Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, CNS S1/BA - € 2,00 - Anno 2009 Numero 8
Il design del mobile per ufficio Gusto, funzione, ergonomia
DIPL. ARCHITEKT NICOLA PIRO
L’Idea di Città - Progetto e Piano tra Ordine, Rigore e Disciplina
Certificare la sostenibilità Un passo oltre la certificazione energetica
Oggetto del design, Design dell’oggetto Idea, progetto, realizzazione
sommario Editoriale
Direttore responsabile Arch. Alessandro Robles
NOTIZIE
Direttore editoriale Arch. Lorenzo Margiotta
Redazione Hanno collaborato a questo numero: - Arch. Lorenzo Nanna - Arch. Franco Di Francesco Segreteria di Redazione Simona Serpino Editore Evolution City Group S.a.S. di Maurizio Margiotta & C. Registrazione Registrazione del Tribunale di Bari n. 33/07 del 4 Ottobre 2007 Iscrizione al ROC n. 16655 Pubblicità Camilla Maiorano tel. 080-2146234 c.maiorano@edilia2000.it Contatti tel. 080-2146234 fax 080-4552441 email: info@edilia2000.it web: www.edilia2000.it Numero 8 - Anno 2009
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Arch. Lorenzo Margiotta
Comunicare o solo informare? Stile e serietà
Il nuovo Museo MAXXI
Museo dell’Arte e dell’Architettura del XXI Secolo
Oscar Niemeyer
Una vita per l’Architettura
EVENTI
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Disegno e Design
La creatività italiana si svela
MADEexpo
Territorio, Impresa, Sostenibilità
ARTICOLI
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Arch. Lorenzo Nanna
Oggetto del design, Design dell’oggetto
Idea, progetto, realizzazione Arch. Lorenzo Margiotta
Certificare la sostenibilità
Un passo oltre la certificazione energetica
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Arch. Franco Di Francesco
Il design del mobile per ufficio
Gusto, funzione, ergonomia
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Arch. Lorenzo Margiotta
INTERVISTA
Dipl. Architekt Nicola Piro
L’Idea di Città - Progetto e Piano tra Ordine, Rigore e Disciplina
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Arch. Lorenzo Margiotta
RECENSIONE
Michele Pascali: Acustica ambiente esterno
Una novità editoriale
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Galletti S.p.A.
Tipografia GrafiSystem S.n.c. - Bari
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EDITORIALE
Comunicare o solo informare? Stile e serietà
In questo numero trattiamo argomentazioni che vanno dall’idea di città agli spazi museali, dai prototipi di arredo all’acustica ambientale, dalla certificazione energetica alle ambientazioni moderne per uffici. Una serie di argomenti quindi, che spaziano tra vari settori di interesse comune, per favorire una lettura più articolata rispetto ai problemi solamente connessi col mondo edile. L’intento è quello di proporre una qualità dell’informazione sempre più attenta alle continue evoluzioni del nostro mondo contemporaneo, sottoposto recentemente ad una evidente crisi profonda di valori e d’immagine. Ma informare bene esige uno stile. “Lo stile è l’uomo stesso”, diceva George-Louis Leclerc de Buffon, in un suo celebre discorso all’Accademia di Francia (1753). Per G.L. Leclerc lo stile dovrebbe contribuire a dare ordine alle idee e vivacità all’espressione perchè quando è naturale, come dovrebbe essere costantemente, è pur sempre l’immagine fedele delle nostre idee.
Si deve ormai garantire qualità del prodotto, ricerca avanzata del design e buona progettazione. Ma le facoltà universitarie italiane contano ancora nella formazione dei nostri progettisti? Sempre meno. Come ci testimoniano i fatti. Non bisogna però scoraggiarsi. E gli esempi che pubblichiamo in questo numero sono indicativi. Imperativo è riappropriarsi di un linguaggio globale della qualità, per una creatività che non può essere contraffatta. L’unico elemento che può decretare una continuità di successi è proprio l’attenzione verso una appropriata informazione, una seria preparazione universitaria, una formazione permanente, una ricerca approfondita: in sintesi una innovazione di stile. Arch. Lorenzo Margiotta
E’ dunque lo stile il modo di esporre le idee. Non solo infatti lo stile rivela l’uomo, la coscienza che egli ha di sè, le proprie possibilità e aspirazioni, i sentimenti e la cultura; ma lo stile è anche rapporto con gli altri: può manifestare disprezzo o stima, attenzione o noncuranza, partecipazione o indifferenza. Può quindi facilitare od ostacolare la Comunicazione. Infatti a parità di fattori oggettivi (messaggio, testo, canale o strumento) la differenza di efficacia -in ordine alla comunicazione- è data dalla qualità del comunicare e dalle sue capacità espressive. Ignorare il ruolo del fattore soggettivo, nel processo comunicativo, per affidarsi soltanto alla forza intrinseca del messaggio o all’efficacia propria dei canali di comunicazione significa negarsi all’evidenza ed alla realtà. E ciò vale per tutti, per chi parla e chi ascolta, per chi legge e chi scrive, per chi osserva e chi produce. Nostro compito vuole essere quello di offrire una informazione corretta, proprio in considerazione del fatto che sta mutando la cultura con cui gli utenti (di qualsiasi settore) si approcciano alle notizie, alle pubblicità, agli acquisti, ai vari servizi. L’attuale crisi, infatti, ha riportato in primo piano la razionalità: l’acquirente un tempo guardava soprattutto all’estetica, più che alla qualità degli oggetti, per motivazioni prevalentemente emozionali. Oggi i consumatori e i fruitori di servizi sono molto più preparati, grazie anche ad una migliorata diffusione dei mezzi d’informazione (dalla stampa specializzata ad internet).
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NOTIZIE
Il nuovo Museo MAXXI Museo dell’Arte e dell’Architettura del XXI Secolo
Nell’area dove fino al 2003 sorgeva la caserma Montello a Roma, ora si erge questo complesso architettonico progettato dall’archistar angloirachena Zaha Hadid. Il complesso ricopre la superficie di ventisettemila metri quadrati perfettamente integrato nel tessuto del quartiere Flaminio di Roma, che lo “ospita”. Una struttura che include due musei, auditorium, biblioteca e mediateca, bookshop, caffetteria e ristorante, ed è dotato di spazi per esposizioni temporanee, eventi dal vivo, attività commerciali, laboratori, luoghi per lo studio e lo svago. Vetro, acciaio e cemento creano una perfetta sinergia con le forme fluide e sinuose dell’edificio che, realizzato in dieci anni di lavori e rinvii, risulta essere il primo museo pubblico nazionale dedicato alla creatività contemporanea. L’edificio ospita una istituzione del Ministero per i beni e le
attività culturali, gestita dalla Fondazione Maxxi, con all’interno gli spazi per il Maxxi Arte e il Maxxi Architettura. In attesa dell’apertura ufficiale programmata per la primavera del 2010, il 14 e 15 novembre scorsi il Maxxi ha aperto i battenti ai visitatori per presentarsi in tutta la sua ampiezza. Nella definitiva inaugurazione (probabile marzo 2010) le opere d’arte saranno le vere
protagoniste e dialogheranno con le forme estreme dell’architetto Zaha Hadid. Sono parte della collezione del Maxxi Arte oltre 350 opere, tra cui quelle di Boetti, Clemente, Kapoor, Kentridge, Merz, Penone, Pintaldi, Richter, Warhol e molti altri. Il Maxxi Architettura ospita invece oltre 75mila documenti, tra i quali i disegni di Carlo Scarpa, Aldo Rossi, Pierlugi Nervi, Sergio Musmeci - Zenaide Zanini, Vittorio De Feo e molti progetti contemporanei di autori come Toyo Ito, Italo Rota e Giancarlo De Carlo. Il MAXXI si propone quindi come punto di riferimento per le istituzioni pubbliche e private in Italia e all’estero, così come per gli artisti, gli architetti e il pubblico più vasto.
