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ISSN 1120-4931
bimestrale anno XXVII editrice il campo bologna
152 luglio agosto 2016
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sommario 152 luglio - agosto 2016
il prezzo è quello
giusto?
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152 luglio agosto 2016
152 luglio agosto 2016
In caso di mancato recapito, rinviare all’Uff. CMP di Bologna, detentore del conto, per la restituzione al mittente che si impegna a pagare la relativa tariffa
ommario
IL NUOVO CLUB
Strumenti di Management per Centri Sportivi e Fitness Club
fireman training
del
potenziale umano
forum
il punto
normative
primo piano italia
In copertina: allenamento funzionale outdoor (doc. Reebok)
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editoriale
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forumclub 2017: ritorno al futuro
la rivista esce a metà del secondo mese indicato
La diciottesima edizione del ForumClub si terrà nel Padiglione 19 di BolognaFiere e nell’attiguo Palazzo del Congressi, proponendo grandi novità a cura della redazione
normative
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Adottare un modello low cost può essere pericoloso, soprattutto se fatto con superficialità. Due interessanti case study evidenziano utili accorgimenti ed errori da evitare (a pag. 28)
la delega sul terzo settore è legge. cosa ci dobbiamo aspettare?
La legge delega di riforma del terzo settore è stata approvata in via definitiva e suscita molte aspettative. Ci si chiede quali saranno i decreti attuativi e quali effetti avranno sulle “sportive” di Guido Martinelli
20
gestire una palestra: scelta tra impresa e società sportiva Affrontiamo l’annoso dilemma tra impresa e associazione/società sportiva dilettantistica in un ideale confronto tra il consulente legale e il cliente che intende aprire un centro fitness di Guido Martinelli
gestione
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un club rock
Damiano Bani, titolare dell’Accademia dello Sport, storico tempio livornese delle discipline da combattimento e del fitness, racconta il suo lungo e vincente percorso imprenditoriale di Davide Venturi
focus
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il prezzo è quello giusto?
risorse umane
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recharge, e lo staff fa il pieno di energia!
di Ray Algar
di Paolo Grosso
Per motivare e ricaricare lo staff anche nei momenti critici post vacanze, il club può proporre un evento dedicato a formazione, divertimento, condivisione e team building (a pag. 34)
Il 42% di tutti gli Americani che praticano fitness frequentano regolarmente una palestra boutique. IHRSA 2014, Health Club Consumer Report
Non possiamo più permetterci di ignorare le palestre boutique! Attualmente il mercato Americano è fatto del 21% di palestre boutique. Questi studio, spesso di piccole dimensioni e specializzati, offrono i propri concetti in un ambiente motivante dove l’esperienza ed il servizio sono la chiave – il tutto con iscrizione premium. Trainate principalmente dai Millennial come comunità sociale, vediamo Studi PT, Cross-fit, HIIT e Yoga conquistare il mercato Italiano. Uno sviluppo interessante, ma che impatto può avere sul tuo business ? Lo vedi come un’opportunità o una minaccia?
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ommario
inchiesta
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a tutto functional! (seconda parte)
coaching
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i “comandamenti” per far emergere il potenziale umano
case history
a cura di Davide Venturi
di Daniele Trevisani
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un approccio al cliente che lascia il segno GClub, club lombardo di alto profilo, ha configurato il programma GPlan per garantire un servizio di qualità in grado di fare la differenza con un’eccellente accoglienza e assistenza al cliente di Sandro Castellana
motivazione
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verso la motivazione 2.0
strumenti
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la pozione magica
training area
Un uso intelligente e mirato delle più recenti tecnologie potrebbe presto cambiare le regole del gioco per quanto concerne la motivazione dei soci di Hugo Braam
Come sfruttare le potenzialità dell’iniziativa attuata da Il Nuovo Club per aiutare i club ad acquisire nuovi iscritti e fidelizzare i soci a cura della redazione
rubriche
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novità e tecnologie
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fiere e convegni
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le notizie
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mondo club
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i corsi
Prosegue la nostra analisi del fenomeno functional training dando la parola ad altri operatori ed esperti del settore dalle cui testimonianze e riflessioni emergono altre utili chiavi di lettura (a pag. 40)
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in forma con il fireman training a cura della redazione
La natura, i principi e i meccanismi che presiedono al funzionamento delle declinazioni naturali del life coaching: il fitness coaching e lo sports coaching (a pag. 52)
Fireman Training, la nuova attività di gruppo ideata da due vigili del fuoco, prevede esercizi funzionali che migliorano tutte le qualità fisiche e persino l’autostima (a pag. 70)
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pronti a ripartire
C
i apprestiamo ad affrontare un’altra stagione lavorativa che si annuncia ricca di stimoli per un settore che negli ultimi anni è cambiato profondamente e che continuerà a evolversi per valorizzare il proprio “prodotto” e allargare il mercato. In questo numero potrete leggere la seconda parte dell’inchiesta dedicata al fenomeno functional training le cui implicazioni di natura strategico-organizzativa sono profonde, tanto per i club quanto per le aziende che, per rispondere a questa nuova ed endemica concezione dell’esercizio fisico, hanno creato nuovi strumenti di lavoro. Lavoro fisico per i consumatori, professionale per i trainer il cui ruolo ha assunto un’importanza primaria, non solo dal punto di vista tecnico. In questa edizione post vacanziera della rivista presentiamo anche una nuova attività di gruppo, neanche a dirlo “funzionale”, ideata da due vigili del fuoco. Una novità suggestiva anche in virtù delle sue similitudini con il military fitness, o se preferite bootcamp, che ha conquistato il mondo a suon di intensità, coinvolgimento e varietà. L’allenamento dei pompieri è per ora un’esclusiva della palestra in cui è nato, ma potrebbe diffondersi sulla scena nazionale. Nella pagina che segue potrete leggere il primo articolo dedicato alla prossima edizione del ForumClub che, dopo il buon debutto della versione Gallery dello scorso febbraio, “ritornerà al futuro” riproponendosi nel suo formato classico che riporterà la rassegna espositiva nei padiglioni della Fiera di Bologna. Un ritorno al passato solo dal punto di vista logistico perché l’evento sarà caratterizzato da molte importanti novità tra le quali spicca il ruolo da protagonista assegnato alle aziende espositrici nell’ambito di un articolato percorso formativo ed espositivo incentrato sul functional training. La questione “functional” non è l’unico argomento che merita la nostra attenzione e questo numero non è, ovviamente, monografico. Contiene, infatti, diversi articoli tutti da leggere, come ad esempio quello di Ray Algar dedicato alla “questione prezzo”, diventata cruciale in un mercato in cui il segmento low cost ha evidenziato l’importanza della coerenza tra modello di business e listino. Buona lettura! Roberto Maestrami
2017:
ritorno al futuro
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La prossima edizione dell’evento edizione 2017 di ForumClub – la diciottesima, che si espositivo e formativo di riferimento svolgerà in concomitanza con la nona di ForumPiscine – riparte nel panorama italiano ritornerà alla dai sodisfacenti risultati conseguiti dalla precedente edizione (andaversione “classica” che si svolgerò ta in scena, per la prima volta, in formato Gallery), per ritornare alla nei padiglioni della Fiera di Bologna sua “veste classica” che riporterà l’expo nei padiglioni della Fiera e nell’attiguo Palazzo dei Congressi. di Bologna. Ma le novità saranno davvero tante, a ritorno alla versione classica… con grandi partire dal ruolo da protagonisti che novità giocheranno le aziende espositrici, i Giovedì 16, venerdì 17 e sabato 18 febbraio 2017, il salone espogestori e manager di club e i trainer sitivo dedicato all’universo fitness/
wellness, spa e acqua e il congresso internazionali ritorneranno nella consueta cornice di BolognaFiere e del Palazzo dei Congressi. Un intero padiglione, la cui superficie supera i 16.000 metri quadrati, sarà una vetrina completa di prodotti e servizi necessari per progettare, costruire, ristrutturare o riqualificare fitness club, centri benessere, spa, piscine e strutture ricettive. Le sale congressuali saranno invece teatro di un percorso formativo di altissimo livello che presenterà grandi novità. E restando in tema di novità, quelle introdotte con l’edizione Gallery – come l’agenda di incontri b2b tra buyer ed espositori, i workshop azienda-
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li e le partnership con federazioni, associazioni e ordini professionali – saranno riproposte e migliorate per massimizzare la fruibilità e il valore dell’evento.
il forum diventa “functional” Interprete del fenomeno che, da un po’ di anni a questa parte, sta cambiando lo scenario del fitness in Italia e nel mondo, ForumClub, coerentemente con la sua missione di “torre di controllo” culturale del settore, presterà particolare attenzione all’allenamento funziona-
le e alle sue numerose declinazioni per puntare i riflettori sulle discipline che stanno riscuotendo un successo senza precedenti all’interno del mondo del fitness. L’area espositiva, al pari del programma congressuale e dei workshop, sarà attraversata dal fenomeno “funzionale” in tutti i suoi aspetti, sia tecnici sia manageriali. Le tre giornate proporranno un percorso formativo ed espositivo incentrato sul functional training, tema che in questo numero, e in quello precedente, affrontiamo in modo ampio e approfondito. Un percorso che si snoderà tra workshop azienda-
li accessibili gratuitamente, sessioni congressuali, dimostrazioni pratiche, momenti di confronto e aggiornamento su questo trend da una prospettiva internazionale che fornirà risposte a 360 gradi.
un evento rivolto a titolari, manager e… ai trainer Questa cruciale fase evolutiva di un settore che ha nell’esercizio fisico il suo core business è caratterizzata dalla centralità assunta dal ruolo dei trainer, in relazione non solo all’ideazione e
L’edizione 2017 di ForumClub ritorna nel grande padiglione 19 della Fiera di Bologna
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La diciottesima edizione di ForumClub sarà caratterizzata da importanti novità
adattamento degli allenamenti, ma anche alla scelta degli strumenti e alla configurazione degli spazi da utilizzare. Anche per questa ragione, a questa importante categoria professionale sarà dedicata partucolare attenzione, sul piano sia formativo sia tecnico-dimostrativo. A loro ForumClub 2017 dedicherà un programma che intende rappresentare le tante anime del movimento funzionale e i diversi aspetti necessari per proporsi sul mercato in modo competitivo, innanzitutto come tecnici, ma con implicazioni manageriali. Concretamente, tutto ciò si tradurrà nella possibilità di aggiornarsi su prodotti, strategie e soluzioni functional, in collaborazione con le principali aziende del settore del
fitness e con i più innovativi interpreti del “nuovo corso”. Così come in formazione tecnica e manageriale, in partnership con enti e realtà di riferimento per istruttori e personal trainer e la proposta di tavole rotonde e incontri – alle quali parteciperanno market leader ed esperti anche dall’estero – sui cambiamenti e le sfide di un mercato in evoluzione.
un ruolo da protagoniste alle aziende espositrici L’approccio funzionale al fitness ha modificato profondamente lo scenario del fitness e, con esso, la natura stessa di palestre e fitness club, contribuendo in modo determinante alla nascita di nuove realtà
e addirittura di “club nel club”. Le aziende, oggi, offrono ai titolari e ai gestori più attenti e lungimiranti nuovi strumenti per la conquista di nuove fasce di clientela e la motivazione e fidelizzazione dei soci. Il ForumClub intende quindi coinvolgere maggiormente gli espositori, riconoscendo loro un ruolo centrale nello sviluppo di un settore che continuerà ad evolversi per allargare un mercato dal gigantesco potenziale. Le aziende sono in prima linea nell’interpretare le evoluzioni del settore e spesso lanciano mode e tendenze, contribuendo, negli anni, alla crescita del comparto. Proprio le aziende, oltre a esporre i propri prodotti e i propri concept, hanno molto da raccontare ai titolari e ai manager di club, così come ai tecnici, tra i quali figurano i personal trainer-imprenditori. All’edizione 2017 del Forum gli espositori saranno tra gli attori protagonisti con un ruolo attivo su più fronti per dare risposte concrete ai tanti professionisti e imprenditori che confluiranno a Bologna. Obiettivo primario della prossima edizione dell’evento è coinvolgere tutti gli operatori che, da prospettive e con ruoli diversi, sono i protagonisti del cambiamento in atto e, lavorando sinergicamente e cogliendo le occasioni per confrontarsi e influenzarsi positivamente, possono tracciare la rotta che conduce a un futuro migliore.
segui il “work in progress” dell’evento su www.forumclub.it
le novità
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2017
• Ruolo attivo, su più fronti, delle aziende espositrici, dei trainer e degli operatori di club • Percorso formativo, espositivo e tecnico-dimostrativo dedicato al functional training • Programma congressuale tecnico dedicato a Personal Trainer e istruttori • Riflettori puntati sulle discipline di maggior tendenza • Agenda d’incontri b2b tra buyer ed espositori • SPATECH, il nuovo settore espositivo dedicato a prodotti, tecnologie e attrezzature per spa, centri benessere e terme
tra le novità… spatech
L’edizione 2017 del Forum dedicherà un’attenzione specifica al mercato delle spa e dei centri benessere con il lancio di SPATECH, il nuovo settore espositivo focalizzato su prodotti, tecnologie e attrezzature per spa, centri benessere e terme, affiancato da un programma di incontri e seminari dedicati alle principali tematiche che riguardano questo comparto. I gestori di club che desiderano rinnovare la propria area spa/benessere o addirittura crearla ex novo, avranno a loro disposizione tutto ciò di cui hanno bisogno.
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la delega sul terzo settore è legge.
cosa ci dobbiamo aspettare?
Il Parlamento ha approvato in via definitiva la legge delega di riforma del terzo settore che suscita molte aspettative. In attesa dell’emanazione dei decreti attuativi, ci si chiede quali saranno e quali effetti avranno sulle “sportive”
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l Parlamento ha approvato, in via definitiva, la legge delega di riforma del terzo settore. Il Governo dovrà, entro il prossimo mese di maggio, emanare i decreti attuativi. La legge ha suscitato molte aspettative che ci si augura non svaniranno alla lettura dei provvedimenti attuativi. Il problema che ci dobbiamo porre, ora, invece, è se ci saranno e quali potranno eventualmente essere le conseguenze per il mondo dei gestori di impianti sportivi, molti dei quali costituiti in forma di associazione o società sportiva dilettantistica senza scopo di lucro. Evidentemente saranno estranee alla presente trattazione le gestioni effettuate a mezzo di società com-
di Guido Martinelli
merciali con scopo di lucro. Il problema che ci poniamo, quindi, è quello di valutare se le nostre sportive fanno parte del Terzo settore e, in caso affermativo, cosa ci si dovrà aspettare da detti provvedimenti. Partiamo dalla definizione presente nella legge: “per Terzo settore s’intende il complesso degli enti privati costituiti per il perseguimento, senza scopo di lucro, di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale e che, in attuazione del principio di sussidiarietà e in coerenza con i rispettivi statuti o atti costitutivi, promuovono e realizzano attività di interesse generale, mediante forme di azione volontaria e gratuita o di mutualità o di produzione e scambio di beni e servizi. Non fanno parte del Terzo settore le formazioni e le associazioni politiche, i sindacati, le associazioni professionali e di rappresentanza di categorie economiche”. Se, alla luce di questa definizione, appaiono ben identificati i soggetti “esclusi”, meno chiara ad una prima lettura appare l’identificazione, invece, dei soggetti inclusi. Per gli enti già oggi facenti capo ai registri delle organizzazioni di volontariato, di promozione sociale o alle Onlus la riforma porterà sicura-
definizione di terzo settore
mente semplificazioni e razionalizzazioni. Meno semplice è il ragionamento per quelle associazioni sportive in cui, rispetto alle “finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociali” prevale, invece, l’attività mutualistica esclusivamente in favore dei propri associati o tesserati. Questi enti si troveranno fuori dalla nuova disciplina del terzo settore? Perderanno le agevolazioni di cui invece oggi possono comunque godere facendo parte della famiglia degli enti non commerciali comunque? Quale atteggiamento avrà il Coni? Difenderà il suo registro o accetterà di farlo diventare, in comune con gli altri, “ministeriale”? Si ritiene che, al termine, non si potrà non includere lo sport nel terzo settore. Il rischio è che verranno fatti distinguo tra lo sport da agevolare e quello da non aiutare. Quando si leggono affermazioni del sottosegretario al lavoro con delega al terzo settore Luigi Bobba – “tra gli enti che accedono al cinque per mille ci sono 70 circoli golf e oltre tremila soggetti che non ricevono neanche un euro” o “per esemplificare: un circolo della vela elitario avrà una considerazione diversa rispetto all’associazione che si occupa di fare sport con i disabili” – la sensazione netta è che si voglia far rientrare nel concetto di sport per il terzo settore solo quello con finalità sociali, intese come la pratica in favore di soggetti disagiati, così come già oggi avviene nella disciplina delle Onlus. Fino ad oggi la gestione e la disciplina di tutte le attività sportive, sia quelle a carattere competitivo sia quelle non, è stata di competenza del Coni che, comunque, l’ha sempre gestita con competenza ed efficacia. Un eventuale “spacchettamento” dello sport che potrebbe essere sotteso a tali affermazioni rischierebbe di dividere dette attività in modo pericoloso, quasi come se le une fossero “migliori” delle altre e non viste, come dovrebbe essere, entrambe fondamentali per il Paese.
i rischi per lo sport
Fra i capisaldi della riforma appare esserci quello delle informazioni obbligatorie da inserire negli statuti. La disciplina civilistica, vedi ad esempio il comma 18 dell’art. 90 della legge 289/02 per le sportive, contiene indicazioni obbligatorie per gli statuti degli enti difformi da quanto richiesto, ad esempio dall’art. 148 del Tuir per gli enti associativi che intendano defiscalizzare i corrispettivi specifici versati dagli associati. Creare clausole standard che possano valere sia ai fini della iscrizione nei registri delle associazioni di promozione sociale, sia nel registro Coni delle sportive e che, come tali, diano titolo alle agevolazioni fiscali appare percorso virtuoso e del tutto praticabile.
le informazioni obbligatorie da inserire negli statuti
Sarà necessario fare definitiva chiarezza in quanto continuano ad apparire spunti dottrinari in tal senso sull’obbligatorietà o meno per le società sportive dilettantistiche di adeguare il proprio statuto, volendo defiscalizzare i compensi specifici, alle previsioni del comma 8 dell’art. 148 del Tuir. Noi siamo convinti della necessità, ma il continuare a leggere di opinioni contrarie impone di richiedere al legislatore o in via interpretativa all’Agenzia delle entrate di assumere a stretto giro posizione definitiva sul punto.
servirà chiarezza
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• riforma strutturale della destinazione del cinque per mille alla razionalizzazione dei regimi fiscali e contabili semplificati; • indicatori di trasparenza e pubblicità delle risorse ad esso destinate.
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Nel Terzo settore rientrano gli enti privati che perseguono, senza scopo di lucro, finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale
Deve essere visto in termini positivi anche il riferimento alla pubblicità dei bilanci. Assodato che ne risulta obbligatoria la compilazione, la circostanza che, come già accade per le società di capitali e cooperative sportive con il registro delle imprese, anche le associazioni sportive dilettantistiche lo debbano trasmettere al registro Coni dove sono iscritte costituisce efficace strumento di trasparenza sul presupposto che solo la corretta redazione di questo documento ci consente di poter verificare il corretto rispetto dell’assenza di scopo di lucro.
Il contenuto della lettera a) introduce il possibile rischio per molte attività sportive. Ossia i sodalizi che svolgono esclusivamente un’attività “mutualistica”, ossia a servizio e a vantaggio dei soli associati (come accade in molti circoli di sport individuali quali tennis, vela, golf, ecc.) per i quali, quindi, diventa difficile recepire vantaggi solidaristici o di utilità sociale e potrebbero vedersi esclusi dalla riscrittura di queste agevolazioni. Sicuramente opportuna appare la revisione del meccanismo di deducibilità e detraibilità delle erogazioni liberali (che, fino ad ora, almeno nel mondo sportivo hanno suscitato un interesse molto parziale), mentre andrà incentivata quella relativa a servizi, quali ad esempio i corsi sportivi, che invece ha rispettato pienamente le attese e gli obiettivi per i quali era stata introdotta. Altra area a rischio per il mondo dello sport potrà essere legata alla riforma strutturale del cinque per mille che, anche in questo caso, potrebbe non essere più alla portata di sodalizi sportivi preposti solo alla mutualità in favore dei propri associati. Verrà poi richiesto di dare adeguato risalto all’utilizzo che, dei fondi del cinque per mille, viene fatto dagli enti beneficiari.
la pubblicità dei bilanci
Viene, infine, prepotentemente in ballo il problema del concetto di volontariato. Ossia se detta prestazione debba essere sempre a carattere gratuito (come accade oggi per gli associati delle organizzazioni di volontariato) o possa anche, come accade ad esempio nello sport, legittimare compensi apparentemente senza limite (si ricorda che i compensi sportivi hanno, per i soci, il solo limite del lucro indiretto). L’art. 9 articolo fornisce le direttive in materia di misure fiscali e di sostegno economico:
il concetto di volontariato
• revisione complessiva della definizione di ente non commerciale ai fini fiscali e introduzione di un regime tributario di vantaggio che tenga conto delle finalità civiche solidaristiche e di utilità sociale dell’ente; • razionalizzazione e semplificazione del regime di deducibilità dal reddito e detraibilità dall’imposta delle erogazioni liberali ai soggetti del terzo settore;
Ultim’ora Obbligo defibrillatori: nuova proroga al 30 novembre Mentre ci accingiamo ad andare in stampa, l’obbligo per le società sportive dilettantistiche di dotarsi di defibrillatori semiautomatici slitta nuovamente, questa volta al 30 novembre 2016, poiché «non sono state ancora completate, su tutto il territorio nazionale, le attività di formazione degli operatori del settore sportivo dilettantistico circa il corretto utilizzo di questi dispositivi». Con questa motivazione, il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri, Claudio De Vincenti, hanno firmato il decreto che sposta in avanti di altri 4 mesi e 10 giorni la precedente scadenza, fissata per il 20 luglio scorso e già figlia della prima proroga. Ricordiamo infatti che il cosiddetto Decreto Balduzzi, del 24 aprile 2013, originariamente concedeva 30 mesi alle sportive dilettantistiche per adeguarsi alla norma, poi portati a 36.
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gestire una palestra: scelta tra impresa e società sportiva
Affrontiamo l’annoso dilemma tra impresa e associazione/società sportiva dilettantistica in un ideale confronto tra il consulente legale e il cliente che intende aprire un centro fitness e chiede di essere consigliato circa l’assetto societario della sua nuova attività
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on riesco ormai più a contare quanti anni sono passati da quando un cliente me lo chiese per la prima volta: “voglio aprire una palestra, cosa mi consiglia, faccio una ditta individuale o una associazione sportiva”. La risposta fu la stessa alla quale, purtroppo, dal medesimo tempo sono costretto a fare: “facendolo, Lei come scelta imprenditoriale di profitto deve, necessariamente, fare una ditta commerciale e sappia che si troverà, come concorrenti, molte associazioni sportive che forniranno gli stessi suoi servizi a prezzi più bassi perché godono di un indubbio trattamento di
di Guido Martinelli
vantaggio. Questo perché questi enti sono, o dovrebbero essere, senza scopo di lucro, finalità esattamente opposta a quella che Lei si propone”. “Ma che cosa succede se faccio comunque l’associazione?” mi veniva sempre chiesto. Succede che nel momento in cui la finalità speculativa emergesse tutta l’attività economica svolta sarebbe soggetta ad imposizione e risulterebbe che Lei, fino a quel momento, ha svolto tutta l’attività in “nero”. “Ma se gli utili li dividessimo come compenso sportivo?”. Questi non avrebbero, anche nella migliore delle loro ipotesi di ge-
stione, superato, per ognuno di loro, di oltre il 20% i compensi previsti dai contratti collettivi di lavoro sullo sport, ai sensi di quanto previsto dall’art. 10 del D.Lgs. 460/97 e, pertanto, non avrebbero rischiato l’accusa di lucro indiretto e, contrariamente a quanto sarebbe accaduto in qualsiasi altra ditta commerciale, detti compensi non sarebbero rientrati nella base imponibile ai fini dell’Irap (art. 90 legge 289/02). Nessun problema anche per l’inquadramento delle risorse umane che lavorerebbero nell’impianto (custodia, pulizie, bar, ecc.). Anche da questo punto la soluzione della sportiva appare conveniente. Il decreto legislativo 81/15, entrato in vigore il primo gennaio di quest’anno, ha previsto che il limite dei compensi che possono essere riconosciuti per le prestazioni accessorie è pari ad euro 7.000 salvo che: “nei confronti dei committenti imprenditori o professionisti, le attività lavorative possono essere svolte a favore di ciascun singolo committente per compensi non superiori a 2.000 euro …”. Si poneva il problema di quale fosse l’ampiezza del concetto di imprenditore introdotto dalla norma al fine di valutare se, nell’ambito dello sport, il limite delle prestazioni accessorie si ponesse a settemila o a duemila euro annui. Anche qui, ponendo un ulteriore discrimine a sfavore di chi gestisce i centri in forma imprenditoriale, il messaggio Inps 02.02.2016 n. 8628 ha chiarito che: “è possibile individuare una serie di soggetti che, pur operando con partita Iva e/o codice fiscale numerico non sono da considerare imprenditori e, dunque, non sono soggetti alle limitazioni suddette. A titolo non esaustivo si indicano i seguenti soggetti: … Associazioni e società sportive dilettantistiche”. Pertanto, se si scegliesse la strada della ditta, ci si dovrà limitare a duemila euro l’anno, risolvendo così solo parzialmente il problema, mentre il limite per i sodalizi riconosciuti ai fini sportivi dal Coni sarà comunque sempre, per le prestazioni accessorie, di euro settemila. Anche gli altri lavoratori non offrono problemi. Infatti la circolare del febbraio 2014 del Ministero del lavoro chiarisce che i compensi sportivi costituiscono un’area di prestazione lavorativa nell’ambito della quale ad oggi non viene previsto aggravio previdenziale e assicurativo. Inoltre, con l’interpello n. 6/2016 del 27 gennaio 2016 il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha preso posizione sull’ambito di applicazione dell’art. 2 comma 2 lett. d) del D.Lgs. n. 81/2015. Pertanto, per i compensi sportivi che non ricadano in una prestazione di lavoro subordinato non troveranno applicazione le norme di lavoro subordinato previste per le prestazioni etero organizzate quanto a tempi e luoghi di lavoro, presunzione che, invece, ci sarebbe stata se avessero costituito la cooperativa di produzione e lavoro da me suggerita. A sostegno di tale ipotesi, oltre ai documenti di prassi amministrativa già ricordati e la sentenza della Corte d’Appello di Firenze citata dal Ministero nell’interpello in esame, si possono aggiungere le decisioni della Corte d’Appello di Milano Sez. lav. n. 1172/2014 e la successiva decisione del Tribunale dello stesso foro (Trib. Milano sez. lavoro 30.11.2015 – “Nel caso in esame, infatti, la norma concerne i compensi sportivi erogati dalle associazioni e società sportive dilettantistiche che il vigente ordinamento assoggetta ad un regime agevolato derivante dalla tradizionale distinzione tra attività sportiva professionistica, nella quale è riconosciuta una prestazione di lavoro, e attività sportiva dilettantistica”) e quella analoga del Trib. di Modena, sent. 2276 del 09.12.2015. In più le sportive godono della riduzione delle accise sul gas metano e il risparmio Iva facendo risultare l’attività riservata ai tesserati dell’ente di promozione sportiva affiliata. Siamo proprio sicuri che il garante della concorrenza e del mercato sul punto non abbia nulla da dire?
