Romagna24Economia N.1 2025

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DOSSIER SICUREZZA E SALUTE SUL LAVORO

Ancora troppi incidenti mettono in pericolo la vita dei lavoratori

RAVENNA FORLÌ-CESENA

RIMINI

Sicurezza e salute in Azienda

in questo numero:

Incidenti sul lavoro in crescita in Romagna nel 2024 pagina 3

Vega Engigneering: Ravenna in zona rossa per incidenti pagina 7

Paglia: “Sicurezza sul lavoro, più fondi alle Ausl” pagina 13

Arriva il Piano integrato per la sicurezza pagina 19

“Tante norme ma gli incidenti non di diminuiscono” pagina 23

“La sicurezza deve partire dalle scuole” pagina 27

Marchetti (Cgil): “La patente a punti serve a ben poco” pagina 29

Uil Ravenna: “La sicurezza deve essere al primo posto” pagina 33

Sanitari, aggressioni in continuo aumento pagina 37

Romagna 24 economia - Rassegna notizie pagina 41 › 47

Sicurezza sul lavoro sempre al centro dell’attenzione e della cronaca con incidenti sul lavoro che tanto sconvolgono l’opinione pubblica quanto non diminuiscono (anzi, aumentano di anno in anno), nonostante si insista da parte di tutte le forze sociali e sindacali per una maggiore attenzione al tema. La sensazione è che da un lato sia da migliorare la qualità della formazione (con meno ore teoriche e più coinvolgimento pratico dei lavoratori) dall’altro da parte del lavoratore non sempre si mettano in pratica le metodiche oggetto di attenzione durante i corsi. E non sempre le imprese, specie quelle di piccola dimensione, prestano la necessaria attenzione al tema. Di fatto, si nisce per prendere sottogamba le prescrizioni con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti. E anche la repressione può fare poco. I controlli ci sono ma, con ogni evidenza, questi ultimi non bastano ad invertire una tendenza in base alla quale l’incidentalità (e la mortalità) non diminuisce, né in Romagna né in Italia.

MENSILE DI ECONOMIA, AFFARI, IMPRESA E SOCIETA’

Infortuni sul lavoro in crescita in Romagna nel 2024

Rimini in testa (+3,6%) ma Ravenna arriva a quota 6.500

I dati più recenti sugli infortuni sul lavoro di usi dalla Cgil indicano a Ravenna, tra il 30 novembre 2023 e il 30 novembre 2024, un aumento degli infortuni sul lavoro dell’1,6% (da 6.397 a 6.500 e le costruzioni in testa con il 9,3% dei casi registrati) mentre a Rimini l’aumento è più marcato (3,6%) con un dato che sale da 4.688 a 4.856 casi registrati; in lieve essione, invece, la realtà di ForlìCesena (-0,9%) da 6365 a 6305. Di tutti gli infortuni, quelli mortali sono stati 8 a Ravenna (-20% tra 2023 e 2024), 7 a Forli (-46,2%) e 8 a Rimini (+166%).

Industria meccanica, costruzioni e agricoltura guidano la classi ca

L’Osservatorio Regionale fotografa il mondo degli infortuni sul lavoro (con dati relativi al 2022). Gli infortuni sul lavoro denunciati in provincia di Ravenna nel 2022 sono stati 7.038 di cui 5 mortali (erano stati 6.385 di cui 4 mortali quelli nel 2021). Sul totale, 1.707 riguardano il settore dei servizi, 590 la sanità, 544 le costruzioni e 520 la metal-

meccanica. Di tutti gli infortuni, 3.378 hanno portato ad una invalidità inferiore ai 40 giorni.

Per quel che riguarda, invece, Forlì-Cesena nel 2022 sono stati segnalati 7.125 infortuni con 7 eventi mortali (erano stati 6.916 con 6 mortali nel 2021). Sul totale, 1.367 riguardano il mondo dei servizi, 637 la meccanica, 538 le costruzioni e 432 l’agricoltura. L’invalidità superiore ai 40 giorni ha riguardato 603 casi.

Per quanti riguarda, in ne, Rimini il totale degli indicenti segnalati raggiunge quota 5.170 di cui 4 mortali. Anche in questo caso svetta il settore dei servizi (1.522 casi), 577 la sanità e 334 la metalmeccanica.

In totale a livello di Ausl Romagna gli infortuni denunciati sono stati nel 2022 19.333. La gran parte deriva da conparti non determinabili (6.384) e tra quelli noti sono i servizi a farla da padrone, seguiti da sanità, metalmeccanica e costruzioni. Calano gli infortuni con mezzo di lavo-

ro o in itinere (1.875 nel 2022 contro i 2.032 del 2021) che sono però quasi perfettamente divisi tra le province con Ravenna in testa (644) seguita da Forlì-Cesena (635) e Rimini (596). Dati in forte diminuzione rispetto al 2018 quando si ebbero a livello Romagna 2.446 infortuni con mezzo di lavoro o in itinere.

La Cisl aggiorna il quadro romagnolo al 2024 e sottolinea come il 2025 sia un anno di s de cruciali per il territorio. “Un anno in cui l’organizzazione sindacale si troverà ad a rontare alcune delle problematiche più urgenti che riguardano il mondo del lavoro, la sicurezza e il lavoro precario”. Francesco Marinelli, segretario generale della Cisl Romagna delinea i temi che saranno al centro dell’agenda sindacale per il 2025. La sicurezza sul lavoro continua ad essere una delle principali preoccupazioni della Cisl Romagna, che continua a registrare dati preoccupanti degli infortuni mortali non solo a livello nazionale ma anche locale. “Non possiamo più permetterci di continuare su questa strada. Il 2024 ha visto una crescita degli infortuni

mortali sul lavoro, e questo è assolutamente inaccettabile. Dobbiamo fare un salto di qualità sulla sicurezza, investire in formazione, sensibilizzare tutte le imprese, e mettere la cultura della sicurezza al centro di ogni azione. Ogni lavoratore deve poter tornare a casa in sicurezza, e questo deve diventare l’imperativo per il 2025”, a erma il segretario cislino. “È essenziale dare continuità e impulso ai tavoli provinciali istituiti nell’ambito dell’accordo ‘tutela del-

Francesco Marinelli, segretario generale Cisl Romagna

la salute e sicurezza’, previsto dal Patto per il Lavoro e per il Clima sottoscritto a livello regionale nel 2022, assicurando che il loro operato vada oltre la semplice fase di monitoraggio. Le proposte e le buone pratiche discusse devono essere tradotte in azioni concrete e tempestive, così da ra orzare la cultura della prevenzione e migliorare e ettivamente la sicurezza nei luoghi di lavoro”.

Il 2024 si è chiuso con un quadro occupazionale particolarmente preoccupante: nonostante il tasso di occupazione in regione Emilia-Romagna abbia raggiunto il 70,6% con un incremento dello 0,9% rispetto all’anno precedente e ben superiore alla media nazionale del 61,9%, la qualità dei contratti resta una preoccupazione poiché oltre il 90% delle nuove assunzioni sono a tempo determinato, in somministrazione o in apprendistato e con un costante ricorso agli ammortizzatori sociali. Nei primi nove mesi del 2024, la regione EmiliaRomagna ha registrato un signicativo aumento delle ore autorizzate di Cassa Integrazione, che sono salite a 353.568.286, con un incremento del 20,02% rispetto alle 294.595.828 ore del 2023. Questo aumento ha riguardato particolarmente le province ro -

magnole: Ravenna ha visto un’impennata del 79.64%, passando da 1.724.965 ore nel 2023 a 3.098.785 ore nel 2024; Forlì-Cesena ha avuto un incremento del 18,92%, con 2.499.220 ore nel 2024 rispetto alle 2.101.571 ore dell’anno precedente; in ne, Rimini ha registrato un notevole aumento dell’81,85%, con 5.151.279 ore contro le 2.832.642 ore del 2023. In particolare, il settore manifatturiero ha registrato un aumento notevole dell’uso di cassa integrazione e simili, ri ettendo la di coltà di molte aziende nell’assicurare una stabilità occupazionale. “La qualità del lavoro in Romagna continua a essere caratterizzata dalla precarietà. Abbiamo bisogno di politiche industriali che siano in grado di dare risposte concrete, non solo a livello locale ma anche nazionale. È fondamentale stabilizzare l’occupazione e o rire una prospettiva di futuro ai lavoratori, attraverso politiche attive che favoriscano un inserimento stabile nel mondo del lavoro e percorsi di formazione per supportare i lavoratori durante le transizioni nel lavoro”. dichiara Marinelli.

Vega Engineering “fotografa” gli infortuni Dagli uomini quasi il doppio delle denunce delle donne

Nel 2024 in Emilia-Romagna incidenza di mortalità sul lavoro superiore alla media nazionale. In zona rossa Piacenza e Bologna, le province più pericolose per i lavoratori.

“Con un’incidenza di mortalità superiore alla media nazionale, l’Emilia-Romagna si colloca al limite della zona arancione nella mappatura dell’emergenza, ovvero quella in cui subito dopo la rossa si trovano le regioni con un rischio di mortalità più preoccupante rispetto al resto del Paese. Stiamo parlando di un indice di incidenza di mortalità per milione di lavoratori pari a 35,1, superiore al dato medio nazionale” – questo è il commento dell’ingegnere Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega, in merito ai dati sugli infortuni in Emilia-Romagna aggiornati al mese di dicembre.

Il rischio di morte in Emilia-Romagna

Le segnalazioni dei lavoratori stranieri a quota 21.404

Per individuare le aree più fragili d’Italia sul fronte della sicurezza sul lavoro, l’Osservatorio Sicurezza Vega elabora una mappatura del rischio rispetto all’incidenza della mortalità.

La zona arancione, quella in cui si trova l’Emilia-Romagna, è la zona che raggruppa le regioni con l’incidenza di mortalità sul lavoro tra le più elevate a livello nazionale. A ne dicembre 2024, il rischio di infortunio mortale in regione (35,1 morti per milione di occupati) risulta superiore a quello medio nazionale (34,1).

