Meeting e Congressi - Mar 2013

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Rivista mensile - n° 2 marzo 2013 € 5,16 - Poste Italiane SpA - Sped. in abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/04 n.46) - Art. 1, comma 1, DCB Milano. In caso di mancato recapito si restituisca al mittente che si impegna a pagare la relativa tassa

INCENTIVE | CONVENTION | EVENTI COVER STORY

VIAGGI INCENTIVE

TORNA IL SERENO? MAR | 2013

numero

02

I NOSTRI PRIMI 40 ANNI

La storia

siamo noi! LA DENUNCIA

Il patto di stabilità

rema contro il Mice

da Guar o su li vide ne

onli

MC

ALLO SPECCHIO “Vinca il migliore”

è pura utopia? LA LOCATION

AQUALUX HOTEL BARDOLINO (VR)

DESTINAZIONI D’ITALIA

SARDEGNA

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Diego Dalla Palma AZIENDA: IL CORAGGIO

Su line on o MC Vide a La ervist Int

TI FA BELLA

28/02/13 16.28




02 2013

sommario editoriale

cover story viaggi incentive 9

La strada giusta

Siamo a una svolta?

38

Visti da fuori

44

HOT TOPICS

Aim Group International: L’Europa che non ti aspetti 50

meeting comment

Abu Dhabi, nata per stupire

52

Cwt Meetings & Events: Perché ci vuole… “orecchio”

54

Tutto questo è Cipro

56

Lux* Resorts, luce agli incentive!

58

Sesto on Arno: morbide atmosfere a picco sull’Arno

60

Elogio dei tappi – Alan Pini

11

incentive comment Parola d’ordine: pianificare – Alex Bellini

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highlights

blogsurfing 14

l’intervista

Il vintage che fa risparmiare

63

allo specchio

Diego Dalla Palma : Event maker, non avere paura!

18

under the spotlight

Le gare Mice: vince il migliore?

64

la provocazione 20

La storia siamo noi

Risparmiare, per spendere meglio

68

la denuncia

location del mese Aqualux Hotel: a forma di acqua

22

Schiacciati dall’austerity

70

report

in my opinion lettere senza francobollo – Pier Giorgio Cozzi

29

Uno show dalle uova d’oro

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zanità – Mauro Zaniboni

31

Dalla padella alla brace?

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coffee break – Aldo Lo Re

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l’altra metà del cielo – Luca Corsi

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dossier location

ex libris – Ugo Canonici

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Ritorni di fiamma?

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02 2013

sommario SITE INSPECTION

PARTNER

news location

congressi 88

ProEvent: evento al vernissage

116

incentive

hotel Bhr Treviso Hotel: Non solo meeting

92

Cenobio dei Dogi: l’incontro perfetto

94

Ai Cavalieri Hotel: un indirizzo esclusivo

96

San Paolo Palace Hotel: eventi tra sole e cultura

98

Cisalpina Tours: 2013, l’anno del Mice

118

service & technology Tecnoconference Europe–Gruppo Del Fio

120

news supplier 122

location per eventi Centro Congressi Galileo: la suggestione della tradizione 100 103

Palazzo Borghese: un salto nel Rinascimento

incentive resort Relais Histó: Il piacere di un incontro

104

Domina Coral Bay Hotel & Resort Sicilia: nuovo brand

107

news destinazioni

NETWORKING workshop and exhibition Imex, più formazione e 3.0

124

Full Contact Pco nel segno della tradizione

126

notiziari e associazioni Federcongressi

134

Site Italy

136

108 destination In India, il lusso corre sui binari

indirizzi 110

news persone e poltrone

138

SPECIALE SARDEGNA 112

L’isola dei famosi

139

I NOSTRI PROSSIMI EVENTI TRAVEL TREND ROMA 8 Maggio 2013 Spazio Novecento - Roma

TRAVEL TREND MILANO Ottobre 2013

FULL CONTACT MEETING PLANNER 7-8 Giugno 2013 Palace Hotel - Milano Marittima

FULL CONTACT EXCLUSIVE VENUES 8-9 Novembre 2013 Grand Hotel Imperiale - Moltrasio (Co)

FULL CONTACT DISCOVER ITALY 5-6 Luglio 2013 Unaway Hotel Bologna San Lazzaro - Bologna

FULL CONTACT MEETING PLANNER 2 8-9 Novembre 2013 Grand Hotel Imperiale - Moltrasio (Co)

FULL CONTACT INCENTIVE DESTINATIONS 23-24 Settembre 2013 Excelsior Palace Hotel - Rapallo

FULL CONTACT PCO Febbraio 2014

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1-03-2013

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colophon Presidente: Marco Biamonti Direttore operativo: Lucia Rancati Direttore editoriale: Marco Garavaglia Direttore PR: Nino Vermicelli Resp. comunicazione e marketing: Lorenzo Bini Ediman Srl Via Ripamonti, 89 - 20141 Milano Telefono 02.57.31.15.11 (r.a.) Fax 02.55.23.14.86 info@ediman.it Sito internet: www.ediman.it MC online: www.mconline.it Cap.soc. s 93.600 i.v.

LA RIVISTA DELLA MEETING INDUSTRY Organo di consultazione per dirigenti, industrie, associazioni, ordini professionali, studi di pubbliche relazioni e di consulenza aziendale, agenzie di pubblicità, sindacati, partiti politici, organismi internazionali, agenzie di viaggio, ecc. Prezzo della copia: €5,16 più spese di spedizione DIRETTORE RESPONSABILE Marco Biamonti – marco.biamonti@ediman.it DIRETTORE EDITORIALE Marco Garavaglia – marco.garavaglia@ediman.it COORDINAMENTO EDITORIALE Simona P. K. Daviddi – coordinamentomc@ediman.it CONSULENZA PER LA GRAFICA Massimo Bernardi Copertina: illustrazione, su foto di Marco Marré Brunenghi, di Angelo Siviglia - www.angelosiviglia.it CONSULENZA PER I TESTI Alessandra Boiardi, Aldo Lo Re, Luciana Francesca Rebonato PROGETTO GRAFICO Silvia Ferri – www.madeweb.it SEGRETERIA DI REDAZIONE Jessica A. Presa – jessica.presa@ediman.it HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO: Ugo Canonici, Giulio Carloni, Teresa Chiodo, Luca Corsi, Pier Giorgio Cozzi, Giulia De Stefano, Stefano Ferri, Elisa Ferro, Ofelia Figus, Aldo Lo Re, Domenico Matarazzo, Andrea Paternostro, Stefano Re, Matteo Rocca, Michela Rossi, Mauro Zaniboni, Simona Zin Fotolito e stampa: Prontostampa Srl - Zingonia (Bg) Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/04 n. 46) - Art. 1, comma 1, DCB Milano Registrazione Tribunale di Milano n. 177 del 27/04/1973

Tiratura del presente numero: 11.000 copie

ANNO 41° - N. 2 marzo 2013 Abbonamento annuo €150,00 (Estero €200,00) L’abbonamento comprende anche la “GUIDA” delle Sedi Congressuali e va eseguito con versamento sul Conto Corrente Postale N.15717200 intestato a Ediman Milano (specificando la testata cui si desidera abbonarsi) oppure con rimessa diretta. La rivista non è in vendita nelle edicole e viene spedita direttamente agli abbonati.

Redazione (diretto): 02.57.31.15.32 jessica.presa@ediman.it

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ITALIA

ESTERO

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Non fate 9 buche per gioco. Fatele per business. Golf al posto del vostro vecchio campo da tennis. Un vero Putting Green in grado di attirare clienti del circuito golfistico e far appassionare anche i vostri Ospiti a questo gioco. Il tutto in pochi giorni, sulla superficie del vostro vecchio e poco utilizzato campo da tennis, senza bisogno di lavori sul terreno, sbancamenti o altri interventi pesanti, mentre il vostro hotel continua la sua regolare attivitĂ .

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5-03-2013

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editoriale Insieme a un cauto ottimismo, si fa largo nel nostro Paese, a tutte le latitudini, un diffuso desiderio di cambiare le cose. Il filo conduttore sembra essere il desiderio, anzi di più: la necessità di dare un taglio al passato e ricominciare su nuove basi, più eque, più meritocratiche, più trasparenti

MARCO BIAMONTI Direttore responsabile marco.biamonti@ediman.it

La strada giusta arà un caso, ma abbiamo appena scoperto che l’Italia torna a viaggiare, e il Paese si ritrova letteralmente in vacanza. Sì perché, se da un lato una ricerca di Site fa ben sperare per il futuro dei viaggi di incentivazione (argomento della nostra cover story, che inizia a pag. 38), dall’altro, proprio mentre scrivo queste righe, l’Italia si ritrova senza Papa, senza Presidente del Consiglio, senza governo e a breve verrà meno anche il Presidente della Repubblica.

S

È ben difficile, quindi, tirare qualche somma sull’ultima tornata elettorale e immaginare uno scenario futuro per le sorti politiche di questo Paese, alle quali è intimamente legato anche il nostro settore. Meglio non tentare ipotesi e stare a vedere, confidando nel senso di responsabilità dei nuovi eletti.

pensato?), chi invece vorrebbe rivedere il patto di stabilità (a tal proposito è interessante la denuncia di Marco Zacchera, che trovate a pagina 70) e chi manifesta apertamente molte perplessità sui criteri di assegnazione degli eventi attraverso le famigerate gare (vi invito ad approfondire il tema leggendo l’articolo di pagina 64). Il filo conduttore sembra essere il desiderio, anzi di più: la necessità di dare un taglio al passato e ricominciare su nuove basi, più eque, più meritocratiche, più trasparenti. E per quanto possa trattarsi di ben poca cosa – parlo delle nostre inchieste, che non hanno di certo valore statistico –, mi fa piacere leggere su questa rivista che qualche spiraglio di eticità comincia a vedersi, se non altro nel nostro comparto. Forse siamo sulla strada giusta.

Tuttavia, una cosa che possiamo registrare è questa: insieme a un cauto – e scaramantico, mi vien da pensare – ottimismo, si fa strada nel nostro Paese, a tutte le latitudini, un diffuso desiderio di cambiare le cose. C’è chi vota il Movimento a 5 stelle (un italiano su quattro, chi l’avrebbe mai

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HOT TOPICS TOPICS HOT meeting comment

Elogio dei tappi vete provato a immaginare che cosa sarebbe la nostra A vita senza i tappi? Tremenda. Ne dico una: il vino. Diventerebbe subito aceto. Dovremmo rassegnarci alla prospettiva di bere solo acqua. Ma anche con quella avremmo dei problemi, perché l’acqua, se non adeguatamente riparata, si inquina. I tappi proteggono, tutelano, custodiscono. Svolgono, nel loro piccolo, una funzione meritoria. E invece l’incauto scrittore italofrancese Mario Geerç, che in una tesi nel 1891 usò il termine “tappo” per bollare una persona di bassa statura, li ha sviliti, quasi ammazzati nell’immaginario collettivo, associandovi inesorabilmente l’immagine di uno scherzo della natura, di qualcosa di malriuscito. Per darvi un’idea del danno: avete mai sentito parlare di “slide-tappo”? Sono le diapositive che oggi, centoventi anni dopo l’infelice preziosismo di Geerç, usiamo proiettare nei momenti morti dei convegni. Non ho idea se il loro nome (tappo) sia una contrazione da “tappabuchi”. È un fatto, però, che servono appunto a tappare dei buchi. Buchi di comunicazione, di informazione e di brand awareness. E qui torno serio, vorrete scusare l’incipit faceto. La scaletta-tipo di una conferenza o di un congres-

so è tutta un intercalare di relazioni e pause. Pause che possono essere assai lunghe, come quelle per il caffè o, peggio, per il pranzo. E, più lunghe sono, più allentano la presa del brand promotore sull’audience. Fateci caso: dopo un po’ di chiacchiere nelle lobby o al buffet, la gente parte in quarta e si mette a parlare soltanto dei fatti suoi. Al che diventa dura riprendere il filo e ricondurre il gregge all’ovile di partenza. A darci una mano potrebbero intervenire proprio queste slide. Uso il condizionale perché, non so come, a nessuno è mai venuto in mente di utilizzarle come veicolo di brand. Al limite vengono impiegate nel modo più banale, cioè per ripetere, sic et simpliciter, il nome dell’evento. Senza alcuna aggiunta di marca. Ebbene, a mio modesto avviso questo è un errore. Il massimo del marketing si ottiene quando gli utenti ricordano le principali marche di una classe di prodotto senza bisogno di stimoli: al che si parla di “ricordo spontaneo” (o notorietà spontanea). L’apice della notorietà si ha con il top of mind, quando i consumatori associano la marca alla classe di prodotto. Ciò accade in pochissimi casi iper-fortunati, come le pavloviane “cola”, che spingono a pensare subito, d’acchito, alla Coca o alla Pepsi, a seconda della

Sinonimo spregiativo di “bassa statura”, il tappo può essere elevato a strumento principe della comunicazione di marketing. Soprattutto in ambito congressuale zona del mondo in cui si vive. Ecco, a mia memoria (posso sbagliare ovviamente), Coca e Pepsi Cola sono gli unici due brand che in un ipotetico congresso/evento di marca potrebbero tranquillamente rinunciare alle slide-tappo nel senso che intendo io, perché per quanto impegno ci metta l’audience a svagarsi, i nomi “Coca” e “Pepsi” sono talmente forti e sedimentati da sostenere con disinvoltura qualsiasi rischio di distrazione. In tutti gli altri casi un uso adeguato dei famigerati “tappi” risolverebbe il problema in modo efficiente e non invasivo. Insinuare il brand ospite durante le pause esibendolo discretamente in queste slide terrebbe desta la consapevolezza subliminale del “che cosa si è lì a fare” e ricorderebbe qual è l’unico oggetto degno, nella fattispecie, del proscenio. Per cui, datemi retta: procuratevi dei tappi, e usateli non per turare le orecchie (vostre) ma per aprire la memoria (del vostro target). E ora vado a stapparmi una birra, va’!

ALAN PINI Chief executive officer Teknocongress www.teknocongress.it alan.pini@teknocongress.it

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EVENTS

MEETING


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1-03-2013

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HOT TOPICS TOPICS HOT incentive comment

Parola d’ordine: pianificare

obby Knight, uno tra i coach di pallacanestro americani più B vincenti di tutti i tempi, dichiarò in un’intervista che “La voglia di vincere non è nulla senza la voglia di prepararsi a vincere”. Voglio soffermarmi su due aspetti, strettamente connessi tra loro, tra i più trascurati quando si finisce a parlare di successo: pianificazione e preparazione. Il successo non si costruisce tra il tramonto e l’alba, non è mai un evento fortuito. Sarà una banalità, ma come mai allora qualcuno è ancora convinto del contrario? E perché siamo più inclini alla pianificazione di una vacanza in bici che non della nostra vita? Nel 1987 la rivista Forbes fece uno studio tra gli imprenditori americani ed emerse che il fattore comune tra coloro i quali avevano fatto fortuna era che il successo arrivò dopo essersi trasferiti in una nuova città. Prima che decidiate di fare i bagagli e acquistare un biglietto aereo per chissàdove potrebbe esservi utile sapere che alcuni tra gli intervistati si spostarono da Chicago a Boston. Altri si trasferirono da Boston a Chicago, e altri ancora da Dallas a Denver… Qualcuno a questo punto potrebbe sentirsi un po’ confuso, partire per Denver o Boston? Il punto è che la città non ha nulla a che vedere con il risultato ottenuto da questi imprenditori. Trasferendosi in una nuova città furono costretti a definire attentamente

un nuovo business model, pianificare una strategia a medio-lungo termine per ricreare delle basi economiche solide e, affrontando la nuova sfida con rinnovato impegno e dedizione, legittimamente, ottennero un risultato in linea con le aspettative. Non è tutto, si presero anche l’impegno e lo mantennero nel tempo. Quanti di noi, oggi, possono dire di fare altrettanto? Quanti invece sono quelli che passano direttamente al fare, finendo poi per scoraggiarsi o gettare la spugna con le prime turbolenze della vita? Non sono nato pianificatore, anzi a essere onesto ho passato molti anni della mia vita sbandierando con orgoglio la mia “in-qualchemaniera-faremo” attitude, ma negli ultimi anni ho fortemente voluto un approccio più ragionato. Che cosa mi fece cambiare idea? Realizzare che con il mio atteggiamento potevo anche perdere la vita, e che quindi era necessario fare un piano, e sperare che fosse quello giusto. Naufragare a Formentera nel 2004 non fu un caso fortuito, fu l’unico risultato che potevo aspettarmi. Mi ero preparato e allenato esattamente per ottenere quel preciso risultato. Che dire dei cinque giorni di digiuno in mezzo all’Atlantico? Stesso discorso. Con questo non voglio dire che organizzandosi nel dettaglio escluderemo totalmente l’imprevisto, ma sapere cosa fare, come

Regola n.1: studia un piano B, per non trovarti impreparato in caso di fallimento. Regola n.2: prepara bene il piano A, se non vuoi passare di sicuro al piano B muoversi o come semplicemente battere in ritirata potrebbe essere una cosa intelligente. Quando si investe del tempo a pianificare il nostro futuro inconsciamente stiamo definendo la nostra mission. Chi siamo, cosa vogliamo fare, perché esistiamo sono domande che determinano la nostra identità e contribuiscono a guidarci, come l’ago di una bussola, attraverso ostacoli e distrazioni che ci allontanano dalla rotta ideale. Prendiamoci del tempo e facciamo una proiezione di noi stessi a tre anni da questo momento: come ce la immaginiamo? Il raggiungimento di quali obiettivi ci renderebbe felici? Poi poniamoci una seconda domanda: oggi, nella nostra vita di tutti i giorni, stiamo lavorando in quella direzione? Se la risposta è no, smettiamo immediatamente di fare ciò che stiamo facendo (perché tra cinque anni ci morderemo le mani per il tempo perso), sediamoci a un tavolo, prendiamo un bel respiro profondo e, in una sequenza tempificata e ordinata, programmiamo i nostri primi cinque step. Nella maggior parte dei casi non ne serviranno di più.

ALEX BELLINI avventuriero (e formatore) info@alexbellini.it

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HOT TOPICS TOPICS HOT highlights

ANDREA PATERNOSTRO

ITALY DESTINATION ALL’ESTERO CON EVENTING MILAN Tramite il suo marchio Italy Destination, Incentive Power &Events entra a far parte del progetto Eventing Milan di Fiera Milano Congressi, che ha l’obiettivo di promuovere la città come destinazione Mice ai buyer esteri. In vista dell’Expo 2015, Italy Destination ha già messo a punto pacchetti ad hoc (Expo Incoming Pack) per far conoscere Milano e il “made in Italy” agli oltre venti milioni di visitatori attesi da ogni angolo del pianeta. Attualmente l’agenzia si sta focalizzando, in particolare, sui mercati emergenti in Russia e in Brasile, da cui l’interesse per la promozione all’estero, che sarà sostenuta dalla partecipazione a fiere e workshop con il supporto di Eventing Milan. «In un momento storico ed economico come quello che stiamo vivendo rivolgerci verso i mercato esteri è diventato un imperativo» sottolinea Maria Luisa Ciccone, amministratore delegato di Incentive Power & Events. «Nel 2012 il mercato incoming ha rappresentato il venti per cento del nostro fatturato, che a dispetto della

forte contrazione di mercato è per noi cresciuto di quasi il venti per cento rispetto all’anno precedente. Nei nostri piani di sviluppo vi è l’obiettivo di arrivare al cinquanta per cento nell’outgoing e il restante cinquanta per cento nell’incoming».

INPUT GROUP VOLA IN EUROPA E AMERICA

LA RIVINCITA DELLA RIUNIONE ...E DEL BRAINSTORMING

Un anno chiuso con risultati positivi e ora la nuova avventura all’estero, con due nuove filiali a presidio del mercato internazionale: Input Group Europe e Input Group North America, quest’ultima con sede a New York. Per la holding degli eventi guidata da Matteo Deninno, però, il quartier generale (nonché europeo) resterà in Italia, nelle due sedi storiche di Milano e Roma. Alla guida della filiale americana andrà Dennis Gelbaum nel ruolo di Coo (Chief operating officer) per il Nord America. «Input Group si struttura come multinazionale per poter dialogare al meglio sul piano globale con i grandi clienti. Si tratta di un’evoluzione che punta a sviluppare esponenzialmente il nostro business entrando nel mercato per antonomasia degli eventi» sottolinea Deninno. «Ci dotiamo quindi di due branch, Input Group Europe e Input Group North America, per proseguire con l’apertura di nuove sedi territoriali attraverso le quali conquistare piazze sempre più ampie».

I meeting in cui i partecipanti possono interagire e confrontarsi faccia a faccia portano, di norma, più risultati rispetto a telefonate e videoconferenze, perché riescono a generare un maggior numero di idee. È il risultato di una ricerca scientifica condotta dal Meetology Group in seguito a un esperimento realizzato durante l’Imex 2012 di Francoforte. Paul Redford, direttore dello studio, si è detto «sinceramente sorpreso dopo aver scoperto che gli esperimenti del nostro Meetology Laboratory all’Imex avevano prodotto risultati chiari e solidi». Le statistiche mostrano una differenza significativa in termini quantitativi, ma anche la qualità leggermente superiore delle idee generate dai brainstorming in situazioni faccia-a-faccia: risultati ancor più significativi, in quanto non tutti i partecipanti si conoscevano né parlavano la stessa lingua.

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HOT TOPICS highlights

PICCOLI EVENTI CRESCONO

COSÌ LE FIERE NEL 2016

I piccoli eventi aumenteranno di numero e sono destinati a diventare sempre più “strategici” per la reputazione e le future opportunità di business, anche per i fornitori. È uno dei cinque trend per la meeting industry del 2013 individuati dal German Convention Bureau. Secondo l’ente tedesco, il know-how sarà al centro del settore, poiché la maggior parte delle economie sono ormai mercati della conoscenza. Sempre più importante anche la capacità di personalizzare gli eventi, nonostante i tempi di chiusura degli ordini siano più brevi. Il Gcb ritiene inoltre che la tecnologia ‘green’ sia finalmente matura per essere ormai un fattore di primo piano nel Mice. Infine, anche se i costi resteranno un fattore decisivo per la scelta di una location, saranno sempre privilegiate le destinazioni che offrono infrastrutture eccellenti, sistemi fiscali favorevoli e un’alta qualità complessiva.

Un anno di interviste e ricerche con i protagonisti della meeting industry per elaborare cinque scenari e rispondere alla seguente domanda: come cambierà il mondo degli eventi da oggi al 2016? È l’obiettivo del report Scenarios for the Future: Convention Exhibits and Trade Show of 2016, pubblicato dalla Pcma (Professional convention management) l’associazione che promuove la formazione professionale nel mondo degli eventi. Gli scenari previsti sono: Big reset (reinventare l’evento), Show’s over (creare un nuovo contesto per le relazioni con gli espositori), Slow walk to the future (cambiamenti graduali), The future is the future and we will build it all (gestire l’innovazione digitale dirompente) e The future is now (focus sul modello attuale, le fiere face-to-face). Il report completo è disponibile per il download gratuito su pcma.org.


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HOT TOPICS TOPICS HOT highlights

GATTINONI, 30 ANNI E NUOVO UFFICIO MICE

Un nuovo ufficio Mice a Torino per Gattinoni, il gruppo attivo (oltre che nel turismo leisure) nei viaggi incentive, nel business travel e negli eventi, che quest’anno festeggia i suoi primi trent’anni di attività. L’ufficio piemontese si aggiunge a quelli di Lecco, Milano e Roma e sarà diretto da Elena Losito, che in precedenza aveva lavorato a lungo (dal 1989) come responsabile eventi e meeting in Cisalpina Tours. A fine marzo l’inaugurazione del nuovo ufficio milanese, fulcro delle attività meeting e incentive del gruppo. «Il 2013 sarà un anno in cui avremo modo di festeggiare questo importante anniversario. La comunicazione ricorderà in tutte le sue forme il nostro trentesimo. Ci saranno poi alcuni eventi che coinvolgeranno tutti coloro che da tre decenni viaggiano con noi: clienti individuali e aziende, fornitori e collaboratori» ha detto il presidente Franco Gattinoni.

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MEET IN ACTION, NETWORK DELL’ITALIA CONGRESSUALE È nata Meet in Action Italia, la nuova rete della meeting industry nazionale: ne fanno parte dieci agenzie in altrettante regioni, con focus principale sulla promozione all’estero del Paese come destinazione congressuale. Il network mette in contatto 79 esperti del settore: «Una prova della nostra professionalità? Gli oltre 2.500 convegni che le nostre agenzie hanno gestito in cinque continenti negli ultimi cinque anni» sottolinea Rodolfo Musco, Cmm, Cmp emerito, presidente del comitato operativo. In ciascun mercato estero, un’agenzia promuoverà l’Italia nel suo complesso. I membri fondatori di Meet in Action Italia sono: Meeting Planner (Bari – Puglia, Basilicata e Calabria), Giglio Service Events (Cagliari – Sardegna), Dmc Tuscany

(Lucca – Toscana e Cinque Terre), Motivation & Events (Milano – Lombardia e Zona dei Laghi), Concerto (Napoli – Campania), Key Congress (Padova – Veneto Orientale), Magina (Rimini – Emilia Romagna e Marche), Motivation M.I.C.E. (Roma – Lazio e Umbria), Mine (Taormina – Sicilia), Renbel Group (Verona – Veneto Occidentale e Trentino Alto Adige), quest’ultima capofila del network.

CWT TRAVEL MANAGEMENT PRIORITIES: FOCUS SUL CONTROLLO DEI COSTI

L’indagine internazionale Cwt Travel Management Priorities conferma che il controllo dei costi e il conseguimento di ulteriori risparmi saranno ancora una priorità assoluta per i travel manager nel 2013. Le priorità, sottolinea Carlson Wagonlit Travel nella survey condotta su quasi ottocento buyer, sono le stesse a prescindere dalle dimensioni aziendali, dal settore di riferimento e dai volumi di spesa per viaggi d’affari e trasferte. Nel campione oggetto della ricerca sono incluse aziende di medie dimensioni, con volumi di spesa di circa due milioni di dollari, accanto a multinazionali con oltre cento milioni di budget per i viaggi d’affari. Rispetto al 2012, i risultati sono sostanzialmente invariati: il risparmio è considerato tuttora prioritario rispetto all’esperienza di viaggio. Aerei e trasporti via terra sono la maggiore voce di spesa: «Non sorprende che sia la priorità per la maggioranza dei buyer, anche se è un’area già in fase avanzata di ottimizzazione» spiega Christophe Renard, vice presidente marketing, comunicazione e business intelligence di Cwt.


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HOT TOPICS l’intervista

diego dalla palma

Event maker, non avere paura! Negli eventi, non è detto che farsi belli con look e trucco sofisticati sia la strada giusta per il successo. Anzi, è il “total nude” a offrire le migliori garanzie. Perché il coraggio vince su tutto, anche nella comunicazione. Parola del guru del make-up, Diego Dalla Palma ALESSANDRA BOIARDI

ortamento elegante, modi gentili, un volto quasi severo incornicia due P occhi indagatori a cui non sfugge nulla e un sorriso che, quando c’è, mette a proprio agio. Diego Dalla Palma ci appare così quando ci accoglie nel suo studio milanese, con il piglio dell’affermato manager, attorniato da uno staff efficiente e attento a ogni esigenza. Impressioni a colpo d’occhio di chi, di solito, sta dalla parte opposta, non è osservato ma osserva le persone, le studia, ne coglie i particolari. Sì perché Diego Dalla Palma non è soltanto un guro del trucco, o – come l’ha proclamato niente meno che il New York Times – “il profeta del make-up Made in Italy”. Dalla Palma è un uomo che ha saputo contraddistinguersi nel magico mondo della “bellezza” per la sua capacità di non fermarsi al lato esteriore delle persone, di farne emergere anche attraverso un semplice accorgimento la parte più intima: come truccatore, come scrittore e come volto noto della Tv, ha portato avanti un’idea estetica capace di andare oltre la mera apparenza, secondo la quale avere cura di sé significa ricercare prima di tutto un equilibrio personale, che si conquista giorno dopo giorno. Una “cura” che probabilmente farebbe bene a tante aziende oggi in crisi di “identità” a partire dal modo di comunicare.

Marco Marré Brunenghi

SEMPLICEMENTE CARISMATICO In ambito Mice, il consiglio di Diego Dalla Palma parte da quello che lui stesso definisce una necessità: essere se stessi. E chi è abituato a usare “molta carta stagnola per fare la confezione” dovrà cambiare strategia. «Non c’è bisogno di impacchettare l’evento – ci spiega Dalla Palma – ma di riportare l’attenzione sulle persone, utilizzando soggetti umani che abbiano carisma, credibilità e grande personalità. Io ho partecipato a tantissimi convegni e ho visto troppe aziende puntare tutto sulla pomposità della confezione. Quasi sempre sono stati insuccessi, contro inutili orpelli vince la “nudità” totale». E se si parla di scelte di comunicazione,

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HOT TOPICS diego dalla palma

l’intervista

Diego Dalla Palma è un uomo poliedrico: da visagista a consulente d’immagine, fino a produttore e conduttore del nuovo pogramma di Rete 4: «Come si cambia». E ha anche una vastissima esperienza, come testimonial, nel mondo degli eventi

Diego Dalla Palma non ha dubbi: semplicità fa rima con carisma. Il che significa, dunque, che l’omologazione è completamente dannosa. Intanto, «perché quasi sempre è verso il basso» e poi perché c’è bisogno di sostanza, più che di apparenza. E se lo dice lui…. «Non c’è “marketing” che tenga – spiega Dalla Palma – ci vuole il buon senso, anche in ambito di comunicazione, bisogna comunicare in modo chiaro e con metodo. Avere carisma significa prima di tutto osare. Quando ho lanciato la mia linea di trucco, da tutte le parti del mondo mi venivano proposti prodotti che avevano già riscosso molto successo e che avrei potuto semplicemente “replicare”. Un invito a “copiare” che io non ho mai accettato, perché volevo essere me stesso. Non sempre si è disposti a rischiare e si è arrivati a un punto in cui la crisi è anche dentro di noi: è l’atteggiamento di chi ha paura, quello che ci impedisce di credere nelle nostre capacità. Abbiamo paura di essere noi stessi». Un consiglio che va nella direzione opposta all’omologazione, che si tratti di strategie di comunicazione o di semplici atteggiamenti, che si vada in profondità o si rimanga in superficie. UN PO’ DI PRATICA: DALL’OUTFIT ALLA LOCATION Se l’aspetto esteriore è “specchio dell’anima”, anche qualcosa di apparentemente ininfluente come un dress code può fare la differenza a un evento. Secondo Dalla Palma l’abito da cerimonia, quello che la maggior parte delle persone indossa per un evento istituzionale, non aiuta a esprimere la propria personalità. «Io sono per lo stile “Picadilly Square”, anche nel dress code bisogna avere il coraggio di proporre un rinnovamento totale, meglio ancora se si riesce a metterci un pizzico di incoscienza». Secondo Diego Dalla Palma dunque tutto quello che è nuovo, azzardato e innovativo è già futuro, un monito anche alle location per eventi? «Da tempo mi sono convinto che la location migliore sia la natura.

Marco Marré Brunenghi

Un bosco, una baita, la sponda di un lago, un luogo insomma dove chi si distrae trova qualcosa che lo ritempra. I centri congressi hanno spesso troppa pretenziosità, e ignorano la cura delle luci, un elemento che invece è essenziale per dare la giusta atmosfera».

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HOT TOPICS under the spotlight

La storia siamo «Meeting e Congressi» è nata nel 1973 e quest’anno festeggia i suoi primi 40 anni. Il rituale soffio sulle candeline sarà celebrato con un numero speciale dedicato alla storia dell’industria congressuale italiana, dai primi passi a oggi. E ci sarà anche un sito ad hoc MARCO GARAVAGLIA

entre a Chicago l’inventore americano Martin Cooper effettuava la M prima chiamata con un telefono cellulare portatile, a New York veniva inaugurato il World Trade Center. Di lì a poco Novella Calligaris sarebbe diventata campionessa mondiale degli 800 metri stile libero, stabilendo il nuovo record del mondo, i Pink Floyd avrebbero dato alla luce l’immortale album “The Dark Side of the Moon” e Marlon Brando avrebbe

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vinto l’Oscar come miglior attore protagonista del film “Il padrino”. Che altro? Ah sì, in Italia, sempre quell’anno, nasceva «Meeting e Congressi». Era il 1973 ed era, per la meeting industry italiana, l’inizio di tutto. Tra quella fatidica data e i giorni nostri sono trascorsi 40 anni esatti di congressi, incentive, convention ed eventi; 40 anni tondi di un’industria che è partita dagli scantinati (letteralmente) ed è arrivata a riempire gli stadi (sempre letteralmente); 40 anni di noi, di voi… di voi e noi assieme. Quest’anno, infatti, «Meeting e Congressi» compie 40 anni, i suoi primi 40 anni (auspicabilmente).

UN TRAGUARDO… SPECIALE Un traguardo importante, di quelli che vanno festeggiati come si conviene.


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HOT TOPICS under the spotlight

LA STORIA DEL MICE ONLINE Il numero speciale per i 40 anni di «Meeting e Congressi» porta con sé un progetto ancora più ambizioso: realizzare un sito Internet interamente dedicato alla storia del comparto Mice italiano. Organizzato come lo speciale cartaceo (alla rievocazione storica decennio per

decennio dei fatti più salienti della meeting industry si aggiungeranno i ricordi dei protagonisti), la versione web sarà parte integrante – ma a se stante – del sito MConline e trasmetterà il valore del comparto Mice italiano anche ai non addetti ai lavori.

di raggiungere con questa pubblicazione è quello di realizzare una sorta di “meeting-pedia”, una vera e propria enciclopedia del congressuale, che ripercorra le tappe evolutive della meeting industry dagli inizi fino ai giorni nostri, con excursus storici ben documentati e con molto spazio ai contributi dei protagonisti.

noi

Anche perché coincide, in buona sostanza, con i quarant’anni della meeting industry, i cui arbori risalgono al cosiddetto “turismo congressuale” dei primi Anni 70, o giù di lì. Occasioni come queste capitano raramente, a dir poco ogni dieci anni, e quindi vanno assolutamente festeggiate con qualcosa di speciale e che, possibilmente, rimanga a testimonianza dei passi fatti e dei risultati raggiunti. Ecco perché stiamo preparando un numero speciale di «Meeting e Congressi», che uscirà alla fine dell’anno e che ha l’ambizione di essere conservato con cura e durare nel tempo (dieci anni almeno). Non è un modo di dire, lo Speciale dei 40 anni di «Meeting e Congressi» non sarà un numero banalmente autocelebrativo, tutt’altro. Lo scopo che abbiamo deciso

DALLA CARTA AI BIT Il format, se vogliamo paragonarlo a qualcosa di già noto al pubblico, si ispira a quello di “La Storia siamo Noi”, programma televisivo di approfondimento condotto da Gianni Minoli per la Rai, naturalmente in versione cartacea e – in perfetta sintonia con l’evulozione editoriale di questi ultimi decenni – anche web (cosicché tutti la possano consultare, addetti ai lavori, studenti, semplici curiosi). Ripercorreremo quindi 40 anni di Mice per riscoprire come eravamo e come siamo cambiati, nella vita di tutti i giorni per avere dei riferimenti temporali, ma soprattutto in tutti gli aspetti del nostro comparto economico, dai meeting aziendali ai viaggi incentive, dai primi eventi b2b a quelli multitasking e multitarget dei giorni nostri, all’architettura dei centri congressi al design delle location più moderne, passando per la tecnologia, i trasporti, i servizi ancillari… Accanto a questa rievocazione “storica”, che sarà trattata con un taglio documentaristico, raccoglieremo anche i ricordi dei protagonisti, ovvero di quei personaggi, di quei brand e di quelle location che hanno fatto, letteralmente, la storia della meeting industri italiana. E infine, naturalmente, ci saranno anche «Meeting e Congressi» e la Ediman, che dal primo numero del 1973 a oggi, di strada, ne hanno fatta davvero tanta. Non sarà possibile ripercorrerla tutta, pagina per pagina, ma anche i giornali, come gli esseri umani, vivono nel tempo momenti topici che li cambiano, li fanno crescere, li migliorano, li rendono “uomini maturi” come ci si aspetta che siano a 40 anni suonati. Pronti ad arrivare ai 50, che in fondo son lì dietro l’angolo…

«Meeting e Congressi» è nata nel 1973. Nello stesso anno nascevano la telefonia “mobile” e il World Trade Center, Novella Calligaris stabiliva il record del mondo degli 800 metri stile libero, i Pink Floyd suonavano “The Dark Side of the Moon” e Marlon Brando vinceva l’Oscar con “Il padrino”

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HOT TOPICS TOPICS HOT location del mese

Location del mese: Aqualux Hotel - Bardolino (Vr)

A forma di acqua TERESA CHIODO

a sempre fulcro della marina veneziana e già in età asburgica centro D dei comuni rivieraschi, Bardolino ha alimentato l’immaginario di Virgilio, Goethe, Lawrence, D’Annunzio e di molti altri, per la dolcezza del clima che caratterizza il Lago di Garda e si rispecchia nel vigore di una vegetazione tipicamente mediterranea. Oggi, l’allure del borgo è rimasta intatta, nel reticolo disegnato dai vicoli

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del centro, nelle ville patrizie incastonate da parchi e nei giardini spettacolari lungo la promenade. Il Benaco, fluido, si immette nella dimensione liquida e avveniristica di Aqualux Hotel, Spa, Suite & Terme, struttura che è un tutt’uno con l’elemento acqua e dal nome si estende al suo perimetro. Il corpo architettonico della struttura, disegnato sapientemente da eco-giochi di


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HOT TOPICS TOPICS HOT location del mese

Preciso equilibrio delle forme, incisiva armonia cromatica, inedite texture, motivi optical e luminosità solari. Tutto converge nel plot immaginifico dell’elemento acqua. Per eventi “cinque sensi” all’Aqualux Hotel Spa, Suite & Terme di Bardolino

L’architettura: essenziale, rigorosa nella forma, così materica e geometrica nella composizione volumetrica, non si erge a protagonista dell’ambiente, ma si offre come cromatismo di una più articolata partitura scenografica

vetro e di luce, pare innalzarsi dall’immensa corte acquatica AquaExperience. Nelle sue molteplici declinazioni legate al benessere e al divertimento, l’hotel è meta ideale per soggiorni leisure e, insieme a un ricco ventaglio di aree attrezzate, servizi e dotazioni di alto livello, punto di riferimento per il segmento congressuale. “Bien vivre tout court” è la filosofia che fin dalle prime fasi di ideazione ha dato forma al progetto da cui è scaturita la struttura. Il cuore trasparente di Aqualux è anche verde, nel Dna della sua dimensione progettuale e nella rigogliosa vita arborea che avvolge la corte AcquaExperience con ulivi, percorsi acquatici, macchie sempreverdi, folte oasi di bamboo, sapientemente contrastate da installazioni luminose in acciaio. Magnifico è l’hortus conclusus dove ritrovare equilibrio e serenità. ANIMA ECO Sostenibilità e charme inseriscono Aqualux nel panorama di un hôtellerie all’avanguardia. La struttura vanta di

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HOT TOPICS TOPICS HOT location del mese

Bardolino (Vr)

Una trama ordinata e mossa a un tempo regola spazi che sembrano moltiplicarsi e rincorrersi dall’interno all’esterno

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essere tra le prime, non situate in Alto Adige, ad aver ottenuto la pre-certificazione Clima Hotel che attesta con estremo rigore la sua anima eco. L’idea di benessere non si radica quindi soltanto nella variegata offerta legata alla spa e alle acque termali, ma inizia da quando ci si affaccia sulla soglia; si fonde nella tipologia dei materiali bio-compatibili utilizzati per la sua costruzione (il legno costituisce l’ossatura “100% green” dell’hotel e degli accorgimenti per l’isolamento), e

nell’impiego senza compromessi di energie rinnovabili e della geotermia. ACQUA: MATERICA DEMIURGICA Cuore pulsante della struttura è la sua corte acquatica AquaExperience, attorno alla quale si sviluppa un perimetro di pareti-vetrata. Qui troviamo otto piscine (sette di acqua termale e una di acqua salata) per un percorso che senza cesure collega interno ed esterno. Durante l’inverno, i vapori che salgono verso l’alto regalano


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HOT TOPICS TOPICS HOT location del mese

C’è l’esplicarsi di una volontà di impressivo ed espressivo rapporto ambientale dove tutto sembra evidente, ma ogni cosa giunge inattesa

un colpo d’occhio di grande suggestione. Nella zona outdoor, oltre a una piscina per bambini, sono presenti una vasca di ben 250 metri quadrati comunicante con un’altra vasca interna, raggiungibile a nuoto; poi ancora: differenti percorsi di acqua corrente, una zona dedicata al nuoto, stazioni idro e aeromassaggio, una vasca di acqua salina dedicata al relax, situata a un differente livello rispetto alle altre, e una piscina Whirpool con sedute sagomate. Tutte le piscine sono circonda-

te da spazi e terrazze. Forme e dotazioni particolari caratterizzano le vasche indoor. Si distinguono quella a forma di T rovesciata e la vasca Whirpool circolare a forma di “coppa di champagne”, che sembra emergere dalle acque sottostanti e accessibile attraverso un ponticello sopraelevato. Il posizionamento strategico di sistemi di controllo permette di coordinare coreograficamente l’illuminazione di tutta la zona. Il caleidoscopio che nelle ore serali e notturne tinge l’acqua delle piscine ridi-

AQUALUX HOTEL

È l’acqua che collega le diverse parti dell’hotel, in un fluido tutt’uno tra interno ed esterno segna incessantemente l’hotel, dando agli ospiti lo spettacolo di un spazio che si sviluppa dinamico. Durante il giorno il relax di “AquaSpa & Wellness” è illuminato da una luce naturale che filtra da forature del soffitto aperte in funzione dell’angolo di incidenza dei raggi solari. La zona comprende: mille metri quadrati di benessere con sei cabine dedicate ai trattamenti estetici, idro e fangoterapia, una private spa, quattro saune, due bagni a vapore, una fontana di ghiaccio, un calidarium e un solarium. Ampio è il programma dei trattamenti personalizzabili sulla base delle caratteristiche degli ospiti. Tra i partner della cosmesi, Natura

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HOT TOPICS TOPICS HOT location del mese

Bissé: pioniere della sperimentazione scientifica di prodotti naturali riservati ai trattamenti viso e corpo. Al piano terra è presente anche una zona fitness di 130 metri quadrati; anche qui il perimetro è delimitato da un’ampia vetrata che si affaccia sul giardino. Il binomio Aqualux Spa Suite & Terme e Bardolino è una dimensione contemporanea di armonia, sia leisure sia business, un’esperienza di rigenerante benessere

SPAZI PER OGNI ESIGENZA

MEETING ALL’INSEGNA DELLA FLUIDITÀ L’elemento acqua rispecchia un paradigma di comunicazione profonda, ricettiva e rinnovatrice delle energie, capace di attivare canali paraverbali, sensoriali ed emozionali. Questo è il filo conduttore che va a perfezionare lo spazio ritagliato ad hoc delle aree polifunzionali, dal perimetro mobile, dotate di attrezzature hi-tech all’avanguardia e firmate Crestron. Gli spazi sono adatti a differenti tipologie di evento: plenarie, team building e board meeting. Una menzione a sé merita la possibilità di

Tutti gli ambienti sono valorizzati da sistemi impiantistici precertificati Clima Hotel e possono essere personalizzati in relazione alle esigenze del fruitore. La filosofia che guida lo staff di professionisti deputati a seguire il cliente in ogni momento dell’evento, dalla progettazione alla realizzazione, è la cura maniacale di ogni dettaglio per escludere il caso dal ventaglio delle variabili. Prezioso il loro ruolo di consulenti per l’individuazione dei migliori partner e fornitori. Direttore dell’hotel: Francesco Cirillo Responsabile eventi: Niniane De Vecchi ¢ SALE CONGRESSI

Numero sale: 5 Capacità totale: 670 posti ¢ SALA PRINCIPALE Capacità ad aula: 180 posti Capacità a teatro: 250 posti ¢ ALTRE INFORMAZIONI Aree espositive: 450 metri quadrati Ristorante: 160 posti Parcheggio auto: 130 posti

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¢ SERVIZI TECNICI E AUDIOVISIVI

Video proiettore ProAV tecnologia Crestron 4000 Ansilumen Touchpanel Isy tecnologia Crestron Microfonia - Wi-fi Palco nella sala principale ¢ CAMERE Numero totale camere: 113 Suite: 33 Doppie: 80

ospitare presentazioni di auto e motovetture, con accesso attraverso un percorso di aperture studiato in funzione di questa particolare tipologia di evento. Il garage sotterraneo della struttura, con 130 posti auto, è collegato direttamente all’area congressi. Per la degustazione di una preziosa selezione di sigari e liquori d’annata è presente un’elegante Smoking Lounge, dove è possibile organizzare momenti post dinner ad hoc. Anche il bar Sparkling Lounge, con le sue comode sedute all’aperto e una lista di originali cocktail, permette di vivere in un’atmosfera contemporary living anche nei momenti più formali. Sorprendente è la combinazione fra le differenti proposte beverage e gli sfiziosi piatti di piccola cucina pret à manger creati ad hoc dallo chef. Fra i plus dell’area meeting: una cantina di vini e oli selezionati fra i prodotti migliori del Garda. FORME, CROMATISMI E GUSTO Emanazione di un progetto che radica la sua anima nel mimetismo dei ritmi e delle armonie della natura, i cromatismi delle 113 camere si richiamano prevalentemente alla gamma delle terre naturali con alcune nuance vivaci a fare da contrappunto. Tonalità, materiali e combinazione di forme si ottengono attraverso una sapiente alternanza di similitudini e contrasti. Il dialogo fra angoli e curve crea un delicato movimento che non soltanto valorizza la fruizione degli spazi, ma anche la loro percezione. I bagni sono tutti in grès porcellanato beige e in 21 suite (che arrivano a misurare sino a sessanta metri quadrati e dispongono di un letto rotondo di 2,30 metri) le sale da bagno sono due: una con vasca Jacuzzi, l’altra con un’ampia zona doccia e area toilette. Tutte le camere sono raffreddate o riscaldate secondo i principi dettati dalla eco-climatizzazione e si suddividono in Comfort Room & Aqua Room, Round Suite, Garden Suite & Family Suite.


