Artemedica n.62

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1 2 0 2 N.62 Il rapporto uomo-animale

L’inferno degli animali P

Agricoltura biodinamica

il coraggio di cambiare L’incontinenza urinaria? Si può risolvere!

POSTE ITALIANE S.P.A. - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE AUT. N.0736 PERIODICO ROC DL.353/2003 (CONV.IN L.27/02/2004 N.46) ART.1 COMM1 I, DCB MILANO 6,00€

ANTRO

OGGI A I F O OS

Medicina Antroposofica

Riflessioni sull’obbligo vaccinale


Dalla natura VROX]LRQL HǁFDFL SHU VDOXWH benessere e bellezza. Rimedi sviluppati secondo i principi GHOOţ$QWURSRVRƿD GDO

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EDITORIALE

Sono trascorse oramai due primavere in compagnia del Coronavirus, ma nonostante la campagna vaccinale, il lockdown e tutti i disagi della nostra vita quotidiana il mostro non è ancora domato. Ci muoviamo tra preoccupazione e momenti più ottimistici, ma non mancano atteggiamenti aggressivi dettati da futili motivi e molto spesso in riferimento alla tristemente famosa mascherina. Manca il calore dell’approccio e dell’incontro, lo scambio di un abbraccio, di uno sguardo amichevole anche da uno sconosciuto. Una frase ci ha accompagnato durante il 2020: “Andrà tutto bene!”. Allora si pensava che ne saremmo usciti migliori… invece, questo virus ha rivolto contro di noi ciò che fin dall’inizio si è usato per combatterlo: il “distanziamento sociale”. E forse ci ha resi più egoisti? Ci rendiamo conto che possiamo contare solo e unicamente su noi stessi. Da questo distanziamento viene il pensiero dell’uomo disincarnato e facciamo tutti l’esperienza del Venerdì Santo! E come ci dice Cristina Gruwez in un suo bellissimo articolo pubblicato sulla rivista Das Gotheanum: senza Venerdì Santo non ci sarebbero neanche la resurrezione e la gioia della Pasqua che ci tocca un po’ tutti. Si può avere forse in questa universale esperienza di morte la chiave di lettura dell’attuale situazione mondiale? Si ha l’impressione che la pandemia serva per rimettere l’uomo in riga: dall’autorità viene protetto nella sua salute, però deve ubbidire e filare diritto in ogni suo gesto quotidiano e questo avviene a livello globale, non può sfuggire alcun cittadino del pianeta. Bisogna riconoscere la grande abilità e intelligenza che starebbero alla base della crisi. È stata pensata molto bene, ma è auspicabile che possa aver l’effetto contrario, ossia che porti ad un risveglio sociale? Non poche persone esprimono dubbi sull’origine della crisi… In una conferenza del 4.12.1916 Rudolf Steiner dice: “Al centro di tutte le liti ci sta sempre la lotta di alcuni gruppi di persone che vogliono dominare. Questa lotta per il potere su interi gruppi della popolazione o realtà statali si pone alla base di ogni guerra. La guerra che è inseparabilmente legata alla brama di potere. Chi vuole combattere la guerra sotto questa forma dovrebbe prima spodestare il principio del potere. Come lo ha fatto in modo molto logico il Cristianesimo delle origini”. E questo è un gesto d’amore e non di potere! Un gesto che ci porta a perdonare non solo l’altro, ma anche noi stessi. Perché come dice il Vangelo: siamo tutti fratelli in quanto figli di Dio. E ci ricorda anche di non fare agli altri ciò che non vogliamo sia fatto a noi.


ARTEMEDICA ANTROPOSOFIA OGGI n. 62 - estate 2021 - anno XVI

iscritta al tribunale di Milano al n. 773 registro stampa, 12.10.2005 iscrizione al ROC n. 32904 Spedizione in abbonamento postale - Aut.n.0736 Periodico ROC

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Direttore Responsabile Cris Thellung Direzione Culturale Paulette Prouse Redazione e coordinamento editoriale Anna Chiello Bruno Lanata Traduzioni Alessandra Coretti Tudor Popa Impaginazione e grafica Cristiano Abbadessa Stampatore La Tipografia snc Via Bramante 5, Buccinasco (MI)

Editore - Redazione Fondazione Artemedica Via Belgirate 15 20125 Milano

Ringraziamo i nostri amici, collaboratori ed editori che, concedendoci di pubblicare gratuitamente i loro articoli, consentono ad ArteMedica di continuare a essere portatrice dei valori dell’antroposofia oggi. In particolare, gli articoli tratti da Das Goetheanum, Info3, Die Drei e dai Flensburger Hefte sono pubblicati su gentile concessione degli editori. Per testi e immagini di cui non è stato possibile rintracciare i detentori dei diritti, l’editore si dichiara sin d’ora disponibile a riconoscere i diritti a chi ne facesse legittimamente richiesta. Eventuali indicazioni terapeutiche presenti negli articoli sono da considerarsi esemplificative e generiche e non sono applicabili a singoli casi per i quali è indispensabile consultare uno specialista.

Per gli abbonati In caso di mancato ricevimento entro le date sottoindicate inviare segnalazione alla nostra segreteria tel. 02.6711621 - info@fondazioneartemedica.it Primavera, 15 aprile; Estate, 20 luglio; Autunno; 15 ottobre; Inverno - 15 gennaio.


