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POSTE ITALIANE S.P.A. - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE AUT. N.0736 PERIODICO ROC DL.353/2003 (CONV.IN L.27/02/2004 N.46) ART.1 COMM1 I, DCB MILANO 6,00€
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Visione tecnocratica vs visione umanistica della persona Transizione energetica o “bla bla bla”? medicina veterinaria al Goetheanum La relazione tra pianeti, metalli e uomo
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EDITORIALE
Cari amici lettori, stiamo attualmente attraversando quel tempo che – dalle ricorrenze legate all’arcangelo Michele e a San Francesco – ci conduce fino al Natale. Momento questo che ricopre un ruolo particolare nell’arco dell’anno. Ci troviamo nel periodo autunnale in cui crescono le forze delle tenebre che si manifestano nell’apparente morte della natura. Non per caso a novembre si celebra il giorno dei morti. E intanto sentiamo già svilupparsi in noi le forze solari che ci porteranno alla Natività. Siamo coscienti della complessità dell’argomento e sappiamo che anche voi, che vi interessate di antroposofia, condividete tale difficoltà. Consapevoli di questi ostacoli vorremmo rendervi partecipi su alcune riflessioni ispirate e maturate dagli insegnamenti di Rudolf Steiner. L’arcangelo Michele, in quanto portatore dello spirito sotto forma di luci e di pensieri, opera in modo che l’uomo possa pensare e allo stesso tempo vivere nello spirito. Nell’azione di Michele vediamo adempiersi il compito di portare la luce della coscienza nel pensiero dell’uomo in modo da consentirgli di sperimentare una religiosità personale, individuale, liberata dalle catene delle tradizioni e delle imposizioni. Una concezione che, per altri versi, troviamo anche in San Francesco – indicato da Steiner quale discepolo del Buddha – che porta la sua religiosità incontro alla natura vissuta con un senso di fratellanza di cui fanno parte non solo gli animali, quali il lupo e gli uccelli, ma anche gli elementi “non viventi”. Ugualmente l’acqua, il fuoco, il sole la luna e le stelle devono essere considerati come nostri fratelli e nostre sorelle. In questo momento segnato da gravi difficoltà, l’azione di Michele e di San Francesco può rafforzare la nostra capacità di superare il dolore e di trasformare quanto ci viene incontro di negativo in una visione positiva. È come se ci trovassimo in un tu per tu dove il mio io e l’io dell’altro si incontrano grazie alle forze spirituali che ci accomunano e ci uniscono in una nuova fratellanza lungo il cammino che conduce verso il perdono e l’amore, sostenuti da quanto di più nobile alberga nell’uomo. Naturalmente comprendere è il primo passo, ma poi la capacità di mettere in pratica richiede un ulteriore, ben più impegnativo, sforzo.
ARTEMEDICA ANTROPOSOFIA OGGI n. 64 - inverno 2021 - anno XVI
iscritta al tribunale di Milano al n. 773 registro stampa, 12.10.2005 iscrizione al ROC n. 32904 Spedizione in abbonamento postale - Aut.n.0736 Periodico ROC
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Direttore Responsabile Cris Thellung Direzione Culturale Paulette Prouse Redazione e coordinamento editoriale Anna Chiello Bruno Lanata Traduzioni Alessandra Coretti Tudor Popa Impaginazione e grafica Cristiano Abbadessa Stampatore La Tipografia snc Via Bramante 5, Buccinasco (MI)
Editore - Redazione Fondazione Artemedica Via Belgirate 15 20125 Milano
Ringraziamo i nostri amici, collaboratori ed editori che, concedendoci di pubblicare gratuitamente i loro articoli, consentono ad ArteMedica di continuare a essere portatrice dei valori dell’antroposofia oggi. In particolare, gli articoli tratti da Das Goetheanum, Info3, Die Drei e dai Flensburger Hefte sono pubblicati su gentile concessione degli editori. Per testi e immagini di cui non è stato possibile rintracciare i detentori dei diritti, l’editore si dichiara sin d’ora disponibile a riconoscere i diritti a chi ne facesse legittimamente richiesta. Eventuali indicazioni terapeutiche presenti negli articoli sono da considerarsi esemplificative e generiche e non sono applicabili a singoli casi per i quali è indispensabile consultare uno specialista.
Per gli abbonati In caso di mancato ricevimento entro le date sottoindicate inviare segnalazione alla nostra segreteria tel. 02.6711621 - info@fondazioneartemedica.it Primavera, 15 aprile; Estate, 20 luglio; Autunno; 15 ottobre; Inverno - 15 gennaio.
