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legnoarchitettura progetti Traverso Vighy Irene Livia Pace Paola Carassai Federica Cornara Rocco Borromini Studio Apostoli Ivano Ludovico KM 429 architettura Art&Craft
EdicomEdizioni
ISSN 2039-0858
Trimestrale anno XIV n° 49 ottobre 2023 Euro 15,00 Registrazione Trib. Gorizia n. 4 del 23.07.2010 Poste italiane S.p.A. Spedizione in a.p. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1 NE/UD
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legnoarchitettura legnoarchitettura rivista trimestrale anno XIV – n. 49, ottobre 2023 ISSN 2039-0858 Numero di iscrizione al ROC: 8147 direttore responsabile Ferdinando Gottard redazione Lara Bassi editore EdicomEdizioni, Monfalcone (GO) redazione e amministrazione via 1° Maggio 117 34074 Monfalcone – Gorizia tel. 0481.484488, fax 0481.485721 www.legnoarchitettura.com progetto grafico Lara Bassi stampa Grafiche Manzanesi, Manzano (UD) Stampato interamente su carta con alto contenuto di fibre riciclate selezionate prezzo di copertina 15,00 euro abbonamento 4 numeri Italia: 50,00 euro – Estero: 100,00 euro
progetti Casa a Amstelhoek Traverso Vighy 04 Casa_V01 Irene Livia Pace 16 Casa P Paola Carassai 26 Villa singola Federica Cornara 36 AG House Rocco Borromini 46
Gli abbonamenti possono iniziare, salvo diversa indicazione, dal primo numero raggiungibile in qualsiasi periodo dell’anno copertina Casa a Amstelhoek, Traverso Vighy Foto: Alessandra Chemollo È vietata la riproduzione, anche parziale, di articoli, disegni e foto se non espressamente autorizzata dall’editore
Foto: ©Irene Livia Pace Studio
Foto: Alessandra Chemollo
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Foto: Studio Alessandro Romagnoli
Foto: ©Photo Marcello Mariana
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Green Lodge Terme Preistoriche Studio Apostoli
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Chiesa Mater Misericordiae Ivano Ludovico 64
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Palms Headquarters KM 429 architettura 76
Foto: ph Giuseppe Zupa; Ivano Ludovico
Scuola primaria Art&Craft 86
36 Foto: ©Simone Bossi
Foto: ©Marlegno
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Studio Vighy Traverso
Casa Title Poject a Amstelhoek Place
Amstelhoek (NL)
Project Title Place
Alessandra Chemollo
Studio
Alessandra Chemollo Foto: ©Irene Livia Pace Studio
Dettaglio del fronte della dependance e dell’abitazione principale con il rivestimento metallico e i pannelli fotovoltaici integrati nella falda della copertura; la forma della casa è ispirata agli shed agricoli tradizionali olandesi.
Alessandra Chemollo
I due edifici sono inseriti in un contesto caratterizzato da un paesaggio agricolo.
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Alessandra Chemollo Foto: ©Irene Livia Pace Studio
La dependance in legno e l’involucro della Lofthome dell’abitazione principale.
Ubicazione: Amstelhoek (NL) Nucleo interno LoftHome e dependance Progetto architettonico: arch. Giovanni Traverso e Paola Vighy con C. Baggio, M. Guerra, J. Vantini Progetto strutturale: Alberto Crosato General contractor: Cortese srl Strutture in Xlam: Woodscape srl Involucro LoftHome® Progetto: bkvv architecten, Dieter Block General contractor: Hardeman Systeembouw Lavori: giugno-dicembre 2022 Superficie lotto: 3760 m2 Superficie casa principale: Piano terra 120 m2 Primo piano 68 m2 Mansarda: 9 m2 Superficie dependance: 50 m2
Italiani in Olanda Questa abitazione con una piccola dependance in Olanda, ma fabbricata in Italia, è un’ulteriore dimostrazione del metodo e della collaborazione con una rete consolidata di aziende del territorio e l’utilizzo di tecniche digitali avanzate che costituiscono da tempo una caratteristica dei lavori dello studio Traverso Vighy. Realizzata per un cliente per il quale avevano già progettato una piccola casa sul lago di Garda, è il frutto di un processo di progettazione integrata e produzione digitale il cui risultato è un edificio completamente prefabbricato, comprese le componenti di arredo e impiantistiche, prodotto in Italia da una squadra di maestranze artigianali e industriali, per poi essere trasportato e montato nel sito olandese all’interno di un involucro in acciaio e vetro. È stata l’occasione per sperimentare un processo di produzione per componenti, simile a quello di un prodotto industriale, con qualità assicurata dall’impiego di macchine a controllo numerico, dalle capacità artigiane coinvolte e non ultimo dallo scambio di informazioni tra tutti i soggetti coinvolti nelle diverse fasi del progetto, della produzione e del montaggio finale. L’abitazione si trova su un’ansa del fiume Amstel nel villaggio di Amstelhoek, nella prima periferia a sud di Amsterdam. Una zona umida, un’ampia torbiera, attorniata da canali e protetta a nord-ovest dall’argine del fiume. Il terreno è al di sotto della quota del fiume e, nonostante il livello dell’acqua di falda sia puntualmente controllato da un sistema di idrovore, gran parte della sua superficie è calpestabile con difficoltà nei piovosi mesi invernali. I due volumi edilizi sono così uniti da un deck sospeso, collegato, attraverso una lunga passerella pedonale, al molo per imbarcazioni sull’argine del fiume. Due edifici sinergici, funzionalmente e dal punto di vista impiantistico, progettati nel rispetto del territorio e con l’idea di una costruzione totalmente reversibile, grazie anche all’impiego di pannelli X-lam, involucri altamente coibentati e sistemi di condizionamento a pompa di calore alimentati da un impianto fotovoltaico.
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1 3
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Pianta del piano terra e del primo piano 1 ingresso 2 sala pranzo 3 cucina 4 master bedroom 5 sala 6 camera con bagno 7 deck 8 spazio conviviale 9 soppalco 10 vano tecnico
Sezione trasversale del corpo principale
Il fronte ovest della LoftHome.
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progetti
_la casa principale________ Il modulo multipiano in legno CLT inserito all’interno dell’involucro in acciaio e vetro con la sequenza di montaggio degli elementi realizzati in Italia.
La scala con la parete a scaffali con i montanti fresati per l’inserimento dei ripiani. A destra la doppia altezza con zona pranzo e cucina.
Alessandra Chemollo
Alessandra Chemollo
Entrambe le costruzioni, la casa principale e la dependance, sono state realizzate su una platea in calcestruzzo armato su pali vibro infissi. L’involucro dell’edificio principale è la sola parte realizzata in Olanda. Si tratta di una Lofthome®, una soluzione abitativa innovativa in acciaio e vetro, parzialmente prefabbricata, modulare e flessibile, con struttura e pannelli sandwich a vista. Al suo interno, è stata montata una costruzione multi piano in CLT con tutte le funzioni abitative e impiantistiche. Questa parte della casa è stata prodotta interamente in Italia utilizzando il legno a vista come elemento strutturale ed estetico; un cuore ligneo che raggruppa le zone di servizio e gli impianti e suddivide l’ampio spazio coperto caratterizzato da una parte a tutt’altezza con una grande vetrata a est. L’esperienza maturata dallo studio in altri progetti, soprattutto quelli in campo navale, ha consentito una forte integrazione tra struttura e impianti, arredi e sistemi di illuminazione. Grazie all’impiego di tecnologie a controllo numerico sono state realizzate soluzioni di arredo e passaggi impiantistici direttamente lavorati sul pannello CLT, evitando ulteriori rivestimenti. L’assemblaggio della struttura è poi avvenuto per parti all’interno dell’involucro montato in opera con un’ulteriore dimostrazione dell’efficacia del processo viste le tolleranze di pochi millimetri concesse dalle misure obbligate delle due strutture.
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Interno della casa con la struttura abitativa in legno e quella in acciaio e pannelli coibentati della LoftHome®.
_due parole con il progettista________ Fondato nel 1996, lo studio-laboratorio si basa sull’esperienza interdisciplinare di Giovanni Traverso, che risponde alle nostre domande, e Paola Vighy, laureati in architettura presso lo IUAV e specializzati in luce naturale presso The Bartlett, University College of London. L’attenzione è focalizzata su edifici leggeri basati su sperimentazione, prefabbricazione, economia di risorse, collaborazione con realtà industriali e artigianali locali e impiego di tecnologie sostenibili. Come è nata l’idea di questa casa nella casa con due strutture diverse in acciaio e legno? Il cliente voleva una casa progettata dal nostro studio e costruita dalle stesse maestranze che avevamo utilizzato per un altro edificio di sua proprietà in Italia. Abbiamo colto la sfida e abbiamo iniziato studiando i rigidi piani tipologici per la protezione del paesaggio agricolo olandese. Il cliente ci ha fatto conoscere i pre-fabbricati Loft-Home®, prodotti da una carpenteria locale, che reinterpretano in chiave moderna lo shed tradizionale del paesaggio agricolo olandese. Dopo aver conosciuto il loro progettista Dieter Block è nata l’idea di costruire localmente l’involucro lofthome in metallo e di completarlo al suo interno con una struttura multipiano diversa per materiale e tecnica costruttiva, così come per la dependance. Direi quindi che i due materiali acciaio e legno, accumunati da un processo produttivo preciso e automatizzato, si sono incontrati nella casa di Amstelhoek in modo sinergico portando ciascuno la propria identità progettuale e costruttiva.
Vista della zona giorno dalla master bedroom, la cucina e la camera al primo piano con a sinistra la scala che conduce all’ultimo livello sottotetto.
Alessandra Chemollo
Alessandra Chemollo
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Quali sono state le criticità nel processo di progettazione e costruzione, tenendo conto anche della distanza fra luogo di produzione e montaggio e della struttura in acciaio? Dal punto di vista della progettazione la difficoltà è stata quella di elaborare soluzioni che permettessero di ridurre al minimo qualsiasi imprevisto nel luogo di costruzione. Per questo motivo abbiamo posto molto cura nel simulare le sequenze di montaggio. Dopo i primi sopralluoghi in Olanda, inoltre, la squadra di montaggio si è spaventata dalle condizioni climatiche di repentina variabilità e fortissimo vento. Questo ci ha costretto a rivedere le soluzioni soprattutto per i tamponamenti esterni, ragionando su soluzioni prefabbricate che già integrassero pacchetti isolanti, ventilazione e sistemi di tenuta.
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Vista della dependance da nord-est.
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L’interno della dependance con il soppalco e, sotto la scala, la zona cucina a scomparsa. dietro la porta pieghevole grigia.
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_la dependance________ La dependance affianca la casa principale con uno spazio dedicato alla musica, alla lettura e all’ospitalità di amici aperto prospetticamente verso il paesaggio. Una mini-house di 50 m2, dotata di bagno, piccola cucina a scomparsa e un soppalco, oltre a un vano tecnico, con centrale termica e pompa di calore per entrambe le unità abitative, integrato sulla facciata cieca a nord-ovest, protetto e mitigato dal rivestimento ispezionabile in listelli di legno. La struttura è realizzata in CLT e controventata da esili contrafforti interni e dal tirante di rinforzo sulla facciata vetrata. Il sistema di coibentazione della copertura è stato realizzato per moduli, integrando il sistema di ventilazione e le doghe in lamiera del rivestimento esterno. L’intera struttura lignea, così come le pareti ventilate esterne in legno di larice, è stata bruciata a fiamma e oliata. Una tecnica tradizionale per migliorare la resistenza meccanica e la protezione dall’ambiente umido esterno evitando l’utilizzo di sostanze chimiche. Le soluzioni di arredo sono integrate grazie alle lavorazioni a controllo numerico della struttura con fresature per i ripiani metallici della libreria, l’incasso delle barre led per l’illuminazione nei pannelli di copertura, lo spazio a scomparsa della cucina nel sottoscala. L’intero edificio è stato premontato a Schio (VI) in modo da mettere a punto le soluzioni impiantistiche e di isolamento e testare l’installazione di serramenti e sistemi di illuminazione. Anche l’impianto idraulico della centrale termica è stato completamente prefabbricato e preventivamente ancorato a uno dei pannelli strutturali.
