Raven n a
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2001 - 2011
Ravenna... IN dieci anni Volti e storie attraverso le pagine della rivista
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città in questa edizione speciale che festeggia i suoi primi dieci anni di vita. Un decennio d’inizio secolo trascorso sotto gli occhi vigili di Dante Alighieri.
AV EC EN I A N LE A in !
Ravenna IN Magazine ripercorre la storia recente della
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Tariffa R.O.C.: Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB - FILIALE DI FORLÌ - Contiene i. p. - Reg. al Tribunale di Forlì il 23/11/1998 n. 27 - E 3,00
Anno X - N. 5 - NOVEMBRE/DICEMBRE 2011
Editoriale
I nostri primi
10 anni
di Andrea Masotti
Dieci anni non sono uno scherzo. Un primo traguardo importante per Ravenna IN Magazine che celebriamo non senza una punta d’orgoglio, con la speranza di aver contribuito a raccontare, numero dopo numero sulle pagine della rivista, fatti e volti, progetti e trasformazioni. È soprattutto attraverso le persone che abbiamo cercato di leggere la recente storia cittadina, legata a doppio filo ad un illustre passato artistico e culturale, solida base su cui poggiano progetti futuri che vanno ben al di là dei confini locali. In questo numero speciale nato in occasione dei nostri primi 10 anni a raccontare la Ravenna di oggi sono in primo luogo alcuni protagonisti delle nostre copertine.
Forlì
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Volti e storie attraverso le pagine della rivista
Ravenna IN Magazine ripercorre la storia recente della
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Anno XIV - N. 5 - OTTOBRE 2011
Alfeo
Martini Vigneti in bottiglia
Angelo Grassi La Fabbrica dei sogni ritrovati Giovani creativi I ragazzi fan l’impresa Rocca San Casciano Passaggio a nord-ovest
Angelo
Grassi
La Fabbrica dei sogni ritrovati
Alfeo Martini Vigneti in bottiglia Giovani creativi I ragazzi fan l’impresa Rocca San Casciano Passaggio a nord-ovest
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città in questa edizione speciale che festeggia i suoi primi dieci anni di vita. Un decennio d’inizio secolo trascorso sotto gli occhi vigili di Dante Alighieri.
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Anno XIV - N. 5 - OTTOBRE 2011
Tariffa R.O.C.: Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB - FILIALE DI FORLÌ - Contiene i. p. - Reg. al Tribunale di Forlì il 23/11/1998 n. 27 - E 3,00
2001 - 2011
Ravenna... IN dieci anni A N ME N R I O d S I P R E AV C EN I A N LE A IN !
Tariffa R.O.C.: Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB - FILIALE DI FORLÌ - Contiene i. p. - Reg. al Tribunale di Forlì il 23/11/1998 n. 27 - E 3,00
Anno X - N. 5 - NOVEMBRE/DICEMBRE 2011
Cesena
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Tariffa R.O.C.: Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB - FILIALE DI FORLÌ - Contiene i. p. - Reg. al Tribunale di Forlì il 19/09/2002 n. 29 - E 3,00
R a ve nna
A cominciare da Ivano Marescotti, che nei panni di Dante Alighieri confronta la Ravenna di ieri e di oggi in un dialogo semiserio con un Virgilio ravennate Doc. L’immagine della città in questo scorcio del nuovo secolo si riverbera poi negli interventi di altri illustri cittadini, che affrontano l’argomento da diversi punti di vista. Sotto il profilo etico presenta Ravenna il cardinale Ersilio Tonini mentre dal punto di vista politico dice la sua il presidente della Regione Vasco Errani; parla di economia il presidente del Gruppo Cassa di Risparmio di Ravenna Antonio Patuelli e di cultura il poliedrico Walter Della Monica. Grande musica in città e in prestigiose sedi internazionali risuona sullo sfondo dell’ar-
Rimini
Pesaro-Urbino
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Faenza
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Anno VI - N. 3 - OTTOBRE-NOVEMBRE 2011
Stefania Agostini e Roberto Berardi
I tablet della Mela Generazione Apple Mirco Giovannini Lo stile morbido delle dive Bonfiglio Mariotti Tecnologia ed etica per costruire il futuro
Gianni
D’Elia Il poeta in riva al mare
Moto Benelli Cent’anni rombanti Roberto Renili Intreccio di voci Ginestreto Sulla collina delle ginestre
Tariffa R.O.C.: Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB - FILIALE DI FORLÌ - Contiene i. p. - Reg. al Tribunale di Forlì il 16/01/2002 n. 1 - E 3,00
Al comando
del Palas
Supplemento a “Ravenna IN Magazine” N. 3 - 2011
Tariffa R.O.C.: Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB - FILIALE DI FORLÌ - Contiene i. p. - Reg. al Tribunale di Forlì il 20/02/2006 n. 6 - E 3,00
Tariffa R.O.C.: Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB - FILIALE DI FORLÌ - Contiene i. p. - Reg. al Tribunale di Forlì il 20/12/2000 n. 34- E 3,00
Anno XI - N. 5 - NOVEMBRE 2011
Claudia
Casali La signora del MIC
Enrico Braghittoni Il gusto dell’innovazione Strativari L’arte di inventarsi Liliana Scocco Cilla Il paesaggio in punta di dita
ticolo scritto dal direttore d’orchestra Paolo Olmi, mentre una scivolante esse romagnola accompagna l’intervento del comico Giuseppe Giacobazzi. Di gastronomia locale ci parla lo chef e sommelier Rita Mazzillo, di sport internazionale e di traguardi infiniti la ravennate del mondo Josefa Idem. La parola passa poi ai rappresentanti delle istituzioni, agli sponsor e ai lettori di Ravenna In Magazine, che in occasione del decennale danno il loro giudizio sulla rivista e lanciano idee per potenziarla. Segue la cronaca in pillole della città, con i principali eventi vissuti tra il 2001 e il 2011, fino ai progetti urbanistici in vista dell’ambizioso traguardo fissato al 2019, anno per cui Ravenna si candida Capitale della Cultura. Una storia curiosa, raccontata per la prima volta da Ravenna IN, ci porta invece fino a Seattle, dove un secolo fa un americano fondò il Ravenna Park ispirandosi alla città bizantina e alla sua pineta. Dal territorio locale al mondo anche grazie all’articolo dedicato al MIC di Faenza, divenuto patrimonio Unesco e oggi sede di una nuova sezione permanente dedicata all’Oriente lontano. Torniamo infine entro i confini territoriali, passeggiando tra i viali e i giardini di Milano Marittima o sulla bella spiaggia di Marina di Ravenna, lasciandoci affascinare dalla flora e dalla fauna selvatica delle valli e dai boschi allagati del ravennate. In chiusura un ringraziamento particolare a tutte le persone che in questi anni ci hanno supportato, i lettori, gli inserzionisti, i collaboratori di redazione, la redazione centrale, chi distribuisce la rivista, gli appartenenti a Edizioni IN Magazine e a Menabò Group, in ultimo, fondamentale, il nostro ufficio commerciale. Buona lettura e auguri per le prossime festività.
IN Magazine | 3
Sommario 3
Editoriale
18
Essere Dante | Ivano Marescotti
29
Etica | Ersilio Tonini
32
Politica | Vasco Errani
36
Economia | Antonio Patuelli
41
Cultura | Walter Della Monica
47
Musica | Paolo Olmi
50
Spettacolo | Giuseppe Giacobazzi
55
Enogastronomia | Rita Mazzillo
58
Sport | Josefa Idem
64
18
74
64
Sfogliare | Ravenna IN Magazine
74
Raccontare | Dieci anni di cronaca
81
Costruire | Sviluppo urbanistico
89
Ricordare | Ravenna Park
95
Ammirare | Museo delle Ceramiche
100
Passeggiare | Milano Marittima
106
Visitare | Marina di Ravenna
110
Scoprire | Lagune del ravennate
110
Edizioni IN MAGAZINE S.R.L. Redazione e amministrazione: Via Napoleone Bonaparte, 50 47100 ForlĂŹ tel. 0543.798463 fax 0543.774044
www.inmagazine.it inmagazine@menabo.com Stampa: Graph S.N.C. - San Leo (PU) Direttore Responsabile: Andrea Masotti. Redazione centrale: Roberta Brunazzi, Francesca Ricci.