SOMMARIO 4 Visione tecnocratica contro visione umanistica della persona
29 Relazione tra pianeti, metalli e uomo Orlando Donfrancesco
Michael Esfeld
8 Certificazione verde Covid-19: la farsa della “libertà di scelta” 10 Transazione energetica o “bla bla bla”? Maurizio Pietro Morisco
13 Rudolf Steiner sulla gioventù che verrà SIMA
14 Il medico e le terapie artistiche Maria Luisa Di Summa
16 Il primo convegno di medicina veterinaria al Goetheanum Sabrina Menestrina
20 Salute e salutogenesi Cesare Donarini Un’architettura per l’uomo
23 Joseph Beuys, artista profetico Stefano Andi
27 Melograno Un concentrato di antiossidanti naturalmente benefico per la pelle
32 Gli oli essenziali convenzionali e Gold, e la pianta tripartita intervista a Giuseppe Ferraro
36 Il ritratto di Dante Una riflessione a 700 anni dalla sua morte Alessandra Coretti L’arte di invecchiare
39 L’uomo si sviluppa durante l’intera vita Rudolf Steiner Appunti di viaggio
40 Vivere a Gavi tra le vigne Cris Thellung Genitorialità
43 La responsabilità: un dovere e un’opportunità Draupadi Piccini Associazione Menschen
46 Il volto mostruoso del cinema Maurizio Pietro Morisco
48 Le festività indiane, tra cibo e famiglia Cinzia Giordanelli
50 Consigli di lettura
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Certificazione verde Covid-19: la farsa della “libertà di scelta” La quarta ondata che sta attraversando l’Europa ha portato i vari paesi a varare misure sempre più restrittive volte ad arginare la diffusione del virus. L’Austria per prima ha decretato un nuovo lockdown per i non vaccinati, che non potranno più accedere a bar e ristoranti; mentre con un tampone antigenico o molecolare negativo potranno ancora recarsi al luogo di lavoro. La Francia, invece, per bocca del suo stesso presidente Emmanuel Macron, in tv dall’Eliseo, ha invitato i cittadini che non hanno ancora fatto la prima dose a vaccinarsi. Dal 15 dicembre, poi, chi ha un’età superiore ai 65 anni e ha effettuato il richiamo del vaccino da oltre sei mesi dovrà effettuare la terza
dose, pena la decadenza del pass sanitaire, versione francese del nostro green pass. A stretto giro la terza campagna vaccinale sarà quindi estesa ai francesi con età compresa tra i 50 e i 64 anni. E a proposito di green pass, rimane sempre alta la tensione in Italia. La richiesta del passaporto vaccinale per poter accedere non solo ai locali pubblici ma anche al posto di lavoro sta infatti accendendo gli animi. In diverse città, soprattutto Trieste e Milano, i No green pass più irriducibili hanno manifestato apertamente il loro dissenso. Intanto cresce rapidamente il numero delle aziende, a partire dalle grandi imprese e dai gruppi più importanti, che hanno deciso, con diverse modalità, di as-
Fabio Brescacin, presidente EcorNaturaSì
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sumersi l’onere di pagare il tampone ai propri dipendenti che non si sono ancora vaccinati. La prima è stata EcorNaturaSì, che già il 15 settembre ha inviato una lettera in cui il suo cofondatore e presidente Fabio Brescacin rassicurava i dipendenti annunciando che l’azienda avrebbe pagato i tamponi fino alla scadenza del 31 dicembre. “Come azienda – scrive Brescacin – abbiamo deciso, nel rispetto della libertà di ognuno e per evitare discriminazioni nell’ambito del lavoro, di permettere a tutti di svolgere regolarmente i propri compiti in azienda. Per chi quindi ha deciso, con coscienza e responsabilità, di non vaccinarsi provvederemo a contribuire al costo dei tamponi richiesti dalla legge (fino al termine dello stato di emergenza fissato al 31/12) per esercitare il proprio compito lavorativo, a meno che lo Stato non provveda alla spesa come fa per i vaccini.” L’iniziativa ha immediatamente acceso sui giornali le solite polemiche, innescate dall’immancabile commento del virologo Roberto Burioni che ha twittato
