Cultura materiale e progetto sostenibile

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architettura sostenibile / patrimonio e progetto sostenibile collana diretta da Maria Cristina Forlani, Dora Francese, Pietromaria Davoli, Francesca Castagneto

EdicomEdizioni Monfalcone (Gorizia) tel. 0481/484488 fax 0481/485721 e-mail: info@edicomedizioni.com www.edicomedizioni.com I testi e le foto sono stati forniti dagli autori Š Copyright EdicomEdizioni Vietata la riproduzione anche parziale di testi, disegni e foto se non espressamente autorizzata. Tutti i diritti sono riservati a norma di legge e delle convenzioni internazionali. Immagine di copertina: Danilo Di Mascio ISBN 978-88-96386-32-3 Questo libro è stampato interamente su carta con alto contenuto di fibre riciclate selezionate Stampa Press Up Roma Prima edizione settembre 2014


Maria Cristina Forlani

cultura materiale e PRogetto sostenibile UNA GUIDA AL “MANTENIMENTO” DEI TRABOCCHI DELLA COSTA TEATINA

EdicomEdizioni / architettura sostenibile / patrimonio e progetto sostenibile /


La ricerca è stata svolta con il contributo della Provincia di Chieti, settore Urbanistica e Pianificazione GRUPPO DI RICERCA Responsabile scientifico M. Cristina Forlani, professore ordinario di Tecnologia dell’Architettura, Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti-Pescara Coordinatori Gabriella Caterina, professore ordinario di Tecnologia dell’Architettura, Università degli Studi di Napoli “Federico II” Vincenzo Sepe, professore associato di Scienza delle Costruzioni, Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti-Pescara Alberto Viskovic, professore associato di Tecnica delle Costruzioni, Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti-Pescara Donatella Radogna, ricercatore di Tecnologia dell’Architettura, Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti-Pescara Contributi Marcello Borrone, dottore di ricerca, architetto, libero professionista Antonio Bruno, dottore di ricerca, architetto Danilo Di Mascio, dottore di ricerca, architetto Pasquale Carusi, dottore di ricerca, architetto Elaborazioni grafiche bidimensionali e tridimensionali Danilo Di Mascio Pasquale Carusi Elaborazioni grafiche delle schede Danilo Di Mascio, dottore di ricerca, architetto Gaia Trasatti, architetto, libero professionista Antonio Bruno, dottore di ricerca, architetto Fotografie Marcello Borrone, M. Cristina Forlani, Donatella Radogna, Danilo Di Mascio, Gaia Trasatti, Antonio Bruno, Pasquale Carusi Fotografie aeree Comando Forestale di Pescara – Gruppo Elicotteristi Fotografie satellitari Regione Abruzzo


Introduzione

La Costa dei trabocchi come ambito territoriale di eccellenza

Antonio Di Chiacchio, Dirigente Urbanistica e Pianificazione della Provincia di Chieti Alessandro Cipressi, Architetto, consulente della Provincia di Chieti Lo sguardo del viaggiatore che si muove lungo la fascia costiera teatina è sempre attratto da singolari strutture realizzate dall’uomo tra terra e mare, i trabocchi. Sono delle mirabili macchine da pesca che sfidano la forza del mare con arguzia e rispetto per la natura. Sono strutture che affascinano l’osservatore perché evocano forza e fragilità, ingegno e semplicità nei materiali utilizzati. Appaiono umili, mai prepotenti nei confronti del contesto paesaggistico che li ospita, si presentano come se avessero anima e saggezza perché capaci di resistere da soli nel tempo, contro le intemperie in modo dinamico e autoadattante. Il traboccante, quasi sempre suo creatore e utilizzatore, custodisce e tramanda l’ingegno costruttivo, lo manifesta come espressione decisa di un sapere proveniente dal sacrificio quotidiano del contadino e del pescatore. Egli sa costruire i trabocchi in luoghi unici, creando valore aggiunto all’autenticità del paesaggio che personalmente disegna in maniera irriproducibile con il lavoro. Il trabocco, sempre ancorato alla roccia, è un’architettura singolare per la piccola pesca. Realizzato con un sistema complesso, ma ordinato, di pali e travi in legno, ferri e corde, è capace di gratificare l’osservatore con forti emozioni e si conserva, per questo, indelebile nell’immaginario del singolo quanto in quello collettivo. L’elemento singolo, inoltre, mai disgiunto dal suo contesto, restituisce un luogo che si ricorda, un paesaggio che si identifica con caratteri originali, definendo, con armonia perpetua, un iconema territoriale. Con il termine iconema si definiscono anche gli elementi costitutivi di un ambito territoriale che nel loro insieme strutturano l’identità del territorio. Chi visita la Costa dei Trabocchi, di conseguenza, attribuisce a queste architetture leggere una serie di valori e funzioni. Da questo sistema di significati deriva il senso del luogo, cioè, quell’insieme complesso di valori, sentimenti, emozioni che legano in modo profondo una persona al proprio intorno. Un luogo fisico diviene iconema territoriale quando esprime nel suo insieme caratteri di unicità irriproducibili, quando, nell’immaginario collettivo, un elemento antropico come il trabocco, riconduce ad un luogo, ad un territorio. I trabocchi, quindi, per effetto della loro diffusione lungo il litorale teatino, proprio perché connettono terra e mare, e frangono con delicatezza la linearità della cimosa costiera, rendono riconoscibile un’importante porzione di territorio, appunto, la Costa dei Trabocchi. È un insostituibile iconema territoriale che rappresenta, per l’intera provincia, un punto di forza irrinunciabile poiché altamente riconoscibile, attrattivo e quindi da promuovere per la valorizzazione delle risorse esistenti che resistono nel tempo. Si concretizza, inevitabilmente, la duplice necessità di salvaguardare il territorio nella sua complessità, e di valorizzare le risorse locali puntuali. Sono questi due aspetti non disgiunti che la pianificazione territoriale può sostenere contemporaneamente, e con efficacia. In tal senso l’obiettivo di una buona governance è soprattutto la capacità di organizzare l’azione pianificatoria per l’interesse collettivo, nonché quello

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di coniugare la valorizzazione del territorio riconsiderando, con nuovo valore aggiunto, il patrimonio di risorse identitarie ancora presente. Recuperare il sistema dei trabocchi significa, perciò, rigenerare il sistema degli elementi costituenti del paesaggio, e ancora, avvalorare il territorio iniziando dal recupero dei valori architettonici residui. Pertanto, se la pianificazione di area vasta si sostanzia anche per mezzo della valorizzazione di elementi puntuali, come i trabocchi, allora la guida che offriamo, finalizzata al mantenimento e alla riqualificazione dei trabocchi, trascende il riferimento al singolo elemento e prende senso all’interno di un riferimento di valorizzazione territoriale più ampio. Le singole parti concorrono alla realizzazione di un ambizioso processo di valorizzazione territoriale, strutturato a monte, in cui l’azione sugli aspetti puntuali, lineari e areali del sistema costiero, anche se realizzati distintamente nel tempo, comunque restituiscono l’unità, ovvero un ambito di territorio rigenerato nei suoi aspetti peculiari per la collettività. È doveroso evidenziare, di conseguenza, come l’obiettivo del manuale non è limitato ad una mera individuazione delle tipologie costruttive dei trabocchi esistenti, non è volto all’esclusivo recupero degli stessi, bensì è integrato con la valorizzazione e la promozione territoriale perseguita per mezzo di un’attività pianificatoria contraddistinta da un orientamento aperto e reticolare. Il manuale, finalizzato alla regolazione della modalità costruttiva dei trabocchi, è un importante lavoro di ricerca, pratico e attuativo, che assume specificità disciplinare da investire nel processo di pianificazione in itinere per la valorizzazione del territorio. La Provincia di Chieti, infatti, ha da tempo avviato un’importante azione progettuale orientata alla valorizzazione della Costa dei Trabocchi. Trattasi di processi di pianificazione territoriale principiati in attuazione del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (P.T.C.P.), il quale individua la Struttura Speciale Territoriale della Fascia costiera (artt. 44-46 delle Norme Tecniche di Attuazione del P.T.C.P.), ovvero, una delle quattro Strutture Territoriali che ordinano l’intero territorio provinciale. In tale contesto progettuale, con Deliberazione del Consiglio Provinciale n. 131 del 21/12/2010, è stato approvato il Documento Programmatico del Progetto Speciale Territoriale della Fascia costiera che corona e rilancia con decisione importanti attività di valorizzazione e promozione territoriale in ambito costiero e retrocostiero. Il Documento Programmatico contiene e connette il progetto preliminare della Via Verde della Costa dei Trabocchi, la specifica Direttiva per la valorizzazione della Costa dei Trabocchi, e la Visione guida strategica della Costa dei Trabocchi. Questi progetti insieme promuovono un ambito territoriale di eccellenza. Il Documento Programmatico, inoltre, rilancia la progettazione del sistema costiero per la salvaguardia, la valorizzazione e la promozione di un ambito di territorio di altissimo pregio ambientale e paesaggistico, caratterizzato perlopiù da luoghi identitari irriproducibili, e da una potenzialità progettuale ancora inespressa, tutta orientata verso la realizzazione di un nuovo sistema turistico ecosostenibile. Nello specifico il progetto preliminare della Via Verde della Costa dei Trabocchi è ricondotto ad una infrastruttura di connessione ambientale da realizzare sul tracciato ferroviario dismesso Ortona-Vasto San Salvo. La Via Verde è pertanto più che strada paesaggistica pedonale, una nuova, sottile innervatura territoriale che restituisce una parte significativa della fascia costiera ad un uso più vicino alla natura e lontano dalla congestione, dall’inquinamento e dalla insicurezza del traffico. È un’occasione unica per dare alla realtà provinciale un forte segno di riconoscimento, e un’identità territoriale in cui i trabocchi, se valorizzati e riutilizzati, rappresentano una componente essenziale. La Via Verde “contiene” il sistema dei trabocchi e consente la coniugazione di tutti i segni relativi ai valori paesistici, producendone di nuovi. Al riguardo, per una migliore comprensione dei processi che hanno reso possibile intraprendere questo percorso progettuale, appare opportuno specificare

