TURISMO d’AFFARI
Numero 1 • gennaio - febbraio - marzo 2015
Poste Italiane SpA - Sped. in abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/04 n.46) - Art. 1, comma 1, DCB Milano. In caso di mancato recapito si restituisca al mittente che si impegna a pagare la relativa tassa. Euro 4,20
Business Travel • Ospitalità • Tmc • Transportation
ESCLUSIVA
OSSERVATORIO BUSINESS TRAVEL 2015 FLOTTE
AUTO
VIAGGIARE A METANO FERROVIE
IL PIANO PER GLI AFFARI
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COME
CAMBIA LʼOSPITALITÀ BT
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Travel affair
Editoriale
SI RIPARTE DOPO IL CAMBIAMENTO di Paola Olivari
B
udget in calo, nuove tendenze dei viaggiatori d’affari e tecnologia applicata al booking delle camere d’albergo. In pochi anni il settore dell’hôtellerie ha cambiato faccia, mentre travel manager e tmc hanno abbandonato almeno in parte l’abitudine di prenotare roomnight negli hotel e nella catene alberghiere da quattro stelle in su. Al loro posto, nei Paesi anglosassoni e in misura sempre più significativa anche in Italia, si sono fatte strada forme diverse di ospitalità: dagli appartamenti in affitto, a quelli in condivisione, passando per il booking “last-last minute”, rigorosamente via smartphone. Per tutti, il presupposto è uno solo: i nuovi viaggiatori d’affari – la cosiddetta Generazione Y, sempre connessa e abituata a organizzare parte del proprio viaggio utilizzando un dispositivo mobile – desiderano sentirsi protagonisti di una vera e propria esperienza quando pernottano. Risultato: il futuro dei servizi nel comparto dell’ospitalità è ormai diventato quello della customer intimacy, della vicinanza, cioè, ai bisogni dell’ospite – anche business – che deve avere la possibilità di personalizzare il proprio soggiorno fin nei dettagli e di comunicare con la struttura ricettiva utilizzando più canali. Ecco perché, di fronte agli ultimi sviluppi nel settore dell’hôtellerie, anche le principali catene alberghiere hanno deciso di cambiare registro. Come? Creando nuovi brand, dove i servizi previsti sono tutti all’insegna della personalizzazione: dal free wi-fi al check-in e roomin via mobile, dalla tecnologia all’intrattenimento in camera di ultima generazione, dal cibo a chilometri zero alle bevande dietetiche, oltre a spazi per il co-working e la socializzazione al passo con i tempi. Per saperne di più vi invito alla lettura della nostra cover story mentre per una visione più ampia del settore troverete in questo primo numero dell’anno, come oramai da tradizione, l’Osservatorio business travel, giunto alla sua 14 a edizione. Dalla ricerca emerge la propensione a investire all’estero delle nostre aziende. In questo quadro, i viaggi d’affari delle imprese italiane crescono soprattutto grazie all’Europa, ma sorprende positivamente anche il mercato nazionale perché inverte una prolungata fase di contrazione. Di grande rilievo si rivelano poi i dati in crescita nei viaggi individuali nel terziario, un altro punto importante per il futuro dell’economia nazionale. I segnali per una ripresa, dunque, ci sono. 4 04 TdA 1-15 Editoriale.indd 4
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a
14 edizione
Sommario
n° 1 - 2015
OSSERVATORIO BUSINESS TRAVEL 2015
Sponsor ufficiali
TM
Con il supporto di
TURISMO d’AFFARI
Viaggi, fatturato e soddisfazione dei clienti del turismo dʼaffari italiano nel 2014
4 / EDITORIALE 8 / COVER STORY Rivoluzione in camera di Giorgio Maggi
16 / CORSO DI FORMAZIONE Occhio ai numeri di Giorgio Maggi
18 / TRASPORTO AEREO Uno sguardo al cielo di Giovanni Fassola
I-XVI Osservatorio business travel 2015 51 / PORTOGALLO Lisbona. Moderna e internazionale di Stella Stroppa
24 / IN ITALIA Partita a scacchi con slot in palio di Ferdinando Farba
di Alessandro Rigatto
28 / FERROVIE Un piano nel segno del rinnovamento
56 / IN AZIENDA Questione di policy
di Ferdinando Farba
di Dario Bongiovanni
32 / NEWS Check in
58 / NEWS Reception
68 / TECNOLOGIA Il futuro della gestione 72 / WORLDWIDE Kuala Lumpur, a tutto business di Giovanni Fassola
76 / NEWS Reception
a cura della redazione
80 / INDIRIZZI UTILI 82 / COLOPHON
a cura della redazione
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di Giovanni Neraspina
di Beatrice Chiddo
52 / FLOTTE AUTO Il business a metano
a cura della redazione
62 / HÔTELLERIE Dal costo medio al load factor
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Copyright © 2014 CWT
DELIVERING THE PERFECT TRIP.
SHINE WITH CWT Per essere un’azienda di successo, soprattutto in un contesto di mercato difficile come quello attuale, occorrono partner motivati e capaci di aiutarvi a raggiungere i vostri obiettivi nel modo più efficiente possibile. Con circa 19.000 consulenti esperti nella gestione dei viaggi e degli eventi in oltre 150 Paesi, Carlson Wagonlit Travel è in grado di rispondere a qualsiasi esigenza per i viaggi d’affari. Qualunque sia la dimensione della vostra organizzazione, i nostri prodotti e servizi - più volte premiati a livello internazionale -, le tecnologie e gli strumenti che abbiamo sviluppato possono ridurre i vostri costi di viaggio e aumentare la vostra efficienza, sempre con la massima attenzione al servizio. E mentre emergono nuovi modi di viaggiare e cambiano le esigenze delle aziende, la nostra offerta si evolve grazie all’esperienza affinché i vostri viaggiatori possano concentrarsi solo sul proprio business.
A never-ending commitment to the perfect trip Visitate carlsonwagonlit.it
Cover story di Giorgio Maggi
Il mercato spinge l’hôtellerie a rendere la propria offerta ricca di soluzioni studiate per i business traveller ma sono sempre più numerosi i viaggiatori che scelgono per i loro soggiorni di lavoro appartamenti in affitto
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Il cliente al centro È solo un esempio, ma rende bene l’idea di come sarà il settore alberghiero prossimo venturo. Niente più check in e code al front desk dell’hotel, presto si potrà arrivare in camera utilizzando solo il proprio smartphone. «Ancora oggi costringiamo il cliente a “incontrarci” in determinati momenti. Per esempio, durante il check in, il check out, il room service. In futuro, lo staff dell’hotel interagirà con gli ospiti solo quando questi lo desidereranno», ha detto recentemente Chris Elam, vice president central reservations di Hyatt Hotels. A ben vedere, è un po’ quello che accade già da tempo nel trasporto aereo dove ogni cosa – prenotazione, scelta dei posti, pasti, imbarco dei bagagli eccetera – avviene direttamente online. Tutto senza bisogno di entrare in contatto con nessun membro dello staff della compagnia, se non al momento di allacciarsi le cinture di sicurezza prima del decollo. «Il punto è che il futuro dei servizi in hotel è ormai quello della customer intimacy, della vicinanza, cioè, ai bisogni dell’ospite che deve avere la possibilità di personalizzare il proprio soggiorno fin nei dettagli e di comunicare con l’albergo utilizzando più canali», ha osservato recentemente Marco Malacrida, amministratore unico di Res Hospitality Business Developers, nel corso del Forum Innovation for Tomorrow organizzato da Carlson Wagonlit Travel. Non c’è differenza tra chi viaggia per affari o per turismo: l’ospite di un albergo è prima gennaio
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dei viaggiatori d’affari vorrebbe poter controllare la scelta dell’hotel circa il
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ecchi hotel addio. Sarà la crisi che ha obbligato a rivedere i propri budget, saranno le abitudini dei nuovi viaggiatori d’affari (la cosiddetta Generazione Y, ndr), sarà, ancora, la tecnologia che è entrata prepotentemente anche nel booking delle camere d’albergo ma sta di fatto che, in pochi anni, l’intero settore dell’hôtellerie ha cambiato faccia. Non solo le roomnight sono diminuite, e le stesse tariffe hanno subito una drastica rinegoziazione, ma già da qualche anno molte travel policy hanno messo in soffitta la scelta degli alberghi da quattro stelle in su per puntare sulle più abbordabili strutture a tre stelle, non di rado capaci di offrire servizi ad hoc per i viaggiatori d’affari. Ancora più impensabili, fino a qualche anno fa, le numerose possibilità che le nuove tecnologie hanno aperto alla community dei business traveller: dagli appartamenti in affitto al booking last minute, passando per la sharing economy dell’ospitalità.
dei viaggiatori d’affari vorrebbe poter controllare la scelta dei voli
Oggi le trasferte di lavoro sono spesso prenotate dagli stessi viaggiatori seguendo le direttive stabilite dalle aziende e il booking si sta avvicinando a quello leisure, secondo un processo di “consumerization”
di tutto una persona. «Avvicinarsi all’anima del cliente, offrire un’esperienza che vada al di là del semplice soggiorno e risvegliare la fiducia dell’ospite diventano quindi imperativi imprescindibili se si vuole essere competitivi», ha proseguito Malacrida. Anche perché le richieste e le esigenze della clientela mutano in continuazione. Senza contare il fatto che gli ospiti si sono trasformati in consumatori consapevoli, che sanno esattamente che cosa chiedere e che cosa aspettarsi da un albergatore.
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«Avvicinarsi all’anima del cliente, offrire un’esperienza che vada al di là del semplice soggiorno e risvegliare la fiducia dell’ospite diventano imperativi imprescindibili se si vuole essere competitivi». La pensa così Marco Malacrida, amministratore unico di Res Hospitality Business Developers
delle corporate travel solution consente la prenotazione attraverso il mobile
Amadeus, Business Travel Insights: Hotels 360 2014
È il tempo della Generazione Y Ma veniamo alle ragioni in base alle quali un viaggiatore sceglie un hotel. Secondo le analisi di Res Hospitality Business Developers, il primo motivo è proprio la guest experience, che incide sulla decisione per il 51 per cento. Un dato che ribadisce la centralità dell’ospite, cioè “il saper andare al di là del ruolo che il cliente esercita quando viaggia”, come afferma Malacrida. In classifica seguono altri fattori più ovvi, come la location e il prezzo. Distanziati da questo compaiono i programmi fedeltà, le promozioni e le convenzioni. Risultati, questi, in parte confermati da un›altra ricerca – Business Travel Insights: Hotels 360 – commissionata poco tempo fa da Amadeus UK e Guild of Travel Management Companies (Gtmc), allo scopo di osservare i cambiamenti in atto nel comparto alberghiero del business travel. Secondo lo studio, la metà dei manager intervistati crede che proprio la capacità di garantire un’esperienza personalizzata con i propri clienti rappresenti la risorsa
più importante per un hotel; non solo, nel caso dei viaggiatori d’affari nati a partire dagli Anni 80, la cosiddetta Generazione Y, la percentuale è addirittura maggiore. Risultato: anche le grandi catene internazionali non possono più stare a guardare se vogliono riuscire ad accaparrarsi quel target, sempre iperconnesso, (il 98 per cento di loro usa abitualmente uno smartphone, ndr), che entro il 2020 non solo realizzerà il 50 per cento del fatturato mondiale del business travel, ma sarà anche disposto a spendere, in media, più di 41 dollari a testa pur di godere di una determinata ‘brand experience’. È così che marchi riconosciuti a livello mondiale come Hyatt Andaz, Starwood Aloft, Radisson Red, Virgin Hotels o i futuri Canopy by Hilton (pronti a debuttare negli Usa nel 2016, ndr) hanno pensato a prodotti che vanno incontro alle esigenze dei Millenials. Sulla stessa linea il marchio Moxy, joint venture con gli AC Hotel di Marriott, già presenti con decine di strutture in Spagna, Portogallo e Italia (tra cui il Terminal 2 di Malpensa, ndr). Tra i servizi previsti free wi-fi, check-in e
Molti brand internazionali già offrono soluzioni pensate appositamente per andare incontro alle esigenze dei viaggiatori iperconnessi della Y Generation
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La prossima generazione dei viaggiatori d’affari
ritiene di poter accettare soluzioni alberghiere condivise per ridurre le spese di viaggio
Amadeus, Business Travel Insights: Hotels 360 2014
Le nuove tecnologie hanno aperto molte possibilità alla community dei business traveller: appartamenti in affitto, booking last minute, sharing economy dell’ospitalità
la percentuale aumenta al
per la Y Generation
chiavi della stanza via mobile, tecnologia e intrattenimento in-room di ultima generazione, cibo a Km 0 e bevande dietetiche, oltre a spazi per il co-working. Tutto, naturalmente, all’insegna della personalizzazione. Anche perché, come insegna un’inchiesta di Hilton Garden Inn, addirittura l’84 per cento dei viaggiatori d’affari appartenenti alla Generazione Y sono i perfetti esponenti del cosiddetto “bleisure travel”; desiderano, cioè, estendere il proprio soggiorno d’affari per qualche giorno. Il motivo? Il 65% per cento di loro considera la possibilità di scoprire una nuova città come il momento migliore di una trasferta di lavoro. Sempre più digitale Ma c’è di più. Questa nuova generazione di viaggiatori si distingue dalle precedenti anche per un altro motivo. Quando arrivano in un hotel, i Millenials sanno già che cosa li aspetta, avendo già scoperto tutto il possibile attraverso web e social network. Risultato: in un mondo 2.0 la reputazio-
ne online di una struttura è in grado di influenzare in modo significativo le scelte dei viaggiatori d’affari. Che poi, al rientro in azienda, riversano l’esperienza sui travel manager. A dirlo è ancora una volta la ricerca di Amadeus Uk e Guild of Travel Management Companies, secondo la quale la maggioranza (oltre il 60%) dei viaggiatori d’affari non solo ammette di effettuare delle comparazioni tra hotel al di fuori dei sistemi di prenotazioni aziendali veri e propri, ma addirittura si dice interessata a utilizzare piattaforme corporate di booking che contengano suggerimenti e informazioni inserite da altri business traveller. Insomma, né più né meno di quello che accade normalmente su un portale leisure. «Anche i viaggi di lavoro – si legge – sono prenotati dagli stessi viaggiatori seguendo le direttive stabilite dalle loro aziende, e pertanto le esigenze di prenotazione si stanno avvicinando a quelle leisure, secondo un processo di “consumerization”. «I viaggiatori desiderano trovare tutta l›offerta che attualmente si trova nei canali tradizionali, all›interno dei canali mobile», ha confermato recentemente Flavio Ghiringhelli, managing director di Hrs Italia, nel suo intervento alla presentazione del primo Osservatorio Digitale del Turismo, curato dalla School of Management del Politecnico di Milano. Insomma, per questo tipo di utenti «l›organizzazione della trasferta dev’essere un processo semplice e il più rapido possibile. Per questo l›online giocherà 12
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sempre più il ruolo di protagonista». Ma che cosa succede in Italia? E gli albergatori tricolori sono davvero al passo con i tempi? Sì e no, almeno a giudicare dai dati del Politecnico la spesa digitale degli italiani nel settore travel vale più di 7 miliardi di euro nel 2014, con una crescita del 10 per cento rispetto al 2013. Ma non è tutto. Parlando di alberghi, l’indagine ha anche evidenziato un elevato utilizzo degli strumenti digitali in tutte le fasi di relazione con i clienti. Per esempio, la quasi totalità (98%) dei rispondenti ha costruito un proprio sito internet, l’86 per cento delle strutture ha un proprio profilo su almeno un social network e un ulteriore cinque per cento vorrebbe crearlo nei prossimi 12 mesi. Gli hotel con almeno il cinquanta per cento di fatturato proveniente dal business travel dimostrano di aver maturato una notevole sensibilità nei confronti dell’online e delle nuove esigenze di mobilità e velocità, mentre solo il 39 ha già investito nella realizzazione di un’app dedicata alle prenotazioni (il 19%, invece, ha in programma di farlo in tempi brevi, ndr). Gli operatori del settore alberghiero hanno inoltre intuito le potenzialità degli strumenti 2.0: il 91 per cento di loro, infatti, gestisce e segue con assiduità un profilo social e addirittura il 93 prende nota dei feedback dei clienti. C’è tempo fino all’ultimo Che il business travel stia cambiando con passi da gigante, e in una direzione gennaio
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In hotel, di giorno
sempre più mobile, lo dimostra anche la diffusione massiccia di app che hanno a che fare con il mondo degli alberghi. E, tra quelle che non sono altro che semplici strumenti di servizio – dalle guide linguistiche alla sveglia, dalla prenotazione dei tavoli all’intrattenimento – e applicazioni che permettono di integrare la funzione di scelta con quella del pagamento, ce n’è davvero per tutti i gusti. Basti pensare che l’ultima frontiera, quella della tecnologia “indossabile”, è ormai approdata anche nell’hôtellerie: merito di hotels.com, uno dei principali siti per la prenotazione alberghiera, che ha ideato un’app Android per i cosiddetti dispositivi “wearable”. Obiettivo, offrire ai viaggiatori la possibilità di ricevere direttamente sullo schermo del proprio smartwatch le notifiche relative alla prenotazione, oltre a tutte le informazioni relative all’hotel prescelto. Ma c’è di più, perché l’ascesa dell’e-commerce via mobile sembra ormai avere fatto breccia anche tra chi si muove per
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AAA avventure piccanti astenersi. La nuova tendenza nel settore dell’hôtellerie si chiama day-use-hotel o, per dirla all’italiana, hotel-di-giorno. Non pensate, infatti, si stia parlando di motel a ore o appuntamenti al buio, perché il fenomeno, dopo qualche tempo di incubazione sul web, è diventato una cosa seria. E molto business tailored. A trarne benefici non è però solo chi non ha più voglia di aspettare in aeroporto tra un volo e l’altro ma anche uomini d’affari che decidono di recarsi in un albergo in centro città per poche ore, per riposarsi tra una trasferta e l’altra, o per partecipare a delle riunioni nella stessa location. Insomma, se a cambiare sono le forme del business travel, il mondo alberghiero non fa altro che adeguarsi alla nuova domanda. Tanto più che a un albergatore il dayuse-hotel permette di generare introiti extra, nel caso in cui si riesca a vendere la stessa camera due volte nell’arco di una giornata. Tutto senza costi aggiuntivi, salvo il cambio delle lenzuola. Discorso all’insegna del risparmio anche per i business traveller, che con questo nuovo modo di vivere l’hotel possono prenotare una camera (senza pernottamento) a costi notevolmente inferiori: gli sconti infatti, di solito vanno dal trenta al settanta rispetto ai normali rate notturni. E non è finita, perché un day-use può essere cancellato– e prenotato – davvero fino all’ultimo momento. Ma quali sono le strutture che hanno sposato la nuova tendenza? Se per adesso sui siti web dei singoli alberghi raramente si trova qualcosa in merito, l’offerta online si concentra, almeno in Italia, su due portali specializzati, entrambi disponibili anche su applicazioni mobile per permettere agli utenti di trovare immediatamente l’hotel più vicino alla propria posizione. Nato nell’aprile del 2013 a opera di quattro imprenditori genovesi DayBreakHotels mette a disposizione sulla sua piattaforma oltre 250 hotel nella principali città italiane, con alcuni tra i più bei nomi del panorama a 4 e 5 stelle. In ogni caso, le prenotazioni si fanno online o via call centre, non serve carta di credito, la conferma è immediata e la cancellazione è gratuita. Nessuna limitazione neppure riguardo agli eventuali plus proposti dagli alberghi: spa prestigiose, ristoranti stellati o servizi extra, tutto rientra nella tariffa pagata. Viene dalla Francia, invece, l’idea di Dayuse-hotels, portale nato a Parigi nel novembre 2012 e, nel giro di poco tempo, sbarcato sia in Europa sia negli Stati Uniti. Anche in questo caso, centinaia le strutture presenti in portafoglio (150 in Italia e 400 suddivise in dieci Paesi tra Vecchio Continente e Oltreoceano), dalle 3 alle 5 stelle, di quasi tutte le più importanti catene internazionali. E i comfort sono compresi.
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Secondo Chris Elam, vice president central reservations di Hyatt Hotels, «in futuro, lo staff dell’hotel interagirà con gli ospiti solo quando questi lo desidereranno»
lavoro. «I viaggiatori d’affari sono il nostro target privilegiato poiché spesso si trovano a prenotare con un brevissimo preavviso e quindi apprezzano molto la flessibilità delle app e del sito mobile», ha proseguito Ghiringhelli. Altri plus riguardano funzioni come la localizzazione Gps, per trovare l’hotel più vicino (Hotel. info), o l’opzione di booking anche con una settimana di anticipo e non più solo “same day” (HotelTonight), o, ancora, la possibilità di scegliere, per la notte stessa, tra quattro strutture lusso in ciascuna città selezionata (Blink Booking). Per tutte, comunque, la vera attrattiva sono gli sconti: dal trenta per cento fino addirittura al 75, per una singola o una doppia. Insomma, chi più tardi prenota, meno paga. App, dunque, al centro delle attenzioni anche di tutte le Tmc, che ai loro clienti offrono soluzioni sempre più all’avanguardia. Ovunque, ma non in albergo Meno hotel upscale, più soluzioni alla portata di tutti senza per questo rinunciare al comfort e a tutti i servizi in grado di soddisfare le esigenze di chi viaggia per lavoro. Se l’apparizione di vere e proprie catene di hotel low-cost è una realtà all’estero ma non ancora in Italia (nel nostro Paese i problemi sono tutti di natura legi-
slativa e riguardano la dimensione minima consentita delle camere, ndr), un po’ ovunque è ormai tempo di appartamenti condivisi e affitti brevi. Anche per i viaggiatori d’affari. A dare retta alla già citata survey di Amadeus Uk, infatti, più della metà dei business traveler appartenenti alla Generazione Y sarebbero disposti a prendere in considerazione già oggi, per tagliare i costi della trasferta, soluzioni come quelle offerte da Airbnb, il portale tipicamente leisure nato nel 2008 dedicato all’affitto di case (e camere) in tutto il mondo, anche per brevi periodi. Soluzioni che, per i business traveler, finiscono per essere più economiche rispetto ai tradizionali apart-hotel o ai long-term-stay in alberghi tradizionali, ma con il vantaggio ulteriore di sposare alla perfezione la filosofia dei nuovi viaggiatori. «È vero. Per avere una conferma di come il fenomeno sia già una realtà consolidata in giro per l’Europa basta osservare la varietà di soluzioni di questo genere presenti soprattutto nei Paesi anglosassoni. Da noi siamo ancora agli inizi, soprattutto a causa di un’offerta ancora poco strutturata. Ma la direzione ormai è segnata e arriveremo in non molto tempo a registrare numeri abbastanza importanti», ha assicurato Ercolino Ranieri, presidente 14
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e amministratore delegato di Seneca, Tmc che vanta una significativa expertise per la gestione dell’hôtellerie. Ben si capisce, allora, come mai proprio Airbnb, da qualche mese abbia puntato l’obiettivo verso aziende e liberi professionisti, creando un nuovo portale a loro dedicato: al suo interno, solo appartamenti o case intere, non singole stanze, tutte rigorosamente dotate di wifi. E per facilitare ulteriormente le cose a chi viaggia per affari, l’azienda americana ha siglato una partnership con Concur, in modo che chi già utilizza TripLink possa prenotare direttamente sul portale e ritrovarsi le note spese automaticamente aggiornate. Risultato: negli Usa, in pochi mesi di vita, la nuova iniziativa dedicata ai business traveller ha visto l’adesione di big della new economy come Facebook, Evernote, Eventbrite, Lyft. È tutta made in Italy, invece, la novità lanciata di recente da Halldis, la società specializzata in affitti brevi che gestisce più di 1.300 proprietà immobiliari in venti località europee, Belpaese compreso. «Si tratta di una piattaforma online che consente ad agenzie, tour operator e Tmc di accedere alla nostra vasta offerta di appartamenti e ville, così come avviene per le classiche camere d’albergo e la biglietteria aerea», ha spiegato Alberto Melgrati, ceo di Halldis. Del resto, stando ai numeri, il mercato degli affitti è in continua crescita e la soluzione appartamento è ricercata da un numero sempre maggiore di viaggiatori: 42 milioni in Europa e 5,7 in Italia, con una crescita media annua superiore al 10%, sia leisure che business. «Ormai gli appartamenti rappresentano il completamento dell›offerta alberghiera, pur non essendo affatto in competizione con gli hotel. Nel segmento business, poi, sono sempre di più le aziende che per i soggiorni di media e lunga durata scelgono l’appartamento, sia per ridurre le spese sia per rendere più piacevoli i soggiorni». E per avvicinare ancora di più il mondo degli affitti brevi al mondo dell’impresa, Halldis ha sottoscritto una partnership con Amadeus. Obiettivo: favorire l’integrazione nella piattaforma del gds di tutta il portafoglio della società, avvicinandolo ancora di più alla domanda del mondo corporate. gennaio
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Professione travel manager
di Giorgio Maggi
OCCHIO AI NUMERI
Al via l’edizione 2015 del corso di formazione permanente “Data analysis and reporting for travel business intelligence”. A organizzarlo l’Università di Bologna in collaborazione con alcuni tra i più qualificati fornitori del settore del business travel
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l pericolo è affogare. In un mondo che abbonda di cifre e report com’è quello dei viaggi d’affari del terzo millennio, per il travel manager il rischio più grande è non riuscire a padroneggiare in modo efficiente l’enorme massa di dati che arriva sulla sua scrivania. «Al giorno d’oggi, ottenere i numeri è la cosa più semplice. Più difficile, se non si possiedono gli strumenti adeguati, è trasformare questi numeri in informazioni semplici da comunicare all’interno dell’azienda». A dirlo è Andrea Guizzardi, professore di statistica economica all’Università di Bologna e curatore del corso di formazione “Data analysis and reporting for travel business intelligence”, organizzato in collaborazione con la Scuola Superiore di Scienze Turistiche dell’ateneo felsineo e del quale Turismo d’Affari è, fin dalla prima edizione, media partner.