Allarme Germania A differenza di quello italiano, il governo tedesco non ha coniato un termine unico pari al neologismo “green pass” per indicare un lasciapassare sanitario (permanente se si è stati vaccinati, limitato a 48 ore per chi esibisce un test negativo), bensì differenzia i vaccinati, i guariti e i testati (rispettivamente: geimpft, genesen e getestet): ciò si riassume nella futuristica formula “3G” che regola lo svolgimento della vita sociale, formula in base alla quale hanno accesso ai luoghi pubblici al chiuso solo le tre categorie citate sopra. Attualmente è molto dibattuto il modello “2G”, applicato solo in contesti specifici (come club e discoteche) o per libera scelta di alcuni ristoratori, che consente l’accesso esclusivamente ai vaccinati e ai guariti. A detta del ministro della salute, Jens Spahn, tali regolamenti sono mirati al bene collettivo, all’alleggerimento del lavoro negli ospedali e alla salvaguardia delle attività economiche, ma anche a ‘premiare’ chi ha doverosamente scelto di sottoporsi al vaccino; secondo la stessa logica, chi rifiuta l’offerta gratuita del vaccino da parte dello Stato è giustamente obbligato a sostenerne le conseguenze sociali e finanziarie. Tali affermazioni, che risalgono a settembre, segnano un drastico cambio di rotta rispetto a quanto previsto dal ministro federale Helge Braun, capo della cancelleria, nel (lontano) marzo 2021, e cioè che nel momento in cui la Germania sarebbe stata in grado di offrire il vaccino a ogni cittadino adulto si sarebbe tornati alla normalità in ogni ambito; chi rifiutasse questa possibilità, per scelta individuale, accetterebbe il rischio di contrarre la malattia, ma a quel punto non sarebbe Inverno 2021 - ARTEMEDICA n. 64
“Con me NaturaSì ha chiuso”, lanciando così il suo personale boicottaggio nei confronti della catena di negozi biologici e biodinamici, in quanto, a suo dire, rea di “lisciare il pelo ai no-vax”. All’invettiva di Burioni ha fatto eco il contraltare di Nicola Porro, che – rilanciando l’articolo in cui Nicolò Petrali, si diceva felice di poter finalmente entrare in un qualsiasi negozio NaturaSì senza correre il rischio di incontrare l’onnipresente scienziato – ha twittato: “Burioni boicotta NaturaSì. E allora noi sosteniamo l’azienda”. A parte le sterili polemiche, l’iniziativa di Brescacin ha trovato seguito nelle iniziative di numerose altre aziende come la Sailmaker International, cui si sono quindi aggiunti Gd (gruppo Coesia), Ima, Ducati Motor, Bonfiglioli riduttori, Toyota Material Handling, Nord motoriduttori che hanno messo a punto accordi per andare incontro a quei dipendenti che, per diverse ragioni personali, hanno deciso di non vaccinarsi e che devono di conseguenza sostenere i costi dei tamponi. n
più giustificabile alcuna limitazione dei diritti fondamentali a scopo cautelare. La stessa Danimarca, che a settembre aveva sospeso gran parte dei provvedimenti legati alla pandemia, si vede ora costretta, di fronte alla risalita dei contagi, a reintrodurre l’uso del green pass. Le misure gradualmente inasprite dal governo tedesco di fatto vengono sempre di più percepite dalla popolazione (vaccinata e non) come misure costrittive che simulano un obbligo. È qui interessante segnalare che un recente studio promosso dallo ”European Covid Survey” (ECOS) rivela come questa strategia di persuasione non abbia ottenuto gli effetti sperati dal governo: chi nei mesi scorsi non ha voluto farsi inoculare il vaccino (che è stato cinicamente definito Tor der Freiheit, cioè “porta della libertà”) alla luce di questa politica discriminatoria rifiuta con ancor più convinzione la prospettiva di farlo ora*. Secondo i dati emessi fino al 5 ottobre dal Robert-Koch-Institut (l’organizzazione responsabile per il controllo e la prevenzione delle malattie infettive in Germania), quasi il 35% della popolazione adulta non è vaccinata (valore che in Italia è sceso sotto al 20%); di questi, il 30% ammette di avvertire una “controreazione” all’attuale strategia persuasiva. Lo studio citato riporta che il motivo di tale rifiuto non riposa tanto nella disinformazione o nel timore che i vaccini siano poco sicuri, quanto piuttosto nell’intollerabile pressione sociale esercitata sulla categoria dei non vaccinati. Alessandra Coretti * Saskia Heinze, Zwei von drei Ungeimpften fühlen sich durch Politik und Gesellschaft unter Druck gesetzt, articolo del 5.10.2021 su www.rnd.de/gesundheit.
