Cesena InMagazine 06/2011

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Cesena w w w. i n m a g a z i n e . i t ®

Anno XIV - N. 6 - dicembre 2011

Mescolini

Franco

Prova d’attore

Antonio Monti Postazione di regia San Paolo in Alpe La montagna della storia La casa passiva Sotto un tetto da Gold +



Sommario

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4 Annotare Brevi IN 16 Essere Antonio Monti 22 Filmare Gabanì 24 Recitare Franco Mescolini 32 Suonare Scuole di musica 36 Declamare Roberto Mercadini 40 Fotografare Giada Paolini

| EDITORIALE di Andrea Masotti |

Forme diverse dell’espressione artistica per raccontare se stessi e la realtà. È la storia di Antonio Monti, regista forlivese de “Le Iene”, e della troupe di giovani guidata da Riccardo Salvetti, che ha fissato in pellicola la toccante storia di Gabanì. Dal set cinematografico al teatro con l’attore cesenate Franco Mescolini per passare poi in rassegna le scuole di musica del territorio, fucine di nuovi talenti. La poesia declamata sui palchi e su YouTube è invece l’arma espressiva di Roberto Mercadini, la fotografia fissata in seducenti autoscatti quella di Giada Paolini. Un creativo era anche Pellegrino Artusi, scrittore-gastronomo di cui ricorre

quest’anno il centenario della morte, a cui s’ispira la cucina tipica locale. San Paolo in Alpe è invece la destinazione scelta per un itinerario pieno di fascino in una natura selvaggia popolata da lupi e cinghiali, mentre la rubrica dedicata alla casa ci riporta verso valle, a Fiumana di Predappio, dove Leonardo Ugolini ha costruito la propria casa passiva, oggi certificata Gold +. Si prosegue con i libri per Natale e con la biblioteca dedicata alla musica meccanica inaugurata a Villa Silvia di Cesena; poi la Scuola dello Spettatore nel foyer del teatro “Diego Fabbri” e il premio fair play, consegnato dal Panathlon Club di Forlì alla ciclista Giulia Nanni.

Stampa: Graph S.N.C. - San Leo (PU)

Ufficio commerciale: Gianluca Braga, Ilaria Marianini

Direttore Responsabile: Andrea Masotti Redazione centrale: Roberta Brunazzi, Francesca Ricci

Collaboratori: Annalisa Balzoni, Barbara Baronio, Elide Giordani, Roberta Giurioli, Sabrina Marin, Matteo Ranucci, Francesca Renzi, Giorgio Sabatini, Alessandra Segreto, Gabriele Zelli, Roberto Zoli

Progetto grafico: Lisa Tagliaferri Impaginazione: Sabrina Montefiori Controllo produzione e qualità: Isabella Fazioli

Chiuso per la stampa il 07/12/2011 Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

50 Ricordare Pellegrino Artusi 54 Produrre Piadina romagnola 58 Visitare San Paolo in Alpe 64 Abitare La casa passiva 72 Leggere Libri per Natale 76 Ricercare Biblioteca a Villa Silvia 78 Applaudire Scuola dello spettatore 80 Vincere Giulia Nanni

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Edizioni IN MAGAZINE S.R.L. Redazione e amministrazione: Via Napoleone Bonaparte, 50 - 47100 Forlì tel. 0543.798463 - fax 0543.774044

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Annotare | Brevi IN

Il melograno di Romagna in Quirinale Scribo, scrittura e ceramica Cesenatico - Fino all’8 gennaio Casa Moretti ospita la personale dell’artista Angeliki Drossaki (nella foto) dal titolo “Scribo”, originale commistione di segno grafico e produzione ceramica. Nelle opere dell’artista di origine greca, infatti, l’arte della scrittura s’incontra con la scrittura nell’arte ceramica, generando forme e figure nuove. La mostra è aperta sabato, domenica e festivi, dalle ore 15,30 alle 18,30. www.casamoretti.it

Roma - Nel 2011, “Anno Internazionale delle Foreste” voluto dall’Onu, il Ministero dell’Ambiente, in collaborazione con Arpa Emilia Romagna e la Sezione di Forlì Cesena, in occasione della “Giornata Nazionale dell’Albero” ha promosso una serie di iniziative che si sono concretizzate nella piantumazione di piantine di essenze autoctone e di alcuni alberi monumentali fra i più significativi d’Italia in varie regioni. Il 21 novembre scorso, a Roma, nella Sala dei Corazzieri del Quirinale, si

è tenuta un’importante cerimonia di consegna al Presidente Giorgio Napolitano di una piantina di melograno di Romagna, considerato fin dagli antichi come il frutto del buon augurio, donata al Presidente da Sergio Guidi e Gabriele Piazzoli di Arpa-Forlì. Durante quest’occasione il Capo dello Stato ha consegnato anche la Medaglia d’oro alla memoria di Sandro Usai, alla moglie del giovane volontario della Protezione civile che perse la vita a Monterosso lo scorso 25 ottobre.

Ph. Roberta Giurioli

Il Natale da Noà Forlì - Grandi promozioni da Noà, il negozio di calzature di Giancarlo Galimi che a dicembre offre ai clienti la possibilità di effettuare due acquisti e di avere il 50% di sconto su quello meno costoso. Nei negozi di Forlì, in corso Garibaldi 71 e in via Fratti 8, e in quello di Forlimpopoli, in via Matteotti 16, Noà propone una scelta di calzature uomo e donna di alto livello e molti accessori tra borse per lei e cinture per lui. Vic Matie, Giancarlo Paoli, Luca Stefani e molte altre firme per le calzature da donna; Paul Smith, Ducal e tante altre per quelle da uomo, prodotti di alto livello e in gran parte made in Italy. I negozi di calzature Noà di Forlì, in occasione delle festività, saranno aperti tutti i giorni nel mese di dicembre, inclusi i giovedì pomeriggio e le domeniche.

4 | IN Magazine

Elfi accende

Bologna

Bologna - Elfi spa, azienda leader per le elettroforniture in Romagna e Marche, si prepara a divenire il punto di riferimento anche in Emilia con la nuova filiale di Bologna, in via del Tappezziere 1, inaugurata lo scorso 19 novembre alla presenza delle autorità, dei clienti e dei collaboratori. Al taglio del nastro sono seguite sorprese e uno spettacolo comico con il cabarettista Pizzocchi. L’espansione e la proattività dell’azienda forlive-

se, soprattutto in un questo periodo di crisi del mercato, testimonia la volontà di andare con forza controcorrente, senza subire passivamente il cambiamento ma tramutandolo in opportunità. Questo importante momento di espansione s’inserisce nella fase di rinnovamento dell’azienda, inaugurata in occasione del recente anniversario di Elfi festeggiato con un grande evento che ha illuminato la città di Forlì.


il regalo è l’idea


Un anno tra musica e Filosofia

Scarpe di talento, in stile Melting San Mauro Pascoli - È nel segno del “Melting”, della contaminazione e dello scambio la dodicesima edizione del concorso internazionale per giovani stilisti “Un Talento per la Scarpa”. A promuoverlo è Sammauroindustria, associazione che unisce i principali imprenditori della scarpa di San Mauro Pascoli (Casadei, Pollini, Sergio Rossi, Vicini), che offre l’opportunità di un periodo formativo di tre mesi e mezzo alla Scuola internazionale di Calzature, il Cercal, e sei mesi in una delle quattro aziende calzaturiere associate a Sammauroindustria, con un rimborso spese per il vincitore di 6 mila euro. Per partecipare è necessario realizzare un bozzetto di scarpa, ricerche stilistiche, collage di immagini o quant’altro ispirati al tema “Melting Shoes, contaminazioni interculturali”. La partecipazione è gratuita, riservata a giovani nati dopo il 31 dicembre 1980 (di qualsiasi età, invece, per coloro che sono iscritti alle scuole di design, d’arte o di moda). La domanda scade il 29 febbraio 2012. www.cercal.org; www.sammauroindustria.com

Premio europeo per progetto di anestesia Forlì - Premio europeo ad un progetto dell’U.O. di Anestesia e Rianimazione dell’Ausl di Forlì. Il riconoscimento è arrivato per la migliore comunicazione scientifica al 17° congresso Esra (European Society of Regional Anesthesia) Italian Chapter, tenuto a Roma a fine novembre. L’elaborato forlivese riguarda interventi di anestesia per chirurgia ortopedica pediatrica, avviati in occasione di due missioni umanitarie in Saharawi. Il lavoro premiato reca le firme del dottor Emanuele Piraccini, e dei dottori Annalisa Novi, Raffaella Albarello, Chiara Biagini, Vanni Agnoletti, oltre a quella del dott Giorgio Gambale, direttore dell’U.O. forlivese. (F.Ri.)

6 | IN Magazine

Forlì - Torna anche quest’anno l’Agenda Filosofica di Edizioni IN Magazine a cura di Rocco Ronchi che, per il suo quarto anno, sceglie di parlare del Mondo dei Filosofi, l’orizzonte ultimo di ogni cosa. L’affascinante tematica del “Mondo” viene sviluppata attraverso 52 estratti dai massimi pensatori dell’Occidente, selezionati e commentati da Ronchi per ogni settimana dell’anno. Novità editoriale per il 2012 creata da Edizioni IN Magazine è invece l’Agenda Musicale, a cura di Martina Pini. Si tratta di un diario che concilia la funzione di agenda con una selezione settimanale di aneddoti, storie, curiosità e ricorrenze legate ai grandi della

Corniolo, “Le

musica rock e pop internazionale, accompagnati da preziosi “consigli per l’ascolto”. Le Agende sono acquistabili nelle migliori librerie e on-line, sul sito www.inmagazine.it

vie dei presepi”

Corniolo - Per il secondo anno consecutivo la Pro Loco Corniolo Campigna ripropone “Le vie dei presepi”, rassegna dedicata alle natività allestite in ogni angolo del paese. Dall’8 dicembre fino al 15 gennaio nel suggestivo borgo di Corniolo trovano posto decine di presepi, nati dalla fantasia di tutti gli abitanti del paese ma anche dalle mani di artisti: statue di ogni dimensione dipinte sui sassi

o sul vetro, figure intagliate nel legno, sagome illuminate danno vita a piccole e grandi natività. Dal sagrato della chiesa di San Pietro alle vetrine dei negozi, dalla chiesetta della Madonna alla discesa del borgo e fino a Campigna, ogni cortile e ogni giardino ospiterà un presepe. Nei giorni festivi la Pro Loco offrirà degustazioni di prodotti tipici, caldarroste, cioccolata in tazza e vin brulè. (F.R.)



Cavaliere presidente della Spige

Opere e musica ad Art&Mercato Cesena - Gran finale per Art&Mercato il 17 dicembre, dalle ore 15 in poi, nel giardino pubblico di corso Garibaldi. Qui si tiene la manifestazione nata per promuovere i lavori manuali, con esposizione e vendita delle creazioni di artisti e di giovani stilisti. Qui si possono trovare oggetti vintage, artigianato artistico, prodotti eno-gastronomici accompagnati da degustazioni, prodotti eco-sostenibili e di riciclo. Nel chiostro centrale si alterneranno musica con dj e gruppi dal vivo, balli e laboratori di danze popolari, presentazione di libri ed esposizioni pittoriche. (F.Ri.)

Infinito e indefinito a Santa Sofia Santa Sofia - “Infinito e indefinito”, mostra inaugurata il 27 novembre alla Galleria “Stoppioni” di Santa Sofia, presenta 40 opere provenienti dalla Collezione del Premio Campigna prendendo spunto dalla mostra “In-finitum”, presentata a Palazzo Fortuny di Venezia nel 2009. I quadri raccolti alla Stoppioni indagano il tema dell’infinito e dell’indefinito, con opere in cui sono protagonisti i segni pittorici, risalenti al periodo Informale di Moreni, Ruggeri e Mandelli. A descrivere l’indefinito entrano in scena invece tutti i paesaggi e gli oggetti sfumati, i non definiti, realizzati ad esempio dalla scuola cesenate, come quelli di Piraccini o del primo Sughi. La mostra rimane aperta per tutto il mese di dicembre, sabato e domenica dalle 9,30 alle 12.30 e dalle 15 alle 18. (F.Ri.)

8 | IN Magazine

Forlì - Il dottor Davide Cavaliere è il nuovo presidente della Società Polispecialistica Italiana dei Giovani Chirurghi (SPIGC), associazione scientifica di medici under 40 con varie specializzazioni chirurgiche. La nomina del dott. Cavaliere, dell’U.O.

di Chirurgia e Terapie Oncologiche Avanzate dell’Ausl di Forlì diretta dal prof. Giorgio Maria Verdecchia, è avvenuta in occasione del congresso annuale della società, tenuto a Napoli (a sinistra Cavaliere e Verdecchia, a destra Cavaliere). (F.Ri.)

Dragoni, nuova Stagione Meldola - Nuova stagione firmata da Accademia Perduta/Romagna Teatri per il Dragoni di Meldola. Il cartellone di Prosa alterna commedie a registri drammatici, autori contemporanei e classici, portati in scena da protagonisti dei palcoscenici nazionali. Non mancano le tradizionali rassegne di Teatro dialettale, Teatro Ragazzi e “A Teatro in Famiglia”. Il sipario sulla stagione di prosa si è aperto il 5 dicembre con Anna Maria Guarnieri nei panni di Eleonora Duse. A seguire Francesco

Tesei con “Mind Juggler” (14 dicembre). Emilio Solfrizzi e Lunetta Savino saranno poi protagonisti della commedia sulle dinamiche di coppia “Due di noi” (3 gennaio 2012), per poi lasciare il palco a “C’è una certa Annalisa per te”, commedia degli equivoci con Ennio Coltorti e Francesca Draghetti (23 gennaio). In chiusura arrivano Pamela Villoresi e David Sebasti, protagonisti di “Medea” (12 febbraio) e Massimo Dapporto, Maurizio Donadoni e Lucia Lavia nell’”Otello” di Shakespeare (19 marzo). www.accademiaperduta.it


Meno cesarei con Agopuntura e Moxa

...la romagna, nei cibi e nei vini...

Forlì - Dalla medicina cinese un’opportunità in più per ridurre il numero di tagli cesarei. Nel caso di feto in posizione podalica, l’U.O. di Ginecologia-Ostetricia dell’Ausl di Forlì diretta dal dott. Claudio Celestino Bertellini consente, infatti, alle proprie pazienti di ricorrere alla stimolazione con agopuntura e moxibustione, antica tecnica orientale. L’iniziativa, partita a settembre, rientra nel progetto regionale “Giù la testa”, promosso dall’EmiliaRomagna nel quadro del II° programma sperimentale “Medicine non convenzionali”, avviato col coinvolgimento di 47 fra ospedali e Consultori della Regione, compreso il centro forlivese. Le gestanti che desiderano prendere appuntamento possono chiamare allo 0543 731226, dal lunedì al venerdì, dalle ore 11 alle 13 (nella foto il Gruppo di Ostetricia che segue il progetto “Giù la testa”).

Ciak si Mangia Forlimpopoli - Al Cinema Verdi di Forlimpopoli torna la saporita rassegna cinematografica “Ciak si mangia”, gustoso connubio tra pellicole a tema e spuntini finali. Tre gli appuntamenti del mese di dicembre, sempre alle ore 21: il cartellone si apre lunedì 5 con “Senza arte né parte” di Giovanni Albanese, seguito da una degustazione di vini e prodotti dell’azienda agro-biologica “La Ginestra” di Civitella di Romagna. Martedì 13 è invece la volta di “Mozzarella Stories” di Edoardo De Angelis, con degustazione finale di una ricetta presentata dagli allievi dell’Istituto Alberghiero di Forlimpopoli. Una ricetta a sorpresa degli chef in erba dell’Alberghiero seguirà anche l’ultima proiezione, in programma martedì 20, del film “Bar Sport”, tratto dal best-seller di Stefano Benni.

