La Natura del Legno

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La natura del legno La vita e i segreti del più antico materiale da costruzione EdicomEdizioni


Titolo originale: Dich sah ich wachsen Christian Brandstätter Verlag GmbH & Co KG edizione italiana a cura di Herta Peer e Klaus Romen (CasaSalute) traduzione di Lia Bazzanini e Monica Marsigli

EdicomEdizioni Monfalcone (Gorizia) tel. 0481/484488 fax 0481/485721 e-mail: info@edicomedizioni.com www.edicomedizioni.com I testi e le foto sono stati forniti dagli autori © Copyright EdicomEdizioni Vietata la riproduzione anche parziale di testi, disegni e foto se non espressamente autorizzata. tutti i diritti sono riservati a norma di legge e delle convenzioni internazionali. ISBN 978-88-86729-94-9 Questo libro è stampato interamente su carta riciclata Stampa Grafiche Manzanesi Manzano (UD) Prima edizione febbraio 2009


Erwin Thoma

La natura del legno La vita e i segreti del più antico materiale da costruzione

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Indice

Ode al legno Prefazione Introduzione Con tutti i sensi Perché un camino in legno ha resistito al fuoco per quattrocento anni Quando occhi novantenni possono ancora luccicare Un’amicizia infinita

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PRIMA PARTE – LEGNO DI LUNA Primo capitolo – Legno fermo, tagliato al momento giusto La trave scambiata Lo straordinario legno di cirmolo Abeti e larici che non vengono infestati Faggi che non si spaccano I masi delle vittime degli incendi Tavole da pavimento che si saldano l’una all’altra L’acqua scorre nel segno della luna Legno e vetro – l’ora della verità

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Secondo capitolo – Alberi maturi, cresciuti nel luogo giusto Cresciuti nel bosco Come si forma la materia legno? Fibra fine d’alta quota Il bosco naturale I gemelli diversi Sulle tracce di Stradivari Due fratelli sulla scarpata

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Terzo capitolo – Acqua nel legno Legno e umidità nelle grandi sale d’orchestra Quanta umidità è necessaria? Cima verso valle – un trucco della natura “Legno spugna” Quando, invece, è necessaria la camera di essiccazione

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SECONDA PARTE – UOMO E ALBERO Quarto capitolo – Prodotti chimici nel legno L’errore più grande della mia vita Una questione personale Un obiettivo chiaro Cosa significa prodotti chimici nel legno? L’arte di costruire mobili naturali Una questione aperta Legno all’esterno Alluci, pescecani e prodotti protettivi per il legno Quinto capitolo – Un viaggio nel mondo delle costruzioni e delle abitazioni sane Un terreno edificabile in un dado di legno Monika, Andreas e il piccolo Daniel Holz100 – la soluzione per l’edilizia Il falegname – il pavimento in legno – la stanza da bagno ovvero: tre volti in bagno La scala sempre impolverata Cos’è più igienico? Cosa irradia in casa? Sesto capitolo – I nostri boschi – la nostra speranza Viaggi e libertà di movimento Rifiuti – una parola sconosciuta La società del petrolio e dello spreco I cicli dell’energia

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Dacci l’energia, depura l’aria Due paesi si riscaldano

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Settimo capitolo – Discorso in difesa di un nuovo modo di vivere con il legno e con il bosco Voci dal mondo della scienza Norme, leggi e dogmi – l’ultima saggezza? La morte dei boschi – una minaccia o un segnale? Il Mistero dell’Albero Per concludere in bellezza

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TERZA PARTE – INFORMAZIONI & ASSISTENZA TECNICA Il legno – un materiale speciale La lavorazione del legno Domande da porre quando acquistate del legno Guida all’acquisto del legno I giorni per il taglio di un buon legno da costruzione e per mobili Tempi consigliati per lo stoccaggio e la stagionatura all’aria La protezione naturale del legno Da cosa dobbiamo proteggere il nostro legno? Protezione naturale contro i funghi contro gli insetti Strutture in legno all’aperto Manutenzione del legno Sole e legno Grezzo o piallato? Una rete Riferimenti bibliografici

