L’energia cambia pelle e progetta il suo futuro A OMC va in scena la transizione
RAVENNA
FORLÌ-CESENA RIMINI
Nell’inserto centrale: › il programma eventi in italiano
in questo numero:
OMC, nasce a Ravenna l’energia che guarda al futuro pagina 3
Il Porto di Ravenna progetta il suo futuro pagina 7
Randi: “Ravenna, l’energia al centro dello sviluppo” pagina 13
Il rigassi catore diventa operativo pagina 17
Inserto: OMC 2025 Event Agenda pagina 23
Agnes, l’eolico a mare ancora in stand-by pagina 27
La cattura della CO2 diventa realtà pagina 31
Speciale OMC 2025
Fratelli Righini, le rinnovabili nel motore pagina 37
Romagna 24 economia - Rassegna notizie pagina 43 › 47
Si terrà a Ravenna presso il Pala De André dall’8 al 10 aprile del 2025 la 17ª edizione di OMC Med Energy, la più importante Conferenza sull’energia del Mediterraneo, a cui parteciperanno oltre 14mila visitatori, provenienti da 27 Paesi con circa 400 espositori. Francesca Zarri – presidente di OMC e con una importante e pluridecennale esperienza nel settore dell’energia e delle tecnologie –spiega che “il dialogo multilaterale sull’energia ha un ruolo fondamentale. OMC, dalla sua nascita, non è solo una Conferenza sull’energia, ma un luogo di incontro sulle s de del momento, che nei temi energetici a ondano sempre le loro radici”. Questo numero di Romagna24Economia analizza le potenzialità dell’industria ravennate dell’energia e, in generale, gli scenari che si aprono sul fronte dell’innovazione della ricerca e il ruolo chiave di Ravenna come hub energetico nazionale.
MENSILE DI ECONOMIA, AFFARI, IMPRESA E SOCIETA’
OMC, nasce a Ravenna l’energia che guarda al futuro
La rassegna mondiale al Pala De André dall’8 al 10 aprile
Previsti
Si terrà a Ravenna presso il Pala De André dall’8 al 10 aprile del 2025 la 17ª edizione di OMC Med Energy, la più importante Conferenza sull’energia del Mediterraneo, partecipata dai principali protagonisti del settore a livello internazionale. Sono previsti circa 14mila visitatori, provenienti da 27 Paesi oltre a 400 espositori. Francesca Zarri –presidente di OMC e con una importante e pluridecennale esperienza nel settore dell’energia e delle tecnologie – spiega che “il dialogo multilaterale sull’energia ha un ruolo fondamentale. OMC, dalla sua nascita, non è solo una Conferenza sull’energia, ma un luogo di incontro sulle s de del momento, che nei temi energetici a ondano sempre le loro radici. Nella prossima edizione, vogliamo sottolineare l’importanza delle comunità nel percorso di transizione, raccontando Ravenna come modello di riferimento per le sue caratteristiche uniche, la sua storia e
oltre 14mila visitatori provenienti da 27 Paesi
l’impegno collettivo nella rigenerazione sostenibile degli spazi. Questa città è un complesso produttivo servito da un grande porto industriale, integrato in un distretto fra i più dinamici d’Europa”. Infatti, le attività energetiche sul territorio ravennate spaziano dal gas naturale alla generazione di energia elettrica e riquali cazione ambientale, no alla CCS (cattura e stoccaggio della CO2). “Il nostro obiettivo – aggiunge Zarri - è quello di o rirci al panorama internazionale come piattaforma utile all’ideazione e alla costruzione di innovazione, con un occhio attento allo sviluppo del territorio”.
L’edizione 2025 di OMC è la prima che Francesca Zarri organizza. “Eredito una manifestazione che negli anni è stata guidata verso il successo che oggi vive – spiega Zarri - sostenuta da un’agenda nazionale e internazionale di grande rilievo. Nell’ultimo anno il contesto e le innovazio-
“L’elevato costo dell’energia è uno dei decisivi fattori economici che penalizzano le produzioni italiane sui mercati internazionali. In questi ultimissimi anni l’Italia ha fatto passi in avanti per l’autonomia energetica e progressi per la sostenibilità. Occorre proseguire con decisione su questi indirizzi strategici. I territori del ravennate sono all’ avanguardia per iniziative di sviluppo energetico sostenibili e occorre proseguire con decisione non solo a Ravenna”. Il presidente del Gruppo La Cassa di Ravenna e dell’Abi, Associazione bancaria italiana, Antonio Patuelli, fa il punto sull’attitudine degli istituti di credito a sostenere l’innovazione in campo energetico. “Le banche sono attente a tutte le tematiche innovative e tradizionali. Inoltre, è il Gruppo Eni il principale protagonista delle iniziative”, spiega Patuelli, che aggiunge: “le banche sostengono investimenti di ogni genere che abbiano innanzitutto una solida e anche prospettica sostenibilità per la tutela della salute e dell’ambiente, e una validità per progetti industriali e potenzialità di crescita economica e sociale. Le banche sono tutte in concorrenza fra loro e competono innanzitutto per qualità”.
ni hanno cambiato il mondo. Crediamo sia utile rinforzarsi come catalizzatore di innovazione e collaborazione nel contesto nazionale e mediterraneo, perché l’evento possa fungere da base per una scala globale. Consolidiamo allora l’idea di OMC Med Energy come punto di riferimento per un dialogo multi-energy e multi-stakeholder, così da a rontare le s de con una visione davvero completa.
E ora sta aumentando la domanda di prestiti da parte di privati e imprese. “Siamo usciti dalla fase di massima emergenza della pandemia. Il porto di Ravenna – spiega Patuelli - sta vivendo delle colossali trasformazioni innanzitutto per i plurimi e grandi investimenti strutturali. La crescita del porto e gli investimenti per l’energia hanno delle connessioni e realizzano delle potenzialità assai rilevanti per la crescita economica, occupazionale e sociale del territorio in cui si insediano. Le richieste di prestiti da parte delle varie imprese energetiche e portuali presso le banche vanno viste insieme all’esame delle risorse proprie che le imprese stesse destinano agli investimenti. Occorre avere una completa visione di insieme per i progetti industriali, per i piani di sviluppo in corso d’opera e prospettici, per i loro rischi, oltre alle potenzialità”.
L’obiettivo è continuare a sviluppare le alleanze tra le persone, perché sono loro a fare la di erenza, come attori del cambiamento. Credo infatti in una visione che integri l’innovazione con la sostenibilità e i territori con le loro particolarità e potenzialità”.
L’edizione del 2025 si concentrerà sulle s de globali che stanno de nendo il futuro del settore energetico. “Il nostro obiet-
tivo – aggiunge Zarrisarà quello di mettere a confronto esperienze e visioni, per costruire soluzioni pratiche alle domande che dobbiamo a rontare insieme, come il contributo delle tecnologie per la decarbonizzazione, la sicurezza energetica, il contrasto alla povertà energetica, la competitività dei Paesi e la sostenibilità della loro crescita. Per fare questo dobbiamo unire le forze di tutti gli attori del settore: dalle PMI ai grandi distretti industriali, dalle istituzioni alla ricerca, dai cittadini, alla nanza privata no ai media e alla PA. Ravenna ha le capacità e l’ambizione per essere modello di questa nuova alleanza”.
L’innovazione è il motore principale per a rontare ogni s da. E oggi abbiamo accesso a conoscenze che consentono di bilanciare in una certa misura gli obiettivi di decarbonizzazione con la sostenibilità economica e so-
Antonio Patuelli, presidente del Gruppo La Cassa di Ravenna e Abi
ciale dei processi. L’ambizione è che si possano trovare soluzioni sempre migliori. “È fondamentale – conclude Zarri - ragionare sulla competitività come pivot per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione al 2050. Il presupposto principale per creare valore attraverso l’innovazione è lo scambio di conoscenze tra le diverse realtà e OMC Med Energy vuole essere un luogo di incontro dove espe -
Il Roca supera le 40 adesioni
In buona salute l’o shore ravennate
rienze diverse danno vita a sintesi mai realizzate. In questo percorso è fondamentale che intervenga il mondo produttivo. Le aziende hanno infatti un ruolo centrale nello scambio di esternalità positive con il territorio. Così si formano le nuove generazioni e si sviluppa un patrimonio di esperienze che, a loro volta, sono moltiplicatore di idee e crescita. È quello che ci proponiamo di fare nella nostra Innovation room”.
L’assemblea dei soci del Roca, l’associazione che raggruppa le imprese del distretto di Ravenna che operano nel settore o shore, si è riunita, presieduta da Stefano Silvestroni, per approvare il bilancio previsionale 2025. Alta la partecipazione degli associati, che sono ulteriormente cresciuti e per la prima volta hanno superato la soglia dei 40. Gli interventi hanno sottolineato l’importanza della collaborazione tra Autorità, Eni e aziende locali. Questo approccio ha contribuito a rafforzare la credibilità e coerenza di Ravenna che si conferma un territorio a dabile in cui è possibile investire
con sicurezza e lungimiranza. Grazie a questo, sono ottime le prospettive di lavoro per i prossimi e futuri anni soprattutto nei settori ’carbon neutrality’.
L’incontro ha de nito gli obiettivi programmatici del 2025 e rimarcato le nalità sociali dell’associazione. Tra queste, un ruolo centrale è attribuito al supporto della società Omc srl impegnata nell’organizzazione della manifestazione OMC Med Energy, un momento di dibattito in cui ci si confronterà su energie tradizionali e rinnovabili e tecnologie per la decarbonizzazione. L’assemblea ha rilevato con soddisfazione “la riconfermata e cacia della propria mission di contribuire con le idee e le esperienze degli associati ad animare il dibattito sul progresso della tecnologia per assicurare, anche con soluzioni innovative e al minor costo economico possibile, ai cittadini l’energia di cui hanno bisogno riducendo l’impatto ambientale e salvaguardando contemporaneamente l’attività economica e occupazionale”.
