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Il Centro del Riuso come strumento di riduzione rifiuti in una grande città

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Nuovi CAM per la raccolta dei rifiuti: analisi delle novità, ricadute e prospettive

A cura di Attilio Tornavacca* e Carlo Schettino*

Il 5 agosto è stata pubblicata la Gazzetta Ufficiale n° 182, nella quale si è ritenuto opportuno revisionare ed aggiornare il decreto del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare del 13 febbraio 2014 con cui erano stati pubblicati per la prima volta i Criteri Ambientali Minimi (abbreviato usualmente in CAM).

Le nuove regole introdotte con il decreto del 23 giugno 2022 diventeranno operative dal 3 dicembre 2022. I nuovi CAM riguardano in particolare: affidamento del servizio di raccolta e trasporto rifiuti urbani, pulizia, spazzamento e altri servizi di igiene urbana; fornitura di contenitori e sacchetti per la raccolta degli urbani; fornitura di veicoli, macchine mobili

non stradali e attrezzature per raccolta e trasporto di rifiuti e spazzamento stradale.

Modalità di raccolta

In merito ai contenuti dei CAM, i redattori non hanno ritenuto opportuno individuare criteri prescrittivi in merito alle modalità organizzative per la raccolta dei rifiuti da adottare, ma hanno preferito piuttosto stabilire, laddove possibile, degli obiettivi da raggiungere tramite i modelli gestionali che gli stessi operatori riterranno più adatti ad ogni singolo contesto. Nei CAM 2014 l’approccio era invece diverso poiché era stato previsto dell’obbligo dell’adozione della raccolta differenziata domiciliare (“porta a porta”) che, qualitativamente, doveva riguardare almeno i rifiuti organici (frazione umida) e la frazione residua (indifferenziati) e quantitativamente doveva riguardare il 50% o il 70% delle utenze, a seconda che il servizio riguardasse complessivamente più o meno di 100.000 utenze. Nel 2014 il Ministero dell’Ambiente aveva infatti chiarito che la raccolta domiciliare era l’unico sistema di raccolta che consentiva realmente di raggiungere e superare gli obiettivi quantitativi e qualitativi di riciclaggio imposti dalla normativa nazionale ed europea di settore. Con i nuovi CAM viene invece adottato un atteggiamento di equidistanza rispetto alle diverse modalità di raccolta (domiciliari, stradali, di prossimità ecc.) limitandosi a proporre degli standard qualitativi più elevati da raggiungere in caso di raccolta monomateriali rispetto alle raccolte differenziate congiunte (ad es. plastica e metalli) e multimateriali (ad es. vetro, plastica e-metallo) definendo i seguenti standard qualitativi per le principali tipologie di raccolte differenziate: a. Vetro: - da raccolta monomateriale: materiale conforme4 97% in peso sul totale; - da raccolta multimateriale (vetrometallo): materiale conforme 94% in peso sul totale, al netto del metallo; - da raccolta multimateriale (vetrometallo-plastica): materiale conforme 85% in peso sul totale, al netto di metallo e plastica; b. Plastica: - da raccolta monomateriale: materiale conforme 85% in peso sul totale; - da raccolta multimateriale leggera (plastica-metallo): materiale confor-

me 75% in peso sul totale al netto del metallo; - da raccolta multimateriale pesante (vetro-metallo-plastica): materiale conforme 75% in peso sul totale, al netto di vetro e metallo; c. Carta e cartone da raccolta monomateriale: Raccolta selettiva5: materiale conforme 98% in peso sul totale. Raccolta congiunta: materiale conforme 97% in peso sul totale d. Metalli (ferrosi e non ferrosi) monomateriale: materiale conforme 95% in peso sul totale; e. Frazione organica dei rifiuti urbani: materiale conforme 95% in peso sul totale.

L’obiettivo di riduzione delle percentuali di scarti e sovvalli risulta assai condivisibile ma il rischio che tale sistema potrebbe indurre è che alcune stazioni appaltanti e gestori potrebbero scegliere di adottare sistemi multimateriali per il sol motivo che in tal caso sarà più facile e semplice raggiungere le percentuali indicate di materiali conformi, ma questa scelta comporterà anche minori introiti per gli enti locali ed una maggior quantità di scarti da avviare a smaltimento. Analogamente non sono stati individuati standard minimi o indicazioni prescrittive relativamente ai sistemi di pulizia e spazzamento, né sulla frequenza del servizio. Ogni stazione appaltante potrà quindi definire autonomamente gli standard di servizio che dovranno essere opportunamente calibrati in base al territorio di riferimento (centri storici, aree extra urbane ecc.) ed alle risorse disponibili.