E lo stesso arch. Zaha lo ha definito “un luogo dove immergersi per lo scambio di idee, implementando così la vitalità culturale della città. Non è solo un museo, ma un centro culturale composto da un denso tessuto di spazi esterni e interni che si intersecano e dialogano l’uno con l’altro, in un intrigante intreccio di gallerie che si riversano su un ampio campus urbano”. Ed anche Pio Baldi, presidente della Fondazione MAXXI ha ribadito che non sarà un museo come gli altri, un luogo dove esporre opere d’arte, bensì un laboratorio di ricerca per il confronto tra diversi linguaggi contemporanei. Design, moda, cinema, pubblicità, dialogheranno con l’arte e l’architettura.
Oscar NiemeyerUna vita per l’Architettura
Il Consiglio dei ministri su proposta del Ministro della Cultura Ángeles González-Sinde, ha consegnato giorni fa l’Ordine delle Arti e delle Lettere della Spagna a Oscar Niemeyer. L’architetto brasiliano è stato riconosciuto per la sua carriera e il suo contributo alla diffusione internazionale della cultura spagnola, favorendo la loro maggiore conoscenza e apprezzamento per i cittadini di altri paesi, in particolare l’influsso significativo del suo lavoro nella formazione della Architettura contemporanea. Nato a Rio de Janeiro (Brasile) nel 1907, con oltre 70 anni di carriera internazionale riconosciuto, Oscar Niemeyer è considerato una delle figure più influenti nel campo dell’architettura moderna per i suoi contributi pionieristici nell’esplorazione delle possibilità costruttive, e dell’arte espressiva del cemento armato. Fu collaboratore di Le Corbusier alla costruzione del nuovo
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Ministero dell’Educazione e della Sanità di Rio. Niemeyer proseguirà poi la collaborazione con Le Corbusier anche per la realizzazione del Palazzo delle Nazioni Unite di New York. I suoi edifici sono adattati alle condizioni ambientali che vengono quasi sempre
integrate, creando una architettura organica. Ha ricevuto il Premio Lenin per la Pace (1963), il Pritzker Prize (1988), Premio Principe delle Asturie (1989), il Leone d’Oro alla Biennale di Venezia (1996), il Premio UNESCO per la Cultura (2001) e il Praemium Imperiale per l’architettura (2004).
Niemeyer ha messo a punto in Spagna, il suo progetto più grande d’Europa. Si tratta di un centro culturale internazionale, che porta il suo nome e che si aprirà nel 2010 in Avilés (Principato delle Asturie), che contribuirà alla riqualificazione economica e urbana di tutta l’area gravitazionale.
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EVENTI
Disegno e Design
La creatività italiana si svela “Il Design e il Made in Italy analizzati dal punto di vista del progetto”. È questo il motto dell’esposizione “Disegno e Design - Brevetti e Creatività italiani”, importante evento romano dedicato alla produzione e alla cultura del design, in programma dal 5 novembre 2009 al 31 gennaio 2010, presso il Museo dell’Ara Pacis. La mostra è organizzata dalla Fondazione Valore Italia, operante per la valorizzazio-
ne del design italiano e la realizzazione dell’Esposizione Permanente del Made in Italy ed è curata da Alessandra Maria Sette. Alla sua realizzazione sono giunti i contributi di molte realtà non solo istituzionali. Tra questi il Ministero dello Sviluppo Economico, Direzione Generale per la Lotta alla Contraffazione – UIBM, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, il Comune di Roma - Assessorato alle Politiche Cul-
turali e della Comunicazione, la Fondazione ADI - Compasso d’Oro. L’obiettivo della mostra è quello di mettere in luce quello che in genere rappresenta l’aspetto meno noto della cultura industriale italiana, rispondendo alle domande: “come nasce un oggetto? E come si evolve il suo progetto?”. Rispondere a questi quesiti vuol dire focalizzare l’attenzione sugli aspetti progettuali che precedono la realizzazione di un oggetto. Il percorso espositivo ripercorre un secolo di innovazione e di design italiano suddiviso per settori merceologici. Uno sguardo è rivolto alle ricerche più attuali di arredamento, moda, settore agroalimentare e trasporti. Inseriti nella mostra anche preziosi certificati originali dei brevetti di modello e di invenzione depositati presso l’Archivio Centrale dello Stato e l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi. Molti di questi sono vere e proprie icone del design e della produzione italiana. A dare completa rappresentazione della storia dei brevetti sono presenti materiali documentari come disegni, progetti, bozzetti, filmati, pubblicità, contributi audio, provenienti da archivi storici, Rai Educational, Radio 24, musei d’impresa e privati. I visitatori potrebbero così im-
battersi “nella mitica Vespa o nel nuovissimo lampadario Hope, nella tradizionale Moka Bialetti o nella avveniristica cucina Not For Food Berloni, nella futurista bottiglietta del Campari Soda o nel moderno sgabello Forchets...” A completare l’evento si svolgono incontri e workshop con singoli architetti, designer e imprenditori italiani.
