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LignoDoc Dream House Group
Dream House Group
LignoDoc
L’edificio visto da sud: tutte le unità hanno l’affaccio a mezzogiorno così da potersi giovare degli apporti solari gratuiti. Gli sporti della copertura e delle terrazze, oltre ad adeguate schermature, offrono ombreggiature alle ampie aperture vetrate.
Sulla copertura in tegole marsigliesi sono stati installati 6 impianti fotovoltaici il cui dimensionamento è stato scelto da ognuno dei committenti in base alle proprie necessità energetiche.
Ubicazione: Mezzocorona (TN) Progetto: arch.tti Graziano Luzzi e Tatiana Tettamanti – Dream House Group, Isera (TN) Ideatore progetto: Claudio Pichler, Coord. Tecnico Ergepearl Strutture: ing. Mario Ruele, Isera (TN) Impianti termoidraulici: p.ind. Nicola Cimonetti – Dream House Group, Isera (TN)
Impianti elettrici, domotica
e fotovoltaico: p.ind. Filippo Carli, Mezzocorona (TN) Committente/costruttore: Dinamos Soc. Coop. Edilizia, Cles (TN)
Costruttore struttura legno:
STP, Predaia (TN) Produttore pannelli X-lam: Storaenso, Austria Lavori: 2017-2019
Una delle unità immobiliari all’ultimo piano.
Un nome, un destino
La storia di LignoDoc nasce nel 2011 quando alcuni amici gettarono le basi per costruire un edificio in legno, verificando la disponibilità di terreni edificabili nel comune di Mezzocorona e individuando un lotto triangolare coltivato a Teroldego Rotaliano, vitigno che dà origine a un vino definito il “principe del Trentino”. Tuttavia l’iter costruttivo prese avvio solo 5 anni più tardi nel momento in cui i 6 committenti si associarono alla Cooperativa Edile Dinamos e il pool tecnico di Dream House impostò il progetto, districandosi tra i bisogni dei proprietari, la geometria del lotto, le distanze, i volumi, i vincoli paesaggisti e le esigenze delle commissioni tecniche territoriali. Da questi presupposti è nato un fabbricato plurifamiliare che, compositivamente, segue la forma del lotto sviluppandosi attorno a un corpo scala in c.a. con una struttura in X-lam coadiuvata da elementi in acciaio, così da consentire una pianta libera adatta alle necessità di ciascun abitante. Grande attenzione è stata posta alla tenuta all’aria e all’acustica, con componenti specifici e particolari costruttivi studiati appositamente che hanno permesso di superare tutti i test e, soprattutto, garantire un ottimo comfort acustico. Per le prestazioni termiche invernali ed estive sono state utilizzate fibra di legno sul tetto, lana di roccia a cappotto e un efficace sistema di ombreggiamenti delle pareti e delle vetrate rivolte a sud. Ogni famiglia ha avuto la possibilità di dotare l’appartamento di VMC, scegliendo se abbinarla anche a un sistema di raffrescamento dedicato, mentre nella centrale termica è installato un sistema centralizzato alimentato a pellet, supportato da pannelli solari per la produzione di ACS; ciascuna unità ha inoltre in dotazione il proprio sistema fotovoltaico da 3 a 4,5 kW. Con tali accorgimenti LignoDoc ha conseguito la certificazione congiunta CasaClima Gold Nature e ARCA Gold e il suo fabbisogno energetico è di 8,6 kWh/m2 anno con un comfort abitativo e una salubrità dell’aria ideali. A proposito: gli appassionati del vino possono stare tranquilli; il vigneto DOC che ha lasciato spazio all’edificio è stato ripiantato in un altro terreno, salvando così le quote enologiche!
Pianta primo piano.
Disposizione delle strutture portanti verticali sui 3 piani. Strutture portanti verticali e primo solaio.
_la struttura________
Collocato su una platea realizzata su un lotto rinforzato da micropali a causa di un cedimento del terreno a inizio lavori, dopo la costruzione dell’interrato in c.a. con la tecnologia della “vasca bianca” a difesa dalla risalita delle falde acquifere, e le ultime verifiche del caso sulla corrispondenza di misure, livelli e sistemi di fissaggio, il progetto LignoDoc ha preso avvio con l’arrivo in cantiere del primo carico di pareti in X-lam e il montaggio della struttura in legno innalzata contestualmente al corpo scala in calcestruzzo armato. Le pannellature in X-lam da 100 mm di spessore sono coadiuvate da strutture metalliche di supporto alle ampie luci dei solai, anch’essi in X-lam (160-220 mm) e che evitano la presenza di pareti portanti interne. Contemporaneamente alla posa dell’involucro ligneo isolato a cappotto con lana di roccia da 160 mm, è iniziato anche il lavoro di sigillatura per la tenuta all’aria utilizzando, ad esempio, nastri adesivi acrilici prepiegati, flessibili, rigidi e guarnizioni per la disgiunzione acustica tra pareti e solai. A meno di un mese dall’installazione dei primi elementi in X-lam, l’involucro è stato completato con un tetto in travi di abete che trovano alloggio e termine sulla trave di banchina posta sulle pareti perimetrali. La copertura è coibentata con fibra di legno spessa 200 mm ed è protetta con una membrana traspirante sulla quale è stata poi realizzata la controlistellatura da 60 mm per la camera di ventilazione. Al di sopra, un secondo tavolato ha la funzione di supporto per il manto di copertura in tegole marsigliesi e per i pannelli solari termici e fotovoltaici, che nel frattempo tutti i committenti hanno deciso di installare e la cui superficie ammonta a circa la metà di quella della copertura.
