Edilia2000 n.2

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Quotidiano online di edilizia dedicato ai professionisti del settore

Speciale “Edilizia sostenibile ed Energie alternative” Sostenibilità, la nuova utopia? Edilizia luminosa ma sostenibile

Il solare termico

Tecnologia, soluzioni e vantaggi

Architettura e Ambiente sostenibili? No: l’umanità sostenibile.

La Tecnologia a film sottile La seconda generazione del fotovoltaico

Italia fotovoltaica?

Speranze concrete di tecnici e cittadini

Nuovo pacchetto legislativo su energia e clima Ridurre i gas serra promovendo crescita e occupazione



EDITORIALE

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l termine “sostenibile” applicato all’edilizia si riferisce alla ricerca delle soluzioni costruttive che si pongono come primario scopo quello di raggiungere il miglior comfort abitativo. Ma il raggiungimento del benessere degli attuali fruitori delle costruzioni, e quindi anche di un armonioso equilibrio con l’ambiente nel quale si inseriscono, deve garantire alle generazioni future la possibilità di conseguire lo stesso risultato pur nella consapevolezza che le risorse attuali sono limitate. Quindi parlare di edilizia sostenibile significa evidenziare un’architettura sostenibile che utilizza la natura senza preconizzarla, attuando principi di rinnovo e recupero ambientale, di salvaguardia e di maggiore efficienza. E non è sufficiente definire un’architettura sostenibile solo perché vengono utilizzati materiali ritenuti naturali e quindi ecologici. Essa, assicurando il comfort con l’intelligenza delle soluzioni progettuali e minimizzando lo spreco delle risorse naturali, si pone come un intervento ad elevata qualità ambientale. Il successo della sostenibilità in generale e nell’ambiente costruito in particolare, quindi, dipende anche dal superamento delle barriere professionali e dallo scambio di informazioni. E in un mondo che si occupa sempre più di sostenibilità e dell’impatto delle attuali attività per le generazioni future, la professione dell’architetto, caratterizzata dalla capacità di trasformare i problemi complessi in buone soluzioni, deve dimostrare come sia in grado di attribuire un valore aggiunto alla definizione dell’ambiente costruito. Pertanto va sempre sostenuto che per meglio tutelare la salute e il benessere di tutti i cittadini non sia opportuno permettere che l’ambiente costruito sia progettato da professionisti che non abbiano una preparazione specifica e di alta qualità in campo progettuale. Del resto il recepimento in Italia della direttiva europea sull’efficienza energetica degli edifici, l’importanza del ruolo delle amministrazioni locali per contenere i consumi ed aumentare l’efficienza energetica, la www.edilia2000.it

necessità di creare sensibilità attorno all’argomento della reperibilità delle fonti di energia, l’esempio di CasaClima della provincia di Bolzano, sono punti salienti sui quali già da tempo si interrogano i vari progettisti per garantire qualità e innovazione. E non va dimenticato che il rapporto 2007 dell’International Energy Agency (IEA) ha illustrato prospettive allarmanti in merito alla domanda energetica al 2030. Quindi risulta inutile perdere troppo tempo a disquisire sugli anni che ci separano dal picco del petrolio o del gas; sarebbe bene piuttosto concentrarsi su problemi concreti che mirino ad uno sviluppo compatibile con la salvaguardia dell’ecosistema. La complessità della tematica, però, non deve essere sottovalutata o offuscata da illusorie promesse di facili quanto improbabili soluzioni semplici dei problemi da affrontare. E’ bene ricordare che i consumi globali di energia nell’ultimo trentennio sono pressoché duplicati, ma non va taciuto che l’utilizzo diretto dell’energia solare è stimato in circa 11 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (le cosiddette tep: unità di misura che rappresenta la quantità di energia rilasciata dalla combustione di una tonnellata di petrolio grezzo), pari a meno di un millesimo del fabbisogno globale. Non va dimenticato che la transizione dalla originaria fonte di energia rinnovabile (il legno) all’impiego massiccio dei combustibili fossili ha consentito i processi di sviluppo e di industrializzazione, che hanno permesso i profondi cambiamenti nella qualità della vita dell’umanità. L’energia infatti ha permesso miglioramenti nello standard di vita, consentendo un’aspettativa di servizi più appropriati, di maggiori opportunità di lavoro e di migliori accessi alle informazioni. Per conseguenza, il consumo procapite di energia è contemporaneamente aumentato cambiando ciclicamente le varie fonti di energia: dalle biomasse rurali al carbone, dal carbone al petrolio, fino all’attuale mix di fonti energetiche. Ma l’attività umana ha sempre più ridotto la biomassa vegetale in gra-

do di assorbire l’anidride carbonica (CO2) fin dalla rivoluzione agricola neolitica, trasformando i boschi in campi o città. Oggi la deforestazione (ad esempio in Amazzonia) è nettamente aumentata ed aggrava ulteriormente la situazione. A contribuire ulteriormente vi è la maggior produzione di metano da fermentazione dovuta ad un incremento significativo dell’allevamento intensivo nonché delle emissioni di vario tipo in atmosfera. E molto si è scritto anche sui cambiamenti climatici del pianeta Terra, ormai in atto da molti anni, i quali non fanno altro che acuire il problema mondiale della richiesta di energia. Ma se, per incanto, ogni rigo scritto sui cambiamenti climatici e sul riscaldamento globale fosse valso a ridurre di un solo grammo le emissioni nell’atmosfera di anidride carbonica, il problema per l’umanità potrebbe dirsi felicemente risolto; poiché molteplici sono i gas serra emessi dalla combustione delle fonti fossili che, con diversa responsabilità, concorrono al fenomeno del global warming (il riscaldamento globale). Si deve necessariamente ricorrere, quindi, alle fonti rinnovabili poiché le non rinnovabili -pur essendo un vero e proprio “capitale” di energia che la Natura ha messo a disposizione da milioni di annisono in esaurimento a causa della galoppante industrializzazione ed il rapido e continuo sviluppo di nuove tecnologie. Questo capitale di risorse naturali durerà ancora molto tempo, ma va utilizzato sapientemente, per sviluppare tempestivamente le tecnologie energetiche necessarie a sostituire le fonti in esaurimento con altre. Altro problema, che va affrontato però con forti impegni di politica internazionale, è quello derivante dalla marcata crescita economica di Cina ed India con l’aumento macroscopico dei propri fabbisogni energetici. Sempre secondo il rapporto dell’IEA, le conseguenze per il mondo intero di una crescita incontrollata della domanda mondiale di energia (e causata per la metà da Cina e India) sono allarmanti, poiché il fabbisogno energetico mondiale,

nel 2030, potrebbe essere di oltre il 50% più elevato rispetto ad oggi. La sfida di tutti i Paesi mondiali, quindi, è quella di creare le condizioni per un sistema energetico più economico, più sicuro e più sostenibile. In particolare, il sistema più economico e veloce per frenare l’aumento della domanda e delle emissioni a breve termine, sarebbe quello di attuare misure volte a migliorare l’efficienza energetica nei vari settori: dell’industria, dei trasporti, del settore civile, della produzione di energia elettrica. Ed è proprio il settore dell’energia elettrica che permette ad oggi margini di risparmio energetico notevoli, soprattutto in Italia. Le fonti rinnovabili sono quindi un’alternativa che dispone del maggior margine di efficienza energetica disponibile, grazie alla possibilità di essere alimentate da fonti inesauribili e con basso impatto ambientale. Ai posteri l’ardua sentenza.