Per quanto riguarda le incidenze, nel dettaglio, in regione si scopre che Piacenza e Bologna si trovano in zona rossa con indici rispettivamente pari a 46,3 e a 44,3. Rimini e Ferrara in zona arancione con indice di 41,6 e 40,7. In zona gialla troviamo Modena (33,8), Reggio Emilia (28,8), Parma (28,3) e Forlì-Cesena (28,1). Solo Ravenna è in zona bianca con un’incidenza di mortalità pari a 17,6.

In termini assoluti invece, gli infortuni mortali la maglia nera va a Bologna con 24 vittime, a seguire Modena (12), Parma (10), Ferrara e Rimini (9), Forlì-Cesena, Piacenza, Ravenna e Reggio Emilia (8).

Parlando di infortuni mortali in occasione di lavoro, invece, risulta Bologna con 21 morti sul lavoro, Modena (11),

Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio Sicurezza e Ambiente Vega Engineering

Reggio Emilia (7), Ferrara, Parma, Piacenza e Rimini (6), Forlì-Cesena (5) e Ravenna (3). Le attività manifatturiere, nel 2024, sono in cima alla graduatoria delle denunce di infortunio in occasione di lavoro (12.366).

La mappa

Guardando i dati del 2023, erano state 76.687 le denunce di infortunio complessive (ossia infortuni con esito mortale e non) in Emilia-Romagna su un totale, in Italia, di 585.356. A ne dicembre 2023, il rischio di infortunio mortale in Emilia-Romagna (35 morti per milione di occupati) risulta essere, anche se di poco, superiore alla media nazionale pari a 34,6. Per quanto riguarda le incidenze nel dettaglio in regione, si scopre che sono: Ravenna, Forlì-Cesena, Parma e Piacenza a trovarsi in “zona rossa” con un’incidenza rispettivamente di 58,0, 56,5, 52,8 e 47,9; seguite in zona arancione da Ferrara (41,8) e da Modena (33,7) che si trova in “zona gialla”. Mentre nella meno rischiosa “zona bianca” ci sono Bologna (21,3), Reggio Emilia (17) e Rimini (13,8).

Gli infortuni mortali

Sono 91 i decessi da gennaio a dicembre 2023 (3 in più del 2022): 70 quelli rilevati in occasione di lavoro (11 in più dello scorso anno) e 21 quelli in itinere (8 in meno del 2022). Il più elevato numero di decessi totali (ossia inclusi quelli avvenuti in itinere) si è veri cato nelle province di Bologna e Modena (15). Seguono: Forlì-Cesena (13), Parma (12), Ravenna (11), Piacenza (8), Reggio Emilia e Ferrara (7) e Rimini (3). E Modena conduce il gruppo anche quando si tratta di infortuni mortali in occasione di lavoro insieme a Parma con 11 vittime. Seguono: Bologna, Forlì-Cesena e Ravenna

(10), Ferrara e Piacenza (6), Reggo Emilia (4), Rimini (2).

La dinamica

Alla ne di dicembre 2023 le denunce di infortunio totali sono diminuite del 5,5% rispetto alla ne di dicembre del 2022: erano 81.170 e ora sono 76.687. Un decremento questo, è opportuno sottolinearlo, dovuto anche alla scomparsa dalle statistiche degli infortuni connessi al Covid. Tant’è che il settore che ha registrato una delle diminuzioni più signi cative è la Sanità.

Il settore della manifattura

Il settore delle attività manifatturiere alla ne del 2023 è in cima alla graduatoria delle denunce di infortunio in occasione di lavoro (13.694). Seguono i settori: trasporti e magazzinaggio (4.853), sanità (4.651), costruzioni (4.221) e commercio (4.188). benché sia in zona bianca, ossia con un indice di incidenze di infortuni mortali rispetto alla popolazione lavorativa tra i più bassi in regione, la provincia di Bologna è quella con il maggior numero assoluto di denunce totali di infortunio (16.472), seguita da: Modena (14.736), Reggio Emilia (9.536), Parma (8.416), Ravenna (6.871), Forlì-Cesena (6.845), Rimini (5.053), Piacenza (4.467) e Ferrara (4.291).

I

dati

per uomini e donne

Sono 26.543 le denunce di infortunio delle donne lavoratrici (21.354 in occasione di lavoro) e 50.144 quelle degli uomini (44.681 in occasione di lavoro). Le denunce dei lavoratori stranieri sono 21.404 (18.492 in occasione di lavoro). Le denunce di infortunio no a 14 anni sono 5.397, ossia il 7,04% del totale degli infortuni dei lavoratori della regione.

Promuovere la cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro: la presenza della Regione Emilia-Romagna alla era Ambiente Lavoro è stata importante e con un incremento del 28% dei visitatori rispetto al 2023, con 9169 persone transitate in era, sono state 169 le aziende espositrici e tra queste anche lo stand della Regione Emilia-Romagna. Amianto, ergonomia, Rete degli ospe-

Regione in campo per la cultura della sicurezza sul lavoro

In Fiera a Bologna una manifestazione di settore

dali che promuovono salute, infortuni in itinere. Sono alcuni degli argomenti che la Regione Emilia-Romagna ha portato alla 34esima edizione di Ambiente Lavoro, Salone della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro che si è svolto dal 19 al 21 novembre 2024 a BolognaFiere. Una manifestazione importante che ha visto organizzati nel suo insieme 316 i convegni a cui hanno partecipato 1100 i relatori e oltre 1000 le ore di formazione. Proprio sulla formazione si è concentrata la Regione Emilia-Romagna che ha proposto sei eventi formativi e cinque workshop, nei tre giorni della era. Sempre al primo posto la tutela dei lavoratori e della salute pubblica con workshop che hanno toccato argomenti vari, tra cui l’azione di implementazione del piano amianto; lo sviluppo di progetti nell’ambito della sezione ergonomica; i principi, gli sviluppi e strumenti per la ripresa della partecipazione delle Aziende Sanitarie della Regione Emilia-Romagna alla Rete internazionale degli ospedali e dei servizi

sanitari che promuovono salute; la prevenzione degli incidenti stradali; le attività socioassistenziali e il benessere degli operatori e per concludere il caso school di Interporto di Bologna e su come investire sulla formazione per la sicurezza sul lavoro.

Hanno avuto grande successo di pubblico anche l’iniziativa dedicata agli Infortuni plurimi e mortali, in cui si è parlato di interventi di prevenzione e strategie di coordinamento per interventi multidisciplinari, e le iniziative formative dedicate ai rischi sici e al Reach per la prevenzione dei rischi chimici, di cui Inail è stato partner organizzativo.

Secondo l’Area Tutela della salute nei luoghi di lavoro della Regione Emilia-Romagna che ha organizzato questi eventi “la era rappresenta un’importante occasione di incontro e di confronto con i professionisti del settore, con le altre Regioni e con altri enti e istituzioni a vario titolo impegnati nella tutela della salute e sicurezza sul lavoro”.

intervista a › Giovanni Paglia

Paglia: “Sicurezza sul lavoro, più fondi alle Ausl” L’assessore regionale al Lavoro fa il punto sulle iniziative

Numero di infortuni in lieve essione e attività di controllo intensi cate e importi delle sanzioni destinate a una maggiore sicurezza sui luoghi di lavoro. La Regione EmiliaRomagna guarda con attenzione alla sicurezza sul lavoro e il neo assessore Giovanni Paglia spiega le tappe salienti di questo impegno.

Assessore Paglia, cosa dicono i dati sulla sicurezza del lavoro in Emilia-Romagna?

Le imprese sono sensibili ma serve più vigilanza sui luoghi di lavoro

In un contesto generale di aumento degli infortuni sul lavoro, in Regione EmiliaRomagna si mantiene un andamento in lieve calo, 71.266 infortuni nel 2023 rispetto a 70.009 infortuni nel 2024, con un decremento pari a -1,8%. I settori sui quali la Giunta ha posto maggiore attenzione sono quelli storicamente interessati da maggior rischio di infortuni, come agricoltura, edilizia e logistica. In tutti e tre i settori, nell’ultimo anno, anche in controtendenza con il dato regionale, abbiamo registrato una diminuzione delle denunce.

Giovanni Paglia , assessore alle Politiche abitative, al Lavoro e alle Politiche giovanili della Regione Emilia-Romagna

Qual è oggi l’atteggiamento delle imprese in materia?

La tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori rappresenta una delle priorità delle politiche regionali. Essa si realizza attraverso l’attività di vigilanza e controllo condotta dai Servizi di Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro delle AUSL regionali, in coordinamento con gli altri enti impegnati nella vigilanza, e attraverso azioni di assistenza alle imprese del territorio in tema di rischi e relative misure di prevenzione. Le imprese sono coinvolte in un processo partecipato e trasparente attraverso le loro associazioni di categoria riunite periodicamente nel Comitato regionale di coordinamento. Le imprese si mostrano disponibili a partecipare ai piani mirati di prevenzione dedicati all’assistenza e, quando investono per mantenere elevati i propri livelli di sicurezza, riconoscono che un’e cace azione di vigilanza è fondamentale per di ondere il più possibile standard di sicurezza adeguati e aggiornati.

Assicoop Romagna Futura: passato, presente e futuro

Sempre un passo avanti...anzi due!

Assicoop Romagna Futura Spa, Agente Generale Unipol, che è uno dei principali protagonisti del settore assicurativo, annuncia un importante cambiamento nel suo assetto aziendale. Questo passo strategico mira a consolidare la sua posizione nel mercato e a rispondere in modo ancora più e cace alle esigenze di clienti, soci e dipendenti.

Un evento per guardare al futuro

Con l’evento del 19 febbraio, svoltosi a Piangipane presso il Teatro Socjale, Assicoop Romagna Futura con 50 punti vendita dislocati nelle province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, intraprende un nuovo percorso di sviluppo strategico, con l’obiettivo di innovare e rinnovare i propri servizi. Al centro di questa trasformazione restano la solidità, la professionalità e la vicinanza al territorio e alle persone.

Un nuovo assetto per una crescita sostenibile

Il nuovo assetto aziendale si tradurrà in:

• Riorganizzazione delle divisioni interne, con la creazione di nuovi dipartimenti focalizzati sulla specializzazione, digitalizzazione e sostenibilità.

