50 legnoarchitettura
progetti monovolume architecture + design
Balla | Calvagna
MoDusArchitects BosettiArch
Landmark Engineering & Safety navarrini architetti e associati
Pierfranco Cavallo
Lorenzo Rapisarda
Oslotre AS
legnoarchitettura
rivista trimestrale
anno XV – n. 50, marzo 2024
ISSN 2039-0858
Numero
direttore responsabile
Ferdinando Gottard
redazione Lara Bassi
editore
EdicomEdizioni, Monfalcone (GO)
redazione e amministrazione via 1° Maggio 117
34074 Monfalcone – Gorizia tel. 0481.484488, fax 0481.485721 www.legnoarchitettura.com
progetto grafico
Lara Bassi
stampa
Grafiche Manzanesi, Manzano (UD)
Stampato interamente su carta con alto contenuto di fibre riciclate
selezionate
prezzo di copertina 15,00 euro abbonamento 4 numeri
Italia: 50,00 euro – Estero: 100,00 euro
Gli abbonamenti possono iniziare, salvo diversa indicazione, dal primo
Schloss
Foto:
È
Schloss Plars wine & suites
Merano
Il prospetto sud-est rivela il piano contro terra destinato alla produzione del vino, a servizio dell’antico castello, mentre il fronte opposto risulta completamente contemporaneo, inserito nel contesto attraverso il sapiente uso di colori, materiali e rivestimenti.
Ubicazione: Lagundo – Merano (BZ)
Progetto architettonico: monovolume architecture + design, Bolzano
Impianti: Wolf Haus, Campo di Trens (BZ)
Sicurezza: Dr. Ing Thomas Unterweger
Appaltatore struttura in legno: Wolf Haus, Campo di Trens (BZ)
Superficie: 560 m2
Quattro suite tra castello e vigneti
Situato in un’ampia estensione di vigneti e circondato dalle maestose montagne, il Castello Plars è un’incantevole edificio storico trasformato in un raffinato albergo attraverso un meticoloso intervento di ristrutturazione degli interni e, successivamente, di espansione della struttura grazie a un progetto che ha unito la natura, la cultura e le tradizioni in un armonioso connubio.
Ispirato dalla suggestiva Lagundo Waalweg, caratterizzata dalla presenza di vigne e corsi d’acqua, il paesaggio diventa il fulcro del progetto e l’architettura ne interpreta le distinte peculiarità, rileggendole secondo una forma contemporanea. Dall’impellente necessità di integrare i dettagli distintivi del fabbricato originario nell’ampliamento costituito dalla sopraelevazione di un fabbricato limitrofo al castello, il concept progettuale individua texture e pattern che sono stati accuratamente selezionati per creare una connessione visiva armonica tra le due strutture. L’interazione tra il solido corpo tradizionale del castello e la moderna linearità del nuovo volume dà vita a una suggestiva coreografia visiva, immergendo gli ospiti in un’atmosfera romantica senza tempo.
Il pianoterra dell’edificio, trasformazione della struttura originaria in calcestruzzo armato che costituisce il basamento della sopraelevazione, ospita la cantina per la produzione del vino, mentre il primo e il secondo livello della sopraelevazione sono dedicati alle raffinate suite e a una zona sauna accessibile all’intera struttura alberghiera. La schermatura esterna presenta un intricato motivo che richiama il ritmo paesaggistico delle coltivazioni adiacenti, garantendo al contempo la privacy per la zona relax posta a nord-est. Le tonalità chiare e terrose scelte per le facciate evidenziano l’impegno nel conformare la struttura al contesto naturale limitrofo.
Il tetto asimmetrico conferisce una personalità distintiva e affascinante, creando una continuità di vista tra l’esistente e la nuova costruzione, realizzata in legno. Da una forma triangolare, esso si evolve in una linea sobria, cedendo spazio al panorama circostante e integrandosi armoniosamente grazie alla copertura verde.
La griglia in metallo antracite che caratterizza la facciata è ispirata alle geometrie dei filari nei vigneti circostanti. La sua funzione è quella di offrire maggiore privacy agli ospiti della struttura ricettiva nella zona della spa e, al contempo, ammorbidire le linee dell’edificio grazie alla curvatura in corrispondenza dell’angolo.
Prospetto sud-est
_la struttura________
Sezione A-A
Prospetto sud-ovest
Prospetto nord-est
Il nuovo edificio Castel Plars si erge su un piano contro terra in cemento armato esistente, dedicato alla produzione e alla vendita dei pregiati vini, opportunamente rinforzato con travi rialzate ortogonali alle murature portanti. I due piani fuori terra sono stati realizzati con pareti prefabbricate a telaio e il solaio del primo piano è a elementi prefabbricati; in fase di progettazione strutturale, sono state opportunamente utilizzate travi in acciaio allo scopo di distribuire i carichi sulla struttura sottostante. La copertura dell’ultimo piano è a tre falde e presenta una struttura portante composta da arcarecci con travi in legno lamellare, placcata sul lato inferiore da lastre in cartongesso con le due travi di displuvio mantenute a vista. Data la geometria particolare del tetto, la copertura è stata costruita in opera. Il tetto a verde estensivo è stato realizzato con sedum.
Il fronte sud est dell’edificio è valorizzato dalla parte più alta della facciata, con un timpano finestrato a cui corrisponde un ambiente soppalcato che gode dell’affaccio sull’antico castello.
_due parole con il costruttore________
Parte del gruppo Internazionale Wolf System con 30 sedi in tutto il mondo, Wolf Haus Italia è specializzata nel costruire con sistemi prefabbricati in legno sia edifici residenziali sia strutture destinate a servizi per la collettività, grazie alla capacità di sviluppare e ingegnerizzare ogni singolo progetto. Con il sistema costruttivo prefabbricato misto legno-acciaio è inoltre possibile realizzare fabbricati multipiano e aumentarne le dimensioni, mantenendo tutti i vantaggi della prefabbricazione; gli elementi strutturali sono disegnati in dettaglio, tagliati e preparati in stabilimento, lasciando al cantiere solamente il loro assemblaggio, la posa degli impianti e la realizzazione delle finiture. Comfort, risparmio energetico e sicurezza sono garantiti dal protocollo Wolf Haus Energia Più, dalle certificazioni antisismiche e antidanno, dalla velocità di esecuzione e dal basso impatto ambientale, i quali assicurano edifici altamente performanti e con bassi costi di gestione.
Ci sono state scelte compositive che hanno reso impegnativo traslare il progetto architettonico in struttura realizzata?
Il nostro approccio, a livello di progettazione strutturale ed esecutiva, è quello di studiare soluzioni tecniche che rispettino e valorizzino le richieste compositive del progettista. Dal punto di vista della statica in questo specifico caso c’era la necessità di costruire su una struttura esistente, distribuendo i carichi su due nuove travi ortogonali alle murature dell’interrato. La flessibilità del sistema costruttivo prefabbricato in legno e misto legno-acciaio Wolf Haus diventa fondamentale quando il progetto si fa complesso: la nostra competenza nell’utilizzare insieme questi due materiali ha permesso di risolvere la statica e conservare la leggerezza compositiva disegnata dallo studio monovolume architecture + design, senza scendere a compromessi. Realizzare soprelevazioni con il nostro sistema costruttivo è particolarmente vantaggioso sotto molti aspetti. Il risparmio di suolo è un valore legato all’ecologia, che preserva l’ambiente, limita la cementificazione di aree verdi e contemporaneamente offre un consistente risparmio economico al committente, il quale può implementare una struttura esistente per realizzare il proprio investimento. In provincia di Bolzano i terreni edificabili sono pochissimi e la soprelevazione permette di creare nuovo valore. La tecnologia prefabbricata in legno-acciaio, data la sua leggerezza, è ideale per questo tipo di intervento, e i ridotti tempi di cantiere fanno sì che il nuovo edificio performante e confortevole sia subito messo a reddito.
monovolume architecture + design è uno studio altoatesino di architettura e design con sede a Bolzano, fondato nel 2003 da Patrik Pedó e Jury Pobitzer, i quali si sono conosciuti durante gli studi all’Università di Innsbruck. Lo studio realizza ristrutturazioni e nuove costruzioni e il portfolio comprende studi concettuali, progettazione architettonica e di design, pianificazione e supervisione dei lavori di costruzione, visualizzazione 3D e realtà virtuale, oltre a pianificazione urbana e masterplan. Il cuore di monovolume architecture + design è un team giovane, interdisciplinare e internazionale di 19 creativi tra architetti, designer industriali, artisti 3D e graphic designer.
Quali sono le ragioni per cui si è deciso di utilizzare la prefabbricazione in legno nel progetto di ampliamento di Schloss Plars? Quali sono i vantaggi?
Abbiamo deciso di utilizzare il sistema costruttivo prefabbricato in legno per l’estensione della struttura alberghiera adiacente a Schloss Plars motivati da una serie di vantaggi chiave. In primo luogo la leggerezza del legno ha permesso una costruzione rapida e meno invasiva, rispettando l’integrità della struttura esistente e del paesaggio circostante. Inoltre il rapporto fra i due edifici è stato per noi uno dei focus principali da mantenere ed evidenziare; pertanto la modularità di questo sistema costruttivo ha offerto flessibilità nella progettazione, consentendo una personalizzazione efficiente e una facile adattabilità. La sostenibilità, infine, è stato uno degli aspetti cruciali per il compimento della scelta: la poliedricità del legno come materiale rinnovabile e le caratteristiche termiche e isolanti favoriscono l’efficienza energetica, riducendo così i costi di riscaldamento e raffrescamento.
Quali aspetti sono maggiormente evidenziati nel progetto di ampliamento Schloss Plars wine & suites? E quali soluzioni sono state adottate?
Trattandosi di un progetto di ampliamento di dimensioni ridotte, poco invasivo e che punta alla qualità piuttosto che alla quantità, è stata prevista una struttura limitrofa a Schloss Plars che si compone di una cantina vini nel piano interrato e di lussuose suite e saune private nei due piani superiori. Il rapporto fra le texture e i pattern di Schloss Plars e il nuovo edificio è uno degli aspetti chiave dell’intero progetto; sono stati identificati dettagli e moduli della struttura del castello che sono stati poi riletti e rielaborati in chiave moderna per adattarsi alle linee pulite e semplici di Schloss Plars wine & suites. La particolare struttura del tetto gioca un ruolo fondamentale in quanto è concepito con l’intenzione di chiudere un cerchio, dove la struttura del castello si rispecchia nella componente del triangolo che ospita un tetto a falde, per poi concludersi con una linea e lasciare spazio al paesaggio di estendersi. L’asimmetria del tetto è stata inoltre supportata dal fatto che si trattava di un tetto molto alto e di spazio inutilizzato e si è preferito dunque eliminare l’eccesso per dare più respiro e leggerezza alla struttura.
