ASSET MANAGEMENT Gennaio - Febbraio 2018 | N°2 |
A MANAGEMENT SSET
9 € | Gennaio - Febbraio 2018
L’amministratore delegato di Azimut annuncia lo sviluppo dell’attività sui mercati internazionali. E illustra strategie e obiettivi per restare indipendenti
“ SIAMO L’ UNICO
GRUPPO GLOBALE
ITALIANO ”
Prima immissione 07 / 02 / 2018
Sergio Albarelli
DISTRIBUZIONE FINANZIARIA La competizione ora si gioca sulla qualità
FINTECH
AMUNDI
L’intelligenza artificiale nelle piattaforme online
Matteo Giordano: faremo di Milano un hub mondiale
Investire per generazioni.
Il nostro approccio attivo è concepito per durare nel tempo. Il processo d’investimento di Capital Group si basa unicamente su una prospettiva di lungo
tralasciando di considerare i trend a breve termine. Da più di 80 anni investiamo il Ilperiodo, nostro approccio attivo è concepito per durare patrimonio dei nostri clienti in società resilienti che sono sopravvissute e hanno prosperato a nel tempo. dispetto della volatilità dei mercati. Riteniamo che la ricerca fondamentale globale sia essenziale per identificare opportunità di investimento che resistano alla prova del tempo. Poche società
Il processo d’investimento di Capital Group si basa unicamente su una di gestione riescono a eguagliare la portata e l’ampiezza della nostra ricerca proprietaria, che ci prospettiva di lungo periodo, tralasciando di considerare i trend a breve consente di preservare e aumentare il capitale dei nostri clienti. termine. Da più di 80 anni investiamo il patrimonio dei nostri clienti in società Per saperne di più, visitate il nostro sito www.capitalgroup.com/it/it/ resilienti che sono sopravvissute e hanno prosperato a dispetto della volatilità dei mercati. Riteniamo che la ricerca fondamentale globale sia essenziale per identificare opportunità di investimento che resistano alla prova del tempo. Poche società di gestione riescono a eguagliare la portata e l’ampiezza della nostra ricerca proprietaria, che ci consente di preservare e aumentare il capitale dei nostri clienti. SOLO PER GLI INVESTITORI PROFESSIONALI
Fattori di rischio prendere in considerazione prima di investire: Per saperne dida più, visitate il nostro sito www.thecapitalgroup.it • Il presente documento non ha pretesa di fornire consulenza sugli investimenti, né deve essere inteso come raccomandazione personale. • Il valore delle azioni e il reddito da esse derivanti possono sia aumentare che diminuire ed è possibile perdere una parte o la totalità dell’investimento iniziale. • I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. • Se la valuta in cui si investe si apprezza nei confronti della valuta in cui sono denominati gli investimenti sottostanti del fondo, il valore dell’investimento diminuirà. • A seconda della strategia, i rischi possono essere associati agli investimenti in mercati emergenti e/o a titoli high yield; i mercati emergenti sono volatili e possono registrare problemi di liquidità. La presente comunicazione è emessa da Capital International Limited (autorizzata e regolamentata dalla UK Financial Conduct Authority), una controllata di Capital Group Companies, Inc. (Capital Group), regolamentata anche in Italia attraverso la sua filiale dalla Commissione Nazionale per le Società e la Borsa (CONSOB). Questo documento è riservato esclusivamente ai clienti professionali e non è destinato agli investitori finali. Capital Group si impegna ragionevolmente per ottenere informazioni da fonti che ritiene affidabili, tuttavia non rilascia alcuna dichiarazione o garanzia sull’accuratezza, affidabilità o completezza delle informazioni. La presente comunicazione non ha pretesa di essere esaustiva né di fornire consulenza sugli investimenti, di carattere fiscale o di altra natura. © 2018 Capital Group. Tutti i diritti riservati. SOLO PER GLI INVESTITORI PROFESSIONALI La presente comunicazione è emessa da Capital International Limited (autorizzata e regolamentata dalla UK Financial Conduct Authority), una controllata di Capital Group Companies, Inc. (Capital Group), regolamentata anche in Italia attraverso la sua filiale dalla Commissione Nazionale per le Società e la Borsa (CONSOB). Questo documento è riservato esclusivamente ai clienti professionali e non è destinato agli investitori finali. Capital Group si impegna ragionevolmente per ottenere informazioni da fonti che ritiene affidabili, tuttavia non rilascia alcuna dichiarazione o garanzia