“Forum della tecnica delle costruzioni”, giornate di esposizione e approfondimento sulle soluzioni e sui materiali per l’ingegneria strutturale. All’interno dell’iniziativa ci saranno: l’esposizione del Forum della tecnica delle costruzioni, convegni sui temi della tecnica, la mostra su prodotti e sistemi innovativi di ingegneria strutturale, la borsa dei progetti di ricerca, l’assise di ingegneria strutturale, una vetrina sull’editoria di settore. Di particolare interesse sarà la presenza di “Capire la scossa sismica”, una piastra di simulazione del terremoto. All’interno di Made Expo 2010 sarà presente “Civitas”, un progetto ideato da Uncsaal per “fornire autorevole visibilità alle più innovative soluzioni tecnologiche che l’industria italiana dell’involucro edilizio
fornisce ai grandi interrogativi del costruire del terzo millennio”. Civitas è una città concettuale di 2.500 metri quadrati che si pone come centro gravitazionale di un padiglione della fiera milanese. Imprese, società di ingegneria e scuole di architettura saranno chiamate a portare il proprio contributo a “Cultura del progetto e impresa”, laboratorio che si pone come incontroconfronto tra il mondo della ricerca accademico e quello delle costruzioni. Torneranno, inoltre, Decor & Color Show, Salone del colore, e InstantHouse, il concorso rivolto a studenti e neolaureati delle facoltà di Architettura, Ingegneria e Industrial Design Italiane e straniere, realizzato da FerderlegnoArredo in collaborazione con il Politecnico di Milano.
Territorio, Impresa, Sostenibilità
Bill Clinton sarà tra le personalità presenti all’inaugurazione dell’edizione 2010 del Made Expo di Milano. L’evento è in programma il 3 febbraio 2010, a partire dalle ore 9.00 presso l’Auditorium Centro Servizi di Fiera Milano Rho. L’ex presidente degli Stati Uniti terrà la lectio magistralis “I mercati mondiali e il futuro dell’Umanità”, all’interno di un più generale dibattito imperniato sul tema “I segni di una Ripresa dell’economia planetaria davanti alle grandi sfide della crescita Sostenibile delle Città”. Dopo una prima parte con interventi istituzionali e politici, si svolgerà un momento di dibattito sul tema “Territorio, Impresa, Sostenibilità: le sfide per un nuovo modello di sviluppo”. La manifestazione internazionale milanese dedicata all’architettura e all’edilizia presenta un fitto calendario di eventi oltre le consuete
esposizioni dei materiali e delle tecnologie. Dal 3 al 6 febbraio 2010, all’interno del nuovo quartiere fieristico di Milano – Rho 2, si alterneranno eventi consueti e nuove iniziative. Tra queste, “Borghi e centri storici”, realizzato da MADE expo in collaborazione con Borghi srl, offrirà, in un’ottica multidisciplinare, tematiche, “prodotti e soluzioni attinenti la riqualificazione e la valorizzazione dei piccoli contesti urbani ovvero dei centri storici che rappresentano e raccontano una cultura ed un patrimonio identitario”. L’occasione sarà utile per presentare lo “stato dell’arte” di oltre 5.000 piccole realtà urbane italiane e altrettanti centri storici al fine di scambiare esperienze e contattare i protagonisti che operano attivamente per contribuire alla loro valorizzazione. Un’altra interessante iniziativa all’interno di Made Expo è il
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articoli
Oggetto del design, Design dell’oggetto Idea, progetto, realizzazione La riflessione sul design contemporaneo coinvolge varie tematiche e rappresenta una grande opportunità per il futuro. Il design, ossia il conferire forma alla materia secondo principi etici e morali, indica il modo secondo cui appaiono le forme, ma ci pone una domanda: “la forma degli oggetti è legata alla loro funzione e quindi nel corso della vita gli oggetti ci interessano più per gli usi che possiamo farne o per le loro caratteristiche osservabili?” Il design non cerca l’omologazione, ma piuttosto l’opportunità di far interagire in modo creativo le diverse culture e i linguaggi, dando vita a progetti che densi di significati, danno risposte alle varie esigenze nella produzione di oggetti di uso quotidiano. Il design deve quindi dare agli oggetti valori formali che renderanno prezioso il risultato finale trasmettendo ideali di estetica e di personalità a chi usufruirà del prodotto. Sviluppando questi concetti per un oggetto di arredo come la sedia, otteniamo un design che vede protagonista la fluidità della forma e si evolve fino a raggiungere un equilibrio armonico, donando libertà all’espressione creativa. Il tema rappresenta una sfida che vede coinvolti sia aspetti progettuali che produttivi, con un risultato estetico allo stesso tempo innovativo e originale, dove la struttura dell’oggetto di arredo, diventa caratteristiche tipica del progetto conferendo alla forma leggerezza ed essenzialità. Ne deriva un concetto di design, esaminando progetto e prototipo della sedia cromatica esposta nelle foto, dove la serialità degli elementi, rimanda ad un linguaggio industriale definendone il concept da cui derivano le linee di riferimento progettuali: • creare un oggetto utilizzando elementi seriali; • accostare gli elementi fino a formare l’oggetto stesso; • far sì che gli elementi non si intersechino;
La sedia in esame quindi (presa quale esempio di procedura) è costituita da elementi seriali curvilinei componibili, montati in modo da costituire un telaio con schema a X, ottenendo delle conformazioni in legno multistrato che corrisponderanno al sedile e allo schienale. Gli elementi modulari sono uniti da un bullone, che le attraversa nel loro punto di adiacenza per l’intera larghezza della sedia; a supporto della parte anteriore del sedile sono utilizzati altri moduli seriali curvi, collegati fra gli stessi moduli del sedile e quelli alla base della sedia. Le performance strutturali e le prestazioni funzionali sono state ottenute sperimentando materiali e tecnologie innovative, ovvero il legno multistrato curvo, il quale con le sue potenzialità lavorative ha permesso di realizzare forme dinamiche con caratteristiche di comfort, elasticità e resistenza. Il legno lamellare, pur mantenendo i pregi del legno massello, è anche un prodotto industriale che attraverso procedimenti tecnologici (dove le lamelle in legno vengono accoppiate ed incollate) si conferisce al materiale una serie di vantaggi: leggerezza, resistenza, grande modularità costruttiva per essere plasmato in tutte le forme e dimensioni, stabilità dei manufatti. Lo stile minimale dalle linee pulite di questo complemento di arredo, legno naturale verniciato o laccato, accentuato dall’assenza di incastri nei moduli, esalta la natura del legno lamellare e del disegno delle linee ergonomiche che ne derivano, ottenendo un oggetto di arredo versatile utilizzabile in molti ambienti: dalla residenza singola a quella collettiva, dagli ambienti di lavoro a quelli di relax. Arch. Lorenzo Nanna, Designer
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INTERVISTA
D I PL . A RC H I T E K T
