l’informazione sull’industria dello sport, del fitness, della piscina e del benessere trimestrale - anno 4 - n. 13 - lug-set 2013
www.sportindustry.com SPORT & FITNESS
PISCINE
News
Finanziamenti e bandi Una sezione dedicata alle opportunità di finanziamento e ai bandi attivi in Italia in materia di impianti sportivi.
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Primo Piano
Politiche sportive Michele Uva, nuovo D.G. di Coni Servizi, condivide strategie e difficoltà nella promozione dell’attività sportiva in Italia.
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Rassegna
Pavimentazioni antitrauma Prodotti, sistemi e tecnologie per superfici sportive e ricreative a prova di caduta.
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WELLNESS
COMPLEMENTI
Molto più di un campo da gioco Bologna ha uno stadio, è in centro città ed è stato costruito nel 1927. Ha vissuto una sola ristrutturazione (a detta di molti inadeguata) in occasione di Italia ‘90. Da diversi anni si parla di dargli una nuova vita, di ricostruirlo fuori città, oppure di riqualificarlo; ma i tanti progetti presentati sono rimasti sulla carta. Troppe parti in gioco, troppi soldi da investire, troppa burocrazia e tutto resta fermo. A Bologna c’è anche una piscina, lo Sterlino: un impianto di importanza storica dove si allenano campioni e promesse del nuoto, oggi minacciato dalla revoca della convenzione con il CUSB. Bologna ha infine il Paladozza, il Palazzetto dello Sport entrato nel mito del Basket, dove la nuova Fortitudo forse non riuscirà a giocare perché non è in grado di presentare la fidejussione richiesta dal Comune. Certo, sono solo pochi esempi, oltretutto locali, eppure rendono tristemente l’idea della condizione in cui versano gli impianti sportivi nel nostro Paese. E purtroppo non si tratta “solo” di problemi strutturali e impiantistici, ma anche e soprattutto di natura gestionale. In parte dipende dalla vetustà delle strutture, in parte da una cultura gestionale e manageriale che in Italia è ancora molto indietro rispetto al resto del mondo, dove gli stadi (e gli impianti sportivi) sono spazi polifunzionali che generano servizi alla comunità e soprattutto profitti. Il passaggio (obbligato) che il nostro settore deve fare? Uscire dalla status di assistito e diventare autonomo, assumendosi i rischi e i vantaggi che questa autonomia comporta. E poi cominciare a considerare l’impianto sportivo al pari di un’azienda, adottando sistemi
che la rendano florida e redditizia. E l’unico modo per fare tutto questo è costruire una “cultura della gestione”, studiare le logiche aziendali e di marketing e applicarle agli impianti sportivi e agli stadi, come già viene fatto in realtà estere anche non troppo lontane da noi (senza bisogno di scomodare i Dome americani, basta guardare all’Inghilterra), cercando di capire che lo stadio, al pari di qualsiasi impianto sportivo, può essere molto più di un campo da gioco e che può attrarre tutti, anche chi lo sport lo guarda solo in televisione.
SEI PRONTO A TUFFARTI
Primo Piano
NEL MERCATO INTERNAZIONALE?
Gli stadi in Italia Il parere di due architetti e un ingegnere in materia di passato, presente e futuro delle nostre “megastrutture”.
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newsdall’Italia
Comunicazione gratuita per le ASD Spazi televisivi gratuiti anche per le associazioni sportive no profit. Una legge antica, ma ancora in vigore dal 1975, consente infatti a soggetti collettivi organizzati, tra cui associazioni di interesse sociale, culturale, professionale, sportive, di accedere ai programmi RAI a diffusione regionale per svolgere attività di comunicazione attraverso trasmissioni autogestite. La lingua italiana è uno dei requisiti dei filmati, oltre all’ovvio divieto di fare pubblicità e di esporre loghi di prodotti o aziende private, e alle finalità non commerciali dell’ente e della trasmissione proposta. I Comitati Regionali per le Comunicazioni (CORECOM) presiedono all’attività di regolamento e controllo di queste trasmissioni: ne disciplinano l’accesso secondo propri regolamenti regionali, ricevono ed esaminano le richieste,
Sport e certificati medici
ne valutano l’ammissibiltà, stilano le graduatorie e pianificano i programmi, ripartendo tra i soggetti ammessi il tempo effettivo messo a disposizione dalle sedi regionali della RAI.
Il “Decreto del fare”, approvato lo scorso 9 agosto in via definitiva dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il 20 agosto, elimina l’obbligo di certificazione sanitaria per lo sport amatoriale recentemente introdotto dal “Decreto Balduzzi”. L’emendamento dei senatori Francesca Puglisi e Stefano Vaccari abroga infatti l’obbligo di certificazione per l’attività ludico-motoria e amatoriale previsto dall’art.7, comma 11, del DL 158 del 2012. “Di fatto - commenta l’avv. Guido Martinelli - si ritorna alla disciplina previgente in materia di certificazione per le attività sportive. Permane però l’obbligo della dotazione, entro trenta mesi, del defibrillatore”. Su www.sportindustry.com, è possibile consultare direttamente l’art. 42 bis del “Decreto del Fare”, dove vengono chiamati in causa i certificati medici.
Per approfondire: bit.ly/sid1tv
La dimensione economica dello sport in Italia Un’analisi accurata svolta dal Servizio Studi Bnl mette in evidenza il valore economico e le fonti di finanziamento per il mercato dello sport in Italia. Secondo quanto riportato nel Focus (scaricabile dalla notizia pubblicata su www. sportindustry.com), in Italia le fonti di finanziamento dello sport passano principalmente per tre canali: individui e famiglie; aziende private; finanziamenti pubblici. Come riporta Stefano Ambrosetti, economista del Centro Studi Bnl: “Lo sport in Italia ha assunto una dimensione economica rilevante. Pur avendo registrato, negli ultimi anni, una flessione, nel 2011 presenta un peso pari all’1,6% del Pil (nel 2008 era pari al 2,8% del Pil) e genera un giro d’affari di circa 25 miliardi di euro”. In particolare, i finanziamenti delle aziende private possono derivare da molteplici iniziative, come sponsorizzazioni, acquisto di spazi pubblicitari in strutture sportive, vendita di beni e servizi alle società sportive a prezzi inferiori al
mercato e donazioni. Interessante infine porre in evidenza un dato: le risorse pubbliche destinate allo sport, che tra il 2001 e il 2009 avevano registrato una crescita media del 5%, in seguito hanno vissuto una totale inversione di tendenza, che ha portato un calo degli investimenti pubblici del 16% nell’anno 2010, arrivando a un flusso annuo di circa 2,5 miliardi di euro.
Per approfondire: bit.ly/sid1certificati
Aree spogliatoio: come le arredo? L’area spogliatoio dovrebbe essere: correttamente dimensionata, debitamente attrezzata, differenziata per utenza, illuminata e con la presenza di specchi (ma non troppi!), un luogo igienico e sicuro. Queste, in estrema sintesi, le indicazioni fornite da due architetti (Paolo Pettene e Alberto Apostoli) nell’articolo pubblicato su www.sportindustry.com, pensato per fornire utili indicazioni sulla progettazione e realizzazione di aree spogliatoi per centri sportivi, piscine e fitness/wellness club. E per scegliere la soluzione più adatta alle vostre esigenze, a seguire troverete anche una rassegna di prodotti e di realizzazioni curate da designer e aziende del settore, selezionate dalla nostra redazione apposta per voi. Nell’immagine: esempio di spogliatoi stagionali, con arredi in laminato, allestiti per la Piscina pubblica Trecate a Torino. Progetto curato dall’arch. Paolo Pettene.
Per approfondire: bit.ly/sid1economia
Per approfondire: bit.ly/sid1spogliatoi
I numeri dell’attività fisica in Italia In Italia solo il 33% degli adulti risulta fisicamente attivo, i sedentari sono il 31%, mentre i soggetti parzialmente attivi sono il 36%. Questi, in estrema sintesi, i dati raccolti durante il quadriennio 2009-2012 dal Sistema di Sorveglianza Passi su un campione di adulti di età compresa tra i 18 e i 69 anni. Un dato preoccupante, e insieme molto interessante, è che l’attenzione degli operatori sanitari al problema della sedentarietà non è ancora abbastanza viva: solo il 31% degli intervistati, infatti, ha affermato che un operatore sanitario si è interessato all’attività fisica da lui svolta o ha consigliato di impegnarsi a svolgerne una regolarmente. Il personale medico e paramedico dovrebbe invece cercare di sensibilizzare il più possibile la popolazione, spronandola a mantenersi attiva, perché la sedentarietà è un problema, che deve essere contrastato; essa è infatti la causa principale di malattie cardio-vascolari e altre patologie più o meno gravi, e finisce per incidere pesantemente sui costi della sanità. Per approfondire: bit.ly/sid1numeri
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news dall’italia
Stadio Marassi: un anno di “outsourcing”
L’era dello sport 3.0
Sta per compiere un anno la gestione in “outsourcing” dello storico stadio Ferraris di Genova, affidata non al Comune né alle squadre che la utilizzano. Ad occuparsi dell’impianto, dal primo dicembre scorso, è infatti un consorzio di cui fa parte Costa Edutainment, la società presieduta da Beppe Costa che ha reso celebre l’Acquario di Genova e che gestisce altri acquari, giardini botanici e parchi gioco dedicati all’“intrattenimento educativo” nel capoluogo ligure e nel resto del Paese. Un caso insolito nel panorama italiano, che potrebbe aprire nuove strade per la gestione “esternalizzata” di altri stadi e impianti, trasformandoli in strutture polivalenti destinate ad ospitare concerti e altri tipi di manifestazioni. Il consorzio, subentrato al Comune nella gestione del Ferraris a seguito di una gara, si occuperà per dieci anni dello stadio di Marassi, versando al Comune un canone annuo e incassando l’affitto di Genoa e, per ora, anche Sampdoria.
Oltre l’80% della popolazione italiana dichiara di seguire almeno uno sport. La TV continua a rimanere il primo canale di consumo, anche se la fruizione di contenuti attraverso altri mezzi sta crescendo notevolmente. Il 60% degli appassionati segue infatti lo sport online e il 19% di questi lo fa attraverso un servizio a pagamento. Il mobile è utilizzato dal 37% di chi consuma contenuti sportivi (nel 2011 era il 29%) e il 29% degli appassionati italiani seguono lo sport anche attraverso social network (nel 2011 era al 27%), come Facebook e YouTube. E lo sport più seguito? Ovvio: il calcio (58%), seguito a ruota da Formula 1, Moto GP, nuoto, tennis e pallavolo. Questi dati, che possono essere approfonditi su www.sportindustry.com, vengono dal Global Sports Media Consumption Report 2013, una ricerca che analizza gli sport più seguiti dagli italiani e i nuovi mezzi di fruizione.
Per approfondire: bit.ly/sid1genova
Abbattere le barriere architettoniche
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Per approfondire: bit.ly/sid1media
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Pubblicato su www.sportindustry.com un articolo che presenta sei esempi italiani che dimostrano come sia possibile realizzare o trasformare le strutture sportive in impianti privi di barriere architettoniche, in modo da dare la possibilità di praticare sport a tutti coloro che lo desiderano. Sei iniziative che la nostra redazione ha collezionato da maggio a settembre, tutte rigorosamente italiane e tutte “replicabili”, affinché lo sport diventi un veicolo di salute, di benessere e di integrazione per tutti. Per approfondire: bit.ly/sid1disabilità
BELLEZZA DELLE FORME VARIETÀ DI SOLUZIONI AD ALTA TECNOLOGIA
NUOVA COPERTURA ENERGY La nuova tecnologia a doppia membrana che riducendo al massimo la dispersione termica permette un risparmio energetico senza precedenti.
YouTube per il no profit In arrivo anche in Italia “YouTube For Good”, il programma YouTube interamente dedicato alle campagne di comunicazione del settore no profit. Un programma attualmente disponibile in Australia, Canada, Germania, India, Irlanda, Regno Unito e Stati Uniti. Molteplici i vantaggi della partecipazione al programma, che vi invitiamo ad approfondire nella notizia pubblicata su www. sportindustry.com. Accedere al canale dedicato al terzo settore è molto semplice: è sufficiente che la propria organizzazione (no profit oppure ONG) sia regolarmente registrata in Italia. Un’opportunità che crediamo possa avere risvolti di grande interesse anche per le associazioni che operano nel settore dello sport e degli impianti sportivi.
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news finanziamenti e bandi Ravenna: 200mila € per 6 impianti
Riccione: 40mila € per la manutenzione Approvati dalla Giunta comunale di Riccione interventi di manutenzione straordinaria degli impianti sportivi cittadini per 40mila euro. Si tratta di un primo stralcio di manutenzioni che, per il solo 2013, raggiungerà la somma di 100mila euro. “Un impegno economico - si legge nel comunicato ufficiale diramato dal Comune - che dimostra che l’Amministrazione comunale considera il proprio patrimonio di impianti sportivi un bene irrinunciabile al servizio delle politiche turistiche e dell’economia cittadina, oltre che della diffusione tra i cittadini della pratica sportiva e di corretti stili di vita in generale”. L’elenco completo delle strut-
ture che beneficeranno dei finanziamenti e degli interventi di manutenzione previsti è consultabile nella notizia pubblicata sul sito www.sportindustry.com. Per approfondire: bit.ly/sid1riccione
Regione Veneto: mutui agevolati Continua la collaborazione tra Regione Veneto, ICS e CONI, volta a concedere mutui agevolati per la ristrutturazione e messa a norma di impianti sportivi. La convenzione, di durata triennale, è in pratica un rinnovo di un patto ormai ventennale tra i tre enti che, sin dagli esordi, nacque per agevolare gli investitori sia pubblici sia privati nell’ottica di una riduzione dei tassi applicati dall’Istituto sui muti concessi per l’impiantistica sportiva. Secondo la nuova convenzione, il Credito Sportivo si impegna, nel limite della
somma complessiva di 20 milioni di euro – con riserva dell’Istituto di incrementare tale limite in base alle richieste che perverranno –, a concedere a Enti locali, pubblici e morali e a soggetti di natura privatistica del Veneto, mutui finalizzati alla costruzione, ampliamento, ottimizzazione energetica, dotazione attrezzature, miglioramento, ristrutturazione, completamento e messa a norma di impianti sportivi, compresa l’acquisizione delle relative aree e l’acquisto di immobili da destinare ad attività sportive. Per approfondire: bit.ly/sid1veneto
Oristano: fondi per lo sport
Nuova arena a Detroit: 650milioni $
La giunta comunale di Ravenna ha recentemente approvato sei progetti di riqualificazione di sei impianti sportivi comunali. Questi interventi, che raggiungono un valore complessivo di circa 450 mila euro, verranno realizzati a cura delle società che hanno in gestione le singole strutture, con l’appoggio di circa 200 mila euro provenienti da contributi comunali. Sul sito www.sportindustry.com potete trovare l’elenco delle strutture che godranno dei finanziamenti e l’ammontare del contributo stanziato per ogni singolo impianto. Per approfondire: bit.ly/sid1ravenna
Delibera sulle sponsorizzazioni Su proposta dell’Assessorato allo Sport, la giunta del Comune di Napoli ha approvato una delibera con la quale si autorizzano le sponsorizzazioni dedicate alla valorizzazione degli impianti sportivi di proprietà del Comune e delle palestre dei plessi scolastici facenti capo all’Amministrazione. Secondo quanto stabilito da regolamento, l’amministrazione comunale offre a un soggetto pubblico o privato - sponsor - la possibilità di pubblicizzarne il nome, il logo, i prodotti e i servizi in cambio o del pagamento di un determinato corrispettivo (sponsorizzazione finanziaria) oppure fornendo una predeterminata prestazione, diretta o indiretta, a titolo gratuito per l’amministrazione (sponsorizzazione tecnica). Il contratto di sponsorizzazione viene formulato quando sussistono condizioni ideali, come il perseguimento degli interessi pubblici, e non sussistono forme di conflitto di interesse tra attività pubblica e privata. La scelta dello sponsor, secondo quanto previsto dalle legge, viene effettuata mediante la pubblicazione di avviso pubblico sul sito internet del Comune. Per approfondire: bit.ly/sid1napoli
Via libera all’utilizzo dei fondi del “Programma integrato d’area Campidano” – che riguardano le Province di Cagliari, CarboniaIglesias, Medio Campidano e Oristano – per la riqualificazione degli impianti sportivi del Comune di Oristano. A disposizione: 1 milione 250 mila euro che saranno utilizzati per risolvere le problematiche in materia impiantistica che, gioco forza, condizionano l’attività delle società sportive. L’elenco completo delle aree e delle strutture sportive che beneficeranno dei contributi, con la specifica degli interventi e la ripartizione dei fondi, è consultabile nella notizia pubblicata sul sito www.sportindustry.com. Per approfondire: bit.ly/sid1oristano
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I funzionari della città di Detroit, in collaborazione con la squadra di hockey sul ghiaccio Red Wings, hanno annunciato un piano di 650 milioni di dollari da dedicare allo sviluppo di una nuova arena con 18.000 posti, che andrebbe a sostituire la vecchia Joe Louis Arena, costruita 32 anni fa. I Red Wings hanno spiegato che gli investimenti privati toccheranno i 367 milioni di dollari, mentre dai fondi pubblici arriveranno 283 milioni di dollari, i quali includeranno anche spazi residenziali, negozi e uffici. Il denaro pubblico da investire nel progetto deriva da fondi economici di sviluppo già esistenti e non peserà con nuove tasse o fondi sui bilanci di Detroit, una città tenuta a stretto controllo finanziario. Per approfondire: bit.ly/sid1detroit
Fondo nazionale: 10mila richieste Le istanze pervenute all’Ufficio per lo Sport riguardo il “Fondo per lo sviluppo e la capillare diffusione della pratica sportiva” (decreto interministeriale del 25 febbraio 2013, pubblicato in G.U. il 27 aprile 2013) sono oltre 10.000, 5.900 trasmesse per via elettronica e 4.200 per via cartacea. Un numero notevole che offre un’idea, da un lato, di quanto effettivamente ci sia bisogno di fondi per la ristrutturazione e la costruzione di impianti sportivi nel nostro Paese e dall’altro, come ha tenuto a precisare il Ministro per lo Sport Graziano Delrio, di quanto sia importante e centrale lo sport in Italia. L’Ufficio per lo Sport rende noto che i lavori del Nucleo di Valutazione e della Segreteria Tecnica, iniziati il 5 luglio 2013, procedono con regolarità e che ulteriori comunicazioni di interesse dei proponenti saranno rese note nei prossimi giorni; comunicazioni che pubblicheremo con tempestività su www.sportindustry.com. Per approfondire: bit.ly/sid1fondo
HI-Green, C’è DeL nUOVO neLL’erBA
DA OGGI L’erBA ArTIFICIALe HA Un nUOVO TeAM COn ALLe SPALLe MOLTI AnnI DI eSPerIenZA
Hi-Green si affaccia al mondo dello sport con proposte e soluzioni innovative, frutto di costante ricerca, di collaborazioni con esperti di biodinamica e laboratori universitari e grande attenzione alla tutela dell’ambiente ed alla sostenibilità, per garantire, oltre alla sicurezza degli atleti, la massima compatibilità ambientale e l’ottimizzazione dei costi di gestione degli impianti. Il nostro ciclo produttivo è certificato UNI EN ISO 9001. Nessun limite di utilizzo, grande risparmio delle risorse, ridotta manutenzione rendono infine particolarmente vantaggioso l’investimento.
