Meeting e Congressi - Mar Apr 2017

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INCENTIVE CONVENTION EVENTI Rivista mensile - n° 2 marzo-aprile 2017 € 5,16 - Poste Italiane SpA - Sped. in abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/04 n.46) - Art. 1, comma 1, DCB Milano. In caso di mancato recapito si restituisca al mittente che si impegna a pagare la relativa tassa

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sommario editoriale

cover story: grandi eventi 9

Elogio degli incontri lenti HOT TOPICS meeting comment

Show must go on

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Cwt: grandi risultati per grandi eventi

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Riva del Garda: a vele spiegate

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Forte Village: un Forte tutto nuovo

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Immaginatevi... – Emanuele Nasti

highlight incentive comment

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Cuochi fatui – Luca Corsi l’intervista Nicola Savino: diamo voce agli eventi!

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cover story: compagnie alberghiere Le catene in Italia: una risorsa nascosta?

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Hotel e investimenti, l’Italia è una garanzia

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Roscioli Hotels: congressi perfetti a Roma

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Club Med: destinazione Sud-Europa

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la location del mese DoubleTree by Hilton Venice North: destinazione Venezia 16

out of the box L’evento si vive e si racconta

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la compagnia del mese Beachcomber Resorts & Hotels: il paradiso all’improvviso 22

mice from amerika I contratti diventano intelligenti

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under the spotlight Mz congressi: trent’anni firmati Mz

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team building

Portofino Coast: Aquarius for Mice

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Il potere della mente

in my opinion

how to

Generazione Y – Stefania Sarga

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Italy docet – Rodolfo Musco

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Riflessioni in formazione – Paola Sabbatini

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blogsurfing

Workout – Simona Ciotti

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La morale della favola

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Gli eventi nell’era dei chatbot

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sommario news supplier

SITE INSPECTION news location

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94 chains and clubs Apice Hotels: un gruppo “all’apice” del successo

workshop and exhibition 98

Cosmopolitan Hotels Group: impronta inconfondibile

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Costa degli Ulivi: nuovo look per il Torre Normanna

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Bit 2017, oltre il percorso

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Full Contact Pco 2017: l’energia del business

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Imex: si punta sulla formazione

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hotel Sheraton Milan Malpensa: poesia in cucina

104

Bw Premier Bhr Treviso Hotel: business al top

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Brunelleschi: un hotel “d’autore”

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Principe di Piemonte: accoglienza principesca

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location per eventi Radicepura: essenza mediterranea

notiziari e associazioni Federcongressi: Alessandra Albarelli è il nuovo presidente 130 Intervista a Paul Van Deventer: incontro ai vertici

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Rise Up! Mpi Italia e Mogol per l’Umbria

134

Site: aspettando Roma 2018

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incentive resort Sandals Resorts: lusso over the top

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indirizzi 138

news persone e poltrone 116 perché un evento in…

speciale ville castelli e palazzi Incontrarsi nella storia

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Sardegna

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colophon Presidente: Marco Biamonti Resp. comunicazione e marketing: Lorenzo Bini

LA RIVISTA DELLA MEETING INDUSTRY

Organo di consultazione per dirigenti, industrie, associazioni, ordini professionali, studi di pubbliche relazioni e di consulenza aziendale, agenzie di pubblicità, sindacati, partiti politici, organismi internazionali, agenzie di viaggio, ecc. Prezzo della copia: € 5,16 più spese di spedizione DIRETTORE RESPONSABILE Marco Biamonti COORDINAMENTO EDITORIALE Simona P.K. Daviddi CONSULENZA PER LA GRAFICA Massimo Bernardi CONSULENZA PER I TESTI Aldo Lo Re SEGRETERIA DI REDAZIONE Jessica A. Presa – jessica.presa@ediman.it HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO: Alessandra Boiardi, Teresa Chiodo, Simona Ciotti, Luca Corsi, Domenico Matarazzo, Rodolfo Musco, Emanuele Nasti, Andrea Petronca, Sabrina Piacenza, Luciana F. Rebonato, Matteo Rocca, Paola Sabbatini, Stefania Sarga, Simona Zin PROGETTO GRAFICO Silvia Ferri – www.madeweb.it In copertina - Illustrazione di Angelo Siviglia Fotolito e stampa: Prontostampa Srl - Zingonia (Bg) Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/04 n. 46) - Art. 1, comma 1, DCB Milano Registrazione Tribunale di Milano n. 177 del 27/04/1973 Tiratura del presente numero: 11.000 copie

ANNO 45° - N. 2 Marzo-Aprile 2017 Abbonamento annuo € 150,00 (Estero € 200,00) L’abbonamento comprende anche la “GUIDA” delle Sedi Congressuali. La rivista non è in vendita nelle edicole e viene spedita direttamente agli abbonati.

Ediman Srl Via Ripamonti, 89 - 20141 Milano Telefono 02.57.31.15.11 (r.a.) Fax 02.55.23.14.86 info@ediman.it Sito web Ediman: www.ediman.it Sito web Meeting e Congressi: www.meetingecongressi.com Cap.soc. € 93.600 i.v. Redazione (diretto): 02.57.31.15.33 jessica.presa@ediman.it Ufficio abbonamenti: Anna Esposito Tel. 02.57.31.15.36 – anna.esposito@ediman.it

Le pubblicazioni Ediman: • Meeting e Congressi • Guida Meeting e Congressi • Guida ai Congressi Medico Scientifici Gli eventi Ediman: • Buy Mice Milano / Buy Mice Roma • Full Contact Discover Italy • Full Contact Exclusive Venues • Full Contact Incentive Destinations • Full Contact Meeting Planner • Full Contact Pco

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Le convention non devono essere convenzionalli Un viaggio d’affari a Madrid fa sembrare il lavoro molto meno duro del solito. Tempo soleggiato, sedi congressuali comodamente raggiungibili e pranzi da buongustai sono solo alcuni dei punti forti della ci à per chi la visita in viaggio d’affari. Dopo una giornata intensa i famosi musei e gli eleganti negozi di Madrid sono un o imo modo per ricaricarsi prima di assaporare la sua vivace vita no urna. Rilassatevi con qualche tapas in un caffè all’aperto o ballate fino all’alba. Qualunque cosa facciate, Madrid è il business. info.mcb@esmadrid.com (+34) 91 758 55 28 www.esmadrid.com/mcb


editoriale La bellezza di incontrarsi in un meeting è che dà agli esseri umani la possibilità di esplorare qualcosa in dettaglio, di prendersi il tempo per la contemplazione, l’analisi e la conoscenza reciproca

MARCO BIAMONTI direttore responsabile marco.biamonti@ediman.it

Elogio degli incontri lenti S

low Food mi ha dato l’ispirazione anche se, pensandoci, tante altre attività richiamano oggigiorno gli ideali della lentezza. Sembra che il “movimento lento” – che esalta le virtù di un ritmo più rilassato della vita – stia sempre più prendendo piede. E, senza voler sembrare folle, mi piacerebbe sostenere il caso delle riunioni lente. Ce ne sono di diverse, potreste obiettare? Certo che no, nel caso di un grande oratore, un animatore trascinante e grafica mozzafiato. In questo caso un meeting può essere una cosa fortemente coinvolgente e può andare avanti per diverse ore senza che nessuno mostri crescente irrequietezza o esca discretamente attraverso le porte tagliafuoco. Ma oggi i meeting planner sembrano favorire la breve raffica, il mordi e fuggi intellettuale. Le sessioni sono cotte e servite in trenta minuti, o anche meno. I relatori sono istruiti per privilegiare l’estrema sintesi, per lasciare all’audience pezzi di informazione semplici e digeribili, così da poterli portare in ufficio per rigurgitarli in una forma riconoscibile. I relatori potrebbero avere dieci minuti o appena nove secondi per fare il loro punto, ma tutti sembrano essere d’accordo su una cosa: la capacità di attenzione dei delegati è sempre più breve. Ora, sono fermamente convinto che breve sia produttivo. Alcuni degli incontri più produttivi che ho

avuto sono durati non più di cinque minuti. Alcuni dei meno produttivi, di contro, hanno preso un’intera mattinata. Ma vorrei ricordare che la bellezza di incontrarsi in un meeting – faccia a faccia – è che dà agli esseri umani la possibilità – lontano dalle interruzioni assillanti della vita d’ufficio – di esplorare qualcosa in dettaglio, di prendersi il tempo per la contemplazione, l’analisi e la conoscenza reciproca. Non sarebbe un bel cambiamento arrivare al congresso e vedere che viene dedicata un’intera giornata alla discussione di un singolo tema? La gente potrebbe entrare e uscire a proprio piacimento. Ci potrebbero essere sale di sottocommissione per le persone che vogliono esplorare un particolare argomento. Camere di rilassamento per le persone che vogliono dare al loro cervello un periodo di riposo. Un bar per le persone che pensano meglio quando hanno un po’ di alcool nel proprio organismo. Basterebbero un paio di brillanti animatori e un tema sufficientemente controverso. Ma, accidenti, che lusso sarebbe dedicare otto ore a esplorare qualcosa veramente in profondità! L’antidoto perfetto per Twitter e Facebook.

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HOT TOPICS meeting comment

Immaginatevi... I

mmaginatevi una grande azienda, una multinazionale piena zeppa di divisioni autonome che condividono con la casa madre praticamente solo il logo; immaginatevi poi che a capo di questa multinazionale ci sia una sola persona: un managing director plenipotenziario che opera in autonomia, in baffo ai vari consigli d’amministrazione che intervengono solo saltuariamente, utilizzando procedure straordinarie e solo di fronte ad abusi conclamati o a circolari interne in contrasto con le leggi vigenti. Immaginatevi infine che questo personaggio, al netto della sua caratura professionale, sia di per sé alquanto bizzarro: un megalomane che mette la propria intelligenza fuori dal comune al servizio di una tendenza visionaria e totalmente fuori dagli schemi. Eppure è un professionista vero, capace di accumulare una fortuna seguendo i propri istinti, perseverando contro tutto e tutti. Cadendo qualche volta, ma rialzandosi sempre. Un simpatico burlone, che però non ama si scherzi su di lui. Un capo vecchia maniera, di quelli che non resistono alla tentazione di seguire con lo sguardo il fondo schiena di una segretaria, ma che, a quella segretaria, non affiderebbe mai una posizione di responsabilità. Uno che ha costruito il suo impero fatto di denaro e potere, grazie a un’ incrollabile fede verso le proprie intuizioni e al convincimento che la strada più corta sia sempre la più veloce per il raggiungimento di un obiettivo, e che pertanto, gli obiettivi devono essere di breve termine. Cosa pensate che succederebbe a una multinazionale i cui azionisti, numerosi ma spesso disinformati, siano stati

capaci di esprimere una tale preferenza scegliendo come leader un personaggio così? Probabilmente, gli effetti nel breve sarebbero positivi. Ignorando qualsiasi regola e rifiutando persino un confronto di base con i sindacati, il grande capo ripulirebbe l’azienda da ogni spreco: licenzierebbe, accorperebbe, taglierebbe, ottimizzerebbe. Alleggerito dai costi di produzione, si dedicherebbe poi a rinegoziare le condizioni di beni e servizi con i fornitori. Naturalmente scavalcherebbe l’ufficio acquisti per imporre la sua “vision” facendo valere un potere d’acquisto sempre più pesante. Disinteressato a ciò che succede fuori dalle quattro mura del suo impero sempre più forte, dimenticherebbe di difendere le regole del mercato grazie a cui è diventato ciò che è. E alla lunga crollerebbe, perché la ricchezza va alimentata dal consumo di tutti, altrimenti rimane risparmio e si svaluta. Immaginatevi ora che questa multinazionale siano gli Stati Uniti. Il nostro uomo, Mr. President Donald Trump, qualche mese fa ha assunto le redini della sua nuova aziendaPaese e ha cominciato a fare tutto ciò che aveva promesso o minacciato, a seconda dei punti di vista. A fine febbraio, a sole otto settimane dall’elezione, dopo aver cominciato la costruzione del muro al confine con il Messico, emanato una legge anti immigrazione (poi rigettata dal Congresso per manifesta incostituzionalità), aver sputato fuoco contro i principali organi di informazione e aggredito verbalmente l’establishment hollywoodiano che si è schierato contro di lui, Trump era già sceso al 44 per cento di preferenze: un record negativo rispetto

Una multinazionale nelle mani di un presidente plenipotenziario, un Paese nelle mani di un uomo d’affari visionario, l’etica che vacilla... a ogni presidente nella storia degli Stati Uniti. Tutti lo sfottono, tutti lo criticano. Eppure la trasposizione aziendale del fenomeno politico statunitense che vi ho proposto non è così fantascientifica. Il mondo è pieno di aziende così, anche nel nostro settore, anche in Italia. La logica del profitto, l’obiettivo di breve termine, l’accumulo di ricchezza, di per sé non sono cose sbagliate. Ciò che è sbagliato e che costituisce un suicidio imprenditoriale nel lungo periodo, è la mancanza di etica. Abbiamo visto tutti gli effetti disastrosi post crisi. Ma molti fanno ancora l’errore di pensare che la colpa sia stata della crisi in sé. Se così fosse però, a crisi finita, i sopravvissuti avrebbero potuto riprendere il proprio percorso, qualcuno con maggior forza, qualcun altro magari un po’ ammaccato, ma ciascuno con le stesse opportunità di prima. Il motivo per cui così non è, risiede nel modo con cui la crisi si è affrontata. Ognuno pensando a sé, svendendo database, autorizzando implicitamente la domanda a farsi regole proprie, accettando l’inaccettabile. Vale per tutti i segmenti di mercato, ma il modo suicida con cui la meeting industry italiana sta perseverando, ci richiama a quella visione di breve termine che sembra spaventarci così tanto quando parliamo di fenomeni internazionali, come la Brexit o la Trump-mania statunitense.

EMANUELE NASTI General manager Htms International enasti@htmsinternational.com

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HOT TOPICS incentive comment

Cuochi fatui

A

vete mai bevuto il sugo dell’arrosto? Tranquilli, non avete letto male: ho proprio scritto “bevuto il sugo dell’arrosto”. Sì, perché a me è capitato proprio di recente. E non a casa di mia mamma, una domenica, facendo la scarpetta con un pezzo di pane, bensì in un pluristellato e celeberrimo ristorante lombardo, guidato con mano sicura da una nota chef-star. Credetemi, fra le specialità della casa vi era anche una tazza di intingolo d’arrosto. Follia, si potrebbe dire, ma prima di giungere a certe conclusioni sarebbe meglio aspettare di ricevere il conto (e poi sì che dovremmo iniziare a discutere di manicomi e terapie farmacologiche). L’esperienza in sé, comunque, non mi ha particolarmente traumatizzato, anche perché va detto, per correttezza, che a fine serata siamo usciti dal ristorante alleggeriti nel portafoglio, ma decisamente sazi e inebriati di sapori appaganti. Il punto, invece, è che sto cominciando a stufarmi di tutto il “cinema” che ruota attorno a questo chef-star system e che ha invaso anche il mondo degli eventi corporate. Per l’amor del cielo, non sono stati i cuochi a cercare la sovraesposizione mediatica che oggi

li accompagna: è stato il mercato televisivo prima e dell’infotainment poi a individuarli come fenomeno di massa e a idealizzarli fino a farli assurgere al ruolo di guru spirituali delle nostre esistenze mortali. La deriva, però, è stata fin troppo rapida e dilagante: oggi non si va più al ristorante per mangiare bene, si va da uno chef per godere delle sue pillole di saggezza (e a volte soltanto delle sue “pillole e basta”, se pensiamo alla cucina molecolare e alle porzioni omeopatiche di gran moda sulla tavola). Non nego che ci sia un abisso culturale fra “fare da mangiare” e “cucinare”, ma il fenomeno che si è prodotto attorno alla figura del cuoco ha raggiunto ormai le dimensioni del delirio di massa, portando gli chef stessi a volte a un altro delirio – quello di onnipotenza – che di certo li colpisce non appena si atteggiano a filosofi o ad artisti. Una vera contraddizione per chi lavora con i prodotti della natura. Infatti, la parola umiltà deriva dal latino “humus”, terra; e chi lavora con i prodotti dei campi non dovrebbe peccare, per definizione, né di presunzione né di arroganza… vizi che hanno indotto qualcuno a paragonare i propri piatti alla Gioconda di Leonardo da Vinci. Ma per piacere! Sto cominciando a stufarmi, in-

Sono le celebrità del momento, gli “chef-star”, ma forse il fenomeno è sfuggito di mano e il delirio di onnipotenza è dietro l’angolo... somma, di assistere alla deificazione di una figura che ricopre un ruolo indubbiamente utile nella nostra società, ma che non è paragonabile al biologo che scoprirà la cura contro il cancro. Eppure c’è gente che fa la fila per strappargli un autografo, non si perde una puntata di Master Chef e arriva a spendere cifre a tre zeri per un antipasto, un primo e una bottiglia di vino. La buona cucina è piacevole, è ludica, è anche cultura se vogliamo, ma adesso abbiamo proprio esagerato, siamo andati decisamente oltre e sarebbe il caso di tornare con i piedi per terra. Sì, perché sta a noi, che siamo i veri responsabili di questa follia collettiva, tornare a chiedere una cucina che sia semplicemente il piacere di mangiare bene assieme. Sta a noi cominciare, finalmente, a riscrivere le regole per riportare gli chef a una dimensione più terrena. Così, forse, oltre a farci degustare il sugo dell’arrosto, torneranno a servirci anche due fettine del medesimo.

LUCA CORSI Responsabile Comunicazione & Eventi Vorwerk Folletto luca.corsi@folletto.it

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HOT TOPICS l’intervista

nicola savino

Diamo voce agli eventi! Autore di format radiotelevisivi, regista e showman. Per Nicola Savino la spettacolarità di un evento deve essere in linea con la visual identity dell’azienda. Ma per avere successo,deve essere “trasmessa”... con la giusta voce! TERESA CHIODO

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olto noto della televisione italiana, soprattutto grazie a programmi come Quelli che il calcio e il reality L’isola dei famosi, Nicola Savino è anche molto richiesto dal mondo degli eventi come testimonial. Un momento ludico può migliorare la qualità della vita perché consente uno scarto di prospettiva: la cosa vale ancor di più per un momento esilarante durante un evento, a patto, però, che il messaggio di fondo venga veicolato

con la voce giusta; e proprio la voce diviene, secondo Savino, anche un’utile strumento quotidiano in azienda, in grado di modificare addirittura i rapporti tra colleghi: «Il grado di intensità e capacità di coinvolgimento non deriva dalla sola diffusione della voce, ma dall’espressività stessa della voce diffusa – sostiene Savino –. Sintesi, efficacia, capacità di improvvisazione, tono di voce impostato, gestione del ritmo sono tutti presupposti che stanno alla base della comunicazione in una conduzione radiofonica. Questi elementi, se rapportati a un lavoro di squadra o all’interno di un’azienda, potrebbero cambiare notevolmente il modo di affrontare decisioni, tempi, rapporti tra colleghi, imprevisti, orientamento all’obiettivo e capacità di essere diretti e rapidi nelle decisioni».

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HOT TOPICS nicola savino

Conduttore, autore, produttore e attore. Eclettico, versatile e di successo. Un bravo comunicatore, impegnato sia in radio sia in Tv. Ci svela i segreti della sua cassetta degli attrezzi? «Partendo dalla preistoria, ho sempre cercato di fare il mestiere che svolgo, avendo i miei obiettivi ben chiari dall’inizio, magari facendo un passo indietro talvolta, o con la consapevolezza che in certi casi è necessario accedere dalla porta di servizio. Ci sono arrivato per gradi, aggiustando il tiro. Prima come autore, poi come presentatore e ancora come fonico di Radio Dj, ho assorbito gli assunti della comunicazione considerandola una vera e propria disciplina. Ho acquisito una serie di automatismi che non ho mai più perso e che reitero ogni giorno, spiegando ogni cosa anche in un semplice annuncio – a volte addirittura in modo didascalico se serve – ma con l’intento di coinvolgere tutti e di abbassare “l’alto” per rendere l’informazione più accessibile».

concept memorabile e a un coinvolgimento costruttivo dei presenti. Io non ho un repertorio, ma di volta in volta conduco costruendo su misura i miei interventi».

La comunicazione radiofonica, per definizione, esclude le immagini. L’attenzione si focalizza sulla voce. Ogni singolo effetto deve essere sotto controllo. Quanto è importante la gestione della voce al microfono? «In radio si lavora soprattutto sul timbro della voce e sull’impostazione del tono per ottenere il favore del pubblico. Il cambio di tono è importante nella comunicazione, così come l’allontanarsi o l’avvicinarsi al microfono, giocando con il mezzo per dare delle “scosse” a chi sta ascoltando. Ora fai un’imitazione, ora intoni una canzoncina, sempre per non lasciar scivolare l’ascoltatore nel torpore e correre il rischio che cambi canale».

È vero che i comici sono diventati dei veri professionisti della comunicazione capaci di far ridere e allo stesso tempo di veicolare un messaggio durante un momento di spettacolarizzazione dell’evento? «Direi proprio di sì. Beppe Grillo ha fondato addirittura un partito: se questo non è un esempio! Poi ce ne sono altri, come Checco Zalone e Fiorello».

l’intervista

Come moderatore che consigli darebbe per mantenere viva l’attenzione dello spettatore durante una convention? «Il tono della voce è importante. Non può rimanere monocorde. Consiglierei di uscire dal tunnel delle slide. Non si può più, nel 2017, continuare con la convention polverosa in cui l’amministratore delegato legge le slide mentre la mente della platea si sgancia e pensa ai fatti propri. Consiglierei di utilizzare filmati spiritosi con esperienze di doppiaggio via gobbo oppure un grande classico motivazionale come quello di Mel Gibson (nel film Braveheart William Wallace, il protagonista interpretato da Mel Gibson, tiene un discorso motivazionale al proprio esercito prima della battaglia finale, ndr)».

Cinema, Tv, regia, radio. Cosa manca? «Il teatro è una sfida che mi manca. Il cinema invece non fa per me, perché lascia troppo poco margine all’improvvisazione».

Conduttore radiofonico, showman, imitatore, regista e autore di format radiotelevisivi: Nicola Savino è un artista poliedrico che conosce i meccanismi della comunicazione. E che ammonisce: «Attenzione non solo ai contenuti, ma anche alla voce che si usa per trasmetterli, altrimenti si rischia di vanificare tutto!»

Quando si va in onda ci sono dei tempi precisi da rispettare, tutto deve procedere in maniera fluida: stacchetti musicali, jingle, interventi pubblicitari, interviste. Un po’ come in un contesto lavorativo aziendale. Quanto è importante calibrare tutto questo? «Io vado in onda da 33 anni quotidianamente. È una cosa che mi viene naturale più di qualsiasi altra. Se qualcosa si inceppa lo percepisco immediatamente e cerco il modo di rimediare. Un conduttore radiofonico deve saper sintetizzare al massimo i contenuti, arrivare al cuore delle questioni e degli argomenti trattati, rispettare tempi ben precisi, seguire una scansione e proseguire improvvisando di fronte agli imprevisti; esattamente come in azienda». I personaggi del suo calibro non si limitano a moderare o a presentare, ma salgono sul palco anche come showman e testimonial. Qual è la sua esperienza in merito? «Salire sul palco come moderatore durante una convention è un’esperienza immersiva. Un evento non deve perdere di vista la sua valenza comunicativa anche in un momento esilarante di spettacolo, a sua volta riconducibile a una reason why coerente con le politiche di comunicazione della marca, a un

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HOT TOPICS location del mese

Location del mese: DoubleTree by Hilton Venice North - Mogliano Veneto

Destinazione Venezia SABRINA PIACENZA

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l DoubleTree by Hilton Venice North si trova a Mogliano Veneto e gode davvero di una posizione estremamente favorevole. Accessibile dalle principali reti autostradali (dalla A27 Belluno – Verona e dall’A4 Milano – Trieste) dista soli due minuti d’auto dall’uscita autostradale di Casale sul Sile. A soli dieci minuti dall’aeroporto Marco Polo di Venezia e quindici minuti dalla città di Venezia, il Dou-

bleTree by Hilton Venice North si trova a nord della Laguna, al centro della Regione Veneto. Da qui è facile raggiungere le principali province, la montagna – in particolare Cortina e le Dolomiti – ma anche le spiagge, come Jesolo e Bibione. La struttura rappresenta un punto di riferimento per il viaggiatore d’affari alla ricerca di un luogo comodo, sicuro e funzionale, ma

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HOT TOPICS location del mese

Due alberghi e due brand internazionali offrono una gamma di servizi e spazi ideali per il Mice. Al centro di entrambe le strutture targate Dhotels la stessa filosofia: la soddisfazione dell’ospite

Due alberghi quattro stelle per due brand internazionali posti vicini tra loro e a pochi minuti dalla meravigliosa Venezia. Per i congressisti, un totale di quattrocento camere e un moderno centro congressi da mille posti

o anche per le famiglie in vacanza, che necessitano di un ambiente dove rilassarsi e dal quale raggiungere facilmente e velocemente le maggiori mete turistiche della zona. Non solo le infrastrutture e i servizi, ma anche l’ottima collocazione geografica, fanno del DoubleTree by Hilton Venice North il luogo ideale per soddisfare le molteplici esigenze dei viaggiatori, siano essi business o leisure. Treviso, Padova, le colline del Prosecco, le ville palladiane, la Gipsoteca di Possagno di Antonio Canova e la Riviera del Brenta sono mete turistiche molto apprezzate e gettonate. Organizzare escursioni o tour personalizzati, ricchi di interesse, spunti culturali e attività differenti non è pertanto difficile. Per gli appassionati di golf, per esempio, ci sono diverse situazioni vicine dove poter praticare lo sport green per definizione, dal Golf Club Villa Condulmer al Golf Zerman distante poche centinaia di metri, al Golf Ca’ della Nave situato a qualche chilometro. Per chi ama fare shopping, nel tempo libero il vicino Mac Arthur Glenn Outlet offre svariate tipologie di negozi davvero per tutti i gusti e tasche,

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mentre per chi vuole godere dell’incantevole panorama lagunare o semplicemente passeggiare sulle belle e attrezzate spiagge della costa veneziana basta solo percorrere una ventina di chilometri in auto per arrivare a sentire il profumo del Mare Adriatico. La struttura appartiene al ricco portfolio di Hilton Worldwide, che è garanzia di ospitalità

d’eccellenza, accoglienza di qualità e servizi di alto livello. Lo si percepisce subito, a partire proprio dalla calda accoglienza riservata agli ospiti: un benvenuto dal profumo invitante, un caldo cookie al cioccolato che viene riservato ai viaggiatori che arrivano in hotel. La qualità diffusa sotto tutti gli aspetti trova poi conferma nelle stanze, con il lussuoso

Mogliano Veneto

Il DoubleTree by Hilton Hotel Venice North è caratterizzato da ambienti confortevoli ed eleganti, realizzati con materiali di alta qualità che generano un’atmosfera di morbida accoglienza

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comfort dei letti Sweet Dreams, che garantiscono un piacevole riposo, magari allietati da “dolci sogni” appunto, fino ad arrivare alla professionalità dello staff dedicato ad anticipare le richieste più diverse affinché il soggiorno sia per tutti gli ospiti il più confortevole possibile. Ovviamente, per chi non ha un mezzo proprio e ha necessità di raggiungere il vicino aeroporto o la stazione ferroviaria, il DoubleTree by Hilton Venice North mette a disposizione un servizio shuttle che offre collegamenti giornalieri continui con Venezia (Piazzale Roma) e transfer per l’aeroporto Marco Polo, l’aeroporto Antonio Canova di Treviso e la stazione ferroviaria Fs di Venezia Mestre. La struttura propone un linguaggio architettonico contemporaneo fatto di linee pulite ed essenziali e del caratteristico impianto planimetrico a crescent. I materiali utilizzati, le superfici e le tonalità scelte, esprimono eleganza e raffinatezza oltre a generare atmosfere accoglienti e piacevoli. Gli spazi comuni sono ampi e soprattutto luminosi, grazie alla vetrata continua che si apre verso la corte interna. La dimensione orizzontale del volume ne permette l’inserimento nel contesto senza particolari contaminazioni visive.

alle famiglie. L’atmosfera in cui è avvolta la struttura è davvero piacevole: ambienti accoglienti, confortevoli, realizzati con materiali di alta qualità che hanno dato vita a superfici morbide e invitanti. Raffinati e caldi pavimenti in legno, ampi letti ultra comodi, collegamento wireless ad altissima velocità con possibilità

DoubleTree e FourPoints Due strutture di pregio a due passi da Venezia: quattrocento camere e sale meeting luminose attendono il Mice

SERVIZI CHE FANNO LA DIFFERENZA Il DoubleTree by Hilton Hotel Venice North è stato costruito e aperto nel 2011; oggi è di proprietà e viene gestito totalmente dal gruppo Dhotels. Nel 2014 viene stipulato l’accordo con Hilton Worldwide che ha visto in seguito nascere appunto il DoubleTree by Hilton Venice North. L’hotel offre una varietà di sistemazioni davvero notevole: 203 camere di cui 16 junior suite e due suite, spaziose e attrezzate per rispondere perfettamente alle esigenze di ogni tipo di viaggiatore, dall’uomo d’affari

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HOT TOPICS location del mese

Il comfort dei letti Sweet Dreams, la spa e la piscina garantiscono il totale relax dei congressisti, ma anche di chi si trova al DoubleTree by Hilton Hotel Venice North per puro diletto

di stampa remota da qualsiasi camera. Ma anche televisore flat screen 32”, wi-fi, coffee or tea service station in camera, radiosveglia, frigobar e una pratica cassaforte. L’hotel è dotato inoltre di una piscina esterna, una terrazza solarium, un fitness centre, un servizio lavanderia e un parking con cinquecento posti auto gratuiti. Anche l’offerta gastronomica è di assoluto livello e si basa su una proposta di cibi sani e menu gustosi in qualsiasi momento della giornata, sia che si tratti della prima colazione (Wake up DoubleTree Breakfast), del pranzo o della cena, di un piccolo snack o del room service. In particolare, il lounge bar e il Ristorante Arco propongono un

DATI TECNICI DoubleTree by Hilton Venice North

FourPoints by Sheraton Venice Mestre

Metri quadrati totali del centro congressi: 1.500

200 Numero totale sale congressi:

10

2 Metri quadrati di ogni sala:

Sala Scarpa 413 mq Sala Tancredi 152 mq Sala Santomaso 51 mq Sala Guidi 55 mq

100

Persone che può accogliere ogni sala: (a teatro) Sala Scarpa 550 Sala Tancredi 180 Sala Santomaso 50 Sala Guidi 50

100

menu ricco di raffinate specialità locali, italiane e internazionali. Per tutti gli ospiti che hanno il privilegio di soggiornare in un hotel appartenente ai dieci brand a cui fa capo Hilton Worldwide è possibile guadagnare punti e convertirli in notti gratuite; inoltre si possono guadagnare punti anche con la prenotazione di un meeting o di un evento. Hilton HHonors permette, infatti, di trasformare i punti accumulati in momenti indimenticabili da condividere in più di quattromila hotel e resort sparsi in tutto il mondo. UN CENTRO CONGRESSI ILLUMINATO Disposto su un unico piano e completamente separato dalle altre attività dell’hotel, il centro congressi del DoubleTree by Hilton Venice North è molto ampio e organizzato in modo da permettere un accesso indipendente, semplificando così qualsiasi tipo di allestimento ma soprattutto facilitando le operazioni di scarico e carico da parte degli allestitori, garantendo quindi che gli ospiti non vengano disturbati in nessun modo. Si tratta di uno spazio davvero capiente: 1.800 metri quadrati complessivi, che raccoglie dieci sale modulabili, la più grande delle quali è la sala Scarpa, che può ospitare fino a 550 persone in configurazione teatro, 470 a banchetto e un massimo di mille ospiti per un buffet in piedi con finger food. La sala è alta oltre cinque metri – il che le permette di essere accessibile dagli automezzi –, frazionabile in quattro sale più piccole e totalmente automatizzata con i più avanzati sistemi multimediali, un vero esempio di flessibilità e comfort a 360 gradi. Completano l’offerta la sala Tancredi, che può ospitare fino a 180 persone a teatro ed è divisibile in tre spazi più piccoli, la sala

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HOT TOPICS location del mese

Santomaso, che affaccia sulla corte interna e ha una capacità fino a cinquanta persone, la sala Guidi e il maestoso foyer di 540 metri quadrati, posto nel cuore del centro congressi, che è accessibile sia dall’albergo sia direttamente dal parcheggio e può disporre di vetrine per l’esposizione dei prodotti e di pareti personalizzabili. Elemento distintivo di tutto il centro congressi è la trasparenza, che permette di diffondere una soffice luce naturale che consente facilmente di personalizzare gli spazi: dal tunnel che collega la hall dell’hotel al centro congressi, fino al foyer antistante le sale. Tutte le sale sono dotate di tecnologie avanzate di nuova generazione e offrono la possibilità di modulare le ampiezze: le altezze fino a cinque metri rendono la struttura adatta a ospitare grandi eventi, conferenze, lanci di prodotto, esposizioni di veicoli, ma anche piccoli meeting formativi. Oltre agli spazi interni è possibile usufruire anche di ampi spazi esterni, personalizzabili e adatti a cene di gala, spettacoli musicali o eleganti cocktail. Il nuovo Arco Garden, situato tra l’area congressuale e quella ristorativa, è lo scenario ideale per aperitivi, light lunch o qualsiasi genere di evento. NUOVA APERTURA ALL’ORIZZONTE A maggio di quest’anno il gruppo Dhotels aggiungerà al proprio portfolio un nuovo indirizzo non lontano dal DoubleTree by Hilton Venice North. Aprirà infatti i battenti il FourPoints by Sheraton Venice Mestre, situato nell’area commerciale di Mestre, distante solo quindici minuti da Piazzale Roma a Venezia e dall’aeroporto internazionale Marco Polo. La stazione ferroviaria di Mestre Ospedale, invece, è distante solo qualche centinaio di metri, mentre la fermata dell’autobus si trova proprio di fronte alla struttura (direzio-

ne Venezia città e Mestre centro). A disposizione per gli ospiti in transito da Venezia un totale di 177 camere, di cui una suite – tra le più grandi dell’area di Mestre con i suoi 220 metri quadrati – volte a soddisfare con le proprie ampiezze e i numerosi comfort sia le esigenze del mercato business sia quelle del mercato leisure. L’hotel sarà immerso in un meraviglioso giardino, un angolo verde ideale per rilassarsi o per organizzare veloci pranzi di lavoro, deliziosi aperitivi e gustose cene. La ristorazione sarà il punto di forza di questa nuova struttura, grazie all’innovativa formula Grab&Go, che si affiancherà alla tradizionale proposta alla carta. L’offerta sarà completata da servizi top come la palestra, un ampio parcheggio all’aperto, un garage coperto, la connessione wi-fi gratuita e due sale congressuali. Le due strutture saranno presenti nel panorama dell’hotellerie veneziana con un totale di quattrocento camere, adatte a soddisfare le esigenze della clientela business, Mice, leisure e dei gruppi turistici. Al centro di entrambe le strutture ci sarà sempre la soddisfazione dell’ospite, che si sentirà come a casa, coccolato e seguito in tutte le sue molteplici esigenze da uno staff costantemente attento ai suoi bisogni, perché sono sempre le piccole cose a fare la differenza. Dhotels si conferma nel mercato dell’accoglienza come un gruppo di alberghi di primissima categoria; investimenti costanti in termini di prodotto e servizio consentono di posizionare entrambi gli hotel ai vertici dei relativi segmenti di mercato, garantendo agli ospiti un sempre miglior livello di comfort nella piena sicurezza.

L’apertura del nuovo FourPoints by Sheraton Venice Mestre, grazie all’estrema vicinanza con la città lagunare, soddisferà sia le esigenze del turismo business, sia le necessità di quello leisure e culturale. In questa pagina alcuni rendering

indirizzi a fine rivista

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HOT TOPICS Compagnia alberghiera del mese

Compagnia alberghiera del mese: Beachcomber Resorts & Hotels

Il Paradiso all’improvviso

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HOT TOPICS Compagnia alberghiera del mese

Mauritius è un verde smeraldo in un mare turchese, arricchito da un melting pot culturale irresistibile e da strutture alberghiere di lusso e Mice-oriented. Targate Beachcomber Resorts & Hotels, of course! SIMONA PK DAVIDDI

È

la meta esotica per eccellenza, Mauritius, in grado di affascinare senza scampo con la sua irresistibile palette cromatica: il mare cristallino dalle sorprendenti gradazioni di blu – dal turchese al cobalto, dall’azzurro al celeste – lambisce lunghissime spiagge tropicali punteggiate da palme verdissime che annunciano la natura incontaminata e selvaggia dell’entroterra, resa rigogliosa dal clima tropicale, piacevole tutto l’anno. Tutto questo ad appena due ore di fuso orario – tre con l’ora solare – dall’Italia e raggiungibile con voli giornalieri – sia diretti sia con scalo in Europa o negli Emirati Arabi –, che atterrano nel nuovissimo aeroporto internazionale dell’isola. Se questo non fosse sufficiente a solleticare la voglia di partire, non bisogna dimenticare il fascino della popolazione mauriziana, un vero melting pot di razze e culture fortemente legato a tradizioni antichissime, che si ritrovano anche nella sfiziosa gastronomia creola e nel ricco folklore. Che altro aggiungere? Che il savoir-fare e l’ospitalità, a Mauritius, con Beachcomber Resorts & Hotels raggiunge livelli di eccellenza che fa del lusso una vocazione.

Nella foto la spettacolare penisola di Le Morne (Dinarobin & Paradis Beachcomber Golf Resort & Spa)

OTTO STRUTTURE (A MAURITIUS), LUSSO UNICO È una liaison di vecchia data quella tra Mauritius e Beachcomber, pioniere sull’isola dal 1952 e che oggi può contare su otto strutture – tutte di proprietà e gestite in prima persona: Royal Palm Beachcomber Luxury, Dinarobin Beachcomber Golf Resort & Spa, Paradis Beachcomber Golf Resort & Spa, Trou aux Biches Beachcomber Golf Resort & Spa, Shandrani Beachcomber Resort & Spa, Victoria Beachcomber Resort & Spa, Cannonier Beachcomber Golf Resort & Spa, Mauricia Beachcomber Resort & Spa, alle quali si aggiungono il Beachcomber Seychelles Sainte Anne Resort & Spa, un’isola-resort, il maestoso Royal Palm Marrakech Beachcomber Luxury in Marocco e l’ultimo arrivato, il Beachcomber French Riviera Resort & Spa nel sud della Francia –. A Mauritius tutti gli hotel sono posizionati in scenari mozzafiato e sono adatti a ospitare gruppi di tutte le di-

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HOT TOPICS Compagnia alberghiera del mese

Shandrani Beachcomber Resort & Spa mensioni, offrendo loro diverse possibilità di accommodation, ognuna dal flavour unico e dalla forte personalità. Per la meeting industry, inoltre, ogni hotel ha un coordinatore dedicato agli eventi, che segue il planner in tutte le fasi del soggiorno e lo supporta nelle più svariate situazioni, garantendo non solo la riuscita della manifestazione, ma che ogni dettaglio sia davvero cucito su misura dei partecipanti. E ancora: per non far perdere tempo prezioso a delegati, “incentivanti” e congressisti, tutte le procedure di check-in e check-out vengono semplificate: basta una firma sorseggiando nel frattempo

un fresco drink e si può prendere possesso della camera. Anche la gastronomia è tra i punti forti di Beachcomber Resorts & Hotels: ogni struttura, infatti, ha da due a sei ristoranti, tutti di altissimo livello e dall’atmosfera avvolgente, ai quali si aggiungono, in molti casi, venue dal tocco esotico, perfette per un pranzo tra una sessione di lavoro e l’altra o per un’indimenticabile cena di gala. E, se tutti gli hotel mauriziani del Gruppo mettono gratuitamente a disposizione degli ospiti una sala conferenze polivalente e completamente attrezzata, il tempo libero può avvalersi di una serie pressoché infinita

Mauritius

Non solo resort: Beachcomber Resorts & Hotels, insieme a partner locali selezionati e a un Dmc di proprietà, mette a punto interi programmi incentive, completi di attività di team building, post congress e cene di gala a tema

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HOT TOPICS Compagnia alberghiera del mese

Victoria Beachcomber Resort & Spa

di attività sportive gratuite – tutte seguite da team di professionisti –, del relax regalato dalle esotiche spa e, ovviamente, delle spettacolari tonalità marine. A TUTTO INCENTIVE Sono numerosissime le attività che Beachcomber propone a chi organizza un viaggio incentive nelle sue strutture mauriziane, così come i servizi personalizzati per rendere unico il soggiorno (dai pacchetti all-inclusive allo studio di menu su misura per pranzi e cene, dai coffee break a tema ai cocktail party per terminare la giornata, ai gala dinner in ambientazioni oniriche e tematizzate). Per chi desiderasse dare un tocco scenografico in più al proprio evento, Beachcomber si avvale di service locali specializzati in spettacoli pirotecnici, supporti audio-video e anche foto e video coverage. Per escursioni alla scoperta delle bellezze di Mauritius, Beachcomber dispone anche di un Dmc di proprietà, in attività da oltre sessant’anni e in grado di studiare itinerari su misura mescolando natura, cultura, storia e aggiungendo un pizzico di shopping e di spezie, rivelando ai partecipanti i mille volti dell’isola: dal Giardino Botanico di Pamplemousses, considerato tra i più belli al mondo, a La Citadelle, antico forte militare; dalla vivace Port Louis a una vecchia raffineria di zucchero trasformata in museo interattivo sulla lavorazione della canna da zucchero; e ancora, dalla visita a eleganti dimore coloniali alle piantagioni di tè; da riserve naturali incontaminate a una distilleria di rhum; dalla visita al vulcano, il punto più alto dell’isola, a Chamarel, un eden naturale con una scenografica cascata. Altrettante sono le possibilità di creare escursioni tailor-made in mare, dove i colori incredibili dell’acqua e dei fondali rivaleggiano in straordinarietà con la ricchissima fauna marina. Ça va sans dire che tutti i programmi possono essere messi a punto con il supporto dell’ufficio italiano di Beachcomber, perfetto interprete delle

BEACHCOMBER Resorts & Hotels

Location da sogno immerse in una natura incontaminata e servizi top level: sono gli otto gioielli di Mauritius Victoria Beachcomber Resort & Spa

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HOT TOPICS Compagnia alberghiera del mese

Trou aux Biches Beachcomber Golf Resort & Spa necessità della meeting industry, in grado di consigliare strutture e attività migliori per l’obiettivo da raggiungere. E a proposito di strutture, ecco alcuni suggerimenti.