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Prefazione

Alberi che vengono tagliati solo in determinate giornate e rispettando le fasi lunari. Sono solo idee da sognatori? O in queste antichissime conoscenze dei nostri antenati sul modo giusto di rapportarsi al legno, meraviglioso materiale naturale, è possibile trovare anche soluzioni a questioni molto concrete e urgenti? I legnami trattati chimicamente possono scatenare allergie e oltretutto, in futuro, dovranno essere smaltiti come rifiuti speciali. La lavorazione naturale del legno, comunque, non rappresenta solo una risposta alla questione della bioedilizia. Anche questioni globali come la morte dei boschi o problemi aperti, come il ciclo dell’energia basato sui combustibili fossili, appaiono sotto una luce diversa, se li osserviamo da un altro punto di vista, riscoprendo il modo di vivere con il bosco e con il legno. È possibile che una casa in legno, costruita secondo i principi della bioedilizia, senza colle e prodotti chimici per la conservazione del legno, sia finanziariamente accessibile per una famiglia con un reddito medio? Quali sono le soluzioni abitative in legno massiccio più belle e avveniristiche? Quali possibilità tecniche offre il legno come materiale da costruzione? In questo libro vi invitiamo a riscoprire gli antichissimi segreti dei nostri boschi e dei nostri legnami e a sperimentare in quanti modi diversi la natura, grazie ai nostri alberi, offra ad ogni uomo e donna, quotidianamente, fantastiche possibilità. E l’invito vale sia che vi interessiate di mobili o di giocattoli in legno, sia che vogliate costruire una casa in legno o vogliate semplicemente conoscere i segreti dei nostri boschi. Il libro è diviso in tre parti: Nella prima parte – “Legno di luna” – leggerete dei segreti grazie ai

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quali alcuni edifici in legno sono rimasti assolutamente intatti per più di mezzo millennio senza trattamenti chimici e quale ruolo vi ha la luna. Questa parte vi conduce dal camino in legno, che per quattrocento anni ha ospitato un fuoco acceso eppure non è mai bruciato, ai tronchi che nessun tarlo vuole attaccare e alle tavole che non si deformano, fino a seguire le tracce del più grande liutaio di tutti i tempi. La seconda parte del libro – “Uomo e albero” – vi accompagna nella nostra vita quotidiana moderna e tecnologica, e tratta di prodotti chimici per il legno e di edilizia ed abitazioni biologiche. Leggerete in che modo sarebbe possibile coprire il nostro fabbisogno energetico grazie ai boschi e quali alternative esistono alla società dello spreco. Potrete conoscere i cicli naturali dell’energia ed indagare a fondo il Mistero dell’Albero. Questo è anche un libro per madri avvedute e padri previdenti che vogliono risparmiare ai propri bambini i problemi che hanno avuto i miei figli a causa dei pannelli truciolari impregnati di colla. Nella terza parte del volume – “Assistenza tecnica” – trovate gli strumenti necessari: indirizzi di persone e aziende impegnate nel ciclo della lavorazione naturale del legno, persone che all’argomento “prodotti chimici protettivi per il legno” scuotono la testa, ma non lo fanno se si parla di legno tagliato al momento giusto. Tutti coloro che amano sperimentare direttamente troveranno qui dati ed indicazioni, dai periodi giusti per tagliare gli alberi fino al trattamento delle superfici. Completano questa parte del libro un questionario e una scheda tecnica di Casa Salute, importatore generale di Thoma Holz100 per l’Italia. Vi auguro un buon viaggio verso le radici e le chiome dei nostri alberi, il Vostro Erwin Thoma

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Nell’introduzione scoprirete … come un cieco imparò a distinguere diversi tipi di legno; … come mai un camino in legno, che per quattrocento anni ha ospitato un fuoco acceso, non è mai bruciato, … che anche occhi novantenni possono ancora luccicare e come iniziò l’infinita amicizia tra uomo e albero