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newsdal mondo C’era una volta...
43mila £ per lo sport invernale UK Sport, la sport agency inglese che lavora per portare gli sport Olimpici e Paraolimpici nel Regno Unito a performance elevate, ha annunciato che, in vista dei Giochi di Sochi 2014, sarà stanziato un finanziamento pari a 443,200 £ a sostegno degli atleti che gareggeranno alle prossime olimpiadi invernali. Questa decisione è stata presa al fine di aiutare gli atleti di sport come il bob, lo sci, lo snowboard e il para-sci alpino ad arrivare preparati alle prossime competizioni, con l’obiettivo di riuscire a conquistare tutte le medaglie possibili durante lo svolgimento dei Giochi del prossimo anno. Un’iniziativa sicuramente lodevole, pensata per il sostegno degli atleti e della loro passione per lo sport e per la sana competizione.
Provate a immaginare. Un ragazzo di 15 anni che, per dare nuova vita al campo da baseball della sua città, mette insieme un progetto di riqualificazione e lo presenta in Comune. L’idea avanzata piace così tanto che il progetto viene approvato. A quel punto, però, servono 40.000$ per metterlo in pratica. Il ragazzo, tutt’altro che scoraggiato, si impegna e mette insieme una campagna di raccolta fondi, sponsorizzata dalla Westmoreland Community Action, un’organizzazione non profit. Sembra una favola, e invece è una storia vera, che vi riportiamo come esempio di quanto lo sport possa essere fondamentale nella crescita e nella formazione dei giovani, di quanto aiuti a formare il carattere e a far comprendere quanto siano importanti la passione e la determinazione in tutti gli ambiti della vita. Per approfondire: bit.ly/sid1gb
Lo Stadio Olimpico di Londra si rinnova L’Olympic Stadium, progettato e realizzato in occasione delle Olimpiadi di Londra del 2012 dallo studio di architettura Populous e in grado di ospitare fino a 80.000 spettatori, è già in fase di trasformazione. Sono infatti cominciati i lavori che permetteranno a questa struttura di diventare uno stadio permanente, dedicato a manifestazioni sportive e culturali, e che sarà completato entro il 2015, in modo da poter ospitare anche alcune delle partite che verranno disputate durante la Coppa del Mondo di Rugby. “L’Olympic Stadium - ha affermato il Sindaco di Londra Boris Johnson - diventerà uno stadio di rilevanza mondiale, in grado di ospitare al proprio interno eventi sportivi e culturali di diversa tipologia”. Una
Il nuoto è un investimento
volta completati gli interventi strutturali, la capacità dell’Olympic Stadium risulterà ridotta a 60.000 posti e sfoggerà un nuovo tetto, che coprirà ogni elemento delle gradinate e garantirà un’acustica migliore all’interno dell’arena. Per approfondire: bit.ly/sid1londra
E lo sport extra-scolastico?
A settembre, ogni scuola primaria del Regno Unito riceverà un finanziamento minimo di 9.000 £ da dedicare a corsi di nuoto per i più piccoli. Questi fondi arrivano in seguito ai risultati del rapporto dell’Amateur Swimming Association (ASA), che ha evidenziato come il 51% dei bambini di età compresa tra sette e undici anni non sia in grado di nuotare per 25 metri in autonomia e sicurezza. I dati, risultato di un’analisi svolta coinvolgendo 3.501 scuole primarie, ha messo in allarme il Principe William in persona che, in un video messaggio a sostegno del nuoto, ha evidenziato l’importanza per i bambini di essere fiduciosi in acqua, così da ridurre sensibilmente il rischio di annegamento. Un’iniziativa sicuramente da prendere come esempio. Per approfondire: bit.ly/sid1nuoto
Avvicinare i bambini allo sport
Le scuole presenti sul territorio di competenza dell’ente pubblico Sport Northern Ireland potranno ricevere un finanziamento da dedicare alle attività sportive del doposcuola, così da sensibilizzare i bambini e i giovani all’importanza e ai benefici dello sport, senza dimenticare il divertimento. L’iniziativa è stata messa in campo dalla Sport Northern Ireland, ente pubblico dedicato allo sviluppo dello sport nell’Irlanda del Nord, che ha recentemente stanziato un finanziamento complessivo di 250,000 £ destinato alle scuole presenti sul territorio di sua competenza. L’intento del programma è quello di garantire la possibilità di effettuare 2 ore di sport extra-curriculare e ricreazione fisica, al fine di aumentare la partecipazione allo sport dei bambini e dei giovani. Un progetto da cui trarre esempio anche per il nostro Paese, dove l’attività sportiva scolastica è ancora “relegata” alle classiche due ore di attività fisica a settimana. Per approfondire: bit.ly/sid1extrasport
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Per approfondire: bit.ly/sid1baseball
Prende il via, su progetto della Premier Sport - società di coaching sportivo con sede nel Regno Unito, l’iniziativa Inspire Programme che, partendo dai bambini che hanno già un buon rapporto nei confronti delle discipline sportive, mira a coinvolgere tutti gli studenti, anche quelli che per vari motivi non amano dedicarsi allo sport. Il programma elaborato poggia sulla convinzione che l’attività fisica svolta prima e durante quella scolastica aiuta i bambini ad affrontare meglio la giornata, a concentrarsi e a sfogarsi, focalizzando le sessioni di gioco sul divertimento e non sulla competizione, e insegnando ai bambini le tecniche, le norme e i regolamenti di una vasta gamma di attività sportive, dal calcio alla ginnastica, soddisfacendo anche la curiosità e la voglia di imparare. Per maggiori informazioni, su www.sportindustry.com, è possibile scaricare il documento ufficiale dell’Inspire Programme. Per approfondire: bit.ly/sid1scuola
news dal mondo
Il mercato del wellness in India Da un’analisi condotta da Pricewaterhouse Cooper è emerso che il mercato del wellness in India arriverà a toccare i 14 miliardi di euro (nel 2011 erano 8 i miliardi di euro raggiunti) entro i prossimi 4 anni, grazie a una sempre maggiore attenzione al benessere e all’estetica da parte della popolazione indiana, che nel 2011 è arrivata a spendere 7 € pro capite in prodotti e trattamenti di bellezza contro i 4 € del 2008. Per approfondire la crescita del mercato del wellness indiano e i consumatori potenziali ed effettivi, vi invitiamo a leggere l’articolo pubblicato su www.sportindustry.com.
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La Commissione Europea promuove lo sport Nel corso del mese di settembre verrà discussa una proposta emessa dalla Commissione Europea finalizzata a stimolare i cittadini degli Stati membri ad avvicinarsi all’attività fisica. Nonostante l’impegno incanalato nei vari progetti, infatti, l’inattività continua a interessare quasi i due terzi della popolazione europea, portandosi dietro un alto tasso di obesità e altre patologie correlate. Decisa a modificare il corso degli eventi, stimolando gli Stati membri ad agire in prima persona per contrastare questa tendenza, la Commissione Europea intende pubblicare una “Raccomandazione in materia di sport” che potrebbe essere adottata prima della fine del 2013. Per approfondire: bit.ly/sid1europa
Per approfondire: bit.ly/sid1india
Giocando s’impara! Ennesima riprova che lo sport fa bene, uno studio statunitense condotto dall’University of South Carolina e dalla Pennsylvania State University su 9.700 studenti tra i 14 e i 18 anni. Secondo i dati raccolti, lo sport di squadra è l’unica attività extracurricolare che è in grado di migliorare in modo significativo i risultati scolastici. I dati raccolti non subiscono alterazioni inerenti al sesso, origini e background socio-economico degli studenti e dimostrano che gli adolescenti che fanno parte di squadre sportive hanno una cultura più ricca e approfondita rispetto a coloro che, invece, non praticano sport di squadra. A questo si aggiunge il fatto che, come ha sottolineato Eileen Marchant dell’UK’s Association for Physical Education, lo sport di squadra solleva l’autostima e la fiducia in se stessi. E siamo tutti concordi che esista una stretta correlazione tra il credere in se stessi e in ciò che ci accade, non solo nello sport e nel rendimento scolastico, ma anche in molteplici aspetti dell’esistenza. Leggi l’articolo originale, in lingua inglese, dalla news pubblicata su www.sportindustry.com.
Per approfondire: bit.ly/sid1america
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primo piano formazione
(Ri)partire dalla formazione Gestire l’impianto sportivo affinché esso non sia più solamente una fonte di costo, ma possa diventare un generatore di risorse? Non è una missione impossibile, basta non smettere mai di cercare risposte alle proprie domande e soprattutto formarsi, formarsi, formarsi. a cura della redazione
AUDIO FORMAZIONE!
Sono online sul sito www.ilcampo.it le due audiocollection dell’edizione 2013 di ForumPiscine, ForumClub e ForumSport Congress. Disponibili in versione mp3, consentono di ascoltare una selezione di interventi d’alto valore formativo, per chi desidera cresce sul piano professionale. Le sessioni in lingua inglese sono disponibili sia in versione originale sia tradotta in italiano. www.ilcampo.it.
In che modo, oggi, può crescere e prosperare una società che gestisce un impianto sportivo pubblico? Certamente si tratta di una domanda complessa, che richiederebbe una risposta altrettanto articolata. Eppure una risposta alla portata di tutti esiste. La soluzione è continuare a studiare, non smettere mai di investire tempo, energia, e fondi, nella propria formazione professionale. Come disse, molto saggiamente, in un’intervista Guido Martinelli (cfr. pag. 8, Sport Industry Magazine 12): “L’impianto sportivo oggi deve essere gestito da personale specializzato, affinché esso non sia solo un costo, ma possa diventare una risorsa”. Negli ultimi anni, la figura del gestore di impianti sportivi pubblici è stata oggetto di cambiamenti profondi, che vanno verso una sempre maggiore responsabilità, soprattutto economica, che inevitabilmente porta con sé anche rischi maggiori. La congiuntura economico/finanziaria sfavorevole sta infatti portando le amministrazioni comunali a esternalizzare la gestione degli impianti, dando al gestore responsabilità che prima non aveva. Come disse, giustamente, Luca Verardo durante la prima edizione dell’evento ForumSport Congress (cfr. pag. 10, Sport Industry Magazine 12): “Non ci si può improvvisare gestori, bisogna dotarsi di strumenti per il controllo di gestione e sviluppare competenze specifiche. Per questo la prima cosa che abbiamo fatto è stata professionalizzare i nostri dirigenti”. L’impianto sportivo,
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infatti, non può più essere considerato diversamente da una qualunque azienda che fornisca servizi, e come tale deve iniziare a generare, oltre che servizi socialmente utili alla comunità di riferimento, anche profitti. “Il settore sportivo – come ha sostenuto Rita Amabile durante il già citato ForumSport Congress (cfr. idem) – non può più permettersi di far prevalere sempre e solo l’aspetto sociale e non saper guardare ai conti o rimanere estraneo alle principali strategie di marketing e di controllo di gestione. Il mondo sportivo deve organizzarsi e professionalizzarsi”. Le conseguenze? Le abbiamo già davanti agli occhi: il 90% dei nostri impianti sportivi risulta antiquato e avrebbe bisogno, almeno, di interventi di ristrutturazione e riqualificazione. Il sostegno dei Comuni non è di certo mancato in questi anni, il problema è che, tra patto di stabilità e tagli alla spesa pubblica, i fondi destinati sono andati sempre calando. “È evidente – ci racconta Roberto Pella, delegato ANCI a sport e politiche giovanili e assessore allo sport del Comune di Biella (cfr. pag. 8, Sport Industry Magazine 12) – che la spesa dei Comuni per l’impiantistica sportiva, in questi ultimi anni, è calata in maniera verticale, non soltanto per il patto di stabilità, ma anche per il vincolo della possibilità di indebitamento sui primi tre titoli delle entrate, che è passato dal 25% negli anni ‘90 all’attuale 12%” . È dunque oggettivo quanto il mondo dello sport abbia bisogno di diventare
ogni giorno più autonomo, cominciando a camminare sulle proprie gambe. Questo però significa anche instaurare un dialogo: un dialogo tra gestori, un dialogo con le Amministrazioni, un dialogo tra assessorati. Perché solo dal confronto constante, dall’interscambio di idee, di problemi e soluzioni, di case history si può crescere tutti insieme. Come giustamente sostiene Michele Uva, da maggio 2013 Direttore generale di Coni Servizi (cfr. pag. 10 di questo numero): “Non si può dire che sino ad oggi non siano state destinate risorse allo sport. Le Regioni e le Amministrazioni comunali hanno risorse per lo sport nei propri bilanci, il Comitato Olimpico riceve un finanziamento annuale dallo Stato (purtroppo non più automatico), poi ci sono i capitali privati investiti nel Coni stesso, nelle federazioni, leghe e società sportive. Il problema è che vi è una grande frammentazione. Bisognerebbe invece studiare e programmare un progetto unico di sport e per lo sport, perché il frazionamento impedisce di avere una strategia completa e integrata”. Il primo passo da compiere? Entrare nell’ottica del cambiamento. Perché tutto può cambiare, basta solo fare il primo passo.
È ora di tornare a “scuola”!
