Cesena
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Tariffa R.O.C.: Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB - FILIALE DI FORLÌ - Contiene i. p. - Reg. al Tribunale di Forlì il 19/09/2002 n. 29 - E 3,00
Anno XIV - N. 3 - GIUGNO 2011
Riccarda
Casadei Il valzer dell'eterna gioventù
Fulgor Libertas Tutti sotto canestro Notte prima degli esami La maturità raccontata dai vip Bertinoro Il balcone tra i vigneti
Sommario
12 4 Annotare Brevi IN 12 Essere Fulgor Libertas 18 Giocare Cesena Calcio 20 Dirigere Riccarda Casadei 26 Studiare Esami di Maturità 30 Lavorare Laura Casadei 32 Visitare Bertinoro 38 Animare L’estate a Cesenatico 42 Abitare Antro d’artista
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| EDITORIALE di Andrea Masotti |
La salvezza che vale una vittoria. Il basket a Forlì e il calcio a Cesena regalano ai tifosi un’annata da ricordare, tutta nelle parole di Nenad Vucinic e della curva bianconera. Lo sport di casa ci rende orgogliosi delle nostre radici, del “cuore della Romagna” ben rappresentato anche da Riccarda Casadei, a capo delle Edizioni Musicali Casadei Sonora e prosecutrice dell’opera del padre Secondo. Si parla poi di esame di maturità con chi l’ha già passato, ricordandolo con angoscia o nostalgia. Dalla scuola al lavoro, Laura Casadei racconta la sua attività all’Unione Europea. La visita nel territorio è dedicata a Bertinoro, balcone tra i vigneti. Dalla
collina al mare, l’estate a Cesenatico regala più di un’occasione per divertirsi, mentre la rubrica dedicata alla casa ci porta in un antro d’artista, creato a Forlimpopoli da Carlo Cola. Parliamo di golf con Costantino Rocca, campione che inaugura una rubrica dedicata alle famiglie del golf, per proseguire con il solidaristico cost to cost di Sandro Valbonesi. Poi i plaustri decorati da Maddalena Venturi e il premio “Città di Forlì”, la lirica racconata da Gabriele Lombardi e la collezione d’arte Altomani-Ciaroni. Rievocazioni storiche, infine, con “Il Drago Oscuro” e tutti a tavola con la Festa Artusiana, nel centenario di Pellegrino Artusi.
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Collaboratori: Mariavittoria Andrini, Annalisa Balzoni, Barbara Baronio, Elide Giordani, Roberta Giurioli, Sabrina Marin, Francesca Miccoli, Enrico Pasini, Matteo Ranucci, Francesca Renzi, Giorgio Sabatini, Alessandra Segreto, Luca Serafini, Gianmaria Zanotti, Gabriele Zelli
46 Giocare Golf 48 Viaggiare Sandro Valbonesi 51 Ricordare Maddalena Venturi 56 Scrivere Premio “Città di Forlì” 58 Cantare Gabriele Lombardi 60 Ammirare Collezione Altomani Ciaroni 62 Rivivere Il Drago Oscuro 64 Gustare Festa Artusiana
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Edizioni IN MAGAZINE S.R.L. Redazione e amministrazione: Via Napoleone Bonaparte, 50 - 47100 Forlì tel. 0543.798463 - fax 0543.774044
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IN Magazine | 3
Annotare | Brevi IN
Tanti premi per Menabò Forlì - Cascata di premi per Menabò. L’agenzia di comunicazione forlivese è infatti tra i premiati alla XV edizione del Premio Mediastars per tre suoi progetti, Burned Identity, Giuis e Peopoll. Il Premio Mediastars è stato assegnato da una giuria composta da tecnici del settore che, il 31 maggio scorso a Milano, hanno assegnato ai progetti di Menabò 11 premi nella sezione Cor-
Better Boutique a Forlì
porate Identity e in quella Packaging. L’agenzia è risultata vincitrice anche del Premio Agorà d’Argento Nazionale per il miglior Direct Mailing, per il prodotto “Servizio Identikit” per Crif, e per il miglior Packaging, per i succhi di frutta Giuis di HoReCare. Il Premio Agorà, giunto alla XXIV edizione, è stato consegnato a Palermo l’11 giugno scorso. (F.Ri.)
Cucina a
quattro mani su
Sky
Ph. Giorgio Sabatini
Forlì - Nuova vetrina in centro a Forlì. È Better Boutique, negozio di abbigliamento per uomo aperto dallo scorso 22 aprile. Better Boutique, in via delle Torri 27 (angolo via Mameli), vende capi e prodotti delle grandi firme, tutte aziende italiane rappresentate nello showroom bolognese del titolare Daniele Benini, come Brunello Cuccinelli, Boglioli, Sartoria Castangia, Barba, C.P. Company, Metrico, Jacob Cohen, Allegri, Santoni, Allen e Culti. (F.Ri.)
Bandiera blu per Cesenatico Cesenatico - Acqua limpida e servizi rispettosi dell’ambiente: è quanto serve per la nuova Bandiera Blu assegnata a Cesenatico dalla FEE, Foundation for Environmental Education. Il Comune di Cesenatico si è classificato come uno dei comuni “storici” assegnatari del premio, riconoscimento importante a conferma del costante miglioramento dei livelli qualitativi offerti e dell’attenzione prestata alle tematiche ambientali. (F.Ri.)
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San Mauro Pascoli - È una cucina a quattro mani quella di Alessandro e Marco Marino, classe 1985. Due giovanissimi chef che condividono l’aspetto ma non le ricette: i gemelli di San Mauro Pascoli, dopo anni di esperienze negli hotel e ristoranti più esclusivi del territorio (tra cui il Grand Hotel di Cesenatico e l’Hotel della Citta di Forlì, la catena di lusso Select Hotel di Milano Marittima e molti altri) e dopo esperienze a Bergamo, a Milano e in varie località del Trentino, approdano ora su Sky con un programma tutto loro, “Bianco
& Nero”, che sarà trasmesso su Alice dal 28 giugno. Già ospiti nel 2010 del programma di Sky “Casa Alice”, i gemelli Marino hanno ora la possibilità di sfidarsi in tv realizzando ricette apparentemente simili tra loro, che saranno giudicate da Deanna Orienti. Dal 2007 Alessandro e Marco fanno anche parte della NIC, Nazionale Italiana Cuochi. Numerosi anche i riconoscimenti ricevuti, tra cui una targa di merito conferita loro dal sindaco di San Mauro Pascoli, “per aver portato la poesia nella cucina internazionale”.
Benessere nella Natura Bagno di Romagna - Sei weekend promozionali per scoprire l’Appennino tosco-romagnolo tra passeggiate, cultura, piaceri enogastronomici e incontri con i grandi della fotografia. È l’obiettivo dell’iniziativa “Benessere nella Natura” lanciata dai centri termali Ròseo Hotel Euroterme e Hotel Terme di Santa Agnese, per un approccio al territorio a 360 gradi. Una sorta di viaggio per il corpo e la mente che prosegue con i grandi della fotografia, in un ciclo di appuntamenti il sabato sera a Palazzo del Capitano. Gli incontri (ore 21,30) saranno presentati, a turno, da Vincenzo Venuto, conduttore di “Missione Natura”, Salvatore Giannella (già direttore di Genius, L’Europeo, Airone e ora direttore editoriale del mensile BBC History Italia) e Giulio Ielardi, (fotografo naturalista e giornalista). Dopo Elio Della Ferrera, Enrico Caracciolo e Stefano Unterthiner, il ciclo prosegue con Bruno D’Amicis (25 giugno), Andrea Alburno (2 luglio), Bruno Zanzottera e Alessandro Gandolfi (16 luglio). www.benesserenellanatura.it (F.Ri.)
L’Osteria dei Noci a Scardavilla Meldola - Inaugurata domenica 12 giugno “L’Osteria dei Noci”, in via Sbargoleto 13 a Meldola, nella zona di Scardavilla. Nella splendida location di un’antica villa, l’Osteria propone una ristorazione che sfrutta i diversi spazi e panorami del luogo, con tavoli interni e a bordo piscina, per arrivare alla splendida visuale offerta dalla veranda affacciata sul bosco. Il nuovo locale di Giorgio Gardini è aperto tutti i giorni, tranne il lunedì, a pranzo e a cena. (F.Ri.)
Ph. Luciano Laghi Benelli
il benessere olistico - cafè olfattery Via Santa Croce n, 3602 47032 Santa Maria Nuova di Bertinoro (FC) - Tel. 0543 440765 Orario: mart – sab, 8:30 - 12:30, 15:00 - 19:30 - Giorno di chiusura: lunedì
Pranzo Patriottico attorno a Saffi
Michel Butor, foto e testi al Castello
Forlì - Un pranzo diverso dal solito a Forlì. Lo scorso 4 giugno la città ha infatti rievocato il banchetto che, nel 1849, riunì in piazza migliaia di commensali con il sogno dell’Unità d’Italia e della Repubblica. Il sindaco Roberto Balzani ha voluto rilanciare questa tradizione popola-
re e democratica con questo “Pranzo Patriottico” che ha riunito oltre mille e quattrocento persone attorno al monumento di Saffi, con un menù tricolore accompagnato dalle bande cittadine e varie iniziative che hanno animato le vie del centro storico prima e durante il pranzo. (F.Ri.) Ph. Giorgio Sabatini
Longiano - Con Michel Butor, romanziere, poeta, sperimentatore, e critico letterario e d’arte francese, la Fondazione Tito Balestra inaugura una rassegna espositiva a cura di Flaminio e Massimo Balestra. “Michel Butor. Ritorno a Longiano” è il titolo dell’esposizione, che vede in mostra fino a luglio al Castello Malatestiano una decina di fotografie di viaggio di Michel Butor realizzate negli anni Cinquanta, 24 fotografie di viaggio di Marie-Jo Butor con testi dello scrittore, una esposizione di 25 fotografie di Daniele Ferroni sempre con testi di Michel Butor e, infine, una mostra di pittura di Pierre Leloup e Mylen Besson. (F.Ri.)
CliCiak, Cesena nella capitale
Roma - Il Centro Cinema Città di Cesena torna a Roma con la 14esima edizione della mostra CliCiak, che raccoglie le migliori foto scattate sui set dei film e delle fiction italiane. La mostra, legata anche al concorso nazionale che ha selezionato gli scatti dei migliori fotografi di scena, è stata esposta fino al 15 giugno nella Casa del Cinema di Villa Borghese. (F.Ri.)
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Romagnoli nel Mondo Forlì - Di forlivesi, e romagnoli, se ne trovano in ogni parte nel mondo. A raccontare antiche storie di emigrazione è la mostra allestita fino al 26 giugno nel palazzo del Monte di Pietà, sede della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì (corso Garibaldi 37). Un modo per celebrare i 150 anni dell’Unità d’Italia ricordando chi ha contribuito a creare, anche dall’estero, la nostra identità nazionale. L’itinerario espositivo di “Romagnoli nel mondo” mette in mostra un ricco apparato fotografico dedicato all’emigrazione locale e nazionale. Una sezione è dedicata al diplomatico forlivese Raniero Paolucci di Calboli, che studiò l’emigrazione italiana tra ’800 e ‘900, un’altra presenta la storia delle miniere di zolfo di Formigna-
no e dei tanti minatori cesenati che alla fine dell’800 partirono verso altri lidi. Organizzata dall’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano – Comitato provinciale Forlì-Cesena, la mostra è curata da Flavia Bugani, Stelio De Carolis, Franco D’Emilio, Antonella Greggi, Pier Paolo Magalotti e Liliana Vivoli.
Innovativo ecografo donato all’Ausl Forlì - Grazie all’impegno di Sgm Distribuzione e della famiglia Silvestrini, l’U.O. di Prevenzione Oncologica dell’Ausl di Forlì ha ora a disposizione un nuovo e rivoluzionario ecografo. La struttura ha ricevuto in dono da Giuseppe e Maria Grazia Silvestrini, presidente e vice-presidente di Sgm Distribuzione-Marcopolo Expert, una versione aggiornatissima dell’iU22 della Philips, il primo sistema ultrasonografico intelligente capace di ottimizzare automaticamente le prestazioni. Sgm Distribuzione-Marco Polo Expert è impegnato da anni in iniziative di carattere etico-sociale in vari ambiti. In campo sanitario era già intervenuto con la donazione, sempre all’Ausl di Forlì, di un sistema integrato per terapie locoregionali in oncologia.
Il riciclo creativo di Ofelia Tuttotorna
Cesena - Il design ecosostenibile è approdato a Cesena il 9 aprile con l’inaugurazione di “Ofelia Tuttotorna”, re-made design shop & lab. Qui si possono trovare oggetti che una volta erano qualcos’altro, ripensati e riplasmati in modo originale e soprattutto etico. Ofelia Tuttotorna, in via Frà Michelino 15/17, propone prodotti diversi, dai giocattoli all’arredamento, dall’oggettistica all’abbigliamento, nati tutti sotto lo stesso segno, quello del riciclo creativo e del recupero dei materiali. Queste creazioni di alto design sono il frutto della mente di designer emergenti, italiani e stranieri, che reinventano e realizzano oggetti nel rispetto dell’ambiente. La nascita di questo atelier è stata fortemente voluta e lungamente pensata dalle giovani titolari Federica Giordani e Giulia Lambertini (nella foto), che hanno in progetto anche la realizzazione di corsi legati alle tematiche ambientali nel laboratorio di “Ofelia Tuttotorna”, e altre iniziative originali come lo “Swap Party”, in cui i partecipanti hanno riciclato gli abiti che non usavano più, barattandoli tra loro. (F.Ri.)
Via Sapinia, 9/A - Forlì - Tel. 0543 703893
Confindustria, cambio al vertice
Ph. Giorgio Sabatini
Forlì-Cesena - Cambio al vertice di Confindustria Forlì-Cesena. Alberto Zambianchi, per 33 anni alla guida dell’associazione di industriali, passa il testimone a Marcello Balzani, che va a ricoprire il ruolo di direttore al fianco del presidente Giovanni Torri. Abbandonando l’impegno di Confindustria, Zambianchi si occuperà ora a tempo pieno alla Camera di Commercio di ForlìCesena, della quale è presidente.