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alcune questioni di carattere generale. È necessario ricordare, infatti, che le specificità della fascia costiera teatina, e la necessità della sua organica valorizzazione, vengono compiutamente riconosciute nel Quadro di Riferimento Regionale (Q.R.R.), il quale assegna al litorale tra la foce del Foro e quella del Trigno un alto valore ambientale e turistico, tale da far accostare l’area al sistema della aree protette interne. Lo stesso quadro di riferimento specifica che l’articolazione della fascia litoranea deve configurarsi come un vero e proprio parco territoriale, in ossequio a precise e cogenti indicazioni sintetizzabili nella tutela, valorizzazione ed esaltazione dei valori naturali, nella proposizione di un modello di attrezzamento degli arenili a bassa densità d’utilizzazione, nel potenziamento delle relazioni con i centri storici della collina litoranea, nella tutela dell’attività agricola, nel declassamento della S.S. 16, in un quadro di gerarchizzazione e razionalizzazione della rete viaria, nell’individuazione di polarità strategiche di supporto e di servizio al margine dei centri esistenti, nell’articolazione di percorsi longitudinali pedonali, ciclabili ed equestri. Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, proprio perché recepisce le succitate indicazioni del Q.R.R., rilancia le azioni tese al recupero dei trabocchi in un’attività pianificatoria integrata con il sistema collinare retrocostiero, ed estende la tutela e lo sviluppo dai valori paesistici e ambientali del litorale a quelli delle attività produttive, della mobilità, del turismo e della pesca, secondo l’implicita filosofia della pianificazione strategica e della pianificazione per accordi. In tale dinamicità progettuale di livello interistituzionale è inevitabile notare che il Progetto Speciale Territoriale della Costa Teatina si qualifica come effetto delle molteplici attività provinciali in itinere sui temi della valorizzazione dell’ambito costiero. Trattasi sostanzialmente di un processo avviato sin dalla seconda metà degli anni novanta, con azioni specifiche finalizzate anche alla valorizzazione dei trabocchi. È oltremodo necessario ricordare che il tema della promozione del sistema socio-economico della Costa dei Trabocchi è all’attenzione dei governi locali sin dal 1998, e nei successivi anni trascorsi è stato oggetto di numerosi provvedimenti amministrativi e tecnici. Nel 1998 è stato redatto il progetto del “Corridoio verde lungo l’Abruzzo”, seguito dopo un anno dal “Progetto strategico ciclo-pedonale denominato “Corridoio Verde Adriatico” relativo alla mobilità ecologica lungo la costa abruzzese (1999). Nel 2002 è stato approvato il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale che ha individuato, come già riportato, quattro strutture territoriali di riferimento, di cui una coincide con la Fascia costiera1; Nel giugno del 2005 la Regione Abruzzo, l’Amministrazione Provinciale di Chieti e i Comuni della Costa Teatina, hanno sottoscritto un protocollo di intesa2 per l’utilizzazione delle aree degli impianti ferroviari dismessi, o in via di dismissione, da parte della RFI (Rete Ferroviaria Italiana S.P.A.) sulla tratta “Ortona – Vasto – S. Salvo”. Sempre nel 2005 sono stati redatti lo “Studio della rete ciclabile e pedonale provinciale”, il Documento preliminare del Progetto Speciale Territoriale della Fascia costiera e il PROTAGRI “Progetto Territoriale per le aree Agricole – Ambiti paesaggistici delle aree agricole costiere e retrocostiere”. Nel 2006 è stato dato avvio ai lavori per la redazione del presente manuale. Infine nel 2007, in riferimento agli indirizzi del Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Chieti, la Regione Abruzzo ha approvato una legge (“Disposizioni urgenti per la tutela e la valorizzazione della costa teatina” – 30

1  Le altre strutture sono la Città metropolitana Chieti-Pescara, la Rete urbana intermedia, e il Tessuto insediativo diffuso. 2  Protocollo d’intesa del 23.11.2007, sottoscritto tra Regione Abruzzo, Amministrazione Provinciale di Chieti e i Comuni della Costa Teatina, “Sistema delle Aree Protette” di cui alla L.R. 30 marzo 2007, n. 5.

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marzo 2007, n. 5) che individua un “Sistema di aree protette3. Tale legge prevede la redazione di un programma da sviluppare con il contributo della Provincia di Chieti attraverso la realizzazione di un “corridoio verde” come strumento di valorizzazione della costa. Ancora, nel 2009 è stato approvato il progetto preliminare della Via Verde teatina e la Direttiva per la valorizzazione della casta teatina4. Infine, come succitato, con Delibera di Consiglio Provinciale n. 131 del 21/12/2010 è stato approvato il Documento Programmatico del Progetto Speciale Territoriale della fascia costiera (artt. 44-46 delle Norme Tecniche di Attuazione del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale P.T.C.P.). Attualmente la Provincia è impegnata con R.F.I. S.p.A. per l’acquisizione delle aree ferroviarie dismesse (intero compendio) oltreché nella definizione delle procedure necessarie al trasferimento dei Fondi PAR FAS 2007-2013 previsti alle misure IV.2.2a e IV.2.2b. Tutto ciò testimonia l’importanza del sistema trabocchi all’interno delle attività pianificatorie d’area vasta con ruoli strategici per un progetto innovativo, ambizioso e condiviso che possa condurre ad un territorio competitivo poiché autentico, salvaguardato, propositivo e coerente verso ogni forma di sviluppo sostenibile. Oggi più che mai il ruolo che la Provincia ricopre nelle attività rivolte alla pianificazione territoriale non può limitarsi al mero controllo amministrativo di atti e procedure. Occorre lavorare utilizzando un approccio comprensivo multilivello in cui gli aspetti strategici vengono affrontati singolarmente per la valorizzazione dell’insieme. Il manuale per il mantenimento dei trabocchi, quindi, promuove un sapere specifico da investire nella pianificazione territoriale che può consentire l’evoluzione del territorio da piattaforma fisica a struttura organica complessa. Con ciò si valorizza il territorio degli abitanti per l’interesse di tutti, si programmano azioni integrate per massimizzare gli esiti degli obiettivi da perseguire e per sconfiggere l’inefficacia delle politiche di settore. Pare evidente quindi l’utilità di un siffatto documento non solo per chi voglia conoscere approfonditamente le mirabili macchine da pesca tramandate nel tempo, o per chi abbia la necessità di adeguare la struttura del trabocco al fine di un rigenerato uso compatibile con la sua stessa natura, ma anche per tutti coloro che possono trarre vantaggio da approfondimenti specifici per l’evoluzione delle condizioni urbanistiche e socio-economiche dell’intera comunità. Al riguardo si reputa opportuno comunicare che le strategie territoriali in atto sono state riconosciute e apprezzate dalle comunità locali e dagli abitanti, nonché dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali che ha onorato il progetto con l’assegnazione di una Menzione Speciale per il Premio del Paesaggio del Consiglio d’Europa 2010-2011. Anche il Dipartimento di Studi Europei Americani e Interculturali dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” ha ufficialmente richiesto la nostra partecipazione al Progetto Europeo SECOA (studio di nuove politiche d’attuazione per la risoluzione dei contrasti che possono emergere nelle aree costiere in applicazione dello sviluppo sostenibile per ridurre l’impatto sull’ambiente delle attività umane). Infine, la Regione Abruzzo ha riconosciuto il valore delle azioni progettuali promosse inserendo i principi di salvaguardia ambientale e paesaggistica, unitamente alla realizzazione della Via Verde della Costa dei Trabocchi, tra gli obiettivi di qualità del nuovo Piano Paesaggistico oltreché nelle risorse economiche assegnate alle Misure IV.2.2a e IV.2.2b del PAR FAS Abruzzo 2007-2013. Questi importanti riconoscimenti sono fondamentali per acquisire nuova energia progettuale e per rilanciare con entusiasmo utili azioni ragionate da condividere con le comunità locali. L’esperienza proseguirà con una nuova fase di coinvolgimento delle amministrazioni comunali interessate, le quali, saranno consultate in singoli 3  Il sistema è composto da due riserve esistenti, Punta Aderci a Vasto e Lecceta Torino di Sangro, e quattro di nuova istituzione: Grotta delle Farfalle, nei Comuni di Rocca San Giovanni e San Vito Chietino; Punta dell’Acquabella e Ripari di Giobbe nel Comune di Ortona; Marina di Vasto nel Comune di Vasto. 4  Del. G.P. n. 36 del 12/02/2009; Del. G.P. n. 209 del 21/05/2009.

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e specifici incontri orientati alla valutazione di criticità, opportunità e coerenza nei confronti dei luoghi di interesse. Trattasi di una concreta opportunità per rilanciare con decisione un sistema di azioni condivise utili al nostro territorio, sia in termini di valorizzazione e salvaguardia ambientale e paesaggistica, sia in termini di sviluppo sostenibile per una nuova forma di turismo di qualità. In particolare saranno ulteriormente ed approfonditamente sviluppate le scelte già intraprese per la valorizzazione e la salvaguardia del sistema ambientale e paesaggistico dell’ambito costiero, del sistema della mobilità, dell’accessibilità alla costa e dell’attrezzamento dell’arenile, in funzione del piano spiaggia, del demanio marittimo e dei piani regolatori portuali vigenti sulla nostra costa. In tale contesto è rilevante l’esplorazione delle concrete strategie orientate all’ottenimento dei finanziamenti necessari per l’acquisizione delle aree ferroviarie dismesse e per la realizzazione della Via Verde della Costa dei Trabocchi. Sin dall’inizio delle nostre attività, a partire dal riconoscimento e dal censimento del sistema dei trabocchi, ogni azione è stata resa coerente con la buona pratica della disciplina urbanistica perché agevola la programmazione per lo sviluppo del territorio e aiuta tutti noi ad essere i protagonisti della pianificazione in un ambito di particolare pregio paesaggistico. Introduction The trabocchi coastal area as territorial ambit of excellence

The Chieti province coastal area is characterized by the diffusion of fishing equipments called “trabocchi”. Placed on the rocky cost between Torre Mucchia and Vasto Marina, they represent an elementary settlement form of farmers-fishers, whose little buildings still exist. The trabocchi of Chieti province coastal area stand out from the others existing in Italy because of located transversally to the cost line and linked to the dry land by footbridges made with different techniques. This fishing equipments system today represents a fundamental element of the build landscape. The urban planning must define consistency outlines and trends for the conservation, the re-development and the restoration of these structures. Indeed, the specificity of the Chieti province coastal area and the need of its valorisation are aknowledged in the Regional Reference Outline, that gives to the shore between the Foro and the Trigno mouths an high environmental and tourist value (Farinelli, 2005). This outline specifies the coast articulation as a “territorial park”, according to the following indications: a) natural values safeguard, valorisation and enhancement; b) the proposal of a low density use equipment model of the beaches; c) strengthening of the relations with the hill old town; d) safeguard of the farm activity; e) downgrading of the S.S. 16, in the road network; f ) individuation of support and services strategies for the existing centres; g) articulation of longitudinal walks, cycle lines and equestrian ways. So the trabocchi system, as part of the whole coastal area, must be involved in the new planning processes related to the satisfaction of the quality economic-tourist objectives, either for the local inhabitants or for the sea users. The Coordination Territorial Plan of Chieti province (2002), promotes the actions aiming to the trabocchi rehabilitation in a planning system, including them in the Territorial Special Design of the Coastal Area. The territory at issue widens the safeguard and the development from the coastal environmental and landscape values to those of the industrial, navy, tourist and fishing productive activities, according to a reciprocal compatibility philosophy; it request a disciplinary actions for the definition of the coastal line, as free and not build area between the beach and the settled areas;