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Andiamo a Livorno a conoscere l’Accademia dello Sport, storico e blasonato tempio delle discipline da combattimento e del fitness. Il titolare, Damiano Bani, ci racconta il suo percorso imprenditoriale iniziato 25 anni fa e le scelte strategiche che hanno consentito al club di sopravvivere e prosperare in un mercato altamente competitivo
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orre l’anno 1974 quando il Maestro Alfredo “Bibi” Gufoni, il primo italiano a raggiungere nel karate l’ottavo dan e fino ad oggi eguagliato da un solo connazionale, fonda il Livorno Sport Club, tempio delle discipline da combattimento (karate, judo, ju-jitsu e boxe) in cui c’è spazio anche per altre attività, tra le quali danza e ginnastica artistica, rivolte ai giovanissimi e agli amatori. Un’associazione sportiva affiliata al CONI che in breve tempo diventa un’istituzione sportiva della città labronica, grazie a un’attività agonistica di tutto rispetto e allo spessore degli insegnanti, tra i quali figurano nomi blasonati.
di Davide Venturi
Alla fine degli anni Ottanta, Gufoni decide di cedere l’attività. La società che subentra non riesce però a far funzionare il centro come sperato e dopo alcuni anni di sofferto “interregno” ha inizio un nuovo corso: è il 1991 e Damiano Bani, appena diciannovenne e rispettato atleta del club di via Garibaldi, insieme ad altri due soci e alla sorella, che all’epoca frequentava l’ISEF, rileva il sodalizio rinominandolo Accademia dello Sport. Passano altri due anni e si ritrova solo al timone di questa storica e blasonata realtà che carica sulle sue giovani spalle grandi responsabilità e sfide ancor più ardue di quelle sportive:
«Non avevo l’età – confessa candidamente Bani con un sorriso sospeso tra nostalgia e affetto verso il suo coraggioso debutto imprenditoriale –, e soprattutto l’esperienza per gestire una realtà così complessa, popolata di maestri rinomati e molto più grandi di me. Mi ha “salvato” il prestigio sportivo: all’epoca ero un atleta rispettato che partecipava a competizioni internazionali di judo e ju-jitsu, ottenendo buoni risultati. Con il passare del tempo ho messo su anche i muscoli da imprenditore, facendo esperienza sul campo e dedicando tempo ed energie alla formazione e all’aggiornamento. Ancora giovanissimo partecipavo, da solo, alle prime edizioni del ForumClub, evento al quale oggi porto diversi membri del mio staff. Frequentare congressi e fiere di settore mi ha consentito di conoscere altri imprenditori i con i quali confrontarmi, allargare i miei orizzonti e stringere amicizie. Al Forum sono ad esempio venuto a conoscenza delle REX Roundtables
entrando in contatto con Fausto Di Giulio. Oggi – sottolinea Bani – posso dire che questa formula sta contribuendo in modo significativo alla mia crescita sotto il profilo imprenditoriale e professionale». Oggi il club livornese, che si sviluppa su una superficie di 4.000 metri quadrati ed è frequentato da 2.500 soci, impiega uno staff composto da circa 50 persone – cinque consulenti alla vendita, due receptionist e una grande squadra di tecnici – che erogano 250 ore di corsi alla settimana e propongono 20 discipline tra le quali, oltre a quelle da combattimento, figurano, solo per citarne alcune, functional training, medical wellness, Pilates e un’ampia gamma di attività di gruppo, erogate anche in formato virtual.
sport e fitness, matrimonio felice L’Accademia dello Sport, in cui le arti da combattimento classiche coabitano felicemente con il
fitness e il benessere, è da molti anni un punto di riferimento sia per atleti di alto profilo – seguiti da insegnanti di boxe e arti marziali tra i quali figurano ex campioni e maestri tra i più titolati a livello nazionale – sia per chi ama allenarsi in un ambiente in cui si respira l’autenticità dello sport e il fascino della sua nobile storia. Un ambiente privo di fronzoli e artifici scenici, in cui le relazioni umane hanno la stessa genuinità della sana passione sportiva, un club davvero unico che Bani ama definire “rock” per esprimerne l’essenza energica e al tempo stesso “ribelle” verso tutto ciò che è artificioso. Non a caso può vantare tanti iscritti di lungo corso e di ogni tipo: dai bambini di tre anni e mezzo agli ultra ottuagenari, passando per gli atleti e i disabili che possono svolgere, anche a livello agonistico, pugilato in carrozzina, disciplina che molto probabilmente verrà inserita tra quelle paraolimpiche.
Damiano Bani definisce il suo club “rock” per la sua essenza “ribelle” verso tutto ciò che è artificioso
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dal low cost al club modulare Il modello di business dell’Accademia dello Sport è stato aggiornato circa tre anni fa per attuare un’idea ben precisa: dar vita a un “club modulare”. Una svolta strategica che si è dimostrata vincente – ha prodotto un significativo incremento degli introiti – e che non è maturata in modo casuale. Quattro anni fa Bani, giocando d’anticipo, decise di cavalcare la grande onda dell’emergente mercato low cost in una città in cui non avevano ancora fatto la loro comparsa realtà di questo tipo. Lo fece fissando a 16,50 euro il prezzo dell’abbonamento mensile e a 250 quello dell’annuale, comprensivo di tassa d’iscrizione, attuando una campagna pubblicitaria incentrata sullo slogan “Io mi alleno low cost”. «L’idea iniziale – spiega Bani – era quella di sfruttare l’energia della “rivoluzione” innescata dal trasporto aereo. Ma il club era dotato di zona relax, sauna e bagno turco, ovvero servizi accessori che, per ovvie ragioni, non potevano essere inclusi nel prezzo base. Ho così suddiviso il centro in piccoli settori, rendendo modulare
la struttura e la sua fruizione, componibile a seconda delle specifiche preferenze ed esigenze di ogni socio. Ho sostanzialmente creato, precorrendo i tempi, delle boutique-club, ossia delle aree specializzate, come ad esempio il centro personal training, soluzione redditizia che ha sostituito l’assistenza in sala fornita gratuitamente dagli istruttori. Intorno al servizio di personal training ho costruito un modello di business ad hoc basato su una logica commerciale ben precisa, e la stessa cosa vale per lo studio Pilates e per le altre aree. Questi moduli – precisa Bani – sono venduti sia con la formula dei pacchetti, sia con quella dell’up selling, ovvero come integrazioni agli abbonamenti». Il servizio di personal training è proposto a 24 euro all’ora ed è erogato da personal trainer inquadrati con la formula della collaborazione sportiva, coerente con l’assetto societario
Una lezione a corpo libero in una delle tante sale del club livornese
dell’Accademia. «Proponiamo questo servizio – spiega l’imprenditore livornese – anche con la formula dei pacchetti, da 3, 5 o 10 ore, a un prezzo che resta invariato, ovvero 24 ore all’ora a prescindere dal numero di sedute acquistate. Una cifra che ritengo abbordabile per molti e sotto la quale non possiamo permetterci di andare».
parola d’ordine: qualità La campagna pubblicitaria con la quale l’Accademia dello Sport si presentò come club low cost ebbe come effetto sorprendente la quadruplicazione dei tour e il raddoppio del numero dei soci. Ma nel giro di poco tempo, Bani si è reso conto che una volta sfruttata questa scintilla serviva una nuova strategia, più articolata rispetto alle logiche del nuovo mercato low cost che, a suo avviso, ha in un certo senso spaccato il settore. «Già qualche anno fa – ricorda – tra gli operatori era diffuso un forte risentimento nei confronti dell’emergente segmento low cost, soprattutto tra i gestori di realtà premium, i “dinosauri” che non perdono occasione per rivendicare la loro elevata qualità. Ho persino riscontrato una certa diffidenza iniziale nel gruppo REX in cui sono entrato presentandomi come club low cost. Ho “dovuto” spiegare la mia strategia, basata sulla creazione di un club modulare che, applicando il principio dell’up selling, mi ha consentito di incrementare il fatturato del 40 per cento nel giro di appena un anno. Un nuovo corso gestionale grazie al quale sono uscito da un momento difficile, potendo rincominciare a reinvestire parte degli utili per migliorare l’offerta di attività e servizi. Francamente – ammette Bani – è difficile prevedere come si evolverà nei prossimi anni un mercato in costante
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All’Accademia dello Sport le arti da combattimento classiche coabitano felicemente con il fitness e il benessere
trasformazione. Recentemente hanno aperto, esattamente a 300 e 800 metri da qui, due centri realmente low cost, termine dal quale ho preso le distanze perché, a mio avviso, negli ultimi quattro anni ha assunto un’accezione negativa, diventando sinonimo di bassa qualità. A causa di queste nuove aperture abbiamo perso 200-300 iscritti, ma lo ritengo un fatto positivo perché ha prodotto una selezione naturale della nostra clientela, spingendoci ancor di più verso la qualità. Sono convinto – aggiunge – che la comparsa del segmento low cost nel mercato del fitness sia servita a chiarire le idee a molti operatori, inducendoli a comprendere, e a far comprendere ai propri clienti, il valore che si cela dietro al prezzo».
la comunicazione corre sul web Bani si occupa personalmente della comunicazione e del marketing dell’Accademia dello Sport, determinando e supervisionando ogni iniziativa. Si affida a un responsabile web e a un grafico per la realizzazione di ogni forma di comunicazione (interna ed
esterna), facendo costantemente ricorso, anche in questo ambito, al brain storming, coinvolgendo i membri del suo staff, responsabili di settore in primis, per far nascere e valutare idee e strategie. Addirittura coinvolge anche i soci che reputa “illuminati”, ovvero personaggi di spessore che possono fornire suggerimenti preziosi e insegnare qualcosa. «La nostra comunicazione utilizza principalmente gli strumenti messi oggi a disposizione dal web – racconta bani lanciando uno sguardo fugace al suo smartphone – che richiedono un’adeguata
progettazione e una gestione costante, dunque competenze, tempo ed energie. Diversamente dalla comunicazione pubblicitaria tradizionale, come ad esempio una campagna attuata con cartelloni 6x3 il cui costo è immediatamente evidente, i social media richiedono azioni strutturate, segmentate in base alle fasce di clientela alle quali ci si rivolge, costantemente monitorate per raccogliere feedback e adeguare le successive azioni in base alle esigenze e preferenze rilevate. Diversamente dalla comunicazione tradizionale che è
> Il club labronico attua diverse iniziative legate al manuale “La Pozione Magica”
cento giorni per cambiare la vita dei soci
Un momento dell’intervista
unidirezionale e sostanzialmente statica, quella attuata con i social media è dinamica e interattiva, impone un lavoro molto più mirato, sofisticato e flessibile, richiede la gestione quotidiana di un percorso. Tutto ciò implica, inevitabilmente, organizzazione e strutturazione. Il lavoro da svolgere può sembrare anche semplice – avverte l’imprenditore livornese –, ma non è così. È facile pubblicare un post su Facebook ottenendo 100 “mi piace”, può farlo anche un ragazzino senza alcuna competenza professionale o imprenditoriale, ma si tratta solo
della prima azione di un’attività raffinata che richiede capacità di analisi e programmazione. Se fino a poco tempo fa pagare una persona per occuparsi a tempo pieno, o quasi, della gestione del web poteva sembrare un azzardo o un eccesso, oggi non è più così. Tutti sanno che l’approccio giusto, che dà risultati, è questo, ma non tutti ancora lo fanno. Oltre al web – aggiunge – utilizziamo la pubblicità tradizionale cercando il giusto mix tra queste due forme di comunicazione per massimizzarne gli effetti positivi sul fatturato».
Per consentire ai soci – in special modo i neo iscritti, ma non solo – di raggiungere gli obiettivi che si prefiggono e più in generale di assumere uno stile di vita che assicuri un benessere globale e duraturo, l’Accademia dello Sport mette a loro disposizione il programma 100 giorni per cambiare, che punta su consapevolezza e amor proprio. Inoltre, utilizza il manuale La Pozione Magica come testo motivazionale di riferimento, in grado di accrescere la consapevolezza circa il valore straordinario dell’esercizio fisico per la salute e il benessere. Dal punto di vista pratico, funziona tramite la creazione di gruppi su WhatsApp, rivolti a persone che desiderano fortemente raggiungere un obiettivo. «Si tratta – spiega Bani – di uno strumento semplice, ossia un calendario suddiviso in cicli settimanali che riporta le sedute di allenamento da svolgere, che funge da “test point” a disposizione dell’utilizzatore a casa propria. Un calendario/diario consistente in un cartellone da appendere in casa vicino a una bilancia. La durata di 100 giorni – chiarisce Bani – non è casuale: corrisponde ai primi tre mesi dall’inizio di un programma d’allenamento nel corso del quale il soggetto, come dimostrato da numerosi studi, è maggiormente esposto al rischio di abbandono. Questa fase delicata necessita dunque di strumenti e di un supporto adeguati per riuscire a superare le iniziali difficoltà, raggiungere i primi obiettivi e innescare il ciclo virtuoso che alimenta la motivazione e si traduce in costanza. Il funzionamento di questo semplice strumento – conclude Bani – dipende anche e soprattutto dalla capacità di applicarlo di ogni utilizzatore». E dicendolo mi consegna il cartellone dei 100 giorni che porto a casa come ricordo di un incontro piacevole e stimolante, ma che potrebbe ritornarmi utili nei periodi in cui fatico a mantenere i miei buoni propositi legati all’esercizio fisico. www.accademiadellosportlivorno.it
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il prezzo
è quello giusto?
Adottare un modello low cost può essere pericoloso, soprattutto se fatto con superficialità. Due interessanti case study evidenziano utili accorgimenti ed errori da evitare, ricordando che le tattiche di prezzo devono essere coerenti con il modello operativo attuato
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idurre il prezzo di qualcosa è facile, aumentarlo di nuovo molto meno. Le decisioni sulle tariffe da proporre al pubblico non vanno prese con leggerezza perché sono segnali forti che andrebbero sempre usati con intelligenza e attenzione al lungo termine. Quando penso che in Gran Bretagna ci sono club generalisti (nei quali sono stati investiti milioni di sterline) che fanno pagare solo 20 sterline al mese, non posso fare
di Ray Algar
a meno di sorprendermi: difficile pensare che le loro strutture operative di costo siano equiparabili a quelle di un budget club. I due esempi che seguono sono un’ottima dimostrazione dei problemi che possono sorgere quando si fanno scelte delle quali non si è del tutto convinti. O, ancora, quando si commette l’errore di confondere la tattica sui prezzi con l’implementazione di un vero e proprio modello operativo.
CASE STUDY 1
GOLD’S GYM, BOTHELL, STATI UNITI Il Gold’s Gym di Bothell (Stato di Washington) guidato da John Hamilton fu inizialmente aperto all’interno di un centro commerciale. Poi, nel 2000, la sede fu trasferita in una nuova struttura di oltre 2.000 metri quadrati in periferia. In termini di contesto competitivo, i cambiamenti più rilevanti risalgono al 2002-2003, quando fecero il loro ingresso sul mercato operatori come LA Fitness, 24 Hour Fitness e Curves. Oggi, in una scala da 1 a 10, l’intensità concorrenziale si colloca, a detta di Hamilton, sul livello 8. La crisi del 2008 e il passaggio al format low cost. I primi anni di attività diedero ottimi riscontri. Il club, spazioso e ben attrezzato, offriva esattamente ciò di cui il pubblico locale aveva bisogno: le tariffe mensili erano comprese fra i 30 e i 40 dollari, i margini ottenuti permettevano di compiere i necessari reinvestimenti… Tutto funzionava piuttosto bene, insomma. Poi, nei primi anni 2000, le cose cominciarono a cambiare: più competitor, l’economia reale in graduale peggioramento, il coinvolgimento di Hamilton in altri due centri. Dopo la crisi del 2008 la situazione peggiorò sensibilmente, tanto che ancora nel 2011 erano moltissime le persone in gravi difficoltà. Lo stato di Washington, pur avendo reagito meglio di altri, non navigava certo in buone acque, e il Gold’s Gym di Hamilton non cresceva più. E mentre John cercava una soluzione al riguardo, ai “piani alti” della catena si ragionava sul modo migliore di rispondere alla concorrenza dei club low cost. Nel marzo 2011, il presidente Jim Snow annunciò il lancio di Gold’s Gym Express che, a un prezzo di appena 10 dollari al mese, avrebbe offerto al franchise nuove opportunità di crescita. Hamilton ricorda le discussioni con i vertici della catena, che gli suggerivano di fare il grande salto adottando il modello low cost: secondo le loro stime, i margini più bassi sarebbero stati
Il prezzo che qualsiasi club applica all’abbonamento e ai propri servizi deve necessariamente essere coerente con il suo modello operativo
ampiamente ricompensati da un considerevole aumento delle iscrizioni (tra le 500 e le 700, suggerivano gli esperti). A maggio 2011 John annunciava al pubblico di Bothell la nuova politica del club: Your Fitness, Your Way. Il pubblico avrebbe ora potuto scegliere fra due opzioni principali: pagare 10 dollari al mese e accedere solo ai servizi fitness, o versare 19 dollari e usufruire anche delle attività di gruppo, del solarium (senza limiti) e degli sconti sui drink. Rispetto al passato, venivano eliminati del tutto il nido per i figli dei soci e alcune attività di gruppo. Tutto il resto sarebbe rimasto. Reazioni contrastate. La risposta del pubblico a questo cambiamento non fu all’altezza delle aspettative. Alcuni clienti accolsero con soddisfazione l’opportunità di iscriversi a un prezzo così vantaggioso, ma non bastò. Dopo alcuni mesi di apparente miglioramento, le iscrizioni non decollarono come previsto. Alcuni percepirono il ribasso del prezzo come un segnale del fatto che qualcosa non stava funzionando; i soci di vecchia
«Volete creare un club low cost di successo? Ascoltate i consigli di qualcuno che ha superato tutte le difficoltà legate all’adozione di quel modello. Assicuratevi di avere un business plan dettagliato e il pieno supporto del vostro staff. Discutete la vostra strategia con finanziatori e investitori. Rinominate il club per enfatizzare il cambiamento e non essere più associati al vecchio modello operativo. Semplificate le formule di abbonamento e ripensate i processi operativi. Infine, impegnatevi al massimo per offrire un grande valore e un grande servizio». Declan Ryan, Active4Less
data cominciarono a temere che con tariffe così basse il club sarebbe stato presto sovraffollato; altri ancora furono delusi dall’eliminazione di un servizio utile come il nido. Molti fra coloro che si erano iscritti prima del cambio gestionale percepirono, insomma, un impoverimento del servizio. Nel corso del 2012 il nuovo modello fu porta-
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La coerenza tra modello operativo e tipo di club è un elemento determinante per ottenere buoni risultati economici
to avanti, ma Hamilton era sempre più combattuto sull’effettiva bontà della decisione adottata. Il club e i suoi soci erano realmente cambiati in meglio? Un abbonamento mensile di soli 10 dollari non finiva per svilire la percezione del servizio offerto? Di fatto, lo spirito con il quale il centro era stato gestito nei precedenti 11 anni stava svanendo. Una saggia decisione. Poco tempo dopo, Hamilton prese la coraggiosa ma necessaria decisione di riposizionare il club su una fascia di prezzo più elevata (35 dollari al mese senza quota di iscrizione) riattivando al contempo i servizi eliminati. «Ho commesso un errore, ma non è stato difficile: in realtà, la decisione fu presa da un giorno all’altro senza che nessuno ne valutasse la reale portata». Perché la formula Your Fitness, Your Way non ha funzionato? Forse perché, tra le altre cose, ci deve essere coerenza fra le tariffe proposte e il reddito medio del pubblico al quale ci si rivolge. «Conviene giocare sui volumi solo nelle aree a densità molto elevata. Se avete un pubblico tutto sommato bene-
stante, una tariffa di 35 dollari al mese è ancora percepita come economica, e la contestuale proposta di un buon servizio con uno staff competente dovrebbe consentirvi di affrontare, senza timore, i competitor low cost: tenete duro e vincerete». Oggi il Gold’s Gym di John Hamilton ha ritrovato il suo corretto posizionamento sul mercato e sta ottenendo buoni risultati grazie soprattutto a un elemento: la ritrovata coerenza fra il modello operativo adottato e il tipo di club che John desidera guidare e in cui crede fino in fondo.
