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Speciale
Verde e arredo urbano
Il sistema del verde urbano
Gli elementi naturali all’interno del tessuto cittadino
Arredo Urbano
Componenti e spazi di relazione
De Grecis Grandi Vivai
La cultura del verde urbano
sommario Editoriale
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Arch. Lorenzo Margiotta
Una nuova urbanità
Qualità della vita nella città del futuro
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EDILIA2000.it Direttore responsabile Arch. Alessandro Robles Direttore editoriale Arch. Lorenzo Margiotta Redazione Hanno collaborato a questo numero: - Arch. Annamaria Lucarelli - Arch. Vito Signorile - Arch. Valentina Caprioli - Maurizio Margiotta - Dominika Sochan Segreteria di Redazione Simona Serpino Editore Evolution City Group S.a.S. di Maurizio Margiotta & C. Registrazione Testata giornalistica registrata Registrazione del Tribunale di Bari n. 33/07 del 4 Ottobre 2007 Iscrizione al ROC n. 16655 Pubblicità Camilla Maiorano tel. 080-2146234 c.maiorano@edilia2000.it Contatti tel. 080-2146234 fax 080-4552441 email: info@edilia2000.it web: www.edilia2000.it Speciale “Verde e arredo urbano” Anno 2009 - Numero 6 Tipografia Pubblicità e stampa S.n.c. - Bari © Diritti di riproduzione riservati
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EVENTI
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Arch. Annamaria Lucarelli
Il Verde Pensile
Strategie progettuali per la sostenibilità degli edifici
ARTICOLI
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Arch. Vito Signorile
Arredo Urbano
Componenti e spazi di relazione
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Arch. Lorenzo Margiotta
Il sistema del verde urbano
Gli elementi naturali all’interno del tessuto cittadino
Park Güell a Barcellona
Il parco di Antonio Gaudì
INTERVISTA 12
Arch. Alessandro Robles
De Grecis Grandi Vivai
La cultura del verde urbano
SCHEDE PRODOTTO 16
Gruppo Sogimi
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Sorem Broker
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M&D Vista System
Tecnodeck®
Arts Inox
Totem bifacciale con piedistallo
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EDITORIALE
Speciale “Verde e arredo urbano”
Una nuova urbanità Qualità della vita nella città del futuro È ormai evidente che ci troviamo di fronte ad una mutazione profonda dell’habitat dell’uomo. A partire dalla concezione sociale di fondazione delle polis greche e delle civitas romane, c’è sempre stata l’idea di fondo che poneva la struttura e l’organizzazione degli aggregati urbani in funzione delle esigenze comuni della cittadinanza. Erano città pensate con l’ottica di un ruolo prettamente sociale, basti pensare alle varie funzioni dell’Agorà e della biblioteca romana, che doveva garantire un equilibrato governo ed un uso razionale del territorio. Oggi siamo di fronte a situazioni urbane molto più complesse che hanno determinato negli ultimi decenni non più il semplice sviluppo della città tradizionale bensì l’organizzazione di una maglia eterogenea di sistemi urbani interconnessi che hanno determinato profondi cambiamenti delle nostre società, delle nostre economie e delle nostre culture. E’ quasi ovvio comprendere come l’originario insegnamento dell’antica polis o della mitica città del buongoverno medioevale abbia perso di significato in epoca moderna. Abbiamo assistito a grandi trasformazioni sociali ed economiche: progressiva diminuzione della classe operaia e deindustrializzazione dei territori, aggravamento delle disparità sociali e crisi dei quartieri popolari, crescente immigrazione e invecchiamento della popolazione, persistente espansione urbana e uso generalizzato dell’automobile. Siamo giunti inevitabilmente alla trasformazione autonoma della megalopoli in una “città infinita”, così come la descrive il Prof. Massimo Cacciari. Ma non possiamo restare passivi e totalmente assenti ad uno stravolgimento totale del messaggio di civiltà che l’habitat urbano deve continuare ad avere. Il rilancio della città deve partire dall’evoluzione di un concetto base di vita e socializzazione urbana. Poiché abitiamo e viviamo in contesti urbanizzati
Arch. Lorenzo Margiotta
abbiamo l’obbligo morale di migliorarne la qualità della vita, impegnandoci per una nuova urbanità che sappia coniugare principi di governo etico, di sviluppo sostenibile e di una maggiore solidarietà. Ecco come l’approccio professionale a questo tema si sviluppi in progettazioni ad ampio raggio che studiano una nuova politica della città con soluzioni alternative di arredo urbano, parchi naturali, verde territoriale, ecc. Allora il verde diffuso, un collegamento in serie di nuovi parchi urbani, i giardini pubblici e i viali alberati, un ambiente urbano decongestionato dal traffico, piazze sicure per una fruibilità serena ed idonea a passeggiate rilassanti, un centro città ricco di vecchi e nuovi monumenti, scenari di generosi orizzonti spaziali, indispensabili ma non ostative strutture per lo svago e il divertimento, fanno da cornice ad una diversa socializzazione cittadina che fa dell’arredo urbano il suo leitmotiv principale.