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it recognize the appropriate character of the Corridoio Verde Adriatico and the Special Territorial Design (Art. 41 of the L.R. 38/1996, about the valorization – for tourism aims – of the railways linking the Park system and the disused lines rehabilitation and reuse actions. This situation was the occasion for starting (October 2007), a planning action for the valorization of the coastal area through the “Special Design of Territorial Regeneration of the Chieti province coast”. The design is the result of the several province activities still in course about the coastal area valorisation topics. It is a process started since the second half of ‘90s, also through the trabocchi valorisation, in a wider territorial system. These are actions integrating environmental and social values. We must remember that the topic of the socio-economic system promotion is a local governments aim since the 1998 et alone object of several administrative and technical provvedimenti (Mazza, 2008). In 1998 the “Corridoio verde lungo l’Abruzzo” design was drawn up, followed an year later from the strategic cycle-walk design named “Corridoio Verde Adriatico”. In 2002 the Territorial Plan of Provincial Coordination was approved, individuating four territorial structures of reference, of which one is the Coastal Zone; In June 2005 the Abruzzo Region, the Chieti Provincial Administration and the Chieti Coast municipalities, subscribed a document for using the disused rail areas in the stretch “Ortona – Vasto – S. Salvo”. In 2005 they draw up the “Study of the cycle and walk provincial network”; the preliminary Document of the Coast Special Territorial Plan and the PROTAGRI “Territorial Plan for the Agricutural areas”. In 2006 the plan aiming to the Study for the trabocchi constructive typology and to the Rehabilitation and Valorisation of the existing buildings regulation started. In 2007, the Abruzzo Region passed a law (“Disposizioni urgenti per la tutela e la valorizzazione della costa teatina” – 30 March 2007, n. 5) that individuate a “System of conservation areas. All this measures confirm the importance of the “trabocchi system” in wide areas planning activities wit strategic roels, because they are historic-cultural elements of the collective imagination. The trabocchi are the principal identification elements of the coast landscape. The Chieti Province, with the activities of the Town and Territorial Planning Sectors, confirms the importance of this “fishing machines”; it develops inter-institutional initiatives with wide area strategic designs in an high quality tourism plan. The principal aim is to realize an innovative ambitious and shared plan for a competitive territory wich is authentic, safeguarded, and coherent with a sustainable development. So we want to promote the “territorial regeneration of the Chieti Province coastal area” in a “Superior Tourism District seen as a landscape cultural complex system” (Farinelli, 2005). From this perspective the railway areas will be used to realize a naturalistic walk and cycle way (the Green Way of the Chieti Province Coast) and other public functions. These infrastructures will be integrated with: the naturalistic value areas, the Regional Natural Reserve, the sea, le coastal settled areas, the valleys, the agricultural areas, the archeological areas, the productive system and the promotion of a beaches equipment model of law use density, the trabocchi. The Provincial action is fundamental and can contribute to the territory valorization starting from the trabocchi development. We want avoid that the Province administration has just the role of controlling the towns rules. So the P.T.C.P. should continue to assume a reference role for the towns that want to start co-planning processes. For this reason the Province started an important consultation process with the municipalities of the Trabocchi Coast, to share the planning choices. So, the integration of the trabocchi system in a territorial planning, really workable and sustainable, connects different planning systems. The trabocchi maintenance design promotes a specific knowledge to be assailed in the territorial planning for the territorial evolution from physical platform to complex integrated structure.

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Presentazione dello studio Maria Cristina Forlani

Una nuova trattazione sui “Trabocchi”, dopo una lunga e consistente produzione di materiale (storico, iconografico, …) sull’argomento, potrebbe apparire inutile o ridondante. In realtà la prevalenza dei lavori sin qui pubblicati, tranne qualche rara eccezione mirata a ricostruire la conoscenza tecnica, si è distinta con intenti diversi: veicolare suggestioni e immagini, storie e memorie. L’obiettivo generale seguito per questa raccolta di studi, ricerche e sperimentazioni è stato, invece, quello di inquadrare e attualizzare il significato dei trabocchi: studiarne la struttura, evidenziandone la qualità, leggerne i legami con il luogo e sottolinearne l’identità culturale; capirne l’essenza per definire l’anello di congiunzione tra il loro passato e un possibile futuro volto a proporre un presente di qualità per l’avvenire della costa. Un primo, specifico obiettivo – il più urgente – riguarda la ricerca e l’individuazione di “strumenti” operativi in grado di supportare e controllare l’appropriatezza delle azioni di recupero dei trabocchi avviate dai finanziamenti regionali e, nello stesso tempo, di ricostruire e rendere attuale una competenza tecnica sui sistemi costruttivi tradizionali e sulla pratica degli stessi. Le ragioni che hanno promosso gli approfondimenti di tali “conoscenze” derivano dalla volontà di valorizzare l’architettura spontanea, il patrimonio culturale locale così come riconosciuto dalle specifiche leggi regionali; parallelamente si cerca di utilizzare tale patrimonio come “presidi del paesaggio” per veicolare un’immagine tipica utile alla promozione turistica. Si dovrebbe così tentare di evitare gli errori di antropizzazione caotica ed impropria che hanno caratterizzato il resto della linea costiera. Partendo dallo studio dei trabocchi, dalle analisi del sistema, del processo costruttivo e del comportamento strutturale, è stato possibile delineare guide per la costruzione appropriata e la manutenzione. Si è considerata, inoltre, la possibilità di nuove utilizzazioni; nella proposta di recupero, ma ancor più in quella di riuso, uno degli elementi caratterizzanti l’offerta può essere proprio quello di ritrovare nuove modalità di fruizione che dovranno risultare compatibili con la conservazione dell’identità “culturale”. Si dovrà governare il cambiamento mantenendo i caratteri del manufatto, prevedere un’evoluzione degli spazi senza stravolgere il senso degli ambienti originari e perderne l’essenza. Sarà possibile, pertanto, ipotizzare uno sviluppo della ricerca che, dall’analisi del sistema costruttivo dei trabocchi, miri alla definizione di linee guida per la realizzazione di attrezzature balneari sostenibili, in grado di fornire una risposta antropica attenta alle questioni ambientali, alle specificità del “luogo” e delle “risorse”. Nel trabocco, infatti, si ravvisano alcuni tra i parametri più significativi connotanti la “sostenibilità ambientale”, in particolare per quanto riguarda l’utilizzo dei materiali. Si tratta di risorse locali, addirittura di materiali e componenti spesso “riusati”, con la conseguente riduzione dei consumi energetici dovuti alla trasformazione e al trasporto; un’altra peculiarità riguarda l’impiego di monomateriali, prevalentemente naturali, usati in quantità limitata. I componenti sono facilmente disassemblabili, in ragione delle scelte costruttive “a secco” operate da una manodopera non specializzata che presuppone quindi attrezzature di lavoro semplici ed elementari, con esiti sulle riduzioni della nocività delle operazioni. I sistemi costruttivi “a secco”, per di più, consentono una facile riparabilità e manutenibilità.

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I trabocchi possono essere considerati come costruzioni caratteristiche del territorio costiero, frutto di scelte legate alle risorse locali e alla cultura materiale, il risultato dell’ottimizzazione di forme, strutture e uso dei materiali rispetto alle specifiche condizioni ambientali e tecniche; rappresentanti, dunque, di un giusto riferimento per l’organizzazione dei processi costruttivi e manutentivi partecipati e autogestiti tanto da poter costituire un “punto di riferimento”, tangibile e pratico, per le nuove proposte di attrezzabilità della costa. Sono emersi i due obiettivi prioritari: • ricostituire la “conoscenza” e la “pratica” dei sistemi costruttivi sottesi alla concretizzazione dei manufatti in oggetto, alfine di produrre strumenti operativi in grado di supportare e controllare l’appropriatezza nelle azioni di recupero di tale patrimonio; • predisporre ulteriori strumenti, guide per una progettazione più appropriata, che muovano dalla conoscenza delle prestazioni offerte da questi sistemi costruttivi in rapporto alle corrispondenti aree materico-climatiche. Per la fascia costiera in questione si dovrebbe ipotizzare un programma che, dall’analisi del sistema costruttivo dei trabocchi, miri alla definizione di linee guida per la realizzazione di attrezzature balneari sostenibili; lo scopo dovrebbe essere principalmente quello di sollecitare riflessioni di metodo per un approccio al progetto di architettura nell’ottica della sostenibilità in una particolare situazione ambientale. Il presente studio si articola in due parti principali: la prima, contiene un’indagine preliminare tesa a restituire il punto della situazione attraverso il censimento, cui segue una consistente analisi dei trabocchi, mirata a sistematizzare le “conoscenze” con il fine di configurare una guida alla manutenzione; la seconda, presenta una verifica applicata ad un caso studio. A queste sezioni si aggiungono due allegati costituiti da specifiche schedature, il primo relativo al censimento degli attuali manufatti presenti sulla costa teatina e il secondo relativo allo “strumento” per la manutenzione del trabocco “Turchinio” (caso studio). Lo studio si apre quindi con il censimento dei trabocchi che attualmente insistono e connotano il litorale dei comuni tra Ortona e Vasto. (M.C. Forlani) Si è ritenuto indispensabile avere chiaro e dettagliato lo stato dell’arte che riguarda tali manufatti. Dal censimento si sono potute rilevare le indicazioni non solo sulla consistenza numerica e sulle caratteristiche morfologiche e dimensionali, ma anche sulle trasformazioni tipo-tecnologiche e sui cambiamenti d’uso in atto. L’ipotesi di mantenimento di tali manufatti non potrà, infatti, prescindere da una approfondita conoscenza del patrimonio oggi rilevabile. Inoltre, nella necessaria previsione di un ampliamento degli interventi manutentivi verso il territorio, in grado quindi di collocare i trabocchi all’interno di un contesto adeguato e compatibile, si è provveduto a configurare un primo, sintetico censimento degli intorni paesistici con le indicazioni dei punti di forza e delle criticità su cui riflettere. Al censimento segue la prima parte vera e propria: un approfondimento sugli argomenti inerenti la “costruzione”. (M.C. Forlani) L’analisi muove dal richiamare la tipologia storica originaria, la palafitta, per inquadrare consapevolmente le indagini sulle caratteristiche specifiche dei trabocchi della costa teatina; in particolare si è voluto porre l’accento sull’evoluzione degli apparati costruttivi e sulle peculiari prestazioni riferite alle problematiche ambientali, intorno alle quali è aperto un più complesso e attuale dibattito. Tra le difficoltà costruttive è stata affrontata, in modo puntuale, la messa in opera con le principali fasi e le modalità di esecuzione, sia con la rilevazione delle complessità sia delle relative soluzioni sperimentate e attuate dai “traboccanti” (M.C. Forlani, D. Di Mascio).

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Nella trattazione delle problematiche inerenti la “costruzione”, inoltre, si è assunto il compito di affiancare l’indagine sulle “conoscenze tacite” ad una ricerca storicotecnologica e di restituirne, in forma organica, una sintesi dove la configurazione di un più esaustivo quadro di riferimento possa essere utile agli interventi di ricostruzione nonché di nuova “costruzione”. L’ulteriore approfondimento della “conoscenza” ha riguardato il funzionamento strutturale, che dalle indicazioni “costruttive” ha potuto sviluppare un piano di indagini teorico-sperimentali e di laboratorio. (V. Sepe, A. Viskovic, P. Carusi) «Dopo una descrizione degli aspetti principali del comportamento statico, lo studio riporta i risultati di prove di laboratorio statiche e dinamiche compiute per caratterizzare i giunti di collegamento, che costituiscono un punto fondamentale per la realizzazione di un corretto modello numerico. Vengono descritte poi le modalità di esecuzione ed i risultati di prove dinamiche non-distruttive condotte in sito. Come passo intermedio di una ricerca in fieri, ed avvalendosi di un modello agli elementi finiti, viene infine discussa la possibilità di correlare eventuali danni, per esempio conseguenti a violenti temporali o mareggiate, con una variazione dei parametri dinamici, allo scopo di predisporre procedure di monitoraggio e diagnostica a basso costo, oltre ad una definizione di programmi di manutenzione ordinaria e straordinaria.» Il quadro conoscitivo fin qui messo a punto concretizza una base adeguata per ipotizzare il piano di manutenzione programmata su misura; vengono predisposte per configurare uno strumento appropriato per il mantenimento del patrimonio – trabocchi – della costa teatina: • la conoscenza dell’intero patrimonio attualmente presente (censimento) in relazione a quello del passato (studi precedenti degli anni ’70 e ‘90); • l’analisi della consistenza costruttiva e delle modalità di messa in opera (sistematizzate sulla base delle “conoscenze tacite” fornite dai traboccanti); • l’individuazione scientifico-sperimentale dei punti strutturali critici confrontati con i danni rilevati in loco e trasmessi dall’esperienza. La conclusione di questa prima parte risponde dunque alla volontà di conseguire il primo obiettivo – il più urgente, per il quale è stato redatto questo studio – basato sulla produzione di “strumenti” operativi in grado di supportare e controllare l’appropriatezza delle azioni di recupero e manutenzione dei trabocchi avviate dai finanziamenti regionali. Lo studio muove dalla riflessione sugli strumenti a disposizione (piano di manutenzione D.Lvo 163/2006 e il D.P.R. 554/99 e s.m.i) e dai caratteri del patrimonio per esplicitare la proposta innovativa finalizzata alla richiesta di manutenzione dei “trabocchi”. (G. Caterina) «I dati acquisiti, selezionati e rielaborati nell’estensione informatica di un ricognitore, informano le aree tematiche del piano (anagrafica, diagnostica, manutentiva) e vengono gestiti dagli strumenti operativi per le diverse finalità. Il modello sviluppato ipotizza uno strumento di conservazione attiva dell’esistente attraverso un’architettura di piano capace di informatizzare ed implementare tutti i dati, per consentire di estendere il progetto di manutenzione dal caso studio del trabocco di Punta del Turchinio di S. Vito Chetino a tutto il sistema dei trabocchi della costa teatina o addirittura di quella “Adriatica”.» L’ultimo capitolo della prima parte, infine, tratteggia un programma per affrontare il secondo obiettivo (non secondario) relativo alla necessità di ampliare lo scenario del controllo dell’immagine costiera o del suo sviluppo; si adombrano “suggerimenti” per uno sviluppo turistico sostenibile della costa teatina di cui i “trabocchi” dovrebbero esserne i testimoni. (M.C. Forlani) Sono considerati i luoghi e i manufatti con le trasformazioni in atto e sono rilevate le