Cordoglio per Padre Flavio Forlì - Cordoglio in città per la prematura scomparsa di Padre Flavio Medaglia, custode dell’Eremo dei Frati Minori di Monte Paolo e molto conosciuto da tutta la comunità forlivese per la sua attività di direttore e animatore del Centro culturale San Francesco. Bolognese di nascita, era stato subito adottato dalla comunità romagnola, che aveva trovato nel religioso venuto a mancare il 22 maggio scorso un punto di riferimento per tante attività solidaristiche e culturali. (F.Ri.)
È di nuovo Radio Bruno Estate Forlì - Torna in piazza Saffi il Radio Bruno Estate. Dopo un anno di assenza Radio Bruno porta di nuovo sul palco di Forlì grandi artisti della musica italiana. L’appuntamento è per il 27 luglio, a chiusura della rassegna estiva dei “Mercoledì del Cuore” che anima il centro storico forlivese. L’evento sarà condotto da Melita Toniolo con Enrico Gualdi ed Enzo Ferrari, e vedrà susseguirsi sul parco un carnet di ospiti molto amati dal pubblico italiano. (F.Ri.)
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Arte sul Colle tra Spirito Sadurano - Nona edizione per la rassegna “L’Arte sul Colle” ospitata alla Galleria Salus a Sadurano, dedicata quest’anno al tema “La pittura e la scultura, legami tra spirito e materia”. La rassegna ha come filo conduttore il legame tra le emozioni dell’artista che crea e la materia plasmata dalle sue mani. È un sapiente mix tra scultura e pittura, infatti, quello proposto nel nuovo calendario messo a punto da Sei Sadurano e Amici di Sadurano, organizzatori dell’evento: quattro mostre, al via il 25 aprile e fino al 16 luglio, dedicate ad altrettanti protagonisti della scena artistica locale. Ha aperto la rassegna una retrospettiva dedicata a Carmen Silvestroni, scomparsa nel 1997 dopo una vita dedicata all’arte in tutte le sue forme. A seguire una personale di Gianni Nanni, in arte Nagi, pittrice, ceramista e grafica pubblicitaria, mentre fino al 24 giugno sono esposte le opere del pittore, scultore e ceramista Mauro Mamini Ferucci. Dal 26 giugno fino al 16 luglio conclude la rassegna un’altra retrospettiva, dedicata
e materia
al pittore e sculture Glauco Fiorini, autore della scultura “La Famiglia” (nella foto), collocata al parco urbano “Franco Agosto” di Forlì. Gli orari di apertura della galleria sono dalle 16,00 alle 20,00, tutti i giorni escluso il lunedì. www.sadurano.it
Nuovo consiglio per Round Forlì - Rinnovo delle cariche per Round Table 6 Forlì. Il nuovo Consiglio del club vede come presidente
Table
Riccardo Rusticali (nella foto), affiancato da Alessandro Zaccheroni in veste di vice. Rusticali prende il posto di Nicola Mangione, past president. Segretario è Danilo Casadei, tesoriere è Stefano Versari, mentre il ruolo di corrispondente è ricoperto da Samuele Turci. Il nuovo consiglio del sodalizio si completa con Leonardo Imbroglini, Giuseppe De Marinis, Federico Fabbri e Davide Gabrielli in veste di consiglieri, affiancati dall’addetto internet Denis Casanuova. (F.Ri.)
p A N D o r A
Ferrettigroup Brasil, nuovo Stabilimento
Ph. Giorgio Sabatini
Predappio - L’agenzia di assicurazioni Allianz Ras di Predappio ha visto l’inserimento di un nuovo agente. L’agenzia (nella foto l’evento inaugurale) ha infatti un nuovo titolare, Davide Tronchi, che dal mese di giugno s’inserisce a capo di Allianz Ras, da oltre 50 anni punto fermo nel campo delle Assicurazioni per la cittadina romagnola. La sede predappiese dell’agenzia si trova in viale Matteotti 92/A. Sharon Stone indoSSa la collezione damianiSSima.925 gioielli in argento e diamanti con onice o madreperla
C a s t r o c a r o Te r m e
viale Marconi, 7 • 0543.767305
D A M I A N I
Allianz Ras a Predappio
B A u M e & M e r c I e r
c h I M e N t o
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M o r e l l A t o
San Paolo - Inaugurato il 9 giugno scorso il nuovo stabilimento produttivo di Ferrettigroup Brasil, sorto nelle vicinanze di San Paolo del Brasile. Il Gruppo Ferretti rafforza la propria leadership sul mercato brasiliano con questo impianto, tra i più grandi di tutta l’America Latina, che contribuirà ad accrescere le buone performance già registrate. La cerimonia inaugurale si è svolta alla presenza di Giancarlo Galeone, AD del Gruppo Ferretti, Lamberto Tacoli, Chief Sales & Marketing Officer del Gruppo Ferretti, Marcio Latorre Christiansen, AD di Ferrettigroup Brasil. Ad affiancarli anche autorità locali, tra cui Marco Marsilli, Console Generale d’Italia a San Paolo, Giovanni Sacchi, Direttore dell’ICE di San Paolo e Roberto Rocah, Sindaco di Vargem Grande Paulista (San Paolo). (F.Ri.)
Forlì - Un nuovo negozio per Coin Casa dal 16 giugno a Forlì, in corso della Repubblica 152. Lo store, distribuito su una superficie di oltre 300 mq, è dedicato all’arredamento d’interni ed esterni, all’oggettistica e all’home decoration. Va ad arricchire il panorama di MEGAforlì, contenitore sempre più ricco di offerte. La comicità di Andrea Vasumi e la musica degli “Amarcord” hanno animato l’inaugurazione dello store, gestito dall’imprenditore forlivese Massimo Foschi, già titolare della libreria Mondadori e del Mega Forlì.
Donato l’ultimo lavoro della Silvestroni
L’Armonia di Enzo Bellini in
Mostra
Santa Sofia - Inaugurata il 5 giugno scorso la mostra di Enzo Bellini “L’Armonia nello Sguardo”, allestita nella galleria d’arte contemporanea “Vero Stoppioni” di Santa Sofia fino al 3 luglio. Alla presenza di Enzo Bellini, dell’assessore alla cultura Isabel Guidi e di Edoardo Brandani, di Edizioni Bora di Bologna, un aperitivo accompagnato dal flauto di Iuri Ciccarese e dal pianoforte di Elena Indellicati ha inaugurato la mostra organizzata dalla Pro Loco di Santa Sofia, rappresentata dalla presidente
Ilaria Marianini. Presente al taglio del nastro anche Gabriella Tronconi, assessore all’Istruzione del Comune di Forlì. (F.Ri.)
Ph. Roberto Nanni
Coin Casa al Mega
Italia-Giappone: grande rugby al Manuzzi
Forlì - La comunità di Sadurano ha donato alla Provincia di Forlì-Cesena un’opera di Carmen Silvestroni. Il bassorilievo in cartapesta, raffigurante la Beata Maria Vergine Assunta in Cielo, è l’ultimo lavoro realizzato dall’artista prima della sua morte. “L’opera - spiega Don Dario Ciani - ha un forte significato per la comunità di Sadurano, molto legata all’artista che per la realizzazione di questa immagine della Vergine utilizzò materiali poverissimi”. (F.Ri.)
Cesena - Il grande rugby fa tappa a Cesena. Protagoniste sono le Nazionali italiana e giapponese sul campo del “Dino Manuzzi”, sabato 13 agosto alle ore 20,45. È la prima volta che la città romagnola ospita una partita ufficiale degli azzurri della palla ovale (nella foto il sindaco Lucchi, Federico Zanni e Igor Campedelli, nel corso della presentazione dell’evento). L’occasione è arrivata con il Cariparma Test Match Italia Vs Giappone. La sfida contro il
XV nipponico sarà il primo dei due test-match estivi a vedere protagonista la Nazionale Italiana Rugby che, dopo la sfida del “Manuzzi”, la settimana dopo sarà ad Edimburgo contro la Scozia e poi in Nuova Zelanda. Il Giappone è un avversario di valore, vicino all’Italia nel ranking mondiale dell’IRB. E in preparazione ai Mondiali sarà di certo un avversario stimolante per Parisse e compagni. www.federugby.it
Poliziotti da 159 anni Cesena - Il 159° anniversario della Fondazione della Polizia è stato celebrato il 21 maggio a Cesena, in piazza della Libertà. Dopo lo schieramento dei reparti e l’ingresso delle autorità, la cerimonia è proseguita con la lettura dei messaggi del Capo dello Stato, del Presidente del Consiglio, del Ministro dell’Interno e del Capo della Polizia. Dopo un intervento del Questore c’è stata la consegna di riconoscimenti per merito di servizio e un brindisi nella sala “Piazzetta Affari” della Cassa dei Risparmi di Cesena. (F.Ri.)
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Ph. Gianmaria Zanotti
Essere | Fulgor Libertas
Tutti sotto
Canestro
testo Enrico Pasini - foto Giorgio Sabatini
Tre mesi e sette giorni. Quanto basta per rivoluzionare una squadra e centrare un obiettivo che pareva irraggiungibile. C’è la firma di Nenad Vucinic sulla permanenza in Legadue della Fulgor Libertas basket. Un sigillo che resterà nella storia di Forlì.
Un Arrigo Sacchi con la pacatezza e l’aplomb british di un Alex Ferguson. Del Mago di Fusignano ha la pelata e un concetto base ripetuto allo sfinimento, “Intensità”. Rispetto a Sacchi, partito dalla Romagna verso Milano e il mondo, Nenad Vucinic ha fatto il percorso inverso. L’allenatore della Fulgor Libertas basket è partito dalla sua Belgrado - che
della pallacanestro è una capitale planetaria – per volare alla conquista degli antipodi neozelandesi e poi sublimarsi nella piccola Forlì. In appena tre mesi e sette giorni il “profeta dei due mondi” s’è conquistato l’eroica immortalità sportiva sotto San Mercuriale, salvando da
una retrocessione quasi certa una squadra e una tifoseria appassionata che dopo 11 anni di astinenza avevano ritrovato il paradiso della
Legadue. Giunto con la nomea di “sergente di ferro”, Nenad Vucinic s’è dimostrato ed è tutt’altro. Un uomo esigente e spiccio, certo, ma umanissimo. Il suo primo pensiero sono sempre e solo i suoi ragazzi. I tappeti rossi che i forlivesi gli hanno steso sotto i piedi lo mettono persino a disagio. “Sapere che la gente mi stima, parla bene di me, mi fa sentire importante. Ma i panni dell’eroe, per favore, no: ci sto troppo largo”, ammette scuotendo la testa. “Io sono cresciuto assieme alla squadra e sono i giocatori gli artefici principali di questa salvezza. Non amo che si esalti il singolo a scapito del gruppo. Odio gli individualismi, che vanno sempre a scapito dei risultati”. Vucinic unisce nella sua figura la tempra dell’ex atleta, la sagacia
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dell’allenatore e la diplomazia del
La rosa della salvezza Questa la rosa della squadra forlivese Marcopoloshop.it, artefice della rimonta salvezza: Play: Leemire Goldwire (1.82 1985), Mike Roman Nardi (1.86 1985). Guardie: Stefano Borsato (1.93 1986), Giacomo Zamagni (1.90 1992), Riccardo Ravaioli (1.89 1992). Ali: Bobby Jones (2.01 1984), Shawn Huff (1.98 1984), Alex Ranuzzi (1.96 1986), Francesco Berlati (1.93 1993). Pivot: Mitchell Poletti (2.05 1988 capitano), Luca Campani (2.05 1990). All.: Nenad Vucinic. Vice all.: Stefano Colombo.
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manager. Quarantasei anni, nella sua vita è transitato da talmente tante esperienze che sembra alla quinta vita. Come un gatto. “Sono nato come tifoso del Partizan Belgrado di Dalipagic e Kicanovic, e a 13 anni ho iniziato a giocare nella squadra che guardavo la domenica al Palasport”, racconta. “Non ero tecnicamente forte, ero un lottatore, e nella vecchia Jugoslavia non potevo emergere. Allora nel 1989 decisi di trasferirmi in Nuova Zelanda, sfruttando il mio doppio passaporto. Erano anni di tensione nel mio Paese, ma nella mia scelta non ha influito la politica. Pensavo di rimanere laggiù 6 mesi, più che altro per incontrare i parenti: vi ho piantato le radici, ispirato da un modello di vita adattissimo alla mia natura”. La sua vita si è svolta tra i 45mila abitanti di Nelson. Si è sposato (due volte), ha cresciuto Jovan, ora 21enne e studente in Multimedia design a Wellington, e Jelena 19 anni cestista di talento, che studia e gioca nel college di Lousiana Tech, negli Usa. Da tempo vive lontano
da loro e se per un italiano ciò è eresia, per lui è semplicemente “la vita”. “Sono grandi, è normale stare lontani”, afferma quasi con stupore. Da giocatore Vucinic ha vissuto grandi esperienze, come le Olimpiadi di Sidney 2000 con la nazio-
nale dei “Tall Blacks” allenata da Tab Baldwin, il suo mentore e grande amico, l’uomo che gli ha lasciato il testimone della squadra. “È stato un sogno e ho marcato Jason Kidd segnando due punti. Emozioni uniche”, sorride prima di virare dritto sulla genesi della sua passione per il lavoro di allenatore. “Ho iniziato a farlo quando avevo solo 23 anni, nelle giovanili, e poi anche tra i senior ho combinato questo ruolo con quello di giocatore, imparando tanto dalla pratica più che dai libri, e da Tab Baldwin, che mi ha influenzato come persona e come professionista. Mi ha insegnato a fare crescere un gruppo, e questo lo sto trasmettendo anche ad un altro amico: Pero Cameron”. Agli italiani è un nome che non dice nulla, ma in Nuova Zelanda Cameron, vice di Vucinic in Na-
A fianco, Nenad Vucinic con il suo vice Stefano Colombo (a sinistra) e i giocatori artefici del successo nella stagione 2010/2011.
zionale, è il simbolo del basket. Al punto che se si chiede al coach di Forlì chi sia il giocatore più forte con cui è stato in squadra, contro cui ha giocato e che ha allenato, la risposta è sempre la stessa: “Pero Cameron, un uomo che ha dentro l’X-Factor del basket”. Mai banale, dunque, come gli appassionati di Forlì hanno imparato ad apprezzarlo. “Ho vinto tanto in carriera e sto cercando di farlo da qualche anno anche come proprietario dei “miei” Nelson Giants in
Patria. Le emozioni che ho provato
piace rischiare e l’ho fatto in campo.
a Forlì, però, non le ho vissute da
Il difficile è stato togliere dalla te-
nessun’altra parte. Sono arrivato
sta dei ragazzi la superstizione. Voi italiani mi fate dannare per questo. Io alla salvezza ho sempre creduto e ogni settimana c’era una cabala in base alla quale, invece, non ce l’avremmo fatta”. Davvero? Giù la maschera, il campionato è finito. Sempre creduto? “Sì, nessuna no-
e subito ho percepito una fortissima pressione, figlia della passione della città per questo gioco. Ed era quello che volevo, perché io odio perdere e vivo di basket 24 ore al giorno. Alla squadra ho cercato di trasferire intensità, mentalità vincente, etica del lavoro, senso di appartenenza. E poi la medicina è sempre una sola: buon senso”. Altri due ‘segreti del successo’? “A me
stra vittoria mi ha sorpreso perché io credevo potessimo vincere ogni partita. Perché no? Si può fare”. Provaci l’anno prossimo Nenad.
