Meeting e Congressi - Apr 2014

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Rivista mensile - n° 3 aprile 2014 € 5,16 - Poste Italiane SpA - Sped. in abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/04 n.46) - Art. 1, comma 1, DCB Milano. In caso di mancato recapito si restituisca al mittente che si impegna a pagare la relativa tassa

INCENTIVE | CONVENTION | EVENTI COVER STORY

GRANDI EVENTI

IL PROTAGONISTA È IL PUBBLICO TEAM BUILDING La motivazione

viaggia “on air”

DESTINAZIONE

BASILICATA

LOCATION

ABBAZIA DI SPINETO SARTEANO (SI)

HOW TO Fare brand

SUPPLEMENTO

con i social

Destinazioni d’Italia

PUGLIA

APR | 2014

numero

03

CONTENUTO EXTRA

VILLE CASTELLI E PALAZZI

Gioele Dix

SE IL CONCEPT È BEN STUDIATO L'EVENTO DIVENTA MEMORABILE

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meet your

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03 2014

sommario editoriale

in my opinion

Che sia privato, ma privato davvero!

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fuori dai denti – Paolo Missiaja

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zanità – Mauro Zaniboni

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HOT TOPICS

l’altra metà del cielo – Luca Corsi

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meeting comment

lettere senza francobollo – Piergiorgio Cozzi

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web & co. – Riccardo Pistoia

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coffee break – Aldo Lo Re

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Eventi e cannocchiali – Alan Pini

incentive comment Incentivi sì, ma con la “e”! – Emanuele Nasti

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l’intervista 14

Gioele Dix: vis comica

Location del mese Abbazia di Spineto: il privilegio del silenzio

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Destinazione del mese 22

Basilicata coast to coast

cover story grandi eventi People have the power

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Il paso doble dei grandi eventi

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Aim: un gruppo, infiniti eventi

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Arriva Eventology@Chateauform’

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Cisalpina Tours: sostenibilità a tutto campo

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Grand Hotel di Como: spazio alle idee

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Grand Hotel Tiziano: tra Barocco e modernità

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Riva del Garda Fierecongressi: experiential luxury

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Roberto Rasia dal Polo: attenti al conduttore!

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Sdc Service: passato, presente e futuro…

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Under the spotlight Il Veneto a tutto Mice

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Convention bureau: la Sicilia è a un bivio

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03 2014

sommario hotel

report 84

Team building alla radio

Hotel Savoy Palace: incanto sul lago

116

Grand Hotel Bristol: eleganza con panorama

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Move Hotel: meeting in movimento

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blogsurfing 91

Posso chiederti l’amicizia?

location per eventi L’onda lunga di Acquaworld

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Aeroporti di Roma: il parcheggio che sorprende

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Mice from amerika 92

I grandi eventi si spostano in centro

How to 96

Al tempo del pubblico sovrano

incentive resort Loano2village: sotto e-vento

126

I meeting a Borgo I Vicelli

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Miramare Sea Resort and Spa: affari in paradiso

130

news persone e poltrone 132

Out of the box La gesture technology negli eventi del futuro

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L’hi-tech in albergo con Technology4you

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news supplier

SITE INSPECTION

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news location

service and technology

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chains & club

notiziari e associazioni Federcongressi

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Site Italy

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C-Hotels: incontri in città

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Indirizzi

La Toscana di Cosmopolitan Hotels

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Costa degli Ulivi: fascino siciliano

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ToFlorenceToLive: albergatori per passione

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SPECIALE VILLE CASTELLI E PALAZZI

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I NOSTRI PROSSIMI EVENTI TRAVEL TREND ROMA 7 Maggio 2014 Spazio Novecento - Roma

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colophon Presidente: Marco Biamonti Direttore operativo: Lucia Rancati Direttore editoriale: Marco Garavaglia Direttore PR: Nino Vermicelli Resp. comunicazione e marketing: Lorenzo Bini Ediman Srl Via Ripamonti, 89 - 20141 Milano Telefono 02.57.31.15.11 (r.a.) Fax 02.55.23.14.86 info@ediman.it Sito internet: www.ediman.it MC online: www.mconline.it Cap.soc. s 93.600 i.v.

LA RIVISTA DELLA MEETING INDUSTRY

Redazione (diretto): 02.57.31.15.33 jessica.presa@ediman.it

Organo di consultazione per dirigenti, industrie, associazioni, ordini professionali, studi di pubbliche relazioni e di consulenza aziendale, agenzie di pubblicità, sindacati, partiti politici, organismi internazionali, agenzie di viaggio, ecc. Prezzo della copia: €5,16 più spese di spedizione

PROMOZIONE E PUBBLICITÀ

DIRETTORE RESPONSABILE Marco Biamonti DIRETTORE EDITORIALE Marco Garavaglia COORDINAMENTO EDITORIALE Simona P. K. Daviddi CONSULENZA PER LA GRAFICA Massimo Bernardi CONSULENZA PER I TESTI Alessandra Boiardi, Aldo Lo Re SEGRETERIA DI REDAZIONE Jessica A. Presa – jessica.presa@ediman.it HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO: Teresa Chiodo, Pier Giorgio Cozzi, Luca Corsi, Giulia De Stefano, Stefano Ferri, Elisa Ferro, Ofelia Figus, Aldo Lo Re, Domenico Matarazzo, Paolo Missiaja, Emanuele Nasti, Andrea Paternostro, Alan Pini, Riccardo Pistoia, Luciana Francesca Rebonato, Matteo Rocca, Michela Rossi, Simona Zin PROGETTO GRAFICO Silvia Ferri – www.madeweb.it Fotolito e stampa: Prontostampa Srl - Zingonia (Bg) Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/04 n. 46) - Art. 1, comma 1, DCB Milano Registrazione Tribunale di Milano n. 177 del 27/04/1973

Tiratura del presente numero: 11.000 copie

ANNO 42° - N. 3 Aprile 2014 Abbonamento annuo €150,00 (Estero € 200,00) L’abbonamento comprende anche la “GUIDA” delle Sedi Congressuali e va eseguito con versamento sul Conto Corrente Postale N.15717200 intestato a Ediman Milano (specificando la testata cui si desidera abbonarsi) oppure con rimessa diretta. La rivista non è in vendita nelle edicole e viene spedita direttamente agli abbonati.

Ufficio abbonamenti: Grazia Tolotti Tel. 02.57.31.15.13 – grazia.tolotti@ediman.it Le pubblicazioni Ediman: • Meeting & Congressi • Guida Meeting e Congressi • International Venues Directory • Annuario di Incentivare • Turismo d’Affari • Guida di Turismo d’Affari Gli eventi Ediman: Travel Trend Milano • Travel Trend Roma • Full Contact Discover Italy • Full Contact Incentive Destinations • Full Contact Exclusive Venues • Full Contact Meeting Planner • Full Contact Pco

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SARDEGNA: Pamela Perone Via Baunei, 12 - 09044 Quartucciu (Ca) Cell. 347.05.19.798 pamela.perone@ediman.it

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editoriale Non facciamoci inutili illusioni: se non vogliamo che anche il progetto del Convention bureau nazionale privato fallisca come hanno fallito tutti quelli che l’hanno preceduto è fondamentale non attendersi nulla dal settore pubblico

MARCO BIAMONTI Direttore responsabile marco.biamonti@ediman.it

Che sia privato, ma privato davvero! otrebbe essere l’evento dell’anno. Anzi, trattandosi del nostro Paese, addirittura del secolo: la nascita del “Convention bureau nazionale italiano privato”. Non è una fantasia; il progetto c’è ed è concreto. Si svilupperebbe sul modello della rete d’impresa, con la formula della long term partnership già adottata con successo dal Cb nazionale della Norvegia. E quando è stato presentato a Venezia, nel corso della settima Convention nazionale di Federcongressi&eventi, ha trovato – inutile dirlo – tutti d’accordo. Compreso il neo ministro per i Beni culturali e il Turismo Dario Franceschini, che ha pubblicamente salutato con favore questa iniziativa. Bene, sarà la volta buona? Può darsi che lo sarà, sì, ma a condizione di avere chiaro in mente un concetto che dovremmo avere imparato dalle esperienze pregresse: se privato deve essere, che privato sia, per davvero e in tutti i sensi. Non facciamoci inutili illusioni: se non vogliamo che anche questo Convention bureau nazionale fallisca come hanno fallito tutti quelli che l’hanno preceduto è fondamentale non attendersi nulla dal settore pubblico. Né politiche di stimolo, né fiscalità di van-

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taggio, né tantomeno soldi… Non arriverà nulla, nemmeno questa volta. O meglio: stabiliamo a priori, per prudenza, che non arriverà nulla, così da essere pronti fin da subito a operare in regime totalmente privato, trovando la piena sostenibilità nel mercato reale, senza supporre che una mano pubblica interverrà a tempo debito. Perché oggigiorno di queste illusioni si muore. Studiamo, allora, un business plan serio, con voci di costo vagliate fin nei minimi dettagli (magari arrotondate per eccesso, che non si sa mai) e con stime di ricavi molto, ma davvero molto prudenti. Se il Bp ci dirà che il progetto ha gambe solide, pur senza aiuti di Stato, allora sarà davvero la volta buona: avremo un Convention bureau nazionale operativo e pienamente autosostenuto, capace di fare bene con quello che ha (e ancora meglio se dovessero arrivare contributi inattesi). In caso contrario, lasciamo stare subito. Voli pindarici e business non vanno d’accordo.

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011 Meeting Comment Pini.qxp

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HOT TOPICS TOPICS HOT meeting comment

Eventi e cannocchiali ci fosse più diffusa consapedel significato della Sparolaevolezza “innovazione”, meno gente se ne riempirebbe la bocca tanto per ciarlare. È zeppo di “professionisti” cui pare sufficiente trastullarsi con un iPad o, peggio, postare a iosa sui social oppure ricorrere a un nuovissimo prodotto che solletichi l’immaginario attraverso un artificio visuale o sonoro. Invece io sono convinto che l’autentica trasformazione, interiore ed esteriore, degli eventi aziendali oggi stia non solo (e non tanto) nell’impiego dei nuovi strumenti della tecnologia, né nell’investimento in nuove apparecchiature o hardware, e neppure nell’approccio più sofisticato ai nuovi media, quali i gruppi di discussione web. Tutta roba che conta, non vorrei venire frainteso. Ma conta solo a valle di un nuovo modo di sentire e di vivere la professione dell’organizzatore di eventi, in qualsiasi ruolo si svolga il compito. Riflettiamoci tutti quanti. In che cosa ci distinguiamo dai meeting planner aziendali, ai quali sempre più spesso, in omaggio all’ossessionante controllo dei costi, le imprese delegano compiti un tempo riservati a noi professionisti di filiera? Ci distinguiamo – o dovremmo essere in grado di farlo – per la capacità di indurre le aziende clienti a pensare in termini strategici ai loro eventi. In altri termini, ci distinguiamo per la meeting architecture, che secon-

do me è l’unica reale forma di innovazione nella nostra industria. Tanti anni fa il presidente di una nota casa automobilistica sosteneva che un buon evento è al 75 per cento un fatto di logistica, e solo al 25 di creatività. Più recentemente, l’event manager di un gruppo bancario ha dichiarato che nell’assegnazione dei bid il prezzo conta al 77 per cento, e la creatività pesa per il restante 23. Se non è zuppa è pan bagnato: l’idea, la famosa idea nella quale da decenni ripetiamo che s’annida il vero successo di un evento, alla fin fine viene considerata un quarto del totale, o poco meno. Allora, spieghiamoglielo nel loro linguaggio. La logistica: caro cliente, il luogo che hai scelto è davvero quello che risponde meglio alla strategia aziendale? Non potevi identificarne uno forse meno bello (meno economico) ma più coerente con la corporate identity e più adatto alla vostra mission d’impresa? E i relatori – tanto per citare i principali personaggi che con questa logistica dovranno interfacciarsi – rispondono in modo altrettanto appropriato all’obiettivo strategico che vi siete dati, in termini di qualità seminariale, interattività, impatto delle presentazioni? O è tutto appiccicato col fil di ferro senza un criterio che non sia la famigerata bottom line? Il cliente deve capire – dobbiamo farglielo capire noi – che l’evento

Dobbiamo far capire ai clienti che l’evento non è solo un fatto di logistica e tutto sommato non lo è nemmeno di creatività. È questione di strategia di lungo termine! è un mezzo sempre più decisivo nella strategia di comunicazione e più in generale di marketing. Non è solo un fatto di logistica e tutto sommato non lo è nemmeno di creatività. È questione di strategia di lungo termine. Gli eventi stanno ai piani di crescita delle imprese come il cannocchiale sta al generale che scruta l’orizzonte per decidere dove sfondare. Se ai nostri “generali” mancano i cannocchiali dobbiamo fornirglieli noi! Dice: bei discorsi, ma mancano i budget. E mo’ basta! Finché si impostano le strategie sui saving non va da nessuna parte il cliente e, peggio, non andiamo da nessuna parte noi. Se alle aziende mancano i soldi la colpa è anche nostra, sissignori, per non essere stati capaci di far passare il concetto di strategia. Nei Paesi dei nord Europa, del nord America e in estremo Oriente i Pco stanno prosperando. Le aziende non si tengono tutto in casa, malgrado abbiano fior di meeting planner certificati. Al dunque, delegano in outsourcing. In Italia ciò accade sempre meno. E i budget non c’entrano!

ALAN PINI Chief executive officer Teknocongress www.teknocongress.it alan.pini@teknocongress.it

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013 Incentive Comment Nasti.qxp

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HOT TOPICS TOPICS HOT incentive comment

Incentivi sì, ma con la “e”!

l modo migliore con cui il governo può scoraggiare l’asIsunzione di nuovo personale, è annunciare misure di stimolo alle nuove assunzioni. Scenari auspicabili, che però inevitabilmente portano le aziende a posticipare assunzioni già decise, nel timore di perdere opportunità, sgravi, agevolazioni. È un errore fondamentale attendere che il legislatore faccia il proprio mestiere; se un’azienda ha bisogno di assumere, dovrebbe farlo a prescindere da ogni incentivo (con la “o”). Ciò vale per ogni settore e a maggior ragione per la meeting industry, che ha pescato a piene mani e spesso a sproposito da ogni possibile strumento di sostegno, arrivando ad avvalersi di aiuti come la cassa integrazione e il contratto di solidarietà, che sono chiaramente inapplicabili, nella sostanza, per lo standard dei servizi e per le tempistiche che siamo chiamati a fornire. Certo, ci vuole coraggio: fino a quando i nostri politici daranno fiato alle trombe agitando lo spettro di una crisi infinita, è difficile per le imprese programmare, investire, costruire, crescere. La competizione globale ci impone di compiere delle scelte, ma con i tempi dei mercati, non con quelli della politica. La risultante di questo scenario, a emergenza quasi conclusa, si traduce per tutti nella necessità

Non è aspettando gli sgravi fiscali che si fa ripartire il lavoro in Italia. Piuttosto sta alle aziende riprendere a investire. Cominciando dalla formazione e dalla motivazione del personale, che spesso è il vero vantaggio competitivo di tornare a formare e motivare i propri organici. Infatti, in attesa di tornare ad assumere, le aziende stanno riprendendo a investire partendo dagli incentive (con la “e”), ovvero dalla motivazione dei propri collaboratori, ormai stremati da anni di precarietà, iper-attività, appiattimento professionale… E si tornano a premiare i clienti, interni ed esterni, per la loro fedeltà. Formazione e motivazione, paroline magiche che generano la domanda Mice e che da anni non si sentivano più, stanno tornando nel vocabolario delle aziende. Ma sarà opportuno che anche il nostro comparto si adegui e si prepari. La differenza rispetto al passato, è che i nostri interlocutori sono molto più preparati e agguerriti di ieri. Non si accontenteranno di segreterie operative, ma cercheranno dei veri consulenti. Spesso incontro persone che con sguardo trasognato mi parlano dei bei tempi andati, “quando giravano tanti soldi”. Io credo che i soldi ci siano ancora, forse ci sono sempre stati. Comunque sia, sono pronti a tornare in circolo. Il modo di spenderli, invece, è

cambiato per sempre e bisogna fare uno sforzo serio per adeguarsi. La programmazione è una scienza esatta, basata su flussi di informazioni, istinto, sensazioni e curiosità. È relazione mai esclusiva, ma sempre corretta con i fornitori. È scambio e conoscenza. L’intermediazione dovrà guadagnarsi nuovamente un proprio ruolo. Purtroppo, non tutti hanno potuto realizzare gli investimenti necessari per restare al passo con una domanda sempre più esigente e consapevole, programmando in modo scientifico l’aggiornamento e la ricerca di prodotti, servizi e destinazioni. A queste oggettive difficoltà si è però anche aggiunto un approccio colpevole da parte dei molti, che hanno scientemente sottovalutato le occasioni di aggiornamento messe a disposizione dall’offerta. Chi in questi anni ha saputo mantenere le posizioni e operare secondo la logica della formazione continua e nel rispetto dei propri collaboratori, vivrà una stagione di grande fermento. Per gli altri, la ripresa dovrà aspettare. Non è detto che sia un male.

EMANUELE NASTI General Manager Htms International enasti@htmsinternational.com

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014-015 Intervista Dix.qxp

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HOT TOPICS l’intervista

gioele dix

anti personaggi, un unico interlocutore: Gioele Dix, attore, autore e regiT sta, lavora per il teatro, il cinema e la televisione. Con il suo repertorio di monologhi che riflettono e ironizzano sul costume degli italiani è molto richiesto negli eventi come testimonial. Ma l’impatto della guest star non si esaurisce nella sola presenza: a monte c’è un programma, fatto di ragionamenti, targettizzazioni, studi e soluzioni mirate e destinate a far vibrare sinergicamente le corde dell’evento aziendale con quelle di un one man show. Nel suo romanzo, “Si vede che era destino”, il protagonista passa il tempo a organizzare un grande evento finale: la festa appunto del suo quarantesimo compleanno, alla quale saranno invitate tutte le donne che ha avuto nella vita. Per analogia, così come le grandi feste sono precedute liturgicamente da un periodo preparatorio, altrettanto il convegno aziendale deve essere preparato con una serie di messaggi preliminari che introducano al processo comunicativo e ne suggeriscano le dinamiche. Lei cosa farebbe, dunque, per mettere l’ospite in una posizione di assoluta ricettività? «La fase preparatoria di un evento è decisiva. Originalità e completezza nella scelta del media mix per veicolare l’evento sono importanti tanto quanto l’organizzazione dell’evento stesso. Per far aumentare l’attesa e la voglia di partecipare è importante comunicare la portata dell’evento, il suo prestigio, la sua esclusività, come esso sia stato pensato per molti, ma non per tutti. Già nell’annuncio inviato per email. La dedizione fa la differenza perché dà un senso di maggiore cura e rispetto per l’ospite. Anche la suspense è importante nella fase pre evento per creare nei partecipanti uno stato mentale di curiosità circa lo svolgimento o l’esito dell’evento stesso. Fondamentali sono la sintesi e la sostanza, perché poi la proposta deve essere in linea con le aspettative».

Vis comica Entertainer istrionico e umorista gentleman, Gioele Dix non solo attira l’attenzione, ma anche scioglie il clima formale per dare smalto all’evento. Perché è questo che ne garantisce la memorabilità TERESA CHIODO

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In tutto quello che fa c’è sempre la volontà di trattare il tragico e il comico senza soluzione di continuità. Accade anche negli eventi? «Istintivamente sono sempre stato portato all’autoironia; questo mi ha consentito di osservare il mondo da una prospettiva alternativa, quella che non ti fa prendere le cose troppo sul serio. Per la vita che è così complicata l’arte del far ridere è farmacologia pura. Ultimamente ai convegni il dosaggio richiesto è aumentato, visti i tempi difficili. Tuttavia sappiamo che la comicità si ciba del dolore, perché noi ridiamo dell’inciampo, di ciò che va storto. Per esempio, nel romanzo “Quando tutto questo sarà finito” c’è la storia della mia famiglia perse-


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l’intervista

guitata dalle leggi razziali; ma persino in un libro che racconta un tema tragico è possibile sottolineare elementi grotteschi che fanno sorridere quando la macrostoria si racconta con una microstoria delineata attraverso il dettaglio». Il testimonial dà all’evento un valore aggiunto fatto di prestigio, affermazione e notorietà. È un ottimo catalizzatore, aggiunge curiosità e stimola la voglia di presenziare all’evento. Noi riteniamo però che la sua presenza debba essere giustificata da una partnership oppure da un legame con un universo rappresentativo rispetto all’azienda. In sostanza deve risultare coerente al concept dell’evento. Lei è d’accordo? «A volte la mia presenza a un evento viene annunciata, e divanta il richiamo più importate e il “motivante” principale, altre volte viene tenuta nascosta. In ogni caso l’apparizione in sé, che ha sempre un certo impatto, svapora in pochi secondi. Il resto del tempo va gestito e si deve costruire il “perché” di una presenza. Mi diverto di più quando c’è un lavoro a monte che genera un’esperienza creativa nella quale io possa mettere a servizio il mio mestiere. La parola d’ordine è personalizzare. Chiedo sempre all’azienda le parole chiave a cui agganciare il mio repertorio in maniera mai scontata». Spettacolarizzare un evento oggi significa prediligere iniziative di contenuto e non solo effetti speciali, al fine di generare nel target un’impressione forte a livello di esperienza percettivo-emotivo-sensoriale. Che valore aggiunto può dare una sua performance? «Un evento deve risultare riconoscibile anche in un momento esilarante di spettacolo, anch’esso riconducibile a una reason why coerente con le politiche di comunicazione della marca, a un concept memorabile e a un coinvolgimento costruttivo del target. Si deve tenere conto degli obiettivi di comunicazione, ma anche delle caratteristiche dell’azienda, del settore in cui opera, della particolare fase che l’azienda attraversa, del tipo di pubblico, del rapporto che questo pubblico ha con i promotori dell’evento, di quello che fa la concorrenza. E ovviamente, nel mio caso, far ridere un po’». È vero che i comici sono diventati dei veri professionisti della comunicazione capaci di far ridere e allo stesso tempo di veicolare il messaggio di una convention aziendale? «I comici sono sempre stati dei comunicatori. Dai tempi in cui si esibivano nelle piazze del 1500 fino ai giorni nostri in cui la piazza è diventata la televisione: sono sempre stati dei maîtres à penser. Tuttavia il comico è forte finché fa il suo mestiere perché la sua

forza sta nella sua indipendenza». “Non esiste percezione senza desiderio, né comportamento senza seduzione e persuasione”, scriveva Elio Grazioli in “Arte e pubblicità”. Come dosa questi ingredienti quando è sul palco? «A seconda dell’ambiente in cui ti trovi devi costruire un modo diverso di relazionarti. In prima istanza è importante inquadrare l’interlocutore. In una convention per esempio è necessario spogliarsi dei pregiudizi con intuizione e intelligenza per poi procedere a codificare il linguaggio».

Tutt’altro che soltanto un comico: è poliedrica la produzione di Gioele Dix, che nasce in teatro, diventa famoso allo Zelig e matura come artista tra cinema, televisione, regia, romanzi ed eventi... fino a diventare blogger di Repubblica.it

Cinema, tv, regia, libri, teatro, fiction, eventi. Cosa manca ancora nel carnet dell’artista Gioele Dix? «Manca il prossimo progetto, quello migliore».

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Il privilegio del silenzio ELISA FERRO

n una raccolta di racconti popolari si legge che nel Medioevo, “dall’alto del Icastello delle Moiane, si vedevano le strade chiare salire per l’etrusca montagna di Cetona, scendere a precipizio nel fiume del Lastrone, piegare al turrito paese di Sarteano, avvallare verso le pianure della Chiana e sulle crete della Val d’Orcia. E in fondo all’orizzonte, come due pupille incantate, i laghi di Chiusi e il Trasimeno.

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Nelle mattinate trasparenti di lassù si udivano le campane di Spineto suonare a messa, si vedeva la bella abbazia come un’isola franata nel turchino, con la torre dalle cento campane, con i chiostri colmi di fiori e di silenzio e le celle armoniose di preghiere”. Come dipinge vividamente l’autore, Idilio Dell’Era, nelle sue Antiche leggende toscane, siamo dunque nel sud della pro-


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Dove la terra di Siena si estende fino all’ultimo lembo di Toscana, lì c’è un luogo dal fascino millenario, immerso nella quiete e nel verde. Location d’eccezione per incontri di studio ed eventi aziendali, l’Abbazia di Spineto accoglie i suoi ospiti in esclusiva Rompere gli schemi, uscire dal concetto del centro congressi istituzionale, per offrire a chi studia e lavora qualcosa di molto diverso: la suggestione di una dimora storica, la quiete della campagna senese, un’energia che proviene da un profondo contatto con la natura e, forse, qualcos’altro

vincia di Siena, in una piccola e panoramica valle affacciata sul Parco della Val d’Orcia, patrimonio Unesco dell’umanità, lungo antiche vie di pellegrinaggio verso Roma. L’attrattiva naturale, l’intensa spiritualità e lo spettacolo unico dei luoghi sono quelli dei secoli passati, ancora intatti, come sospesi nel tempo e pertanto forieri di intense emozioni; ciò che è cambiato, invece, è la destinazione d’uso dell’Abbazia di Spineto e della sua tenuta di oltre ottocento ettari: abbandonata dai monaci benedettini a fine Ottocento, passata nel secolo successivo in mano ai privati, recentemente, dopo un accurato restauro iniziato negli Anni 90, si è trasformata in una location tra le più esclusive e accoglienti d’Italia, ideale per convegni e corsi di formazione, meeting aziendali, soggiorni incentive, team building e raffinati eventi di gala. INCONTRARSI IN ARMONIA L’Abbazia di Spineto, grazie al recupero high tech di un’ampia scuderia, dispone di una sala conferenze principale da due-

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Sarteano (Si)

Una scelta drastica, in piena sintonia con lo spirito del luogo: nessuna concessione all’ospitalità individuale, per garantire l’esclusività degli spazi a chi vuole organizzare un convegno, un soggiorno incentive o una sessione di team building che lascerà il segno

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cento posti, cui si affiancano sei sale minori che possono ospitare da 12 a sessanta persone. Nei casali satelliti del Progetto Campus vi sono altre quattro sale attrezzate per lo svolgimento di riunioni e attività didattiche, con una capienza che nelle due maggiori varia dai quaranta ai sessanta posti. In questi ambienti, caldi e accoglienti, dove sono state ricavate anche una parte delle 98 stanze per i pernottamenti (88 doppie e dieci singo-

le: distribuite tra casali e abbazia, in un modello di ospitalità oggi definito “diffuso”), risulta molto piacevole lavorare e concentrarsi, immersi nella natura e nel silenzio, magari d’inverno davanti a un focolare acceso. La quiete che circonda l’abbazia e la costellazione dei casali – secondo lo schema voluto dai monaci, che già allora ricordava quello di un moderno campus universitario – consente di lavorare al meglio anche negli


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EVENTI SOSPESI NEL VERDE Il più recente recupero dell’Abbazia di Spineto è la Voliera, un elegante spazio-aula polivalente ricavato dal volume di un’antica voliera sospesa tra le colline e il cielo, con una vista meravigliosa sullo sconfinato paesaggio della Val d’Orcia. Situata a pochi passi dalla sala convegni principale, la Voliera, a pianta ovale, ha una superficie di circa 130 metri quadrati ed è circondata da pareti completamente vetrate che permettono alla luce naturale di inondare l’ambiente. spazi all’aperto, godendo di massima privacy e di un contatto armonioso con la natura. L’arometo, l’hortus conclusus al riparo delle mura, conserva intatta la sua atmosfera e può diventare una vera “aula all’aperto” per seminari di studio o di lavoro. Talvolta anche il cortile interno, che è il cuore dell’abbazia, viene utilizzato per presentazioni o lezioni open air. Questi stessi luoghi poi, insieme al parco e alle aree intorno ai casali, sono ideali anche per l’organizzazione di pranzi ed eventi conviviali. Grazie al recupero di un’antica voliera, infine, è disponibile un nuovo spazio di grande impatto emozionale, poiché affacciato, quasi sospeso, sui paesaggi della Val d’Orcia. LE ORIGINI DELLA RINASCITA In attesa delle celebrazioni del 2016 per i mille anni dell’abbazia, abbiamo chiesto a Marilisa Cuccia, socia della Tenuta di Spineto e general manager di Abbazia di Spineto Incontri e Studi, di illustrarci le ragioni profonde di un recupero così affascinante e riuscito. «Di fronte all’incanto del luogo, la sua storia millenaria e l’energia che si percepiva nonostante le ingiurie del tempo, la prima esigenza che abbiamo sentito nell’avviarci al restauro dell’abbazia è stata la ricerca e il rispetto dell’anima del luogo e, al tempo stesso, quella di un recupero che gli desse una nuova vita coerente con il suo passato. L’integrità del contesto paesaggistico e il silenzio in cui è immersa hanno influenzato il nostro orientamento: far rivivere come centro dedicato agli incontri un’abbazia benedettina-vallombrosana che era stata punto di riferimento per lo studio e la cultura, ci è sembrata più che una trasformazione, quasi una naturale evoluzione». In base a quale vision si è deciso di rivolgersi al congressuale?

Dotata di climatizzazione e connessione veloce wi-fi, ha una capienza ideale di 50-60 persone sedute e può essere allestita in mille modi: come spazio esclusivo per coffee break, lunch di lavoro e cocktail, oppure per attività didattiche, conferenze, esposizioni di prodotti in parallelo alle attività che si svolgono nella sala principale o per la presentazione di poster e slide in occasione di meeting scientifici. Viene usata anche come sede ad effetto per piccole mostre d’arte e concerti.

«Per capire le motivazioni dobbiamo risalire a 25 anni fa, allorché una felice intuizione ci ha portato a pensare che si potevano rompere gli schemi, uscire dal concetto del centro congressi istituzionale, un po’ asettico, collocato quasi sempre in città, per offrire a chi studia e lavora qualcosa di molto diverso: la suggestione di una dimora storica, la quiete e i paesaggi della campagna senese, un’energia che proviene da un profondo contatto con la

ABBAZIA DI SPINETO Antichi casali recuperati grazie al Progetto Campus, i moderni alloggi sono caldi, confortevoli e immersi nel verde natura e forse qualcos’altro. Così, semplicemente, abbiamo aperto le porte dell’abbazia, che avevamo scelto come nostra dimora, con il desiderio di condividerla, per dare all’ospite la possibilità di impadronirsi per qualche giorno degli spazi e trovare un ambiente ricco di stimoli, sospeso tra passato e presente». La scelta, però, prosegue Marilisa Cuccia, «è stata drastica, nel senso che non abbiamo fatto nessuna concessione all’ospitalità individuale, per consentirci di garantire al committente l’esclusività di ogni incontro di studio o di lavoro». Infine, tutto è stato concepito per «dare ai nostri ospiti la consapevolezza di ren-

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dere possibile la presenza dell’uomo e delle sue attività in perfetto equilibrio con l’ambiente che, secondo un atteggiamento olistico, deve trarre vantaggio e non disturbo dalle nostre attività e noi trarre vantaggio dalla natura, dalla sua forza rigenerativa e dai suoi silenzi».

Spineto non è solo una location, è un modo di essere, un diverso modo di relazionarsi con gli altri e con se stessi, in uno spazio e in un tempo sospesi tra passato e presente. Tanto che quando un evento finisce si parte a malincuore, come quando finisce un bel viaggio

SPAZI PER OGNI ESIGENZA

Può parlarci del Progetto Campus? «Dalla decisione di far rinascere l’abbazia, come logica evoluzione, è scaturito il Progetto Campus, con l’obbiettivo di recuperare alcune strutture rurali e gli undici casali sparsi nella Tenuta; dalle rovine degli antichi poderi, un tempo abitati dai famigli che lavoravano le terre dei monaci, abbiamo ricavato le unità satelliti dell’abbazia, che è diventata così il cuore di un Campus sui generis, dedicato esclusivamente ai meeting, come promette il nostro marchio Abbazia di Spineto incontri e studi». Quali sono in sintesi i punti di forza della vostra offerta? «Sicuramente la combinazione tra la coerenza con il luogo storico e l’apertura alle

L’Abbazia di Spineto ha ricevuto le certificazioni Iso 9001 e Iso 14001, a garanzia della qualità dei servizi e dell’ambiente ¢ NUMERO TOTALE CAMERE: 98

(88 doppie – 10 singole con letto alla francese )

¢ RISTORANTI: non esiste una sala risto-

rante: vari spazi all’interno o all’aperto possono essere scelti per il servizio dei pasti, secondo le esigenze di un evento Posti: 200

¢ SALE MEETING: 11 oltre la sala principale (7 in abbazia e 4 distribuite tra i

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diversi casali) Capienza sala maggiore: 200 posti Capienza sala minore: 12/16 posti

¢ SALETTA SEGRETERIA

¢ AREE ESPOSITIVE: vasti spazi sia interni sia esterni, difficilmente quantificabili, da individuare in base alle richieste e alla tipologia dell’evento Possibilità di organizzare attività di post congress

esigenze del contemporaneo, anche in termini di comfort e di attrezzature; l’integrità del paesaggio e il rispetto per l’ambiente, il forte contatto con la natura, il silenzio. E poi l’attenzione per il cliente, la cura della qualità di ogni servizio e l’esclusività di ogni struttura impegnata dal committente durante la permanenza. Inoltre abbiamo cercato di dare a tutti gli spazi congressuali una grande flessibilità e polivalenza, per poter aderire nel modo migliore alle esigenze degli organizzatori. Oltre alle attrezzature standard in dotazione alle sale meeting siamo in grado di procurare in outsourcing i servizi tecnologici più sofisticati, nonché le alternative desiderate agli allestimenti presenti nelle nostre sale. Ci siamo anche dotati di due gruppi elettrogeni di continuità per garantire uno svolgimento regolare dei lavori in caso di black out e il nostro staff di supporto, secondo la normativa Iso 9001, viene aggiornato con incontri periodici di formazione». E per quanto riguarda la ristorazione? «Due cuochi assicurano il servizio di cucina in tutte le occasioni e per tutti i momenti della giornata, inclusi ricevimenti speciali e cene di gala, per un massimo di circa duecento partecipanti. I nostri piatti si ispirano soprattutto alla tradizione toscana: si sono recuperate in questo senso interessanti ricette storiche e si rispetta la stagionalità degli ingredienti. Grande attenzione, inoltre, è dedicata alle scelte personalizzate dei menu e alle esigenze di chi ha restrizioni alimentari. Molto gradito, infine, il ricco servizio di prima colazione che si svolge contemporaneamente in ognuna delle strutture impegnate per il convegno; quando poi gli ospiti sono pronti per uscire, una navetta li accompagna alla sala dove si svolgono i lavori e, strada facendo, non è raro avvistare lepri, caprioli e tassi».


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Abbazia di Spineto Sarteano (Si)

L’OUTDOOR AL SERVIZIO DEL GRUPPO La struttura è situata in un contesto dall’indubbio fascino, dove boschi, laghi, colline, corsi d’acqua, rocce imponenti e una lunga rete di strade sterrate all’interno della tenuta offrono spunti per le più varie attività all’aperto. Dottoressa Cuccia, quali sono allora gli spunti più suggestivi per programmi post congress, di team building o per gli incentive? «In fase di pianificazione degli eventi offriamo un servizio di consulenza volto a far conoscere le risorse della proprietà e del territorio che ci circonda, in modo da aderire alle esigenze di ogni incontro e personalizzarlo. La collocazione in un’area così felice ci permette di offrire un’ampia gamma di proposte per visite ed escursioni, oltre a passeggiate guidate alla scoperta della flora e della fauna locali. Inoltre proponiamo concerti, eventi teatrali, mostre e incontri sulle eccellenze agricole del territorio. Per quanto riguarda il team building abbiamo numerose possibilità, compresi avvincenti percorsi fuori strada, e lavoriamo con fornitori specializzati per una programmazione su misura. Più volte abbiamo anche sperimentato con successo attività che aggiungono ai contenuti del team building anche una finalità sociale, gratificando maggiormente i partecipanti. Infine, dato che ogni casale è dotato di piscina privata, spesso, nella bella stagione, qualcuno preferisce semplicemente rilassarsi e godere della pace del luogo». A proposito di finalità sociali, in che modo abbinate l’offerta dedicata al Mice con iniziative all’insegna dell’impegno ambientale e sociale? «Nel panorama attuale, dove è forte l’attenzione verso attività sostenibili, credo che il nostro impegno per la salvaguardia

dell’ambiente dia una risposta perfettamente aderente allo spirito del luogo: così, dopo la certificazione del sistema di qualità secondo la norma Iso 9001, abbiamo ottenuto la certificazione per la qualità ambientale e da oltre dieci anni nell’area della Tenuta si pratica agricoltura biologica. Inoltre ai nostri confini si estende il Parco della Val d’Orcia, dichiarato patrimonio dell’umanità, e facciamo parte della prima vasta area carbon free d’Europa (Terredisiena carbon free), con largo anticipo sul traguardo del 2015. Poi, in parallelo all’attività di contenitore congressuale, ospitiamo regolarmente incontri organizzati dall’associazione culturale che abbiamo fondato in contemporanea alla “rinascita” dell’abbazia. Si tratta di laboratori di teatro e musica, presentazioni di libri, mostre e incontri multidisciplinari tra arte, scienza e spiritualità. Abbiamo anche istituito il premio di ecologia umana “Le terre e il cielo dall’Abbazia di Spineto”, mentre da tempo collaboriamo con le scuole del territorio con un programma di educazione alimentare per bambini. In definitiva, crediamo che oggi più che mai ci sia bisogno di tutto questo e pertanto ci piace legare la nostra immagine all’impegno culturale, ambientale e sociale».