Piazza della Libertà 10 | Bertinoro (FC) | Tel. 0543 444435 Chiuso il mercoledì | info@cadebe.it | www.cadebe.it


Wildt al San

Fondazione Ruffilli, nuova sede Forlì - Inaugurata lo scorso 28 novembre la nuova sede della Fondazione Roberto Ruffilli, a Forlì in corso Diaz 116, nell’appartamento in cui il senatore forlivese abitava e in cui venne ucciso nel 1988. Acquistato e messo a disposizione da Ser.In.Ar, quel luogo della memoria torna così alla città di Forlì, ospitando la sede della Fondazione intitolata a suo nome oggi guidata da Pierangelo Schiera, antico amico di Ruffilli e professore emerito dell’Università di Trento. La Fondazione è stata in questi anni non solo strumento di memoria ma anche di promozione di importanti iniziative, studi e ricerche su rilevanti temi della vita pubblica. (F.Ri.)

Slow Food al Mercato coperto

Forlì - Nuovo appuntamento al San Domenico di Forlì con la mostra “Wildt. L’anima e le forme tra Michelangelo e Klimt”. La sua opera sarà al centro dell’esposizione che, dal 28 gennaio al 17 giugno 2012, animerà le sale dei musei civici San Domenico di Forlì, dove sarà posta a confronto con capolavori dei grandi maestri del passato, da Fidia a Cosmè Tura, da Antonello a Canova, oltre che con i moderni con cui si è confrontato lui stesso, tra cui Previati, Mazzocutelli, Rodin, Klimt, De Chirico, Morandi, Casorati, Fontana, Melotti e tanti altri. L’iniziativa è promossa dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, dedicata ad uno degli artisti più sofisticati e colti del Novecento. www.studioesseci.net (F.Ri.)

SO.F.TER. si Estende Forlì - Il Gruppo forlivese SO.F.TER., leader nella produzione di leghe polimeriche per l’industria (fatturato 2010: 150 milioni, +63%; Ebitda: 10 milioni), prosegue l’attuazione della

Forlì - Dopo il successo della scorsa edizione, sabato 10 dicembre è tornata al mercato coperto di Forlì la festa del “Cibo Buono, Pulito e Giusto”. L’evento, a cura della Condotta Slow Food di Forlì e con il patrocinio del Comune di Forlì, ha preso il via alle ore 7 di mattina con un ricco programma dedicato ai grandi (come il laboratorio gastronomico tenuto dallo chef stellato Pier Giorgio Parini dell’Osteria il Povero Diavolo di Torrian, Rimini), e i laboratori educativi per i più piccoli. Dalle 11,30 in poi i volontari di Slow Food hanno cucianto una gustosa zuppa di Cicerchia (presidio Slow Food). Il ricavato della giornata è stato devoluto interamente al progetto nazionale Slow Food 1000 orti in Africa.

10 | IN Magazine

Domenico

sua politica di crescita a 360 gradi, espandendo il suo raggio d’azione tanto in patria quanto all’estero. A fine ottobre, attraverso Polymia Srl, ha completato l’acquisizione della Nylco, storica azienda ferrarese specializzata in resine poliestere e copoliestere, da tempo in difficoltà. Nel frattempo ha avviato un piano d’investimento di 5 milioni di dollari per l’ampliamento del suo stabilimento in Messico, in vista di un raddoppio del fatturato in tale insediamento. Lo stanziamento servirà per allargare la gamma delle lavorazioni ad un’ulteriore linea di tecnopolimeri, che consentirà al Gruppo forlivese guidato dal presidente Italo Carfagnini (nella foto) di fare il suo ingresso in due nuovi mercati in area NAFTA: auto ed elettrodomestico bianco. (F.Ri.)


Storie raccontate all’ Artista

Caffè

Forlì - Nuovi Appuntamenti all’Artista Caffè animano il foyer del Teatro Fabbri di Forlì fino a marzo, con incontri in programma da giovedì a sabato nei pomeriggi delle settimane di prosa. “Raccontare storie” è il tema scelto quest’anno da Silvia Brecciaroli e Paola Cimatti, presidente e vicepresidente della cooperativa Tre Civette, come filo conduttore delle rassegne declinato nelle sue varie forme tra immagini e musica, letteratura e teatro. Sono una trentina le date in programma, tutte ad ingresso gratuito. Novità di quest’anno è “Il Circolo dei Lettori dell’Artista Caffè”, nato in collaborazione con la Libera Università per Adulti di Forlì, che trasforma il foyer in uno spazio per leggere, ascoltare e condividere la passione per i libri. Tra i primi ospiti della rassegna anche Gian Luca Favetto, che ha presentato la trilogia de “I nostri antenati” di Italo Calvino. Il programma completo su www.cooptrecivette.com

Luci, vino e laboratori di Natale

Forlì - Con le luminarie natalizie a cura di Forlì nel Cuore, dal 26 novembre il centro città accoglie forlivesi e visitatori in una calda atmosfera di festa. Sono oltre 160 i corpi luminosi collocati nelle vie e piazze del centro, circa una ventina le aree interessate dai fili luminosi, mentre in piazza Cavour e piazza XX Settembre gli alberi sono decorati con suggestive luci blu. In piazza Saffi, invece, le decorazioni luminose corrono sotto i portici. Oltre alle luci, il centro si colorerà in dicembre grazie a vari eventi natalizi, con i negozi che saranno fulcro dell’animazione grazie al dono a tutti i clienti, del Vino del Natale, in collaborazione con Caviro. In programma anche degustazioni ed assaggi a cura di AIS Romagna Associazione Italiana Sommeliers, laboratori e spettacoli. Il cuore degli eventi sarà la Casina di Babbo Natale, al centro di piazza Saffi.


Predappio, città del Novecento

Pomeriggi del Bicchiere Bertinoro - Torna sul colle bertinorese la rassegna “I pomeriggi del bicchiere”, consolidato cartellone di incontri domenicali nel palazzo comunale dal 4 dicembre 2011 al 19 febbraio 2012. Gli incontri, al via alle ore 15,30, sono tradizionalmente strutturati in tre parti: la prima prevede la presentazione di un libro con l’autore (tra gli ospiti presenti in questa edizione Arrigo Casamurata e Sergio Spada, Maurizio Ricci e Paolo Gagliardi), la seconda un intervento musicale e la terza una degustazione di prodotti tipici. La rassegna, organizzata dall’assessorato alla cultura del Comune di Bertinoro, fa parte del circuito provinciale “Autojtinera”.

Nuova sede per il Collegio Ipasvi Forlì-Cesena Forlì - Inaugurata lo scorso 26 novembre la nuova sede del Collegio Ipasvi Forlì-Cesena. L’Ordine degli infermieri ha, infatti, lasciato i locali di piazzale Falcone e Borsellino per trasferirsi nel più ampio spazio di viale Bolognesi 19. Tante le autorità intervenute alla cerimonia, dal vescovo della diocesi di Forlì-Bertinoro monsignor Lino Pizzi all’assessore comunale alle politiche di welfare Davide Drei, dal direttore generale dell’Ausl di Forlì Licia Petropulacos al presidente del Corso di laurea in Infermieristica dell’Università di Bologna, Gianandrea Pasquinelli. A fare gli onori di casa è stato il presidente del Collegio Ipasvi Forlì-Cesena Franco Gatta, affiancato dal presidente del Collegio nazionale Ipasvi Annalisa Silvestro.

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Predappio - La casa natale di Benito Mussolini ospita fino al 29 gennaio la mostra fotografico-documentaria “Predappio. Città del Novecento”. Il progetto espositivo ha come oggetto la vicenda storica e culturale di Predappio nel Novecento. L’espo-

sizione s’inserisce in un percorso che ha avuto origine nel 2007 con il documentario di Marco Bertozzi e la mostra fotografica “Predappio in luce”. Da segnalare l’importante collaborazione con l’Archivio Storico dell’Istituto Luce, che ha messo a disposizione alcuni materiali d’epoca girati a Predappio. In particolare, sarà possibile vedere in mostra il documentario girato da Luciano Emmer nel 1941 dal titolo “La sua terra”, prezioso documento che appartiene agli inizi dell’attività del cineasta italiano. In occasione di questa nuova esposizione è stata allestita anche una ricostruzione del letto natale di Benito Mussolini. (F.Ri.)

Le Vele uniscono le Arti Cesenatico - Il Museo della Marineria di Cesenatico è stato degna cornice di un evento culturale che ha unito poesia, pittura e fotografia. Con “Int e’ borg dal vàili” il poeta Daniele Casadei, il pittore Berico (Enrico Bartolini) e il fotografo per passione Mauro Mainati hanno proposto una rivisitazione del mondo che ha visto protagoniste, nel tempo, le vele al terzo della marineria cesenaticense. Ognuno, con tecniche espressive diverse, legate agli strumenti narrativi utilizzati, poesia, pittura e fotografia, ha offerto uno spaccato di vita, richiamando alla mente momenti di un “ieri” che non possono essere dimenticati. Inoltre Daniele Casadei, autore del volume “Int e’ borg dal vàili” che ha dato il nome alla mostra, ha presentato una rassegna di poesie in dialetto. Nelle pagine del libro si ritrovano le storie dei pescatori, del mare e della gente comune. Venendo

alla mostra di quadri e foto di Berico e Mainati non si può che sottolineare come l’effetto cromatico delle tele e degli scatti si combinino in un armonico tutt’uno. (R.Z.)


Novello, premiati Nerio Alessandri e Chiara

Guidi

Cesena - Consegnato lo scorso 19 novembre alla Biblioteca Malatestiana di Cesena il Premio Novello 2011, prestigioso riconoscimento istituito nel 2007 e assegnato quest’anno a due personalità che hanno contribuito a portare alto nel mondo il nome di Cesena. I premiati di quest’anno sono l’imprenditore Nerio Alessandri, patron di Technogym, e l’autrice e regista teatrale Chiara Guidi nella foto assieme al Sindaco Paolo Lucchi.

Ph. Gianmaria Zanotti

HLab, laboratorio per le Energie

green

Forlì - Nasce a Forlì il centro ricerche regionale per le energie green. Sono partiti, infatti, i lavori di costruzione di HLab, il laboratorio del Gruppo Hera situato nella sede di via Balzella, in cui si effettuerà ricerca applicata sulle energie rinnovabili. Operativo entro il 2012, sarà suddiviso in due sezioni, una per il fotovoltaico e una per l’idrogeno. HLab verificherà i rendimenti effettivi dei diversi sistemi installati, osservando come evolvono nel tempo e come possono influire su essi alcuni fattori ambientali. Tra i diversi ambiti di ricerca vi sarà il confronto fra le varie tecnologie esistenti per il fotovoltaico, sia di pannelli piani sia di sistemi a concentrazione. HLab sarà inoltre una delle pochissime strutture in Italia ad ospitare una filiera completa per l’idrogeno, costituita da produzione da fonte rinnovabile (fotovoltaica), stoccaggio a diverse pressioni e utilizzo finale cogenerativo mediante celle a combustibile (fuel cells).


I 10 anni di Ravenna IN Magazine

Luca Pagliari racconta Vassallo Forlì - Nell’ambito delle iniziative organizzate in occasione della “Settimana della cultura d’Impresa” di Confindustria nazionale, Confindustria Forlì-Cesena ha realizzato uno spettacolo teatrale dal titolo “Angelo Vassallo, Storia di un uomo coraggioso”, con toccanti riflessioni sulla nostra realtà e sul futuro. Lo scorso 28 novembre il Teatro Diego Fabbri ha ospitato lo spettacolo di Luca Pagliari, che ha portato il giornalismo sul palcoscenico raccontando una straordinaria storia italiana, quella Angelo Vassallo, sindaco di Pollica, ucciso il 5 settembre 2010 da assassini che non hanno ancora un volto. Presente alla serata anche Dario Vassallo, presidente della fondazione “Angelo Vassallo. Il sindaco pescatore”. (F.Ri.)

L’Archivio Ottavi donato alla Biblioteca “Saffi” Forlì - Donato alla Biblioteca comunale “Aurelio Saffi” di Forlì l’archivio Luigi Ottavi, raccolta di lettere di Carlo Piancastelli conservata dal collezionista Ottavi nella sua casa di Maiano di Fusignano, già depositato in Biblioteca in diverse riprese a partire dal 2005 e già in gran parte inserito nel database informatizzato. L’ archivio, di grande rilevanza per le Raccolte Piancastelli, viene donato quale naturale conclusione del rapporto di collaborazione fra l’Istituzione e il collezionista, che ha individuato nella Biblioteca di Forlì la sede più idonea cui destinare i documenti per completare ed integrare il carteggio di Carlo Piancastelli. La cerimonia di consegna si è svolta il 1° dicembre alla presenza di Luigi Ottavi, dell’assessore comunale John Patrick Leech, di Giuseppe Bellosi, Renata Penni e Antonella Imolesi Pozzi.

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Ravenna - Trecento persone riunite al ristorante Alexander lo scorso 24 novembre hanno salutato l’uscita del numero speciale di Ravenna IN Magazine, realizzato in occasione del decennale della rivista. Ospiti della serata sono stati tanti amici,

collaboratori, sponsor, sostenitori e lettori della rivista, tra cui tanti protagonisti delle copertine di Ravenna IN (nella foto il maestro Paolo Olmi). La rivista è in distribuzione nei principali punti d’aggregazione di Ravenna e Faenza.

Ph. Massimo Fiorentini

Premio all’impresa al Femminile Bertinoro - Raffaella Mambelli, responsabile dell’area commerciale, amministrativa e risorse umane del Caseificio Mambelli di Santa Maria Nuova di Bertinoro, è una delle imprenditrici premiate da CNA EmiliaRomagna, scelte tra 19 imprese guidate da donne che hanno adottato pratiche manageriali innovative. Per questo state inserite nel Repertorio Regionale delle Imprese Femmini-

li Eccellenti, progetto cofinanziato dall’Unione Europea e curato da CNA Emilia-Romagna col patrocinio della Regione Emilia-Romagna e del Ministero del Lavoro. La cerimonia di premiazione si è svolta il 3 dicembre al Teatro Valli di Reggio Emilia. Raffaella Mambelli (nella foto, la settima da sinistra) è anche legale rappresentante del rinomato caseificio, che vanta una storia di oltre mezzo secolo di attività.



Essere | Antonio Monti

Postazione di

Regia

testo Roberto Zoli

La passione per il cinema fin da giovanissimo, i primi lungometraggi, gli studi negli States, la gavetta. E oggi il programma Tv “Le Iene�. Un crescendo per il regista Antonio Monti, che ora sogna di girare un film tutto suo.



“A Forlì stavo proprio bene e, se non fossi stato spinto da motivazioni importanti, mai avrei lasciato la mia città”. È piuttosto insolito ascoltare una così sentita professione d’amore per il luogo d’origine in un giovane di 34 anni, che per motivi professionali ha conosciuto città importanti, italiane e straniere. Eppure Antonio Monti, regista di belle speranze, con alle spalle produzioni di successo e un avvenire da vivere a perdifiato, non fa mistero di esse-

re legato alla sua città. “Non posso dire di essere forlivese di nascita, perchè ho aperto gli occhi sul mondo in quel di Imola, poiché all’epoca c’era l’abitudine di seguire il medico ostetrico anche se veniva trasferito, ma i primi vent’anni della mia vita sono trascorsi all’ombra di San Mercuriale”. Antonio Monti, figlio del titolare della più rinomata cartolibreria della città, secondo di tre fratelli, dimostra una propensione per il cinema fin da giovanissimo,

per un profondo senso di insoddisfazione verso gli insegnamen ti, i docenti e lo stesso ambiente. Attraversa un anno sabbatico nel corso del quale riordina le idee. Al termine decide di partire alla volta degli Stati Uniti, dove frequenta la “Los Angeles Film School”. “È stata un’esperienza esaltante”, ricorda. “Finalmente alla teoria si univa la pratica sul campo, con possibilità di confrontarsi con i materiali più vari e tecnologie all’avanguardia. Tutto

Da Forlì a Los Angeles tanto da costituire con un gruppo di amici una “troupe” ante litteram in grado di affrontare produzioni amatoriali, a volte surreali e improbabili, ma sempre elaborate con gusto, intelligenza e un pizzico di ironia. “Io e mio fratello Matteo - ricorda Antonio - assieme agli amici

questo fino ad arrivare alla realizzazione del ‘film di tesi’, che viene costruito con un gruppo di studenti da te scelti, impegnati nelle altre specializzazioni, sceneggiatura, fotografia, fonico, montatore, ecc”.