Da questo punto di vista, come Sport Industry (Magazine e Directory) stiamo cercando di fare la nostra parte, cercando sempre nuovi spunti, nuove idee e tenendovi informati sulle ultime novità di un settore, quello dell’impiantistica sportiva, che non è affatto così fermo come sembra. Per questo, da due anni siamo parte attiva nell’organizzazione e promozione dell’evento ForumSport Congress, che nasce da una costola dall’evento ormai consolidato ForumClub e ForumPiscine. Dopo una prima edizione ricca di contenuti, che ha visto la partecipazione di un pubblico interessato e motivato, per il 2014 è in lavorazione un programma di incontri formativi incentrati sulla gestione degli impianti sportivi pubblici e sulle attività delle A.S., con l’intervento di gestori, amministratori e dirigenti. A chi è rivolto? Principalmente alle associazioni sportive dilettantistiche, a tecnici, dirigenti e responsabili di federazioni ed
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enti di promozione sportiva, nazionale e periferici. I contenuti sono in programmazione in questi giorni, però possiamo già anticipare i macrotemi sui quali stiamo lavorando: - la concessione degli impianti sportivi pubblici, alla luce dei nuovi regolamenti comunali emanati negli ultimi anni e sui cambiamenti nelle modalità di scelta del contraente; - i finanziamenti e il reperimento di risorse; - le ultime novità in materia di norme e leggi, ad esempio certificati medici, defibrillatori, aspetti fiscali e legislativi, normativa sul lavoro, ecc...; - case history di successo in tema di gestione di impianti sportivi pubblici da parte di enti privati. L’appuntamento è a febbraio 2014, dal 20 al 22, alla fiera di Bologna. Comunicheremo al più presto quali giorni saranno dedicati in specifico a ForumSport Congress.
E per chi non può aspettare?
Tante sono le opportunità di crescita, per chi vuole continuare a formarsi e non vuole necessariamente... aspettare febbraio! Da quest’anno, prende infatti il via Il Nuovo Club Days, un ciclo di seminari di approfondimento tematico pensati per venire incontro alle esigenze di tutti coloro che operano in centri sportivi, fitness club e impianti acquatici. Ogni seminario è strutturato in modo intensivo: una singola giornata full immersion su due singoli temi, in modo da poterli approfondire, lasciando ampio spazio alle domande, così da poter avere risposte immediate e competenti ai propri problemi. I primi due argomenti che verranno sviscerati sono: - La normativa sul lavoro, sulla sicurezza e sulla sanità, con particolare riferimento alla nuova disciplina sulla tutela sanitaria che impone l’obbligo dell’installazione dei defibrillatori e alle responsabilità in capo al titolare di qualsiasi centro; - La sicurezza negli impianti sportivi e nei club, in riferimento alla compilazione del documento di valutazione rischi divenuto obbligatorio dal primo giugno 2013.
I due argomenti verranno trattati sia a Bologna, venerdì 11 ottobre presso NH Hotel Piazza XX Settembre 2, e a Roma, giovedì 28 novembre presso Hotel Diana Via Principe Amedeo 4. I temi saranno affidati ai due professionisti più autorevoli per la materia di riferimento, rispettivamente: - L’avvocato Guido Martinelli, specializzato in diritto sportivo e diritto del lavoro, nonché docente di legislazione sportiva presso l’Università di Ferrara e presso il Master in Management dello Sport indetto dalla Luiss in collaborazione con la Scuola dello Sport del Coni. Consulente di molte federazioni affiliate al CONI. - L’alto funzionario ASL Paolo Smania, membro direttivo regionale sezione Piemonte presso la Società Italiana di Igiene (SITI), nonché segretario nazionale e regionale presso UNPISI (Unione Nazionale Personale Ispettivo Sanitario d’Italia). Funzionario dell’ASL di Collegno (TO), svolge attività di vigilanza presso gli impianti natatori e i centri sportivi. Un’occasione veramente da non perdere.
Non solo “sport”
Accennavamo che ForumSport nasce da una “costola” di ForumClubForumPiscine, duplice evento Congressuale ed Espositivo che si pone un unico obiettivo: fornire strumenti in materia di progettazione, gestione e marketing a chi opera nel settore piscina, benessere e fitness. Strumenti che, come vi abbiamo raccontato in più di un’occasione, possono tornare molto utili anche per chi opera nel settore sport, soprattutto in quell’ottica aziendale che abbiamo delineato in apertura di articolo. Le tre giornate bolognesi offriranno l’occasione perfetta per fare network ed “entrare in rete”, per confrontarsi con altri operatori e allargare i propri orizzonti, per venire in contatto con nuove idee, con un obiettivo chiaro e preciso: ricavare strumenti e soluzioni concreti e pratici. Ancora una volta saranno numerosi i relatori italiani e stranieri che proporranno case history di successo, spunti di riflessione e vere e proprie ricette pronte per
essere messe in pratica. Tra i key note speaker stranieri della quindicesima edizione di ForumClub, possiamo già annunciare i nomi di Fred Hoffman, consulente e master trainer per grandi aziende del settore, nonché relatore e consulente rinomato a livello internazionale, e Alan Leach, group general manager della rinomata catena irlandese West Wood Clubs. Il congresso di ForumPiscine si presenterà a manager, imprenditori, amministratori pubblici e tecnici del comparto, con un rinnovato calendario di incontri sulla progettazione e gestione degli impianti acquatici, con particolare attenzione alle ultime novità normative, ai vantaggi dell’applicazione delle energie rinnovabili, a nuovi prodotti, tecnologie e soluzioni per rendere efficiente la piscina (pubblica o privata essa sia), fino alle ultime novità in tema di costruzione. Nuova sarà la location del Congresso, che verrà accolto nella prestigiosa cornice del Palazzo dei Congressi di Bologna, collegato al padiglione espositivo n°19, dove gli oltre 160 espositori attesi potranno mostrare tecnologie, prodotti, attrezzature, arredi, accessori per l’attività in acqua, complementi per lo spogliatoio, coperture, rivestimenti e solarium, prodotti e sistemi per la filtrazione, la disinfezione e il trattamento dell’acqua, sistemi di dosaggio, di controllo e di analisi, attrezzature per il l’attività fisica, software gestionali e di controllo, il tutto per piscine pubbliche e private, centri benessere e termali, fitness club, impianti sportivi e strutture ricettive. Tutto in un unico luogo e nelle medesime date. ForumClubForumPiscine garantiranno alle aziende un’ampia visibilità, sostenuta dalla possibilità di incontrare un pubblico di professionisti qualificati come installatori, progettisti, architetti, ma anche gestori e buyer, presenze in grado di qualificare l’evento come il principale riferimento italiano del settore. L’incontro tra operatori è favorito anche dai numerosi workshop aziendali ed eventi associativi organizzati all’interno dell’area espositiva nel corso della manifestazione, momenti di informazione/formazione e networking di idee e contatti utili per stabilire anche proficue relazioni commerciali.
9 PER APPROFONDIRE
www.forumpiscine.it www.forumclub.it Segreteria scientifica e vendita stand EDITRICE IL CAMPO tel. 051 255544 forum@ilcampo.it Segreteria organizzativa ABSOLUT eventi&comunicazione tel. 051 272523 info@absolutgroup.it Segui le novità relative a ForumSport Congress su www. sportindustry.com
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primo piano politiche sportive
Nuovi progetti per valorizzare lo sport Impianti sostenibili, risorse pubbliche e private, strategie, obiettivi e difficoltà di una politica sportiva volta a superare gli ostacoli rappresentati dalla congiuntura economica e dalla frammentazione. L’intervista con Michele Uva, neo direttore generale di Coni Servizi, è l’occasione per definire le priorità e i termini di riferimento di un progetto unitario per lo sport. di Lucia Dallavalle
“Secondo una stima recente, occorrono 4 miliardi di euro per rimettere a norma tutte le palestre scolastiche”. Michele Uva, DG di Coni Servizi
VISTO DA VICINO
Michele Uva. Direttore Generale presso CONI Servizi SpA, oltre che docente all’Università di Tor Vergata, vanta una lunga esperienza come dirigente sportivo di alto livello. Autore di numerose pubblicazioni in materia di sport, è anche ideatore e coordinatore di ReportCalcio (il rapporto annuale sul calcio italiano prodotto da FIGC, AREL e PWC).
“Lo sport è un’attività trasversale e quindi necessita del Ministero dello Sport, del Tesoro, delle Infrastrutture, dello Sviluppo, della Scuola, della Sanità, degli Interni, delle Amministrazioni pubbliche locali, dei privati… di tutti. Bisognerebbe studiare e programmare un progetto unico di sport e per lo sport perché il frazionamento impedisce di avere una strategia completa e integrata.” Difficile non essere d’accordo con il pensiero di Michele Uva, dalla scorsa primavera direttore generale di Coni Servizi, il “braccio operativo” del Coni di cui ai primi di settembre è stata presentata la nuova struttura organizzativa. L’esigenza di un piano unico, di una progettualità condivisa, capace di coordinare le forze in gioco quando si parla di sport, coinvolgendo tutti gli stakeholders, è fortemente avvertita dal manager Uva, che nel CONI vede la funzione di attivatore di un “percorso di confronto con tutti i ministeri coinvolti e con tutti gli enti territoriali interessati.” E con i privati. “C’è bisogno di tempo, c’è bisogno di pianificare, c’è bisogno di risorse – osserva il Dg di Coni Servizi – e su questo punto è importante anche riattivare il rapporto pubblico-privato.” Nella visione di Uva le aziende sponsor hanno un ruolo importante, che deve essere incentivato (e valorizzato) attraverso progetti a elevato impatto sociale: “Si dovranno trovare aziende che credano in questo percorso. Le aziende sono sempre più decise a focalizzare i propri investimenti in attività di
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partnership sociale, che abbiano una presa sul territorio, sulla gente. Diminuiscono le aziende che sponsorizzano per la visibilità televisiva, mentre aumenteranno per un ritorno sociale.”
Risorse pubbliche e private
“Quello che si spende nello sport è un investimento, non è sicuramente un costo” è l’efficace sintesi di una teoria che Uva ha sostenuto e argomentato in una delle sue recenti pubblicazioni, Viaggio dello sport in Italia, scritto con l’economista Marco Vitale, e che si ritrova nel programma del neo presidente del CONI, Giovanni Malagò. Ma quando si parla di risorse per lo sport, non solo in riferimento ai grandi impianti come gli stadi, ma anche alle strutture di piccolo e medio calibro, non si può trascurare l’iniziativa privata, dal momento che la spesa pubblica dal 2010 ha subito un drastico calo, che ha portato il flusso annuo a circa 2.5 miliardi di euro (Focus, Servizio Studi BNL, maggio 2013). L’onere grava soprattutto sugli enti locali, in particolare i Comuni, con un contributo pari al 54 % di quello globale (il 27% è invece la quota a carico dello Stato, l’11 delle Regioni e l’8 delle province). Allo sport italiano viene destinato un ammontare di contributi pubblici pari al 2% del Pil nazionale, circa il 50% in meno rispetto a Gran Bretagna e Germania, addirittura il 65% in meno rispetto alla Francia. “Non si può dire che sino a oggi non siano state destinate ri-
sorse allo sport – osserva Michele Uva – Le Regioni e le Amministrazioni comunali prevedono risorse per lo sport nei propri bilanci, il Comitato Olimpico riceve un finanziamento annuale dallo Stato (purtroppo non più automatico), poi ci sono i capitali privati investiti nel Coni stesso, nelle federazioni, leghe e società sportive. Vi è però una grande frammentazione.” Anche sul fronte dell’iniziativa privata, gli esempi di investimenti scarseggiano, nonostante il potenziale effetto di traino del modello Juventus Stadium, con il suo successo di pubblico e di ricavi fin dal primo anno di attività, e il fermento creato dai progetti avviati da diversi club. Primo tra tutti, lo stadio dell’Udinese, che vedrà la luce nel 2015, con un numero di posti contenuto, così come l’investimento: un impianto sostenibile.
L’impiantistica sostenibile volano per l’economia
La sostenibilità è uno dei temi più attuali dell’impiantistica sportiva e molto sentito dal direttore generale di Coni Servizi, che ne amplia la portata oltre il momento della realizzazione della struttura. “La sostenibilità deve riguardare due fasi – spiega Uva – Prima di tutto quella della costruzione dell’impianto: si deve realizzare lo stadio adatto e adeguato alle esigenze del territorio sul quale dovrà essere costruito. È inutile fare a Matera, per esempio, uno stadio da 60.000 posti, se lo studio del territorio e il livello sportivo delle società
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utilizzatrici hanno parametri per uno da 15.000. Poi, l’impianto deve essere sostenibile anche e soprattutto nella gestione post costruzione e questo è un altro dei punti dolenti. Si faccia l’esempio di Italia ’90. Gli stadi sono stati sostenibili nella costruzione soprattutto perché furono utilizzati soldi pubblici, ma, terminata la realizzazione, tutti gli stadi costruiti per quella occasione, in termini di gestione operativa sono stati un disastro economico e finanziario. Se si dovessero costruire impianti sostenibili, si determinerebbe sicuramente un volano per l’economia, per l’occupazione, per la socialità del territorio, per la pratica sportiva e si incrementerebbe la presenza agli spettacoli dal vivo. Questi sono tutti parametri che devono far parte di un’unica progettualità.” “Lo sport è un grande fattore di sviluppo economico e sociale – sintetizza Uva – come ha detto anche il Primo Ministro, Enrico Letta, nel suo discorso di insediamento”. (Per la dimensione economica dello sport, si può fare riferimento alla notizia pubblica a pagina 2).
stre scolastiche. L’anello debole in questo momento è il rapporto tra scuola e sport.” Un dato per tutti viene da un recente studio della commissione europea: mentre in Francia gli studenti del ciclo di istruzione secondaria obbligatoria dedicano all’educazione fisica circa il 15% dell’orario complessivo, gli scolari italiani dello stesso grado sono solo il 7%, un valore che tutto sommato è in linea con molti altri paesi in Europa. “Se si dà un’occhiata al programma del presidente Malagò – continua Uva – si ritrova questo rapporto forte con la scuola, con il territorio, con il concetto che lo sport non viene misurato dalle medaglie olimpiche, ma dal numero di praticanti. Questi sono i parametri su cui secondo me dobbiamo lavorare, ma non
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può essere solo il CONI a farlo.”
per approfondire
Partire dal censimento
L’intervista completa a Michele Uva è disponibile su www.sportindustry. com canale: sport & fitness categoria: istituzioni sportive link diretto: bit.ly/ sid1micheleuva
Quattro miliardi per mettere a norma l’edilizia sportiva scolastica, dunque. E per mettere a nuovo tutti gli impianti sportivi? “Impossibile quantificarlo – dichiara Uva – Anche la cifra indicata per l’edilizia scolastica è un numero stimato: non c’è il presupposto tecnico per dare numeri reali e certificati. Non ci sono ricerche e l’ultimo censimento degli impianti sportivi italiani ha quasi vent’anni. Probabilmente bisognerà partire proprio da lì, da un censimento sull’impiantistica sportiva pubblica e quella privata, per capire cosa c’è e se è funzionale o meno alle esigenze attuali e future dello sport italiano”.
Più certezze per favorire l’iniziativa privata
“Lo sviluppo dell’impiantistica sportiva, almeno per i prossimi dieci anni, dovrà essere legato all’investimento privato. Lo Stato dovrà però fare la sua parte”, dichiara con fermezza il dg di Coni Servizi, soffermandosi su alcuni aspetti che stanno frenando l’iniziativa imprenditoriale: “Lo Stato dovrà rendere i tempi della burocrazia adeguati a un normale piano di investimento, perché se un privato ha la prospettiva di impiegare otto anni per ottenere le autorizzazioni necessarie, è chiaro che abbandoni il progetto prima ancora di partire. Quindi, l’obbligo delle amministrazioni pubbliche resterà non quello di tirare fuori denaro, ma dare certezza sulla tempistica della propria burocrazia. Questo è un grande sforzo che deve fare il Governo con una legge ad hoc.”