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Rudolf Steiner sulla gioventù che verrà
La gioventù che verrà proverrà da tutt’altri mondi cosmici e questo si intensificherà. Porterà con sé un’immensa facoltà di pensiero, una virtuosità del pensare. Questa è tuttavia la più grande tentazione e nel contempo il più grande attacco arimanico contro l’Antroposofia. Ci sarà il pericolo che mediante l’enorme leggerezza nell’interpretare i concetti antroposofici, tutto rimanga impigliato nel pensare e si sviluppi un’enorme sensazione di piacere nel pensare l’Antroposofia; ma non si penetrerà nella disciplina. L’unica cosa che la gioventù potrà ricevere e che potrà temprarla per superare gli eventi futuri è che incontri l’Antroposofia nella disciplina. La disciplina è il fondamento, mediante il quale unicamente lo studio può essere condotto a una vera meta. Quando l’antroposofia viene insegnata come scienza, essa diventa dannosa. L’Antroposofia non può essere soltanto teoria; essa deve diventare vita diretta. Facendo sì che sia soltanto un insegnamento, si uccide l’Antroposofia e la si consegna ad Arimane, al Signore della morte. Oggi tuttavia per gli uomini è molto più comodo pensare e appropriarsi di alcuni concetti antroposofici, piuttosto di eliminare anche soltanto un’abitudine. Ciò che fa l’Antroposofia delle nostro anime è molto più importante di tutto il sapere teorico sui concetti scientifico-spirituali.
Esposizione verbale di Rudolf Steiner alla presenza della signora Sybell-Petersen, riportata da Adelheid Petersen in una conferenza tenuta nell’agosto del 1950.
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Il medico e le terapie artistiche l
Maria Luisa Di Summa
Medico, presidente Società Italiana di Medicina Antroposofica
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empre più si sta evidenziando come risulti oggi quasi impossibile a una sola figura terapeutica affrontare le attuali situazioni di malattia. Realtà cliniche e realtà sociali hanno subito un profondo cambiamento nel corso di pochi decenni. Dopo la Prima guerra mondiale sono stati scoperti quei farmaci che maggiormente hanno contribuito a cambiare il volto della clinica medica e dopo il secondo conflitto bellico gli ospedali si sono gradualmente trasformati da luogo di assistenza sanitaria
alle fasce più povere della popolazione in aziende che vorrebbero garantire le migliori cure, cioè scelte terapeutiche basate su ‘protocolli scientifici’, per specifiche patologie, cui ricondurre le varie malattie. Tali criteri di scelta presentano però delle criticità, sia nel momento in cui si guarda al singolo uomo malato, sia nel momento in cui si guarda a una particolare forma patologica. La definizione di ‘malattie psicosomatiche’ è stata forse la prima che ha cercato di colmare quel vuoto che si incominciava a percepire tra realtà e diagnosi,
fonte: www.icat-medsektion.net
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e di conseguenza tra diaindividuali, che già si avvertiAttraverso la pittura, la scultura, gnosi e terapia, ma si trattava vano in precedenza, prima fra la musica e l’arte della parola è in fondo di una definizione tutte una sempre crescente astratta che condannava la possibile affrontare non solo gran carenza di calore, a partire dal sofferenza di molti malati in parte delle patologie destinate, calore fisico, e una ancora più una categoria di serie B e che nella medicina convenzionale, agli diffusa alterazione del ritmo sul piano terapeutico si è psicofarmaci, ma anche avere un cui si è aggiunta ora un’altequasi sempre risolta con la grande supporto in ogni situazione razione delle percezioni, leprescrizione di psicofarmaci, di malattia. gata ai cambiamenti nella favorendone l’abuso. Questi sfera sociale. Le terapie artivuoti vengono oggi colmati sempre più dalla tecnostiche agiscono sempre positivamente nelle sfere logia, che però rischia di sconfinare dai suoi compiti, del calore e del ritmo, pur muovendo da direzioni diaprendo la strada al transumanesimo. A questa diverse, e sempre rafforzano e allargano le capacità sumanizzazione della medicina le anime di molti di percezione. uomini oggi si ribellano. Il restringimento dei propri orizzonti, la perdita del contatto con se stessi e del senso della propria vita, Nel sistema medico antroposofico è affidato al mel’incapacità di esprimersi e di decidere – con tutto il dico il compito di colmare i vuoti che si incontrano carico di paure, smarrimento, depressione, che può tra realtà e diagnosi e tra diagnosi e terapia. Questi accompagnarli – trovano nella pittura terapeutica vuoti possiamo anche vederli positivamente come una valida indicazione. Il lavoro con la creta ha un spazi: spazi di libertà nei quali la pratica medica può effetto rilassante e nello stesso tempo rafforzante, trasformarsi in