Arch. Lorenzo Margiotta

Speciale “Edilizia sostenibile ed Energie alternative”

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sommario NOTIZIE

5 Uniamo le energie Diventare il motore ecologico d’Italia

ARTICOLI Direttore responsabile Arch. Alessandro Robles Direttore editoriale Arch. Lorenzo Margiotta Redazione Hanno collaborato a questo numero: - Arch. Silvana Masciopinto - Arch. Marco Biscontin - Arch. Valentina Caprioli - Maurizio Margiotta - Dominika Sochan Editore Evolution City Group S.a.S. di Maurizio Margiotta & C. Registrazione Testata giornalistica registrata Registrazione del Tribunale di Bari n. 33/07 del 4 Ottobre 2007 Iscrizione al ROC n. 16655 Pubblicità Camilla Maiorano tel. 080-2146234 c.maiorano@edilia2000.it Contatti tel. 080-2146234 fax 080-2146236 email: info@edilia2000.it web: www.edilia2000.it Speciale “Edilizia sostenibile ed Energie alternative” Anno 2008 - Numero 2

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Arch. Lorenzo Margiotta

Sostenibilità, la nuova utopia?

Edilizia luminosa ma sostenibile

Arch. Alessandro Robles 8 Il solare termico

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Tecnologia, soluzioni e vantaggi Arch. Silvana Masciopinto

Architettura e Ambiente sostenibili?

No: l’umanità sostenibile.

Arch. Valentina Caprioli 10 La tecnologia a film sottile

La seconda generazione del fotovoltaico

INTERVISTA

Arch. Alessandro Robles 11 Italia fotovoltaica? Speranze concrete di tecnici e cittadini

PROGETTI

Arch. Marco Biscontin 12 Progettare fra benessere e sostenibilità

LEGISLAZIONE

14 Nuovo pacchetto legislativo su energia e clima Ridurre i gas serra promovendo crescita e occupazione

© Diritti di riproduzione riservati

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Speciale “Edilizia sostenibile ed Energie alternative”


notizie

Uniamo le energie

Diventare il motore ecologico d’Italia

L’

esaurimento delle fonti tradizionali di energia, le esigenze di un approvvigionamento diversificato, la svolta ormai indifferibile verso un modello più sostenibile: è sulla base di questi elementi che la Regione Piemonte ha preso la decisione di fare del tema energetico il cardine della propria attività politico amministrativa per i prossimi anni. Ridurre i consumi di energia primaria del 20%, abbattere il livello dei gas serra del 20% rispetto al 1990 e coprire almeno il 20% del fabbisogno mediante l’uso di fonti rinnovabili. Sono questi i tre macro-obiettivi che la Regione Piemonte, sulla falsariga di quanto previsto dalle politiche europee, si propone di raggiungere entro il 2020. Il traguardo è ambizioso e richiederà, nei prossimi anni, la messa a punto e l’applicazione di tecnologie sempre più avanzate e sostenibili. Come è già avvenuto in passato, la Regione Piemonte sosterrà questo cammino di sviluppo con un ricco programma di interventi e con azioni concrete che spazieranno dalle opportunità concesse alle aziende per l’ideazione di progetti e sistemi innovativi alle possibilità offerte, anche sotto forma di incentivi economici, ai cittadini e alle imprese per supportare scelte sempre più consapevoli. “Il 2008 è per il Piemonte l’anno dell’energia. - ha sottolineato la presidente della Regione, Mercedes Bresso - Con un forte impegno di risorse materiali e umane vogliamo avviare il processo per sviluppare energie rinnovabili e trasformare quelli che oggi sono i costi derivanti dall’importazione di petrolio e gas in risparmi e occasioni di sviluppo, crescita e creazione di posti di lavoro per il nostro territorio, i nostri cittadini e le nostre imprese. La questione energetica è una sfida urgente e necessaria: il nostro obiettivo è raggiungere l’indipendenza energetica entro il 2030. E’ una partita che si gioca a livello mondiale, ma che si può vincere solo partendo dal locale, con la collaborazione di ognuno di noi”. Per riuscire davvero a raggiungere nei tempi stabiliti i tre obiettivi, accanto alle politiche e alle iniziative di supporto, dovrà affiancarsi la collaborazione attiva di tutti i piemontesi. I molteplici aspetti dell’energia e il suo www.edilia2000.it

utilizzo consapevole rappresentano la nuova frontiera per ogni cittadino. I piccoli gesti quotidiani possono già avere un significativo impatto per risparmiare energie e abbattere le emissioni inquinanti. “Abbiamo deciso di investire ingenti risorse sulle politiche per l’energia - ha precisato la presidente Bresso - perché gli obiettivi fondamentali che dobbiamo perseguire, oltre alla riduzione della dipendenza energetica da gas e petrolio e la conseguente riduzione delle emissioni inquinanti, sono anche la costruzione di una filiera industriale forte sull’energia, che contribuisca in modo profondo alla crescita del Pil e

Insieme alla sfida, è partita nel mese di maggio una capillare campagna di sensibilizzazione e informazione verso l’utilizzo di fonti tecnologicamente avanzate e pulite. Per coinvolgere il maggior numero di piemontesi sono in distribuzione volantini e opuscoli informativi. Momento importante della campagna è stata la Convention organizzata il 23 e 24 maggio scorso al Palavela: una due giorni di lavori che ha segnato l’inizio di una stagione ricchissima di appuntamenti e di eventi strategicamente fondamentali per il Piemonte. Una occasione per presentazione il “Manifesto dell’energia in Piemonte”

alla diversificazione del nostro tessuto economico, rendendoci indipendenti dalle importazioni”. Per questo, consapevole della necessità di coinvolgere tutta la popolazione, la Regione Piemonte ha lanciato una grande sfida. L’invito, rivolto ai privati, alle associazioni e alle imprese, è quello di “Unire le energie” al fine di raggiungere per primi in Italia gli obiettivi europei e di trasformare la Regione Piemonte in un motore di traino per il nostro Paese. Un modo concreto di agire localmente pensando globalmente, perché soltanto dalla combinazione delle soluzioni adottate su base locale potranno trovare una soluzione i problemi che emergono su scala planetaria.

e per riunire in assemblea generale gli enti locali, le comunità montane, le imprese e i cittadini piemontesi e per confrontarsi con esperti in campo energetico e ambientale di fama internazionale. La regione Piemonte accetta così la sfida del XXI secolo e chiama i cittadini, gli amministratori pubblici, le imprese, le associazioni a contribuire a scrivere e a realizzare il progetto che è già stato delineato con tre bandi che mettono a disposizione del sistema economico e produttivo 140 milioni di euro per il risparmio energetico e per produrre materiali idonei a ricavare energia da fonti rinnovabili. La sfida è lanciata: uniamo le energie!

Speciale “Edilizia sostenibile ed Energie alternative”

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articoli

Sostenibilità, la nuova utopia? Edilizia luminosa ma sostenibile Arch. Lorenzo Margiotta

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I

l termine “sostenibile” viene semplicisticamente usato per descrivere un’ampia varietà di attività di solito ecologicamente lodevoli. Ma al di là di una sincera preoccupazione per il futuro, il concetto di sostenibilità non deve portare ad ambiguità e restare un termine diventato di moda, a volte usato proprio a sproposito. Il termine sostenibilità infatti può essere utilizzato solo al termine di un percorso che preveda numerosi passaggi: gestione e controllo dell’ambiente con relativa evoluzione della qualità ambientale; utilizzo della valutazione d’impatto ambientale strategica; individuazione dei fattori limitanti; scelte strategiche su mobilità ed espansione demografica; definizione precisa dei processi culturali e analisi dei limiti economici; quindi raffronto tra sviluppo economico e sviluppo urbano; reale controllo della sostenibilità della città e del territorio, in particolare nelle aree urbane. Ma non è ancora sufficiente definire un’architettura sostenibile solo perché vengono utilizzati materiali ritenuti naturali e quindi ecologici, economici e/o di lunga durata. L’architettura è sostenibile quando consegue il massimo benessere della vita che ospita e si pone in armonioso equilibrio con l’ambiente nel quale si inserisce, secondo le esigenze attuali e per il tempo a venire e con attenzione particolare verso la conservazione del pianeta per una migliore qualità della vita. E’ quindi una vera spinta per tutti coloro che non si accontentano del presente e vogliono vivere già oggi le proprie utopie. Utopie non tanto nel senso di società ideali, società perfette proiettate in una dimensione spazio-temporale indefinita, ma nel senso di