• Ottimizzazione dei processi operativi, grazie al potenziamento delle tecnologie digitali per o rire un servizio sempre più veloce, sicuro ed e ciente.

• Sostegno alla crescita professionale, attraverso investimenti in formazione continua per i dipendenti, con un focus speci co sulle competenze tecniche e sulle soft skills.

• Impegno verso la sostenibilità, ra orzando le politiche ambientali e sociali, in linea con le aspettative dei clienti e con le esigenze del mercato.

Una nuova leadership orientata al cambiamento

Il Top Management di Assicoop Romagna Futura, rappresentato da Lorenzo Cottignoli (Presidente), Errico Ra aele (Consigliere Delegato) e Gabriele Ghianni (Responsabile Reti), ha dichiarato: “Questo nuovo assetto aziendale segna un passo in avanti, un momento impor-

tante nel nostro percorso di evoluzione. Nell’anno del lancio del nuovo piano industriale della nostra mandante, stiamo creando le basi per un’azienda ancora più agile, orientata al futuro e in grado di rispondere con maggiore tempestività e precisione alle s de del mercato. La formazione dei nostri collaboratori, la digitalizzazione e la sostenibilità sono le chiavi per a rontare il futuro con successo.”

Guardiamo avanti insieme

Assicoop Romagna Futura ha sempre mantenuto un forte legame con il territorio e i suoi soci, e questo cambiamento si inserisce in un progetto di sviluppo che guarda al futuro, garantendo al contempo continuità con la tradizione di professionalità e a dabilità che l’ ha sempre contraddistinta.

Assicoop Romagna Futura... sempre un passo avanti... anzi 2!

Da sinistra:
Gabriele Ghianni, Responsaubile Reti, Lorenzo Cottignoli, Presidente, Ra aele Errico, Consigliere Delegato.

Si fanno su cienti controlli?

Quando si parla di sicurezza, i controlli non sono mai su cienti. Negli ultimi anni, la Regione Emilia-Romagna ha accresciuto le proprie azioni nalizzate alla tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori attraverso il potenziamento delle attività di vigilanza e il nanziamento di attività progettuali rivolte all’assistenza alle imprese, alla formazione delle gure aziendali della prevenzione e degli studenti, alla promozione della salute nei luoghi di lavoro. L’obiettivo è quello di mantenere elevato il numero dei controlli nei luoghi di lavoro per veri care il rispetto delle normative sulla sicurezza. Già da diversi anni la Regione Emilia-Romagna, attraverso i Servizi delle Ausl, produce un numero di accertamenti ispettivi superiore al valore richiesto dal Ministero: nel 2023 le ispezioni hanno riguardato 17.937 aziende di cui 5.690 cantieri, 800 in agricoltura e più di 200 nella logistica.

se per sostenere progetti a tutela dei lavoratori. Ad esempio, i proventi derivanti dalle sanzioni in materia di salute e sicurezza sul lavoro, vengono destinati al nanziamento delle attività di prevenzione nei luoghi di lavoro.

Quanto investe la Regione sul tema sicurezza?

Prevenzione, promozione della salute e sicurezza dei lavoratori sono da sempre priorità irrinunciabili per la Regione Emilia-Romagna: è continuo l’investimento di risor-

Per il 2025 la Regione ha deliberato di assegnare alle Aziende sanitarie la somma complessiva di oltre 5 milioni di euro. La Giunta regionale ha richiesto alle Ausl del territorio l’invio di progetti nalizzati al potenziamento delle attività di prevenzione nei luoghi di lavoro. Tra questi si citano: la prevenzione del rischio cancerogeno professionale, delle patologie professionali dell’apparato muscolo-scheletrico e del rischio stress correlato al lavoro; la tematica dell’amianto e progetti di promozione della cultura della salute e sicurezza in ambito scolastico. Data la crescente importanza di disporre di dati utili ad analizzare fenomeni complessi è in corso l’implementazione di un Sistema Informativo Regionale per la prevenzione nei luoghi di lavoro che permetta l’elaborazione in tempo reale di infortuni e malattie professionali . Vi sono inoltre programmi speci ci per la formazione/aggiornamento degli operatori dei Servizi e delle gure aziendali della prevenzione; il sostegno all’azione dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza.

Sono in previsioni iniziative particolari sul tema sicurezza?

Nell’ambito del Piano Regionale della Prevenzione 2021-2025 e del rinnovato Accordo del Patto per il Lavoro e per il Clima, la Regione Emilia-Romagna continuerà a promuovere e tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori. Accanto alle consuete attività di vigilanza, tra gli ambiti di intervento trovano particolare attenzione i settori edilizia, logistica e agricoltura con la realizzazione di speci ci piani mirati e il potenziamento di azioni di assistenza volte a prevenire gli infortuni gravi e mortali nonché malattie muscolo-scheletriche correlate al lavoro. Le rinnovate azioni di prevenzione comprenderanno a titolo di esempio: la promozione di una formazione di qualità sui temi della sicurezza per i lavoratori dell’Edilizia; l’approfondimento dell’analisi di tecnologie per la sicurezza e la prevenzione degli infortuni da impiegare nelle attività della Logistica; la produzione di materiali specici per le attività di manutenzione delle macchine in agricoltura. Rinnovato impulso sarà dato alla prevenzione nelle attività che prevedono l’utilizzo di macchinari a tecnologia complessa, anche con l’ampliamento di risorse con competenze e professionalità tecniche/ ingegneristiche da destinare ai Servizi di prevenzione e sicurezza ambienti di lavoro.

logia professionale, già avviata nel 2024 con DGR 1320/2024. Sarà attuata la de nizione di percorsi ambulatoriali nalizzati a uniformare l’accesso e l’oggetto delle prestazioni e mirati alla promozione di un modello integrato di assistenza

Cosa c’è in campo per i lavoratori della sanità?

Per i lavoratori della sanità si porrà l’attenzione alla partecipazione delle aziende sanitarie alla rete internazionale degli Ospedali e Servizi Sanitari che promuovono salute (Health Promoting Hospitals – HPH) con un focus sulle azioni svolte dalle Aziende in tema di promozione della salute e del benessere dei lavoratori della sanità.

Dal punto di vista organizzativo cosa cambierà?

Continuerà l’implementazione della rete degli ambulatori di Medicina del Lavoro presenti nelle Case della Comunità per la presa in carico del lavoratore con sospetta pato-

sanitaria ambulatoriale volta alla prevenzione e alla diagnosi precoce delle malattie professionali. Si tratta di un servizio specialistico innovativo, avviato con l’obiettivo di potenziare le misure di prevenzione e tutela della salute dei lavoratori. L’attività ambulatoriale è svolta dai medici del lavoro dell’Unità Operativa Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro del Dipartimento di Sanità Pubblica e si concentra sull’identi cazione precoce delle malattie professionali e sull’analisi dei rischi connessi ai diversi settori produttivi. Inoltre, si avvierà l’istituzione di un centro di riferimento regionale per la diagnostica di secondo livello delle patologie respiratorie di origine occupazionale che utilizzi anche le nuove tecnologie della telemedicina al ne di garantire facile accessibilità e essibilità.

Arriva il Piano integrato per la sicurezza Le misure di salvaguardia al centro dell’attività

Con il decreto del ministro del Lavoro e delle Politiche sociali del 17 dicembre 2024, n. 195 è stato approvato per la prima volta il “Piano integrato per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro”. Questo nuovo strumento - operativo dal primo gennaio al 31 dicembre 2025, potrà essere aggiornato per rispondere a nuove esigenze, grazie a un sistema di monitoraggio costante delle attività e di veri ca dei risultati - segna un cambio di paradigma: non più la sicurezza come semplice obbligo normativo, ma come valore fondante in ogni contesto, dalla vita quotidiana, allo studio e al lavoro. Questo nuovo strumento, di immediata applicazione, nasce dall’esigenza di promozione di azioni e programmi utili al potenziamento della cultura della sicurezza in tutti luoghi – di vita, di studio e lavoro – al ne di superare la concezione della tutela della sicurezza come mero

Non più adempimento giuridico ma prassi costante di vita

adempimento giuridico. Nello speci co, si punta a sensibilizzare e formare giovani e lavoratori, sostenere le imprese e ra orzare le tutele, contribuendo concretamente anche alla lotta al lavoro nero, irregolare e al caporalato. Grazie a controlli mirati e coordinati, questo approccio integrato vuole ridurre il rischio di infortuni e malattie professionali, migliorando la qualità e la sicurezza dell’ambiente lavorativo.

Al suo interno sono previste azioni e interventi in diversi ambiti che vedono il coinvolgimento, oltre che del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali in un ruolo di coordinamento, anche dell’Ispettorato nazionale del lavoro, dell’Inail e, per quanto attiene alle campagne informative, dell’Inps.

L’obiettivo del Piano consiste nell’a rontare, con rinnovato slancio e con un inedito approccio sinergico tra le ammi-

L’Associazione Familiari e Vittime Amianto Emilia Romagna APS si rivolge agli exesposti all’amianto, ai familiari delle vittime dell’amianto e a tutti e tutte coloro che vogliono un ambiente libero dall’amianto .

L’Associazione Familiari e Vittime Amianto Emilia Romagna APS si rivolge agli ex-esposti all’amianto, ai familiari delle vittime dell’amianto e a tutti e tutte coloro che vogliono un ambiente libero dall’amianto. AFeVA, costituita nel 2014 su iniziativa della CGIL Emilia Romagna, fornisce:

AFeVA, costituita nel 2014 su iniziativa della CGIL Emilia Romagna, fornisce:

AIUTO nell’orientamento verso i servizi sanitari

APPOGGIO nella rivendicazione di diritti, anche con strumenti legali

AIUTO nell’orientamento verso i servizi sanitari

CONSULENZA per ogni problema connesso all’amianto

APPOGGIO nella rivendicazione di diritti, anche con strumenti legali

CONSULENZA per ogni problema connesso all’amianto

SOSTEGNO nella battaglia per l’attuazione e il cambiamento delle leggi e degli strumenti operativi delle amministrazioni pubbliche e svolge attività di SENSIBILIZZAZIONE e INFORMAZIONE nei confronti di cittadini e cittadine, lavoratori e lavoratrici, studenti e studentesse. In Italia l’amianto è al bando da più di trent’anni ma sono ancora sono milioni le tonnellate di amianto presenti e molti i lavoratori, le lavoratrici, i cittadini e le cittadine che, per varie ragioni, vengono a contatto con questo materiale. L’amianto va completamente rimosso! I fenomeni avversi come terremoti, trombe d’aria, alluvioni etc, anche nella nostra Regione hanno messo in luce il rischio signi cativo per la salute quando il materiale è ancora presente anche se incapsulato o con nato.