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criticità e le valenze; sono così indicati gli ambiti problematici (patrimonio naturale e antropico, mobilità, turismo, agricoltura) e delineati scenari e scelte eco-compatibili. La seconda parte del lavoro consiste in una sperimentazione sulla base degli studi prodotti (conoscenza del sistema negli aspetti tipo-morfologici, tecnologico-costruttivi e strutturali) applicata ad una caso esemplare. La scelta è ricaduta sul trabocco del “Turchinio” per diversi motivi: il “Turchinio” rappresenta, infatti, uno degli esempi più completi e straordinari della tipologia di scoglio, divenendo quasi l’emblema del sistema trabocco; mostra ancora un limitato uso dei nuovi elementi/materiali (pali delle reti telefoniche ed elettriche) nelle sostituzioni delle parti ammalorate e ha perpetuato negli interventi di recupero le modalità tecnologiche tradizionali per mantenere la sua peculiarità di “architettura spontanea”; ha consentito più facilmente prove e analisi in quanto è l’unico di proprietà pubblica. Sono stati quindi organizzati gli elementi per l’approfondimento della conoscenza specifica attraverso il rilievo e la scomposizione tecnologica. (M.C. Forlani) Il rilievo per la realizzazione di un modello tridimensionale è stato utile non solo per analizzare criticamente il trabocco e ricavarne una serie di informazioni tecnico/conoscitive, ma anche come base per altri studi di diversa natura, come quelli relativi agli aspetti statico/meccanici, e per la realizzazione di un database informatico necessario alla manutenzione. (D. Di Mascio) Il riferimento alla logica sistemica per l’analisi del manufatto, così come codificato dalle norme UNI 7867 per la scomposizione e classificazione del sistema edilizio, ha consentito un approfondimento della conoscenza dei singoli componenti e materiali costituenti in relazione alle funzioni e ai legami tra le parti dell’insieme. (G. Trasatti) Gli approfondimenti sul comportamento strutturale vengono ripresi, nello specifico caso, sulla base delle prove descritte precedentemente; sono quindi discusse «le tipiche modalità costruttive degli elementi strutturali e dei nodi di collegamento, soffermandosi altresì sulle conseguenze dei danni su di essi provocati da eventi meteorologici intensi e su possibili strategie di manutenzione programmata.» (V. Sepe, A. Viskovic, P. Carusi) L’applicazione della metodologia al caso studio è iniziata con la sistematizzazione degli interventi di risanamento, da poco completati, proprio con l’intento di verificare oggi, insieme agli ultimi traboccanti – Antonio Verì, Franco Cicchelli e Mauro D’Antonio – le problematiche di questa costruzione storica. (M. Borrone, D. Radogna) La conclusione di questa seconda parte riporta l’intera attività di sperimentazione e di prova eseguita dal Laboratorio per prove e studi di durabilità di materali e componenti di organismi edilizi (LA.DU.) attraverso l’utilizzo di un assetto strumentale composto da camere climatiche standard e speciali. La verifica sperimentale di durabilità, programmata e messa in atto nell’ambito del presente studio, ha riguardato tutti gli elementi manutenibili del trabocco definibili “critici”. (G. Caterina) «Sono state prodotte schede per la diagnostica, per gli interventi di manutenzione e quindi uno scadenzario, uno strumento che consente di definire la consistenza dell’intera attività manutentiva e la sua distribuzione nel tempo, fornendo, al progettista del piano, le indicazioni necessarie per la redazione del programma operativo degli interventi. La fase della Programmazione si sostanzia con la definizione di un ulteriore strumento: il Cronoprogramma in cui le conoscenze acquisite con lo Scadenzario vengono sistematizzate in una griglia relazionale e tradotte in un programma dettagliato su base pluriennale.» (A. Bruno) In allegato sono riportate alcune schede esemplari del piano di manutenzione del trabocco “Turchinio”: dall’individuazione dell’elemento tecnico manutenibile, alla rilevazione del guasto fino alla scheda di manutenzione con le indicazioni degli interventi. (A. Bruno).

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Presentation of the study

A new work about the “Trabocchi”, after a great production of material (historical, iconographic, …) on this subject, could seem useless or redundant. Actually the preponderance of the work published till now, except some rare exception (aiming to reconstruct the technical knowledge), has different purposes: spreading suggestions and images, stories and memories. The general object of these study, researches and experimentations was, instead, setting and making up to date the trabocchi meaning: to study their structure, outlining the quality, to go over the links with the place and to outline the cultural identity; in synthesis, to understand the essence for defining the connection between their past and a possible future aiming to propose a quality life for the coastal area. A prior objective – the most urgent – was the research and the individuation of operative “tools” able to support and to control the pertinence of the trabocchi rehabilitation actions started with the regional financing. At the same time we want to reconstruct and to make up to date a technical competence about the traditional constructive systems and their practises. The reasons that promoted the knowledge deepening come from the will of enhancing the spontaneous architecture and the culture heritage (recognised from the regional administration); in the meanwhile we search to use this heritage as “landscape protection” for spreading a typical image useful for the tourism promotion. So we should try to avoid the errors coming from the chaotic and improper settling processes characterizing the remaining coastal area. From the study of the trabocchi, the system analysis, the building process and the structural behaviour, was possible to sketch the maintenance and appropriate building lines. At the same time however we cannot ignore the possibility of new uses; this systems rehabilitation and maintenance should take in account the possible uses. In the rehabilitation and reuse proposals, one of the offer-characterizing elements can be just to discover new usability ways compatible with the conservation of the “cultural” identity. In synthesis, we should keep the handmade article characters without distorting the environments and loosing the complexity and the essence of the spaces. It will be possible, therefore, to suppose a research development that, form the analysis of the trabocchi constructive system, aims to the definition of guide lines for the building of sustainable bathing equipments, that is to say, able to give an artificial answer to the environmental questions and to the “place” peculiarities and “resources”. In the trabocco, indeed, we find some of the most significant sustainability parameters, in particular for the used materials. It is about the local resources, even the materials and components often reused, with the consequent reduction of the energetic consumption due to the transformation and the transport; another peculiarity concerns the mono-materials use, above all natural, used in small quantities. The components are easily to be disassembled and very little harmful, because of the dry-stone constructive choices made by a little learned labour that need very simple and elementary work tools. The dry-stone constructive systems, therefore, allow an easy servicing and maintenance. So if the trabocchi can be considered as characteristic buildings of the coastal area – fruit of choices linked to the local resources and the material culture, the result in synthesis of the shape, structure, and material use optimization with reference to the specific environmental and technical conditions; these are a right reference for the building and maintenance processes organization – by consequences they should to represent a practical “reference point” for the new proposals of the coast equipment. In brief, we clarified the two prior objectives: • to reform the “knowledge” and the “practise” of the considered buildings construc-

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tive systems for producing operative tools able to support and to control the pertinence of the rehabilitation actions; • to arrange other tools, for guiding appropriate planning, coming from the knowledge of the buildings existing performance with reference to the material and climatic characteristics. For the coast stretch in question, we should hypothesize a program aiming to the definition of guidelines for the realisation of sustainable bathing equipments; the purpose should be principally to suggest reflections for an architectural design approach looking at the sustainability in a particular environmental situation. This study is developed in two principal parts: • the first part contains a preliminary research, aiming to give back the conditions of things through the census and a deep analysis of trabocchi and defining a maintenance guide; • the second part, gives a verification enforced to a specific study case. In addition to these parts there are two attachments: one about the census of the buildings existing on the Chieti province coast, one about the maintenance tool for the trabocco “Turchinio”. In particular, the study stars with the census of the trabocchi of the coast between the municipalities of Ortona and Vasto. (M.C. Forlani) We wanted to make clear the trabocchi the conditions of things. The census revealed the number of trabocchi and the formal and dimensional characteristics let alone the type-technological transformations and the use changes. Indeed the maintenance hypothesis of these buildings cannot prescind from a deep knowledge of the existing patrimony. Therefore, we outlined a synthetic, census of the landscapes with the indications of the strong points and of the criticalities for thinking about. A deepening about the “construction” follows the census. (M.C. Forlani) We start from the reminding of the original historical typology, the piling; in particular, we want to put in evidence the building system evolutions and the peculiar performance with reference to the environmental matters. We faced the installation with the principal phases and the building modes and with the trabocchi builders’ solutions. (M.C. Forlani, D. Di Mascio) Another “knowledge” deepening is about the structural working, consisting in theoretical-experimental and laboratory surveys. (V. Sepe, A. Viskovic, P. Carusi) After a description of the principal aspects of the static behaviour, the study gives the results of the static and dynamic laboratory tests done for characterising the joints, which are fundamental for realising a correct numerical model. Then we describe the building modes and the results of the dynamic non-destructive tests done in site. We consider the possibility of correlating eventual damages (due for example to violent storms or sea storm), to a variation of the dynamic parameters, to arrange low cost monitoring and diagnostic procedures, in addition to the definition of maintenance programs. The defined knowledge outline is a basis for hypothesizing the custom-made programmed maintenance plan; on the basis of: • the knowledge of the existing patrimony (census); • the analysis of the constructive system and of the installation modes; • the scientific-experimental individuation of the critical structural knots. The conclusion of this first part answer to the first objective, consisting in the production of operative “tools” able to support and to control the pertinence of the trabocchi rehabilitation and maintenance actions started with the regional financing. The study starts from the reflection about the available tools (maintenance plan Legislative Decree 163/2006 and the President of the Republic Decree 554/99 and following