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HOT TOPICS TOPICS HOT location del mese

Aqualux Hotel Bardolino (Vr)

Disegni di luce per una nuova, sorprendente, estetica dell’eco-hotellerie

La brigata di cucina, guidata dallo chef Angelo Ruatti, predilige materie prime eccellenti che nobilita con la qualità dell’offerta gastronomica e la versatilità dei ristoranti Italian Taste e Drops Food & Wine. Il primo può accogliere 160 ospiti ed è perfetto per colazioni di lavoro e cene – a buffet e placé –, il secondo, à la carte, è il luogo ideale per piccole colazioni o cene raccolte. Accurata e raffinata la mise-en-place che si sposa con la superba vista sul giardino, nei mesi estivi, dalle terrazze e aree esterne, in quelli invernali dalle ampie pareti-vetrata.

Sigurtà. La vicinanza con location di prestigio e aree enogastronomiche di eccellenza offre l’opportunità di organizzare eleganti e raffinate cene di gala. Divertente la possibilità di partecipare a un tour in Vespa o a bordo di auto d’epoca. A disposizione numerosi servizi di noleggio declinabili ad hoc di motonavi, motoscafi e velieri storici. indirizzi a fine rivista

POST CONGRESS Numerose sono le mete raggiungibili nei dintorni anche via acqua, direttamente dal molo di Bardolino, da cui partono quotidianamente traghetti per le principali località: Lazise, Limone, Torri del Benaco, Maderno e Riva del Garda. A pochi chilometri si trova Verona. Ampia è la possibilità, in ogni stagione, di potersi intrattenere con attività sportive e ludiche. Lo sport si distingue sull’acqua con vela e windsurf, da Malcesine a Riva, ma anche nell’entroterra con un sorprendente intreccio di percorsi per bicicletta e mountain bike, trekking e nordic walking. Da segnalare il parco-giardino

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HOT TOPICS lettere senza francobollo

eometria? Rimandati! Ignorano la piramide e il semicerG chio (vulgo, la curva)! Ostentano curriculum, incarichi e relazioni al top, ma quando legiferano i risultati sono sovente devastanti. Prendete il redditometro, per esempio, lo strumento inventato dal nostro Fisco per indagare i contribuenti onesti, caso mai gli passasse per la testa di condurre un tenore di vita incongruo con la loro dichiarazione dei redditi. Facendo sfoggio, che so, della crociera “Le città del sole”, otto giorni a bordo di Costa Favolosa (Savona, Napoli, Catania, Malta, Barcellona; ragazzi fino a 12 anni gratis), 390 euro tutto incluso. Oppure acquistando per 339 euro a persona, dal tour operator Yalla Yalla, sette notti in camera doppia, trattamento“soft all inclusive”, al club Le Mirage Moon Resort di Marsa Alam, Mar Rosso (Sharm ormai è cheap e frequentata solo da commoner). Magari pagando a rate. Oppure rompendo il “porcellino” in cui per tutto l’anno hanno pazientemente accumulato euro dopo euro. Rinunciando al caffè, magari. Non è che se i nostri malcapitati turisti, per una vacanza, avessero scelto destinazioni domestiche, persino privilegiando destinazioni sobrie come gli agriturismi, il sospetto dell’occhiuto Fisco nostrano sarebbe stato minore. Non avrebbe fatto differenza, né sconti, impegnato a “educare” i contribuenti-consumatori italiani a favorire le strutture turistiche nazionali invece di esportare risorse economiche verso mete organizzazioni e fornitori di servizi turistici stranieri. Anche queste spese, infatti, saranno “parame-

in my opinion

Geometrie oscure trate” con il tenore di vita “campione”stabilito e valutate se matching con l’income del soggetto-viaggiatore. Così, tanto per incentivare il turismo, colonna portante del nostro Pil. Dato che, secondo il World Travel & Turism Council, nel 2011: «il contributo diretto (quindi escludendo quelli indiretti e indotti) al Pil italiano del settore viaggi e turismo è stato 51,4 miliardi di euro (ovvero il 3,3 per cento del Pil)… Questo dato riflette principalmente l’attività economica generata dall’industria turistica e quindi alberghi, agenzie di viaggi, compagnie aeree e altri servizi di trasporto passeggeri (esclusi i servizi strettamente legati ai pendolari), ma comprende anche altre strutture come ristoranti e affini e strutture di svago toccate direttamente dal turismo». Bearing in mind questi dati, che cosa ti pensano i nostri esperti governativi di governance? Il redditometro appunto. Con il turismo nella tacca di mira. Come sottolineava Travelnostop il 16 gennaio 2013: titolo,“Nuova tegola sul turismo, il redditometro uccide i viaggi”; sottotitolo, “Ma non interessa solo il lusso e i 5 stelle, colpite anche le piccole prenotazioni”; catenaccio, “Non bastava la crisi. Ci si mette pure il redditometro che per operatori turistici e agenzie di viaggio rappresenta un nuovo disincentivo per gli italiani a viaggiare. Negli

C’è la crisi? Colpisce anche il turismo? E noi che cosa facciamo? Ci inventiamo lacci, lacciuoli e balzelli per deprimerlo ancora di più. Somari elevati al cubo! ultimi mesi, infatti, il giro d'affari del settore ha avuto un crollo del 20 per cento”. Se poi vogliamo parlare di seasonal adjustment, ricettività alberghiera e altre forme di turismo che non sia solo quello just for pleasure – il business travel, per intenderci, ma non solo quello – i più penalizzati sono gli hotel 5 stelle, peraltro già tartassati (woe to them!) dai codici etici, di Farmindustria in primis, che cosa rimane a quei poveracci di imprenditori? L’incoming dall’estero, sempre più difficile e concorrenziato? Stanno freschi anch'essi, non solo i turisti! Conclusione? No comment. Ai nostri lettori, però, a questo punto dobbiamo scuse, e una spiegazione. Le scuse sono per il continuo ricorso ai lemmi inglesi. In psicologia ciò si definisce “effetto imitazione”; ovvero: anche noi, che non siamo snobish né choosy, e che conosciamo la geometria, abbiamo l’ambizione di essere cool come i nostri più celebrati MPs. La spiegazione, se qualcuno si fosse distratto: la piramide? Quella di Maslow. La curva, invece, era quella di Laffer.

PIER GIORGIO COZZI Giornalista, saggista e docente di marketing e comunicazione pgcozzi@fastwebnet.it

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HOT TOPICS zanità

in my opinion

Una modesta proposta hi ha ricordi scolastici a lunga gittata rammenterà il C pamphlet satirico che Jonathan Swift compose nel 1729 dal titolo “A modest proposal” e dall’eloquente sottotitolo: “per evitare che i figli degli irlandesi poveri siano un peso per i loro genitori o per il Paese, e per renderli un beneficio per la comunità”. Ecco, oggi vorrei, benché indegnamente, pormi sulla scia di cotanto scrittore e descrivervi una mia proposta, altrettanto modesta se non di più, per evitare che i figli dei Pco poveri siano un peso per il mercato europeo o per il nostro Paese, e per renderli un beneficio per la comunità. Antefatto: in Italia, come tutti sanno, c’è un eccesso di burocrazia. Al confronto con la quantità e la farraginosità dei moduli che lo Stato ci passa da compilare, foss’anche solo per acquistare due matite, l’estero la vince sempre. Il problema è che questo benedetto Stato è recidivo: non ha ancora capito di dover muovere grossi passi verso la semplificazione, pena ulteriori perdite nella competitività internazionale delle nostre imprese. Non avendolo capito, ogni provvedimento che il Palazzo adotta è per peggiorare le cose, non per migliorarle. Prendiamo per esempio i congressi. Forse non tutti sanno che se un’associazione internazionale con sede all’estero affi-

da a un Pco italiano un congresso, e il bilancio di questo congresso si chiude con un utile, che in quanto tale va restituito al committente, il fisco italiano esige che il Pco applichi alla transazione il 30 per cento di ritenuta d’acconto. Avete letto bene: 30 per cento di ritenuta d’acconto. Ai danni di una società straniera che nel suo Paese le tasse le paga già. Il nostro ministero delle Finanze, richiesto tempo fa di spiegare il motivo di questa incredibile cedolare secca, rispose che nel caso dei congressi medicoscientifici i cosiddetti accordi di doppia imposizione – che prevengono appunto dal dover pagare la stessa imposta due volte, una nel Paese di residenza e l’altra all’estero – non sono riconosciuti perché la materia è complessa e la natura della tassazione non è del tutto chiara. È vero che, a seguito della decurtazione, l’associazione potrebbe chiedere il rimborso seguendo una procedura stabilita: ma a una società scientifica che una volta avviò un’azione in tal senso, mal gliene incolse. La richiesta fu respinta. Faccio notare, a completare il quadro assurdo, che l’Italia è l’unico Paese in Europa a non riconoscere gli accordi di doppia imposizione per i congressi medici. Altro esempio: la pubblicità diretta dei farmaci. In Italia è proibita. È un divieto che ha

Meno tasse e meno burocrazia. Se le elezioni non si fossero appena concluse sembrerebbe uno spot elettorale. E invece è l’unica via per salvare i congressi medici intenti nobili e in generale condivisibili, ma non si capisce perché debba essere esteso anche alle aree espositive dei congressi. Quale rischio c’è, ditemi, se la casa farmaceutica tal dei tali esibisce un cartello col nome di un proprio antibiotico nell’ambito di un congresso riservato agli specialisti? C’è forse da temere l’irruzione di cittadini suggestionabili che, persuasi dalla reclame, si facciano venire la voglia di una sciroppata? Non stupisce che sia tanto difficile attrarre sponsor nei congressi che si tengono da noi. Molto meglio andare all’estero, dove chi paga per uno spazio commerciale destinato in esclusiva ai professionisti può usarlo come meglio crede. Senza contare che la fuga oltre frontiera preserva anche dalle famose tonnellate burocratiche di cui sopra, vedi per esempio i 60 giorni con cui in Italia bisogna anticipare all’Aifa (Agenzia del farmaco) la scaletta del congresso. Per cui, cari amici, eccovi la mia modesta proposta, anzi le mie modeste proposte, perché sono due: e se diminuissimo le tasse? E se facessimo leggi meno assurde?

MAURO ZANIBONI presidente di Mz Congressi mauro.zaniboni@mzcongressi.com

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HOT TOPICS in my opinion

coffee break

Congressi freddi? La fame di “networking” del business moderno ha prodotto un’orgia di social tools, ma i risultati sono stentati. E se tornassimo al vintage, ristilizzandolo un po’? ALDO LO RE giornalista aldolore@alice.it

immersi in un mondo della comunicazione che Sgrazieiamo all’elettronica consente a tutti di esprimersi liberamente davanti a (a scelta:) un singolo individuo in un rapporto one-toone; un uditorio limitato; o anche una massa amplissima di sconosciuti. In questa situazione qualcuno si domanda se il congresso, nella sua forma attuale, possa essere ancora uno strumento valido per la comunicazione di gruppo. Da tale premessa nasce la teoria che mette in relazione la crisi del settore con una certa concorrenza esercitata dalle nuove tecniche e tecnologie di comunicazione. Il problema esiste, ma forse ci si dovrebbe chiedere se gli addetti ai lavori abbiano dimenticato quella legge fondamentale dell’esperienza fondata sul concetto che chi opera deve imparare dai suoi errori. Nell’euforia dei periodi di espansione economica poteva essere accettata senza

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riserve la liturgia del congresso realizzato, copiando soluzioni calate dall’alto della sapienza degli esperti. Il confronto con la dura realtà ha fatto emergere il deficit di utilità di certi eventi e ha spinto gli enti e le aziende che ne devono sopportare l’onere finanziario a tagliare gli stanziamenti, soprattutto quando è apparso che in gran parte erano gravati dai costi dei rituali più effimeri dell’antica pratica dell’organizzazione congressuale. Insomma, si è scoperto che certi convegni producevano più fumo che arrosto e questa constatazione ha contribuito a far stringere i cordoni della borsa anche se non sono ancora apparse valide alternative. Perché solo il vecchio congresso garantisce il calore del contatto umano, il valore di uno stare insieme che non non potrà mai essere sostituito da un gelido “chattare”. Davanti al computer e ai tablet le parole diventano fredde opinioni generate da un battito di tasti e allineate su uno schermo vitreo, e guardandoci nel monitor partecipiamo a un congresso freddo perché su Internet si è insieme da soli. La presenza fisica offre esperienze incomparabili di interazione umana mentre il

web più che unire ci separa perché per farci incontrare ci costringe a seguire procedure complicate, usare codici segreti, password personali, rispondere a domande che nascondono un trabocchetto. La conferenza elettronica non potrà mai sostituire la pratica del parlare e ascoltare e il congresso non sarà mai sostituito dal “network” che è un fenomeno interamente basato sulla tecnica e su formule matematiche che indubbiamente sono utili ma, in sostanza, comprimono quella naturalità a cui è difficile che l’uomo possa rinunciare. Attraversiamo un periodo di incertezze perché il futuro nessuno lo conosce e tanto meno certi guru più volte smentiti dai fatti che avevano erroneamente predetto. Abbiamo dovuto constatare che non sono credibili neppure le previsioni che nascono nelle Università dove si studiano materie che sono utili ai professori che ci guadagnano lo stipendio ma producono “esperti della comunicazione” che poi non trovano una conferma nel difficile confronto del mercato. L’uomo, almeno finora, è riuscito a descrivere solo il passato ma è augurabile che una finestra sul futuro si possa aprire magari tornando al passato. Nel nostro campo si tratta di affrontare un cambiamento che equivale a un esame di maturità, che permetterà di rivalutare le antiche consuetudini aggiornandole.


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HOT TOPICS l’altra metà del cielo

el mio primo editoriale del 2013 avevo provato a dare N un segnale di ottimismo, concentrandomi sul fattore umano che ci fa appassionare al nostro lavoro e che ci fa dimenticare sia le fatiche e difficoltà “classiche” del mestiere di event manager, sia le preoccupazioni che si aggiungono in questo momento particolare di mercato sostanzialmente fermo. Volevo cercare di tornare alle radici del nostro operare, ritrovare le motivazioni… ogni tanto ci vuole anche per noi, che siamo sempre impegnati a incentivare e motivare gli altri. Ma tutto quel discorso varrebbe poco se lo lasciassi cadere proprio adesso. E allora, anche su questo numero, proverò a evidenziare qualche altro segnale in controtendenza rispetto al pessimismo imperante. Farò un po’ ciò che fa il salmone, che insieme ai suoi simili va controcorrente. Un po’, esattamente come il salmone è spinto da un istinto atavico, io vado controcorrente per natura, perché non mi riesce proprio di vedere il bicchiere mezzo vuoto; per me, sono fatto così, è sempre mezzo pieno. Ma vado in controtendenza anche con cognizione di causa, basandomi su quello che vedo intorno a me e su ciò che faccio ogni giorno. Il dato incoraggiante, empirico, è che le mie ultime settimane sono state caratterizzate da continue trasferte per la preparazione di tutti gli eventi aziendali. Il 2013 si preannunciava di crisi, e potrebbe sembrare strano che un event manager giri così tanto, in Italia e all’estero, proprio in questo momento. Eppure è

in my opinion

Come un salmone Potrebbe sembrare strano che un event manager giri tanto, in Italia e all’estero, proprio in questo momento. Eppure è così, ma non è solo questione di andare controcorrente per partito preso. Si può ben sperare che le cose stiano davvero cambiando così: un site di qui, un sopralluogo di là, non si sta mai fermi. Quanto e cosa si porterà a casa, dopo tutto questo muoversi, è difficile dirlo; però qualcosa, sicuramente, raccoglieremo. E allora non è solo questione di andare controcorrente per partito preso. Si può ben sperare che le cose stiano davvero cambiando, e che sia alle porte, finalmente, della ripresa che tutti aspettiamo da tanto, troppo tempo. Noi, da parte nostra, dobbiamo continuare a spingere, a credere in quegli investimenti in cui oggi credono in pochi, cioè tutti gli investimenti che ruotano intorno al mondo degli eventi: se non ci crediamo noi, se ci fermiamo noi, siamo perduti. Continuiamo a lavorare, noi in prima linea, per uscire da questo stallo, per dare valore alle nostre proposte, per far capire come l’incentive sia importante, oggi come non mai. E poi viaggiare e muoversi, non dimentichiamolo, fa bene a noi per primi. Girando io trovo e vedo tanta voglia di fare, tanta voglia di impegnarsi, tanta speranza che le cose ripartano. Confrontarsi con ciò che c’è

all’esterno è il modo migliore per ridimensionare le nostre ansie e preoccupazioni, per trovare nuovi stimoli, nuovi modi di vedere le cose, nuove idee alle quali mai avremmo pensato da soli. Parlando con persone diverse si riaccende l’ispirazione. E torna a contare, con tutta la sua forza, quel fattore umano di cui parlavo all’inizio e che davvero fa la differenza, che è capace di illuminare e dare senso a tutta una serie di giornate“no”. Andare controcorrente, così, diventa una sfida e un piacere, perché si ha la certezza che porterà, presto o tardi, a qualcosa di nuovo e di importante. Basta non perdersi per strada e mantenere saldo il timone verso l’obiettivo, proprio come il salmone che è attratto verso la sua destinazione finale da un’energia irresistibile, e non vi si sottrae. Vi auguro di sentire scorrere quell’energia intorno a voi, di essere capaci di coglierla e di trasformarla, finalmente, in una ripresa che sia vera e duratura. Io ci credo e so che il lavoro e gli impegni frenetici di questi ultimi tempi non sono, di sicuro, una fatica vana.

LUCA CORSI Responsabile Comunicazione & Eventi Vorwerk Folletto luca.corsi@folletto.it

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HOT TOPICS ex libris

orse adesso è troppo presto. Siamo ancora tutti estremaFmente coinvolti nella crisi, nei vari problemi che toccano ogni persona (o quasi), e nel vivere quotidiano, perché qualcuno abbia la voglia o la capacità oggettiva di raccontare e riflettere sui cambiamenti che stiamo vivendo. E di cambiamenti ne osserviamo a iosa. Di una metamorfosi vera e propria si tratta. In tutti i campi della nostra vita, ma ovviamente anche nel mondo della meeting industry. Ovidio ha scritto, in versi, “Le Metamorfosi”, partendo dal Caos. Oggi si potrebbero scrivere, anche solo in prosa, le metamorfosi, arrivando al caos. Ma parliamo di noi. Degli eventi. C’è chi sostiene a spada tratta che gli eventi sono passati di moda. Pochi se ne fanno lo stesso, e quei pochi sono piccoli, stiracchiati, fatti di malavoglia. Altri invece dicono che “quelli belli”continuano a farsi. La qualità, la professionalità e il rispetto dei valori “pagano” ancora. Proviamo a dare un’occhiata il più possibile distaccata. Partendo dall’inizio: cosa è un evento? Un evento, una convention, un incentive per tanto tempo sono stati considerati momenti “goderecci” nei quali dovevano farla da padroni l’aspetto estetico, la location, l’intrattenimento. Gli ospiti dovevano, insomma, tornare a casa contenti per aver “vissuto” momenti non consueti e tendenzialmente belli ed esclusivi. Oggi, per fortuna, i più sanno che, date per acquisite le caratteristiche di cui sopra (che non devono subire degrado alcuno), l’evento è prima di tutto un

in my opinion

Le metamorfosi momento di comunicazione aziendale. Ecco allora che, da questo punto di vista, bisogna riconsiderare tante cose. Non basta “farli contenti”, ma bisogna far passare un messaggio. Ed è così che si passa dalla parola “spesa” al termine “investimento”. E l’investimento in comunicazione è difficilmente contestabile: non c’è proprio nessuno che, anche nei momenti di crisi non riconosca l’importanza e l’ineluttabilità della comunicazione. “Se non comunichi non esisti” e se vuoi che gli altri si occupino di te devono sapere chi sei, cosa fai, come lo fai e quali vantaggi offri loro. Allora, siamo d’accordo che la comunicazione non si può trascurare? Osservazione numero due. Per comunicare si hanno a disposizione vari strumenti, da quelli tradizionali a quelli più in voga (leggasi social network). Non mi addentro nei secondi, che meritano capitoli specifici e per i quali voglio solo dire che hanno bisogno, alle spalle, di persone (e magari anche tante) che si curino quotidianamente del rapporto con gli altri. Ma sui primi dico solo che tutti, esperti e no, sono concordi nel dire che il più efficace è l’incontro di persona. E cosa sono gli eventi se non incontri diretti con gli interlocutori? E allora, siamo d’accordo che gli eventi meritano grande considerazione? Ma, anche se siamo d’accordo su questi due punti, qui scatta l’obiezione: ci sono meno soldi da inve-

È cambiato tutto, tranne il modo di costruire gli eventi, che pure danno ancora risultati apprezzabili. Rivisti in chiave più moderna, che successo avrebbero? stire. E quindi a volte si deve rinunciare. Qui sta l’errore. Non si deve rinunciare. Si deve fare in modo diverso. A parte il fatto che tutta la comunicazione, nei suoi vari strumenti, sta cambiando, quello che andava bene e trascinava l’applauso solo ieri, oggi non è più gradito. E allora bisogna adeguarsi, annusare bene l’aria, tenere su le antenne e dare all’interlocutore quello che si aspetta. Oggi pochi dicono che si debba sostenere il brand mentre fanno un tifo sfrenato per spingere a conoscere i desiderata del pubblico per dare le risposte attese. E allora, se stanno cambiando gli attrezzi del mestiere, devono anche cambiare le modalità con cui si propongono. Attenzione maniacale alle spese (caro cliente, siamo sulla stessa barca quindi io mi preoccupo di farti investire bene i tuoi soldi), taglio dei fronzoli (senza abdicare alla qualità), ricerca del nuovo e del creativo (magari senza esagerare, a piccoli passi). Insomma tagliare no. Cambiare sì. Se c’è stata una metamorfosi (e c’è stata) bisogna prenderne coscienza e adeguarsi. Siamo d’accordo?

UGO CANONICI Presidente di Cleis ugo_canonici@cleis.it

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VIAGGI INCENTIVE

Siamo a una svolta?

L’incentive, più di altre branche della motivazione aziendale, ha sofferto della stretta economica degli ultimi anni. Ma ora, una ricerca sembra aprire nuove speranze. C’è da crederci? Gli addetti ai lavori italiani sono molto cauti, ma l’ottimismo si fa strada GIULIO CARLONI

ornano a essere positive le previsioni di mercato per l’incentivazione. Ad T affermarlo è una indagine pubblicata a fine 2012: il Site Index Annual Survey, commissionata dall’associazione internazionale dei cultori dell’incentivazione, che ha fatto intervistare 122 professionisti da 22 diverse nazioni. L’86 per cento delle aziende intervistate prevede di aumentare l’utilizzo di viaggi motivazionali nel medio periodo (nel prossimo triennio) anche se non nell’immediato futuro (prossimo trimestre). Altri dati

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della ricerca confermano una maggiore fiducia attribuita agli incentive: non cresce la tendenza a misurarne i ritorni (Roi o Roo), si stabilizza anche la propensione ad avere viaggi misti di lavoro e gratificazione, mentre cresce la domanda per attività di Corporate Social Responsibility e iniziative ecosostenibili.

FACCIAMO IL PUNTO Il Site Index Annual Survey, dunque, porta con sé buone notizie, specie se si connette questa aspettativa con l’annuncio fatto dal centro studi della Confindustria a fine gennaio 2013: l’economia italiana è ormai prossima a uscire dalla crisi, è finalmente vicina alla ripresa, dopo cinque lunghi e dolorosi anni di recessione; e la risalita arriverà nel secondo semestre del 2013. Però… c’è un però grosso come una casa che molti operatori del settore esprimo-


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VIAGGI INCENTIVE no senza troppe esitazioni: la ricerca Site si riferisce alle intenzioni, obiettano, e com’è noto di buone intenzioni si dice sia lastricata la strada per l’inferno. Quanto al comunicato confindustriale, queste rasserenanti prospettive sul mercato italiano nell’immediato futuro vengono diffuse – guarda caso – in periodo elettorale da un organo che è stato spesso filogovernativo, quasi per definizione. Verissimo, non è sempre stato così. Confindustria negli ultimi mesi ha mandato considerazioni abbastanza brusche al governo. C’è stata la disinvolta definizione data da Giorgio Squinzi della riforma del lavoro firmata Fornero («una boiata»), e la sferzante enunciazione della situazione costituitasi anche grazie all’austerità montiana: «Il Paese è nell’abisso (…). I danni economici fin qui provocati dalla crisi sono equivalenti a quelli di un conflitto e a essere colpite sono state le parti più vitali e preziose del sistema Italia». Ma Confindustria resta un’istituzione cui è difficile ascrivere una militante politica anti-governativa. E a ben vedere, l’analisi poteva essere assai più dura, specie per quanto concerne recessione e disoccupazione. Le valutazioni del Pil sono state ancora ribassate: per il 2012 al -2,4 per cento (dal -1,6); per il 2013 al -0,3 per cento (dal +0,6). La recessione è quindi più intensa di quanto si temesse. Quanto alla disoccupazione, dicono le previsioni che il 2013 andrà in archivio con un milione e 482mila posti di lavoro in meno dal 2008, inizio crisi. La disoccupazione, salita al 10,9 per cento a fine 2012, toccherà il record del 12,4 per cento nel quarto trimestre 2013 (13,5 per cento con la Cassa integrazione guadagni). Fatto sta che quell’annuncio di ripresa nel secondo semestre 2013 a molti sembra più in linea con una volontà ottimistica di crescere che con una reale aspettativa di ripresa. Nouriel Roubini, l’economista americano che meglio conosce l’Italia, sui tempi per ottenere un recupero completo si mantiene cauto: «È opinione diffusa che la ripresa cominci nella seconda metà del 2013. Secondo me bisognerà attendere i primi mesi del 2014». E fino a quando non ci sarà ripresa autentica di tutto il sistema-Paese, ipotizzare una ripresa del solo comparto incentive appare quanto meno incongruo.

OTTIMISMO GIUSTIFICATO? Un maggiore interesse per i viaggi, dopo anni di quasi assoluta stasi, però si avverte. Lo ammette anche Giancarlo Giumelli, storico protagonista del settore e titolare di Giumelli Incentive, il quale però ricorda anche che cinque anni di difficoltà economiche hanno lasciato un segno profondo in termini di disponibilità di budget e di aspettative del cliente: «Il vero comune denominatore di oggi è il desiderio di spendere non solo il meno possibile, ma magari anche meno, meno del meno possibile». Giumelli racconta di richieste di viaggi a Praga, per tre giorni, con budget tra i 300 e i 500 euro tutto incluso; o di brief riguardanti long week end a Londra – certamente fra le capitali più costose al mondo – per i quali son stati stanziati soltanto 1200 euro pro capite, cena di gala compresa… pretendendo che l’hotel sia un 4 stelle superior. «Questo è ciò che sta avvenendo: le aziende sono in cerca dell'impossibile. Piuttosto che operare in questa situazione sarebbe meglio aspettare ancora qualche anno per far riprendere la tendenza al viaggio incentive!», afferma Giumelli con rammarico. E fare i conti con queste briciole, spesso insufficienti per un viaggio appena dignitoso, dev’essere insostenibile per chi ha ideato, organizzato e realizzato viaggi incentive straordinari nei cinque continenti, comunicandoli ai partecipanti con dovizia di particolari e con materiali di grandissimo impatto. Sembra passato un secolo, parliamo in realtà di poco più di un decennio fa. Quando i viaggi erano corredati di folder di presentazione, magari di grande

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GIANCARLO GIUMELLI, titolare di Giumelli Incentive: «Il vero comune denominatore di oggi è il desiderio di spendere non solo il meno possibile, ma magari anche meno, meno del meno possibile. Piuttosto che operare in questa situazione sarebbe meglio aspettare ancora qualche anno per far riprendere la tendenza al viaggio incentive!»

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GIUSEPPE ORLANDI, amministratore delegato di B2U: «Tutto può cambiare, ma negli ultimi tempi i viaggi sono calati in termini di numero assoluto, d’investimento pro capite, di tipologia di clienti disposti ad adottarli come strumento per motivare i propri uomini; e in queste condizioni, la rinascita del viaggio d’incentivazione sembra più un wishful thinking che un’ipotesi concreta»

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formato, ricchi di suggestive foto a colori e spesso corredati da oggetti che, oltre a diventare gadget per il destinatario, s’inserivano coerentemente nella presentazione della meta, a tutto beneficio della voglia di partecipare alla gara e di vincere il premio. Quando una campagna di comunicazione manteneva attivo l’interesse del singolo destinatario con follow up periodici, e la percentuale di chi vinceva il premio si collocava fra il 10 e il 20 per cento dell’universo coinvolto in campagna (ora si veleggia attorno al 5, a volte anche meno). «Ma quel che è peggio – sostiene Giumelli – è che assistiamo alla ricomparsa sul mercato di un certo numero di nuovi operatori improvvisati, agenzie di comunicazione che si mettono a fare i viaggi incentive, agenzie di Pr che organizzano convention…». Uno degli effetti benefici della crisi era stato quello di professionalizzare il settore, escludendo i meno capaci e lasciando il mercato in mano a esperti di settore; la ricerca del lowest possible cost rischia di riportare in auge figure che non hanno competenza specifica e, dunque, non sanno dare peso adeguato alle motivazioni incentivanti. WISHFUL THINKING Giuseppe Orlandi, amministratore delegato di B2U – agenzia milanese del Gruppo Next – è scettico circa una ripresa a breve termine. «Tutto può cambiare, e ovviamente saremmo ben lieti se la ricerca Site avesse colto nel segno. Negli ultimi tempi, però, i viaggi sono calati in termini di numero assoluto, d’investimento pro capite, di tipologia di clienti disposti ad adottarli come strumento per motivare i propri uomini; e in queste condizioni, la rinascita del viaggio d’incentivazione sembra più un wishful thinking che un’ipotesi concreta». Il manager B2U ricorda che non fanno più viaggiare i concessionari e i loro venditori le case automobilistiche, un tempo big spender, ora in grave crisi data la contrazione del mercato. Resistono le campagne con viaggio finale destinate a distributori e grossisti del food & beverage, della ricambistica e degli accessori auto e

UN VIAGGIO INCENTIVE PERCHÉ… …non è solo un’evasione dal tran tran quotidiano: ¢ riconosce l’impegno e le abilità dimostrate tramite i risultati conseguiti ¢ crea o consolida rapporti interpersonali, tanto dei partecipanti tra loro quanto con il

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management aziendale ¢ genera e trasmette senso d’appartenenza e spirito di squadra ¢ carica d’energia in vista di nuove sfide ¢ lascia indimenticabili ricordi nella memoria dei viaggiatori.

moto; resistono quelle per le reti assicurative (campagne ancora piuttosto ricche, ben sopra alla media del mercato); resistono quelle per i promotori finanziari e per le reti di vendita multilevel… ma le banche, per esempio, hanno spesso tagliato questo tipo di investimenti, e se devono motivare i propri uomini preferiscono farlo con altri mezzi: viaggi abbinati a corsi di formazione, tanto per citarne uno, che sembrano più consoni alla professionalità degli incentivati e alla fase di difficoltà che il Paese sta vivendo. E comunque, la strenua attenzione ai costi ha fatto sì che si sia ridotta la durata e la distanza dei viaggi, sino a rivalutare le mete europee e persino quelle domestiche; ora che Paesi vicini (ed economici!) come l’Egitto o la Tunisia sono diventati meno sicuri. «C’è anche un problema d’immagine», ammette Orlandi. «Molti clienti, pur riconoscendo il valore motivante del viaggio incentive, non hanno piacere di parlarne in pubblico. Le traversie economiche hanno spesso portato a dover ridurre il personale, merger e acquisizioni d’aziende hanno generato


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problemi d’esuberi… e anche se si parte per un viaggio incentive solo a fronte di certi obiettivi già raggiunti, non sembra consono ai tempi andare a divertirsi in qualche località esotica mentre per altri si prospettano condizioni di mobilità o di dimissione». E così è, in effetti. Un esponente del marketing di una società operante in ambito finanziario ha risposto alle nostre domande ma non ha voluto concedere un’intervista vera e propria: i vertici aziendali preferiscono che non si facciano comunicazioni ufficiali, a questo riguardo. I viaggi si continuano a fare: più attenti ai costi, meno sfarzosi, ma si fanno. E se per i promotori sono le mete europee a far la parte del leone, vi sono anche viaggi di lungo raggio per

esponenti al top. Il calcolo del Roi, sempre auspicato, resta ancora in larga parte iscritto nel libro dei buoni propositi, come peraltro la scelta di seguire con rigorosa attenzione indirizzi ecocompatibili per le azioni poste in essere. «Queste cose valgono più per i meeting aziendali, per le convention, in cui le persone coinvolte sono tante e certi dati – eticamente e socialmente rilevanti – possono essere magnificati a tutto beneficio dell’immagine aziendale; ma un viaggio incentive è un premio per risultati già prodotti che spetta a un piccolo gruppo di meritevoli: che vadano, si divertano e tornino carichi d’energia per nuove sfide. È questo che conta!».


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VIAGGI INCENTIVE

BANCHE E INCENTIVE Se c’è un momento in cui le banche non godono di buona stampa, è quello che stiamo vivendo. L’affaire Monte Paschi è solo l’ultimo, in ordine di tempo, di una serie purtroppo corposa di scandali che vedono il risparmiatore – e le sue sostanze – alla mercé di top manager senza scrupoli. «Guarda che roba! Hanno messo i miei soldi a rischio e loro parto-

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LUCA CORSI, Communication & Events manager presso Vorwerk Folletto: «Per noi, in azienda, il viaggio incentive è sempre uno strumento d’incentivazione prioritario. E se di revival parlano le ricerche di settore, forse qualche altra azienda sta cominciando a pensare che la motivazione del personale non sia solo un costo»

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no per il viaggio premio…». Sembra già di sentirla, la protesta della gente. Come se la colpa delle malversazioni dipendesse dal giovane consulente finanziario o dal piccolo private banker. E allora, niente viaggi incentive: i subordinati restano a casa (e, magari, rischiano il posto di lavoro per risanare il buco che gli alti papaveri hanno creato). MOTIVARE NON È UN COSTO! Chi invece non ha alcuna remora a parlare dei viaggi è Luca Corsi, Communication & Events manager presso Vorwerk Folletto. «Per noi, in azienda, il viaggio incentive è sempre uno strumento d’incentivazione prioritario. E se di revival parlano le ricerche di settore, forse qualche altra azienda sta cominciando a pensare che la motivazione del personale non sia solo un costo… Non credo, però, che la previsione di ripresa riguardi il mercato italiano, almeno per ora. Più probabile che qualcosa si stia muovendo nei mercati del nord-est europeo». In tempi bui come quelli che stiamo

vivendo, in cui troppi vertici d’impresa cercano di spacciare ai dipendenti come un privilegio il fatto di mantenere il proprio lavoro, sentir citare il valore della motivazione del personale come elemento produttivo e positivo per l’intera azienda (non solo come costo!) allarga indubbiamente il cuore. Le parole dell’architetto Corsi rivelano sicurezza e fiducia. «Non vi sono stati cambiamenti di rilievo, negli ultimi anni. Una grande attenzione al rispetto del budget, questo sì, ma nessun pauperismo forzato: i nostri viaggi sono eventi d’eccellenza che coronano storie di successo, sono momenti esclusivi per persone esclusive che appartengono ad un'azienda esclusiva. Per una realtà come Vorwerk Folletto, una forza vendita motivata e proattiva è davvero un asset irrinunciabile; ben vengano allora i viaggi – a breve o a lungo raggio – che riconoscono l’impegno profuso dal 15-20 per cento al top con mete commisurate ai risultati prodotti. Ogni anno portiamo in giro per il mondo un migliaio di persone circa: perlopiù in Europa per qualche giorno, ma per i fuoriclasse delle vendite ci sono viaggi di ben più lunga portata e durata. Fra le mete degli ultimi anni c’è stato il Canada, il Brasile, il Perù… e in questi casi, servono almeno dieci giorni per vivere appieno un’esperienza indimenticabile». I concetti espressi da Luca Corsi erano la regola, un tempo. Ora sembra quasi d’ascoltare la storia di un’isola felice in cui la crisi degli ultimi anni non ha sovvertito le regole, dove il salario è il corrispettivo per il lavoro svolto e il viaggio incentive è il premio per l’impegno extra profuso nelle proprie mansioni, sino a raggiungere risultati d’eccellenza. Il Site Index Annual Survey dice che, nel medio periodo, un ampio numero d’aziende dovrebbe tornare a ragionare in questi termini. Incrociamo le dita, e speriamo che ci abbiano preso: sarebbe un indice evidente di miglioramento non solo della situazione economica, ma anche della qualità della vita e delle relazioni aziendali.


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Il prezzo è ancora il principale atout per attrarre i viaggi di incentivazione. Ma davvero non esistono altri parametri di scelta? Le destinazioni incentive più amate dagli italiani ci rivelano altre armi. Perché dalla crisi, organizzandosi, si può anche trarre vantaggio MATTEO ROCCA

questi ultimi anni, i professionisti del & tourism hanno dovuto imparaIrentravel a convivere sempre di più con il clima di incertezza e, per così dire, di volatilità che spesso caratterizza le richieste dei clienti: budget dimezzati, brief improvvisi, gare e preventivi da realizzare con tempi da primato, in un contesto generale che stressa all’inverosimile il time to market e non permette più di lavorare con i mezzi e con la visione progettuale di una volta. Tutto vero. Eppure, anche in questi anni così concitati, non si è mai smesso di

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viaggiare. Certo, i planner hanno dovuto cimentarsi più di una volta con l’antico e improbabile esercizio della quadratura del cerchio, per riuscire a far coincidere nel modo migliore risorse limitate e qualità dei servizi offerti; certo, le aziende hanno sempre più spesso richiesto progetti e preventivi per viaggi che sapevano già in partenza di non potersi permettere, solo per avere un’alternativa in più da portare al vaglio del loro management. Ma tutto questo, se da un lato comprova il persistere di difficoltà oramai arcinote, dall’altro dimostra anche che non è mai venuta meno l’esigenza da parte delle aziende di premiare la loro forza vendite, motivare le loro reti, portare in ritiro la squadra per ricaricarla e condividere gli obiettivi raggiunti e quelli da raggiungere, o semplicemente muoversi alla ricerca di nuove opportunità per fare business e aumentare la propria visibilità.


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I viaggi incentive sono calati di numero e di frequenza, in sintonia con tutte le altre voci di bilancio; ma per un certo numero di realtà aziendali non sono mai stati del tutto archiviati. Per fotografare lo stato dell’arte dei viaggi motivazionali di casa nostra, una buona strategia può essere quella di guardare all’Italia dal punto di vista delle destinazioni, specie estere, più gettonate. Come hanno vissuto loro questo periodo che a noi è sembrato così sottotono? Quali strategie hanno adottato per rimanere competitive e continuare ad assicurarsi un buon flusso di visitatori in entrata? In che modo sono andati incontro ai budget bloccati? IL LUNGO RAGGIO NON È UN MIRAGGIO Lidia Martinuzzi, sales & marketing manager di Sun International, ci racconta come è cambiato in questi anni il viaggio incentive in Sudafrica: «Il Sudafrica come destinazione ha sempre avuto un appeal molto forte, che però è senza dubbio aumentato grazie ai Mondiali di calcio del 2010, che hanno influito molto e in positivo sul posizionamento internazionale. Nonostante il numero dei gruppi sia calato a causa della crisi, il Sudafrica ha potuto continuare a fare leva sui suoi molteplici plus. Il più importante è quello di essere l’unica destinazione di lungo raggio con stagioni invertite rispetto all’Europa ma senza cambi di fuso orario: una caratteristica molto vantaggiosa e molto apprezzata da chi organizza viaggi incentive». La possibilità di offrire una destinazione esotica e di gran pregio senza dover pagare il dazio del fuso orario ha permesso di ridurre la durata del soggiorno in modo tutto sommato sostenibile, mantenendo intatta la qualità dell’esperienza e la soddisfazione dei partecipanti. Inoltre, prosegue Martinuzzi, le aziende sono meno disponibili di una volta a mandare lontano dall’Italia le proprie risorse per più giorni di fila.

«Si è passati da una media di sette notti a cinque, e ora giungono molte richieste per pacchetti da quattro notti. Per compensare la riduzione del tempo di soggiorno si punta su un programma molto più ricco, tanto che certe volte sembra quasi impossibile riuscire a fare così tante cose in poco tempo. Ma la destinazione ci aiuta: il paesaggio cambia continuamente, le attività possibili sono moltissime. Non occorre neanche il visto. Inoltre la qualità del food & beverage è molto elevata, e questo come ben sappiamo è un elemento tra i più importanti dell’incentive». Per ottenere questo risultato però è necessario un grande lavoro, più complicato e intenso che in passato, con lunghe fasi di trattativa anche sulle condizioni del pagamento. «È vero quando si dice che i “veri incentive” di una volta non ci sono più. È calata la frequenza, tutto viene deciso in base alle tariffe e a volte anche a scapito della qualità. È capitato di partecipare a gare per grandi eventi, con briefing dettagliatissimi e tempi ristretti, per aziende che alla fine sceglievano di non allontanarsi nemmeno dall’Europa». La missione dei planner diventa allora quella di salvaguardare la qualità, proponendo in modo proattivo delle alternative che vadano il più possibile incontro alle esigenze del cliente senza intaccare i propri livelli di servizio. Nel caso del Sudafrica, spiega Martinuzzi: «una strategia può essere quella di spostare anche di poco la partenza, ad esempio da marzo ad aprile, che è bassa stagione, assicurandosi un risparmio a pari qualità. Anche ridurre il numero di notti e di spostamenti interni può essere un modo per riuscire a garantire comunque un certo livello nel contenuto: cinque giorni nello stesso posto – ad esempio le

LIDIA MARTINUZZI, sales & marketing manager di Sun International: «Scegliere la bassa stagione, ridurre il numero di notti e di spostamenti interni assicurano un risparmio a pari qualità. E la destinazione ci aiuta: il paesaggio cambia continuamente, le attività possibili sono moltissime. Non occorre neanche il visto. E la qualità del food & beverage è molto elevata...»