N I COL A P I RO L’Idea di Città Progetto e Piano tra Ordine, Rigore e Disciplina Può aiutare il Razionalismo architettonico italiano degli Anni Trenta del XX Secolo a trarre il “divenirecittà” nel nostro Paese dalla impasse nella quale lo ha relegato un operare senza regole e senza morale degli ultimi 60anni? Può il Razionalismo architettonico italiano recuperare la città italiana, storica per nascita e formazio-
ne, dal fondovalle per riconsegnarla ai canoni della città europea? E, di conseguenza, ha ancora un senso parlare e scrivere sulla “città europea”? Lo chiediamo all’Arch. Nicola Piro che da anni vive, studia e lavora sui processi urbanistici d’oltralpe. I precedenti riconducibili agli assetti delle “Città di Fondazione” potrebbero farci sperare in un vero rinascimento della cultura urbana italiana, se …cosa? ...come? ...quando? le istituzioni di una Repubblica nata nel segno della speranza avranno la forza di una catarsi da metabolizzare come superamento di un conflitto interiore attraverso la rievocazione dei traumi che l’hanno causato. Sin dai primi decenni del secolo scorso il Razionalismo architettonico è andato alla ricerca di quei principi secondo i quali l’architettura si fonda su regole e leggi senza tempo. E riscoprire quel canone di vincoli trans-storici ancorato nella disciplina dell’architettura può essere considerato come ultima istanza capace di condurre l’architettura fuori dalla crisi estetico-concettuale e dalla negazione del fenomeno urbano alla riscoperta dei canoni rinascimentali e delle radici del Razionalismo architettonico italiano? La motivazione storica del progetto dell’architettura razionalista nell’era della globalizzazione si trova di fronte ad ansie ed interrogativi ruotanti attorno al fenomeno “città” in un contesto, l’Europa, che lo ha visto nascere, crescere e trasformarsi – almeno sino all’avvento della Rivoluzione Industriale – seguendo, in un certo senso, percorsi di coerenza e di qualità recepiti dalla storiografia sia nella teoria che nella prassi. L’intercambiabilità della produzione globale di architettura sembra concedere più nulla all’identità ed alla peculiarità dei luoghi sino al punto di chiederci se un tale sradicamento (o negazione) non nasconda il rischio di una omogeneizzazione percettiva che annulla le differenze precipue dell’ambiente costruito così come ci è stato consegnato dalla storia, dalla tradizione e dalla cultura. Inoltre i cambiamenti climatici in corso invocano una risposta di architettura ecologica da declinare in chiave tecnica la quale, conseguentemente, non poco influenzerebbe i presupposti estetici stessi del “fare” architettura. Ma cosa avviene oggi, in Italia? A fronte di questa realtà ancora tutta da interpretare constatiamo con smarrimento, specialmente nel nostro Paese, al di là dell’assenza più incomprensibile delle istituzioni democratiche, la latitanza di quella entità o “esse”, di sublimazione e di coagulo di spiriti nobili ed eccelsi quale dovrebbe essere lo Stato, e l’invadenza di una politica vieppiù incline alla rissa, al vaniloquio ed alla difesa di interessi personali e di casta, incapace di indicare possibili percorsi capaci di affrontare e risolvere i problemi
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di una società frammentata e deregolata all’interno della quale si muovono con passo più o meno felpato forze disgregatrici, consorterie e lobby o, addirittura, il non-Stato. Alla luce di questa realtà, all’“Idea di città” come vettore di pensiero, di ricerca e di cultura, viene sottratto non soltanto l’humus nel quale dovrebbero germogliare i semi di una nuova visione cosmica della vita sociale, ma anche, e soprattutto, ogni proposito a garanzia di una pacifica coesistenza nel rispetto di quelle differenze senza le quali il “fenomeno-città” si appiattisce sino alla sterilizzazione di ogni impulso creativo, distruggendo, così, sul nascere i presupposti materiali ed immateriali del vivere la città e nella città. Visione, progetto e costruzione sono, pertanto, i tre stadi intermedi di quell’iter che dovrebbe condurre alla definizione dell’ambiente di vita: la casa, il quartiere, l’isolato, lo spazio pubblico (la strada e la piazza come luoghi di socializzazione), la città. Visione come processo cosmico e spaziale, ma anche come punto di partenza, premessa, disegno preliminare o di massima, nelle sue coordinate spirituali e materiche. Progetto come proposta aperta a tutte le variabili sino a quel disegno conclusivo, che è il “Piano” nelle sue accezioni di Piano Regolatore Generale* (con le sue “indicazioni”) e, pertanto, nei caratteri specifici “soltanto” di pianificazione “preliminare” e di zonizzazione (giammai come strumento di pianificazione definitiva o esecutiva !), flessibile in relazione all’adattamento a mutate circostanze di tempo e di luogo, con le necessarie “indicazioni” sulle destinazioni d’uso delle aree del territorio comunale e, in assonanza con la normativa europea – puntualmente e diligentemente percepita ed inserita dal legislatore della Germania nei continui aggiornamenti della esemplare legge urbanistica nazionale. Costruzione come configurazione tridimensionale e per comparti del corpo urbano, vero ed esaltante studio di composizione che, nelle sue accezioni di Piano Particolareggiato* (semplice o qualificato), con le sue “prescrizioni” e Norme di attuazione, è preposto alla costruzione logica e razionale della città, nei suoi caratteri di pianificazione “vincolante” sia per la committenza pubblica e privata che per il Consiglio comunale (la “politica”), essendo stato adottato per deliberazione di questo dopo la sottoposizione di un dibattito democratico di base (partecipazione), altre istituzioni secondo i dispositivi della legge urbanistica naz. le (in Italia disattesa da 60anni) ed ai controlli degli organi tecnico-amministrativi competenti. In tale contesto è opportuno porre in rilievo la “competenza” di ogni Comune (piccolo, medio o grande) in ordine all’obbligo di dotarsi degli strumenti di pianificazione di base (PRG e PP) anche in ragione del fatto che altri strumenti cui “erroneamente e sovente” viene fatto ricorso (Piano Quadro, Piano “Master”, Piani di lottizzazione, ecc.) non dispongono di alcuna forza giuridica. Per le città medie (20-100mila ab.) e grandi (oltre 100mila ab.) sarebbe opportuno che tali strumenti urbanistici fossero redatti all’interno della Amm.ne comunale dai tecnici del Dipartimento per lo Sviluppo e la Pianificazione urbana. Per i Comuni al di sotto di 20mila abitanti, la redazione del PRG e dei PP dovrebbe essere delegata ad appositi uffici di pianificazione inseriti nelle strutture organiche della istituenda Provincia “amministrativa”, posizionata tra l’amministrazione regionale e il “Comprensorio” (di più Comuni), in sostituzione della attuale Provincia “politica”. E quali sono le differenze con la realtà tedesca? Il carattere specifico di “vincolo” assegnato al Piano Particolareggiato – almeno per quanto attiene la prassi in Germania con il suo illuminato costrutto di