Tra i plus delle strutture Beachcomber, oltre a una posizione esclusiva e da sogno, c’è sicuramente l’offerta gastronomica, che si articola in più ristoranti (da due a sei per ogni resort) ognuno con proposte food sfiziose e raffinate al contempo e ambientazioni di grande fascino

TROU AUX BICHES BEACHCOMBER GOLF RESORT & SPA È affacciato su una chilometrica spiaggia bianchissima, tra le più scenografiche della costa nord-occidentale di Mauritius questo leggendario golf & spa resort immerso in un palmeto lussureggiante e lambito da un mare turchese. Qui le cinque stelle lusso della sua classificazione si declinano in 306 suite di diverse tipologie (magnifiche le Beach Front, con pool privata e vista sull’oceano) e 27 ville con piscina privata in ardesia; in sei ristoranti – dalla cucina internazionale dell’Oasis, affacciato sulla piscina principale, ai gusti italiani de Il Corallo, dall’atmosfera internazionale de La Caravelle a quelli indiani del Mahiya e a quelli thai del Blue Ginger – ; nella spa tropicale e in una conference room con 150

posti a teatro e ottanta a classroom. Amplissimo anche il ventaglio di proposte “leisure”, che spazia dal tennis allo sci nautico, dal windsurf alla barca a vela, dalla barca con il fondo di vetro alle immersioni. Molteplici anche le proposte per rendere uniche le serate, con cene a tema e atmosfere coinvolgenti, tra le quali primeggiano il Tropical Party, con show di sega e falò; la serata mauriziana, ritmata dal suono ancestrale dei tamburi; la Maharaja Night, per immergersi nei sapori e nelle suggestioni indiane; e la serata Total White, estremamente raffinata. Cooking class e rhum tasting completano l’offerta incentive, per team-building dal sapore very local. Infine, per chi invece desiderasse uscire dal resort, Grand Baie, cuore della vita notturna e dello shopping dell’isola, è a due passi. SHANDRANI BEACHCOMBER RESORT & SPA È incastonato fra tre spiagge, una più selvaggia e due lambite da una laguna turchese, su una penisola lungo la costa sud-orientale di Mauritius ed è perfetto per gruppi desiderosi di un soggiorno all’insegna dell’azione e della natura, ai quali lo Shandrani propone una formula all-inclusive a cinque stelle, Serenity Plus, completa di aperitivi a base di champagne, pasti e sport. Nei cinquanta ettari di lussureggiante giardino trovano posto 327 camere – tutte fronte mare – e una conference room fino a 180 persone, mentre tra le facility sportive gratuite c’è anche un campo da golf a nove buche. Importante anche l’offerta gastronomica, che si avvale di quattro ristoranti (ma si possono anche allestire cene “pieds dans l’eau” in spiaggia o in altre location dell’hotel): Le Grand Port, con buffet e live cooking; Teak Elephant, specializzato in cucina thai; Ponte Vecchio, all’insegna dei sapori mediterranei; Le Sirius, costruito interamente in pietra

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HOT TOPICS Compagnia alberghiera del mese

Beachcomber Resorts & Hotels Mauritius

Victoria Beachcomber Resort & Spa e con una “dependance” sulla spiaggia. E per la meeting industry alla ricerca di serate tematizzate, lo Shandrani propone, per gruppi fino a cinquecento commensali, Le Magie de l’Ile Maurice, con cena sulla spiaggia, falò, danze tipiche mauriziane – è l’occasione per imparare a ballare il sega! – con dress code a tema (gli ospiti troveranno camicie a fiori e gonne in colori sgargianti nella loro camera come gift). VICTORIA BEACHCOMBER RESORT & SPA L’atmosfera rilassata e la posizione splendida, a metà strada tra Grand Baie e Port Louis, in un environment tropicale, rendono questo resort perfetto per incentive indimenticabili. Ai plus della posizione, si aggiungono il comfort di 254 camere spaziosissime (le più “piccole” sono di sessanta metri quadrati), la scelta fra tre ristoranti di stili e cucine differenti – Le Superbe, con quattrocento coperti e vista mozzafiato sul mare; La Casa, più intimo e con panorama su Port Louis; L’Horizon, beach restaurant con i tavoli posizionati all’ombra di palme da cocco. Per i momenti di lavoro il Victoria dispone di una sala conferenze in grado di ospitare fino a 180 persone, alla quale si aggiungono due sale di sottocommissione rispettivamente da 12 e ottanta posti, mentre per riunioni riservate è possibile trasformare alcune delle camere in sale meeting fino a 25 posti. Infine, per i momenti di post congress, la scelta è pressoché infinita tra sport acquatici e di terra, trattamenti di remise en forme nell’esclusiva spa e, ovviamente, escursioni alla scoperta dell’isola, mentre per intrattenere gli ospiti durante le serate il resort propone cene a tema, sofisticate e coinvolgenti, come la Pirate Evening, tra pirati, antiche mappe e tesori preziosi, o la Black & White, un’indimenticabile serata “optical” in bianco e nero tra candele profumate e suadente musica jazz.

L’ESOTICO VICINO: BEACHCOMBER FRENCH RIVIERA RESORT & SPA Infine, per la meeting industry che vuole organizzare il proprio evento “fuori porta”, l’ultimo arrivato in casa Beachcomber è un elegante quattro stelle in Costa Azzurra, ad appena 15 chilometri dall’aeroporto di Nizza. Le camere sono 155, tutte spaziosissime mentre le sale congressuali sono 11, tutte illuminate da luce naturale e con splendide terrazze affacciate sulla piscina o sui giardini. I momenti conviviali, invece, possono contare su due ristoranti (da trenta e 110 posti) ma anche su una scenografica terrazza a bordo piscina, dove organizzare Bbq, pranzi, cene e coffe break fino a 180 persone. Non poteva mancare la spa: settecento metri quadrati di puro wellness, alla quale si aggiungono due piscine riscaldate, la sala fitness, quattro campi da padel e la Mouratoglou Tennis Academy con 34 campi da tennis. indirizzi a fine rivista

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HOT TOPICS under the spotlight

Trent’anni firmati Mz Tante novità e nuove iniziative per Mz International Group, che celebra un importante anniversario e rilancia ulteriormente il suo impegno al fianco dei clienti e per la crescita di tutto il settore MATTEO ROCCA

Nelle foto, due momenti della festa con lo staff per i trent’anni di Mz; a sinistra, il taglio della torta da parte dei tre amministratori delegati (da destra Mauro Zaniboni, Monica Sellari e Stefano Montalbetti)

I

l 2017 è un anno di festeggiamenti per Mz Congressi, società di Mz International Group, che raggiunge il traguardo dei trent’anni di attività e sceglie di celebrare questo compleanno con il suo inconfondibile stile, all’insegna della professionalità e dell’attenzione verso clienti, partner e staff. Il primo appuntamento non poteva ovviamente non essere una grande festa per tutto il team di lavoro, protagonista indiscusso in questi anni della crescita e dei successi della società, divenuta un vero e proprio gruppo che alla componente più specificamente congressuale affianca business unit dedicate all’incentive, all’education e all’association management su scala internazionale: uno sviluppo che fa oggi di Mz una delle “firme” più apprezzate e autorevoli della meeting industry italiana. Nel corso della serata i tre amministratori delegati – Stefano Montalbetti, Monica Sellari e Mauro Zaniboni – hanno distribuito i nuovi biglietti da visita, in cui spiccano un logo nuovo di zecca e soprattutto una nuova dicitura professionale, quella di Pcco: al tradizionale acronimo si è aggiunta la “C” di Consultant, in linea con il percorso formati-

vo promosso da Federcongressi, che punta a elevare ulteriormente la qualità e il valore aggiunto degli specialisti degli eventi. Dal primo marzo Mz Group ha inoltre lanciato un nuovo sito web e potenziato ulteriormente i suoi canali di comunicazione social, soprattutto Facebook e LinkedIn, e sta avviando la pubblicazione di una newsletter periodica con contenuti editoriali di utilità e interesse per il proprio core target, in primis il mondo delle associazioni scientifiche. Proprio alle società medico-scientifiche sarà inoltre dedicata un’importante iniziativa, pensata proprio per celebrare adeguatamente trent’anni passati al loro servizio: un grande convegnoeducational all’Hotel Gallia di Milano, il prossimo 28 aprile, per condividere gratuitamente il proprio know-how su temi importanti come la normativa, la fiscalità, l’Ecm e la gestione della comunicazione, così da alimentare la cultura di settore e condividere un importante patrimonio di competenza ed esperienza, maturato sul campo nell’arco di tre decenni. Diceva Confucio: “A quindici anni mi applicai a imparare, a trent’anni mi sono retto in piedi da solo”, e convenzionalmente il raggiungimento di quest’età coincide con la fase in cui si cominciano a realizzare i progetti più importanti e significativi della propria vita. Con questi presupposti, non c’è dubbio che anche per Mz Group i prossimi trent’anni saranno sicuramente da ricordare. indirizzi a fine rivista

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HOT TOPICS under the spotlight

Aquarius for Mice Trentesimo anniversario, quest’anno, per Consorzio Portofino Coast: tre decenni di importanti cambiamenti culturali, relazioni, eventi e innovazioni intrecciati sempre a storie di uomini

È

un anniversario da festeggiare con particolare emozione, coesione e consapevolezza. Un evento sotto il segno e nell’era dell’Acquario, che simboleggia il cambiamento, la ricerca di uno stile di vita nel rispetto dell’ambiente e, al contempo, lo sviluppo di nuove tecnologie. Non è un caso, allora, che la mission di Consorzio Portofino Coast sia da trent’anni la promozione di un turismo sostenibile nel rispetto dell’ambiente e del paesaggio, bene primario della destinazione. Un turismo che tende a valorizzare

LUCIANA FRANCESCA REBONATO

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le caratteristiche del territorio senza snaturarlo, in un’ottica di professionalità e qualità. In questi trent’anni è cambiato il mondo ma c’è sempre come punto di riferimento Consorzio Portofino Coast, con la sua straordinaria alchimia tra tradizione e innovazione e con Franco Orio presidente sin dalla costituzione del consorzio, affiancato dal vicepresidente Adalberto Gigli. Un anniversario, questo, che oltre a essere una celebrazione è anche un’occasione per riflettere. Guardare al futuro, naturalmente, è doveroso. CELEBRATING THE PAST… L’anno zero è il 1987: il 30 di gennaio 14 albergatori del Tigullio, due agenti di viaggio e i comuni di Portofino, Santa Margherita e Rapallo siglano davanti a un notaio l’atto costitutivo del Consorzio Portofino Coast, l’inizio di una realtà che rappresenta oggi

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HOT TOPICS under the spotlight

l’offerta più qualificata dell’intero comprensorio. È nata nel 1987 e attraversa i decenni la promozione di un’idea forte, innovativa, lungimirante: un’idea che ancora oggi colpisce per la sua modernità, per la chiarezza con la quale affronta questioni-chiave concernenti lo sviluppo della destinazione e la cui validità è stata apprezzata e assurta a modello da altre realtà. Consorzio Portofino Coast è nata come idea ingegnosa mirata a estendere il brand di Portofino a tutto il tratto di costa ligure racchiuso fra le acque del Golfo del Tigullio, un’idea per promuovere il luogo e quindi anche le atmosfere tipiche del territorio. Due aspetti che si completano e si rafforzano a vicenda da trent’anni con Consorzio Portofino Coast, che porta avanti la sua mission promuovendo la destinazione a 360 gradi e attivandosi in tutti i contesti nazionali e internazionali per far conoscere le proprie strutture, la qualità dei sevizi e le potenzialità della propria offerta turistica. Consorzio Portofino Coast rappresenta l’opportunità per tutti gli operatori di confrontarsi, disegnare strategie, risolvere problemi: è referente per le istituzioni, laboratorio di idee e, soprattutto, è punto di riferimento per chi vuole organizzare eventi, promuovere iniziative e sviluppare progetti sul territorio. …INSPIRING THE FUTURE In trent’anni è cambiato il mondo. Sono mutati il modo di comunicare, di relazionarsi con gli altri, di scegliere una vacanza e di organizzare gli eventi. Si sono modificate le esigenze e i gusti di chi viaggia e la competizione fra le destinazioni è diventata globale. I valori che risiedono alla base di questa aggregazione, però, sono ancora oggi di grande attualità e Consorzio Portofino Coast punta sulla forza del gruppo, sull’aggregazione come principio irrinunciabile per affrontare le sfide del futuro: con tenacia e orgoglio il Consorzio ha continuato a svolgere il suo compito convinto delle proprie idee, della forza che deriva dall’amore per il proprio territorio e dalla passione per il proprio lavoro. Con inossidabile entusiasmo ha continuato a spendersi per la crescita turistica di un comprensorio che nel frattempo si è allargato ulteriormente e oggi comprende,

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I NUMERI DI CONSORZIO PORTOFINO COAST

Le date più significative della vita del Consorzio? Eccone alcune: 1985: nasce l’idea. 1987: costituzione del Consorzio. 14 hotel, due agenzie, tre comuni: Portofino, Santa Margherita Ligure e Rapallo. 1988: ampliamento dell’idea, ingresso di nuovi soci. Partecipazione a fiere internazionali. Il territorio comprende ora anche Camogli, nel Golfo Paradiso. 1990: prima brochure. 1991: si ipotizza la creazione di una società operativa. 1992: progetto di allargamento a Sestri Levante. 1993: nuova sede per il Consorzio. Nasce la Portofino Coast Incoming. Nasce il pool acquisti. 1994: nuove acquisizioni per il Consorzio. Continua l’attività promozionale con manifestazioni e partecipazioni a fiere e workshop. 1996: Nasce la Portofino Coast Gazette – house organ del Consorzio. 1999: Nascono la Portofino Coast International Review e il sito internet del Consorzio. 2001: Il Consorzio si trasferisce nella nuova sede di via Montebello. 2005: Nasce Meet In Liguria. Il Consorzio delle destinazioni congressuali liguri è presieduto attualmente da Franco Orio, già primo presidente all’atto della costituzione. Inizia l’attività di co-marketing con l’Agenzia in Liguria per la promozione del turismo congressuale ligure. 2012: impegno sulla formazione professionale. in un unico abbraccio, la riviera ligure di Levante dal Golfo Paradiso a Moneglia. Oggi più che mai le sfide sono difficili, bisogna affrontarle sinergicamente e in cantiere Consorzio Portofino Coast ha tante idee: un booking online per le prenotazioni individuali, lo studio di nuove iniziative per il turismo congressuale sul territorio, nuove proposte per visite, escursioni e attività esperienziali, la collaborazione con il nuovo Teatro Sociale di Camogli, iniziative promozionali, progetti formativi, collaborazioni per iniziative culturali. Su tutti, un obiettivo primario: far crescere le presenze nel comprensorio, attivando segmenti che insistano su stagionalità diverse per dare continuità alle attività del territorio, migliorando costantemente la qualità dei servizi.

1 / Il presidente del Consorzio Franco Orio con alcuni sindaci del territorio 2 / L’intervento di Marco Biamonti durante la festa per i trent’anni; a fianco a lui Franco Orio e Adalberto Gigli 3 / Il primo numero della Portofino Coast International Review 4 / Un momento dei lavori per la costituzione del Consorzio 5 / Lo stand di Portofino Coast alla Bit di fine Anni 80 6 / La presentazione di Portofino Coast Incoming (1992)

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HOT TOPICS in my opinion

Generazione Y

Tutti i vantaggi del relatore L’obiettivo ultimo di un convegno è riunire gli addetti del settore e informare sugli ultimi sviluppi e novità attraverso presentazioni a tema fatte da relatori che vogliono condividere la propria esperienza

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STEFANIA SARGA Cme Events executive EasyB stefania.sarga@easy-b.it

olto spesso sono i relatori stessi che si offrono per dare il proprio contributo all’agenda dell’evento, altre volte è la società organizzatrice a contattare i potenziali speaker per invitarli a partecipare. Ecco allora, che bisogna conoscere i vantaggi per cui un relatore dovrebbe accettare di prendere parte al convegno: Visibilità: grazie all’intervento, il relatore sarà ricordato per l’argomento trattato, per il timbro della voce, per come è stato in grado di coinvolgere il pubblico. Non finisce qui: dopo l’intervento, la sessione di Q&A permette ai partecipanti di scambiare domande e opinioni con il relatore. Networking: una persona non ha bisogno di essere un relatore

per conoscere nuovi collaboratori e/o clienti, ma esserlo è uno slancio in più per facilitare i momenti di networking. Anche alla fine della presentazione, ci saranno sicuramente persone che vorranno parlare con lo speaker e approfondire alcuni argomenti durante le pause caffè o il pranzo. Queste occasioni permettono di promuovere la propria azienda. Credibilità: il relatore conferma le proprie competenze in una sala colma di persone. Il palco permette di dimostrare, convincere e persuadere. Il relatore si fa conoscere come esperto del settore. Miglioramento: parlare davanti al pubblico permette al relatore di acquisire più fiducia in se stesso, di essere fiero ed entu-

siasta del proprio lavoro e dei propri obiettivi. Gratificazione: l’intervento contribuisce a formare e a migliorare le competenze di altre persone. Questi vantaggi si concretizzano al meglio quando si mette passione nello scrivere l’intervento e nello sviluppare la discussione. La persona che fa parte del panel deve sentirsi a proprio agio, familiarizzare da tempo con l’argomento che espone e deve essere in grado di coinvolgere i partecipanti trasmettendo emozioni. È importante integrare contenuti utili e di valore con storie quotidiane capaci di catturare l’attenzione del pubblico. Come organizzatori dell’evento, dobbiamo essere in grado di metterci nei panni del relatore, il quale accetterà il nostro invito se ci sarà la perfetta combinazione di vari elementi: rilevanza dell’evento, esperienza, competenza del settore e opportunità di business.

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HOT TOPICS in my opinion

italy docet

Questa sala ospita fino a cento persone L’

ultima esperienza sorprendente è capitata proprio qualche giorno fa. Ho incontrato la director of sales luxury market Europe, Middle East and Africa di un’importante catena alberghiera con oltre ottocento strutture nel mondo. Indubbiamente competente, la signora mi ha caldeggiato un importante albergo di Roma con ottime sale per convegni. Quando le ho fatto presente che lo stesso albergo ospiterà a gennaio del 2018 i convegni internazionali delle due principali associazioni mondiali della meeting and incentive industry, la signora è caduta dal pero. L’informazione del global forum congiunto era stata comunicata nove giorni prima, ma nessuno aveva informato la “direttrice vendite”. Sembra che nel settore alberghiero si applichi appieno la massima “fa che la destra non sappia ciò che fa la sinistra”. E noi, organizzatori di convegni, dobbiamo impegnarci nella navigazione in questo mare. I grandi alberghi hanno tutti un direttore. Ma se dobbiamo negoziare i dettagli per un convegno, il direttore è raramente la persona con cui rapportarsi. Da qualche anno è sorta la figura del revenue manager, ovvero del responsabile dei guadagni. È difficile incontrare il revenue manager. Spesso ci si parla tramite altre persone. Qualche anno addietro mi recai a Londra per negoziare una serie di cinque convention. Avevo avvertito i dirigenti dell’albergo che avrei fatto la site inspection. Giunto nel “quattro stelle superior”, incontrai

la responsabile vendite. Mi propose un contratto che prevedeva il pagamento del cento per cento dell’importo totale un mese prima di ciascun convegno. Le feci presente che lo stesso contratto prevedeva la possibilità di annullare il dieci per cento delle camere entro un mese prima, e il cinque per cento entro una settimana prima. Proposi di chiudere il contratto con il pagamento del novanta per cento entro trenta giorni prima e il saldo il giorno della chiusura di ciascun evento. La “direttrice vendite” chiamò il revenue manager per ottenere l’autorizzazione. Il signore non ritenne necessario partecipare all’incontro, e propose al telefono di ridurre il pre-pagamento, chissà perché, al 92,50 per cento. Chiesi di pensarci. Andai a cento metri di distanza, in un altro eccellente quattro stelle superior. Chiesi di incontrare il direttore. Mi offrì un caffè. Gli esposi le necessità. Concordammo per un deposito pari all’ottanta per cento, e mi garantì l’upgrading delle camere standard in deluxe. Firmai il contratto. E furono cinque convegni di successo. Il signor revenue manager del primo albergo aveva fatto perdere alla sua struttura un business di oltre centocinquantamila sterline. A chi non è capitato di sentire da promotori di sale per convegni frasi del tipo: “in questa sala è possibile accomodare fino a cento persone”. In questi casi mi viene da rispondere. “E se si spinge un po’, magari ce ne entrano anche 110”. Siamo seri. Ci sono esigenze precise

La promozione di molti alberghi con ricettività per convegni è fatta male e dimostra incompetenza e diverse per ciascuna delle 15 tipologie di convegni. Se ci sono da fare proiezioni, bisogna prevedere uno schermo di ampiezza sufficiente affinché tutti i partecipanti possano vedere bene le immagini proiettate. Ci devono essere spazi precisi tra le varie file di sedie e tra sedia e sedia. Sono elementi che chi organizza i convegni deve conoscere e far applicare. L’organizzazione di convegni è una professione che ha standard internazionali e ha bisogno che chi la esercita si certifichi. Metto a disposizione dei lettori di Meeting e Congressi cento copie omaggio de Il Regolo dell’Organizzatore di Convegni, che consente di calcolare immediatamente lo spazio necessario per allestimenti a platea o a banchi di scuola, per ricevimenti e per banchetti a seconda del numero previsto di partecipanti. Per concludere, rivolgo una preghiera: smettiamola di promuovere le sale convegni con foto riprese dal fondo, con sedie disposte in orizzontale e senza nessun partecipante. Non si capisce se si stia promuovendo la sala o le sedie. Si capisce, invece, che chi cerca di promuoversi con queste immagini non sa che la maggior parte di convegni ha bisogno di un allestimento ad anfiteatro affinché i partecipanti possano interagire e ottenere maggiori vantaggi dal tempo dedicato all’evento.

RODOLFO MUSCO pubblicista e meeting architect certificato Cmp, Cmm, Cme musco@motivationandevents.com

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HOT TOPICS in my opinion

Riflessioni... in formazione

Si può gamificare la formazione? Possiamo rendere la formazione coinvolgente, divertente, sfidante e motivante? Sì, basta sapere come fare!

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PAOLA SABBATINI Formatore, coach e senior partner Newcom Consulting paola.sabbatini@newcomconsulting.it

i è mai capitato di vedere il video Bottle Bank Arcade? Si tratta di un esperimento che aveva l’obiettivo di verificare se sfida e divertimento potessero impattare sulla raccolta differenziata. Gli abitanti di Stoccolma, un bel giorno, passando vicino alla stazione, sono stati richiamati da un bidone per la raccolta del vetro che emetteva luci e suoni. Ogni bottiglia inserita faceva accumulare punti e risate. Da quel momento, il bidone è stato usato per circa cento volte al giorno, contro le due di tutti gli altri bidoni “normali” ubicati nelle vicinanze. Questo e molti altri esperimenti sociali hanno ormai dimostrato che sfida e divertimento hanno effettivamente il potere di cambiare i nostri comportamenti velocemente. È una scoperta importante, perché può fornire diversi spunti per rendere la formazione e lo sviluppo delle performance ancor più coinvolgenti e in grado di produrre risultati di cambiamento. Ma come si fa a gamificare la formazione? Non è semplice come

sembra, poiché far divertire le persone ai corsi non è sufficiente e il rischio di banalizzare l’intero processo è molto alto. Gamificare la formazione significa trasferire alcune dinamiche del gioco all’interno del processo formativo, in modo tale da stimolare il partecipante a superare i propri limiti, apprendendo così nuove tecniche, strategie e comportamenti. Affinché questo avvenga, però, è necessario innovare il modo stesso in cui si erogano i contenuti formativi. Facciamo un esempio sulla formazione d’aula. Supponiamo di voler organizzare un corso con l’obiettivo di coinvolgere i partecipanti attraverso le dinamiche del gioco. Per prima cosa, iniziamo con l’organizzare i partecipanti in gruppi e ciascun gruppo con una propria isola di lavoro. Quindi, sostituiamo le lunghe e noiose didattiche con cartelloni colorati creati direttamente dai partecipanti. Trasformiamo le esercitazioni in sfide a tempo: i gruppi vincitori accumulano punti per ottenere premi finali e contenuti extra. In ultimo, mettiamo a disposizione una semplice app attraverso la quale i partecipanti possono consultare la leaderboard (per monitorare i gruppi in testa alla classifica), i punti accumulati, le

competenze acquisite e i badge conquistati. Nell’app carichiamo anche tutti i materiali del corso a disposizione per la consultazione e l’utilizzo (manuali, strumenti, etc.), e un forum dove confrontarsi e condividere gli apprendimenti fatti. Questo è solo uno dei tanti possibili esempi di gamification all’interno della formazione d’aula. Ma è soprattutto nella formazione online che si hanno gli esempi più classici: l’e-learning, infatti, si presta all’applicazione delle logiche della gamification; sfida, competizione, divertimento, problem solving, superamento di ostacoli e molte altre dinamiche tipiche. La gamification quindi non si riduce solo alla famosa triade Punti-Badge-Leaderboard, ma riguarda tutto il sistema che andiamo a progettare, ed è questo che potrà rendere molto coinvolgente il nostro percorso formativo. La gamification è uno strumento: il suo utilizzo, più o meno corretto, dipende dalle intenzioni con le quali viene usato! Ecco perché è fondamentale, prima di gamificare un percorso o un processo in azienda, dedicare tempo a capire quali risultati si desidera ottenere. Solo un’analisi attenta delle intenzioni può garantire un’ottima formazione gamificata e, soprattutto, etica!

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HOT TOPICS in my opinion

Workout

Si fa presto a dire “smart working” Siamo sicuri di avere tutte le competenze necessarie a supporto del lavoro agile e, soprattutto, di aver ripensato anche gli eventi corporate e le attività di team building in quest’ottica?

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SIMONA CIOTTI Hr manager e coach simona.ciotti.MeC@gmail.com

egli ultimi anni si parla molto di smart working, il “lavoro agile”. Dietro a questi nomi ci sono una varietà di interpretazioni date dalle aziende che lo hanno implementato e di modelli di sperimentazione e di bisogni sottostanti, perché il lavoro agile è uno strumento più che un fine. Nel senso più diffuso, con smart working si intende un approccio all’organizzazione del lavoro improntato alla migliore efficienza nel raggiungimento degli obiettivi aziendali grazie a una combinazione di flessibilità, autonomia e collaborazione, in parallelo con l’ottimizzazione di strumenti e luoghi di lavoro. Nel processo di implementazione dello smart working, un ruolo importante è giocato dalla diffusione di una cultura della responsabilità individuale e della performance. In altre parole, si può lavorare anche da casa con maggiore delega e ci si incontra in ufficio per valutare assieme gli obiettivi raggiunti. Dal punto di vista delle competenze, la trasformazione è significativa e non sempre queste stesse sono già pronte per esser messe in campo. Lavorare da casa, o comunque fuori azienda, mette alla prova la capacità dei capi di gestire la performance dei collaboratori a distanza: talvolta, infatti, non avere il collaboratore seduto

nella stanza accanto crea una serie di dubbi e la fiducia inizia a vacillare. Diventa quindi compito dell’ufficio risorse umane dedicare attenzione alla gestione del cambiamento, prevedendo di affiancare alla formazione per l’utilizzo degli strumenti tecnologici dello smart working (smartphone, videoconferenze, riunioni da hangout, documenti archiviati su drive, etc) una serie di azioni e di attività, sia di coaching sia di leadership, a supporto dei capi – per migliorare la capacità di delega e implementare la gestione per obiettivi – e di team building a supporto dei collaboratori – lavorando sulla gestione della propria autonomia – rafforzando al contempo una cultura della performance: ti premio perché hai raggiunto – o superato – i risultati attesi, non perché hai fatto “presenzialismo”. Eppure uno dei timori più diffusi nel management quando si avvia un progetto di smart working è proprio il calo della performance: per questo motivo, il change management che viene messo in atto deve essere mirato a rafforzare la fiducia reciproca e l’autonomia, data e ricevuta. Non importa da dove o quando si lavora, quello che conta è garantire il risultato e avere un equilibrio soddisfacente tra vita lavorativa e privata, il cosiddetto

work-life balance. Proprio questo nuovo equilibrio rappresenta uno dei principali fattori di motivazione, che permette alle persone di mantenere alta la performance. Ma lo smart working non è per tutti, poiché richiede la capacità di lavorare “a distanza” anche con i colleghi: discutere di problemi e trovare soluzioni attraverso videochiamate, lavorare su documenti condivisi, prendere decisioni al telefono per non bloccare l’operatività dei gruppi di lavoro e poi avere gli spazi fisici per incontrarsi, organizzare meeting, fare sintesi, lanciare nuove sfide ed essere pronti a ripartire ognuno per la propria destinazione. Serve essere un “noi” scollegato da un luogo aziendale ma definito da una identità, una cultura aziendale che fa essere gruppo anche a distanza. Proprio in questa situazione è più che mai utile prevedere eventi corporate che trasmettano la vision aziendale e attività di team building per “fare squadra”, oltre a momenti non convenzionali da condividere, con incontri e “rituali” anche in luoghi “non luoghi” per rafforzare il legame aziendale. Lavorare in modo smart rappresenta quindi una concezione nuova del modo di essere parte di un’azienda, una concezione che necessariamente prevederà nuovi format e nuove modalità aggregative per riunioni, convention e motivational: spazi, tempi e direttive perdono di valore e lasciano spazio alla flessibilità, alla cultura della performance e all’engagement.

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HOT TOPICS cover story

GRANDI EVENTI

Show must go on Più ricchi di effetti speciali, ma anche di contenuti, e in grado di superare i confini tra “porte aperte” e “chiuse”: i grandi eventi sono entrati in una nuova fase, in cui conta la capacità di proporre uno storytelling innovativo MATTEO ROCCA

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hissà che cosa avrebbe avuto da dire sul nostro tempo presente il filosofo francese Guy Debord, autore de La società dello spettacolo, uscito esattamente cinquant’anni fa, nel 1967. In quel libro l’autore descriveva (da una prospettiva fortemente critica) la nascita di un nuovo paradigma culturale, in cui le immagini avrebbero avuto un peso sempre più determinante in ogni aspetto della vita sociale, e il cittadino sarebbe stato conseguentemente sempre più relegato al ruolo di spettatore/consumatore. Il rischio paventato dal filosofo era la progressiva perdita di importanza della vita reale – la dimensione dell’esperienza di tutti i giorni – rispetto a quella alternativa mostrata dalle immagini. Un’analisi che oggi, nella nostra quotidianità “social” e iperconnessa, che in un certo senso

ci rende spettatori in ogni momento della giornata (spettatori di ciò che accade nel mondo, della vita di amici e familiari, ecc.), suona più che mai profetica. Ma lo spettacolo in senso stretto ha sempre fatto parte della vita sociale degli esseri umani, in ogni epoca e luogo. Danza e teatro, insieme alla musica, hanno accompagnato tutta la storia dell’Occidente, dalle poleis greche al Cirque du Soleil. Le grandi architetture monumentali hanno reso scenografiche le nostre città, dall’arco di Tito alla Tour Eiffel, con l’obiettivo di suscitare stupore e meraviglia e insieme di celebrare i successi di una civiltà, passando dall’impero romano all’Europa industriale delle Expo. I grandi eventi collettivi hanno sempre avuto al loro interno un’elevata componente spettacolare, dalle Olimpiadi antiche a quelle moderne. Nel corso del secolo scorso, ovviamente l’industria e la pubblicità hanno saputo fare propri questi codici di comunicazione, e hanno dato vita a grandi eventi in cui è centrale la ricerca di quello che è comunemente detto “effetto wow” – e che Leonardo da Vinci conosceva già perfettamente, quando disegnava le sue

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macchine scenografiche per gli spettacoli teatrali delle corti del Rinascimento. Ecco quindi le basi della sfida per i moderni registi dei grandi eventi di oggi: dare vita a spettacoli originali, coinvolgenti, di qualità, in un’epoca che è già abbondantemente immersa in un flusso di immagini ed effetti speciali di vario tipo. Salvaguardare la nobiltà di una professione che li vede discendenti allo stesso tempo di Leonardo e di Bill Bernbach, il grande pubblicitario. Gestire budget più o meno importanti confrontandosi con un pubblico la cui soglia di meraviglia (quella che fa restare a bocca aperta, che fa per l’appunto dire “wow”) è stata innalzata da decenni di effetti speciali hollywoodiani. I GRANDI SHOW E IL POTERE DELLE IMMAGINI Per cercare di fare il punto su come sta evolvendo la filosofia della spettacolarizzazione nell’industria degli eventi, un confronto obbligato è con Alfredo Accatino, direttore creativo di Filmmaster Events. Il punto di partenza è rappresentato proprio dalle previsioni di Debord. «Solo che secondo me Debord aveva torto, perché non aveva intuito che questa, più che la società dello spettacolo, sarebbe stata una società dell’apparenza. Andy Warhol aveva detto che un giorno saremmo stati tutti famosi per 15 minuti, e in un certo senso il trend è proprio questo. L’evento è sempre più progettato per farti sentire speciale. Fino a poco tempo fa eravamo spettatori di ciò che avveniva sul red carpet su cui sfilavano le star, oggi l’evento punta a farti salire sul red carpet e a farti un selfie con le celebrità. L’immagine ha assunto un potere incredibile. Pensiamo alla classica piramide dei bisogni di Maslow: una volta era necessario possedere un determinato prodotto, per esempio un Rolex, per porsi al vertice e distinguersi. Era quello lo status symbol. Oggi quella funzione è data dal selfie scattato mentre bevi un cocktail in compagnia di un attore o un cantante, e questo cambia molto le cose e conseguentemente anche le strategie di comunicazione». Nel 2016 Filmmaster ha firmato gli show connessi agli eventi sportivi di maggiore risonanza nel mondo: le Olimpiadi e le Paralimpiadi di Rio, gli Europei di calcio in Francia, la finale di Champions League disputata a Milano. La visibilità straordinaria di questi eventi sembra averli sottoposti a un crescente processo di spettacolarizzazione, trasformandoli da semplici appuntamenti sportivi in veri e propri contenitori, quasi dei festival entro cui trovano spazio esibizioni di cantanti e musicisti famosi, show pirotecnici, grandi coreografie. Il modello sembra essere quello del Super Bowl, la finalissima del campionato di football americano, che da tradizione prevede un vero e proprio half time show, un concerto durante l’intervallo tra primo e secondo tempo. Lo spettacolo artistico e musicale diventa importante tan-

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to quanto la performance sportiva, e forse anche di più, perché su scala planetaria ottiene senz’altro un’eco maggiore il concerto di star internazionali come Lady Gaga o i Coldplay che non il risultato di New England Patriots - Atalanta Falcons. Accatino conferma l’esistenza di un vero e proprio trend: «Proprio a questo proposito, abbiamo appena dato vita insieme al Coni a un nuovo corso presso la Scuola dello Sport, intitolato per l’appunto “Sport tra spettacolo ed entertainment”, in cui affrontiamo il tema della sport production, che è il settore che avrà nei prossimi anni la maggiore espansione. L’evento sportivo sarà sempre di più l’occasione per offrire spettacoli, servizi e occasioni aggregative, oltre che di comunicazione da parte dei club sportivi e degli sponsor. Il modello è quello già diffuso da anni nel basket e nel baseball negli Stati Uniti; in Europa sta cominciando a prendere piede ora soprattutto nel calcio. L’esperienza comincia già fuori dallo stadio e continua all’interno in vario modo, con una vera regia e una serie di intrattenimenti paralleli che rendono ancora più piacevole la partecipazione». Il 2016 sembra inoltre aver segnato un anno di discontinuità importante, con innovazioni che sono destinate a radicarsi sempre di più, nel segno di maggiore integrazione tra sport e grandi show. «Non era ancora accaduto che uno sponsor, in questo caso Pepsi, portasse una star internazionale come Alicia Keys che ha duettato con Bocelli prima della finale di Champions, garantendo così una grande visibilità a un match di calcio

ALFREDO ACCATINO, direttore creativo di Filmmaster Events «L’evento è sempre più progettato per farti sentire speciale. Fino a poco tempo fa eravamo spettatori di ciò che avveniva sul red carpet su cui sfilavano le star, oggi l’evento punta a farti salire sul red carpet e a farti un selfie con le celebrità»

Oggi più che mai si punta all’effetto-wow, a ottenere risonanza su più pubblici; anche i grandi eventi sportivi si sono arricchiti di show mirabolanti e di testimonial famosissimi. Sotto Lady Gaga durante lo spettacolo di apertura dell’ultimo Super Bowl. Sopra al titolo, lo show che ha preceduto la finale di Champions League a Milano

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cover story anche negli Stati Uniti. E per la prima volta le Paralimpiadi hanno avuto ascolti da record: si stanno affermando e piacciono perché sono uno spettacolo di sport molto pulito ed emozionante, il che darà in futuro ulteriore visibilità anche alle loro cerimonie di apertura». L’influenza del Super Bowl americano sembra destinata a farsi sentire sempre di più.

