e rivolto sulla natura circostante.
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progetti
Foto: Marià Castelló
La maggior parte degli arredi è stata disegnata su misura proprio per questo progetto.
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Foto: Marià Castelló
Solaio contro terra, dall’intradosso: - solaio in pannelli portanti X-lam di abete - isolamento termico traspirante di pannelli di cotone riciclato (5 cm) - telo traspirante impermeabile a protezione dell’isolamento - massetto con riscaldamento a pavimento incorporato - pavimento in pietra calcarea (tipo Capri) con trattamento idrorepellente
dettaglio parete - sezione orizzontale
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dettaglio facciata
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sezione parete piena
progetti
Parete trasversale, dall’interno: - pannelli portanti X-lam di larice a vista all’interno - isolamento termico traspirante di pannelli di cotone riciclato (10 cm) - telo traspirante impermeabile a protezione dell’isolamento - montanti verticali per creare la ventilazione di facciata - rivestimento di facciata ventilata con listelli e doghe in larice termotrattato
Solaio di copertura, dall’intradosso: - pannelli portanti X-lam di larice a vista all’interno - telo non traspirante per evitare la condensazione del vapore acqueo - isolamento termico traspirante di pannelli di cotone riciclato (10 cm) - pannelli OSB3 come supporto allo strato di impermeabilizzazione - telo impermeabile in EPDM - ghiaino locale come finitura della copertura
1 muretto esistente in tradizionale pietra a secco per contenimento del terreno 2 strato in cemento che crea una superficie a livello per le fondazioni 3 cordolo di fondazione in c.a. 4 pittura bianca ai silicati traspirante 5 pannello di X-lam di larice come perimetro terrazza del tetto 6 travetti di legno di diverse altezze per creare la pendenza del tetto 7 lamiera di acciaio zincato come chiusura superiore della facciata ventilata
Foto: Marià Castelló
Dettaglio del rivestimento di due corpi della casa su lato corto effettuato con doghe di legno di larice con giunto aperto.
Tutti i pavimenti, i rivestimenti delle zone umide, la piscina e le terrazze sono in arenaria naturale con formati e finiture di superficie diverse. I lavori di carpenteria esterna sono stati effettuati invece in legno lamellare, le cui caratteristiche sono simili alla struttura in X-lam, per creare una migliore armonia tra i materiali.
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Foto: Marià Castelló
Foto: Marià Castelló
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progetti
Parete longitudinale, dall’interno: - pannelli portanti X-lam di larice a vista all’interno - isolamento termico traspirante di pannelli di cotone riciclato (10 cm) - telo traspirante impermeabile a protezione dell’isolamento - profili in acciaio zincato come supporto per i pannelli minerali di rivestimento - pannelli sintetici a base minerale di grande formato per rivestimento esterno
1 telaio porta finestra realizzato in opera con legno lamellare di abete 2 doppio vetro con camera d’aria (16 mm), Uw 1 W/m2K 3 persiane scorrevoli con struttura in acciaio zincato e assicelle di legno di pino 4 travetti di legno di diverse altezze per creare la pendenza del tetto 5 lamiera di acciaio zincato come chiusura superiore della facciata ventilata
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Foto: Marià Castelló
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_7 Una vista della casa e della zona filtro dalla dependance degli ospiti; in primo piano la piscina e l’area per le relazioni.
sezione parete vetrata
_8 Anche il volume degli ospiti possiede una piccola terrazza esterna coperta che è connessa visivamente con la vera e propria
abitazione. I lati lunghi sono rivestiti con pannelli bianchi a base minerale. _9 Un altro passaggio vetrato che, qui, connette l’area living e la cucina con lo spazio di filtro verso la piscina.
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Foto: Marià Castelló
Il volume della zona notte. Piccole finestre sul lato lungo collegano visivamente le zone più riservate all’ambiente esterno. L’immagine consente inoltre di vedere come i volumi siano “appoggiati” su uno dei due muretti a secco esistenti, anche se in realtà sono ancorati a cordoli di fondazione nascosti dagli stessi muretti e dalla ghiaia.
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progetti
Posa dei primi pannelli in Xlam sui cordoli di fondazione, mentre si procede con i lavori di scavo della piscina e dell’area esterna.
A sinistra coibentazione dei lati ciechi e installazione degli impianti.
A sinistra sistemazione delle guide inferiori delle persiane scorrevoli e a destra posa dei serramenti.
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LOCALARCHITECTURE
Sala polivalente des Cimes Le Vaud (CH)
Foto: © Matthieu Gafsou
_1 L’imponente copertura della Sala Polifunzionale vista dalla strada a nord della struttura. _2 L’angolo rivolto a sud.
Foto: © Matthieu Gafsou
Foto: © Matthieu Gafsou
Mentre i lati più lunghi (nordovest e sud-est) sono quasi completamente vetrati – la sporgenza del tetto funge da protezione dagli agenti atmosferici a nord e come protezione dal sole a sud – grandi finestre triangolari sulle altre due facciate riprendono la forma frastagliata del tetto.
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progetti
Ubicazione: Le Vaud (CH) Progetto: LOCALARCHITECTURE, Losanna (CH); team di progettazione: Giulia Altarelli, Elsa Jejcic, Laurent Saurer, Manuel Bieler, Antoine RobertGrandpierre Progettazione delle strutture in legno: Ratio Bois Sàrl, Ècublens (CH) Ditta costruttrice: Amédée Berrut SA, Vouvry (CH) Fine lavori: 2018 Superficie lorda: 1.209 m2
Ode alle cime del Canton Vaud Gli abitanti del comune svizzero di Le Vaud, una quarantina di km a nord di Ginevra, da un paio di anni hanno a disposizione un’infrastruttura pubblica multiuso progettata per servire e riunire l’intera comunità della zona. Un edificio dalla storia un po’ sfortunata, giacché vittima di un incendio a lavori quasi ultimati, da cui però ne è risorto come una Fenice, in grado oggi di ospitare attività sportive, spettacoli ed eventi, integrandosi con le strutture scolastiche presenti nelle immediate vicinanze e offrendo nuove possibilità di socializzazione al paese e alla comunità locale in genere. Due sono i principi che hanno guidato progettazione della sala. In primo luogo, c’era la richiesta di un’organizzazione efficiente degli spazi, che si è tradotta in una struttura di base semplice, simile a quella di un hangar, ovvero rettangolare, senza colonne e con ampie finestre. In secondo luogo, il desiderio del Comune elvetico di un edificio espressivo che potesse diventare, anche visivamente, il centro della vita del paese, conferendo lustro al contempo. La maggior parte della pianta, quasi quadrata, è occupata dalla grande sala che funge, all’occorrenza, da palestra, da teatro o semplicem ente da sala per eventi ed è illuminata da una grande vetrata la quale, schermata dall’importante copertura e dall’intelligente rientranza della parete, garantisce sempre illuminazione naturale. Anche la parete direttamente opposta, quella a nord-ovest che accoglie l’ingresso al livello sopraelevato, è per la maggior parte vetrata. Le altre due facciate si presentano più chiuse ma caratterizzate da gr andi finestre triangolari. L’edificio sfrutta la pendenza naturale del sito come base per la sua organizzazione spaziale interna. La parte a nord-est, realizzata con elementi portanti in cemento a vista all’interno, presenta due livelli: quello interrato, con le funzioni di servizio, e il piano superiore, dove si colloca l’ingresso ufficiale alla struttura e da cui si crea un’ampia balconata che guarda sulla sala. Le pareti dei lati su cui sono presenti i timpani (sud-ovest e nord-est) sono realizzate con elementi prefabbricati in legno assemblati in loco che, di fatto, supportano l’intero edificio. Queste pareti, inoltre, conferiscono al fabbricato la sua caratteristica forma e sono forate da grandi aperture triangolari per inondare la sala di luce naturale. Tra le pareti sono state collocate travi di grandi dimensioni e tra di esse pannelli portanti del tipo “lignature”.
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N
planimetria
Dalla planimetria si evince il ruolo centrale svolto dalla Sala Polivalente in quanto essa funge non solo da luogo di ritrovo sociale ma anche da palestra per il complesso scolastico delle immediate vicinanze.
La geometria dello spazio indoor non corrisponde esattamente a quella dell’involucro: l’interno è, ovviamente, conforme alle normative che disciplinano le strutture sportive, mentre la forma esterna, più libera nella sua espressività, è progettata per integrarsi con l’ambiente circostante, costruito e naturale, e creare un punto di riferimento nel tessuto urbano del paese.
pianta livello inferiore
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progetti
La grande struttura a camino, che spicca sul tetto nell’angolo a ovest sembra voler richiamare la tipologia architettonica della fattoria o del cottage, tipica della zona.
Foto: © Matthieu Gafsou
Foto: © Matthieu Gafsou
Mentre i lati più lunghi (nordovest e sud-est) sono quasi completamente vetrati – la sporgenza del tetto funge da protezione dagli agenti atmosferici a nord e come protezione dal sole a sud – grandi finestre triangolari sulle altre due facciate riprendono la forma frastagliata del tetto.
fronte nord-ovest
fronte sud-est
pianta livello superiore
La Sala Polivalente di Le Vaud, nonostante il tragico incendio che l’ha vista protagonista a poche settimane dall’apertura, è stata insignita di 3 prestigiosi premi di architettura: Premio del pubblico – Distinction Romande d’architecture 2019; International Wood Architecture Award 2019; Distinction Romande d’architecture, 2018.
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sezione lungo l’asse nord-ovest/sud-est
Il tetto, vero elemento caratterizzante l’intera architettura della Sala Polifunzionale di Le Vaud, con i suoi colmi di diverse altezze, rende la scala dell’edificio sfuggente e quasi astratta. Nonostante le dimensioni significative della struttura sportiva che ospita, proprio la forma del tetto riduce l’impatto del manufatto edilizio, creando un senso di scala più vicino alla dimensione umana, soprattutto agli studenti che frequentano l’adiacente scuola.
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1 campo da calcio sintetico 2 tavole di larice termospazzolate 3 trattamento della struttura in legno con protezione all’acqua a 3 strati 4 triplo vetro temperato (Uw=0,6 W/m2 °C) 5 lastra di cemento sabbiato con aggregati frantumati 6 pannelli in legno acustici Lignatur (1000/140 mm) 7 ringhiera metallica sigillata in cemento verniciato sul posto 8 tavole acustiche, pannelli a 3 strati trattati con anti UV opaco 9 pannelli in legno acustici Lignatur (1000/280 mm) 10 punti luce orientabili 11 condotto di ventilazione (60x110 cm) 12 basket sollevabile dal soffitto lungo la parte posteriore, sulle guide 13 profilo metallico di rivestimento (RAL 9004) 14 tenda 100% opaca ignifuga su binari a sfere 15 tenda da sole elettrica in tela metallica Finestra sud: - telaio in legno svizzero garantito FSC, larghezza 83 mm - apertura motorizzata max 15 cm - triplo vetro con argon (Ug 0,7 W/m2; g 0,49) - telaio in legno laccato tinto a 3 strati
progetti
Tettoia sporgente a sud, dall’estradosso: - profilo trapezoidale in lamiera - listelli (30 mm) - controlistelli (60/60 mm) - elemento sottocopertura - pannello tipo OSB (22 mm) con funziona di controventamento - travi secondarie C24 (80x120 mm) - struttura per controsoffitto - pannello in legno a 3 strati (19 mm) Copertura, dall’intradosso: - pannello acustico tipo Lignatur (1000/280 mm) - pannello di controventamento tipo OSB (2,2 cm) - membrana sotto copertura - fibra di cellulosa insufflata (20 cm) - struttura portante in legno (12 cm) - travi secondarie (80/160 cm) - tavolato grezzo (1,8 cm) - barriera al vapore - controlistellatura (60/60 mm) - listellatura in lamiera (60/60 mm) - profilo trapezoidale in lamiera verniciato a polvere RAL 9004, opaco
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Una vista dell’interno dalla balconata/ingresso verso la parete rivolta a nord-est.