Francesca Zarri, presidente Omc
ORGANISMO DI ISPEZIONE ACCREDITATO ACCREDITED INSPECTION BODY
2014/68/UE directive
2014/68/UE directive
DM 329/04
DM 329/04
MAIN ACTIVITIES
Welder qualifications and welding procedures
according to national and international codes and standards
Directive 2014/68/EU
on the harmonization of the Laws of the Member States relating to the making available on the market of the pressure equipment.
Inspection, expediting and testing surveillance services in the following sectors:
Field:
•Industrial product
Subfield:
•Pressure equipment and assemblies
Range:
•Supervision of dimensional, non destructive and functional tests, supervision of welding processes
•Supervision of welding and welders qualification procedures
Stage:
•Manufacturing
•Initial
•In service
•Testing
Field:
•Construction
Subfield:
•Works
Range:
•Inspection on the construction process
Stage:
•During execution
ORGANISMO DI ISPEZIONE ACCREDITATO ACCREDITED INSPECTION BODY
Il
Porto di Ravenna progetta il suo futuro
Energia sempre più rilevante nelle strategie di crescita
Porto di Ravenna sempre più come hub commerciale ed energetico. Sotto il primo pro lo, torna il segno più per la movimentazione del porto di Ravenna nel 2024. Infatti, dopo i due anni record consecutivi del 2021 e 2022 e il calo del successivo 2023, il porto di Ravenna nel 2024 torna in positivo assestandosi a 25.503.131 tonnellate di merce complessiva (+ 0,16% rispetto allo scorso anno) anche se occorre registrate la difcile congiuntura dei container che conservano un signicativo segno negativo. Sul fronte energetico, invece, proseguono il lavoro per la messa in esercizio del rigassi catore che entrerà in funzione entro aprile. Mentre per la CO2 sono partiti gli stoccaggi di prova nelle gallerie che prima contenevano gas. Tornando agli scambi commerciali, complessivamente, il numero di toccate delle navi è stato pari a 2.571 con 38 navi
Molto dipende dalla soluzione delle crisi geopolitiche che penalizzano il Canale di
Suez
in più rispetto al 2023. E le prospettive per il 2025 – anno in cui avverrà anche il cambio al vertice dell’Autorità portuale in scadenza a gennaiosono improntate ad un prudente ottimismo legato alla soluzione della crisi geopolitica che investe il canale di Suez e che induce molte imbarcazioni a circumnavigare l’Africa piuttosto che a entrare nel Mediterraneo. Complessivamente, nel 2024 il tra co ha risentito ancora anche della guerra nell’area del Mar Nero assestandosi intorno a 2,7 ml di tonnellate rispetto ai circa 5 milioni di tonnellate pre guerra.
Un anno di cile alle spalle
“Il 2024 – spiega Daniele Rossi, commissario straordinario del porto di Ravenna e in precedenza Presidente dell’Autorità Portuale di Ravenna - è stato un anno molto di cile e complesso sotto tanti punti di vista, non solo per il porto
di Ravenna ma per tutta Europa in ragione del perdurare di tensioni geopolitiche i cui e etti non solo hanno impattato pesantemente sulla crescita economica del nostro Paese ma hanno anche generato, in ragione dei rischi di nuovi rialzi dei prezzi legati ai rincari delle quotazioni delle materie prime, un clima di generale incertezza che, inevitabilmente, rallenta gli investimenti”.
I numeri del 2024 dicono che dopo ottobre e novembre chiusi con incrementi superiori al 20%, anche il mese di dicembre si è chiuso con un segno positivo. Nell’ultimo trimestre sono stati recuperati i tra ci persi nei primi mesi dell’anno quando è esplosa la crisi del Canale di Suez che ancora oggi, soprattutto nel settore container, sta mettendo in di coltà i porti italiani e mediterranei. A questo si è aggiunto in autunno il con itto nell’area Israele/Libano, mercati storicamente collegati allo scalo di Ravenna.
I singoli comparti
Entrando nelle macro categorie si segnala la forte ripresa dei materiali da costruzione (4.079.701 tonnellate con +6,6% rispetto al 2023). Tale recupero è sicuramente da attribuire all’aumento di import delle materie prime per la produzione di ceramiche del distretto di Sassuolo e l’au-
mento dei prodotti agroalimentari (solidi e liquidi) con 5.308.327 tonnellate (+ 1,96 %). In calo, invece, i prodotti metallurgici che si attestano a 5.981.603 tonnellate (- 8,2%). Tale perdita è imputabile alla crisi dell’industria siderurgica europea, accentuata con la crisi dell’auto e i dazi all’import, considerando anche la diminuzione degli sbarchi dall’acciaieria di Taranto a seguito del calo della produzione. Negativo il 2024 per i container, con 199.778 TEUs (-7,9% rispetto al 2023) e per la merce in container che si attesta a 2.245.052 tonnellate, in diminuzione del 4,6% rispetto al 2023. Il settore container è quello maggiormente colpito dalla situazione del Mar Rosso. In questa situazione la nuova linea feeder della compagnia CMA-CGM per collegare il mediterraneo orientale e la Turchia anche al porto di Ravenna, potrebbe invertire la tendenza negativa che si è manifestata in tutti i porti italiani ed in particolare nei porti Adriatici conseguentemente a tale situazione.
Il boom delle crociere
In ne il settore crociere che ha visto nel 2024 la movimentazione di 272.219 passeggeri di cui 222.353 in home port con un calo del 17,7% rispetto al 2023. In questo caso il
Daniele Rossi, presidente Autorita Portuale
Proseguono i lavori per l’abbassamento dei fondali
Si lavora alla diga per il rigassificatore
Il 2024 è stato un anno di svolta per gli interventi infrastrutturali al porto di Ravenna, primo tra tutti il completamento dei lavori per l’abbassamento a -12,50 metri dei fondali e l’avvio di quello per i -14,50 metri. per un costo complessivo di 300 milioni. Il tutto mentre sono in corso anche i lavori della nuova stazione marittima a Porto Corsini, un investimento complessivo di 46 milioni, tra pubblico (6 milioni) e privato (40 milioni), cui si lega il progetto del Parco delle Dune il cui iter sta andando avanti. È in corso di realizzazione anche l’impianto di cold ironing (messa a disposizione di corrente elettrica alle navi) per il terminal crociere, un investimento di oltre 30 milioni (con fondi PNRR) che consentirà alle navi di spegnere i motori durante la
calo era preventivato rispetto all’anno record del 2023 a seguito della minore capacità di accoglienza del terminal causata dal cantiere per la costruzione della nuova stazione marittima, che si concluderà nel 2026.
Il peso della guerra
“Il con itto russoucraino – commenta Rossi - ha messo in crisi i tra ci con il Mar Nero, storico bacino di riferimento del nostro scalo. In questo contesto, rispetto al quale, nel tempo, il sistema è riuscito a reagire trovando nuovi tra ci che hanno permesso di compensare almeno in parte le perdite, è venuto poi ad impattare il problema della guerra israeliano palestinese con la conseguente crisi del canale di Suez, dal quale passava il 12% del tra co mondiale ed il 40% di quello nazionale (20% la quota riferita al nostro scalo)”.
sosta nel porto, con evidenti bene ci ambientali. Ma il 2025 soprattutto sarà l’anno dell’avvio del rigassi catore, un’opera da 1,3 miliardi di cui è parte integrante una diga che avrà la funzione di proteggere dal moto ondoso il rigassi catore che sorge al largo della costa di Ravenna, anche nelle condizioni meteomarine più avverse, di protezione alta come un palazzo di 4 piani, con una lunghezza di 880 metri e una larghezza di 22 metri.
l’Africa allungando il viaggio con conseguenti signi cativi aumenti dei costi e privilegiando i porti del Nord Europa a scapito soprattutto dei porti del Nord Adriatico.
Da dicembre del 2023, quando i ribelli Houthi hanno annunciato l’intenzione di attaccare tutte le navi dirette in Israele senza distinzione di nazionalità, molti armatori hanno deciso di non far più compiere alle loro navi la rotta passante per il Canale di Suez ma di circumnavigare
“In questi pochi anni il porto di Ravenna ha dunque so erto – spiega Rossi - gli effetti negativi di due eventi assolutamente indipendenti dalle importanti scelte strategiche che il porto stesso stava compiendo. Nonostante questo però, e sono convinto che ciò dimostri che le scelte strategiche fatte vanno nella giusta direzione, il porto di Ravenna chiude il 2024 con un segno leggermente positivo rispetto al 2023. Partendo dal presupposto che queste due importanti aree, non appena le tensioni in atto lo permetteranno, torneranno ad essere bacini di riferimento del nostro porto, poiché questi tra ci sono tra ci destinati “naturalmente” al porto di Ravenna, non è di cile immaginare che il porto conoscerà una crescita importante dei volumi movimentati e il porto sarà pronto a gestire questo aumento dei tra ci proprio grazie agli interventi realizzati in questi anni”.
Oltre 8mila treni che movimentano il 13,5% delle merci; un dato previsto in forte crescita nei prossimi anni anche perché il presidente dell’Autorità Portuale di Ravenna, Daniele Rossi ed il direttore della direzione operativa Infrastrutture Territoriale Bologna di Rete Ferroviaria Italiana, Filippo Catalano, hanno sottoscritto il Protocollo di Intesa che porterà l’Autorità Portuale ad essere il Gestore unico delle manovre ferroviarie all’interno del Porto di Ravenna. Si tratta di un passaggio epocale per il porto di Ravenna che, con questo Protocollo, pone le basi per un ulteriore sviluppo del tra co ferroviario intermodale. Il Protocollo prevede che l’Autorità Portuale diventi l’interlocutore unico per terminal portuali ed operatori ferroviari e si occupi di tutte le attività necessarie per l’utilizzo dei binari e del sistema dei raccordi ferroviari all’interno del porto.
Oltre 8mila treni che movimentano le merci
Autorità portuale gestore unico dei binari
A Ravenna questa infrastruttura è costituita dalle due dorsali ferroviarie dei nuovi scali merci in sinistra e destra Canale Candiano ed estesa per quasi 30 km di binari. Rimarranno in carico a RFI la manutenzione straordinaria e gli investimenti in nuove infrastrutture mentre l’autorità Portuale si occuperà della gestione ordinaria e dei rapporti con i terminal collegati alla ferrovia.