FEDERICO GUSMAN, direttore clienti di Sinergie «L’interattività tra il pubblico e il momento spettacolare rappresenta un trend in crescita e che si è trasformato, da una risposta delle agenzie a una richiesta del cliente, che ha sviluppato e compreso la finalità del momento spettacolare»

CREATIVITÀ SENZA CONFINI Forte della sua esperienza anche come autore televisivo, Accatino commenta poi un altro trend, quello della crescente contaminazione tra grandi eventi e format televisivi, in cui anche l’inserimento di testimonial e personalità celebri del mondo dello spettacolo è andata soggetta nel corso degli anni a significative evoluzioni: «Anni fa, per esempio all’epoca di trasmissioni come “Drive in”, invitavi un comico alla convention e quello era lo spettacolo. Non c’era la costruzione di un contesto entro cui l’attore faceva la sua performance. Oggi quel contesto è imprescindibile, e anzi al personaggio famoso è richiesto di mettersi al servizio del format, non il contrario. Le convention assomigliano sempre di più a show televisivi, c’è dietro lo stesso sforzo produttivo e vengono coinvolti gli stessi professionisti, dagli autori ai light designer. Una volta l’autore preparava una scaletta dell’evento, oggi si tratta di un vero e proprio copione che il presentatore della convention deve seguire, esattamente come avviene in uno studio televisivo». Accatino ribadisce poi un tema a lui caro, quello della giusta remunerazione della creatività, per la quale aveva lanciato una campagna: «Le aziende dovrebbero capire che l’autorialità va pagata meglio, siamo tutti d’accordo sul fatto che la qualità si paga ma poi quando si parla di creatività chissà perché non se ne vuole comprendere l’importanza». Tornando agli eventi, il direttore creativo di Filmmaster rileva come la spettacolarizza-

zione del b2b apra le porte a interessanti sviluppi futuri: «È un peccato sviluppare un format originale per un evento che dura un giorno. Io credo che assisteremo sempre di più a tentativi per aprire le porte degli eventi corporate, trasformarli in veri e propri show che potranno essere seguiti in streaming dal pubblico, perché il loro contenuto sarà talmente ricco da andare al di là della singola occasione». Un altro fronte fondamentale è quello del coinvolgimento dei partecipanti, che vengono chiamati a fare da co-autori dello show: «Una volta, per fare un esempio tra i tanti possibili, abbiamo fatto scegliere e modificare il colore delle scenografie al pubblico, tramite smartphone. Le strategie di engagement si evolvono continuamente e sono un ingrediente principale degli spettacoli di oggi». LE AZIENDE CAMBIANO (E GLI EVENTI ANCHE) Passando al mondo degli eventi corporate, l’evoluzione delle tecniche spettacolari va di pari passo con una trasformazione dei format, sempre più incentrati sull’interazione e sulle dinamiche social, con un ritorno di fiamma per i roadshow itineranti. È quanto emerge dal racconto di Federico Gusman, direttore clienti e Davide Verdesca, Coo-Ceo di Sinergie: «I momenti spettacolari negli eventi oggi sono meno fini a sé stessi, ovvero fanno più leva sull’empatia e sull’emozione dei partecipanti» spiega Gusman. «L’interattività tra il pubblico e il momento spettacolare rappresenta un trend in crescita e che si è trasformato, da una risposta delle agenzie a una richiesta del cliente, che ha sviluppato e compreso la finalità del momento spettacolare. Possiamo dire che i dispendiosi e rumorosi fuochi d’artificio di vent’anni fa sono stati sostituiti da momenti che puntano a raggiungere emotivamente gli spettatori». Come precisa Davide Verdesca, inoltre, sembra esserci una maggiore consapevo-

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GRANDI EVENTI profondamente: «C’è da dire che viviamo un momento in cui anche il turnover dei board manageriali è molto più rapido rispetto a 15 anni fa; questo può creare situazioni in cui il nuovo arrivato vuole allontanarsi dal passato e fare qualcosa di diverso. Spesso però non si hanno le idee chiare e l’agenzia deve assumere il ruolo di consulente autorevole». MAI SMETTERE DI SPERIMENTARE Tanto il direttore clienti che il Coo di Sinergie concordano inoltre sulla necessità a usare con cautela uno degli strumenti più usati, e talvolta forse abusati, dalle aziende nel corso delle loro convention, ovvero il reclutamento di vip e testimonial. «Portare dei grandi nomi è solitamente una garanzia, ma è anche un gioco facile, e spesso è solo una questione di budget» commenta Gusman. «La cosa più importante è che qualsiasi presenza sia coerente con l’evento, perché altrimenti può diventare un boomerang. Il grande nome spesso aiuta, non si può negare, però va impiegato con attenzione; specialmente nel b2b credo sia meglio concentrarsi su uno script e su dei contenuti di qualità, piuttosto che lanciare sul palco un personaggio famoso che potrebbe stonare con tutto l’insieme dell’evento». Anche Verdesca sottolinea l’importanza di privilegiare il coro piuttosto che puntare sulle fiammate del talento di un singolo, per quanto valido, per difendere la coerenza della comunicazione: «Purtroppo spesso il grande nome può cannibalizzare l’evento, lasciando nei partecipanti il ricordo del vip e non dei messaggi aziendali comunicati dal cliente. Io credo che solitamente l’agenzia preferirebbe non proporre un grande nome perché toglie budget all’organizzazione; il vero valore è quando si ha una squadra vincente, quindi con tanti protagonisti e non un solo vip. Molti vip si legano ad eventi b2b a porte chiuse e non vogliono essere citati perché hanno speso la propria immagine anche in altre cose

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DAVIDE VERDESCA, Coo-Ceo di Sinergie «In generale gli eventi stanno cambiando nella loro meccanica, se prima le convention erano grandi avvenimenti in una location d’eccezione, oggi si preferisce un roadshow con più tappe, di conseguenza anche l’approccio con i fornitori cambia: si ottimizzano i viaggi, non ci sono sprechi nei pernottamenti, si sdoganano anche le strutture low cost»

lezza del fatto che i parametri di visibilità di un grande evento sono cambiati: «La conoscenza dell’evento non si ferma più solo ai suoi utilizzatori, anche un evento a porte chiuse è facile che possa diventare non dico virale, ma sicuramente di conoscenza pubblica. È importante sottolineare che oggi gli eventi si stanno trasformando: molto spesso un evento b2b puro si distanzia dall’essere autocelebrativo diventando sempre più pragmatico; tuttavia non è tanto l’azienda che cambia le tendenze, ma il contrario. In generale gli eventi stanno cambiando nella loro meccanica, se prima le convention erano grandi avvenimenti in una location d’eccezione, oggi si preferisce un roadshow con più tappe, di conseguenza anche l’approccio con i fornitori cambia: si ottimizzano i viaggi, non ci sono sprechi nei pernottamenti, si sdoganano anche le strutture low cost, eccetera». La possibilità che quello che un tempo era un evento tutto interno divenga visibile anche a una cerchia di stakeholder più ampia, consumatori inclusi, porta a una maggiore richiesta di novità, spiega Gusman: «Proprio perché anche gli eventi a porte chiuse arrivano all’esterno, ed è difficile proporre qualcosa che non sia stato già visto, il cliente chiede nuove tecnologie e nuovi format. Un evento può essere innovativo la prima e la seconda volta, la terza è qualcosa di già conosciuto. Dietro queste richieste c’è una nuova tendenza nel mondo dello spettacolo e dell’intrattenimento, per esempio i talent si arricchiscono di performance interattive e usano nuove tecnologie. Più di una volta ho trovato clienti che richiedevano una specifica performance vista in tv. Internet fa conoscere tutto a tutti, quindi è più facile mutuare certe cose; ma non è sempre la strategia vincente». Su questo tema è molto interessante la riflessione di Verdesca, che considera come anche il mondo dei decision maker sia cambiato

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GRAZIANO MASCHERI, Cso-Ceo di Sinergie «Lavorare per la stessa azienda per diversi anni ci ha permesso di conoscerla meglio e organizzare progetti efficaci nel lungo periodo e non solo collegati al singolo evento spot. Creare una partnership con il cliente e rafforzare il rapporto lavorativo ci ha permesso di crescere e migliorare»

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trasversali e magari in concorrenza». Allo stesso modo, entrambi invitano a usare una certa prudenza nel ricorso a format spettacolari presi di peso dalla televisione, per quanto di successo ed efficaci, e a non smettere di cercare nuovi strumenti e nuove idee: «Bisogna considerare anche il target» spiega Gusman. «Se il cliente arriva un po’ più in ritardo sulle novità del settore, ci si può permettere di usare format tipo MasterChef e X-Factor perché hanno ancora un appeal; se la platea invece è di un livello più alto bisogna starne alla larga». Verdesca concorda in pieno: «I talent e le moda sono ottimi strumenti, ma domani ce ne saranno altri e questi saranno vecchi; questo è il messaggio da passare ai clienti suggerendo loro di concentrarsi su altri contenuti». LA VERA SFIDA? NON RIPETERSI Il corollario di quanto riportato sopra è dato da un’interessante case history che fornisce un ottimo esempio di quanto sia stata rapida l’evoluzione di format e contenuti nello spazio di appena pochi anni, e come lo stesso uso della tecnologia non sia mai fine a se stesso. Ce l’ha raccontata Graziano Mascheri, Cso-Ceo di Sinergie, prendendo spunto da due diversi eventi

celebrativi realizzati per la stessa azienda a distanza di cinque anni: «Nel 2011 abbiamo organizzato un grande evento di successo, quello dei vent’anni di Mediaworld, che ci ha permesso anche di vincere il premio Bea come migliore agenzia. In quell’occasione abbiamo utilizzato, per la prima volta in un evento del genere, i social network. Il cliente voleva una grande giornata di evento ma noi abbiamo ribaltato il brief proponendo di sfruttare l’intero anno come percorso e arrivare solo alla fine a celebrare l’importante anniversario. Abbiamo quindi creato un vero e proprio progetto di comunicazione lungo un anno, coinvolgendo tutti i dipendenti Mediaworld attraverso una piattaforma social creata ad hoc, che cinque anni fa nel mondo degli eventi non era mai stata utilizzata in maniera così trasversale» prosegue Mascheri. «Nel 2016, per il progetto del 25esimo anniversario, abbiamo lavorato su un altro binario simile. L’evento dei vent’anni è stata un’iniziativa unica e direi pioneristica, in quell’occasione abbiamo dato più spazio alla celebrazione e all’intrattenimento, mentre per i 25 anni abbiamo puntato sul valore aziendale e sul business. Concentrandoci sul tema dell’importanza delle risorse, abbiamo strutturato un roadshow con un pulmino, che in pochi mesi ha girato tutta Italia per raggiungere i vari punti vendita di Mediaworld e l’evento finale è stato il momento conclusivo, dove anche i dipendenti hanno condiviso spunti e idee sul futuro con il board aziendale». Cinque anni dopo l’uso massivo dei social non è ovviamente più pionieristico, ed è stato necessario trovare nuove strade per non ripetersi, facendo leva su altri strumenti di engagement, come il roadshow, confermando quanto riportato sopra da Verdesca. Ovviamente, il rapporto di fidelizzazione e migliore conoscenza reciproca tra cliente e agenzia ha contato moltissimo: «Tra questi due eventi c’è stata un’evoluzione positiva, perché conoscendo meglio il target e il cliente abbiamo valorizzato al meglio altri elementi che hanno reso l’evento finale ancora più importante» conferma Mascheri. «Lavorare per la stessa azienda per diversi anni ci ha permesso di conoscerla meglio e organizzare progetti efficaci nel lungo periodo e

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non solo collegati al singolo evento spot. Creare una partnership con il cliente e rafforzare il rapporto lavorativo ci ha permesso di crescere e migliorare».

MAURO MARTELLI, creative e client director di The Next Event «La tendenza è quella di costruire eventi che possano definirsi vere e proprie brand experience»

UN FORMAT PER COINVOLGERLI TUTTI Lo spettacolo è tuttavia solo uno strumento, uno dei tanti, dell’evento, che rimane uno dei modi più efficaci attraverso cui il mondo corporate si presenta ai suoi stakeholder – ovvero fa ciò che ormai tutti conosciamo con il nome di storytelling. Come spiegano Mauro Martelli, creative e client director, e Cristina Monzio Compagnoni, client director di The Next Event, stiamo andando verso una fase in cui le aziende mirano a raggiungere più pubblici contemporaneamente, lavorando sul proprio posizionamento a 360 gradi e quindi sia in ottica business, sia consumer, traducendo la propria immagine in un’esperienza che si riverbera sui partecipanti mediante diversi canali (la partecipazione diretta, il teasing sui social, la diretta streaming, eccetera). «La tendenza è quella di costruire eventi che possano definirsi vere e proprie brand experience» spiega Martelli. «Noi abbiamo realizzato, per esempio, l’evento finale di San

Pellegrino Young Chef 2016. Si tratta di una competizione internazionale per giovani chef professionisti ideata da San Pellegrino che dura un anno e trova il suo punto più alto nella fase finale che si svolge a Milano. I venti chef in gara, accompagnati ognuno da un mentor – uno chef stellato di prestigio internazionale – si confrontano in due giorni di competition a cui assistono rappresentanti della stampa, clienti e capi mercato aziendali provenienti da tutto il mondo. Alla fine delle due giornate si tiene l’evento finale, in cui i primi tre classificati cucinano davanti a tutti il loro piatto, che viene giudicato in diretta dalla giuria composta da sette chef tra i più importanti al mondo. Uno show di altissimo livello in termini sia di qualità sia di spettacolarità e di grande rilievo mediatico, trasmesso in diretta streaming. Attraverso questo evento prestigioso viene confermata l’attenzione verso l’alta cucina di San Pellegrino e il suo posizionamento internazionale di eccellenza italiana». L’apparente somiglianza con i talent show televisivi non deve trarre in inganno, perché ci troviamo all’interno di un vero e proprio racconto strategico di cui la competizione, e quindi l’evento, rappresenta solo un momento, benché importante. Anche se non c’è

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cover story Le convention assomigliano sempre di più a show televisivi, c’è dietro lo stesso sforzo produttivo e vengono coinvolti gli stessi professionisti, dagli autori ai light designer. Una volta l’autore preparava una scaletta dell’evento, oggi si tratta di un vero e proprio copione che il presentatore della convention deve seguire, esattamente come avviene in uno studio televisivo

dubbio che i numeri e l’impegno richiesto, come anche il tipo di allestimento necessario, richiamino da vicino quello di uno studio Tv. «La gestione dell’evento finale ha richiesto un grandioso sforzo logistico» racconta Martelli. «Circa dieci mesi di pre produzione e preparazione, con il montaggio di dieci cucine professionali per i venti finalisti, il reperimento degli ingredienti necessari per le loro creazioni – spesso e volentieri molto ricercati –, l’installazione di quaranta metri di schermi led che mostravano la video-sintesi di oltre cinque ore in cui i giovani chef hanno preparato i loro piatti. Tutto questo per arrivare a un’ora di effettivo evento live che certamente ha avuto un ritmo e una conduzione televisiva affidata ad Alessandro Cattelan». Anche Monzio Compagnoni precisa che i grandi eventi sono sempre più ricchi di sfaccettature, degli oggetti a più facce capaci di interagire simultaneamente su più fronti: «Più che di spettacolarizzazione parlerei di lavoro sul format e sullo storytelling per raccontare il brand nel modo giusto. La sfida ormai è quella di realizzare eventi multitarget, che coinvolgano sia attori interni sia esterni, spesso in un contesto internazionale. Più che della ricerca del “colpo di scena” si tratta di costruire esperienze sempre più articolate». Un ottimo esempio di questa tendenza è rappresentato dall’evento Best of Belron 2016, che ha visto la presenza di oltre 1.200 persone a Lisbona per una competizione davvero originale: le olimpiadi dei riparatori di cristalli auto. «Best of Belron rientra proprio in questa categoria di evento multi-target: in primis era sicuramente per un pubblico interno al gruppo, che è quello a cui appartiene il marchio Carglass. Si tratta

di una competizione che si svolge ogni due anni e coinvolge tutti i dipendenti a livello globale attraverso una sfida tra i migliori tecnici riparatori di cristalli fino alla grande finale. È stato un grande incentive per tutta la popolazione aziendale, che ha inoltre fissato i nuovi standard tecnici per l’anno successivo. Ma è stato anche molto di più, perché è diventata l’occasione perfetta per coinvolgere tanti altri cluster e stakeholder, dalle assicurazioni ai gestori delle flotte aziendali, che di fatto componevano metà della platea. Inoltre era presente anche la stampa. Si trattava quindi di elaborare un format realmente trasversale per tutti questi pubblici. Alla parte più tecnica della competizione sono stati affiancate conferenze con guest speaker, momenti sociali, un’area espositiva, il tutto per un audience che comprendeva 27 Paesi e una maratona streaming di 48 ore». Di nuovo, quindi, l’esperienza proposta dall’azienda e realizzata dall’agenzia ha in sé più momenti e più component: show, competizione, momento live, insieme a tutta una serie di contenuti extra che arricchiscono la manifestazione e la rendono interessante e coinvolgente per numerosi pubblici. «L’evento è un medium di comunicazione potentissimo, molto più di qualsiasi forma classica di advertising» conclude Monzio Compagnoni. «In questo caso il brand ha saputo raccontarsi attraverso parole chiave come l’abilità, l’eccellenza, la qualità e la tecnologia, costruendo un’immagine forte e attraente, il che è particolarmente strategico se si considera che parliamo della riparazione dei cristalli, quindi di un mercato che non è certo soggetto all’acquisto d’impulso da parte dei consumatori».

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Grandi risultati per g Unire visione strategica, innovazione, coinvolgimento dei partecipanti e perfetta execution è fondamentale per eventi dai grandi numeri, come dimostra il successo della convention di Ge Oil & Gas organizzata da Cwt Meetings & Events A CURA DELLA REDAZIONE COMMERCIALE

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resente da oltre quarant’anni nel nostro Paese con un team di 120 professionisti, Cwt Meetings & Events ha un solido background nell’organizzazione di grandi eventi corporate, unendo creatività e perfetta esecuzione per trasformare idee e obiettivi in realtà memorabili e supportare al contempo le aziende negli aspetti logistici e organizzativi, nella reportistica e nell’ottimizzazione dei budget. Una recentissima case history è utile a rappresentare al meglio tutte le potenzialità dell’agenzia: si tratta dell’evento

“Together. We fuel the future”, ovvero l’annual customer meeting 2017 di Ge Oil & Gas, tenutosi a Firenze il 30-31 gennaio 2017, che ha richiamato circa 1.400 partecipanti da ogni parte del mondo e che è stato affidato a Cwt per il secondo anno consecutivo. L’obiettivo era quello di comunicare la nuova strategia della compagnia, la profonda trasformazione in atto nell’industria energetica, la capacità di innovazione tecnologica e la competenza digitale del gruppo. La convention – organizzata con la collaborazione di Casta Diva Group per gli allestimenti e la comunicazione – è stata ospitata nella cornice del nuovo Teatro dell’Opera di Firenze, completamente rivisitato per immergere i partecipanti nel mood dell’evento fin dal loro arrivo nel cortile antistante il teatro, dove erano state esposte alcune turbine di Ge. All’interno, per garantire una coerente esperienza live, gli ospiti sono stati accolti da una scenografia avveniristica: uno “spider” con schermi digitali interattivi integrati tracciava il percorso di visita e quattro virtual room immersive proponevano un’originale esperienza per conoscere i nuovi prodotti in lancio. Anche il retropalco è stato trasformato per ospitare una serie di sale allestite ex novo e modificate nel corso delle giornate di evento per accogliere le sessioni di approfondimento tecnologico e altri meeting tecnici o di networking. UN APPROCCIO INNOVATIVO «L’edizione 2017 della convention è stata caratterizzata da una multi customer experience gestita a 360 gradi, ovvero dal coinvolgimento attivo di tutti i partecipanti tenuto conto dei diversi pub-

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r grandi eventi blici attesi e dalla capacità di costruire una comunicazione immediata e di facile e veloce decodifica» dichiara Armando Mastrapasqua, senior director di Cwt Meetings & Events Italia, Grecia, Egitto e Marocco. «Questo sarà nel futuro, oltre alla comprovata capacità di production e logistica, l’elemento distintivo su cui i nostri clienti potranno fare affidamento». Molto curate la comunicazione e l’interazione social, fin dalle prime fasi di preparazione dell’evento, costruendo un percorso di ingaggio tramite diverse comunicazioni in sequenza e l’invio di un video del backstage della convention come teaser. Durante l’evento un’app dedicata aggregava tutti i contenuti generati dai partecipanti – video, foto e post detti “vox pops” – che hanno rafforzato ancora di più l’engagement. L’agenda dell’evento, infatti, era molto articolata: nell’arco di due giorni sono intervenuti ben quaranta relatori di alto profilo internazionale, chairman e top manager di grandi aziende del settore, che si sono confrontati in keynote speech, panel discussion e forum. Contemporaneamente si sono svolti oltre quaranta eventi di approfondimento dedicati al mondo della tecnologia. Anche la gestione tecnica è stata complessa – garantita da un’efficiente macchina organizzativa che, per esempio, ha permesso di gestire l’accredito di 1.400 persone in un’ora. Gli allestimenti, ad alto contenuto tecnologico, prevedevano anche un maxi schermo a led di circa quattrocento metri quadrati e diversi touch screen. Essenziale il ruolo svolto dalla traduzione simultanea, dall’inglese a russo, cinese e francese, dato l’elevato profilo internazionale dell’evento.

Alla fine una survey dettagliata ha riscontrato un alto gradimento dei partecipanti sui vari momenti e sulle esperienze proposte, oltre al ritorno positivo ottenuto sui social. «Siamo lieti di aver supportato ancora una volta in modo efficace gli obiettivi di Ge Oil & Gas grazie alla realizzazione di un evento ricco di stimoli, tecnologicamente avanzato, innovativo e sorprendente» continua Mastrapasqua. «La sensibilità e la capacità di ascolto delle rinnovate esigenze del cliente ci hanno consentito di offrire un importante valore aggiunto e di raggiungere pienamente i risultati attesi. Se è vero che ripetere un successo è ancora più difficile che stupire per la prima volta, ecco che la rinnovata fiducia di Ge Oil & Gas ci inorgoglisce, ci premia e ci stimola verso nuove sfide». indirizzi a fine rivista

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A vele spiegate Palavela di Riva del Garda: nuovi spazi per eventi da aprile al centro congressi rivano. Duemila metri quadrati eco-friendly, una venue polifunzionale di nuova concezione per le sue opportunità di utilizzo A CURA DELLA REDAZIONE COMMERCIALE

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lessibile, funzionale e innovativo. Tre fra le principali caratteristiche del Palavela, nuovo spazio del centro congressi di Riva del Garda in apertura ad aprile. E non è un caso che questa nuova struttura si chiami Palavela, a voler indicare che la location diventerà un tutt’uno con il territorio rivano sia per la sua estrema vicinanza al lago sia per

le caratteristiche ecosostenibili che l’hanno contraddistinta sin dalla progettazione iniziale. Influenzato, infatti, dall’esperienza dell’esposizione internazionale Expo 2015, lo studio di realizzazione ha tenuto conto delle necessità di flessibilità architettonica, coniugando la funzionalità con l’innovazione nella scelta dei materiali. FUTURO SOSTENIBILE La particolare attenzione alla tematica della sostenibilità è ormai da qualche anno uno dei principi-cardine di Riva del Garda Fierecongressi, che ha saputo tradurre questa esigenza implementando il proprio standard di gestione attraverso la certificazione Iso 20121, protocollo internazionale rivolto ai sistemi di gestione sostenibile per gli eventi. Il progetto di realizzazione architettonica ha guardato al futuro: le scelte operate nell’individuazione dei materiali per la costruzione della struttura sono riconducibili alle lineeguida della più moderna industria 4.0, il cui scopo è quello di applicare alcune tecnologie produttive innovative per migliorare la qualità degli impianti. Nel caso del Palavela di Riva del Garda, questo si traduce in un possibile e successivo riutilizzo della struttura: adattandola a nuove esigenze e progetti architettonici, si evita lo smaltimento tradizionale dei materiali costruttivi. A tal fine è stata studiata una complessa struttura in acciaio – materiale leggero flessibile e antisismico per eccellenza – con un intreccio reticolare metallico che ne avvolge la parte superiore conferendo alla location un design moderno ed essenziale, ma soprattutto pratico e flessibile. A livello architettonico, il Palavela è uno spazio polifunzionale di

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Location di rara bellezza, il Palavela di Riva del Garda consente l’allestimento di eventi di svariate tipologie, con una quinta d’eccezione: i meravigliosi scenari regalati dal lago in ogni stagione

nuova concezione per le sue opportunità di utilizzo, caratterizzato da un profilo esterno dalle linee forti e decise, con sovrapposizione di lamiere stirate e tessuti metallici che ne accentuano il valore estetico. INNOVATIVO PER NATURA Scelte innovative degli arredi e delle tecnologie si palesano anche all’interno della struttura. L’area totale di duemila metri quadrati – 35 metri di larghezza sul fronte lago e 55 metri di lunghezza – con un’altezza di cinque metri – con possibilità di appendimenti fino a 7,5 metri –, risulta adatta a eventi di ogni genere. Soprattutto, la capacità della sala plenaria permetterà di ospitare conferenze sino a 1.200 posti a platea. Grazie a strutture mobili e flessibili, sarà possibile personalizzare lo spazio a disposizione, consentendo la corretta ambientazione per ogni necessità congressuale. Il Palavela sarà una straordinaria venue per eventi aziendali e non solo per le variegate possibilità di allestimento dei suoi interni: la forma e il materiale dell’involucro esterno, infatti, sono il fondale ideale per projection mapping personalizzabili. Una struttura, il Palavela, che si trasforma in un cubo di co-

municazione grazie alle recenti tecnologie multimediali di proiezione luci e video; inoltre, a completare l’appeal della location è la scenografia naturale esterna che si presenta ai congressisti nei momenti di pausa dei lavori. È infatti possibile organizzare i servizi di catering direttamente in fascia lago e nei giardini all’italiana esterni al centro congressi. Tutto questo concorre a caratterizzare gli eventi organizzati a Riva del Garda come people-friendly: non solo grandi eventi, ma anche momenti di networking e business circondati dalle bellezze del territorio circostante. La prefabbricazione delle componenti strutturali ha permesso la realizzazione dell’imponente Palavela in soli tre mesi. I duemila metri quadrati vanno ad aggiungersi alla già importante capienza del centro congressi gardesano: sala plenaria da novecento posti, un’ulteriore area polifunzionale di 2.700 metri quadrati e sei sale ulteriori che possono essere suddivise fino a 14 sottosale di differenti capienze: Riva del Garda Congressi si candida a essere così l’unica location per grandi eventi direttamente sul Lago di Garda. indirizzi a fine rivista

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GRANDI EVENTI

Un Forte tutto nuovo Un restyling importante per una delle strutture di punta dell’ospitalità in Sardegna: Lorenzo Giannuzzi, direttore generale del Forte Village ci racconta tutti dettagli e tutte le novità della ristrutturazione A CURA DELLA REDAZIONE COMMERCIALE

Lorenzo Giannuzzi, alla guida del Forte Village da oltre vent’anni

U

n intervento di quaranta milioni di euro e una ristrutturazione totale, con importanti novità per la meeting industry: il Forte Village di Pula, in provincia di Cagliari, si presenta con una veste tutta nuova e con elementi di sicuro appeal per il Mice, che già rappresenta il 25 per cento delle presenze: «La ristrutturazione è stata completa – conferma Lorenzo Giannuzzi, alla guida della struttura da oltre vent’anni – a iniziare dalle camere, ridotte di numero ma ampliate di metratura, e dalle aree comuni, con implementazioni che riguardano la piazzetta, la spa e i ristoranti. Questi ultimi, per esempio, sono ora 21, con quattro chef stellati: l’inglese Gordon Ramsay,

il tedesco Alfons Schuhbeck e gli italiani Emanuele Scarello e Rocco Iannone, ai quali si aggiunge Carlo Cracco in estate. La piazzetta centrale, invece, è stata ampliata e arricchita con brand di primo piano mentre per quanto riguarda la spa, oltre all’implementazione della parte medicale, è stata aggiunta una bioarchitettura in acciaio e alluminio che in inverno consente di coprire le vasche della thalasso in modo da poterle utilizzare anche nei periodi più freddi, favorendo la destagionalizzazione dell’intera destinazione; infine, è stato incrementato il numero delle accademie sportive – tutte gestite da grandi campioni – con boxe, scherma, danza e scacchi che vanno ad aggiungersi a calcio, rugby, basket, tennis e ciclismo». Ma anche le aree dedicate al Mice si sono rifatte il trucco e non solo: «I due centri congressi già presenti al Forte Village – uno da 1.500 posti e l’altro da mille – sono stati completamente rinnovati e si presentano con un nuovo look» prosegue Giannuzzi. «La grande novità, tuttavia, è l’Arena, una struttura spettacolare all’aperto, immersa nel verde tra il mare e la montagna, in grado di ospitare fino a cinquemila persone all’insegna della versatilità: da concerti e spettacoli – nel 2017 avremo Bolle & Friend, Romina e Albano, Il Volo – a opere liriche, lanci di prodotti, gala dinner ed esposizioni». Grandissime novità, quindi, che vanno ad arricchire una gamma di servizi e di attività che già era infinita, con la possibilità di creare programmi tailor made delle più svariate tipologie in un contesto naturalistico rigenerante – l’area di Santa Margherita di Pula gode di un clima subtropicale, un vero unicum che le consente di avere palme e banani – con la garanzia di privacy che solo un’estensione di 25 ettari e una struttura orizzontale degli alberghi possono dare. indirizzi a fine rivista

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Meeting a Roma? Il Green Park Hotel Pamphili è il luogo ideale per meeting ed eventi nella capitale: comodamente raggiungibile, immerso nel suo grande parco e completo di tutti i servizi per congressi, fino a 250 persone.

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ATAHOTELS ENTRA NEL CONVENTION BUREAU ITALIA

La catena alberghiera Atahotels si aggiunge ai membri del Convention Bureau Italia. Una new entry di un certo calibro per il network nazionale degli operatori della meeting industry, soprattutto a seguito dell’acquisizione dell’attività di gestione alberghiera e degli immobili Una Hotels & Resorts da parte di UnipolSai Assicurazioni, che permettono a Atahotels e Una Hotels & Resorts di vantare,

insieme, un portafoglio di 5.500 camere su 43 hotel in 25 destinazioni. In aggiunta alle realtà Una Hotels & Resorts – che in passato era stata, peraltro, la prima catena alberghiera italiana a entrare nel Convention Bureau Italia – Atahotels si presenta con quattro hotel, quattro resort e quattro aparthotel, ma ha anche un’importante vocazione business e congressuale. «Siamo estremamente soddisfatti di questa rinnovata dimostrazione di fiducia da parte di due importantissime realtà nazionali, che insieme rappresentano il primo gruppo alberghiero italiano e il quarto sul nostro territorio. Si tratta dell’ennesima riprova che le attività proposte dal Convention Bureau Italia sono ritenute interessanti e di qualità» ha dichiarato Carlotta Ferrari, presidente del Cbi.

ALESSANDRA ALBARELLI ALLA GUIDA DI FEDERCONGRESSI&EVENTI Alessandra Albarelli è il nuovo presidente di Federcongressi&eventi, l’associazione nazionale delle imprese e dei professionisti della meeting industry. A eleggerla sono stati i soci riuniti nel Centro Congressi di Riva del Garda in occasione della decima Convention nazionale che si è tenuta dal 23 al 25 marzo scorsi. Nata nel 1971 a Correggio (Reggio Emilia), Alessandra Albarelli succede a Mario Buscema che, rimasto in carica per due mandati presidenziali consecutivi, non era più eleggibile. Albarelli vanta una consolidata esperienza nell’ambito del marketing di destinazioni e di centri congressi: dal 1998 al 2010 ha ricoperto la carica di direttore del Consorzio Verona Tuttintorno di cui è stata anche socio fondatore e dal 2012 è congress manager di Riva del Garda Fierecongressi, oltre a essere project manager del Trentino Convention Bureau e del club di prodotto Riva del Garda Mice. In Federcongressi&eventi ha rivestito il ruolo di rappresentante per la categoria Destinazioni e Sedi nel precedente comitato esecutivo. Nel suo indirizzo programmatico ha annunciato una continuità con la presidenza di Buscema e ha affermato che concentrerà il proprio impegno per «rafforzare l’azione di rappresentanza del comparto economico-industriale della meeting industry nei confronti degli interlocutori istituzionali e sviluppare percorsi formativi strutturati per tutte le categorie dei soci. Dovrà essere un’associazione contemporanea, capace di realizzare attività che rispondano alle esigenze del momento. Il contributo di idee ed esperienze dei nuovi membri del Comitato Esecutivo sarà fondamentale per individuare le attività a cui dare priorità, fermo restando il proseguimento dei progetti già avviati quali l’Oice - Osservatorio Italiano dei Congressi e degli Eventi e Food for Good» ha affermato. Potete trovare più dettagli sulla nomina e sulla convention di Federcongressi&eventi a pagina 130, all’interno del notiziario dell’associazione.

CONGRESSI A MILANO: 2016 POSITIVO PER GLI EVENTI

Milano è una destinazione congressuale? Sicuramente sì, e anche nel 2016 ha mantenuto un andamento positivo, dopo i successi del 2015, con una stabilità del numero di meeting (+0,2 per cento rispetto all’anno precedente) e una crescita del numero sia di partecipanti (+6,8 per cento) sia di presenze (+2,2 per cento), generando complessivamente sul territorio milanese una spesa diretta dei partecipanti e degli organizzatori stimabile in via preliminare in 773 milioni di euro. A dirlo sono i risultati dello studio condotto per la Borsa Internazionale del Turismo (Bit) dal Laboratorio di Analisi del Mercato Congressuale Internazionale – iniziativa sviluppata dall’Alta Scuola in Economia e Relazioni Internazionali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore – con l’obiettivo di analizzare la situazione e le tendenze della meeting industry nell’area metropolitana di Milano. Lo studio condotto su 349 sedi per congressi ed eventi presenti sul territorio – con una metodologia analoga a quella che Aseri utilizza nelle rilevazioni per l’Osservatorio Italiano dei Congressi e degli Eventi promosso da Federcongressi&eventi – indica che nel 2016 nell’area metropolitana di Milano sono stati complessivamente realizzati 40.595 eventi della durata di almeno quattro ore con un minimo di dieci persone ciascuno, per un totale di 3,13 milioni di partecipanti e 4,37 milioni di presenze. Anche nel 2016 la maggior parte degli eventi, il 70,5 per cento, si è svolta negli alberghi congressuali (il 49,3 per cento di tutte le sedi analizzate) che hanno ulteriormente incrementato il proprio peso all’interno del mercato rispetto al 2015.

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DESTINAZIONE NAPOLI 2020: MICE AL CENTRO È stato presentato di recente a Castel dell’Ovo il piano strategico del Turismo di Napoli per il prossimo triennio: Destinazione Napoli 2020. Promosso dal sindaco di Napoli Luigi de Magistris e dall’assessore alla cultura e al turismo Nino Daniele in collaborazione di Gesac Aeroporto Internazionale di Napoli, il piano è frutto di uno studio che ha visto in prima linea, oltre all’assessorato, l’aeroporto, le due principali categorie di albergatori e tre cattedre universitarie di management del territorio e dei beni culturali, e il Convention Bureau Napoli. «Abbiamo riportato i contenuti relativi al Mice al centro del dibattito sul turismo nella città di Napoli e siamo stati gli unici interlocutori delle istituzioni sull’argomento» ha commentato Giovanna Lucherini, direttore del Convention Bureau di Napoli. «Oggi è stato fatto un primo passo per il rilancio dell’intero comparto turistico di una città che sta sviluppando sempre più la sua vocazione naturale di città accogliente. Di pari passo con il turismo classico stiamo rilanciando quello congressuale. Oggi viviamo ancora di stagionalità, ma l’obiettivo, da raggiungere nei prossimi mesi, è organizzare eventi e congressi anche nei periodi con minore affluenza turistica. Lo stiamo facendo migliorando l’offerta di Convention Bureau Napoli, allargandola sempre più e mostrando una realtà unita sia per le attività da svolgere sia per gli obiettivi da raggiungere» ha concluso Lucherini.

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CONVENTIONS MALTA: NUOVO BRAND MALTESE PER IL MICE Malta è una destinazione top player sul mercato italiano per il segmento Mice, particolarmente facilitata nei collegamenti, oltre che con le compagnie di linea, con numerosi vettori low cost che offrono valide proposte anche ai gruppi, permettendo connessioni capillari da tutta Italia. Forte di questa riflessione, Malta Tourism Authority (Mta) ha di recente lanciato il brand Conventions Malta in Italia con lo scopo di promuovere le isole maltesi come meta ideale per viaggi legati a meeting, incentive e conferenze, oltre che a offrire consulenza e assistenza gratuite agli organizzatori di eventi e alle associazioni. Si tratta di un’organizzazione nuova e autonoma, ma che si basa sull’esperienza pluridecennale maturata da Malta Tourism Authority in ambito Mice. E per il 2017 sono già attive numerose iniziative volte a sviluppare sul mercato italiano una rete di supporto con progetti di marketing sia per il corporate sia per le incentive house.

Ne è un esempio la co-partnership con Gattinoni, che ha ospitato una serie di eventi promozionali legati al brand Conventions Malta presso la nuova sede di Via Statuto 2 a Milano. Scopo principale delle ulteriori numerose iniziative predisposte per il segmento è il business development che verrà messo in atto tramite meeting one-to-one con il corporate e con contatti diretti con gli operatori del settore Mice, per un’approfondita ricerca delle nuove tendenze di mercato con l’intento di sviluppare prodotti innovativi. In programma anche fam trip tematici e un calendario di workshop specifici a cui si uniranno alcuni tra i principali attori maltesi dell’area Mice. Durante il 2017 saranno avviate inoltre attività organizzate in collaborazione con le incentive house, per dare un assaggio creativo delle potenzialità offerte dalla destinazione e naturalmente per fidelizzare la rete di partner.

IL PRINCIPATO DI MONACO CONVINCE LA MEETING INDUSTRY È un bilancio positivo quello stilato dal Convention Bureau della Direzione del Turismo e dei Congressi del Principato di Monaco per l’anno 2016. Con i suoi congressi internazionali, i seminari, i saloni, le serate di gala e le manifestazioni private, infatti, il Principato di Monaco ha attirato soprattutto le aziende delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, i laboratori farmaceutici e il settore medico, bancario, finanziario e assicurativo: settori che nel 2016 hanno rappresentato il 54 per cento delle attività Mice, con un aumento del quattro per cento della quota di mercato e del 12,6 per cento del numero di pernottamenti. In generale, il turismo congressuale nel 2016 ha registrato un aumento del 2,7 per cento rispetto al 2015, con quasi 3.500 pernottamenti in più. Nel 2016 sono state organizzate 27 manifestazioni ricorrenti e quasi la metà hanno visto un’affluenza di circa mille partecipanti. I clienti fidelizzati rappresentano oggi il 41 per cento dei pernottamenti complessivi del turismo d’affari, percentuali queste destinate ad aumentare nel 2017. I principali mercati sono rappresentati soprattutto da quelli europei limitrofi e da quello nordamericano. La Francia incide per un 34,5 per cento sul settore del turismo d’affari nel Principato, mentre il mercato locale ha segnato un incremento del sei per cento nel 2016, attestandosi a quota 26 per cento. Gli Stati Uniti, con un aumento del 7,5 per cento, a oggi rappresentano l’11 per cento del mercato, con il Canada che ha raddoppiato la sua quota di presenze in un anno. Nel 2016 il continente americano ha rappresentato una quota di mercato del 14 per cento, un risultato che non si raggiungeva dal 2012.

COMPLEANNO SVIZZERO PER IAPCO

Festeggerà i cinquant’anni di attività nel 2019 Iapco (International Association of Professionall Congress Organisers) e ha già annunciato che per l’occasione terrà il meeting annuale e l’assemblea generale presso il Congress Center di Basilea, in Svizzera, dal 14 al17 February 2019. Si occuperà dell’organizzazione il socio Congrex Switzerland. La città svizzera ha infatti vinto la gara per il cinquantesimo meeting annuale e assemblea generale di Iapco, come è stato di recente annunciato in occasione del meeting di quest’anno a Dubai. La candidatura svizzera è stata seguita da Congrex Switzerland & Mci Group con il supporto, tra gli altri, del Governo del Cantone di Basilea, del Convention e Incentive Bureau svizzero, dell’Ufficio del Turismo e del Centro Congressi di Basilea. Grande fermento è cresciuto nell’associazione in attesa dell’importante ricorrenza, e si stanno già organizzando soprese speciali, e anche un programma di formazione di alta qualità e networking.

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COMPAGNIE ALBERGHIERE

Le catene in Italia: una risorsa nascosta?

Anche in un mercato dominato numericamente dagli indipendenti, i brand possono fare la differenza se imparano a giocare in squadra con tutti gli altri player della meeting industry, rendendo l’Italia più competitiva MATTEO ROCCA

L

enta ma costante, continua la crescita delle catene alberghiere nel nostro Paese: il 2016 ha fatto registrare un altro lieve incremento del 3,3 per cento nel numero di hotel affiliati a un marchio, sebbene la penetrazione dei brand rimanga sempre relativamente ridotta, date le particolari e ben note caratteristiche del mercato italiano, con un largo predominio di realtà indipendenti che limita la quota totale detenuta dalle catene al 4,2 per cento (contro il 14,5 per cento della Germania, il 20,8 per cento della Francia, il 24,3 per cento della Croazia, il 28 per cento della Spagna, e più in linea invece con il 4,9 per cento della Svizzera e il 2,7 per cento dell’Austria). Tuttavia il report Hotels & Chains in Italy 2017, realizzato da Horwath Htl, diffida dal paragonare tra loro mercati profondamente diversi per storia, segmentazione e vocazione turistica, e suggerisce di guardare ai dati con un occhio più attento e meno superficiale. In effetti, se si considerano anche altri elementi, il panorama cambia sensibilmente. L’Italia è largamente predominata da strut-

ture di fascia “Midscale”, mentre le catene tendono a privilegiare le categorie “Upscale” e “Luxury”, che sono tendenzialmente anche quelle predilette dal Mice, il che rende comunque le catene degli interlocutori privilegiati per la meeting industry a prescindere dai numeri. Gli hotel di catena, inoltre, sono mediamente più grandi, e quindi ecco che se si guarda ai dati dal punto di vista del numero di camere, la fetta controllata dalle catene è ben più cospicua: 14,2 per cento di media. Lo studio di Horwath Htl ipotizza un ulteriore aumento nel numero di operatori per il triennio 2017-2020, che sarà presumibilmente seguito da una fase di maggiore consolidamento. In effetti, è innegabile che il settore si stia muovendo verso una maggiore integrazione tra brand. Qualche mese fa avevamo accennato nel dettaglio al “matrimonio del secolo” tra Marriott e Starwood, che coinvolge ben 46 strutture sul territorio italiano; e l’anno scorso si è conclusa un’altra importante fusione, quella tra Atahotels e Una Hotels, sotto l’egida del gruppo Unipol Sai, che ha di fatto dato vita a uno dei principali network alberghieri nazionali con oltre cinquanta strutture. I processi di fusione sono piuttosto lunghi, si sa, e gli effetti sono destinati a farsi sentire nel medio periodo, una volta che l’integrazione commerciale è andata a pieno regime, per cui rimangono molti punti aperti e molte curiosità che saranno appagate nei prossimi mesi. Anche le

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COMPAGNIE ALBERGHIERE nuove aperture recenti o imminenti sembrano la spia di un momento di grande fermento nell’industria alberghiera in Italia, che va di pari passo con il rilancio in grande stile di molte destinazioni della Penisola. UN PANORAMA IN EVOLUZIONE Che si tratti di un momento particolarmente fertile per il mondo delle catene alberghiere ce lo conferma Daniele Picollo, accommodation manager di Aim Group International, che si confronta quotidianamente con i trend dell’hôtellerie dal punto di vista del Pco. «È vero che la penetrazione delle catene in Italia è ridotta, ma se si guarda al numero di camere complessivo il discorso è molto diverso. Se poi si ragiona per località, bisogna riconoscere che quel 4,2 per cento di cui parlano le statistiche diventa facilmente un 42 per cento o anche di più: in alcune città più di una camera su due appartiene a una catena o a un franchising». Picollo spiega che il 2016 è stato un anno di risveglio per le catene, con numerosi fenomeni su scala internazionale e nazionale destinati ad arricchire il panorama del settore: «Per le catene è un momento effervescente, a tutti i livelli. A livello globale l’acquisizione Starwood da parte di Marriott lentamente sta progredendo, a livello italiano l’unione Atahotels-Una Hotels dà l’avvio a una realtà di primo piano, mentre un altro player protagonista del nostro mercato nazionale, la

spagnola Nh Hotels, da un paio d’anni ha un azionista di maggioranza cinese. Nel frattempo è in corso una fioritura dei convention bureau, da quello nazionale a quelli locali, e questi sono tutti segnali molto positivi, perché è essenziale che nel Mice si sviluppi la capacità di giocare davvero in squadra, specie quando si tratta di acquisire eventi importanti. Le adesioni delle catene ai Cb sono essenziali dal nostro punto di vista, perché quando una città si candida a ospitare un congresso è necessario che abbia dietro di sé il pieno supporto di quanti più hotel possibili. Siamo assolutamente a favore di ogni forma associazionismo, che si tratti dei Cb, dei tavoli di confronto di Federcongressi&eventi o di Federalberghi, perché per quanto possa essere difficile mettere d’accordo dieci persone con punti di vista differenti, il primo passo è sempre quello di riunirle intorno a un tavolo e fare in modo che si alzino con indosso la maglietta della stessa squadra». La difficoltà sta inoltre nel conciliare i diversi standard proposti da attori diversi, e in questo le catene, che della standardizzazione fanno un loro punto di forza, sono senz’altro avvantaggiate, purché non si cada in un’eccessiva rigidità dei termini contrattuali, che potrebbe far scappare i potenziali clienti a tutto vantaggio di altre destinazioni: «Una delle grandi sfide è quella di mettere d’accordo più operatori alberghieri sugli standard contrattuali, senza perdere flessibilità commerciale. Una serie di clausole molto

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DANIELE PICOLLO, accommodation manager di Aim Group International «È vero che la penetrazione delle catene in Italia è ridotta, ma se si guarda al numero di camere complessivo il discorso è molto diverso. Se poi si ragiona per località, bisogna riconoscere che quel 4,2 per cento di cui parlano le statistiche diventa facilmente un 42 per cento o anche di più: in alcune città più di una camera su due appartiene a una catena o a un franchising»

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COMPAGNIE ALBERGHIERE catena internazionale, ma anche un Pco internazionale potrebbe fare lo stesso ragionamento – che vedesse in gara per un congresso due destinazioni e fosse presente in entrambe, potrebbe essere tentato di non fare gioco di squadra o far prevalere le sue logiche interne rispetto a quelle collettive», osserva Picollo. «Ma è un atteggiamento al ribasso, mentre è confermato dall’esperienza che paga di più impegnarsi al massimo su tutti i fronti e imparare a fare sistema. Per questo noi di Aim Group lavoriamo sempre con i convention bureau, ovunque andiamo, fa parte della nostra filosofia».

rigide su tempi di cancellazione e caparre li troverebbe probabilmente tutti d’accordo, ma sarebbe fuori mercato. L’obiettivo comune dovrebbe essere quello di far prevalere gli interessi della destinazione, e la crescita dei vari convention bureau aiuta a far evolvere la cultura dell’interesse collettivo. Una volta portato a casa l’evento si torna a essere competitor, ma in un clima di rispetto reciproco e di inter-dipendenza».