Obiettivi di AFeVA

SOSTEGNO nella battaglia per l’attuazione e il cambiamento delle leggi e degli strumenti operativi delle amministrazioni pubbliche e svolge attività di SENSIBILIZZAZIONE e INFORMAZIONE nei confronti di cittadini e cittadine, lavoratori e lavoratrici, studenti e studentesse.

1) Ottenere la rimozione dell’amianto e degli altri agenti cancerogeni e mutageni dai luoghi di lavoro e dall’ambiente. A distanza di decenni si continua a morire di mesotelioma, tumore causato dall’esposizione professionale o ambientale all’amianto.

2) Intraprendere ogni azione nalizzata ad aiutare e sostenere lavoratori, lavoratrici, cittadini e cittadine, esposti ed ex esposti amianto, attraverso colloqui di sostegno, sia in ambito medico legale che sul piano giuridico.

In Italia l’amianto è al bando da più di trent’anni ma sono ancora sono milioni le tonnellate di amianto presenti e molti i lavoratori , le lavoratrici, i cittadini e le cittadine che, per varie ragioni, vengono a contatto con questo materiale . L’amianto va completamente rimosso!

3) Promuovere la conoscenza della legge 257/92 (norma relativa alla cessazione dell’impiego dell’amianto) e dei successivi provvedimenti di legge, rispetto ai dati epidemiologici, igienico ambientali e alla sorveglianza sanitaria.

4) Attivare un confronto con le Amministrazioni locali della Provincia al ne di adottare metodi e strumenti pratici per monitorare il territorio rispetto alla presenza di amianto e, attraverso la mappatura, procedere poi alla rimozione e allo smaltimento in sicurezza.

I fenomeni avversi come terremoti, trombe d’aria, alluvioni etc, anche nella nostra Regione hanno messo in luce il rischio significativo per la salute quando il materiale è ancora presente anche se incapsulato o confinato .

Obiettivi di AFeVA

L’ASSOCIAZIONE, CHE SVOLGE LA PROPRIA ATTIVITÀ GRAZIE ALL’IMPEGNO PERSONALE VOLONTARIO, È PRESENTE CON UN PROPRIO SPORTELLO PRESSO LA SEDE CGIL DI RAVENNA

1) Ottenere la rimozione dell’amianto e degli altri agenti cancerogeni e mutageni dai luoghi di lavoro e dall’ambiente. A distanza di decenni si continua a morire di mesotelioma, tumore causato dall’esposizione professionale o ambientale all’amianto.

nistrazioni interessate, il tema della sicurezza nei luoghi di lavoro, imprimendo un decisivo cambio di passo attraverso misure di immediata applicazione ed attività mirate per speci che aree di intervento, al ne di contrastare il fenomeno infortunistico e delle malattie professionali. L’attuazione del Piano si articolerà attraverso cinque aree strategiche: iniziative di prevenzione e promozione; campagne informative; programmi dedicati ai giovani; campagne straordinarie di vigilanza; interscambio di banche dati per la vigilanza.

I risultati attesi

L’approccio integrato introdotto con questo nuovo Piano non si limita a intervenire su singoli aspetti, ma mira a creare un vero e proprio ecosistema di sicurezza in cui tutte le parti coinvolte – istituzioni, imprese, lavoratori, scuole e comunità – siano parte attiva nel processo di prevenzione. Ci si attende che tale sinergia, unita all’immediata applicazione delle misure, possa portare a una riduzione signi cativa di infortuni e malattie professionali. Infatti, attraverso controlli più e caci, formazione mirata e una di usione capillare della cultura della prevenzione, il Piano mira a un deciso calo degli eventi dannosi, con impatti diretti sull’incolumità e sulla qualità della vita dei lavoratori. Così come si potrà garantire maggiore competitività e stabilità delle imprese: infatti, investire in sicurezza non solo previene infortuni, ma ra orza l’immagine aziendale, riduce i costi legati all’assenteismo e migliora la produttività. Ciò rende le imprese

più solide e attrattive, a bene cio dell’intero sistema economico. Così come vi sarà un aumento della consapevolezza tra le nuove generazioni: attraverso iniziative rivolte ai giovani, comprese quelle nelle scuole e nei percorsi formativi, il Piano punta a radicare n dall’età scolare il valore del rispetto delle norme di sicurezza, creando così futuri lavoratori e datori di lavoro più responsabili.

Ma si potrà ottenere anche più e cacia della vigilanza e contrasto alle irregolarità: l’interscambio di dati tra gli enti coinvolti consentirà di identicare con maggiore rapidità i contesti a rischio, ottimizzando l’azione ispettiva e garantendo maggiore legalità e trasparenza nei settori produttivi.

“Aziende sempre più attente alla sicurezza”

Indagine nazionale tra i Consulenti del Lavoro

Nelle aziende cresce l’attenzione alla sicurezza sul lavoro. Secondo le rilevazioni e ettuate dai Consulenti del Lavoro, nel 2024 le imprese si sono mostrate più attente al tema. Ad a ermarlo è il 55,4% di un campione signi cativo di iscritti all’Ordine. Il dato emerge da un sondaggio interno alla categoria sull’evoluzione della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. Tra i fattori che hanno contribuito a una maggiore considerazione del ruolo che la sicurezza ricopre in azienda, i professionisti indicano, a pari merito, l’approvazione di nuove norme in materia e la crescita mediatica sul tema (47,3% e 47%). A seguire l’incremento dei controlli (44,6%), mentre il 23,8% dichiara che a incidere positivamente sia stato il cambio di approccio culturale. La formazione del personale svetta al primo posto tra gli ambiti su cui i Consulenti registrano un miglioramento (il 54,9% del campione intervistato a erma che nell’ultimo anno c’è stata una maggiore attenzione su questo aspetto). Seguono, ma distanziati, gli adempimenti legati alla sicurezza su cui il 46,7% evidenzia una maggiore accuratezza. Un dato che si ricollega anche agli e etti delle nuove norme che hanno spinto i datori di lavoro a veri care la regolarità della documentazione in materia in loro possesso. Ma per incrementare ulteriormente la sicurezza nei luoghi di lavoro, la maggioranza degli intervistati (65%) considera prioritario ra orzare la dimensione culturale e, dunque, la promozione di attività di orientamento e formazione sul tema da avviare n dai percorsi scolastici, al ne di rendere più consapevoli e responsabili i futuri lavoratori. Non meno importanti gli investimenti, anello ancora debole del sistema. Quasi un Consulente su due (49,5%) sostiene che dovrebbe essere migliorata l’accessibilità delle imprese, e in particolare delle Pmi, ai nanziamenti esistenti. Ed è proprio nel solco della cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro che si inserisce il protocollo d’intesa siglato oggi dal Consiglio Na-

zionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro e l’Inail a margine dell’evento “Sicurezza sul lavoro: cultura, formazione e sussidiarietà” presso il Parlamentino della sede romana dell’Istituto. Con la rma del protocollo triennale, i due Enti si impegnano ad avviare una collaborazione strutturata e permanentenalizzata, tra gli altri aspetti, allo sviluppo di iniziative informative e formative in materia per promuovere nelle Pmi la cultura della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. Ma anche a sviluppare iniziative mirate al reinserimento e all’integrazione lavorativa delle persone con disabilità. “Il Protocollo con l’Inail testimonia l’impegno concreto dei Consulenti del Lavoro nella promozione del lavoro sicuro e regolare”, ha così dichiarato il Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, Rosario De Luca, a margine della rma. “Sulla prevenzione siamo da sempre in prima linea, con iniziative mirate e dedicate ai giovani, come dimostra il videogioco “GenL”, ideato per sensibilizzare i datori di lavoro e i lavoratori del futuro sui temi della sicurezza e della legalità”, ha aggiunto il Presidente. “Siamo lieti di sottoscrivere il nuovo Protocollo con il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro proseguendo così la pro cua collaborazione pluriennale. Grazie alla professionalità dei Consulenti del Lavoro, che rappresentano una preziosa categoria di intermediari in grado di disseminare la cultura della prevenzione, intendiamo incidere concretamente sui livelli di salute e sicurezza dei lavoratori, contribuire al contrasto del fenomeno infortunistico e delle malattie professionali focalizzando l’attenzione anche sul reinserimento socio-lavorativo dei nostri assistiti”, ha commentato il Presidente dell’Inail, Fabrizio D’Ascenzo. “Attraverso la sinergia tra l’Inail e il Consiglio Nazionale dell’Ordine si forniscono risposte integrate e di qualità ai bisogni di salute e sicurezza sul lavoro, con particolare riferimento alle piccole e medie imprese”.