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EVENTI
Il Verde Pensile
Strategie progettuali per la sostenibilità degli edifici Si è svolto a Bitonto (BA), presso la De Grecis Grandi Vivai, il convegno sulle “Coperture a Verde” organizzato dall’Associazione Italiana Donne Ingegneri ed Architetti (sez. Bari). Di estremo interesse è risultato l’intervento del prof. Giovanni Sanesi -dell’Università di Bari- sulle esperienze nella progettazione di giardini pensili, tetti verdi ed urban green. Affascinante anche la sua breve introduzione che ha richiamato alla memoria l’antica tipologia del tetto di copertura realizzato con piote di erba e terra ancora oggi in uso nelle culture nord europee ed africane.
“In questi contesti la natura, attraverso le sue diverse espressioni, è sempre stata plasmata non solo per fini prevalentemente funzionali, ma anche estetici e per garantire agli utilizzatori degli edifici la percezione di uno stato di generale e completo benessere. Al tempo stesso l’utilizzazione di materie disponibili in loco e riciclabili ha sempre garantito il minimo impatto”.
Articolo di: Arch. Annamaria Lucarelli
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I giardini pensili, attraverso le diverse tecniche oggi disponibili, possono rappresentare una opportunità per migliorare la presenza di verde nelle nostre città. La realizzazione di un verde pensile non può essere indipendente dallo studio dell’ambiente nel quale il progetto deve essere inserito. La progettazione e realizzazione di un tetto verde deve avvenire nella perfetta conoscenza dei materiali e delle tecniche costruttive. La manutenzione di un giardino pensile è altrettanto importante e deve essere effettuata nella piena conoscenza del progetto e delle tecniche adottate. Successivamente il Prof. Sanesi ha brillantemente appassionato tutti i partecipanti al convegno con i suoi concetti basilari sul Verde Urbano. “Nel corso della seconda metà del XX secolo la dotazione, funzionalità ed accessibilità del verde urbano sono diventate oggetto di discussione, specie a seguito del veemente processo di urbanizzazione che si è manifestato a partire dagli anni cinquanta. In questo periodo storico anche in Italia si sono affermati standard minimi, anche per quanto riguarda il verde, nella progettazione e realizzazione degli spazi urbani. A livello nordamericano il ruolo principale del verde urbano si è orientato prevalentemente verso interessi e politiche di carattere ambientaleeconomico, in particolare, a livello di ricerca e tecnico-applicativo, sono stati messi in evidenza i benefici che le diverse tipologie di verde possono garantire alle cittadinanze nell’intercettare le componenti inquinanti dell’atmosfera, nel sequestrare il carbonio, nel migliorare il clima e la qualità ambientale degli insediamenti umani. Sono queste alcune delle funzioni che possono essere attribuite alle coperture verdi. A livello europeo nel corso degli ultimi decenni tutti gli aspetti collegati alla salute ed al benessere sono diventati prioritari anche se la questione ambientale rimane sempre al centro degli interessi delle politiche del territorio specie nel contesto
centro-nord europeo”. Tra le tematiche del Convegno, una vasta eco è stata anche determinata dall’argomento clou del momento: lo sviluppo sostenibile. Ed il Prof. Sanesi non si è sottratto sviluppando il vasto tema in forma olistica. “Secondo il rapporto Bruntland (1987) si definisce sviluppo sostenibile, lo sviluppo che garantisce le necessità della presente generazione senza compromettere la possibilità delle future generazioni di potere soddisfare le proprie. In particolare questo concetto può essere ricondotto a tre criteri fondamentali: 1) Utilizzo delle risorse rinnovabili nell’ambito del tasso di loro rigenerazione; 2) L’utilizzo delle risorse non rinnovabili deve essere assicurata nella quota di rigenerazione di eventuali risorse rinnovabili che possono essere considerate in sostituzione delle prime; 3) La quota delle emissioni inquinanti non deve superare la capacità di assimilazione da parte dell’ambiente. Grazie agli effetti sui microclimi e sul mesoclima, la vegetazione urbana può creare condizioni di maggior benessere per i cittadini che utilizzano gli spazi verdi e consentire un risparmio energetico per la climatizzazione dei fabbricati”. Come non condividere in pieno queste aspettative?