Controllo produzione e qualitĂ : Isabella Fazioli. Ufficio commerciale: Gianluca Braga, Ilaria Marianini. Collaboratori: Linda Antonellini, Lidia Bagnara, Roberta Bezzi, Andrea Casadio, Anna De Lutiis, Massimo Fiorentini, Antonio Graziani, Claudia Graziani, Valentina Minzoni, Matteo Salbaroli, Aldo Savini, Giancarlo Tedaldi, Valentina Viola. Chiuso per la stampa il 15/11/2010
Progetto grafico: Lisa Tagliaferri. Impaginazione: Sabrina Montefiori.
IN Magazine | 5
Celebrare | Tutte le copertine
Tutti i volti di
Dicembre 2001
IN Magazine | 4
Ravenna IN
r a ve n n a
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Tariffa R.O.C.: Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB - FILIALE DI FORLÌ - Contiene i. p. - Reg. al Tribunale di Forlì il 16/01/2002 n. 1 - E 3,00
Anno IX - N. 4 - settembre 2010
Filippo
Donati L’arte dell’accoglienza
Ravenna WebTV Antenne nella rete Il Candiano Alle “sorgenti” del Canale Karin-Silvia Retzlaff Dipingere sogni e visioni
Dicembre 2011 IN Magazine | 5
Annotare | Brevi IN
Opera e Danza
Alighieri
all’
Filiale romana per la Cassa di Ravenna Roma – Inaugurata a Roma, in piazza Attilio Friggeri 11 nel quartiere Balduina, la nuova filiale di Roma 4 della Cassa di Risparmio di Ravenna Spa. Al taglio del nastro, tenuto lo scorso 8 ottobre, erano presenti anche il cardinale Achille Silvestrini, il presidente del Gruppo Cassa di Risparmio di Ravenna e vice presidente vicario dell’ABI Antonio Patuelli, il direttore generale della Cassa Nicola Sbrizzi e Fabio Cerchiai, presidente dell’Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici. “Il gruppo Cassa – ha sottolineato il presidente Patuelli – non ha inseguito le mode della redditività a tutti i costi a scapito della patrimonializzazione che è, invece, sempre cresciuta ed è assai cospicua. Ha perseguito e rafforzato invece l’autonomia dell’azienda, la solidità patrimoniale, la centralità dei territori, l’attenzione scrupolosa all’economia reale, alle famiglie e alle imprese. La sana e prudente gestione bancaria, l’alto e costante livello delle sensibilità etiche nonché le capacità di iniziativa e di relazione nel mercato sono per la Cassa essenziali per mantenere e sviluppare la produttività e la solidità del Gruppo bancario, costantemente attento ai valori delle comunità locali”. Il Gruppo Cassa di Risparmio di Ravenna opera ad oggi in otto regioni e 19 province.
Ravenna – Dopo l’avvio della stagione di prosa al Teatro Alighieri parte anche la Stagione d’Opera e Danza, che porta con sé la volontà di porre in giusto risalto l’aspetto della regia e degli allestimenti scenici, proponendo alcuni lavori celebri di grandi registi e scenografi quali Ponnelle e Pier Luigi Pizzi, con la storica edizione del “Rinaldo” di Händel. A loro si affianca il regista Marco Gandini con “La bohème”, nel nuovo allestimento co-prodotto dal Teatro Alighieri coi Teatri di Tradizione della Toscana. Il cartellone si apre il 10 dicembre con “L’occasione fa il ladro” di Rossini, presentata nell’allestimento del regista e scenografo Jean-Pierre Ponnelle. Luca de Fusco firma invece la regia
de “L’opera da tre soldi”, con Massimo Ranieri e Lina Sastri. Nel gioiello di Benjamin Britten, “Il piccolo spazzacamino”, in scena anche alcuni artisti di Ravenna, il regista Piero Fenati e lo scenografo Ezio Antonelli. Lo stesso forte impegno emerge anche sul fronte della danza, dove troviamo il Balletto Nazionale della Georgia con “Sukhishvili” che si accosta ad un titolo del balletto classico come “La Bayadère”, nel nuovo allestimento del Balletto del Teatro Nazionale Slovacco di Bratislava. Poi la compagnia newyorkese Parsons Dance e Aterballetto, con l’ultima creazione di Mauro Bigonzetti, “Le Sacre”, per finire con la compagnia Virgilio Sieni. www.teatroalighieri.org
Nuova vita per l’Archivio Ufficiale Carlo Zauli Faenza - Il Museo Carlo Zauli annuncia che l’Archivio Ufficiale Carlo Zauli è di nuovo pienamente operativo, aperto al pubblico ogni primo venerdì del mese dalle 15,30 alle 18,30. L’Archivio è un punto di riferimento per studiosi e collezionisti dell’opera del Maestro faentino e svolge attività di ricerca sulla vita e le opere di Carlo Zauli (nella foto una delle sue opere), al fine di tutelare e promuovere gli esiti della sua intensa attività artistica. Per questo raccoglie ogni informazione relativa al suo operato e si propone come finalità primaria la stesura di un Catalogo Generale, che sarà pubblicato in formato cartaceo e digitale, per documentarne la produzione. L’Archivio avvierà anche collaborazioni con musei e studiosi per organizzare mostre e pubblicazioni con opere dell’artista, fornendo i materiali e la supervisione necessari. (F.Ri.)
IN Magazine | 8
Ph. Marco Brescia
Una Romagna dai vini Doc Faenza – Nuova medaglia per il vino romagnolo. Dall’8 ottobre 2011, infatti, sulla Gazzetta Ufficiale n. 235 è stato pubblicato ufficialmente il Decreto che riconosce la denominazione di origine controllata per i vini “Romagna”. Da ora in poi, quindi, il disciplinare “Romagna” riunirà tutte le attuali denominazioni, con l’obiettivo di salvaguardare e promuovere, sul mercato nazionale e internazionale, i territori dei vini e i loro prodotti. Si parlerà dunque di “Romagna Albana”, “Romagna Sangiovese”, “Romagna Trebbiano”, “Romagna Pagadebit” e “Romagna Cagnina”. Il nuovo disciplinare non ha stravolto le denominazioni ma le ha unificate in un do-
cumento, anteponendo la parola Romagna all’indidazione del vitigno. “Il nome geografico - spiega Giordano Zinzani, presidente del Consorzio Vini di Romagna che ha sede a Faenza - aiuta nell’immediata identificazione di un territorio che ha una spiccata vocazione nell’ospitalità, nella cultura, nell’arte, nel paesaggio, nella qualità della vita e nella qualità della gastronomia. Nel contempo il disciplinare ha anche apportato delle piccole modifiche che si erano rese necessarie al fine di recepire i miglioramenti produttivi e per avvicinarsi sempre più alle richieste dei consumatori”. La nuova denominazione è in vigore già da questa vendemmia 2011. (V.M.)
Mosaico contemporaneo
in
Città
Ph. Massimo Fiorentini
Ravenna - La seconda edizione del Festival Internazionale del Mosaico contemporaneo “RavennaMosaico”, tenuto dall’8 ottobre al 20 novembre, ha confermato come la città sia una vetrina delle migliori produzioni contemporanee. La manifestazione ha coinvolto tutta la città, proponendo nei luoghi più suggestivi del centro storico esposizioni, incontri, convegni, laboratori e visite guidate. Artisti provenienti da tutto il mondo, insieme ai ravennati Marco Bravura e Dusciana Bravura, Elisa Simoni, Felice Nittolo, Rosanna Fattorini, Giuliano Babini, gli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Ravenna e i giovani mosaicisti di CaCo3, sono stati presenti nelle quattro mostre realizzate con l’AIMC - Associazione Internazionale Mosaicisti Contemporanei. Alla Chiesa di San Domenico la mostra “Opere dal Mondo”, agli Antichi Chiostri Francescani le “Installazioni Musive”. Ai Chiostri della Biblioteca Oriani “Architettura e Mosaico”, mentre ai Chiostri della Biblioteca Classense è andato in mostra l’omaggio alla mosaicista Ilana Shafir e ai suoi “mosaici spontanei”. (A.S.)