Rosario De Luca, presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro
Fabrizio D’Ascenzo, presidente Inail
“Tante norme ma gli infortuni non di diminuiscono”
Ghetti, Cna Forlì-Cesena: “Serve meno aula e più formazione nei luoghi di lavoro”

Rispetto a 30 anni fa gli ambienti di lavoro sono nettamente migliorati, le macchine sono più sicure, le ore di formazione aumentano ma gli infortuni non diminuiscono in modo signi cativo. Di fronte a questa, che è la realtà, Davide Ghetti, responsabile del servizio Ambiente e Sicurezza di Cna Forlì-Cesena, allarga le braccia. “Davvero è sconfortante vedere che a fronte di tanti sforzi la realtà non cambi e cioè il numero degli infortuni in questi 28 anni che mi occupo di prevenzione e sicurezza in ambiente di lavoro non sia di fatto mutato. Una situazione che ci obbliga a interrogarci sul perché questo sia lo stato di fatto”. Già, perché? “Il problema – spiega Ghetti – è che molto frequentemente i lavoratori non adottano comportamenti corretti e sicuri. La formazione si fa sì, ma è prevalentemente e ettuata in aula. È molto più importante la formazione e ettuata in azienda dal servizio di prevenzione e protezione aziendale per spiegare concretamente qua-

I lavoratori devono prestare più attenzione a quello che fanno

li sono i comportamenti corretti da mantenere durante il lavoro. Come Cna di ForlìCesena insieme ai datori di lavoro ci stiamo impegnando molto su quest’aspetto, che la norma de nisce addestramento e che è proprio nel trasmettere la capacità di utilizzare correttamente l’attrezzatura che si ha a disposizione oppure della lavorazione che si sta e ettuando, valutando sempre quale sia il comportamento giusto e quello invece da non tenere”. Tutto questo mentre l’accordo Stato–Regioni in materia di formazione sta andando nella direzione opposta e privilegia la formazione in aula con ore di pura teoria insieme al docente. “È vero che a ne corso si fanno delle veri che di apprendimento ma, evidentemente, guardando al fatto che poi gli incidenti avvengono, questo sistema funziona poco e male”, commenta Ghetti. Che sottolinea anche il fatto che anche al lavoratore spetta un compito importante in vista della prevenzione degli infortuni. “Si perché la sensazione è

che spesso, in occasione degli incidenti, il lavoratore non presti la necessaria attenzione a quel che sta facendo e questo purtroppo favorisce il veri carsi dell’evento. E invece, è fondamentale che il lavoratore mentre opera sia sempre concentrato, sia sempre acceso. Se ha dei dubbi si deve fermare e chiedere al preposto o al datore di lavoro. Non deve improvvisare o prendere iniziative. Se non riesce a mantenere una buona concentrazione è bene fermarsi”, spiega Ghetti.

Anche sull’apparato sanzionatorio si potrebbe fare meglio. A parte il fatto che in oc-

casione di incidenti la norma prevede sanzioni che possono essere a carico del datore di lavoro ma anche del lavoratore, di fatto i lavoratori non vengono mai sanzionati e questo è umanamente comprensibile perché non è semplice punire chi ha già subito un danno sulla sua pelle. “La verità è che serve responsabilizzare di più il lavoratore e gli stessi organi di controllo potrebbero ammonire comportamenti sbagliati dei lavoratori”, conclude Ghetti. Anche per i Datori

di Lavoro il sistema sanzionatorio dovrebbe essere meno oppressivo di quello attuale: oggi scatta immediatamente sia il penale che il provvedimento amministrativo. La visita successiva dell’ispettore può far cadere il penale dopo la messa a norma dell’impianto o dell’attrezzatura non conforme, ma la sanzione resta; sarebbe preferibile invece avere più vigilanza ma meno repressiva, ad esempio il primo verbale rilasciato dall’ispettore dovrebbe essere solo di prescrizione ma non di contravvenzione e solo se il datore di lavoro non ottempera a quanto prescritto nei tempi indicati esserci una sanzione penale e amministrativa. In sintesi una vigilanza maggiore da parte degli organi di controllo ma meno punitiva di quella attuale.

“La sicurezza deve partire dalle scuole” Serafini, Confartigianato Ravenna: “Servono norme premiali”

La sicurezza sul lavoro va insegnata sin dalle scuole e sarebbe meglio che gli obblighi formativi venissero adempiuti di frequente per breve tempo piuttosto che ogni 5 anni, con lunghe ore di permanenza in aula.

Troppe

norme per le aziende e mancano incentivi reali per

chi è in regola

E poi, vanno bene i controlli, ma non sarebbe male introdurre una normativa premiale semplice e più accessibile per le imprese virtuose, sotto il pro lo degli adempimenti per la sicurezza sul lavoro. Ha una visione concreta e pragmatica degli obblighi formativi Massimiliano Sera ni, responsabile del servizio Ambiente e Sicurezza della Confartigianato provinciale di Ravenna. “Uno dei problemi principali è che – spiega Sera ni – nelle persone manca spesso la cultura della sicurezza e c’è poca attenzione alla percezione del rischio. Dall’altra parte, le aziende sono sottoposte ad una ‘selva’ normativa rappresentata dal Dlgs 81/2008 - che conta la bellezza di più di 300 articoli e più di 50 allegati, svariati interpelli, norme tecniche, di settore e altro - nella quale anche Dante avrebbe bisogno non solo di Virgilio... Sarebbe importante lavorare sul fattore umano, “sulla percezione del rischio e sulla consapevolezza situazionale. Lavorare su un tetto in una bella giornata di sole primaverile è molto diverso dall’operare in una giornata di pioggia invernale o di vento”, spiega Sera ni.

Massimiliano Sera ni, responsabile del servizio Ambiente e Sicurezza Confartigianato provinciale Ravenna

La cultura della sicurezza, poi, secondo Sera ni va portata nelle scuole, a cominciare dalle elementari. “Ne parliamo tanto ma non ne facciamo abbastanza. Perché è vero che in fatto di sicurezza aumentiamo le ore di formazione ma stiamo perdendo il senso della qualità della stessa. Meglio qualche ora tutti gli anni che obblighi iniziali di anche 48 ore, a cui se ne aggiungono 14 ogni 5 anni. Meglio un refresh periodico e ravvicinato che lunghe giornate in aula di cui rimane ‘attaccato’ davvero poco”. L’idea di Sera ni è che la scuola, non solo quella professionale, il legislatore ed il mondo del lavoro, le rappresentanze datoriali e dei lavoratori possano fare di più. Il gioco è di squadra e si vince con la squadra. “Poi – aggiunge – c’è il tema dei lavoratori, della manodopera specializzata e dei lavoratori stranieri. Non può essere lasciato al futuro datore di lavoro il compito di fornire una scolarizzazione per la comprensione della lingua, a fronte di una o erta formativa insu ciente, di non facile reperimento rispetto alle richieste. Sul fronte delle imprese, poi, conclude Sera ni “vanno bene i controlli, ma la sola repressione non serve. Occorre sostenere i comportamenti corretti e servono incentivi per le imprese virtuose non basati su ‘click day’ (una sorta di lotteria) o attraverso l’adozione di buone prassi o modelli spesso di ‘carta’ e non di sostanza”.

Marchetti (Cgil): “La patente a punti serve a ben poco” Non incide sulla sicurezza né sulla deterrenza

I dati Inail relativi: a infortuni denunciati, denunce di infortunio con esito mortale e denunce di malattia professionale per la provincia di Ravenna vedono questo andamento: sono 6.500 gli infortuni sul lavoro denunciati nel periodo gennaio-novembre 2024 con un incremento di +1,6% rispetto ai 6397 del 2023, sono 8 e quindi sempre alti gli infortuni mortali anche se in decremento rispetto ai 10 del 2023. I settori di attività economica maggiormente interessati dagli infortuni risultano essere nell’ordine: commercio all’ingrosso e al dettaglio-riparazione di autoveicoli/sanità e assistenza sociale/ trasporto e magazzinaggio/ attività di servizi di alloggio e di ristorazione/ metallurgia/industria alimentare. Mentre a livello nazionale i principali settori coinvolti negli infortuni con esito mortale sono quelli delle costruzioni e del trasporto e magazzinaggio. Risultano 572 le malattie professionali denunciate nel periodo, con un +5,3% rispetto alle 543 del 2023. Le pa-

Le sole sanzioni non bastano, serve più formazione di qualità

tologie principalmente denunciate riguardano le malattie del sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo e le malattie del sistema nervoso, seguono le malattie dell’orecchio e dell’apo si mastoide.

Da evidenziare come sia rilevante il numero di denunce per le quali non è possibile determinare il settore di appartenenza. Rispetto al dato nazionale, il territorio di Ravenna è in linea per quanto riguarda l’aumento delle denunce di infortunio e malattia professionale mentre registra una essione degli infortuni con esito mortale sempre in relazione al periodo preso a riferimento.

Una prima considerazione porta a pensare che le misure spesso sbandierate come urgenti dopo ogni infortunio, più formazione e maggiori controlli, non siano adeguate o su cienti. I controlli poi dovrebbero riguardare anche la stessa qualità della formazione, veri care se è stata effettivamente svolta e quale la sua reale e cacia.

La bozza di aggiornamento dell’accordo Stato-Regioni è

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in eterna discussione, contiene la possibilità che una parte rilevante della formazione obbligatoria possa essere svolta in modalità video conferenza sincrona o e-learning (quindi non in presenza) e questo non va nella direzione di agevolare interazione e apprendimento.

I controlli e le ispezioni, la cui importanza in termini quantitativi e qualitativi è fuori discussione, concentrano troppo spesso l’azione sul solo versante sanzionatorio/repressivo, col possibile risultato di trascurare una fondamentale attività volta alla prevenzione a monte della valutazione dei rischi, n dalla progettazione e dall’organizzazione dei processi lavorativi. Il modo di lavorare, il contesto e le condizioni in cui lo si fa, determinano la possibilità o meno che l’esposizione al rischio in cui si trovano a svolgere la propria attività lavoratori e lavoratrici, comprometta la loro salute e la loro sicurezza. Il tema della prevenzione è un aspetto fondamentale e imprescindibile su cui investire, anche culturalmente, per incidere in concreto sui numeri degli infortuni e delle malattie professionali.

Un altro versante su cui occorre agire è la precarietà nel mondo del lavoro: non è un caso che se la

maggior parte degli infortuni mortali si veri cano in regime di appalto e subappalto. Tra le azioni legislative “salvi che” introdotte da poco c’è la patente a crediti: la Cgil ritiene che, per come è strutturata, non intervenga in modo sostanziale sull’approccio e sul lavoro in sicurezza e non riesca forse neppure nella azione di deterrenza. Il rischio è che si producano quasi esclusivamente costi aggiuntivi per il sistema che diversamente potrebbero essere impiegati per implementare l’attività di prevenzione: terremo monitorati nel tempo i risultati.