Foto: © Matthieu Gafsou
La luce inonda gli interni praticamente da tutti e quattro i lati, anche se sono quelli più lunghi, a nordovest e a sud-est, completamente vetrati, a offrire maggiore superficie trasparente. La parete di fondo che si vede nella fotografia è strutturalmente portante, come la sua gemella, posta alle spalle del fotografo. Queste pareti ospitano grandi finestre triangolari, schermate da griglie di legno, che riecheggiano la forma del tetto, anche dall’interno.
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_3 Al piano terra, le spalliere fungono da separazione tra il campo da gioco e gli spogliatoi. _4 La parte interna della sala rivolta a nord.
Foto: © Matthieu Gafsou
3
4
32 legnoarchitettura_39
Foto: © Matthieu Gafsou
La luce naturale penetra nell’edificio da tutti i lati e l’uso coerente del legno conferisce agli interni un carattere naturale, a cui peraltro si conforma molto delicatamente anche la parte strutturale in calcestruzzo a vista.
progetti
1 24 EP ø 110
0.8 6
18
4
12
1.55.52.5
40 / 80
3
12
4
320/90
26.9
2.7 1.94 4
6
12
4 5
0.8 6
Facciata con rivestimento metallico (dett. 1), dall’interno: - lastre di abete opaco anti-UV (55/20 mm) - feltro bianco - isolamento acustico (40 mm) - pannelli OSB per controventamento (15 mm) - telaio portante in legno (80/240 mm) - isolamento in lana di vetro (120 mm) - telo traspirante per facciate - listellatura verticale (40/80 mm) - struttura Lignotrend (240 mm) - controlistellatura orizzontale (60/60 mm)
22
dettaglio 1 - sezione orizzontale
Facciata traforata (dett. 2), dall’interno: - lastre di abete opaco anti-UV (55/20 mm) - feltro bianco - isolamento acustico (40 mm) - pannelli OSB per controventamento (15 mm) - telaio portante in legno (80/240 mm) - isolamento in lana di vetro (120 mm) - telo traspirante per facciate - listellatura verticale (40/80 mm) - controlistellatura orizzontale (40/40 mm) - tavole di larice trattate termicamente (19/155 mm) Apertura triangolare (360 mm) con elementi di listellatura che fungono da frangisole in larice termolaccato (120/60 mm) fissata in alto e in basso.
1 320/90
2
3
8.4 24
4
12
12
12
1.9 6.5 2.7 4 4
12
12
1.5 5.6 2.4
1.5 5.6 2.4
15
6
15
4.2 6
15
15.1
4
2
1 lastra in fibro-cemento 2 resina composita con ghiaia compatta con profilo metallico di contenimento 3 profili trapezoidali in lamiera verniciati a polvere opachi con viti verniciate a polvere o verniciate di nero 4 tavolato in legno massiccio di larice spazzolato a caldo, fissato a travetti 60/60 mm 5 tavolato in legno massiccio della facciata traforata: elementi rimovibili in larice spazzolato a caldo (60/120 mm) 6 isolamento (80 mm) 7 piastra di base in fibro-cemento fissata su elemento orizzontale del telaio (60/60 mm) 8 membrana alveolare drenante 9 telo in tessuto-non-tessuto 10 staffe di montaggio per legno/cemento
10 16
320/90
7
4
7
15
0.8
18
22
0.8 6
22
11
0.8 6
11
2
7
7 25
5.5
20
8
25
15
6.1 2.4
0.8
8
25
6.5 2
20
8 9
dettaglio 1 - sezione verticale
dettaglio 2 - sezione verticale
33
_struttura e materiali________
34 legnoarchitettura_39
progetti
Foto: © Matthieu Gafsou
Sullo sfondo, la parete di sud-ovest, nella quale “scompare” il palco. Nel colmo a U viene invece celata alla vista tutta la tecnologia che altrimenti avrebbe un forte impatto estetico sulle superfici interne.
Le due facciate con i timpani, rispettivamente a sud-ovest e a nord-est, rappresentano le pareti portanti principali, che sostengono travi di legno giganti, lasciando lo spazio interno completamente libero di espandersi e di contrarsi, seguendo il contorno delle pareti. La trave di colmo che sovrasta la sala, a forma di U, incorpora, grazie alla sua forma e grandezza, tutto l’equipaggiamento tecnico necessario per le attività sportive e non solo (anelli, canestri da basket mobili, illuminazione, ecc.), lasciando il soffitto libero da qualsiasi tecnologia visibile. Altre travi secondarie supportano il tetto e forniscono la soluzione acustica necessaria in locali di questo tipo. In termini di materiali, la nuova sala trae indubbiamente ispirazione dall’ambiente circostante. I principali utilizzati nella sua costruzione sono il legname proveniente da foreste locali, le lamiere di metallo tipiche delle aziende agricole della zona e il cemento sabbiato che richiama quello utilizzato nella realizzazione della scuola esistente. Materiali semplici e facilmente reperibili che vengono però utilizzati in questo caso per configurare dettagli sofisticati e forme complesse. La superficie interna della copertura della sala, circa 500 m2, è stata realizzata con elementi piani prefabbricati Lignatur di altezza 280 mm che, grazie alle loro buone proprietà statiche, consentono di raggiungere una luce di 8,40 m e possono – in termini di qualità visiva – rimanere a vista. Altri 200 m2 di elementi piani dello stesso tipo sono stati utilizzati per la struttura del tetto anche nelle zone di distribuzione, ma con un’altezza di 140 mm e per campate di 3,60 m al massimo. Tutti questi elementi piani sono stati trattati già in fabbrica con una particolare protezione dalla luce, al fine di mantenerne l’aspetto luminoso e piacevole il più a lungo possibile. Oltre al caratteristico aspetto naturale che fornisce agli ambienti interni, questi elementi piani sono stati scelti in quanto assicurano un’acustica eccellente in ambienti come quello della sala polivalente di Le Vaud, molto ampi, creando così un elevato comfort acustico indoor.
Alcune immagini della Sala Polivalente di Le Vaud in fase di costruzione.
Foto: © Matthieu Gafsou
Foto: © Matthieu Gafsou
Al centro, due delle finestre triangolari che caratterizzano le aperture dell’edificio.
Tutti i materiali utilizzati per la realizzazione della Sala Polivalente rendono omaggio alla regione: non solo è stato impiegato legno locale in tutto l’interno, sia per la parte strutturale che per le finiture, ma il cemento sabbiato della zona dei servizi fa riferimento all’edificio scolastico esistente mentre il rivestimento in lamiera della movimentata copertura richiama alla mente le fattorie della zona.
35
Foto: Basephotography
Lichtstad Architecten
Caseta De Burd (NL)
_1 Rispetto al fabbricato originario la nuova casa è stata collocata più vicino alla riva per diventare quasi un tutt’uno con il paesaggio. Si notano anche i piani sfasati interni che consentono di godere di viste sull’ambiente esterno sempre differenti.
1
Foto: Basephotography
Foto: Basephotography
_2 Le grandi vetrate aperte su tre fronti rendono completamente permeabile l’edificio, permettendo al sole di entrare e inondare di luce gli spazi.
2
38 legnoarchitettura_39
progetti
Ubicazione: De Burd, Grou (NL) Progetto: Lichtstad Architecten, Eindhoven (NL); capo progetto: Robert van Vugt - Lichtstad Architecten Direttore dei lavori: Meijer & Joustra, Heerenveen (NL) Appaltatore: De Jong & de Wal, Grou (NL) Lavori: 2018-2019 Superficie: 115 m2
Tra terra e acqua A Texel, la più grande delle Isole Frisone Occidentali, lo studio Lichtstad Architecten ha realizzato una casa per vacanze, raggiungibile solo in barca, sostituendo il fabbricato originario che si trovava in condizioni strutturali molto precarie. Il dover ricostruire l’abitazione ha rappresentato un’opportunità unica per gli architetti poiché hanno potuto riposizionare e orientare al meglio il nuovo volume, rispondendo anche a una domanda (il fil rouge di tutto il progetto), ovvero: come è possibile stimolare l’esperienza del vivere in un ambiente pressoché incontaminato? Semplicemente collocando l’edificio ai margini dell’isola, dove terra e acqua si incontrano, giocando con piani sfalsati all’interno, in modo tale che proprio l’acqua e la terra diventino l’orizzonte quotidiano di chi vi abit a, e aprendo – in quasi tutte le direzioni - grandi finestre che consentono alla luce del sole di occupare lo spazio affinché il mondo esterno sia autorizzato a entrare, fornendo viste sul paesaggio circostante sempre diverse. Nonostante ciò, alcune facciate completamente cieche e chiuse e le diverse quote dei vari piani – ognuno ha una sua funzione specifica – garantiscono la privacy degli occupanti. La forma esterna della casa trova invece le sue radici nell’ambito nautico e delle regate; nelle linee e nella curvatura del tetto sono presenti infatti richiami alla linea delle vele e il dispositivo di apertura delle tende, ad esempio, è stato progettato proprio per emulare il meccanismo di sollevamento delle stesse vele. Il profilo e il volume della casa sembrano così cambiare a seconda degli affacci, trasformando, ma al contempo fondendo assieme, design e paesaggio. Dal punto di vista costruttivo, l’edificio presenta una struttura a pannelli di legno a strati incrociati, coadiuvati da una leggera intelaiatura di pilastri e travi in acciaio; tutti i componenti, anche quelli metallici, sono stati prefabbricati per rendere efficiente il trasporto fino al sito e per ridurre al minimo i tempi di costruzione. Le facciate opache e le terrazze esterne sono invece state rivestite di legno Purpleheart (amaranto) non trattato, mentre le ampie finestre cielo-terra hanno sottili telai metallici; alcuni arredi interni come le panche e il tavolo da pranzo sono stati realizzati con lo stesso legno dell’involucro.
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Foto: Basephotography
Una vista della casa dall’alto verso sud da cui si intuisce la forma del tetto che richiama le vele di una barca. Il pontile per l’attracco sembra una continuazione dell’abitazione.
pianta piano terra
Come accennato nel testo introduttivo, il progetto di Caseta prende spunto dalle regate veliche, in particolare da quella di SkĂťtsjesilen che, popolarissima tra gli abitanti di queste isole, si ripete ogni anno tra vecchie navi da trasporto frisone.
pianta piano secondo
40 legnoarchitettura_39
progetti
pianta piano primo
copertura
Un aspetto interessante di questa abitazione è l’uso dell’acqua che viene pompata dal lago, filtrata e utilizzata per i servizi igienici, la doccia e la lavatrice. Anche l’acqua potabile fresca è attinta dal lago, ma depurata con filtri e processi specifici. prospetto ovest
Da ovest la casa mostra sia i fronti vetrati che quelli ciechi che continuano col loro rivestimento in doghe di legno sulla copertura senza soluzione di continuità.