La crescita dei volumi
Negli ultimi anni i volumi delle merci trasportate su ferrovia in import/export nel Porto di Ravenna sono aumentati no ad arrivare a rappresentare di media il 13,5 % del totale complessivo delle merci movimentate con un numero di oltre 8000 treni all’anno. Questo risultato pone il Porto di Ravenna al secondo posto in Italia per trasporto merci su ferrovia. Come previsto dall’Unione Europea, l’obiettivo pre ssato è quello di trasferire su ferrovia entro il 2030 il 30% del totale complessivo di merci movimentate. Negli ultimi mesi si sta consolidando la domanda crescente da parte del mercato e tutti i terminalisti del porto hanno signi cative previsioni di crescita, anche per le nuove prospettive di sviluppo dei tra ci legate ai progetti di potenziamento dello scalo in corso di realizzazione.
Sono previsti, oltre a nuovi investimenti da parte degli operatori per l’utilizzo della ferrovia, cinque nuove domande di collegamento ferroviario che porteranno la maggioranza dei terminal ad avere un proprio raccordo ferroviario interno. Il nuovo assetto operativo permetterà di gestire in maniera più e ciente la dorsale ferroviaria portuale.
“Si tratta di una rma storica per l’Autorità Portuale e per il Porto di Ravenna, dichiara il presidente dell’Autorità Portuale di Ravenna, Daniele Rossi - una scelta strategica per il futuro del nostro porto che ci pone di fronte a nuove responsabilità di gestione ma punta sullo sviluppo del tra co intermodale con determinazione per rendere il nostro porto un luogo sempre più moderno e decarbonizzato. Ringrazio tutti gli operatori che hanno intrapreso questo percorso insieme all’Autorità Portuale”. “L’assegnazione all’Autorità di Sistema Portuale del ruolo di Gestore Unico Comprensoriale ferroviario permetterà di accompagnare la crescita della quota di tra co merci ferroviario dell’area portuale di Ravenna”, ha aggiunto il direttore della direzione operativa Infrastrutture Territoriale Bologna di RFI, Filippo Catalano, che aggiunge: “il percorso non è stato semplice e serviranno ancora alcuni mesi per de nire il passaggio completo delle competenze, ma è indubbio che questo Protocollo garantirà un maggiore e cientamento e una sempli cazione della gestione dei raccordi e delle richieste di nuovi allacci all’interno de Porto di Ravenna”.
intervista a › Annagiulia Randi
“Ravenna, l’energia al centro dello sviluppo” Per l’assessora al Porto “su Agnes governo in grave ritardo”
Amministrazione comunale attenta a sostenere il mondo produttivo in ambito energetico abbattendo i tempi della burocrazia, quando i progetti sono validi e sostenibili. Ma ci sarà da aspettare per nuove estrazioni in Adriatico. L’assessora Annagiulia Randi, con deleghe a sviluppo economico, attività produttive, porto, politiche EU e cooperazione internazionale, fa il punto in tema di energia alla vigilia di Omc.
Ravenna torna capitale dell’energia nazionale: con quali prospettive?
Ci sarà da aspettare anche per vedere nuove estrazioni di gas in Adriatico
Ravenna ha tutte le carte in regola per essere capitale dell’energia in una modalità completamente nuova, in quanto il nostro modello rispecchia un approccio olistico che comprende un mix di fonti energetiche che predilige le rinnovabili e propone un disegno di lungo periodo. Non è quindi un caso se OMC Med Energy Conference & Exhibition, evento di rilievo internazionale che dal 1993 approfondisce il dibattito su queste tematiche, per promuovere il dialogo e lo scambio di conoscenze tra operatori dell’industria energetica, istituzioni e mondo ac-
cademico, si tiene proprio nella nostra città. Siamo stati lungimiranti a far convivere diversi e importanti progetti e siamo eri che si parli di modello Ravenna.
Cosa può fare l’amministrazione locale per favorire lo sviluppo del settore? Ponendo sempre come prerequisiti le garanzie di sicurezza e sostenibilità dei progetti – da far veri care e certi care ai soggetti tecnici competenti - noi abbiamo promosso e attuato un approccio uni cante che, anche a partire da visioni politiche sfaccettate, ha sempre saputo produrre sintesi positive, avendo come minimo comune denominatore il bene comune. Ci siamo sempre impegnati con pragmatismo promuovendo il confronto fra tutti i soggetti interessati - privati, associazioni datoriali, sindacati, territorio – con l’obiettivo di arrivare attraverso la concertazione a soluzioni condivise. E per le procedure di nostra competenza l’approccio, sempre senza pregiudicare le necessarie veri che di sicurezza, è quello del fast permitting, con l’obiettivo di ridurre il più possibile i tempi burocratici e amministrativi necessari per le autorizzazioni.
L’oil&gas sta ripartendo dopo anni davvero critici: come vede le prospettive di un settore chiave per l’industria ravennate?
Ritengo che il termine oil&gas sia oggi riduttivo e non esaustivo. Preferisco parlare di energia o shore nell’ambito di una visione olistica, che tenga conto del mix di fonti. Sono tante le imprese leader nel settore dell’energia, che operano nel nostro territorio da oltre settant’anni e che hanno abbracciato la transizione energetica e di conseguenza convertito la loro produzione, guadagnando nuove competenze.
Annagiulia Randi, assessora allo sviluppo economico, attività produttive, porto, politiche EU e cooperazione internazionale del Comune di Ravenna
Qui abbiamo aziende con esperienza decennale nell’oil&gas che hanno fatto dello stop alle estrazioni in Italia un catalizzatore per accelerare il processo di internazionalizzazione, si sono internazionalizzate continuando ad operare all’estero e parallelamente hanno compiuto un’evoluzione anticipando la transizione e oggi sono divenute leader anche nelle rinnovabili.
Ci sono prospettive positive per l’avvio di nuove estrazioni in Adriatico?
Negli ultimi anni, l’Italia ha avviato iniziative per incrementare l’estrazione di gas nell’Adriatico, mirando a ridurre la dipendenza dalle importazioni energetiche. Nel novembre 2022 il Governo ha approvato misure per ampliare le attività estrattive, consentendo la realizzazione di nuove piattaforme a partire da nove miglia dalla costa, rispetto alle precedenti limitazioni di dodici miglia. L’obiettivo è aumentare la produzione nazionale di gas da tre a sei miliardi di metri cubi all’anno. Tuttavia, l’avvio di nuove estrazioni nell’Adriatico è soggetto a diverse condizioni, come la necessità di ri-
spettare accordi europei e normative vigenti; ciò può in uenzarne la fattibilità. Pertanto, sebbene esistano prospettive positive per l’avvio di nuove estrazioni di gas nell’Adriatico, credo che ci sarà da aspettare ancora.
Il porto di Ravenna sta investendo molto. Che futuro vede per lo scalo ravennate?
Vedo nalmente uno scalo europeo, una porta ecosostenibile nel Mediterraneo connessa col centro dell’Europa. Un porto che diventerà ancora più strategico, estenderà la sua catchment area, il suo bacino di utenza, per quanto riguarda le merci; e aumenterà anche la sua attrattiva turistica grazie alla nuova stazione marittima. I progetti in ballo cubano cinque miliardi di euro tra pubblico e privato, sono una s da enorme, investimenti che la nostra città è stata in grado di attrarre e che si stanno realizzando grazie al lavoro di tutti, istituzioni, enti pubblici, soggetti privati. Sarà necessario continuare a garantire la sua efcienza in termini operativi, puntare sul potenziamento delle infrastrutture viarie e ferroviarie di collegamento, sulla manutenzione continua dei fondali e avere servizi adeguati.
Purtroppo è notizia recente il declassamento dell’u cio doganale, da parte dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, da prima a terza fascia. Ci preoccupano molto gli e etti che questa decisione potrà avere sulla competitività del nostro porto e quindi del nostro sistema economico ma la nostra comunità sta reagendo come le è consueto. Come istituzioni - Regione e Comune – e soggetti interessati – associazioni di categoria, Camera di
Commercio, organizzazioni sindacali, Unione utenti operatori del porto – stiamo a rontando la situazione attraverso azioni unitarie e condivise, che hanno già portato alla richiesta di un incontro al Governo e all’impegno a istituire un tavolo permanente sul tema.
Il progetto Agnes attende da anni in via libera. La burocrazia so oca ancora il comparto?
La Commissione europea, col piano REPowerEU presentato a maggio 2022, ha posto l’obiettivo di impiegare entro il 2030 il 45% di energie rinnovabili nella produzione di energia, nell’industria, nell’alimentazione degli edici e nei trasporti. Purtroppo, se da un lato ci viene chiesto di incrementare la produzione da fonti rinnovabili, dall’altro ci si scontra con una burocrazia elefantiaca e procedure complesse. Per quanto riguarda i progetti relativi alle rinnovabili, e in particolare quello del parco o shore Agnes, con 75 pale eoliche e fotovoltaico galleggiante in mare e una centrale per la produzione di idrogeno a terra, abbiamo chiesto più volte al Governo di agevolare le procedure autorizzative, sulla scorta dell’esperienza del rigassi catore, il cui iter di autorizzazione si è concluso in 120 giorni senza saltare nessun passaggio, con il supporto straordinario delle diverse competenze, in particolare di Vigili del fuoco e Capitaneria di porto: un iter rigoroso, preciso e attento oltre che rapido. Ma non c’è stato nulla da fare. È evidente che gli attuali tempi ordinari di autorizzazione dei progetti in Italia non sono al passo con le esigenze del Paese che avrebbe bisogno di aumentare la produzione da fonti rinnovabili. Finalmente nel luglio scorso il progetto Agnes ha ottenuto il de nitivo decreto di compatibilità ambientale dal ministero dell’Ambiente, ma ancora si attende che venga bandita l’asta del decreto Fer2 che promuove, tramite contributi, la realizzazione di impianti di produzione da fonti rinnovabili non pienamente mature o con costi elevati di esercizio.