Parete esterna, dall’esterno
- facciata architettonica incollata, a rombo (15 mm)
- cappotto in EPS (80 mm)
- pannello OSB (15 mm)
- struttura portante in legno con lana minerale interposta (160 mm)
- barriera al vapore
- pannello OSB (15 mm)
- intercapedine (10 mm)
- profili metallici di controparete (75 mm) con la minerale interposta (50 mm)
- cartongesso ad alta densità (12,5 mm)
1 listellatura in legno a vista a rombo
2 facciata architettonica a rombo + pittura
3 intonaco esterno
4 cappotto in EPS (80 mm)
5 verde estensivo (120 mm)
6 angolare lamiera forata
7 ghiaia drenaggio (100 mm)
8 trave di displuvio
Copertura verde (3 falde), dall’esterno
- verde estensivo (100 kg/m2 – 120 mm)
- guaina PVC
- tessuto non tessuto
- coibentazione in EPS (100 mm)
- tavolato grezzo (23 mm)
- travi in legno con lana minerale interposta (240 mm)
- freno vapore igrovariabile
- listellatura (25 mm)
- controsoffitto in cartongesso
Copertura balcone, dall’esterno
- ghiaia (100 mm)
- guaina PVC
- tessuto non tessuto
- pannello a 3 strati in abete (19 mm)
- listelli in legno, in pendenza
- pannello OSB (18 mm)
- struttura portante lignea + lana minerale interposta (240 mm)
- pannello OSB (18 mm)
- listellatura + EPS interposto (80 mm)
- telo resistente raggi UV
- listelli per ventilazione (20 mm)
- listellatura a vista a rombo (34 mm)
Soluzione d’angolo applicata a sud-est con serramento. L’angolo è anche elemento strutturale sul quale poggia il solaio a sbalzo.
La struttura in legno poggia su un piano controterra in cemento armato esistente e si sviluppa su due piani. Il primo solaio è ad elementi.
La copertura è a tre falde, placcata all’intradosso e completata all’esterno da un manto verde in sedum.
Il camminamento del balcone ha una particolare lavorazione a rombi del rivestimento del cappotto mentre soffitti e partizioni sono rivestiti con listelli di legno.
La finestra del timpano si affaccia sul castello.
Uno dei quattro bungalow, con la terrazza esterna e la vasca d’acqua. L’apertura del lodge verso sud crea un cono ottico che si apre sulla valle sottostante.
Ubicazione: Noto (SR)
Progetto architettonico:
arch. André Thomas Balla, Catania
Strutture: ing. Cesare Costantino
Direttore dei lavori:
ing. Paolo Amodeo, Siracusa
Direzione artistica:
arch. André Thomas Balla
Appaltatore struttura legno:
Vivere Verde S.r.l., Catania
Lavori: 2020 - 2021
Superficie fondo: 16,7 ha
Superficie utile: 4 lodge di 40 m2; 1 edificio servizi 37 m2
Testo: Simona Calvagna
Abbracciare la campagna
Inserito in un fondo agricolo prevalentemente collinare e degradante verso il mare, tra olivi e mandorli nella campagna di Noto in Sicilia, questo agri-campeggio fa dell’integrazione con il paesaggio naturale e della ricerca di un basso impatto ambientale la sua cifra distintiva. La struttura è composta da 6 piazzole e 4 bungalow, dotati di due posti letto e servizi igienici. I nuovi moduli abitativi in legno, con una superficie coperta di 40 m2 ognuno, sorgono in posizione panoramica, distribuiti lungo una percorrenza esistente, leggermente ruotati e sfalsati l’uno con l’altro in modo da garantire privacy e, contemporaneamente, apertura verso la valle.
Dialogando con l’ambiente circostante attraverso i materiali e le proporzioni, le costruzioni si dispongono come naturali prosecuzioni del sito in cui si trovano, mantenendo un atteggiamento dimesso per le piccole dimensioni e tale da non alterare significativamente i caratteri specifici e identitari del panorama agricolo circostante. I volumi in legno poggiano su un basamento in cemento, staccandosi dal terreno che scorre dolcemente lungo il pendio senza essere modificato, se non con qualche muretto in pietra a secco locale, con le stesse modalità del paesaggio naturale. Le facce dell’involucro prismatico rivestite in legno e zinco si piegano come un origami per definire gli spazi architettonici di ogni bungalow, generando a monte una loggia protetta che permette di aprire un varco d’ingresso discreto attraverso il quale uno spazio filtro, separato dalla camera, consente al personale della struttura di servire la colazione agli ospiti senza interferire con la loro privacy. Verso valle le stesse superfici sfaccettate danno origine a un cannocchiale che proietta lo spazio interno verso l’ambiente esterno mediante una grande vetrata che consente di guardare l’orizzonte direttamente dal letto posto di fronte, sostituendosi allo schermo del televisore che, per scelta della committenza, non è presente in nessuno dei bungalow.
Due scorci dei bungalow da est e ovest con i fronti quasi del tutto ciechi e rivestiti in doghe di legno a giunto aperto e lamiera di zinco-titanio a doppia aggraffatura.
Inquadramento territoriale
Prospetto sud
Prospetto nord
1 ingresso
2 letto/soggiorno
3 antibagno
4 bagno
5 patio
6 vasca
Planimetria
Prospetto ovest
Sezione nord-sud
I quattro bungalow, a unico piano fuori terra con copertura a due falde leggermente inclinate, di geometria identica ma speculare a coppie, sono a pianta trapezia e hanno una piccola terrazza antistante corredata di una vasca d’acqua. Il blocco di fondazione in c.a. su cui poggiano i bungalow è composto da platea, pareti e soletta piena o mista su lamiera grecata collaborante (con cassero a perdere sull’intercapedine ventilata posta sulla platea) e ospita la piccola vasca d’acqua assecondando la leggera acclività del terreno. La struttura in elevazione dei nuovi eco-lodge è composta dall’assemblaggio in forma scatolare di pannelli portanti di abete ad assi incrociati X-lam, di spessore differenziato per pareti e copertura, insieme a un telaio in legno lamellare disposto sul fronte della terrazza. Il corpo servizi, anch’esso a un unico livello fuori terra, ha pianta rettangolare e copertura a unica falda leggermente inclinata. Le strutture sono isolate con cappotto in fibra di legno e protette da una superficie in doghe di larice a giunti aperti che garantisce la microventilazione. Un rivestimento in lamiera a doppia aggraffatura in zinco-titanio, montato su pannelli OSB distaccati dalla struttura per mezzo di morali, permette di nascondere il canale di gronda nelle facciate.
Copertura (A), dall’esterno
- rivestimento in zinco-titanio a doppia aggraffatura
- membrana drenante antirombo
- OSB3 (25 mm)
- doppia listellatura di ventilazione su nastro sigillante punto chiodo
- telo impermeabile
- isolante in fibra di legno (60 mm)
- pannello in X-lam (120 mm)
- controsoffitto
Solaio contro terra (B), dall’estradosso
- pavimento in resina
- massetto (45 mm)
- isolamento XPS (50 mm)
- platea di fondazione in c.a. su intercapedine ventilata
1 listello di ventilazione (25 mm)
2 piastra resistente a taglio
3 hold-down
4 guarnizione in EPDM
5 isolante di partenza in XPS (h=300 mm, 60 mm)
6 profilo di partenza del cappotto
7 griglia di ventilazione
Parete (A), dall’interno
- controparete interna isolata
- pannello in X-lam (100 mm)
- isolante in fibra di legno (60 mm)
- telo protettivo anti raggi UV
- nastro sigillante punto chiodo
- doppio listello di ventilazione (20+20 mm) su nastro sigillante punto chiodo
- rivestimento in doghe di legno a giunto aperto
1 nastro monoadesivo sigillante resistente ai raggi UV
2 nastro in schiuma espandente
3 sigillatura
4 nastro sigillante punto chiodo
5 pannello di gesso fibrato su sottostruttura (40+12,5 mm)
6 bancalina in alluminio in pendenza
7 serramento ad anta-ribalta
Dal giardino, caratterizzato dalla macchia mediterranea e da ulivi e mandorli, una scalinata porta all’ingresso del bungalow; le aperture vetrate a specchio assicurano insieme vista e privacy.
I rivestimenti in legno e metallo inseriscono armonicamente la struttura nel territorio.
Nella pagina accanto, due viste della facciata rivolta a sud, con la grande vetrata, la terrazza e lo spazio con la vasca d’acqua, e del fronte nord con la piccola loggia che ripara l’ingresso al bungalow.
_due parole con il progettista________
L’architetto André Thomas Balla, nato in Francia e formatosi alla Scuola di Architettura di Versailles, consegue il Premio Camelot per l’architettura emergente in Francia dell’Accadémie d’Architecture a Parigi. Dopo aver lavorato a Parigi con Fuksas Architectures e Atelier M. Labbe, fonda il proprio studio a Catania insieme a Simona Calvagna nel 2004, operando prevalentemente nei settori dell’habitat e del terziario e partecipando a concorsi di progettazione dove ottiene diversi riconoscimenti. Dal 2017 insegna Architettura degli Interni presso l’Accademia di Design e Arti visive Abadir di Catania.
Quale è il motivo che ha spinto a scegliere il legno per la realizzazione di questi quattro bungalow?
Da un lato è stata la stessa tipologia di intervento dell’agri-campeggio che ha limitato la scelta verso le strutture prefabbricate in legno o in materiali a ridotto impatto ambientale; dall’altro, la committenza ha espresso l’esigenza di costruire con materiali naturali ed eco-compatibili per garantire la compatibilità paesaggistica delle nuove costruzioni. In tal senso il legno, utilizzato anche nei rivestimenti e non solo negli elementi costruttivi strutturali, grazie alle variazioni cromatiche cui va incontro invecchiando, con il tempo assumerà lo stesso colore della terra, consentendo una maggiore integrazione delle nuove costruzioni nel paesaggio.
Cosa ha comportato dal punto di vista progettuale e logistico costruire gli eco-lodge con il legno?
I vantaggi sono stati molteplici: sicuramente uno dei principali è la velocità di messa in opera, insieme alla possibilità di realizzare le strutture in officina con una grande precisione e fedeltà ai disegni, il che si è tradotto in un maggior controllo del progetto e del risultato finale.
Icaro Hotel
Castelrotto
L’ampliamento a est ricalca simmetricamente l’impronta a terra dell’ala esistente a ovest.
Scorcio da sud ovest dell’hotel immerso nel paesaggio innevato delle Dolomiti. Il rivestimento esterno in legno e la nuova facciata caratterizzano l’architettura della struttura.