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articoli
Arredo Urbano Componenti e Spazi di relazione Il complesso degli interventi e delle problematiche che compongono il tema dell’arredo urbano, è costituito dalla esigenza espressa dall’utenza di avere un livello di qualità della vita sempre migliore, i cui beni qualificanti siano riferiti a beni d’uso collettivo e quindi interessanti l’intera città. Potremmo in via di massima dire che l’Arredo Urbano è quella disciplina che ha come oggetto di studio lo Spazio Urbano. Ma la sua accezione è alquanto vasta perché spazia dal design delle minute attrezzature d’uso pubblico degli spazi comuni della città fino alla progettazione dei fatti formali dell’intera struttura urbana (il cosiddetto town-design). E ciò è facilmente spiegabile perché un qualsiasi
Articolo di: Arch. Vito Signorile
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intervento nella città presuppone la consapevolezza che l’intervento stesso, pur modesto, comporta l’introduzione di nuovi elementi che modificano le condizioni di equilibrio in atto. L’arredo urbano è una tematica vasta e i limiti della proposta vanno ricercati nell’ambito delle attrezzature necessarie alla copertura della funzione d’uso degli spazi urbani. Design e arredo urbano sono, così, in sintonia per fornire una risposta univoca che vuol essere testimonianza delle possibilità di utilizzo dei prodotti industriali, ovvero di prodotti realizzati serialmente e con tecnologie industriali. Caratteristiche di tali produzioni sono affidabilità,
reperibilità continua, materiali idonei ad una economia di gestione e manutenzione. Ma gli elementi di arredo, intesi come attrezzature, servono a rendere generalmente più usufruibile la struttura urbana migliorandone la capacità comunicativa. Ecco come l’insieme di attrezzature ed elementi concorrono poi a qualificare lo spazio urbano inteso come spazio di relazione: in pratica l’inserimento di questi elementi di arredo risulta idoneo a garantire funzioni socialmente catalizzatrici e tali da elevare il grado di fruibilità e accettazione degli spazi collettivi. Infatti gli spazi collettivi si pongono quali insiemi di luoghi tipici e deputati ove avviene lo scambio sociale: sono i nodi nei quali o intorno ai quali si articola il sistema delle relazioni urbane. Ma le rapide trasformazioni edilizie e della motorizzazione, che hanno interessato le città dalla fine dell’800 in poi, hanno fatto perdere il controllo dell’ambiente urbano: la città non cresce più al passo con la vita dell’uomo, logica per la quale gli spazi esterni si modellavano anche in funzione dell’uso sociale. E’ pertanto necessario che l’architetto si riprenda la pratica della progettazione complessiva, estendendo la stessa attenzione che dà al costruito anche a tutti gli altri elementi che compongono l’ambiente urbano. L’arredo urbano non opera più, quindi, come “maquillage” da applicare su un tessuto dequalificato o già inficiato, piuttosto si pone come operazione di approfondimento dei modi di progettazione e gestione degli interventi. In altri termini è un ampliamento di visuale per superare la dicotomia tra costruito e non costruito: è un approfondimento interdisciplinare che consenta la progettazione di un sistema di arredo urbano integrato con la residenza e gli altri ambiti della città. Basti qui esaminare, come semplice esempio, la progettazione ed esecuzione degli interventi di pedonalizzazione degli spazi urbani. La costruzione delle cosiddette aree pedonali non può essere, infatti, un intervento improvvisato perché deve essere attentamente studiato, progettato e gestito attraverso l’individuazione dei principi e delle regole che devono essere alla base di tale processo. Gli spazi pedonali sono in realtà strumenti di coesione della città e, come tali, devono presupporre un’accurata fase preliminare di analisi da parte dei tecnici progettisti chiamati ad intervenire. I luoghi riservati al transito pedonale concorrono in modo efficace a costruire un ambiente urbano a misura d’uomo ed anche a misura degli interessi e delle attività produttive che complessivamente si hanno nella città. E non va qui dimenticato il tema determinante del rapporto intrinseco tra aree pedonali ed insediamenti commerciali, intesi nel ruolo di principali elementi di animazione degli spazi urbani collettivi. Numerosi interventi (anche stranieri) hanno dimostrato che una ripedonalizzazione di luoghi isolati, avulsi dalla vita attiva della città rischia sempre di creare luoghi malinconici e terribilmente tristi, mentre importanti esperienze positive hanno confermato l’assoluta necessità degli spazi pedonali come momento vitale funzionale, produttivo e ricreativo della città moderna. Se quindi “arredo urbano” significa incidere sullo spazio fisico della città, esso è anche progettazione e costruzione urbana alla scala minuta dello spazio che l’uomo vive quotidianamente, con tutti i connessi che costituiscono le definizione funzionale e formale del connettivo urbano.