Ca’ de’
Vén
Consorzio Vini di Romagna
Confesercenti premia
le grandi
Personalità
Ravenna - Quattordicesima edizione per i Premi Confesercenti 2011. Il riconoscimento viene attribuito a personalità della provincia che si sono distinte per la professionalità e l’impegno profuso in vari campi e che, con la loro figura, contribuiscono a far conoscere la realtà sportiva, culturale ed economica della zona di Ravenna. La Presidenza provinciale della Confesercenti ha attribuito i premi, che sono stati consegnati durante la serata svoltasi il 17 novembre al Teatro Alighieri. Premiati il regista Yuri Ancarani, il campione del mondo juniores di tiro a volo Danny Baiesi, l’attore Claudio Casadio, il commentatore televisivo Rai Davide Cassani, la campionessa beach volley Marta Menegatti, il campione del mondo di pattinaggio Andrea Poli e la G.S. Robur CMC, squadra di pallavolo serie A. In collaborazione con il MEI la Confesercenti ha attribuito anche un premio per la promozione della Musica Italiana al cantante Alessandro Ristori, ed ha ospitato il Premio “Donna Ravennate nello Sport”, assegnato alla squadra di calcio femminile Riviera di Romagna. (F.Ri.)
Sapori di Romagna Via Corrado Ricci, 24| Ravenna tel. 0544.30163 | www.cadeven.it | info@cadeven.it
Omaggio a Luigi Einaudi Ravenna – Fino al 26 novembre è in mostra negli antichi chiostri francescani “L’eredità di Luigi Einaudi - La nascita dell’Italia repubblicana e la costituzione dell’Europa”, esposizione già ospitata anche a Roma, nel palazzo del Quirinale. Organizzata dalla Fondazione Luigi Einaudi di Roma in collaborazione con quella di Torino e con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna,l’evento si colloca nell’ambito del 150° dell’Unità d’Italia e nel cinquantenario della morte dello statista.
Il Nobodaddy delle Albe Ravenna – Dal secondo fine settimana di novembre fino a giugno torna in città il Nobodaddy, progetto organizzato dal Teatro delle Albe con la direzione di Marco Martinella come originale cammino per la “costruzione di un mondo”. Appuntamento ormai consolidato fra gli amanti del teatro, l’edizione 2011/12 vede alternarsi in vari spazi della città esibizioni di numerose compagnie teatrali, tra cui Teatro delle Albe, Fanny & Alexander, Accademia degli Artefatti, Punta Corsara, Babilonia Teatri, Balletto Civile, Costanzo/Rustioni e Cada die Teatro. In scena artisti visionari come Roberto Latini e Virgilio Sieni; atteso anche il noto magistrato e autore di “legal thriller” Gianrico Carofiglio, in prima nazionale il 10 febbraio 2012 ne “La manomissione delle parole”, e Giuseppe Battiston assieme a Gianmaria Testa. www.teatrodellealbe.com/ita/ calendarioNobodaddy.php (V.M.)
Riparte il ritmo dello
Zingarò jazz club
Faenza – Allo Zingarò Jazz Club di Faenza una stagione 2011-2012 caratterizzata da tanti appuntamenti didattici e divulgativi, rivolti ai giovani musicisti e al pubblico appassionato di jazz. Uno spettro ampio di proposte che si svolgeranno sia allo Zingarò che alla Scuola di musica “Giuseppe Sarti”, con la quale il club faentino ha instaurato una costante collaborazione. Ricordiamo i principali: dal 19 al 22 gennaio 2012 torna l’appuntamento didattico, ormai tradizionale, con Fabrizio Puglisi: “African Symphony
Dipingere la musica Ravenna - “Il silenzio mentre crei è la tela bianca in cui dipingi la musica”: questo è l’evocativo titolo della nuova eposizione pittorica di Samuele Contarini, giovane artista ravennate che si esprime attraverso un cromatismo in cui i colori si fondono in caratteristici riflessi e colpi di luce. Contarini espone a Ravenna nei locali di Lolli Arte, in via Molino 4 (angolo via S. Mama). La mostra sarà visitabile sino a fine dicembre, dal lunedì al sabato dalle 10 alle 12,30 e dalle 16 alle 19.30 (chiuso giovedì pomeriggio). (V.M.)
I regali di Natale di Rosa Scarlatta Ravenna - Il Natale arriva prima da Rosa Scarlatta, il negozio di fiori, piante e oggettistica in via Giuseppe Bovini 30 a Ravenna. La titolare Cristina Bandini propone ai proprio clienti composizioni e confezioni originali con dettagli che cambiano a seconda delle stagioni e, in occasione del Natale, ha organizzato un evento imperdibile. La Rosa Scarlatta organizza, infatti, una intera giornata dedicata alla festività più bella, con la presentazione del Natale e dei suoi oggetti, prevista per il 26 novembre. Durante la giornata sconto del 10% su tutti i prodotti, e aperitivo serale per i clienti e gli amici.
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for Improvisers” è il titolo del seminario che il pianista dedicherà alla musica africana. A fianco di Puglisi saranno presenti anche Reda Zine e Danilo Mineo e domenica 22, prima del saggio finale, si terrà un breve concerto del Trio Fawda. La serata del 21 marzo sarà invece interamente dedicata alla presentazione del libro “Storia del jazz. Una prospettiva globale” di Stefano Zenni, la prima storia del jazz pubblicata in Italia a quarant’anni da Jazz, il classico di Arrigo Polillo. Altra serata particolare sarà quella di mercoledì 4 aprile con l’incontro sul palco dello Zingarò dei Faxtet, quartetto faentino, con Franco Bergoglio. Bergoglio - saggista e critico - ha realizzato con Magazzino Jazz un’appassionata galleria d’istantanee di questa musica e dei suoi protagonisti. Gli ultimi due appuntamenti si svolgeranno oltre il termine della stagione dei concerti. Dal 26 al 28 aprile, Marco Tamburini terrà un Seminario di Tromba e Musica di Insieme, articolato in tre giorni; il seminario avrà anche due uscite pubbliche rappresentate da due concerti con i partecipanti ai corsi guidati da Tamburini: il primo, giovedì 26 aprile, allo Zingarò e il secondo, sabato 28 aprile, presso la Sala Fellini. Il 23 maggio, infine, Michele Francesconi e Gabriele Zanchini condurranno “Marvelous”, lezione-concerto sul pianista francese Michel Petrucciani. www.myspace.com/zingarojazzclub
“Luneri di smembar”, il tradizionale Calendario Faenza - Il giorno di San Martino, l’11 novembre è tornato il “Luneri di smembar”, celebre calendario con previsioni astronomiche e consigli per gli agricoltori edito a Faenza ininterrottamente dal 1845. Proprio per questa continuità a Cesena è nata l’associazione di promozione sociale “J’Amigh di Smembar”. “Lo scopo - spiega Giuseppe Mariggiò, presidente del sodalizio - è di far conoscere e sostentere il lunario. La zirudela è composta dal poeta Gino ad Grapela, mentre i disegni sono di Vania Bellosi”. La stampa, a cura della Tipografia Faentina, si attesta attorno alle 130mila copie, diffuse da Imola fino ai confini con le Marche. L’attività dell’associazione può essere seguita sul sito www.smembar.it
Il Cavallino Rampante
in omaggio a
Baracca
Lugo - La dodicesima edizione della festa del Cavallino Rampante, a Lugo il 9 ottobre scorso, ha riproposto una pagina di storia che va oltre l’ambito locale. Le piazze antistanti la loggia del Pavaglione, la Rocca e il Monumento a Baracca si sono colorate di rosso e hanno celebrato la figura di Francesco Baracca, che durante la Prima Guerra Mondiale aveva fatto disegnare un Cavallino Rampante sulla carlinga del proprio aereo. Dopo la sua morte il Cavallino Rampante contraddistinse anche i velivoli del 4° Stormo dell’Aeronautica Militare che combatterono durante il secondo conflitto mondiale. Il Cavallino Rampante è noto anche a livello mondiale come simbolo della Scuderia Ferrari, leggermente modificato rispetto all’originale, adottato in seguito all’incontro tra Enzo Ferrari e il conte Enrico Baracca, padre di Francesco, avvenuto nel 1923, anno in cui Ferrari partecipò e vinse il primo Circuito del Savio che si correva a Ravenna. A ricordo di quell’evento e a conclusione della manifestazione, il sindaco Raffaele Cortesi ha annunciato che intende proporre a Luca di Montezemolo di intitolare un nuovo modello di Ferrari, col nome “Baracca Lugo”. (A.S.)