EDITORE
SOMMARIO
Le Fonti S.r.l. Via Dante, 4, 20121, Milano DIRETTORE RESPONSABILE Angela Maria Scullica angela.scullica@lefonti.it REDAZIONE Federica Chiezzi federica.chiezzi@lefonti.it
DISTRIBUTION - DAY
SCENARI 6
La ripresa favorisce i listini azionari
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La competizione ora si gioca sulla qualità
SEGRETERIA DI REDAZIONE segreteria@lefonti.it
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COLLABORATORI Giulia Andreoli, Vanessa D’Agostino, Luigi Dell’Olio, Filippo Fattore, Gianenrico Levaggi, Guido Sirtoli, Nino Sunseri, Paolo Tomasini, Gabriele Ventura, Francesca Vercesi
Il termometro indica sereno variabile
Gestione passiva, mercato e prospettive
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Nuovi rischi e sfide del mercato
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Il raggio dei Pir si estende all’immobiliare
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La lista dei desideri degli investitori
REDAZIONE GRAFICA Valentina Russotti
COMUNICAZIONE E RELAZIONI ESTERNE Claudia Chiari COORDINAMENTO INTERNAZIONALE (New York, Dubai, Hong Kong, Londra, Singapore) Alessia Liparoti alessia.liparoti@lefonti.it PROGETTI SPECIALI Alessia Rosa alessia.rosa@lefonti.it INNOVAZIONE E DIGITAL MARKETING Simona Vantaggiato simona.vantaggiato@lefonti.it REDAZIONE E STUDI TELEVISIVI Via Dante 4, 20121 Milano - tel. 02 87386306 Per comunicati stampa inviare a: press@lefonti.it
PROTAGONISTI 20
Azimut: Non siamo in vendita e guardiamo all’estero
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Amundi: E adesso puntiamo sull’Italia
EDITORIAL OFFICES Londra - Milano - New York - Singapore Dubai - Hong Kong
MERCATI E BUSINESS
TIPOGRAFIA Arti Grafiche Fiorin
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AGF S.p.A. Unipersonale Via del Tecchione, 36-36A 20098 - Sesto Ulteriano San Giuliano Milanese (Mi)
Sgr: le strategie d’investimento del risparmio
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Italiani ancora poco alternativi
PRODOTTI E SERVIZI 52
Piani individuali di risparmio in corsa sul mattone
CONSULENZA FINANZIARIA 58
Così cambia la governance dei prodotti
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Riconquistare la fiducia del cliente
FINTECH 62
Uomini e robot a caccia dell’investimento perfetto
UFFICIO ADV press@lefonti.it DISTRIBUZIONE PER L’ITALIA MePe - Distribuzione Editoriale Via Ettore Bugatti, 15 - 20142 Milano SERVIZIO ABBONAMENTI Telefono 02 8738 6306 o inviare una mail a: abbonamenti@lefonti.it
RUBRICHE 28
Carriere
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Asset Management Gen - Feb 2018
WORLD EXCELLENCE LA RIVISTA
N° 1DEI CEO
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LE FONTI
www.lefonti.it
LEGAL
LA RIVISTA N°1 DEGLI AVVOCATI
EDITORIALE
2018 anno di svolta nel sistema finanziario italiano Angela Maria Scullica @AngelaScullica
L
e normative che entrano in vigore quest’anno, gettano le basi per una profonda revisione del sistema finanziario che caratterizzerà il 2018 come un anno di svolta. Alla direttiva Mifid 2 che disciplina la protezione degli investitori e dei risparmiatori, attiva da gennaio, seguirà la Idd, abbastanza equivalente, almeno nei principi, per la distribuzione dei prodotti assicurativi (per la quale è stato richiesto un rinvio), la Psd2 sui sistemi di pagamento e, in maggio, il Gdpr, regolamento sulla protezione dei dati personali. La loro quasi contemporanea applicazione in Italia darà occasione e opportunità di sviluppo e crescita a iniziative concorrenziali con gli attuali attori sul mercato del risparmio gestito quali banche e reti di distribuzione finanziaria. Il regolamento sulla protezione dei dati (privacy) e la direttiva sui sistemi di pagamento introducono infatti la possibilità per i clienti di disporre di tutti i dati che li riguardano. Dati che potranno essere affidati dai clienti a terze parti autorizzate che, a loro volta, potranno, previo consenso dell’interessato, accedere per conto del cliente ai relativi archivi storici di banche, carte di credito, assicurazioni ecc. in modo da poter svolgere un servizio professionale puntuale, personalizzato, completo e, soprattutto, integrato. Si pensi infatti che i clienti hanno in generale rapporti con più di una banca senza però disporre di un integrato quadro d’insieme la cui ricostruzione può richiedere un notevole dispendio di energie e risorse. L’esistenza invece di terze parti che possano proporre al cliente servizi di integrazione dei dati su piattaforme specializzate ed una consulenza evoluta e personalizzata basata su dati reali e non generici, rafforzerebbe anche la