I pensieri, l’operosità, la meditazione a lungo esercitati sopravvivono all’uomo sotto forma di energie positive, come onde assorbite e poi restituite dalle pietre. Ci si accorge di percepirle quando, in certi luoghi, si lavora sereni e nel silenzio ci si concentra bene

Per finire, quali realtà scelgono l’Abbazia di Spineto e quali feedback ricevete? «Tra i nostri abituali clienti vi sono piccole e medie aziende, gruppi multinazionali, enti di ricerca scientifica, università italiane e straniere, enti governativi, associazioni professionali e gruppi bancari. Posso dire che fino a oggi i riscontri sono stati sempre positivi, anche in considerazione del fatto che gran parte delle richieste che riceviamo è frutto di un continuo e virtuoso passaparola». indirizzi a fine rivista

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Destinazione del mese: Basilicata

Basilicata coast to coast SIMONA P.K. DAVIDDI Archivio APT Basilicata

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iflettori puntati più che mai sulla Basilicata, dopo il successo del piacevole R film di Rocco Papaleo Basilicata coast to coast e dopo la vittoria, all’ultimo Festival di Sanremo, di una lucana doc, Arisa. Ma, eventi mondani a parte, la Basilicata, in realtà, è da sempre meta di un turismo leisure raffinato, alla ricerca di vere e proprie gemme, preziosissime, lontane dagli itinerari di massa. E anche la meeting industry non poteva restare immune al fascino ammaliante della terra lucana, capace, in un territorio di dimensioni ridotte, di concentrare così tante bellezze e così tante opportunità per il Mice. Città

d’arte uniche, località costiere mondane lambite da un mare cristallino, siti archeologici imponenti, borghi sospesi nel tempo, paesaggi di una bellezza ancestrale e misteriosa, ambienti naturali generosi e incontaminati. E ancora, tradizioni antiche e vivissime, miti e riti coinvolgenti e una cucina che prende il meglio del territorio. La meeting industry, dunque, ha solo l’imbarazzo della scelta. MATERA, IRRESISTIBILE E UNICA Preziosa e rara come una perla purissima è Matera, la “Città dei Sassi”, dichiarata dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità nel


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Se Matera e Maratea sono le due punte di diamante della regione, la Basilicata è un vero scrigno traboccante di tesori naturalistici e architettonici, tra i quali la meeting industry alla ricerca dell’effetto “wow”troverà risorse infinite e sorprendenti fil rouge per eventi memorabili 1993. È difficile descrivere il pittoresco groviglio di case e vicoli, di sfarzosi palazzi barocchi e scarni edifici incastonati nella roccia, di scalinate che si adagiano, apparentemente in bilico, sull’anfiteatro naturale formato dal Sasso Barisano e dal Sasso Caveoso: grotte usate un tempo come abitazioni, chiese rupestri – alcune delle quali, sconsacrate, utilizzabili per meeting e convegni – anfratti, archi, ballatoi che diventano tetto per la casa sottostante, campanili che sembrano spuntare dal nulla; e poi decorazioni, simboli misteriosi scavati nella pietra, il tutto con un’uniformità cromatica che seduce e lascia a bocca aperta. Un post congress tra le sue stradine, le cripte ipogee e i cunicoli, tra le atmosfere arcane che permeano ogni angolo di Matera via via che si scende lungo le pendici del burrone, sarà sicuramente difficile da dimenticare. Benché il fascino della città cresca se ci si abbandona a un vagare senza meta, tuttavia, non si possono non visitare il Convicinio di Sant’Antonio, un complesso di quattro chiese scavate nella roccia e magnificamente affrescate risalenti al XIV secolo, e la chiesa rupestre di San Nicola, dai bellissimi affreschi duecenteschi (una curiosità: nel solo Parco della Murgia, il territorio che

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circonda Matera, sono ben 150 le chiese rupestri, tutte decorate da innumerevoli pitture parietali di rara manifattura). Ma il cuore di Matera, la Civita, conserva altri pregevoli tesori, come il Duomo, costruito tra il 1230 e il 1270, splendido esempio di architettura romanica, mentre man mano che ci si allontana dal centro, le anguste case rupestri lasciano la scena a bellissimi edifici barocchi tra i quali non si

1 / La scenografica Matera, la cui bellezza è protetta dall’Unesco 2 / Il porticciolo di Maratea, località glamour e mondana sul versante tirrenico 3 / Uno scorcio del Parco del Pollino, un vero eden per gli amanti della natura

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può non notare il seicentesco Palazzo Lanfranchi, dalla particolare facciata asimmetrica, oggi sede del Museo d’Arte Medievale Moderna. Allontanandosi ancora un po’, Matera stupisce ancora, questa volta con i suoi quartieri-laboratorio, costruiti negli Anni 50 e 60 per dare un’abitazione ai sedicimila materani che, per legge, dovettero abbandonare le loro case nei Sassi: i più grandi nomi dell’architettura contemporanea parteciparono a quella che fu un’area di sperimentazione urbanistica e di espressione architettonica d’avanguardia. MONDANITÀ IN ESCLUSIVA, TRA JONIO E TIRRENO Se Matera ha un fascino ancestrale e misterioso ed è incastonata in un paesaggio ruvido e aspro, di campi di grano e antiche masserie, il suo contraltare mondano e marino è sicuramente Maratea, vera punta di diamante balneare di una regione che, nonostante i pochi chilometri di costa, vanta perle di rara bellezza e offre la scelta tra due mari, il Tirreno e lo Jonio. Regina della costa tirrenica e soprannominata la “città delle 44 chiese” per le numerose chiese, cappelle e monasteri che la abbelliscono, Maratea vanta anche un litorale assolutamente scenografico – dominato dalla ciclopica statua del Redentore, alta ben 22 metri, che svetta dalla sommità di un promontorio –, un susseguirsi di insenature e grotte, scogli e secche lambiti da un mare purissimo e dalle cromie stupefacenti, spiaggette di sabbia e ciottoli, grotte e anfratti (da non

TEAMBUILDING? FILMBUILDING! Con la sua bellezza ruvida e assolutamente particolare, con i suoi paesaggi sublunari e biblici, la Basilicata attira da sempre registi e sceneggiatori di fama internazionale. Pier Paolo Pasolini, per esempio, nel 1964 scelse Matera per la Gerusalemme de Il Vangelo secondo Matteo mentre Franco Rosi, oltre alla città rupestre, girò a Craco, Aliano e Guardia Perticara il suo Cristo si è fermato a Eboli. In anni più recenti, la Sicilia de L’Uomo delle Stelle di Giuseppe Tornatore è in realtà Matera, Gabriele Salvatores sceglie San Leonardo, vicino a Melfi per ambientare il suo Io non ho paura, ma la vera consacrazione della Basilicata come set cinematografico avviene con Mel Gibson, che nel 2004 gira a

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Matera il suo The Passion of the Christ. Infine, è piuttosto recente un film girato e ambientato in terra lucana, Basilicata coast to coast, con Alessandro Gassman e Giovanna Mezzogiorno. Da movie tour a team building, il filone cinematografico in Basilicata, quindi, si può declinare in svariati modi, a tutto vantaggio della meeting industry.

perdere, a Marina di Maratea, la Grotta delle Meraviglie, un trionfo di stalattiti e stalagmiti). Una tale ricchezza si traduce, ovviamente, nella possibilità di praticare qualsiasi sport acquatico, di organizzare suggestive escursioni alla ricerca delle calette più recondite e immersioni sorprendenti – un solo esempio: i fondali dell’isolotto roccioso di Santo Janni, sul quale la leggenda vuole sia approdato anche Ulisse, sono ricchissimi di anfore e reperti romani, risalenti circa al 300 a.C.– mentre al tramonto Maratea cambia volto e sfodera il proprio lato glamour e frizzante, con ristorantini all’aperto e locali alla moda, nei quali far tardi assaporando l’atmosfera rilassata. Anche il versante jonico, con le sue larghe spiagge sabbiose, vanta destinazioni perfette per il Mice, in grado di alternare pittoreschi borghi marinari a strutture ricettive di lusso, spiagge attrezzate per ogni tipo di attività balneare – ma non mancano anche i campi da golf e i maneggi – a paesaggi selvaggi e incontaminati. Procedendo da nord verso sud lungo la costa, non si ha che l’imbarazzo della scelta: dalle spiagge di Metaponto (più volte insignite della Bandiera Blu) a Pisticci con la sua marina – che offre otto chilometri di distese sabbiose incorniciate dalla profumata macchia mediterranea, nonché il Porto degli Argonauti, uno dei principali porti turistici per la nautica da diporto della costa lucana insieme a quello di Marina di Policoro – dai lidi di Scanzano Jonico a quelli esclusivi di Policoro – il cui borgo è dominato dal trecentesco castello baronale, sui cui ampi arenili si riproducono diverse specie di tarta-


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rughe marine, tra cui le Caretta caretta e nelle cui acque è facile avvistare anche esemplari di foca monaca –, alla più appartata ma ugualmente splendida Nova Siri, le cui origini si perdono nella notte dei tempi, tra necropoli elleniche e lasciti turriti medievali. Acqua non solo salata in questo tratto di costa, però: in solo 35 chilometri di litorale, infatti, sono ben cinque i fiumi che si gettano nel mare, dando vita a ecosistemi particolarissimi nelle aree intorno alle loro foci, dove gli amanti del birdwatching potranno avvistare, tra stagni e intricate paludi, fenicotteri, aironi, gru e cicogne. A TUTTA NATURA Se le due coste sono, quindi, un concentrato di sorprese, l’entroterra lucano non è da meno, con le sue distese collinari a perdita d’occhio, i prati assolati punteggiati da isolate masserie fortificate, i boschi selvaggi, i profondi canyon scavati da impetuoso torrenti e i rilievi montuosi (le Dolomiti lucane) che formano suggestivi totem e dolmen naturali, all’ombra dei quali sorgono borghi da presepe stretti intorno a cattedrali e castelli (uno per tutti, il turrito castello di Isabella Morra, che domina il paesaggio dall’alto di una rupe a Valsinni, raccontando di una Basilicata feudale che si perde nella notte dei tempi). Non sorprende, dunque, che un territorio così ricco e così particolare sia stato scoperto, prima ancora che dal turismo, dalla potente industria cinematografica, sempre alla ricerca di set suggestivi e dalle atmosfere uniche. Le Dolomiti lucane, per esempio, con i loro pinnacoli che le rendono simili a suggestive cattedrali di arenaria, dominano tappeti di boschi che sembrano non aver fine e che, in ogni stagione, regalano emozioni uniche, declinate in mille sfumature cromatiche e nelle innu-

merevoli specie faunistiche e arboree che le popolano; anche le opere dell’uomo hanno trovato la loro armonica collocazione in tanta esuberanza, sotto forma di paesini arroccati a cuspidi rocciose – la cui cima è spesso raggiungibile, dai più temerari, attraverso stretti scalini intagliati nella pietra – o aggrappati a strapiombi e speroni affacciati su burroni infiniti, come Pietrapertosa e Castelmezzano, annoverati tra i borghi più belli d’Italia, o come il delizioso e arabeggiante Tricarico, un susseguirsi di stretti vicoli ciechi, giardini terrazzati, edifici dagli echi saraceni dominati dai resti ben conservati del castello normanno; o ancora, come

4 / La curiosa isola di Santo Janni, sulla quale, secondo la leggenda, sarebbe approdato anche Ulisse 5 / Il dorico tempio di Hera (noto come Tavole Palatine) a Metaponto 6 / La soffice spiaggia di Marina di Pisticci, sulla costa jonica 7 / Il raccolto agglomerato di Pietrapertosa, aggrappato a uno sperone roccioso

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8 / Cascate, laghetti, crepacci, boschi, pascoli: il Pollino è perfetto per post congress a tutta natura 9 / Il paese fantasma di Craco, utilizzato come set cinematografico in numerose pellicole di successo 10 / Tra i borghi di Pietrapertosa e Castelmezzano, nelle Dolomiti lucane, si può “volare”, grazie al Volo dell’Angelo un unicum a livello europeo 11 / L’ottocentesco Teatro Stabile, nella vivace Potenza 12 / Il castello normanno di Melfi, ampliato da Federico II di Svevia

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Campomaggiore e Craco, due paesi fantasma, luoghi senza tempo – e perfetti set cinematografici – dove le case tufacee, abbandonate da tempo, sembrano non volersi rassegnare alla solitudine, rimanendo aggrappate alla roccia e ai ruderi di suggestivi lasciti antichi. Per il Mice alla ricerca di avventure adrenaliniche, i boschi lucani celano il Parco Avventura Lucania Outdoor Park, un parco acrobatico sospeso nell’aria dove sperimentare, totalmente immersi nella natura, ponti tibetani, liane, reti di corda, teleferiche e piattaforme sospese. Per la meeting industry desiderosa di emozioni ancora più forti, invece, si può letteralmente volare tra Pietrapertosa e Castelmezzano, grazie al Volo dell’Angelo, un unicum a livello europeo: imbracati a pancia in giù a due cavi d’acciaio, si sorvolano boschi e burroni a circa quattrocento metri d’altezza, raggiungendo una velocità che a tratti sfiora i 120 chilometri orari. Paesaggi ugualmente aspri e, forse, ancor più imponenti, quelli che si incontrano dirigendosi verso Sud e addentrandosi nel magnifico Parco del Pollino, reame delle nevi e degli sport bianchi in inverno, regno dei naturalisti nelle altre

stagioni: cascate, torrenti, grotte, laghetti, alti pascoli e boschi frondosi – qui si trovano gli ultimi, maestosi, esemplari di pino loricato – da assaporare facendo trekking, rafting, canyoning, arrampicate, da sorvolare in parapendio e da perlustrare a cavallo o in mountain bike. POTENZA, SALOTTO LUCANO L’unicità che connota la Basilicata, non poteva non coinvolgere anche il suo capoluogo, che ha il vanto di essere il più alto del Belpaese: Potenza è una vera e propria “città verticale”, i cui diversi livelli sono collegati tra loro da stretti vicoli, gradinate scenografiche, scale mobili infinite e cunicoli misteriosi, che conducono a palazzi dal sapore antico – tra i quali i resti del castello cittadino risalente all’Anno Mille, l’ottocentesco Teatro Stabile e il candido Duomo – e ad ardite architetture contemporanee (una per tutte: il Palazzo dell’Ina, di matrice fascista), in una sapiente mescola che si stringe intorno a via Pretoria, fulcro della vita cittadina a ogni ora, popolata com’è di negozi, ristoranti e locali dove tirar tardi. Anche Potenza è circondata da una natura stupefacente e unica e da borghigioiello che da soli valgono un post congress: Satriano, con i variopinti murales e i resti dell’antica, famosissima, torre normanna; la medievale Brienza e l’ancor più antica Vietri di Potenza; Avigliano con il poderoso e intatto castello federiciano di Lagopesole; il raccolto e raffinato abitato di Pignola, conosciuto come il “paese dai cento (magnifici) portali” e la vicina, appartata Tito; e Filiano, con i preziosi graffiti risalenti al Paleomesolitico. DALLA MAGNA GRECIA AI TEMPLARI E per la meeting industry amante dell’archeologia? Nessun problema, la Basilicata cala il suo asso antico: il sito acheo di Metaponto, sul Mar Jonio, con i suggestivi resti magnogreci, tra i quali le 15 splen-

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L’OFFERTA MICE DEL TERRITORIO

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Potenza e provincia Park Hotel Potenza – Potenza – www.parkhotelpotenza.com Grande Albergo Potenza – Potenza – www.grandealbergopotenza.it Hotel Vittoria – Potenza – www.hotelvittoriapz.it Resort Pace Sports Village – Filiano – www.resortpace.com Grand Hotel Pianeta Maratea – Maratea – www.grandhotelmaratea.it Borgo Villa Maria – Monticchio Laghi – www.borgovillamaria.com Hotel Sotto il Cielo – Pignola – www.sottoilcielo.it Hotel Residence Santa Loja – Tito – www.santaloja.it Hotel Veteris – Vietri di Potenza – www.hotelveteris.it

dide colonne doriche del tempio di Hera (più noto come Tavole Palatine), risalenti al 570 a.C., l’agorà, i templi dorici di Apollo Licio e Afrodite e quello jonico di Atena, ai quali si contrappongono i “più recenti” ruderi del castrum romano, costruito per ospitare le guarnigioni romane durante la guerra contro Annibale. Poco distante, merita una visita anche il Parco Archeologico Siris-Herakleia (le cui origini risalgono al VII secolo a.C.), con l’attiguo Museo Archeologico Nazionale della Siritide, che custodisce non solo reperti ellenici, ma anche appartenenti alla precedente popolazione degli enotri. Con un salto di una manciata di secoli – e di “qualche” chilometro – si arriva all’antica capitale del Ducato di Puglia (a partire dal 1059) nonché sede di diversi concili papali, Melfi, dominata dal castello normanno, ampliato da Federico II di Svevia, che lo protesse con otto poderose torri e una severa cinta muraria e che proprio nei suoi saloni promulgò, nel 1231, le famose Constitutiones Augustales, le norme che riorganizzavano i diritti feudali e che riconoscevano alla donna il diritto di successione ereditaria. Ma sono numerosi, in questo lembo di Basilicata, il Vulture, anche gli echi del passaggio dei Templari (proprio a Melfi fu siglata l’alleanza tra Chiesa e Normanni, che portò poi alla prima Crociata): abbazie, chiese con cripte segrete e simbologie misteriose, allegorie e stanze nascoste tanto che, secondo la leggenda, anche il Sacro Graal sarebbe custodito da queste parti, nella cattedrale di Acerenza per l’esattezza, dietro a una nicchia murata. Dalle cripte alle cantine: il Vulture, infatti, è anche il territorio del rinomato Aglianico, un rosso corposo e dal sapore intenso, il perfetto leit motive per post congress all’insegna di Bacco, da coniugare, magari, con un rilassante trekking alla scoperta di altre due perle lucane, i due laghi

Matera e provincia Hotel Del Campo – Matera – www.hoteldelcampo.it Locanda di San Martino – Matera – www.locandadisanmartino.it Palazzo Viceconte – Matera – www.palazzoviceconte.it Mediateca Prov.le A. Ribecco – Matera – www.mediatecamt.it Spazio 1668 – Matera – www.viaggidiarchitettura.it Palazzo Gattini Luxury Hotel – Matera – www.palazzogattini.it Centro Polifunzionale Casa Cava – Matera – www.casacava.it Ti Blu Village Club – Marina di Pisticci – www.tibluvillage.it Hotel Degli Argonauti – Marina di Pisticci – www.portodegliargonauti.it Magna Grecia – Metaponto – www.magnagreciavillage.com Centro Turistico Akiris – Nova Siri – www.akiris.it Hotel Hermes – Policoro – www.hermeshotel.it Hotel Marinagri – Policoro – www.hotelmarinagri.it Miceneo Palace Hotel – Scanzano Jonico – www.miceneopalace.it Hotel Portogreco – Scanzano Jonico – www.hotelportogreco.it Villaggio Torre del Faro – Scanzano Jonico – www.villaggiotorredelfaro.it Palazzo Laureano – Tricarico – www.palazzolaureano.it

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gemelli di Monticchio, di origine vulcanica e dalle acque addolcite da splendide distese di ninfee. Un vero concentrato di natura e arte, dunque, la Basilicata, sulla quale ci sarebbe ancora molto da scrivere, perdendosi nei suoi meandri, lasciandosi sedurre dai borghi isolati che ne punteggiano il territorio – oltre a quelli citati, infatti, ce ne sono numerosissimi altri a disposizione del Mice, ognuno con la propria, affascinante particolarità – dai resti di antiche civiltà e dall’onnipresente, poderosa, arcaica e incontaminata natura. indirizzi a fine rivista

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Il Veneto a tutto Mice Il vicepresidente Confindustria Veneto Turismo Tiziano Simonato racconta il turismo congressuale della regione, una delle più attive e strutturate nell’offerta Mice italiana STELLA STROPPA

Veneto è sempre più protagonista scena Mice con importanti iniziaItiveldella che ne consolidano il ruolo di catalizzatore d’interesse da parte dei principali attori del congressuale italiano e internazionale. Le occasioni si sono moltiplicate in particolare nell’ultimo periodo, specialmente nel mese di marzo quando proprio in Veneto sono stati ospitati due appuntamenti di grande portata: il workshop eVeneto – una vetrina internazionale per l’offerta congressuale veneta – e la settima convention nazionale di Federcongressi&eventi, che ha annoverato anche la partecipazione del neo-ministro per i Beni e le Attività culturali e del Turismo Dario Franceschini. Tiziano Simonato, vice presidente Confindustria Veneto Turismo con delega al

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congressuale e referente per il Turismo di Unindustria Treviso ci parla dei due importanti appuntamenti e del ruolo della Regione sullo scenario congressuale italiano e internazionale. «Organizzato dal Convention Bureau di Padova – ha spiegato Simonato –, il workshop eVeneto che si è svolto nella città dal 5 al 7 marzo nella sontuosa cornice del Caffè Pedrocchi, ha visto la partecipazione di trenta qualificati buyer internazionali provenienti da Russia, Paesi Scandinavi, Germania, Austria, Svizzera, Belgio e Regno Unito, i quali hanno incontrato i referenti dell’offerta congressuale veneta. Gli operatori erano ospiti del Venice Region Convention Bureau Network, la rete regionale dei sette convention bureau territoriali, creata per promuovere in Italia e all’estero il sistema congressuale perfettamente integrato nell’offerta turistica del Veneto». Dopo il workshop i buyer sono stati accompagnati in visita alle eccellenze dell’ospitalità congressuale nelle altre provincie con degli educa-


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tional organizzati dai Convention Bureau territoriali. Il network Veneto ha dimostrato di saper attuare concretamente le linee guida indicate nel programma condiviso dal tavolo delle sinergie. UN MODELLO EFFICACE Quasi contemporaneamente al workshop, il 7 e l’8 marzo, presso il Venice Terminal Passeggeri si è svolta la settima convention Nazionale di Federcongressi&eventi, organizzata con il supporto logistico e operativo del Welcome2Venice Convention Bureau. «Durante la convention – ha precisato Simonato – si sono toccati i temi caldi che più interessano il comparto congressuale. Armando Peres ha presentato i dati dell’Osservatorio congressuale italiano, dai quali sono emerse prospettive di crescita per il settore nel prossimo biennio. E si è parlato anche di uno degli assi portanti dell’economia nella meeting industry, l’accreditamento Ecm per gli eventi formazione continua in medicina». Non è mancato neppure un approfondimento sulle prospettive di sviluppo economico dell’Expo 2015: «Con il tema “Nutrire il pianeta, energia per la vita”, l’Expo promette un’intensa programmazione di eventi che coinvolgeranno anche numerose aziende della meeting industry e dell’ospitalità. Si parla di qualcosa come di quattromila eventi e nove cluster con aree tematiche che coinvolgeranno l’agroalimentare, il vitivinicolo e altre merceologie presenti nel sistema confindustriale, una perfetta interazione fra l’industria del turismo e degli eventi, con il primario e il manifatturiero. Confindustria sta lavorando già da tempo nella messa in rete dei territori che avranno tutto l’interesse a valorizzare al meglio l’esposizione universale milanese per far conoscere le proprie eccellenze». La convention è stata anche l’occasione per fare il punto sullo stato dell’arte del processo di costituzione del convention bureau nazionale. «È stato creato un

tavolo di coordinamento operativo – continua Simonato – per la costituzione del convention bureau nazionale che dovrà nascere dalle imprese con la collaborazione dell’Enit. Sembra quindi che il modello veneto del network regionale dei convention bureau in qualche modo verrà ripreso anche a livello nazionale. Ancora una volta la nostra Regione, tra le prime per presenze turistiche, si distingue per aver costituito addirittura prima del sistema Paese il tavolo delle sinergie della meeting industry. L’idea di creare un bureau nazionale di natura privata costituisce un cambio di approccio culturale da parte delle imprese italiane del settore, che hanno deciso di agire direttamente per rilanciare un comparto strategico senza aspettare un intervento politico calato dall’alto. Con questo progetto viene richiesto all’Enit di concentrarsi sulla promozione e comunicazione istituzionale del Brand Italia, e di lasciare ai privati il compito di concretizzare le opportunità di business, in collaborazione con le Regioni ma in totale autonomia economica».

Tiziano Simonato, vicepresidente Confindustria Veneto Turismo con delega al congressuale e referente per il Turismo di Unindustria Treviso

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Convention bureau: la Sicilia è a un bivio l settore congressuale italiano ha un grande bisogno di dati che forniscano Iinformazioni aggiornate e attendibili sulle dimensioni, sulle tendenze e sulla segmentazione della meeting industry. Ma l’unico territorio che oggi possiede dati di questo genere è la Sicilia, grazie all’attività di Sicilia Convention Bureau, che da tre anni a questa parte finanzia e realizza l’Osservatorio congressuale siciliano (Ocs). Ebbene, dal censimento delle richieste di eventi pervenute all’Ocs nel 2013, le conclusioni che si possono tirare hanno dello strabiliante: al contrario di quanto ci si potrebbe aspettare in Italia, il fatturato degli eventi censiti in Sicilia tiene botta, nonostante diminuisca sensibilmente il numero dei meeting. Dal confronto con il 2012, cioè, gli eventi confermati scendono da 941 a 596, ma i ricavi generali rimangono quasi identici. Segno che la Sicilia sta vincendo la sfida sul fronte dell’incoming, attirando congressi di maggiore durata (crescono i meeting di 2 e 3 giorni, mentre diminuiscono quelli da un giorno soltanto),

La durata degli eventi cresce e mantiene stabile il fatturato Mice del 2013. Il presidente Tumminello: «Merito anche del nostro Cb. Ma ora, per fare di più, occorre una svolta» organizzati da aziende straniere o comunque non siciliane. A conferma di ciò crescono anche il numero di partecipanti e la fascia di redditività dei servizi richiesti, mentre perdono di importanza il prezzo e la mancanza di collegamenti diretti, che nel 2013 hanno inciso molto meno dell’anno precedente sulle scelte dei committenti. Certo si tratta di un’analisi parziale, tuttavia, al generale calo della domanda Mice in Italia, la Sicilia sembra rispondere con una ritrovata capacità di attirare “dal continente” eventi di alto livello qualitativo, a cui servono – evidentemente – location di eccellenza in una destinazione di eccellenza. Merito anche del buon lavoro svolto da Sicilia Convention Bureau, che da cinque anni semina instancabilmente il germe del Mice trinacrio (se ci consentite il calembour).

MARCO GARAVAGLIA

Qui sopra, Vincenzo Tumminello – presidente di Sicilia Convention Bureau e responsabile UniCredit del Settore pubblico e dello Sviluppo del Territorio per la regione Sicilia – apre la master class di quest’anno

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«Sono assolutamente convinto che sia così – commenta con una punta di orgoglio Vincenzo Tumminello – ed è anche per questo che, quando un anno fa mi è stato proposto di diventare presidente di questa società, ho accettato con entusiasmo pur venendo da una formazione aziendale di altro stampo». Palermitano, 58 anni che non dimostra affatto, Vincenzo Tumminello – che è responsabile UniCredit del Settore pubblico e dello Sviluppo del Territorio per la regione Sicilia – nell’aprile del 2013 ha raccolto il testimone da Edoardo Massaglia nel difficile ruolo di presidente di Sicilia Convention Bureau, indicando da subito due fondamentali punti di indirizzo per il suo mandato: lo sviluppo delle affiliazioni al convention bureau e una maggiore cooperazione con le istituzioni pubbliche.

Come mostrano i grafici dell’Ocs, gli eventi confermati in Sicilia nel 2013 sono diminuiti, ma i ricavi generali sono rimasti stabili. Segno che la Sicilia sta vincendo la sfida sul fronte dell’incoming, attirando congressi di maggiore durata organizzati da aziende straniere o comunque non siciliane

Presidente Tumminello, a un anno esatto dalla nomina possiamo provare a tracciare un primo bilancio. «Devo dire che i dati appena citati sono il miglior biglietto da visita che si possa chiedere. Anche perché, se la gran parte del merito di questo successo va all’offerta siciliana, fatta di operatori bravissimi e di bellezze naturali e artistiche incomparabili, non si può certo negare che anche Sicilia Convention Bureau abbia dato il suo contributo. Fino a cinque anni fa, infatti, la Sicilia non faceva nessun tipo di marketing di promozione Mice del territorio e quindi si sentiva il bisogno di una cabina di regia come la nostra, che a quanto pare qualche successo l’ha ottenuto». Parliamo degli obiettivi del suo mandato. Il primo era accrescere di numero le affiliazioni. «Voglio essere sincero: da un lato è giu-

sto rallegrarsi dei risultati ottenuti, perché abbiamo fatto dei passi avanti molto positivi, ma dall’altro è anche corretto ricordare che avremmo voluto raggiungere un numero di affiliati maggiore. Oggi contiamo meno di 150 soci, su un totale di potenziali aderenti che oscilla fra i 700 e gli 800 operatori, in larga maggioranza albergatori. Ma vorremmo chiudere il 2014 con più di 200 affiliati, magari avvicinandoci a quel numero di 300 che io vorrei raggiungere presto, anche se dentro di me penso che ci “meriteremmo” almeno 400 affiliati». Vorrebbe dire coagulare il 50 per cento dell’intera offerta siciliana. Non è un obiettivo un po’ troppo ambizioso? «In realtà è un obiettivo necessario: un minimo di 300 soci ci serve per avvicinarci all’autosostenibilità economica, chiave di volta per portare avanti qualsiasi operazione di promozione. Le faccio un esempio molto concreto, anche per le tasche dei nostri soci: oggi Sicilia Convention Bureau riesce a partecipare a una decina di fiere e workshop, anche internazionali, a fronte di una quota di affiliazione che per la verità è modesta. Per fare di più dovremmo aumentare la quota d’iscrizione (ma non vogliamo farlo), oppure riscuotere con maggiore fiscalità le commissioni di successo (ma anche in questo caso preferiremmo non farlo). La terza via è aumentare il numero degli affiliati ad almeno 300 unità, così da raggiungere una quasi piena sostenibilità economica senza gravare sulle tasche dei soci. E poi 300, 400 affiliati ci darebbero la forza per “alzare la voce” nelle sedi opportune». Ha citato la commissione di successo come fosse un dazio vessatorio da abolire. In realtà si tratta di una normale management fee. «È vero, la commissione di successo è una fee comune a tutti i mercati in cui ci si avvale di un’intermediazione. Tuttavia è spesso antipatico andare a riscuoterla, non tanto perché sia difficile dimostrare all’affiliato quanto il lavoro del convention bureau sia stato determinante (il cliente arriva da noi e tanto dovrebbe bastare), ma piuttosto perché non è nostro obiettivo erodere i margini dei nostri soci, specialmente in quei casi in cui hanno dovuto praticare forti sconti per chiudere l’accordo. Ecco perché è per me così importante incrementare le affiliazioni per raggiungere la sostenibilità finanziaria». Affiliazioni da un lato, partenariato pubblico dall’altro. Era questo il secondo obiettivo del suo mandato. «Anche a questo proposito sono contento a metà dei risultati raggiunti. Ovvero, sono soddisfatto della partner-

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ship che siamo riusciti a costruire con le istituzioni, e in particolare con la Regione Sicilia e i Comuni di Catania e Palermo, in termini di condivisione delle strategie di promozione. Un po’ meno soddisfatto sul fronte della compartecipazione ai costi: siamo ben lontani dall’obiettivo che ha portato alla nascita del bureau». Quale obiettivo? «Oggi Sicilia Convention Bureau è di proprietà di UniCredit per l’86 per cento delle quote; da circa un anno posseggono il 7 per cento rispettivamente la Camera di Commercio di Palermo e quella di Siracusa. Lo scopo di UniCredit, però, non è mai stato quello di “possedere” o di guadagnare da Sicilia Convention Bureau, perché non lo riteniamo una risorsa privata, bensì dell’isola, del territorio, della meeting industry siciliana. Ed essendo così de facto, tale vorremmo che diventasse anche da un punto di vista di azionariato». In pratica, UniCredit ha costituito una sorta di fondo di capital venture, diciamo “a perdere”, per implementare una startup che nel giro di qualche anno diventasse patrimonio della Regione? «Direi di sì. Nei piani iniziali, nel giro di tre o quattro anni avremmo voluto trasferire le nostre quote a favore della Regione, delle Province, delle Camere di Commercio o anche di un consorzio di imprenditori privati attenti alla crescita della nostra terra. Il ritorno atteso da UniCredit non era certamente economico, ma piuttosto di brand reputation: puntavamo a dar vita a uno strumento che alla Sicilia mancava e la cui attività potesse essere in grado di dare valore al territorio. Fatto questo, l’idea era di trasferire l’operatività ad altri». Ma la crisi ha allungato i tempi… «Naturalmente la lunga spirale recessiva che ha depauperato le casse pubbliche oltre ogni immaginazione è stata la variabile che ha cambiato lo scenario. E UniCredit, con spirito di servizio, ha rivisto il proprio orizzonte temporale. Tuttavia, auspichiamo ancora di trovare nelle istituzioni un partner anche economico. Del resto la Regione trae vantaggi dal nostro brand e dalla nostra attività di marketing, perché il Sicilia Convention Bureau sembra, già nella ragione sociale, più un ente pubblico che una società privata. E poi la nostra attività va davvero a beneficio di tutto il territorio, perché chiaramente non c’è alcuna garanzia per gli affiliati di essere gli unici a intercettare i flussi di turismo congressuale che la nostra attività promozionale genera sull’isola. Ed è ovvio che la ricaduta sia positiva anche sui non affiliati e su tutta una catena di ser-

vizi non necessariamente legati al Cb (taxi, ristoranti, negozi, edicole…). Quindi, almeno in teoria, sarebbe corretto che la Regione compartecipasse ai costi che sosteniamo. Sicilia Convention Bureau è uno strumento che mancava, che ha dimostrato la propria utilità con dati incontrovertibili e che quindi va sostenuto da tutti, con spirito di corpo». Verrebbe da dire, insomma, che in Sicilia, dopo i successi di mercato dimostrati dai recenti dati congressuali, ci si trovi davanti a un bivio: o matura una maggiore sensibilità da parte degli operatori, che si traduca in 200 o 300 nuove affiliazioni – ovvero in denaro sufficiente a garantire l’autosostenibilità del convention bureau –, oppure matura una maggiore sensibilità da parte di Regione, Province e Camere di Commercio, che si traduca anche in questo caso in una adeguata compartecipazione alle spese fin qui sostenute dalla sola UniCredit. Tumminello non lo dice, naturalmente – anzi guarda già al 2015 con ottimismo, intravvedendo nell’Expo di Milano una grande occasione di attrarre nuovo incoming dall’estero anche sul territorio siciliano e anche nel segmento Mice –, ma ci sono cose che non vanno necessariamente esplicitate. UniCredit è pur sempre una banca; e le banche, per definizione statutaria, non sono delle Onlus. Certo, può capitare che una banca decida di non generare profitti alla stregua di una associazione non profit, ma quand’anche ciò accada non è il tipo di impegno che si possa prendere a tempo indeterminato. indirizzi a fine rivista

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HOT TOPICS fuori dai denti

in my opinion

La grande incognita lla luce di quello che sta succedendo e che si legge sui A giornali relativamente al più importante evento del prossimo anno, Expo 2015, mi chiedo se veramente saremo in grado di affrontare un flusso di venti milioni di visitatori nei sei mesi di apertura dell’Esposizione Universale. Non so valutare l’andamento dei lavori, che mi dicono essere già a buon punto, ma ho delle serie perplessità sull’organizzazione degli eventi che si succederanno nell’arco di sei mesi. Per esperienza personale ho l’impressione che questo incarico sia stato affidato a professionisti con poca (o nulla) esperienza nell’organizzazione di un evento (forse perché, pur validissimi sul fronte manageriale, gli è toccata una patata bollente fuori dalle proprie competenze?). Sempre che qualcuno abbia davvero l’incarico formale di occuparsene. Dubbio che ci viene eccome, perché da oltre tre mesi stiamo cercando di individuare l’ufficio, la persona, l’ente a cui ci si deve rivolgere per avere maggiori informazioni e dettagli per organizzare un importante convegno sull’alimentazione che coinvolgerà importanti istituzioni, grandi aziende e società scientifiche, ma ogni tentativo è stato vano. Ci è stato detto che la Camera di Commercio di Milano dovrebbe

avere un ufficio dedicato (quindi l’incarico è loro?), ma nessuno ha mai risposto alle nostre telefonate, né ha mai letto le email inviate. Potremmo anche fare da soli, onestamente, ma la nostra intenzione è quella di portare questo evento all’interno dell’area espositiva e non in una delle tante location che ci vengono proposte da Fuoriexpo: mica per mania di “centralità”, ma perché ci pare che il nostro convegno abbia i titoli per stare “dentroexpo”. E comunque, anche far da soli è una parola! A tutt’oggi gli alberghi non sono in grado di quantificare le tariffe (ma si parla già di aumenti notevoli, evviva!). Mentre Trenitalia e Ntv stanno soltanto adesso valutando la possibilità di proporre biglietti comprensivi del ticket di ingresso a Expo. Ma non vi sembra che tutto ciò sia in pazzesco ritardo? I tour operator dei vari Paesi interessati a orientare i flussi turistici verso Milano hanno bisogno di almeno 18 mesi per elaborare i pacchetti di viaggio e metterli in vendita, ma se noi non gli diamo delle indicazioni di costo precise come faranno a promuovere questo evento? Per noi operatori congressuali la problematica è la stessa: non sapendo quali spazi saranno disponibili per eventuali congressi, quali saranno le tariffe di affitto di detti

Parliamoci chiaro: l’Expo sarà anche in perfetto orario nella consegna dei padiglioni, ma tutto quello che gli sta intorno è in pericoloso ritardo spazi? E quali le tariffe alberghiere? Insomma, come possiamo programmare un convegno con scadenze così strette e così poche informazioni? Ho la sensazione, e spero di sbagliarmi, che alla fine gli operatori potrebbero sfruttare la vicina Svizzera, che ha già manifestato la volontà di sottrarre una buona parte del business alberghiero alla Lombardia, a discapito di una organizzazione latente da parte dei nostri “addetti ai lavori”. Il che non è nemmeno una novità: nel lontano 1990, in occasione dei Mondiali di Calcio in Italia, si verificò la stessa situazione: i ritardi nella presentazione di pacchetti adeguati e i costi esorbitanti degli alberghi fecero sì che molti operatori stranieri (la maggior parte europei) organizzassero dei voli charter sull’Italia portando gli appassionati di calcio a vedere le partite nei nostri stadi nell’arco di una giornata, evitando così le spese per gli alberghi. L’Expo 2015 sarà certamente un successo per la mole di biglietti venduti, ma siamo sicuri che siano state individuate tutte le potenziali fonti di reddito?

PAOLO MISSIAJA Ceo di Medicon Italia Congressi e di Mic.Cmc p.missiaja@mediconitaliacongressi.it

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HOT TOPICS in my opinion

zanità

Quel Gattopardo d’un Pco Tutto deve cambiare perché nulla, nella sostanza, cambi, e cioè perché la categoria dei Pco continui a esistere. Da un maggior impiego della Fad alla nascita del Pco finanziatore, passando per un bando di gara standard, c’è di che cambiarne di cose! MAURO ZANIBONI presidente di MZ Congressi mauro.zaniboni@mzcongressi.com

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metà febbraio i Pco aderenti a Federcongressi&eventi si A sono ritrovati a Bologna per un retreat che ha approfondito tre tematiche. Il primo tema era il ruolo e le prospettive per i Provider Ecm. Qui va detto subito che circa l’80 per cento del fatturato delle aziende Provider è costituito da eventi di piccolo/medio livello, che comportano un’enorme mole di lavoro e scarsi margini. Pensando al futuro, bisognerà esplorare più approfonditamente le possibilità offerte dalla formazione a distanza (la cosiddetta Fad). In questa prospettiva si potrebbe ipotizzare l’istituzione di una rete d’impresa dedicata esclusivamente alla produzione di progetti Fad. Non solo: poiché attualmente i Provider dedicano gran parte del proprio tempo alla risoluzione dei dubbi sulla normativa Ecm, sarebbe importante stilare un elenco di Faq a cui dare risposta, così da creare – con l’approvazione della Commissione nazionale – una sorta di vademecum sulle prassi corrette da seguire.

Secondo tema: gare e rapporti con le società scientifiche. Una delle principali problematiche dei Pco è la mancanza di uno standard di bando di gara. Occorre stilare un documento standardizzato, che renda più facilmente comparabili le proposte e fornisca al committente un metodo di misura univoco e trasparente. Non è invece realizzabile in tempi brevi l’eliminazione del criterio del “minimo garantito” nelle gare. Sarebbe importante, piuttosto, che tutti i Pco potessero competere alla pari sul piano della qualità e avessero l’opportunità di far emergere le proprie caratteristiche intrinseche, non solo di “segreteria organizzativa”, ma piuttosto di “consulenti dell’organizzazione”. Il documento di bando standard, pertanto, dovrebbe indicare i requisiti minimi di un’agenzia professionale e qualificata, in modo da convincere i committenti che non è l’imposizione di un minimo garantito economico a determinare il successo di un congresso, ma anche, e soprattutto, una vera attività di partnership.

Terzo e ultimo tema: il new business. Qui è l’associazione che deve scendere in campo, atteggiandosi verso l’esterno con un approccio anche promozionale/commerciale e tarando la propria comunicazione di marketing. Poiché per i Pco è complicato trovare nuovi clienti tramite la propria rete commerciale, Federcongressi&eventi dovrebbe contribuire a diffondere la cultura dell’aggregazione, soprattutto aiutando le aziende a individuare la formula operativa corretta. Ci si è spinti a ipotizzare la figura del “Pco finanziatore”, ovvero di quell’operatore che, nel quadro della forma aggregata, si impegna a fornire le garanzie finanziarie necessarie per l’acquisizione di un evento e che – non svolgendo le funzioni di segreteria organizzativa – riceve come remunerazione del proprio impegno economico una fee. Dall’altro lato, l’eventuale configurazione come Provider Ecm Consortili (Provider di specialità o Provider regionali) consentirebbe una notevole diminuzione dei costi di gestione. Insomma, possiamo trarre una morale alla Gattopardo: tutto deve cambiare perché nulla, nella sostanza, cambi, cioè perché la categoria dei Pco continui a esistere. Nei prossimi mesi prepariamoci a vederne delle belle.


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HOT TOPICS in my opinion

l’altra metà del cielo

Il Creativone Per scrivere anche solo un post sul web si chiamano i “Creativoni” e poi si taglia sulle professionalità che lavorano agli eventi. Ovvio che poi gli eventi ne risentano LUCA CORSI Responsabile Comunicazione & Eventi Vorwerk Folletto luca.corsi@folletto.it

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on diciamolo a voce alta, però è anche giusto dircelo: N una leggera ripresa congressuale è in corso. Cosa farcene? È la domanda cui noi event manager (a proposito quanti siamo rimasti?), protagonisti e non spettatori di quanto accade nel settore, dobbiamo rispondere. E dobbiamo farlo – lo preciso subito – con grande onestà, per evitare che le illusioni si trasformino in delusioni. Una ripresa, infatti, comunque sia, va sostenuta e accompagnata sempre; non possiamo credere che le cose, d’incanto, si sistemino da sole. Per questo – tengo a sottolinearlo – serve ricreare una vera cultura dell’evento: l’evento non è una cosa che si improvvisa, ma che si costruisce nella sua complessità e nelle sue tante sfaccettature, perché questo è il bello di un evento e il bello di lavorare a un evento. E chi lo ha fatto lo sa bene: un evento dà soddisfazione perché ci pone di fronte a una sfida su più fronti. Per vincerla dobbiamo rispon-

dere a tutti i problemi singoli in maniera armonica. Insomma la quadratura del cerchio, ma a noi piace così: non ci piace vincere facile. Quindi all’evento va riconosciuto il rispetto che merita da entrambe le parti, committenza e fornitore. Un evento deve essere il risultato di un percorso comune, di una road map concordata, perché tutto deve funzionare e nessun aspetto vive un’esistenza autonoma. Quello che voglio ribadire è che un evento non nasce dal nulla, ma rientra in una strategia di comunicazione aziendale; o meglio deve essere lo strumento in più per far deflagrare i messaggi chiave dell’azienda. Quindi sorrido quando sento che per scrivere anche solo un post sul web si chiamano in causa i “Creativoni”, soloni della comunicazione olistica, mentre per concepire un evento ci si accontenta di parlare con la “manovalanza qualificata”, come tecnici o supporti alle varie regie (peraltro senza i quali gli eventi non si potrebbero tenere) assurti a deus ex machina delle convention, senza verificare che dietro alla “tecnica”, che forse fa risparmiare, ci siano l’idea, le conoscenze e le capacità per sviluppare un progetto integrato. Allo stesso modo, dalla parte dell’azienda, capita che si presentino figure di secondo piano o dedicate ad altro, poco avvezze a padroneggiare una materia complessa come l’evento e orientate soltanto alla spending review. Ma, scusate, siamo seri: a

ognuno il suo ruolo. Che risultati possono scaturire da un lavoro affidato a chi non ha una professionalità specifica o soltanto parziale? Gli eventi non si fanno per onor di firma: o un evento è un’esperienza unica e realizzata al meglio, oppure non è un vero evento. Un evento non è una soluzione di ripiego; bisogna crederci e impegnarsi con le migliori risorse umane a disposizione perché questo abbia un senso e un’efficacia. E torno a parlare di cultura dell’evento e della considerazione che gli eventi meritano, perché in molte aziende vince ormai la convinzione che le competenze in materia possano trovarsi in figure non professionali, tanto online come offline. Niente di più sbagliato. Tagliare sugli eventi significa anche tagliare sulle professionalità che lavorano agli eventi: ergo gli eventi ne risentono. Non può che essere così. Chi ha sacrificato la qualità, non ha fatto un investimento: si è illuso di recuperare ossigeno nel breve, però senza alcuna visione in prospettiva. La tattica paga a corto raggio; sul lungo periodo è perdente. Equivale a smobilizzare, a provare a vedere come va, lesinando sulle risorse, ma la scelta non ha le gambe per camminare, né, tantomeno, per andare lontano. Cultura degli eventi significa coltivare gli eventi con tutte le attenzioni che meritano: persone dedicate e professioniste, creativi della comunicazione ed event manager. Per il lavoro, qualsiasi lavoro, ci vuole rispetto. Sempre.