Una professione in continua evoluzione «Proprio per questo motivo, nell’edizione di quest’anno abbiamo deciso di fornire ai partecipanti una preparazione ancora più approfondita dal punto di vista degli strumenti utilizzati, per permettere loro di tradurre in idee semplici l’informazione che si nasconde nella mole delle statistiche che, ogni giorno, si trovano a dover gestire». L’aspetto è sempre più importante: la professione di chi gestisce i viaggi d’affari è in continua evoluzione e, di anno in anno, diventa sempre più difficile migliorare se stessi per continuare a garantire contributi significativi ai risulta16
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ti aziendali. Risultato: in uno scenario che cambia continuamente è necessario essere sempre un passo avanti, e fare dell’aggiornamento continuo uno degli aspetti caratterizzanti del proprio curriculum. Soprattutto in un lavoro, come quello del travel manager, per il quale non esiste un mansionario definito. E non è tutto, perché in un momento come questo, dove l’internazionalizzazione dei mercati e i processi di delocalizzazione aumentano la complessità gestionale e il peso economico delle trasferte aziendali, sono proprio il reporting e l’analisi dei dati a poter evidenziare le criticità e i punti di forza capaci di far recuperare alle aziende italiane importanti margini di efficienza. GENNAIO
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Il corso: a chi si rivolge? Il corso di Formazione permanente “Data analysis and reporting for travel business intelligence” è stato pensato per chi, in azienda, si occupa di raccogliere, organizzare e analizzare informazioni sui processi di acquisto, consumo e gestione delle trasferte aziendali. «Ci rivolgiamo a una platea differenziata, sia dal punto di vista della conoscenza di base degli strumenti sia del loro effettivo utilizzo una volta finito il corso”, prosegue Guizzardi. Ma non per questo, il livello delle lezioni si mantiene in superficie. «Insegniamo a utilizzare le tecniche statistiche di business intelligence, dalle più semplici alle più sosfisticate, con strumenti relativamente semplici come i fogli excel; l’obiettivo è fornire, a chi esce dal nostro corso, conoscenze concrete applicabili al lavoro di tutti i giorni». Nel dettaglio, durante il corso viene illustrato come confrontare in modo semplice ma rigoroso le performance di acquisto, i comportamenti di consumo e il rischio di fornitura in ambito travel, offrendo un supporto scientifico per rispondere alle esigenze di ottimizzazione della spesa. Inoltre, grazie al focus sulla business intelligence e il reporting, verranno costruiti e utilizzati benchmark innovativi in grado di evidenziare best/malpractice nel rapporto con i fornitori di servizi e con i viaggiatori. Un ulteriore plus viene, poi, dagli approfondimenti sulle nuove prospettive di
mercato: dall’hôtellerie al comparto aereo, passando per i nuovi sistemi di pagamento digitali e in mobilità per il controllo e la semplificazione della spesa. A svilupparli, alcuni tra i più qualificati fornitori di servizi per il travel come airberlin, Airplus International, Amadeus, Carlson Wagonlit Travel, Seneca e Worldhotels. La comunicazione prima di tutto «Oltre che sui numerosi momenti di esercitazioni pratiche, nell’edizione 2015 abbiamo puntato sulla comunicazione. Un aspetto quest’ultimo, che spesso si rivela la parte più difficile per un travel manager, in particolare nel momento in
cui si tratta di trasferire in azienda quanto appreso durante le lezioni», assicura il curatore del corso. «Per questo, abbiamo previsto un modulo di insegnamento in cui affrontare il tema di come comunicare in modo semplice e diretto i risultati che si possono raggiungere applicando le metodologie apprese al corso. Un esperto di comunicazione avrà il compito di indicare ai travel manager il modo migliore per spiegare ai propri referenti il reale contenuto informativo dei numeri, perché le sintesi statistiche si possono tradurre in strategie aziendali di successo solo a patto di comprendere a fondo quello che realmente ci stanno indicando».
Il corso vede la collaborazione di airberlin, Airplus International, Amadeus, Carlson Wagonlit Travel, Seneca e Worldhotels
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Trasporto aereo
di Giovanni Fassola
UNO SGUARDO AL CIELO Dalla formazione di nuove alleanze all’evoluzione del fenomeno low cost, dalla crescita dei ricavi ancillari all’arrivo di aeromobili di dimensioni sempre più grandi. Focus sui temi più caldi del trasporto aereo prossimo venturo
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vanti piano, ma avanti. Nonostante la recessione, nel mondo si continua a volare. E anzi, dicono gli esperti, lo si farà sempre di più. Stiamo parlando di «un’industria che cresce del 5,4 per cento su base annua» e la crescita «sarà costante negli anni a venire», ha detto recentemente in un webinar organizzato da Cwt – “Outlook sul trasporto aereo 2015” il titolo quanto mai esemplificativo – David Jarach, ceo diciottofebbraio Aviation Advisory. Una tendenza destinata ad accentuarsi, visto che l’industria del turismo globale – leisure e business – sembra superare agevolmente le
continue crisi. Così, secondo l’International Air Transport Association (Iata), entro il 2030 i passaggi aerei raddoppierebbero, arrivando – fra voli domestici, internazionali e intercontinentali – a superare la
Se per il solo 2014 ci sono stati ordini per 2800 velivoli, molti dei quali giganteschi, anche gli aeroporti si stanno adeguando ai maxi 18
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soglia dei sei miliardi all’anno. A trainare il trend, l’area dell’Asia affacciata sul Pacifico (nel 2030, per esempio, la Cina sorpasserà gli Stati Uniti e diventerà il primo mercato mondiale per il traffico passeggeri, ndr), destinata a superare l’Europa e il Nord America, grazie al boom della classe media. «Oggi i passeggeri occidentali sono quelli che salgono più spesso a bordo di un aereo, mentre solo un quinto della popolazione nei mercati emergenti prende un volo all’anno. Nel 2033 quest’ultima percentuale arriverà a due terzi e la Cina raggiungerà i livello di traffico del Vecchio Continente», ha detto recentemente John Leahy, direttore generale area clienti di Airbus presentando l’annuale Outlook della società. Secondo le previsioni di Airbus, inoltre, saranno necessari poco meno di trentamila nuovi aerei, per un investimento di circa 4,4 miliardi di dollari, per sostenere la crescita del settore e le unità totali impiegate nel mondo a quella data saliranno a oltre 36mila. Insomma, «è la fine del piccolo è bello», ha commentato Jarach durante il suo seminario. «Entreranno in flotta aerei di maggiori dimensioni non solo sul lungo raggio, ma anche sul breve e medio. Una conseguenza del fatto che se fino a ieri si preferiva acquisire quote di mercato, oggi l’obiettivo è crescere con una capacità modesta di posti, ma con l’obiettivo di vendere meglio”. In arrivo nuovi business Insomma, se per il solo 2014 ci sono ordini per 2800 velivoli,
La parte di ricavi provenienti da attività non connesse direttamente al volo, come ristorazione e shopping, è destinata a crescere nel prossimo futuro
fra piccoli charter, Boeing e Airbus, anche gli aeroporti stanno adeguandosi alle dimensioni dei nuovi aeromobili. «Negli ultimi dieci anni il mondo dei viaggi è stato attraversato da una trasformazione profonda, che si riflette sull’evoluzione degli aeroporti», assicura Tommaso Vincenzetti, direttore marketing e business development di Amadeus Italia. Secondo lo studio Reinventing the airport eco-system nel prossimo decennio gli scali in giro per il mondo cambieranno radicalmente, diventando o “mini city”, piccole città autosufficienti capaci di offrire intrattenimento, negozi, ristoranti e di produrre
In futuro entreranno in flotta aerei di maggiori dimensioni non solo sul lungo raggio ma anche sul breve e medio
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energia e cibo in maniera autonoma o “city extension”, ovvero agglomerati in grado di interagire con le città circostanti, riflettendo cultura, storia e gastronomia locali, o, infine, ospiteranno centri commerciali più ricchi di quelli esistenti nelle città di destinazione, disponibili anche per i non viaggiatori. Sorte diversa per gli scali delle compagnie low cost, pronti ad assumere la forma di bus terminal senza fronzoli, in cui i driver del successo sono velocità ed efficienza. E non è tutto, perché anche la parte di ricavi provenienti da attività non connesse direttamente al volo, come ristorazione e shopping, è destinata a crescere. Stessa cosa nel caso delle compagnie aeree, visto che proprio le ancillary revenue rappresentano la strategia scelta dai vettori per chiudere i conti in attivo. A mettere insieme qualche numero, questa volta, ci hanno pensato IdeaWorks e CarTrawler: sulla base dei ricavi di 180 compagnie aeree mondiali, si è scoperto che entro la fine del 2014 le cosiddette ancillary arriveranno addirittura a 49,9 miliardi di dollari, con un +17,2 per cento rispetto allo scorso anno (circa il 6,7 per cento sui ricavi totali, ndr). Tutte da scoprire anche le nuove tecnologie orientate a migliorare l’esperienza di viaggio per il passeggero, anche d’affari. Per esempio, «tra le cosiddette
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wearable technology, Google Glass e smart watch vengono utilizzati su base abituale per il riconoscimento del passeggero e per la personalizzazione del servizio. Con il risultato che ormai i vettori aerei competono su base consolidata su sistemi di app integrate e orientate sempre più alla “gamification” del cliente», ha sostiene Jarach. Nuove alleanze e fine del low cost? Dopo aeromobili, aeroporti e nuove tecnologie, nel trasporto aereo del Terzo Millennio anche la partita scacchi tra le più importanti compagnie del mondo è destinata ad assumere una diversa forma. A dare il via alle danze è stato il merger fra American Airlines e Us Airways, capace di dare vita alla prima compagnia del mondo con 188 milioni di passeggeri. Ma, più in generale, a farsi strada saranno le cosiddette “alleanze 3.0”, per dirla con il ceo diciottofebbraio Aviation Advisory. Nuove forme di cooperazione tra vettori, non più impostate secondo il vecchio modello “a ombrello”, ma piuttosto sul principio delle “equity alliance”. Un esempio? Quello che ha fatto Etihad nel corso degli ultimi anni, attraverso le acquisizioni di vettori considerati strategici a livello regionale. «In questo contesto, ciò che ci si può attendere sono i code sharing extra alleanze, come nel caso di airberlin-Alitalia», ha proseguito il Jarach. Accanto a ciò, un’altra tendenza potrebbe essere alle porte: la fine del modello low cost puro, almeno nel Vecchio Continente. «Si tratta di un dato di fatto in casa europea, dove è in corso una ibridizzazione di
Ryanair», che oltre ad avere aperto alla distribuzione agenziale, sta creando nuove basi, non più solo scali secondari, ed ha lanciato prodotti per i viaggiatori business, «alla ricerca degli yield più alti garantiti dal traffico d’affari». E i risultati si vedono: tra giugno 2013 e giugno 2014 i vettori no frills avevano trasportato 232 milioni di passeggeri, quasi l’8 per cento in più dell’anno prima (solo +4 per cento per i vettori full service, ndr). Senza contare che un altro dei tabù iniziali del modello low cost si sta sgretolando, man mano che alcune compagnie decidono di aprirsi al lungo raggio. Ultimo tentativo in ordine di tempo, quello della piccola low cost islandese Wow Air, che ha annunciato l’avvio di
Si stima che tra 15 anni la Cina sorpasserà gli Stati Uniti divenendo il primo mercato mondiale per il traffico passeggeri
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un servizio tra Londra e Boston, e da Londra a Baltimora, con scalo a Reykjavik, dal 2015. Dal 2013, poi, un’altra compagnia low cost, la Norwegian Air Shuttle, ha cominciato a volare su rotte transatlantiche, verso gli Stati Uniti e Bangkok. Tutto questo, in attesa che prenda forma il progetto Eurowings del gruppo Lufthansa, che da fine 2015 volerà da Germania verso Florida, Africa del Sud e Oceano Indiano. Cosa succederà, quindi, in un simile scenario? Secondo l’esperto di trasporto aereo, «c’è da aspettarsi un attacco ai vettori low cost, con l’offerta da parte di quelli tradizionali che si semplifica» e la possibilità di tariffe (per esempio best-buy e corporate), che si faranno sempre più aggressive nel 2015.
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In giro per il mondo (Italia compresa) A livello globale, se nel 2015 sarà con ogni probabilità il mercato nordamericano a trainare i risultati finanziari del settore, grazie «alle performance dei vettori nordamericani ed alla crescita del Pil in quel mercato», il trasporto aereo del Vecchio Continente non se la passa così male. Anzi, «l’Europa è in ripresa sul fronte della profittabilità”, senza contare che «nel prossimo triennio i cieli europei verranno invasi da centinaia di nuovi aerei». A farla da padrone sui cieli dell’Ue non saranno solo le tre big tradizionali – Lufthansa, Air France-Klm e il gruppo British e Iberia – e i due attori emergenti Ryanair e EasyJet, ma la vera sorpresa sarà piuttosto Turkish Airlines, con la sua rete globale sempre più estesa, imperniata sull’hub di Istanbul. Secondo Jarach, infatti, «l’azione del vettore, già visibile in Italia con l’apertura di Bari quale decima destinazione del Belpaese, proseguirà con l’aggressione di tutta la provincia europea, attraverso un format alto servizio/basso prezzo». In Italia, invece, i prossimi mesi vedranno un ulteriore rafforzamento del traffico low cost, che già oggi detiene un quota di mercato molto significativa.
Evoluzione dei passeggeri: arrivi e partenze in Italia 2013-2004 TOTALE PASSEGGERI
2013
2004
Var % 2013-2004
Differenza 2013-2004
Compagnie Low cost
57.942.340
6.553.099
784
51.389.241
Compagnie tradizionali
85.567.994
99,105.708
-14
-13.537.714
Fonte: Enac, annual report 2013
Secondo i dati Enac riferiti al 2013, più o meno il quaranta per cento del totale dei passeggeri, concentrati soprattutto sulle rotte internazionali. Il tutto in netta crescita rispetto al 25,7 per cento del 2007 e, ancor di più, rispetto al 6,2 per cento del 2004. Su è giù per la penisola, poi, «non esistono più aeroporti chiusi a questo tipo di trasporto, tanto che dei 37 aeroporti identificati come rilevanti dal recente Piano aeroportuale nazionale, ben venti ospitano una base di vettori a basso costo», e compagnie come Ryanair, Easyjet, Vueling, Volotea, Blue Air sono già presenti con una (o più basi) sul territorio tricolore. Non solo, «la nuova regolamentazione su Linate aumenterà anche su questo scalo la penetrazione del volato lcc (low cost carrier, ndr)», mentre la cancellazione del marchio AirOne da parte di 22 18-22 TdA 1-15 vettori - 4.indd 22
Alitalia non fa che lasciare nuovo spazio ai player no frills. Eh sì, perché poi nel 2015 prenderà finalmente il via la partnership tra l’exvettore di bandiera e gli arabi di Etihad Airways. Che cosa aspettarsi? Secondo Jarach, «Fiumicino è al centro del progetto, per il traffico intercontinentale legato all’incoming, mentre in Lombardia la priorità è per Linate, soprattutto dopo il decreto Lupi che ne ha liberalizzato le rotte. Su Malpensa, è stata confermata l’importanza come scalo cargo, oltre a quella per dei voli stagionali provenienti dall’Asia». Ma attenzione, perché al momento tutto rimane confinato nell’ambito delle ipotesi. «Si è capito che punteranno molto su Expo nel 2015. Dopo quella data, in realtà, non c’è niente di chiaro», ha concluso l’esperto. gennaio
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In Italia di Ferdinando Farba
PARTITA A SCACCHI CON SLOT IN PALIO
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irca un anno fa sulla nostra testata avevamo evidenziato la necessità di reperire slot in vista di Expo 2015, anticipando i possibili scenari sui quali ora vi aggiorniamo. La prima mossa di una complessa partita a scacchi è l’ingresso di Etihad in Alitalia con il 49 per cento delle quote con il benestare della Commissione Antitrust della Ue, dell’Enac e del governo italiano, azionista tramite le proprie Poste. Di conseguenza, Alitalia ha rinnovato il proprio CdA, che vede ora presidente Luca Cordero di Montezemolo, ma per le sole funzioni di governance e vicepresidente James Hogan, attuale Ceo di Etihad, che ridisegnerà le rotte con il nuovo a.d. Silvano Cassano, cui sono state attribuite le deleghe operative.
Con l’ingresso di Etihad in Alitalia si ridisegnano le rotte mentre spunta il Piano Lupi per gli aeroporti
Le ambizioni di Alitalia James Hogan ha recentemente illustrato la ristrutturazione in corso in Alitalia, che punta a ridurre le perdite nel 2015 e nel 2016 e a conseguire il pareggio di bilancio nel 2017. La strategia, oltre ai classici tagli di personale e al nuovo ri24 24-26 TdA 1-15 Alitalia - 3.indd 24
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Il Piano Lupi Strategici: Milano Malpensa, Venezia, Bologna, Pisa/Firenze (*), Roma Fiumicino, Napoli, Bari, Lamezia Terme, Catania, Palermo e Cagliari Di interesse nazionale: Nord Torino, Cuneo, Genova, Milano Linate, Bergamo, Brescia, Verona, Treviso, Trieste/Gorizia, Rimini, Parma Centro Ancona, Roma Ciampino, Perugia, Pescara Sud e Isole Salerno, Brindisi, Taranto, Reggio Calabria, Crotone, Comiso, Trapani, Pantelleria, Lampedusa, Alghero e Olbia (*) purché si realizzi la gestione unica Fonte: Il Sole 24 Ore
La strategia di risanamento di Alitalia, oltre ai classici tagli di personale e al nuovo riassetto organizzativo, punta su due importanti leve operative: l’acquisto di nuovi velivoli e i code sharing
assetto organizzativo, punta su due importanti leve operative. La prima riguarda l’acquisto di sette nuovi aeromobili A330, con una consegna già nel 2015 e le altre sei entro il 2018 per garantire partenze da Malpensa (buon segnale!), Fiumicino, Venezia e Catania per destinazioni sul lungo raggio. La stretta collaborazione EtihadAlitalia è già stata sancita dall’inaugurazione di un volo con livrea comune e logo Expo 2015 operato con un A330 tra Abu Dhabi e Roma. La seconda leva consiste nell’adozione di nuovi code sharing ai fini di un incremento più razionale delle rotte.
Monaco, Colonia, Düsseldorf, Amburgo e Berlino, su quelle interne italiane inerenti Napoli, Brindisi, Reggio Calabria e Alghero e su quelle internazionali per Atene, Malta, San Paolo e Rio de Janeiro. Il code sharing consentirà economie di scala nell’uso alterno degli aeromobili e rafforzerà la fidelizzazione dei passeggeri su entrambe le compagnie.
La collaborazione Etihad-Alitalia è stata sancita da un volo con livrea comune e logo Expo 2015 tra Abu Dhabi e Roma
Alitalia ed Air Berlin I primi rilevanti code sharing sono quelli riguardanti voli in comune tra Alitalia, Air Berlin e Niki, portando a 412 i voli settimanali per Germania, Austria e Svizzera. Da fine ottobre 2014 AirBerlin ha lasciato Malpensa per trasferirsi a Linate, sede di arrivi e partenze dei propri voli e da metà dicembre sta effettuando nuovi voli giornalieri da Fiumicino, Linate e Venezia per Berlino e Düsseldorf, con Alitalia che opera mediante Embraer 175 con le due classi Ottima e Classica. I code sharing tra AB e AZ sono operativi con i loghi di entrambe le compagnie sulle rotte interne tedesche inerenti GENNAIO
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La ristrutturazione in corso in Alitalia punta a ridurre le perdite nel 2015 e nel 2016 e a conseguire il pareggio di bilancio nel 2017 Malpensa: eppur si muove L’ipotesi di incremento dei voli da Malpensa si basa sui “diritti di quinta libertà” che l’Enac può concedere a compagnie per voli intercontinentali previe trattative a buon fine tra gli Stati coinvolti nel transito. Questi diritti riguardano la possibilità di caricare passeggeri da scali in Unione Europea verso Paesi terzi da parte di compagnie anch’esse extra Ue. Malpensa offre nel proprio timetable invernale 1280 voli settimanali verso 75 Paesi, di cui quaranta extra Ue. Nell’incremento di offerta spicca Emirates che ha da Malpensa l’unico volo tra Europa e Nord America (passeggeri aumentati del 50%) e che ha portato da uno a tre i voli giornalieri su Dubai operando da dicembre con gli A380 al posto dei B777 offrendo tremila posti alla settimana in più. Incrementi anche da Air China, che porta i voli su Pechino da tre a quattro ogni settimana, Oman Air che da gennaio parte ogni giorno per Muscat, Korean Air che aumenta la capienza per Seul introducendo i B777 al posto dei B747, e Neos, che inaugura nuovi voli per San Andreas (Colombia) e Salalah (Oman). Sono da segnalare anche gli incrementi su medie distanze da parte di Turkish su Istanbul (introduzione di nuovi A330), Rossiya su San Pietroburgo (due voli in
più, da sette a nove), EasyJet che porta a 12 i voli settimanali su Monaco di Baviera e Meridiana che ha preannunciato due voli settimanali su Cairo e Marrakesh e quattro su Chisinau (Moldavia), oltre a quattro nuovi voli su Fiumicino e due su Napoli (salvo modifiche, in quanto mentre andiamo in stampa Meridiana è oggetto di un nuovo riassetto societario). Ci sono dunque segnali concreti che molto si muove su Malpensa, aeroporto definito “strategico” dal nuovo Piano Lupi e auspichiamo che anche Etihad/Alitalia lo utilizzi maggiormente. Il Piano aeroporti Il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi ne ha elaborato uno nuovo che
sostituisce il precedente Piano Passera introducendo nuovi criteri con cui vengono distinti gli 11 aeroporti “strategici” da i 26 di restante interesse nazionale. Il Piano è all’esame della conferenza Stato Regioni e ritornerà al Governo che poi lo sottoporrà al Parlamento per l’approvazione. Al termine dell’iter sarà così disponibile una nuova mappa geografica, che individuerà quali aeroporti siano da privilegiare con provvedimenti legislativi e finanziamenti pubblici. Low cost all’arrembaggio Nella partita a scacchi tra slot e aeroporti ci sono anche le mosse di Ryanair, che nel 2014 ha trasportato in Italia 26 milioni di passeggeri (+15% rispetto al 2013). Ryanair ha tagliato la rotta Bergamo-Roma, non più competitiva, ma ha rilevato parte delle rotte domestiche tagliate da Alitalia dopo l’ingresso di Etihad portando a sette le destinazioni nazionali da Roma Ciampino per Alghero, Bari, Brindisi, Cagliari, Comiso, Crotone e Trapani. Treni Av Lo scorso anno avevamo posto il problema dei collegamenti ferroviari Av a rinforzo del trasporto aereo durante Expo 2015. Trenitalia ha dichiarato che utilizzerà al massimo della capienza tutti i treni disponibili, inclusa la prima coppia di Frecciarossa 1000 a partire da giugno. Ntv ha, per contro, tagliato da dicembre la poco redditizia tratta Bologna-Ancona per concentrarsi sulla Milano-Roma, con più treni no stop per la stazione Termini e più posti in ambiente smart.
