legnoarchitettura
Massimiliano Muscio
Marco Baronchelli, Patrizia Ghittoni
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progetti Atelier Lavit Urban-gap, Progreen
M. Franzoso, M. Demattio, S. Marinelli
Manuel Benedikter Claudio Mastrogiacomo Nicola Preti
EdicomEdizioni Trimestrale anno XIV n° 47 aprile 2023 Euro 15,00 Registrazione Trib. Gorizia n. 4 del 23.07.2010 Poste italiane S.p.A. Spedizione in a.p. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1 NE/UD ISSN 2039-0858
Grafiche Manzanesi, Manzano (UD)
Stampato interamente su carta con alto contenuto di fibre riciclate
prezzo di copertina 15,00 euro abbonamento 4 numeri
Italia: 50,00 euro – Estero: 100,00 euro
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Foto: ©Silvia Lavit / Daniel Mazza È vietata la riproduzione, anche parziale, di articoli, disegni e foto se non espressamente autorizzata dall’editore
47 legnoarchitettura rivista
anno
2023 ISSN
direttore
Ferdinando
redazione
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Lara
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trimestrale
XIV – n. 47, aprile
2039-0858 Numero di iscrizione al ROC: 8147
responsabile
Gottard
Lara Bassi
Monfalcone (GO)
e amministrazione via 1° Maggio 117
Gorizia
fax
progetto grafico
Bassi
selezionate
copertina
LILELO
Foto: ©Damiano Clauser Foto: ©Oliver Jaist Foto: ©Silvia Lavit / Daniel Mazza 04 18 74 legnoarchitettura progetti LILELO Atelier Lavit 04 Philip Morris Urban-gap, Progreen 18 Ristorante Menchetti Claudio Mastrogiacomo 28 Casa MaDe M. Franzoso, M. Demattio, S. Marinelli 40
Foto: © Mariano Dallago Foto: © MMSA_STUDIO Foto: © Marion Lafogler Foto: ©CHIOCCIOLI StudioVideoProductions – MRC Foto 40 84 52 28 Casa G Manuel Benedikter 52 Casa icona di stile Marco Baronchelli, Patrizia Ghittoni 64 Habitaria Wood Nicola Preti 74 Casa delle Donne di Amatrice e Frazioni Massimiliano Muscio 84
LILELO Grazzano
Badoglio
Atelier Lavit
Foto: © Silvia Lavit / Daniel Mazza
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Foto: © dsA_architettura Foto: © Silvia Lavit / Daniel Mazza
La capanna destinata alla reception e luogo di incontro per chi soggiorna nelle suite.
Ubicazione: Grazzano Badoglio (AT)
Progetto architettonico: Atelier Lavit, Parigi
Appaltatori struttura in legno: Novartitec, Piobesi Torinese (TO)
Lavori: 2022
Superficie complessiva: 140 m2
Leisure glamour
Viaggiando nel Monferrato, Patrimonio dell’Umanità UNESCO dal 2014 assieme alle Langhe-Roero, ci si può imbattere in alcune strutture in legno che, per la loro forma archetipica, ricordano le ancestrali capanne dei nostri antenati. Questi moduli abitativi leggeri e prefabbricati danno vita a un eco-glamping, chiamato LiLeLo – Little Leisure Lodge, dove il rispetto per la natura è declinato con soluzioni insolite e innovative. Alla base del progetto c’è infatti la necessità di tutelare e valorizzare il paesaggio, caratterizzato da pregiati vigneti e splendide colline, come il crinale al cui limite naturale sorgono i quattro semplici volumi del complesso ricettivo. Qui il territorio ha rappresentato uno spunto progettuale ricco di stimoli per l’architetto Marco Lavit, i cui lavori esprimono sempre un profondo riguardo per il luogo che li accoglie. Con LiLeLo il progettista di adozione parigina ha riletto e ripensato il concetto di lodge, riflettendo in dettaglio sul significato del vivere assieme e realizzando delle strutture che, seppur indipendenti per preservare la dovuta privacy, sono connesse grazie a una capanna destinata a reception e luogo di incontro; in tal modo le tre suite, che ospitano ognuna una unità abitativa, dimostrano come convivialità e discrezione possano coesistere e convivere.
Con i loro affacci sui filari di viti e sulle colline all’orizzonte, i lodge sono in continuo dialogo con il paesaggio, di cui diventano parte, e si inseriscono armoniosamente in un luogo la cui morfologia irregolare e accidentale detta le regole progettuali, richiedendo conseguenti adattamenti strutturali. Il doversi adeguare alla natura scoscesa e il rialzarsi per isolarsi dal suolo ha portato a concepire capanne costituite idealmente da tre piani, con due falde che diventano pareti e che si incontrano al culmine per proteggere lo spazio abitativo sottostante, e con una moltitudine di “zampe” di appoggio che conformano la struttura lignea alla complessa morfologia della collina. Il sollevarsi da terra crea inoltre un punto di di vista diverso verso l’esterno, rispetto a quello che si percepisce arrivando, sottolineato dalle pareti perimetrali vetrate che lasciano libera la vista del paesaggio e, al contempo, in parte schermate da listelli orizzontali in legno per garantire adeguata privacy agli ospiti.
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Una delle suite. All’imbrunire le capanne si illuminano come fossero delle lanterne, dei piccoli lumi immersi nel paesaggio del Monferrato Astigiano.
Foto: © Silvia Lavit Daniel Mazza
Le tre suite sono esposte verso la valle e, pur presentando due prospetti vetrati, lo spazio privato è garantito dal leggero scostamento di orientamento dei tre volumi. La grande vetrata a sud consente allo sguardo di perdersi nel paesaggio.
progetti legnoarchitettura_47 8 Foto: © Silvia Lavit / Daniel Mazza
9 BOSCO CEDUO STRADA STERRATADI ACCESSOALLA PROPRIETA'(privata) STRADA CONSORZIALE cancello carraio (esistente) FILARI DI VITE (esistenti) AREA A PRATO STABILE AREA A VIGNETO DI QUALITÀ AREA A VIGNETO DI QUALITÀ +336.86 +336.42 "ROSMARINO" "QUERCIA" "VIGNA" A A' B' B A A' B' B A A' B' B 150 240 240 150 1 Rosmarino 2 Quercia 3 Vigna
Inquadramento generale 1 2 3
Rosmarino Quercia Vigna
Uno dei prospetti chiusi del volume della reception. La listellatura orizzontale lascia intravedere la struttura lignea sottostante, crea la giusta intimità e consente di godere del paesaggio. La terrazza diventa punto di incontro tra tutti coloro che soggiornano in questo eco-glamping.
Le capanne
Sempre di più oggi si assiste a una crescente richiesta di moduli abitativi come quelli di LiLeLo, a seguito del cambiamento del concetto di “villeggiare” e di un ritrovato ritorno alla natura da parte del turista che ricerca soluzioni ecosotenibili anche durante le vacanze. Oltre, quindi, a un nuovo approccio progettuale dove ciò che sembra temporaneo assume una valenza di stabilità, anche le aziende produttrici di strutture prefabbricate e le falegnamerie evolvono parallelamente a questo percorso per soddisfare la nuova domanda. Per accogliere adeguatamente i loro temporanei inquilini, le tre suite dell’eco-glamping presentano superfici pressoché identiche, circa 35 m2 ciascuna per la zona living e notte, e metrature leggermente differenti per i bagni (Rosmarino: 5,38 m2; Quercia e Vigna: 6,72 m2). La capanna della reception, infine, è dotata di una grande terrazza che diventa luogo di incontro e un deposito.
I quattro volumi sono creati da tre piani che si intersecano tra di loro; due di essi formano la copertura a due falde che prosegue fino a terra, diventando parete, mentre il terzo piano, orizzontale, oltre a controventare la struttura, forma il pavimento e la terrazza delle suite. L’accesso alle unità abitative avviene mediante scale laterali, integrate tra i sostegni delle strutture lignee. Le listellature orizzontali in legno più fitte all’esterno definiscono la finitura delle falde-pareti, in particolare in corrispondenza degli spazi più privati delle suite, come ad esempio i bagni e le vasche nordiche poste a filo pavimento e nascoste da una schermatura cilindrica di listelli di legno, ombreggiando e proteggendo da sguardi indiscreti.
Le due falde slittano tra di loro per formare una serie di lucernari che consentono alla luce zenitale di illuminare indirettamente la stanza, come accade solitamente nei luoghi di culto o di meditazione. L’illuminazione naturale rischiara gli interni anche grazie all’ampia vetrata aperta sulla valle, la quale funge inoltre da filtro tra il paesaggio esterno e lo spazio più intimo della stanza; l’adozione di serramenti minimali, la poca partizione, la massima apertura e la preferenza ricaduta su un vetro naturale, tendente al verde e non extra-chiaro, valorizzano l’intero sistema di chiusura trasparente e i suoi materiali.
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Foto: © Silvia Lavit / Daniel
Mazza
Due delle suite e la reception-accoglienza immerse tra i filari di viti e le querce. La scelta del legno ha permesso di inserire al meglio le strutture nella natura del territorio facendole diventare parte del paesaggio.
I listelli orizzontali di finitura delle falde-pareti si armonizzano con il contesto. La struttura portante si aggancia a piastre di collegamento zincate, tassellate a travi di fondazione in c.a.
11 Foto: © Silvia Lavit / Daniel Mazza Foto: © Silvia Lavit Daniel Mazza
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Nella pagina accanto, le foto di dettaglio descrivono l’utilizzo del rivestimento esterno in doghe orizzontali di legno. Esso, infatti, viene impiegato in primis per proteggere la privacy dei villeggianti, ma al contempo funge da brise-soleil per il controllo dell’illuminazione e dell’irraggiamento solare sia negli spazi interni sia nella terrazza.
Copertura (A), dall’esterno
- listelli (4x3 cm)
- longheroni di alluminio (6x3 cm)
- lamiera grecata (3,8 cm)
- pannello OSB (2,5 cm)
- travetti (16x10 cm) con isolamento posizionato tra uno e l’altro
- barriera al vapore
- listellatura (2,5 cm x 2,5 cm)
Solaio (B) dall’intradosso
- travi (18x10 cm)
- assito tavole (2,5 cm)
- listelli (8 cm) con interposto isolamento
- pavimento in fodere di legno (2,5 cm) con avvitatura a vista
1 vetrocamera senza telaio con vetri temperati forati per fissaggio
2 legno massello di castagno virante al grigio, con fissaggi avvitati per la riconversibilità
3 trave di fondazione in calcestruzzo armato, completamente interrata, con soprastante piastra di collegamento zincata tassellata alla trave sottostante
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3 1 2 A B
La struttura lignea agganciata alle piastre metalliche zincate fissate alla trave di fondazione in c.a., l’ossatura portante e il solaio di una delle suite in fase di completamento e fase di posa del rivestimento esterno in doghe di legno.
Appositamente studiati per offrire spazi ampi e di respiro, gli interni presentano pochi oggetti selezionati al fine di rendere adattabile e libera l’appropriazione del lodge a chi vi soggiorna.
progetti legnoarchitettura_47 14 Foto: © Silvia Lavit / Daniel Mazza
_due parole con il progettista________
Laureato all’École Spéciale d’Architecture di Parigi dopo un’esperienza di studi al Royal Institute of Technology di Melbourne, l’architetto Marco Lavit, classe 1986, vive e lavora dal 2005 nella capitale francese dove ha fondato il suo studio, Atelier LAVIT. La cura e l’attenzione per il dettaglio del progetto lo portano a realizzare architetture in legno innovative, insolite e modulari, pubblicate anche su questa rivista (legnoarchitettura nr. 33/2018 e nr. 31/2018). Nominato “Rising Talent Award” da Maison & Objet e “7 for the Future Award” da AD Magazine, dal 2018 insegna progettazione architettonica all’ESA – École Spéciale d’Architecture di Parigi.
In passato abbiamo già pubblicato alcuni suoi lavori, dove il legno è protagonista in progetti dalla collocazione insolita, come l’Eco-Hotel sul Lac de la Lionne e ORIGIN Tree House a Rary. Che ruolo riveste il legno nei suoi progetti? La maggior parte dei progetti dello studio è caratterizzata dalla presenza del legno. Mi verrebbe da dire che è una scelta quasi inconscia. La versatilità di questo materiale ne permette un impiego molto vasto in esterno come in interno, strutturalmente e per le finiture, dando una continuità materica all’insieme.