Ubicazione: Alpe di Siusi, Castelrotto (BZ)
Progetto architettonico:
MoDusArchitects (Sandy Attia, Matteo Scagnol), Bressanone (BZ)
Team di progetto: Sandy Attia, Matteo Scagnol, Filippo Pesavento
Strutture e Sicurezza: ing. Ulrich Kauer –KS Engineering, Bolzano
Impianti meccanici: ing. Kurt Tröbinger –KTB Engineering, Bolzano
Impianti elettrici: ing. Mirko Beikircher –KTB Engineering, Bolzano
Appaltatore generale: Mahlknechtbau
AB GmbH, Fiè allo Sciliar (BZ)
Appaltatore struttura in legno:
Ludwig Rabanser SAS & CO, Siusi allo Sciliar (BZ)
Lavori: 2020-2021
Superficie costruita: 5.040 m2 – hotel; ampliamento piano interrato 1.360 m2, ampliamento piani superiori 550 m2
Una foresta di colonne lignee
Circondato dal dedalo di piste da sci e sentieri montani, Icaro Hotel è stato ripensato come un volume in legno dalle linee stereometriche, che si inserisce in punta di piedi nel ricco panorama architettonico dedicato all’ospitalità nell’area protetta dell’Alpe di Siusi, il più vasto altipiano d’Europa. Originariamente nato come modesta baita di montagna negli anni Trenta, l’hotel oggi si presenta riqualificato, rinnovato e ampliato nella struttura e nella sua identità grazie alla volonta della proprietaria, nipote del fondatore dello storico rifugio. Tra i tanti interventi effettuati nell’operazione di rinnovamento possiamo citare l’ampliamento del parcheggio interrato, un edificio di alloggi per il personale, una nuova ala con otto camere, la riorganizzazione di tutti gli spazi comuni ma soprattutto l’imponente loggia con colonne lignee che si distende sulla facciata principale rapportandosi con lo scenario mozzafiato che circonda il fabbricato. Al piano seminterrato, l’area con la piscina indoor, che sfrutta al massimo la pendenza del terreno esterno, è stata interamente rivista per aprire lo spazio al panorama del massiccio dello Sciliar e ricavarne un rapporto diretto. Il livello inferiore è un’intricata combinazione di servizi e funzioni a supporto delle attività della struttura ricettiva, che vede altresì un parcheggio interrato grazie al quale si è liberata dalle auto la zona di arrivo, lasciando il solo edificio a confrontarsi con la natura montana; questo livello ospita anche il nuovo volume di due piani per il personale.
La hall occupa tutto il piano terra con il suo susseguirsi di aree comuni che costituiscono il fulcro delle interazioni tra ospiti e visitatori, appassionati di sport invernali e proprietari. Dal corpo scala al centro dell’impianto planimetrico, si accede alle camere ai livelli superiori, dotati di otto nuove stanze, quattro per piano, situate nell’ala est. Le camere sono contraddistinte da pareti in olmo, con giacitura obliqua rispetto alla trama strutturale, a contenere armadi, nicchie imbottite, specchi, tolette e docce nascoste. Al secondo piano, varie suite sono state riadattate per integrare la nuova copertura ed è stata aggiunta anche un’area massaggi con terrazza coperta per praticare yoga.
La facciata
In facciata, il rivestimento in larice a dente di sega e il colonnato ligneo sormontato dal grande tetto a falda costituiscono l’orditura che assimila i numerosi interventi precedenti, dando vita a un corpo architettonico unitario. Il prospetto sud, lungo 55 metri è caratterizzato da 13 pilastri lignei a cavalletto alti 7,5 metri che si diramano sui due piani superiori; questi elementi strutturali, che saldano la copertura al piano terra originale, fanno da cornice alle stanze con vista panoramica sull’Alpe di Siusi. La terrazza al primo piano raccorda le due estremità dell’edificio con una spaziosa loggia a doppia altezza che proietta verso l’esterno gli affacci privati.
Prospetto sud
1 nuovo tetto in legno
2 ala esistente
3 edificio storico
4 nuova ala est
5 nuova facciata sud con logge e colonne
1 entrata
2 reception/negozio
3 ufficio
4 lounge Africa
5 sala giardino
6 bar
7 buffet
8 cucina
9 sala pranzo
10 spazi esterni coperti
11 zona arrivo
12 rampa per servizi/ livello parcheggio
13 pista da sci
14 ala del personale
1 camere esistenti: non modificate (14)
2 ampliamento: nuove camere (4)
3 nuova facciata
1 suites rinnovate (2)
2 area massaggi e terrazza yoga
3 appartamento proprietari
4 camere esistenti: non modificate (7)
5 ampliamento: nuove camere (4)
6 nuova facciata
MoDusArchitects, fondato da Sandy Attia e Matteo Scagnol nel 2000, si distingue nel panorama architettonico internazionale con un corpo di opere audaci ed eterogenee che scaturiscono dall’intreccio di due differenti formazioni e background culturali. Lo studio persegue costantemente la ricerca progettuale nell’ampio spettro dei temi affrontati, dalle infrastrutture agli edifici scolastici, mantenendo il controllo e la coerenza delle proprie opere fino alla loro realizzazione. I progetti nascono dal profondo intreccio tra linguaggio espressivo e identità dei luoghi: edifici densi di significato e durevoli nel tempo, che bilanciano intuizione, tettonica e dettagli essenziali, senza trascurare la dimensione più etica del fare architettura. All’attività professionale, Matteo Scagnol e Sandy Attia affiancano la didattica e la ricerca in ambito accademico come Visiting Professor presso la University of Virginia (USA) e hanno ricoperto in passato lo stesso ruolo presso la Princeton University (USA). Sandy Attia, inoltre, guida un corso di progettazione al Politecnico di Milano. Numerosi sono i premi vinti e ricevuti in ambito nazionale e internazionale.
Eclettico e vivace, Icaro Hotel è un’alchimia di architettura contemporanea, design, ospitalità, tradizione, arte, artigianato e patrimonio culturale. Potete raccontarci come nasce il design che contraddistingue gli interni della struttura?
Ogni ambiente è stato progettato per dare ampio spazio all’immaginazione e all’esperienza del viaggio, amplificando il senso di libertà e di scoperta che i paesaggi alpini trasmettono.
Alcuni esempi: nella hall l’eclettismo di materiali, trame e arredi fissi dona unità al progetto, rivoluzionando il concetto di interior design alpino. Se la serie di alcove in legno con divanetti rivestiti in tessuto riprende gli interni dei classici rifugi, i monoliti in marmo grigio del bancone bar e buffet riportano l’attenzione sulla ricerca gastronomica contemporanea al centro di questo continuum spaziale. Analogamente, il caratteristico rivestimento della stube in legno è trasformato in una superficie avvolgente di pannelli in feltro acustico scanditi da una modanatura intagliata di colore giallo. Storie, cimeli di famiglia, opere d’arte e tecniche artigianali sono incastonati nelle elaborate superfici dell’hotel. La reception, lo shop e l’area lounge sono definiti da una imponente boiserie a tutt’altezza in pannelli di quercia e da rientranze laccate color blu di Persia che, come un cabinet of curiosities, ospitano una selezione di oggetti disparati. Il mix di persone, animali imbalsamati, libri, oggetti insoliti e accessori dell’hotel evoca tutta l’originalità del folklore dell’Alpe.
In queste pagine, alcuni interni e vista sulla terrazza della Camera Telescope. Pensata come dispositivo che lega a livello visivo l’intimità degli ambienti privati con la vastità del paesaggio circostante, la stanza è contraddistinta da pareti in olmo, con giacitura obliqua rispetto alla trama strutturale, che contengono armadi, nicchie imbottite, specchi, tolette e docce nascoste.
Copertura (A), dall’esterno
- listelli di rivestimento in legno di larice (40x120 mm) con piastre metalliche di fissaggio
- manto in lamiera
- tappeto antirombo (10 mm) e membrana bituminosa posata a freddo
- tavolato di chiusura in abete (25 mm)
- camera di ventilazione (160 mm)
- membrana impermeabilizzante aperta alla diffusione
- pannelli di chiusura in OSB (23 mm)
- isolante in fibra di legno ad alta densità (40 mm)
- isolante in fibra di legno a bassa densità posato tra travetti in legno (240 mm)
- pannelli di chiusura in OSB (23 mm)
- travi principali di altezza variabile
Terrazza nuova + esistente (B), dall’estradosso
- pavimentazione in doghe di legno su piedini
- guaina impermeabilizzante in PVC
- tavolato di chiusura
- isolante tra travetti
- profili in acciaio HEB inseriti nel solaio esistente in c.a.
- controsoffitto in doghe di legno
Terrazza su solaio in c.a. (C), dall’estradosso
- pavimentazione in doghe di legno su piedini
- guaina impermeabilizzante in PVC
- isolante in XPS (50 mm)
- massetto per pendenza
- solaio in c.a. con prolungamento di progetto
- isolante in XPS (50 mm)
- rasatura e tinteggiatura
Immagini della riqualificazione e della realizzazione dell’ampliamento dell’hotel. Dalla trasformazione della copertura dell’edificio storico alla costruzione della nuova ala est con sistema prefabbricato in legno a telaio. La nuova facciata diventa elemento di riconoscibilità della struttura ricettiva grazie ai pilastri lignei a cavalletto che si diramano sui due piani superiori e che saldano la copertura al piano terra originale.
BosettiArch Chalet Larix
Andalo
Ubicazione: Andalo (TN)
Progettazione architettonica: arch. Fabrizio Bosetti, arch. Laura Gusmerotti, geom. Giacomo Gusmerotti –BosettiArch, San Lorenzo Dorsino (TN)
Direzione lavori: arch. Elio Bosetti
Strutturale: ALPEAS Structural Engineering, Borgo Chiese (TN)
Costruttore: ALPENOS di STP, Segno –Predaia (TN)
Lavori: 2023
Superficie complessiva: ca. 700 m2 (3 piani in legno residenziali)
Volume legno strutturale: 240 m3
Lo spirito dello “Chalet”
Il progetto dello Chalet Larix, sito nella parte alta del paese di Andalo con una vista privilegiata sulle Dolomiti di Brenta, trova origine nel 2022 quando la proprietà espresse il desiderio di dare un volto nuovo all’edificio storicamente noto come “La Campagnola”. La nuova costruzione doveva rispecchiare lo spirito della località montana, sia attraverso l’impiego di materiali della tradizione sia mediante un approccio architettonico e stilistico attuale nelle linee e accattivante nelle soluzioni.
Il focus della progettazione architettonica è stato dunque la reinterpretazione del fabbricato rurale montano della zona in chiave contemporanea, rileggendo il volume compatto e i rivestimenti in legno, tipici di queste tradizionali strutture. Contrariamente all’immobile esistente, dallo sviluppo fortemente verticale e di certo non organico rispetto agli edifici adiacenti, Chalet Larix si armonizza con il resto dell’abitato grazie a uno svolgimento orizzontale che ha evitato la realizzazione di un elemento distonico e stridente; l’edificio si caratterizza, infatti, per una declinazione originale dello “chalet”, intesa come summa degli elementi di accoglienza, calore, essenzialità.
Il risultato ottenuto, mediante un intervento di demolizione e ricostruzione, è una nuova struttura in legno articolata in 10 appartamenti disposti su 3 piani e costituiti da un’unità residenziale principale – l’abitazione del committente – e dalle altre unità immobiliari di minor metratura destinate all’affitto turistico.