Caterina Marchetti

Dipartimento salute e sicurezza della CGIL di Ravenna

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Uil Ravenna: “La sicurezza deve essere al primo posto” Servono nuove risposte da parte delle istituzioni

In provincia di Ravenna, principalmente nei settori dell’edilizia, della logistica e dell’agricoltura, ma non solo, si combatte una vera e propria guerra quotidiana, in cui decine di lavoratori si infortunano e alcuni, purtroppo 8 persone nel 2024, perdono la vita ogni anno. Le condizioni di lavoro nei settori più a rischio espongono i lavoratori a situazioni estreme, ma le risposte delle istituzioni continuano a essere insu cienti, se non addirittura disarmanti, senza interventi concreti che garantiscano sicurezza e protezione alle lavoratrici e ai lavoratori. Un esempio lampante è la ‘patente a punti’ che alla ne si è rivelata una presa in giro per le vittime, un intervento sbagliato e senza empatia che non ha portato a nessuna soluzione concreta sul tema sicurezza.

“Un sistema integrato dove tutti gli attori collaborano”

Nel settore dell’edilizia la situazione è critica. I dati della Cassa Edile di Ravenna parlano chiaro: su 3.100 lavoratori nelle 610 aziende edilizie della provincia, solo 100 sono qualicati come capocantieri o responsabili della sicurezza. Questo implica una media di un “responsabile” ogni 8 can-

tieri, con supervisione gravemente insu ciente. Naturalmente non è così in tutti i contesti, ma i numeri ri ettono la necessità di potenziare questo ambito. La mancanza di gure quali cate nei cantieri è una delle principali cause degli infortuni sul lavoro e anche di quelli mortali. Ogni giorno, i lavoratori sono esposti a incidenti evitabili, a causa della carenza di formazione e delle risorse insu cienti per garantire condizioni di lavoro sicure.

Anche nel settore della logistica, che in generale ha uno dei tassi più alti di incidenti mortali, i rischi sono elevati a causa di condizioni di lavoro spesso molto precarie, scarsa formazione e mancanza di controlli.

L’agricoltura, pilastro dell’economia ravennate, non è immune dal tema sicurezza. I lavoratori agricoli, esposti a rischi legati a macchinari pesanti e fatica sica, subiscono infortuni per la scarsa sicurezza e la mancanza di prevenzione.

Un altro aspetto preoccupante è la carenza di controlli da parte degli organi ispettivi, viste le dimensioni degli or-

ganici. Le aziende del settore edilizio e logistico hanno una probabilità di controllo del 3% annuo, il che signi ca che ogni azienda potrebbe venire visitata ogni 33 anni. Nel settore agricolo e nelle piccole imprese, la probabilità è solo dell’1%, potenzialmente un controllo ogni 100 anni.

Nonostante le norme di legge parlino chiaramente di un sistema integrato per la sicurezza sul lavoro, questo concetto, in concreto, non viene quasi mai applicato.

La sicurezza deve essere intesa come un sistema, non come una serie di misure isolate o come un costo, ma come un insieme di attori che collaborano per garantire la protezione dei lavoratori. Ogni parte del sistema deve essere coinvolta: aziende, ispettori, formazione e, soprattutto, i lavoratori stessi. Ma questa logica non trova applicazione in tanti settori.

È urgente istituire una Procura Speciale per la sicurezza sul lavoro, che possa garantire giustizia alle vittime e alle loro famiglie. Troppe famiglie piangono la perdita di un caro e si trovano ad a rontare l’impunibilità di chi ha causato la morte, senza adeguate conseguenze legali.

Il tema delle malattie professionali è altrettanto cruciale. Le malattie legate al lavoro, come quelle derivanti dall’esposizione all’amianto, causano ancora centinaia di morti ogni anno. È necessario ridurre i tempi di attesa per il riconoscimento delle malattie professionali e ricevere integralmente la Direttiva europea sull’amianto Troppi lavoratori continuano a morire o a subire gravi infortuni per mancanza di formazione adeguata o con certi cazioni acquisite tramite corsi di formazione di dubbia qualità.

I numeri delle denunce di infortunio del-

la provincia di Ravenna, in aumento del 2,2% nel 2024 sul 2023, dimostrano che molte aziende non stanno investendo abbastanza nella formazione sulla sicurezza, esponendo i lavoratori a rischi elevati. La situazione richiede un intervento urgente per potenziare la formazione e garantire che attività a rischio sia supervisionata da personale quali cato.

La UIL ritiene che la formazione debba essere potenziata e con aggiornamenti continui per tutti i lavoratori, soprattutto quelli impiegati in settori a rischio. Le certi cazioni di sicurezza devono essere veri cate in modo rigoroso. Gli organi ispettivi devono essere potenziati con personale speci catamente formato.

La strage silenziosa che ogni giorno si consuma non può più essere tollerata. Le istituzioni devono mettere al primo posto la sicurezza dei lavoratori, destinando più fondi per la prevenzione, istituendo una Procura Speciale e implementando politiche di controllo più stringenti. È il momento di agire. Ora, prima che sia troppo tardi.

Zero Morti sul Lavoro non è una utopia ma un obbiettivo da raggiungere.

Antonio Pugliese

Responsabile Politiche della Sicurezza sul Lavoro UIL Ravenna

Sanitari, aggressioni in continuo aumento

In testa la Lombardia seguita dalla Campania

Le aggressioni al personale sanitario sono in costante aumento e il tema della sicurezza e della violenza nei confronti di operatori del Servizio sanitario regionale (SSR) in Emilia-Romagna richiede particolare attenzione. In questo contesto, il settore Innovazione nei servizi sanitari e sociali pubblica il rapporto “Episodi di aggressioni a danno di operatori dei servizi sanitari”. Il report si rivolge a tutti i professionisti del SSR e fornisce uno strumento per monitorare e valutare il fenomeno delle violenze, potenzialmente utile per stimolare interventi di miglioramento e di prevenzione a livello aziendale e regionale.

Cosa emerge

Nel

2023 in Emilia-Romagna 2.410 episodi – Sono le donne le più colpite

Il fenomeno è stato monitorato analizzando i dati aggiornati al 2023, raccolti dall’Onseps (Osservatorio

nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e sociosanitarie). Nel 2023 le aggressioni in Regione sono state 2.401 e hanno coinvolto 2.732 operatori, 2.112 si sono veri cate nelle strutture pubbliche, di cui 1.997 in ospedale. Nel corso degli ultimi anni, in particolare nell’ultimo biennio analizzato, è confermata la crescita degli episodi di violenza, soprattutto le aggressioni verbali (+44,7% dal 2022 al 2023) e contro la proprietà (+86,9% dal 2022 al 2023), mentre rimangono pressoché stabili quelle siche (+2,6% dal 2022 al 2023). Il volume di casi è sfavorevole per le femmine (1.777 casi pari al 65%). Il personale infermieristico è più frequentemente coinvolto (59,7%) a seguire i medici (11,2%) e gli operatori socio-sanitari (10,3%).

La sensibilizzazione del personale

L’aumento delle segnalazioni di aggressioni è verosimilmente da imputare a una più mirata e di usa sensibilizzazione del personale, mediante le numerose attività di formazione messe in campo dalla Regione e dalle Aziende sanitarie. Allo stesso tempo, negli anni, è migliorato il sistema di rilevazione degli eventi diventando più robusto e completo. I luoghi più colpiti sono quello ospedaliero nelle Aree di degenza (27,2%) e nei Pronto Soccorso (26,1%) mentre, in ambito territoriale sono maggiormente coinvolti i servizi psichiatrici (6,3%). L’analisi aziendale consente di evidenziare la forte eterogeneità e la variabilità del fenomeno nei diversi territori e va valutata con riferimento al contesto organizzativo, tuttavia, i dati presentati possono costituire un contributo per stimolare la discussione.

Fenomeno in crescita anche nel 2024

E i dati del 2024 non tranquillizzano gli operatori. Incrementi percentuali delle aggressioni per regione nel 2024: la classi ca delle prime 10 regioni. Un fenomeno che - indagine di Amsi (Associa-

zione Medici di Origine Straniera in Italia), Umem (Unione Medica Euromediterranea) e del Movimento Internazionale Uniti per unire - ha raggiunto livelli critici nel 2024, con un aumento medio del 33% rispetto all’anno precedente. A guidare la classi ca c’è la Lombardia (+25%), seguita dalla Campania (+22%) e Puglia (+20%). Seguono poi Lazio: +19%; Sicilia: +18%; Veneto: +17%; Piemonte e Liguria: +16%; EmiliaRomagna: +15%; Toscana: +14% e Calabria: +13%. La distribuzione geogra ca delle aggressioni vede il Nord Italia con il 63%, il Sud Italia (26%) e il Centro Italia (11%).

Vittime soprattutto le donne

Le vittime di queste aggressioni sono principalmente le donne (73%), con infermieri e sioterapisti tra le categorie più colpite. Gli episodi non riguardano solo le grandi città, ma anche le aree periferiche, dove la carenza di risorse si fa sentire con maggiore intensità. Gli aggressori, nella maggior parte dei casi, sono pazienti o familiari esasperati dalla lentezza o dalla mancanza di risposte adeguate da parte del sistema sanitario.

Poche denunce

Il 72% delle vittime non denuncia per paura o addirittura rassegnazione. Sono state 25.940 le aggressioni totali nel 2024 (i casi u cialmente denunciati, che non includono il sommerso) tra sanità pubblica e privata. Se nel 2023 le aggressioni u ciali erano state 18mila solo nella sanità pubblica, solo in quest’ultima si registra nel 2024 un aumento di ben 5940 aggressioni (+33%).