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1-04-2014

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HOT TOPICS in my opinion

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Strategia di marketing? Si fa presto oggi a fare marketing. Tuttavia il marketing strategico, quello alla Kotler per intenderci, forse non lo si fa con tanta rapidità. Anzi, spesso non lo si fa e basta PIER GIORGIO COZZI Giornalista, saggista e docente di marketing e comunicazione pgcozzi@fastwebnet.it

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uesta volta, desumendoli dall’attualità, parliamo di Q alcuni argomenti che riguardano il marketing. Il marketing alla Kotler, per intenderci. Applicati a Expo 2015. Nella cronaca di Milano del 3 marzo scorso (422 giorni all’inaugurazione di Milano EXPO 2015), il maggiore quotidiano italiano riassumeva in quattro punti le questioni ancora aperte sull’Esposizione: 1) richiesta del Comune di poter derogare al patto di stabilità: deroga non ancora concessa; 2) completamento di strade e tangenziali per il sito espositivo: da terminare; 3) il “nodo burocrazia” per visti e dogana: nessuna semplificazione è al momento prevista sui visti per chi arriva dall’estero e sul traffico merci in dogana; 4) i pacchetti turistici e l’offerta culturale: non sono stati ancora definiti dal ministero per i visitatori internazionali in arrivo a Milano (il nuovo ministro dei Beni culturali e del Turismo è in carica da qualche settimana soltanto). Gli ultimi due argomenti,

realmente di marketing, hanno pesanti “ricadute” sulla strategia turistica dell’evento. Ne potrei aggiungere un quinto (ma su questo, non calcherò troppo): la riunione di due ore a Milano con le istituzioni locali e il management di Expo, dei ministri delle Infrastrutture, Cultura, Agricoltura e Sviluppo economico per “determinare punto per punto l’agenda da qui a maggio 2015” di un evento che dovrebbe portare a Milano 20 milioni di visitatori: attività tipicamente “manageriale”. Però mancano soldi, delibere, autorizzazioni, “concertazioni” (queste sì che aiutano ad accelerare i tempi!), crisi d’identità dei due aeroporti milanesi, e via elencando. Ribadiamo: a 422 giorni al via dell’evento. Dubai, che ha vinto l’assegnazione di Expo 2020, ha già “brandizzato” (logo e invito “visit Dubai”) la livrea della sua compagnia aerea. Per dire che non basta essere puntuali con la consegna dei padiglioni espositivi (puntualità che va effettivamente riconosciuta a Expo), ma occorre anche che il Paese faccia “sistema” davvero. E questo, se non altro in termini di coordinamento, è compito della politica. Il risultato? Lo incarna perfettamente un certo Moroni, proprietario di dimora storica in Lom-

bardia, che aveva intenzione di aderire alla piattaforma dei servizi ai turisti dell’Expo proponendo la realizzazione di eventi con ristorazione e visita guidata alla sua location, e che ha invece scoperto a malincuore che non è previsto alcun servizio specifico in campo culturale. A proposito della “dimenticanza” dell’offerta di turismo culturale, scrive il Moroni: «Non sarebbe meglio cambiare questo approccio, visto che nonostante l’indifferenza dei politici, cultura, arte, monumenti e città storiche restano ancora l’unico vero potenziale di attrazione del turismo in Italia? Altrimenti cosa ci verrebbero a fare i milioni di visitatori che continuano tutti gli anni a visitare il nostro patrimonio artistico. O forse pensiamo che per l’Expo vorranno sul serio andare tutti in bicicletta tra i canali, fare trekking e il tour delle cantine? C’è qualcuno che pensa a queste cose fra assessori e ministri vari? Qualcuno ha visto cosa vuol dire l’offerta culturale dei palazzi inglesi? Oppure quella della regione della Loira per i suoi castelli? Cosa dobbiamo fare noi poveri gestori privati dell’ormai inutile e costoso patrimonio culturale?». La domanda appare tristemente retorica. La strategia di marketing, invece, non appare proprio…


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1-04-2014

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HOT TOPICS in my opinion

web & co.

Il valore delle tradizioni È in momenti storici come questo che i vecchi schemi saltano e le performance (di ogni tipo) calano. Il coaching può invertire la tendenza. E non solo in azienda RICCARDO PISTOIA Owner di RPConsulting info@riccardopistoia.it

on è difficile spiegare cosa sia il “coaching”: «è una straN tegia di formazione che, partendo dall’unicità dell’individuo, si propone di operare un cambiamento, una trasformazione che possa migliorare e amplificare le proprie potenzialità per raggiungere obiettivi personali, di team, manageriali e sportivi» (Wikipedia). Tutto chiaro? Ok, riproviamo: per secoli l’uomo si è sempre avvicinato a simboli e credenze per rafforzare la propria stabilità e per legittimare il proprio senso di appartenenza alla vita. Condizioni indispensabili per accreditarsi un posto nel branco o quell’idea di “posizionamento” che credenze e condizionamenti gli imponevano. Ma è proprio così? E tutto è così definibile? Forse nella genesi della trasformazione del pensiero laterale l’uomo ha percorso talvolta senza accorgersene dei sentieri obbligati. Che paradosso! Un paradosso che forse stiamo ancora vivendo. Ecco allora emergere la nostra voglia di cambiamento: prendiamo un respiro profondo e tutto piano piano diventa più chiaro; nell’oscurità delle nostre paure vediamo quel barlume di luce che chiamiamo

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“opportunità”. Qualcosa che nonostante la fatica ci dà la motivazione. Del resto, il cambiamento è forza; è quell’elemento alchemico che ci porta a fare un passo indietro per andare avanti ancora più veloci, più forti e più consapevoli di prima. Oggi siamo inquinati da migliaia di messaggi al giorno e solo pochi riescono a raggiungerci davvero. In questi messaggi che cosa cerchiamo? I nostri neurotrasmettitori che cosa fanno e come si comportano subito dopo? Le neuroscienze codificano questi passaggi e tutto si orienta a evocare scenari o condizioni più o meno funzionali al messaggio. Lo scopo? Be’, nel nostro caso è fare business. Ma noi come lo percepiamo? Quali sono le nostre reazioni? Ancora di più: quali sono le reazioni di quell’individuo così simole a noi, ma indispensabile per la nostra esistenza (il cliente)? Due cose soltanto riescono a lenire lo spettro dell’insicurezza: la semplicità e, soprattutto, le nostre tradizioni, le quali sono ancorate saldamente alla nostra coscienza. Immaginate il potere che ha il suono di chi pronuncia il nostro nome con un tono amorevole, o l’immagine vivida del calore di nostra madre quando da piccoli ci faceva una carezza… o il rito della domenica quando tutta la famiglia finalmente era riunita… ecco le nostre tradizioni, ecco il calore della semplicità. Il caos e il bisogno talvolta ci

spaventano e queste paure ci indeboliscono. Sono condizioni che dobbiamo contrastare con determiazione e tenacia ma soprattutto con passione. Tutti noi nella nostra vita professionale, abbiamo sentito il bisogno di leggerezza, di accreditarci nel sistema come unici, indispensabili, per il nostro riconoscimento, per sentirci efficaci. Questo è l’individuo-uomo che vive di impulsi, di reazione, di sentimenti e di emozioni. Ma è questo quello che cerchiamo? Quello che desideriamo davvero? E se sì, quali sono le condizioni che creiamo per raggiungere questo status. Grandi pensatori di tutte le epoche ci hanno sempre detto che sono le scelte che facciamo e non le condizioni in cui ci troviamo a migliorare la nostra vita. E noi “sappiamo” che ciò è assolutamente vero. Eppure ogni giorno abbiamo i nostri soliti riti: raggiungiamo il nostro ufficio, accendiamo il pc… un saltino su Facebook, il messaggio all’amico, la mail del cliente di cui abbiamo forse disatteso le aspettative... Ed ecco che a un certo punto sentiamo il bisogno di cercare quelle zone di comfort che ci evocano serenità e magari la risposta che ci porti alla svolta definitiva. Bene, il coaching serve a questo: tira fuori la forza che c’è in noi, con semplicità, verso un cambiamento che ci aiuti a progettare insieme il nostro successo (e sentirci semplicemente unici).


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HOT TOPICS coffee break

ominciamo a renderci conto che la crisi non è facile da C superare perché siamo incapaci di assumere una posizione più obiettiva sul mercato globale. Per ottenere una inversione di tendenza dovremo utilizzare in modo più razionale le uniche materie prime che abbiamo in abbondanza: paesaggio, arte antica e moderna, moda e cucina. Insomma dovremmo deciderci a proporre l’Italia come unico, grande parco internazionale della cultura e del divertimento. Questa necessità di cambiare “pelle” la suggeriscono anche le statistiche, secondo le quali il turismo straniero oggi sceglie le nostre destinazioni in base a gusti e cultura personali, e non certo attratto dai nostri “pacchetti preconfezionati”. Questa severa diagnosi non offre alternative agli operatori che continuano a proporre offerte obsolete, rigide, schematiche, che costano troppo, mettendo in dubbio anche “il contesto” di una offerta congressuale basata sulla clausura all’interno di un centro congressi (dove i discorsi noiosi di molti relatori invitano a lasciare la sala appena possibile). Insomma, mentre il mondo corre, noi restiamo ancora fermi a una struttura liturgica e sociale che sacrifica gli aspetti di carattere ludico dell’evento congressuale (soprattutto nell’ambito medico scientifico). La verità è che certe formule stantìe non soddisfano più il committente e deludono le attese dell’utenza, rendendo forse necessario dedicare più attenzione alle persone che alle teorie. Godiamo nel mondo di un credito illimitato per fantasia e creatività, la cultura è il nostro miglior biglietto da visita, la geografia gastronomica italiana è di una ricchezza invidiabi-

in my opinion

Made in Italy? le, ma standardizziamo i programmi come si faceva 40 anni fa. Gli organizzatori si dovranno impegnare a usare la fantasia per una profonda rivoluzione dei metodi. Potrebbero rinunciare al giro turistico programmato che non interessa tutti e lasciare liberi di scegliere coloro che vogliono visitare un tradizionale mercatino di strada, un laboratorio di artigianato locale, oppure fare acquisti di specialità gastronomiche. Si dovrebbe offrire ai congressisti la libertà di utilizzare il soggiorno in modo autonomo e di visitare una boutique di moda invece di vedere la mostra d’arte medioevale programmata. Anche per i pasti, perché non lasciare libertà di scelta fra le trattorie e i locali che offrono piatti della cucina mediterranea invece di costringere i congressisti al rito formale dei pranzi e delle cene di Gala basati sui menu “creativi” di una cucina che ha stravolto i capolavori della gastronomia tradizionale e ha proiettato il suo nefasto effetto sulla famosa ospitalità italiana? Una comparata analisi dei costi potrebbe indicare come più conveniente l’assegnazione di uno speciale voucher spendibile presso un numero di trattorie e ristoranti selezionati. Organizzare un congresso sulla base dei gusti individuali dei partecipanti, pur non essendo una pratica codificata dalla “comunicazione di gruppo”, potrebbe rivelarsi più adatto per un mercato che richiede maggiore flessibilità. La soddisfa-

Il congresso non è un servizio pubblico, ma una forma di comunicazione con precisi obiettivi da raggiungere. La crisi si combatte anche capendo questo zione dei partecipanti che si sentirebbero protagonisti, avrebbe effetti positivi anche sugli interessi del committente. Purtroppo, attorno al congresso si sono fossilizzate competenze imprevedibili che non hanno interesse a farsi smobilitare. Diventa sempre più facile demolire le proposte innovative presentate come sogni antieconomici, e in Italia si trova sempre un alto ufficio “competente” che blocca il percorso appellandosi a norme che la burocrazia costruisce apposta per giustificare la sua esistenza. Anche chi è capace di immaginare percorsi creativi è costretto a rinunciare ai sogni e a schierarsi fra gli omologati per evitare i sorrisi di compatimento dei suoi colleghi. E infine, sul fronte dei congressi medici per esempio, continueremo a lungo ad applicare la decisione governativa che ha fissato limiti e forme penitenziali all’Ecm e non sarà possibile sottrarsi alle ossessioni ideologiche di esperti più volte squalificati dai risultati. Il congresso non è un servizio pubblico, ma una attività privata che dovrebbe essere libera di esprimersi nel modo più adatto a raggiungere obiettivi fissati.

ALDO LO RE giornalista aldolore@alice.it

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HOT TOPICS cover story

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GRANDI EVENTI

People have the power Per trasformare il pubblico da spettatore passivo in attore protagonista bisogna guardare alla storia dei grandi eventi: da sempre i grandi numeri sono sensibili alla creatività. Oggi, quindi, la sfida è rendere emozionante la comunicazione con ampie platee MATTEO ROCCA

i fa presto a dire “grande evento”, ma cosa lo rende tale? Solo il numero dei S partecipanti? Se fosse così, il valore aggiunto dell’evento sarebbe pari a quello di una campagna pubblicitaria che mira a raggiungere qualche migliaio di impression in breve tempo. Ovvio che le cose stanno in maniera diversa: l’evento trasforma il messaggio in esperienza, in vita vissuta, in cronaca cittadina, e genera interazione tra numerosi stakeholder, secondo uno schema concentrico che ha al suo centro i partecipanti, e tutt’intorno, seguendo orbite sempre più ampie, i vari partner, i fornitori, gli investitori, e chi più ne ha più ne metta. Oltre una certa soglia, ogni evento privato assume inevitabilmente anche una dimensione pubblica, che produce utilità per una comunità più ampia, a patto però che tutti siano stati adeguatamente “ingaggiati”. I grandi eventi sono perciò tali perché sono in grado di generare un elevato livello di coinvolgimento: storicamente, il

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mondo della comunicazione ha dovuto fare i conti con il problema di catturare l’attenzione di un’utenza sempre più allargata, dagli albori della civiltà urbana e industriale fino al moderno orizzonte globalizzato.

UN SECOLO E MEZZO DI GRANDI EVENTI Facciamo un passo indietro. Nel corso dell’Ottocento, un nuovo protagonista ha fatto la sua comparsa – o meglio, la sua irruzione – sul palcoscenico della vita sociale: il concetto di folla. Man mano che la civiltà borghese si sviluppava, la sua storia veniva scandita da grandi eventi di piazza, mentre le scelte dei governanti, e in generale tutti i processi decisionali di un certo rilievo, dovevano fare i conti con questo nuovo e ingombrante interlocutore. Tramontato l’Ancien régime, in cui la minoranza aristocratica poteva ancora fare e disfare a suo piacimento, la folla ha assunto un ruolo e un’importanza ineludibili, sul piano politico e su quello culturale. Il primo e più famoso teorico della psicologia delle masse fu il francese Gustave Le Bon: “Mentre le nostre antiche credenze vacillano e scompaiono, e le vecchie colonne a mano a mano sprofondano, l’azione delle folle è l’unica forza non minacciata e il cui prestigio ogni giorno si accresce. L’epoca in cui entriamo, sarà


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GRANDI EVENTI veramente l’Era delle folle”. Correva l’anno 1895, e col senno di poi non possiamo che dargli pienamente ragione: il Novecento è stato il secolo dei grandi partiti di massa, delle grandi dittature e delle grandi democrazie, dell’alfabetizzazione su larga scala, del welfare state, dei mass-media, l’epoca in cui tutto, nel bene e nel male, è stato rimodellato a misura di “folla”. Di pari passo, la nuova psicologia delle folle iniziata da Le Bon ha aperto la strada a tutta una serie di interpretazioni e riflessioni sulle migliori strategie per accattivarsi questo vasto e anonimo uditorio. Per alcuni, forse addirittura per la maggioranza, il concetto di folla in origine era sinonimo di “gregge”, di massa indistinta, facilmente manipolabile con l’uso della giusta eccitazione emotiva. La storia politica della prima metà del Novecento, in effetti, sembrerebbe dare ragione a questa corrente di pensiero: la retorica di regime, le grandi adunate, la propaganda continua miravano a impressionare, intimorire e suggestionare le masse, indirizzandone sentimento e comportamenti. Con il dopoguerra, e con l’affermazione della democrazia come valore fondativo di tutta la cultura occidentale, il paradigma si capovolge: dal concetto di massa gregaria si passa a quello di opinione pubblica, che grazie alla libertà di espressione e di stampa può informarsi e passare dal ruolo di spettatore passivo a quel-

lo di attivo protagonista della vita collettiva. Nel frattempo, anche la moderna scienza della comunicazione d’impresa prosegue il suo percorso: il marketing e la pubblicità elaborano metodi sempre nuovi per tracciare l’identikit del proprio target e per raggiungere il consumatore, perché se da un lato è vero che anche la produzione, il mercato e l’economia sono divenuti fenomeni di massa, è anche vero che nel momento in cui formulo una qualsiasi proposta commerciale, o voglio presentare con efficacia il mio brand e i suoi valori, devo poter identificare all’interno di questa massa i miei veri potenziali clienti.

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“Il Quarto Stato” (qui sopra) è un celebre dipinto del 1901 del pittore Giuseppe Pellizza da Volpedo. Intitolato “Il cammino dei lavoratori” è il simbolo della nascita del proletariato. Sotto, la “folla manzoniana” in subbuglio viene calmata da Antonio Ferrer, gran cancelliere dello Stato di Milano

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GRANDI EVENTI

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GRANDE TARGET, GRANDE SFIDA Arriviamo così al vero paradosso della comunicazione moderna: nel momento in cui lo sviluppo della tecnologia fa sì che il mio messaggio possa arrivare indistintamente a chiunque in tutto il mondo, sono costretto a mirare con una precisione ancora maggiore, perché qualche miliardo di individui vive ormai quotidianamente sovraesposto a una moltitudine di messaggi, immagini, proposte come la mia. Per evitare che i nostri contenuti scivolino via dobbiamo sapere come renderli unici, attraenti, utili per il nostro target: altrimenti, saranno destinati a sparire dalla memoria a breve termine senza lasciare il minimo segno. Anche sul piano degli eventi, e per la precisione dei grandi eventi, che coinvolgono direttamente migliaia di persone in veste di partecipanti, e che ne raggiungono molte di più in via indiretta attraverso l’azione moltiplicatrice svolta dal web e dagli altri media – la famosa folla, appunto – è essenziale trovare il modo di differenziare davvero la

L’EFFETTO DOMINO DI UNA FIGURACCIA

Qualche anno fa fece molto scalpore la gaffe di un manager che parlando a una convention citò la famosa “vittoria di Napoleone a Waterloo”. Lo strafalcione finì su YouTube, e generò numerose battute e parodie. E questo accadeva in un’era tutto sommato tranquilla: non c’erano quasi smartphone, non c’era Android, e Twitter e Facebook non erano i giganti di adesso. Lo stesso episodio, oggi, impiegherebbe

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un decimo del tempo a fare il giro del mondo. Ma che dire dell’analogo potenziale di viralità rapportato a un caso di successo? Se durante il lancio di un nuovo prodotto si invitassero tutti i presenti a scattare una foto e a condividere in rete il momento della presentazione, con un’accurata regia, l’effetto domino potrebbe generare un positivo ritorno di immagine. Basta saperlo fare.

comunicazione, e il modo migliore è quello di cambiarne la dinamica: il grande evento non può essere solo una grande messa in scena davanti a un pubblico che ne fruisce passivamente, semplicemente perché è un genere di comunicazione a cui le persone non sono più abituate, che quindi può provocare rifiuto, noia o addirittura insofferenza. LA NUOVA FRONTIERA DELL’INTERATTIVITÀ Le Bon preannunciava l’Era della folle; un teorico di oggi parlerebbe di era del Crowd – che poi vuol dire sempre “folla” in inglese –, anche se con un’accezione completamente diversa. Il prefisso crowd- oggi sta davanti a tante cose: si parla di crowdsourcing, di crowdfunding, addirittura di crowdmarketing. L’espansione data da social network e device mobili ha rilanciato in una nuova chiave il concetto di comunicazione di massa. Si tratta di rendere attivo il partecipante, di prevedere all’interno del nostro mix uno spazio vuoto che sarà lui a dover riempire. È il concetto di usergenerated content su cui si basa il web 2.0: ogni utente è al tempo stesso un fruitore e un produttore di contenuti, sia

perché in grado di generarli lui stesso (caricando foto e video, lasciando commenti...), sia perché può rilanciare i contenuti altrui (condividendo, re-twittando e via dicendo). Siamo un gradino sopra il la pura e semplice interattività, e anche la meeting industry deve tenerne conto: il grande evento dovrà essere sempre di più user-generated, prevedere una dimensione di viralità e di animazione che passa necessariamente anche dalla tecnologia. Da questo punto di vista, il mondo consumer rappresenta un’interessante frontiera di sperimentazione di cui il b2b può fare tesoro: i contest e le altre attività di gamification ormai rientrano stabilmente nel marketing mix dei grandi brand, perché aumentano il livello di interazione tra il cliente e la marca,


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MORTE DA POWERPOINT Se guardate su internet, troverete svariati video e immagini virali che ironizzano sul fenomeno ormai universalmente noto come “death by PowerPoint”. Senza nulla togliere al famoso programma della Microsoft, il punto è: avete presente l’effetto che qualche decina di slide, magari per giunta orridamente formattate e inutilmente verbose, può avere su una qualsiasi platea? E se non si hanno le risorse per ricorrere al 3D, forse basterebbe mettersi nei panni degli spettatori nel momento in cui si preparano le fatidiche (e si spera non fatali) diapositive. migliorando brand awareness e fidelizzazione. La stessa dinamica viene sempre più spesso replicata anche a livello di comunicazione interna: i messaggi lanciato durante ogni grande roadshow o convention che si rispetti rimbalzano ormai inevitabilmente sugli account social dei singoli partecipanti, e anche se le imprese sono a volte troppo timorose verso tutto ciò che può assomigliare a una “fuga di notizie” verso l’esterno, si tratta di un’autentica miniera di creatività e opportunità di animazione che i meeting planner sanno come sfruttare, a patto che gliene sia data l’opportunità. LE REGOLE D’ORO DELL’INTERAZIONE Gestire il momento di contatto con un vasto pubblico non è mai semplice. Abbiamo chiesto a Roberto Rasia dal Polo, presentatore e conduttore, di parlarci degli strumenti e delle strategie principali attraverso cui un comunicatore o un progettista di eventi possono puntare a coinvolgere i grandi numeri: «Ci sono tre momenti chiave. Primo: per quanto possa sembrare banale, devo anzitutto poter definire qual è la mia platea, chi è il mio target, quante persone sono, perché tutto questo influisce direttamente sulle mie modalità di azione e sulle mie strategie, e quello che può funzionare con un gruppo di, poniamo, cinquecento persone, non è detto che funzioni con mille. Secondo, devo conoscere gli obiettivi di comunicazione del mio cliente, perché può anche accadere che io riesca a far interagire e coinvolgere il pubblico, ma in un modo che non è utile rispetto ai miei obiettivi finali e al messaggio che l’azienda vuole far passare. Il

terzo momento è l’azione vera e propria: ci sono diversi esperti di formazione che suggeriscono numerose modalità per coinvolgere il pubblico, e soprattutto per introdurre e presentare nel modo migliore le attività». Oltre alle soglie numeriche di cui tenere conto per garantire l’efficacia dell’animazione, la funzione del presentatore diventa più che mai necessaria nel momento in cui si passa a proporre al pubblico di passare dalla modalità di ascolto/ricezione a quella attiva. Rasia dal Polo si sofferma quindi su una tipologia di interazione non nuova, ma che se ben utilizzata, ben presentata alla platea e incentrata su contenuti realmente importanti può dare i migliori risultati: il televoto. «È una soluzione che mi sento di consigliare sempre, perché se impiegata con intelligenza ha un effetto garantito. Implementando l’interazione con la platea, chiamandola a esprimersi su qualcosa di realmente decisivo, come un aspetto della strategia di marketing dell’azienda, o la strada migliore da percorrere per ottenere un certo aumento di fatturato, può davvero far sentire le persone coinvolte in ciò che sta accadendo, coinvolte nel processo decisionale dell’azienda stessa. Altro discorso sono le interazioni a scopo formativo, in cui si può ricorrere al role play e ai lavori di gruppo, che sono replicabili anche su grandi numeriche con l’ausilio di alcuni facilitatori». La volontà di far sentire protagonisti i partecipanti deve però tenere sempre conto di alcune regole basilari: non tutti desiderano le luci della ribalta, a maggior ragione in un contesto aziendale o professionale, in cui si è bene o male vinco-

ROBERTO RASIA DAL POLO, presentatore e conduttore: «Il televoto è una soluzione che mi sento di consigliare sempre, perché se impiegata con intelligenza ha un effetto garantito. Implementando l’interazione con la platea, può davvero far sentire le persone coinvolte in ciò che sta accadendo, coinvolte nel processo decisionale dell’azienda stessa»

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lati da norme di comportamento e codici culturali. «Non ha senso e non serve a nulla far salire le persone sul palco, per esempio. Al di là del fatto che puoi farlo solo con pochi e non con tutti, stare sotto i riflettori non è semplice, inibisce, e finisce con l’essere controproducente», commenta Rasia. Occorre seguire altre strade.

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MARIA GUADALUPE LUCASEVICH, responsabile di Cisalpina Mice: «Attraverso il grande evento un brand può accattivarsi le simpatie dei suoi estimatori, rafforzare i legami con i partner e preparare il terreno alla futura commercializzazione di un nuovo prodotto che punta a lasciare tutti a bocca aperta»

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IL CORAGGIO DELLA DIRETTA Anche all’interno delle più inveterate scalette congressuali e degli stilemi di comunicazione più abusati – la classica presentazione proiettata sullo schermo – è possibile, con un po’di creatività e qualche effetto speciale, rendere sorprendente ciò che normalmente è ordinario, se non addirittura soporifero. «Il 3D non fa più notizia, ma rimane uno dei modi più belli, più cool per animare la tradizio-

nale presentazione. Ne ho viste alcune davvero efficaci, utilizzate durante la sessione plenaria di convention con migliaia di partecipanti. Il problema è che fa lievitare il costo dell’evento di un buon dieci per cento, ed è chiaro che in questo momento le imprese devono fare i conti con altre priorità», osserva Rasia. In generale, coinvolgere il pubblico e innescare un proficuo momento di comunicazione bottom-up richiede una robusta dose di coraggio da parte dei vertici. Se si chiede ai partecipanti di dire la loro, se gli si permette di godere della stessa libertà di parola a cui tutti sono ormai assuefatti grazie all’accessibilità universale dei social network, bisogna avere le spalle sufficientemente larghe. «L’utilizzo dei social, del live streaming durante l’evento ha un potenziale elevatissimo, ma si continua a fare molta fatica», spiega Rasia. «Ricordo la convention di un’azienda straniera che aveva addirittura fornito ai partecipanti dei tablet per poter twittare in diretta durante l’evento, ma la cosa stentava a decollare e solo dopo un bel po’, su invito dal palco, sono arrivati i primi commenti. Il dilemma principale è: li moderiamo o no? Se li moderi, l’operazione è contraddittoria in partenza, e vanifichi l’effetto di rottura dato dall’uso di questo strumento. Se non li moderi e li lasci liberi – ma non lo fa davvero quasi nessuno – devi essere pronto ad accettare di tutto, critiche incluse, senza cedere alla tentazione di interrompere la trasmissione in diretta dei tweet, come talvolta è accaduto». La fortuna, come di consueto, premia gli audaci. LASCIARLI A BOCCA APERTA Il grande designer Milton Glaser ha detto che ci sono tre risposte possibili davanti a un’opera di design: sì, no e “wow!”. Ed è proprio l’effetto “wow” quello a cui occorre puntare nei grandi eventi, per fare sì che il pubblico non rimanga indifferente a ciò che va in scena, ma si senta a sua volta parte del “design” generale della manifestazione. Maria Guadalupe Lucasevich, responsabile di Cisalpina Mice, la divisione eventi di Cisalpina Tours, sceglie di parlarci a questo proposito dell’evento di lancio della nuova Smart Fourjoy, andato in scena lo scorso febbraio a Roma, che l’agenzia torinese ha curato per


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DO YOU SPEAK 2.0?

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Anche se alcuni termini sono sempre più di comune utilizzo, non è detto che tutti si siano già imbattuti in essi. Bottom-up: è il contrario di topdown, indica cioè un flusso di informazioni generato dalla base, che procede dal basso verso l’alto. Le strategie di coinvolgimento di un target, sia online che offline, tipicamente puntano a stimolare la produzione di contenuti bottom-up, segno tangibile del ruolo attivo giocato dai destinatari della comunicazione (che diventano a loro volta dei produttori di significa-

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ti ulteriori). Crowdsourcing deriva da crowd + outsourcing, ed è un modello organizzativo che prevede lo sviluppo di progetti in modalità collaborativa e “open” tramite una comunità virtuale (Wikipedia è in questo senso l’esempio forse più noto). Il corrispettivo finanziario è il crowdfunding: tramite apposite piattaforme è possibile chiedere micro-donazioni a sostegno di un progetto, un’idea o un’impresa. Anche il pubblico dei grandi eventi, a ben vedere, rappresenta un crowd da coinvolgere e motivare all’azione. Mercedes. Il brief della casa tedesca prevedeva un concept futuristico, che fosse adeguato a sottolineare il carattere di novità della sua ultima creatura, una moderna vettura elettrica quattro porte. Per riuscire a ottenere il fatidico effetto “wow”, Mercedes ha concesso carta bianca all’agenzia, incaricata della gestione e dell’accommodation di tutti i partecipanti, della segreteria organizzativa e del coordinamento di tutti i partner coinvolti: «Il cliente ci ha dato la massima libertà operativa nella gestione dei partner: un elemento non sempre comune, che ci ha permesso di operare in maniera snella e sicuramente efficiente», racconta Lucasevich. Il lancio di un nuovo modello di auto è

sempre un momento delicatissimo, tanto più in questi anni di magra del settore, e a maggior ragione se il modello in oggetto si propone di rivoluzionare profondamente l’immagine e il posizionamento di un brand come Smart, da tutti unanimemente associato alla famosa citycar biposto. Davanti a una platea composta da giornalisti di settore e blogger, il direttore generale Roland Schell ha illustrato il nuovo prodotto con l’ausilio di video emozionali e un’accurata scenografia dal forte impatto visivo, mentre la vettura veniva immortalata insieme alla famosa showgirl Cristina Chiabotto, in ossequio al sempreverde binomio donne-motori. Il risultato, spiega Lucasevich: «è stato uno spettacolo dal forte impatto scenico ed emotivo, studiato appositamente per catturare l’attenzione dei presenti, sorprenderli e coinvolgerli attivamente nell’operazione di marketing in corso. Attraverso il grande evento un brand può accattivarsi le simpatie dei suoi estimatori, rafforzare i legami con i partner e preparare il terreno alla futura commercializzazione di un nuovo prodotto che punta a lasciare tutti a bocca aperta». LA GRANDE OCCASIONE Parlando di grandi eventi oggi, nella primavera del 2014, è impossibile non concludere aprendo una doverosa parentesi sul giga-evento atteso da tutti tra poco più di un anno: Expo 2015. A breve, Milano sarà raggiunta da visitatori provenienti da oltre 140 Paesi: secondo le stime di Assolombarda saranno 20 milioni i partecipanti attesi, di cui circa il 30 per cento stranieri, che nell’arco di sei mesi andranno ad animare la grande Esposizione. Senza voler ripetere discorsi già fatti, sarà interessante vedere come i vari comitati organizzatori e i designer dei diversi padiglioni punteranno a ingaggiare i partecipanti. Sappiamo che l’esperienza avrà due diverse direttrici: una reale, giocata in presentia, e una virtuale, che farà parte del cosiddetto CyberExpo. Tra Shanghai 2010 e Milano 2015 c’è una differenza enorme: nell’arco di questi cinque anni il salto digitale è stato notevole, grazie a servizi e nuove applicazioni i visitatori potranno ricevere in tempo reale informazioni in modalità “push” sull’offerta di eventi, su dove andare a mangiare e a dormire, cosa vedere e cosa fare in città. Senza contare il progetto, ben più ambizioso, di trasformare l’Esposizione in una grande diretta planetaria, con uno share potenziale di un miliardo di persone. Chi vivrà vedrà - ormai ci siamo quasi - ma il potenziale è certamente notevole, tutto starà nell’abilità di cavalcarlo nella maniera migliore.


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Il paso doble dei grandi HOT TOPICS cover story

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Per garantire la giusta regia a un grande evento è necessario giocare in coppia: solo scendendo in pista uniti e affiatati, location e organizzatori possono davvero fare la differenza. E recuperare una parte delle quote di mercato perse per la crisi

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MATTEO ROCCA

tema dei servizi, si sa, è centrale in ogni della vita economica: ormai, se Icilaspetto pensiamo su, siamo quasi più abituati ad acquistare servizi che prodotti materiali, fino al caso limite dello smartphone di ultima generazione ottenibile in comodato d’uso, previa sottoscrizione di un pacchetto di servizi in abbonamento. L’oggetto tecnologico, se si vuole, è diventato quasi meno importante del suo corredo intangibile, e anche servizi un tempo considerati “accessori” come l’assistenza, l’help desk o la garanzia hanno acquisito un ruolo centrale all’interno di ogni proposta commerciale. Di fronte a un grande evento, con numeriche elevate per tutto ciò che riguarda

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partecipanti, accomodation, catering, transfer, la sfida logistica è certamente probante. E tuttavia, proprio perché i servizi sono la componente essenziale per soddisfare appieno le esigenze contenute nel brief del cliente (e perché no, per sorprenderlo positivamente aggiungendo un tocco in più, anticipandone anche i bisogni latenti), è necessario conservare una visione d’insieme. La conduzione di un grande evento è spesso e volentieri un ballo a due, come il paso doble del tango: da una parte c’è l’agenzia, il pco, colui che ha in mano la regia e il timone della comunicazione; dall’altra c’è la location, senza cui non è possibile scendere in pista. Non c’è spazio per le convergenze parallele: entrambi i ballerini devono puntare al medesimo obiettivo. Lungi dall’essere semplici fornitori di logistica, entrambi mettono al servizio del Mice le loro rispettive doti progettuali, la creatività e l’inventiva necessaria per far fronte agli imprevisti, che nei grandi eventi sono la regola. Non si tratta più – ammesso che


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sia mai stato così – di fornire semplicemente un oggetto (l’evento) ben confezionato dal punto di vista logistico: si tratta di andare oltre, e farne il punto di partenza per poter offrire dei servizi davvero vincenti. MINUTO RISPARMIATO, MINUTO GUADAGNATO Figura di rilievo del Mice italiano, presidente di Federcongressi dal 2004 al 2009 e direttore del Centro Congressi del Porto Antico di Genova, Adolfo Parodi traccia per noi il quadro dei servizi essenziali che la struttura deve essere in grado di offrire per andare incontro alle esigenze degli organizzatori e delle agenzie coinvolte nel planning: «Il fattore più importante che determina il successo dell’evento è uno, omnicomprensivo: la giustezza della location, in tutti i suoi aspetti. Non parlo solo dell’attrattività della destinazione, questo va da sé, ma devono esserci dei servizi efficienti, una logistica e una selezione di fornitori in loco che garantiscano la massima perfezione nella risposta a ogni tipo di esigenza, in modo che la location si riveli realmente quella “giusta”». Questa perfezione, dal sapore quasi artigianale, non è ovviamente automatica e non scende giù dal cielo, ma è il risultato di un lungo lavoro di lima tra location e agenzie, alla ricerca della massima fluidità necessaria. Si tratta di un lavoro indispensabile che, se ben condotto, porta a risultati certi e misurabili; d’altra parte, osserva Parodi, questo processo richiede una notevole quantità di una certa materia prima, forse la più preziosa e la più rara di tutte. «Purtroppo nei grandi eventi, che a loro volta fanno magari parte di grandi roadshow, si riscontra anzitutto una perenne mancanza di tempo», commenta il direttore del Centro Congressi del Porto Antico. «Gli organizzatori ne hanno poco, noi ne abbiamo poco, e c’è ovunque un’esasperata attenzione ai costi. Poco tempo in più speso per interfacciarsi tra organizzatori, agenzie e struttura è tutto tempo guadagnato. Valutare le esigenze, confrontarsi a fondo su incognite ed eventuali fattori cri-

tici, coltivare un contatto approfondito è fondamentale in questo momento, in cui siamo tutti obbligati a fare il massimo con il minimo delle risorse. Il rischio di finire con l’essere superficiali a causa del poco tempo a disposizione è sempre dietro l’angolo». Si tratta di difendere la qualità del proprio e dell’altrui lavoro, in una partita che finisce con l’essere inevitabilmente un gioco di squadra tra struttura e agenzia, con l’obiettivo comune di segnare un punto vincente, ciascuno nell’ambito del rispettivo ruolo. Facendosi portatore del punto di vista della location, Parodi sottolinea quelle che sono secondo lui le leve di marketing principali che rendono un polo congressuale come quello genovese particolarmente competitivo per il mercato dei grandi eventi, mettendo in luce l’importanza del sistema-città che fa da contenitore e da cornice alle numerose manifestazioni congressuali che transitano ogni anno dal capoluogo

ADOLFO PARODI, direttore del Centro Congressi del Porto Antico di Genova: «Il fattore più importante che determina il successo di un grande evento è uno, omnicomprensivo: la giustezza della location, in tutti i suoi aspetti»

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CHIARA DE SANTIS, responsabile eventi del Grand Hotel Como: «Ospitiamo spesso grandi eventi, dai lanci di prodotto alle piccole fiere. La sfida principale, banalmente, è sempre quella di garantire un’adeguata copertura per numero di camere»

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ligure: «Nel nostro caso, Genova è una piazza attrattiva per tanti motivi: direi soprattutto l’unicità inconfondibile della città, che per quanto sia famosa anche a livello internazionale, è ancora poco conosciuta in alcuni suoi aspetti, e tuttavia offre una grandissima serie di attrazioni in spazi contenuti e comodamente usufruibili. Basti pensare a quante cose si trovano qui nel perimetro del Porto Antico, che continua peraltro a rinnovarsi, come dimostra ad esempio la recente apertura del nuovo padiglione dei cetacei all’Acquario. E poi c’è tutto il necessario per fare da cornice all’evento: sedi e location per le cene di rappresentanza, miriadi di spazi piccoli e grandi per incontri informali e momenti conviviali, mobilità efficiente, disponibilità di parcheggi… e chi più ne ha più ne metta». Questo patrimonio di infrastrutture, cultura, contenuti e facilities rappresenta un asset che la location mette in comune ogni volta con le agenzie partner, trasformandolo in un prezioso valore aggiunto per ogni evento. STILE LIBERO Sfruttando per un momento la metafora del gioco di squadra, per quanto abusata, cerchiamo di rivitalizzarla facendo un salto indietro nel tempo: per la precisione, a quando sui campi di calcio era ancora in voga la particolare e indimenticabile figura del libero. Il libero, per chi non lo sapesse, era un difensore a tutti gli effetti, ma aveva la facoltà di svincolarsi dalla marcatura a uomo degli avversari per spaziare a suo piacimento anche in avanti. Un jolly, insomma, in grado di coprire varie posizioni a secon-

da delle necessità. Nel gioco del Mice, queste doti di flessibilità e di inventiva, che richiedono spirito di sacrificio e visione di gioco, sono particolarmente decisive quando ci si ritrova ad affrontare la sfida dei grandi numeri. È quello che si verifica in hotel, ad esempio, come ci racconta Chiara De Santis, responsabile eventi presso Grand Hotel Como: «Ospitiamo spesso grandi eventi, dai lanci di prodotto alle piccole fiere. La sfida principale, banalmente, è sempre quella di garantire un’adeguata copertura per numero di camere. Se non siamo in grado di soddisfarla nell’immediato dobbiamo trovare altre soluzioni: per esempio proponendo al cliente di spostare alcuni momenti del programma a Villa Erba, che è il punto di riferimento principale per gli eventi sul Lago ed è nostra dirimpettaia, oppure individuiamo soluzioni alternative di concerto con gli hotel vicini». Un grande evento può arrivare a impegnare la totalità delle camere disponibili, e naturalmente anche di più: l’overload viene però gestito grazie ai rapporti di buon vicinato tra le strutture, e alla buona volontà di individuare soluzioni gradite al cliente per difendere il proprio (e l’altrui) business. NUOVE ESIGENZE, NUOVI EQUILIBRI Quando l’evento non è mediato da un’agenzia, ma è direttamente il cliente finale a rivolgersi alla struttura, a quest’ultima spetta anche la gestione di tutta la logistica preliminare, della regia del congresso al post-congress. Ma anche quando l’agenzia è presente il ruolo di libero svolto dall’hotel può essere gradito: «Se l’evento non è organizzato da un’agenzia – continua Chiara De Santis –, agiamo noi da Dmc e da pco, attivando i nostri fornitori sul territorio, e in certi casi anche l’agenzia stessa è contenta se riusciamo a sollevarla da qualche incombenza di questo tipo. Altrimenti collaboriamo senza problemi con i fornitori a cui l’agenzia in questione è abituata a rivolgersi. La crisi ha fatto molta selezione tra le agenzie di eventi, rimangono in gioco quelle che hanno saputo strutturarsi meglio e offrire livelli di professionalità maggiore, con cui è davvero molto facile dialogare alla pari». La responsabile eventi del Grand Hotel Como prosegue, poi, illustrandoci una delle tante sfide con cui gli hotel si ritrovano a fare i conti nel Mice post-crisi: «Oramai le aziende non anticipano più nulla, e perciò ci richiedono spesso di fatturare individualmente ciascun partecipante. Questo vuol dire che per ogni partecipante all’evento occorre emettere una fattura nominale. Ci sono strutture che per non fare qualche centinaio di conti separati sono disposte a perdere il cliente. Noi gestiamo volentieri questo


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superlavoro, perché ci rendiamo conto che le esigenze di tutti sono cambiate, bisogna sapersi venire incontro». Il libero non sta fermo nella propria posizione, si svincola, viene in avanti o torna in retroguardia, a seconda della necessità: l’obiettivo è restare in partita. De Santis ci racconta la sua esperienza con una software house straniera che aveva scelto Como come location per un proprio grande evento interno: dopo la prima site inspection, è stata necessaria una lunga corrispondenza per sottoporre e far approvare passo dopo passo i rendering degli allestimenti: «Anche se non è il nostro core business abbiamo seguito anche questa parte del lavoro, e il cliente ne è stato estremamente soddisfatto: la volontà di andare incontro all’altro, di facilitarlo nel processo di scelta e di decisione, viene sempre apprezzata». Altro tema importante è quello del networking: per una realtà come quella del Lago di Como, ricca di bellezze e attrazioni, è essenziale poter giocare tutto sulla propria immagine, proponendola come un elemento di valore su cui puntare per un grande evento di successo. «Qualche mese fa è nato il network Lake Como Events, che aggrega tanti operatori Mice dell’area lariana: sedi per eventi, dimore storiche, hotel e aziende e servizi, dai trasporti alla comunicazione e all’organizzazione: è un brand unitario, utile per comunicare soprattutto con l’estero. Fare rete è ovviamente molto utile per attirare e proporsi come sede per grandi eventi, anche internazionali».