Le ampie finestre che scandiscono le facciate ricordano le grandi aperture dei fienili e creano, su tutti i lati, un dialogo lento e meditativo con l’incredibile panorama alpino, beneficiando inoltre di un’esposizione solare piena e costante. La contemporaneità del concept si è concretizzata anche attraverso l’intensificazione del rapporto tra interno ed esterno con l’inserimento di grandi terrazze e balconate che consentono di moltiplicare le occasioni per godere del paesaggio mozzafiato, così come creare spazi intimi traslati all’esterno delle singole unità abitative, delimitati da parapetti in vetro brunito che creano un inaspettato gioco di trasparenze e riflessi.
_i materiali________
La scelta dei materiali richiama pratiche costruttive specifiche degli antichi masi della zona; per il basamento si è optato per materiali compatti e monolitici, mentre legno e lamiera hanno trovato impiego nei piani superiori, maggiormente esposti.
Per il rivestimento esterno in legno si è scelto un larice naturale evaporato, il cui punto cromatico non solo univa i gusti di committenza e progettisti, ma garantiva resistenza e discreta stabilità di colore nel tempo, consentendo così di mantenere pressoché inalterata nel tempo la voluta contrapposizione tra legno e metallo che caratterizza l’architettura.
La lamiera scura è stata usata per le finiture e la copertura, poiché, oltre alla sua funzione pratica, assolve al compito di enfatizzare la ricchezza cromatica del larice, giocando a contrasto con gli elementi decorativi in legno scuro dei balconi che marcano verticalmente le facciate. Al di là dell’aspetto formale di alcune scelte architettoniche, la manutenzione è stata tenuta in debita considerazione. Per tale motivo i rivestimenti in legno naturale sono sempre arretrati e protetti dagli aggetti e dallo sporto di gronda delle coperture, mentre la lamiera (così come il legno trattato per essere scuro) sono stati utilizzati per le superfici più esterne. Il fisiologico processo di invecchiamento dei materiali viene quindi ritardato, mentre le parti più fortemente esposte alle intemperie inizieranno prima il processo di ossidazione e ingrigimento.
Pianta piano terra
Sezione A
Prospetto sud
Pianta primo piano
Pianta secondo piano Copertura
Prospetto est
Prospetto ovest
_la struttura________
La struttura lignea dei tre piani fuori terra è costituita da circa 240 m3 di legno; il legname da costruzione impiegato proviene interamente da foreste certificate FSC o PEFC e fornito da Mak Building/Stora Enso. Le pareti perimetrali al piano terra sono poggiate su un cordolo in c.a. solidale al solaio di dimensioni 14x35 cm e fissate a esso mediante piastre in acciaio. I setti verticali a 3 strati hanno spessore 12 cm al piano terra e 10 cm al primo e secondo piano; i solai a 5 strati e 7 strati sono di 20 cm. La copertura presenta una doppia orditura di travi in legno lamellare, sulle quali è posato un perlinato in abete, una pannellatura di OSB e il pacchetto termoisolante, composto da uno schermo freno al vapore, uno strato di lana di roccia e una membrana altamente traspirante. La stratigrafia è completata da uno strato di ventilazione e da un manto in lamiera aggraffata, posato su una guaina tridimensionale antirumore accoppiata a un telo traspirante.
I canali di scolo dell’acqua piovana sono incassati nello spessore del pacchetto, lasciando così scoperta la mantovana perimetrale in lamiera, suddivisa in settori verticali con larghezze variabili. La superficie all’intradosso della gronda esterna è stata tamponata con perline in legno di larice evaporato, le stesse che costituiscono il rivestimento esterno ventilato applicato sul cappotto in lana di roccia e che rappresentano l’elemento caratteristico dell’intera costruzione. Completano l’involucro i serramenti in legno-alluminio, la cui tonalità scura esterna crea un piacevole contrasto con il colore caldo del larice.
_due parole con il costruttore________
Grazie all’esperienza acquisita, STP ha consolidato uno standard di progettazione e costruzione ben definito, dove convergono elementi di innovazione brevettati, approccio alla progettazione specifico e una forte motivazione per la sostenibilità del lavoro. Per tale ragione, ALPENOS è il marchio che identifica gli edifici realizzati da STP, sintetizzando in un nome semplice la complessità di fattori che definiscono l’alto standard delle costruzioni in legno dell’azienda.
Ogni progetto ha le proprie specificità: quali sono quelle che hanno caratterizzato la realizzazione dello Chalet Larix?
Il nostro metodo di lavoro ci ha portato a sviluppare una capacità di ascolto delle priorità del committente, al fine di proporre soluzioni che le possano soddisfare completamente. In questo caso, la necessità primaria era costituita dal contenimento dei tempi di realizzazione dell’edificio (fermo restando, ovviamente, gli standard qualitativi non negoziabili) per consentire la disponibilità degli appartamenti all’inizio della stagione sciistica invernale. In prima battuta tale esigenza ha determinato la scelta dell’X-lam come tecnologia costruttiva, ma non solo: nella costruzione di Chalet Larix la forte sinergia con il progettista architettonico, l’assoluta fiducia da parte della committenza nelle soluzioni da noi proposte e una territorialità fatta di artigiani, che fanno parte del nostro network con continuità, ci hanno permesso di eseguire il nostro processo realizzativo al meglio.
Al di là delle attività di cantiere, come sono state ottimizzate le tempistiche di realizzazione?
Il nostro è un approccio ingegneristico che mira a escludere i problemi prima che si presentino. Per questa ragione il nostro ufficio tecnico anticipa in fase di progettazione tutte le casistiche che possono poi originare rallentamenti in fase costruttiva. Diversamente dal solito, per Chalet Larix non abbiamo curato la progettazione strutturale, ma ci siamo resi disponibili a un confronto tecnico costante con i professionisti responsabili di questa parte per garantire che il flusso di lavoro fosse il più agevole possibile.
Con l’obiettivo di una timeline serrata, è risultata fondamentale la collaborazione già in fase di progettazione esecutiva con gli altri attori coinvolti nella costruzione (serramentista, idraulico, elettricista, vetraio, ecc.). Tutto ciò ha reso possibile l’apertura dello chalet dopo soli sei mesi dalla posa del primo pannello in legno.
_due parole con i progettisti________
Studio di architettura BosettiArch si occupa prevalentemente dello sviluppo progettuale di edifici in ambito pubblico e privato, partendo dallo studio di fattibilità fino alla direzione lavori, passando per la progettazione su misura d’interni, l’approvazione agli enti competenti in materia paesaggistica e di sicurezza, la compilazione delle pratiche necessarie e delle stime economiche. Anni di esperienza nel settore si fondono con la volontà e l’impegno costante nell’aggiornamento e nell’innovazione tecnologica, sia per quanto riguarda le tecniche costruttive sia il processo ideativo. Questo si rispecchia nella varietà delle figure professionali del team, che coprono tutti gli aspetti fondamentali per una progettazione a tutto tondo, in ogni fase di design e costruzione, con un’attenzione speciale all’ecosostenibilità, ai canoni della bioedilizia e alla collaborazione con le aziende del territorio.
Quale funzione ricopre il legno in questa realizzazione?
Trattandosi di una rilettura sincera e fedele, ma anche fresca e moderna, degli standard architettonici che caratterizzano la costruzione storica del “maso”, il legno non poteva che essere il materiale centrale sia nel cuore sia per la pelle dell’edificio.
Nella struttura è stato impiegato l’X-lam e le motivazioni sono diverse e articolate. Sicuramente le ragioni di rapidità costruttiva hanno avuto un ruolo importante, così come pure la centralità che il tema dell’impatto ambientale riveste per la committenza (l’edificio ha raggiunto la classe energetica A+).
La continuità con la tradizione è l’altro fattore chiave. Sempre in accordo con quest’ultima, il rivestimento in legno è stato utilizzato anche per portare all’esterno della struttura l’essenza della struttura stessa, in una sorta di metonimia architettonica: l’esterno per l’interno, l’involucro per il contenuto. Anche nei masi storici la struttura e il rivestimento combaciano, mentre oggi spesso, anche negli edifici in legno, l’essenza lignea della struttura viene dissimulata attraverso un mascheramento operato dal cappotto e dalla finitura a intonaco. Potremmo riassumere questo concetto citando una celebre frase: “L’essenza è resa invisibile agli occhi”.
Copertura (A), dall’esterno
- lamiera aggraffata sp. 7/10
- guaina tridimensionale antirumore accoppiata a un telo traspirante
- guaina impermeabile
- tavolato in abete (25 mm)
- listone in abete per strato di ventilazione (60 mm)
- membrana traspirante impermeabile
- strato isolante in lana di roccia (200 mm)
- guaina freno al vapore
- pannellatura in OSB (18 mm)
- perlinato in abete (20 mm)
- travetto portante in legno d’abete
Parete (B), dall’esterno
- controparete interna: doppia lastra di cartongesso + lana minerale (75 mm)
- pannello X-lam (100 mm)
- strato isolante in lana di roccia (160 mm)
- telo traspirante a tenuta d’aria
- strato di ventilazione (40 mm)
- rivestimento in perline di larice evaporato (20 mm)
Terrazza esterna (C), dall’estradosso
- pavimento galleggiante
- impermeabilizzazione in PVC
- massetto in pendenza
- isolante in XPS (160 mm)
- guaina di protezione bituminosa
- pannello X-lam (200 mm)
- strato di ventilazione (60 mm)
- rivestimento in perline di larice evaporate (20 mm)
Posa in opera delle pareti al piano terra e del primo solaio.
Vista dell’interno della struttura e completamento della copertura.
Il montaggio dei controtelai dei serramenti e la coibentazione a cappotto in lana di roccia.
271 San Mauro Torinese
Il ritmico alternarsi dei corpi dei balconi in facciata.
Progetto architettonico: arch. Giulia
Gobino, arch. Luca Giuseppe Piazza – LES
Landmark Engineering & Safety, Rivoli (TO)
Strutture: ing. Ivan Collino, Giaveno (TO)
Direttore dei lavori: arch. Luca Giuseppe
Piazza
Coordinatore sicurezza (progettazione ed esecuzione): ing. Giacomo Beccaria, LES Landmark Engineering & Safety
Consulenti: arch. Claudio Sframeli, Venearia Reale (TO)
Impianti: ing. Giuseppe Maurici, Torino; Per.ind. Simone Fazio, Torino
Progetto costruttivo, Appalto, Rendering strutturali: Proklima House, Cigliano (VC)
Lavori: 2020-2023
Superficie verde: 1.300 m2
Superficie lorda pavimento: 2400 m2 (1800 m2: residenziale; 600 m2: uso box e cantine)
Riconversione storica
L’azienda Nastrificio Bonicatti fu fondata nel 1848 a Torino. Specializzata inizialmente nella realizzazione e fornitura delle ghette per l’Esercito Albertino, si ampliò nel corso degli anni, diversificando la produzione e aumentando esponenzialmente il numero degli addetti impiegati, sviluppi che portarono al trasferimento della ditta a San Mauro Torinese. Con il radicale cambiamento dei sistemi di produzione nel corso del tempo e in particolare negli anni Ottanta, il complesso immobiliare degli uffici e una zona adibita all’attività industriale furono lentamente dismessi e sia la normale usura legata al lavoro qui svolto sia una mancanza di ordinaria manutenzione portarono la struttura a un pessimo stato di conservazione. Tuttavia, dalla volontà della proprietà di mantenere quello che la fabbrica ha rappresentato per la cittadina piemontese, ha preso vita la riqualificazione di parte dell’edificio prevedendone la ricostruzione, mantenendo la sagoma esistente in planimetria, massimizzando lo spazio a disposizione e recuperando la sua volumetria. Il concept è stato quello di riproporre un’architettura che fosse testimonianza e mettesse in evidenza la preesistenza storica richiamando nella geometria dei prospetti le forme delle fabbriche del “boom economico” degli anni Cinquanta, con shed in copertura e grandi vetrate per godere di un rilevante apporto di luce naturale all’interno degli ambienti.