protezione degli investitori così come disegnato dalla Mifid. Se infatti le banche o gli intermediari non dovessero svolgere un servizio di consulenza evoluto, indipendente ecc. lascerebbero spazio e mercato a soggetti terzi che potrebbero competere proponendo dei servizi più integrati e adeguati alle esigenze della domanda. Ma non è finita. Questi nuovi competitor, grazie all’intelligenza artificiale, potrebbero integrare i dati ottenuti da banche, assicurazioni o carte di credito con i big data provenienti da altre fonti informative di vario genere al fine di offrire la risposta più idonea ed esaustiva alle esigenze del cliente. Se questo è lo scenario che si sta delineando è facile intuire come le banche e le reti di distribuzione per restare sul mercato debbano necessariamente accrescere la qualità dei loro servizi. Ma ancora oggi, nonostante l’avvento della Mifid 2 e delle direttive suddette, né le banche, né le reti hanno di fatto messo in discussione il loro modello di servizio perseverando ad accrescere i propri ricavi con la vendita di prodotti finanziari, assicurativi e di altro genere, senza al momento dedicare risorse e attenzione a una reale evoluzione dei servizi di consulenza. Le nuove normative, accompagnate dall’intelligenza artificiale, aprono quindi la strada a un sostanzioso e veloce cambiamento nel sistema finanziario italiano. Ma non saranno i giganti come Google o Amazon, che pure avranno un importante ruolo e peso, a dettare le nuove regole del gioco e della concorrenza nell’industria del credito e del risparmio gestito, ma soggetti del tutto nuovi, tecnologici e specializzati in vari settori, che baseranno il loro modello di business su un servizio ad alto valore aggiunto di elevata qualità, trasparenza e indipendenza.
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SCENARI OUTLOOK/1
LA RIPRESA FAVORISCE I MERCATI AZIONARI
Gli analisti prevedono nuovi rialzi per le azioni in Europa, Giappone e nei Paesi emergenti. Anche se il probabile aumento dei tassi, le incertezze politiche, le conseguenze delle innovazioni tecnologiche e i cambiamenti ambientali e sociali potrebbero frenarne (se non invertirne) il corso Francesca Vercesi
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el 2017 l’economia mondiale ha registrato il miglior andamento dal 2011: la crescita globale dovrebbe essersi attestata al 3,8%, dal 3,1% del 2016. È probabile che quest’anno l’espansione si stabilizzi intorno allo stesso livello, dando sostegno ai mercati azionari. Tuttavia, gli investitori dovranno prestare attenzione ai rischi e alle opportunità che scaturiranno dall’inasprimento monetario, dai fitti calendari politici, dalle grandi innovazioni tecnologiche e dai cambiamenti ambientali e sociali. Questo, in sintesi, è il pensiero dei principali attori del mondo del risparmio gestito. Secondo gli esperti di NN Investment Partners «la crescita globale, finora sostenuta in tutti i settori e aree geografiche, nel 2018 dovrebbe stabilizzarsi a livelli sostenibili, il contesto è favorevole per gli asset relativamente rischiosi; l’azionario è la nostra asset class preferita, sostenuta da prospettive positive sia dal punto di vista macro sia da quello degli utili, oltre che da buone dinamiche comportamentali». In questa fase il sentiment è molto simile tra le case di gestione: prediligono le azioni europee e quelle giapponesi, privi-
RALLENTAMENTO Secondo Valentijn van Nieuwenhuijzen, Cio di NN Ip, «anche se la crescita degli utili nel 2018 rimarrà a due cifre, è probabile che rallenti»
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Nel 2018 le Banche centrali inaspriranno le politiche monetarie e alcune di loro alzeranno i tassi