SOMMARIO 4 Un ricordo di Rudolf Steiner a 160 anni dalla sua nascita Alessandra Coretti

4 Lavoratori e artisti al Goetheanum Assja Turgenieff 36° Convegno Internazionale dell’Associazione biodinamica

7 Il coraggio di cambiare

28 La caduta dell’Anticristo Stefano Andi Le droghe e l’uomo da un punto di vista scientifico-spirituale

31 Nel paese delle meraviglie: gli allucinogeni Orlando Donfrancesco

34 Tennis in carrozzina Una storia di successo

Maurizio Pietro Morisco Appunti di viaggio

10 Considerazioni sull’apparato locomotore, sul movimento e la socialità

36 L’inferno degli animali Cris Thellung

Emilio Zavattaro Genitorialità

15 L’incontinenza urinaria? Si può risolvere!

38 Il teatro di figura con i bambini Draupadi Piccini

intervista a Carla Cantiani Medicina Tradizionale Cinese SIMA

18 Riflessioni sull’obbligo vaccinale

40 Ispezione: l’esame della lingua e della dua patina

Maria Luisa Di Summa

Gaudenzio Garozzo

20 Un bel respiro profondo

45 La paura della morte

Ansia, insonnia e inerzia metabolica ai tempi del Covid intervista Cesare Donarini

24 L’anima e l’argilla Storia di un’azienda di ispirazione antroposofica Intervista a Giuseppe Ferraro

Tudor Popa

49 L’opinione se ne sta lontana dal pensiero e agita la mano Franka Henn


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Considerazioni sull’apparato locomotore, sul movimento e la socialità l

Emilio Zavattaro, medico Società Italiana di Medicina Antroposofica

Per la medicina antroposofica, l’uomo si esprime funzionalmente in una sfera nervosa o del capo connessa con l’attività nervosa e pensante, in una sfera metabolica connessa con la trasformazione delle sostanze e con l’attività volitiva di movimento delle membra, e in una sfera intermedia ritmica connessa con le funzioni del respiro e della circolazione, che sostengono la vita dei sentimenti e delle emozioni. Certo, questa è una descrizione riduttiva, che vuole soltanto orientare antropologicamente all’osservazione dell’apparato locomotore. Se osserviamo l’apparato locomotore e la funzione di movimento ad esso connessa possiamo sinteticamente dire che la sua patologia più comunemente diffusa in età adulta è data dall’indurimento e irrigidimento dei tessuti e delle articolazioni, ad esempio l’artrosi. Ciò ha la sua causa principale nella progressiva insufficienza – legata a età, costituzione, stile di vita, alimentazione – delle funzioni metabolico-digestive. Si manifesta in una riduzione della capacità dell’uomo di ‘fare’, di operare con le proprie membra. Risulta ridotta la sua capacità di modificare concretamente il mondo esterno. Se osserviamo invece il periodo iniziale della vita dell’uomo non troviamo patologie da indurimento nel sistema locomotore ma piuttosto patologie o disfunzioni da difficoltoso sviluppo della funzione motoria legata a un deficit di efficienza del sistema neurosensoriale, con un conseguente affievolimento a lungo termine, più o meno manifesto, della sua possibilità di ‘essere’, di manifestarsi cioè come personalità individuale e come essere sociale. Tralasciamo volutamente il campo delle patologie gravi e focalizziamo l’attenzione su condizioni più sottili, meno evidenti, ma con conseguenze potenziali piuttosto ampie. Questo ambito fa parte di quella che potremmo chiamare igiene di vita o prevenzione. 10

Che relazione ha il movimento con ‘l’essere’ individuo singolo e sociale? Secondo Rudolf Steiner, fondatore dell’antroposofia, il modo generale di suddividere e rappresentare i sensi umani risultava insoddisfacente in quanto non riusciva a dare dell’uomo un’immagine in sé compiuta. Ancora oggi, nella fisiologia moderna, gli organi di senso vengono rappresentati come indipendenti. Sulla base delle sue riflessioni, nel 1910 Steiner presentò una Dottrina dei sensi che con i suoi dodici sensi ha il carattere di una certa completezza. Brevemente, secondo Rudolf Steiner, i dodici sensi dell’uomo si suddividono in: - sensi inferiori o sensi della corporeità (sensi della volontà), che danno all’uomo informazioni sulla sua propria corporeità: senso della vita, senso del movimento, senso dell’equilibrio, senso del tatto; - sensi mediani o sensi del mondo esterno (sensi del sentimento), che danno informazioni sulla natura degli oggetti esterni: senso del calore, senso del gusto, senso dell’odorato, senso della vista; - sensi superiori o sensi della conoscenza, che danno informazioni sugli esseri umani che ci circondano: senso dell’udito, senso della parola o del linguaggio, senso del pensiero o dei concetti, senso dell’Io dell’altro uomo. La trattazione esauriente di questo argomento capitale di fisiologia e antropologia richiederebbe ovviamente un altro e più ampio contesto. Tuttavia, ai fini di queste considerazioni sul movimento, possiamo brevemente illustrare i sensi inferiori e quelli superiori. Senso del tatto. Si attua nel contatto o pressione o urto del nostro corpo con oggetti esterni. Tale senso percepisce in realtà la corporeità propria del soggetto che percepisce, che nel contrasto con l’oggetto percepito viene modificata, e solo di conseguenza ha no-

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zione anche di questo. Il tatto è quindi un senso rivolto verso le profondità dell’organismo corporeo dell’uomo e normalmente agisce in modo per lui inconscio. Le qualità che il tatto coglie sono: duro e molle, liscio e ruvido, acuto e ottuso, puntuto e arrotondato, attaccaticcio e scivoloso, fluido e vischioso. L’organo sensitivo è diffuso in tutto l’organismo corporeo. L’oggetto fenomenico è la materialità fisica del corpo. Senso della vita. Percepisce gli stati e i processi vitali dell’organismo, dà il sentimento del benessere o del malessere interno. Le qualità che coglie sono: leggerezza e pesantezza, pienezza del respiro e mancanza di respiro, sete e ristoro, forza e debolezza, fame e sazietà, freschezza del mattino e stanchezza della sera. Anch’esso è quindi rivolto verso l’interno del soggetto. La sensibilità è diffusa in tutto l’organismo. Senso del movimento. Benché esso possa cogliere anche lo spostamento di oggetti esterni, in realtà le sue percezioni sono rivolte soprattutto verso l’interno del corpo, cioè ai suoi propri movimenti, degli organi e degli arti, e ne dà diretta conoscenza. Non si serve necessariamente dell’occhio, e anche quando lo sguardo segue un oggetto esterno in movimento in realtà noi percepiamo i movimenti interni dell’occhio e dei suoi muscoli che si spostano per seguire visivamente l’oggetto. Con questo senso, esteso a tutto il corpo, percepiamo anche la posizione reciproca dei nostri organi e degli arti, e tali percezioni hanno qualità di sentimento. Le varie percezioni sono di muo-