Gli sportivi si fanno a scuola
“Portare la gente a praticare sport, partendo dai giovani fino agli adulti e alla terza età”; questo deve essere, secondo Uva, l’obiettivo principale di una sana politica sportiva. “È chiaro ormai – prosegue – che la pratica sportiva sia un forte indicatore delle condizioni di salute di un Paese.” E in Italia questo indice, per quanto migliorato negli ultimi trent’anni, continua ad essere tra i più bassi d’Europa. Su quali leve si deve agire per arrivare a numeri in linea con quelli dei paesi europei più sportivi? “Una delle leve più importanti per promuovere la pratica sportiva – spiega il Dg di Coni Servizi – è il rapporto con la scuola. La pratica a livello scolastico, in Italia, è la chiave per arginare la forte percentuale di abbandono a cui assistiamo tra i 14 e i 18 anni e nella fascia successiva, tra i 19 e i 24 anni: lì si perdono circa 9 milioni di praticanti. Evidentemente il mondo della scuola, in questo momento, non riesce a determinare un livello adeguato di pratica sportiva: siamo tra le nazioni con il numero minore di ore di attività fisica a scuola in Europa, non ci sono programmi adeguati, c’è una mancanza di strutture sportive scolastiche e, secondo una stima recente, occorrono 4 miliardi di euro per rimettere a norma tutte le palePagPolimpianti_171x236_TRAC.indd 1
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primo piano stadi
Stadi in Italia: passato presente e futuro Che cosa è cambiato dal 1990 ad oggi nel settore degli stadi in Italia? Che cosa dovrebbe cambiare? Meglio ristrutturare o costruire ex novo? A queste domande cerchiamo risposta grazie al parere di due architetti e un ingegnere, tutti e tre di grande esperienza in questo campo.
di Alice Spiga
“Gli stadi sono quasi tutti di decenni fa, sono dentro il cuore della città, portano intasamento e smog. Dobbiamo fare dei cambiamenti, pensando di poter far lavorare tanta gente intorno a questi investimenti, liberando i centri storici. Non si può rimanere sempre fermi per paura delle conseguenze”. Inizio da qui, dal parere espresso dall’On. Enrico Letta nel discorso al Senato del 29 aprile 2013. Inizio da queste parole perché rendono molto bene l’idea della situazione degli stadi nel nostro paese, strutture vetuste, inadeguate al bacino di utenza, sfruttate molto al di sotto delle loro potenzialità. Impianti, in definitiva, troppo costosi, realizzati in periodi in cui non si guardava alla sostenibilità economica, gestionale, tantomeno energetica, tempi in cui – come racconta l’arch. Alessandro Zoppini – “era Pantalone che pagava, ovvero il Comune”.
per approfondire
Le interviste complete ad Alessandro Zoppini, Carlo Rotellini e Gino Zavanella, qui riassunte per esigenze di spazio, sono disponibili su www.sportindustry. com, canale Sport & Fitness, categoria Stadi e Arene. Link diretto: bit.ly/sid1stadi
La legge che (ancora) non c’è
Oggi, l’Italia si ritrova con un solo esempio eccellente (lo stadio della Juventus), per il resto ci troviamo a fare i conti con stadi di calcio di serie A con un’età media di oltre 67 anni, anche se una parte è stata in diversi casi ristrutturata, in particolare in occasione dei Mondiali di calcio di Italia ‘90 (dati StageUp – Sport & Leisure Business). Già, i famosi Italia ‘90. Nel porre la domanda: “Che cosa è cambiato nella progettazione degli stadi in Italia dagli anni ‘90 ad oggi?” La risposta
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Il nuovo Juventus Stadium, un esempio di eccellenza nel panorama degli stadi italiani
primo piano stadi
dall’altro capo del telefono è un silenzio, un sorriso e un “niente, non è cambiato niente”. E questo perché, in realtà, dal 1990 ad oggi, in Italia, di stadi (eccezion fatta per la Juventus) non se ne sono più costruiti. Perché? “Il problema – ci racconta l’arch. Gino Zavanella – è che in Italia tutto è difficile. Abbiamo una legislazione sugli stadi che non è mai decollata, una legislazione urbanistica vecchissima, piena di orpelli e catenacci tale che per avere dei permessi occorrono anni, e chi investe cifre così importanti vuole invece avere la certezza della tempistica. Ed è un fatto propriamente italico, io credo che nemmeno la Legge sugli Stadi possa risolvere questo problema, deve cambiare la mentalità e forse ci vorrà un’intera generazione per arrivare a cambiare veramente lo stato delle cose”. A sentire nominare la “Legge sugli Stadi”, questa volta sono io a sorridere, perché il rischio che diventi una legge barzelletta non è poi così lontano. Dopo anni di tentennamenti, a quello che sembrava un passo dall’approvazione, è stata di nuovo congelata dall’ennesimo cambio di Governo. “Averla promessa e mai fatta è più un male che un bene – ci racconta l’ing. Carlo Rotellini – Non che la legge sia la panacea di tutti i mali. Secondo me c’è margine di manovra per poter fare qualcosa anche senza legge. Però, se scritta bene, la legge potrebbe aiutare a semplificare un processo che a oggi è decisamente troppo complicato. Ad oggi, mettere mano a queste megastrutture ha tante e tali complicazioni burocratiche e amministrative, che diventa una sfida quasi improba. E purtroppo, dove non c’è certezza non ci sono nemmeno persone disposte a investire”. Ma la mancanza di una legge apposita non è l’unico problema, “L’altro problema fondamentale e tipicamente italiano – come asserisce Zoppini – è che mancano delle procedure trasparenti di assegnazione degli incarichi, oltre ad essere del tutto assenti regole che valorizzino la meritocrazia”.
Si fa prima ad abbatterli
Quindi, come rendere efficienti queste strutture? Non ha dubbi Rotellini: “Per tagliare i costi di uno stadio, bisognerebbe abbatterlo e ricostruirlo da zero. Ho sempre pensato che l’impiantistica sportiva non sia un monumento, per quanto poi esistano degli stadi bellissimi. Mi piace pensarli come delle macchine che si devono adeguare, per cui quando hanno finito la loro storia bisogna demolirli. Questo perché cambiano le usanze, cambiano le necessità, perché cambia l’efficienza e l’efficacia di queste strutture; non hai a che fare con un monumento. Questo è ovviamente un pensiero personale, non sempre condiviso dai miei colleghi o architetti, ma se penso allo stadio di Firenze, pur essendo realizzato dal Nervi, non posso evitare di ritenerlo inefficace, e recuperarlo secondo logiche moderne significherebbe stravolgerlo così tanto che non avrebbe un senso”. Anche demolire però ha un costo. “Certo, ma è relativamente basso – asserisce l’ingegnere – Senza contare che oggi si ricicla praticamente tutto. Costa molto meno demolire e rifare, piuttosto che tenere in piedi strutture ineffi-
cienti e pensare di ricavarci stadi moderni”. E non è l’unico a pensarla in questo modo. Interpellato sullo stesso argomento, Gino Zavanella risponde con altrettanta convinzione: “Io non credo nella ristrutturazione degli stadi, io credo negli stadi nuovi, di nuova concezione, che nascono in territori concordati con l’amministrazione pubblica e che siano in grado di dare grandi servizi alla città. Questo perché, per garantire uno stadio da 30/40mila posti, servono strade, infrastrutture, ferrovie, servizi pubblici, sottoservizi. Se lo stadio diventa un luogo utile a tutta la comunità, pensato sulle esigenze del territorio, allora troveremo anche i finanziatori che si mettono in gioco”. E il discorso non vale solo per gli stadi e le arene di grandi dimensioni, l’arch. Francesco Boccia, durante il suo intervento a Milano, in occasione del convegno SOS Impianti Sportivi organizzato da Sport Movies & TV a metà dicembre 2013, disse: “Noi stiamo assistendo al degrado del Velodromo Vigorelli non tanto perché non sia più adeguato alle norme dell’Unione Ciclistica, perché di fatto non lo è, ma perché non viene utilizzato. Ci sono problemi di ogni genere, dal parcheggio alla gestione. È venuto il momento che le amministrazioni abbiano il coraggio di decidere, e anche di sbagliare, ripensandolo completamente, oppure demolendolo e ricostruendolo altrove”.
Marketing sportivo: questo sconosciuto
Ricostruirli, dunque, in modo che possano diventare centri di grande attrazione (turistica e ricettiva), vivi e attivi tutto l’anno e anche di più. Questo perché gli stadi dovrebbero essere considerati non un costo, ma delle fonti di reddito e di servizi alla comunità. E in questo noi italiani abbiamo ancora tanto da imparare. “Ricordo che feci un viaggio insieme a mio padre – rievoca Alessandro Zoppini – Era il 1985. Andammo a vedere i principali stadi coperti in America. Ricordo Dallas, Huston, Indianapolis, Saint Louis. Erano i cosiddetti Dome, strutture private che dovevano generare profitto, altrimenti chiudevano. Quindi si parla di quanto? Quasi trent’anni fa. Da allora ad oggi, nulla si è fatto in Italia. Mio padre è dal 1976 che parla di aspetti gestionali degli impianti sportivi, dove la gestione è considerata al primo posto già nella fase pre-progettuale, creando un piano di fattibilità gestionale che permetta di capire (ancora prima di costruirli) in che modo gli impianti sportivi possano contare su un ritorno gestionale ed essere considerati una risorsa e non un costo. Ovvero diventare delle strutture polivalenti utilizzabili 25 ore al giorno, 8 giorni la settimana, 13 mesi all’anno. Provoca mio padre, ma non era lontano dalla soluzione del problema”. Una convinzione che si sposa perfettamente con l’esperienza raccontataci da Rotellini: “Al momento stiamo progettando uno stadio in Russia. Persino la distribuzione e la logistica dei punti di ristoro sono pensate per portare dei benefici gestionali. Oggi i nostri stadi non sono obsoleti solo nelle strutture, lo sono anche nelle logiche gestionali e di marketing. Sono andato a vedere degli stadi ameri-
cani di football e non si può immaginare che cosa significhi gestire questi luoghi. Anche solo il concetto di vendita di biglietti; conoscono tutto dei loro clienti. Lì se si perde una partita, ti arriva un messaggio sul telefono cellulare che ti consiglia come recuperare i soldi andando a spenderli in determinati negozio. Loro sanno tutto di chi entra, delle sue necessità, delle sue passioni. C’è un lavoro da fare in Italia su questi aspetti che è mostruoso”. Queste esperienze dimostrano l’importanza di applicare le teorie del marketing e della vendita al settore degli stadi (e degli impianti sportivi), così da trasformarli in luoghi, come asserisce Zavanella “concepiti perché vengano utilizzati 7 giorni su 7, con al loro interno servizi per la città: il museo dello sport, negozi specializzati in articoli sportivi, sale per miniconferenze, multisale cinematografiche. Dobbiamo pensare allo stadio più una serie di servizi per la città che nascano a seguito di un’analisi precisa delle necessità della città stessa in cui lo stadio viene pensato, progettato e costruito, e dopo sarà automatico che la gente ci vada e lo frequenti, diventando una garanzia del ritorno dell’investimento”.
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Alessandro Zoppini. Laureato in architettura, ha lavorato presso lo studio Arup Associates e Renzo Piano Building Workshop. Dal 1995 è socio dello Studio Zoppini Associati, dove è responsabile del settore progettazione.
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Piuttosto cambio i giocatori
La strada, almeno da quanto emerso dai pareri espressi dalle figure interpellate per questo articolo, non si delinea sicuramente semplice perché è la mentalità a dover cambiare. “Le squadre di calcio – conclude Alessandro Zoppini – vedono lo stadio come un costo e non come una risorsa, e in alcuni casi hanno anche ragione. Fino a che non cambierà la mentalità per cui si preferisce comprare il giocatore di richiamo invece che investire nella riqualificazione dell’impianto, non credo cambierà nulla”. Alla medesima conclusione giunge anche Carlo Rotellini: “Io ho sempre il pensiero che, va bene che non sono soldi miei, ma se devo pagare un giocatore 15 milioni di euro o investirli sullo stadio e portarlo a una gestione efficace, forse li investirei sullo stadio. Il problema è che le società di calcio devono poter avere davanti a sé un certo numero di anni; se nel giro di un tempo relativamente breve le squadre vengono vendute e subentra qualcun altro, è ovvio che l’investimento non è più tanto allettante. La fortuna della Juventus è stata che la famiglia Agnelli è lì da sempre, non si può certo dire la stessa cosa per altre strutture italiane. Invece le squadre cambiano proprietà con grande facilità, e quindi mi rendo conto che sia più facile cambiare i giocatori piuttosto che investire sulla struttura. In questa logica, per forza che nessuno si azzarda a fare un passo”.
Nessun futuro? Si vedrà
Quindi: i nostri stadi non hanno un futuro? Staremo a vedere. Per il momento, qualcosa sembra muoversi (uno tra i tanti: il nuovo stadio del Friuli). Di sicuro i dati (positivi) resi pubblici dalla Juventus potrebbero aiutare a dare una svolta a questo settore, ponendosi come modello da seguire, non tanto dal punto di vista architettonico, quanto da quello gestionale e del marketing.
Carlo Rotellini. Ingegnere, socio presso lo Studio Teco. Esperto in progettazione di impianti sportivi e scolastici, project management, gestione di opere pubbliche e Project Financing. VISTO DA VICINO
Gino Zavanella. Architetto, fondatore del GAU Arena studio di progettazione. Dal 1986 si occupa principalmente d’architettura dello sport, sviluppando importanti incarichi in materia di stadi, palazzetti e cittadelle dello sport, diventando uno dei massimi esperti in materia. È una delle firme del nuovo Juventus Stadium.
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primo piano gestione
I vantaggi del controllo di gestione Cosa potrebbe comportare, per le organizzazioni e le società che operano nel settore dello sport, l’adozione di adeguati sistemi di programmazione, controllo, pianificazione e verifica? In questo primo articolo, Alberto Manzotti introduce il tema del “controllo di gestione”.
VISTO DA VICINO
Alberto Manzotti. Laureato in Economia e Commercio, dal 1999 è stato amministratore delegato di Sportiva di Reggio Emilia, società che opera nel settore dello sport e del benessere in qualità di gestore di nove centri polifunzionali. Oggi è consigliere di amministrazione e membro del comitato di gestione della Fondazione dello Sport del Comune di Reggio Emilia e docente presso la LUISS Business School di Roma in alcuni master e progetti specifici di formazione. alberto. manzotti@libero.it
di Alberto Manzotti
Questo articolo nasce dall’incontro tra la redazione di Sport Industry Magazine e Alberto Manzotti, esperto in una materia che, forse per la sua complessità, forse per il suo taglio prettamente “aziendale”, risulta oggi ancora poco applicata dalle organizzazioni e dalle società che operano nel settore dello sport, pur potendo offrire innegabili vantaggi. Ci riferiamo al tema del controllo di gestione, “una tecnica – come scrive Manzotti – che consente ai dirigenti di prendere decisioni mirate, adeguate a garantire un futuro all’azienda”. Per approfondire questo argomento che, per la sua complessità e ampiezza non può di certo esaurirsi in poche pagine, abbiamo scelto di affidare all’autore una serie di articoli. In questo primo intervento, l’autore parte dalle “basi”, definendo cosa sia il controllo di gestione ed entrando nel merito dell’importanza di dotarsi di adeguati sistemi di programmazione e controllo, dei vantaggi che
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si possono ottenere nell’adozione di un impianto integrato di pianificazione e verifica, e di quali siano le tecniche e le procedure, già in uso in altri ambiti, che possono essere applicare alla gestione del sistema sportivo. L’obbiettivo? Come precisa lo stesso Manzotti: “Aiutare il management a guidare la propria organizzazione verso obbietti strategici prefissati, con particolare attenzione alle scelte organizzative e funzionali atte a generare valore economico sufficiente per sostenere le proprie attività (partecipazione a campionati, organizzazione di eventi, attività agonistiche, ecc…), cercando di contenere e minimizzare i rischi del percorso. E il fatto di appartenere al mondo non profit o profit non ha alcuna rilevanza, rispetto all’importanza che si deve dare alla gestione delle proprie risorse”.