Davide Zagnoli, Luca Tozzi, Gianluca

all’attore Gianni Fantoni, che aveva conosciuto tempo prima durante un festival del cinema in Italia. Lo chiama al telefono senza molta speranza, ma il progetto entusiasma Fantoni che prende l’areo e vola a Los Angeles, dove partecipa alla realizzazione del film. Si consolida l’amicizia ed al ritorno di Antonio in Italia sarà proprio l’attore ferrarese a presentarlo a Beppe Caschetto della ITC, che gli propone un contratto per tre film che, purtroppo, non hanno mai visto la luce. Monti, non poco deluso, si trasferisce allora a Roma, dove lavora per La 7. L’ambiente però non lo soddisfa e dopo circa un anno ritorna a Mila-

Gavelli, Andrea Melli, Andrea Zoli, Marco Giovannini costituimmo l’associazione culturale ‘Gli Amici del Cinema’. Eravamo alla fine degli anni ‘90 e fu un periodo di grande soddisfazione e divertimento. Girammo due lungometraggi: “La Piadina Assassina” e un paio di anni dopo “Karnaza”, autofinanziandoci e sacrificando le vacanze estive”. Per Monti la strada è ormai segnata. Dopo aver conseguito la maturità classica s’iscrive al DAMS di Bologna, indirizzo regia cinematografica e fotografia, dove resta due anni, sostiene gli esami che maggiormente lo interessano e poi abbandona,

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Per il personaggio principale del “film di tesi” Antonio Monti pensa


no. Qui trova un mondo più aperto e disponibile; le occasioni giuste finalmente si presentano, lavora tanto e si prende grandi soddisfazioni personali. Oggi è il regista di studio delle “Iene”, il programma in onda su Italia Uno che in questa edizione 2011 vede protagonisti Luca Argentero ed Enrico Brignano. Impegno adrenalinico che deve fare i conti con la diretta e non ammette sbavature o errori, ma di grande appagamento professionale. “Ciò che mi soddisfa in modo particolare nella regia del programma - sottolinea - è la presenza del capo progetto Davide Parenti, a cui devo molto anche in termini di preparazione. È sua l’idea di realizzare il format, prendendo spunto da un programma argentino e di titolarlo ‘Le Iene’ in omaggio al film di Quentin Tarantino del 1992, dove i protagonisti erano vestiti di nero come i conduttori italiani”. Grande amante del cinema e divo-

ratore di film (chi poteva dubitare!) Monti vive anche una sua vita privata da giovane trentaquattrenne di successo e dagli ampi orizzonti. È molto sportivo, grande appassionato di mountain bike, e non rinuncia alla bici neppure in una città dal traffico caotico come Milano. “Ho una bicicletta a scatto fisso con la quale mi reco spesso al lavoro. La bici a scatto fisso è in ossequio ad una moda nata un paio di anni fa. Fa parte della gamma che io ed un mio amico realizziamo col marchio ‘Meccanica Chango’, dove chango significa scimmia in messicano”. Per chi non lo sapesse Monti produce la linea di bici con l’amico e appassionato biker Simone Fabbri, titolare di “Tartana Bike”, un negozio di Forlimpopoli. Da qui l’idea di dar vita ad una produzione di due ruote tutta nuova, la Meccanica Chango. È questa anche l’occasione per parlare della sua ultima fatica cinema-

Sopra, Antonio Monti e Gianni Fantoni nei camerini. Nella pagina precedente, Monti sul set del film horror “Monkey Boy”.

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A fianco, il regista Monti impartisce istruzioni ad un attore prima del ciak.

tografica, “Monkey Boy” (Ragazzo Scimmia), produzione di genere horror del 2009, oggi praticamente introvabile. Un film, come sottolinea la critica, che parla il linguaggio del cinema fantastico; una moderna fiaba nera sul tema dell’incomunicabilità. Un’esperienza che Monti ricorda con grande affetto e che ha visto collaborare alla stesura della sceneggiatura anche Davide Zagnoli e Chiara Parodi, mentre, come protagonisti, il regista forlivese si è avvalso della presenza di attori del calibro di Andrea Melli,

tanto capace di smarrirmi a fronte di banalità assurde. Di qui il suo lapidario giudizio ‘Antonio Monti, a volte un genio, a volte una scimmia’ giocando anche sulla rima che Monti fa con Monkey in inglese”. Ma chi è Monti al di fuori dell’ambiente di lavoro? Un giovane a cui piace sciare, camminare con le ciaspole, fare roccia, passeggiare con Chiara, la sua ragazza, e, ovviamente, percorrere i sentieri in mountain bike, senza con questo disdegnare il mare. Quello romagnolo che, seppure non sempre bello alla vi-

sta, offre una miriade di servizi. Infine, prima di concludere il nostro incontro, Monti offre una piccola esclusiva. “Mi piace molto il lavoro che sto facendo come regista televisivo, ma è tutt’altra cosa rispetto alla regia cinematografica per cui ho studiato. Per questo non mi rassegno. Vedo il mio futuro nel cinema e sto scrivendo due soggetti, uno è una commedia, l’altro un thriller. È ciò che voglio fare, e per realizzare questo mio obiettivo sono disposto a spostarmi ancora, anche all’estero”. IN

Giampiero Bartolini, Giovanna Gardelli, Gianni Fantoni e del forlivese Massimiliano Bolcioni. La scimmia sembra, dunque, essere sovente parte dell’immaginario di Monti. E a questo proposito cita un aneddoto: “Mentre stavo preparando il mio ‘film di tesi’ a Los Angeles mi ero scelto come collaboratore e direttore della fotografia Alfonso Aguilar, un ragazzo messicano, carissimo amico, che mi prendeva in giro riferendosi al mio modo di operare. Sosteneva, infatti, che fossi in grado di far scattare la scintilla della genialità anche per cose difficili e altret-

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Chi è Antonio Monti Antonio Monti è nato il 28 maggio 1977, “casualmente” a Imola, poiché la madre aveva incondizionata fiducia nel ginecologo di quell’ospedale. Ha sempre vissuto a Forlì fino ai vent’anni, quando la sua passione per la regia lo ha portato a Los Angeles. Nel suo curriculum di studi sono presenti la maturità classica e due anni al Dams di Bologna, indirizzo regia cinematografica. Risalgono ad allora le prime esperienze nel mondo dell’arte visiva. Nel 1998, in collaborazione con il gruppo che aveva dato vita all’associazione culturale “Gli amici del cinema”, Monti realizza il primo lungometraggio “La Piadina assassina” (con sottotitolo “e il sangue scorreva come fosse sangiovese”). Un thriller “col sorriso” costato un paio di milioni di vecchie lire, completamente autofinanziato e girato da giovani filmaker con attrezzature tutt’altro che professionali. Due anni dopo, nel 2000, il gruppo si ripete con il film “Karnaza”, horror dialettale girato, sempre sotto la regia di Monti, con mezzi amatoriali. A queste prime esperienze seguono gli studi a Los Angeles, gli anni di impegno a La 7, varie produzioni a Roma e Milano e un film nel 2009, “Monkey Boy”. Oggi Monti è regista di studio nel celebre programma “Le Iene”, in onda su Italia uno.



Filmare | Gabanì

Il campione in

Pellicola

testo Roberta Brunazzi - foto Paolo Vallicelli

La storia di Gabanì diventa un docufiction toccante e di successo. Girato in tempi record da una troupe di giovani forlivesi, diretta dal regista Riccardo Salvetti.

Chi lo conosce come Arnaldo, chi come Gabanì. Due nomi per un personaggio amato da tutti, inevitabilmente divenuto “due volte campione”. Così s’intitola il documentario in stile fiction che il Comune di Bertinoro ha voluto dedicare al grande Arnaldo Pambianco, vincitore 50 anni fa del Giro d’Italia. Per celebrare quella speciale maglia rosa è nata l’idea di raccontare su pellicola la storia di Gabanì, raccolta e concretizzata da Flavio Dell’Amore e affidata ad uno staff di giovani filmaker forlivesi riuscito, nel giro di tre mesi, a realizzare un film impor-

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tante, prodotto da Horizon Studio. Un mediometraggio di 51 minuti che si concentra in 22 nella versione corta per i festival, capace di strappare consensi e premi. Il primo, il più importante, la commozione di un intero paese l’11 giugno scorso, quando a Bertinoro è stato proiettato per la prima volta in occasione del 50° anniversario della vittoria al Giro. “Una partecipazione straordinaria”, ricorda il regista del film, Riccardo Salvetti. “I bertinoresi dice il regista - hanno preso parte al film come comparse con grande prontezza, ci hanno dato una mano

dietro la macchina da presa, hanno dimostrato che Bertinoro è davvero la città dell’ospitalità”. Poi i due premi vinti al Sedicicorto Film Festival di Forlì, come miglior film FEDIC e come film più votato dal pubblico. “Una grande soddisfazione - prosegue - soprattutto perché il premio del pubblico era intitolato al giornalista Enrico Zavalloni. Scrisse alcuni articoli sui miei primi lavori e lo ricordo con grande affetto”. Articoli che raccontavano di un giovane forlivese davvero alle primissime armi visto che oggi di anni ne ha 25, con espe-


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C a s t r o c a r o Te r m e Sopra, Gabanì e la moglie assieme aglia attori che li interpretano, Francesca Fantini e Matteo Ruocco. Sotto, il gruppo che ha partecipato alla realizzazione del film. In apertura, il regista Salvetti con Pambianco.

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rienze maturate in varie produzioni, tra cui l’ultimo film di Aldo, Giovanni e Giacomo. Ma torniamo a Gabanì. La sua storia viene raccontata come atleta e come uomo attraverso l’emozionante storia d’amore con Fabiola, la ragazza del paese che diventerà sua moglie. Il film racconta le fatiche, le rinunce ma soprattutto l’amore per la bicicletta, compagna di vita. A firmare il docufiction è un gruppo di lavoro tutto forlivese (eccetto il montatore, Matteo Santi, cesenate), capitanato da Riccardo Salvetti, regista e sceneggiatore, classe 1986. Al suo fianco l’insostituibile aiutoregista, sceneggiatore e coprotagonista (nel film fa la parte di Adelmo Pambianco) Gianfranco Boattini. Assistente alla regia è Chiara Lelli, le musiche originali sono di Ugo Casadio, la Produzione e Service Video di Massimo Gardini, il trucco di Apollonia Tolo, i costumi di Manuela Camprini, le foto di Paolo Vallicelli. L’attore protagonista nei panni di Pambianco è Matteo Ruocco, l’attrice che interpreta Fabiola è Francesca Fantini, anche sceneggiatrice. Le prossime proiezioni sono in programma a gennaio 2012 alla Fabbrica delle Candele di Forlì e a febbraio a Faenza. Da non perdere. IN


Recitare | Franco Mescolini


Prova d’

Attore

testo Roberta Giurioli - foto Gianmaria Zanotti

Teatro, cinema, Tv, recitando al fianco di personaggi come Banderas, Favino, Gassman. La carriera di Franco Mescolini oggi al servizio delle giovani leve, riunite nella sua bottega.


Gli elogi più belli durante la sua carriera li riceve da Tullio Kezich, critico cinematografico del Corriere della Sera: ‘Franco Mescolini, il vitellone giocatore di carte di Sabato Italiano, se ce lo vedono ad Hollywood ce lo portano via subito’. “Peccato non sapessi l’inglese - commenta lui - perché avrei lavorato molto in teatro e nel cinema anglosassone”. Il physique du rôle meditteraneo, i lineamenti vagamente mediorientali con i riccioli neri dovuti al nonno ebreo e alla bisnonna egiziana, una dignitaria alla corte del Re Farouk, secondo alcuni avrebbero fatto la differenza per l’attor giovane Franco Mescolini, l’interprete perfetto per molti ruoli.

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All’aspetto esteriore si sono aggiunte poi le sue doti artistiche, che gli hanno dato l’opportunità di lavorare fra gli altri anche con il regista Jonathan Miller (neurologo e psichiatra, amico dell’autore del film ‘Risvegli’) in ‘Measure for Measure’ di Shakespeare. Forse il nome e le sembianze di Franco Mescolini non sono noti ai più, ma la sua voce e il suo modo di essere risultano familiari perché lui ci accompagna da sempre ‘sotto mentite spoglie’. Ha dato la voce a moltissimi personaggi degli sceneggiati alla Radio e alla Rai, nelle pubblicità (era un perfetto

Cavour nello spot dello spumante Barbero e dell’Amaro del Frate),

già presente fin dal primo sceneggiato a colori in Tv. Lavora con registi come Memè Perlini, Giancarlo Cobelli, Gigi Proietti, Maurizio Scaparro, Dante Guardamagna, Ida Bassignano, Ugo Gregoretti, Mario Monicelli…

“Ho mosso i miei primi passi - ci dice - in un periodo fortunato, in cui lavoravano grandi attori che venivano dal neorealismo e che avevano interpretato ruoli importanti con registi del calibro di De Sica. Ne ho conosciuti tanti di artisti... Un incontro particolarmente felice, anche dal punto di vista umano, è stato quello con Antonio Banderas durante le riprese del film Tv ‘Il giovane Mussolini’,



A fianco e nella pagina precedente, Mescolini durante un incontro con gli allevi del laboratorio “La Bottega del teatro”.

a Praga nel 2003. Con lui è nata un’amicizia veramente bella. Un altro episodio che ricordo volentieri si è svolto durante una cena a Caserta dopo le riprese del film ‘Pugili’, nel 1995. Io interpretavo il ruolo di un manager, e ad un giovanissimo Pierfrancesco Favino chiesi da quanto tempo facesse il pugile. Lui mi rispose che era un attore… si era immedesimato

ca Valeri, nella versione teatrale de

‘L’appartamento’ di Billy Wilder. La stimavo così tanto da non essere capace di darle del tu, per me era sempre la ‘Signora Valeri’. E poi il lavoro con Massimo Girotti, Giulio Brogi, Piera degli Esposti...”. Attore, regista e drammaturgo dalla lunga e importante carriera alla radio, in Tv, a teatro, al cinema e nelle piazze, Franco Mescolini na-

Un sogno? Interpretare Jago a tal punto nella parte che mi aveva convinto anche fuori dal set. In ‘Piccolo mondo antico’ di Antonio Fogazzaro, poi, ero un prete amico della marchesa interpretata da Virna Lisi, nel cast c’era anche un giovane Alessandro Gassman. Mi disse che veniva spesso a vedermi a teatro, e questo ovviamente mi fece molto piacere”. Il fiume dei ricordi non si arresta: “Sono stato diretto anche da Fran-

Chi è Franco Mescolini Nato a Cesena nel 1944, dal 1973 è un attore professionista. Ha lavorato con registi italiani tra i più significativi come Memè Perlini, Giancarlo Cobelli, Gigi Proietti, Maurizio Scaparro, Dante Guadamagna, Ida Bassignano, Ugo Gregoretti, e con l’inglese Jonathan Miller in “Misura per Misura” di Shakespeare. Attore prevalentemente teatrale, ha preso parte anche a varie trasmissioni televisive e film. Tra le pellicole per il grande schermo a cui ha partecipato ci sono “Sabato italiano” di Luciano Manuzzi; “L’amore è dopo” di Tilio Concari; “Delitti imperfetti “di Mariano Laurenti; “Le mille bolle blu” di Leone Pompucci; “Il Mostro” e “La vita è bella” di Roberto Benigni; “Ogni volta che te ne vai” di Davide Cocchi. Mescolini è anche animatore di laboratori teatrali, palestra di molti giovani attori, e autore di varie pièces di cui ha curato anche la regia. Per il teatro dei ragazzi ha scritto e rappresentato “Quegli irresistibili, favolosi, fratelli Grimm”, di cui esiste anche una versione televisiva. Insieme al disegnatore Ugo Bertotti ha scritto una storia del teatro a fumetti.