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versi in avanti e indietro, velocemente e lentamente, verso destra e verso sinistra, diritto e in curva, verso l’alto e verso il basso, gonfiarsi/aumentare, sgonfiarsi/diminuire. Senso dell’equilibrio. Concentrato in un preciso organo fisico (a differenza degli altri precedenti sensi che, come abbiamo visto, sono diffusi in tutto il corpo), situato nell’orecchio interno, formato da tre canali semicircolari ortogonali, ci dà la posizione nello spazio, l’esperienza che l’io ha di essere nello spazio. È quindi la prima base inconscia, così come inconsciamente agiscono anche i sensi precedenti, per la consapevolezza dell’io umano. Questo senso dà le seguenti qualità: io sto nella verticale e non sto nella verticale, le cose stanno nella verticale e non stanno nella verticale, io mi metto in equilibrio e io esco dall’ equilibrio, le cose si mettono in equilibrio e le cose escono dall’equilibrio, io sto nell’orizzontale e non sto nell’orizzontale, le cose stanno nell’orizzontale e non stanno nell’orizzontale. Da ciò si vede che questo senso si pone al confine tra interno ed esterno della corporeità di chi percepisce e ne è mediatore. Senso dell’udito. Con questo senso noi percepiamo rumori e suoni esclusivamente per la loro qualità acustica e non per l’espressione che essi possono avere, né tantomeno per il significato che possono eventualmente racchiudere. Le qualità che percepiscono sono quelle che caratterizzano gli ambiti sonori: alto e basso, forte e piano, grave e acuto, breve e lungo. Il

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suono di un oggetto percosso o il verso di un essere animato scaturiscono da tutta la loro corporeità, dalle loro viscere, tanto da provenire dal più profondo; però danno più la qualità risonante della materia fisica, o delle sensazioni corporeo-biologiche, che non di altro, per esempio i sentimenti emotivi. Senso della parola, del linguaggio. È a partire da questo senso che si accede ai sentimenti emotivi. Un senso anch’esso da ben distinguere dal senso dell’udito, perché rispetto a quello, che comunque gli fa da mediatore, comunica in più espressione, tono, gesto. Ciò è possibile anche senza il medium sonoro, per esempio attraverso la mimica gestuale, nella quale questo senso può chiaramente percepire quelle qualità espressive. Nella lingua, vocali e consonanti sono gli strumenti fisici del senso: vocali e nasali, fricative e occlusive, vibranti e liquide. Nella musica gli strumenti portano anche qualità espressive proprie, sfruttate dall’interprete: strumenti a corda pizzicata e sfregata, a fiato di metallo o di legno, a percussione. Con questo senso si percepisce l’espressione esteriore dell’anima dell’essere che sta di fronte. Senso del pensiero, del concetto. Con questo si colgono i significati, le idee, il senso delle cose, dei ragionamenti, nella loro manifestazione esteriore e non nelle loro qualità puramente concettuali, che come tali sono di natura spirituale e quindi non percepibili sensibilmente. Si giunge al centro dell’essere dell’oggetto (umano), percependone le qualità ragionative dell’anima. Gli strumenti sono le determinazioni del discorso (sostantivo, pronome, articolo, aggettivo, verbo, avverbio,) oppure delle cose, il modo sapiente con cui sono configurate. Senso dell’io dell’altro. L’essere dell’uomo che sta di fronte non solo viene percepito attraverso le sue qualità più intrinseche, ma viene colto direttamente. Lo stile, di pensiero, di linguaggio, del gestire, del muoversi, è l’espressione di questo centro dell’io e il suo senso relativo lo percepisce. Questi ultimi quattro sensi, dall’udito all’io dell’altro, necessitano della piena coscienza di veglia per essere esercitati e sviluppati. In particolare gli ultimi due sono solo in embrione in noi, a differenza di tutti gli altri che sono dispiegati naturalmente e che si sviluppano spontaneamente nella crescita infantile, sebbene sia anche necessaria una loro educazione perché non rimangano atrofizzati o regrediscano degenerati. Va osservato, in chiusura di questa descrizione, che nella realtà i vari sensi non sono isolati tra loro e non agiscono separatamente, anzi cooperano e si sovrappongono l’uno con l’altro. Si può parlare quindi di 12