Foto: Basephotography
prospetto sud
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Copertura, dall’esterno: - rivestimento in doghe di legno Purpleheart (25x50 mm) non trattato - listelli orizzontali in legno massiccio - strato impermeabile - correnti in legno (passo da centro a centro 600 mm) - isolamento - pannello di legno a strati incrociati con lato inferiore a vista
Parete cieca, dall’esterno: - rivestimento in doghe di legno Purpleheart (25x50 mm) non trattato - listelli orizzontali in legno massiccio - strato impermeabile - correnti in legno (passo da centro a centro 600 mm) - isolamento - pannello di legno a strati incrociati con lato inferiore a vista
Foto: Basephotography
Il vivere in un ambiente incontaminato è enfatizzato dalle scelta di sfalsare tutti i piani interni; ogni stanza ha un proprio livello per massimizzare l’esperienza di connettersi continuamente, e in un modo diverso, con la natura. Qui l’area living sulla destra e al centro la scala che sale ai piani superiori.
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progetti
1 legno a strati incrociati, lato inferiore a vista 2 apertura vetrata cieloterra con telaio in alluminio e vetro a 3 strati con protezione solare
Copertura, dall’esterno: - rivestimento in doghe di legno Purpleheart (25x50 mm) non trattato - listelli orizzontali in legno Purpleheart massiccio - strato impermeabile - correnti in legno Purpleheart (passo da centro a centro 600 mm) - isolamento - pannello di legno a strati incrociati con lato inferiore a vista
1
2
Foto: Basephotography
L’immagine racchiude il concept architettonico dell’abitazione con i suoi livelli differenti, le ampie vetrate su quasi tutti i fronti e il legno a richiamare l’ambiente naturale circostante.
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_3 Anche a est la casa presenta finestre a tutta altezza. Il legno del rivestimento Purpleheart assume un colore rossastro che riflette i raggi del sole.
3
Foto: Basephotography
Foto: Basephotography
_4 La casa presenta il prospetto sud con una delle falde del tetto che si piega come se fosse mosso dal vento.
4
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progetti
Cordoli di fondazione e stoccaggio dei pannelli prefabbricati in X-lam.
Posa dei primi pannelli, a sinistra, e qui accanto la struttura ausiliaria in acciaio.
La struttura in legno della Caseta è quasi ultimata.
Vista della struttura da nord, praticamente chiusa e, a destra, posa del rivestimento esterno in legno Purpleheart.
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Foto: Davide Galli Atelier
contini architettura
Scuola Primaria a Loiano Loiano (BO)
_1 Il fronte verso la valle del Savena con sullo sfondo l’abitato di Loiano. La struttura in legno dei volumi delle aule aggetta con una balconata sopra il basamento in calcestruzzo armato, rivestito da una muratura in sassi ricostruita che riprende colore e tonalità di alcune antiche case nei paraggi. _2 Il prato con la zona d’ingresso coperta da una pensilina. La copertura a verde integra l’edificio con il paesaggio migliorando la coibentazione e il drenaggio delle acque meteoriche.
Foto: Davide Galli Atelier
1
2
48 legnoarchitettura_39
progetti
Foto: Davide Galli Atelier
Ubicazione: Loiano (BO) Progetto: studio Contini Architettura: arch. Marco Contini, arch Sara Chiari Strutture: Schrentewein & Partner srl Imp. meccanici: ing. Simone Dalmonte Direttore lavori: arch. Marco Contini Appaltatore: Impresa Ferruccio Maestrami Lavori: maggio 2016-aprile 2017 Superficie utile: 2103,15 m2 Superficie verde: 4760 m2
Paesaggio scolastico Una scuola ‘immersa’ nel paesaggio, radicata in un contesto di valore paesaggistico sfruttando abilmente la felice collocazione panoramica per garantire una vista unica dalle aule e mantenere quel rapporto visivo sia con il paesaggio agricolo sia con l’abitato di Loiano che i progettisti hanno insistentemente ricercato per rimarcare l’appartenenza della scuola alla comunità e al paesaggio locale. Il progetto coniuga la sostenibilità secondo diversi aspetti: insediativi, sociali, ambientali. L’edificio è concepito come un organismo che accoglie e protegge e in cui l’interno e l’esterno sono in continua relazione per aumentare il benessere dei fruitori e per un armonico inserimento con l’ambiente. A livello insediativo si è scelto di mantenere intatta la vista panoramica realizzando un basamento in c.a. incassato nel pendio, con la parte soprastante realizzata con una più leggera struttura in X-lam. Così, dal lato dell’ingresso, la scuola si presenta come un edificio a un solo piano, mentre verso valle i due livelli e le loro diverse funzioni sono sottolineate dal differente trattamento del prospetto. Gli aspetti della progettazione si sono integrati fin da subito con quelli della costruzione e le esigenze di ridurre le necessità manutentive nei 30 anni previsti del contratto di disponibilità stipulato con l’amministrazione pubblica, calibrando con attenzione il rapporto costi benefici. L’attenzione ai dettagli costruttivi e alla durabilità è frutto del dialogo continuo fra progettisti, impresa costruttrice e strutturista. Si è realizzato un edificio semplice e ben coibentato, che sfrutta il sole e i fattori climatici grazie all’articolazione dei volumi e delle facciate. Il fabbisogno energetico di un edificio nZEB consente di sfruttare appieno la produzione di energia elettrica dell’impianto fotovoltaico per garantire il comfort tramite le pompe di calore, collegate all’impianto radiante a pavimento, e la ventilazione meccanica decentralizzata. (F. Gottard)
49
sezione trasversale
sezione longitudinale
pianta del piano seminterrato
pianta del piano terra
50 legnoarchitettura_39
progetti
Foto: Davide Galli Atelier Foto: Davide Galli Atelier
3
4
_Struttura e impianti________ L’edificio è suddiviso verticalmente in due parti ben distinte. Il basamento, parzialmente interrato nel pendio, è realizzato in calcestruzzo armato al di sopra di una grande platea su pali; attenzione è stata posta al drenaggio vista la franosità della zona. Sono in calcestruzzo anche i muri portanti e i pilastri che sorreggono il solaio intermedio, costituito da una soletta bidirezionale in grado di sopportare luci sufficientemente ampie, così come le scale e il vano ascensore. Il piano terra e la copertura sono invece realizzati in legno. Le pareti portanti sono costituite da pannelli X-Lam di spessore 120-140 mm mentre la copertura è realizzata con travi in legno lamellare, pannello orizzontale inferiore di controventamento in X-Lam a vista spesso 6 cm e chiusura superiore in OSB. Lo strato superiore a verde estensivo richiede poca manutenzione. Caratteristica fondamentale del sistema costruttivo è il comportamento tipico di una struttura “scatolare” composta dalla sovrapposizione dei singoli piani (realizzati uno alla volta) in cui le pareti verticali sono sempre interrotte all’interpiano, in modo da non pregiudicarne la rigidezza globale, e opportunamente collegate con le altre pareti e ai solai in maniera continua. Al piano seminterrato, le pareti esterne sono coibentate con lana di roccia, con uno zoccolo in EPS piuttosto alto per evitare problemi dovuti all’acqua piovana, e rivestite in pietra ricostruita per garantire durabilità e ridurre la manutenzione. L’aspetto di quest’ultima è stato ripreso da alcune vecchie case presenti nella zona. Le pareti in X-lam al piano terra sono coibentate sempre con lana di roccia ma lo strato di finitura è costituito in questo caso da una rasatura a intonaco. Sul lato interno è presente un’intercapedine, in cui passano anche gli impianti, coibentata con lana di roccia e rivestita in pannelli di gesso fibrorinforzato. Data l’altitudine e il clima del luogo, non è stato necessario prevedere un sistema di raffrescamento. Il riscaldamento a pavimento radiante è collegato a pompe di calore, utilizzate anche per la produzione di acqua calda sanitaria, che impiegano l’energia prodotta dall’impianto fotovoltaico, attentamente integrato nella copertura a verde in armonia con il paesaggio. Nelle aule e negli altri ambienti sono state installate singole unità per la ventilazione meccanica controllata con recupero di calore e portata variabile a seconda del livello di CO2.
_3 L’ampio porticato che connette i percorsi pedonali esterni al nuovo edificio scolastico definisce uno spazio di ingresso accogliente e riparato. _4 Il fronte principale verso la valle con i balconi su cui si affacciano le aule.
51
1
Veletta, dall’estradosso - spessori per pendenza - pannello OSB/3-S (2,2 cm) - pannello X-lam a vista (6 cm)
2
Copertura, dall’estradosso - vegetazione - substrato estensivo - stuoia filtrante - vaschette tetto verde (2,5 cm) - tessuto non tessuto - manto impermeabile poliolefine - pannello OSB/3-S (2,2 cm) - lana di roccia (24 cm - pannello X-lam a vista (6 cm) Solaio intermedio, dall’estradosso - pavimento in linoleum (0,5 cm) - massetto di ripartizione (4 cm) - riscaldamento a pavimento (5 cm) - massetto alleggerito (15 cm) - solaio in c.a. (30 cm)
3 Solaio a sbalzo, dall’estradosso - pavimento in gres (1 cm) - massetto per pendenza (5-8 cm) - isolamento in XPS (15 cm) - soletta in c.a. (15-20 cm) - isolamento in XPS (10 cm) - rasatura armata, primer, finitura a intonaco
2
Parete, dall’esterno - pietra ricostruita (max 7 cm) - pannello in lana di roccia (16 cm) - parete in c.a. (25 cm) - intercapedine con lana di roccia (4 cm) - lastra in gesso fibrorinforzato (2,5 cm)
1 profilo di contenimento in alluminio (2 mm) 2 serramento in legno e alluminio con doppio vetro 3 parapetto in vetro
sezione trasversale lungo le aule
52 legnoarchitettura_39
progetti
Solaio contro terra, dall’estradosso - pavimento in linoleum (0,5 cm) - massetto di ripartizione (4 cm) - riscaldamento a pavimento (5 cm) - massetto alleggerito (15 cm) - pannello XPS (10 cm) - platea in c.a. (30 cm) - magrone il cls (10 cm) - vespaio in ghiaia
Foto: Davide Galli Atelier
_5 Dettaglio della facciata a valle con i balconi delle aule e la finestra ad angolo della mensa. Le aperture vetrate sono schermabili con tende esterne a rullo motorizzate.
5
53
Foto: Davide Galli Atelier
6
54 legnoarchitettura_39
progetti
_6 La scala che collega le aule al primo piano con i laboratori e la mensa al piano seminterrato. _7 L’interno del refettorio della mensa con la vista panorama dell’Appennino.