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sce a Cesena il 26 Luglio di 67 anni fa. La mamma, insegnante elementare, sua prima grande ispiratrice e formatrice, è una donna buona e mite che l’ha sempre spronato a leggere, raccontare e lavorare con la fantasia. La mamma-maestra decide di parlare solo in italiano anche in casa, per evitare al figlio le difficoltà con cui vedeva misurarsi i suoi scolari. Come se non bastasse, durante le lezioni, la sua maestra, che di quando in quando si assentava per lavorare a maglia in corridoio, chiede al piccolo Franco di intrattenere i compagni con storie raccontate a braccio dalla cattedra, stimolando così la sua dimensione affabulatoria. Se la mamma parla italiano la nonna Fanny invece, romagnola pura, gli parla in dialetto, fornendogli le basi per raccontare anche ‘storie’ in vernacolo, come ‘Shakespeare in dialet’ in cui, usando un escamotage, mette Amleto, Romeo e Giulietta e Otello in una stalla,


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simulando una scena recitata da contadini nelle ore delle veglie. O come ‘Cronache dell’anno mille’ e ‘La Pasion sgonda me’, in cui si narra la passione di Cristo usando una specie di gramelot. Qual è la sua formazione scolastica?

“Ho frequentato il DAMS a Bologna anche se il babbo non era d’accordo. Temeva che il mestiere dell’attore mi rendesse la vita difficile e incerta. Anche quando vinsi un concorso per lavorare nella radiofonia o quando ormai ero diventato un attore di un certo successo non è mai venuto a vedermi recitare. Se però apparivo in Tv si vantava di me con amici e conoscenti, ne andava orgoglioso. Io gli ho lasciato la libertà di dissentire, aveva tutti i diritti di dubitare di questa scelta e non ho mai chiesto la sua conferma. Infatti mi tolse il suo aiuto economico, ma la mia motivazione era forte e sono

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Come sono stati gli inizi come attore

un buon orecchio e il loro giudizio fu molto positivo. Negli anni ‘70‘80 la radio era lo strumento cardine in cui l’uso della voce era la ricchezza espressiva per eccellenza. Successivamente mi coinvolsero altri attori che già lavoravano nel mondo dello spettacolo. Ho vissuto trent’anni a Roma, sono felice della mia vita, ho fatto tutto quello che avrei voluto fare e sono pronto a tornare alla vita semplice e silenziosa della mia Cesena”. Non ha certo corso il rischio di fossilizzarsi in una parte Mescolini, che ha interpretato veramente molti personaggi diversi come nei film di e con Roberto Benigni, fra tutti ricordiamo “Il Mostro” dove fa l’insegnante di cinese (il mostro, appunto).

professionista?

C’è un personaggio che avrebbe vo-

“Mentre studiavo all’Università un mio professore mi chiamò nel suo gruppo ‘Teatro Nuova Edizione’ di Bologna. Suo fratello regista e scrittore per Einaudi mi vide e mi chiese di fare un provino con dei funzionari RAI a Torino per recitare negli sceneggiati. Le selezioni erano serie ed ero molto emozionato perché non avevo mai studiato dizione. Evidentemente avevo

luto ma che non ha avuto modo di

andato avanti per la mia strada”.

interpretare?

“Mi sarebbe piaciuto fare Jago nell’Otello, ma quando mi si è presentata l’occasione o ero troppo giovane o troppo vecchio per la parte. La fine doppiezza della malvagità del personaggio che si trasforma in una bonaria amicizia, dal punto di vista attoriale, è un gioco di specchi che gratifica molto ogni attore”. IN

La bottega del teatro Nel suo laboratorio “La bottega del teatro” Franco Mescolini, in qualità di direttore artistico e maestro, produce e diffonde il ‘mezzo’ teatrale. L’associazione culturale, nata nel 2005 a Cesena, si identifica infatti nell’idea di una “bottega di arti e mestieri teatrali che possa divenire base di produzione e diffusione del mezzo-Teatro”. La “bottega” si trova all’interno del complesso del palazzo Guidi di Cesena, in corso Comandini 7, e promuove laboratori e corsi di formazione per giovani e giovani attori, oltre a varie iniziative rivolte alla scuole. www.labottegadelteatro.com



Suonare | Scuole di musica

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Esercizi di stile sul

Pentagramma testo Francesca Renzi

Aggiungere al talento la tecnica, senza raffreddare la passione. È il delicato compito delle scuole di musica, che in provincia hanno nel Conservatorio di Cesena diretto da Adriano Tumiatti il punto d’eccellenza.

“La musica è la più poetica e la più precisa delle arti, vaga come un sogno ed esatta come l’algebra”, diceva Guy de Maupassant. Per incantare le platee sono, infatti, indispensabili anni di studio e di esercizi. Di istruzione musicale parliamo con il Maestro Adriano Tumiatti, direttore del Conservatorio “Bruno Maderna” di Cesena. In ambito musicale, l’istituzione cesenate è il fiore all’occhiello di tutta la provincia: sono circa 300 gli allievi che, in questo Anno Accademico, ne frequentano le lezioni, suddivisi tra corsi Preaccademici (con circa 200 alunni) e corsi Accademici e Superiori (con un centinaio di studenti iscritti). I docenti, selezionati con bandi di concorso nazionali, provengono da realtà importanti (tra cui l’Opera di Roma o il Maggio Musicale Fiorentino), e con loro gli allievi hanno la possibilità di frequentare una trentina di corsi strumentali oltre a nume-

rose materie accessorie, dalla storia della musica alla drammaturgia. Lo stesso direttore Tumiatti, insegnante di pianoforte e di corsi di Alta Formazione, svolge attività concertistica in Italia e all’estero, sia in qualità di solista sia in formazioni cameristiche. “Negli ultimi anni - afferma il Maestro Tumiatti - il Conservatorio di Cesena si è dedicato all’antico e al moderno, da un lato con l’istitu-

zione dei corsi di violino e canto barocco, dall’altro con quelli dedicati a canto e pianoforte jazz, partiti proprio nell’Anno Accademico 2011-2012”. Altra peculiarità del “Maderna” è l’insegnamento del canto. Da 16 anni qui si tiene un laboratorio di canto lirico, finalizzato alla messa in scena di un’opera teatrale in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Bologna, che si occupa delle scenografie. I giovani cantanti vengono ammessi al laboratorio

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A fianco, i giovanissimi musicisti dello stage “Musica Insieme”, che da 14 anni a questa parte si tiene a S.Sofia. Nella pagina a fianco, il direttore del conservatorio “Maderna” Adriano Tumiatti. In apertura, un’ensemble musicale nel cortile del Conservatorio.

Ph. Roberto Nanni

in seguito a un concorso internazionale, e l’opera inaugura solitamente la stagione del “Bonci” di Cesena. Grazie a questo tipo di iniziative e a varie collaborazioni, il Conservatorio accoglie allievi provenienti non solo da tutta Italia, ma addirittura da tutto il mondo. “Sulla base del collegamento con le scuole di musica comunali di Forlì, Fusignano, Città di Castello, Pistoia, Arezzo e San Marino, possiamo contare su una frequenza che va ben oltre i confini provinciali”, conferma Tumiatti. “Il

nostro Conservatorio ha anche convenzioni con istituzioni di perfezionamento come l’Accademia Pianistica di Imola, e molti allievi arrivano dall’Europa dell’Est e dell’Estremo Oriente, Giappone e Corea, paesi che da sempre prestano molta attenzione alla cultura musicale occidentale”. Diffondere la cultura musicale, in Italia e all’estero, è una finalità del “Maderna”, che svolge anche attività, in accordo con Comune e Provincia, e associazioni di volontariato. Così sono nati, ad esempio, i Concerti cameristici o Sinfo-

nici alla Biblioteca Malatestiana,

o quelli al Conservatorio di Le Havre, in Francia. La promozione musicale procede poi di pari passo con l’avvicinamento alla musica, attraverso corsi di propedeutica nelle scuole primarie cesenati. C’è da sottolineare, a questo punto, che il Conservatorio è l’eccellenza provinciale, ma non è l’unica istituzione musicale. A Forlì è partito quest’anno il Liceo Musicale Statale e sul territorio sono

disseminate tante scuole minori, più piccole ma non per questo meno importanti, che permetto-

A Forlì il primo Liceo Musicale Statale della regione Lo scorso settembre a Forlì nella sede dell’Istituto Liceale d’Arte ha preso il via il liceo Musicale Statale, nato secondo i principi della cosiddetta “Riforma Gelmini”, il primo aperto in Emilia-Romagna. Oltre allo storico Istituto musicale intitolato ad Angelo Masini, i giovani forlivesi possono ora frequentare una scuola pubblica ad indirizzo musicale che rilascia, al termine dei cinque anni di studio, un diploma di pari valore a quello delle altre scuole superiori, e che dà quindi accesso a tutte le facoltà universitarie. Per gli insegnamenti che richiedono aule ad hoc, con ricca dotazione di strumenti, sono intervenuti in soccorso del nuovo Liceo Statale il Comune di Forlì e l’Istituto Musicale “Angelo Masini”, mettendo rispettivamente a disposizione Palazzo Sangiorgi (già sede del “Masini”) e gli strumenti di proprietà dell’Istituto Musicale. Palazzo Sangiorgi ospita così ora di mattina le lezioni delle materie caratterizzanti del Liceo Musicale Statale (che, come detto, ha la sua sede principale all’Istituto Liceale d’Arte in viale Salinatore) e di pomeriggio le lezioni del “Masini”, che prosegue la sua attività didattica. Ad assicurare le risorse finanziarie necessarie per il funzionamento del nuovo liceo sono stati l’Amministrazione provinciale (che è competente per l’istruzione secondaria), il conservatorio “B. Maderna” di Cesena (che ha la responsabilità scientifica sui contenuti degli insegnamenti), la Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì (che si è impegnata a sostenere economicamente l’avvio dei corsi) e l’Ufficio Scolastico Provinciale.

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no a bambini e ragazzi di avviare un primo approccio al pentagramma. Si tratta delle scuole comunali e private, delle associazioni e dei corsi bandistici, diffusi in maniera capillare nel territorio di Forlì e Cesena. Da una ricerca svolta nel 2004 da AssonanzA (Associazione delle scuole di musica dell’Emilia-Romagna), risultano essere 36 le scuole di musica in provincia, e 9 di queste hanno ricevuto, nell’Anno Scolastico 2010-2011, il riconoscimento dalla Regione Emilia-Romagna. Sono l’Associazione Mu-

sicale “Roveroni” di Santa Sofia, l’Associazione “Musica e Cultura” di Modigliana, l’Associazione Scuola Jazz Cesena, l’Istituto di Cultura “Corelli” di Cesena, l’Isituto Musicale “Masini” di Forlì, la Scuola di Musica “Rossini” di Castrocaro Terme-Terra del Sole, la Scuola di Musica Bandistica SMBC di Cesena, Cosascuola Music Academy di Forlì e la Scuola Musicale “Alighieri” di Bertinoro. Piccole e medie realtà che, assieme a tutte le altre scuole di musica, permettono a migliaia di ragazzi di compiere il primo passo verso le sette note. IN

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Declamare | Roberto Mercadini

I madrigali del

Poeta parlante

testo Barbara Baronio

Parole poetiche narrate solo dall’autore. Roberto Mercadini, informatico che programma la sua vita in versi, portando la poesia al tempo di YouTube.

“La poesia è, fra le forme della letteratura, di gran lunga la più veloce, acrobatica, azzardosa, spettacolare e, a mio parere, eccitante. È quella più breve e quindi ben si adegua al poco tempo che ogni giorno abbiamo”. È così che

musica tentano - ad un certo punto della loro formazione - di comporre qualche brano, ho iniziato a fare lo stesso con la poesia. La mia pri-

Roberto Mercadini, poeta parlan-

tutto. Mi sono immaginato i profili

te originario di Sala di Cesenatico,

biografici di poeti, i loro ritratti, la loro bibliografia e poi ho composto le poesie. È stata un’attività divertente, ma solo a 20 anni posso dire di aver veramente iniziato a scrivere poesie. Sono convinto che quando si scrive quest’azione contenga un valore assoluto. Non esiste qualcosa come ‘una poesia ben fatta’, ‘una buona poesia’, scrivere poesie non è come fare il bricolage. Ogni poesia ha l’ambizione di oltrepassare la misura del canone, di essere inconcepibile”. Dal primo gesto, che è stato quello di scrivere, ha preso il via anche l’interesse di Mercadini per l’oralità e la ricerca di mezzi alternativi per la diffusione e la fruizione della poesia. “Ho sempre recitato

definisce la sua passione artistica.

Mercadini, classe 1978, di mestiere fa l’informatico. Adora il suo lavoro di programmatore di software e i suoi colleghi: “Sopportano ogni giorno i miei eccessi d’euforia e d’ira, il mio bisogno compulsivo d’adrenalina continua, la mia presenza ingombrante, spesso esasperante”, spiega. Da adolescente si è scoperto un divoratore di poesie e da lì è nata in lui l’intuizione che forse, oltre alla lettura, avrebbe potuto anche buttare sul foglio qualche verso. “Mentre frequentavo il liceo mi sono accorto che leggevo in buona parte poesie. Alcune addirittura le imparavo a memoria e mi ritrovavo a recitarle, come quando si canticchia una canzone. Poi, come tanti studenti appassionati di

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ma produzione è stata un’antologia di poeti inesistenti di cui ho ideato

le mie poesie, molto difficilmente le lascio recitare ad altri. Non sono

un attore. Non capisco però perché la maggior parte dei poeti non ami presentare le proprie opere. Eppure sono frutto di un lavoro di introspezione che solo l’autore stesso conosce completamente e quindi può rendere al meglio in una lettura pubblica!”. Invece di solito i poeti non parlano, anzi, chiamati a recitare le loro poesie, lo fanno di malavoglia. La maggior parte di loro desidera solo vedere le loro opere stampate in eterno nero su bianco. Poi però si lamentano, perché nessuno si entusiasma per le loro poesie. Non si degnano di lanciare il sasso, ma si sbracciano pur di mostrare la mano”. In oltre dieci anni di attività Mercadini non ha mai avuto come unico scopo la pubblicazione, bensì la possibilità di avvicinare il pubblico alle sue poesie, utilizzando i canali anche più inconsueti per questa forma d’arte. E così ha portato la sua poesia on line, in particolare su YouTube. Ha creato un video interattivo, che ha avuto oltre 2mila visualizzazioni,


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in cui lo spettatore può scegliere cosa sentire e vedere. All’inizio il contatto con il pubblico è avvenuto in luoghi e contesti ben poco istituzionali e canonici: il bar del paese, feste tra amici, pub, birrerie, discoteche, squats. “Ho subito pensato che fosse naturale che fossi io a proporre le mie opere. Non tutte le mie poesie però vedranno la luce. Alcune le ho scritte solo per me stesso o per la cerchia più intima degli affetti. Sono poesie, per così dire, ad uso privato”. Un autodidatta che ha avuto però maestri inconsapevoli di esserlo. “A 16 anni ho ascoltato grazie ad vinile che mi ha prestato Stefano Ronconi, gran pittore e amico di

famiglia, ‘La nuvola in pantaloni di Majakovskij’, recitata da Carmelo Bene e sono impazzito. Non ho smesso di riascoltarlo per tutto il giorno e ho capito cosa fosse per me la poesia. Decisivo nella mia formazione è stato proprio Stefano, che non solo mi ha iniziato alla lettura ma che ha sempre saputo stregarmi con il suo modo diretto, viscerale, fulminante di parlare di letteratura, musica, cinema, pittura”. Oltre alla poesia Mercadini si è cimentato anche nel teatro civile e in quello di narrazione. Di recente ha pubblicato, per la casa editrice “Il Ponte Vecchio”, un volume contenente 41 poesie intitolato “Madrigali per surfisti estatici”.

Sopra, Mercadini nello studio e a teatro, mentre declama le sue liriche.