Un fenomeno globale

A livello internazionale, le aggressioni contro i professionisti sanitari sono in netto aumento. Nel 2024, si è registrato un incremento del 32% in Europa e del 39% a livello mondiale. Paesi come gli Stati Uniti (con un aumento del 40%) e il Regno Unito (aumento del 35%) sono tra i più colpiti. Anche in Egitto, il fenomeno ha preso piede con gravi conseguenze, tanto da spingere il governo a proporre leggi più severe contro gli aggressori. In Giordania, i medici stanno protestando per leggi che non proteggono adeguatamente i professionisti sanitari. In medio oriente ed in africa il numero più alto di violenza ed aggressione sica ed arresti nel 2024. Le donne sono le vittime principali, con le infermiere che subiscono il 73% delle aggressioni. In molte aree del mondo, specialmente in zone di con itto e nei paesi con risorse sanitarie insu cienti, le aggressioni supera-

no il 70%. Inoltre, in alcune regioni, i professionisti della sanità a rontano leggi che limitano la loro capacità di lavorare all’estero, complicando ulteriormente la situazione.

Le soluzioni

“Dobbiamo decongestionare i pronto soccorsi, liberandoli – spiega Foad Aodi presidente di AmsiUmem-Uniti per Unire – dai casi meno urgenti, e creare un sistema integrato che possa rispondere alle esigenze dei cittadini senza compromettere la sicurezza del personale sanitario” ha detto Aodi. La proposta di Aodi prevede quindi la creazione di ambulatori per la gestione dei codici bianchi, dedicati ai pazienti con patologie non urgenti: “Questi ambulatori potrebbero essere collocati in prossimità dei pronto soccorsi o all’interno delle ASL e delle strutture accreditate, con un focus particolare sui giorni di maggiore afuenza, come ne settimana e festività”.

Foad Aodi, presidente Amsi-UmemUniti per Unire (foto da sanitainformazione.it)
in questa pagina ph. Shutterstock

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RASSEGNA NOTIZIE

ROMAGNA

12 febbraio

L’industria della

Romagna tiene

Indagine di Con ndustria sulle imprese

Il 2024 dell’industria romagnola si chiude con un unico segno lievemente negativo, quello delle esportazioni, per mezzo punto percentuale: gli altri indicatori si confermano tutti in territorio positivo, seppure in rallentamento. È quanto emerge dalla rilevazione tra le aziende associate sulle tre province romagnole, e ettuata nel mese di gennaio dal Centro Studi di Con ndustria Romagna, che ha raccolto i dati sulle variazioni nel secondo semestre 2024 rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente, oltre a sondare le aspettative sulla prima metà dell’anno in corso.

“Nella seconda metà dell’anno scorso abbiamo rilevato in particolare una buona tenuta dell’occupazione e del mercato interno, che compensa la performance appannata dell’export, con parti invertite rispetto a inizio 2024. Ora incombe il pericolo dei dazi Usa e la di coltà a trovare personale”, riassume il presidente di Con ndustria Romagna, Roberto Bozzi (nella foto).

Ravenna
Forlì-Cesena
Rimini

Utile record per la Cassa

Aumenta il dividendo

Con una lettera agli azionisti, il presidente Antonio Patuelli ha reso noto che il consiglio di amministrazione della Cassa di Ravenna Spa, capogruppo dell’omonimo Gruppo bancario, su proposta del direttore generale Nicola Sbrizzi, ha approvato i risultati individuali della Cassa e consolidati del proprio Gruppo Bancario relativi all’esercizio 2024. L’utile lordo della Cassa è cresciuto a 52,5 milioni di euro (+25,04%), mentre l’utile netto è aumentato a 37 milioni di euro (+15,45%): si tratta del risultato migliore dal 1840. Il Cda della Cassa ha deliberato la proposta di distribuzione di un dividendo, ulteriormente aumentato, nella forma di una azione ogni 26 possedute (senza oneri scali per l’azionista) o, a richiesta, in contanti, di 61 centesimi di euro lordi per azione (+19,61%). (foto Shutterstock)

Forlì

11 febbraio

Poltronesofà, sconti sotto la lente

L’Antitrust apre un’istruttoria

L’Antitrust ha accolto le denunce del Codacons aprendo una istruttoria nei confronti dell’azienda Poltronesofà per possibile pratica scorretta. Possibile “pratica commerciale scorretta”. Con queste parole l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato un’istruttoria nei confronti di Poltronesofà. Il motivo di questa decisione è presto detto. Durante le campagne promozionali di use attraverso TV, radio, social media e internet, infatti, secondo l’Antitrust, la società non indicherebbe correttamente i prezzi e gli sconti pubblicizzati. In particolare, scrive l’Antitrust, Poltronesofà – nell’ambito di continue campagne promozionali – “enfatizzerebbe l’esistenza e la convenienza di prezzi ribassati e di percentuali di ‘sconto’ – tra l’altro ‘a termine’ – calcolati rispetto a ben più elevati ‘prezzi pieni’ che, nella sostanza, non verrebbero mai o quasi mai applicati dalla società”.

Rimini

5 febbraio

Calano i negozi al dettaglio

Imposta sull’ecommerce per salvarli

Il processo di deserti cazione commerciale dei centri urbani continua senza sosta: nel 2024, per ogni 3 negozi che hanno chiuso de nitivamente, solo 1 ha aperto. “Per invertire urgentemente questa tendenza – dice Fabrizio Vagnini (nella foto), Presidente di Confesercenti Rimini, nella foto – servono interventi mirati a sostegno delle imprese di vicinato e politiche di rigenerazione urbana. Proponiamo l’introduzione di un regime scale agevolato per i servizi di base nei comuni più colpiti dalla deserti cazione commerciale e l’istituzione di un Fondo per la rigenerazione urbana, nanziato in parte dai contributi per la rottamazione delle licenze commerciali e in parte da una addizionale web, un’imposta nazionale sulle vendite e ettuate dai grandi operatori internazionali dell’e-commerce”.

Ravenna 12 febbraio

Ravenna

4 febbraio 2025

Parte bene l’anno per il Porto

Tra ci in aumento del 13%

Tra ci in aumento del 13% a gennaio per il Porto di Ravenna. Il buon inizio anno segue un ottimo ultimo trimestre 2024 che ha permesso di chiudere il 2024 con un complessivo +0,2% rispetto al 2023. Le merceologie che mostrano incrementi positivi sono i materiali da costruzione che sono praticamente raddoppiati, (+98,9%), i prodotti metallurgici (+38,7%) e gli agroalimentari liquidi dovrebbero aumentare del 9,1%. Leggermente in calo gli agroalimentari solidi (-6,1%), i prodotti chimici liquidi (-13,9%) e i prodotti petroliferi (-18,6%). Calo più accentuato per i concimi (-27,2%) che stanno risentendo dell’aumento del costo dell’energia che ha immediate ripercussioni sui prezzi dei prodotti. Ottima la performance per i container, con oltre 14.300 TEUs (oltre 3.200 TEUs in più; +29,4% rispetto a gennaio 2024) e per la merce in container, in crescita del 37,7% rispetto a gennaio 2024. (foto Shutterstock)

Forlì

13 febbraio

Restyling al parco Urbano

Lavori per oltre 3 milioni

Una convenzione quadro dal valore di oltre 3,3 milioni per a dare a Consap S.p.A. le attività tecnico-specialistiche funzionali alla progettazione, a damento ed esecuzione dei lavori di messa in sicurezza del canale di Ravaldino (904mila euro), ripristino e riquali cazione del Parco Urbano “Franco Agosto” (1,95 milioni), installazione di paratie o altri sistemi antiallagamento in corso Garibaldi e vicolo Casaglia (450mila euro). Con i voti di maggioranza e opposizione la proposta di delibera per ra orzare la difesa idraulica del territorio forlivese, illustrata dall’assessore Giuseppe Petetta, è stata approvata nel consiglio comunale. “Questi 3 interventi – ha spiegato l’assessore Petetta – sono nanziati tramite ordinanza n.33/2024 del Commissario straordinario con risorse PNRR, quindi il termine ultimo per la loro realizzazione è giugno 2026”.

Forlì

12 febbraio

Museo

del vino a Bertinoro

Il progetto va avanti

Nascerà a Bertinoro il Museo del Gusto dedicato al vino. Già a partire dal 2017, alla luce delle valutazioni positive sull’attività di promozione attuate grazie alla Riserva Storica del Sangiovese di Romagna, si era evidenziata la necessità di un ulteriore sviluppo della Riserva. Nacque così la “cantina del Vescovo”. Questo locale fa parte del complesso dell’ex Seminario, dal 2000 sede della foresteria del Centro Universitario di Bertinoro. Nel corso del 2024 il Comune di Bertinoro ha ottenuto un contributo dalla Regione Emilia-Romagna e, conseguentemente, ha avviato un’importante progettazione volta al de nitivo recupero di questo spazio perfettamente idoneo al consolidamento del progetto della Riserva Storica, in quanto o re le condizioni ideali di invecchiamento per i vini. E la Riserva diventa il fulcro di un nuovo Museo del Gusto dedicato al vino.

Cesena 11 febbraio

Cena

in trattoria con pernotto

Notte gratis per chi degusta il menù completo

Godersi una bella cena nel cuore di Cesena e poi passeggiare lungo le vie del centro storico no ad arrivare a uno dei migliori b&b della città, dove il soggiorno è gratis. Non è uno scherzo, ma la nuova esperienza disponibile grazie alla collaborazione tra Osteria Michiletta e B&b Le Rossi Bed, attività dell’ospitalità situate a poche centinaia di metri di distanza l’una dall’altra. “Fare rete tra realtà amiche e vicine è il modo migliore per o rire servizi ed esperienze di qualità e contribuire concretamente alla vitalità del centro storico” a erma Simone Rosetti, alla guida di quella che è una delle più antiche osterie di Cesena. “Chi proverà l’esperienza completa nella nostra osteria, scegliendo il percorso di degustazione a sei portate con abbinamento cibo-vino, potrà prolungare il piacere della serata pernottando a pochi passi, senza spendere un euro in più”. (nella foto Christian Rossi e Simone Rosetti)

Ravenna

4 febbraio

L’economia ravennate tiene

So rono industria ed export

Tiene l’economia ravennate (+0,2% nel 2024), ma restano le incertezze per il 2025. So re l’Industria, stabili i servizi trainati dal turismo, in espansione le costruzioni. Export debole. Questi i dati principali di usi dall’Osservatorio dell’economia della Camera di commercio di Ferrara Ravenna nella riunione del Tavolo sulle opportunità economiche e occupazionali, tenutosi alla presenza del presidente della Camera di Commercio, Giorgio Guberti (nella foto), della presidente della Provincia di Ravenna, Valentina Palli, dei vertici delle Istituzioni, delle associazioni di categoria e delle organizzazioni sindacali, e di Guido Caselli, direttore del Centro Studi di Unioncamere Emilia-Romagna.