arte medica. rimuovendo anche blocchi depressivi e restituendo Ma questi spazi il medico non sempre può affronsicurezza e volontà di agire nel mondo. tarli da solo e non sempre è bene che lo faccia da La perdita della conoscenza e della percezione di sé solo. Per questo la Società Italiana di Medicina Ane del proprio corpo, che si accompagna spesso ad troposofica collabora e sostiene tutte le realtà mulalterazioni del ritmo del respiro e alla perdita della tidisciplinari presenti in quello che abbiamo propria centralità, può trarre grande giovamento chiamato Forum per la Medicina Antroposofica, e la dall’arte della parola, che apre mondi e risonanze Sezione di medicina del Goetheanum organizza spesso sconosciuti, cosi come la musica può arrivare ogni anno a Dornach, in Svizzera, il grande convefin nel corpo attivando e insieme infondendo calma, gno internazionale di tutti i terapeuti. in un risveglio dei sensi che va oltre le comuni perIn questi convegni, negli ultimi anni è emerso anche cezioni, nella scoperta di vibrazioni nuove che come non si possa più parlare di patologie umane aprono una strada verso il futuro anche nei malati separandole da quelle dell’animale e dell’ambiente, più gravi. e come la prima terapia per l’uomo sia quella di alAnche per il medico le artiterapie possono essere, largare lo sguardo e aprire tutti sensi verso ciò che attraverso i risultati che riscontra nel paziente, una lo circonda. straordinaria scoperta e un aiuto nel percorrere la Le terapie artistiche offrono il più grande aiuto per difficile strada di una medicina umana. andare in questa direzione. Attraverso la pittura, la scultura, la musica e l’arte della parola è possibile Quest’anno, durante il convegno internazionale affrontare non solo gran parte di quelle patologie della Sezione di medicina, sono stati proiettati quatdestinate, nella medicina convenzionale, agli psicotro brevi video sulle artiterapie, con i sottotitoli farmaci, ma anche avere un grande supporto in ogni anche in italiano, che è ora possibile vedere nel link situazione di malattia. sotto indicato. L’attuale situazione sanitaria sta aggravando aspetti www.medicinaantroposofica.it/pubblicazioni/quatpatologici che potremmo definire sociali, oltre che tro-video-sulle-artiterapie-antroposofiche/ n
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Pianeti, metalli e uomo
Relazioni tra pianeti metalli e uomo l
Orlando Donfrancesco
L’evidenza che ogni mesopra-sensibile, in modo I sette pianeti non hanno in nessuna cosa tallo è l’espressione fida comprendere in piena un’azione più grande che nei loro metalli, che sica terrestre del sistema coscienza quelle relaessi compenetrano con tutte le loro forze e di forze di un determizioni note all’uomo di nato pianeta era ampia- proprietà, come se essi stessi vi fossero presenti altre epoche solo per via mente nota alle civiltà del istintuale ed espresse in col loro intero essere. passato. Tale conoscenza era maniera simbolico-religiosa. (Paracelso) istintiva, percepita direttamente dal In numerose conferenze Steiner afmondo spirituale ed espressa nel linguaggio fronta le relazioni tra pianeti, metalli ed essere immaginativo tipico dei popoli antichi: culti, miti e umano (una su tutte la OO 232 Aspetti dei misteri ansaghe. Che il rosso pianeta Marte, rappresentato dal tichi), ma è nei cicli di conferenze per medici che apdio della guerra, fosse associato all’azione del ferro, profondisce l’argomento non solo dal punto di vista o che il suo polare Venere, raffigurato dalla dea della della terapia ma anche riguardo ai processi farmaceubellezza, si esprimesse nel calore e nell’accoglienza tici di preparazione dei rimedi. Così i metalli si sono del rame, era cosa ovvia per l’uomo di precedenti costituiti come elemento fondamentale della mediepoche evolutive, così come l’incarnazione solare cina antroposofica, e negli anni successivi sono stati rappresentata dall’oro che adornava le teste dei reoggetto di studio appassionato da parte di medici e gnanti, come i faraoni, o delle divinità solari come il scienziati a orientamento antroposofico (celebri gli persiano Ahura Mazdā. esperimenti di Lili Kolisko, che dimostrano l’influenza dei pianeti sul comportamento dei composti Anche in epoche successive, come il Medioevo e metallici). l’inizio dell’età moderna, gli alchimisti studiarono tali relazioni e le applicarono nelle loro laScopo di questa serie di brevi articoli che savorazioni, attingendo a un bagaglio di ranno pubblicati sui prossimi numeri di saggezza millenaria prima che la ArteMedica è quello di fornire un quascienza materialistica la relegasse dro generale di tali relazioni, ogni volta per un metallo-pianeta specinella wunderkammer delle superstizioni: pianeti, metalli, piante, fico, al fine di comprendere meglio uomini, rocce, non sono altro