CASE STUDY 2
ACTIVE4LESS, STEVENAGE, REGNO UNITO Declan Ryan fondò R3 Leisure nel 1999, rilevando uno squash club di 1.400 metri quadrati a Stevenage, cittadina che si trova a circa 50 chilometri a nord del centro di Londra. I tre campi da squash furono con-
servati per dare continuità alla precedente storia del club e, alla riapertura, furono proposti tutti i servizi di un tradizionale club con attività a secco. Ryan e i soci fissarono la quota mensile a 33 sterline (circa 42 euro) e si focalizzarono sulla ricostituzione della clientela, facendo del loro meglio per garantire al centro un solido posizionamento strategico tra i quasi 58mila abitanti di Stevenage. Furono tempi duri, come ammette con grande sincerità lo stesso Ryan: struttura manageriale sbilanciata verso l’alto, concorrenza in aumento, crescita dei soci molto lenta. Si decise di rispondere diversificando ulteriormente l’offerta e proponendo forti sconti ai clienti disposti a siglare contratti triennali. Ma il risultato fu che il prezzo medio mensile di abbonamento effettivamente incassato scese a 20 sterline (quasi il 40% in meno di quello ufficiale), mentre il numero complessivo di iscritti finì per stabilizzarsi intorno agli 800. Cambio di passo. Nel 2006 Declan decise che il club, per sopravvivere, doveva assolutamente cambiare. E optò per l’adozione di un modello low cost che prendesse a riferimento catene di successo come FitSpace, Planet Fitness e McFIT. Nel 2007 il club fu ribattezzato Active4Less e la nuova tariffa mensile fu fissata a 12,95 sterline (16 euro): nessun contratto (per abbattere le barriere all’ingresso e garantire la massima flessibilità gestionale), un unico abbonamento con un unico prezzo, iscrizione solo online, staff alleggerito nell’ambito vendite e amministrazione. Ryan decise però di mantenere in essere molti dei servizi precedenti, facendo sì che lo staff conservasse le competenze proprie di un club multifacility. Dopo il cambio di passo, il numero degli iscritti cominciò ad aumentare notevolmente e, nel giro di alcuni mesi, Active4Less vide quadruplicare le vendite di iscrizioni rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Nuovi problemi. Negli anni seguenti, la concorrenza a Stevenage si fece più intensa (9 su una scala da 1 a 10, secondo Declan), mentre i prezzi continuarono a scendere. Active4Less si dovette misurare con un problema di sottodimensionamento della struttura, soprattut-
Volete passare a un modello low cost? Fatevi le domande giuste...
lo staff per poi metterla al servizio dei clienti. Un suggerimento molto saggio, a dire il vero: le persone, ormai, non basano più le loro scelte solo sulla semplice convenienza. E sono sempre più intolleranti nei confronti delle esperienze blande o mediocri. Oggi Active4Less non propone affatto i prezzi più convenienti di
La vendita dell’abbonamento esclusivamente via web è adottato con successo da numerosi operatori di club low cost in quanto riduce i costi gestionali
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Che cosa dovrà essere eliminato del tutto? Che cosa dovrà essere ridimensionato? Che cosa dovrà essere creato ex novo? Che cosa potremmo migliorare? Abbiamo ridotto l’offerta focalizzandoci sulle attività cardio e isotoniche? Abbiamo trasferito online la procedura di iscrizione per ridurre i costi e permettere ai soci di gestire i loro account? L’orario di apertura del club è stato sufficientemente esteso? Lo staff è stato ridotto in modo significativo per avvicinarsi a un’offerta self-service? L’incidenza sul fatturato totale della spesa per il personale non supera il 25%? Le tariffe sono state ridotte almeno del 50% rispetto a quelle medie nazionali? Il nostro club è in grado di sostenere, in termini di fruibilità, un aumento dei frequentatori di 2-3 volte negli orari di punta?
nel quale le persone si limitano a interagire con delle macchine. Da qui la decisione di puntare molto sulle attività di gruppo e su programmi più coinvolgenti e motivanti. Il miglior consiglio che Declan si sente di dare agli altri club indipendenti è di sviluppare una grande professionalità in una specifica area che appassioni sia i titolari sia
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to nelle ore di punta. E nonostante i buoni risultati, ci si accorse che qualcosa non funzionava. In modo analogo a quanto visto nel caso del Gold’s Gym di Bothell, l’originaria decisione di abbracciare il modello low cost non si era mai del tutto “sincronizzata” con i valori e le convinzioni di Ryan e dei suoi soci, che erano entrati nel settore con il preciso obiettivo di aiutare le persone a raggiungere i loro obiettivi di salute e benessere, coltivando un senso di appartenenza alla comunità del club. Rivelatrice era stata, in proposito, la riluttanza a disfarsi di strutture e servizi propri del modello gestionale che si era deciso di abbandonare. O, ancora, la decisione (contraddittoria per un club self-service) di potenziare lo staff di istruttori dopo il boom delle iscrizioni. Nel riconsiderare la precedente scelta di fissare il mensile a 12,95 sterline, Ryan si rese conto che quel prezzo non era del tutto coerente con la filosofia del club, i suoi servizi e le sue strutture. Erano necessari nuovi cambiamenti. Verso un modello “value proposition”. La transizione da un modello low cost a uno “value proposition” avvenne all’inizio del 2014. Dopo aver compreso che, per molteplici ragioni (inclusi i limiti strutturali), il club non sarebbe mai riuscito a diventare l’operatore low cost leader nella propria area di riferimento, Ryan e i suoi soci cominciarono a investire di più nelle attività di gruppo e ad alzare gradualmente i prezzi, reintroducendo diverse tipologie di abbonamento: standard (19,95 sterline al mese), premier (23,95) e premier + (28,95). Il nuovo slogan divenne “un club con personalità” e sottendeva il desiderio di offrire ai clienti un’esperienza diversa da quella che ci si poteva aspettare da una qualsiasi catena nazionale o internazionale. In altri termini, si decise di fare leva su quello che solo un club privato indipendente, al di fuori di qualsiasi modulo di standardizzazione, è in grado di proporre. Mi sembra che l’intento di Declan fosse quello di provare a riappropriarsi, almeno in parte, dell’eredità e dello spirito del vecchio sports club – evitando che Active4Less diventasse un centro senza identità
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Per distinguersi dal segmento low cost, un club mid-market dovrebbe offrire ai propri clienti aree di eccellenza
Stevenage come accadeva un tempo. Ma Declan appare soddisfatto di aver ceduto ad altri questo primato.
non confondete le tattiche di prezzo con i modelli operativi Convertire un club esistente al modello low cost richiede molto più di un semplice ribasso delle tariffe: si tratta di una scelta che esige la ferma adesione a una politica gestionale ben precisa, nonché un forte ri-allineamento organizzativo. In parole povere: se siete un club generalista e vi limitate ad abbassare drasticamente le tariffe degli abbonamenti, non diventerete automaticamenre un centro low cost. Resterete degli operatori generalisti in perenne campagna promozionale. Se si desidera che il “salto” funzioni, si deve seguire un approccio disciplinato eliminando tutti i fattori incoerenti e favorendo al massimo quelli che supportano la decisione adottata. Le conseguenze di una scelta azzardata possono essere profonde e durature: se non siete del tutto
convinti di ciò che state facendo, pensateci due volte prima di agire. Prima di cambiare i prezzi fermatevi a riflettere e definite con chiarezza sia l’identità che desiderate conferire al vostro business sia la vostra area-chiave di eccellenza; poi, assicuratevi di “sincronizzare” questi aspetti fondamentali con le passioni del vostro team. Valutate anche l’opportunità di testare diverse tipologie di abbonamenti, assicurandovi che le differenze tra le varie opzioni abbiano un valore reale, significativo. In entrambi i case study presi in esame, il titolare del club ha a un certo punto deciso di tornare sui propri passi perché la scelta non era stata fatta con la massima determinazione: se il nuovo modello operativo presenta dei punti di attrito con i valori e le più profonde convinzioni del management, allora è certo che prima o poi sorgeranno dei problemi. Dal momento che in futuro sarà sempre più decisivo focalizzarsi sul “nucleo” costituito dall’esperienza di allenamento che si vuole offrire al cliente, costruire intorno a quel nucleo un siste-
ma gestionale e operativo profondamente coerente in tutte le sue parti sarà un aspetto sempre più strategico. E irrinunciabile. www.oxygen-consulting.co.uk Il presente articolo, tradotto dall’inglese da Andrea Muzzarelli, è tratto dall’Health Club Industry Mid-Market Report (dicembre 2015), che può essere scaricato, gratuitamente, nel sito www.oxygen-consulting. co.uk.
Ray Algar È amministratore delegato di Oxygen Consulting, società di consulenza britannica che si rivolge alle organizzazioni del settore “fitness e salute”, offrendo soluzioni strategiche mirate. È autore di approfonditi studi e articoli, nonché apprezzato relatore in ambito internazionale. Per maggiori informazioni: www.oxygen-consulting.co.uk ray@oxygen-consulting.co.uk
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recharge, e lo staff fa
il pieno di energia!
Per disporre di uno staff motivato e positivo anche nei momenti critici successivi alle vacanze, il club può proporre un evento dedicato a formazione, divertimento, condivisione e team building. Un modo semplice ed efficace per ricaricare le batterie emotive e motivazionali di tutti
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e è vero che il 10 per cento delle persone soffre della cosiddetta “sindrome da rientro” nel periodo successivo alle vacanze, e più in generale pause lavorative, nel settore fitness e wellness corriamo il rischio che almeno un decimo del nostro staff non sia particolarmente performante, sorridente, proattivo ed entusiasta proprio nei momenti cruciali della stagione, ovvero in settembre, dopo le vacanze estive, in gennaio, dopo quelle natalizie, e in aprile dopo quelle pasquali. Probabilmente non ci abbiamo mai pensato, o più semplicemente lo prendiamo come un dato di fatto sul quale, come titolari e ma-
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nager di club, non abbiamo alcun controllo. Vorremmo, per non dire pretendiamo, che il nostro staff fosse come noi: mai sotto tono, in nessun momento dell’anno. Ma il nostro staff è fatto di persone che, come tali, possono sentirsi giù di corda e aver bisogno di una un’iniezione di energia positiva. E questa iniezione di energia positiva, che carica l’intero team a prescindere da chi si senta “scarico” e quanto, possiamo fornirla noi. Ci piace chiamarla Recharge e in questo articolo forniremo qualche suggerimento per applicarla con successo, basandoci sulla nostra esperienza diretta e sui risultati, molto positivi, ottenuti.
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Un evento “Recharge” deve coinvolgere tutti i membri dello staff, nessuno escluso
un momento formativo “Recharge” è un momento di formazione la cui efficacia non può prescindere da alcuni ingredienti fondamentali che, se correttamente combinati, producono l’effetto fulmicotone (sostanza altamente infiammabile ed esplosiva, nota anche come nitrocellulosa, il cui significato figurato ne esprime l’effetto dirompente, fulmineo, veloce). Se desiderate che il vostro staff sia energico come il fulmicotone nei momenti cruciali dell’anno in cui si concentra il maggior numero di visitatori, di iscritti e di ritorni, allora fate ricorso al recharge, rispettandone alcune regole fondamentali che riportiamo di seguito. Periodo: tipicamente nei giorni immediatamente precedenti la ripresa dell’attività a pieno regime. Questo per evitare che l’effetto ful-
Come lo si comunica: creando un logo o una grafica che lo caratterizzi, un invito personale che in prima battuta sveli data e orari di un vero e proprio evento e solo successivamente il programma dettagliato. Siate creativi e fuori dagli schemi, una convocazione in testo email, scritta in times new roman, colore nero, dimensione carattere 11, con ordine del giorno in grassetto e l’acronimo RSVP (respondez s’il vous plait) finale, vi assicuro, non è la miccia adatta ad innescare una reazione esplosiva.
Durata: non meno di 1 giorno e mezzo e non più di 3 giorni; la scintilla, per innescarsi, ha bisogno di un minimo di preparazione e di combustione, ma se la combinazione rimane per troppo tempo senza espressione pratica, rischia di implodere e perdere il suo effetto.
il ruolo chiave della formazione
Convocazione: il preavviso de-
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Persone coinvolte: tassativamente tutti i membri dello staff, magari non in tutti i momenti e non tutti impegnati nelle stesse attività. Ma è fondamentale coinvolgere il maggior numero possibile di persone che lavorano con voi quotidianamente con l’obiettivo di rendere piacevole e memorabile l’esperienza nel vostro centro. Ebbene sì, anche i manutentori, il personale addetto alle pulizie, l’amministrazione e coloro che normalmente lavorano dietro le quinte. Purché sia personale del club, escludendo quindi amici, coniugi, iscritti o chiunque non sia direttamente parte dello staff.
micotone svanisca o si affievolisca e perché nei periodi in cui gli orari e le attività subiscono riduzioni, o addirittura il club resta chiuso, è più facile attuare iniziative extralavorative rivolte allo staff. I giorni della settimana da prediligere sono sicuramente il weekend e, a seguire, il giovedì o il venerdì. È comunque importante verificare la disponibilità del maggior numero di persone del vostro staff. Per risultare dirompente, l’effetto fulmicotone deve avere la possibilità di propagarsi.
Come prima cosa: formazione! Che si tratti di affrontare nuovi contenuti, proporre un ripasso di quanto già appreso o un approfondimento, la condivisione di momenti di aggiornamento e formazione può risultare particolarmente utile e
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ve essere decisamente ampio per evitare che il ritorno dalle ferie sia già stato programmato proprio il giorno successivo alla conclusione del vostro momento formativo/ motivazionale al quale tenete tanto oppure che i potenziali partecipanti non riescano a organizzarsi per gestire figli, nonni e altri impegni personali. Soprattutto la prima volta che si attua un’iniziativa del genere è bene comunicarla con un preavviso di almeno 3 mesi. Gli anni successivi, se avete ottenuto l’effetto desiderato, saranno i vostri collaboratori a chiedervi quando si terrà il recharge annuale.
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Un evento di questo tipo deve comprendere momenti di relax, divertimento e interazione tra i partecipanti
al tempo stesso generare quella “spinta motivazionale” necessaria a tutti coloro che hanno il compito di trasferire non solo competenze ed informazioni, ma anche e soprattutto entusiasmo ed energia. Se amate il vostro lavoro, vi ricorderete la sensazione che avete provato rientrando dai primi corsi di formazione che avete frequentato, dalle prime convention, dai primi eventi fieristici e congressuali. Faticavate addirittura ad addormentarvi per la grande quantità di idee che frullavano nella vostra mente. Pensavate a come applicarle, a quali correttivi apportare alla gestione del vostro club, ai sogni scaturiti dalla partecipazione dell’evento appena concluso. Provate a rivivere quelle sensazioni e cercate di stabilire se erano esclusivamente frutto delle nozioni apprese oppure del fatto che in voi si era innescato l’interruttore della motivazione. Confidando che tutto ciò non rappresenti soltanto il vostro passato e che continuiate a viverlo ogni stagione, vi invito a prestare attenzione alla prossima volta che accadrà per comprendere che cosa avrà fatto scattare in voi quel
termostato interno che innesca la reazione chimica che vi fa sentire invincibili, svegliare presto la mattina e superare gli ostacoli con il sorriso compiaciuto tipico di chi è allenato a farlo. La formazione, quando accresce il nostro bagaglio culturale e allarga i nostri orizzonti, ci arricchisce e ci rende più capaci, più preparati, più adatti ad affrontare il quotidiano, dunque più forti.
come organizzare le giornate recharge Tornando al nostro Recharge, predisponete momenti di formazione considerando che vi rivolgete a professionalità differenti dello staff: sarà dunque necessario prevedere momenti specifici di formazione tecnica per il settore tecnico, commerciale per chi si occupa di vendita e così via. Ma sarà altrettanto utile proporre momenti “plenari” dedicati ad argomenti che possano interessare e risultare essere utili a tutti, come la comunicazione efficace con il cliente, la gestione del tempo, la risoluzione dei problemi o dei conflitti… e molti altri ancora.
Basandoci sulla nostra esperienza, ci sentiamo di consigliare un programma Recharge che preveda una prima sessione plenaria di apertura nel corso della quale venga illustrato il programma e, soprattutto, le motivazioni dell’esperienza che si sta per vivere, i compiti, le regole e gli obiettivi. E affinché si parta con il piede giusto, la sessione deve essere magistralmente orchestrata da un chairman, ovvero un conduttore, possibilmente non appartenente allo staff e nemmeno alla proprietà e/o direzione del club perché è molto importante che tutto il team scenda in campo e che i vertici siano al fianco delle proprie risorse umane. Una volta conclusa questa prima sessione – nel corso della quale potrebbe essere proposto un test o un gioco che verrà poi riproposto in fase conclusiva per verificare i progressi compiuti – si terranno i moduli formativi settoriali e i partecipanti si divideranno riunendosi in aree diverse del club (sale corsi, piscina, campi esterni etc.). Verranno affrontati argomenti specifici ad alto tasso di concretezza in modo che risultino utili agli “allievi”.
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È importante comunicare un evento “Recharge” creando un logo o una grafica che lo caratterizzino
momenti di pausa, condivisione e gioco Non dimenticatevi di prevedere momenti di pausa comuni attraverso i quali, anche con un semplice caffè o un succo di frutta, sia possibile creare occasioni conviviali in cui ritrovarsi e scambiare opinioni. Questi momenti vanno scanditi con una qualsiasi ritualità, come ad esempio un saluto, una sigla, un brano musicale o un simpatico “stacchetto”. Se, come vi consigliamo, non sottovaluterete l’importanza del rito, pausa dopo pausa vi accorgerete che l’energia aumenterà, così come i sorrisi, che saranno autentici. Saranno questi i segnali, ottimi, che vi faranno capire che il processo chimico è iniziato. Un altro momento fondamentale è quello dedicato alla condivisione degli obiettivi con i propri collaboratori, per una ragione molto semplice: le persone si sentono maggiormente coinvolte e responsabilizzate quando conoscono la meta da raggiungere e la strada da percorrere. Vi consigliamo di prevedere, durante il Recharge, un momento in cui la direzione presenta gli obiettivi per il periodo entrante e le strategie che potrebbero essere sviluppate durante la sessione stessa. Non solo obiettivi economici, ma anche e soprattutto qualitativi sull’attuale parco iscritti (frequenza, multidisciplinarietà, fidelizzazione etc.) e di visione su potenziali target non ancora raggiunti, come ad esempio i sedenta-
ri. Provate ad ascoltare i membri del vostro staff chiedendo loro di esprimersi in merito a iniziative, eventi, modifiche alle procedure. Considerarli e coinvolgerli significa aiutarli nel processo di evoluzione che da spettatori o prestatori d’opera li può far crescere trasformandoli in attori del cambiamento e dei risultati che vorrete raggiungere. Un altro ingrediente che non può mancare in queste giornate è il gioco! Che si tratti di prova atletica, ludica, mentale o, meglio ancora, l’insieme di questi fattori, è fondamentale concludere l’evento con un importante momento di competizione a squadre. Dovete sfoderare le vostre abilità di strateghi per creare squadre miscelando le competenze, le abilità, i tratti caratteriali e le caratteristiche dei membri che le compongono, ricordandovi che l’obiettivo di queste iniziative è anche il team building e la condivisione. Le prove in stile “giochi senza frontiere”, in cui l’elemento prestazionale e quello ludico si miscelano, funzionano molto bene.
un evento con un filo conduttore Vi consigliamo di creare un tema, un filo conduttore dell’intero evento, così come di caratterizzarlo con un “gadget ricordo” da consegnare a tutti i partecipanti. I vincitori del gioco e i migliori delle differenti categorie, anche quelle spiritose, vanno premiati.
Il modo migliore per chiudere il vostro Recharge è un’ultima sessione generale nel corso della quale il percorso appena concluso viene riassunto, spiegato, ricondotto e rivissuto, e al tempo stesso l’energia del vostro team viene misurata. State certi che le batterie di tutti i vostri collaboratori saranno cariche e il desiderato effetto fulmicotone sarà dirompente e si propagherà contagiando anche i vostri iscritti. Per concludere, vi invitiamo a immaginare l’effetto che potrebbe avere un Recharge condiviso riunendo 4 o 5 club del territorio, che avrebbero l’occasione per condividere le proprie esperienze, difficoltà e strategie attuate. Tutto questo tramite il gioco, la sfida e la coesione.
Paolo Grosso Laureato in Scienze Motorie, inizia la sua attività come personal trainer e direttore tecnico e in seguito si occupa di formazione e consulenza per centri fitness. Nel 2003 approda in Fitness First Italia dove riveste il ruolo di Responsabile Nazionale Settore Tecnico. A partire dall’estate 2005 è managing director per la società di consulenza Wellink, sviluppando importanti modelli di gestione per centri fitness.
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a tutto functional!
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a cura di Davide Venturi
Proseguiamo la nostra analisi del fenomeno functional training che ha profondamente modificato il “prodotto” fitness e gli stessi club. La parola ad a operatori ed esperti del settore dalle cui testimonianze e riflessioni emergono altre utili chiavi di lettura di uno scenario variegato e in continua evoluzione
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roseguiamo il nostro “viaggio” all’interno del fenomeno allenamento funzionale, o functional training che dir si voglia, per comprenderne, dal punto di vista sia strategico sia logisticoorganizzativo, la portata attuale e prevederne i possibili sviluppi futuri. Un fenomeno che ha inevitabilmente influenzato anche i produttori di attrezzature che hanno incominciato a proporre diverse soluzioni per questa concezione del fitness. Si pensi, ad esempio, alla recente comparsa di attrezzi non motorizzati impiegabile per svolgere allenamenti finalizzati
seconda parte allo sviluppo di potenza, velocità, resistenza e agilità, che, di fatto, hanno creato una nuova tipologia di prodotto in grado di sodisfare anche le esigenze degli atleti di alto profilo che inseguono la prestazione. Il fenomeno funzionale ha inoltre modificata il lay-out e persino il design dei club, aspetti che, al di là della loro ovvia implicazione “operativa”, giocano un ruolo importante anche in termini di attrazione di nuove fasce di utenza e di motivazione e soddisfazione dei clienti già acquisiti. Diamo la parola ad altri operatori ed esperti del settore dalle cui testimo-
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nianze e riflessioni emergono utili chiavi di lettura di uno scenario variegato e in continua evoluzione.
il settore è cambiato
L’allenamento funzionale è declinato in numerose versioni che si distinguono per i diversi livelli di difficoltà e intensità
è definitivamente affermato e corsi della durata di 45 minuti sono ormai la norma nella maggioranza dei club. Negli Stati Uniti – aggiunge allargando il campo di osservazione – si stanno affermando boutique club dedicati al bootcamp che propongono attività funzionali ad alta intensità e svolte a circuito da utenti di ogni tipo. Si tratta di un allenamento ad alta intensità, eseguito senza soste e di durata molto breve. Una tendenza che incomincia a diffondersi anche in Italia». Ritornando al suo club, Saglimbene fa sapere che alcune attività functional non sono comprese nell’abbonamento base, bensì proposte come extra, a un prezzo accessibile, poiché richiedono maggior impegno da parte
degli istruttori che, necessariamente, devono essere più qualificati. «Molti istruttori certificati CrossFit si propongono ai club per tenere corsi e sessioni di personal training individuale e di gruppo incentrati sull’allenamento funzionale. Il CrossFit, che come ho già detto è stata la scintilla che ha innescato il fenomeno funzionale, prepara molto bene i suoi istruttori, mettendoli nelle condizioni di proporre allenamenti efficaci e sicuri. Ottenere la certificazione CrossFit, infatti, non è affatto facile». Sottolinea inoltre che le persone sono disposte a pagare di più per avere di più, per svolgere attività più varie, più coinvolgenti, più efficaci, finalizzate a obiettivi non solo estetici, bensì “fun-
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Alberto Saglimbene, co-proprietario del First Fitness Squash Club di Catania, esordisce ricordando che il fenomeno “funzionale” è stato innescato dal CrossFit nel 2004-2005 per poi esplodere intorno al 2009 e che oggi tutte le attività di gruppo hanno un risvolto funzionale. «È un ritorno all’attività fisica “vera” – puntualizza l’imprenditore catanese –, sotto certi aspetti addirittura paragonabile a quella degli scaricatori di porto degli anni Venti e Trenta che tutti abbiamo visto in tanti film americani. Nel nostro club proponiamo allenamenti funzionali caratterizzati da grande varietà e diversi livelli d’intensità e difficoltà che spieghiamo bene ai nostri clienti che apprezzano molto queste attività, in special modo le donne. Il funzionale, infatti, non conquista solo giovani maschi forti, bensì tutti, donne in primis che amano questo lavoro più pesante e più coinvolgente che dà risultati più completi in tempi più ridotti, che consente a chiunque di percepire i propri progressi. In poche settimane ci si rende conto di essere in grado di svolgere non più, ad esempio, 10 piegamenti sulle braccia, bensì 15, non più 3 trazioni alla sbarra, bensì 6 e così via». Saglimbeni sottolinea che l’avvento del functional training ha cambiato significativamente il nostro settore, dunque il prodotto offerto dai club, comprese le attività di gruppo: «I corsi tradizionali di step e aerobica, per citare due “classici”, si sono evoluti introducendo esercizi funzionali, l’allenamento in sospensione si
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Il bootcamp, proposto sia outdoor sia indoor, è una delle espressioni più diffuse, a livello internazionale, del functional training
zionali”, dunque per avere più fiato, più resistenza, più forza, più agilità e maggiore mobilità. «Il funzionale – aggiunge – ha letteralmente rivoluzionato le palestre. Non vediamo più persone trascorrere un’intera ora ad allenarsi intensamente con un tapis roulant o con gli attrezzi isotonici. Gli strumenti tradizionali vengono oggi usati in modo diverso, ovvero abbinati a esercizi a corpo libero o ad altri strumenti più semplici come corde, copertoni, pesi liberi, kettlebell, scale, palle e via dicendo. E le cosiddette “gabbie” sono ormai la normalità in qualsiasi palestra». A tale proposito, ricorda che il layout del suo club è cambiato, con l’introduzione in sala cardio-isotonica di una scala e di una grossa fune, così come di anelli e sbarre, bike e vogatori che consentono ai soci di svolgere allenamenti funzionali a circuito che prevedono un utilizzo misto delle attrezzature. «La nostra palestra – conclude Saglimbene – viene oggi utilizzata in modo diverso rispetto al passato, in modo meno statico. L’isolamento muscolare è ormai solo un ricordo, tutti svolgono esercizi funzionali, nessuno escluso. E tutti si motivano con i progressi che compiono più velocemente, riscontrando un miglioramento della propria condizione complessiva, sia fisica sia mentale. Si è insomma affermato un modo nuovo di stare in
forma: più stimolante, più vario, più sfidante, più “funzionale”».