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modifications and integrations) and the heritage characteristics for expressing the innovative proposal aiming to the “trabocchi” maintenance requirements. (G. Caterina). “The acquired, selected and elaborated data inform the thematic areas of the plan (of the knowledge, diagnostic, of the maintenance) and they are managed by the operative tools. The developed model hypothesizes an active conservation tool for the existing constructions, for extending the maintenance plan from the study case of “Turchinio” in S. Vito Chietino to all Chieti or even Adriatica coastal area trabocchi”. The last chapter of the first part outlines a program for facing the second objective (not secondary) concerning the need of widening the coastal image or development control; we suggest a sustainable tourism development “of the Chieti coastal area with the trabocchi as witness (M.C. Forlani). We consider places and handmade articles with the transformation, surveying the criticalities and the e le the worthiness; we indicate the problematic circles (natural and artificial heritage, mobility, tourism, agriculture) and outline eco-compatible scenarios and choices. The second part of the work consists in experimentation on an exemplar case. We chose the trabocco “turchinio” for several reasons: the “turchinio” represents, indeed, one of the most complete and extraordinary examples of the rock typology, almost the emblem of the trabocco system; there is still a limited use of new elements and materials in the substitution of damaged parts, it keeps its peculiarity of “spontaneous architecture”. Therefore, the “Turchinio” allowed an easy making of tests and analysis because it is a public property. We organized the data for the deepening of the knowledge through the survey and the technological break down (M.C. Forlani). The survey for the realization of a three-dimensional model was useful not only for drawing technical information but also for supporting other studies as those about the static/mechanical aspects, and the maintenance (D. Di Mascio). The systemic logic (as codified with UNI 7867 rules) allowed the deepening of the knowledge about the single components and the materials (G. Trasatti). The structural behaviour deepening is about the typical constructive modes and the joints, considering also the damages due to the meteorological factors (V. Sepe, A. Viskovic, P. Carusi). The methodology application to the study case started with the putting to system the renewal works with the aim of verifying (together with the last trabocchi builders Antonio Verì, Franco Cicchelli e Mauro D’Antonio) this historical construction problems (M. Borrone, D. Radogna). This second part conclusion reports all the work done by the Laboratory for tests and duration studies of buildings materials and components (LA.DU.) through the tools as standard and special climatic chambers. The programmed duration experimental check of this study concern all the trabocco “critical” elements that can be involved in a maintenance plan (G. Caterina). “We filled diagnostic cards, for the maintenance work and an Expiration dates log book, for allowing the knowledge of the whole maintenance activity and its times, giving to the planners the necessary information for the works operative planning. The Programming phase ends with the Timetable that gives a multi-years program” (A. Bruno). In enclosure we report some exemplar cards of the trabocco “turchinio” maintenance plan: from the technical element identification, to the surveying of the break down till the maintenance card with the works to do indications (A. Bruno).

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PARTE PRIMA I TRABOCCHI DELLA COSTA TEATINA


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IL CENSIMENTO Maria Cristina Forlani



1. Introduzione alla conoscenza dei trabocchi della costa teatina

1.1. Note storiche e stato dell’arte

I trabocchi sono costruzioni nate per fornire un’alternativa alla pesca praticata con la barca e consentirla così da terra, o quasi; contemporaneamente rappresentano, per la cultura costruttivo-architettonica, un’interessante manifestazione del “genius loci” che ha fatto tesoro delle risorse materiali locali e del “trasferimento” di tecnologie in modo appropriato, così da poterli considerare come utile riferimento di “pratica sostenibile” per la costruzione sul mare. Qualcuno fa risalire le prime notizie della presenza dei trabocchi nel tratto di costa abruzzese addirittura al 1240, epoca in cui Pietro da Morrone frequentava gli studi nel Monastero Benedettino di S. Giovanni in Venere, presso Fossacesia. Nella narrazione del 1400 che Stefano Tiraboschi – dell’ordine celestiniano – fa della vita del Santo (collazionando gli scritti autografi e le memorie dei discepoli), si vorrebbe rintracciare una sua notazione relativa alla presenza dei trabocchi in una descrizione del panorama sul mare1. Tracce più sicure della loro comparsa si hanno nella seconda metà del secolo XVII, quando nella zona si stabilirono alcuni nuclei familiari composti soprattutto da ebrei provenienti dall’Europa centro-settentrionale (Francia e Germania), abilissimi artigiani (pontieri, fabbri, tessitori) i quali se da un lato erano privi di una solida tradizione marinara (non sapevano nuotare né allestire imbarcazioni), dall’altro avevano nella pesca l’unica fonte certa di sostentamento. Si rese dunque necessario “inventare” un sistema che consentisse la pesca da riva anche quando, per il mare mosso o poco limpido, non era possibile utilizzare fiocine ed arpioni. Dapprima si costruirono solo passerelle supportate da portali in legno controventati, alle cui travi venivano appese le reti; in seguito si aggiunsero tutti gli altri elementi che connotano i trabocchi oggi visibili2. Attualmente sulla costa teatina è presente un cospicuo numero di trabocchi dalla cui analisi è possibile riconoscere sia le due note tipologie (di molo e di scoglio), sia gli elementi di cui il sistema stesso è composto (passerella, piano di pesca, reticolo stabilizzante, apparato pescante, attrezzature funzionali); è possibile inoltre ravvisare quel processo evolutivo che costituisce una delle peculiarità di tali manufatti. Ci si riferisce in particolare ai cambiamenti dovuti al trasferimento di tecnologie (ad esempio quello avvenuto in concomitanza della costruzione della ferrovia) e alle modificazioni dovute al cambiamento d’uso, ora in atto, da macchina per la pesca a “servizio” del turismo balneare; nel primo caso, le mutazioni hanno riguardato prevalentemente l’apparato tecnico-costruttivo, nel secondo stanno riguardando il sistema morfologico dimensionale per ragioni connesse alla possibile fruizione allargata e, di conseguenza, alla necessaria sicurezza. 1  Il documento “Vita Sanctissimi Petri Celestini” è conservato nella Biblioteca Marciana di Venezia. 2  Le notizie relative all’origine di queste “macchine da pesca” sono rintracciabili nel volume: P. Cupido, Trabocchi, Traboccanti & Briganti, Edizoni Menabò, Ortona, 2003.

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Figura 1. Gli elementi principali costituenti il trabocco e la loro funzione:

1. Pali di sostegno: sostengono in modo diretto il trabocco. 2. Palchetto: base del trabocco. Formato da tavole fissate una affianco all’altra inchiodate su pali posti trasversalmente su quelli di sostegno. 3. Montanti: pali di sostegno per antenne e piccole antenne. 4. Antenne: sono due pali che allungandosi quasi parallelamente alla superficie del mare sostengono alla loro estremità, attraverso corde, gli angoli superiori della rete. 5. Piccole antenne: antenne di lunghezza minore, sorreggono gli angoli inferiori della rete. 6. Tiranti: sono fili di ferro che sostengono le piccole e le grandi antenne. 7. Codittone: palo molto resistente, è ancorato alla roccia e raccorda i tiranti. 8. Rete: in tessuto di cotone o nylon di forma quadrilatera. 9. Argano: collocato sul palchetto ha il compito di tirare e calare a mare la rete.

Dei trabocchi presenti si può riscontrare una documentazione che, per circa la metà, ne attesta l’origine nel XIX secolo, mentre per i rimanenti ne data la costruzione nella prima metà del XX. Questi trabocchi sono, dunque, tutti “portatori” dei caratteri già successivi alla prima, grande trasformazione quando, con l’apertura della linea ferroviaria dopo l’unità d’Italia, erano stati sostituiti materiali e tecniche per ottenere migliori garanzie di stabilità e tenuta. In particolare si rilevano cambiamenti che riguardano le fondazioni (cemento al posto delle zeppe; acciaio al posto del legno), i legamenti (funi di acciaio al posto di quelle di canapa) e le giunzioni (bulloneria piuttosto che legacci). Dei trabocchi originari (la prima generazione) non si hanno immagini. Le prime testimonianze (fotografie) riguardano questi trabocchi già evoluti, la seconda generazione. Figura 2. “Cartoline illustrate” dei primi anni del 1900, raffiguranti trabocchi a Vasto e ad Ortona a mare.

Fino agli anni ’70 del XX secolo gli interventi di manutenzione, effettuata dagli stessi traboccanti, non hanno determinato, nel complesso, forti variazioni nell’assetto del sistema. La documentazione di quegli anni mostra i trabocchi come “emanazioni” di un luogo ancora sufficientemente incontaminato da urbanizzazioni rilevanti. 24

1. Introduzione alla conoscenza dei trabocchi della costa teatina


Figura 3. Foto dei trabocchi nel Comune di S. Vito, nei primi anni ’70 (M.C. Forlani).

La complessiva antropizzazione era limitata a rari insediamenti, piccoli borghi e ville isolate che nel tempo erano riusciti ad inserirsi sommessamente in un paesaggio naturale e agricolo senza produrre strappi laceranti; la stessa ferrovia era stata “acquisita” dal paesaggio circostante, grazie anche alle narrazioni letterarie3 che l’avevano veicolata e inclusa come “carattere” del paesaggio stesso: ne sono testimonianza le immagini che pubblicizzano il territorio tramite “cartoline illustrate”. Figura 4. “Cartoline illustrate” del “paesaggio dei trabocchi” con gli artefatti della linea ferroviaria.

Negli anni successivi, invece, l’evoluzione socio-economica ha mostrato anche in questo territorio i suoi aspetti deteriori: un’urbanizzazione repentina effettuata senza porsi dubbi e interrogativi per il futuro dell’ambiente; la scelta di tecnologie e materiali estranei alla cultura dei luoghi; l’apertura ad un turismo di massa che difficilmente potrà essere sostenuto da un ambiente così “fragile” quale è il territorio in oggetto, sia per l’immagine del paesaggio sia per la sua consistenza geologica. Si tratta, nello specifico, di poco più di 20 chilometri di costa alta con elevato rischio idrogeologico in ragione di una falesia particolarmente vulnerabile. I trabocchi, in questa situazione di rapida crescita e trasformazione, sono stati in un primo momento prevalentemente abbandonati. L’industrializzazione, infatti, se da una parte ha significato l’offerta di nuovi e più redditizi lavori, dall’altra ha portato l’impoverimento della risorsa su cui era basata l’economia, sia pure di sola sussistenza, che ne caratterizzava l’uso; l’industrializzazione, va rammentato, ha riguardato sia le attività di mare, con differenti modalità di pesca (flotta peschereccia aumentata, responsabile quindi di maggiore inquinamento e di grandi approvvigionamenti per più ampi mercati) sia le attività di terra dove l’inquinamento prodotto dagli scarichi delle industrie ha portato ad una conseguente diminuzione del pescato. Solo grazie a specifici interventi delle amministrazioni locali è iniziato, in tempi più recenti, una sorta di recupero; la riscoperta di questa peculiare eredità architettonicoculturale ha indotto diversi enti territoriali ad intraprendere vaste azioni di tutela e di 3  A tale proposito si segnala la descrizione che G. D’Annunzio tratteggia nella tragedia “Trionfo della morte” del 1894.