Nenad Vucinic, la carriera Nenad Vucinic nasce a Belgrado il 7 aprile 1965 da padre montenegrino e madre croata con ascendenze neozelandesi. Cresciuto come cestista (guardia di 1.93) nelle giovanili del Partizan Belgrado assieme al “mito” Sasha Djordjevic, non sfonda da senior nel difficile contesto della Jugoslavia unita e dopo quattro stagioni in squadre di Seconda divisione decide di sfruttare il suo doppio passaporto per volare in Nuova Zelanda. Si aggrega ai Nelson Giants nel 1989, dove gioca sino al 2000; dal 1996 ne diventa anche allenatore e per tre anni veste la maglia della Nazionale. Con i “Tall Blacks” disputa le Olimpiadi di Sidney 2000 poi si ritira e prosegue come allenatore, diventando vice della selezione nazionale dal 2001 sino al 2006. Nel frattempo torna in Patria per allenare nel 2002-2003 l’Okk Belgrado, poi rientra a Nelson e da fine 2006 riceve il timone di head coach dei “Tall Black” conducendoli alla vittoria del titolo dell’Oceania nel 2009 e al 12° posto ai Mondiali 2010. L’anno prima vince lo scudetto in Estonia con il Kalev Tallin, poi subentra in Turchia al Darussafaka che non salva dalla retrocessione pur con ottimi riscontri di gioco. Nel 2010-2011 si dimette dalla squadra turca dopo una partenza 0-3 nella seconda lega, e a gennaio firma a Forlì.
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A fianco, capitan Mitchell Poletti a canestro sul campo di Ferrara. Una partita chiave, in cui mette a segno 30 punti, suo record in Legadue.
Forlibasket.it fenomeno on line Irriverenti, pungenti, orgogliosamente differenti ormai da 8 anni. Sono i giornalisti del sito web www.forlibasket.it diretto da Riccardo Girardi, che nella stagione dai due volti opposti della Fulgor hanno giocato un ruolo di pungolo e di positiva sollevazione popolare. Oltre ai salaci reportage sulle partite il sito s’è fatto promotore negli anni di tante iniziative (premi, album di figurine, dvd storici, una trasmissione tv su Tele Romagna). In questa stagione ha fatto “boom” con i suoi video trascinanti, la stampa di quattro t-shirt inneggianti alla rimonta primaverile e la puntata celebrativa della salvezza, trasmessa in diretta da un affollatissimo PalaCredito.
La cavalcata finale. Nenad Vucinic arriva a Forlì il 30 gennaio, 48 ore dopo la sconfitta della Marcopoloshop.it, la settima consecutiva, nel derby di Rimini. Forlì è ultima a 4 punti dalla salvezza. Vucinic raccoglie il pesante testimone lasciato dal coach simbolo Giampaolo Di Lorenzo e affronta un altro derby, quello casalingo con l’Aget Imola. Arriva una nuova sconfitta e poi, a Scafati e in casa con Veroli, i ko di
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fila diventano 10. Stravolge una volta di più la squadra, inserendo l’ala Shawn Huff e rilevando Lorenzo Gordon con Bobby Jones. È la “magata”. Subito vittoria a Lodi alla 7ª di ritorno, poi al PalaCredito crolla Bracellona e si arriva allo scontro diretto di Reggio Emilia. Finisce male, con Forlì a -6 dalla salvezza e solo 6 partite da giocare. Rassegnazione? Tutt’altro. Contro Udine Goldwire piazza sulla sirena la tri-
pla del successo e da lì la squadra risorge. Vince a Jesi, batte Pistoia e, davanti a 800 forlivesi, espugna Ferrara aggregandosi al treno del 14° posto. Altri due colpi arrivano al cospetto della capolista Casale Monferrato, battuta a 2” dal gong dopo una clamorosa rimonta, e con la già retrocessa San Severo, all’ultima giornata. Sono 8 vittorie nelle ultime 9 uscite, 6 successi in fila. Il miracolo è compiuto. IN
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Giocare | Cesena Calcio
ProdezzA
Bianconera testo Luca Serafini - foto Gianmaria Zanotti
Una stagione capolavoro regala al Cesena la permanenza in serie A. E la possibilità di sviluppare la propria filosofia di lunga vita. Fatta di equilibrio, impegno costante e acume calcistico per gli affari di mercato.
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“Io sono ancora qua! Eh già”, adattata alla bianconera la frase del successo di Vasco Rossi fa comprendere il tripudio romagnolo. Il popolo tifoso, dopo avere intascato la salvezza matematica contro il Brescia, si è impossessato dei versetti del ‘Blasco’ per fare capire quanto sia importante il Cesena nella massima serie. E la prodezza bianconera, il ‘triplete’ di casa nostra (due promozioni dalla Prima Divisione alla A e una salvezza in tre stagioni), è bagnata da un mare di meriti. Certo, per molti può essere una sorpresa, una matricola come il Cesena (che dopo 19 anni non ricordava più il profu-
mo della massima serie) veniva considerata ‘carne da macello’ o quasi in un pianeta come la A. Ed era una
considerazione logica, così come i pronostici dei bookmaker, che a lungo hanno considerato la panchina di Ficcadenti come la prima che sarebbe saltata. Ma la prodezza del gruppo di Campedelli ha sbaragliato tutto: questo però non è un miracolo ma un capolavoro. Il pregio è stato
anche quello di non sbragare mai, una dote di equilibrio figlia dell’allenatore che poco aveva convinto per parte della stagione. Da persona intelligente ha fatto tesoro di certi errori è diventato più disinvol-
to e la squadra si è compattata. Così il girone di ritorno dei bianconeri è stato al fulmicotone, raggiungendo la meta con una giornata di anticipo. I dati santificano ‘in calce’ il colpaccio bianconero: blitz prestigiosi come quelli contro il Milan e la Lazio, colpi esterni contro le dirette concorrenti, poi il guizzo di reni tipico di chi vuole arrivare. Nella massima serie tornare in sé dopo quattro, cinque schiaffoni di fila è improbo. Igor Campedelli ha centrato invece un’altra magia, frutto di acume calcistico e negli affari (il colpo Nagatomo acchiappato in
vare quella che non hanno ancora avuto. Jimenez, Giaccherini, Parolo, l’eterno e monumentale Antonioli sono lo spot vincente di quella che deve essere, anzi è la filosofia di lunga vita bianconera. Chi guida la società sa che il Cesena può anche retrocedere, ma mai sparire. Nella bolgia del Manuzzi vestito a festa, dopo il gol da apoteosi di Giaccherini contro il Brescia, Campedelli ha confermato il proprio animo da ultrà, da ex ragazzo della Curva Mare che (per sua stessa ammissione) più volte ha contestato Edmeo Lugaresi. Tutto questo, quasi arrossendo, più
Un capolavoro dedicato a Lugaresi Giappone e ceduto all’Inter a suon di milioni non va dimenticato), di una
passione sfegatata che lo ha portato a dormire in aeroporto in Romania per cercare di ingaggiare Mutu (e lo aveva già fatto), di vomitare dal nervoso dopo la gara casalinga con l’Inter. E la notte successiva all’impresa che ha sbancato Bologna non è riuscito a riposare: insonnia da ultrà più che da patron. Tra i tanti meriti anche quello di aver resistito alla logica dei risultati, alle contestazioni dei tifosi non allontanando il tecnico. Ragionando in soldoni il Cesena in A significa una trentina di milioni in cassa, la possibilità di andare avanti ragionando però all’antica: contratti a rendimento,
giocatori che in Romagna vogliono recuperare la gloria smarrita o tro-
volte l’ha detto anche allo storico patron. Al geniale uomo che con la sua tipica frase “a un dato momento” faceva già capire che stava partendo all’attacco, in nome di una genuinità e passionalità tutte romagnole, ha dedicato subito il capolavoro di stagione. E chi ha sussurrato “speriamo che Edmeo lo sappia”, deve stare tranquillo. Lui dal Cielo è sempre stato vicino al Cesena, ha soffiato contro il Chievo nel rigore di Jimenez, col Bari nella rocambolesca rete di Bogdani, a Palermo nel recupero è sceso addirittura in campo. Sì, c’era anche con l’Inter, quando nei supplementari i bianconeri hanno rovinato tutto. Ma lì si era un attimo addormentato, esausto per tutte le fatiche fatte in precedenza. IN
Sopra, l’allenatore Massimo Ficcadenti esulta assieme al presidente Igor Campedelli. Nella pagina a fianco, Marco Parolo festeggia la salvezza con i tifosi.
Marco Giampaolo al Manuzzi ‘’Dopo aver raggiunto insieme il formidabile risultato della salvezza in seria A nell’anno del suo ritorno dopo ben 19 anni, il Cesena Calcio e Massimo Ficcadenti hanno deciso consensualmente di non rinnovare il contratto per la stagione 2011/2012’’. Così la società bianconera il 20 maggio scorso ha annunciato la fine del rapporto col Mister. Al suo posto arriva Marco Giampaolo, ex allenatore del Catania. L’accordo, siglato il 4 giugno, ha durata biennnale.
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Dirigere | Riccarda Casadei
Il valzer dell’eterna
Gioventù
testo Elide Giordani - foto Gianmaria Zanotti
Musica genuina, trascinante e spontanea, il liscio suona ritmi senza età. A promuoverlo e pubblicarlo è oggi Riccarda Casadei, direttore delle Edizioni Musicali Casadei Sonora. Custode e prosecutrice del padre Secondo, Strauss di Romagna.
Se proprio dovessimo associarla ad una musica romagnola (e c’è da scommettere che la similitudine non le dispiacerebbe), Riccarda Casadei potrebbe essere un valzer. Di quelli appassionati ma con una nota di pudore, allegri ma con un filo di malinconia, eleganti ma non sofisticati. Di certo un valzer generoso, pieno di sentimento, come quelli che l’indimenticato ed amatissimo padre Secondo - l’autore dell’unico, vero, inno della Romagna - componeva pensando alla sua gente. Riccarda Casadei da Savignano sul Rubicone gestisce con amore un’eredità che i tempi hanno posto davanti ad una sfida sempre più difficile (“Nessuno si occupa più della musica della nostra terra… Sono soprattutto i romagnoli che ci fanno mancare la loro vicinanza”, ripete con profondo rammarico), non
ha nulla dell’impertinenza un po’ bisbetica del clarinetto in do, quel ritmo quasi circolare, trascinante e un po’ sfacciato che dalle orecchie passa direttamente alle gambe e mette voglia di ballare. Come certe musiche del nostro folklore, che se ti entrano nell’orecchio te le senti vibrare per qualche giorno, lei è una gentile signora dolce e tenace. E dopo tutto questo parlare di musica la domanda sorge inevitabile: ma lei, custode della memoria e della musica del mitico Strauss della Romagna, morto ad appena
65 anni nel 1971 lasciando un patrimonio inimmaginabile di musiche e canzoni, balla? “Sì, ma le occasioni e i luoghi per ballare e per ascoltare la musica romagnola sono sempre meno…”. Eccola la risposta che riporta al centro la difficoltà del suo impegno come
direttore ed amministratore della Casadei Sonora Edizioni Musicali. Valzer, mazurche e polche non abitano più qui. Si preferisce la musica d’importazione, il ritmo latino con i suoi merengues, baciate e salse… Belli, sì, ma non certo più del folklore romagnolo che “se fosse trasmesso in tv come si conviene - evidenzia Riccarda Casadei - farebbe ballare anche le telecamere”. Riccarda Casadei però non si arrende e con il suo staff legato in buona parte da relazioni di parentela (il suo braccio destro è la figlia Lisa, stesso sorriso, stessa determinazione) manda avanti a Savignano sul Rubicone le storiche Edizioni Musicali Casadei Sonora con grinta ed ottimismo. “Abbiamo
sempre il timore di non fare abbastanza per mio padre che ci ha lasciato tanto…” dice con tenerez-
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A fianco, Riccarda Casadei assieme alle figlie Lisa e Letizia.
za. Qui vengono turisti a frotte e si stupiscono di trovare la musica di Secondo Casadei solo in cd e non in ogni balera dietro l’angolo. La sede della Casadei Sonora Edizioni Musicali è un vasto ambiente luminoso, su una delle vie centrali di Savignano, dove la luce si riflette sulle gigantografie del maestro Secondo Casadei colto tra la sua gente mentre suona, forse, l’imperitura “Romagna mia”. Il principale creatore del fenomeno “liscio”, entrato di diritto a far parte della tradizione e del costume italiani, ha lasciato circa 1200 brani (di cui 1078 incisi) “ereditati” da numerose orchestre italiane che li diffondo-
Edizioni Musicali Casadei Sonora Riccarda Casadei, che è figlia dell’indimenticato Secondo Casadei, l’autore di “Romagna mia” e di mille altri brani del folklore romagnolo, è amministratore e direttore artistico della Casadei Sonora Edizioni Musicali con sede a Savignano sul Rubicone. È cugina di Raoul, che è stato titolare della storica orchestra prima di passare la mano al figlio Mirko. Le due attività, un tempo unite, oggi sono divise tra le due famiglie. Moglie di Edoardo Valletta, è madre di Lisa e Letizia, e nonna di tre nipotini. Si occupa da 40 anni della salvaguardia del folklore musicale romagnolo attraverso la promozione del grande patrimonio musicale lasciato da Secondo Casadei. Casadei Sonora cura la pubblicazione di Romagna mia, la rivista con tiratura di 100mila copie ricca di informazioni sulla Romagna, le sue tradizioni e il mondo del ballo. Produce da alcuni anni la trasmissione televisiva “Romagna mia in Italy”, diffusa quotidianamente da un circuito di oltre 60 emittenti in tutta Italia. Alle Edizioni Musicali Casadei Sonora si affiancano le Edizioni Arcobaleno Spettacoli, che si occupano di musica da ballo di ogni genere, e, ultime nate, le Edizioni Appassiunèda, che raccolgono esclusivamente canzoni in dialetto romagnolo.