lavorare sul movimento per migliorare lo stile di vita Roberto Coda Zabetta, marketing manager di Matrix, esordisce ragionando sul significato profondo di allenamento funzionale: «Come spesso accade nel nostro settore, i termini vengono a volte abusati e/o distorti. L’uso del termine “funzionale” viene anche accostato ad attività che hanno un compito che è tutto tranne che funzionale. Le attività “funzionali” – puntualizza – dovrebbero coprire la maggior parte delle proposte di qualsiasi club e, coerentemente con il suo compito primario, migliorare lo stile di vita lavorando sul movimento». Coda Zabetta sottolinea quindi che gli istruttori sono la chiave di volta del sistema ed è quindi importante che abbiamo consapevolezza del loro compito fondamentale. «Proponendo esercizi e attrezzature effettivamente funzionali, i trainer sono oggi in grado di migliorare la vita dei loro clienti e accrescerne la fidelizzazione. Il loro contributo – precisa – è fondamentale anche nella scelta delle attrezzature giuste e nel rigettare le mode passeg-
gere, valorizzando le proposte realmente innovative e sostanzialmente fruibili». Per quanto concerne l’utilizzo degli spazi dedicati all’allenamento funzionale e le relative attrezzature, Coda ritiene che debbano innanzitutto risultare fruibili dal maggior numero possibile di potenziali utilizzatori: «Le aree e le attrezzature funzionali presenti nel club sono una parte fondamentale delle sue “coreografie” di attività, dunque tutto deve essere progettato in modo tale da riuscire a proporre attività redditizie e appaganti, evitando investimenti inutili o ridondanti». Coda Zabetta conclude la sua analisi del fenomeno “functional” volgendo lo sguardo alla fase iniziale per arrivare a quella attuale e al futuro: «Nella prima fase si è assistito a un ritorno al passato, ritenendo che fosse opportuno avere spazio a disposizione, “annullando” quasi completamente le attrezzature. La tendenza attualmente in atto è più coerente: utilizza strumenti realizzati ad hoc che consentono un’ottimizzazione delle attività e degli spazi di cui si dispone. Poco a poco cresce negli operatori di club la consapevolezza di ciò che vogliono e le aziende che propongono soluzioni avranno sempre di più il ruolo di partner scelto per affrontare gli opportuni investimenti. Per il futuro prevedo un maggiore equilibrio in termini di proposte, ovvero un risalto maggiore, e necessario, conferito non solo alle attività “energizzanti”, ma anche a quelle legate al “recovery” e alla “stabilizzazione e destabilizzazione”».
un progetto funzionale… anche al fatturato Stefano Stacchini, amministratore delegato dei club Morphè di Sesto Fiorentino, Piombino, Venturina e Livorno, esordisce chiarendo che i centri fitness identificati da questo marchio, nato quasi 12 anni fa, sono stati concepiti come health club che si prendono cura dello stato di salute psico-fisica degli iscritti attuando un progetto funzionale. «Sin dal primo giorno – racconta l’imprenditore toscano – non abbiamo voluto erogare un servizio generalista perché la nostra mission, la nostra vision e i nostri valori ruotano da sempre intorno
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il La diffusione dell’allenamento funzionale ha reso popolare l’utilizzo di numerosi piccoli attrezzi come, ad esempio, i kettlebell
a un prezzo annuale che oscilla tra i 1.000 e i 4.000 euro. E i clienti che acquistano questi percorsi sono caratterizzati da un tasso di fidelizzazione che si avvicina all’80%. Tutto ciò dimostra che la percezione del cliente nei confronti dei progetti funzionali è molto elevata, così come la loro soddisfazione che, a sua volta, si traduce in una maggiore propensione al rinnovo. «Circa il 60% del nostro fatturato – svela Stacchini – deriva dalle proposte one to one, dunque dall’allenamento funzionale a target. Per i nostri club il functional training significa aumento dei fatturati e della retention e, non meno importante, il posizionamento sul mercato come club di qualità, in grado di garantire ai soci il raggiungimento dei loro obiettivi tramite una cura dei dettagli
chiaramente percepibile. Per i nostri trainer significa un bagaglio formativo e un know how elevatissimi, così come un senso di appartenenza all’azienda molto forte». Stacchini conclude evidenziando che la proposta di fitness funzionale deve necessariamente essere supportata da una logica aziendale, un modello di business, un concept commerciale chiaro ed efficace e una visione sistemica e organica, altrimenti rischia di essere fine a se stessa e di produrre risultati economici insufficienti. «Per quanto ci riguarda – conclude –, abbiamo le idee chiare sul nostro “prodotto” funzionale: un prodotto salutistico one to one in grado di fornire risposte che non siano percepite come eccessivamente medicali o, peggio ancora, “da malati”».
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alla personalizzazione delle sedute di training, sia esso attivo o passivo. L’allenamento funzionale non è per noi solo clave, kettlebel, funi e corde, nonostante ci occupiamo di performance, proponendo anche il CrossFit. La nostra concezione di functional training si concretizza nelle nostre proposte rivolte ai target interessati alla flessibilità e al fitness metabolico, dunque nel nostro progetto Lab. Per noi – chiarisce Stacchini – la prevenzione e la rieducazione motoria, il riallineamento dei recettori posturali, il riequilibrio del sistema neuromotorio e la gestione delle emozioni sono functional. E anche le attività metaboliche, che includono programmi dimagrimento, rimodellamento, tonificazione e trattamento patologico, sono functional». I servizi che rientrano nel progetto Lab dei club Morphè sono un’interpretazione raffinata e composita dell’esercizio fisico che dà risposte a numerose esigenze come il recupero funzionale, la gestione della sindrome posturale e da sedentarietà, le disabilità, gli stati di ansia e gli attacchi di panico, il pre e post operatorio, attività rivolte a bambini e anziani e molto molto altro. Stacchini fa inoltre sapere che l’esercizio fisico funzionale ha per i suoi club un’importanza strategica determinante, in termini di attrazione e soddisfazione della clientela, così come di prestigio del loro marchio e, dulcis in fundo, di fatturato. E confessa che fanno molta fatica a vendere gli “abbonamenti” fitness (che propongono con la formula del progetto costruito intorno alle esigenze del cliente) a un prezzo che, su base annuale, varia da 450 a 650 euro. Paradossalmente fanno molta meno fatica a vendere i percorsi composti da sessioni di personal training individuale – basati, come detto, sull’attività funzionale –
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la sicurezza dell’esercizio innazitutto Silvano Zanuso, Scientific Communication & Research Manager di Technogym, apre la sua riflessione soffermandosi sul significato assunto dalla parola “funzionale”: «Il termine non identifica in maniera chiara una modalità di allenamento, ma semplicemente una tendenza. “Tendenza” che, negli ultimi anni, è progressivamente cambiata, migrando dalla metodologia strutturata sui gruppi muscolari e sugli esercizi analitici, quali ad esempio flessioni per i bicipiti o distensioni alla panca, ad esercizi globali, eseguiti con piccoli o grandi attrezzi e definiti “funzionali”». Zanuso riflette quindi sul fatto che le nuove tendenze che si registrano oggi a livello mondiale sono principalmente connotate dagli aggettivi “divertente” e “vario”: «La tipologia di esercizio – chiarisce – non sembra essere l’elemento più importante. Sembra invece esserlo la modalità con la quale viene fatto eseguire, che deve appunto
mirare al coinvolgimento, spesso mediante attività di gruppo, al divertimento e alla varietà, spesso ottenuta con i lavori in circuito. Diversi nostri clienti, in alcune parti del mondo, propongono lavori di gruppo eseguiti con piccoli attrezzi, così come classi organizzate “intorno” a stazioni polifunzionali e circuiti eseguiti utilizzando in modo alternato le più tradizionali macchine aerobiche o per la forza, specialmente con clienti senior». Ricorda, inoltre, che l’interesse nei confronti degli allenamenti di breve durata ed alta intensità, noti anche come HIT (High Intensity Training), HIIT (High Intensity Interval Training) e HIFT (High Intensity Functional Training), è cresciuto significativamente: «Sono modalità di lavoro efficaci che, se ben organizzate, risultano anche molto motivanti. Va però sottolineato che lavori ad alta intensità implicano una serie di rischi, di tipo cardiovascolare e, soprattutto, osteoarticolare. La letteratura scientifica – ammonisce il responsabile scientifico dell’azienda romagnola – sta cominciando a fornire evidenze solide
Il fenomeno funzionale ha modificata il lay-out e il design dei club
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circa la relazione tra attività ad alta intensità e l’aumento dei traumi e dei problemi osteo-muscolo-articolari». Zanuso conclude rivolgendo lo sguardo al futuro, prevedendo che i club incrementeranno la loro offerta di allenamenti di breve durata e ad alta intensità: «Crescerà la proposta di esercizi definiti “funzionali”, come ad esempio squat, strappi, slanci e routine svolte a corpo libero, ideali per soggetti già ben preparati. Si tratta di attività efficaci, ma che implicano rischi se l’esecuzione degli esercizi non è corretta. Con attrezzature definite anch’esse “funzionali” verranno svolti esercizi e allenamenti a circuito adatti a qualsiasi tipo di utente, ma il professionista dell’esercizio fisico dovrà essere ben preparato. Le attrezzature “tradizionali”, come le macchine cardio e le stazioni isotoniche, verranno utilizzate in circuito, specialmente dalle persone sedentarie o senior».
functional per tutti… ma su prenotazione David Stauffer, coordinatore tecnico nazionale del network Tonic, spiega innanzitutto come interpretano, nei loro 11 club, l’allenamento funzionale, che costituisce il 30% dell’offerta settimanale di attività: «Partiamo dalla nostra definizione di functional training: nei club Tonic un allenamento funzionale deve prevedere un lavoro ad alta intensità che permette un elevato consumo di ossigeno, oltre che il coinvolgimento di tutto il corpo. Proponiamo le attività di questo tipo in due distinte modalità: attraverso corsi collettivi della durata di 45 minuti e lezioni da 30 minuti svolte in piccoli gruppi, composti da un massimo di cinque partecipanti. Le nostre attività di gruppo comprendono cinque tipologie d’allenamento: circuiti ad alta intensità svolti con attrezzi associati al lavoro funzionale (sandbag, corda, medball, superfunctional, coreboard ecc.); lezioni svolte utilizzando specifiche clave di peso variabile il cui fine è sviluppare la forza resistente e la coordinazione grazie a specifici gesti tecnici; il corso suddiviso in quattro fasi, ossia un’attività cardiovascolare ad alto impatto, un lavoro dedicato alla forza, un’ulteriore fase cardiovascolare ad alta intensità e, in chiusura, esercizi per la
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L’esecuzione di movimenti “naturali”, che si compiono nella vita di tutti i giorni, è una delle peculiarità dell’interpretazione funzionale del fitness
di gruppo, grazie al fatto che queste lezioni non utilizzano i sottofondi musicali per determinare il ritmo di esecuzione dei gesti. Le attività funzionali conquistano anche alcuni “appassionati di sovraccarichi”, abituati ad allenamenti ad alta intensità svolti esclusivamente in sala pesi». I club Tonic propongono le attività funzionali collettive gratuitamente, ovvero comprendendole nell’abbonamento, ma con prenotazione obbligatoria che i soci devono effettuare tramite My Tonic App, l’apposita applicazione per smartphone, tablet e PC.
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potenza e l’agilità; l’allenamento della durata di 25 minuti suddiviso in due parti: stazione eretta e a terra. In entrambe le stazioni si alternano 90 secondi di lavoro con gesti multiarticolari e relativo recupero, ripetuti per tre round; il circuito in acqua composto da 6 stazioni eseguite alla massima velocità. La modalità “mini-gruppo” – prosegue Stauffer –, coerentemente con il Sistema di Allenamento dei Crediti Motori Tonic (il sistema d’allenamento personalizzato a punti compreso in abbonamento e finalizzato al raggiungimento dello stato di benessere di ogni cliente, ndr), permette di modulare l’intensità di lavoro su ogni singolo partecipante, dando a tutti la possibilità di rendere al massimo in un tempo che non supera i 30 minuti. Tra le attività che proponiamo con la formula dei mini-gruppi figurano TRX, kettlebell e H.I.I.T. (High Intensity Interval Training)». Stauffer sottolinea quindi che l’allenamento funzionale è una tendenza degli ultimi anni che risponde ad alcune esplicite esigenze: «Gli esercizi base dell’allenamento funzionale sono facilmente riconducibili a movimenti che eseguiamo nella quotidianità e questo consente a tutti di percepire facilmente l’obiettivo dell’allenamento, ovvero di automatizzare i gesti in un contesto motorio guidato per poi riprodurli efficacemente nella vita di tutti i giorni, quando necessario. Questa interpretazione del fitness ci consente di incrementare il tasso di fidelizzazione dei soci e al tempo stesso funge da utilissimo strumento per motivare a frequentare in modo regolare e assiduo. Con il functional training – aggiunge – riusciamo a coinvolgere anche persone che solitamente non partecipano alle attività
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Stauffer sottolinea inoltre che questa tipologia d’allenamento ha spostato la ragione per la quale gli utenti frequentano un centro fitness: dal miglioramento del tono muscolare, per mere ragioni estetiche, all’efficacia del movimento per una migliore qualità complessiva della propria vita. E ricorda che la stessa cosa avvenne in precedenza con le attività olistiche. Conclude spiegando la logica che presiede alla creazione delle attività functional targate Tonic: «Le lezioni che creiamo devono essere facilmente riconoscibili in modo da non essere
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confuse con altre simili. Inoltre, devono essere accessibili alla maggioranza dei nostri soci e implicare bassi rischi d’infortunio. Infine – conclude Stauffer – ogni attività deve essere facilmente replicabile per poter essere proposta efficacemente in tutti i nostri club».
uno sguardo oltre i confini nazionali Riccardo Piunti, managing director di Si Line-Life Fitness Italia, analizza il fenomeno da una prospettiva internazionale, sottolineando che esistono innumerevoli interpretazioni del functional training che, in ogni paese, attecchiscono in misura diversa a seconda di fattori demografici, economici e culturali: «L’Europa del Sud, ad esempio, è più ricettiva nei confronti degli esercizi funzionali svolti in gruppi numerosi, con una maggiore focalizzazione sull’alta intensità abbinata a un carico ridotto, mentre in Europa centrale e del Nord si predilige lo sviluppo della forza
e i gruppi tendono ad essere più ristretti. Nel mercato statunitense, che da sempre detta i trend del fitness, e in quello britannico, il più evoluto del Vecchio Continente, si sta affermando il training svolto in piccoli gruppi (612 partecipanti, di entrambi i sessi) e ad alta intensità, coinvolgendo tutte le funzioni del corpo. E la personalizzazione del training, plasmato sulle esigenze specifiche del gruppo costituito, è un’altra caratteristica sempre più diffusa in tali contesti». Piunti ricorda quindi che i maggiori concorrenti odierni dei tradizionali centri fitness – ovvero gli studio specializzati, oggi definiti boutique club, e i box CrossFit che stanno erodendo importanti quote di mercato tanto alle palestre generaliste quanto ai centri sportivi – propongano programmi sempre più caratterizzati e innovativi, che puntano su divertimento, interazione e sul perseguimento di risultati in un tempo definito. «Questo fenomeno – spiega – sembra seguire la logica di tutti gli altri mercati in cui l’avvento del digitale ha moltiplicato all’infinito l’offerta customizzata e di
Il functional training, nelle sue numerose varianti, attira sia uomini sia donne
nicchia, facendo emergere, grazie anche all’Internet mobile, dei movimenti che nell’era pre-digitale erano legati a specifici luoghi o a istruttori illuminati, mentre ora sono fenomeni globali e virali». L’imprenditore marchigiano porta quindi l’attenzione su un elemento importante come il design del club che, con l’affermazione dell’allenamento funzionale, ha subìto cambiamenti importanti. «L’aspetto dell’ambiente in cui si svolge il training gioca un ruolo molto importante in termini di attrazione di potenziali utilizzatori. Si assiste oggi a una crescente attenzione al design che oltre ad arredamento, luci, colori e persino profumi interessa gli attrezzi da utilizzare. Tutto ciò concorre a rendere l’esperienza in palestra qualcosa che va oltre il semplice allenamento, sia esso funzionale o tradizionale. Club come i britannici 1Rebel e Gymbox e gli statunitensi Crunch, Burn ed Equinox costituiscono un modello in tal senso in quanto propongono attrezzi funzionali, come ad esempio box pliometrici, kettlebell, dischi e sacche bulgare, che, rispondendo a precisi canoni estetici e stilistici, fanno sentire l’utilizzatore a suo agio e lo stimolato ad allenarsi in un ambiente nuovo. Tutto questo rispettando una proporzione virtuosa tra spazio e attrezzi che consenta di impiegare al meglio la superficie a disposizione, in modo ordinato, logico, accattivante e soprattutto funzionale allo svolgimento dell’allenamento. L’Italia – conclude Piunti – sembra andare verso questa direzione, forse anche perché qualità ed estetica sono da sempre aspetti fondamentali della nostra cultura».
functional training dentro e fuori dal club Danila Muzzi, club manager del network Passion Fitness (5 centri fitness a Roma), fa innanzitutto sapere che da circa sei anni propongono l’allenamento funzionale nelle sue diverse varianti, sia nell’ambito di lezioni di gruppo dalla denominazione più classica, sia all’interno delle lezioni di prepugilistica e interval training. «La vicinanza dei nostri centri ai parchi della città – racconta Muzzi – ci ha consentito di organizzare attività all’aperto come il bootcamp che, da sempre,
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il ruolo strategico dei trainer Maurizio Bottoni, amministratore delegato di Fitness Profile, affronta un tema ampio e articolato come l’interpretazione “functional” del fitness partendo dalle reazioni che ha
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ha un’importante capacità attrattiva, sia sui nostri soci sia sui potenziali e sui neo iscritti. La location outdoor, associata allo svolgimento di esercizi svolti con attrezzature semplici come ad esempio TRX e kettlebell, ha un grande richiamo. Attualmente – aggiunge – l’allenamento body weight, come lo Spartan System, attività ad alta intensità ispirata al military fitness, è la soluzione preferita dai neofiti che grazie a questa tipologia di esercizio a corpo libero incominciano a prendere consapevolezza del proprio corpo, migliorando progressivamente la tecnica d’esecuzione, aspetto fondamentale nell’ambito del fitness funzionale». La club manager del sodalizio capitolino svela inoltre che hanno registrato un incremento della richiesta, da parte della clientela, di un allenamento più dinamico, vario e mirato alla performance, un’esigenza emergente alla quale hanno riposto elevando l’intensità delle attività di gruppo, optando per un approccio funzionale. «L’inserimento delle attività funzionali all’interno dei nostri centri – puntualizza – ci ha consentito di raggiungere un target di clientela più ampio e, al tempo stesso, di “spostare” una percentuale di clientela femminile dai corsi di tonificazione alla sala pesi in quanto questo tipo di attività si è dimostrato un modo efficace e stimolante per il raggiungimento degli obiettivi». Per il futuro, Danila Muzzi prevede una maggiore integrazione dell’allenamento classico, svolto sia in sala cardio-isotonica sia nell’ambito del group fitness, con un approccio all’esercizio fisico più energico, variegato e trasversale. «L’obiettivo da perseguire – conclude – consiste nel far maturare nelle persone che svolgono le attività di gruppo funzionali uno spirito di condivisione che si diffonda anche in sala pesi, a tutto vantaggio del senso di appartenenza al club e della fidelizzazione che ne consegue».
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La varietà e l’efficacia sono tra le qualità del functional training maggiormente apprezzate dagli utenti
suscitato negli operatori del settore: «Da quando si è iniziato a parlare di allenamento funzionale ad oggi sono passati alcuni anni e in tutto questo tempo il fenomeno ha suscitato reazioni differenti negli operatori di club. All’inizio la divisione netta era tra chi credeva in questa tendenza e, prevedendone lo sviluppo a medio e lungo termine, cercava le risorse e gli spazi per cavalcarla, e chi invece, ritenendo si trattasse dell’ennesima “moda” che si sarebbe esaurita da lì a poco, ha investito il minimo indispensabile. In entrambi i casi – sottolinea l’imprenditore toscano – la consapevolezza su quale fosse realmente il servizio da offrire, come e con quali strumenti proporlo era scarsa. Una situazione che ha portato al proliferare di spazi ibridi definiti per lo più dagli attrezzi e dalle strutture in essi ospitati. Con il passare del tempo – conclude Bottoni – i trainer sono diventati sempre più consapevoli del potenziale di questo approccio all’allenamento e hanno ampliato la loro competenza in materia. Studiando e aggiornandosi
costantemente, hanno raggiunto un livello di preparazione che ha consentito loro di configurare, in modo dettagliato, un’ampia offerta di allenamenti e servizi ad essi associati, mettendo così i titolari dei centri fitness nelle condizioni di fare scelte più mirate e ben ponderate rispetto agli investimenti da sostenere per allestire spazi dedicati e adeguatamente attrezzati». Igor Castiglia, business development manager di Fitness Profile, aggiunge che oggi l’allenamento funzionale è parte integrante del concetto di personal training, del quale ha ampliato l’offerta includendo l’allenamento riservato a piccoli gruppi: «Oggi è normale trovare nei club aree ben definite dedicate a sessioni, individuali o collettive, a pagamento, nel corso delle quali si svolgono programmi direttamente connessi al functional training». Bottoni e Castiglia prevedono che in futuro si assisterà a un’ulteriore evoluzione di questo fenomeno che implicherà l’ampliamento della sua offerta tramite l’integrazione di altre attività
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Qualsiasi tipologia di allenamento funzionale dovrebbe sempre rispettare la fisiologia e la biomeccanica del corpo umano
e altri strumenti. Una tendenza che molte grandi aziende che producono attrezzature stanno già interpretando proponendo soluzioni che permettono, ad esempio, di ottenere un efficiente condizionamento cardiovascolare integrato negli allenamenti a circuito o focalizzati sul release miofasciale. «Probabilmente – concludono – uno degli effetti più pratici che avrà l’evoluzione del fenomeno functional training sui club sarà il progressivo cambiamento del design della sala attrezzi e delle attrezzature in essa ospitate, con una crescente attenzione non tanto sul gruppo muscolare da condizionare, bensì sull’esperienza di allenamento che può essere offerta».
nuovi strumenti, nuove attività… stesso corpo umano Fabio Grossi e Michela Verardo, titolari dello studio di personal training SaluteInMovimento di Genova, raccontano come stanno interpretando l’allenamento funzionale nel loro stu-
dio, provando anche nuovi strumenti e nuove metodologie d’allenamento. «Uno strumento che abbiamo testato di recente – raccontano – è il ViPR, acronimo di Vitality, Performance and Reconditioning, consistente in un tubo di gomma vuoto, lungo circa un metro, con incavi posizionati nella parte mediana ed esterna che fungono da impugnature. È sicuramente un altro piccolo attrezzo, l’ennesimo, che se ben interpretato dai trainer può risultare efficace e conferire ulteriore varietà all’allenamento. In fin dei conti – sottolineano – ogni attrezzo è interessante, ma a fare la differenza è a chi lo fa utilizzare il trainer e, soprattutto, in che modo». I due personal trainer e imprenditori genovesi svelano inoltre che tra i protocolli d’allenamento functional che stanno proponendo alla loro clientela figura il Tacfit, disciplina che prevede sedute ad alta intensità della durata di appena 20 minuti. «Ottimizzare le tempistiche d’allenamento – sottolineano – non è cosa da poco. Il TacFit intensifica lo sforzo tramite l’utilizzo di attrezzi come clave, kettlebell, anelli, parallele, elastici e corde. Le clave,
grazie a una forma e a un’impugnatura “sfavorevoli”, costringono il corpo ad attivare alcune catene cinetiche e schemi motori che altrimenti sarebbe difficile stimolare». Aggiungono inoltre che per loro il Calisthenics è un evergreen che rappresenta il funzionale per eccellenza. «Si tratta di un’attività eseguibile senza l’impiego di grandi attrezzi e adattabile, in modo progressivo, a persone di qualsiasi livello di fitness, con un forte impatto anche sull’autostima. E lo diciamo anche e soprattutto basandoci sui feedback che riceviamo dai nostri clienti». Grossi e Verardo concludono con una riflessione decisamente condivisibile: l’allenamento funzionale è una componente del fitness estremamente interessante ed è difficile prevedere quali altre forme prenderà in futuro. Ma il corpo umano, dal punto di vista anatomico, fisiologico e biomeccanico, resta sempre lo stesso. Per questa ragione, qualsiasi tipologia d’allenamento può andar bene, a patto però che rispetti la funzionalità del corpo, questo meraviglioso strumento di cui disponiamo.
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Francesco Muzzarelli è docente certificato AIF in comunicazione e comportamento organizzativo, nonché direttore di psicodramma classico. Da 16 anni svolge l'attività di formatore e consulente presso l’impresa e la pubblica amministrazione. È Professore a contratto presso la Scuola di Psicologia e Scienze della formazione dell’Università di Bologna, docente di master nel Dipartimento di Comunicazione dell’Università di San Marino e presso Alma Graduate School. È autore di oltre trenta testi dedicati al management e allo sviluppo personale.