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recupero; la regione Abruzzo, in particolare, ha emanato due leggi volte a salvaguardare il patrimonio costituito dalla cosiddetta “architettura spontanea” promuovendo, ad esempio, il recupero e la valorizzazione dei trabocchi4. Se da una parte è stato riconosciuto il valore del patrimonio culturale rappresentato dal “genius loci”, dall’altra ci si era anche accorti che l’”immagine” costiera, caratterizzata da queste presenze, poteva essere pubblicizzata con un valore aggiunto; ciò ha portato a proporre la denominazione “costa dei trabocchi”, per il territorio in questione, come “marchio” riconoscibile. Il progetto dello spostamento della linea ferroviaria ha fornito, poi, l’ulteriore elemento per la riscoperta e la riutilizzazione di questo patrimonio. Negli ultimi 15/20 anni, i trabocchi sono così divenuti un “argomento” particolarmente diffuso e dibattuto, ormai adeguatamente noto a molti. Il tratto di costa teatina è divenuto quindi un “campo” di particolare interesse da quando si è iniziato a parlare della dismissione della linea ferroviaria che correva lungo la battigia per quasi gli interi territori dei sette comuni costieri da Ortona a Vasto; gli ambiti occupati dai binari e restituiti (nel 2006) alle amministrazioni di competenza costituiscono l’oggetto prioritario di un dibattito circa le scelte e le indicazioni tanto per il modello di sviluppo quanto per le nuove destinazioni d’uso. Per la conoscenza del “patrimonio” in questione è risultato necessario avviare un censimento con i dati essenziali per identificare i singoli manufatti nel loro contesto; la conoscenza generale della costruzione appare utile a costituire la documentazione per predisporre le basi necessarie a sviluppare azioni secondo linee guida da delineare con lo scopo di evitare interventi non appropriati a livello morfo-tecnologico e ambientale. L’esito del censimento ha restituito ventinove trabocchi. Un trabocco nel comune di Ortona secondo la tipologia di scoglio. Sette trabocchi nel comune di S.Vito: due di molo a S.Vito marina; cinque di scoglio. Sei trabocchi nel comune di Rocca S. Giovanni, tutti secondo la tipologia di scoglio. Tre trabocchi nel comune di Fossacesia, secondo la tipologia di scoglio. Dodici trabocchi nel comune di Vasto: cinque di molo, al porto di Punta Penna; sette di scoglio. L’obiettivo del censimento è stato, in sintesi, la conoscenza della situazione relativa alla presenza, numero e stato dei sistemi “trabocco” e, contemporaneamente, della situazione ambientale del contesto in cui tali manufatti si collocano; infatti, la guida al mantenimento dei trabocchi, scopo di questo lavoro, non può prescindere da un analogo intervento allargato alla linea di costa. Sono pertanto stati registrati dati riguardanti non solo il manufatto ma anche gli elementi caratterizzanti l’intorno, a livello di antropizzazione e naturalità. Inoltre sono state segnalate quelle “emergenze” artificiali (manufatti e infrastrutture) e naturali (spiagge e scogliere) che potrebbero avere un ruolo primario nella proposta di un nuovo modello di fruizione turistica del sistema connesso ai trabocchi. I trabocchi potranno così configurare l’archetipo di riferimento per la progettazione di attrezzature balneari, figurativamente appropriate al luogo ed eco-sostenibili.

4  Si fa riferimento alla Legge Regionale del 14 dicembre 1994, n. 93 recante “Disposizioni per il recupero e la valorizzazione dei trabocchi della costa teatina”.

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1. Introduzione alla conoscenza dei trabocchi della costa teatina


Historical notes and state of preservation

Trabocchi are buildings which were conceived to allow fishing from earth and provide an alternative to the fishing practises with the boat; at the same time, for the constructive-architectural culture, they represent an interesting demonstration of genius loci which learned from the local material resources and an appropriate technologies “transfer”; so they can be considered as a “sustainable practice” useful reference for building on the sea. The first stories of the Trabocchi presence in the Abruzzo coastal area can perhaps go back to 1240, when Pietro da Marrone was frequenting his studies in the Benedictine Monastery of San Giovanni in Venere, near Fossacesia. In the narration of 1400 that Stefano Tiraboschi – of Celestiniano order – gives of the saint life (collating the autographic writings and the memories of the followers), there is a notation about the presence of the Trabocchi in a sea view description. There are more secure traces of their presence in the second half of the XVII century, when some familiar units (composed above all by Jews originating from central north Europe) settled in the zone; they where very skilled artisans (pontoneers, blacksmith, weavers) which even if had not a solid sea tradition (they could not swim nor prepare boats), they had in fishing the only certain source of sustenance. It became therefore necessary to “invent” a system that allowed fishing from shore even when, the sea was rough or not limpid and it was not possible to use harpoons. At first, they were built only footbridges supported by braced wood portals, to whose beams nets were hung up; afterwards they added all the other elements that connote Trabocchi that are today visible. At the moment, a considerable number of Trabocchi is present on the Chieti province coastal area. By analysing them it is possible to recognize both the two well known typologies (of pier and of rock), and the elements that compose the system (footbridge, flat of fishing, stabilizing grid, fishing device, functional equipment); furthermore it is possible to recognize that evolutionary process which constitutes one of the characteristics of such handmade articles. We especially refer to the changes due to the technologies transfer (for instance the one happened for the railway building) and the modifications, now in action, due to the change of use from fishing machine to “service” for the bathing tourism; in the first case, mutations prevalently regarded the technical-constructive device, in the second case they concern with the morphological dimensional system for reasons connected to the possible widened fruition and, therefore, to the necessity of ensuring the security requirements. For the existing Trabocchi the available documentation confirm the birth in the XIX century for the half of them, and in the XX for the other half. These Trabocchi are, therefore, all harbinger of transformations (changes in materials and techniques due to the railway line opening after the unity of Italy), to improve the stability. In particular we find changes which regard the foundations (cement instead of wedges; steel instead of wood), the ligaments (ropes made of steel instead of hemp) and the joints (bolts and nuts instead of strings). Of some original Trabocchi (the first generation) we do not have images. The first photographic documentations regard the already progressive Trabocchi of the second generation. Until the 1970s of the XX century the interventions of maintenance, made by the same builders of Trabocchi, did not determine, in the complex, strong changes in the system arrangement. The documentation of those years still shows the Trabocchi as “emanations” of a place sufficiently uncontaminated from considerable urbanizations. The total anthropic intervention was limited to rare settlements, little villages and

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isolated villas which in the time had been able softly to insert themselves in a natural and agricultural landscape without producing riving tears; the same railway had been “acquired” by the surrounding landscape, thanks also to the literary narrations which had involved it as “character” of the landscape itself. In the subsequent years, instead, the socio-economic evolution showed his inferior aspects also in this territory: a sudden urbanization made without arising doubts and questions for the future of the environment; the choice of extraneous to the place culture technologies and materials; the opening to a tourism of mass which hardly will be able to be supported by such a “fragile” environment like that referred, for the landscape image and for his geological consistency. It is, in particular, little more than 20 kilometers of high coast with high hydrogeological risk due to a very vulnerable cliff. Trabocchi, in this situation of quick growth and transformation, were at first prevalently abandoned. The industrialization, in fact, if on one side meant the new and profitable job offers, on the other side caused the impoverishment of the resource on which the economy was based, even if just for subsistence; we should remember that the industrialization regarded either the sea activities, with different fishing ways (bigger fishing fleet causing more pollution and big supplies for wider markets) or the earth activities, where the pollution produced by the industry waste took to a consequent decrease of the fish haul. Only thanks to specific local government interventions it is begun, not long since, a kind of recovery; the rediscovery of this peculiar architectonic-cultural inheritance induced various territorial corporations to take wide safeguard and rehabilitation actions; the Abruzzo area, in particular, enacted two laws tending to safeguard the property established by the so-called “spontaneous architecture” promoting, for instance, the rehabilitation and the increase in value of the Trabocchi. If on one hand, the value of the cultural property represented by the “Genius loci” was recognized, from the other one hand we had also noticed that the coastal “image”, characterized by Trabocchi presence, could be advertised with an added value; that took to propose the denomination “Trabocchi coast” as “recognizable mark” for the analysed territory. The project of the railway line shifting was, then, the further reason for the rediscovery and the reutilization of this property. So in the last 15/20 years, Trabocchi became an “especially diffuse and much-discussed subject”, by now adequately known by the most. The Chieti province coast section constituted so a “field” of special interest since they have started to talk of the divestment of the railway line, running along the foreshore for almost the whole coastal territories of seven villages from Ortona to Vasto; the ambits filled up by the tracks and returned (in 2006) to administrations, became the priority object of a debate about the choices and the indications as for the development model as for the new use accommodations. The census result returned 29 Trabocchi. 1 trabocco of the rock typology in the village of Ortona. 7 trabocchi in the S.Vito village: two of pier and five of rock typology. 6 trabocchi of the rock typology in the village of Rocca S. Giovanni. 3 trabocchi of the rock typology in the village of Fossacesia. 12 trabocchi in the village of Vasto: five of pier, in the port of Punta Penna, and seven of rock typology. The census objective was, in short, the knowledge of the number and conditions of the “trabocco” systems, and at the same time, of the environmental context situation in which such manufactured articles were settled; indeed, if the result of this work will have to be the guide for the Trabocchi maintenance, we cannot prescind aside from the maintenance intervention widened onto the coast area.

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1. Introduzione alla conoscenza dei trabocchi della costa teatina


Therefore data regarding not only the manufactured article but also the characterizing elements of the surrounding landscape were surveyed, at anthropic and natural level. Furthermore the artificial (manufactured articles and infrastructures) and natural (beaches and cliffs) “emergencies� were signalled as they could have a primary role in the proposal of a new model of the Trabocchi landscape touring fruition. Trabocchi will furthermore be able to set up the reference archetype for formally appropriated to the place and eco-sustainable bathing equipments design.

1. Introduzione alla conoscenza dei trabocchi della costa teatina

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The phases and the constructive modes

Building of the bearing structure of the subsystems “footbridge”, “fishing platform”, “fishing device”, “stabilizing grid”; of the outside partition of the subsystem “fishing platform”; some equipment of the subsystem “fishing device”; of the subsystem “hut” Foundation Structures (subsystems: footbridge; fishing platform; stabilizing grid) It is made up with a pole system anchored to the sea bottom through joints (portions of railway tracks or “double T” beams, about 200 cm high) in the rocks, where some cavities were previously practised; or directly leaning the elements on the sandy bottom. In the first case the foundation can be submerged (more complex situation for the definition of the joint made with quick drying cement to be taken in immersion between the hands or in plastic bags) or in surface, always sealed with concrete; in the second case, the solution to the problem of the sinking in the sand consists in increasing the support surface through metal plates or long disposed bolts to cross; foundation poles are over-measured in length of about 30 cm in contemplation of some arrangements caused by the movements of the sea bottom. Vertical elevation structures (subsystems: footbridge; fishing platform; stabilizing grid; fishing device) It is made up with a system (12-18 cm diameter poles). That is built with particular precautions. The support location afloat follows the one of the capstan poles – to each of which a beam is fixed to reach the parts in water (the operator moves walking on a temporary beam stabilized with a rope system). The free extreme of the same beam takes the pole to be afloat placed, named “feigned” because it will be replaced during the work. Temporary (feigned) elements have smaller dimensions (8-10 cm diameter and about 3,5 meters height). When the floor of trampling (that allows to move more comfortably on water) is realized – feigned antenna poles are replaced by poles of height considerably major (about 10 mt): the replacement consists in putting the highest poles beside the temporary ones, that are removed once fixed the definitive ones. If the trabocco platform must be located far from the bank, before the “capstan poles” a footbridge is realized. Structures of horizontal elevation, outside partitions and equipment (subsystems: fishing platform and fishing device) It is formed by a double system, one horizontal for the plan of trampling and one inclined for the fishing device; the vertical supports are stiffened by two disposed to cross (“capstan cross” in which intersection point position the capstan for operating the fishing nets is put) and four perimetrical beams (they have vertical poles dimensions and materials). The trampling plan realization (5 x 20 cm section and 80-160 cm length planking nailed to the beams) provides the support to build the “fishing device” made up with “antenna poles”, the antennas and the “antennucce” (supports for the fishing nets). The antennas are two and they extend towards the open sea almost in parallel to the water surface; the knot is formed by the crossing between the antenna, the horizontal beam and the vertical strut (antenna pole, high up to 18 meters). Each antenna is formed from several elements (usually three) that all altogether reach a maximum length of about 20 meters with variable section from 18 to 14 cm at the tip. Generally, today lighter paleria is used (fir) with respect to the used essences for the other handmade article components. At the ends of the antennas pulleys are arranged for allowing the rope flowing for the net movement (the two exterior angles). The joint of the parts which compose the antennas can be done before the elevation of the final element.