Speciale “Edilizia sostenibile ed Energie alternative”

luoghi e possibilità che possono esserci, che nutrono idee e progetti e che proteggono le speranze di mutamento del mondo. Quindi un nuovo modello di sviluppo locale e globale che sia equilibrato, sostenibile, giusto. I valori derivanti dall’utopia sono tanti quanti i significati che derivano dalle varie funzioni di essa. In un lontano articolo sulla mitica rivista Casabella, “Utopia della realtà”, Ernesto N. Rogers sottolineava che, accanto al significato spregiativo corrente, il termine denota una tipica carica che “proietta il presente in un futuro possibile, anche se le sue forme sono ancora lontane a causa dei molti condizionamenti che limitano le azioni necessarie”. E come non ricordare Giulio Carlo Argan, quando diceva che “il progresso tecnologico è il fatto saliente dell’epoca in cui viviamo” e quindi “l’utopia moderna segue una regola generale: immagina un mondo in cui non vi sia altro che il progresso tecnologico”. Ma oggi l’utopia minaccia di avverarsi, di farsi raggiungere e superare dai fatti. Per come sono state pensate e costruite fino a oggi, le città si trovano all’intersezione di una serie di linee di crisi: inquinamento, cambiamenti climatici, aumento dei prezzi dei combustibili di origine fossile, enormi problemi nella gestione dei rifiuti. Quindi rifacciamoci ad una “utopia” della “realtà”, dove l’associazione dei due sostantivi possa mirare a stabilire la sintesi dialettica di due termini che, considerati isolatamente, resterebbero insanabilmente antinomici. E tutto ciò al fine di accorciare i tempi fra la ricerca tecnologica, la produzione galoppante, la teoria auspicabile e la vera e propria progettazione adeguata e di qualità. Il successo della sostenibilità in generale e dell’ambiente costruito in particolare, dipende anche dal supe-

ramento delle barriere professionali e dallo scambio di informazioni. La professione dell’architetto, sebbene in molti Paesi sia regolamentata, è ge-

neralmente aperta a una larga gamma di professionisti qualificati. È un principio comune a tutti gli Stati europei che il titolo di architetto sia salvaguardato almeno da una condizione, e cioè che coloro i quali desiderano intraprendere una attività in campo architettonico siano adeguatamente qualificati e abilitati. E questa auspicata qualificazione non può prescindere da un’adeguata preparazione in “sostenibilità”. In un mondo che si occupa sempre di più di sostenibilità e dell’impatto delle attuali attività per le generazioni future, la professione dell’architetto, caratterizzata dalla capacità di trasformare i problemi complessi in buone soluzioni, deve dimostrare come sia in grado di attribuire un valore aggiunto alla definizione dell’ambiente costruito. Pertanto va sempre sostenuto che per meglio tutelare la salute e il benessere di tutti i cittadini non sia opportuno permettere che l’ambiente costruito sia progettato da professionisti che non abbiano una preparazione specifica e di alta qualità in campo progettuale.



articoli

Il solare termico

Tecnologia, soluzioni e vantaggi Arch. Alessandro Robles

G

li impianti di trasformazione della radiazione del sole in calore ed elettricità sono in questi anni al centro dell’attenzione di tecnici e utenti per le ultime leggi sul risparmio energetico e delle detrazioni fiscali introdotte al fine di incentivare l’uso di tecnologie per la produzione di energia da fonti rinnovabili. La radiazione solare, nonostante la sua scarsa densità (che raggiunge 1kW/m² solo nelle giornate di cielo sereno), resta la fonte energetica più abbondante e pulita sulla superficie terrestre. L’impianto più semplice da installare è il cosiddetto “solare termico” che ci permette di produrre calore mediante l’utilizzo esclusivo dell’energia emessa dal sole. L’acqua calda prodotta viene quindi immagazzinata in un bollitore (boiler) ben coibentato ed è pronta per essere utilizzata. Questo impianto non utilizza sistemi a concentrazione, ma solo dei pannelli piani per il riscaldamento dell’acqua, posizionati generalmente sui tetti e sulle coperture delle case, con una temperatura intorno ai 70-80 °C. Si tratta di una tecnologia usata ormai da decenni per la semplicità dell’installazione e della manutenzione e per la possibilità di reperire sul mercato prodotti affidabili ed economici. Realisticamente però va detto che, essendo l’energia solare una fonte aleatoria sulla superficie terrestre, i collettori solari termici vanno considerati integrativi e non totalmente sostitutivi rispetto alle tecnologie tradizionali. Questo tipo di impianto può essere realizzato con tre tecnologie di base: pannelli in materiale plastico, collettori piani vetrati e collettori a tubi sottovuoto. La prima tecnologia è costituita dalla sola piastra captante generalmente in polipropilene ed è caratterizzata dai costi più bassi

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Speciale “Edilizia sostenibile ed Energie alternative”

ed è adatta all’impiego estivo in zone non ventose, in quanto l’assenza di copertura vetrata comporta perdite per convezione troppo elevate per un uso con basse temperature esterne. L’acqua da riscaldare attraversa direttamente il pannello, evitando gli oneri e le complicazioni impiantistiche dello scambiatore. A causa dell’impossibilità di trattenere le perdite verso l’esterno si utilizza di solito per il riscaldamento di piscine scoperte (possono infatti fornire fino al 100% delle loro necessità termiche) e può essere la soluzione ideale per gli stabilimenti balneari, i campeggi e le residenze di villeggiatura estiva. Il collettore piano vetrato, invece, è la tecnologia più diffusa e più adattabile. Rispetto a quello in plastica offre una buona resa per tutta l’esposizione solare annuale. Da un punto di vista costruttivo è costituito da un assorbitore realizzato in genere in rame, una copertura trasparente ed un isolante che serve a ridurre le dispersioni termiche e quindi a migliorare il rendimento del collettore. La copertura trasparente frontale è in genere in vetro temprato mentre l’isolante è realizzato con strati di poliuretano e lana di vetro disposti lateralmente e sul retro. La tecnologia a collettore sottovuoto è costituita da una serie di tubi ognuno dei quali è formato da due elementi concentrici. Il tubo a diametro inferiore contiene aria a temperatura e a pressione ambiente ed attorno presenta un film sottile ad alto assorbimento e bassa riflessione. Il vuoto è praticato tra le pareti dei due tubi. Questi collettori presentano il rendimento migliore in tutte le stagioni, pari a circa un 15-20% di aumento di produzione energetica, grazie alla sostanziale riduzione delle perdite per convezione. Ai vantaggi legati ad efficienze decisamente più elevate, ideali per i climi rigidi, i collettori sottovuoto uniscono però costi più elevati e maggiore complessità nell’installazione. Un’ulteriore distinzione da effettuare per il solare termico è tra i sistemi a circolazione naturale e quelli a circolazione forzata. La differenza sostanziale è che nei primi il bollitore è sempre accoppiato

al collettore mentre nei secondi può essere posizionato in qualsiasi locale della propria abitazione favorendo l’integrazione architettonica del pannelli. I sistemi a circolazione naturale sono consigliati nel caso in cui si abbia a disposizione un tetto piano o un sottotetto robusto. Questa tipologia è meno costosa, più affidabile, ma meno integrabile perché il serbatoio di accumulo deve essere posizionato più in alto del pannello e nelle immediate vicinanze. Gli impianti a circolazione forzata sono invece indicati se non si ha a disposizione un sottotetto molto robusto o se si vuole maggiore libertà di installazione. La tecnologia è provata e affidabile, purché sia eseguita la manutenzione periodica prescritta dal costruttore. Il rendimento di un solare termico dipende dall’efficienza dell’impianto, dalla temperatura del fluido e dalle perdite termiche. Per valutare la produzione di energia termica si deve partire dalle caratteristiche di insolazione del sito, eventualmente corrette per tener conto di ombreggiamenti nel corso della giornata dovuti a edifici, vegetazione o rilievi nelle vicinanze. I dati di radiazione solare globale e diretta nel territorio italiano si possono reperire sul sito web dell’Enea: www.enea.it. In linea di massima si può affermare che, con un rendimento di impianto compreso fra il 30% ed il 35%, si ottiene una produzione complessiva annua compresa fra i 450 ed i 730 kWh/m². Quindi l’impianto solare termico è oggi il sistema più conveniente e affidabile per la produzione di acqua calda perché è semplice, facilmente installabile ed in grado di coprire una vasta gamma di esigenze. L’enorme potenziale in termini di riduzione delle emissioni di anidride carbonica in atmosfera lo rende di grande importanza anche per i nuovi obblighi di legge e per i programmi di incentivazione delle fonti rinnovabili. Pertanto, per il solare termico, si prevede un mercato in forte crescita con l’affermarsi di nuovi standard introdotti dal decreto legislativo n. 311 del 29.12.2006 con la ormai obbligatoria certificazione energetica degli edifici.