Impronta Etica
per una
Crescita intelligente
Ravenna – Un incontro per promuovere la crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva. Il 30 novembre, dalle ore 9,30 nella sede di Confindustria (via Barbiani 8/10), si tiene un dibattito che prosegue il discorso iniziato a Bologna il 13 settembre scorso in occasione dell’evento per il decennale di “Impronta Etica”, associazione senza scopo di lucro per la promozione e lo sviluppo della responsabilità sociale d’impresa. L’incontro metterà a fuoco i principali aspetti di cambiamento della responsabilità sociale d’impresa negli ultimi dieci anni, illustrando le sfide da cogliere in futuro per concorrere alla costruzione di un paradigma economico orientato allo sviluppo sostenibile, locale ed europeo. Aperto dal presidente della Provincia Claudio Casadio, l’incontro vedrà in veste di relatori Maurizio Chiarini, Giovanni Panebianco, Marisa Parmigiani, Filippo Bocchi, Giancarlo Ciani, Gilberto Coffari, Ivano Minarelli, Giovanni Monti e Carlo Pezzi, con conclusioni affidate a Luca De Biase. www.improntaetica.org
Una enoteca in centro facilmente raggiungibile in auto dove acquistare vini e liquori da gustare a casa. Kavatappi oltre a proporre un’ampia scelta di vini e liquori dall’Italia e dal mondo vi offre una selezione di oggettistica, accessori e confezioni personalizzate.
FAENZA C.so Matteotti, 42/44 - tel. 0546 681770 www.kavatappi.it
Le visioni incantate di
“Runners”, ricerca sull’innovazione Glocale Ravenna - Presentata in anteprima nazionale la ricerca “Runners. L’innovazione glocale nel ravvenate”, realizzata dallo Studio Giaccardi & Associati in accordo con la Camera di Commercio di Ravenna. Il documento è stato illustrato nell’ambito della seconda edizione di “Ravenna Future Lessons”, tenuta dal 20 al 22 ottobre a Ravenna. L’indagine non ha valore statistico in senso stretto ma è frutto di un’analisi rigorosa su oltre 1200 imprese del territorio, di cui ne sono state scelte 37 sulla base di cinque evidenze oggettive: forte attenzione a tecnologia, ambiente, design; reti di collaborazione con clienti e partner; produttività elevata; flessibilità negli orari di lavoro e struttura organizzativa orizzontale; libertà di proporsi, creatività, meritocrazia. Da questo processo di analisi emerge un campione qualitativo di 15 casi di studio che comprende alcune stars dell’economia ravennate. L’indagine ha misurato che cosa significa fare innovazione in azienda, quali prodotti e servizi sono stati inventati, quali processi e responsabilità vengono coinvolte e soprattutto quale ruolo vi hanno avuto i giovani. Tra le innovazioni più rilevanti ci sono quelle di prodotto (39%), seguite da quelle di processo e di prodotto e servizio insieme (27% ciascuno), poche le innovazioni solo di servizio (7%). Il denominatore comune è che innovare paga: il 61% degli intervistati dichiara, grazie all’innovazione introdotta, aumenti di fatturato, più clienti ed espansione nei mercati di riferimento.
Giuseppe Maestri
Ravenna - Una mostra ricorda Giuseppe Maestri, alla Manica Lunga della Biblioteca Classense. L’artista, nato a Sant’Alberto di Ravenna nel 1929, dopo aver lavorato per cinque anni a Vicenza in un’impresa di decoratori e stuccatori, nel 1958 ritorna a Ravenna e insieme a Paolo Mazzotti apre un laboratorio artigiano di cornici e antiquariato affiancato dalla “Galleria la Bottega”, che in breve tempo diviene un importante ritrovo artistico e culturale frequentato da pittori, poeti, scrittori e appassionati d’arte. Maestri studia le tecniche dell’incisione fino a diventare un torcoliere abile, professionale e ricercato.
Intraprende una personale ricerca artistica in cui rivela sensibilità, forza creativa e un particolare amore per Ravenna, soggetto interpretato e trasfigurato in visoni meravigliose, incantate e fiabesche. Muore a Ravenna nel 2009. La mostra, “Giuseppe Maestri, Ravenna senza tempo”, presenta un’ampia selezione della sua opera grafica con circa 350 fogli, a partire dalla metà degli anni Sessanta fino al 2008. È aperta fino al 23 dicembre, da martedì a venerdì dalle ore 14,30 alle 18,30; sabato dalle 9,30 alle 17,30 (8 dicembre dalle 14,30 alle 17,30); lunedì e rimanenti festivi chiuso. L’ingresso è libero. (A.S.)
Il Socjale tra Rock
eJazz
Il paese delle meraviglie di Denicolò Reggio Emilia - “23 sedie che Alice vide cadendo”: è il titolo della mostra dell’artista faentino Mirco Denicolò, inaugurata a Reggio Emilia lo scorso 13 novembre e ispirata al celebre racconto di Lewis Carroll. Le opere su tela e ceramica sono esposte in diverse sedi, in cui si raccontano le microstorie di Alice germinate dal racconto originale. Un modo di impossessarsi della letteratura per poi usarla come pretesto espressivo: il luogo dell’esposizione è la Serra dell’Atelier Almanacco di Anna Baldi, in via dell’Erba 2/F, un’antica serra in cui viene messa in scena una delle visioni di Alice durante la caduta. Sospese alla parete due tele su cui sono dipinte 23 sedie, a terra una fila di tavolini diseguali di cui vengono sfruttati i piani ed i cassetti per contenere le “storie” in ceramica. L’allestimento si può vedere al completo solo spiando attraverso le finestre dal giardino, mentre le singole immagini potranno essere viste e toccate da vicino. L’originale esposizione è aperta fino al 3 dicembre, martedì e mercoledì dalle 9 alle 13, venerdì e sabato dalle 9 alle 13 e dalle 15,30 alle 19,30. www.mircodenicolo.it
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Piangipane - Dopo la rassegna cinematografica di ottobre e novembre al via gli appuntamenti musicali del Teatro Socjale di Piangipane, inaugurati il 4 novembre da Vittorio Bonetti Band, che si è unito alle celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia proponendo le più belle canzoni italiane dell’ultimo secolo e mezzo. Il Socjale ha accolto poi due ospiti d’eccezione come Arisa e Nathalie, mentre per il 25 novembre è attesa sul palco “The NP Big Band”, per rivivere il mito della grande Orchestra.
Il 2 dicembre è invece in programma un appuntamento dedicato a chi ama il rock con “Io e i Gomma Gommas” (nella foto), per poi passare alle atmosfere più intime di Harold Mabern, pianista dell’Olimpo del jazz, che con il suo quartetto e con Piero Odorici come ospite speciale, si esibità il 9 dicembre. Il 16 dicembre arrivano invece gli “iTalian dIre sTraits”, con un omaggio ai mitici Dire Straits. Per i concerti porte aperte alle ore 21, con inizio spettacoli alle ore 22. www.teatrosocjale.it (A.D.L.)
Il sale spicca
tra i
Beni Culturali
Cervia - L’Istituto alberghiero e il Museo del Sale di Cervia (MUSA) sono stati premiati dalla Regione Emilia-Romagna sul progetto “Io Amo i Beni Culturali: concorso di idee per la valorizzazione dei beni culturali”, ideato dall’IBC regionale. Il concorso richiedeva l’ideazione di un prodotto per valorizzare un museo o un bene culturale, realizzato da una scuola e da un museo in partenariato. MUSA, insieme all’istituto alberghiero cervese, il 27 ottobre scorso ha presentato il progetto dal titolo “Il sale: dalla tradizione alla innovazione”, che è stato inserito nell’elenco dei primi 5 progetti approvati e sostenuti con un piccolo finanziamento, classificandosi secondo tra 85 progetti partecipanti. Il percorso scolastico proposto mira alla produzione di un ricettario che raccolga piatti legati alla tradizione ma anche rielaborati sulla base delle attuali tendenze, per valorizzare e promuovere le tradizioni locali. (F.Ri.)