2. Aspetti costruttivi e tecnologici

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“Antennucce” are connected to the struts with iron wire, completing the antenna knot; to their ends other pulleys are placed for the net movements (the two interior angles). Antennas and antennucce are supported by about ten 10 mm section tie rods (stays) of galvanized steel; they are arranged with clamps and hooks and attached to the antenna struts. Antenna poles are stabilized by a few tie rods which connect them to as many poles (codittoni), very resistant, placed at the corners opposed to those of the antennas or fitted in the rocks. In the same way, the antennas are often stabilized with tie rods towards still points on the rocks. Devices for the fishing which are synthetically summarized in “equipment” include the nets, the ropes, the pulleys and the capstan; elements are stabilized with a system of hooked metal cables (stays) to bolts (of iron and only more recently of steel) driven into the fence posts. Such solution allows to regulate the element tension state and prevents the cable flowing on the outer pole surface, reducing the “mechanical/dynamic” wear causes. Subsystem “hut” The hut completes the building; it is a volume closed by wooden panels (timber stiffening: square 15 x 15 cm section elements about 1,70 mt long; closure: 5 x 20 cm section planking about 160 cm long), that is to say a spatial unit for the shelter from the weather and the stowage of the tools and the nets (or other).

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2. Aspetti costruttivi e tecnologici


2.5. Le fasi e le modalità di costruzione 2.5.1. Le fasi e le modalità di costruzione per la tipologia di molo

Nella tipologia di molo va prevista, come prima azione, la definizione delle fondazioni e l’impostazione del sistema di elevazione secondo particolari modalità che contemplano la provvisorietà di alcuni elementi tecnici per il completamento degli altri; ad esempio una parte del sistema di elevazione verticale serve da “ponteggio” per la disposizione del sistema orizzontale che, una volta montato, sarà la base di lavoro per la sistemazione della definitiva struttura di elevazione verticale e quindi per la costruzione del sistema (macchina) pescante.

2. Aspetti costruttivi e tecnologici

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Piano di pesca

Si procede con la realizzazione del sottosistema “piano di pesca” a partire, naturalmente, dalle fondazioni; vengono praticate delle cavità sugli scogli più a ridosso del molo, dove sono sistemati gli spezzoni di binario che vengono bloccati con cemento a presa rapida; la realizzazione della struttura di fondazione riguarda, in questo caso, solo la parte verso il molo (Fase 1). Successivamente si passa all’erezione della corrispondente parte di struttura di elevazione verticale (pali d’acacia di diametro variabile dai 12 ai 18 cm e lunghezza di circa 900 cm) che viene ancorata alla fondazione (spezzoni di binario) tramite bullonatura (Fase 2). Si procede quindi alla costruzione della struttura verso il mare. L’ubicazione dei supporti in mare segue quella dei pali a terra – pali dell’argano –, ad ognuno dei quali viene fissata una trave, utile per raggiungere le parti da porre in acqua (l’operatore si sposta camminando sulla trave che viene stabilizzata mediante un sistema di funi, stralli provvisori, al palo a terra). L’estremo libero della stessa trave porta il palo da porre in mare, detto “finto” perché sarà sostituito in corso d’opera (Fase 3). Gli elementi provvisori (finti) hanno dimensioni ridotte, per quanto riguarda il diametro (8-10 cm) e l’altezza (circa 3500 cm), per esigenze e condizioni di posa in opera. Una volta realizzato il piano di calpestio (impalcato), che permette di muoversi più comodamente sull’acqua, i pali “finti” (provvisori) vengono rimossi e sostituiti da quelli permanenti (pali delle antenne) di altezza notevolmente maggiore (circa 1000 cm), non appena questi ultimi, affiancati ai primi, vengono assicurati alle fondazioni (Fase 4). Per la realizzazione delle fondazioni possono essere utilizzate modalità assai differenti tra loro; in genere il sistema viene semplicemente appoggiato. Per questa procedura la soluzione al problema dello sprofondamento (nella sabbia sciolta della spiaggia

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sommersa) consiste nell’ampliare la superficie di appoggio tramite piastre metalliche o lunghi bulloni disposti a croce; i pali di fondazione vengono sovradimensionati in altezza di circa 30 cm, corrispondenti agli abbassamenti – che comunque si verificano – e agli assestamenti causati dai movimenti del fondo marino. Realizzate le strutture di fondazione e le strutture di elevazione verticale, si procede alla realizzazione della struttura di elevazione orizzontale. Questa è costituita da un doppio sistema di travi (diametro di circa 18 cm; lunghezza circa 1200 cm), necessario alla concretizzazione dell’impalcato e dell’“apparato pescante”; i supporti verticali sono irrigiditi da due travi disposte a croce (“croce dell’argano”, nel cui punto di intersezione si posiziona l’argano per manovrare le reti da pesca) e quattro perimetrali, di dimensioni e materiali analoghi a quelli dei pali verticali (Fase 5). L’ancoraggio tra le travi e i pali verticali avviene, prima, con legature provvisorie, e quindi tramite una definitiva bullonatura. Su questa struttura principale viene tessuta una struttura secondaria di travi fissate alle prime, necessarie a configurare un piano più omogeneo per l’impalcato (Fase 6). Oltre alle travi perimetrali, che concretizzano la struttura di elevazione orizzontale, vengono sistemate ulteriori travi, di collegamento, situate a diverse altezze al di sopra del piano di calpestio; queste ultime sono necessarie a stabilizzare la paleria verticale del sistema pescante e a fornire gli elementi di protezione della piattaforma verso il mare nonché l’appoggio delle reti per la pesca (Fase 7). La realizzazione della partizione esterna orizzontale (piano di calpestio in tavolato di sezione 5 x 20 cm e lunghezza compresa tra gli 80 e i 160 cm) viene effettuata inchiodando le tavole sulle travi di sostegno secondarie (Fase 8).

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Apparato pescante

Il piano di pesca fornisce la base di appoggio per erigere l’”apparato pescante”, costituito da un sistema strutturale verticale, “pali delle antenne”, e da un sistema strutturale orizzontale-inclinato, costituito dalle antenne e dalle “antennucce” (supporti per le reti da pesca). Le antenne sono due e si estendono verso il largo quasi parallelamente alla superficie dell’acqua; (Fase 9) il nodo è costituito dall’incrocio tra l’antenna, la trave orizzontale e il montante verticale (palo dell’antenna, alto a volte fino a 1800 cm). Ciascuna antenna è formata da più elementi (solitamente tre) che raggiungono complessivamente una lunghezza massima di circa 20 metri, con sezione variabile dai 18 cm – all’inizio – ai 14 cm nella punta. Generalmente viene utilizzata paleria più leggera (abete) rispetto alle essenze impiegate per le altre componenti del manufatto. Alle estremità delle antenne vengono sistemate le carrucole che consentono lo scorrimento delle funi per il movimento della rete (i due angoli esterni). La giunzione delle parti che compongono le antenne può avvenire prima dell’elevazione dell’elemento finito, giustapponendo i vari pezzi a pié d’opera o elevando un pezzo per volta e giuntandolo al precedente, in quota. Le antennucce vengono collegate ai montanti con filo di ferro e completano il nodo dell’antenna; (Fase 10) alle loro estremità sono posizionate altre carrucole, necessarie al movimento della rete (i due angoli interni). Antenne e antennucce sono sostenute da una decina circa di tiranti (stralli) in acciaio zincato da 10 mm, sistemati con morsetti e ganci nei punti opportuni degli elementi in questione (mai meno di due per porzione di trave componente l’intera antenna) e collegati con i montanti delle antenne (Fase 11 e Fase 12).

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I pali dell’antenna sono stabilizzati da alcuni tiranti che li collegano ad altrettanti pali (codittoni), molto resistenti, situati negli angoli opposti a quelli delle antenne (Fase 13) o incastrati negli scogli. Allo stesso modo le antenne sono spesso stabilizzate con tiranti verso punti fermi sugli scogli. Attrezzature

La costruzione dell’argano completa l’ingegno per la pesca (Fase 14); l’argano consente di raggiungere con la rete le quote desiderate; gli elementi sono stabilizzati con un sistema di cavi metallici (stralli) agganciati a bulloni (in ferro e solo più recentemente in acciaio) e conficcati nei pali di sostegno. Tale soluzione consente di regolare lo stato di tensione degli elementi e impedisce lo scorrimento dei cavi sulla superficie esterna dei pali, riducendo le cause di usura di tipo “meccanico/dinamico”. Capanno

L’ultimo sottosistema nel trabocco di molo è il capanno; si tratta di un volume chiuso da pannelli lignei (irrigidimento: elementi a sezione quadrata di 15 x 15 cm e lunghi circa 170 cm; chiusura: tavolato di sezione 5 x 20 cm e lungo circa 160 cm), un’unità spaziale per il riparo dagli agenti atmosferici e lo stivaggio degli attrezzi e delle reti (o altro) (Fase 15). Reticolo stabilizzante

Raramente si riscontra il reticolo di stabilizzazione, eventualmente molto limitato; la collaborazione alla resistenza del manufatto sollecitato dalle mareggiate è affidata a puntoni orizzontali, collegati a pali verticali infissi negli scogli, con funzione di controventatura (Fase 16). 13

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2. Aspetti costruttivi e tecnologici


2.5.2. Le fasi e le modalità di costruzione per la tipologia di scoglio

Nella tipologia di scoglio l’elemento di distinzione è la passerella, che costituisce proprio il primo manufatto da affrontare nella costruzione (in verità la nuova costruzione di un trabocco non può prescindere dalla disponibilità che si presenta per definire gli appoggi ai sistemi strutturali; pertanto, in alcuni casi, la costruzione deve iniziare dalla fondazione del piano di pesca piuttosto che seguire una logica da “tavolino” e muovere da terra per la realizzazione della passerella!).

2. Aspetti costruttivi e tecnologici

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Indice

Introduzione (A. Di Chiacchio, A. Cipressi)

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Presentazione dello studio (M.C. Forlani)

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PARTE PRIMA – I TRABOCCHI DELLA COSTA TEATINA IL CENSIMENTO

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1. Introduzione alla conoscenza dei trabocchi della costa teatina (M.C. Forlani) 1.1. Note storiche e stato dell’arte 1.2. I trabocchi del comune di Ortona a Mare 1.2.1. Il trabocco di Punta Mucchiola 1.3. I trabocchi del comune di S. Vito Chietino 1.3.1. I trabocchi di molo a Marina di S. Vito 1.3.2. Il Trabocco della Fornace 1.3.3. Il trabocco di Punta Turchinio 1.3.4. Il trabocco di Punta del Guardiano (o dell’Acquaviva) 1.3.5. Il trabocco di Valle Canale 1.3.6. Il trabocco di Valle Grotte 1.4. I trabocchi del comune di Rocca S. Giovanni 1.4.1. Il trabocco di Punta Tufano 1.4.2. Il trabocco “Scoglio del Gabbiano” 1.4.3. Il trabocco di Punta Isolata 1.4.4. Il trabocco di Punta Torre 1.4.5. Il trabocco “Spezza Catene” 1.4.6. Il trabocco di Punta Cavalluccio 1.5. I trabocchi del comune di Fossacesia 1.5.1. Il trabocco del “Lido Cavalluccio” 1.5.2. Il trabocco “Pesce Palombo” 1.5.3. Il trabocco di Punta Rocciosa 1.6. I trabocchi del comune di Vasto 1.6.1. I trabocchi di molo al Porto Vasto 1.6.2. Il trabocco di Punta Vignola 1.6.3. Il traboco di Punta Canale 1.6.4. Il trabocco “Scoglio a schiena d’asino” 1.6.5. Il trabocco “Scoglio del siluro” 1.6.6. Il trabocco di Punta S. Nicola 1.6.7. Il trabocco di Casarsa 1.6.8. Il trabocco di Punta Trave

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LA COSTRUZIONE

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2. Aspetti costruttivi e tecnologici (M.C. Forlani) 2.1. L’origine tipo-tecnologica