Introduzione

Con tutti i sensi Ad occhi chiusi provate ad accarezzare con una mano la superficie liscia del ripiano di un tavolo di acero e poi passate i polpastrelli sul legno poroso di un frassino o di una quercia. Chiudete gli occhi e date un colpetto con le nocche al duro legno di faggio. Poi fate la stessa cosa con un tenero abete rosso. Molte vie ci conducono ai segreti dei diversi tipi di legno – noi però siamo abituati ad affidarci quasi esclusivamente ai nostri occhi. L’uomo cieco arrivò a casa nostra accompagnato dalla moglie. Con il suo bastone riusciva a sentire gradini, pareti e spigoli, ma anche la moglie faceva in modo che nessun ostacolo lo sorprendesse. Dopo un breve saluto si sedette al nostro tavolo e le sue mani esaminarono subito il ripiano di acero consumato e liscio. I due cercavano un pavimento per la loro nuova casa. Volevano chiarire soprattutto la questione del tipo di legno. Ma come fa una persona senza il dono della vista a scegliere un tipo di legno? La domanda restava sospesa, inespressa, nella stanza – anche i nostri figli si raccolsero incuriositi attorno al tavolo. Solo il cane continuava indifferente a dormire sulla coperta il suo sonno da cane. L’uomo cieco, durante la sua vita, aveva affinato tutti gli altri sensi molto più di quanto fosse possibile per un vedente. Aveva imparato a sostituire in qualche modo il dono della vista che a lui mancava. Ma fino a questa visita non aveva praticamente mai impegnato il suo finissimo tatto, il suo udito e il suo odorato con diversi tipi di legno. Interessato, e anche in qualche modo impaziente, si faceva descrivere dalla moglie e da me tutti i tipi di legno. Le sue dita, il palmo delle

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mani e le unghie intanto lavoravano infaticabili sui campioni dei diversi pavimenti di legno massiccio. Una strana tensione regnava nella stanza. Avvertivamo tutti che si stava esplorando un mondo nuovo. Persino i nostri tre bambini erano rimasti seduti attorno al tavolo, muti come pesci, a contemplare gli inusuali movimenti di quelle mani indagatrici. I due visitatori lasciarono la nostra casa solo a tarda sera. Erano convinti delle decisioni prese e avevano scelto diversi tipi di legno per l’ingresso, il soggiorno e la camera da letto. I pavimenti vennero prodotti nella nostra azienda con abeti rossi, faggi e querce. Poi realizzammo la posa dei pavimenti, come programmato, e seguirono colloqui e visite; con Karin e Andreas nacque un’amicizia. Ciò nonostante passò quasi un anno dalla fine dei lavori prima che, una sera, i due bussassero di nuovo alla nostra porta. Questa volta Andreas si lasciò condurre veloce e sicuro dalle proprie mani attraverso il nostro ingresso fino alla cucina. Con un misto di maliziosa allegria e di trionfo, per ogni oggetto di legno che gli capitava tra le mani, mi spiegava senza esitazioni di che tipo di legno si trattasse. Un vecchio mastro falegname non avrebbe saputo far di meglio. Ci volle qualche minuto perché riuscissi a riavermi e a chiudere la bocca spalancata per lo stupore. E qui voglio ringraziarti, caro Andreas. Grazie a te ho potuto vedere ancora una volta in quanti modi diversi il legno fa vibrare tutti i nostri sensi, e ci ispira e ci accompagna giorno per giorno, anche se non sempre ce ne rendiamo conto. Hai rafforzato la mia convinzione di non trattare le superfici di legno e di usare tutt’al più olio e cera anche per le superfici più strapazzate. Perché vernici e analoghi prodotti non traspiranti escludono i nostri sensi dalla percezione dello splendido legno e impediscono un rapporto profondo e vario con questa materia. Grazie a te, caro Andreas ho potuto attribuire un ulteriore significato alla frase “tornate ad essere come bambini…”. Mi rallegro di ogni contatto con una superficie di legno e lascio consapevolmente fluire