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CHI INCENTIVA CHI? Quali sono le aziende che continuano a ricorrere all’incentive come a un elemento strategico e irrinunciabile della propria vision? Almeno sotto questo aspetto, nulla di nuovo: assicurazioni, banche, telecomunicazioni, mobili, orologeria e gioielli, food, elettrodomestici, case automobilistiche... insomma, tutte quelle realtà che hanno nelle

reti di vendita diretta il loro punto di forza. In un contesto di drastica contrazione dei consumi, il viaggio incentive sembra confermarsi come uno dei più efficaci strumenti motivazionali, per continuare a mantenere la forza vendite concentrata sugli obiettivi, e soprattutto remunerarla per i successi conseguiti in condizioni a dir poco sfidanti. spettacolari cascate Victoria, con una serie di attività come giro in elicottero, rafting, safari, team building lungo il fiume – possono essere tutt’altro che noiosi, e dare ugualmente la percezione di un soggiorno di elevato valore, che nell’incentive è fondamentale». Quali previsioni per il futuro dell’incentive italiano a lungo raggio, quindi? «Personalmente sono ottimista, in questi anni sono cambiate tante cose ma ci sono dei segnali incoraggianti. Il 2013 si è aperto con molte richieste, già dal 2 gennaio in poi, e in più la domanda dagli Usa è in forte ripresa: solitamente, nel giro di due o tre anni, l’onda arriva anche qui». Incrociamo le dita. INCENTIVARE L’INCENTIVE Se al viaggio di motivazione non si può proprio rinunciare, la tendenza generale è ovviamente quella di puntare su mete non troppo distanti, rimanendo

JOSEF GAUCI FORMOSA, Ceo di Malta Tourism Authority: «L’Italia è uno dei nostri tre principali mercati di riferimento per il Mice. Un importante vantaggio è dato dall’assenza di barriere linguistiche e dalla consolidata esperienza delle Dmc specializzate, raggiunta in anni di attività volta a soddisfare le specifiche esigenze del vostro mercato»

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in Italia o al massimo dirigendosi verso località confinanti. Meglio ancora se con un bel mare e una consolidata tradizione nella gestione di gruppi provenienti dal Belpaese. È questo il caso di Malta: come ci conferma Josef Gauci Formosa, Ceo di Malta Tourism Authority: «le isole maltesi negli ultimi tre anni hanno registrato un flusso stabile di arrivi di delegati che hanno preso parte a conferenze o viaggi incentive provenienti dall’Italia, mercato che copre il 20 per cento del segmento Mice di Malta e Gozo. I feedback dei nostri clienti italiani sono sempre positivi e riguardano soprattutto la cultura, le persone, il cibo e la varietà di location storiche e moderne che le isole possono offrire. L’Italia è uno dei nostri tre principali mercati di riferimento per il Mice. Un importante vantaggio è dato dall’assenza di barriere linguistiche, visto che l’italiano è comunemente parlato a Malta e dalla consolidata esperienza delle Dmc specializzate, raggiunta in anni di attività volta a soddisfare le specifiche esigenze del vostro mercato». Approfondendo il tema dei viaggi incentive, tuttavia, emerge come anche in questo caso sia necessario un continuo lavoro di adeguamento dell’offerta alla domanda, ricorrendo anche a incentivi economici: «Siamo ben preparati ad accogliere i gruppi incentive e organizzare conferenze per clienti italiani e, cavalchiamo il trend che tende ad offrire pacchetti che includano mezza giornata o un giorno di incontri formali a cui vengono affiancate attività di team building o di socializzazione ed intrattenimento. Dal 2013 abbiamo lanciato dei supporti economici per le associazioni interessate a


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organizzare il proprio meeting annuale presso l'arcipelago. Stiamo lavorando per mantenere stabile l’afflusso di eventi legati al Mice proveniente dall’Italia, allo scopo di consolidarne definitivamente le basi, ma siamo anche molto motivati ad adottare le giuste strategie per aumentare ancora i numeri», conclude Josef. Gli fa eco Ester Tamasi, marketing executive dell’ente turistico maltese, che puntualizza: «In generale, negli ultimi tre anni i trend hanno subito cambiamenti continui; i leads sono costretti a confermare sempre sotto data e il corporate richiede costantemente maggiore flessibilità e tariffe molto convenienti. Il prodotto Malta ben si colloca nell'attuale congiuntura economica e, in linea con le richieste del mercato, è in grado di offrire standard qualitativi elevati in termini di efficienza da parte degli operatori (lo standard delle Quality Assured Dmc prevede una risposta al preventivo in 24 ore). L'ospitalità maltese agevola spontaneamente il concetto di flessibilità e il rapporto qualità/prezzo la rende una delle destinazioni più ricercate. I Pco italiani continuano a credere e investire verso Malta sia per propria volontà, ma anche e soprattutto per richiesta esplicita da parte dei decision maker dell'azienda. Inoltre, si afferma anche un generale interesse verso la destinazione da parte di gruppi di grandi dimensioni, a dimostrazione il 2012 che ha registrato diversi

eventi con una media tra i 700 ed i 1100 delegati». La volontà è quindi quella di continuare a sviluppare il potenziale incentive delle isole maltesi, approfittando della tendenza al downgrade degli spostamenti e alla ricerca di destinazioni vantaggiose sul corto raggio, posizionandosi sempre di più come una delle mete di riferimento per i planner italiani. «Malta ha un grandissimo potenziale nel mercato incentive», prosegue Tamasi, «sia per gruppi esclusivi sia per delegazioni di grandi numeri (le dimensioni ristrette dell'isola agevolano gli spostamenti). Tra le caratteristiche più evidenti il clima mite, location esclusive per serate di gala, venue di grande valore storico e culturale che la differenziano nel bacino mediterraneo, comprovata esperienza degli albergatori nel settore Mice. Malta è una destinazione eccellente per un programma da tre o quattro notti, facilmente raggiungibile e con il plus delle isole sorelle, Gozo e Comino, bellezza naturalistiche imprescindibili per rendere unica ed originale la proposta di viaggio». CRESCERE NEGLI ANNI DELLA CRISI In questi tempi, parlare di crescita potrebbe sembrare quasi anacronistico. Ma non è così. Per alcune destinazioni la ripresa sembra essere già arrivata. La contrazione dei budget ha penalizzato le mete più lontane, ma ha aperto nuovi spiragli di mercato per chi ha saputo

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trarre vantaggio dalla posizione e dall’adeguamento dei propri servizi agli standard internazionali. Nik Racic, direttore del Croatian Convention & Incentive bureau, non nasconde la sua soddisfazione: «Per quanto riguarda il mercato italiano dei meeting e degli incentive, sappiamo che le destinazioni preferite sono la capitale, Zagabria, e i suoi bellissimi dintorni; Osijek e Varazdin nell’entroterra e tutta la fascia costiera: Istria (Brijuni islands, Porec, Pula, Rovinj, Umag), Kvarner (Rijeka, Opatija, islands Losinj, Krk) e la Dalmazia (Dubrovnik, Sibenik, Split, Zadar, e le isole Brac, Hvar e Korcula). La Croazia si conferma conveniente. Nei primi nove mesi del 2012 il numero di partecipanti a meeting e incentive è cresciuto del 20 per cento rispetto allo stesso periodo del 2011».

NIK RACIC, direttore del Croatian Convention & Incentive bureau: «Per la Croazia sono decisivi la posizione geografica, la qualità delle infrastrutture congressuali, i collegamenti, i plus paesaggistici, l’importante patrimonio storico, artistico e gastronomico. E soprattutto abbiamo un personale di qualità»

LA CROAZIA SORRIDE I numeri forniti dal Croatian Convention & Incentive Bureau fanno ben sperare gli operatori locali: il 2012, annus horribilis per tanti sotto tanti punti di vista, ha registrato un ulteriore sostanziale incremento alle voci “numero di meeting” (aumentati di oltre 800 unità) meetings 2009 2010 1.135 1.140 1.513 1.447 804 805

2011 1.153 1.718 956

1.428 4.820

1.588 5.415

I - III IV - VI VII - IX TOTAL 3.452 9 months X - XII 1.417 TOTAL 4.869

3.392

3.827

fonte: Croatian Convention & Incentive Bureau

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e “numero di partecipanti” (oltre 50.000 in più) provenienti dall’Italia. Segno che molti eventi di casa nostra hanno dirottato su Zagabria e sulle coste croate. A saperle sfruttare, le crisi economiche possono essere foriere di buone opportunità. 2012 1.489 1.978 1.201

4.668

participants 2009 2010 91.713 87.343 115.100 116.551 50.895 54.723

2011 81.860 128.967 64.121

2012 104.894 148.256 76.092

257.708 258.617 274.948 329.242

126.768 136.278 130.779 384.476 394.895 405.727

Divenuta di moda per il turismo leisure, la Croazia non è rimasta a guardare nemmeno sul fronte Mice. Il rapporto qualità-prezzo è una leva importantissima, ma da sola non basta a rendere attrattivo tutto un Paese. «Siamo molto attivi sul mercato italiano», racconta Racic. «Partecipiamo a workshop, organizziamo moltissime visite e site inspection e collaboriamo molto con la stampa specializzata. Inoltre, è fondamentale incontrare planner e Pco italiani durante i grandi eventi di settore come l’Imex di Francoforte e l’Eibtm di Barcellona». Valorizzare le occasioni di contatto con professionisti e media è una ricetta in apparenza molto semplice e quasi banale, ma decisiva. In un contesto volatile come quello presente, dove anche un euro in più o in meno su un’offerta può essere determinante, lavorare sulla costruzione di un solido network di contatti e sulla visibilità del proprio brand può fare la differenza, insieme, ovviamente, a tutte le attrattive e le bellezze di una destinazione: «Ritengo che il turismo business proveniente dall’Italia e diretto in Croazia confermerà dei buoni numeri nel 2013, nonostante la crisi. La Croazia come destinazione per convention e incentive è molto ben posizionata sul mercato Mice internazionale, ed è inoltre un Paese sicuro. Un ruolo decisivo è quello giocato dalla posizione geografica, al centro dell’Europa e del Mediterraneo, così come dalla qualità delle infrastrutture congressuali, i collegamenti, la rete viaria e gli aeroporti internazionali. Abbiamo inoltre dei consistenti plus paesaggistici, come le ampie aree naturali protette, parchi naturali, acque di qualità, un importante patrimonio storico, artistico e gastronomico. Soprattutto, abbiamo un personale di qualità e specializzato sul fronte del destination management, dell’organizzazione di eventi e delle strutture congressuali, grazie a cui siamo in grado di rispondere alla richiesta di standard di servizio internazionali».


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L’Europa che non ti aspetti Bulgaria, Lituania, Repubblica Ceca, Ungheria: le destinazioni dell’Est si preparano a un definitivo salto di qualità nel mondo degli eventi A CURA DELLA REDAZIONE COMMERCIALE

WILLIAM COCCO coordinatore per AIM dell’area Central-Eastern Europe: «Ormai il “gap” tra i Paesi occidentali e quelli orientali in termini di qualità del servizio è sempre minore. Il fattore costi rimane ancora il primo vantaggio competitivo»

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l “vecchio continente” è tutt’altro che vecchio, e anzi rivela sempre di più un Ivolto giovane e frizzante, ambizioso e desideroso di emergere. I Paesi dell’Est europeo, in particolare, sono da tempo protagonisti di una sempre più interessante crescita nel settore del congressuale e degli eventi. Non a caso, un gruppo leader come AIM Group International ha scelto di essere presente con ben cinque sedi in quest’area: Budapest, Praga, Sofia, Vienna e Vilnius, formando il personale e ponendosi come interlocutore di riferimento per i meeting planner internazionali. Abbiamo chiesto a William Cocco, coordinatore per AIM dell’area Central-Eastern Europe, di spiegarci come si sta evolvendo la meeting industry in questi Paesi: «Negli ultimi anni abbiamo assistito a un crescente ruolo da parte dei convention bureau e delle istituzioni pubbliche di ciascun Paese, che hanno colto l’importanza di promuovere la propria destinazione attraverso dei piani marketing e comunicazione, che fino a oggi non trovavano finanziamenti e supporto locale adeguati. Un chiaro esempio è rappresentato da Praga, dove ormai da diversi anni si è avviato un percorso promozionale, accompagnato da diverse iniziative

coordinate dal Cvb e supportate da tutti gli operatori locali, che hanno saputo fare sistema con sempre maggior incisività». La decisione di puntare sul congressuale e sull’incentive ha inoltre rappresentato una scelta strategica, prosegue William, per favorire lo sviluppo economico di Paesi con bassa industrializzazione e alta propensione ai servizi come quelli dell’Europa orientale. «Ormai il “gap” con i Paesi occidentali in termini di qualità del servizio è sempre minore. Il fattore costi rimane ancora il primo vantaggio competitivo, ma riscontriamo un’evoluzione della proposta Mice che sempre più cerca di proporre eventi con il giusto mix tra creatività, tecnologia e cultura locale, dove quest’ultima, senza cadere nella convenzionalità, trova la giusta valorizzazione e rappresenta un contorno che sposa la vision e le esigenze del cliente finale». Per un cliente occidentale, la scelta di un’operatore locale dipende prima di tutto dal livello di esperienza e dalla garanzia di standard di servizio internazionali. Forte del suo brand, AIM Group International continua a porsi degli obiettivi di crescita, con lo sguardo sempre rivolto a oriente: «La nostra presenza nell’Europa orientale ci permette di sviluppare nuove opportunità di business con Paesi confinanti che hanno importanti prospettive quali Russia, Ucraina e Polonia, dove stiamo pertanto portando avanti una forte campagna marketing e promozionale del gruppo AIM, con azioni


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Follow our Sun is the new brand of AIM Group International for Excellency in DMC Services throughout Europe.

$8675,$ _ %$/7,&6 _ %(/*,80 _ %8/*$5,$ _ &=(&+ 5(38%/,& )5$1&( _ +81*$5< _ ,7$/< _ 32578*$/ _ 63$,1 _ 86$

Haven’t you heard? The sun shines brighter over our destinations! AUSTRIA vienna@aimgroup.eu BALTICS vilnius@aimgroup.eu BELGIUM brussels@aimgroup.eu BULGARIA

mirate quali la partecipazione a fiere di settore locali come Conventa a Lubiana, Convene a Vilnius e Mce a Budapest». Tra le destinazioni gestite da AIM, le tre repubbliche baltiche Estonia, Lettonia e Lituania sono forse le più "nuove" e meno conosciute dal turismo business di casa nostra. Chiediamo a William di raccontarci quali sono le azioni che questi Paesi stanno mettendo in atto per crescere sul fronte Mice e rendersi invitanti per i buyer italiani. «I paesi Baltici hanno avuto in soli vent’anni uno sviluppo economico importante, e un percorso di adeguamento delle infrastrutture davvero all’avanguardia. A titolo di esempio è da citare il fatto che in quasi tutte le strutture (alberghi, centri congressi, ristoranti, locali pubblici) la rete wi-fi è gratuita e con potenza

di connessione impressionante». Tra i suoi “destination tips” per meeting e incentive, il coordinatore di AIM Group International inserisce la nazione dei mille laghi, la Lituania: «Vilnius è una città lontana da qualsiasi stereotipo, riesce sorprendentemente a conquistare il cuore di chi la visita. Le varietà architettoniche e artistiche sono talmente tante da non poter essere schematizzate in una sola immagine. Bizzarra e bellissima, Vilnius seduce i visitatori con la città vecchia in stile barocco, con le sue chiese, i campanili e la sua eccentricità: è l'unica città che ha dedicato una statua a Frank Zappa. Sacro e profano si sono sempre mischiati. Le possibili attività incentive sono le più svariate, e sono solo da scoprire». indirizzi a fine rivista

sofia@aimgroup.eu CZECH REPUBLIC prague@aimgroup.eu FRANCE paris@aimgroup.eu HUNGARY budapest@aimgroup.eu ITALY info.aimevents@aimgroup.eu PORTUGAL lisbon@aimgroup.eu SPAIN madrid@aimgroup.eu USA newyork@aimgroupinternational.com

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Abu Dhabi, nata per stupire Quartieri avveniristici, location di lusso e grandi progetti per il futuro: la capitale degli Emirati Arabi Uniti è sempre più protagonista di una crescita vertiginosa su tutti i fronti A CURA DELLA REDAZIONE COMMERCIALE

È un mix di raro fascino Abu Dhabi, capace di unire le atmosfere sognanti delle Mille e una notte e la modernità architettonica più accattivante

avreste mai detto? Il primo Louvre al di fuori della Francia sorgerà ad Abu L' Dhabi. Ma non solo: sarà presto affiancato da un Guggenheim Abu Dhabi, un centro per le arti e un museo marittimo, tutti disegnati da architetti di fama mondiale. Faranno parte del complesso edilizio di Saadiyat Island, che comprenderà anche nuovi hotel di lusso, uffici, porti turistici con ormeggi per mille imbarcazioni, due campi da golf, strutture ricreative, appartamenti vista mare e ville esclusive. Si tratta solo di uno dei tanti progetti che hanno rivoluzionato lo skyline della città negli ultimi anni, ma è utile a dare un'idea di quanto l'Emirato continui a pensare in grande. Appena quarant'anni fa, Abu Dhabi era poco più di una cittadina sospesa tra le

sabbie del deserto e le rive del Golfo; oggi, la capitale degli sceicchi compete per affermarsi come nuovo ombelico del mondo, insieme alla "sorella" Dubai. L'apertura dei due grandi musei, prevista da qui a quattro anni, conferma questo obiettivo. Potere dei petroldollari, certo, ma anche di una grandissima progettualità, e dell'entusiasmo con cui l'Emirato sta lavorando per attrarre sempre più visitatori dalla vicina Europa (vicina davvero: da Roma sono tre ore di volo in meno rispetto a New York). Il vero fascino di Abu Dhabi, però, rimane da scoprire. La città sorge su un grande arcipelago, composto da oltre duecento isole naturali, e racchiude meraviglie architettoniche, monumenti e attrazioni per tutti i gusti: come la moschea Sheikh Zayed, una delle più grandi al mondo; o la sorprendente Yas Island, che ospita il parco tematico Ferrari World, il Circuito di Formula Uno, il campo da golf Links Golf Course e il prestigioso Yas Hotel. Senza dimenticare la possibilità di godere in ogni momento della sconfinata bellezza del deserto, distante solo pochi minuti: lo si può sorvolare in mongolfiera al tramonto, o attraversarlo con un emozionante safari in 4x4, con cena in accampamento sotto la volta stellata. Una destinazione di lusso, glamour e al tempo stesso sempre più attrattiva e accogliente: ingredienti che fanno di Abu Dhabi la cornice perfetta per organizzare eventi memorabili, regalare esperienze esclusive e incentive appassionanti. indirizzi a fine rivista

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Perché ci vuole … “orecchio” Anche in un contesto economico non facile, la ricetta di CWT Meetings & Events continua a funzionare. Ne parliamo con Stefania Trallori, direttore CWT Meetings & Events Italia A CURA DELLA REDAZIONE COMMERCIALE

Un mix completo di competenze e un approccio d’ascolto rivolto al cliente sono gli ingredienti della ricetta vincente di CWT Meetings & Events

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sperienza, competenza, tecnologie all’avanguardia e, soprattutto, attenE zione ai bisogni del cliente. Sempre e comunque. «Il nostro modo di relazionarci al mondo degli eventi viene dal know-how maturato in oltre trent’anni di attività», spiega Stefania Trallori, direttore CWT Meetings & Events Italia. «Ogni nostro cliente è unico … e lo percepisce. Così come percepisce la nostra passione e l’impegno a contribuire attraverso gli eventi alla realizzazione dei suoi obiettivi di marketing e comunicazione. Determinanti quindi l’approccio e le persone. Senza dimenticare anche, soprattutto in un momento in cui si avverte ancora una situazione economica instabile, la selezione accurata dei fornitori, con i quali tendiamo a stringere solide relazioni di

lungo periodo». Qual è il vostro modus operandi nel mondo degli eventi? «Le aziende ci riconoscono sempre più come un partner affidabile e capace di realizzare soluzioni tailor made. Abbiamo l’esperienza e la visione d’insieme per occuparci di eventi complessi, come per esempio le grandi manifestazioni sportive o i convegni di richiamo internazionale, ma anche la capacità di gestire momenti di incontro al vertice, dove magari i numeri sono contenuti, ma le esigenze infinite. In ogni caso la sfida è sempre quella di creare per i partecipanti esperienze coinvolgenti ed emozionanti, in modo che l’evento possa davvero imprimersi nella memoria delle persone». Ci può fare qualche esempio? «Fra gli eventi più significativi realizzati nel 2012, vi è una grande convention per oltre mille persone, organizzata in soli venti giorni. O la convention per i 125 anni di una multinazionale farmaceutica italiana, il gruppo Menarini, che ha visto


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la partecipazione delle autorità sia tedesche sia italiane. E, poi, il Giro d'Italia, per cui abbiamo gestito nel 2012 oltre 23mila pernottamenti, con tutte le difficoltà logistiche legate alla partenza del tour dalla Danimarca. E a questo proposito, a dimostrazione della soddisfazione del cliente, RCS Sport ha rinnovato la partnership con CWT M&E per i prossimi tre anni». Come siete strutturati? «Attualmente possiamo contare su circa 135 professionisti – distribuiti su cinque sedi (Firenze, Milano, Torino, Roma e Maranello) – e su una struttura organizzata per team di lavoro, dove ognuno di essi è focalizzato sulle diverse fasi del processo. In più siamo parte di un gruppo multinazionale, attivo con una divisione dedicata alla gestione dei meeting e degli eventi in ben 75 diverse nazioni. E nel giugno scorso, CWT ha dato vita a una nuova organizzazione globale per supportare al meglio le aziende nella gestione di meeting ed eventi su scala internazionale. Ora le aziende possono avere accesso a una gamma ancora più ampia di servizi globali, quali il consolidamento dei dati, soluzioni per la sicurezza dei viaggiatori, strumenti e processi omogenei in tutto il mondo». Com'è andato il 2012? «Abbiamo raggiunto il budget – per altro piuttosto ambizioso – che ci è stato assegnato. I numeri parlano da soli: oltre 3.800 progetti vinti e realizzati, 175mila partecipanti, oltre 32mila segmenti aerei emessi. Sempre più spesso, però, gli eventi vengono confermati dalle aziende con un brevissimo preavviso rispetto alla data di svolgimento e questo ne

rende ancora più impegnativa la gestione complessiva. Nel 2012 abbiamo anche vinto il Best Evaluation Award al BEA, il premio assegnato dal Roi Institute per essere stati capaci di misurare al meglio l’efficacia dell’evento “Immagina, puoi. Senza passione non sarebbe successo”, realizzato per Fastweb, in relazione agli obiettivi prefissati. Siamo particolarmente orgogliosi di questo premio, perché va oltre i confini delle tradizionali attività di logistica e di creatività. Ed è proprio sulla misurazione dell’evento, il ritorno sugli obiettivi e sugli investimenti che si sta focalizzando CWT M&E». Su cosa deve puntare oggi un'agenzia per essere competitiva? «Nella meeting industry è in corso un processo di selezione della specie, che ha eliminato diversi player e altri ne eliminerà. Non esiste una risposta univoca: per CWT M&E sono stati premiati dal mercato l’impostazione organizzativa molto flessibile e inserita in uno scenario multinazionale, la disponibilità di competenze e know-how specialistico, l’approccio al continuo miglioramento della qualità, l’ottimizzazione dei processi, la solidità finanziaria, nonché il ricorso a strumenti tecnologici all’avanguardia e già diffusi a livello internazionale. Oltre a quello che ritengo sia davvero l’elemento fondamentale: un “ascolto attivo” nei confronti del cliente, per capire davvero le sue esigenze e supportarlo nella progettazione e realizzazione di eventi che gli permettano di raggiungere gli obiettivi desiderati».

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STEFANIA TRALLORI Direttore CWT Meetings & Events Italia: «Nel giugno scorso, CWT ha dato vita a una nuova organizzazione globale per supportare al meglio le aziende nella gestione di meeting ed eventi su scala internazionale»

Il Best Evaluation Award al Bea, assegnato a CWT nel 2012

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Tutto questo è Cipro Una destinazione che rapisce per la bellezza del contesto ma che sa allo stesso tempo offrire altissimi standard di infrastrutture e servizi, implementati di recente A CURA DELLA REDAZIONE COMMERCIALE

Ha registrato un vero exploit Cipro, balzando dal 66esimo al 52esimo posto delle classifiche Icca in un solo anno

n avvenimento nel 2012 ha reso una meta già apprezzata dalla meeU ting e incentive industry internazionale ancora più ricca di proposte e di alti standard infrastrutturali. Si tratta di Cipro, che nel secondo semestre dello scorso anno ha retto la presidenza dell’Unione Europea. Un’esperienza molto positiva, un’occasione di raro prestigio per una destinazione che suscita istintivamente immagini che sfiorano l’onirico, di mare spettacolare e spiagge che si estendono a perdita occhio, dove un incentive si accende di fantasia e il relax si arricchisce di voglia di scoperta, delle tradizioni, della natura e delle suggestioni più segrete di quest’isola. NON SOLO MARE Il secondo semestre dello scorso anno ha dato modo a Cipro di mostrare anche il lato più “concreto” ed efficiente di sé, a partire da un’offerta ancora più ricca di alberghi di qualità e location per congressi ed eventi: ben 194

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conferenze ufficiali sono infatti state organizzate nei mesi della presidenza Ue in tutte le principali città, a cui si sono affiancati tantissimi incontri corporate a vari livelli. Gli standard di infrastrutture, strutture e servizi hanno stupito per l’efficienza anche i professionisti più esigenti, come ha avuto modo di considerare Rolf-Dieter Krause, giornalista del canale televisivo tedesco Ard: «I servizi dedicati a noi giornalisti erano tra i migliori di cui ho avuto occasione di usufruire nella mia lunga carriera di corrispondente delle Politiche europee». Un ottimo risultato soprattutto se si considerano i numeri di delegati “gestiti” nei sei mesi: quarantamila sono stati quelli che hanno raggiunto Cipro per partecipare alle conferenze governative. INNOVAZIONI E SERVIZI ALL’AVANGUARDIA Non solo la presidenza Ue ha costituito per Cipro un’importante vetrina a livello internazionale durante i sei mesi di attività congressuale “straordinaria”. Fondamentale per lo sviluppo e l’incremento dell’industria degli eventi è infatti il “lascito” di questa esperienza. Ne sono un esempio lampante tutte quelle infra-


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strutture che rimangono il patrimonio più importante per la destinazione quale scelta competitiva per i planner. A partire, per esempio, dai due nuovissimi aeroporti di Larnaka e Pafos (vedi box dedicato ai dettagli dei voli e delle compagnie aeree). Ma le novità non si fermano al sistema aeroportuale. Filoxenia, il centro congressi internazionale situato a Nicosia, è stato infatti completamente rinnovato così come tanti hotel che hanno colto l’occasione per rinnovare le loro infrastrutture. Tutti investimenti che hanno raccolto risultati notevoli, come dimostra l’exploit di Cipro nella classifica Icca: in un solo anno infatti la destinazione ha letteralmente scalato le posizioni, ben 14, raggiungendo il 52esimo posto nel 2011 contro il 66esimo dell’anno precedente.

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CIPRO A PORTATA DI VOLO Nei prossimi mesi sono molte le possibilità di volare a Cipro in diverse modalità. La compagnia aerea di bandiera, Cyprus Airways, propone voli diretti di linea da Roma Fiumicino per Larnaka in due fasce orarie differenti, la mattina e il tardo pomeriggio. Diverse sono anche le proposte dei vettori low cost Easyjet e Ryanair. Ryanair propone collegamenti per l’aeroporto di Pafos da tre aeroporti italiani: Bergamo Orio

al Serio, da Bologna e da Roma Ciampino. Voli diretti anche per Easyjet, che vola da Milano Malpensa a Larnaka. Ci sono anche possibilità di coincidenze (con voli non diretti via Atene) da e per Larnaka, effettuate da Easyjet con voli Cyprus Airways, Olympic Air ed Aegean Airlines. Altre coincidenze possono essere trovate con diverse compagnie aree dalle città europee, come per esempio con Austrian Airlines via Vienna.

UN BRAND RINNOVATO: IL CYPRUS CONVENTION BUREAU Rinnovare il brand (e l’identità) di Cipro ha significato innanzitutto la creazione del Cyprus Convention Bureau. Con esso, un nuovo logo e un nuovo pay-off per il mercato internazionale: Passion for Success (passione per il successo). Un modo efficace di riassumere un messaggio forte e chiaro: la professionalità “amichevole” di Cipro e la passione per i dettagli nell’organizzazione di meeting e incentive che si arricchiranno di unicità grazie al calore di un popolo accogliente, alla bellezza incredibile dei suoi paesaggi e della sua natura e alla sua ricca e colorata storia. indirizzi a fine rivista

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VIAGGI INCENTIVE

Lux* Resorts, luce agli incentive! Lux* Resorts apre i battenti dei suoi splendidi resort e concerta incentive all’insegna di un lusso frizzante, illuminante e… luminoso! A CURA DELLA REDAZIONE COMMERCIALE

ux* Resorts – il nuovo brand che sostituisce il marchio Naïade Resorts Ltd – Lannovera nel suo portfolio cinque resort a Mauritius e un’isola privata, uno alle Maldive e due sull’isola di Réunion. “Nomen omen”, dicevano i latini, “il destino nel nome”, e non potrebbe esserci un nome più appropriato per questo gruppo alberghiero top level che reca nel suo brand proprio la parola “lux” – luce in latino – perché è l’icona di un lusso spumeggiante, luminoso, ecosostenibile, imprevedibile nei dettagli e nelle sfiziosità ma rassicurante nei “must have” propri del lusso di alto profilo. Sempre con gradite sorprese per gli ospiti, come il free wi-fi, una rarità negli alberghi a cinque stelle. Gli incentive nelle strutture di Lux* Resorts si susseguono all’insegna

dell’“Island light”, il fil rouge dei resort del gruppo: fra i numerosi esempi, la cabina telefonica in autentico stile inglese – funzionante! – il caffè biologico appena tostato, le gelaterie in stile retrò, i paladini di Bacco imbottigliati dal gruppo in Sudafrica, i film proiettati in spiaggia sotto un cielo di stelle, i ristoranti pop-up, i programmi integrati di wellness & spa, gli honesty bar e le biblioteche con le riviste più trendy. In ogni resort di Lux* Resorts si assapora un distillato dello stile di vita locale, un elisir di autenticità per incentive anticonvenzionali e divertenti, oltre le rotte comuni. MAURITIUS, LUX* DA SOGNO Uno scenario paradisiaco accoglie il Mice che sceglie il Lux* Belle Mare, incastonato su un promontorio nell’omonima spiaggia. Una seduzione tropicale di sabbia candida perfetta per eventi, cene – con chef italiano – e serate a tema memorabili sulla costa orientale di Mauritius. L’accommodation? 174 suite e 12


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ville esclusive, personalizzabili – per gruppi di alto livello –, il massimo della privacy con servizio butler e parte della spiaggia in esclusiva. La laguna intriga e diventa quinta di fantasiosi, adrenalinici ed emozionanti team building mentre alla remise en forme provvedono una delle più grandi piscine di Mauritius – duemila metri quadrati – e i trattamenti nella Lux* Me Spa, un vero e proprio viaggio sensoriale. Al quale giungere, magari, direttamente dall’aeroporto, con il servizio limousine. Agli eventi il Lux* Belle Mare dedica sale meeting all’avanguardia, la principale per ottanta persone e possibilità di marquee. Decolla l’incentive anche sulla costa meridionale, dove il gruppo vanta il Tamassa produced by Lux*, a Bel Ombre. Una struttura friendly e dinamica, con sala meeting sino a ottanta partecipanti e una discoteca interna – l’unico night club nel sud dell’isola – per serate all’insegna del divertimento, un hotel perfetto per vivere l’autentica “mauritian experience”, deliziarsi in un’immensa Lux* Me Spa e in un contesto all inclusive.

l’Unesco –, un boutique hotel ideale per piccoli gruppi di alto livello. Di fronte alla costa sud orientale di Mauritius, invece, si staglia l’isola privata del gruppo, l’Ile des Des Deux Cocos – appartenente all’area marina protetta di Blue Bay e quindi il top per lo snorkelling –, ideale per meeting esclusivi, special event, cene di gala e team building, il tutto con un set-up per pranzi, cene e barbecue allestito permanentemente. Da Mauritius, infine, si passa all’isola di Reunion, dove Lux* Resorts è l’unica catena mauriziana a possedere un resort in entrambe le isole. A Reunion ecco il Lux* Ile de la Reunion: l’unico cinque stelle dell’isola, il solo ad avere accesso diretto alla spiaggia Hermitage, con una tra le più grandi piscine di Reunion e caposaldo dei meeting con ben sei sale, la maggiore fino a 180 persone.

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Firmamento ricco quello di Lux* Resorts, che conta cinque resort a Mauritius – oltre a un’isola privata – uno alle Maldive e due a Réunion

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IL GUSTO DELLA SCELTA Non lontano da Gran Baie e sulla costa settentrionale di Mauritius si trova il Lux* Grande Gaube, cinque stelle con possibilità di conference marquee in giardino, cinema all’interno del resort e una pluralità di spazi per gli incentive. Tre sono le sue spiagge, enfatizzate da una spettacolare laguna, il tutto con vista mozzafiato sulle isole della costa nord. Sulla costa sud occidentale di Mauritius spicca il Lux* Le Morne, intimo resort alle pendici del celebre massiccio di Le Morne – sotto l’egida del-

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Morbide atmosfere a picco sull’Arno Dopo quasi vent’ anni di attentissima ristrutturazione, riapre “Sesto on Arno”, leggendario rooftop del Westin Excelsior di Firenze. Un ambiente unico e idilliaco A CURA DELLA REDAZIONE COMMERCIALE

na lunga teoria di vetrate circonda la sala, luminosa, elegante, dal design U raffinato che strizza l’occhio agli Anni 60. Potremmo essere a New York, a Londra o a Parigi, a giudicare dall’ambiente caldo e colorato, dai pavimenti e dai soffitti in legno, dal bar curvo fatto di legno e alabastro retro-illuminato, con inserti in acciaio color bronzo. E invece basta un’occhiata fuori per scoprire una vista mozzafiato di Firenze, quasi una cartolina rinascimentale che nemmeno la più fervida immaginazione saprebbe ricreare dal nulla: i tetti, le chiese, i campanili, il Ponte Vecchio, le colline toscane... È tutto vero, siamo semplicemente all’ultimo piano del Westin Excelsior Firenze, là dove dopo quasi vent’anni di attentissima ristrutturazione del valore di 3,3 milioni di euro, Starwood Hotels & Resorts ha recentemente riaperto “Sesto on Arno”, leggendario rooftop a picco sull’Arno, pensato e ralizzato per un drink o una cena in un ambiente unico al mondo, idilliaco e perfetto per rilassarsi dopo un meeting di lavoro.

Valentino Bertolini, direttore generale sia del Westin Excelsior sia del Grand Hotel, due preziosi cinque stelle fiorentini

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UN LUOGO SENZA TEMPO Guidato con mano sapiente da Valentino Bertolini – direttore generale sia del The Westin Excelsior sia del Grand Hotel, i due preziosi alberghi a cinque stelle

situati uno di fronte all'altro sulla piazza d'Ognissanti, che fanno parte del portafoglio di Starwood Hotel & Resorts – “Sesto on Arno” è un luogo senza tempo, avveniristico e retrò contemporaneamente, illuminato da una luce naturale che ne enfatizza l’incredibile posizione, e dotato di un bar, un ristorante e una zona lounge, già punto di riferimento storico e culturale della città di Firenze. All’esterno della “glass box” si apre una splendida terrazza, caratterizzata da un lungo specchio d’acqua che la lega idealmente allo scorrere del celebre fiume sottostante. Insomma, l’atmosfera già basterebbe, ma al Westin Excelsior di Firenze le magnifiche atmosfere sono soltanto companatico. E così, Sesto on Arno propone una vasta selezione di leccornie d’alta scuola, accompagnate da una prestigiosa carta dei vini che presenta la migliore selezione di etichette italiane e straniere. Tutte le portate sono realizzate in maniera creativa dalla giovane e dinamica chef Enziana Osmenzeza, che ha collaborato con alcuni dei più famosi chef stellati al mondo, tra i quali Gualtiero Marchesi, Fulvio Pierangelini e Alain Ducasse. Perfino il bar è da applauso: design, atmosfera e un’ampia selezione di cocktail magistralmente mixati dall’Head Barman Mario D’Onghia sono accompagnati da un sottofondo musicale perfettamente studiato, che varia dal modern lounge al Nu Jazz sound. indirizzi a fine rivista


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HOT TOPICS blogsurfing

Il vintage che fa risparmiare iaggiare piace (più o meno) a tutti, almeno tanto quanto risparmiare. Le V due cose di questi tempi possono trovare terreno comune su Internet (fregature a parte). Alcuni siti mettono a confronto il prezzo dei voli di compagnie aeree diverse, oppure quelli delle camere d’albergo, a tutto vantaggio del portafogli. Sempre con Internet, si può anche risparmiare sul telefono: avete presente i software di messaggistica istantanea e di videochiamate gratis? Sì, però quando il viaggio è “d’incentivazione”le cose non sono così facili, anche se di questi tempi risparmiare diventa una necessità qualsiasi sia il contesto. Come fare dunque a organizzare un bel viaggio incentive cercando di evitare tutti, ma proprio tutti gli sprechi? La vera soluzione – a sorpresa – va in direzione opposta alla modernità secondo Seth Kugel, giornalista free-lance statunitense che sul blog Frugal Traveller, New York Times.com, ha pubblicato un articolo dal titolo: “For travel savings in 2013, Go Retro”. Per risparmiare sui viaggi nel 2013, affidiamoci dunque al “vintage”. Vediamo cosa suggerisce Kugel.

¢ Alzate la cornetta: oggi crediamo che sia possibile fare tutto online, ma a volte una semplice telefonata è il modo migliore per risparmiare. Il segreto sarà in questo caso la vostra abilità nel contrattare. Parlando direttamente con un albergatore o una società di servizi infatti potremmo venire a conoscenza di una particolare offerta, di una soluzione a cui non si aveva pensato, o semplicemente strappare con la nostra simpatia un prezzo migliore. ¢ Occhio alla destinazione: preferire le mete che erano di moda qualche anno fa, sostiene Kugel, abbassa e di molto il prezzo del volo aereo e dell’alloggio. Tradotto, meglio una camera d’albergo fatiscente nella meta Vip o una bella stanza altrove? Un ragionamento che si può replicare con tutti gli aspetti del viaggio. ¢ Fate delle rinunce: l’ideale sarebbe volare in prima classe, alloggiare in un 5 stelle e organizzare la cena di gala nel ristorante più rinomato della città. Ma se la coperta è corta, qualcosa deve pur rimanere fuori a prendere freddo… Kugel sug-

Nell’era dell’always-connected, qualche suggerimento – direttamente dal New York Times – ci svela con un po’ di ironia come risparmiare sul prossimo viaggio incentive tornando alle buone vecchie abitudini gerisce di fare una lista di tutte le voci e di scegliere quelle che possono essere “sacrificate” con soluzioni in economia. Perché non trasformare allora un pranzo (low budget) a base di “cibo da strada” in un’indimenticabile esperienza con la tradizione del luogo? Vintage ed economico. ¢ Leggete il giornale: quello di carta, come una volta. Per serate “alternative” si trovano spesso idee a budget ridotto nelle pagine culturali o cittadine di riviste dedicate al tempo libero (come il celeberrimo Time Out di Londra). Per un’iniziativa estemporanea in loco, non c’è niente di meglio e di più economico. ¢ Aggiustate il budget: secondo l’autore dell’articolo, per molti l’alternativa economica al viaggio è semplicemente restare a casa. A volte, diciamo noi, accade anche alle aziende. E se ai suoi lettori Kugel suggerisce di sottrarre al budget che hanno stanziato per il viaggio le spese che avrebbero comunque sostenuto rimanendo a casa (cibo, riscaldamento, e così via), alle aziende che volessero rinunciare a un incentive noi suggeriamo invece di pensare a quanto rischiano di perdere in termini di “ritorno” d’immagine. ¢ Fate acquisti diretti: vi ricordate i tempi che furono, quando per comprare un biglietto aereo ci si rivolgeva direttamente alla compagnia? Oggi si sta tornando a questa vecchia abitudine: certo, invece che con una telefonata tutto si fa online, ma i vettori stessi a volte fanno promozioni molto interessanti.

ALESSANDRA BOIARDI

Questo “Blogsurfing” ha preso spunto da un articolo di Seth Kugel, giornalista free-lance statunitense, apparso sul blog Frugal Traveller del New York Times

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HOT TOPICS allo specchio

Le gare Mice: vince il migliore? Le gare dovrebbero permettere alle proposte più valide di emergere, tutelando il merito, a beneficio tanto dell’agenzia quanto del committente. E invece, per quanti passi avanti si siano fatti, una serie di anomalie continua a far sorgere dubbi sull’imparzialità di alcuni giudizi GIULIO CARLONI

nche in questo periodo che certamente nessuno può definire di “vacA che grasse”, provate a chiedere a qualsiasi producer d’agenzia o Pco che cosa stia facendo; la risposta quasi certa è: «Stiamo lavorando a una gara». Il che, in un certo senso, è rassicurante. Vuol dire che il mercato non è fermo del tutto, che ci sono richieste, e se partecipare a gare è

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la condizione per avere la possibilità di concludere contratti, benvenuti siano questi confronti. Ma a frenare l’ottimismo dei puri di cuore sarà lo stesso producer o Pco prima interpellato, che ci inviterà a guardare anche all’altro piatto della bilancia: ogni gara comporta lavoro, costi, impegno. E non tutte le gare sono condotte all’insegna del “vinca il migliore”, a volte i vincitori sono già prestabiliti, la gara è un proforma che dà una patina d’imparzialità a un processo in cui contano amicizie personali (a pensar bene), o persino interessi (a pensar male, però, come Andreotti insegnava, si fa peccato ma molte volte fa coglier nel segno). La situazione, peraltro, rispecchia scenari differenti e in evoluzione.


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HOT TOPICS allo scpecchio

POCHI MA BUONI Se si parla di eventi corporate – le grandi convention aziendali, per esempio – il quadro è molto cambiato, dal 2007 a oggi. Quell’anno ha visto in Italia la nascita della Consulta degli Eventi, che ha contribuito parecchio alla crescita “culturale” del settore. Gli operatori e i committenti di eventi, da allora, sono cresciuti assieme e assieme hanno posto limiti alle disfunzioni più macroscopiche. Ce lo ricorda Alessandra Lanza, nel duplice ruolo di presidente della Consulta degli Eventi e direttore Marketing e Pr di Input Group: «Le gare sovraffollate, con un numero esorbitante di agenzie concorrenti, ora non ci sono quasi più. Oggi, il brief viene passato a tre, quattro agenzie; gli stessi clienti hanno capito che l’esame dei progetti va fatto seriamente, e avere troppe agenzie in gara vuol dire che non si riesce neppure a vagliare attentamente il lavoro prodotto. Piuttosto, bisogna scegliere bene chi convocare, esser certi di preselezionare strutture in grado di portare a termine il compito richiesto. In questo, la crescita del settore è stata notevole; c’erano gare per eventi corporate, una decina d’anni fa, cui partecipavano agenzie di event making e studi di Pr, agenzie di advertising e incentive house, Pco, imprese di servizi e società di

comunicazione... Adesso, almeno, si ha un quadro più chiaro di quali siano le competenze richieste a chi organizza eventi». Matteo Deninno – amministratore unico di Input Group – interviene per riconoscere che quello delle gare è “il” canale preferenziale del lavoro: «Il 60 per cento circa delle commesse arriva così, quelle dirette sono più o meno un 40 per cento, grazie a contratti quadro magari in vigore da anni con clienti ormai fidelizzati. Ma ci sono anche clienti pur conosciuti con i quali bisogna andare in riacquisizione periodica, e le gare servono proprio a questo; in Input Group se ne vince circa una su tre. E anche se i tempi sempre più stretti fra la convocazione della gara e l’effettuazione dell’evento spingono a un uso intensivo delle presentazioni online, specie nel caso delle aziende che hanno un procurement avanzato e fortemente informatizzato, Input Group cerca comunque d’arrivare alla presentazione diretta ovunque sia possibile, convinta com’è che nella relazione fra cliente e agenzia si giochi gran parte della possibilità di successo». Quanto alle finte gare, non esiste purtroppo una cartina di tornasole in grado di testare l’autenticità di un brief… «Come regola generale – dice Lanza – più

ALESSANDRA LANZA, Presidente della Consulta degli Eventi e direttore Marketing e Pr di Input Group «Un’azienda che bandisca ancora gare vecchia maniera, con torme di concorrenti, giocoforza sarà meno accurata nella scelta; non è detto dunque che un lavoro professionalmente ineccepibile riesca a farsi apprezzare per quello che vale»

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HOT TOPICS allo specchio

GARE REGOLARI VS. GARE TRUCCATE Corruzione? Non c’è da stupirsi; certi eventi smuovono bilanci di rilievo, comportano investimenti strutturali pesanti. Solo qualche settimana fa, con l'ipotesi di concussione, sono stati mandati a processo l'ex commissario straordinario dei Mondiali di nuoto di Roma 2009, Claudio Rinaldi, e il magistrato contabile Antonello Colosimo. Anche per quei Mondiali erano state indette gare, a tutela della trasparenza e dell’irreprensibilità dell’assegnazione… Quando si parla di commesse pubbliche per eventi multimilionari, il pericolo-tangente è proporzionale all’entità del quadro economico. Ma anche quando i quattrini in ballo sono assai meno – nella gran maggioranza

dei casi, gli eventi non comportano impianti fissi di sorta – e non c’è corruzione, qualsiasi forma di assegnazione “pilotata” è altrettanto deleteria per il corretto conferimento del mandato: che l’origine della decisione derivi dall’amicizia o dalla consuetudine, comunque danneggia chi avesse presentato un progetto più meritevole, ma non andato a buon fine perché qualcun altro “doveva” vincere. le gare sono affollate, meno possibilità c’è di vincere, e questa è matematica pura. Quel che aumenta è anche l’aleatorietà: un’azienda che bandisca ancora gare vecchia maniera, con torme di concorrenti, giocoforza sarà meno accurata nella scelta; non è detto dunque che un lavoro professionalmente ineccepibile riesca a farsi apprezzare per quello che vale. Non è detto neppure che la chiarezza totale

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sia garantita, persino nelle gare serie; vi sono clienti che ti avvisano che sei in gara, che hai 2 o 3 concorrenti… ma non ti dicono quali siano». «Forse – suggerisce Deninno – per paura di accordi di cartello fra agenzie concorrenti». MOSSE CONTROPRODUCENTI Svariati i punti di contatto, ma anche le diversità, col vissuto di altri player dell’offerta Mice. Per la maggior parte delle agenzie consolidate, il rapporto medio fra gare e assegnazione diretta d’incarichi s’aggira attorno al 75/25 per cento, grazie anche ai contratti quadro con i clienti più assidui. La percentuale delle gare vinte rispetto a quelle disputate, invece, varia moltissimo; è chiaramente più bassa nelle società più recenti, mentre sale nel caso di agenzie storiche che hanno saputo affermarsi tra i big del settore. Tutti rilevano un più frequente ricorso alle gare online, che nella fase iniziale rappresentano la stragrande maggioranza; la presentazione diretta, più spesso, è riservata alle sole agenzie selezionate per la short list. Perché, se nel caso delle grandi convention il numero di concorrenti è stato limitato grazie all’intervento della Consulta, come ricordava Alessandra Lanza, per altri eventi aziendali le gare fra tante agenzie non sono ancora un ricordo del passato. Quello delle gare sovraffollate, anzi, è ancora un malvezzo trasversale a meeting, incentive, congressi, eventi. E va detto anche che, quando una gara coinvolge un numero elevato di competitor (otto, dieci o anche più) c’è un solo vero vincitore: il fornitore finale. Che si tratti di un albergo, un centro congressi o una venue d’altro tipo non cambia; sentendosi bombardato dalle richieste che arrivano da più parti, il gestore comprende che in quel preciso momento la sua offerta è estremamente interessante per la potenziale azienda cliente; detta perciò le sue condizioni in maniera rigida e non è affatto incline a negoziare riguardo a termini e tariffe. Questo fenomeno è


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HOT TOPICS allo scpecchio

più palese in alcune destinazioni rispetto ad altre – dove l’offerta è più ristretta, la tendenza com’è intuibile si accentua – ma in genere è abbastanza trasversale. E il cliente, che mettendo in concorrenza molte agenzie credeva di ricevere un’offerta più ampia e vantaggiosa, paradossalmente si trova a spuntare quotazioni meno interessanti. E le gare finte? Si possono capire al volo… ma spesso solo dopo la consegna delle proposte. A gara chiusa, un indicatore che conferma di essere stati usati per un mero benchmark è la velocità di risposta da parte del cliente: quando si riceve un feed back pochissimo dopo aver inviato il progetto, il cliente cercava essenzialmente un preventivo in più. E un altro indicatore è quando nessuno chiede specifiche o chiarimenti, in special modo in presenza di progetti complessi e articolati. Ma capita più spesso di quanto si vorrebbe di intuire che una

gara è in realtà già decisa. Lì, ogni agenzia decide se partecipare o declinare l’invito in base a una pluralità di fattori: il carico di lavoro in quel momento specifico, l’importanza strategica di presentare comunque un’offerta vantaggiosa a quel cliente… Certo, quando si viene a sapere (e capita!) che i contratti sono già stati firmati e gli anticipi pagati, se si decide di proseguire nella non è certo per la speranza d’aggiudicarsi il lavoro quella volta stessa, ma per consolidare il rapporto col cliente in vista di future commesse. CI VORREBBE UN’IDEONA! Che lo scenario sia ancora molto assiepato viene confermato da Mauro Zaniboni, presidente e Ad di MZ Congressi, società operante dall’87 nel settore della salute. «Nel mondo congressuale medi-

co si riscontrano ancora gare con invito a 30-35 Pco» afferma Zaniboni. «A partire dall’inizio degli anni 2000 si sono sviluppati contratti quadro fra committenti e core Pco, ma sono chiaramente una piccola minoranza. L’assegnazione arriva perlopiù in seguito a gare e la scelta è ardua: non solo per il numero di concorrenti, anche per la poca chiarezza del bando che comporta offerte troppo dissimili fra loro e quindi difficilmente comparabili. Uno degli obiettivi che mi prefiggo, se eletto nel Comitato Esecutivo di Federcongressi, è proprio quello d’arrivare a un accordo con FISM (la Federazione italiana delle società medico scientifiche) per stilare un capitolato di gara standard a garanzia della trasparenza e della qualità del servizio, e dunque a vantaggio dei Pco come della committenza». Zaniboni racconta come, in una buona metà delle gare, non si sappia neppure con quali agenzie si è in lizza; alcune associazioni mettono il bando di gara sul proprio sito e si conosce perciò il numero totale degli iscritti solo quando la gara s’è conclusa. E poi, certi capitolati di gara si fanno sempre più lunghi e complicati, tanto da far dubitare in un esame serio delle offerte; chi ha il tempo di leggere con attenzione centinaia di pagine? Anche questo, dunque, è uno dei punti da prendere in esame sedendosi assieme attorno a un tavolo: aziende, società medico -scientifiche, Pco. Sarà un momento di crescita per il settore nel suo insieme, analogo a quanto Alessandra Lanza ha descritto nel settore degli eventi corporate. Analizzare il mercato e le sue esigenze, settore per settore. Confrontare i desiderata dei richiedenti e le caratteristiche delle società organizzatrici. Stabilire regole chiare e valide per chiunque per partecipare alle gare. È possibile? Certo, e in parte è stato anche fatto; ma bisogna continuare a perseguire schemi di valutazione e parametri condivisi che favoriscano un confronto agevole fra i diversi concorrenti. Questo, secondo l’auspicio di Zaniboni, è l’obiettivo per gli anni a venire, e qualsiasi operatore del mondo Mice può senz’altro sottoscriverlo. Chi vorrà continuare a indire gare “manovrate” per coprire scelte non dichiarabili, sia chiaro, continuerà a farlo: ma chi vorrà gareggiare seriamente avrà un percorso più agevole.