Controllo di gestione: definizione e funzione
Il controllo di gestione è essenzialmente una tecnica che consente ai dirigenti di prendere decisioni mirate, adeguate a garantire un futuro all’azienda. Nella sua accezione più elementare, può essere descritto anche come sistema informativo, ovvero un modo per dare informazioni al vertice dell’organizzazione (sportiva o non) per prendere decisioni. Quando si parla di controllo, nella letteratura aziendale si parla di molte cose, generalmente lo si scompone in quattro categorie: 1. Pianificazione 2. Programmazione 3. Verifica dei risultati 4. Reporting. Nel dettaglio, la “pianificazione” si riferisce essenzialmente al piano pluriennale, ovvero il tentativo di rappresentare oggi la realtà futura della propria organiz-
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zazione con un orizzonte temporale di 3-5 anni. Negli ultimi anni, la pianificazione è notevolmente cambiata, in precedenza si cercava di predisporre un piano molto dettagliato e “numerico”, ora ci si orienta verso un piano più qualitativo che si basa su pochi numeri e molti concetti. Nel momento in cui si decide di affrontare il tema della pianificazione, sono diversi gli aspetti da prendere in considerazione, utili a tracciare una linea che aiuti il management ad affrontare un funzionale sistema di programmazione. Il primo aspetto è che sviluppare capacità adeguate a redigere piani è un’attività ed è anche difficile; si sente parlare molto spesso dei vantaggi dei piani, ma in pratica sono pochi coloro che sanno come prepararli. E quelli che sanno programmare bene sono ancora meno. Senza contare che le società o le organizzazioni che operano nello sport, di certo non aiutate dal periodo di difficoltà economica, sono sovente di piccole dimensioni e spesso sono in difficoltà a trovare chi insegni loro gli skills (abilità, capacità) richiesti; spesso non possiedono nemmeno le risorse atte a dotarsi degli strumenti necessari. E facendo poi pratica soltanto una volta a l’anno, è evidente che ci voglia molto tempo per acquisire le dovute competenze. Premesso questo, sebbene porrò l’attenzione soprattutto sul budget e sul controllo di gestione “tradizionale”, occorre considerare il controllo di gestione come parte di un più ampio Management System, di cui fanno parte anche altri sistemi di pianificazione e controllo che non si basano esclusivamente su dati contabili, ma che consentono al management di produrre una serie di decisioni in via anticipata all’interno di un processo che deve portare al conseguimento degli obbiettivi prefissati. Adottare o meno questo modo di operare fa spesso la differenza tra il successo e il fallimento.
Strategie sotto controllo
Oltre ai sistemi tradizionali di pianificazione e controllo, in questi ultimi anni si sono infatti affacciati sistemi di controllo delle strategie che affiancano i classici strumenti contabili. Essi forniscono al management informazioni anche sulla coerenza delle decisioni assunte, o da assumere, con le strategie pianificate. Tali sistemi hanno un ulteriore vantaggio: un orizzonte temporale generalmente più ampio dei dodici mesi tipici dei sistemi di budgeting e superano spesso i limiti dettati dall’utilizzo dei soli dati contabili. Nello
PER APPROFONDIRE Questo articolo vuole essere una premessa all’argomento - sicuramente molto vasto e articolato - del controllo di gestione. Nei numeri a venire pubblicheremo una serie di interventi, sempre a firma di Alberto Manzotti, per approfondire e sviscerare questo tema. L’autore sarà inoltre presente, in qualità di relatore, all’evento ForumClub-ForumPiscine-ForumSport Congress (Fiera Bologna, 20-22 febbraio 2013, vedasi pag. 9), durante il quale presenterà anche il suo nuovo libro, al momento di fase di lavorazione. Non vi resta dunque che continuare a seguirci su Sport industry Magazine e su www.sportindustry.com.
sport, ad oggi, solo grandi organizzazioni professionistiche hanno iniziato a operare utilizzando questi strumenti, ma se consideriamo che esse sono nate nelle grandi aziende di livello mondiale e stanno trovando concreta applicazione anche nelle PMI, potrebbe diventare in un prossimo futuro strumenti di uso comune, con beneficio per tutto il settore. Senza volere approfondire ulteriormente l’argomento, di seguito elenco quattro sistemi tra i più adottati e moderni: 1. il Bechmarcking, che confronta i propri parametri con quelli delle altre realtà economiche che partecipano al progetto di messa in rete di informazioni; 2. l’Activity Based Costing (ABC), che individua i costi per attività o per processo gestionale, superando la logica delle aree funzionali; 3. la Balanced Scorecard (BSC), o scheda di valutazione bilanciata. Essa valuta la performance dell’azienda attraverso degli indicatori bilanciati, i KPI (key Performance Indicators), organizzandoli sotto quattro prospettive tra di esse correlate: la classica performance economico/finanziaria si integra con la prospettiva dei clienti da cui dipende, che a sua volta dipende dalla dinamica dei processi gestionali interni e dalla prospettiva di apprendimento e innovazione; 4. l’Earned Value Management (EVA), è un sistema di gestione e di incentivazione finalizzato all’accrescimento del valore di una organizzazione nel lungo periodo. Tale obbiettivo è in funzione della capacità del management di generare in modo costante e duraturo risultati economici soddisfacenti per l’azionista. Dei quattro credo che rimanga confinato alle dinamiche dello sport professionistico o delle grandi imprese che operano in questo settore. Da queste nuove prospettive si prende spunto per elaborare un sistema di reporting interno tale da rendere più chiara e coinvolgente la dinamica dei processi decisionali. Nel momento in cui si decide di attuare un progetto che porti a un efficace sistema di programmazione e controllo di gestione, occorre fissare ed essere consapevoli di precisi obbiettivi: • sapere quale sia la propria parte nel processo di programmazione; • saper progettare e attuare un efficace processo di programmazione in un settore o nell’intera organizzazione; • imparare le tecniche necessarie a preparare un budget; • apprendere come presentare i budget predisposti; • capire le dimensioni generali del processo di programmazione (quadro socio-economico, obiettivi dell’organizzazione, sue strategie); • essere in grado eseguire le revisioni dei budget.
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Controllo di gestione: quali vantaggi?
Come visto fino a questo momento, la programmazione è certamente impegnativa e richiede competenze specifiche, eppure le aziende continuano a considerarla un buon investimento. Perché? 1. Consente il controllo del business (l’alternativa è soltanto il caos);
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2. Favorisce l’allocazione delle risorse. Le attività vanno ovviamente meglio quando il capitale viene impiegato nella maniera più proficua. Oltretutto piani validi assicurano investimenti ottimali e migliorano i risultati; 3. È resa necessaria dalle responsabilità verso l’esterno. Gli investitori, le banche e, in caso di imprese gli azionisti, gradiscono buoni piani. Non sono disposti a investire in organizzazioni che non sanno dove vogliono andare; 4. Sta alla base dell’efficienza. La programmazione fa risparmiare tempo, fatica e denaro, permette ai manager di sbagliare sulla carta, inoltre produce un patrimonio di decisioni prese, di risultati discussi, di controversie composte. Le organizzazioni che programmano si pongono obiettivi e s’impegnano attivamente a raggiungerli.
Una programmazione ben costruita
Premettendo che essere attendibile e sincero è la prima regola di chi redige un piano, il ciclo programmatorio dovrebbe essere composto da: 1. Un piano strategico. Si tratta di una profonda riflessione sui più importanti problemi che l’organizzazione dovrà affrontare nel lungo periodo, ponendosi alcuni quesiti importanti: qual è la vera missione di quest’organizzazione? Qual è il traguardo finale? Come sarà il futuro e in che modo dovremo cambiare per avere successo? In questa fase, le proiezioni finanziarie sono aggregate e abbastanza generiche. 2. Un “Budget”, detto anche Piano operativo annuale. L’organizzazione concentra la sua attenzione sull’anno che sta per iniziare e che rappresenta il futuro immediato. All’interno del bud¬get le proiezioni finanziarie diventano molto dettagliate. 3. Un piano aggiornato. Nel corso dell’anno, se le condizioni interne e/o esterne all’organizzazione cambiano rapidamente e non si riesce più a rispettare il budget, è necessario introdurre delle variazioni al piano, tenendo conto degli scostamenti tra la realtà accertata e la performance programmata. 4. Previsioni, ovvero le proiezioni fatte durante l’anno. Spesso le aziende prevedono i risultati di fine anno, quando sono già passati i primi mesi alcune fanno previsioni su base mensile cercando di immaginare quale sarà il risultato finale dell’esercizio. Di solito si tratta di processi rapidi e abbastanza semplici. 5. Piani di business: in senso specifico, vengono predisposti in caso di joint venture, ecc. Sono redatti nel caso di unità largamente autonome operanti
in mercati particolari (business unit). Sono molto simili ai piani strategici, ma di solito sono più particolareggiati. Solo le grandi aziende adottano questo strumento. I piani possono essere molto diversi tra loro, ma a livello elementare hanno un minimo comune denominatore che si traduce in questa semplice equazione: Dati + Ipotesi = Proiezioni I dati sono fatti: rendiconti reali del passato che sappiamo essere vero. Le ipotesi sono convincimenti: enunciazioni che riguardano il futuro e che riteniamo si realizzeranno. Le proiezioni sono il risultato delle ipotesi accostate ai dati. Un semplice esempio: lo scorso anno i ricavi assommarono a 1.000.000 di Euro (dato), si prevede che essi aumenteranno del 15% (ipotesi), quindi a fine anno essi ammonteranno a € 1.150.000 (proiezione). È importantissimo, al fine di ottenere un processo programmatorio serio, che i dati, le ipotesi e le proiezioni siano sempre collegati da un nesso logico. Non bisogna fare proiezioni basate su altre proiezioni. Si cadrebbe sul ridicolo e si metterebbe in piedi un processo totalmente inutile, con effetti potenzialmente dannosi al momento che su tali previsioni si assumessero decisioni importanti. Altro aspetto fondamentale da considerare in un buon processo di programmazio-
DUE DEFINIZIONI DI BUDGET Una definizione (formale) di budget: Documento contabile amministrativo che, con riferimento a un orizzonte temporale di breve periodo, traduce in termini quantitativo – monetari i dati contenuti nel piano aziendale di medio-lungo termine. Si compone di vari documenti (budget settoriali) relativi alle singole aree funzionali dell’azienda. A livello globale d’azienda, si sintetizza in un bilancio preventivo.
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Una definizione (funzionale) di budget: È uno strumento di controllo di gestione che, con riferimento a un orizzonte temporale futuro, coordina e sintetizza dati relativi alle varie aree funzionali dell’organizzazione. In quest’ottica, risulta uno strumento di elevata responsabilizzazione e incentivazione dei collaboratori, dei dipendenti e dei manager, orientandone i comportamenti futuri.
ne riguarda la necessità di verificare sistematicamente i risultati a cui si giunge, ponendosi continuamente la domanda: “Sono più deboli i dati o le ipotesi?”, per poi concentrarsi sugli aspetti su cui si è più insicuri. Ciò viene generalmente chiamato, in gergo tecnico, “sistema di feedback”, cioè la gestione delle informazioni tra chi redige il budget e chi opera le scelte strategiche, passando attraverso i responsabili dei centri di costo e ricavo.
L’approccio corretto alla pianificazione
Un’ultima considerazione riguarda il modo in cui le varie organizzazioni si approcciano alla pianificazione e al controllo. 1. Le organizzazioni con i processi fuori controllo (no misura, no controllo) Al termine dell’esercizio, osservando il bilancio, sovente in perdita, il management si domanda cosa è successo attribuendo la responsabilità alla “congiuntura economica” o al “sistema economico” o al “sistema creditizio” o alla fiscalità. 2. Le organizzazioni che subiscono i processi (misura, ma non controllo) Il management osserva ciò che avviene, ma non interviene tempestivamente con fattori di correzione; il risultato può essere simile al precedente. 3. Le organizzazioni che gestiscono i processi (misura e controllo) In un sistema così configurato, il management si pone obiettivi, pianifica i processi primari e alternativi, pianifica le risorse, pianifica le verifiche e i controlli, fa sì che “le cose accadano” nei modi e nei tempi stabiliti. Risulta evidente che adottare propositi di programmazione e controllo porta con sé la scelta obbligata di dotarsi anche di quegli strumenti di misura e verifica delle attività interne all’organizzazione e dei meccanismi di correzione che consentano di correggere la rotta con efficacia e tempestività.
“Adottare propositi di programmazione e controllo richiede anche l’adozione di strumenti di misura e verifica delle attività interne all’organizzazione, oltre a meccanismi di correzione che consentano di correggere la rotta con efficacia e tempestività.” Alberto Manzotti
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rassegna
pavimentazioni antitrauma
GIOCO o sport, ma in sicurezza Un fattore di estrema importanza, soprattutto quando si parla di aree dedicate al divertimento e all’attività motoria dei bambini, è la sicurezza. Per garantirla, le superfici utilizzate per la pavimentazione di spazi ludico-sportivi devono possedere requisiti particolari, in modo da preservare anche i frequentatori più piccoli dalle conseguenze di cadute accidentali. A garantire questa indispensabile sicurezza, vengono chiamate in causa le pavimentazioni antitrauma, un prodotto duttile, versatile, disponibile anche in colorazioni sgargianti, che permette di… cadere sul morbido! Queste superfici si rivelano ideali anche in specifici ambiti sportivi e nell’attività fisico-motoria, come dimostrano i molteplici prodotti presentati nella rassegna che segue. La medesima rassegna, come nostra consuetudine, è pubblicata anche nelle Rassegne Prodotti di www.sportindustry.com, nel canale Complementi, con il rimando diretto ai cont atti delle aziende, insieme a maggiori informazioni e foto. Link diretto: bit.ly/sid1antitrauma.
A.P.E. Technologies: supporti antitrauma per erba sintetica Supporti antitrauma per campi in erba sintetica, realizzati dalla rigenerazione del polietilene espanso. Il materiale nasce dagli scarti di lavorazione del polietilene, che vengono recuperati, macinati a freddo senza trasformazione chimica, ridotti volumetricamente e, con un procedimento unico e brevettato, riscaldato senza additivi e senza coloranti e pressato a freddo, subendo uno shock termico da +130°C a -10°C, che permette la formazione del blocco agglomerato. Essendo un elastomero, quindi avendo qualità elastiche, si rivela un ottimo supporto antitrauma, con campi di applicazione che non riguardano solo il calcio, ma anche il rugby, l’hockey e, con spessori più importanti, i parchi giochi. Un prodotto sicuro, ecologico, con un impatto ambientale pari a zero, dalla totale riciclabilità sia prima sia post processo. bit.ly/sid1antitrauma
Esseci: antitrauma certificata per aree ludiche Safe SAFE è la pavimentazione antitrauma in granulo di gomma riciclata pensata in modo specifico per garantire la massima sicurezza dei bambini nelle aree gioco. Disponibile in tre dimensioni (500x500 mm, 500x1000 mm, 1000x1000 mm), SAFE è certificata fino a tre metri di caduta (HIC – indice di altezza critica di caduta) grazie allo spessore (da 30 mm a110 mm) e alla struttura del materiale che assorbono la forza degli impatti. La finitura granulare antiscivolo la rende adatta alla posa anche su piste ciclabili, zone pedonali, isole attrezzate, terrazzi e in tutti i luoghi in cui è richiesto un alto fattore di sicurezza. L’alta resistenza alle sollecitazioni e agli urti rende SAFE adatta anche all’installazione nelle palestre. Disponibile in 5 colori. bit.ly/sid1antitrauma
Metem: piastre ad assorbimento d’impatto DoTile Fit Progettata per l’utilizzo in aree allenamento, DoTile Fit assorbe gli urti in caso di caduta degli attrezzi e fornisce massimo comfort all’utilizzatore, grazie alle proprietà defaticanti della gomma e al grip che permette di svolgere gli esercizi in sicurezza. Grazie alla sua densità, DoTile Fit permette all’atleta di scaricare lo stress dalle articolazioni, sottoposte a sforzi e carichi elevati durante gli esercizi, senza timore di scivolare o perdere i punti d’appoggio. Le piastre hanno dimensione 50x50cm, proposte sia con superficie liscia e colore nero sia con effetto puntinato di diversi colori. Di recente, l’azienda ha collaborato con Virgin Active, Benetton Rugby ed è stata fornitrice della pavimentazione dei 2013 Reebok Crossfit Games - Europe Regional.
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Monzo Paint: la resina diventa antitrauma Wimbledon Paint Epdm è una resina in granuli di gomma a spessore antishock, applicabile a spatola su supporti o pavimentazioni, con supporto o preparato o dotato di tappetino in asfalto liscio, su pannelli in legno o cemento finito per superfici antishock. La mescola di granuli è da addizionare con resina legante e stesa a spatola. I due componenti (granuli e resina), una volta applicati sul supporto e applicati a spessore, devono restare a essiccare per 18 ore per creare uno strato di 0,7/0,8 cm di spessore, adatto alla realizzazione di superficie antitrauma per piccoli spazi gioco e palestre.
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Nanni Giancarlo: pavimento vinilico rinforzato Pavinil Activity Pavimento vinilico rinforzato, con supporto stabilizzato, Pavinil Activity, specifico per ambienti ove si svolgono attività fisiche e motorie, ludiche o riabilitative. Elastico, antitrauma, protetto da uno strato di usura di 0,40 mm è ideale per la pavimentazione di ambienti dedicati al movimento del corpo, al fitness, alla riabilitazione e allo sport. Il suo utilizzo permette anche di creare campi da gioco omogenei, con linee di gioco con apposita vernice poliuretanica. Si dimostra perfetto anche laddove sia necessario un pavimento flessibile, igienico e sicuro in caso di cadute. Ampliamente certificato, con qualità di isolamento acustico. È possibile portare la pavimentazione a spessori tra 6 e 8 mm grazie all’utilizzo di uno strato di materassino apposito.