legiando l’esposizione ciclica basata su solidi dati macro e su rendimenti obbligazionari moderatamente in aumento. Le asset class del reddito fisso sono messe alla prova dall’aumento dei tassi di interesse e da rigide valutazioni; gli esperti consigliano un’allocazione flessibile verso una duration più corta e un’esposizione alla crescita. Sono inoltre positivi su convertibili e debito emergente. Per Valentijn van Nieuwenhuijzen, chief investment officer di NN Ip, «una domanda chiave è se nel 2018 riusciremo a superare il picco di crescita. Cominciamo con le cattive’ notizie: anche se la crescita degli utili rimarrà a due cifre, è probabile che rallenti sulla base dell’idea che, per il momento, la crescita congiunturale della produttività ha per lo più fatto il suo corso, mentre il pricing power non aumenterà ulteriormente. Allo stesso tempo, dovremmo assistere a un moderato aumento della crescita salariale, soprattutto negli Stati Uniti e in Giappone. Il rallentamento della crescita degli utili va di pari passo con una stabilizzazione della fiducia delle imprese. Ciò lascia supporre che lo slancio della spesa delle imprese dovrebbe rimanere solido, anche se probabilmente non accelererà. La buona notizia è che è improbabile che la crescita vacilli. Questa, infatti, si basa su un numero di fattori più alto rispetto a qualsiasi altro periodo a partire dal 2008. Ciò vale per tutti i settori, ma anche per tutte le aree geografiche, e questo probabilmente spiega perché il commercio globale ha registrato una ripresa così forte
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nell’ultimo anno e perché i mercati emergenti sono stati in grado unirsi alla festa. Inoltre, domanda dei consumatori e spesa per capitale sono in forte aumento, mentre i rischi per la politica fiscale possono derivare da un suo allentamento, il che indica che la crescita è sostenuta anche attraverso le componenti della domanda».
Cambiamenti e rischi. Nel 2018 le Banche centrali inaspriranno le politiche monetarie e alcune di loro alzeranno i tassi d’interesse. In certe aree, in particolare quella dei servizi finanziari, questi cambiamenti porteranno con sé opportunità d’investimento, tranne nel caso improbabile di una stretta di entità significativa. Però, un incremento dei tassi comporta anche un aumento della volatilità, una maggiore dispersione dei rendimenti dei singoli titoli e, in determinate circostanze, una correlazione più elevata tra azioni e obbligazioni. Per gli esperti di Ubs, «questi fattori possono invece favorire i gestori patrimoniali specializzati in strumenti alternativi e altri gestori attivi. Attribuiamo una bassa probabilità a scenari politici estremi, in particolare un potenziale conflitto militare tra Usa e Corea del Nord, ma l’evoluzione del quadro politico può avere un impatto significativo a livello locale. Gli investitori possono coprire questo rischio diversificando i portafogli a livello globale o sfruttando le opportunità che ne derivano, soprattutto in relazione alle tendenze di lungo periodo come lo sviluppo di
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infrastrutture nei mercati emergenti. Non ci aspettiamo scenari estremi in ambito finanziario, come una crisi del debito in Cina nel 2018, ma è comunque opportuno tenere sotto osservazione le possibili aree di rischio. Il totale delle attività bancarie in Cina ha raggiunto il 310% del Pil, un livello di quasi tre volte superiore alla media degli emergenti. L’elevato tasso di crescita, il vasto potere delle autorità e il conto capitale chiuso le danno una certa capacità di evitare un credit crunch e il nostro scenario di riferimento prevede una crescita del Pil cinese del 6,4% nel 2018, rispetto al 6,8% del 2017. Infine, i cambiamenti sociali, ambientali e tecnologici continuano a generare sia rischi sia opportunità. I temi tecnologici di lungo periodo che ci sembrano più rilevanti per il mercato azionario sono l’utilizzo dei dati, l’automazione e la robotica, oltre alla mobilità intelligente. Gli investitori possono destinare capitali anche a vari ambiti sociali e ambientali attraverso un crescente ventaglio di investimenti sostenibili, che comprendono le obbligazioni delle banche multilaterali di sviluppo, l’impact investing e una serie di azioni quotate».