Interno della dependance, lo spazio si allarga verso la vetrata che inquadra il paesaggio della torbiera. La libreria è integrata nei montanti della struttura, fresati per l’installazione dei ripiani metalici.
Prospetto sud e sezione trasversale della dependance
Pianta del piano terra e del soppalco
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sfiato per tetto ventilato
parapassero
parapassero
grondaia inox
Dettaglio 2, solaio interno, dall’alto - pavimento in resina 5 mm - pavimento radiante + massetto 85 mm - isolante XPS 100 mm - barriera vapore - platea di fondazione in c.a. 200 mm
Il fronte nord con il rivestimento in larice bruciato e oliato e la copertura in lamiera.
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Dettaglio 3, parete laterale, dall’esterno - rivestimento esterno in tavole di larice 25 mm - struttura murali 50x50 mm - membrana in goretex nastrato - doppio strato isolante in lana di poliestere su murali incrociati 70x70 mm - barriera al vapore - X-lam 120 mm
isolante XPS con pannello in fibrocemento
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Dettaglio 1, copertura, dall’esterno - lamiera in alluminio RAL 7021 - materassino lamiera - OSB 20 mm - murali 40 mm - membrana in goretex nastrato - doppio strato isolante in lana di poIiestere su murali incrociati 90+90 mm - barriera a vapore - X-lam 120 mm
Alessandra Chemollo
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Fasi della lavorazione in stabilimento della struttura interna in legno pluripiano.
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La dependance è stata premontata in stabilimento per testare e mettere a punto tutte le soluzioni impiantistiche e di isolamento oltre che l’installazione dei serramenti e dei sistemi di illuminazione.
Alessandra Chemollo
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Le lavorazioni con macchine a controllo numerico dei pannelli hanno consentito di ottenere grande precisione e integrare le soluzioni di arredo fresando direttamente i pannelli della struttura.
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Irene Livia Pace
Casa_V01
Foto: ©Irene Livia Pace Studio
Vittoria
Foto: ©Irene Livia Pace Studio
I due corpi di fabbrica della casa, dal caratteristico rivestimento in doghe verticali, si affacciano sul giardino circostante ricco di ulivi, agrumeti e fichi d’India. Le linee del tetto e le volumetrie sono un diretto richiamo all’architettura rurale del luogo.
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progetti
Foto: ©Irene Livia Pace Studio
Aperta sull’esterno con ampie vetrate a tutta altezza, l’abitazione si inserisce con armonia nell’ambiente naturale grazie anche al rivestimento in doghe di legno.
Ubicazione: Vittoria (RG) Progetto architettonico: arch. Irene Livia Pace, Potenza Strutture – Appaltatore struttura legno: Torrisi Crea srl, Piano Tavola – Belpasso (CT) Direttore dei lavori: arch. Irene Livia Pace Consulente tecnico di progettazione: ing. Gianni Campo, Ragusa Collaudatore strutturale: ing. Valeria Ciccia, Catania Lavori: 2019-2021 Superficie verde: 7.000 m² Superficie utile: 108 m² Superficie costruita: 125 m²
In armonia con l’ambiente Immersa in un’estesa area agricola piantumata a uliveti e alberi da frutto nella provincia di Ragusa, Casa_V01 risponde alle esigenze della committenza che desiderava un’abitazione luminosa con un’ampia zona giorno dalle grandi vetrate, una piccola camera da letto, uno studio, una stanza per gli ospiti e una zona servizi. I clienti, inoltre, richiedevano una casa in cui la parte padronale fosse indipendente da quella dedicata agli ospiti e che fosse dotata di spazi all’aperto per accogliere le attività esterne e la zona relax. Con tali premesse il progetto sviluppato trova le sue radici nella tradizione dell’architettura rurale, riprendendo le facciate a capanna delle case contadine e dei capannoni agricoli, spesso accostati nei volumi e nei profili dei tetti, e recuperando soprattutto la semplicità delle forme che caratterizzano questi fabbricati e che sono diretta conseguenza delle funzioni ospitate. Il risultato di questo processo di rilettura è un’abitazione composta da due parallelepipedi affiancati posti su una piastra di cemento: il primo corpo accoglie la zona giorno con le grandi aperture sull’uliveto, mentre il secondo custodisce la zona notte e i servizi. Tramite un’operazione di sottrazione dei volumi vengono ricavati i terrazzi, immaginati come ulteriori stanze all’aperto, da attraversare e da attrezzare per lo svolgimento di ulteriori funzioni. Le grandi vetrate sono spesso contrapposte e pensate per consentire agli ambienti dell’abitazione e agli spazi esterni di essere costantemente in comunicazione e di godere della vista sulle diverse aree del giardino, dall’uliveto all’agrumeto sino ai fichi d’India. Un altro obiettivo progettuale è stato realizzare un’architettura che utilizzasse materiali naturali, preferibilmente del luogo, e che garantisse il giusto efficientamento energetico, in armonia con il contesto agricolo che la circonda e in contrasto con il costruito, spesso abusivo, che emerge dai terreni circostanti. Questo progetto ha vinto il BIG SEE Wood Design Award 2023, nella sezione Wooden houses.
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Funzioni
Percorsi
Visuali
zona giorno
locale tecnico
zone proprietari
percorso proprietari
pale di fico d’India
disimpegni
camere
zone ospiti
percorso ospiti
agrumeto
servizi
terrazzi
zone proprietari + ospiti
uliveto
L’impianto planimetrico e volumetrico dell’abitazione nasce dalla necessità dei committenti di separare la zona padronale da quella destinata agli ospiti e di avere superfici esterne da poter sfruttare per varie funzioni. Pertanto lo sviluppo del progetto ha richiesto la definizione dettagliata degli spazi e dei percorsi, senza dimenticare l’importanza delle viste sul giardino mediterraneo, e la sottrazione di parte dei volumi per creare terrazze che permettono di dilatare all’esterno gli ambienti di vita interni. Diagrammi di progetto
Volume zona giorno
Volume zona notte/servizi
Pianta accostamento di due volumi zona giorno + zona notte/servizi
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progetti
Sottrazione dei volumi
Pianta operazione di sottrazione: Creazione dei terrazzi
Volume zona giorno
Terrazzi
Pianta progetto
Volume zona notte
7
9
6
4 8
2
2 3
10
3
11
1
A
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1 soggiorno – cucina 2 disimpegno 3 bagno 4 guardaroba 5 locale impianti – lavanderia 6 camera 7 studio 8 camera 9 terrazzo – zona idromassaggio 10 terrazzo – soggiorno esterno 11 terrazzo – cucina esterna
B
Sezione AA
Sezione BB
_struttura e impianti________ L’edificio è costruito con un sistema a secco su fondazioni a travi rovesce, adeguatamente isolate dal terreno mediante un vespaio di argilla espansa. La struttura portante verticale è realizzata con pannelli in X-lam da 100 mm a cui sono ancorate, mediante piastre in acciaio zincato, le travi in legno lamellare di abete del tetto. La stratigrafia della parete prevede l’isolamento in fibra di legno e una facciata micro ventilata a doghe di larice, mentre il pacchetto di copertura è completato con un primo assito di doghe in legno, telo freno vapore, coibentazione in fibra di legno, telo impermeabile trasparente, murali per la formazione di una camera d’aria, secondo assito di doghe in legno e manto di finitura in alluminio. Le pareti in X-lam presentano contropareti rivestite di fibrogesso al fine di consentire la canalizzazione degli impianti. Internamente le tramezzature sono realizzate con struttura metallica in lamiera zincata con rivestimento in fibrogesso. La pavimentazione è in pastellone di cocciopesto, composto da una miscela di cocciopesto di varia granulometria, sabbie silicee e frammenti vulcanici. L’abitazione è dotata di impianto di ventilazione meccanica controllata, pannelli solari termici e fotovoltaici in copertura con relativo sistema di accumulo. Le acque meteoriche sono raccolte e convogliate in una vasca per l’irrigazione del verde.
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progetti
Foto: ©Irene Livia Pace Studio
Foto: ©Irene Livia Pace Studio
_due parole con la progettista________ L’arch. Irene Livia Pace, laureata alla facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Roma Tre, dopo aver concluso il percorso di specializzazione universitaria in restauro architettonico, collabora con la stessa facoltà come supporto agli studenti nel corso di Laboratorio di Restauro 5a tenuto dal prof. M. Zampilli. Dal 2012 si trasferisce in Sicilia per proseguire la sua formazione nello studio di Maria Giuseppina Grasso Cannizzo a Vittoria, collaborando in diversi progetti sia in fase di progettazione sia di direzione lavori. Nel 2017 apre il proprio studio di architettura a Potenza occupandosi di nuova edificazione, recupero edilizio, disegno di interni e di arredamenti. Come è nata questa abitazione e quanto il territorio e il verde hanno influenzato l’architettura finale? La casa nasce in un luogo ambiguo: da una parte un giardino ricco di piantumazioni tipiche siciliane, dall’altra scorci di costruzioni abusive e capannoni sullo sfondo. La scelta di una costruzione dai volumi semplici, dalla struttura in legno e rivestita in doghe di larice, aveva lo scopo di inserirsi in modo delicato e organico all’interno del paesaggio agricolo e stabilire nel contempo un forte contrasto con il costruito della zona. Inoltre, il rapporto con la vegetazione è continuamente presente: ogni ambiente si affaccia su una porzione di giardino, i percorsi creati e la posizione delle aperture favoriscono un cambio di visuale costante sulle differenti aree esterne (uliveto, agrumeto e fichi d’India) al fine di sentirsi costantemente immersi nel verde circostante.
Foto: ©Irene Livia Pace Studio
In queste pagine, viste dall’esterno e dall’interno della zona living. Le ampie vetrate cielo-terra donano luminosità all’ambiente e ampliano la vista sul giardino.
Foto: ©Irene Livia Pace Studio
Qual è stato il processo che ha portato a costruire la casa con una struttura in legno, materiale non proprio tipico nell’area mediterranea per la realizzazione di edifici a destinazione abitativa? È stata una specifica richiesta dei clienti avvenuta ancor prima di ideare il progetto della casa e, ovviamente carica di entusiasmo per la possibilità di sperimentare questa differente modalità costruttiva, ho sposato immediatamente l’idea. La composizione dell’abitazione ha tenuto conto del sistema costruttivo in pannelli X-lam, in modo tale da garantire una certa coerenza tra la forma del progetto e la sua struttura. Dalle foto di cantiere questo emerge perfettamente. L’impiego dell’X-lam e di prodotti affini da anni ha preso piede in tutta Italia, ma non sempre è facile conciliare le conoscenze delle maestranze locali con una tecnologia che non ha tradizione in quel preciso luogo. Rimane comunque un processo necessario da affrontare per acquisire le competenze adeguate a poter utilizzare al meglio un materiale dalle preziose qualità e numerosissime possibilità di impiego.
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A
B Copertura (A), dall’esterno - manto di finitura in alluminio - pannello multistrato (18 mm) - murale per formazione camera d’aria (40 mm) - telo impermeabile trasparente - pannelli in fibra di legno (120 mm) - telo freno vapore - doghe in legno di abete (20 mm) - travi in legno lamellare di abete Parete (B), dall’esterno - facciata in doghe di larice con micro ventilazione - telo impermeabile traspirante - coibente in fibra di legno (60 mm) - telo freno vapore traspirante - pannello in X-lam (100 mm) - pannello in gessofibra (13 mm)
1
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3
6 7 8 9 10
11 12 13
Foto: ©Irene Livia Pace Studio
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1 guaina in poliolefine a protezione della platea sul lato esterno 2 lamierino di bordo 3 drenaggio in ghiaia 4 ghiaietta e terra 5 tubo di drenaggio (diam. 200 mm) 6 fondazioni a travi rovesce 7 guaina elastomerica bituminosa 8 magrone (100 mm) 9 XPS 10 telo geotessile TNT 11 barriera al vapore 12 vespaio isolato in argilla espansa 13 riempimento con pietrame
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progetti
Immagini della costruzione dell’abitazione. Dalla realizzazione delle fondazioni a travi rovesce alla posa della struttura in pannelli X-lam, la casa è stata costruita con estrema attenzione, curando i dettagli e i nodi più critici per garantire durabilità alla struttura.