Avanza la cattura della CO2 a Ravenna. È la strada giusta per la tutela dell’ambiente?
Credo che oggi la cattura della CO2 possa essere “laicamente” considerata uno dei passi possibili lungo la complessa e s dante strada che necessariamente ci dovrà portare a contrastare gli e etti del cambiamento climatico, ma certamente non può e non deve essere
il solo. Il presente e il futuro della tutela ambientale devono fondarsi su un mix di soluzioni che includano una rapida transizione verso le energie rinnovabili - solare, eolico, idroelettrico eccetera - miglioramenti nell’e cienza energetica, la valorizzazione dell’economia circolare e la gestione sostenibile delle risorse, solo per fare alcuni esempi. In altre parole, la cattura della CO2 può essere un passo importante per ridurre le emissioni nei settori di cili da decarbonizzare, ma deve essere integrata in una strategia più ampia che promuova la sostenibilità a lungo termine. Ravenna, con la sua tradizione nel settore energetico e la sua posizione strategica, potrebbe diventare un laboratorio di innovazione per la decarbonizzazione, il cui futuro è nella cattura e nello stoccaggio della CO2 per quanto riguarda quei settori che chiamiamo ‘hard to abate’, cioè le industrie pesanti, che di cilmente possono essere elettri cate, o comunque non possono essere su cientemente sostenute dalle rinnovabili. Questo progetto avrà ricadute ancor più e caci se saprà cogliere gli aspetti della circolarità e se sarà accompagnato da politiche più ampie di sostenibilità, e cienza e impiego di energia da fonti rinnovabili.
PORTIAMO
RAVENNA SEMPREPIÙ LONTANO.
Noi di TCR abbiamo tanti orizzonti perché seguiamo un solo orientamento: non smettere mai di evolvere per riuscire ad arrivare sempre più lontano. È così che abbiamo creato nel Porto di Ravenna un Hub Logistico Multifunzionale che fornisce servizi integrati a tutti gli operatori: uno snodo fondamentale per gli scambi tra i paesi del Mediterraneo Orientale, Italia e il Nord Europa. Siamo specializzati nella gestione di grandi volumi per i settori FOOD, MECCANICO, CERAMICO E CHIMICO.
Evolvere è la nostra strada per arrivare sempre più lontano.
CONTAINER SERVICE RAVENNA srl
CONTAINER SERVICE RAVENNA srl Via Classicana 105 48122 Ravenna (RA) - Italia Tel. +39 0544 436565 csr@csr-ravenna.it www.containerserviceravenna.com
Container Service Ravenna (CSR) è un’azienda specializzata nella trasformazione e allestimento, vendita, noleggio, riparazione dei container, servizi per i quali l’azienda può vantare numerosi punti di forza, tra cui:
• La disponibilità di container in ogni periodo dell’anno
• Un alto grado di personalizzazione del prodotto
• La possibilità di beneficiare di un servizio chiavi in mano comprendente trasporto e posizionamento presso il cliente finale. L’ officina di CSR è in grado di approntare container per cantieri, per settore offshore, per uso ufficio, per uso magazzino e/o ricovero attrezzature.
Il rigassificatore diventa operativo
Per i lavori imprese dell’area romagnola in campo
Passano da Ravenna alcuni dei più importanti progetti in cui Snam è impegnata per contribuire alla sicurezza e alla transizione energetica di Italia ed Europa. E proprio dalla città romagnola l’operatore nazionale delle infrastrutture gas rilancia il proprio impegno per lo sviluppo sostenibile.
Fino a 1200 i lavoratori impegnati nella realizzazione delle opere
“Per un operatore infrastrutturale – a erma l’Ad di Snam Stefano Venier - impegnato a coniugare obiettivi complessi come quello della sicurezza energetica e quello della transizione, poter contare su comunità, amministrazioni pubbliche e tessuti socioeconomici ricettivi come quelli del Ravennate è un fattore di sicuro successo. Attorno alla città e ai poli logistici di Ravenna - capitale dell’oil&gas italiano e vera e propria miniera di competenze, professionalità ed eccellenze imprenditoriali - Snam sta dando vita ad alcuni progetti chiave per il consolidamento degli approvvigionamenti energetici del Paese e dell’Europa e le prospettive di decarbonizzazione di tanti
comparti produttivi. Entro aprile entrerà in esercizio il rigassicatore BW Singapore, con il quale sarà di fatto completata l’azione di a rancamento dalle forniture russe, mentre già da agosto – in joint venture con Eni – abbiamo iniziato la fase 1 del progetto Ravenna CCS, con cui ci apprestiamo a stoccare nelle profondità dell’Adriatico la CO2 delle industrie più energivore. Ma in questo territorio – aggiunge Venier - si trovano anche siti di stoccaggio e gasdotti, alcuni dei quali in costruzione, che contribuiscono ulteriormente all’equilibrio sostenibile del sistema energetico nazionale.”
Nave ormeggiata
Intanto, il rigassi catore BW Singapore ha ormeggiato al largo di Ravenna per entrare in esercizio ad aprile, portando la capacità complessiva di rigassi cazione del Paese a 28 miliardi di metri cubi, volume equivalente
Stefano Venier, amministratore delegato Snam
al 40% della domanda nazionale di gas e a quello importato dalla Russia nel 2021. Nel frattempo sono quasi concluse le opere per allacciare il rigassi catore alla rete nazionale di trasporto del gas e nel novembre scorso è stato concluso il deck, cuore tecnologico del rigassi catore ed entro il 2026 sarà pronta anche la diga foranea a protezione dell’impianto. Eccettuati i circa 500 milioni necessari all’acquisto della nave, il 60% della rimanente quota di investimenti ricadrà sull’economia locale. Sono stati infatti assegnati contratti a imprese del territorio del Ravennate per oltre 300 milioni di euro (80 fornitori dalla Provincia di Ravenna o dall’Emilia-Romagna). Circa 800 le risorse impegnate nel progetto, no a 1.200 in corrispondenza del picco di attività. Importanti, nel frattempo, gli impegni presi a tutela della
biodiversità e i risultati archiviati nella riduzione delle emissioni climalteranti. Il 2023 è stato chiuso con una riduzione anno su anno del 10% delle emissioni dirette di CO2, viatico ai nuovi target: -25% al 2027, del -40% al 2030, -50% al 2032 e carbon neutrality al 2040, cui seguirà – su tutte le emissioni, fornitori inclusi – il Net Zero al 2050.
Per sostenere il suo percorso verso la transizione, dal 2023 al 2027 Snam prevede di investire 1,2 miliardi in biometano, e cienza energetica, cattura e stoccaggio della CO2 e idrogeno. In questo contesto, Ravenna occupa ancora un posto centrale. Infatti è partito il progetto dedicato alla CCS (Carbon Capture and Storage) in joint venture con Eni: sono state avviate nelle scorse settimane le iniezioni di CO2 nei giacimenti esauriti di gas al largo di Casalborsetti. E sempre dal ravennate passano anche 47 dei 425 chilometri di condotte hydrogen ready della linea adriatica, che da Sulmona a Minerbio potenzieranno di 10 miliardi di metri cubi all’anno la capacità di trasporto del gas di oggi e dell’idrogeno di domani.
La Linea Adriatica è uno dei più importanti progetti italiani di trasporto del gas, sicuramente il maggiore degli ultimi 10 anni. Il suo obiettivo è incrementare di 10 miliardi di metri cubi all’anno la capacità di trasporto del metano lungo la direttrice sud-nord e, in particolare, lungo il tratto adriatico che va da Sulmona (Abruzzo) a Minerbio, nel Bolognese, per aumentare la essibilità del sistema infrastrutturale con cui Snam garantisce gli approvvigionamenti di gas del Paese. La realizzazione degli interventi infrastrutturali previsti dal progetto Linea Adriatica comporta investimenti per circa 2,5 miliardi di euro.
La linea
Adriatica
“cuore” della rete del gas
Investimento da 2,5 miliardi fondamentale per l’Italia
La Linea Adriatica, in particolare, agevolerà i ussi oggi prevalenti che arrivano dai tre entry point del sud Italia (Gela, Mazara del Vallo e Melendugno) e dal rigassi catore di Ravenna, per portarli no ai poli energivori della Pianura Padana, del Nord Italia e dell’Europa, valorizzando anche l’ampia capacità di stoccaggio del sito di Fiume Treste e consolidando - più in generale - la sicurezza energetica del Paese e dell’Unione Europea.
Da questo punto di vista, la Linea Adriatica si inserisce in un ampio ventaglio di iniziative con cui l’Italia e Snam, in risposta alla situazione prodottasi con la guerra russo-ucraina e la progressiva contrazione dei ussi di metano in arrivo da Mosca, stanno intervenendo per ripristinare condizioni durature di equilibrio del sistema energetico, a cui concorrono anche le azioni intraprese sul fronte degli stoccaggi e del gas naturale liquefatto.
Due le fasi dell’intervento: la prima, inclusa nella revisione del PNRR condotta in ottica
REPower EU Plan e aggiudicatasi per questo un nanziamento di 375 milioni di euro, sarà completata entro il 2026, aumenterà la capacità giornaliera di trasporto da 126 milioni di metri cubi a 131 milioni di metri cubi, e comprende: il gasdotto Sestino-Minerbio, lungo 140 chilometri; la centrale di Sulmona, che vedrà installati 3 turbocompressori da 11 megawatt e assicurerà la spinta del gas dalle infrastrutture esistenti ai nuovi gasdotti. La seconda fase sarà completata entro il 2027, aumenterà la capacità giornaliera di trasporto da 131 milioni di metri cubi a 150 milioni di metri cubi, e comprende: il gasdotto Sulmona-Foligno, lungo 170 km; il gasdotto Foligno-Sestino, lungo 115 km.