I nuovi volumi a destinazione d’uso residenziale sono stati realizzati in pannelli X-lam su un basamento in calcestruzzo armato, che consente l’accesso carrabile e pedonale senza l’ausilio di rampe. Il complesso accoglie 10 appartamenti su due piani con una copertura che alterna tetti piani, dove sono posizionati i pannelli fotovoltaici per la generazione di energia elettrica, a falde inclinate in lamiera che richiamano la forma degli shed.
L’edificio, pur essendo vicino alla città, è completamente immerso nel verde e rivolto verso la Basilica di Superga e la collina grande: una vista valorizzata dalle grandi aperture vetrate che contribuiscono alla sensazione di vivere immersi nella natura.
Per la struttura portante della parte superiore dell’edificio, sia per le pareti sia per i solai, si è optato per l’impiego di pannelli X-lam, coadiuvati da travi in acciaio e in legno lamellare, mentre il piano terra è stato realizzato in cemento armato con finitura grezza a vista. L’utilizzo congiunto del legno e del calcestruzzo armato ha permesso di ottimizzare i tempi di realizzazione, migliorando notevolmente, al contempo, la salubrità interna delle abitazioni e la prestazione energetica dell’edificio. L’obiettivo, infatti, era creare un complesso a basso consumo. In dettaglio, la stratigrafia della parete opaca perimetrale è costituita da una struttura in pannelli X-lam da 10 cm di spessore, coibentata da un doppio strato di lana di roccia/fibra di legno da 8 cm ciascuno e finitura a intonachino; internamente una doppia lastra di cartongesso chiude una controparete isolata per il passaggio impianti. Sulle facciate la finitura a intonachino si alterna al rivestimento in lamiera dei blocchi aggettanti. Il profilo della copertura presenta un’alternanza di di tetti piani e falde inclinate in lamiera a ricordare gli shed dei capannoni industriali. Dai vani scala, attraverso botole è possibile accedere al tetto per la manutenzione ordinaria della copertura e degli elementi tecnici qui installati.
Copertura (A), dall’esterno
- rivestimento in lamiera
- tavolato in legno
- orditura secondaria
- isolante
- tavolato in legno
- perlina
- trave portante
Solaio interpiano (B), dall’estradosso
- pavimentazione (20 mm)
- riscaldamento radiante a pavimento (80 mm)
- massetto impianti (100 mm)
- solaio X-lam a 5 strati (140 mm)
- controsoffitto isolato (100 mm)
Parete (C), dall’esterno
- intonaco esterno (30 mm)
- doppio isolante lana di roccia/fibra di legno (80+80 mm)
- parete X-lam 5 strati (100 mm)
- isolante interno (60 mm)
- doppia lastra in gesso (30 mm)
Solaio contro vano non riscaldato (D), dall’estradosso
- pavimentazione (20 mm)
- riscaldamento radiante a pavimento (80 mm)
- massetto impianti con isolante (100 mm)
- struttura in c.a. (230 mm)
1 rivestimento in lamiera a doppia aggraffatura
2 parapetto in acciaio zincato
3 pavimento in ceramica
4 trave HEB 160
5 frangisole con monoblocco
6 serramento in PVC/alluminio
Dettaglio di un fronte con, a sinistra, uno degli ingressi alle residenze.
_due parole con i progettisti________
LES – Landmark Engineering & Safety nasce nel 2020 dalla fusione di LANDMARK STUDIO, formato dagli architetti Luca Piazza e Giulia Gobino e specializzato nella progettazione e realizzazione di opere di edilizia civile, con l’ing. Giacomo Diego Beccaria, libero professionista specializzato in gestione dei lavori, sicurezza sul lavoro, prevenzione incendi e formazione sulla sicurezza. LES oggi opera in tre aree distinte: la progettazione architettonica di nuove costruzioni, recupero di edifici esistenti e progettazione di interni/esterni, rendering e concept; direzione lavori, coordinamento della sicurezza e consulenza agli appaltatori nell’area cantieri Titolo IV; consulenza in materia di salute e sicurezza, medicina del lavoro, formazione H&S, progettazione antincendio. I servizi di progettazione, in particolare, sviluppano le idee degli imprenditori e dei committenti avendo sempre chiari e prioritari i concetti di fattibilità tecnico-economica, funzionalità e bellezza.
Quali sono state le motivazioni che in questo progetto hanno portato ad adottare come tecnologia costruttiva il legno in pannelli prefabbricati X-lam?
Costruire con il legno significa costruire una parete che detiene caratteristiche di natura isolanti, raggiungendo livelli di comfort in termini di una migliore qualità dell’aria interna. I punti di forza di una struttura in X-lam sono molteplici, dalla resistenza sismica e al fuoco all’elevata efficienza energetica, alla bassa conduttività termica del legno che contribuisce attivamente nella coibentazione dell’involucro edilizio (che così necessita di pochissima energia in fase di riscaldamento e raffrescamento), al migliore isolamento acustico, sino alla sostenibilità ambientale e durabilità nel tempo.
Dal punto di vista impiantistico, quali soluzioni sono state installate in questo complesso residenziale?
Gli impianti sono stati progettati per garantire il massimo risparmio energetico dell’edificio; sono stati installati infatti pannelli fotovoltaici, pompe di calore con sistema di geotermia collegate agli impianti radianti a pavimento, per il riscaldamento e raffrescamento degli ambienti, con sistema di deumidificazione dell’aria interna. Il complesso, infine, è dotato di una vasca, collocata in prossimità dell’ingresso, di raccolta delle acque meteoriche impiegate per l’irrigazione delle aree verdi comuni senza quindi consumare una preziosa risorsa.
Alcune fasi della costruzione del complesso residenziale. Dopo la posa della struttura in pannelli prefabbricati X-lam, le lavorazioni procedono all’esterno e all’interno, dove si installano gli impianti, si realizzano le contro pareti, si montano i serramenti e si posano le pavimentazioni.
Residenze in centro storico Rovigo
Vista da nord est. I prospetti affacciati sul patio, chiuso da un muro lungo la via ciclopedonale, sono tinteggiati in grigio scuro, mentre il corpo scale è rivestito da doghe in legno composito.
© Fabio Bascetta © Fabio Bascetta Scorcio da sud-est dell’edificio.Ubicazione: Rovigo
Progetto architettonico: arch. Roberto Navarrini, arch. Elena Lavezzo –navarrini architetti e associati, Rovigo; con Bordin & Zagato architetti
Direttore dei lavori: geom. Mauro Giolo
Direzione artistica: arch. Roberto Navarrini, Rovigo
Coordinamento cantiere: arch. Giuliano
Crivellaro, CGTM architetti, Padova
Strutture: ing. Massimo Zanella, Rovigo
Impianti: Ambroso & Ambroso srl, Oppeano (VR)
Sicurezza: ing. Roberto Romanini, EkoStudio HSE S.r.l. Badia Polesine (RO)
Appaltatore: Costruzioni Orizzonte S.r.l., Rovigo
Appaltatore struttura in legno: Zennaro Legnami S.r.l., Porto Viro (RO)
Fornitore pareti in legno composito: Novowood, Ferrara
Lavori: 2023 (completamento)
Superficie: 236,77 m2
All’angolo fra tre strade
In una zona centrale di Rovigo, su un lotto all’incrocio tra un viale alberato e uno stretto vicolo pedonale, un nuovo piccolo complesso residenziale per quattro famiglie ha preso il posto di un fabbricato abbandonato ed estremamente degradato. Approcciando la riqualificazione dell’area, i progettisti hanno dovuto confrontarsi con condizioni statiche non ottimali dell’immobile esistente, dai volumi eterogenei risalenti a epoche diverse, e con una zona cortiliva abbandonata, incolta e con elevato rischio di inquinamento ambientale. La decisione di demolire e ricostruire l’immobile è apparsa fin da subito la soluzione più coerente e da tale scelta, riflettendo sui temi compositivi e sui caratteri formali legati alla cortina edilizia urbana, alla valorizzazione della posizione d’angolo e alle vedute significative, è nato un edificio in pannelli X-lam che si inserisce nel contesto edilizio urbano senza sconvolgerlo. Tuttavia, quasi surrealmente, la sorprendente forma elementare della struttura all’angolo tra tre strade appare come se fosse accidentalmente spuntata dal regno della geometria pura, esaltata al contempo dal contrasto con gli edifici residenziali limitrofi risalenti agli anni Sessanta e Settanta.
Il fabbricato, dalla pianta a L, si affaccia sulla strada a sud con il prospetto principale intagliato da aperture di diverse dimensioni che modificano costantemente il rapporto tra interno ed esterno. A est il fronte è un’ampia parete cieca con un’unica apertura mimetizzata dalla lavorazione a pieno e vuoto dei mattoni, che prosegue generando il muro di confine con la via ciclabile; entrambi i prospetti si caratterizzano per la tinta chiara. Nelle facciate opposte, rivolte verso il patio interno e tinteggiate di grigio scuro, troviamo la scala metallica di accesso al piano primo rivestita in pietra e protetta da un rivestimento a doghe orizzontali che fungono da brise-soleil, a evidenziare il carattere introverso di questo lato dell’edificio. Al piano terra si articolano due appartamenti con accesso diretto dalla corte interna, mentre al livello superiore si trovano due appartamenti – uno in duplex, affacciato sul grande tetto giardino – con ingressi indipendenti accessibili dal vano scala esterno.
© Fabio Bascettastruttura________
Dal punto di vista strutturale l’edificio è costituito da uno scatolare sismo-resistente, realizzato con pareti di 10 cm e lastre di 16 cm in legno X-lam, rispettivamente impiegate per i setti portanti perimetrali esterni e i solai di piano. L’intera struttura in elevazione grava su un sistema di fondazioni dirette superficiali realizzate mediante una platea di 30 cm accoppiata con un graticcio di travi nervate ribassate aventi altezza aggiuntiva pari a 20 cm, per un altezza complessiva di 50 cm, poste a coronamento del sistema di scarico principale costituito dalle pareti e da un telaio bidimensionale di colonne e travi in acciaio tipo HEA, posizionate a sostegno dei carichi derivanti da porzioni di impalcato dislocato ai livelli primo e secondo. Per quanto concerne l’interferenza dovuta alle fondazioni di nuova costruzione con le fondazioni in essere del fabbricato prospiciente, le stesse sono separate mediante l’interposizione di un pannello in polistirene con funzione di giunto tecnico.