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no nelle loro serate con entusiasmo e coinvolgimento del pubblico di tutte le età. Tra questi gli inconfondibili valzer, polche e mazurche dal tipico sound romagnolo, costituito dal caratteristico clarinetto in do e dal sax mi bemolle. Per dare un’idea del compito primario delle Edizioni basti pensare che, ogni anno, distribuiscono gratuitamente (l’introito viene assicurato dall’esecuzione dei brani attraverso i diritti Siae) - a circa 10.000 collaboratori in Italia e all’estero - notiziari musicali, spartiti, basi, coinvolgendo sempre nuovi compositori, orchestre e gruppi bandistici, per i quali sono a disposizione speciali arrangiamenti. “Accanto alla vastissima produzione di mio padre e della sua orchestra - evidenzia Riccarda - che è stata attiva dal 1928 a tutti gli anni ’60, promuoviamo e diffondiamo le composizioni di nuovi e giovani autori, sem-
Ph. Andrea Gorini
pre rigorosamente da ballare”. Nel 1997 le Edizioni Musicali Casadei Sonora hanno ricevuto il Premio Siae per i 50 anni di attività e a
Premio Fidapa A Riccarda Casadei è andato il Premio 2011 conferito da Fidapa, consegnato il 5 giugno nella Sala Cacciaguerra della Banca di Cesena. L’incontro è stato aperto da Arte Tamburini, prima cantante dell’Orchestra Casadei, seguita dagli interventi di Stefano Gori e Massimo Riva, ha visto anche l’esibizione del cantante forlivese Maurizio Tassani, che ha presentato una versione lirica – in prima mondiale – di Romagna Mia. I mille euro del Premio messi a disposizione dalla Banca di Cesena (come la spilla in oro che ricorda l’avvenimento) sono stati consegnati da Riccarda Casadei all’Associazione Romagnola Ricerca Tumori.
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Riccarda Casadei, nel 2000, è stato attribuito l’importante riconoscimento nazionale Profilo Donna per
il suo lavoro svolto a favore della musica con il coinvolgimento di tutta la famiglia. Riccarda Casadei, che ama poco - per una suo evidente naturale riserbo - parlare di se, ricorda tuttavia con tanta commozione quel padre sempre in fermento creativo, innamorato della musica e spesso quasi dolorosamente concentrato a cercare i ritmi che potessero far ballare la “sua gente”. “Pensate… - ci diceva, quando emergeva dal suo studiolo soddisfatto della musica che finalmente era uscita dalla sua testa per entrare nel pentagramma - pensate quale tempesta poteva esserci nella testa di Mozart o di Beethoven se io, che non sono nessuno, ho tutte queste note che
mi vorticano dentro...”. “Quando ero molto giovane – continua a raccontare Riccarda - e già aiutavo il babbo nelle sue serate come segretaria e Pr, poiché non aveva prodotto nulla la mia frequentazione del liceo musicale di Cesena, mi vergognavo del mio legame con il folklore romagnolo. Erano i tempi del twist, del boogie, dello shake e i ragazzi della mia età bollavano il folk locale come una musica ‘contadina’, secondo un termine usato nell’accezione dispregiativa. Ma lui mi rassicurava: ‘non c’è niente di male ad essere contadini anzi, è molto bello, vedrai, un giorno te ne convincerai…’. Aveva ragione, oggi capisco che quella definizione, in realtà, parlava della genuinità di questa musica, della sua peculiarità di essere trascinante e spontanea”. Non a caso, secondo
quanto affermato in più occasioni dalla stampa, “Romagna mia” era una delle canzoni preferite di Papa Giovanni Paolo II. IN
Studiare | Esami di Maturità
Notte prima degli
Esami
testo Francesca Miccoli - foto Giorgio Sabatini
Sogno e incubo per intere generazioni, l’esame di maturità segna il passaggio dall’adolescenza all’età adulta. A volte in modo naturale, altre traumatico. Come ci raccontano alcuni forlivesi e cesenati illustri.
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Popola i sogni, talvolta gli incubi, di intere generazioni. Intenerisce la memoria dei romantici, alimenta la malinconia di chi ha vissuto in quei giorni, spesso inconsapevolmente, i momenti più dolci degli anni verdi. L’esame di maturità rappresenta un passo importante.
Un segno di demarcazione tra l’adolescenza e la vita adulta, il tempo dei giochi e quello del rigore. Un periodo vissuto in maniera vivida e sentita anche a distanza
di tanti anni, al punto che sull’onda della memoria il passato più o meno remoto diventa improvvisamente prossimo. Lo conferma, con inquietudine, il sindaco di Cesena Paolo Lucchi: “La maturità? Un incubo. La data degli orali l’ho inscritta nella memoria, 13 luglio 1983, perché poi mia mamma mi regalò una medaglietta a ricordo…”. Maturando del liceo classico “Vincenzo Monti” di Cesena, Lucchi ha vissuto la più
terribile delle disavventure: il cambio di materia per il fatidico esame orale. “Dovevo portare Fisica, mi diedero Greco. Nelle 48 ore pri-
ma dell’esame non feci altro che studiare assieme ad alcuni amici, arrivai all’esame in coma. Su dieci domande ne azzeccai una, alla fine sorrideva anche il prof”. E l’incubo proseguì nei giorni seguenti, per il timore della bocciatura. “Mi andò
prova sospesi tra la sindrome del foglio in bianco e l’ossessione da favella azzerata. Non è stato così per il sindaco di Forlì Roberto Balzani, nell’albo dei bravissimi (guai a chiamarli secchioni…). “Ricordo con piacere l’esordio d’estate del 1980, vissuto in maniera consapevole e molto serena. Ho sempre studiato con profitto e non ho avvertito tensioni particolari. L’unico
Scritti, orali e cambio di materia bene, 44/60. Ma ogni tanto quel 13 luglio lo sogno ancora…”. Destino simile ma finale diverso per Ines Briganti, presidente dell’Istituto Storia e Resistenza dell’Età Contemporanea della provincia di Forlì-Cesena. La formula del suo esame prevedeva ancora la possibilità di recupero per una bocciatura a giugno. “Il commissario interno era un’insegnante della sezione B e fece di tutto per dimostrare la superiorità dei suoi studenti, mettendo noi della A in difficoltà. Ci interrogò sulla metrica, esclusa dal programma. Come se non bastasse mi trovai a dissertare di filosofia tra un commissario marxista e un presidente hegeliano... Fui rimandata a settembre, evento che in casa mia - sono figlia unica di una famiglia di origini contadine - venne vissuto come un lutto. Mi presentai a settembre meno preparata che a giugno ma presi due sette. Ancora oggi, a distanza di tanti anni, sogno quell’episodio”. Non tutti hanno affrontato la
fremito fu in attesa della seconda prova, la versione di greco. Fu scel-
to un bellissimo testo di Platone, facile da comprendere e tradurre”. Il risultato? Neanche a dirlo, maturo al Classico di Forlì con 60/60. Che nel 1980 significava il massimo dei voti mente ora, portate le valutazioni ai 100/centesimi, significherebbe solo una striminzita sufficienza. Con il nuovo metro di valutazione è stato esaminato Marco Bilancioni, giornalista de Il Resto del Carlino, dichiarato ufficialmente maturo nel giugno 2002. “Il primo pensiero - ricorda il giovane redattore va al giorno del tema d’italiano. Un
In alto, il sindaco di Cesena Paolo Lucchi. Sotto il sindaco di Forlì, Roberto Balzani.
vero supplizio, per via del caldo allucinante. Decisi di sviluppare una
traccia poi, andato in tilt, cambiai idea. Ebbi una piccola crisi, rispecchiata dai 14/15 della valutazione. Per l’orale avevo pianificato una strategia di battaglia ben calibrata, portai una tesina sull’illusione, in copertina campeggiava “La zattera della medusa di Gericault”. Anche in questo caso punteggio pieno,
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In alto, da sinistra, Ines Briganti, Marco Bilancioni e Nicola Alberani. Sotto, da sinistra, Fabrizio Fratoni, Roberta Miserocchi e Nicoletta Tozzi.
Tutti i numeri dei maturi Nell’ultimo anno scolastico nella Provincia di Forlì-Cesena gli studenti che hanno conseguito il diploma di maturità sono stati 2.665, il 2,4% in più rispetto al 2009. Solo 10 gli studenti non promossi. Tra i maturi, leggera prevalenza delle donne che hanno sopravanzato i colleghi maschi di mezzo punto percentuale. L’indirizzo più gettonato è quello scientifico tradizionale, con il 18,5% sul totale dei diplomati. Da segnalare come negli ultimi 15 anni sia radicalmente mutata la composizione del parco diplomati. Se nel 1996 i maturi liceali erano il 28,1%, lo scorso anno si è sfiorato il 39%. In netto calo il trend degli istituti tecnici con un 41%, ben 8 punti in meno rispetto al 1996. -10% anche negli istituti professionali.
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100/100 e la sensazione di aver chiuso un bellissimo capitolo del mio viaggio esistenziale”. Sulle ali del ricordo, spunta un aneddoto. “Nella mia classe fummo in nove a fare l’en plein e il Carlino venne al Classico “Morgagni” di Forlì per immortalarci. Ero assente, e la segreteria consegnò una mia foto di imberbe quattordicenne che faceva a pugni con quella degli altri miei compagni, ormai maggiorenni”. Meno brillante la prestazione del direttore tecnico della FulgorLibertas Nicola Alberani, anche lui studente del glorioso Classico Morgagni. A testimonianza che non sempre il risultato scolastico rispecchia il talento. “Il mio esame fu un mezzo disastro”, racconta. “Dopo due scritti discreti alla prova orale, paralizzato dall’emozione, feci scena muta. Non fui bocciato
perchè in molti fecero anche peggio di me. Alla fine sono uscito con
un 38/60, grazie ai tanti immeritati 36 concessi agli studenti con gravi insufficienze”. Andò meglio a Fabrizio Fratoni, capitano dei Carabinieri del Comando provinciale di Forlì-Cesena. Grossetano di Follonica, l’ufficiale visse un’estate caldissima che lo costrinse ad applicarsi sui libri nel tardo pomeriggio e al calar del sole. “Era il 1986 e con gli amici eravamo soliti studiare all’ombra delle nostre pinete. Mi diplomai all’Istituto Tecnico per motivi di inquadramento professionale, avevo bisogna della necessaria formazione per lavorare nell’impresa di alcuni parenti. Paradossalmente, le maggiori difficoltà le incontrai proprio nelle materie tecniche. Ser-
bo nel cuore ricordi molto sereni di quei tempi”. Reminescenze dolcissime anche per Roberta Miserocchi, comandante della Polizia Municipale dell’U-
nione dei Comuni del Rubicone, brillante studentessa del liceo classico. “Fu uno dei periodi più belli della mia vita. Era l’anno dei mondiali del 1982 e gli unici momenti di tensione erano quelli legati ai 90 minuti delle partite, vissute molto intensamente assieme ai compagni. Preparai l’esame con Luciana Toni, oggi avvocato, studiavamo assieme da mattina a sera, divertendoci e rafforzando la nostra grande amicizia. Davvero un periodo indimenticabile”.
Ricordi pieni di nostalgia Felice condivisione è anche il sottofondo della prova di Nicoletta Tozzi, cesenate, nove volte campionessa italiana di atletica. “Frequentavo l’Istituto Commerciale e chiesi di essere interrogata per prima poiché dovevo partecipare ai Tricolori. Per vincere la tensione utilizzai lo stesso metodo
di visualizzazione positiva che anni più tardi mi avrebbe indicato il mental training, quello che oggi insegno ai giovani. È bello tornare con la mente a quei giorni”. Forse anche gli incubi sono fatti della stessa materia dei sogni. IN
Dove cucina e tradizione, design e accoglienza si fondono in una gustosa alchimia.
Esaminandi 2011, scatta l’ora X Quest’anno gli esami di maturità prenderanno il via mercoledì 22 giugno, alle ore 8,30 con la prova di italiano. All’indomani la seconda prova, diversa a seconda degli indirizzi. La terza è invece in programma lunedì 25. Poi comincia la lunga lista per gli orali. Dal 2001 il punteggio è attribuito in centesimi, dal 2007 il credito scolastico viene valutato fino a 25 punti per valorizzare la carriera scolastica degli studenti. Il punteggio massimo per le tre prove scritte arriva a 45, 30 quello per il colloquio orale. Può essere attribuito un bonus di 5 punti al maturando che abbia ottenuto un credito scolastico di almeno 15 punti e un risultato complessivo alla prova d’esame pari almeno a 70 punti. A coloro che conseguono il punteggio massimo di 100 senza fruire del bonus può essere attribuita la lode, a condizione che negli ultimi 3 anni scolastici abbiano riportato una valutazione uguale o superiore a 8 in tutte le materie.