NICOLA ACCURSO, direttore commerciale di Nh Hotels «Per quanto una catena possa avere una vasta offerta su base locale, alcune tipologie di eventi internazionali non possono prescindere da un processo di acquisizione attraverso attori come i Cb. Sotto questo profilo, il nostro ingresso nel Convention Bureau Italia è un modo ulteriore di creare sinergia al fine di rendere il prodotto Italia più forte e accattivante»

C’È “FAME” DI ITALIA Proprio il tema del gioco di squadra rivela spesso la necessità di superare alcune forme di arretratezza culturale purtroppo tipiche di una certa mentalità nostrana, che troppo di frequente zavorrano lo sviluppo. Una di queste, commenta Picollo, è la diffusa tendenza a criticare, che porta però facilmente alla paralisi; l’altra è la prevalenza degli interessi di parte a scapito di quelli generali. «In Italia spesso abbiamo la traumatica capacità di farci clamorose autoreti, perdendo di vista l’interesse comune e di medio-lungo termine a vantaggio di quello parziale e immediato. Ed è un vero peccato, perché mai come ora c’è una grande “fame di Italia” a livello internazionale, ben più rispetto ad appena un anno fa. Le ragioni sono molteplici, e per amore di obiettività bisogna considerare che ci sono anche delle destinazioni nostre competitor che sono diventate difficili da vendere – pensiamo solo alla Turchia, o alla Costa Azzurra». In un mondo in cui i confini tra Stati sono sempre più labili, perché numerosi player hanno una dimensione continentale o globale, ci si potrebbe poi chiedere come salvaguardare la cultura del gioco di squadra nel momento in cui uno dei giocatori avesse la possibilità di indossare più casacche, risultando vincitore a prescindere dal risultato della partita. «Un operatore sovranazionale – come una

DA SOLI NON SI VINCE Parlando delle sinergie tra catene e altri operatori, è evidente che i convention bureau rappresentino l’ideale luogo di incontro tra le varie realtà. A questo proposito, la recente adesione di alcuni importanti brand al Convention Bureau Italia costituisca un ottimo risultato e un esempio che si spera verrà seguito da altri. Su questo punto Nicola Accurso, direttore commerciale di Nh Hotels, non nasconde la sua soddisfazione e conferma l’importanza strategica di questa scelta: «Per quanto una catena possa avere una vasta offerta su base locale, alcune tipologie di eventi internazionali non possono prescindere da un processo di acquisizione attraverso attori come i Cb. Sotto questo profilo il nostro ingresso nel Cbi è un modo ulteriore di creare sinergia al fine di rendere il prodotto Italia più forte e accattivante. Nh Hotel Group rafforza l’offerta del Cbi con il fine di portare nelle nostre città un maggiore numero di eventi di rilevanza internazionale». Contribuire al potenziamento dell’attrattività congressuale è una mossa lungimirante per una catena, che nel turismo business e negli eventi ripone una fetta consistente dei suoi utili. Il tutto ovviamente si inscrive in una strategia più ampia, in cui coesistono il restyling/riposizionamento di alcune strutture del proprio portafoglio e un lavoro consistente sul prodotto, per elevare gli standard e fidelizzare sempre di più i buyer. «Per noi il Mice è un fattore chiave di crescita. La presenza o meno di una certa quota di eventi determina in modo netto il successo di un mese e anche di un anno. A oggi la nostra offerta congressuale riesce a produrre un quarto del nostro fatturato e la redditività di questo segmento è tra le più alte», conferma Accurso. «Partendo da questo assunto, la nostra compagnia investe da anni in una riqualificazione di alto profilo rispetto all’offerta per eventi. Negli ultimi anni abbiamo rinnovato completamente Nh Milano Congress Centre, rendendolo il nostro prodotto di punta per eventi sopra i 1.500 delegati. Abbiamo continuato a investire negli “M&E basics”, ovvero nella riqualificazione delle sale e delle strutture di supporto per meeting ed eventi (da tavoli e sedie ergonomici fino all’implementazione di videoproiettori e altri strumenti tecnologici

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Costa degli

Ulivi Hotels Perle di Sicilia, eventi indimenticabili

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Piazza Borsa In centro a Palermo, percorso benessere, 3 sale riunioni da 40 a 220 persone

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cover story di supporto all’avanguardia). Proseguiamo con una sana ossessione verso il dettaglio e l’effetto “wow” per migliorare la qualità del servizio erogato, specie negli hotel legati ai brand Collection e nhow. L’ultimo esempio di investimento è Nh Torino Centro, completamente ristrutturato e con una capacità sale fino a trecento persone». STRINGIAMOCI A CORTE, L’ITALIA CHIAMÒ La parcellizzazione degli alberghi italiani, dal punto di vista di una catena, è ovviamente controproducente rispetto alla possibilità di formulare una proposta coesa e con standard minimi garantiti, soprattutto nei confronti di un mercato internazionale. Pienamente confermato, nel giudizio del direttore commerciale di Nh Hotels, il fatto che le catene, malgrado la ridotta presenza complessiva a livello nazionale, pesino invece moltissimo nella valutazione sulle specifiche destinazioni: «L’offerta italiana è caratterizzata da una moltitudine di hotel privati e una scarsa quantità di hotel appartenenti a catene. Questo non agevola la proposizione di un’offerta coerente in termini di servizio e indebolisce le candidature delle nostre città. Una catena fornisce la garanzia di standard internazionali nei confronti degli organizzatori che devono decidere rispetto alla destinazione nella quale svolgere l’evento. Se poi la catena, come nel nostro caso, su alcune città raccoglie un monte camere significativo, il risultato è un forte valore aggiunto per la proposizione della destinazione». Riguardo al presunto “dualismo” tra interesse locale o nazionale e interesse globale, Accurso precisa che la strategia di una catena è sì internazionale, ma che all’interno del singolo paese ci si ritrova pienamente schierati insieme agli altri “compatrioti”, consapevoli inoltre degli eventuali gap da colmare rispetto ad altre realtà in cui la cultura dei convention bureau e della collaborazione sistemica tra i

diversi attori è più avanzata: «Nh Hotel Group ha una chiara strategia globale di posizionamento sul segmento M&E e pianifica azioni commerciali a supporto di questa strategia. La scelta di entrare nel Cbi è una nostra “scommessa” che parte dalla grande considerazione nei confronti del lavoro che sta svolgendo la presidente Carlotta Ferrari insieme al suo team. In qualche misura su certi eventi una catena è in competizione su diversi Paesi e in questo senso Nh Italia gioca una partita tutta nazionale. Certamente altri Paesi hanno una cultura della sinergia molto più sviluppata della nostra e proprio per questo dobbiamo fare sistema e rilanciare il nostro fantastico Paese. Il potenziale di città come Roma, Milano, Firenze, Venezia, Napoli è immenso ma va agevolato anche per compensare alcune problematiche infrastrutturali». Per finire, un’ultima valutazione sulla situazione del nostro Paese dal punto di vista di una catena, tra destinazioni in ascesa, possibilità di sviluppo e competitor emergenti con cui occorre imparare a confrontarsi: «In generale si può affermare che c’è un ampio margine di crescita per il Sistema Italia. Milano dopo Expo è diventata molto più attrattiva e beneficerà senz’altro di questo interesse, la destinazione è matura e attenta ai messaggi ed esigenze del mercato. Roma sembra invece essere rimasta più indietro anche se la Nuvola è un’ottima opportunità che va sfruttata per rilanciare la città e la sua incredibile vocazione turistica di respiro internazionale. Ci sono poi città che devono puntare sempre più sulla loro unicità, come Firenze e Venezia, e città che hanno sviluppato un potenziale molto interessante come Torino. Il futuro è un mix di opportunità e rischi, da una parte è chiaro che c’è margine per raccogliere nuovi importanti eventi internazionali, dall’altra parte ci sono realtà che crescono a velocità vertiginose con straordinari investimenti, in primis Dubai, che possono diventare nostri competitor», conclude Accurso.

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Hotel e investimenti, l’Italia è una garanzia I grandi gruppi continuano a tenere d’occhio il nostro Paese, visto come una destinazione sicura su cui puntare per acquisire proprietà di pregio e strutture che incontrano il gradimento del Mice internazionale MATTEO ROCCA

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egli ultimi anni si è levato da più parti un sacrosanto coro di critiche per i numerosi grandi marchi e simboli del made in Italy passati in mani straniere: dalle case di moda ai club di calcio, dall’industria alimentare a quella pesante, dal design all’aviazione passando per le telecomunicazioni. Lo shopping portato avanti entro i nostri confini da parte di fondi sovrani, holding e multinazionali effettivamente sembra la prova di una generale debolezza del capitalismo italiano, che non riesce più a mantenere il controllo dei propri asset a tutto vantaggio di investitori provenienti da altri Paesi, soprattutto da quelli che qualcuno si ostina ancora a chiamare “emergenti” e che invece sono ormai “emersi” da tempo e anzi guardano l’Occidente dall’alto

in basso, consapevoli della forza prorompente della loro ascesa. Tuttavia, in un momento storico caratterizzato da un’imprevedibilità totale sotto tutti i punti di vista, in cui anche i più quotati analisti politici hanno sbagliato clamorosamente le previsioni su Brexit prima e sulla corsa alla Casa Bianca dopo, e i bookmaker stanno ancora dibattendo su quante probabilità avesse il Barcellona di rimontare 6-1 il Paris SaintGermain, sembra che avere delle certezza in tasca sia diventato un vero e proprio lusso. E l’Italia, per quanto strano possa suonare, offre agli investitori proprio questo genere di preziosa stabilità. Nel 2015 Tariq Muslih, membro del fondo sovrano del Qatar (Qatar Investment Authority), ha dichiarato: «L’Italia è un luogo sicuro dove investire. Noi non andiamo in Paesi dove ci sono rischi, portiamo i nostri soldi in Paesi sicuri e l’Italia è uno di questi». Per capirci, il fondo Qia è quello che negli ultimi anni ha acquistato i grattacieli di Porta Nuova e l’Hotel Gallia a Milano, il Four Seasons a Firenze, il St. Regis e il Westin Excelsior di Roma, una

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COMPAGNIE ALBERGHIERE serie di proprietà in Costa Smeralda. La stessa Qia che nel frattempo ha acquistato una quota del celeberrimo e iconico Empire State Building di Manhattan. Una piccola annotazione ironica: gli emiri del Qatar sono anche i proprietari del Paris Saint-Germain F.C., il che dimostra inequivocabilmente che il ramo immobiliare continua a offrire molte più certezze rispetto al calcio. Avrete notato che nella lista della spesa del fondo del Qatar (come in quella di molti altri fondi di investimento internazionali) figurano nomi di spicco dell’hôtellerie. Non è certo un caso. Una recente analisi condotta da Ey stima che nel 2016 gli investimenti alberghieri in Italia abbiano superato la soglia del miliardo di euro, con un trend di crescita continua negli ultimi tre anni. Milano e Roma la fanno da padrone, ma anche Firenze e Venezia sono nel mirino dei big spender della finanza mondiale, in cerca di certezze immobiliari e di trofei; e anche se da un certo punto di vista è degradante essere diventati la riserva di caccia dei grandi fondi asiatici, questi dati ci confermano che l’Italia, le sue destinazioni e le sue strutture alberghiere di punta sono considerate alla stregua di una cassaforte in cui riporre serenamente cifre a nove zeri. Nel gergo degli investimenti si parla di “safe asset” o “trophy asset” per designare quei settori che comportano rischi minimi e conferiscono invece un certo prestigio agli acquirenti, come appunto avviene per l’hôtellerie di fascia alta. LE CATENE SCOMMETTONO SULL’ITALIA La ricerca di Ey fotografa una Milano ancora in pieno effetto post-Expo, con oltre mille nuove camere di hotel in arrivo nei prossimi due anni, mentre Roma, seppure più statica e con un mercato alberghiero piuttosto

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GIOCHI DA GRANDI

Più o meno giovani, è probabile che negli Anni 90 ci abbiamo giocato tutti: si chiamava “Hotel” ed era un Monopoli in versione alberghiera, un gioco da tavolo il cui scopo era quello di acquistare le migliori proprietà possibili scegliendo tra otto hotel con diversi profili di costo/ricavo. Vinceva saturo, continua a essere la città italiana più ambita per i suoi numerosi “trophy asset”. Il comparto turistico del nostro Paese è un’oasi di stabilità e di possibilità di sviluppo sul lungo periodo. Partiamo da Milano, dove il fermento è maggiore, tanto da aver dato adito a qualche esagerazione o fuga di notizie (per esempio l’anno scorso si vociferava della possibile apertura del primo hotel Dolce&Gabbana, in piazza Cordusio, ma non se ne è più saputo nulla). Per limitarci agli ultimi mesi, hanno aperto i battenti l’Hotel Viu, un nuovo cinque stelle in zona Porta Volta con 124 camere; il Nyx di Leonardo Hotels, quattro stelle e trecento camere vicino alla Stazione Centrale; il Fifty House, un boutique hotel con cinquanta suite, adatto anche a piccoli eventi; ed è stata annunciata l’apertura nel 2018 di una nuova struttura del marchio Indigo Hotels, in zona San Babila. Che si tratti di strutture singole o appartenenti a una catena, l’interesse dei player del settore per il capoluogo milanese è innegabile, come conferma Palmiro Noschese, area director Italy di Meliá Hotels International: «Milano è oggi la città più europea che abbiamo in

la partita chi riusciva a rimanere in attivo e a non andare sul lastrico. Con le dovute differenze, gli investimenti internazionali nell’hôtellerie assomigliano a un analogo gioco con dadi e pedine, in cui attraverso la strategia si cerca di difendersi, per quanto possibile, dall’aleatorietà.

PALMIRO NOSCHESE, area director Italy di Meliá Hotels International «Milano, dopo Expo, si è affermata come una destinazione “bleisure”, business + leisure, andando a completare con l’offerta rivolta al leisure l’occupazione settimanale degli hotel. In città non si viene più solo per fare business durante la settimana, ma anche per visitarne le ricchezze durante i weekend e le festività»

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A fianco il Nyx, nuovo quattro stelle della catena Leonardo Hotels, poco distante dalla Stazione Centrale. A Milano continua “l’effetto Expo” e, nei prossimi due anni, sono previste circa mille nuove camere d’albergo in strutture di pregio

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SIMONA PK DAVIDDI

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Italia e allo stesso tempo una città che ha ottenuto un posizionamento di rilievo nel panorama europeo. Si è affermata grazie ai servizi finanziari, alle nuove imprese, alle nuove tecnologie, al design, all’architettura, al food, diventando sempre più una città di respiro internazionale e una destinazione turistica a livello mondiale. La città non presenta particolari criticità. Deve continuare a lavorare per rafforzare il segmento leisure proseguendo con il cammino intrapreso con Expo. Milano, dopo Expo, si è affermata come una destinazione “bleisure”, business + leisure, andando a completare con l’offerta rivolta al leisure l’occupazione settimanale degli hotel. In città non si viene più solo per fare business durante la settimana, ma anche per visitarne le ricchezze durante i weekend e le festività. L’arte, il design, il food e le proposte lifestyle sono gli ingredienti su cui puntare per il segmento leisure. Quello che deve fare Milano è enfatizzare a comunicare tutto quello che è già stato fatto durante Expo con attività di marketing e comunicazione».

Proprio la contaminazione tra leisure e business, tra lifestyle e produttività, costituisce la cifra distintiva di Milano, e trova la sua espressione privilegiata nel turismo congressuale e nel calendario degli eventi. Le mosse della compagnia alberghiera mirano proprio a inserirsi in questo scenario e ad anticiparlo: «Il segmento Mice rimane per noi strategico e parte del nostro core business. Le nostre ultime aperture nel Paese non hanno avuto un impatto diretto sulla meeting industry, ma offrono servizi e contesti evoluti in cui realizzare operazioni legate al mondo Mice», spiega Noschese. «Le ultime aperture come quella del Me Milan Il Duca, a Milano in piazza della Repubblica, offrono opportunità per la realizzazione di eventi di networking o product placement in contesti moderni, lifestyle e accattivanti come la terrazza del Radio Bar o le suite. Creano quindi opportunità di business in ambienti dinamici e alla moda in cui il networking si realizza in spazi esclusivi con musica, intrattenimento e proposte gourmet innovative e accattivanti. Un nuovo modo di fare business». Un’ultima riflessione riguarda le potenzialità di crescita della compagnia anche lungo altre direttrici, guardando anche a opportunità di investimento e sviluppo in altre destinazioni, tra cui spicca l’interesse di Meliá – gruppo con una forte impronta “mediterranea” - per il Sud Italia. «Le catene alberghiere in Italia rappresentano meno del tre per cento di tutto il comparto alberghiero presente nella Penisola. L’Italia è un Paese di piccoli alberghi di proprietà presenti su tutto il territorio. Proprio questa vitalità del comparto turistico rappresenta, per compagnie come Meliá, un’opportunità di espansione non solo su destinazioni molto conosciute come le grandi città d’arte ma anche su mete meno conosciute come le destinazioni del Sud Italia per l’apertura di nuovi resort», prosegue Noschese. «Questo va di pari passo al piano strategico del Ministero del Turismo che guarda verso Sud per la creazione di nuove opportunità in quest’area. Meliá vuole essere una pioniera rispetto a nuove destinazioni nel Mezzogiorno valorizzando non solo le destinazioni di mare ma anche le risorse artistiche e culturali del territorio». CONFERME ROMANE A Roma l’apertura della “Nuvola” (nella foto in alto a sinistra) potrebbe fornire lo stimolo necessario a investire sull’ospitalità in chiave Mice, e in ogni caso i grandi marchi dell’hôtellerie continuano a tenere d’occhio le opportunità offerte dalla Capitale. Ne è un ottimo esempio il gruppo Rocco Forte, che ha scelto di rilanciare l’Hotel De Russie e prendere in carico l’Hotel De La Ville, raddoppiando quindi il suo portafoglio di strutture di pregio a Roma. Come ci conferma Christian Renz, senior vice president sales and revenue management di Rocco

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Forte Hotels, il gruppo è molto legato alle sue radici italiane e ha il costante obiettivo di valorizzarle attraverso la sua collezione di strutture: «Abbiamo tre proprietà in Italia: l’Hotel de Russie a Roma, Hotel Savoy a Firenze e il Verdura Resort a Sciacca, in Sicilia, e nel 2018 apriremo l’Hotel de la Ville che sarà il nostro secondo a Roma. Stiamo valutando anche altre interessanti opportunità nel Paese. Al momento non c’è un provider italiano di hotel di lusso con numerose proprietà, per cui ci troviamo in una forte posizione sul mercato, e il fatto di avere una famiglia italiana al vertice, con una lunga tradizione, pone ottime basi per una nostra espansione futura sul territorio» prosegue Renz. «Rocco Forte Hotels non è una catena quanto piuttosto una collezione di hotel, che mirano a rispecchiare l’individualità della città in cui operiamo. La nostra brand promise è l’autenticità e l’appagamento delle aspettative del nostro ospite. Vogliamo offrire un’esperienza genuina durante il soggiorno – vogliamo che gli ospiti ritrovino la stessa atmosfera della città che visitano, e questo soprattutto in Italia, dove le nostre connessioni con la cultura italiana emergono di più». La scelta di investire su una seconda struttura romana è stata dettata anche da specifiche ragioni legate al Mice, segno di una domanda costante in cerca di spazi e strutture all’altezza del profilo culturalmente elevato della Città Eterna. «Le dimensioni dei nostri hotel sono perfette per piccoli meeting e incentive di alto profilo, che ospitiamo già frequentemente all’Hotel de Russie. Gli spazi meeting sono praticamente sempre prenotati, e questa è una delle ragioni che ci ha indotto a investire per acquisire un secondo hotel nella Capitale, che sarà la location ideale per altri servizi, come per esempio un’ampia meeting room perfetta per ricevimenti o grandi eventi, con vista sulla terrazza, insieme a spazi per incontri più riservati» spiega Renz. Il manager di Rocco Forte Hotels ci conferma

poi che il vero valore aggiunto di Roma è la sua straordinaria abbondanza di “asset” di tutti i tipi, destinati a continuare ad attrarre sia visitatori sia imprenditori alberghieri: «Roma è una delle poche città al mondo in cui puoi godere di storia, arte, cultura, lifestyle e gastronomia al massimo livello, in un unico luogo e a portata di mano. Offre tutto e di più e c’è solo l’imbarazzo della scelta, dipende dai motivi del viaggio. I viaggiatori, sia leisure sia business, hanno uno sterminato patrimonio culturale appena fuori porta quando soggiornano nei nostri hotel, grazie alla loro posizione centrale. Non importa quanto poco tempo si possa avere a disposizione, l’hotel è in grado di organizzare escursioni, visite a musei, shopping “dietro le quinte” per individuali e gruppi, e questa è una delle principali attrazioni di Roma, in cui tutto rimane a portata di mano» conclude Renz.

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CHRISTIAN RENZ, senior vice president sales and revenue management di Rocco Forte Hotels «Abbiamo tre proprietà in Italia e nel 2018 apriremo l’Hotel de la Ville, che sarà il nostro secondo a Roma. Stiamo valutando anche altre interessanti opportunità nel Paese. Al momento non c’è un provider italiano di hotel di lusso con numerose proprietà, per cui ci troviamo in una forte posizione sul mercato, e il fatto di avere una famiglia italiana al vertice, con una lunga tradizione, pone ottime basi per una nostra espansione futura sul territorio»

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COMPAGNIE ALBERGHIERE Best Western Plus Hotel Universo  Roma Numero totale camere: 198 | Ristoranti: 1 | Posti: 150 | Sale meeting: 10 | Capienza sala maggiore: 300 posti | Capienza sala minore: 14 posti | Saletta segreteria | mq di aree espositive: 600

Best Western Premier Hotel Royal Santina  Roma

Congressi perfetti a Roma

Numero totale camere: 118 | Ristoranti: 1 | Posti: 120 | Sale meeting: 5 | Capienza sala maggiore: 120 posti | Capienza sala minore: 20 posti | Saletta segreteria | mq di aree espositive: 260

Una pluralità di proposte unica, un’offerta trasversale con infinite soluzioni, una gamma di spazi, alcuni dei quali recentemente ristrutturati, che rappresentano una certezza per il Mice della Capitale: è la proposta targata Roscioli A CURA DELLA REDAZIONE COMMERCIALE

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uattro hotel sono collocati nel cuore della Capitale, un altro invece a pochi minuti dalla nuova Fiera di Roma: le cinque strutture di Roscioli Hotels – tutte a quattro stelle – possono offrire complessivamente alla meeting industry 25 sale per eventi, una delle più importanti realtà congressuali romane e non solo. Inserite nelle catene Best Western e Hilton, le strutture assicurano comfort, stile ed eleganza e mettono a disposizione sale versatili con tecnologia all’avanguardia. Il Best Western Plus Hotel Universo è ubicato, come il Best Western Premier Hotel Royal Santina, a due passi dalla stazione Termini mentre poco distante sorge il Best Western Hotel President. Nell’elegante quartiere Parioli si trova l’Hilton Garden Inn Rome Claridge mentre l’Hotel Aris Garden è comodamente situato vicino all’aeroporto internazionale di Fiumicino. Merita particolare attenzione la ristrutturazio-

ne dell’Hotel Universo, che oggi è in grado di proporre un rinnovato e attrezzato centro congressi composto da dieci sale meeting, di varie dimensioni ed equipaggiate in modo funzionale, per una capienza di circa seicento persone. La connessione wi-fi ad alta velocità è gratuita ed è disponibile in tutte le sale, così come nelle camere e negli ambienti comuni. La sala Anna Maria ha una capienza massima di trecento persone, è dotata delle migliori tecnologie audio/visive oltre che divisibile in due sale distinte in base alle esigenze: Sala Anna di 110 metri quadati e Sala Maria, poco più grande. Tutte le sale dell’Hotel Universo sono provviste di tecnologia innovativa mentre è il comfort il protagonista dell’accommodation, articolata in 198 fra camere e junior suite. Comodo per chi arriva in auto grazie alle convenzioni con parcheggi adiacenti all’albergo, l’Hotel Universo è la location ideale per gli uomini d’affari che richiedono spazi comodi ed eleganti per organizzare cene di lavoro, cocktail o tranquilli business lunch. Il ristorante dell’hotel offre menu personalizzati, proposte internazionali e specialità regionali con una particolare attenzione rivolta alle esigenze di celiaci e vegetariani. indirizzi a fine rivista

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Destinazione Sud-Europa Un piano di investimenti strategici che prevede il riposizionamento del brand sul mercato Mice e business: lo storico Club Med punta in particolare sul Sud Italia per rafforzare la divisione dedicata alla meeting industry A CURA DELLA REDAZIONE COMMERCIALE

Daniele Rutigliano, da tre anni responsabile vendite Europa del Sud della divisione Meeting&Events di Club Med

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na storia lunga oltre sessant’anni quella di Club Med, che nel tempo è cresciuta e si è evoluta seguendo una filosofia di sviluppo fatta di esclusività, servizi al top, migliori destinazioni e location invidiabili per garantire, in ognuna delle settanta strutture sparse nel luoghi più affascinanti del mondo, un’esperienza totalizzante a 360 gradi. Oggi, in linea con lo spirito pionieristico del gruppo, Club Med continua a puntare verso l’alto di gamma, con l’apertura e la ricollocazione di alcuni dei suoi più bei resort, rafforzando la presenza delle sue strutture a quattro e cinque tridenti. Anche la divisione Meetings&Events, che esiste da più di quarant’anni, è stata oggetto di una totale ristrutturazione che ha puntato principalmente a un riposizionamento sul mercato. E proprio nell’ottica della nuova organizzazione all’interno del gruppo è arrivato Daniele Rutigliano, da circa tre anni incaricato per la sezione Vendite Europa del Sud della divisione M&E, che ci ha raccontato le novità del segmento: «L’obiettivo più importante che ci siamo dati è quello di sviluppare nel breve periodo il business outbound e rafforzare quindi in futuro l’inbound nell’area Mediter-

ranea per intensificare la conoscenza globale di Club Med Meeting&Events». In effetti la divisione M&E sta puntando molto sulle strutture localizzate nell’area del Sud Europa, in particolare in Spagna, Portogallo, Turchia e Italia: «Nel nostro piano di sviluppo, che interesserà i prossimi due anni, abbiamo previsto nuove aperture. In Italia apriremo nell’estate 2018 un nuovo Club Med in Sicilia, a Cefalù. La struttura di Cefalù, che raddoppia la presenza di Club Med nell’isola e dimostra il forte interesse del Gruppo verso il Sud Italia, sarà il primo cinque Tridenti in Europa. Stiamo lavorando anche per aprire una struttura in Sardegna nel futuro prossimo». Tra gli obiettivi della divisione M&E anche quello di rafforzare le destinazioni già presenti di grande successo per il segmento Mice come la Francia, con la struttura di Opio En Provence per le destinazioni a breve raggio, e l’Indonesia con Bintain Island per quelle a lungo raggio. Tutte le strutture Club Med accolgono la meeting industry internazionale da sempre, alcune sono ovviamente più adatte e mirate di altre, ma in ognuna troviamo servizi di alta gamma dedicati al Mice: «Il segmento M&E si comporta esattamente come il turismo individuale con la formula All Inclusive Premium, cioè un pacchetto di qualità tutto compreso con nessuna spesa aggiuntiva da sostenere una volta entrati nel villaggio. Il livello dell’accoglienza delle nostre strutture è davvero alto, tutte perfette per eventi esclusivi, davvero al top!». indirizzi a fine rivista

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L’evento si vive e si racconta Con tecniche come il live blogging e lo storytelling anche in ambito B2B l’evento diventa più coinvolgente ed efficace. Ciò che conta sono le emozioni, la narrazione e il valore trasmesso ALESSANDRA BOIARDI

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accontare emozioni, promuovere valori, svelare l’aspetto umano di un brand: la comunicazione è fatta di esperienze tutte da raccontare. Ecco perché le aziende hanno scoperto la valenza di tecniche come storytelling e live blogging, la cui prima funzione è quella di coinvolgere i clienti in una vera e propria esperienza. Di cosa si tratta? Fondamentalmente del racconto di qualcosa in contesti molteplici che generi emozioni ed engagement. Una giornata dietro le quinte dell’azienda, magari al seguito di blogger e influencer che la rac-

contano dall’interno, ha per esempio un potenziale emozionale tutto da sfruttare, così come la condivisione di ciò che avviene in tempo reale. E storytelling e live blogging stanno conquistando anche il mondo degli eventi B2B: i partecipanti di convention aziendali, meeting annuali, attività di team building e così via sono sempre più coinvolti da questo punto di vista. Naturalmente, in tutto ciò un ruolo fondamentale è quello giocato dai social network, che permettono di raccontare in diretta un evento, con un duplice obiettivo: coinvolgere in modalità live chi non è presente e permettergli di immedesimarsi in quello che accade e “ingaggiare” a doppio filo chi invece c’è e può diventare in maniera diretta una delle “voci narranti”. E in ambito B2B l’utilizzo di app e/o piattaforme ad hoc prevede di solito anche questa funzione.

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HOT TOPICS out of the box

STORYTELLING: LIVE & SOCIAL Costruire un’esperienza che coinvolga i partecipanti: l’evento non è solo quello che accade ma è il suo racconto, quello che si fa per esempio attraverso i social, che hanno il vantaggio di permettere di costruire un racconto corale. Ecco perché i canali social dell’azienda – o per l’appunto tool ad hoc come app espressamente dedicate agli eventi – devono essere utilizzati con la massima competenza. Le aziende devono definitivamente abbandonare l’idea che in questi casi non servano professionalità specifiche: niente di più sbagliato, ma soprattutto niente di più pericoloso e deleterio. Intanto perché, facendo una breve carrellata dei social più diffusi, si capisce come ognuno abbia le proprie specificità. Twitter è per esempio il social d’eccellenza per un live, permette di raccontare in maniera istantanea ciò che avviene attraverso l’utilizzo degli hashtag, che devono essere molto visibili nella location e oggetto di comunicazione pre-evento perché tutti possano utilizzarli. E poi c’è naturalmente Facebook, il social che normalmente genera più traffico e permette di includere molti contenuti testuali, mentre il social che per eccellenza permette una narrazione più evocativa è di sicuro Instagram. Si tratta di una breve carrellata, che non può prescindere però da una regola importantissima: sempre – quando si

tratta di raccontare un evento ¬– immagini e video contano moltissimo e una narrazione efficace non può che tenerne conto. LIVE BLOGGING DA PROFESSIONISTI Video, immagini, parole stanno alla base del live blogging, la narrazione in diretta da parte di qualcuno che è presente, con l’unico scopo di raccontare cosa accade. Si tratta di un metodo efficace sia per condividere i contenuti in tempo reale, per esempio degli interventi dei relatori durante una convention aziendale, sia per giocare sulla percezione dei partecipanti. Se il nostro scopo è quello di avere un live blogging organizzato, quello che serve, ça va sans dire, è un blogger capace o un giornalista specializzato, che conosca i tool necessari e le tecniche più efficaci. Quello che conta per un live blogging di un certo effetto è che sia personale e personalizzato. COSA DEVE FARE IL MEETING PLANNER Se affidare il live blogging a un professionista è la prima cosa di cui si deve preoccupare un meeting planner, non devono essere sottovalutati neppure diversi aspetti “tecnici” che ne potrebbero limitare l’efficacia. Anche se è vero che questo tipo di racconto ha moltissime potenzialità, il primo elemento da tenere a mente per non trasformare il live

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HOT TOPICS out of the box

PAROLA D’ORDINE: ENGAGEMENT

Uno degli obiettivi del live blogging è quello di espandere i contenuti di un evento. Per questo, i partecipanti vanno ingaggiati, coinvolti e non ci si può aspettare che facciano tutto da soli. Per questo è bene che l’engagement generato dal live blogging venga sostenuto da alcune scelte che riguardano molto da vicino i meeting planner. Per esempio è molto importante tenere monitorate le interazioni social, per carpire il mood dei partecipanti in diretta e, se necessario, intervenire.

Se si è fatta la scelta di avere un racconto in diretta inoltre, meglio investire qualche energia anche nella location, per esempio rendendo ben visibile l’hashtag dedicato all’evento così che tutti possano utilizzare quello ufficiale. Inoltre, se come abbiamo detto, le immagini sono il “sale” di qualsiasi tipo di racconto, perché non alzare l’engagement dei partecipanti invitando loro direttamente a inviare immagini, magari organizzando un vero e proprio contest? blogging in un vero e proprio boomerang è l’importanza fondamentale della qualità. Detto questo, ci sono alcuni accorgimenti che sicuramente non vanno tralasciati. La location, prima di tutto, deve avere una copertura wi-fi veloce e funzionante e bisogna anche pensare alla postazione per chi fa live blogging, che avrà sicuramente bisogno di

una certa strumentazione di base (anche un semplice computer) e dovrà “operare” da un posto comodo, che gli permetta di fare foto e girare video senza interferire con l’evento stesso (per esempio se si tratta di una convention con una platea seduta). Chi si occupa di live blogging deve inoltre arrivare all’evento con una buona preparazione e dunque ricevere un briefing da parte di chi organizza l’evento, anche perché il vero e proprio live dovrebbe essere il culmine di un lavoro di engagement che nasce anche prima dell’evento. Già nei giorni precedenti all’evento si potrebbero veicolare alcuni contenuti, rivelando magari qualche informazione sull’evento, sui relatori, sulla location, per alzare l’attenzione sull’evento stesso. Live, ma non solo: cosa accade dopo l’evento Partecipanti coinvolti, visibilità, veicolazione virale dei contenuti: una convention non finisce con il live, al contrario raccoglie vantaggi che sono tutt’altro che a breve termine. Il live blogging permette per esempio di raccogliere moltissimo materiale fotografico che potrà esser utile anche in altre occasioni. E così come avviene in ambito B2C, anche i partecipanti a un evento B2B – dipendenti, rete vendita, manager – si sentiranno maggiormente coinvolti.

A fianco, Abu Dhabi ha affidato gran parte della promozione della destinazione a live blogging, post e condivisioni social, tanto che l’hashtag ufficiale è diventato l’oggetto di gadget e, addirittura, di installazioni

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I contratti diventano i Blockchain, l’architettura informatica su cui si basa il commercio delle monete digitali come i Bitcoin, sta diventando la killer application per la redazione di contratti complessi, come quelli dei grossi eventi annuali dal nostro corrispondente da New York DOMENICO MATARAZZO

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el 2015 David Mondrus e Joyce Bayo hanno celebrato il loro matrimonio all’hotel Magic Kingdom di Walt Disney World in Orlando, circondati per lo più da amici, alcuni membri della famiglia, e, soprattutto, dai partecipanti a una conferenza che si teneva nello stesso hotel con tema i Bitcoin, la moneta più popolare nell’ambito dei pagamenti digitali. Alla cerimonia non vi era nessuna rappresentazione religiosa o politica a celebrare l’unione. Tuttavia, l’atto di matrimonio è stato registrato nell’archivio più sicuro e permanente oggi disponibile e ha dato alla coppia anche una celebrità istantanea. I nuovi sposi, infatti, in hotel per la stessa conferenza, si sono recati presso un bancomat per Bitcoin e hanno registrato le loro promesse matrimoniali su Blockchain, l’architettura sulla quale si basano le transazioni in Bitcoin. Per chi volesse seguire le orme dei due sposi americani oggi non vi è che l’imbarazzo della scelta per quanto riguarda il luogo della cerimonia. Gli eventi dedicati alla moneta

digitale si sono moltiplicati e dove non c’è un evento specifico, ci sono sessioni nell’ambito di conferenze in altri settori come la National Retail Federation Convention, il World Mobile Congress, Sxsw per citare solo i grandi eventi internazionali dei primi mesi di quest’anno. DAI BITCOIN AGLI SMART CONTRACT Il Bitcoin è una moneta digitale generata da computer, ma è ancora un termine criptico per il consumatore medio, nonostante in questi ultimi anni questa valuta digitale sia stata utilizzata per acquistare beni che vanno da una semplice pizza a vetture di lusso. Oggi l’universo digitale intorno ai Bitcoin si sta espandendo e con esso anche la sua complessità. Anche il prezzo dei Bitcoin tende a fluttuare notevolmente e quindi vi è una certa incertezza sul suo futuro. Al momento in cui stiamo scrivendo questo articolo, per esempio, la Securities and Exchange Commission (Sec), l’organo di controllo della Borsa americana, ha respinto una proposta per creare il primo mercato di scambio di Bitcoin, che consentirebbe un accesso più facile alla moneta digitale. Questo però non ha fatto altro che rafforzare il ruolo dei Bitcoin dato che il loro successo deriva proprio dal fatto di essere un’alternativa sicura ma completamente staccata dalle regole

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Il Blockchain è la tecnologia che sta dietro i Bitcoin, la moneta digitale che consente di fare transazioni in rete senza intermediari. Ma è anche una sorta di libro contabile aggiornato in tempo reale e condiviso, dove sono registrati tutti i movimenti fatti in crittovaluta

o intelligenti finanziarie tradizionali. Se il valore del Bitcoin può fluttuare, ciò che invece mantiene un’interesse costante è Blockchain, la tecnologia sottostante alla crittovaluta, un vero e proprio registro pubblico e condiviso, un libro contabile che si aggiorna automaticamente e che viene spesso etichettato come un’innovazione dirompente, a pari passo con il 5G o l’intelligenza artificiale nell’ambito della tecnologia. Ciò che rende Blockchain interessante per i planner è il fatto che la sua utilità si manifesta in contratti dove vi sono molte variabili da considerare o sono molteplici le parti interessate, cosa che è tipica nei contratti relativi agli eventi. Queste funzionalità, che consentono di mettere tutte le cose a posto e tutte le parti d’accordo rientra in una nuova categoria definiti “Contratti Intelligenti” o Smart Contract, una forma di accordo che emerge proprio grazie alla diffusione di Blockchain. In pratica, gli smart contract rimuovono i punti di attrito in ogni transazione contrattuale di qualsiasi natura essa sia, mentre in ambito commerciale consentono di automatizzare processi dove vi è un elevato numero di transazioni, come nell’ambito di grosse imprese e soprattutto in ambito finanziario. Ciò è possibile perché, di fatto, gli smart contract sono dei contratti eseguiti in codice e quindi le possibilità e le applicazioni sono limitate

solo dall’accesso a questi codici piuttosto che da una decisione bancaria o da un’indice di affidabilità. È proprio questo aspetto che genera confusione sulla definizione di smart contract, infatti i tecnici del settore tendono a distinguere smart contract inteso come codice e smart contract inteso come accordo tra due (o più) parti. Lo scorso marzo a New York si è tenuto il Smart Contract Symposium, il primo evento dedicato al nuovo tipo di contratto e a cui hanno partecipato i maggiori esperti nel settore della moneta digitale. I temi sono piuttosto complessi, ma per fortuna nel corso del Symposium ad alcuni relatori è stato chiesto di spiegare con una semplice analogia e in parole chiare la

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Non avendo grandi intermediari e fornendo i pagamenti veloci, sistemi come Blockchain e i servizi di Pagamento Veloce creano un certo ottimismo per il futuro dell’economia. Sicuramente ci sono dei rischi, ma i sistemi sono così nuovi e innovativi che con le conoscenze attuali è difficile anticiparli.

funzionalità di Blockchain nell’ambito dei contratti. Nick Szabo, esperto di criptografia al quale viene attribuita la creazione del termine “smart contract”, ha detto che «Si potrebbe pensare a un distributore automatico, come a una specie di contratto in cui si inseriscono delle monete e si ottiene in cambio una bevanda in lattina. Questa funzione sarebbe noiosa se fosse un’operazione contrattuale, per tale motivo è stata costruita una macchina automatica». Per Marley Gray, direttore del business development Blockchain & Dlt presso Microsoft, invece, «Si può pensare a Blockchain come a un esercito di robot che si controllano a vicenda nell’ambito delle loro funzioni. Funzioni tradizionalmente svolte da commercialisti e avvocati possono essere eseguite automaticamente con l’aggiunta di un sistema crittografico che ne garantisca l’integrità. Bisogna però modificare il modo di pensare ai contratti, sia nel settore del business-to-business sia nell’ambito del business-to-client». LA RISPOSTA DELLE BANCHE Il fatto che la Sec abbia “bocciato” la nascita di un mercato ufficiale per i Bitcoin non significa che il governo stia a guardare. In una sessione dedicata alle normative è stato osservato come in due anni i legislatori abbiano sempre dovuto inseguire un’evoluzione troppo rapida durante la quale si è passati dai Bitcoin a un registro contabile distribuito (o distributed ledger), a una infrastruttura distribuita e ora agli smart contract. Anche le banche non sono indifferenti a queste tendenze e stanno rispondendo a Blockchain semplicemente fornendo servizi simili, in particolare il servizio di Pagamento Veloce in forma digitale, con commissioni più basse e senza i rompicapi della tecnologia (e di cui parleremo in seguito).