Architettura e Ambiente sostenibili? No: l’umanità sostenibile.

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l mondo è dominato dalla tecnica, dalla macchina, dal pensiero razionale, da concetti di redditività e dal consumismo, con la conseguenza di aver ottenuto sicuramente un benessere materiale, ma anche lo sfruttamento delle risorse, l’inquinamento, una vita ansiosa, lo stress, la mancanza di equilibrio psicologico, la perdita di identità culturale, la violenza, la paura, malesseri e città disumane; una società malata e generatrice di limitazioni, coazioni, nevrosi e perversioni. Anche l’Architettura oggi nella sua espressione formale e qualitativa è caratterizzata da un forte degrado, tale, da indurre sugli abitanti disturbi della salute, noti in medicina come “sindrome da edificio malato“. Sempre più spesso, la medicina si trova a collegare malattie a fenomeni ambientali perché l’ambiente agisce a livello psico/fisico direttamente sull’essere umano, tramite una serie di stimoli prodotti: dalla luce, dalle forme, dai materiali, dal colore, da tecnologie e da moltissimi altri fattori che combinandosi e influenzandosi reciprocamente creano atmosfere diverse, carattere e qualità ambientale che percepiamo sensorialmente consciamente o inconsciamente. Attraverso le sensazione che percepiamo descriviamo un ambiente: aggressivo, accogliente, tecnico, caldo, freddo monotono, intellettuale, inquietante, distensivo, ordinato rumoroso etc... Questa lettura razionale ci dice che percepiamo gli ambienti nel loro effetto positivo o negativo. “Gli ambienti sono veicoli dotati di grandissimo potere in grado di dare benessere o malessere e che noi ne siamo consapevoli oppure no, essi toccano le nostre più intime emozioni, la nostra anima“ Purtroppo lo “scenario architettonico” che ci appare ogni giorno è privo di stile, è arrogante, sterile, presuntuoso, anonimo, caratteristiche lontane dalle nostre esigenze sensoriali, e da nostri bisogni psico/fisici; e poiché esercita una influenza negativa sulla popolazione, contribuisce alla nevrosi collettiva, alla alienazione mentale, alla morte dell’anima, perciò distruttivo. Edifici così costruiti non hanno qualità appropriate alla loro funzione rigeneratrice e vitalizzante e ciò che www.edilia2000.it

è peggio è che l’umanità è diventata insensibile a questi aspetti, non nota più i luoghi che deprimono né l’aria malsana, non percepisce più le forze negative dell’ambiente e questo la danneggia ancora di più perché è inconsapevole delle disarmonie interiori che si generano nell’essere umano. E’ proprio in questa circostanza che sintomi e malattie, attraverso alterazioni del corpo, esprimono e liberano le disarmonie interiori (altrimenti invisibili). Questo degrado è causato dai condizionamenti di una cultura materialista mistificatrice di valori, asservita agli interessi del mercato economico, che sembra dettare: valori, processi, giudizi e comportamenti (anche le progettazioni e realizzazioni architettoniche coincidono con questi interessi). Il consumismo prodotto dalla cultura materialista ci tiene così occupati a desiderare e possedere che ci fa dimenticare il senso delle cose e lo stesso senso della vita. La conseguenza di questi condizionamenti è visibile nella vita quotidiana di molti di noi, la cui consapevolezza emotiva/intellettuale e sociale è limitata e quindi incapace di intravedere la vastità della vita e quei meccanismi che sono alla base dei processi vitali (la cui sostenibilità produce benessere) dell’attività mentale e del comportamento umano, che sono i veri valori della vita e ci permettono di discernere meglio ciò che è giusto da ciò che è sbagliato. Crediamo senza sperimentare e senza comprendere tutto ciò che ci viene insidiosamente e inconsciamente suggerito perché non abbiamo fiducia nelle nostre capacità di affermarci individualmente per paura di sbagliare o di subire giudizi, o andare contro le mode, allora le nostre scelte si orientano verso una non scelta. Attraverso questi condizionamenti l’umanità ha perduto i suoi valori spirituali, si è disumanizzata, ha perduto il contatto con la natura istintiva, con la sua coscienza e quella profonda energia emotiva e creativa che questo contatto sprigionava. Si è così creata nell’essere umano una spaccatura della

personalità, una dissociazione dagli istinti di fondo senza però che questi siano scomparsi e sono costretti ad affermarsi in maniera indiretta a volte violenta, attraverso disturbi del comportamento, malattie, depressioni. Questa dissociazione è tra le maggiori cause del disordine mentale, culturale e ambientale in cui viviamo. La decadenza di una cultura architettonica inizia prima nel campo spirituale; dove manca l’armonia interna dell’uomo non può essere costruita una armonia esterna. Se vogliamo creare un’architettura che risponda ai veri bisogni umani è necessario ricomporre l’integrità fisica, psichica e spirituale di ciascun individuo. L’interno si riflette nell’esterno e l’esterno influenza l’interno Cambiando ciò di cui ci “nutriamo” cambiamo noi stessi nel corpo, nella mente e nello spirito, quindi trasformiamo la società, la cultura la civiltà e l’ambiente. A che vale invocare una città, una società più umana, se il nostro sapere è diviso, se la scienza è frantumata o peggio sottomessa a leggi estranee all’uomo e alla sua crescita. “E’ necessario prima ricomporre il sapere”.

Arch. Silvana Masciopinto

Speciale “Edilizia sostenibile ed Energie alternative”

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articoli

La tecnologia a film sottile

La seconda generazione del fotovoltaico Arch. Valentina Caprioli

Il più grande impianto fotovoltaico a film sottile al mondo, sul tetto di uno delle principali strutture dell’industria UBISA a Burgos in Spagna.

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L’

energia solare è tra le fonti energetiche, quella in maggiore abbondanza sulla

Terra. Ogni anno infatti, il Sole irradia sul nostro pianeta circa 20.000 miliardi di TEP (Tonnellate equivalenti di Petrolio) mentre solo 9 miliardi di TEP sarebbero sufficienti a soddisfare le richieste energetiche di tutto il pianeta. A fronte di ciò, l’Italia, il Paese del Sole è tra i Paesi meno solarizzati,

cristallo di silicio come materiale semiconduttore, ottenuto con gli scarti dell’industria elettronica, costituisce oggi, infatti, il cuore di oltre il 90 % dei moduli fotovoltaici venduti all’industria. Oggi finalmente una possibilità sulla riduzione dei costi del Fotovoltaico è data dalla tecnologia a film sottile, che permette di risparmiare sulla quantità del materiale semiconduttore impiegato.