un complessivo percepire ‘sinestetico’, dove intervengono dodici qualità (per brevità abbiamo omesso la descrizione dei sensi mediani) e azioni diverse collaboranti reciprocamente. Ora, in questa dottrina dei sensi presentata da Steiner si fa un cenno molto preciso al fatto che le esperienze fatte attraverso i sensi inferiori, si trasformano nel corso della vita nel patrimonio esperienziale necessario per sviluppare compiutamente i sensi che sono stati definiti superiori. Detto in altre parole: ciò che il bambino sperimenta attraverso le sue esperienze tattili, di movimento, di equilibrio e cenestesiche rappresentano la base su cui si svilupperanno in seguito facoltà più raffinate come quella di capire la natura qualitativa dei suoni, il senso di un insieme di parole, il significato recondito che sta dietro un discorso e la natura della personalità dell’uomo che sta di fronte. Per questo motivo vengono chiamati anche sensi sociali. Questo è il motivo principale che nella medicina antroposofica fa sì che, nel bambino in via di sviluppo, si dedichi estrema attenzione alle sue esperienze tattili, di movimento e di equilibrio, che in definitiva si fondono anche con quelle di benessere e malessere. La qualità di queste esperienze è importante nell’orientare quello che sarà lo sviluppo del bambino come individuo nelle sue capacità cognitive e di relazione. Solo per fare un semplice esempio, un bambino che nasce con un torcicollo miogeno, conseguenza (lo sanno bene gli osteopati) delle trazioni traumatiche subite durante il parto, sperimenterà un disagio (senso della vita) nella libertà di movimento del collo (senso del proprio movimento), una necessità di compensare (inconsciamente) l’esperienza visiva modificando la posizione del tronco o delle spalle con effetti anche sullo sviluppo della deambulazione (senso dell’equilibrio). Tutto questo implica la necessità di sviluppare schemi di sviluppo alternativi che non sempre potranno rivelarsi adeguati. A metà del Novecento se ne accorse ad esempio anche Anna Jean Ayres, psicopedagogista americana, all’oscuro delle ricerche di Steiner, che sviluppò la teoria dell’integrazione sensoriale e il suo trattamento partendo da studi nelle neuroscienze e da quelli inerenti lo sviluppo fisico e la funzione neuromuscolare. L’integrazione sensoriale è un processo neurobiologico innato e riguarda l’integrazione e l’interpretazione della stimolazione sensoriale dall’ambiente al cervello. Viceversa, la disfunzione sensoriale integrativa è un disordine in cui l’input sensoriale non è in-

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tegrato o organizzato appropriatamente nel cervello e può produrre vari gradi di problemi nello sviluppo, nell’elaborazione delle informazioni e nel comportamento. L’integrazione sensoriale si concentra principalmente sui tre sensi base: tattile, vestibolare e propriocettivo. La loro interconnessione comincia a formarsi prima della nascita e continua a svilupparsi man mano che la persona matura e interagisce con il suo ambiente. I tre sensi non solo sono interconnessi, ma sono anche collegati con altri sistemi nel cervello. Sebbene questi tre sensi siano meno familiari della vista e dell’udito, sono di importanza essenziale per la nostra sopravvivenza. L’interrelazione tra questi tre sensi è complessa. Praticamente essi ci permettono di fare esperienza e rispondere ai diversi stimoli del nostro ambiente. Sistema tattile (senso del tatto di Steiner). Comprende i nervi sotto la superficie della pelle che mandano informazioni al cervello; queste informazioni comprendono leggeri tocchi, dolore, temperatura e pressione. Svolge un ruolo importante nel percepire l’ambiente e scatenare reazioni di difesa per la sopravvivenza. Una disfunzione nel sistema tattile può manifestarsi con il ritrarsi quando si viene toccati, rifiutare di mangiare certi cibi per la loro texture o di indossare alcuni vestiti, lamentarsi quando si devono lavare capelli o faccia, evitare di sporcarsi le mani (per esempio con colla, sabbia, fango, colori a dita) e usare la punta delle dita piuttosto che l’intera mano per manipolare gli oggetti. Un sistema tattile mal funzionante può portare a una percezione erronea del tocco o del dolore (iper o iposensibilità) e può condurre ad autoi-

solamento, generale irritabilità e iperattività. Uno stato di difensiva tattile è una condizione nella quale una persona è estremamente sensibile anche a tocchi leggeri. Teoricamente, quando il sistema tattile è immaturo e lavora in modo non adeguato, vengono mandati alla corteccia, nel cervello, segnali neurali anormali che possono interferire con altri processi cerebrali. Questo, di conseguenza, causa una sovrastimolazione del cervello e può condurre a eccessiva attività cerebrale che non può essere né deviata né organizzata. Questo tipo di sovrastimolazione nel cervello può rendere difficile organizzare i propri comportamenti e può portare a una risposta emozionale negativa alla sensazione del tatto. Sistema vestibolare (senso dell’equilibrio di Steiner). Riguarda strutture nell’orecchio interno (i canali semi-circolari) che notano i movimenti e cambiano la posizione della testa. Per esempio, il sistema vestibolare ci dice quando la testa è dritta o inclinata (anche con gli occhi chiusi). Una disfunzione in questo sistema può manifestarsi in due differenti modi. Alcuni bambini possono essere ipersensibili alla stimolazione vestibolare e avere reazioni di spavento per consuete attività di movimento (dondolare, scivolare, arrampicarsi, essere in pendenza), possono avere problemi nell’imparare a salire o scendere un gradino o nell’affrontare una salita, possono aver paura di camminare o strisciare su una superficie irregolare o instabile; come risultato, sembrano aver paura nello spazio e, in generale, questi bambini appaiono goffi. Dal verso opposto, altri bambini possono cercare attivamente esperienze sensoriali molto

I dodici sensi secondo Rudolf Steiner, da O.O 199 (fonte: anthrowiki.at)