Diritto urbanistico, edilizio, ambientale, contrattuale e professionale, discende dalla chiara suddivisione del territorio comunale in “aree”, assegnate alla edificazione e “zone”, assegnate alle destinazioni d’uso o funzioni come l’abitare e le relative sottocategorie, centri storici e urbani, industriali, commerciali, speciali, ecc.; dalla definizione degli “indici”, previsti dall’Ordinamento sull’uso dei suoli come: 1. Indice superficie edificabile, riferita alla superficie del lotto sul quale sarà costruito l’edificio; 2. Indice di superficie lorda dei piani, riferita alla superficie del lotto sul quale sarà costruito l’edificio; 3. Indice di cubatura, al quale il pianificatore ricorre in casi eccezionali, al contrario della vergognosa prassi seguita in Italia, causa prima di una rapace speculazione edilizia, scandali e corruzione. (Il caso del PRG della capitale, la “cloaca”- in perfetta assonanza con l’altro della “fogna” della Milano dei Moratti, Berlusconi, Lega, AN, e dei palazzinari-squalo, come i vari Salvatore Ligresti et similia - che ha dato la stura al terzo “Sacco di Roma” per mano degli ex sindaci Rutelli e Veltroni, grazie, anche, al silenzio delle opposizioni e nella più vergognosa assenza di istituzioni di controllo. In alcun paese civile e virtuoso, dove il Diritto recita il ruolo che gli spetta e la giustizia è vigile e severa, tranne che in Italia, grazie ad una classe politica inefficiente, irresponsabile e parassita, si ricorre ad uno sgangherato PRG ed alla previsione e concessione di cubature fuori da ogni misura in aree non urbanizzate, funzionali soltanto agli appetiti di operatori che (inter)agiscono tra loro con il coinvolgimento delle istituzioni democratiche); 4. Larghezza delle sedi stradali e Numero dei piani fuori terra; 5. Linee di confine, a perimetrazione della superficie edificabile con tolleranze di +/- 0, 50 m; 6. Altezza di gronda, Forma dei tetti ed Allineamenti stradali, ecc. Fermo restando il rispetto delle indicazioni/raccomandazioni contenute negli eventuali Statuti urbani dei quali dovrebbero disporre tutte le città storiche. Nella considerazione di questi brevi richiami, riferiti al complesso normativo d’eccellenza della Repubblica Fed.le di Germania, tutti i PRG redatti nel passato nel nostro Paese ed adottati dalle singole Amministrazioni comunali come strumenti regolativi e normativi della pianificazione urbana, sono privi di ogni habitus giuridico per le seguenti ragioni: 1. Tutte le Amministrazioni comunali hanno nel tempo (60anni!) disatteso, e pertanto violato, il dispositivo della Legge urbanistica naz. le ancora vigente, 17. Agosto 1942, n. 1150, e susseguenti modifiche, che prescrivono la redazione e l’adozione dei due strumenti “canonici”, PRG e PP; 2. La eclatante violazione del Diritto urbanistico ha irrimediabilmente compromesso il territorio nazionale, il volto della città italiana, e dato luogo ad una speculazione fondiaria ed edilizia, unica nel suo genere nelle democrazie occidentali, con il consenso di una politica ed istituzioni disoneste e, dulcis in fundo, nel silenzio più assoluto degli organi della Giustizia, civile, penale ed amministrativa. Tali modus cogitandi et operandi di istituzioni inette, oltre ad avere mortificato rispettivamente le culture urbana e giuridica, l’identità e la dignità nazionali dell’Italia, hanno tolto a quel poco di sano che era rimasto di istituzioni democratiche ogni possibilità di recupero morale. Intervista dell’Arch. Lorenzo Margiotta
* Per competenza del Comune in materia di Pianificazione urbana s’ intendono le prerogative del Consiglio Comunale in ordine alla deliberazione ed approvazione di tutti gli strumenti urbanistici elaborati all’interno dell’Amm. ne comunale e integrati da pareri ed osservazioni di istanze superiori. La redazione degli strumenti di base, Piano Regolatore Generale e Piano Particolareggiato, gli unici dotati di forza giuridica, deve essere preventivamente concordata con autorità ed istituzioni che hanno interessi e competenze su tutto il territorio sottoposto al processo di pianificazione. In un Paese ordinato come la Germania, p.e.: autorità centrali come l’Ufficio “Strade” e l’Ufficio per le Acque e le Ferrovie; le Amm.ni delle Confessioni religiose; le Camere dell’Industria e dell’ Artigianato; i Sindacati, soltanto per i settori di loro competenza da definire preventivamente; le Associazioni industriali e professionali, ecc. Tutte le istituzioni sono comprese nella dizione: “Autorità ed Enti di Diritto pubblico”. Il loro parere è “indispensabile” anche se, talvolta, taluni interessi o posizioni non possono essere tenuti nella dovuta considerazione. Anche con i cittadini i due strumenti pianificatori devono essere preventivamente dibattuti, secondo modalità e procedure indicate dalla legge urbanistica naz. le. La sola pubblicazione di avvisi nell’albo pretorio del Comune non è più consentita. La procedura prevista non è limitata soltanto all’offerta dei progetti di piano (PRG e PP). Essa deve prevedere l’offerta di proposte alternative di sviluppo e composizione urbana, specialmente quando si tratta di Piani Particolareggiati per aree o comparti urbani (§ 3 della Legge urbanistica naz. le). Particolare rigore è assegnato ai Piani Particolareggiati dei centri urbani e dei centri storici. Inoltre il legislatore ha regolato il ricorso all’uso delle tecnologie informatiche (§ 4, Comma 4 della Legge urbanistica naz.le). La procedura è estesa anche ai casi di progettazioni speciali (p.e.: Localizzazione degli spazi urbani destinati alla raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani; Piano della Mobilità e Traffico urbano, etc.).
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articoli La certificazione è uno strumento di controllo della qualità del processo costruttivo, ma costruire ormai in modo sostenibile non può significare, evidentemente, soltanto una operazione attenta al contenimento dei consumi energetici. Il processo edile è molto complesso e coinvolge anche istanze diverse da quelle prettamente energetiche, quali ad esempio la qualità ambientale, l’ottimizzazione delle risorse, il comfort abitativo, il controllo delle emissioni nocive, l’uso appropriato di materiali ecologici. Si potrebbero applicare anche all’edilizia i vari metodi basati sui controlli di cicli produttivi industriali. Ma queste procedure risulterebbero troppo lunghe per il mondo dell’edilizia che si concretizza sempre complesso e con troppe variabili. Attualmente, quindi, alle costruzioni cosìdette sostenibili si applicano alcuni metodi di controllo basati su indicatori di parametri di rispetto, con procedure che si distinguono in base a differenti punteggi di applicazione. Tra le prime metodologie -in termini temporali- c’è stato il sistema inglese BREAM (il British Research Establishment Environmental Assessment Metod) con l’applicazione di un metodo semplificato per la Valutazione delle qualità ambientali degli edifici. Uno strumento di sistemi a punteggio per la valutazione della sostenibilità: protocollo proposto già nel 1990 ed aggiornato nel 1993, strutturato secondo una checklist di crediti. E’ un metodo di valutazione flessibile che prevede una scala di punteggi (da Passabile a Eccellente) che comprende le problematiche ecologiche relative ai cambiamenti climatici, all’uso di risorse, all’impatto sulla fauna e la flora e la qualità della vita negli ambienti: energia, acqua, inquinamento, materiali, trasporti, ecologia e uso del terreno, salute e benessere.
