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Affidamento diretto sotto soglia: il punto di vista Markas
from TEME 9-10/2021
by edicomsrl
Nonostante siano trascorsi ormai un paio di mesi dalla conversione in legge del D.L. 77/2021 (c.d. Decreto Semplificazioni bis), si ritiene utile rinnovare l’attenzione su una delle novità maggiormente interessanti in esso contenuta ma probabilmente anche quella maggiormente inespressa: l’innalzamento della soglia per l’affidamento diretto di servizi e forniture a 139.000 €. E l’intento di tale innalzamento, confermativo e rafforzativo di quanto già adottato dal Legislatore con il primo Decreto Semplificazioni del 2020, viene dichiarato fin dal primo comma dell’art. 1 della Legge di conversione n. 108 del 29 luglio 2021: “incentivare gli investimenti pubblici nel settore delle infrastrutture e dei servizi pubblici, nonché al fine di far fronte alle ricadute economiche negative a seguito delle misure di contenimento e dell’emergenza sanitaria globale del COVID-19” L’affidamento diretto ai sensi del rinnovato art 36, comma 2, lett. a) del D. lgs 50/2016 rappresenta quindi uno stimolo agli investimenti pubblici nel settore dei servizi e delle infrastrutture per fronteggiare il periodo negativo causato dall’emergenza sanitaria e utilizzare in questo modo una parte delle risorse allocate dal PNRR e dal PNC. Le Stazioni Appaltanti possono ora quindi procedere a stipulare contratti d’appalto fino ad un valore complessivo di 139.000 € anche senza consultazione di più operatori economici, fermo restando il rispetto dei principi di cui all’articolo 30 del codice dei contratti pubblici di cui al decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50. È dunque sufficiente che gli Enti motivino in merito alla scelta dell’affidatario, “dando dettagliatamente conto del possesso da parte dell’operatore economico selezionato dei requisiti richiesti nella determina a contrarre o nell’atto ad essa equivalente, della rispondenza di quanto offerto all’interesse pubblico che la stazione appaltante deve soddisfare, di eventuali caratteristiche migliorative offerte dall’affidatario, della congruità del prezzo in rapporto alla qualità della prestazione, nonché del rispetto del principio di rotazione” (Linee Guida ANAC n. 4, par. 4.3.1).Il Legislatore offre quindi alle Stazioni Appaltanti la possibilità di sbloccare i fondi minori e utilizzare una modalità più diretta nelle selezioni dei propri fornitori, che si contraddistingue per la mancanza di step procedurali predeterminati, potendo quindi godere di una più ampia modalità di scelta sulla base di criteri personalizzati. Nonostante queste chiare e ripetute indicazioni si nota ancora una certa “diffidenza” nei confronti di questa modalità di individuazione di un fornitore. Diffidenza tuttavia immotivata, come dimostrato anche dalla recente sentenza del Consiglio di Stato (sez. IV, 23.04.2021 n. 3287) che, intervenendo in merito ad un affidamento di una fornitura ai sensi dell’art.1, comma 2, lettera a), del D.L. n. 76 del 2020 ha ribadito che “la mera procedimentalizzazione dell’affidamento diretto, mediante l’acquisizione di una pluralità di preventivi e l’indicazione dei criteri per la selezione degli operatori (procedimentalizzazione che, peraltro, corrisponde alle previsioni contenute nelle Linee Guida n. 4 per tutti gli affidamenti diretti; cfr. il par. 4.1.2 sull’avvio della procedura), non trasforma l’affidamento diretto in una procedura di gara, né abilita i soggetti che non siano stati selezionati a contestare le valutazioni effettuate dall’Amministrazione circa la rispondenza dei prodotti offerti alle proprie esigenze”. Il cospicuo aumento introdotto con le modifiche al decreto-legge 16 luglio 2020, n. 76 vuole quindi rappresentare un pragmatico segnale di concretizzazione per gli investimenti pubblici e di semplificazione di processi burocratici atti a favorire una competizione rispettosa degli interessi generali della collettività. Una procedura quindi che se utilizzata con i giusti criteri potrebbe apportare un vantaggio collettivo, in quanto strumento agile e flessibile particolarmente adeguato per sopperire alle necessità di fornitura in contesti critici, come ad esempio la fase di pandemia. In Markas interpretiamo questo segnale come un’opportunità di miglioramento ed auspichiamo un utilizzo coscienzioso di questo strumento al fine di azzerare il prima possibile le “ricadute economiche negative” generate dall’impatto del COVID-19 sull’economia italiana.