MATTEO DENINNO, Amministratore unico di Input Group «Anche se i tempi sempre più stretti fra la convocazione della gara e l’effettuazione dell’evento spingono a un uso intensivo delle presentazioni online, Input Group cerca comunque d’arrivare alla presentazione diretta ovunque sia possibile, convinta com’è che nella relazione fra cliente e agenzia si giochi gran parte della possibilità di successo»

MAURO ZANIBONI, presidente e AD di MZ Congressi «L’assegnazione arriva perlopiù in seguito a gare e la scelta è ardua: non solo per il numero di concorrenti, anche per la poca chiarezza del bando che comporta offerte troppo dissimili fra loro e quindi difficilmente comparabili»

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Risparmiare, per spendere meglio Se riprogrammare gli investimenti diventa una necessità, pochi conservano la lucidità necessaria a mantenere chiari gli obiettivi. E se la quantità premia meno della qualità, allora è meglio un evento di successo domani che uno fallimentare oggi. O no? ALESSANDRA BOIARDI

mondo si divide in due: da una parte che “meglio una gallina oggi che Iunlquelli uovo domani”, dall’altra quelli che la pensano esattamente al contrario. Due modi di affrontare la vita? Forse, ma quando si parla di comunicazione per eventi, non ci si può affidare al buonsenso personale. Ci vuole una strategia. E allora, con l’aria che tira di questi tempi, quella migliore è essere – anche in ambito di communication by events – molto, ma molto oculati. Un suggerimento a non organizzare più eventi? Evi-

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dentemente no! Sarebbe inutile negare però come molto spesso gli eventi organizzati con budget troppo risicati non portino a nulla di buono. E allora, perché le aziende non risparmiano mettendo i soldi in un bel salvadanaio da rompere solo quando il gruzzolo sarà almeno sufficiente a organizzare un evento “come si deve”? Con budget destinati al marketing e alla comunicazione sempre più ridotti, l’importante è fare un passo alla volta. Prima di tutto bisogna definire le proprie priorità di business: quando il budget a disposizione non è abbastanza per fare tutto quello che si faceva negli anni passati, è necessario prendere delle decisioni strategiche ben precise. Primo step: fissare i propri obiettivi, poi scegliere le campagne di marketing più adatte. Se i primi sono raggiungibili attraverso un evento, il denaro non andrà sprecato. Ma negli altri casi… Fondamentale è la cosiddetta “customer experience” ovvero la percezione del partecipante all’evento: c’è sempre un limite – che va stabilito di volta in volta – al di sotto del quale non si può andare, non c’è risparmio che tenga.


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OPERARE DELLE SCELTE Un’azienda dovrebbe dunque assegnare parte dei suoi investimenti all’organizzazione di eventi partendo da una sua “event strategy”, che tenga conto degli obiettivi di business e delle priorità. E quando ne percepisce la necessità, dovrebbe essere anche in grado di disinvestire in alcune aree di marketing per reinvestire in altre giudicate più efficaci. L’ha già fatto un’azienda globale come Sap, tra i leader mondiali nelle soluzioni software per il business, che da anni si distingue nel mondo della comunicazione per una concezione all’avanguardia di evento corporate, inteso come un’esperienza continua e prolungata nel tempo. Arriva proprio in questi giorni la notizia che Sap ha modificato per il 2013 la sua strategia legata agli eventi in area Emea: «Sapphire Now, il nostro evento di punta, non si terrà per quest’anno nell’area Emea – ci ha rivelato Luca Favetta, Senior Director, Global Events Emea di Sap – una scelta per certi versi clamorosa, il risultato di decisioni strategiche che hanno tenuto conto delle diverse componenti culturali, geografiche, commerciali e di mercato. Relativamente all’area Europa – e diversamente da altre aree – ricollocheremo parte degli investimenti su eventi locali, rinunciando a Sapphire Now Emea. Verranno così creati o potenziati quelli che potrei definire dei “miniSapphire” locali, a partecipazione gratuita, della durata di uno o due giorni, in lingua locale. Ogni market unit avrà così la possibilità di organizzare il proprio evento, “convertendo” i contenuti globali a livello locale, senza rinunciare per chi lo ritenesse necessario alla partecipazione al grande evento globale di Orlando in maggio, che è stato comunque mantenuto in calendario. Un’opzione, quest’ultima, che si rende possibile proprio grazie alla globalità di un’azienda come Sap». Ma quando il budget non consente grosse spese in ogni caso? C’è qualcosa a cui poter rinunciare. Evidentemente sì, ma non a tutto. «Per noi – continua Favetta – l’obiettivo principale di un kickoff è l’elemento “education”, un nostro evento del calibro di Fkom (Field Sales Kick off ) è per noi un momento importante nel cui contesto, prima di tutto, gli Account Executives ricevono gli strumenti per essere performanti e per raggiungere gli obiettivi di vendita alla fine dell’anno. Dopo questa componente più strettamente formativa, perseguiamo naturalmente anche gli obiettivi di networking, di motivazione e di entertainment. E quando il budget è ridotto, per questi aspetti si ricorre a idee che mettano in campo soprattutto la creatività. Il nostro contest musicale, per esempio: per mantenere un alto livello di motivazione senza spendere “capitali” nel nostro

kick off europeo organizziamo un contest musicale tra gruppi musicali composti da persone che lavorano in Sap, appartenenti alle diverse Market Unit. Il concetto di base si è evoluto nel corso degli anni sino a creare un forte livello di competitività tra le differenti Bands, che provano per tutto l’anno, arrivando a dei livelli praticamente professionali». DAL PUNTO DI VISTA DEI PARTECIPANTI Una event strategy che voglia essere efficace non può mai prescindere dal considerare come primari i bisogni e le aspettative dei partecipanti all’evento. Torniamo dunque al fondamentale concetto di customer experience: fare un evento totalmente al di sotto alle aspettative di chi vi partecipa – e magari fa il confronto con la convention annuale dell’anno prima – è altamente dannoso. Meglio rinunciarvi? «La questione – specifica Rodolfo Musco, CMM CMP emeritus – è che al centro dei convegni ci devono essere i partecipanti, che rispondono alla definizione di portatori di bisogni di comunicazioni. Se è vero che le aziende comunicano con degli obiettivi precisi, mai si dovrebbe dimenticare che per misurare il successo di un evento la prima cosa da valutare è il grado di soddisfazione del partecipante». Ma a volte, secondo Musco, non è il budget a contare più di tutto: «Ancora prima del budget quello che conta è affidarsi a professionisti. Mi è capitato una volta di ricevere un brief da una società multinazionale presente in circa 40 Paesi, che prevedeva, durante la convention, l’intervento di un numero spropositato di relatori, dal ceo in giù. Addirittura avrebbero voluto suggerire alla platea di non fare domande. Ma quale poteva mai essere la reazione dei partecipanti? L’evento avrebbe mancato completamente l’obiettivo. Così ho proposto di “mescolare” i partecipanti per ruolo e area geografica, per formare minitavole rotonde ognuna con un tema e un moderatore, e un portavoce che poi avrebbe portato le conclusioni in plenaria. Si trattava di una semplice innovazione, ma è stata sufficiente a riscaldare gli animi».

LUCA FAVETTA, Senior Director, Global Events EMEA di Sap «Quando il budget è ridotto si ricorre a idee che mettano in campo la creatività. Per esempio: per mantenere un alto livello di motivazione senza spendere “capitali” abbiamo optato per un contest musicale realizzato da persone che lavorano in Sap»

RODOLFO MUSCO, CMM CMP emeritus «Al centro dei convegni ci devono essere i partecipanti. Se è vero che le aziende comunicano con degli obiettivi precisi, mai si dovrebbe dimenticare che per misurare il successo di un evento la prima cosa da valutare è il grado di soddisfazione del partecipante»

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Schiacciati dall’austerity Nell’Italia delle contraddizioni non è facile promuovere l’offerta Mice nemmeno quando ci sono i soldi. E ai Comuni che potrebbero campare di solo turismo congressuale non basta essere virtuosi. Il patto di stabilità è un nemico della meeting industry? ALESSANDRA BOIARDI

ualche tempo fa abbiamo ricevuto un’email da parte di un nostro lettoQ re, il quale ci ha portato all’attenzione un argomento non nuovo, ma che torna di attualità all’inizio di ogni nuova legislatura: la promozione congressuale legata al

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territorio. Questa volta, infatti, la questione era posta in termini di spending review e soprattutto affrontava un tema di cui nel nostro settore non si è soliti discutere: il rapporto tra Comuni, patto di stabilità e soldi spesi per il settore Mice. Il nostro lettore, un Pco verrebbe da immaginare, ci ha segnalato come illuminanti le dichiarazioni del sindaco di Verbania, Marco Zacchera, a cui – per affinità territoriali – si sente molto vicino. E cosa denuncia il sindaco, nonché imprenditore alberghiero, Zacchera? L’iniquità del patto di stabilità interno (che tutti i Comuni italiani sono chiamati a rispettare, vedi box) portando l’esempio della sua città: un Comune “virtuoso” con casse sufficientemente ricche da poter investire anche in promozione congressuale, ma che per effetto dell’austerity non può spendere nemmeno un euro nel Mice. Vi pare giusto?


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HOT TOPICS la denuncia

VERBANIA, UNA STORIA EMBLEMATICA Quella del rapporto tra patto di stabilità interno, Comuni e congressuale, è una questione sulla quale vale la pena vederci più chiaro. «Verbania – ci ha spiegato Marco Zacchera – è il secondo Comune turistico del Piemonte, ma non possiamo più fare attività promozionale per meeting e congressi perché il decreto del patto di stabilità è generico e vale per tutti. Adesso siamo all’assurdo: abbiamo sei milioni di euro in cassa eppure – proprio per gli obblighi legati al patto di stabilità – non possiamo spenderli: ha un senso? Le amministrazioni comunali, anche quelle virtuose come la nostra, hanno le mani legate: ci è impossibile spendere i soldi come più riteniamo opportuno, anche se rispettiamo le regole». Il problema sta dunque nel patto di stabilità in sé o assume dimensioni più ampie? Zacchera risponde così: «Non è il provvedimento in quanto tale a costituire il vero ostacolo, ma l’insensatezza con la quale è applicato». Dove per insensatezza si intende l’incapacità del legislatore di fare una distinzione fra spesa corrente e investimenti, perché è chiaro come il sole che i secondi, generando profitti, non dovrebbero rientrare in una spending review di ciechi tagli lineari.

Zona – implica un concetto per lo meno controverso. In apparenza Marco Zacchera ha ragione, perché sostiene che se è stato un bravo amministratore non si vede il motivo per cui non potrebbe investire parte dei risparmi nelle attività di pubblico interesse che reputa più importanti. È un ragionamento ineccepibile che però stride col nostro essere una nazione unita, che sta in Europa e nel mondo in quanto nazione, e non in quanto sommatoria di Comuni distinti. Siamo come una grande famiglia, e va da sé che in ogni famiglia c’è il figliol prodigo, oltre a quello virtuoso. Per cui è difficile esprimere un giudizio, positivo o negativo, sul patto di stabilità. Da un lato il sindaco ha ragione, ma, dall’altro, come cittadino italiano mi viene da dire che parte da un presupposto sbagliato. I sindaci sono come imprenditori che devono commercializzare un prodotto: solo che il “prodotto” non sono le loro città o i loro Comuni, bensì l’Italia tutta, coi suoi lati positivi e meno positivi. Per cui il patto ha il suo senso in termini di equilibrio e di finanza pubblica. Io da presidente di Federcongressi&eventi sarei ben lieto se il sindaco di Verbania investisse nel congressuale, da persona realista gli chiederei però: non ha proprio niente di più importante, signor sindaco? La meeting industry è davvero la priorità numero uno del suo Comune? Non avete forse urgenze di tipo diverso, magari sanitarie o urbanistiche? So che,

MARCO ZACCHERA, sindaco di Verbania «Verbania è il secondo Comune turistico del Piemonte, ma non possiamo più fare attività promozionale per il Mice perché il patto di stabilità è generico e vale per tutti. Adesso siamo all’assurdo: abbiamo sei milioni di euro in cassa eppure non possiamo spenderli: ha un senso?»

PAOLO ZONA, presidente di Federcongressi&Eventi «Quello del sindaco Zacchera è un ragionamento ineccepibile, che però stride col nostro essere una nazione unita... Siamo come una grande famiglia, e va da sé che ci sia il figliol prodigo, oltre a quello virtuoso»

L’UNITÀ D’ITALIA IMPONE ANCORA RIGORE ED EQUITÀ Interpellato sull’argomento anche il presidente di Federcongressi&Eventi, Paolo Zona, dice la sua, cercando di spogliarsi di un ruolo che implica un certo conflitto di interessi e affrontando quindi l’argomento come privato cittadino. «Il patto di stabilità – sia quello europeo sia quello cosiddetto “interno” cui fa riferimento il sindaco di Verbania – specifica

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IL PATTO DI STABILITÀ, COS’È Il patto di stabilità interno è di fatto lo strumento attraverso il quale i comuni, le province e le regioni sono chiamate dallo Stato a dare il loro “contributo” al risanamento dell’indebitamento pubblico. Questo patto a livello “locale” rientra nel patto di crescita condiviso dal trattato di Maastricht, secondo il quale ogni Paese membro della comunità europea può muoversi con una certa autonomia all’interno di confini stabiliti in termini di risultati volti al risanamento dei conti. In Italia, le regole del patto di stabilità interno (che vengono definite e approvate durante le

manovre di finanza pubblica) costituiscono da anni oggetto di controversie e lamentele da parte di amministratori locali che di fatto denunciano lo “strozzamento” degli investimenti pubblici proprio per effetto delle regole del patto. Di fatto, quello che è successo è che da un’impostazione basata sul controllo dei saldi che lasciava un’autonomia alle politiche di entrata e di spesa delle amministrazioni locali, si è passati a vincoli sulla crescita di spesa, che ha generato un diffuso senso di mortificazione della propria autonomia (anche politica) degli enti locali e dei comuni. dette da me, queste parole suonano provocatorie, ma sono solo il frutto del buon senso. In un’economia comunale è impossibile che il congressuale stia in vetta alle esigenze».

MARIA CRISTINA DALLA VILLA, founder di Enic «La cassa di risonanza di un grande evento è sicuramente efficace a livello di promozione anche per una città come Firenze. Il ritorno di immagine di un evento con una risonanza mediatica che interessa i giornali di tutto il mondo fa sempre bene»

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INVESTIMENTI E MICE: SPESE OPERATIVE O DI CAPITALE ? Se da un lato il “cittadino” Zona tira il freno a mano al congressuale come priorità – giacché di certo l’Italia ha spese ben più urgenti a cui provvedere –, dall’altro resta aperta una questione “contabile”: gli investimenti vanno considerati spese operative o spese di capitale? Ovvero, è giusto tagliare alla stessa stregua dei normali costi di gestione anche ciò che domani metterò a reddito? In attesa della risposta (alla quale nemmeno il governo dei tecnici ha saputo giungere sensatamente), il bisogno di visibilità turistica e congressuale della piccola Verbania viene condiviso anche da città ben più blasonate, che credono

nell’importanza dei grandi eventi proprio perché generano una benefica ricaduta sulla destinazione. E infatti, il Comune di Firenze, la cui fama è mondiale, non ritiene superflua la promozione della città, sostenendola con diverse iniziative, anche congressuali, come ci ha spiegato Maria Cristina Dalla Villa, founder di Enic: «La cassa di risonanza di un grande evento è sicuramente efficace a livello di promozione anche per una città come Firenze. Lo scorso gennaio, per esempio, il comune ha concesso il Salone dei 500 di Palazzo Vecchio come location per la sfilata dello stilista Ermanno Scervino, un evento di portata tale da avere per tutta la città un enorme ritorno di immagine, con una risonanza mediatica che ha interessato i giornali di tutto il mondo. Una visibilità del genere fa sempre bene». Certo, Firenze è Firenze, ma nulla vieta, anche ai Comuni che non possono certo contare su casse di risonanza altrettanto efficaci, di adottare la stessa strategia. Proprio Verbania lo aveva già fatto nel 2011 con un convegno che la poneva al centro di un sistema – quello della città di lago – che avrebbe dovuto costituire un trampolino di lancio anche per una attività convegnistica di un certo calibro. «Oltre a costituire un momento importante di aggregazione – torna a dirci Marco Zacchera –, questo convegno doveva essere il primo di tutta una serie di iniziative che avrebbero portato in città un “turismo congressuale” importante, generando naturalmente anche un indotto non indifferente. Si trattava di un progetto che faceva parte di una visione di insieme alla quale però non abbiamo più potuto dare seguito. Dopo il convegno del 2011 (con i soldi stanziati nel 2010, ndr) non è stato possibile fare nulla altro, con i ventimila euro stanziati non riusciamo a fare nulla più di quella che si definisce normale amministrazione. Ora abbiamo ricevuto il finanziamento di 12mila euro per la costruzione di un centro congressi a Verbania, che poi attraverso un bando affideremo alla gestione di privati. Ma sono mille le difficoltà burocratiche che incontriamo a ogni passo, e una macchina amministrativa così farraginosa fa quasi venire voglia di lasciar perdere».



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Uno show dalle uova d’oro

Cirque du Soleil, noto circo di mimo, acrobazie e giocoleria attualmente in tour in Italia, è diventato un marchio che ispira qualità e attira milioni di spettatori in ogni parte del mondo. Alcune delle componenti del suo successo sono valide anche per i trade show dal nostro corrispondente negli Usa DOMENICO MATARAZZO

ichael Jackson - The Immortal World Tour”, in Italia nel mese di “M febbraio, non è che una delle diciannove produzioni attualmente in giro per il mondo sotto il marchio di Cirque du Soleil. Un marchio che è diventato sinonimo di eccellenza nel settore degli spettacoli itineranti e che viene sempre più frequentemente esteso anche in attività collaterali legati al settore del marketing e dell’ospitalità. Le componenenti del successo del Cirque sono d’interesse anche per chi si occupa di eventi dato che gli obiettivi sono sostanzialmente gli stessi: attirare il maggior numero di visitatori in un determinato arco di tempo e fornire loro un’esperienza memorabile. Non a caso “The Immortal World Tour” in particolare ha ricevuto nel 2012 il Content World Tour Award, ovvero il premio assegnato agli eventi commerciali che

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riempiono le sedi dove sono ospitati. L’obiettivo non è molto differente dagli obiettivi di operatori come Reed, Nielsen Expositions, Techtextil, anch’essi dei marchi ombrello, come il Cirque du Soleil, all’insegna dei quali si svolgono eventi itineranti e il cui compito è quello di attirare il maggior numero di visitatori. Le componenti fisse di ogni spettacolo del Cirque du Soleil sono acrobati, contorsionisti, trapezisti e giocolieri intervallati da personaggi che creano una storia.


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MANAGER O GIOCOLIERI? Se trapezisti e giocolieri possono non essere una novità, ciò che rende uno spettacolo del Cirque unico nel suo genere sono i costumi, il trucco, le musiche originali e le scenografie che cambiano per ogni esibizione, esattamente come avviene in un teatro. D’ispirazione teatrale è la presenza di comparse anche quando lo stage è occupato da un artista solista. Per questo motivo, tutti coloro che appaiono in pubblico, sia comparse sia atleti, seguono corsi di recitazione per stabilire una connessione con il pubblico stesso. Ciascuna figura presente in pista ha gli occhi puntati sul pubblico, le movenze e le espressioni sono studiate per mantenere costantemente l’attenzione dello spettatore ovunque questi guardi. Per vedere un parallelo con i trade show basti visitare un appuntamento spettacolare come il Consumer Electronic Show di Las Vegas o l’Electronic Entertainment Expo di Los Angeles. Qui si vedono gli stand dei grandi marchi con artisti solisti rappresentati da speaker professionisti, giocolieri o manager che presentano un prodotto. Intorno a questi sono costantemente presenti le comparse, ovvero il personale di vendita o di pr. Questi, almeno in teoria, dovrebbero agire in modo da stabilire la connessione con il visitatore e per tale motivo hanno un ruolo fondamentale nell’ambito dell’intera esposizione. Spetta a loro infatti, acquisire il contatto, stimolare l’interesse, promuovere l’immagine e, eventualmente, concludere un contratto. La stessa cosa avviene anche negli spettacoli del Cirque. In OVO, lo spettacolo a cui abbiamo assistito di recente, in ogni scena sono presenti delle comparse mimetizzate in grilli, con espressioni e movenze molto teatrali. Il pubblico si abitua alla loro presenza come comparse, ma di fatto nel finale sono proprio queste che offrono il numero di maggior impatto sul pubblico. Sfidando le leggi di gravità infatti gli agilissimi atleti-insetti danno l’impressione di camminare a tratti lungo una parete perfettamente verticale senza l’ausilio di alcun supporto.

Un parallelo fra il Cirque du Soleil e gli eventi? Basta assistere a un appuntamento spettacolare come il Consumer Electronic Show di Las Vegas o l’Electronic Entertainment Expo di Los Angeles: qui i prodotti vengono presentati da speaker professionisti, giocolieri o artisti di vario genere

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Oggi chi si reca per una convention al Mirage di Las Vegas o all’Aria Resort and Casino viene accolto da un’atmosfera ispirata agli spettacoli del Cirque. Per i due hotel, infatti, il Cirque ha creato le aree di ricevimento espliciti e spettacolari riferimenti ai proprio show musicali

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UN BUSINESS MODEL CUI ISPIRARSI La popolarità di queste produzioni ha posizionato Cirque du Soleil come un’azienda d’intrattenimento su scala globale con cinque mila dipendenti di cui più di 1300 artisti da 50 Paesi e un fatturato che si stima nel 2012 abbia superato il miliardo di dollari. Le dimensioni impongono un complesso conto economico da gestire e ciò significa dover avere nell’organizzazione anche uno stuolo di business managers e di avvocati. Guy Lalibertè, fondatore del Cirque, detiene il 95 per cento della proprietà ma difficilmente lo vedremo portare il Cirque in borsa. Per sua ammissione infatti fare dei resoconti contabili trimestrali per azionisti sconosciuti minaccerebbe la creatività e l’atmosfera di famiglia che si è creata tra chi lavora con il Cirque du Soleil. L’atmosfera dell’intera organizzazione è infatti informale per stimolare la creatività a tutti i livelli, a partire dal numero uno. Lalibertè ha il titolo di Chief Executive Officer, ma di fatto preferisce essere identificato come una guida. Anche le cronache dicono che sia una sorta di guru per le persone che lavorano con lui soprattutto per il fatto che al per-

sonale viene data un’importanza ancora superiore al pubblico. Molti degli artisti al termine della carriera per esempio rimangono con la struttura e vengono assegnati agli spettacoli permanenti o nella parte amministrativa. Joanne Fillion è la persona che ha il compito di trasmettere questo buon umore a chiunque entri in contatto con il Cirque. Fillion infatti dal 2002 è la responsabile del brand del Cirque du Soleil. Il suo obiettivo è di mantenere l’unicità della creatività di un prodotto che non vuole essere né troppo simile a un prodotto commerciale come la birra né troppo simile a un prodotto tipo Disney. Il primo passo per rimanere in sintonia con l’obiettivo è stato di ricorrere a un istituto di ricerche per valutare la percezione del pubblico. Sulla base dei risultati di questa ricerca fu introdotto un look più sofisticato in ogni punto di contatto con il pubblico. Nel merchandising ad esempio i souvenir legati al Cirque hanno un logo di dimensioni ridotte per enfattizzare il design; il punto vendita assomiglia piú ad una boutique che ad uno stand ed il sito, oltre ad essere informativo, è disegnato in modo da offrire un’esperienza al visitatore. Chi andasse a vedere il sito cirquedusoleil.com, infatti, sarà accolto da un menu circolare, così come circolare è la pista di un circo, e in alcune pagine si troverà come a guardare dall’alto (ovvero da un trapezio) gli acrobati in un trampolino sottostante. A studiare la diffusione del brand contribuisce anche un team il cui compito è di studiare ed individuare nuove piattaforme per estendere il brand del Cirque. Oggi oltre agli spettacoli itineranti infatti il Cirque offre la sua creatività per eventi di corporations e di privati, promuove programmi di fitness e disegna ed arreda locali che vogliono un’atmosfera unica. Ad esempio nel 2010 il Cirque ha allestito il padiglione del Canada durante la Expo di Shanghai, l’evento che è passato alla storia come la più grande manifestazione internazionale mai allestita. Grazie al coinvolgimento del Cirque il Canada Pavillon è stato una delle maggiori attrazioni con sei milioni di visitatori, ben oltre il numero stimato prima dell’evento. STRATEGIE DI RILANCIO Oggi invece chi si reca per una convention al Mirage di Las Vegas o all’Aria Resort and Casino viene accolto in una reception ispirata agli spettacoli musicali prodotti dal Cirque e presenti in pianta stabile. Per i due hotel il Cirque ha infatti creato le aree di ricevimento con motivi legati ai rispettivi shows. Negli spettacoli permanenti in genere l’albergo sostiene i costi per la costruzione di nuovi spazi mentre il circo si fa carico dei costi di produzione. Il profitto viene diviso a metà


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HOT TOPICS report

DUE SHOW DA NON PERDERE OVO è uno degli spettacoli di maggior successo attualmente in circolazione, è una divertente storia d’amore tra una rotonda coccinella ed una mosca. OVO è il tesoro della mosca ma viene conteso da altri insetti, tra cui un clown che diverte il publico coinvolgendo a tratti anche gli spettatori. Un totale di 54 artisti da 16 Paesi si esibisce in numeri acrobatici e in gesti atletici di forza e di destrezza. In “The Immortal World Tour” le musiche non sono originali ma sono i brani di successo di Micheal Jackson, tuttavia coreografie, costumi, acrobati sono anch’esse componenti dello spettacolo.

ma l’hotel in genere ha anche il vantaggio di poter contare su un maggior traffico. Ad esempio il New York New York, ancora a Las Vegas, ha avuto incrementi con punte del 30 per cento tra turisti e business travellers dopo l’allestimento di Zumanity, altro spettacolo permanente del gruppo canadese. Così come centri fieristici sono spesso parte di un progetto di rilancio urbano di una località, anche il Cirque viene spesso citato come un’attrattiva da offrire per mantenere l’interesse internazionale o per rilanciare un’area in difficoltà. Londra è tra le prossime candidate ad uno spettacolo permanente, ma anche a New York, dopo l’uragano Sandy, si è mezionato il Cirque du Soleil come potenziale attrattiva per rivitalizzare Pier 21, un’area che fino a pochi anni era sede di fiere e centri commerciali ma che ora sta decadendo. Come per gli artisti, anche per il management vi sono incidenti di percorso. Due anni fa infatti uno nuovo spettacolo “Banana Shpeell” creato appositamente per la città di New York è stato stroncato quasi subito da critica e da spettatori. Lo show metteva in secondo piano i numeri circensi a favore di sketch comici. Ció ha confermato una legge che stranamente non è stata osservata dai responsabili di marketing dello show. Quando si ha un’immagine identificatta con un prodotto, in questo caso il circo, la cosa peggiore che si possa fare è abbinare lo stes-

so marchio ad un prodotto non affine. Questo infatti crea confusione e disturba la relazione affettiva con il cliente. Il Cirque però ha l’anima dei suoi artisti, quando sbagliano, si riprendono immediatamente e ripropongono il numero meglio di prima. Il Cirque ha già investito 50 milioni di dollari per produrre uno show che rimanga in scena a New York per quattro mesi almeno per i prossimi quattro anni e che punterà esclusivamente sulla tradizione creativa e circense del Cirque du Soleil.

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Il firewalking è uno strumento di crescita, strettamente associato al potere purificante del fuoco. Permette di esplorare le proprie capacità e ritrovare potenzialità nascoste. Attenzione però: la mente può sopravanzare la materia solo quando la scienza l’ha fatto prima! TERESA CHIODO

nuovo umanesimo per la cultura e la aziendale, un campo già Iperlformazione altro ampiamente pervaso dalla logica dell’intrattenimento e della spettacolarità, registra anche qualche evento estremo. Partiamo da una notizia di qualche tempo fa, apparsa in prima pagina sul Corriere. Già perché al giorno d’oggi c’è ancora qualcuno che riesce a ustionarsi i piedi camminando sui carboni ardenti! È quello che è successo ai venditori di una nota società immobiliare durante un motivation day: in sette sono finiti al pronto soccorso dell’ospedale di Frascati, mentre altri due sono stati dirottati al Centro Grandi Ustioni dell’ospedale Sant’Eugenio. I carabinieri hanno convocato in caser-

ma prima i responsabili della Risorse Umane della società immobiliare e poi il docente del corso di firewalking. Tanto rumore per nulla? Forse sì, perché alla fine della fiera pare che si sia trattato soltanto di un banale errore tecnico: era stato ordinato un tipo di legna e invece ne era arrivata di un altro e un inserviente, per fare presto, ha aggiunto anche della carbonella. Il risultato è che qualcuno ha messo i piedi su carbone a 1200 gradi invece che a 600. Come dire che i carboni ardenti, quelli preparati bene, sono ardenti fino a un certo punto. Perfino il Comitato Italiano per il controllo delle affermazioni sul paranormale ha “buttato acqua sul fuoco”: «Si tratta di una prova che chiunque, con la dovuta attenzione, potrebbe fare. Non è necessaria alcuna preparazione dell’anima e non servono unguenti miracolosi con cui proteggere la pianta dei piedi dalle bruciature, semplicemente perché se il piede non rimane a contatto troppo a lungo con le braci non si brucia; la brace, infatti, è un pessimo conduttore di calore».

Dalla padella alla brace?

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Insomma, il firewalking non ha nulla di “paranormale”, né richiede particolari addestramenti o iter auto-motivanti: la scarsa conducibilità termica del carbone di legna permette di camminare illesi su un letto di braci accese, a patto di non soffermarsi troppo a lungo. L’unica difficoltà è superare la paura innata del fuoco. AUTOSUGGESTIONE IGNIFUGA: PURA FANTASIA? Omne ignotum pro magnifico, dicevano i latini; significa: tutto ciò che è sconosciuto è sublime e condensa in sintesi quella duplicità di atteggiamento che può nascere anche rispetto a questa esperienza. Può intendersi sia in senso buono, cioè che l’ignoto esercita sempre un grande fascino sui coraggiosi, sia in senso ironico, quando si applaudono discorsi o rappresentazioni delle quali non s’è capito nulla, giudicandole, appunto per questo, sublimi. Siamo condannati dunque a essere eternamente delusi per non avere trovato il miracolo dove lo volevamo tanto? Eh, pazienza! Avere un riscontro sarebbe presto fatto: basterebbe invitare Giucas Casella a camminare non su 15 metri di carboni ardenti (che per lui furono comunque troppi, in una nota diretta televisiva), ma su mezzo metro appena di alluminio rovente: non accetterebbe mai e ci direbbe che siamo dei miscredenti. Perché la mente può sopravanzare la materia solo quando la scienza l’ha fatto prima. Camminare sui carboni ardenti è una capacità fisiologica comune a tutti, fa parte di quei fenomeni naturali che vengono scambiati per paranormali, solo perché appaiono applicati in modo sorprendente (le braci che ardono al buio sono molto scenografiche!). È vero che bisogna superare qualcosa: non sono però i limiti imposti dalla natura ma la nostra stessa paura. Non si parli di “trucco” – giacché tale non è – ma di esperimento e si proceda pure a eseguire la dimostrazione con una certa messa in scena e solennità; gli spettatori resteranno incantati, a volte perplessi, ma mai potranno restare indifferenti. Il che è perfettamente funzionale alle logiche di spettacolarizzazione di una convention che abbia anche un obiettivo motivazionale. Abbiamo chiesto un parere medico al dottor Antonio di Lonardo, direttore del Centro Grandi Ustionati dell’Ospedale di Pisa. La domanda è stata diretta: è possibile uscire illesi da una camminata sui carboni ardenti? Scientificamente inappellabile la risposta: «Il contatto anche prolungato con temperature sino a 42 gradi centigradi – spiega di Lonardo – non provoca lesioni cellulari ma solo

delle modificazioni metaboliche reversibili. Temperature comprese tra i 42 e i 45 gradi, applicate per diversi secondi sui tessuti, possono generare lesioni a carico delle membrane cellulari. Oltre i 45 gradi cominciano a denaturarsi le proteine cellulari e i tessuti reagiscono con una risposta infiammatoria locale, quindi con arrossamento e dolore. Con temperature pari o superiori a 70 gradi le lesioni cellulari si verificano in meno di un secondo e sono irreversibili. Sono importanti anche altri fattori come la natura del corpo ustionante (il calore secco è più tollerato di quello umido), fattori legati al soggetto (capacità di adattamento termico, caratteristiche anatomiche dei tessuti interessati: a tal proposito è risaputo che la cute con uno spesso strato corneo come quella della pianta dei piedi resiste molto di più al calore) e fattori ambientali (temperatura e umidità, velocità dell’aria e così via). È, pertanto, possibile camminare su superfici ardenti senza procurarsi ustioni importanti se coincidono una serie di fattori favorevoli e prima fra tutti la capacità di eseguire il movimento con rapidità. La velocità di esecuzione aiuta a dissipare il calore accumulato con l’aria circostante. È molto più probabile, però, procurarsi ustioni specie se le condizioni ambienta-

ANTONIO DI LONARDO, direttore del Centro Grandi Ustionati dell’Ospedale di Pisa: «È possibile camminare su superfici ardenti senza procurarsi ustioni importanti se coincidono una serie di fattori favorevoli e prima fra tutti la capacità di eseguire il movimento con rapidità»

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SERENELLA BALLORE, trainer di firewalking certificata Sundoor e formatrice motivazionale: «Io non credo che l’autosuggestione abbia un valore, né che sia la via per raggiungere il successo. Io desidero accompagnare l’essere umano verso la consapevolezza di sé, trovando la forza e la potenza interiore che possono farci andare oltre i limiti»

li o le caratteristiche anatomiche della cute non consentono un’efficace dissipazione del calore». Insomma, più che la concentrazione può la rapidità d’esecuzione. Ma non c’è trucco e non c’è inganno. Nessun liquido “magico” da applicare ai piedi (l’allume viene spesso indicato come l’unguento miracoloso per il firewalking). Semplicemente o si corre a piede lesto, o si prova a rendere la pelle della pianta dei piedi così spessa e callosa da essere protetta. In questo modo è possibile non sentire dolore, però – e qui il però è d’obbligo – non è possibile evitare le bruciature. Chiedere a Giucas Casella per una conferma. QUELL’ENTUSIASMO CHE SFIDA LA FISICA Come abbiamo scoperto documentandoci, l’impiego della pirobazia (dotta definizione di camminata sui carboni ardenti) nei corsi di autostima e di motivazione è molto diffuso; resta un onesto esercizio del controllo di sé, legittimo ed efficace anche per via dell’elevato coinvolgimento emotivo. Non si tenti però di spacciare l’esercizio come una sfida alle leggi della natura o come prova dell’acquisizione di poteri sovrannaturali. La precisazione arriva anche da Serenella Ballore, trainer di firewalking certificata Sundoor e formatrice motivazionale. Nella sua attività propone il format come incen-

CERTIFICAZIONE MARCHIATA A FUOCO Garanzia di qualità nella scelta di un trainer da parte di un’azienda è il certificato Sundoor, rilasciato dalla “International Firewalking School” di Peggy Dylan. Quest’ultima, leader motivazionale di fama mondiale, è colei che ha portato la ritualità e il simbolismo del fuoco dalle tradizioni mistiche al mondo contemporaneo. È conosciuta come la “madre” della firewalk in occidente, insegnante e rinomata autorità nel settore della crescita personale e nello sviluppo delle potenzialità. Ha fondato la Sundoor Foundation e la Scuola internazionale di firewalking, scuola leader del movimento della pirobazia mondiale, per portare e diffondere, attraverso gli istruttori da lei formati, la magia del rituale della camminata sui carboni ardenti. Il certificato si ottiene frequentando un percorso di formazione di 15 giorni, per

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diventare istruttori, e altri 10 per diventare istruttori corporate quindi abili a tenere firewalking per le aziende più altri 10 giorni per diventare master. Il tutto full immersion con una formazione teorico esperienziale molto profonda e rigorosa.

tive, metafora di formazione orientata a particolari obiettivi aziendali e upgrade per qualunque tipologia formativa. «Se fosse tutto spiegato da un trucco o da qualche escamotage non avrebbe senso farlo! I carboni ardono come natura vuole da 900 gradi a 1600, dipende dal tipo di legna; il peso del corpo e la legge di gravità esistono, i passi devono essere fatti lentamente, con decisione, nessun trucco! Sarebbe come prendere in giro se stessi! La storia ci racconta di antichi Cristiani che camminavano sui carboni, di templari, di tribù africane: questi di sicuro non lo facevano per farsi belli e magari barando! Nella mia scuola gli allievi che scelgono di camminare sul fuoco si fidano di se stessi e dell’immensa forza interiore che hanno e che imparano a far emergere, oppure si fermano sapendo che il risultato dipende solo da loro stessi, come in tutto nella vita. All’inizio di ogni seminario dichiaro con chiarezza che nessuno è obbligato a camminare sul fuoco; non dobbiamo dimostrare nulla e non si vince nulla: a volte ci vuole più coraggio a decidere di fermar-


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si nella vita di fronte a un ostacolo di quanto ce ne voglia ad affrontarlo per ostentare se stessi anziché rispettarsi. Ogni volta, molti allievi, dopo questa mia dichiarazione si rilassano e giurano che guarderanno soltanto, ma poi di fronte alle braci trovano il coraggio di scegliere di sperimentarsi attingendo alla forza del cuore anziché cedere alle illusioni della mente». Ma allora, può la mente evitare a un piede di ustionarsi? Può l’autosuggestione, mettendo a contatto diretto la volontà e la coscienza con il proprio subconscio, gettare un ponte tra la propria mente e i propri organi, dirigendone il funzionamento? Per il dottor Di Lonardo non se ne parla nemmeno: «Le ustioni non possono essere evitate con l’autosuggestione. La mente può, senza alcun dubbio, influire sulla capacità di percezione del dolore sino ad annullarne la percezione ma non può assolutamente impedire la naturale patologica risposta dei tessuti e delle cellule alle stimolazioni termiche». Ma anche per Serenella Ballore non è questione di suggestioni: «Io non credo che l’autosuggestione abbia un valore, né che sia la via per raggiungere il successo: le illusioni svaniscono e ci lasciano delusi e frustrati. Io desidero accompagnare l’essere umano verso la consapevolezza di sé, favorendo lo sviluppo di risorse e competenze che sono state forse dimenticate, vivendo coraggiosamente la verità quotidiana, trovando tuttavia la forza e la potenza interiore che possono farci andare oltre i limiti e gli schemi limitanti della mente che molto spesso mente. Sperimentando se stessi ci si allena all’eccellenza, vivendo quindi la vita sull’onda di un entusiasmo che ha molto più potere dell’autosuggestione e soprattutto porta risultati concreti e duraturi».

STRUMENTO DI EMPOWERMENT Pare che la pratica della pirobazia, o anche solo il fatto di averla praticata una sola volta, sia sorgente di vivissima gratificazione. È scuola di coraggio e di autodominio. È un superare la paura per trasformarla in potere. Vediamo in che modo una team activity con il firewalking della durata minima di dodici ore possa essere funzionale nell’ambito di un contesto formativo aziendale. Si tratta di una giornata di seminario di tipo teorico esperienziale che si svolge in parte in aula e in parte all’aperto. «Perché camminare sul fuoco?», si chiede Serenella Ballore. «Perché rischiare quei pochi passi su un letto di carboni ardenti? Se possiamo fare questo attraverso la nostra consapevolezza allora chissà quante altre cose impossibili siamo in grado di fare! Quali sono veramente le nostre limitazioni? Attraverso gli esercizi che vengono proposti durante il seminario di firewalking, impariamo come portare sul piano materiale i nostri obiettivi e realizzare un cambiamento positivo. Ascoltando storie, affrontando sfide è possibile risvegliare le nostre vere potenzialità, per poter manifestare la realtà e il successo che abbiamo sempre sognato. Ci sono momenti in cui la vita ti offre un centimetro quadrato di possibilità e se hai il coraggio, in quel momento, di afferrare quel centimetro quadrato, la tua vita si trasformerà in un istante!. Il fuoco è un eterno elemento di trasformazione e di evoluzione. Gli uomini di tutti i tempi, di tutte le latitudini e culture, hanno utilizzato il fuoco come elemento di cambiamento, dai nativi d’America ai Cavalieri di San Giovanni, dai monaci tibetani ai samurai giapponesi. Ancora oggi dal mondo dello sport al mondo del lavoro viene utilizzato questo strumento per migliorare i risultati e aumentare la produttività. Autorevoli testimoni come American Express e Microsoft e famose squadre sportive, in America, e aziende di prestigio italiane guidate da leader innovativi, sono state pioniere nell’utilizzare questo evento motivazionale con successo, affidandosi ad esperti formatori che sanno trasformare questa metafora in saggezza e proficua esperienza».