nonostante goda di condizioni climatiche favorevoli allo sviluppo di sistemi solari. Ma il problema energetico è oggi, più che mai, un fattore economico e tra le fonti rinnovabili, il fotovoltaico (trasformazione diretta della radiazione del sole in energia elettrica per effetto fotoelettrico) resta uno dei sistemi attualmente più affidabili anche se a costi relativamente elevati. E proprio per sopperire a tali difficoltà, derivanti principalmente dall’alto costo del materiale di base (il silicio), la ricerca scientifica ha messo a punto altri sistemi innovativi, tra i quali gli impianti a film sottile. Il silicio, infatti, che ha dominato fino ad oggi il mondo della produzione fotovoltaica, è un materiale che si trova in abbondanza nella crosta terrestre senza alcuna tossicità e con una buona tecnologia sviluppata principalmente dall’industria microelettronica. Un “wafer” di silicio mono o policristallino, cioè una sottile fetta di

I vantaggi sono plurimi: - evitare la soggezione ai costi alti del mercato del silicio; - utilizzare il silicio amorfo, in cui gli atomi silicei vengono deposti chimicamente in forma amorfa, ovvero strutturalmente disorganizzata, sulla superficie di sostegno; - utilizzare in alternativa telloruro di cadmio, un composto chimico cristallino formato da cadmio e tellurio, che si estrae dai rifiuti; - realizzare dispositivi con spessori estremamente sottili di materiale attivo, tipicamente un paio di µm (un µm è un millesimo di millimetro); - utilizzare quantità molto esigue di materiale base, con vantaggi conseguenti anche per la movimentazione, il trasporto ed il montaggio; - avere un costo di produzione molto inferiore al tradizionale silicio cristallino (costa cinque volte meno ed è più efficiente). In realtà quasi tutto si gioca sulla diversità dei materiali semiconduttori

Speciale “Edilizia sostenibile ed Energie alternative”

utilizzabili e sui numerosi processi di deposizione di questi materiali ai supporti. Questa tipologia di moduli solari fa uso di uno strato estremamente sottile di materiale semiconduttore applicato a materiali economici quali vetro, fogli metallici flessibili o polimeri resistenti alle alte temperature. La tipica struttura di una cella a film sottile è composta da un substrato, generalmente del vetro sul quale vengono depositati in successione, nel caso di una struttura a substrato: 1) un contatto posteriore metallico 2) il materiale assorbitore 3) uno strato buffer 4) un contatto superiore trasparente, generalmente un ossido trasparente e conduttivo. Lo spessore complessivo del dispositivo finale realizzato sul vetro è di pochi micron (generalmente 2 - 5 µm). Inoltre, durante un unico processo possono essere realizzate più celle sullo stesso substrato. In questo modo è possibile ridurre il peso del modulo e può essere usato su numerose superfici, anche in architettura. Il loro basso costo, la flessibilità meccanica e l’alto grado di trasparenza consentiranno, infatti, una facile applicazione a tetti, pareti verticali e vetri di finestre. È tuttavia difficile al momento fare delle previsioni affidabili su quale tra le principali tecnologie ha maggiori opportunità di penetrare nel mercato del fotovoltaico, dominato dalla tecnologia del silicio cristallino, e affermarsi nel medio e lungo periodo. Il tutto dipende dalla capacità di queste “nuove” tecnologie di riuscire effettivamente a passare dalla realtà odierna, costituita da volumi di produzione modesta e ad adattarsi alle economie di scala con produzioni massicce di grande respiro.

In Italia, è stato sperimentato un brevetto dell’Universita’ di Parma, che ne ha migliorato ulteriormente l’efficienza e ridotto i costi. I pannelli sono stati sperimentati nei paesi mediterranei del Maghreb e del Medio Oriente. Quindi, è stata avviata la produzione industriale, affidata alla lombarda Marcegaglia Energy.


INTERVISTA

Italia fotovoltaica?

Speranze concrete di tecnici e cittadini

L’

impianto a celle fotovoltaiche è oggi la tecnologia più utilizzata per trasformare la radiazione solare in energia elettrica. Per fare il punto della situazione in Italia, ed in particolare al sud, abbiamo rivolto alcune domande all’ingegnere barese Michele Piacquadio, giovane progettista che vanta già la realizzazione di diversi impianti fotovoltaici in pubblici edifici di Puglia e Basilicata. Si citano, tra questi, gli stadi comunali di Andria e di Gallicchio, in provincia di Potenza, la scuola elementare Postano ed il palazzo comunale di Noci. Ma numerosi sono anche gli impianti in strutture private a sottolineare il numero sempre crescente di persone che scelgono di “scommettere” su questa tecnologia. In questo periodo si parla molto di produzione di energia da fonti rinnovabili e di risparmio energetico e non solo per via delle nuove leggi e degli incentivi fiscali. Come vede la situazione italiana? Noi ci troviamo in quello che io definisco la “preistoria delle energie rinnovabili”, l’inizio di una nuova era in cui tutti noi abbiamo compreso l’estrema importanza dell’ambiente e il rispetto della natura che ci circonda. L’istituzione del così detto “conto energia” e l’introduzione degli incentivi fiscali al fine di ridurre i livelli di emissione di elementi inquinanti, secondo quanto prevede il Protocollo di Kyoto, hanno permesso anche in Italia la nascita di un mercato dell’energia rinnovabile e soprattutto l’aumento dell’interesse verso il fotovoltaico. Tutto ciò, però, non è ancora sufficiente, in quanto l’enorme potenziale di irraggiamento solare in Italia è ben lontano dall’essere sfruttato. Basti pensare alla Germania che, con una situazione climatica meno favorevole rispetto a quella italiana, è la prima nazione in Europa nella produzione di energia derivante dal sole, con una diffusione di pannelli solari in un gran numero di abitazioni e con la realizzazione di grandi parchi solari. Cosa andrebbe fatto per migliorare la situazione? A mio parere, è necessario investire di più nel settore dell’energia alternativa al fine di dare un forte impulso all’industria italiana. E se la vera www.edilia2000.it

diffusione dell’energia alternativa è legata all’utilizzo ed installazione da parte delle abitazioni private, un ruolo importante è affidato alle istituzioni e soprattutto dalle scuole che dovrebbero diffondere la cultura del risparmio energetico e l’utilizzo delle energie rinnovabili.

Nel contempo l’energia solare, sia che generi elettricità o calore, è solo una delle fonti di cui il genere umano può servirsi in modo illimitato, accanto ad essa è di notevole interesse l’energia eolica, la quasi sconosciuta geotermica, le biomasse e il moto ondoso.

A che punto siamo con le installazioni di impianti fotovoltaici? Si investe più nel settore industriale o qualcosa si muove anche in quello delle abitazioni? L’attività di installazione degli impianti fotovoltaici sta vivendo un periodo di forte sviluppo. La richiesta di questa tecnologia cresce prima di tutto nel settore industriale, nel quale il consumo di energia è estremamente elevato. Il mercato delle abitazioni private comincia oggi a dare segni di sviluppo per il continuo aumento delle tariffe dell’elettricità e del gas. Ma c’è ancora molto da fare per ridurre in modo sensibile la dipendenza della popolazione dalle energie fossili. In futuro l’obiettivo sarà quello di far produrre ad ogni utenza almeno l’energia che consuma.

In quale parte d’Italia si stanno diffondendo più rapidamente gli impianti ad energia solare? Dipende dalla latitudine o dalla sensibilità? Gli impianti ad energia solare si stanno sviluppando soprattutto in Puglia non solo per effetto della latitudine che garantisce un irraggiamento solare tra i più elevati in Italia. Una nota di merito va alla lungimiranza dei governanti locali che hanno predisposto una normativa tale da facilitare la costruzione di impianti fotovoltaici.

Ritiene che il fotovoltaico sia realmente conveniente con le attuali tecnologie? Gli impianti fotovoltaici hanno raggiunto oggi un ottimo livello di efficienza grazie proprio alla ricerca. Sono fermamente convinto che in questo momento abbiamo tutti i presupposti per risolvere il problema energetico e ottenere grandi quantità di energia a basso costo. Nel contempo la ricerca nel campo dell’energia solare è essenziale al fine di migliorare le attuali tecnologie e sviluppare quelle nuove come il promettente solare termodinamico. Il sole è realmente la fonte rinnovabile su cui puntare nel futuro o ci possono essere altre strade percorribili? L’energia derivante dal sole che arriva sulla terra è enorme, di gran lunga superiore a quella necessaria alle nostre esigenze energetiche. Tuttavia questa risorsa è ancora poco sfruttata e il nostro Paese gode, grazie alla sua latitudine, di un irraggiamento solare superiore alla maggior parte dei paesi europei.