Ravenna

30 gennaio

Fondazione Cassa di Risparmio

Mirella Falconi Mazzotti presidente

Mirella Falconi Mazzotti (al centro nella foto) prima donna presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna; vice presidente è stato eletto Franco Gabici. Si è concluso alla Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna il secondo quadriennio del presidente Ernesto Giuseppe Al eri e del vice presidente Alberto Domenicali. Sotto la presidenza Al eri la Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna ha sviluppato crescenti attività sociali, realizzato progetti importantissimi, ad iniziare dall’apertura dei Musei Byron e del Risorgimento a Palazzo Guiccioli, dall’apertura e dal consolidamento del Corso di Laurea in Medicina dell’Università, dalla crescita del Festival Dantesco.

ROMAGNA 27 gennaio

Lotta al granchio blu

Arriva il piano del governo

“Il piano presentato dal Governo per contrastare l’avanzata del granchio blu è una notizia positiva, che può segnare una svolta importante. Ora è fondamentale lavorare con tempestività e in coordinamento con le istituzioni regionali e locali, con le associazioni di pesca e le imprese, che non si sono mai sottratte al confronto e alla necessità di trovare soluzioni condivise”. Così l’assessore all’Agricoltura, Alessio Mammi, ha commentato le sei misure del piano di intervento per il contenimento e il contrasto del fenomeno della di usione e proliferazione del granchio blu, presentate settimana scorsa al Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare. (foto Shutterstock)

Forlì-Cesena

31 gennaio

Appennino più attrattivo

Pronti 24 progetti per lo sviluppo

Accrescere l’attrattività del territorio per migliorare la qualità della vita, o rire maggiori opportunità ai giovani e contrastare lo spopolamento, anche attraverso investimenti per riquali care aree e spazi pubblici. Queste le direttrici dei 24 progetti previsti per l’Appennino Forlivese e Cesenate grazie alle Strategie territoriali integrate per le aree montane e interne (Stami), con un investimento complessivo di oltre 12 milioni di euro. Il dettaglio delle azioni previste è stato al centro dell’incontro che si è svolto oggi a Civitella di Romagna tra l’assessore regionale alla Montagna e aree interne, Davide Baru , con i sindaci dei nove Comuni compresi nella Stami locale: Galeata, Portico e San Benedetto, Premilcuore, Rocca San Casciano, Santa So a, Tredozio, Bagno di Romagna, Verghereto e Civitella. (foto Shutterstock)

Forlì-Cesena

22 gennaio

Giovani imprenditori crescono

In arrivo un premio per gli under 40

In provincia di Forlì-Cesena, dove l’imprenditorialità si conferma assai di usa – 96 imprese ogni 1.000 abitanti rispetto alle 88 a livello regionale e alle 86 del nazionale – oltre il 55% dei nuovi imprenditori individuali è under 40, a riprova della propensione dei giovani a considerare l’avvio di una nuova attività come un’opportunità concreta nella costruzione del proprio futuro.A loro e a tutti gli aspiranti imprenditori e professionisti interessati a “mettersi in proprio” si rivolge il premio “CreaimpresaLab Cna Forlì-Cesena–Imprenditori di domani”, a cui è possibile iscriversi entro il prossimo 4 aprile (https://www.cnafc.it/2024/12/04/concorso/). Il concorso, oltre ad assegnare premi del valore di 3.500 euro ai quattro progetti migliori e otto premi aggiuntivi in servizi CNA da 750 euro ciascuno, o re a tutti i partecipanti una consulenza gratuita per l’analisi dell’idea imprenditoriale e della sua fattibilità, aggiornata alle concrete opportunità scali previste per le nuove imprese. (foto Shutterstock)

Ravenna 17 gennaio

Due marchi storici per Edit Italia

Il Romagnolo e Inchiostri Giò. Diletti sugli scudi

Importante riconoscimento per l’impresa ravennate Edit Italia – che spazia dall’informazione (notizie locali, econo miche, tra cui Romagna24economia, e approfondimenti di storia locale) all’advertising passando per il mondo del riuso (Secondamano®) e gli archivi fotogra ci – e che ora si può fregiare di due marchi storici. Unioncame re ha infatti riconosciuto che Edit Italia è oggi detentrice di due marchi rimasti attivi n dall’800: uno è “Il Romagnolo®” (testata fondata nel 1838), l’altro è “Inchiostri Giò. Diletti®” (dal 1872). Si tratta di un riconoscimento che premia la dedizione la managerialità di un’impresa che investe sul territorio.

EMILIA-ROMAGNA

22 gennaio

Credito a sostegno dell’agricoltura

38 miliardi alle imprese della regione

Supportare le aziende agricole e agevolarne sempre di più l’accesso al credito per difendere produzioni, redditi e territori, aiutarle a consolidare la presenza sul mercato interno ed estero. Il presidente dell’Associazione Bancaria Italiana, Antonio Patuelli, conferma il buon momento nei rapporti fra il settore dell’agricoltura e le banche in Italia, prendendo la parola all’incontro promosso in città dall’Impresa Familiare di Confagricoltura Ravenna con il partenariato di FIIAF nazionale: “Il 5,7% del totale dei prestiti alle imprese è del settore agricolo, per oltre 38 miliardi di euro. All’agricoltura, silvicoltura e pesca dell’Emilia Romagna a ne 2024 erano rivolti prestiti per oltre 5 miliardi, sul totale nazionale dei 38 miliardi di euro con una percentuale del 13,6”. (foto Shutterstock)

EMILIA-ROMAGNA

23 gennaio

Elisa Cugini al vertice di Fedagripesca

Subentra a Ra aele Drei

Cambio alla guida di Confcooperative Fedagripesca Emilia Romagna, la Federazione regionale che riunisce 374 cooperative agricole, agroalimentari e della pesca con quasi 46.000 soci, 19.500 occupati e un fatturato complessivo di 11,6 miliardi di euro. Preso atto delle dimissioni di Ra aele Drei, presentate a seguito della nomina a presidente nazionale della Federazione, il consiglio regionale ha eletto all’unanimità Elisa Cugini (nella foto) come nuova presidente di Confcooperative Fedagripesca Emilia Romagna. Cinquant’anni, imprenditrice agricola con un allevamento di bovini da latte per la produzione di Parmigiano Reggiano, Elisa Cugini è presidente della Latteria Sociale La Mezzanese situata nel Comune di Sorbolo Mezzani nella Bassa Parmense.

Forlì-Cesena

23 dicembre

Prestiti bancari in calo

Alle imprese il 54,8% del totale

Continua la essione dei prestiti complessivi, anche se in forma più attenuata, nel terzo trimestre 2024 nel territorio Romagna. In base ai dati provvisori della Banca d’Italia (U cio Ricerca Economica di Bologna), in provincia di Forlì-Cesena, al 30/09/2024 i prestiti totali ammontano a 10.267 milioni di euro (7,7% dell’Emilia-Romagna), così suddivisi: 54,8% alle imprese, 41,8% alle famiglie e 3,4% ad altri soggetti (società nanziarie, enti pubblici, istituzioni senza scopo di lucro). Rispetto al 30 settembre 2023 si registra una essione del 2,1% dei prestiti concessi; continua, pertanto, da inizio anno 2023, la diminuzione del credito, anche se in forma più attenuata. (foto Shutterstock)

Ravenna

9 dicembre 2024

Energy Park di Faenza

Arrivano i fondi del PNRR

Il Gruppo Hera si è aggiudicato 6,6 milioni di euro di nanziamento europeo (PNRR) per lo sviluppo dell’Energy Park di Faenza, progetto che prevede lo sviluppo di un sistema che lega la produzione di energia attraverso pannelli fotovoltaici agli impianti agricoli. Il progetto di Energy Park di Faenza ha ottenuto il maggior contributo tra i progetti ammessi nel Centro-Nord ed è risultato decimo nella graduatoria italiana. Per promuovere la realizzazione di questi sistemi ibridi agricoltura-energia, il bando PNRR prevede l’erogazione di un incentivo composto da un contributo in conto capitale, pari al massimo al 40% delle spese sostenute per la realizzazione dell’impianto, e di una tari a incentivante ssa e predeterminata per 20 anni applicata alla produzione di energia elettrica netta immessa in rete.

ROMAGNA

16 gennaio

La Bcc continua crescere

Soci oltre quota 40.000

LA Bcc ravennate, forlivese e imolese vuole essere banca di comunità, radicata nel suo territorio. Fondamentale appare quindi il legame con la sua base sociale. “Nel 2024 sono stati superati i 40.000 Soci, traguardo che conferma la ducia del territorio nei nostri confronti ed i bene ci dell’adesione alla nostra cooperativa che è sia ideale, sia fondata su bene ci e vantaggi economici. La nostra banca si pone a anco della comunità, privilegiando le persone, le relazioni ed i progetti”. Questo il commento del Presidente della Bcc Giuseppe Gambi alla notizia dell’importante traguardo raggiunto. Così è stata premiata la quarantamillesima socia della Bcc, la studentessa alfonsinese Bianca Mulder, che frequenta l’ultimo anno del Polo Tecnico di Lugo.

Forlì-Cesena Ravenna Rimini

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Direttore editoriale: Carlo Sera ni

Testata registrata presso il Tribunale di Ravenna al n. 1464 del Registro della Stampa in data 23/02/2021 Stampa: FC PI 01807620404 Editore: Edit Italia Srl. , Piazza Bernini 6, 48124 Ravenna - editoriale@edititalia.it - Tel. 0544.511311 Concessionaria pubblicità: Publimedia Italia Srl., Piazza Bernini 6, 48124 Ravenna - info@publimediaitalia.com - Tel. 0544.511311

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