MERCATI AZIONARI Mark Haefele, global cio di Ubs Wm, resta «ottimista nei confronti dei mercati azionari rispetto ai titoli di Stato e alle obbligazioni con rating elevato»
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Azioni: Eurozona e mercati emergenti offrono le migliori valutazioni. Le azioni sono l’asset class preferita di NN Ip per il 2018. Il contesto dei fondamentali per il mercato azionario non appariva così positivo da diversi anni, con solidi dati macroeconomici e una crescita degli utili a doppia cifra e la bassa inflazione dovrebbe evitare una rapida stretta dal punto di vista delle politiche monetarie. Patrick Moonen, principal strategist multi asset di NN Ip, sostiene che «un’importante questione è se i mercati azionari continueranno l’ininterrotto trend al rialzo che hanno registrato da inizio 2016. Molti osservatori segnalano valutazioni elevate ma pensiamo che non siano un impedimento per ulteriori rialzi. Vero, i rapporti prezzo/utile sono alti, ma non estremi, se si considera la fase attuale del ciclo degli utili. Rispetto a strumenti obbligazionari, le valutazioni dell’azionario sono in linea, o più interessanti, della media storica. Questo è particolarmente vero per l’Eurozona e il Giappone. Il premio al rischio relativamente elevato nell’azionario è una delle ragioni per cui il Giappone è il nostro mercato preferito. Inoltre, la vittoria elettorale del primo ministro Abe ha ridotto in modo sostanziale l’incertezza politica. Guardiamo con favore anche all’azionario emergente: le prospettive degli utili sono solide, le valutazioni interessanti e la maggior parte delle economie emergenti sono supportate dalle condizioni finanziarie favorevoli. Tuttavia, cambiamenti nelle aspettative della Fed e un dollaro più forte, unitamente a un consenso posizionato sul sovrappeso, sono i principali rischi per le azioni di queste aree. Inoltre, preferiamo l’Eurozona agli Stati Uniti per le sue valutazioni più allettanti e per una maggiore sensibilità ciclica». Anche Ubp è positiva sugli emergen-
GIAPPONE SUGLI SCUDI Il mercato preferito di Patrick Moonen, principal strategist multi asset di NN Ip, «è il Giappone, per il premio al rischio relativamente elevato nell’azionario
ti: «Le riforme interne sostengono la ripresa ciclica nei mercati emergenti. Il 2018 dovrebbe veder emergere economie in maturazione, che consentiranno cambiamenti delle politiche locali a supporto di un miglioramento dei ritorni per gli investitori». Crescita e volatilità. Secondo Ubs, l’anno prossimo l’espansione economica europea potrebbe rallentare rispetto a quest’anno, passando dal 2,3% all’1,9% nell’Eurozona e dal 2,2% all’1,9% nell’Unione europea. «Non mancheranno però alcune aree in accelerazione: ad esempio, la crescita della Svizzera dovrebbe salire dallo 0,8% all’1,8%. Manteniamo un orientamento positivo nei confronti delle azioni della zona euro rispetto a quelle del Regno unito. Gli indicatori anticipatori dell’economia dell’Eurozona si attestano ai livelli più alti da diversi anni e le società della regione sono altamente esposte a un miglioramento delle prospettive economiche globali». Mark Haefele, global cio di Ubs Wealth Management, dice che «spesso sono i periodi di elevata crescita economica a gettare i semi del successivo tracollo, ma oggi non
intravediamo segnali concreti di un’imminente battuta d’arresto. Storicamente le recessioni sono causate da uno o più problemi, quali i raggiunti limiti di capacità produttiva, uno shock petrolifero, una stretta monetaria eccessiva, l’austerity o una crisi finanziaria, ma nessuno di questi fattori dovrebbe materializzarsi nel corso del 2018. In questo contesto, rimaniamo ottimisti nei confronti dei mercati azionari rispetto ai titoli di Stato e alle obbligazioni con rating elevato». Anche David Hutchins, multi-asset portfolio manager di AllianceBernstein si dice positivo sull’azionario. «Pensiamo che la volatilità si manterrà bassa in questa asset class, spingendo ulteriormente i prezzi e, con valutazioni che già appaiono elevate, il suggerimento è focalizzarsi su Europa e Paesi emergenti. Crediamo, infatti, non solo che le valutazioni su questi mercati siano più interessanti, ma anche che le società mostrino una crescita degli utili oltre la media, sebbene queste economie siano appena entrate nella fase di recupero». Dello stesso parere Crédit Suisse, che tende a privilegiare le azioni rispetto ai titoli di credito: «Nel 2018 le azioni dei mercati emergenti dovrebbero generare total return lievemente al di sopra del 10%, con buone prospettive in particolare per le small cap. Nei mercati sviluppati le azioni nipponiche ed elvetiche presentano il migliore potenziale. A livello settoriale, vengono privilegiati sanità, telecomunicazioni, industriali e finanziari. Anche le azioni immobiliari dell’Eurozona offrono interessanti opportunità per gli investitori, dati i rendimenti ancora elevati». Per Allianz Gi, «nell’area dell’AsiaPacifico, l’economia della Cina sarà trainata essenzialmente dall’impegno del governo per le riforme e le normative ambientali. Il settore