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i “comandamenti” per far emergere
il potenziale umano
Dopo aver presentato la filosofia che sta alla base del life coaching, illustriamo la natura, i principi e i meccanismi che presiedono al funzionamento delle sue declinazioni naturali: il fitness coaching e lo sports coaching
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opo aver presentato, nello scorso numero, la filosofia che sta alla base del life coaching, in queste pagine illustriamo la natura, i principi e i meccanismi che presiedono al funzionamento delle sue declinazioni naturali, ovvero il fitness coaching e lo sports coaching. Lo facciamo partendo da un presupposto essenziale: ogni persona, così come ogni organizzazione, deve risolvere problemi e superare ostacoli per sviluppare capacità di vitale importanza per la propria esistenza, ovvero la capacità di esprimersi (self-expression), sviluppare progetti e idee di cui essere fiero e orgoglioso (selfachievements), avere pieno acces-
di Daniele Trevisani
so al proprio potenziale personale e renderlo concreto (self-actualization) e... dare senso alla propria vita (life-meaning). Se non teniamo in considerazione questi aspetti, abbiamo sbagliato in partenza.
perché le persone frequentano un club? Le persone non decidono di sollevare pesi e utilizzare attrezzi per il fitness per il gusto di farlo o perché non hanno di meglio da fare. Lo fanno perché vogliono gustarsi l’esperienza, socializzare, avere un corpo di cui andar fieri. Le persone non frequentano un fitness club o un centro sportivo per sentirsi soffocare, bensì per respirare. Non desiderano attrezzi e corsi in quanto tali, bensì desiderano i benefici che grazie a questi mezzi possono ottenere. Vogliono sentirsi vive. Una ragazza non fa aerobica semplicemente per sudare: vuole sentirsi più snella, dunque più a suo agio con se stessa e con gli altri. Chi frequenta un club lo fa per fare nuove amicizie, per uscire dalle 4 mura di casa, per sentirsi vivo, sfogarsi e sciogliere le tensioni della vita quotidiana, per liberarsi dallo stress del lavoro, per essere ascoltato e ricevere attenzione in un mondo in cui tutti vorrebbero persuaderti. Ogni individuo ha il proprio sfondo motivazionale che è diverso da quello altrui. Come operatori del settore dobbiamo connetterci al vero motivo (profondo) che
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5 Progetti concreti Goal Target 3 Micro Skill Micro-competenze
1 Energie fisiche Stato bioenergetico
6 Vision Valori Ideali Aspirazioni
Capacità Competenze
4 Macro Skill Macro-competenze
2 Energie mentali Stato psicoenergetico
Energie
(fisiche e mentali)
HDP Model ® Daniele Trevisani
Figura 1: le variabili primarie delle performance e del potenziale su cui agisce il life coaching
muove le persone verso i club, conoscerne dunque le motivazioni recondite e lo “sfondo pulsionale”. Non possiamo ignorare questi aspetti di vitale importanza.
qual è il compito del coach? Il life coach aiuta il cliente a fissare gli achievements, a chiarire che cosa desidera e che cosa lo realizza (actualization). Lo aiuta a esprimersi fisicamente e psicologicamente con sessioni allenanti produttive, lo aiuta a scegliere le discipline, a gestire il proprio
tempo su base settimanale e mensile (fissare goal e aggiornarli), a definire un programma di lavoro (annuale, o comunque sviluppato su un periodo sufficiente lungo per produrre risultati concreti), ad assumere e mantenere uno stile di vita soddisfacente, coerente con i propri obiettivi. Il nostro potenziale personale è sfuggente, tante volte ci è accanto e non ce ne accorgiamo nemmeno. Come un seme di una quercia, contiene già l’intera pianta, come un ruscello che può diventare un fiume. La missione dell’uomo è valorizzare se stes-
rimuovere gli ostacoli al fluire della vita Essere pienamente umani signi-
Muhammad Alì è stata un’icona vivente della piena espressione del potenziale umano, anche e soprattutto a favore degli altri
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so ed esprimere tutto ciò che di positivo ha da dare. Il coach vede ciò che il cliente può diventare, dunque non solo come appare in questo momento. Vede la statua nel blocco di marmo e aiuta a farla emergere, giorno dopo giorno, con grande passione. Vivere le passioni e vivere con passione è sentire la vita pulsare. Non farlo significa castrarsi da soli, amputarsi, darla vinta alla morte prima del tempo. O, ancor peggio, perdere senza lottare, dirsi di no da soli. Il life coach vede ogni cliente come un seme di una pianta che curerà con amore, non importa quale sia il suo stato attuale di sviluppo (principiante, agonista, bello, brutto, simpatico, antipatico e via dicendo): è una persona da aiutare in un percorso che non conosce e addirittura non reputa possibile. La persona che il coach assiste non ha una conoscenza sufficientemente approfondita del fitness e del wellness altrimenti sarebbe un esperto in materia e non avrebbe bisogno di essere assistito, affiancato e accompagnato. È compito di noi operatori renderlo consapevole di nuovi orizzonti di benessere fisico e mentale, farglieli vedere e aiutarlo a farli propri.
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Direzionalità Obiettivi
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Performance e Potenziale
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programma consenta di provare sensazioni positive e di crescita.
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entrare in contatto con le sensazioni e i sentimenti profondi dei clienti
Il potenziale umano, come il seme di una quercia, contiene già l’intera pianta
fica riempire di senso la vita, un dono prezioso che scorre dentro di noi e intorno a noi. La vita è come un fiume il cui corso può essere strozzato, ostacolato. A volte sono gli altri a rendere difficile il suo fluire, a volte – ed è peggio – siamo noi stessi. Il life coach si attiva per identificare quei blocchi che impediscono al potenziale del cliente di esprimersi. Localizza i ragionamenti improduttivi, le convinzioni sbagliate (del tipo “è troppo difficile per me”, “non è il momento”, “non lo posso fare a prescindere”) e favorisce e il loro superamento, accompagna, mostra, aiuta, supporta… in una parole fa! Agisce sul piano olistico, dunque non solo su quello fisico ma anche e soprattutto su quello psicologico. Il life coach opera per programmi, traduce un progetto in tempi, fasi, aree di lavoro, sessioni, obiettivi, azione. Non si fanno “miracoli” senza la necessaria continuità. I life coach non sono “venditori di facilità”, bensì venditori di continuità che puntano alla fidelizzazione, al “ciclo di vita del cliente”, e non alla sua permanenza mensile.
valorizzare le sensazioni Come operatori di club, dobbiamo stimolare passione attraverso le sensazioni. Le sensazioni allenanti, istante dopo istante, generano la sensazione complessiva di un allenamento. La passione per ciò che si può essere, per le vite che si potrebbero vivere, per le sensazioni che si potrebbero provare passa attraverso la sensazione che si prova muovendo il corpo, utilizzando gli attrezzi, guardandosi allo specchio, valutando l’umore, diverso, con cui si esce dalla palestra… e persino in quale stato mentale ed emotivo ci si alza la mattina. Il life coach conosce i metodi motivazionali per far sì che il cliente si impegni in un programma, almeno annuale, finalizzato alla crescita personale. Agisce per fidelizzare il cliente facendo sì che si impegni, con convinzione, a svolgere un programma di lungo periodo, evitando l’approccio “mordi e fuggi”. Opera sull’ingegneria delle sensazioni (sensations engineering) per far sì che ogni sessione allenante e ogni attività extrasportiva correlata (alimentazione, riposo, tempo libero) inserita nel
I clienti dei centri fitness vivono una quantità enorme di aspettative, di sogni e drammi psicologici associati al loro vissuto del centro fitness – essere più belli, stare meglio, diventare più seduttivi, sentirsi giovani, incontrare persone, sentirsi vivi, sentirsi all’altezza dello stare nel club – ed è nostro compito, nonché interesse, entrare in contatto con questi sentimenti ed esigenze profonde. Non possiamo considerarle solo superficialmente. L’intervista periodica al cliente – il metodo fondamentale del coaching – non va condotta solo all’inizio in modo approfondito, bensì va riproposta in ogni singola sessione di lavoro, sottoponendo al proprio interlocutore domande di questo tipo: Come senti questo esercizio? Senti lavorare il muscolo? Com’è andata questa sessione d’allenamento? Dove avverti progressi e dove no? Un buon life coach, e un buon fit coach, crede in modo assoluto che ogni persona abbia un enorme patrimonio di risorse, sia latenti sia costruibili attivamente, così come crede nella sacralità dell’essere umano. È fermamente convinto che non si debba sprecare una vita, un giorno e nemmeno un minuto in qualcosa che non sia legato a una visione positiva e alla crescita.
la preparazione del coach è essenziale Il vero problema del mondo del coaching risiede nell’impreparazione. Per essere veramente coach nel campo del wellness, del fitness e dello sport, occorre maturare esperienza sul campo, servono competenze nell’ambito della psicologia, delle scienze motorie e dello sport. A prescindere dal punto di partenza del coach – che può essere un ex atleta, uno psicologo, un laureato in Scienze Motorie o comunque un esperto nell’ambito dell’esercizio fisico –, deve inevitabilmente darsi da fare per far proprie le competenze
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che ancora non ha. È essenziale, inoltre, che padroneggi un metodo di lavoro, che in questo ambito prende il nome di HPM, acronimo di Human Potential/Performance Modeling che si traduce nella capacità di dar corpo (modeling) alle potenzialità e alle performance delle persone.
le aree di lavoro dello sports coaching e del fitness coaching hpm Di seguito, analizziamo le aree di lavoro del coach che opera nell’ambito dell’HPM. Il metodo di sports coaching e fitness coaching HPM concentra l’attenzione su tre principali aree di lavoro: energie personali: le forze interiori di natura biologica e psicologica, energie fisiche/corporee ed energie psicologiche; il lavoro allenante sul piano fisico e mentale al quale il coach sottopone il cliente; competenze: le capacità, le abilità (skills), i “saper fare” da generare nel cliente, costruibili tramite preparazione, training, coaching, con l’aiuto di specifiche regie allenan-
ti, regie formative o regie di cambiamento;
il coaching come battaglia positiva
direzionalità: la canalizzazione delle energie e delle competenze del cliente verso “qualcosa” di importante, verso la ricerca di senso, la visione, la causa, lo spirito con cui ci si allena, ma anche gli ideali, la volontà, gli obiettivi, le missioni, le aspirazioni nei confronti di sé e/o della propria vita. Questo percorso implica lo sviluppo del senso di orgoglio e di onore per le proprie azioni, così come la scelta di adottare e mantenere uno stile di vita legato al fitness, e più in generale all’attività motoria, così come l’elevazione, come persona, oltre la mediocrità, il che significa porsi degli obiettivi, anche sfidanti, e raggiungerli. Sul piano esistenziale, per un padre può ad esempio voler dire poter gareggiare con il figlio alla pari, per una madre sentirsi ancora giovane quando va a prendere il figlio a scuola, per un ragazzo sentire il proprio corpo come un aiuto e non come un peso, per una ragazza sentirsi sicura di sé e avere più autostima. Più in generale, significa amare il dono della vita che si vive tramite il corpo, rendendogli omaggio.
Mi piace utilizzare una similitudine per rendere il più chiaro e “forte” possibile un concetto che reputo fondamentale: un lavoro serio e integrato svolto nelle diverse aree dello sports coaching e del fitness coaching HPM è una lotta, una battaglia positiva, una guerra all’ignoranza, alla stasi, al pressapochismo, all’ipocrisia, alle catene, all’apatia del vivere spento... è un viaggio verso la libertà e l’emancipazione di se stessi e degli altri. In un mondo apatico, il recupero di uno spirito guerriero e combattivo è quanto mai urgente, soprattutto per cause nobili e positive, come la salute, il benessere fisico e psicologico. Una persona sana e forte, sia psicologicamente sia fisicamente, è una miniera di energie per la società, è in grado di aiutare, di dare un contributo significativo, di cambiare la propria vita e quella altrui. Dunque la nostra causa ha un fine di elevazione sociale molto importante. Per diventare metodo di lavoro, questo insieme di aree ha bisogno di strumenti efficaci per chi agisce come trainer, coach, formatore, psicologo, counselor… ma anche come manager e leader, con il compito di iniettare spirito propulsivo nel fitness club o centro sportivo. Lavorare su se stessi e avere un metodo per farlo è estremamente utile anche per chi decide di agire sul proprio sviluppo personale.
Ogni persona che frequenta un club lo fa per per soddisfare desideri profondi
Daniele Trevisani Titolare dello studio www.danieletrevisani.com, esperto in Potenziale Umano, è tra i principali formatori in tecniche di coaching e di formazione, fitness marketing e wellness programs. È sviluppatore del metodo MBT – Mindfulness Bioenergetic Antistress Training for Fitness – coach e mental trainer per sport di squadra e individuali. Dirige le attività di formazione e certificazione di coach e counselor nella scuola di coaching STEP.
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un approccio al cliente
che lascia il segno Per garantire un servizio di qualità in grado di fare la differenza, i club devono necessariamente eccellere nell’accoglienza e nell’assistenza di ogni cliente per soddisfarne appieno le esigenze e i desideri profondi. GClub, club lombardo di alto profilo, ha configurato il programma GPlan per raggiungere questo importante obiettivo
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centri fitness, negli ultimi tre lustri, hanno subìto radicali trasformazioni sotto il profilo strutturale, gestionale e organizzativo. Il cliente di oggi, sempre più informato grazie ai media e ai canali social, si presenta nel nostro club con esigenze, richieste e aspettative ben precise e il nostro compito più arduo è soddisfarle, traducendo i suoi sogni, i suoi desideri profondi e le sue esigenze emotive in azioni concrete, in grado di farlo sentire unico e prezioso, accolto in un ambiente condiviso. L’eccellenza nell’accoglienza, la migliore considerazione soggettiva e un ascolto attivo e non giudicante sono elementi strate-
di Sandro Castellana
gici imprescindibili per gestire oggi un centro fitness garantendo un servizio di qualità. Come operatori del settore dobbiamo essere in grado di “cucire” un abito su misura a ogni cliente, un abito che possa essere rimodellato nel tempo, riadattato alla sua vita, sportiva e sociale, nel club.
un nuovo approccio al cliente GClub (cfr. Il Nuovo Club n. 142) ha affrontato la stagione lavorativa 2015/2016 applicando un nuovo metodo di accoglienza e gestione del cliente: il programma GPlan, ovvero la fitness week, consistente in un programma d’allenamento nell’ambito del quale ogni richiesta del cliente viene soddisfatta. Si tratta di un protocollo d’allenamento della durata di una settimana configurato in base alle specifiche esigenze soggettive del socio per massimizzare la sua soddisfazione nell’ambito sia dell’esercizio fisico sia della “vita sociale” nel club. Per rendere il più comprensibile possibile questo modus operandi, vi racconto come abbiamo lavorato per progettarlo e attuarlo. Nel mese di agosto 2015 abbiamo ultimato la prima stesura del nuovo programma e attraverso incontri plenari con il team dell’area tecnica lo abbiamo configurato con il contributo, in termini di idee e considerazioni, di ogni membro. L’idea di creare un programma tra-
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La configurazione del GPlan ha rafforzato i legami all’interno del team, migliorandone organizzazione e coesione
mite il quale ogni cliente venisse indirizzato nelle diverse aree e attività del club per perseguire i propri obiettivi in base ai propri desideri ed esigenze si è rivelata vincente ed è stata ampiamente condivisa da ogni membro del team.
partendo dalla valutazione funzionale Per poter configurare e consegnare il GPLAN, l’istruttore di sala effettua una semplice valutazione funzionale tramite l’esecuzione di
semplici esercizi che interessano diversi distretti muscolari (gambe, addome, schiena, torace) e tre aspetti chiave dell’attività motoria: forza, flessibilità, mobilità articolare. Tramite la valutazione di questi parametri basilari, il professionista dell’esercizio fisico stabilisce il livello di fitness del cliente e può illustrargli i punti di forza e le aree di miglioramento, avendo così la possibilità di indirizzarlo verso i propri obiettivi e proporgli un percorso guidato all’interno di GClub.
la formazione dello staff Terminato il lavoro che ha consentito di configurare il primo GPLAN, abbiamo strutturato un percorso formativo pratico ed esperienziale tramite il quale abbiamo stabilito qual è il miglior approccio al cliente cercando di capire, e al tempo stesso valorizzare, le fondamentali differenze tra sintonia, empatia e simpatia, facendo al tempo stesso emergere le differenze fondamentali tra ascolto attivo, ascolto empatico, ascolto
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la parola ai clienti
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il programma GPlan consiste in un programma d’allenamento, della durata di una settimana, nell’ambito del quale ogni richiesta del cliente viene soddisfatta
selettivo e ascolto giudicante. Questo modulo formativo è stato attuato applicando un modello d’insegnamento esperienziale e uno didattico in senso classico, svolto in aula. I membri dello staff GClub hanno particolarmente apprezzato l’approccio esperienziale che ha permesso loro di assimilare i concetti attraverso numerose prove pratiche, applicando il metodo di apprendimento che negli Stati Uniti viene definito trial and error, consistente nel far qualcosa, sbagliare, trarne un insegnamento, appropriarsi delle nozioni teoriche e tentare di nuovo. Come coach trainer, nella mia esperienza di insegnamento sono sempre stato soddisfatto da questa metodologia poiché consente di far propri, in tempi rapidi e in modo incisivo, le nozioni illustrati in aula. Con questo approccio alla formazione, i trainer GClub hanno acquisito strumenti di lavoro che si sono rivelati molto efficaci nell’ambito dell’accoglienza, dell’ascolto e della relazione. Inoltre, ha rafforzato i legami all’interno del
team, con effetti positivi sulla sua organizzazione e coesione verso un importante obiettivo condiviso: far sentire ogni cliente ascoltato e compreso in un ambiente per lui/ lei nuovo, guidandolo sulla strada del suo benessere e “bellessere”. Grazie a questa full immersion formativa, abbiamo sviluppato alcune capacità essenziali per comprendere le reali esigenze e gli obiettivi di ogni cliente per costruire programmi d’allenamento mirati e, più in generale, favorire l’integrazione di ogni socio nel club. I trainer hanno attentamente ascoltato il cliente e configurato un programma su misura per le sue esigenze e specificità soggettive, quindi lo hanno contattato telefonicamente a trenta giorni di distanza in modo da raccogliere il suo feedback, accertarsi della sua soddisfazione e mantenere viva la relazione nel tempo, facendolo sentire seguito e addirittura coccolato. Questo modus operandi ha inoltre alimentato la motivazione e la responsabilizzazione di tutto lo staff.
I nostri clienti hanno apprezzato molto questo nuovo servizio, come testimoniato dai loro commenti spontanei, dai feedback forniti al trainer anche nel corso delle conversazioni telefoniche programmate e tramite appositi questionari. A mero titolo esemplificativo, riporto di seguito due testimonianze che esprimono bene il successo dell’iniziativa anche dal punto di vista della soddisfazione di coloro per i quali è stata pensata e attuata. Mario, socio quarantenne, che si è detto molto soddisfatto del nuovo programma in quanto le valutazioni iniziali gli hanno consentito di conoscere il suo reale stato di salute. «Sono felice che il trainer si sia preso cura di me per capire realmente quale fosse il mio nuovo punto di partenza circa il mio allenamento, aiutandomi a fissare nuovi obiettivi». A trenta giorni di distanza dalla consegna del GPlan, ha ricevuto la prima telefonata del trainer nel corso della quale ha espresso con entusiasmo la sua soddisfazione, ribadita anche in occasione del successivo incontro, nel club, con il trainer al quale ha confessato che la sua telefonata gli ha fatto molto piacere perché finalmente qualcuno ha ascoltato le sue parole e colto il suo stato d’animo, indicandogli la strada per raggiungere i suoi obiettivi. A due mesi di distanza da queste affermazioni raccolte tramite un semplice questionario, ha confermato alla sua consulente di riferimento la sua piena soddisfazione e il suo sincero apprezzamento per questo nuovo servizio e per tutto lo staff dell’area tecnica, nonché per il suo nuovo stato di salute e di benessere psicofisico. È emblematica anche la testimonianza di Maria, 80 anni, neo iscritta al GClub, la cui storia è curiosa. Circa un mese dopo il suo primo appuntamento con il trainer che le ha consegnato il GPlan, chiede un incontro personale con lui. Si complimenta, dicendo che in passato era riluttante a farsi seguire a causa del suo carattere introverso, ma attraverso la valutazione funzionale ha potuto conoscersi meglio anche dal punto di vista fisico e accrescere la consapevolezza nei
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Ogni cliente, nell’ambito di questa assistenza ad personam, viene indirizzato nelle diverse aree e attività del club
confronti del proprio corpo. Due mesi dopo il rinnovo del primo GPlan, Maria comunica al trainer di sala che inizialmente aveva giudicato inutile, mortificante e una perdita di tempo la procedura consistente nel fissare l’appuntamento, sottoporsi alla valutazione funzionale ed essere seguita e corretta durante lo svolgimento degli esercizi in sala. «Ma mi sono ricreduta – ha detto – perché oggi mi sento bene, guidata e coccolata e so di poter chiedere, in qualsiasi momento, indicazioni e suggerimenti». Compilando il questionario di gradimento ha inoltre elogiato, oltre all’area tecnica, i settori accoglienza e consulenza.
staff motivato, compatto e organizzato Fino ad oggi abbiamo erogato più di 1.200 GPlan riuscendo ad apportare alcune modifiche fondamentali per migliorarne l’operatività quotidiana: numerazione progressiva del foglio di anamnesi, integrazione degli ulteriori obiettivi esplicitati dal cliente, rettifica nella procedura della chiamata. Abbiamo così realizzato la versione GPlan 2.0 e considerando il punto dal
quale siamo partiti – la capacità di ascoltare il cliente e tradurre i suoi bisogni e desideri in benessere – ci siamo convinti che la nostra mission quotidiana sia conquistare il sorriso e la gratitudine di coloro che ogni giorno ci affidano il loro stato di salute e di benessere. Questo “nuovo corso” nell’erogazione del servizio ha sortito effetti benefici su tutto lo staff, innanzitutto valorizzandone la professionalità. I trainer hanno potuto esprimersi maggiormente, proponendo a ogni cliente una soluzione mirata, configurata attingendo dalle proprie competenze e, non meno importante, dall’altrettanto importante capacità di ascoltare e relazionarsi. Un gruppo di lavoro si è così trasformato in una squadra motivata e determinata grazie a tre elementi chiave: condivisione degli obiettivi, coesione e organizzazione. Ogni progetto, piccolo o grande che sia, per essere attuato ha bisogno di persone che pensano, condividono e, soprattutto, svolgono con passione la propria professione. Il progetto GPlan non sarebbe mai decollato se non avessi ottenuto l’approvazione, e la conseguente condivisione, di Simone Casira-
ghi, Club Manager di GClub, con il quale mi confronto quotidianamente in modo costruttivo per garantire a tutti i nostri clienti la soddisfazione delle loro aspettative. Uno staff motivato e un’accoglienza che “lascia il segno” sono la chiave di volta per erogare un servizio eccellente, facendo sì che il cliente sia il protagonista principale di un viaggio verso il reale benessere e ogni membro dello staff l’accompagnatore sul quale poter sempre contare.
Sandro Castellana Si occupa di fitness da 25 anni, è in possesso di brevetti e diplomi inerenti numerose discipline sportive ed è Sport & Life Coach. Ha approfondito tematiche relazionali legate alla comunicazione, alla leadership e all’intelligenza emotiva, specializzandosi come Master in Life Coaching e PNL. Attualmente è fitness manager del GClub Torribianche di Vimercate (MB).
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motivazione 2.0 Riuscire a motivare i propri soci in modo efficace e duraturo è sempre stata una sfida per qualsiasi club. Un uso intelligente e mirato delle più recenti tecnologie, tuttavia, potrebbe presto cambiare le regole del gioco
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iciamoci la verità: molti dei vostri clienti hanno deciso di frequentare un fitness club non perché amino allenarsi, ma perché hanno in testa un preciso obiettivo. C’è chi desidera perdere peso, chi vuole rafforzare la massa muscolare, chi punta a (ri)mettersi in forma, chi a ridurre lo stress… Come professionisti del settore, una delle principali sfide che dobbiamo raccogliere consiste proprio nel riuscire a motivare chi ha già individuato un traguardo da raggiungere. Ma la motivazione, da sola, non basta: se il socio non adotta dei
di Hugo Braam
comportamenti sani da seguire con costanza e regolarità, difficilmente potrà ottenere ciò che desidera. La vera sfida, quindi, è trasformare la motivazione stessa in una consuetudine.
motivazione intrinseca ed estrinseca La prima cosa da sapere è che cosa guida i comportamenti e le decisioni delle persone. A questo proposito, si possono distinguere due principali tipologie di motivazione: quella intrinseca si lega a un genuino interesse per l’attività in sé, al fatto di divertirsi nel praticarla. Parliamo ovviamente di una minoranza, che ama allenarsi in palestra o correre all’aperto e lo farebbe anche se non avesse alcun obiettivo preciso da raggiungere. Per la maggior parte delle persone, tuttavia, serve una motivazione estrinseca legata a un risultato che si vorrebbe ottenere – sentirsi più in forma, migliorare il proprio aspetto, dimagrire e così via. La logica è quella della sfida e della ricompensa: il “premio” finale è ciò di cui si ha bisogno per trovare la determinazione necessaria a superare le difficoltà che separano dal traguardo. Ma c’è un innegabile problema: come dimostrato da numerosi studi, chi si propone di raggiungere obiettivi come quelli sopra indicati spesso fatica a mantenere alta la motivazione nel corso del tempo. In altri
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L’iscrizione a un club è spesso vissuta come una forte leva motivazionale, come un modo per “darsi una disciplina”
termini, a meno che il risultato in questione non sia percepito come veramente irrinunciabile, le probabilità di perdersi lungo la strada sono alquanto elevate. [1]
condurre al risultato sperato. Del resto, è questa una delle principali ragioni per cui tante persone scelgono di frequentare un fitness club invece di allenarsi a casa propria.
la differenza tra motivazione e abitudine
perché si decide di frequentare un club?