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Speciale “Verde e arredo urbano”
Il sistema DEL verde
urbano Gli elementi naturali all’interno del tessuto cittadino
Il verde all’interno delle città costituisce un fondamentale elemento di presenza ambientale che contribuisce in modo sostanziale a mitigare gli effetti di degrado e gli impatti negativi prodotti dalla presenza di un edificato scadente, specialmente nelle arre urbane periferiche. La presenza di parchi, giardini, viali e piazze alberate o comunque dotate di arredo verde consente di soddisfare un’importante esigenza ricreativa e sociale e di fornire un fondamentale servizio alla collettività, rendendo una città più vivibile e a dimensione umana. Ma perché la struttura vegetale possa realmente avere la capacità di incidere sul comfort urbano bisogna puntare su una vera e propria organizzazione degli elementi di “verde urbano” all’interno della città stessa. Nel recente passato, nella pianificazione urbanistica, il rapporto tra edificazione ed aree verdi è stato quasi sempre limitato alle previsioni degli standard urbanistici, senza dare la benché minima importanza alla forma e alla dimensione del verde. La aree verdi delle periferie di recente espansione sono spesso spazi abbandonati, campi incolti se non addirittura discariche abusive, e come tali non sottoposte a controlli, manutenzione, bonifiche igieniche e quindi non fruibili, mentre il verde presente nelle aree centrali risulta sempre di modeste dimensioni o comunque non sufficiente a garantire una equa fruibilità per tutti i cittadini. Risultano evidenti, quindi, le enormi difficoltà, per implicazioni culturali e problemi specificatamente tecnici, cui si va incontro qualora si voglia realizzare un vero “sistema integrato del verde” che inglobi al suo interno zone pedonali, piazze e corti pubbliche, viali alberati, piste ciclabili, giardini e parchi pubblici. Fortunatamente le attuali pianificazioni e programmazioni del territorio prevedono la presenza di spazi verdi progettati per contribuire a migliorare la qualità della vita in modo significativo. La presenza del verde nel tessuto urbano, infatti, è fondamentale non solo per il miglioramento della qualità ambientale, ma anche per gli effetti positivi che determina sul benessere psico-fisico della popolazione. Oggi si può anche parlare di “verde di arredo”, un termine che indicherebbe in genere la parte di verde urbano che deve assolvere ad una funzione igienico-sanitaria ed estetico-architettonica, allo scopo di migliorare le condizioni insediative e residenziali delle popolazioni e rendere più gradevole la permanenza in città, e quindi favorire un’integrazione fra elementi architettonici e verde nell’ambito della progettazione dell’arredo urbano. Vari e differenti possono essere le occasioni di intervento per un inserimento coordinato del verde disseminato in diversi punti del tessuto urbano: spazi verdi di quartiere, verde stradale e viali alberati, piccoli spazi di verde pubblico realizzato in funzione di spartitraffico, verde scolastico, cannocchiali verdi, verde attrezzato per lo sport di base, verde residenziale e privato. Ma se vogliamo quartieri d’abitazione ricchi di atmosfera e occasioni di socializzazione, dobbiamo prendere spunto anche dai luoghi in cui questa atmosfera è già presente, là dove strade e piazze hanno dimensione appropriata e in giusta scala, arricchite sì di verde ma con aree pedonali dalle dimensioni generose. Per soddisfare i propri bisogni l’uomo modifica l’ambiente e induce alterazioni, talvolta irreversibili.