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Paola Carassai
Casa P
Civitanova Marche
Foto: ©Vanessa Illi
Foto: ©Vanessa Illi
L’area pranzo esterna, estensione del living, è uno spazio riparato sfruttabile nelle belle giornate.
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progetti
Foto: ©Vanessa Illi
L’ingresso della casa, arretrato dal fronte principale, è sottolineato dalla porta verde smeraldo, unico elemento di colore nella sobria facciata dell’edificio.
Ubicazione: Civitanova Marche (MC) Progetto architettonico: arch. Paola Carassai, Civitanova Marche (MC) Strutture: ing. Ivano Capozucca, Civitanova Marche (MC) Direttore dei lavori: arch. Paola Carassai, Civitanova Marche (MC) Consulenti: geom. Ermanno Carassai, ing. Annacarla Guaiani, geol. Stefano Pierucci Impianti: Termoidraulica Leandrini Omar, Porto Potenza Picena (MC); MC Impianti Menchi Sandro, Corridonia (MC) Appaltatore struttura legno: Impresa Coloccioni Ernesto, Cingoli (MC) Date Lavori: dicembre 2017 – ottobre 2019 Superficie verde: 665 m2 Superficie utile: 105 m2
L’appartenenza della memoria Un progetto all’apparenza semplice, ma contemporaneo, che porta con sé la consapevolezza di appartenere a un luogo e la memoria di coloro che qui hanno lavorato. Questa è Casa P, nata dal recupero di un’area in cui i nonni paterni della progettista avevano costruito alcune capanne per ospitare gli animali e sviluppata creando ambienti di vita sereni e rilassanti. Dall’ingresso, arretrato dal fronte principale quasi a separare la zona giorno da quella notte e sottolineato da una porta verde, si accede al piano terra, i cui spazi fluidi rispondono alle esigenze materiali e psicologiche di chi li abita, come avviene solitamente nella cultura architettonica del Giappone, disponendosi attorno al vero cuore planimetrico dell’abitazione, un piccolo giardino d’inverno che si incontra appena varcata la soglia. Oltre alla funzione distributiva orizzontale e verticale, il giardino interno porta luce naturale negli ambienti grazie alla grande finestra da tetto che lo illumina dall’alto e alle sue ampie vetrate sull’intera zona giorno; quest’ultima, completamente aperta, è provvista di grandi finestre e di una bow-window che si affaccia sull’uliveto di famiglia. Il soggiorno è proiettato visivamente e fisicamente, mediante una porta finestra, verso l’esterno, dove si trova un portico che ospita un’area pranzo per le giornate calde; allo stesso modo, la cucina con la sua grande isola e il tavolo si affaccia sulla zona relax del giardino, creando una continuità tra dentro e fuori. Sul lato opposto si trovano la camera del piccolo di famiglia, un bagno e uno studio. Salendo la scala in ferro che gira intorno al giardino d’inverno, si scorge, attraverso una grande vetrata, un terrazzo che si affaccia verso il centro storico di Civitanova Alta, fino a giungere al primo piano con la camera matrimoniale e relativa cabina armadio, un bagno e un balconcino. L’abitazione ha struttura portante a telaio completamente in legno ed è stata progettata per raggiungere prestazioni quasi da casa passiva.
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Foto: ©Vanessa Illi
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Foto: ©Vanessa Illi
Foto: ©Vanessa Illi
La zona living della casa con la cucina, l’area pranzo e il soggiorno. Gli spazi sono intimi, quasi minimali e mettono al centro le esigenze di chi li abita, una scelta progettuale che si rispecchia anche nell’arredo.
Pianta piano terra
Pianta primo piano
Prospetto ovest
Prospetto sud
In pianta la distribuzione degli spazi è dettata dalla presenza centrale del giardino d’inverno che separa l’area living da quella notte, estesa su due piani. Le finestre sono di dimensioni diverse per dare movimento ai fronti che si affacciano sul giardino di pertinenza, in cui si è cercato di mantenere quante più essenze di alberi e sfruttare il loro ombreggiamento. Il giardino si sviluppa su più livelli, con terrazzamenti realizzati ad hoc per poter creare dei passaggi e dei camminamenti, perimetrati da profumate piante perenni.
_in dettaglio...________ La casa è stata pensata per essere quasi una Passive House. La struttura portante è realizzata con il sistema balloon frame, completamente in legno, con travi dei solai a vista di color rovere naturale. Gli impianti sono a pavimento (riscaldamento e raffrescamento) ed è presente un sistema di aspirazione forzata, oltre a una pompa di calore alimentata da pannelli fotovoltaici. Le acque piovane, che confluiscono in un serbatoio interrato in giardino, sono utilizzate per irrigare il verde. I prospetti sono molto puliti, finiti a intonaco color antracite sulla maggior parte della superficie, a parte sui due portici, quello d’ingresso e della zona giorno, dove il colore si schiarisce di due tonalità. Le aperture sono volutamente di dimensioni e forme diverse, in particolare sul prospetto ovest dove le bucature formano quasi una texture. Gli infissi sono in PVC nero, tranne il portoncino d’ingresso che è in legno, verniciato color verde smeraldo. I pavimenti di tutta la casa sono in resina, fatta eccezione per una piccola porzione antistante una stufa in ghisa dell’Ottocento, dove è stata affogata una lastra di lamiera. I camminamenti esterni sono stati realizzati mediante pianelle recuperate dalle capanne preesistenti, tagliate a metà sul lato lungo e posate a spina di pesce; anche il sentiero che attraversa il prato è costituito dal materiale delle vecchie scale dell’edificio demolito.
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_due parole con la progettista________ L’arch. Paola Carassai, con studio nel centro storico di Civitanova Alta, una frazione di Civitanova Marche, lavora con il papà, geometra dello studio, “sfruttando” la sua esperienza ormai assodata e collaborando con altre figure professionali per i lavori più complessi. Lo studio nasce nel 2012, sperimentando e facendo esperienza da subito in cantieri di diverso genere, dal recupero sismico alla progettazione architettonica, dal design di interni all’ampliamento di edifici industriali, sino alla progettazione del verde e di spazi aperti. Tutti i progetti sono caratterizzati da un’attenzione alla sicurezza sismica, vivendo in una zona ad alto rischio, all’integrazione tecnologica con strategie ambientali e climatiche, al fine di realizzare edifici a basso impatto ambientale. Cosa ha significato per lei progettare e costruire questa casa in legno, dove tradizione e innovazione si incontrano? L’idea era di realizzare un progetto innovativo per la zona, sia a livello architettonico sia prestazionale, impiegando sistemi che, ancora troppo timidamente, stanno prendendo piede in un territorio radicato e conformista. Questo progetto mi ha dato quindi la possibilità di sperimentare diverse tipologie progettuali, conosciute durante i miei periodi di studio/lavoro all’estero, in Germania, in Olanda e anche in Giappone, come, ad esempio, i canali di gronda incassati, molto utilizzati in Olanda, o gli spazi minimali e di piccole metrature, come accade in Giappone. Progettare e realizzare una casa interamente in legno è stata per me una prima e positiva esperienza e spero di riuscire a divulgare questo tipo di struttura, sia perché il pianeta ha bisogno di costruzioni sempre più passive e a basso impatto ambientale, sia perché vivere in una casa di legno fa bene all’umore, alla salute e dà un senso di sicurezza, anche in caso di un evento sismico importante, come quelli che spesso accadono nella nostra Regione.
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Foto: ©Vanessa Illi
In questa abitazione l’architettura si fonde con l’interior design, le forme e volumi con i colori, le funzioni con il comfort… L’architettura non può più essere l’espressione di un singolo architetto che vuole lasciare il segno. L’architettura, a mio avviso, deve essere l’espressione più intima di chi vivrà quel luogo; i materiali, le forme, i colori e gli spazi possono e devono emozionare, dando un senso di benessere a chi abita gli spazi. La funzionalità è molto importante, così come il comfort e l’emotività che scaturisce un determinato progetto.
Foto: ©Vanessa Illi
In queste pagine, viste della zona notte, del giardino interno con la scala e il lucernario che lo illumina, e dei bagni.
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Copertura 1 tegola 2 canale di gronda 3 membrana bituminosa (4,5 mm) 4 tavolato di chiusura in pannelli multistrato di pino francese (15 mm) come rinforzo e controventatura 5 barriera al vapore 6 travi in abete massiccio KVH® (80x160 mm) con lana minerale interposta 7 doppio strato di lana di roccia (80+80 mm) a diversa densità 8 freno al vapore 9 nastro forato in acciaio al carbonio con zincatura galvanica (40 mm) 10 tavolato di chiusura in pannelli multistrato di pino francese (15 mm) come rinforzo e controventatura, fissato con nastro forato 11 tavolato di abete rosso maschiato (25 mm) 12 trave di bordo in legno lamellare 13 trave portante in legno lamellare
Parete 1 trave radice in legno di larice 2 membrana antiradice elastoplastomerica impermeabile 3 rivestimento esterno in intonaco 4 supporto rivestimento (1,5 mm), rete portaintonaco e malta (6-7 mm) 5 cappotto esterno in lana di rocca (80 mm) 6 pannelli multistrato di pino francese (15 mm) come rinforzo e controventatura 7 barriera al vapore 8 travi in abete massiccio KVH® (80x160 mm) con lana minerale interposta 9 doppio strato di lana di roccia (80+80 mm) a diversa densità per isolamento telaio in legno 10 piastra di ancoraggio (hold-down) 11 freno al vapore 12 pannelli multistrato di pino francese (15 mm) come rinforzo e controventatura 13 controparete in legno (montanti 60x45 mm) per passaggio impianti 14 lastra in gesso (12,5 mm) rivestito ad alta resistenza meccanica, acustica e al fuoco, rasata, stuccata e pitturata
A sinistra, le fondazioni dell’edificio con vespaio areato e, a destra, posa della struttura a telaio in legno su trave radice impermeabilizzata.
L’ossatura lignea della casa al piano terra e al piano primo con vista sul tetto. La struttura del solaio interpiano e di copertura rimane a vista.
A sinistra, realizzazione del portico esterno, attiguo al soggiorno: si notino le nastrature in corrispondenza dei controventamenti di chiusura del telaio in legno. A fianco, la costruzione delle contropareti per il passaggio degli impianti al primo piano.
Scorci a confronto: la struttura in legno chiusa e nastrata a sinistra; a destra, la stessa struttura completata.
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Federica Cornara
Villa singola
Foto: ©Marlegno
Cisano Bergamasco
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Foto: ©Marlegno
L’angolo nord ovest della casa. Le scure cornici esterne che sottolineano alcune aperture vetrate movimentano la facciata e contrastano con i colori dei prospetti e degli infissi.
Foto: ©Marlegno
Ampie vetrate caratterizzano il fronte sud con la zona giorno e le camere al livello superiore.
Ubicazione: Cisano Bergamasco (BG) Progetto architettonico: arch. Federica Cornara, Lecco Strutture: ing. Fernando Pizzarelli, Trescore Balneario (BG) Direttore lavori: arch. Federica Cornara Impianto idraulico: Idraulica FAI, Grumello del Monte (BG) Impianto elettrico: Bunny Impianti, Curno (BG) Appaltatore struttura legno: Marlegno srl, Bolgare (BG) Appaltatore opere edili: Loda Costruzioni s.r.l. Date lavori: 28 agosto 2020 (inizio posa struttura in legno) – 22 dicembre 2020 (consegna casa) Superficie utile: 142m2 VEDI GALLERY COMPLETA
Prefabbricazione tailor-made Dall’analisi del contesto e del lotto, oltre che dalle esigenze della committenza, prende vita questa casa in legno prefabbricata e “cucita” su misura per i suoi proprietari. Il punto di partenza per lo sviluppo del progetto dell’abitazione è stato fornito proprio dall’area di intervento che presentava una configurazione stretta e profonda e che ha permesso di ottenere spazi per gli ambienti interni generosi e funzionali, dislocati su due livelli. In dettaglio, al piano terra trovano posto la zona living con un ampio soggiorno, una cucina, uno studio, l’area dedicata ai servizi e ai locali tecnici e il box auto, mentre il piano superiore ospita la zona notte con le tre camere, di cui una padronale, e i bagni. Tutte le stanze godono di un’ottima illuminazione grazie alla presenza di grandi vetrate, alcune delle quali sono fisse poiché sono state pensate come cornici di quadri che, al variare delle stagioni, mostrano viste sempre diverse. Per rafforzare ulteriormente questo concetto progettuale, all’esterno si è deciso di realizzare attorno ad alcune aperture vetrate dei profili di colore grigio antracite che contrastano con le tonalità chiare dei telai degli infissi e della facciata. I serramenti sono inoltre dotati di frangisole orientabili, così da consentire la regolazione delle luci e delle ombre durante l’intero arco della giornata e, soprattutto, in base all’alternarsi delle stagioni. Come già accennato in precedenza, la casa è stata costruita con la tecnologia della prefabbricazione in legno, in virtù del fatto che tale scelta ha permesso di ridurre i tempi di realizzazione e, in particolar modo, di utilizzare materiali che rispondessero concretamente a criteri di sostenibilità ambientale. Tali principi sono stati condivisi prima e resi possibili poi grazie al continuo e costruttivo confronto con i committenti, i quali fin da subito hanno mostrato disponibilità all’impiego di nuove tecniche e tecnologie al fine di raggiungere il risultato atteso.