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intense come un eccessivo girare su se stessi, saltare, ruotare; questo tipo di bambino mostra segni di un sistema vestibolare iporeattivo e ciò comporta un tentativo continuo di stimolarlo. Sistema propriocettivo (senso del movimento di Steiner). Riguarda componenti di muscoli, giunture e tendini che forniscono alla persona una subconscia consapevolezza della posizione del corpo. Quando funziona efficientemente, la posizione del corpo viene sistemata automaticamente nelle diverse situazioni; per esempio, il sistema propriocettivo è responsabile di fornire al corpo i necessari segnali che permettono di sedere adeguatamente su una sedia o di fermarsi su un bordo senza difficoltà. Permette anche di manipolare oggetti usando movimenti fino motori, come scrivere con una penna, usare un cucchiaio per assaporare il brodo e abbottonarsi la camicia. Alcuni segni comuni di disfunzione del sistema propriocettivo sono goffaggine, tendenza a cadere, mancanza di consapevolezza della posizione del corpo nello spazio, strane posture del corpo, strisciare pochissimo da piccoli, difficoltà nel manipolare oggetti minuti (bottoni, fibbie), mangiare sporcandosi e opporsi a nuove attività motorie. Un’altra dimensione della propriocezione è l’attività pratica e il programmare un’attività motoria, cioè la capacità di programmare ed eseguire differenti esercizi motori. Perché questo sistema funzioni adeguatamente, deve contare su accurate informazioni ottenute dal sistema sensoriale per poi organizzare e interpretare queste informazioni efficientemente ed efficacemente. In generale, una disfunzione in questi tre sistemi si manifesta in molti modi. Un bambino può essere iper o iporeattivo a input sensoriali: il livello di attività può essere sia inusualmente alto sia basso; un bambino può essere in costante movimento o affaticarsi facilmente. Alcuni bambini possono fluttuare tra questi estremi. Sono anche comuni problemi grosso e/o fino motori quando questi tre sistemi non funzionano, e questo può condurre a un ritardo nel linguaggio e a risultati scolastici non nella norma. Dal punto di vista comportamentale, il bambino può diventare impulsivo, facilmente distraibile e mostrare segni di incapacità di organizzarsi. Alcuni bambini possono anche avere difficoltà nell’adeguarsi a situazioni nuove e possono reagire con frustrazione, aggressività o ritiro. Da queste semplici osservazioni si coglie come l’attenzione portata da Steiner, all’inizio del Novecento, sui rapporti tra esperienze sensoriali di movimento, equilibrio, e quelle a loro collegate di tatto e cenestesi, 14

e lo sviluppo successivo di competenze cognitivoemozionali abbiano trovato nel corso del tempo conferme anche dagli studi delle neuroscienze e della psicopedagogia. Tutto ciò dovrebbe oggi rendere attenti tutti gli operatori della salute che interagiscono con il bambino in evoluzione a tanti piccoli dettagli delle sue esperienze percettive, di cui il movimento è una delle più appariscenti in quanto le conseguenze di un ostacolo al loro sviluppo possono avere ripercussioni lontane, che influenzano la libera espressione dell’individuo e del suo essere sociale. Il fatto che medici antroposofi, terapisti dell’integrazione sensoriale e in parte anche osteopati e psicomotricisti ne abbiano consapevolezza non sembra ancora sufficiente rispetto alla superficialità generale con cui si giudicano le ‘piccole’ disfunzioni dell’abilità motoria del bambino. Un’ultima considerazione va fatta per il periodo che stiamo attraversando, caratterizzato da misure intese a fermare ed estinguere la pandemia da Covid-19. Bisognerebbe riflettere a fondo sull’esperienza sensoriale profondamente intaccata dalle misure di contenimento, soprattutto nei bambini e nei giovani. La riduzione degli stimoli percettivi che vengono dal vedere il viso dell’altro, la costrizione della vita di movimento soffocata spesso in angusti appartamenti, il surrogato dell’esperienza del tatto con la mancanza dell’aria e della luce che ‘tastano’ la pelle non sono esperienze cui i bambini e i ragazzi possono impunemente rinunciare in nome di una solidarietà collettiva verso una società spaventata dall’idea di una morte orribile. Sono bisogni fondamentali per un sano sviluppo futuro di coloro che oggi sono bambini e ragazzi, ma che domani dovranno essere uomini capaci di libertà di pensiero e di profonda umanità. Il compito che ci aspetta nel prossimo futuro sarà quello di non dimenticare la deprivazione sensoriale di questo periodo e di sviluppare una fantasia terapeutica per colmare questo vuoto che si è prodotto. n —————— Bibliografia A.J. Ayres, Il bambino e l’integrazione sensoriale, ed. Giovanni Fioriti, Roma, 2012. Uwe Stave, Die Umwelt des kleines Kindes, Urachhaus, Stuttgart 1992. Rudolf Steiner, Editrice Antroposofica, Milano: L’educazione del bambino dal punto di vista della scienza dello spirito, 1907, O.O. 34 e 308, nel volume: Educazione del bambino e preparazione degli educatori; Il sano sviluppo dell’essere umano, Dornach 1921, O.O. 303; Vita spirituale del presente e educazione, Ilkley 1923, O.O. 307; L’enigma dell’uomo, Dornach 1916, O.O. 170.

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Un bel respiro profondo Ansia, insonnia e inerzia metabolica ai tempi del Covid l

intervista a Cesare Donarini, medico internista, socio SIMA

È

noto che pandemie, catastrofi naturali o altri eventi di crisi rappresentano una minaccia per la salute psichica. Diversi studi in corso stanno mostrando che, in questo periodo, i soggetti più esposti al rischio di sviluppare problemi di salute mentale sono le donne, i giovani, chi già soffre di disturbi del sonno, chi ha uno stato di salute precario, chi ha parenti con Covid-19. In realtà l’ansia è palpabile nell’aria; le restrizioni alla libertà individuale imposte per tentare di frenare i contagi, combinate con la generale instabilità economica, scatenano esasperazione e rabbia.