La zona giorno di uno degli appartamenti con l’ampio open space, reso possibile dall’inserimento di travi metalliche a supporto della struttura in X-lam. Gli interni sono stati personalizzati secondo le esigenze di ciascun committente.
_due parole con il costruttore________
La Cooperativa Edile Dinamos di Cles (TN) si è occupata del coordinamento delle esigenze dei 6 soci che hanno aderito al progetto, ha gestito i rapporti con i progettisti e quindi ha vestito i panni del “General Contractor” per la gestione degli appalti e del cantiere.
Cosa ha rappresentato per la Cooperativa Dinamos questo progetto, considerando che era il primo edificio in legno che affrontava e anche il primo con questi livelli di certificazione? Lo chiediamo a Oscar Menapace, presidente della Cooperativa.
Sicuramente per noi questo progetto ha rappresentato una possibilità di uscire dai nostri schemi abituali, innanzitutto perché è un’idea che per la prima volta ci è stata proposta da uno dei soci, Claudio Pichler, che aveva già delle idee ben chiare su quali fossero il terreno sul quale costruire, la tipologia costruttiva da adottare e quali livelli di efficienza andare a raggiungere. Ciò che invece è la nostra specialità è stato poter ascoltare e assecondare 6 famiglie con esigenze diverse, da chi puntava all’efficienza dell’edificio e al benessere abitativo, a chi aveva bisogno di spazi ampi, a chi voleva la casa con il giardino, personalizzando al massimo ogni singola abitazione; il tutto cercando di mantenere il più possibile un budget prefissato.
Dal punto di vista della realizzazione, invece quali sono stati i punti salienti di cui vi siete occupati?
Diciamo che già la parte organizzativa iniziale, con tutte le problematiche relative alle commissioni tecniche da affrontare è stata impegnativa; alcuni ostacoli sono stati superati, sempre rispettando i regolamenti in vigore, anche grazie all’apertura e alla sensibilità del sindaco di Mezzocorona Mattia Hauser e del presidente della Comunità di Valle Gianluca Tait verso un progetto NZEB che è poi diventato un esempio nel nostro territorio. Per la parte relativa agli appalti e all’organizzazione di cantiere abbiamo potuto mettere in pratica tutte le nostre capacità organizzative per portare a termine un progetto che rappresenta per noi una referenza molto importante.
Dream House Group di Isera (TN) è un pool di progettisti composto da due architetti, Tatiana Tettamanti e Graziano Luzzi, e da un perito industriale, Nicola Cimonetti. Sono stati coadiuvati dall’ingegner Mario Ruele per le strutture e dal perito industriale Filippo Carli per la parte elettrica.
Cosa vi ha spinto ad accettare l’incarico di progettazione del progetto LignoDoc?
Fin dalla prima richiesta che ci è stata fatta abbiamo capito che il progetto era ambizioso e l’idea di raccogliere questa sfida di progettare un edificio in un terreno dalla forma particolarmente difficile, con molti vincoli legati alle distanze da mantenere, con 6 committenti che avevano esigenze completamente diverse tra loro e una Cooperativa che doveva rimanere in un budget preciso, ci ha stimolato subito per poter dimostrare cosa sappiamo fare. Quando poi abbiamo presentato il progetto e abbiamo visto l’immediata soddisfazione di tutti, ecco che il piacere maggiore lo abbiamo provato noi… buona la prima!
È stato complicato arrivare ai livelli di prestazione energetica raggiunti dall’edificio?
In realtà le richieste iniziali di una committenza preparata erano già ben delineate su come comporre i pacchetti dell’edificio e come dotarlo a livello di impiantistica. Questo ci ha permesso di lavorare serenamente sull’efficienza dell’involucro, che già dalla prima verifica risultava essere consono a una possibile certificazione CasaClima Gold. Da lì è nata l’idea di portare l’edificio in certificazione. Più complessa e impegnativa è stata la progettazione acustica, aspetto molto delicato per gli edifici in legno. L’attenzione e l’impegno profuso ha però portato a risultati assolutamente eccezionali nelle prestazioni sia tra unità abitative che dall’esterno.