www.lefonti.it
LEGAL IL MENSILE DEL MERCATO LEGALE
Anno I / N°5 / Ottobre 2016 / € 20
LA SFIDA
DIGITALE Lo studio legale tradizionale non regge più di fronte alle nuove tecnologie. Che stravolgono l’operatività, l’organizzazione, il lavoro e il business
LEGGE SULLA PRIVACY IL DIRITTO ALL’OBLIO E L’ACCORDO SULLA TUTELA DEI DATI PERSONALI
RAPPORTO UIF
GENERAL COUNSEL
SI AFFINANO LE ARMI CONTRO CRIMINALITÀ E TERRORISMO
I COMPENSI DEI LEGALI INTERNI AMERICANI
EDITORIALE
Le sinergie di rete spingono alla concentrazione ANGELA MARIA SCULLICA
@AngelaScullica
È
una strada senza ritorno quella che oggi devono intraprendere gli studi legali per adattarsi al vorticoso progredire delle tecnologie. A ben vedere si tratta di un percorso già iniziato da una decina di anni ma che, negli ultimi tempi, sta acquistando una velocità esponenziale, in particolare a partire dall’introduzione del processo civile telematico avvenuta nel 2014. L’ingresso nell’era digitale sta rivoluzionando le modalità operative della giustizia, del mercato legale e della clientela senza dare scampo a chi non riesce ad adattarsi. Oggi siamo ancora in una fase di passaggio in cui, accanto alle procedure telematiche, molti tribunali richiedono ancora i documenti cartacei, ma l’evoluzione verso l’abbandono della carta e la messa in rete di dati e documenti, è incontrovertibile. Nel giro di pochi anni sono state riviste le norme nazionali in base alle direttive europee sulle firme elettroniche, sui diritti degli azionisti, sulla privacy e via dicendo in direzione di una maggiore condivisione e sicurezza delle informazioni, della razionalizzazione dell’attività, dell’efficienza produttiva, della comodità, della capacità e velocità nell’elaborazione dei dati e nella loro archiviazione. E ora ci si interroga sull’impatto che avrà (e sta avendo) l’ingresso massiccio della tecnologia digitale nell’attività degli studi legali in termini di aumento dei rischi, di riorganizzazione dell’attività, di revisione dei modelli di business e di costi. E qui occorre fare alcune constazioni. La prima è che, se da un lato la tecnologia aumenta l’efficienza e abbassa i costi dell’operatività e del lavoro, dall’altro fa lievitare quelli per la sicurezza con un bilancio netto che in sintesi potrebbe rivelarsi peggiorativo e in crescita. I massicci investimenti in prevenzione e sicurezza che verranno richiesti per la tutela dell’attività dello studio e della clientela mano a mano che informazioni, procedure e relazioni verranno gestite in rete, diventeranno sempre più strategici. Basti pensare alla legge sulla privacy che stabilisce per gli avvocati, quali titolari del trattamento dei dati della clientela, precise responsabilità che possono comportare anche pesanti sanzioni penali. È facile quindi intuire come il vero problema non è rappresentato dal costo del singolo dispositivo e software, bensì dal mantenimento di un sistema di sicurezza che venga costantemente aggiornato. Per farlo occorre investire in modo continuativo nel tempo. Cosa che i grandi studi internazionali possono permettersi mentre quelli piccoli e di provincia rischiano di trovarsi in serie difficoltà. La spinta verso l’accorpamento o l’aumento di dimensioni è dunque elevata. Ma non solo nel settore legale. L’utilizzo sempre più imponente dei sistemi in cloud per l’archiviazione dei dati, accompagnato dall’esigenza di garantire sicurezza, porta infatti ad una elevata concentrazione, anche tra i fornitori di tecnologia, accrescendo, in una spirale di perversa alimentazione dei rischi, il pericolo di accesso non controllato da parte di terzi. La seconda constatazione è che l’intelligenza artificiale sta portando alla realizzazione di sistemi in grado di elaborare autonomamente in modo sempre più efficiente le informazioni raccolte. Ciò potrebbe spingere la clientela a reperire direttamente dalle fonti quelle informazioni che prima chiedeva in via preferenziale all’avvocato. Pertanto quest’ultimo, per restare sul mercato, dovrà accrescere la sua preparazione e competenza così da mantenere alto il valore della sua prestazione presentando al cliente soluzioni sempre più nuove e creative. Mentre gli studi, da parte loro, svilupperanno sempre di più le sinergie potenziali della rete accentrando la conoscenza presso la propria struttura più che intorno al singolo legale, e cureranno in particolare la fidelizzazione del cliente allo studio.