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articoli Pertanto risulta necessario assicurarsi un comfort abitativo bivalente: - un comfort interno alle abitazioni, che sia salubre e privo di esalazioni dannose; - un comfort ambientale che si accompagni ad una richiesta di temperature stabili e bilanciate. E a ciò può aiutare l’utilizzo architettonico del verde perché garantisce un paesaggio cromatico sempre diverso, con inserimento di segnali naturali che indirizzano e delimitano aree funzionali urbane differenti, le quali -tra l’altro- usufruiscono della vegetazione come elemento di controllo del microclima e del comfort termico. Infatti il diffondersi dell’attività edilizia fa indubbiamente sorgere una serie di problemi legati alle nuove urbanizzazioni. Ma in tali aree il verde deve trovare il suo posto dignitoso, e soprattutto nei nuovi interventi residenziali deve essere prevista la realizzazione di un adeguato arredo. Va detto però che risulta di notevole importanza che le
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Amministrazioni esigano che il verde venga realizzato sulla base di un progetto approvato da un Ufficio comunale dedicato esclusivamente alla problematica del verde, senza stravolgimenti in fase di esecuzione delle opere. Nel nostro Paese, sulla scorta di ciò che da tempo si verifica all’estero, sta prendendo piede presso numerosi Comuni la previsione di un regolamento del verde, che suggerisca al privato cittadino i criteri per la realizzazione del verde ornamentale. Certamente gli indirizzi del verde pubblico spesso vengono, di riflesso, seguiti anche dal privato, per cui un miglioramento d’immagine del verde urbano trova indubbiamente un riscontro graduale a livello di verde privato. E’ auspicabile quindi che vi sia ormai la possibilità di migliorare la qualità della vita urbana attraverso spazi aperti coerentemente progettati. Arch. Lorenzo Margiotta
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Speciale “Verde e arredo urbano”
Park Güell a Barcellona Il parco di Antonio Gaudì Il celebre Park Güell è il capolavoro più esteso tra le creazioni della mente geniale dell’architetto catalano Antonio Gaudi. Il parco nasce dall’idea del committente, Eusebi Guell Bacigalupi, di realizzare (nel 1903) una città-giardino sull’esempio di quelle inglesi, cioè centri abitati dove fosse possibile unire le costruzioni agli elementi naturali del luogo, nel quartiere nord-orientale di Barcellona alle pendici del monte Tibidabo. Più di 60 lotti edificabili erano stati assegnati, ma soltanto due case furono costruite. Il progetto era radicale per la sua epoca, ma fu un fallimento e venne abbandonato nel 1914. Antonio Gaudì aveva già pensato di realizzare una lottizzazione edilizia in mezzo al verde, rispettando le forme della natura. Successivamente il Consiglio della Città di Barcellona comprò tutta la proprietà nel 1922 decidendo di cambiarne il progetto, e di affidarne a Gaudì stesso la trasformazione della città-giardino in parco pubblico. Antoni Gaudí (1852-1926) era la più grande figura del movimento di Art Nouveau in Catalogna conosciuta come “Modernisme” ed uno degli architetti di stile modernisti più importanti universalmente, amato o deriso dalla maggior parte della gente. E in quest’avventura Gaudì vi applica, quindi, tutta la sua esperienza e fantasia con creazioni artistiche mai provate pri-
ma. Il progetto nasce da un’idea di curve dove tutto è ondeggiante e contorto fino a creare un’atmosfera fantastica. Il bello del suo operare è che risulta di una semplicità esemplare, che si traduce in essenzialità. Amore, semplicità e umiltà, erano le regole del suo fare. L’architetto è l’uomo della sintesi. Ed Antonio Gaudì è capace di vedere le cose nel loro insieme prima ancora di realizzarle, egli situa e armonizza gli elementi nel loro rapporto plastico reciproco.