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questa sensazione attraverso tutto il corpo, a partire dai polpastrelli e dal palmo delle mani. In questo modo è possibile derivare dai diversi tipi di legno e di albero una sensazione di rilassamento e di forza – come se potessi vedere e accogliere in me l’immagine di paesaggi diversi. E qui invito tutti i lettori a lasciare un pochino di spazio, nella propria vita, alla capacità di guardare e stupirsi come bambini. L’impegno e la fatica necessari non sono grandi e la ricompensa è ricca. Quando possibile acquistate oggetti in materiali naturali con i quali è un piacere trascorrere la propria vita. Trattate tutti questi oggetti come farebbe un bambino. Cercate di capire queste cose annusandole, toccandole e afferrandole ogni volta come se fossero nuove, ingenui e curiosi come un bambino. Abiti, mobili, rivestimenti per pavimenti e pareti, i diversi oggetti di uso quotidiano in questo modo diventeranno per voi fonti di forza, isole di quiete e solidi appigli – doni del cielo ed elementi per una nuova qualità della vita che dobbiamo soltanto riconoscere e saper accettare.

Perché un camino di legno ha resistito al fuoco per quattrocento anni Un camino di legno mi ha colpito particolarmente durante la mia infanzia. Questo singolare manufatto si trovava nell’antico maso, che aveva circa quattrocento anni, di una famiglia di contadini nostri amici. Dal focolare aperto al piano terra della casa, costruita in travi di legno, la nera canna del camino in tavole di legno di larice usciva sul tetto rivestito di scandole, attraversando il piano superiore con le camere da letto. La casa, come un nido d’aquila, si trovava in cima a una roccia su un ripido prato di montagna nel mio paese natale, Bruck am Großglockner.

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Non potevo immaginare che i segreti e le conoscenze che erano alla base di questo manufatto sarebbero stati determinanti per la mia professione e la mia vita. No, un motivo del tutto diverso che ha fatto sì che questo camino di legno acquistasse un posto così solido nella mia mente di ragazzino: a sei anni, giocando con dei fiammiferi nonostante mi fosse vietato, per poco non ridussi in cenere un fienile, se non fosse stato per l’intervento di un garzone. La via crucis seguita a questa monelleria per l’espiazione della mia colpa mi condusse dalla guardia del paese a mia madre, da mia madre a mio padre, da mio padre alla mia insegnante e dall’insegnante al direttore della scuola. In ognuna di queste stazioni “feci esperienza” delle diverse misure adottate perché nella mia testa di bambino non potesse più risvegliarsi la voglia di giocare ancora con i pericolosi fiammiferi. Il successo di quella via crucis si è sedimentato. È un episodio che non ho più dimenticato. A questa sciocchezza della mia infanzia però devo anche altro: nella mia fantasia ho attribuito un incredibile valore pratico e magico all’informazione che il camino in legno nel maso dei nostri amici non era mai bruciato e non aveva mai preso fuoco perché era stato costruito con alberi speciali che erano stati abbattuti in un momento particolare, legato alla luna. Affascinato, immaginavo che un fienile costruito con quel legno potesse resistere, senza riportare danni, a intere schiere di ragazzini armati di fiammiferi. Il pensiero dell’esistenza di un fienile in cui avrei potuto realizzare, senza alcun pericolo, i vietatissimi esperimenti con i fiammiferi mi ripagava completamente di tutti i rimproveri e della vergogna seguiti alla mia sciocchezza. Dopo alcuni anni, l’obiettivo dei miei interessi nel vecchio maso diventò invece la figlia del proprietario e dovettero passare ancora alcuni anni, prima che tornassi a pensare a questo antico camino di legno.

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Quando occhi novantenni possono ancora luccicare “Dopo che gli alberi erano stati abbattuti, passavano ancora mesi prima della lavorazione successiva. Molti dei nostri cantieri allora non avevano vie di accesso – masi, malghe e baite nella valle del Krimmler Achen. Così dovevamo arrangiarci sul posto.” Forse lo avete immaginato. Questo è il racconto che faceva nostro nonno, che nel periodo tra le due guerre mondiali lavorava come carpentiere per sei giorni alla settimana, dall’alba al tramonto nel Pinzgau salisburghese, dove nasce il torrente Salzach. Ecco cosa raccontava ancora il nonno: “Sì, sì, erano giornate lunghe. Ma nessuno allora discuteva mai di accelerare il lavoro. Non si forzava mai. Con i nostri semplici attrezzi continuavamo a lavorare sempre con regolarità. Per costruire il rifugio nella valle del Windbach1 siamo saliti in primavera. Eravamo otto uomini e per prima cosa abbiamo costruito sul luogo alcune capanne di corteccia. Era lì che dormivamo, fino alla fine dei lavori.