Foto: Davide Galli Atelier
_8 L’aula di disegno gode di una un’ampia vista che spazia anche sull’abitato di Loiano; la lunga vetrata esposta a nord consente inoltre un utilizzo ottimale delle attività didattiche.
7
_9 L’interno del refettorio è caratterizzato dalla presenza colorata delle macchine per il ricambio dell’aria.
Foto: Davide Galli Atelier
_10 Le aule disposte verso la vallata hanno ampie vetrate apribili e una balconata dove possono estendersi le attività didattiche.
Foto: Davide Galli Atelier
Foto: Davide Galli Atelier
8
55 9
10
_11 Le scale e gli spazi circostanti sono pensati come luoghi in cui gli alunni possono sostare per giocare, parlare, o svolgere attivitĂ didattiche.
56 legnoarchitettura_39
Foto: Davide Galli Atelier
sezione lungo la scala
progetti
La platea di fondazione su pali e i muri in calcestruzzo armato del piano interrato.
Il solaio di interpiano è una soletta bidirezionale in calcestruzzo armato. A fianco, il montaggio delle pareti in X-lam del piano terra.
La struttura in legno della copertura in fase di coibentazione e la posa in opera del tetto a verde estensivo e della struttura per i pannelli fotovoltaici.
Posa dell’impianto di riscaldamento radiante a pavimento. Il legno è stato utilizzato anche per le pareti divisorie. A destra il lucernario del vano scale con le travi a vista della copertura.
Finiture interne degli ambienti comuni e vista di una delle aule: Il legno della copertura è a vista così come gli impianti di illuminazione mentre, per evitare l’ingombro visivo delle canalizzazioni, sono state adottate macchine per la ventilazione meccanica decentralizzata.
57
Hemsworth Architecture
Wedge House
Foto: Ema Peter
Whistler (CAN)
_1 A ovest, a livello del terreno, la casa si apre verso il giardino e il verde degli alberi con ampie vetrate e con uno spazio esterno, protetto dallo sbalzo del piano living superiore.
Foto: Ema Peter
_2 Accedendo all’abitazione è possibile notare come i tre diversi volumi della casa abbiano funzioni diverse, sottolineate dal differente uso del rivestimento esterno, sia per posa che per lavorazione della finitura.
1
Foto: Ema Peter
2
Ubicazione: Whistler - BC (CAN) Progetto: Hemsworth Architecture, Vancouver (CAN) Strutture: Equilibrium Structural Consulting, Vancouver (CAN) Consulente energetico: BC Passive House, Whistler - BC (CAN) Appaltatore: Durfeld Construction, Whistler - BC (CAN) / BC Passive House, Whistler - BC (CAN) Lavori: gennaio 2017 Superficie utile: 315 m2
Una cascata di legno Da tempo residenti a Whistler, cittadina dove nel 2010 si sono svolti i Giochi Olimpici invernali, Andrea e Federica Padovani hanno deciso di costruire la loro casa dei sogni avendo in mente due semplici obiettivi: un edificio modesto in termici di superficie e il più possibile sostenibile dal punto di vista ambientale, rispettando al contempo il budget preventivato. Nel “sogno”, inoltre, l’abitazione doveva essere piena di luce e con splendide viste sulle montagne circostanti e Andrea, un artista riconosciuto internazionalmente, sperava di riportare il suo studio all’interno della propria dimora. Hemsworth Architecture ha dato dunque vita ai desideri dei committenti ideando una residenza che si adatta al sito – un lotto molto scosceso poco fuori Whistler – disponendosi sul pendio come una cascata di scatole di legno. Ogni piano – lo studio in basso, la zona giorno intermedia e le camere all’ultimo livello – si relaziona distintamente con il contesto mediante patii, terrazze e ampie vetrate che consentono una transizione continua tra spazi interni ed esterni integrando completamente la casa nel verde della Columbia Britannica. Orientando il locali living verso gli alberi circostanti e quelli superiori più privati verso le montagne l’abitazione offre vedute panoramiche che cambiamo sempre muovendosi tra le varie stanze. I volumi più in alto e quelli più in basso sono rivestiti di sottili doghe verticali in cedro, trattate con un conservante a base acqua che non richiede manutenzione annuale, mentre quelli centrali presentano doghe orizzontali di cedro bruciato. Per soddisfare l’impegno di costruire sostenibilmente, gli architetti hanno progettato l’edificio secondo lo standard passivo, utilizzando finestre a triplo vetro, grandi spessori di isolamento e un sistema di ventilazione meccanica con recupero di calore. L’energia per il riscaldamento è stata ridotta di ben il 90% rispetto a un fabbricato di simili caratteristiche, non richiedendo quindi l’uso di una caldaia. Per assicurare standard e tolleranze costruttive elevate, i pannelli in legno delle pareti, dei solai e della copertura sono stati prefabbricati, permettendo la posa della struttura in soli 3 giorni.
61
4
1
4
11
10
10
5
11
8
2 3 5
pianta piano superiore
pianta piano principale
3
62 legnoarchitettura_39
4
progetti
10
9 4
6
3
4
5
4
7
7
4
4
1
5
4
2
6
sezione est-ovest
pianta piano inferiore
fronte est
fronte nord
fronte ovest
fronte sud
_3 Scorcio della zona giorno dove trovano posto – ovviamente! – i quadri del committente. _4 Il bagno della zona notte, all’ultimo piano, affacciata sugli splendidi boschi della British Columbia.
63
Solaio interpiano con terrazza superiore (E), dall’estradosso: - pavimentazione in legno - travetti in cedro per supporto pavimentazione - membrana impermeabile - pannello prefabbricato e isolato con telaio in legno (travi a I) - controsoffitto
E
4
1 scossalina di rivestimento e protezione 2 membrana di tenuta all’acqua e all’aria sopra la guaina 3 rivestimento metallico del foro di areazione e griglia para insetti 4 montante in acciaio del parapetto vetrato 5 camino di ventilazione 6 supporto per montante parapetto 7 membrana impermeabile 8 membrana di tenuta all’acqua e all’aria sopra scossalina 9 isolamento contro telaio 10 griglia para insetti 11 cornice esterna porta vetrata in acciaio piegato e zincato 12 membrana di tenuta all’acqua e all’aria 13 sigillatura 14 serramenti triplo vetro con telai in legno a taglio termico 15 barriera all’aria e al vapore autoadesiva tagliata dopo la posa del pannello prefabbricato
2
1 38
216
3
28
5 6
+7.20m
7
10
8 9
11 13
12
14
14
+3.96m
dettaglio piano intermedio (3)
64 legnoarchitettura_39
progetti
15
E
Foto: Ema Peter
Uno scorcio del fronte rivolto a ovest.
65
Solaio con terrazza / copertura (A), dall’esterno: - rivestimento in legno - correntini di appoggio rivestimento e camera di ventilazione - membrana di tenuta all’acqua e all’aria - pannello prefabbricato e isolato con telaio in legno (travi a I) - controsoffitto e finitura
4
2
Solaio interpiano (B), dall’estradosso: - pavimentazione in legno - pannello prefabbricato e isolato con telaio in legno (travi a I) - controsoffitto e finitura
1 38
3
A 28
4
3
1 scossalina di rivestimento e protezione 2 membrana di tenuta all’acqua e all’aria sopra la guaina 3 rivestimento metallico del foro di areazione e griglia para insetti 4 griglia metallica per camera di ventilazione 5 gocciolatoio 6 rivestimento in doghe 7 isolamento rigido 8 barriera all’aria e al vapore autoadesiva 9 isolamento contro telaio 10 intradosso in metallo galvanizzato 11 serramenti triplo vetro con telai in legno a taglio termico 12 barriera all’aria e al vapore autoadesiva tagliata dopo la posa del pannello prefabbricato 13 barriera all’aria e al vapore autoadesiva sopra la membrana da risvoltare 14 trave di banchina
216
5
7 8 9 10
8 11
11
13
dettaglio piano intermedio (1)
66 legnoarchitettura_39
14
6
progetti
B 12
1
1 28
2
38
235
3
13
15
4
A
6
5 7
Solaio interpiano (D) verso l’esterno, dall’estradosso: - pavimentazione in legno - pannello prefabbricato e isolato con telaio in legno (travi a I) - coibentazione esterna - barriera all’aria e al vapore - pannello in legno per esterni
8 9 10
C
D 11
+3.96m
12
Parete esterna (C), dall’interno: - doghe verticali in cedro - listelli e controlistelli - pannello prefabbricato e isolato con telaio in legno (travi a I) - controparete interna per passaggio impianti isolata - lastra in fibrogesso - pittura
1 scossalina di rivestimento e protezione 2 membrana di tenuta all’acqua e all’aria sopra la guaina 3 rivestimento metallico del foro di areazione e griglia para insetti 4 travetti in legno (38x140 mm) 5 gocciolatoio 6 camino di ventilazione 7 membrana impermeabile 8 gocciolatoio posato sotto la membrana 9 grondaia in acciaio galvanizzato 10 griglia metallica per camera di ventilazione 11 zoccolo in MDF 12 trave di banchina in lamellare 13 membrana di tenuta all’acqua e all’aria sopra gocciolatoio 14 luci incassate a filo pannello esterno 15 pilastrino in acciaio galvanizzato
13 14
8
3
15
dettaglio ultimo piano (2)
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Gli esplosi assonometrici a lato mostrano, da sinistra verso destra, le fasi di montaggio degli elementi prefabbricati durante i primi 3 giorni cantiere.
Foto: Ema Peter
Qui a fianco, il fronte sud in una limpida giornata invernale.
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progetti
La realizzazione in fabbrica dei pannelli. In quest’immagine è visibile la struttura portante in legno, che verrà successivamente riempita con isolante.
L’arrivo in cantiere dei pannelli prefabbricati e...
... il montaggio degli stessi.
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traverso-vighy architetti
Landscape houses
Foto: Alessandra Chemollo
Garda View Hut Middle Hill House Lake Bed House
Foto: Alessandra Chemollo
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_1 Vista interna dallo spazio ipogeo verso il fronte con vista sul lago. _2 La facciata nord contenente il camino, realizzata in muratura in pietra locale.
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progetti
Foto: Alessandra Chemollo
_3 Dettaglio del fronte verso il lago con gli schermi scorrevoli in tavole di larice.