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Narciso Sport: pavimentazione in gomma riciclata Pavimentazione antitrauma per esterno modulare, in granulo di gomma riciclata SBR e/o EPDM, utilizzata per rivestire aree di qualsiasi dimensione. I moduli di pavimentazione sono caratterizzati da assorbimento dell’impatto crescente, in funzione dell’aumento dello spessore della pavimentazione, superficie antiscivolo, elevata resistenza all’usura e agli agenti atmosferici, facilità di installazione su superficie piana. La sua particolare mescola porosa consente inoltre la traspirazione dell’acqua, rendendo il tappeto totalmente drenante. Presente in vari colori, viene utilizzata per realizzare o rivestire bordi piscina, terrazze, parchi gioco e ha molteplici applicazioni in ambito sportivo e urbano. Creata con processi industriali rispettosi dell’ambiente, può essere riciclata anche a fine ciclo di vita.
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OC: erba artificiale anticaduta per aree ludiche OC srl – specializzata in arredo urbano, skatepark e parchi gioco - propone un’interessante novità in ambito di pavimentazioni antitrauma per aree giochi. Si tratta di una pavimentazione in erba artificiale a rotoli, completa di tappetino anticaduta sottostante. L’ampia gamma offerta permette di rispondere a ogni esigenza di altezza critica di caduta, per aree indoor e outdoor, in vari colori. Il sistema manto erboso più shockpad by FIVESTARGRASS è durevole e non si altera nel tempo, garantisce ottimo drenaggio e permette di ridurre il tempo di posa richiesto dalle classiche pavimentazioni in gomma. Kidsplay 24 e Kidsplay 32 sono le soluzioni offerte per le aree gioco a elevato utilizzo e richiedono sabbia per l’intaso in fase di posa.
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Pavigym: piastre antitrauma e antishock per lo sport Grazie alle sue qualità antitrauma e antishock, Pavigym (prodotto di punta, per design e durevolezza, di Protective Comfort Group, distribuito da ACM) rappresenta una valida soluzione per migliorare il rendimento sportivo e offrire maggiore sicurezza e comfort nello sport. Le milioni di micro-bollicine d’aria presenti nel pavimento assorbono l’impatto e restituiscono l’energia, fornendo una maggiore protezione e controllo dei movimenti. Il sistema AFS (Air Flooring System) permette infatti al pavimento di assorbire l’impatto istantaneamente e tornare nella sua posizione originale, con un ritorno graduale dell’energia o “salto”. Il metodo permette così di trasformare l’energia delle persone e aiutarle a godere di una vita più salutare. Disponibile in molteplici linee, curve e colori, che garantiscono massima personalizzazione. bit.ly/sid1antitrauma
Primat: pavimenti per parchi gioco o zone polivalenti L’esperienza di Primat nel settore dell’impiantistica ludico sportiva e dell’antinfortunistica, ha portato l’azienda alla creazione di una gamma completa di soluzioni per aree ludico/sportive: pavimentazioni ricreative e per lo sport, sistemi drenanti per campi outdoor, erba sintetica, prodotti complementari come autolivellanti, leganti, colle, turapori impermeabilizzante, vernici alifatiche, ecc.... Nel campo dell’antitrauma, segnaliamo i pavimenti per parchi gioco o zone polivalenti realizzati in leganti poliuretanici neutri e pigmentati, primer, vernici alifatiche, agenti liscianti, granuli EPDM vergini, SBR di recupero, miscelatori e attrezzatura specifica per la realizzazione dei manti.
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Salvadori: pavimentazione anti-shock Ecopark ECOPARK è la pavimentazione anti-shock per parchi gioco, piscine, campi da golf, giardini privati e aree ricreative. Si propone come soluzione ideale per garantire una superficie ove muoversi, giocare o fare dello sport sia estremamente sicuro. Si tratta di un prodotto di qualità, testato e omologato, la cui struttura permette un facile drenaggio dell’acqua. Oltre ad essere utile per evitare traumi da caduta, può essere utilizzato per comporre le più svariate forme, essendo sagomabile in infiniti motivi, progettabili su misura. È dotato di sistema di ancoraggio atto ad evitare la separazione delle piastre e di antifurto.
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Sanigar: tappetone di sicurezza Elevato grado di elasticità, resistenza agli UVA, impermeabile, facile da pulire. Queste le qualità principali che distinguono il tappetone di sicurezza Sanigar. Particolarmente adatto per le arti marziali, grazie all’alto assorbimento degli urti e al suo sistema a incastro autobloccante, permette un montaggio/smontaggio semplice e veloce, senza interventi complessi o invasivi. Il prodotto è omologato CE e certificato per l’abbattimento del livello di rumore di calpestio e alla caduta. Conforme alle normative sull’assorbimento di impatto. Caratteristiche tecniche: formato quadrato 100x100 cm, spessore 15/18 – 20/22 – 30/33, peso 1,8/2,6 kg/mq.
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Sportissimo: pavimento antinfortunio Sicurissimo Un altro tassello nella produzione antinfortunio Sportissimo, il pavimento antitrauma “Sicurissimo”, certificato UNI-EN 1177, caratterizzato da alta resistenza all’usura e agli agenti atmosferici. Il pavimento è realizzato in granuli di gomma colata in opera, viene posato in continuo senza giunture, con spessori diversi a seconda dell’altezza di caduta. Il doppio strato di densità e granulometria differenziata è composto con miscela di granuli di gomma EPDM e resina legante poliuretanica, con colata di sottofondo e successivo strato di finitura superficiale in granuli colorati EPDM puro o miscelati con grano nero. La soluzione ideale per la sicurezza e la pulizia delle aree di parchi gioco e aree ludico/sportive.
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Verdeidee: un nuovo Parcoattivo per Perugia Verdeidee presenta il Parcoattivo realizzato nel Parco Ex Grocco a Perugia in collaborazione con il dipartimento di Medicina dello Sport della ASL n.2 dell’Umbria. L’Area Sport, composta da un campo polivalente completamente accessibile anche ai portatori di handicap, è stata pavimentata con gomma colata posata su una soletta in calcestruzzo con rete elettrosaldata, sopra la quale viene steso uno strato di 3cm di SBR (gomma riciclata a granulo più grande) e, come rifinitura, uno strato superficiale di 13mm di EPDM, colorata per realizzare i disegni. Le pavimentazioni in gomma colata, essendo drenanti, permettono di utilizzare le strutture anche dopo abbondanti piogge e, a differenza di altre pavimentazioni antitrauma (sabbia, corteccia e ghiaia), possono essere usate anche da persone disabili su sedia a rotelle. bit.ly/sid1antitrauma
Vitriturf: piastre antitrauma in gomma colorata Le piastre antitrauma in gomma colorata 100% EPDM della linea Vitriturf consentono di coprire aree di grandi e piccole dimensioni a costi contenuti. Le piastre, certificate secondo gli standard EN 1177 e EN 71/3a, sono disponibili in vari colori e spessori in relazione alle esigenze del cliente e vengono incollate al sottofondo oppure posate con l’ausilio di spinotti, che ne assicurano la stabilità sul piano di posa (pietrisco, calcestruzzo o asfalto). Le piastre delle gamma FS (nella foto) sono costituite da due strati di granuli e trucioli di gomma riciclata, uniti con legante poliuretanico. Laddove lo strato superiore dispone di una ottima resistenza all’abrasione, lo strato inferiore conferisce al manufatto alta flessibilità e capacità di assorbimento dell’impatto da caduta (HIC).
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focus impianti sportivi
Quando lo sport non era solo calcio Nel momento storico che stiamo vivendo, esiste ancora la marginalità economica per realizzare nuovi impianti per discipline diverse dal calcio? A questa domanda cerca una risposta l’avv. Guido Martinelli, proponendo due soluzioni che potrebbero venire incontro alle esigenze dell’impiantistica sportiva italiana.
VISTO DA VICINO
di Guido Martinelli Velodromo realizzato in occasione dei Giochi Olimpici di Londra 2012. (doc. Getty Images)
Guido Martinelli, avvocato e docente a contratto presso l’Università di Bologna e Ferrara. Consulente di diverse Federazioni affiliate al Coni, autore di numerose pubblicazioni. Socio fondatore dello Studio Martinelli e Rogolino.
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La notizia, apparsa di recente sulla stampa in merito ai problemi legati alla gestione e alla ristrutturazione del velodromo Vigorelli di Milano, mi ha ricordato i tempi in cui il ciclismo su pista andava per la maggiore ed eravamo tutti tifosi di Antonio Maspes, atleta sette volte campione del mondo di velocità. Oggi, purtroppo, ai giovani questo nome non ricorda più nulla, mentre per quelli della mia età, continua ad essere associato, oltre che alle sue imprese mitiche, alle figurine collocate all’interno delle biglie utilizzate nelle piste costruite sulla sabbia. Questo impianto sportivo, chiuso per circa dieci anni a causa del crollo, per neve, di una parte della tribuna, fu riaperto con l’intervento di privati ed è stato fino ad oggi utilizzato solo per ospitare gare di football americano.
Esisteva anche a Bologna - un velodromo - collocato in un’area vicino all’ospedale Maggiore. Utilizzato alla fine solo come campo di calcio, è stato definitivamente abbattuto oltre dieci anni fa per far posto all’ennesimo immenso condominio. Di fronte a questi esempi, la domanda sorge spontanea: potendo contare solo sui meritori impianti (pochi) ancora esistenti, che tipo di sviluppo potrà avere ancora il ciclismo su pista che, come ricordavo, ha avuto grandi campioni italiani? Parallelamente, c’è ancora spazio in Italia per discipline specialistiche come il baseball, per le discipline su ghiaccio, per la stessa atletica? Esiste ancora la marginalità economica per realizzare ex novo, con fondi pubblici o privati che siano, nel momento storico che stiamo vivendo, impianti per l’alto livello per discipline diverse dal calcio (e, ovviamente, non me ne vogliano per queste riflessioni i tifosi di queste discipline)? C’è voluta un’Olimpia-
focus impianti sportivi
de invernale, a Torino, per rifare l’impianto coperto per gli sport su ghiaccio, che ha però comportato importanti problemi di gestione, apparsi spesso sulla stampa.
La fine di un’era
È finita anche l’era degli impianti “contenitori”, ossia di quegli impianti dove, se all’aperto, veniva costruita la pista di atletica attorno all’arena, realizzata con le dimensioni consone per ospitarci dal calcio al rugby, mentre se erano al chiuso, li riempivi di righe a terra per giocarci quantomeno a basket, pallavolo e pallamano. Oggi la spettacolarizzazione delle varie discipline impone che la visibilità sia ottima per gli spettatori (che, quindi, devono essere vicini all’evento) e che ogni fruitore possa ottimizzare la resa dell’impianto con un utilizzo intensivo. Ne deriva che, ad esempio, i nuovi stadi di calcio di cui si “favoleggia” la costruzione con la pretesa di una nuova legge, se e ove questa ci sarà, potranno ospitare solo gare della disciplina più diffusa nel nostro paese, mentre per detti sport di minore diffusione mediatica, non appare evidentemente credibile che si possano costruire “molti” impianti monospecialistici, salvo per “grandi eventi”. Il futuro pertanto vedrà solo nuovi stadi di calcio e tanti “impianti leggeri”, ottimi per la pratica e la diffusione dello sport, ma inidonei ad ospitare gare agonistiche di livello.
oneri di urbanizzazione secondaria sono quelli versati dai privati che intendono ottenere il permesso per una costruzione e/o una lottizzazione di area edificabile. Poter destinare queste risorse “anche” ad impianti specialistici, sia sotto il profilo manutentivo che realizzativo, sicuramente creerebbe meno vincoli a quelle amministrazioni pubbliche virtuose che si pongono anche questo tipo di problematiche. Tale inserimento produrrebbe anche un secondo vantaggio, di non trascurabile importanza. L’applicabilità dell’aliquota IVA agevolata del 10% sui lavori di realizzazione. La seconda idea è quella della costituzione di un fondo di garanzia a cui poter
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accedere per facilitare il ricorso ai mutui dell’Istituto per il Credito Sportivo (ICS). È chiaro che qualsiasi istituto di credito (e l’ICS lo è) per erogare mutui ha bisogno di garanzie che, da solo, il mondo dello sport, soprattutto per impianti di questa natura, non è in grado di rilasciare. L’istituzione di un fondo di garanzia nazionale pubblico, a fronte di finanziamenti finalizzati alla realizzazione di tali impianti, potrebbe facilitarne la realizzazione. Nessuna pretesa di scientificità o di completezza. Solo alcune considerazioni in libertà ricordando le gare con le biglie sulla spiaggia di Cesenatico di cinquanta anni fa.
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Nuove strade da provare
Se l’analisi sopra riportata, sia pure nella sua assoluta superficialità, appare convincente; esiste qualche strada da percorrere sotto il profilo giuridico - amministrativo? Anche qui l’analisi richiederebbe un approfondimento estraneo alle finalità di queste considerazioni a “ruota libera”, che l’editore ha la benevolenza di farmi fare. Scontata la prima obiezione che mi si potrebbe fare. La “nuova” legge sugli stadi (sempre che sia approvata) non è, come tale, limitata o limitabile al calcio, ma potrebbe essere utilizzata per qualsiasi impianto specialistico. Ma, se questo è vero, è altrettanto vero che i finanziamenti privati necessari sono veicolabili esclusivamente verso stadi di calcio. Non appare credibile (felice di essere smentito) che si coagulino, per rimanere nell’esempio fatto, risorse importanti per un velodromo… È chiaro quindi che, ove non si vogliano far morire (o anche solo far sopravvivere) queste discipline, sarà necessario coagulare risorse non solo private, ma anche pubbliche per la manutenzione degli impianti già esistenti loro destinati e per la realizzazione di nuove strutture. Ho due idee che vorrei mettere sul tavolo affinché se ne possa parlare e, perché no, anche bocciarle. La prima è quella di lavorare sui c.d. “oneri di urbanizzazione secondaria”. Già ora in questa fattispecie rientrano i c.d. “impianti sportivi di quartiere”, i c.d. “impianti leggeri”, però sappiamo che, per la loro redditività e minor costo di realizzazione, potrebbero anche essere costruiti con fondi interamente privati. Gli
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focus dall’industria
Pavimenti modulari in forma perfetta La volontà di proporre prodotti sempre nuovi, adeguati a un mercato in continua evoluzione, continuando a investire in ricerca e innovazione. L’azienda Esseci ripercorre la sua storia, approfondendo tecnologie e nuove soluzioni pensate per lo sport, il fitness e il wellness.
a cura di Alice Spiga
La piastrella autobloccante Globalfitness, sottile e versatile, è ideale per tutte le location sportive che desiderano coprire, ricoprire, o proteggere la pavimentazione esistente.