non solo le basi della terapia con i che pezzi di materia creati dal rimedi metallici, ma anche l’imCaso (unica divinità concessa portanza che hanno i processi dalla scienza) e tenuti insieme planetari nella formazione delle da leggi puramente fisicopeculiari caratteristiche fisiche e meccaniche. animiche di ogni essere umano, In piena epoca positivista, fu con uno sguardo agli archetipi Rudolf Steiner a intuire che il della mitologia. metodo scientifico appena conquistato dall’umanità saPer capire la natura dei metalli rebbe stato uno strumento occorre volgere lo sguardo al formidabile per indagare non cielo, proprio come faceva solo nel campo del sensibile, l’uomo di epoche passate. I mecome fa la scienza convenziotalli si distinguono da tutti gli altri nale, ma anche nella sfera del minerali presenti sulla crosta terreInverno 2021 - ARTEMEDICA n. 64
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stre per la loro luce e brillantezza, la loro mobilità, la duttilità, la malleabilità, la colorazione, la sonorità e, nel complesso, per il loro senso di importanza e dignità ben diverso da quello dei cristalli, che appaiono come ‘forme’ definite e distanti, prive della vibrante vitalità interiore dei metalli. Un po’ come accade quando osserviamo nella volta celeste la fissità delle costellazioni opposta alla mobilità dei pianeti. In effetti i metalli sembrano estranei alla Terra che, oltretutto, tende continuamente a occultare se non a distruggere la loro natura, per esempio tramite processi ossidativi, ruggine, patine, formazione di leghe. Qual è dunque la patria dei metalli? Di quale processo sono il fenomeno sensibile? In epoche lontanissime nelle quali andava formandosi l’attuale Terra (si veda Rudolf Steiner OO 13. La scienza occulta nelle sue linee generali), le forze cosmiche di ciascun pianeta, che si manifestavano come colori nell’atmosfera, si sostanziarono man mano nel corpo terrestre come metalli: al pari di ogni sostanza terrestre, anche i metalli sono la fase conclusiva di processi giunti a quiete nella materia, che in questo caso corrispondono proprio ai processi planetari. Tramite opportune lavorazioni farmaceutiche e successive dinamizzazioni, si è in grado di ‘riaprire’ i metalli alle forze cosmiche corrispondenti, così da farli agire sugli organi e sulle funzioni corporee e animiche governate dalle medesime forze, come vedremo nei prossimi articoli.
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Nell’attuale fase evolutiva della Terra, i metalli sono presenti in dispersione finissima in tutta l’atmosfera e la crosta terrestre (del solo ferro ne cadono ogni anno sulla Terra circa 16.000 tonnellate sotto forma di polvere cosmica), ma come minerali in giacimenti sono localizzati in precise e diverse aree geografiche, che corrispondono alle zone della Terra dove agisce con più forza un determinato pianeta. I sette metalli principali di cui ci occuperemo (piombo, stagno, ferro, oro, rame, mercurio, argento) corrispondono all’azione pura e senza interferenze dei sette pianeti visibili a occhio nudo dalla Terra (Saturno, Giove, Marte, Sole, Venere, Mercurio, Luna), mentre gli altri metalli originano dall’azione combinata di due o più pianeti, come per esempio l’antimonio che corrisponde all’azione congiunta di Venere, Mercurio e Luna. Per iniziare a comprendere le relazioni che legano i pianeti ai metalli corrispondenti, occorre confrontare le caratteristiche astronomiche dei primi (in un’ottica ovviamente geocentrica) con quelle fisico-chimiche dei secondi. Come illustrato a livello esemplificativo in tabella, i sette metalli si dispongono sempre secondo un preciso ordine riguardo alle loro caratteristiche chimicofisiche (nel caso del mercurio, l’unico in forma liquida, non sono direttamente confrontabili), che corrisponde appunto alla distanza dei sette pianeti
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figura 1
dalla Terra, partendo dal più lontano al più vicino, ma anche alla loro velocità di rotazione in gradi, dal più lento (Saturno) al più veloce (Luna). Inoltre, se disponiamo pianeti e metalli sempre nel medesimo ordine su una circonferenza con il Sole-oro all’apice, troviamo le coppie polari di pianeti-metalli portatori di forze in opposizione (vd. figura 1, da Bott, Medicina antroposofica). Le stesse coppie polari si evidenziano se disponiamo i metalli per peso atomico crescente, sempre lasciando l’oro all’apice. Si possono trovare altre corrispondenze dello stesso tipo applicando ulteriori parametri (vd. figura 2, da Pelikan, I sette metalli). Tale ordine planetario non è altro che quello seguito dall’anima nel suo processo incarnatorio (freccia discendente I in figura) verso una nuova vita sulla Terra, dove, a seconda del tempo di permanenza in ciascuna sfera planetaria, il corpo astrale assumerà