Per evitare fenomeni di martellamento con una porzione di edificio adiacente e ubicato a confine, è stato calcolato lo spostamento massimo in condizioni sismiche alle varie quote altimetriche di spicco di ciascuno dei due fabbricati, così da stabilire l’ampiezza del giunto tecnico anti-martellamento che in ogni caso è assorbito dallo spessore del cappotto coibente pari a 12 cm. Lo strato isolante è chiuso esternamente da lastre in cemento rinforzato finite con intonaco e rasatura.
La scala di accesso al piano primo è protetta da un rivestimento a doghe orizzontali con funzione di brise-soleil.
Vista del prospetto est e dell’appartamento duplex all’ultimo piano che si affaccia sull’ampia terrazza.
_strategie impiantistiche________
Il progetto impiantistico del complesso residenziale prevede l’utilizzo di energia rinnovabile, generata dall’impianto fotovoltaico (la percentuale di copertura da fonti rinnovabili è pari al 74,29% per il fabbisogno globale e l’84,70% per la produzione di ACS). L’impianto è centralizzato, fisso e integrato sulla copertura dell’edificio in posizione orizzontale, e l’energia elettrica viene ripartita tra le unità immobiliari per la copertura dei fabbisogni elettrici e contabilizzata. La potenza installata di picco è di 3,75 kWp e la sua producibilità media annua è pari a 3967 kWh. Il fotovoltaico alimenta anche le pompe di calore aria/ acqua a servizio dell’impianto autonomo di riscaldamento, climatizzazione e produzione di acqua calda sanitaria di ciascuna unità immobiliare la cui dotazione prevede anche un impianto radiante a pavimento, un sistema di ventilazione meccanica per il ricambio dell’aria e un sistema di termoregolazione. Quest’ultimo è costituito da sonde di temperatura e umidità relativa per ciascun ambiente al fine di ottimizzare la gestione dell’efficienza degli impianti di riscaldamento, raffrescamento e trattamento aria e per controllare le funzioni di accensione, regolazione e spegnimento dell’impianto, sia da pannello di comando a parete sia da remoto. La ventilazione meccanica controllata è munita di recuperatore di calore termodinamico attivo ad alta efficienza, estivo e invernale, e la distribuzione dell’aria è realizzata con tubazioni in materiale polimerico; ogni unità è corredata di sistema di regolazione della temperatura di mandata della pompa di calore in funzione delle condizioni climatiche esterne.
navarriniarchitetti e associati, fondato a Rovigo nel 2001 dagli architetti Franco Navarrini, Roberto Navarrini ed Elena Lavezzo, svolge l’attività professionale prevalentemente in Italia, spaziando dalla progettazione urbanistica all’edilizia pubblica e privata e ricercando costantemente soluzioni spaziali innovative per la vita contemporanea dove gli aspetti ambientali sono considerati come elementi principali del progetto. Lo studio, che possiede una solida esperienza nel campo della progettazione architettonica, lavora a vari livelli: masterplan, progetti architettonici, interior design sia per privati sia per committenze pubbliche, e ha partecipato a numerosi concorsi di progettazione, nazionali ed internazionali, ottenendo premi e riconoscimenti.
Quali motivazioni hanno portato a costruire questo complesso residenziale in legno e quali difficoltà/vantaggi ha comportato?
L’uso del legno ci è sembrata la soluzione ideale per il raggiungimento di due obiettivi: garantire elevati standard di coibentazione e risposta rispetto alle sollecitazioni sismiche e permettere rapidità di montaggio. C’è da dire che su questo materiale ancora si nutrono perplessità e spesso imprese e committenti preferiscono strutture tradizionali. Per noi, quindi, la sfida è stata costruire nell’ambito della città consolidata un volume di tre piani in legno. L’edificio aspira a donare benessere a chi lo abita e a contribuire alla riduzione dei consumi, quindi delle emissioni inquinanti, grazie a un involucro performante e all’installazione di impianti che utilizzano energie rinnovabili. La nuova costruzione modifica così anche la percezione del luogo. La città, che qui un tempo era periferia, diventa centro urbano.
Qual è la vostra personale definizione del materiale “legno”?
Nonostante in questo progetto il legno sia celato dallo strato di intonaco, la sua presenza si palesa nel frangisole, in legno composito, rivolto verso il patio. Al di là quindi dei fattori prestazionali, crediamo che il legno abbia la capacità di condurre la costruzione in una scala più umana. L’edificio, dalle forme semplici e lineari, non si percepisce come un oggetto incongruo. L’uso dei materiali della tradizione, intonaco, pietra e legno permettono al complesso di inserirsi nel contesto senza cadute nello storicismo.
Due viste della scala che dà accesso agli appartamenti al primo piano. La struttura in acciaio, costituita da sei pilastri, da arcarecci secondari e opportuni controventamenti di piano e di parete realizzati con funi, è ancorata alla platea di fondazione mediante 4 tirafondi.
Copertura (A), dall’esterno
- ghiaino (15 mm)
- tessuto non tessuto
- pannelli in EPS pendenziati (90-140 mm)
- guaina isolante anti calpestio
- tavolato in perline di abete (20+15 mm)
Solaio interpiano (B), dall’estradosso
- pavimentazione (15 mm)
- massetto per riscaldamento radiante (40 mm)
- pannelli radianti (40 mm)
- guaina isolante anti calpestio (5 mm)
- massetto alleggerito per passaggio impianti (120 mm)
- guaina isolante anti calpestio (5 mm)
- tavolato in perline di abete (20+15 mm)
Parete esterna (C), dall’esterno
- intonaco e rasatura (20 mm)
- lastra in cemento rinforzato (12,5 mm)
- isolamento (140 mm)
- parete in X-lam (100 mm)
- controparete interna isolata per passaggio impianti
Solaio contro terra (D), dall’estradosso
- pavimentazione (15 mm)
- massetto per riscaldamento radiante (40 mm)
- pannelli radianti (40 mm)
- massetto alleggerito per passaggio impianti (120 mm)
- massetto alleggerito (190 mm)
- guaina catramata elastomerizzata (4 mm)
- pannelli in EPS (100 mm)
- platea di fondazione
1 scossalina metallica
2 pannelli in EPS
3 travi lamellari GL24h in abete (120x200 mm)
4 scala in legno
5 monoblocco per tenda
6 serramento legnoalluminio, triplo vetro
7 travi lamellari GL24h in abete (160x240 mm)
L’edificio preesistente e le operazioni di demolizioni del fabbricato.
La posa in opera delle pareti in X-lam della nuova struttura.
La stratigrafia della parete in X-lam in fase di costruzione e il dettaglio del nodo pareteserramento; sulla parete, in basso, si nota anche il differente isolamento a contatto con il cordolo in c.a.
La realizzazione della scala interna in legno del duplex e della scala esterna con struttura in acciaio.
Casa ML
Soveria Mannelli
Ubicazione: Soveria Mannelli (CZ)
Progetto architettonico: arch. Pierfranco Cavallo, Cosenza Strutture in c.a.: ing. Gaetano Merenda, Rende (CS)
Strutture in X-lam: ing. Enrico Torricelli –Studio TECLA, Formigine (MO)
Direttore dei lavori: arch. Pierfranco Cavallo
Consulenti: arch. Emilio Salvatore Leo, Soveria Mannelli (CZ)
Impianti: Tecno Klima Srl, Castrolibero (CS)
Appaltatore struttura legno: Sistem
Costruzioni Srl, Solignano Nuovo (MO)
Lavori: agosto 2018 – maggio 2020
Superficie verde: 29.930 m2
Superficie utile: 450,00 m2
Mediterranea, in legno e sostenibile
Un terreno dalla forma irregolare a 800 m di altitudine e caratterizzato dalla presenza di un bosco di cerrete e pini domestici, nel contesto di una realtà insediativa urbanizzata posta a sud-est del centro città di Soveria Mannelli; è questo il contesto in cui si trova Casa ML, una nuova abitazione che, come nelle intenzioni della proprietà, è stata costruita applicando principi di ecosostenibilità e di rispetto del territorio, così da creare il minor impatto possibile sull’ambiente. La vicinanza del sito all’area urbana e l’esigenza della famiglia di vivere in una dimora tranquilla, immersa nel verde, sono stati i punti di partenza per lo sviluppo dell’architettura e la definizione degli interni, aperti e fluidi, che rispondono alle richieste di privacy, in sintonia con il paesaggio circostante del massiccio montuoso del Reventino.
La casa, progettata attorno alla pratica della convivenza pur garantendo le dovute zone private, tenta di portare la natura (aria, luce e verde) all’interno del costruito grazie all’uso di due elementi architettonici: le ampie aperture che, contestualmente dettagliate, definiscono le vie d’aria per facilitare il raffrescamento naturale degli interni e la distribuzione degli spazi del primo livello intorno a un patio verde, vero cuore della casa, circondato e accessibile da tutte le aree della zona giorno.
Il progetto ha visto la realizzazione di due livelli fuori terra sul fronte sud del lotto, rivolto verso i monti, mentre verso nord spicca l’articolata linea di copertura dell’unico piano affacciato sul centro della città. Alla quota del giardino l’organizzazione degli ambienti si svolge intorno al patio, che costruisce nuove relazioni con il contesto e distribuisce la luce naturale, mentre il rapporto con il paesaggio è risolto collocando tutte le aree principali della casa sul lato sud, dove trovano posto la cucina principale, il living e lo spazio libreria. Il secondo livello, oltre alle camere da letto, affacciate a sud e concepite come spazi autonomi con bagno en suite e guardaroba, ospita un ampio “living notte” che dispone tutte le funzioni abitative di questo piano della casa.
1 ingresso
2 living
3 studio
4 cucina
5 bagno
6 cucina rustica
7 palestra
Il design mediterraneo di questa residenza, in connessione con l’ambiente montuoso del Reventino, utilizza materiali come cemento, legno e vetro che, dialogando con la vegetazione circostante, ammorbidiscono l’architettura e aggiungono calore, oltre a dare un contributo in chiave di progettazione bioclimatica.
La struttura portante dell’edificio è mista; nella parte interrata è in calcestruzzo armato, mentre la parte fuori terra, compreso tutto il secondo livello, è stata concepita in tecnologia X-lam. La copertura a più spioventi con falde a pendenza mista è realizzata con travi in legno lamellare e tavolato, rivestita all’esterno in lastre di lamiera aggraffate. Il pannello X-lam, composto da cinque strati di tavole di legno, grazie alla sua elevata ingegnerizzazione ha permesso un montaggio rapido e di grande precisione, diminuendo i tempi di costruzione. La parete è stata completata con una coibentazione in fibra di legno e con una pelle continua ventilata di pannelli in fibrocemento ad alta pressione autoportanti, rivestita da una superficie decorativa realizzata con intonachino colorato a spessore. Sul prospetto est la parete ventilata presenta con un rivestimento di facciata in doghe di legno a finitura liscia. La coibentazione e l’elevata inerzia termica delle soluzioni di involucro hanno consentito l’installazione del solo impianto radiante a pavimento per il riscaldamento e il raffrescamento dell’abitazione.