Cinquetracce per Ravenna
2019
Ravenna - Una tappa verso la Candidatura a Ravenna Capitale è “Cinquetracce dialoghi per la candidatura”, programma che prevede cinque incontri in luoghi diversi della città compresi tra il 3 novembre e il 3 dicembre sui cinque macrotemi, coordinati da Alberto Cassani. L’avvio di ogni incontro è affidato ad un intellettuale: lo scrittore anglo-pakistano Hanif Kureishi per “Di soglia in soglia”, l’etnologo Marc Augè per la “La danza dei contrari”, lo studioso del Mediterraneo Predrag Matvejevic per “Verso il mare aperto”, l’economista Irene Tinagli per “Immaginare l’immaginario” e l’architetto Stefano Boeri per “Trasformo, dunque siamo”. Agli incontri prendono parte artisti, operatori culturali, personalità istituzionali, impegnati nell’illustrare le diverse sfaccettature dei macrotemi. Tra questi il regista Marco Martinelli e i filosofi Rocco Ronchi e Alessandro Aresu; Carlo Lucarelli e gli street artists Blu ed Ericailcane. Previsti anche gli interventi del Presidente dell’Autorità Portuale, Giuseppe Parrello e della Presidente della Fondazione RavennAntica, Elsa Signorino. Ogni incontro è arricchito dalla presenza di un ospite europeo, per fornire indicazioni e stimoli preziosi per il percorso di candidatura. (A.D.L.)
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In mostra il restauro del Battistero Neoniano
Incontri d’arte al Museo delle Ceramiche
Faenza - Il Museo Internazionale delle Ceramiche ha avviato nel mese di ottobre un ciclo di otto incontri, legati alla nuova sezione permanente del MIC dedicata all’Estremo Oriente. Protagonisti degli incontri sono stati la sezione precolombiana del MIC, la tomba Melandri di Lucio Fontana a Faenza, la scultura ceramica contemporanea, la grande pittura europea e la ceramica di Castelli. Gli ultimi incontri, ospitati nella sala del MIC, sono previsti per dicembre, il 6 con “Il percorso del sacro: capolavori e opere inedite di una sezione permanente del MIC” a cura di Carmen Ravanelli Guidotti e il 16 con “La Collezione Goethe di maioliche”, presentata da Johanna Lessmann. (F.Ri.)
Turismo in crescita, grazie ai tedeschi Ravenna - Dati incoraggianti per la stagione turistica estiva 2011 ravennate, che ha registrato 150mila presenze in più rispetto al 2010. Prosegue il trend di crescita già registrato a partire dalla primavera, con numeri positivi sia su base mensile sia sul periodo gennaio-agosto. “Nonostante le difficoltà di fatturato per le imprese turistiche - ha commentato il presidente della Provincia, Claudio Casadio - il nostro turismo tiene; i dati ci dicono che bisogna puntare sul settore, sempre più trainante per tutto il sistema economico provinciale”. Determinate il dato straniero, con un’impennata del 10% grazie soprattutto alla netta ripresa del tradizionale turismo tedesco, che torna in forze sulle coste ravennati. Segnali incoraggianti, seppur con numeri assoluti più contenuti, arrivano anche dai principali macro-mercati extraeuropei con Asia, in particolare Cina e India, Africa e Nord America. Tra i comuni della zona è proprio quello della città di Ravenna che, nel 2011, ha incrementato più di tutti le presenze, con un totale di 2.472.810 visite. (F.Ri.)
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Ravenna - Una mostra aiuta a ripercorrere le affascinanti vicende di restauro del Battistero degli Ortodossi di Ravenna. È quanto si può ammirare nell’esposizione del Museo Nazionale dedicata al Battistero Neoniano, così chiamato per gli interventi di rinnovamento promossi dal vescovo Nenone (450 - 475 circa), esemplare unico nel panorama tardo antico. Le molteplici trasformazioni subite nel corso del tempo ne hanno alterato le proporzioni ma un complesso intervento di restauro tra la fine dell’Ottocento e gli anni Trenta del Novecento ha saputo far fronte allo stato di abbandono. In mostra cartoni pittorici di brani musivi, disegni e acquerelli inediti, taccuini e materiali provenienti dal cantiere di restauro degli anni Trenta, ricostruito come fondale scenografico. All’iniziativa si associa il volume “Il Battistero Neoniano. Uno sguardo attraverso il restauro” (Longo Editore) a cura di Cetty Muscolino, Antonella Ranaldi e Claudia Tedeschi, che dà conto dei recenti studi e approfondimenti sul Battistero. La mostra rimane aperta fino al 24 giugno 2012, dal martedì alla domenica dalle ore 8,30 alle 19,30. (A.S.)
Qualità a grandi sconti per
Cashmere Global Store Longastrino - La Cashmere Global Store premia i suoi clienti con sconti fino al 75 per cento. La nota azienda di Longastrino, produttrice di cashmere, disegna la storia del cashmere grazie ai rarissimi telai che creano capi di maglieria raffinata e dall’indiscusso gusto italiano, offrendo un prodotto di prima qualità e di massimo livello, garantito dall’esperienza e dagli oltre cinquant’anni di produzione della Cashmere Global Store. Filati dalle preziose mani delle vere maglieriste, i prodotti diventano capi di alta classe evidenziando quella cura dei particolari, difficile da trovare nella produzione industrializzata. Affermata come sosta obbligatoria per tutti gli shopping tour più importanti, oggi premia la fedeltà dei clienti e apre la vendita diretta al pubblico con sconti fino al 75 per cento, nei punti vendita di Montaletto in via Dell’industria 5 Montaletto di Cervia e di Longastrino, in via Molinetto 40/B.
Un anno tra
musica e
Filosofia
Ravenna - Torna anche quest’anno l’Agenda Filosofica di Edizioni IN Magazine a cura di Rocco Ronchi che, per il suo quarto anno, sceglie di parlare del Mondo dei Filosofi, l’orizzonte ultimo di ogni cosa. L’affascinante tematica del “Mondo” viene sviluppata attraverso 52 estratti dai massimi pensatori dell’Occidente, selezionati e commentati da Ronchi per ogni settimana dell’anno. Novità editoriale per il 2012 creata da Edizioni IN Magazine è invece l’Agenda Musicale, a cura di Martina Pini. Si tratta di un diario che concilia la funzione di agenda con una selezione settimanale di aneddoti, storie, curiosità e ricorrenze legate ai grandi della musica rock e pop internazionale, accompagnati da preziosi “consigli per l’ascolto”. Le agende sono acquistabili nelle migliori librerie e on-line, sul sito www.inmagazine.it
Le Vie del Mosaico
ei
Premi di CNA
Ravenna - Presentata l’11 novembre la mappa “Le Vie del Mosaico”, realizzata dalla CNA comunale di Ravenna con la collaborazione del Centro Internazionale del Mosaico del MAR e della Fondazione RavennAntica. È il contributo che CNA ha voluto dare al II Festival Internazionale del Mosaico, realizzando uno strumento innovativo che raccoglie tutte le testimonianze del mosaico antico, moderno e delle botteghe artigiane. Alla mappa è associata anche un’applicazione i-phone gratuita, che conterrà i percorsi e le descrizioni dettagliate delle botteghe artigiane. Nel corso della presentazione sono stati premiati dall’assessore comunale Ouidad Bakkali e dal presidente di CNA Artistico e Tradizionale Marcello Monte i vincitori del concorso per la progettazione di due opere musive di arredo urbano per decorare la facciata del Palazzo del Cinema e della sede della CNA di Viale Cilla. Si tratta di Luca Barberini per il progetto sulla facciata del Palazzo del Cinema in Largo Firenze dal titolo “Mille” e di Filippo Farneti per la scultura a mosaico nella nuova sede della CNA di viale Cilla dal titolo “Le Mani e il Tempo”. (F.Ri.)
Donne soldato
Piadina D’Oro di Romagna
Ravenna - Nell’ambito della rassegna GiovinBacco in Festa, il 4 novembre scorso si è svolta la terza edizione del Trofeo della Piadina d’oro di Romagna, organizzata da Cna e Confartigianato in collaborazione con la Camera di Commercio di Ravenna. Al Pala De Andrè 19 produttori artigianali, provenienti da tutta la provincia, si sono messi in gioco, presentando le loro piadine stese esclusivamente a matterello giudicate cotte e a freddo. La giuria era composta da Roy Berardi (Romagna Terra del Sangiovese), Paola Morigi (Direttore Camera di Commercio Ravenna), Elsa Mazzolini (Direttore “Madia Travel Food”), Roberta Bezzi (Il Resto del Carlino) e Paola Cimatti (Radio Studio Delta). Ha vinto il titolo di miglior piadina della Romagna 2011 “Piadina Contarini Daniela” di Tantlon di Cervia. Secondo posto per ”La Piadina del Canalino” di Manuela Ostuni di Milano Marittima di Cervia, e medaglia di bronzo per ”La Piadina di Monica Sartini” di Cervia. (F.Ri.)