Foto: Alessandra Chemollo
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Ubicazione: Lago di Garda Progetto: traverso-vighy architetti, Giovanni Traverso e Paola Vighy in collaborazione con Harry Gundersen (Gundersen Associates Architects) Strutture: Loris Frison Impianti: Gruppo SIA Progetto paesaggistico: Progea Lavori: 2016
Garda View Hut Un piccolo edificio isolato, una moderna capanna a 600 m di altitudine sulla costa ovest del lago di Garda, su un terreno boscoso in forte pendenza a picco sul lago. Un luogo incantato, non collegato a viabilità e sottoservizi, che ha richiesto necessariamente una soluzione costruttiva in grado di rispondere alle difficoltà del luogo, ispirata ai caratteri architettonici delle case da monte tradizionali ma con con una struttura moderna e industrializzata così da poter essere prefabbricata e facilmente trasportata in sito. L’edificio, realizzato al posto di una costruzione pre esistente, è disposto lungo le curve di livello altimetriche, perpendicolarmente al forte pendio così da permettere l’inserimento della parte interrata della sezione senza intaccare la pendenza del terreno esistente. La forma è semplice, basata su una pianta rettangolare la cui parte fuori terra presenta una copertura inclinata parallela alla pendenza del terreno, con lo spazio suddiviso in due ambiti dalla zona dedicata a servizi. I materiali sono a vista e ‘raccontano’ la modalità costruttiva e la struttura, costituita da due parti ben distinte: una base interrata in calcestruzzo armato e pietra locale e una struttura in elevazione, più leggera, costituita da una falda in legno lamellare con manto in scandole di larice. A chiudere la facciata verso il lago è stato studiato un sistema di schermi scorrevoli in tavole di larice per mitigare la radiazione sulle superci vetrate e controllare la luce naturale negli spazi interni. Uno spazio autonomo, sospeso tra la vista verso il lago, fino alla riva opposta e alla cima del Monte Baldo, e quella, attraverso le finestre poste in alto tra le due falde del tetto, sulle vette retrostanti. (F. Gottard)
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sezione trasversale
Foto: traverso-vighy architetti
prospetto est
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schema della struttura
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progetti
_4 Fasi di montaggio dell’edificio con elicottero. _5 Dettaglio degli schermi con apertura a libro in acciaio Cor-ten e tavole di larice.
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Foto: Alessandra Chemollo
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Foto: Alessandra Chemollo
_6 La copertura in larice dell’edificio sospesa tra la vista verso il lago a est e le cime delle montagne a ovest.
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_1 Gli spazi interni dell’edificio sono in diretto contatto con l’ambiente esterno. _2 L’ambiente del soggiorno affacciato a sud.
Foto: Alessandra Chemollo
Foto: Alessandra Chemollo
_3 Vista dell’edificio da sud-est.
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progetti
Foto: Alessandra Chemollo
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Ubicazione: Costabissara (VI) Progetto: traverso-vighy architetti, Giovanni Traverso e Paola Vighy con Giulio Dalla Gassa Strutture: Loris Frison Impianti: Gruppo SIA Progetto paesaggistico: Progea Lavori: 2018 Superficie utile: 120 m2
Middle Hill House Questa piccola casa residenziale, realizzata sulla costa di una collina e attorniata dal bosco, sviluppa diversi dei temi su cui lo studio Traverso Vighy lavora da tempo: sostenibilità, prefabbricazione, reversibilità, attenzione al territorio. La sua distribuzione si sviluppa in modo lineare sul versante sud, organizzata su due livelli leggermente sfalsati per dividere la zona giorno dalla zona notte e seguire l’orografia naturale del sito. La copertura a due falde, con quella di maggiore lunghezza che disegna uno sporto a sud per fornire protezione dal sole e dalle intemperie, si allunga a coprire il deck esterno, luogo conviviale dal quale godere della vista sul paesaggio collinare e agricolo circostante. La sezione dell’edicio è modulata per controllare la luce solare diretta nei mesi estivi e permettere il massimo soleggiamento nei mesi invernali, schermando così l’affaccio continuo verso valle degli spazi abitativi attraverso le grandi vetrate. Sul lato nord due pensiline in lamiera piegata di acciaio inox, proteggono gli ingressi principali all’edicio. Il progetto è basato su prefabbricazione ed economia di risorse, con l’obiettivo di contenere i tempi e i costi di costruzione. La struttura è “leggera”, realizzata in moduli di carpenteria metallica: colonne e telai metallici montati in sequenza, con giunti di tipo meccanico, sui muri perimetrali di fondazione in calcestruzzo armato a vista. Le strutture metalliche verniciate di grigio, le giunzioni con i bulloni a vista evidenziano la precisione della lavorazione e sembrano quasi suggerire la possibile reversibilità dell’intervento. I materiali sono stati scelti per poter essere facilmente assimilati alla natura circostante. In particolare, il legno di larice, tradizionalmente usato per le sue caratteristiche di durabilità, è stato scelto come materiale principale e utilizzato per impalcati, tamponamenti esterni, scuri e serramenti.
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Foto: Alessandra Chemollo
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progetti
pianta
sezione trasversale
_4 Vista da est con il portico. Le pensiline metalliche sul lato nord proteggono gli accessi.
Foto: Alessandra Chemollo
_5 Dettaglio del portico con i tre materiali utilizzati per la struttura: legno, acciaio, calcestruzzo.
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schema della struttura
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Foto: Alessandra Chemollo
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_1 La facciata nord dell’edificio e l’atrio vetrato di collegamento al volume preesistente. _2 La pensilina a sud filtra luce negli spazi interni del soggiorno.
Foto: Alessandra Chemollo
_3 La facciata principale con la zona notte al primo piano aperta sulle colline.
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progetti
Foto: Alessandra Chemollo
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Ubicazione: Arcugnano (VI) Progetto: traverso-vighy architetti, Giovanni Traverso e Paola Vighy con Cristina Baggio, Filippo Piovene, Valeria Pesavento Strutture: Loris Frison Impianti: Gruppo SIA Progetto paesaggistico: Progea Lavori: 2017 Superficie utile: 150 m2
Lake Bed House La casa è situata in una piccola borgata al margine della valle che collega il lago di Fimon a Fimon Paese. La valle, coltivata a seminativo, è parte del vecchio sedime del lago. Il nuovo edicio, che si affianca a un volume preesistente, si trova lungo la strada di bordo valle e si affaccia sul lato nord ai declivi boscosi della collina, sui lati est e ovest all’estensione agraria della valle, spesso alluvionata nei periodi invernali. Il fabbricato è organizzato su due livelli, integrandosi funzionalmente all’edicio preesistente sfruttando come elemento di congiunzione lo spazio distributivo della scala. Al piano terra lo spazio si apre su un’ampia terrazza esterna sospesa sul paesaggio di sud ovest con un sistema di frangisole che controlla l’ingresso della luce naturale negli spazi interni. Al piano primo la zona notte si affaccia alla vista della collina boscata a nord. La struttura dell’edicio è stata realizzata completamente in modo leggero e reversibile: un sistema di portali in legno lamellare, controventati da pannelli in Xlam, si ancora in modo meccanico alle fondazioni. Tutti i componenti strutturali in legno e i loro giunti metallici sono stati attentamente disegnati e prodotti con macchine a controllo numerico in un processo che ricorda la progettazione e la realizzazione di un prodotto industriale. La struttura è isolata esternamente con un pacchetto di 18 cm di lana poliestere (materiale che deriva al 97% da bottiglie di plastica riciclate) ed è rivestita da una controparete ventilata in tavole di larice. Il sistema impiantistico del nuovo edicio è costituito da un’efficiente pompa di calore alimentata da pannelli fotovoltaici.
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Foto: Alessandra Chemollo
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Foto: Alessandra Chemollo
sezione trasversale
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schema della struttura
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Foto: Alessandra Chemollo
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_4 - 6 Viste interne con affaccio a sud. _5 L’edificio inserito nel suo paesaggio lacustre.
pianta del primo piano
pianta del piano terra
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_7 Dettaglio del rivestimento di facciata realizzato con tavolame di larice e lattonerie in acciaio inox. _8 - 9 Vista degli spazi al primo piano dell’edificio.
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Foto: Alessandra Chemollo
Foto: Alessandra Chemollo
sezione trasversale e dettagli costruttivi
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Copertura, dall’estradosso - coppi - guaina - OSB (2 cm) - doppio strato isolante in lana di poliestere su murali incrociati (9+9 cm) - X-lam (10 cm) Parete laterale, dall’esterno - rivestimento esterno in tavole di larice (2,5 cm) - struttura murali (6x4 cm) - membrana in goretex nastrato - doppio strato isolante in lana di poliestere su murali incrociati (7+7 cm) - barriera al vapore - X-lam (7 cm)
soglia in larice finestra da tetto scossalina inox pompeiana tavola di chiusura in larice
Solaio intermedio, dall’estradosso - pavimento (2 cm) - pavimento radiante (10 cm) - massetto impianti (9 cm) - materassino acustico (1 cm) - X-lam (9 cm)
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Foto: Alessandra Chemollo
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Tutti i materiali sono volutamente non trattati, scelti per la loro resistenza agli agenti atmosferici e per la capacità di ossidarsi, integrandosì così nei colori e nelle tessiture del paesaggio circostante. Per questo e gli altri due
interventi sono stati sviluppati tre specifici sistemi costruttivi leggeri, mirati a facilitare il trasporto e la messa in opera dei componenti, con attenzione anche alla loro smontabilità in un’ottica di reversibilità. Le strutture a secco sono
realizzate con componenti prefabbricati prodotti da aziende del territorio con lavorazioni a controllo numerico per gli elementi in legno lamellare e in X-lam, taglio laser e pannellatura per i giunti e gli elementi in acciaio.
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Dive Architects
Dalarna House Borlänge (S)
Foto: Ã…ke E:son Lindman
_1 Il fronte ovest si apre con grande libertà sullo specchio d’acqua, lasciandosi il bosco alle spalle.
Foto: Åke E:son Lindman
Foto: Åke E:son Lindman
_2 Il lato corto rivolto a sud, con un’ampia terrazza coperta, costituisce una sorta di prolungamento dell’open space della zona giorno. È evidente la diversa pendenza del tetto che caratterizza le due parti della casa: quella dedicata agli ambienti ‘pubblici’ e quella più privata, con le camere da letto, a nord.
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Ubicazione: Viksö, Borlänge (S) Progetto: Dive Architects, Stoccolma (S) Strutture: SD Project, Stoccolma (S) Appaltatore: Helob Bygg AB, Dala-floda (S) Lavori: dicembre 2014 – giugno 2015 Superficie totale: 121 m2
In riva al lago La forte tradizione delle case vacanza svedesi, che celebrano il lussureggiante paesaggio boschivo e lacustre della Scandinavia, si è arricchita di un nuovo edificio, la cui configurazione ha dato modo ai suoi abitanti di godere dei giorni estivi pieni di sole, preziosi a queste latitudini. L’abitazione è immersa in un’area verde di oltre 2000 m2 tra betulle argentee e pini a tre ore di macchina a nord di Stoccolma ed è stata progettata per confondersi gradualmente con la natura circostante nel corso del tempo, grazie al rivestimento esterno di doghe di legno orizzontali e verticali. I progettisti di Dive Architects hanno creato un fabbricato diviso concettualmente in due parti, uno più privato dedicato al riposo e il secondo ospitante tutta la zona living. Per distinguere le differenti destinazioni d’uso, la residenza è stata concepita secondo due volumi prismatici che si incontrano al centro su un fronte corto, piegandosi leggermente verso il bosco così da dar forma all’ingresso raccolto e, all’opposto, a un’area aperta per sedersi all’esterno dirimpetto al lago. Tale differenziazione è inoltre sottolineata dalla pendenza delle falde di copertura – rivolte in direzione del lago per lo spazio giorno a riparare la terrazza esterna e verso l’interno del lotto quella della porzione notte – e dall’uso diversificato degli elementi vetrati che sono a tutta altezza e continui nell’area pranzo, living e cucina e più stretti e contenuti di dimensioni nelle camere da letto. Queste ultime due scelte progettuali sono state dettate anche per favorire l’illuminazione naturale, orientando la casa lungo l’asse nord-ovest, cosicché i proprietari potessero beneficiare della luce del mattino a colazione e a pranzo nella zona living, completamente libera e organizzata attorno al camino, e di quella del tramonto dalla camera padronale che, come le altre tre stanze da letto per gli ospiti, ha un accesso diretto dall’esterno. A richiamare la sua collocazione nei boschi, la struttura dell’edificio è realizzata con un sistema a telaio di legno coibentato, costruito in opera e rivestito da assi di pino trattate con un preservante tradizionale per legno.