Figura 1. Semplici capanne di corteccia erano l’alloggio dei legnaioli nel bosco.

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Alta valle disabitata con malghe negli Alti Tauri.

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Dopo aver provveduto al nostro quartiere, utilizzando dei tronchi costruivamo le capre2 per la lavorazione del tondame che avevamo preparato già alla fine dell’autunno precedente. Rispetto al pendio, l’impalcatura era sistemata in modo che noi potessimo farci rotolare sopra, con l’aiuto dei nostri zappini3, i pesanti tronchi, poi li fissavamo. Con una corda imbevuta di colore facevamo una riga sul tronco. Fissavamo ad un telaio di legno la lama di una sega. E questo attrezzo veniva azionato da tre uomini. Uno stava sopra all’impalcatura sulla quale era posizionato il tronco e due stavano sotto. Questi tre uomini, con quella semplice sega, tagliavano via dai tronchi tavola per tavola. Questo lavoro andava avanti così per settimane e per mesi. Sempre con lo stesso ritmo regolare, finché ogni catasta di tronchi veniva smaltita.

Figura 2. Tagliatori di tavole con la sega a mano.

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Impalcature in legno. Attrezzi per trascinare e spostare i tronchi.

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Le tavole per i rivestimenti e i pavimenti poi venivano accatastate per alcune settimane ad asciugare e alla fine del lavoro venivano piallate a mano. Anche le scanalature le facevamo a mano con la pialla. E naturalmente non ci curavamo affatto che le tavole da pavimento fossero tutte larghe uguali. La larghezza dipendeva sempre dall’albero. Per fare i travetti squadrati usavamo quasi sempre l’ascia da carpentiere. C’era sicuramente più scarto di quello che produci tu oggi nella tua segheria per tagliare travetti squadrati. Ma in quelle valli isolate nessuno si preoccupava del legno e noi eravamo molto più veloci a tagliare con l’ascia che a segare a mano.” Alla domanda se non si fosse mai ferito il nonno risponde: ”No, non so nemmeno io perché, ma in tutta la mia vita non mi sono mai ferito. Eppure succedeva spesso che usando l’ascia per giornate intere qualcuno si desse un colpo su un piede. Il più delle volte bastava un po’ di pece, strutto, arnica e qualche erba per rimettersi in sesto. Ma alcuni carpentieri restavano con il piede malconcio o bloccato.” “Sì, sì”, continuava il nonno, “costruire una casa di legno così era il lavoro di un anno. Per edifici più grandi ci voleva anche di più. Ciascuna trave e ciascuna tavola veniva presa in mano infinite volte, esaminata, studiata e selezionata… La passione, la gioia e anche l’orgoglio ci sono sempre stati nel nostro lavoro.” “Sì, nonno, e chi vi preparava da mangiare?” Gli occhi del nonno ammiccano divertiti dal rugoso volto novantenne: “Il cuoco ero io. Ma per tutta l’estate cucinavo Muasl4, sempre la stessa cosa nello stesso tegame. Mi pare che gli altri siano sempre stati contenti, altrimenti mi avrebbero dato il cambio.” I suoi occhi brillano allo stesso modo quando ci racconta delle sue costruzioni o ci mostra le opere in legno di tutta una vita. Tutte hanno una cosa in comune: il nonno e i suoi colleghi carpentieri non avevano

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Semplice piatto nutriente dei taglialegna a base di farina, strutto e acqua.