Un materiale che si trova in natura e che con la dovuta attenzione nella lavorazione, senza forzature, diventa un elemento di concezione e costruzione modulabile. Le prestazioni termiche sono poi un ulteriore punto di forza in una rappresentazione logica e raffinata degli elementi strutturali e di copertura che compongono un’architettura di qualità. L’utilizzo del legno come rivestimento interno, infine, permette la creazione di atmosfere ovattate e avvolgenti, un vero sentimento di rifugio.
Quale, secondo lei, sarà il futuro dell’edilizia in legno nell’architettura contemporanea?
L’edilizia contemporanea trova risposte e soluzioni costruttive di estremo interesse nel legno, ormai a scala sempre più vasta. Le logiche strutturali della costruzione tradizionale in legno, che sono proprie di ogni paese e regione, vengono riscoperte e reinterpretate sempre di più dai progettisti, affiancandole ai progressi tecnologici legati alle nuove falegnamerie. È una dinamica interessante perché l’utilizzo del legno, per sua natura, porta a delle tecniche di assemblaggio e incastro degli elementi che da sole creano l’estetica del progetto, raccontando la struttura. La problematica che si sta affrontando ora – e che si dovrà affrontare sempre di più – è quella della sostenibilità del costruire in legno, il controllo delle foreste e della fornitura del materiale.
I lodge diventano parte del territorio circostante secondo una sovrapposizione di elementi differenti incorporati all’interno di un paesaggio, tecnica che in Giappone difinirebbero “shakkei”, un “paesaggio preso in prestito”.
15 Foto: © Silvia Lavit / Daniel Mazza
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A A' A A' B' B B' B 80 270 80 210
Viste
delle suite da ovest e da sud. Piante, prospetti e sezioni della capanna reception/spazi comuni.
A sinistra, posa dei primi telai in legno ad A della struttura di una delle suite. A destra in alto, una vista complessiva del cantiere dei lodge e, in basso, dettaglio della tenuta all’aria dell’ossatura.
Le lavorazioni in cantiere sono state eseguite in parallelo su ogni struttura. L’immagine sottolinea anche il differente orientamento delle capanne, pur essendo tutte esposte a mezzogiorno.
Posa dei listelli orizzontali in legno esterni e completamento dei rivestimenti interni.
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Foto: © Silvia Lavit
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Foto: © Silvia Lavit Foto: © Silvia Lavit Foto: © Silvia Lavit
Foto:
Silvia Lavit
Foto: © Silvia Lavit
Philip Morris Crespellano
Urban-gap, Progreen
Foto: © Oliver Jaist
progetti legnoarchitettura_47 20 Foto: © Oliver Jaist
Ubicazione: Crespellano, Bologna
Progetto: arch. Valerio Cruciani –
Urban-Gap, Roma
Strutture e impianti: Progreen, Roma
Appaltatore strutture in legno: Wolf
Haus, Campo di Trens (BZ)
Lavori: 2021
Superficie utile: 1.200 m2 + 800 m2 (tetto giardino)
VEDI GALLERY COMPLETA e VIDEO
La formazione che guarda al futuro
Philip Morris Institute for Manufacturing Competences (IMC) è il nuovo centro del gruppo Philip Morris per l’alta formazione e lo sviluppo delle competenze legate a Industria 4.0 realizzato a Crespellano (BO). L’Academy si sviluppa su un unico piano di circa 1.250 m2 di superficie e comprende una entry-hall reception, un ampio foyer per l’accoglienza, un’aula magna per 120 persone, tre aule riservate per training, workshop e incontri formativi – idonee alle attività di laboratorio pratico e lezioni di tipo teorico – e servizi igienici. L’edificio è il risultato di una completa rivisitazione in chiave sostenibile di un progetto preliminare, del quale assorbe il programma funzionale e ne rivoluziona sia gli spazi interni sia l’involucro edilizio: un corpo di fabbrica ecosostenibile, energeticamente autosufficiente e green, sensibile alle tematiche ambientali emergenti. Le scelte progettuali sono state mirate a raccordare armoniosamente il nuovo edificio al contesto contemporaneo di recente costruzione della Philip Morris Manufacturing & Technology Bologna, ispirandosi anche alla storia architettonica della vicina città felsinea i cui portici rappresentano un importante patrimonio cittadino – e ne sono il simbolo insieme alle numerose torri –, un bene culturale italiano e un patrimonio UNESCO. Il progetto attinge a questo concetto di protezione e schermatura per realizzare una particolare soluzione compositiva che ne definisce l’identità e permette al corpo di fabbrica completamente vetrato di essere protetto dall’irraggiamento solare diretto. Una pergola continua, infatti, distribuisce una schermatura permeabile e offre l’occasione per installare una pelle verde avvolgente e un sistema di pannelli fotovoltaici integrati. Il tetto giardino completa l’edificio a “restituzione del maltolto”, regalando una opportunità unica nel recupero di un’area verde importante e ridisegna uno spazio outdoor prezioso, creando un’area piantumata altrimenti persa per sempre.
Realizzato con una struttura ibrida in legno e acciaio, il complesso segue lo standard di certificazione LEED del Green Building Council Italia e ha conseguito anche il livello Gold della certificazione WELL che ha l’obiettivo di verificare e certificare il livello di salubrità e di benessere di chi vive negli ambienti costruiti.
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Foto: © Oliver Jaist
Il disegno delle facciate, parzialmente rivestite con listelli di legno, dà continuità al portico coperto da pannelli fotovoltaici.
Vista del prospetto est che affaccia sul bacino idrico.
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Foto: © Oliver Jaist Foto: © Oliver Jaist
_la struttura________
Per meglio rispondere ai criteri di sostenibilità ambientale e realizzare l’edificio in tempi rapidi, la struttura – inizialmente prevista in cemento armato dal progetto preliminare – è stata sostituita da una costruzione più snella e leggera che combina parti in legno lamellare, elementi in acciaio e una struttura prefabbricata a telaio in legno sia per la realizzazione dell’involucro sia dei tamponamenti interni. Grandi portali in legno a vista scandiscono gli spazi interni, mentre all’esterno l’ossatura lignea è presente nei pergolati continui a protezione della facciata vetrata; il solaio in legno a elementi è in grado di ospitare un tetto verde calpestabile. Le strategie di eco-sostenibilità a salvaguardia dell’ambiente sono integrate tra loro: l’esposizione dell’edificio, infatti, permette nei mesi invernali di godere del massimo apporto solare, con ampie vetrate perimetrali, contribuendo a migliorare la performance di risparmio energetico, mentre in estate le pergole e il tetto giardino offrono un ottimo isolamento termico, riducendo il calore dalla copertura. Gli impianti seguono la stessa logica; quello fotovoltaico inserito nelle pergole assicura il fabbisogno energetico, garantendo il ricambio dell’aria richiesto, e il riscaldamento e il raffrescamento sono assicurati dal sistema radiante a pavimento in sostituzione del consueto condizionamento dell’aria. Il tetto giardino è piantumato ad arbusti, alberi e diverse essenze selezionate per una bassa manutenzione. Le acque meteoriche, attraverso un sistema di raccolta, sono immagazzinate in una cisterna e riutilizzate per uso sanitario e irriguo.
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Piano terra
Sezione A-A
Piano primo
Prospetto sud-ovest
La nervatura strutturale composta da grandi portali in legno a vista consente ampi spazi interni. Le aule godono di un doppio affaccio verso l’esterno, il perimetro vetrato continuo è protetto dall’irraggiamento diretto del sole attraverso il filtro del pergolato esterno.
_due parole con il costruttore________
Wolf Haus Italia, che fa parte del gruppo Internazionale Wolf System fondato nel 1962 in Austria e che oggi conta 30 sedi in tutto il mondo, è specializzata nell’impiego dei propri sistemi costruttivi sia nella costruzione di edifici residenziali mono o multipiano sia nella realizzazione di strutture destinate a servizi per la collettività, grazie alla capacità di sviluppare e ingegnerizzare ogni singolo progetto. Il sistema costruttivo prefabbricato misto legno-acciaio consente di aumentare il numero di piani e le dimensioni dell’edificio, mantenendo tutti i vantaggi garantiti dalla prefabbricazione; travi e pareti sono disegnate in ogni dettaglio, tagliate e preparate in stabilimento, lasciando al cantiere solo la fase di assemblaggio e la realizzazione degli impianti e finiture. Gli standard di comfort e risparmio energetico misurabili del protocollo Wolf Haus Energia Più, insieme alle certificazioni antisismiche e antidanno, alla velocità di esecuzione e al basso impatto ambientale, rendono questi edifici altamente performanti e con bassi costi di gestione.
Ci sono state scelte compositive che hanno reso impegnativo traslare il progetto architettonico in struttura realizzata? Il nostro approccio, a livello di progettazione strutturale ed esecutiva, è quello di studiare soluzioni tecniche che rispettino e valorizzino le richieste compositive del progettista. In questo specifico caso c’era la necessità di cambiare il materiale da costruzione del progetto preliminare: da cemento armato a legno. Abbiamo lavorato con lo studio di progettazione, fortemente motivato all’utilizzo di materiali sostenibili, per ottenere il massimo in termini compositivi, funzionali ed energetici, applicando quindi le nostre competenze e ottenendo un corpo di fabbrica tecnologico, versatile e fortemente orientato al futuro.
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Foto: © Oliver Jaist
_due parole con i progettisti________
Urban Gap è un laboratorio di architettura e design che ha come obiettivo la sperimentazione di nuovi habitat urbani, la ricerca architettonica verso una filosofia di ‘’Urban Reforestation’’, un design sinceramente eco-sostenibile che esplora il vivere urbano contemporaneo e mette al centro della progettualità una forte presenza di verde naturale, nel duplice intento di contrastare l’inquinamento urbano e ricucire il ‘’GAP” tra natura e costruito. Urban-gap, in collaborazione con Progreen Srl, sono i progettisti del Philip Morris Institute for Manufacturing Competences (IMC).
L’esperienza di progettazione di questo edificio ha richiesto particolari accorgimenti?
La scelta della struttura in legno è stata cosciente e naturalmente dettata dalla consapevolezza che questa rappresenta una soluzione ecosostenibile dalle ottime prestazioni statiche e termoacustiche. L’esperienza della progettazione in legno richiede un approccio diverso, particolareggiato, attento al dettaglio e soprattutto finalizzato a ottenere un grado di prefabbricazione non comune nelle tecnologie consuete. Questo porta alla collaborazione stretta con imprese specializzate del mondo del legno: uno sforzo progettuale indispensabile che ripaga in cantiere, nelle fasi di realizzazione e nei tempi certi di consegna dei lavori.
Lo studio è orientato verso una progettazione sostenibile. Qual è il vostro punto di vista sul legno come materiale da costruzione?
Sul piano della sostenibilità, il legno è rinnovabile e riciclabile; consuma pochissima energia nelle fasi di produzione e posa in opera, non rilascia emissioni, polveri o fibre nocive durante l’impiego e si smaltisce senza inquinare. Inoltre, il montaggio, effettuato interamente a secco mediante l’utilizzo di collegamenti meccanici, è estremamente veloce; questo lo rende per noi un materiale e un modo di costruire alternativo, il materiale del futuro che l’uomo usa dalla notte dei tempi.
L’aula magna può ospitare fino a 120 persone. La flessibilità è garantita dalla presenza di una pannellatura scorrevole che all’occorrenza può dividere lo spazio interno.
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Foto: © Oliver Jaist
Copertura dall’esterno
- substrato colturale (100 mm)
- TNT di filtrazione
- igroperlite – riserva idrica (50 mm)
- lastra/rete drenante (50 mm)
- manto impermeabile antiradice materassino
- coibentazione in pendenza (100 mm)
- pannello OSB (18 mm)
- struttura portante lignea + lana minerale interposta (200 mm)
- freno vapore
- profili Omega (27 mm)
- cartongesso (2x12,5 mm)
- controsoffitto pendinato (ca. 460 mm)
- cartongesso forato (12,5 mm)
1 pilastro in legno (800x240 mm)
2 trave in legno (1000x240 mm)
3 controsoffitto ribassato (cartongesso forato)
4 pilastro in legno (240x320 mm)
5 trave pergolato in legno (240x320 mm)
6 trave pergolato in legno (240x240 mm)
7 trave in legno a supporto FV con pendenza 5° (120x160 mm)
8 copertina in lamiera verniciata color Corten
9 profili in lamiera presso-piegata color Corten (80x50 / 160x50 / 240x50 mm)
10 struttura lignea+lana minerale (200 mm)
11 substrato colturale
12 ringhiera metallica
Pavimento dall’interno
- pavimento in legno incollato (20 mm)
- massetto (60 mm)
- pannello bugnato per riscaldamento a pavimento (40 mm)
- foglio in polietilene
- alleggerito (150 mm)
- vespaio aerato con iglù e cappa in cls
- platea di fondazione in c.a.