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Sotto, la casa, vista dal bosco a sud-est, è quasi completamente chiusa per aprirsi, al contrario, generosamente sul lato lungo verso l’acqua.
Foto: Ă…ke E:son Lindman
planimetria
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progetti
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ingresso camera da letto wc bagno locale di servizio/tecnico area giorno e pranzo cucina terrazza
pianta
Foto: Ă…ke E:son Lindman
Dentro e fuori si confondono e, nelle belle giornate estive, ampliano lo spazio abitabile. Qui a sinistra, uno scorcio della terrazza a sud che gira attorno alla zona living.
sezione AA
sezione BB
sezione CC
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1 C
1 2
B A
D 4 3
sezione trasversale 1
Sezione trasversale 2
Sezione trasversale 1 Parete esterna A, dall’interno (250 mm): - cartongesso (13 mm) - pannello OSB (11 mm) - freno vapore - pannello isolante e struttura telaio in legno (145 mm) - pannello isolante per facciata ventilata (30 mm) - montanti per facciata ventilata (28x70 mm) - rivestimento assi di pino trattate orizzontali (22 mm) Parete interna B (118 mm): - cartongesso (13 mm) - pannello OSB (11 mm) - telaio in legno (45x70 mm) isolato - pannello OSB (11 mm) - cartongesso (13 mm) 1 2 3 4
lucernario grondaia cordolo di fondazione scale
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Copertura C, dall’esterno (404 mm): - membrana bituminosa per coperture - impermeabilizzazione - lastra di compensato (20 mm) - listelli per camera di ventilazione (60 mm) - isolamento ad alta densità (40 mm) - isolamento e struttura in legno copertura (260 mm) - barriera al vapore - pannello OSB (11 mm) - cartongesso (13 mm) Solaio contro terra D, dall’estradosso (580 mm): - massetto in cemento armato elicotterato (100 mm) - triplo strato isolante (300 mm) - strato di drenaggio - geotessile
progetti
Copertura, dall’esterno E (444 mm): - membrana bituminosa per coperture - impermeabilizzazione - lastra di compensato (20 mm) - listelli per camera di ventilazione (100 mm) - isolamento ad alta densità (40 mm) - isolamento e struttura in legno copertura (260 mm) - barriera al vapore - pannello OSB (11 mm) - cartongesso (13 mm) Parete esterna F, dall’interno (250 mm): - cartongesso (13 mm) - pannello OSB (11 mm) - freno vapore - pannello isolante e struttura telaio in legno (145 mm) - pannello isolante per facciata ventilata (30 mm) - montanti per facciata ventilata (28x70 mm) - rivestimento assi di pino trattate orizzontali (22 mm)
Solaio contro terra G, dall’estradosso (580 mm): - massetto in cemento armato elicotterato (100 mm) - triplo strato isolante (300 mm) - strato di drenaggio - geotessile 1 2 3 4 5
camino intonacato grondaia trave Kerto® (57x300 mm) trave Kerto® (45x220 mm) il davanzale si espande fino a formare una panca, in compensato da 30 mm, davanti alla finestra; in alzato il pannello di compensato è di 18 mm
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E 2
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F
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G
sezione trasversale 2
Lo spazio living visto dalla cucina.
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Foto: Åke E:son Lindman
L’angolo in cui la casa “si piega” permette di creare l’ingresso ideale, uno spazio di passaggio che segnala le due destinazioni della casa, la pubblica e la privata.
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Alcune immagini delle varie fasi di cantiere. La casa è stata realizzata con un sistema in legno a telaio coibentato realizzato in opera.
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dalla carta al cantiere Tra la consegna dei progetti e il cantiere vero e proprio c’è una fase di fondamentale importanza per la riuscita finale dell’opera – non solo in termini di qualità costruttiva, ma anche di ottimizzazione dei tempi e gestione dei costi complessivi – che possiamo chiamare “ingegnerizzazione”. In questa fase gioca un ruolo di cruciale importanza la figura dell’ingegnerizzatore, che si avvale della stretta collaborazione dei diversi tecnici indispensabili per la riuscita dell’opera.
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Valeria Mariani
La progettazione integrata e il ruolo dell’ingegnerizzatore
Valeria Mariani Ingegnere dal 2008 con la passione per le costruzioni in legno già dal 2004, quando in Francia collabora con uno studio alla realizzazione di diverse abitazioni. Conseguita la laurea, continua gli approfondimenti, collaborando con aziende locali. Nel 2017 fonda WoodySolution per offrire consulenza alla realizzazione di edifici in legno. Esperta delle fasi di ingegnerizzazione e gestione del cantiere, si specializza negli anni anche nella gestione dell’involucro, conseguendo le qualifiche di progettista Arca e CasaClima.
Pronti, partenza, via! Inizia il cantiere della casa in legno: fatte le fondazioni, si scarica il camion e… ma che è successo? Sono passati solo pochi giorni e la struttura è già finita! Sembra davvero impossibile ma questa è la realtà. Tra il cantiere tradizionale e quello di una casa in legno c’è una profonda, abissale differenza: al profano che osservi la messa in opera di un edificio in legno sembra di assistere a quei giochi di costruzioni che piacciono tanto ai bambini o all’assemblaggio di un mobile Ikea, il tutto, però, delle dimensioni adatte a una famiglia di giganti! Arrivano elementi pretagliati, vengono posizionati seguendo un preciso disegno e collegati tra loro con viti o poco più. L’operazione richiede pochi giorni, causa poco rumore, produce pochi rifiuti e il risultato è la casa “al grezzo”, realizzata con precisione millimetrica, a volte anche già provvista degli elementi di finitura e dei fori per gli impianti. Ma chi c’è dietro tutto questo? Una casa in legno è fatta sulla base di un progetto architettonico, strutturale e impiantistico, come tutte le altre costruzioni l’iter autorizzativo è, infatti, lo stesso di quello richiesto per le abitazioni realizzate con tecnologia tradizionale ma con un passaggio in più che potremmo chiamare “Fase di Ingegnerizzazione”. Questa è la fase in cui ogni scelta progettuale viene tramutata in elaborati esecutivi che riguardano tutti i dettagli dell’edificio. È di fondamentale importanza, quindi, aver definito – già in fase progettuale – tutti i componenti dell’edificio stesso: gli infissi (con i relativi controtelai, i sistemi di oscuramento…), gli impianti (in modo da poter predisporre i fori necessari), i materiali di rivestimento ecc. Ogni scelta, anche prettamente estetica, deve essere già ben chiara sin dagli inizi. Risulta quindi evidente la necessità di un coordinatore/supervisore che conosca le caratteristiche intrinseche dei materiali utilizzati, i principi della progettazione, sulla
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techné
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base dei quali stabilire, con precisione millimetrica, tutti i dettagli costruttivi, e sia in grado di collegare tutte le esigenze progettuali (strutturali, architettoniche, impiantistiche…), in una parola, un “ingegnerizzatore”. Un concetto fondamentale sul quale è opportuno soffermarsi è che il legno, come ogni materiale, ha caratteristiche sue proprie che debbono essere tenute in conto nella fase di progettazione. È un materiale di origine organica che degrada, ad esempio, a contatto con l’acqua, quindi una prima essenziale precauzione è quella di tenerlo lontano dall’umidità in genere: la durabilità dell’edificio dipende dalla progettazione e non dalla qualità del materiale. In realtà il problema della durabilità è presente in tutti i nodi della costruzione e non solo in quelli più scontati, non riguarda solo l’appoggio a terra della parete o dei pilastri esterni (appoggio che deve essere sempre sollevato rispetto al piano di scorrimento delle acque), ma anche ad esempio, il dettaglio della sporgenza e la sagoma delle teste delle travi, il collegamento interno-esterno in corrispondenza dei terrazzi nonché la scelta e la corretta posa dei materiali che compongono la stratigrafia della parete. Tutti
i materiali devono essere valutati in modo da evitare formazione di condensa e umidità. L’utilizzo di software specifici (tra i più diffusi ricordiamo Dietrich e Sema), consentono all’ingegnerizzatore di creare un modello virtuale, permettendogli così di visualizzare la struttura dell’edificio anche in 3D. E proprio grazie a questa visualizzazione si possono fare valutazioni anche in merito alla fattibilità di posa e alle scelte dei collegamenti strutturali in concerto con l’ingegnere strutturista e la squadra di montaggio. Per tenere sempre monitorati i costi e i tempi di realizzazione della costruzione, e quindi per rendere il più agevole possibile il montaggio della struttura, i collegamenti strutturali devono tenere in considerazione anche le preferenze di posa delle squadre di montaggio; anche in questa fase risulta determinante la figura dell’ingegnerizzatore che coordina e armonizza le diverse esigenze di tutti gli attori coinvolti nella costruzione. Un dettaglio costruttivo, infatti, può nella maggior parte dei casi essere realizzato in molteplici modi, sempre mantenendo inalterato il risultato del calcolo strutturale. Ad
Nei disegni qui a fianco, due esempi di dettagli costruttivi realizzati a regola d’arte. A sinistra: il legno non dovrebbe mai essere investito dalla pioggia di stravento altrimenti, quanto meno, potrebbe andare incontro a ingrigimento nella zona esposta. È necessaria quindi una verifica geometrica come quella rappresentata. La sagoma della testa della trave non ha solo motivazione estetica ma funzionale: serve per allontanare la pioggia. A destra: I pilastri devono essere sollevati dal pavimento finito per evitare che eventuale acqua possa essere assorbita. L’ampiezza della piastra di base deve essere ridotta al minimo indispensabile. Una scanalatura a gocciolatoio alla base del pilastro permette poi di allontanare l’acqua.
Nella pagina a fianco, scarico di travi lamellari tramite l’utilizzo di braccio gru.
Viste in 3D della struttura di una abitazione in legno realizzate con il programma SEMA.