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Foto: ©Marlegno
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Foto: ©Marlegno
Foto: ©Marlegno
Alcuni scorci dell’abitazione. Il lotto, stretto e lungo, ha determinato lo sviluppo longitudinale dell’impianto planimetrico.
BAGNO 5.48 m²
CAMERA 12.65 m²
CAB. ARMADIO 5.85 m²
A
BALCONE A
DIS. 4.35 m²
BALCONE
CAMERA 18.17 m²
CAMERA 12.62 m²
BAGNO 8.11 m²
Pianta primo piano
SOGGIORNO 35.48 m²
A
A
h. 274
INGR.
PORTICO RIP. CUCINA 11.50 m²
SCALA
DIS. STUDIO
BAGNO
LAVANDERIA 9.40 m² BOX 49.40 m² LOC. CALDAIA 8.14 m²
Pianta piano terra
Prospetto est
Prospetto ovest
Prospetto sud
Prospetto nord
_la struttura________ L’abitazione è stata realizzata con pareti perimetrali in legno PEFC lamellare a telaio riempito con fibra di legno e tamponato su entrambi i lati con pannelli in legno OSB privo di formaldeide. All’esterno la struttura lignea è coibentata con fibra di legno, mentre all’interno presenta una contro parete per il passaggio impianti. Le pareti sono fissate alle fondazioni tramite staffe in acciaio zincato e la giunzione tra di loro è di tipo meccanico con viti a elevate prestazioni, previo posizionamento di sigillatura per la tenuta all’aria. Il primo solaio è costituito da pannelli in legno lamellare, certificato PEFC, strutturati da tavole incrociate e lasciato a vista. La copertura è composta da pannelli prefabbricati in legno a telaio isolati con fibra di legno.
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Foto: ©Marlegno
Interno della zona living, open space, con le vetrate di grande respiro che si aprono sull’esterno.
_due parole con il costruttore________ Marlegno si occupa di ogni progetto, curando nel dettaglio ogni fase, dalla progettazione alla prefabbricazione fino alla consegna chiavi in mano e ai servizi post-vendita. Oltre alle case in legno, l’azienda costruisce grandi edifici in legno sin dal 2000 e, secondo principi di economia circolare, utilizza solo legno proveniente da foreste certificate PEFC, quale materia prima naturale riutilizzabile e riciclabile. La vision è condivisa da un team di oltre 100 esperti che in tutte le fasi produttive garantiscono standard qualitativi altissimi per prestazioni ottimali e che in differenti unità di business lavorano in sinergia per sviluppare progetti su misura dove sostenibilità, sicurezza e tecnologia sono sinonimi di un’innovazione attenta e responsabile. Cosa significa realizzare abitazioni prefabbricate in legno a telaio? Questa villa è realizzata in bioedilizia in legno con cura e professionalità, grazie all’esperienza ventennale dell’azienda nel settore, poiché qualità, tecnologia e sicurezza sono le linee guida della nostra progettazione esecutiva e della nostra prefabbricazione. All’interno del nostro stabilimento produttivo, infatti, realizziamo e assembliamo ogni elemento strutturale ponendo la massima attenzione a ogni dettaglio, per assicurare un risultato eccellente. Il nostro legno proviene unicamente da foreste certificate PEFC, garanzia di una gestione sostenibile, che mira alla salvaguardia dei boschi e dell’ambiente naturale.
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_due parole con la progettista________ Dopo la laurea in architettura presso il Politecnico di Milano, Federica Cornara ha maturato inizialmente la sua esperienza in piccoli studi tecnici, dove ha avuto la possibilità di seguire in prima persona tutto l’iter progettuale delle costruzioni realizzate. A oggi l’architetto collabora con uno studio di architettura ed è coordinatore di un team di progetto che si occupa di architettura integrata e progettazione di edifici complessi. Quali difficoltà ha affrontato e quali sono stati i vantaggi nel progettare questa casa con una struttura in legno? La difficoltà principale nell’affrontare questo progetto si è identificata nel coniugare le richieste e le esigenze del cliente con un budget definito e tempistiche di costruzione molto strette. Affrontare la fase cantieristica con le incertezze delle costruzioni tradizionali non avrebbe consentito di raggiungere i target richiesti in termini di tempo e, soprattutto, ci avrebbe esposto a possibili variazioni impreviste del budget. Optare per una casa prefabbricata in legno ha consentito di consegnare l’edificio entro i termini stabiliti e soprattutto con un costo definito e bloccato già prima di iniziare le opere. Inoltre, grazie all’elevato grado di prefabbricazione, le finiture e le fasi più delicate della costruzione sono potute avvenire in stabilimento in un ambiente controllato e per mano di operatori altamente specializzati. Il tutto si è tradotto in una qualità molto elevata della costruzione difficilmente raggiungibile con tecnologie tradizionali.
Una scaffalatura separa la zona pranzo dal soggiorno, lasciando l’occhio libero di osservare lo spazio nella sua interezza, come quello che si apre a destra sulla cucina.
Foto: ©Marlegno
Può darci una sua personale definizione del materiale “legno”? Ho sempre amato e amo il legno in tutte le forme, dimensioni e coniugazioni. È un materiale strutturale, ma al contempo molto più caldo e accogliente rispetto all’acciaio o al calcestruzzo. È sostenibile perché nelle costruzioni solitamente si utilizzano solo materiali certificati e derivanti da foreste gestite con l’obiettivo di preservarne la durata e la biodiversità. È un materiale unico e di design che permette di avere ambienti confortevoli e con sfumature sempre differenti, grazie alle diverse essenze disponibili in natura.
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Copertura, dall’esterno - manto di copertura in lamiera grecata - listone di fissaggio manto di copertura (40x40 mm) - listone di ventilazione (40x60 mm) - lastra OSB (12 mm) - telo impermeabile traspirante - pannello di DWD (16 mm) - isolante in fibra di legno (240 mm) e struttura portante in legno - freno vapore - pannello multistrato in legno di abete (19 mm) Parete, dall’esterno - rasatura ai silicati - cappotto in fibra di legno (60 mm) - pannello OSB (12 mm) - parete a telaio con traverse pilastri (600x1600 mm) con interposizione pannelli in fibra di legno (40+40 mm) - pannello OSB (12 mm) - freno al vapore - controparete lignea (48 mm) per passaggio impianti isolata con fibra di legno (40 mm) - lastra in fibragesso (12,5 mm) - lastra in cartongesso (12,5 mm) Solaio interpiano, dall’estradosso - pavimentazione interna (15 mm) - riscaldamento radiante e pavimento + caldana (100 mm) - massetto copri impianti (120 mm) - barriera - solaio in legno lamellare sdraiato (140 mm) a vista di colore bianco 1 2 3 4
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guarnizione trave in legno lamellare (160x200 mm) guarnizione di tenuta all’aria piatto premontato con dado saldato e chiodi anker
Fasi di realizzazione della casa. La struttura intelaiata prefabbricata delle pareti, del primo solaio e della copertura sono innalzate con una gru e poste in opera mediante fissaggi con hold-down, piastre e viti. Ogni dettaglio, dalla tenuta all’aria sino all’installazione degli impianti, è stato curato con grande attenzione.
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Rocco Borromini
AG House
Foto: ©Photo Marcello Mariana
Sondrio
Foto: ©Photo Marcello Mariana
La facciata di ingresso ampiamente vetrata.
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Foto: ©Photo Marcello Mariana
Le capriate del portico con catene in acciaio lasciano il timpano vetrato completamente libero.
Ubicazione: Provincia di Sondrio Progetto architettonico: arch. Rocco Borromini, Sondrio Strutture: ing. Nicola Perregrini, Sondrio Direttore lavori: arch. Rocco Borromini Impianto idraulico: Termoidraulica Azzalini Date lavori: 2017 Superficie utile: 120 m2
Tradizionalmente contemporanea Sul versante Retico delle Alpi Valtellinesi, su un lotto che gode di un’ottima posizione panoramica da tutti i fronti, sorge l’abitazione di una giovane coppia che rimanda alla caratteristica architettura dell’arco alpino con la sua immagine quasi archetipica. Il rapporto con il paesaggio e il richiamo alla tradizione nell’uso dei materiali sono stati, infatti, gli elementi chiave e il punto di partenza del progetto. Uno dei temi formali dell’edificio si ritrova, innanzi tutto, nel cercare di connettere la nuova edificazione a un manufatto preesistente, un’esigenza a cui si è sopperito creando un’intelaiatura che in parte coprisse la parte già costruita e che, allo stesso tempo, fungesse da ossatura portante per la copertura. È stata quindi realizzata, sul lato sud, una struttura a pilastri su due livelli che sorregge il tetto con un susseguirsi di capriate e che, grazie a una serie di catene d’acciaio, ha permesso al timpano della facciata di ingresso di sostenersi autonomamente, pur completamente svuotato, così da lasciar spazio alle grandi vetrate che incorniciano bellissimi scorci delle montagne circostanti. L’orditura di tale ossatura è completamente realizzata in legno di rovere massiccio, scelta che ha fatto aumentare le dimensioni di travi e pilastri ma che ha conferito all’insieme una matericità eccezionale. Il risultato è un volume compatto, di grandi dimensioni, la cui struttura a pilastri in legno fuoriesce dalla casa a formare un portico, in una continuità che segue la forma dell’edificio. I fronti est e nord sono stati rivestiti in pietra locale a spacco, così come la parte preesistente del fronte sud. All’interno l’ambiente è quasi totalmente aperto, molto pulito e luminoso – lo spazio tra i pilastri a sud ovest garantisce una penetrazione di luci e ombre nei mesi invernali per buona parte della zona giorno – ed è caratterizzato dall’alternarsi di legno massiccio e pareti bianche. Entrando dal giardino, attraverso l’ampia vetrata libera, si incontra la zona pranzo e living dalla doppia altezza che si estende sopra il soppalco al di sotto del quale trovano posto la cucina, una camera e un bagno. Le poche divisioni opache hanno consentito di avere diverse angolazioni di visuale sulle aperture panoramiche a tutta altezza.
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Foto: ©Photo Marcello Mariana
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Foto: ©Photo Marcello Mariana
Foto: ©Photo Marcello Mariana
Vista dal soppalco con la struttura della copertura in legno e catene di acciaio e due scorci della zona giorno open space.
Sezione
Prospetto ovest
Prospetto est
1.65
0.30
2.40
2.84
Prospetto sud
strada
Prospetto nord
Foto: ©Photo Marcello Mariana
Foto: ©Photo Marcello Mariana
Dettagli del prospetto sud e nord dell’abitazione.