- magrone (100 mm)
- massicciata in ghiaione compattato (250 mm)
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12 11 10 3 2 1 5 7 8 6 4 9 9 9 9
Posa della struttura in legno lamellare con pilastri e travi a vista alte un metro; travi in acciaio ed elementi prefabbricati in legno a telaio.
Realizzazione del volume di accesso in copertura e dei rivestimenti in facciata in listelli di legno e profili metallici pressopiegati.
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Posa del solaio a elementi e degli impianti.
Ristorante Menchetti
Lastra a Signa
studio AD612
Foto: © CHIOCCIOLI StudioVideoProductions –MRC Foto
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Foto: © CHIOCCIOLI StudioVideoProductions –MRC Foto
Scorcio dell’angolo est del ristorante con l’ingresso vetrato a destra e, a sinistra, la lunga facciata a sud est.
Il rivestimento esterno in pannelli metallici, di differenti dimensioni e forme e solcato dalle “gole”, caratterizza la facciata. Sulla copertura è inserito l’impianto fotovoltaico.
Ubicazione: Stagno – Lastra a Signa (FI)
Progetto: arch. Claudio Mastrogiacomo –studio AD612, Firenze
Strutture: Deda LEGNO, Firenze
Direzione Lavori: arch. Claudio
Mastrogiacomo
Impianti: Technology service srl, Campi Bisenzio (FI)
Struttura in legno: Campigli Legnami srl, Empoli (FI)
Lavori: 2017-2022
Superficie utile: 227 m2
Superficie verde: 250 m2
Un’onda fragrante
Da ottobre 2022, in prossimità dell’uscita di Lastra a Signa della superstrada FI-PI-LI nella zona industriale Stagno, è possibile notare un nuovo edificio dalla forma particolare, a richiamare alla mente l’immagine stilizzata e metaforica di una massa d’acqua simile a un’onda. Il progetto nasce infatti dalla volontà della azienda Ercoli srl, proprietaria del fabbricato e del lotto e attiva nel settore dell’autolavaggio, di costruire un fabbricato che fosse un simbolo della propria attività. Pertanto le due facciate principali in metallo, inclinate in direzioni variabili, presentano dei solchi o delle gole che simboleggiano linee immaginarie di flussi d’acqua, concretizzando così graficamente il concept architettonico. Vista la sua posizione strategica nelle immediate vicinanze di una vasta zona industriale e dell’uscita stradale di una delle vie di comunicazione più importanti della Toscana e la sua forma dinamica, l’edificio è stato scelto dall’azienda Menchetti 1948 – leader nella produzione di prodotti da forno e nella ristorazione – per ospitare il suo nuovo ristorante, rivisitando in parte il progetto originario e adattandolo alle proprie esigenze.
Il volume, realizzato con struttura in legno Platform Frame e in pannelli X-lam coadiuvati da pilastri metallici, si presenta compatto e suddiviso in due livelli: un seminterrato dove si collocano i locali tecnici e di servizio e il piano terra che accoglie una sala consumazione, le cucine, l’area magazzino/dispensa, gli spogliatoi per gli addetti e i bagni per i clienti. L’edificio, circondato parzialmente da aree esterne di pertinenza che ospitano spazi di consumazione per i clienti e un’area giochi per i bambini, è caratterizzato da facciate continue in vetro e da rivestimenti in legno bachelizzato, che ricopre anche la struttura metallica dei brise-soleil.
L’alta efficienza energetica dell’involucro, sia in regime estivo sia invernale, è migliorata dalla climatizzazione ad aria con pompe di calore performanti, da un impianto di rinnovo dell’aria con scambiatore di calore e dal fotovoltaico, installato in aderenza in copertura, da 36 kWp, soluzioni che hanno portato l’edificio in classe A4.
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Foto: © CHIOCCIOLI StudioVideoProductions –MRC Foto
Il fronte sud ovest è opaco, caratterizzato dal rivestimento a fasce regolari a chiudere un’intercapedine ispezionabile. Sui brise-soleil a nord ovest, con struttura metallica rivestita di legno bachelizzato, vengono riprese le linee dei solchi che distinguono il fronte opposto e richiamano lo scorrere dei flussi di acqua.
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Foto: © CHIOCCIOLI StudioVideoProductions –MRC Foto Foto: © CHIOCCIOLI StudioVideoProductions –MRC Foto
A Piano
interrato
B B
Planimetria generale piano terra Pianta copertura
_struttura________
B B A’
Prospetto sud-est
Prospetto nord-ovest Prospetto sud-ovest A’ A
Dal punto di vista strutturale l’edificio presenta un piano interrato in c.a. sul quale sono impostate l’ossatura portante in elevazione fuori terra, costituita da pareti realizzate con il sistema Platform Frame, ovvero telai con elementi in legno massiccio 80x140 mm e pannelli OSB di irrigidimento di 15 mm su entrambi i lati. Internamente sono inoltre presenti pilastri in acciaio a sezione circolare. I solai di copertura sono in pannelli X-lam, sorretti da travi in acciaio poggianti in parte sulle pareti portanti in legno e in parte sui pilastri cilindrici in acciaio. Il solaio al piano terra, che divide gli ambienti destinati alla ristorazione dal vano tecnico interrato, è stato realizzato con una struttura di lastre “predralles” con riempimenti di polistirolo.
Per quel che concerne il funzionamento strutturale, le pareti svolgono la duplice funzione di portare i carichi verticali derivanti dai solai di pertinenza e di resistere alle azioni orizzontali (vento, sisma), agenti nel loro piano e trasmesse dai vari orizzontamenti e/o dalle pareti esterne poste in direzione ortogonale. I pannelli di rivestimento strutturale, mediante l’azione resistente degli elementi di collegamento, svolgono anche la funzione di impedire l’instabilizzazione dei montanti nel piano della parete per effetto dell’azione dei carichi verticali e i montanti stessi, a loro volta, impediscono lo svergolamento dei pannelli per effetto di azioni di taglio. Il meccanismo di collasso delle pareti per azioni orizzontali agenti nel proprio piano avviene con crisi per taglio degli elementi di collegamento dei pannelli a base di legno al telaio della parete. I pilastri metallici, invece, hanno la sola funzione di portare i carichi verticali trasmessi dal solaio di copertura. Quest’ultimo presenta due falde con compluvio centrale ed è formato da travi in acciaio disposte parallelamente al lato corto dell’edificio, a interasse 435 cm, con sovrastante pannello X-lam a 3 strati da 90 e 120 mm di spessore.
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Prospetto nord-est B B A’ A
La grande apertura vetrata sul lato sud ovest con l’imbotte in pannelli di legno stratificati guarda sulla zona esterna a uso della clientela e sull’area giochi per i bambini.
_i materiali________
Esternamente l’edificio è caratterizzato da facciate continue in vetro curtain-wall con telai in alluminio a taglio termico e vetri selettivi basso-emissivi lungo i prospetti nord-ovest e nord-est che si affacciano principalmente sulla vicina stazione carburanti. Sempre sul fronte nord-ovest troviamo dei rivestimenti in pannelli di legno bachelizzato, oltre a brise-soleil verticali, costituiti da scatolari metallici di 6x12 cm rivestiti di strisce di legno bachelizzato; tali schermature, oltre ad avere una funzione bioclimatica idonea a smorzare l’irraggiamento solare diretto nelle calde ore pomeridiane estive sul portico e sulle vetrate, separa l’interno dall’esterno e riduce l’introspezione visiva dalla vicina stazione carburanti. Sui prospetti sud ovest e sud est, invece, prospicienti rispettivamente l’argine del torrente Vingone e via di Stagno, troviamo delle facciate rivestite in lastre di alluminio, aggraffate di color grigio con effetto graffiato; la facciata principale a sud est è di tipo ventilato. Internamente l’immobile è rivestito con pannelli stratificati in legno ad alta densità parklex e con lastre di cartongesso imbiancate per quanto riguarda le superfici verticali e i controsoffitti. I controsoffitti in parklex sono appositamente microforati per avere una funzione di fonoassorbenza e abbinati a un materassino di lana di roccia interposto nel controsoffitto. Nella zona cucina, invece, sono state installate a parete delle ceramiche lucide di color verde/grigio ghiaccio. Le pavimentazioni interne, come anche quelle dei marciapiedi e sotto il portico, sono costituite da piastrelle di gres porcellanato di grande formato di color grigio scuro, che bene si abbinano al resto delle finiture e all’arredamento interno.
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Foto: © CHIOCCIOLI StudioVideoProductions –MRC Foto
_due parole con il progettista________
Laureato con pieni voti e lode nel 2008 presso il “Dipartimento di Tecnologie dell’Architettura e Design Pierluigi Spadolini” della Facoltà di Architettura di Firenze, con una tesi sulla progettazione sostenibile basata sul metodo G.B.C. (Green Building Challenge), Claudio Mastrogiacomno si è specializzato negli anni nella progettazione di edifici ad alta efficienza energetica, nel design d’interni e nel recupero di edifici storici. Fondatore dello studio AD612, con sede a Firenze, al suo interno si occupa principalmente del design architettonico, direzione lavori e gestione clientela.
Come è stato coinvolto in questo progetto e perché è stata scelta una struttura ibrida in legno-acciaio?
Sono entrato in contatto con l’azienda proprietaria del lotto e del fabbricato tramite una collega con cui collaboravo da tempo, che già era stata incaricata di curare altri aspetti tecnici del complesso di autolavaggio e carburanti, anche se il rapporto professionale con la proprietà era iniziato precedentemente con il progetto architettonico della nuova pensilina carburanti e uffici direzionali, distanti pochi metri dal ristorante. La scelta di una struttura ibrida è derivata da due fattori: uno prettamente estetico/concettuale e l’altro più tecnico. Il primo mi ha portato a scegliere colonne tonde in acciaio che si alternassero alle forme spigolose e lineari del fabbricato, oltre a smorzare la massiccia presenza del legno presente anche nei rivestimenti; inoltre, il metallo volutamente richiama la zona industriale in cui è inserito il ristorante. Il fattore tecnico, invece, riguarda più l’aspetto dimensionale e/o di ingombro. Travi e pilastri in acciaio hanno relativamente assottigliato il pacchetto di copertura e occupato meno spazio a terra, data la possibilità di utilizzare sezioni più ridotte.
Se dovesse descrivere il legno come materiale costruttivo come lemma da inserire in un vocabolario dedicato all’edilizia e all’architettura, quale sarebbe la sua personale definizione?
Questa: materiale la cui essenza è un concentrato di vita, natura, resistenza, bellezza, leggerezza, profumi e colori; adatto sia in opere strutturali che di finitura, oltre che per elementi di arredo e/o oggettistica. Un “factotum” per l’edilizia, l’architettura e il design.
Uno scorcio del ristorante in corrispondenza di un’esposizione di prodotti in vendita. Il rivestimento delle pareti in legno stratificato, progettato e realizzato con grande cura, ricopre tutte le superfici, in questo caso anche una delle porte di sicurezza.
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Foto: © CHIOCCIOLI StudioVideoProductions –MRC Foto
al dettaglio è ben visibile nell’angolo a nord, dove la struttura portante, il rivestimento metallico e la schermatura dialogano tra loro armoniosamente.