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A destra, una bella immagine di pilastro sollevato da terra, per evitare dannosi contatti con l’acqua.
esempio, una connessione legno-legno tra due travi potrebbe essere realizzata con viti, con piastre esterne o con piastre a scomparsa collegate tra loro con spinotti autoforanti o lisci e queste sono solo alcune delle soluzioni possibili, ma ciò che è importante è scegliere la soluzione anche in funzione delle preferenze delle squadre di montaggio. Ogni carpentiere può avere le sue preferenze in merito alla realizzazione del dettaglio ed è opportuno assecondarne le esigenze al fine di ottenere un risultato perfetto e nel minor tempo possibile. Ma per preparare un esecutivo di tutti gli elementi (in legno e non) che costituiscono l’edificio da trasmettere alle segherie per la produzione, sono necessarie anche altre competenze, come la conoscenza delle peculiarità produttive del materiale (dimensioni, caratteristiche tecniche ecc.), spesso differenti tra i vari fornitori, ognuno dei quali generalmente ha le proprie sezioni e dimensioni standard per quanto riguarda gli elementi costruttivi, sezioni che tendenzialmente vengono tenute “a magazzino”. Scegliere di utilizzare queste permette, appunto, al fornitore di lavorare materiale di cui ha disponibilità immediata, con conseguente diminuzione dei tempi di consegna. Per quanto riguarda le peculiarità produttive del materiale, invece, un ingegnerizzatore sa bene che il legno lamellare è prodotto con sezioni in altezza a multipli di 4 cm, dati dallo spessore di ogni lamella che costituisce la trave, mentre la sezione in larghezza può variare più liberamente, in funzione delle richieste. La scelta di utilizzare le sezioni base di produzione permette sia di evitare lavorazioni aggiuntive che sovrapprezzi dovuti alla maggiore quantità di materiale necessario. Per esempio, se si decidesse di utilizzare un elemento di altezza 22 cm, questo sarebbe comunque ricavato da un elemento originale di altezza 24 cm (multiplo di 4) con
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l’aggiunta di una lavorazione chiamata “piallatura” per tutta la sua lunghezza, necessaria per ottenere l’altezza richiesta. Il risultato finale è ovviamente un inutile sovrapprezzo dell’elemento, un dato tanto più importante quanti sono gli elementi complessivi da realizzare. La scelta quindi di utilizzare un elemento di altezza intera, in questo caso 24 cm, permette di evitare una lavorazione, utilizzare tutto il materiale che si acquista e probabilmente anche diminuire il numero degli elementi complessivi. Ad esempio, se in una copertura si usano travi di sezione 24 cm invece che 22 cm, queste potranno essere posizionate a un interasse maggiore, permettendo di eliminare qualche elemento. Va da sé che il risparmio sarà tanto più grande quanto più grande sarà il progetto complessivo da realizzare. Per quanto riguarda invece i pannelli strutturali X-lam, la varietà di prodotti presenti sul mercato è ancora più ampia. Essendo costituiti da strati di tavole incollate (o inchiodate) incrociate, possono variare: - lo spessore e il numero di strati - la dimensione in larghezza e in altezza del pannello base da cui si ricavano tutti gli elementi necessari. In questo caso l’ingegnerizzatore deve stabilire la dimensione degli elementi che andranno montati, ottimizzando i tagli del pannello di partenza, in modo da ridurre il più possibile gli sfridi, compatibilmente con le esigenze strutturali e architettoniche. Può capitare, ad esempio, che spostare un’apertura di qualche centimetro oppure suddividere un pannello strutturale in più parti, possa aiutare a ottenere una migliore ottimizzazione. Anche qui, quello che chiamiamo l’ingegnerizzatore è in costante confronto con i tecnici, in questo caso con l’architetto e con l’ingegnere, per valutare assieme la fattibilità delle componenti del progetto. Possono così essere evitati tanti scarti – e quindi costi –
Qui a fianco, realizzazione del dettaglio di collegamento trave-trave in tre modi differenti: a sinistra con una coppia di viti, al centro con una piastra a scomparsa e spinotti lisci, a destra con piastra a scomparsa e spinotti autoforanti. I tre sistemi sono differenti per tipologia di esecuzione e costi. A sinistra, realizzazione del dettaglio di collegamento travi di copertura-parete in due modi differenti: a sinistra si ha una trave di banchina al di sopra della parete e lavorazioni a coda di rondine; a destra si ha parete a tutta altezza e scassi per creare appoggio alle travi.
all’impresa e, di conseguenza, al cliente finale. Un altro aspetto determinante nelle scelte dell’ingegnerizzatore sono le dinamiche legate al trasporto in cantiere del materiale. Vanno infatti tenuti in considerazione i mezzi di trasporto utilizzati, le potenzialità di carico e i relativi costi. Elementi troppo grandi, ad esempio travi di lunghezza superiore a 12 m, richiedono trasporti speciali e pertanto costi maggiori. Anche le dimensioni dei pannelli vanno valutate in funzione delle potenzialità di carico del camion fornito. Camion con bilico o camion ribassati permettono di trasportare elementi di maggiori dimensioni e superiori quantità di carico ma a fronti di costi che inevitabilmente lievitano. Un altro, importantissimo, fattore che incide sulla scelta del mezzo di trasporto – e quindi sulla dimensione degli elementi – è il varco al cantiere stesso: è necessario valutare, sulla base delle dimensioni e delle condizioni delle strade di accesso, se la tipologia del mezzo di trasporto scelta è in grado di arrivare a ridosso dell’area di stoccaggio. Infine, una volta che il materiale è arrivato in cantiere, bisogna valutare se i mezzi di sollevamento
presenti (gru o camion gru) sono in grado di sopportare il carico degli elementi forniti in base alla loro disposizione in cantiere rispetto alla massima distanza sollevabile con il massimo carico di punta. Capita a volte di dover suddividere in due parti un pannello proprio perché, considerata la posizione della gru in cantiere rispetto alla posizione di montaggio del pannello stesso, si avrebbe un carico di punta eccessivo per la gru utilizzata. Tutti questi fattori, insieme alle scelte di carattere economico che ne derivano e che vanno sempre tenute sotto controllo, permettono all’ingegnerizzatore di stabilire con precisione millimetrica le dimensioni di ogni elemento che costituisce il fabbricato, alla segheria di fornire il materiale a misura e a tutti gli altri fornitori e produttori dei vari materiali necessari di provvedere alla consegna con precisione e senza ritardi. Queste valutazioni devono essere fatte con largo anticipo rispetto ai tempi di consegna del materiale in cantiere. Una volta inviato il file di taglio del legno alla segheria, devono intanto trascorrere i tempi legati all’ordine (se la segheria non ha il materiale disponibile a magazzino) e
A sinistra, sollevamento di un pannello X-lam tramite gru e cinghie predisposte. Qui a fianco, le cinghie usate per il sollevamento dei pannelli.
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Qui a fianco, a sinistra, una trave lamellare e la sovrapposizione delle lamelle generalmente di 4 cm di spessore; a destra, un pannello X-lam e la successione di strati di tavole incollati ortogonalmente l’uno sull’altro.
_1 Un camion carico di pannelli X-lam. _2 Un’immagine di cantiere in cui sono visibili i pannelli Xlam posizionati sopra un cordolo in c.a. con lo scopo di allontanare l’appoggio del legno dal piano di scorrimento delle acque. Sono inoltre riconoscibili le lavorazioni nel pannello per alloggiare gli infissi e le travi di copertura. _3 Pannello di solaio con i fori predisposti per il passaggio degli impianti.
alla relativa lavorazione, dopodiché avviene il montaggio. Si ha quindi il tempo necessario affinché tutti gli altri materiali arrivino in cantiere nei momenti opportuni e senza ritardi, secondo uno specifico cronoprogramma, condizione che concorre ulteriormente a contenere i costi della costruzione. Se tutto questo si traduce inevitabilmente in tempi di progettazione un poco più lunghi rispetto al tradizionale, è però vero che si hanno budget certi, cantieri con tempi di realizzazione brevissimi, con conseguente risparmio in termini economici e di energia da parte di tutti; obiettivi che possono essere raggiunti soprattutto se tutti i progettisti coinvolti partecipano attivamente allo scambio delle informazioni e alle scelte necessarie. Fino a qui è stato più volte sottolineato che tutte le scelte legate al taglio del legno vanno valutate insieme agli altri tecnici. E se questa fase fosse eseguita prima di depositare i progetti? Se i progetti strutturali, architettonici e impiantistici fossero già impostati anche in funzione di tutte le altre necessità descritte? Allora si verificherebbe una vera progettazione integrata che, con qualche riunione iniziale in più, porterebbe subito a un risultato preciso e definitivo di ogni aspetto della progettazione. In questo modo si eviterebbero tutte le varianti e i cambiamenti che spesso si hanno in corso d’opera, con la conseguente necessità di depositare le varianti finali. Investire in una progettazione integrata permette quindi di garantire costi certi al cliente e può anche portare a ridurre l’investimento previsto. L’Italia è uno dei paesi con il minor rapporto tra investimento totale e progettazione. Questo, come ci insegna la storia, ha sempre portato ad avere budget incerti (destinati ad aumentare), tempi quasi mai rispettati e continui imprevisti in cantiere.
Nel grafico sono indicati i valori derivati dal rapporto dei costi di progettazione su quelli di realizzazione nei vari paesi europei, negli anni 2010 e 2015. I paesi più virtuosi hanno tale valore molto alto e in aumento tra i due anni di riferimento.
Una progettazione integrata e ben studiata in fase iniziale permette di spendere meno, avere meno imprevisti – e di conseguenza meno errori – in cantiere e tempi di costruzione certi. Rimane un’unica variabile imponderabile: le condizioni meteorologiche!
1600
1.6
A destra, ottimizzazione dei pannelli X-lam all’interno di un foglio base di dimensioni 16x3 m.
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G.3
300 1.3
1.7
techné
5.1
5.6
A.3
C.5
5.4
F.2
1.1
2.1
1.2
1
2
3
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Paneum Nella piccola Asten, poco meno di 6500 abitanti nel Bundesland dell’Alta Austria, si trova un edificio inedito, sia per le metodologie costruttive che per il suo significato: un vero e proprio tempio dedicato al pane. Il Paneum – Wunderkammer des Brotes, la “Camera delle Meraviglie” del Pane, ospita una grande quantità di oggetti di uso quotidiano e curiosità, sia artistiche che letterarie, legate a questo alimento base. Un concetto di collezione dallo spirito vivace preso in prestito direttamente dal periodo barocco che ad Asten si concretizza in una base quadrangolare in cemento armato su cui poggia una liberissima forma in X-lam, autoportante, che lascia libertà d’immaginazione a chi, arrivando dall’autostrada, ne scorge la sagoma già da lontano: una nuvola, un’arca di Noè del pane, un impasto pronto a lievitare...
strutture
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Wunderkammer des Brotes
La camera delle meraviglie del pane, in legno
Nelle immagini in basso, il Paneum dall’esterno. Nella pagina a fianco, l’ultimo piano del Paneum, dove si percepisce la rotondità della struttura, data dagli anelli di X-lam.
Foto: © Markus Pillhofer
Foto: © Markus Pillhofer
La scelta dei materiali sottolinea il contrasto tra due elementi: la parte quadrangolare della base mostra una facciata in cemento a vista, mentre la costruzione curva superiore dell’area espositiva è rivestita esternamente con scandole in acciaio inossidabile.