Possiamo fare qualcosa nel nostro quotidiano per proteggerci? Possiamo evitare che le emozioni negative indotte dalla pandemia evolvano in vere e proprie sindromi? Dobbiamo sollevarci un momento dalla visione materialistica che focalizza l’attenzione unicamente sul virus e fare un passo di lato, per cercare di non perdere di vista l’essere umano nel

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suo complesso. Grazie agli insegnamenti dell’Antroposofia possiamo riconoscere che la dimensione animico-spirituale dell’essere umano plasma e sostiene continuamente la vita degli organi. Individuare il rapporto che lega l’animico-spirituale con i nostri organi è fondamentale, considerata l’importanza che esercita la vita interiore sui processi di malattia. Organizzazione dell’Io e corpo astrale oscillano, per così dire inspirano ed espirano costantemente, nella dimensione eterico-fisica. E nello spazio tra astrale ed eterico, tra anima e vita, origina il processo ritmico, sonno e veglia, respiro e battito. Nel sonno l’Io e il corpo astrale vivono in un’altra realtà, lasciano il corpo eterico e il fisico; in maniera più ridotta questo avviene a ogni respiro, dove il corpo astrale si distacca parzialmente per poi di nuovo ricongiungersi all’eterico. Tutti i processi ritmici organici sono costituiti dell’interazione tra astrale ed eterico. Quando il processo ritmico è disarmonico, si creano le basi per la malattia. Questa disarmonia può essere indotta dall’astrale, da un lato, oppure dal comparto fisico-eterico, dall’altro. Ad esempio, la condizione in cui viviamo quotidianamente, la paura del contagio, l’incessante martellamento di tv e social sui numeri della pandemia, la drammatica realtà delle terapie intensive, la confusione con cui vengono messe in atto le misure per arginare il problema, tutto questo paralizza il sistema ritmico, cosicché si rimane in uno stato inspiratorio, manca il fiato. Sul versante opposto vi è il problema diffuso della sindrome metabolica, l’obesità, il diabete; in sintesi, possiamo dire, l’inerzia metabolico-motoria. Le forze fisico-eteriche

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invadono il processo circolatorio, uno stato infiammatorio generalizzato altera il sistema ritmico a partire dal polo metabolico e di nuovo si pongono le basi per l’insorgere di patologie. Quindi cosa possiamo fare per proteggerci, per rafforzarci? Covid-19, e tutto ciò che comporta, ci dà l’opportunità di comprendere che prevenzione e salute significano igiene della vita interiore da un lato e cura dell’alimentazione e del movimento dall’altro. Dobbiamo renderci conto di che cosa si nutre l’anima, di che cosa si alimenta lo spirito. Il nutrimento consiste in un certo rapporto con il mondo spirituale e con il mondo della verità. Questo rapporto è il primo nutrimento della nostra anima e del nostro spirito per la vita del nostro pensare. Il nostro pensare è sano se ha un giusto rapporto con il mondo della verità. Mi viene in mente quanto la pandemia abbia costretto migliaia di ragazzi a seguire la didattica a distanza: ore e ore, ogni giorno, davanti allo schermo di un computer. Questo ha fatto capire a tutti quanto è lontano dal vero e quanto è faticoso sopportare interazioni virtuali tra compagni e insegnanti e quanto sia necessario uscire il prima possibile da questa pandemia per poter ritornare ad apprezzare i rapporti umani veri. Dobbiamo nutrire anche il nostro sentimento, alimentato soprattutto dalla bellezza. La sfera del bello è estremamente vasta, non comprende solo espressioni dell’arte come un dipinto o una scultura. In periodo di chiusure, zone rosse e confini bloccati, sono le piccole cose a nutrirci di bellezza: la cura di una pianta, l’ascolto di un brano musicale, i piccoli gesti quotidiani per la cura di sé. E infine il nostro volere, altra facoltà dell’anima, nutrito da valori morali. Come dice il dottor Sergio Maria Francardo, così come proteine, carboidrati e grassi sono il cibo della corporeità fisico-eterica, allo stesso modo verità, bellezza e moralità sono il nutrimento della vita interiore. Durante questo periodo di pandemia è molto facile lasciarsi andare a una continua associazione libera di idee, per lo più negative,

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riguardanti tutto: le mascherine, le notizie sui media, le disposizioni del governo, le autocertificazioni, la confusione del piano vaccinale, la serrata dei negozi, la chiusura dei confini, srotolando un infinito papiro di lamentele che ci toglie vitalità. È qualcosa che ci trascina interiormente a velocità crescente finché arriviamo all’incapacità di arrestare il pensare, situazione molto comune nell’insonnia, in cui i pensieri ruotano nella mente inarrestabili e ripetitivi. Il pensare ci sfugge di mano, e il risultato è sotto gli occhi di tutti: l’ansia. Non penso a ciò che sto facendo, a quello che esiste nel momento presente; penso a quello che dovrò fare o che mi potrà capitare domani o dopodomani, e continuando così, questo pensare mi trascina, mi allontana da me stesso, dalla mia immediata situazione di coscienza, incrementando l’ansia. Un altro elemento importante è relativo all’ambito del sentire: se non c’è una giusta educazione della vita dei sentimenti e delle emozioni il risultato è il vuoto interiore. La mancanza di controllo del pensare ci porta all’ansia e la mancanza di nutrizione del sentire ci porta al vuoto; conseguenza del vuoto è la costante paura: dove nel sentimento si crea il vuoto, là penetra la paura. La paura è la conseguenza del vuoto che si forma nella regione centrale dell’anima, nella regione del sentire. Infine, se non arriviamo a un giusto nutrimento del volere (abbiamo accennato come questo nutrimento del volere sia il mondo morale), se questo volere non è riscaldato da un mondo morale, cioè da ideali, ciò che ne risulta è la sua paralisi, oppure, ed è un’altra temibile possibilità, il nostro volere sprofonda nella regione istintiva dell’uomo, e l’effetto è la violenza. Cosa possiamo fare per quanto riguarda l’aspetto fisico? Passando sul versante opposto, quello del comparto metabolicomotorio, possiamo dire che per la salute psichica è altrettanto

curare la nutrizione interiore, oltre che quella fisica e motoria è la via per tornare a respirare