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Ferrovie di Ferdinando Farba
UN PIANO NEL SEGNO DELLʼINNOVAZIONE Conti in ordine, sviluppo e qualità nell’ambizioso obiettivo di Ferrovie dello Stato da qui al 2017. Con focus sul business travel
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arliamo di Fs e iniziamo dai conti, in quanto fa notizia che un’azienda pubblica abbia approvato il bilancio al 31.12.2013 con un utile netto di 460 milioni di euro, replicando dal 2008 e per sei anni consecutivi un segno positivo. Nelle due tabelle che seguono riportiamo una sintesi dei dati presentati da Fs,
e comparati anche con i benchmark delle ferrovie tedesche e francesi, dimostrano una buona capacità competitiva con migliori Ebit ed Ebitda. Lasciamo ai lettori interessati gli approfondimenti contabili desumibili dalle tabelle, mentre da parte nostra focalizziamo l’attenzione sull’anno 2006, in cui il Gruppo Fs perdeva due 28
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miliardi di euro e nel 2007 e 2008 la crisi dei mutui subprime creava un contesto globale sfavorevole. Ma la nomina di Mauro Moretti, in Fs dal 1977 e nominato amministratore delegato dal 2006, ha coinciso con un cambio di rotta e una profonda ristrutturazione con un riposizionamento nel 2009 e 2010 e tre anni gennaio
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Il bilancio 2013 del Gruppo Fs Ricavi operativi Costi operativi Utile lordo Utile netto Ebitda Investimenti
8329 6299 2030 460 2030 3900 di cui 1600 autofinanziati
+ 1,2 % su 2012 - 0,2 % su 2012 + 1,0 % su 2012 +20,7%su 2012 + 5,8% su 2012
dati in milioni di euro - fonte: Gruppo Fs
Benchmark comparativi Fs, Db e Sncf Ricavi Ebitda Margin Ebit Margin
FS 8228 FS 23,5% FS 8,7%
DB 42739 DB 13,7% DB 5,9%
Sncf 33820 Sncf 8,5% Sncf 3,5%
dati in milioni di € anno 2012 - fonte: Gruppo Fs
Fa notizia che Fs, azienda pubblica, abbia approvato l’ultimo bilancio con un utile netto di 460 milioni di euro, replicando dal 2008 e per sei anni consecutivi un segno positivo
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di innovazione e flessibilità che hanno portato il Gruppo a risultati di tutto rispetto. Moretti ha lasciato quest’anno Fs per entrare come ad in Finmeccanica. Il nuovo cda di Fs è salito da cinque a nove membri, gli ultimi quattro aggiunti dal Governo Renzi, e il ministero dell’Economia è titolare al cento per cento delle azioni di Fs. Ha approvato il bilancio 2013 e ha come presidente Marcello Messori, economista e docente universitario con funzioni di Controller e di Governance. Ad è invece 2015
Michele Mario Elia, dal 1975 in Fs ed ex ad di Rfi. Tra i consiglieri spiccano Daniela Carosio, in Fs dal 1995 ed ex direttore comunicazioni esterne Fs, e Wanda Ternau, ex consigliere di Rfi. Sottolineamo l’importanza di avere oggi ai vertici del Gruppo chi ha maturato significative esperienze all’interno di Fs: la Ferrovia è materia tecnica e complessa e non è casuale che le deleghe operative – inclusa l’immagine aziendale – siano un plus gestito ad altissimo livello. Direttive Ue e sviluppo Fs Per comprendere il piano 2014-2017 di FS è doveroso introdurre la situazione attuale del Gruppo e quando e come siamo
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giunti a essa. Sino al 1990 la ferrovia è gestita in Italia dapprima come azienda autonoma e poi come ente in regime di monopolio e con fondi sussidiati ogni anno dal Parlamento, dimostrando un palese stato di arretratezza. Motivo, questo, per il quale il treno e il business travel non risultavano particolarmente affini. La svolta si è avuta grazie alla Direttiva Ue n. 440 del 1991, oggi integrata nella 34 del 2012, che ha stabilito la separazione tra la gestione della rete, appartenente ai singoli Stati, e quella del servizio, che deve essere affidato a imprese di trasporto tra loro in concorrenza a “margini lordi di attivo in bilancio”. Nel caso italiano al disciolto Ente Fs sono subentrate due nuove Spa con proprio bilancio. È sorta Rfi con l’incarico sia di gestire la rete sia di assegnare le tracce orarie ai vettori privati dietro corrispettivo di un canone: ne sono principali clienti Italo di Ntv e i vari treni delle ferrovie francesi Sncf, svizzere Ffs, tedesche Db e austriache Oebb nel settore passeggeri e almeno 12 compagnie nel settore merci. Rfi ha presentato a fine 2013 un utile di 270 milioni di euro, mentre Trenitalia, l’impresa di trasporto di Fs, ne ha totalizzati 181. Diventa a questo punto interessante soffermarci su Trenitalia per vedere quali tipologie di treni abbiano contribuito a realizzare, dal 2008 al 2013, sei anni consecutivi di utili. Per buona parte strettamente legati poroprio ai viaggiatori d’affari.
Trenitalia offre 393 corse al giorno, di cui il 36,9 per cento in tutto o in parte su reti av con i Frecciarossa e Frecciargento
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L’offerta di Trenitalia Come illustriamo nella tabella, Trenitalia offre 393 corse al giorno, di cui il 36,9 per cento in tutto o in parte su reti av con i Frecciarossa e Frecciargento. Aggiungendo i Frecciabianca sulle linee classiche, l’offerta più rilevante diventa quella di qualità, che raggiunge il 58,8 per cento del totale delle corse. Le 38 corse di Ec per l’estero sono affidate in prevalenza a vettori stranieri mentre i 24 treni notte, che non reggono la concorrenza con treni
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Durante Expo 2015 fermeranno in via straordinaria a Rho Fiera di Milano 37 Frecciarossa, 18 Frecciabianca e 14 Eurocity da e per la Svizzera
Highlights del piano 2014-2017 av e aerei low cost, sono ordinati e sussidiati dal ministero dei Trasporti come “servizio universale”. Per quanto riguarda i treni Ic, ormai da anni quando giunge a scadenza il loro materiale rotabile, essi vengono soppressi oppure sostituiti dalle Frecce o da treni Interregionali su distanze più corte, come accaduto sulla Milano-Venezia. Tornando alle Frecce, tutte molto business oriented, queste presentano senza dubbio una domanda in crescita. Nei primi cinque mesi di quest’anno, infatti, sono circolati 25 milioni di viaggiatori di cui il 48 per cento su Frecciarossa e Frecciargento, a fronte di un’offerta citata prima del 36,9. È questo il segmento più redditizio e più suscettibile di ulteriori incrementi – lo vedremo nel piano triennale – in quanto l’alta velocità spazia su un bacino di 22 milioni di utenti potenziali che si muovono tra grossi centri urbani. E per questo tipo di clientela – business traveller in testa – si perfezionano di continuo servizi di eccellenza a tariffe di mercato come più volte abbiamo documentato. Il trasporto locale Lo menzioniamo perché molti nostri lettori sono (anche) pendolari e saranno curiosi di sapere come funziona questo settore “trascurato a vantaggio dell’alta velocità”, come spesso si sente dire. Precisiamo che la stessa Direttiva Ue 440 prevede che le autorità locali (in Italia le Regioni) affidino il servizio a un vettore prescelto ordinando un certo numero di treni pagandone il corrispettivo. In Lombardia. per esempio, la Regione ha concesso il servizio a Trenord (Trenitalia+Le Nord) e Tilo gennaio
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(Trenord+Fffs svizzere) garantendo un servizio essenziale che non riesce a far quadrare i propri conti. E ciò perché se i treni sono pieni nelle ore di punta, sono semivuoti nelle altre, costituendo una realtà ben diversa dall’alta velocità, di per sé redditizia ad alti load factor e a cui Trenitalia tende per conseguire quei margini lordi in attivo richiesti dalla Direttiva Ue. Sviluppo e miglioramento Il piano per il 2017 ha obiettivi di sviluppo e miglioramento con buona parte delle risorse reperibili tramite autofinanziamento. Nel 2013 il Gruppo FS ha investito per 3,9 miliardi di euro, di cui 1,6 autofinanziati, e per il triennio 2014-2017 ne sono previsti 24 di cui ben 8,5 autofinanziati, dimostrando una propria capacità di creare ricchezza. Di questi, 2,1 sono destinati alla rete av/ac e 6,4 a materiali rotabili, tecnologie, servizi per la clientela e customer care. L’offerta di qualità per Expo 2015 Durante Expo 2015 fermeranno in via straordinaria a Rho Fiera di Milano 37 Frecciarossa, 18 Frecciabianca e 14 Eurocity da e per la Svizzera. La scelta strategica è dunque di spingere ulteriormente lo sviluppo
Incremento dei treni di alta qualità Servizi a mercato separati da quelli universali Più market share coi nuovi Etr 1000 Milano-Roma in 2 ore 30 minuti dal 2017 Servizi su tratte estere ad alto valore aggiunto Sviluppo ingegneria e certificazione reti Approccio Customer Centric Fonte: Gruppo Fs
della av/ac e delle Frecce, introducendo i nuovi Etr 1000 a partire dal 2015 e separando nettamente i “servizi a mercato” che, alle omonime tariffe, procurano redditi secondo principi di yield management, dai “servizi universali”, ordinati e pagati dal ministero dei Trasporti per finalità pubbliche. L’espansione sulle reti estere, tramite società miste con propri elettrotreni politensione, è una sfida per il futuro, inclusa la competenza di certificare infrastrutture e servizi di qualità. Un esempio ne è la Italcertifer (Gruppo Fs) che ha certificato a richiesta delle ferrovie turche Tcdd infrastrutture e tecnologie della linea av Ankara-Istanbul aperta di recente con cinquecento chilometri percorribili in tre ore 15 minuti. Il cavallo di battaglia preferito rimane comunque la Milano-Roma, con l’obiettivo di aumentare del cinque per cento la propria quota rispetto la concorrenza. Infine l’approccio Customer Centric è – last but not least – espressamente ricordato con l’obiettivo di puntare a livelli di eccellenza cui spesso attinge il business traveller.
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DIECI ORE
a cura della redazione
United Airlines non stop tra Roma e Chicago
BUONA LA PRIMA
Saranno operativi durante il periodo compreso tra il 17 maggio e il 24 settembre i nuovi voli non stop tra Roma e l’hub di Chicago di United Airlines, l’O’Hare International Airport. Il volo UA971 partirà da Roma Fiumicino alle 12,45 e arriverà al Chicago/O’Hare alle 16,20 dello stesso giorno, mentre il volo di ritorno, l’UA970, partirà da Chicago alle 18 e arriverà a Roma alle 10,30 del giorno seguente (ore locali). La durata dei voli sarà di dieci ore e 35 minuti all’andata e di nove ore e trenta minuti al ritorno. I voli saranno operati su aeromobili Boeing 777 con 269 posti a sedere in totale otto poltrone letto reclinabili in United Global First, quaranta poltrone letto in United BusinessFirst e 221 posti in United Economy, compresi 104 posti in Economy Plus con più spazio personale e tra un sedile e l’altro.
Airbaltic accetta i Bitcoin
Il vettore lettone Airbaltic è la prima compagnia aerea ad accettare come pagamento per i suoi biglietti aerei la moneta virtuale Bitcoin. Per effettuare il pagamento è possibile andare sul sito della compagnia. Qui i clienti trovano i prezzi dei ticket in euro, e per coloro che scelgono di pagare in Bitcoin, le monete virtuali vengono automaticamente convertite in euro al valore di cambio corrente attraverso il convertitore Bitpay. Il pagamento con Bitcoin è possibile anche per i biglietti della classe economica. Dall’Italia Airbaltic opera dalle tre alle cinque frequenze settimanali da Milano e Roma per Riga e da una a tre frequenze settimanali nella stagione estiva da Venezia, Bari e Olbia. RIORDINO
Lufthansa si riorganizza in Italia Nuova organizzazione in Italia per Lufthansa. Sotto la guida del direttore generale Thomas Eggert è stato nominato il nuovo management team: Sebastiano Penna è riconfermato direttore commerciale con responsabilità ampliata che include tutti i segmenti di mercato per i vettori del gruppo. Insieme al suo team è interlocutore per i rapporti commerciali con aziende, tmc,, tour operator. La direzione Business Development, già guidata da Rita Borsatti, integra alle attività di analisi e strategie di mercato, il revenue management (steering e pricing). Infine, Marilena Cunsolo assume la guida della direzione Marketing & Product, che oltre alla comunicazione, coordina tutte le attività di servizio rivolte al passeggero e alla rete distributiva italiana.
ALITALIA – ETIHAD
Biglietti per Expo scontati I biglietti per Expo Milano 2015 possono essere acquistati anche sui siti web dei due official global carrier Alitalia ed Etihad, oltre che attraverso i rispettivi call center. I due vettori offrono prezzi scontati per i biglietti Expo 2015 acquistati prima dell’apertura dell’evento. Chi acquisterà un ticket entro il mese di aprile risparmierà, infatti, fino al venti per cento sul prezzo del biglietto. Tra le novità di Alitalia anche quelle che riguardano le sue frequenze fra l’Italia e Abu Dhabi, che verranno triplicate con nuovi collegamenti giornalieri da Milano e da Venezia. In questo modo la compagnia offrirà insieme a Etihad un totale di 35 frequenze settimanali attraverso un doppio collegamento quotidiano da Roma e da Milano e un collegamento giornaliero da Venezia. Etihad Airways opererà in codeshare sulle nuove tratte da Milano e Venezia e collegherà, attraverso il suo network intercontinentale, altre importanti destinazioni nel mondo. 32
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Germania in codeshare con airberlin Sono già in funzione i nuovi voli Alitalia da Roma Fiumicino, Milano Linate e Venezia per Berlino e Düsseldorf. Con l’introduzione di questi nuovi collegamenti verso le due destinazioni tedesche, Alitalia metterà a disposizione nel corso di quest’anno circa 370mila posti in più rispetto al 2014 (+66 per cento) rafforzando l’offerta sulla Germania che, fino a oggi, vedeva soltanto collegamenti diretti da Roma per Monaco di Baviera e da Roma e Milano Linate per Francoforte. Tutti i nuovi voli sono effettuati in codesharing con airberlin, seconda compagnia aerea tedesca, in base all’accordo fra i due vettori attivo dal 26 ottobre. VERSO IL RECORD
Boom di nuovi aerei per la Cina popolare
Entro dieci anni il traffico domestico cinese diventerà il più importante a livello mondiale. A prevederlo è Airbus, che stima che la Cina necessiterà di oltre 5.300 nuovi aeromobili passeggeri e cargo da qui al 2033. In base al Global Market Forecast 2014-2033 del costruttore europeo di velivoli infatti le nuove consegne di aeromobili passeggeri e cargo per la Cina raggiungeranno esattamente 5.363 unità nell’arco dei prossimi venti anni, tra cui 319 di grandi dimensioni. La Cina diventerà così il primo Paese in termini di traffico aereo passeggeri per entrambi i mercati domestico e internazionale, con una crescita ben oltre la media mondiale. gennaio
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RICERCA
Dove conviene prendere i mezzi per l’aeroporto? Quanto costa spostarsi dal centro città verso gli aeroporti italiani? Non più di pochi euro secondo la ricerca effettuata da Flightright , portale online dedicato ai passeggeri del trasporto aereo che intendono richiedere un risarcimento a causa di voli in ritardo, cancellati o in overbooking. Il sito ha infatti condotto un’indagine secondo la quale in Italia e in Spagna il costo del trasporto (a bordo di bus, treni e pullman) è trascurabile, diversamente da quando accade nel Regno Unito e in Svezia, Paesi in cui la spesa per recarsi in aerostazione è piuttosto cara. Per quanto riguarda il nostro Paese, raggiungere l’aeroporto di Pisa è possibile spendendo solo 1,20 euro, anche se in realtà il costo per chilometro è il più alto. Spostarsi da Palermo città all’aeroporto di Punta Raisi costa invece 6,30 euro ed esaminando il costo per chilometro, questo tragitto si rivela il più economico (0,18 euro a chilometro per una distanza tra i due punti di circa 35 chilometri). Come dimostrano i dati presentati dalla ricerca, per raggiungere gli aeroporti londinesi di Heathrow, Stansted, Gatwick e Luton i passeggeri devono sostenere una spesa per nulla indifferente, che in certi casi potrebbe superare anche il costo del biglietto aereo. In Europa, un altro caso interessante oltre a quello londinese, è quello di Stoccolma. RITORNO
Czech Airlines, nuova tratta per Bologna Verrà inaugurata il 29 marzo la nuova tratta di Czech Airlines tra Bologna e Praga. Si tratta di un ritorno, dopo quattro anni, quello della compagnia aerea ceca nel capoluogo emiliano. I collegamenti verranno effettuati con velivoli ATR 72 che opereranno la rotta quattro volte la settimana. Tra le altre novità sull’Europa occidentale, il volo verso Cork che verrà esercitato a partire dal 14 maggio fino al termine della stagione estiva nel regime di due frequenze settimanali andata e ritorno. Inoltre, è in progetto l’inaugurazione di due tratte dalla Russia – più esattamente da Kaliningrad e Kazan’ – per Praga e Czech Airlines ha anche annunciato il collegamento aereo tra Billund e Oslo. 33 02/02/15 11.50
NAIROBI
Kenya Airways firma nuove sale vip Nuove sale vip sono a disposizione dei passeggeri di Kenya Airways presso il Terminal 1 dell’aeroporto internazionale Jomo Kenyatta di Nairobi. Le Simba Lounge e Pride Lounge sono a uso esclusivo dei passeggeri Premier World in partenza o in transito dall’hub di Kenya Airways e dei membri Sky Priority dell’alleanza SkyTeam. La Pride Lounge, di 991 metri quadrati, offre una vista sul piazzale aeromobili. I servizi offerti includono sala da fumo, bagni con docce, zona per bambini e aree destinate alla ristorazione e al lavoro. La Simba Lounge misura 360 metri quadrati con zona fumatori, sala per famiglie, area business, musica diffusa e bagni con docce, zona. Dispone, inoltre, di un’area insonorizzata per dormire.
ESPANSIONE
Vueling a Roma con quattro milioni di posti
Vueling nel 2014 è diventata la linea aerea con maggiore incremento della capacità (147 per cento) a Roma Fiumicino, e nel 2015 continuerà con i suoi piani di espansione crescendo secondo le previsioni di un ulteriore 91 per cento e arrivando così a offrire circa quattro milioni di posti. Nello scorso settembre la compagnia è diventata il secondo operatore dell’aeroporto per volume di posti offerti, concentrando l’11 per cento del totale. Sono inoltre 19 le nuove rotte da Roma Fiumicino dell’orario estivo di Vueling, che opererà dall’aeroporto romano un totale di 56 rotte (48 internazionali e 8 nazionali).
BUSINESS TAILORED
FUEL SURCHARGE
Skyscanner lancia Travel Insight Si chiama Travel Insight il nuovo prodotto lanciato dal sito mondiale nella ricerca di viaggi online Skyscanner all’interno della gamma di prodotti per il business e dedicato nello specifico a compagnie aeree e aeroporti. Il nuovo prodotto fornisce alle compagnie aeree e agli aeroporti le diverse inclinazioni dei passeggeri – le rotte aeree più popolari, i giorni e gli orari di viaggio preferiti, utilizzando la funzione di geo-tagging che individua da dove e per dove i viaggiatori cercano un volo, oltre a fornire una comprensione del comportamento nella prenotazione, compreso quanto lontano vogliono andare i passeggeri quando cercano e prenotano dei voli.
Finnair elimina il supplemento carburante Frequent flyer premiati da Finnair che a partire dai primi giorni del nuovo anno permette ai soci Finnair Plus di prenotare tutti i voli europei e a corto raggio ottenuti attraverso l’accumulo di punti del programma di fidelizzazione senza dover pagare alcun supplemento carburante. La maggiorazione è stata eliminata anche dai voli premio diretti a Dubai e Tel Aviv. 34 32-34 TdA 1-15 News Check in 3.indd 34
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02/02/15 11.50
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14 edizione
OSSERVATORIO BUSINESS TRAVEL 2015
Sponsor ufficiali
TM
Con il supporto di
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Viaggi, fatturato e soddisfazione dei clienti del turismo dʼaffari italiano nel 2014
TURISMO d’AFFARI 27/01/15 12.07
Executive summary
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14 edizione
Il 2014 è stato un anno di crescita per l’economia globale e il commercio internazionale, seppur e con dinamiche rallentate rispetto agli anni passati. In Europa le prospettive di ripresa sono rimaste deboli e in Italia l’attività economica è aumentata meno che in Francia e in Germania. È tuttavia rimasta forte la propensione a investire all’estero delle nostre multinazionali, soprattutto del terziario. In questo quadro, i viaggi d’affari delle imprese italiane crescono del 3,1%, soprattutto grazie al mercato europeo (+5,2%) anche se a sorprendere è il +2,5% del mercato nazionale perché inverte una prolungata fase di contrazione. Sul piano geografico spiccano le performance di Regno Unito, Stati Uniti e Cina, ma i flussi d’affari si stanno spostando dalle destinazioni tradizionali a Paesi limitrofi, dove si cercano condizioni ancora più competitive. Sul piano settoriale crescono soprattutto le trasferte del segmento terziario che, con una crescita del 4,6% più che compensa la dinamica negativa registrata nel manifatturiero (-0,8%). Torna a salire la durata media dei viaggi d’affari delle imprese italiane. Gli “uffici viaggi” hanno trovato conveniente/necessario prolungare i soggiorni intercontinentali ma grazie allo sviluppo di opportunità di trasporto low cost hanno anche potuto gestire molte trasferte nazionali ed europee riducendo il numero di pernottamenti. Il quadro generale è determinato principalmente da quanto avviene nel terziario, dove l’importante progresso delle trasferte con uno o due pernottamenti (+5,4%) si lega alla forte crescita delle trasferte in Europa. Anche se l’automobile rimane il mezzo preferito dai business traveller (46,4%) nel 2014 è il treno il mezzo di trasporto che fa registrare la migliore performance (+5,8%) soprattutto grazie ai progressi nell’utilizzo delle tratte ad alta velocità. L’incremento di questi due mezzi di trasporto ha eroso quote di mercato all’aereo sul mercato nazionale. Il 18% dei biglietti alta velocità sono acquistati con tariffe non modificabili (supereconomy o low cost). Diverse aziende hanno evidenziato la necessità di una business travel intelligence per indagare la convenienza di tali tariffe. Dopo anni di contrazione ritorna in crescita il segmento Mice (10%). La dinamica ha un rilievo particolare perché investire nell’innovazione e nel capitale umano rappresenta spesso un passaggio che anticipa, o accelera, l’uscita dai periodi di recessione. Nel 2014 si riconferma la forbice tra i risultati delle fiere internazionali (positivi) e risultati delle fiere nazionali (stazionari), perché sostenuti dalla diversificazione nel segmento congressuale. Per il 2015 il quadro dovrebbe rasserenarsi in coincidenza con l’Expo Milano 2015. Di grande rilievo il +4,0% nei viaggi individuali per incontrare clienti e fornitori delle imprese del terziario, un segnale importante per il futuro dell’economia nazionale visto che inverte anni di variazioni tendenziali negative. LA SPESA E LE PREVISIONI PER IL 2015 Nel 2014 la spesa per viaggi d’affari sale a 19,1 miliardi di euro, in crescita del 2,1%. Il risult ato è frenato dal calo dei prezzi del trasporto soprattutto sul mercato internazionale. Il costo medio della trasferta scende anche per l’aumento più che proporzionale del peso delle (meno costose) destinazioni italiane ed europee e per la forte concorrenza tra operatori. Il trasporto incide per il 58% sui travel budget, una quota in diminuzione a causa delle difficoltà del segmento aereo che perde fatturato (ma non passaggi). “Esplode” la spesa per alloggio (+6,3%) e vitto (+3,6%) sostenuta sia dall’incremento della durata media della trasferta, sia dalla crescita dei prezzi sul segmento internazionale. Dopo il 2014, anche il 2015 è visto in crescita dai travel manager italiani. Gli ottimisti prevalgono tra i grandi viaggiatori del manifatturiero seppure qui è molto rilevante la quota di chi si dimostra incerto sulle dinamiche future. Al contrario, nel terziario, si rid uce la quota di incerti, ed emergono le valutazioni positive soprattutto delle imprese che gestiscono travel budget inferiori. Allargando la prospettiva temporale al triennio 2013-2015, l’elemento principale che caratterizza il mercato è la sua direzionalità. Chi esprime il 72% del mercato conferma, nel tempo, le stesse dinamiche di spesa e tra questi la maggioranza assoluta conferma trend positivi. Quanto osservato è compatibile con un aumento della spesa travel compreso tra 1,5 e 3 punti percentuali. La proiezione sconta le prospettive di “inflazione zero” di congiuntura sostanzialmente stazionaria e le incertezze del quadro politico internazionale. È comunque un dato che va oltre la sua dimensione quantitativa, perché è determinato dalle dinamiche di quelle imprese del terziario che fino a ora hanno sperimentato le più profonde difficoltà congiunturali. II 35-50 TdA 1-15 OBT 2015.indd 2
Osservatorio Business Travel 14a
OSSERVATORIO BUSINESS TRAVEL 2015
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Viaggi, fatturato e soddisfazione dei clienti del turismo dʼaffari italiano nel 2014
TURISMO d’AFFARI
Il mercato italiano dei viaggi d’affari nel segmento corporate 1) Misura e analisi del turismo d’affari III 2) Dimensione del mercato: i volumi III 2.1 I l quadro macroeconomico 2.2 l viaggi d’affari
III V
3) La durata dei viaggi d’affari VII 4) Il mezzo di trasporto 5) La motivazione del viaggio d’affari
VIII X
6) Dimensione del mercato: i valori XI 6.1 L e previsioni di spesa (un altro anno di crescita!) XIV
Appendice
(note metodologiche)
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Il mercato italiano dei viaggi d’affari nel segmento corporate 1) MISURA E ANALISI DEL TURISMO D’AFFARI L’Osservatorio Business Travel Italia (Obt) ha concluso la sua quattordicesima edizione. In questo rapporto è contenuta la sintesi dei risultati e il confronto con i dati rilevati negli anni passati. Promosso dalla rivista Turismo d’Affari, l’Osservatorio ha il supporto scientifico e tecnico della Scuola Superiore di Scienze Turistiche e il patrocinio del Dipartimento di Scienze Statistiche dell’Università di Bologna. L’indagine, si è svolta in due distinte tornate; la prima tra giugno e luglio 2014 e la seconda tra novembre e dicembre 2014 intervistando direttamente i responsabili della gestione dei viaggi di un campione di imprese, stratificato per dimensione e settore produttivo. L’indagine ha riguardato imprese: 1. manifatturiere con almeno 10 addetti 2. di servizi e distribuzione commerciale con almeno 5 addetti. L’osservatorio non comprende i viaggi degli occupati nella pubblica amministrazione e nell’agricoltura. L’intervista all’azienda, rispetto all’intervista alle famiglie o ai viaggiatori, attraverso la quale attualmente sono raccolte le informazioni ufficiali sul turismo d’affari, oltre a essere da un punto di vista teorico più appropriato (è l’azienda che compra i viaggi1), permette di approfondire aspetti altrimenti non rilevabili quali: il cosiddetto ”escursionismo” d’affari, le aspettative sulle dinamiche future della domanda, le strategie con le quali è gestito l’impiego di questo input intermedio e le valutazioni di chi – nelle imprese – acquista i servizi. Il particolare punto di vista adottato in questa indagine permette, quindi, sia analisi di tipo “macroeconomico” sull’intero sistema, sia analisi di tipo “aziendale” sugli stili di gestione e le preferenze di acquisto. I risultati ottenuti possono così essere usati dai policy maker per valutare la reale dimensione di questo importante mercato, dagli operatori del settore per predisporre un’offerta mirata sulle esigenze dei clienti e dalle stesse imprese che partecipano alla rilevazione per confrontare i propri risultati e/o strategie di gestione. 2) DIMENSIONE DEL MERCATO: I VOLUMI
2.1 Il quadro macroeconomico Il 2014 è stato un anno di crescita per l’economia globale e il commercio internazionale, seppure con dinamiche rallentate rispetto agli anni passati. In Europa le prospettive di ripresa sono rimaste deboli e in Italia l’attività economica è aumentata meno che in Francia e in Germania. È tuttavia rimasta forte la propensione a investire all’estero delle multinazionali italiane mentre, sul fronte interno, vi è stato un graduale recupero della propensione alla spesa delle famiglie. Nel prossimo futuro il commercio mondiale è previsto in crescita tendenziale del 5% ma rimangono comunque ampi margini di incertezza legati alle tensioni geopolitiche, a un ulteriore indebolimento della domanda di alcune economie emergenti e al prolungarsi della stagnazione dei prezzi in alcuni Paesi avanzati. In Italia il quadro per il 2015 è moderatamente positivo: la domanda interna mostra cenni di ripresa mentre l’export dovrebbe essere sostenuto dal deprezzamento del tasso di cambio dell’euro. Il 2014 è stato un anno in crescita per l’economia globale e il commercio internazionale. Secondo l’Fmi2, la crescita del Pil e degli scambi sono state entrambe positive (rispettivamente 3,3% e 3,8%), seppure inferiori alle attese e non omogene nelle differenti aree del globo. I rallentamenti di Europa, Giappone e delle economie emergenti controbilanciano la forza mostrata da Stati Uniti (+2,2%) e Regno Unito (+3,2%), dove il Pil è tornato ai livelli pre-crisi. In Cina la dinamica del Pil (+7,4%) frena rispetto agli anni precedenti; le importanti misure di Osservatorio Business Travel 14a
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1 Per una disamina più approfondita si veda: A. Guizzardi (2003) “Misura ed analisi dei viaggi nel segmento affari”, in: “Il pensiero e la scienza nel turismo italiano” pp. 75 - 84, Ministero delle Attività produttive, Direzione generale per il Turismo, Roma. 2 World Economic Outlook (2014), proiezioni di ottobre 2014.
