GSA Igiene Urbana 01-19

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TERZA PAGINA IOT NELL’IGIENE URBANA

Modalità di raccolta: l’Internet of Things cambia qualcosa? di Alessandro Sasso

20 igiene urbana igiene urbana gennaio-marzo 2019

Il paradigma IoT è fra i più discussi e ormai accettati esempi di come la tecnologia sia potenzialmente in grado di cambiare profondamente processi quotidiani come quelli di gestione dei servizi pubblici. Nel campo dell’igiene urbana l’esempio classico è dato dalla progressiva diffusione di contenitori stradali con calotte meccatroniche, in grado di intercettare, misurare e trasmettere informazioni relative ai rifiuti raccolti e all’identità dei cittadini che li conferiscono, rendendo gli stessi paragonabili a “contatori” come quelli dell’energia elettrica. Anche la raccolta porta a porta, la cui diffusione non appare né omogenea né scontata, si avvale di sistemi di comunicazione punto-punto che vedono nei mastelli e bidoni condominiali semplici “codici” da riconoscere e trasmettere attraverso tecnologie che coinvolgono il personale (werable device) e i mezzi di raccolta. Il progressivo diminuire dei costi di comunicazione, tuttavia, potrà rendere possibili ulteriori cambiamenti, che sfruttando le medesime potenzialità potranno cambiare tale approccio. Vale dunque la pena approfondire quale sia lo stato dell’arte delle tecnologie e quali prospettive si possano intravedere per i diversi sistemi di raccolta.

Dove va la tecnologia La proprietà dei dati è un aspetto cruciale e affrontato nell’igiene urbana in maniera ancora sperimentale, senza esperienze consolidate. Le grandi multiutility hanno una propria struttura di R&D e sono in grado di condizionare gli acquisti dettando propri “standard”, ma il virgolettato è qui d’obbligo trattandosi di prassi interne e non condivise fra le aziende di filiera. Da lato opposto si pongono centinaia di realtà grandi o piccole (aziende di raccolta, stazioni appaltanti di dimensioni ridotte) le quali non sempre possono operare un controllo completo dei dati utili alla fatturazione del servizio. Neppure l’asset management, intesa come gestione del parco veicoli e attrezzature, è esente da questi fenomeni: anche laddove sono presenti sistemi di bordo capaci di intercettare e registrare dati di funzionamento, la maggior parte di questi non viene conservata né fruita da nessuno. Questo è il panorama corrente, nel quale si innesta l’evoluzione in senso 4.0 con tre interessanti declinazioni che vale la pena di

esaminare brevemente: • Nel settore dell’igiene ambientale e delle macchine per i servizi invernali la realtà aumentata per il service comincia ad essere applicata nei servizi di assistenza remota: ciò consente di limitare i rischi connessi ad affidare i lavori a dealer-officine esterne multimarca che spesso non hanno nella manutenzione dei veicoli il proprio core business, preferendo lucrare su ricambi senza il controllo centrale da parte del produttore. • Sistemi di collaborazione on line possono sostituire integralmente, per semplicità e immediatezza di utilizzo, sia la mail che la tradizionale telefonata all’assistenza. Un elemento comune a tali soluzioni è la presenza di sistemi esperti che attraverso il machine learning possono, man mano che la base dati e il numero di interazioni/interrogazioni aumentano, diventare sempre più precisi. Tale potenza di calcolo è alla base del progressivo miglioramento dei chat bot, altro elemento in grado di fornire un importante ausilio ai centri di assistenza. • Fino all’avvento del 4.0 era costume gene-


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