inclinazioni caratteriali specifiche con prevalenza di un pianeta rispetto agli altri (si parlerà così di tipo marziale, tipo gioviale, tipo lunare, e così via). Ciò, unito alla specificità di ogni sfera planetaria per determinati organi (per esempio, Giove sul fegato, Sole sul cuore), risulta fondamentale per impostare correttamente una terapia metallica. A tal fine non bisogna trascurare l’opposta corrente escarnatoria (freccia ascendente II in figura 3, da Bott, ibidem) che si fa prevalente nella seconda metà della vita (quando il corpo astrale inizia a prepararsi per affrontare il passaggio nelle sfere planetarie in ordine inverso) e che presenta per ciascun metallo effetti terapeutici differenti rispetto alla corrente incarnatoria. Non da ultimo è da tenere presente il risvolto biografico, ovvero il settennio in cui si trova a vivere il paziente, considerando che ciascun settennio è sotto l’egida di un determinato pianeta. Per quanto riguarda invece la preparazione farmaceutica dei rimedi metallici, compresi i metalli vegetabilizzati, il farmacista dovrà sempre procedere rispettando i cicli dei relativi pianeti (distanza dalla Terra, eventuali congiunzioni o eclissi) che influenzano le lavorazioni metalliche, a maggior ragione quando estremamente diluite e dinamizzate, dunque più ‘aperte’ alle forze cosmiche. Per fare un esempio, il Plumbum mellitum, un rimedio a base di piombo e miele, viene preparato ogni trent’anni circa, che corrispondono al ciclo di rivoluzione di Saturno, in modo da lavorare quando il pianeta è nel momento di massima vicinanza alla Terra e le sue forze risultano quindi più intense. Nel prossimo numero affronteremo proprio il piombo, incarnazione terrestre di Saturno, pianeta posto ai confini del nostro sistema solare. n
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figura 2
figura 3
Bibliografia Per chi volesse approfondire in maniera esaustiva l’argomento, si consiglia la lettura dei seguenti testi fondamentali: Alla Selawry, I metalli, ed. Aedel; Wilhelm Pelikan, Sette metalli, ed. Arcobaleno; Rudolf Hauschka, La natura della sostanza, Editrice Antroposofica; Victor Bott, Medicina antroposofica, ed. Nuova Ipsa.
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Il ritratto di Dante Una riflessione a 700 anni dalla sua morte l
Alessandra Coretti
Quando pensiamo a Dante, vediamo subito il suo inconfondibile profilo: il naso aquilino, la bocca segnata dallo sdegno e la profondità dello sguardo, il capo ornato con la corona d’alloro, simbolo della sua fama letteraria, e il mantello rosso sulle vecchie spalle. Come un sigillo definitivo, la personalità del poeta determina i tratti del suo volto. A partire dal XIV secolo Dante venne raffigurato con queste tipiche caratteristiche in innumerevoli ritratti, tra i quali spiccano quelli a opera di Sandro Botticelli e Raffaello. Ma qual è il più antico e il più fedele ritratto di Dante giunto fino a noi? Si tratta del ritratto po-
Sandro Botticelli 1495; Ginevra, collezione privata
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stumo del poeta che Giotto dipinse alla fine della sua lunga e fortunata carriera (presumibilmente attorno agli anni 1335-1337, mentre Dante era morto nel 1321) nel meraviglioso affresco della Cappella del Palazzo del Podestà a Firenze; un capolavoro che è stato recentemente restaurato, con l’intento di celebrare l’importante ricorrenza dei 700 anni dalla morte di Dante. Il dipinto di Giotto ci consegna un’immagine unica e non convenzionale del più grande poeta del Medioevo. Il viso di Dante appare qui giovane e sereno; il suo fine profilo non è segnato da sdegno e amarezza, come sarà invece caratteristico nei ritratti suc-
Raffaello Sanzio 1509, Roma, Musei Vaticani, Dettaglio della Disputa del Sacramento
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cessivi. Il suo sguardo si apre al futuro, nel rosso della sua veste risplendono la nobiltà della sua anima e la brillantezza del suo genio. Sulla luminosa fronte di Dante manca la tipica corona di alloro, ma egli stringe al cuore il suo libro, il capolavoro che gli ha guadagnato l’immortalità. Il Dante ritratto da Giotto non ha bisogno di attributi esteriori che ne mostrino la grandezza: immortalato nella gloria, il poeta è collocato in Paradiso, dove nella schiera dei beati contempla il Divino. Questo è un ritratto più spirituale che terreno, e rappresenta il vero, puro Dante, sgravato dal peso della tradizione. Se Dante e Giotto si fossero conosciuti di persona non è noto. Quel che è certo è che furono contemporanei, furono entrambi artisti molto rinomati nelle principali città italiane del loro tempo, tanto che all’uno era noto il talento dell’altro, come attesta in modo inequivocabile la reciproca stima che si tributarono: Giotto dipinse un celebrativo ritratto del poeta nel suo