Se la motivazione ci dice la ragione per cui si fa una cosa, l’abitudine ci rivela quali sono i comportamenti che si è deciso in concreto di adottare. Ma c’è una grande differenza tra il sapere perché si vuole fare qualcosa e il farlo veramente. Se qualcuno ha avuto una pesante giornata lavorativa di dieci ore, la motivazione ad andare in palestra non gli apparirà magicamente solo perché è consapevole che il suo obiettivo è dimagrire. Se la motivazione è fallibile, le abitudini (in quanto tali) lo sono molto meno per ovvie ragioni: ma anche per sviluppare una consuetudine serve una buona dose di volontà. Ritorniamo così al punto di partenza, ovvero alla motivazione come incentivo iniziale, come punto di partenza di un percorso che, se seguito con una certa dose di impegno, può
L’iscrizione a un club è spesso vista come una forte leva motivazionale, come un modo per “darsi una disciplina” e raggiungere obiettivi altrimenti ritenuti al di fuori della propria portata. Ecco un concetto fondamentale da ricordare: i vostri soci, nella maggior parte dei casi, vi hanno scelto proprio perché (più o meno consapevolmente) desiderano che voi li motiviate ad andare avanti, a non mollare. Solo con una sufficiente determinazione aumentano le probabilità di un cambiamento duraturo, che è a sua volta la chiave di volta per migliorare la salute delle persone. Non sono, queste, ragioni sufficienti per individuare nella motivazione dei soci una delle priorità fondamentali per tutti i professionisti del settore? [2]
dalla motivazione estrinseca alla consuetudine salutare La teoria dell’auto-determinazione (tra le principali sulla motivazione umana) sostiene che il cambiamento di un’abitudine è il risultato di una motivazione interiorizzata. Si tratta dunque di mettere in moto un processo in virtù del quale la motivazione estrinseca – pur rimanendo su un piano diverso da quella intrinseca – diventa parte integrante dei valori di un individuo. Da qui in avanti, il comportamento potrà forse non essere mosso da una passione o da un profondo interesse (almeno non all’inizio), ma sarà comunque auto-determinato e potrà essere mantenuto nel tempo anche in mancanza di altri incentivi esterni.
fatevi aiutare dalla tecnologia Sostenere che per un trainer sia facile motivare un cliente al punto da fargli interiorizzare uno schema di comportamento “virtuoso” è senza dubbio irrealisti-
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ti utili come il gioco di ruolo possono essere efficacemente utilizzati per far comprendere al cliente che, salvo reali imprevisti, nulla si deve frapporre tra lui e l’allenamento che si è impegnato a svolgere. Le scuse devono essere accantonate in modo sistematico… fino a quando non si avrà più alcun motivo per cercarne di nuove.
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sfide e incentivi
L’odierna tecnologia può essere impiegata anche per alimentare la motivazione del socio in modo più strutturato e coerente, ovunque si trovi
co – se non altro, perché non è possibile seguire il socio a casa e continuare a supportarlo e motivarlo anche quando non frequenta il nostro club. Bisogna inoltre considerare che l’impegno necessario per sviluppare e consolidare nuove abitudini cambia da individuo a individuo, rendendo più difficile la standardizzazione (e, quindi, la prevedibilità) di processi del genere.[3] Rispetto a quest’ultima considerazione, diventano ancora più evidenti i limiti legati al basso numero di interazioni fra trainer e soci nell’arco di un determinato periodo di tempo. Tuttavia, con un piccolo aiuto da parte dell’odierna tecnologia, è possibile rendere più continuativo ed efficace il coaching e, quindi, mantenere motivato il socio in modo più strutturato e coerente ovunque egli si trovi.
programmare l’allenamento Se vogliamo che l’allenamento diventi una salutare consuetudine, dobbiamo impedire che esso finisca nel dimenticatoio un attimo dopo che il nostro socio è uscito dal club. Il nostro deve pertanto essere, a tutti gli effetti, un supporto proattivo. E per fare la differenza, bisogna convincere il cliente a programmare in modo accurato il proprio allenamento: al termine di ogni singola sessione dovrà essere organizzata quella successiva. In altre parole, l’impegno deve essere rivolto non solo all’esecuzione del programma concordato, ma anche alle tempistiche: frequenza, regolarità e puntualità vanno definite rispetto agli obiettivi che il socio desidera raggiungere in un determinato periodo di tempo. Strumen-
Lo schema sfida/ricompensa è stato naturalmente implementato da numerose applicazioni per il fitness: si imposta l’esercizio, si progredisce verso l’obiettivo prestabilito e, alla fine, si è premiati virtualmente con un trofeo o qualcosa di analogo. Se si impiegano gli strumenti adatti, lo stesso processo può essere attuato all’interno del club. Definite degli obiettivi, o ancor meglio delle sfide da superare, prendete alcuni partecipanti e metteteli in competizione l’uno con l’altro (oppure fateli lavorare insieme, dipende da quale modalità pensate possa essere più adatta per i traguardi prefissati). Si viene così a creare un sistema di incentivi il cui fine è di permettere ai vostri soci di scoprire un loro modo peculiare di “gustare” a fondo l’allenamento, di divertirsi nel farlo: da un certo momento in avanti, non avranno più bisogno di alcun premio per decidere di allenarsi. Perché la motivazione sarà per loro divenuta una consuetudine.
comunicazione e impegno Un elevato livello di coinvolgimento crea un senso di appartenenza che rafforza la motivazione – il carburante che spingerà i vostri clienti a ritornare nel vostro club dopo ogni sessione di allenamento. Per migliorare tanto il coinvolgimento quanto la comunicazione reciproci fra staff e clientela si può ricorrere alla tecnologia. Creando gruppi di discussione sui social network, ad esempio, i soci possono confrontarsi, condividere problemi, soluzioni e obiettivi, supportarsi l’un l’altro, motivarsi. Dal canto loro, i membri dello staff hanno l’opportunità di pubblicare e condividere mes-
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Un ottimo modo per motivare le persone è fornire loro dei riscontri tangibili sui risultati che hanno raggiunto
saggi motivazionali, suggerimenti, sfide, obiettivi, rivolgendosi a un intero gruppo come alla singola persona. Se vi avvalete di mobile app, potreste anche impostare degli avvisi giornalieri per ricordare l’allenamento da svolgere o la dieta da seguire: il socio sarà così coinvolto in modo continuativo, e per il club sarà molto più facile costruire, mattone dopo mattone, un nuovo sistema di comportamenti e trasformarlo in una salutare consuetudine. Le più recenti tecnologie rendono pressoché illimitate le possibilità di estendere a piacimento le occasioni di contatto: sfruttatele a fondo per innescare circoli virtuosi a beneficio dei vostri soci.
quantificare e visualizzare Un’ottima strada per motivare le persone è dare loro dei riscontri tangibili sui risultati raggiunti. La bella notizia è che con le tecnologie digitali è molto più semplice quantificare e visualizzare i miglioramenti che si stanno ottenendo. Oggi si possono utilizzare dei dispositivi collegati al cloud che, una volta indossati, consentono di tracciare e monitorare in tempo reale diversi parametri legati all’attività che si sta svolgendo. Questi dati, accessibili quando e dove vogliamo, possono essere rappresentati graficamente e mostrare con chiarezza i benefici che stiamo ottenendo grazie a una vita più attiva e a una dieta più sana.
Note [1] G ellert P., Ziegelmann J.P., Schwarzer R. (2012), Affective and health-related outcome expectancies for physical activity in older adults, Psychology & Health 27: 816-28. [2] Braam H., Selbstvermessungstechnik, BodyLIFE (2014-8), 59-61. [3] Lally P., van Jaarsveld C. H. M., Potts H. W. W., Wardle J. (2010), How are habits formed: Modelling habit formation in the real world, Eur. J. Soc. Psychol., 40: 998–1009.
in conclusione… Una delle maggiori sfide per i professionisti del fitness è e sarà sempre rappresentata dalla capacità di motivare i clienti a sviluppare abitudini più salutari. Un compito impegnativo, da non sottovalutare, che può però essere semplificato combinando i principi della teoria dell’auto-determinazione con gli strumenti che la tecnologia ci mette a disposizione: come abbiamo cercato di evidenziare, il club può aiutare concretamente i soci a cambiare le proprie convinzioni e, quindi, i propri comportamenti attraverso l’interiorizzazione di un sufficiente grado di motivazione. Non è facile e non lo sarà mai, naturalmente. Ma oggi lo è molto più che in passato. Hugo Braam Convinto sostenitore dell’utilizzo delle nuove tecnologie nel settore fitness/wellness, Hugo Braam è il co-fondatore di Virtuagym
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presenta
L'esercizio fisico ti cambia la vita
C’è un grande mercato da conquistare! L’esercizio fisico è un portentoso farmaco naturale, una vera “pozione magica” che migliora e allunga la vita. Partendo da questi presupposti, Il Nuovo Club ha realizzato un progetto incentrato su un manuale unico, rivolto all’utente finale, che contiene la “Pozione Magica®” che può motivare chiunque a svolgere esercizio fisico frequentando regolarmente un club. Uno strumento per diventare gli alfieri di una campagna di sensibilizzazione culturale. Un modo prestigioso per accrescere la credibilità del club dando smalto alla sua immagine e a quella dell’intero settore.
Motiva chiunque a svolgere esercizio fisico! Questo manuale trasmette un messaggio semplice e chiaro: spiega che allenarsi regolarmente è molto più facile e piacevole di quanto molti pensino. In special modo se ci si affida ai professionisti in materia, ovvero ai fitness club. Fornisce indicazioni facili per auto-motivarsi, per superare l’innata pigrizia e neutralizzare le scuse con le quali si mente persino a se stessi. Riporta inoltre i risultati di alcuni dei tantissimi studi condotti in ambito internazionale che dimostrano, scientificamente, gli straordinari benefici per la salute dell’esercizio fisico.
Fidelizza i tuoi soci!
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Questo manuale è stato inoltre pensato per alimentare la motivazione dei soci maggiormente 69 esposti al rischio di abbandono e aiutarli a rendere l’esercizio fisico un vero e proprio stile di vita associato ad altri comportamenti virtuosi.
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Il manuale La Pozione Magica® è stato concepito per essere acquistato in certi quantitativi, può essere personalizzato e utilizzato per diverse iniziative di sensibilizzazione, fidelizzazione e soprattutto acquisizione di nuovi soci. La personalizzazione gratuita delle copie prevede l’inserimento del marchio del club in copertina e la prefazione del club che può anche contenere uno spazio per specifiche promozioni. È addirittura possibile scegliere il colore della copertina affinché risulti coerente con il proprio marchio e/o con il target al quale ci si rivolge.
Motiva e forma il tuo staff! Il gestore del club può acquistare copie da consegnare a ogni membro del proprio staff affinché faccia proprio il linguaggio e il potente messaggio contenuto nel manuale in modo da poterlo trasferire ai soci, reali e potenziali, incoraggiandoli a leggerlo a loro volta e a interiorizzarne il contenuto.
Regalane una copia ai neo iscritti! Per massimizzare l’efficacia del manuale, Il Nuovo Club suggerisce di impiegarlo anche nell’ambito di iniziative appositamente ideate per diffonderne il messaggio. Regalare una copia ai neo iscritti, sotto forma di “kit di benvenuto”, è ad esempio un modo semplice ed efficace per distinguere il proprio club sin dal primo momento. Il titolo La Pozione Magica®, marchio registrato, è stato scelto poiché, oltre a esprimere in modo sintetico il valore straordinario dell’esercizio fisico, risulta ideale per suscitare curiosità nei confronti di iniziative di sensibilizzazione riconducibili al manuale.
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Per vivere una vita lunga, sana e piena di energia devi muoverti regolarmente, mangiare correttamente e avere un atteggiamento mentale positivo. L’esercizio fisico è un portentoso farmaco naturale (privo di effetti collaterali) che previene la maggior parte delle malattie croniche, anche letali, e contrasta il deterioramento fisico e l’invecchiamento. Per 2,4 milioni di anni la biologia del corpo umano si è adattata per poter svolgere attività fisica energica e costante, imprescindibile per affrontare la quotidiana sfida della sopravvivenza. Dal punto di vista biologico non esiste né pensionamento né invecchiamento, solo crescita o decadimento e il modo che scegli di vivere quotidianamente determina il tuo stato di salute e la qualità della tua vita, da ogni punto di vista. Sei progettato per muoverti! L’esercizio fisico è una vera pozione magica e questo manuale ti spiega come assumerla.
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“comprenderai che sei progettato per muoverti e che mantenerti in forma e sani è molto più facile di quel che pensi”
la tua prefazione L'esercizio fisico ti cambia la vita
perché svolgerlo come svolgerlo come motivarsi
a cura di Davide Venturi
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ISBN 9788888860855
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“dopo aver letto questo manuale non potrai più fare a meno di muoverti”
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è dal 1990 che siamo mossi costantemente dal desiderio di “aiutare più persone possibili ad avere un corpo più sano per una vita più felice”. Cerchiamo di raggiungere questa nostra Vision alzandoci ogni mattina con la voglia di trovare sempre nuovi e migliori modi d’ispirare la nostra comunità locale a rendere l’Esercizio Fisico una sana Abitudine di Vita, tanto quanto il lavarsi i denti. Perché crediamo fortemente che prevenire è sempre molto meglio che curare. Ma dato che la salute dipende anche da altri importanti fattori, noi ci impegniamo nel rendere il nostro fitness club molto più che una semplice palestra: un vero e proprio Perno Centrale di Positivi Stili di Vita. Un luogo dove più professionisti, uniti in team, si impegnano nel diffondere una Cultura Wellness basata su altri 6 importanti principi in aggiunta all’Esercizio Fisico: attività fisica, alimentazione sana, pensiero positivo, amicizie divertenti, rispetto del pianeta e città sicure. Ti aspettiamo alla Medical Sport: scoprirai che mantenersi in forma e in salute è molto più facile, rapido e piacevole di quanto tu possa immaginare.
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in forma con il
fireman La nuova attività di gruppo ideata da due vigili del fuoco prevede esercizi funzionali che migliorano tutte le qualità fisiche e persino l’autostima. Per ora si svolge solo a Bologna, ma presto potrebbe conquistare molti fitness club italiani
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n’intensa e appassionante attività di gruppo che si ispira agli esercizi regolarmente svolti dai pompieri per mantenere un’eccellente efficienza fisica. Il suo nome è Fireman Training ed è stata lanciata lo scorso ottobre da Luca Evangelisti (a destra, nella foto in basso, insieme a un allievo) e Roberto Marchesini, entrambi vigili del fuoco. Da circa otto mesi, la palestra Sempre Avanti (sempreavanti.it) del Dopolavoro Ferroviario del capoluogo petroniano – storico polo sportivo noto soprattutto per il pugilato e presente anche all’interno
a cura della redazione
dello stadio Dall’Ara – ospita due volte alla settimana le loro lezioni, il martedì e il giovedì sera. Per ora questa originale e coinvolgente disciplina si svolge solo a Bologna, ma presto potrebbe diffondersi su scala nazionale all’interno dei club che certificheranno gli istruttori deputati a insegnarla e otterranno la licenza per inserirla nel proprio palinsesto.
allenarsi in modo funzionale Si tratta di una disciplina funzionale che coinvolge tutti i distretti muscolari, ideale per migliorare tutte le qualità fisiche, ovvero forza, velocità, potenza, resistenza, capacità coordinative, flessibilità e mobilità articolare. Tutte qualità che, combinate tra loro nelle giuste proporzioni, formano un atleta completo. Nonostante di primo acchito possa sembrare un’attività riservata esclusivamente a “uomini duri”, in realtà è adatta a tutti, risultando ideale per chi ama l’allenamento svolto a corpo libero e con l’ausilio di attrezzi non convenzionali. Per i candidati a concorsi militari – Vigili del Fuoco, Polizia, Esercito, Carabinieri, ecc. – è il modo ideale per prepararsi alle prove preselettive che prevedono esercizi muscolari di base come svolti a corpo libero, come trazioni, piegamenti a terra, addominali e circuiti motori di ogni genere. Il Fireman Training prevede due allenamenti settimanali, della durata di 1 ora ciascuno, nel corso
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come si svolge la lezione Durante la prima mezz’ora d’allenamento tutti i partecipanti lavorano insieme svolgendo esercizi funzionali – la cui durata varia da 30 a 60 secondi – impiegando attrezzi come fitball ed elastici. La seconda mezzora è più impegnativa: i partecipanti vengono suddivisi in mini gruppi a seconda delle loro condizioni fisiche, quindi si cimentano in prove più ardite come la salita e la discesa alla corda e alla pertica, l’esecuzione di esercizi agli anelli, il salto del muro, la salita della scala mista (quella di corda con pioli in legno che richiede equilibrio e coordinazione motoria), e persino il trasporto del manichino da 35 chilogrammi, simulando lo spostamento di una persona. Ed è prevista anche una routine composta da 5 esercizi per gli addominali eseguiti in sospensione e oscillazione.
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dei quali si svolgono esercizi a intensità diverse: la prima parte della sessione è finalizzata al potenziamento muscolare a corpo libero, mentre la seconda prepara al superamento di un circuito a ostacoli.
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Lo sviluppo della forza è uno dei benefici di questa attività funzionale
potenziare anche la mente Il Fireman Training è dunque un allenamento molto vario, intenso e completo che consente di raggiungere e mantenere un’eccellente
Il Fireman Training è un allenamento molto vario, intenso e completo
forma fisica che si rivela utile nella vita di tutti i giorni e non solo in ambito sportivo. Ma ha anche il grande pregio di insegnare nuove abilità, consentendo ai partecipanti di confrontarsi con gli altri e soprattutto con se stessi, alimentando, in modo sano e mai esasperato, lo spirito competitivo. Alcuni esercizi possono intimorire chi non li ha mai svolti, ma grazie all’approccio graduale e all’assistenza dei trainer chiunque può superare ogni prova, migliorando significativamente la propria autostima. La sessione d’allenamento implica cambiamenti di ritmo e una dose minima di pericolosità, richiedendo dunque un’attenzione e una concentrazione costanti. Tutti fattori, questi, che hanno un effetto positivo sulla mente in termini di reattività, autocontrollo e autostima. Non a caso questa innovativa disciplina piace molto anche alle donne che, svolgendola, si sentono forti e competenti. Nella pagina Facebook di Fireman Training, che conta già più di 1.200 fan, sono disponibili filmati e immagini che spiegano la corretta esecuzione degli esercizi, nonché stimolanti testimonianze.
novità e tecnologie
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a cura della redazione
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novità e tecnologie
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è diventato un punto di riferimento per le strutture sportive – si distingue per la configurazione modulare e le diverse funzionalità che lo rendono flessibile, personalizzabile e implementabile in momenti successivi. È composto da 20 moduli tra i quali figurano le ultime release Planning Piscine e Planning Campetti. Xeniasoft ha inoltre sviluppato un moderno sistema di prenotazione online connesso a Club Manager, ora dotato anche di App Mobile, fiore all’occhiello
che fa di questo software una vera e propria piattaforma gestionale. L’applicazione Xeniasoft consente di creare un filo diretto con il cliente, tenendolo informato circa tutte le attività della struttura (eventi, news, nuovi corsi etc.) e di gestire in libertà la propria esperienza sportiva. Prenotare una lezione, acquistare un prodotto o rinnovare l’abbonamento ora è più facile che mai: bastano semplici touch sul proprio smartphone.
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mette a disposizione dell’utente il time-shifting, ovvero la possibilità di interromperla per poi riprenderla in qualsiasi momento in base alle proprie esigenze, ripartendo da qualsiasi punto del filmato, dal primo all’ultimo secondo. FlitFit lancerà inoltre una app multipiattaforma e un vero e proprio store per l’acquisto e la vendita dei grandi eventi del mondo del fitness in streaming, ovvero il nuovo Flitfit Live Streaming Store che funziona con modalità simili a quelle degli store di Microsoft, Apple, e Google.
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smissione in streaming delle sessioni dall’allenamento di gruppo è dunque pronta per soddisfare la domanda del nascente mercato digitale, inaugurando nuove modalità di adesione ai corsi e agli eventi sportivi. La trasmissione di singole lezioni di fitness – in diretta streaming o in differita tramite i fitness podcast – consente da una parte di attrarre nuove fasce di utenza grazie alla facilità con al quale si può entrare in contatto con i professionisti dell’esercizio fisico, dall’altra di rafforzare il senso di appartenenza e la fidelizzazione dei soci, dando loro la possibilità di allenarsi, con l’istruttore di cui si fidano, anche quando non possono essere fisicamente presenti nel club. La lezione, sia in diretta sia in differita,
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litFit, la startup nata in collaborazione con EasyRay e Microsoft, dall’inizio di ottobre lancerà il suo fitness streaming e, successivamente, il nuovo online store. L’innovativa piattaforma software/hardware per la tra-
novità e tecnologie
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merchandising di qualità per i club
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islike, azienda umbra specializzata nel merchandising, si rivolge al settore fitness/wellness con la sua vasta produzione di borse, sacche, zaini, spugne, abbigliamento e altri articoli promozionali che possono essere personalizzati in base alle
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specifiche richieste del cliente. Grazie alla passione e alla solida esperienza professionale maturata dai titolari Armando Alunni e Giovanni Sapuppo, i prodotti firmati Dislike esaltano il brand di ogni cliente il cui contributo, sotto forma di suggerimenti e idee, contribuisce
alla crescita costante di un’azienda che punta su qualità e creatività. E a tutto ciò si aggiunge l’impiego di macchinari di ultima generazione che consentono di realizzare prodotti innovativi anche dal punto di vista tecnologico, un servizio di assistenza in grado di soddisfare pienamente le esigenze della clientela e un interessante rapporto qualità-prezzo.
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a linea di piccoli attrezzi Fitstones, unica dal punto di vista sia estetico sia strutturale, risulta ideale per l’impiego nell’ambito dell’allenamento funzionale e, più in generale, del fitness e della riabilitazione e assicura la massima sicurezza. Progettati e realizzati completamente a mano in Finlandia impiegando esclusivamente materiali naturali, questi originali attrezzi, distribuiti in Italia da Wellness Sport Medicine, sono composti da pietra granitica (che si distingue per durezza
e resistenza), legno di betulla (comunemente usato per l’arredo), e corda di canapa. I manubri e i kettlebell Fitstones, che possono essere utilizzati sia al chiuso sia all’aperto, non sono resistenti a lanci o cadute, ma riescono a sostenere una trazione, verso l’alto, di 650 chilogrammi, come certificato dai test meccanici ai quali sono sottoposti. Il peso di ogni attrezzo è ovviamente approssimativo, e sempre arrotondato per eccesso, poiché ogni pietra è un pezzo unico. Anche per questa ragione ri-
sultano ideali per il functional training nel quale la precisione del carico non è importante. I club che desiderano conferire un tocco di spiritosa originalità alla propria offerta, possono acquistare anche gli appositi espositori e stand, impiegabili per creare un’area dal sapore unico.
Per informazioni: Wellness Sport Medicine tel. 0974 846616 ww.wsmitalia.it www.fitstones.org
fiere e convegni
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a cura della redazione
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il business in stato beta
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Per informazioni:
https://bebeta.wobi.com/milano
arà ancora una volta il MiCo Milano Congressi a ospitare l’edizione 2016 della tappa italiana del World Business Forum, nelle due giornate dell’8 e 9 novembre prossimi. Il titolo conferito quest’anno all’evento – BE BETA, Business in stato Beta – esprime un concetto forte e chiaro: il vantaggio competitivo a lungo termine è morto, tutto e tutti si trovano in uno stato beta permanente, dunque costantemente “provvisorio”. Un invito a essere aziende in continuo fermento e dalle strategie
dinamiche, a essere manager e professionisti disposti a provare, sbagliare e tornare a rischiare, leader di pensiero in grado di indicare la via del successo in un ecosistema in stato beta. Come ogni anno, protagonisti delle due giornate milanesi ri-
volte a imprenditori e manager saranno personaggi di grosso calibro, leader del pensiero che condivideranno il loro sapere con il pubblico per fornire pregiati suggerimenti strategici e chiavi di lettura di una realtà sempre più liquida.