Gaudì realizza quest’opera ricalcando la struttura di un paesaggio naturale: si possono trovare, infatti, fontane, grotte, colonne-albero e arcate artificiali di roccia. La stessa recinzione del Parco è costituita da mura di cinta -ricoperte con frammenti di ceramica rossa e bianca- che seguono il profilo sinuoso della montagna su cui è costruito tutto il parco urbano, creando così un profilo ondulato della struttura. Entrare nel Parco Güell è come entrare in un mondo di fantasia. Gaudì infatti ha decorato il Parco con sculture e mosaici colorati ricorrenti in tutto il percorso, realizzati con pezzi di vetro o frammenti di ceramiche. Numerose le riproduzioni degli animali fantastici, compresa la famosa salamandra che, sita dinanzi all’ingresso principale, accoglie in un’esplosione cromatica i visitatori.
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INTERVISTA
De Grecis
grandi vivai
La cultura del verde urbano Per conoscere il punto di vista di una grande azienda, operante sul territorio sia in ambito pubblico che privato, abbiamo ascoltato Giuseppe De Grecis, dell’omonimo gruppo industriale che, attraverso due società, una che si occupa della produzione di essenze di diversa specie e dimensione e l’altra che eroga servizi di progettazione e manutenzione, offre tutti i servizi legati alla gestione del verde. La sua azienda, si è interessata di Verde Urbano? E come?
Giuseppe De Grecis Legale rappresentante Direzione tecnica
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Ci siamo interessati da sempre di verde urbano maturando una certa esperienza e ponendoci come priorità la qualità dell’ambiente in città. Purtroppo il verde urbano fa parte di tutti i programmi elettorali ma le proposte non trovano mai applicazione concreta. Perseguire una vera politica di verde urbano invece significa predisporre un programma, attuarlo ed innescare un meccanismo veramente operativo, così come avviene in qualsiasi altro settore. Per far ciò è necessario creare gli strumenti giusti affinché le Amministrazioni possano concretamente inserire la problematica del verde nella loro programmazione in modo da diffondere la cultura del verde nelle città. Da noi questa cultura manca quasi completamente, eccezion fatta per alcune realtà. Se esistono delle chiare leggi che regolamentano le costruzioni non si può dire che esista lo stesso grado di attenzione per gli spazi verdi dei centri abitati. Lo sviluppo edilizio ha cambiato il volto delle città e portato alla riduzione degli spazi liberi, ma nelle zone di espansione è possibile compensare la carenza di verde attraverso piccole e grandi opere che possano restituire il giusto equilibrio tra costruito e vegetazione. Un esempio italiano è Torino che, nonostante sia una grande area urbana piena di problematiche, ha maturato la giusta sensibilità ed oggi è la città con il miglior rapporto di spazio verde per abitante grazie ad opere mirate come i grandi parchi urbani periferici e gli interventi di compensazione che consistono nel ritipizzare aree destinate a costruzione, restituendo il valore economico ai proprietari attraverso la cessione di altri spazi.
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Speciale “Verde e arredo urbano”
Come ritiene attuabile e prioritario l’inserimento del Verde nella progettazione di Arredo Urbano? A causa del momento di grande contrazione economica che stiamo vivendo, ma anche di condizioni molto diverse, in Italia tali progetti sono difficilmente attuabili, però può essere utile conoscere quali scelte siano state adottate nel mondo per rendere più vivibili le città. Ad esempio si è modificata l’entità della cubatura realizzabile, dando anche la possibilità di svilupparlo in altezza, e si sono effettuate grandi demolizioni per realizzare aree di verde urbano e spazi pubblici in generale. Questo tipo di situazioni sono già presenti in città come Parigi e Londra. In Italia non è ancora stato fatto nessun intervento di questo tipo anche se si tratta di progetti sostenibili dal punto di vista macroeconomico e favorevoli a chi costruisce. Ma in assenza di presupposti economici per chi opera e di strumenti che non penalizzino chi investe simili progetti sono irrealizzabili. Del resto le realizzazioni non devono passare necessariamente solo attraverso l’intervento pubblico. Attuare restrizioni nei confronti di lottizzazioni e nuove aree commerciali in favore del verde diventa inutile se alla stessa attenzione non segue una verifica a posteriori. Per esempio, se per la costruzione di un ipermercato si impone di creare un’area a verde ma poi non segue un’adeguata vigilanza, è chiaro che le aree restano incolte e abbandonate, il più delle volte adattate a parcheggio e quindi la realizzazione dell’’ipermercato resta un elemento dominante e invasivo nell’ambiente. Le amministrazioni pubbliche hanno bisogno