BARBARA MORI, responsabile del Palazzo dei Congressi di Pisa e organizzatrice di eventi presso Aic: «La vivibilità della location è essenziale. Penso al Pisa Book Festival che abbiamo ospitato di recente, e che nel Palazzo dei Congressi sembra aver trovato la sua casa: parliamo di 12-15.000 visitatori, e ci sembra che il successo dell’evento sia legato anche all’atmosfera, al calore, alla vivibilità della location appunto»

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LOCATION DA VIVERE Un punto di vista particolarmente interessante sul gioco di coppia tra agenzia e location è quello fornitoci da Barbara Mori – responsabile del Palazzo dei Congressi di Pisa e organizzatrice di eventi presso Aic – che ci parla della sua esperienza con i grandi numeri da entrambi i punti di vista: «Gli aspetti più delicati negli eventi che coinvolgono migliaia di persone sono ovviamente legati alla logistica, che richiede un lavoro di collaborazione che può arrivare comprendere tutta la città nel suo insieme nel caso delle fiere; in gene-

rale, i punti d’attenzione sono legati alla qualità e alle caratteristiche della struttura ospitante, alla mobilità interna ed esterna – cioè sia all’interno del centro congressuale che nei trasferimenti – e alla ristorazione. Sui grandi numeri la sinergia con tutto ciò che circonda la location è fondamentale, non basta garantire l’efficienza di ciò che avviene tra le quattro mura entro cui si svolge l’evento, che poi è sempre solo una parte del vero evento preso nella sua globalità, con un prima e un dopo». Nella veste di responsabile del Palacongressi pisano, però, Mori ci tiene a sottolineare anche un aspetto qualitativo legato alla struttura: un grande evento necessità di una location ampia e confortevole, che permetta agli organizzatori di gestire con tranquillità gli imponenti flussi logistici, e ai partecipanti di godersi la manifestazione. «La vivibilità della location è essenziale. Penso al Pisa Book Festival che abbiamo ospitato di recente, e che nel Palazzo dei Congressi sembra aver trovato la sua casa: parliamo di 1215.000 visitatori, e ci sembra che il successo dell’evento sia legato anche, se non soprattutto, all’atmosfera, al calore, alla vivibilità della location appunto, che oltre a essere comodamente raggiungibile si rivela molto accogliente». La partnership tra struttura e organizzatori può dunque dare vita, nei casi migliori, a un sodalizio destinato a rinnovarsi anno dopo anno, edizione dopo edizione, nel caso di eventi a scadenza fissa. Quando si raggiunge una certa identificazione tra l’evento e la sua location, è segno che la sinergia e la comprensione delle esigenze reciproche hanno raggiunto il massimo livello possibile. WI-FI, MA QUANTO MI COSTI? Tra le altre cose, una caratteristica che sembra essere stata molto apprezzata durante la fiera di cui ci racconta Barbara Mori è stata la presenza di


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ESTER TAMASI, responsabile marketing di Malta Tourism Autorithy: «La disponibilità delle istituzioni a collaborare con agevolazioni, attività di co-marketing o supporti economici in occasione di eventi di grande spessore è essenziale»

DAVIDE CACHIA, direttore della Dmc Colours of Malta: «Da punto di vista logistico per un evento di grandi dimensioni uno dei fattori più importanti è l’accessibilità. Malta ha il grande vantaggio che tutte le location distano da un minimo di venti a un massimo di quaranta minuti di pullman»

JULIA VALENTINO, sales & marketing manager di Oswald Arrigo Limited: «I vantaggi che Malta offre possono garantire il successo di un grande evento: il clima, la distanza ravvicinata, un’ampia scelta di strutture e l’ottimo rapporto tra prezzo e qualità»

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un Twitter wall, che permetteva alle persone di condividere i propri commenti in tempo reale. «Anche la tecnologia, a seconda del tipo di evento, può richiedere un’attenzione particolare». E proprio parlando di tecnologia tocchiamo un tema particolarmente caro a Mori, su cui vale la pena aprire una parentesi: quello della connettività. La disponibilità del Wi-Fi è un servizio essenziale, senza dubbio, ma che secondo la responsabile del Palazzo dei Congressi di Pisa non ha senso pretendere di trovare free of charge - beninteso, se la si vuole di qualità. «Sulla connettività farei un discorso a parte. Il problema è che la si dà ormai per scontata, la si vorrebbe ovunque complimentary, ma la situazione qui da noi in Italia è particolare. Ci tengo a precisare che guardo la questione da ambo i lati, sia come organizzatore che come struttura. Il paragone con altri paesi non regge. È un po’ come se il planner volesse imporre una facilitazione che però non ci può essere, è come dire che anche la ristorazione dovrebbe essere gratis. La connettività ha dei costi di acquisizione, basta guardare i bilanci per convincersene. Solo alcune istituzioni possono usufruirne gratis, ma si tratta di casi molto particolari». Il problema sembra essere duplice, tecnologico e culturale: nonostante negozi, centri commerciali e altri luoghi pubblici espongano sempre più spesso l’insegna “free Wi-Fi”, la qualità del segnale emesso è il più delle volte scadente, senza contare che spesso gli hotspot risultano inaccessibili a chi ha una Sim estera; d’altra parte, l’abitudine a connettersi sempre e ovunque, e l’importanza di poter usufruire della connessione veloce in qualsiasi momento durante un congresso o un altro tipo di evento, portano facilmente a guardare alla connettività come a una commodity, quasi fosse una normale utility pubblica. Su questa ambiguità si annida un rischio di incomprensione tra location e agenzia, e tra agenzia e cliente finale, tutt’altro che trascurabile. Che fare? La soluzione migliore sarebbe un’implementazione tecnologica che rendesse davvero possibile offrire questo servizio essenziale in modo free senza troppi problemi; in attesa di ciò, forse sarebbe utile che gli operatori facessero un po’ di education sul tema, per far capire anche al grande pubblico che dietro la richiesta di pagamento per la connettività ci sono dei costi gestionali da coprire, e non l’intenzione di lucrare. MICE… DI STATO Ci sono poi casi in cui la location per un grande evento può, per dimensioni, coincidere con il perimetro di una pic-

cola Repubblica: è il caso ad esempio di Malta, che per la sua posizione strategica nel Mediterraneo, il clima e la facilità dei collegamenti giornalieri con tutta Europa costituisce sicuramente un’ottima base per accogliere ampie manifestazioni e grandi numeriche. Anche in una simile situazione-limite, la governance turistica complessiva e i vari stakeholder devono agire in maniera sinergica, per garantire la competitività della destinazione e incentivare l’afflusso di eventi dal resto del mondo. Come ci spiega Ester Tamasi, responsabile marketing di Malta Tourism Autorithy, le autorità locali giocano un ruolo fondamentale, agendo direttamente come partner per gli organizzatori: «La disponibilità da parte delle istituzioni a collaborare in occasione di eventi di grande spessore è essenziale, ad esempio sotto forma di agevolazioni per le aziende, di attività di co-marketing stabilite di comune accordo, senza contare i numerosi supporti economici per le associazioni interessate a realizzare il proprio evento aggregativo nell’arcipelago maltese». L’immagine di nazione-location ideale per grandi eventi si costruisce inoltre puntando su una serie di plus specifici: disponibilità di ampi spazi all’aperto fruibili in gran parte dell’anno, infrastrutture ricettive di alta qualità in grado di gestire con facilità numeriche molto elevate e, possibilmente, brevi distanze per i transfer intermedi. Davide Cachia, direttore della Dmc Colours of Malta, ci riassume così queste caratteristiche: «Da punto di vista logistico per un evento di grandi dimensioni uno dei fattori più importanti è l’accessibilità. Malta ha il grande vantaggio che tutte le location distano da un minimo di venti a un massimo di quaranta minuti di pullman. I numerosi hotel situati a St. Julian’s – come Westin Dragonara, Intercontinental, Radisson Blu, Corinthia, Hilton - comprendono oltre 1.800 camere a cinque stelle in un raggio di poco più di un chilometro. Le sale conferenze sono tutte di ottimo livello, e sia l’Hilton sia l’Intercontinental offrono sale riunioni per oltre 1400 persone». Gli fa eco Julia Valentino, sales & marketing manager della Dmc Oswald Arrigo Limited: «I vantaggi che Malta offre sono molteplici, e possono garantire il successo di un grande evento. Il clima mite per la maggior parte dell’anno, la distanza così ravvicinata dall’Italia, con collegamenti aerei da numerose città, un’ampia scelta di strutture alberghiere e centri congressi con elevata capacità ricettiva e un ottimo rapporto tra prezzo e qualità: sono sicuramente questi i principali plus per il Mice, insieme ovviamente alle numerose location suggestive in grado di ospitare eventi di grandi dimensioni».


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Dualismo tra Oriente ed Occidente Una popolazio zione caratterizzata rizzata da una grande apertura di spirito, accoglienza e disponibilità. Una spiccata creatività con programmi e idee sempre nuove...Prova la convention subacquea!

Malta vive tutto l’anno fes ste, eventi,, manifestazioni... m Ogni anno o le ricorrenze non mancano. Il Fi Fireworks Festival, il Birgu Festival, le tradizionali feste all’interno dei villaggi; il Mdina Grand prix oppure la Rolex Middle Sea Race. Un incentive a Malta in occasione di uno dei tanti eventi, binomio perfetto!

k lta CiaM a Una finestra sul mare Gozo, l’isola sorella offre tanti paesaggi e ambienti naturali per attività incentive, a 20 minuti di traghetto dalla storica e multietnica Malta si è trasportati in una dimensione naif e del tutto originale. Ideale per proporre un mix di attività che comprende un itinerario 3 giorni - 2 notti.

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La piccola Hollywood ollywood del Mediterraneo, Medit oppure il mito letterario Ovu protagonista del tuo viaggio. i L’arcipelago è il set cinematografico di grandi colossi come ad esempio Troy, Munich, Il gladiatore, ma anche Corto Maltese, un moderno Ulisse, ironico marinaio che unisce aspetto e carattere mediterraneo alla cultura anglosassone. Organizza il tuo evento sulle orme di grandi attori o letterari.

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GRANDI EVENTI

Un gruppo, infiniti eventi È lungo l’elenco dei grandi eventi seguiti da AIM Group International, che ha di recente ampliato il raggio d’azione, strizzando l’occhio a incentive ed eventi motivazionali A CURA DELLA REDAZIONE COMMERCIALE

Group International, uno dei grossi player della meeting industry interA nazionale (ai suoi uffici in Europa ha IM

recentemente aggiunto la sede di New York) sta puntando, da un paio d’anni, anche sul comparto degli eventi di incentivazione, lanci di prodotto, Pr, consumer e motivazionali. A IM Events, con la sua divisione Mice&Dmc, cura l’organizzazione dell’evento dal progetto alla realizzazione, incluso ogni aspetto correlato alla comunicazione. La recente convention Epdta (tenutasi a Venezia a settembre 2013) è un esempio del successo di un approccio che coniuga creatività, qualità del servizio e collaborazione con tutti i soggetti coinvolti nel progetto: i 150 anni dell’associazione sono stati l’occasione speciale per realizzare la conferenza annuale dei record, in termini di quantità e qualità dei partecipanti. Un successo che ha replicato quelli ottenuti in precedenti eventi di grande impatto internazionale, come per esempio il Global Summit di Canso: la Civil Air Navigation Services Organization ha scelto Roma per la sua conferenza annuale. La fiducia ottenuta ha portato all’organizzazione, nel febbraio 2013, di un altro

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importante evento nell’ambito dell’ air traffic management, questa volta a Madrid: la prima edizione del World Atm Congress, con una esposizione di 17mila metri quadrati e la partecipazione di cinquemila delegati. Sempre in ambito internazionale, Unicredit ha affidato al gruppo AIM tutto l’hospitality management relativo alle diverse delegazioni in arrivo a Lisbona in occasione della finale Uefa Champions League, che si terrà dal 23 al 25 maggio 2014, per un totale di circa duemila partecipanti. AIM Events, grazie al suo staff qualificato e al potere contrattuale derivante dall’appartenenza a un grande gruppo, si sta conquistando uno spazio rilevante come partner affidabile per aziende, associazioni e operatori stranieri che scelgono l’Italia per i loro eventi. In questo quadro non poteva mancare un forte impegno per Expo 2015. In partnership con il Centro Congressi Villa Erba e la European House Ambrosetti, AIM organizzerà a Cernobbio a fine agosto il Travel Mart for Expo 2015, un evento b2b che permetterà a circa cinquecento agenzie straniere di incontrare i protagonisti dell’offerta, hotel e catene alberghiere, vettori e compagnie di trasporto, amministrazioni locali e operatori del turismo culturale. Una grande occasione per valorizzare l’offerta turistica italiana in occasione del grande evento del 2015. indirizzi a fine rivista


DESENZANO DEL GARDA

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PALACE HOTEL DESENZANO

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Palace Hotel Desenzano **** Viale Francesco Agello, 114/A 25015 Desenzano del Garda (Bs) - ITALY Tel +39.030.9902262 - Fax +39.030.9119238 info@palacehoteldesenzano.it www.palacehoteldesenzano.it

a tradizione alberghiera incontra l’arte contemporanea creando il luogo ideale per i vostri eventi, dove poter ospitare seminari, conferenze ed indimenticabili incentives che segneranno le vostre future decisioni.


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GRANDI EVENTI

Arriva Eventology@Châteauform’ Châteauform’ svela ai planner come inventare il prossimo evento – dall’idea alla realizzazione – e passare una giornata con la loro squadra in una delle case del Gruppo A CURA DELLA REDAZIONE COMMERCIALE

i chiama Eventology@Châteauform’. Si tratta di un “modello” del tutto oriS ginale dedicato gratuitamente a coloro che sono in cerca di spunti inediti e “out of the box” per creare su misura il proprio evento. In otto ore esatte si potrà ripartire con il tema del proprio evento (da realizzare da loro o altrove), le attività create ad hoc con le squadre venute a supportare l’evento, un piano d’azione su chi fa cosa per arrivare al giorno dell’evento, un piano di comunicazione prima dell’evento per creare l’attesa nel pubblico. Come funziona? In cinque tappe ben definite che si alternano con timing precisi e affrontano diverse fasi: ispira-

I CONSIGLI DI EVENTOLOGY@CHÂTEAUFORM’ ¢ Invitate dei rappresentanti del vostro pubblico: il vostro evento sarà più creativo. ¢ Siate almeno in otto, massimo in venti per facilitare la fase di azione e di creazione. ¢ Scegliete profili diversi per-

chè le differenze sono fonte di creatività. ¢ Se il sito Châteauform’ non vi ispira, continuate comunque la creazione del vostro evento pensando ad altri eventuali luoghi.

zione, immersione, creazione, azione, comunicazione. E non mancano naturalmente piccoli spazi dedicati a piacevoli pause come il pranzo e la merenda. Si partecipa così a una sorta di “training creativo” guidati da esperti in materia. Si parte con la fase dell’ispirazione che consiste in esercizi ludici guidati da un membro del team Châteauform’ con lo scopo di rompere il giaccio e aprirsi a nuove idee. Seconda fase: l’immersione, con l’obiettivo di conoscere la location in tutti i suoi angoli: la storia del sito, il suo tema, la sua ragione d’essere, come altri hanno realizzato i loro eventi. Terzo step è la creazione: in una sala dove immagini, scrittura, collagee e affissioni permettono agli ospiti di cocreare. Pouf invece dei tavoli e pantofole invece delle scarpe. Guidati da un moderatore si realizzerà un brainstorming che permetterà ai planner di definire i contorni del proprio evento. Il metodo deep-dive della quarta fase, azione, permetterà di mettere in musica le idee: chi saranno gli invitati, quale il tema, il programma, le decorazioni, il budget... tutto per dar vita al prossimo evento. Infine, la comunicazione: decidere quale sarà il pubblico dell’evento, come sedurlo, con quale media, quando, per arrivare ad avere un brief completo a disposizione dei comunicatori. indirizzi a fine rivista

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DALPICCOLOMEETINGALGRANDEEVENTO

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HOTEL CASALEÈILLUOGOIDEALEPERAVEREUNSUCCESSOGARANTITO Il complesso del “Casale”, nell’entroterra marchigiano, a pochi chilometri dalla costa adriatica e dalla medievale Ascoli Piceno, è incastonato tra i colori delle cime appenniniche e quelli delle palme esotiche. La struttura è stata ricavata dal restauro di un antico borgo, preservandone l’elevato valore artistico. La location ideale per meeting, congressi, sfilate di moda, conferenze e team building. Dotato di 23 meeting room di diverse dimensioni e di un elegante auditorium in grado di ospitare fino 1.200 persone, inaugurato nel 2009. Tutti gli spazi sono equipaggiati con tecnologia di ultima generazione, per soddisfare qualsiasi richiesta.


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GRANDI EVENTI

Cisalpina Tours, sostenibilità a tutto campo La compagnia specializzata in travel management e meeting industry è sempre più attiva anche sul fronte emergente degli eventi green A CURA DELLA REDAZIONE COMMERCIALE

uando si affronta il tema della sostenibilità ambientale nella filiera Mice, Q bisogna saper distinguere tra i semplici buoni propositi e i risultati concreti: sono solo questi ultimi quelli a contare davvero, a fare la differenza. Il settore è da tempo alle prese con la sfida di ridurre l’impatto ecologico degli eventi, di pari passo con la generale tendenza di tutte le imprese a dotarsi di serie politiche di Csr. Impegnata da anni nel proporre attivamente soluzioni di mobilità sostenibile per il travel management e forte di un’esperienza quarantennale nel settore, Cisalpina Tours dedica da tempo una costante attenzione all’attività di ricerca e sviluppo nel campo degli eventi green, per promuovere la cultura della sostenibilità all’interno della meeting industry italiana. Tale effort trova espressione in un mix di processi, prodotti e soluzioni innovative affidate a un’apposita business unit, Cisalpina Green, che ha l’obiet-

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tivo di fornire una consulenza a 360 gradi in materia di mobilità sostenibile, approccio responsabile ai viaggi d’affari e all’organizzazione di eventi b2b. Per muoversi con efficacia in una frontiera innovativa e delicata come quella degli eventi sostenibili è necessario poter contare su una solida conoscenza del mercato, delle aspettative o delle eventuali resistenze dei clienti a implementare soluzioni alternative: non bisogna dimenticare che il green travel & event management è, per quanto virtuoso, un percorso complesso, che richiede di mettere in discussione abitudini e policy consolidate per aprirsi a nuovi paradigmi. Un importante contributo in questa direzione viene dall’ultima survey condotta da Cisalpina Research, il centro studi di Cisalpina Tours, dedicata al tema “green events and meetings”: la ricerca è stata presentata il mese scorso e rappresenta pertanto una delle più recenti fotografie dello stato di avanzamento dei lavori sul fronte della sostenibilità ambientale nella filiera degli eventi. Più precisamente la survey, realizzata in collaborazione con Secretary.it e grazie alla nuova partnership di Cisalpina Tours


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GRANDI EVENTI

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Cisalpina Green è la business unit dedicata interamente alla mobilità sostenibile

con EcoCongress, ha il merito di mostrare che il mondo corporate italiano è tuttora fortemente incline a perseguire il cammino della sostenibilità: quello che emerge, semmai, è un problema di know-how. La maggior parte degli intervistati – professionisti che si occupano a vario titolo di eventi corporate – dichiara infatti di aver ricevuto input dalla propria azienda su temi ambientali e ritiene molto importante la gestione dell’evento in ottica green; tuttavia, solo meno di un terzo (29 per cento) delle imprese seleziona effettivamente i propri fornitori in base a garanzie e parametri ambientali. Il 62 per cento non fa ricorso a strumenti o a consulenze per valutare l’impatto dei propri eventi in termini di CO2, e addirittura il novanta per cento ammette di non sapere dell’esistenza di un sistema di certificazione per la sostenibilità degli eventi. L’IMPORTANZA DEL CONSULENTE Le imprese vorrebbero, ma spesso non sanno come fare: per questo motivo è importante che l’agenzia sappia fornire gli strumenti necessari a fare delle scelte concrete, agevolando i processi con un

approccio consulenziale. Un esempio virtuoso in questo senso è dato dal sistema di vendor rating per valutare la sostenibilità in ambito alberghiero, che Cisalpina Tours ha sviluppato insieme a LifeGate, una soluzione chiavi in mano che permette all’azienda di selezionare i propri fornitori con consapevolezza, e che è valsa alla Tmc una menzione speciale nel premio Vendor Rating e Acquisti Sostenibili. Un’altra soluzione interessante è rappresentata dalla piattaforma Cisalpina Sharing, una sorta di social network interno a circuito chiuso che incoraggia e favorisce l’utilizzo condiviso delle auto per gli spostamenti tra colleghi, il famoso car pooling. Forse, molte imprese non hanno ancora imboccato con decisione la strada degli eventi green perché la ritengono complicata o antieconomica: l’incontro con un’agenzia partner che sappia proporre e offrire soluzioni efficaci, creative, convenienti e improntate all’attenzione ai temi ambientali, potrebbe essere la chiave di volta per far progredire davvero l’intero settore su un cammino da tempo auspicabile. indirizzi a fine rivista

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GRANDI EVENTI Grand Hotel di Como HHHHS Como Numero totale camere: 153 | Ristoranti: 3 | Posti a sedere (ristorazione): 500 totali | Sale meeting: 11 | Capienza sala maggiore: 500 posti | Capienza sala minore: 20 posti | Saletta segreteria | mq di aree espositive: 1.000 | Possibilità organizzazione pre/post congress e attività di team building

Spazio alle idee Circondato da un magnifico parco sul lago, il Grand Hotel di Como è una location per eventi di charme e versatilità. Con un fiore all’occhiello per il Mice, Spazio Como A CURA DELLA REDAZIONE COMMERCIALE

Qui sotto Spazio Como, avveniristico auditorium dal design unico, in grado di ospitare fino a 350 delegati

randi eventi richiedono sempre location emozionanti, attrezzature G adeguate e idee all’altezza degli obiettivi che si vogliono raggiungere. Per gli organizzatori di meeting e congressi, sarà allora interessante sapere che il Grand Hotel di Como, con la sua posizione privilegiata e il suo futuristico auditorium, rappresenta in questo senso un caso da manuale. Il complesso, infatti, recentemente ampliato e rinnovato, si trova immerso nel verde di un bellissimo parco padronale – a due passi dal lago e dal

centro sia di Como sia di Cernobbio – e si propone al Mice all’insegna di un mix invidiabile tra eleganza e funzionalità. L’auditorium Spazio Como, in particolare, unico nel suo genere per dimensioni e design, è caratterizzato da un’illuminazione e un’acustica perfette e può contenere fino a 350 persone sedute. Dotato di impianti audio-video di ultima generazione, offre un ambiente esclusivo e allo stesso tempo altamente flessibile, dove è facile concretizzare le idee più innovative e vincenti. Così, dai grandi convegni professionali alle esposizioni, mostre o lanci di prodotto (compresi nuovi modelli di auto e moto), dalle sfilate di moda fino ai party aziendali più chic, ai concerti o alle serate in discoteca, qualsiasi tipo di progetto trova qui lo spazio e l’organizzazione ideali per un sicuro successo. Inoltre, l’offerta meeting del Grand Hotel può vantare altre dieci sale modulari in diretto collegamento con l’auditorium, per una capienza complessiva di mille posti, nonché, nella bella stagione, tutto il fascino e il piacere degli spazi all’aperto, dove allestire rinfreschi e ricevimenti di grande charme. A ciò si aggiunga la piscina con varie postazioni idromassaggio, un’area palestra, sauna e solarium, due bar e tre ristoranti: il Gusto, il Kincho e il Kitchen, con quest’ultimo che – sotto la nuova direzione dello chef stellato Paolo Lopriore – promette un’esperienza gourmet ispirata alle eccellenze del territorio lariano. Per finire, il Grand Hotel di Como offre la possibilità di alloggiare più di trecento ospiti in camere tutte molto spaziose, arredate con stile e sobria eleganza. indirizzi a fine rivista


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meet-in POLESINE a green place for business in Veneto

Conference | Gala dinner | Team building | Exhibition | Big events and more... enjoy, nature, food, sports!

V E N U E S , H O T E L S , H I S T O R I C A L M A N S I O N S , FA R M H O U S E S

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GRANDI EVENTI Grand Hotel Tiziano e dei Congressi HHHH

Lecce Numero totale camere: 273 | Ristoranti: 2 | Posti: 500 | Sale meeting: 13 | Capienza sala maggiore: 800 posti | Capienza sala minore: 10 posti | Saletta segreteria | mq di aree espositive: 2.000 | Possibilità organizzazione post congress

Tra Barocco e modernità Strategicamente posto all’ingresso di Lecce, il Grand Hotel Tiziano e dei Congressi è confortevole, moderno e facile da raggiungere. Con una serie di plus tutti Mice-oriented A CURA DELLA REDAZIONE COMMERCIALE

uando si giunge a Lecce, il Grand Hotel Tiziano e dei Congressi semQ bra quasi che sia là ad accogliere gli ospiti in arrivo, con la sua splendida posizione strategica, alle porte della perla del Barocco pugliese. Gli ampi parcheggi – interni ed esterni – della struttura consentono di “dimenticare” la macchina per tutta la durata del soggiorno: l’hotel si trova, infatti, a soli duecento metri dalle mura del centro storico della città, che è raggiungibile comodamente a piedi oppure con le biciclette messe a disposi-

zione degli ospiti gratuitamente. Se si sceglie Lecce, infatti, non c’è congresso che si rispetti che non preveda almeno qualche ora a disposizione per andare alla scoperta del suo bellissimo centro Barocco, un unicum in Puglia e non solo, da ammirare durante un post congress culturale, e magari anche un po’ mondano, alla fine del quale poter poi scoprire le prelibatezze della cucina locale proposte dall’apprezzato Ristorante Michelangelo. Lo stile Barocco leccese conquisterà di sicuro i delegati, così come le attenzioni che riceveranno durante il loro soggiorno al Grand Hotel Tiziano e dei Congressi. Il benessere della clientela e la qualità del soggiorno di quanti scelgono l’hotel stanno particolarmente a cuore al general manager Rodolfo Colucci che descrive il Grand Hotel Tiziano e dei Congressi come «un albergo capace di sorprendere, apprezzato dagli organizzatori per l’efficienza del suo centro congressi e amato dai delegati per il suo lato più “leisure”». OBIETTIVO EVENTI Il centro congressi del Grand Hotel Tiziano e dei Congressi è attrezzatissimo con 13 sale meeting e spazi molto diversi tra loro. Le sale possono, infatti, ospitare da dieci a ottocento persone e sono adatte praticamente a qualsiasi tipo di evento, dai briefing alle convention, dai meeting riservati agli incontri di portata nazionale e internazionale. Ogni evento può così trovare la propria ideale dimensione e realizzazione, anche grazie alle moderne tecnologie di cui dispone la struttura, tra le quali, per esempio, la totale copertura

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GRANDI EVENTI

internet wi-fi, gli schermi ultrapiatti, la regia per le traduzioni simultanee. Grazie alla dolcezza del clima, mite per gran parte dell’anno, sono a disposizione anche ampi spazi all’aperto per i coffee break, gli aperitivi e le cene di gala. La proposta gastronomica può contare sulla sapienza dei piatti della cucina mediterranea, amata in tutto mondo, che può vestirsi, all’occorrenza, di creatività e originalità, offrendo commistioni di gusti assolutamente irresistibili. Per i momenti conviviali istituzionali, per le raffinate cene post evento o per i più leggeri business lunch, il Ristorante Michelangelo propone spazi articolati in due sale, rispettivamente da 150 e cinquecento persone. POST CONGRESS TRA LE TRADIZIONI E, finiti i lavori, le splendide spiagge salentine, per esempio, sono a brevissima distanza dal Grand Hotel Tiziano e dei Congressi. Ma per quanti non si vogliono spostare dalla struttura, l’hotel regala attimi di puro relax nel suo esclusivo centro benessere e fitness, Relaxaria City Spa, un centro wellness elegante e riservato, dall’atmosfera raffinata e molto rilassante;

l’esperto staff può indirizzare e consigliare la clientela Mice, che può scegliere tra percorsi rivitalizzanti o acquatici, massaggi olistici e trattamenti estetici. Anche il pool club all’aperto è un vero plus per qualsiasi tipo di congresso nella bella stagione: la piscina open air, infatti, è dotata di un’area di idromassaggio e offre ampi spazi all’ombra, che diventano location ideale per organizzare un cocktail o un aperitivo all’insegna del relax e dell’informalità. Infine, ricco è anche il portfolio di proposte dell’hotel per il post congress: dalle degustazioni dei prodotti tipici della generosa terra salentina – come olio e vino – alle mostre organizzate per far conoscere l’arte degli artigiani della zona, trasformando un momento di incontro con le tradizioni leccesi in un evento vissuto da un punto di vista decisamente esclusivo.

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Situato alle porte di Lecce, il Grand Hotel Tiziano e dei Congressi accoglie il Mice in 13 sale polifunzionali, in grado di ospitare da dieci a ottocento delegati

indirizzi a fine rivista

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GRANDI EVENTI Riva del Garda Congressi Riva del Garda (Tn) Sale meeting: 16 | Capienza sala maggiore: 900 posti | Capienza sala minore: 30 posti | Saletta segreteria | mq di aree espositive: 2.700 | Sala banchetti interna | Pranzo in piedi: 1.200 posti | Pranzo seduti: 1.000 posti | Possibilità organizzazione post congress

Experiential luxury Riva del Garda Fierecongressi si perfeziona per aumentare la customer satisfaction di una destinazione piena di risorse che continua a registrare un alto indice di gradimento A CURA DELLA REDAZIONE COMMERCIALE

iva del Garda Fierecongressi, organizzatore diretto di manifestazioni fieriR stiche e destination management company per Garda e Trentino, è una società dinamica a cui fa capo una delle venue più capienti del Lago di Garda. La vocazione congressuale di questa destinazione nasce e continua a crescere sotto l’egida di due brand straordinari e grazie al centro congressi collocato nel centro storico in riva al lago con la sua ampia

ricettività. L’obiettivo finale è quello di stimolare e supportare costantemente il sistema congressuale, affinché l’offerta di strutture e servizi sia sempre adeguata alle esigenze della clientela nazionale e internazionale. La sala plenaria da novecento posti e le 14 sale di dimensioni più piccole rappresentano solo una parte delle opportunità che il centro congressi offre. Un capienza non comune si raggiunge con il Palameeting struttura estremamente flessibile di 2.700 metri quadrati, che consente di realizzare convention fino a 1.800 persone e cene di gala per mille. Si tratta di uno spazio unico sulle sponde del lago di Garda. Special event serali si aprono con un aperitivo nei giardini all’italiana fronte lago, per chiudersi con l’emozionante spettacolo dei fuochi di artificio che si riflettono nell’acqua. HIGH STANDARD La destinazione diventa valore caratterizzante di un’esperienza di lusso. Il Garda e il suo territorio in questo senso hanno grandi potenzialità di affermazione nel settore Mice grazie a una ricca offerta di strutture e servizi di standard elevato. Le caratteristiche mitteleuropee di Riva del Garda, per esempio, rendono questa città molto ambita per gli eventi di calibro internazionale. Ne citeremo solo alcuni avvenuti nel corso del 2013. La convention di Foverever Living, con i suoi ottocento partecipanti proveniente da otto paesi europei, ha riunito i migliori agenti per una due giorni ricca di lavoro, ma anche di divertimento e di mondanità. Il

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GRANDI EVENTI

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Suggestioni lacustri per gli eventi organizzati a Riva del Garda, il cui Palameeting, da solo, è in grado di ospitare fino a 1.800 delegati

lago è stato il centro catalizzatore dell’intero svolgimento: dalle escursioni con il battello verso Limone e Malcesine al party serale sulla Spiaggia Olivi con vista lago e musica live. Anche la Rolls Royce, in occasione del ventesimo anniversario di un club, ha scelto Riva del Garda per il consueto raduno e per il galà di una ricorrenza straordinaria che ha visto lo svolgersi di una cena sontuosa, con i tavoli posti intorno alle due auto storiche più antiche. Ciò che conferisce valore aggiunto e plus competitivi all’offerta è la presenza dell’agenzia Rivatour all’interno della società. Questo consente di avere un valido supporto per l’ideazione, la progettazione e l’organizzazione delle attività incentive e di team building sul territorio. LUXURY PLACE L’Hotel Lido Palace, della categoria Leading Hotel of the World, apre le sue porte ai gruppi e ai team building, permettendo attività esclusive in posti elitari per vivere dei veri e propri eventi a cinque stelle: come l’esperienza in barca a vela

con skipper per gruppi di al massimo quattro persone per una gara all’ultimo vento, entusiasmante e in totale sicurezza, o un momento di benessere nella Spa di 1.500 metri quadrati, con piscina indoor e outdoor, immersa nel parco secolare vista lago. Per gli accompagnatori sono a disposizione attività alternative come bike, nordic walking o showcooking con lo chef del Re della Busa, ristorante interno all’hotel. Poi, ancora, c’è la possibilità di realizzare un evento unico in una location alberghiera di charme, in grado di soddisfare le aspettative più esigenti grazie all’anima storica di un palazzo in stile liberty su cui si innestano moderne e avveniristiche strutture in vetro. Il suggestivo paesaggio del lago immerso tra le montagne consente di avere un clima mite e secco tutto il tempo dell’anno, rendendo il Garda Trentino appetibile per eventi dai primi giorni caldi di marzo, sempre in anticipo sulla primavera, fino alla fine del mese di novembre, ancora ambito dai turisti internazionali. indirizzi a fine rivista

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GRANDI EVENTI

Attenti al conduttore! Roberto Rasia dal Polo, apprezzato presentatore di eventi e formatore, sottolinea l’importanza della scelta dell’anchorman giusto nei grandi eventi no degli ingredienti che viene spesso sottovalutato durante la progettazioU ne di un grande evento è la scelta del giusto presentatore. Questo spesso è il vero motivo per cui l’evento non ottiene il successo sperato. Roberto Rasia dal Polo, 450 eventi condotti, dieci anni a Radio24 e otto sulle piattaforme Sky, ha fatto del presentare eventi in pubblico la propria professione. Roberto, perché a tuo avviso il ruolo del conduttore si rivela spesso fondamentale per la riuscita di un evento? «Ho sempre paragonato questo ruolo a una metafora semplice ma efficace: se prendiamo una tela di Van Gogh, preziosa e straordinaria, e la inseriamo in una cornice orribile e non funzionale, la tela stessa del grande pittore verrà come rovinata da quella cornice. Ecco, un evento importante è come la tela di un grande artista. Il presentatore è la sua cornice. Se sbagli cornice, rovini il quadro». Spesso il conduttore professionista ha un costo percepito troppo alto dai clienti. Come superi questa obiezione in fase di negoziazione? «È una preoccupazione che considero sempre giusta. Il budget di un evento è composto da decine di voci di costo e, con la spending-review in atto, tagliarne anche una sola è come dare ossigeno a un malato. Chiedo sempre quale sia il budget di un evento. Ipotizziamo 130mila euro. E chiedo quale siano le aspettative del cliente rispetto alla convention. Poi, chiedo di pensare cosa significhi mettere quell’evento da 130mila euro nelle mani di un presentatore che vale seicento euro. A quel punto, solitamente, non serve aggiungere altro. Il cliente capisce e spesso, anzi, mi

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Andrea Salpetre

A CURA DELLA REDAZIONE COMMERCIALE

chiede un maggiore coinvolgimento anche per scrivere l’evento e riuscire a risparmiare su altre voci. I clienti, invece, che si fissano su un cachet inferiore al mio valore li passo al presentatore junior che da pochi anni sto facendo crescere con me. Ha una forte e fastidiosa cadenza e non riesce molto a gestire un palco, però seicento euro li accetta sorridendo». Al compimento del tuo quindicesimo anno di lavoro hai voluto scrivere il libro Conduci la tua vita!. Perché e a chi è rivolto? «Come tutti i comunicatori che hanno fatto tanta tv e radio, anch’io vengo spesso chiamato a fare formazione in azienda. Da sempre, però, tengo solo due corsi: il Public-Speaking & Comunicazione Efficace e il workshop Media Training, per insegnare come realizzare un’intervista senza rovinare il proprio prodotto. Ho scritto il libro Conduci la tua vita! perché ho sentito l’esigenza di lasciare ai miei allievi un testo che approfondisse in maniera tecnica e concreta i numerosi concetti di cui parlo in aula. Ho letto più di cento libri sulla comunicazione, ma ne ricordo pochi, perché c’è parecchia fuffa nel nostro mestiere. Ho voluto riassumere quei pochi testi nel mio libro, aggiungendo il mio personale metodo detto “delle 7S”. Ma non lo posso svelare qui, devo invitarvi a visitare il sito www.ConduciLaTuaVita.it». indirizzi a fine rivista


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GRANDI EVENTI

Passato, presente e futuro… Sdc Service fa un bilancio dell’attività e delinea gli obiettivi per il 2014, che vede già numerosi eventi in programma, gestiti come sempre con l’obiettivo di creare emozioni A CURA DELLA REDAZIONE COMMERCIALE

bbiamo incontrato Silvio Cossi, socio fondatore e direttore creativo di Sdc A Service, che ha risposto ad alcune domande sui progetti della società e sulla filosofia che da sempre ispira i due fratelli fondatori di una tra le principali realtà italiane nell'organizzazione di eventi aziendali:

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Come è andata l'annata 2013 per Sdc Service, ci può fornire un breve resoconto? «Prima di entrare nei dettagli volevo fare un mega ringraziamento a tutti coloro che ci hanno accompagnato in questa annata a dir poco soddisfacente. Solo per dare qualche numero: 120 eventi (oltre le più rosee aspettative), un più sessanta per cento di fatturato rispetto al 2012, credo di non dover aggiungere altro». Visti i numeri e i risultati raggiunti, potrebbe dirci qual è stata la sfida più grande del 2013? «Senza ombra di dubbio, essendo per noi un mercato “never covered”, l'evento dello scorso maggio con “solo” 550 cinesi: in questo caso il cliente era Prudential e il Dmc che ci ha affidato il business la Tumlare di Roma. Per questo evento abbiamo curato la cena di gala al Salone delle Fontane in zona Eur a Roma. L'intero evento è ruotato intorno al tema del “Made in Italy”, con allestimenti e scenografia in stile “vintage-chic” con abiti vintage d'esposizione, Ferrari, corner fotografici con vespe d'epoca e modelle oltre a cantanti lirici cinesi su un mega palco».


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GRANDI EVENTI

Archiviata questa positiva annata, come è iniziato il 2014? «Direi semplicemente alla grande: il primo bimestre l'abbiamo concluso con 12 eventi all'attivo, due dei quali di grande rilevanza sia in termini di numeri sia di blasone del cliente. In entrambi i casi il settore merceologico è quello farmaceutico, il primo si è svolto il 7 e 8 gennaio e per questo abbiamo curato la direzione artistica per Eliquis (alleanza commerciale tra Pfizer e Bristol Myers Squibb), per il lancio di un nuovo prodotto, con la presenza di circa trecento invitati per l'occasione. Il concept è stato il mondo velico e il claim “un nuovo vento, un grande evento”; a conclusione come testimonial d'eccezione è stato chiamato il famoso skipper e motivatore Paul Cayard. Il secondo evento si è svolto sempre a Roma poche settimane fa per una casa farmaceutica (meeting nazionale) in collaborazione con il loro Dmc Carlson Wagonlit, con la presenza di quattrocento ospiti. In questo caso, oltre alla direzione artistica, abbiamo curato anche un team building ad hoc, ispirato a Master Chef, con un corso di cucina particolare, con la presenza dello chef pluripremiato Bruno Barbieri». Rimanendo a tema direi che viaggiate con il vento in poppa; a tal proposito quali sono le prospettive per il 2014? «Tra eventi confermati e quelli in ballo non ci possiamo proprio lamentare, anzi sinceramente visto il periodo non possiamo che ritenerci fortunati. In particolare nel mese di marzo abbiamo avuto due team building, uno riguarda un gruppo farmaceutico, la Roche, alla quale in occasione del lancio di un nuovo prodotto, in collaborazione con il Dmc Kuoni, abbiamo organizzato un team building in Roma centro. Altra attività

invece è per Volvo Penta, qui ci è stato chiesto di organizzare un qualcosa sempre per le strade di Roma che andasse a coincidere da un lato con la visita culturale dei 250 partecipanti e al contempo avesse un fine aggregativo trattandosi di persone che non si conoscevano tra loro».

HOT TOPICS cover story

Dopo un 2013 ricco di eventi e un aumento del fatturato del sessanta per cento, Sdc chiude il primo bimestre del 2014 con già 12 eventi all’attivo

Dalle sue risposte una domanda mi sorge spontanea, ma come mai nomina sempre il Dmc dell'evento? «Ringrazio in anticipo per la domanda, allora è semplicissimo: per policy aziendale (dalla nascita di Sdc Service siamo stati sempre fedeli e coerenti) non contrattiamo mai con i clienti finali bensì solo tramite le agenzie italiane. Sinceramente all nel settore in pochi hanno compreso questa nostra politica ma oggi proprio questa politica ci premia con più di novanta eventi annui di media. In poche parole saremo sempre degli interlocutori per i vari Dmc e mai e poi mai competitor». Sdc ha qualche novità per il 2014? «Non posso anticiparvi molto, ma stiamo lavorando all'acquisizione di una società che ci permetterà di essere ancora più ricchi di progetti e di idee inoltre stiamo creando un nuovo format che presenteremo ai nostri clienti nella prossima edizione della Btc, fermo restando che Sdc Service ogni giorno è pronta a soddisfare le esigenze dei clienti con tempestività e creatività». Se dovesse scegliere uno slogan per Sdc Service, quale sarebbe? «Non ho dubbi: “Viviamo di creatività e regaliamo emozioni”». indirizzi a fine rivista

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HOT TOPICS TOPICS HOT highlights

ALESSANDRA BOIARDI

COSA CHIEDONO LE ASSOCIAZIONI PER I LORO CONGRESSI Sono tra i clienti più coccolati dagli organizzatori perché i loro convegni hanno di solito dimensioni superiori sia per numero di partecipanti sia per durata e un notevole impatto economico sul territorio. Sono le associazioni, di cui si è occupata una recente ricerca di Meeting Consultants. La società di consulenza specializzata in destination marketing e formazione per la meeting industry ha infatti esplorato le dinamiche che portano alla scelta di destinazioni intervistando i rappresentanti di quaranta associazioni appartenenti a vari settori, come medicina, commercio e industria, ma anche finanza, farmaceutica, ricerca, energia, formazione, religione, agricoltura, sport e tempo libero, volontariato, turismo e trasporti. Dalla ricerca si evince che i due fattori che influiscono maggiormente sulle associazioni nella

scelta della destinazione sono la qualità del sistema di trasporti e la sede congressuale di cui si valuta qualità e completezza degli spazi e delle attrezzature. Altrettanto importanti risultano i contributi economici a favore dell’associazione, anche sotto forma di servizi offerti gratuitamente. La convenienza dei prezzi viene anch’essa valutata, ma solo dopo aver verificato la raggiungibilità e la presenza di una sede adeguata, a dimostrazione della grande attenzione al prezzo, ma non a discapito del possesso dei requisiti tecnici. Vengono inoltre menzionati i convention bureau, la cui presenza precede l’attrattiva della destinazione e la presenza di centri di eccellenza legati al tema del congresso, ma che non sono ritenuti indispensabili. La ricerca completa è disponibile online sul sito di Meeting Consultants.

MILANO SI PREPARA AL 2015 CON L’EXPO GATE Si chiama Expo Gate e può essere considerato una sorta di anteprima di quello che avverrà a Milano nel 2015 con l’attesissimo Expo. Si tratta simbolicamente di una porta d’ingresso alla manifestazione, il primo padiglione, che viene inaugurato a Milano in questi giorni. Progettato da Alessandro Scandurra, Expo Gate è situato in via Beltrami e più esattamente tra il Castello Sforzesco e via Dante, in quello che sarà l’epicentro dell’Esposizione Universale. È formato da una piazza centrale affiancata da due volumi trasparenti. Expo Gate ha principalmente la funzione di infopoint ma è stato concepito anche come un luogo di incontro, ospitalità e intrattenimento per milanesi e turisti nel centro di Milano. Expo Gate sarà anche un luogo deputato all’organizzazione di eventi.