tecnologico resta il motore principale della performance di Corea e Taiwan, ma non dei Paesi Asean. Se i governi e il settore privato spenderanno e investiranno, le infrastrutture potrebbero rappresentare una storia di crescita nei mercati Asean e in India». Segno più per le banche. «A livello settoriale», spiega Moonen, «abbiamo anche una preferenza per l’esposizione ciclica. Questa strategia è supportata da tre elementi: solidità dei dati macro, rendimenti obbligazionari più elevati a seguito di una politica
SPREAD PIÙ LARGHI Secondo Pieter Jansen, senior strategist multi asset di NN Ip, «il rischio di un allargamento temporaneo e moderato degli spread è concreto»
monetaria gradualmente più restrittiva e prezzi delle materie prime stabili o in aumento. I settori dell’energia e dei materiali ovviamente traggono beneficio da questi ultimi, mentre il settore finanziario è il nostro settore preferito per la sua bassa valutazione, le buone prospettive a livello di utili e la correlazione positiva con i rendimenti obbligazionari. Poiché ci aspettiamo un moderato aumento dei rendimenti dei bond, i finanziari dovrebbero sovraperformare i settori caratterizzati dalla ricerca del rendimento, come le utilities e le tlc».
Azioni Usa. Per gli esperti di Crédit Suisse, «negli Stati Uniti la crescita degli investimenti da parte delle aziende, una ripresa della produttività e un probabile stimolo fiscale dovrebbero estendere il forte ciclo congiunturale per un altro anno. La previsione del Pil 2018 su base annua è di un +2,5%». Per Ubs, «nel 2018 l’economia statunitense dovrebbe registrare un’espansione del 2,2%, in linea con il 2017, sostenuta dalla forza del mercato del lavoro e della redditività aziendale. Ci aspettiamo che la Fed e la Bank of Canada alzino i rispettivi tassi due volte nel corso dell’anno. In America Latina ci attendiamo un’accelerazione della crescita dallo 0,5% al 3,1% in Brasile e dal 2% al 2,2% in Messico. Questa dinamica dovrebbe sostenere il debito dei mercati emergenti, che offre valutazioni medie rispetto al reddito fisso di altre regioni». Per Ubp, poi, «si assisterà alla crescita degli utili nell’azionario statunitense e a possibili ritorni positivi nel 2018 nonostante le valutazioni storicamente elevate». Per Allianz Gi «negli Usa, il settore bancario potrebbe risultare interessante in un contesto di continuo rialzo dei tassi di riferimento da parte della Fed. I titoli delle telecomunicazioni, industriali e dei beni di prima necessità sarebbero invece favoriti in caso di approvazione della riforma fiscale. Potremmo inoltre aspettarci probabili pressioni al ribasso sulle azioni statunitensi con valutazioni elevate». Obbligazionario: occhi puntati su convertibili e debito emergente. La politica monetaria è in via di normalizzazione e questa è una sfida per gli asset a reddito fisso, che negli ultimi due anni hanno decisamente beneficiato dei flussi legati alla ricerca del rendimento. Secondo Pieter Jansen, senior strategist multi asset
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di NN Ip, «il ritmo del processo di normalizzazione della politica monetaria e di aumento dei rendimenti obbligazionari determinerà in larga parte il rischio di correzione per i prodotti obbligazionari a spread, come i corporate bond (high yield) e il debito dei mercati emergenti. Ci aspettiamo che entrambe le asset class continuino a svilupparsi in modo particolarmente graduale. Tuttavia, dato il punto di svolta nella direzione della politica monetaria, le valutazioni rigide e la poca liquidità, il rischio di un allargamento temporaneo e moderato degli spread è concreto. Un allargamento significativo degli spread di solito sussiste solo in un contesto di avversione al rischio e, dato il contesto positivo dei fondamentali, non ce lo aspettiamo». Nel comparto del reddito fisso Crédit Suisse prevede «una modesta crescita dei rendimenti obbligazionari nella maggior parte dei mercati sviluppati, e una stabilizzazione attorno al 2,7% negli Stati Uniti. Nei mercati emergenti si privilegia in particolare il debito in valuta locale a causa del carry ancora elevato e del potenziale per ulteriori tagli dei tassi d’interesse locali».