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Ritorni di fiamma? Sin dall’antichità associato a energia, grinta e passione, il fuoco racchiude una forza primigenia, utile per scaldare esemplari sessioni di training in luoghi eletti per il Mice. Dove assecondare tensioni positive sotto la spinta ascensionale tipica della fiamma TERESA CHIODO

l fuoco è un elemento dinamico, allude a un moto ascendente, di crescita o Idilatazione, a un’azione centrifuga, inva-

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dente e conquistatrice in quanto genera trasformazioni; ha un’azione purificatrice su tutte le cose per elevarle a una perfezione maggiore. Siamo giunti all’epilogo di questo nostro viaggio attraverso i quattro elementi primordiali che sono stati protagonisti di suggestivi percorsi sensoriali. Questa volta il tour ci avvicinerà al calore delle alte temperature, quelle generate delle fiamme, passando attraverso una scalata in cima a un vulcano per poi scendere al torrido deserto, fino ad approdare ai nuovi concept di “focolare domestico”, inteso come catalizzatore di socialità. E poi ancora in alto per scoprire gli ultimi ritrovati della spettacolarizzazione pirotecnica. IL FUOCO: ENERGIA MOTRICE E ATTIVA Come abbiamo fatto fin qui continuiamo a indagare su simbologie e archetipi, cercando di fornire una diversa spiegazione per ciascuno degli elementi contempla-

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ti. Lo scopo è sempre quello di arrivare a proporre di volta in volta luoghi potenzialmente in grado di generare situazioni di benessere, magari anche in perfetta sintonia con dei bisogni profondi. Scegliere una location per un evento o un incontro di lavoro può diventare significativo anche per il tipo di esperienza che si andrà a vivere, diversa, a seconda che l’energia preponderante della destinazione sia di acqua, terra, fuoco o aria. Ancora una volta lo faremo insieme a Cinzia Galletto, direttore editoriale di www.turismodelbenessere.it portale dedicato a destinazioni selezionate seguendo la simbologia degli elementi secondo la logica del Feng Shui. «Quando ci troviamo in una destinazione in cui l’elemento predominate è il fuoco – dice la Galletto – potremmo sentirci particolarmente attivi, con anche un risvegliato desiderio di acquisire nozioni nuove. Il fuoco è da sempre considerato come il più straordinario elemento della natura, dal potere “occulto”, in grado di forgiare e trasmutare i metalli; è energia pura che penetra in tutto e tutto trasforma. L’elemento fuoco è rappresentato dalla figura geometrica di un triangolo equilatero che ricorda la fiamma protesa in alto e termina a punta; allude quindi a un moto ascendente, di crescita. Le mete di fuoco si trovano certamente intorno ai vulcani dove il fuoco della terra arriva in superficie e quindi più vicino a noi. Le sostanze in cui è attivo l'elemento fuoco sono volatili e bruciano


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facilmente. Un incontro in una location dove risulta preponderante questo elemento si presta a comunicazioni imperative, la cui forza debba smuovere anche a livello profondo gli animi e le coscienze dei partecipanti: una scelta ideale per l’azienda che propone nuove strategie “d’assalto” o deve impostare politiche di vertice o che si trova a definire approcci psicologici o addirittura spirituali per il suo team. Ai “meeting fuoco” appartiene anche la categoria dei team building dove l’azione, l’avventura e il movimento diventano strumenti di aggregazione e un modello per imparare ad “aderire” a qualcosa; in questo caso per rafforzare il senso di appartenenza al proprio team aziendale. Non a caso per il Feng Shui il fuoco è chiamato anche l’aderente: infatti la fiamma per splendere e spingersi verso l’alto deve aderire a una base o a un pezzo di legno». FUOCHI E FIAMME Il fuoco è indispensabile, utile, ma anche conviviale, fino a diventare medium di socializzazione, attraverso una forma particolare di spettacolarizzazione. Vediamo cosa bolle in pentola in alcune location la cui natura originaria di show room o di laboratori di cucina è stata declinata nella creazione di appositi scenari per parlare di business mentre si focalizza sul food. C’è poi anche un curioso ristorante, ecosostenibile, che per cuocere i cibi sfrutta il calore proveniente direttamente dal centro della Terra.

¢ Congusto (Milano)

www.congusto.it La sede di Congusto è sita nel cuore della città meneghina e può ospitare chiunque voglia entrare nel mondo della cucina e della fisiologia del gusto, per assaggiare pillole culinarie e divertirsi ai fornelli. Ospita aziende che desiderano presentare novità e cambiamenti, e mette a disposizione i propri spazi, trasformandoli secondo le esigenze dell’evento in programma. Congusto ha mille facce diverse: da scuola di cucina può trasformarsi in una moderna e attrezzata spa con CoffeeTherapy, dall’arredamento essenziale ed elegante e può accogliere più di mille visitatori. aziendale. I suoi quattrocento metri quadri quadrati sono allestiti con cura e attenzione per il design, con pezzi d’arredo unici e originali forniti in esclusiva da nomi di spicco del Made in Italy. Troviamo uno spazioso salotto living relax, una fornita libreria e uno shop gourmet, oltre naturalmente ai laboratori e alle cucine destinati ai percorsi culinari e alle lezioni vere e proprie. La scuola organizza corsi di cucina per tutti i livelli: neofiti, appassionati e professionisti e mette a disposizione i propri chef e il proprio staff per interventi creati ad hoc.

Congusto può ospitare: presentazioni stampa, lanci di prodotto, open day sino a cento persone, cocktail aziendali sino a ottanta persone, team cooking da sei a quaranta persone; è possibile usare la location per video promozionali, pubblicità, videoricette.

¢ Inkitchen Loft (Milano)

www.inkitchen.it Ampiezza, luminosità e design sono gli elementi che caratterizzano questo luogo di incontro dai colori naturali e rispettosi della struttura. Si fondono insieme elementi in metallo grigio scuro, pareti bianche e sabbia, superfici orizzontali come il legno e infine gli strumenti del lavoro in acciaio. La cucina rappresenta l’elemento distintivo dello spazio; professionale attrezzata con le tecnologie più avanzate per ospitare eventi di diverse tipologie e showcooking di grandi chef. Gli arredi neutri e minimal permettono l’estrema personalizzazione dello spazio a seconda delle esigenze. Si possono ospitare: presentazioni di prodotto, team building in cucina, show cooking con degustazione, feste private e aziendali, shooting fotografici, set per spot televisivi e molte altre soluzioni su richiesta.

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1 / Congusto, a Milano, può ospitare team cooking fino a quaranta partecipanti 2 / Inkitchen Loft, location perfetta per show cooking ed eventi intorno ai fornelli 3 / Al Boscolo Etoile, in provincia di Viterbo, il Mice ha a disposizione sei laboratori di cucina, il principale con 48 postazioni

¢ Boscolo Etoile (Tuscania – Viterbo)

www.istitutoetoile.it Un antico monastero francescano, una cornice naturale estatica, una collina che affaccia su un paesaggio sconfinato. Questa è la quinta scenica della nuova Boscolo Etoile Academy: polo culturale, gastronomico e professionale di eccellenza per l’Italia. La struttura, che ospita esperienze di show cooking, offre anche ricettività, ristorazione ed eventi di quali3

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cucina a vista. Una cucina centrale artigianale dotata di doppia fiamma e tutte le attrezzature professionali per ogni tipo di dimostrazione culinaria sono ben visibili dal pubblico. Una sala regia facilita lo svolgimento della dimostrazione permettendo focus di inquadratura dalla cucina, per andare sullo chef e anche sul pubblico.

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¢ El Diablo

4 / L’Academia Barilla dispone di un auditorium da cento posti con cucina a vista 5 / A El Diablo, sull’isola di Lanzarote, si cucina su una griglia che poggia direttamente sulla bocca di un vulcano 6 / L’Ubari Magic Lodge: un campo tendato di lusso nel deserto libico

tà, ed è immersa nel tipico paesaggio dell'Italia centrale. Ben 2.500 metri quadrati interni e 17mila di parco esterno danno spazio, oltre alla mediateca, a: sei laboratori di cucina (uno di cucina professionale, la cosiddetta “a tavola con lo Chef”), due di pasticceria e panificazione, di cui un'aula magna con 48 posti a sedere, una cucina con postazioni singole anche per gli amatori, un panificio/pizzeria dotato di forno a legna, una sala per la teoria ad alta tecnologia, 32 camere d’albergo e un ristorante. C’è anche l’Orto dei Semplici, spazio in esterno destinato alla coltivazione delle primizie. Qui si custodisce la Biblioteca digitale del Libro Antico di cucina.

www.lanzaroteguidebook.com Siamo a Lanzarote nel parco nazionale di Timanfaya. Qui, al cospetto di un paesaggio marziano fatto di terra rossa e crateri, troviamo un ristorante decisamente originale. Perché? La griglia dove vengono cotti i cibi poggia sulla bocca di un vulcano attivo la cui lava ribolle a quattrocento gradi. Eretto su una roccia vulcanica su disegno degli architetti Eduardo Cacerse e Gesù Soto, l’edificio in pietra e pareti di vetro posa le sue fondamenta su nove 5

¢ Academia Barilla (Parma)

www.academiabarilla.com Academia Barilla è il primo centro polifunzionale a tema gastronomico; situato a Parma è ideale per congressi, incentive, presentazione di prodotti, cene di gala e team building. Si trova in una zona centrale, a pochi passi dai principali monumenti del centro storico e dalle vie dello shopping e del divertimento. Creata per rispondere alle esigenze degli appassionati, dei professionisti e delle aziende, offre corsi di cucina, con la competenza e l’esperienza degli chef di Academia Barilla, esperienze di food show enogastronomiche esclusive e servizi per le imprese personalizzabili. L’innovativa struttura mette a disposizione un auditorium da cento posti con 6

strati di roccia basaltica. La griglia sormonta quello che a prima vista appare come il più comune dei pozzi, ma, non appena ci si accinge a guardare all’interno di esso, si avvistano delle rocce vulcaniche e del liquido ribollente. Magnifici panorami possono essere ammirati proprio mentre si degusta una delle pietanze offerte dal locale, che organizza inoltre delle visite guidate. TRAMONTI DI FUOCO Sotto il segno del fuoco troviamo, per colori e le temperature, l’atmosfera che avvolge il lusso di certi campi tendati nel deserto del Sahara: sotto il calore, vibranti e mobili come fiamme.

¢ Ubari Magic Lodge (Libia)

www.magic-lodges.biz/it/location Nascosto fra le immense dune di sabbia fine del Sahara libico c’è L’Ubari Magic Lodge (situato a quattrocento chilometri Sud-Ovest dall’aeroporto di Sebha, a circa sette ore di jeep). Nel cuore del


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deserto l’Ubari è protetto da una corona di dune di un beige dorato che al tramonto vira all’arancione e diventa vivo come fuoco; si compone di 35 tende caidali con pavimento in legno, a due letti o con letto matrimoniale, una romantica veranda esterna con sedie e tavolino dove osservare tramonti di fuoco e notti stellate, e godere di un silenzio avvolgente rotto solo dal sibilo del vento. Di giorno, la calda luce del mare di sabbia fa scoprire i laghi miraggio di Ramla dei Dawada. L’insediamento è di lusso, progettato per offrire ai clienti un livello di comfort e un alto standard di qualità nel servizio.

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¢ l’Akakus Magic Lodge

www.magic-lodges.biz/it/location Fra le rocce lunari dell’Akakus troviamo l’Akakus Magic Lodge (Situato a 160 chilometri Sud-Ovest dall’aeroporto di Sebha, a circa due ore e mezzo di jeep). Rocce sedimentarie intersecate da profondi uidian (fiumi), letti disseccati di antiche vie d’acqua, piccole dune caotiche intrecciate, rada vegetazione, brevi pianure nerastre, pareti rocciose erose nelle forme più bizzarre, archi pietrificati, creste seghettate, torrioni isolati emergenti dalla sabbia: questo è l’ambiente dell’Akakus. Il lodge dispone di 35 tende poste a semicerchio in posizione panoramica. Al centro una grande tenda beduina, dedicata al relax dopo le escursioni, per sorseggiare del te alla menta o per ascoltare le storie dei Tuareg che si riuniscono ogni sera dopo cena. BRIVIDO CALDO Quando l’elemento fuoco entra in contrasto con un altro elemento primigenio some l’acqua, ma allo stato solido, ecco che può nascere qualcosa di veramente curioso. Perché nessuno può sottrarsi al fascino degli ossimori.

¢ Hôtel de Glace a Québec City

(Canada) www.hoteldeglace-canada.com Viene ricostruito ogni anno con cubi di ghiaccio scolpiti e rimane aperto da gennaio a marzo. Parliamo dell'Hôtel de Glace a Québec City, in Canada. Tra le sue particolarità c'è la presenza di camini di design in alcune camere e nelle

CENERI, FUOCHI E LAPILLI Imponenti e maestosi come dei, ma a volte collerici e furibondi, capaci di devastare civiltà in tempi antichi come oggi. Parliamo di alcuni dei vulcani più spettacolari del mondo. Impossibile selezionarli tutti, anche se National Geographic ha cercato di fare una classifica; tuttavia è possibile visitarne alcuni in tutta sicurezza, grazie a tour operator specializzati e a team di vulcanologi. Si può partire dall’Italia per allargarsi in Europa. Arrivare in Africa, Asia, Oceania e America. Per vederli da vicino c'è il team internazionale Volcano Discovery Team aree comuni, come l'Ice Bar, che creano atmosfera, ma hanno vetri isolanti per non sciogliere i blocchi che costituiscono la struttura. Oltre alle stanze ci sono due gallerie d'arte, un teatro e una cappella. Uno staff di professionisti è a disposizione per la realizzazione di qualsiasi tipologia di evento ed è in grado di fornire i supporti tecnici per ogni fase di pianificazione. Alcune sezioni dell’hotel possono essere privatizzate su richiesta.

(www.volcanodiscovery.com) formato da vulcanologi, geologi, astronomi, giornalisti, documentaristi e fotografi perlopiù tedeschi, svizzeri e italiani. Organizzano phototour e vere e proprie missioni esplorative e scientifiche, focalizzate soprattutto verso i crateri attivi. Tra le proposte di itinerario c’è Dream Come True: World Volcano Tour. Prevede un giro del mondo di quattro settimane per ammirare i più affascinanti come il Kilauea alle Hawaii o lo Yasur a Vanuatu, fino ai monti fumanti della Nuova Zelanda e dell'Indonesia.

7 / L’Akakus Magic Lodge, fra le rocce lunari del suggestivo Akakus, in Libia 8 / L’Hotel de Glace, a Québec City, viene ricostruito ogni anno e rimane aperto da gennaio a marzo

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FUOCO ALLE POLVERI

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Per premiare, per inaugurare, o alla chiusura di un evento, il fuoco diventa uno spettacolo capace di appagare proprio tutti. Esistono società specializzate in progettazione e allestimento di eventi costruiti intorno al tema del fuoco. I classici fuochi d’artificio si sono perfezionati grazie a tecnologie di ultima generazione e a centraline computerizzate. Si garantisce così un’esplosione continua di fuochi, magari sincronizzati con luci, suoni e visioni, per non lasciare pause di silenzio. Gli spettacoli prima di essere allestiti devono essere ideati. Nasce il fire art designer

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che con l'ausilio di particolari software crea in laboratorio delle vere e proprie coreografie, definisce gli effetti, la ritmica e il cromatismo. Fra le proposte di spettacolo troviamo: i piromusicali acquatici su piattaforme galleggianti, la "danza del fuoco" con suggestive colonne sonore, lo Sky Lanterns Show (piccole mongolfiere di carta che in gran quantità vengono liberate nel cielo dai partecipanti) fino alla simulazione di un incendio all’interno di un monumento pubblico come quello che ogni anno coinvolge il Castello Estense di Ferrara. ¢ Ski Dubai

www.skidubai.com/ski-dubai/corporate/ Sciare a una temperatura di 45 gradi? A Dubai tutto è possibile. Ski Dubai è una stazione sciistica artificiale che si estende su una superficie di 22.500 metri quadrati coperti, foderati di vera neve disponibile tutto l'anno. Collegata al “Mall of the Emirates” fa parte del gruppo Majid Al Futtaim. Possiede cinque piste che variano in difficoltà, altezza e pendenza. La pista più lunga si sviluppa su di una estensione di quattrocento metri, con un dislivello di oltre sessanta metri. Location ideale per eventi aziendali e team building propone interessanti corporate deals. Il sito può accogliere fino a 1.500 persone contemporaneamente. FUOCO SOTTO LA CENERE Il fuoco è un’energia che a volte va riscoperta, nei luoghi, ma anche nelle perso-

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ne. Sotto forma di antiche vestigia o come effetto, quello confortante dato dal calore che produce, o ancora come forza vitale che va riportata in superficie attraverso una vera e propria terapia.

¢ Borgo La fornace (Pisa)

www.borgolafornace.it Situato sulle colline di Montignoso, tra la città termale di Gambassi Terme e il piccolo paese di Montaione, il resort Borgo La Fornace è un elegante esempio di riconversione di una caratteristica dimora di campagna toscana, nata all'interno di un'antica fornace, in un resort dalle esclusive atmosfere contemporanee. Anche il ristorante La Fuga è un accattivante sintesi tra passato e presente. Qui vengono proposti i piatti della più autentica tradizione gastronomica toscana rivisitati in chiave moderna, accompagnati da un'eccellente selezione di vini. Prenotare il tavolo unico sulla ciminiera può riservare una certa emozione. Alla spa La Crisalide, fra bagno turco, piscina riscaldata, docce sensoriali e trattamenti estetici gli ospiti possono ritrovare un momento di relax. Il resort è luogo ideale per importanti riunioni di lavoro e piccoli eventi grazie ad un'area meeting che può accogliere fino a cinquanta persone.

¢ Hotel Lüsnerhof (Alto adige)

www.luesnerhof.it L’hotel Tuttonatura Lüsnerhof si trova nella Valle di Luson ai piedi delle Dolomiti. In legno, pietra, argilla e paglia, questo albergo è stato progettato secondo i canoni dell’edilizia a basso consumo energetico mentre il riscaldamento è garantito da un impianto di proprietà che funziona a trucioli di legno; il calore del fuoco avvolge l’ospite in ogni

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ambiente, dal centro wellness dove il riscaldamento dolce del corpo con aria calda e vapore di legno di cembro, al ristorante dove campeggia grandemente la fiamma di un grande camino, alle camere, quasi tutte dotate di caminetto.

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¢ Stanglwirt (Austria)

www.stanglwirt.com Ai piedi del maestoso gruppo del Wilder Kaiser, al Bio-Hotel Stanglwirt, “Le oasi di energia” sono luoghi in cui si conserva la qualità creatrice della natura attraverso gli elementi primordiali. Qui si viene a contatto con una particolare terapia del “fuoco”. Una psicologa della salute e specialista in Hrv-Lebensfeuer mette a disposizione una consulenza specialistica e garantisce la riattivazione del personale fuoco vitale. La misurazione HrvLebensfeuer® (misurazione della variabilità della frequenza cardiaca) è un trattamento che esegue una ”istantanea” dell’attuale vitalità dell’individuo. La terapia fornisce chiare risposte sugli ambiti vitali come: resistenza fisica e mentale, potenziale di prestazioni, predisposizione allo stress, capacità di rigenerazione, qualità del sonno, basandosi su una misurazione scientifica della variabilità della frequenza cardiaca per 24 ore.

¢ Aitne Med

www.aitnemed.com Con i vulcanologi e le guide alpine di Aitne Med si può salire sull'Etna e osservare da vicino il famoso vulcano siciliano. La sua scalata si svolge attraverso i paesaggi generati dalle colate laviche, più o meno recenti, dalle mille morfologie, denominate sciare, i lunghi pendii di sabbia vulcanica, gli archi di lava e i coni vulcanici, alla cui sommità si aprono i condotti lavici. Ancora più singolari sono le visite delle grotte create dallo scorrere della lava che, raffreddatasi in superficie, ha continuato a scorrere all’interno, a volte anche su piani sovrapposti. Da 13

segnalare gli itinerari: versante sud e crateri sommitali e crateri di quota 2100 metri.

¢ Kailas Viaggi e trekking

www.kailas.it Il tour operator Kailas Viaggi e trekking di Milano organizza tour in compagnia di geologi esperti alla scoperta delle numerose e diverse manifestazioni del vulcanismo. In particolare, l’itinerario in Islanda dal nome: Vulcani e Natura nella Terra degli Elfi, riporta alle origini del nostro pianeta attraverso “infernali” aree vulcaniche scaldate da geyser e da sorgenti d’acqua bollente, fino ad arrivare ai piedi di uno straordinario vulcano, lo Snaefells, famoso per essere l’entrata immaginaria del film “Viaggio al centro della terra”. Si prosegue poi verso Nord per raggiungere il Lago Mivatn, noto per le innumerevoli manifestazioni vulcaniche e geotermiche. I viaggi più richiesti su questo tema sono: la Kamchatka (viaggio tra orsi e vulcani), la Bolivia (deserti e vulcani delle Ande), la Dancalia (area vulcanica attiva in Etiopia), le Isole Azzorre, Madeira, le Isole Eolie e l’Etna. Ma anche Tenerife (Canarie), Reunion (Oceano indiano) l’area napoletana del Vesuvio, Pompei ed Ercolano.

9 / Ski-Dubai, la mirabolante pista da sci al coperto dell’emirato arabo 10 / Al Borgo La fornace, a Pisa, si può cenare su una ciminiera 11 / L’Hotel Lüsnerhof, in Alto adige, è riscaldito da un impianto che funziona a trucioli di legno 12 / Al Stanglwirt si può riattivare il proprio fuoco vitale grazie a un trattamento personalizzato 13 / Il fascino dell’Etna in fermento si può scoprire “da vicino” con i vulcanologi di Aitne Med 14 / Ha una selezione dedicata agli appassionati di vulcanologia il tour operator Kailas, che propone itinerari originali alla ricerca del fuoco

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ANDREA PATERNOSTRO

IL CENTRO CONGRESSI GIOVANNI XXIII DI BERGAMO LANCIA UNA APP

Avere sempre a portata di mano le presentazioni, il programma e le informazioni logistiche di un congresso, i profili dei relatori ma anche i principali eventi in città. È l’obiettivo della nuova app «Congress Bg» per tablet iPad (disponibile gratuitamente

su iTunes) rilasciata dal Centro Congressi Giovanni XXIII di Bergamo. Con il nuovo software, i delegati potranno aggiungere appunti, inviare domande ai relatori e condividere i documenti via posta elettronica. Una volta effettuato il download, l’utente potrà accedere fin da subito alle informazioni generali sugli spazi del Giovanni XXIII e i suoi servizi. Per entrare invece nell’area riservata dell’applicazione, la segreteria organizzativa del singolo evento dovrà assegnare a ogni partecipante un nome utente e una password.

HOTEL PALAZZO ALABARDIERI, PIÙ SOLUZIONI PER GLI EVENTI Maggiore visibilità su internet alle proposte per il settore congressuale, con uno spazio in home page dedicato ai pacchetti meeting e alle promozioni in corso, ampliamento delle capacità ricettive a 46 camere e un centro congressi in grado di ospitare vari tipi di eventi. Sono le nuove caratteristiche dell’Hotel Palazzo Alabardieri di Napoli, quattro stelle nel cuore del capoluogo partenopeo (tra il lungomare e i negozi d’alta moda per lo shopping di lusso) dopo il restyling ispirato alle crescenti richieste da parte degli organizzatori. Le sei sale eventi e meeting sono attrezzate per piccole, medie o grandi occasioni: la principale (Calabritto) può ospitare fino a 180 persone in allestimento a teatro o duecento per un cocktail, mentre il Salone degli Alabardieri (ricavato dal chiostro di un ex convento) ha 120 posti per un banchetto. Tra le novità anche la pagina Facebook dell’albergo, che permette di dare ulteriore visibilità al brand e alle offerte in corso.

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IL NUOVO STILE FUNNY DELL’HOTEL MONTEMEZZI

Tecnologia e design, ma anche divertimento, per un’esperienza di soggiorno memorabile, magari da condividere in un social network, con leggerezza e gioia di vivere. È il concept funny che ha rinnovato la Montemezzi Travel Experience, nuovo progetto dell’hotel quattro stelle sito a Vigasio, alle porte di Verona. I clienti trovano una funny room con dispositivi hi-tech come la PlayStation, un tappeto d’erba al posto della moquette e allestimenti di design, il tutto inserito nel contesto di una struttura ricettiva di alto livello, che vuole accogliere i suoi ospiti con spontaneità e freschezza: l’obiettivo è creare un ambiente interattivo in cui il cliente si lasci coinvolgere prima, durante e dopo il soggiorno. Oltre agli aspetti grafici, l’albergo ha rinnovato i suoi servizi e le proposte per eventi e meeting.


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LA POSTERIA, LOCATION ESCLUSIVA TRA ARTE E MODA Situata tra l’accademia delle Belle Arti di Brera, il Castello Sforzesco e il quadrilatero della moda, La Posteria si propone come location esclusiva di Milano, all'interno di un palazzo d'epoca completamente restaurato, ricavato negli ex spazi doganali dei primi del ‘900. Lo spazio, che si caratterizza per l’imponente lucernario che la inonda di luce naturale e dei colori dell’imbrunire, è composto da un ampio salone open space sul quale si affacciano due balconate laterali lievemente rialzate, che danno un senso di movimento. Gli eventi vanno dalle presentazioni stampa ai ricevimenti di gala fino ai più sofisticati allestimenti del Salone del mobile e della moda milanese, motivi per cui è stata

scelta da brand come Cartier, Swarovski, Jimmy Choo e La Prairie (a quest’ultimo

evento, nella foto, hanno partecipato 120 giornalisti).

TEAM BUILDING PER TUTTE LE STAGIONI A BORGO EGNAZIA Se è vero che la Puglia è tra le destinazioni preferite dal Mice per la bellezza delle sue terre, per la ricchezza della sua enogastronomia e per l’ottimo rapporto qualità-prezzo della sua offerta, è vero che Borgo Egnazia, dalla sua inaugurazione – circa tre anni fa – è diventato un vero punto di riferimento per la meeting industry alla ricerca di una location scenografica e di proposte post congress “che lascino il segno”. Qualche idea? «Dal relax all’interno della spa» spiega Cristiano Cabutti, direttore sales & marketing di Borgo Egnazia, intervistato durante la Borsa Internazionale del Turismo a Milano, «a veri e propri circuiti aggregativi legati al wellness; dalle cooking class per imparare a cucinare i piatti tipici pugliesi a lezioni di taranta e danza delle spade, che insegnino come coordinazione e aggregazione siano fondamentali; dalla visita di Ostuni, Alberobello o Polignano a Mare – tutte a una trentina di chilometri dall’hotel – a bordo di auto d’epoca a esclusivi spettacoli al teatro Petruzzelli di Bari preceduti da una cena al Circolo dell’Unione insieme agli attori che si esibiranno poi». E volendo organizzare un team building legato ai prodotti tipici? «Da metà settembre a ottobre si può partecipare alla vendemmia, mentre da novembre a metà gennaio organizziamo team building legati all’olio: si raccolgono le olive, si imparano i segreti della produzione dell’olio e come questa si sia evoluta nel tempo, visitando alcuni frantoi della zona appartenenti a diversi periodi storici – dal 1200 ai giorni nostri – e si termina con una degustazione di olii in cui vengono spiegate le qualità di ognuno e gli abbinamenti migliori» conclude Cabutti. Una curiosità per gli amanti del gossip: lo scorso ottobre a Borgo Egnazia si sono sposati Justin Timberlake e Jessica Biel, affittando in esclusiva il resort per una settimana. (P.K.)

VILLA QUARANTA, CONGRESSI ALL’AVANGUARDIA IN VALPOLICELLA Una villa nella Valpolicella Classica (territorio di storia, cultura e tradizioni noto per i suoi vini rossi come l’Amarone) ma anche un centro congressi ampio e versatile, in grado di ospitare eventi di formazione aziendale e meeting internazionali, mostre, sfilate o banchi d’assaggio. È l’identikit del complesso polifunzionale di Villa Quaranta, che si trova a Ospedaletto (a pochi chilometri da Verona e dal Lago di Garda) una proprietà estesa per ventimila metri quadrati, inclusi un parco e un laghetto. Le otto sale meeting modulari sono insonorizzate, luminose e prive di colonne, con soffitto decorato e pavimentazione veneziana, dotate di attrezzature audiovisive all’avanguardia. La sala plenaria (Amarone) ha una superficie totale di 370 metri quadrati e una capacità di 450 persone in stile teatro. La villa, che dispone di 87 camere, ha al suo interno, tra l’altro, una cantina storica e un centro benessere.

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EVENTI NEL CUORE DI BRERA Quasi quattrocento metri quadrati a Brera, distretto dell’arte nel centro di Milano: è stata inaugurata La Rimessa dei Fiori, spazio da poco ristrutturato tra il Castello Sforzesco e la metropolitana Lanza, con un ampio lucernario e suggestive mura non rifinite. La location, di proprietà della stilista Luisa Beccaria, sarà gestita da una società ad hoc, Brera Eventi. La Rimessa dei Fiori sarà destinata soprattutto a piccole convention azien-

NEW ENTRY UMBRA DEL GRUPPO HOTUSA

Il gruppo spagnolo Hotusa, multinazionale con sede a Barcellona, ha acquisito tramite il suo ramo alberghiero il quattro stelle Exe Perusia, struttura da 125 camere con vista panoramica sulla valle del Tevere e sulla città di Assisi. L’albergo dispone di due sale meeting con capienza fino a 120 persone ed è molto vicino al centro storico del capoluogo umbro e può diventare pertanto la base di partenza per gruppi di viaggio incentive e itinerari alla scoperta della regione. L’hotel è stato oggetto di restyling nel 2011. È disponibile una terrazza da 1.500 metri quadrati a cielo aperto con piscina e solarium. L’Exe Perusia si trova accanto al Ristorante Carlo Sesto, antico edificio medioevale del XVI secolo in pietra viva. È l’ottava proprietà del gruppo Hotusa in Italia, dopo quelle di Roma, Venezia e Lucca.

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dali (la capacità è di 250 posti a sedere, quasi trecento a buffet), eventi glamour (per esempio in occasione del Fuorisalone del mobile) e lanci di prodotto, ma anche eventi privati. Lo spazio offrirà inoltre i servizi complementari per le esigenze delle aziende clienti (allestimenti, comunicazione, banqueting): «Puntiamo a marchi primari nei rispettivi settori» sottolinea Marco Barindelli, ideatore di Brera Eventi assieme a Marta Merlini.

HILTON MOLINO STUCKY, TEAM BUILDING PER SCOPRIRE VENEZIA Un format di team building Treasure Hunt (caccia al tesoro) per scoprire la città della laguna, con gli ospiti alla ricerca di particolari architettonici, lezioni di Gondola e altro. È la proposta dello storico hotel Hilton Molino Stucky, che ha tradotto così l’obiettivo di «instaurare un rapporto con la città». Questa struttura neogotica si trova sul Canale della Giudecca ed è il maggiore centro congressi alberghiero di Venezia, composto da 13 edifici distribuiti su nove piani, con 379 camere disponibili. Si propone all’industria degli eventi per qualsiasi tipo di occasione, anche di grandi dimensioni: il salone principale misura mille metri quadrati senza colonne e può ospitare fino a mille persone in allestimento a platea; sono presenti inoltre 14 sale riunioni (fino a settanta ospiti). L’hotel aderisce alla certificazione Hilton meetings quality.

SEAT INAUGURA LE SALE MEETING DEL GOLDEN PALACE Un evento Seat Pagine Gialle da trecento ospiti ha inaugurato le sale meeting Diamante e Smeraldo del Golden Palace Hotel di Torino. I nuovi spazi sono a luce naturale e possono ospitare complessivamente fino a 350 persone su una superficie di 327 metri quadrati, che si aggiunge alle sei sale riunioni già disponibili, tre board room e a una serie di uffici temporanei già arredati e attrezzati, con wi-fi, luce naturale e servizi di assistenza. Per completare il rilancio della

struttura, nel solco della nuova gestione a cura di Mapi Spa con la guida di Piergiorgio Mangialardi, l’albergo ha creato un calendario di eventi e serate. La ristorazione è stata affidata a un professionista con due stelle Michelin, Marco Sacco del Piccolo Lago, presidente dell’Associazione italiana charming chef.


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NEW ENTRY NEL CIRCUITO MGALLERY

Arte, cultura ed eleganza: con queste caratteristiche Villa Olmi Resort, hotel cinque stelle a pochi chilometri dal centro storico di Firenze, è stato accolto nel circuito di alta gamma MGallery del gruppo francese Accor. Salgono così a dieci le strutture italiane del marchio upscale della multinazionale. L’albergo nasce dalla conversione (nel 2006) di un’antica tenuta di campagna del XVIII secolo, inclusa una villa padronale riportata al suo splendore e caratterizzata anche dagli ambienti rurali dell’architettura fiorentina, tra soffitti in legno e pavimenti in cotto, stucchi e affreschi. Il restauro ha riguardato anche la Fattoria e la Colonica, trasformate in 62 camere, suite e appartamenti per accogliere gli ospiti in ambienti storici e nel massimo comfort. Quanto agli spazi per eventi e meeting, la principale delle quattro sale riunioni può accogliere fino a ottanta ospiti seduti, mentre nel Salone delle Feste si arriva a 120 persone in stile teatro. A disposizione degli ospiti il ristorante Il Cavaliere (menu fiorentini e internazionali), una palestra, una piscina all’aperto e un eliporto.

MAGNA PARS SUITES: L’HOTEL DEI PROFUMI COMPLETA L’EVENT SPACE

NERO78: A MILANO UN NUOVO SPAZIO EVENTI

Eventi medi e piccoli, presentazioni, mostre o temporary store. Con questi obiettivi è nato a Milano Nero78, spazio per eventi in zona Piazza V Giornate. Ristrutturata lo scorso autunno, la location si trova accanto a un cinema e anche idealmente – nel suo concept – si ispira a esso, perché ambisce a diventare il “contenitore magico”per proiettare in modo creativo le idee e le esigenze di ogni cliente. È organizzato su due livelli indipendenti: un pianterreno fronte strada (150 metri quadrati lo spazio espositivo e sette ampie vetrate ad arco) e un seminterrato da 250 metri quadrati, dotato di un ampio lucernaio che conferisce personalità al contesto. Le dotazioni comprendono anche il wi-fi, uno spazio cucina e possibilità di personalizzazione degli spazi; la gestione della location è curata dalla società Temporary Spaces.

Lusso a cinque stelle in un contesto post-industriale (le fondamenta dell’ex fabbrica di profumi della famiglia Martone, gruppo Icr-Itf ): 28 suite con spa e giardino sensoriale, roofdeck da trecento metri quadrati di cui cento al chiuso, sala meeting e hi-tech all’avanguardia. È l’identikit di Magna Pars Suites, l’hotel “à Parfum” che completa l’offerta del già esistente Event Space in via Tortona a Milano, uno spazio polifunzionale nato nel 1991 al piano terra di una palazzina di inizio Novecento. In questa zona, ogni anno il distretto del design e della creatività ospita il clou del Fuorisalone del mobile, con decine di eventi che coinvolgono laboratori, atelier e spazi per eventi. Legno, acciaio e cristallo si uniscono alla moderna domotica per unire lo stile al risparmio energetico; la ristorazione è curata dallo chef stellato Fulvio Siccardi.

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BHR Treviso Hotel HHHH Quinto di Treviso (Tv) Numero camere: 133 | Ristoranti: 2 | posti: 500 posti | Sale meeting: 13 | Capienza sala maggiore: 600 posti | Capienza sala minore: 20 posti | Saletta segreteria | mq di aree espositive: 2.000 | Possibilità organizzazione post congress

La struttura, targata Best Western, è un business hotel dagli standard internazionali e i servizi di lusso, che accoglie la clientela congressuale nelle sue 13 sale, ma vanta anche facility esclusive per il segmento leisure

Non solo meeting al BHR Treviso Hotel SIMONA ZIN

i proprietà della famiglia di Mario Basso, noti costruttori trevigiani da D tre generazioni, attenti al design e alla qualità dell’architettura e degli impianti, il Best Western Premier BHR Treviso Hotel è stato concepito per ospitare convegni e meeting aziendali che richiedano spazi importanti, come le sue 13 sale, ma comprende anche facility e servizi rivolti alla clientela individuale. Tra i suoi plus, un centro benessere panoramico al sesto piano da cui si gode una vista mozzafiato sulla campagna veneta. La vicinanza all’aeroporto Antonio Canova di Treviso, ma anche allo scalo Marco Polo di Venezia e al centro storico di Treviso, favoriscono la scelta di questa location per l’organizzazione di meeting aziendali ed eventi internazionali. A MISURA DI AZIENDA L’hotel, che è entrato a far parte della catena internazionale Best Western dal maggio 2012 e ha acquisito il brand Premier, offre 133 ampie e lussuose camere e ha ottenuto anche la certificazione di qualità Iso 9001: 2008 dalla Società Sgs. La struttura è operativa da dicembre 2008 e in pochi anni ha già annoverato fra la propria clientela le più prestigiose aziende

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del Nordest, che lo hanno selezionato tra le strutture più idonee per l’organizzazione dei propri meeting e cene aziendali. Gli spazi congressuali si suddividono in due piani per oltre 1.300 metri quadrati e offrono diverse sale per una capienza di oltre 1.300 posti in 13 sale congressi. All’eccellenza degli spazi si unisce l’efficienza delle strutture tecnologiche e l’assistenza tecnica fornita da uno staff qualificato. ECCELLENZA ANCHE A TAVOLA Sin dall’apertura sono stati realizzati al Best Western Premier BHR Treviso Hotel importanti eventi, tra convegni, congressi, presentazioni e sfilate di moda, concerti, spettacoli di cabaret e manifestazioni sportive indoor, serate di gala e danzanti, fiere e workshop, corsi di formazione, meeting e convention nazionali e internazionali. L’hotel, tra l'altro, è accogliente, già al primo impatto vi si respira un’aria gioiosa, suggerita dal ristorante DiVino Osteria Trevigiana che propone piatti della tradizione enogastronomica locale e dal Gioja Lounge Bar che si conferma fra i locali più trendy di Treviso. indirizzi a fine rivista



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Cenobio dei Dogi HHHH Camogli (Ge) Numero totale camere: 103 | Ristoranti: 3 | Posti: 200 + 90 + 50 | Sale meeting: 7 | Capienza sala maggiore: 200 posti | Capienza sala minore: 15 posti | Saletta segreteria | mq di aree espositive: 70 | Possibilità organizzazione post congress

Una location esclusiva, dove l’accoglienza è impeccabile e l’atmosfera che si respira è magica. Affacciato sul lungomare della pittoresca Camogli, l’Hotel Cenobio dei Dogi rappresenta il luogo ideale per immergersi completamente in una dimensione d’altri tempi

L’incontro perfetto MICHELA ROSSI Pace

a città dei mille bianchi velieri, una rete da quattrocento anni non si stanLca che di pescare, un angolo di terraferma, raccolto e profumato, che si affaccia sul Golfo Paradiso. E poi ancora: stelle propizie che vengono dal mare, dragoni e sciabecchi, lo sfrigolio di un padellone gigantesco e un suggestivo luogo di ristoro, e di amabile ritrovo, che già nel nome rivela la raffinatezza di una squisita ospitalità. È questo l’incontro perfetto che unisce Camogli, con le sue straordinarie atmosfere e le antiche tradizioni marinare, e l’esclusivo Hotel Cenobio dei Dogi, location impareggiabile per riunioni di lavoro, incentive ed eventi a misura d’emozione. Eh già, perché il Cenobio dei Dogi, oltre a offrire camere e suite estremamente accoglienti e personalizzate, una cucina mediterranea d’eccellenza e spazi e servizi congressuali dove la versatilità e la tecnologia sono al servizio delle esigenze più sofisticate, rappresenta anche la base ideale per vivere al meglio tutta la bellezza e la naturale armonia di una delle località più rinomate della Riviera di Levante.

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Ecco allora che il tempo libero e la programmazione post evento si trasformano in una scoperta continua. C’è la gustosissima Sagra del Pesce in maggio, con l’enorme padella di quattro metri di diametro che frigge quintali di pesciolini offerti gratuitamente ai visitatori. E c’è la ricorrenza della Stella Maris, in agosto, quando la processione in onore della Madonna protettrice dei naviganti prende il mare alla volta di Punta Chiappa, con in testa il famoso sciabecco (veliero piratesco) “U Dragun”, seguito da decine di barche addobbate. E poi ancora da non perdere: la Basilica di Santa Maria Assunta e la fortezza medievale del Castello del Dragone, con l’incantevole terrazza panoramica sul porto e sui “carrugi” della vecchia Camogli, la tonnara (Tonnarella), una delle più antiche e delle pochissime rimaste in Italia, e infine, per gli amanti delle escursioni in barca, del diving e dello snorkeling, l’area marina protetta che da Portofino giunge fino a Camogli. indirizzi a fine rivista


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‌semplicemente unici sheratonnicolausbari.com

congressi@sheratonbari.com


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Il prestigioso Hotel Ai Cavalieri, affiliato Best Western, accoglie i manager desiderosi di circondarsi di privacy e servizi personalizzati con tutta la suggestione di Palermo e di un hotel dove stile, comfort e tecnologia sono di casa

Un indirizzo esclusivo el cuore della città, la zona più glamour di Palermo, dove le tradizioni N più vere e la grande arte incontrano il

SIMONA ZIN

Ai Cavalieri Hotel HHHH Palermo Numero totale camere: 39 | Ristoranti: 2 | Posti: 150 | Sale meeting: 4 | Capienza sala maggiore: 130 posti | Capienza sala minore: 10 posti | Saletta segreteria | mq di aree espositive: on request | Possibilità organizzazione post congress

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mondo cosmopolita degli affari, dello shopping e delle nuove tendenze, sorge un albergo di assoluto fascino e prestigio, l’Hotel Ai Cavalieri, affiliato al gruppo Best Western, che può vantare la disponibilità di ben quattro sale meeting, esclusive e versatili, proprio nel cuore del capoluogo siciliano. Nel complesso, si tratta di una struttura di categoria quattro stelle superior realizzata attraverso il sapiente restauro di un immobile di pregio dei primi anni del Novecento e gestita, in modo estremamente efficiente e con grande passione, da uno staff giovane e motivato. L’albergo, lussuoso e discreto, curato fin nei minimi dettagli e dotato di 39 confortevoli camere e suite, rappresenta così per i business traveller e

le delegazioni corporate di passaggio in città una base ideale sia per lavorare sia per riposare e rilassarsi nei momenti liberi o a fine giornata. L’ARTE DELL’ACCOGLIENZA Arrivando dalla suggestiva piazzetta di Sant’Oliva, a due passi dalla più celebre piazza Politeama, l’Hotel Ai Cavalieri accoglie i suoi ospiti nell’elegante hall dotata di tecnologia wi-fi e di invitanti poltrone e divanetti in pelle, dove si può tranquillamente leggere un quotidiano e collegarsi gratuitamente alla rete dal proprio notebook. Tutte le camere, spaziose e luminose, sono perfettamente attrezzate per le sessioni di lavoro e dispongono di dotazioni e accessori quali la linea telefonica diretta e la connessione wireless gratuita. Le suite, tra le altre comodità che offrono, hanno in più il salotto


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separato e la vasca idromassaggio. Oltre al comfort e alla privacy di cui si può godere restando in camera, l’albergo mette a disposizione di singoli viaggiatori e gruppi aziendali altri servizi e aree comuni che contribuisco ad allietare la permanenza in hotel. Nella sala delle colazioni, per esempio, lo chef cura personalmente la ricca proposta del buffet mattutino, scegliendo i migliori prodotti biologici e allestendo la tavola secondo la più alta tradizione culinaria. Inoltre, viene riservata molta attenzione per ogni forma di intolleranza alimentare. Lo stesso servizio al top si riscontra nel nuovissimo wine bar dell’hotel, il Graal Club con un’eccellente selezione di vini italiani ed esteri, perfetto per aperitivi e cocktail raffinati e per l’allestimento di pranzi leggeri, coffee break, banchetti e cene di gala serviti nell’esclusivo Giardino d’inverno, climatizzato e in grado di ospitare fino a 130 persone. Le proposte gastronomiche, per la gioia non soltanto del palato ma anche degli occhi, spaziano dalla nouvelle cuisine ai più genuini piatti siciliani, sempre accompagnati da dolci meravigliosi e da un’eccellente selezione di vini italiani ed esteri. LO STILE DI UN INCONTRO L’altro punto di forza dell’Hotel Ai Cavalieri di Palermo consiste nella sua offerta di sale meeting e dotazioni tecnologiche all’avanguardia, capaci di garantire la perfetta riuscita di qualsiasi incontro professionale. L’albergo si è recentemente arricchito di una nuovissima sala da ottanta posti, la sala Gold, costruita ex-novo e

dotata di arredi di design unici nel loro genere. Il nuovo spazio congressuale si è aggiunto così alla sala Principe con i suoi 130 posti a platea (anch’essa completamente rinnovata), all’esclusiva sala Ai Cavalieri da 35 posti, alla più piccola sala Harem da 15 posti e all’executive lounge per riunioni dirigenziali riservate a un massimo di dieci partecipanti. Il tutto supportato dalla consulenza tecnica del personale qualificato e dalla possibilità di organizzare originali post congress. Tra le altre novità con cui l’Hotel Ai Cavalieri si propone ad aziende e viaggiatori d’affari, ricordiamo infine la messa online del nuovo sito istituzionale, attraverso il quale, in modo semplice e immediato, è possibile trovare tutte le informazioni riguardanti l’hotel. indirizzi a fine rivista

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San Paolo Palace Hotel HHHH Palermo

L’Hotel San Paolo Palace di Palermo offre tutto il necessario per eventi all’insegna della qualità. Il suo centro congressi è tra i più capienti della città e il servizio non lascia nulla al caso: la parola al direttore Marcello Pizzuto

Numero totale camere: 284 | Ristoranti: 2 | Posti: 250/550 | Sale meeting: 15 | Capienza sala maggiore: 900 posti a platea | Capienza sala minore: 10 posti | Saletta segreteria | mq di aree espositive: 300/500 interne; 300 esterne | Possibilità organizzazione post congress

Eventi tra sole e cultura ELISA FERRO

otato di vista panoramica sul golfo di Palermo e situato a poca distanza D dal centro storico, il San Paolo Palace è un hotel moderno e funzionale, capace di armonizzare la grande tradizione dell’ospitalità siciliana con servizi alberghieri e congressuali all’avanguardia, in grado di supportare un’ampia gamma di eventi e incontri aziendali. Per meglio conoscere questa interessante location, abbiamo rivolto alcune domande al direttore Marcello Pizzuto. Di quante camere dispone l’hotel e quali sono gli spazi congressuali?