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Foto: © CHIOCCIOLI StudioVideoProductions –MRC Foto
L’attenzione
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A – Copertura dall’esterno
- pannello fotovoltaico
- lamiera di rivestimento aggraffata
- guaina adesiva impermeabile
- pannello in OSB
- lana di roccia ad alta densità (200 mm)
- guaina adesiva – freno vapore
- pannello in X-lam
- intercapedine controsoffitto
- controsoffitto
1 pannello isolante in polistirene estruso
2 corrente in legno (200x60 mm)
3 lana di roccia (100 mm)
1 2 3 A
Dettaglio gronda di copertura
Sezione A-A’
A
Sezione B-B’
Dettaglio dell’attacco a terra della parete in legno
Parete esterna (A) dall’interno
- rivestimento in pannello stratificato in legno ad alta densità
- intercapedine d’aria per passaggio impianti
- telo freno vapore
- pannello OSB/3
- pannello in lana di roccia (140 mm – 50 kg/m3) e montante strutturale in legno
- pannello OSB/3
- pannello in lana di roccia (40 mm – 50 kg/m3)
- telo impermeabile traspirante
- intercapedine d’aria per ventilazione facciata e passaggio impianti
- pannello OSB/3 di supporto al rivestimento di facciata
- rivestimento esterno in alluminio
1 sottofondo termoisolante
2 pannello in schiuma polyiso – poliuretano espanso rigido (60 mm)
3 lastra in EPS (100 mm)
4 cordolo in c.a.
5 pannello in XPS (100 mm)
6 drenaggio in ciottoli e ghiaione sciolti
7 guaina bituminosa
8 telo in TNT
9 membrana bugnata ad alta densità
Dettagli del rivestimento del ristorante. i brise-soleil rivestiti in legno bachelizzato e le lastre di alluminio con le gole/solchi a simulare il passaggio dell’acqua.
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Foto: © CHIOCCIOLI StudioVideoProductions –MRC Foto Foto: © CHIOCCIOLI StudioVideoProductions –MRC Foto
L’ossatura metallica verticale e orizzontale a supporto della struttura in legno e la posa delle pareti intelaiate.
A sinistra, la struttura ibrida del ristorante: già dal cantiere è ben intuibile la forma stilizzata dell’edificio che ricorda un’onda d’acqua. A fianco, la membrana altamente traspirante che ottimizza la tenuta al vento della struttura, opportunamente nastrata.
Due fasi della realizzazione della sottostruttura a freccia sul prospetto sud.
A sinistra, il rivestimento con pannelli stratificati in legno ad alta densità; sul controsoffitto sono stati appositamente microforati per ottenere una buona fonoassorbenza, necessaria nel locale ristorante. A destra, oltre ai pannelli in legno, le partizioni interne sono rivestite da pannelli in cartongesso, successivamente imbiancati.
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M. Franzoso,
M. Demattio, S. Marinelli
Casa MaDe
Castello Molina di Fiemme
Mariano
Foto: ©
Dallago
L’abitazione si erge su un basamento finito a intonaco scuro e presenta al piano superiore un rivestimento in listelli di larice lasciati al grezzo.
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Foto: © Mariano Dallago
Ubicazione: Castello Molina di Fiemme (TN)
Team di progettazione: arch. Mirko
Franzoso, Cles (TN); ing. Martina
Demattio, Castello Molina di Fiemme (TN); ing. Sergio Marinelli, Bolzano
Strutture e D.L.: ing. Sergio Marinelli
Consulente termoidraulica e solare termico: ing. Marco Graiff, Bolzano
Consulente impianto elettrico: ing. Roberto Covi, Merano (BZ)
Opere in c.a. ed esterne:
Conci Costruzioni Srl, Tesero (TN)
Struttura in legno: Damiani Holz&Ko
Spa, Bressanone (BZ)
Lavori: settembre 2014-dicembre 2016
Superficie fondiaria: 632 m2
Superficie utile: 162 m2
Superficie verde: 287 m2
Legno a consumo zero
Il minimalismo costruttivo che caratterizza Casa MaDe è l’affermazione e la dimostrazione della semplicità che diventa il concetto chiave per raggiungere elevati livelli qualitativi sia in relazione all’inserimento dell’abitazione nel paesaggio sia per quanto riguarda gli ambienti interni. La nuova costruzione si integra nel contesto, tenendo conto degli elementi naturali e antropici del luogo, come la morfologia del terreno, le vedute sui dintorni e l’edificato esistente, mentre la forma del lotto e l’andamento del terreno sono stati considerati come spunti progettuali per definire l’orientamento dell’edificio e il disegno delle facciate. Il risultato è un volume compatto, dove la scelta di elementi in legno grezzo non trattato e i toni volutamente lievi sono elementi essenziali di questa raffinata soluzione costruttiva. Con la sua grande vetrata rivolta a sud che contraddistingue la zona giorno open space, la casa gode di una vista panoramica dominata dalle montagne del Lagorai, lasciando anche scorgere la vita nel centro storico del paesino sottostante, mentre il rivestimento in legno grezzo di larice della facciata del primo piano documenta il legame con la Valle di Fiemme, votata da secoli all’attività boschiva. La variabilità in spessore e larghezza dei listelli conferisce ai fronti un aspetto mutevole che, attraverso il dinamismo delle ombre, scandisce le diverse ore del giorno e che negli anni sarà testimone dello scorrere del tempo.
L’edificio è stato pensato al fine di minimizzare l’impatto ambientale e i consumi energetici e di creare degli ambienti di vita confortevoli. La scelta non poteva che essere il legno che per sua natura cresce immagazzinando CO2, ha un buon potere termoisolante e un rapporto tecnologico straordinario tra prestazioni e massa. La presenza del legno negli ambienti regala infine una percezione di comfort termoigrometrico, tattile e olfattivo che nessun altro materiale riesce a offrire. Pertanto non si è ricorso a finiture interne standard, lasciando le superfici delle strutture in legno non trattato a vista, soluzione che contribuisce all’atmosfera e al fascino di questo edificio.
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Vista da sud-est con l’ampia terrazza coperta al primo piano.
Foto: © Mariano
Dallago
Le poche aperture vetrate sui fronti corti riducono al massimo le dispersioni termiche e garantiscono adeguata privacy agli abitanti. Il profilo metallico delle falde di copertura, delle gronde e delle imbotti delle finestre assicura la durabilità dell’intervento.
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Foto: ©
Mariano
Dallago
Foto: © Mariano
Dallago
Sezione
Prospetto est
_struttura________
Costituito da due piani fuori terra in legno su una fondazione a platea e ghiaione drenante, con cordoli perimetrali e centrale in cemento armato, l’edificio è caratterizzato da una struttura in legno realizzata con un sistema misto: la tecnologia a pannello X-lam al piano terra e pannelli tipo “Brettstappel”, realizzati accostando tavole in legno di abete bianco di spessore 6 cm collegate trasversalmente con perni di faggio senza utilizzo di colle o chiodi in metallo, al piano primo. La giunzione fra le tavole del pannello Brettstapel presenta una fresatura di 5 mm che, oltre a definire la caratterizzante trama verticale, migliora le proprietà di fonoassorbimento delle superfici, creando un ambiente acustico confortevole.
Le pareti interne non portanti sono state realizzate con un sistema a telaio con lastre di chiusura in gesso fibra. A esclusione della zona garage e delle pareti dei bagni, gli elementi in legno sono lasciati internamente a vista senza trattamenti o pitture.
Al piano terra la coibentazione termica a cappotto è in polistirene, mentre al piano primo il sistema di facciata ventilata è realizzato con fibra di legno ed elementi T-Joist. Il pacchetto di copertura è costituito dal pannello portante a tavole impilate, pannello OSB, pannelli in fibra di legno a media e alta densità, telo impermeabile, camera di ventilazione e manto in alluminio a doppia aggraffatura. Tutte le giunzioni e i passaggi degli impianti sono stati sigillati per garantire la tenuta all’aria.
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Piano terra
Primo piano
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Foto: © Mariano
Dallago
Foto: © Mariano
Dallago
_due parole con il progettista________
Incontriamo uno dei tre progettisti, l’arch. Mirko Franzoso che, dopo la laurea in architettura presso lo IUAV di Venezia, nel 2006 inizia la sua attività professionale a Cles. L’architetto ha partecipato a concorsi nazionali e internazionali, con importanti riconoscimenti, e vinto numerosi premi, tra cui nel 2016 il premio giovane talento dell’architettura italiana indetto dal CNAPPC e nel 2018 la Medaglia d’oro per l’Architetura Italiana – premio all’opera prima. Nello stesso anno è stato invitato a partecipare alla XVI Biennale di Architettura di Venezia all’interno del Padiglione Italia dal titolo Arcipelago Italia, curato dall’architetto Mario Cucinella.
Casa MaDe è una casa a consumo zero; potrebbe descriverci quali soluzioni progettuali e tecnologiche hanno permesso di raggiungere questo risultato?
Innanzitutto l’isolamento; la casa, infatti, presenta una coibentazione termica, realizzata principalmente con fibra di legno, dello spessore minimo di 24 cm. Poi, per garantire la durabilità è stata prestata grande cura allo studio dei dettagli, come l’attacco a terra, l’imbotte in acciaio inox delle finestre e l’intercapedine di ventilazione della facciata. Dal punto di vista impiantistico si sono minimizzate le richieste idriche, utilizzando dispositivi idraulici a basso consumo e realizzando un pozzo disperdente dove vengono convogliate le acque meteoriche provenienti dalla copertura. Infine è stata posta particolare attenzione alla qualità dell’aria indoor, installando un impianto di ventilazione meccanica con recuperatore entalpico, e alla scelta consapevole di materiali da costruzione e prodotti per interno a bassa emissione di composti organici volatili, in particolare di formaldeide.
Nei suoi lavori troviamo quasi sempre il legno, utilizzato anche come materiale strutturale; in base alla sua esperienza, il legno può porre dei limiti all’espressione architettonica di un progettista? L’obiettivo di ogni progetto che realizziamo è fare in modo che l’architettura si integri al contesto fisico, ma anche culturale nel quale si inserisce. Uno dei tanti fattori che concorrono a ciò è il materiale da costruzione; nella mia esperienza, legata principalmente all’ambito alpino, il legno è sicuramente uno dei più stimolanti. I materiali non sono il punto di partenza di un progetto ma uno degli elementi che permettono alle nuove architetture di non essere percepite come corpi estranei. Quindi, a mio avviso, nessun materiale pone dei vincoli al progettista ma, viceversa, lo aiuta a raggiungere il fine, ovvero realizzare architetture che si relazionino all’ambiente nel quale si inseriscono.
Nella pagina precedente, in alto, scorcio della terrazza del primo piano e della grande vetrata della zona living. Sotto, la zona pranzo della casa: la finitura a doghe in legno del pavimento e del soffitto, che prosegue oltre la vetrata sulla terrazza, dona continuità spaziale alla stanza.
Il corridoio al piano terra con la scala che conduce al primo piano.