FEDERCONGRESSI&EVENTI: NO ALLA CHIUSURA DELL’ENIT «Federcongressi&eventi è fermamente contraria alla cancellazione dell’Enit prevista dal piano del Commissario Cottarelli». È quanto afferma il presidente di Federcongressi&eventi Mario Buscema all’indomani dell’annuncio delle nuove misure del piano di contenimento della spesa pubblica nel triennio 2014-2016 rese noto dal Commissario Straordinario alla Spending Review Carlo Cottarelli. La manovra, nell’ordine dei 34 miliardi, contempla un pacchetto di interventi sugli enti pubblici per trecento milioni di tagli e prevede la soppressione del Cnel (Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro) e di una ventina di altri enti e agen-

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zie, tra cui compare anche l’Enit, l’Agenzia nazionale del Turismo. «Un provvedimento del genere – continua Buscema – non solo non porterebbe alcun beneficio, ma anzi sarebbe gravemente dannoso, già nel breve termine, per tutto il comparto turistico, ramo congressuale compreso. Certamente l’Agenzia ha necessità di una radicale ristrutturazione, ma è, a oggi, l’unico ente che si sta occupando del settore congressuale, in una visione nazionale e non frammentata nelle singole politiche regionali. Confido che il Commissario Cottarelli voglia rivedere le sue decisioni in un’ottica di riorganizzazione e non di cancellazione».


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HOT TOPICS highlights

IL RINNOVO DELLE STRUTTURE ALBERGHIERE PER RIPARTIRE Il rinnovamento delle strutture italiane per rimettere in moto l’Italia. A scommetterci sono Federlegno Arredo e Associazione Italiana Confindustria Alberghi che guardano all’Esposizione Universale di Milano del 2015 come a una grande vetrina per rilanciare il turismo italiano a livello internazionale. Questo è in sintesi quanto emerso a Milano in occasione dell’evento Verso Expo 2015: design italiano e industria alberghiera organizzato da FederlegnoArredo, Associazione Italiana Confindustria Alberghi (A.I.C.A.), in collaborazione con Regione Lombardia e Unicredit. Obiettivo condiviso quello di accendere i riflettori sullo status del turismo italiano e in particolare sulla situazione del patrimonio alberghiero nostrano “che con il grande evento di Expo del prossimo anno, rappresenta una scommessa prioritaria con cui qualunque agenda politi-

ca è tenuta a fare i conti” si legge in una nota. Stando alle previsioni, i flussi turistici internazionali cresceranno mediamente da qui fino al 2030 di circa 43

milioni all’anno e la destinazione Italia è al primo posto tra i desideri dei viaggiatori nei nuovi Paesi di provenienza del turismo internazionale.


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HOT TOPICS TOPICS HOT highlights

EXPO, QUATTROMILA EVENTI IN SEI MESI. MA PRESTO CHE È TARDI! Si è svolto di recente a Palazzo Isimbardi, sede della Provincia di Milano, un convegno dedicato a Expo 2015, promosso dalla delegazione Lombardia di Federcongressi&eventi. “Verso Expo 2015. Un grande evento, motore degli eventi”– questo il titolo della conferenza introdotta dal presidente Mario Buscema – ha focalizzato l’attenzione sul legame che intercorre tra Expo 2015 e la meeting industry del Belpaese, sia in termini di opportunità (che potrà cogliere tutta l’Italia dei congressi) sia in termini di criticità ancora da risolvere. Notevole il panel dei relatori presenti alla tavola rotonda moderata da Marco Biamonti (presidente di Ediman e direttore di Meeting e Congressi): oltre a Pasquale Maria Cioffi (direttore del settore Presidenza e Relazioni istituzionali della Provincia di Milano), intervenuto in apertura dei lavori, erano presenti Giovanni Sacripante (Gm sales, business development, fundraising & ticketing di Expo 2015), Diego Masi (presidente di Incentive Power e del progetto Fuori Expo Milano), Francesco Conci (chef executive officer di Milano Congressi), Barbara Colonnello (owner di Promoest e del progetto Mi piace Expo 2015), Stefania Mangano (dell’Associazione industriale bresciana) e Paolo Rossi (presidente di Federalberghi Lombardia). Se da un lato si delineano con sempre maggiore chiarezza le opportunità – già sufficientemente intuitive fin dai tempi della candidatura – che Expo rappresenta per il sistema turistico italiano, ivi compresa la meeting industry (ben quattromila gli eventi in programma nei sei mesi di manifestazione, ha spiegato Sacripante), dall’altro cominciano a risolversi anche le cri-

ticità lamentate dagli operatori: sono ormai prossimi alla pubblicazione una guida degli eventi con il palinsesto completo delle iniziative collegate a Expo, così come l’elenco degli authorized reseller per l’acquisto di biglietti dedicati al segmento corporate. A brevissimo anche i bandi di gara per individuare service, content provider, organizzatori e via dicendo incaricati di dar vita a queste kermesse. Ma – avvisa Pasquale Maria Cioffi – «bisogna partire oggi con una programmazione di iniziative ben delineata, se vogliamo che il territorio milanese metta a frutto al massimo la ricaduta positiva dell’Expo. Aspettare ancora rischia di far sfumare una serie di opportunità che si riorienterebbero altrove».

CONGRESSI INTERNAZIONALI: IL MEDIO-ORIENTE È IL MERCATO CHE CRESCE DI PIÙ L’edizione 2014 di Gibtm ( Gulf Incentive, Business Travel and Meetings) che si è tenuta di recente ad Abu Dhabi è stata l’occasione per Icca di rivelare i risultati di una sua ricerca in base alla quale quello del medio-oriente è risultato il mercato congressuale con il tasso più alto di crescita. Secondo Icca infatti il numero totale dei congressi associativi è cresciuto nell’area del cento per cento negli ultimi cinquant’anni, una crescita che tra l’altro non accenna ad arrestarsi. Ha commentato Martin Sirk, Ceo of Icca: «Il Medio Oriente è

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stato raggiunto dalla rivoluzione tecnologica più di recente, e si deve anche a questo il fatto che ora sia in così rapida cresci-

ta, ma anche alle moderne infrastrutture realizzate e alle strategie governative nei confronti dello sviluppo economico».


Quando lo stile incontra il mare Centro congressi recentemente ristrutturato con una capienza di 400 persone Due ristoranti: “Il Tamarisco” all’aperto e l’altro snack bar estivo sulla spiaggia 103 camere e appartamenti 6 camere De Luxe con mini piscina in terrazzo privato 3 suites con vasca idromassaggio Spiaggia privata Grande Fitness Center Sauna – Bagno turco . Piscina idromassaggio Parrucchiere – Estetica Discoteca – Piano Bar

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HOT TOPICS TOPICS HOT

Team building alla radio report

Dipendenti e collaboratori assumono il ruolo di speaker, assistente, autore, addetto alla regia, con spazi dedicati a stacchetti musicali, jingle, interventi pubblicitari, interviste... Insomma, tutto quello che occorre per confezionare una vera trasmissione radiofonica TERESA CHIODO

radio è morta. Quante volte l’abbiasentito ripetere... Ogni volta che Lun amo nuovo media si affaccia alla civiltà. Di fatto invece, negli ultimi dieci anni, dopo internet, è uno dei mezzi di comunicazione che ha visto aumentare il suo gradimento. Il più vecchio dei media si scardina dagli antichi apparati e si adatta alle nuove tecnologie, resiste perché è versatile, integrandosi perfettamente all'interno del media mix con tv e digitale. I nuovi device rivoluzionano aspetti storici del mezzo, offrendo nuove modalità di ascolto, informazione e condivisione. Qual è la sua marcia in più? Non agendo sullo spazio, ma solo sul tempo, il linguaggio della radio può offrire la trasversalità, la contemporaneità, il mixaggio di contenuti diversi. McLuhan, anni or sono, la definì un “mezzo caldo”, sostenendo che il suo potere uditivo abbia un effetto quasi tribale in quanto richiama a emozioni primitive. Il grado di intensità e capacità di coinvolgimento non deriva

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però dalla sola diffusione della voce, ma dall’espressività stessa della voce diffusa. La radio deve dischiudere la realtà dell’immaginario attraverso percezioni che non valgono per sé, ma per la loro capacità evocativa, come la musica, i suoni e le parole. Poi, non è vero, ad esempio, che “la pubblicità in radio non si ascolta”. E non è neppure vero che “non si vede”, perché stimola la ricerca sul web. La novità è che la radio, strumento capace di moltiplicare ed espandere la sua presenza su più piattaforme, da oggi diventa driver formativo e si declina anche in team building. Nello specifico, i team aziendali saranno chiamati a creare una trasmissione radiofonica con tanto di stacchetti musicali, jingle e interventi pubblicitari. Ognuno avrà il proprio ruolo e la propria mansione ma quando si va in onda bisogna essere coordinati e precisi nel rispettare tempi e scaletta. AROUND THE CLOCK Sintesi, efficacia, capacità di improvvisazione, tono di voce impostato, gestione del ritmo, sono tutti presupposti che stanno alla base della comunicazione in una conduzione radiofonica. In che termini questi aspetti possono essere visti come strumenti per lavorare in team? «Nel lavoro spesso ci si perde in lunghe


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HOT TOPICS report

riunioni – sostiene Giorgio D’Ecclesia, di Radiospeaker – email chilometriche, documenti che passano di mano in mano prima di essere approvati. Si impiegano giorni, settimane, a volte mesi prima di arrivare ad una decisione. In radio tutto questo non è possibile. Un conduttore radiofonico deve saper sintetizzare al massimo i contenuti, arrivare al cuore delle questioni e degli argomenti trattati, rispettare tempi ben precisi, seguire un “clock” e proseguire improvvisando di fronte agli imprevisti. Non si può tornare indietro una volta commesso un errore in diretta. Questi primi elementi, se rapportati ad un lavoro di squadra o all’interno di un’azienda, potrebbero cambiare notevolmente il modo di affrontare decisioni, tempi, rapporti tra colleghi, imprevisti, orientamento all’obiettivo e capacità di essere diretti e rapidi nelle decisioni». Il lavoro radiofonico è sicuramente tutto questo se lo guardiamo dal punto di vista dello speaker mentre è in onda. Patrick Facciolo, titolare del sito di comunicazione Parlarealmicrofono.it va a monte per trovare il parallelismo: «È a microfono spento, dietro le quinte che troviamo il lavoro in team per antonomasia: dietro al conduttore spesso ci sono schiere di autori, redattori, tecnici, programmatori musicali, che lavorano e cooperano con lui. Ed è per questo motivo che il concetto di team building è perfettamente integrabile con la radio: organizzare una vera trasmissione radiofonica è un’occasione unica per lavorare in gruppo».

decision making: «È importante sottolineare che in questo format lo scopo non è quello di trasformare tutti i partecipanti in speaker, ma quello di farli lavorare sulla costruzione di un programma radiofonico che, contrariamente a quel che si pensa, deriva dal lavoro di più attori (autori, registi, programmatori musicali e così via...). I partecipanti, dunque, si troveranno a dover costruire insieme, divisi in sottogruppi, dei contenuti che dovranno essere coerenti con le richieste della direzione (in questo caso lo Station Manager, così come in azienda i superiori), col lavoro degli altri gruppi che costruiranno le altre parti del programma (come in azienda gli altri reparti) e col tipo di pubblico cui il programma si rivolge (così come l’azienda ha un target di riferimento per i propri prodotti). Questo lavoro, che si svolgerà con delle tempistiche molto precise (equiparabili alle scadenze aziendali) dovrà poi essere approvato dalla direzione prima della sua realizzazione pratica, proprio come avviene in un qualsiasi contesto aziendale». Nelle radio commerciali solitamente gli interventi durano meno di due minuti, e questo costringe lo speaker a selezionare tra i contenuti e a ridurli al minimo, per favorire l’interazione con l’ascoltatore. «Anche nelle aziende accadono situazioni simili – dice Facciolo –: quando si lancia un prodotto, ad esempio, i vari comparti “sgomitano” perché si comunichino all’esterno la maggior parte delle caratteristiche possibili del prodotto stesso. In realtà, come si impara in radio, meno sono le

GIORGIO D’ECCLESIA, Radiospeaker: «In radio bisogna sintetizzare al massimo i contenuti, arrivare al cuore delle questioni, rispettare tempi ben precisi, elementi che possono cambiare notevolmente il modo di affrontare decisioni, tempi, imprevisti...»

PATRICK FACCIOLO, titolare del sito Parlarealmicrofono.it: «È a microfono spento che troviamo il lavoro in team per antonomasia. Ed è per questo motivo che il concetto di team building è perfettamente integrabile con la radio: un’occasione unica per lavorare in gruppo»

IL DONO DELLA SINTESI In che modo un team building costruito sulla griglia di una trasmissione radiofonica può essere funzionale nell’ambito di un contesto formativo aziendale? Come ci spiega Barbara Cifalinò, nota speaker radiofonica, emergono moltissimi spunti legati alla realtà lavorativa aziendale, dall’organizzazione del tempo alla comunicazione tra i diversi reparti aziendali, dalla gestione dei ruoli e delle gerarchie al team working e

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HOT TOPICS TOPICS HOT report

BARBARA CIFALINÒ, speaker radiofonica: «Lo scopo non è quello di trasformare tutti i partecipanti in speaker, ma quello di farli lavorare sulla costruzione di un programma radiofonico. Cosa che deriva dal lavoro di più attori ed è molto simile alle dinamiche aziendali»

VALENTINA LUCI, dell’agenzia Mai dire Eventi: «In radio si lavora soprattutto sul timbro della voce e sull’impostazione del tono per ottenere il favore del pubblico. Coinvolgere, emozionare a dare credibilità sfruttando la voce è importante sia nel lavoro sia nella vita di tutti i giorni»

informazioni che lanciamo al pubblico, più sono le probabilità che il pubblico stesso riesca a farle proprie. In un’attività di team building radiofonico in diretta si riesce a capire l’importanza di rinunciare a parti importanti di contenuto. Si può avere il polso di questa situazione proprio quando si interagisce con gli ascoltatori: se dico una cosa, come risponderà chi sta ascoltando la radio? E se il mio intervento sarà durato troppo perché ho inserito all’interno troppe informazioni, qual è il rischio che una parte del pubblico cambi stazione?». SI SENTE MA NON SI VEDE Quando si va in onda ci sono dei tempi precisi da rispettare, tutto deve procedere in maniera fluida: stacchetti musi-

cali, jingle, interventi pubblicitari, interviste. Ma quanto è importante anche per una strategia aziendale? Partiamo dal presupposto che ormai anche le radio siano aziende, e che gli stacchetti e i jingle corrispondano né più e né meno al concetto di “immagine coordinata” di qualsiasi altra attività. «Così come un’azienda sceglie formati grafici e di contenuto per la sua comunicazione verso l’esterno – sostiene Facciolo –, così la radio sceglie degli elementi di identificazione (claim, jingle e liner) che la rendano riconoscibile in ogni momento. Inutile dire che la forma con cui si presenta la propria attività (in radio, ma più in generale in tutto il mondo aziendale) è tutt’uno col prodotto». La comunicazione radio, per definizione, esclude le immagini. L’attenzione si focalizza sulla voce. Ogni singolo effetto deve essere sotto controllo. Quanto è importante la gestione dello stress nel public speaking? «È molto importante specialmente nel ruolo dello speaker», sostiene Valentina Luci dell’agenzia Mai dire Eventi. «In radio si lavora soprattutto sul timbro della voce e sull’impostazione del tono per ottenere il favore del pubblico e questo è quello che vivono, provano e assimilano i partecipanti in questo format. Coinvolgere, emozionare a dare credibilità sfruttando la voce è importante sia nel lavoro che nella vita di tutti i giorni». Ma la comunicazione radiofonica esclude le immagini solo apparentemente: «Nel mio libro (“Crea immagini con le parole”, ndr) – sostiene Facciolo – sostengo apertamente che la radio è il contesto ideale per imparare a usare un linguaggio evocativo, al punto da far visualizzare


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ELIO ZOCCARATO, dell’agenzia Sunnyway: «Nel mondo mediatico è necessario essere rapidi e diretti per attirare l'attenzione della gente. L’obiettivo di questo format è aiutare a ottenere l’interesse degli altri anche nell’ambito lavorativo»

TU CHIAMALE SE VUOI, EMOZIONI L’esperienza di preparare e condurre un programma radiofonico lavora sulla comunicazione efficace. Ce lo spiega Elio Zoccarato, dell’agenzia Sunnyway: «Nel mondo mediatico è necessario essere rapidi e diretti per attirare l'attenzione della gente. L’obiettivo di questo format è aiutare a ottenere l’interesse degli altri anche nell’ambito lavorativo: per un proprio progetto, un prodotto da vendere, un’idea innovativa, la proposta di un nuovo modo di lavorare. Spesso idee buone non sono accettate per la mancanza di una comunicazione efficace. L’obiettivo è quello di trasformare l’ansia in carica emozionale, energia positiva». Ma quali sono le dinamiche per una corretta presentazione? Vediamole assieme. 1. Preparare il discorso con largo anticipo – Rimandare porta solo a una maggiore ansia. La preparazione di una presentazione richiede più tempo di scrittura di un documento, perché è necessario anche il tempo per le prove. 2. Provare un discorso di fronte a qualcun altro – Avere un vero pubblico aiuta a simulare l'espe-

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rienza della presentazione di lavoro e fornisce un prezioso feedback circa la chiarezza e l’efficacia della presentazione. 3. Provare il discorso molte volte – Più si prova e più si sarà calmi e convincenti durante la presentazione. 4. Pensare positivo – Non abbattersi. Se siamo sicuri di essere noiosi, lo saremo sicuramente! Immaginare invece di fare un discorso efficace dà molta fiducia in più. 5. Respirare per un momento prima di iniziare a parlare – Troppo spesso i relatori si precipitano sul podio e iniziano a parlare prima di aver fatto mente locale. Il momento cruciale di un discorso è quel primo sguardo verso il pubblico. I format durano da una a due giornate. L’evento si svolge in due fasi: la prima è preparatoria e si tiene – a seconda delle dimensioni del gruppo – in aula o in sala di registrazione; dopo una breve parte interattiva dedicata alla teoria al gruppo vengono assegnati i ruoli e si simulano i talk da condurre alla radio nella fase successiva. Alla fine si va in onda veramente!

all’ascoltatore scenari, situazioni, aneddoti, anche in assenza di un supporto visivo effettivo. Fare radio può richiedere una buona capacità di gestione dello stress. L’arte dell’improvvisazione (una capacità per alcuni innata, ma che in altri casi si può educare e migliorare) diventa allora la soluzione ideale per gestire situazioni di tipo tecnico (un microfono che non si apre, la linea che cade all’improvviso durante un collegamento telefonico, una canzone che non parte). Riuscire a costruire un intervento radiofonico entro due minuti, magari conducendo in coppia, può insegnarci a trovare soluzioni di sintesi e di chiusura del parlato inaspettate ed efficaci. In più, la radio insegna ad andare fino in fondo. In radio un concetto espresso per metà equivale a un concetto non espresso, e il microfono in questo non perdona». Vien da chiedersi se non possa essere addirittura la cara vecchia radio, meglio della tv, a stanare alcuni aspetti della personalità. «Doversi confrontare con la propria voce e il proprio modo di parlare è come riscoprire una parte di sé», sostiene d’Ecclesia. «È un po’ come quando nel camerino di un negozio ci vediamo da un’angolazione diversa per via del gioco di specchi. Riascoltarsi in cuffia è come rivedere o vedere per la prima volta una parte di sé, un proprio modo d’essere, per molti è traumatico per altri è un’emozione stupenda. Di solito dopo il primo ascolto di sé, non si vede l’ora di rientrare in diretta per parlare al microfono. Farlo in squadra, poi, è ancora più coinvolgente».


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HOT TOPICS blogsurfing

Posso chiederti l’amicizia? argomento è attualissimo ed è tutta colpa di Microsoft, che di recente ha L’ lanciato anche in Italia “Yammer”, il social network per le aziende che promette di migliorare la collaborazione tra i dipendenti e creare un network sempre più efficiente con forza vendita, partner e fornitori. Gli addetti ai lavori lo chiamano “social enterprise”, per dire che questo tipo di social media spinge molto sul concetto di team, su come organizzare progetti comuni e condividere informazioni. Qualcosa di tutto sommato complementare all’idea di incentivazione aziendale se ci si basa sull’idea di migliorare il lavoro di gruppo. Ma è anche vero che su questo strumento dell’era 2.0 non mancano opinioni contrastanti. Conoscerne i vantaggi è sacrosanto, così come non cadere in facile seduzioni. Ecco perché può tornare utile il post “Quattro miti da sfatare sui social network in azienda” di Richard Hughes – direttore della strategia sociale di BroadVision –, pubblicato su “Sei Gradi”, il blog del Corriere della Sera dedicato alla tecnologia. Il primo mito, secondo Hughes, è che ogni azienda possa trarre dei benefici usando i social network, mentre la realtà è che ognuna avrà risultati diversi a seconda della propria natura. Se il social network è da intendere come mezzo di comunicazione privilegiato, le aziende che ne trarranno maggiore vantaggio sono quelle che hanno collaboratori geograficamente dislocati, per esempio. Secondo mito: i social network in azienda vengono usati al posto delle mail. Ma non è proprio così secondo Hughes – e anche secondo noi –, la cui opinione, invece, è che i social network servono a sostituire le mail soltanto in quei contesti in cui queste ultime si rivelano limitate, come le discussioni che prevedono diversi “botta e risposta”. Pensate alle volte che vi è capitato di scambiare diverse mail con un collega e di avere alla fine pensato: era meglio chiamarlo… «L’obiettivo è di spostare le discussioni tra collaboratori e tutto ciò che riguar-

Dopo il recente sbarco in Italia di Microsoft Yammer, il social network aziendale torna a essere argomento d’attualità. Ma a cosa serve? A costruire un team, a lavorare per obiettivi e a comunicare. A patto di sfatarne i miti da la conoscenza aziendale, fuori dalle inbox verso i social network, garantendo una maggiore accessibilità», sono le testuali parole di Hughes. Che cosa ne dite, invece, della diatriba su quanto Facebook e Twitter servano al business? È il terzo mito da sfatare per Hughes, che ne fa una questione di appropriatezza: le modalità con cui si costruiscono le relazioni tra utenti di un social network aziendale sono diverse da quelle con cui gli amici di Facebook condividono le foto divertenti dei propri animali domestici. E infine, una delle parole del secolo: “virale”. Il quarto mito da screditare è questo: “L’adozione del social business è virale”. Il rischio è proprio quello che il social network si trasformi in qualcosa di simile a un “Facebook aziendale”, qualcosa, cioè, di irrilevante per il business. Insomma, per essere efficace il social network aziendale deve essere utilizzato per lavorare e deve nascere con obiettivi aziendali ben precisi. In tutti gli altri casi, m e glio farne a meno.

ALESSANDRA BOIARDI

Questo “Blogsurfing” ha preso spunto dal post “Quattro miti da sfatare sui social network in azienda” di Richard Hughes, pubblicato su “Sei Gradi”, il blog del Corriere della Sera dedicato alla tecnologia: http://tinyurl.com/qfpd9dn

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HOT TOPICS mice from amerika

I grandi eventi si spostano in centro

I mega complessi di periferia, come i mall tradizionali americani, chiudono con una frequenza allarmante e lo scenario potrebbe estendersi ai centri fieristici nel comparto Mice. Tuttavia, in America è già pronta la soluzione per invertire il trend e attirare eventi e visitatori dal nostro corrispondente da New York DOMENICO MATARAZZO

l Woodville Mall è stato uno dei primi mall negli Usa ad aprire nel 1969 nella Iperiferia della città di Toledo, in Ohio. All’epoca fece scalpore per la superficie di novantamila metri quadrati sotto un unico tetto, con aria condizionata costantemente a 22 gradi centigradi e migliaia di visitatori che scattavano foto a fontane, luci e ad altri elementi di décor. Qualche settimana fa Woodville è stato abbattuto e si aggiunge alla lista di un numero crescente di mall americani che vengono rasi al suolo o riconvertiti in chiese, uffici o altri centri con funzioni del tutto differenti. Alcuni di questi, come del caso del Woodville Mall, sono talmen-

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te danneggiati dall’acqua, dalla muffa e dall’asbesto che la loro demolizione diventa un evento positivo per la città nonostante i ricordi di gioventù che evocano soprattutto ai baby boomer. Ciò che sta causando la scomparsa dei mall è ovviamente il numero crescente di individui che acquista online. Le vendite via internet, infatti, alla fine del 2013 rappresentavano il 6 per cento del totale della spesa in retailing, quasi il doppio rispetto al 2006. È quindi ovvio che anche i retailer puntino sui visitatori online anziché sui cosiddetti brick and mortar (termine inglese che significa letteralmente “mattoni e malta”, per identificare una attività legata all’economia reale, in cui i clienti posso recarsi di persona per vedere e acquistare i prodotti in opposizione a quelle tipicamente online della “New economy”, ndr). La stessa sorte del Woodville Mall sembrava essere riservata al Javits Convention Center di New York, uno dei principali centri fieristici negli Usa, considerato


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HOT TOPICS mice from amerika

ormai antiquato. La zona doveva essere trasformata in un’area composta da appartamenti, uffici, hotel e musei, mentre le fiere sarebbero state ospitate in un’area più grande nella zona di Jamaica, nel Queens, con un investimento di quattro milioni di dollari da parte di una società di gioco d’azzardo dalla Malesia. Al momento il Governatore di New York ha fatto un passo indietro sul piano, soprattutto in funzione del fatto che sarebbe uno spreco demolire il Javits, dato che la sede è al centro di un completo rinnovamento che lo renderà più brillante, più verde e più in sintonia con l’ambiente circostante. Anche in questo caso non si tratta di un caso isolato. Meno fortunato è stato per esempio il Coconut Grove Convention Center di Miami che sarà sostituito da un parco cittadino. Il futuro del Los Angeles Convention Center è legato invece alla decisione che verrà presa il prossimo settembre sulla costruzione di uno stadio di football adiacente al centro fieristico stesso. Se ciò non avviene, difficilmente si avranno i soldi per il rinnovo del convention center, giudicato anch’esso ormai obsoleto. DAI MALL AI CENTRI CONGRESSI Se si vuole osservare in parallelo il settore degli spazi fieriestici con il settore del retail nei mall, è confortante notare che il comparto non si considera in crisi ma semplicemente a una svolta. Se infatti da un lato vi sono mall che chiudono, dall’altro ve ne sono altri che vantano un rapporto tra vendite e metri quadrati di superficie di gran lunga superiore alla media nazionale. Due di questi in particolare sono stati presentati lo scorso gennaio nel corso della convention della

National Retail Federation (Nrf ), proprio al Javits di New York: The Grove a Los Angeles e The Americana at Brand, a Glendale, entrambi in California ed entrambi sviluppati dalla stessa società immobiliare, la J.J. Caruso Associates. In The Grove i punti vendita (chiusi nel mall e no) sono affollati, ben curati, con fontane con getto a ritmo di musica, piazze, strade pedonali e strade vibranti sul modello della strip di Las Vegas, come dimostra per esempio la presenza di un cinema con 14 sale e vetrate in stile Art Deco. The Americana at Brand è anch’essa composta da un mall ma è circondata da centinaia di appartamenti cosicché i residenti non devono guidare per fare shopping: «Qui la gente viene per provare una connessione, un’emozione piacevole e una sensazione di benessere che

Sopra, il Javits Convention Center di Manhattan, per il quale è previsto un riammodernamento radicale. In basso, The Americana at Brand, modernissima mall a Glendale, sviluppata anche in chiave Mice

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in The Grove che hanno vendite ben superiori alla media nazionale, come se la concorrenza digitale da parte di Amazon per libri e retailing o Netflix per i film on demand non li avesse sfiorati.

RICK CARUSO, Ceo della Caruso Affiliates «A meno che non saranno completamente reinventati, a vantaggio di una maggiore socialità, i mall di periferia tra 10 o 15 anni diventeranno una reliquia che non rispecchia i bisogni dei consumatori, della comunità locali e dei retailer»

In alto, il McEnery’s Convention Center, esempio di nuova area espositiva connessa al centro città con una rete di trasporti tra le più moderne al mondo. A lato, la Railroad Station di Jamaica Queens, probabile futuro quartiere fieristico di New York

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porta automaticamente a spendere più soldi di quanto si spenderebbe online o in aree meno frequentate», ha detto Rick Caruso, Ceo della Caruso Affiliates nel corso della sua Keynote alla convention della Nrf. Secondo Caruso le persone vogliono essere parte di un tessuto sociale, vogliono interagire e lo shopping è parte della natura umana. Nel 1950 meno del dieci per cento delle famiglie era compost da un solo elemento. Oggi è il 25 per cento e di questi il quaranta per cento dichiara di sentirsi solo. Si è connessi elettronicamente, ma personalmente ed emotivamente ci sente soli. «Per questo motivo, a meno che non saranno completamente reinventati, i mall di periferia tra dieci o 15 anni diventeranno una reliquia che non rispecchia i bisogni dei consumatori, della comunità locali e dei retailer», ha continuato Caruso. I fatti sembrano dargli ragione: Barnes and Nobles (libri), Nordstrom (retailing) e Pacific Theatres (cinema) sono solo alcuni dei brand presenti

IL FUTURO È “SOCIAL” La “socializzazione”, il dinamismo e l’eleganza assicurati da The Grove sembrano essere la cura per rinnovare o creare nuovi centri fieristici che non facciano la fine dei mall. Presentazioni, studi, white paper concordano nel dire che le sedi degli eventi devono evolvere con l’evoluzione dei clienti e questi oggi vogliono meno spazi, ma una maggiore esperienza per il visitatore, non solo all’interno dell’area espositiva, ma anche all’esterno. Il paradigma è ancora fornito da Los Angeles: se sarà avviato il progetto dello stadio, questo farà parte di un mega complesso che connetterà stadio, convention center e L.A. Live District, un’area polifunzionale con appartementi, hotel, musei e teatri. L’esempio più attuale, però, viene da San José, sempre in California, dove il McEnery’s Convention Center rappresenta un modello di nuova area espositiva che si connette con il centro città attraverso una rete di trasporti considerata tra le più moderne ed efficaci. A rendere più solido il legame con la città di San Diego è stata anche l’utilizzazione di elementi architettonici che sono tipici della città, senza sacrificare spazi per tecnologie e servizi che sono attesi per la prossima decade. Servizi confortevoli, a partire dalle sedie, con zone in cui ci si può rilassare o ricaricare i gadget digitali, spazi meeting flessibili capaci di accomodare fino a duemila persone, cibo di qualità e un’offerta che include anche servizi offerti dalla città sono le skill emerse dalla convention della International Association of Conference Centres (Iacc) lo scorso marzo, durante la quale i partecipanti hanno avuto modo di comprendere il possibile scenario dei conferece center americani del futuro.


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Il Globo Centro Congressi

Il nuovo Centro Congressi "Il Globo", completamente ristrutturato, dotato di tutte le nuove tecnologie, offre un·ampia gamma di Sale Riunioni tutte con luce naturale. Due Sale Principali, una di 310 mq ed una di 220 mq, che possono essere entrambe divise in 3 sottosale, si aggiungono alla vasta disponibilità di altre sale più piccole che possono ospitare da 12 a 100 persone. Possibilità di Videoconferenze fra i Saloni : eventi fino a 700 persone suddivise in 3 Sale Plenarie con 1 Sala Principale e 2 Secondarie. Sistema di Bilanciamento di Banda Internet che distribuisce la Fibra Ottica di cui è dotato l'albergo, fino a 30 mb, bilanciati sul numero di utenti contemporanei che sono collegati. L·intera copertura del Sistema Wi-Fi consente il collegamento al Wi-Fi fino a 500 Utenti complessivi e 300 contemporanei. Per informazioni e Prenotazioni : Ilaria Tarchi Event Coordinator Meeting & Congress Dept. events@hotelmediterraneo.com

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Al tempo del pubblico sovrano HOT TOPICS how to

Cosa c’entrano i social network con la brand construction? E perché le aziende sono sempre più attente all’opinione dei consumatori? Ecco come costruire con successo l’identità del proprio marchio anche in ambito b2b (e senza il vantaggio di chiamarsi Coca Cola) ALESSANDRA BOIARDI

e nuove tecnologie hanno stravolto il rapporto tra azienda e consumatoLre finale, ma anche quello con fornitori, forza vendita e collaboratori. Le aziende che vogliano puntare sulla costruzione del proprio marchio per affermarsi sui rispettivi mercati di riferimento dovranno dunque attrezzarsi per fare breccia nel cuore di un pubblico più consapevole e soprattutto in possesso di strumenti che lo mettono in grado di interagire, esprimere la propria approvazione o il proprio disappunto, promuovere o bocciare un prodotto. Il tribunale prediletto per tutto questo sono i social network.

Qualcuno forse ricorderà il gelato di colore marrone a forma di rosa che Algida aveva utilizzato sulla sua pagina Facebook per fare gli auguri a tutte le donne in occasione dell’8 marzo. Fu un putiferio: sul social network si moltiplicarono le critiche per la forma “ambigua” del gelato abbinato al colore marrone, tanto che l’azienda stessa si sentì in dovere di correggere il tiro sostituendo la rosa al cioccolato con una rosa alla fragola. Con tanto di ammissione di colpa, seppur ironica: “Oooops, forse abbiamo scelto il gusto sbagliato! Ecco a voi un colore più azzeccato”, si leggeva il giorno dopo sulla stessa pagina Facebook (vedi immagini nella pagina accanto). Ma per capire più esattamente di cosa stiamo parlando dovremmo scomodare il guru del marketing Philip Kotler, che già tre anni fa individuò nel suo libro intitolato Marketing 3.0 l’inizio di una terza fase, dopo il marketing 1.0 e 2.0. Kotler dava come precisa indicazione quella di spostare l’attenzione sul valore umano: «Il comportamento e i valori delle imprese sono sem-


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HOT TOPICS how to

pre più sotto la lente dell'opinione pubblica, questo fa sì che i consumatori possano scambiarsi con grande facilità opinioni su imprese, prodotti e marche e discutere delle loro performance funzionali e sociali» scriveva nel suo libro. Secondo questa teoria, ci sarebbe dunque un cambiamento in atto, che vede come protagonista la nuova generazione di consumatori e i social network con un effetto preciso che ricade sulle aziende. A fronte di un pubblico evoluto che soprattutto per mezzo dei social instaura un dialogo diretto con i brand – commentando, rispondendo, giudicando e mantenendo alta l’attenzione su ogni loro mossa – la necessità è quella di trasmettere, attraverso il brand, valori ben precisi. EVENTI 3.0: SI PARTE DAI VALORI Ma cosa accadrebbe se cercassimo di tradurre tutto ciò in qualcosa di concreto? Soprattutto per quelle piccolemedie aziende che non possono contare su una brand awareness consolidata come i big player di mercato, come sarebbe possibile fare la differenza attraverso la brand construction (costruzione di un brand). E cosa c’entrano gli eventi? «La brand identity – spiega Stefano Cucchi di Sharp Consulting Comunicazione – non è solo appannaggio delle grandi aziende, dei marchi famosi e delle agenzie più importanti, poiché curare la propria identità di marca diventa una necessità anche per le piccole e medie imprese. Questo perché comunicare il proprio valore e la propria unicità le aiuterà a fare la differenza rispetto ai competitor. Un tempo insomma per vendere un aspirapolvere bastava soddisfare l’esigenza del consu-

matore di avere un’aspirapolvere. Vi darò la macchina del colore che volete, purché sia nera diceva Henry Ford. Poi, nell’era 2.0, negli Anni 80 e 90, si abbinava al prodotto un valore emozionale. Era l’epoca della cosiddetta differenziazione dei target, non si rispondeva più a bisogni materiale come negli Anni 50, ma si giocava sulle sensazioni. Oggi è ancora l’approccio 2.0 a essere in uso, ma chi vuole fare la differenza, anche se

MARKETING 1.0 - 2.0 - 3.0

(Philip Kotler, Hermawan Kartajaya, Marketing 3.0 - Mirko Pallera, Create! Rielaborazione di Stefano Cucchi - Sharp Consulting Comunicazione) marketing 1.0

marketing 2.0

obiettivo

vendere prodotti

soddisfare e fidelizzare rendere il mondo il consumatore un posto migliore

marketing 3.0

fattori abilitanti

rivoluzione industriale

information technology

nuova ondata tecnologica/social media

come guardiamo al mercato

mercato di massa/ richiesta di beni fisici

consumatore intelligente/esigenze anche immateriali

essere umano, persona/ esigenze materiali e spirituali

concetto chiave

sviluppo prodotti

differenziazione

valori

linee guida

caratteristiche dei prodotti

posizionamento azienda e prodotti

missione, visione e valori dell’impresa

proposta di valore

funzionale

funzionale ed emotiva

funzionale, emotiva e spirituale

interazione

da uno a molti

uno-a-uno

collaboraione: da molti a molti

STEFANO CUCCHI, di Sharp Consulting Comunicazione: «Chi vuole fare la differenza, anche se non può contare sulla forza di un brand importante, dovrebbe iniziare a ragionare in ottica 3.0. Non c’è più differenza tra approccio b2c e b2b, poiché sono i valori che contano»

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HOT TOPICS how to

CARLO BECCATTI, co-founder & Creative Director di Acanto: «Le aziende sono sempre più orientate verso la condivisione e il concetto dello stare insieme e ci chiedono di tradurre ciò in eventi in grado di veicolare delle emozioni, affidandosi in generale al concetto di intrattenimento come mezzo privilegiato per emozionare»

non può contare sulla forza di un brand importante, dovrebbe iniziare a ragionare in ottica 3.0. I marchi, come le persone, hanno un nome, una personalità, un carattere e una reputazione. Non c’è più differenza tra approccio b2c e b2b, poiché sono i valori che contano. Si tratta in ogni caso di persone, e le persone si comportano tutte allo stesso modo. Tutti noi prendiamo l’80 per cento delle nostre decisioni sull’onda di emozioni, intuizioni e motivazioni inconsce, e anche il rapporto con la forza vendita o i fornitori va valorizzato attraverso affinità e valori legati al brand. La brand identiy in ultima analisi è la coerenza perfetta tra la persona, il brand e il pubblico, e le persone si avvicineranno d’istinto al brand perché ne condividono i valori e le emozioni». Quali sono dunque i consigli da dare a chi vuole avvicinarsi a questo nuovo approccio? «Molto concretamente, bisogna innanzitutto chiedersi quali sono i valori che si vogliono esprimere attraverso l’azienda, il brand, la comunicazione, il marchio, il sito e gli eventi. In fase di start up si devono definire in maniera chiara la propria missione, il valore funzionale, emotivo e spirituale da proporre con la propria comunicazione». MOTIVARE ATTRAVERSO L’ENTERTAINMENT Nell’ambito di una comunicazione che sia la più integrata possibile, come le aziende traducono l’interazione con il pubblico, i consumatori e la stessa forza vendita nell’ambito degli eventi?

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Si passa per lo più attraverso la condivisione, concentrando in momenti “coinvolgenti” quello che il brand vuole comunicare. Per esempio le aziende individuano nell’intrattenimento un modo efficace per fare tutto ciò: «Intrattenere significa da questo punto di vista creare un’interazione con la platea sia nel luogo fisico dell’evento sia attraverso i social network» spiega Carlo Beccatti, co-founder & Creative Director di Acanto. Ecco allora che la marca viene associato, attraverso la creatività, a un intero mondo costruito ad hoc. «Le aziende sono sempre più orientate verso la condivisione e il concetto dello stare insieme – continua Beccatti – e ci chiedono di tradurre ciò in eventi in gradi di veicolare delle emozioni, affidandosi in generale al concetto di intrattenimento come mezzo privilegiato per emozionare. Secondo queste indicazioni abbiamo di recente organizzato uno spettacolo di danza per un’azienda di idraulica che prevedeva l’utilizzo di giochi d’acqua e caratterizzava il momento dell’intrattenimento attraverso quegli elementi che più immediatamente possono essere associati ai prodotti di quell’azienda. Un altro esempio è quello di un’azienda che produce materassi per la quale abbiamo ideato un format d’evento che – sui temi del riposo e del relax – prevedeva performance di musicisti, attori e costruiva sulle tematiche del sonno tutta una serie di esperienze a forte impatto emozionale».