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idea di tecniche moderne, prodotti protettivi per il legno, vernici, colle e trattamenti chimici nocivi. Eppure le costruzioni di quell’epoca e dei secoli precedenti continuano ad esistere. Sono le testimonianze della capacità di resistenza del legno e ci indicano la via verso la natura in un’epoca frenetica e per molti aspetti sradicata. Anche i miei occhi luccicano sempre nei momenti in cui il nonno esamina un’opera in legno costruita dalle nostre giovani mani, accarezzando con le sue mani nodose pareti di tronchi, travi e pavimenti e infine dai suoi occhi ci arriva uno sguardo di approvazione. Le parole ”È davvero perfetta! Voi non mi date pensieri”, dopo aver visitato una casa di legno prodotta dalla nostra azienda, sono davvero la lode più grande che qualcuno ci possa fare. E quello che è ancora più importante: queste parole sono la conferma che è possibile lanciare un ponte fra la tradizione artigiana del nonno e un’architettura in legno moderna e naturale. Anche in un’epoca moderna di valutazione dei costi e standard elevati a livello di tecniche di produzione è possibile costruire edifici che durano secoli, senza prodotti chimici dannosi per la salute e l’ambiente, senza costi straripanti, in modo naturale, scoprendo i segreti dei nostri alberi.

Un’amicizia infinita Dopo aver concluso i miei studi e aver prestato i primi anni di servizio come guardia forestale avevo fermamente deciso di dedicare la mia vita professionale ai boschi e ai legnami del mio paese. Il vecchio camino di legno ora era diventato per me il simbolo di un’amicizia che aveva resistito per millenni, il simbolo di un’amicizia infinita. Gli amici uomo e albero avevano imparato a conoscersi benissimo in questo lungo tempo. Si sono raccontati a vicenda un’infinità di segreti e hanno imparato a trattarli con delicatezza. Hanno anche capito che

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insieme possono affrontare qualsiasi sfida – l’architettura in legno dei secoli scorsi ne è una testimonianza vivente. Una testimonianza in quanto si sono conservati fino a noi edifici che, nonostante l’uso secolare, hanno superato indenni gli attacchi del vento, delle intemperie e persino del fuoco. E tutto questo senza ricorrere a prodotti nocivi per la protezione del legno o ad altri trattamenti chimici.

Figura 3. L’antico edificio del tribunale a Sulz. Costruito 700 anni fa – in legno.

L’uomo ha potuto fare affidamento sul suo amico albero non solo per le costruzioni. In quasi tutti gli ambiti della vita e per ogni uso troviamo tracce di questa antica amicizia: i ponti in legno che collegano le rive dei nostri fiumi, poggiando su piloni, hanno retto per secoli senza bisogno di impregnanti, che avrebbero inquinato l’acqua. Mobili in legno straordinari, non trattati chimicamente, pezzi unici per colore e venature del legno. Utensili versatili, resistenti e leggeri. Botti di legno, in cui il vino e il cognac giungono a perfetta maturazione. Quali segreti erano noti solo agli antichi maestri che creavano strumenti musicali in legno, senza i quali la musica più bella che le nostre orecchie abbiano mai ascoltato sarebbe impensabile?

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Troviamo tracce dell’amicizia e dei segreti tra uomo e albero negli edifici che si sono conservati e negli oggetti di legno presenti già nei primi disegni che raffigurano la vita dell’uomo. Le fonti storiche più antiche sul taglio degli alberi in periodi dell’anno precisi risalgono all’epoca intorno al 4200 a. C. Sembra che il legno per le palafitte, a quei tempi, venisse tagliato in prevalenza in inverno5. Da questo momento in poi, dalle civiltà evolute della Cina passando per l’antica Roma e la costruzione di navi in legno in epoca medievale, fino all’inizio del nostro secolo, le fonti documentarie sono continue. Da Cesare a Napoleone, dallo storico romano Plinio fino ai regolamenti forestali francesi, tedeschi e austriaci, la stagione privilegiata per il taglio del legno è l’inverno. La fase lunare più favorevole è la luna nuova o la luna calante. Se il legno veniva tagliato nel momento sbagliato erano previste ammende pesanti, persino la confisca degli alberi. L’analisi accurata delle fonti storiche sul taglio del legno porta alla luce anche un altro aspetto interessante: non solo il momento del taglio degli alberi, ma anche l’attenzione al tipo di legno adatto per diverse destinazioni d’uso (edilizia, costruzioni navali, costruzione di ponti...) e alle condizioni di crescita degli alberi (terreno e zona del bosco) hanno una tradizione millenaria. Con la progressiva diffusione nel nostro secolo di prodotti chimici per la protezione del legno l’uomo, apprendista stregone, ha però rinunciato alla tradizione della protezione naturale del legno. Le antiche conoscenze sono state dimenticate… Nella prima parte di questo libro scoprirete le curiose vie traverse che ho dovuto percorrere per riuscire a capire davvero i saggi consigli