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“Questo libro contiene tutte le mie poesie - sottolinea Mercadini nel suo blog - o meglio, quelle, che secondo me, si potevano pubblicare dal 2001 (circa) al 2011. Ma io, a dirla tutta, prima di tollerare il pensiero che le mie poesie fossero pubblicate ci ho messo del tempo. Ci ho messo del tempo prima di accettare l’idea che qualcuno a me invisibile, in mia assenza, fuori dal mio controllo, potesse leggersi le mie poesie da solo; e fosse libero, poi, di leggerle addirittura con fare distratto, di fraintenderle, di commentarle in malo modo. Sono abituato diversamente. Quando ci sono le mie poesie, di solito, ci sono anch’io. Lì”. IN


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Fotografare | Giada Paolini

L’Io interiore

in un

Autoscatto

testo Francesca Ricci - foto Giada Paolini

Fotografa, modella e fotomodella, Giada Paolini esprime se stessa attraverso suggestivi autoritratti artistici. Ora in mostra a Roma.

Fotografie emozionali. È così che Giada Paolini definisce i suoi scatti artistici. Classe 1986, Giada è un personaggio poliedrico. Fotografa, modella e fotomodella, realizza campagne pubblicitarie, siti web, composit. La sua vera peculiarità, però, è un’altra. È specializzata in autoritratti, autoscatti artistici di grande impatto, in cui dare spazio

al proprio talento d’artista che usa il proprio corpo, il viso e le mani, per trasmettere stati emozionali intimi e introspettivi. “Uso me stessa e il mio corpo perché solo io posso rappresentare pienamente quello che voglio comunicare”, ci spiega la fotografa, forlivese d’origine, che ha girato l’Europa cercando la sua strada. Strada che le si è rivelata a Berlino dove, durante la convivenza con una fotografa, ha scelto questo mezzo espressivo come quello giusto per esprimere se stessa. Giada frequenta poi un breve corso fotografico a Palma di Maiorca durante il quale acquisisce le tecniche basilari che sfrutta

poi nel 2010, quando viene assunta come fotografa da una ditta bolognese che le commissiona un catalogo in autoscatto, tecnica con la quale nasce da subito una forte sintonia. “Ho capito che attraverso l’autoscatto potevo trasmette meglio i miei stati d’animo. Partendo da foto molto semplici sono arrivata ora all’esecuzione di autoscatti anche molto complicati scenograficamente”, prosegue. “Faccio tutto da sola, dal trucco alla scelta dei vestiti sino alla scenografia che mi fa da sfondo, e non ritocco le foto se non per la saturazione”. Pura arte insomma. Il passato da fotomodella ha aiutato molto Giada in questa esperienza che l’ha portata ad esporre in tutta Italia, dalla Galleria “Monserrato Arte 900” di Roma sino a Palazzo Pigorini a Parma, nell’ambito della 54esima edizione della Biennale di Venezia. Una tappa anche a Forlì con l’esposizione dal titolo “Io e l’Altra”, ospitata dal ristorante “Le Ombre”.


“Attualmente è in corso l’esposizione delle mie opere a Roma, nella galleria d’arte Margutta 51 che ospita una mia personale”, ci racconta, svelandoci anche il progetto, previsto per il 2012, di un libro fotografico in autoscatto dal titolo “Percorso introspettivo”, che proporrà circa 50 foto in un originale percorso in cui ogni scatto rappresenta un sentimento, in un passaggio dai più oscuri sino ai più sereni, su una strada verso la luce. La ricerca continua di comunicazione emerge forte dalle foto di Giada, che vuole trasmettere allo spettatore un sentimento intimo e profondo, a volte anche oscuro, in cui trova comunque

spazio la speranza e la voglia di positività. “Le mio foto sono un tentativo di esteriorizzare un sentimento negativo per esorcizzarlo; davanti all’obiettivo io cambio, è il mio vero essere che viene fuori. È l’esagerazione del mio Io che viene esteriorizzata”. Con un click. www.giadart.com IN

Sopra, la complessa tecnica scenografica utilizzata per uno scatto. Sotto, una foto artistica ambientata in un rudere; nella pagina precedente un originale nudo sotto una cascata di farina.


Le forme della luce.

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Far bene lo shopping fa bene al Made in Italy CNA Federmoda Forlì-Cesena pubblica “I love (good) Shopping”, la guida al fashion consapevole

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La guida, un’utile pubblicazione dedicata agli amanti della moda e della qualità, raccoglie la “sfida etica” dei consumatori al mercato, con particolare attenzione alla tutela del Made in Italy. Con una raccolta di articoli e interviste che coinvolgono esperti della materia, CNA fornisce informazioni e strumenti per scegliere la qualità senza farsi confondere dalle tante sirene che oggi disorientano chi varca la soglia delle vetrine: prezzi troppo bassi (o troppo alti), etichette non veritiere, merci contraffatte e altro ancora. Non solo, sfogliando la guida, troviamo anche consigli di stile e scopriamo che nella nostra provincia molte imprese del settore moda hanno scelto la responsabilità e che per vestirsi con gusto e qualità è vincente il “chilometro zero”. In queste pagine vi proponiamo l’introduzione della guida e una sintesi dei suoi preziosi contenuti.

L’anima nell’armadio I jeans o le scarpe che indossiamo dicono molto di noi: del nostro gusto, del nostro carattere e anche del nostro stile di vita. Ma abbiamo mai letto con attenzione l’etichetta dei capi che abbiamo scelto? Sappiamo che i prodotti usati per certe tinture possono essere nocivi per la nostra salute? Oppure che i prodotti realizzati in alcuni paesi nascono molto probabilmente dallo sfruttamento dei lavoratori? I consumatori oggi vogliono essere sempre più attenti e consapevoli. Per rispondere alle loro curiosità, e anche per stimolarne di nuove, è nata questa pubblicazione, realizzata da CNA Federmoda di Forlì-Cesena. Un agile manuale pensato per presentare i valori racchiusi nel marchio “Made in Italy” e per far conoscere alcune eccellenze del nostro territorio. A fronte di una legislazione sul Made in Italy del tutto inefficace, riteniamo che una corretta informazione al consumatore sia una leva fondamentale sulla quale agire. Favorendo il binomio alta qualità del Made in Italy – diffusione di una cultura del consumo consapevole. Questo librettino ha, nella sua semplicità, l’ambizione di valorizzare il prodotto artigianale, fornendo al consumatore elementi conoscitivi, utili e indispensabili alla sua scelta d’acquisto. Guardare alla moda e al design anche per il loro

valore economico e sociale significa contribuire al cambiamento di un paradigma culturale; la moda si gioca completamente sul desiderio ma oggi esiste un filo che lega l’attrazione a una nuova consapevolezza. Vogliamo rendere più forte questo legame, fornendo le competenze per poter guardare dietro e oltre l’immagine. Solo un’etichetta completa e trasparente, che davvero “racconta la storia del vestito”, può aiutarci in questo compito. È l’etichetta che contiene la tracciabilità circa l’origine dei luoghi di produzione, che consente di equiparare la sostanza e il prezzo del prodotto che ci apprestiamo ad acquistare, che ci fornisce tutte le informazioni necessarie per scegliere. Se il capo proviene dai paesi extraeuropei, ad esempio, il consumatore ha il diritto di sapere che in quei luoghi sono assenti vincoli normativi che riguardano non solo la sicurezza dei lavoratori, ma anche il processo produttivo e l’utilizzo di sostanze nocive per la salute. La diffusione dell’informazione e la trasparenza sono gli strumenti per promuovere la cultura della legalità, per porre un limite alle contraffazioni e per garantire una sana concorrenza fra le imprese. Questa pubblicazione è sostenuta in particolare da alcuni imprenditori per sottolineare che, dietro alla moda, c’è il reale e concreto impegno di persone che lavorano con la testa, le mani e il cuore. Roberta Alessandri Presidente CNA Federmoda Forlì-Cesena


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Questione di etichetta L’etichetta è il contenitore di alcune informazioni standard. Tuttavia può dire molte altre cose agli sguardi attenti perché esistono regole precise per la composizione dei suoi contenuti. Attenzione quindi: un’etichetta fatta male rivela un prodotto fatto male ed è anche molto probabile che non dica la verità. Nella guida potrete vedere le due principali etichette, quella di composizione e quella di manutenzione, analizzate nei contenuti per imparare a riconoscere le informazioni corrette e quelle non trasparenti.

Sulle tracce della qualità Il sistema di tracciabilità di ITF (Italian Textile Fashion) nasce dalla volontà di qualificare e valorizzare il settore della moda, con la creazione di uno schema di certificazione volontaria. Aderendo al sistema un’azienda è in grado di garantire al consumatore la massima trasparenza rispetto ai luoghi di lavorazione dei propri prodotti. Per avere la certezza che un prodotto sia garantito ITF cercate il marchio nell’etichetta. Per scoprire tutti gli scrupolosi controlli della tracciabilità procuratevi una copia della guida!

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La trama tessuta tra moda e salute Con la completa liberalizzazione commerciale del settore tessile e abbigliamento, si è verificato un aumento incontrollato delle importazioni e, in alcuni casi, un processo di delocalizzazione selvaggia che ha introdotto sul nostro mercato merci prodotte senza il rispetto delle normative che tutelano anche la salute dei consumatori. Negli ultimi anni, CNA Federmoda si è dedicata a una intensa attività di controlli in collaborazione con il sistema delle Camere di Commercio, ITF (Italian Textile Fashion) e il Centro Tessile e Cotoniero di Busto Arsizio. I risultati sono sorprendenti: una grande quantità di prodotti contiene sostanze nocive, talvolta cancerogene. Con i controlli CNA contribuisce a prevenire, me per un consumatore è bene conoscere il problema ed evitare le merci sospette. Anche con l’aiuto della guida.


Firme false, illusioni vere La contraffazione è un fenomeno che sta aumentando progressivamente sia nelle dimensioni che nella sofisticatezza dei metodi utilizzati. Da una recente ricerca del Censis emerge chiaramente quanto siano pesanti i costi economici e sociali per il nostro paese. Nel 2008 il mercato del falso ha prodotto un fatturato di 7 miliardi e 107 milioni di euro. Che cosa si può fare per fermare un sistema illecito che crea danni così ingenti? Da un lato è necessario migliorare la legislazione con l’applicazione di pene più severe per chi produce merci contraffatte, coordinando maggiormente gli attori economici ed istituzionali coinvolti. Dall’altro è fondamentale comprimere la domanda di beni contraffatti, rendendo il consumatore consapevole dei danni economici e sociali che il fenomeno arreca al nostro paese e dei rischi per la salute cui si va incontro acquistando tali beni. Non ultimo un consiglio di stile: meglio essere originali con un buon capo non griffato addosso che indossare un “falso griffato”, no?

L’etica dello stile In passato abbinare etica e moda sarebbe apparso a dir poco “strano” in quanto si pensava che tutto ciò che è fashion fosse in antitesi con la sfera dell’etica, il cui immaginario è sobrio grigiore. Oggi invece l’idea della sostenibilità ha contagiato anche la sfera dell’apparire. Ma che cosa significa per un abito o una scarpa essere ecosostenibile ed etica? In realtà molte cose. In primo luogo essere realizzati secondo norme di produzione che rispettano l’ambiente e i diritti delle persone impiegate per la produzione. Per scegliere un prodotto in linea con questi valori basterà evitare merci realizzate in paesi in cui i diritti non sono rispettati. Ma si può fare anche di più. Proprio nella nostra provincia, grazie alla collaborazione delle sue diverse componenti economiche e istituzionali, è nato il marchio Impresa Etica per distinguere quelle imprese che scelgono di produrre in maniera sostenibile e trasparente. Il marchio è rilasciato da CISE, Azienda Speciale della Camera di Commercio di Forlì-Cesena, ed è soggetto a controlli periodici. Una merce contraddistinta da questo marchio ha un valore che vale veramente la pena desiderare.

Consigli per gli acquisti La guida è arricchita da una intervista a Paola Frani. Un brillante dialogo in cui la stilista racconta e rivela “il metodo” che si nasconde dietro la naturalezza dell’eleganza. Dalla scelta dei capi basici agli accessori, cosa avere e cosa evitare, imparando a fidarsi del proprio istinto. Paola Frani inizia a disegnare abiti femminili in età giovanissima. È nata e vive nella terra della “dolce vita” di Fellini, la Romagna, dove esistono forti tradizioni imprenditoriali unite ad una energica vivacità culturale. Le sue collezioni sono ricche di citazioni, dal cinema all’arte contemporanea.


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I love (good) shopping si trova qui: on line www.ilovegoodshopping.it www.cnafc.it fresco di stampa presso le sedi di CNA ForlĂŹ-Cesena Per informazioni: comunica@cnafc.it | tel. 0543 770200


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Ricordare | Pellegrino Artusi

Il gastronomo tra

Scienza e Arte

testo Gabriele Zelli

Dalla famiglia agli affari, il percorso storico e umano di Pellegrino Artusi. A cento anni dalla morte.

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Nell’autobiografia Pellegrino Artusi (Forlimpopoli 1820 - Firenze

1911) colloca la sua nascita al 20 agosto, in questo non in sintonia con l’atto parrocchiale che reca la data del 4 agosto 1820. In famiglia il nonno esercitava l’arte del muratore e quale capomastro “era il più capace di Forlimpopoli”; godeva di molta stima da parte dei suoi concittadini, e quando morì lasciò in eredità due case e parecchi quattrini. Come scrive lo stesso Pellegrino Artusi al mestiere di muratore “aveva iniziato mio padre Agostino, ma egli forse sentendosi nato per qualcosa di meglio, [...] giunto all’età di 18 anni

gettò da parte il martello e la cazzuola, che però conservò sempre come ricordo, e prese moglie. Avviò un’attività di commercio che ben presto si affermò”. Possiamo, quindi, sostenere che Pellegrino Artusi sia nato in una famiglia caratterizzata da una certa agiatezza economica. Era un adolescente

quando nel 1831 scoppiarono i moti contro il governo ecclesiastico; moti che da Bologna si estesero ben presto in Romagna. Ricorda questi avvenimenti nell’autobiografia, dove annota gli spari e l’uccisione di due soldati papalini durante una sommossa a Forlimpopoli, l’esaltazione dei cospiratori, l’arresto del


nonno, uomo di incrollabile fede papista, l’intervento dei soldati austriaci che, insieme con le guarnigioni francesi, nel gennaio 1832, scesero in Romagna a riportare l’ordine costituito. Pellegrino racconta come la sua abitazione fosse stata occupata da soldati austriaci e ungheresi che si comportarono correttamente mentre l’intervento delle milizie d’occupazione di papa Gregorio XVI, a difesa del suo Stato,

si mostrò brutale e sanguinoso. La formazione scolastica di Pellegrino non fu lineare fino a quando non incontrò il forlivese Luigi Buscaroli, che gli aprì il mondo degli studi filosofici e letterari senza dimenticare la grammatica. Studi che Artusi saprà coltivare e che non lascerà più. Nel contempo matura una “scienza” per i commerci, atti-

viro e di Ministro degli Interni. Artusi invece, da buon conservatore, ubbidirà al richiamo del governo papale ed entrerà nella guardia civica di Forlimpopoli. Non mancò di annotare che il 1848, anno così denso di tensioni rivoluzionarie, paralizzò il commercio e il prezzo della seta registrò un tracollo tanto da indurre il padre di Pellegrino, che fiutò l’affare, ad acquistare consistenti quantitativi a prezzo ribassato per rivenderli in tempi migliori. Sarà lo stesso Pellegrino a farlo trasferendosi a Firenze, anche per sottrarsi ad un clima di violenza diffusa che aveva pervaso le città romagnole. Quando rientrò a Forlimpopoli, in Romagna imperversava la prepotenza dell’esercito austriaco, che aveva imposto lo stato d’assedio e il disarmo generale, cosa che non

Dal commercio alla scrittura vità verso la quale era stato avviato dalla famiglia, così come sviluppa il desiderio di far pratica mercantile in una città di mare. La scelta cade su Livorno, dove Artusi si reca nel 1841 e avvia un’esperienza destinata a cambiare la sua vita dal punto di vista economico. In anni cruciali per la storia del nostro paese (1849 - 1861) Pellegrino si trova in Romagna dove un

impedì il formarsi di compagnie di briganti. Ne ricorda una in particolare guidata da Stefano Pelloni, detto il Passatore, che aveva colpito diverse località della Romagna. Nonostante a Forlimpopoli si discutesse se prendere provvedimenti per prevenire un colpo brigantesco, nel gennaio 1851 avvenne il famoso

giovane Aurelio Saffi si sta affer-

note conseguenze nei confronti delle famiglie più danarose che furono spogliate dei propri averi, compresa quella di Artusi. Un ulteriore atto di violenza si consumò nei confronti di una sorella di Pellegrino. La fa-

mando come leader nella lotta contro lo stato pontificio e per l’Unità d’Italia, tanto che durante la breve

esperienza della Repubblica Romana ricoprirà la carica di Triun-

assalto al teatro comunale da parte della banda del Passatore, con le

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A fianco, scuola di cucina a Casa Artusi. Nella pagina precedente un ritratto d’epoca e la copertina del celebre manuale. In apertura, il cortile di Casa Artusi con al centro un attore in abiti artusiani.