di esperti e collaborazioni qualificate per poter attuare una buona manutenzione del verde cittadino. Cosa consigliate? È necessario che il verde venga realizzato con le migliori tecniche da professionisti, non da persone che lo fanno come attività occasionale, e che inoltre si effettui nel tempo una corretta manutenzione (con eventuale integrazione delle essenze) per recuperare quanto perso nel tempo. Prima ancora di pensare alla fase di nuove progettazioni è necessario pensare a custodire quello che possediamo, fissando delle regole che consentano di conservare il verde pubblico e privato. Un classico esempio di distruzione si è consumato qui in Puglia con la pratica di potare le conifere. In questo modo si è danneggiato un patrimonio degli ultimi trent’anni, perché le conifere non vanno mai potate se non per bilanciare l’albero o in presenza di rami secchi che vanno eliminati per alleggerire la pianta. Se è vero che in spazi privati c’è libertà decisionale è anche vero che la continuità di verde e costruito, che si tratti di pubblico o di privato, rappresenta anche il nostro ambiente urbano. E l’altro punto importante è proprio quello del rispetto delle specie autoctone e compatibili. Negli ultimi decenni, infatti, una politica commerciale ha invaso il territorio pugliese di essenze varie, come
Vincenza De Grecis Ufficio marketing
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Speciale “Verde e arredo urbano”
ad esempio i palmizi, ed ora problemi di vario tipo, con in testa il Rhynchophorus ferrugineus, stanno causando la distruzione di queste specie. Nelle grandi città estere si ha molta attenzione per i Parchi urbani che si insinuano tra i quartieri. Cosa proporre ai Comuni del nostro Paese? Occorrerebbe creare una vera e propria cultura dell’inserimento del verde in un contesto urbano. Questo significa far maturare un gruppo di professionisti che si occupi specificatamente di questo, ma per far sì che ciò avvenga è necessario che ci sia anche un mercato determinato da precise regole. Il nostro verde urbano dovrebbe vivere attraverso aree di interesse e la gente dovrebbe pensare al verde come a un investimento, un’opportunità economica oltre che al presupposto per una migliore qualità della vita. I nostri imprenditori italiani se hanno degli incentivi in termini di cubatura sono più portati a realizzare opere in linea coi principi di sostenibilità. Le vostre realizzazioni sono sempre state attente ad una integrazione tra Verde e Costruito. Quali sono le Vostre proposte perché l’architettura si armonizzi sempre con la natura? Tutte le maggiori riqualificazioni sono passate dall’utilizzo del verde come elemento che riesce a coniugare gli spazi urbani. Ci sono opere nel mondo che in Italia non sono state mai attuate. Interi quartieri ricostituiti con degli spazi destinati a piazza collegati al verde che si insinua nell’abitato attraverso arterie alberate. Perché non pensare al verde urbano come a qualcosa di più unitario dove ogni spazio viene sì trattato in modo specifico ma all’interno di un quadro fatto di percorsi che permettono alla gente di imparare a vivere la città? Si potrebbe creare più ciclabilità, tematizzare le aree e dividerle per interesse o categoria sociale in modo da fornire attenzioni particolari all’utente. La gente dovrebbe capire che la progettazione non è solo frutto di episodi casuali. Realizzare un parco non è facile ma spesso accade che le amministrazioni, non investendo in preliminari indagini di mercato, favoriscono il degrado dell’opera che finisce per diventare oggetto di devastazione da parte dei vandali e vittima di meccanismi sociali imprevedibili. Intervista di Arch. Alessandro Robles Foto di Luca Grandi
Luigi De Grecis
Responsabile produzione
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SCHEDE PRODOTTO
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Sogimi Spa
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• non contiene elementi che danneggiano l’ambiente
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Speciale “Verde e arredo urbano”
Arts Inox
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Sorem Broker S.r.l.
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Sorem Broker è la naturale evoluzione ed estensione delle forniture in senso tradizionale; rappresenta, infatti, l’evoluzione di un percorso imprenditoriale basato sulla conoscenza degli enti pubblici e delle loro esigenze in materia di qualità e affidabilità dei prodotti. Da una esperienza quindicennale nel settore delle forniture generali per enti pubblici e aziende la Sorem Broker s.r.l. propone il proprio modello di servizi: una rete commerciale operante su un’ampia gamma di prodotti provenienti dai più noti produttori italiani, e il tutto con un valore aggiunto di servizi e supporto che ne aumentano l’efficacia e la qualità.