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Lavorare | Laura Casadei
Nel cuore
Europa
dell’
testo Roberta Brunazzi
Da Forlì a Bruxelles con Laura Casadei. Che dagli uffici dell’Unione Europea raccoglie pareri sulle leggi future, traduce documenti e risponde alle lettere dei cittadini. Liceo scientifico a Forlì, Lingue e letterature straniere all’Università di Bologna. E poi a Glasgow con l’Erasmus e in giro per gli atenei di Vancouver e Copenaghen, dove in sette mesi ha fatto un corso sulla cultura danese, scritto la tesi, tradotto una guida della Danimarca dall’inglese all’italiano e conosciuto Jesper, il suo compagno. Tempo per annoiarsi poco. Ventotto anni compiuti in maggio, Laura Casadei si sente forlivese ma prima di tutto europea, e con questo spirito è approdata a Bruxelles. “Qualche mese prima di laurearmi avevo fatto domanda per un tirocinio all’Unione Europea. La selezione è stata lunga e difficile ma alla fine mi hanno chiamato, assieme ad altri 15 tirocinanti”. È il settembre 2009: inglese, francese, spagnolo diventano le sue lingue di uso comune, per conoscere dall’interno le istituzioni europee. “Ho incontrato rappresentanti di varie ambasciate, dell’Onu, della Nato, e una volta finito il tirocinio non vedevo l’ora di tornare…”. La nuova chiamata arriva ad inizio 2011, per un contract agent annuale che la riporta all’interno del Comitato Economico e Sociale Europeo (Cese), nel team di sette persone al fianco del Segretario Generale Martin Westlake
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(nella foto in basso lo staff). “Il Comitato - spiega Laura - è un organo consultivo che fornisce consulenza qualificata alle maggiori istituzioni dell’Ue (Commissione, Consiglio e Parlamento europeo), attraverso l’elaborazione di pareri sulle proposte di leggi europee. Uno dei suoi compiti principali è fare da ponte tra le istituzioni europee e la ‘società civile organizzata’. I 344 consiglieri provengono dai 27 paesi membri, e portano la loro voce in Europa in rappresentanza di un ampio ventaglio di interessi economici, sociali e culturali”. Tra i temi che transitano dalla sua scrivania la complessa gestione di documenti e traduzioni con Croazia e Islanda, paesi prossimi all’ingresso nell’Ue, la gestione dei rom a livello europeo, i problemi di chi ha lavorato all’estero ed ora fatica ad avere la pensione. Molti scrivono dalla Turchia. Laura
risponde anche alle lettere di tanti europei. E c’è chi scrive sperando in improbabili sponsorizzazioni: “Una volta – racconta - un’azienda tunisina produttrice di borsine in plastica ci ha scritto lamentando che le banche non erano disposte a finanziarli. Chiedevano quindi soldi all’Unione Europea…”. E vivere a Bruxelles, com’è? “È una città molto viva, dove senti parlare tutte le lingue del mondo. Abito nel quartiere delle istituzioni, vado a lavorare a piedi. E quando esco ci ritroviamo in Place du Luxembourg, il cuore del quartiere europeo”. Cosa chiedere di più? “Che prosegua…”, sorride Laura. “Il mio contratto è annuale e i concorsi pubblici per entrare in pianta stabile sono difficili e affollatissimi, in media 50mila persone per 300 posti”. In bocca al lupo allora, per un futuro tra le stelle della bandiera d’Europa. IN
Visitare | Bertinoro
Il balcone
tra i
Vigneti
testo Matteo Ranucci - foto Giorgio Sabatini
L’intreccio di strade selciate regala a Bertinoro un’atmosfera d’altri tempi, lontana dai rumori della sottostante Via Emilia. Qui i rioni raccontano storie e i viaggiatori s’incontrano, nel segno dell’ospitalità.
A fianco, la Rocca vescovile, sede del Centro Residenziale Universitario (CeUB). Nella pagina successiva, la colonna delle anella.
Bertinoro è il primo colle che si alza dalla pianura tra Forlì e Cesena. Per questo, assieme ai vicini Monte Maggio e Monte Casale, appare alto, dominante forse più dei suoi duecentocinquanta metri sul livello del mare. Chi navigava l’alto Adriatico scrutava la costa e utilizzava la vecchia torre civica illuminata per orientarsi e ritrovare la strada di casa. I pochi chilometri di asfalto che risalgono dalla spianata con rettilinei e ampie curve introducono ad una terra fatta di coltivi, vigneti di Albana e Sangiovese, siepi, strade vicinali e più in alto da case di pietre, carraie selciate, balconi a sbalzo, ponti e archi, campanili, torri e torrioni. Ondulazioni dolci quelle che si incontrano risalendo dalle Terme della Panighina prima di arrivare ai piedi del borgo. Tra
piante centenarie e cortili preziosi si celano dimore storiche, eleganti, ben conservate: Villa Farini, Villa Norina, Villa Petrucci, Villa Prati
sono alcuni degli edifici più interessanti del territorio. Bertinoro sulla vetta del colle è un villaggio antico, fortificato con l’antico nome di Castrum Cesubeum fin dal V secolo per difendersi dalle invasioni barbariche. L’abitato sembra nascere come per natura da una terra fertile, lussureggiante, coltivata che sembra essere la sua cornice migliore. È un paese che appare, per chi vi sale dall’indaffarata pianura e dalla congestionata via Emilia, fuori dal tempo: il silenzio, la quiete, le poche auto, il passeggio non frenetico di chi si incontra per le strade strette e contorte del centro anche in un lunedì di mag-
La Cinque Ville, storica podistica Il 6 febbraio del 1972 in via Cavour, nei pressi della Chiesa del Suffragio, partì la prima edizione della “5 Ville”. Centottantasette i concorrenti alla partenza. Allora era solo una podistica ma la bellezza del percorso, la sua durezza, la premura dell’Associazione Sportiva Dilettantistica di Bertinoro e del “patron” della manifestazione, Adriano Lelli (nella foto), ha trasformato la corsa in un evento culturale, parte della tradizione e della storia del “Borgo”, denominata anche Cross dell’Albana D.O.C.G. “La 5 Ville - spiega Lelli, ex maestro elementare ed ex vicesindaco - ha il merito di avere portato nel corso degli anni migliaia di persone nel nostro paese e di aver promosso il territorio”. Il percorso è da sempre il fiore all’occhiello della podistica. La partenza dal Borgo, con la prima parte tutta in discesa e scorci panoramici importanti. Poi il passaggio di fronte e nelle corti di Villa Farini, Villa Norina e Villa Petrucci, Villa Prati e il tratto all’interno delle cantine della Fattoria Paradiso. Da qui una ascesa durissima fino alle pendici di Monte Maggio e rientro nel Borgo da Via Roma, in un territorio di collina ricco di vigneti e poderi. Info: http://bertinoro5ville.altervista.org
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gio, lasciano una sensazione importante che non abbandona chi visita Bertinoro. Chi vi abita è gente semplice, legata alla terra, alle coltivazioni, ai lavori umili. Molti anziani, qualche giovane. Gente aperta, abituata a vedere gente di passaggio che risaliva dalla storica, vicina via Emilia. Ospitali, appunto, come conferma la Colonna delle Anelle, simbolo remoto e moderno del borgo eretto per la seconda volta sulle fondamenta di quello antico a lato di Piazza della Libertà nel 1926. La storia sembra cominciare nel XIII secolo. Arrigo Mainardi e Guido
del Duca, esponenti di due famiglie nobili, escogitarono un modo per evitare le contese tra le casate che facevano a gara per dare accoglienza allo straniero. Una colonna con dodici anelle per altrettante famiglie bertinoresi avrebbe sciolto le dispute. Chi giungeva nel borgo, legava il cavallo nel cerchio di ferro battuto ed in questo modo veniva stabilito chi avrebbe potuto offrirgli cibo ed un giaciglio per la notte. Così l’anima aperta, senza confini
di Bertinoro la si vive anche oggi, inalterata. Sul colle si incontrano turisti arrivati per assaggiare vini e salumi sulla Strada dei Vini e dei Sapori, si incrociano ciclisti giunti in questo angolo della Romagna per esplorare colline, salite e paesi, si osservano studenti, insegnanti, premi nobel ospiti del Centro Residenziale Universitario che dal 1994 ha sede nella Rocca e nelle sale dell’Ex Seminario. Nelle sere d’estate il centro si popola di forlivesi e cesenati che a Bertinoro arrivano per bere un bicchiere di vino, il prodotto tipico, che qui prende il nome di Albana, Sangiovese, Trebbiano. Il paese, cresciuto attorno ad una fortezza imponente che risale al X secolo si è sviluppato, nella sua parte storica, entro mura che blindavano la parte alta del colle, che aveva quattro ingressi principali: Porta del Soccorso a sud-ovest, porta dei Tre Santi a Nord, Porta San Domenico abbattuta nel 1913 sul lato sud-est, Porta San Francesco a nord-ovest. Fatta eccezione per la Rocca, il Palazzo Comunale costruito da Pino degli Ordelaffi, la Cattedrale dedicata a Santa Caterina di Alessandria e Palazzo Mainardi, su via dei Santi, Bertinoro non ha un patrimonio di edifici di particolare pregio. Il suo valore è nell’intreccio di strade selciate, scalinate, camminatoi che si insinuano tra case basse, strette le une alle altre, umili, con imposte in legno, piccole porte di accesso. Ogni strada a Bertinoro può raccontare storie, vicende così come ogni rione in cui le famiglie vivevano come piccole comunità affiancate ma con identità distinte. Borsanroc, l’attuale via Roma che termina vicino alla Chiesa di San Rocco, San Rumen, oggi via dei Santi, E Guazadur, nei pressi di Piazza Garibaldi, la Tarnitè, anti-
Sopra, uno scorcio sul borgo.
Info e Bibliografia www.comune.bertinoro.fo.it/ Turismo.aspx Ufficio informazioni Turistiche: Piazza della Libertà 3 tel. 0543/469213 fax 0543/444588 “Delle Origini e Vicende della Colonna dell’Ospitalità di Bertinoro”, scritto da Sergio Tombari e curato dalla Camera di Commercio di Forlì. Castrocaro Terme, 1987; “Storia di Bertinoro” a cura di Augusto Vasina, Società Editrice il Ponte Vecchio - Cesena 2006;
chissimo quartiere al culmine di via Trinità. Alcuni nomi sono dimenticati ma c’è chi sa ricordare volti e vicende. Al Burghet, che comprendeva via Mazzini, via Vendemini e via del Borghetto, viveva Pipinela il calzolaio; alla Custarena, la via ripida verso il fossato, si ricorda Zron, vignaiolo nei campi dalla mattina a sera e sua moglie Lisetta che tesseva il telaio; alla Sbrocamantile, strada chiassosa e popolata proprio dietro al palazzo comunale vi erano molti bambini, donne che cucivano o facevano il bucato in strada. Poi vi era la Piazeta, alla fine o al principio di Via Mazzini, se si esce o entra a Bertinoro, la strada maestra del centro storico. È Piazza Guido del Duca. C’era il barbiere Romeo Bazzocchi, il Bar Bizzi, vi erano commercianti ambulanti, chi coceva le caldarroste o vendeva il carbone. Di tanto in
“Storia di Bertinoro” a cura di Stefania Mazzotti, Soceità Editrice il Ponte Vecchio - Cesena 1998;
tanto arrivavano personaggi famo-
“Bertinoro e i suoi Rioni” a cura di Enzo Ronchi, Comune di Bertinoro Ge-Graf - Bertinoro 2004;
na. Rappresenta oggi lo slargo dei
“Anche i poveri ridono” a cura di Enzo Ronchi, Ge-Graf - Bertinoro 1998.
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si, il poeta Carducci saliva da Villa Silvia per bere un bicchiere di Alba-
bertinoresi. Di quelli che sul colle abitano, lavorano, sono nati. Qui si può ascoltare il chiacchiericcio del-
la politica, gli affari del paese, le discussioni spese sui tavolini dei bar. Qui si può respirare l’atmosfera e il carattere autentico, reale del Borgo, contrapposta alla centralissima Piazza della Libertà, il centro politico, religioso, il balcone di Romagna da cui lo sguardo passa da un primo piano di tetti, vigneti, ville e case di campagna fino ad uno sfondo dipinto dal Mare Adriatico da cui i naviganti scrutavano il colle, la sua antica “torre civica” illuminata, quasi fosse un faro, lontano e sicuro. Sulla piazza centrale si trova La Ca’ de Be’, in italiano la Casa del Vino, uno dei simboli del paese che compie quest’anno quarant’anni. Inaugurata nel 1971 dal Tribunato di Romagna e dall’ente Tutela Vini, a giugno del 2011 ha riaperto dopo un periodo di chiusura. Nuova gestione e al primo piano, lo storico locale bertinorese, costruito sotto il terrazzo di Piazza della Libertà, ospiterà anche un piccolo museo di utensili legati alla vinificazione e il nuovo Ufficio Informazioni ed Accoglienza Turistica di Bertinoro. IN
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Animare | L’estate a Cesenatico
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Divertirsi
in riva al
Mare
testo Barbara Baronio - foto Gianmaria Zanotti
Cene a tema, musica, cinema, spettacoli. L’estate a Cesenatico ha il sapore della festa, tra eventi turistici e divertenti iniziative, come la grande rustida dei pescatori e la gara tra pedalò.
Dalla musica alla spiaggia, per passare all’enogastronomia e all’arte: l’estate nella riviera cesenaticense anche quest’anno promette di stupire. Per la terza stagione consecutiva il Teatro Verdi di Cesena sbarca sul canale di Cesenatico e approda al Molo 9Cinque. Ogni settimana quattro serate su sette offriranno il meglio dei dj del Verdi. La novità di quest’anno è la cena con concerto del mercoledì sera: “Dal primo di giugno - spiega Luigi Di Placido, direttore artistico del Verdi - siamo partiti con i mercoledì targati Settanta e Ottanta. Ad aprire i battenti sono stati i Moka Club, per proseguire in tutti i mercoledì d’estate.
Durante la serata sarà anche attivo il ristorante, con cene a tema su prenotazione, con la qualità della ristorazione del Verdi in soluzioni light, adatte alle calde serate estive. Il venerdì e il sabato, invece, saranno dedicati alla musica house, al pop rock e Aren B, mentre la domenica sera largo alla musica latino americana. Ogni serata sarà possibile entrare gratuitamente al Molo 9Cinque e scegliere fra le due piste attive fino alle 3 del mattino”. Più lontano dal molo, nell’area dell’Ex colonia SantaMonica verso Villamarina, lo staff della Zona Cesarini torna anche quest’anno con Fuorionda, il cinema sotto le stelle gra-
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Sopra, la linea d’arrivo della gara di pedalò 9 Scogli. In basso, due partecipanti tagliano il traguardo in una delle precedenti edizioni.
tuito. La rassegna cinematografica, giunta alla sua decima edizione, si tiene ogni giovedì sino alla fine di agosto. Per dieci sabati, inoltre, torneranno le feste sulla spiaggia con cene a tema su prenotazione. A Ponente il Bagno Belvedere propone il ricco aperitivo della domenica alla sua “Osteria Fronte Mare” per gustare, sognare e ascoltare musica sotto le stelle di Cesenatico nella splendida terrazza sul mare.