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HOT TOPICS

La gesture technology out of the box

negli eventi del futuro

Tra software in grado di riconoscere i movimenti e automi ideati per la telepresenza, è possibile arricchire l’esperienza dei relatori e del pubblico con tecnologie all’avanguardia. L’effetto wow è garantito, ma ne guadagna anche la comunicazione ANDREA PATERNOSTRO

econdo il Rental and Staging Network, rete di servizi per gli eventi diffusa nel S Nord America, i “gesture media” vanno considerati tra i cinque trend emergenti nelle tecnologie per eventi e meeting, perché arricchire le presentazioni con i gesti significa migliorare l’esperienza e il coinvolgimento dei partecipanti. L’espressione (anche “gesture technology”) viene usata dunque anche nel settore degli eventi, ma per ora riguarda soprattutto il “wow factor” ovvero la capacità di stupire l’audience con effetti spettacolari: il modo di dire è nato per sottolineare le novità dell’elettronica di consumo. Qualunque sia la tecnologia offerta, la criticità per chi organizza un evento è sempre lo stessa: fare in modo che l’attenzione della platea si focalizzi sul contenuto e non solo sul modo di parlarne,

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per quanto nuovo e spettacolare. Quando le tecnologie di riconoscimento dei gesti saranno pienamente diffuse, però, avremo probabilmente dimenticato mouse o telecomandi. Un esempio brillante dell’uso dei gesti è nel film Her, uscito nelle sale a marzo, in cui il protagonista muove le dita in aria per spostarsi in un videogioco, come in Matrix, Minority Report, Iron Man, Robocop (quello di quest’anno): il cinema ci ha mostrato spesso come interagiremo con gli schermi nel futuro. Di cosa si tratta? A livello di massa, il gesture-based computing si è diffuso in ambito videoludico, da quando Microsoft ha messo sul mercato nel 2010 il celebre accessorio Kinect per la sua console Xbox. Un dispositivo di controllo sensibile al movimento del corpo umano, dal quale nel tempo sono nate applicazioni utili anche per la produttività personale e di gruppo, nonché per arricchire gli eventi. Secondo l’azienda di Redmond, le funzioni del Kinect possono essere sfruttate per interagire in modo più efficiente con i colleghi, ad esempio per ottenere visuali migliori nelle video conferenze aziendali,


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HOT TOPICS out of the box

grazie al grandangolo presente nello strumento. È possibile inoltre interagire tramite gesti e voce con alcune funzioni di applicazioni Microsoft come SkyDrive. Se vogliamo tenere una presentazione fluttuando le mani nell’aria, esistono alcune soluzioni per farlo, tra cui il KineSis Project, che permette di spostarsi da una slide all’altra o di evidenziare gli elementi più importanti del testo proiettato. Con l’applicazione Kinect Coverflow, l’utente può controllare un ambiente virtuale ed è possibile aumentare o abbassare il volume semplicemente allontanandosi o avvicinandosi allo schermo. E la So Touch ha introdotto un Air Presenter, sempre per Kinect. L’era dei “gesture media” sembra un po’ più vicina se pensiamo che la tecnologia presente nella prima Kinect è stata sviluppata dalla società israeliana PrimeSense, acquistata nel 2013 da Apple per 360 milioni di euro. Un certo livello di riconoscimento dei gesti è già integrato negli smartphone di alta gamma che abbiamo in tasca (come il Samsung S4). Lo scorso marzo il colosso di Cupertino ha depositato il brevetto “Imaging Range Finding Device and Method” con funzionalità simili a quelle di Kinect (analizzare la luce per stabilire la posizione degli oggetti) che saranno quindi implementate in futuro su dispositivi come l’iPhone. Allo studio c’è anche un altro brevetto (“Optical Sensing Mechanisms for Input Devices”) che conferma l’interazione in 3D tra le dita umane e la luce. Altre innovazioni in arrivo riguardano l’automazione domestica e degli uffici. Samsung ha una partnership con PointGrab, che ha presentato al Ces di Los Angeles (tra gli eventi più importanti al mondo in ambito consumer electronics) uno switch con telecamera a infrarossi per controllare con i gesti l’ambiente circostante. L’algoritmo riconosce i movimenti degli occhi e li abbina a quelli delle dita per spostare l’oggetto guardato e indicato dal soggetto (ad esempio, per accendere una luce). DAL ROBOT PARTICIPANT ALLA CATCH BOX Eveline Aernaudts, chi era costei? Per chi ha preso parte alla Fresh Conference 2014 (la kermesse di Copenhagen dedicata alle nuove tecnologie e all’innovazione negli eventi), è stata una partecipante come tutti gli altri. O quasi, perché si trattava in realtà di un robot, sebbene in grado di muoversi nelle quattro direzioni e con un iPad al posto della testa. Grazie al tablet, la persona che lo coman-

dava dall’estero ha potuto interagire a tutti gli effetti con chi si trovava in carne e ossa nella capitale danese. «È stata l’anteprima mondiale di questo strumento nell’ambito degli eventi: la cyber participant è stata intervistata e ha preso parte a una sessione di domande e risposte, sempre con il badge addosso», racconta Stefania Conti Vecchi, fondatrice di Eventagist e marketing&comunication manager della Fresh Conference. Prodotto dalla Double Robotics, l’automa per la

STEFANIA CONTI VECCHI, fondatrice di Eventagist e marketing&comunication manager della Fresh Conference di Copenhagen: «Alla Fresh Conference 2014 di Copenhagen un robot si aggirava fra i delegati con un iPad al posto della testa: si trattava di Eveline Aernaudts, cyber participant targata Double Robotics alla sua prima “uscita” mondiale»

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HOT TOPICS out of the box

Catchbox (qui sopra) è un altro strumento che ha spopolato durante la Fresh Conference: è un microfono wireless inserito in un cuscinone a forma di cubo, lo lanci e le persone in sala ci parlano dentro. Idea innovativa per gestire gli interventi del pubblico

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telepresenza ha un costo di 2499 dollari e può essere comandato da dispositivi Apple (iPhone, iPad) o da Pc usando il browser Chrome. Tra gli strumenti hi-tech per l’interazione tra i relatori e il pubblico presentati a Copenhagen, spicca inoltre Slydo: «Si tratta di un’applicazione per dispositivi mobili che permette ai facilitatori di avere le domande dal pubblico, con votazioni in tempo reale e tutto quello che sta succedendo in sala, proiettandolo direttamente nei Google Glass» spiega la Conti Vecchi. «L’area di visione nell’occhio è piccola, nonostante questo ha riscosso molto successo e ha potenzialità per migliorarsi. L’app costa 300 euro all’anno per chi ha necessità di rendere privati gli elementi raccolti», aggiunge la manager. «Il relatore, ad esempio, ha il vantaggio di non doversi

girare o dover leggere le slide da qualche parte: avere le informazioni negli occhiali offre la possibilità di interagire in modo diverso e ricevere messaggi non pubblici mentre si sta parlando». Catchbox è un altro strumento che ha spopolato durante l’evento tecnologico: «È un microfono wireless inserito in un cuscinone a forma di cubo, lo lanci e le persone parlano dentro. Abbiamo gestito così i frequenti interventi del pubblico. Ha avuto molto successo anche perché crea un clima più informale», sottolinea la Conti Vecchi. Durante la Fresh Conference è stato usato anche un grande pannello per raccontare i punti salienti della conferenza: una sorta di Storify dal vivo, per citare uno strumento molto noto a chi racconta storie digitali attingendo da diverse fonti e social media. Infine, chi vuole sfruttare le possibilità offerte dai nuovi media per andare oltre la flipchart (la classica lavagnetta a fogli mobili che può accompagnare le presentazioni), apprezzerà la nuova soluzio-

ne per creare il grafico dei contributi in tempo reale: mentre una persona interviene, l’incaricato usa grafiche digitali e immagini dal web per comporre una storia. “La cosa più importante è vedere questa storia evolversi durante la discussione: non stai semplicemente creando qualcosa su uno schermo, ma collegando immagini e pensieri per aiutare memoria e comprensione”. Dato che la conferenza nel 2014 era imperniata sul design di eventi efficaci, la event app per dispositivi mobili SpotMe ha proposto il format WeConference, basato su slot di 20 minuti caratterizzati da scambi fluidi e guidato dalla tecnologia, tra partecipanti che scelgono i propri temi di discussione e passano più volte dalle attività di networking nei corridoi ai gruppi di discussione nelle meeting room: un concetto basato sull’esperienza delle “unconferences” o Barcamp, le conferenze informali nate in ambito hi-tech per favorire la discussione tra gruppi eterogenei di professionisti e curiosi.


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ALESSANDRA BOIARDI

CONGRESSI E RELAX ALL’ANTICO BORGO LA MURATELLA

L’Antico Borgo La Muratella è situato a Cologno al Serio, in provincia di Bergamo, in una posizione strategica, a pochi chilometri dal casello autostradale A4 Milano-Venezia e dall’aeroporto di Orio al Serio; a dieci chilometri da Bergamo e a pochi chilometri dagli altri aeroporti di Milano. Antica dimora del Cinquecento dei conti Medolago, elegantemente ristrutturato, ospita un hotel ristorante quattro stelle con un moderno centro congressi. L’hotel dispone di 68 camere elegantemente arredate e dotate di tutti i comfort come cassaforte, aria condizionata, minibar, wi-fi. La Private Spa dispone di attrezzature pensate per il benessere psico-fisico. Il parco curatissimo, con prati verdi e composizioni di fiori rigogliose è l’ideale per un momento di relax durante un soggiorno di lavoro o di piacere. Il centro congressi dispone di quattro moderne sale meeting: Riccardo, Cecilia, Alex e Sandri. Nel centro congressi si possono programmare con successo convegni, seminari, riunioni aziendali, corsi di formazione, convention, sfilate e team building fino a 350 ospiti.

EXCELSIOR PALACE HOTEL DI RAPALLO PREMIATO A MOSCA Nuovo riconoscimento per l’Excelsior Palace Hotel di Rapallo: il direttore generale Aldo Werdin è infatti reduce da un viaggio di lavoro a Mosca, dove ha partecipato al Luxury Travel Mart, prestigiosa manifestazione, svoltasi al Ritz-Carlton Moscow e giunta alla sua decima edizione, che mette in contatto domanda e offerta del segmento luxury in relazione al mercato di lingua russa. Questa volta all’Excelsior il premio è stato attribuito, in occasione dell’ambitissima serata di gala alla presenza di circa ottocento persone, per il sostegno all’evento dimostrato nei numerosi anni di partecipazione. Lo storico albergo di Rapallo è stato l’unico hotel indipendente a ricevere il riconoscimento accanto ai più grandi nomi del firmamento delle compagnie alberghiere internazionali quali Ritz-Carlton, Dorchester, Starwood e Four Seasons.

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DIVERTIMENTO E WELLNESS ALLO SPLASH&SPA TAMARO Il progetto architettonico è all’avanguardia, con 14mila metri quadrati di superficie, attrazioni innovative e servizi di qualità: sono i plus che attirano gli incentive planner nel parco acquatico Splash&Spa Tamaro, tra i più moderni d’Europa. L’innovativo centro si articola in tre futuristiche cupole fortemente identificative, che offrono intrattenimento e servizi di alto livello ai gruppi aziendali. Nel dettaglio, la cupola dello svago, cuore della struttura, è pensata per chi vuole trascorrere una piacevole giornata in alternativa alla vita da ufficio con terrazze e piscine con le onde

e panoramiche. La cupola del divertimento è stata progettata per chi cerca soprattutto emozioni forti: cinque tipologie di scivoli ultra moderni con imbuti, centrifughe, sensazioni antigravità, giochi di luce e suono. La terza cupola infine è dedicata al benessere, con tremila metri quadrati di relax nella moderna spa.


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DERBY GRILL, IL “PRANZO DEL DAY MEETING” SECONDO L’HOTEL DE LA VILLE Un congresso, un meeting o un corso di formazione sono più piacevoli se trascorsi in una struttura elegante e accogliente come l’Hotel de la Ville, unico albergo di lusso a Monza affiliato all’esclusiva catena Small Luxury Hotels of the World. Affacciato sulla magnifica Reggia sabauda, a pochi passi dal centro storico e alle porte di Milano, l’albergo punta su una delle sue eccellenze, il ristorante Derby Grill, riconosciuto dalle più autorevoli guide di settore come uno tra i migliori d’Italia per l’ottima cucina e il servizio attento e cortese. Le aziende che scelgono l’Hotel de la Ville per i loro eventi possono approfittare di un allettante pacchetto “Day Meeting” a prezzi molto competitivi, che comprende invitanti colazioni di lavoro a tre portate in un ambiente che rispec-

chia l’atmosfera di charme dell’albergo, con oggetti di antiquariato e pregiate collezioni. Il giovane premiato chef Fabio Silva propone i piatti della tradizio-

APRE A ROMA HOTEL INDIGO ROME- ST. GEORGE

Un albergo fortemente radicato nel quartiere che lo ospita, nel cuore della Capitale. Viene presentato così da InterContinental Hotels Group il nuovo albergo Hotel Indigo Rome – St. George, il primo in Italia del brand boutique del gruppo alberghiero. Situato in Via Giulia, in una zona ricca di storia scelta da numerosi artisti e artigiani per le loro attività, l’albergo propone 64 camere che combinano tratti rinascimentali con il design italiano contemporaneo, e al contempo rispecchiano il fascino artistico del quartiere. Gli elementi architettonici presenti, come i muri in pietra, la pavimentazione romana, le arcate e i grandi pilastri, si integrano perfettamente con l’arte italiana contemporanea, il design moderno dei mosaici e l’arredamento realizzato su misura. Tutte le camere – standard, executive ed executive suite – sono completamente attrezzate e dotate di wi-fi gratuito e docking station.

ne lombarda e regionale italiana rivisitandoli secondo il suo estro con ricette ispirate dalla qualità e stagionalità delle materie prime.

INCENTIVE A CASA DI MARLON BRANDO Punta sull’ecologia il nuovo albergo The Brando, in apertura dal primo luglio sull’isola privata di Tetiaroa, nella Polinesia francese. Non un nome a caso, si tratta proprio di quel Brando, l’attore Marlon, che si recò per la prima volta a Tetiaroa durante le riprese del film Gli ammutinati del Bounty e fu immediatamente ammaliato dalla bellezza dell’isola tanto da acquistarla nel 1967. The Brando sarà un resort unico, accessibile solo con l’aereo privato messo a disposizione dall’hotel, e composto da 35 ville che si affacciano su una spiaggia di sabbia bianca frequentata da tartarughe, mante e uccelli esotici. Il ristorante ha un chef d’eccezione, Guy Martin del parigino Grand Vefour; la spa offrirà terapie polinesiane e tradizionali.

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NUOVA AREA BENESSERE AL PALACONGRESSI DI RIMINI Il Palacongressi di Rimini presenta un nuovo progetto tutto dedicato al benessere dei delegati: un’area attrezzata con le Wellness Ball Active Sitting, dove accompagnati da un video trainer sarà possibile eseguire semplici e gradevoli esercizi fisici durante una pausa dei lavori o nel tempo di un coffe break. Attenzione particolare sarà data anche all’alimentazione con wellness menu, curati e studiati da un medico nutrizionista e dallo chef di Summertrade, per garantire colazioni e pasti in grado di offrire tutto il gusto della cucina del territorio, seguendo le linee guida per una corretta alimentazione e i principi della dieta mediterranea.

ME BY MELIÁ APPRODA IN ITALIA

Si chiamerà Me Milan Il Duca e sarà il primo hotel Me by Meliá in Italia. Il marchio si distingue per rivolgersi a una clientela particolarmente esigente e sofisticata, che include anche la figura dell’Aura Manager, che segue il soggiorno di ogni ospite per garantire un servizio davvero unico. Il nuovo albergo aprirà le sue porte nel 2015 in Piazza della Repubblica a Milano, vicinissimo alla Stazione Centrale, in uno stabile che sarà completamente ristrutturato dallo studio Arassociati (Aldo Rossi Associati). L’albergo proporrà 132 camere, di cui 34 suite, tra le quali la Suite Me, il lounge bar e un ristorante e disporrà inoltre di diverse sale conferenze dotate delle più moderne tecnologie e del Roof Bar, altro segno distintivo degli hotel Me, che si estenderà su una superficie di seicento metri quadrati con magnifiche viste sulla città.

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MOXI ALLA CONQUISTA DELL’EUROPA Monaco di Baviera, Berlino, Francoforte e Oslo, ma prima di tutti Milano. Sono queste le città in cui Marriott Hotels lancerà il suo nuovo brand Moxy. Prima apertura: il Moxy Milan Malpensa a settembre, a cui seguiranno gli altri nel 2015. L’espansione del brand procederà quindi a ritmo incalzante: entro la fine del 2014, saranno siglati gli accordi per 13 proprietà, mentre nei prossimi dieci anni il brand raggiungerà quota di 150 alberghi. Il Moxy Milan Malpensa Airport disporrà di 162 camere e sarà situato nei pressi del Terminal 2 dell’aeroporto. Moxy Hotels è realizzato in partnership con Nordic Hospitality e Inter Hospitality Holding (parte della Property Division di Inter Ikea Group) per la proprietà e la gestione dei primi sei hotel. Ogni Moxy Hotel comprenderà inoltre gli Plug & Meet, spazi per meeting dotati di sedute ergonomiche, writing wall e ampi schermi per proiezioni. Nella lobby saranno a disposizione postazioni Pc e un punto ristoro sempre aperto.


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DUE NUOVI RESORT PER CLUB MED Sono due “quattro tridenti” – secondo la classificazione Club Med – i resort che nei prossimi mesi andranno ad arricchire l’offerta della compagnia francese. Il primo sorgerà sull’isola cinese di Dong’Ao, nel cuore di quelle che sono considerate le Maldive cinesi e sarà caratterizzato da ambienti di design, tre ristoranti alti di gamma, cinque sale riunioni e un business centre. Scenario montano, invece, per il secondo resort, in Val Thorens, al centro delle 3 Vallées, uno dei comprensori sciistici più vasti al mondo. 384 camere con vista grandiosa sulla vallata, una serie di servizi digitali innovativi e numerose attività di intrattenimento sono i punti forti della nuova struttura. Inoltre, Club Med ha pianificato il restyling di alcune delle strutture storiche del gruppo, tra le quali quelle di Bali, Columbus Isle e Cancun. Nuove rotte, infine, anche per Club Med 2, l’affascinante veliero di lusso che, grazie al pescaggio di soli cinque metri, può arrivare laddove le navi da crociera non riescono e che quest’anno farà rotta, per la prima volta, anche su Cuba. (P.K.)

APRE L’ISTANBUL MARRIOTT HOTEL SISLI

Cinque stelle e un eliporto costruito sulla terrazza sono le caratteristiche che rendono il nuovo Istanbul Marriott Hotel Sisli un indirizzo esclusivo nella città turca. Nella zona europea di Istanbul, dispone di 259 camere spaziose, dal design contemporaneo, di un centro benessere e di un’attrezzata palestra, piscina interna, campi da tennis, sauna, bagno turco e varie cabine per trattamenti. L’Istanbul Marriott Hotel Sisli si contraddistingue anche per l’offerta food & beverage, che consente di vivere tre diverse esperienze culinarie: Il Dish Room Restaurant, specializzato in

cucina mediterranea che offre una terrazza esterna e un lounge bar; il Terrace Bar, accogliente spazio esterno che di sera viene animato da dj set e il Great Room Lounge and My Bar che offre un’ampia varietà di pietanze cotte al forno. Per i planner è a disposizione il Red Coat Direct, un concierge virtuale che permette ai delegati di un meeting di inviare tutte le richieste senza dover lasciare la sala e il Meetings Imagined, una nuova piattaforma digitale che ispira idee, suggerimenti e case study abilitando gli ospiti a personalizzare i propri eventi.

BEST WESTERN LANCIA L’APP GAME HOTELRUN Best Western sceglie un nuovo modo per la promozione del suo brand, un app game che si chiama HotelRun. Si tratta di un running game a scorrimento orizzontale disponibile gratuitamente per iOS e Android: il protagonista è un cliente, in fuga dal concierge, che per aumentare il suo punteggio raccoglie oggetti ed evita ostacoli. Il gioco è legato a un concorso che si conclude il 28 dicembre: i vincitori sono premiati ogni settimana e ogni mese con punti bonus Best Western Rewards. La promozione su Facebook, con guerrilla marketing in hotel e dem profilate. Il regolamento è online su hotelrun.bestwestern.it. Il mobile game è stato sviluppato da modomodo.

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Filosofia moderna, comfort e design che rispecchiano arte e cultura cittadini. Con un’ampia scelta di spazi e servizi per meeting ed eventi, i C-Hotels di Roma, Milano e Firenze, nati per il leisure, sono indicati anche per gli incontri aziendali e i soggiorni incentive

Incontri in città ELISA FERRO

oma, Milano, Firenze. Sono queste le destinazioni strategiche proposte da R C-Hotels agli organizzatori di meeting ed eventi e a quanti, singoli professionisti o delegazioni corporate, hanno bisogno di una base confortevole in occasione di manifestazioni, fiere e congressi cittadini. Nati per il leisure ma perfetti anche per il congressuale, gli hotel del gruppo, tutti di categoria quattro stelle, rispecchiano una filosofia giovanile e dinamica, con arredi moderni e di design, tecnologie all’avanguardia, lounge bar, ristoranti e comfort in grado di rendere piacevole qualsiasi soggiorno di lavoro. Inoltre, insieme all’ampia disponibilità di eleganti spazi meeting e per eventi, con sale modulabili attrezzate al meglio tanto per le riunioni di vertice più riservate quanto per convegni o incontri aziendali dai numeri importanti, la loro collocazione nel cuore delle principali città d’arte e di tendenza italiane li rende anche un approdo ideale per viaggi e soggiorni incentive all’insegna della bellezza e del lifestyle.

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LO STILE DI FIRENZE Nel capoluogo toscano C-Hotels propone ben quattro strutture di sicuro interesse, tutte dotate, fra gli altri plus, di comodo parcheggio e connessione wi-fi gratuita. Recentemente ristrutturato, l’Hotel Ambasciatori è uno degli indirizzi più esclusivi di Firenze. Qui nulla è lasciato al caso: spazi, arredi e servizi sono curati nei minimi dettagli e aziende, gruppi incentive e Pco possono trovare l’ambientazione ideale per soggiorni ed eventi di grande suggestione. Per il post congress, poi, è possibile effettuare indimenticabili visite guidate della città, dei suoi straordinari musei e dei luoghi e locali di maggiore richiamo. Come l’Ambasciatori, anche l’Hotel Diplomat e l’Hotel Club si trovano nell’area centrale della città, vicini al Duomo, alla chiesa e alla stazione di Santa Maria Novella, nonché al centro espositivo Fortezza da Basso, facilmente raggiungibile anche a piedi. Infine The Style Florence, anch’esso comodissimo in quanto a ubicazione, rappresenta la soluzione superior di C-Hotels per allog-


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Sono strutture cittadine dall’appeal moderno e dal design accattivante quelle che C-Hotels propone al mice nelle principali destinazioni italiane

giare in splendide suite (classic, executive e deluxe) con vista sulla città, tutte di ampie metrature, insonorizzate e attrezzate, per chi lo desidera, di spazio cucina. CITY HOTEL TRA MILANO E ROMA L’Hotel Comtur di Binasco rappresenta dal 1992 una comoda porta d’accesso alla metropoli lombarda. Comfort e tranquillità non mancano in questo elegante hotel dotato di uno spazioso parcheggio privato e facilmente raggiungibile da tutte le principali arterie del Nord Italia. Con le vie dello shopping e della moda, le grandi aziende, le sedi fieristiche e congressuali e gli aeroporti di Milano a portata d’auto o di metropolitana, l’hotel mette a disposizione degli ospiti due moderne e funzionali sale meeting, un accogliente ristorante-lounge, la connessione a internet wireless, palestra, solarium e camere di varia tipologia dotate, fra l’altro, di tv satellitare e pay tv. Dalla “capitale” economica e finanziaria del Paese, sede di Expo 2015, alla magnifica capitale storica e istituzionale il passo è breve con C-Hotels. La Città Eterna in quanto a bellezza, atmosfere e attrazioni storico-culturali non ha certo bisogno di presentazioni, mentre per quanto riguarda la cura del cliente, l’ospitalità e i servizi all’altezza delle aspettative di quanti operano nel Mice, questi sono assicurati dall’Hotel Club House e dall’Hotel Fiume. Situato in una zona tranquilla, fuori dal traffico cittadino ma a cinque minuti dalla metro Cornelia, a tre fermate da Città del Vaticano e a dieci minuti da Piazza di Spagna e dalla Fontana di Trevi,

l’Hotel Club House offre camere climatizzate con tv satellitare, internet point, wi-fi gratuito e un’ampia sala per una ricca colazione a buffet. L’Hotel Fiume si trova invece in zona Porta Pia, a pochi minuti a piedi da Villa Borghese, Via Veneto e Via Condotti. Realizzato all’interno di un palazzo d’epoca completamente ristrutturato, offre un’atmosfera molto discreta e familiare, dove gli spazi comuni, il bar, la postazione internet, l’ampio terrazzo con solarium, il grande buffet dolce e salato per la prima colazione sono a disposizione degli ospiti per allietare ogni soggiorno di svago e di lavoro. indirizzi a fine rivista

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Grand Hotel Continental HHHH Tirrenia (Pi) Numero totale camere: 175 | Ristoranti: 2 sale ristorante | Posti: 330 | Sale meeting: 6 | Capienza sala maggiore: 280 posti | Capienza sale minori: da 10 a 100 posti | Saletta segreteria | Area espositiva: 320 mq | Possibilità organizzazione post congress

Un gruppo giovane e dinamico, con diversi assi nella manica per dare ad aziende e Pco ciò di cui hanno bisogno per progettare incontri di successo. Il Grand Hotel Continental di Tirrenia, in particolare, è la location di punta per il congressuale di Cosmopolitan Hotels

La Toscana più cosmopolita ELISA FERRO

cinque anni dalla nascita, il gruppo Cosmopolitan Hotels ha già saputo A ritagliarsi un ruolo di primo piano in Toscana per quanto riguarda la gestione e valorizzazione di eleganti hotel a quattro stelle, che rappresentano altrettante location di sicuro interesse per l’organizzazione di congressi, meeting aziendali e viaggi incentive. In particolare, il dinamico brand toscano vanta nel suo carnet tre strutture di diversa fattura, capacità ricettiva e collocazione sul territorio, ma tutte accomunate dalla qualità dell’offerta e dall’inconfondibile stile che le caratterizza. Del resto, come sottolinea il diret-

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tore commerciale Bruno Campana, il motto di Cosmopolitan Hotels è chiaro: il senso dell’ospitalità, la cultura del servizio, l’arte di donare serenità e piacere costituiscono la ragion d’essere del gruppo. Con una gamma completa di soluzioni e servizi pensati per il cliente e con la garanzia di standard qualitativi all’altezza delle aspettative e sempre al passo con i tempi. UN CONGRESSO SUL MARE Tra le proposte di Cosmopolitan Hotels, quella con la più netta vocazione congressuale è certamente il Grand Hotel


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Continental di Tirrenia. Affacciato sul mare e immerso in un’ampia pineta, dispone di 175 camere in hotel e di cinquanta appartamenti nell’adiacente Continental Resort. In un’ottica Mice, sia dal punto di vista degli operatori italiani sia di quelli europei, la vicinanza all’aeroporto internazionale di Pisa ne evidenzia ulteriormente la posizione strategica. L’area meeting, nello specifico, è composta da sei sale per conferenze, di cui una sala plenaria da trecento posti e cinque sale minori che possono ospitare dalle dieci alle cento persone, oltre a uno spazio attrezzato per esposizioni di 320 metri quadrati. Fiore all’occhiello dell’offerta dedicata del Continental è la presenza costante del responsabile dei congressi e, su richiesta, di un tecnico specializzato che assiste il cliente in tutte le fasi dei lavori. A questo proposito, fino alla fine di aprile 2014 è valida la promozione che permette, a quanti riservano almeno quaranta camere in occasione del loro convegno o meeting, di avere gratuitamente a disposizione la sala riunioni comprensiva di assistenza tecnica per l’avvio dei lavori. Una cura particolare, inoltre, è dedicata alla ristorazione, dal momento che anche questo è un elemento decisivo per la piena riuscita di un evento, con la possibilità di allestire rapidi coffee break e colazioni di lavoro, ma anche brunch, cene di gala e cene tipiche toscane basate sulle eccellenze enogastronomiche del territorio. Infine, tra i plus dedicati al tempo libero o come opportunità post congress, spiccano la disponibilità, a soli ottocento metri di distanza dall’albergo, del Cosmopolitan Golf & Country Club, con campo a 18 buche esteso su settanta ettari, di proprietà del gruppo, e la possibilità di pianificare visite guidate giornaliere alla scoperta dei tesori culturali di città come Pisa, Lucca, Volterra e Firenze. A TUTTO INCENTIVE A pochi passi da Piazza dei Miracoli e dal centro storico di Pisa sorge il Grand Hotel Bonanno, che deve il nome all’architetto che iniziò a costruire la celebre torre pen-

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dente. Con le sue novanta camere e junior suite, e con la sua elegante e tecnologica Sala dei Profeti, adatta per incontri fino a 85 partecipanti, è la soluzione ideale tanto per soggiorni incentive nel cuore della città natale di Galileo quanto per incontri di formazione e riunioni di medie dimensioni. Con Cosmopolitan Hotels, infine, è anche possibile scegliere la magia dell’alta montagna per meeting e incentive di sicuro effetto. È il caso del Val di Luce Spa Resort, situato nel cuore del comprensorio sciistico dell’Abetone, in un’area incontaminata, dove le cime innevate d’inverno lasciano il passo ai verdi sentieri dell’estate. Il complesso dispone di uno spazio meeting da sessanta posti e delle più moderne attrezzature per riunirsi in un contesto esclusivo e rilassante. E a fine giornata, dopo il lavoro o un’escursione nella natura, la lussuosa spa, con la sua meravigliosa piscina dei Cristalli, costituisce da sola un’esperienza indimenticabile. indirizzi a fine rivista

Nelle immagini, il Grand Hotel Continental, il più “Mice” tra gli alberghi del prestigioso gruppo Cosmopolitan


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Sono quattro le strutture di Costa degli Ulivi tra Palermo e alcune delle località più suggestive della Sicilia, tutte con spazi per eventi, ambienti eleganti, buona tavola e un’accoglienza particolare, che pone il gruppo a livelli di eccellenza in fatto di ospitalità

Fascino siciliano SIMONA ZIN

trutture uniche in luoghi straordinari”: questo è il motto di Costa “S degli Ulivi, una società che comprende quattro hotel di pregio a Palermo e dintorni e che si caratterizza per servizi di alta qualità e per spazi congressuali di prim’ordine. Oltre al Grand Hotel Piazza Borsa nel capoluogo siciliano, la società comprende anche lo Splendid Hotel La Torre e l’Hotel Torre Normanna, a venti chilometri dalla città, e l’Eolian Hotel, sull’Isola di Vulcano. ALL’INSEGNA DELL’ECCELLENZA Partiamo per questa carrellata di hotel di fascino dal Grand Hotel Piazza Borsa, frutto della fusione in un’unica struttura alberghiera di tre palazzi contigui del centro storico di Palermo, il nucleo centrale dei quali era stato il convento e la grande chiesa dei Padri della Mercede. Il complesso forma oggi una struttura molto particolare, nella quale trovano spazio eventi e congressi che si avvalgono di servizi tecnici all’avanguardia e di un’assistenza personalizzata. Le otto sale congressi, di diversa capienza, sono disposte su più livelli. Per un evento, si sa,

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anche la ristorazione è importante: le quattro sale ristorante sono ambienti accoglienti ed esclusivi, per un veloce pranzo di lavoro o per una cena di gala, organizzati a seconda delle esigenze e caratterizzati da menu su misura. Non meno importante del buon cibo, il benessere: a disposizione degli ospiti c’è anche un percorso che comprende sala relax, sala massaggi, bagno turco, sauna, vasca idromassaggio, docce emozionali. Eventi e meeting di altissimo livello possono, infine, trovar spazio anche nell’antico chiostro, fiore all’occhiello della struttura siciliana, che ospita accoglienti salottini in cinquecento metri quadrati circa. ‘EVENTI CON VISTA L’itinerario prosegue con lo Splendid Hotel La Torre, che si trova a Mondello, a pochi minuti di bus dal centro della città: subito al di là dei grandi viali del parco della Favorita. Dotato di 168 camere funzionali e moderne, fra cui le famose “Blue”, vale a dire le fronte-mare con parete di vetro e terrazzino, l’albergo, comprende anche un centro congressi che si estende su una superficie di circa settecento


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metri quadrati, con sale da due a trecento posti equipaggiate con la tecnologia più moderna. L’hotel dispone anche di una piscina con acqua di mare, di un ampio solarium con annessa vasca idromassaggi, e di un comodo accesso alla piattaforma realizzata sugli scogli per i bagni in mare, nonché di un bar attrezzato per uno spuntino oppure un aperitivo prima di pranzo. L’Hotel Torre Normanna, invece, è ubicato all’interno del Complesso Torre Normanna e dispone di 143 camere, di american bar, piano bar, ristorante, sala banchetti, e uno splendido terrazzo panoramico. Il Villaggio Vacanze Torre Normanna, dispone di trecento camere confortevoli, piscine, spiaggia attrezzata, tennis, bocce, minigolf, pallavolo, calcetto, tiro con l’arco e sport nautici come vela, surf e canoa. Il centro congressi, all’interno dello stesso albergo, è uno dei più importanti in Sicilia ed è dotato di sale modulari fino a novecento persone, a cui si aggiungono tre sale satelliti per complessivi trecento metri quadrati. Ideali per i sottogruppi, pause e come spazi espositivi.

razze sul mare, solarium, piscine con acqua dolce e con acqua di mare, bar a bordo piscina, campo da tennis illuminato. L’idea di realizzare un albergo sulle isole Eolie, e precisamente sulla meno frequentata isola di Vulcano, nasce nella metà degli Anni 60: per l’epoca si trattò di una intuizione veramente straordinaria, se si pensa che a Vulcano, i primi abitanti residenti compaiono solo alla fine degli Anni 60. L’Eolian Hotel sorge oggi sulla spiaggia di Porto Ponente: una baia di bassi fondali di nera sabbia vulcanica. La struttura è realizzata a edifici interconnessi nel tipico stile delle isole e non supera mai il primo piano. Inoltre, per circa un ettaro è circondata da un giardino di rigogliosa macchia mediterranea.

Costa degli Ulivi accoglie la meeting industry in quattro hotel, tutti caratterizzati da comfort e charm, situati in contesti siciliani di raro fascino

indirizzi a fine rivista

NELLA MACCHIA MEDITERRANEA Altra chicca di Costa degli Ulivi è l’Eolian Hotel, che sorge al centro della Baia di Ponente, la località più suggestiva dell’Isola di Vulcano, nell’affascinante arcipelago delle Isole Eolie. Le sue 88 camere si presentano perfettamente integrate nella particolarissima atmosfera eoliana e sono tutte dotate dei comfort più moderni. Dispone, tra l’altro, di ristorante panoramico all’aperto, american bar, sala riunioni fino a cento persone, ampie ter-

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Nata nel 2013 dall’amore per la terra e la cultura fiorentina, la società ToFlorenceToLive Hotels gestisce tre strutture con splendidi spazi congressuali negli angoli più affascinanti della Città del Giglio, tutte ideali per eventi di grande impatto

Albergatori per passione oFlorenceToLive Hotels unisce la passione della famiglia Lotti per la T storia e i simboli della propria città –

SIMONA ZIN

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Firenze – alla professionalità e all’esperienza del general manager Giancarlo Carniani. La società opera con dedizione per il proprio lavoro e passione per la propria città, nella condivisione di sogni, obiettivi e valori, e questo si intuisce subito visitando i suoi tre hotel situati a Firenze. In seguito ai restauri eseguiti a regola d’arte delle prime due strutture gestite dal gruppo, la settecentesca Villa Olmi Firenze e l’antico Mulino di Firenze, e all’acquisizione dello storico Plaza Hotel Lucchesi è apparsa strategica la creazione di un corporate office al fine di riunire sotto un unico ed efficiente organico la direzione, l’amministrazione, le prenotazioni e la commercializzazione delle tre strutture ricettive.

LA MAGIA DI FIRENZE La prestigiosa catena comprende, come detto, lo storico Plaza Hotel Lucchesi (attualmente in fase di completo restauro), situato fin dal 1860 nel cuore pulsante di Firenze e affacciato sulla riva del fiume Arno. L’hotel quattro stelle sta rinnovando il look di tutte le camere, così come della hall, del ristorante e del bar, il quale potrà presto vantare anche un esclusivo roof affacciato sui tetti della città, per offrire agli ospiti tutta la magia di uno dei panorami più belli del capoluogo toscano. Tra le diverse innovazioni, inoltre, è prevista una moderna e interessante area congressuale che si svilupperà nella nuova hall dell’albergo: una sala business completamente a disposizione dei clienti, che qui potranno trovare tutta la riservatezza che i loro incontri d’affari richiedono, in uno spazio condiviso e


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multifunzionale, con tavoli individuali e collettivi, servizio bar e accesso a internet, oltre a tutte le prestazioni e attrezzature necessarie per meeting ed eventi. Il Plaza Hotel Lucchesi è a tutti gli effetti un albergo accogliente e strategico, dove incontrarsi, rilassarsi o lavorare, disponendo di tutte le comodità di uno spazio intimo e riservato nel centro storico di Firenze. EVENTI NELL’ANFITEATRO Altro gioiello del gruppo è l’antico Mulino di Firenze, un piccolo borgo in riva all’Arno risalente al 1330, trasformato oggi in un’oasi di relax situata nella meravigliosa campagna fiorentina a due passi dal centro città. Dotato di accoglienti camere in tradizionale stile fiorentino, ristorante, bar e di un’area benessere interna, la struttura quattro stelle superior comprende anche una terrazza solarium, che sarà presto affiancata da una piscina, oltre che da un nuovo spazio polifunzionale, oggi in fase di costruzione. Ricavata dalle antiche vasche del complesso molitorio, quest’area comprenderà una versatile area interna e un raccolto anfiteatro esterno adatto a convegni, meeting, manifestazioni e ogni altro tipo di evento. Il Mulino di Firenze offre ai suoi ospiti un’isola di relax e benessere immersa nella bellezza del verde fiorentino, a pochi minuti dal centro città.

mente arredate e immerse in un magnifico parco con giardino all’italiana. Recentemente entrata nel prestigioso gruppo M-Gallery by Accor, questa struttura quattro stelle superior è pronta ad accogliere manifestazioni, eventi, meeting e convegni aziendali – compresi quelli del settore farmaceutico – nelle sue quattro prestigiose sale congressi dotate dei migliori servizi e attrezzature. Con il suo incantevole parco, le camere con arredamenti pregiati, la piscina esterna e il centro fitness, oltre che un gustoso ristorante e un ricco servizio bar, Villa Olmi Firenze è il luogo ideale per ogni tipo di evento e manifestazione. ToFlorenceToLive Hotels è accoglienza e professionalità e aspetta gli organizzatori di eventi nelle sue prestigiose strutture, pronta a soddisfare ogni necessità.

1 / La settecentesca Villa Olmi Firenze 2 / Lo spazio polifunzionale dell’antico Mulino di Firenze 3 / La splendida vista che si gode dal Plaza Hotel Lucchesi 4 / Lo staff di ToFlorenceToLive Hotels 5 / Il sontuoso salone di Villa Olmi

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UN TUFFO NEL ‘700 ToFlorenceToLive Hotels è anche la bellissima Villa Olmi Firenze, un’esclusiva tenuta settecentesca a breve distanza dal centro storico, composta da una villa, una fattoria e una casa colonica, fine-

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Hotel Savoy Palace HHHH Gardone Riviera (Bs)

Uno dei tanti plus dello storico Hotel Savoy Palace è la sua incantevole posizione sul Lago di Garda: con le sue sale meeting e la raffinata spa, rappresenta oggi anche una location per eventi di grande fascino

Numero totale camere: 60 | Ristoranti: 1 Ristorante Angelo Landi | Posti: 200 | Sale meeting: 3 | Capienza sala maggiore: 120 posti (riunendo le 2 sale meeting principali) | Capienza sala minore: 40 posti | mq di aree espositive: 130 mq | Possibilità organizzazione post congress

Incanto sul lago SIMONA ZIN

i sicuro il contesto dell’Hotel Savoy Palace di Gardone Riviera è dei più D belli in Italia: l’albergo, infatti, è in una posizione incantevole sul Lago di Garda. Ma non è solo questo a renderlo unico: la struttura, infatti, vanta una lunga storia e conserva nell’eleganza delle proprie forme i fasti di un’epoca lontana. È un luogo ricco di charme, dove eleganza e comfort si fondono dando vita a un

ambiente esclusivo: i suoi signorili spazi, direttamente affacciati sulle rive del lago, invitano gli ospiti ad assaporare atmosfere dense di mondanità e raffinatezza, come sorseggiare un drink a bordo piscina sulle note di una frizzante melodia o degustare dell’ottimo cibo a lume di candela, lasciandosi incantare dalle bellezze del panorama. E tutto questo anche dopo aver partecipato a un meeting o a un evento nelle due eleganti sale per banchetti e nelle tre ampie sale congressi. Altro plus non da poco, soprattutto nell’ambito dell’organizzazione di un evento che vuole prevedere anche momenti di relax, il Centro Savoy Wellness ospita ambienti caldi e accoglienti che ricreano atmosfere perfette per ritrovare armonia e benessere psico-fisico. CLIENTELA D’ÉLITE L’antico palazzo dell’Hotel Savoy Palace, che per anni fu la seconda dimora di personaggi illustri e famosi, è stato comple-

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tamente ristrutturato in modo attento e raffinato, con particolari curati in ogni dettaglio, mantenendo lo storico stile Liberty. Oltre al fascino degli antichi grandi alberghi, si propone oggi come struttura all’avanguardia, con un ambiente raffinato e un servizio sempre cortese e attento. Eretto agli inizi del ‘900 su progetto dell’architetto Enrico Shafer, nel corso degli anni ha ospitato personalità di spicco, divenendo ben presto meta privilegiata del turismo d’élite del Garda Occidentale. D’Annunzio, Churchill, Umberto di Savoia e altri protagonisti della storia del Novecento scelsero l’Hotel Savoy Palace per la raffinatezza delle forme architettoniche, per l’incantevole collocazione sulle sponde del Garda e per l’atmosfera riservata e cordiale che da sempre contraddistingue questo luogo. L’albergo di Gardone Riviera conserva intatto il fascino di quel periodo grazie a lavori di ristrutturazione che hanno contribuito a ritrovare nella struttura architettonica l’eleganza e l’armonia peculiari dello stile Liberty. I colori tenui, gli arredi che richiamano lo stile floreale e la preziosità dei materiali utilizzati, confermano la tradizione di un hotel di alto livello, dallo stile esclusivo. ELEGANZA RAFFINATA L’eleganza che contraddistingue l’Hotel Savoy Palace trova la sua massima espressione negli interni delle sue sessanta camere. Uno stile unico che dona un’allure d’altri tempi e che si rivela nelle linee morbide e ricercate degli arredi, nella raffinatezza dei tessuti, nel gusto per il dettaglio. Ambienti di classe, ove l’armonia tra le forme e la luce dona un’atmosfera intima e accogliente. Suddivise in standard, superior e deluxe, le camere, finemente arredate, sono dotate di ogni comfort e della tecnologia più moderna, perché il soggiorno si riveli un susseguirsi di emozioni. E anche per i congressi o le riunioni l’hotel propone spazi altamente qualificati:

con le sue tre ampie sale meeting si propone come luogo ideale per l’organizzazione di conferenze, seminari e incontri di lavoro, con un servizio accurato e attrezzature tecnologiche all’avanguardia. Inoltre, vengono organizzati interessanti post congress: visite guidate presso località suggestive, come il Vittoriale degli Italiani, il Giardino Botanico Fondazione Heller; oppure gite in barca sul lago, o ancora visite alle cantine locali con degustazioni di vini. Completa l’offerta dell’Hotel Savoy Palace anche un moderno centro benessere di alto livello, supportato dall’esperienza di personale altamente qualificato, pensato per offrire il massimo comfort e regalare momenti unici. Mirando al concetto di benessere globale, i trattamenti qui proposti uniscono i principi fondamentali dei rituali di antica tradizione con le tecniche più innovative del wellness contemporaneo. Per appuntamenti congressuali che superano le sessanta camere, l’albergo si appoggia anche all’altra struttura di proprietà della famiglia Dalla Bona, l’Hotel Villa Sofia, un boutique hotel immerso nel verde, che dista solo quattrocento metri.