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Banca D’Italia Bollettino Economico - N. 4/2014, ottobre 2014 (consultabile sul sito bancaitalia.it)
4 Istat, (2014) “Struttura, performance e nuovi investimenti delle multinazionali italiane all’estero”, Statistiche report dic. 2014
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stimolo nel settore immobiliare e delle infrastrutture non sono bastate a sostenere la domanda interna. Situazione peggiore in Russia, dove si prevede che il tasso di crescita tendenziale passi dall’1,3% del 2013 allo 0,2% del 2014 per effetto delle sanzioni economiche imposte dall’Unione europea e dagli Stati Uniti alla fine di luglio. Il maggiore decremento si registra tuttavia in Brasile, dove dopo il 2,5% del 2013 il tasso di crescita tendenziale 2014 è atteso al +0,3% nonostante l’impulso all’economia dato dai Mondiali di calcio. Anche nell’area dell’euro la ripresa ha rallentato rispetto alle prospettive di inizio anno: in Germania si è attenuato il contributo della domanda estera senza che quella interna abbia recuperato. L’inflazione si sta contraendo in Cina, mentre rimane elevata in India e Brasile. Nei Paesi avanzati è in forte diminuzione a causa di un secondo semestre 2014 che ha registrato la brusca frenata dei prezzi dei beni energetici e il rallentamento di quelli delle materie prime non energetiche. Le quotazioni del greggio tipo Brent sono scese (nella media annua) di quasi il 10% a seguito sia dell’indebolimento della domanda – soprattutto nei Paesi emergenti – sia dall’incremento della produzione nei Paesi del Nord America. Il petrolio a fine anno è sceso sotto i 60 dollari al barile dopo il picco di 115 di metà giugno. Stando alle indicazioni implicite nei contratti future, il prezzo del Brent nel 2015 dovrebbe mantenersi sotto gli 80 dollari al barile favorendo la diminuzione dei prezzi del trasporto aereo. Il deterioramento delle prospettive di ripresa e la bassa inflazione hanno rafforzato l’attesa di nuove misure espansive da parte della Bce. L’orientamento “accomodante” nella politica monetaria della Bce ha quindi determinato pressioni al ribasso sull’euro che, sul finire dell’anno, ha perso quasi il 10% nei confronti del dollaro. Per l’Fmi l’evoluzione futura dell’economia mondiale è positiva, con il Pil globale previsto in crescita del 3,8% nel 2015; ancora più favorevole il quadro per il commercio mondiale, previsto in crescita tendenziale del 5%. Tuttavia queste proiezioni contengono diversi elementi di incertezza. Le tensioni geopolitiche – in primis quelle tra Russia e Ucraina e nel Medio Oriente – aumentano il rischio di ulteriori rallentamenti, con effetti negativi soprattutto sul perdurare della flessione delle importazioni dei Paesi emergenti e, quindi, delle trasferte più “ricche”: quelle intercontinentali. Anche l’instabilità dei flussi di capitale verso i Paesi emergenti con fondamentali macroeconomici più deboli (osservata a fine 2014), e il peggioramento delle condizioni sui mercati finanziari globali rappresentano una incognita. Inoltre – nel medio termine – pesa il rischio che un periodo prolungato di bassa inflazione, in alcuni Paesi avanzati, ostacoli la ripresa del Pil. In Italia, le previsioni di fine 2013 prefiguravano un consolidamento della ripresa per il 2014. Al contrario, per i primi sei mesi dell’anno corrente il Pil è in leggera contrazione (-0,1%) e Banca d’Italia3 segnala un possibile peggioramento sul finire dell’anno legato al protrarsi della caduta degli investimenti, al decumulo delle scorte e – in misura minore – al rallentamento delle nostre esportazioni. Nell’immediato futuro il deprezzamento del tasso di cambio dell’euro fin qui osservato dovrebbe però fornire un sostegno alle vendite all’estero. Sul fronte interno vi è stato un graduale recupero della propensione alla spesa delle famiglie; la produzione industriale nei settori dei beni di consumo è aumentata, così come sono aumentate le immatricolazioni di autovetture. Il tasso di disoccupazione si è marginalmente ridotto ma l’intensità di utilizzo della manodopera rimane bassa. Tuttavia per il settimo anno consecutivo l’attività economica in Italia è aumentata meno che in Francia e – soprattutto – in Germania, con il risultato che il differenziale di crescita con questi competitor è continuato a peggiorare. L’inflazione è divenuta leggermente negativa; vi ha contribuito la dinamica sia dei beni alimentari ed energetici Osservatorio Business Travel 14a
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sia delle componenti di fondo, il cui tasso di variazione, seppur ancora positivo, è sceso al minimo storico (0,4 % sui dodici mesi) in risposta alla debolezza dell’attività economica. Continua il trend di espansione degli investimenti diretti all’estero. Secondo Istat4, nel biennio 2013-2014 si conferma la tendenza verso una crescente internazionalizzazione del sistema produttivo italiano, trainata dai principali gruppi multinazionali e più accentuata nei servizi (il 63,5% ha dichiarato di avere realizzato o programmato nuovi investimenti all’estero) che nell’industria (54,1%). Il quadro degli investimenti interni è più debole e le prospettive di accumulazione rimangono deboli anche se, secondo il sondaggio di ottobre di Banca d’Italia-Il Sole 24 ore, le attese sull’andamento di produzione e investimenti nel 2014 sono – per tutti i comparti – superiori a quelle registrate nel 2012 per il 2013 e anche i giudizi qualitativi delle imprese sugli ordini esteri, pure in calo, restano comunque più positivi rispetto all’ultimo biennio tanto che l’indice Pmi si è mantenuto su un livello superiore alla soglia che normalmente indica un’espansione delle vendite. Un sostegno ai piani di investimento potrebbe venire dalle decisioni di politica monetaria adottate sul finire di anno per incentivare l’erogazione del credito alle imprese.
2.2 I viaggi d’affari I viaggi d’affari delle imprese italiane crescono del 3,1%. La crescita è forte soprattutto verso le destinazioni Europee (+5,2%) ma a sorprendere è il +2,5% del mercato nazionale perché inverte una prolungata fase di contrazione non ostante il quadro macroeconomico stagnante. In ottica pluriennale il dato 2014 riporta il numero di viaggi al livello del 2011 – quando si è materializzata la “double deep recession” dell’economia italiana – e rafforza la tendenza positiva del trend di lungo periodo sostenuto strutturalmente dalla spinta alla delocalizzazione della nostra industria. Sul piano geografico spiccano le performance di Regno Unito, Stati Uniti e Cina, ma – in tutti i continenti – i flussi d’affari si stanno spostando dalle destinazioni tradizionali a Paesi limitrofi dove si cercano condizioni ancora più competitive. Crollano i viaggi in Russia a seguito delle sanzioni europee. Sul piano settoriale crescono soprattutto le trasferte del segmento terziario che, con una crescita del 4,6% più che compensa la dinamica negativa registrata nel manifatturiero (-0,8%). Si tratta di un risultato molto importante, perché interrompe un trend negativo in essere dal 2009. Il mercato dei viaggi d’affari delle imprese italiane è cresciuto di quasi un milione di trasferte arrivando nel 2014 a 30,8 milioni (vedi Tav.1). L’incremento del 3,1% è un dato che va oltre quanto ci si poteva aspettare considerata sia la stagnazione dell’economia italiana, sia il fatto che le dinamiche dell’economia e del commercio mondiale nel 2014 Tav. 1 - Viaggi d’affari per destinazione (valori assoluti x 1000) sono state inferiori a quelle degli anni precedenti. Nel resto Totale Totale In regione
d’Italia
nazionali
In Europa
Extraeuropei
Tutti i mercati sono in crescita 11.001 21.164 6.580 2.102 Viaggi 2013 10.163 ma la differenza, rispetto agli Viaggi 2014 10.419 11.273 21.693 6.922 2.146 anni passati, la fa il mercato Variazione nazionale (+2,5%). L’incre2,5% 2,5% 2,5% 5,2% 2,1% % ’14/’13 mento è di difficile comprensione perché interrompe anni di contrazione delle trasferte nazionali in un anno in cui il Pil italiano è in diminuzione frazionaria. Possibili spiegazioni possono essere trovate, dal lato della domanda, nella timida ripresa del clima di fiducia delle famiglie e dell’occupazione; dal lato dell’offerta, nelle migliorate condizioni di liquidità derivanti sia dal provvedimento di sblocco dei debiti delle amministrazioni pubbliche sia dal minore razionamento del credito. A guidare la crescita è, però, il mercato internazionale (+4,4%), con il segmento europeo in decisa crescita (+5,2%). Positivo anche il segmento intercontinentale (+2,1%) seppure frenato dall’indebolimento della domanda di quei Paesi emergenti che – negli ultimi anni – hanno trainato la crescita dei viaggi delle imprese italiane. Il trend è ancora sostenuto sia dalla crescita degli investimenti diretti esteri sia dall’importante differenziale nel costo del lavoro con le economie emergenti e dalla conseguente spinta alla delocalizzazione. Trasferire la produzione all’estero e mantenere il “made in Italy” è una azione che si risolve nell’incremento dei viaggi internazionali per molte attività che prima erano “attività di stabilimento” quali l’organizzazione del lavoro, il controllo qualità, o in generale la supervisione tecnica. Osservatorio Business Travel 14a
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internazionali
Totale
8.682
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30.760
4,4%
3,1%
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In ottica pluriennale (vedi Fig. 1) il dato 2014 riporta il numero di viaggi al livello del 2011 – quando si è materializzata la “double deep recession” dell’economia italiana – e rafforza la tendenza positiva del trend di lungo periodo. Questo, a dispetto delle tante difficoltà congiunturali, è ancora oggi da considerarsi strutturalmente e globalmente in espansione, come confermato da diversi studi5 relativi ai principali Paesi avanzati. Continua ad allargarsi la forbice tra la dinamica delle trasferte nazionali e internazionali, con i viaggi all’estero che, dal 2009, hanno tassi di crescita tendenziale sempre superiori a quelli del mercato nazionale. Come previsto nell’Osservatorio dell’anno precedente, il mercato nazionale si lascia alle spalle il suo picco negativo. Si tratta di una inFig 1 - La dinamica annuale dei viaggi d’affari (2001-2014) versione importante che non certifica però l’inizio di una crescita strutturale: gli ultimi sette anni di crisi e le aspettative sulla prossima evoluzione della congiuntura italiana suggeriscono di attendere conferme.
Settore produttivo Totale industria Totale terziario Totale industria Totale terziario
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L’analisi per destinazioni6 mostra che l’America è il continente dove nel 2014 si è registrata la maggiore espansione dei viaggi internazionali dall’Italia grazie alle performance positive di Usa e Brasile, ma soprattutto all’esplosione dell’interesse dei viaggiatori d’affari per le destinazioni “minori” (+31%) sule quali le nostre imprese cercano condizioni ancora più competitive. L’Asia – tradizionalmente il continente con la dinamica più sostenuta – è penalizzata dai risultati registrati in Giappone (-3%) e dal rallentamento delle economie emergenti che “blocca” le trasferte verso la Cina a un +8%. Anche in questo caso i rallentamenti nei Paesi principali sono più che compensati dalle dinamiche (a due cifre percentuali) nelle altre destinazioni. In crescita anche le trasferte nel continente africano sempre grazie al contributo dei Paesi “minori”. Le tensioni geo-politiche hanno infatti determinato un vero e proprio crollo delle trasferte verso la principale Paese destinazione dell’area, l’Egitto (-36%). Le ottime performance congiunturali del Regno Unito ne fanno l’area con la maggiore crescita (+25%) all’interno del continente europeo, mentre la peggiore performance si registra sul mercato russo (-22%). Il dato sconta le sanzioni imposte dall’Ue a seguito delle tensioni con l’Ucraina. Tra le economie principali, la Germania recupera il calo registrato l’anno precedente e fa registrare un +15%; la Francia – il Paese con la maggiore quota del nostro mercato outbound – mostra invece flussi stazionari. Ancora in diminuzione i viaggi verso la Romania (-2%), dove da alcuni anni si susseguono risultati negativi nella dinamica delle trasferte (-30% nel solo 2013). Il dato è compatibile con la riduzione della presenza di quelle piccole e medie imprese italiane che avevano caratterizzato il fenomeno di delocalizzazione produttiva in Romania all’inizio del millennio. L’analisi settoriale (vedi Tav. 2) evidenzia che la crescita nelle trasferte d’affari è determinata dalla ottima performance del segmento terziario che, con una crescita del 4,6% più che compensa la dinamica negativa registrata nel manifatturiero (-0,8%). Si tratta di un risultato molto importante sia per il valore assoluto della variazione sia perché interrompe un trend negativo in essere dal 2009. Il differenziale di crescita è a favore del terziario in tutti i segmenti di mercato, ma è sul segmento europeo che si registra il risultato più eclatante. La crescita del +10,6% segnala che è in atto un cambiamento del bariTav. 2 - Viaggi d’affari per destinazione e settore, anno 2014 centro geo-economico di alcune aziende italiane dei servizi In regione Nel resto d’Italia In Europa Extra-europei Totale che si integrano a livello euroValori assoluti (x 1000) peo per gestire la distribuzio602 2.701 3.689 1.322 8.315 ne, la logistica, il marketing 9.817 8.572 3.233 824 22.446 o le vendite e i servizi post vendita di realtà industriali o Variazioni % ’14/’13 finanziarie che hanno sempre -3,8% -2,9% 0,9% 0,2% -0,8% più una dimensione europea o 2,9% 4,3% 10,6% 5,3% 4,6% mondiale. OsservatOriO Business travel 14a
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I viaggi nel settore manifatturiero Il -0,8% registrato complessivamente nel 2014 non modifica un trend positivo iniziato nel 2011 che va analizzato alla luce di due tendenze contrapposte. Da un lato pesano le difficoltà di un comparto nel quale il numero dei viaggi tende a diminuire strutturalmente per via della deindustrializzazione e del downsizing del nostro tessuto produttivo. Anni di contrazione della produzione industriale hanno inciso sui viaggi nazionali delle aziende manifatturiere italiane che – anche nel 2014 – hanno perso quasi il 3,4%. A bilanciare questo trend negativo è l’espansione all’estero delle nostre imprese che continua a spostare su destinazioni internazionali i viaggi persi sul mercato nazionale. Per il sesto anno consecutivo i viaggi internazionali delle imprese manifatturiere sono infatti aumentati – nel complesso – più di quelli nazionali anche se, rispetto al tasso di crescita registrato nel 2013, il +0,6% complessivo rappresenta un forte rallentamento. La crescita si concentra sul segmento europeo (+0,9%), un dato che riflette la buona dinamica dell’export sui mercati dell’Unione nei principali settori di specializzazione del Paese: macchinari e prodotti in metallo7. Dopo anni in decisa crescita il segmento intercontinentale mostra invece una dinamica stazionaria (+0,2%) che sconta sia il rallentamento della congiuntura nei Paesi emergenti sia la perdita di competitività di prezzo nei confronti dei principali competitor europei, i cui prodotti hanno beneficiato – come i nostri – del deprezzamento dell’euro. Il peggiore consuntivo si registra sul mercato regionale, in flessione di 3,8 punti percentuali, e nazionale (-2,9%). La contrazione interessa tutti i comparti ma soprattutto la componente beni strumentali e mezzi di trasporto. La dinamica dei viaggi è stata rallentata anche dalle performance negative del settore delle costruzioni, che nonostante un’attenuazione della flessione del prezzo delle abitazioni, è ancora penalizzato dal calo dell’attività in atto da diversi anni. I viaggi nel settore terziario Dopo anni di continua contrazione, il +4,6% complessivo rappresenta un dato inatteso vista la ancora debole congiuntura del mercato nazionale, dove si origina la maggior parte dei viaggi del comparto. Il contributo di +3,6% dato dal mercato nazionale si determina da una performance molto positiva della distribuzione commerciale, che ha beneficiato della timida ripresa dei consumi delle famiglie e alle migliorate condizioni di liquidità. In ambito internazionale, la crescita a due cifre delle trasferte europee (+10,6%) si può in parte spiegare con il miglioramento della percezione del rischio Paese, anche connesso alla riduzione degli spread, che ha favorito l’integrazione con aziende europee generando nuove necessità di mobilità. Non va però sottovalutato l’effetto di sette anni di “crisi del manifatturiero nazionale”, che ha spinto molte aziende del terziario a proporsi come fornitori per realtà industriali e finanziarie a livello europeo. La forte crescita delle trasferte verso Germania e Regno Unito non sembra casuale. In deciso rialzo anche il segmento intercontinentale (+5,3%), seppure – data l’esiguità dei flussi – a tale percentuale corrisponde un incremento relativamente modesto delle trasferte. Il dinamismo del commercio mondiale ha favorito l’espansione dei viaggi della distribuzione, mentre il deprezzamento dell’euro ha reso più competitiva l’offerta di servizi.
5 World Tourism and Travel Council. (2014). Travel & tourism economic impact 2014 (nazioni varie). London, UK: World Travel & Tourism Council 6 Banca d’Italia (2014): “Indagine sul turismo internazionale”. Aggiornamento settembre 2014 7
Banca d’Italia (2014) op. cit.
3) LA DURATA DEI VIAGGI D’AFFARI Nel 2014 torna a salire la durata media dei viaggi d’affari delle imprese italiane coerentemente con la buona performance delle trasferte internazionali. Quanto osservato è compatibile con un incremento del 5,7% dei pernottamenti rispetto al 2013 (1,1 milioni sul mercato nazionale e 1,9 milioni sul mercato internazionale). Gli “uffici viaggi” hanno trovato conveniente/necessario prolungare i soggiorni intercontinentali ma grazie allo sviluppo di opportunità di trasporto low cost hanno anche potuto gestire molte trasferte nazionali ed europee riducendo il numero di pernottamenti. Il quadro generale è determinato principalmente da quanto avviene nel terziario, dove l’importante progresso delle trasferte con uno o due pernottamenti (+5,4%) si lega alla forte crescita delle trasferte in Europa.
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Aumenta, nel 2014, la durata media dei viaggi d’affari delle imprese italiane. A fronte del +3,9% delle trasferte più lunghe, l’escursionismo d’affari aumenta di “soli” 2,6 punti percentuali (vedi Tav. 3). Le trasferte con uno o due pernottamenti (+3,1%), rimangono quelle più frequenti, con una quota di mercato vicina al 42%. Il dato sottolinea la diversità del mercato dei viaggi d’affari rispetto al mercato leisure; infatti, a tali trasferte “brevi” si accompagna generalmente la domanda di servizi ad altissima efficienza, in grado di garantire il raggiungimento degli obiettivi della trasferta in tempi spesso contingentati. Quanto osservato è compatibile con un incremento del Valori assoluti (x 1000) Composizione % 5,7% dei pernottamenti rispetto al 2013, che si traduNessun Uno o due Più di due Nessun Uno o due Più di due Totale ce in un incremento di circa pernott. pernott. pernott. pernott. pernott. pernott. 1,1 milioni di pernottamenti 12.457 5.596 29.845 39,5% 41,7% 18,8% Viaggi 2013 11.792 sul mercato nazionale e nella Viaggi 2014 12.096 12.847 5.817 30.760 39,3% 41,8% 18,9% crescita di circa 1,9 milioni Variazione % di pernottamenti sul mercato 2,6% 3,1% 3,9% 3,1% ’14/’13 internazionale. Qui si registra una forbice tra risultato 8 del mercato europeo, dove le notti sono stimate in aumento di poco più di 600mila notti, e Secondo Istat, (2014) Op. cit, il fatturato che le multinazionali risultato del mercato intercontinentale in crescita di quasi 1,3 milioni di notti concentrate nei italiane realizzano all’estero è pari Paesi africani e – soprattutto – americani; stazionaria l’Asia. Dal confronto con le dinamiche al 14,8% di quello complessivamente dei viaggi si evince che – a parte il caso dei Paesi emergenti asiatici – gli “uffici viaggi” hanno prodotto dalle imprese residenti trovato conveniente/necessario prolungare i soggiorni intercontinentali. Il dato è sia un indicain Italia, quota che sale costantemente tore indiretto dell’aumento dei costi e/o della complessità del trasporto sia una conferma che si 9 Istat (2014a) Numeri indici Nic per sono consolidati i rapporti commerciali e di produzione con i Paesi d’Oltreoceano8. Al contrario, voci di prodotto; sulla media distanza, l’aumento di opportunità di trasporto ferroviario veloce e l’espansione consultabili sul sito www.istat.it degli orari e delle tratte servite dalle compagnie aeree a basso costo, hanno fornito alle aziende 10 Dati riferiti ai primi 9 mesi del nuove possibilità per incidere sul costo delle trasferte nazionali ed europee riducendo il nume2014; fonte Dataforce (Quattroruote, ro di pernottamenti. L’escursionismo d’affari e i viaggi brevi (nel complesso +2,9%), crescono allegato al n° 711, dicembre 2014) infatti più del mercato nazionale. I risultati per macrobranche produttive (vedi Tav. 4) mostrano che il quadro generale è determinato principalmente da quanto avviene nel terziario. Qui crescono soprattutto i viaggi più lunghi (+6,1%), ma – considerato il numero di viaggi – il progresso più importante è quello delle trasferte con uno o due pernottamenti (+5,4%) dove si realizzano la maggior parte delle trasferte europee. Il quadro nell’industria ricalca esattamente quello delle trasferte: la crescita del mercato internazionale fa aumentare soprattutto le trasferte più lunghe mentre sono in diminuzione le trasferte brevi coerentemente con la diminuzione dei viaggi nazionali. Tav. 3 - Viaggi d’affari per durata
4) IL MEZZO DI TRASPORTO Anche nel 2014 è il treno il mezzo di trasporto che fa registrare la migliore performance. Il +5,8% è legato quasi esclusivamente ai progressi nell’utilizzo delle tratte ad alta velocità che ha continuato a erodere quote del mercato nazionale all’aereo. Quest’ultimo (+2,1%) è sostenuto prevalentemente dalla crescita delle trasferte in Europa. L’automobile rimane il mezzo preferito dai business traveller, con una quota di mercato del 46,4%. L’incremento (+3,1%) si spiega in parte con il miglioramento nella convenienza relativa rispetto al treno. Nel 2014 si è registrato un effetto di sostituzione tra mezzi di trasporto. L’incremento del parco auto ha eroso quote di mercato all’aereo e soprattutto al treno; quest’ultimo ha a sua volta tratto vantaggio dallo spostamento di traffico aereo sulla alta velocità. Solo il 18% dei biglietti alta velocità sono però acquistati con tariffe non modificabili (super economy o low cost). Determinante risulta il razionamento dei biglietti scontati e il timore di dovere cambiare/rimborsare il titolo. Diverse aziende hanno evidenziato la necessità di “business travel intelligence” per indagare la convenienza effettiva di tali tariffe. L’effetto di sostituzione tra treno e aereo è particolarmente intenso nel manifatturiero, dove crollano i passaggi aerei nazionali. Il “boom” del trasporto su gomma è invece guidato dall’ottima performance della distribuzione commerciale.