In Israele i mosaici del Mar
negli scatti di
Roma - Il fotoreporter ravennate Giampiero Corelli, inviato in Afghanistan per conto del Ministero della Difesa, ha esplorato con la sua macchina fotografica la vita delle “donne soldato”, giovani militari che hanno fatto la coraggiosa scelta di entrare nell’esercito. Il risultato è raccolto nel libro “Il vento negli occhi”, pubblicato da “Informazioni della Difesa” e presentato a fine ottobre a Palazzo Barberini di Roma, alla presenza del sindaco Alemanno e di altre autorità istituzionali. “Avevo fatto la mia richiesta al Ministero della Difesa - racconta Corelli - perché volevo vedere da vicino la realtà delle donne che hanno deciso di dedicarsi ad un lavoro nuovo e diverso. Ho portato con me, a Roma, i lavori fatti precedentemente e la risposta è stata subito affermativa. Sono stato chiamato durante l’estate e inviato in Afghanistan, dove avrei
Corelli
potuto incontrare le donne-soldato in missione di pace. È stato un lavoro faticoso, anche a causa del difficile impatto con un paese così diverso, con una temperatura media di 50 gradi...”. Il risultato della sua spedizione è questo libro, che abbina alle immagini le interviste fatte dalla giornalista Adriana Pannitteri. (A.D.L.)
Quarant’anni di Guidarello
Ravenna - “È la prima volta che i mosaici originali di una raccolta pubblica come quella del Mar, non copie e non traduzioni, vengono richiesti a livello internazionale ed esposti in Israele, nella mostra Codice Mosaico”. Con grande soddisfazione l’evento è stato commentato da Uber Dondini, presidente del Mar, Claudio Spadoni, direttore del Mar, Ouidad Bakkali, assessore alla Cultura del Comune di Ravenna e Linda Kniffitz, curatrice del CIDM, Centro internazionale documentazione mosaico. Le opere selezionate ed esposte nella città di Natanya sono Della Memoria di Marco De Luca, Movimento n.14 di CaCO3, Folla di Luca Barberini, Lens di Arianna Gallo, Fruscio di Takako Hirai, Blu oltremare di Lino Linossi e Windstill di Almuth Schöps. Oltre le sette opere scelte dalla curatrice della mostra Esti Drori è stato commissionato un mosaico a Francesca Fabbri (Akomena), autrice del mosaico per la tomba di Nureyev, a Parigi. Il titolo è“Abbraccio Mediterraneo”, un drappo che mostra tutti i colori del mare, richiamando l’iconografia bizantina. (A.D.L.)
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Ravenna - Il Premio Guidarello per il Giornalismo d’Autore compie 40 anni e li festeggia con un libro che raccoglie tutti gli articoli vincitori della Sezione Romagna. L’iniziativa, promossa da Confindustria, vuole essere un contributo alla candidatura di Ravenna a Capitale europea della cultura 2019. La cerimonia di premiazione si è svolta il 13 novembre scorso nel teatro Alighieri di Ravenna, con la conduzione di Bruno Vespa e Margherita Ghinassi. Il Guidarello ad honorem è stato assegnato al magistrato Luigi Giampaolino,
Ph. Giampiero Corelli
mentre per il Giornalismo Nazionale i premiati sono Mario Pirani, Roberto Giardina e Maurizio Molinari; per la sezione radio/televisione, la conduttrice Simona Ventura (nella foto). Per il Giornalismo Romagna premiati Armando Torno, Antonio Castronuovo e M. Valeria Miniati, mentre il Premio Guidarello Turismo è stato assegnato a Fulco Pratesi e ad Edoardo Raspelli. Infine Il Guidarello alla Memoria è andato ad Andrea Zanzotto. Sul palco anche la classe vincitrice della V edizione del Guidarello Giovani. (F.Ri.)
Casa e bottega,
iniziativa di
Confesercenti
Ravenna - Nuova campagna di promozione del commercio nei paesi organizzata dalla Confesercenti di Ravenna. L’iniziativa, giunta alla sesta edizione, intende valorizzare i negozi, bar, ristoranti e mercati, elementi centrali del tessuto economico, sociale e civile dei piccoli centri. L’obiettivo è quello di favorire una maggior attitudine alla spesa nelle attività vicine a casa. Gli esercizi interessati dall’iniziativa nei diversi paesi e nelle frazioni sono oltre 700. Alla campagna partecipano e contribuiscono la Camera di Commercio di Ravenna, la Banca di Credito Cooperativo Ravennate ed Imolese, la concessionaria Auto Più di Ravenna Argenta e Molinella. Alla campagna di comunicazione - il cui slogan recita “Casa e bottega, per le mie spese meglio il paese” si accompagna quest’anno anche un concorso a premi rivolto ai clienti delle attività (valido fino al 31 gennaio 2012), con in palio un IPhone 4S. Basta inviare alla Confesercenti una foto e un’idea per il paese, che una giuria qualificata selezionerà: il regolamento completo su www.confesercentiravenna.it (V.M.)
Faenza C’entro, Shopping ed Eventi Faenza - Entra nel vivo Faenza C’entro, associazione che rappresenta oltre 90 operatori impegnati nella promozione delle attività economiche del centro storico. Sorta per iniziativa dei commercianti, Faenza C’entro ha affidato il coordinamento tecnico ad Integra Solutions. Tra le iniziative messe in cantiere c’è quella dei Venerdì Open, con l’apertura straordinaria di alcuni esercizi legati all’associazione nella fascia oraria dalle 12,30 alle 15,30 fino al 16 dicembre. I negozi offriranno speciali convenzioni con bar e ristoranti: chi sceglierà un negozio Faenza C’entro durante la pausa pranzo riceverà una cartolina che gli permetterà, quello stesso venerdì o nelle settimane seguenti, di usufruire di un menù promozionale. Altro appuntamento è con Faenza Retrò, ciclo di aperture domenicali straordinarie per i negozi del circuito dal 30 ottobre in poi (nella foto alcuni protagonisti della prima giornata retrò). (V.M.)
Essere Dante | Ivano Marescotti
Il sommo poeta e la
Commedia Dante Alighieri alias Ivano Marescotti Virgilio alias Antonio Graziani Foto Massimo Fiorentini
L’immortale Alighieri torna ad incontrare Virgilio nel suo peregrinare attraverso il tempo e lo spazio. Dialogo semiserio con Ivano Marescotti nei panni di Dante, un po’ fiorentino, un po’ ravennate e un po’ di Villanova di Bagnacavallo.
Virgilio - Pronto! Pronto! Parlo con Dante Alighieri? Dante - Sono Dante Alighieri. Ma lei chi è? V - Sono Virgilio. D - Virgilio!!! Non posso crederci! Sono più di settecento anni che non ci vediamo e non ci sentiamo. Dove sei stato e cos’hai fatto in tutto questo tempo? V - Mi sono riposato per le fatiche che mi hai fatto sopportare nel farti da guida nel viaggio attraverso l’Inferno e il Purgatorio. D - Ma t’ci un bel svarnaza. V - Come parli ora, tu che sei considerato il padre della lingua italiana, il Sommo Poeta dello stil nuovo. D - Mi esprimo in dialetto, a ciachèr in rumagnol, e svarnaza in italiano vorrebbe dire fannullone, sfaticato. Sono diventato un romagnolo vero o meglio un ravennate puro.