Artusi sbarca in Russia

toscano dovette subire varie opere di ammodernamento e di espansione edilizia. Ne è testimone lo stesso Pellegrino, che con tutta la famiglia venne sfrattato dalla casa che occupava. Per le difficoltà di individuare un idoneo appartamento dove collocare abitazione e il banco commerciale, dando ascolto ad una propria segreta “inclinazione”,

miglia decise allora di trasferirsi a Firenze. La madre si adattò al soggiorno toscano mentre il padre, che pur conosceva la città, commentava così la sua nuova residenza: “Sono venuto in un paese dove non c’è modo di farsi un amico”. Pellegrino aggiunse che non si trattava dell’esternazione di una persona anziana e malinconica che rimpiangeva la Romagna, ma la constatazione di una profon-

deciderà di lasciare per sempre il

da diversità fra il modo di vivere le

commercio. Pellegrino era un si-

relazioni a Firenze rispetto a quello

gnore di 45 anni che si apprestava a viverne altrettanti senza lavorare, grazie alle risorse accumulate. Saprà invece impiegare il suo tempo in modo attivo e singolarmente proficuo. Scrivendo, in particolare, “La

delle nostre zone. A Firenze la fami-

glia Artusi vivrà il periodo in cui la città diventa capitale d’Italia. Scrive Pellegrino: “...Questa ardita impresa mise a soqquadro due delle principali città d’Italia. A Torino l’infausta notizia diede luogo a tumulti da spargimento di sangue e tutto fu spostato a Firenze che, non agognando a supremazia, se ne viveva economicamente tranquilla”. Firenze fu capitale del Regno d’Italia dal 1° giugno 1865 al 3 febbraio 1871 e la città dovette subire una rivoluzione edilizia e architettonica. Per trovare alloggio, infatti, a tante persone, impiegati e funzionari dei ministeri e dei pubblici uffici, per collocare le sedi dei corpi diplomatici e di ambasciate, il capoluogo

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scienza in cucina e l’arte di mangiare sano”, uno dei libri che nonostante

il passare degli anni è ancora oggi tra i più venduti in Italia. Con le sue ricette “casalinghe” ci riporta agli interminabili pranzi tanto in voga nell’Ottocento e in gran parte del Novecento, quando sembrava che la settimana fosse vissuta soltanto allo scopo d’aspettare la domenica per sedersi in compagnia attorno ad un tavolo ben imbandito, convinti e concordi sul fatto che a tavola non s’invecchia. IN

Dal novembre 2011 Artusi parla anche in Russo. E apre una sede di rappresentanza a Mosca. Due iniziative importanti nate nell’ambito delle iniziative del Centenario Artusiano, grazie alla collaborazione di Casa Artusi con l’Accademia Internazionale Russa per il Turismo (RMAT). Il celebre manuale “La Scienza in cucina e l’Arte di mangiar bene” è, infatti, stato tradotto anche in cirillico. Sempre nell’ambito di questa collaborazione a Mosca è stata inaugurata una sede di rappresentanza di Casa Artusi, alla quale sarà affiancata in futuro anche una piccola scuola di cucina. La sede di rappresentanza è ospitata nel complesso Cremlino Ismailovo, dove si trova la sede della RMAT. All’interno di questo spazio saranno sempre disponibili materiali informativi su Casa Artusi e Forlimpopoli, sulle attrattive turistiche, sugli appuntamenti culturali e sulle eccellenze del territorio romagnolo. Uno spicchio di cultura gastronomica ispirata al moderno “cantore” delle gesta degli italiani ai fornelli. (Nella foto, Girolamo Conti, presidente di Casa Artusi, durante la presentazione della versione di cirillico dell’”Arte di mangiar bene”).


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Produrre | Piadina romagnola

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Il bollino della

Discordia

testo Elide Giordani - foto Gianmaria Zanotti

Tradizione da difendere e necessità di un marchio forte e riconoscibile per conquistare nuovi mercati. Sull’Igp la piadina romagnola gioca il suo futuro. Scaldando gli animi.

Di pacioso in questo momento la piadina romagnola ha solo la faccia. Intorno alla sua produzione, infatti, si alzano i toni, e speriamo che non si arrivi ad alzare anche i mattarelli. Intanto c’è anche chi viene accusato di aver scatenato una “guerra santa”, nel senso del totalitarismo della posizione in difesa del prodotto tradizionale. Sulla diatriba a proposito del bollino

Ph. Giorgio Sabatini

IGP (Indicazione Geografica Protetta)

da mettere sulla piadina si fa presto a fare del colore, ma non prendiamola sottogamba. Sotto non c’è solo l’appassionata difesa della tradizione - che dal Cardinale Anglico ad oggi (“farina, acqua, sale, latte e strutto”, siglava a memoria dei posteri nel 1371) non ne ha mai avuto bisogno - e c’è un business di almeno un milione di piadine precotte all’anno. Per intenderci, sono quelle che escono dalle aziende, industriali o artigianali non fa differenza, poiché lo spartiacque tra chi lo vuole quel benedetto Igp e chi invece cerca di minarlo alla base, c’è una formula semplice come la ricetta della piadina: il beneamato vessillo della cucina romagnola deve

essere rigorosamente un prodotto fatto a mano, di giornata e deve uscire dalle strutture (chioschi e ristoranti) ubicate in Romagna. Altro che pro-

dotto fatto a macchina, precotto, imbustato, da consumare in un mese e fatto con ingredienti di provenienza incerta. Quella, secondo un nutrito gruppo di partigiani della tradizione (Jihadisti, sono stati ribattezzati) non è vera piadina romagnola. Casomai è un prodotto sostitutivo del pane che trova dignitosa collocazione nei banchi dei supermercati. Ma c’è di più: il disciplinare per l’IGP - che vuol dire tutela del prodotto ma anche di una serie di interessi economici -, nella famiglia delle sigle che evidenziano la tipicità, è tra i meno rigorosi e comporta scarsa garanzia a proposito della provenienza delle materie prime. Di contro, però, anche l’IGP rientra tra le leve a cui guardano le imprese, i loro organismi associativi e le istituzioni pubbliche locali, per favorire la penetrazione su nuovi mercati e canali commerciali, nonché per mantenere quote di mercato. E dato il

crescente interesse dei consumatori verso i prodotti tipici…

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A fianco e nella pagina precedente alcune fasi della preparazione.

Insomma, la contrapposizione tra la piadina industriale e quella fatta a mano è una vecchia guerra, ma l’Igp sta facendo da miccia per una nuova battaglia. Ben più radicale di quel-

la, anche questa annosa, tra la piadina spessa e quella sottile. Ci si può anche accapigliare - come succede ogni qualvolta il confronto è troppo ravvicinato - disputando se la vera piadina romagnola è considerarsi quella dell’entroterra (Forlì, Cesena, Ravenna e le rispettive vallate) più alta e croccante, o quella riminese, sottile, morbida, succosa e un po’ più simile alla sfogliata. Se si tratta di un prodotto di giornata, fatto a mano con ingredienti locali, la pace si trova. Soprattutto se all’orizzonte c’è ben altro a minacciare l’identità della piadina. È proprio da Rimini che a metà ottobre hanno ripreso fuoco le polveri. Dopo un processo di lievitazione durato 10 anni sembrava che tutto fosse pronto per avviare l’iter (lungo…) di ottenimento del disciplinare dell’Igp davanti a due funzionari del Ministero delle Politiche agricole,

che hanno dato convegno alla Camera di Commercio a diversi sog-

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getti (le tre Province romagnole, più Bologna e i Comuni a sud del Sillaro) con un processo di coinvolgimento degno delle Nazioni Unite. Tra i promotori Cna e Confartigianto. Che precisano come l’IGP sia un marchio di tutela territoriale attribuito dalla UE, che prevede rigide regole produttive stabilite nel

discono - mentre prima la piadina romagnola veniva commercializzata con l’utilizzo di conservanti, ora grazie al disciplinare questo non potrà più avvenire. Inoltre, tutto questo impedirà alle imprese collocate al di fuori del territorio definito dal disciplinare di produrre e vendere un prodotto con la deno-

IGP: marchio di tutela o limite? disciplinare di produzione, con un organismo di controllo a garanzia. “Con questo disciplinare - scrivono in una nota congiunta le due confederazioni - viene garantita anche la produzione di qualità dei chioschi artigiani, per i quali non cambierà nulla, e per le imprese della produzione su larga scala vengono introdotti elementi innovativi. Il disciplinare, inoltre, contiene un punto qualificante che consiste nell’aver eliminato la possibilità dell’utilizzo dei conservanti nella produzione della Piadina Romagnola IGP da parte delle imprese di maggiore dimensione. Per essere chiari - riba-

minazione ‘Piadina Romagnola’”. Sulla sponda opposta, agguerriti come non mai, Confesercenti (di Cesena, Forlì e Ravenna), l’Associazione per la valorizzazione della piadina, Slow Food e un esimio ga-

stronomo come Graziano Pozzetto. Tra le armi dell’opposizione c’è di tutto: lettere raccomandate al Ministero (anche da parte dei sindaci di Ravenna e Cesena), una raccolta di firme, prese di posizione altisonanti, conferenze stampa. “È un disciplinare cucito addosso alla piadina industriale, che non può essere equiparata a quella dei ristoranti e dei chioschi, questi si sentono


strumentalizzati al solo vantaggio del prodotto industriale” sintetizza Giampiero Giordani, coordinatore dell’Associazione per la valorizzazione della piadina, alfiere di decine di iniziative promozionali della vera piada romagnola. “L’Igp è un marchio che non garantisce quasi nulla - scandisce Giordani - ma il consumatore non sempre se ne rende conto. Una volta che lo trova sulla piadina sarà ben difficile spiegare che non è quello il vero prodotto romagnolo. È un metodo di promozione che infrange la prima regola nel rapporto tra cliente e marca: la sincerità. Porterà vantaggi solo agli industriali che, in tal modo, impediscono ad altri produttori, che operano in altre zone d’Italia, di sfornare un prodotto che di fatto può essere assolutamente uguale al loro, e magari anche migliore. Tra l’altro - rimarca Giordani - chi ha imbastito la pratica per l’IGP ha consegnato, all’incontro di Rimini, quell’improponibile disciplinare, che continueremo a combattere, e il volume di Graziano Pozzetto nel quale, ironia della situazione, si dice peste e corna della piadina industriale”. “La differenza tra ciò che è piadina romagnola e ciò che non lo è sta nella sua freschezza”, taglia corto il cultore della gastronomia della nostra terra. “La piadina è un prodotto che va consumato appena cotto - ripete Graziano Pozzett -. L’IGP, più che tutelare il prodotto tipico, rischia di snaturare la tradizione. Se si continua così, tra 15 o 20 anni finiremo per avere solo piadina industriale e i sapori tipici, quelli veri, finiranno sacrificati alla conquista dei mercati della grande distribuzione. Ve bene tutelare il prodotto industriale ma non lo si deve confondere con quello tradizionale. Se proprio si vuole fare un prodotto di tale tipo, perché non chiamarlo con un altro nome?”. IN


Visitare | San Paolo in Alpe

La montagna della

Storia

testo Matteo Ranucci - foto Giorgio Sabatini

Tra i prati e il bosco si scorgono ancora le tracce di quel fatidico 1944, anno cruciale per San Paolo in Alpe. Oggi divenuto un altopiano disabitato, suggestivo habitat per daini, cinghiali e lupi.

A mille metri di altitudine, nel cuore dell’Appennino Romagnolo, l’altopiano di San Paolo in Alpe è uno dei luoghi più suggestivi del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna. È isolato, oggi non abitato, sospeso tra le valli di due “bidenti”, quello di Campigna e quello di Ridracoli. Siamo entro i confini amministrativi di Santa Sofia, Corniolo è il paese vicino più importante e dista poco più di sette chilometri, verso valle. Il patrimonio naturalistico è notevole e si mescola con una storia difficile di popoli che tentarono di abitare su queste montagne e con fatti e vicende cruciali della “resistenza”. San Paolo in Alpe è una eccezione, una “prateria” in questo tratto di Appennino dove selve, boschi e foreste ricoprono tutto o quasi, escluse le ripe scoscese di marna e arenaria; una spianata tra coste ripide, montagne, vallate e fossi. I prati, bordati da una boscaglia mista di roverelle, carpini, querce, faggi, ontani, sono riparo e habitat ideale per una colonia di daini che su que-

sta montagna stondata trascorrono

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la primavera, l’estate e l’autunno. Anche cinghiali, caprioli vivono in questa area, così come il lupo, predatore simbolo del Parco Nazionale, che caccia al margine del bosco. È esposto al sole San Paolo in Alpe, ma in novembre il clima muta velocemente. Il vento scivola dal crinale alto e da nord e raffica il territorio esposto. Il bosco, trasformato dall’autunno in un miscuglio di colori caldi - rosso, giallo, arancio, misti alle tonalità di verde - diventa umido, freddo. Cadono i primi fiocchi di neve e il paesaggio si trasforma. La scala dei verdi lascia campo ad unica tinta, il bianco. Il luogo

diviene una distesa di neve non calpestata su cui alberi, casolari e arbusti riflettono la propria sagoma grigio scura in un contrasto forte. I due grandi esemplari di pioppo sopportano questi inverni da più di cento anni. La neve contribuisce a creare un’atmosfera ovattata e amplifica la sensazione di isolamento di questa “alpe”. Sul manto si inseguono orme apparentemente senza una direzione precisa, zoccoli e polpastrelli che si seguono in cerca


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Sopra, daini e cervi popolano i boschi circostanti.

di cibo e riparo in una migrazione verso valle. San Paolo in Alpe lo si può raggiungere solo a piedi, su sentieri

Come raggiungere San Benedetto in Alpe Da Ridracoli, sentiero CAI 233 circa 6 Km di sentiero - dislivello circa 600 mt.; Da Corniolo, sentiero CAI 257 circa 5,5 km dislivello circa 600 mt.; Da Case Fiumari, sentiero CAI 255 circa 3 km - dislivello 350 mt.; Da Case Fiumari, in auto per strada Forestale fino a sbarra e poi Strada Forestale di crinale per Biserno. Per informazioni: Sede della Comunità del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi Via Nefetti, 3 – S. Sofia (FC) tel. 0543/971375 - email: info@ parcoforestecasentinesi.it; www.comune.santa-sofia.fo.it; www.parcoforestecasentinesi.it

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che risalgono da Ca Fiumari e dal versante opposto, quello di Ridracoli, oppure sulla strada forestale che risale da Corniolo e percorre il crinale fino a monte di Biserno. Il colpo d’occhio da questo altipiano è magnifico. Riassume gran parte delle vette, crinali, dorsali più importanti dell’area protetta: ad est in direzione dell’alta valle del Savio, il Monte Coronaro ed il Fumaiolo, a sud le ripe scoscese di Sasso Fratino e Poggio Scali, volgendo lo sguardo verso ovest Poggio Sodo dei Conti e le sagome aguzze del Monte Falco e Monte Falterona. Sull’alpe per decine di anni ha vissuto una comunità. Famiglie radunate in poche case e altre sparse in poderi su coste non troppo lontane. Ci sono i resti delle abitazioni, si trovano sui prati, sulle coste, vicino

ai corsi d’acqua, si vedono a fatica muretti di sasso al margine di piccoli tratti di terra un tempo coltivati. Quelli più vicini e importanti erano Campodonato, Campodonatino, Ca Ristefani. Nel 1776 la parrocchia contava 229 anime. Le ultime famiglie se ne andarono verso la metà del secolo scorso. Seguirono il flusso migratorio che coinvolse inesorabile anche gran parte delle comunità vicine: Ridracoli, Strabatenza, Pietrapazza, Casanova dell’Alpe. La chiesa era intitolata a Sant’Agostino. Sorse pare sulle fondamenta e come seguito di un Eremo, scomparso e attivo fino al XVI secolo. Dell’edificio religioso sono rimaste le cronache delle visite pastorali e la sagoma misteriosa accennata da cinta murarie cadenti e da un campanile a vela elegante che un tempo conteneva tre campane. Terremoti, saccheggi, incendi ed un clima caratterizzato da inverni rigidi hanno avuto la meglio sull’edificio sostitui-


Il Sentiero della Libertà Dall’Alpe di San Paolo transita una nuova rete di percorsi escursionistici chiamata il Sentiero della Libertà. Sono stati creati e tabellati per ricordare gli avvenimenti che, in particolare nell’aprile del 1944, videro protagonisti gli uomini della Resistenza Partigiana, che tra queste montagne avevano trovato rifugio e creato le basi logistiche del movimento armato. Il Sentiero della Libertà parte dal Biserno, dalla croce posta sulla strada secondaria verso Berleta, al bivio con la strada forestale, e transita da San Paolo in Alpe, luogo simbolo scelto per i lanci di rifornimenti e armi nell’aprile del 1944. La traccia prosegue poi verso Ca Fiumari, Sant’Agostino, Poderone, Pian del Grado e Celle, altro luogo storico di scontri feroci tra partigiani e tedeschi. Il percorso può essere affrontato a piedi oppure in Mountain bike. È illustrato in una Carta Escursionistica pubblicata dal Parco Nazionale Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna in collaborazione con l’Istituto per la Storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea della Provincia di Forlì-Cesena, intitolata “I Segni della Memoria e i Luoghi della Resistenza nel Parco”.