PROSEGUE IL CICLO A Peter Bentley, head of global credit di Insight Investment, sembra «che il ciclo del credito abbia ancora un po’ di strada da fare prima di invertirsi
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Nel 2018 ci sarà una minore domanda di obbligazioni governative, che eserciterà una pressione al rialzo sui rendimenti dell’asset class. «Nell’ambito del credito societario, l’indebitamento delle aziende nel quarto trimestre del 2017 ha raggiunto i livelli più elevati dai tempi della crisi finanziaria e gli spread sul credito si attestano ai livelli più ristretti degli ultimi 3 anni. La situazione causa chiaramente dei timori per gli investitori, ma la buona notizia è che i tassi di default sono a livelli minimi e probabilmente resteranno tali ancora a lungo, grazie alle politiche monetarie ancora accomodanti e al fatto che molte aziende hanno ricapitalizzato il debito nel lungo termine», dice Peter Bentley, head of global credit di Insight Investment (Bny Mellon Im). E continua: «Sembra che il ciclo del credito abbia ancora un po’ di strada da fare prima di invertirsi, perché la profittabilità delle aziende è in costante ripresa e il mondo sembra beneficiare di una fase sincronizzata di crescita economica. Non è da sottovalutare il potenziale delle politiche di stimoli fiscali che potrebbero essere attuate negli Usa. Le banche europee sono particolarmente interessanti perché rappresentano il solo vero settore in cui le metriche sulla leva finanziaria stanno ancora migliorando. Valute e commodity. «Per quanto concerne le valute, gli interventi di inasprimento monetario della Fed potrebbero stabilizzare il dollaro ma, data la probabile correzione al rialzo dei rendimenti europei, l’euro potrebbe incrementare i propri guadagni. Nel settore delle materie prime la solida crescita economica dovrebbe continuare a sostenere domanda e prezzi, mentre per il petrolio è previsto uno scenario di trading range», è l’analisi di Crédit Suisse.
DOLLARO PIÙ FORTE Per Witold Bahrke, senior macro strategist di Nordea Am, «è possibile ipotizzare un rafforzamento del dollaro nei confronti delle altre valute»
Per Witold Bahrke, senior macro strategist di Nordea Am, «è possibile ipotizzare un rafforzamento nei prossimi mesi del biglietto verde nei confronti delle altre valute, ivi compreso l’euro. Lo snellimento del bilancio della Fed porterà, infatti, a una riduzione della liquidità in dollari circolante nei mercati, mentre il proseguo degli acquisti di Bank of Japan e Bce continuerà ad agevolare la liquidità disponibile in euro e yen. Tra le valute che potrebbero svalutarsi di più rispetto al biglietto verde le più a rischio sono quelle dei Paesi emergenti. L’universo emergente è quello che ha tratto i maggiori vantaggi dalla debolezza del dollaro che sta assicurando a quest’area (a oggi) finanziamenti convenienti. L’esaurimento della crescita di liquidità disponibile è probabile che causi una fuoriuscita di capitali dalle regioni emergenti, provocando un deprezzamento delle relative valute e quindi minori entrate. Nel dettaglio, gli Stati che fanno affidamento sulle materie prime potrebbero essere vulnerabili, in quanto un dollaro forte generalmente comporta valutazioni inferiori per le commodity».
CON IL PATROCINIO DI
“Defining the future of the CFO”
L’EVENTO DEDICATO AI DIRETTORI FINANZIARI
9 Marzo 2018 | 8.45 - 13.00 | Palazzo Mezzanotte
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