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Anche nel 2014 è il treno Tav. 4 - Viaggi d’affari per durata (prospettiva settoriale), anno 2014 il mezzo di trasporto che fa Valori assoluti (x1000) Variazione rispetto al 2013 registrare la migliore performance (vedi Tav. 5). Il +5,8% è Nessun Uno o due Più di due Nessun Uno o due Più di due Totale pernott. pernott. pernott. pernott. pernott. pernott. un dato rilevante sia perché si realizza sul mercato comples2.201 3.606 2.508 8.315 -0,8% -2,2% 1,2% Industria sivamente più difficile (quello Terziario 9.895 9.242 3.309 22.446 3,4% 5,4% 6,1% nazionale), sia perché questo Osservatorio non misura i viaggi delle micro imprese e del settore pubblico, notoriamente grandi utilizzatori della ferrovia. L’incremento dei viaggi in aereo (+2,1%) è sostenuto prevalentemente dal mercato internazionale e in particolare dalle trasferte in Europa. Sul mercato nazionale si stima una diminuzione di quasi 140mila voli, dovuti sia alla perdita di Pil e imprese, sia alla concorrenza dell’auto e dell’alta velocità. Quest’ultima grazie all’ampia l’offerta di tratte e orari, e a politiche di prezzo molto aggressive, ha anche riassorbito parte del trasporto ferroviario tradizionale che raccoglie ormai solo il 35% delle preferenze (nel segmento business). L’automobile torna a mostraTav. 5 - Viaggi d’affari per mezzo di trasporto re una performance positiva Valori assoluti (x 1000) dopo diversi anni di difficoltà; Auto Treno Aereo Totale Auto il +3,1% tendenziale ne consolida il primato come mezzo 4.252 11.737 29.846 46,4% Viaggi 2013 13.857 preferito dai business travelViaggi 2014 14.284 4.498 11.978 30.760 46,4% ler, con una quota di mercato Variazione % del 46,4%. L’incremento di 3,1% 5,8% 2,1% 3,1% ’14/’13 400mila trasferte si spiega, almeno in parte, con il miglioramento nella convenienza relativa rispetto al treno: il 2014 ha infatti visto i prezzi dei carburanti diminuire (in media) del 2% mentre il trasporto su rotaia è cresciuto dell’1,0%9. Sul piano qualitativo si è però stabilizzato il fenomeno del downgrading e downsizing delle flotte e, soprattutto, si è stabilizzata la durata media di utilizzo dei veicoli prima della sostituzione come dimostra la forte crescita di nuove immatricolazioni (15,3%)10. Tuttavia, le svantaggiose norme fiscali sulla deducibilità (limitata a poco più di 18mila euro) o sulla detraibilità dell’Iva (il cui adeguamento dal 40% al 100% è stato posticipato al 2016) continuano a penalizzare la scelta dell’auto aziendale. Questo Osservatorio ha stimato che, nel 2014, il 5,3% delle trasferte è stato realizzato con un’auto privata del dipendente, un dato molto rilevante se si considera che la maggior parte delle interviste sono realizzate in aziende con più di 250 dipendenti. La percentuale cresce al 7% nelle aziende con almeno una partecipazione estera; la differenza con il 3,2% delle aziende ad azionariato italiano non è statisticamente significativa (p-value 18%), ma crediamo rimanga indicativa di una maggiore “insofferenza” delle aziende a partecipazione estera verso la fiscalità italiana. In sintesi, anche nel 2014 l’effetto più evidente è quello di sostituzione tra mezzi di trasporto. L’incremento del parco auto ha eroso quote di mercato all’aereo e soprattutto al treno. Quest’ultimo ha, a sua volta, tratto vantaggio dallo spostamento di traffico aereo sulla alta velocità. Il continuo sviluppo di schemi di pricing aggressivi, in grado di premiare la trattativa e il know how degli uffici viaggi o delle tmc, oltre al moltiplicarsi delle tratte servite e degli orari, determina l’interesse dei business traveller per il trasporto su rotaia. Tuttavia, solo il 18% dei biglietti alta velocità sono acquistati con tariffe non modificabili (super economy o low cost), un dato “contenuto” se si guardasse solo ai differenziali rispetto alla tariffa piena. Determinante risulta il razionamento dei biglietti scontati, forte soprattutto con l’approssimarsi della partenza. Acquistare con molto anticipo diventa quindi una strategia premiale per l’azienda solo a patto di rispettare date e orari. Questo aspetto è noto a molti travel manager, che però necessitano di “business travel intelligence” per indagare correttamente la convenienza effettiva di tali tariffe. Osservatorio Business Travel 14a
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Composizione % Treno
Aereo
14,2%
39,3%
14,6%
38,9%
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La dinamica disgregata per settore (vedi Tav. 6) evidenzia Valori assoluti (x 1000) Variazione rispetto al 2013 che l’effetto di sostituzione tra treno e aereo, pur se trasversaTreno Aereo Totale Auto Treno Aereo le, è particolarmente intenso 963 4.805 8.315 -0,9% 1,7% -1,3% nel manifatturiero. Stante la 3.535 7.172 22.446 4,0% 7,0% 4,5% crescita di viaggi all’estero, il decremento dei passaggi aerei nazionali va infatti ben oltre il -1,3%. Il “boom” del trasporto su gomma è guidato dall’ottima performance della distribuzione commerciale (i maggiori utilizzatori di auto), che sostiene prevalentemente il mercato nazionale. Le aziende di servizi hanno invece aumentato soprattutto i viaggi in Europa.
Tav. 6 - Viaggi d’affari per mezzo di trasporto (prospettiva settoriale), anno 2014 Auto Industria
2.546
Terziario
11.739
5) LA MOTIVAZIONE DEL VIAGGIO D’AFFARI Dopo anni di contrazione ritorna il sereno sul segmento Mice, in crescita di quasi il 10%. La dinamica ha un rilievo particolare perché investire nell’innovazione e nel capitale umano rappresenta spesso un passaggio che anticipa, o accelera, l’uscita dai periodi di recessione. Tale spesa rappresenta il 4% del budget travel delle imprese a capitale solo italiano e il 15% di quelle con partecipazioni azionarie estere, un divario che va però letto considerando che i top spender attuano gestioni separate del Mice e del business travel. Nel 2014 si riconferma la forbice tra i risultati delle fiere internazionali (positivi) e risultati delle fiere nazionali (stazionari), perché sostenuti dalla diversificazione nel segmento congressuale. Per il 2015 il quadro dovrebbe rasserenarsi in coincidenza con Expo 2015. La manifattura perde soprattutto nel segmento “core” delle trasferte per incontrare clienti e fornitori (-1,2%) e nella partecipazione a fiere (-0,8%) a causa delle crescenti difficoltà a vendere prodotti industriali sui mercati emergenti. Nel terziario il +13,3% nel segmento “altro” e il +7.0% delle riunioni aziendali confermano una crescente integrazione e diversificazione produttiva sui mercati europei. Di grande rilievo il +4,0% nei viaggi individuali per incontrare clienti e fornitori, che rappresenta un segnale importante per il futuro dell’economia nazionale visto che inverte anni di variazioni tendenziali negative. Formato per circa due terzi dal segmento congressi e per la restante parte da trasferte per lancio di nuovi prodotti o viaggi incentive 11
12 Per esempio, per Fiera Milano è stato determinante la presenza del semestre italiano di presidenza dell’Unione europea presso il Centro congressuale MiCo, vedi: Fiera Milano (2014), resoconto intermedio di gestione consolidato al 30 settembre 2014
Incontri clienti fornitori Viaggi 2013
19.805
Viaggi 2014
20.311
Variazione 2,6% % ’14/’13
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L’analisi per motivazione (vedi Tav. 7), mostra un 2014 favorevole soprattutto ai viaggi collettivi. Spicca il +9,6% del segmento “altro11”, che certifica la rinascita del segmento congressuale dopo anni di difficoltà, e il +4,4% delle riunioni (inter)aziendali trainate dalla buona performance del terziario, il segmento dove la produzione richiede più frequenti incontri di progettazione e coordinamento. La partecipazione a fiere mostra una crescita contenuta rispetto a quella generale (+1,3%) e anche i viaggi individuali per incontrare clienti e fornitori (+2,6%) perdono quota di mercato arrivando a rappresentare il 66% del mercato.
La crescita dei viaggi per “meeting (extra-aziendali), incentive, conferencing, exhibition” ha un rilievo particolare, perché investire nell’innovazione di processo, di prodotto e nel capitale umano rappresenta spesso un passaggio che accelera l’uscita dai periodi di recessione. Purtroppo va evidenziato un ritardo delle imprese a capitale solo italiano rispetto a quelle con partecipazioni azionarie estere: le prime – in media e senza considerare eventi straordinari – destinano al Mice il 4% del loro travel budget, le seconde il 15%. La differenza appare statisticamente significativa e potrebbe quindi riflettere un divario di attenzione destinato a penalizzare ulteriormente l’impresa italiana. Il condizionale è comunque d’obbligo, visto che non sempre business travel e Mice sono gestiti unitariamente. Questo avviene per il 52% degli interTav. 7 - Motivazione del viaggio d’affari vistati, corrispondente a una quota di spesa del 37%. I top Valori assoluti (x 1000) Composizione % spender attuano quindi una Incontri Riunioni Riunioni gestione del Mice che è spesFiere Altro Totale clienti Fiere Altro aziendali aziendali so indipendente da quella del fornitori business travel. 3.033 4.794 2.214 29.846 66,4% 10,2% 16,1% 7,4% Anche nel 2014 si riconferma la forbice tra i risultati delle fiere internazionali (positivi) 3.165 4.856 2.428 30.760 66,0% 10,3% 15,8% 7,9% e risultati delle fiere nazionali (negativi). I bilanci delle fiere 4,4% 1,3% 9,6% 3,1% italiane sono zavorrati dal quaOsservatorio Business Travel 14a
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dro macroeconomico stagnante e dallo sfavorevole calendario fieristico del 2014. La diversificazione nel segmento congressuale ha permesso di ottenere risultati positivi12. Per il 2015 il quadro dovrebbe rasserenarsi in coincidenza con le importanti manifestazioni fieristiche connesse a Expo Milano 2015. Nel quadro per settori produttivi (vedi Tav. 8) si riflettono i differenziali tra fondamentali economici del resto del mondo e italiani ma anche il rallentamento delle economie dei Paesi emergenti, nei quali la nostra manifattura è più esposta. Infatti, l’industria italiana perde soprattutto nel segmento “core” delle trasferte per incontrare clienti e fornitori, ma anche la partecipazione a fiere (e in misura minore le riunioni aziendali), mostrano segni negativi. Il rallentamento delle economie emergenti ha ridotto le opportunità di vendere prodotti industriali e frenato le aziende del “made in Italy” (alimentare, abbigliamento; prodotti in cuoio, in legno...) dal frequentare fiere all’estero. La dinamica è stata insufficiente soprattutto nei grandi Paesi (Cina, India e Brasile) anche se – rispetto alle dinamiche nazionali – gli sforzi di diversificaTav. 8 - Motivazione del viaggio d’affari (prospettiva settoriale), anno 2014 zione geografica dei principali Valori assoluti Variazione rispetto al 2013 enti fieristici italiani hanno Incontrare Incontrare continuato a pagare. Riunioni Riunioni clienti Fiere Altro clienti Fiere Altro La crescita dei viaggi colletaziendali aziendali fornitori fornitori tivi nel terziario (+13,3% nel segmento altro e +7.0% per Industria 5.354 1.105 1.216 639 -1,2% -0,2% -0,8% 0,6% riunioni aziendali) conferma, Terziario 14.957 2.060 3.640 1.789 4,0% 7,0% 2,0% 13,3% anche sul piano qualitativo, la crescente integrazione e diversificazione produttiva sui mercati europei delle nostre aziende. Nell’attività di una multinazionale dei servizi o della distribuzione commerciale, il coordinamento tra casa madre e le filiali nazionali nella: progettazione, sviluppo e implementazione (anche fuori sede) dei prodotti, ha un ruolo centrale e le trasferte sono difficili da ridurre – anche in periodi di forte ristrutturazione dei costi – per via della maggiore difficoltà di comprendere/comunicare/coordinare il business in Paesi con sistemi legislativi, economici, sociali e culturali tra loro differenti. La crescita più importante in termini assoluti si registra comunque nel segmento dei viaggi individuali per incontrare clienti e fornitori. Il +4,0% inverte anni di variazioni tendenziali negative e rappresenta un segnale importante per credere che sia terminata la fase congiunturale negativa della nostra economia nazionale. 6) DIMENSIONE DEL MERCATO: I VALORI Nel 2014 la spesa per viaggi d’affari sale a 19,1 miliardi di euro, in crescita del 2,1%. Il risultato è frenato dal calo dei prezzi del trasporto sul mercato internazionale che, infatti cresce dell’1,6% a fronte del 3,0% del mercato nazionale. Scende quindi il costo medio della trasferta, frenato anche dall’aumento del peso delle – meno costose – destinazioni europee e dalla forte concorrenza tra operatori. L’analisi settoriale evidenzia la crescita del solo terziario in concomitanza sia con l’impennata delle trasferte “costose”, intercontinentali e per visitare fiere o convegni, sia con l’aumento della durata delle trasferte e del costo dei biglietti del trasporto nazionale. Il trasporto incide per il 58% sui travel budget, una quota in diminuzione a causa delle difficoltà del segmento aereo. La performance complessiva è in parte sostenuta dall’aumento dei passaggi treno. Nel dato positivo del trasporto su gomma (0,2%) si compensa la crescita del numero di trasferte con la forte diminuzione del costo di carburanti e lubrificanti. “Esplode” la spesa per alloggio (+6,3%) e vitto (+3,6%) sostenuta sia dall’incremento della durata media della trasferta, sia dalla crescita dei prezzi sul segmento internazionale, sia dall’inversione dell’effetto downsizing che aveva caratterizzato le revisioni delle travel policy aziendali negli anni più recenti.
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Nel 2014 la spesa per viaggi d’affari delle imprese privaNazionale Internazionale Totale te italiane a prezzi correnti è 6.574 12.140 18.715 Spesa 2013 salita a quota 19,1 miliardi di euro (vedi Tav. 9), in cresciSpesa 2014 6.774 12.334 19.109 ta del 2,1% rispetto ai livelVariazione % ’14/’13 (a prezzi correnti) 3,0% 1,6% 2,1% li dell’anno precedente. Nel dato sono comprese tutte le spese che le aziende manifatturiere con almeno dieci addetti e di servizi con almeno cinque addetti, imputano a bilancio come costo dei viaggi d’affari. La dinamica ha risentito della riduzione del prezzo del petrolio (-10% nella media annua); secondo nostre simulazioni, al netto di tale effetto la spesa sarebbe cresciuta oltre i tre punti percentuali. Dopo anni di difficoltà, è la componente nazionale a mettersi in evidenza. Il +3,0% è un risultato di grande rilievo sia perché il dato non è gonfiato dalla componente di prezzo, sia perché il valore unitario delle trasferte ha risentito dell’emorragia di passaggi aerei a favore della – meno costosa – alta velocità. Positiva anche la performanFig. 2 - Dinamica annuale della spesa per viaggi d’affari 2001-2014: ce della componente internazionale (+1,6%), complessiva (sopra), per singolo viaggio (sotto) nonostante una importante riduzione dei prezzi dei biglietti aerei internazionali (-2,9% nella media annua secondo Istat, 2014a) solo parzialmente bilanciata dalla crescita nei prezzi dell’alloggio13. Tav. 9 - Spesa per viaggi d’affari (mln. di euro)
Continua il trend positivo che ha caratterizzato la dinamica della spesa a prezzi costanti nei periodi più recenti (vedi Fig. 2 sopra). Il recupero del 2% riporta la spesa reale sopra il livello raggiunto nel 2011, anno in cui è iniziata la seconda fase della crisi. Il mercato resta comunque 16 punti percentuali sotto il livello pre-crisi pur riducendo la forbice tra mercati nazionale e internazionale. Scende il costo medio della trasferta in termini reali (vedi Fig. 2 sotto) frenato dall’aumento del peso delle – meno costose – destinazioni europee ma anche dal calo dei prezzi del trasporto e dalla concorrenza tra operatori che continua ad aumentare. Gli anni di crisi hanno infatti moltiplicato gli operatori attivi sul segmento business mentre il mercato ha contratto la spesa reale sotto la spinta di aziende sempre più attente al contenimento dei costi. Da un punto di vista “macro” la situazione rappresenta un puzzle difficilmente componibile. L’evoluzione dell’offerta dei fornitori di servizi travel può rappresentare una possibile chiave di lettura. Questi, nel tentativo di recuperare margini, sono anni che vendono “sotto costo” il servizio base (quello che viene spesso considerato dalle aziende il costo del viaggio), aumentando in parallelo la complessità dell’offerta. Si pensi ai servizi a valore aggiunto come sicurezza, salvaguardia dei dati, reporting, sostenibilità14 o alle strategie di pricing dinamico in cui il servizio base – tracciato – è sempre più “best buy”, mentre i costi per la flessibilità (cambi, rimborsi) o quelli per servizi “accessori” (garage, colazione, accesso prioritario eccetera), emergono solo da accurate analisi delle note spese e dei comportamenti dei viaggiatori. XII 35-50 TdA 1-15 OBT 2015.indd 12
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Nel quadro per produzioni omogenee (vedi Tav. 10) si evidenzia la crescita del solo terziario, dove vi è stato il maggiore aumento delle trasferte “costose”, quelle intercontinentali e per visitare fiere o convegni. L’incremento di spesa sul mercato internazionale (+6,5%) è inferiore all’incremento delle trasferte sia per la maggiore crescita dei viaggi in Europa rispetto a quelli intercontinentali, sia per la loro ricomposizione su destinazioni più tradizionali (Germania e Regno Unito) meno costose da raggiungere. Al contrario, la dinamica della spesa sul mercato nazionale supera quella dei viaggi a causa, principalmente, dell’aumento della durata delle trasferte e del costo dei biglietti di treno e aereo. Il comparto manifatturiero riTav. 10 - Spesa per viaggi d’affari e variazioni sull’anno precedente (prospettiva settoriale) duce sia la spesa domestica, in concomitanza con la forte Valori assoluti (mln. di euro) Variazione % rispetto al 2013 contrazione dei viaggi nazioNazionale Internazionale Totale Nazionale Internazionale Totale nali, sia quella internazionale, 1.353 7.205 8.558 -4,2% -1,6% -2,0% Industria dove la riduzione dei prezzi dei passaggi aerei ha più che Terziario 5.421 5.130 10.551 5,0% 6,5% 5,7% compensato la debole crescita della domanda. Per comprendere il -1,6% realizzato sul mercato internazionale va anche considerata la stasi delle – più costose – destinazioni nei Paesi emergenti e la preparazione degli uffici viaggi delle industrie nel gestire in modo efficiente i frequenti viaggi intercontinentali. La voce più rilevante sulla spesa per viaggi d’affari delle aziende italiane è il trasporto, con una quota del 58% (vedi Tav. 11) in diminuzione di due punti percentuali rispetto all’anno passato. Il bilancio è frenato dai vettori aerei che aumentano passaggi sul segmento internazionale, ma non il fatturato dei clienti business dato il robusto calo del costo medio del biglietto (-2,5% in Europa e -3,6% nel mondo; fonte Istat 2014a). Opposta la situazione sul mercato nazionale dove la concorrenza con l’alta velocità ferroviaria ha determinato la riduzione di passaggi in parte compensata con aumenti di prezzi che – nella media – raggiungono il 4,9% (fonte Istat 2014a). La performance della biglietteria aerea e ferroviaria scende quindi solo del Tav. 11 - Ripartizione della spesa per viaggi per macrotipologia di prodotto -0,3% sostenuta dall’aumento Variazione sul 2013 Euro (mln.) Quota dei passaggi treno e dall’increEuro (mln.) (%) mento del biglietto (in media 11.121 58,2% -14 -0,1% Trasporto 1%, fonte Istat 2014a). Positiva la performance del - Biglietteria aerea/ferroviaria 7.032 36,8% -24 -0,3% trasporto su gomma (0,2%), - auto/noleggi/taxi/trasporti locali 4.089 21,4% 9 0,2% un dato dove si compensa la Alloggio 5.312 27,8% 315 6,3% crescita del numero di traRistoranti / vitto 2.675 14,0% 93 3,6% sferte con la forte diminuzione del costo di carburanti e Totale 19.109 394 2,1% lubrificanti. Come già nel 2013 la maggiore crescita si registra nella spesa per alloggio (+6,3%) e vitto (+3,6%). Gli oltre 400 milioni di euro complessivi sono legati all’incremento della durata media della trasferta, che aumenta sia il numero di pernottamenti sia quello dei pasti. La crescita è forte soprattutto sul segmento intercontinentale, dove si stimano incrementi del prezzo medio della camera vicini all’8% anche a causa dell’inversione dell’effetto downsizing che aveva caratterizzato le revisioni delle travel policy aziendali negli anni più recenti. In moderata crescita anche il segmento 13 nazionale seppure frenato Quanto riportato in: Uvet-American Express (2014), Business travel dalle dinamiche deflattive del survey 2014, è compatibile costo della camera (-0,7%, con una crescita della spesa media per fonte Istat 2014a). Il trend alloggio internazionale favorevole dovrebbe contisuperiore al 4% nuare anche nel 2015 in con14 Servizi sempre più richiesti comitanza con l’incremento dalle aziende come riportato di trasferte congressuali e in Airplus (2014), fieristiche (le più redditizie) “International Travel Management Study 2014; Parte II” legate all’Expo. Osservatorio Business Travel 14a
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6.1 Le previsioni di spesa. Un altro anno di crescita Dopo il 2014, anche il 2015 è visto in crescita dai travel manager italiani. Gli ottimisti prevalgono tra i grandi viaggiatori del manifatturiero seppure, rispetto agli anni passati, è molto più rilevante la quota di chi si dimostra incerto sulle dinamiche future. Al contrario, nel terziario, si riduce al minimo la quota di incerti, ed emergono le valutazioni positive soprattutto delle imprese che gestiscono travel budget inferiori. Allargando la prospettiva temporale al triennio 2013-2015, l’elemento principale che caratterizza il mercato è la sua direzionalità. Chi esprime il 72% del mercato conferma, nel tempo, le stesse dinamiche di spesa (positive/ negative o stazionarie) e tra questi la maggioranza assoluta conferma trend positivi. Quanto osservato è compatibile con un aumento della spesa travel compreso tra 1,5 e 3 punti percentuali. La proiezione sconta le prospettive di “inflazione zero” di congiuntura sostanzialmente stazionaria e le incertezze del quadro politico internazionale. Il dato però va oltre la sua dimensione quantitativa, perché rafforza le prospettive del mercato sul lungo periodo. È infatti il primo anno che il clima di fiducia positivo coinvolge anche quelle imprese del terziario che fino a ora hanno sperimentato le più profonde difficoltà congiunturali
Spesa in aumento Industria
27%
Servizi e distribuzione
41%
Totale
32%
Nel 2013 questo Osservatorio aveva previsto un incremento nella spesa aggregata molto vicino al 2,1% effettivamente realizzato: la crescita delle trasferte dalle imprese del terziario sul mercato nazionale si è realizzata, anche se in una proporzione minore alle attese. È infatti mancato il sostegno del segmento manifatturiero, che ha continuato a svilupparsi prevalentemente all’estero sottraendo mercato alle imprese italiane dei servizi. Per il 2015 le previsioni dei Tav. 12 - La previsione per settore travel manager sono rimaste positive (vedi Tav. 12). Il Previsione 2015 Previsione 2015 prevalere degli “ottimisti” sui (risposte non pesate) (quote di spesa) “pessimisti” è più evidente Spesa Spesa Spesa Spesa Spesa nel dato non ponderato per stazionaria in diminuzione in aumento stazionaria in diminuzione quote di spesa, a indicare che 61% 11% 32% 56% 12% le aspettative di crescita sono forti soprattutto per le piccole 37% 22% 48% 14% 39% imprese. Se queste si tradurranno o meno in un effettivo 52% 15% 40% 34% 26% aumento della spesa travel è però più incerto, vista la preponderanza delle valutazioni di spesa stazionaria (espresse dal 52% dei rispondenti). L’incertezza va però letta considerando diversi elementi, anche connessi alla modalità di indagine: è infatti verosimile che i travel manager scontino, con valutazioni prudenti, le attese sui risultati futuri della loro attività di saving o, più semplicemente, che ritengano inopportuno certificare – in una indagine statistica – aumenti di spesa. Tra le imprese top spender (pesando le risposte dei travel manager per quote di spesa) la percentuale di ottimisti è invece maggioritaria (40%). Il dato certifica l’uscita dei grandi uffici viaggi dalla trappola del pessimismo, ovvero da quello stato in cui si preferivano giudizi neutri/stazionari o negativi, dopo che il perdurare della crisi aveva sistematicamente negato le attese di ripresa del mercato. Nell’analisi disaggregata per settore merceologico si intravedono sia le caratteristiche dell’attuale fase congiunturale sia segnali di discontinuità. Gli ottimisti prevalgono tra i grandi viaggiatori del manifatturiero. Se si considera che la manifattura esprime la maggior parte dei viaggi internazionali (circa il 60%) si ha una conferma che anche nel 2015 i mercati internazionali avranno un ruolo primario per sostenere produzione e fatturato delle nostre imprese. Rispetto agli anni passati vi è però molta più incertezza, come dimostra la rilevante quota di previsioni stazionarie; le tante crisi internazionali e il rallentamento della crescita nei Paesi emergenti possono spiegare il quadro. Il segnale di discontinuità più importante con il passato si ha però nel terziario dove, ridotti al minimo gli indecisi (che rappresentano solo il 14% del mercato), emergono saldi tra ottimisti e pessimisti decisamente positivi soprattutto tra le imprese che gestiscono travel budget mediamente inferiori (+19% il saldo non ponderato). Il risultato fa prevedere che anche per il 2015 (per il secondo anno consecutivo) il mercato nazionale sarà positivo. Se ciò dovesse realizzarsi, si potrà finalmente dirsi conclusa la fase ciclica negativa. Allargando la prospettiva temporale si riescono a valutare meglio le dinamiche dell’attuale fase di espansione. In Tav. 13 si sono incrociate le valutazioni prospettiche delle imprese, con il risultato da loro realizzato nel 2014, ottenendo – di fatto – un confronto sul triennio 2013-2015.