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Foto:
© Mariano Dallago
Copertura (A) dall’esterno
- manto in lamiera di alluminio (80 mm)
- telo antirumore-impermeabile
- tavolato grezzo in legno (28 mm)
- listello per camera di ventilazione (80x50 mm)
- guaina impermeabile/traspirante a giunti sovrapposti e incollati
- isolante in fibra di legno ad alta densità (35 mm)
- doppio strato isolante in fibra di legno a media densità (240 mm)
- telo freno vapore
- pannello OSB per controvento
- pannello Brettstapel a vista (140 mm)
Solaio intermedio (B) dall’estradosso
- pavimento in legno (15 mm)
- massetto autolivellante cementizio con sistema di riscaldamento a pavimento (60 mm)
- isolante anticalpestio in lana di roccia (25 mm)
- telo di nylon
- massetto isolante in cls cellullare leggero (140 mm)
- telo impermeabile bituminoso
- pannello in X-lam a 5 strati in legno di abete rosso a vista (200 mm)
Solaio intermedio (C) dall’estradosso
- pavimento in legno (15 mm)
- massetto con sistema di riscaldamento a pavimento (60 mm)
- telo impermeabile
- isolante anticalpestio in lana di roccia (25 mm)
- massetto isolante in cls cellullare leggero per passaggio impianti (140 mm)
- telo antipolvere
- pannello in X-lam a 5 strati in legno di abete bianco (200 mm)
- isolante in lana di roccia con listelli 6x6 incrociati (120 mm)
- pannello in cartongesso (12,5 mm)
Solaio controterra (C) dall’estradosso
- pavimento in legno (15 mm)
- massetto radiante a pavimento (60 mm)
- isolante anticalpestio in lana di roccia (25 mm)
- telo di nylon
- massetto isolante in cls cellullare leggero (240 mm)
- isolante in XPS (120 mm)
- soletta in c.a. (250 mm)
- guaina impermeabile a giunti sovrapposti e saldati
- magrone (100 mm)
- vespaio drenante in ghiaia (300 mm)
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A C B 3 2 1 D C
Sezione Prospetto
Prospetto
Sezione Prospetto
Parete esterna (1) con finitura a intonaco dall’esterno:
- intonaco (10 mm)
- isolante in EPS (240 mm)
- pannello X-lam a 5 strati in legno di abete rosso, nastrato su tutte le fughe
Parete esterna (2) con rivestimento in legno dall’esterno:
- listelli in larice di dimensione variabile (30-60 mm)
- listello di fissaggio (30 mm)
- camera di ventilazione (30 mm)
- guaina impermeabile antivento
- isolante in fibra di legno flessibile (240 mm) con sistema (60x200 mm) a ponte termico eliminato
- pannello OSB per controvento, freno vapore e tenuta all’aria, nastrato su tutte le fughe (15 mm)
- parete in legno Brettstappel in abete bianco (100 mm)
Parete esterna (3) zona terrazza dall’esterno:
- intonaco (10 mm)
- isolante portaintonaco (60 mm)
- isolante in fibra di legno flessibile (240 mm) con sistema (60x200 mm) a ponte termico eliminato
- pannello OSB per controvento, freno vapore e tenuta all’aria, nastrato su tutte le fughe (15 mm)
- parete in legno Brettstapel in abete bianco (100 mm)
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475 60 20 40 240 15 485 60 240 15 100 100 30 40 425 240 15 100 60 10 85 335 10 240 85 10 240 425 10 240 15 100 60 Sezione
(1) Sezione
(3) 475 60 20 40 240 15 485 60 240 15 100 100 30 40 425 240 15 100 60 10 85 335 10 240 85 10 240 425 10 240 15 100 60
Prospetto
Sezione Prospetto (2) Sezione Prospetto 475 60 20 40 240 15 485 60 240 15 100 100 30 40 425 240 15 100 60 10 85 335 10 240 85 10 240 425 10 240 15 100 60
Per garantire la durabilità della struttura e dei suoi elementi, sono state adottate le seguenti soluzioni: le pareti del piano terra sono protette superiormente dallo sporto del primo solaio, la listellatura esterna in legno di larice è disposta in verticale ed è distanziata per permetterne l’asciugatura naturale tramite camera di ventilazione, le teste dei listelli sono tagliate in pendenza e il loro fissaggio è a vista per consentire una manutenzione semplice. Le imbotti delle finestre in acciaio inox hanno una forma a profilo verticale svasato, così da evitare gli schizzi della pioggia sul lato inferiore.
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Foto: © Mariano
Dallago
Foto: © Mariano
Dallago
A sinistra, realizzazione della fondazione in c.a. e attacco a terra delle pareti in legno su cordolo in calcestruzzo armato rialzato e con drenaggio perimetrale in ghiaia. A destra, i pannelli Brettstapel in fabbricazione.
A sinistra, le pareti presentano un elevato livello di prefabbricazione con inserimento anche del cassonetto per la porta interna scorrevole. A fianco, l’isolamento della terrazza del primo piano.
A sinistra, posa delle pareti Brettstapel. A destra in alto, fase di nastratura e di coibentazione delle tubazioni che intersecano la struttura in legno; in basso, la casa quasi completata.
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Casa G Meltina
Manuel Benedikter
Foto: © Marion Lafogler
Sul lato sud il rivestimento è in abete smaltato, con accostamento di listelli sfalsati a conferire dinamismo alle pareti in dialogo con le preesistenze.
La prima delle due unità abitative con gli ampi affacci vetrati a sud ovest, il lungo balcone e l’intradosso strombato della copertura che massimizza la luminosità interna.
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Foto: © Marion Lafogler
Foto: © Marion Lafogler
Ubicazione: Meltina (BZ)
Progetto architettonico: arch. Manuel Benedikter, Bolzano
Collaboratrice: arch. Serena Santullo, Bolzano
Strutture: ing. Andreas Erlacher, Bolzano
Appaltatori struttura in legno: Aster holzbau, San Genesio Atesino (BZ)
Impianti: HBS Holzbau Sud, Calitri (AV)
Lavori: giugno-novembre 2021
Superficie verde: 370 m²
Superficie utile: 344 m²
Riconversione con vista
Al giorno d’oggi utilizzare il legno per intervenire sul costruito – per il ripristino della sola copertura, per ampliamenti e sopraelevazioni o per il rifacimento di interi edifici – è ormai una pratica consolidata. E questo è ciò che è accaduto in queste due case a schiera in muratura degli anni ’80, riqualificate e rilette compositivamente in chiave contemporanea grazie al legno, ovviando ad aperture standard troppo piccole per garantire un’adeguata illuminazione e non in grado di onorare il paesaggio che si può ammirare in questa zona. Vista infatti la posizione ottimale del lotto con sviluppo est-ovest, è risultata comprensibile, se non necessaria, la richiesta dei committenti di godere il più possibile della luce naturale e del panorama circostante all’interno di uno spazio ampio e vivibile; da qui è iniziata la trasformazione delle due case.
All’ingresso del lotto sul lato est, la prima unità abitativa è stata sostanzialmente lasciata com’era, se non per l’ampliamento del piano terra verso sud. Il risultato ottenuto è un ambiente spazioso, con un ampio soggiorno e cucina abitabile e con ampie portefinestre che contraddistinguono il filtro con l’esterno, molto fluido data la grandezza delle vetrate, aprendo così lo sguardo a 180° sul bosco di fronte e beneficiando della luce del sole fino al tramonto. Al piano superiore, l’ampliamento si configura come una grande terrazza a servizio delle camere da letto. La copertura delle portefinestre mantiene lo stesso profilo triangolare dello stato di fatto, che si coniuga e dialoga in un continuum estetico con la nuova copertura. Questo spazio esterno risulta essere, inoltre, molto gradevole d’estate, perché massimizza le risorse naturalmente presenti: sole e vento. La seconda casa è stata quasi interamente abbattuta e riedificata, tranne nella parte interrata del garage e delle fondazioni. Il nuovo volume, più grande del precedente, è interamente in legno, costruito secondo i canoni della bioedilizia. Al piano terra si trovano un bagno e una camera per gli ospiti, uno studio e un’ampia cucina-soggiorno che si caratterizza per la sua tensione orizzontale sull’asse est-ovest, volta a celebrare, con le sue grandi portefinestre, la luce e il panorama. Il piano superiore accoglie la zona notte, con camere e bagni dedicati.
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Foto: © Marion Lafogler
Il fronte a est della seconda casa. La riconversione contemporanea dell’edificio è definita dalle linee decise e dai tagli incisivi degli elementi sporgenti esterni.
L’ampliamento della prima casa a sud visto dal piano terra con le ampie vetrate che si aprono sul paesaggio circostante e la terrazza a servizio delle camere al piano superiore.
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Foto: © Marion Lafogler
Foto: © Marion Lafogler
_struttura e impianti________
La struttura della casa è stata realizzata in legno lamellare e profili di acciaio. Le tamponature esterne sono caratterizzate da un’intercapedine ventilata, isolata con 32 cm di fibra di legno e racchiusa da pannelli di abete. Le partizioni orizzontali contro terra sono costituite da uno strato di polistirene espanso, cemento cellulare, tappetini di polietilene espanso, su cui sono stati posizionati i pannelli radianti e la finitura di pavimento in legno di abete. L’ultimo solaio della seconda casa presenta una struttura in abete e una coibentazione in fibra di legno da 24 cm. Il solaio della terrazza dell’ampliamento, invece, è costituito da un rivestimento in abete, 4 cm di EPS, 6 cm di PUR e una struttura in legno con travi di 20x8 cm.
Energeticamente, le due case sono separate. La nuova costruzione è quasi autosufficiente, con una pompa di calore ad aria, sistema di accumulo, riscaldamento a bassa temperatura e ventilazione meccanica controllata con recupero di calore. Un impianto fotovoltaico in copertura è a servizio di entrambe le case e riesce a coprire gran parte dei consumi di elettricità. L’edificio raggiunge lo standard CasaClima A.
57 -0,78 ±0,00 +2,85 Planimetria Piano terra Primo piano Su 4 0 Soggiorno p Su 12 56 Su 7 0 Ripostiglio p Su 9 0 Su 0 Su 0 3 Camera N A Su 11 77 Bagno 1 Su 3 35 Camera Sup 26 77 m Camera Su 9 1 m Camera Sup 1 1 m Su 16 5 p Ingresso Su 02 Bagno 2 Sup 3 6 m p Tettoi Tettoia Stanza Su 2 0 N
L’area living della casa quasi interamente ricostruita è un open space che accoglie la cucina, la zona pranzo e il soggiorno. Colori chiari e rivestimenti in legno enfatizzano la luce naturale proveniente dalle portefinestre a tutt’altezza. Anche nell’altra abitazione le vetrate caratterizzano lo spazio interno con una fluidità che sembra quasi portare il paesaggio esterno all’interno dello spazio vissuto, così da creare una sensazione di appartenenza alla natura circostante.
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Foto: © Marion Lafogler
Foto: © Marion Lafogler
_due parole con il progettista________
L’arch. Manuel Benedikter ha studiato Architettura presso la Technische Universität Wien e la ESTAB di Barcellona, laureandosi nel 1998, presso TU Wien. Relatore nell’ambito dei Corsi di formazione dell’Agenzia CasaClima e docente in workshop per artigiani e imprese per gli argomenti finestra e posa della finestra, è certificatore CasaClima dal 2007. Vincitore del premio Best KlimaHaus 2008 con il risanamento di “Casa Glauber” a Bolzano, è stato collaboratore didattico presso la Libera Università di Bolzano. Le priorità nei suoi progetti sono capire i desideri, le domande e le esigenze dei clienti, dare idee sul percorso da scegliere, risposte chiare alle loro domande e trovare le soluzioni giuste. Costruire diventa un divertimento per la committenza e tutti gli artefici in cantiere.
In molti dei suoi progetti di nuova costruzione e di riqualificazione, utilizza il legno: cosa dà il legno rispetto ad altri materiali? La scelta è solo dovuta alla sua leggerezza?
Il legno ha un ottimo profumo, aiuta a regolare il clima interno negli edifici; mi piace, perché la prefabbricazione stimola una progettazione di maggior precisione, mi permette di risolvere molte problematiche ancora prima di arrivare in cantiere e, non ultimo, è l’unico materiale da costruzione che abbiamo a disposizione che ricresce da solo.
Vista la sua esperienza con questo materiale, se dovesse dare un consiglio a un suo collega che si approccia per la prima volta a progettare un edificio con una struttura in legno, quale sarebbe?
Attenzione all’umidità! All’umidità in tutte le sue forme: umidità di risalita, attenzione a gestire bene tutto quello che porta acqua in un edificio, dalle tubazioni ai piatti doccia. Dedicate molta cura progettuale all’attacco a terra dell’edificio. E per la durabilità dell’edificio in legno progettate bene la protezione geometrica della facciata: è fondamentale per la longevità del materiale. Quest’ultima indicazione fa riferimento al modo in cui arriva a terra una facciata ventilata in legno – meglio se staccata dal livello che porta l’acqua –, a come si raccorda la struttura portante alle fondazioni – mai direttamente, sempre sollevata da terra – , a come sono fatti (se ci sono) gli sporti.
La copertura, ricostruita ex novo, diventa, nella prima casa, una sorta di guscio che si appoggia alla struttura esistente per uniformare lo stile e l’estetica delle due abitazioni. Lo spessore del tetto è il fil rouge della composizione: incornicia e unisce tutte le falde dell’edificio, disegnando una linea ben definita che prende vita e termina a nord.