LEGAL
4
OTTOBRE 2016
Patent Pending
info@anima-libera.com - www.anima-libera.com Baulificio Italiano S.r.l. - Italy | Tel. +39 049 5564079
IL MENSILE DEL MERCATO LEGALE
Sommario
SCENARI
8
La battaglia dei notai tra tutele e mercato
Crediti deteriorati tra vecchi strumenti e nuove soluzioni
DI FILIPPO FATTORE
Il finanziamento con patto marciano
Uno “scudo” a prova di privacy La riforma in relazione all’insolvenzordnung DI ANGELA GIEBELMANN
PENALE E FISCO
30
Si affinano le armi contro terrorismo e criminalità organizzata
IMPRESE E LAVORO
14 L’Ue garantisce
il diritto all’oblio DI GLORIA VALDONIO
RUBRICHE
DI FILIPPO CUCUCCIO
34
Il «Caso Taricco» di fronte alla Corte costituzionale DI FEDERICO CONSULICH
36
Il wealth planner nel mondo legale DI STEFANO LOCONTE
38
Pronta la fase due della Voluntary disclosure DI VINCENZO JOSÉ CAVALLARO
LEGAL n. 5 - Ottobre 2016 EDITORE
Editrice Le Fonti S.r.l. Via Dante, 4, 20121 Milano DIRETTORE RESPONSABILE Angela Maria Scullica (angela.scullica@lefonti.it)
24
28
General Counsel
Italian Desk
37
46
Lifestyle
Comunicazione
63
68
Luxury
Mondo Legale
69
78
Carriere
L’Italia recupera sul fronte e-government
60
DI LUIGI DELL’OLIO
PROFESSIONE AVVOCATO Così gli studi d’affari scelgono le nuove leve
64
DI LUIGI DELL’OLIO
Ecco i general counsel che guadagnano di più
72
DI ALESSIA LIPAROTI
DISTRIBUZIONE PER L’ITALIA MePe - Distribuzione Editoriale Via Ettore Bugatti, 15 - 20142 Milano
COORDINAMENTO INTERNAZIONALE (New York, Dubai, Hong Kong, Londra, Singapore) Alessia Liparoti (alessia.liparoti@lefonti.it)
UFFICIO ABBONAMENTI Telefono 02 8738 6306 o inviare una mail a: abbonamenti@lefonti.it www.worldexcellence.it/abbonamenti/
PROGETTI SPECIALI Alessia Rosa (alessia.rosa@lefonti.it) UFFICIO GRAFICO Valentina Russotti REDAZIONE E STUDI TELEVISIVI Via Dante 4, 20121 Milano tel. 02 8738.6306 Per comunicati stampa press@lefonti.it STAMPA Grafica Novarese
COLLABORATORI Flavia Giuliani, Gloria Valdonio, Andrea Salvadori, Guido Sirtoli Filippo Cucuccio, Luigi Dell’ Olio, Filippo Fattore, Paolo Tomasini
CONCESSIONARIA PUBBLICITÀ Opq s.r.l. Via G.B. Pirelli, 30- 20141 Milano tel. 02 6699.2511, info@opq.it, www.opq.it
OTTOBRE 2016
48
DI FEDERICA CHIEZZI
RESPONSABILE COMUNICAZIONE E RELAZIONI ESTERNE Claudia Chiari
SEGRETERIA EDITORIALE segreteria@lefonti.it
6
Lo studio legale 2.0 tra rischi e opportunità
Arte e Design
REDAZIONE Federica Chiezzi (federica.chiezzi@lefonti.it)
LEGAL
44
DI PAOLO CALDERARO
DI GLORIA VALDONIO
22
40
DI FEDERICA CHIEZZI
MERCATI E BUSINESS
18
BANKING & FINANCE
CAMBIO INDIRIZZO Si prega di comunicarci entro il 20 del mese precedente il nuovo indirizzo via mail a: abbonamenti@lefonti.it GARANZIA DI RISERVATEZZA PER GLI ABBONAMENTI Editrice le Fonti garantisce la massima riservatezza dei dati forniti dagli abbonati e la possibilità di richiederne gratuitamente la rettifica o la cancellazione ai sensi dell’art. 7 del D. leg. 196/2003 scrivendo a abbonamenti@lefonti.it Pubblicazione mensile registrata presso il Tribunale di Milano il 10 Marzo 2016, numero 83. La testata Legal è di proprietà di Le Fonti Direttore responsabile Angela Maria Scullica Prezzo di copertina € 20,00