Per gli amanti dell’arte durante i mesi di luglio e agosto nell’arenile di piazza Costa tornano invece le Tende al Mare: la mostra a cielo aperto che tanto successo ha riscosso le scorsi estati con le opere di Dario Fo (1998), Tinin Mantegazza, Tono Zancanaro, Lele Luzzatti e Bruno Munari.Sulle tele che arredano la spiaggia verranno trasferite le opere dei grandi maestri dell’arte contemporanea. Nei mesi più caldi arriva anche Ribalta Marea, nel Teatro all’Aperto di Largo Cappuccini. La rassegna teatrale e musicale
si apre l’8 luglio (ore 21,15) con la compagnia di balletto classico di Liliana Cosi e Marinel Stefanescu, il 10 luglio sarà la volta di Yann Tiersen in “Concerto” mentre il 16 luglio sbarca in città Maurizio Crozza
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con lo spettacolo “Fenomeni”. Tra i numerosi appuntamenti in programma anche quello con Rossella Brescia (4 agosto), impegnata nel balletto in due atti di Luciano Cannito “Carmen” e Raphael Gualazzi, in concerto il 12 agosto con il nuovo tour “Reality & fantasy”. Il 14 agosto al Porto canale di Ponente c’è poi la Grande Rustida dei Pescatori, evento davvero da non perdere. Cesenatico e la pesca sono da sempre legate da una storia di secoli. Lo scorso anno sono stati commercializzati circa 30 mila quintali di pesce, per un volume d’affari stima-
to in oltre 6 milioni di euro con un indotto di oltre 60 milioni di euro annui. Ed è proprio per ricordare questa fondamentale attività economica che i pescatori cesenaticensi, la vigilia di Ferragosto, offrono ai turisti una degustazione di pesce pescato nel mare di Cesenatico. Durante la giornata tornerà nella spiaggia libera compresa tra i Bagni Milano e Limonero anche la gara di pedalò 9 Scogli 2011, evento curato dall’associazione Free Beach Group. Dopo la gara, alle 21, il concerto di James Taylor Quartet. www.cesenatico.it/turismo IN
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Abitare | Antro d’artista
La magia del
Colore
testo Annalisa Balzoni - foto Giorgio Sabatini
Una vecchia osteria di Forlimpopoli trasformata in antro d’artista. È la casa di Carlo Cola, pittore e insegnante che in questo affascinante luogo esprime tutta la sua eclettica personalità.
Iniziamo questa nostra avventura con un “finalmente”. Finalmente siamo di fronte alla definizione della parola “personalità”. È vero che siamo ospiti di un pittore, Carlo Cola, alla continua ricerca del “senso della vita” attraverso la propria natura, allontanandosi da una mera mercificazione e globalizzazione, dando spazio alla serenità dell’anima. La sensazione dell’incontro con Cola, anzi la percezione di come Carlo sia, è tangibile e si concretizza nella sua dimora. Siamo a Forlimpopoli, proprio
colore e di energia, la stessa energia che si avverte in ogni angolo, in ogni scelta distributiva, in ogni accostamento di materiale, colore e arredo; tanto da diventare un quadro vivente. La trasposizione nella realtà della luce e dello spirito del suo stesso creatore.
sull’asse romano dell’antica Via
di arcata medioevale al primo piano, lasciati come testimonianza di un passato che ritorna nel suo splendore. La ristrutturazione è
Emilia, in una casa del centro che
ha avuto la fortuna di non venir deturpata da interventi invasivi ed irrimediabili. È un’esplosione di
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Il piano terra era una vecchia oste-
le impronta della casa, non è stata usata staggia, né vi è stata l’intenzione da raddrizzare la “pance” dei muri. Si è creata così un’armonia magica. Tutte le pareti sono state inondate di colori, con accostamenti azzardati ma che alla fine risultano indispensabili. Bellissima la co-
ria, chiusa dal 1975. Cola se ne
lonna indiana posta nel vano scala
innamora nel 2000 e si avventura nella ristrutturazione. Durante il recupero, sotto strati di intonaco, vengono alla luce una colonna al
a sostegno di una trave lignea del tetto, semplice e di effetto la pavimentazione realizzata in tavole di legno grezzo verniciate sia nella zona giorno sia nella zona notte. Il verde, il viola l’arancione il giallo il blu e tanti altri colori arredano e riempiono ogni cosa dal pavimento ai muri, il recupero di materiali, per non dire il riciclaggio di pez-
piano terra e una magnifica guglia
avvenuta nel rispetto dell’origina-
zi destinati al macero, vedono un nuovo riutilizzo e una nuova funzionalità. Il metodo di restauro è stato quello di inventare di volta in volta, creando l’armonia totale. Vedasi la vecchia porta del bagno al piano superiore chiusa e destinata a seduta, le vecchie porte rivestite in stoffa, così come le vetrate di un convento recuperate e riutilizzate per la zona studio. Ci troviamo dentro un sogno a colori, e come in un sogno che si ri-
spetti attraverso una libreria porta, passando per una scaletta lignea, arriviamo in mansarda, nello studio di Cola, nella zona privata. “Mi piace circondarmi di colore, creo situazioni che mi piacciono. Questa è una casa creata da un certo tipo di testa, fatta dal mio sentire, sono un pittore, ma sono anche tanto altro, e ogni parte di me è importante, il senso della vita è es-
crea il proprio habitat dal niente”, come lo stesso Cola afferma. “Nella vita - dice - ho fatte certe scelte. Mi ci sono trovato, con la mente libera, non ho mai avuto niente e col niente continuo a creare. La scuola è un sentimento molto forte, ab-
Un ambiente specchio dell’anima serci, e non far finta di esserci...” così Cola ci ha accolto, e il visitatore può solo essere grato e godere. Cola è artista e insegnante, da 25 anni in una scuola di Cesena per ragazzi con problemi che ispirano la sua vita, regalandogli quell’energia che lo fa sentire importante, che lo porta a circondarsi di colore perché, come lui stesso dice, “mi fa bene”. Ogni angolo in cui legge guarda l’acqua nel cortiletto retrostante, ori-
ginale angolo creato e trasformato come fa “l’animalino che inventa e
biamo un laboratorio dove si crea liberamente. Quando parto per una nuova avventura ho bisogno di caricarmi senza alcun progetto, aspetto quello che viene fuori dai miei ragazzi e li seguo nella direzione in cui vogliono andare. Ringrazio i miei genitori per quello che mi hanno dato. Ho vissuto senza attaccarmi a niente, a nulla di materiale. Io e questo posto ci siamo trovati, scelti e amati ”. Finiamo così il nostro incontro, semplicemente ringraziando per lo spirito donatoci. IN
In alto, il cortiletto interno. Sotto, l’artista Carlo Cola.
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Giocare | Golf
Golf, campioni in
Famiglia
testo Mariavittoria Andrini
Da Costantino Rocca ai tanti appassionati che gareggiano sui campi locali. A loro è dedicata questa rubrica, che si apre con la famiglia di Riccardo Riganti.
Da pratica di pochi a sport sempre più in voga, che coinvolge un numero crescente di giocatori e di interessati. Questo in sintesi lo stato del golf in Italia oggi. Merito anche delle gesta dei nostri campioni che riempiono ormai i giornali: i fratelli Francesco ed Edoardo Molinari ed il giovanissimo Matteo Manassero hanno recentemente mietuto successi in giro per il mondo, rinverdendo fasti che mancavano dai tempi di Costantino Rocca, forse l’unico grande golfista di levatura mondiale che l’Italia abbia sin qui annoverato. Proprio Rocca è stato recentemente ospite del Club I Fiordalisi di Forlì, dove si è reso protagonista di una pro-am (gara a squadre, formata
ciascuna da dilettanti ed un professionista), nel corso della quale ha strabiliato i presenti con colpi di
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gran classe. Sono confluiti nell’impianto forlivese per l’occasione numerosi appassionati romagnoli, con una concentrazione che ha posto all’attenzione di chi scrive il tema della diffusione familiare di questa pratica sportiva: è assai frequente, infatti, che la febbre del golf contagi interi nuclei familiari, dal capofamiglia alla consorte, ai figli. Da questo numero, quindi, inizieremo una rubrica dedicata alle famiglie del golf sul nostro territorio. La prima di queste è la famiglia di Riccardo Riganti (nella foto in alto), dinamico imprenditore nel settore dell’abbigliamento. Genovese di nascita ma romagnolo d’adozione, dopo 21 anni di permanenza a Cesenatico. Oltre a lui in famiglia gioca il figlio Federico (tutti e due possono vantare un handicap di gioco di 12). Le figlie più piccole,
Caterina e Vittoria, preferiscono l’equitazione, mentre mamma Susanna, pur non praticando regolarmente, appoggia figlio e marito, con la garanzia di viaggi nei più bei luoghi del mondo concepiti per giocare a golf, ma anche per prendersi un meritato riposo. “La mia passione è nata sul campetto di Cesenatico, un piccolo impianto di quattro buche, all’insegna del massimo relax”, dice Riganti. “Anche se oggi gioco abitualmente a Cervia, su un campo che non esito a definire fra i migliori se non il migliore per le sue splendide buche lunghe. E poi quando si è in partita, ognuno tira fuori tutto se stesso: è per questo che, per me, qualche ora passata con una persona sul campo vale più di mesi o anni di rapporti, perché ti dice chi hai veramente di fronte”. IN
Ph. Giorgio Sabatini
Chi è Costantino Rocca Costantino Rocca è un uomo a cui il golf ha letteralmente cambiato la vita: da caddy, ovvero portabastoni al circolo dell’Albenza di Bergamo, è divenuto protagonista mondiale negli anni Novanta, vincendo importantissimi tornei come il PGA Championship o l’Open di Francia. È stato anche il primo italiano a giocare in Ryder Cup (sfida a squadre tra Europa e Stati Uniti), dove brilla ancora la sua buca in uno nell’edizione 1995 e l’entusiasmante vittoria contro nientemeno che Tiger Woods nel 1997. Agli annali del golf mondiale è passato anche per due colpi straordinari, messi a segno al British Open del 1995 sul campo di St. Andrews, dove il golf fu inventato: con un prodigioso colpo di recupero ed un interminabile put alle ultime due buche rimontò infatti l’americano John Daly, per giocarsi tutto allo spareggio. La sorte voltò le spalle a Rocca, che non vinse il torneo, ma i suoi colpi divennero leggenda, tanto che il filmato che li riprende è ancora oggi cliccatissimo su You Tube da migliaia di golfisti nel mondo. A cinquant’anni Rocca si è ritirato dal circuito professionistico, pur non disdegnando di prendere ancora parte a qualche importante torneo (come l’Open d’Italia), e si è dedicato alla divulgazione dello sport che ama più di ogni altra cosa. Da campione sul campo e nella vita si è sempre impegnato nel sociale: l’ultima sua iniziativa, dal nome “Un Birdie per la vita”, è un circuito di golf da disputarsi su vari campi italiani e con finale in Val Rendena, organizzato per raccogliere fondi per la costruzione di scuole e ospedali in Congo, a Mogadiscio e in Bosnia, là dove la gente ha più bisogno.
Viaggiare | Sandro Valbonesi
America
on the
Road
testo Francesca Renzi - foto Giorgio Sabatini
Da New York a San Francisco, a piedi e in bicicletta. Un coast to coast che vale un pellegrinaggio per il forlivese Sandro Valbonesi. In viaggio per raccogliere fondi da destinare all’IRST. Avventura? Sfida? Beneficenza? È difficile trovare una sola parola per raccontare ciò che si accinge a fare il forlivese Sandro Valbonesi, massofisoterapista che sta per volare negli USA per una traversata coast to coast: 5.027 km percorsi a piedi e in bicicletta, con il suppor-
to “morale e tecnico” degli amici Thimoty Romanini e Michela Ghinelli (nella foto in alto con Sandro). Sportivo da sempre, Sandro si è riavvicinato alla corsa in un momento difficile della sua vita. “Un
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paio di anni fa - racconta - a mia mamma è stato diagnosticato un tumore. In quel periodo ho iniziato a correre, un po’ per sfogare le mie tensioni, un po’ perché correre era il mio modo per aiutare la mamma: mentre io correvo le cure avevano su di lei un effetto positivo. Io correvo e mia mamma migliorava…”. Così lo sport ha riconquistato un posto importante nella vita di Sandro, che dal 2010 pratica il Triathlon (la disciplina che unisce nuoto, corsa e biciclet-
ta). Poi, circa un anno fa, l’idea di attraversare gli Stati Uniti a piedi e in bicicletta. E qui entra in gioco la beneficenza: con la sua traversata l’atleta lancia una raccolta fondi a favore dell’IRST di Meldola, l’Istituto Romagnolo per la cura dei Tumori dove si è curata anche la mamma di Sandro. Gli sponsor non sono tardati ad arrivare, da Renova che ha fornito la bicicletta, ad America Graffiti e Conad Ravaldino che, per primi, hanno sostenuto l’impresa, segui-
La traversata… on line La traversata da New York a San Francisco prevede 51 tappe da percorrere quasi interamente su strade extraurbane e in terreni pianeggianti, a parte l’ultimo tratto in cui Sandro affronterà le Montagne Rocciose. Ogni giorno correrà tra i 25 e i 42 km o pedalerà tra i 120 e i 170 km: per questo ora si allena quotidianamente, anche due volte al giorno, tra bici, corsa e palestra. Potremo seguire Sandro on line, sul sito run4lifeusa.tumblr.com e sulla pagina Facebook “Cancerchallengecoast2coast”, quotidianamente aggiornati con foto, commenti e video. Dagli stessi siti, inoltre, è possibile contribuire alla raccolta fondi per l’IRST.
ti da molti altri. Gli obiettivi di Sandro, quindi, sono due: sensibilizzare l’opinione pubblica a favore dell’IRST e coprire oltre 5mila chilometri con la sola forza dei suoi muscoli, in 51 giorni.