Alcune sessioni Alex Ferguson, leggendario allenatore del Manchester United che ha guidato per 26 anni vincendo 38 trofei, facendo dei Red Devils una delle squadre di maggior successo del calcio inglese. Guidare team vincenti nel lungo periodo Le qualità richieste per sviluppare il talento e integrare alti potenziali in team esistenti; Dirigere in un contesto in rapida evoluzione e altamente competitivo: quando essere flessibili e quando mantenersi fermi; Identificare il momento giusto per cambiare: il processo di ricostruire i team per sostenere il successo nel lungo periodo; Instillare una cultura vincente: cosa occorre per creare una squadra che perseveri anche nelle circostanze più difficili. Erik Wahl Graffitista e performing artist, nonché imprenditore e autore di bestseller, lavora per liberare il genio creativo insito in ogni essere umano. L’arte della visione Scoprire nuovi modi per rendere l’organizzazio-
ne più creativa, innovativa e redditizia; Come aiutare i collaboratori a diventare dei migliori storyteller; Abbracciare il cambiamento: sfruttare il caos per capitalizzare le opportunità; Come sostenere l’eccellenza in un’economia che cambia: lavorare meglio, non di più; Tutto nella vita è arte. Quello che fai, il modo in cui vesti, in cui ami e in cui parli. Anche il modo in cui gestisci la tua azienda. Nicola Mendelsohn, vice president EMEA di Facebook, ha maturato più di 20 anni di esperienza nel campo della pubblicità, del marketing e della tecnologia. Il mondo è diventato “mobile” Le tendenze tecnologiche che stanno rivoluzionando il nostro modo di connetterci e interagire con i clienti; Cosa significa essere un’azienda “mobile first” e come fare per diventarlo; La costruzione del brand in un’epoca in cui le persone sono sommerse dai contenuti e hanno il totale controllo del loro tempo e della loro attenzione; Lezioni apprese dalle partnership con le più innovative organizzazioni dell’area EMEA.
Ken Segall, ex direttore creativo di Apple e autore del bestseller Insanely Simple, ha collaborato per 12 anni con Steve Jobs, prima per NeXT e poi per Apple, contribuendo alla sua rinascita dopo il 1997. Ha partecipato alla creazione della memorabile campagna Think Different e della celebre i associata ai prodotti Apple, rivestendo un ruolo centrale nel rilancio di un’azienda in crisi diventata un modello e un caso di successo mondiale. Sfruttare il potere della semplicità Adottare la semplicità per ottenere un successo straordinario in un mondo complesso; La preferenza per la semplicità è nel nostro DNA: potendo scegliere, chiunque propenderà per il percorso più semplice; I retroscena sull’ossessione di Steve Jobs per la semplicità, che ha permesso ad Apple di ottenere performance migliori e più rapide; Fare della semplicità la linea guida per qualunque attività: innovazione, organizzazione, vendita e comunicazione.
www.ihrsa.org
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annuale congresso europeo dell’IHRSA, ovvero l’IHRSA European Congress, qust’anno si svolgerà all’interno del Barceló Sevilla Renacimiento di Siviglia, dal 17 al 20 ottobre prossimi. Come lo scorso anno, si terrà per la seconda volta a inizio settimana, da lunedì a giovedì anziché da giovedì a domenica, mettendo a disposizione degli operatori di club quattro giornate nel corso delle quali
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incontrarsi e confrontarsi in un contesto internazionale e, al tempo stesso, aggiornarsi e formarsi partecipando al congresso che, come vuole una consolidata tradizione incominciata quindici anni fa, vedrà salire sul palco relatori di spessore che affronteranno questioni di grande interesse per la gestione redditizia dell’azienda club. Come lo scorso anno, le sessioni saranno tradotte, in simultanea, in diverse lingue tra le quali figura l’italiano, il congresso coabiterà con la vetrina allestita da alcune aziende del settore e la giornata di giovedì sarà dedi-
cata alla visita di alcuni tra i club più interessanti di Siviglia. Nel corso dell’evento si terrà la cerimonia di premiazione dello European Club Leadership Award, riconoscimento assegnato all’operatore di club del Vecchio Continente che si è distinto facendo crescere il proprio business e, al tempo stesso, contribuendo allo sviluppo del settore. Nel momento in cui andiamo in stampa, il programma congressuale non è ancora disponibile. Suggeriamo ai lettori di consultare la sezione “Meetings, Trade Shows & Webinars” nel sito www.ihrsa.org.
Non soci IHRSA
Quote d’iscrizione (corrisposte entro 10 ottobre)
Full pass (3 giorni) Day pass Tour dei club di Marsiglia
*I prezzi aumenteranno dopo il 25 agosto
Soci IHRSA
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€ 615 € 540 € 55
fiere e convegni
Per informazioni:
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il congresso europeo dell’ihrsa a siviglia
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club industry show: le novità 2016
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Per informazioni:
www.clubindustryshow.com
arà l’Hyatt Regency di Chicago, e non più il McCormick Place Lakeside Center, a ospitare Club Industry Show, nelle tre giornate comprese tra il 12 e il 14 ottobre prossimo. Oltre alla nuova location, l’edizione 2016 dello storico evento statunitense presenterà altre novità, tra le quali spicca l’aggiunta
di una mezza giornata di sessioni congressuali il venerdì. L’iscrizione al congresso darà gratuitamente accesso all’area espositiva, nonché agli eventi speciali, e sarà disponibile nelle versioni full pass, valida tutte le tre giornate, giornaliera e à la carte, ovvero costruito intorno alle preferenze del congressista.
Tra i relatori, solo per fare qualche nome, figureranno Joe Cirulli, fondatore del Gainesville Health & Fitness Center, considerato il fitness club più redditizio al mondo e un modello sotto diversi punti di vista, Will Phillip, fondatore e proprietario di REX Roundtables for Executives, e Bo Burlingham, noto giornalista e autore di diversi libri.
fiere in tasca Italia
Italia
estero
settembre - ottobre
novembre
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Sana
World Business Forum
Club Industry Show
8-9 novembre
12-14 ottobre
Salone del naturale, alimentazione, salute, ambiente tel. 051.282351 www.sana.it Bologna
Tel. 02.36.52.941 www.wobi.com/it MiCo Milano Congressi Milano
tel. +1.203.358.99.00 www.clubindustryshow.com Hyatt Regency Chicago (USA)
9-12 settembre
Cersaie
Salone internazionale della ceramica per l’architettura e dell’arredobagno tel. 0536.80.45.85 www.cersaie.it
26-30 settembre
Sun
Salone Internazionale dell’arredamento e attrezzature per esterni tel. 0541.744111 www.sungiosun.it Rimini Fiera - Expo Centre Rimini
13-15 ottobre
Beauty & Fitness Show Fiera di Estetica e Benessere www.fieraesteticacatania.com Etnafiere Etnapolis Belpasso (CT)
15-17 ottobre
Skipass
Salone del turismo invernale e delle attrezzature per lo sport Tel. 0522.63.10.42 www.skipass.it Modena
29 ottobre - 1 novembre
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settembre Salon Rééduca
Salone Mondiale della riabilitazione tel. +33 (0) 1.47.56.67.02 www.salonreeduca.com Paris Expo Porte de Versailles Parigi
16-18 settembre
LIW
Leisure Industry Week tel. +44 (0) 20.79.55.39.69 www.liw.co.uk Birmingham (GB)
IHRSA European Congress tel. +1 617.951.0055 www.ihrsa.org Barceló Sevilla Renacimiento Siviglia (Spagna)
17-20 ottobre
IHRSA – Mercado Fitness Conference & Trade Show
Latin American Conference & Trade Show Tel. +1.617.951.00.55 www.ihrsa.org World Trade Center Città del Messico (Messico)
26-27 ottobre
20-21 settembre
VI European Fitness Congress Congresso dell’Associazione Serba Tempo libero e Fitness tel. +381 11 311 56 48 cell. +381 63 25 04 52 office@srfs.org.rs www.srfs.org.rs Teatro Madlenianum Zemun, Serbia
30 settembre
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novembre Athletic Business Conference & Expo
Conferenza ed esposizione per i professionisti di atletica, fitness e attività ricreative tel. +1.608.249.0186 www.athleticbusinessconference.com Orange County Convention Center Orlando (USA)
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a cura della redazione
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riflessioni sul futuro del settore
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rime, marchio che identifica tre prestigiosi fitness club ubicati a Bologna e a Castel Maggiore, alle porte del capoluogo felsineo, lo scorso 30 giugno ha festeggiato il suo settimo compleanno organizzando il workshop intitolato Fitness, Alimentazione, Well Aging.
L’Emilia Romagna alla guida del cambiamento culturale italiano, svoltosi presso l’auditorium del Complesso Torre Unipol, dove ha sede l’ultimo e avveniristico club del sodalizio diretto da Francesco Iezzone. Coordinato da Giuseppe Tassi, direttore del Quotidiano Sportivo - QN, Il Resto del Carlino -
La Nazione, l’incontro ha visto la partecipazione di nomi importanti del mondo sportivo, politico e imprenditoriale, ovvero Andrea Segrè, presidente CAAB e ideatore di F.I.CO, Morena Diazzi, direttore generale economia della conoscenza, del lavoro e dell’impresa della Regione Emila Romagna, l’onorevole Daniela Sbrollini, vice presidente XII Commissione Affari Sociali e Sanità. Yuri Zugolaro, esperto di diritto societario e sportivo, la senatrice Josefa Idem, campionessa olimpionica e componente della VII Commissione Istruzione pubblica, beni culturali e sport del Senato della Repubblica, Nerio Alessandri, fondatore e presidente Technogym e l’azzurro di nuoto Marco Orsi, vincitore nel 2015 della medaglia d’oro nei 100 metri stile libero ai Campionati Europei di Netanya al quale è stato consegnato il PRIME Talent Award. Francesco Iezzone ha fatto gli onori di casa aprendo i la-
logie croniche e che serve una “fotografia panoramica” dello sport in Italia per individuarne le maggiori criticità e attuare interventi mirati, partendo proprio dalla legge di riforma di cui tanto si parla. Nerio Alessandri, con un intervento appassionato, non ha perso l’occasione per ribadire che “stare bene conviene” a tutti, a livello sanitario, economico e sociale, e che per questa ragione bisogna occuparsi della salute e del benessere delle persone durante tutto il corso della loro vita e non solo nel momento in cui si ammalano e in tarda età quando si apprestano a morire. Ha detto che bisogna mettere l’uomo al centro della “wellness economy” con una vera inversione di tendenza in un Paese in cui il 97% della spesa sanitaria è destinata alle cure e solo il 3% alla prevenzione.
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che 1 euro investito sull’attività motoria, a tutti i livelli, genera un risparmio in spesa sanitaria di 3 euro. Iosefa Idem, dall’alto della sua straordinaria esperienza maturata nel mondo dello sport, ha ricordato che non è mai troppo tardi per iniziare a fare sport e che bisogna comunque partire dalla scuola, il luogo ideale per avviare tutti a uno stile di vita fisicamente attivo. E restando in ambito didattico, ha sottolineato che la Facoltà di Scienze Motorie necessita di essere ristrutturata con l’introduzione di materie manageriali e con una maggiore attenzione alla pratica sportiva in ambito scolastico e al turismo, che ha un legame naturale con lo sport. Ha inoltre ribadito che l’esercizio fisico è uno straordinario farmaco naturale che può trattare e prevenire numerose pato-
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vori e ricordando che l’Italia, nel settore fitness, è penalizzata dall’incertezza e dalla eterogeneità normativa che scoraggiano gli investimenti, auspicando che il disegno di legge per la riforma dello sport proposta da ANIF-Eurowellness – illustrata in seguito dall’avvocato Zugolaro – diventi presto realtà, in un Paese in cui 6 persone su 10 sono completamente sedentarie. Nel corso del suo intervento, Daniela Sbrollini ha ribadito quanto detto in occasione del convegno ANIF tenutosi lo scorso giugno a Rimini, assicurando il suo impegno nel sostenere una una riforma nei confronti della quale si è detta fiduciosa e che la farebbe felice in quanto consentirebbe di considerare lo sport e l’esercizio fisico in primo luogo come vera prevenzione sanitaria. E a tale proposito ha ricordato
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wellness olimpionico e benefico
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echnogym è stata per la sesta volta fornitore ufficiale ed esclusivo dei Giochi Olimpici la cui ultima edizione si è svolta a Rio lo scorso agosto. Ha allestito tutti i 15 centri per la preparazione atletica a disposizione di tutti gli atleti dotandoli di un’ampia
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a londra il bus del fitness
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Rebel, i club recentemente aperti nel cuore di Londra e presentati nello scorso numero, si distinguono per l’ambientazione unica nel suo genere, un mix audace tra discoteche underground e set cinematografici per film di fantascienza. I due club, che hanno l’ambizione di moltiplicarsi
gamma di attrezzature in grado di coprire ogni esigenza in termini di preparazione atletica di ogni disciplina. L’impegno dell’azienda romagnola – che ha inoltre attrezzato 14 centri all’interno degli impianti dedicati alle competizioni – è andato oltre il ruolo di fornitore ufficiale: in occasione di Rio 2016 ha lanciato la campagna sociale Let’s Move for Rio con l’obiettivo di donare una parte dei prodotti installati nei centri di allenamento lasciando così alla megalopoli brasiliana un’eredità post olimpica. Tramite la piattaforma digitale Mywellness cloud, nel corso di Giochi gli atleti e gli appassionati di fitness hanno misurato il loro esercizio fisico per accumulare move e trasformarli in
attrezzatura che l’azienda di Cesena ha donato a 22 palestre selezionate insieme alla Empresa Olimpica Municipal, organo della Municipalità di Rio de Janeiro. Inoltre, Technogym ha recentemente annunciato la nuova partnership strategica con la National Strength and Conditioning Association (NSCA), autorità mondiale nell’ambito della ricerca e della formazione sull’allenamento della forza. Una collaborazione che darà vita a una serie di innovativi contenuti formativi nei campi della salute e del wellness che saranno a disposizione dei clienti e dei master trainer Technogym, così come degli operatori del settore nel suo complesso.
diventando una catena, hanno appena attuato un’iniziativa altrettanto originale e destinata a far parlare di sé: uno studio di indoor cycling mobile, più esattamente un bus trasformato in micro fitness club dedicato a questa disciplina che consente ai passeggeri di svolgere allenamenti, anche ad alta intensità, muovendosi
sulle strade della capitale britannica. Ovviamente tra le fermate c’è anche quella di fronte ai due club che offrono ai passeggeri uno sconto del 10% sul listino prezzi. Il bus è identificato anche dalla sigla R2R, ovvero Ride to Rebel, letteralmenmte “vai al club Rebel pedalando”.
il popolo del fitness ai raggi x
tonici I “tonici” sono coloro che frequentano il club per curare il fisico, mantenendosi snelli e tonici. Mirano inoltre a migliorare
armonici Costituiscono un quarto del campione, hanno un’età compresa tra i 26 e i 45 anni (ma in questa categoria figurano anche numerosi over 60) e frequentano il club per raggiungere o mantenere uno stato di forma ottimale sia fisico sia mentale. Il loro principale obiettivo è “stare bene” vivendo sereni, senza stress. Sono tendenzialmente molto fedeli al club che frequentano con assiduità, prediligono le attività di gruppo, la sala cardioisotonica e la zona relax. A differenza dei tonici, non sono particolarmente interessati al monitoraggio “tecnologico” dell’allenamento.
irresponsabili Tendenzialmente frequentano
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il fitness club per compensare gli eccessi e i peccati di gola. Attraverso l’esercizio fisico cercano di redimersi dal punto di vista sia fisico sia psicologico. Costituiscono il profilo più incostante e difficile da fidelizzare e appartengono alla fascia 36-55 anni. Sono tra i meno soddisfatti del club che frequentano e tendenzialmente non utilizzano il servizio di assistenza all’allenamento e tantomeno i servizi legati al relax. Sono però interessati a misurare i risultati raggiunti in termini di forma fisica anche tramite apposite app.
socializzatori Sono coloro che apprezzano la dimensione “relazionale” del fitness e considerano il club un luogo in cui fare nuove conoscenze, divertirsi e trascorrere il tempo in compagnia. La fascia d’età più rappresentata in questa categoria è 46-55 anni. Sono tra i più fidelizzati al club che frequentano in modo assiduo e prediligono il group fitness. Sono molto soddisfatti del loro club ed entrerebbero volentieri a far parte di una community online, ma non sono interessati all’utilizzo di un’APP per misurare i risultati dell’allenamento.
risolutori Costituiscono appena il 9,5%, del campione e vedono il centro fitness quasi esclusivamente come uno strumento terapeutico, il luogo della riabilitazione o in cui prevenire problemi fisici e di salute. Frequentano il club con regolarità, ma non in modo assiduo, e raramente si dedicano, al suo esterno, ad altre forme di esercizio fisico. Apprezzano le attività di gruppo, utilizzano gli spazi acquatici e i servizi dedicati al relax, non sono particolarmente interessati alla misurazione dei risultati conseguiti tramite l’allenamento, non sono propensi all’interazione digitale con il club e sono in prevalenza over 46.
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le proprie prestazioni sportive e ad aumentare la massa muscolare, in modo corretto e costante. È il gruppo che frequenta il club con maggiore assidutà e in molti casi svolge anche altre forme di esercizio fisico. Questi soggetti sono interessati a controllare la loro performance anche tramite l’uso di APP e sono in prevalenza under 35.
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’indagine intitolata Di che fitness sei?, recentemente condotta dal Quality Life Institute – centro di ricerca che opera nell’ambito di L.I.V.E., spin-off dell’Università Politecnica delle Marche – fa luce sui nuovi profili di consumo degli italiani che fanno fitness, analizzando i cambiamenti in atto nella domanda di servizi legati all’esercizio fisico, con particolare attenzione alle motivazioni dei praticanti. Lo studio – condotto tramite 1.075 interviste online effettuate lo scorso aprile – ha consentito di individuare le tendenze emergenti nel group fitness e valutare l’integrazione del fitness con il mondo social e digital, identificando in questo modo i diversi “profili di consumo”. Il profilo più rappresentativo, la cui incidenza è pari al 30,1% del campione sondato, riguarda i “tonici”, seguiti dagli “armonici” (25,8%), dagli “irresponsabili” (18,5%), dai “socializzatori” (16,1%) e dai “risolutori” (9,5%).
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il master teamsystem wellness academy
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eamSystem Wellness annuncia il Master certificato per business club manager il cui principale obiettivo didattico è la formazione di manager della generazione 2.0 che intendono avere un ruolo primario nelle aziende protagoniste del cambiamento digitale. Una trasformazione digitale che si fonda, in primo luogo, sul cambiamento della cultura d’impresa: nuovi modelli e nuovi format per esigenze complesse che richiedono soluzioni semplici. Rivolgendosi agli operatori di fitness club, centri sportivi, parchi acquatici, terme, spa e altre strutture
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l’attività fisica allontana 13 tipi di cancro
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na recente analisi condotta dal National Cancer Institute di Bethesda, negli Stati Uniti, e pubblicata nella rivista JAMA Internal Medicine, fornisce nuove prove scientifiche dei benefici per la salute dell’attività motoria. Raccogliendo ed esaminando i dati emersi da 12 studi condotti negli Stati Uniti e in Europa fra il 1987 e il 2014 e
ricettive, TeamSystem Wellness diventerà certificatore di figure professionali dentro e fuori dalle aziende: i corsi di certificazione delle competenze per coach, trainer, consulenti e formatori inizieranno nei primi mesi del 2017 su tutto il territorio nazionale. Il Master, intitolato Business Club Manager 2.0, è un percorso composto da 10 giornate full immersion che partirà il prossimo novembre e sarà solo il primo di una serie di attività formative legate alla specializzazione e alla certificazione dei ruoli e delle competenze per tutte le figu-
re operative attive nel settore (imprenditori, club manager, direttori, responsabili di settore, consulenti di vendita, receptionist). A numero chiuso e a frequenza obbligatoria, è strutturato con la formula part time rendendo quindi compatibili le esigenze di aggiornamento con lo svolgimento della propria attività lavorativa. Le sessioni in aula si terranno prevalentemente nel weekend per un totale di 7 giornate full immersion in aula, 2 giornate di training on the job presso strutture e impianti selezionati e una giornata di expertise & follow up.
riguardanti complessivamente un milione e 400mila soggetti (fra i quali quasi 187mila affetti da tumori), è stato rilevato che svolgere attività fisica ed esercizio fisico riduce il rischio di contrarre 13 diversi tipi di neoplasia. Entrando nello specifico, l’attività motoria ridurrebbe il rischio di ammalarsi di tumore all’esofago del 42%, al fegato del 27%, ai polmoni del 26%,
al rene del 23%, allo stomaco del 22%, all’endometrio del 21%, alla testa e al colon del 15%, al retto e alla vescica del 13%, al seno del 10%, la leucemia mieloide del 20% e il mieloma del 17%. E a tutto ciò va aggiunto che la riduzione percentuale del rischio è indipendente dal peso corporeo e addirittura dall’essere o meno fumatori.
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interval training: un’arma in più per i trainer
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n recente studio condotto in Canada alla McMaster University e coordinato dal professore di chinesiologia Martin Gibala, ha osservato per tre mesi un campione composto da 27 giovani uomini sedentari, suddivisi in tre gruppi, il primo dei quali non ha modificato il proprio stile di vita, il secondo si è allenato tre volte alla settimana a intensità
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l’esercizio fisico ci rende felici, parola di neuroscienziata
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lcuni anni fa, Wendy Suzuki, ricercatrice in neuroscienze e docente alla New York University, rendendosi conto di non essere felice, decide di individuare le cause della sua infelicità anche dal punto di vista neuroscientifico, rilevando che intere aree del cervello non sono utilizzate, in special modo quelle sensoriali, stabilendo che la prima cosa da fare è riconnettere il cervello al corpo praticando attività fisica con regolarità, mangiando in modo più sano, dunque assumendo uno stile di vita più equilibrato e naturale. Assume così un nuovo stile di vita, scoprendo l’attività motoria alla quale si appassiona e della quale, con il passare del tempo, non può più fare a meno. La sua motiva-
costante e moderata, mentre il terzo ha svolto tre sedute alla settimana di allenamento della durata di 10 minuti, la cui intensità è passata da intensa a moderata a intervalli regolari. Al termine dei tre mesi di sperimentazione, i partecipanti sono stati sottoposti ad approfondite valutazioni delle condizioni fisiche, ovviamente rimaste in-
variate nel gruppo di controllo che non ha svolto alcuna attività. I soggetti appartenenti al terzo gruppo hanno raggiunto una condizione fisica sostanzialmente equivalente a quella del secondo, dimostrando che le loro 6 ore totali di allenamenti hanno sortito gli stessi effetti delle 27 ore di lavoro in palestra del gruppo che si è allenato a intensità costante e moderata. Personal trainer e istruttori, e più in generale tutti gli operatori del settore fitness, hanno un asso nella manica da utilizzare per mettere in moto i sedentari e alimentare la motivazione dei clienti più esposti al rischio di abbandono. L’esercizio fisico è un farmaco naturale dagli effetti portentosi e, grazie anche all’interval training, è davvero alla portata di tutti, anche di chi accampa la scusa di non aver tempo per allenarsi.
zione e il senso di padronanza su se stessa crescono, si sente fisicamente e mentalmente più forte, tonifica i muscoli, dimagrisce, ha più energia e si rende addirittura conto, con stupore, di avere più memoria e di essere più creativa, più veloce e più produttiva sul lavoro. Persino la sua timidezza diminuisce significativamente: diventa brillante e la sua vita sociale e sentimentale migliora significativamente. Come neuro-scienziata, Wendy Suzuky ha indagato le ragioni biochimiche di questi mutamenti repentini e ha svelato la chiave del suo sorprendente successo. Raccontando la sua esperienza, illustra un percorso facile e valido per tutti, fornendo consigli pratici per migliorare velocemente la memoria, la concentrazione, le capacità cognitive e di apprendimento. Lo fa basandosi su evidenze scientifiche, par-
tendo dal presupposto che i meccanismi che presiedono alla connessione corpo-cervello sono universali e avvalorati, spiegando che basta una scintilla per innescare una reazione a catena che cambia per sempre la nostra mente, il nostro benessere e più in generale la vostra vita. Tutto ciò è contenuto nel suo recente libro Healthy Brain, Happy Life, pubblicato in Italia da Sperling & Kupfler con il titolo Happy Brain, basato sulle sue recenti ricerche dedicate all’effetto dell’esercizio fisico sulle capacità cognitive. Considerata uno dei massimi esperti di funzioni cerebrali, ha partecipato due volte, come relatrice, al TED (Technology Entertainment Design), prestigioso evento congressuale di caratura internazionale che dà spazio a “idee che meritano di essere diffuse”.