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«Abbiamo 284 camere di cui dieci suite, tutte molto eleganti e accessoriate di ogni comfort. Possiamo poi vantare uno dei centri congressi più grandi della città, così articolato: otto salette da 8/10 posti, tre da 20/25 e altre due da 30/35; le sale maggiori sono quattro, per una capacità complessiva di 1.500 posti con allestimento a platea, suddivise in una sala da 100 persone, una da 220, una da 330 e, infine, la sala plenaria da novecento posti con doppio palco per presentazioni e spettacoli. A fare da collegamento tra tutte le sale ci sono due ampi foyer. Utilizzabili anche per spazi espositivi una galleria poster con 64 pan-


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nelli e almeno altri cinquecento metri quadrati. Anche gli esterni sono adatti per esposizioni con l’apporto di tensostrutture. In occasioni particolari, come per il Congresso nazionale di architettura del 2008, possiamo utilizzare l’adiacente spazio Kals’Art – di pertinenza del Comune di Palermo e pertanto utilizzabile su richiesta agli organi competenti – di 1.500 metri quadrati, un suggestivo ex deposito di locomotive riqualificato come area polivalente per mostre e manifestazioni». A supporto dell’offerta meeting quanti ristoranti avete? «Due: uno al piano terra in zona lunge-bar e hall, che può ospitare fino a 550 coperti, e un altro al 14esimo piano, da dove si gode di un panorama entusiasmante sul golfo, per altri 250 posti seduti, per un totale di ottocento posti complessivi. Possiamo però ospitare fino a 1.200 coperti, utilizzando uno spazio esterno con tensostruttura climatizzata da quattrocento posti». Per quanto riguarda attrezzature tecniche e tecnologiche, cosa potete offrire? «Tutto o quasi: abbiamo le nostre attrezzature standard come videoproiettori, schermi e microfoni, una cabina regia nelle tre sale più grandi e un circuito intranet. Abbiamo anche la possibilità di un canale tv a circuito chiuso visibile da tutti gli spazi con tv e da tutte le 284 camere, siamo attrezzati per videoconferenze via satellite o con Adsl e, per ogni esigenza extra, ci avvaliamo di partner esterni qualificati». Quali eventi ricorda con piacere? «Sebbene alcuni diano più soddisfazione di altri, tutti si ricordano con piacere anche per la loro diversità: il Congresso

nazionale di avvocatura, per esempio, è da ricordare per le grandi tensostrutture esterne e per le colazioni di lavoro con 1.200 ospiti; il citato Congresso di architettura per gli spazi e per le particolari esposizioni e anche perché abbiamo reperito ottocento camere in tutta Palermo, coinvolgendo quasi tutti gli alberghi cittadini; poi il Giro d’Italia del 2008, in qualità di sede esecutiva per le tappe siciliane; la riunione del Partito Popolare Europeo per l’importanza dei partecipanti; l’Incontro internazionale degli ingegneri Informatici con il collegamento wi-fi contemporaneo di oltre cento dispositivi e altri eventi ancora: dalle sfilate di moda al lancio di nuove auto, ai numerosi workshop sul turismo». Qual è la vostra offerta per il tempo libero? «Gli ospiti possono utilizzare il nostro fitness space dotato di cyclette, vogatore, panca per addominali, step e tapis roulant. Oppure godersi in camera un film o un evento sportivo con il nostro abbonamento Mediaset cinema e sport o ancora, da giugno a settembre, tuffarsi nella piscina al 14esimo piano con un panorama mozzafiato. Possono anche prenotare un massaggio rilassante o tonificante e chiedere consigli alla reception per una visita della città o per una bella escursione».

Marcello Pizzutto, direttore del San Paolo Palace. L’hotel dispone di 284 camere e di un centro congressi tra i più capienti di Palermo

Un desiderio per il prossimo futuro? «Tutti noi del settore desideriamo che la macchina organizzativa e produttiva nazionale torni a essere pienamente operativa e che Palermo, terra di sole, mare, cultura e arte culinaria, possa di nuovo ospitare tanti eventi Mice come prima dell’inizio della crisi». indirizzi a fine rivista

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A breve distanza dall’epicentro cittadino di Piacenza, un indirizzo “storico” per gli eventi: è il Centro Congressi Galileo, nel quale l’attualità fa rima con flessibilità; un esempio di archeologia industriale coniugata all’eleganza

La suggestione della tradizione LUCIANA FRANCESCA REBONATO

iacenza, dove il Po si allontana dalle ultime propaggini appenniniche e P incrocia il più importante tratto delle comunicazioni transpadane. Una città di incontri, nella quale gli appuntamenti della meeting industry sono scanditi dai rasserenanti ritmi di una destinazione a “misura d’uomo”. Fra le location spicca l’esclusivo Centro Congressi Galileo, icona di archeologia industriale nonché sede di eventi di alto profilo concertati da Paola Dalla Donna, manager piacentina, che ha convertito la struttura di famiglia in un must della città di Piacenza. Un centro elegante, sobrio, raffinato, a breve distanza dal cuore storico della città e al contempo vicino ai raccordi autostradali, nel quale

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l’attenzione ai dettagli incede di pari passo con la tecnologia di ultima generazione. Senza dimenticare il legame con il territorio. IERI, OGGI E DOMANI Al principio era un capannone. Poi è arrivata l’intuizione, quella scintilla che illumina le idee e proietta nel futuro. E dall’immaginazione è scaturita la realtà: nel 2013 sono ben nove gli anni di collaudato successo del Centro Congressi Galileo, dagli ambienti progettati con la massima cura e caratterizzati da grandi vetrate, luci diffuse e particolari ricercati, in grado di ospitare qualsiasi tipologia di evento, dai meeting ai congressi passando per conferenze, mostre,


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incontri raccolti del top management e formazione. Non a caso il centro è sede permanente di corsi, un valore aggiunto esaltato dalla flessibilità degli spazi. Il Centro Congressi Galileo, infatti, nasce come contenitore polifunzionale con spazi e infrastrutture flessibili e razionali, pensato per offrire servizi di elevata qualità e adatti a ogni esigenza. Nel contesto delle meeting room, il Centro Congressi Galileo vanta cinque sale modulari – due illuminate con luce naturale –, concepite per accogliere sino a duecento persone. Le sale convegni Tolomeo e Copernico sono dotate di strutture personalizzabili in base alle richieste della committenza e sono approntabili con tutte le tecnologie multimediali necessarie a conferenze, corsi ed eventi. Alle sale meeting si affianca lo Spazio Cagliostro – provvisto di ingresso indipendente –, un raffinato e accogliente spazio-bar perfetto per aperitivi, coffee break e cocktail. Professionalità, disponibilità e cortesia sono il tris d’assi del Centro Congressi Galileo il cui obiettivo è rendere piacevole qualsiasi incontro di lavoro. Lo staff dedicato si configura partner ideale per la realizzazione di eventi tailor made e diventa anche un pratico supporto per la ricerca dell’accomodation presso alcune delle strutture ricettive dell’area, con le quali il Centro Congres-

si Galileo ha sviluppato convenzioni di tutto interesse. RISTORAZIONE AL TOP Vero fiore all’occhiello della struttura piacentina è sicuramente il ristorante Galileo ospitato all’interno della location ma aperto anche al pubblico: un plus di valore, una cornice per colazioni di lavoro e cene di gala nel solco – soprattutto – della proverbiale enogastronomia locale, tutta da assaporare nell’atmosfera elegante e raffinata delle sale del ristorante, in grado di accogliere sino a duecento ospiti. Una cucina genuina e in osservanza alla tradizione di questo spaccato di Emilia, grazie ai tocchi sapienti degli chef – di trentennale esperienza – e dalla loro passione per il prodotto sublime e rigorosamente artigianale. Il Centro Congressi Galileo è situato in posizione strategica, (è facilmente raggiungibile dall’uscita dell’autostrada) e può essere il punto di partenza ideale per escursioni nei dintorni – i borghi medievali di Grazzano Visconti e Castell’Arquato in primis – dopo aver conosciuto la Piacenza “antica”, da sempre crocevia tra Nord e Sud, intessuta all’interno del perimetro della città romana, con i suoi tesori architettonici di pregio.

Centro Congressi Galileo Gariga di Podenzano (Pc) 5 sale meeting | Capienza sala maggiore 200 | Capienza sala minore: 5 - 10 | Saletta segreteria | mq 200 di aree espositive: 2 | Sala banchetti interna: | Pranzo in piedi: 250 – 300 | Pranzo seduti: 150-200 | Possibilità organizzazione post congress

Il Centro Congressi Galileo dispone di cinque sale modulari – fino a duecento posti – approntabili con tutta la tecnologia di ultima generazione

indirizzi a fine rivista

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Costa degli

Ulivi Hotels Perle di Sicilia, eventi indimenticabili

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Grand Hotel

Piazza Borsa In centro a Palermo, percorso benessere, 3 sale riunioni da 40 a 220 persone

www.piazzaborsa.it

Splendid Hotel

La Torre www.latorrehotel.it

A Palermo, Lido di Mondello, direttamente sul mare, 14 sale riunioni da 10 a 350 persone

Hotel Torre

Normanna e dei Congressi Ad Altavilla Milicia (PA) Club Hotel, negozi, ascensori per il mare, 15 sale riunioni da 10 a 700 persone

www.torrenormanna.it

Eolian Hotel A Vulcano, Isole Eolie, 3 sale riunioni da 10 a 100 persone

www.eolianhotel.it

www.costadegliulivihotels.it - Numero verde 800236118


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SITE INSPECTION location per eventi

Palazzo Borghese Firenze Sale meeting: 8 (due sale e sei salotti) | Capienza sala maggiore: 300 posti | Capienza sala minore: 5 posti | Saletta segreteria | Sala banchetti interna | Pranzo in piedi: 300 posti | Possibilità organizzazione post congress

Sembra di tornare agli antichi fasti del periodo rinascimentale quando si varca la soglia di Palazzo Borghese a Firenze, che ospita eventi di gran classe nelle sue eleganti sale che accolgono fino a trecento persone

Un salto nel Rinascimento uno dei luoghi che più rimandano ai fasti del Rinascimento fiorentino, in È pieno centro storico nel capoluogo

me realizzato in legno dorato e cristalli di Boemia.

toscano: parliamo di Palazzo Borghese, uno dei palazzi più importanti del periodo neoclassico fiorentino. L'edificio si inserisce perfettamente nella zona più interessante dal punto di vista dell’architettura e delle testimonianze storiche del capoluogo toscano. Si trova a due passi da Piazza del Duomo e Piazza della Signoria e i suoi spazi sono in grado di offrire tante soluzioni differenti e di adattarsi a ogni tipologia di evento raffinato ed elegante. La bellezza e il fasto delle sale del palazzo sono abbaglianti: lo scalone d’onore che si trova all’ingresso conduce alla Sala degli Specchi, un tempo camera da letto di Paolina Bonaparte. L'elegante spazio deve il suo nome alle dieci specchiere in oro zecchino incorniciate da stucchi dorati e telamoni con candelabri che ne moltiplicano le prospettive e rimandano ai bagliori dell’imponente lampadario centrale a 150 fiam-

UN GIOIELLO ARCHITETTONICO Da questa cornice affascinante, che può accogliere eventi fino a cento partecipanti, si passa attraverso i salotti – adatti a incontri di lavoro da cinque a quaranta persone – e si arriva alla Sala Galleria, detta anche Salone delle Feste. È questo il cuore del palazzo, vero gioiello architettonico e artistico che custodisce affreschi, stucchi, bassorilievi, nicchie, statue, colonne e tendaggi. Da un’esedra centrale a cupola si sviluppano due ali con copertura a botte contornate da terrazzini dove, durante le feste di Paolina Bonaparte, veniva sistemata l’orchestra. Questa sala, la più grande del palazzo, può ospitare eventi fino a trecento persone. L’eleganza del palazzo ben si addice all’organizzazione di congressi di alto livello, board meeting, cene di gala, cocktail, serate con musica dal vivo e cene ispirate al periodo rinascimentale.

SIMONA ZIN

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SITE INSPECTION incentive resort

Relais Histó San Pietro Sul Mar Piccolo HHHHH Circummarpiccolo (Ta) Numero totale camere: 48 | Ristoranti: 2 | Posti: 200 | Sale meeting: 3 | Capienza sala maggiore: 350 posti | Capienza sala minore: 10 posti | Saletta segreteria | mq di aree espositive: 1.500 | Possibilità organizzazione post congress

Il piacere di un incontro Riservatezza, cura dei particolari, benessere: sono alcuni dei plus dell’esclusivo Relais Histò di San Pietro sul Mar Piccolo, in Puglia. Con la possibilità, unica, di organizzare eventi all’interno di una basilica romanica

ELISA FERRO

in un grande parco con corti interne, ulivi secolari e gravine, ideale Ipermmerso passeggiate nella natura e nella storia, e affacciato sulle acque calme del Mar Piccolo, a pochi minuti dal centro di Taranto, il Relais Histò è una location di assoluto richiamo per eventi e convegni all’insegna dell’esclusività. La struttura, un complesso a cinque stelle dotato dei migliori comfort e di tecnologie all’avanguardia, è il risultato di un accurato restauro conservativo di una dimora medievale preesistente, la masseria di San Pietro in Mutata, già abitata in epoca romana e tardo ellenistica. Tutto intorno, a difesa della memoria del luogo, si erge un antico muro che un tempo serviva per proteggere il borgo, mentre oggi, come uno scrigno di pietra bianca, racchiude un vero gioiello dell’hotellerie pugliese, che con la sua concezione raffinata del lusso, dello stile e dell’ospitalità offre ai suoi ospiti un’esperienza unica e appa-

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gante. In particolare, per quanto riguarda l’organizzazione di meeting e congressi, il Relais Histò può vantare una sala plenaria da 350 persone, illuminata naturalmente, elegante, ampia e del tutto originale, vale a dire una scenografica basilica affrescata del I secolo d.C., anch’essa scrupolosamente restaurata e adibita a spazio di prestigio per eventi Mice. L’antica basilica romanica, perfetta anche per concerti grazie all’eccellente acustica, è affiancata da altre due meeting room funzionali e accoglienti, adatte allo svolgimento di conferenze, workshop e riunioni da dieci a settanta partecipanti. Infine, oltre al rinomato ristorante La Lanternaia da duecento coperti (all’interno di un ex frantoio) e alle sue 48 camere e suite di grande charme, vero fiore all’occhiello del relais è la nuovissima spa arredata da Culti su un’area di 1.750 metri quadrati. Con i bagni romani e l’impluvium – laguna di acqua salata purificata con ozono –, i numerosi trattamenti estetici personalizzati, il Mare Secco, la Grotta del Fuoco ricavata da un tradizionale trullo pugliese e il percorso di rocce de La Sorgente, ampia piscina esterna con acqua salata a 38 gradi, il relax e lo star bene sono piacevolmente garantiti. indirizzi a fine rivista


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S.S. 145 Sorrentina, km 12, 400 - Castellammare di Stabia 80053 (Na) Tel. 081 39 46 700 - info@sorrentocoasthotel.com - www.crowneplazasorrento.com


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107 inc resort DX_Domina Coral Bay

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Domina Coral Bay Hotel & Resort Sicilia - Zagarella HHHH Santa Flavia (Pa) Numero camere: 340 + 38 villini indipendenti | Ristoranti: 3 | Posti: 1.300 – Allegro: 300 posti; Dolcevita Lounge: 400 posti ; Amare (all’esterno) 600 posti | Sale meeting: 17 + business suite | Capienza sala maggiore: 550 posti a platea | Capienza sala minore: boardroom da 8/12 posti | Saletta segreteria | mq di aree espositive: 600 + 1.200 esterni | Possibilità organizzazione post congress

Zagarella: nuova vita con il nuovo brand ell’ambito di un riposizionamento dei marchi e dei prodotti dell’offerta N turistica del gruppo Domina, dal 2013 il Domina Home Zagarella di Santa Flavia in Sicilia assume la denominazione di Domina Coral Bay Sicilia Zagarella. Il rebranding nasce all’interno di un percorso già tracciato che comincia con l’acquisizione, la totale ristrutturazione e la riapertura al pubblico nel 2010 dello storico hotel siciliano noto soprattutto al mercato italiano come “Zagarella”. In questo percorso di riposizionamento è apparso quasi naturale, anche per la velocità con cui si sta evolvendo il mercato turistico, puntare su un brand riconosciuto a livello internazionale come uno dei più importanti successi degli ultimi vent' anni di storia del turismo. GRANDE VERSATILITÀ L’esclusività della location, la particolarità della struttura, l’offerta di servizi agli ospiti e, non ultima, la “maturità” raggiunta da questo prodotto così eclettico, hanno fatto sì che la struttura siciliana potesse assumere il blasone di un brand dal respiro internazionale come il prestigioso Domina Coral Bay. A soli 15 chilometri dal centro di Palermo e meno di un’ora dall’aeroporto, affacciato sul Golfo di Porticello, l'hotel offre 340 camere su cinque piani

Domina Coral Bay Hotel & Resort Sicilia - Zagarella: un grande marchio arriva in Italia in una storica e lussuosa struttura, che vanta una posizione invidiabile e spazi per eventi per oltre mille persone personalizzati da temi e colori legati all'Italian lifestyle. All’interno del grande parco vi sono 38 villini con vista mare per chi desidera la privacy in mezzo alla natura. Già forte dei successi conseguiti nel 2012 con diversi eventi aziendali e anche medico-scientifici di levatura internazionale, l’hotel dedica un’offerta di spazi per una capacità complessiva di oltre mille persone e con una sala plenaria che ospita fino a 550 persone, divisibile in sei sale indipendenti. Nel corpo centrale dell’hotel, poi, ulteriori spazi multifunzionali a luce naturale e, per gli eventi all’esterno, una varietà di location in un contesto mozzafiato, come la piscina Amare e la piscina Centrale, ai quali si affianca un’area espositiva con vista sul mare. A completare l’offerta, un’ampia scelta di break out room e business suite che hanno permesso l'organizzazione di eventi con una necessità di oltre trenta sale in contemporanea. indirizzi a fine rivista

SIMONA ZIN


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ANDREA PATERNOSTRO

DALLAS: UNA CITTÀ FORMATO MICE È una delle capitali del business, grazie anche all’assenza della state income tax, nonché una delle principali destinazioni Mice degli Stati Uniti, con una gamma di servizi dai numeri importanti: settantamila camere d’albergo – alle quali nel 2012 si sono aggiunte le oltre mille stanze dell’Omni Dallas Hotel, direttamente collegato al Dallas Convention Center, e nel 2013 si aggiungeranno quelle di altre cinque strutture top – e circa novantamila spazi per eventi nel solo convention centre, tra i più grandi del mondo, con cento sale meeting, un teatro da 1.750 posti e un’arena per 9.800 delegati. E se le cifre parlano da sole, la città affascina con la propria offerta post congress: un art

BOLOGNA, LA PIÙ AMATA SU TRIVAGO

È Bologna (al dodicesimo posto) la prima città italiana nel Global Reputation Ranking di Trivago, il motore di ricerca online per confrontare tariffe alberghiere. La classifica elenca le cento città nel mondo con la reputazione degli hotel più alta: è il risultato delle recensioni espresse dai viaggiatori in oltre 140 siti di booking su internet (sono incluse soltanto le destinazioni con almeno 135 alberghi e sessanta recensioni). Al primo posto c’è Dresda, in Germania, con ranking di poco superiore all’83 per cento. Londra è ultima con voto medio 73,4 per cento. Per il capoluogo emiliano il giudizio è dell’81,14 per cento seguono Venezia (quattordicesima) con l’80,8 per cento da Firenze che sfiora l’ottanta per cento e si colloca al venticinquesimo posto. Nell’ordine, con giudizi che arrivano fino al 76,5 per cento, sono presenti anche Palermo, Torino, Napoli, Genova, Roma, Pisa e Milano.

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district che vanta edifici di design – non mancano le firme di Renzo Piano, Norman Foster e Santiago Calatrava – una shopping area imponente, oltre duecento campi da golf nei dintorni, e il mondo dei cowboy appena fuori porta, con la possibilità di soggiornare in un ranch o partecipare a un rodeo. Anche per i momenti conviviali la scelta è vastissima, con oltre novemila ristoranti nella sola area urbana e con un’offerta gastronomica top di livello, rappresentata dai principali chef nazionali. Infine, l’aeroporto internazionale Dfw, il quarto al mondo per traffico passeggeri, consente di raggiungere 145 città statunitensi e 48 destinazioni internazionali, con circa 1.750 voli in transito al giorno. (P.K.)

PIÙ SPAZIO AGLI INCENTIVE IN REPUBBLICA DOMINICANA La Repubblica Domenicana rilancia le proprie proposte per viaggi incentive, che coprono ormai un’ampia gamma di attività, dall’avventura (percorsi naturali o sport, acquatici e non) al relax, comunque alla portata di tutti. Si va dalla possibilità di organizzare gruppi per gite in catamarano o lancia verso le tipiche isole dei Caraibi (Saona, Cayo Arena) con palme da cocco, acque cristalline e open bar di rum e cola; oppure il surf, le acrobazie nella foresta con le zipline e le escursioni alla scoperta delle balene. Nel nord est, la penisola di Samanà offre uno dei maggiori parchi di teleferiche, con vista sul mare; a Las Terrenas si organizzano invece tour in quad e visite alle fabbriche dei sigari e del cacao. Nel nord, a Puerto Plata, le escursioni a cavallo e il torrentismo. Cabarete è nota tra i surfisti, mentre a nord-ovest (Punta Rusia) si trova l’isola corallina Cayo Arena. Anche l‘est (Bavaro, Punta Cana), denso di alberghi e resort, offre lezioni di surf (Macao Surf Camp) mentre da Bayahibe si arriva all’isola tropicale di Saona.


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A FIRENZE SEIMILA DELEGATI A CONGRESSO

Un congresso medico da seimila delegati, tra i più importanti a livello mondiale per gli esperti di ulcere cutanee: è l’evento Wuwhs (l’unione mondiale delle società del settore) acquisito da Firenze Fiera, che si svolgerà nel centro congressi del capoluogo toscano dal 25 al 29 settembre 2016. L’organizzazione sarà gestita dal Pco italiano Cci (Centro congressi internazionale) che è stato supportato dal Firenze Convention Bureau durante tutte le fasi della candidatura vincente, alla quale hanno contribuito le associazioni italiane degli esperti, Aiuc e Aislec. Le due sigle si sono impegnate a organizzare, dalla primavera all’autunno 2016, attività di formazione e aggiornamento a livello nazionale per aumentare l’attenzione sull’evento. La proposta è stata promossa dal professore Marco Romanelli, presidente del comitato scientifico del congresso.

SAN FRANCISCO, APPROVATO L’AMPLIAMENTO DEL MOSCONE CENTER

Sono stati approvati i fondi per finanziare i lavori di ampliamento del Moscone Center, la più grande location per eventi di San Francisco, in California. L’ Expansion District porterà alla struttura altri 350quattrocentomila metri quadrati di spazi espositivi e congressuali, per un intervento complessivo da cinquecento milioni di dollari. Il complesso è già dotato di un exhibit hall floor da settecentomila metri quadrati. Il board dei supervisori del Comune californiano ha approvato all’unanimità la delibera che assicura la maggior parte delle risorse finanziarie. In particolare, ottantamila metri quadrati di spazio contiguo serviranno ad attrarre

eventi più grandi: «I tre edifici esistenti sono già saturi, il nostro mercato degli eventi non potrà crescere senza spazi aggiuntivi» ha sottolineato Joe D’Alessandro, Ceo della San Francisco Travel Association, ricordando che la città ha già perso un fatturato potenziale di oltre due miliardi di dollari per eventi tra il 2010 e il 2019. I lavori inizieranno nel novembre 2014. La decisione serve anche a proseguire l’iter di verifica della sostenibilità ambientale del progetto. Nel 2012, il Moscone è stato il primo centro congressi della West Coast a ricevere la certificazione “green” Leed Gold.

THAILANDIA SUPERA OBIETTIVI MICE Numeri da record per il settore Mice in Thailandia: il 2012 è stato chiuso oltre quota 895mila presenze, superando l’obiettivo annuale che era stato stabilito dal Thailand Convention & Exhibition Bureau (Tceb). Inoltre, il Paese è stato scelto come quartier generale nel sudest asiatico da due aziende leader nel settore fieristico, la Vnu Exhibitions Asia Pacific (una joint venture tra l’europea Vnu e la Tcc Land con sede a Bangkok) e Asian Exhibition Services, che fa parte del gruppo statunitense Dmc Services. Secondo le previsioni del convention bureau thailandese, entro il 2015 il settore fieristico nazionale crescerà del trenta per cento, e riuscirà ad attrarre trecentomila visitatori, rivendicando così un ruolo da protagonista tra gli Stati dell’Asean (associazione che comprende anche Indonesia, Malesia, Filippine, Singapore, Brunei, Vietnam, Laos, Birmania e Cambogia).

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In India, il lusso

corre sui binari A bordo del lussuoso Maharajas’ Express per andare alla scoperta dei segreti dell’India significa vivere un’esperienza unica, che inizia proprio a bordo di questo particolarissimo treno ALESSANDRA BOIARDI

è una novità che corre sui binari del lusso e il suo nome è Maharajas’ C’ Express, un treno a cinque stelle perfetto per un incentive originale ed esclusivo per conoscere da vicino l’India. Si tratta di una proposta del tutto inedita per rivivere il fasto delle dinastie sovrane che hanno segnato la storia indiana a bordo di un convoglio di moderna concezione con cui si possono raggiungere e visitare alcune delle mete più interessanti del patrimonio culturale, artistico e naturalistico dell’India. Se infatti anche il “tragitto” diventa una vera e propria avventura, sono tante e diverse le mete raggiungibili sul percorso del Maharajas’ Express: dalla visita a uno dei più grandi parchi di dinosauri a Balasinor all’immancabile Taj Mahal, il simbolo dell’India e patrimonio dell’Unesco, passando per una visita in Rajasthan e nel Gujarat o da una gita in barca sul Gange alla città santa di Varanasi. Tan-

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tissime le esperienze che potranno rendere davvero unico un incentive a bordo di questo lussuosissimo treno, che sarà arricchito anche con una particolare accoglienza nelle stazioni, con danze tipiche accompagnate da fanfare, cene esclusive nelle fortezze e nel deserto e persino la possibilità di incontrare le famiglie dei maharaja. Si può comunque scegliere tra diverse combinazioni e proposte, tutte con il giusto tocco esotico. A bordo, il gusto contemporaneo si abbina in modo originale alle suggestive ambientazioni di questo “palazzo su ruote” composto da quattordici vagoni, tra cui quello della suite presidenziale. Ogni cabina è dotata di ampie finestre così che i passeggeri possano godersi ogni particolare del paesaggio circostante e delle più moderne facility, come la connessione wi-fi a internet e la televisione. Pranzi e cene possono essere gustate in due ristoranti, ognuno in grado di accogliere fino a 42 persone. Il Maharajas’ Express è anche un treno “premiato”: l’anno scorso ha infatti ricevuto il riconoscimento di Leading Luxury Train ai World Travel Awards. indirizzi a fine rivista


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PARTNER news persone e poltrone

ANDREA PATERNOSTRO

CWT MEETING & EVENTS RAFFORZA IL TEAM IN ASIA

Nuova nomina per l’area Asia-Pacifico di Cwt Meetings & Events: Steven Smith è il nuovo senior director della business unit Mice di Carlson Wagonlit Travel. Con questo incarico, Smith entra nel Cwt Regional Leadership Team, che ha sede a Singapore, ma anche nel Global Team della divisione dedicata agli eventi. Smith ha all’attivo esperienze nel settore meeting e incentive in quattro continenti: Europa, Asia, Medio Oriente e Africa. Al momento della nomina, era direttore dell’ufficio di Singapore della londinese Iqpc, che si occupa di formazione e congressi. «Lo scorso anno, le nostre attività di meeting ed eventi hanno registrato, a livello globale, una crescita a doppia cifra. Ci attendiamo che questa tendenza anche nel 2013, soprattutto per il mercato Asia-Pacifico» ha detto Floyd Widener, direttore di Cwt Meetings & Events a livello globale.

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ROYAL DEMEURE, MILOCCO IL NUOVO MANAGER NELLA CAPITALE Un nuovo area manager per il gruppo di luxury hotel Royal Demeure a Roma: è Marco Milocco, già direttore dell’Hotel d’Inghilterra, che ha assunto la responsabilità di altre due strutture nella capitale, la Residenza di Ripetta e l’Hotel Beverly Hills. La prima deriva da un ex convento seicentesco, nell’omonima via del centro storico. La seconda è situata nell’elegante quartiere Parioli, nei pressi di Villa Borghese. Con la nuova direzione, l’Hotel d’Inghilterra sta rilanciando l’antica dimora cinquecentesca dei nobili Torlonia, meta di scrittori e intellettuali come Byron, Keats, Shelley, Mark Twain ed Hemingway. Nel curriculum di Milocco figura la direzione dell’Hotel Danieli di Venezia e la collaborazione con Ciga e Starwood in Costa Smeralda. Nel complesso, la Royal Demeure ha sei proprietà in Italia.

FORTE DEI MARMI, DUE HOTEL STORICI A MICHELE ZANCONATO Vicentino, classe 1954, Michele Zanconato è il nuovo direttore generale di due alberghi storici di Forte dei Marmi, nel lucchese, entrambi di proprietà della famiglia Maschietto fin dagli anni ’60: si tratta del cinque stelle Augustus e del quattro stelle Hermitage. Il manager ha alle spalle una lunga carriera negli alberghi di lusso, avendo guidato l’Excelsior Palace di Rapallo dal 1995 e in seguito il San Clemente Palace di Venezia. L’Augustus Hotel & Resort, situato nella zona più elegante di Forte dei Marmi, è un resort immerso nel verde del parco circostante e composto dalla casa centrale (ex villa Pesenti) e dalla Nave, una moderna struttura con balconi e vista panoramica; inoltre, nella proprietà rientrano sette ville suite, l’Augustus Lido (ex villa Agnelli) e la spiaggia privata. L’Hermitage Hotel & Resort si trova nel centro della località versiliese, con ampio parco privato.


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KATERINA BELUNKOVA ALLA GUIDA DI CZECH TOURISM IN ITALIA

Katerina Belunkova è il nuovo direttore per l’Italia di Czech Tourism, l’ente promozionale della Repubblica Ceca. Una manager giovane, che ha all’attivo otto anni di esperienza nel settore aereo, con la compagnia di bandiera Czech Airlines, prima come route manager a Praga e poi come direttore commerciale a Belgrado. La Belunkova, che si è formata nella capitale ceca con una laurea in relazioni internazionali, ha annunciato l’intenzione di imprimere un nuovo carattere alle attività italiane dell’ente. Tra le priorità espresse, una più forte collaborazione con le compagnie aeree e con i tour operator e agenzie online per lo sviluppo di campagne mirate. Katerina prende il posto di Lubos Rosenberg, che aveva fondato e diretto per cinque anni la sede italiana di Czech Tourism.

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PARTNER news persone e poltrone

GIRO DI INCARICHI IN ALESSANDRO ROSSO GROUP Importanti nomine all’interno della holding Alessandro Rosso Group, multinazionale italiana degli eventi e della comunicazione. Daniele Rosso è il nuovo Ceo (Chief executive officer) di Alessandro Rosso Incentive srl, la società del gruppo che si occupa dei viaggi di incentivazione, motivazione e team building e della logistica di eventi e meeting. Nel 2011, l’azienda ha lanciato una linea di incentive “eco-solidali”; in quell’anno era stata acquisita A World of Events, agenzia di eventi del Gruppo Alpitour (oggi A.w.e. srl) alla cui guida passa ora Beniamino Savio, dopo 11 anni di carriera interna e l’esperienza in Fiorio Management. Cristiano Fiorio, già vice presidente esecutivo del gruppo, ha lasciato i precedenti incarichi per diventare presidente onorario della società interna di incentive. Il gruppo ha chiuso il 2012 con un fatturato di quasi 79 milioni di euro.

DORA PARADIES COUNTRY MANAGER DELLA TCA ABU DHABI

AIM GROUP INTERNATIONAL, NUOVA MANAGER A PRAGA

Con l’avvento del nuovo anno, la giovane manager Dora Paradies è stata nominata direttrice per l’Italia dell’Abu Dhabi Tourism & Culture Authority (Tca) l’ente di promozione della capitale degli Emirati Arabi Uniti. La Paradies vanta sette anni di esperienza nel Medio Oriente e nel Golfo Persico, dove ha svolto attività di marketing development per l’Oman Tourism Board e per NYC&Company, anche per quanto riguarda le relazioni con gli uffici Mice, i tour operator e le agenzie di viaggio italiane. Anche le precedenti esperienze in carriera rientrano nel destination marketing, con la Mauritius Tourism Promotion Authority e il British Virgin Islands Tourist Board.

CWT, LORETTA BARTOLUCCI ALLA GUIDA DEI TEAM SALES & MARKETING

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Katerina Chvátalová è la nuova responsabile della divisione Dmc e Mice nella sede di Praga per Aim Group International. Dopo aver conseguito un master in Scienze politiche presso l’università di Praga, la giovane manager ha iniziato la sua carriera presso il ministero della Cultura della Repubblica Ceca come responsabile per i paesi francofoni. Nel 2008 Katerina ha collaborato con Liberty Incentives and Congresses di Praga in qualità di project manager nella divisione Incentive, gestendo eventi sociali, culturali e Vip. Nel 2011 entra a far parte di Aim Group International, in qualità di senior project manager. (M.R.)

Carlson Wagonlit Travel (Cwt) tra i leader mondiali specializzati nel business travel management, ha nominato Loretta Bartolucci Director Sales, Marketing & Advanced Client Solutions per l’Italia. Nel suo nuovo ruolo avrà il compito di gestire e coordinare lo sviluppo del new business, le strategie e iniziative di marketing, nonché le nuove soluzioni tecnologiche dedicate ai clienti nel nostro Paese, guidando i rispettivi team dedicati. L’obiettivo della riorganizzazione interna – che ha preso forma nel 2012, prevedendo però una fase di graduale transizione oggi giunta a compimento – è di garantire alle aziende una struttura ancora più propositiva, dinamica e orientata al cliente, per rispondere alle sue reali esigenze. Loretta Bartolucci ha fatto il suo ingresso in Cwt nel 2006 in qualità di Head of National Program Management.


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PARTNER congressi

Evento al vernissage ProEvent si propone come partner strategico anche per allestimenti museali e mostre, nonché in tutti quei contesti in cui la comunicazione aziendale vuole essere letteralmente un’ “opera d’arte” GIULIA DE STEFANO

Sono numerose le mostre di respiro internazionale allestite da ProEvent che può contare su uno staff qualificato e un know-how specifico

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egli ultimi anni ProEvent ha impiegato competenze e risorse diventando N un partner affidabile nell’ambito dell’allestimento museale e delle mostre, mettendo a frutto anche le esperienze maturate nell’ambito dell’insegnamento alla facoltà del Design del Politecnico di Milano nei corsi di Design per i beni culturali. Tante le mostre di grande rilevanza già allestite, tra cui 1908–2008: 100 anni di produzione Olivetti (Ivrea, Officine H, 2008); UN.it – Unesco Italia (Villa Reale di Monza, 2009); Il paesaggio dell’800 Lombardo (Villa Reale di Monza, 2010); Rodin. Le origini del genio (Legnano, Palazzo Leone da Perego, 2011); Borrani, al di là della macchia ( Viareggio, Fondazione Matteucci, 2012); Mirò Poesia e luce (Genova, Palazzo Ducale, 2012); Brueghel. Meraviglie dell'Arte Fiamminga (Roma, Chiostro del Bramante, 2013). Quest’esperienza è il risultato di un gruppo di lavoro affiatato capace di rapportarsi con tematiche e tecnologie complesse, di tecnici e specialisti competenti in ambiti diversi in grado di gestire al meglio ogni aspetto dell’allestimento: dall’analisi delle idee e degli obiettivi alla pianificazione degli spazi, dall’assistenza tecnica in loco alla cura dei dettagli estetici, funzionali e normativi.

LAVORO DI SQUADRA ProEvent progetta, sviluppa e costruisce le proprie idee all’interno dei suoi laboratori assicurando così un’attenta cura dell’allestimento durante tutte le fasi del progetto e condividendo intuizioni, eventuali problematiche e possibili soluzioni individuate. Si fa carico della gestione del cantiere nei suoi aspetti tecnici, logistici, costruttivi, della tutela delle opere, grazie al suo personale interno, garantendo la cura delle strutture esistenti, il rispetto delle norme di sicurezza e fornendo le certificazioni necessarie. L’obiettivo progettuale è quello di far dialogare le diverse competenze coinvolte e il risultato finale è la sintesi di forme, luci, colori, suoni e sensazioni. L’estetica e l’efficacia dei materiali dialogano con il progetto grafico, i tempi di allestimento con la solidità delle strutture, la sicurezza di oggetti e persone con l’originalità voluta dal cliente. ProEvent si propone come partner affidabile in un’ottica di allestimento moderno, dove le linee di confine tra permanente e temporaneo, commerciale e artistico, entertainment e didattico sono sempre più sottili. indirizzi a fine rivista


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PARTNER incentive

2013, l’anno del Mice Cisalpina Tours, già tra i leader nel settore del travel management, ha scelto di consolidare la sua presenza nella meeting industry. E l’ha fatto partendo da un nuovo management: dopo Maria Guadalupe Lucasevich alla guida della divisione Mice, infatti, è in arrivo anche un planning manager

MATTEO ROCCA

volte viene il sospetto che la crisi esista solo per chi ne ha paura. Perché, a A ben vedere, il mercato sa premiare le

scelte lucide e coraggiose, tanto più in periodi di incertezza. Investire con decisione nel Mice oggi significa riconoscere che il mondo degli eventi è vivo, strategico e più che mai necessario per il mondo del business. A questo proposito, ecco un esempio tra i più interessanti. La scorsa primavera Cisalpina Tours annunciava di aver affidato a Maria Guadalupe Lucasevich la guida della sua nuova divisione Mice: una scelta importante, giunta a pochi mesi dall’ingresso della travel management company nel gruppo Msc. A meno di un anno dalla sua nomina, abbiamo incontrato Lucasevich per chiederle un primo bilancio e soprattutto qualche insight sulla nuova anima Mice della compagnia: «Con il mio ingresso in Cisalpina Tours ha avuto luogo un change management, ora stiamo affrontando il mercato e raccogliendo i frutti di que-

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sto primo periodo. Nonostante il trend generale sia negativo, ci collochiamo in controtendenza, registrando una crescita dei fatturati nel settore Mice». La decisione di crescere e consolidarsi nel mondo degli eventi è seguita in modo molto naturale all’ingresso del nuovo azionista, anche per sfruttare al meglio le nuove possibilità di fare rete all’interno del nuovo gruppo. Le basi su cui attuare questo cambiamento erano però già pienamente presenti nel patrimonio della compagnia. «Ci siamo resi conto di avere una grande risorsa non ancora pienamente valorizzata: un portafoglio clienti di primissimo livello lato business travel, che però non era stato ancora sviluppato su altri fronti. I clienti che ci conoscevano già hanno apprezzato il fatto di potersi confrontare con un interlocutore unico anche per quanto riguardava l’event planning, e ci hanno dato fiducia. Stiamo passando dai piccoli meeting alla gestione di eventi più grandi e strategici, ponendoci sem-


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PARTNER incentive

pre più come una “one-stop solution”». Il bilancio di questa prima fase è quindi positivo, spiega Lucasevich, perché l’unione di Mice e travel management si sta rivelando una sinergia efficace: «Il mercato sta rispondendo molto bene. Siamo competitivi perché abbiamo una consolidata expertise nella gestione delle trasferte, e la capacità di gestire grandi volumi con catene alberghiere e compagnie aeree: un know-how e un volume di fatturato che ci differenziano dalle incentive house tradizionali. Per le aziende questo significa poter organizzare un evento contando anche su una grande razionalizzazione delle spese logistiche».

sta la maniera migliore per reagire alle sfide del presente: «Personalmente ritengo che la crisi colpisca soprattutto chi ha sbagliato il proprio posizionamento, o non ha curato a sufficienza i propri investimenti. Nel Mice, a ben vedere, la crisi non è uguale per tutti: c’è chi ha difficoltà e chi va in controtendenza, e noi stiamo riuscendo a collocarci in questa seconda categoria».

Maria Guadalupe Lucasevich, dalla scorsa primavera alla guida della divisione Mice di Cisalpina Tours

indirizzi a fine rivista

CREATIVITÀ E MICE Il cambio di paradigma è stato comunque notevole. Soprattutto, Lucasevich sottolinea l’importanza dell’aver introdotto e sviluppato un approccio creativo: «Fino a ieri Cisalpina Tours aveva un’impronta prettamente logistica; per misurarsi nel campo degli eventi è indispensabile la creatività. Bisogna essere in grado di elaborare un concept, un mood, una metafora entro cui inscrivere l’evento. La creatività è una risorsa importantissima, specie in un momento in cui le aziende hanno drasticamente ridotto il numero dei loro eventi, perché pongono maggiore attenzione a ogni singolo investimento». Difficile resistere alla tentazione di chiedere qualche anticipazione sui prossimi obiettivi della nuova divisione eventi di Cisalpina: «Come ha detto il nostro direttore generale, Alfredo Pezzani, per noi il 2013 sarà l’anno del Mice. A breve potremo contare anche su un nuovo planning manager, che aumenterà ulteriormente il nostro know-how e ci renderà ancora più competitivi». Idee chiare e progetti ben definiti, quindi; Lucasevich non ha dubbi che sia que-

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PARTNER service & technology

Lo spettacolo dei grandi eventi Con Tecnoconference Europe–Gruppo Del Fio, specialista in progetti creativi e servizi tecnologici per grandi eventi, cerchiamo di capire come, nonostante le potenzialità delle più innovative attrezzature, a fare la differenza sia sempre l’elemento umano. Ne parliamo con il titolare, Silvio Del Fio STEFANO RE

li eventi sono parte irrinunciabile della vita di aziende, istituzioni e G associazioni. Ma per avere successo devono saper emozionare i partecipanti. Il pubblico deve portare a casa un ricordo duraturo, che massimizzi l’efficacia del messaggio e dia al committente il giusto ritorno d’immagine. E lo strumento privilegiato per riuscirci è la tecnologia, in tutte le sue accezioni: audio, video, luci. «Il contesto in cui questi strumenti mostrano in pieno il proprio potenziale è quello dei grandi eventi, come le assemblee associative e le convention aziendali, in cui l’elemento spettacolare è importante», ci spiega Silvio Del Fio, presidente di Gruppo Del Fio, formato da Tecnoconference Europe, con sede a Roma, e dalla gemella Del Fio Multimedia, con sede a Firenze. «Ma non è solo questione di hardware e software sempre nuovi. Il principale fattore di successo è l’expertise e la

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competenza di noi tecnici ed esperti. Dietro a ogni evento c’è un lavoro umano insostituibile: c’è un brief da parte del cliente che va compreso e interiorizzato; c’è il sopralluogo per la scelta della location, che necessariamente deve rispondere ad alcune caratteristiche; c’è il progetto della scenografia, un progetto capace di coniugare creativamente tecnologia, allestimento e novità (i déja vu non li vuole più nessuno). E tutto ciò, ovviamente, deve piacere al cliente, deve interpretare al meglio le sue esigenze. Solo a questo punto entra in gioco la definizione delle apparecchiature necessarie – in particolare della regia emissione contributi, con tutti gli effetti possibili – e del budget, cui fa seguito la produzione dell’evento, l’operatività “sul campo” con la pianificazione e il coordinamento di tutte le forze, e la produzione della comunicazione: filmati emozionali, grafica animata, slide tappo, speech support, e così via. Insomma, quando parliamo di “servizio completo per ogni tipo di eventi” intendiamo in primo luogo il nostro apporto di professionisti con tanta esperienza specifica, perché solo grazie a esso il progetto e la comunicazione acquisiscono personalità e forza coinvolgente».