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Foto: © Marion Lafogler
1 coibentazione termica
2 davanzale in lamiera
3 nastro di tenuta precompresso
4 controtelaio in legno
5 bancale interno
6 livello di tenuta all’aria
7 legno lamellare di abete a 3 strati
8 vano impianti
9 rivestimento
10 isolamento in XPS (100 mm)
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4 3 5 2,5 0 3 5 2,4 0 2 0 1,2 7 0,00 2,85 5,435 2,7 3 3 5 2,5 0 3 5 2,6 3 2 4 2,7 3 2,9 1 3 5 2,5 0 3 5 2,4 0 2 0 1,2 7 -3,26 0,00 2,85 -3,08 -3,08 0,00 2,85 6,92 2,4 0 8 6 Nodo parete-solaio Nodo serramento-parete MDC 34 SSFL3 4 1,2 7 5 435 1 2 3 4 5 6 10 10 7 8 C 9 A B C D D
Copertura dall’esterno
- rivestimento copertura in lamiera
- struttura portante in legno lamellare di abete
- triplo strato di pannelli di fibra di legno (80+80+80 mm)
- freno al vapore
- travetto (80x80 mm)
Parete dall’esterno
- rivestimento di facciata (27 mm)
- listello per facciata ventilata (20 mm)
- controlistello per facciata ventilata (30 mm)
- isolamento in pannelli di fibra di legno (80 mm)
- pannello di legno grezzo (24 mm)
- pannello flessibile in fibra di legno (160 mm) e struttura portante
- legno lamellare di abete a 3 strati (19 mm)
1 isolante in PUR
2 livello di tenuta all’aria
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-MDC 34 SS3 4 2 1 3 5 2,5 0 3 5 2,4 0 2 0 1,2 7 0,00 2,85 5 435 2 1 A B
lato nord dell’edificio un tunnel serve da ingresso alle abitazioni; lucernari e punti luce inseriti tra i listelli di legno caratterizzano e scandiscono questo spazio tra il pendio e l’edificio.
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Foto: © Marion Lafogler
Foto: © Marion Lafogler
Sul
La scala in legno e metallo che collega i tre piani della prima abitazione.
Realizzazione della nuova copertura e dell’ampliamento nella prima unità immobiliare. Nella foto accanto, la zona living con i pilastri in acciaio per garantire una vista con ostruzioni ridotte al minimo.
Dettaglio della struttura della copertura in corrispondenza della terrazza e uno dei lucernari del tunnel di ingresso alle case.
L’articolata struttura del solaio della copertura che corre lungo i lati est e sud e una fase del completamento del primo solaio.
Due momenti della realizzazione della struttura dell’ampliamento in legno della prima casa.
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Marco Baronchelli,
Casa icona di stile
Ornago
Patrizia Ghittoni
Marlegno
Foto:
Vista da sud ovest: il volume superiore aggettante è rivestito in lamiera di alluminio preverniciata.
L’ingresso presenta un affaccio vetrato verso la piscina e il verde del giardino. Il livello al piano terra dell’abitazione è finito a intonaco.
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Foto:
Marlegno
Foto:
Marlegno
Ubicazione: Ornago (MB)
Progetto architettonico: geom. Marco
Baronchelli, Clusone (BG); arch. Patrizia
Ghittoni, Novate Milanese (MI)
Strutture: EW engineering Works, Bolzano
Direttore lavori: geom. Marco Baronchelli
Consulente termotecnico: ing. Paolo
Galli, Monza Brianza
Impianti: MVM impianti (elettrico), Ronco Briantino (MB); DAMA impianti (idraulico), Milano (MI)
Appaltatore struttura legno: Marlegno
srl, Bolgare (BG)
Appaltatore opere edili: Edil S. Alberto di Pezzoli Felice & C. Snc, Villa d’Ogna (BG)
Date lavori: dicembre 2020 – marzo 2021
Superficie verde: 430 m2
Superficie utile: 155 m2
VEDI ULTERIORI INFORMAZIONI
Col naso all’insù
Dalla volontà dei committenti, fortemente decisi a realizzare la loro casa in legno, è nata questa villa unifamiliare confortevole e sostenibile, risultato del percorso sinergico che ha visto proprietari e progettisti scegliere il sito e l’azienda più idonei a soddisfare le richieste progettuali e abitative. Costruita in una zona a destinazione prettamente residenziale, la casa è composta da due livelli: il piano terra che ospita un’ampia area giorno e la camera padronale con cabina armadio e bagno e il corpo superiore che – aggettante per creare una superficie aperta ombreggiata sul fronte piscina sul lato sud – accoglie la zona notte con due stanze da letto singole e uno studio, il quale può essere adattato a camera per gli ospiti con relativo bagno.
L’edificio si caratterizza per un design minimalista e volumi rigorosi ed è contraddistinto da spazi ariosi, ampie vetrate e particolari insoliti; come ad esempio la passerella sospesa, che mette in comunicazione le stanze del primo piano e che è stata ideata per consentire un continuum visivo dall’area living all’intradosso del tetto con la struttura lasciata a vista, sino al cielo grazie ai lucernari, i quali da un lato invogliano a guardare verso l’alto e, dall’altro, permettono di illuminare zenitalmente lo spazio. Oppure ancora, le grandi vetrate che si affacciano sulla piscina esterna e sul box dedicato alle moto Harley-Davidson – grande passione dei committenti – al fine di collegare in modo armonico interno ed esterno; o, infine, un singolare tunnel di ferro che unisce la casa alla zona di servizio, a sua volta connessa al porticato esterno per il posto auto e all’area verde. L’abitazione è circondata sui quattro lati dal giardino ed è stata completata con materiali di finitura naturali come il legno, la pietra e il ferro, rispecchiando la linea di ricerca della sostenibilità abitativa tracciata dai commettenti sin dall’inizio.
L’involucro è stato realizzato con una struttura a telaio prefabbricata in legno, una tecnica costruttiva a secco che rispetta l’ambiente e che consente di raggiungere sia un alto comfort abitativo sia ottime prestazioni energetiche, riducendo la richiesta di riscaldamento in inverno e il raffrescamento estivo.
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Scorcio del living e dell’area esterna con la piscina. Foto: Marlegno
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Due immagini della piscina e dell’area esterna, parzialmente protetta dall’aggetto del volume superiore.
Foto: Marlegno
Foto: Marlegno
Piante
Prospetto est
Prospetto nord
Prospetto ovest
_struttura________
Prospetto sud
La struttura è realizzata con pareti perimetrali in legno a telaio, costituite da montanti e traversi in legno lamellare PEFC, tamponate su entrambi i lati con pannelli in composto di legno OSB privo di formaldeide e isolate con lana di roccia interposta. Le pareti, ulteriormente coibentate con un cappotto in fibra di legno, sono fissate a terra e tra loro mediante giunzioni a elevate prestazioni; il loro spessore totale è di 33-34 cm con una trasmittanza termica di U = 0,13 W/m2K. Il rivestimento al piano superiore dei fronti nord e sud è in legno di larice con doghe a sezione romboidale/rettangolare, posate a fuga aperta e impregnate con protettivo all’acqua; le doghe sono ancorate alla parete su listoni di abete di supporto e membrana impermeabile antivento e anti UV. Il solaio in legno interpiano ha ossatura in travetti in legno lamellare a vista e perline in abete impregnate; lasciata a vista, la struttura della copertura in travi e travetti in legno lamellare PEFC è ventilata e isolata con pannelli di lana di roccia. Le aperture vetrate sono ombreggiate da schermature a pacchetto motorizzate.
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Sezione trasversale Sezione longitudinale
Definito dagli arredi, il grande open space dell’area living si affaccia sulla zona piscina. La passerella, i volumi e i lucernari creano lame di luce e aree di differente intensità luminosa che caratterizzano lo spazio minimale della casa.
_due parole con il costruttore________
Dal 2000 Marlegno costruisce grandi edifici e case in legno, occupandosi di ogni progetto e curando nel dettaglio ogni fase, dalla progettazione alla prefabbricazione fino alla consegna chiavi in mano e ai servizi post-vendita.
Guidata da principi di economia circolare, l’azienda utilizza solo legno proveniente da foreste certificate PEFC, materia prima naturale riutilizzabile e riciclabile. Certificata ISO 14001, ISO 45001 e ISO 9001, Marlegno ha una visione condivisa da un team di oltre 100 esperti che in tutte le fasi produttive garantiscono standard qualitativi altissimi per prestazioni ottimali e che in differenti unità di business lavorano in sinergia per sviluppare progetti su misura dove sostenibilità, sicurezza e tecnologia sono sinonimi di un’innovazione attenta e responsabile.
Quali sono stati i principi progettuali cardine di questo progetto che vi hanno coinvolto come azienda produttrice e realizzatrice dell’opera?
La villa è realizzata in bioedilizia in legno con cura e professionalità, grazie alla nostra esperienza ventennale nel settore. Qualità, tecnologia e sicurezza sono state in questo progetto – e lo sono quotidianamente in qualsiasi altro lavoro – le linee guida della nostra progettazione esecutiva e della prefabbricazione.
All’interno del nostro stabilimento produttivo, infatti, abbiamo realizzato e assemblato ogni elemento strutturale, ponendo la massima attenzione a ogni dettaglio, per assicurare a progettisti e committenti un risultato eccellente. Il legno che abitualmente utilizziamo proviene unicamente da foreste certificate PEFC, garanzia di una gestione sostenibile che mira alla salvaguardia dei boschi e dell’ambiente naturale. Questa casa e tutte le altre nostre case sono pensate, progettate e costruite per essere protette dagli agenti atmosferici e quindi per durare per sempre. Inoltre, sono perfettamente sicure anche in caso di terremoto o di incendio.
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Foto: Marlegno
_due parole con il progettista________
Dopo aver conseguito il diploma di geometra, Marco Baronchelli riceve l’abilitazione per l’attività di coordinatore in materia di salute e sicurezza nel 2005. L’anno seguente svolge l’esame di stato per l’abilitazione della professione, risultando quindi iscritto al collegio dei Geometri della provincia di Bergamo. Dal 2001 al 2004, collabora come praticante geometra presso uno studio già consolidato. Successivamente entra a far parte dello Studio Krea, prima come collaboratore per tre anni e poi come associato dal 2009 al 2019. Nel 2020 ha fondato il proprio studio tecnico.
Come è stato coinvolto dai committenti nella progettazione e realizzazione di questa abitazione?
Ho seguito fin dalle prime fasi il percorso dei clienti; abbiamo scelto insieme il lotto e fatto una lunga ricerca per individuare la giusta azienda che potesse soddisfare le nostre esigenze. L’unica cosa davvero chiara fin dall’inizio era la volontà di costruire una casa in legno; ai primi incontri i clienti mi hanno regalato un libro proprio su questo tema e, dopo molte visite e sopralluoghi, abbiamo deciso di affidarci all’azienda Marlegno per l’evidente competenza e l’affidabilità.
Può raccontarci qualche ulteriore particolare di questa esperienza progettuale e descrivere altri dettagli della casa?
L’azienda costruttrice ci ha fornito tutte le indicazioni per il progetto strutturale. Abbiamo creato una semplice platea sulla quale è stata appoggiata la casa realizzata in legno prefabbricato, con struttura a telaio. Le contropareti interne sono in cartongesso così da consentire il passaggio all’interno gli impianti, i cui sistemi principali sono la pompa di calore, l’impianto fotovoltaico, il riscaldamento a pavimento e il sistema di ventilazione meccanica. Involucro in legno e impianti hanno permesso alla casa di raggiungere la classe energetica A4.
La passerella in acciaio e legno collega le due zone dell’abitazione al piano superiore – le camere da un lato e lo studio con bagno dall’altro – ponendosi come elemento architettonico e di continuità visiva dal basso in alto.
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Marlegno
Foto:
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Copertura (A) dall’esterno
- manto di copertura/rivestimento di facciata in alluminio preverniciato 7/10 a doppia aggraffatura
- listone gancio manto di copertura
- listone per camera di ventilazione in massello di abete (sez. 40x40 mm)
- telo impermeabile traspirante
- isolante in pannelli in lana di roccia (200 mm; densità media 110 kg/m3)
- telo freno al vapore posto a ridosso dell’assito
- perline in abete (20 mm) impregnate
- travi e travetti in legno lamellare
Parete (B) dall’interno
- doppio pannello in cartongesso (12,5+12,5 mm)
- vano impianti: supporto metallico/ligneo (50 mm) fissato a parete in legno con interposizione di lana minerale (40 mm, densità ca. 40 kg/m3)
- pannello OSB (5 mm)
- barriera a vapore
- traverse e pilastri (60x160 mm) in legno lamellare bilama e pannello in lana di roccia (160 mm) interposto
- pannello OSB (15 mm)
- isolamento a cappotto in fibra di legno (80 mm, densità media 210 kg/m3)
- rasatura ai silicati (6-8 mm), rivestimento acrilsilossanico in pasta grana
10 contropiastra
11 gocciolatoio
12 protezione con impermeabilizzante
13 membrana bugnata
14 sassi di fiume
progetti legnoarchitettura_47 72 A 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14
1 troppo pieno
2 rinforzo canale
3 listone di fissaggio (30x50 mm)
4 lamiera aggraffata
5 listone (40x50 mm)
6 bilama (60x160 mm)
7 pannello XPS
guaina bituminosa adesiva
9 piatto premontato con dado saldato e 25 chiodi anker
A sinistra, realizzazione delle pareti e posa della struttura in legno e acciaio della copertura. A lato: in alto, l’area soggiorno con l’ampia apertura a sud e, sotto, dettaglio della struttura della parete ventilata, della copertura e delle nastrature dei teli.