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_due parole con il progettista________ Lo studio dell’architetto Rocco Borromini nasce nel 2006 coltivando una grande passione per il bello. Per l’architetto la bellezza, come dice Benedetto Croce: “… non è un fatto fisico, non ha nulla a che vedere con l’utile, il piacere, il dolore, l’etica, non è oggetto di conoscenza concettuale”, accomuna tutti o almeno tutti coloro che hanno la fortuna di essere toccati da essa, “è ... ciò che produce uno stato d’animo libero da ogni interesse pratico o logico, un’impressione espressa in un’immagine pura, un oggetto di intuizione… che dà consistenza e unità al sentimento”. Il sentimento è quello di un bambino, di un anziano, di un occidentale, di un orientale, è rispetto per la storia, è voglia di esplorare, è cercare di capire, è la cura nei dettagli, è il profumo del legno, è nelle cose piccole e grandi, è nei ricordi e ovviamente deve essere in quello che John Ruskin chiama “il luogo della pace…”, la propria casa. Quali sono stati i vantaggi nell’impiegare una struttura in legno per recuperare il manufatto esistente? Il legno impiegato come elemento strutturale nel recupero del patrimonio costruito ha molteplici vantaggi, primo fra tutti la leggerezza che, come in questo caso, ha permesso di sopraelevare una struttura esistente senza eccedere nei carichi. Ha inoltre la caratteristica di poter essere prefabbricato, lasciando alla fase di cantiere il solo assemblaggio delle parti e dando certezza dei tempi di esecuzione. Ha anche la possibilità di fungere, come in questo progetto, da elemento sia strutturale sia estetico e, a differenza di altri materiali, il risultato estetico del palesarsi delle strutture risulta attinente anche al recupero più conservativo.
Foto: ©Photo Marcello Mariana
Può darci una sua personale definizione del materiale “legno”? Il legno è senza dubbio il più vivo dei materiali da costruzione e si fa percepire morbido e accogliente, anche se utilizzato con estrema rigidezza formale.
Foto: ©Photo Marcello Mariana
La cucina collocata sotto il soppalco e l’area pranzo a doppia altezza.
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Fasi di cantiere. La muratura del manufatto esistente è stata recuperata e rinforzata ed è stata coperta da un tetto in legno, supportato da una fitta serie di pilastri in legno di rovere dallo spessore maggiorato che proseguono fino al portico sul lato ovest. La trave reticolare in legno segna il limite degli ambienti interni, lasciando il passo alle capriate del portico con catena in acciaio. Parte dell’edificio è rivestito in pietra locale a spacco a richiamare la finitura della preesistenza.
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Studio Apostoli
Green Lodge Terme Preistoriche
Foto: Studio Alessandro Romagnoli
Montegrotto Terme
Foto: Studio Alessandro Romagnoli Foto: Studio Alessandro Romagnoli
Maestosi alberi di castagno, platano e altre essenze autoctone si insinuano attraverso lo spessore dei portici e all’interno degli edifici rivestiti in tavole di larice.
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Foto: Studio Alessandro Romagnoli
Ubicazione: Montegrotto (PD) Progetto: Studio Apostoli General Contractor: Wolf System Srl Campo di Trens (BZ) Struttura in legno: Wolf Haus, Campo di Trens (BZ) Lavori: 2022 Superficie costruito: 615 m2 (case) – 370 m2 (passerelle) Superficie lotto di intervento: ca. 1500 m2 VEDI GALLERY COMPLETA e VIDEO
Lodge del benessere Un concept nel pieno rispetto del territorio e delle sue preesistenze: questo è il programma progettuale dei Green Lodge del complesso Terme Preistoriche Resort & Spa, che nascono per essere un manifesto di ospitalità wellness a emissioni zero. Un complesso di sei suite inserite in quattro volumi a palafitta in legno, che si raccordano tra loro grazie a un sistema sollevato di rampe, passerelle e terrazze accessibili e che includono una villa storica recuperata, la settima e più ampia in termini di offerta all’interno di questa iniziativa imprenditoriale. Le nuove costruzioni e gli spazi esterni sono sostenuti da 160 micropali, al fine di rispettare le radici degli alberi secolari di cui il progettista ha voluto una mappatura precisa prima di tracciare qualsiasi ipotesi progettuale. L’architetto, infatti, già intervenuto in Terme Preistoriche qualche anno fa per realizzarne il centro benessere sensoriale e innovativo, racconta che la prima mossa è stata quella di capire dove posizionare i lodge, senza che questo significasse abbattere le piante che costellavano il lotto, integrandole anzi direttamente negli edifici. I lodge sono quindi plasmati sulla morfologia del terreno e sono scavati dai tronchi, visibili al loro interno grazie a sistemi a vetrata. È pertanto la natura che modula l’architettura e ne suggerisce la vocazione sostenibile; oltre alla loro particolare collocazione e dialogo con il verde, i lodge sono realizzati mediante tecnologia costruttiva prefabbricata in legno e materiali ecocompatibili, avvolti da un rivestimento in listelli di larice e dotati di un sistema di riscaldamento alimentato direttamente con acqua termale. La loro emissione di CO2 pari a 0 è uno dei tasselli principali del loro concept orientato al benessere, che va dall’attenzione all’ambiente alla persona. All’interno delle suite – ognuna in una nuance diversa, con una palette studiata per infondere relax e armonia – gli ospiti possono vivere un’esperienza di soggiorno a contatto con il parco circostante, sia attraverso le ampie vetrate dell’involucro e le terrazze di pertinenza, sia grazie ai patii interni vetrati che preservano gli alberi secolari.
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Foto: Studio Alessandro Romagnoli
Blocco 2
Blocco 3
Blocco 4
Blocco 1
Planimetria Piano Terra
N
Prospetto sud – ovest Blocco 4+3 Sezione A-A Blocco 1
_la struttura________ Il sistema a palafitta caratterizza la struttura di tre dei quattro Green Lodge; i volumi sono sollevati da terra mediante un fitto tracciato di pali in acciaio infissi al suolo che sorregge anche percorsi, passerelle e terrazze aperte. Le travi a I che poggiano sui pali creano la separazione dal terreno e portano i solai in legno a elementi degli edifici, il cui ancoraggio è avvenuto tramite chiodatura – l’infissione dei chiodi provoca la saldobrasatura del chiodo all’interno dell’acciaio, così che resista sia a taglio sia a trazione. Alle travi in acciaio sono fissati anche i parapetti in acciaio color antracite e vi è appoggiata la pavimentazione esterna di tavolato in legno di larice antiscivolo. Il quarto lodge si distingue per il rivestimento esterno in pietra e intonaco, per il manto di copertura in coppi e, a livello strutturale, per la presenza di un piano interrato in cemento armato; i solai fuori terra, il tetto a falde e le pareti sono realizzati con struttura prefabbricata in legno. Le ampie terrazze calpestabili delle suite presentano vasche idromassaggio d’acqua termale, utilizzata anche a servizio del riscaldamento a pavimento delle unità abitative.
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Foto: Studio Alessandro Romagnoli
Il parquet di tipo industriale in rovere definisce la superficie delle camere e asseconda la filosofia dell’impatto zero. L’albero attraversa la stanza passando dentro un volume vetrato e aerato dall’alto e dal basso.
_due parole con il costruttore________ Facente parte del gruppo Internazionale Wolf System fondato nel 1962 in Austria che conta oggi 30 sedi in tutto il mondo, Wolf Haus Italia è specializzata nell’impiego dei propri sistemi costruttivi sia nella costruzione di edifici residenziali mono o multipiano sia nella realizzazione di strutture destinate a servizi per la collettività, grazie alla capacità di sviluppare e ingegnerizzare ogni singolo progetto. Il sistema costruttivo prefabbricato misto legno-acciaio consente di aumentare il numero di piani e le dimensioni dell’edificio e, allo stesso tempo, di costruire progetti speciali con caratteristiche uniche, conservando tutti i vantaggi garantiti dalla prefabbricazione: travi e pareti sono disegnate in ogni dettaglio, tagliate e preparate in stabilimento, lasciando al cantiere solo la fase di assemblaggio e la realizzazione degli impianti e finiture. Gli standard di comfort e risparmio energetico misurabili del protocollo Wolf Haus Energia Più, insieme alle certificazioni antisismiche e antidanno, alla velocità di esecuzione e al basso impatto ambientale, rendono questi edifici altamente performanti e con bassi costi di gestione. Quali sono state le caratteristiche peculiari di Green Lodge in fase di progettazione strutturale e nella gestione del cantiere? Per il progetto di Green Lodge abbiamo fatto da General Contractor; dalla progettazione alla messa in opera delle fondazioni in micropali, così come di quella in cemento armato, all’esecuzione di scavi, la ricostruzione del volume preesistente, fino alla costruzione dei lodge in legno a telaio, compresa la realizzazione di impianti e finiture. I Green Lodge di Terme Preistoriche sono stati costruiti all’interno di un bosco, con un accesso al cantiere non semplice, tutte le lavorazioni sono state svolte senza l’utilizzo della gru. Per gestire al meglio le fasi di trasbordo e montaggio di pareti e solai, eseguite con piccoli mezzi, abbiamo agito già in fase di progettazione esecutiva: abbiamo scelto di progettare e prefabbricare elementi piccoli, che fossero facili da movimentare in uno spazio così delicato. La flessibilità del sistema costruttivo e la preparazione dei nostri tecnici, unita alla professionalità delle squadre di montatori, hanno garantito un ottimo risultato. Abbiamo lavorato con lo studio di progettazione per ottenere il massimo in termini compositivi ed energetici, applicando quindi le nostre competenze e ottenendo corpi di fabbrica leggeri, tecnologici e fortemente orientati al futuro dell’ospitalità alberghiera.
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_due parole con il progettista________ Studio Apostoli è una società di progettazione multidisciplinare che opera nell’ambito dell’architettura, dell’ingegneria, dell’interior design e del product design e che si pone come “Missione” la declinazione del concetto di Wellness a tutte le opere progettate. Risponde alle nostre domande l’arch. Alberto Apostoli. Come è nata l’idea di realizzare questo edificio con il sistema costruttivo prefabbricato in legno e quali sono stati i vantaggi che avete apprezzato? Come vuole il loro stesso nome, i Green Lodge sono immersi nel parco del complesso Terme Preistoriche Resort & Spa a Montegrotto Terme, tra alberi secolari. Avevamo due obiettivi forti: da un lato, la piena integrazione della struttura nel contesto e nella vegetazione, sia a livello volumetrico sia di materiali impiegati; dall’altro volevamo tradurre il gesto formale in un ‘manuale’ di accoglienza e architettura sostenibile. In questo senso il sistema costruttivo prefabbricato in legno ci ha permesso di conseguirli entrambi: il legno di larice dialoga con gli arbusti, che circondano e penetrano negli stessi lodge, e non aggiunge quindi altri materiali al paesaggio, mentre diventa manifesto ecologico in quanto 100% naturale, riciclabile. Inoltre, ci ha consentito tempi molto rapidi di cantiere e un’estrema facilità di organizzazione dello stesso. Il legno di larice del rivestimento di facciata e delle pavimentazioni, infine, non è trattato e ha una colorazione che si modifica in base all’esposizione solare, con una naturale evoluzione dell’aspetto dei volumi.
Foto: Studio Alessandro Romagnoli
Come si è svolto il cantiere e quali sono state le fasi, secondo il vostro punto di vista, più interessanti? La scelta di strutture per lo più prefabbricate ci ha permesso di gestire il cantiere secondo una modalità snella e veloce, basata su operazioni di ‘collage’. Tutta la parte costruttiva, comprese le finiture, hanno avuto una durata di circa sei mesi a partire dall’inizio: le varie porzioni di pareti – con telaio strutturale e isolante – sono state consegnate già previste dei fori per l’inserimento dei serramenti e cablate con cavi elettrici per il posizionamento delle prese, corpi illuminanti e strumenti tecnologici.
I Lodge, tra i 35 e gli 80 mq, su uno o due livelli, definiscono ambienti fluidi e rilassanti, dove all’illuminazione naturale durante le ore diurne se ne aggiunge una morbida, calda, per i momenti serali e notturni.