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I dati si riferiscono a rispoTav. 13 - Confronto tra dinamiche presenti e prospettiche della spesa (quote di spesa) ste pesate per la spesa travel Nel 2015 Variazione amministrata, rispetto alla osservata Resterà quale l’elemento principale Aumenterà Diminuirà nel 2014 stazionaria che caratterizza il triennio è la direzionalità del mercato Aumentata 38% 3% 2% 43% (il 72% conferma le dinamiNel 2014 Stazionaria 1% 15% 4% 21% che di spesa sul triennio). Tra Diminuita 1% 16% 19% 36% questi trend predomina quelAttese 2015 40% 34% 26% 100% lo positivo (indicato dal 38% del mercato) un ulteriore altro elemento che rafforza l’ipotesi di un mercato che nel 2015 effettivamente salirà In sintesi, quanto mostrato è compatibile con un aumento della spesa, in termini reali, tra 1,5 e 3 punti percentuali. Il dato sconta sia le prospettive di “inflazione zero” indicate dalle principali agenzie economiche per l’Italia, sia la previsione sulla crescita dei prezzi del petrolio che – seppure visti in ripresa – difficilmente si riporteranno sopra la media annua del 2014, sia una dinamica del Pil sostanzialmente stazionaria. Anche le incertezze sul quadro politico internazionale non permettono di essere più ottimisti sull’ordine di grandezza della crescita 2015, nonostante il generale ottimismo che traspare dalle valutazioni dei travel manager. Va infine sottolineato che l’importanza della previsione di crescita va oltre il dato quantitativo, perché rafforza le prospettive del mercato sul lungo periodo. È infatti il primo anno che il clima di fiducia positivo coinvolge anche quelle imprese del terziario, che fino a ora hanno sperimentato le più profonde difficoltà congiunturali.
Appendice (note metodologiche) L’indagine ha come obiettivo la misura della spesa per viaggi d’affari da parte delle imprese italiane definita come il totale dei costi per viaggi registrati a bilancio. Le risorse disponibili hanno imposto di escludere le imprese agricole, il pubblico impiego e le microimprese dall’universo di riferimento che è pertanto limitata alle “sole” imprese private di dimensione superiore a dieci addetti (nell’industria) e cinque addetti (nel terziario). L’universo è definito ricorrendo all’archivio Asia 2013 e rappresenta circa il 25% delle imprese e il 70% degli addetti complessivi in Italia. Per l’indagine si è scelto un piano di campionamento stratificato a uno stadio come usualmente avviene nelle indagini presso le imprese. La previsione di realizzare un numero compreso tra cento e duecento interviste ha consigliato di limitare il numero degli strati a quattro; come variabili di stratificazione sono state considerate la dimensione (meno di 250, e 250 o più addetti) e la classificazione produttiva (industria e servizi). Nella scelta si sono considerati i risultati ottenuti nelle precedenti indagini, che hanno anche consentito di ottenere una stima preliminare della varianza di strato utilizzata per determinare la numerosità campionaria rispetto alla classificazione produttiva. Rispetto alla dimensione si è invece vincolato a priori la numerosità complessiva nei due strati (grandi imprese e Pmi) a 1/2. La scelta è stata dettata dalla volontà di garantire maggiore controllo della variabilità campionaria nelle imprese più grandi (economicamente più rilevanti). L’indagine si è chiusa il 30 dicembre 2014 con 96 rispondenti. Il processo di raccolta dei dati ha riguardato circa mille aziende di cui 106 rispondenti l’anno precedente, e le rimanenti 894 scelte casualmente. La redemption complessiva è del 9,6% ma scende al 3,0% se si considerano le sole aziende non rispondenti l’anno precedente. La frazione di campionamento complessiva è pari allo 0,013% e sale al 1,4% se si considerano le imprese con più di 250 addetti. Il processo di verifica della coerenza interna delle risposte è basato sull’analisi delle somme percentuali e sul controllo dei rapporto tra spesa in viaggi d’affari e addetti e/o fatturato. Le imprese che presentavano valori considerati anomali perché superiori a tre volte lo scarto quadratico medio di strato, sono state ricontattate. Il trattamento della mancata risposta parziale è stato affrontato dapprima visitando i siti internet delle aziende e imputando le informazioni mancanti qualora pubblicate; successivamente si è ricorsi a metodologie hot-deck dopo avere determinato le classi di imputazione in base alle variabili: Ateco, addetti, e costo medio del singolo viaggio (classi). Nel caso fossero tali informazioni a mancare, si è provveduto a contattare il non rispondente; solo nel caso di ulteriore non risposta si è imputato dato attraverso correlazioni con variabili note e (quando disponibili), con le informazioni comunicate nelle indagini precedenti. L’indagine statistica è svolta mediante due rilevazioni distinte entrambe condotte via e-mail o con questionario elettronico; la prima indagine – conclusa il 18.7.2014 – ha raccolto informazioni sulla struttura dei viaggi, la seconda – conclusa il 30.12.2014 e condotta mediante due questionari differenti – è servita sia per raccogliere le risposte di chi non aveva partecipato in precedenza, sia per confermare i dati raccolti nella prima tornata di interviste e raccogliere indicazioni più precise sulle dinamiche previste per il 2015. Osservatorio Business Travel 14a
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TURISMO d’AFFARI Sponsor ufficiali
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MODERNA E
INTERNAZIONALE
L
isbona è una meta sempre più perfezionata sull’incoming congressuale e con molto da offrire ai viaggiatori d’affari. La capitale portoghese non smette infatti di ampliare i servizi dedicati a chi si trova in città per lavoro e di offrire location per eventi sempre più tecnologicamente all’avanguardia e funzionali. Ne è un esempio Campo Pequeno, uno dei monumenti nazionali più ricchi di fascino che fu realizzato nel 1892 con la funzione di arena, con un inconfondibile stile neo-arabico rinnovato nel 2006 e oggi trasformato in una location polivalente in grado di accogliere diversi tipi di evento. Campo Pequeno, che si trova nel centro città, è di recente diventato un membro del Lisbona Convention Bureau (ARPT Lisboa), attivo dal 1987 nella promozione della capitale portoghese come destinazione Mice, che annovera tra i suoi associati alberghi, centri congressi e agenzie. Il convention bureau è un punto di riferimento per chiunque voglia organizzare un evento a Lisbona o vi si trovi in occasione di una trasferta di lavoro per qualsiasi tipo di informazione. Iniziativa non trascurabile è quella che vede Lisbona mettere a disposizione un fondo per congressi associativi internazionali (non ancora confermati), a cui le associazioni possono attingere qualora il 75 per cento dei delegati provenga da Paesi stranieri e il congresso abbia almeno seicento delegati. L’ARPT Lisboa
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Lisbona si conferma una città all’avanguardia con location, soluzioni e servizi ad hoc per i viaggiatori d’affari e una gamma di hotel dall’allure cosmopolita in continuo rinnovamento Gli hotel internazionali situati a Lisbona offrono servizi tailor made per gli uomini d’affari
è l’entità alla quale si può inoltrare le proprie richieste entro la fine del 2015, indipendentemente da quando si terrà il congresso.
Corinthia Hotel Lisbon, per esempio, con l’occasione del suo decimo anniversario, ha rinnovato la lobby e il lounge bar con interni firmati dai designer di Londra Goddard Lit-
NOVITÀ DAGLI ALBERGHI Tra gli hotel internazionali situati a Lisbona vi sono diverse novità particolarmente utili per gli uomini d’affari. Il
tlefair e sfoggia ora un new look ideato per creare atmosfere di autentico lusso e calda accoglienza. Sono invece quaranta gli anni celebrati dall’Altis Grand Hotel, nuovo nome di un albergo che nel corso della sua attività ha accolto numerosi eventi importanti. L’Hotel Altis, diventando un’icona dell’ospitalità a Lisbona, con le sue trecento camere e un centro congressi di venti sale meeting, tre ristoranti, tre bar, una piscina e una spa. L’ InterContinental Lisbon, new entry del gruppo internazionale, si trova invece in Rua Castilho, nell’area residenziale del Parco Edoardo VII, a metà strada tra il centro storico e il distretto finanziario della città, con 237 camere deluxe, 78 executive e 16 suite tutte dotate di connessione wi-fi gratuita, ristoranti e un centro congressi di 18 sale per un totale di 1.318 metri quadrati di area per eventi. A Indirizzo a fine rivista
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di Alessandro Rigatto
IL BUSINESS C A METANO i voleva il Gruppo Volkswagen per “sdoganare” le vetture a metano nell’ottica di un impiego professionale all’interno delle flotte aziendali. Segreti? Nessuno in particolare ma un’attenta analisi del mercato. Il colosso tedesco ha lavorato su quelle che, in passato, sono emerse come debolezze della concorrenza: prestazioni mediocri, autonomia limitata, immagine “povera”. Invece, le auto a metano hanno altre qualità: costi di gestione contenuti, impatto ambientale modesto, possibilità di accedere alle zone a traffico limitato senza versare “oboli” come, solo per fare un esempio, i cinque euro necessari per entrare nell’AreaC milanese. Nell’ambito del Gruppo Volkswagen ci sono quattro vetture, rispettivamente marchiate Audi, Volkswagen, Skoda e Seat, che condividono la stessa piattaforma tecnica, la stessa meccanica e gli stessi serbatoi contenenti la stessa (abbondante) quantità di carburante per offrire ottime prestazioni, grande autonomia a benzina e metano, elevata sicurezza, bagagliai capienti e costi chilometrici contenuti. Insomma, la quadratura del cerchio per il fleet manager.
Le più moderne auto a gas hanno costi di gestione contenuti, impatto ambientale assai modesto, possibilità di accedere sempre alle zone a traffico limitato. Ovvero, sono l’ideale per le flotte
Propulsori dedicati Per condurre in porto la non facile operazione tecnica e di marketing il Gruppo Volkswagen ha scelto di introdurre la doppia alimentazione benzina-metano su 52 52-54 TdA 1-15 Flotte Auto_3.indd 52
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due dei suoi modelli più rappresentativi: l’Audi A3 Sportback g-tron e la Volkswagen Golf TGI. Accomunate dal motore turbobenzina quattro cilindri 16 valvole di 1395 centimetri cubici accreditato di 110 cavalli da 4800 a 6000 giri/minuto e di una coppia motrice di 200 Nm, costanti tra 1500 e 3500 giri/minuto, e soprattutto da due maxiserbatoi – cinquanta litri di benzina per ottocento chilometri di autonomia e 15 chili/97 litri di metano (venduto in Italia a poco meno di un euro al chilo) per ulteriori quattrocento chilometri circa – la A3 e la Golf hanno fatto conoscere la nuova unità motrice ecologica a una clientela esigente, compresa quella che non ha mai pensato al metano quale alternativa al gasolio. Così, prezzo inferiore alla stazione di rifornimento, consumo contenuto, autonomia di tutto rispetto hanno fatto vincere la naturale diffidenza di chi, con i turbodiesel di ultima generazione, si è abituato a percorrere più di mille chilometri con un pieno. Il jolly che la A3 e la Golf a metano hanno potuto giocare è rappresentato dal serbatoio della benzina di ben cinquanta litri, ossia il triplo o il quadruplo di quello offerto da tutti gli altri modelli a doppia alimentazione con gas compresso come le monovolume Opel Zafira EcoM, Mercedes-Benz B200 NGD e Volkswagen Touran Ecofuel, o le multispazio Fiat Fiorino e Doblò Natural Power, Opel Combo Tour EcoM, Volkswagen Caddy Ecofuel, o le city-car
Voglia di spazio Per chi ha bisogno di tanto spazio, dispone di un budget relativamente limitato e si è convinto della bontà delle vetture alimentate a metano – vive e lavora perciò in zone dove le stazioni di servizio fornite del gas compresso sono presenti con una certa capillarità –, c’è una soluzione (quasi…) italiana: si chiama Fiat 500 L TwinAir Turbo Natural Power ed è disponibile nelle varianti base e Living, quest’ultima lunga 435 centimetri (venti in più del modello base) e dotata di un baule che, a divano posteriore abbattuto, arriva a 1509 decimetri cubici di capacità. La 500 L a metano in allestimento Pop costa 19.410 euro (ma persino la radio è a pagamento), la Living parte da 21.810 euro nella versione Pop Star. Le due auto – prodotte in Serbia – sono accomunate dal motore bicilindrico sovralimentato di soli 875 centimetri cubici, accreditato di 85 cavalli, per 167 chilometri orari di velocità massima. Il consumo si attesta su 3,9 chilogrammi di metano ogni cento chilometri. Volkswagen Eco-up!, Seat Mii Ecofuel e Skoda Citigo Metano, dotate solo di un serbatoio di benzina per le emergenze, con capacità ridotta a 11-15 litri, ritenuti sufficienti per trovare una stazione di rifornimento dotata di metano. Chiaro che le nuove A3 g-tron e Golf Tgi possono sfruttare i cinquanta litri di benzina per completare all’occorrenza ogni viaggio senza dover andare alla ricerca dei distributori di metano, come noto poco capillarmente distribuiti sul territorio italiano (sono presenti soprattutto in Veneto, Emilia Romagna, Lombardia). Sia l’Audi sia la Volkswagen hanno poi la cosiddetta “marcia in più”: in alternativa al cambio meccanico a sei marce dalla manovrabilità esemplare è prevista la trasmissione a doppia frizione a sette rapporti (denominata Dsg per la Golf e
Volkswagen ha scelto di introdurre la doppia alimentazione benzina-metano su alcuni suoi modelli rappresentativi:
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s tronic per la A3), che innalza ulteriormente il livello di comfort delle due auto, specie se impiegate frequentemente in città o su tratte extraurbane molto congestionate. L’efficienza di questa trasmissione senza pedale della frizione è tale per cui il consumo risulta ulteriormente contenuto: per la Golf si scende da un fabbisogno di metano pari a 3,5 chilogrammi per cento chilometri a 3,4 chilogrammi per cento chilometri. Rispetto alle Golf Tsi e Tdi, la prima a benzina, la seconda a gasolio, il volume utile del bagagliaio è solo moderatamente sacrificato: quello della Tgi ha una capacità di 291 decimetri cubici, contro i 380 delle versioni mono-alimentazione. Le bombole di gas compresso occupano il doppiofondo, abitualmente occupato dalla ruota di scorta o sagomato ad hoc per ospitare piccoli oggetti da tenere lontano da sguardi indiscreti. O, ancora, ingombrato dagli organi di trasmissione, sulle A3 quattro e sulle Golf 4Motion. In seguito il Gruppo Volkswagen ha introdotto la medesima motorizzazione sui modelli intermedi della gamma Seat e Skoda, rispettivamente la Leon e la Octavia, entrambe declinate nelle versioni cinque porte e station wagon (Leon St e Octavia Wagon rispettivamente). Qui l’accento viene posto sul fattore prezzo: la Leon a metano parte da 21.210 euro (21.300 euro per la Golf con motorizzazione analoga e 25.650 euro per la A3 Sportback g-tron), mentre la Octavia G-Tec è proposta a 22.780 euro nella versione cinque porte e a 22.910 euro con carrozzeria Wagon. La Leon ha recentemente debuttato nella variante St,
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Le vetture di nuova generazione sono apprezzate anche da una clientela esigente, compresa quella che non ha mai pensato al metano quale alternativa al gasolio
una giardinetta sportiva venduta a mille euro più della tradizionale cinque porte, proprio mentre la Golf Variant (denominazione che equivale a station wagon in casa Volkswagen) veniva messa a listino per 21.900 euro, seicento in più rispetto alla Golf cinque porte. Anche in versione wagon Così, se l’esigenza del fleet manager è quella di offrire al personale commerciale e al mid-management una vettura capiente e adatta anche all’utilizzo promiscuo professionale e personale, sono ben tre le wagon a metano cui può essere indirizzata la scelta: con una lunghezza di ben
466 centimetri, la Octavia Wagon è la più capiente, al punto che il vano bagagli da 1655 decimetri cubici (contro i 1740 decimetri cubici delle versioni monoalimentazione a due ruote motrici) può ospitare, una volta abbattuto il divano posteriore, oggetti lunghi anche due metri. La Golf Variant è più corta di dieci centimetri, la Leon St di 12. E questo si ripercuote sulla lunghezza massima di carico consentita.
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Anche per le giardinette c’è il “sacrificio” di non poter fruire del pozzetto sotto il piano di carico. In compenso, quest’ultimo è allineato alla battuta del portellone, così che le operazioni di carico e scarico di borse e valige avvengono con la massima facilità e senza fatica. Grande piacere di guida Su strada, tutte e quattro le vetture del colosso tedesco si fanno apprezzare anche per l’insospettabile piacere di guida che sanno offrire: la dolcezza nell’erogazione della coppia, robusta fin dai regimi inferiori, si associa a una progressione insospettabile fin oltre i 190 chilometri orari, garantita dalla sovralimentazione molto efficace. Notevole anche la silenziosità: il turbobenzina di 1,4 litri fa poco rumore e l’insonorizzazione delle Audi, Volkswagen, Skoda e Seat è ammirevole. Esemplare la dotazione di sicurezza, in parte di serie, in parte a richiesta: oltre al regolatore di velocità adattivo e all’avviso di affaticamento del guidatore è disponibile l’avviso di abbandono involontario della corsia di marcia, con correzione della traiettoria in fase di impostazione di curva. Di fatto, se per qualche ragione, distrazione o malore, chi è al volante si “dimentica” di sterzare in curva, l’auto effettua da sola il primo cambio di direzione, evitando un pericolosissimo salto di corsia. GENNAIO
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In azienda
di Dario Bongiovanni
L’aderenza dei viaggi ai parametri dettati dall’azienda è fondamentale per la corretta gestione della spesa. Ma l’eccezione è sempre in agguato
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uestione di policy, parafrasando quella, certo più amata, di feeling. Già, perché quest’ultimo non sempre è positivo quando si parla di paletti rispetto alla libertà di scegliere in base al proprio gradimento. In altre parole, talora la policy confligge (o può farlo) con le esigenze di chi è continuamente in viaggio. D’altra parte, però, il travel budget messo a disposizione dalle aziende si fonda sull›aderenza a previsioni stilate in base al famigerato documento. È, questo, uno dei motivi fondanti la grande diffusione di strumenti elettronici, rigidi rispetto alle scelte umane, e inesorabili nello stigmatizzare le eccezioni. Sì, perché è questo il nucleo del potenziale di discostamento dalle previsioni. Qualora, dunque, non venisse effettuato
QUESTIONE DI POLICY un controllo globale ci si ritroverebbe, in sede di operatività, a non riuscire a gestire in automatico il rispetto della travel policy e, di conseguenza, dal punto di vista del tool, ad avere un numero di eccezioni mostruosamente più alto della ratio di complaint. L’eccezione dovrebbe, in questo caso per definizione, diventare regola, e questo sarebbe la morte della travel policy in questione, oppure tali situazioni vedranno un incrementare delle eccezioni. Le casistiche frequenti rispetto ad acquisti apparentemente vantaggiosi all’origine, 56
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ma che poi lievitano in modo anche significativo sotto la spinta di cambiamenti, penali, costi di remissione eccetera sono il più chiaro esempio di tali situazioni del tutto fuori controllo. Conosci te stesso In questo caso la scelta del tool e/o del modello di erogazione del servizio (e conseguentemente del pricing) non può prescindere da un’approfondita conoscenza del proprio modello di consumo in materia di gestione delle trasferte aziendali. Una volta di più il tool si identifica per esGENNAIO
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Qualora non si effettuasse un controllo globale ci si ritroverebbe, in sede di operatività, a non riuscire a gestire in automatico il rispetto della travel policy
sere un supporto nel continuo per la gestione di procedure le cui caratteristiche di base devono essere: • la semplicità di utilizzo da parte di chiunque debba, a qualche titolo avervi accesso e utilizzarne le funzionalità • la coerenza con la filosofia e la cultura aziendale, specialmente in presenza di situazioni ormai mutuate e consolidate nel tempo, nelle quali risultino oggettivamente difficili e rischiose delle logiche di cambiamento • la non interpretabilità dei contenuti. Tale issue si riconduce in modo molto forte a quanto precedentemente espresso in materia di procedure aziendali, che devono sempre più essere chiare, definite e soprattutto non passibili di interpretazioni che ne decreterebbero, inevitabilmente, la non coerenza gestionale. Pionieri dei viaggi Non possiamo non notare come questo aspetto del travel sia stato oggetto di una profonda evoluzione sia tecnologica sia di contenuti. Se si pensa che nel lontano 1964 il settore aereo vedeva l’effettuazione delle prime prenotazioni in forma automatizzata – molte decadi prima dell’avvento di internet, quindi – ,
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e che negli anni del dot. com il boom della tecnologia era alla sua seconda generazione, non possiamo non notare come l’orientamento tecnologico in ambito travel, e business in particolare, parta da molto lontano e configuri il nostro settore come assolutamente pionieristico. La tecnologia può, a buona ragione, considerarsi come il fattor comune degli ultimi anni nel nostro settore, per il quale continua a sviluppare soluzioni a favore dell’ottimizzazione della gestione dei processi, oltre che dell’operatività. Tali sviluppi hanno ormai varcato i confini del settore merceologico, in quanto sono significativamente aumentati i produttori di tool provenienti da altri settori che hanno deciso di approcciare il travel specialmente in ordine alla filiera della fornitura, che nel corso dei decenni ha continuato a investire somme considerevoli nell’aggiornamento e nell’ammodernamento dei propri sistemi finalizzati a una vendita ottimale.
Tecnologia dopo il saving Tecnologia e viaggi d’affari sono un binomio sempre più presente nel nostro settore. Tecnologia è sicuramente, dopo “saving”, la parola più usata e abusata nel settore, almeno nell’ultimo decennio, quindi ben dopo la bolla della new economy. Imboccata la strada giusta Dal punto di vista invece della filiera della fruitura, ovvero delle aziende, abbiamo potuto notare come si possa e si debba fare ancora molta strada, ma altrettanto che, in special modo sotto la spinta delle tmc, si sia imboccata tale “via virtuosa” di presidio tecnologico di un settore – quello delle trasferte lavorative, appunto – che può arrivare a pesare in modo significativo in un ipotetico ranking delle spese aziendali, attestandosi, a seconda della tipologia di azienda, tra la seconda e la quarta voce di bilancio. Molti settori aziendali che si trovano, in termini di spesa generata, ampiamente al di sotto del travel sono gestiti da strutture con direttori, dirigenti e staff, mentre troppo spesso (fatte salve poche eccezioni) i nostri travel manager sono “one (wo) man band”, operando da soli, ma soprattutto con un basso “potere” nei confronti dei viaggiatori. Volgendo in positivo questo gap culturale che il nostro settore si porta dietro ormai da tempo, possiamo sicuramente affermare come una corretta, moderna ed efficiente gestione non possa non vedere come strategico, e soprattutto con un futuro ben delineato, il ruolo del travel maneger, che deve essere sempre più pronto a cogliere gli spunti di innovazione derivanti dal mercato e dalla sua avanguardia tecnologica.