GUIDA AL BLOCKCHAIN Blockchain è fondamentalmente un sistema in cui non solo vengono eliminate le transazioni con denaro contante, ma vengono eliminati anche gli intermediari tradizionali come banche, carte di credito, intermediari finanziari. È un sistema in cui i pagamenti sono effettuati con moneta digitale, come appunto i Bitcoin, ma nello stesso tempo mantenendo e migliorando la sicurezza e la privacy dell’utente. Tutto il lavoro è svolto da una rete di computer che eseguono algoritmi complessi per gestire un registro contabile che è decentralizzato, pubblico e, allo stesso tempo, sicuro. Tutte le operazioni sul registro sono ricercabili, ma, cosa più importante, sono confermate, in pochi minuti senza possibilità di recessione. Ogni componente della rete mantiene una copia del registro che viene aggiornato più volte ogni ora. Le transazioni accettate entro un tempo specifico rappresentano un “blocco” e i nuovi blocchi vengono aggiunti a una catena di blocchi creati in precedenza e quindi condivisi con il resto della rete. Il fatto che i blocchi siano concatenati implica che tutte le operazioni sono collegate, e quindi possono essere rintracciate ma non modificate. La presenza di una rete di utenti responsabile della gestione del registro implica anche che non vi è un’autorità centrale in Blockchain e quindi nessuno può chiudere i conti o richiedere informazioni personali relative agli utenti. Blockchain è pubblico perché basta semplicemente scaricare il software relativo ai Bitcoin, dopodiché chiunque può accedere a Blockchain, effettuare ricerche o transazioni. In uno scenario Blockchain, le transazioni sono fatte immediatamente, tutti possono fare affari, senza essere valutati e approvati da una banca, e non vi sono alte commissioni da pagare anche se si opera con clienti all’estero. Chiunque può aprire un conto e spendere i Bitcoin in suo possesso purché si abbia la password per il proprio conto. I principali fattori che rendono possibile l’introduzione di sistemi come Blockchain, includono le innovazioni tecnologiche, la spinta della generazione dei Millennial, la transizione verso l’era digitale che rende tutto ciò che è analogico (compresa la carta) una cosa del passato, il crescente numero di piccole imprese e di lavoratori autonomi che hanno bisogno di accesso immediato ai pagamenti, un mercato globale in cui grazie alla tecnologia, i limiti temporali e di spazio sono ridotti al minimo e quindi non può giustificare commissioni di 15-30 dollari addebitati da una banca per il trasferimento di denaro.

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Il potere della mente

Lettura del pensiero, telepatia, chiaroveggenza, controllo della mente, psicocinesi e altre abilità (apparentemente) sovrannaturali: il mentalismo stupisce, affascina e... fa squadra: ecco l’ultima frontiera del team building SIMONA P.K. DAVIDDI

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a location è la sala di rappresentanza di uno dei più esclusivi hotel milanesi, con vista mozzafiato sulla Galleria Vittorio Emanuele. È appena terminata una conferenza stampa, seguita da uno sfizioso buffet. All’improvviso, le luci si abbassano di un tono e ci viene chiesto di risederci in sala. Lo spettacolo al quale sto per assistere lascerà me e l’intera platea esterefatti e per giorni ci interrogheremo tutti su come sia stato possibile che persone che non si conoscevano – scelte a caso tra il pubblico – riuscissero a comunicare tra loro con la mente, a trasmettersi sensazioni tattili a distanza e informazioni senza parlare, a indovinare addirittura i pensieri altrui. Chi conduce l’esperimento è un mentalista, Darus, al secolo Dario Russo, e tutti noi siamo consapevoli che una spiegazione logica c’è – o meglio, ci deve essere – e che sicuramente, accanto a insindacabili doti di memoria e a tecniche di lettura del

linguaggio non verbale ci deve essere qualche trucco preso in prestito dall’illusionismo: «Avevo assistito a una performance di Darus durante una festa privata ed ero rimasto affascinato e con mille domande su dove fosse il trucco» mi confida Andrea Jarach, presidente e publisher di Where Italia - Gruppo Proedi, organizzatore della serata, che prosegue: «Per giorni e giorni la domanda mi aveva tormentato. Ecco perché quest’anno abbiamo risposto al volo a una mail di Darus che ci proponeva le sue abilità anche per attività formative e di team building. Per il momento lo abbiamo coinvolto nella spettacolare performance di questa sera – durante la quale uno dei nostri clienti principali è rimasto quasi scioccato da quanto ha vissuto – però penso che durante l’anno proveremo a formare i nostri account e venditori con Darus. Sarà di certo divertente!». DAL PALCO ALL’AZIENDA Non solo spettacolarizzazione, dunque: il mentalismo è un efficace strumento formativo e di team building. Ma vediamo, in primo luogo, di capire cosa sia realmente questo fenomeno. «Metti uno psicologo, un esperto di comunicazione e un illusionista in un frullatore, aggiungi qualche goccia di alcol, e

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HOT TOPICS team building

il cocktail che otterrai è un mentalista!» spiega Francesco Tesei, protagonista della serie Tv Il Mentalista, in prima serata su Sky Uno, e attualmente in tourneé con lo spettacolo teatrale The Game, che prosegue: «Il mentalismo è una delle forme più sofisticate di illusionismo. Mentre l’illusionismo classico intende trasportare il pubblico in un mondo incantato, il mentalismo tocca questioni più vicine al mondo degli adulti, del lavoro e della vita: quanto siamo liberi nelle nostre scelte? Quanto siamo condizionabili? Che cos’è la realtà: qualcosa da scoprire o da costruire?». Gli fa eco Darus: «È l’utilizzo dei cinque sensi per creare l’illusione che ne esista un sesto; ha tante sfaccettature e si può interpretare in diversi modi a seconda dell’uso che se ne fa e dei contesti in cui viene usato. Per esempio, nello spettacolo il mentalismo è l’arte che consente di creare esperienze teatrali fuori dall’ordinario, capaci di spostare il confine tra realtà e impossibile dando vita a un intrattenimento psichico che coinvolge e sorprende. Usato invece nel team building e nel coaching, il mentalismo è uno strumento idoneo a tessere trame e racconti nei quali calare gli spettatori facendoli diventare i protagonisti di un’esperienza vissuta in prima persona; in questo caso, accanto all’ingrediente dell’intrattenimento, si utilizzano tecniche psicologiche e riferimenti mentali che fanno scaturire determinati processi nel pubblico». Ma perché il mentalismo funziona applicato alla realtà aziendale? «È idea comune che la principale abilità di un mentalista sia di “leggere nel pensiero” – interviene Tesei – mentre io sono convinto che l’abilità più importante per essere un bravo mentalista sia lo story-telling. Che, in breve, significa saper costruire un racconto, o creare una situazione dal vivo durante una performance, in cui premesse ed esiti abbiano una chiave metaforica evidente ed efficace: una

storia, o un’esperienza, è interessante se permette di passare immediatamente dal particolare al generale, dall’esempio (la storia) alla “morale” (il payoff, il valore che se ne trae, la lezione che si impara…). E ogni azienda ha una propria storia e una propria narrativa; con il mentalismo, io calo gli spettatori dentro a esperienze interattive che ho costruito ad hoc per ogni situazione specifica. I briefing iniziali servono per tradurre gli obiettivi di comunicazione dell’azienda in parole chiave, che incorporo all’interno della performance in modo che tutto quello che faccio, che faccio fare, e che succede, abbia continue “ancore” e possa essere costantemente messo in relazione nell’ambito dell’azienda. I contenuti cambiano da realtà a realtà, da situazione a situazione (per esempio se il pubblico è composto da clienti o dai dipendenti stessi dell’azienda), ma l’approccio è simile. Lo stupore è una delle molle più potenti della natura umana per predisporre al cambiamento. Contemporaneamente, i momenti di meraviglia che si generano durante le mie performance vengono catalizzati al servizio di qualcosa di più importante e profondo: diventano metafora del messaggio da veicolare. L’aver fiducia in se stessi e nel gruppo, il senso di appartenenza, l’importanza del singolo all’interno di un grande meccanismo, il non aver timore di cercare – e superare – i propri limiti e, in generale, essere aperti a un cambio di mentalità sono tra le tematiche che il mentalismo consente di sviscerare». UN PIZZICO DI PNL Un cocktail di tanti elementi, il mentalismo, tra i quali ha un ruolo di primo piano anche la Pnl, la famigerata programmazione neurolinguistica: «Sicuramente essere master in Pnl e aver studiato ipnosi conversazionale al Milton Erickson Institute di Torino mi aiuta molto per strutturare performance che lascino il pubblico a bocca aperta sia per

DARUS, al secolo DARIO RUSSO, mentalista «Usato nel team building e nel coaching,

il mentalismo è uno strumento idoneo a tessere trame e racconti nei quali calare gli spettatori facendoli diventare i protagonisti di un’esperienza vissuta in prima persona»

ANDREA JARACH, presidente e publisher di Where Italia «Avevo assistito a una performance

di Darus durante una festa privata ed ero rimasto affascinato e con mille domande su dove fosse il trucco. Per giorni e giorni la domanda mi aveva tormentato»

FRANCESCO TESEI, protagonista della serie Tv Il Mentalista «Ogni azienda ha una propria storia

e una propria narrativa; con il mentalismo, io calo gli spettatori dentro a esperienze interattive che ho costruito ad hoc. I briefing iniziali servono per tradurre gli obiettivi di comunicazione dell’azienda in parole chiave»

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HOT TOPICS team building

DUE FASI, UN RISULTATO

Di base, un sessione di mentalismo con obiettivi di team building si divide in due fasi: nella prima al gruppo vengono proposte attività con una forte componente di spettacolarizzazione per coinvolgere e aumentare le performance rimuovendo le interferenze e facendo vedere le situazioni in maniera diversa, ovvero: si può superare l’impossibile. Nella seconda fase, invece, il gruppo

LAPO BAGLINI, docente universitario, formatore, coach ed esperto di Pnl

«Durante i team building usiamo tecniche proprie della Pnl e insegniamo ai nostri interlocutori a percepire la realtà in ottica diversa, cambiando il loro punto di vista, smontando credenze e convinzioni»

viene diviso in squadre, a ognuna delle quali vengono proposte delle dimostrazioni di mentalismo sempre più complesse, dopo di che ogni squadra deve lavorare per cercare di svelare il modo in cui l’esperimento è stato svolto. Alla fine vengono tirate le fila e raccolti i risultati: solitamente si attiva la consapevolezza che gli ostacoli cognitivi si superano meglio lavorando in team. l’aspetto “magico” di ciò che succede, sia per il significato che tutto ciò rappresenta: esperienza esignificato dell’esperienza sono le due facce della stessa medaglia, i due aspetti che curo con attenzione, attingendo dal mio bagaglio di studi e dalle mie esperienze in campo artistico – prosegue Tesei –. Le “magie” che accadono sono frutto di un insieme di tecniche che spaziano, come ho già detto, dalla psicologia all’illusionismo (quest’ultimo è a sua volta, in effetti, psicologia messa in pratica in un modo specifico) ma, in fondo, questo è vero anche nella vita: se analizzassimo il fondamento oggettivo di ogni nostra personale convinzione, ci accorgeremmo presto che molto di ciò che pensiamo è frutto di distorsioni, generalizzazioni, giudizi arbitrari e “illusioni mentali” in ogni sorta di grado e sfumatura». Anche Darus conferma il ruolo della Pnl e, infatti, i suoi team building si svolgono in coppia con Lapo Baglini, docente universitario, formatore, coach ed esperto in Pnl, che spiega: «Durante i team building usiamo tecniche proprie della Pnl e come il cold e hot reading o la calibrazione, ovvero il saper leggere la comunicazione non verbale dei nostri interlocutori osservandone ogni dettaglio e la capacità di rilevare correttamente il loro stato emotivo, e insegniamo loro a percepire la realtà in ottica diversa, cambiando il loro punto di vista,

smontando credenze e convinzioni; chiedendo loro di ragionare sui possibili trucchi usati da Darus, facciamo capire che la realtà possibile va oltre quella che noi crediamo sia possibile: i limiti ce li imponiamo noi». Ma quali sono le situazioni aziendali per cui è adatto un team building a base di mentalismo? «Spesso ci vengono presentati gruppi di persone che, pur dovendo lavorare – teoricamente – insieme, sono invece abbastanza slegate e poco unite» racconta Darus.« Il nostro obiettivo diventa quindi quello di rimodulare i loro rapporti in una chiave più coesa e collaborativa. Altre volte invece la situazione di partenza è molto più rosea e il nostro contributo è più concentrato sul potenziamento della capacità di lavoro del gruppo attraverso sessioni di coaching mirate». LA CASE HISTORY Dal racconto teorico all’episodio reale: abbiamo intervistato Serena Mannino, direttore commerciale di Gestion Car – azienda di gestione di servizi automotive, che a fine novembre ha scelto di far fare alla propria squadra (oltre cento persone) un team building mentalista: «Volevamo qualcosa di particolare e fuori dal comune; organizziamo abitualmente attività di team building perché nella nostra azienda è fondamentale il lavoro di squadra: i nostri dipendenti lavorano divisi in team ma i diversi team devono poi collaborare tra loro. Darus è riuscito a replicare la nostra struttura organizzativa nel team building e questo mi ha permesso di osservare le diverse persone – anche quelle che conoscevo meno – e di capirne caratteristiche e punti di forza, situazioni da sistemare, elementi da valorizzare. L’attività è durata circa quattro ore, con una prima fase di esperimenti di grande impatto che catturavano l’attenzione e una seconda fase più attiva durante la quale è stato chiesto ai partecipanti – divisi in squadre – di cercare la spiegazione a determinati esperimenti. È stato un grande successo: tutti hanno mantenuto l’attenzione fino alla fine; e poi c’era la voglia di imparare qualche trucco da portare a casa».

SERENA MANNINO, direttore commerciale di Gestion Car «Darus è riuscito a replicare la nostra

struttura organizzativa nel team building e questo mi ha permesso di osservare le diverse persone – anche quelle che conoscevo meno – e di capirne caratteristiche e punti di forza»

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Gli eventi nell’era dei chatbot Non semplici risponditori automatici, ma veri software di intelligenza artificiale in grado di apprendere e di interagire con gli utenti: sono i chatbot. E le applicazioni negli eventi sono molteplici ANDREA PETRONCA

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a rivoluzione digitale propone ogni giorno nuovi trend che impongono pratiche differenti per rispondere alle esigenze del mercato. Basti pensare a come è cambiata la gestione della comunicazione interna per chi organizza un evento e al processo che dalle mail ha portato all’instant messaging e all’utilizzo di gruppi di lavoro che condividono una piattaforma digitale personalizzata. Il concetto di comunicazione istantanea e in tempo reale riguarda anche il flusso di messaggi diretti verso l’esterno. I social network, per esempio, permettono di diffondere un contenuto con una rapidità e una finezza, in termini di ritorno di informazione, senza precedenti.

Contemporaneamente, internet, da “involucro” inerte dei contenuti digitali, si è evoluto in qualcosa di profondamente diverso, diventando una sorta di matrice strutturata entro cui si muove l’oceano infinito dei servizi digitali: al giorno d’oggi, infatti, ognuno di noi accede al web essenzialmente attraverso due “canali”: Google e Facebook. È proprio dall’incontro tra queste due tendenze – l’ipervelocità della comunicazione digitale e la necessità di incorporare ogni servizio all’interno di una realtà informatica già strutturata – che si sta affermando sempre più l’utilizzo dei chatbot. CHATBOT: COSA SONO E COME NASCONO Il chatbot è un risponditore, un software di instant messaging, letteralmente un “roBot che chiacchiera”, in grado di simulare le risposte a domande reali semplificate come se fosse una persona in carne e ossa. La particolarità sta nel fatto che non si tratta di risposte automatiche preimpostate, ma ela-

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HOT TOPICS how to

borate di volta in volta con il supporto di un software di intelligenza artificiale cui vengono forniti un numero finito di lemmi, che il chatbot è in grado di associare in base agli input che riceve. Inoltre, i chatbot sono in grado di “imparare” sia dal tipo di domande che vengono loro poste, sia dal tipo di interazione che ricevono, migliorando costantemente la loro capacità di rispondere in maniera consona. Ovviamente si tratta di una tecnologia molto giovane e ancora alle sue prime espressioni, ma che promette interessanti impieghi futuri. CUSTOMER CARE E CHATBOT La definitiva consacrazione di questi software di instant messaging è avvenuta nell’aprile 2016, quando Facebook ha concesso che i chatbot potessero essere incorporati in Messenger. Fino ad allora, infatti, i chatbot dovevano essere inseriti in applicazioni di terze parti, che costringevano gli utenti a navigare in maniera separata rispetto alla fruizione web principale. La svolta, invece, è stata proprio quella di portare il chatbot all’interno della navigazione principale: Facebook. Sebbene non siano ancora presenti su WhatsApp, la possibilità di incorporare i chatbot in Messenger ha significato la creazione di un servizio completo per l’assistenza durante gli eventi, direttamente all’interno del social network. Se si considera che ogni evento ha una pagina Facebook dedicata che contiene le principali informazioni logistiche, con l’aggiunta dei chatbot si rende possibile la creazione di un’interazione simulata ma efficace per fornire assistenza sulla totalità dei servizi digitali che possono essere d’interesse per i partecipanti all’evento, sia in termini logistici sia di contenuto informativo.

DURANTE... MA ANCHE DOPO Le funzioni a cui è destinato un chatbot sono svariate e possono essere di grande aiuto durante lo svolgimento di un evento: «Il chatbot serve a comunicare l’ubicazione della location, delle sale riunioni e il programma giornaliero; a pubblicare in tempo reale foto, video, immagini, documenti, slide relativi ai seminari in corso; a gestire eventuali pick up per transfer o meeting point per riunioni o altro. Può essere utile anche per comunicare

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HOT TOPICS how to

fra gli “addetti ai lavori” durante la fase operativa del convegno, per esempio per informare su richieste last minute o modifiche al programma, il tutto da un’unica fonte che è Facebook / Messenger, senza dove installare nulla sul proprio smartphone» spiega Massimo Tegon, Ceo di Marketing Informatico, tra le prime agenzie italiane a sviluppare chatbot specifici per gli eventi utilizzabili dai social. L’importanza dei chatbot va tuttavia oltre il loro semplice utilizzo in fase operativa: questo strumento, infatti, si rivela prezioso anche a evento finito poiché rappresenta un’enorme fonte di informazioni e di raccolta dati, che consente di tracciare non solo l’email e l’account Facebook di chi lo ha usato, ma anche il comportamento social dell’utente durante l’evento e il tipo di domande che ha posto al chatbot stesso. Una risorsa utilissima, dunque, sia per l’organizzazione di eventi futuri, sia in termini commerciali. LA FINE DELLE APP? Con la loro diffusione in ambiente Facebook, i chatbot potrebbero causare un graduale declino delle app create ad hoc per gli eventi che, come abbiamo detto, costringono

l’utente a scaricare un nuovo software sul proprio telefono e, soprattutto, a “navigare” in acque a lui ignote, avendo a che fare con interfacce e funzionalità sconosciute e quindi meno immediate dell’ormai abituale Facebook. Un altro aspetto positivo dei chatbot rispetto alle app tradizionali è di natura economica. Che venga usata per una settimana o per un anno, la creazione di un app dedicata a un evento rappresenta un costo fisso – a volte piuttosto elevato – per gli organizzatori, anche in riferimento all’investimento necessario per creare un ambiente ready-to-use e facile da padroneggiare. Questo costo fisso viene completamente eliminato con il passaggio a un sistema di chatbot incorporato nei social. In secondo luogo, la possibilità di usufruire di un servizio di customer care funzionante 24 ore su 24 rappresenta un notevole incremento dell’ampiezza del servizio fornito, parallelamente all’abbattimento dei costi necessari per mantenere un servizio di assistenza “umano” sempre attivo. PRIMI ESPERIMENTI IN ITALIA Una tecnologia che migliora di giorno in giorno e che dimostra sin d’ora le sue grandi potenzialità: «Si tratta di uno strumento con un elevatissimo potenziale soprattutto per la capacità dei bot di essere indefinitamente arricchiti con nuovi lemmi e nuove combinazioni possibili, in grado di fornire risposte sempre più raffinate. Ovviamente un vantaggio iniziale è in termini di disponibilità. Una volta lanciato, il chatbot è in grado di funzionare in autonomia 24 ore su 24 e può arrivare a gestire un vocabolario di diecimila lemmi» conclude Tegon. Marketing Informatico ha messo a punto il chatbot Magellano Eventi, specificamente studiato per gli operatori della meeting industry: tramite questo chatbot l’utente può iscriversi al convegno, consultare il programma e avviare Google Maps per raggiungere la sede dell’evento. Tutto questo direttamente dalla pagina Facebook.

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GALLERIA DEL CARDINALE il fascino della storia

Galleria del Cardinale Via della Pilotta 17/A - 00187 Roma Tel. +39 06 665019 | Fax +39 06 665019227 | info@galleriadelcardinale.it | www.galleriadelcardinale.com


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La morale della favola C’

è un video che di recente è diventato virale in maniera incontenibile, con decine di milioni di visualizzazioni. Si tratta di un’intervista a un docente universitario che viene interrotto dai figli mentre, da casa sua, è in collegamento con Bbc News. Robert Kelly, professore di Scienze Politiche alla Pusan National University, stava parlando della difficile situazione in Corea del Sud, quando i suoi due pargoli fanno irruzione nella stanza, rendendo di fatto impossibile al papà continuare l’intervista, almeno fino a quando una donna, entrando di soppiatto e cercando di essere vista il meno possibile, riesce a trascinare i due bambini fuori dalla porta. Di per sé potremmo considerare l’accaduto un fatto divertente, o imbarazzante, o al più superfluo. In realtà, la cosa che mi spinge a scriverne qui è la varietà di commenti che si sono sprecati sull’accaduto, da cui ognuno ha pensato di poterne trarre qualche insegnamento per sé e per gli altri. Per volare un po’ alto, avete presente i quattro livelli di lettura medievale? Mi sembra che in questo caso sia avvenuta più o meno la stessa cosa. Provo a spiegarmi. ■ Livello letterale: il significato della narrazione a un livello superficiale. L’intervista era su un argomento serio ed è stata interrotta dai bambini dell’intervistato generando un certo divertimento; ■ livello allegorico: come dicevamo, chiunque in rete si è sentito in dovere di commentare l’accaduto al di là del fatto in sé. Tante le morali della favola, tra cui esperti di smart work che hanno approfittato per ricordare che anche chi lavora da casa deve ritagliarsi uno spazio tutto suo, spiritosi che hanno ricordato che le porte hanno le chiavi (di solito), e c’è stato anche chi ha fatto notare come – al di là dell’accaduto – dal video si poteva evincere la perfetta qualità che i collegamenti “casalinghi” hanno raggiunto oggi grazie alla tecnologia... ■ livello morale: moltissimi tra quelli che hanno commentato in rete hanno dato per scontato che la donna del video fosse una nanny, una tata: sarà licenziata, povera lei, chissà che lavata di testa, non vorrei essere nei suoi panni, ecc. Invece si tratta della moglie di Kelly. Il perché del misunderstanding?

La storia edificante di un docente universitario che diventa “famoso” – e addirittura virale – in rete per colpa dei suoi due figli, ovvero il significato più profondo del web Probabilmente il fatto che la donna fosse coreana, ha commentato la rete stessa una volta chiarito il malinteso, praticamente auto-accusandosi se non di razzismo, almeno di essere vittima di cliché. (D’accordo, sul livello anagogico soprassediamo, non volendo scomodare la teologia). In ogni caso, appare chiaro che – a questo punto anche noi ci sentiamo titolati per dire la nostra sull’accaduto – anche chi si occupa di comunicazione in senso ampio come gli organizzatori di eventi può trarre la sua bella morale. Che è questa: dal web non si sfugge! Pensate cosa ne avremmo saputo noi di un’intervista del genere nell’era pre-internet: probabilmente nulla (e non sarebbe stato nemmeno un peccato). Ma il succo del discorso è un altro: il web – nel noto processo di democratizzazione della comunicazione – è come un costante riflettore accesso su aziende, professionisti, associazioni, ecc., fa attenzione a tutto quello che si fa, si dice, si pensa. Un evento è andato male? Durante una convention è successo qualcosa di imbarazzante? Levatevi dalla testa di passarla liscia (l’ultima Notte degli Oscar insegna), ma c’è un modo per uscirne: conoscere le dinamiche della rete, giocare in anticipo, governare quello che sembra sfuggire di mano. E magari volgere il tutto a vostro favore. Del resto, anche il professor Kelly, in questo modo, ha avuto i suoi quindici minuti di popolarità, su per giù.

ALESSANDRA BOIARDI

In questa pagina abbiamo preso spunto dall’intervista di Bbc News a Robert Kelly, professore di Scienze Politiche alla Pusan National University, diventata virale sul web con decine di milioni di visualizzazioni

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ALESSANDRA BOIARDI

A MAIORCA UN CENTRO CONGRESSI TRA TERRA E MARE È stato inaugurato il primo aprile il Palau de Congressos de Palma, il centro congressi che, a Maiorca, è gestito dal gruppo Meliá Hotels International. Un importante avvenimento che coinvolge tutta la destinazione, secondo quanto dichiarato dal vice presidente e chief executive officer del gruppo Gabriel Escarrer: «Sarà il miglior centro congressi del Mediterraneo, con un potenziale tale da far rientrare Palma di Maiorca nella classifica delle cinquanta migliori destinazioni per meeting, congressi e convention internazionali». Il Palau de Congressos de Palma (Palma Convention Centre) sorge a circa cinque minuti dall’aeroporto dell’isola delle Baleari e dal centro di Palma ed è affacciato sul mare. Il Grand Auditorium può ospitare più di 1.900 persone e può essere diviso in due auditorium più piccoli da 1.249 e 729 posti, per ospitare simultaneamente due eventi diversi; lo Small Auditorium può accogliere fino a 462 persone ed è equipaggiato con la stessa tecnologia del Grand Auditorium e collegato all’exhibition area. Il Palau de Congressos è collegato all’hotel Meliá Palma Bay mediante il mezzanino.

ALL’ENTERPRISE HOTEL SBARCA LA ROOM360° Arriva in Italia la prima sala plenaria smart dotata di una Room360°, di una tecnologia, cioè, che grazie a una ripresa multipla e contemporanea con più proiettori permette di proiettare immagini e filmati a 360 gradi, ovvero su tutte e quattro le pareti della stanza fino a 250 metri quadrati di superficie. A dotarsene è stato l’Enterprise Hotel di Milano. L’hotel del gruppo Planetaria Hotels ha messo questa tecnologia a disposizione nella sua sala plenaria, dove potrà essere adattata a praticamente ogni tipo di evento corporate, come press day, lanci di prodotto, showroom immersivi, ma anche convention e meeting. L’idea è farne un tool di marketing per raccontare il proprio brand, grazie all’alto grado di personalizzazione che può raggiungere. Per esempio, se si presenta una destinazione lontana se ne può dare facilmente “un assaggio”, ma si possono anche “sfogliare” collezioni e creare ambientazioni per fare da sfondo a cene di gala, serate di networking, feste aziendali.

NH COLLECTION APRE A FRANCOFORTE

Aprirà nel 2021 il nuovo quattro stelle di Francoforte firmato Nh Hotel Group. La new entry appartiene al brand Nh Collection, seconda struttura del marchio di livello upper-upscale in città e settima in tutta la Germania. Situato all’angolo tra Mainzer Landstrasse e Güterplatz, l’hotel sarà collocato vicino alla Fiera di Francoforte e a pochi metri da un centro commerciale, dalla stazione centrale e a sole due fermate di metropolitana dal Teatro dell’Opera e dal centro storico della città. La struttura sarà ospitata nel grattacielo di 120 metri dello studio di progettazione Groß & Partner di Francoforte. Le camere saranno 416 camere e circa duemila saranno i metri quadrati di spazi destinati all’organizzazione di meeting ed eventi.

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TEL AVIV, PER EVENTI SMART

È la città più vivace e cosmopolita di Israele, Tel Aviv, perfetta per organizzare convegni e viaggi incentive che abbiano il profumo delle spezie e servizi e location a cinque stelle. Se, infatti, l’accommodation è garantita dai numerosi hotel di lusso che si affacciano sulla chilometrica spiaggia, per convegni e congressi è a disposizione l’avveniristico Tel Aviv Convention Center, immerso nel verde alle porte della città e in grado di ospitare, nelle sue numerose sale e negli ariosi padiglioni, eventi ristretti o con migliaia di partecipanti, grazie alla versatilità e alla flessibilità che connotano l’intera struttura; per cene di gala e cocktail reception, invece, HaTachana, l’antica stazione ferroviaria trasformata in scenografica venue, è un must. E per il post congress? C’è solo l’imbarazzo della scelta: da un tour alla scoperta degli edifici Bauhaus della Città Bianca, il centro storico protetto dall’Unesco, a un team building nel colorato mercato di Carmel – andando magari a caccia di tutti gli ingredienti per preparare uno dei piatti israeliani più amati, l’hummus – o ancora, da un itinerario nell’antica Jaffa, quasi una “dependance” di Tel Aviv, a un’escursione nell’affascinante Gerusalemme, distante poco più di un’ora (P.K.).

NEW ENTRY NAPOLETANA PER BEST WESTERN

Vocazione business e una completa ristrutturazione sono i tratti distintivi della new entry partenopea di Best Western: Best Westen Jfk Hotel, nuovo affiliato del gruppo, il secondo a Napoli. L’hotel, tre stelle, si trova in una zona strategica a breve distanza dalla Mostra d’Oltremare e dallo Stadio San Paolo. Tra le quaranta camere si può scegliere anche la tipologia deluxe con vasca idromassaggio, oppure la wellness, dotata di sauna finlandese. L’intera struttura offre ai suoi ospiti numerosi servizi inclusi e gratuiti tra cui wi-fi e parcheggio.


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GRAND HOTEL TREMEZZO GESTISCE VILLA SOLA CABIATI Il Grand Hotel Tremezzo, in provincia di Como, gestirà a partire da questa stagione Villa Sola Cabiati, residenza settecentesca dei duchi Serbelloni, famosa per la bellezza dei suoi interni affrescati dalla scuola di Tiepolo. Grand Hotel Tremezzo e Villa Sola Cabiati si trovano a pochi minuti uno dall’altra sulla Riviera della Tremezzina e celebrano due secoli tra i più luminosi del Lago di Como: il ’700 – l’epoca delle grandi ville, dimore estive dell’aristocrazia milanese, emblema della misura neoclassica – e il ’900 degli splendidi Palace, mito alberghiero internazionale di cui il Grand Hotel Tremezzo è uno dei massimi interpreti, tanto da ricevere nel 2016 il titolo di Hotel dell’anno, conferito dal gruppo Preferred Hotels & Resorts.

NYX MILANO, HOTEL NELLA EX SEDE DELLA PHILIPS

MICROSOFT, NUOVA SEDE APERTA AGLI EVENTI

MICROSOFT

Microsoft ha inaugurato la sua nuova sede a Milano. L’edificio si trova nel quartiere di Porta Volta, in Viale Pasubio 21 ed è di sei piani in tutto, di cui tre sono aperti al pubblico. Non solo uffici dunque, ma spazi da condividere con i cittadini, le aziende, le organizzazioni, secondo il concept degli architetti Herzog & De Meuron che hanno seguito il progetto e secondo un’idea innovativa di “sede aziendale” che coinvolge la città, i talenti, oltre a offrire ai dipendenti ambienti open-space con scrivanie non assegnate diverse nella forma e nell’estetica all’insegna dello smart working. Al piano terra si trova lo showroom aperto da lunedì a domenica dalle 9 alle 20 dove, chi lo desidera, può sperimentare le tecnologie Microsoft, Xbox compresa. Una digital class inoltre sarà a disposizione delle scuole, che potranno provare una didattica multimediale. Al primo piano si trova il Microsoft Technology Center per i professionisti, le imprese e le start-up e soprattutto, al quinto piano, si trova uno spazio eventi, il Loft, che potrà essere utilizzare per organizzare incontri di diverse tipologie.

Ha aperto i battenti Nyx Milano, nuovo elegante hotel del capoluogo lombardo che occupa quella che fu la sede storica della Philips risalente al 1949, da tempo inutilizzata. Affacciato su Piazza IV novembre, il piazzale della Stazione Centrale, l’hotel dispone di 11 piani e 299 camere con 21 suite. Il nuovo quattro stelle appartiene al gruppo Leonardo Hotels, che proprio a Milano inaugura il primo albergo Nyx europeo, al quale seguiranno le strutture di Praga, Monaco di Baviera e Madrid, dopo il primo hotel in assoluto, inaugurato lo scorso agosto in Israele. Nyx Milano si propone alla città con un ristorante da duecento posti, il bar da cento posti e il patio da 120 posti, ambienti che possono essere collegati l’uno con l’altro creando un tutt’uno insieme al giardino interno, perfetto per eventi musicali ed esposizioni d’arte contemporanea, ma anche per altri tipi di eventi così come i grandi terrazzi collocati nei piani alti dell’hotel, che si prestano per accogliere aperitivi, party, sfilate ed eventi aziendali con panorama mozzafiato sullo skyline milanese.

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MANDARIN FIRMA ALLE HAWAII Nuovo indirizzo di lusso firmato dalla catena Mandarin Oriental alle Hawaii. La struttura, che si troverà a Honolulu, sarà pronta per il 2020 e verrà ospitata nella torre di 36 piani Mana`olana Place, costruzione avveniristica con giardini e piazze pubbliche della cui realizzazione è incaricato lo studio di Los Angeles Salem Partners. Situato nel cuore del quartiere di Ala Moana, l’hotel si trova adiacente all’Hawaii Convention Center. Le 125 moderne camere e suite dell’hotel rispecchieranno la cultura hawaiana, insieme alla tradizione orientale di Mandarin Oriental. Il nuovo hotel di Honolulu avrà un ristorante e un bar all’ultimo piano della torre, con splendide terrazze all’aperto, da cui si potrà godere della vista su Diamond Head, Ala Moana Beach e downtown Honolulu. Ci sarà inoltre una lobby lounge e sale meeting ed eventi con vista sulle terrazze e i giardini. Fedele alla filosofia olistica del gruppo, l’hotel comprenderà anche una spa at Mandarin Oriental. che proporrà trattamenti olistici e dedicati al ringiovanimento e al rilassamento, con otto cabine per i trattamenti.

PARTNERSHIP TRA ACCORHOTELS E RIXOS HOTELS Accordo strategico tra AccorHotels e Rixos Hotels, che hanno annunciato una partnership che permetterà al primo di rafforzare la sua presenza nel mercato del lusso e in particolare nel segmento resort. Attraverso questa joint venture, AccorHotels integrerà nel suo network quindici hotel situati in Turchia, Emirati Arabi, Egitto, Russia ed Europa. Come parte di questa operazione, Rixos prevede di passare cinque hotel urbani ai marchi AccorHotels, a cui sarà affidata anche la gestione. A questo portafoglio Rixos aggiungerà un secondo hotel a Dubai e, entro la fine del 2018, altre due strutture rispettivamente ad Abu Dhabi e alle Maldive. La collezione Rixos include mete degne di nota come il Rixos Premium Belek in Turchia e il Rixos The Palm a Dubai. Rixos ha, inoltre, investito in uno dei più grandi parchi divertimento della Turchia, The Land of Legends, che ha aperto le sue porte ad Antalya.

BEST WESTERN ITALIA, THE BEST IS YET TO COME The Best West is yet to come. Questo il leit motif di Best Western Italia che nell’headquarter milanese ha presentato i risultati del 2016 e i progetti per il 2017. Rinnovamento in atto e nuovi obiettivi sono i focus di cui hanno parlato Giovanna Manzi (a sinistra) e Sara Digiesi, rispettivamente Ceo e chief marketing office di Best Western Italia. 160 hotel in cento destinazioni per oltre 12mila camere sono i numeri del presente: gli alberghi sono stati di recente divisi in diversi brand: Bw Plus, Bw Premier, Best Western Premier Collection e Best Western. Negli ultimi sei mesi, a seguito di restyling e investimenti, quattro hotel sono diventati Bw Plus e una dozzina sta investendo con l’obiettivo di un riposizionamento. Il 2016 ha anche registrato l’ingresso di sei nuove strutture in tre nuove destinazioni: Cherasco (Cuneo), Paderno Dugnano (Milano) e Paestum (Salerno) e il network development sarà centrale anche per il 2017. «In ambito alberghiero i brand permettono

agli imprenditori di intercettare mercati e di accedere a opportunità e innovazioni che soli non potrebbero sperimentare» afferma Giovanna Manzi. Anche per quanto riguarda il Mice ci sono novità. «Best Western Italia ha avviato un’iniziativa di segmentazione per gli alberghi congressuali che si basa su diversi criteri di

valutazione, tra cui gli spazi a disposizione, il livello di preparazione dello staff dedicato, le dotazioni tecnologie. Per questi hotel sarà potenziata la comunicazione su tutti i canali e verranno creati momenti di formazione ad hoc che accompagneranno tutto il progetto e coinvolgeranno partner di primario rilievo» ha spiegato Sara Digiesi.

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Importante traguardo per l’Hotel Giò Wine e Jazz Area di Perugia, che festeggia quest’anno i 25 anni di attività. Parte del gruppo Apice Hotels, la sofisticata struttura è ispirata agli originali temi del jazz e del vino

Un gruppo “all’apice” del successo SIMONA ZIN

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ono i temi del jazz e del vino il filo conduttore che guida gli ospiti all’interno dell’Hotel Giò Wine e Jazz Area di Perugia: sono presenti negli arredi delle camere, degli spazi comuni e di quelli del centro congressi, che vanta un auditorium che può ospitare fino a settecento persone a platea e che è sempre più frequentemente scelto come punto di riferimento per gli eventi e i meeting in Centro Italia. Qui sono a disposizione 26 sale dotate dei più moderni impianti tecnologici e audiovisivi, oltre alla linea wi-fi gratuita e dedicata. L’Hotel Giò Wine e Jazz Area è ormai diventato punto di

riferimento per il turismo enogastronomico, leisure e per quello congressuale nel comprensorio perugino. La famiglia Guarducci, rappresentata dai quattro eclettici fratelli Valeria, Massimo, Alberto, Eugenio (nella foto accanto), ha costantemente interpretato il jazz e il vino quali valori aggiunti dell’Umbria, non solo attraverso gli arredi, ma anche con numerosi eventi enogastronomici e musicali. Nel 1992 nasceva l’Hotel Giò Arte e Vini, (poi diventato Wine Area), frutto della lungimirante previsione del padre Antonio, già proprietario di una fornitissima enoteca; il signor Antonio l’aveva progettato per un’accoglienza originale e stimolante, anticipando di molti anni il concetto di “turismo a tema”. CUCINA TOP CLASS Per festeggiare l’anniversario, a fine settembre è prevista una grande festa, anche a seguito dell’importante riconoscimento che il Ristorante Enoteca Giò Arte e Vini, all’interno dell’hotel, ha avuto dalla Guida Michelin

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2017: “Il Piatto”, che viene assegnato a ristoranti con buona cucina, prodotti di qualità e uno chef competente, come Salvatore De Iaco in questo caso, e che si aggiunge alla ormai tradizionale segnalazione del locale da parte della prestigiosa guida. Lo staff guidato da De Iaco, oltre al ristorante à la carte, gestisce con successo e soddisfazione anche il Ristorante New Orleans, dedicato alla banchettistica e al servizio degli eventi congressuali: mangiare bene e bere meglio non è così scontato durante convegni e meeting. Una conferma che riempie di orgoglio non solo i diretti interessati, ma tutta la direzione e il personale dell’Hotel Giò Wine e Jazz Area. L’hotel perugino si caratterizza anche per le sue 202 camere che hanno un’impronta assolutamente originale: le concept room CameraCantina sono camere superior uniche, emozionali, che ricordano i colori, le atmosfere e gli ambienti tipici delle cantine in grado di far “viaggiare” l’ospite nel mondo del vino; costituiscono uno spazio-mostra, dove le aziende e le realtà del vino possono raccontare le loro storie. Le Wine Room sono camere dedicate al vino e arredate con materiali di recupero delle cantine, che trovano nuova vita all’interno degli spazi alberghieri; le Jazz Room, infine, sono camere superior dedicate al jazz e ispirate, nell’arredamento, ai camerini degli artisti. BUSINESS E LEISURE Tra gli altri alberghi del gruppo Apice Hotel, l’Hotel Perugia Etruscan Chocohotel, interamente dedicato al cioccolato, si distingue per la sua originalità e la sua eccellente posizione, a cinque minuti dal centro storico della città, con 94 camere ispirate al cioccolato e suddivise tra Piano al Latte, Piano al Gianduia e Piano Fondente. La struttura,

che ha vinto per cinque anni consecutivi il Certificato di Eccellenza, dispone anche di sale meeting, di piscina esterna e di un ristorante. L’Hotel Brigantino di Porto Recanati, invece, è posizionato sul lungomare della città marchigiana e si propone come location più indicata per un turismo leisure nelle sue 44 camere e nel suo ristorante, nel quale vengono proposti piatti della cucina locale e internazionale. Oltre alla piscina, l’hotel dispone anche dell’area Spa 42, ideale anche per i businessmen che possono accedervi gratuitamente durante l’inverno, utilizzando sauna, bagno turco, doccia emozionale e cromoterapia per rigenerarsi dopo un evento o un viaggio di lavoro. indirizzi a fine rivista

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Esaltare le eccellenze del territorio toscano è tra i commitment del Cosmopolitan Hotels Group, che nelle sue eleganti strutture accoglie la meeting e incentive industry dedicandole spazi e atmosfere dal gusto inequivocabile

Eccellenze in Toscana ALESSANDRA BOIARDI

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i tratta di una delle strutture di punta in Toscana per l’accoglienza congressuale, ma è molto amato anche dal turismo leisure: il Grand Hotel Continental di Tirrenia è il “portavoce” – in ambito Mice – del rinomato Cosmopolitan Hotels Group. Il gruppo guarda con vivo interesse a tutto il territorio toscano e alle sue eccellenze proponendosi di consolidare e riaffermare la posizione del turismo della regione sul mercato nazionale e internazionale, fornendo un’esclusiva combinazione di lusso moderno e comfort, distinguendosi per la qualità e l’accoglienza riservata ai propri clienti, per il servizio e il costante rinnovamento.