Esseci nasce nel 1994 e, all’inizio, si occupa esclusivamente di stampaggio e lavorazione delle materie plastiche per contro terzi. Dal 2009, l’azienda ha avviato anche la produzione di pavimenti in PVC, caratterizzati da un innovativo sistema a incastro che non richiede l’uso di colla per la posa, dando vita alla divisione Esseciplast. Grazie all’esperienza maturata, oggi l’azienda raggruppa al suo interno diversi tipi di lavorazioni delle materie plastiche, che vanno dallo stampaggio alla saldatura ad ultrasuoni e lama calda, fino alla tampografia del prodotto finito per i settori medicali, automotive ed elettrodomestico; mentre il brand commerciale Esseciplast si occupa espressamente di pavimenti in PVC. Per approfondire le caratteristiche di questa giovane e dinamica azienda, abbiamo intervistato Antonello di Tria, rappresentante di Esseci, che entra nel dettaglio di prodotti, soluzioni e nuove tecnologie dedicate ai settori dello sport, del fitness e del wellness. Qual è il core business della vostra produzione? “Il core business di Esseciplast è la piastrella autoposante in PVC, declinata in numerose varianti e finizioni specifiche. In particolare, la piastrella che ci dà più soddisfazioni, in termini di feedback positivi da parte dei clienti, è Global che produciamo in tre diverse versioni (Global, Global 5 e Globalfitness) e due diversi
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spessori (6.7 mm per Global e 5 mm per Global 5 e Globalfitness). Global è nata per la posa in spazi industriali, perché molto resistente agli acidi e agli oli comuni, mentre Global 5 è adatta a spazi ad alto flusso di traffico pedonale, come luoghi pubblici, zone commerciali, showroom e polisportive. Globalfitness è invece progettata per resistere alle attività dinamiche delle palestre: è antiscivolo grazie alla superficie lavorata a fotoincisione, antigraffio, ignifuga e facilmente lavabile; si può personalizzare nei colori e nella grafica con la stampa di percorsi fitness e functional zones. E, se una piastrella si rovina, basta sostituirla con una nuova senza bisogno di pesanti lavori di ristrutturazione”. Quali trasformazioni avete vissuto nel corso degli anni? “Ci siamo affacciati al mondo della pavimentazione con due soli modelli; ora, in seguito ad attente analisi di mercato e allo studio mirato dei trend di settore, abbiamo in catalogo undici modelli, la cui caratteristica principale è la posa a incastro direttamente sul pavimento esistente, senza bisogno di colle né di pretrattamenti. Tutte le nostre piastrelle in PVC offrono la massima resistenza all’usura, ammortizzano le cadute di oggetti e sono antiscivolo, isolano dal freddo e dai rumori troppo forti, sono personalizzabili con loghi e colori. E, non ultimo, sono riciclabili al 100%”.
Da quali competenze tecniche nascono le vostre piastrelle autobloccanti in PVC? “Intorno al 2009, per reagire alla flessione di mercato legata al settore dell’automotive, abbiamo cercato un ambito alternativo e in espansione nel quale investire il know how sviluppato in anni di lavoro nel ramo dello stampaggio delle materie plastiche. In seguito ad accurate ricerche di mercato, l’azienda ha deciso di sviluppare in Italia un prodotto innovativo già molto diffuso in America, che avrebbe potuto essere fabbricato adattando le attrezzature già in dotazione e intraprendendo specifici investimenti strutturali: la piastrella autobloccante in PVC. Per dedicare la massima attenzione a questo nuovo, ma promettente, prodotto abbiamo creato Esseciplast, un marchio di proprietà Esseci dedicato esclusivamente alla ricerca, allo sviluppo e alla produzione di pavimenti e di piastrelle in PVC autobloccanti”. Qual è il vostro modello di punta tra i prodotti dedicati alla pavimentazione di strutture sportive/benessere/fitness? “Il nostro modello di punta è la piastrella autobloccante Globalfitness, sottile e versatile. Le sue caratteristiche principali - robustezza, alta capacità di assorbimento degli urti, facilità di posa - la rendono fondamentale per tutte le location sportive che desiderano coprire, ricoprire, o proteggere la pavimentazione esistente. Resistente agli urti, misura 500x500 mm, ha uno spessore di 5 mm, è antiscivolo,
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lavabile, ignifuga, antigraffio, ammortizza le cadute ed è personalizzabile con loghi e colori a scelta. Inoltre, le piastrelle non sono incollate, ma incastrate tra loro e posate sul pavimento: questo rende possibile, in caso di spostamento dell’attività, portare con sé anche le piastrelle e riposizionarle nei nuovi locali come se fossero parte dell’arredamento. Occorre ricordare, poi, che molti centri fitness sono inseriti in contesti residenziali o commerciali e la necessità di ammortizzare i rumori delle attività sportive più dinamiche diventa di estrema importanza, anche per mantenere un buon rapporto con il vicinato!” Qual è stata la referenza, nel settore della pavimentazione sportiva, che vi ha dato maggiore prestigio? Può descriverci il lavoro effettuato e perché per voi è stato importante? “Ci siamo affacciati al mondo del fitness per scommessa, partecipando quasi per gioco nel 2009 alla fiera Rimini Wellness. Avevamo iniziato la produzione del modello Global da poche settimane ed eravamo impazienti di ricevere i primi riscontri. In quell’occasione siamo entrati in contatto con palestre che, ancora oggi, si rivolgono a noi quando hanno la necessità di ampliare o rimodernare i loro locali. Successivamente, la prima referenza importante nel settore l’abbiamo conquistata stringendo una partneship con Sellfit, specializzata nella produzione, distribuzione e vendita di attrezzature per il fitness, pavimenti compresi. Sellfit, spronata dal personal trainer Igor Castiglia, ci ha introdotto nel mondo dei pavimenti funzionali, facendo conoscere in Italia il functional training, una disciplina già molto praticata in America; i nostri pavimenti, infatti, sono personalizzabili con percorsi fitness stampati orizzontalmente con innovative soluzioni grafiche, le cosiddette functional zone. Questo ci ha permesso di diffondere la conoscenza dei nostri prodotti tra gli addetti ai lavori e di conquistare quote importanti di mercato, fino a essere contattati dalle aziende leader nella produzione di macchine per il fitness e da importanti centri wellness e SPA”. Quale peso economico e finanziario ha il fitness all’interno della vostra azienda? Quanto viene investito in ricerca e innovazione per creare nuove soluzioni? “La produzione Esseci, a oggi, offre soluzioni per il settore residenziale, commerciale, industriale e sportivo. In quest’ultimo ambito, oltre a Global, abbiamo sviluppato altre pavimentazioni dedicate al fitness e a discipline specifiche: Luxury, Crossfit, Tatami, Standard. Il mondo del fitness rappresenta circa un terzo del nostro fatturato globale ed è in crescita
di anno in anno. Di questa parte di fatturato, quasi il 10% viene investito in ricerca e sviluppo di settore”. Qual è il vostro rapporto con i mercati esteri? E con quello italiano? “In Italia il nostro prodotto si è diffuso quasi subito, crescendo in parallelo con l’intensificarsi della produzione. Molti agenti plurimandatari operanti nel settore dei pavimenti hanno iniziato a collaborare con noi inserendo nel loro portfolio le nostre piastrelle autobloccanti, apprezzandone la versatilità, la robustezza e l’originalità. Dopo aver consolidato il nostro business in Italia, in seguito ad attente analisi economiche abbiamo deciso di intraprendere investimenti sul mercato estero, sicuri che avrebbe accolto positivamente le nostre proposte di pavimentazione. All’inizio del 2011, quindi, abbiamo introdotto in azienda la figura dell’export manager, fondamentale per la ricerca e l’apertura verso nuovi mercati esteri. Da allora, grazie anche alla partecipazione a tre edizioni della fiera internazionale FIBO, in Germania, stiamo gradualmente coprendo l’Europa. Diverse commesse importanti sono arrivate anche dai mercati oltre il Mediterraneo e dai Paesi arabi. Gli investimenti sul mercato estero hanno dato risultati molto positivi, e per questo abbiamo scelto di presentare i nostri prodotti in fiere del fitness in Romania e Russia. Naturalmente non mancherà la nostra presenza all’edizione 2014 dell’IHRSA - The International Health, Racquet and Sportsclub Association”. Quali progetti avete per il futuro dal punto di vista della creazione di nuovi prodotti e della loro applicazione in ambito sportivo e fitness? “Nel nostro business plan è prevista per l’anno prossimo una novità che presenteremo a Rimini Wellness, su cui preferisco non anticipare altro, lasciando la sorpresa. Quest’anno invece abbiamo presentato la piastrella in PVC autobloccante Luxury, che spicca per le caratteristiche estetiche di alto livello che la rendono adatta a centri benessere, SPA e sale sportive. È disponibile in 5 finiture con spessore di 5 mm che riproducono l’ardesia, la pietra ollare, il marmo, il granito e l’antracite. A differenza delle sue controparti in pietra, è perfetta per gli spazi sportivi perché è antiscivolo, ignifuga, antigraffio, fonoassorbente. E già numerose attività operanti nel campo dello sport e del benessere si sono messe in contatto con noi per inserirlo nei loro spazi”.
“Il mercato delle pavimentazioni dedicate al fitness e al wellness apprezza sempre di più i nostri prodotti, la loro semplicità di posa, l’ampia gamma di finiture proposte e la componente economica competitiva. Questo ci permette di entrare anche nel settore dell’home fitness, grazie a partnership importanti con aziende che propongono vari strumenti per creare un angolo di palestra a casa propria. In linea generale, la percentuale di palestre che si rivolge a professionisti della progettazione a mio parere è ancora bassa; spesso nelle zone più hard del fitness vengono posati pavimenti inadeguati in parquet, in ceramica, in linoleum o in gres porcellanati, che non attutiscono gli urti delle cadute, non insonorizzano l’ambiente e che, nel corso degli anni, rimangono notevolmente danneggiati dall’urto di strumenti pesanti”. Secondo voi, sono in atto cambiamenti significativi nel settore delle pavimentazioni sportive? “I centri fitness iniziano a proporre soluzioni sempre più diversificate e complete, incentrate non solo sulla forma fisica, ma anche e sempre di più sul benessere a tutto tondo, come testimonia il boom della ginnastica posturale e correttiva. Stiamo seguendo queste evoluzioni e tutti i cambiamenti in atto nel mondo del fitness con estremo interesse, perché ci permettono di progettare pavimentazioni sempre più specifiche, costruite su misura per le varie attività. Tutto questo per fare in modo che i nostri prodotti soddisfino completamente le aspettative dei clienti, continuando a creare - come recita il nostro claim - pavimenti modulari in forma perfetta”.
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VISTO DA VICINO
Antonello di Tria, rappresentante di Esseci, azienda che si occupa di stampaggio e lavorazione delle materie plastiche per contro terzi e, con la divisione Esseciplast, della produzione di pavimenti in PVC con sistema a incastro.
Dal 2009, l’azienda ha avviato la produzione di pavimenti in PVC, caratterizzati da un innovativo sistema a incastro che non richiede l’uso di colla per la posa.
Dal vostro punto di vista, come sta andando il mercato delle pavimentazioni e delle superfici sportive in Italia?
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scelti per voi novità dal mercato NUOVA PARTNERSHIP PER POLIMPIANTI
NON SOLO PRODOTTI
Prodotti, sistemi, tecnologie. Ma anche idee progettuali, interviste, nuove collaborazioni aziendali. In questa “sede” potete trovare le ultime novità dalle aziende in materia di sport, impianti sportivi, piscine, fitness e benessere. Ovviamente – ormai è risaputo – ogni singolo prodotto può essere approfondito nel Portale www.sportindustry.com, con schede prodotto specifiche ricche di dettagli tecnici e foto. Da questo numero, potete accedere a tutti gli approfondimenti semplicemente digitando il link diretto segnalato dalla nostra lente. Tramite Sportindustry.com potrete anche contattare direttamente le aziende, per chiedere informazioni o preventivi, grazie alla presenza di vetrine aziendali dedicate. Quindi, non ci resta che augurarvi un buon approfondimento!
UN’ANIMA IN ACCIAIO
Per approfondire: bit.ly/sid1polimpianti
ARREDI TRA DESIGN E RESISTENZA
Impegnata nello sviluppo di progetti personalizzati, creati su misura sulle esigenze della committenza, Sideredil si è specializzata, in oltre 20 anni di presenza nel settore, nella progettazione, ideazione e realizzazione di strutture che richiedono lavorazioni di carpenteria metallica. Con uno stabilimento esteso su un’area di 10.000 mq, e officine che ne occupano più di 2.000, l’azienda può ospitare le attrezzature e i macchinari necessari per elaborare qualunque tipo di richiesta proveniente dal mercato di riferimento. Sideredil conta anche di un ufficio tecnico, che può vantare professionisti di lunga esperienza produttiva nel campo della progettazione e realizzazione di molteplici soluzioni: dai capannoni industriali alle pensili, dalle coperture alle serre, fino alla realizzazione in toto di centri commerciali ed edifici residenziali. Per il settore impianti sportivi, l’azienda è rivenditore autorizzato delle coperture MegaDome (presentate nella rassegna pubblicata su Sport Industry Magazine n°12), l’alternativa eco-energetica agli edifici in acciaio convenzionali. Affidabile, robusto, polivalente, sicuro. Queste le parole chiave per descrivere il prodotto, progettato con i più evoluti software di calcolo strutturale nel settore industriale, nel totale rispetto degli eurocodici e degli allegati nazionali italiani. Per approfondire: bit.ly/sid1sideredil
Ges Group presenta la serie Quadrant, progettata con un obiettivo ben preciso: offrire a centri sportivi, fitness club e piscine un’ampia gamma di soluzioni per realizzare ambienti di particolare pregio anche negli spogliatoi. Questa nuova linea di armadi, panche e porte si distingue per l’eleganza coniugata alla resistenza, nonché per la cura prestata ai dettagli. Tutti i complementi sono realizzati in laminato stratificato HPL, materiale non solo inattaccabile dalla ruggine e dagli acidi, ma anche indeformabile e resistente agli urti. Quadrant è ergonomica, facilmente pulibile e, non meno importante, esteticamente accattivante. L’impiego di materiali di elevata qualità e di tecnologie avanzate, unito a un’attenta progettazione e al sistema costruttivo impiegato, rende questi arredi – anti-graffio e con bordi smussati – completamente modulari e perfettamente compatibili agli spazi a disposizione. Per approfondire: bit.ly/sid1gesgroup
MILLE QUALITÀ IN UN TAPPETO
L’esperienza al servizio dello sport “Un filo lungo 60 anni, prodotto nel tempo con fibre naturali, artificiali e sintetiche, lavorato dalla conoscenza e tessuto dalla tecnologia, trasformato in ogni derivato tessile, diventato nel 2001 superficie ottimale per lo sport e il paesaggio”. In questo modo, Aqua Industrial Group descrive le caratteristiche dell’erba sintetica HI GREEN, divisione commerciale dedicata alla produzione di erba sintetica per ogni tipo di applicazione sportiva e landscape. Per il mercato sportivo, HI GREEN propone soluzioni tecniche specifiche per campi da calcio a 5, calcio a 8, calcio pro 11, rugby, tennis, hockey e spazi polifunzionali. Accanto ad HI GREEN, Aqua Industrial Group è inoltre presente, per il mercato degli impianti sportivi, con la produzione di sedute e tribune per spazi sportivi (HI SEAT), oltre ad essersi specializzata nella costruzione di campi e centri sportivi, stadi del nuoto e parchi acquatici (AQUA ACTIVE BUILDING). Tra le ultime referenze, spiccano la realizzazione di Aquatico “il mare in città” a Reggio Emilia, lo stadio del nuoto di Albaro (GE), lo stadio Silvio Piola a Vercelli e lo stadio Pro Recco Rugby, Recco (GE), oltre alle sedute per lo stadio Ennio Tardini (PR). Per maggiori dettagli tecnici sui prodotti e sulle realizzazioni dell’azienda, si può fare riferimento all’articolo completo su www.sportindustry.com. Per approfondire: bit.ly/sid1aqua
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Polimpianti, da sempre impegnata nella ricerca di strumenti e tecniche per la gestione e manutenzione di piscine, e punto di riferimento nella produzione di pool cover, da settembre vanta un accordo di partnership con CONI SERVIZI. La collaborazione nasce con l’obiettivo di: 1) sperimentare soluzioni innovative per la riduzione dei consumi energetici negli impianti sportivi in generale e in quelli natatori in particolare; 2) proporre nuove schede tecniche nell’ambito del meccanismo dei Titoli di Efficienza Energetica (TEE) rivolte agli impianti sportivi; 3) presentarsi come punto di riferimento verso i clienti nella gestione delle attività connesse all’ottenimento dei TEE. L’azienda è presente in modo attivo e propositivo come esperto e rappresentante in sede UNI e in sede europea presso CEN (TC 136 gruppo WG8) a supporto dell’attività di normazione. Oltre ad aver conseguito, dopo 2 anni di studi e test, la certificazione di prodotto IMQ e IMQECO.