Qualità del materiale raccolto

Al fine di migliorare gli standard qualitativi della raccolta differenziata, sono stati definiti nuovi obiettivi minimi di qualità per ogni frazione, oltre agli obiettivi quantitativi stabiliti dalla nor-

ma. Tali obiettivi sono stati individuati analizzando i dati medi relativi alla qualità della raccolta differenziata su scala nazionale e dei livelli stabiliti dagli accordi quadro ANCI-CONAI per l’erogazione dei corrispettivi, nonché tenendo conto degli obiettivi di riciclo imposti dalle direttive europee sull’economia circolare recepite in Italia con il decreto legislativo 116/2020. Condivisibile ed importante risulta anche l’obbligo di introduzione dei sistemi di identificazione dell’utenza almeno per quanto riguarda il conferimento dei rifiuti residui al fine di garantire la misurazione puntuale propedeutica all’adozione della tariffazione puntuale. Questo è uno dei criteri cardine dei nuovi CAM che non mira unicamente a ridurre gli errati conferimenti ma punta a favorire la sempre maggiore estensione dei Comuni in cui verrà attuata la tariffa puntuale. Questo aggiornamento mira quindi principalmente a massimizzare qualità e quantità della raccolta differenziata, stando però attenti anche a prevenire la produzione di rifiuti anche grazie alla diffusione di beni riciclati o contenenti materiale riciclato. L’intento dei nuovi vincoli, assai condivisibile, è quello di permettere di ridurre i sovvalli e consentire all’amministrazioni locali di massimizzare i corrispettivi ottenibili dal conferimento dei diversi materiali agli impianti di riciclo, arrivando, in prospettiva, ad abbassare la tariffa pagata dai cittadini virtuosi mediante la progressiva introduzione della tariffazione puntuale. Qualora gli obiettivi di qualità non venissero raggiunti, l’affidatario del servizio di igiene urbana ne dovrà valutare le cause e dovrà proporre alla stazione appaltante un programma di interventi per migliorare la qualità delle frazioni conferite (ad esempio attraverso un piano di comunicazione più adeguato, rafforzando il piano di controllo dei conferimenti ecc.).

Nuove filiere di riciclo

I CAM promuovono inoltre la realizzazione ed il consolidamento di nuove filiere di riciclo, premiando gli offerenti che si impegnano ad attuare sistemi di micro-raccolta di specifiche frazioni di rifiuti urbani da avviare a preparazione per il riutilizzo o a riciclo attraverso la stipula di accordi e convenzioni con soggetti collettivi pubblici o privati, premiando gli offerenti che garantiscono la raccolta differenziata e l’avvio a riciclo di specifiche categorie di rifiuto ulteriori rispetto a quelle indicate dall’articolo 205 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152 “Norme in materia ambientale” nonché che collaborano con enti di ricerca per realizzare filiere di riciclo innovative e sperimentali per categorie specifiche di rifiuto. Particolare attenzione è stata posta alla valorizzazione della frazione organica attraverso la promozione della diffusione del compostaggio domestico, di comunità e locale, anche per contribuire a contrastare i cambiamenti climatici con la chiusura del ciclo del carbonio. Nelle 63 pagine che compongono il documento vengono introdotte molte ulteriori novità che dovranno essere introdotte per l’affidamento dei servizi di igiene urbana quali, ad esempio, l’uso di sacchetti coerenti al rifiuto che contengono (plastica con plastica e carta e con carta ecc.). Emerge inol-

tre una particolare attenzione per la percentuale minima di materiale riciclato da utilizzare nella produzione di contenitori per la raccolta dei rifiuti e l’introduzione di criteri premianti. Si intende infatti favorire la diffusione di materiali riciclati, nello specifico nei contenitori e nei sacchetti per la raccolta dei rifiuti, premiando l’utilizzo di plastica riciclata derivante da raccolta differenziata dei rifiuti urbani favorendo così il sempre maggiore sviluppo di ulteriori campi di utilizzo e mercati di sbocco per le varie tipologie di materiali plastici spesso ancora di difficile gestione ed effettivo riciclo. Particolare attenzione è stata usata anche nel caso della raccolta delle pile, dei RAEE, dei farmaci ed oli esausti, che dovranno essere raccolti non solo grazie a contenitori pubblici ma anche con eventi temporanei oppure occasionali, ed alla pulizia stradale incentivando l’avvio a riciclo dei rifiuti da spazzamento. Per i centri di raccolta sarà importante disporre di un sistema di monitoraggio dei conferimenti al fine di poter acquisire dati sull’effettivo recupero di materia rispetto alla sola percentuale di raccolta differenziata. Tali dati dovranno essere poi inseriti in un rapporto annuale che verrà reso disponibile alla stazione appaltante entro due mesi dalla presentazione del MUD. Si devono infine citare i nuovi criteri premianti relativi alle caratteristiche tecniche di veicoli e attrezzature finalizzati non solo a ridurne l’impatto in fase di utilizzo ma anche a migliorare l’efficienza e l’efficacia del servizio, sostenendo al contempo l’innovazione e la competitività delle imprese che investono maggiori risorse nel settore della ricerca in campo ambientale.

*DG ESPER Srl Società Benefit **Tecnico Senior ESPER

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