Conserva tutto il fascino delle atmosfere Liberty l’elegante Hotel Savoy Palace, sulle sponde del Lago di Garda

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Grand Hotel Bristol Resort & Spa HHHHS Rapallo (Ge) Numero totale camere: 83 | Ristoranti: 2, Le Cupole e Chamberlain | Posti: 75 coperti + 50 esterni il primo, 150 il secondo | Sale meeting: 4 | Capienza sala maggiore: 130 posti | Capienza sala minore: 35 posti | Saletta segreteria | mq di aree espositive: 30 | Possibilità organizzazione post congress

L’Hotel Bristol Resort & Spa ha il gusto Liberty della dimora che lo accoglie, la vista mozzafiato che si affaccia sull’elitaria Portofino e il suo promontorio e gli spazi più adatti all’organizzazione di raffinati eventi

Eleganza con panorama ALESSANDRA BOIARDI

alla fine dello scorso anno è guidato dal direttore Paolo Ferraro, un nuovo D punto di riferimento per il Grand Hotel Bristol. Aperta anche durante la stagione invernale, la struttura si affaccia sul promontorio di Portofino, in uno degli angoli più esclusivi della Liguria, e accoglie il Mice più esigente in un’elegante dimora storica in stile Liberty. La sua è una tradizione centenaria, inaugurato nel 1911, quando il Tigullio era già una meta ambita di un circuito turistico internazionale di altissimo livello. Nel corso degli anni sono state tante le personalità che hanno fatto la storia anche dell’albergo, scegliendolo per i loro soggiorni, come gli uomini politici Austin Chamberlain nel 1925 – quando l’allora ministro degli esteri della Gran Bretagna incontrò Benito Mussolini – e Winston Churchill, che scelse il grand hotel per i suoi soggiorni in Riviera nel 1927 (quando era cancelliere dello scacchiere) e nel 1945. Al Grand Hotel Bristol si può godere del privilegio di una tranquillità e di un silenzio lontano dal caos, immersi in un’atmosfera di completo relax anche se non sarà difficile, se lo si desidera, raggiungere la vita mondana di Rapallo, con le sue attrattive, a un chilometro di distanza, da percorrere su una panoramica via che costeggia il mare. La stessa atmosfera è apprezzabile anche

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in occasione di un evento organizzato nel centro congressi dell’hotel. Annesso alla struttura, permette di scegliere tra un auditorium, tre sale meeting, la reception e il guardaroba. Ma sono tanti gli ambienti che gli organizzatori possono utilizzare, come la splendida terrazza del ristorante roof garden Le Cupole, che domina il promontorio e il Parco del Monte di Portofino e dà la possibilità di gustare in un contesto speciale i raffinati piatti proposti. Ambiente altrettanto esclusivo ma informale è quello del bistrot Chamberlain, con una bella veranda sul mare. E c’è spazio anche per il benessere, con un rinnovato centro wellness, il Ghb Spa, dove rilassarsi con trattamenti professionali, sauna, bagno turco, docce emozionali e le più innovative attrezzature per la remise en forme. In diverse tipologie, le 72 camere sono estremamente confortevoli, accoglienti e quasi tutte offrono una magnifica vista sul promontorio di Portofino, come tutte le 11 suite e junior suite. Elegantemente arredate con tessuti preziosi, le suite sono arricchite con deliziosi decori trompe l’oeil realizzati da artigiani locali e sottolineati dal lusso elegante di marmi e parquet. indirizzi a fine rivista


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L’eccellenza dell’ospitalità business del “Cosmopolitan Hotels Group”. Una struttura dinamica e polifunzionale in grado di offrirti soluzioni personalizzate per il tuo business. Collocato in una posizione strategica, direttamente sul mare e a soli 10 km dall'aeroporto di Pisa, dispone di 6 sale congressi a capienza differenziata, attrezzate con le più moderne tecnologie. Scegli la tranquillità di una perfetta organizzazione in una location accogliente ed esclusiva. VIRTUAL TOUR 360°

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120-121 hotel 2S_Move hotel

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SITE INSPECTION hotel

Move Hotel HHHH Mogliano Veneto (Tv) Numero totale camere: 203 di cui 2 suite e 16 junior suite | Ristoranti: 2 | posti interni 70-500 | Sale meeting: 10 | Capienza sala maggiore: 550 posti a platea | Capienza sala minore: 50 posti | Saletta segreteria | mq di aree espositive: 2000 | Possibilità organizzazione post congress

Move è uno “spectacular hotel” con vocazione Mice a pochi minuti da Venezia e Treviso, nel cuore del Nordest. La location è ideale per ospitare esclusivi business meeting, conferenze multimediali, eventi incentive e convention

Meeting in movimento ELISA FERRO

ove è l’acronimo delle iniziali di Mogliano e Venezia: la parola (che M in inglese significa “muovere”, ndr) suggerisce il dinamismo e l’energia dell’hotel, uno dei più interessanti dell’offerta Mice del Nordest. Equidistante da Treviso e Venezia – proprio per la sua duttilità, per la sua doppia anima che privilegia sia chi voglia restare in area “veneziana” sia chi voglia scegliere quella di cultura “trevigiana” – si è imposto al segmento Mice, per una serie di plus. L’architettura anticonvenzionale, ad arco e orizzontale, nasce da un progetto di Mario Botta, curato per l’interior design dallo studio sudafricano Dhk Architect

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di Peter Fehrsen, meritandogli l’inserimento in un volume prestigioso di architettura tra i migliori e internazionali “spectacular hotel” . INNOVAZIONE AL SERVIZIO DEL MICE Lo stile sobrio e minimal fa risaltare gli eventi e l’hotel è caratterizzato da arredi e colori neutri, volutamente sobri, proprio perché qualunque evento possa avere il maggior risalto possibile, l’accesso al centro congressi avviene da un ingresso riservato servito da un vasto parcheggio esterno (fino a seicento posti). Le dieci sale congressi, la


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SITE INSPECTION hotel

più capiente di 550 posti, sono tutte con luce naturale e facilità di accesso e di scarico di materiali, operazione che a volte causa non pochi problemi quando non si hanno ascensori o montacarichi adeguati. Un elegante foyer, attrezzato con un lungo bancone, funge da desk segreteria e le pareti e le vetrine alle spalle del desk sono a disposizione degli organizzatori congressuali e delle aziende. Il centro congressi è collegato da un arioso camminamento a vetri, alla hall, al bar e al ristorante. IL CUORE DELL’HOTEL E IL CAMPIELLO Al momento dell’arrivo, l’ospite trova un’ampia reception, illuminata dal lucernario della torre simbolo dell’hotel, vari salotti, un elegante bar dall’allure internazionale, la sala colazioni e il ristorante che può ospitare tavoli per quattrocento persone. Esternamente, una bella magnolia e un campiello attrezzato e protetto da ombrelloni offre scenografie molto apprezzate nella bella stagione. Tutto l’hotel dispone di wi-fi gratuito in caso di Mice. A questa ricchezza si aggiungono la piscina e la zona attrezzata circostante adatta per valorizzare e terminare con una festa, i lavori dei convegni. L’ospitalità prevede tre tipologie di camere, su due piani. Le stanze, tutte con pavimento in legno e letti extra size, hanno dimensioni fuori dal comune e tendaggi e tessili sono coerenti con lo stile dell’hotel, quindi a dominanza di beige, bianco e tortora. I bagni sono confortevoli, spesso hanno sia un ampio vano doccia sia la vasca. Tutte le camere hanno dotazioni tecnologiche di ultima generazione. L’hotel può suggerire un ampio ventaglio di opportunità per il post congress: poiché la differenza nella scelta di una location può essere rafforzata dalle opportunità offerte dal territorio, lo staff del centro congressi ha messo a punto una serie di proposte creative e originali, in armonia con le caratteristiche paesaggistiche, storiche, aristiche, enogastronomiche della destinazione; da

un lato Venezia, la Laguna, la riviera del Brenta, dall’altro Treviso, il Parco del Sile, le ville di Palladio, la gipsoteca di Antonio Canova, le piccole città d’arte, patria di Giorgione e di Cima da Conegliano, le colline del Prosecco e Asolo oppure… lo shopping sfrenato all’outlet di Noventa o agli spacci aziendali più selezionati. Ogni proposta si può concentrare in mezza giornata o articolare in una giornata intera. TUTTE LE STRADE PORTANO… AL MOVE Due aeroporti ,entrambi a dieci minuti di distanza, il Canova di Treviso e il Marco Polo di Venezia, una fitta rete autostradale (A4 Milano-Venezia, A27 Treviso-Belluno, l’autostrada Venezia-Trieste e due importanti caselli, Mogliano e Preganziol, a poche centinaia di metri dall’hotel);la veloce rete ferroviaria con l’importante snodo di Venezia-Mestre rappresentano un sistema invidiabile in occasione di convegni nazionali o internazionali. In più è a disposizione il servizio navetta per gli aeroporti, per il centro di Treviso, di Mogliano e per piazzale Roma. Il servizio concierge e assistenza fornisce agli ospiti tutte le informazioni utili, per muoversi con facilità.

Una struttura affascinante, annoverata tra gli “spectacular hotel” per l’originale architettura, il Move Hotel è situato a metà strada tra Venezia e Treviso

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SITE INSPECTION location per eventi

Un’oasi acquatica coperta alle porte del capoluogo lombardo. Acquaworld, il primo parco acquatico di Milano, propone un’offerta completa, fruibile in qualsìasi stagione dell’anno e anche da gruppi di taglia maxi: dal divertimento al business, dalla gastronomia al relax

L’onda lunga di Acquaworld TERESA CHIODO

ealizzato nel 2011, è l'unico parco acquatico benessere coperto d'Italia e R fra i primi in Europa per le caratteristiche di eccellenza. Aperto 12 mesi all’anno, è fruibile con qualsiasi condizione atmosferica. Il parco – dotato di un parcheggio multipiano gratuito con oltre seicento posti auto – ha una superficie complessiva di circa 15mila metri quadrati di area coperta e settemila di area all’aperto; offre un totale di 12 fra vasche e piscine riscaldate fino a 34 gradi e più di mille metri di scivoli di ultimissima generazione; può ospitare fino a 1.500 persone. Questi sono i numeri di Acquaworld, che si trova a Concorezzo (Monza) a pochi minuti da Milano. Nell’avveniristica struttura coesistono e si integrano anime diverse che corrispondono ad aree distinte: la Zona Adventure con scivoli adrenalinici, la

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Zona Fun con un’ampia laguna e una vasca a onde ricca di giochi acquatici e la Zona Benessere e relax, connotata da una forte identità di tipo termale. IL BUSINESS INCONTRA IL DIVERTIMENTO Il parco acquatico di Acquaworld è un villaggio dalla natura versatile. Oltre all’offerta Divertimento&Benessere, si caratterizza anche per una vocazione business-oriented. La struttura offre infatti alle aziende una combinazione unica di attrezzate e moderne aree meeting dove realizzare convegni e special event, oltre a un’ampia zona benessere dove rigenerarsi nel post congress. Il parco è anche particolarmente adatto per sperimentare divertenti format di team building.


122-123 loc per eventi 2S_AcquaWorld

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SITE INSPECTION location per eventi

La struttura offre tre sale meeting capaci di ospitare fino a trecento posti a sedere allestibili in diverse configurazioni. Tecnologie all’avanguardia, catering di qualità con il supporto di event manager qualificati sono a disposizione per progettare soluzioni su misura: da convegni a workshop, da riunioni di lavoro a cene di gala. L’offerta gourmet dell’area food&beverage spazia dalla colazione alla cena, dal pranzo al coffee break, all’aperitivo, tutto in completo relax. Ad Acquaworld è possibile promuovere il proprio brand con un product placement incisivo e di grande impatto: si possono infatti allestire spazi su misura personalizzando ogni angolo del parco, dal parcheggio a tutte le aree esterne, dalla hall alle piscine interne, fino agli spogliatoi. Ogni area di Acquaworld, grazie ai numerosi pannelli componibili e modulabili, può essere sponsorizzata dalle aziende con materiali di comunicazione, locandine, totem e stand. Completano l’offerta: un servizio catering interno, un servizio di segreteria e accoglienza, servizio hostess e steward, traduzioni simultanee, pacchetti esclusivi per l’ingresso al parco, servizio di regia audio e video. FELIX RELAX Nell’area relax, fra le esperienze di benessere proposte, c’è la Grotta del Temporale dove lampi, scrosci e tuoni si generano per vivere un’autentica esperienza polisensoriale, fra suggestioni tropicali e coreografici vapori. La vasca salina è una grande piscina esterna ricca di giochi acquatici e immersa nel verde, dove godere dei benefici effetti dell’acqua salmastra. Poi ancora ci sono le vasche di reazione dove immergersi a varie temperature e ancora gli idromassaggi verticali. La stanza del vapore è il luogo dove rivivere la millenaria tradizione mediterranea dell’hammam e le sale massaggi con le candele al burro di karité sono riservate a un momento di puro relax.

INSOLITA LOCATION L’acqua, in tutte le sue forme, è l’elemento portante di questo innovativo complesso. Anche la struttura architettonica nel suo disegno evoca le fattezze di una goccia d’acqua. Il manto di copertura è a campata unica ed è stato reso in gran parte trasparente grazie all’utilizzo di cuscini rivestiti da una speciale pellicola. Nella bella stagione il parco si amplia di settemila metri quadrati di area esterna attrezzata con sdraio, lettini, ombrelloni e piscine per il divertimento estivo, per un light lunch all’ombra o un aperitivo serale. Come nei migliori villaggi, Acquaworld si anima di eventi speciali, come il Saturday Pool Night – consueto appuntamento del sabato sera in cui il parco si trasforma in un’insolita discoteca acquatica – ed è location prescelta per party privati. Si possono riservare tavoli sulla terrazza con vista sulla laguna con le onde durante i sabati sera, oppure scegliere ambienti lounge con musica soft sulla terrazza Spa.

Numeri importanti per Acquaworld, grande parco acquatico coperto che accoglie ogni anno oltre 250mila visitatori, in grado di ospitare fino a 1.500 persone contemporaneamente in 12 tra vasche e piscine. Per il Mice ci sono tre sale fino a trecento posti

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124-125 loc per eventi 2S_Aeroporti Roma

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SITE INSPECTION location per eventi

Easy Parking di Aeroporti di Roma si propone agli organizzatori di eventi come location inedita e originale per meeting legati al settore automotive, già collaudata da importanti case automobilistiche internazionali

Il parcheggio che sorprende GIULIA DE STEFANO

on è vero che il parcheggio serve solo per una semplice sosta. Lo sa N bene lo staff vendite di A Mobility, la DR

società che gestisce le aree parcheggio negli aeroporti della Capitale, che partendo da questo presupposto ha creato un nuovo canale dedicato in esclusiva alla meeting industry e agli organizzatori di eventi. Un canale, che finora era inesplorato in aeroporto, ma non per questo si è rivelato meno interessante. Stiamo parlando della possibilità di organizzare, proprio all’interno dei parcheggi dell’aeroporto, eventi legati nello specifico al mondo dell’automobile. La sinergia tra il settore dell’automotive e

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ADR ha già dato vita, presso l’aeroporto Leonardo da Vinci, a due eventi di grande successo, che in questi ultimi mesi si sono svolti nello scenario dei parcheggi aeroportuali: quello del lancio della nuova auto di Honda – che ha presentato a 350 giornalisti provenienti da tutta Europa il nuovo modello Honda Civic Tourer – e quello della tedesca Opel, che ha presentato la nuova auto Meriva a 150 giornalisti. Per la casa automobilistica Honda è stata riservata un’intera area all’interno del parcheggio P3, di fronte al Terminal 3, utilizzato soprattutto da chi accompagna o riprende i passeggeri in aeroporto.


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SITE INSPECTION location per eventi

I giornalisti coinvolti nell’evento sono atterrati comodamente in aeroporto e sono stati accolti dalle hostess messe a disposizione direttamente da Honda, da lì sono stati accompagnati sul luogo della prova delle vetture. Il parcheggio, che si è trasformato per l’occasione in una location perfetta per gli addetti ai lavori, è stato attrezzato con strutture ricettive, buffet e connessione internet wi-fi. E al giro di prova delle auto è stato abbinato anche un tour per le strade della Città Eterna e dei dintorni, un’occasione unica per apprezzare la bellezza straordinaria di Roma in un contesto inedito. L’evento Opel, di dimensioni ridotte in termini di spazi espositivi ma non di meno successo, ha visto la prenotazione di circa ottanta posti auto all’interno di una delle strutture multipiano, adibite a parcheggi passeggeri, con spazio recintato per il passaggio delle bisarche con i nuovi modelli. Perché scegliere ADR Mobility per l’organizzazione di un evento? Innanzitutto per l’affidabilità, la comodità e la convenienza dei servizi che ADR Mobility offre attraverso le sue strutture. E poi per l’ampia gamma di servizi che propone al mondo dell’organizzazione di eventi e di viaggi incentive. Anche le campagne di incentivazione aziendale, infatti, passano dai parcheggi dell’aeroporto Leonardo da Vinci: sono molte le aziende nazionali e multinazionali che prenotano spazi per riservare

posti auto per i destinatari di viaggi incentive o per l’incoming di top client. «Le sfide per l’anno nuovo sono sempre molte, per continuare a offrire l’eccellenza. L’idea è di aumentare ancora il livello di penetrazione dei nostri servizi per assistere e informare la clientela, consolidando quelli esistenti. Il 2013 ha registrato un aumento delle soste nei nostri parcheggi, segnale tangibile che i nostri sforzi strategici e operativi sono stati premiati e apprezzati dalla clientela. Grazie alla fusione del Gruppo ADR con Atlantia, da poco siglata, aumenteranno le sinergie legate al mondo della mobilità, già iniziate con il servizio Telepass» affermano da ADR Mobility.

Da “semplice” parcheggio aeroportuale a location per il lancio di nuove vetture: è la proposta di ADR Mobility a Fiumicino

QUALCHE DETTAGLIO PRATICO Nei parcheggi Easy Parking dell’aeroporto di Fiumicino vince la creatività e la voglia di fare e tutto diventa possibile. Gli organizzatori interessati possono contattare direttamente lo staff, sottoponendo una richiesta scritta per avere un’immediata e precisa risposta da parte della rete vendite, che si attiverà per trovare la soluzione più adatta. «Si sa, i periodi di crisi fanno “tirare fuori le unghie” e mai come ora le nuove proposte commerciali sono apprezzate se presentate in maniera efficace e a costi contenuti come si può fare nei parcheggi di un aeroporto» confermano da ADR Mobility. indirizzi a fine rivista

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126 inc resort SX_Loano Village

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SITE INSPECTION incentive resort

Loano2Village HHHH Loano (Sv) Numero totale camere: 360 | Ristoranti: 3 | Posti: 1.200 | Sale meeting: 8| Capienza sala maggiore: 500 posti | Capienza sala minore: 18 posti | Saletta segreteria | mq di aree espositive: 300 | Possibilità organizzazione post congress

Sotto e-vento Fra scogliere rocciose e un mare tutto da navigare, tante le proposte su misura per il segmento business al Loano2Village, villaggio turistico quattro stelle sulla Riviera Ligure di Ponente

TERESA CHIODO

n un susseguirsi di borghi marinari inframmezzati a tratti di macchia mediIterranea, il soggiorno al Loano2Village si profila esclusivo fra shopping d’elite e cene da gourmet. A poco più di un chilometro dalla costa, questa struttura si propone come location per meeting e special event, esprimendo al meglio una vocazione business-oriented in tutte le stagioni. Situato nella zona residenziale di Loano e inserito nel verde di curati giardini alberati, il resort si estende su una superficie di quattro ettari. Momenti di grande suggestione caratterizzano coffee break e welcome cocktail se serviti sulla terrazza Sole & Luna, da cui si abbraccia

a colpo d’occhio il paesaggio ligure con un’immancabile vista mare. Il Centro Congressi dispone di una sala congressi di seicento metri quadrati con una capienza massima di 500/550 persone a platea, di sette salette meeting da dieci a cento persone e di alcune aree espositive per coffee break e business lunch. Tre spaziose sale banqueting, tutte a vetrate, sono l’ideale per cene di gala e matrimoni. La capienza totale delle tre sale è di 1.200 persone. Fra una sessione e l’altra la piscina coperta e riscaldata offre piacevoli momenti di relax. È possibile elaborare programmi su misura per attività di team building in spiaggia, escursioni nell’entroterra, whale watching con biologo a bordo, degustazioni di vino e di olio, trekking, mountain bike e molto altro, a seconda delle esigenze organizzative dell’evento. Uno staff di preparati professionisti, il metodo e il dialogo con i clienti, consentono al Loano2Village di porsi come partner altamente qualificato per la progettazione di un evento, oltre che come consulente ideale per la scelta dei fornitori. Costituisce una preziosa base da cui si irradiano affascinanti itinerari sia per mare sia verso l’entroterra per andare alla scoperta di affascinanti località: Toirano con le famose grotte, Alassio, Sanremo, Montecarlo e Nizza a Ponente; Genova con il suo importante acquario, l’elegante Portofino e le affascinanti Cinque Terre a Levante. indirizzi a fine rivista

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SITE INSPECTION incentive resort

I meeting nel borgo A pochi minuti da Firenze, Borgo I Vicelli Meeting Relais è uno splendido microcosmo di tradizione e comfort per eventi che desiderano la privacy dell’esclusività ALESSANDRA BOIARDI

a Toscana più autentica rivive nell’antico Borgo I Vicelli, un meeting relais Ladagiato tra le colline di Firenze che raccoglie nel suo nucleo il perfetto contesto per un soggiorno aziendale all’insegna dello charme e della comodità. Il borgo è costruito attorno al fienile e alla colonica – i due casali rurali che ne costituiscono il cuore insieme all’ottocentesca villa patronale, circondata da un giardino all’inglese – e al vecchio frantoio, dove oggi si organizzano le attività di formazione e di team building e le riunioni. Diciassette ettari di tenuta proteggono la privacy degli eventi aziendali pur in una posizione strategica facilmente raggiungibile

in pochi minuti dall’autostrada. Ogni angolo del borgo è a disposizione della fantasia dei planner per l’organizzazione di riunioni, workshop, presentazioni di prodotti, aggiornamenti professionali, corsi di formazione, expert meeting, temporary shop, team building, incontri esperienziali e incentive training, che possono approfittare di questo scenario unico come già hanno fatto molte aziende, tra cui Tetra Pak, Schlumberger, Findomestic, Yves Saint Laurent, Sorin Group, Activin Bv. Il Frantoio è per l’appunto lo spazio meeting per antonomasia, dove ampie vetrate ad arco trovano affaccio sulla terrazza panoramica, dove si trovano due sale meeting, l’Olivaia e la Limonaia, per un totale di cento metri quadrati. E sono diversi anche gli spazi a disposizione per lunch o gala dinner tra cui il salone e la terrazza della villa, il loggiato a bordo piscina, la piazzetta lastricata in prossimità dell’antico forno a legna, la taverna con saletta degustazioni. Alloggi sobri ed eleganti, che siano camere o appartamenti, raccontano dell’incontro tra la tradizione toscana e il comfort moderno. E un vero plus di questo borgo che così sapientemente sa mettere insieme antico e moderno è la riposante spa, dove poter approfittare di idromassaggio, sauna, area fitness e zona relax. La grande piscina consente, infine, di nuotare circondati da un ambiente raffinato, tra il giardino all’inglese e l’area allestita come solarium. Per tutto il 2014 Borgo I Vicelli propone un’offerta regalando un evento ogni quattro realizzati nel meeting relais. indirizzi a fine rivista

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Affari in paradiso Miramare Sea Resort and Spa, a Sant’Angelo d’Ischia: un hotel quattro stelle, un leisure club, una luxury villa e un parco termale con centro congressi all’avanguardia. Per memorabili “pause di lavoro” PIERA CARLOMAGNO

uanto sole, quanto mare e quanto verde di giorno. Voci basse, passi Q lenti, ombre sul golfo punteggiato di luci colorate e sguardi romantici di notte. Nelle camere e nelle suite del Miramare Sea Resort and Spa di Ischia la bellezza dei particolari scelti per gli ospiti si riverbera in uno splendore naturale esagerato. I colori caldi del Mediterraneo, la perfezione degli effetti luce, le essenze di un profumiere fiorentino, le lenzuola di materiale pregiato si integrano perfettamente con la dolcezza dell’aria in ogni stagione dell’anno, mentre particolari come un cuscino giallo oro su una terrazza privata che pare adagiata sull’acqua, la qualità di servizi che riempiono di piacere, l’unicità del luogo e la forza delle idee sono la miscela esplosiva dei soggiorni ischitani più esclusivi. Sì, perché qui c’è proprio tutto quello che si cerca, non solo camere da sogno, ma fantastiche terme e centro benessere, piscine e cascate, giardini rigogliosi, terrazze e percorsi, bar e ristoranti, centri sportivi, spiaggia, angoli indimenticabili ed eventi irripetibili. E la sorpresa più grande è che in un paradiso simile si può anche lavorare, grazie a un centro congressi d’avanguardia,

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panoramico e dotato delle più moderne tecnologie. Il direttore Espedito Morieri crede fortemente nella formula lavororelax per dare agli spostamenti degli uomini e delle donne d’affari un respiro più ampio e suggestivo: «Il centro congressi del Miramare è a ridosso delle piscine – spiega –; lo stress prende il sopravvento sui partecipanti a un congresso o a una riunione di lavoro rischiando di comprometterne il rendimento? È necessario lavorare e rilassarsi al contempo». E siccome il tempo è denaro e anche i piccoli spostamenti possono comportare ritardi sulla tabella di marcia degli uomini in carriera, ecco, per non mancare agli appuntamenti, il servizio di taxi elettrici che portano da un lato all’altro del resort.

GLAMOUR ISCHITANO Se poi dal Miramare è difficile allontanarsi anche per poche ore, non va dimenticato che questo luogo incredibile si trova nel più desiderato angolo dell’isola più leggendaria del Mediterraneo. Il borgo di Sant’Angelo, con le caratteristiche taverne scavate nel tufo, le esclusive boutique dell’alta moda e l’atmosfera raffinata, fa da cornice, con i suoi colori pastello e la vita mondana che lo caratterizza, alla magnifica struttura terrazzata e affacciata sulla baia dei Maronti, mentre tra i vapori delle acque sorgive termali, all’orizzonte, si stagliano la penisola Sorrentina e l’isola di Capri. Insomma, che sia vacanza o che sia lavoro, qui si trova ogni risposta possibile alle


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SITE INSPECTION incentive resort

Si articola in diverse proposte abitative il Miramare Sea Resort and Spa, che al Mice offre un centro congressi e un parco termale di 27mila metri quadrati, in cui rilassarsi a lavori finiti

esigenze degli ospiti. Qualche numero per scuoterci dall’incredulità: 27mila metri quadrati di diverse strutture ricettive sono riunite sotto lo stesso marchio, ancora in espansione, per fornire all’ospite tutto quanto può volere. E infatti, da Gabriele D’Annunzio ad Angela Merkel, qui ci viene chi pretende di più. Imponente l’offerta: un hotel quattro stelle, un leisure club con villette immerse nel verde, una luxury villa, un parco termale con 12 piscine a varia temperatura, tre strutture ricettive a quattro stelle, due ristoranti di qualità, tre bar panoramici, un centro congressi all’avanguardia, una spiaggia privata attrezzata, un campo da tennis, piscine termali, un centro termale, un centro benessere, terme romane scavate nella roccia, saune naturali scavate nella roccia, giardini tropicali, sentieri panoramici e piattaforme per la balneazione. ESCLUSIVITÀ E BENESSERE Il Miramare Sea Resort and Spa si offre attraverso quattro possibilità di soggiorno. Dal quattro stelle superior Hotel Miramare, realizzato nel 1930, con 55 camere tutte vista mare, tra classic, superior, prestige e junior suite, e la sua splendida terrazza panoramica a strapiombo sul mare con vista sulla spiaggia dei Maronti; lo Scoglio Miramare, piattaforma tufacea sull’acqua, che si raggiunge scendendo una tipica

scaletta bianca di pietra e attrezzata con ombrelloni, sdraio, spogliatoio e doccia calda; il ristorante, che offre piatti raffinati cucinati con prodotti a chilometro zero, vini nazionali e internazionali presentati da preparatissimi sommelier, candele accese e brezza marina. E ancora la luxury villa, collegata all’Hotel Miramare da un sentiero panoramico immerso nel verde della macchia mediterranea tipica di Ischia, con camere arredate in maniera raffinata e funzionale e un giardino privato. Poi il Parco Termale Aphrodite-Apollon, un rigoglioso giardino di settemila metri quadrati, impreziosito da 12 piscine termali a varia temperatura, saune naturali, percorsi Kneipp, cascate, idromassaggi, piscina olimpionica con acqua di mare, palestra, centro benessere, centro termale, area naturisti, piscina coperta. Il tutto utilizzando l’acqua termale di Cava Scura e Cava Grado Fumarole, fino a cento gradi. Infine l’Apollon Club, del 1960, a pochi passi dalla famosa spiaggia delle Fumarole, autentica meraviglia del termalismo a Ischia, un esclusivo leisure club immerso nel verde con quattro unità abitative, un ristorante panoramico dove si mangia pesce fresco, frutta e verdura, ma anche carne di qualità, il centro congressi, la spiaggia privata e varie piscine affacciate sul mare. indirizzi a fine rivista

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132 news persone apr.qxp

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PARTNER news persone e poltrone

ALESSANDRA BOIARDI

PAOLO FERRARO AL GRAND HOTEL BRISTOL DI RAPALLO

Nato a Capri nel 1965, Paolo Ferraro ha sempre frequentato l’ambiente alberghiero fin da piccolo. Figlio di un apprezzato direttore d’albergo, ha avuto molte esperienze professionali in case prestigiose come l’Hotel d’Inghil-

terra di Roma dove è cresciuto professionalmente, l’Helvetia & Bristol di Firenze, il Grand Hotel Continental di Siena. Nel 2007 Ferraro è direttore al Relais il Canalicchio in Umbria, nel 2008 ritorna a Roma per un breve periodo di direzione all’Hotel d’Inghilterra, nel 2010 approda a Santa Margherita Ligure dove dirige il Regina Elena. Più recentemente, dopo una breve parentesi in Abruzzo, al San Donato Resort Golf & Spa, dove si occupa dello start-up, dallo scorso mese di ottobre Ferraro ritorna in Liguria dove tuttora dirige il Grand Hotel Bristol di Rapallo, una splendida struttura in grado di regalare forti emozioni, con 83 camere, la maggior parte con vista mare e il ristorante Le Cupole, vero fiore all’occhiello dell’hotel, dove dalla terrazza si domina tutto lo scenografico Golfo del Tigullio e il promontorio dell’incantevole Portofino.

ENRICO BELLI NUOVO PRESIDENTE DI ICCA ITALIA Si è rinnovato allo scadere del triennio il direttivo del Comitato italiano di Icca. Federica Lucini, communication & marketing manager di Convention Bureau della Riviera di Rimini lascia l’incarico di presidente del comitato italiano di Icca (International Congress and Convention Association) a Enrico Belli, sales & marketing manager del Centro Congressi di Padova A. Luciani. Rimane invariato il ruolo del vicepresidente, ricoperto da Maria Cristina Schiavone, operations manager di Pls Educational – Gruppo Gem (Business Unit Congressi). «È una grande responsabilità raccogliere l’impegnativa eredità di Federica, che ha lavorato benissimo in questi tre anni», dichiara Belli. «Sono molto lieto che Maria Cristina sia stata confermata vicepresidente. Siamo associati a Icca da meno di un anno e credo che i colleghi abbiano colto il nostro entusiasmo nel partecipare alla vita di questa associazione che ha oltre mille aderenti nel mondo ed è diretta da un grande professionista riconosciuto in tutto il mondo come Martin Sirk».

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IL SALVIATINO: ARRIVA BART SPOORENBERG È Bart Spoorenberg il nuovo general manager della villa rinascimentale Il Salviatino, a Firenze. Ex general manager di Castello di Casole in Toscana, Spoorenberg vanta oltre 25 anni di esperienza nell’industria dell’ospitalità, nel corso dei quali ha raccolto un importante bagaglio esperienziale e una carriera orientata al rebranding, riposizionamento e apertura di alcuni dei più rinomati hotel come Hotel Europa e Regina a Venezia; Westin Excelsior e St. Regis a Roma; St. Regis in New York; Cala di Volpe e Romazzino in Costa Smeralda. Più recentemente, Spoorenberg ha rivestito l’incarico di consulente e direttore del business development per Palazzo Parigi Hotel & Grand Spa a Milano e general manager presso Castello di Casole in Toscana da gennaio 2008 e aprile 2013, periodo in cui è stato responsabile del lancio e management dell’hotel.

MICHEL NEIJMANN ALLA GUIDA DI IAPCO Si chiama Michel Neijmann il nuovo presidente di Iapco (International Association of Professional Congress) ed è il managing partner di K2 Conference & Event Management Co. di Istanbul. Il suo nuovo incarico sarà attivo dal primo aprile. Neijmann ha iniziato la sua carriera nel settore meeting e incentive nel lontano 1989 e ha nel corso degli anni anche ottenuto un master in giornalismo. Nel 2003 da Istanbul si è trasferito a Roma con Aim Group prima di fare ritorno nella sua città natale.


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L’hi-tech in albergo? Sonni tranquilli Technology4you propone pacchetti di assistenza 24 ore, partendo da un’analisi completa per ridurre i costi operativi delle strutture e garantire, al contempo, la continuità dei servizi a chi viaggia. A tutto vantaggio della meeting industry ANDREA PATERNOSTRO

onsulenza informatica e strategie hitech a 360 gradi per il mondo hospiC tality: dal Service Desk It 24x7 (l’assistenza remota immediata in caso di criticità) al Wifi4you, pacchetto su misura per dotare l’albergo di connessione wi-fi e trasformarlo in strumento di web marketing proattivo, creando un database per l’invio di offerte e promozioni ai clienti. Sono alcuni dei principali servizi proposti da Technology4you, azienda nata nel 2010 dall’esperienza di ingegneri informatici e professionisti che provengono esclusivamente dal settore ricettivo, per rispondere alle nuove esigenze in quest’ambito, per esempio la necessità di reti wireless sempre più performanti in seguito all’esplosione dell’uso dei dispositivi mobili, smartphone e tablet. «Far bene questo lavoro aiuta a mantenere alta la reputazione delle strutture, perché significa risolvere tempestivamente le criticità, evitando ripercussioni sulle attività di check-in e check-out del-

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l’albergo e sulla pazienza dei clienti» sottolinea l’amministratore delegato Antonello Minei. «Abbiamo portato in azienda l’esperienza sviluppata in dieci anni di lavoro con grandi catene come Starhotels e Atahotels. Siamo l’unico system integrator italiano con ingegneri provenienti esclusivamente dal mondo alberghiero. Parliamo la stessa lingua e siamo in grado di gestire sia il software che l’infrastruttura». Nei suoi primi quattro anni di attività, Technology4you ha avuto tra i suoi clienti soprattutto il segmento upscale, gli hotel da quattro stelle in su. Quanto costa, dunque, un servizio di assistenza


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h24/7 disponibile ogni giorno dell’anno? «Il riferimento delle nostre tariffe è l’offerta da ottanta centesimi di euro al giorno a postazione, ma i preventivi sono sempre personalizzati alle esigenze – spiega Minei – dai venti computer in poi, inoltre, il costo scende». Dove non è ancora presente la tecnologia VoIP «si possono avere risparmi anche oltre il cinquanta per cento della spesa per la telefonia, rispetto agli ormai obsoleti centralini» aggiunge il manager. Technology4you propone un sistema self-service per l’accesso alla rete wi-fi dell’hotel: in questo modo, il cliente ha la possibilità di usufruire della connessione a internet fornendo

soltanto le proprie credenziali Facebook: «L’utente è più soddisfatto e permette alla struttura di avere una banca dati utilissima per le attività di marketing, oltre al fatto che in questo modo la reception non viene intasata per creare e consegnare password temporanee». indirizzi a fine rivista

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ALESSANDRA BOIARDI

CILENTO, LA DIETA MEDITERRANEA SIAMO NOI Cilento, la dieta mediterranea siamo noi. È racchiusa in questo messaggio l’idea di un ampio progetto di valorizzazione turistica del Cilento che mette al centro uno dei principali punti di forza di questo territorio: il mangiar bene. L’Ente Provinciale per il Turismo di Salerno con il commissario architetto Angela Pace, raccogliendo le istanze provenienti dagli operatori turistici del territorio, organizzerà il primo Salone Internazionale della Dieta Mediterranea che si terrà nel Cilento dal 16 al 19 ottobre. Un evento, condiviso e sostenuto dall’Assessorato al Turismo e ai Beni Culturali della Regione Campania, che vuole fare della Dieta Mediterranea un grande attrattore turistico. Il Salone sarà un momento di gran-

de visibilità per il territorio e per la sua offerta turistica e prevederà, nell’ambito dei quattro giorni della manifestazione, la presenza delle delegazioni dei Paesi partner della candidatura a suo

ONLINE IL PORTALE DI UMBRIA CONVENTION & EVENTS BUREAU È online il portale del Consorzio Umbria Convention & Events Bureau, realizzato per presentare in maniera chiara e accattivante l’offerta regionale umbra agli organizzatori di eventi, meeting, incentive e congressi. Il lancio del sito, all’indirizzo www.umbriaconventionbureau.eu, si inserisce in una più ampia strategia di promozione della destinazione quale centro strategico per incentive e congressi da parte di Umbria Convention & Events Bureau, che punta allo sviluppo e al rafforzamento dell’offerta Mice regionale con il preciso intento di creare un network integrato e suddiviso per ambiti di specializzazione e aree geografiche. Il sito è disponibile anche nella versione inglese.

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tempo presentata all’Unesco: Spagna, Grecia e Marocco, oltre alla partecipazione di operatori del turismo e dell’agroalimentare nonché di esperti nazionali ed internazionali. (P.C.)

AMAZON.IT PROPONE I BUONI REGALO AZIENDALI Amazon.it ha attivato in Italia il programma Buoni Regalo Amazon.it per aziende, che consente di utilizzare questi coupon per incentivare i propri dipendenti, premiare i fornitori o supportare le proprie attività di marketing. I coupon possono essere integrati in una raccolta punti o utilizzati per fidelizzare i collaboratori influenzando per esempio il tasso di partecipazione a una ricerca di mercato. Amazon mette a disposizione due distinti programmi: Programma Aziende, per grandi quantitativi di buoni regalo, e Ordine Online, che consente di effettuare un ordine cumulativo fino a un massimo di quattrocento buoni. Entrambi i servizi offrono inoltre la possibilità di scaricare i codici elettronici dei buoni regalo dal proprio account Amazon in un file in formato csv, per inviarli poi, al momento opportuno, utilizzando i formati Amazon.


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27NAMES, PRIMA SOCIETÀ DI LIVE COMMUNICATIONS EUROPEA

27Names, una rete di società di live communications europee nata nel 2008 e fondata – tra gli altri – dall’agenzia italiana Sinergie, si è ufficialmente “trasformata” nella prima società di live communications europea, aprendo una sede a Bruxelles con l’obiettivo di realizzare campagne di live communications multinazionali per istituzioni europee e società internazionali. Nata come rete, nell’intento di favorire lo scambio di conoscenza e creare una forza competitiva tra le società di live communications europee, dopo una progressiva e organica evoluzione, 27Names era ormai pronta per il passo successivo: la creazione di una società di live communications europea. Negli ultimi anni, infatti, l’organizzazione ha raggiunto una posizione forte e ampiamente legittimata, aggiudicandosi complessivamente 67 premi nazionali, europei e globali, e realizzando una serie di progetti multinazionali per Volkswagen, Emirati, Diageo e Nord-Passo di Calais, solo per citarne alcuni. «Siamo molto entusiasti – ha detto Graziano Mascheri (nella foto), Ceo di Sinergie, l’agenzia di eventi italiana socia fondatrice di 27Names – di questo momento storico che vede la trasformazione della nostra rete professionale in un’azienda a tutti gli effetti, poiché le campagne di live communications e gli eventi sono sempre più pensati a livello globale ma gestiti a livello regionale, e 27Names è la risposta perfetta a questa nuova esigenza del mercato». L’ambizione della società europea 27Names è continuare a espandersi fino a coprire tutti i 47 Paesi del continente europeo.

NUOVO BRAND GLOBALE PER CWT MEETINGS & EVENTS Cwt Meetings & Events, la divisione di business di Carlson Wagonlit Travel dedicata ai meeting e agli eventi, ha creato un nuovo, unico marchio a livello globale. Le iniziative di comunicazione di lancio del nuovo brand hanno già preso il via: sono online un nuovo sito web globale all’indirizzo www.cwt-meetings-events.com e aggiornate pagine web dedicate sui siti locali, mentre sono stati studiati un nuovo look e una nuova immagine coordinata per tutte le comunicazioni. «Si tratta di una evoluzione del marchio piuttosto che di un rebrand. Il mercato degli eventi è dinamico, creativo, le relazioni sono centrali per ottenere i risultati. E il nuovo brand riflette questi valori. Il nuovo concept visuale, in particolare, tiene conto che le persone, ma anche le organizzazioni, utilizzano sia il lato sinistro del cervello, che è focalizzato sui risultati, sulla precisione e l’affidabilità sia il lato destro, fonte di immaginazione, creatività e fantasia» commentano da Cwt.

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Il global hotel solutions provider Hrs ottimizza il processo della negoziazione delle tariffe alberghiere rivolgendosi alle quarantamila aziende clienti nel mondo con un’offerta di tariffe business negoziate più ampia. Solo gli hotel in grado di soddisfare effettivamente le particolari esigenze dei viaggiatori d’affari sono stati invitati ai negoziati; tra i requisiti, la centralità e la vicinanza dell’hotel a luoghi chiave, l’alta disponibilità di stanze e soprattutto la valutazione media degli utenti. In fase di trattativa, Hrs ha puntato sulle migliori strutture disponibili sul mercato riuscendo a includere la prima colazione gratuita all’interno della tariffa business e la possibilità di annullare la prenotazione fino alle ore 18 del giorno precedente all’arrivo.