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Foto: Studio Alessandro Romagnoli
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Copertura, dall’esterno - ghiaia (80 mm) - manto impermeabile antiradice - coibentazione in pendenza - pannello OSB (18 mm) - struttura portante lignea + lana minerale interposta (200 mm) - freno vapore igrovariabile - tavolato grezzo (25 mm) - cartongesso (12,5 mm) - controsoffitto pendinato (ca. 90 mm) - cartongesso (12,5 mm)
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Solaio pavimento, dall’esterno - pavimento in legno (16 mm) - massetto (60 mm) - alleggerito (170 mm) - pannello OSB ( 18mm) - freno vento - struttura portante lignea + lana minerale interposta (200 mm) - telo vento - lastra in cemento rinforzata per esterni (12,5 mm) - architrave in legno lamellare (200 mm)
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albero esistente micropali trivellati d=90 mm architrave in legno lamellare serramento fisso/apribile struttura portante lignea + lana minerale interposta (120 mm) coibentazione minerale esterna (80 mm) + telo vento rivestimento in larice
A lato e sotto a destra. Micropali trivellati nel terreno sostengono sia i Lodge che le passerelle di collegamento. I solai in legno degli edifici sono rivestiti, nel lato che volge verso il basso, con pannelli in cemento rinforzato che proteggono dall’umidità del terreno.
A fianco e a sinistra. Gli alberi ad alto fusto passano attraverso gli edifici e sono visibili dall’interno tramite pareti vetrate con telaio color antracite.
Per preservare l’integrità del bosco non sono stati eseguiti scavi per le fondazioni e non è stata usata la gru per il trasbordo e montaggio degli elementi prefabbricati in legno.
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Ivano Ludovico
Chiesa Mater Misericordiae Montenero di Bisaccia
L’entrata a sud est con la prima cuspide che richiama la chiglia di una nave rovesciata.
Scorcio della chiesa da nord ovest.
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Il fronte nord est con le lunghe e strette finestre e la seconda cuspide a destra sulla zona presbiteriale.
Ubicazione: Montenero di Bisaccia (CB) Committente: Parrocchia S. Matteo A. e S. Paolo A. Diocesi di Termoli-Larino Mons. Gianfranco De Luca – Vescovo Imprese Esecutrici: Cost Cam & Garden Strutture Legno – Baranello (CB), Amm. Lino Camardo Opere Artistiche: Michele Carafa e Sara Pellegrini Incaricato diocesano per l’Edilizia di Culto: ing. Alessandro Rucci Progetto e D.L. architettonico: arch. Ivano Ludovico Progetto e D.L. strutture: ing. Giuseppe Sciarretta; ing. Attilio Marchetti Rossi Collaudatore in corso d’opera: arch. Giovanni Risolo Coordinatore sicurezza fase progettazione: arch. Ivano Ludovico Coordinatore sicurezza fase esecuzione: arch. Romina Bertazzi Appaltatori struttura in legno: Cost Cam & Garden Strutture Legno Geologo: dott. Gianfranco Sabatino Direttore operativo, consulenza energetica: ing. Paolo Marinucci Collaboratore: geom. Costantino Risolo Direttore tecnico di cantiere: ing. Enzo Bottini Lavori: 2018-2021 Superficie utile aula liturgica: ca. 550 m2 Photo©: ph Giuseppe Zupa; Ivano Ludovico
Conversione ecologica Nata come punto di riferimento per la vita spirituale dei lavoratori e dei tanti turisti che frequentano la zona, la Chiesa Mater Misericordiae di Montenero di Bisaccia – località Costa Verde, sorge in una zona di nuova espansione urbana, vicina al porto turistico Marina Sveva, lungo l’asse dell’antico tratturo che collegava L’Aquila con Foggia. Il percorso che ha portato a definire l’architettura e gli spazi del luogo sacro trova radici in un lavoro faticoso, ma proficuo e di ascolto reciproco con alcuni sacerdoti, con esperti in liturgia, artisti, con abitanti della zona e con amici dello studio di progettazione. L’obiettivo è stato rendere corale la realizzazione di un’opera che ha l’unica pretesa di essere un dono per tutti e di tutti e che non è solo frutto della tecnica costruttiva, o una questione di spazio e di materiali o, ancora, della capacità creativa. Il risultato finale, infatti, è un volume compatto, che dà il senso della stabilità e che evoca la Chiesa come barca della misericordia, metafora inevitabile in un posto di mare come questo. L’insieme delle forme geometriche compositive, non tutte perfettamente complanari, racchiude uno spazio quasi monolitico, ma dinamico, che converge verso due punti ideali di cuspide: uno in facciata e l’altro nell’abside, come fosse una chiglia rovesciata. L’altro leitmotiv del progetto è stato quello dei materiali. Il team di progettazione ha posto particolare attenzione alla loro scelta, come anche al risparmio energetico, all’acustica e alla luce, all’utilizzo di fonti energetiche alternative, al riciclo dell’acqua piovana, prendendo spunto, oltre che da una sensibilità professionale, anche dalla ricerca di quella “conversione ecologica” e di quella “ecologia umana” che tutti gli ultimi pontefici hanno auspicato. È stato dunque realizzato uno spazio libero, alto e orientato, fatto di percorsi invisibili e di opere che dialogano, uno spazio a servizio dell’azione liturgica il cui vuoto è carico di attesa, in cui l’uso del legno – sia per le parti strutturali sia per le pareti e solai – e della canapa come isolante ha reso di fatto questo edificio un cantiere sperimentale per il territorio e una notevole sfida per tutti: committente, professionisti e imprese realizzatrici dell’opera.
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La chiesa da nord est, dal lato della sacrestia e degli uffici, e dettagli delle facciate caratterizzate da piani non tutti complanari.
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progetti
parcheggio <interno> +0.30 area carrabile
<
ingresso preparazione fiori ingresso carrabile> ingresso preparazione fiori
marciapiede
<
terrazzo +0.45
CAMERA
SACRESTIA
<credenza
<ingresso esterno alla sacrestia
preparazione fiori
<abside>
ANNESSI
<ingresso esterno alla sacrestia
<presbiterio>
+0.45
<evangelario
SALA <P+K>
>
altare
alla sacrestia
ambone
sede
cero>
disimp.
locale tecnico
<ingresso locale tecnico
area verde
terrazzo <
<ingresso esterno ufficio
ingresso
coro <ingresso> 1°piano
uscita di sicurezza>
<vuoto> <ingresso esterno annessi
marciapiede
marciapiede
vano scala
CAMPANILE alla sacrestia>
<assemblea>
campanile
<ingresso campanile
custodia eucaristica
CAPPELLA> S.SACRAMENTO
area verde
CHIESA
campanile luce> perenne
<assemblea>
CAPPELLA
CHIESA
area verde
<panca>
immagine mariana
<ingresso laterale aula liturgica
+0.60
AULA LITURGICA
<uscita di sicurezza ingresso laterale
marciapiede
<assemblea>
<assemblea>
via crucis>
<
uscita di sicurezza>
candelabro
<
rampa di accesso <
diversamente abili
fonte acquasantiera
<
O <panca>
<olii sacri
<libro parola
icona> figliol prodigo
S
bussola ingresso
E
O S
N
bacheca>
porta
<vasca
<1 penitenzieria 2>
E
<portale>
marciapiede +0.00
+0.12
SAGRATO
SAGRATO
+0.60
Pianta piano terra
Pianta primo piano
Prospetto sud est
Prospetto sud ovest
Prospetto nord est
Prospetto nord ovest
+0.15
Pianta copertura
Geometrie e dimensioni La chiesa è racchiusa in un rettangolo delle dimensioni di 18x35 m e presenta un’altezza variabile da 6.75 m a 10.22 m del lato ovest sino a 7.67 m del lato nord, 16.85 m delle cuspidi e della facciata anteriore e 12.48 m del prospetto posteriore. Ancora da costruire, il campanile, a base triangolare, con i lati lunghi 3.00 e 4.00 metri, si staglierà per un’altezza di 25 m (con cuspidi a m 19, 22 e 24 a salire); tra il campanile e la chiesa, inserita in continuità con gli annessi, è stata posta la cappella del SS. Sacramento concepita come volume unico. Mentre la sacrestia/uffici, che si sviluppa su due livelli, avvolge lo spigolo nord ovest con un’altezza di 6 m. In termini di superfici la chiesa occupa quasi l’intera orma dell’ingombro (ca. 550 m2), la cappella del SS. Sacramento e gli annessi occupano rispettivamente una superficie di 14 m2 e di 180 m2, suddivisi equamente tra piano terra e primo. Rispetto ai piani già costruiti, quali il marciapiede e il percorso pedonale articolato con piazzole tonde e collegamenti rettilinei, tutto il complesso è posto ad un’altezza di 45 cm; lo spazio assegnato al sagrato, 185 m2, asseconda la circolarità della piazzola antistante il lotto, superando il dislivello mediante tre gradini semicircolari e una rampa per disabili che costeggia il lotto lungo il lato sud.
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Vista dall’altare dell’aula liturgica a navata unica. In fondo, sulla penitenzeria, la croce in legno sbiancato costruita dagli operai con tavole di recupero durante i lavori.
Essere sostenibile La chiesa è orientata sul lotto affinché il vento e la pioggia provenienti da nord non influiscano negativamente sul comfort interno, grazie anche alle facciate e alla falda di copertura dall’aspetto minimale; protetta dalle abituali intemperie, l’entrata è posta a est, mentre la falda più estesa e l’affaccio maggiormente vetrato guardano a sud. Ciò impedisce dispersioni termiche dalle superfici trasparenti e permetterà inoltre di posare in copertura un impianto fotovoltaico da 20 kWp. Visto il clima temperato e l’orientamento est-ovest, i prospetti a sud sono adeguatamente schermati mediante brise soleil su alcune vetrate e, soprattutto, con la piantumazione di alberi caducifoglie, cosicché la radiazione solare possa penetrare in inverno ed essere ostacolata in estate, ottimizzando i guadagni termici e l’ingresso della luce, massimizzata dalla presenza di tunnel solari. Per impedire stratificazioni d’aria calda nella parte alta degli ambienti interni e per coadiuvare il movimento dell’aria stessa, sono stati inseriti dei canali con aperture sia verso il pavimento sia sul soffitto, ottenendo un effetto camino che, quindi, ne consente l’espulsione naturale in alto. Il riscaldamento/raffrescamento e l’ACS – questa prodotta da un accumulatore a pompa di calore coadiuvato da un collettore solare termico – rimandano a un unico vettore energetico, l’energia elettrica, generata dal fotovoltaico da installare in futuro, sfruttando appieno la produzione in loco per coprire i bisogni energetici ed evitando in tal modo l’emissione di CO2 e di gas climalteranti. Le acque meteoriche, recuperate e immagazzinate in una cisterna, saranno utilizzate per irrigare le aree verdi circostanti l’edificio e, dopo trattamento, per alimentare gli scarichi sanitari e/o le lavatrici.
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progetti
_due parole con il progettista________ Laureato in Architettura a Firenze, l’arch. Ivano Ludovico, nel 2002/03 partecipa al Master Universitario post laurea di 2° livello in Progettazione ed Adeguamento di Chiese istituito dall’Università degli Studi di Roma La Sapienza – Facoltà di architettura Valle Giulia in collaborazione con la Conferenza Episcopale Italiana. Il corso di alta formazione culturale e professionale gli consente di approfondire competenze professionali sulle tematiche della progettazione, dell’adeguamento tipologico, statico, artistico di edifici ecclesiastici, della gestione del processo realizzativo e dell’iter amministrativo. Ci può descrivere più in dettaglio il progetto planivolumetrico di questa chiesa? Conoscendo il territorio, la vita che caratterizza quel luogo, la vicinanza con il porto turistico, le persone che lo abitano e scoprendo il costruito nuovo e vecchio, abbiamo cercato di afferrare le invisibili trame che sono presenti in un sistema complesso, sociale, culturale e architettonico che costituisce la base delle relazioni. L’aspetto formale-costruttivo della facciata è la sintesi dell’iconografia della Madonna della Misericordia a cui la chiesa è dedicata. Quell’immagine è stata generativa dell’idea: una chiesa che accoglie con una facciata che si dispiega generando linee e superfici che per affinità tendono verso il presbiterio, racchiuso da un arco catenario, visibile solo dall’interno, e che attraversa una parete inclinata sostenuta da una quinta leggermente absidata. All’interno il volume è disegnato come una sezione rovesciata di una barca dove la chiglia solca il cielo con le travi lamellari della struttura portante che nello svolgersi rimarca e sottolinea i punti di passaggio dei piani non complanari della copertura. La struttura è sostenuta, nell’aula liturgica, da un unico pilastro polilobato in acciaio. La pianta della chiesa è a navata unica e comprende la cappella del SS. Sacramento, connotata da un piccolo arco catenario suddiviso in mezzeria da un pilastro lobato a unire simbolicamente i due luoghi senza soluzione di continuità: aula e cappellina. In alto la chiesa presenta invece una divisione, una linea identificata dalla capriata in lamellare longitudinale che sottolinea la diversa sagomatura strutturale della copertura e delle travi secondarie, di sinistra e di destra. Sui fianchi il volume è segnato da tagli vetrati che seguono la genesi del sole nelle stagioni, meno densi a nord e più intensi e aperti a sud est.