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Clausnitzer, Klaus-Dieter, Historischer Holzschutz, Zur Geschichte der Holzschutzmaßnahmen von der Steinzeit bis in das 20. Jahrhundert, [La Protezione del legno nella storia. Storia degli accorgimenti per la protezione del legno dall’età della pietra al 20° secolo], Ökobuch Verlag, Staufen bei Freiburg 1990.

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che il nonno mi dava con parole semplici. Nei capitoli successivi, lasciatevi iniziare ai segreti che vi consentiranno di includere la natura nella vostra vita in modo semplice, sano e spontaneo grazie agli alberi dei nostri boschi. E non fa differenza se state cercando un giocattolo di legno, se volete acquistare o far realizzare mobili o pavimenti in legno, oppure se volete farvi costruire un’intera casa, o parti della vostra casa, in legno.

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Prima parte

Legno di luna

La luna muove le maree, a volte non dà pace a chi cerca il sonno, influenza la crescita di piante e – alberi. In questa parte del libro studieremo le affascinanti relazioni tra la luna e il legno, mostrando, sulla base di numerosi esempi, perché e quanto è importante fare attenzione alla giusta fase lunare per il taglio degli alberi. In fin dei conti si tratta di conoscenze antichissime che un tempo erano note a tutti. Oggi però queste preziose conoscenze rischiano di andare perdute. Preserviamole dall’oblio trasmettendole ai nostri figli.


In questo capitolo scoprirete … come la fase lunare in cui il legno viene tagliato influenza il successivo comportamento del legno impiegato nelle costruzioni, … da cosa si riconosce una trave tagliata nel momento sbagliato, … lo straordinario legno del cirmolo e faggi che non si fessurano, … alberi che nessun tarlo vuole attaccare, … cosa succede nei masi divorati dagli incendi, … tavole da pavimento che si saldano l’una all’altra; … misteriosi abbeveratoi in legno nei pascoli di alta montagna e l’“ora della verità” per l’architettura in legno.


Primo Capitolo

Legno fermo, tagliato al momento giusto

La trave scambiata Nell’autunno del 1988 ero guardia forestale di distretto sui monti tirolesi del Karwendel. Venne a trovarmi un noto costruttore edile di Monaco, al quale avevano detto che cercavo e trovavo alberi per i liutai. Aveva intenzione di costruire una casa per sé e la sua famiglia. Per questa casa si sarebbero dovuti rispettare i principi della bioedilizia e contemporaneamente realizzare soluzioni estetiche raffinate. Cioè: solai con travi in legno, davanti alla casa un grande portico di travi in legno, pavimenti di legno massiccio a listoni larghi, all’esterno terrazze in legno di larice non trattato,… Ora, il costruttore sapeva che per questi scopi venivano usati normalmente “lamellari”, cioè travetti squadrati a listelli incollati o pavimenti a strati incollati e per le terrazze legnami impregnati in autoclave, però sapeva che sarebbe stato possibile realizzarli anche con legno massiccio non trattato, se si fosse trovato il legno giusto… Così, con queste informazioni e questi desideri era venuto da me. Sapevo dell’esistenza di legno molto fermo che non si deforma assolutamente dagli “alberi da violino”, vecchi di almeno duecento o anche quattrocento anni, cresciuti lentamente, nelle alte valli dei monti del Karwendel. Il momento scelto per il taglio del legname che serviva al costruttore era la fine di dicembre. Ma in quel periodo nelle valli cariche di neve del mio distretto ce ne sarebbe stata almeno un metro, se non due. “Impossibile!”, fu quindi la mia prima risposta. “In quel periodo il sentiero che porta al boschetto degli aceri è troppo rischioso, c’è pericolo di slavine.”

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