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Dario Franceschini: «Il congressuale è una miniera» Il ministro per i Beni culturali e il Turismo Dario Franceschini, intervenuto a concludere la Convention di Federcongressi&eventi, sostiene l’inscindibilità tra cultura e turismo per il rilancio dell’incoming e approva il progetto del Cb nazionale privato

103 di Marittima, si è conclusa con l’atteso intervento del ministro per i Beni culturali e il Turismo Dario Franceschini, a margine della tavola rotonda sul rilancio della meeting industry italiana, cui hanno partecipato i rappresentanti delle associazioni di categoria. Il riferimento di tutta la tavola rotonda era il progetto di convention bureau nazionale presentato da tutte le associazioni di categoria al Tavolo di coordinamento Mice che vede Federcongressi&eventi compartecipe con Enit, Regioni e Province Autonome, ConfturismoConfcommercio, Federturismo-Confindustria, Confesercenti-Assoturismo. La tavola rotonda è stata moderata dalla vicepresidente di Federcongressi&eventi Carlotta Ferrari e introdotta dal professor Armando Peres, presidente del Comitato turismo dell’Ocse (Organizzazione per la Cooperazione e lo sviluppo economico). Il professor Peres ha concluso invocando la nascita di un convention bureau nazionale, un intervento sul Titolo V della Costituzione, che consenta di portare al centro il coordinamento delle materie turistiche, un intervento sulla fiscalità e, infine, un sistema di raccolta dati efficiente. E ha esortato il pubblico e il privato a collaborare insieme, sulla scorta degli esempi virtuosi che ci vengono dall’estero. Hanno partecipato alla tavola rotonda il presidente Federcongressi&eventi Mario Buscema, il direttore generale dell’Enit Andrea Babbi, il coordinatore tecnico della Commissione turismo conferenza delle Regioni e delle Province Autonome Gianluca Caruso, il presidente Asshotel

Gaetano Virgallito

a settima Convention nazionale di Federcongressi&eventi, tenutasi a LVenezia dal 6 all’8 marzo presso Terminal

Filippo Donati, il presidente Federturismo-Confindustria Renzo Iorio, il vicepresidente Confturismo-Confcommercio Marco Michielli. CHE NE DITE DI UN CONVENTION BUREAU NAZIONALE PRIVATO? Carlotta Ferrari ha ricordato la storia del progetto per la costituizione di un Cb nazionale privato, che avrebbe lo scopo di creare un sistema funzionale alla promozione e allo sviluppo dell’offerta congressuale italiana. Le leve sono l’appealing della destinazione nonché il rafforzamento, il consolidamento e la commercializzazione dell’offerta (compito, que-

L’intervento del ministro per i Beni culturali e il Turismo Dario Franceschini, a margine della tavola rotonda sul rilancio della meeting industry italiana

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A VENEZIA PREMIATA LA MEETING INDUSTRY PRESENTE E FUTURA Durante la Convention nazionale in corso di svolgimento a Venezia presso Terminal 103 di Marittima, Federcongressi&eventi ha erogato oggi alcuni premi, diversi per finalità e tipologia. Il primo in ordine di tempo è stato consegnato al termine della prima edizione di Mice Factor, la nuova declinazione del Progetto Mentore, che ha coinvolto direttamente cinque studenti (sui venti selezionati e tutti partecipanti alla Convention) offrendo loro la possibilità di salire sul palco e illustrare la propria idea creativa sulla promozione della Destinazione Italia per la meeting industry in un tempo massimo di cinque minuti ciascuno. Grazie alla partnership con il Comitato Italiano di Icca (International Congress and Convention Association), i tre lavori più votati dal pubblico sono stati premiati con un tablet brandizzato. I giudici che hanno valutato le prove secondo i tempi e i ritmi tipici del celebre format televisivo a cui Mice Factor si ispira sono stati la vicepresidente di Federcongressi&eventi Carlotta Ferrari, la responsabile del Progetto Mentore Silvia Scala, la responsabile del Learning

Center di Federcongressi&eventi Gabriella Gentile, la presidente di Icca Italian Committee Federica Lucini e Niccolò Falsetti, uno dei tre autori della celebre campagna #coglioneno a difesa del lavoro creativo e contro lo sfruttamento dei giovani creativi. Il format è stato condotto da Riccardo Pizzutti, che supporta Silvia Scala nella direzione del Progetto Mentore. Sono risultate vincitrici al televoto: Anna Melotti (prima classificata) col progetto Meetin’Italy; Erica Giopp (seconda classificata) con bItaly; e Silvia Mancin (terza classificata) col progetto Smartbox 4 Italian events. L’altro è il “Premio Innovazione e creatività nella meeting industry”: sei progetti sono stati presentati ciascuno dal proprio autore, e giudicati – anziché dal televoto dal pubblico – da una giuria composta dal presidente Mario Buscema e dai vicepresidenti Carlotta Ferrari ed Emilio Milano. I tre giurati hanno anche consegnato i premi. Hanno vinto il Centro Congressi A. Luciani di Padova, la event agency di Firenze Enic e il Palazzo dei congressi di Rimini. La presentazione è stata condotta dal consigliere esecutivo Paolo Novi.

sto, affidato agli operatori privati): «Noi privati abbiamo deciso di agire in prima linea – ha detto – dotandoci di risorse nostre, creando un organismo in grado di rilanciare il settore. Le quattro grandi associazioni di categoria hanno deciso di condividere integralmente il progetto di un convention bureau Italia “business oriented”, che funga da principale interlocutore di Enit sul congressuale, in collaborazione con le Regioni e in totale autonomia economica». La mission del convention bureau sarà quella di far piovere business nel nostro Paese, facilitando l’incontro fra domanda e offerta, nonché di diffondere la cultura Mice attraverso un’adeguata formazione degli operatori privati e collaborare alla realizzazione dell’Osservatorio congressuale italiano. Il modello di organizzazione è quello della rete d’impresa, che lascia grande autonomia alle singole imprese e consente l’ingresso di altre imprese anche dopo la sua stipula. «Abbiamo previsto una durata di cinque anni, il tempo necessario, a nostro avviso, a stimolare la nascita di convention bureau locali nei territori che attualmente ne sono sprovvisti. Il modello è quello della long term partnership, con la partecipazione delle destinazioni suddivise su due livelli, sull’esempio del Cb di Norvegia. Budget iniziale stimato: 332.000 euro». GLI INTERVENTI Mario Buscema e Andrea Babbi hanno ringraziato il ministro per la sua presenza, rimarcando il valore che questa ha nella prospettiva dell’approfondirsi dei rapporti pubblico-privato su cui il progetto si basa. Gianluca Caruso ha osservato che la prospettiva di portare avanti un progetto congiunto sul congressuale è un’ottima occasione: «Non è solo una

Gaetano Virgallito

Un momento del contest per il “Premio Innovazione e creatività nella meeting industry”: i sei progetti sono stati giudicati da una giuria composta dal presidente Mario Buscema e dai vicepresidenti Carlotta Ferrari ed Emilio Milano

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firma tra soggetti diversi, ma un autentico patto di sistema e i tempi sono buoni perché si concretizzi». Renzo Iorio ha detto che siamo tutti d’accordo sull’utilità del convention bureau nazionale, ma ciò che balza all’occhio è come siano i privati a metterlo in piedi in un Paese che ha 13mila enti pubblici che si occupano di turismo. Marco Michielli ha fatto considerazioni di carattere generale: «Nessuno vuole togliere competenze specifiche ai bravi assessori al Turismo che abbiamo in giro per l’Italia, ma un brand come il made in Italy non può non avere un coordinamento». Filippo Donati infine ha ringraziato Federcongressi&eventi per la data che ha fissato per la nascita del Convention bureau: aprile 2014. «Negli ultimi anni si è parlato molto e si è agito troppo poco» ha commentato Donati. «Questa è la dimostrazione che la retorica del turismo si può superare. C’è bisogno di un piano nazionale che posizioni il turismo come industria strategica, come hanno fatto gli Usa e la Germania». IL DISCORSO DEL MINISTRO DARIO FRANCESCHINI «Ho accettato questo invito, ritagliandomi uno spazio perché ci tenevo ad ascoltare e a dare la testimonianza che il turismo sarà centrale nella gestione del governo Renzi. Credo che non ci sia nulla di più importante per la crescita del nostro Paese che investire su ciò che rende l’Italia unica nel mondo globale, in cui scompaiono le differenze, le distanze e le frontiere e in cui ogni economia nazionale deve investire sui propri punti di forza. Per l’Italia ciò significa investire sulla storia, sull’arte, sulla bellezza, su ciò che l’ha resa forte nei secoli. Nella stagione del governo Letta abbiamo lavorato perché il trasferimento della delega del turismo alla cultura non fosse passeggera. Come sapete tutti, negli ultimi dieci anni il turismo ha vagato colpevolmente da un sistema all’altro e col governo Letta abbiamo fatto una legge per cui stabilmente il turismo fosse legato alla cultura. È un legame che in Italia è indissolubile: chi viene in Italia ci viene perché attratto anche dalla straordinarietà del nostro patrimonio artistico, legato a sua volta al paesaggio. Io sono convinto di essere stato chiamato alla guida del prinicpale ministero economico del Paese, e il presidente del Consiglio ha indicato a sua volta questa come una priorità. Ora ragioneremo sull’orizzonte di quattro anni per fare un lavoro profondo e integrare i due settori anche dal punto di vista delle strutture. C’è l’esigenza di rivitalizzare le imprese, che patiscono la disintermediazione con cui oggi si

Gaetano Virgallito

notiziari e associazioni

prenotano i viaggi, c’è il problema di incentivare i flussi dai paesi emergenti. E dentro questo settore non c’è dubbio che il congressuale è una miniera. Ho apprezzato molto il progetto di convention bureau nazionale fatto dai privati, perché rompe un altro tabù che non ha più ragione d’essere, che ha impedito sino a ora una giusta integrazione tra pubblico e privato. Condivido anche la necessità di riformare il Titolo V, uno dei punti centrali del programma di governo, non solo sul turismo. Non possiamo però aspettare che questa riforma arrivi però, perché richiede anni. Dobbiamo anticipare il percorso, e a questo proposito sto cercando di approfondire il ruolo dell’Enit, per quanto possibile secondo la normativa vigente».

Foto di gruppo della prima edizione di Mice Factor, la nuova declinazione del Progetto Mentore, che ha coinvolto direttamente cinque studenti (sui venti selezionati e tutti partecipanti alla Convention)

www.federcongressi.it

Federcongressi&eventi è l’associazione nazionale delle imprese pubbliche e private e dei professionisti che svolgono attività connesse con il settore dei congressi, convegni, seminari ed eventi aggregativi, di incentivazione e di comunicazione

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Site Italy:

il bilancio di un anno Il presidente Tobia Salvadori si congeda a fine mandato con una lettera aperta alla meeting e incentive industry, riepilogando i grandi temi che hanno contrassegnato il biennio 2013-2014

C ari soci, cari lettori, quando tre anni fa decisi di impegnarmi

TOBIA SALVADORI

Il Consiglio direttivo di Site Italy 2013-2014 è formato da Tobia Salvadori (presidente, nella foto), Dario Cherubino (President-elect e Vicepresident education), Maria Grazia Sapigni (Immediate Past president), Graziella Pica (segretario), Paolo Teruzzi (tesoriere) e Antonio Foti (Membership)

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nel direttivo di Site Italy, lo feci con un doppio obiettivo. Uno personale, animato dalla volontà di mettermi alla prova in un ambito, quello associativo, che non conoscevo. L’altro era più professionale: desideravo dare il mio contributo all’aumento dell’awareness dei viaggi di incentivazione e degli eventi motivazionali. Una doppia sfida entusiasmante che con il passare del tempo ha assunto una dimensione di grande responsabilità, sino all’approdo – che veramente è stato un grande onore per me – alla carica di presidente. Ho avuto innanzitutto la grande fortuna di raccogliere un’eredità di grande successo: quella di Grazia Sapigni. Ed è proprio lei la prima persona che desidero ringraziare. La sua grande conoscenza del settore, abbinata a grandi capacità e determinazione, sono stati un esempio virtuoso. Il suo è stato un grande mandato che ha dato vita a molte iniziative poi continuate nel mio. Quando, un anno fa, le subentrai come presidente, il Capitolo Italiano era da poco reduce dalla fantastica esperienza del Site Emea Forum di Anversa, durante il quale il nostro seminario sulle app e sui social media per la meeting industry incontrò il favore unanime dei partecipanti, dando lustro al nostro Capitolo. Da allora abbiamo avuto modo di promuovere altre interessanti iniziative. Mi piace innanzitutto ricordare i seminari sul tema della gamification, organizzati con il fondamentale contributo di Dario Cherubino. Il primo, organizzato a Roma lo scorso aprile, con la preziosissima intro-


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duzione del professor Luca Giuliano, uno dei massimi esperti mondiali di gioco e simulazioni, fece da apripista per la sessione sullo stesso tema tenutasi a novembre durante Btc. In quell’occasione, avemmo la soddisfazione di veder partecipare a un nostro seminario oltre cento persone, con un riscontro ex-post estremamente positivo. L’altro importante filone che ha contraddistinto il mio anno da Presidente è stata la ricerca costante di sinergie con le altre grandi associazioni del settore. Con Federcongressi&eventi e Mpi lo scorso settembre abbiamo firmato un importante accordo che riconosce a Site Italy il primato della rappresentanza nel segmento del viaggi di incentivazione e degli eventi motivazionali. Parallelamente, assieme alle altre grandi associazioni internazionali del settore – Mpi e Gmic – abbiamo dato vita a un comitato etico che ha avviato il percorso di studio di un nuovo codice deontologico condiviso: un codice innovativo, ispirato dalle esperienze reali dei nostri colleghi, e redatto per fornire un esempio concreto di condotta, non certo un elenco di principi astratti. Il progetto è stato ufficialmente presentato durante un seminario di portata internazionale, inserito nel programma formativo dell’ultima Eibtm di Barcellona: s’intitolava “Introduction to a new practical model to manage Code of Ethics and the role of the Corporate Social Responsibility Leader: How to stimulate/encourage ethical business behaviour?” e mi vedeva tra i partecipanti insieme a varie personalità provenienti da tutta Europa. L’altro progetto al quale l’attuale Consiglio direttivo tiene moltissimo è quello rivolto ai professionisti di domani. Site Italy darà vita a una serie di seminari organizzati in collaborazione con alcuni tra i più prestigiosi corsi universitari dedicati al settore del turismo e rivolti a tutti gli studenti. Un panel di professionisti del nostro settore avrà modo di illustrare le caratteristiche fondanti del settore degli eventi motivazionali, evidenziandone l’importanza e gli aspetti distintivi rispetto alle altre tipologie di eventi. Un ringraziamento particolare va a tutto il direttivo di Site Italy. Un gruppo di lavoro eccezionale che, in un anno di grande impegno nelle proprie attività, ha sempre gestito il proprio ruolo associativo con passione e dedizione. È con lo stesso spirito che mi propongo di supportare Dario Cherubino, prossimo presidente del Capitolo italiano di Site. Sono certo che il suo sarà un mandato di grande crescita per l’associazione, durante il quale i

LA LINEA CALDA DI SITE ITALY Hai esperienze da comunicarci? Desideri sapere di più sul tema di

cui hai appena letto in questa pagina? Telefona allo 0541/793133.

Il seminario “Introduction to a new practical model to manage Code of Ethics and the role of the Corporate Social Responsibility Leader. How to stimulate/encourage ethical business behaviour?”, tenutosi il 20 novembre a Barcellona nel corso della 10a edizione di Eibtm

progetti avviati negli ultimi anni raggiungeranno piena maturazione e consentiranno a Site Italy di affermarsi sempre di più come un punto di riferimento per la Meeting Industry italiana. Concludo ricordando l’altra grande opportunità a disposizione di tutti i professionisti degli eventi motivazionali: quest’anno, per la prima volta, la Site Global Conference si terrà in Europa, a Rotterdam. Una grandissima opportunità di crescita e di confronto con colleghi provenienti da tutto il mondo. Un motivo in più per entrare a far parte della grande famiglia di Site. Saluti carissimi a voi tutti.

Da sinistra: Tobia Salvadori, Kim Breed, Olimpia Ponno, Guy Bigwood e Antonio Ducceschi

www.site-italy.com segreteria@site-italy.com

Site Italy è il capitolo italiano di “The Society of Incentive & Travel Executives” e da 35 anni è l’associazione dedicata all’eccellenza negli incentive

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Dimore storiche per eventi, meeting, congressi e incentive

ANTICHE,

LUSSUOSE , INTRAMONTABILI

Il lusso del successo POTERE, FASCINO, NOBILTÀ E RICCHEZZA: È QUESTO IL MESSAGGIO CHE TRASMETTONO LE LOCATION STORICHE. GLI EVENTI AMBIENTATI IN CASTELLI, VILLE E PALAZZI, INFATTI, INSERISCONO IL PILOTA AUTOMATICO VERSO IL SUCCESSO, PERCHÉ TOCCANO INTENSAMENTE LE CORDE DELL’EMOTIVITÀ

iù sono lussuose, antiche, preziose, artistiche e di spessore culturale e più P piacciono. Stiamo parlando delle location storiche che consentono, a chi ne varca la soglia, di rivivere in diretta il passato e di percepirne tutto il magnetismo dei tesori artistici e architettonici custoditi. La proverbiale suggestione delle nobili mura è intramontabile e nello scegliere una location storica italiana la bussola della storia è essenzialmente puntata tra Medioevo e Ottocento, un bagaglio secolare di determinazioni culturali che contraddistinguono spazi e luoghi del Belpaese. E non si può che essere d’accordo con il semiologo Ugo Violli che osserva: «Un luogo diviene meta quando è valorizzato, quan-

do qualcuno lavora per attribuirgli valore agli occhi del visitatore […]. Vi è insomma un lavoro semiotico che attribuisce un senso al luogo legandolo a percorsi mitici, politici e ludici». Da tempo immemore, infatti, incontro e racconto del luogo procedono congiuntamente e se ogni incontro può generare un racconto, il luogo sarà alla fine il frutto dei numerosi incontri e dei molteplici racconti che si sono distribuiti nel tempo. Da qui la percezione “sovratemporale” del tutto specifica del destinatario di un evento in una location storica, sensazione peraltro in linea con il pensiero di Francis Bacon per il quale visitare, esplorare e viaggiare rappresentavano innanzitutto un’esperienza

Castelli medievali, ville cinquecentesche, palazzi barocchi e giardini all’italiana: il Belpaese è ricco di location storiche, in grado di regalare al Mice un grande valore aggiunto, l’impatto emotivo

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cognitiva. La mappatura delle location storiche, quindi, lambisce ogni approdo regionale italiano e diventa una fucina di opportunità per i meeting planner che scegliendo una residenza storica per un evento elevano alla potenza il valore dello stesso.

È il senso di esclusività che una dimora storica trasmette a renderla una location per eventi di sicuro successo

EMOZIONI EVERGREEN Le location storiche, fedeli alla propria storia nei secoli – e di cui conservano fin nei dettagli la memoria –, presentano interessanti plus ai meeting planner: oltre al vantaggio di rappresentare uno spaccato di storia italiana, le dimore non mostrano i cedimenti “dell’età” – grazie agli scrupolosi restyling volti a mantenerne rigorosamente invariato il look – e mostrano la sollecitudine a implementare costantemente l’aspetto tecnologico, a cavalcare le trasformazioni del mercato,

continuando a diversificare e aggiornare le loro offerte. Si tratta di spazi e di luoghi che un privato difficilmente è in grado di raggiungere e per questo suscitano nell’immaginario collettivo delle proiezioni legate a miti indiscussi: basti pensare che per secoli i palazzi sono stati i luoghi esclusivi della nobiltà ed entrarvi significa accedere a una casta di privilegiati. Dove l’antico trionfa, le emozioni si amplificano e il partecipante a un evento può vivere la storia non come si legge o come viene raccontata ma da protagonista. E questo a ogni coordinata geografica del Belpaese, dove le location storiche palesano un legame solitamente forte con il territorio in cui sono incastonate, un radicamento che fa di ognuna delle dimore un piccolo universo unico e irripetibile. Come gli eventi che ospitano e gli spunti per programmi tailor made sono così numerosi da non poterli compendiare tutti, l’importante è far galoppare la fantasia. PIACERE ESCLUSIVO Un evento nei saloni dove i grandi della storia – o della letteratura – hanno vissuto i loro momenti gloriosi non può che garantire quel valore aggiunto che altri set up non possono vantare. E un assunto importante nel contesto di eventi ambientati nelle location storiche è il binomio vincente proprietario-gestore. Nessuno meglio dell’anfitrione, infatti, può avere quella sensibilità necessaria per accogliere gli ospiti. Ancora meglio se “il padrone di casa” li accompagna a visitare il palazzo fuori dall’orario di apertura al pubblico. E cosa dire dell’opportunità di ammirare icone artistiche o archeologiche di fama internazionale in occasione di un evento che preveda il palazzo e il suo museo in esclusiva? Le location storiche rappresentano un eccezionale set per vivere l’arte “sulla propria pelle”, un’esperienza culturale di grande emozione. Si dice “location storiche”, infatti, e si apre il sipario su realtà una diversa dall’altra, dalla dimora patrizia al resort nobiliare di campagna, dal castello metropolitano al palazzo-scrigno di collezioni d’arte, dalla confraternita ancora esistente dai tempi dell’antica Repubblica di Venezia alla struttura ricettiva “d’annata”, con capolavori artistici indoor o con facciate che spesso sono protette dalla Soprintendenza alle antichità e belle arti. E poi interi borghi, monasteri e abbazie: in tutti questi scenari, il bello risiede nel far rivivere fasti passati facendo assaporare in diretta l’intreccio con il presente. Organizzando, magari, uno spettacolo interattivo che consente di entrare nel vivo di un emozionante giallo investigativo ambientato nell’atmosfera delle residenze d’epoca ogni volta diverse. Ancora sensazioni forti e legate a una multisensoriale espo-

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sizione al bello sono i format che prevedono corsi di pittura e di mosaico ambientati in saloni affrescati dai mostri sacri della pittura italiana come Tiziano, Tiepolo, Raffaello o Canaletto. Altrettanto significative sono le attività legate al territorio in cui sono incastonate le dimore, per esempio percorsi sulle orme dei paladini di Bacco nelle cantine di proprietà o in altre sedi rigorosamente “millesimate”. Sovente, infatti, molte location giocano la carta della tipicità incentrata sull’abbinata “sapori e saperi”, con riflettori puntati anche sull’eccellenza dell’olio extravergine d’oliva, l’oro liquido che condisce emozioni e degustazioni. E gli assaggi sono immancabili, in una sorta di educazione al gusto che passa attraverso l’attenzione alla sfumatura e alla differenza. Gli spunti sono numerosissimi e non mancano team building incentrati su corsi di cucina con ricette che arrivano in diretta dalle epoche storiche.

INTRIGANTE OUTDOOR Ed eccoci alle attività outdoor, un classico che accomuna la stragrande maggioranza delle location storiche. Già, perché solitamente sono letteralmente circondate da ettari di verde, una profusione di parchi e giardini all’italiana – con piante e fiori che sembrano fare a gara per varietà di gradazioni cromatiche e intensità di fragranze – e con boschi privati nei quali ambientare praticamente di tutto, anche sessioni di orienteering. Una quinta ad alto effetto scenografico – spesso con belvedere, giochi d’acqua, fontane e statue –, perfetta per eventi open air: esposizioni, sfilate, mostre e lanci di prodotto, per esempio, ma anche momenti formativi nella quiete e nella natura, incontri raccolti del top management, riprese di film e di spot pubblicitari, moderni déjeuner sur l’herbe o cene di gala di grande charme, per concludere con intrigante eleganza un evento.

SCELTI PER VOI LOMBARDIA Villa Repui Cardana di Besozzo (Va)

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Sala Convegni Palazzo Brambilla Pavia pag. 154

LIGURIA Excelsior Palace Hotel Rapallo (Ge)

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VENETO Collezione Peggy Guggenheim Venezia pag. 157 Palazzo Grassi Punta della Dogana Il Teatrino Venezia

pag. 158

Villa Borromeo Sarmeola di Rubano (Pd)

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Palazzo Verità-Poeta Verona

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Dimore storiche per eventi, meeting, congressi e incentive

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sulla sponda lombarda del Maggiore, si trova Villa Repui, raffiInatanLagocollina, dimora circondata da dieci ettari di verde, affacciata sul Lago Maggiore. Villa Repui rappresenta la cornice ideale di qualsiasi tipologia di evento, complice la bellezza dello scenario che la attornia, da ammirare dai saloni interni e dal giardino. La villa, infatti, palesa ambienti esclusivi e riservati, dispone di un ampio salone e di un porticato coperto con vista lago, di una luminosissima veranda con vista parco e di una tensostruttura esterna

immersa nel verde – riscaldabile, con finestratura all’inglese removibile –, idonea ad ospitare circa duecento persone. Durante la bella stagione è possibile organizzare aperitivi e cocktail “a bordo piscina”. Spazi interni versatili con sofisticati impianti audio in filodiffusione e wireless consentono l’ottimale svolgimento di eventi, mentre nel parco è possibile concertare team building. Un’ampia cucina attrezzata – con doppio accesso di servizio –, infine, permette alle aziende di catering di realizzare prelibatezze gastronomiche.

A una posizione baricentrica, Villa Repui unisce lo charme dei suoi saloni e il fascino scenografico del grande parco che la circonda

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dimora storica contemporanea L’Umbria conserva intatto il fascino della natura, delle arti e delle tradizioni. Gubbio, nel cuore dell’Umbria, rappresenta un candido gioiello incastonato nel verde, le sue architetture sono tra le testimonianze più alte di un Medioevo colto e raffinato e giungono a noi come monumenti senza tempo. In questa cornice vi accoglie il Park Hotel ai Cappuccini, dimora ideale di un’antica, nuovissima ospitalità, offrendovi spazi esclusivi e servizi eccellenti per convegni e incentives di sicuro successo.

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Dimore storiche per eventi, meeting, congressi e incentive

PAVIA

LOMBARDIA

Sala Convegni Palazzo Brambilla UNA

SALA CONVEGNI CON TECNOLOGIA DI ULTIMA GENERAZIONE, QUELLA DI

SOTTO L’EGIDA DELLA

FONDAZIONE BANCA

DEL

MONTE

DI

LOMBARDIA

una città raccolta e scrigno di icone storiche, Pavia, con il suo Castello È Visconteo, l’Università degli Studi, San Pietro in Ciel d’Oro e il Ponte Coperto. E proprio nell’epicentro cittadino, nel vivo della storia, si staglia Palazzo Brambilla dove ha sede la Fondazione Banca del Monte di Lombardia. Settecentesco, Palazzo Brambilla consente ancora oggi di ammirarne l’impianto originario, a iniziare dalla facciata concepita secondo i canoni neoclassici del Piermarini. La storia si intreccia con il presente e proietta

PALAZZO BRAMBILLA, PAVIA

E NEL CUORE DI

nel futuro, a Palazzo Brambilla, soprattutto nell’elegante sala per eventi: dotata di tecnologia avveniristica, accoglie 54 ospiti disposti intorno a un unico tavolo ovale, ed è perfetta per incontri ai massimi livelli nazionali e internazionali. Attiguo, un salottino per 14 persone con monitor e postazioni computer e una sala interpreti. Uno sguardo, infine, ai momenti conviviali: nella sala da pranzo, per un totale di sessanta persone, vengono servite colazioni di lavoro sedute o a buffet, aperitivi e coffee break.

La mole neoclassica di Palazzo Brambilla custodisce una sala per eventi da 54 posti, un salottino e un’elegante sala da pranzo fino a sessanta coperti

SALA CONVEGNI PALAZZO BRAMBILLA 2 54 16 1 100 60 ¢ ¢ ¢

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Camere Sale meeting Capienza sala principale Capienza sala minore Ristoranti Posti pranzo in piedi Posti pranzo seduti Saletta segreteria Aree espositive (mq) Parcheggio auto Giardino Wi-Fi nelle camere Wi-Fi nelle aree comuni

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DI ACCOGLIENZA E UN’OFFERTA CONGRESSUALE CONCEPITA SECONDO CRITERI DI ECCELLENZA n compendio di storia e stile, l’Excelsior Palace Hotel, che oggi delizia i U suoi ospiti con il nuovo “all suite floor”, il settimo e ultimo piano dell’albergo, sottoposto a un innovativo restyling e con due nuove suite. Venti di innovazione anche al Beach Club, con due Jacuzzi City Spa, un gazebo per massaggi open air e una piscina galleggiante di 25 metri quadrati. Ancora acqua, questa volta con il profumo di salsedine: la grande novità del 2014 – oltre alla gran parte delle camere deluxe convertite in exclusive – è

il pontile privato della location: una straordinaria opportunità per escursioni via mare. Una struttura top level, l’Excelsior Palace Hotel, provvista di tecnologia all’avanguardia: oltre al centro congressi con nove sale per 450 persone – la maggior parte con terrazza e vista sul mare tutti gli spazi dell’albergo sono cablati con collegamenti wireless. Per i momenti conviviali, infine, l’Eden Roc Lounge & Restaurant – è situato su una terrazza a picco sul mare –, ed è aperto in stagione ininterrottamente dal lunch fino a tarda sera.

Lusso aggiunto al lusso con il nuovo “all suite floor”, il settimo piano dell’Excelsior Palace, dedicato agli ospiti più esigenti

EXCELSIOR PALACE HOTEL ¬¬¬¬¬L 129 Camere 9 Sale meeting 450 Capienza sala principale 10 Capienza sala minore 2 Ristoranti 300 Posti pranzo in piedi 160-200Posti pranzo seduti ¢ Saletta segreteria 650 Aree espositive (mq) ¢ Parcheggio auto (130 circa) Giardino ¢ Wi-Fi nelle camere ¢ Wi-Fi nelle aree comuni

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In centro città In periferia Fuori città

Excelsior Palace Hotel Via San Michele di Pagana, 8 16035 Rapallo (Ge) Tel. 0185 230666 Fax 0185 230214 excelsior@excelsiorpalace.it www.excelsiorpalace.it


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VENEZIA

VENETO

Collezione Peggy Guggenheim LA COLLEZIONE PEGGY GUGGENHEIM ACCOGLIE GLI EVENTI DEL MICE A VENEZIA FRA LE ICONE NOVECENTO. DA AMMIRARE IN ESCLUSIVA, CON SEDUCENTE VISTA SUL CANAL GRANDE

DELL’ARTE DEL

iamo nel cuore di Venezia: Palazzo Venier dei Leoni, sede della CollezioS ne Guggenheim, è un unicum di capola-

© Francesca Bottazzin

vori: dell’astrazione, del Cubismo, del Surrealismo e dell’Espressionismo astratto. È tra i più importanti musei di arte europea e americana di tutto il ventesimo secolo – a seguito dell’acquisizione della collezione Hannelor B. e Rudolf B. Schulhof – e rappresenta una quinta di grande atmosfera per meeting, cocktail e cene di gala. La location consente di abbinare

all’evento la possibilità di visitare in esclusiva le sale del museo: una spettacolare coreografia per il Mice che qui trova spazi per ogni esigenza, dalla terrazza Marino Marini – raggiungibile in barca o in gondola, ideale per welcome drink o cocktail – al Giardino delle Sculture, passando per la terrazza panoramica, con vista mozzafiato su Venezia, perfetta per cene di gala e fruibile anche durante il giorno. Per eventi indoor, invece, si delinea perfetto il Museum Café.

© AndreaSarti/CAST1466

© Matteo De Fina

Il fascino di Venezia e lo charme dell’arte contemporanea: è il connubio vincente della Collezione Peggy Guggenheim

COLLEZIONE PEGGY GUGGENHEIM

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In centro città In periferia Fuori città © AndreaSarti/CAST1466

250 50 1 150 150

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Collezione Peggy Guggenheim Palazzo Venier dei Leoni Dorsoduro 701 30123 Venezia Tel. 041 2405434 Fax 041 5206885 specialevents@guggenheim-venice.it www.guggenheim-venice.it

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VENEZIA

VENETO

Palazzo Grassi, Punta della Dogana, il Teatrino PALAZZO GRASSI,

EREDITÀ DELLA

REPUBBLICA DI VENEZIA, APRE AGLI EVENTI PRIVATI ALL’INSEGNA AFFIANCATO DA PUNTA DELLA DOGANA E DAL TEATRINO

©Matteo De Fina

DI STORIA E MOSTRE CONTEMPORANEE.

ettecentesco, progettato da Giorgio Massari e restaurato nel 2006 da Tadao S Ando, Palazzo Grassi si affaccia sul Canal

©Matteo De Fina

In questa pagina, il settecentesco Palazzo Grassi si affaccia sul Canal Grande e accoglie il Mice nei suoi lussuosi interni

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Grande e rappresenta l’ultimo grande palazzo della Repubblica di Venezia. Un passato illustre e un presente che mantiene tutte le promesse di prestigio, storia e splendore da ammirare nelle straordinarie mostre temporanee, che presentano opere della Pinault Collection, in concomitanza con eventi di prestigio per i quali la modularità delle sale diventa uno dei fattori-chiave della versatilità della location. Sono cinque gli spazi nei quali ambientare eventi personalizzati: l’atrio grande, l’atrio piccolo, la riva d’acqua, alcune sale espositive al primo piano dell’edificio e il Palazzo Grassi Café. L’atrio

grande è il cuore pulsante di Palazzo Grassi, l’atrio piccolo, subito adiacente alla riva d’acqua di Palazzo Grassi, permette di ammirare la suggestione del Canal Grande, mentre la riva d’acqua di Palazzo Grassi, esclusivo ingresso dal Canal Grande, consente, nei mesi primaverili ed estivi, la possibilità di organizzare eventi open air. Le sale del primo e del secondo piano e il Palazzo Grassi Café, infine, offrono una splendida vista sul Canal Grande. A breve distanza da Palazzo Grassi si trova la seicentesca Punta della Dogana – restaurata da Tadao Ando nel 2009 – con più opzioni per eventi e ricevimenti: il Cubo centrale, le terrazze del Belvedere, due sale espositive del primo piano e la piattaforma affacciate sul Canale della Giudecca e infine il Dogana Café. Le tre terrazze del Belvedere sul tetto di Punta della Dogana svettano al centro esatto del bacino di San Marco e consentono di catturare con lo sguardo tutta la magia della laguna mentre la piattaforma di Punta della Dogana – intrigante location per cocktail e cene di gala – è affacciata sulle isole della Giudecca e di San Giorgio. Adiacente a Palazzo Grassi si trova il Teatrino, inizialmente concepito come giardino di Palazzo Grassi. Oggi vanta una superficie di mille metri quadrati e un auditorium dalle più avanzate tecnologie.


158-159 VCP 2S_Palazzo Grassi

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3 Sale ricevimenti e meeting 3 Terrazze + 1 piattaforma esterna 200 Capienza sala principale 10-160 Capienze sale minori 1 Caffetteria 70 Posti pranzo in piedi 30 Posti pranzo seduti ¢ Saletta segreteria 5.000 Aree espositive (mq) Parcheggio auto Giardino Wi-Fi nelle camere ¢ Wi-Fi nelle aree comuni

TEATRINO DI PALAZZO GRASSI 1 1 300 225

Sale ricevimenti Sale meeting Capienza sala principale Capienze sale minori Ristorante 300 Posti pranzo in piedi 225 Posti pranzo seduti ¢ Saletta segreteria 1.000 Aree espositive (mq) Parcheggio auto Giardino Wi-Fi nelle camere ¢ Wi-Fi nelle aree comuni

In centro città In periferia Fuori città

Palazzo Grassi San Samuele, 3231 30124 Venezia Tel. 041 2401308 Fax 041 5286218 incentive@palazzograssi.it www.palazzograssi.it

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In centro città In periferia Fuori città

Punta della Dogana Dorsoduro, 2 30124 Venezia Tel. 041 2401308 Fax 041 5286218 incentive@palazzograssi.it www.palazzograssi.it

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In centro città In periferia Fuori città

Teatrino di Palazzo Grassi San Marco 3260 30124 Venezia Tel. 041 2401308 Fax 041 5286218 incentive@palazzograssi.it www.palazzograssi.it

In alto, la seicentesca Punta della Dogana, restaurata da Tadao Ando Sotto, il Teatrino dispone di un auditorium dalle più avanzate tecnologie

©Matteo De Fina

PUNTA DELLA DOGANA

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©ORCH orsenigo_chemollo

4 Sale ricevimenti 1 Sale meeting 300 Capienza sala principale 10-100 Capienze sale minori 1 Caffetteria con cucina 80 Posti pranzo in piedi 50 Posti pranzo seduti ¢ Saletta segreteria 5.000 Aree espositive (mq) Parcheggio auto Giardino Wi-Fi nelle camere ¢ Wi-Fi nelle aree comuni

©Matteo De Fina

PALAZZO GRASSI

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160 VCP SX_Villa Borromeo

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Dimore storiche per eventi, meeting, congressi e incentive

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RUBANO (PD)

VENETO

Villa Borromeo A POCHI MINUTI DA PADOVA, VILLA BORROMEO ACCOGLIE LA MEETING INDUSTRY NELLA RAFFINATEZZA DI UNA DIMORA VENETA SECENTESCA, CONTRADDISTINTA DA TECNOLOGIA ALL’AVANGUARDIA radizione e innovazione sono un binomio inscindibile, a Villa Borromeo T – cui accedere in un baleno dai caselli autostradali –, immersa in ventimila metri quadrati di parco illuminato – perfetta cornice per cene di gala d’atmosfera – e con un piano nobile contraddistinto da ambienti affrescati. La location, sottoposta a un accurato restyling che ha trasformato la villa e gli annessi rustici in un’attrezzata e raffinata cornice, accoglie in esclusiva qualsiasi tipologia di evento: meeting, cene di gala, sfilata e mostre. Gli

arredi d’epoca sono affiancati da elementi moderni che consentono un’ottima funzionalità degli eventi. Tra le dotazioni della villa spiccano il sistema “light control”, che consente di programmare fino a 32 scenografie luminose, microfonia fissa e mobile, videoproiettori con schermo e monitor al plasma, wi-fi, ionizzazione dell’aria e tutto quanto è necessario per rendere ogni evento unico nel suo genere. A Villa Borromeo il Mice trova un ampio parcheggio concepito per trecento macchine.

Arredi d’epoca, saloni affrescati e un immenso parco sono gli ingredienti che la sontuosa Villa Borromeo offre alla meeting industry

VILLA BORROMEO Camere 12 Sale meeting 400 Capienza sala principale 30-200 Capienza sale minori Ristorante 500 Posti pranzo in piedi 400 Posti pranzo seduti ¢ Saletta segreteria 600 Aree espositive (mq) ¢ Parcheggio auto (300 posti) ¢ Giardino Wi-Fi nelle camere ¢ Wi-Fi nelle aree comuni

160 | 03 2013 | MC

¢

In centro città In periferia Fuori città (a 3,5 km)

Villa Borromeo Via della Provvidenza, 61 35030 Sarmeola di Rubano (Pd) Tel. 049 8979900 Fax 049 8988483 info@villaborromeo-pd.it www.villaborromeo-pd.it


161 VCP DX_Verità Poeti

1-04-2014

17:12

Pagina 161

Dimore storiche per eventi, meeting, congressi e incentive

VERONA

VENETO

Palazzo Verità-Poeta IL SUO NOME DERIVA DALLA FAMIGLIA VERONESE VERITÀ POETA, FRA LE PIÙ ANTICHE E ILLUSTRI AL SUO INTERNO, LA DIMORA CELA AFFRESCHI E DECORAZIONI SETTECENTESCHE

DELLA CITTÀ SCALIGERA.

orge nel centro della città, non distante dall’Arena, da Castelvecchio – e S dalle mura romane e medievali – così come dall’Arco dei Gavi, una delle principali porte d’accesso di Verona. Una dimora, Palazzo Verità-Poeta, che vanta la peculiarità di ben tre ambientazioni di grande impatto: saloni, giardino e cantine, queste ultime “inaugurate” nel 2010. Grazie alla loro perfetta insonorizzazione, si rivelano cornice sfiziosa per eventi

musicali oltre che per classiche degustazioni. Spazio open air di grande atmosfera, invece, è il giardino nel quale sorseggiare aperitivi discorrendo d’affari. Agli incontri della meeting industry la dimora dedica sei sale per una capacità complessiva di trecento persone di cui 120 nella principale. Una curiosità: alcuni degli artisti che hanno partecipato alla realizzazione dell’edificio sono raffigurati in un affresco all’interno del palazzo.

Affreschi settecenteschi decorano gli spazi, di grande impatto scenico, di Palazzo Verità-Poeta, nel centro storico di Verona

PALAZZO VERITÀ - POETA Camere 6 Sale meeting 140 Capienza sala principale 10 Capacità sala minore Ristoranti 350 Posti pranzo in piedi 300 Posti pranzo seduti ¢ Saletta segreteria 450 Aree espositive (mq) Parcheggio auto ¢ Giardino Wi-Fi nelle camere Wi-Fi nelle aree comuni

¢

In centro città In periferia Fuori città

Palazzo Verità - Poeta Vicolo San Silvestro, 6 37122 Verona Tel. 045 96214 palazzoverita@libero.it www.palazzoverita.it

MC | 03 2014 | 161


162 VCP SX_Villa Luppis

1-04-2014

17:13

Pagina 162

Dimore storiche per eventi, meeting, congressi e incentive

PASIANO (PN)

FRIULI VENEZIA GIULIA

Hotel Villa Luppis UN MONILE NEL VERDE DELLA CAMPAGNA DEL FRIULI VENEZIA GIULIA: È L’HOTEL VILLA LUPPIS, UN ANTICO CONVENTO TESTIMONE DEL TEMPO, CONVERTITO IN UNA RAFFINATA RESIDENZA D’ATMOSFERA antica struttura conventuale del 1200, secolarizzata da Napoleone nell’OttoL’ cento, è oggi un prezioso relais realizzato e gestito dagli attuali discendenti della famiglia Luppis e arricchito, dal 2013, da un’area benessere e da una palestra, perfetti per compensare le grandi tentazioni della cucina. Villa Luppis è contemporaneamente un punto di arrivo alla location che incornicia gli eventi e l’inizio di un percorso a ritroso nel tempo, nel quale ogni oggetto rappresenta uno spaccato di sto-

ria. Un trionfo dell’antiquariato in alchimia con il presente, Villa Luppis – dalla memorabile cucina di altissimo livello, che vale da sola un evento (così come le proposte post congressuali di grande impatto organizzate da Stefania e Giorgio Luppis) – esalta la sua unicità anche nei percorsi enogastronomici alla scoperta del territorio attraverso, per esempio, il prosciuttificio di San Daniele, le cantine del Collio, il Prosecco di Valdobbiadene e le distillerie di grappa “d’autore”.

È un antico convento duecentesco trasformato in hotel di charme: Villa Luppis accoglie il Mice nei suoi ambienti eleganti e ricchi d’atmosfera

HOTEL VILLA LUPPIS ¬¬¬¬ 39 4 200 30 3 600 500 ¢ 500 ¢ ¢ ¢ ¢

162 | 03 2014 | MC

Camere Sale meeting Capienza sala principale Capienza sala minore Ristoranti Posti pranzo in piedi Posti pranzo seduti Saletta segreteria Aree espositive (mq) Parcheggio auto Giardino Wi-Fi nelle camere Wi-Fi nelle aree comuni

¢

In centro città In periferia Fuori città

Hotel Villa Luppis Via San Martino, 34 33087 Pasiano (Pn) Tel. 0434 626969 Fax 0434 626228 hotel@villaluppis.it www.villaluppis.it


20-22 MAY 2014

imex-frankfurt.com

TOMORROW’S

MEETINGS TRENDS,

TODAY IMEX is where it all happens for the meetings industry – it’s the innovative exhibition that brings the global market together for three ground-breaking days. With exciting new technology, suppliers, destinations and learning every year, IMEX will keep you at the forefront of the MICE market. Welcome to IMEX 2014! Latest inspiration – Discover the innovations and latest trends that will get you on top of today’s meetings market challenges Tailored to you – We gather feedback from the industry and shape each IMEX to address the most pressing issues Constantly evolving – Every year is different, so you’ll always ÄUK [OL ]LY` SH[LZ[ [YLUKZ HUK KL]LSVWTLU[Z

IT T’S DESIGNED TO BE YOUR IN NDUSTRY EVENT. REGIS STER NOW FOR IMEX 2014:

WEB: im mex-ffra ankffurtt.c com/register OR TO FIN ND OUT MORE: E-MAIL: inf fo@ @im mexe exhib bittion ns.co om

POWERED BY @IMEX_GROUP

The worldwide exhibition for incentive travel, meetings and events.



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