_due parole con il progettista________
Pierfranco Cavallo, architetto, si occupa di progettazione orientata all’integrazione tra materiali e ambiente, con un approccio in cui tecnologie seriali e nuovi materiali sostenibili possono produrre alti standard qualitativi assieme a un importante livello di customerizzazione. Dopo un’esperienza formativa a Lisbona alla “Escola Tecnica Superior de Architectura”, ha soggiornato in Africa tra Marocco, Mauritania, Senegal e Capo Verde, dove ha realizzato una ricerca su “Autocostruzione e abitazioni informali”. Ritornato in Italia ha integrato la sua formazione sugli aspetti energetici con approfondimento sugli edifici in legno. Il suo lavoro cerca di massimizzare il rapporto tra l’edificio e il suo contesto.
Quali rivestimenti sono stati scelti per questa abitazione?
L’esterno è rivestito in parte da doghe di legno verticali scure che contrastano con i colori chiari del rivestimento materico naturale. Le grandi lastre di gres porcellanato a basso spessore definiscono l’esterno più vicino alla casa, oltre a rivestire la copertura della parte interrata del primo livello che diventa piano calpestabile sul retro dell’abitazione armonizzandosi con gli altri materiali che caratterizzano l’immagine esterna dell’edificio. Date le esigenze di protezione dai fenomeni atmosferici, è stata considerata la durevolezza dei materiali per evitare frequenti sostituzioni e riparazioni con aggravio dei costi sia energetici sia di gestione. Per la copertura si è adottato un sistema innovativo di isolamento termico per coperture a falde con tetto ventilato rivestito con lastre di alluminio aggraffate.
Quali vantaggi ha avuto o quali problematiche ha dovuto affrontare nello scegliere una tecnologia in legno per la costruzione dell’abitazione?
L’uso della tecnologia X-lam ha rappresentato l’opzione ideale per realizzare un’abitazione ecologica, durevole e confortevole. L’elevata accuratezza del progetto, la leggerezza della struttura, la sua maggiore stabilità ne fanno una scelta vincente che ha permesso di organizzare un cantiere veloce e a secco, garantendo forti economie nei costi di costruzione. Inoltre, la scelta di questa tecnologia consolida una ricerca che da anni si sviluppa attraverso un processo progettuale con approccio tecnico e costruttivo, che combina armoniosamente forma, funzione e materiali.
Nella pagina precedente due viste della zona living.
La casa si apre a sud, verso il giardino, con ampie vetrate e con una sequenza di finestre allungate che incorniciano il massiccio del Reventino dalle camere al livello superiore. La corte, elemento che costruisce relazioni con il contesto, è anche un dispositivo climatico che permette alla luce solare di penetrare in tutti gli spazi situati sul lato nord, sia in inverno sia in estate.
Copertura (A), dall’esterno
- lamiera aggraffata
- membrana anti UV
- tavolato in abete grezzo (28 mm)
- 2a listellatura (50x100 mm)
- 1a listellatura (50x100 mm)
- freno vapore
- OSB 3 (18 mm)
- tavolato in abete grezzo (28 mm)
- arcareccio (100x160 mm)
- controsoffitto in cartongesso
Parete (B), dall’interno
- lastra in gesso fibra (12,5 mm)
- struttura in profilato zincato (50 mm) con interposto isolamento (40 mm)
- parete in X-lam
- cappotto in lana di roccia (100 mm) – pannello in XPS per i primi 60 cm
- collante/rasante (10 mm)
- sottostruttura di supporto per parete ventilata (33 mm)
- rivestimento in listellatura (22 mm)
Solaio interpiano (C), dall’estradosso
- pavimentazione
- messetto fibrorinforzato antiritiro (50 mm)
- impianto di riscaldamento a pavimento (90 mm)
- solaio/soletta in c.a. (25 cm)
- travi in c.a.
1 lattoneria zona timpani
2 impermeabilizzazione con guaina chimica
3 tagliamuro butilico per sottofondi
4 guarnizione per tenuta all’aria
5 ancoraggio cordolo in larice e angolare
6 cordolo in lamellare di larice (100 X 160 mm)
7 riempimento con malta antiritiro
Alcune immagini della fase di costruzione della casa: dal posizionamento e ancoraggio dei pannelli in X-lam sulla soletta del piano inferiore sino alla posa dei rivestimenti esterni.
Lorenzo Rapisarda
Farmacia San Rocco Gussago
Ubicazione: Casaglio – Gussago (BG)
Progetto architettonico: arch. Lorenzo
Rapisarda - Studio M2R Architettura, Reggio Emilia
Strutture in c.a.: ing. Francesco Rota –C-SPIN, Grassobbio (BG)
Strutture in legno: ing. Giorgio Locatelli –Marlegno, Bolgare (BG)
Direttore dei lavori: arch. Lorenzo Rapisarda
Impianto elettrico: ing. Emilio Morandini, Bergamo
Impianto idraulico e meccanico: ing. Marco Scalari, Palazzolo sull’Oglio (BS)
Appaltatore struttura legno: Marlegno, Bolgare (BG)
Lavori: giugno 2023 - settembre 2023
Superficie utile: 120,00 m2
A servizio del pubblico
Nata dalla necessità fornire un servizio di qualità, moderno, veloce e su misura ai residenti, la nuova Farmacia San Rocco sorge su un’area a vocazione prettamente abitativa nella frazione di Casaglio del comune di Gussago. Il progetto trova ispirazione nella volontà di realizzare un padiglione autonomo e leggero, riconoscibile e facilmente raggiungibile dall’utente, integrato per dimensioni e colori nel contesto circostante e capace di conservare il concetto di piazza su cui il nuovo fabbricato si affaccia; un edificio, dunque, rispettoso dell’ambiente in cui si inserisce, neutrale e serrato, che dialoga con gli elementi circostanti. La farmacia, a un unico piano e dalla forma compatta, è stata posizionata in modo da lasciare il più possibile libera la circolazione all’interno dello spiazzo su cui affacciano le vetrine, mentre le aiuole circostanti sono state adeguate per fornire sia un degno accesso allo spazio di vendita sia per dare respiro ai percorsi pedonali. I fronti principali si presentano con un loggiato, che protegge l’ingresso al pubblico, e con ampie vetrate, a cui si contrappongono i prospetti opposti, più chiusi, dove si trovano gli accessi privati e le zone più tecniche e riservate.
Il fabbricato si caratterizza per la struttura portante in legno, costituita da un sistema prefabbricato a telaio, una soluzione leggera e resistente ideale per progetti di dimensioni contenute. Le pareti e i solai a telaio sono composti da correnti e montanti in legno massiccio, con interposto un isolamento in lana di roccia, e controventati da pannelli in OSB e/o fibrogesso. I prospetti si connotano per il rivestimento metallico in doghe con finitura in colore Cor-Ten al fine di assicurare un risultato estetico uniforme e di qualità.
Il riscaldamento e il raffrescamento dell’edificio sono a tutta aria, alimentati da una pompa di calore esterna; due unità interne canalizzate provvedono a servire rispettivamente due zone climatiche con gestione indipendente. Le tubazioni di distribuzione dell’aria, a scomparsa, sono state opportunamente progettate per garantire un comfort acustico elevato. Per ottimizzare i consumi energetici l’illuminazione è principalmente a led e in copertura è stato installato un impianto fotovoltaico.
Sezione
Sezione
Sezione
Prospetto
Dettaglio del rivestimento in lamiera del portico.
_due parole con il costruttore________
Dal 2000 Marlegno costruisce grandi edifici e case in legno, occupandosi di ogni progetto dall’inizio alla fine e curando nel dettaglio ogni fase, dalla progettazione alla prefabbricazione fino alla consegna chiavi in mano e ai servizi post-vendita.
Guidata da principi di economia circolare, l’azienda utilizza solo legno proveniente da foreste certificate PEFC, materia prima naturale riutilizzabile e riciclabile. Certificata ISO 14001, ISO 45001 e ISO 9001, la visione di Marlegno è condivisa da un team di oltre 100 esperti che in tutte le fasi produttive garantiscono standard qualitativi altissimi per prestazioni ottimali e che in differenti unità di business lavorano in sinergia per sviluppare progetti su misura dove sostenibilità, sicurezza e tecnologia sono sinonimi di un’innovazione attenta e responsabile.
Come si coniugano bioedilizia, legno e dettagli costruttivi nel progetto della nuova Farmacia San Rocco che avete ingegnerizzato e costruito?
La farmacia è realizzata in bioedilizia e in legno grazie alla cura, professionalità e all’esperienza ventennale che Marlegno vanta nel settore. In questo progetto qualità, tecnologia e sicurezza sono state le linee guida della nostra progettazione esecutiva e della nostra prefabbricazione, fattori che contraddistinguono ogni nostro lavoro. All’interno del nostro polo tecnologico, infatti, realizziamo e assembliamo ogni elemento strutturale ponendo la massima attenzione a ogni dettaglio per garantire un risultato finale eccellente. Il nostro legno proviene unicamente da foreste certificate PEFC, che sono garanzia di una gestione sostenibile e che mirano alla salvaguardia dei boschi e dell’ambiente naturale. Ogni nostra realizzazione è pensata, progettata e costruita per essere al riparo dagli agenti atmosferici e quindi per durare per sempre, oltre a essere perfettamente sicura anche in caso di terremoto o di incendio.
_due parole con il progettista________
Lorenzo Rapisarda consegue la laurea in architettura presso l’Università degli Studi di Ferrara nel 1999. Nel 2006 fonda insieme all’ing. Luca Monti e all’arch. Marco Borghi lo Studio M2R Architettura, il cui approccio sperimentale e la particolare attitudine per la ricerca, unite a un costante confronto con la committenza, favoriscono la realizzazione di soluzioni non convenzionali, con particolare attenzione al tema della sostenibilità ambientale. In breve tempo lo studio ottiene rilevanti commesse private e riconoscimenti in concorsi internazionali di progettazione, tra i quali il primo premio per i Nuovi Imbarcaderi e Biglietterie del trasporto pubblico di Venezia (2007), l’International Architecture Award patrocinato dal Chicago Athenaeum (Museum of Architecture and Design) e dall’European Centre for Architecture Art Design and Urban Studies nel 2009.
Questo progetto è stato realizzato con struttura in legno: da dove nasce la volontà di costruire l’edificio con questo materiale?
La scelta del legno nasce principalmente da due motivazioni, la prima funzionale la seconda emozionale. La motivazione funzionale si riferisce alla necessità di realizzare un edificio semplice e pratico da collocare in uno spazio pubblico che potesse essere costruito in tempi brevi. La scelta emozionale, nasce invece, dal dialogo con la committenza che era alla ricerca di un edificio che potesse suscitare una positiva impressione nei suoi aspetti estetici e materici grazie all’uso del legno.