La traversata è stata organizzata nei minimi dettagli da Sandro, Timothy e Michela che hanno ideato un percorso ad hoc. “La partenza è prevista per il 15 luglio da New York , mentre l’arrivo - dice Sandro - dovrebbe avvenire il 4 o 5 settembre, a San Francisco”. In tutto questo, Michela e Timothy saranno gli indispensabili compagni di viaggio, che garantiscono il supporto morale: “Una presenza fondamentale - ci assicura Sandro - per chi sta solo con se stesso macinando chilometri per quattro o cinque ore al giorno…”. IN
Ricordare | Maddalena Venturi
La decoratrice dei
Plaustri
testo Gabriele Zelli - foto Giorgio Sabatini
Margherite e boccioli di rosa, figure di santi, draghi, cavalli. Simboli cari alla tradizione dipinti dalla delicata mano di Maddalena Venturi, sui carri agricoli di inizio ‘900.
Nell’esposizione “Le coperte dei buoi; miti e figurazioni della civiltà contadina”, curata da Vanda Budini e Mauro Mariani e allestita di recente a palazzo Morattini di Pievequinta dall’Associazione “Amici della Pieve”, facevano bella mostra alcuni pezzi di plaustri, i carri agricoli romagnoli, caratterizzati da particolari decorazioni pittoriche e intagli che conferivano a
questi semplici strumenti di lavoro un discreto valore estetico. Maestra insuperabile dell’arte di dipingere i plaustri è stata Maddalena Venturi (Granarolo 1860-1935).
Una bravura lodata anche da Aldo Spallicci sulla rivista “Il Plaustro”, nome scelto non a caso e che iniziò le pubblicazioni giusto 100 anni fa, sottolineando la perizia nel dipingere margherite e boccioli di rosa,
rane verdi e bianche, “draghi e serpenti che lingueggiano sotto la crocetta o la banderuola di ferro raffigurante un gallo o un cavallo”… Insieme ai motivi floreali sui carri romagnoli venivano dipinte immagini sacre di santi e della Madonna. Il contadino sentiva il bisogno di protezione contro le avversità atmosferiche e per affrontare il duro lavoro dei campi. Antiche tra-
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dizioni conferivano ad alcune immagini il potere di tenere lontana la grandine, e non si disdegnava che sul carro fosse raffigurato il drago, che prima di essere considerato simbolo del demonio era ritenuto nell’antichità “custode dei tesori”. Se il drago aveva il potere di scongiurare la temuta tempesta, l’immagine del gallo era simbolo di fertilità, di buon auspicio per i raccolti.
Le immagini sacre che Maddalena Venturi dipingeva, adottando una precisa posizione nel carro, erano Sant’Antonio Abate, protettore dei contadini e degli allevatori (nel parataio anteriore), la Madonna delle Grazie, patrona di Faenza e quindi limitatamente per l’area faentina (in quello posteriore) e San Giorgio e il drago, in mezzo ai rincalzi dello scanno retrostante. È quest’ultima l’immagine che più colpisce fra quelle dipinte dalla Venturi: San Giorgio in sella al suo cavallo bianco mentre uccide il drago, simbolo della lotta del bene contro il male e del trionfo della fede cristiana. Tanto che i romagnoli, in particolare le donne, hanno recitato per secoli “L’Urazion ad San Zorz”, preghiera in dialetto che narra la leggenda di San Giorgio, incoraggiata dal detto che prometteva il paradiso a coloro che riuscivano a recitarla integralmente a memoria. Secondo Spallicci il Santo, come raffigurato dalla Venturi, appariva “…dalla faccia tonda… con folte so-
pracciglia nere, tranquillamente cavalcante il suo bianco destriero che si impenna”, tanto da far scrivere al forlivese Livio Carloni sul numero uno della rivista “La Piè” del 1925: “L’arte di Maddalena è quella dei primitivi, ancora di quando la tecnica celebrata altro non era che la semplice pura emozione dell’anima. Non si guarda alla prospettiva, alla linea, ai piani, ai toni delle sue pitture: un’anima sola ci vedi che per passione ha contato, ecco una gioia calda di colori”. Ma come era giunta Maddalena Venturi ad essere considerata la più importante decoratrice di carri romagnoli? Era nata a Granarolo Faentino il 27 gennaio 1860 nella famiglia detta dei “Buscaren”, che si dedicava alla costruzione dei carri. L’infanzia di Maddalena fu
subito molto dura. A soli quattro anni rimase orfana di madre. Fu allora accudita e cresciuta dagli zii materni; di professione fabbri, che si occupavano anche della costruzione di carri. Granarolo era il centro principale per la produzione di carri e di plaustri romagnoli, e quasi tutte le botteghe artigiane del paese ruotavano attorno a questa attività. Gran parte dei familiari di Maddalena lavoravano in questo campo, e da loro acquisisce le tecniche della verniciatura e della decorazione. Nel 1906, alla morte di uno zio, ereditò la conduzione della bottega ar-
Nella pagina precedente, un plaustro dipinto dalla pittrice di proprietà di Enzo Alfatti, collezionista di strumenti della civilta’ contadina. A fianco, un ritratto di Maddalena Venturi.
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tigiana: aveva 46 anni e conosceva
perfettamente il mestiere di decoratrice. Rimasta sola, andò a vivere insieme a una cara amica, Colomba Bassi. Per tutti gli abitanti di Granarolo divennero “al pitori”. Risale a quegli anni l’istituzione in paese di un ricreatorio maschile festivo per i bambini annesso alla parrocchia. Maddalena lo sosterrà fino alla sua morte, avvenuta nel 1935. Grazie alla sua attività era conosciuta in tutta la Romagna, e molti intellettuali hanno lasciato testimonianze su di lei e sulla sua arte. Livio Carloni così la descriveva: “Maddalena era dritta attorno al carro, così che sembra in soggezione, col viso basso. Guida il pennello sottile, e par che lo soffi, tanto è lieve il suo tocco. Ti ricorda il ramo, se appena muove l’ombra sul suolo, nel gioco del vento. I buoni occhi neri carezzano della loro luce i fiori e i volti che nascon via via dal miracolo del colore e del cuore…”. IN
IN Magazine | Special ADV
Emozioni in uno scatto FotograFie su tela diventano originali quadri d’arredo. ToCCanTi E DivErTEnTi, i riTraTTi Di DEbora CoSEnza CaTTurano l’anima DEi Suoi SoggETTi. E Trovano SPazio in PrESTigioSE ESPoSizioni a roma E a nEw York.
Entrare nello studio fotografico di Debora Cosenza è come entrare in un angolo di paradiso, dove tutto è bianco e silenzioso e dove regnano la calma e la pace. Quest’angolo di luce lo ha trovato a Forlì, in via Silvio Pellico 10, all’interno della chiesa sconsacrata di Sant’Antonio da Padova. La chiesa del Seicento che appartiene alla famiglia di suo marito dagli anni ’90 è la location perfetta per il suo studio, decorato con molte foto appese al muro che osservano questo grande spazio bianco. Le foto di Debora non solo guardano, ma sembra vogliano parlare per raccontare chi sono. È questo che fa la fotografa forlivese, quarant’anni e tre figli, quando fotografa. Coglie l’attimo, l’essenza delle persone, si diverte con loro e cerca di tirar fuori quello che sono, di trasmettere la loro anima all’obiettivo. Dopo sei anni di esperienza come fotografa e un diploma di restauro alle spalle, nel febbraio 2011 ha costruito il suo studio fotografico “Emozioni in Fotografia”, un nome che calza a pennello per quello che la fotografa fa alle sue immagini, rendendole vere emozioni. Immagini digitali che possono essere stampate su tela o su pannelli trasformandosi in opere d’arte, perfette
idee per l’arredo o per un originale regalo. Non manca poi tra le sue attività quella del restauro di foto d’epoca. Disponibile a viaggiare e spostarsi per la sua passione, fa servizi in tutta italia e porta spesso le sue foto più belle in mostra in varie gallerie di roma. I suoi servizi fotografici, dai matrimoni a quelli di posa personali, hanno tutti in comune la ricerca dell’originalità colta nell’attimo, per raggiungere l’eternità attraverso il momento. la fotografa si diverte a giocare con i protagonisti dei suoi scatti, le persone e le loro anime inafferrabili, che cerca di cogliere e di rendere al meglio. Per ambientare le immagini, oltre alla sala posa di 150 metri
quadrati all’interno dello studio, utilizza anche location originali, come casolari diroccati, campi di grano, spiagge, luoghi che possano aiutare i soggetti ad esprimere al meglio la propria personalità. Grazie alla capacità di cogliere l’attimo e il momento, cattura i volti e le espressioni che lasciano trapelare la vera essenza dei protagonisti delle sue foto. Vincitrice del concorso fotografico “Never Hide 2007/08” di Ray Ban, ha avuto l’onore e il merito di vedere esposte le sue foto a new York, in Time Square. Un successo raggiunto seguendo sempre la filosofia del divertirsi insieme. www.emozioniinfotografia.com
Un’antica chiesa trasformata in studio fotografico è l’affascinante location della fotografa forlivese.
Emozioni in Fotografia via Silvio Pellico 10, 47121 Forlì (FC) - Tel. 3393160422 debora@emozioniinfotografia.com
Scrivere | Premio “Città di Forlì”
Romanzi targati
Forlì
testo Alessandra Segreto - foto Giorgio Sabatini
Chiusura ufficiale per l’ottava edizione del premio letterario Città di Forlì. Vince la sezione narrativa Mario De Fanis con “Il ragazzo dei gorilla viola”, che uscirà per i tipi della Foschi Editore. Per tutti gli aspiranti scrittori il premio letterario nazionale “Città di Forlì”, organizzato dall’associazione culturale Ortica Donna e giunto all’ottava edizione, rappresenta un’ottima occasione per vedere riconosciuta e apprezzata la propria opera e, in alcuni casi, conquistare anche la tanto agognata pubblicazione. Sei le sezioni del premio: “Sandra Mazzini” per la poesia inedita, “Renzo Camporesi” per la poesia inedita di autori under 14, “La Còcla”, assegnato dal centro Educazione Ambientale di Forlì, anch’esso per la poesia dei giovanissimi,
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“Macrolibrarsi” per la traduzione di poesia, “Irene Ugolini Zoli” per la prefazione a un libro di poesie e “Foschi Editore” per il romanzo inedito. Particolarmente appetibile quest’ultimo, poiché come anticipato, il vincitore di questa sezione vede pubblicato e distribuito dalla Foschi il proprio romanzo. Primo classificato dell’ottava edizione, la cui premiazione si è svolta lo scorso 28 maggio nella Sala Santa Caterina di Forlì, il professor Mario De Fanis, con il romanzo “Il ragazzo dei gorilla viola”. “Punto di partenza della narrazio-
ne è l’urgenza, l’assoluto bisogno del protagonista di ricostruire la propria storia interiore”, ci racconta De Fanis, parlando della motivazione primaria che lo ha portato a scrivere questo romanzo. Il protagonista, Luciano, attraversa le proprie esperienze affettive con il grande vuoto della scomparsa della madre nel cuore. Un vuoto che però sarà stimolo ad un’ancora più serrata ricerca di sé e della propria identità. Nel corso della premiazione, introdotta da Gianluca Gatta di Foschi Editore, c’è stato spazio anche per un intervento di Franco Nanni, psi-
Tenuta Pertinello Il piacere della scelta La Luna
Grappa di uve Sangiovese Profumo complesso, etereo, bocca morbida, persistente, molto elegante.
Il Passito
Da uve stramature di Albana Profumo di agrumi e frutta bianca, palato che fonde densità, intensità e vivezza sapida. Nella pagina a fianco, Claudia Bartolotti di Ortica Donna assieme ai vincitori del concorso Mario De Fanis (al centro) e Franco Nanni. Sopra, Gianluca Gatta di Foschi Editore.
cologo clinico con un passato d’insegnante, primo classificato nel 2010 con “Fuga in sé minore”, in libreria da maggio. Si tratta di un romanzo generazionale sulle disillusioni di chi era ragazzo negli anni Settanta, che racconta la passione distruttiva di un 40enne per una studentessa, in una storia d’amore che rompe schemi e pregiudizi. Particolarità per le nuove pubblicazioni Foschi, e quindi valida anche per “Fuga in sé minore”, è la possibilità di scaricare e leggere l’incipit sul sito www.foschieditore.com Le iscrizioni per partecipare alla nuova edizione del premio “Città di Forlì” si apriranno in autunno; per tutti i dettagli rivolgersi all’associazione culturale Ortica Donna. IN
La città dell’Aquila e del Capricorno “L’Aquila e il Capricorno - Guida storico-artistica di Forlì e del suo comprensorio” edito da Foschi (2011) è l’opera recentemente dedicata alla Romagna dalla penna di Pierluigi Moressa e dalla matita di Sauro Rocchi. Ennesima ‘perla’ di un percorso voluto dall’editore Foschi per valorizzare il territorio, conduce il visitatore a contatto con le bellezze paesaggistiche e i monumenti della storia, approfondendo anche l’anima dei luoghi. Compito insolito per una guida, come annota il sindaco Roberto Balzani nella sua prefazione, è quello di comporre paragoni dal ‘grande al piccolo, dal piccolo al grande’, senza dimenticare la specificità che garantisce il senso identitario di un territorio. L’autore prende per mano il visitatore e lo conduce alla scoperta di un mondo che è anche riscoperta di senso e di significato. Forlì e il suo comprensorio vengono visitati strada per strada, casa per casa, col conforto delle immagine tracciate dal lapis dell’infaticabile Sauro Rocchi. (R.Z.).
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Cantare | Gabriele Lombardi
L’Arena vista dal
Basso
testo Roberta Giurioli
Il Nabucco ha aperto undici anni fa la carriera di basso del forlivese Gabriele Lombardi all’Arena di Verona. Tempio della lirica adorato dagli stranieri, non sempre dagli italiani.