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Reception
COMO
a cura della redazione
Hilton con vista sul lago
VENEZIA
DoubleTree tra le gondole È finalmente diventato realtà il DoubleTree by Hilton Venice North, attesissimo e unico albergo del brand upscale del gruppo Hilton in Veneto. «Grazie alla posizione strategica dell’hotel i nostri ospiti possono scoprire le numerose attrattive che la regione offre. Inoltre, lo shuttle dell’hotel fornisce un servizio navetta da e per Venezia Piazza San Marco e da e per l’aeroporto di Venezia Marco Polo» ha dichiarato il general manager Antonio Barbieri, presentando alcuni dei servizi della lussuosa struttura, ideale per soggiorni d’affari esigenti. Con 203 camere e un centro congressi modulabile che si estende su un’area di 1.300 metri quadrati, il DoubleTree by Hilton Venice North è l’ultimo aggiunto al crescente portfolio di hotel in Europa appartenenti al brand upscale di Hilton, che di recente ha aperto strutture a Londra, Mosca e Varsavia. L’hotel veneziano, gestito attraverso un contratto di franchising in accordo con la proprietà D Hotels, dispone anche di un centro fitness, di una piscina esterna, di una sauna e di un bagno turco. SENZA BARRIERE
Best Western arriva a Montegrotto Abano-Terme
Si chiama Best Western Hotel Terme Imperial il quattro stelle nuovo affiliato Best Western a Montegrotto-Abano Terme. Situato nei pressi dei Colli Euganei, l’albergo si trova all’interno di un parco naturale di trentamila metri quadrati: la posizione strategica permette di raggiungere velocemente – a soli dieci minuti a piedi – la stazione ferroviaria Terme Euganee Abano-Montegrotto, e si trovano a breve distanza anche la città di Padova, l’aeroporto Marco Polo di Venezia e le principali località del territorio. L›hotel dispone di 115 camere progettate in totale assenza di barriere architettoniche e offre un Thermal&Beauty Center di nuova concezione.
BOUTIQUE HOTEL
La nuova vita del Rivoli di Firenze «Siamo entusiasti di scrivere un nuovo capitolo di storia per il nostro albergo Rivoli che dopo 24 anni di affiliazione a Best Western torna adesso a essere indipendente sul mercato del turismo italiano e internazionale. Infatti abbiamo deciso di separarci dal marchio Best Western per essere totalmente identificati come un boutique hotel indipendente, rappresentato sui canali Gds da Pegasus». A parlare è Chiara Caridi, terza generazione della famiglia Caridi di Firenze, che continua la tradizione di famiglia nell’accoglienza alberghiera e che è proprietaria dell’Hotel Rivoli da cinquant’anni. Oggi l’Hotel Rivoli, classificato quattro stelle superiore con 87 camere, è molto apprezzato dalla clientela internazionale per il suo carattere fiorentino rinascimentale e la sua accoglienza “come a casa”. L’hotel vanta una certificazione green e il ristorante Benedicta, tre forchette Michelin, aperto anche ai clienti esterni. L’hotel fa parte di Arshotels Firenze, gruppo alberghiero nato nel 2003 di cui fa parte anche l’altro albergo fiorentino della famiglia Caridi, il quattro stelle Best Western Grand Hotel Adriatico.
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Anche il Lago di Como avrà il suo Hilton: il Gruppo ha infatti annunciato di avere formato un accordo con il Gruppo Limonta per l’apertura dell’Hilton Lake Como. L’albergo sorgerà nel centro storico di Como e la sua apertura è prevista per il 2017. La nuova struttura conterà 162 camere e sorgerà a pochi passi dalla storica Villa Olmo. Hilton prenderà in gestione la struttura per conto di Gbh Spa, una società affiliata del Gruppo. Gli ospiti avranno disposizione una piscina all’aperto, una spa e un centro fitness. L’hotel offrirà anche un’ampia scelta di servizi ristorativi come il pool bar, per pranzi leggeri e snack veloci, un bar per le colazioni e un ristorante di alto livello situato all’ultimo piano della struttura.
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Camere a misura di business per Crowne Plaza Crowne Plaza Hotels & Resorts ha svelato il design innovativo delle sue nuove camere, espressamente pensate per i bisogni dei viaggiatori d’affari. Novità assoluta rispetto alla tradizionale posizione del letto, è l’inedito letto ad angolo proposto, che riduce il livello dei suoni per un riposo migliore grazie a un’imbottitura e a pannelli in parte isolanti su ciascun lato della stanza. L’area dedicata alla connessione offre uno spazio confortevole per tenere riunioni informali, un’area per socializzare e pensata per rilassarsi lontano dalla tradizionale area di lavoro. La nuova tipologia di camera sarà lanciata quest’anno al Crowne Plaza Atlanta Midtown, negli Stati Uniti. NEW LOOK
LUXURY GUESTHOUSE
New entry a Firenze per Gecohotels
Nh Collection aggiunge Torino Piazza Carlina Si chiama Nh Collection Torino Piazza Carlina il 51esimo hotel del gruppo alberghiero in Italia appartenente al segmento upscale del gruppo. Inaugurato dopo un’attenta ristrutturazione, l’hotel sorge a Torino all’interno dello storico edificio situato in piazza Carlo Emanuele II, conosciuta come Piazza Carlina. Tanti i personaggi illustri ospitati, come Antonio Gramsci. All’ultimo piano dell’hotel si trova la zona fitness & wellness con una vista unica sulla città e un’ampia terrazza che ospita l’orto in cui lo chef coltiverà gli ingredienti da utilizzare nei piatti serviti al Carlina Restaurant & Bar, collocato al piano terra dell’albergo e aperto non solo agli ospiti dell’albergo, ma anche alla città. gennaio
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Si chiama Soprarno Suites la new entry di Gecohotels, che fa salire a 37 il numero totale della catena alberghiera. La nuova affiliazione è una luxury guesthouse nel cuore di Firenze. «Ogni acquisizione premia la nostra professionalità ma soprattutto la portata rivoluzionaria del nostro progetto che pone l’ospite al centro dell’attenzione – ha dichiarato Marco Fabbroni, amministratore unico Geco –, il nostro portfolio comprende un numero significativo di strutture alberghiere diverse per servizi, tipologia, e collocazione che hanno creduto nel nostro progetto, ottenendo risultati importanti anche in un breve lasso di tempo». APPARTAMENTI
Adagio Aparthotel apre a Roma Arriva in Italia Adagio Aparthotel, il brand del gruppo Accor lanciato nel 2007 in Francia che propone una formula secondo il concept “soggiornare in appartamento usufruendo dei servizi dell’hotel”. Il primo Aparthotel italiano è Adagio Rome Balduina, a Roma, situato vicino al Parco di Monte Mario, a dieci minuti dalla Basilica di S. Pietro e ben collegato con i mezzi pubblici. I 105 appartamenti sono arredati con uno stile moderno e dispongono di terrazzo o balcone. A disposizione degli ospiti reception 24 ore su 24 sette giorni su sette, servizio di pulizia, wi-fi gratuito nelle aree comuni e negli appartamenti, una piscina e numerosi servizi aggiuntivi: colazione, parcheggio, pulizie extra, lavanderia automatica. 59 27/01/15 12.10
IPERCONNESSI
MADE IN ITALY
Riunioni d’affari nel segno dell’high-tech Tecnologia e interattività sono gli ingredienti della nuova proposta delle sale riunioni di Nh Hotel Group, che in alcune delle sue strutture nel mondo ha già attivato il nuovo sistema High Tech Made Easy, che comprende la nuova generazione di Smart Room System per il sistema di videoconferenze online Microsoft Lync, in grado di unire i sistemi per videoconferenza a forme di collaborazione interattiva, già operativo presso l›Nh Collection Eurobuilding di Madrid. Sulla tecnologia olografica 3d, che potrà essere integrata al sistema per rendere possibile partecipare virtualmente a un evento grazie agli ologrammi tridimensionali, è in corso un test pilota in due città: una versione iniziale è attualmente disponibile presso l›Nh Collection Eurobuilding di Madrid e presso il Nhow di Berlino.
Più spazio all’Hotel Bologna Fiera by Unaway Bologna è stata una delle prime tappe del percorso della catena alberghiera italiana Una Hotels, dove ha riaperto dopo i lavori di rinnovi l’Hotel Bologna Fiera. Per l’ubicazione strategica di fianco al polo fieristico bolognese e a Bologna Congressi, l’albergo si rivolge alla clientela congressuale e business offrendo, grazie al restyling, 211 camere (precedentemente erano 162). Tra le novità anche spaziosi ambienti caratterizzati da materiali di pregio valorizzati dall’inconfondibile design e qualità degli arredi e imbottiti di manifattura italiana. Il Made in Italy ha infatti ispirato tutta l’operazione di restauro compreso il centro congressi che alla riapertura conta tre nuove sale, tutte dotate delle più moderne tecnologie per una capienza complessiva che raggiunge così i cinquecento posti.
DIMORA STORICA
LIFESTYLE
Palazzo di Varignana entra in Preferred Hotel Group Palazzo di Varignana Resort & spa, il raffinato resort sorto alle appendici di Palazzo Bentivoglio, una dimora storica settecentesca, nel borgo medievale di Varignana, a pochi minuti dal centro di Bologna, entra ufficialmente nel Preferred Hotel Group, il prestigioso marchio internazionale fondato nel 1968, che raggruppa oggi oltre 650 alberghi in 85 Paesi. Aperto nel mese di ottobre 2013, l’hotel accoglie gli ospiti nelle sue novanta camere, tra cui 13 junior suite e tre suite di cui due con area spa riservata, dotate di tutti i comfort e di tecnologia di ultima generazione, distribuite in cinque edifici diversi del resort.
Italian Hospitality Collection Nasce il nuovo polo alberghiero L’esclusività del Chia Laguna Resort incontra l’eccellenza termale toscana di Fonteverde, Bagni di Pisa e Grotta Giusti: nasce ufficialmente Ihc, Italian Hospitality Collection, nuovo polo alberghiero italiano, che aggrega le quattro strutture e prende vita dalla volontà di Castello Sgr, società che gestisce il fondo proprietario degli immobili confluiti in Ihc, di investire nel settore turistico-alberghiero. Il nome della nuova società vuole essere un omaggio all’italianità del nuovo gruppo declinata in chiave internazionale. Obiettivo di Ihc, acronimo di Italian Hospitality Collection, è infatti promuovere il lusso e l’Italian lifestyle alberghiero nei mercati turistici internazionali. 60
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Hôtellerie di Mario Vicini
DAL COSTO MEDIO AL LOAD FACTOR Negli anni il settore alberghiero ha cambiato sia i modelli di consumo delle aziende clienti sia quelli legati al potere negoziale del cliente
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ome in tutti i mercati retti da dinamiche codificabili, anche nel settore alberghiero ci sono tendenze e indicazioni di base che dovrebbero essere fatte proprie dalle aziende in modo da trarre il massimo vantaggio anche sotto la spinta delle logiche di best buy, che hanno sacrificato il valore del costo medio per camera (forse l’unico parametro universalmente utilizzato per il monitoraggio delle performance operative) a favore del coefficiente di riempimento della struttura (il cosiddetto load factor), l’unico vero driver preso in esame e monitorato costantemente dai revenue manager di alberghi e catene. Il revenue manager La messa in parallelo di tale fenomeno, prevalentemente legato a variazioni an-
Un gestore moderno del turnover alberghiero aziendale non può non tenere conto dell’incrocio del numero di notti generato con i conseguenti volumi
che sostanziali delle travel policy aziendali per favorire la riduzione delle trasferte lavorative non necessarie, unitamente all’alto livello di presidio del mercato della fornitura diretta (hotel e catene) delle logiche tariffarie, ha sempre posto il load factor al centro del sistema hotel. Il revenue manager è sempre più una figura di alto livello di importanza in ambito alberghiero. Per inciso, come in ambito aereo, i sistemi di yielding – che sono in numero veramente limitato – puntano sul vettore o sull’alleanza concorrente di rife62
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rimento, così in ambito alberghiero i sistemi lo fanno sulle strutture individuate quali concorrenti dirette. A maggior ragione nelle catene (o comunque in strutture e/o realtà strutturate) i sistemi di yielding, oltre a conoscere in modo preciso e strutturato il modello di consumo del cliente (avendone così quasi del tutto annullato il potere negoziale dato dal potenziale numero di notti generato), hanno altrettanto puntualmente individuato la concorrenza diretta e indiretta di riferimento. I sistemi di yielding gennaio
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I sistemi di yielding, oltre a conoscere in modo preciso il modello di consumo del cliente, individuano la concorrenza diretta e indiretta
puntano ormai quasi a colpo sicuro su strutture e/o catene concorrenti; è chiaro come in questa situazione la capacità del revenue manager sia quella di individuare sia tali strutture sia, soprattutto, i parametri da utilizzare per definire le logiche di base che portano a determinare una struttura come concorrente e quelle che portano, viceversa, a valorizzare i punti di forza della propria struttura (oltre, ovviamente, a monetizzarli nel modo più corretto e preciso possibile). Un gestore ottimale, ma soprattutto moderno, del turnover alberghiero aziendale non può non tenere conto dell’incrocio del numero di notti generato con i conseguenti volumi e con la logica dei picchi di spesa dettati da fiere e/o eventi particolari, che, in forza dell’aumento tariffario connesso, di fatto finisce con lo “sporcare” le medie prese in esame. Ultimo, ma non per questo meno importante parametro di cui tenere conto in special modo nell’ambito del viaggiare per lavoro, è
dato dall’analisi – che le strutture fanno in automatico, e troppo spesso le aziende no – di quali sono i giorni della settimana in cui avvengono i pernottamenti. Le giornate più gettonate sono quelle centrali della settimana, mentre spostandosi verso il weekend i pernottamenti per business scendono e i viaggiatori sono di conseguenza molto più richiesti. I servizi in hotel Attenzione va posta anche sui servizi offerti in albergo, partendo dal punto di vista che ogni cosa ha un suo costo definito (lato fornitura) e definibile (lato fruitura).
Tali servizi sono in alcuni casi utili ai viaggiatori, in altri un extra (a volte necessario, per questioni di orario, di tipologia di business, di fuso orario eccetera), in altri, ancora, questione di status. Cancellarli in modo indiscriminato potrebbe costituire un oggettivo problema, ricadendo nella differenziazione tra saving e cost avoidance. Per esempio, l’eliminazione della colazione dalla tariffa rientra in una logica (errata) di cost avoidance che poco si sposa con obiettivi di risparmio, poiché la colazione verrà fatta ugualmente (magari con un differenziale più oneroso) e messa in
I costi legati ai servizi accessori possono costituire un’importante voce di spesa la cui avoidance deve essere prevista dalle travel policy
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Si assiste oggi a una diminuzione dei volumi di acquisto a fronte di un numero di notti che, tendenzialmente, tiene
nota spese. E queste sono in genere allocate sotto la responsabilità dell’amministrazione, dove il travel manager difficilmente ha la possibilità di accedere. Le connessioni internet wifi gratuite (o a basso costo), che invece sono state fino a poco fa considerate un must, stanno scemando, a detta degli albergatori, a fronte dell’utilizzo di chiavette aziendali ma soprattutto di smartphone e tablet di cui sono forniti i viaggiatori sia a titolo aziendale sia a livello personale. I costi legati ai servizi accessori al pernottamento possono pertanto costituire un’importante voce di spesa la cui avoidance deve poter essere prevista dalle travel policy. Questi servizi accessori, che vanno sotto il nome di “ancillary fee” e che generano “ancillary revenue” per la filiera della fornitura, sono sempre più presenti e ramificati. Una moderna gestione non ne può non tenere conto. Ribadiamo come le moderne travel policy non possano non tenere conto di tali fattori, che il processo evolutivo alberghiero ha non solo affinato ma continua ad affinare sulla spinta delle esigenze aziendali e di business, che come abbiamo visto sono molto ben chiare e conosciute.
Approccio dicotomico La dicotomia tra l’approccio al viaggio del viaggiatore e dell’azienda c’è sempre stata, e continua a essere presente. Esigenze diverse di aziende e viaggiatori (in un viaggio di lavoro esistono sempre due clienti, il passeggero e l’azienda e spesso hanno obiettivi distinti), che per esempio, rispetto al punto precedente, viceversa apprezzano il wifi gratuito per poter utilizzare la propria posta elettronica privata, skype, social media eccetera. Su questo aspetto molto spesso si rilevano casistiche in cui il wifi è gratuito negli spazi comuni e a pagamento nelle camere, con logiche di pacchetto e non di consumo (se compriamo un’ora di internet Il revenue manager è sempre più una figura di alto livello di importanza in ambito alberghiero
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wifi questa scatterà da quando ci connetteremo la prima volta e il countdown non si interromperà disattivando la connessione). In questa situazione la conoscenza dell’approccio della struttura alberghiera e di conseguenza l’informazione al passeggero hanno grande importanza. Una volta di più la conoscenza (in questo caso rivolta alle strutture e al loro modello di gestione del cliente in loco si rivela come un fattore chiave Il modello di prenotazione Un discorso sicuramente a parte merita l’analisi del modello di prenotazione, sempre più sottodata. Di conseguenza, uno degli aspetti fondamentali della trattativa con le strutture finalizzata alla creazione dell’hotel programme diventa la policy di cancellazione. È fondamentale, ragionando secondo la logica messa in atto dalla struttura per fare il pricing, cedere di qualche euro sulla componente tariffaria della trattativa al fine di poter ovviare a policy di cancellazione che, nel caso di tariffe molto basse, sono spesso coercitive. Anche in questo caso l’hôtellerie continua a smentire la leggenda metropolitana di mercato secondo la quale prima si prenota e prima si ha accesso alle migliori condi-
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Le logiche di best buy hanno sacrificato il valore del costo medio per camera a favore del coefficiente di riempimento della struttura
zioni (fattore peraltro ormai già superato anche dalla biglietteria aerea, eppure ancora tanto in voga quale consiglio di agenzie e consulenti), poiché l’andamento del fattore aggressività legato ai prezzi delle camere è direttamente proporzionale al load factor e può essere rivisto, in alto o in basso (a seconda del load factor stesso vs la richiesta) in qualunque momento, senza necessariamente darne avviso la mercato. Traduzione: prenotando con molto anticipo è possibile trovare tariffe che sotto data risultino essere migliorative. Di nuovo viene ribadita l’importanza del revenue manager, che definisce i programmi di pricing delle strutture rispetto alle camere, ai contratti, al riempimento, al calendario, ai clienti eccetera. In questo senso le trattative dirette dovrebbero sempre tener conto – anche a scapito di investire pochi euro aggiuntivi – di logiche di last room availability, ovvero di riconoscimento da parte della struttura alberghiera della tariffa negoziata fino
all’ultima camera disponibile. Anche tale fattore, come la cancellation policy, cozza contro logiche di pricing trattate all’estremo. Inoltre, questa situazione si configura di oggettivo difficile monitoraggio da parte delle aziende. Spesso il “fare da soli” delle aziende, in materia di gestione operativa (prenotazioni) del turnover alberghiero, va contro le logiche tecnologiche dei self booking tool a vantaggio del contatto personale e diretto con le strutture, con il conseguente aumento di costi diretti e indiretti legati alla gestione operativa messa in atto. Bisogna però riconoscere l’importanza del contatto diretto, che in taluni casi permette effettivamente ai travel manager di risolvere situazioni tendenzialmente complesse dal punto di vista dell’ottenimento delle camere. Tale fattore umano non si può cancellare ma tenere sotto controllo, utilizzandolo dove effettivamente necessario e dove in grado di fare la differenza. 66
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Sempre più tecnologia All’evoluzione tecnologica, in certi casi anche molto spinta, di determinati fornitori ha fatto seguito un adeguamento dell’offering secondo una logica di sfruttamento massivo delle leve che la tecnologia ha messo a disposizione per analizzare i mercati di riferimento e trarne le opportune valutazioni. L’offerta tariffaria ha subito una consistente variazione di approccio da parte dei fornitori. È fuori dubbio che lo stesso approccio di tipo innovativo dovrebbe essere messo in atto da parte dei compratori, poiché un’eventuale discrasia metodologica si ridurrebbe, in ultima istanza, solo e unicamente a favore di strutture e catene, già in grado di esercitare un presidio tariffario importante o comunque maggiore rispetto alla filiera della fruizione. gennaio
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IL FUTURO DELLA GESTIONE
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ualora non venisse effettuato un controllo globale ci si ritroverebbe, in sede di operatività, a non riuscire a gestire in automatico il rispetto della travel policy e, di conseguenza, ad avere un numero di eccezioni mostruosamente più alto della ratio di complaint. L’eccezione dovrebbe, in questo caso, per definizione diventare regola e questo significherebbe la morte della policy in questione. Gli acquisti apparentemente vantaggiosi all’origine, ma che poi lievitano in modo anche significativo sotto la spinta di cambiamenti, penali, costi di remissione eccetera sono il più chiaro esempio di tali situazioni del tutto fuori controllo. Una volta di più il tool si identifica per essere un supporto nel continuo per la
Oggi la gestione dei dati e un sistema di reporting hi-tech sono strategici per un corretto monitoraggio di tutti gli acquisti in ambito travel gestione di procedure le cui caratteristiche di base devono essere la semplicità di utilizzo da parte di chiunque debba, a qualche titolo, avervi accesso e utilizzarne le funzionalità, la coerenza con la filosofia e la cultura aziendale, specialmente in presenza di situazioni ormai mutuate e consolidate nel tempo, ove risultino oggettivamente difficili e 68
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rischiose delle logiche di cambiamento, la non interpretabilità dei contenuti. Tale issue si riconduce in modo molto forte a quanto ovvio in materia di procedure aziendali, che devono sempre più essere chiare, definite e soprattutto non passibili di interpretazioni che ne decreterebbero, inevitabilmente, la non coerenza gestionale. gennaio
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Tecnologia di ultima generazione In definitiva, tirando le fila di questo excursus che ha attraversato il percorso del mondo del travel sia dal punto di vista della filiera della fornitura sia di quello della fruitura, non possiamo non notare come questo sia stato oggetto di una profonda evoluzione sia tecnologica sia di contenuti. Se si pensa che nel lontano 1964, molte decadi antecedente l’avvento di internet, il settore aereo vedeva l’effettuazione delle prime prenotazioni in forma automatizzata e che negli La filosofia di pricing anni del dot.com non è mai univoca ma, boom la tecnologia anzi, si presenta sempre era alla sua seconsotto molteplici aspetti da generazione, Tecnologia e viagnon possiamo gi d’affari sono un non notare come binomio sempre l’orientamento tecnologico configuri il più presente nel nostro settore. Tecnolonostro settore come assolutamente pio- gia è sicuramente (dopo saving) la parola nieristico. La tecnologia può a buona ra- più usata e abusata nel settore, almeno gione considerarsi come il fattor comune nell’ultimo decennio, quindi ben dopo la degli ultimi anni nel nostro settore, ove bolla della new economy. continua a sviluppare soluzioni a favo- Dal punto di vista della filiera della fruiture dell’ottimizzazione della gestione dei ra, invece, ovvero delle aziende, abbiamo processi, oltre che dell’operatività. potuto notare come si possa e si debba Tali sviluppi hanno ormai varcato i con- fare ancora molta strada, ma altrettanto fini del settore, in quanto sono significa- che, in special modo sotto la spinta deltivamente aumentati i produttori di tool le Tmc, si sia imboccata la via virtuosa di provenienti da altri ambiti che hanno de- presidio tecnologico del settore, che può ciso di approcciare il travel. Quanto sopra arrivare a pesare in modo significativo in specialmente in ordine alla filiera della un ipotetico ranking delle spese aziendali. fornitura, che nel corso dei decenni ha Molti settori aziendali che si trovano (in continuato a investire somme considere- termini di spesa generata) ampiamente al voli nell’aggiornamento e nell’ammoder- di sotto del travel sono gestiti da strutnamento dei propri sistemi finalizzati a ture con direttori, dirigenti e staff, menuna vendita ottimale. tre troppo spesso i nostri travel manager
sono “one (wo)man band”, operando da soli, ma soprattutto con un basso potere nei confronti dei viaggiatori. Volgendo in positivo questo gap culturale che il nostro settore si porta dietro ormai da tempo, possiamo affermare come una corretta moderna ed efficiente gestione non possa non vedere come strategico e soprattutto con un futuro ben delineato il ruolo del travel manager, che deve essere
Tecnologia e viaggi d’affari costituiscono un binomio sempre più presente nel nostro settore
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La tecnologia può considerarsi come il fattor comune degli ultimi anni nel nostro settore, per il quale continua a sviluppare soluzioni
sempre più pronto a cogliere gli spunti di innovazione derivanti dal mercato e dalla sua avanguardia tecnologica. La business intelligence La gestione dei dati e un corretto sistema di reporting sono assolutamente fondamentali per il monitoraggio degli acquisti. Tutte le principali Tmc offrono ormai accesso al proprio sito, con la possibilità di effettuare il download dei dati richiesti in parecchi formati (excel risulta comunque essere il principale). A volta i gestionali aziendali sono predisposti per poter effettuare del reporting sia dai file delle note spese, sia da quanto sviluppato da terze parti (per esempio le Tmc e/o le carte di credito), ma in questo caso si dovrà provvedere a un’interfaccia che permetta lo scarico dei file nel formato corretto e la successiva rilettura. Sono ormai diversi gli attori della filiera che hanno deciso di fare un passo avanti importante rispetto alle semplici logiche di reporting ai clienti e qualcuno ha abbracciato progetti di business intelligence. E dunque, questa può venire in aiuto delle aziende e/o dei travel manager? Negli ultimi tempi questi strumenti hanno fatto passi da gigante nell’ottica della raccolta dei dati provenienti da un sempre maggiore numero di fonti e del consolidamento in formati tendenzialmente semplici e facilmente/mediamente fruibili da tutti. Ciò che ancora depone, nella logica del Sistema Paese, a sfavore della business intelligence è il fattore costo, che, nella logica progettuale e di utilizzo, la rende uno strumento appannaggio delle sole aziende di medio/grande dimensiona-
mento, anche se anche relativamente a questo fenomeno abbiamo qualche segnale di cambiamento. Esistono aziende fortemente specializzate che hanno iniziato a portare la business intelligence anche ad aziende di profilo di spending tendenzialmente basso, secondo una logica di approccio che ha superato i grandi progetti e le gap analysis a forte impatto di costo, fino a qualche anno fa considerate come indispensabili per poter valutare delle logiche progettuali di fattibilità. Va per altro ricordato come tali analisi risultino comunque essere importanti, e, per quanto attiene aziende di grande dimensionamento e di forte complessità, non si possa oggettivamente prescindere dalla loro effettuazione. In ordine alla gestione dei dati anche la
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business intelligence necessita, a valle del processo di analisi, di una forte componente di interpretazione finalizzata all’azione. Diversamente ha poca ragione di esistere e sicuramente non ha un suo Roi, diventando in questo caso un mero e semplice costo, potenzialmente di profilo e impatto economico non secondario. Le logiche del pricing Nel nostro Paese, e in modo ancora più forte nel nostro settore che, nonostante volumi e importanza, non è portato a essere considerato come strategico nella maggior parte delle nostre aziende, il pricing ha da sempre un’importanza fondamentale nell’economia dell’offering e della sua valutazione da parte dei clienti. La filosofia di pricing alla base di questi
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Gli acquisti apparentemente vantaggiosi che poi lievitano sotto la spinta di cambiamenti sono il più chiaro esempio di situazioni fuori controllo sistemi non è univoca, ma anzi si presenta sotto molteplici aspetti distinti. Qualche produttore prezza il set up del sistema e poi un costo per ogni singola pratica gestita (sia essa operativa, di comunicazione, e/o di nota spese), mentre altri al costo iniziale (logica di one shot che è un denominatore comune sulla quasi totalità dei tool), aggiungono un costo per ciascun viaggiatore gestito, ovvero profilato e mappato dal sistema, all’interno del quale di fatto “risiede”. È però altrettanto vero il fatto che i produttori di tool hanno realizzato delle versioni light dei loro prodotti destinate ad aziende significativamente più piccole, altrettanto significativamente molto più numerose sul mercato, o che comunque hanno logiche di gestione più semplici e in definitiva minori complessità strutturali e gestionali. Le logiche di pricing sono sensibilmente più basse anche a fronte dell’erogazione di un panel di servizi minore rispetto alle versioni integrali. Da rimarcare come, in ogni caso, tali versioni light o semplificate possano comunque fare fronte alle esigenze di base delle aziende. A maggior ragione, in tale contesto, è fondamentale segnalare come prima di intraprendere tali progetti, e in presenza o meno di una gap anaysis, non si possa prescindere dal conoscere i dettagli operativi della propria azienda, i suoi flussi interni di processo e, soprattutto, le criticità dettate dalla gestione. In definitiva, lo scenario configura un’oggettiva difficoltà gennaio
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Tecnologia è, dopo saving, la parola più usata e abusata nel settore, almeno nell’ultimo decennio, quindi ben dopo la bolla della new economy
nel mettere in parallelo l’offerta economica di più fornitori; in questo caso, da parte dell’azienda lo strumento Rfi (Request for quotation, interrogazione del mercato volta a conoscerne offering e sviluppi) in cui sia l’azienda a dettare le regole potrebbe essere quello ideale per superare tale situazione. Sicuramente, per quanto attiene al segmento Pmi l’investimento e i risultati potrebbero (in presenza di un approccio errato o di un’oggettiva non consistenza di volumi e numero di viaggiatori) non essere giustificati da un ritorno sull’investimento (Roi) spinto troppo in avanti nel tempo. Su progetti di media complessità aziendale, i produttori di tool attestano il Roi del prodotto all’interno di una forchetta temporale che vede in minimo non al di sotto di un intero esercizio e il massimo non superiore a due esercizi operativi. Quanto sopra costituisce, in molti casi quasi il passato dell’approccio di pricing alla tecnologia. Al giorno d’oggi, secondo le nuove logiche di delocalizzazione dei centri di gestione, sta sempre più prendendo piede la logica del “pay per use”, che svincola il fruitore dalla metodologia delle licenze del grosso investimento di progetto. Tali modelli attestano il ritorno sull’investimento ben al di sotto dei 12 mesi di utilizzo.