Quali sono, a suo avviso, le potenzialità del materiale legno nell’architettura contemporanea?
Individuerei semplicemente tre aggettivi: versatile, sostenibile, bello. Versatile, inteso come materiale multifunzionale, in quanto il legno può essere usato sia come materiale strutturale sia di finitura e arredo. Sostenibile perché il legno è un materiale per sua natura sostenibile; infine, bello poiché è proprio un bel materiale dalle indubbie qualità estetiche le quali possono valorizzare l’architettura contemporanea.
L’ampia area vendita della farmacia. Gli interni chiari e luminosi contrastano con il rivestimento esterno scuro in doghe metalliche.
1 lattoneria
2 canale di gronda
3 aggancio linea vita
4 cappellotto in lattoneria con singolo profilo
5 nastro biadesivo
6 tappeto di usura
7 guaina bituminosa
Copertura (A), dall’esterno
- doppia guaina impermeabile (4+4 mm): secondo strato con finitura in scaglie di ardesia
- pannello OSB (18 mm)
- telo traspirante
- isolamento in pannelli di lana di roccia interposto a travi di copertura (240 mm)
- freno al vapore
- pannello multistrato (19 mm)
Parete (B), dall’esterno
- rivestimento in lamiera
- sotto struttura per aggancio doghe (20 mm)
- camera di ventilazione con montanti in legno (50x60 mm, passo 60 mm)
- telo traspirante
- isolamento a cappotto listonato in lana di roccia (40 mm)
- telaio in lamellare (60x160 mm) e pannello in lana di roccia interposto (160 mm)
- freno al vapore
- pannello OSB (12 mm)
- pannello in cartongesso (12,5 mm)
- finitura
Solaio contro terra (C), dall’estradosso
- pavimento flottante
- isolamento in pannelli di lana di roccia (40+40 mm)
- passaggio impianti
- membrana impermeabile
- platea in c.a. (300 mm)
- magrone (40 mm)
Posa delle pareti a telaio prefabbricate, movimentate con una gru.
L’installazione delle finestre in stabilimento di produzione e la facciata con i listelli di ventilazione e i teli opportunamente nastrati.
A sinistra, le pareti, adeguatamente protette, prima della posa del solaio di copertura e, a destra, in attesa del rivestimento.
A sinistra la posa degli impianti a pavimento e soffitto; qui accanto, in alto, il rivestimento metallico in doghe e, sotto, l’impianto fotovoltaico in copertura.
Ubicazione: Oslo (N)
Progetto architettonico: Oslotre AS, Oslo (N)
Team di progetto: Architect MNAL Jørgen Tycho, Dipl. Ing. Architektur Moritz Groba, Civil Architect Salas Montes Mañas, M.Arch Kristine Karklina, Dipl. Ing. Architektur Katrin Wilde-Sampaio, Civil Architect MNAL Jon Danielsen Aar-hus, CAD Engineer Olivia Gragnon
Strutture in legno: Oslotre AS, Oslo (N); NyStruktur AS, Oslo (N)
Strutture in c.a.: Norconsult AS, Sandvika, N
Strutture: Sweco AS, Oslo (N)
Certificazione Breeam: Multiconsult AS, Oslo (N)
Appaltatore strutture legno: Splitkon AS, Åmot (N)
Superficie lorda: 2655 m2
Costruire, smontare e riutilizzare
Vincitore del prestigioso premio norvegese Edificio in legno dell’anno 2022, Hasle Tre è un modello pionieristico di architettura sostenibile, guidato dall’imperativo di contrastare il cambiamento climatico e determinare un futuro resiliente. Questo innovativo edificio non solo soddisfa le esigenze funzionali, ma riduce anche le emissioni di gas serra del 60% e raggiunge l’ambita certificazione BREEAM NOR Excellent. Situato all’estremità del centro di Oslo e sviluppato su cinque piani per 3000 m2 compresi il seminterrato e le terrazze sul tetto, Hasle Tre trova origine dalla volontà di creare una struttura a destinazione terziaria ecologicamente consapevole, versatile e creativa progettata per lo smontaggio e il riutilizzo. Il progetto non è stato privo di sfide. Destreggiarsi tra tecniche di costruzione all’avanguardia, materiali e conformità normativa ha richiesto un equilibrio meticoloso e, per ottenere un ampio sostegno all’idea di smontaggio e riutilizzo è stata necessaria una comunicazione chiara e completa al fine di chiarirne i vantaggi duraturi.
La struttura in legno massiccio è caratterizzata da un sistema a griglia di 5x5 metri che consente flessibilità nell’organizzazione e dimensione dei diversi spazi (uffici singoli, uffici open space, sale riunioni, stanze più piccole, ecc.) facilitando anche future eventuali modifiche. Gli interni presentano prevalentemente elementi in legno, sughero e lana a vista, fissati con con chiodi lignei invece che con viti. Grazie alle proprietà igrotermiche di questi materiali, è stato possibile migliorare il benessere degli occupanti e mitigare i casi di assenze per malattia, oltre che ridurre il consumo energetico. Nel progetto, inoltre, è stata integrata una significativa quantità di elementi riutilizzati e riciclati (unità di ventilazione, controsoffitti acustici e pavimentazioni per i locali secondari); il 60% dei mobili è riciclato e il restante 40% è realizzato con materiali biodegradabili o rifiuti industriali come la plastica raccolta negli oceani. La priorità data alla qualità e alla semplicità della struttura e degli interni, garantendo durabilità e flessibilità spaziale, ha consentito di ridurre il tempo di costruzione a soli nove mesi.
_la struttura________
La volontà di creare un edificio che potesse in futuro essere disassemblato si è concretizzata grazie a una meticolosa pianificazione dei componenti strutturali il cui compito è facilitare sia il montaggio sia lo smontaggio. La struttura primaria e secondaria è stata progettata utilizzando formati e dimensioni di produzione standard e con il minor numero possibile di perforazioni degli elementi grezzi, riducendo così gli sprechi di materiale e i rifiuti e ottimizzando il trasporto in cantiere e l’assemblaggio. Ingegnosi collegamenti legno-legno, come ad esempio quelli tra le colonne e le travi in legno lamellare con tasselli di faggio, o quelli tra i pannelli X-lam delle pareti e dei solai con connettori X-fix (elementi lignei cuneiformi a coda di rondine), hanno dato vita a un sistema di costruzione privo di giunzioni in acciaio o in alluminio.
Questo approccio incentrato sul legno ha consentito di ridurre l’uso dell’acciaio nell’intera costruzione di oltre l’80% rispetto a un edificio di riferimento in calcestruzzo. Inoltre, è stato calcolato che HasleTre ha emissioni di gas serra inferiori del 60% rispetto all’attuale standard di settore (secondo FutureBuilt Zero v01).
Le soluzioni tecniche e strutturali sviluppate assicurano flessibilità in fase d’uso, durata e semplicità di disassemblaggio, mantenendo il valore dei componenti e materiali a fine vita in un’ottica di circolarità.
La significativa quantità di risorse investite in questo progetto per la ricerca di nuove soluzioni e metodi potranno avere un rilevante valore di ricaduta nello sviluppo di futuri progetti.
Singoli elementi e dettaglio costruito del collegamento tra pilastri, travi e solai in X-lam con connessioni lignee.
Particolare della connessione X-fix, costituita da due elementi in legno cuneiformi a coda di rondine, utilizzata per il collegamento dei pannelli X-lam.
A sinistra, schema strutturale e costruttivo i differenti sistemi di connessione legno-legno.
Il collegamento tra travi e pilastri in legno lamellare con inserimento di cavicchi in legno durante il montaggio della struttura.
_due parole con i progettisti________
Oslotre, società di progettazione e costruzione conosciuta per aver progettato diversi edifici innovativi e rivoluzionari, lavora nell’ambito dell’architettura in legno e delle moderne costruzioni in legno da oltre 13 anni, svolgendo un ruolo attivo e innovativo per il cambiamento nel settore. Il team interdisciplinare di architetti, ingegneri, disegnatori tecnici e costruttori si contraddistingue per preparazione e competenza nella progettazione di edifici in legno in Norvegia, offrendo una competenza professionale unica nell’architettura contemporanea in legno. L’esperienza nella progettazione e ingegnerizzazione di strutture lignee massicce, effettuata insieme alla società sorella OsloPre (Oslo Prefab), consente di fornire servizi di progettazione completi, dagli schizzi architettonici iniziali fino alla documentazione di produzione e alla direzione lavori, garantendo così economicità, ecologicità ed elevata qualità architettonica delle costruzioni in legno.
HasleTre è il primo edificio per uffici in legno smontabile al mondo. Quali altri progetti innovativi avete nel vostro portfolio?
I progetti sono molti ma ne ricordiamo solo alcuni. Lumber 4 a Kristiansand, un edificio in legno massiccio nominato per il premio Edificio dell’anno 2023 a Kristiansand, compete con gli edifici convenzionali in acciaio e cemento in termini di costi, ma permette di ridurre del 53% le emissioni di gas serra. St. Olavs vei 18 è l’edificio residenziale in legno massiccio più alto della Norvegia meridionale ed è stato anche’esso nominato per il premio Edificio dell’anno 2022 a Kristiansand. Abbiamo progettato anche Valle Wood, che era il più grande edificio per uffici in legno della Norvegia quando è stato completato nel 2019, utilizzando solai TCC (lastre composite in legno/cemento) per la prima volta al mondo. Lo stesso vale per la costruzione in legno massiccio degli alloggi per studenti di Blindern, che con i suoi 13 piani è la costruzione in legno massiccio più alta d’Europa.
Cosa vi spinge a progettare con il legno?
A livello globale, il settore edile e immobiliare è responsabile di circa il 40% delle emissioni di gas serra, del 40% dell’estrazione di materie prime e del 40% della produzione di rifiuti. Questa è una tendenza che non può continuare in un mondo caratterizzato da una crescente scarsità di risorse, distruzione degli habitat e cambiamenti climatici indesiderati. Siamo un’azienda guidata dalla visione. Il nostro obiettivo è contribuire alla riduzione delle emissioni di gas serra e al passaggio da un sistema lineare usa e getta a una catena del valore circolare nel settore edile e immobiliare anche attraverso l’utilizzo del legno.
Nella pagina accanto, gli ampi spazi aperti degli uffici suddivisibili mediante tende e una piccola sala meeting.
In questa pagina, due immagini della scala, anch’essa realizzata interamente in legno massiccio.
Posa in opera dei pannelli in X-lam dei solai.
Vista dall’alto del cantiere con la struttura in legno completata.
Due dettagli del rivestimento in scandole delle pareti esterne.
© Einar Aslaksen © OslotreL’alpeggio
Davide Maria Giachino
Haidille ALKA-Architetti
Villa n.3 Jimmi Pianezzola Architetto
Residenza Vanvitelli Vincenzo Guzzo
Jaurès Petit Housings archi5
Waldenhouse Casarampi Paolo Scoglio Architetto
Foto: Alberto Sinigaglia Foto: © Sergio Grazia Foto: © Massimo Crivellari