LOCATION SU MISURA PER GLI EVENTI AL MARE Il Grand Hotel Continental si trova in uno dei luoghi più celebri del litorale toscano, in grado di offrire, anche in un panorama internazionale, attrattive che vanno dalla inconfondibile bellezza del contesto – a due passi dal mare e circondato dalla profumata macchia mediterranea – alla comodità di essere raggiunto facilmente da Pisa e dal suo aeroporto, che dista solo pochi minuti. Declinare il Mice in maniera professionale si traduce al Grand Hotel Continental innanzitutto in spazi congressuali ben strutturati, composti da sei sale che dispongono di luce naturale. La sala principale è la Ferretti, con 280 posti e dotazioni tecnologiche per le diverse esigenze, come la cabina regia, due schermi con posizionamento regolabile per le proiezioni e monitor giganti per un ottima visibilità anche nelle ultime file. Le altre cinque sale hanno invece capienza da dieci a cento persone. Ma gli spazi a disposizione degli organizzatori di eventi non si esauriscono nel centro congressi: a queste sale si aggiunge infatti un’area espositiva di trecento metri quadrati. Ed è sempre presente lo staff dedicato, a disposizione per un’assistenza professionale e tecnica nella realizzazione di meeting e

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convention che richiedano servizi su misura. Il Grand Hotel Continental dispone di 175 camere di cui quattro suite: particolarmente luminose, sono perfette anche per il lavoro grazie alla dotazione di un nuovissimo sistema wi-fi gratuito, collegato in rete con fibra ottica. A queste stanze si aggiungono i cinquanta appartamenti nel vicino Continental Resort che, come il Grand Hotel Continental è affacciato sul mare, ed è raggiungibile dal giardino. Per chi arriva in hotel in automobile sono inoltre a disposizione un ampio parcheggio e un garage privato che raggiunge i cinquanta posti. DALLA TAVOLA AL TERRITORIO I ristoranti del Grand Hotel Continental, noti per la raffinatezza della cucina, offrono anche in occasione di meeting e convegni i menu più adatti per ogni tipo di evento. Ricette che puntano al recupero della tradizione gastronomica sono proposte insieme ai piatti internazionali più apprezzati, tutti sempre rivisitati dall’estro e dalla creatività dello chef Massimiliano Nori. La continuità con il territorio si trova dunque a tavola, ma non solo, visto che l’hotel è un ottimo punto di partenza per esplorare – nell’ambito per esempio di un post congress – i bellissimi dintorni: la vicina Pisa, ma anche Lucca, Firenze, Volterra e le altre località rinomate della zona, fino a Livorno, con il suo porto collegato giornalmente con Corsica, Sardegna e le isole minori, come Capraia e Gorgona.

La spa fra le montagne, incastonata tra le pareti di cristallo della piramide con la piscina emozionale, il percorso benessere, la sauna, il bagno turco e il frigidarium, regala atmosfere all’insegna del relax. Il Val di Luce Spa Resort vanta una sala di sessanta posti, dotata di luce naturale, supportata dalle più moderne attrezzature e facility nel pieno relax di un ambiente accogliente, silenzioso e dal sapore esclusivo. Da segnalare sicuramente la cucina, che propone ogni giorno sorprendenti armonie di sapori e piatti gustosi e raffinati. Il Cosmopolitan Hotels Group annovera altre affiliazioni in Toscana, tra cui il Miramare Resort di Tirrenia, il Residence Solidago al Calambrone, il Bistrot Mary di Tirrenia, oltre all’Hotel Riva del Sole di Marina di Campo e il Drago Residence all’isola d’Elba.

In questa pagina, alcune immagini del Val di Luce Spa Resort, nel comprensorio sciistico dell’Abetone. Nella pagina accanto, il Grand Hotel Continental a Tirrenia

indirizzi a fine rivista

INCENTIVE TRA RELAX E NATURA IN MONTAGNA Il Val di Luce Spa Resort è la perfetta location per ospitare il Mice nel cuore del comprensorio sciistico dell’Abetone, sul versante pistoiese dell’Appenino con le sue 32 camere e 45 suite. In uno scenario che spazia dai paesaggi invernali innevati al verde della natura durante i mesi più caldi, l’hotel si propone come luogo ideale per ospitare soggiorni incentive in tutte le stagioni che vogliano approfittare dei dintorni e delle attività all’aria aperta che vi si possono organizzare, per esempio corsi di nordic walking, ciaspolate ed escursioni.

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La struttura, che fa parte di Costa degli Ulivi, ha rinnovato la sala convegni e propone oggi un servizio a quattro stelle; nuovo il direttore e parte dello staff. Massima cura nella ristorazione anche nelle altre tre location del gruppo

Nuovo look per il Torre Normanna SIMONA ZIN

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osta degli Ulivi è sinonimo di accoglienza di gran classe in Sicilia, dove il gruppo vanta quattro strutture di fascino per congressi ed eventi, nelle quali, oltre a un’eccellente ospitalità, sono a disposizione tecnologie moderne e spazi polifunzionali: dal Grand Hotel Piazza Borsa di Palermo allo Splendid Hotel La Torre a Mondello, dall’Hotel Torre Normanna – a venti chilometri dal capoluogo siciliano – fino all’Eolian Hotel, sull’Isola di Vulcano. Tra le ultime novità di

Costa degli Ulivi, la riqualificazione a quattro stelle dell’Hotel Torre Normanna, che ha anche rinnovato la sua sala congressi, oggi attrezzata per accogliere fino a settecento persone; l’albergo ha anche un nuovo staff e un nuovo direttore al timone. L’hotel sorge all’interno del Complesso Torre Normanna e dispone di 143 camere, american bar, ristorante, sala banchetti, e uno splendido terrazzo panoramico. Oltre alla sala principale modulare, fanno parte dell’offerta congressuale del Torre Normanna anche tre sale satelliti, che si estendono su trecento metri quadrati e sono ideali per sottogruppi, pause di lavoro e come spazi espositivi. RISTORAZIONE TOP CLASS Altra struttura storica del gruppo siciliano è il Grand Hotel Piazza Borsa, frutto della fusione in un’unica struttura alberghiera di tre palazzi contigui del centro storico di Palermo, il nucleo centrale dei quali è il convento e la grande chiesa dei Padri della Mercede. Il complesso forma oggi una struttura molto particolare, nella quale trovano spazio even-

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ti e congressi in otto sale che si avvalgono di servizi tecnici all’avanguardia e di un’assistenza personalizzata. Grande importanza viene attribuita qui, come in tutte le strutture del gruppo, alla ristorazione, sempre al top con piatti di classe e servizio di alto livello: nell’hotel palermitano le quattro sale dedicate al food sono caratterizzate da ambienti accoglienti ed esclusivi, per un veloce pranzo di lavoro o per una cena di gala, organizzati a seconda delle esigenze e caratterizzate da menu su misura. Dopo il buon cibo, spazio anche al benessere: a disposizione degli ospiti c’è un percorso che comprende sala relax, sala massaggi, bagno turco, sauna, vasca idromassaggio, docce emozionali. Indiscusso, il fascino inimitabile del chiostro cinquecentesco; cinquecento metri quadrati divisi fra salottini ed enclave, protetto da uno straordinario tetto mobile. All’occorrenza il chiostro si trasforma in sala cocktail, show room o sala workshop, con allestimenti sempre in perfetta sintonia con le straordinarie atmosfere del luogo. Ottima cucina e moderni spazi per eventi an-

che allo Splendid Hotel La Torre, a Mondello, a pochi minuti di bus dal centro della città. Dotato di 168 camere moderne, molte con vista mare da un elegante terrazzino, l’albergo comprende anche un centro congressi che si estende su una superficie di circa ottocento metri quadrati, con salette da due a trecento posti equipaggiate con la tecnologia più moderna. La struttura completa la sua offerta con una piscina con acqua di mare realizzata fra gli scogli di un promontorio privato, oggi iscritto nella riserva marina di Mondello, con un ampio solarium, annessa vasca idromassaggio, un bar attrezzato e un comodo accesso alla piattaforma realizzata sugli scogli per i bagni in mare. Sull’isola di Vulcano sorge, infine, l’Eolian Hotel, al centro della Baia di Ponente: si tratta di un’altra affascinante oasi di ospitalità di Costa degli Ulivi, con 88 camere realizzate ispirandosi alla particolare atmosfera eoliana e tutte dotate dei comfort più moderni. La struttura dispone, tra l’altro, di ristorante panoramico all’aperto, american bar, sala riunioni fino a cento persone, ampie terrazze sul mare, solarium, piscine con acqua dolce e con acqua di mare, bar a bordo piscina, campo da tennis illuminato. L’hotel si trova in una baia di bassi fondali di nera sabbia vulcanica, in un contesto paesaggistico unico, come quello di tutte le strutture del gruppo. indirizzi a fine rivista

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Sheraton Milan Malpensa Malpensa Terminal, 1 Numero totale camere: 437 | Ristoranti: 1 | Posti Ristorante: 150 | Sale meeting: 30 | Capienza sala maggiore: 1.100 posti | Capienza sala minore: 10 posti | mq di aree espositive: 1.820 | Possibilità organizzazione post congress

Situato all’interno dell’aeroporto milanese, lo Sheraton Milan Malpensa si distingue non solo per la posizione strategica per il settore Mice e per gli spazi attrezzati, ma anche per la cura e la maestria esibite in cucina

Poesia in cucina SIMONA ZIN

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l’unico hotel con accesso diretto al Terminal 1 dell’Aeroporto Milano Malpensa e si trova a circa mezz’ora dal centro di Milano grazie al servizio Malpensa Express: lo Sheraton Milan Malpensa Airport Hotel & Conference Center si classifica come uno degli hotel con il centro congressi più grandi d’Italia, vantando più di trenta sale completamente insonorizzate e organizzate in modo tale da soddisfare qualsiasi esigenza per eventi e meeting. Con le sue 437 stanze questo hotel è la scelta ottimale per coloro che vogliono riposarsi tra un volo e l’altro, ma chi lo sceglie ha anche la possibilità di sperimentare la migliore tradizione culinaria italiana nel ristorante Il Canneto, che accoglie gli ospiti in un ambiente luminoso e arioso. Qui è possibile ritagliarsi una pausa di tran-

quillità nella frenesia dell’aeroporto internazionale assaporando le deliziose creazioni dello chef Pasquale D’Ambrosio (nella foto a fianco): originario di Napoli ma cittadino del mondo, Dambrosio dà vita a formidabili creazioni culinarie reinventando il cibo e definendosi un avventuriero che, oltre a trovare il perfetto equilibrio tra benessere fisico e mentale, vuole sottolineare la semplicità e la bellezza emotiva del condividere un pasto insieme. Le sue creazioni culinarie sono la sua poesia e il modo in cui vuole trasmettere emozioni. Ogni sera gli ospiti dello Sheraton Milan Malpensa possono godere di tanta innovazione e di una nuova prospettiva gastronomica, grazie a una varietà di menu extra e deliziosi piatti stagionali. Al mattino, invece, la giornata in hotel inizia nel migliore dei modi grazie a una ricca colazione, con una scelta che spazia dalla pasticceria fatta in casa fino ai prodotti senza glutine. Altra proposta, il Lunch al volo, un pranzo veloce di 15 minuti con scelta tra quattro tipi di menu (carne, pesce, vegetariano/vegano, tradizionale) al ristorante che è aperto non solo per chi alloggia nell’hotel ma anche per chi, tra un volo e l’altro, vuole concedersi una pausa rilassante. Spazio anche al puro relax nell’incantevole Shine Spa for Sheraton, in un’area di circa mille metri quadrati: completa l’offerta dell’hotel anche una bellissima piscina al coperto. indirizzi a fine rivista

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Italia Eventi Group è la società con sede a Roma specializzata nell’ideazione e nell’organizzazione di eventi e manifestazioni fieristiche su tutto il territorio nazionale e internazionale. Originalità, innovazione e alta partecipazione sono i caratteri distintivi degli eventi realizzati da Italia Eventi, il cui principale obiettivo è creare situazioni uniche e indimenticabili, capaci di coinvolgere il vasto pubblico e di toccare le sue corde emotive. Italia Eventi segue ogni evento a 360°, coniugando in modo perfetto competenze strategiche, tecniche e creative. Un grande Team costituito dai migliori professionisti del settore e da una consolidata rete di collaboratori esterni.

I TALIA EVENTI GROUP s.r.l. www.italiaeventigroup.it | info@italiaeventigroup.it Sede Legale: Via Di Vigna Murata 324, 00143 Roma | Tel +39 06 51606861


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Best Western Premier Bhr Treviso Hotel S Quinto di Treviso (Tv) Numero totale camere: 133 di cui 17 junior suite e 1 suite presidenziale | Ristoranti: 1 ristorante DiVino Osteria Trevigiana | Posti: 100 posti | Sala banchetti: 500 posti | Sale meeting: 13 | Capienza sala maggiore: 700 posti | Capienza sala minore: 12 posti | Saletta segreteria | mq di aree espositive: 2.300 | Possibilità organizzazione post congress

Una struttura moderna, un servizio personalizzato, uno staff professionale e preparato, che ha nel tempo sviluppato la massima creatività per attività post congressuali stimolanti e ricercate: è il Bw Premier Bhr Treviso Hotel

Business al top SABRINA PIACENZA

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acile accessibilità e posizione strategica, massima flessibilità della struttura, eccellenza del servizio e molto altro. Il Bw Premier Bhr Treviso Hotel è oggi un punto di riferimento nel panorama italiano per l’attività congressuale e più in generale per tutto quanto riguarda il mondo incentive, avvalorato anche dall’inserimento nella classifica di www.hotels.com dei Best Top 50 Business Hotel a livello internazionale. Oltre quattromila i metri quadrati del centro congressi, capaci di accogliere oltre 1.300 persone in un’unica soluzione, 13 sale meeting modulari con luce naturale dotate delle più moderne tecnologie audio e video e collegabili tra loro in videoconferenza dalle sale regia, con possibilità di uffici esclusivi o condivisi (co-working), tre ampi foyer attigui alle sale plenarie, dove è possibile organizzare accrediti, coffee break, pranzi a buffet per un evento curato a 360 gradi: questi i numeri del Bhr, un quattro stelle Superior che dispone di 133 camere, tra le quali junior suite e suite presidenziale con ampi spazi per lavoro d’ufficio o per incontri e riunioni private. Nella bella stagione è anche possibile utilizzare

la terrazza esterna per allestire cocktail, buffet, esposizioni o presentazioni di prodotti. Negli anni lo staff qualificato di Bhr ha sviluppato una solida competenza nella progettazione dei ricercati momenti e delle attività post congressuali. Proposte divertenti e creative – come l’organizzazione di team building all’interno di palazzi e dimore storiche di cui il territorio circostante è ricco – ma anche di rassegne musicali, enogastronomiche, aperitivi e cene a tema che animano la hall e il ristorante durante tutto l’anno. Per l’accoglienza dei grandi eventi l’hotel dispone di parcheggio esterno e garage video-sorvegliato per oltre seicento posti auto. Su richiesta, a disposizione degli ospiti, anche il servizio navetta per il centro città, l’aeroporto Canova di Treviso e lo scalo internazionale Marco Polo di Venezia, room service, check-in dedicato e late check-out. Senza dimenticare la ristorazione di alto livello e un servizio catering in grado di soddisfare qualsiasi esigenza per momenti conviviali da organizzare sia nella struttura sia in prestigiose location del territorio. indirizzi a fine rivista

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Hotel Brunelleschi  Firenze Numero totale camere: 96 | Ristoranti: 4 | Posti: max 136 | Sale meeting: 2 | Capienza sala maggiore: 120 posti | Capienza sala minore: 28 posti | Saletta segreteria | mq di aree espositive: 93,72 | Possibilità organizzazione post congress

Il raffinato quattro stelle fiorentino viene menzionato in due capolavori letterari come luogo lussuoso per antonomasia: e in questo contesto l’Hotel Brunelleschi accoglie anche congressi ed eventi nelle sue due sale e nei quattro ristoranti

Un hotel “d’autore” SIMONA ZIN

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no degli hotel più suggestivi per soggiornare nel cuore di Firenze è l’Hotel Brunelleschi, tanto famoso per la sua eleganza e il lusso che lo contraddistingue da essere citato in due best seller di fama mondiale, Inferno e Il Codice da Vinci di Dan Brown: “(…) possiamo rivederci?” Per un momento Langdon si sentì girare la testa. Era perso nei suoi occhi. “Già, quando?” rispose, chiedendosi se gli avesse letto nella mente. “Bè il prossimo mese devo andare a Firenze, ad una conferenza. Sarò laggiù per una settimana, senza molto da fare.” “Cos’è, un invito?” “Vivremo nel lusso. Mi hanno assegnato una stanza al Brunelleschi.” ATMOSFERA MAGICA In questo boutique hotel è possibile immergersi nella magica ambientazione dei quartieri rinascimentali, passeggiare per le vie dello shopping del centro e visitare i monumenti principali del capoluogo toscano, come gli Uffizi, Ponte Vecchio, il Battistero o il Duomo.

La storica location all’interno di una delle torri più antiche di Firenze e di una chiesa medievale permette agli ospiti di immergersi in un’atmosfera davvero incantata e, a tratti, misteriosa: una visita al Museo della Pagliazza, per esempio, nella torre omonima, è una delle possibilità offerte dall’hotel per un piacevole momento post congress. Nelle eleganti e spaziose 96 camere e suite, totalmente ristrutturate, alcune delle quali con jacuzzi e vista sul Duomo, si può riposare in assoluto relax dopo un’impegnativa giornata di lavoro. Le sale meeting a disposizione sono due: la San Michele e la Pagliazza, mentre ci sono ben quattro ristoranti, anch’essi utilizzabili nell’ambito di eventi. Il Santa Elisabetta, al primo piano, propone un mix tra cucina tradizionale e creativa, mentre l’Osteria della Pagliazza si distingue per essere situata nella misteriosa e affascinante torre bizantina. Gli altri due ristoranti, il Liberty e lo Stemma, possono essere uniti e ospitare insieme fino a 136 ospiti per eventi di vario genere. Completa l’offerta dell’hotel una sala fitness con attrezzature Technogym. Le diverse soluzioni messe a disposizione in questo splendido hotel al centro di Firenze – anche per team building e programmi post congress – permettono agli operatori del settore Mice di far vivere esperienze uniche tra romanticismo, attività culturali e sportive e momenti di assoluto relax, in una città che non delude mai chi sceglie di visitarla. indirizzi a fine rivista

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SITE INSPECTION hotel

Grand Hotel Principe di Piemonte  Viareggio (Lu) Numero totale camere: 106 | Ristoranti: 2 – Ristorante Toscano Regina – Ristorante Il Piccolo Principe (2 stelle Michelin) | Posti: Regina: max 250 | Sale meeting: 7 | Capienza sala maggiore: 250 posti | Capienza sala minore: 6 posi | Saletta segreteria | mq di aree espositive: 300 | Possibilità organizzazione post congress

Sette sale eleganti e moderne sono tra i plus del Grand Hotel Principe di Piemonte, storica struttura della Versilia che unisce alla tecnologia più avanzata per il Mice ambienti ricchi di fascino e servizi top class

Accoglienza principesca SIMONA ZIN

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no dei punti di riferimento sul lungomare di Viareggio, sia per la sua prestigiosa struttura sia perché è sinonimo di accoglienza, è senz’altro il Grand Hotel Principe di Piemonte, storico hotel di lusso e membro di Small Luxury Hotels of the World. Inaugurato nei primi Anni 20, ha rivisto la luce nel 2004 dopo due anni di restauro conservativo, che lo hanno riportato all’antico splendore. L’hotel è un concentrato di storia, fascino ed eleganza, adagiato a pochi metri dal mare; è la location ideale per aziende e privati alla ricerca di un luogo in cui pianificare riunioni e incontri di lavoro nelle sue sette sale, che sono in grado di ospitare meeting importanti, ristrette riunioni private, convegni di settore, dinamiche presentazioni di prodotto, conferenze stampa, eventi di ogni tipo. E tutto questo con la tecnologia più moderna, uno staff altamente professionale sempre a disposizione degli organizzatori e con la classe e lo stile degli ambienti interni ed esterni che fanno della struttura una destinazione congressuale di alto livello. Butterfly, Turandot, Tosca e Musetta sono le classiche sale che, insieme, riescono ad accogliere fino

a 250 persone, mentre la sala Regina può ospitare fino a un massimo di quaranta partecipanti; la veranda per coffee break è uno spazio esclusivo e originale, contraddistinto dalla luce naturale e dalla vista sul mare. Da citare anche la sala centrale, lo spazio più ampio, ricavato dai locali del ristorante Regina, per un massimo di 250 ospiti, ideale per grandi eventi, cerimonie e meeting. Altro plus dell’hotel è la ristorazione proposta nei due ristoranti, Regina e Il Piccolo Principe: il primo propone una cucina tradizionale nella elegante sala al piano terra o nella veranda. Il Piccolo Principe, invece, due stelle Michelin, è famoso per una cucina ricercata con una carta dei vini molto fornita, in una elegante ed esclusiva sala rinnovata al quinto piano, con vista mozzafiato sul mare e sulle Alpi Apuane, o nella splendida terrazza a bordo piscina sul roof garden. Momenti di totale relax sono poi garantiti nella spa, per un’esperienza polisensoriale che contribuisce a rendere indimenticabile un soggiorno nella storica struttura toscana. indirizzi a fine rivista

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OLTRE L’EVENTO Exploring New Visions

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Esploriamo con coraggio. Progettiamo con passione. Realizziamo l’inatteso.

EVENT PRODUCTION | INCENTIVE | BRAND COMMUNICATION | DIGITAL


SITE INSPECTION

FOTO@MATTEO CARASSALE

location per eventi

Un evento internazionale dedicato al garden design e all’architettura del paesaggio, un festival che per sei mesi accenderà i riflettori su una location per eventi straordinaria e decisamente unica nel panorama italiano. Dove? A Radicepura, in Sicilia

Essenza mediterranea

FOTO@MATTEO CARASSALE

FOTO@MATTEO CARASSALE

SABRINA PIACENZA

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aranno 14 i giardini protagonisti dal 21 aprile al 21 ottobre 2017 nella prima edizione del Garden Festival del Mediterraneo, un evento che si terrà all’interno del Parco Botanico della Fondazione Radicepura e che celebrerà il ruolo del giardino dal punto di vista estetico-culturale ma anche come luogo ideale per contemplare la bellezza. A ospitare installazioni paesaggistiche di autori diversi per provenienza, esperienza e creatività sarà uno dei parchi botanici più importanti e ricchi d’Europa, incastonato nella splendida terra di Sicilia, a Giarre. Quattro giardini di grandi dimensioni saranno realizzati da paesaggisti di fama internazionale, ciascuno dei quali avrà a disposizione circa 150 metri quadrati: Michel Péna, Stefano Passerotti, James Basson, Kamelia Zaal sono i nomi dei quattro autori di incredibili creazioni, ideate e realizzate appositamente per Giarre. Sei progetti sono invece stati selezionati tramite concorso internazionale tra giovani designer under 35; questi daranno vita a spazi compresi tra i tra trenta e cinquanta metri quadrati. I progetti vincitori e che quindi saranno realizzati e visibili a Radicepura sono: Identità mediterranea, degli studenti del corso di laurea in Verde Ornamentale e Tutela del Paesaggio, Università di Bologna – Prof. Anna Costa (Italia); Re-Live di Carmen Guerrero Mo-

stazo, architetto freelance e Andrea Graña, Escuela Técnica Superior de Arquitectura de Barcelona (Spagna); Through Vegetation, di Claudia Amias e Joan Batlle – Escuela Técnica Superior de Arquitectura de Barcelona (Spagna); Jardin de Mantille, di Maia Agor – Agence de Paysage Andueza Agor (Francia); Passage to Mediterranean di Artun Agbulut, Hande Kalender, Melis Yuksel, Murat Usta, Sabahattin Sakalli e Yagmur Yenice – Istanbul Technical University e Mustafa Kemal University (Turchia); Hortus Salis di Alejandro O’Neil, professionista freelance (Francia). A completare l’esposizione concorreranno anche quattro installazioni ospiti: il Giardino della Dieta Mediterranea di Coloco Studio, Anamorfosi di François Abelanet, La Macchia e Il Giardino Italia realizzato in collaborazione con Flormart, l’Università degli Studi e l’Orto Botanico di Padova. Proposte diverse per impostazione, realizzazione e utilizzo di piante, accomunate da un filo conduttore, quello delle “essenze mediterranee”, grazie alle quali raccontare questa incredibile varietà. Obiettivo che Radicepura persegue ogni giorno valorizzando quel perfetto mix tra l’eccellenza del clima, del substrato e dell’acqua, condizione ideale che fa sì che i vegetali si esprimano in questi luoghi con più vigore che altrove. indirizzi a fine rivista

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Lusso over the top Strutture uniche, molto più che esclusive, immerse in incredibili paesaggi tropicali: sono i Sandals Resorts, per momenti di relax Luxury Included e per inedite attività incentive SABRINA PIACENZA

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uxury included. Può essere questa in estrema sintesi la mission del Gruppo Sandals Resorts International (Sri), che offre soggiorni di lusso all-inclusive in fantastici resort disseminati nelle spettacolari isole dei Caraibi. St. Lucia, Giamaica, Antigua, Bahamas, Barbados e Grenada ospitano un totale di 19 strutture di altissimo livello sulle spiagge più belle del mondo e immerse in scenari tropicali davvero unici. Tra suite esclusive, isole private e un servizio che va al di là dell’eccellenza, Sri offre ai propri ospiti un soggiorno indimenticabile sotto ogni aspetto: attività sportive a contatto con la natura, benessere, fitness e una proposta culinaria senza eguali grazie alla presenza di 162 ristoranti che propongono fino a 21 cucine internazionali differenti e completano un’offerta di altissimo livello capace di en-

tusiasmare anche la clientela più esigente come quella business. L’offerta gastronomica nasce dalla creatività del pluripremiato Walter Staib e del suo team a cinque stelle che hanno dato vita al programma 5-Star Global Gourmet, che permette di vivere un’esperienza singolare attraverso un giro del mondo culinario costituito da delicate portate multi sapore, dal caraibico all’italiano, dal thailandese al giapponese, passando per il francese, il mediterraneo, l’inglese e l’indiano. La formula Luxury Included, che è uno dei fiori all’occhiello dei resort Sandals (strutture per coppie senza bambini) e Beaches (resort per famiglie), comprende infatti gastronomia gourmet, drink dei brand più esclusivi, sport acquatici e di terra come il golf da praticare negli splendidi campi, wifi e molti altri servizi contraddistinti da una qualità assoluta. Esclusività che traspare immediatamente anche dalle suite arredate con materiali di pregio e tecnologie sofisticate e dotate di vasca jacuzzi, letto king size e letti a baldacchino, per unire il massimo comfort a uno stile esotico ed elegante.

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Le camere di categoria elevata sono dotate del Butler Service, maggiordomi personali a completa disposizione degli ospiti per garantire standard di servizio ancora più alti. Senza dimenticare la possibilità per tutti gli ospiti di passare momenti rigeneranti nella pluripremiata Red Lane Spa, un vero santuario per il corpo, una miscela tra trattamenti occidentali e caraibici che garantisce equilibrio, armonia e massimo relax. La formula all-inclusive dei Sandals Resorts e Beaches Resorts, permette dunque di usufruire di una quantità e qualità di servizi esclusivi senza eguali sul mercato. PER UN MICE A CINQUE STELLE Sandals Royal Bahamian Spa Resort & Offshore Island a Nassau, Bahamas è il resort che si presta in modo specifico per ospitare gruppi incentive grazie alla comoda vicinanza con gli Usa e alla presenza di un’isola privata adiacente al resort, ideale per cene di gala e attività di team building. Dal passato glamour, il Sandals Royal Bahamian è oggi una delle perle dei Caraibi. Al tempo club privato destinato all’alta società inglese, accoglieva tra gli ospiti il Duca e la Duchessa di Windsor e gli intramontabili Beatles, come testimoniano il fascino e la raffinatezza dello stile britannico che contraddistinguono ancora oggi i numerosi dettagli della struttura. A Nassau, così come nelle altre strutture, il

team eventi di Sri è a disposizione dei gruppi incentive per la creazione di pacchetti dedicati e la gestione di eventi ad hoc, studiati anche secondo temi specifici e volti ad attività di team building, serate di gala o momenti speciali più in generale. Le sale meeting presenti nella struttura sono a disposizione per organizzare incontri di lavoro, convegni, presentazioni personalizzate, così come gli spazi all’aperto si prestano perfettamente per allestire cocktail e serate glamour. Tutti i resort Sandals si inseriscono in un paesaggio da sogno e offrono la possibilità di organizzare escursioni con Island Routes Caribbean Adventures, attività alla scoperta del territorio da svolgere in team. Il tutto grazie alla formula Luxury Included (le escursioni sono escluse), che è la filosofia portante del Gruppo Sandals Resorts International e ne contraddistingue l’offerta anche per il mondo incentive. indirizzi a fine rivista

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ALESSANDRA BOIARDI

ANDREA VARNIER NUOVO AD DI FILMMASTER EVENTS Andrea Varnier è il nuovo amministratore delegato di Filmmaster Events. Varnier, 53 anni veronese di nascita, ha un’esperienza di trent’anni nella gestione di eventi internazionali e da molti anni è legato al mondo olimpico. Il suo “debutto” in questo ambito risale al 2001 come direttore Immagine ed Eventi per le Olimpiadi invernali di Torino 2006. Successivamente è consigliere Ioc per i Giochi Olimpici di Pechino 2008 (da qui anche la pubblicazione del libro “Beijing 2008 Ceremonies – The Experience”) e in ultimo Ceo di Cerimonias Cariocas 2016, il consorzio brasiliano di cui Filmmaster Events è stato partner, per la realizzazione delle cerimonie olimpiche e paralimpiche, del Viaggio della Torcia Olimpica e Paralimpica e delle cerimonie di benvenuto agli atleti, che per la prima volta sono state interamente affidate ad una sola società (Cc2016). Oggi alla guida di Filmmaster Events, afferma: «Opereremo non solo nel settore degli eventi sportivi internazionali e dei grandi show, dove tra l’altro Filmmaster Events l’anno scorso ha raggiunto un record mai eguagliato prima con ben nove cerimonie di eventi sportivi in una sola stagione. Mi auguro che la mia presenza aiuterà ad accelerare progetti di espansione in diverse aree geografiche con nuove possibilità di business e progettazione creativa».

NUOVA NOMINA EMEA IN CWT Carlson Wagonlit Travel (Cwt), azienda globale specializzata nella gestione dei viaggi d’affari e di meeting ed eventi, ha nominato Sophie Hulgard quale vice president Global Program Management Emea. Sophie Hulgard subentra a Brigitte Nisio, nominata country director di Cwt in Francia. Nell’ultimo anno Hulgard ha ricoperto il ruolo di vice president sales Emea per il team Hotels e in precedenza ha guidato il Product Marketing e Sales Emea di Cwt, dove è entrata nel 2008 come country manager per la Danimarca. «La mission di Cwt è essere la prima digital travel management company a livello globale – sottolinea Cathy Voss, executive vice president Global Program Solutions di Cwt –, l’esperienza e l’entusiasmo di Sophie sono la garanzia che offriremo il miglior servizio possibile ai nostri clienti, supportati anche dalla nostra trasformazione digitale, che sta accelerando il passo e offre ogni giorno sempre più valore aggiunto ai clienti».

GIRO DI POLTRONE PER SINA Giro di poltrone per Sina: al Sina Bernini Bristol di Roma arriva Gaetano Torino (a sinistra) e al suo posto, al Sina Villa Medici di Firenze, giunge Lorenzo Vivalda (a destra). Si tratta di due capisaldi di Sina Hotels, entrambi con un’importante esperienza nel mondo dell’hôtellerie di lusso. Gaetano Torino, nel suo lungo percorso professionale, ha lavorato in Italia e all’estero per compagnie alberghiere come Grand Metropolitan Hotels, Holiday Inn, Sheraton e Intercontinental, diventando nel 1996 amministratore delegato di Intercontinental Italia, successivamente in Le Méridien, per poi arrivare nel 2010, con la carica di direttore, al Sina Villa Medici di Firenze e ora al Sina Bernini Bristol. Lorenzo Vivalda ha iniziato la sua prestigiosa carriera più di venticinque anni fa presso il Berkeley Hotel di Londra del gruppo Savoy per poi proseguire il suo percorso professionale nei più importanti alberghi di Ciga Hotels, in seguito di Starwood Hotels & Resorts e Marriott, fino all’approdo nel 2007 in Sina Hotels in qualità di direttore del Sina Bernini Bristol: da questo mese prenderà le redini del Sina Villa Medici di Firenze.

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PARTNER news persone e poltrone

DAVIDE GIACALONE DIRIGE IL BEST WESTERN PLUS HOTEL GALLES

Davide Giacalone è il nuovo general manager di Best Western Plus Hotel Galles. Il neo-direttore, 36 anni, approda al quattro stelle milanese dopo una solida esperienza nell’ospitalità avviata dopo gli studi in Conservazione dei Beni Culturali Archeologici all’Università della sua città, Palermo. Dopo un master in Turismo si trasferisce nel 2008 a Milano e due anni dopo il passaggio a B&B Hotels segna un significativo avanzamento professionale: per i successivi sei anni Davide Giacalone si occupa di gestione ope-

rativa e strategica delle strutture del gruppo. Best Western Plus Hotel Galles, affacciato direttamente su Corso Buenos Aires, è ospitato all’interno di un palazzo di fine Ottocento. L’albergo dispone di duecento camere, centro fitness & spa con palestra, sauna e piscina coperta riscaldata. L’offerta congressuale si compone di quattro sale meeting di varie dimensioni delle quali la maggiore accoglie fino a sessanta persone. All’ultimo piano si trova La Terrazza, ristorante panoramico aperto a ospiti e pubblico.

SOFITEL ROME VILLA BORGHESE CHIAMA EDOARDO GIUNTOLI Edoardo Giuntoli è il nuovo general manager del Sofitel Rome Villa Borghese. Milanese d’origine, classe 1974, Giuntoli approda nella esclusiva location del Gruppo AccorHotels forte dei ruoli manageriali ricoperti nell’ambito dell’ospitalità di alta gamma nel mondo. Dopo la laurea in Hospitality Management Program all’Essec Business School di Parigi, Giuntoli ha iniziato la sua carriera nel Club Méditerranée per poi ricoprire, negli ultimi undici anni, diverse posizioni di prestigio, tra cui quella di direttore a Le Meridien, di direttore generale in Sofitel Essaouira, Sofitel Agadir e di cluster general manager Avani & Anantara Resort Kalutara (Alberghi Minori Group).

LUCA ROMBI ALLA GUIDA DEL COLONNA PEVERO HOTEL Il Colonna Pevero Hotel di Porto Cervo affida a Luca Rombi il ruolo di direttore. Il neo-direttore vanta un trentennale esperienza nell’hôtellerie di prestigio e un curriculum che annovera collaborazioni di rilievo sia in Italia sia all’estero, in particolare alle Isole Vergini Britanniche, dove ha assunto la direzione della sede caraibica dello Yacht Club Costa Smeralda fondato da Aga Khan nel 1967 a Porto Cervo. In passato Rombi ha ricoperto il ruolo di direttore operativo al Villa Paradiso Beauty Clinical Hotel di Gardone Riviera, si è spostato in seguito al Grand Hotel des Bains di Ciga Hotels, del Lido di Venezia, dove ha ricoperto il ruolo di responsabile della room division. Nel 1996 è approdato alla direzione dell’Hotel Pierre Milano, cinque stelle del centro città, per poi andare al Radisson Sas di Brescia. Nel 2002 in Sardegna è general manager dell’Hotel Cala di Falco del gruppo sardo Delphina Hotels e nel 2009 viene chiamato dalla tedesca Travel Charme Hotels & Resorts a ricoprire la posizione di general manager per l’apertura del Resort Grande Baia a San Teodoro. Nel 2011 si è impegnato per l’apertura dell’Hotel Lunetta, nel centro storico di Roma, e del De La Ville di Trinità dei Monti di Intercontinental Hotel Group, icona del lusso capitolino.

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Dimore storiche per eventi, meeting, congressi e incentive

Incontrarsi nella storia È inutile: il fascino della location storica non passa mai di moda. Se è vero che castelli, ville, dimore nobiliari rappresentano l’essenza più vera del nostro Paese, un evento tra le loro mura è un sicuro successo

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l Belpaese è emblema indiscusso di arte, storia, cultura, ma in Italia la storia non è solo quella scandita dai grandi lasciti del passato, è anche quella sussurrata da isolati castelli medievali, da sfarzose dimore nobiliari, da eleganti palazzi borghesi: ogni angolo della Penisola custodisce una gemma architettonica e il Mice può attingere a piene mani a questo immenso tesoro e scegliere tra un numero pressoché infinito di location dal fascino indiscusso per allestire gli eventi più diversi, dai lanci di prodotto ai congressi, dai retreat alle cene di gala, certi di regalare ai partecipanti un’esperienza non replicabile altrove. La mappa delle residenze storiche nel nostro Paese si articola in un tracciato che da nord a sud e da est a ovest non trova soluzione di continuità, colorandosi di sfumature che dal Medioevo ai primi del Novecento dipingono i momenti più alti e significativi della storia italiana.

SCENOGRAFIE IN ESCLUSIVA Perché scegliere una location storica per il proprio evento? Naturalmente i motivi sono molteplici, ma tra i primi in ordine di esclusività c’è la possibilità di ottenere soltanto per i propri delegati quello che normalmente è per tutti. Ecco dunque che una visita serale a un museo abbinata a una cena di gala diventa un momento unico che prima di tutto fa sentire speciali i partecipanti, offrendo tra l’altro il vantaggio di beneficiare di un momento culturale altissimo, sia che si tratti di collezioni d’arte o di archeologia, di raccolte scientifiche o storiche. A raccontare la storia sono anche le residenze antiche, che tra le loro stanze hanno visto celebrare momenti significativi che hanno saputo magari cambiare il destino del nostro Paese o più semplicemente hanno visto animarsi tra le loro pareti routine quotidiane molto spesso oggi ancora testimoniate da preziosissimi pezzi unici di arredamento, oggetti d’uso comune o di raro pregio. Le residenze storiche mettono a disposizione degli eventi il loro volto più magnificente, che molto spesso è quello degli imponenti saloni, ancora meglio se introdotti dai proprietari stessi, trait d’union con la grandezza di antenati illustri o custodi di uno

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dimora storica contemporanea L’Umbria conserva intatto il fascino della natura, delle arti e delle tradizioni. Gubbio, nel cuore dell’Umbria, rappresenta un candido gioiello incastonato nel verde, le sue architetture sono tra le testimonianze più alte di un Medioevo colto e raffinato e giungono a noi come monumenti senza tempo. In questa cornice vi accoglie il Park Hotel ai Cappuccini, dimora ideale di un’antica, nuovissima ospitalità, offrendovi spazi esclusivi e servizi eccellenti per convegni e incentives di sicuro successo.