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di Giovanni Fassola
KUALA LUMPUR A TUTTO BUSINESS
Prima città coloniale inglese, poi crocevia di popoli e adesso simbolo della rampante Malesia. A “KL” non ci si può annoiare. Tra business h24, shopping, cultura e divertimento
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attino in ufficio, pomeriggio nella foresta, sera all’Opera. Non sono molti i luoghi al mondo dove tutto ciò è realtà, e ancora meno quelli dove l’imbarazzo della scelta comprende anche shopping, skyline da brivido e opportunità di business come solo un Paese in rapida crescita può offrire. Eh sì, perché a Kuala Lumpur – Kl, semplicemente, per i suoi abitanti – e in tutta la Malesia, non solo il Pil cresce a tassi annui superiori al sei per cento, ma addirittura è così facile creare impresa che la Banca Mondiale ha messo il Paese asiatico al 12° posto a livello globale in questa speciale classifica. E, addirittura, in prima posizione per quanto riguarda l’accesso al credito e la protezione degli investimenti.
Il made in Italy vince Un territorio ricco di infrastrutture, dove l’inglese è praticamente la seconda lingua. E dove persone e merci si spostano senza problemi, grazie anche alla presenza di zone economiche agevolate. E, in più, una piattaforma per distribuire nel resto del Sudest asiatico e un accordo doganale (Aafta) che comprende anche la Cina; anche se a sostenere veramente il boom malesiano è, manco a dirlo, il petrolio. Alquanto diversificata anche la presenza italiana in loco. Si va dal classico made in Italy – tra Ferrari per le strade e marchi tricolori della gastronomia come Barilla, Cirio, San Pellegrino nei supermercati – alle tecnologie per la sanità, dalle macchine utensili a tutto ciò che ha a che fare con 72
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le costruzioni. Come, per esempio, il megaprogetto della linea ad alta velocità che collegherà Kuala Lumpur a Singapore, o la realizzazione di un grande centro servizi che ospiterà la nuova sede della borsa di Kuala Lumpur, non lontano dalle note torri Petronas. Per entrambi, i tempi di fine-lavori non sono stati ancora resi noti, ma se confrontati agli standard italiani sono da primato assoluto, con grattacieli ultimati in un paio di anni. Naturalmente, inclusi gli otto mesi di progettazione. Il risultato è una metropoli (a dir poco) proiettata nel futuro, che del passato coloniale porta evidenti i segni, soprattutto grazie al suo melting pot che fa dell’intera Malesia una terra che, pur a maggioranza islamica, distingue e rispetta le varie religioni. GENNAIO
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Informazioni utili Per arrivare: dall’Italia non esistono voli diretti per Kuala Lumpur ma la capitale malese è collegata (via hub) da tutte le principali compagnie europee, mediorientali e asiatiche. Spostarsi in città: dall’avveniristico aeroporto K.L. International Airport di Sepang (Klia), situato a circa cinquanta chilometri a sud di Kuala Lumpur, il modo più pratico ed economico è il treno Klia Express. Per chi preferisce il taxi, è in vigore una tariffa fissa per il centro città. Visto: per permanenze inferiori ai tre mesi per scopi turistici non è richiesto nessun visto. Moneta: la moneta è il ringgint (myr o rm), diviso in cento centesimi ma la maggior parte degli abitanti lo chiama dollaro (malesiano). 1 myr = 0.2049 euro. La maggior parte delle carte di credito sono accettate. Lingua: malese, ma si parla correntemente anche l’inglese. Una parte della popolazione parla il cinese, il tamil e altri dialetti. Mance: il servizio (10%) e le tasse governative (circa il 5%) sono comprese nelle tariffe degli hotel e dei ristoranti. In Malesia la mancia non è prassi comune.
Dall’avveniristico aeroporto K.L. International Airport di Sepang, situato a circa cinquanta chilometri a Sud, il modo più pratico ed economico per raggiungere Kuala Lumpur è il treno Klia Express
Curiosità per un viaggio di lavoro Spesso con studi in Australia o nel Regno Unito, l’uomo d’affari malese è abituato a lavorare con stranieri. La lingua inglese è conosciuta da tutti. La cortesia è fondamentale. Evitare, quindi, fretta e impazienza. E non si tengano le mani in tasca, viene considerato un segno di rabbia. In un incontro di lavoro il primo saluto deve essere molto formale. Fondamentale il momento dello scambio dei biglietti da visita. Come in tutte le comunità orientali, i biglietti devono essere consegnati con entrambe le mani.
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La Malesia è oggi al tempo stesso stato petrolifero e piazza finanziaria, luogo del turismo e dello shopping, del savoir vivre e del lusso Petronas Towers o Chinatown? Certo, passeggiare da queste parti non è così semplice come nei centri storici della cara e vecchia Europa. Qui, la capitale è a misura di macchina e non di uomo, e in molte zone ci sono strade a quattro corsie senza marciapiede. Senza contare i palazzi dalla dimensioni extralarge o i centri commerciali grandi come città o, ancora, gli alberi e la vegetazione lussureggiante. Eppure, da quando gli inglesi la costruirono alla confluenza dei fiumi fangosi (il Kelang e il Gombak, questo è il significato nel nome della città), Kuala Lumpur ne ha fatta di strada, diventando una perfetta sintesi di quello che la Malesia è o vuole essere: stato petrolifero e piazza finanziaria, luogo del turismo e dello shopping. Un esempio? Le ormai famosissime Petronas Towers: 88 piani, 452 metri, 32mila finestre, al momento le più alte del mondo, concepite utilizzando le più avanzate tecnologie. Per unirle è stato costruito un ponte posto a 171 metri di altezza, lo Skybridge. Per salirci, e per arrivare all’obervation deck dell’86° piano, è d’obbligo la prenotazione (www.petronas. com.my). A piano terra, invece, i negozi lussuosi del Suria Klcc, uno degli shopping centre più importanti della capitale, o il Discovery Centre, un museo interattivo di scienza applicata (soprattutto al petrolio) e la Dewan Philarmonic Petronas, con i quasi novecento posti dell’Opera House. Al di fuori, il più bel parco cittadino, il Klcc Park: immenso, con laghi, fontane, alberi e sentieri nel verde, tutto progettato dall’architetto brasiliano Roberto Burle Max, lo stesso che ha ideato il parco Ibirapuera di São Paulo. Poco lontano, gli oltre quattrocento metri di altezza di un’altra torre, la Menara Kuala Lumpur: in cima, la possibilità dal ristorante girevole di spingere lo sguardo su tutto il territorio circostante, valle del Kelang compresa. Prossima tappa è il quartiere di Bukit Bintang, la zona più viva e moderna della
Shopping per tutti
capitale malese, ricca di mall e locali, dove dal tardo pomeriggio sono migliaia le persone in giro alla ricerca di un ristorante o di un locale dove bere qualcosa. Ma poi, per un tuffo nel passato, c’è la Kuala Lumpur old style, quella di fine Ottocento, tra edifici coloniali britannici e templi cinesi, palazzotti indiani e case malay. Dalla Central Station al Central Market, entrambi in puro stile Art Déco; da piazza Merdeka (Piazza dell’Indipendenza) al palazzo del sultano Abdul Samad, dal Royal Selangor Club (il club dei baroni del caucciù inglesi) alle viuzze di Chinatown, sono ancora molte le testimo-
nianze dell’era pre-Petronas. E la natura tropicale? Non manca neppure quella. Dai parchi ospitati all’interno del più grande Lake Gardens, inugurato addirittura nel 1880 alle vere e proprie foreste nei dintorni della città. Tutto a poche decine di minuti di auto da KL downtown.
Dormire e mangiare In una metropoli così, non c’è che il dubbio della scelta visto che sono presenti praticamente tutte le maggiori catene alberghiere internazionali. Solo per fare qualche esempio, il Westin Kuala Lumpur, cinque stelle vicino a Bukit Bintang (www.westin.com), vicino alle Petronas Towers c’è il DoubleTree, con viste spettacolari sulla città (www.kl.doubletreebyhilton.com) .emtre si distingue per l’atmosfera retro, invece, il Majestic Hotel, dagli Anni ’30 situato proprio di fronte alla vecchia stazione ferroviaria (www.majestickl.com). Ristoranti: il Lido, per gli amanti della cucina del Belpaese, con un panorama mozzafiato sulle Petronas Twin Towers (Jalan Yap Kwan Seng, +60 3-2161 2291). Albion, cucina britannica e sapori cosmopoliti, in un atmosfera minimalista (31, Jalan Berangan, Bukit Bintang, +60 3-2141 9282). Tamarind Hill, ristorante thailandese-birmano in cima a una collina (19, Jalan Sultan Ismail, Bukit Bintang, +60 3-2144 8370). A Chinatown, invece, si può scegliere tra i numerosi ristorantini di famiglia presenti.
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Gli indirizzi sono tantissimi. Si va dal Starhill Gallery (www.starhillgallery.com) al Berjaya Times Square (www.timessquarekl.com), il centro commerciale più grande della Malesia con mille negozi. Per gli ultimi prodotti di elettronica duty-free, la scelta cade sul Sungai Wang Plaza (www. sungeiwang.com). Per chi ama fare acquisti meno commerciali, gli indirizzi giusti sono tra le botteghe di Petaling Street, a Chinatown, dove si può spaziare dalla frutta fresca ai vestiti, oltre a copie di orologi e borse griffate. Non è da meno il Central Market, lo storico bazar al coperto di Kl dove, tra i suoi 120 negozi, ci sono oggetti di artigianato malese come batik, giade, peltro, ceramiche e aquiloni tipici del Kelantan, monili indiani e gioielli in filigrana d’argento.
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Block notes
SOCIAL NETWORK
a cura della redazione
Il lavoro diventa social con Facebook at work
TRASPORTI
Era stata annunciata tempo fa dal Financial Times e ora confermata la nuova creazione dell’azienda di Zuckerberg, Facebook at work, una nuova versione del celeberrimo social che permette di interagire nel mondo virtuale con i colleghi come già si fa con gli amici. Facebook at work ha la particolarità di essere pensato per essere utilizzato esclusivamente all’interno delle imprese, per lavoro appunto, condividendo con colleghi e superiori informazioni sensibili in maniera confidenziale e protetta e soprattutto in nessun modo correlata ai profili personali di ognuno. A oggi l’applicazione è disponibile su App Store e Play Store solo per i partner che stanno partecipando alla fase di test.
Italo lancia la tariffa Flex
Italo dice addio alla tariffa Base e la sostituisce con la nuova Flex, che si aggiunge alle tradizionali Economy e Low Cost. La nuova tariffa si caratterizza per essere particolarmente flessibile e soprattutto rimborsabile al cento per cento. Ai cambi illimitati aggiunge infatti il rimborso integrale del biglietto in Casa Italo, qualora per qualsiasi motivo si fosse costretti a rinunciare al viaggio (rimborso è all’80 per cento attraverso gli altri canali di vendita). La proposta è dedicata a chi ama programmare il viaggio riservandosi la massima flessibilità come i viaggiatori d’affari, che per imprevisti dell’ultimo minuto possono garantirsi cambi di data e di ora illimitati e gratuiti prima della partenza del treno (e con l’extra tempo anche entro un’ora dopo) PARTNERSHIP
Cartasì e Trenitalia uniti per programma fedeltà e pagamenti Novità in casa Cartasì e in quella di Trenitalia per questo inizio anno. C’è infatti una nuova carta multifunzione frutto di un accordo tra le due parti che prevede l’integrazione della funzionalità di pagamento gestita da CartaSì nelle CartaFreccia, le carte fedeltà dei clienti Trenitalia (oltre che nelle carte regionali dei trasporti). L’obiettivo è quello di permettere di avere a disposizione, anche dei viaggiatori d’affari, tre funzioni in un’unica carta. Le nuove carte co-branded – richiedibili online e tutte dotate di chip e di funzionalità contactless – saranno, nella prima fase del progetto, prepagate con una soglia di spesa di 2.500 euro/anno, che sarà possibile elevare successivamente con un upgrade del prodotto.
RICERCHE E INDAGINI
Trend 2015: tecnologia e sicurezza dei dati Sicurezza dei dati e tecnologia mobile sono i due elementi che nei prossimi mesi avranno l’impatto più significativo sulla gestione dei viaggi d’affari secondo i dati emersi dalla ricerca annuale condotta da CWT su oltre 1.100 travel manager. L’indagine evidenzia peculiarità specifiche in funzione della tipologia degli intervistati. I manager con responsabilità globale, per esempio, considerano la disponibilità di big data, l’andamento dell’economia globale e la New Distribution Capability di Iata come gli elementi che influenzeranno maggiormente la loro attività. I travel manager con responsabilità regionali, invece, percepiscono altri temi come più significativi nelle loro aree: in Asia-Pacifico i travel manager sottolineano in particolare il ruolo dei vettori low cost, in Europa il trend più rilevante risulta essere la Corporate Social Responsibility (Csr), in America Latina il focus è attribuito al contesto economico e politico globale e alla sharing economy. in Nord America, infine, le tecnologie mobile risultano la voce che avrà il maggior impatto sulla gestione del travel. 76
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INFRASTRUTTURE
TECNOLOGIA
Amadeus, il viaggio in 3D
Teem-A58 più vicina al futuro
Verrà inaugurata entro maggio, in tempo per Expo, la Teem A-58, la tangenziale esterna milanese che sarà dotata di sei svincoli (Pessano con Bornago, Gessate, Pozzuolo Martesana, Liscate, Paullo e Vizzolo Predabissi) e interconnessa al centro con BreBeMi-A35 e a sud con l’A1 Milano-Napoli. Procede infatti l’avanzamento dei lavori, come testimoniato dal sopralluogo nel mese di dicembre a Caponago (Monza e Brianza) “Connessione Teem-A4: la galleria vede la luce”, una visita ai cantieri del Lotto Nord promossa da Norte Scarl, Tangenziale Esterna spa e Consorzio Costruttori Teem in coincidenza con l’abbattimento dell’ultimo diaframma del tunnel di settanta metri realizzato sotto le carreggiate della Torino-Milano-Trieste con l’obiettivo di garantire il raccordo fra Teem-A58 e A4.
La tecnologia indossabile nel settore travel per un’esperienza interattiva di viaggio. È la proposta di Amadeus, azienda della distribuzione e forniture di tecnologie avanzate per l’industria dei viaggi e del turismo, che lancia una sua applicazione per Oculus Rift (lo schermo da indossare sul viso) in anteprima per il mercato italiano. «Secondo Amadeus strumenti simili saranno formidabili alleati per gli agenti di viaggio, per coinvolgere ed emozionare i clienti in tutte le fasi del processo di acquisto, facilitando le attività di up-selling e cross-selling», ha commentato Tommaso Vincenzetti, direttore Marketing & Business Development di Amadeus Italia. Immersive Shopping è un’applicazione attualmente disponibile solo come prototipo che abilita le possibilità offerte da Oculus offrendo al viaggiatore la possibilità di fare un’esperienza virtuale del viaggio futuro. Ci si potrà recare in un’agenzia ed essere immersi nella camera dell’hotel che si sta prenotando, osservando la struttura virtuale della suite o della camera che si sta scegliendo.
SERVIZI
Clienti American Express sempre più connessi Viaggiatori d’affari sempre più connessi con il nuovo accordo di American Express con il network Boingo. I titolari delle carte Corporate Oro e Corporate Platinum potranno infatti collegare fino a quattro dispositivi e non avranno nessun addebito di costo per il roaming del wi-fi. L’accordo accontenta l’esigenza di chi si trova in trasferta di essere sempre connesso anche in hotel in modalità wi-fi, un bisogno che secondo una recente ricerca di American Express Global Business Travel hotel rientra, insieme agli aggiornamenti delle tariffe del biglietto aereo e poltrone più comode sui voli, tra i primi tre servizi più desiderati AUTONOLEGGI
Europcar lancia Gira con noi per le Pmi
È studiato su misura per lo specifico target delle piccole e medie imprese la nuova soluzione di Europcar “Gira con noi”, che, attraverso una serie di pacchetti pronti all’uso e comprensivi di tutele, opzioni e chilometraggi crescenti secondo il bisogno, mette a disposizione delle Pmi formule di noleggio nel breve o nel medio periodo di auto e furgoni, con un costo commisurato all’effettivo utilizzo fino a un massimo di trenta giorni. La società di autonoleggio ha messo a punte due formule Smile e due formule Relax con diversi livelli di benefit e di servizi già inclusi. 78 76-79 TdA 1-15 News Block Notes 3.indd 78
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FOOD &WINE
Paris for business non si ferma Durerà circa sei mesi il tour mondiale che i rappresentanti dell’industria turistica parigina stanno facendo attorno al globo per rassicurare visitatori e professionisti sulla sicurezza della capitale francese dopo gli attacchi terroristici. «Saremo in Gran Bretagna a febbraio, a Losa Angeles a marzo e proseguiremo in Italia, Spagna e Germania in aprile, Hong Kong a maggio e Tokyo in giugno», ha dichiarato Francois Navarro, Managing Director of the Comite Regional du Tourisme Paris Ile-de-France, che ha fatto anche sapere come musei, monumenti, grandi magazzini e luoghi di divertimenti sono stati posti sotto stretta sorveglianza da parte della polizia francese e anche presso gli aeroporti sono state innalzate le misure di sicurezza. TECNOLOGIA
Hi-tech da indossare con Sabre Dagli smartwatch ai Google glasses, le nuove soluzioni software in via di sviluppo da parte di Sabre punteranno sempre più sui dispositivi hi-tech indossabili. In particolare, fa sapere il global distribution system nato negli Stati Uniti durante gli anni Sessanta, le modifiche evolutive riguarderanno la app di gestione degli itinerari TripCase, che ha già integrato il supporto agli orologi intelligenti di Samsung (Gear S). Gli utenti Android e Pebble hanno la possibilità di interagire direttamente con il proprio dispositivo, mentre per le altre piattaforme la app potrà essere avviata dallo smartwatch su un altro dispositivo mobile.
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Wine Temple, nuovo indirizzo milanese Ha appena aperto l’Enoteca Wine Temple di Piazza Duomo 21, nel cuore di Milano, un nuovo punto di ritrovo anche per chi si trova in città per lavoro. L’enoteca propone 7.600 bottiglie, di oltre mille etichette. Ha commentato Alessandro Rosso: «In questo nuovo spazio enoteca presenteremo ogni sera una Galleria diversa, con degustazioni guidate dai migliori sommelier. Apriremo anche un ristorante guidato dallo chef Alberto Citterio e metteremo un tavolo gigante da sessanta coperti, per ospitare tutti coloro che vogliono scoprire il vino italiano. Perché avremo esclusivamente vino italiano, anche se abbiamo avuto diverse offerte dall’estero per entrare in questo progetto».
NORMATIVE EUROPEE
Credit card aziendali escluse dalla riduzione delle commissioni È stato siglato a dicembre tra i rappresentanti del Consiglio dei Ministri e il parlamento europeo l’accordo che prevede l’esclusione delle carte di credito aziendali dalla normativa che riduce le commissioni interbancarie per le carte di credito. Questo il commento di Patrick Diemer, ceo di AirPlus International AirPlus International, la società finanziaria controllata al cento per cento da Lufthansa, che fornisce soluzioni di pagamento e analisi per il mercato del business travel: «Questo era l’unico modo per evitare che si costituisse nel mercato una posizione dominante determinata da una normativa unilaterale sulle commissioni interbancarie che avrebbe penalizzato le società di emissione europee a vantaggio di quelle nordamericane non soggette alla stessa». 79 27/01/15 12.13
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