SCENARI
SEMPLIFICAZIONE E SVILUPPO
La battaglia dei notai tra tutele e mercato Il duello tra governo e professionisti sulla certificazione degli atti costitutivi delle nuove società finisce in pareggio. Per le startup innovative, su cui pende un ricorso al Tar, sarà sufficiente un clic sul computer o sullo smartphone. Ma la costituzione di una Srl semplificata continuerà a essere un atto pubblico, soggetto alle norme del codice civile. Come aveva suggerito anche la Procura nazionale antimafia DI FILIPPO FATTORE
LEGAL
8
OTTOBRE 2016
L
a partita tra notai e governo sul terreno delle riforme si è, per ora conclusa, con un pareggio. La categoria è riuscita a schivare il tentativo di escludere il contributo del professionista nelle procedure per la costituzione delle Srl semplificate, ma ha dovuto incassare il via libera sulle startup online, che dallo scorso luglio possono essere registrate senza l’ausilio del notaio. Su quest’ultimo fronte l’ultima parola deve ancora essere scritta. Il duello vero e proprio è iniziato nel marzo del 2015, quando il Parlamento ha inserito nel decreto investment compact un emendamento per semplificare la vita a chi ha intenzione di dare vita a una startup innovativa: al posto del notaio basta un modulo standard con firma digitale. I soci dovranno poi trasmettere il documento al competente ufficio del Registro delle imprese. Agli imprenditori non è fatto alcun divieto di rivolgersi comunque a un professionista se si ritiene opportuno inserire condizioni particolari negli atti costitutivi della società, ma il notaio diventa di fatto un optional. Abbattimento dei costi Obiettivo dichiarato del governo, l’abbattimento dei costi per i giovani imprenditori. Tra imposta di bollo telematico, iscrizione alla camera di Commercio e altri oneri la spesa minima per aprire una Srl è solitamente intorno ai 7-800 euro. Cifra a cui bisogna aggiungere il compenso del notaio, che varia da città a città e da studio a studio, ma che in media si aggira sui mille euro. Non potendo intervenire sulle tasse, che avrebbero comportato una copertura di bilancio, il ministero dello Sviluppo economico ha pensato di tagliare di netto la spesa per i professionisti. Un tema su cui i notai si erano, in realtà, già mossi prima della legge. Secondo quanto comunicato dal Consiglio nazionale del notariato proprio nel marzo del 2015, infatti, nel 2014 ben 30.186 Srl semplificate su un totale di 91.853 (comprese quelle or-
dinarie) sono state costituite a titolo completamente gratuito, «proprio per venire incontro alla crescita del Paese, mantenendo i controlli di legalità preventivi, come quello antiriciclaggio, che a oggi permettono all’Italia di avere un registro delle imprese totalmente affidabile e in linea con le richieste delle organizzazioni internazionali». Al di là dei soldi, proseguono i notai, la riforma «risulta essere in contrasto, oltre che con norme di ordine pubblico italiane, anche con la Direttiva del Parlamento e del Consiglio d’Europa 16 settembre 2009, che prevede la forma di atto pubblico quando non è previsto, come in questo caso, un controllo giudiziario, né un controllo amministrativo».