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PARTNER service & technology

INNOVAZIONE «Le nostre proposte innovative, che vanno per la maggiore», continua Del Fio, «sono le multivideoproiezioni dinamiche su megaschermi circolari, che danno all’audience la sensazione di essere “avvolta” dalle immagini, le scenografie con video mapping, sviluppate su fondali con diversi piani prospettici per una “immersione” tridimensionale nella scena, fondali multimediali che cambiano continuamente colore grazie a sofisticati sistemi video e illuminotecnici. Va da sé che l’hardware impiegato debba essere ultraperformante e di ultimissima generazione, videoproiettori ad altissima risoluzione (oltre l’Hd) e luminosità, mixer grafici digitali multilayer capaci di gestire edgeblending, telecamere e regie video broadcast Hd, playback machine per riprodurre contenuti video oltre l’Hd con correzioni di warping integrate. A supporto, serve una distribuzione dei segnali completamente digitale in fibra ottica. Infine, da ultimo ma non per ultimo, sono indispensabili risorse umane con elevatissimo know-how tecnico specifico e in continuo aggiornamento». L’ASSEMBLEA CNA Una case history di riferimento è la recente Assemblea Nazionale Cna (Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa), tenutasi il 15 novembre a Roma, presso l’Auditorium della Conciliazione. Evento molto importante, con oltre duemila associati presenti e numerose autorità, tra cui il ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera e i leader politici Angelino Alfano, Pierferdinando Casini

e Pierluigi Bersani. Il progetto si basava su un enorme schermo concavo in formato superwidescreen (ben 18 x 4,50 metri) su cui scorrevano la comunicazione (animazioni di walk-in, grafica e slide a tutto schermo), le immagini live, riprese da una regia quadricamere full Hd, con effetti grafici (cornici, e così via...) e i numerosi altri contributi (feed di Twitter, filmati emozionali e speech support). Il tutto, grazie a una sofisticata regia emissione, appariva su uno sfondo cromatico animato. La proiezione avveniva attraverso tre videoproiettori Dlp “top level” che diffondevano sullo schermo concavo immagini senza distorsioni, grazie a un sofisticato modulo di correzione geometrica. Ciò dava ai presenti la suggestiva sensazione di essere “abbracciati” dalle immagini, in senso quasi letterale. Tecnoconference Europe ha fornito anche il sistema audio imperniato su due line array di ultima generazione, il Teleprompter (gobbo elettronico) di ultima generazione per la relazione del presidente Malavasi, ha allestito l’affollatissima area stampa e il foyer con grandi monitor a circuito chiuso e rendendo disponibili ai network radio-televisivi italiani e stranieri i segnali audio e video broadcast. A cornice, è stato predisposto l’encoding per lo streaming live sul web, visualizzabile anche su device mobili, e il sistema di accredito per i partecipanti con la produzione di oltre 3.600 badge identificativi, nonché il rilevamento presenze con lettori laser wi-fi di codice a barre.

Attrezzature sofisticatissime quelle di Gruppo Del Fio per la gestione tecnologica anche degli eventi più complicati. Con un valore aggiunto fondamentale: l’elemento umano. Da sinistra in senso orario, le assemblee Cna, Confindustria e Confcommercio del 2012

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PARTNER news supplier

ANDREA PATERNOSTRO

BESTEAM CRESCE: OLTRE 640 AFFILIATI Numeri in forte crescita per Besteam, la prima centrale di acquisti italiana dedicata al canale Ho.Re.Ca. (hotels, restaurants, catering): negli ultimi cinque anni gli affiliati sono passati da 240 a 640 tra alberghi Best Western, strutture indipendenti e consorzi. Nello stesso periodo il fatturato è più che raddoppiato: il 2012 è stato chiuso a quota 11 milioni. Nel corso dell’anno sono arrivati anche nuovi fornitori convenzionati, ormai oltre 70 (gli ultimi accordi sono stati siglati con Scatolificio del Garda, Sanipur, Silent Gliss, GruppoLampe, Doreca, LifeGate, Calligaris, Tuo Logo e Quartiglia). All’inizio del 2013, Besteam ha rinnovato il sito ufficiale evidenziando l’origine da Best Western anche nel logo e ha aggiunto la sezione “green” dedicata agli acquisti sostenibili, reso concreto da una serie di campagne merci: cestini per la raccolta differenziata, prodotti per l’igiene personale, cancelleria e sistemi per l’acqua solo per fare alcuni

CONTROLLARE LA QUALITÀ IN ALBERGO CON UN SOFTWARE Hotel Quality Measurement (HQm) è la nuova soluzione lanciata dalla Hospitality School di Milano per controllare la gestione della qualità negli alberghi. Per ottenere la massima efficacia, il prodotto valuta sia la qualità effettivamente erogata dalla struttura sia quella percepita dal cliente e consente intervenire per correggere eventuali criticità. La qualità “progettata” è secondo questo approccio «l’obiettivo fissato dall’impresa sulle aspettative del cliente». Per raggiungerlo, è necessario adottare in azienda un sistema di ‘autocontrollo’e svolgere un'indagine sulla soddisfazione dei clienti. L’Hospitality School propone tre soluzioni per questa ricerca: base, avanzata o full. La prima comporta l’adozione di check list, la rilevazione sistematica delle performance e l’elaborazione del punteggio mensile realizzato (Hotel overall). La seconda prevede anche i report e l’analisi mensile dei risultati, mentre l’ultima approfondisce i risultati ottenuti dai singoli dipendenti e collaboratori.

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esempi. Inoltre, dall’esperienza con gli hotel è nato il servizio ‘buyer on demand’ che ha dato vita a gruppi di acquisto locali con interessi comuni, capaci di generare economie di scala.

SPESE DI VIAGGIO: I MINISTERI SI AFFIDANO A CWT Carlson Wagonlit Travel, fornitore di servizi per i viaggi d’affari, espande il suo portfolio clienti nelle pubbliche amministrazioni centrali: a seguito dell’accordo quadro derivante dalla gara indetta da Consip – la centrale per gli acquisti pubblici di proprietà del ministero dell’Economia - sono stati siglati accordi con quattro ministeri (Economia, Istruzione, Esteri e Ambiente) e due dipartimenti del Viminale, Equitalia Nord e Sud e il Consiglio superiore della magistratura. Gli obiettivi della partnership sono il taglio degli sprechi e il conseguimento di maggiore efficienza nella spesa pubblica per i viaggi e le trasferte: Cwt fornirà la consulenza e il monitoraggio dei nuovi processi operativi. A tal fine, è stato creato un sistema di reportistica per fornire informazioni sui volumi, le transazioni, i risparmi raggiunti e la conformità della spesa alla travel policy di ciascun ente pubblico.


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PARTNER news supplier

DUE NUOVI SOFTWARE PER FIERA DEL LEVANTE GENIE MOBILE: 10 TREND PER LE EVENT APP Dieci previsioni per altrettante tendenze che domineranno il mercato delle app per gli eventi nel 2013. Secondo Genie Mobile, fornitore di software per la meeting industry, il primo trend da osservare è l’evoluzione delle piattaforme mobili, che costringeranno i fornitori a trovare soluzioni efficaci non solo per il web, ma anche per tablet e smarthphone. Inoltre, le app diventeranno uno standard di mercato (come la pre-registrazione a un evento). I clienti si aspettano un ritorno sempre maggiore degli investimenti in event app: nuovi affari, informazioni sull’audience, visibilità del brand. Si prevede il superamento delle applicazioni “single event”a favore di quelle “multi-evento”, con vantaggi anche per gli utenti: un solo download e l’app diventa un punto di riferimento aggiornabile nel tempo.

A VENEZIA SI PARLA DI OSPITALITÀ Ivh, società di consulenza in outsourcing alberghiero, propone un evento all’insegna dell’innovazione in una città storica come Venezia. L·’esternalizzazione dei servizi vista come opportunità legata all’immagine che le strutture alberghiere danno di sé attraverso il canale di comunicazione per eccellenza, il web. Appuntamento all’ Isola di San Servolo, il 18 aprile. Interverranno: Federalberghi Veneto, Ava (Associazione Veneziana Albergatori), economisti e consulenti del lavoro, esperti in piattaforme I.T, Vega (Parco Scientifico e Tecnologico di Venezia), Trip Advisor.

Mediamonitor.it e Real Time Reporting: il primo, per monitorare online in tempo reale le notizie riguardanti il proprio evento, recuperando le informazioni rilevanti tra i contenuti informativi del web, delle televisioni, delle radio e della stampa; il secondo, per trascrivere istantaneamente gli interventi congressuali, integrati con riprese audio-video, fruibili e indicizzati per il web e ricercabili per parole chiave nei contenuti, con l’obiettivo di rendere l’evento fruibile anche da chi non ha la possibilità di partecipare dal vivo.

Sono le nuove soluzioni informatiche messe a disposizione dall’ente autonomo Fiera del Levante ai propri clienti (organizzatori di eventi, aziende, uffici marketing e uffici stampa) due nuove soluzioni informatiche. I software sono stati sviluppati da Cedat 85.

TECNOCONFERENCE EUROPE FIRMA LA REGIA DI TRE EVENTI Tecnoconference Europe (Gruppo Del Fio), società di servizi hi-tech per gli eventi, ha firmato la regia di tre convention nell’ultimo bimestre 2012. Innanzi tutto, l’assemblea nazionale della Cna (Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa) all’Auditorium della Conciliazione di Roma; in seguito, l’evento targato Telecom Italia e Tim al Tempio di Adriano e infine il workshop Bnl G150 organizzato dalla banca presso Eataly. Oltre duemila presenze per l’evento degli artigiani, dove Tecnoconference Europe ha installato un maxi schermo concavo per lo streaming video live su sfondo cromatico animato, oltre alla diretta web e agli accrediti con lettori laser wi-fi. Working Capital Tim: Si può fare! – Il coraggio di crescere è stato invece l’evento di presentazione dei vincitori di Working Capital 2012, promosso da Telecom Italia e da Tim: anche in questo caso, regia dal vivo e full Hd. Per i 150 top manager di Bnl (Bnp Paribas), invece, è stato allestito un ambiente stile cabaret con 18 tavoli rotondi e microfoni per gli interventi.

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Imex, più formazione e 3.0 La kermesse dedicata alla meeting e incentive industry internazionale torna a Francoforte dal 21 al 23 maggio. Diverse le novità, ma non cambia l’obiettivo principale: creare business

ALESSANDRA BOIARDI

rancoforte aspetta l’edizione 2013 di Imex, la fiera dedicata alla meeting e F incentive industry internazionale che si terrà dal 21 al 23 maggio, e che quest’anno si presenterà con diverse novità rispetto allo scorso. Innanzitutto verrà organizzato un nuovo evento dedicato ai buyer prima della manifestazione stessa e dedicato alla formazione. Imex lancerà infatti per l’edizione 2013 un nuovo format: Exclusively Corporate @Imex. Si tratta di incontri dedicati alla formazione che si focalizzeranno in particolar modo su topic dedicati a due distinte tipologie di buyer, rispettivamente i senior executive e i corporate meeting planner. Altra novità riguarda invece l’implementazione dello strumento online per tutto quello che riguarda la registrazione di buyer e visitatori, che tra l’altro hanno già a disposizione una directory elettronica aggiornata. Social media, foto, video sono la nuova vetrina “vir-

tuale” che precede i giorni della kermesse, dal 21 al 23 maggio, una possibilità per gli espositori di proporre anche in maniera digitale la loro offerta. «Vogliamo offrire una vera e propria esperienza – spiega Ray Bloom, presidente di Imex Group – sia agli espositori sia ai buyer prima, durante e dopo la fiera stessa. Per noi è essenziale sviluppare nuovi tool per rendere Imex un vero supporto di business ai professionisti del settore. Questo perché il vero obiettivo di Imex rimane – anno dopo anno – proprio quello di generare reali opportunità di business, fornire vere occasioni di formazione professionale e un network di eventi di alto valore». Come sempre, è possibile per i visitatori il pre-accredito (al link http://www.imexfrankfurt.com/register.php). Infine, ulteriori novità riguardano gli hosted buyer – saranno presenti undici nuovi gruppi provenienti da destinazioni a lungo raggio, come Nord America, Corea, Cina, Sud Africa e Russia – e gli espositori, con le new entry Orient Express, Memphis, Titanic Resorts & Hotels e Kerzner International. indirizzi a fine rivista

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NETWORKING workshop ed exhibition

Full Contact Pco nel segno della tradizione

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MC NETWORKING workshop ed exhibition

Full Contact Pco è tornato anche per l’edizione 2013 nel pregiato contesto dell’Excelsior Palace Hotel di Rapallo per una due-giorni di business e networking di grande successo. Una garanzia di professionalità che si rinnova di anno in anno Si sono aperte anche quest’anno le porte dell’Excelsior Palace Hotel di Rapallo per ospitare il 4 e il 5 febbraio scorsi uno degli eventi più apprezzati dal settore congressuale: il Full Contact Pco. Questo workshop di comprovato successo anche quest’anno ha permesso l’incontro tra le migliori strutture e destinazioni congressuali – lato espositori – e le più qualificate agenzie di organizzazione – lato buyer. Una duegiorni oramai “classica” ospitata in una soleggiata Rapallo, che anche quest’anno non ha deluso le aspettative e ha regalato con largo anticipo un assaggio di primavera molto apprezzato da tutti i partecipanti all’evento. Neppure Full Contact Pco ha deluso le aspettive, dimostrandosi anche per l’edizione 2013 un’occasione di business e di networking irrinunciabile. Studiato appositamente per dare ai partecipanti della domanda e dell’offerta tutto l’agio necessario a stabilire contatti proficui, questo workshop ripropone una formula che prosegue nel segno della “tradizione” e del successo: gli appuntamenti sono organizzati oneto-one per permettere a tutti di disporre del tempo necessario ad approfondire gli aspetti che più interessano alla propri attività, e soprattutto sono scelti in anticipo dalla domanda secondo un’agenda personalizzata. Ma la tradizione per Full Contact Pco è anche quella del giusto equilibrio tra i momenti più istituzionali e quelli più informali, ma non meno ricchi di spunti per approfondire la conoscenza con nuovi possibili partner strategici.

ALESSANDRA BOIARDI

Matteo Piganzoli

Una soleggiata Rapallo ha accolto gli ospiti dell’edizione 2013 di Full Contact Pco, che si conferma un’occasione di business irrinunciabile

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1 / A sinistra Cristina Macciocu (Accor) con Corinna Carganico (Pharma Quality Europe) 2 / A sinistra Eleonora Cavalli ed Eva Bernardino (Atlantic Riccione) con Luisa Potenza e Mauro Garbarino (Progetto 3,14) 3 / A sinistra Valeria De Cherchi (Chia Laguna Resort) con Silvio Barbetta (Jumbo Grandi Eventi) e Jennifer Modugno (Spigolon Calcagno) 4 / A sinistra Corrado Cabras (Colonna Resort) con Enrico Zoni (Galman) 5 / Da destra Morgana Paffoni, Ester Tamasi e Marinella Ciangura (Corinthia Hotels – Malta Tourism Authority) con Maria Elena Frau (Airop) 5

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6 / A sinistra Vito Antonio Nanna (Cortenova) con Francesco Valeriani e Paola Mazzucchi (S.i.f.i.p.) 7 / A destra Valeria Scaglia (Devero Hotel & Spa) con Marianna Carasi (Sistema Espansione) 8 / A sinistra Fiorenza Peyrot (Duetorrihotels Spa) con Alessandra Biti (Studioventisette) e Alessandro Formenti (Doc Servizi)

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11 9 / Pasquale Noli (Excelsior Hotel Pesaro) con Donatella Consolandi (AgorĂ ) 10 / Loredana Grisorio e Annapia Spano (Fiera del Levante) con Elena Ruggieri (Medicom System) 11 / Michele Bellavista (Ghs Hotels Palermo) Dora von Arx (Forma Communications) 13

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12 / Nicole Merlo ed Eleonora Bresciani (Grand Hotel di Como) e Giovanni Toffali (Events Partner) 13 / Francesco Ferruzzi (Grand Hotel Principe di Piemonte) c on Marina Garavini (Dynamicon) 14 / Da destra Andrea Sabato e Tiziana Taurino (Grand Hotel Tiziano) con Moira Boccia (Dea Eventi) 15 / Mario Borsò e Bernardo Pascale (Hotel Continental) con Birte Buchwald e Anu-Liisa Lamberg (B-Italian)

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16 / A sinistra Nicoletta Grassi e Oronzo Sasso (Hotel Monte Sarago) con Flavia Massara (Agenzia Mosaico) 17 / A destra Alessandro Potenza (Jsh Hotels e Resorts) con Marco Rufolo (Nutrimedifor) 18 / Eugenio Galli (Klima Hotel Milano Fiere) con Teresa Cutrona (Mec Congress)

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22 19 / Sonia Amarena e Silvia Penna (La Venaria Reale) con Nicola Testai (Oic) 20 / A sinistra Serena Lobbene ed Emanuela Lagheggia (Masseria Traetta Exclusive) con Ida Ludovica Serra e Daniela Turriziani (Sephira) 21 / Da destra Elisabetta Dottorini e Michele Fazzolari (Nicolaus Hotels) con Julia Straub (Tueor) 22 / A sinistra Roberta Crivellenti (Nova Yardinia Resort) con Corinna Carganico (Pharma Quality Europe)

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23 / A sinistra Marilena Ferraroni e Laura Conti (Palacongressi di Rimini) con Manuela Anzini (Airop) 24 / A destra Chantal Mastrogiacomo (Park Hotel Villa Grazioli) con Clara Verlicchi (A&R Eventi) 25 / A sinistra Giuseppina Monti (Radicepura) con Antonella Laveglia (Italia Travel Solutions) 26 / A sinistra Stefania Rosa (Riva del Garda Mice) con Anna Kurmyshova (Gartour by Hts) 27 / A sinistra Roberta Mosca (Sanpaolo Palace Hotel & Centro Congressi) con Corinna Carganico (Pharma Quality Europe) 27

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28 / Da sinistra Cristina Scarpa e Jelena Ivanisevic (Scuola Grande San Giovanni Evangelista ) con Paola Zoccolino (Alpha) 29 / Da sinistra Erika Bolletta, Annamaria Gabrielli e Silvia Talamini dello stand Treviso Events Location 30 / A sinistra Angelo Grisorio e Umberto Zambrini (Una Hotel Regina Bari) con Luca Squintani (Mac Group)

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31 / A destra Alessandro Zuin e Roberta Foffano (Venice & Contryside) con Birte Buchwald e una collega (B-Italian) 32 / Stefania Beccaceci (Visconti Palace Hotel - Hotel Capo d'Africa) con Raffaele Corvino (Ever Lab) 33

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33 / Lo stand Visitengland con Luis Canelada con Paola Zoccolino (Alpha) e due buyer 34 / Beatrice Policante e Sinta Carini nello stand Canevaworld – Movieland Park con una buyer 35 / Paola Risso (Costa Edutainment – Acquario di Genova) con due buyer 35

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36 / Cinzia Montelli allo stand Grand Hotel Bristol Resort & Spa 37 / Lo stand Sdc Service con Silvio e Davide Cossi 38 / Melissa Festo (Villa Erba) con una buyer

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Convention 2013: ecco i temi dei seminari Ampio spazio alla formazione nell’assise che eleggerà il nuovo presidente e il nuovo comitato esecutivo. I temi spazieranno dalla web reputation al sistema Ecm, dai rapporti agenzie-clienti al marketing internazionale. Due le sessioni plenarie, oltre ad apertura e chiusura

ormai imminente la sesta Convention nazionale di FedercongresÈ si&eventi, in programma al Crowne Plaza Rome – St. Peter’s il 14 e 15 marzo. In vista di questo fondamentale appuntamento, nel quale saranno eletti i nuovi dirigenti dell’associazione, all’inizio dell’anno i soci sono stati contattati via email perché fornissero indicazioni al programma seminariale, che anche quest’anno, come di consueto, sarà

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ricco e di grande interesse. La partecipazione al sondaggio è stata considerevole, andando oltre le aspettative e dando chiare indicazioni sui temi che i soci desiderano vengano trattati nel corso della convention. Il comitato esecutivo ha quindi approvato il piano dei seminari tenendo naturalmente conto delle risultanze del sondaggio. La convention avrà inizio giovedì 14 nel primo pomeriggio, al termine dell’assemblea associativa e delle operazioni di voto. Si aprirà con una sessione plenaria che riprenderà e declinerà sotto varie prospettive il claim Il corso degli eventi. Il programma prevede poi una batteria di tre incontri così articolati: il punto della situazione sul nuovo sistema Ecm, con la partecipazione di Maria Linetti, dirigente del ministero della Salute; i nuovi mercati per la meeting industry italiana, con Johanna Fischer, managing director di Tmf Dialogue Marketing; e, in collaborazione con il presidente di Adc Group Salvatore Sagone, lo stato dei rapporti economici tra agenzie e clienti dedicato al mondo degli eventi corporate e d’incentivazione, cui parteciperà, fra gli altri, la presidente della Consulta degli eventi di Assocom Alessandra Lanza. La mattinata del venerdì si aprirà con due plenarie in successione, una novità per le convention di Federcongressi&eventi. Una di esse sarà dedicata alla web reputation, divenuta ormai imprescindibile nella nostra era digitale, mentre l’altra affronterà in modo trasversale per le varie componenti dell’associazione il tema del marketing e della competitività internazionale, l’argomento che ha raccolto maggiori segnalazioni da parte dei soci: una preziosa occasione di aggiornamento e di interazione, attesi i cambia-


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IL CONGRESSUALE ASSENTE DAL PIANO PER IL TURISMO Lo scorso 18 gennaio la Presidenza del Consiglio dei ministri e il ministero per gli Affari regionali, il Turismo e lo Sport hanno presentato il Piano strategico per lo sviluppo del turismo in Italia: 89 pagine ricche di dati e di dettagliate proposte di azione, dalle quali però il congressuale è quasi completamente assente. A esso è riservato poco più di un cenno a pagina 56, là dove, per la precisione, si menziona l’azione numero 33, intitolata appunto Sviluppo del turismo congressuale, con l’obiettivo di «rilanciare, attraverso la nuova Agenzia nazionale del turismo, una struttura finalizzata allo sviluppo di questo segmento che rappresenti il nuovo punto di riferimento per il settore Mice e per i convention bureau locali, definire dei poli congressuali da lanciare sul mercato internazionale e incentivare i privati a investire su questa attività, supportare i convention bureau locali a potenziare l’offerta sui segmenti di clientela più coerenti e colmare i principali gap competitivi». Per quanto sopra viene indicata una tempistica di 24 mesi. «È vergognoso, oltre che assai improprio dal punto di vista strategico, dare un ruolo così secondario proprio al segmento del turismo cui le statistiche assegnano il primo posto nel giro d’affari, nella capacità di spesa degli utenti e nell’indotto», commenta il presidente di Federcongressi&eventi Paolo Zona. «Il nostro Osservatorio congressuale ha registrato nel 2011 400.164 incontri tenutisi nel nostro Paese, per un totale di quasi 33 milioni di partecipanti, oltre 48 menti che la crisi ha apportato alle relazioni business. L’evento si concluderà poi con i saluti del nuovo presidente e la presentazione dei nuovi componenti del comitato esecutivo. L’ORDINE DEL GIORNO DELL’ASSEMBLEA Convocata con inizio alle 12.00 di giovedì 14 marzo, l’assemblea dei soci scandirà l’inizio ufficiale della convention, subito dopo il tradizionale appuntamento col Future Leaders’ Forum. Numerosi i punti all’ordine del giorno. Si comincerà con la relazione di fine mandato del presidente uscente Paolo Zona, per poi proseguire con l’illustrazione del bilancio d’esercizio 2012. A seguire, la relazione del comitato esecutivo e dei revisori, anch’essi in scadenza di mandato, e l’approvazione del bilancio d’esercizio. Saranno quindi presentate – in via ufficiale e pubblica – le candidature alle cariche di presidente e di componenti elettivi del comitato esecutivo, del collegio dei revisori e dei probiviri per il mandato 2013-2015, e verranno rilasciate eventuali dichiarazioni di voto.

milioni di giornate di presenza e 20 milioni di pernottamenti. Sono numeri enormi, soprattutto se si considera che siamo in un periodo di recessione. Di più: i dati evidenziano un +3,20% di delegati dall’estero, mettendo in luce un’opportunità d’oro per attenuare gli effetti negativi della crisi economica interna». «Di fronte a ciò, amareggia molto dover prendere atto che il ministero e l’Enit ci trattano come l’ultima ruota del carro. È una grave prova di leggerezza e di miopia. E adesso risulta anche chiaro il motivo dell’ingloriosa fine che è stata riservata al Convention bureau nazionale, del quale non si sa più nulla dopo la decisione del Cda dell’Enit di rinunciare ad assumerne il controllo rispedendo al mittente (Promuovitalia) la responsabilità di procedere con lo scioglimento. Contemporaneamente, però, il Piano strategico affida a “una nuova struttura” dell’Enit il compito di promuovere un’azione entro 24 mesi (due anni!). Evidentemente o non sanno neppure che cosa sia la meeting industry e quali potenzialità abbia, o, a onta di una messe di dati contrari, la considerano una spesa inutile, oppure vogliono solamente utilizzare in modo diverso i quattro milioni di euro del Convention bureau. Se questi sono i nostri rappresentanti, c’è da tremare per le sorti del turismo, altro che rilancio. Auguriamoci, per le imprese del settore, che il neonato governo sia in grado di esprimere una guida competente e una strategia davvero illuminata».

Dopodichè, tutti alle urne, aperte dalle 13.30 alle 15.00, per la nomina del presidente, dei componenti elettivi del comitato esecutivo, del collegio dei revisori e del collegio dei probiviri per il mandato 2013-2015. I risultati saranno comunicati (e gli eletti verranno ufficialmente proclamati) giovedì sera durante la cena ufficiale, che avrà sempre luogo al Crowne Plaza Rome St. Peter’s, come ogni altra fase della convention. www.federcongressi.it

Federcongressi&eventi è l’associazione nazionale delle imprese pubbliche e private e dei professionisti che svolgono attività connesse con il settore dei congressi, convegni, seminari ed eventi aggregativi, di incentivazione e di comunicazione

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Un nuovo incentive per l’Europa L’11 febbraio si è tenuto al Cairo, il Site Executive Summit 2013, tradizionale incontro tra il board mondiale dell’associazione e gli operatori dei mercati locali. Nel nuovo board mondiale ha debuttato l’italiana Annamaria Ruffini

l nuovo Ibod (International board of directors) di Site, nella sua rinnovata Iconfigurazione che vede il sudafricano David Sand alla presidenza, ha tenuto la sua prima riunione al Cairo domenica 10 febbraio. Nell’occasione sono state deci-

LA LINEA CALDA DI SITE ITALY Hai esperienze da comunicarci? Desideri sapere di più sul tema di

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cui hai appena letto in questa pagina? Telefona allo 0541/793133.

se e impostate le politiche di Site per il triennio 2013-2015. Il giorno successivo, in occasione del Site Executive Summit 2013, ha fatto gli onori di casa nientemeno che il ministro del Turismo Hisham Zaazou, che ha aperto l’evento con una conferenza stampa cui hanno assistito i principali media egiziani. Il presidente Sand e la managing director, l’americana Allison Summers, hanno presentato l’associazione e l’unicità del suo valore aggiunto. Sono stati quindi illustrati i fondamentali dell’incentive travel, a cura di Jim Adams, anch’egli americano come la Vice-President Finance Rhonda Brewer che, a seguire, ha definito le “otto fasi di un programma d’incentive travel”. L’inglese Paul Miller, President-elect, e l’irlandese Aoife Delaney hanno spiegato come si misura la validità di una Dmc, la spagnola Olga Navarro ha affrontato il tema delle applicazioni tecnologiche per il sales management, mentre all’indiano Rajeev Kohli, vicepresidente di Site, è stato destinato un tema duro ma purtroppo attuale: come gestire il business mentre i “rumors” internazionali ti danno per spacciato. L’americano Jonathan Richards ha poi presentato il ricco panel di premi e di riconoscimenti che Site assegna ogni anno alle eccellenze della motivation industry nel mondo, e ha poi parlato del valore dei gadget come fattori motivazionali. Infine – davvero last but not least – l’incontro è entrato nel vivo aprendo due “finestre” di grande interesse per l’audience: la cinese Ping Liu e la nostra Annamaria Ruffini hanno illustrato le aspettative dei rispettivi pubblici di riferimento (asiatico ed europeo). Abbiamo


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chiesto ad Annamaria Ruffini – che proprio col meeting del Cairo ha debuttato nel board mondiale di Site, nel quale è stata eletta per un mandato triennale – di spiegarci il quadro che ha fornito del mercato europeo. IDEE PER USCIRE DALLA CRISI «Sono partita dai dati macroeconomici, frutto di un’approfondita ricerca», ci ha detto. «Nel perdurante clima di incertezza, le decisioni sui viaggi incentive sono prese sempre più spesso all’ultimo momento. Non solo: il raggio dei viaggi s’è sensibilmente accorciato e i budget, per la prima volta dopo due anni di stabilità, hanno ripreso a scendere, sia pure di poco». Almeno per tutto il 2013 il trend sarà ancora questo, anche perché, come sottolinea Annamaria Ruffini, «le soluzioni che i Paesi della Ue hanno adottato, singolarmente e come Unione, finora non hanno prodotto esiti significativi. Al Cairo ho fatto presente che, dati Wto alla mano, le prime cinque mete incentive preferite dalle aziende europee sono guarda caso tutte in Europa: Spagna, Germania, Francia, Italia e Austria». Che cosa vogliono le aziende europee,

dunque? Cosa si aspettano dagli operatori dei Paesi lontani che desiderano fare incoming? «Innanzitutto chiarezza nelle presentazioni: ogni progetto deve essere dettagliato nei particolari. Inoltre è molto importante saper produrre un ventaglio di scelte, tutte capaci di far entrare gli ospiti nella vita vera della destinazione. Le aziende interessate ai viaggi incentive, non solo quelle europee peraltro, oggi chiedono l’esperienza prima ancora del lusso. Altro fattore critico è la sicurezza: le Dmc debbono essere debitamente assicurate contro qualsiasi imprevisto». «Quanto al merito delle proposte – continua Ruffini – direi che i programmi ecosostenibili sono sempre i benvenuti, meglio se con un accento particolare sulla Corporate social responsibility. In questo senso, occorre che ogni evento abbia non una ma due motivazioni. La prima, ovvia, è la motivazione “dell’evento”: viaggio-premio, team-building, incentive per stimolare la produttività e così via;

ROMA 4 APRILE: GAMIFICATION Il 4 aprile pomeriggio, a Roma, in una sede ancora da definire al momento di andare in stampa, Site Italy organizza un seminario senza precedenti nel nostro settore: a cura del professor Luca Giuliano, uno dei massimi esperti mondiali di giochi e simulazioni, docente alla Sapienza di Metodologie delle scienze sociali, si parlerà di gamification. La gamification è un trend che

nel mondo sta diventando massivo: secondo il Gartner research report del 2011, entro il 2015 il 50 per cento delle aziende inserirà processi di gamification nella comunicazione e nel marketing. È dunque un trend che Site Italy ritiene sia da conoscere a fondo da parte del nostro settore. Nel seminario verranno approfondite le applicazioni e le implicazioni del fenomeno sulla meeting industry. Annamaria Ruffini stringe la mano al Ministro egiziano del Turismo Hisham Zaazou durante il Site Executive Summit tenutosi al Cairo l’11 febbraio. A sinistra, il Ministro e il Presidente Site David Sand tagliano la torta per il 40mo anniversario dell’associazione

la seconda, meno scontata, è la motivazione “nell’evento”, che deve tradursi in una preziosa esperienza umana a contatto con la società che si va a visitare». Per il resto, bisogna ricordare la tendenza “paghi uno prendi due” con cui le tratte a medio raggio vengono inframmezzate da una sosta in una meta intermedia dotata di hub, e la necessità di valorizzare le unicità. «Eravamo in Egitto – ricorda la Ruffini – impossibile non pensare alle piramidi o meglio ancora alla Sfinge, unica al mondo. Ogni Paese, nell’offrirsi ai mercati esteri, deve principalmente far leva su ciò che ha in più degli altri. È da lì che occorre cominciare». www.site-italy.com segreteria@site-italy.com

Il direttivo di Site Italy è composto da Maria Grazia Sapigni (Presidente), Tobia Salvadori (President-elect e Vice president education), Graziella Pica (Segretario), Paolo Teruzzi (Tesoriere), Antonella Sacchero (Comitato membership) e Dario Cherubino (Social media)

Site Italy è il capitolo italiano di “The Society of Incentive & Travel Executives” e da 35 anni è l’associazione dedicata all’eccellenza negli incentive

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indirizzi

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Destinazioni d’Italia

SARDEGNA

È una destinazione incentive che non smette mai di regalare sorprese, la Sardegna, caratterizzata da dinamicità e sinergia delle risorse, incentrate sulla valorizzazione della propria identità. È l’isola del sogno, misteriosa e mondana al contempo, dove il Mice trova modalità espressive inedite ma sempre inebrianti 139 Cop Reg SARDEGNA.indd 139

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Palau 14 Cannigione

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La Costa Smeralda e il Nord-est

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Isola Rossa

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Badesi Marina

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Alghero e il Nord-ovest PAG. 152

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Cagliari e la sua costa

Domus de Maria

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Santa Margherita di Pula

GLI INDIRIZZI DEL MICE 1 2 3 4 5 6

Convento San Giuseppe Cagliari PAG. 146 Fiera Internazionale della Sardegna Cagliari PAG. 151 Hotel Regina Margherita Cagliari PAG. 148 Fa Travel – Cagliari PAG. 145 Chia Laguna Conference Centre Domus de Maria PAG. 149 Forte Village Santa Margherita di Pula PAG. 150

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Hotel Calabona Alghero Alghero PAG. 155 Hotel Catalunya - Alghero PAG. 156 Resort & Spa Le Dune Badesi Marina PAG. 161 Hotel Relax Torreruja Thalasso & Spa Isola Rossa PAG. 161 Hotel Marinedda Thalasso e Spa Isola Rossa PAG. 161 Resort Valle dell’Erica Thalasso & Spa S. Teresa di Gallura PAG. 161

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Hotel Capo d'Orso Thalasso & Spa Palau PAG. 161 Residence Il Mirto - Cala Capra PAG.161 Park Hotel & Spa Cala di Lepre Cala di Lepre PAG. 161 Resort Cala di Falco Cannigione PAG. 161 Colonna Pevero - Porto Cervo PAG. 162 Colonna Resort - Porto Cervo PAG. 160 Pullman Timi Ama Sardegna Villasimius PAG. 147


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SARDEGNA

Destinazioni d’Italia

GLAMOUR E PROFESSIONALITÀ SI FONDONO IN SARDEGNA

L’isola dei famosi duplice volto della Sardegna, quello delle acque cristalline e quelIlolsalmastro selvaggio dell’interno, rende la destinazione perfetta per la meeting industry che nella splendida isola può organizzare eventi, avvincenti team building e percorsi di incentivazione in un contesto naturale mozzafiato da vivere in tutte le stagioni. Alcune idee? Minicrociere lungo la Riviera del Corallo con sosta nelle più belle calette del territorio per un tuffo nelle onde o per cimentarsi in gare di pesca con pranzi all’insegna del “pescato” oppure diving experience nei fondali più spettacolari del Mediterraneo, quelli tra Capo Caccia e l’Isola Piana. Ancora riflettori su Nettuno con la scuola di vela su derive – in ogni stagione dell’anno – e corsi di biologia marina con snorkelling da giugno a settembre. Per le immersioni riflettori puntati sulle Bocche di Bonifacio, tra Cagliari e Capo Teulada, per scoprire i relitti della seconda guerra mondiale, mentre il surf regna al Poetto, a Pula e a Platamona e il windsurf impera a Capomannu e Funtana Meiga così come a Palau e a Porto Puddu. Attrattive d’acqua dolce, invece, sono le attività incentrate sul fiume Coghinas, come le discese fluviali in kayak in canoe singole o doppie, per esperti o principianti. Canoa e kayak sono ancora protagoniste di team building avventurosi anche nelle sorgenti di Su Gologone e in Costa Smeralda, presso il Lago di Liscia, e anche sul Lago di Gusana, di Omodeo e di Mulargia. Dall’acqua alla terra con quad e fuoristrada nelle foreste della Gallura, lungo le antiche strade sterrate dei carbonai del Supramonte, tra mufloni e aquile reali del Gennargentu e lungo gli sterrati del rally della Costa Smeralda. I cavalli, in Sardegna, sono ovunque, con maneggi che consentono di galoppare a briglie sciolte nella fantasia e nelle emozioni, soprattutto in riva al mare. Si può fare il “pieno di suggestioni” anche in occasione di incentive che prevedono immersioni nella tonnara di Carloforte e partecipazione alla pesca del tonno, per fotografa-

Corre a due velocità, la Sardegna: accelera verso l’avanguardia e al contempo rallenta per rivelare i retaggi del tempo. Una destinazione per ogni stagione e per eventi di grande impatto emozionale re da vicino anche pesci spada, luna e tartarughe marine. All’insegna della storia e del mistero sono le direttrici nuragiche e non è da meno il sito archeologico di Nora, da esplorare a bordo di gommoni, mentre beach party divertenti possono essere ambientati sulla spiaggia di Chia, interrotti – perché no? – dall’arrivo di una goletta pirata con personaggi in costume che sbarcano con torce e candele. Per un tuffo nella tradizione via libera a team building con sfide sui tipici asinelli sardi – divertenti anche le partecipazioni alle tosature delle pecore e la scoperta dei segreti della lavorazione dei formaggi -, seguite da spettacoli e pranzo con prodotti tipici. Da non perdere assolutamente sono le manifestazioni folcloristiche “top” come la Sartiglia di Oristano e la Cavalcata Sarda a Sassari e anche le vie del gusto in rinomate cantine o aziende agricole a conduzione familiare dove si possono organizzare corsi di cucina e gustosi… cooking team building.

Sono praticamente infinite le opportunità per incentive e team building in Sardegna, che si voglia stare sulla terraferma o tra le onde

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Destinazioni d’Italia

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CAGLIARI E IL SUD: TRA NATURA E ARTE

Cagliari, gioiello al sole Vivace e con un tocco glamour tutto suo, Cagliari è solo una delle gemme del sud della Sardegna, la cui costa è un susseguirsi di spiagge e cale meravigliose, mentre l’entroterra riserva sorprese misteriose, le cui origini si perdono nella leggenda A CURA DELLA REDAZIONE COMMERCIALE

1 / Cagliari, una panoramica vista dal mare 2 / Gli scogli rossi di Arbatax 3 / Cagliari, uno scorcio del centro storico

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orge nella parte più interna del golfo degli Angeli, Cagliari, e si estende in S tutta l’area compresa tra il mare, gli stagni del Molentàrgius e di Santa Gilla – che la racchiudono a oriente – e un gruppo di ripidi, bianchi colli calcarei. Gli stessi colli sui quali, nei secoli passati, sono sorte le fortificazioni che dominavano la città e fra le quali emerge il colle del castello, “Su casteddu”, che conferisce alla destinazione un caratteristico profilo. E Su casteddu è per antonomasia il battito antico della città, epicentro culturale per le direttrici degli incentive che muovono

innanzitutto verso la Cittadella dei musei, sede delle principali collezioni cittadine fra le quali il Museo Archeologico Nazionale – interessante la sua ricostruzione della storia sarda dall’età nuragica dei bronzetti – e la Pinacoteca Nazionale, connubio tra l’arte figurativa autoctona e quella di matrice catalano-aragonese. Ai piedi del castello, invece, spiccano espressioni romane nella curiosa grotta della Vipera – scavata nella roccia, con due serpi scolpite nel frontone – e nel colossale anfiteatro con la cavea addossata alla collina. Poco distante, un singolare tempio nel quale si officia quotidianamente un rito collettivo, quello della gastronomia: è San Benedetto, tra i più grandi mercati coperti d’Italia, circa ottomila metri quadrati: l’essenza di un luogo risiede nella sua terra e per coglierla bisogna assaggiarne i frutti, per poi sbizzarrirsi con attività di team building incentrate sulla gastronomia: dall’acquisto dei pro-


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dotti freschi alla loro preparazione in una sarabanda di colori, profumi e sapori. Sempre nell’ottica dello shopping, in questo caso non enogastronomico, la meta è l’area del castello, che presenta apprezzabili botteghe antiquarie nelle quali curiosare dopo aver visitato la cattedrale di Santa Maria – e l’annesso Museo capitolare con il suo prezioso ostensorio dorato del 1818 – e aver indugiato con lo sguardo su Cagliari dal bastione di Saint Remy, un belvedere di fine Ottocento dalle forme eclettiche. Dalle coreografie architettoniche il Mice può dirigersi – dopo soli quattro chilometri di strada – al litorale del Poetto – la spiaggia dei cagliaritani – alle cui spalle si stende, per oltre cinquecento ettari, una delle meraviglie di questo angolo di Sardegna, lo stagno di Molentàrgius. Non si può perdere l’occasione di esplorarne i segreti e conoscere da vicino i suoi eccezionali abitanti: fenicotteri rosa, falchi pellegrini, garzette dalla candida livrea... È un mondo a sé, dove la vita scorre tra richiami nascosti e voli improvvisi e ogni primavera si accende di rosa, per lo spettacolo di migliaia di fenicotteri che si raggruppano sui suoi argini per nidificare. Una curiosità: fino a non molti anni fa il complesso di Molentàrgius vedeva in attività anche l’antica industria di estrazione del sale, già conosciuta al tempo dei fenici. SUD EST, TRA TERRA E MARE Dopo Cagliari, una pluralità di avventurosi incentive anche sulle originali direttrici di una Sardegna lontana dai bagliori del mare: la punta di diamante dell’area sud orientale sarda è l’itinerario nuragico che, con alcune propaggini a ovest, culmina nel Sarcidano e vede come fulcro il sito Unesco di Barumini e Orroli con il nura-

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ghe Arrubiu, il più grande complesso megalitico dell’occidente europeo. Nelle Giare – sinonimo di vasti boschi di sughero e bacini imbriferi percorsi da branchi di cavalli allo stato brado – e precisamente a Serri si trova il grande santuario nuragico di Santa Vittoria, mentre a Nurallao vi è l’area archeologica di Aiodda. Abbonda in proposte Senorbì che si offre al Mice con il Museo Archeologico – vanta reperti provenienti dalla necropoli punica e romana del vicino Monte Luna – un parco archeologico e la necropoli preistorica di Pranu Mutteddu, dove si innalzano una sessantina di menhir di diversa altezza, misteriosi monoliti in arenaria schierati come antichi guer3

SULLA RUOTA DEI RITI Tradizioni popolari e folclore: un osservatorio privilegiato per il Mice che desidera approfondire la conoscenza della destinazione. C’è solo l’imbarazzo della scelta fra festeggiamenti del carnevale, feste cittadine, religiose, equestri e, particolare non trascurabile, il calendario degli eventi è fitto tutto l’anno. Molto sentita nella Barbagia è la Festa dei fuochi, con cadenza annuale il 17 gennaio, l’apertura ufficiale del carnevale sardo. Fra le località consacrate al carnevale spicca Oristano con la sua celebre Sartiglia, una giostra di origine medievale spagnola con cavalli lanciati al galoppo in cui vince il cavaliere che con il suo stocco infila più stelle. La primavera si festeggia a Sassari la penultima domenica di maggio con la Cavalcata sarda, oltre tremila figuranti a piedi e a cavallo che rappresentano tutta la Sardegna mentre a Cagliari il primo giorno dello stesso mese ha luogo la Festa di Sant’Efisio, patrono della città. La festa è spettacolare, con costumi tradizionali – che vantano uno tra gli assortimenti più vasti del Mediterraneo – arricchiti da gioielli di ispirazione ispano-moresca.

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irrefrenabile per la meeting industry che ama il diving e lo snorkelling. La punta estrema sudorientale della Sardegna è Capo Carbonara, ora Area Marina Protetta, ideale per attività di seawatching. Un percorso alternativo a quello costiero conduce al monte Sette Fratelli, monumento nazionale, così denominato perché culmina con una cresta che annovera sette e più punte. Alle pendici delle sue rocce granitiche, distese di lecci e sugheri, ruscelli e macchia mediterranea, erica e corbezzolo: un piacevole trekking nella natura popolata dal cervo sardo – se ne calcolano oltre duecento esemplari – cinghiali e mufloni.