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mercato e branding, marketing e, soprattutto, il concept. La cerimonia di premiazione dell’edizione 2016 si è svolta a Berlino lo scorso 16 giugno e uno dei ricoscimenti è andato a Miha Bodytec. L’azienda tedesca nota per il suo sistema di EMS Training, si è inoltre aggiudicata il premio Top 100, giunto alla ventitreesima edizione e assegnato alle prime 100 medie-aziende più innovative. Ha ottenuto questo
importante riconoscimento dopo una sosfisticata analisi della sua innovativa gestione e del suo successo da parte dell’Institute for Entrepreneurship & Innovation della Vienna University of Economics and Business che ha valutato più di 100 parametri. Al concorso hanno partecipato più di 4.000 aziende di cui solo 238 hanno raggiunto la fase finale.
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l German Brand Award, prestigioso premio internazionale noto anche al grande pubblico, è assegnato dal German Design Council tramite un concorso il cui fine è individuare e presentare marchi innovatori d’avanguardia. I criteri di valutazione sono molto complessi e tengono in considerazione quasi 30 aspetti tra i quali figurano design ergonomico, design e qualità tecnica, estetica, valore di
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due importanti premi a miha bodytec
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CLUB evö benessere, un club di qualità
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VÖ Benessere, club pistoiese il cui elevato standard qualitativo si coniuga a un ambiente familiare e al tempo stesso professionale, è attivo dal 2007, anno in cui il progetto ideato alcuni anni prima da Alberto Vescovi – costruttore che decide di investire nel settore del fitness e del wellness – diventa realtà. Un progetto coraggioso e innovativo, soprattutto se si considera il territorio in cui viene attuato, finalizzato alla realizzazione di un club polivalente nel quale far convivere, in modo sinergico e armonico, una palestra, un centro estetico e un centro benessere. Il successo ottenuto in un decennio di
attività è in anche attribuibile al giusto dimensionamento della struttura che non è immensa – non è dotata di zona acquatica –, ma nemmeno piccola. Si tratta di un club di dimensioni medie in grado di offrire tutto ciò che serve per raggiungere e mantenere una buona forma fisica e un soddisfacente livello di benessere generale. Nel 2010 Veronica Agostini ha fatto il suo ingresso nel club toscano come responsabile marketing e dopo alcuni anni di lavoro in affiancamento a Vescovi è diventata responsabile di tutte le aree del club, dunque club manager, nonché presidente della palestra. Con il passare del tempo e con un
eccellente lavoro di squadra, EVÖ Benessere si è costruito un’identità ben precisa proponendo un fitness qualitativo e non quantitativo, allineato allo standard delle aree wellness e beauty, proposto quasi esclusivamente con la formula del personal training da tecnici laureati in Scienze Motorie e in possesso di diverse certificazioni. «La Spa del club – racconta Veronica Agostini – è un’area esclusiva, una chicca i cui servizi non sono inclusi nell’abbonamento, bensì venduti a parte, a prezzi ovviamente agevolati per i soci. E anche il reparto estetica si distingue per un livello qualitativo eccellente da ogni punto di vista, ma i suoi servizi sono proposti a prezzi medi, accessibili». Lo scorso maggio, per l’esattezza il 3, 4 e 5, EVÖ Benessere ha lanciato un nuovo servizio che sta dando ottimi risultati: l’EMS Training proposto da Wave-e International. «Abbiamo deciso di introdurre Wave-e – spiega Agostini – come servizio che va a completare la nostra offerta di trattamenti estetici, rivolgendoci in special modo a quelle persone che utilizzano la nostra area spa e il beauty center, ma non hanno il tempo o la volontà per frequentare la palestra svolgendo 2-3 sedute d’allenamento alla settimana, della durata di un’ora, un’ora e mezzo. Questo nuovo
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servizio ci ha permesso di coniugare i trattamenti estetici all’esercizio fisico, offrendo alla nostra clientela una soluzione che consente, in appena 15 minuti, di ottenere gli effetti prodotti da quattro sessioni d’allenamento con il personal trainer. Ovviamente – puntualizza – non è la soluzione adatta a chi desidera svolgere un allenamento intenso e prolungato per scaricare lo stress e “liberare la testa”, bensì per ottenere, velocemente, risultati tangibili. Ma è anche ideale per chi si allena in modo tradizionale e intende migliorare le proprie performance con un lavoro veloce e mirato». Nonostante il lancio di Wave-e
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bile, ogni problema che abbiamo incontrato. I buoni risultati ottenuti sono inoltre frutto di un’adeguata comunicazione e della capacità di relazionarsi con le persone affinché percepiscano il valore aggiunto di questo servizio. Se ti limiti a inserirlo in palestra senza spiegarlo come si deve e senza farlo provare con l’assistenza di un istruttore adeguatamente formato, ovviamente non produce i risultati eccellenti di cui è capace. Nonostante oggi l’offerta di abbonamenti in palestra a prezzi stracciati sia molto diffusa – prosegue Agostini –, riscontriamo che le persone sono disposte a spendere molto di più per acquistare servizi che danno loro ciò che realmente vogliono. E ci siamo resi conto che Wave-e è percepito come un allenamento/trattamento». Grazie all’introduzione di Wavee, il club pistoiese ha attratto nuovi clienti, provenienti anche da fuori provincia. Lo ha promosso concentrandosi sulla comunicazione interna, utilizzando soprattutto la pagina Facebook e il passaparola, con risultati sorprendenti. «In settembre e ottobre – conclude Veronica Agostini – promuoveremo questo servizio anche verso l’esterno e sono certa che allargheremo ulteriormente la base di clientela. Continueremo ad adottare la strategie basata sulla configurazione di pacchetti su misura per le esigenze di ogni singolo cliente, ad esempio abbinando le sedute di EMS training a trattamenti estetici e al personal training».
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sia avvenuto tardi – in genere le presentazione di nuovi servizi/ attività avviene nei mesi d febbraio e marzo – 160 persone hanno svolto la seduta di prova e più della metà ha acquistato il pacchetto e la maggioranza di loro, dopo averlo utilizzato, lo ha riacquistato. «Le tre giornate di lancio – precisa Agostini – ci hanno consentito di vendere numerosi pacchetti, generando un introito con il quale siamo sostanzialmente rientrati dall’investimento sostenuto. E ci siamo resi conto che si tratta di un tipo di allenamento al quale le persone, dopo averlo provato, non sanno più rinunciare. E confesso che ci aspettavamo che ottenesse molto più successo tra le donne, ma abbiamo dovuto ricrederci. Sono tantissimi gli uomini che lo utilizzano per svolgere un lavoro mirato, integrativo all’allenamento tradizionale, ad esempio per scolpire gli addominali, dimezzando i tempi per raggiungere gli obiettivi desiderati». Veronica precisa inoltre che non si può prescindere da una buona organizzazione per gestire questa attività al meglio e offrire un servizio inappuntabile sotto ogni punto di vista: «Si tratta di un ottimo centro di profitto aggiuntivo che per funzionare richiede organizzazione e un’adeguata assistenza da parte dell’azienda che fornisce questo strumento. E devo dire che Wave-e International ci ha realmente affiancato, innanzitutto sottoponendoci al corso di formazione, ma anche adoperandosi per risolvere, il più velocemente possi-
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fitness su misura nel cuore di milano
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2 True Training Studio, il nuovo spazio dedicato al fitness dal design minimal, ma elegante e accogliente, ha aperto i battenti lo scorso 16 giugno nel cuore di Milano, in via Moscova, tra Corso Garibaldi, Brera e Corso Como. Un club gestito da personal trainer e caratterizzato da un approccio al fitness innovativo, focalizzato sull’impegno e sull’importanza della motivazione, basato sul metodo T2 True Training che mette a disposizione di ogni persona le condizioni migliori per raggiungere una forma fisica ottimale. Si tratta di un programma d’allenamento personalizzato e completamente assistito,
svolto in un ambiente tranquillo ed esclusivo. Il risultato è un metodo ad alta concentrazione commisurato alle necessità e potenzialità di ogni persona, privo di eccessi e distrazioni. Persino il sottofondo musicale è ad personam: il cliente non deve fare altro che portare la propria playlist. «La condizione necessaria per allenarsi con il metodo T2 True Training – spiega Domenico Consolazio, personal trainer e titolare del neonato studio – è l’mpegno. Di volta in volta configuriamo l’allenamento più adatto, mettendo a disposizione del cliente uno spazio riservato e tanta motivazione, chiedendogli il massimo impegno». Partendo da questi
presupposti, viene costruito un protocollo d’allenamento modulabile a seconda delle specifiche capacità ed esigenze e al tempo stesso in grado di assicurare il raggiungimento degli obiettivi prefissati. Ogni cliente, che è considerato un universo a sé, viene ascoltato, motivato e guidato verso uno stato di forma psicofisica e di benessere soddisfacente, azzerando la perdita di tempo e lo spreco di energie. Le discipline proposte sono: cross training, functional training, kettlebell, golf training,TRX, weightlifting training, preparazione sportiva, tonificazione e sviluppo muscolare, ginnastica, tecniche Pilates, body definition e cross training group.
fitness e solidarietà, un binomio vincente
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l network Tonic, che oggi conta 11 club dislocati in diverse aree del Belpaese, ha recentemente rinnovato
il sodalizio con le Case del Sorriso della Fondazione Cesvi, organizzazione laica e indipendente che opera per la solidarietà in ambito mondiale. Grazie al supporto dei centri Tonic e dei loro soci, migliaia di bambini continueranno a ricevere cure mediche, assistenza psicologica, pasti caldi, istruzione, formazione professionale e un alloggio. Dal 21 al 23 aprile scorso, il Tonic Club di Modena ha ospitato la fondazione, ovvero giovani ambasciatori del Cesvi che hanno illustrato le iniziative, prestando particola-
re attenzione al progetto inerente le adozioni di comunità, una nuova forma di adozione a distanza, più rispettosa dei bisogni di tutti e soprattutto tesa a evitare situazioni di privilegio tra bambini e ragazzi che vivono nello stesso contesto e con gli stessi problemi. Le adozioni si realizzano in strutture di riferimento chiamate “Case del Sorriso” presenti in Brasile, Congo RDC, India, Perù, Sudafrica e Zimbabwe. Per informazioni: http://tonicnet.it
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Savino Tupputi è business e team coach, ideatore di Wellfit Solutions, laureato in Scienze Motorie con specializzazione in gestione e organizzazione delle strutture sportive. Ha operato per diversi anni nel campo del fitness come istruttore, personal trainer, club manager ed è stato titolare di due fitness/wellness club. È impegnato nella formazione e consulenza di centri fitness come esperto in organizzazione, gestione e sviluppo delle politiche commerciali e di marketing.
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È presidente di Sanitatem, società che opera nell’ambito della sanità privata. Vanta una consolidata esperienze nell’ambito finanziario ed amministrativo in qualità di dirigente in gruppi internazionali, attualmente è Consigliere di amministrazione e membro del comitato di gestione della Fondazione dello Sport del Comune di Reggio Emilia e docente presso la LUISS Business School di Roma.
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esperienziale, consente di superare i propri limiti e ottenere risultati migliori, in ogni ambito. È un efficace strumento per esprimere gran parte del proprio potenziale e affrontare con successo le sfide quotidiane della vita per ottenere risultati duraturi. Questo audiolibro, proponendo un vero e proprio percorso di crescita personale, insegna a raggiungere una magM giore e responsabilità nei confronti dei propri argi consapevolezza ni di Rpensiero, ISC schemi di comportamento e di linguaggio, così come a usare la mente per esprimere il meglio di sé e raggiungere l’eccellenza.
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James J. Annesi, Ph.D., è direttore di Behavioral Science (scienze comportamentali) presso lo Sports Barna di Chattanooga Lifestyle Center (Tennessee, USA) e amministratore del WellFit Plan. Attualmente ricopre incarichi presso il Veteran Afair Health Care System e la United States Sports Academy. Annesi continua a svolgere ricerche nel campo della gestione dello stress, dell’autoregolazione, del supporto sociale dei processi di modifica del comportamento nei confronti dello sport e dell’esercizio fisico non agonistico.
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Motivare all’esercizio fisico: una sfida per tutti i tecnici e i manager dello sport e del fitness, per chi si prepara a rivestire uno di questi ruoli da protagonisti. James J. Annesi, ricercatore, istruttore e consulente di psicologia dello sport e dell’esercizio fisico, in questo volume propone una metodologia derivata da ricerche di psicologia sportiva e comportamentale, strategie per il miglioramento della performance e la gestione dello stress al fine di misurare, accrescere e alimentare in modo continuativo l’interesse all’attività fisica. Il lettore, il “professionista”, è quindi guidato verso un preciso obiettivo: aiutare il cliente a considerare l’attività motoria parte integrante del proprio stile di vita, un’abitudine, in una sola parola un “comportamento”.
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a cura della redazione
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In queste pagine, una panoramica sui corsi di formazione e di aggiornamento in programma per i prossimi mesi. Distinti nelle due aree gestionale e tecnica, questi corsi si rivolgono a manager, preparatori, istruttori e, in generale, a tutti gli operatori del settore fitness, sport e benessere. Per conoscere con esattezza date e sedi, e avere l’elenco completo dei corsi offerti, contattare gli enti organizzatori agli indirizzi indicati. Mesi di riferimento: fine settembre, ottobre, novembre
Vuoi che il tuo calendario corsi arrivi in tutti i club d’Italia con una comunicazione diversa dalle altre? Riservati uno spazio personalizzato nella rubrica “i corsi” de Il Nuovo Club! Per saperne di più, scrivi a adv@ilcampo.it oppure chiama lo 051.255544
area manageriale Corsi Wellink Academy Tutti i corsi iniziano con una giornata d’aula presso il Technogym Village di Cesena e proseguono per 4 settimane con sessioni on-line e webinar di approfondimento. Budget Building: dal 30 settembre; PT Manager: dal 21 ottobre: Sales Manager: dal 18 novembre Corsi On Line Wellink Wellink Academy propone “#5 giorni on-line”, corsi di formazione via web, gratuiti, dal 10 al 14 ottobre 2016. Titolo corso: Cavalcare l’onda dell’autunno: strategie per moltiplicare i risultati del periodo migliore della stagione Rivolto a: centri fitness – centri acquatici – spa & beauty. Due appuntamenti quotidiani della durata di 40 minuti cadauno negli ambiti marketing, commerciale e management.
Docenti: vari Contatti: www. wellinkacademy.it - info@ wellinkacademy.it
Corsi Green Academy Green Academy propone corsi di formazione specifici per gli addetti del mondo fitness ed estetica, affiancando l’attività di centinaia di operatori al fine di innalzare il livello di qualità delle aziende in cui operano. Bologna: Head Coach Slim Belly,17 settembre (nuovo); Facebook Marketing, 19 novembre; CONGRESSO VIOLET, 15-16 ottobre. Toscana (Pisa, Capannoli, Prato): Laboratorio Vendita e Telemarketing, 10 settembre; Network Seminar, 20 ottobre; Head Coach Slim Belly, 5 novembre(nuovo), Business Management, 3 dicembre. Lazio (Ceccano): Laboratorio Vendita e Telemarketing, 24 settembre; Network Seminar, 20 ottobre; Head Coach Slim Belly, 5 novembre (nuovo). Sardegna (Oristano, Sardara, Cagliari): Sales strategy, 17 settembre; Marketing System-
Telemarketing In&Out , 5 novembre. Abruzzo/ Molise (Termoli, Pescara): Laboratorio Vendita e Telemarketing, 10 settembre; Network Seminar, 20 ottobre; Head Coach Slim Belly, 5 novembre (nuovo). Puglia (Bari,Taranto): Laboratorio Vendita e Telemarketing, 1 ottobre ; Network Seminar, 20 ottobre; Head Coach Slim Belly, 12 novembre (nuovo). Docenti: vari Sedi: tutta Italia Contatti: Green Academy, tel. 0586.405.433, https:// violetconsulting.it/corsiformazione/
REX Roundtables for Executives Il REX Roundtables è rivolto a titolari qualificati e general manager di fitness club. È un rivoluzionario metodo di formazione che si sviluppa con periodiche riunioni intensive di approfondimento strategico/operativo del mercato e con confronti strutturati tra un numero ristretto di colleghi con esperti internazionali del fitness e di altri settori.
Prossimi incontri: 11° Meeting REX EMEA, 20-21-22 settembre, Amsterdam; 14° meeting Team REXItaly2, 9-10-11, novembre, Napoli; 18° meeting Team REXItaly1, 23-25 novembre, Ortisei (BZ). Sedi: Amsterdam (Olanda), Napoli, Ortisei (BZ) Docenti: vari Contatti: Rex Roundtables Europe - Fausto Di Giulio, Tortoreto (TE), cell. 335.8173530, rex@rexroundtables.eu
Tra i corsi offerti: Corso di formazione per consulenti di vendita; Master di gestione tecnica degli impianti natatori; Stage sul responsabile tecnico di un fitness club. Docenti: vari Sede: Milano Contatti: tel.02.34.93.43.35, info@fitpromos.it, www.fitpromos.it
Corsi Coaching PNL & Training Il Licensed PNL Practitioner è il primo livello di certificazione internazionale in PNL. I corsi sono organizzati dalla Scuola di Formazione “Coaching PNL & Training” di Savino Tupputi e Marco Martone. Coro proposti: SPORTIVO VINCENTE: 17-18 settembre a Perugia; PNL PRACTITIONER: dal 23 settembre a Perugia e dal 7 ottobre a Napoli; PUBLIC SPEAKING: 20-2122-23 ottobre a Perugia e 24-25-6-27 a Napoli; PROFESSIONE COACH (Corso Gratuito): 25 novembre a Napoli; VIVI AL MEGLIO (Corso Gratuito) 30 novembre a Perugia. Sede: Perugia, Napoli Docenti: Marco Martone e Savino Tupputi Contatti: Marco Martone, www.marcomartonecoach.com www.coachingpnl.training/home
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CORSI DI FORMAZIONE XTEMPO: 17-18 settembre, Casale Monferrato (AL); 8-9 ottobre, Bari; 8-19 ottobre, Catania;
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FIT Federation organizza corsi di formazione per imparare a utilizzare e applicare il rivoluzionario metodo SlowFIT nei corsi, nella fisioterapia, nel Personal Training, nella ginnastica preventiva, personalizzata di gruppo. Il percorso di certificazione permette di entrare subito in contatto e collaborare con medici e farmacie. Tra i corsi offerti: Corso SlowFIT Medical Fitness, settembre/ottobre/ novembre, Tortoreto Lido (TE). Per le date esatte, rivolgersi all’ente organizzatore. Sedi: Tortoreto Lido (TE) Docenti: Fausto Di Giulio Contatti: Slow Fit, tel. 0861.78.92.39, www.slowfit. com
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Da sabato 8 ottobre 2016 avrà inizio la sessione autunnale di attività formative con corsi di formazione, master di specializzazione e stage d’aggiornamento nell’area gestionale.
area tecnica
Corsi Medical Fitness e SlowFIT per istruttori
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Corsi Manageriali Fit One Promotion
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Les Mills Les Mills forma sui metodi Les Mills il maggior numero possibile di persone motivate, rilasciando a tutti gli istruttori partecipanti una certificazione internazionale. Per la programmazione didattica autunnale contattare Les Mills ai recapiti riportati sotto. Les Mills parteciperà a al Bibione Beach Fitness che si terrà a Bibione (VE) dal 16 al 18 settembre. Si invitano i club a inviare con anticipo l’elenco degli istruttori perché le iscrizioni si chiudono 15 giorni prima della data del corso. Nel caso in cui il numero di iscritti non garantisse l’efficacia didattica, il corso verrà annullato o spostato a data successiva Sede: tutta Italia Docenti: vari Contatti: Federico, federico@lesmills.it tel. 02.498.78.81
Corsi Tecnici Fit One Promotion Da sabato 8 ottobre 2016 avrà inizio la sessione autunnale di attività formative con corsi di formazione, master di specializzazione e stage d’aggiornamento nelle cinque aree tematiche previste: fitness & body building, discipline musicali & indoor cycling, Pilates mat work, attività acquatiche, riabilitazione sportiva & massaggio.
Tra i corsi offerti: Corso di formazione per istruttori di fitness e body building; Corso di formazione per personal trainer; Corso di formazione per istruttori di discipline musicali e tonificazione; Corso di formazione per istruttori di indoor cycling. Docenti: vari Sede: Milano Contatti: tel.02.34.93.43.35 info@fitpromos.it, www.fitpromos.it
Corsi Pilates Italia Tra i corsi offerti: Intensivo Matwork Plus: 30 settembre e 1,2,7,8,9 ottobre a Bologna. Per il calendario autunnale completo contattare l’ente organizzatore. Sedi: Bologna, Milano, Roma Docenti: vari Contatti: Pilates Italia, www.pilatesitalia.com, info@pilatesitalia.com, tel. 02.894.513.69, cell. 331.680.77.34
Corsi European Aquatic Association (EAA) Di seguito solo alcune date dell’articolato calendario di corsi ed eventi proposti da EAA (Aquafitness, Aqua Circuit, La Palestra Acquatica, Aqua Bike, Aqua Treadmill, Aqua Jump, Aqua Step, Deep Water, Aqua Fighting, Aguamovida Fitness®, Aguamovida Fitness® Jump, Aquaxfit, Aqua Gag e Dimagrimento, Aqua Cardio & Health, Aquatic Health, Aquami®, Aqua Rehab, Attività In Acqua, Acq. Neonatale 0-3 Anni, Acqua e Disabilità). Per il calendario completo contattare EAA.
Aquafitness - Instructor Basic: Lombardia, 24-25 settembre; Puglia, 22-23 ottobre. Instructor Advanced: Emilia Romagna, 19-20 novembre. Aqua Circuit - Big Equipment: Lazio, 25 settembre; Veneto, 27 novembre. La Palestra Acquatica: Lombardia, 16 ottobre; Aqua Bike – Basic: Campania, 6 novembre; Piemonte, 27 novembre. Sede: Puglia, Emilia Romagna, Lazio, Veneto, Lombardia, Campania, Piemonte, Toscana, Campania, Sardegna, Marche Docenti: vari Contatti: tel. 049.960.09.38 www.euroaquatic.it - eaa@ euroaquatic.it
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Corsi CovaTech Pilates School Tra i corsi offerti: 116° Corso Introduttivo: sab 17 settembre 2016 (1 giorno)*; 75° Corso TP - Full Immersion (formazione completa CovaTech Pilates Teacher): dal 7 ottobre al 22 dicembre 2016 (19 giorni)* *Per date complete, info costi e posti disponibili www.studiopilates.it (sezione CovaTech Pilates School/prossimi corsi) Sedi: CovaTech Pilates Studio di Milano Docenti: vari Contatti: www.studio-pilates. it, info@studio-pilates.it, tel. 02.78.26.93
L’Accademia Striding mette a disposizione degli allievi insegnanti altamente professionali, certificati e costantemente aggiornati. L’Accademia intende garantire opportunità di carriera attraverso adeguati percorsi di crescita e sviluppo professionale. Seconda/Terza Giornata corso di Certificazione: sabato 1 e domenica 2 ottobre presso Village Fitness Club di Roma. Per la programmazione didattica autunnale contattare Striding Italia ai recapiti riportati sotto. Sedi: Acireale (CT), Biella, Roma Docenti: vari Contatti: Striding Italia, tel. 06.43.68.01.59 cell. 340.71.20.023 segreterianazionale@ stridingsystem.com info@stridingsystem.com www.stridingsystem.com
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Bimestrale di Attualità e Management dei Centri Sportivi e Fitness Club IL NUOVO CLUB Anno XXVII - n. 152/4 luglio - agosto 2016 Direttore responsabile: Roberto Maestrami Responsabile di redazione: Davide Venturi Redazione: Davide Venturi Rita Cesarini per contattare la redazione: ilnuovoclub@ilcampo.it ufficio traffico: Maurizia Manici mmanici@ilcampo.it Comitato tecnico-scientifico: Responsabile: Avv. Guido Martinelli - Docente alla Scuola Centrale dello Sport - CONI - Roma Componenti: Avv. Marilisa Rogolino, Avv. Ernesto Russo, Avv. Carmen Musuraca Hanno collaborato: Ray Algar, Hugo Braam, Sandro Castellana, Paolo Grosso, Andrea Muzzarelli, Daniele Trevisani Impaginazione e prestampa: Sergio Melani, Sabrina Paoletti Immagini: archivio Editrice Il Campo, Shutterstock, Fotolia Stampa: MIG Moderna Industrie Grafiche - Bologna Editrice Il Campo Srl fondata da Franco Maestrami Direzione editoriale: Federico Maestrami, Roberto Maestrami Direzione, Redazione, Amministrazione, Pubblicità: Editrice il Campo Via G. Amendola, 11 40121 Bologna Tel. 051.25.55.44 - 25.58.14 Fax 051.25.53.60 info@ilcampo.it www.fitnesstrend.com www.sportindustry.com www.ilnuovoclub.it www.piscineoggi.it www.forumclub.it www.forumpiscine.it Web manager: Claudia Gamberini Registrazione presso il Tribunale di Bologna n. 5796 del 16-10-1989. Sped. abb. pt. comma 26-art. 2 L. 549-28/12/1995
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