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to dalla nuova parrocchiale posta a valle nelle vicinanze di Case Fiumari. Il profilo di Sant’Agostino sbuca da un bosco al centro del prato, in quello che era il piccolo agglomerato di case abitate. A San Paolo in Alpe c’era anche una osteria, a pochi passi, dove si vendeva vino e pane. Anche di questa rimangono solo pietre in bilico che delineano solo in parte la forma dell’edificio attiguo alla chiesa. Rimangono un pozzo, una bella maestà, un grande casolare allungato che serve come malga per il pascolo, a qualche centinaia di metri di distanza. Radio Londra trasmise il messaggio in codice “Le ciliegie sono mature”. Era il 1° aprile e quello era il segnale degli alleati. A San Paolo in Alpe nel 1944 era la sede del Comando Brigate Romagna. Fu scelto perché luogo ideale per gli aviolanci di armi e aiuti. Avvennero due lanci,

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entrambi notturni: uno nella notte tra il 4 e 5 ed uno nella notte tra il 7 e 8. Mitragliatrici, pistole, bombe a mano, indumenti, cibo e soldi, tutto ciò che i partigiani avevano bisogno per sopravvivere. La mattina del 12

Sopra, la montagna sotto la neve.

aprile San Paolo in Alpe fu attaccato da mortai tedeschi. L’assedio durò tutto il giorno. La resistenza si ritirò nel fitto della foresta. La chiesa e le abitazioni furono incendiate dai tedeschi. La natura selvatica e preziosa di prati e foreste s’intreccia qui in modo inseparabile ai ricordi e alle testimonianze della storia antica e recente di questo territorio. Su questi prati isolati tra montagne e coste poco accessibili, dai paesaggi importanti, circondati da una vegetazione densa, fitta e prominente, protetta oggi dallo statuto del Parco Nazionale, venne scritta in quei giorni un capitolo importante della Seconda Guerra Mondiale. IN

Bibliografia e cartografia Carta escursionistica Parco Nazionale Foreste Casentinesi Monte Falterona Campigna scala 1:25.000 - 4a Edizione – Selca – Firenze, 2005 Carta della Resistenza, I Segni della Memoria e i Luoghi della Resistenza nel Parco scala 1:60.000 - Parco Nazionale Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna. Il popolo di Ridracoli, a cura di Claudio Bignami, Stampa Nuova Grafica Santa Sofia, 1995; Viaggio per le Valli Bidentine, di Ercole Agnoletti, Tipografia Poggiali, Rufina (FI).


Corte San Ruffillo Country resort

L’antico complesso di Corte San Ruffillo si trova nel cuore delle colline Forlivesi, a pochi passi dal centro di Dovadola, nella Valle del Fiume Montone.

Il ri s torante Le cinque salette interne e l’ampio spazio esterno possono soddisfare sia chi abbia desiderio di una maggiore intimità sia gruppi più numerosi. Le ricercate proposte della nostra cucina assecondano le disponibilità del nostro orto e vi regalano le primizie del territorio, le migliori materie prime, in abbinamenti inconsueti. si propongono, inoltre, serate a tema, incontri enogastronomici e menù degustazione anche personalizzati, per esigenze particolari o per celebrare date speciali.

La canti na La parte più antica e suggestiva del complesso vi attende per aperitivi e dopocena pieni di atmosfera con la nostra selezione di etichette locali e prelibati taglieri di specialità dolci e salate. Il giardino antistante vi coccolerà nei vostri momenti di relax, facendovi sentire fuori dal mondo.

Le s tanze La Corte può accogliere i suoi ospiti in camere doppie, l’una diversa dall’altra, con servizio di prima colazione incluso. Aromaterapia, Cromoterapia e Musicoterapia sono alcuni dei servizi che contribuiscono a rendere magico il soggiorno, tra antiche mura di sasso a vista e soffitti a cassettone del settecento.

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Abitare | La casa passiva


Sotto un tetto da

Gold +

testo Annalisa Balzoni - foto Giorgio Sabatini

A Fiumana di Predappio lo scultore e architetto Leonardo Ugolini ha costruito il suo sogno. La casa passiva per sè e la sua famiglia, che consuma 16 volte in meno di una normale. E che ha ricevuto la certificazione Gold +.


Siamo ospiti dello scultore e architetto Leonardo Ugolini e della moglie, ingegner Azzurra Signorini, che ci hanno aperto le porte della loro casa “passiva” a basso consumo energetico, da loro realizzata nella frazione di Fiumana di Predappio. Dopo un intenso studio sui sistemi di risparmio energetico, sulle forme della coibentazione, sulla termotecnica il proprietario, insieme al Perito Termotecnico Gabriele Caroli, sono giunti a queste conclusioni: non esiste un modello unico di casa ecologica, ci sono ancora pochi tecnici con conoscenze adeguate per realizzare edifici di questo tipo, mancano ancora idee chiare sulla forma che devono avere queste nuove costruzioni, per le quali è fondamentale che ci sia uniformità ed equilibrio ta l’invo-

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lucro esterno dell’edificio e la parte impiantistica. Un’ampia serie di problemi, dunque. Invece di farsi prendere dallo sconforto i due sono partiti con più slancio. Basandosi su tre parametri di base per costruire in bio architettura: chiarezza, semplicità ed economicità. E

l’obbiettivo, vale a dire realizzare una casa GOLD+ (certificazione tra l’altro ottenuta circa un mese fa da CasaClima di Bolzano), è stato raggiunto: finalmente un edificio che consuma meno di 10Kwh per metro quadrato all’anno, mentre il

90% delle case in Italia consuma circa 160Kwh/mq all’anno, 16 volte di più. Dopo due anni di studi e nove mesi di lavorazione ecco il risultato. Una villetta di 140 mq disposta su due livelli, piano terra e soppalcato aperto che si affaccia

Sopra, lo spazio soppalcato che si affaccia sul soggiorno, in cui si nota, sulla sinistra, l’albero in carta pesta all’interno del quale scorrono i cavi elettrici. In apertura, il soggiorno.


Alberto Rossi, Amministratore Viaggi Fortuna


filosoficamente mUsicali

Le nuove agende 2012 targate Edizioni IN Magazine

agenda filosofica

music Diary 2012

I massimi pensatori dell’Occidente, selezionati e commentati dal filosofo Rocco Ronchi, raccontano il mondo. Un successo editoriale, alla quarta edizione, per vivere un anno... con filosofia.

Un’agenda che rivoluziona il modo di ascoltare e amare la musica, accompagnando gli spazi settimanali a una selezione di aneddoti, storie, curiosità legati ai grandi della musica rock e pop internazionale.

Il mondo dei filosofi

L’agenda della musica

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sul soggiorno, arredata con gusto e semplicità, ove padroneggiano una bella pavimentazione in gress porcellanato fornito da Sassi di Forlì, la pietra utilizzata come cornice delle porte (fornite da GM Infissi di Forlì) e le travi lignee lamellari in abete a vista del tetto, fornite dalla Ditta Castiglione Legnami di Castiglione di Ravenna. L’occhio dell’osservatore viene rapito dalla particolare soluzione adottata per l’adduzione al piano superiore dei cavi elettrici per evitare la formazione di tracce nella muratura: l’estro del proprietario si è concretizzato nella realizzazione di un albero in carta pesta, all’interno dei cui rami scorrono i cavi elettrici. Simpatica la solu-

zione studiata sopra i pensili della cucina per nascondere le casse dello stereo, sagome ritagliate che riprendono lo skyline della città di New York, il cui poster padroneggia su una parete. Essendo un edificio uni familiare a pian terreno, ben si è prestato ad essere realizzato in muratura portante con cappotto esterno, tetto in legno ventilato e fondazione a platea. Una soluzione molto semplice, relativamente economica. L’idea è stata quella di introdurre per gradi alcuni piccoli cambiamenti nella tecnica di realizzazione. I laterizi (i mattoni) sono stati montati con una speciale colla, la platea di fondazione coibentata, per non disperdere il calore verso il suolo, da una particolare ghiaia fatta con vetro riciclato; tutti gli architravi sono in legno lamellare e la casa è rivestita esternamente con pan-

nelli in lana di roccia, per evitare dispersione di calore. Le belle fi-

tanza dell’involucro dell’edificio permette di realizzare un impianto

nestre a triplo vetro e con gas iner-

di riscaldamento non tradizionale,

te, installate con alcuni speciali

a bassissimo consumo energetico,

accorgimenti, completano l’involucro della casa. Le spesse pareti perimetrali garantiscono anche una buona difesa dal caldo estivo. Sono stati utilizzati tutti materiali

uno scambiatore termico con ventilazione forzata dell’aria, che oltre a

mantenere un’idonea temperatura interna dell’edificio e un ricambio dell’aria stantia garantisce anche

Soluzioni semplici e ingegnose ecologici o riciclati con una quasi totale assenza di materiali plastici.

Altro parametro importante è stato l’orientamento della casa (Nord - Sud), in modo da poter usufruire degli apporti solari gratuiti estremamente preziosi per riscaldare la casa in inverno. La bassa trasmit-

un corretto livello di umidità (non inferiore al 30%), e un utilizzo delle tubazioni che convogliano l’aria all’interno delle singole stanze, ridotte al minimo grazie alla semplicità dell’impianto. Per l’impianto di riscaldamento troviamo una pompa di calore

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Sotto, il padrone di casa, Leonardo Ugolini. Oltre alla sua attività di architetto, Ugolini è anche un campione internazionale di sculture di sabbia, vincitore di varie competizioni mondiali con i suoi mirabolanti castelli e i suoi presepi.

(aria/acqua) con riscaldamento a pannelli radianti, più pannelli solari per acs e pannelli fotovoltaici. Concludiamo questa descrizione con le parole dello stesso Ugolini: “La filosofia di questo progetto ha posto al primo punto la coibentazione dell’edificio con materiali naturali e al secondo punto l’impiantistica, semplice e di facile rimozione o modifica. In questo modo si è garantito all’edificio di recepire tutte le innovazioni tecnologiche future, visto che questo campo è in continua evoluzione. L’intera costruzione è stata messa nelle condizioni ottimali per usufruire di eventuali “apporti” tecnologici, con un occhio aperto al fotovoltaico (3Kw)”. Accorgimenti

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orientati al raggiungimento di una vera e propria autonomia energetica, con la possibilità di potersi affrancare dalla ”bolletta” dell’acqua, della luce e del gas. “Ho voluto realizzare una casa a basso consumo – prosegue Ugolini - per potermi affrancare il più possibile dal gas e dal petrolio, per essere esposto il meno possibile alle speculazioni energetiche internazionali. Nel mio piccolo, senza avere la presunzione di salvare il mondo dall’inquinamento, ho cercato di concretizzare un esempio positivo. Sono assolutamente convinto che sia meglio spendere qualcosa in più per realizzare un simile edificio per poi risparmiare notevolmente nel suo

mantenimento. Trovandomi nella fortunata condizione di essere sia il committente che il progettista ho avuto la passione e la voglia di approfondire ogni aspetto tecnico, e di trovare le persone giuste per formare una squadra di lavoro. Ringrazio per questo la ditta Terzer, di Egna (Bolzano) per i materiali da costruzione e coibentazione, la ditta appaltatrice Angelica Costruzioni di Mercato Saraceno, per l’impiantistica di riscaldamento Stiebel Eltron, per gli impianti idraulici la Termoidraulica Romagnola di Forlì, per quelli elettrici e fotovoltaici Antaridi Elettrotecnica di Predappio e, infine, per gli elementi di arredo in legno Alberto Farneti di Fiumana”. IN



IN Magazine | Special ADV

ROMAGNA FIERE per vetrine d’eccellenza IN CAlENdARIo quATToRdICI mANIFESTAzIoNI ANNuAlI. dA CoNTEmpoRANEA A SApEuR, dA NATuRAl Expo AllA ColoRATA kERmESSE Sul VINTAGE

Romagna Fiere nasce ufficialmente nel 2003 con l’obiettivo di dare unità al territorio romagnolo e forlivese e con la volontà di organizzare fiere ed eventi in modo professionale, forte della precedente esperienza di Coinè Eventi, che cominciò ad operare nel settore fieristico locale una ventina di anni fa. Il direttore di Romagna Fiere, Gilberto Tedaldi, sottolinea con orgoglio come questa società sia cresciuta nel tempo e senza ricevere contributi statali, essendo sia la società stessa che il fatturato totalmente privati, con patrocini ricevuti non onerosi. Il lavoro che svolge Romagna Fiere è un lavoro di organizzazione e di allestimento delle manifestazioni che sono frequentate ogni anno da più di 110 mila visitatori, provenienti dall’Emilia-Romagna e dalle regioni limitrofe. Oltre 2500 espositori trovano spazio all’interno delle quattordici manifestazioni che si susseguono nel corso di un anno fieristico, che va da settembre ad aprile. Espositori nazionali che diventano anche internazionali in occasione di eventi come Contemporanea, Sapeur, Natural Expo e Vintage, che portano a Forlì stand da tutta Europa ma anche dal Canada e dall’Argentina. Novità di quest’anno è l’acquisizione dell’organizzazione e della gestione di due manifestazioni molto seguite come Babilonia e Romagna Antiquariato, che si aggiungono alle veterane Commercianti per un gior-


Oltre 110 mila i visitatori che no (23°edizione), Contemporanea (16° manifestazioni per un totale di 31 persone imogni anno accorrono agli apedizione), Vernice Art Fair (10° edizione) piegate durante i periodi fieristici. L’azione di puntamenti fieristici forlivesi. e a tutte le altre, inoltre sono in preparazioRomagna Fiere è presente anche al di fuori del ne tanti nuovi eventi per il secondo semestre territorio romagnolo e precisamente in Abruz2012 e per il primo semestre 2013. Romagna Fiere opera zo, dove organizza ben cinque diverse Fiere della Sposa. con la volontà di proporre, all’interno delle fiere, momenti di mercato e di crescita per l’espositore ma anche grandi evenle prossime manifestazioni in calendario ti collaterali di stampo culturale. I più importanti sono stati, Sapeur, 9° Edizione (dal 27 al 30 gennaio) in questi anni, quelli legati a Contemporanea, tra cui molte Babilonia (dal 10 al 12 febbraio) iniziative e aste di beneficenza e una mostra di Sironi, Commercianti per un giorno, 23° Edizione (19 febbraio) presentata in anteprima nazionale. Affinché tutto ciò sia orNatural Expo, 6° Edizione (dal 24 al 26 febbraio) ganizzato in modo efficiente e professionale Romagna Fiere Vintage! la moda che vive due volte (dal 16 al 18 marzo) si avvale di 16 dipendenti e collaboratori, ed è co-partecipe Vernice, 10° Edizione (dal 23 al 25 marzo) di una società di montaggio che aiuta nell’allestimento delle Commercianti per un giorno, 24° Edizione (15 aprile)

Romagna fiere Via Punta di Ferro 2, 47122 Forlì (FC) Tel. 0543 798466/777420 - Fax 0543.778482/778510 info@romagnafiere.it - segreteria@romagnafiere.it www.romagnafiere.it


Leggere | Libri per Natale

Un regalo da

Sfogliare

testo Alessandra Segreto

Di cucina o poliziesco? Noir o fantasy? Alcuni suggerimenti per i libri per Natale da mettere sotto l’albero. Cercando di soddisfare ogni preferenza letteraria.