A sinistra, il doppio volume interno della zona giorno con la passerella che unisce le due aree notte. A destra, guaine e nastrature per assicurare la tenuta all’aria dell’involucro.
A sinistra, preparazione della sottostruttura per l’installazione della lamiera di finitura in alluminio; accanto, il rivestimento del tetto e della parete in alluminio preverniciato a doppia aggraffatura.
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Archidolomiti, AR+IN
Habitaria Wood
di Campiglio
Madonna
Foto: Damiano Clauser
Il fronte ovest con il portico lungo la via pedonale.
La pietra, il grès effetto corten e il legno del blocco di ingresso separano le due ali abitative dell’edificio.
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Foto: Damiano Clauser
Foto: Damiano Clauser
Ubicazione: Madonna di Campiglio (TN)
Committente: La Ducale S.p.A., Rozzano (MI)
Progettazione architettonica: arch. Emiliana Pisoni e Gino Pisoni –Archidolomiti, arch. Ivan Moscatelli –AR+IN
Direzione artistica: architetti Emiliana e Gino Pisoni – Archidolomiti
Direzione lavori: arch. Ivan Moscatelli –AR+IN
Strutture in legno: ALPENOS di STP, Predaia (TN)
Data realizzazione: 2020
Superficie utile: 1900 m2
Superficie: 1900 m2
VEDI IL VIDEO
Abitare nel legno
Grazie a un intervento di demolizione e ricostruzione di un edificio residenziale, una parte dell’abitato di Madonna di Campiglio è stata riqualificata valorizzandone il tessuto urbanistico, edilizio e ambientale. Nella sua nuova veste la costruzione, realizzata in legno con elevato contenimento energetico e benessere abitativo, si presenta come un blocco spezzato centralmente da un inserto totalmente rivestito in pietra dolomia grezza. Da questo nucleo, che verso la strada a monte ha un portale nello stesso materiale per evidenziare l’ingresso della galleria commerciale e l’accesso alle abitazioni, si sviluppano, a nord e a sud, due ali laterali con uno sbalzo di gronda in contro pendenza che accentua la luminosità delle parti di sottotetto e rimarca lo stacco dal volume intermedio. Sullo stesso affaccio è stato creato un portico coperto con setti pieni in dolomia, alternati a spazi vuoti a illuminare le vetrine retrostanti, dai quali si ergono coppie di montanti in larice che sostengono il grande aggetto della copertura. La compattezza visiva del complesso residenziale si interrompe sul prospetto ovest grazie al baricentrico risvolto delle due ultime campate che mutano leggermente pendenza verso l’alto. Tale effetto è riproposto anche sul lato est, verso il lago, e sottolineato dalla totale trasparenza della facciata che dà vita a una fascia di “riposo”, evidenziata da una zona in ombra, e che si presenta con due piani volutamente collegati da, apparentemente disordinati, montanti in legno; questi ultimi legano i parapetti in vetro, donando leggerezza e ricordando gli stilemi delle vecchie “case da mont”. Al piano terra una loggia leggera a sbalzo, con andamento ad ali di gabbiano, ripropone un’area ombreggiata e di protezione davanti alle residenze con manto di copertura in scandole di larice. A sud ovest un volume interamente rivestito di dolomia, un tempo stazione delle corriere e poi museo della montagna, è ora nuovamente residenza e si collega al complesso principale con una copertura che genera continuità spaziale e un passaggio aperto da cui si scorge il lago, un cannocchiale ottico che chiude il percorso commerciale della via principale.
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A est, la zona wellness si affaccia sul giardino con una serie di aperture trapezoidali incastonate in lastre di dolomia disposte in maniera irregolare a richiamare una base rocciosa di trovanti lungo la sponda del lago.
Foto: Damiano Clauser
in corrispondenza del rivestimento di facciata e della struttura della copertura.
Il passaggio coperto tra il blocco principale residenziale e quello orientato a sud crea un cono ottico che chiude il percorso commerciale della via pubblica.
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Dettaglio
Foto: Damiano Clauser
Foto: Damiano Clauser
_struttura, involucro e impianti________
Il livello interrato è realizzato in calcestruzzo armato, mentre i tre piani fuori terra e il volume a fianco hanno struttura lignea. Per la struttura fuori terra sono stati impiegati circa 700 m 3 di legno tra pannelli CLT (per pareti e solai) e legno lamellare (per coperture, tettoie e balconi); tutto il legname da costruzione utilizzato proviene da foreste certificate FSC o PEFC. L’involucro edilizio prevede pacchetti costruttivi di pareti e copertura estremamente performanti, con pannelli isolanti in lana di roccia; il manto di copertura è in lamiera. Un ruolo importante e delicato in questo cantiere l’hanno avuto i rivestimenti di facciata. Per quello esterno in legno si sono impiegate perline in legno di larice spazzolato e termotrattato con effetto anticato. Il rivestimento in pietra, posato in opera con lastre di dolomia lavorate a mano, è stato incollato su idoneo supporto in fibro-cemento, realizzando una parete ventilata; l’effetto corten è ottenuto con piastrelle in grès porcellanato, appese alla struttura su una sottostruttura in alluminio.
Per quanto riguarda gli impianti, la soluzione adottata prevede la presenza di una caldaia a biomassa centralizzata, impianto di riscaldamento radiante a pavimento, ventilazione meccanica e pannelli fotovoltaici sul tetto.
La zona wellness a est si apre sul giardino e sul lago con aperture trapezoidali, sottolineate da giochi geometrici di lastre di dolomia disposte in maniera irregolare. In entrambi i prospetti lunghi, ai piani superiori i pochi materiali di finitura – legno di larice termotrattato naturale per i montanti, mordentato color tabacco scuro per i rivestimenti e vetro per i parapetti dei balconi – sono distribuiti in maniera significativa per ottenere un’irregolarità visiva che riduce l’impatto dell’altezza e che, verso il lago, accentua la trasparenza della mansarda con grandi superfici vetrate. Una zona a verde sistemata verso l’ala nord racchiude, integrandoli, i piani di garage e servizi.
79 Prospetto ovest Prospetto nord Prospetto sud Prospetto est
I percorsi distribuitivi ripropongono il legno di colore naturale spazzolato per le finiture e le porte di accesso alle residenze. Lo spazio è sottolineato da lunghe lame luminose e da luci puntiformi.
_due parole con i progettisti________
Lo studio architetti Gino ed Emiliana Pisoni – Archidolomiti progetta con amore per la tradizione alpina e con scelte ecosostenibili, rendendo unici i loro progetti. Realizza per ogni struttura residenziale o turistica un concetto personalizzato, dedicandosi con passione e creatività a progetti di costruzioni di case in legno e soluzioni di arredo per gli spazi interni. Il linguaggio architettonico prediletto è legato alla contemporaneità, declinata nei diversi contesti progettuali, e la tradizione alpina è reinterpretata attraverso l’uso di materiali tipici, quali legno e pietra contrapposti al vetro, in edifici accattivanti che cercano un dialogo con il contesto e caratterizzati da un approccio attento alla morfologia del paesaggio.
Qual è il legame tra tradizione e contemporaneità nel vostro linguaggio architettonico?
La tradizione alpina rinnovata e reinterpretata nel linguaggio architettonico trova nell’uso dei materiali del luogo la sua massima espressione. I nostri progetti sono caratterizzati da un utilizzo del legno sia nella struttura portante sia nelle parti di rivestimento esterno, con facciate ventilate in tavole di larice trattato termicamente o con il riutilizzo di antiche tavole derivanti da vecchi masi oramai demoliti. Il legno diversifica la superficie con colorazioni che variano dal nero al marrone scuro, creando un effetto unico volutamente in contrasto con grandi vetrate, che distinguono la nostra architettura. La copertura, rigorosamente lignea come è nella consuetudine alpina, viene ripensata con colmi rovesci, falde spezzate verso l’alto e grandi sbalzi sostenuti da montanti lignei ritmati in facciata, in ricordo delle baite tradizionali, ma con dimensioni e inclinazioni contemporanee, funzione strutturale di sostegno dei balconi e del tetto. I balconi sono, infatti, indipendenti e staccati dalle pareti perimetrali tramite disgiuntori per garantire continuità al cappotto esterno, in modo da ridurre i ponti termici e migliorare le prestazioni energetiche dell’involucro. Anche l’uso della pietra, come rivestimento di parti di basamento, prende ispirazione dall’uso vernacolare. Nella costruzione di case con struttura lignea il basamento è giocoforza in c.a., di qui la scelta di trattare tali superfici con rivestimento di dolomia grezza a correre o a opus incertum.
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Foto: Damiano Clauser
_due parole con il costruttore________
Grazie all’esperienza acquisita nella realizzazione di questo e di molti altri edifici dalla differente destinazione d’uso, STP ha consolidato uno standard di progettazione e costruzione ben definito, dove convergono elementi di innovazione brevettati, approccio alla progettazione specifico e una forte motivazione orientata alla sostenibilità del lavoro. Per tale ragione, ALPENOS è il marchio che da ora in avanti identificherà gli edifici realizzati da STP, sintetizzando in un nome semplice la complessità di fattori che definiscono l’alto standard delle costruzioni in legno dell’azienda.
Ogni cantiere è differente: quali sono state le particolarità connesse a questa realizzazione?
Habitaria Wood è stata per noi occasione di confronto con una molteplicità di interlocutori: pur attraverso il filtro della nostra committenza, La Ducale S.p.A., la personalizzazione degli spazi di ciascuna delle residenze ha comportato il nostro impegno nel dialogo e nella preparazione degli ambienti – con tempistiche e richieste custom – per ciascuno degli architetti e interior designer di fiducia dei proprietari che hanno poi lavorato all’interno delle unità abitative. Questa flessibilità che ci caratterizza è stata anche di natura organizzativa: l’ubicazione nel centro della rinomata località turistica di Madonna di Campiglio implica un tempo utile per l’attività edile ridotto, sia a causa delle condizioni climatiche sia in correlazione alle stagioni turistiche invernale ed estiva. Considerando che i lavori si sono svolti nel 2020 durante le prime e più difficili fasi pandemiche, è stato indispensabile attingere alla nostra capacità organizzativa e di adeguamento rapido ed efficiente per adempiere alle normative aggiornate con estrema frequenza per garantire a tutti condizioni di lavoro sicure.
L’accurata selezione dei materiali ha comportato lavorazioni particolari?
La pietra impiegata nei rivestimenti esterni è una dolomia grezza in blocchi di dimensioni variabili e, per richiesta dell’architetto, giustapposta con fughe impercettibili. L’utilizzo di pietra vera e irregolare (con spessore che arriva ai 6-7 cm) comporta la necessità di valutare pesi e attacchi per mezzo di attenti calcoli statici. La risoluzione ha richiesto un sistema di attacco e scarico del peso con la creazione di nervi verticali di sostegno all’interno della parete ventilata, connessi a un pannello di legno multistrato sul quale è stata applicata una lastra di fibrocemento. La posa in opera della pietra, per incontrare la richiesta della direzione creativa di avere fughe quasi invisibili, ha comportato un lavoro artigianale di scalpellini direttamente in cantiere, creando così un’opera unica.
La zona wellness riprende i materiali che contraddistinguonol’esterno, con un sapiente uso di legno, pietra naturale e vetro.
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Foto: Damiano Clauser
Parete con rivestimento in pietra, dall’interno
- doppia lastra in cartongesso (12,5+12,5 mm) e sottostruttura con profilo montante a C (90/100 mm)
- isolante in lana minerale
- pannello X-lam (100 mm; 120 mm al piano terra)
- strato isolante lana di roccia (140 mm)
- telo traspirante a tenuta al vento
- strato di ventilazione e supporto in listoni fresati a T (sez. 100x180 mm)
- pannello legno multistrato (20 mm)
- pannello in fibro-cemento (12,5 mm) con pietra incollata
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e 1
A sinistra, fasi di costruzione della struttura in legno. A fianco, dettaglio dello sporto del balcone.