Certificare la sostenibilità
Un passo oltre la certificazione energetica
Con questo sistema si attivò un vasto interesse verso la discussa tematica della certificazione, portando alla realizzazione di altri protocolli, come il LEED (Leadership in Energy and Environmental Design), l’SBMethod (Sustainable Building Method), il metodo ITACA (Istituto per l’innovazione e trasparenza degli appalti e la compatibilità ambientale) o il metodo HQE utilizzato in Francia. Il LEED è un insieme di parametri per l’edilizia sostenibile, sviluppati negli Stati Uniti e applicati in molti Paesi del mondo. Gli standard LEED, elaborati con la collaborazione delle imprese e di ricercatori delle Università statunitensi e canadesi, indicano i requisiti per costruire edifici eco-compatibili, capaci di “funzionare” in maniera sostenibile ed autosufficiente a livello energetico. Anche questo sistema si basa sull’attribuzione di crediti per ciascuno dei requisiti caratterizzanti la sostenibilità di un edificio: consumo efficiente di acqua, energia e atmosfera, materiali e risorse, qualità degli ambienti indoor, progettazione e innovazione. Dalla somma dei crediti ricevuti dipende il livello di certificazione ottenuto. Ma l’attenzione internazionale si è rivolta prevalentemente verso gli eccessivi consumi energetici. Secondo l’EURIMA (European Insulation Manufacturers Association) ad esempio, il consumo di energia per il riscaldamento, per l’acqua calda e per il raffrescamento estivo degli edifici rappresenta all’incirca il 40% dei consumi energetici dell’intera Comunità europea. Ecco perché tutti si sono interessati verso una certificazione
energetica degli edifici, che, perseguita con determinazione dalla stessa Comunità Europea, ha portato ormai a un fatto compiuto. E con il decreto del Ministero dello Sviluppo Economico del 26 giugno 2009, anche l’Italia si è dotata delle “Linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici”, in ottemperanza a quanto previsto dalla direttiva comunitaria 2002/91/CE. E ciò perchè l’Italia, paese europeo con il maggiore impiego di energia nel patrimonio edilizio, secondo le stime dell’ENEA, dal 1990 al 2006 ha visto incrementare i consumi energetici del settore civile (residenziale e terziario) di quasi il 2% all’anno. Il settore delle costruzioni ha quindi un ruolo di grande responsabilità nell’implementazione di politiche per il risparmio energetico e il contenimento delle emissioni dei gas serra. E suscitare l’attuale interesse generalizzato è sicuramente un elemento positivo, ma richiede un decisivo potere di coordinamento, che manca. In Italia sono stati emessi certificati sia nel settore pubblico che in quello privato in modalità differenti, anche se in accordo sia con il sistema di valutazione Sustainable Building Method (SB Method) sia con il Protocollo ITACA. Nel 2004, infatti, la conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province Autonome italiane, aveva approvato lo strumento di valutazione denominato “Protocollo ITACA” (già derivato dal sistema SB Method). Va ricordato che il Protocollo ITACA consente di effettuare la valutazione di sostenibilità degli edifici per destinazioni d’uso prevalentemente residenziali ed è caratterizzato da una serie di peculiarità
specifiche che possono essere riassunte in: • consentire di valutare le prestazioni globali dell’edificio, • rendere possibile la contestualizzane dello strumento di valutazione al territorio in cui viene applicato, • essere aggiornabile all’evoluzione del quadro di riferimento normativo e legislativo in essere, • essere conforme alla specifica tecnica internazionale ISO/TS 21931-1 Il Ministero dello Sviluppo Economico ha quindi identificato il Protocollo ITACA come un riferimento nell’ambito delle Linee Guida nazionali per la certificazione energetica. E il Protocollo Itaca viene già utilizzato, con diversi livelli di applicazione, da Piemonte (Programma casa, edilizia sociale, contratti di quartiere), Lombardia (sistema di riferimento per incentivi comunali), Toscana, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lazio, Basilicata, Calabria (linee guida e sistema di valutazione di riferimento), Marche (sistema di certificazione e programmi di edilizia sociale) e Puglia (norma per l‘edilizia sostenibile, sistema di certificazione). Ma poiché le linee guida nazionali si applicano alle regioni, e spetta a queste scegliere quale tipo di protocollo adottare, definire il proprio Sistema di Certificazione e di Accreditamento, monitorare e valutare il proprio sistema scelto, stabilire i ruoli e le responsabilità per poter emettere il certificato, è auspicabile che venga quanto prima attuato uno specifico tavolo di confronto e coordinamento tra Stato e Regioni, al fine di garantire l’attivazione di tutti i meccanismi di raccordo, concertazione e cooperazione tra i due livelli istituzionali.