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importante la cura per la nutrizione fisica e il movimento. Forse potremmo dire che, grazie alla pandemia, alcuni hanno potuto ritrovare la gioia di cucinare, di inventarsi artefici della propria dieta, scoprendo magari sapori nuovi, appartenenti a volte a tradizioni lontane, e questo è già un processo di autocura in atto. Il problema di molti è invece l’inerzia metabolica che, nei mesi di chiusura più duri, invitava a trascorrere la giornata tra divano, tv e frigorifero ingurgitando cibi pronti tra una serie televisiva e l’altra. È importante per la salute in generale, ma direi in particolare per salute psichica, ritornare ad alimenti sani, vitali, come ormai da diverso tempo l’agricoltura biodinamica ci suggerisce. Quando poi ci dedichiamo all’esercizio fisico, spesso eseguiamo movimenti ripetitivi, indotti da macchine – o, negli ultimi tempi, anche da video – che atrofizzano gradualmente la nostra capacità di essere attivi dentro il movimento, e, quindi, di nuovo minano il

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sistema metabolico-motorio, connesso direttamente alla volontà individuale. È importante comprendere che il movimento più idoneo per l’essere umano è quello compenetrato di anima e di qualità individuali, che lo alleggeriscano, lo elevino. È fondamentale ritrovare la centralità di questo movimento, nelle varie forme che corrispondono al nostro Io, nel camminare come nel danzare, dove percezione e movimento si trovano in armonia. Siamo tutti stanchi del periodo che stiamo vivendo, ma, grazie proprio al momento di crisi, dobbiamo cercare di fare il possibile, con la sensibilità individuale, per trovare stimoli al cambiamento, ricordando che: curare la nutrizione interiore, oltre che quella fisica e motoria, è la via per tornare a respirare. n Riferimento bibliografico Sergio Maria Francardo, Medicina antroposofica familiare - I disturbi del sonno e l’ansia, 2004 EdiLibri.

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L’anima e l’argilla Storia di un’azienda di ispirazione antroposofica l

Intervista a Giuseppe Ferraro

Quali sono i motivi che l’hanno spinta a dar vita ad Argital, e a conferire all’azienda una forte impronta antroposofica? Ho fondato Argital a Milano nel 1979 con lo scopo di studiare e approfondire il mondo delle argille e produrre cosmetici naturali, a base di argilla verde e principi attivi vegetali. Dopo i primi passi l’antroposofia diventò il nostro modello di sviluppo aziendale. La scelta delle materie prime, la formulazione dei prodotti, i metodi di lavorazione, i rapporti con i collaboratori interni ed esterni sono basati sull’amore per l’uomo, sul rispetto della natura e dell’ambiente, e in generale sulla visione animico-spirituale del mondo e del cosmo che ci è stata trasmessa da Rudolf Steiner, fondatore dell’antroposofia stessa.

Come mai avete deciso di trasferire l’azienda da Milano a Modica? Quali ostacoli di tipo ambientale e burocratico avete incontrato una volta insediati in Sicilia? Nel 2005 abbiamo deciso di trasferire l’azienda nel Ragusano, dove si trova la nostra cava di argilla verde:

in un posto soleggiato, ventilato e pulito di fronte al Mediterraneo. Dopo il trasferimento abbiamo dovuto affrontare molti problemi: il rapporto con le istituzioni, con il territorio, con i nuovi collaboratori. La prima iniziativa per meglio inserirci nella nuova realtà fu la creazione di un gruppo di lettura antroposofica. Nacque, quindi, “il gruppo del mercoledì” al quale aderirono, oltre al sottoscritto e a sua moglie, tre giovani farmaciste, due donne medico, un giovane agricoltore che nutriva uno spiccato interesse per l’agricoltura biologica, un’insegnante che conduceva un oliveto Demeter, un antroposofo di Catania e un signore di origine polacca. Il gruppo si riuniva nei locali dell’Argital ogni 15 giorni, la sera del mercoledì. Oggi, dopo quindici anni di assiduo lavoro, il gruppo continua a riunirsi ancora e molte altre persone, oltre ai fondatori, ne fanno parte. Contemporaneamente a Catania, sempre su impulso dell’Argital, si formò un altro gruppo di lettura antroposofica che si riuniva ogni due giovedì presso lo studio di una pediatra antroposofa. Nel gruppo di Catania erano presenti diversi medici, qualche antroposofo,

“L’euritmia fece scoprire alle persone un nuovo mondo e dei nuovi valori.”


alcuni maestri e maestre della piccola scuola WaldorfSteiner di Catania e altre persone interessate ad approfondire la loro conoscenza dell’antroposofia.

Cosa ha significato e cosa significa per Argital essere un’azienda che si ispira al pensiero di Rudolf Steiner? Avete avviato particolari attività collegate a quelli che indicate come i vostri valori? Sin dall’inizio, in Argital, ogni martedì mattina leggevamo il Calendario dell’Anima di Rudolf Steiner. Per creare il clima e l’atmosfera che un’azienda d’ispirazione antroposofica deve avere al suo interno, la sola lettura del Calendario dell’anima non era però ritenuta sufficiente. Cosa fare? La risposta non tardò ad arrivare e si chiamava euritmia. Per quattro anni, all’inizio di ogni stagione, tutti quanti in Argital abbiamo praticato l’euritmia sotto la guida di una brava insegnante che veniva appositamente da Roma per tenere i corsi da noi. La pratica dell’euritmia fece scoprire alle persone un nuovo mondo e nuovi valori. Iniziò a cambiare l’atmosfera e migliorarono i rapporti all’interno dell’azienda, e senza volerlo, agli occhi del contesto in cui l’azienda era inserita acquistammo un valore aggiunto. Dopo gli incontri dedicati all’euritmia ci fu una breve pausa di riflessione, in seguito alla quale venne organizzato un corso di modellaggio con l’argilla. A guidarlo erano due bravi artisti originari di Bergamo, che si erano trasferiti in Sicilia. L’euritmia, le letture del martedì e il gruppo di lettura del mercoledì attirarono l’attenzione su di noi, e di-