Pronte le autorizzazioni
Tutti i metanodotti della Linea Adriatica, compresi quelli non ancora in esercizio, sono già autorizzati: il SulmonaFoligno è stato autorizzato nel 2022, il Foligno-Sestino nel 2024 e il Sestino-Minerbio nel 2015. Da ultimo, nel 2024 il TAR Lazio ha ulteriormente confermato la validità all’autorizzazione alla costruzione e all’esercizio del metanodotto Sulmona-Foligno. Con riferimento alla centrale di Sulmona, inoltre, si segnala che i termini della pubblica utilità e l’autorizzazione alla costruzione e all’esercizio dell’impianto sono stati prorogati dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica nel luglio 2023.
Rete progettata per la sicurezza
La rete dei gasdotti e degli impianti di Snam Rete Gas è stata progettata e realizzata sulla base delle più restrittive normative nazionali e internazionali di riferimento, che garantiscono l’esercizio in condizioni di massima sicurezza, anche in presenza di eventi sismici rilevanti. Anche in occasione dei più importanti terremoti registrati negli ultimi 50 anni (ad esempio Friuli 1976, Irpinia 1980, Abruzzo 2009, Emilia-Romagna 2012), l’infrastruttura di Snam Rete Gas non ha mai subito danneggiamenti né interrotto la propria operatività. Tenendo conto della particolarità dell’area attraversata dal tratto Sulmona-Foligno, il 6 dicembre 2022 Snam, il Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica (MASE) e l’Istituto di Geo sica e Vulcanologia (INGV) hanno sottoscritto un Accordo Quadro nel quale INGV è identi cato quale “Ente Terzo” per veri che e approfondimenti relativi al tema della sismicità ulteriori rispetto a quanto previsto dalla normativa di legge. In ne, gli interventi di mitigazione collegati al progetto della Linea Adriatica saranno nalizzati al recupero naturalistico, paesaggistico e produttivo delle aree interessate dai lavori; in questo senso, si opererà al ne di mantenere la fertilità preesistente, mediante l’accantonamento e la ridistribuzione in super cie del preesistente strato super ciale del terreno, più ricco di sostanza organica.
WWW.ROCA-OILANDGAS.COM INFO@ROCA-OILANDGAS.COM
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Lunedì 7 aprile
Arti cerie Almagià
16.30-19.00
Ravenna Capitale Italiana dell’Energia
Il distretto industriale tra passato e futuro
› Moderatore: Silvia Berzoni, Class CNBC
Saluti:
• Francesca Zarri, Presidente OMC Med Energy 2025
• Giorgio Guberti, Presidente Camera di Commercio Ferrara Ravenna
Saluti istituzionali:
• Rappresentante Regione Emilia Romagna
• Rappresentante Comune di Ravenna
Keynote speech:
• Vannia Gava, Vice Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica
• Guido Brusco, Presidente Con ndustria Energia
• Stefano Maione, Presidente Assorisorse
• Stefano Besseghini, Presidente Arera
1° Panel: Reti di energia per la transizione
• Stefano Goberti, CEO Plenitude
• Stefano Venier, CEO Snam
• Valter Quercioli, Presidente Federmanager
2° Panel: Ravenna, culla di un nuovo paradigma dell’energia
• Oscar Guerra, CEO Rosetti Marino
• Rappresentante Comune di Ravenna
• Carlo Pezzi, CEO Hea
• Renzo Righini, CEO F.lli Righini
Firma del Protocollo di Collaborazione Con ndustria e Federmanager:
• Guido Brusco, Presidente Con ndustria Energia
• Valter Quercioli, Presidente Federmanager
Martedì 8 aprile
Pala De André
9.00-9.30
Saluti Istituzionali
• Michele de Pascale, Presidente Regione Emilia-Romagna
• Rappresentante Comune di Ravenna
• Francesca Zarri, Presidente OMC Med Energy
9.30-9.45
Keynote speech:
• Pichetto Fratin, Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica
9.45-10.45
Lo scenario energetico
› Moderatore: Silvia Berzoni, Class CNBC
• Mohamed Arkab, Ministro dell’Energia e delle Miniere, Algeria
• Karim Badawi, Ministro del Petrolio e delle Risorse Minerarie, Egitto
• Claudio Descalzi, CEO Eni
• Joseph Saddi, Ministro dell’Energia e dell’Acqua, Libano
9.00-12.45 – Innovation Room Energy Transition 4 High Schools
Agnes,
l’eolico a mare ancora in stand-by
Potrebbe essere pronto nel 2028 ma le aste governative ritardano
Ravenna si accredita sempre più come la nuova capitale energetica italiana. Lo era, qualche decennio fa, all’epoca della realizzazione delle infrastrutture per l’oil&gas (che oltre alle piattaforme al largo della costa dette vita ad un distretto di caratura mondiale), lo sta diventando oggi alla vigilia della costruzione del più grande parco eolico a mare d’Italia, della realizzazione della struttura per l’accoglienza del rigassicatore, dell’avvio delle opere per una mega struttura per la cattura della CO2. In particolare, il parco eolico potrebbe essere pronto entro il 2028 e ora, in attesa delle aste per le concessioni governative – che dovrebbero e ettuarsi entro giugno il progetto Agnes, ha incassato nel luglio 2024 il via libera della Valutazione di impatto ambientale
Prevista una produzione che copre i consumi di 600mila famiglie della Romagna
e, una volta ottenuta l’Autorizzazione unica, l’iter procedurale sarà completato.
E questa delle aste sta diventando una storia in nita. Germania e Olanda hanno assegnato lo scorso anno all’asta 6,5 GW di nuova capacità eolica o shore. Per aggiudicarsela, però, gli operatori hanno dovuto proporre prezzi negativi, si sono cioè o erti di pagare per avere il diritto di sviluppare un impianto eolico marino. “Dovevano essere ssate già lo scorso anno –spiega Alberto Bernabini, amministratore delegato di Agnes – e di fatto sono il presupposto per l’avvio del progetto. Ad oggi solo 3 impianti su 133 iter avviati possono partecipare alle aste e sono quelli che hanno superato la Via. Una volta e ettuate le aste chi vince ha 60 mesi per
realizzare il progetto”. In particolare il progetto comprende: 2 impianti eolici o shore composti da 75 aerogeneratori e 600 Megawatt di potenza; un impianto fotovoltaico o shore con moduli galleggianti da 100 megawatt; un sistema di stoccaggio di elettricità onshore; un impianto di elettrolizzazione onshore per la produzione di idrogeno. Gli impianti eolici a mare, con pali ssati sul fondale, saranno a 13-16 miglia dalla costa e le pale che saranno installate avranno una dimensione di 260 metri di diametro; una misura tale da rendere decisamente probabile la fabbricazione in loco e contribuire alle migliaia di posti di lavoro che la creazione del parco eolico determinerà a cui poi dovrà seguire la manutenzione. L’investimenti previsto (ideato nel 2017 e dal 2021 al 2024 immerso nel percorso autorizzatorio), è intorno ai 2 miliardi e, una volta terminato, potrà soddisfare il bisogno di energia elettrica di circa 600mila
famiglie della Romagna. Nel frattempo è a buon punto anche il progetto eolico Romagna 3, sempre al largo di Ravenna, per una potenza di ulteriori 400 megawatt che potrà soddisfare parte del fabbisogno industriale romagnolo.
“Il Decreto Via rmato dal ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e di concerto con il ministero della Cultura, è il risultato – spiega Alberto Bernabini - di oltre quattro anni di impegno e innumerevoli ore di lavoro ed è motivo di grande orgoglio, oggi è il più grande in Italia”. “Quando il progetto nacqueha ricordato l’allora sindaco di Ravenna Michele de Pascale e oggi presidente della Regione Emilia-Romagna - mentre altrove simili progetti si bloccavano, Ravenna si è fatta trovare pronta a diventare la prima grande città italiana per transizione energetica e energia rinnovabile”.
Alberto Bernabini, amministratore delegato Agnes ph. Shutterstock
La cattura della CO2 diventa realtà
Eni e Snam avviano le attività di iniezione nei giacimenti dismessi
La decarbonizzazione dell’atmosfera parte da Ravenna. Dopo gli annunci, il via da parte di Eni e Snam nei tempi previsti. Sono stati accesi il 3 settembre scorso a Ravenna i motori del primo progetto di cattura e stoccaggio della CO2 in Italia, con l’avvio delle attività di iniezione dell’anidride carbonica in giacimento all’interno della fase 1. Un investimento di circa 1,5 miliardi per dare vita al polo italiano per la decarbonizzazione dell’industria energivora. Il tutto, come ha ricordato il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, grazie a “una nuova tecnologia, come la cattura e lo stoccaggio del carbonio, verso cui il governo guarda con grande interesse per raggiungere i target climatici”.
Interessate le emissioni prodotte dalla centrale di Casalborsetti
Del resto, l’eccesso di anidride carbonica è la principale causa dei cambiamenti climatici in corso. E la sua corsa pare inarrestabile. Infatti, la quantità di anidride carbonica annualmente immessa in atmosfera è raddoppiata dal 1978 ad oggi, secondo il report “Global Carbon Budget 2023”. L’anno scorso vi è stato un nuovo record, pari a 37,55 mi-
liardi di tonnellate di CO2. Stando ai dati dell’Earth System Research Laboratories (ESRL) dell’ente statunitense National Oceanic and Atmospheric Administration , la concentrazione in atmosfera ha raggiunto le 421 parti per milione nel 2023, in costante e continuo amento a partire dagli anni ’60.
Gli obiettivi climatici
Per raggiungere gli obiettivi climatici, che impongono di rimanere al di sotto dei 2 gradi di aumento di temperatura, è importante ridurre la nostra dipendenza dai combustibili fossili, i principali responsabili dell’emissione di CO2 nell’atmosfera, e scegliere modalità di produzione energetica più sostenibili. Secondo la Commissione europea tuttavia l’energia rinnovabile da sola non basterà a raggiungere questi obiettivi. Pertanto sarà necessario anche ricorrere ad altre vie per ridurre l’impatto negativo della CO2 senza eliminare del tutto i combustibili fossili. Si tratterebbe comunque di soluzioni di natura transitoria, destinate nel lungo termine a essere sostituite. Una di queste tecnologie è lo stoccaggio della CO2 (Ccs,
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dall’inglese Carbon capture and storage). Tale pratica consiste nel prelievo di anidride carbonica con lo scopo di iniettarla all’interno di formazioni geologiche profonde o giacimenti esauriti. In alternativa si può utilizzare, direttamente oppure indirettamente dopo alcune trasformazioni chimiche.