Park Hotel ai Cappuccini Via Tifernate • 06024 • Gubbio (Perugia) • Italy • Tel. +39 075 9234 • Fax +39 075 9220323 www.parkhotelaicappuccini.it • info@parkhotelaicappuccini.it

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Ville Castelli e Palazzi

Dimore storiche per eventi, meeting, congressi e incentive

scrigno prezioso del passato. I saloni sono spesso musei essi stessi, portatori di preziosità antiche come affreschi, arredi ed elementi decorativi, offrendo un contesto autentico e non replicabile per eventi che vogliano sottolineare un certo gusto raffinato. CASTELLI, BORGHI E ABBAZIE: LA STORIA È DIFFUSA Sotto la definizione di “location storica” si colloca una vasta e varia gamma di strutture di cui l’Italia è ricchissima, che abbracciano un lunghissimo periodo che si allunga fino ai primi anni del secolo scorso e presentano peculiarità diversissime tra loro. Oltre alle location più esclusive, si potrebbe optare per castelli di origine medievale, abbazie e monasteri fino a interi borghi riportati in vita dalla volontà conservativa di chi crede nel valore della tradizione, la scelta è praticamente infinita. È soprattutto in quei casi che la storia coincide con la tradizione: il valore aggiunto diventa quello di andare a scoprire ricchezze non soltanto ornamentali tra enogastronomia, artigianato, antichi mestieri in via d’estinzione che rivivono negli eventi e si tuffano in un passato ancora vitale, in grado di essere interpretato da attività incentive ricche di spunti.

SFARZO OPEN AIR Caratteristica di molte dimore storiche sono anche gli spazi all’aperto, che in linea con la magnificenza degli interni, molto spesso si moltiplicano in ettari di verde tra boschi e curatissimi giardini all’italiana, che volentieri si prestano come setting esclusivo per gli allestimenti più eleganti, da cene di gala ambiziose a cocktail a cielo aperto. Per non parlare dell’eredità che una certa tradizione ottocentesca ci ha lasciato in quanto a fontane e suggestivi giochi d’acqua. Non solo: grazie all’ampiezza degli spazi a disposizione le aree verdi che circondano le location si prestano volentieri anche all’organizzazione di attività outdoor in luoghi che, tra l’altro, hanno il vantaggio di essere a uso esclusivo degli organizzatori. Orienteering, bird watching, passeggiate a cavallo o alla scoperta di piante e fiori, le attività che si possono organizzare hanno un unico limite: la fantasia e il buon gusto degli organizzatori. DAL CONGRESSO ALLO SHOOTING Se qualche planner si stesse chiedendo per quale tipo di evento possa essere presa in considerazione una location storica, la risposta è molto semplice: tutti quelli che vogliano essere sostenuti da una scenografia che non faccia solo da sfondo, ma diventi parte integrante dell’obiettivo di comunicazione dell’evento stesso. Ancora meglio: tutti quegli “eventi” che hanno al centro un oggetto prezioso da valorizzare al massimo in un continuo dialogo con la location stessa. Sarebbe questo il caso, per esempio, di un lancio di prodotto, di una sfilata, di un spot pubblicitario. Ma attenzione, questo ovviamente non esclude le residenze storiche dall’essere perfette location anche per corsi di formazione, riunioni – magari di quelle “ristrette” per il top management – o per veri e propri convegni.

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ALESSANDRA BOIARDI

GLI EVENTI A ROVIGO E IN POLESINE: SCENARI PER IL MICE Un mosaico di scenari per il Mice, quello disegnato da Rovigo e dal suo intrigante Polesine, con spazi e proposte orchestrate da Rovigo Convention & Visitors Bureau. C’è solo l’imbarazzo della scelta fra palazzi storici, ville, tenute rurali e archeologia industriale. Fra le location, sono dei must il Salone del Grano della Cciaa di Rovigo, Palazzo Roncale e l’Accademia dei Concordi, spazi prestigiosi per il Mice, che a Rovigo trova anche eventi culturali di spessore come le mostre d’arte di Palazzo Roverella e la stagione lirica, di prosa e balletto che anima il Teatro Sociale della città. Ampia scelta nel contesto di hotel provvisti di sale e con brand internazionali, per esempio il Best Western Hotel Cristallo e il quattro stelle Unaway Hotel Occhiobello. E bellezza infrangibile è il territorio con le sue ville, fra le quali spiccano Villa Badoèr, disegnata dal Palladio e patrimonio

Unesco, Villa Molin Avezzù – griffata Palladio – e Villa Cagnoni Boniotti, per eventi e cene di gala di grande atmosfera. Come le sale per meeting di palazzo Boldrin di Lendinara, nella cornice del Museo del Risorgimento, o ancora gli spazi dell’ex zuccherificio rodigino, il Cen.Ser Rovigo Fiere. (L.F.R.)

NUOVA SEDE OPERATIVA PER DAIANA INCENTIVE HOUSE Importante novità per l’agenzia Daiana Incentive House, che ha di recente traslocato trasferendosi da Milano a Monza. Una location d’eccezione, proprio di fronte alla meravigliosa Villa Reale per cui la città lombarda è conosciuta a livello internazionale, che segna un passaggio importante: i 35 anni di attività di Daiana Incentive House. Nuova sede dunque, ma anche nuovi progetti e nuovi obiettivi da raggiungere e nuove mete da proporre ai clienti, ovviamente con la stessa passione e professionalità. L’indirizzo della nuova sede operativa di Daiana Incentive House è Via Sacconi, 4 - 20900 Monza. Telefono 039 2300116

NOVITY FIRMA IL KICK OFF DI ECONOCOM Econocom Italia, Digital Transformation Designer che progetta, integra e finanzia l’innovazione delle aziende, ha da poco concluso la winter convention dal titolo What’s (going) On?. Un evento che è parte di un percorso di ristrutturazione aziendale che ha coinvolto tutto il team di Econocom nella riscrittura dell’On Statement, l’insieme delle caratteristiche personali che definiscono il talento per l’azienda e che contribuiscono a creare e rafforzare la cultura dell’essere “On”. Quella stessa cultura che consente a Econocom di fare la differenza sul mercato. Una platea di circa quattrocento persone, non solo di Econocom, ma anche delle società “satellite”, Bizmatica e Asystel, si è riunita presso il Calabiana Hub di Milano, incubatore di innovazione e nuova location di riferimento per gli eventi legati al mondo digital. «What’s (going) On è stato un evento e un progetto di employer branding che ha stuzzicato le persone, stimolando i processi creativi

e rafforzando ancora una volta il valore del lavorare insieme a un progetto comune» afferma Barbara Loru, marketing & communication manager di Econocom Italia. «Lo abbiamo fatto perché crediamo che la digital transformation sia un concetto culturale prima che tecnico o tecnologico. E la cultura digitale e On è proprio ciò che contraddistingue i nostri dipendenti». Un evento all’insegna dell’innovazione e della tecnologia, per cui Novity ha scelto la location e ha gestito la regia e la scenotecnica con l’installazione di uno schermo ledwall di oltre dieci metri e la produzione di slide stile Prezi per renderne vivace la visualizzazione. «In ottica di sempre maggiore attenzione al budget – spiega Davide Crippa, direttore creativo eventi di Novity – abbiamo pilotato gli investimenti per dare attenzione al futuro, non rinunciare all’innovazione tecnologica e veicolarne il messaggio». Al termine dell’evento un happy hour per celebrare il momento.

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ETIHAD: PLURIPREMIATA ANCHE NEL 2017

Se nel 2016 la compagnia aerea degli Emirati Arabi Uniti, definitiva la più innovativa degli ultimi dieci anni dal Telegraph Ultra Travel, ha collezionato una serie pressoché infinita di riconoscimenti – dal World’s Best First Class nell’ambito dei prestigiosi Business Traveller Awards e degli Skytrax World Airline Awards, la cui classifica viene stilata in base ai voti espressi dai viaggiatori, al Best Business Class dei Ttg Travel Awards – il 2017 si annuncia non meno ricco e il medagliere di Etihad Airways annovera già

una serie di riconoscimenti di tutto rispetto: Miglior Prima Classe e Miglior Compagnia Aerea a Lungo Raggio per il Medio Oriente e l’Africa, entrambi assegnati da AirlineRatings.com e Cabina più Innovativa dell’Anno secondo Inflight Middle East. La compagnia emiratina collega attualmente 110 destinazioni – che diventano circa seicento grazie ai codesharing delle compagnie partner – in 62 Paesi e, per il 2017, ha annunciato di voler incrementare la flotta con 12 nuovi aeromobili (P.K.).

NASCE H&A UK, NEW ENTRY DEL GRUPPO H&A Dopo H&A America, H&A Europe e H&A Cuba, un altro importante tassello entra a far parte del network H&A. Craig Foster (nella foto), trent’anni di esperienza nel mercato della motivazione in Uk, aderisce al gruppo H&A e affianca Nunzio Tarantino, Giancarlo Giumelli e Dennys Fuentes, rispettivamente responsabili del mercato americano, europeo e cubano. «Si tratta di un avvenimento importante per il nostro gruppo» dice Giancarlo Giumelli, responsabile per l’espansione del marchio in Europa. «Sempre più spesso – continua Giumelli – le aziende multinazionali ci chiedono di gestire campagne di fidelizzazione in più Paesi europei. In particolare, ci chiedono di gestire centralmente i regolamenti e le pratiche amministrative, il catalogo premi e le relative consegne, le attività effettuate con carte regalo e carte di credito prepagate».

ARRIVA IN ITALIA LA START-UP TINK LABS LIMITED

Si chiama Handy e si definisce lo smartphone degli hotel. A proporlo è Tink Labs Limited, start-up fondata e guidata dal giovane Terence Kwok che si rivolge con questo prodotto al mondo dell’accoglienza alberghiera. Lo smartphone di Tink Labs è disponibile come servizio gratuito per gli ospiti degli hotel partner ed è integrato con i servizi delle strutture alberghiere offrendo agli ospiti una connettività illimitata in mobilità, oltre a guide turistiche personalizzate. Praticamente consente a chi è in viaggio di utilizzare un telefono come “local” con accesso a chiamate locali e internazionali illimitate, connessione Internet, numeri di emergenza locali, selezione rapida dei servizi alberghieri e altre informazioni essenziali per il viaggio come le guide turistiche (in Italia Luxos). Il servizio è disponibile in venti città e si trova anche in diverse catene alberghiere, tra cui Ritz-Carlton, Intercontinental e Sheraton. In Italia oggi Handy è partner di quasi cento hotel.

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Bit 2017, oltre il percorso Il ricco parterre di espositori dell’edizione appena conclusa – una rappresentazione completa del prodotto Italia e il meglio dell’offerta internazionale –è stato completato da un calendario di eventi senza confronti

ALESSANDRA BOIARDI

C’

è stata una rappresentazione completa del prodotto Italia, con il patrocinio di Incoming Italia. C’è stato il meglio dell’offerta internazionale, con il patrocinio di Adutei: da grandi classici delle vacanze come Croazia, Grecia o Slovenia in Europa, ai luoghi da sogno come Aruba, Mauritius o Thailandia, fino alle mete emergenti come Albania o Uganda. E soprattutto c’è stata un’area interamente dedicata al segmento Mice, uno spazio per il business mirato, dove gli espositori hanno incontrato in maniera più profilata buyer, decisori aziendali e visitatori professionali, anche grazie a un’agenda di incontri prefissati, integrata con quelle rivolte al Leisure e al Luxury. Ma le opportunità di sviluppo del business della nuova Bit, andata in scena negli spazi di fieramilanocity dal 2 al 4 aprile, erano anche nel ricchissimo calendario di momenti di approfondimento, grazie al programma di eventi. Tra quelli mirati al comparto spiccavano gli eventi organizzati in collaborazione con Federcongressi&eventi con l’obiettivo di offri-

re agli espositori un valore aggiunto anche in termini di know-how oltre che di opportunità commerciali. «Bit è una manifestazione internazionale in continua evoluzione, in grado di garantire opportunità esclusive, coinvolgere sempre più espositori, buyer e visitatori anche dall’estero, e offrire una segmentazione di prodotto unica nel panorama fieristico italiano – ha spiegato Mauro Parolini, assessore allo Sviluppo Economico della Regione Lombardia –. Si è confermata una delle vetrine più importanti per la promozione dell’offerta turistica del territorio e un’opportunità per la promozione e la commercializzazione del prodotto turistico lombardo». Ma il palinsesto spaziava su moltissimi altri argomenti di grande interesse per gli operatori del settore, anche grazie ad altre collaborazioni come quelle con GiVi e con Il Sole 24 Ore. Sono stati oltre novanta gli appuntamenti, articolati in quattro aree di argomenti riguardanti Formazione (dedicata ad agenti di viaggio e hotelier), Argomenti caldi, Novità assolute, Tecnologia, spaziando dall’influencer marketing e il travel blogging alla presentazione di nuove destinazioni o opportunità di business come il segmento Lgbt o quello sportivo, fino alle analisi di mercato riguardanti per esempio il luxury e i millennial. indirizzi a fine rivista

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L’energia del business Sono stati quasi novecento gli incontri generati da Full Contact Pco 2017. Poco meno di 48 ore intensissime che hanno permesso ai partecipanti di trarre il massimo da questo apprezzatissimo workshop ALESSANDRA BOIARDI

HOTEL PHOTOGRAPHY

S

i aspettava la primavera a inizio marzo, quando 41 supplier della meeting industry e 74 buyer tra le agenzie più attive sul territorio italiano si sono date appuntamento al Full Contact Pco 2017. Il 6 e il 7 marzo è stato ancora una volta lo splendido Excelsior Palace Hotel di Rapallo ad accogliere nel suo elegante centro con-

gressi il workshop di Ediman, che in una giornata e mezza di business ha permesso di realizzare ben 885 incontri. Si aspettava la primavera, dicevamo, perché oltre al business la destinazione meritava di essere apprezzata nel suo splendore, un aspetto che tra l’altro non è stato disatteso, regalando soprattutto durante il secondo giorno di lavori un panorama di cielo splendente e mare luccicante da ammirare dalle grandi terrazze dell’hotel, un po’ – perché no – anche per ricaricarsi. Già, perché – chi ci è stato lo sa – grandi energie e professionalità sono impiegati nella due giorni di incontri da parte di tutti. I supplier, che per un giorno e mezzo si impegnano a presentare le loro stupende strutture interpretando al meglio le esigenze di chi è lì per

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ricevere più informazioni mirate possibili. I buyer, impegnati a rispettare una puntuale agenda di appuntamenti, che tra l’altro riesce persino a essere calibrata e modificata ad hoc durante il workshop stesso dall’onnipresente staff Ediman, vero cuore di quell’ingranaggio perfetto che sono i Full Contact. E se l’intenso programma è stato apprezzato dai partecipanti per la grande opportunità di trovare in un solo luogo tanti interlocutori professionali, anche i momenti di networking sono stati per tutti un’ottima occasione di contatto: l’aperitivo e la cena di gala, come tanti ci hanno raccontano, sono momenti preziosi non solo per staccare e divertirsi, ma soprattutto per rincontrare in un’atmosfera più informale chi si è appena conosciuto o per rafforzare rapporti professionali già esistenti. E sono proprio loro, i buyer e i supplier di Full Contact 2017, ad avere raccontato l’evento dall’interno. Qui trovate alcune delle interviste realizzate, che potete leggere in versione integrale sul sito www.meetingecongressi. com, nella sezione I Nostri Eventi. COSA DICONO I SUPPLIER? Buyer di qualità, nuovi contatti e una grande organizzazione: sono questi, in estrema sintesi, i motivi che hanno confermato il successo di Full Contact Pco e la soddisfazione da parte dei supplier. «Negli anni la collaborazione con Ediman è diventata fondamentale, siamo riusciti a concretizzare eventi molto importanti, di diverse tipologie, ma soprattutto congressi medici. Qui in due giorni riusciamo a raggiungere più di venti agenzie, che con le nostre forze non riusciremmo a incontrare nemmeno in un anno» ha raccontato Cristina Scarpa del Museo Scuola Grande San Giovanni Evangelista di Venezia. Antonino Russo, Towers Hotel Stabiae Sorrento Coast, afferma: «Questa tipologia di eventi è l’unica che dà la possibilità di fare incontrare una domanda qualificata e la migliore offerta nel panorama Mice a livello nazionale. Otteniamo offerte interessanti dalle agenzie e dai Pco che fanno eventi di alto profilo. Un plauso particolare va anche all’organizzazione, che riesce a portare ogni anno

una rigenerazione dei buyer e quindi sempre nuovi potenziali clienti. E le location che vengono scelte sono sempre molto piacevoli». «Il valore aggiunto di questo tipo di incontri è la possibilità di conoscere agenzie che altrimenti non avremmo potuto incontrare, ma soprattutto la possibilità di creare sinergie, molto importante per chi come noi si occupa di accoglienza alberghiera» ha spiegato Angelo Grisorio di Una Hotel Regina di Bari. LA PAROLA AI BUYER «Non avevo ancora avuto modo di partecipare a Full Contact Pco, ma questa volta sono riuscita a organizzarmi. Trovo l’evento interessante per la qualità dei supplier presenti e ho trovato un’agenda piena di appuntamenti» ha spiegato Susanna Monti di Project & Communication. Primo Full Contact anche per Marco Nannini di Staff P&P: «La nostra è una nuova società che ha rilevato un ramo d’azienda di un’altra società. Ci occupiamo di formazione in generale, tra cui Ecm, e stiamo selezionando alcune strutture per iniziare a creare una rete di partner». «Questi incontri – raccontano Danilo Anzidei e Olga Shumilina di Bag Tour¬ – sono molto utili per noi per raccogliere contatti e conoscere strutture, ma anche per cercare e trovare un confronto con il mercato, capirne lo stato dell’arte e le tendenze».

Quasi novecento incontri in 48 ore, scandite da appuntamenti prefissati ma anche da momenti di proficuo networking: è la formula sempre apprezzata del Full Contact Pco

Puoi leggere tutte le interviste ai buyer e ai supplier di Full Contact Pco su www.meetingecongressi.com, nella sezione I Nostri Eventi.

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Imex: si punta sulla formazione Si terrà dal 16 al 18 maggio l’edizione 2017 di Imex, che inaugura un nuovo corso formativo e consolida i programmi di qualità che da anni la distinguono come punto di riferimento per la meeting e incentive industry ALESSANDRA BOIARDI

T

ra le novità che quest’anno i partecipanti troveranno ad Imex una tra le più importanti riguarda la formazione. La fiera dedicata alla meeting e incentive industry – che si terrà a Francoforte dal 16 al 18 maggio – ha di recente presentato quello che ha chiamato Purposeful Meetings, un nuovo “talking point”, uno spunto di riflessione e soprattutto un focus che permetterà di imparare come pianificare un evento con innovazione e a un livello “più profondo” di consapevolezza. Un nuovo approccio che, come dichiarano gli organizzatori, risponde a un mercato che sempre più cerca “momenti memorabili” piuttosto che “semplici” meeting ed “esperienze” al posto di meri eventi. Questo nuovo focus si aggiunge al programma di formazione e agli eventi di networking che la fiera propone ogni anno ai professionisti della meeting industry e che costituiscono parte integrante dell’offerta, complementarmente ai momenti di business veri e propri. Carina Bauer, ceo di Imex Group, spiega: «Il nostro primo obiettivo resta quello di fare incontrare la domanda e l’offerta di settore nel modo più efficiente e piacevole possibi-

le. Ma, da un punto di vista strategico, ogni anno ci focalizzeremo su uno specifico tema e saremo così in grado di dare un carattere preciso a ogni edizione». GLI APPUNTAMENTI DEL LUNEDÌ Altra novità dell’edizione 2017 sarà EduMonday, un programma formativo pre-evento che si terrà lunedì 15 maggio, quindi un giorno prima del taglio del nastro ufficiale di Imex. La giornata sarà gratuita e aperta a tutti e sarà organizzata in cinque filoni tematici che tratteranno la progettazione, i trend e la formazione dei supplier. Lo stesso giorno segnerà il ritorno di un grande classico di Imex, l’Association Day, che come sempre offrirà, gratuitamente, una specifica formazione ai professionisti delle associazioni. Altro focus sarà invece dedicato ai meeting planner aziendali e responsabili eventi, con una giornata di formazione specifica su temi quali il Roi, i format creativi, le nuove tecnologie, i rischi, le destinazioni emergenti e i trend in generale. I NUOVI ESPOSITORI Un ultimo dettaglio sugli espositori: tra i nuovi Arabia Saudita, Meet Puerto Rico, Barcellona, Vienna House Hotels e Choose Chicago, mentre Tourism New Zealand, Royal Caribbean International, Lettonia, Slovenia, Accor e Nyc parteciperanno con uno stand più grande. indirizzi a fine rivista

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Alessandra Albarelli è il nuovo presidente di Federcongressi&eventi Durante la convention di marzo a Riva del Garda si sono svolte le elezioni con le quali i soci hanno rinnovato diverse cariche, fra cui quella del presidente. Nel corso della manifestazione sono stati anche assegnati gli Fce Awards, che premiano l’innovazione e la creatività del settore

È Il nuovo comitato esecutivo. Da sinistra: Pietro Piccinetti (Fiera Roma), Giulio Ferratini (Centro Congressi Internazionale), Gabriella Gentile (Meeting Consultants), Francesca Scutari (Sem2000), Alessandra Albarelli (Riva del Garda Fierecongressi), Mario Buscema (Planning Congressi), Susanna Priore (Formedica), Lorenzo Pignatti (+39 Italy), Riccardo Esposto (Convention Bureau Genova) e Marica Motta (Aim Group International)

Alessandra Albarelli il nuovo presidente di Federcongressi&eventi. A eleggerla sono stati i soci riuniti nel Centro Congressi di Riva del Garda per la decima convention nazionale svoltasi dal 23 al 25 marzo. Alessandra Albarelli succede a Mario Buscema, rimasto in carica per due mandati presidenziali consecutivi e quindi non più eleggibile per il medesimo incarico a termini di statuto. Albarelli vanta una consolidata esperienza nell’ambito del marketing di destinazioni e di centri congressi: dal 1998 al 2010 ha ricoperto la carica di direttore del Consorzio Verona Tuttintorno di cui è stata anche socio fondatore e dal 2012 è congress manager di Riva del Garda Fierecongressi. Il neo presidente, che è anche project manager

del Trentino Convention Bureau e del club di prodotto Riva del Garda Mice, ha rivestito il ruolo di rappresentante della categoria Destinazioni e Sedi nel precedente comitato esecutivo di Federcongressi&eventi. Nel suo indirizzo programmatico, Alessandra Albarelli ha annunciato una continuità con la presidenza di Buscema e ha affermato che concentrerà il proprio impegno per «Rafforzare l’azione di rappresentanza del comparto economico-industriale della meeting industry nei confronti degli interlocutori istituzionali e sviluppare percorsi formativi strutturati per tutte le categorie dei soci. Dovrà essere un’associazione contemporanea, capace di realizzare attività che rispondano alle esigenze del momento. Il contributo di idee ed esperienze dei nuovi membri del comitato esecutivo sarà fondamentale per individuare le attività a cui dare priorità, fermo restando il proseguimento dei progetti già avviati quali l’Oice – Osservatorio Italiano dei Congressi e degli Eventi e Food for Good”. IL NUOVO COMITATO ESECUTIVO Contestualmente al presidente, i soci hanno eletto anche i consiglieri esecutivi per il biennio 2017-2019. Ai sensi dello statuto, quattro componenti del comitato esecutivo sono nominati ciascuno in rappresentanza di una specifica categoria associativa. Essi sono: per la categoria Destinazioni e sedi Riccardo Esposto (Convention Bureau Genova); per la categoria Dmc e incentivazione Lorenzo Pignatti (+39 Italy); per la categoria Organizzazione congressi, eventi e Provider Ecm Susanna Priore (Formedica) e per la categoria Servizi e consulenze Francesca Scutari (Sem2000). I restanti quattro componenti del comitato esecutivo sono invece eletti senza vincolo

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I RICONOSCIMENTI DELLA PCCO ACADEMY

Durante la convention stati consegnati i riconoscimenti alle 13 aziende che hanno partecipato all’edizione 2016-2017 della Pcco Academy, il percorso formativo ideato e organizzato da Federcongressi&eventi per perfezionare capacità e competenze

di rappresentanza: Giulio Ferratini (Centro Congressi Internazionale), Gabriella Gentile (Meeting Consultants), Marica Motta (Aim Group International) e Pietro Piccinetti (Fiera Roma). Componente di diritto dell’esecutivo è anche Mario Buscema in qualità di past president. Nella prima riunione, il nuovo comitato esecutivo presieduto da Alessandra Albarelli avrà il compito di eleggere al proprio interno il vicepresidente. Per quanto riguarda le cariche di revisore dei conti e probiviri, Daniela Senlis Manferrari è revisore dei conti mentre il nuovo collegio dei probiviri è così composto: Marisa Sartori (Sistema Congressi), Cristiana Fiandra (The Office) e Sergio Moscati (Concerto).Tutte le cariche (presidente, consiglieri esecutivi, revisore dei conti e probiviri) sono biennali e scadranno in occasione della convention nazionale del 2019. I PREMI DEL SETTORE Nel corso della serata di gala della convention sono stati assegnati gli Fce Awards, i riconoscimenti che premiano l’impegno dei soci nel dare impulso al settore della meeting industry. L’iniziativa, giunta alla terza edizione, comprende due categorie di premio: gli Fce Excellence Awards, assegnati da una giuria di professionisti ed esperti del settore, e l’Fce Member Choice Awards, votato dai soci durante la convention tra i progetti giunti in short list. I vincitori degli Fce Excellence Awards sono: Tecnoconference-TC Group per il progetto e-Poster Touch, The Meeting Lab per l’evento Digital Design Days 2016, Palazzo dei Congressi di Riccione per l’evento Cinè-Giornate Estive di Cinema e Convention Bureau Genova per il proget-

to MeetingEatInGenova. La giuria ha previsto anche una menzione speciale per Bologna Welcome. L’Fce Member Choice Awards, il premio assegnato dai soci di Federcongressi&eventi, è stato vinto da Villa Erba con l’evento di celebrazione dei trent’anni della location. Contestualmente all’assegnazione degli Fce Awards sono stati conferiti i riconoscimenti ai soci e ai loro partner che hanno sostenuto Food for Good. Questi i premiati: Palacongressi di Rimini, Summertrade, Firenze Fiera Congress & Exhibition Center, Gerist Ricevimenti, Riva del Garda Fierecongressi, Trentino Catering by Catering Sevice, Livio Ricevimenti, Symposia, Meeting Planner.

dei professional congress organizer. Ad aver conseguito l’attestato di Pcco sono: Aristea Group, Biomedia, E.V., Mv Congressi, Mz Congressi, Sistema Congressi, Aim Group International, The Office, The Meeting Lab, Oic, Cci Centro Congressi Internazionale, Planning Congressi e Pls Educational.

Sopra, un momento dei Fce Awards. Da sinistra: Laura Colonna (Palazzo dei Congressi di Riccione), Silvia Scala (Convention Bureau Genova), Piero Bonasegale (Villa Erba), Mario Buscema (past president Federcongressi&eventi), Alessandra Albarelli (presidente Federcongressi&eventi), Anna Bettelli (Bologna Welcome), Lisa Grotti (Tecnoconference-Tc Group) e Benedetto di Tommaso (The Meeting Lab)

www.federcongressi.it

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Incontro ai vertici Il Capitolo Italia mantiene un ruolo pionieristico all’interno di Mpi, come emerge anche da questa intervista esclusiva a Paul Van Deventer, presidente internazionale di Meeting Professionals International RODOLFO MUSCO

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aul Van Deventer, presidente internazionale e Ceo di Meeting Professionals International – Mpi –, ha concesso un’intervista in esclusiva per Meeting & Congressi, durante la quale sono stati affrontati quattro punti salienti. Il primo ha ribadito l’apporto notevole che l’apertura dei chapter al di fuori del Nord America ha dato alla meeting industry globale. Il Capitolo Italia è stato il primo e tutti ne apprezzano il contributo all’internazionalizzazione del settore. Van Deventer ha ribadito anche l’importanza di mantenere Mpi come community, ovvero insieme di persone unite da interessi comuni: «Mpi non dev’essere un’organizzazione con apparati gerarchici. Proprio la libera partecipazione a incontri e dibattiti anche virtuali consente di dare e ricevere

stimoli e conoscenze sempre più avanzate». Si è poi parlato di formazione e del ruolo pionieristico dell’Italia e Van Deventer ha affermato: «ll programma di certificazione professionale a tre livelli che è stato avviato in Italia è sicuramente innovativo e utile. Indubbiamente la considerazione posta verso tutte le specializzazioni professionali e tecniche che concorrono alla realizzazione dei convegni rappresenta un fatto importante, così come è determinante la scelta di utilizzare un manuale formativo nella lingua della nazione dei certificandi. Altri capitoli si stanno organizzando per attuare il progetto nelle loro lingue nazionali». Infatti, tra le oltre cento persone che hanno conseguito la certificazione in Italia, vi sono gestori di sale convegni, assistenti congressuali, promotori di congressi, team builder, esperti di trasferimenti e prenotazioni alberghiere, guide e accompagnatori di convegnisti. Soprattutto la diffusione della conoscenza relativa alle specificità delle quindici differenti tipologie di convegni, degli elementi base di sociologia, psicologia, drammaturgia, comunicazione, definizione degli obiettivi, ottimizzazione degli allestimenti per ottenere il massimo coinvolgimento e la massima interazione tra i partecipanti e le tecniche per raggiungere il più alto ritorno dall’investimento in tempo e denaro hanno segnato un passo importante per consolidare le basi di professionalità. Il presidente globale di Mpi, infine, si è dichiarato totalmente d’accordo nel promuovere il meeting management come materia di studio nelle università e negli istituti superiori: «È risaputo – ha chiosato Van Deventer – che i convegni sono il mezzo di comunicazione di gruppo più diffuso al mondo». indirizzi a fine rivista

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Rise Up! Mpi Italia e Mogol per l’Umbria Cosa succede se sommiamo la volontà di aiutare le zone del Centro Italia colpite dal terremoto e la Convention annuale del Capitolo Italia di Mpi da organizzare? Il risultato sarà un incontro intenso ed emozionante MAURO BERNARDINI Presidente di Mpi Italia Chapter

@MPI_Italia info@mpiweb.it www. mpiweb.it www. mpiweb.org

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urante il meeting board dello scorso novembre, tra gli ordini del giorno era da decidere dove avremmo organizzato la 26esima Convention annuale di Mpi Italia. Tante destinazioni si erano offerte di accoglierci ma noi sapevamo che avremmo rappresentato la volontà di tanti colleghi di settore se avessimo deciso di fare qualcosa di significativo per la gente del Centro Italia colpita dal terremoto. Volevamo utilizzare la forza della nostra associazione per “fare” e non solo suggerire come aiutare. Così abbiamo deciso di pancia e di cuore che la nostra convention sarebbe stata nelle zone del Centro Italia e che per questa edizione la parte educational sarebbe stata sostituita da una serie di attività di volontariato da parte di tutti i soci Mpi Italia. E così è stato. Non abbiamo faticato a individuare il partner giusto, un mito per tutti e un grande amico del nostro presidente Mauro Bernardini: Giulio Mogol, poeta. Da anni Mogol e consorte vivono e gestiscono il Relais Nature La Tenuta dei Ciclamini un complesso residenziale alberghiero immerso in un incantevole paesaggio composto di boschi, colline e laghetti a 75 minuti da Roma. La convention, quindi, si articolerà su due

giornate: il venerdì – dopo l’assemblea dei soci – Andrea Baldo (moderatore, trainer, digital coach) veicolerà un talk show di riflessioni e spunti su come rilanciare la destinazione per eventi corporate con il contributo di event planner di aziende italiane, successivamente Giulio Mogol guiderà i partecipanti in un contest canoro per imparare l’importanza della collaborazione. La giornata di sabato sarà quella dedicata al “fare”: tante le attività che ci aspettano e tanta sarà la soddisfazione di sentirsi utile che premierà chi sarà con noi ad aiutare. Durante tutto il periodo, i produttori locali e i fornitori di servizi della zona esporranno e conosceranno i meeting planner provenienti da tutta Italia. Quindi, per ricapitolare e segnare in agenda: Cosa - XXVI Convention Mpi Italia “Rise Up!” Dove - Relais Nature La Tenuta dei Ciclamini, Avigliano Umbro (in provinci di Terni) Quando - 30 giugno – 1 luglio 2017 Come partecipare - seguiteci sui nostri canali social e sulla web page Mpi: presto saranno aperte le registrazioni, posti limitatissimi. Grazie già da ora a tutti coloro che parteciperanno.

#mpitalia #mpitaevents #mpitariseup @mpi_italia

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Aspettando Roma 2018 La sinergia tra Site ed Mpi renderà ancora più ricchi i contenuti e i contributi del Global Forum, l’attesissimo appuntamento in programma a gennaio 2018, che vedrà a Roma i soci di entrambe le realtà associative

S

Annamaria Ruffini, a gennaio 2018, assumerà il ruolo di presidente mondiale di Site

Site Italy è il capitolo italiano di “Society for Incentive Travel Excellence” e da 35 anni è l’associazione dedicata all’eccellenza negli incentive

i è parlato di Linkedin con l’esperto Mirko Saini, e di Site e del suo potenziale con Antonio Foti, Doriana Briguglio, Annamaria Ruffini e Kevin Hinton, all’assemblea nazionale dei soci Site che si è svolta a Firenze il 2 Febbraio, con il supporto del gruppo Starhotels e dello Starhotels Michelangelo più in particolare. Un appuntamento importante per fare il punto della situazione e dare uno sguardo al futuro, che presenta nuovi scenari formativi, con i webinar organizzati in collaborazione con soci degli altri capitoli alla scoperta del punto di vista di altre nazionalità – e di nuove occasioni di business – ma anche con incontri dal vivo che si svolgeranno in due diverse località italiane. Ma, soprattutto, il futuro presenta un’occasione davvero straordinaria e irripetibile per l’Italia: la conferenza mondiale di Site prevista per gennaio 2018 a Roma si arricchisce ulteriormente grazie alla partnership con Mpi, dichiarata già con il nuovo nome, Site + Mpi Global Forum, che ne ridefinisce missione e obiettivi. «Sarà la più grande e importante manifestazione di settore in Europa nel 2018» confermano Kevin Hinton, Ceo di Site e Paul Van Deveter, Ceo di Mpi. «Una straordinaria occasione di condivisione, confronto, formazione – aggiunge Antonio Foti, presidente del capitolo Italiano di Site – che abbiamo il piacere di condividere con i colleghi di Mpi. Da sempre, a dire il vero, il

nostro capitolo e quello italiano di Mpi hanno trovato spunti di condivisione, confronto e crescita. Sarà un piacere affrontare questa nuova sfida fianco a fianco!». «Le attività del Forum, studiate insieme da Site ed Mpi, permetteranno ai partecipanti di personalizzare il proprio percorso e la propria esperienza» commenta Annamaria Ruffini, che proprio a gennaio 2018 assumerà il ruolo di presidente mondiale di Site e che conclude «Dal 12 al 14 gennaio 2018, presso il Cavalieri Waldorf Astoria di Roma, uno splendido cinque stelle lusso nel cuore della Città Eterna, la Site +Mpi Global Forum si prepara a lasciare un segno profondo e irripetibile nella meeting industry; un incontro di mondi, visioni, esperienze che ridisegnerà con una rinnovata sinergia internazionale il nostro ruolo e quello della nostra industria». www.site-italy.com segreteria@site-italy.com

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Sardegna Leggendaria e inedita, per eventi d’impatto e top level

I punti di forza e i miti negativi da sfatare, le interviste con i protagonisti della destinazione, i meeting esperienziali, gli incentive da set e le opportunitĂ di bargain. Una Sardegna a tutto Mice 01 Copertina Dossier Territoriali Sardegna.indd 1

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La Sardegna suona il rock S

i dice rock ed è l’evoluzione del rock and roll, trae origini – anche – dal rhythm and blues e dal country, ha incorporato influenze dal soul, dalla musica latina e dal funk. E fermiamoci qui. Ma cosa c’entra tutto questo con la Sardegna? Perché con una sola parola, rock, s’intende una pluralità di generi musicali che fanno la storia della musica. E la Sardegna per il Mice è la parola che racchiude un microcosmo di attrattive con proposte macro, un pentagramma di opzioni per la meeting industry con infinite combinazioni di eventi incentrati sulla tipicità territoriale, sui punti di forza che vanno ben oltre il binomio “sea and sun”. Innovazioni, riposizionamenti di mercato, nuove sinergie: una grande dinamicità caratterizza la Sardegna, destinazione dalle molteplici sfaccettature.

L’isola della destagionalizzazione nella quale tutto è possibile, on demand e tailor made. Un forziere di idee e proposte per il Mice, complici autenticità, territorialità e identità 2017 e il 2021. E su questo abbiamo preparato un focus nelle pagine successive di questo dossier con interviste, dati e proiezioni. Ottima accessibilità, quindi, quella che incrementa qualsiasi tipologia di evento top e vip in Sardegna, nella quale la viabilità è un altro – poco divulgato – punto di forza della destinazione. I collegamenti

LUCIANA FRANCESCA REBONATO

I fiammeggianti scogli rossi di Arbatax e, più in basso, il centro storico di Alghero visto dal mare

Sardegna, tutta un’altra Swot Strengths, weaknesses, opportunities and threats. Insieme, “swot”, l’acronimo basic del marketing. E allora vediamoli i punti di forza della Sardegna e i falsi miti da sfatare, a iniziare dalla raggiungibilità, uno degli assi nella manica della destinazione, accessibile con voli di linea e compagnie low cost. Forte di un costante incremento dei collegamenti aerei, la Sardegna gioca la carta della “Nuova continuità territoriale”: oltre due milioni di posti disponibili in più all’anno tra il

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Perché un evento in... Sardegna

Sardegna da Unesco All’insegna di peculiarità e unicità, due siti Unesco pronti per incentive indimenticabili o percorsi post congress tra storia e natura. Parco Geominerario, Storico e Ambientale della Sardegna: pozzi di estrazione, migliaia di chilometri di gallerie, impianti industriali, antiche ferrovie, villaggi operai, preziosi archivi documentali e la memoria di generazioni di minatori rendono il parco un nuovo grande giacimento culturale da scoprire. Villaggio di Barumini con il nuraghe “Su Nuraxi”: un sito ricco di suggestioni, un’enorme fortezza, diverse torri nuragiche, un vasto e labirintico villaggio con viottoli strettissimi e case a corte, pozzi, cisterne e capanne per le riunioni legate a storie misteriose risalenti a 3.500 anni fa.

In basso, Carloforte, sull’Isola di San Pietro, nell’arcipelago del Sulcis. Nella pagina accanto, in alto, Il Pan di Zucchero, per post congress in profumo d’Unesco e, sotto, Villasimius, fra i più spettacolari tratti costieri

dall’aeroporto di Cagliari al centro città – così come al resto della Sardegna – sono garantiti anche via treno: dalla nuova stazione Elmas Aeroporto, infatti, è possibile raggiungere Cagliari in circa sei minuti: a disposizione oltre cento vetture al giorno e ogni venti minuti. E dall’aeroporto, sempre via treno, si arriva in quaranta minuti a Iglesias, in 47 a Oristano e in 56 Carbonia.

Stagioni, set e suggestioni E poi la destagionalizzazione. La Sardegna è una stagione fruibile tutto l’anno, anche in inverno e non solo per il wellness, che costituisce un ottimo incentivo alla fruibilità nei mesi di spalla, con un ventaglio di proposte che racchiude seduzioni salmastre – in particolare la thalassoterapia certificata – e il patrimonio floreale dell’entroterra. Basti pensare a Cagliari, città vivace e Mice-oriented con eventi, mostre e appuntamenti culturali e sportivi in ogni stagione dell’anno. E visto che i prezzi cambiano parecchio in base alle stagioni, la domanda sorge spontanea: quando c’è il bargain? Quando le

strutture aprono o quando l’estate si stempera nell’autunno: è quell’arco temporale che consente un ottimale incontro tra domanda e offerta, con grandi vantaggi per tutti gli attori della meeting industry. E a proposito di attori, di set e di destagionalizzazione, si segnala che la Sardegna è sempre più scenario di film e fiction e questo rappresenta un’ulteriore miriade di opportunità per i planner, per i delegati che possono assistere alle riprese e per gli albergatori, ai quali si delinea una soluzione nell’ottica della destagionalizzazione. Esempi recentissimi? Chi Salverà le Rose?, il film del regista Cesare Furesi: le rose sono sbocciate il 16 marzo 2017, giorno in cui il film è uscito nelle sale, integralmente girato ad Alghero e dintorni nella primavera dello scorso anno. La Corallo Film e il regista si sono battuti strenuamente per poter girare il film in Sardegna, con l’obiettivo di promuovere la città di Alghero e l’intera isola in un’opera cinematografica di respiro internazionale. E ambientata e girata nel Sulcis è la fiction che verrà trasmessa in primavera su Canale 5, Dottor Pietro, interpretata da Gianni Morandi. La Regione Sardegna ha sponsorizzato con cinquecentomila euro la produzione della fiction che ha coinvolto, oltre a Carloforte, anche Carbonia, Sant’Antioco, Calasetta, Portoscuso e Cagliari. L’obiettivo è stato, come ha spiegato Matilde Bernabei – presidente di Lux Vide –, quello di promuovere la conoscenza delle bellezze del Sulcis, di fare cioè quello che Montalbano è per la Sicilia. E la Sardegna è stata protagonista anche in Fuoco Amico-Task Force 45, la fiction di Canale 5 con Raoul Bova nel ruolo del protagonista, girata nel sud dell’isola e in collaborazione con la Fondazione Sardegna Film Commission. Le riprese hanno interessato i territori dei comuni di Serdiana, Domusnovas, Dolianova, Guspini, nomi perlopiù sconosciuti ma in grado

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di generare, a quanto si evince, fatturati di rilievo. E perché non può riuscirci il Mice fruendo di una Sardegna meno conosciuta per eventi incentrati proprio sull’altro volto della destinazione e in ogni stagione?