Entrando nell’anfiteatro dell’Arena di Verona in pochi secondi sembra di tornare indietro nel tempo. Dalle scalinate quasi si riesce ad immaginare il ruggito del leone e la lotta dei gladiatori. Si stenta a credere che nell’antichità vi si svolgessero persino delle appassionanti battaglie navali. Oggi è teatro di un’esperienza unica, che i visitatori stranieri considerano un “once-in-a-lifetime MUST-DO”… Gabriele Lombardi, forlivese di nascita, qui è di casa. Dopo essersi diplomato in canto al Con-
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servatorio “Martini” di Bologna e laureato al DAMS sempre a Bologna vince un concorso per il ruolo di basso e questo gli cambia la vita, permettendogli di ottenere un lavoro prestigioso in questo tempio della lirica. Che ricordo hai della tua prima volta in Arena?
“La mia prima opera è stata Nabucco, undici anni fa. Ricordo come fosse ora l’ingresso in palcoscenico, dall’alto, di fronte ad un’Arena esaurita… roba da togliere il fiato. C’era un cartello pubblicitario in
cima alle gradinate che diceva: “Come vorresti che fosse il tuo futuro?” Ho pensato, ‘Così!’...”. Com’è il pubblico che assiste alle rappresentazioni?
“Di due tipi: può trattarsi di appassionati e profondi conoscitori della musica ma più in generale sono persone che vogliono provare l’esperienza di uno spettacolo areniano, e che poi hanno emozioni così forti da tornare altre volte. Gli stranieri sono molto attratti dalla lirica ed hanno un’alta considerazione degli artisti, mentre noi italiani…”.
Come pensi si potrebbero promuovere questi eventi musicali?
“Al di là delle singole strategie di marketing la questione centrale rimane sempre la stessa: la qualità. E, visti i tempi, aggiungerei la qualità al giusto prezzo. Magari pensiamo che occorra chissà quale sforzo per ottenere un aumento di pubblico, mentre potrebbe bastare un po’ di coraggio nelle scelte gestionali, magari con un occhio alla tecnologia…”. E magari anche la TV può dare una mano… Trovo interessante l’iniziativa che vede la lirica in prima serata, alla Rai con Antonella Clerici…
“L’idea è interessante e utile per attrarre un pubblico diverso a questo tipo di spettacoli. Ma, come per il celebre concerto dei tre tenori a Caracalla di vent’anni fa, bisogna saper distinguere. Una cosa è l’evento singolo creato per fini com-
botteghino. Lo scopo è in realtà un altro: da quando la lirica è diventata una cosa pubblica ha cominciato ad essere un fenomeno sociale, un luogo di aggregazione. Noi facciamo uno spettacolo che è portatore di altri valori, attorno ai quali le persone si uniscono. Penso, ad esempio, allo spirito risorgimentale che ha ispirato gente che oggi si riconosce come italiana. Dopo lo spettacolo il pubblico ci ringrazia perché in quelle due ore ha provato emozioni, riflettere su di sé, si confronta con la bellezza. Parafrasando il cileno Alejandro Jodorowsky, si può dire che ‘le persone vanno a teatro per incontrare l’ignoto che è in loro’. La sensazione che si vive dall’interno è che noi artisti potremmo fare di più e meglio, e vorremmo che questa cosa fosse compresa non solo per una ragione economica, ma anche etica, ci-
L’Opera regala emozioni e bellezza merciali, altra cosa è la quotidianità. L’Opera è molto più articolata, fatta di orchestrali, macchinisti, attrezzisti, figuranti, impiegati... È una macchina complessa dove il solista è il centravanti ma la squadra degli altri professionisti è quella che gli permette di fare goal”. Il mondo della lirica e il teatro riusciranno mai ad auto finanziarsi?
“Il criterio economico va visto nel senso più ampio, valutando anche l’indotto. Da sempre l’Opera è in perdita… il criterio da valutare non è quello economico riferito al
vile. La scarsa capacità progettuale e l’eccessiva emotività che cambia troppo rapidamente gli obiettivi di chi è chiamato a dirigere questo settore fanno sì che alla fine manchi tranquillità gestionale. Le programmazioni del Metropolitan di New York o di un qualunque teatro in Germania sono in genere pluriennali. In Italia no, perché non si ha la certezza del finanziamento, non è semplice l’accesso ai capitali privati e non c’è una normativa chiara ed efficace per la gestione di chi in teatro vive e lavora”. IN
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Ammirare | Collezione Altomani Ciaroni
Tra Marche e
Romagna
testo Sabrina Marin
A Cesena il Palazzo del Ridotto presenta dal 25 giugno una mostra dedicata alle Terre della Pittura tra Marche e Romagna, con dipinti dal ‘400 al ‘700 provenienti dalla collezione Altomani-Ciaroni.
Le Terre della Pittura tra Marche e Romagna, questo il titolo della
mostra che Cesena dedica alla collezione Altomani-Ciaroni, 35 dipinti dal Quattrocento al Settecento che dal 25 giugno al 28 agosto saranno
esposti alla Galleria comunale d’arte di Palazzo del Ridotto. Le ope-
La collezione Altomani - Ciaroni Entrambi romagnoli, Chicca Altomani è nata a Forlì mentre Giancarlo Ciaroni è originario di Cattolica. I coniugi hanno iniziato la loro attività di antiquari a Pesaro, con premesse e passioni da collezionisti: lei di pittura del Seicento e lui di ceramica antica. Agli inizi degli anni Ottanta, dopo aver acquistato qualche dipinto per la propria raccolta, ma anche bronzi e maioliche rinascimentali, nella coppia divenne sempre più crescente l’interesse per l’arte e per le memorie delle proprie terre. Negli anni Ottanta gli Altomani iniziano a frequentare Federico Zeri e dall’evoluzione del rapporto di amicizia col grande conoscitore muta inevitabilmente anche la posizione culturale della galleria pesarese. La collaborazione con Zeri durò diversi anni: gli Altomani ricordano ancora oggi come stare vicino al grande storico dell’Arte fosse di per sé una lezione di storia e di vita.
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re raccontano le vicende di due terre vicine, Marche e Romagna, che hanno visto fiorire nei secoli un’arte andata ben oltre i confini regionali. I due territori confinanti per molti secoli hanno risentito insieme degli influssi delle vicine scuole bolognese, veneziana, romana, permettendo la fioritura di personalità artistiche riuscite ad estendere le loro idee. In mostra dalla Madonna col Bambino del Maestro di Castrocaro a quella di Giovan Francesco da Rimini, da una Vergine appena ritrovata del Cagnacci ad una del Sassoferrato, da un importante modelletto della Pala Bargellini di Ludovico Carracci a due dipinti raffiguranti la Resurrezione recentemente scoperti, uno dell’Albani e l’altro del Pomarancio. Inedite sono anche due Virtù dipinte da Elisabetta Sirani per il Malvasia e due tele incompiute di Simone Cantarini, solo per ricordare alcune delle gemme della
raccolta. Le Terre della Pittura tra Marche e Romagna è una raccolta di soggetti sacri e profani che spaziano dai paesaggi ai ritratti, una ricca antologia di ricordi, luoghi e persone, di storie individuali e collettive che, per più di tre secoli, hanno arricchito questa terra. La mostra è promossa dall’Assessorato ai servizi e istituzioni culturali del Comune di Cesena ed è curata dall’artista e storico dell’arte Massimo Pulini. Le Terre della
Pittura tra Marche e Romagna è il secondo appuntamento delle “Raccolte riservate ai grandi antiquari”, ciclo espositivo inaugurato nel 2010 a Cesena con la mostra “Lo Studiolo di Baratti”, nato dall’intenzione di creare una collana, di mostre e di cataloghi, dedicata a quelli che possono considerarsi veri e propri musei nascosti. “Ritrovare l’opera di un artista, del Trecento o del Settecento, che lavorò nel nostro territorio, acquistarla ad un’asta americana o in un palazzo della campagna inglese, farla studiare da ricercatori storici competenti, che sappiano ricostruirne le tracce e magari ritrovarne l’originale collocazione, è una missione di enorme valore (…)”, sottolinea Pulini. www.cesenacultura.it IN
Rivivere | Il Drago Oscuro
Tra dame e
Cavalieri
testo Francesca Ricci
Una compagnia di mercenari del XV secolo si aggira tra le feste e le sagre di Romagna. A farla rivivere è l’associazione “Il Drago Oscuro”.
A chi non piacerebbe, almeno una volta, tornare indietro nel tempo? Rituffarsi nel passato, quello dei cavalieri, tra armature, spade e duelli? Forse la tecnologia all’avanguardia di questo XXI secolo permetterà a qualcuno di inventare prima o poi qualcosa che renda possibile ogni fantasia cavalleresca. Una macchina del tempo a Forlì c’è già. È l’associazione culturale “Il Drago Oscuro”, specializzata nel mettere in scena rievocazioni storiche grazie
alle competenze e alla passione dei suoi iscritti, guidati dalla presidentessa Federica Bellettini. Nata nel 2001 dalla volontà di appassionati di armeggio e di tecniche di combattimento usate in Europa nel Medioevo, l’associazione rievoca oggi i duelli di una compagnia di mercenari del XV secolo, seguendo una ricostruzione fedelissima del secolo. Dai costumi alle ambientazioni per arrivare persino alla gastronomia, legata alle ricette dell’epoca, tutto è strettamente filologico. La ricerca e la cura dei particolari accomuna i soci del “Drago Oscuro”, che riproducono fedelmente anche i vari schemi di attacco, studiati nei trat-
tati storici dell’epoca. Una palestra, nella sede dell’associazione in via Lunga 45 a Forlì, è a disposizione di tutti gli associati per l’allenamento e per i corsi di scherma organizzati dal “Drago”. Nonostante tutta questa
preparazione e questa cura del dettaglio per la ricostruzione storica il duello si combatte davvero: quando le spade s’incrociano non si sa chi sarà il vincitore, non è teatro, non solo. Sono tante le manifestazioni e gli eventi che quest’associazione organizza e a cui prende parte sin dal 2001, sotto la guida del primo presidente Fabio Farneti. La preparazione delle ricostruzioni è lunga e minuziosa, e alla fine la sensazione del salto nel tempo è forte. Si ricostruisce l’accampamento, con le tende e la cucina, dove la locandiera di fiducia prepara i pasti per tutti i combattenti, e quando inizia la giornata si ha l’impressione di essere davvero tra uomini e donne del medioevo. Compiere questo tuffo nel passato è molto semplice: basta partecipare ad una delle tante rievocazioni disseminate nel territorio. Per essere, per un giorno, al di sopra del tempo e della storia. IN
Le rievocazioni del Drago L’associazione “Il Drago Oscuro” ha vari appuntamenti che impegnano i suoi iscritti fino a settembre. Dopo “Otto Castelli per un Palio”, programmato ogni anno nell’ultimo weekend di maggio ai piedi della Rocca delle Caminate, si è spostato a Ferrara l’11 e il 12 giugno per la Contrada Borgo San Luca. Lo troviamo poi a Bellaria il 16 e il 17 luglio, a Milano Marittima il 20 luglio e il 3 agosto, a Bagnara il 3 settembre. Il 24 e 25 settembre, infine, l’associazione sarà a Faenza per le “Storie d’Arme”.
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Gustare | Festa Artusiana
Artusi centenario
largo alla
Buona cucina
testo Francesca Ricci
Tavole imbandite a Forlimpopoli per la Festa Artusiana. Che quest’anno celebra il centenario della nascita di Pellegrino Artusi.
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Di nuovo in tavola con Pellegrino Artusi. La quindicesima edizione della Festa Artusiana anima le piazze, le strade e i vicoli di Forlimpopoli dal 18 al 26 giugno, ogni sera dalle ore 19 alle 24. Per nove giorni consecutivi oltre 150 appuntamenti fra degustazioni, concerti e mercatini popolano la città che
ha dato i natali al padre della cucina moderna italiana e del lessico gastronomico, celebre autore de “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene”. L’omaggio ad Artusi è ancora più sentito quest’anno in cui ricorre il centenario della sua morte, che coincide con l’anniversario dei 150 anni dell’Unità d’I-
talia. Le due ricorrenze mettono al centro della Festa la cucina nazionale senza dimenticare però che le vere protagoniste dell’Artusiana sono le buone ricette di casa, quelle della cucina domestica di Artusi. Così le strade di Forlimpopoli diventano veri e propri percorsi in cui oltre trenta ristoranti, allestiti per l’occasione, propongono menù gustosi e ispirati alle ricette del maestro. Tanti gli eventi in programma e la gastronomia, protagonista indiscussa, lascia spazio anche alle mostre, all’arte e all’artigianato, ad incontri culturali, spettacoli e concerti. Sul camminamento della Rocca trecentesca troviamo così “Artusi 100 x 100”, mostra iconografica che attraverso cento pannelli rappresenta la fotografia a tema alimentare in cento anni di cultura gastronomica italiana, dal 1911 al 2011. Spazio anche per la musica con ArtusiJazz, festival organizzato dall’associazione culturale “DaideJazz”, con grandi nomi del jazz italiano ospitati nella splendida scenografia della corte della Rocca. Il vero fulcro della Festa è però Casa Artusi, il primo centro di cultura gastronomica dedicato alla cucina domestica italiana, dove troviamo gli incontri più importanti in programma, come quello con Luigi Bellerani, professore emerito all’UCLA, sulla Cucina d’Italia. Sempre Casa Artusi ospita la consegna del Premio Marietta ad Honorem, assegnato quest’anno a Michele Serra e Paola Gho, per il loro contributo alla diffusione della conoscenza della cultura del cibo. Immancabili anche il Premio Artusi, consegnato ad un personaggio che abbia dato un contributo alla riflessione sui rapporti fra uomo e cibo, e il Premio Marietta, concorso nazionale per cuochi dilettanti intitolato alla governante di Artusi. IN
Condotta Slow Food Partecipa alla Festa Artusiana anche la Condotta Slow Food Forlì con uno spazio proprio, dedicato al cibo e alla gastronomia intesi come piacere e responsabilità, attraverso la promozione della cultura del cibo in tutti i suoi aspetti. Durante la Festa i volontari di Slow Food saranno presenti, in via Sendi, per promuovere l’associazione con la proposta di cibi di strada e cene-laboratorio dedicate alla Valtellina e alla Puglia, e con la proiezione del viaggio nelle Valle del Po di Mario Soldato. Tutti il ricavato andrà al progetto “Mille Orti in Africa”, che sostiene le comunità africane di Terra Madre.
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