DECRETO DIRETTORIALE Carlo Calenda, ministro dello Sviluppo economico, ha emanato un decreto direttoriale riguardante l’approvazione delle specifiche tecniche per la struttura di modello informatico e di statuto delle società Srl startup innovative
Il decreto del Mise La presa di posizione netta dei notai, unita alla fisiologica lentezza della burocrazia ministeriale, ha congelato il decreto attuativo per diversi mesi. Il 17 febbraio del 2016, però, arriva il decreto ministeriale che stabilisce le modalità di redazione degli atti costitutivi delle società a responsabilità limitata startup innovative. Il primo luglio il ministero dello Sviluppo economico (Mise), nel frattempo passato sotto la guida di Carlo Calenda (subentrato a Federica Guidi, travolta dallo scandalo giudiziario e mediatico di Tempa Rossa) emana un decreto direttoriale riguardante «l’Approvazione delle specifiche tecniche per la struttura di modello informatico e di statuto delle società srl startup innovative» e, contestualmente, la circolare attuativa 3691/C. Dopo una ventina di giorni la nuova procedura diventa operativa. Chi ha intenzione di creare una startup (in Italia ce ne sono già circa 6mila) deve semplicemente andare sul sito del Registro delle Imprese e cliccare su «crea la tua startup». Si entra nella piattaforma e si compliano i moduli elettronici. Quando tutti i dati sono inseriti l’utente sottoscrive l’atto con la
OTTOBRE 2016
9
LEGAL
propria firma digitale e la piattaforma invia una Pec all’Agenzia delle entrate. Se tutto va a buon fine, il Registro delle imprese integrerà automaticamente la pratica con il numero di registrazione e la società sarà pronta ad operare. Per diventare imprenditori basta addirittura uno smartphone. Il ricorso al Tar Tutto risolto? Non proprio. Passa solo qualche giorno e i notai passano al contrattacco. Il Consiglio nazionale presenta al Tar del Lazio un ricorso contro la nuova norma, chiedendo la sospensione immediata del decreto del ministero dello Sviluppo economico. Alla base del ricorso, le motivazioni giuridiche già denunciate a livello italiano e comunitario, a cui si aggiunge la presunta violazione delle norme sulle modalità di formazione e contenuto dei decreti ministeriali. Ma quello che è più rilevante, ha sottolineato il consigliere del Notariato Giampaolo Marcoz, «è che il provvedimento che abbiamo impugnato potrebbe essere dichiarato illegittimo nei prossimi anni anche attraverso una semplice causa civile, con conseguenze a cascata sulle startup costituite con un modello giuridico non coerente». Secondo i notai l’importanza dei controlli preventivi in fase di costituzione di società a responsabilità limitata (ordinarie e semplificate) è dimostrata dal fatto che in
LEGAL
10
OTTOBRE 2016
PROVVEDIMENTO ILLEGITTIMO «Il provvedimento impugnato potrebbe essere dichiarato illegittimo nei prossimi anni anche attraverso una semplice causa civile», spiega Giampaolo Marcoz, consigliere del Notariato
STARTUP ONLINE I notai sono riusciti a schivare il tentativo di escludere il contributo del professionista nelle procedure per la costituzione delle Srl semplificate, ma hanno dovuto incassare il via libera sulle startup online
17 Paesi dell’Ue su 27 è previsto l’intervento di un professionista. In Francia e a Cipro è previsto il controllo del tribunale. Mentre solo in 7 Paesi (Bulgaria, Danimarca, Irlanda, Lituania, Malta, Finlandia, Svezia e Ungheria) la supervisione è affidata esclusivamente al registro delle imprese. L’anello debole della catena procedurale, secondo il Notariato, è la firma digitale. «Senza un adeguato controllo», ha spiegato ancora Marcoz, «non siamo in grado di stabilire chi compila davvero l’atto e lasciamo sforniti di una protezione adeguata gli startupper. Si tratta di giovani dalle idee geniali che si immetto in un mercato difficile, ma che rischiano di non avere elementi per gestire i rapporti di forza tra soggetto terzi». Se poi il problema sono gli oneri, è la provocazione della cate goria, piuttosto che eliminare il notaio Palazzo Chigi potrebbe tagliare la concessione governativa. In questo modo «si eliminerebbero già 300 dei 509 di costi fissi di iscrizione alla Camera di Commercio». Salta la sospensiva Ma è proprio sulle spese che si incardina la protesta degli startupper. «Per evitare una batosta che dal Sud al Nord varia tra i 1.500 e i 2.500 euro di spese notarili», spiega Gianmarco Carnovale, presidente di Roma Startup, «molti neo imprenditori cercano alternative e le trovano con costituzioni di imprese all’estero, che in molti casi sono gratuite o quasi. Se il loro giro di affari crescerà, dovranno senz’altro andare in seguito da un notaio o in uno studio legale per revisioni statutaria, pagando cifre maggiori di quelle italiane. Ma in quel momento, essendoci del business o degli investitori, ci saranno i soldi per farlo serenamente, senza toglierli da altre voci di spesa o rischiare di buttarli. È proprio questo lo schema che i notai dovrebbero apprezzare: si tratta di non chiedere soldi che non ci sono e che non è necessario spendere all’atto della costituzione, ovvero attendere che un