Vista degli interni: a sinistra il fonte battesimale, a destra il presbiterio incorniciato dall’arco catenario in X-lam e la copertura lignea elicoidale. Le opere d’arte presenti in chiesa sono state realizzate da artisti molisani. Michele Carafa per i poli liturgici – pietra e bronzo – e Sara Pellegrini per l’ascensione sulla parete absidale in marmo e pietre di silicio.
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Due scorci dell’aula. Pareti interne rivestite in listelli di legno sbiancati, posizionati in orizzontale e in verticale tra i pilastri “tripartiti”. Struttura di copertura composta da travi centrali, puntoni accoppiati e catene lignee con copertura a listelli della falda svergolata a “elica”.
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progetti
25.50
26.85
16.85
23.95
12.78
16.00
8.45
10.10
10.17
5.95
7.44
+1.10 +0.65
+1.10
+0.60
+0.45
+0.65
+0.60 +0.15
5.67
7.85
7.30
4.15
6.40
8.30
11.80
13.70
16.09
16.85
+0.00
+0.60
+0.45
+0.65 +0.00
Sopra, sezioni longitudinali e trasversali della chiesa. Sotto, struttura lignea primaria della copertura della sagrestia/uffici (a sinistra) e dell’aula liturgica (a destra).
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Sezione longitudinale della struttura lignea della chiesa. Sezione trasversale della struttura lignea della chiesa.
Giunzioni tra pannelli X-lam della struttura.
_la struttura e le finiture________ La struttura portante della chiesa è stata realizzata con sistema in legno a telaio e in pannelli X-lam. Sempre in X-lam sono stati costruiti gli annessi in aderenza alla chiesa, comprese la cappella del Santissimo e la parete absidale inclinata. L’ossatura della facciata principale è in acciaio e legno. I pilastri tripartiti del perimetro della chiesa sono in legno lamellare, mentre sono in acciaio i due pilastri che sorreggono la trave centrale (orizzontale e di colmo) della copertura. Tra i montanti la struttura a telaio in legno è stata coibentata con canapa e protetta da una membrana impermeabile altamente traspirante, chiusa esternamente con lastre di OSB, completata con cappotto termico e finitura con doppia rete e rasatura a spessore. Le falde di copertura sono rifinite con lamiera grecata di alluminio che terminano alla gronda con canali trapezoidali di grande dimensione progettati per raccogliere l’acqua meteorica della superficie del tetto. I discendenti e i pluviali sono stati opportunamente schermati con la stessa lamiera grecata così da sembrare un tutt’uno con le coperture. Sulla soletta di fondazione è stato montato un vespaio aerato, consentendo un passaggio d’aria al di sotto della costruzione che permette anche la fuoriuscita e la dispersione in atmosfera di eventuali gas/radon.
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Le fasi di costruzione della struttura della chiesa. I lunghi montanti verticali in legno lamellare sorreggono la struttura delle capriate di copertura che presenta falde sfalsate e di diversa dimensione e forma. Da notare l’arco curvilineo che immette nella zona del presbiterio.
L’amicizia è la stoffa dell’essere, è ciò di cui la realtà è fatta. Un ringraziamento va a tutti gli operatori che hanno reso possibile la costruzione di quest’opera. In particolare: i capo cantiere – Antonio Chiarullo, Giovino Niro, Gennaro Muttillo Cost Cam: Giuseppe Camardo, ing. Enzo Bottini Garden Legno: Lino Camardo, ing. Pina Ianiero Exenia: Benedetta Piccinino Comune di Montenero-SUE: ing. Giuseppe Morrone Diocesi di Termoli-Larino: S.E. Mons. Gianfranco De Luca e don Gabriele Morlacchetti lo staff tecnico: ing. Paolo Marinucci, arch. Giovanni Risolo, ing. Sandro Rucci artisti: Sara Pellegrini, Michele Carafa e infine un ringraziamento speciale a Giovanni Maddalena, Prof. di Filosofia Teoretica presso l’Università del Molise, perché rende semplici “cose” complicate.
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KM 429 architettura
Palms Headquarters Modena
Foto: ©Simone Bossi
Foto: ©Simone Bossi
Angolo dell’ingresso dell’edificio.
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Foto: ©Simone Bossi
L’accesso all’edificio è protetto da una copertura che forma una piazza esterna.
Ubicazione: Modena Progetto architettonico: arch.tti Simona Avigni e Alessio Bernardelli – KM 429 architettura, Viadana (MN) Strutture: FOSD Engineering, Fano (PU) Direttore dei lavori: geom. Silvia Meloni, San. Giovanni in Croce (CR) Direzione Artistica: arch.tti Simona Avigni e Alessio Bernardelli – KM 429 architettura Impianti elettrici: Neotekna srl, Formigine (MO) Impianti meccanici: Renato Monica S.R.L., Parma Appaltatore struttura legno: Il Legno su Misura, Correggioverde di Dosolo (MN) – CasaAttiva, Dosolo (MN) Lavori: febbraio 2020 – agosto 2021 Superficie verde: 300 m2 Superficie utile: 800 m2
Lavorare come a casa Il sistema degli accessi, il rapporto con il costruito limitrofo di bassa qualità architettonica, la sostenibilità ambientale, l’efficienza energetica e il comfort sono i fattori generatori di questo edificio destinato a uffici e costruito in legno. Immaginare una nuova sede aziendale è infatti un esercizio di non facile risoluzione, in quanto è necessario considerare molte variabili che contribuiscono all’ideazione di un progetto che non sia solo un posto di lavoro ma che diventi soprattutto un luogo in cui le persone trascorrono gran parte delle ore della loro giornata. Da qui l’elaborazione di un fabbricato capace di diventare l’estensione dell’ambito domestico, dove sentirsi a casa tra colleghi e amici. Un spazio di produzione, che mostra grande valenza aggregativa, un ambiente bello e armonioso, elegante e stimolante in cui poter vivere in modo confortevole. Ed è proprio da queste riflessioni che nasce il progetto di questa nuova sede aziendale. Già dall’esterno si capisce l’importanza data alla percezione visiva, al verde, ai percorsi e ai servizi offerti. Il lotto, pur essendo intercluso, presenta diversi aspetti positivi, come quello dell’esposizione, della riservatezza e della possibilità di insediare un sistema viario di facile utilizzo e, soprattutto, di garantire a ogni lavoratore un posto auto dedicato. All’edificio si accede da un ingresso riparato da una grande copertura che genera una sorta di piazza coperta, caratterizzata da un piccolo giardino interno su cui si affacciano l’atrio e la sala riunioni; lo stesso ingresso è il perno da cui si diramano gli spazi rappresentativi del piano terra, a partire dall’atrio e dalla sala riunioni, sopra citati, sino al bar/mensa, al blocco di distribuzione verticale e all’area fitness e spa. Salendo al primo e al secondo piano si incontrano gli uffici open space, mentre il terzo livello, dalla metratura inferiore, accoglie la direzione aziendale. Il fabbricato è stato realizzato con una struttura in pannelli prefabbricati di legno X-lam, materiale le cui caratteristiche sono in grado di assicurare sostenibilità, efficienza energetica – l’edificio rientra nella classe A4 – e comfort, fattori fondanti di questo progetto.
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Foto: ©Simone Bossi
Da ogni spazio e livello, le aperture permettono di guardare verso l’esterno e verso il verde.
Studi del rapporto tra il lotto/l’edificio e il costruito e della percezione visiva sull’architettura e sul verde circostante.
Inquadramento territoriale e il verde fuori l’edificio.
Accessi e impianto planimetrico.
Immagini trimensionali di studio dell’edificio e del contesto.
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Foto: ©Simone Bossi
Foto: ©Simone Bossi
_due parole con i progettisti________ KM 429 è uno studio di architettura e interior design, costituito dagli architetti Simona Avigni e Alessio Bernardelli, con radici antecedenti alla sua fondazione nel 2013. Il nome manifesta il carattere locale e l’approccio fluido alle varie scale e ai diversi contesti nei quali opera. Lo studio, attraverso il concorso di architettura e l’approccio multidisciplinare, privilegia l’aspetto creativo del progetto con una forte e costante attenzione all’innovazione tecnologica nei materiali e nelle tecniche costruttive seguendo criteri della sostenibilità ambientale. L’attività di KM 429 è rivolta alla progettazione di abitazioni private, spazi per retail, show-room e negozi, architettura d’interni, spazi industriali e direzionali. Qual è stato il percorso progettuale di questo edificio e quali sono state le motivazioni per realizzarlo in legno? Il progetto è nato da un concorso a inviti promosso da CasaAttiva dove siamo risultati vincitori. L’edificio è stato realizzato in legno perché la proprietà aveva commissionato, sempre all’azienda, qualche anno prima, la realizzazione della propria abitazione in legno. È quindi una scelta non casuale e la conferma che la tecnologia del legno presenta caratteristiche eccelse.
Foto: ©Simone Bossi
Nelle fotografie, dettagli degli interni della sede aziendale; l’estrema pulizia formale degli spazi è sottolineata da colori chiari che si alternano alle ombre e al tratto scuro delle cornici delle finestre, dei varchi e dello zoccolino salvamuro che creano geometrie sempre differenti.
Foto: ©Simone Bossi
Dal punto di vista progettuale e realizzativo, quali sono stati gli aspetti più singolari e peculiari dell’aver costruito questo edificio in legno? Le caratteristiche e gli aspetti singolari del progetto si ritrovano nella decisione consapevole di realizzare un edificio che non fosse regolare nella costruzione, ma che si adattasse al contesto. Questa apparenza è ben visibile nella forma dell’ultimo piano dove le rotazioni delle aperture inquadrano il paesaggio al di sopra degli stabilimenti adiacenti. Tale scelta ha generato strutture portanti non allineate e quindi l’inserimento, oltre alla tecnologia del cemento armato per il piano terra, anche di quella dell’acciaio per sostenere pareti in falso. L’ottimizzazione dell’utilizzo dell’X-lam sui vari piani ha poi bilanciato la costruzione.
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2
Stratigrafia parete (A), dall’interno - doppia lastra in gesso (12,5+12,5 mm) - controparete per passaggio impianti (105 mm) - struttura in X-lam (120 mm) - cappotto esterno (120 mm) - rasatura (10 mm)
9.5
3
A
1 listone di legno 2 listone di legno (80x80 mm) 3 marcapiano 4 rivestimento in lamiera 5 aria 6 cassonetto 7 imbotte in lamiera 8 carter di finitura verticale 9 fianchi imbotte in lamiera 10 davanzale
4
78.5
1
5
3.5
6
7
8
9 5.5
275
205
5.6
3.5 51.2
40
5
10
9.5
P.F. _P2
3
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Alcune immagini di cantiere che mostrano la realizzazione del fabbricato. Dalla posa dei primi pannelli in X-lam, alla coibentazione esterna, sino agli intonaci e alle cornici marcapiano.
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Art&Craft
Scuola primaria Ossana
Foto: Julia Salvatori
Il fronte di ingresso: una delle nuove parti del complesso scolastico connessa all’esistente.
Foto: Julia Salvatori
Il ricorsonord L’angolo a numerose ovest della pareti casa vetrate da cuiha sono assicurato ben visibili la permeabilità le scure cornici visiva esterne fra ambienti che sottolineano alcune aperture vetrate, fornendo ine tal scolastici spazi modo versi movimento è assicurata alladalle facciata ampie e contrasto e numerose conpareti i colori vetrate. chiari degli stessi prospetti e degli infissi.