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Progetto di sistemazione superficiale Piazza XXIV Maggio Comune di Salerno
La struttura della pensilina ARTS INOX è costituita da colonne portanti in tubo d’acciaio inox AISI 304L ø129x3 mm con base in acciaio zincato e verniciato a polevri P.P. sp. 15/10 mm, collegate superiormente da un profilo in estruso di alluminio con funzione di pluviale, rivestito in lamiera d’acciaio inox. La copertura a sbalzo è in lastre di metacrilato trasparente o fumé (sp. 4 mm) sostenute
da una struttura composta da centine e controcentine in estruso di alluminio verniciato con supporto a vista e tiranti ø 17,2x2 mm in acciaio inox, ancorati agli innesti superiori delle colonne, in tubo d’acciaio inox. Le pareti sono in vetro accoppiato sp. 4+4 mm a filo lucido oppure in lamiera forata spessore 2 mm con fori quadri 8x8 mm. La pensilina può essere fornita completa di parete laterale in vetro o in lamiera forata, maniglione in tubo d’acciaio inox, panca in inox, bacheca informativa di fondo, parete pubblicitaria laterale, targa porta insegne frontale in estruso di alluminio, sistema di illuminazione. Tutta la viteria è in acciaio inox. Dimensioni 1600x3381 mm (3 moduli), altezza 3144 mm.
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SCHEDE PRODOTTO Totem
bifacciale con piedistallo
M&D Srl è distributrice in Italia, da ormai 4 anni, del brand Vista System, sistema di segnaletica direzionale. Vanta un’esperienza ormai quindicinale nel settore specifico della segnaletica per interni ed esterni in profili modulari. L’introduzione del nuovo sistema MCFT (Modular Curved Frame Technology - Sistema di Profili Modulari Curvi) rappresenta un concetto nuovo nel settore della segnaletica,
è stato infatti creato per colmare la lacuna esistente tra i sistemi realizzati su misura e i sistemi modulari. Il sistema MCFT incoraggia il progettista o il designer a partecipare al design e allo sviluppo di nuove idee per la realizzazione di prodotti nuovi, a diventare parte integrante del processo di sviluppo, fornendo nuove idee che rispecchiano le reali esigenze del mercato.
Vista System è l’unico sistema che presenta oltre 50 estrusioni diverse con larghezze e forme illimitate: più di quattro volte il numero di larghezze offerto da qualsiasi altro sistema curvo attualmente disponibile. La vasta gamma di misure e forme consente al cliente di attenersi ad un solo sistema per tutto il progetto e di trovare delle soluzioni per qualsiasi tipo di segnaletica richiesta. L’estrema flessibilità e versatilità del sistema permettono l’applicazione dello stesso nei più svariati settori: stampa digitale, incisoria, prevenzione e sicurezza, arredo, insegnistica, serigrafia, ecc.
to da aggiungere alla sua già vasta gamma di prodotti di segnaletica: un totem bifacciale con piedistallo per una migliore visibilità e maggiori possibilità di design.
A Z I E NDA M&D Srl
Via T. Nuvolari, 5 42017 Novellara (RE) Telefono: 0522 652161 Fax: 0522 652162 Sito web: www.vistasystem.it E-mail: info@medcom.it
PRODOTTO
Vista System International, azienda in rapida crescita e leader mondiale nell’ambito del Sistema di Profili Modulari Curvi (MCFT) con centro di distribuzione esclusiva per l’Italia a Novellara (RE), ha lanciato un nuovo prodot-
Il piedistallo è un mini totem bifacciale posizionato nella parte inferiore e ha dimensioni proporzionalmente più piccole per creare un look prestigioso accattivante. La grafica può essere inserita separatamente in entrambi i lati del piedistallo e la stessa segnaletica può creare un unico effetto di design. La nuova segnaletica è ideale per show rooms, ingressi, display e aggiornamenti di grafica su totem già esistenti. Il totem bifacciale con piedistallo può essere ordinato sia come un totem autoportante che come un totem da fissare a pavimento, a seconda delle esigenze.
Totem con la riproduzione di una piantina su una struttura V1000 x 1800 mm, montata su un piedistallo V800/200
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www.edilia2000.it