Il processo si articola su tre fasi. Inizialmente, l’anidride carbonica viene separata dagli altri gas di scarto prodotti nei grandi impianti industriali. Poi, una volta compressa, viene trasportata in un sito adatto, e lì avviene in ne lo stoccaggio. La CO2 viene iniettata in formazioni geologiche profonde, “nascosta”. Lì, si scioglie nell’acqua ed entra a contatto con roccia porosa
o fratture all’interno delle rocce sedimentarie, trovando in entrambi i casi il modo di immagazzinarsi. Quando invece la roccia è impermeabile si formano delle sacche che vengono mantenute in profondità.
A oggi l’Europa detiene appena il 5% della capacità globale di cattura e stoccaggio. Come rileva l’agenzia internazionale dell’energia (Iea), l’Ue sta però investendo molto su questa tecnologia. I nanziamenti sono ingenti e provengono in particolare dall’Innovation fund e dalla Connecting Europe facility: oltre 2 miliardi di euro.
Il trasporto al largo di Porto Corsini
Tornando al sito di Ravenna, la fase 1 mira a catturare, trasportare e stoccare la CO2 emessa dalla centrale Eni di trattamento del gas naturale di Casalborsetti, stimata in circa 25mila tonnellate all’anno. Una volta catturata, utilizzando le condotte precedentemente destinate al trasporto del gas e ora riconvertite, la CO2 viene tra-
sportata no alla piattaforma o shore di Porto Corsini Mare e iniettate nel giacimento di gas esaurito per essere stoccate in via permanente a circa 3mila metri di profondità. La fase sperimentale ha comportato un investimento di 130 milioni di euro e fa parte di un investimento da 1,5 miliardi per la fase industriale che partirà nel 2026 e contribuirà alla decarbonizzazione delle industrie dei settori cosiddetti “hard to abate” di Ravenna e del Nord Italia con la cattura di 4 milioni di tonnellate annue di anidride carbonica; un dato che dal 2030 potrà arrivare a 16 milioni di tonnellate. Questi settori, detti hard-toabate ed il loro indotto secondo lo studio “Carbon capture and storage: una leva strategica per la decarbonizzazione e la competitività industriale” di The European House – Ambrosetti, rappresentano 94 miliardi di euro di valore aggiunto e occupano 1,25 milioni di addetti, pari a rispettivamente circa il 5% del Pil italiano e il 4,5% della forza lavoro.
Centrale di Casalborsetti, foto Eni Spa
Immagini da Eni.com
Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica
SRL
L’e cienza del progetto
Una nota congiunta di Eni e Snam ricorda che il progetto si sta a ermando anche come primo al mondo in termini di e cienza in quanto garantisce un livello di abbattimento superiore al 90%, e con punte no al 96%, della CO2 in uscita dal camino della centrale con una concentrazione di carbonio inferiore al 3%.
Per il numero uno di Eni, Claudio Descalzi, si tratta di “un progetto di grande importanza per la decarbonizzazione che è diventato realtà industriale” e si tratta di “una pratica e cace, sicura e disponibile n da ora per abbattere le emissioni delle industrie energivore le cui attività non sono elettri cabili”. Del resto, l’Unione Europea si è data l’obiettivo di dotarsi, entro il 2030, di una capacità di stoccaggio di CO2 pari ad almeno 50 milioni di tonnellate l’anno. Nel caso di Ravenna, poi, ha sottolineato Descalzi, possiamo riutilizzare “i nostri giacimenti esauriti, le nostre infrastrutture esistenti e il nostro know-how nelle tecniche di reiniezione per o rire un servizio molto competitivo per il quale stiamo riscuotendo un grandissimo interesse”.
L’impegno di Snam
Per quel che riguarda Snam, l’impegno nel progetto di cattura della CO2, ha detto l’ad Stefano Venier, è “parte integrante del nostro piano strategico” ed è coerente con la nostra intenzione di porci quale operatore che facilita “una transizione energetica giusta ed equilibrata, nell’ambito della quale o rire anche ai soggetti più energivori la possibilità di intraprendere percorsi di decarbonizzazione che ne preservino la competitività”. IN questo senso, la joint venture con Eni “si colloca, peraltro, nella medesima traiettoria di analoghi progetti di interesse europeo a cui partecipiamo attraverso le partecipate in Francia, Grecia e Regno Unito e dai quali ci attendiamo di poter attingere
Claudio Descalzi, amministratore delegato Eni
sinergie funzionali al successo di Ravenna Ccs”. Nel caso dei giacimenti esauriti di idrocarburi, come quelli che utilizzerà il progetto Ravenna CCS, la pressione a cui avvengono le operazioni è piuttosto bassa, proprio a causa del precedente sfruttamento del gas a ni energetici. Man mano che l’anidride carbonica verrà iniettata nel giacimento ci si avvicinerà gradualmente allo stato di pressione che il giacimento aveva in origine, terminando le operazioni prima di raggiungerlo. Lo stoccaggio è sicuro e de nitivo perché i giacimenti sono completamente impermeabili e la prova è proprio il fatto che hanno potuto contenere grandi quantità di gas naturale per milioni di anni senza percorsi di fuga.
La Romagna protagonista della transizione energetica: tra innovazione e lavoro
La transizione energetica è uno dei temi cruciali del nostro tempo, e la Romagna ha l’opportunità unica di giocare un ruolo da protagonista in questo processo globale che non solo riguarda la sostenibilità ambientale, ma anche l’evoluzione del nostro sistema economico e produttivo. Cittadini, imprese, enti locali e associazioni sono chiamati a lavorare insieme per costruire un futuro più sostenibile. Il sindacato, con la sua capacità di mobilitazione e rappresentanza, può svolgere un ruolo chiave in questo processo. “La transizione energetica non è solo una questione ambientale - a erma il segretario generale della CISL Romagna Francesco Marinelli - ma una grande opportunità di crescita per il nostro territorio. Se a rontata con intelligenza, può trasformarsi in un motore di sviluppo, in grado di generare nuove occupazioni e favorire l’innovazione, sostenendo una crescita che sia anche sociale ed economica.”
“Il territorio romagnolo è al centro di diverse iniziative che rappresentano esempi concreti di interventi che favoriscono o realizzano la transizione energetica: il ‘rigassi catore’, il ‘Progetto Agnes’ (che prevede lo sviluppo di impianti eolici e fotovoltaici in mare) e la ‘cattura e stoccaggio della CO2’. Questi progetti non solo contribuiscono a diversi care le fonti approvvigionamento e decarbonizzare le fonti energetiche, ma sono anche strumenti fondamentali per favorire una transizione ecologica che sia giusta e inclusiva. La CISL Romagna ha ribadito il suo impegno per una transizione che porti bene ci equamente distribuiti, mettendosi come interlocutore tra lavoratori, imprese e istituzioni, per garantire che nessuno venga escluso dal processo di cambiamento”.
tecnologie sostenibili.
scenario energetico che ci attende.”
OMC Med Energy Conference & Exhibition: un’occasione di confronto internazionale Dal 8 al 10 aprile 2025, Ravenna ospiterà l’OMC Med Energy Conference & Exhibition, uno degli appuntamenti più rilevanti per il settore energetico e industriale, con la partecipazione di oltre 14.000 visitatori previsti e 400 espositori provenienti da 27 Paesi. Questo evento rappresenta un’occasione unica per confrontarsi sulle s de future e sulle soluzioni per una transizione energetica sostenibile.
Con la crescita dei settori legati alle energie rinnovabili, ai servizi green e alle tecnologie sostenibili, la Romagna ha l’opportunità di costruire posti di lavoro di qualità e a lungo termine. Per farlo, è necessario che la transizione energetica non si limiti a un cambiamento tecnologico, ma diventi anche un’opportunità per rinnovare il mercato del lavoro e ridurre le disuguaglianze.
Questi progetti, però, non possono essere sostenibili senza un adeguato supporto di ricerca e innovazione. Per garantire il successo di questa transizione energetica, è essenziale investire in tecnologie avanzate e soluzioni innovative che possano rendere la Romagna un modello di sostenibilità.
Ricerca e Innovazione: la base della transizione energetica
Il cuore della transizione energetica sta nella capacità di investire in ricerca e innovazione. Per la Romagna, questo signi ca sviluppare e applicare nuove tecnologie nel campo delle energie rinnovabili, migliorare l’e cienza energetica e sviluppare soluzioni industriali che riducano l’impatto ambientale. Non si tratta solo di adottare tecnologie all’avanguardia, ma di integrare la ricerca applicata a ogni settore produttivo, dalla manifattura all’agricoltura, no ai trasporti.
Un territorio che guarda al futuro
In questo contesto, l’OMC diventa un evento fondamentale per fare il punto su politiche e pratiche da adottare, ma anche per favorire il dialogo tra tutti i soggetti coinvolti. Non solo le imprese, ma anche le parti sociali e le istituzioni devono interagire per de nire soluzioni che abbiano un impatto positivo non solo sul settore energetico, ma anche sul lavoro e sulla sostenibilità sociale. La Romagna, attraverso la collaborazione internazionale, potrà acquisire nuove conoscenze e competenze per a rontare le s de globali della transizione.
Il ruolo dei lavoratori nella transizione energetica
Come CISL Romagna siamo convinti che solo attraverso un dialogo costante e inclusivo tra istituzioni, lavoratori e imprese, sarà possibile costruire un futuro energetico che sia davvero sostenibile, non solo sul piano ambientale, ma anche su quello economico e sociale. Il coinvolgimento attivo delle parti sociali in ogni fase della transizione è fondamentale, per garantire che nessuno venga lasciato indietro e che il cambiamento porti bene ci a tutti.