verse scuole della provincia chiesero di poter visitare Argital. A partire da allora abbiamo iniziato a ospitare scolaresche tanto di bambini delle elementari che di ragazzi delle medie, del liceo e di altri istituti superiori. Numerosi sono stati anche gli studenti della scuola Waldorf di via Clericetti a Milano, che hanno visitato gli impianti Argital e la nostra cava insieme ai loro insegnanti. Abbiamo poi esteso il progetto di collaborazione a tutte le scuole Waldorf d’Italia; iniziativa che ha avuto successo ed è tutt’ora attiva. La presenza dei bambini e dei ragazzi per tutti noi è sempre stata un momento di grande gioia e di arricchimento. Inoltre, sin dagli inizi, Argital ha ospitato diverse riunioni della sezione siciliana dell’Associazione biodinamica e, nel 2017, abbiamo ospitato con grande piacere anche la sezione biodinamica della Campania. Ancora oggi Argital è un punto di riferimento per l’antroposofia nella Sicilia orientale. Nella Sicilia occidentale il punto di riferimento è il gruppo antroposofico con a capo il dottor Carmelo Samonà.

Come era costituito il gruppo agli esordi? Siamo partiti da un gruppo di semplici simpatizzanti, ma in poco tempo le nostre attività antroposofiche hanno attirato l’attenzione e l’interesse dei nostri clienti sparsi per il mondo.

Cosa pensano i vostri clienti non antroposofi di queste vostre iniziative? Quando abbiamo incontrato i nostri concessionari giapponesi, prima di iniziare a parlare di lavoro gli

“In Argital, sin dall’inizio, ogni martedì mattina leggiamo il Calendario dell’Anima di Rudolf Steiner.”


abbiamo offerto la possibilità di sperimentare tutti insieme l’euritmia. L’esperienza è stata accolta dai nostri clienti con grande entusiasmo. Anche perché hanno avuto modo di verificare quanto può essere importante, sul piano dei valori, per un’azienda moderna introdurre nella quotidianità uno strumento di crescita sul piano etico qual è l’euritmia.

Che cos’è “L’anima e l’argilla” e come avete organizzato le letture dei versetti meditativi. Nel 2007, grazie all’approfondimento degli studi tra l’argilla e l’anima dell’uomo e della Terra, nacque l’idea di pubblicare una versione del Calendario dell’anima intitolata L’anima e l’argilla. L’Editrice Antroposofica ci concesse il permesso di pubblicare l’opera, e noi ne abbiamo stampato diverse migliaia di copie dove i versetti erano riportati in tre lingue: tedesco in onore a Steiner, italiano per noi, inglese per tutto il mondo. Abbiamo regalato L’anima e l’argilla ai nostri clienti, ai nostri amici, agli ospiti, ma anche a tutti quanti ne facevano richiesta. Durante uno dei miei viaggi in Asia, nell’estate del 2018, fui invitato a tenere una conferenza sull’argilla dal gruppo di maestri che avevano fondato la scuola Waldorf di Taiwan. L’incontro avvenne a Fuzhou, una città della Cina popolare, in occasione del convegno annuale di alcune scuole Waldorf cinesi. La visione antroposofica dell’argilla entusiasmò il pubblico formato da maestri e genitori, tanto che dovetti tenere altre due conferenze in altre due scuole Waldorf della provincia. Con i maestri di Taiwan

“Nell’estate del 2018 , fui invitato a tenere una conferenza sull’argilla dal gruppo di maestri che avevano fondato la scuola Waldorf di Taiwan.” 26

33sima settimana Così soltanto io sento l’universo: senza il palpito vivo del mio cuore in se stesso è sol gelo e vuota vita; e se impotente mai si rivelasse a generarsi a nuovo dentro i cuori, trovar potrebbe in sé soltanto morte. da Calendario dell’Anima di Rudolf Steiner si stabilì da subito un rapporto di simpatia. Loro mi regalarono il Calendario dell’anima in cinese e io regalai loro una copia de L’anima e l’argilla. In seguito a quell’incontro, con il permesso dei maestri taiwanesi, abbiamo avuto l’occasione di arricchire le ristampe anche con la versione cinese dei versi. Nell’autunno dello stesso anno i maestri taiwanesi – tra cui Jon, Selena e Belle – in seguito a una visita a Dornach vennero a trovarci per qualche giorno. Fu l’occasione per consolidare tra noi un legame culturale e di sincera simpatia che è ancora vivo.

Ci può fornire maggiori dettagli in merito al vostro Codice Etico? Il Codice Etico è nato nel 2019 al fine di regolamentare i rapporti tra l’azienda e i suoi collaboratori, sia interni sia esterni, e tra l’azienda e le istituzioni. Il codice è ispirato alle opere e ai pensieri dei grandi uomini del passato e del presente, tra cui poeti, astronomi, musicisti, artisti, scienziati, filosofi, religiosi e, in particolare, al pensiero e alle opere di Rudolf Steiner, fondatore dell’antroposofia. Il Codice Etico ha lo scopo di: - applicare nella quotidianità lavorativa i valori ai quali esso si ispira, di farli conoscere e di divulgarli; - orientare i comportamenti sia delle persone che lavorano in Argital sia dei partner esterni sulla base di valori condivisi; - chiarire i diritti e i doveri tra l’azienda e le istituzioni. I valori ai quali si ispira Argital guidano l’azienda nella formulazione dei prodotti, nella selezione dei collaboratori e dei partner, nelle decisioni commerciali, nel modo in cui Argital si rapporta con l’ambiente e con la natura. Per una azienda come Argital, un agire ispirato ai principi dell’antroposofia – in un mondo altamente tecnologizzato, che guarda con un certo interesse anche verso il transumanesimo – rappresenta una sicurezza ma soprattutto costituisce una solida base sul piano umano, scientifico e culturale. Per noi l’antroposofia nel mondo di oggi è veramente l’altra parte del cielo. n ARTEMEDICA - n. 62 - Estate 2021


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