Arch. Alessandro Robles

Che previsioni si possono osare per il futuro in termini di impiego di queste tecnologie in Italia? Il futuro non solo dell’Italia ma del mondo intero è legato allo sviluppo di tutte le forme di energia rinnovabile al fine di arrestare i cambiamenti climatici ed evitare il deterioramento dello “stato di salute” del pianeta. Come precedentemente accennato, ritengo che nel prossimo futuro l’impiego di queste tecnologie potrà permettere a ciascuno di produrre l’energia di cui ha bisogno rendendo ogni abitazione, da un punto di vista energetico, completamente autosufficiente.

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PROGETTI

Progettare fra benessere e sostenibilità Arch. Marco Biscontin

M

arco Biscontin è un architetto specializzato in progettazione sostenibile: la sua nuova dimora rappresenta un esempio di approccio etico alla progettazione.

Un edificio unifamiliare su due livelli, aperto verso il sole ma protetto da adeguate schermature che ne ombreggiano gli interni durante i mesi caldi; uno spazio interno incentrato sul focolare domestico, che svolge il duplice ruolo di sorgente termica e moderatore igrometrico; concepito come una casa passiva, ma con una massa più elevata per favorire il raffrescamento naturale; protetto dagli estremi climatici da un involucro di materiali eco-compatibili e salubri, che assicurano isolamento e traspirabilità alle murature. Potremmo continuare a lungo la descrizione di questo edificio situato alle porte di Pordenone, ma è più interessante ascoltare la voce del suo artefice: “Ogni linea disegnata dall’architetto – spiega Marco Biscontin - direttamente o indirettamente crea un’alterazione, spesso una vera e propria distruzione, nell’ambiente naturale. La consapevolezza delle conseguenze della progettazione costituisce il primo movente della mia attività professionale e giustifica il ‘peso’ che attribuisco all’atto creativo, al metodo progettuale e a ogni decisione che ne discende, fino alla conclusione dell’opera. Ad esempio, la corretta scelta dei materiali è determinante per ottenere un elevato grado di benessere per gli abitanti, che non può essere demandato solo alle componenti impiantistiche ma che, invece, è parte integrante dell’architettura.” Fra gli obiettivi dell’approccio bioarchitettonico, è primario l’uso di materiali e prodotti di provata salubri12

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tà, derivati da risorse rinnovabili o riciclate di origine naturale, ottenuti con lavorazioni che non comportano attività o procedure inquinanti nella produzione, nella posa e nello smaltimento, biodegradabili o che possono essere riciclati o riutilizzati al termine del ciclo di vita dei fabbricati. “Per progettare secondo le regole della Bio-archi-

tettura è necessario un atteggiamento aperto, capace di valutare con attenzione e serenità le soluzioni architettoniche, le tecnologie disponibili e le prestazioni offerte dai materiali in rapporto all’insieme delle variabili in gioco. Preservare il valore di un buon modo di costruire è sicuramente un risultato importante, che in questo intervento è stato perseguito con estremo rigore”. Come si possono integrare coerenza e pragmatismo? “Conoscendo le condizioni del fare architettura. Ad esempio, per il rivestimento esterno, la scelta di impiegare una calce idraulica naturale è stata dettata dalla consapevolezza delle peculiarità di questo materiale che è non solo performante ma soprattutto “biologicamente vivo”, vale a dire naturale, non inquinato da trasformazioni strutturali che ne abbiano alterato la composizione chimica.” “Le superfici interne sono invece realizzate con un intonaco di calce aerea su muro di tamponamento in

laterizio porizzato in fase di cottura con farina di legno, con spessore 30 cm. Il pacchetto isolante che riveste i paramenti murari è composto da pannelli di sughero autoespanso spessi 18 cm, solidarizzati alla muratura con un collanterasante impiegato anche per lo strato esterno in malta di calce idraulica naturale, posato su doppia rete incrociata in fi-

bra di vetro.” L’edificio, che sarà certificato dal Passivhaus Institut di Darmstadt, contiene il consumo energetico per il riscaldamento degli ambienti a soli 12 kWh/mq all’anno. “I costi generali di un edificio passivo e bio-architettonico possono essere più elevati della media, ma bisogna individuare l’altro termine del paragone. Capita sovente che i budget siano costruiti partendo da elementi che personalmente ritengo poco qualificanti per la qualità dello spazio architettonico, ad esempio quelli che svolgono una mera funzione decorativa. Credo invece che il progettista debba farsi portavoce di valori che rivestono una reale importanza per il mondo nel quale viviamo. Nella mia esperienza, questi argomenti risultano convincenti per il committente e, su queste basi, è possibile inquadrare il problema economico all’interno di un ambito più vasto, che comprende anche le prestazioni in termini di riduzione dei consumi energetici. Valutando costi e risparmi in rapporto alla loro incidenza sulle spese di gestione successive alla realizzazione, la differenza può risultare minima e, nel contempo, contribuire alla salvaguardia dell’ambiente.”


glossario Inquinamento Il termine si riferisce a un’alterazione di una caratteristica ambientale, causata in particolare da attività umane, che compromette l’ecosistema danneggiando una o più forme di vita. Le sostanze inquinanti solitamente sono prodotti della lavorazione industriale (o dell’agricoltura industriale), ma possono anche essere sostanze presenti in natura e non frutto dell’azione umana. Biossido di carbonio È una sostanza fondamentale nei processi vitali delle piante e degli animali. È inoltre -dopo il vapore acqueo- il principale gas serra presente nell’atmosfera terrestre. Nonostante la sua piccola concentrazione, la CO2 è un componente fondamentale dell’atmosfera terrestre perché -insieme al vapore acqueo ed al metano- intrappola la radiazione infrarossa della luce solare riflettendola nuovamente verso la superficie terrestre (il cosiddetto effetto serra) impedendo alla Terra di raffreddarsi. Effetto serra Fenomeno naturale che avviene nell’atmosfera che avvolge il nostro pianeta. La Terra è irraggiata dalle radiazioni elettromagnetiche provenienti dal Sole, che la scaldano e danno origine alla vita. Il “problema dell’effetto serra” è causato dall’eccessiva presenza di gas serra (anidride carbonica, metano, vapore acqueo, ossido nitroso e ozono) nell’atmosfera, tale da causare un innaturale aumento della temperatura terrestre. Le emissioni di anidride carbonica (CO2) sono il principale nemico da combattere. L’80% delle emissioni di anidride carbonica proviene dalla combustione del petrolio, del metano e del carbone, un inquinamento cresciuto esponenzialmente con l’industrializzazione delle attività umane. Nel Novecento il livello di CO2 in atmosfera è aumentato del 40% rispetto al secolo precedente come conseguenza dello sviluppo dei trasporti (in particolare l’invenzione dell’automobile come bene di massa).