Se è vero che la transizione energetica è una questione fondamentale per l’ambiente, è altrettanto vero che essa impone un ripensamento radicale del lavoro. Non si tratta solo di adottare tecnologie avanzate, ma di rendere i lavoratori protagonisti di questa evoluzione. Perché questo processo sia equo e inclusivo, è fondamentale investire nella formazione continua e nella riquali cazione professionale. La Romagna deve prepararsi a una nuova economia verde, che avrà bisogno di competenze speci che e gure professionali altamente specializzate.
La sostenibilità diventa così un tema non solo ecologico, ma economico e sociale. È necessario che ogni passo verso la transizione energetica sia accompagnato dalla creazione di nuove opportunità occupazionali, dalla promozione della ricerca e dall’educazione continua dei lavoratori, per a rontare le s de del futuro.
Le università, i centri di ricerca e le imprese locali devono collaborare per favorire la crescita di soluzioni pratiche che non siano solo teoriche, ma concrete e applicabili sul nostro territorio. Investire nella ricerca non signi ca solo aumentare l’e cienza energetica, ma anche rendere la Romagna un punto di riferimento internazionale per le
Francesco Marinelli sottolinea che: “Il ruolo dei lavoratori è essenziale per il successo della transizione. Non possiamo immaginare un futuro sostenibile senza garantire loro gli strumenti giusti per a rontare il cambiamento. La formazione e la riqualicazione professionale sono la chiave per un inserimento stabile e dignitoso nel nuovo
In questo scenario, la Romagna è chiamata a fare una scelta di sviluppo responsabile, guardando all’innovazione e alla sostenibilità come i pilastri su cui costruire una società verde, ma anche equa e protagonista nel panorama internazionale.
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Fratelli Righini, le rinnovabili nel motore
Settore wind in grande espansione ma l’oil&gas ha buone prospettive
Sempre determinati a migliorare le capacità logistiche e produttive sviluppando le aree di proprietà site in Ravenna in via Trieste e nel porto San Vitale e rigorosamente convinti che l’attuale assetto proprietario vada mantenuto senza l’ingresso di fondi di investimento o, tanto meno, quotazioni in Borsa. La Fratelli Righini di Ravenna –una delle Pmi protagoniste del nuovo o shore che guarda alle energie rinnovabili e in particolare al vento senza però trascurare l’oil&gas – progetta il suo futuro senza tradire un passato fatto di oltre 70 anni di esperienza nella costruzione di macchinari e operante nel settore o shore dal 1980. L’azienda è leader nella progettazione e costruzione di impianti meccanici, packages e attrezzature per i settori o shore oil&gas, o shore wind e o shore decommissioning. Presso lo stabilimento di Ravenna, vengono costruiti tutti i prodotti che in seguito sono sottoposti a test funzionali e di carico prima della consegna al cliente. Banchi per prove di carico statiche e dinamiche sono disponibili per carichi dell’ordine delle migliaia di tonnellate
Ricavi 2024 intorno ai 37 milioni per l’azienda che realizza impianti per le piattaforme o shore
a seconda delle applicazioni, come accade per le strutture di fondazione delle pale eoliche. “Nel corso degli anni abbiamo cambiato mestiere e siamo passati, in prevalenza, dall’oil&gas al vento e dal 2024 abbiamo avviato il comparto delle riparazioni navali. Abbiamo decine di installazioni e di progetti all’estero, specie nel Nord Europa –spiega l’amministratore unico e presidente Renzo Righini – tra Scozia e Norvegia senza trascurare gli Stati Uniti. I nostri ricavi del 2024 sono stati intorno ai 37 milioni, un valore simile a quello del 2023, e abbiamo un portafoglio ordini che ci consente di guardare con buona tranquillità a tutto il 2025. Oggi il settore o shore oil&gas è in ripresa e abbiamo importanti commesse in Africa, Medio Oriente e Australia. Mentre per l’o shore wind ci si muove principalmente nei paesi del Nord Europa, negli Stati Uniti e anche in Asia per quanto riguarda l’Italia, e Ravenna in particolare, si aspetta il via libera al progetto Agnes. Le prospettive sono buone e anche la redditività è in ripresa ma bisogna stare attentissimi a tutte le fasi di lavorazione
perché sono niti i tempi d’oro per il nostro settore. Una grande di coltà è quella di trovare il personale, dagli ingegneri ai tecnici per l’assistenza. Chi lavora da noi deve avere l’entusiasmo di venire a fare qualcosa che è sempre nuovo e di frontiera da un punto di vista tecnologico. Tutto l’opposto del lavoro routinario; quel che conta è la motivazione, la capacità di dialogo e confronto con gli altri”. Attualmente gli addetti sono una ottantina che diventano un centinaio con i collaboratori indiretti
Cresce il peso del vento
Ora il peso dei ricavi pende nettamente a favore del wind che vale circa il 70% del giro d’a ari mentre il restante fa capo all’oil&gas che ha visto una impennata di commesse legate alla realizzazione del rigassi catore al largo di Ravenna. Fratelli Righini o re anche assistenza h24 ai clienti per l’installazione, il commissioning e l’avviamento dei propri impianti presso i cantieri in Italia, all’estero e/o o shore con copertura delle varie discipline: meccanica, idraulica, elettrica, controllo/software. I tecnici dell’azienda possono operare direttamente gli impianti durante le campagne o shore e/o eseguire manutenzione delle stesse. Le macchine e relative strutture sono poi sottopo-
ste a test funzionali e di carico prima della consegna al cliente attraverso il cosiddetto Factory Acceptance Test. “Mettiamo a disposizione del cliente – spiega Renzo Righini - banchi prova per test di carico statico e dinamico sempre progettati e costruiti speci catamente sulla base delle esigenze del progetto, riproducendo il più fedelmente possibile le stesse con gurazioni di carico e utilizzo operativo del prodotto”. La collaborazione, l’innovazione, la passione e la essibilità sono i valori che contraddistinguono da sempre Fratelli Righini e che hanno permesso negli anni di soddisfare le esigenze dei nostri clienti; l’azienda è certi cata con gli enti accreditati DNV e SGS per quanto riguarda i sistemi di gestione per la qualità, la sicurezza e l’ambiente
La sede principale si trova a meno di 1,5 km chilometri dal Terminal industriale del Porto di Ravenna, collegato da un’arteria di grande tra co che consente il transito di trasporti eccezionali e fuori-sagoma. Per pre-fabbricazioni e assemblaggi di impianti di grandi dimensioni (o comunque non trasportabili su strada) è a disposizione anche un cantiere di 30.000mq nel Porto di Ravenna con accesso diretto alla banchina. Nel corso dell’anno 2023, all’interno di questa area, abbiamo sviluppato la Divisione Navale
Renzo Righini, amministratore unico e presidente Fratelli Righini, con i gli Caterina e Rodolfo
che si occupa di riparazioni e manutenzioni di natanti sia relativi all’offshore che al mercantile. In particolare, nel corso dell’anno 2024, abbiamo svolto importanti lavori di assistenza per i mezzi a supporto dell’installazione del FSRU “BW Singapore” al largo di Ravenna, contribuendo alla sicurezza e operatività dell’infrastruttura.
Azienda alla terza generazione
L’azienda Fratelli Righini viene fondata nel 1951 da Vincenzo e Davide Righini, che nel corso degli anni vanno ad ampliare il business iniziale delle manutenzioni navali e industriali con la realizzazione di impianti e macchinari dedicati all’o shore petrolifero. Oggi è portata avanti da Renzo Righini e dai 2 gli: Rodolfo, 36 anni, responsabile della produzione, gli acquisti e l’assistenza clienti e Caterina, 33 anni, responsabile della parte commerciale e nanziaria. La vetrina di OMC Med Energy è importate per l’azienda: “OMC – spiega Renzo Righini – è nato a Ravenna e qui deve restare. In questi anni ha mostrato di saper cambiar pelle e trattare il tema dell’energia a 360 gradi grazie anche alla fattiva collaborazione di Eni e del ROCA, l’associazione che raggruppa le oltre 40 imprese ravennati del settore energia”.
La sostenibilità L’azienda considera la sostenibilità un valore importante per il proprio sviluppo, consapevole dell’importanza di integrare pratiche responsabili nelle attività quotidiane. “Pur non avendo obblighi di legge per quanto concerne la reportistica di sostenibilità, riteniamo – spiega Renzo Righini - essenziale misurare e comunicare il nostro impatto ambientale, sociale e di governance. Per questo motivo, abbiamo avviato un percorso di analisi e miglioramento delle nostre pratiche aziendali, mirando a una gestione più e ciente delle risorse energetiche, per esempio grazie ad un ampliamento dell’attuale impianto fotovoltaico. Nel corso di questo anno, ci prepariamo a redigere volontariamente il nostro primo Bilancio di Sostenibilità relativo al 2025, un impegno concreto per garantire trasparenza e responsabilità. Questo documento sarà un’opportunità per valutare i progressi raggiunti, de nire nuovi obiettivi e ra orzare la nostra strategia ESG. Guardiamo al futuro con la determinazione di costruire un modello aziendale sempre più sostenibile e orientato al benessere delle persone, dell’ambiente e del territorio locale”.
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RASSEGNA NOTIZIE
Ravenna 27 febbraio
Arriva il Commissario al Porto di Ravenna
Nominato per l’incarico l’ex presidente dell’Autorità Portuale
Daniele Rossi
Daniele Rossi (nella foto) ha ricevuto la nomina di commissario straordinario del Porto di Ravenna. La carica è stata u cializzata mercoledì 26 febbraio con un decreto u ciale rmato dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini. Rossi, già Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico centro settentrionale, manterrà con il nuovo incarico le stesse funzioni e competenze precedentemente esercitate. Il suo secondo mandato alla guida dell’Autorità portuale si era infatti concluso a gennaio. Prorogato l’incarico per ulteriori 45 giorni, bisognerà ora aspettare la nomina del nuovo presidente. La decisione spetta al Ministero, in accordo con la Regione Emilia-Romagna.