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Se anche voi appartenete alla categoria di quelli che più di una volta hanno esclamato “ma è già il 24 dicembre?” in preda ad un mix di ansia e reale stupore su quanto voli il tempo, il consiglio è quello di continuare a leggere questo articolo. Consiglio valido anche per chi, ben più organizzato e “sul pezzo”, gioca d’anticipo sull’acquisto dei regali natalizi. Regalare un libro, infatti, permette, anche con un piccolo budget a disposizione, di calibrare il dono proprio sui gusti e le preferenze di coloro che lo riceveranno. Il mercato editoriale offre un’infinita serie di spunti e idee, venendo

incontro alle richieste di un pubblico di lettori eterogeneo e sempre più esigente. Si va dall’ultimo libro di Benedetta Parodi, I menù di Benedetta

(Rizzoli, 15,90 euro), ideale per chi travolto dai mille impegni del quotidiano non vuole comunque rinunciare alla buona cucina, alla biografia postuma di Steve Jobs

(Mondadori, 20 euro) in cui l’autore Isaacson Walter, attraverso colloqui personali e interviste ad amici, famigliari e collaboratori racconta la storia di un’icona dei nostri tempi. Tra gli scaffali si trovano alternative sia se si cerca una lettura d’e-


vasione, come Le prime luci del mattino (Mondadori, 19 euro) di Fabio Volo, sia se si desidera un approfondimento, un momento di riflessione, ad esempio con l’ultima fatica del teologo Vito Mancuso Io e Dio. Una guida dei perplessi (Garzanti, 18,60 euro). Quest’anno avete deciso che tra i regali che farete dovrà essercene almeno uno da cui potrete trarre anche voi beneficio? Allora Chez Mamma. Il miglior ristorante del mondo, di Sergio Nigro (Foschi Editore, 14 euro) è quello che fa per voi. In un mondo dove la fanno da padroni la spettacolarizzazione del cibo e chef osannanti come novelli messia, Sergio Nigro propone una raccolta di ricette della tradizione come le prepara la mamma, gustose ma semplici, a prova di cuoco inesperto. Impossibile sbagliare, anche grazie alle indicazioni che vanno dagli abbinamenti dei cibi con i vini giusti alle pentole più adatte alle diverse cotture. Ideale per salvare (e salvarvi) l’amico/a, fidanzato/a, fratello/sorella da cene disastrose e pessime figure con gli invitati. Ne La scuola suonata. Maestronze e genitorazzi (Foschi

In cucina con “Chez Mamma” Editore, 12 euro), arricchito dalle illustrazioni di Sergio Staino e Giorgio Tura, Nini Giacomelli traccia una sorta di “bestiario” di insegnanti e genitori, attraverso il quale, con tenerezza e nostalgia per le figure del passato e pungente ironia per quelle attuali, compone un affresco vivo e quanto mai realistico del sistema educativo, com’era e come è diventato. Il destinatario del vostro regalo è un appassionato di polizieschi e tra i suoi film preferiti c’è “Il Cattivo tenente” (Abel Ferrara, 1992)? Potete incartargli a colpo sicuro Milano a mano armata (Foschi Editore, 16 euro), l’ultimo romanzo di Romano De Marco. L’autore, con una scrittura sicura, dal ritmo cinematografico, racconta la storia di un poliziotto corrotto che sa troppo. Teatro della narrazione una Milano piena d’intrighi e lotte di potere, messa a ferro e fuoco dall’ndrangheta per assicurarsi il monopolio sul traffico della droga. Si fa ingresso invece in una dimensione poetica e inquie-

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tante con il fantasy I boschi dell’odio (Foschi Editore, 18 euro), di Sara Bovolenta. L’ambientazione in un mondo altro fornisce un pretesto per affrontare problemi quanto mai attuali anche in questo nostro. La paura della diversità, lo scontro doloroso con i pregiudizi e l’omologazione, fisica e mentale, presentata come unica chance per la sopravvivenza, anche se ambientati

all’interno dei boschi della città fantastica Ironville, spingono alla riflessione sui meccanismi della società contemporanea. Infine, trasversale ad ogni gusto letterario, c’è l’idea regalo “The Music Diary“ (Edizioni In Magazi-

ne, 10 euro), a cura di Martina Pini. Si tratta di un originale ibrido che unisce alla funzione pratica di agenda una serie di aneddoti, curiosità e ricorrenze legate ai pro-

tagonisti della musica rock e pop internazionale, con alcuni preziosi consigli d’ascolto. Consigliata come cadeau per tutti gli amanti della buona musica, è raccomandata agli esponenti della categoria a cui si accennava in apertura, per non perdere mai di vista il calendario. Perché, parafrasando il celebre “Love Story”, Natale significa non dover mai dire “mi dispiace…” IN

“L’Ultima Anguàna” fa il pieno di premi e vola in Germania Per gli amanti del giallo, con un pizzico di mistero e soprannaturale, sotto l’albero potrebbe esserci L’ultima Anguàna (Foschi Editore, 16 euro) di Umberto Matino. Il romanzo, dopo il secondo posto al concorso letterario di Cortina d’Ampezzo, “Una montagna di libri”, si è aggiudicato il premio letterario Giallo Limone 2011. Reduce dal successo delle oltre 10mila copie vendute de La Valle dell’Orco, l’autore torna a esplorare le contrade di montagna più sperdute del nord Italia per raccontare una nuova storia intrisa della stessa atmosfera misteriosa e avvincente e svelare, forse, il segreto dell’ultima anguána, mitica e ambigua ninfa delle fonti. Presto L’ultima Anguàna arriverà anche in Germania: una casa editrice tedesca si è assicurata i diritti per la traduzione.

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Ricercare | Biblioteca a Villa Silvia

Passione

Meccanica testo Sabrina Marin

A Villa Silvia di Cesena nasce la più importante biblioteca europea dedicata alla musica meccanica, frutto della ricerca costante e appassionata dei membri dell’Associazione Italiana di Musica Meccanica e del suo presidente Franco Severi.

Gli echi del quotidiano La Galleria d’Arte Contemporanea “Vero Stoppioni” di Santa Sofia ha presentato fino al 6 novembre la mostra “Riccardo Biserni. gli echi del quotidiano”, esposizione che raccoglie più di sessanta opere dell’artista recentemente scomparso, a partire dagli anni Ottanta fino ad arrivare al 2000. Le opere, create sull’onda degli insegnamenti dell’artista forlivese Maceo Casadei, sono tutte caratterizzate da una forte originalità emozionale e, pur prendendo spunto da oggetti comuni e luoghi familiari come marine, calanchi, paesaggi innevati e campi di grano, sono cariche di valenze emozionali.

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Oltre 500 titoli fra monografie e periodici, con pubblicazioni, riviste e volumi specializzati che illustrano la storia di quell’affascinante universo che è la musica meccanica. Dal 24 settembre Villa Silvia, in località Lizzano di Cesena, si arricchisce con la Biblioteca dell’Associazione Italiana di Musica Meccanica (AMMI), unica nel panorama

italiano ed europeo poiché è la sola dedicata interamente alla musica meccanica e tra le poche biblioteche a carattere musicale di proprietà di un ente privato. La Biblioteca è il frutto della costante e appassionata ricerca dei membri dell’AMMI, in particolare del presidente Franco Severi, che in tutti questi anni ha arricchito questo fondo con acquisti e dotazioni provenienti da aste, mostre e musei. La collaborazione con le associazioni internazionali che si occupano di musica meccanica, inoltre, permette di avere a disposizione degli associati e, ora, anche di tutti gli appassionati del settore, un’ampia gamma di riviste, direc-

tory, bollettini provenienti da tutto il mondo. La sezione Musica Mec contiene tutte le monografie, anche in più volumi. Al suo interno è stata suddivisa ulteriormente in sette parti, creando così raccolte per macro argomenti: la collocazione “Opere Generali” contiene biografie di musicisti o storie della musica. La collocazione “Musei” raccoglie pubblicazioni di musei e cataloghi mostre. In “Ditte” trovano posto i depliant e i cataloghi delle aziende produttrici. La collocazione “Grammofoni” raccoglie le pubblicazioni specifiche su questo strumento e sul fonografo; “Strumenti” raccoglie libri sui vari strumenti di musica meccanica. Nella sezione “Automi” sono collocati i libri su questo tema ed infine in “Restauro” sono presenti i testi sulla manutenzione, la riparazione ed i manuali di costruzione degli strumenti. Arricchisce la biblioteca una specifica sezione Periodici e un ricco apparato Multimedia. www.ammi-italia.com IN



Applaudire | Scuola dello spettatore

Quando il pubblico è

Professionista Se il teatro è un’esperienza collettiva oltre a buoni attori servono anche spettatori preparati. Nasce così l’idea di dar vita alla Scuola dello spettatore, iniziativa del Centro studi e degli Incontri internazionali Diego Fabbri.

Per gustare al meglio un’opera, artistica o teatrale che sia, un po’ di formazione di base non guasta. Nasce così l’idea di proporre incontri e iniziative volte alla formazione del pubblico, lanciata dal Centro di studi, ricerche e formazione sul teatro e i linguaggi dello spettacolo “Diego Fabbri” e dall’associazione culturale “Incontri Internazionali” intitolata sempre al drammaturgo forlivese. Insieme hanno dato vita ad una vera e propria “Scuola dello spettatore”, intenzionata a preparare il pubblico ad una visione più consapevole e approfondita degli spettacoli inseriti nel cartellone di prosa del teatro comunale di Forlì. La Scuola ha preso il via il 7 novembre scorso con la conferenza di Paolo Rambelli su “Le bugie con le gambe lunghe” di Eduardo De Filippo, per proseguire con altri incontri

in programma fino a marzo 2012. “Il nostro paese - osservano i curato-

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ri della nuova rassegna - è pieno di scuole di teatro per diventare attori. Lo spettacolo teatrale è però un evento che si realizza solo in presenza e nel confronto con il pubblico: allora vi dovrebbero essere altrettante scuole per formare gli spettatori. Che invece non ci sono. È per questo - proseguono - che abbiamo deciso di dare vita insieme a questa ‘Scuola’, che si propone di mettere il pubblico in contatto diretto con i diversi aspetti della messa in scena, ricostruendo le storie che stanno dietro i testi, i personaggi e le letture critiche e registiche che li hanno caratterizzati”. Ad ospitare gli incontri è il foyer del teatro Diego Fabbri (ingresso da via Dall’Aste 10). L’appuntamento di lunedì 12 dicembre, alle ore 17,30, con la presentazione di “Art” di di Yasmina Reza, a cura di MarieLine Zucchiatti (SSIT – Università di Bologna) ha salutato il 2011.

“I Masnadieri” di Friedrich Schiller

saranno invece illustrati da Giovanni Nadiani (SSIT – Università di Bologna) il 9 gennaio 2012, mentre il 23 gennaio Margherita de Michiel (SSIT – Università di Bologna) parlerà del testo teatrale “Quello che prende gli schiaffi” di Leonid NikolaeviČ Andreev. A Francesco Giardinazzo (SSIT – Università di Bologna) il 6 febbraio è affidata la disamina del capolavoro shakespeariano “Sogno di una notte di mezza estate”, mentre il

21 febbraio il giornalista e saggista Roberto Rossi presenta “Per non morire di mafia” di Pietro Grasso. Il 6 marzo sempre Giardinazzo presenta “Aladin - Il musical” di Stefano D’Orazio, mentre l’ultima lezione è fissata per lunedì 19 marzo, con Salvatore Cabras e Maggie Rose, traduttori di “The History Boys” di Alan Bennett. La partecipazione agli incontri è libera e gratuita. IN


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Vincere | Giulia Nanni

Quella nobile

Frenata

testo Roberta Brunazzi - foto Giorgio Sabatini

Il Premio Panathlon 2011 per il fair play va alla ciclista quindicenne Giulia Nanni. Che al Velodromo di Forlì rallentò per far vincere l’amica del cuore. Giocandosi la qualificazione ai Campionati italiani.

Sopra, Giulia Nanni riceve il premio dal presidente del Panathlon Club Forlì Giovanni Bucci.

80 | IN Magazine

È luglio, siamo a Forlì. Il circuito del Velodromo “Glauco Servadei” riscaldato dalle gomme delle bici che sfrecciano, in questa corsa a punti della categoria Donne Esordienti. L’occasione è importante, i Campionati Regionali Emiliani su pista; chi vince stacca il biglietto per i Campionati italiani. Giulia è la favorita. Ha 14 anni, abita a Predappio, ed è una grande promessa del ciclismo forlivese e non solo. È una delle “frecce rosse” della Viner Factory Team Espoirs e corre in pista così come la sorella maggiore Sara, che gareggia per una squadra lombarda. Nelle fasi finali della gara regionale vede una compagna della sua stessa squadra lanciarsi in velocità verso la vittoria. È l’amica del cuore Alice. Giulia traccheggia, rallenta, aspetta che l’amica conquisti il giro di vantaggio. “Cosa sta facendo?” sussurrano tra i denti i responsabili del team dalle tribune mentre Giulia continua a tenere a freno l’energia, scegliendo per se il secondo posto. “Così ti sei giocata i Nazionali!” le intimano all’arrivo. “Ma lei è mia amica e voleva vincere. Per una volta...”, risponde. Una volta non da poco, che vale il titolo di Campionessa Regionale su Pista nella corsa a punti e l’accesso ai Campionati italiani.

Una stupidaggine? Un’ingiustizia? O una scelta nobile, guidata da una maturità difficile da ipotizzare in una ragazzina così giovane? La commissione di gara s’interroga, cercando una soluzione. Che alla fine arriva, trovata tra le pieghe del regolamento da persone capaci di intendere lo sport nella sua accezione più vera, profonda ed elevata. Giulia Nanni viene ammessa ai campionati nazionali con eccezione, e si gioca questa opportunità piazzandosi al settimo posto assoluto. Una storia sportiva e umana che non passa inosservata al Panathlon Club di Forlì. A quella nobile frenata di Giulia Nanni il sodalizio decide di assegnare il premio fair play 2011, consegnato nelle sue mani il 3 dicembre scorso nel corso della festa dell’Unione Veterani dello sport, al ristorante Peter Pan di Forlì. Un riconoscimento importante conferito ogni anno ad atleti che si sono distinti per la lealtà dimostrata, con un gesto che non segue una regola scritta ma un individuale codice d’onore. Tra i goleador che sbagliano apposta un rigore che non c’era, i motociclisti che lasciano il passo per non creare intoppi, i pugili che trattengono il colpo per non infierire adesso c’è anche lei, la ciclista capace di perdere per amicizia. IN


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