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Risparmio energetico Tecniche atte a ridurre i consumi di energia necessaria allo svolgimento delle varie attività umane. Il risparmio può essere ottenuto sia modificando i processi in modo che ci siano meno sprechi sia utilizzando tecnologie in grado di trasformare l’energia da una forma all’altra in modo più efficiente. Uno degli esempi più comuni è la sostituzione delle lampadine ad incandescenza con quelle fluorescenti, che emettono una quantità di energia luminosa diverse volte superiore alle prime a parità di energia consumata. Fonti esauribili o fossili Relative all’energia ottenuta per combustione da combustibili fossili: carbone, derivati del petrolio e idrocarburi quali il metano. Fonti non esauribili o rinnovabili Il sole, il vento, l’energia idrica, le biomasse. Forme di energia generate da fonti che si rigenerano o non sono esauribili nella scala dei tempi umani e, per estensione, il cui utilizzo non pregiudica le risorse naturali per le future generazioni. Pannello solare Il pannello solare (da non confondere con il pannello fotovoltaico) converte le radiazioni solari in energia termica. È impiegato sia per il riscaldamento degli edifici sia per l’acqua a uso sanitario. Pannello fotovoltaico Converte l’energia solare direttamente in energia elettrica mediante effetto fotovoltaico ed è impiegato come generatore di corrente. Idrogeno Varie forme di energia vengono immagazzinate sotto forma di idrogeno (H2, gassoso, liquido oppure come idruri metallici) sia da utilizzare in applicazioni in movimento che per fornire ulteriore energia alla rete elettrica nei momenti di carico energetico eccessivo. In particolare, si sta sviluppando l’automobile a idrogeno, che lo usa come combustibile, in particolari celle o pile, che generano tensione elettrica capace di muovere un qualsiasi motore elettrico.

Casa passiva Abitazione che assicura il benessere termico senza alcun impianto di riscaldamento “convenzionale”, ossia caldaia e termosifoni o sistemi analoghi. La casa è detta passiva perché la somma degli apporti passivi di calore dell’irraggiamento solare trasmessi dalle finestre e il calore generato internamente all’edificio da elettrodomestici e dagli occupanti stessi sono quasi sufficienti a compensare le perdite dell’involucro durante la stagione fredda. Questo tipo di costruzioni viene generalmente realizzato con legno strutturale, che è un isolante naturale. Idroelettrica Usa l’energia potenziale di acqua posta in alta quota in bacini montani che, cadendo, agisce su una turbina producendo elettricità. Il principio è il medesimo di una centrale termoelettrica: la differenza è che il mezzo che fa girare la turbina è l’acqua e non il vapore. Termoelettrica Le centrali termoelettriche sono la tipologia più diffusa nel nostro pianeta. Un elemento combustibile (derivati del petrolio, carbone o gas, ma anche, in alcuni casi, biomassa o rifiuti) viene bruciato in modo da sviluppare una notevole quantità di calore, che viene trasmesso a una caldaia, ovvero un serbatoio contenente acqua che si trasforma in vapore convogliato in turbine che messe in rotazione. Gli alternatori convertono poi l’energia meccanica di rotazione in energia elettrica. Termovalorizzatori Rappresentano l’evoluzione degli inceneritori di rifiuti. La differenza è che nel termovalorizzatore il calore prodotto dalla combustione dei rifiuti viene utilizzato per produrre energia elettrica in maniera analoga a quanto accade nelle centrali termoelettriche, anche se con rendimenti molto più bassi e maggiori problemi di controllo delle sostanze inquinanti. Nucleare da fissione L’ energia atomica da fissione si basa sul principio fisico del difetto di massa, in cui si spezza un nucleo di Uranio-235 per ottenere due

nuclei più piccoli che pesano meno del nucleo originario. La piccola differenza di massa è in grado di produrre una enorme quantità di energia. L’energia nucleare da fissione è attualmente utilizzata per la produzione di energia elettrica. Eolica È una delle fonti di energia più antiche: i mulini a vento sono stati utilizzati fin dal VII secolo d.C. per convertire l’energia del vento in energia meccanica; inoltre, le navi a vela hanno solcato gli oceani per secoli, fino all’avvento delle prime navi a vapore. Oggi le turbine eoliche sono impiegate per produrre elettricità. Solare L’energia solare è il motore di qualsiasi attività sulla Terra: anche il petrolio è indirettamente energia solare accumulata dalla fotosintesi di antiche piante, il cui materiale organico si ritiene si sia ammassato e trasformato sottoterra durante intere ere geologiche. L’uso diretto dell’energia solare è basato sul fatto che il Sole a perpendicolo all’equatore invia 1366 W per metro quadro (costante solare). È una quantità di energia enorme: tuttavia, solo una parte può essere direttamente convertita in elettricità. Biomasse Sono costituite dalle sostanze di origine animale e vegetale, non fossili, che possono essere usate come combustibili per la produzione di energia. Alcune fonti, come la legna, non necessitano di subire trattamenti; altre, come gli scarti vegetali o i rifiuti urbani, devono essere trattate in un digestore. Biocarburante È un propellente ottenuto in modo indiretto da biomasse come grano, mais, bietola, canna da zucchero. Non contribuisce all’effetto serra ma sottrae terreno agricolo che viene usato per la produzione di alimenti. Geotermica Energia che deriva dal calore presente negli strati più profondi della crosta terrestre, che si può presentare come vapore o acqua calda.

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legislazione

Nuovo pacchetto legislativo su energia e clima Ridurre i gas serra promovendo crescita e occupazione La Commissione europea ha adottato un importante pacchetto di proposte che darà attuazione agli impegni assunti dal Consiglio europeo in materia di lotta ai cambiamenti climatici e promozione delle energie rinnovabili. Le proposte dimostrano che gli obiettivi fissati l’anno scorso sono realizzabili sia dal punto di vista tecnologico che economico e offrono opportunità commerciali senza precedenti a migliaia di imprese europee. Le misure previste accresceranno significativamente il ricorso alle fonti energetiche rinnovabili in tutti i paesi e imporranno ai governi obiettivi giuridicamente vincolanti. Grazie a una profonda riforma del sistema di scambio delle quote di emissione, che imporrà un tetto massimo alle emissioni a livello comunitario, tutti i principali responsabili delle emissioni di CO2 saranno incoraggiati a sviluppare tecnologie produttive pulite. Il pacchetto legislativo intende consentire all’Unione europea di ridurre di almeno il 20% le emissioni di gas serra e porta al 20% la quota di rinnovabili nel consumo energetico entro il 2020, secondo quanto deciso dai capi di Stato e di governo europei nel marzo 2007. La riduzione delle emissioni sarà portata al 30% entro il 2020 quando sarà stato concluso un nuovo accordo internazionale sui cambiamenti climatici. Il presidente della Commissione José Manuel Barroso ha dichiarato: “La lotta ai cambiamenti climatici è la grande sfida politica che la nostra generazione deve affrontare. La nostra missione, o meglio il nostro dovere, è definire un quadro politico che consenta di trasformare l’economia europea in un’economia più attenta all’ambiente, e continuare a guidare l’azione internazionale volta a proteggere il nostro pianeta. Il pacchetto che proponiamo non soltanto risponde a questa sfida, ma dà la giusta risposta al problema della sicurezza energetica e rappresenta un’opportunità che dovrebbe portare alla creazione di migliaia di nuove imprese e di milioni di posti di lavoro in Europa, un’opportunità che dobbiamo cogliere al volo”. 14

Secondo il commissario per l’ambiente Stavros Dimas, “il pacchetto di proposte, basato sull’avveniristico sistema comunitario di scambio delle quote di emissione, dimostra ai nostri partner internazionali che un intervento deciso contro i cambiamenti climatici è compatibile con il mantenimento della crescita economica e della prosperità. Grazie ad esso l’Europa parte avvantaggiata nella corsa verso un’economia globale a basse emissioni di carbonio, che porterà un’ondata di innovazione e favorirà la creazione di nuovi posti di lavoro nel campo delle tecnologie pulite. Le proposte danno attuazione agli impegni assunti lo scorso anno dai capi di Stato e di governo dell’UE ripartendo equamente gli sforzi. Ora tutti gli Stati membri devono fare fino in fondo la loro parte”. Il commissario Andris Piebalgs, responsabile per la politica energetica, ha affermato che “in un momento di crescita dei prezzi del petrolio e di preoccupazione per il clima, le fonti energetiche rinnovabili ci offrono un’opportunità che non possiamo lasciarci sfuggire. Ci aiuteranno a ridurre le emissioni di CO2, a rendere più sicuro il nostro approvvigionamento energetico e a sviluppare la crescita e l’occupazione in un settore ad alta tecnologia e in pieno sviluppo. Se riusciremo a compiere uno sforzo ora, l’Europa sarà in grado di guidare la corsa verso l’economia a basse emissioni di carbonio di cui il pianeta ha disperatamente bisogno”. La commissaria per la concorrenza, Neelie Kroes, ha aggiunto: “La disciplina degli aiuti di Stato per la tutela ambientale offre un importante contributo alla politica dell’UE in materia di energia e cambiamenti climatici e al costante processo di riforma degli aiuti di Stato. È un’opportunità vantaggiosa sotto ogni profilo: per gli Stati membri, che possono finanziare progetti ambientali, e per la crescita economica nell’UE”. Basandosi sul sistema UE di scambio delle quote di emissioni, la Commissione propone di rafforzare il mercato unico del carbonio a livello comunitario, che si estenderà a un numero maggiore di gas serra