DEPA presenta il tappeto in PVC a puzzle CompoFloor. Realizzato in PVC di prima qualità, è resistente ai prodotti chimici, fonoassorbente, isolante, confortevole e decorativo nella gamma dei colori disponibili, tutti resistenti agli UVA e quindi utilizzabile sia in interni, sia in esterni. La facile messa in opera non richiede l’intervento di personale specializzato e avviene in tempi brevi; non è richiesto l’utilizzo di collanti, quindi Compo-Floor è facilmente rimovibile. Grazie a un’opportuna rete di canalette, disposte nella faccia inferiore delle formelle, Compo-Floor permette il drenaggio dell’acqua e favorisce l’eliminazione di muffe, batteri e funghi; l’eventuale asportazione di polveri avviene con semplici aspiratori, senza dover rimuovere le formelle. Ogni singola formella misura 250x250 mm per soli 7 mm di spessore e peso 510 gr. Per approfondire: bit.ly/sid1depa
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scelti per voi novità dal mercato
QUALITÀ MADE IN ITALY
UN SIGILLO DI QUALITÀ
Ext3, azienda specializzata nella progettazione e produzione di attrezzature professionali per il fitness e la riabilitazione, con una solida esperienza maturata nel campo della meccanica di elevata precisione, propone attrezzi che coniugano la solidità alla funzionalità, nel pieno rispetto dei principi della biomeccanica, consentendo agli utenti finali di svolgere un esercizio tanto sicuro quanto efficace. Ext3 è una delle poche realtà italiane che porta a termine l’intero ciclo produttivo in Italia, prestando una cura artigianale al prodotto per offrire alla propria clientela la qualità e il prestigio del vero Made in Italy. Non a caso esporta i propri prodotti in diversi paesi europei, tra i quali Russia e Stati Baltici, e persino negli Stati Uniti. Tra le novità presentate per il 2013: la panca professionale Double Ability, ritratta nella foto e presentata all’ultima edizione di FIBO a Colonia. Un prodotto che, in virtù della sua versatilità, risulta ideale anche per atleti diversamente abili, dunque impiegabile in ambito sia olimpico sia paralimpico. Misure versione olimpica: base di 125 cm, profondità di 150 cm, altezza massima di 142 cm max. Misure versione Paralimpica: base di 125 cm, profondità di 210 cm, altezza di 142 cm max.
Dopo il notevole successo avuto sul mercato tedesco, Georg Fisher presenta, in esclusiva per il settore delle piscine, il nuovo sigillante M 3000 Tangit, che garantisce la perfetta tenuta idraulica dei tubi in piscina. Di facile e veloce utilizzo, permette infatti di sigillare garantendo una tenuta idraulica (1 Bar) in qualsiasi passaggio di tubi verso esterno e interno della piscina. L’applicazione del prodotto in cartuccia avviene in maniera estremamente semplice; esso viene iniettato con una pistola, espande in meno di un minuto e indurisce in cinque minuti.
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L’ARTE DI COSTRUIRE L’ACQUA
I BENEFICI DEI SALI MINERALI
Nuove piscine realizzate da Piscine Castiglione per i Campionati Mondiali di Nuoto FINA 2013, svoltisi quest’estate a Barcellona, e per il nuovo centro poliacquatico Acqua 13, che da settembre sorge a Castel Goffredo (MN). Due creazioni molto diverse che mettono in mostra la capacità dell’azienda di costruire piscine in contesti differenti, venendo incontro alle esigenze della committenza in materia di funzionalità, design e personalizzazione. Nel caso delle piscine per i Campionati (nella foto), sono state predisposte due vasche temporanee: la prima, di 50 x 26 x 3 m di profondità, è stata installata al Palau Sant Jordi per le gare di nuoto. La seconda, di 50 x 20 m x 2 m di profondità, è stata collocata all’interno di un’area di pertinenza di un impianto sportivo preesistente, e utilizzata per l’allenamento degli atleti. Le due piscine sono state realizzate con tecnologia Myrtha in acciaio inox, scelta dagli organizzatori per la qualità dei materiali, per la versatilità e, soprattutto, per la rapidità di installazione e disinstallazione. Il nuovo centro Acqua 13, invece, può essere approfondito su www.sportindustry.com.
Trasformare i momenti di relax, in piscina e nelle SPA, in un’occasione nella quale abbinare salute, benessere, piacere e bellezza. Questa la filosofia alla base de “I Sali della Vita”, proposti da Barchemicals. Attraverso il processo di Biostabilizzazione, “I Sali della Vita – Acqua Madre” permettono di ricostruire le caratteristiche delle migliori acque termali di tipo alcalino terroso, consentendo di beneficiare direttamente nelle piscine e nelle SPA di tutti i vantaggi connessi alla presenza dei sali minerali della salute: Magnesio (Mg), Potassio (K) e Iodio (I). Si pensi che soluzioni a concentrazioni di 30 cc/l de “I Sali della Vita” corrispondono alla “Soluzione di Delbet”, nota per le sue proprietà eudermiche e rigeneranti dei tessuti biologici, oltre che per le sue proprietà batteriostatiche e battericide. I Sali della Vita si distinguono infine per una particolare versatilità di utilizzo. Possono infatti essere impiegati in tutte le tipologie di strutture acquatiche e natatorie, compatibilmente con le caratteristiche costruttive delle piscine stesse.
Per approfondire: bit.ly/sid1castiglione
COME TI RISTRUTTURO LA PISCINA Un esempio di ristrutturazione di una piscina “tradizionale” - con sistema di filtrazione a skimmer, struttura in cemento armato e rivestimento in PVC - costruita 13 anni fa. Una piscina che ha cambiato totalmente aspetto grazie a una ristrutturazione che ha coinvolto non solo la forma, le dimensioni e i rivestimenti interni ed esterni, ma soprattutto il versante impiantistico, con l’obiettivo di renderla più efficiente dal punto di vista energetico e più rispettosa dell’ambiente. La riduzione di prodotti chimici nell’acqua, la scelta di pompe di nuova generazione a efficienza migliorata, che garantiscono un minor spreco d’acqua e hanno una maggiore resa, sono solo alcune delle migliorie apportate. Peculiarità innovativa della piscina è il trattamento dell’acqua, effettuato secondo un sistema integrato chimico-fisico con masse microperlate, ozono e ultravioletti. Artefice di questa trasformazione è Baires Piscine, che si è cimentata in un lavoro di ristrutturazione completa, dalla progettazione alla costruzione, curando ogni singolo dettaglio e accessorio. Per dettagli tecnici e impiantistici, si legga l’articolo su www.sportindustry.com. Per approfondire: bit.ly/sid1baires
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BENESSERE A BORDO PISCINA FratelliMora si occupa della produzione di lettini, sdraio, poltrone ed ombrelloni per aree benessere, piscine e aree verdi. Le nuove tecnologie e la conoscenza delle problematiche del settore permettono all’azienda di produrre arredi con 5 anni di garanzia ed oltre, sicuri, certificati e dal design innovativo e accattivante. FratelliMora, grazie all’esperienza accumulata nel settore, crea continuamente nuovi prodotti per rendere i centri benessere contemporanei e accoglienti. Nella foto, l’azienda presenta il nuovo letto ad acqua termo-cromatico, per il benessere ad alto livello alla portata di tutti.
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QUANDO LO SPORT DIVENTA METABOLICO Eurofit presenta il marchio VIP Center, da essa ideato e creato nel 1996 in Italia e oggi distribuito a livello internazionale. Basato sui risultati ottenuti da uno studio approfondito dei protocolli di lavoro di acceleratori di metabolismo, effettuati presso l’Istituto Scienze Motorie di Torino, il Metodo VIP Center è incentrato sulla riattivazione metabolica distrettuale, che assicura risultati concreti e rapidi nella riduzione e nella tonificazione delle parti localizzate del corpo. Dopo tanti anni di attività, il Metodo è oggi identificato dal nuovo marchio VIP Center “Centri di Physiofitness Metabolico”, certificato dallo C.S.E.N. con il riconoscimento del Coni, che sancisce l’appartenenza del Metodo al mondo sportivo. Insieme al progetto è nata anche la Greenfit ssd Academy, per la formazione e l’affiancamento della nuova figura di Tecnico Istruttore PhysioFit, abilitata all’utilizzo del metodo VIP Center e delle apparecchiature/attrezzature necessarie, come gli strumenti di valutazione antropometrica e gli elettrostimolatori per uso sportivo. Per approfondire, si rimanda alla lettura dell’intervista pubblicata su www.sportindustry.com. Per approfondire: bit.ly/sid1eurofit
ALLO STADIO, IN SICUREZZA 120 telecamere per garantire la sicurezza dello stadio dell’Amsterdam ArenA, da 16 anni in attività come stadio ufficiale dell’AFC Ajax. Il vecchio sistema TVCC, pur essendo efficiente, non era infatti in grado di offrire alcune prestazioni diventate nel tempo essenziali, ad esempio il riconoscimento facciale, oltre ad essere carente sotto l’aspetto dell’intuitività d’uso. È stato quindi sostituito con un nuovo sistema di sicurezza digitale, in grado di individuare i disordini in tempo reale. Operativo a partire dal 2012 e già diventato un modello di ispirazione per molti stadi di calcio nazionali e internazionali. La tecnologia del nuovo sistema di sicurezza, targata Sony, permette di ricavare immagini in HD nitide e ricche di contrasto, anche in condizioni di esposizione non ottimali, maggiore stabilità, funzionalità di micro-clima per unità esterne; le telecamere sono inoltre dotate di zoom potenti, che permettono l’individuazione immediata di singoli soggetti. Su www.sportindustry.com, maggiori informazioni sullo stadio e sul sistema di sicurezza installato.
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UNA PISCINA SOTTO CONTROLLO ProMinent presenta la nuova centralina multiparametrica di dosaggio e regolazione per le piscine, che consente una facile e veloce gestione di tutto l’impianto, anche a distanza. Infatti, Splash Control Pro, oltre a misurare e regolare pH, cloro e Redox, pilota i sistemi di dosaggio e quelli per il condizionamento dell’acqua delle piscine. Disponibile in 3 modelli, garantisce una soluzione ideale per ogni impiego. Senza contare che, grazie al pacchetto speciale Web Connectivity, il cliente può connettersi attraverso il portale mypool.prominent.com e gestire la piscina da remoto. Molteplici i vantaggi offerti da questo “pacchetto web”, che ProMinent propone in due versioni: “Kit Base” per la prima centralina e “Kit Aggiuntivo” per successive centraline. ProMinent offre anche un ampio range di servizi alla clientela: dal servizio di consulenza per la scelta dei prodotti, alla formazione e al servizio post-vendita completo per tutto il ciclo di vita dell’impianto acquistato.
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30 appuntamenti ottobre-dicembre 2013 L’impiantistica sportiva torna a Colonia A pochi mesi dall’apertura, il Salone Internazionale delle strutture ricreative, sportive ed acquatiche FSB, che si terrà a Colonia dal 22 al 25 ottobre 2013, può già vantare l’assegnazione del 95 per cento della superficie espositiva. Organi decisori, progettisti ed architetti del settore privato o comunale troveranno a FSB, le soluzioni ad ogni necessità nell’ideare e approntare gli spazi in linea con i mutamenti. Quest’anno a FSB saranno in risalto, sia in teoria sia
nella loro attuazione pratica, le questioni del cambiamento demografico, l’assenza di barriere architettoniche, la sostenibilità e la lunga durata di materiali e strutture. Novità di quest’anno: il planerFORUM. Organizzato da progettisti per progettisti, prevederà la presentazione di “Best of Practise” sui temi come: lo spazio e il movimento, verde e terapia, sicurezza negli impianti attrezzati, attività motoria e parchi per tutte le età, ambiente abitativo e mobil-
ità, soluzioni di design. In perfetta concomitanza si svolgerà anche aquanale, la fiera internazionale per saune, piscine, SPA e centri wellness. Complessivamente sono attesi all’affermato doppio evento fieristico circa 1000 espositori e più di 25.000 visitatori. Da segnalare, infine, l’ormai consueto appuntamento con l’International IAKS Congress, che nelle medesime date affronterà la progettazione, costruzione e gestione di centri sportivi e ricreativi. Per approfondire:
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Il mercato delle piscine e delle spa in Spagna Con oltre 1 milione di piscine private realizzate, la Spagna occupa il 7% del mercato mondiale, posizionandosi al secondo posto nel mercato europeo. Attualmente sono 2000 le imprese spagnole del settore, con oltre 51.000 lavoratori impiegati. Nell’ultimo anno, le imprese spagnole hanno generato un giro d’affari di 1.190 milioni di euro, 450 dei quali provenienti dalle esportazioni. Questi numeri testimoniano l’importanza che il settore ricopre per l’economia del Paese e giustifica l’intenzione di Piscina Barcelona, la fiera internazionale della piscina e delle spa che si svolge dal 15 al 28 ottobre nel quartiere fieristico Gran Via a Barcellona, di continuare ad investire risorse nell’evento, promuovendo nuove iniziative anche a livello internazionale. La manifestazione è
dedicata al mondo delle piscine (residenziali, pubbliche, strutture ricreative, sportive e piscine ad uso terapico) e al comparto del wellness, ospitando il Wellness & Sport Experiences Event, un congresso che radunerà i maggiori esperti internazionali del settore. Oltre a offrire un’ampia visuale di prodotti, tecnologie e novità, verrà dedicato largo spazio alla formazione, attraverso l’organizzazione di conferenze e congressi di carattere internazionale. Annunciata infine una nuova edizione di Piscina Barcelona Awards, dedicata ai prodotti e alle lavorazioni realizzati negli ultimi due anni ed esposti in fiera, progettati secondo criteri ecosostenibili, ad esempio composti da materiali riciclati e che impiegano un uso razionale dell’energia, rispettando l’ambiente. Per approfondire:
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18-22
IAAPA Attractions Expo Annual Conference and Trade Show Orange County Convention Center, Orlando, Florida (US) www.iaapaexpo.com
21-23
Athletic Business Conference & Expo Conferenza ed esposizione per i professionisti di atletica, fitness e attività ricreative San Diego (US) www.athleticbusinessconference.com
22-24
Sport Days Salone professionale dell’impiantistica sportiva Rimini (IT) www.sportsdays.it
Host
Salone internazionale dell’ospitalità professionale Fiera Milano Rho (IT) www.host.fieramilano.it
22-25
FSB - Aquanale Salone internazionale degli impianti sportivi e ricreativi Fiera di Colonia (DE) www.fsb-cologne.com
24-26
Exposport Fiera dello sport e del tempo libero Parco San Giuliano, Mestre, Venezia (IT) www.venicemarathon.it
novembre 05-06
World Business Forum L’appuntamento annuale per la business community MiCo Milano Congressi (IT) www.wobi.com
06-08
QPS EXHIBITION Esposizione dedicata a piscine e spa Doha Exhibition Centre, Qatar www.htsxpo.com
07
Sport-Obiekt Esposizione sugli impianti sportivi, costruzione e accessori Targi Kielche, Qatar www.targikielce.pl
dicembre 03-05
Expo Estadio Fiera del management, delle attrezzature e della tecnologia degli impianti sportivi Expo Center Norte, San Paulo (BR) www.sport-infratech.com
05-07
Sportec
trimestrale, anno 4, n. 13 lug-sett 2013 Periodico iscritto al ROC, con numero 6228 ISSN 2038-5781, e all’ANES. Associato al sistema Confindustria Per contattare la redazione info@sportindustry.com Direttore responsabile Federico Maestrami Redazione Alice Spiga (responsabile redazione), Chiara La Piana, Davide Venturi, Sara Lisa di Mario Hanno collaborato Lucia Dallavalle, Guido Martinelli, Alberto Manzotti Progetto grafico Alice Anna Rameschi, Claudia Gamberini, Sergio Melani Videoimpaginazione Lisa Cavallini Prestampa Massimo Piani Fotografie Sxc.hu / Shutterstock.com Stampa TIBER di Brescia (BR) Spedizione in posta target
Conferenza sullo sport e sul fitness Tokyo Big Sight (JP) www.sports-st.com/en/
PROPRIETÀ LETTERARIA RISERVATA © Copyright Editrice Il Campo srl fondata da Franco Maestrami
Salon de la Piscine et du Spa
Direzione editoriale Federico Maestrami, Roberto Maestrami
07-15
Salone dedicato alla piscina e alle Spa Paris Expo, Porte de Versailles (FR) www.salonpiscineparis.com
10-11
Footecon Forum internazionale dell’industria calcistica Rio de Janeiro (BR) footecon.com.br
Direzione, redazione, amministrazione e pubblicità Via Amendola 11, 40121 Bologna Tel. 051.25.55.44, Fax 051.25.53.60 info@ilcampo.it Domini internet: www.sportindustry.com www.sportindustry.net www.sportindustry.org www.sportindustry.info www.sportindustry.tv www.sportindustry.it www.sportindustry.eu L’Editore declina ogni responsabilità per eventuali errori e/o omissioni sui dati pervenuti e pubblicati. È vietata la traduzione, la memorizzazione elettronica, la riproduzione e l’adattamento totale o parziale, con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm, i cd rom, le fotocopie e i siti Internet), non autorizzati.
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