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Indice 291


2.2. Le caratteristiche tipo-tecnologiche dei trabocchi 2.3. Gli elementi caratterizzanti e le tecnologie di base 2.3.1. Evoluzione degli apparati costruttivi 2.3.2. Trasferimento di materiali e tecnologie 2.3.3. Uso delle risorse materiali 2.4. Le prestazioni specifiche del sistema “trabocco” 2.4.1. Esigenze di sicurezza (strutturale) 2.4.2. Esigenze di gestione (manutenzione) 2.4.3. Esigenze di salvaguardia dell’ambiente (impatto ambientale) 2.5. Le fasi e le modalità di costruzione 2.5.1. Le fasi e le modalità di costruzione per la tipologia di molo (Disegni D. Di Mascio) 2.5.2. Le fasi e le modalità di costruzione per la tipologia di scoglio (Disegni D. Di Mascio) LA STRUTTURA

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3. Aspetti statici e caratterizzazione meccanica dei trabocchi (V. Sepe, A. Viskovic, P. Carusi) 3.1. Il comportamento strutturale 3.2. Prove statiche e dinamiche di laboratorio 3.3. Test dinamici in sito 3.4. Modelli numerici agli elementi finiti di due configurazioni tipologiche 3.5. Tipologia e comportamento strutturale dei nodi e degli elementi resistenti

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LA MANUTENZIONE

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4. L’impostazione del Piano di manutenzione (G. Caterina) 4.1. Caratterizzazione del processo manutentivo per i trabocchi abruzzesi 4.1.1. La fase della conoscenza 4.1.1.1. Piano di Scomposizione e Classificazione del Sistema Tecnologico 4.1.1.2. Scheda di Elemento Tecnico 4.1.1.3. Scheda di rilievo e diagnosi del guasto 4.1.2. La fase della Pianificazione 4.1.2.1. Scheda di Manutenzione 4.1.3. La fase della Programmazione 4.1.3.1. Scadenzario 4.1.3.2. Cronoprogramma

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NOTE CONCLUSIVE

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5. Per uno sviluppo sostenibile del territorio costiero (M.C. Forlani) 5.1. Caratteristiche morfo-tecnologiche dei sistemi 5.2. Caratteristiche antropico-naturali degli ambiti 5.3. Suggerimenti per un turismo sostenibile della costa dei trabocchi 5.3.1. La costruzione di nuovi trabocchi 5.3.2. Tutela e valorizzazione del patrimonio naturale 5.3.3. Recupero e riuso del patrimonio dei centri storici della collina litoranea e dell’attività agricola 5.3.4. Nuova mobilità 5.3.5. Per un modello sostenibile di attrezzamento degli arenili Riferimenti bibliografici

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PARTE SECONDA – IL TRABOCCO DEL “TURCHINIO” L’ORGANIZZAZIONE DELLA CONOSCENZA DEL “TURCHINIO”

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6. Dalle conoscenze tacite alla trasmissione organizzata del sapere 6.1. Sistematizzare il genius loci (M.C. Forlani) 6.2. Analisi del sistema Turchinio (M.C. Forlani) 6.2.1. Il rilievo (M.C. Forlani) L’uso di strumenti di “digital design” (D. Di Mascio) Tavole di D. Di Mascio 6.2.2. La scomposizione tecnologica Tavole di G. Trasatti 6.3. Il trabocco del “Turchinio”: un’analisi del comportamento strutturale (V. Sepe, A. Viskovic, P. Carusi)

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DALL’ESPERIENZA DEI TRABOCCANTI AL “RECUPERO” DEL “TURCHINIO”

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7. Il progetto di recupero e le fasi del processo (M. Borrone, D. Radogna) 7.1. L’approccio progettuale e le scelte di intervento (M. Borrone) 7.2. Le fasi e le peculiarità del processo di intervento (D. Radogna) Schedatura delle fasi per sistema (D. Radogna)

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DAL “LABORATORIO” SPERIMENTALE AL PIANO DI MANUTENZIONE SU “MISURA” DEL TURCHINIO 8. La proposta di manutenzione (G. Caterina) 8.1. Un’idea di Piano su misura 8.2. Verifiche sperimentali di durabilità: le prove d’invecchiamento accelerato degli elementi critici del “sistema trabocco” (A. Bruno) 8.2.1. Il programma di sperimentazione e prova 8.2.2. Individuazione e caratterizzazione del contesto ambientale di sollecitazione 8.2.3. Criteri per il reperimento dei dati climatici e ambientali 8.2.4. Il contesto ambientale di riferimento 8.2.5. Definizione e attuazione del programma di prove 8.2.6. Le prove d’invecchiamento naturale 8.2.7. Descrizione e misurazioni strumentali preliminari dei provini 8.2.8. Strutturazione dei cicli di condizionamento ambientale 8.2.9. Programmazione ed esecuzione dei test 8.2.10. Descrizione delle campionature post-prova 8.2.11. Le misure post invecchiamento 8.2.12. Conclusioni: utilizzo dei risultati sperimentali Riferimenti bibliografici

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ALLEGATI – PIANO DI MANUTENZIONE DEL TRABOCCO DI PUNTA DEL TURCHINIO 9. Schede di elemento tecnico manutenibile (A. Bruno) 10. Schede di rilievo e diagnosi del guasto (A. Bruno) 11. Schede di manutenzione (A. Bruno) 12. Scadenzario degli interventi preventivi (A. Bruno) 13. Cronoprogramma decennale (A. Bruno)

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Indice 293


Autori

Marcello Borrone Architetto e Dottore di ricerca in Progettazione Ambientale. Ha svolto attività seminariale e di ricerca presso la Facoltà di Architettura dell’Università di Chieti/Pescara. Si occupa di sviluppo di progetti territoriali sulla costa e nelle aree interne. Dal 2006 è Vicepresidente della Commissione Nazionale Rifugi e Opere Alpine del C.A.I.; dal 2007 è Responsabile della Commissione Territorio-Ambiente dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Chieti; dal 2014 è Coordinatore della Commissione Scientifica di Slow Food Abruzzo-Molise. Antonio Bruno Architetto e Dottore di Ricerca in Recupero Edilizio e Ambientale. Ha svolto dal 2001 attività di ricerca e didattica presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II. Oggi è coordinatore di importanti opere pubbliche strategiche presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Si occupa di gestione commissariale di comuni (Frattaminore, Caivano e Giugliano in Campania) ed è stato anche Assessore all’urbanistica ed alla manutenzione e gestione edilizia, urbana ed ambientale dell’Unione dei Comuni “Atella”. Pasqualino Carusi Architetto, Dottore di Ricerca in “Progettazione, Riabilitazione e controllo di Strutture Convenzionali ed Innovative” (Titolo della Tesi di Dottorato: “Identificazione e monitoraggio di strutture monumentali soggette ad azioni di tipo ambientali” – Università “G. D’Annunzio” Chieti – Pescara). Dal 2007 entra a far parte della Società di Ingegneria Integra Architettura S.r.l., nata dagli Spinoff universitari, in cui esercita la sua professione nel campo dei rilievi architettonici innovativi e dell’edilizia storico monumentale. Gabriella Caterina Professore Ordinario di tecnologia dell’Architettura. Svolge intensa attività di ricerca nei campi delle tecnologie del recupero e della manutenzione edilizia e urbana, con particolare attenzione al tema della conservazione, valorizzazione e riqualificazione del costruito esistente, nonché sulle tematiche della progettazione esecutiva per una qualità d’uso di ambienti e prodotti. Dal 1980 al 2010 ha rivestito numerose cariche istituzionali e ha assunto ruoli di responsabilità scientifica. È autore di numerose pubblicazioni. Alessandro Cipressi Architetto libero professionista. Predispone con la Provincia di Chieti il Documento programmatico del Progetto Speciale Territoriale della Fascia costiera e il progetto preliminare della Via Verde della Costa dei Trabocchi. Antonio Di Chiacchio Architetto, dirigente presso la provincia di Chieti del settore “Programmazione e Pianificazione Territoriale-Urbanistica-Mobilità-Patrimoni Immobiliare” è autore del documento programmatico del Progetto Speciale Territoriale della Fascia costiera e del progetto preliminare della Via Verde della Costa dei Trabocchi. È stato relatore in numerosi convegni e conferenze tematiche ed è autore di numerosi articoli. Danilo Di Mascio Architetto, Dottore di ricerca (Doctor Europaeus) in Building technology and environment (Scuola Superiore “G. D’Annunzio” Chieti-Pescara). Svolge ricerca su tematiche inerenti: tecnologia


dell’architettura, sostenibilità, cultural heritage ed Information Technology. Ha maturato esperienze di ricerca negli Stati Uniti, in Belgio ed in Scozia. Ha partecipato, in veste di autore e relatore, a convegni internazionali in Europa, Medio ed Estremo Oriente, e premiato ad Hong Kong per la sua ricerca. M. Cristina Forlani Architetto, è professore ordinario in Progettazione Tecnologica dell’Architettura presso il Dipartimento d’Architettura dell’Università G. D’Annunzio di Chieti-Pescara. È stata coordinatore del Dottorato di Ricerca in “Cultura Tecnologica e Progettazione Ambientale” e coordinatore della Sezione di Scienze dell’Ingegneria e dell’Architettura della “G. D’Annunzio School of Advanced Studies”. Si è occupata, dagli anni ’80 di questioni ambientali per l’architettura e in maniera specifica di tecnologie appropriate e di sostenibilità degli interventi in aree sensibili. È autore di numerose pubblicazioni. Donatella Radogna Ricercatore in Tecnologia dell’Architettura e docente nei corsi di Tecnologia dell’Architettura e Tecnologie del Recupero Edilizio presso l’Università G. D’Annunzio di Chieti-Pescara. Architetto, Dottore di ricerca in Recupero edilizio e ambientale, svolge la propria attività di ricerca prevalentemente nell’ambito della riqualificazione sostenibile dell’esistente, con particolare riferimento alle questioni che interessano il miglioramento delle condizioni di fruibilità dell’ambiente costruito. Vincenzo Sepe Professore Associato di Scienza delle Costruzioni presso il Dipartimento di Ingegneria e Geologia dell’Università “G. D’Annunzio” di Chieti-Pescara. Ingegnere Civile e Dottore di Ricerca in Ingegneria delle Strutture, è stato Ricercatore presso l’Università di Roma “La Sapienza” dal 1993 al 2001. La sua attività di ricerca riguarda la risposta di strutture civili ad azioni sismiche ed eoliche e la diagnostica degli edifici esistenti. È autore o coautore di circa cento pubblicazioni. Gaia Maria Trasatti Architetto libero professionista. Si è laureata con una tesi dal titolo “Cicli di vita a confronto: il trabocco e il prefabbricato cementizio. Life Cycle Assessment di due diverse tecniche costruttive utili alla balneazione”, svolgendo uno stage effettuato presso il centro di ricerche ENEA di Bologna. Ha conseguito successivamente il diploma di Master universitario di I livello in “Progettazione e gestione della sicurezza nei cantieri ad alta complessità” che la porta a svolgere attività di prevenzione antinfortunistica e di controllo nei cantieri edili. Alberto Viskovic Ingegnere Civile, PhD in “Ingegneria delle Strutture” all’Università di Roma La Sapienza, è Professore Associato di Tecnica delle Costruzioni presso il Dipartimento di Ingegneria e Geologia dell’Università G. D’Annunzio. Conduce ricerche sull’azione del vento, sulla meccanica delle murature, delle strutture in legno e dei materiali compositi ed innovativi, con di più di 70 pubblicazioni. È esperto nelle tecniche per il miglioramento strutturale delle strutture murarie storiche e monumentali.


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