ultimo grande affresco; nei suoi versi, Dante celebrò Giotto come il miglior pittore, come colui il quale con la propria arte superò il maestro Cimabue (e subito di seguito collocò se stesso al primo posto nel campo della poesia, quale massimo rappresentante del dolce stil novo, cioè di quell’originale stile che aveva le sue fonti nella letteratura provenzale del sud della Francia)1. Questa parità di talenti tra i due grandi spiriti non sfuggì ad Albert Steffen, il quale rappresentò in modo molto vivido un immaginario incontro tra Dante e Giotto, raccontando con finezza la profondità della loro amicizia2. Nei suoi saggi Albert Steffen si dedicò più volte e con intenso interesse alla figura e alla poesia di Dante: anche grazie a questi approfonditi contributi abbiamo a disposizione un’immagine della vita di Dante e della sua opera, un’immagine che è al contempo un invito a dialogare in modo costruttivo con il patrimonio di pensiero contenuto nella Divina Commedia. Rudolf Steiner affermò che al destino di Dante era affidata una decisiva missione po-
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litica: il grande fiorentino avrebbe infatti dovuto esercitare un influsso storico di portata tale che ancora oggi, dopo 700 anni, se ne avvertirebbero i risultati. Dante però non poté esaudire la sua missione. Cacciato dalla sua città, Firenze, perse la possibilità di intervenire attivamente a livello politico e morì in esilio il 14 settembre del 1321. A questo prezzo, tuttavia, poté consegnare il suo capolavoro alla posterità: se quella durissima condanna non si fosse abbattuta sul suo destino, conclude Steiner, Dante non avrebbe mai completato la Divina Commedia3. Albert Steffen completò in modo originale questa affermazione di Steiner, riconoscendo invece nel genio artistico il tratto decisamente preponderante nel destino e nell’individualità di Dante: “Nel profondo, il suo più grande amore era diretto più ai grandi santi del Medioevo che a quelle personalità emergenti che preannunciavano il Rinascimento. E anche se egli fosse ritornato in patria in veste di amministratore del potere politico, una volta raggiunta la conoscenza di sé e la catarsi egli avrebbe continuato a dedicarsi al suo capolavoro.” 4 Potremmo infine chiederci se il peso della tradizione, che grava sul ritratto di Dante che si è affermato nell’immaginario collettivo, gravi allo stesso modo – se non di più – anche sulla sua opera maggiore. Al giorno d’oggi, chi si occupa della Divina Commedia si confronta al contempo con 700 anni di commentatori e di interpretazioni. Dante fu davvero così aderente ai dogmi della Chiesa cattolica, come potrebbe sembrare a una prima lettura, oppure sotto il manto della bellezza dei suoi versi il poeta celò un messaggio più profondo, la voce di un’altra spiritualità? Che Dante fosse stato permeato dell’impulso cristiano è fuori di dubbio; tuttavia, egli visse all’inizio del XIV secolo, in tempi estremamente complessi, nei quali papi corrotti, eretici, santi e
Giotto, presumibilmente 1335-1337, Firenze, Museo del Bargello Dettaglio del Giudizio Universale, Cappella del Palazzo del Podestà
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molteplici ordini contribuivano a conformare nel modo più vario la vita religiosa. Per mezzo di dogmi, come per mezzo di armi, la Chiesa fortificava il proprio potere sulla terra; da allora molto è andato definitivamente perduto, come la straordinaria e alta cultura dei Catari, o lo splendore dell’ordine dei Templari. Il capolavoro di Dante però si è salvato, è rimasto come una pietra miliare per una futura evoluzione, come Albert Steffen seppe cogliere profondamente: “Per lo spirito di un così grande configuratore della parola dovrebbe significare il massimo beneficio se oggi la sua opera fosse continuata, cosa che dovrebbe però avvenire mediante l’immaginazione, l’ispirazione e l’intuizione conquistate dall’anima cosciente (e non dalle forze animiche medievali di allora): ciò sarebbe quindi possibile solo attraverso una facoltà spirituale che era inesistente prima di oggi, una facoltà diretta tanto alla sua opera, quanto alla sua individualità.” 5 n —————— Note 1. Dante, Purgatorio XI 94-99.
Alessandra Coretti è nata nel 1985 a Trieste, dove ha completato gli studi universitari in filologia classica. Attiva come traduttrice in ambito antroposofico, da 10 anni vive e lavora tra Monaco e Dresda.
2. Albert Steffen, Dante und die Gegenwart (Dante e il Tempo presente), Dornach 1965, pag. 136. Pag. 142: “E Dante disse a Giotto: ‘Tu stesso sei ora la mia poesia’. E Giotto a Dante: ‘E tu la mia pittura’.” 3. Rudolf Steiner, conferenza del 23.10.1915 a Dornach. 4. Albert Steffen, Dante und die Gegenwart, p. 101. 5. Albert Steffen, Dante und die Gegenwart, p. 105.
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