Tutto e il contrario di tutto Oltre al mare, la Sardegna archeologica, delle avventure geominerarie e sportive, della natura con aspri monti, foreste di querce, gole da record e impetuosi torrenti. L’entroterra della Sardegna accoglie il Mice con una montagna di sorprese: il Gennargentu, la Barbagia, con la parte finale che costeggia il massiccio del Supramonte e i suoi calcari dai paesaggi lunari, la Gallura e l’arte del sughero. La Sardegna è come un continente in miniatura, si può organizzare di tutto in quadri paesaggistici totalmente differenti tra loro: l’estrema vicinanza della costa all’entroterra consente di organizzare eventi e incentive in un contesto di grande appeal, con la mattina incentrata su Nettuno e il pomeriggio in una quinta di boschi. E oltre all’altro volto della Sardegna, c’è un ulteriore falso mito da sfatare, quello che la vede carissima. No. Perché non esiste solo la Costa Smeralda: l’intera isola è disseminata di destinazioni con un ottimo rapporto qualità-prezzo e con un mare da valenze caraibiche. Arbatax, per esempio, bellissima e fiammeggiante con i suoi scogli rossi, poi ancora Villasimius e Pula. Il tutto con un’accommodation dagli standard di

alto livello e con la tradizione dell’accoglienza della Sardegna: non strutture anonime, bensì il calore della tipicità. Che fa rima con unicità quando entrano in gioco i nuraghi. Già, i nuraghi, che non sono il must solo per gli amanti dell’archeologia, sono l’essenza della tipicità sarda, circa settemila fra nuraghi, torri e insediamenti dell’età del bronzo. Si trovano solo qui, molti custodiscono misteri e segreti irrisolti e sono perfetti per team building.

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Perché un evento in... Sardegna

I protagonisti della destinazione Accordature aperte, modali e alternative. Sono gli accordi della chitarra e del basso, ma serve un diapason,che emette un suono, il “la”. Per creare unità d’intenti intorno al progetto comune: la Sardegna

A

lla fruibilità delle destinazioni Mice concorrono le azioni sinergiche degli attori, un atout che fa la differenza. È il caso di Rete Mice Sardegna, network che vede Nicola Pala al timone in qualità di marketing & strategic manager. Primavera, tempo di rinnovo. Qual è la forma fisica della meeting industry in Sardegna? «È sicuramente in ottima forma fisica, la Sardegna, unica nella sua offerta naturalistica, climatica, culturale ed enogastronomica. E tutto quanto concorre a renderla unica è presente tutto l’anno: per questo l’attività promozionale è fondamentale nel determinare la corretta percezione della nostra isola». Nessun “se” e nessun “ma”? «Nell’ottica del miglioramento si possono valorizzare al meglio le risorse presenti e inserirle nel circuito di promozione, dalla comunicazione

al marketing. Non abbiamo bisogno di copiare da nessuno, ma dovremmo guardare con attenzione quello che altre destinazioni con offerte meno importanti sono riuscite a fare. Un ottimo esempio di valorizzazione territoriale della Sardegna, oltre a quella tradizionale di location di alto livello, è quello delle nuove location legate al vino e alla cultura locale». Ovvero? Sorsi di territorio? «Mi piace citare l’esempio di una location che ha voluto avvicinare due offerte: quella di essere tradizionalmente una cantina dove viene prodotto il vino e quella di diventare fruibile dal Mice. È la cantina Sedilesu di Mamoiada, che consente percorsi di enoturismo e anche attività di scoperta del territorio, in questo caso la Barbagia, con inediti quali il Museo delle Maschere Mediterranee. Un viaggio nel tempo con significati e tradizioni arcaiche, che consentono alla meeting industry di assaporare al meglio e con consapevolezza il presente della destinazione. Nel cuore della Gallura, invece, sulle colline di Arzachena e vicino a Porto Cervo, ci sono le Cantine Surrau». Quali sono le forti connotazioni di peculiarità che la meeting industry trova solo in Sardegna?

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Nicola Pala, marketing & strategic manager di Rete Mice Sardegna.

«Mi vengono in mente i Giganti di Mont’e Prama, le uniche statue che il mondo nuragico ci abbia finora mai restituito, che diventano prodottocivetta per attrarre attenzione sulla Sardegna e sulla sua tipicità, o ancora la zona archeologica di Nora, ai piedi del promontorio di Capo di Pula. Il teatro di Nora, affacciato sul mare, vanta una cornice spettacolare e un’acustica eccellente. E poi il teatro lirico di Cagliari, con una programmazione superlativa». 2017 avanti tutta: cosa riserva la Sardegna alla meeting e incentive industry? «C’è un gran fervore di azioni, tra le quali l’ottima sinergia di Rete Mice Sardegna con l’Università di Cagliari per individuare, per esempio, i mercati emergenti, studiarli e vedere come adeguare di conseguenza l’offerta della destinazione. L’università ha bisogno del territorio e la rete funge da collante; poi ci sono progetti in ambito di information technology e quelli con la Regione per abbattere i costi in occasione di partecipazione a grandi fiere internazionali. E la Rete è sempre in prima linea con le istituzioni per dare la giusta direzione al fine di arrivare a obiettivi importanti per la collettività Mice e con ritorni importanti. Fra i più importanti risultati acquisiti per l’anno in corso, per esempio, vi sono due eventi di rilievo rispetto ai quali la Rete svolgerà un ruolo strategico, in qualità di partner organizzativo. Si tratta dei campionati italiani di scherma under 20 e under 17, in programma a Cagliari dal 12 al 14 maggio, evento che richiamerà in città oltre 1.500 persone, poi è in calendario la Settimana Sociale dei Cattolici Italiani, sempre a

Cagliari dal 27 al 29 ottobre, alla quale interverranno oltre mille delegati». Quali sono gli assist della destinazione nel contesto degli incentive e quali nell’ambito dei meeting e congressi? «Per gli incentive, un punto di forza è sicuramente l’unicità dell’offerta naturalistica: mare, vegetazione e clima; quest’ultimo è un fattore molto importante perché un evento ad aprile è sinonimo di un tuffo fra le onde e di un team building in t-shirt. Il 15 marzo, peraltro, la Sardegna ha ricevuto, alla Mitt di Mosca, il premio

Sopra, Cala Corsara, acque trasparenti e color acquamarina e, sotto, la spiaggia di Capriccioli, in gallurese “caprette”, nel comune di Arzachena. Nella pagina accanto, veduta aerea di Nora, con un teatro dall’acustica eccezionale

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Perché un evento in... Sardegna Sulle ali degli eventi Una destinazione fruibile è una destinazione raggiungibile, Vediamo quali sono le novità nel contesto dei voli, a iniziare dall’intervista con Gabor Pinna, vice presidente Sogaer, Società di Gestione Aeroporto di Cagliari.

come Best Beach Destination Europe, destinazione europea con le spiagge migliori. Nel contesto dei meeting, invece, vince l’accostamento dell’unicità degli elementi incentivanti alla presenza di strutture ricettive di qualità. Il Convento San Giuseppe di Cagliari come location esclusiva per cene di gala, per esempio». Un messaggio che desidera lanciare ai planner? «La Sardegna è un teatro eccellente per la realizzazione di eventi, una destinazione ideale con luoghi dove non si ha bisogno di null’altro e dove c’è tanto da comunicare e la ricchezza di contenuti facilita la trasmissione del messaggio che si vuole indirizzare ai partecipanti agli eventi. Non da ultimo, visto che la sicurezza è diventata un fattore imprescindibile, direi che questo è il periodo storico giusto affinché la Sardegna venga guardata dai planner come destinazione sicura, stabile e vicina».

Quali sono le compagnie che incrementeranno i voli con la Sardegna nel corso del 2017 e quali nuove città italiane saranno collegate alla destinazione? «Abbiamo operato per consolidare e ampliare il panorama delle compagnie aeree presenti sullo scalo e nella prossima stagione estiva saranno infatti 32 i vettori per un totale di 73 destinazioni servite, di cui 51 internazionali e distribuite su 19 Paesi. L’offerta sui mercati internazionali salirà del 41 per cento rispetto al 2016. Alcune delle grandi novità sono rappresentate da Klm, Sundor International e Iberia Express, che collegheranno rispettivamente Cagliari con Amsterdam, Tel-Aviv e Madrid e abbiamo rinnovato un accordo con Ryanair che riprenderà a crescere sia sul mercato domestico sia su quello internazionale, mentre nell’ambito dei voli nazionali siamo ormai collegati con quasi tutti gli scali italiani. Fra le novità di quest’anno: Alitalia, che aprirà un nuovo volo per Napoli, Ryanair, che attiverà le rotte per Catania e Verona e, infine, Mistral Air che opererà una nuova rotta su Firenze». Fra le principali novità di Sogaer per il 2017, quali risultano interessanti per il settore degli eventi? «La crescita significativa dell’offerta dei collegamenti rappresenta sicuramente l’aspetto più importante per la meeting industry, in quanto migliora l’accessibilità della nostra destinazione. Abbiamo inoltre sviluppato dei nuovi servizi di supporto all’organizzazione di questi eventi come, per esempio, la possibilità di gestire le

Gabor Pinna, vice presidente Sogaer, Società di Gestione Aeroporto di Cagliari. In alto, tradizionali costumi per la processione di Sant’Efisio a Cagliari. Accanto, sguardo sul mare dal cuore antico di Cagliari

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Cagliari Airport

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Perché un evento in... Sardegna

operazioni di check-in in loco nella venue del meeting e servizi vip dedicati».

Lucio Murru, direttore commerciale presso l’Aeroporto di Olbia Costa Smeralda. In alto, Porto Istana, quattro spiagge separate fra loro da piccole fasce rocciose. Sotto, l’isola di Spargi, nell’arcipelago della Maddalena nella Sardegna nord-orientale. Nella pagina seguente, “Su Pinnettu”, la tipica capanna dei pastori della Sardegna centrale

Nuova Continuità Territoriale. In cosa consiste esattamente e quali i vantaggi a cascata per la meeting industry? «La nuova Continuità Territoriale per Roma Fiumicino e Milano-Linate consentirà a tutti i passeggeri – residenti e non – di usufruire di biglietti flessibili e con tariffe scontate tutto l’anno, esclusi i mesi di luglio e agosto. Questa novità contribuirà ulteriormente a rendere la nostra destinazione più competitiva in termini economici e di accessibilità». Ci preannuncia le previsioni di crescita nei mesi di spalla per questo 2017 e le percentuali di incremento nel nazionale e nell’internazionale? «Per il 2017 prevediamo di superare i quattro milioni di passeggeri. Nel periodo di spalla

compreso tra gennaio e aprile avremo un incremento dei posti offerti sui collegamenti nazionali del tre per cento e su quelli internazionali del venti pe cento. Nel periodo ottobre-dicembre prevediamo una crescita pari al dieci per cento per l’offerta domestica e del 27 per cento sui mercati esteri». Nel contesto delle principali sinergie di Sogaer sul territorio, ci sono progetti che prevedono una specifica ricaduta economica nel contesto della meeting industry? «Abbiamo iniziato una collaborazione con i principali operatori locali e internazionali che hanno strutture in grado di offrire prodotti e servizi di alta qualità. Il nostro ruolo come operatore aeroportuale è quello di offrire servizi complementari che rappresentino un valore aggiunto nella scelta della destinazione con importanti ricadute economiche e occupazionali su tutto il territorio del sud Sardegna». Dal capoluogo un quick check-in e si vola verso la Costa Smeralda per intervistare Lucio Murru, direttore commerciale presso l’Aeroporto di Olbia Costa Smeralda. Rullano i motori per volare verso quali novità contestualmente al Mice e al 2017? «La parola d’ordine è “incremento” e le novità riguardano e confermano il potenziamento dei collegamenti: sarà più facile venire in Sardegna, cresceranno i voli soprattutto da Francia e Inghilterra – pur rimanendo germanico il mercato di riferimento – ed è proprio l’Italia il mercato che cresce maggiormente nel 2017. E tutto questo diventa strumentale per le attività Mice, per pianificare eventi nelle stagioni “basse”, con evidenti vantaggi per tutti. Nell’ottica dei planner, infatti, è fondamentale che vi

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Perché un evento in... Sardegna

Rosso, sardo e di tremila anni fa È questo l’identikit del vino che avrebbe il vanto di essere il più antico d’Europa, recentemente delineato dall’università di Cagliari. La scoperta di un vitigno coltivato dalla civiltà nuragica riscrive non solo la storia della viticultura in Sardegna, ma dell’intero Mediterraneo occidentale. Da sempre i dati attribuivano ai Fenici – e successivamente ai Romani – il merito di aver introdotto la vite domestica nel Mediterraneo; invece i primi produttori di rosso sono stati proprio i sardi, i nuragici dell’età del Ferro. Dalle analisi, inoltre, risulta che con ogni probabilità si tratti di una produzione di vino a bacca rossa. Una sorta di Cannonau di quasi tremila anni fa.

siano più voli e a costi di tutto interesse nella stagione di spalla e le previsioni 2017 sono proprio in questa direzione. Nel 2016 abbiamo assistito a un incremento del 51 per cento a marzo, del 14 per cento a maggio e giugno, del 19 per cento a settembre e del 17 per cento a ottobre. Relativamente al 2017 e alle previsioni di crescita in generale possiamo affermare che cresciamo in misura inferiore a luglio e agosto – rispettivamente con un più sei per cento e più due per cento –, mentre la tendenza ol-

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tremodo positiva è la crescita del 25 per cento ad aprile, del 23 per cento a maggio, del 14 per cento a giugno e del 18 per cento a ottobre. Dati oltremodo positivi per tutti questi mesi, ideali per organizzare eventi. Si evidenziano, inoltre, previsioni di crescita dell’internazionale del 14 per cento e una complessiva del cinque per cento nel nazionale». Vorremmo sfatare il luogo comune che vede la Sardegna perfetta come destinazione solo nella stagione estiva. Possiamo? « Sì, stiamo assistendo a un’incoraggiante crescita nelle altre stagioni e i dati lo confermano. Nel contesto dell’alta stagione, invece, che va dal 15 giugno al 15 settembre, rilevo una minima crescita nei canonici mesi di luglio e agosto. Relativamente alla Nuova Continuità Territoriale, questa comporta un decremento di tariffa e un congressista che arriva a giugno in Sardegna pagherà la stessa tariffa di un residente». Suggerimenti da rivolgere ai meeting planner? «Auspichiamo una maggiore sinergia: noi ci impegniamo e fatichiamo a costruire il prodotto e il meeting planner deve fruire della territorialità nella sua interezza. Siamo forti nel prodotto mare ma non altrettanto nella promozione di altre tipologie di prodotto che invece rappresentano un’ideale alternativa o affiancamento al mare: turismo attivo, trekking, wellness ed enogastronomia, per esempio. E abbiamo anche risorse archeologiche sterminate. Per concorrere a un’offerta diversificata e integrata è necessario che i meeting planner diano opportunità a tutti i “turismi” della Sardegna».

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Meeting esperienziali, please Destinazione, unicità, fruizione. Ovvero tutto quello che solo in Sardegna è possibile trovare, con peculiarità SǺIVXI HEP XIVVMXSVMS I GSR TIRRIPPEXI HM JSPOPSVI espressione popolare d’identità territoriale

È

l’identità della destinazione, quella di cui fruire. I meeting planner possono attingere da tutto quello che caratterizza la Sardegna e giocare la carta del folclore e delle tradizioni come post congress, un concentrato di tipicità e unicità. Poi, ovviamente, ci sono i grandi eventi, per esempio la quattordicesima edizione del Rally Italia Sardegna, in scena dall’8 all’11 giugno 2017, con base confermata ad Alghero e con il ritorno – dopo tre anni di assenza – delle prove in Gal-

lura. Si preannuncia, quindi, un 2017 di sport ad altissimo livello per la Sardegna, protagonista anche nella centesima edizione del Giro d’Italia: si inizia il 5 maggio con la prima tappa Alghero-Olbia, si prosegue il 6 maggio con Olbia-Tortolì e si termina il 7 maggio la tre giorni in terra sarda con Tortolì-Cagliari. 3SR ² ǻRMXE UYM 5IV PE QIIXMRK MRHYWXV] JVYMVI HIP XIVVMXSVMS MR GLMEZI WTSVXMZE WMKRMǻGE ERche team building adrenalinici, per esempio E FSVHS HM ZIMGSPM ǻEQQERXM .R GSPPEFSVE^MS-


Perché un evento in... Sardegna

Eventi e folklore: make your choice! Giro d’Italia 5 -7 maggio 2017 Porto Cervo Wine & Food Festival ad Arzachena 12-14 maggio 2017 La principale rassegna enogastronomica in Sardegna Cavalcata sarda a Sassari 21 maggio 2017 Rally Italia Sardegna 8-11 giugno 2017 Poetto Wine Festival Cagliari 30 giugno-1 luglio 2017 a Poetto (Ca) Grande evento dedicato al vino in Sardegna

La Sartiglia di Oristano, emozioni al galoppo Nella pagina precedente, Tortolì, nel cuore dell’Ogliastra, palcoscenico per gli eventi del Mice

Workshop Destinazione Sardegna 26 -28 maggio 2017 A Pula e al Forte Village, organizzato da Ediman per la quarta stagione consecutiva Girotonno a Carloforte (CarboniaIglesiaas) 22-25 giugno 2017 L’evento avviene nello stesso periodo della pesca del tonno rosso nella tonnara di Carloforte Autunno in Barbagia 2017 2 settembre-18 dicembre 2017 Sartiglia a Oristano 11-13 febbraio 2018

ne, magari, con F.A. Travel Dmc e le più grandi aziende del settore automotive quali Mercedes, Audi, Porsche, Bmw, Opel e Volkswagen.

Questione di pathos E poi, ancora, ecco la destinazione intesa non solo come percorsi post congress o di incentivazione ma come opportunità di

“meeting esperienziale”: al complesso nuragico e pozzo sacro di Santa Cristina – a Paulilatino e in provincia di Oristano –, per esempio, si possono ambientare eventi e vasta è la scelta di location non tradizionali, espressioni territoriali con punte di eccellenza come il Convento San Giuseppe di Cagliari, in città ma con tutto il pathos della Sardegna. Eventi esperienziali con i pastori si possono realizzare anche al Gologone Experience Hotel Sardinia, a Oliena, in provincia di Nuoro e per dissetarsi alla fonte della tipicità non mancano team building con sfide sui tipici asinelli sardi – o la partecipazione alle tosature delle pecore e la scoperta dei segreti della lavorazione dei formaggi –, seguite da spettacoli e pranzo con prodotti tipici. Anche qui, la parola d’ordine è “tipicità”, come nella rassegna Autunno in Barbagia 2017: 28 località accolgono il Mice fra eventi, sapori e antichi saperi in un percorso itinerante fatto di tradizioni millenarie. Si inizia il 2-4 settembre a Bitti e si conclude la rassegna il 16-18 dicembre a Orune. Per uno sguardo al 2018, si galoppa a briglie sciolte verso la Sartiglia di Oristano, evento clou di carnevale, una sorta di sacramento laico.

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Sardegna on the road O

ltre alle inimitabili trasparenze del mare con bagliori acquamarina, alle baie di sabbia candida alternate ad aspre rocce modellate dal vento, oltre ai diving experience nei fondali più spettacolari del Mediterraneo, alla scuola di vela su derive, al surf che regna al Poetto, a Pula e a Platamona e oltre al windsurf che impera a Capomannu, Funtana Meiga così come a Palau e a Porto Puddu. Oltre al regno di Nettuno c’è l’isola, un arazzo di diversi scenari naturali e culturali dal quale attingere a piene mani per disporre di un pool di proposte diversificate. All’insegna della curiosità.

Boschi sacri e Sella del diavolo Non solo acqua salata, in Sardegna: attrattive d’acqua dolce sono le attività incentrate sul fiume Coghinas con le discese fluviali in kayak in canoe singole o doppie, per qualsiasi livello di abilità del Mice. Canoa e kayak sono ancora protagoniste di team building nelle sorgenti di Su Gologone e in Costa Smeralda, presso il Lago di Liscia, e anche sul Lago di Gusana, di Omodeo e di Mulargia. Dall’acqua si passa alla terra con quad e

Curiosità e spunti per… prendere appunti. Per consentire ai meeting planner di non bloccare la propria curiosità sulle banchine della costa e di scoprire, per poi fruirne, di ulteriori e innumerevoli opportunità fuoristrada nelle foreste della Gallura, lungo le antiche strade sterrate dei carbonai del Supramonte e fra mufloni e aquile reali del Gennargentu. E oltre alle cime argentate del Gennargentu, il dna montano della Sardegna vede in pole position anche la Barbagia, con la parte finale che costeggia il massiccio del Supramonte e i suoi calcari dai paesaggi lunari. E poi vallate con foreste fittissime, gole vertiginose, torrenti scenografici, altipiani e foreste di querce da cui si estrae il celeberrimo sughero, “l’oro morbido”. E ancora la Gallura, racchiusa in una coltre di mistero e nel cuore di paesaggi arcaici, dove si trova una delle più alte concentrazioni di energia e che accoglie il Mice anche con “boschi sacri”: è il bosco di San Giorgio, tra giganteschi lentischi, una sorta di giungla mediterranea con rocce dalle molteplici forme che ema-

La Sella del Diavolo, tra sacro e profano

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Perché un evento in... Sardegna

Did you know that... ■ Nel cuore della Sardegna c’è la domus di un capitano di mare. È la necropoli di Sos Furrighesos ad Anela, in provincia di Sassari. Sul soffitto della domus campeggiano le costellazioni così come le vedevano gli antichi sardi. Poi, sulla parete, tre incisioni. Animali – dicono gli archeologi – ma sembrano tanto tre navi, due da trasporto con grandi remi e una di scorta, con la doppia prora, così come sono descritte le navi Shardana. Pare che il proprietario della tomba fosse un capitano, proprietario di navi. Infatti. Siamo lontani dal mare, ma pare di sentire un odore salmastro, lì dentro. ■ La Gola di Gorropu, nel Supramonte, è considerata uno dei canyon più profondi d’Europa, 450 metri di altezza per circa 1.500 di lunghezza, una palestra naturale nella quale la meeting industry può sbizzarrirsi in team building attivi: arrampicate sulle pareti, canyoning, trekking e speleologia. ■ Fra le vie di Fluminimaggiore, nell’Iglesiente, località attraversata dal rio Mannu, è possibile catturare con lo sguardo una Sardegna inedita, immortalata nei murales realizzati dagli Imbracchinadoris, artisti che hanno saputo veicolare messaggi importanti attraverso il disegno e il colore. Le tinte narrano di racconti e di conquiste, proiettano profondi significati, radicati ideali e antiche passioni.

nano vibrazioni intense e particolari. Rocce che sono state lavorate e tagliate dall’uomo: le antiche popolazioni del luogo le avevano adoperate e utilizzate a fini sacri e terapeutici e successivamente sembra che i templari, durante i loro spostamenti e attraversando l’isola, abbiano riscoperto e riutilizzato questi luoghi. Sempre a proposito di opzioni green si segnala il massiccio dei Sette Fratelli, nell’area sud orientale della Sardegna, costituito da sette vette granitiche intervallate da profonde gole e con altezze differenti, che arrivano sino ai 1.016 metri sul livello del mare di Pun-

ta Sa Ceraxa. Il complesso montano è illanguidito da diversi corsi d’acqua, fiumi di opportunità per gli incentive: verso est e nord scorrono torrenti che si gettano nello stagno di Colostrai, verso occidente i torrenti confluiscono nel Rio Maidopis, il versante meridionale ospita invece il Rio Sa Ceraxa, che sbocca a Geremeas. Alle pendici delle rocce granitiche, distese di lecci e sugheri, ruscelli e macchia mediterranea, erica e corbezzolo: ecco il trekking per il Mice nella natura popolata dal raro cervo sardo, cinghiali e mufloni. Dall’energia fisica del Mice a quella spirituale, da perseguire in binomio con una bella dose di misticismo in quella che in sardo viene chiamata “sa Sedda de su Tiaulu”, la Sella del diavolo. È un’icona per i cagliaritani, maestosa estremità che caratterizza il promontorio calcareo di Sant’Elia, separa la spiaggia del Poetto da quella di Calamosca e suscita meraviglia e stupore.

Appuntamento al buio La trasmissione Sereno Variabile ha dedicato alla Cagliari sotterranea un’intera puntata andata in onda il 4 marzo su Rai2. Ci piace suggerire anche questa versione underground della città, che nasconde alcuni misteri di cui non tutti sono a conoscenza. Sotto al lastricato di piazza d’Armi, centro nevralgico dell’università cittadina, si nasconde un lago, un bacino d’acqua trasparente. Attraverso una porta in ferro, sita in viale San Vincenzo, si raggiungono le segrete di Cagliari, cunicoli e camere che costituiscono una vera e propria città sotterranea. Proprio sotto alla piazza si apre una caverna artificiale, la grotta “de su Stiddiu”, della goccia. Fra i siti da visitare ci sono la Galleria dei salesiani – nella quale la gente del posto ha trovato rifugio durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale –, la cripta Santa Restituta e la cripta di Santo Sepolcro.

La Gola di Gorropu, il canyon per il Mice più sportivo. Sopra, tipici asinelli sardi per team building esperienziali

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GIANFRANCO GUCCIONE

scelti per voi

Colonna Resort È

l’ammiraglia del gruppo Iti Hotels ed è anche un’icona di esclusività incastonata in una macchia mediterranea punteggiata da mirto, ginepro ed elicrisio. Un resort contraddistinto da charme ed eleganza, il Colonna Resort, nel quale ambientare eventi in qualsiasi stagione dell’anno, con un livello altissimo di servizi e in un tappeto verde di circa sessantamila metri quadrati che digrada dolcemente verso il golfo di Porto Cervo.

Il piacere del lusso raffinato e discreto, della classe e dell’élite. Un resort dall’eccellenza congressuale e con suggestioni leisure per eventi nell’internazionale Porto Cervo

Eventi top level La location è caratterizzata da ampie vetrate che prospettano sulla spettacolare insenatura naturale di Cala Granu e sulle piscine, tutte con acqua marina, una di 8.500 metri quadrati: tra le più grandi piscine d’acqua salata d’Europa. Ancora eccellenza nel contesto dell’accomodation, 250 fra camere deluxe e suite, e nel centro congressi della location, fra i più grandi della Costa Smeralda, con una capienza complessiva sino a settecento persone – la plenaria è concepita per circa cinquecento ospiti – oltre a diverse salette di sottocommissione e a cinque salette break-out con luce naturale, congeniali a ininformazione pubblicitaria

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contri raccolti e per un massimo di trenta persone a platea. La location, inoltre, dispone di due terrazze panoramiche, perfette per coffee break e cene di gala d’atmosfera. Al Colonna Resort il Mice trova, fra le numerose opportunità, una palestra indoor, una spiaggia privata di sabbia candida – con un pontile che prelude a escursioni in barca a vela –, un driving range da golf e due campi da tennis, situati a un chilometro dalla struttura e raggiungibili con navetta gratuita. Al Colonna Resort di Porto Cervo la meeting

industry può organizzare i suoi eventi più prestigiosi e anche le opportunità di incentive e di team building sono pressoché infinite. Non c’è limite all’esclusività, non manca nemmeno lo Shergan, un grande campo da polo a una manciata di chilometri dall’albergo. Relax a tutto tondo, invece, nei mille metri quadrati del centro benessere con spa, il trionfo del wellness per il business con piscina interna di acqua di mare riscaldata, docce emozionali, sauna finlandese e zona thermarium con bagno turco aromatizzato.

Colonna Resort Loc. Cala Granu via Capo Ferro km.1,8 Porto Cervo Marina 07020 Arzachena (Ot) Tel. 0789 900046 Fax 0789 91199 booking.colonna@colonnahotels.net www.colonnaresort.com

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Perché un evento in... Sardegna

scelti per voi

Convento San Giuseppe P

Convento San Giuseppe Via Paracelso 09131 Cagliari Tel. 070 503343 Fax 070 522765 eventi@conventosangiuseppe.com www.conventosangiuseppe.com

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athos, ritmo e personalizzazione con il fil rouge della condivisione e della coesione. Al Convento San Giuseppe di Cagliari l’emozione divampa mentre la perfezione è discreta e gli eventi parlano un linguaggio che tutti possono decodificare perché è attorno a un linguaggio comune che si costruisce il potere dell’uomo che “fa squadra”. E quando si parla di Mice, si parla proprio di persone che vogliono il concorso di energie e di risorse. A loro è dedicato il Convento San Giuseppe, un ex convento millenario, una dimora storica vincolata dal Ministero dei beni culturali, una location di preziosa, raffinata eleganza.

Fra le più intriganti location di Cagliari, un antico convento e al contempo una dimora storica. Un luogo di atmosfera per eventi davvero speciali

Tutto è possibile

finestre con cornici di pietra di tufo o di ladiri, i mattoni di terra cruda della tradizione del Campidano. O alla sala del Grano – che insieme alla sala dei Cavalli accoglie 450 ospiti seduti –, un tempo granaio e fienile, oggi una delle sale più versatili che, con le due salette adiacenti forma un unico ambiente a pianta rettangolare attraversato da due archi. O ancora alla sala delle Olive: insieme alla sala della Musica è stata costruita quasi mille anni fa. I giardini e le corti accolgono il Mice in quinte di grande fascino o lo salutano

Da oltre vent’anni il Convento è un punto di riferimento per gli eventi nel capoluogo sardo, una cornice intrisa di suggestioni in tutti gli ambienti, nei quali dare vita a eventi di grande impatto anche e soprattutto emozionale. Nelle otto sale e nei cinque giardini della location la coreografia e la fantasia non hanno limiti, così come gli allestimenti e le personalizzazioni. Basti pensare alla sala Cavalli, la plenaria per 180 persone, impreziosita da travi in olmo, castagno e ginepro, da porte e

alla conclusione di un evento con coreografie memorabili, per esempio la danza dei fuochi sul tetto del Convento, simbolica nel suo consegnare la fiamma di mano in mano, esprimendo l’essenza della compartecipazione e della condivisione. Una location incantata, il Convento San Giuseppe, nella quale tutto è possibile perché oltre agli spazi è il fattore umano a fare la – enorme – differenza: è questo che commuta la parola “esperienza” - ventennale e delle persone che vi lavorano – in “passione”. informazione pubblicitaria

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scelti per voi

Hotel Catalunya I

l piacere è fatto di dettagli. Lo sa bene e lo propone al meglio l’Hotel Catalunya, a pochi passi dal dedalo di vie del cuore antico di Alghero e dai suoi echi spagnoli, una quinta spettacolare ritmata da palazzi, torri e campanili di matrice catalana, eredità di una presenza aragonese durata quattrocento anni. Una posizione strategica, quella dell’Hotel Catalunya, effervescente nelle sue continue sorprese: per il mese di aprile di quest’anno, infatti, tutte le camere e i bagni sono freschi di arredi e di restyling.

Quattro stelle intriganti nelle proposte, perfette per il business in alchimia con il pleasure. Nelle immediate vicinanze del centro di Alghero e con vista mozzafiato

Emozioni e innovazioni Un albergo raffinato e sempre all’avanguardia, l’Hotel Catalunya, spettacolare nell’innovazione. Un esempio su tutti: il Blau Skybar & Events, uno spazio panoramico al nono piano della struttura, articolato in bar, terrazza coperta e ristorante per 150 persone, una location perfetta non solo per colazioni di lavoro ma anche e soprattutto per cene di gala d’atmosfera sino a 150 ospiti. Da qui – e anche dalle camere superior dell’albergo – si catturano con lo sguardo le onde e l’anima di Alghero, soprattutto al tramonto, quando il cielo sopra lo skyline del centro storico – con la baia e Capocaccia sullo sfondo – si informazione pubblicitaria

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trasforma in un spettacolo naturale con pennellate di colori mozzafiato. Quando si condividono le emozioni, gli eventi raggiungono gli obiettivi e veri e proprio percorsi del gusto si possono vivere nel ristorante Maqù della location, incentrato su cromie chiare e boiserie di tendenza, con prelibatezze gastronomiche che assecondano i ritmi delle stagioni e vedono protagonisti prodotti a chilometro zero. Trionfo di tecnologia all’avanguardia, invece, nelle quattro sale meeting dell’Hotel Catalunya, distribui-

te al piano terra per un totale di quattrocento posti, cui si aggiunge la sala Marina, al primo piano, raffinata e raccolta, nel caso di eventi con un maggior numero di partecipanti. Pressoché infiniti, infine, i percorsi post congress e di incentivazione alla scoperta di Alghero e della sua costa: oltre venti chilometri di spiagge bianche frammiste a insenature e falesie, mentre nell’entroterra sentieri incastonati nella macchia mediterranea conducono a tenute vinicole e misteriosi villaggi nuragici.

Hotel Catalunya Via Catalogna, 24 07041 Alghero (Ss) Tel. 079 953172 Fax 079 953177 booking@hotelcatalunya.it www.hotelcatalunya.it

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Perché un evento in... Sardegna

scelti per voi

Hotel Regina Margherita D

inamicità, creatività, flessibilità ed esclusività. Sono i tratti distintivi dell’Hotel Regina Margherita, sempre pronto a riservare sorprese ai suoi ospiti e con un perenne refresh, che in questo periodo è incentrato sulle camere. Un’ottica di innovazione che trova piena espressione anche nell’implementazione della connessione wi-fi in fibra ottica in tutta la location, perfetta per videoconferenze di elevata qualità. All’Hotel Regina Margherita il Mice ora trova anche un inedito hotspot social wi-fi, un programma veloce e condivisibile che sostituisce la vecchia customer satisfaction e sulla scia dell’eccellenza si inserisce anche la recente certificazione Ecolabel Ue, marchio di qualità ecologica europea.

Flessibilità personalizzata

Hotel Regina Margherita viale Regina Margherita, 44 09124 Cagliari Tel 070 670342 Fax 070 668325 booking@hotelreginamargherita. com www.hotelreginamargherita.com

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La predilezione per il green dell’Hotel Regina Margherita è riscontrabile anche nei percorsi del gusto della ristorazione, incentrata sempre più su prodotti a chilometro zero, genuini e sfiziosi. Agli eventi l’Hotel Regina Margherita – la cui accomodation è articolata in cento fra camere e suite – dedica sette sale modulari per una ca-

Nel cuore di Cagliari, un connubio di charme e prestigio, storia e design, elisir territoriali e certificazioni di qualità green a livello europeo

pacità complessiva di 810 persone e si rivela location ideale per incontri raccolti così come per simposi sino a trecento persone in contemporanea. Le meeting room possono essere allestite tailor made e in pochi minuti, variando il numero dei posti: una flessibilità totale, grazie a un innovativo sistema di pareti mobili, perfettamente insonorizzate. Tutte le soluzioni sono personalizzabili a seconda delle esigenze della committenza, che qui trova anche la Terrazza la Cascata: uno

spazio per un massimo di 180 ospiti, un gazebo completamente chiuso da panoramiche vetrate e ubicato in una zona piantumata dell’albergo, con tanto di giardino e scenografica cascata d’acqua che si tuffa da un’altezza di cinque metri. E a proposito di scenari grandiosi, la direzione dell’albergo dispone di uno staff dedicato anche al relax della meeting industry per la quale organizza una pluralità di percorsi alla scoperta di Cagliari e delle sue seduzioni. informazione pubblicitaria

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scelti per voi

Mbc Aeroporto Costa Smeralda S

ps è l’acronimo che racchiude i valori di un’impresa caratterizzata da tre aree aziendali dedicate ai servizi rivolti alle imprese nazionali e internazionali e alle consulenze aziendali, alla formazione e alla gestione del Meeting & Business Center. Molte le attività che la Sviluppo Performance Strategie – questo il nome “per esteso” della società – offre da oltre tredici anni: piani di sviluppo territoriale e aziendale, servizi per l’internazionalizzazione con focus sul mercato russo e cinese, attività formativa, consulenza aziendale, servizi per le imprese, ricerche di mercato, sviluppo di sistemi software e servizi dedicati al meeting & business center. Sps, infatti, in collaborazione con Geasar Spa, gestisce l’Mbc, il Meeting Business Center posizionato all’interno dell’aeroporto di Olbia Costa Smeralda, una struttura funzionale, professionale, moderna e dinamica.

Mbc, i successi decollano Il Meeting & Business Center offre un sistema di servizi dedicati al mondo della formazione, dei convegni e degli incontri di lavoro. Dieci moderne informazione pubblicitaria

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Sps e Mice: una sinergia all’insegna di innovazione e professionalità per eventi e meeting. Un concetto rappresentato dal brand Meeting & Business Center

sale in grado di accogliere dai dieci ai duecento ospiti in un contesto di massimo comfort e di tecnologia all’avanguardia, un mondo di servizi a disposizione dei clienti, integrato con la dinamicità e la versatilità che contraddistinguono da sempre Sps: una moderna piattaforma manageriale in grado di coordinare gli eventi, garantire l’assistenza tecnica e l’accoglienza dei partecipanti nazionali e internazionali, passando per il servizio di segreteria, di traduzione e di hostess. Uno dei punti di forza di Mbc, infatti,

oltre a interessanti servizi quali le convenzioni con gli alberghi, per i catering e i parcheggi gratuiti, è la segreteria organizzativa. Ogni evento con la regia della Sps nell’Mbc è un successo e la posizione all’interno dell’aeroporto rende unica ogni esperienza, che viene arricchita da tutti i servizi presenti nello scalo internazionale. E non è finita qui. Oltre agli eventi presso l’Mbc, infatti, Sps e i suoi partner offrono anche intriganti occasioni post meeting alla scoperta del territorio. Sps & Mbc: your preferred partner.

Sviluppo Performance Strategie Mbc Meeting & Business Center Aeroporto di Olbia Costa Smeralda 07026 Olbia Tel. 0789 645744 Fax 0789 645745 sps@spssrl.net www.spssrl.net

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Perché un evento in... Sardegna

scelti per voi

Rete Mice Sardegna I

n soli due anni Rete Mice Sardegna è diventata il punto di riferimento per gli eventi in Sardegna e annovera oggi alberghi con accomodation sino a cinquecento camere e sale meeting sino a mille persone, centri congressi con sale fino a mille partecipanti, dimore storiche con spazi sino a 1.200 posti, Pco, Dmc, società di servizi congressuali e aeroportuali, di organizzazione d’escursioni e di team building. Proiettata al futuro, la Rete è forte del recente passato: nel 2016 ha acquisito cinque eventi e supportato la realizzazione di importanti manifestazioni come Panorama d’Italia, che ha garantito un’ingente visibilità a Cagliari e condotto a una convenzione con il comune della città per promuovere la destinazione nel contesto Mice. Fra le new entry del network, il Grand Hotel Poltu Quatu, nel cuore della Costa Smeralda, l’Hotel Regina Margherita e l’Hotel Santa Lucia nel cagliaritano.

2017 avanti tutta Rete Mice Sardegna via Dante, 42 Cagliari Nicola Pala Marketing & Strategic Manager Mob. 347 9580283 retemicesardegna@gmail.com www.micesardinia.it

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Numerose le linee d’azione della Rete per quest’anno, a iniziare dagli eventi acquisiti. Fra questi, la 48esima Settimana sociale dei cattolici italiani, che dal 26 al 29 ottobre porterà in Sardegna oltre mille delegati, coinvolgendo 12 hotel di Cagliari e diverse agenzie di servizi del network.

Ideazione, promozione e sviluppo. E ancora visione d’insieme, coesione, personalizzazione. Parole che si traducono in eventi di successo con la regia di Rete Mice Sardegna

Dal 12 al 14 maggio, invece, sarà la volta dei campionati italiani di scherma, che richiameranno su Cagliari oltre duemila persone. Rilevante sarà la presenza della Rete nei principali marketplace di riferimento: Imex ed Eibtm in pole position, passando da Roma, Parigi ed Helsinki. Con la Regione Sardegna, invece, la Rete intende sviluppare una partnership per realizzare workshop internazionali ai quali partecipare e implementare l’attività di membership. Mantenere e sviluppare le relazioni con le istituzioni locali e regionali, infatti, è da sempre fra gli obiettivi della Rete che garantisce al contem-

po ai buyer internazionali un’offerta aggregata di qualità. Fra i progetti in via di sviluppo, si segnala innanzitutto Mice4China, la sperimentazione di prodotti innovativi Mice destinati al mercato cinese. A gennaio, infatti, l’isola è stata visitata da Cits, il “numero uno” fra i tour operator cinesi, la cui divisione incentive è interessata alla destinazione Sardegna. Ancora proiezioni internazionali vedono la Rete attiva nel progetto di cooperazione transfrontaliera tra Italia e Francia e nel progetto di internazionalizzazione delle imprese volto a sostenere inserimento o consolidamento nei mercati esteri. informazione pubblicitaria

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2024MC_ColonnaResortITI_Layout 1 05/04/17mercoledì 14:19 Pagina 1

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Frankfurt 16–18 May 2017

We’ve all grown stronger through collaboration

What is IMEX? Each May, event planners from around the world come to IMEX in Frankfurt to meet with destinations, hotels, venues and suppliers. It’s an ideal opportunity to do business, make new contacts, and catch up with what’s new in the meetings industry. Working together for 15 years IMEX in Frankfurt is built in collaboration with our extensive family of partners. Be they strategic, industry, association, education, media or travel, our worldwide network means that when visitors come to our show, they can meet face to face with the best of the global meetings industry under one roof. Let’s shake hands Thousands of partnerships are born at IMEX each year. So if you’re looking to breathe new life into your events, come to IMEX to meet the right people and be inspired. Go online for IMEX in Frankfurt highlights and recommendations from our partners.

Registration is open and free. We look forward to seeing you there.

The worldwide exhibition for incentive travel, meetings and events.

imex-frankfurt.com #IMEX17



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