Arch. Lorenzo Margiotta
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ARTICOLI
Il design del mobile per ufficio Gusto, funzione, ergonomia Il mercato degli arredi contract occupa una buona parte delle vendite totali di mobili in Italia e in Europa, d’altronde la forte espansione dell’ambiente ufficio rispetto all’ambiente fabbrica ha imposto quest’ultimo quale luogo simbolo del lavoro. Sull’onda delle nuove tecnologie che hanno invaso il nostro sistema di lavoro, l’evoluzione del design dei mobili per ufficio ha subito nell’ultimo decennio, una forte spinta propulsiva. Che si tratti di un ufficio operativo, di home office, di un ufficio direzionale, di reception o di una sala riunioni, l’ufficio in cui trascorriamo gran parte del nostro tempo deve essere un ambiente confortevole ed arredato con gusto, funzionale ed ergonomico, pensato e progettato per rendere il flusso di lavoro meno gravoso e più confortevole. Nuove forme, nuovi materiali e nuove funzioni sono entrate e stanno entrando nel lessico del design del mobile per ufficio. Se da un lato la progettazione si complica per la presenza di nuove tecnologie (schermi integrati, porta-computer, isole multimediali, cablaggi etc.), dall’altro si registra una sempre maggiore esigenza di personalizzazione nelle forme e nei colori a sottolineare e rafforzare l’identità aziendale. Il progetto del mobile per l’ufficio L’ufficio come già detto è un ambiente in cui si svolge una determinata e specifica attività lavora-
tiva, quindi un luogo in cui l’arredamento deve essere funzionale a tale attività. Occorre quindi nella progettazione coniugare il design, l’ergonomia, la funzionalità e la modularità. Nella progettazione di una serie di mobili direzionali denominata Giove, realizzata per l’azienda Arcadia Componibili, società del Gruppo Penta, impegnata nella produzione e commercializzazione di arredi e pareti divisorie per ufficio, è stato progettato un prodotto direzionale con una ampia gamma di finiture ed una grande flessibilità in grado di rafforzare l’identità del marchio. Nodo e fulcro della progettazione è rappresentata dalla scrivania, cuore dell’ufficio, luogo in cui si concentra l’attività della persona, destinata ad ospitare un certo numero di oggetti adatta a svolgere una serie diversificata di funzioni. In questo caso l’idea dominante é stata quella di coniugare eleganza con la funzionalità. Si è creato quindi un design elegante ed ergonomico, originale e funzionale al tempo stesso, che sia flessibile e modulare e che avvolga l’operatore mediante una serie di accessori, isole, cassettiere, tavoli di lavoro, librerie, tavoli riunioni che completano ed integrano l’intera serie di arredi. Il progetto si caratterizza e impreziosisce grazie agli sviluppi di raffinati dettagli quali capitelli, staffe, finiture, cornici, sagome e penisole. Partendo dai primi disegni concettuali, dopo una
Arch. Franco Di Francesco Progetto: INNOVAZIONE Strategic Design Engineering www.innovazioneonline.com Azienda: Arcadia Componibili Srl www.pentagruppo.it
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www.edilia2000.it
prima fase di affinamento, si è proceduto alla realizzazione di una serie di studi per valutare e risolvere tutte quelle problematiche tecnologiche necessarie per rendere fattibili ed economicamente realizzabili tutti i principali componenti. L’elemento che più di ogni altro caratterizza l’intera serie è rappresentato dal capitello, elemento di congiunzione tra gamba e tavolo che svolge un ruolo di coronamento quasi come fosse un ordine architettonico, che stacca e rende aerea la scrivania. Sin dai primi disegni concettuali si è evidenziata la necessità di realizzare un elemento in pressofusione di alluminio dal design caratteristico, ma ottimizzato nel peso e nella resistenza. Sono stati effettuati una serie di studi tridimensionali anche facendo ricorso alle moderne tecniche di calcolo ed ottimizzazione strutturale basate sugli elementi finiti, al fine di ottimizzare la forma per contenere il peso e quindi i costi. Sono stati eseguiti inoltre studi dimensionali, modelli 3d, disegni esecutivi, studi di dettaglio, scelta dei materiali e loro abbinamenti, estesi a tutti i tavoli da lavoro, tavoli riunione e librerie che completano la gamma. Le scrivanie, le appendici, le cassettiere, i tavoli, e le librerie Le scrivanie con il capitello, come già detto, sono il leitmotiv e rappresentano il cuore della serie caratterizzata da linee moderne. Per poter ospitare computer, notebook, e accessori, sono state ideate delle penisole modulari dalle forme e materiali diversi in modo da creare preziosi incastri con cambi di materiale, originali e moderni, che, evidenziando con il vetro le zone tecniche, lasciano proficuamente libero lo spazio della scrivania destinabile così a funzioni direzionali. Inoltre un sistema di staffe a snodo permette l’adattabilità delle appendici ai diversi spazi Un altro importante complemento della serie è rappresentato dalla cassettiera. Progettata in 2 versioni, quella classica e quella legata alla scrivania come appendice che grazie all’impiego del capitello e/o di staffe snodabili è in grado di creare forme e configurazioni variabili. Molto utili negli uffici direzionali, sono i tavoli di lavoro destinati agli incontri direttivi di piccoli team da 2 fino a 6 persone, sono stati quindi disegnati tavoli di forme e materiali diversi: quadrati, circolari ed ellittici. Completano la serie le librerie modulari, con contenitori, cassetti e classificatori, componibili a giorno o chiuse, con ante in legno e vetro con struttura in alluminio.
maniglie, piedini e ruote. Una intera gamma, caratterizzata dalla notevole personalità in grado di risolvere qualsiasi esigenza di arredo di un ufficio direzionale la cui progettazione é stata realizzata nell’arco di pochi mesi. Arch. Franco Di Francesco
Colori Materiali ed accessori La serie Giove si caratterizza per l’estrema modularità e varietà di accessori, in grado cioè di arredare ed ottimizzare gli spazi. Lo studio dei materiali prevede l’utilizzo di 2 essenze, la modernità e la luminosità di un legno giallo chiaro con sfumature tendenti al bruno del rovere, con tessitura grossolana e fibre diritte, e l’eleganza ed il richiamo alla tradizione di un legno bruno scuro con variazioni fino al nerastro e tessitura fine pressoché dritta data dal wengé. Su entrambi i materiali contrastano inserti in vetro, particolari in alluminio pressofuso lucidato o spazzolato e piani in vetro satinato acidato, fino ad arrivare nelle versioni top con piani in legno massello preziosamente bordati con rivestimenti in cuoio. Si é cercato infine una ulteriore personalizzazione della gamba rivestita in tinta colore legno, nelle due essenze o in alluminio spazzolato nella versione più moderna abbinabili ai piani in vetro. Infine sono stati scelti gli accessori di complemento quali
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articoli RECENSIONE Michele Pascali:
Acustica ambiente esterno
Una novità editoriale L’inquinamento derivante dal rumore immesso nell’ambiente urbano dalle attività antropiche (sistemi di trasporto, industrie, attività ricreative ecc..) costituisce uno dei principali problemi ambientali. L’Ing. Michele Pascali, con questo suo lavoro editoriale, ci pone di fronte alle varie problematiche acustiche esterne (Propagazione e valutazione del rumore, clima e impatto acustico, tecniche di disinquinamento) con una visione pratica ed asaustiva, idonea alla risoluzione delle stesse. E’ una pubblicazione realizzata per tutti coloro che si trovano ad affrontare i vari temi dell’acustica nel rispetto della legge 26 ottobre 1995, n. 447 “Legge quadro sull’inquinamento acustico”, successivamente disciplinata dal D.P.C.M. 31 marzo 1998 (recante i criteri generali per l’esercizio dell’attività di Tecnico competente in acustica) pubblicato in Gazzetta Ufficiale -Serie generale n. 120- del 26 maggio 1998. Il tecnico competente rappresenta, infatti, la figura professionale idonea ad effettuare le misurazioni, verificare l’ottemperanza ai valori definiti dalle vigenti norme, redigere i piani di risanamento acustico, svolgere le relative attività di controllo a fini amministrativi.