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(attualmente lo scambio delle quote concerne soltanto l’anidride carbonica) e riguarderà tutti i grandi impianti industriali responsabili delle emissioni. Le quote di emissione poste sul mercato saranno ridotte di anno in anno in modo da permettere una riduzione delle emissioni del 21% nel 2020 rispetto ai livelli del 2005. Nel settore energetico, responsabile della maggior parte delle emissioni dell’UE, tutte le quote saranno messe all’asta sin dall’avvio del nuovo regime, nel 2013. Negli altri settori industriali e nel trasporto aereo, la transizione verso la vendita all’asta di tutte le quote avverrà gradualmente, anche se si potranno fare delle eccezioni per i settori più vulnerabili alla concorrenza dei produttori dei paesi in cui non esistono vincoli analoghi in materia di carbonio. Inoltre le aste saranno aperte: qualsiasi operatore comunitario potrà comprare quote in qualsiasi Stato membro. Le entrate derivanti dal sistema andranno agli Stati membri e dovranno essere utilizzate per aiutare l’UE ad orientarsi verso un’economia più attenta all’ambiente, promuovendo l’innovazione in settori quali le energie rinnovabili, la cattura e lo stoccaggio del carbonio, la ricerca e lo sviluppo. Parte delle entrate dovrà essere destinata ad aiutare i paesi in via di sviluppo ad adattarsi ai cambiamenti climatici. La Commissione stima che nel 2020 le entrate derivanti dalla vendita all’asta delle quote potrebbero raggiungere i 50 miliardi di euro l’anno. Il sistema comunitario di scambio delle quote di emissioni, che è entrato ormai nel suo quarto anno di attività, si è rivelato uno strumento efficace per trovare una soluzione di mercato che incentivi la riduzione delle emissioni di gas serra. Attualmente il sistema riguarda circa 10 000 impianti industriali situati in tutta l’UE (comprese le centrali elettriche, le raffinerie di petrolio e le acciaierie), che rappresentano quasi la metà delle emissioni comunitarie di CO2. Con il nuovo regime rientrerà nel sistema oltre il 40% delle emissioni totali. Per ridurre gli oneri amministrativi, gli impianti industriali che emettono meno di 10 000 tonnellate di CO2

non saranno tenuti a partecipare al sistema di scambio. In settori non rientranti nel sistema di scambio delle quote, come l’edilizia, i trasporti, l’agricoltura e i rifiuti, l’UE ridurrà le emissioni del 10% rispetto ai livelli del 2005 entro il 2020. Per ciascuno Stato membro la Commissione propone un obiettivo specifico di riduzione delle emissioni da conseguire entro il 2020; nel caso dei nuovi Stati membri gli obiettivi prevedono la possibilità di un aumento delle emissioni. Le variazioni sono comprese tra -20% e +20%. Oltre a dotarsi di un mercato degli inquinanti che funzioni correttamente, è urgente che tutti gli Stati membri inizino a modificare la struttura del consumo energetico. Oggi la quota di energie rinnovabili sul consumo energetico finale dell’UE è pari all’8,5%; ciò significa che è necessario un aumento dell’11,5% per raggiungere l’obiettivo del 20% nel 2020. A tal fine, la Commissione ha fissato oggi obiettivi individuali giuridicamente vincolanti per ciascuno degli Stati membri. Le scelte operate per sviluppare le energie rinnovabili variano da uno Stato membro all’altro e i tempi necessari perché tali fonti energetiche siano operative sono lunghi. È quindi importante che gli Stati membri abbiano una chiara idea dei settori in cui intendono intervenire. I piani di azione nazionali preciseranno il modo in cui ciascuno Stato membro intende conseguire i propri obiettivi e come saranno controllati effettivamente i progressi compiuti. A condizione che l’obiettivo generale della Comunità sia raggiunto, gli Stati membri potranno contribuire allo sforzo complessivo dell’UE a favore delle energie rinnovabili senza limitarsi necessariamente ai confini nazionali. Ciò dovrebbe permettere di indirizzare gli investimenti dove le energie rinnovabili possono essere prodotte in modo più efficiente, con un risparmio compreso tra 1 e 8 miliardi di euro rispetto ai costi previsti. La proposta odierna concerne anche l’obiettivo minimo del 10% di biocarburanti nel settore dei trasporti, percentuale che è la stessa per tutti


gli Stati membri. Poiché la sostenibilità è un elemento essenziale per il conseguimento di questo obiettivo, la direttiva prevede chiari criteri in materia. La Commissione ha inoltre adottato la nuova disciplina degli aiuti di Stato per la tutela ambientale, che aiuterà gli Stati membri a sviluppare politiche europee sostenibili in materia di clima e di energia e che, rispetto al testo adottato nel 2001 (cfr. IP/00/1519), estende l’ambito dei progetti di aiuto e aumenta le intensità di aiuto. La nuova disciplina fissa nuove condizioni per gli aiuti di Stato a tutela dell’ambiente e stabilisce un importante equilibrio tra il conseguimento di maggiori benefici ambientali e la riduzione delle distorsioni della concorrenza: in effetti, se non sono ben mirati, gli aiuti non producono risultati ambientali e rischiano di falsare la concorrenza e di nuocere alla crescita economica nell’Unione europea.

In breve Il 10 gennaio 2007 la Commissione ha adottato un pacchetto su energia e cambiamenti climatici, invitando il Consiglio e il Parlamento europeo ad approvare: - un impegno unilaterale dell’UE a ridurre di almeno il 20% le emissioni di gas serra rispetto ai livelli del 1990 entro il 2020, e l’obiettivo di ridurre le emissioni del 30% entro il 2020 a condizione che venga concluso un accordo internazionale sui cambiamenti climatici; - un obiettivo vincolante per l’UE del 20% di energia da fonti rinnovabili entro il 2020, compreso un obiettivo del 10% per i biocarburanti. La strategia è stata approvata dal Parlamento europeo e dai capi di Stato e di gover-

no europei in occasione del Consiglio europeo del marzo 2007. Il Consiglio europeo ha invitato la Commissione a presentare proposte concrete, in particolare sulle modalità di ripartizione dello sforzo tra gli Stati membri per il conseguimento degli obiettivi. Il pacchetto, che risponde a questo invito, comprende una serie di importanti proposte politiche strettamente collegate tra loro, e in particolare: 1) una proposta di modifica della direttiva sul sistema comunitario di scambio delle quote di emissione; 2) una proposta relativa alla ripartizione degli sforzi da intraprendere per adempiere all’impegno comunitario di ridurre unilateralmente le emissioni di gas serra in settori non rientranti nel sistema comunitario di scambio delle quote

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di emissione (come i trasporti, l’edilizia, i servizi, i piccoli impianti industriali, l’agricoltura e i rifiuti); 3) una proposta di direttiva sulla promozione delle energie rinnovabili, per contribuire a conseguire entrambi gli obiettivi di riduzione delle emissioni sopra indicati. Del pacchetto fanno inoltre parte una proposta relativa alla disciplina giuridica della cattura e dello stoccaggio del carbonio, una comunicazione sulle attività di dimostrazione in materia di cattura e stoccaggio del carbonio e la nuova disciplina comunitaria degli aiuti di Stato per la tutela ambientale. Fonte: News della Comunità Europea

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