Posa della pietra dolomia su pannello in fibrocemento. A destra in alto, il pacchetto tetto con la copertura in lamiera di colore grigio; in basso, completamento delle opere di lattoneria dei balconi.
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Fasi di posa della finitura in pietra dolomia.
Casa delle Donne di Amatrice e Frazioni
Massimiliano Muscio
Foto: © MMSA_STUDIO
Amatrice
progetti legnoarchitettura_47 86 Vista da sud ovest con il
e
Foto: © MMSA_STUDIO
porticato
la grande vetrata del laboratorio.
Ubicazione: Località Torrita, Amatrice (RI)
Progetto: arch. Massimiliano Muscio –
MMSA_STUDIO, Fonte Nuova (RM)
Strutture: arch. Stefano Cosentino, Montesilvano (PE)
Direzione Lavori: arch. Massimiliano
Muscio
Impianti: ing. Marco Di Pietro, Roma
Struttura in legno: AREA LEGNO, Città Sant’Angelo (PE)
Lavori: novembre 2018-novembre 2019
Superficie utile: 120 m2
Superficie verde: 80 m2
Rinascere con il legno
Piccolo o grande che sia, un evento sismico rappresenta una ferita per le persone, per il patrimonio costruito e per il territorio; ancor più quando il terremoto cancella la quasi totalità degli edifici e l’eredità culturale, come è accaduto ad Amatrice tra il 2016 e il 2017. La solidarietà del popolo italiano – sia direttamente sia grazie a molte associazioni – ha fornito l’assistenza necessaria affinché gli abitanti dei luoghi interessati dal disastro potessero affrontare l’immediato futuro, inteso come post-emergenza. In questi frangenti, tuttavia, le persone sono sempre costrette a fare una scelta: trasferirsi con la propria famiglia o rimanere in queste terre devastate dalla forza della Natura in attesa della ricostruzione? La risposta a questa domanda ruota indubbiamente attorno un fattore fondamentale, il lavoro. E proprio da qui, dalla volontà di rinascere grazie al lavoro, che si forma l’associazione CDAF, la Casa delle Donne di Amatrice e Frazioni, con l’obiettivo di favorire un piccolo sostentamento economico mediante un’attività che non richiedesse grandi investimenti e con strumenti necessari che generassero la partecipazione attiva delle genti di montagna. Il tutto all’interno di un laboratorio, dove le locali esperienze artigianali, quali la tessitura, la ceramica e la gastronomia, potessero sostenere il tessuto economico e sociale.
Questo progetto si è dunque espresso in un luogo fisico, in un volume pressoché rettangolare, con il tetto a padiglione a richiamare volutamente la forma archetipica della “casa”, suddiviso in due aree ben distinte, lo spazio del laboratorio e quello dei servizi. L’edificio è stato realizzato con materiali naturali ed ecosostenibili, in primis il legno massiccio della struttura portante. Un elemento fondamentale della nuova sede della CDAF è rappresentato dalla luce naturale, distribuita all’interno grazie alle grandi vetrate che si aprono sui fronti principali a sud e a ovest del fabbricato. Lo sporto del tetto è stato appositamente dimensionato per prevenire i carichi termici indotti dall’irraggiamento estivo ma anche per giovarsi degli apporti solari gratuiti in inverno.
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del
sud.
Dettaglio
fronte
Foto: © MMSA_STUDIO
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Foto: © MMSA_STUDIO
La struttura lignea della copertura è lasciata a vista.
_struttura________
La struttura portante verticale è in pannelli X-lam dello spessore di 9,5 cm, mentre i solai di copertura presentano travi lamellari, a formare l’orditura principale, e perlinato come orditura secondaria. Questi elementi costruttivi principali sono connessi alla platea in cls armato e, fra di loro, tramite piastre metalliche, con ottime prestazioni anti-sismiche. Il soffitto ligneo è lasciato a vista e le tramezzature non portanti sono strutture intelaiate costruite con tecnologia “a secco”, con doppi pannelli di cartongesso fissati a un’orditura di sostegno metallica. L’isolamento termico è assicurato da un cappotto realizzato con l’apposizione di pannelli di XPS sia sulle pareti esterne (10 cm) sia al di sopra dei solai (16 cm). L’elevata coibentazione dell’involucro ha permesso di ridurre il ricorso agli impianti meccanici, garantendo un ottimale comfort indoor e un alto livello di isolamento termo/ acustico e risparmio in termini di energia primaria. I serramenti esterni sono in PVC con doppi vetri, cristallo basso emissivo e ottime prestazioni energetiche; quelli interni sono in legno.
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Sezione A-A
Sezione B-B
Fronte
1 portico 2 ingresso 3 disimpegno 4 laboratorio 5 cucina 6 sala riunione 7 servizi igienici 8 locale tecnico 9 ripostiglio Pianta
Pianta
Fronte ovest 1 2
sud 3
Fronte est Fronte nord 4 5 6
piano terra 7 8 9
coperture
Il rivestimento in lastre di grès porcellanato, che ricorda la trama di una listellatura verticale in legno, protegge la struttura portante in X-lam e il suo pacchetto isolante.
_due parole con il progettista________
Massimiliano Muscio, laureato in architettura alla “Sapienza” di Roma, opera nel settore della progettazione e nella direzione lavori delle costruzioni, fondando il suo percorso progettuale sulla metodica ricerca dell’equilibrio tra estetica, linguaggio personale ed esigenze architettoniche. Una particolare attenzione è oggi rivolta allo studio e all’applicazione di nuove tecnologie e all’utilizzo di materiali innovativi, in special modo nel campo della bioarchitettura e nell’uso del legno nel campo delle costruzioni, perseguendo una cultura della sostenibilità ambientale in architettura.
La Casa delle Donne di Amatrice e Frazioni è un progetto molto particolare: come è stato coinvolto? Ha incontrato delle difficoltà nel percorso di progettazione e nella successiva costruzione dell’edificio?
Il terremoto ha sorpreso anche noi la notte del 24 agosto 2016 nella nostra casa in una delle frazioni di Amatrice. Il mio coinvolgimento nel progetto, quindi, è soprattutto emozionale oltre che professionale. L’amica e collega, Presidente dell’associazione CDAF, mi ha subito reso partecipe del progetto e insieme abbiamo condiviso il faticoso percorso che ci ha portato alla sospirata realizzazione. Innanzitutto la ricerca dei fondi necessari: un impegno enorme ma meravigliosamente sorprendente, grazie alla grande solidarietà di moltissima gente; poi il sito, dove costruire, ma il Comune di Amatrice ha messo a disposizione un’area dove era già presente la platea di fondazione e l’urbanizzazione. La fase progettuale ed esecutiva non hanno avuto invece grandi problemi; siamo riusciti a realizzare, in poco tempo, quello che tutti immaginavamo e speravamo.
Perché è stato scelto il legno in questo progetto? E quali sono, secondo lei, le caratteristiche che rendono questo materiale adatto a qualsiasi forma architettonica e destinazione d’uso?
Abbiamo scelto di realizzare la struttura in legno per il comfort abitativo, notoriamente molto elevato; perché è un materiale ecologico, rinnovabile e duraturo ma, soprattutto, per la sua notevole sicurezza strutturale. Un ulteriore vantaggio riguarda la rapidità di esecuzione che, grazie a una pianificazione dettagliata e alla prefabbricazione in officina, permette di realizzare e montare edifici con struttura in legno in modo molto rapido. L’uso di strutture ben definite con una luce sempre più ampia consente di progettare con maggiore libertà, con conseguenti grandi vantaggi per la flessibilità nella gestione degli spazi interni e con la possibilità di includere intere facciate in vetro. Non dobbiamo dimenticare gli elevati standard di comfort e benessere che si raggiungono utilizzando il legno come materiale da costruzione e la sua durabilità; se messo in opera ben essiccato e mantenuto asciutto, può durare per intere generazioni. Utilizzando il legno, si risparmiano elevate quantità di energia, riducendo le emissioni di gas serra, e si contribuisce fortemente all’obiettivo che tutti dovremmo cercare di perseguire: la tanto ambita “decarbonizzazione”.
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Foto: © MMSA_STUDIO
A sinistra, il disimpegno, posto accanto all’ingresso, consente di accedere alla grande aula del laboratorio.
Sotto, l’interno del laboratorio di tessitura con i telai e l’angolo di esposizione dei lavori.
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Foto: © MMSA_STUDIO Foto: © MMSA_STUDIO Foto: © MMSA_STUDIO
Copertura dall’esterno
1 scossalina metallica
2 spessoramento in OSB
3 canale di gronda in lamiera
4 massetto delle pendenze
5 manto di impermeabilizzazione
6 tavolato ligneo in OSB
7 isolamento termico (100 mm)
8 barriera al vapore
9 spessoramento ligneo
10 tavolato ligneo
11 orditura lignea
Parete esterna dall’esterno
12 rivestimento in grès porcellanato
13 rasatura esterna
14 isolamento termico (100 mm)
15 pannello in X-lam (95 mm)
16 infisso in PVC
17 zoccolatura
18 pannello isolante in vetro cellulare (100 mm)
19 trave radice in larice (150 mm) con guaina isolante risvoltata a U sul pannello in X-lam
Solaio controterra dall’estradosso
20 pavimento (10 mm)
21 sottofondo di pavimento (30 mm)
22 pannello isolante in EPS (50 mm)
23 massetto impianti (60 mm)
24 platea in c.a.
25 magrone
Particolare nodo finestra
1 infisso in PVC
2 nastro multifunzione
3 traverso inferiore con taglio termico in materiale isolante
4 nastro in schiuma PUR autoespandente
5 soglia interna
6 pannello sottosoglia isolante in XPS
7 pellicola di tenuta all’aria e al vapore
8 soglia esterna in alluminio 15/10
9 tappetino isolante acustico
progetti
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5 9 8 6 7 4 3 2 1
Dettaglio giunzione tra piastra a terra e pilastro 20X36
1 4+4 tasselli HIT-HY 200A+HIT-V(8.8) M16
2 8+8 barre filettate passanti, diametro 12
3 pilastro 20x36
4 IPE 180
Dettaglio fissaggio angolari a trazione
1 pannello strutturale in X-lam (95 mm)
2 angolare tipo WHT 440
3 barra filettata M16 5.8 + ancorante chimico
4 20 chiodi anker 4x60
5 trave radice in larice (150 mm)
6 malta autolivellante per ripristino quote
7 fondazione in c.a.
8 tassello meccanico HST3 (12x160 mm)
Dettaglio fissaggio angolari a taglio
1 pannello strutturale in X-lam (95 mm)
2 angolare tipo TITAN TCN 200
3 2 barre filette M12 cl.8.8 + ancorante chimico
4 30 chiodi anker 4x60
5 trave radice in larice (150 mm)
6 malta autolivellante per ripristino quote
7 fondazione in c.a.
8 tassello meccanico HST3 (12x160 mm)
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1 2 3 3 2 1 1 4 1 1 4 2 3 6 5 8 7 4 2 3 5 6 7 1 4 4 2 2 2 4 6 5 8 1 3 3 3 6 7 7 5
All’ingresso lo sporto della falda, che consente di controllare irraggiamento solare e luce naturale, forma una piccola loggia che ripara chi entra.
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Foto: © MMSA_STUDIO
Posa delle pareti prefabbricate in X-lam sul cordolo rialzato e sulle travi radice.
La realizzazione della copertura a padiglione con la struttura a travi lamellari e il tamponamento delle pareti interne.
A sinistra, dettaglio della parete in X-lam isolata e con controparete interna in corrispondenza di un’apertura. A destra in alto, dettaglio delle nastrature tra i vari pannelli in legno che compongono la struttura; in basso, l’edificio in fase di ultimazione.
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Nuovo complesso parrocchiale Resurrezione di nostro Signore
TAMassociati
Dani Ridge House Carver + Schicketanz Architects
Fattoria didattica
Giovanni Fiamingo, NextBuild Studio
Villa passiva estudoquarto®
Casa unifamiliare
Luigi Foschi
Foto: © Davide Perbellini Foto: arch.
Tolotti Foto: © Robert Canfield Foto: Photo by
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Márcio
Andrea Avezzù, courtesy
TAMassociati