Ma, e mi Virgiglio, è meglio che ti spieghi la mia storia, dalla nascita a Firenze, tra
il 22 maggio ed il 13 giugno 1265 (non mi hanno saputo dire la data esatta), alla morte a Ravenna il 14 settembre 1321 e da quella data fino ad ora. V - Non capisco. Sei morto o sei vivo? D - L’uno e l’altro. I miei resti umani riposano nella mia tomba di Ravenna, ma io continuo a calcare i palchi di teatri, arene e sale a rappresentare i miei spettacoli, a frequentare set cinematografici a girare film, a indossare le cuffie e a pormi davanti a un microfono per registrare cd e dvd di carattere culturale. Perché adesso faccio l’attore e giro per la Romagna, per l’Italia, e posso dire per buona parte del mondo. Non ti vedo in faccia ma ho l’impressione che tutto questo ti meravigli. Allora è meglio che ti dia una spiegazione. V - Prima di tutto mi devi dire che tomba monumentale ti hanno costruito come autore della Comedìa, divenuta celebre come
Divina Commedia ed universalmente considerata la più grande opera scritta in italiano e uno dei più grandi capolavori della letteratura mondiale. D - Mo sta bón, u m scàpa da rìdar… Mi scappa da ridere. Una tomba monumentale… Può sembrare tale appena ti affacci alla strada che conduce al sepolcro, ma più ti avvicini ti rendi conto che di monumentale ha ben poco, sovrastato dalla Basilica di San Francesco che si erge alle sue spalle e dai Chiostri francescani che si allungano alla sua destra. Ha inoltre una forma che assomiglia a un macinino del pepe, tanto che i ravennati l’hanno battezzato “pivirola”, pepaiola appunto. V - Perché sei fuggito da Firenze e ti sei rifugiato a Ravenna, dove hai composto il tuo poema? D - Sarebbe troppo lungo raccontarti il mio impegno politico e le mie disavventure a
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A fianco, Ivano Marescotti circondato da giovani fans. Nella pagina precedente, il busto di Dante un tempo collocato nei chiostri Francescani, oggi conservato nella biblioteca del Centro Dantesco. In apertura, un assorto Marescotti legge i Canti della Divina Commedia di fronte alla tomba di Dante.
Firenze. Ti dico soltanto che nel 1302 fui colpito da chi reggeva allora Firenze dalla condanna al rogo e alla distruzione delle case. Fui raggiunto dal provvedimento di esilio a Roma e da allora non ho rivisto mai più la mia città natale. Durante l’esilio fui ospite di diverse corti e famiglie della Romagna. Dopo alcuni colpi di mano, tutti falliti, per tentare di rientrare a Firenze, terminai le mie peregrinazioni a Ravenna, dove trovai asilo presso la corte di Guido Novello da Polenta, signore della città. V - Esiste ancora la famiglia dei Da Polenta? D - A quanto ne so io, no. Ma sento conti-
tue ossa?
tua storia.
D - Non ne hanno mai voluto sapere. Han-
D - Chiusi la mia vita terrena nella città
no sempre respinto ogni pretesa. E rispondono anche in modo abbastanza colorito: “An l’avì avlù da viv, an ve dasè gnanc da mort”. V - Traduci, Dante! D - Non l’avete voluto da vivo, non ve lo diamo neppure da morto. V - Se ricordo bene il nostro viaggio ebbe inizio nel 1300, ma non ricordo quanto possa essere durato. Per me la misura del tempo ha perso molti contorni, dopo oltre sette secoli. Io ti ho accompagnato sia nell’Inferno sia nel Purgatorio. Nel Paradiso ho lasciato la guida a Beatrice e a San Bernardo. A proposito hai più visto
dei mosaici di ritorno da un’ambasceria a Venezia, dopo aver contratto la malaria passando dalle paludose Valli di Comacchio. Mi officiarono i funerali, in pompa magna, nella chiesa di San Francesco a
Sei morto o sei vivo? “L’uno e l’altro...” nuamente parlare di una band che porta il nome “Da Polenta”, pur non avendo niente in comune con la famiglia nobiliare, e che canta e suona da quaranta anni nei dancing e nelle sale da ballo. V - Dimmi, Dante, che cos’è una band e cosa sono i danging? D - Come faccio a spiegare queste cose a
una persona vissuta sette secoli fa? Ci provo. Hai presente le feste danzanti che organizzavano le famiglie gentilizie? Quelle di questo secolo del duemila sono tutt’altra
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1865, condotti in occasione del VI centenario della mia nascita, e deposte nell’attuale tempietto neoclassico progettato dall’architetto ravennate Camillo Morigia. V - I ravennati come si sono comportati di
cosa e la musica è completamente diversa. Non si balla più tenendosi per mano, ma ognuno va per conto suo, l’uomo da una parte della sala e la donna da un’altra, quando a fare coppia non sono due dello stesso sesso. V - È meglio che continui a raccontarmi la
Ravenna, nella quale, sotto un portico laterale, venne posto il primo sarcofago del mio corpo. Ma i fiorentini cominciarono subito a reclamare la mia salma per riportarla a Firenze. Per sottrarre i miei resti a un possibile trafugamento i Francescani tolsero le ossa dal sepolcro, nascondendole dietro a una porta murata nel convento. Per secoli le mie ossa caddero nell’oblio e nessuno si ricordava più dov’erano finite. Furono rinvenute casualmente da un muratore durante i lavori di restauro del
fronte alle insistenti richieste di avere le
Beatrice, per la quale avevi preso una cotta impressionante? D - No. Non l’ho più vista, ma non l’ho mai dimenticata. Ma dimmi, Virgilio, come si fa a scordarsi di una donna così seducente e celestiale? Poi mi sono sposato con una greca di nome Ifigenia, dalla quale ho avuto una figlia, che abbiamo chiamato Iliade.
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Come vedi il mio spirito da intellettuale è ricorso alla Grecia, culla della classicità, per prendere moglie con un nome antico e per chiamare mia figlia con il titolo del poema di Omero. V - Hai detto che ti sei dedicato al teatro e al cinema e che sei impegnatissimo, ma cosa c’entra Dante con l’arte teatrale e cinematografica? Pensavo che la tua musa avesse
continuato nell’ispirazione poetica. Dante, mi hai deluso! D - Tu dici bene, ma bisogna pur tirare avanti e la poesia non dà da campare. Pensa che dei libri di un grande poeta contemporaneo come Raffaello Baldini, che non so se tu conosci, si vendono in tutta Italia sì e no 3-4 mila copie… V - E la Divina Commedia l’hai dimenticata? Le emozioni che hai provato attraversando i cerchi dell’Inferno, le cornici del Purgatorio e i cieli del Paradiso sono fuggiti dalla tua mente e dalla tua vita? E la “selva oscura”? D - Il personaggio Dante e il suo poema fanno parte della mia vita. Mi hanno perfino fatto passare, in uno spettacolo che prende le mosse dalla Divina Commedia, per “Dante pataca”. V - Questa non l’avevo ancora sentita. Chi è un pataca? D - Non è facile da spiegare perché “pataca”
vuole dire tante cose. È pataca, secondo la tonalità con la quale si pronuncia, il minchione, lo sciocco, lo stupido, ma è “pataca” anche chi fa il bellimbusto, l’elegantone, il dandy, il cicisbeo, chi si dà delle arie. Nello spettacolo teatrale “Dante pataca”, l’interprete che impersona Dante entra in scena con pantaloni e maglietta stracciati, tirandosi appresso, legato a una corda, un grosso ciocco d’albero, ha in mano un bastone e sulle spalle un drappo bianco e dice: mo indó sòia ande a finì? (ma dove sono andato a finire?). Evidentemente in una “selva oscura”. Io, protagonista di un Dante di Villanova di Bagnacavallo, fuggo non si sa perché, inseguito dagli abitanti della cittadina e, naturalmente, mi perdo. Chi viene in mio aiuto, se non tu “Virgiglio”, che parli un linguaggio strano: l’italiano di
Tempo da gustare, spazio da vivere: quando si entra da Ramiro, si apre una dimensione unica, un’atmosfera speciale. Grazie all’accoglienza impeccabile e all’alta qualità del servizio, Ramiro è infatti il luogo ideale, aperto tutto l’anno, per assaporare un momento di relax, un attimo di respiro, una vera pausa caffè, ogni giorno.