Foto: Julia Salvatori
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Foto: Julia Salvatori
Il nuovo padiglione scolastico. Materiali e colori differenti identificano le funzioni dei vari volumi.
Ubicazione: Ossana – Val di Sole (TN) Committente: Comune di Ossana Progetto architettonico: arch.tti Daniele Bertolini, Catia Meneghini – Art&Craft, Pellizzano (TN) Strutture in legno: ALPENOS di STP, Predaia (TN) Data realizzazione: 2022 Superficie lorda padiglione scolastico: 991.86 m2
VEDI GALLERY COMPLETA
Connessioni educative Il nuovo padiglione della scuola primaria di Ossana – Pellizzano si trova immediatamente a sud-est dell’edificio scolastico esistente dell’Istituto Comprensivo Alta Val di Sole ed è stato costruito con struttura in legno su terreni precedentemente occupati dal piazzale di parcheggio e di sosta degli scuolabus. Planimetricamente l’edificio è configurato in tre settori, distinti per funzione e, in quanto tali, chiaramente riconoscibili dall’utenza: il primo, il fabbricato dell’ingresso, posizionato all’arrivo dei percorsi pedonali di accesso e affacciato su una corte che si propone come luogo esterno di accoglienza degli utenti e spazio di separazione e di mediazione fra vecchio e nuovo costruito; il secondo, il blocco degli ambienti riservati alla didattica, rivolto verso le aree aperte a sud-est e, dalla parte opposta, verso il giardino interno racchiuso fra le due scuole; infine, l’ultimo, il collegamento fra la nuova scuola e il complesso esistente mediante un porticato chiuso che si innesta in corrispondenza dell’angolo fra l’ala nord-est e il corpo centrale longitudinale delle scuole medie, connettendosi ai percorsi distributivi interni già in uso. Il padiglione di nuova edificazione e i corpi annessi sono a un piano; tale disposizione a piano unico, combinata con l’impianto planimetrico individuato dal sedime e con la distanza rispetto alla scuola esistente, ha lo scopo di ottenere il minore impatto fuori terra del nuovo edificio, evitando il più possibile di ingombrare le visuali dell’edificio scolastico esistente e di ostacolarne gli apporti di luce e insolazione. Gli spazi didattici al piano terra della nuova porzione del complesso scolastico beneficiano inoltre del contatto visivo diretto con l’ambiente esterno trattato a giardino e parco. L’assenza di dislivelli, scale e collegamenti verticali ha anche l’ulteriore effetto di annullare inopportune gerarchie fra le diverse classi e gruppi di alunni e favorire la socialità, portando oltretutto vantaggi in termini funzionali. Solo nell’angolo sud-est del fabbricato, in corrispondenza di uno sbalzo naturale del terreno e comodamente accessibile dalla viabilità che serve l’area a parcheggio, vi è una limitata superficie seminterrata destinata ai locali tecnici.
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_gli impianti________ L’impianto di riscaldamento è stato realizzato con pannelli radianti a pavimento alimentato da una pompa di calore è del tipo aria-acqua con unità esterna, posta nel locale seminterrato e supportata, nei periodi di maggior richiesta, dall’attuale generatore di calore presente nell’edificio scolastico esistente. Tutti i locali sono dotati di ventilazione meccanica controllata a bassa velocità, con due macchine di ricambio dell’aria dotate di scambiatore a flussi incrociati e collocate nell’intercapedine impiantistica fra corridoio e aule. Solamente nella zona del corridoio con lucernario è stato installato un sistema di raffrescamento mediante due split collegati al gruppo frigorifero condensato ad aria. In copertura si trova l’impianto fotovoltaico a pannelli in silicio policristallino, per una potenza complessiva di 19,4 kWp, che alimenta i carichi elettrici della scuola, tra i quali la sopra citata pompa di calore.
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Foto: Julia Salvatori
Foto: Julia Salvatori
Interni della scuola. Il corridoio con il lungo lucernario si caratterizza per la presenza di nicchie colorate attrezzate con scaffalature e mobili bassi a disposizione degli alunni di ogni classe.
H G
C
B
C
B
F
H G
F
Pianta
Sezione
_la struttura ________ Il nuovo padiglione scolastico è stato costruito con struttura portante in pannelli X-lam e legno lamellare, richiedendo una progettazione integrata degli aspetti strutturali, energetici, acustici e di durabilità dei materiali. Le pareti esterne e interne con funzione portante sono in pannelli X-lam a 5 strati (ca. 10 cm), fissati alle fondazioni su cordoli in calcestruzzo armato con piastre metalliche – ulteriori elementi metallici uniscono i pannelli tra loro –, mentre la copertura è in pannelli di legno strutturale “sandwich” a spessore variabile, i quali assolvono sia alla funzione di orditura primaria e secondaria sia di coibentazione, con notevole risparmio in termini economici e di tempi di posa. I porticati esterni hanno invece una struttura metallica. Tutti i componenti lignei sono stati prodotti, e in parte preassemblati in stabilimento, utilizzando legno proveniente da foreste certificate, e sono stati tagliati con macchine a elevata precisione sulla base del progetto architettonico, prevedendo i fori per le finestre, le porte e gli impianti. Gli elementi “sandwich” includono lo strato isolante, la barriera al vapore e lo strato impermeabilizzante e la loro prefabbricazione ha permesso di ottimizzare il materiale, ridurre i trasporti e migliorare in modo significativo la sicurezza in cantiere riducendo al minimo i lavori in quota. La resistenza al fuoco garantita è R60, risolta con un corretto dimensionamento delle parti in legno e, ove necessario, usando idonee protezioni. Rilevante, infine, la progettazione ed esecuzione della struttura portante in prossimità dei lucernari che coprono gran parte del corridoio; questa ha richiesto una particolare attenzione vista la posizione delicata in corrispondenza di una via di fuga.
L’atrio di ingresso e il corridoio con il grande lucernario, come pure gli spazi a verde esterni, sono stati pensati anche come spazi aggregativi sia per le attività comuni sia per assecondare la naturale inclinazione dei bambini allo stare insieme.
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Foto: Julia Salvatori
L’atrio di ingresso che si affaccia sul giardino interno.
_due parole con il costruttore________ Grazie all’esperienza acquisita, STP ha consolidato uno standard di progettazione e costruzione ben definito, dove convergono elementi di innovazione brevettati, approccio alla progettazione specifico e una forte motivazione per la sostenibilità del lavoro. Per tale ragione, ALPENOS è il marchio che identifica gli edifici realizzati da STP, sintetizzando in un nome semplice la complessità di fattori che definiscono l’alto standard delle costruzioni in legno dell’azienda. Come si è svolto il coordinamento di tutti i soggetti coinvolti nella costruzione della scuola? Durante la realizzazione della scuola di Ossana, molte energie sono state spese proprio per coordinare le lavorazioni. Il montaggio in cantiere di pannelli in legno di grosse dimensioni richiede una logistica accurata e organizzata, che coinvolge diverse fasi e attori e che comprende la gestione dei trasporti, la movimentazione e il sollevamento dei pannelli, l’assemblaggio e la posa in opera, la rifinitura e il controllo qualità. Sono stati pianificati e approntati i trasferimenti dei pannelli dallo stabilimento al sito di progetto, tenendo conto delle dimensioni, del peso, della fragilità e della sequenza di montaggio degli stessi. I pannelli sono stati caricati su appositi camion, dotati di sistemi di fissaggio e protezione, e trasportati lungo percorsi prestabiliti; i trasporti, ovviamente, sono stati sincronizzati con le esigenze del cantiere, evitando ritardi o sovrapposizioni e garantendo la continuità delle operazioni. Quali sono le particolarità di questo progetto? Una delle peculiarità della scuola di Ossana è la preesistenza, posta molto vicino all’area di intervento, a cui i nuovi corpi sono collegati tramite un breve porticato chiuso che è ben più stretto di quanto si possa percepire! Inoltre, la parte dell’impiantistica è stata pensata per servire e connettere la struttura originaria all’ampliamento, come, ad esempio, parte dell’impianto idrico, la cabina elettrica di media tensione e il generatore di calore nell’edificio scolastico esistente, usato a supporto dell’impianto a pannelli radianti. La collocazione delle macchine di VMC in intercapedine rialzata ha inciso sulla definizione della struttura e sui collegamenti tra i vari elementi portanti a vantaggio di un minore impatto delle canalizzazione. Un osservatore poco esperto, guardando il nuovo edificio non coglie appieno la differenza sostanziale tra questo e la preesistenza, se non l’aspetto estetico, pur trovandosi di fronte a un gioiello di tecnologia che si distacca in modo deciso da quella che era l’edilizia solo fino a pochi anni fa.
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progetti
_due parole con i progettisti________ Art&Craft studio di architettura nel corso della sua ventennale attività si è occupato prevalentemente di progetti relativi alla sfera pubblica, pur con diverse incursioni anche nel campo della residenza privata: teatri, musei e allestimenti espositivi, scuole, piazze e spazi collettivi di tipo urbano, parchi e progetti di paesaggio, restauro di beni monumentali. L’approccio ai temi trattati si fonda su una visione dell’architettura come sintesi fra le regole proprie della disciplina e le esigenze dell’utenza. Il linguaggio è improntato a una decisa contemporaneità, contemperata dalla costante ricerca di un dialogo con il contesto attraverso l’uso di materiali e forme insediative profondamente legati ai luoghi di intervento.
Interno di un’aula.
Foto: Julia Salvatori
Come nasce questa scuola e quali sono stati gli obiettivi progettuali? In estrema sintesi il progetto affronta due temi principali: la progettazione del nuovo padiglione scolastico della scuola primaria, assicurando il giusto equilibrio formale e funzionale fra il nuovo edificio e la scuola esistente e l’organizzazione degli ambiti esterni di connessione fra i due corpi di fabbrica e fra questi e gli spazi esterni (vie di accesso, percorsi pedonali, verde pubblico), fornendo al contempo una soluzione alle necessità di parcheggio dell’utenza e della mobilità degli alunni. Dal punto di vista compositivo il progetto ricerca volutamente un impianto planivolumetrico razionale e fondato su una maglia modulare, tale da prestarsi il più possibile alla realizzazione di componenti prefabbricate da assemblare in loco, nella logica di una sostenibilità etica del progetto basata sul risparmio di tempo e di risorse pubbliche. Ciò non va evidentemente a scapito della qualità complessiva dell’opera – architettonica e percettiva – nella prospettiva di stabilire un legame virtuoso fra la qualità dell’architettura e quella dell’insegnamento e dell’apprendimento.
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Copertura, dall’esterno - manto di copertura in lamiera piana di acciaio zincato preverniciato - tavolato in abete (23 mm) - listone in abete (60x140 mm) - guaina traspirante impermeabile - pannello OSB (18 mm) - trave abete GL24h (120x340 mm) - isolante (340 mm) - guaina freno al vapore - lannello OSB (18 mm) - lastra ignifuga (15 mm)
Sezione verticale del cassone tipo prefabbricato con struttura a isolante interposto; lo spessore complessivo è dettato dalla lunghezza di campata.
Sezione orizzontale della stratigrafia di parete a facciata ventilata; il legno è ampiamente presente nel rivestimento, nella struttura e come fibra negli strati isolanti.
SEZ. A_A
Parete, dall’esterno - doppia lastra in cartongesso (12.5+12.5 mm) - isolante in fibra di legno (50 mm) - profilo montante a C - pannello X-lam - isolante fibra di legno (140 + 60 mm) - telo traspirante a tenuta d’aria - strato di ventilazione – listelli (sez. 40x30 mm) - rivestimento in listelli di larice trapezoidali (35x90 mm)
SEZ. B_B
10*3
Sezione verticale serramento tipo aule; complanarità pavimento interno ed esterno con taglio termico.
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Prospetto e sezione orizzontale di porzione serramento zona atrio; soluzione “zero” telaio per la parte di vetrata fissa.
Alcune immagini della realizzazione della scuola. Il montaggio dei pannelli delle pareti e del tetto prefabbricati; fasi di installazione dell’impiantistica con la struttura portante completata; il corridoio con il suo lungo lucernario in fase di costruzione e completato.
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Waldenhouse Casarampi Paolo Scoglio Architetto Residenze in centro storico navarriniarchitetti e associati House FP Andrea Zambon architetto
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