Ravenna
Forlì-Cesena
Rimini
19 marzo
Troppa acqua dolce in mare
Vongole sempre più a rischio
C’è grande preoccupazione per gli e etti che le precipitazioni eccezionali ( no a 200 mm di pioggia in 48 ore) potranno avere sulle acque dell’Adriatico, sulle specie ittiche e quindi sulle attività di pesca. “La quantità di pioggia caduta, paragonabile a quella delle alluvioni precedenti, provocherà inevitabilmente abbondanti apporti di acqua dolce in mare, rendendo in particolare ancora più critica la situazione delle vongole. Come accaduto in occasione delle precedenti piene eccezionali e soprattutto negli episodi alluvionali del 2023, è verosimile, inoltre, che i materiali trascinati no al mare (detriti, legname e ingombranti di ogni genere) arrechino rischi seri per la navigazione e danni ingenti alle imbarcazioni e alle attrezzature degli operatori delle marinerie”, commentano i Presidenti dei due Consorzi di Gestione Molluschi dei compartimenti di Ravenna e Rimini, Manuel Guidotti e Michele Castelluccia. (foto Shutterstock)
EMILIA-ROMAGNA
20 marzo
Contrasto alle gelate notturne
La Regione in campo con 4 milioni
Oltre 4 milioni di euro già messi a bando nella nuova programmazione dello Sviluppo rurale, in grado di generare investimenti potenziali sul territorio per circa 6 milioni. Ai quali si aggiunge un recente ulteriore bando da 1,4 milioni. Sono i fondi messi in campo dalla Regione Emilia-Romagna a favore degli agricoltori e delle imprese agricole per contrastare le gelate, come quelle improvvise di queste notti in Emilia-Romagna. Un impegno che arriva da lontano: nel Programma di Sviluppo rurale precedente le risorse impegnate in questo senso avevano superato i 24 milioni di euro, divisi in 3 bandi (nel 2020, 2021 e 2023), che hanno generato investimenti sul territorio in impianti antibrina per quasi 35 milioni di euro. (foto Shutterstock)
EMILIA-ROMAGNA
19 marzo
La Regione aumenta le addizionali
Niente ticket ai già esenti
Ridimensionati gli aumenti dell’addizionale Irpef nel triennio e, in attesa di de nire un nuovo sistema di compartecipazione progressiva basata sull’Isee, nessun ticket farmaceutico per i cittadini già esenti. Sono queste le novità contenute nella manovra di bilancio 2025-2027 della Regione Emilia-Romagna, guidata da Michele de Pascale (nella foto), al termine del confronto con le parti sociali e il tavolo con Cgil, Cisl e Uil da cui è scaturito un verbale sui correttivi. Manovra che, dopo l’esame di tutte le Commissioni assembleari, approderà domani in Commissione bilancio per gli emendamenti. L’arrivo in Aula per il voto nale dell’Assemblea legislativa è previsto per ne mese. Si tratta del primo bilancio della XII Legislatura: un volume da 14,3 miliardi di euro, di cui oltre 10 per la sanità, e con il quale terminerà contestualmente l’attuale esercizio provvisorio per i conti regionali.
ROMAGNA
Forlì-Cesena/Rimini
L’industria rallenta il passo
Bene gli alimentari, male le calzature
L’economia manifatturiera della provincia di Forlì-Cesena ha registrato – come mette in luce la Cdc della Romagna - un rallentamento nel 2024, con una riduzione della produzione industriale del 2,5% rispetto all’anno precedente. La essione produttiva è stata comune a tutte le imprese, ad eccezione di quelle di maggiori dimensioni (oltre i 250 addetti) Tuttavia, il quarto trimestre del 2024 ha mostrato segnali di ripresa, con un aumento della produzione del 5,5% rispetto al trimestre precedente. In aumento anche la domanda interna (+8,9%), mentre quella estera è rimasta sostanzialmente stabile. Su base annuale (media degli ultimi 12 mesi rispetto ai 12 mesi precedenti), a livello settoriale, si evidenzia una crescita per il comparto alimentare (+3,5%); in essione i mobili (-5,2%) e soprattutto le calzature (-22%).(foto Shutterstock)
Ravenna
28 febbraio
Arriva in città Moneyadvisor
La consulenza è indipendente
Nelle sale dell’hotel Cappello di Ravenna, si è tenuto l’evento di presentazione di Moneyadvisor, la prima società di consulenza nanziaria indipendente della città. L’incontro ha rappresentato un’importante occasione per illustrare ai presenti le caratteristiche e le opportunità o erte dalla consulenza nanziaria indipendente, un modello in forte crescita che sta rivoluzionando il settore degli investimenti. Durante l’evento, i professionisti di Moneyadvisor hanno spiegato in dettaglio come la consulenza indipendente si di erenzi rispetto ai servizi tradizionali o erti dalle banche e dalle reti di promotori nanziari. A di erenza di questi ultimi, Moneyadvisor opera senza con itti di interesse, o rendo ai clienti un supporto trasparente e personalizzato nella gestione del proprio patrimonio.
La ricerca aiuta il lavoro
nei campi
Confagricoltura applaude ai Tea
Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini esprime grande soddisfazione per l’avvio del negoziato sulla nuova legislazione europea sulle Tecniche di evoluzione assistita (Tea) o Ngt. Un passo fondamentale verso un futuro più sicuro ed e ciente per l’agricoltura, perché può mettere a disposizione degli imprenditori agricoli romagnoli nuove soluzioni per a rontare le s de dei cambiamenti climatici e delle minacce tosanitarie. “Per l’agricoltura romagnola, sempre più provata da eventi climatici avversi, topatie sempre più invasive e si trova con sempre meno molecole a disposizione per la difesa delle colture, queste tecniche sono essenziali per continuare a garantire produzioni agricole di qualità”, a erma Carlo Carli. (foto Shutterstock)
Forlì 20 febbraio
L’agricoltura in cerca di futuro
La Pac deve sostenere il settore
Coldiretti Forlì-Cesena l’agricoltura europea sta vivendo un momento cruciale: il cambio di passo della Commissione Europea rappresenta un segnale positivo, ma è fondamentale assicurare un futuro solido al comparto difendendo l’autonomia del bilancio della Politica agricola comune (Pac) e contrastando le minacce alla liera agroalimentare italiana, come l’invasione di prodotti esteri a basso costo e di dubbia qualità. “Tuttavia, il rischio di un accorpamento dei fondi della Pac con quelli della coesione rappresenta una grave minaccia, perché priverebbe il settore di risorse certe e indispensabili. Dobbiamo garantire che la Pac resti un pilastro centrale dell’Unione Europea, con strumenti adeguati per sostenere chi lavora la terra e produce cibo di qualità”. (foto Shutterstock)
ROMAGNA
18 febbraio
Coop a caccia di addetti
Accordo Legacoop-Randstad
Firmato a Ravenna il rinnovo della convenzione tra Legacoop Romagna, Federcoop Romagna e Randstad per la ricerca e la selezione di personale. Erano presenti la Regional director di Randstad, Sonia Sabbatelli, l’area manager Marco Ruggeri, il presidente di Legacoop e Federcoop Romagna, Paolo Lucchi e la coordinatrice di Federcoop Romagna, Ornella Rutigliano. Reciproca soddisfazione è stata espressa per i numeri dell’accordo, che nel 2024 ha consentito di attivare circa 900 contratti di lavoro, con una crescita di quasi il 10% sull’anno precedente e con oltre 2.200 persone inserite all’interno delle cooperative romagnole di Legacoop nell’ultimo triennio.
Ravenna
23 febbraio
Valleverde vince contro Birkenstock
Il disegno di una suola non è un marchio
Il disegno di una suola non è un marchio di fabbrica. Rafting Goldstar, azienda italiana che fa capo al gruppo fusignanese Silver1 di Elvio Silvagni (nella foto), di cui fa parte anche il marchio Valleverde, riceverà 10 mila euro dalla tedesca Birkenstock come risarcimento per la causa da questa intentata contro la ditta italiana ormai una decina di anni fa. Lo ha deciso la Corte di Appello di Parigi che ha così confermato la stessa decisione presa dalla Corte Europea che indicava come fosse impossibile per l’azienda tedesca registrare il disegno della suola come marchio di fabbrica. Oltre alla conferma della sentenza europea e al risarcimento alla Rafting Goldstar, la società tedesca è stata condannata anche al pagamento delle spese processuali di ricorso.
Per
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Romagna24economia
Magazine di economia, a ari, impresa e società
Inchiesta a cura di Giorgio Costa
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n° 2 | anno 5 | marzo 2025 Romagna24economia o re esclusivamente un servizio, non riceve provvigioni sulle contrattazioni, non e ettua commerci, non è responsabile per la qualità, provenienza, veridicità e puntualità di uscita delle inserzioni e neppure per le conseguenze dirette e indirette che possono derivare dalla non corrispondenza di tali dati alla realtà. La direzione si riserva comunque, a suo insindacabile giudizio, di cestinare annunci. Edit Italia Srl. precisa che tutte le inserzioni recanti dati personali e/o sensibili ai sensi del D.L. 196/2003, sono state pubblicate previa informativa all’interessato e espresso, diretto e speci co consenso dello stesso alla di usione dei predetti dati ai sensi del D.L. 196/2003. Questo periodico è aperto a quanti desiderino manifestare il loro pensiero, senza recare pregiudizio ad altri, ai sensi dell’art. 21 della Costituzione e, pertanto, la sua Redazione è disposta a ricevere testi scritti, fotogra e, immagini ed altro materiale dai lettori. Tuttavia, l’eventuale pubblicazione, anche in via telematica, di quanto inviato alla Redazione di questo periodico, è a totale discrezione della Redazione medesima. In ogni caso l’eventuale pubblicazione non determina la costituzione di alcun rapporto di collaborazione dei lettori con la stessa Redazione e/o con l’Editore, né obbligo di pagamento di alcun importo da parte della Redazione e/o dell’Editore del periodico. L’invio del materiale è a titolo gratuito. Quanto inviato alle Redazioni, anche se non pubblicato, non verrà restituito al mittente.
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