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SUD OVEST, AVVENTURA E NATURA Nell’area sud occidentale sarda si concentra la grande avventura mineraria della regione, iniziata millenni fa dai fenici e culminata nell’Ottocento. Un mondo oggi divenuto archeologia industriale e sotto l’egida del Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna: un compendio di aree proclamate patrimonio dell’Umanità che, Iglesiente in prima fila, si diramano in tutta l’isola e vantano miniere dismesse. Fra le località spiccano Iglesias, Carbonia, Montevecchio – cornice di iniziative artistiche e musicali – e Porto Flavia – a 4 / Cagliari, la poetica città vecchia 5 / Il sito nuragico di Barumini, protetto dall’Unesco 6 / Il mare cristallino della Sardegna del Sud

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rieri. Ritorno al presente, invece, nelle acque di Villasimìus dagli splendidi scenari sommersi, teatro del passaggio di barracuda mediterranei, cernie e orate – in particolare fra la costa e l’Isola dei Cavoli – da ammirare a bordo di battelli dal fondo trasparente e dopo aver apprezzato la spettacolare spiaggia Mari Pintau – “mare dipinto” in sardo, deve il suo nome all’acqua verde smeraldo – con la sabbia color oro, i ciottoli granitici levigati e gli scogli che concorrono a rappresentare un paesaggio magnifico con un fondale che declina dolcemente verso il mare aperto. Questo tratto costiero, lambito da acque trasparenti con fondali scenografici, è un richiamo

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Masùa –, approdo mozzafiato le cui gallerie sfociano direttamente sulla costa. Da Masùa è visibile il faraglione detto Pan di Zucchero per il suo candido colore. In questo angolo di Sardegna, tris d’assi di grotte: Su Mànnau, innanzi tutto, la più lunga cavità dell’Iglesiente a oggi conosciuta, sei chilometri dedicati al Mice appassionato di speleologia. Nel calcare cambrico del monte Meana si trova invece Is Zuddas, un capriccio della natura creato dall’acqua di cui sono visibili la sala dell’Organo – una colonna stalatto-stalagmitica ne ricorda lo strumento – il salone del Teatro e la

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sala delle Eccentriche, dalle aragoniti di un bianco abbagliante che ornano la volta. Dal borgo medievale Domusnovas, infine, parte una strada che attraversa la grotta di San Giovanni, una delle pochissime caverne naturali percorribili in auto, formatasi per l’erosione del fiume che ora scorre incavato lateralmente. Dalle viscere della terra alle dune alte decine di metri della costa selvaggia di Iglesias che si presta a team building in 4x4 per emozioni degne del miglior deserto africano. Dune più morbide, invece, alla spiaggia di Chia, battuta da scirocco, ponente e levante e quindi banco di prova per provetti surfisti. Contrasta con la ridente piana di Chia il granitico Capo Spartivento, caratterizzato da emergenze rocciose e dal faro che lo sovrasta. A partire da qui e sino al piccolo golfo detto Porto di Teulada la morfologia costiera presenta alti tratti rocciosi e piccole rade incastonate in un ambiente naturale pressoché integro. Nei pressi di Pula si trovano gli scavi di Nora. Fu scalo fenicio, centro punico e città romana mentre oggi rappresenta un unicum di rovine – terme, teatro, complesso di Esculapio – con una ricca testimonianza di mosaici, caratterizzati dall’uso pressoché esclusivo dei colori bianco, nero e ocra. Nella laguna di Nora, inoltre, il Mice può praticare canyoning ed emozionarsi alla ricerca di testimonianze dell’antica città anche sul fondo del mare. Dai reperti antichi al fulgore contemporaneo sulla costa tra Santa Margherita di Pula e Porto Teulada, uno dei tratti più affascinanti del litorale, caratterizzato da uno sviluppo mosso e frastagliato, con declivi aspri e dolci che digradano sino al mare alternati a calette sabbiose e a cordoni di dune, quinta perfetta per team building in 4x4. Punto di contatto fra Sulcis, Iglesiente e Campidano è Siliqua, che conserva le rovine del castello di Acquafredda, costruito dal conte Ugolino della Gherardesca, citato nell’Inferno dantesco. A Sardara, invece, si può fare una pausa rigenerante alle terme prima di proseguire verso nord. Vicinissima a Oristano si protende la penisola del Sinis, una riserva naturale con spiagge lunghissime e grandi stagni dalla superficie complessiva di seimila ettari che una convenzione internazionale ha iscritto fra le zone umide più importanti del mondo. Lo stagno più famoso è quello di Cabras – patria del muggine e delle sue uova, la bottarga – che ospita fra i suoi canneti preziose specie ornitologiche come la più rara anatra selvatica europea. Poco distante, ammicca la città fenicio-punica di Tharros con la sua area archeologica, dal cui promontorio si domina la costa punteggiata dai capanni dei pescatori della zona.


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Convento San Giuseppe

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Prestigio e atmosfera L’antico Convento San Giuseppe è una delle location più in vista della città: merito dell’atmosfera, della varietà degli spazi e dell’incanto dei giardini coperti. E tutt’intorno, il fascino sottile di Cagliari, tutto da scoprire

parola “convento” deriva dal latino che significa ritrovarsi insieLme,a“convenire”, riunirsi in un medesimo luogo. Con i

Un edificio ricco di storia e di suggestioni, il Convento San Giuseppe, punto di riferimento per il Mice alla ricerca di una location esclusiva

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suoi ampi spazi concepiti appositamente per accogliere la vita comunitaria di un gran numero di persone, i chiostri e i giardini lastricati di pietra e immersi in un trionfo di ulivi, aranci e zagare, non c’è da stupirsi che un antico convento sembri fatto su misura per ospitare, ancora oggi, ogni genere di evento e ricorrenza privata. L’edificio ha una storia molto antica: sorto su insediamento romano, diventa una chiesa in epoca bizantina e monastero con i camaldolesi nel Medioevo, successivamente trasformata in un convento di

lavoro agricolo nel ’600, quando ancora la città non era cresciuta fino a includerlo. Nel corso dell’800 divenne proprietà della stessa famiglia a cui appartiene ancora oggi. La varietà degli ambienti del convento, insieme alla moderna dotazione tecnologica delle sale, consentono di allestire diversi incontri anche simultanei, riservando gli angoli verdi e i grandi giardini coperti per i momenti di break e di convivialità. Grazie alla sua atmosfera senza tempo, il convento è inoltre una location perfetta per vernissage, sfilate di moda, esposizioni e lanci di prodotto. Le sale sono tutte molto ampie, e possono essere allestite per ospitare sessioni di lavoro, presentazioni, conferenze così come rinfreschi, cene di gala o momenti informali. Giunti al termine dell’evento, le spiagge e i tesori naturali della Sardegna sono a portata di mano, per continuare a godere appieno della magia del luogo. Il convento San Giuseppe è da oltre vent’anni uno stabile punto di riferimento per l’ospitalità degli eventi nel capoluogo, che lo conosce come una cornice prestigiosa e ricca di atmosfera. Non a caso, nel 2001, Bulgari scelse l’organizzazione del convento per il lancio del suo celebre profumo Blu uomo, durante l’International Distributor’s meeting: un evento memorabile che è rimasto nella storia della Sardegna. Convento San Giuseppe Via Paracelso snc Prolungamento Via Parigi Cagliari Tel. 070 503343 Fax 070 522765 info@conventosangiuseppe.com segreteria@conventosangiuseppe.com www.conventosangiuseppe.com


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Hotel Regina Margherita

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Nel segno del blasone L’elegante Hotel Regina Margherita: nel cuore antico di Cagliari, un connubio di charme e prestigio che incedono di pari passo con storia e design. Per regalare al Mice comfort, lusso ed esclusività

oreografia e flessibilità, professionalità e attenzione ai dettagli costituiC scono il comune denominatore degli

Sono cinque le sale dell’Hotel Regina Margherita, per una capienza complessiva di 810 posti. L’accomodation può contare, invece, su cento camere

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eventi ambientati all’Hotel Regina Margherita, ubicato nella via che dall’antico quartiere fortificato di Castello scende verso l’elegante passeggiata davanti al porto. Completamente rinnovato nel 2010, l’Hotel Regina Margherita – la struttura è certificata Iso 9001:2000 – unisce eleganza e modernità alla tradizione dell’ospitalità. A iniziare dall’accomodation, articolata in cento fra camere e suite, eleganti e raffinate, dalle quali catturare con lo sguardo l’intrigante luce di Cagliari e

del suo Mediterraneo. Agli eventi l’Hotel Regina Margherita dedica cinque sale modulari per una capacità complessiva di 810 persone e si rivela location ideale per incontri raccolti così come per simposi sino a trecento persone in contemporanea. Le meeting room possono essere allestite tailor made e in pochi minuti, variando il numero dei posti: ampliandole per ospitare più partecipanti o riducendole per offrire più vicinanza e partecipazione. Una flessibilità totale, grazie a un innovativo sistema di pareti mobili, perfettamente insonorizzate. Tutte le soluzioni sono personalizzabili a seconda delle esigenze della committenza che qui trova anche la Terrazza la Cascata: uno spazio in grado di accogliere sino a 180 ospiti, un gazebo completamente chiuso da panoramiche vetrate e ubicato in una zona piantumata dell’albergo, con tanto di giardino e scenografica cascata d’acqua che si tuffa da un’altezza di cinque metri. E a proposito di scenari grandiosi, la direzione dell’albergo vanta uno staff dedicato anche al relax della meeting industry e organizza una pluralità di percorsi, in primis quelli dedicati a Nettuno: a est tutta la costa di Villasimius, con decine di spiagge, calette straordinarie e un mare cristallino, a ovest la costa di Pula, che offre chilometri di spiagge come quelle di Nora, Chia e di Tuerredda, senza dimenticare le bellissime isole di Sant’Antioco e Carloforte. Hotel Regina Margherita viale Regina Margherita, 44 09124 Cagliari Tel 070 670342 Fax 070 668325 booking@hotelreginamargherita.com www.hotelreginamargherita.com


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Chia Laguna Conference Centre

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L’incantesimo della laguna estinazione tra le più apprezzate dagli amanti della Sardegna, il litoraD le di Chia è un incanto azzurro circondato da spiagge bianchissime e romantiche scogliere. È questo il teatro naturale del Chia Laguna, struttura ampia e polivalente, ideale per soggiorni di grande respiro ed eventi per tutte le esigenze. Con i suoi quattro hotel, gli otto ristoranti, le attrezzate aree fitness e wellness, l’abbondanza di location ricche di atmosfera – su tutte, vale la pena ricordare la grandiosa piazza degli Ulivi, un belvedere sulla laguna che può accogliere fino a settecento persone –, il Chia Laguna ha tutto l’occorrente per accogliere e coccolare i suoi ospiti. Gli sportivi possono fare affidamento sulle numerose piscine scoperte, e sulla presenza di campi da tennis, calcetto, golf (sia pratica sia pitch & putt in 18 buche), centro nautico e diving center, per concedersi un tuffo e un’immersione alla scoperta dei fondali della laguna. Gli amanti dello shopping sono serviti grazie a una serie di raffinate boutique e negozi di artigianato locale. Il nuovissimo centro congressi, inaugurato la scorsa primavera, offre sette sale per oltre novecento posti complessivi, unitamente a un ampio foyer dal design moderno e dall’illuminazione naturale: una dotazione notevole, che fa del Chia Laguna una location perfetta per ogni genere di evento, dal lancio di prodotto alla convention emozionale, dal convegno in grande stile alla cena di gala. La varietà degli spazi consente una gestione versatile anche di tutto ciò che riguarda il banqueting, l’allestimento di cocktail, coffee break e rinfreschi, meglio ancora se all’aperto,

A pochi minuti da Cagliari, lungo le spiagge incontaminate della costa meridionale, una location prestigiosa, accogliente e attrezzata al meglio per eventi di classe: il nuovo Chia Laguna Conference Centre

circondati dall’incantevole cornice delle dune di Chia. In breve, c’è tutto l’occorrente per offrire un soggiorno di lavoro full-comfort, ideale per i team in cerca di un luogo unico per fare gruppo e concentrarsi sugli obiettivi comuni, concedendosi al tempo stesso gli svaghi che sono da sempre la ricetta migliore per un incentive di successo. Chia Laguna Conference Centre Località Chia – Viale Belvedere 09010 Domus de Maria (Ca) Tel. 070 92393475 Fax 0709230141 mice@hotelchialaguna.com www.chialagunaresort.com

Con le sue sette sale meeting, per incontri fino a 950 persone, e un foyer/spazio espositivo di cinquecento metri quadrati, il Chia Laguna Conference Centre è la location ideale per il Mice che ama destinazioni raffinate

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Forte Village

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La Sardegna da vip Se il valore di un soggiorno incentive è pari al prestigio e all’esclusività dell’esperienza che si offre, scegliere una destinazione come lo splendido Forte Village significa andare decisamente sul sicuro

una location che non ha bisogno di grandi presentazioni, il pluripremiato È Forte Village è stabilmente presente nel-

Versatilità senza limiti all’esclusivo Forte Village, un complesso con otto alberghi, due ville e numerose suite e bungalow, per accogliere il Mice più esigente

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l’olimpo internazionale delle destinazioni d’eccellenza, oltre a essere una delle strutture più glamour della Sardegna. Circondati da un enorme parco – ben 47 ettari di verdissima vegetazione mediterranea – gli otto hotel, le due ville e le tante suite e i bungalow che compongono la costellazione di Forte Village possono affacciarsi sul mare o essere immersi nella pineta, mantenendo sempre un’atmosfera di esclusivo prestigio, quiete e intimità. Uno degli assi nella manica della strut-

tura è l’elevatissimo standard del banqueting: gli otto ristoranti gourmet – tra cui quelli firmati dai celebri chef Gordon Ramsay, Giancarlo Perbellini e Rocco Iannone – sono in grado di fornire un’esperienza enogastronomica di primissimo livello. Le academy sportive del villaggio – non semplici club, ma vere e proprie scuole gestite da istruttori professionisti – offrono la possibilità di cimentarsi in differenti discipline, affinare le proprie abilità amatoriali o semplicemente divertirsi tenendosi in allenamento. I percorsi benessere basati sulla talassoterapia, la spa e i trattamenti personalizzati sono un richiamo a cui gli amanti del wellness difficilmente potranno resistere. Per intrattenere gli ospiti più giovani c’è Leisureland: una discoteca, una pista di go-kart con telemetrie, otto piste di bowling, e un polivalente campo da calcio o da rugby regolamentare. Il Mice può contare su spazi congressuali ampi e versatili: una sala plenaria da mille posti, ulteriori ampie sale con capienze variabili fino a 450 posti e oltre quaranta syndacate room, ideali per meeting, riunioni e sessioni di gruppo. Terminati i lavori, ci si può spostare nel foyer e scenografici spazi all’aperto per il coffee break. Da lì in avanti, rimane solo l’imbarazzo della scelta tra terrazze sul mare, bar, ristoranti e piscine, per offrire ai propri ospiti un cocktail, una cena, un post congress davvero memorabile. Forte Village Ss195, km39.600 09010 Santa Margherita di Pula (Ca) Tel. 070 92171 Fax 070 9212460 forte.village@fortevillage.com www.fortevillage.com


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UN ANGOLO CATALANO IN UN MARE BLU COBALTO

Nord ovest, eventi di charme Borghi sospesi nel tempo, località mondane quanto basta, echi spagnoli, un mare dalle tonalità caraibiche. E ancora, un entroterra ricco di profumi e leggende, tracce di storia antica e suggestioni moderne. Tutto questo è la Sardegna del nord ovest A CURA DELLA REDAZIONE COMMERCIALE

percorsi dell’incentivazione in Sardegna giungono nello spicchio nord occiIdentale dell’isola che compendia i caratteri tipici dell’isola. Primo pit stop in quest’area è Alghero, dove il segno del tempo incide i monumenti e la storia lavora senza posa da secoli: le coreografie architettoniche dei palazzi, delle torri e dei campanili sono di evidente matrice catalana, immoti testimoni di un dominio aragonese durato quattrocento anni. Ad Alghero il Mice può percorrere le direttrici del passato seguendo itinerari tematici, a iniziare dalla via Catalana, nella quale spiccano le antiche dimore in stile gotico-catalano con archi e portici spa-

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gnoleggianti affacciati su silenziose stradine in acciottolato. Da non mancare – anche e soprattutto a bordo di un’imbarcazione che costeggia il litorale – la Via delle Torri, con le imponenti fortificazioni e i resti della cinta muraria di impronta cinquecentesca e, infine, la Via Sacra, in cui spiccano la cattedrale con il suo prezioso campanile e altri impulsi ecclesiastici che culminano con il Museo Diocesiano d’Arte Sacra. Fra le sette torri ancora esistenti nel tessuto urbano di Alghero la più centrale è la Torre del Portal, alta e imponente, nell’Ottocento unico accesso alla città dalla parte di terra mentre la Torre de l’Esperò Reial è la più ricca di arte e di aneddoti che si snodano in una trama di realtà e leggenda. Sacro e profano, invece, aleggiano intorno alla cattedrale e al teatro civico. La prima, dedicata a Santa Maria ed edificata a partire dalla prima metà del XVI secolo, vanta lo splendido campanile di San Michele caratterizzato da maioliche che scintillano sotto il sole. Il secondo, con la facciata di ispirazione neoclassica, è uno dei pochi teatri lignei conservati pressoché integralmente. Meritano una visita anche il settecentesco Palazzo vescovile e la cosiddetta casa Doria, ascrivibile alla metà del XVI secolo, compendio di architettura gotico-catalana. Nei dintorni si trova la chiesa della Misericordia con il suo secentesco Cristo ligneo che annualmente viene deposto dalla croce in mezzo alla folla in occasione della celeberrima Settimana Santa, trascinante rito religioso di marcata ascendenza spagnola. Sfiziosi e interessanti sono anche i percorsi – e lo shopping – incentrati su quello che in loco viene chiamato “oro rosso”, ovvero il corallo. MARE DI PIETRA Nel contesto di Nettuno il Mice non può perdere il promontorio di Capo Caccia che insieme all’Isola Piana costituisce un’area marina protetta nonché una delle più interessanti zone della Sardegna dal punto di vista naturalistico, pae-

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BELLA DA… MANGIARE!

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saggistico e speleologico. E anche una delle più incontaminate e selvagge. Sono celebri le sue grotte sottomarine il cui apogeo è dato dalla Grotta di Nettuno, da percorrere lungo una sequenza di laghetti, stretti passaggi e ampi saloni con colonnati nei quali la fantasia della natura ha disposto scenari fiabeschi giocando con le concrezioni calcaree di stalattiti e stalagmiti. Adiacenti, la Grotta Verde e la Grotta dei Ricami, quest’ultima raggiungibile solo dal mare. Architettura monumentale anche nel contesto dei nuraghi, di cui la provincia di Alghero è particolarmente ricca: protagonista è la necropoli di Anghelu Ruju, complesso preistorico costituito da 36 tombe ipogeiche, seguito a ruota dal nuraghe di Palmavera, risultato di una lunga serie di rifacimenti che vanno da prima dell’anno Mille all’VIII secolo a.C.. A breve distanza dal villaggio di Palmavera si staglia l’area archeologica di Sant’Imbenia, nella quale oltre a un villaggio nuragico si trovano anche sepolture fenicie e rovine romane con una villa a impianto termale. A Logudoro si trovano le migliori espressioni del romanico mentre attendono il Mice interessanti trame medievali – a sud di Alghero – nel castello di Serravalle di Bosa, edificato dai Malaspina: la località, adagiata in un’ansa del fiume Temo, è sottoposta a tutela ambientale. Dal Mille, divenuta feudo dei Malaspina, ha partecipato in prima persona alle vicende storiche della regione. Passaggio obbligato lungo la più importante via di comunicazione tra il nord e il sud dell’isola è Macomèr, con la sua altissima concentrazione di costruzioni nuragiche. Non sono da meno Bonorva e Torralba, dove si trova la Valle dei Nuraghi in cui campeggia, vicinissimo, il complesso della reggia nuragica di Santu Antine, uno dei più grandi dell’isola: il suo torrione centrale supera i 17 metri. Sassari e i suoi dintorni hanno molto da offrire alla meeting industry, a iniziare dallo Smap, il Sistema museale artistico provinciale, che vede ora aperte le sale storiche del palazzo della Provin-

cia, un vero e proprio viaggio nella storia, nell’arte e nell’architettura. Nel circuito Smap spiccano anche il museo del Carmelo, riaperto dopo un intenso intervento di restyling e il Masedu, restituito alla città di Sassari a seguito di un’accurata rivisitazione, oggi spazio dedicato all’arte contemporanea. Di rilievo sono anche il Museo Sanna - un must per ripercorrere la storia della Sardegna – e i monumenti open air della città. Intriganti sono il centro storico otto-novecentesco – in cui sorge la cattedrale di San Nicola – e la celebre fontana del Rosello – in stile tardo-rinascimentale –, situata a pochi metri dall’antico lavatoio di Sassari, recentemente recuperato. Imperdibili sono i tradizionali eventi cittadini, in particolare la Discesa dei Candelieri e la Cavalcata Sarda. E dopo Sassari, ecco il borgo fortificato di Castelsardo, arroccata su un promontorio a picco sul mare, con vista mozzafiato sul Golfo dell’Asinara e persino sulla Corsica. È uno dei pochi esempi sardi di borgo medievale ed è

Terra e mare: la dicotomia geografica della destinazione confluisce anche sulla tavola dei sapori e conduce a sfiziosi itinerari del gusto. Sulla costa pesce a volontà con ricette semplici nell’elaborazione e il trionfo di aragoste, bottarga, dentici, muggini e tonno. Nel cuore della Sardegna, invece, la saporita gastronomia dei monti rappresenta l’occasione per una cena… “pastorale”, complici le danze tradizionali. Fra i primi spiccano i famosi malloreddus (gnocchetti), i culurgionis (ravioli) e i maccarones (pasta fresca fatta a mano). Con i secondi arriva il vanto regionale, il porceddu, il maialino da latte arrostito su legna di mirto, ginepro e lentisco. In alternativa, il cinghiale interrato, la pecora in cappotto (con patate e cipolle) o su zurrette, sanguinaccio di pecora condito con uva passa ed erbe aromatiche. Ai palati più delicati si addicono la gallina al mirto servita fredda o l’agnello allo spiedo (nel nuorese a spezzatino). Il tutto è accompagnato da una delle quattrocento varietà di pane di cui è portabandiera il pane carasàu – comunemente chiamato “carta da musica” – che diventa pane frattau se condito con sugo di pomodoro o di carne e pecorino. Oltre a quest’ultimo, fra i formaggi spiccano il bonassai – una sorta di taleggio – il fiore sardo – fresco o stagionato – e il casu marzu, una crema piccante derivante dai pecorini. Dolcissima, invece, la pasticceria, soprattutto a base di mandorle e miele.

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open air con allestimenti ad hoc e per team building all’insegna della fantasia. A pochi passi dal castello, lungo le scalinate che attraversano il vecchio borgo, si stagliano Palazzo La Loggia e Palazzo Eleonora d’Arborea. Da raggiungere in questo spaccato di Sardegna sono anche le Terme di Casteldoria: il centro termale, riaperto dopo una chiusura di oltre venti anni, ha destinato grandi spazi all’idroterapia termale e al wellness. Sempre nello stesso complesso e collegato da un ponte, si trova il Centro Polifunzionale con la sua nuovissima piscina termale e una terrazza affacciata sul parco. Una curiosità: superato il ponte, si entra nel comune di Viddalba, famosa per il suo Museo archeologico. E per restare in tema di attrattive territoriali, si segnalano la Roccia dell’elefante – monumento naturale cui il tempo ha regalato la forma di un pachiderma seduto –, il nuraghe Paddaggiu e le mura megalitiche del monte Ussoni, complesso che comprende un piccolo villaggio.

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7 / Alghero, protetta da possenti mura 8 / Castelsardo, dominata dai resti dell’antico castello 9 / Bosa, con il vivace lungomare 10 / Stintino, dotata di due porticcioli turistici attrezzati 11 / La spiaggia della Pelosa e, all’orizzonte, l’isola dell’Asinara

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anche una delle più famose località costiere della provincia di Sassari. L’ingresso in città è spettacolare: lasciato il nastro di sabbia bianca di Lu Bagnu si scorgono il porto e la torre saracena di Frigiano, dominati dal promontorio che ospita il castello e che apre i battenti al Mice. Lo scenario è assolutamente suggestivo, con il borgo antico animato da botteghe artigiane, il regno dei cestini a intreccio: a quest’arte è dedicato il Museo dell’intreccio mediterraneo, ospitato nel castello, un maniero con vista panoramica a picco sul mare. Il perimetro del castello, inoltre, è caratterizzato da un’area outdoor approntabile per eventi

LA NATURA? UNO SPETTACOLO! Muovendosi a ovest di Castelsardo si giunge a Porto Torres, adagiata su un pianoro che si tuffa lentamente nel mare: un compendio di arte e reperti archeologici da conoscere e ammirare, a iniziare dalla suggestiva rupe calcarea dove sorge la chiesetta di San Gavino, sul presunto sito del martirio dei santi turritani. La basilica costituisce l’esempio più antico e grandioso – per dimensioni – e senz’altro più insigne dell’architettura romanica pisana in Sardegna: edificata sulla collina del monte Agellu, presenta due absidi contrapposte, caratteristica unica in Sardegna e comunque rarissima in Italia. Ancora spazio allo straordinario, che dalle coreografie architettoniche si dirige verso quelle naturali e nell’estrema punta nord-occidentale della destinazione dove ad accogliere la meeting industry è Stintino, con due porticcioli ben attrezzati, con un nucleo urbano originario, con strade tagliate a maglie rettangolari e linde abitazioni sempre fresche di tinteggiature color pastello. Le spiagge di Stintino sono indimenticabili: basti ricordare quella delle Saline e, soprattutto, quella della Pelosa: acque smeraldine e torri spagnole per un tuffo anche nella storia. Nello Stagno di Casaraccio, vicino a Stintino ed esteso per dieci ettari in una cornice di macchia mediterranea e palme nane, stazionano fenicotteri, garzette, aironi e cormorani. Prospiciente Stintino, ecco l’Isola dell’Asinara, 52 chilometri quadrati di superficie e, dal 1997, il Parco nazionale dell’Asinara: un compendio di mare trasparente, branchi di mufloni, congreghe di asinelli bianchi e bellezze naturali pressoché incontaminate.


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SARDEGNA

Destinazioni d’Italia

Hotel Calabona Alghero

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Fascino Mediterraneo on la sua anima così particolare, per metà sarda e per metà catalana, C quasi a fare da ponte tra il nostro paese e le atmosfere di Barcellona, Alghero è una destinazione imperdibile per chi è alla ricerca di una meta che sia al contempo dinamica ed elegante. Posto lungo la magnifica riviera del Corallo – uno dei più preziosi patrimoni naturali della Sardegna –, l’Hotel Calabona è un ottimo esempio di struttura che riunisce le comodità di un efficiente centro congressuale e tutti i plus del più classico dei soggiorni leisure in riva a un mare cristallino. La location, senza dubbio, aiuta: località Calabona si trova all’inizio della strada panoramica che da Alghero conduce alla caratteristica città fluviale di Bosa. L’hotel si affaccia direttamente sullo splendido mare algherese, e offre una spettacolare vista sul promontorio di Capo Caccia; nei mesi estivi, gli ospiti possono accedere a una spiaggia privata. A questa si aggiungono due piscine all’aperto, una per adulti e l’altra dedicata ai bambini, per intrattenere i piccoli ospiti e andare incontro alle esigenze delle famiglie. Gli ampi spazi aperti sono dedicati ai momenti di relax e di svago, e possono essere allestiti per accogliere uno scenografico aperitivo a bordo piscina, un cocktail en plein air, una cena di gala o un brunch, sempre con vista sul mare, grazie anche alla presenza di un ristorante all’aperto. Gli amanti del wellness hanno inoltre la possibilità di rigenerarsi con i servizi di sauna, massaggi, trattamenti shiatsu e altro offerti presso strutture convenzionate. La struttura prevede anche appositi pacchetti che consentono di abbinare al soggiorno una serie di trattamenti benessere o il noleggio di un’auto per partire alla scoperta dei din-

In una delle cornici più intriganti dell’isola, la splendida Alghero dalle riminiscenze catalane, l’Hotel Calabona è la base ideale per soggiorni emozionanti e momenti di svago a due passi dal mare

torni, ricchi di possibilità di intrattenimento culturale, sportivo e paesaggistico. Tutto l’occorrente per soggiorni ritempranti, divertenti e rilassanti, facilmente associabili anche a sessioni di lavoro, meeting e convention aziendali di medie dimensioni. Gli spazi congressuali sono infatti ampi e funzionali, e comprendono una sala plenaria modulare da 380 posti, più altre quattro meeting room con capienza variabile dalle 25 alle duecento persone.

Sorge sulla splendida costa del Corallo l’Hotel Calabona, che al Mice offre cinque sale meeting, da 25 a 380 posti

Hotel Calabona Alghero Località Calabona C.P. 15 07041 Alghero (Ss) Tel. 079 975728 – 079 977343 Fax 079 981046 info@hotelcalabona.it www.hotelcalabona.it

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Destinazioni d’Italia

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Hotel Catalunya

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Parola d’ordine, rinnovo Sempre più propositivo il quattro stelle Hotel Catalunya di Alghero, dall’ampio ventaglio di spazi congressuali, di tentazioni gastronomiche irresistibili e di opportunità indimenticabili di incentivazione

Il bel centro storico di Alghero e le acque cristalline del suo mare fanno da contorno all’offerta elitaria dell’Hotel Catalunya

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orprendere continuamente è la sua mission. Stiamo parlando dell’Hotel S Catalunya di Alghero, a pochi passi dalla città antica, con una vista spettacolare sulla baia e sul porto turistico. Una struttura moderna, contraddistinta dal massimo del comfort, da dettagli eleganti e da un continuo restyling che consente alla meeting industry di scoprire sempre qualcosa di nuovo. Si è concluso alla fine di febbraio, infatti, l’ulteriore restyling dell’albergo che ha visto protagonisti il centro congressi e la hall. Due anni fa, invece, l’Hotel Catalunya ha accolto la meeting industry nelle nuove camere superior – con vista mare –, una superba alternativa alle spaziose suite, mentre

nell’estate del 2010 è stato inaugurato il Blau Skybar & Events, uno spazio panoramico posizionato al nono piano della struttura, articolato in bar, terrazza coperta e ristorante: una location perfetta non solo per colazioni di lavoro ma anche e soprattutto per cene di gala d’atmosfera sino a 150 persone. E un nuovo look è stato realizzato anche per il ristorante Maqù, incentrato su cromie chiare e boiserie di tendenza. PAESAGGIO FORMATO MICE Un albergo raffinato e sempre all’avanguardia, l’Hotel Catalunya, che ospita gli eventi della meeting industry nelle quattro sale del suo centro congressi, concepito per una capacità complessiva di quattrocento persone. La struttura si rivela ideale punto di partenza per intriganti percorsi di incentivazione che in questo spaccato della Sardegna partono proprio da Alghero – e dalle sue acque cristalline – e che si estendono lungo una costa che si snoda per circa ottanta chilometri in un susseguirsi di spiagge bianche frammiste a insenature e falesie. Un elisir di natura con labirinti pelagici, arabeschi di corallo infiammati dal sole e grotte marine, mentre nell’entroterra sentieri incastonati nella macchia mediterranea conducono a villaggi nuragici e tenute vitivinicole. Un paesaggio eterogeneo, quello di Alghero, una destinazione da vivere tutto l’anno senza prescindere da tre grandi soggetti: la città, il suo mare e i nuraghi. Hotel Catalunya Via Catalogna, 24 07041– Alghero (Ss) Tel. 079 953172 Fax 079 953177 booking@hotelcatalunya.it www.hotelcatalunya.it


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LUSSO ED ESCLUSIVITÀ: L’ESSENZA DEL NORD EST

Nord est, sport e glamour el quadrante nord orientale e sulla costa si distendono al sole alcune fra N le più celebri località della Sardegna. Prima di salpare alla volta di onde e mondanità puntiamo i riflettori sull’altro volto di questa destinazione, nel quale è compreso il cuore montano della Sardegna, con i territori delle Barbàgie e il Gennargentu: un carosello di grotte, fiumi e gole – come il canyon di Gorropu, quattrocento metri, tra i più profondi d’Europa – una palestra naturale nella quale praticare equitazione, arrampicata, canyoning, trekking e speleologia. E sport invernali ai mille metri di Fonni, il paese più alto dell’isola. Il regno dei team building all’insegna dello sport, quindi, con l’alternativa di percorsi all’insegna della cultura: il villaggio nuragico di Tiscali, per esempio, nascosto sotto l’ala di una grande roccia, oppure Orgosolo, il paese-museo con 150 murales che campeggiano sui muri del centro storico mentre a Nuoro c’è il Parco Letterario Grazia Deledda con per-

Le località alla moda, frequentate dai vip più mondani, sono solo uno dei volti del nord est della Sardegna, che vanta anche calette appartate e scogliere di rara suggestione. Oltre a un entroterra tutto da scoprire e perfetto per i team building più fantasiosi corsi tematici riferiti alla vita e ai romanzi dell’autrice, Nobel per la letteratura nel 1926. In Gallura si può scoprire l’arte del sughero – l’altopiano di Alà e le montagne di Buddusò, più a sud, ne sono il regno “commerciale” attuale – che qui è sorta nell’Ottocento, precisamente a Tempio Pausania, che vanta anche un centro termale provvisto di sauna, bagni turchi e sale per massaggi. Famosa per le sue acque oligominerali, Tempio è una città di fondazione romana ed è da inserire nei percorsi di incentivazione anche per i suoi superbi paladini di Bacco, il Vermentino e il Moscato. Prima di giungere

A CURA DELLA REDAZIONE COMMERCIALE

12 / Porto cervo, elitaria e vip 13 / Il mare da sogno della Costa Smeralda

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ISSATE LE VELE! La costa nord orientale sarda, nel tratto compreso tra il golfo di Congianus e le Bocche di Bonifacio è uno dei più grandi distretti velici del Mediterraneo. Da qui partì la sfida di Azzurra per la conquista della Coppa America e qui si svolgono alcune fra le più importanti regate italiane. Le motivazioni sono facili da comprendere: frequenza di vento, ottimi ancoraggi, località da sogno. Molto, infatti, si deve alla suprema bellezza dei luoghi e al loro continuo, merlettato intreccio di terra e acque.

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al patinato mondo vip della costa nord è d’obbligo conoscere Olbia e il suo golfo dominato dalla possente mole dell’isola di Tavolara. Da tappa di passaggio per la meeting industry diretta in Costa Smeralda, Olbia è ora una destinazione a sé e oltremodo seducente grazie alla sua capacità di rinnovo. Non sono molte, infatti, le città del territorio nazionale che hanno cambiato volto rapidamente e in breve tempo: a iniziare dalla riqualificazione della viabilità e dell’arredo urbano per culminare con il sistema delle infrastrutture che ha svolto un’intensa attività di marketing e di politiche commerciali generando ricadute positive sui flussi di turismo Mice e business. Di fronte a Olbia, un immenso tavolato calcareo emerge dal mare come un enorme bastione: è l’isola di Tavolara, che ospita un’abbondante fauna alata e conserva alcune specie botaniche diventate ormai rarissime. Agli estremi orientale e occidentale l’isola ha due appendici: Spalmatore di Fuori, montuosa e ripida, e Spalmatore di Terra, quasi totalmente pianeggiante. Tra Cala Razza di Giunco – a nord del fiordo di Cugnana – e l’insenatura di Porto Quado – presso il golfo di Arzachena – si estende la Costa Smeralda, che celebra nel nome i particolari colori del “suo” mare dalle inimitabili trasparenze verdi e turchesi. Il territorio di Arzachena, la “capitale” della Costa Smeralda, è fra i più vasti in Italia per estensione: disteso a gradinata sul declivio di una collina, l’abitato ha alle spalle una frastagliata e suggestiva “serra” granitica, un compendio di monumenti archeologici che inducono al silenzio della contemplazione.

GIOIELLO DI MONDANITÀ Spumeggiante e accattivante è la Costa Smeralda, nella quale “esserci” è un must, soprattutto in occasione degli eventi in calendario come le gare di motonautica, quelle di golf, le regate veliche internazionali e i raduni delle imbarcazioni d’epoca. Ma quando è “nata” la Costa Smeralda? Il nome è stato coniato negli anni Sessanta da un gruppo di imprenditori e finanzieri – italiani e stranieri – che hanno investito più che ingenti somme di capitale su un territorio di circa cinquemila ettari – situato in gran parte nel comune di Arzachena –, trasformando un’area abitata da pastori e pescatori in uno dei circuiti turistici più elitari del mondo. Sono sorti così i nuclei esclusivi di Cala di Volpe, Capriccioli, Abbiadori, Piccolo Pevero e Porto Cervo, con quest’ultima che è divenuta la protagonista indiscussa della costa: adagiata in una cala riparata, rivela un abitato che ruota intorno alla famosa “piazzetta” e culmina nella chiesa di Stella Maris. Dal sacro al profano: a Porto Cervo la fantasia dei meeting planner può galoppare a briglie sciolte: non esiste un evento uguale all’altro e tutti i percorsi di incentivazione e di attività di team building sono possibili, dagli sport acquatici alle seduzioni del green dei campi da golf, dai percorsi del gusto alle vie dello shopping, il tutto in una mirabolante offerta di qualità e di spessore internazionale. Il jet set, qui, detta legge. Anche nell’attrezzatissimo porto turistico di Porto Rotondo, esattamente come in quello del Golfo degli Aranci, il cui nome non ha nulla a che 15


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vedere con gli agrumi, ma piuttosto con i granchi – “ranci” in sardo –, che si pescano in gran quantità in questo tratto costiero. Nei dintorni del golfo vi sono le bianche spiagge e le scogliere del golfo di Marinella, circondato da morbidi rilievi ammantati delle essenze tipiche della macchia mediterranea. La spettacolare insenatura, orlata di rocce granitiche fantasiosamente modellate dall’acqua – notevoli quelle del Serpente e del Cane, a punta Marana –, ha accolto negli anni un porticciolo turistico perfetto per salpare alla volta di un aperitivo “on board” attorniati da un paesaggio da cartolina. ISOLE, INNANZITUTTO Superata la Costa Smeralda si arriva a Palau, vivace centro di passaggio per La Maddalena. Una delle bellezze naturali del suo territorio è la famosa roccia di Capo d’Orso: ai piedi di questa formazione naturale – che prende il nome dall’animale di cui la possente mole evoca l’immagine – si dice che Omero abbia localizzato il paese dei Lestrigoni. Un inciso di leggenda che prosegue quando si arriva all’arcipelago della Maddalena, che vanta ora il Porto Arsenale La Maddalena, tra i più grandi e moderni della costa con oltre seicento posti barca, grandi imbarcazioni incluse. L’arcipelago è costituito da un gruppo di isole granitiche per una superficie complessiva di circa quarantanove chilometri quadrati e delle sette isole maggiori quattro si trovano vicino alle coste galluresi: Spargi, Santo Stefano, Maddalena e Caprera. Budelli, Razzoli e Santa Maria, invece, circondate da uno

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sciame di isolotti e di scogli, si affacciano sulle Bocche di Bonifacio. L’arcipelago è un must per il Mice grazie allo spettacolare paesaggio delle isole e dei fondali marini, alla fantasmagoria delle forme e dei colori e alla varietà delle specie ornitologiche che conferiscono a questo spaccato di Sardegna carattere di eccezionalità. Non a caso è stato istituito il Parco nazionale dell’arcipelago della Maddalena nel 1996. L’isola più grande dell’omonimo arcipelago è La Maddalena, il cui scenario si presenta come un altopiano triangolare e ondulato, dell’altezza media di un centinaio di metri, solcato da rocce e valli rivestiti di macchia mediterranea. C’è molto da apprezzare nella città di La Maddalena, a iniziare dal borgo vecchio, mosso da scalinate e da stretti vicoli lastricati, sui quali si affacciano palazzetti settecenteschi e ottocenteschi. Un epicentro antico nel quale si staglia la parrocchiale di Santa Maria Maddalena, costruita nel 1814 su una pianta a navata unica con cappelle laterali che custodisce, nella sagrestia, candelabri e una croce d’argento donati alla città dall’ammiraglio Horatio Nelson. In località Giardinelli è da contemplare una visita al Museo archeologico navale Nino Lambroglia, dedicato all’archeologia sottomarina, che espone i reperti – anfore, strumenti di bordo, ancore – recuperati da una nave romana, naufragata presso l’isola di Spargi alla fine del II secolo a.C. e della quale il museo ospita una ricostruzione. Seconda fra le isole dell’arcipelago è Caprera, il cui Centro Velico Caprera, la maggiore scuola di vela italiana, può diventare il fil rouge di adrenalici team building dedicati a Nettuno. In alternativa allo sport, via libera al Risorgimento con il Compendio garibaldino di Caprera, museo che ripercorre la vita del generale, qui in esilio dal 1849. Dominata dalla cima del monte Teialone alla quale accedere per mezzo di una lunga e ripida scala di granito, Caprera regala alla meeting industry uno straordinario panorama sulla costa nord orientale della Sardegna. A occidente dell’arcipelago della Maddalena merita una visita Santa Teresa di Gallura, affacciata su un piccolo promontorio roccioso sulle Bocche di Bonifacio. La sua caratteristica più significativa? La pianta di fondazione, del 1808, disegnata di propria mano da Vittorio Emanuele I, che le diede il nome della regina. Oltre alla struttura regolare delle –originarie – strade della località, un fitto avvicendarsi di spiagge e spiaggette di sabbia finissima anima la costa da Punta Falcone alla penisoletta di Capo Testa, un’autentica sorpresa anche per il Mice più vaccinato contro la magia di tante bellezze naturali: mare, granito, sabbia e macchia mediterranea dispiegano qui la loro gamma di colori.

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14 / L’appartata Poltu Quatu 15 / La suggestiva roccia di Capo d’orso 16 / Le misteriose tombe giganti di Arzachena 17 / Porto Rotondo, elegante e glamour 18 / Palau, dall’aspetto selvaggio

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Colonna Resort

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Lusso? Titanico!

Gianfranco Guccione

Colonna Resort di Porto Cervo: un amalgama tra eccellenza congressuale e suggestioni leisure, un firmamento di stelle per eventi memorabili nella leggendaria Porto Cervo, circondati dall’allure della Costa Smeralda

empre più “titanica”, l’offerta del Colonna Resort di Porto Cervo: da S quest’anno, infatti, il Colonna Village di Sos Aranzos è rientrato nel portfolio della gestione diretta del gruppo Iti Hotels ed è seguito dalla divisione Mice del Colonna Resort di Porto Cervo, diretta da Stefano Lai – general manager – e da Corrado Cabras, Mice manager. Il risultato? Una disponibilità complessiva di circa 1.500 posti letto e un ampio ventaglio di spazi congressuali declinabili a seconda delle esigenze della committenza, naturalmente tailor made e on demand. Non è finita qui. Oltre alla pluralità di location per eventi la meeting industry può trovare ora in

UNA STRUTTURA, MILLE RISORSE L’ordinario è sempre straordinario, nel cinque stelle lusso del Colonna Resort, che apre i battenti al Mice più esigente nel cuore della Costa Smeralda e in un parco di circa sessantamila metri quadrati. Fra i numerosi plus la struttura vanta sette piscine fra le quali una gigantesca di ben 8.500 metri quadrati. Al Mice più sportivo il Colonna Resort dedica una palestra indoor, un’area privata sulla spiaggia di sabbia candida di Cala Granu, un driving range da golf e un campo da tennis, situati a un chilometro dalla struttura e raggiungibili con navetta gratuita. Colonna Resort Loc. Cala Granu, via Capo Ferro km.1,8 Porto Cervo Marina 07020 Arzachena (Ot) Tel. 0789 900046 Fax 0789 91199 booking.colonna@itihotels.it www.hotelbeachresort.it

Gianfranco Guccione

Gianfranco Guccione

Lusso elitario e servizio tailor made sono i plus dell’esclusivo Colonna Resort, immerso nel glamour mondano della Costa Smeralda

questo “binomio top level” innumerevoli spazi comuni, campi da tennis, da calcio e da calcetto, piscine, spiagge e facility. Il tutto a disposizione del Mice che qui, assicura Stefano Lai, «può organizzare fra i più importanti eventi europei». Nel contesto del programma di espansione di Iti Hotels, Stefano Lai è una figura di riferimento in quanto oltre a essere il “direttore d’orchestra” del Colonna Resort di Porto Cervo – la struttura più importante del gruppo – è ora sempre più coinvolto nella direzione generale della compagnia alberghiera. Per questo motivo verrà affiancato da un executive manager che potrà assisterlo nella conduzione specifica del Colonna Resort di Porto Cervo per organizzare con ancora più efficienza la gestione ordinaria.

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Destinazioni d’Italia

Delphina: Resort Valle dell’Erica, Thalasso & Spa

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Nel cuore della Gallura ell’estremo nord dell’isola, di fronte all’arcipelago di La Maddalena e alla N Bocche di Bonifacio, il Resort Valle dell’Erica dista dal mare solo pochi metri, circondato da calette e angoli di incontaminata macchia mediterranea. La struttura deve la sua invidiabile posizione al fatto di sorgere sul sito di uno dei primi villaggi turistici sardi, costruito negli anni ’50. Di proprietà del gruppo Delphina, che gestisce otto tra hotel e resort di pregio lungo la costa nord della Sardegna, il Valle dell’Erica è stato oggetto di cure e restyling che nel corso del tempo hanno mantenuto elevati i propri standard di qualità. L’hotel dispone di oltre 250 camere, cinque ristoranti con vista panoramica sull’arcipelago, tre piscine, un centro per la talassoterapia e un campo pratica golf. Ma non è tutto. La stagione 2013 aprirà, infatti, con alcune importanti novità, che strizzano l’occhio al mercato incentive: la prima è l’apertura dell’area La Licciola, con 116 camere esclusive e lussuose, una piscina di acqua marina con vista diretta sulle isole, e un’area “exclusive” che ospiterà un’altra piscina di acqua dolce con vista mare. Inoltre, sempre quest’anno sarà inaugurato il nuovo conference center, che si svilupperà su un’area di oltre 450 metri quadrati, con una sala plenaria che potrà accogliere fino a 450 delegati, e quattro meeting room adiacenti per riunioni dalle 20 alle 50 persone. Altra novità prevista per il 2013 sarà l’apertura di un teen club, dedicato agli adolescenti, con una serie di servizi pensati appositamente per garantire la massima tranquillità e autonomia a tutti i membri della famiglia.

Con un nuovo conference center e una nuova area per soggiorni di lusso, il Resort Valle dell’Erica Thalsso & Spa amplia la propria offerta per la clientela leisure e, soprattutto, per la meeting industry più esigente

Quello dei soggiorni motivazionali è del resto uno dei segmenti a cui il gruppo Delphina dedica particolare attenzione, mettendo a disposizione dei clienti un apposito staff interno e un’ampia gamma di attività, dall’outdoor training al diving, dalla pesca d’altura alle escursioni a piedi o in barca, fino alle vicinissime coste della Corsica. Resort Valle dell’Erica, Thalasso & Spa Località Valle dell'Erica 07028 Santa Teresa di Gallura (Ot) Tel. 0789 790078 Fax 0789 790079 incentives@delphina.it www.hotelvalledellerica.com www.delphina.it

Il Resort Valle dell’Erica è una della otto strutture targate Delphina; le altre, sempre in Gallura, sono il Resort & Spa Le Dune, l’Hotel Relax Torreruja Thalasso & Spa, l’Hotel Marinedda Thalasso & Spa, il Park Hotel & Spa Cala di Lepre, il Resort Cala di Falco, l’Hotel Capo d’Orso Thalasso & Spa e il Residence Il Mirto

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