Da dove proviene l’idea di un museo da dedicare al pane? Un’iniziativa squisitamente privata, nonostante l’importanza storica e culturale dell’alimento in questione. D’altra parte il committente, Peter Augendopler, panettiere di terza generazione, altri non è che il proprietario di una delle aziende del comparto alimentare più importanti dell’Austria, la backaldrin, che da decenni produce oltre 700 prodotti diversi per la panificazione e la pasticceria. Tuttavia, la spinta alla realizzazione di un edificio così inusuale nella sua funzione è arrivata dopo 30 anni di collezionismo e passione duranti i quali Augendopler è riuscito a raccogliere oltre 15.000 oggetti d’arte e cultura legati al pane, provenienti da diversi continenti ed epoche. Con l’aumentare del numero di manufatti raccolti, aumentava corrispondentemente anche il desiderio di mostrarli. È per questo motivo che oggi, nello spazio espositivo di Asten, si può ammirare una falce di grano del Neolitico (5000 a.C.), mummie egiziane del grano in legno (600-400 a.C.), figure di porcellana, bicchieri per birra, setacci per la farina, cassapanche, monete, dipinti e migliaia di libri a tema “pane”. Il design dell’area espositiva si basa sull’idea della Wunderkammer di origine barocca, un “gabinetto di curiosità”, una sorta di prototipo (o di antenato) del museo moderno, nel quale i ricchi collezionisti di 400 anni fa esponevano, appunto, i loro pezzi da collezione. Un concetto che si adatta particolarmente agli oggetti insoliti e su piccola scala del Paneum, anche proprio per la loro provenienza da un unico collezionista appassionato dell’argomento che ha trovato nell’arch. Wolf D. Prix dello studio viennese Coop Himmelb(l)au l’interlocutore ideale per realizzare questa sua visione. Costruttivamente, e compositivamente, l’insolita forma del Paneum è costituita da due elementi autonomi: una sorta di grande parallelepipedo, che costituisce lo spazio dedicato agli eventi, realizzato in cemento armato gettato in opera, e che funge da base per lo spazio espositivo vero e proprio, quel “gabinetto delle curiosità” appunto di cui si diceva poco sopra, realizzato con elementi ad anello di legno lamellare a strati incrociati, ovvero X-lam. Il basamento/piedistallo in cemento armato comprende il seminterrato e il piano terra mentre le sale espositive iniziano a un livello superiore, la piattaforma alla quale si appoggia la struttura in legno.
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Ubicazione: Asten (A) Committente: backaldrin International The Kornspitz Company GmbH, Asten (A) Progetto: Coop Himmelb(l)au – Wolf D. Prix & Partner ZT GmbH, Vienna (A) Struttura in c.a.: Bauunternehmen Ing. Harald Weissel GmbH, Linz (A) Struttura in legno e appaltatore generale: Wiehag GmbH, Altheim (A) Fine lavori: 2017 Superficie fondiaria: ca. 3.750 m2 Superficie utile: 1.850 m2
Il metodo di costruzione adottato per la parte superiore ha consentito di realizzare la forma libera e procedere con un alto grado di prefabbricazione, impiegando tecnologia 3D-CNC (a controllo numerico computerizzato) e comportando un tempo di costruzione piuttosto breve. Il fatto di aver lasciato il legname a vista all’interno, rivestito solo da uno strato di vernice, ha reso superflue ulteriori finiture.
Foto: © Markus Pillhofer
Foto: © Markus Pillhofer
Benché la statica del progetto non presentasse particolari problemi, grazie anche alla realizzazione di un modello dei vari strati, per precauzione, i tecnici della ditta che si è occupata della realizzazione, hanno coinvolto la TU di Graz, la quale ha verificato la struttura e assunto il ruolo non ufficiale di “ingegnere di prova statica”, pur non essendo obbligatoria tale figura professionale.
107
paneum_la
struttura
La parte in legno del Paneum è dunque quella dalla forma libera, concettualmente accostata a una nuvola, ma che può tranquillamente richiamare una massa in lievitazione... Tale nuvola è composta da un serie di anelli in X-lam impilati l’uno sull’altro, poggianti sulla sommità della struttura in cemento armato che, a sua volta, forma una sorta di piattaforma d’appoggio, chiaramente visibile nella sezione dell’edificio. Al di sopra del primo anello se ne accumulano ulteriori 88, per un totale di 89, a formare una struttura a guscio autoportante con uno spessore medio di 40 cm, prefabbricata al millimetro utilizzando tecnologia 3D-CNC e i cui elementi sono interbloccati tra loro tramite (una gran quantità di) viti. Il livello espositivo parte dunque dalla piattaforma in cemento armato ma prosegue, grazie alla scala elicoidale che architettonicamente è il cuore del design interno, a un livello superiore, realizzato in elementi piani di legno che si collegano staticamente all’involucro esterno. Proprio come questo, anche la scala – in acciaio – è autoportante all’interno e il suo peso di 45 tonnellate poggia sulla struttura in cemento armato. Gli anelli di legno superiori sono progettati come anelli parziali, in base alla loro posizione nello spazio. Per realizzare la nuvola del Paneum si sono resi necessari 393 m³ di legno. I singoli elementi/anelli in X-lam sono stati avvitati insieme e incollati impiegando circa 60.000 viti che garantiscono la rigidità delle connessioni, mentre all’adesivo è demandata la resistenza al taglio. Poiché nessun elemento è uguale all’altro, lo sfrido di materiale ha raggiunto il 60% durante il taglio dei componenti. La struttura in legno dell’involucro è completata, verso l’esterno, da una barriera al vapore autoadesiva in alluminio, uno strato isolante in lana di roccia da 8 cm e un elemento di chiusura in lamiera. Il rivestimento esterno, che caratterizza fortemente il manufatto oltre alla forma in sé, è costituito da tegole, o scandole, in acciaio inossidabile posate su un livello di ventilazione creando così, di fatto, una facciata ventilata. La geometria finale della nuvola risulta dunque sempre diversa e le 3.313 scandole metalliche di forma romboidale con cui è rivestita riflettono il cielo in mille modi differenti che dipendono non solo dalla posizione ma anche dalle condizioni atmosferiche. Come si è giunti alla forma libera della nuvola? E quali sono state le difficoltà incontrate a livello realizzativo? Il committente, all’inizio, aveva richiesto una costruzione in acciaio ma i costi per realizzarla erano subito lievitati oltre il limite sopportabile, così che si è reso necessario pensare a un’alternativa concretizzatasi in un uso innovativo del legno, grazie anche all’esperienza dell’appaltatore generale dell’opera. B
04 BÄCKERSTOLZ UND ZUNFT
05 AUFBEWAHRUNG
© COOP HIMMELB(L)AU
+8.142 OK FB
A
A
06 STRAFE
08 AUF DEM FELDE
pianta piano terra
pianta primo livello
© COOP HIMMELB(L)AU
+12.744 OK FB
+8.142 OK FB
+10.443 OK FB
pianta secondo livello
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© COOP HIMMELB(L)AU
09 BETRIEB UND VERTRIEB
07 HUNGER UND MACHT
B
Lo spazio museale è esperibile anche dalla scala a chiocciola centrale dalla quale i visitatori possono guardare gli oggetti esposti sfruttando le varie prospettive rese disponibili proprio dalla scala. Questa consente inoltre di accedere ai due livelli espositivi, dove gli oggetti sono presentati con diverse modalità, tramite ancoraggi alle pareti, tavoli e armadi integrati nell’architettura. È possibile, ovviamente, accedere ai vari piani anche tramite ascensori. Il grande spazio centrale è naturalmente illuminato da un lucernario posizionato alla sommità della nuvola, mentre i vari pezzi esposti sono esaltati dall’impiego luci artificiali opportunamente collocate.
struttura
© COOP HIMMELB(L)AU
© COOP HIMMELB(L)AU
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sezione AA
sezione BB
La metodologia realizzativa di riferimento sono state le cupole a cipolla delle chiese cristiane ortodosse, per le quali il legno viene tagliato nei vari pezzi che poi costituiscono la cupola. Nel caso del Paneum, il processo di taglio e preparazione dei singoli elementi è stato reso ben più leggero e veloce grazie all’impiego del computer e del disegno parametrico in 3D che ha permesso suddividere l’involucro in livelli e, per ognuno di essi, di ottenere una forma precisa di anello o, più precisamente, le molteplici forme di anelli che compongono l’involucro, tutti diversi. I più lunghi di essi raggiungono i dieci metri e sono stati portati in cantiere con un trasporto normale, senza ricorrere ad attrezzature pesanti per gli spostamenti, cosa che ha semplificato l’installazione e risparmiato tempo e costi. Dall’altra parte è stato però necessario impiegare molto personale, perché le operazioni di avvitamento e incollaggio sono risultate impegnative e ci sono volute circa 14 settimane per completare il montaggio dell’intera struttura. Se si può parlare di difficoltà in fase di realizzazione, queste si possono ricondurre sostanzialmente a due: l’enorme quantità di viti utilizzate, che ha costituito un fattore di costo non indifferente, e lo sfrido dovuto alla particolare forma del manufatto strettamente collegato ai pezzi unici realizzati per la sua costruzione e che si è rivelato molto alto. Per la nuvola del Paneum sono impiegati circa 400 m³ di X-lam ma la quantità iniziale di legno lavorata ammontava a 1000 m³. Un numero di cui è stato importante tenere conto in anticipo.
Foto: © Markus Pillhofer
Il primo livello espositivo sopra la parte in c.a. è caratterizzato da una spazialità “a spirale” dettata dalla forte presenza della scala centrale in acciaio ma anche dalla altrettanto forte curvatura delle pareti in legno.
Nello spazio circolare della “Wunderkammer des Brotes” gli elementi della collezione di Augendopler sono sospesi individualmente dall’alto o sporgono dai lati, come se fluttuassero in uno spazio dove le categorie di sopra e sotto vengono praticamente scardinate.
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costruzione autoportante in anelli di X-Lam
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8 © COOP HIMMELB(L)AU
1 pavimento in legno 2 profilo metallico continuo di tenuta in accia inox 3 griglia convettore con telaio in acciaio, modificabile, installazione in lamiera d’acciaio con strato di compensazione (3 cm) 4 nella zona del massetto contenente l’alimentazione elettrica, pavimento in resina sintetica 5 smalto su legno 6 isolamento in lana di roccia (8 cm) 7 cavo di tensione 8 profilo metallico continuo 9 vernice idrorepellente 10 calcestruzzo a vista 11 box per tetto piano 12 rivestimento con lastre di cemento 13 tenda
sezioni di dettaglio dell’attacco tra manufatto in c.a. e nuvola in X-lam
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© COOP HIMMELB(L)AU
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strutture
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costruzione autoportante in anelli di X-Lam
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_1 L’immagine fatta in officina rende bene l’idea delle dimensioni di un singolo anello. _2 Un modello della struttura in scala 1:1 è stato realizzato allo scopo di verificare la bontà della progettazione e per capire come procedere per la realizzazione dell’intero pacchetto tecnologico. _3_4 Le due immagini scattate durante la fase di montaggio illustrano bene la metodologia di assemblamento e, soprattutto, forniscono un’idea della grande quantità di viti resasi necessaria per collegare i singoli elementi gli uni agli altri.
Foto: © Markus Pillhofer
_5 La vista dal basso verso l’alto mostra il grande lucernario sommitale, che conferisce luce naturale all’intero spazio espositivo.
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Foto: Davide Perbellini
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Foto: Oliver Jaist
Foto: Fabio Veneri
Foto: Oliver Jaist
Villa Kyara Studio AAEngenering