tali per operare con successo nelle diverse aree di intervento. L’autore, infatti, esamina anche il contenimento delle emissioni sonore, il risanamento acustico, la disamina del clima acustico e delle relative valutazioni, le metodologie di previsione e stima degli impatti acustici, tutto supportato da idonei esempi di rapportistica tecnica. Il testo, nella “Collana Manuali” della Grafill s.r.l. di Palermo, si completa con un capitolo dedicato ai criteri di attenuazione del rumore prodotto dalle sorgenti fisse e mobili, con un’importante appendice composta di “procedure” e “modulistica”, nonchè una guida di acquisizione e consolidamento di abilità nell’uso di software applicativo in ambiente Microsoft Windows e Macintosh per raccogliere, elaborare, rappresentare e pubblicare dati e relazioni progettuali. Arch. Lorenzo Margiotta
E l’introduzione della figura del tecnico competente in acustica nella legislazione italiana aveva proprio lo scopo di ridurre la presenza di operatori improvvisati, per far fronte all’esigenza di ottenere servizi qualificati. Il testo “Acustica ambiente esterno” è quindi indirizzato proprio a quei professionisti che desiderino ampliare la propria attività lavorativa diventando “esperti” e “Tecnici competenti”. Nell’arco di 5 capitoli, l’obiettivo del testo è quello di tracciare un quadro di base delle tematiche relative all’acustica edilizia in ambiente esterno, partendo dagli elementi teorici sulle sorgenti del rumore e della loro propagazione in campo aperto per poi affrontare gli aspetti applicativi, con vari esempi pratici e di consulenza tecnica relativa. L’esame poi degli aspetti specifici del tema, così come sviluppati dall’autore, consente all’esperto di poter affrontare serenamente l’approfondimento di ciascuna problematica, con l’ausilio di una guida pratica ed aggiornata. Ecco perchè il volume risulta idoneo a liberi professionisti, dipendenti di uffici tecnici, studi di progettazione, studi di consulenza aziendale, pubbliche amministrazioni e tutti coloro che sono orientati alle problematiche di tutela ambientale e progettazione di interventi di risanamento ambientale. E in materia di inquinamento acustico ambientale il testo offre una esplicazione aggiornata, con un percorso intuitivo in grado di trasferire gli strumenti tecnici e le competenze specialistiche fondamen-
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SCHEDA PRODOTTO
MXE EXCELIA
ALTA EFFICIENZA 365 GIORNI/ANNO
AZIENDA
Galletti S.p.A.
Via L. Romagnoli 12/A 40010 Bentivoglio (BO) tel: 0518908111 fax: 0518908122/3 Sito web: www.galletti.it
Galletti ha una lunga storia da raccontare. Radici che vanno ricercate nel lontano 1906, una lunga tradizione che la rende esperta, affidabile, ma anche capace di innovare, di trovare strade, che rappresentino svolte sostanziali nel presente e futuro del settore. Galletti si è sempre contraddistinta per l’attenzione all’innovazione, il miglioramento tecnologico e le nuove esigenze degli utilizzatori. Con la visione quindi di un gruppo che guarda al mercato della climatizzazione, con una visione globale, che va dalla produzione di scambiatori
di calore a pacco alettato al presidio nel settore del condizionamento di precisione e refrigerazione di processi industriali, avvalendosi di competenze selezionate e specialistiche in tre stabilimenti produttivi per un’area complessiva di oltre 48.000 mq, che ospitano linee di produzione, laboratori, uffici e depositi, Galletti ha accolto e condiviso appieno, gli intenti degli associati Co-Aer, nel promuovere specifiche commissioni di lavoro sulle pompe di calore, lavorando alacremente per promuovere la conoscenza delle nuove frontiere applicative delle pompe di calore stesse, volte al comune obiettivo di una climatizzazione più efficiente e sostenibile.
PRODOTTO Pompa di calore aria/acqua ad alta efficienza ottimizzata per il funzionamento di riscaldamento
CARATTERISTICHE PRINCIPALI • • • • • • • • Elevata efficienza che permette di accedere alle detrazioni fiscali del 55% in caso di riqualificazione energetica del patrimonio edilizio esistente: MXE 009 MXE 011 MXE 014 MXE 016 MXE 019 MXE 021
EER = 3.4 COP = 4 EER = 3.4 COP = 4.3 EER = 3.5 COP = 4.3 EER = 3.4 COP = 4.2 EER = 3.7 COP = 4.5 EER = 3.8 COP = 4.7
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R410A Funzionamento in pompa di calore fino a -15°C Silenziosità Compressore Valvola elettronica di serie Controllo di condensazione di serie Setpoint dinamico Funzionamento ai carichi parziali senza necessità di accumulo Plug&play idronico (pompa e vaso di integrati) Kit antigelo
Galletti ha sviluppato questo prodotto per la produzione di acqua calda per impianti di riscaldamento particolarmente richiesti in abitazioni indipendenti con lo scopo di ridurre i consumi di energia primaria ed i costi di gestione rispetto a convenzionali sistemi a gas o elettrici, grazie all’elevata efficienza. OTTIMIZZATO PER IL FUNZIONAMENTO DI RISCALDAMENTO • Scambiatore a piastre con funzionamento in controcorrente nella fase di riscaldamento (+7% aumento di efficienza). • Batteria alettata con passo ampio alette. • Desurriscaldatore nei tubi alla base dello scambiatore a pacco alettato. • Cavo scaldante sul basamento nella parte interna della batteria alettata. • Scarico condensa facilitato FUNZIONAMENTO 365 GIORNI/ANNO Le pompe di calore MXE sono state progettate per funzionare, in modalità di riscaldamento, con temperatura aria esterna
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da -15°C a + 30°C, producendo acqua calda fino a 55°C ed in in modalità raffreddamento con temperature dell’aria da -10 a +45°C. La valvola di espansione elettronica ed il controllo di condensazione (in pressione) contribuiscono ad allargare il campo di lavoro. SMART DEFROST SYSTEM L’esclusivo sistema di sbrinamento (opzionale con controllore avanzato) è in grado di individuare correttamente il decadimento delle prestazioni dello scambiatore esterno a causa della formazione di ghiaccio e consente di minimizzare il tempo del processo rispetto al funzionamento regolare dell’unità. AUTOADATTIVO Il controllo elettronico permette di regolare automaticamente il setpoint in funzione della temperatura esterna per ridurre i consumi ed allargare il campo di lavoro. Il funzionamento in impianti con basso contenuto d’acqua è possibile anche senza l’utilizzo di un accumulo grazie alla regolazione automatica che limita il numero di avviamenti del compressore aumentandone così la durata nel tempo.
INTEGRAZIONE ELETTRICA
La serie MXE può essere realizzata con serbatoio inerziale incorporato corredato di resistenze elettriche ad integrazione del funzionamento in pompa di calore. All’interno del serbatoio di accumulo sono presenti 2 resistenze elettriche, gestite dalla centralina di controllo dell’unità, su due distinti gradini. Tali resistenze sono attivate nel funzionamento in pompa di calore, quando la temperatura dell’acqua prodotta è inferiore alla soglia impostata e contemporaneamente la temperatura dell’aria esterna è al di sotto dei valori di soglia dei due termostati presenti nel quadro elettrico. Le resistenze integrative svolgono anche la funzione antigelo e di appoggio in sbrinamento.
www.edilia2000.it