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settecento anni fa, appunto. “É scòrr còma un lìvar stampé” (parla come un libro stampato), dico io perplesso. Evidentemente la paura cominciava a prendermi e “virgiglio us farmè e é tachè a dì (Virgilio si fermò e cominciò a dire): insòma s’a n’um sbèli a ì’ho capì che t’é paùra e t vù turnear ’indrì” (insomma se non mi sbaglio ho capito che hai paura e vuoi tornare indietro), aggiungendo: “ma tu perché ritorni a tanta noia?” òs-cia ach nòia! Um tarméva al ciap dé cul da la paura! (Ostia che noia! Mi tremavano le chiappe del culo per la paura). V - Quando parli in dialetto non si capisce proprio niente! D - Perché si capisce qualcosa quando tu parli nel tuo italiano? V - Dimmi Dante, come hai fatto a passare dalla poesia alla prosa e al cinema? D - Saper leggere le poesie e in particolare i versi di Dante, che sono poi io, mi ha aperto la strada dei palcoscenici e dei set. Quella che mi ha dato maggiore soddisfazione è stata la registrazione della Divina Commedia in DVD realizzata dalla casa editrice Zanichelli. Non è vero che le persone, soprattutto i giovani, non leggono più. Utilizzano strumenti diversi come le tavolette elettroniche. “Con questo in mente è nato il progetto di questa ‘Divina Commedia’,
ha detto il curatore Riccardo Buscagli della Società Dantesca di Firenze, Non è una novità che il capolavoro di Dante venga recitato da un attore. Il nostro progetto è un ‘esperimento sonoro’ sul testo della Divina Commedia”. Io sono il primo attore che ha registrato l’intero testo della commedia nella storia, nell’ambito di un piano complesso, sviluppato con l’editore italiano Zanichelli. Il poema è stato registrato in dodici dvd, raccolti in un cofanetto. “Marescotti - aggiunge Buscagli - porta alla sua performance la profondità, la complessità, la conoscenza, che deriva dalla sua padronanza dell’universo completo della poesia di Dante”. E dit cl’è poac (e dici che è poco)! V - Ma quante cose hai fatto, mio caro Dante, sono onorato di essere stato il tuo maestro nel viaggio all’Inferno e nel Purgatorio. Ma adesso vedo che te la cavi splendidamente per conto tuo. Comunque, se avessi bisogno, sono sempre qua. Non ti posso dare il numero di telefono per chiamarmi perché non lo so neanche io. Mi rifarò vivo, si fa per dire, quando avrò l’occasione. Potrebbero passare anche altri secoli. Per me il tempo non ha limiti. Ciao. As disl acsè par salutes (si dice così per salutarci)? Dante, mi hai convertito alla lingua romagnola! IN
Ivano Marescotti Ravenna IN Magazine n.6 - dic/gen 2005-06
La carriera di Ivano Marescotti Dopo il teatro con i più importanti registi come Carlo Cecchi, Leo De Berardinis, Sergio Fantoni, Mario Martone, Thierry Salmon e altri, Ivano Marescotti si applica al cinema partecipando a oltre 80 film con i più prestigiosi registi come Silvio Soldini, Carlo Mazzacurati, Pupi Avati, Roberto Benigni, fino agli ultimi successi nei film con Checco Zalone: Cado dalle Nubi e Che Bella Giornata di Gennaro Nunziante. È protagonista nell’ultimo cinepanettone Vacanze di Natale a Cortina di Neri Parenti con De Sica e la Ferilli, in uscita a Natale. Approda al cinema internazionale lavorando con Antony Minghella, Klaus Maria Brandauer, John Irvin, Antoine Fuqua in King Arthur, Ridley Scott in Hannibal. Negli ultimi anni si dedica anche alle fiction televisive, tra le quali Raccontami e I liceali. Non ha mai lasciato il teatro, replicando con successo da quasi 20 anni il suo recital, appoggiandosi al suo poeta vate: Raffaello Baldini. Sempre di Raffaello Baldini mette in scena “Zitti Tutti”, “Carta Canta”, “Furastìr” diretti da Marco Martinelli e Giorgio Gallione fino a scrivere, produrre e dirigere i suoi spettacoli come “Dante, un patàca” ispirato alla Divina Commedia; “Bagnacavàl”, una contaminazione tra il dialetto romagnolo e l’Orlando Furioso di Ariosto; “Il Silenzio Anatomico” su testo di Baldini; “Babe-lè”, spettacolo internazionale coprodotto con la Comunità Europea. Una decina di anni fa il Comune di Conselice gli affida in gestione la programmazione del Teatro Comunale. Riceve, tra gli altri, il prestigioso premio Nastro d’Argento per il cortometraggio “Assicurazione sulla vita” di Cariboni-Modigliani. È medaglia d’oro della Società dantesca di Firenze per lectura dantis 2007. È appena uscito, presso l’editore Zanichelli, il cofanetto con l’interpretazione registrata in alta fedeltà, in edizione integrale, della Divina Commedia di Dante Alighieri di cui è uscito anche la versione mp3 per le scuole.
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Etica | Ersilio Tonini
Il valore morale dell’
Amicizia
testo Antonio Graziani - foto Massimo Fiorentini
Una città solidale e aperta, in cui si respira la voglia di stare bene con gli altri. Così descrive Ravenna il cardinale Ersilio Tonini, 97 anni, che nel suo lungo cammino ha lasciato segni tangibili in città.
interiore. Il mio mondo è quello in cui c’è il senso della fraternità, il senso che tu sei partecipe dell’altro. Qui c’è un’intesa, c’è un rispetto vicendevole totale”.
Nonostante le origini emiliane, è ricono-
pronti a parlare con tutti. Questa è una cosa molto bella. A volte potrebbe sembrare che le manifestazioni siano troppo intense, ma meglio così”.
sciuto un ravennate a tutti gli effetti.
I romagnoli sono dei gaudenti?
Lei ha un’ammirazione completa della no-
“A Ravenna mi sono trovato subito veramente bene. È diventata immediatamente casa mia. Il motivo non lo so spiegare. Probabilmente il Papa l’aveva in mente che io venissi qua perché avrei trovato un ambiente di mio pieno gradimento”.
“Non direi. Per loro vale lo star bene senza esaltarlo”.
stra città.
Il Cardinale Ersilio Tonini è nato a Centovera di San Giorgio Piacentino il 20 luglio 1914. Ha pertanto 97 anni.
Ravenna era una città anticlericale. Lei come l’ha trovata?
La gente di qui le ha voluto bene senza in-
“Io di anticlaricalesimo non ne ho trovato alcun segno. Almeno da quando sono qua”.
dugio e ha continuato a considerarla uno
Ravenna possiede un grande tesoro: l’O-
dei suoi. Qual è il suo giudizio sulla città?
pera Santa Teresa, che accoglie disabili e
“Non vorrei dire uno sproposito, Ravenna non è ancora pienamente consapevole delle fortune che le sono capitate e delle possibilità che porta dentro. Io me ne sono accorto fin dai primi anni del mio ingresso come vescovo. Ho trovato, dovunque, una consapevolezza e un senso di festa nella popolazione. La città si presentava come luogo dove non ci si ritrova come stranieri, ma come persone che hanno vissuto qui da sempre. Anche quelli che non sono nativi del posto, poco dopo il loro arrivo, si riconoscono romagnoli, cioè partecipi di questa terra”.
grandi ammalati.
Cos’hanno di peculiare i romagnoli e, in particolare i ravennati?
“Hanno una gran voglia di amicizia. Sono
“Questa è un’opera singolarissima. Son pochi mesi che ci ha lasciato il vecchio direttore, don Matteo Solaroli. Non posso non ricordare la bontà d’animo profonda che emanava nel rapporto con gli ospiti della casa e con chi ha avuto la fortuna di incontrarlo”. Lei scelse l’ospizio di Santa Teresa fin dalla sua venuta a Ravenna come abitazione. E tale è ininterrottamente.
“Quando sono arrivato tutti mi chiesero dove intendevo vivere. Risposi decisamente che non sarei mai andato nel palazzone dell’arcivescovado, perché non poteva essere la mia casa. Io sono figlio di contadini, e lo dico con forte commozione
“La mia città è Piacenza. Sono nato nel paesello di Centovera di San Giorgio Piacentino. Non li rinnego, però so che qui mi ci trovo veramente bene. Qui respiro l’aria mia. Adesso che non ho più la responsabilità della diocesi passo le mie ore in questa cappella, dove leggo, prego e medito, in silenzio e nel raccoglimento. Non oserei dire che Ravenna è un’isola felice, in una situazione nazionale travagliata come è quella attuale, ma non ho trovato ostilità acute tra i cittadini”. Quante persone vengono a farle visita, a chiederle consigli di ogni genere?
“Sono in molti, anche da lontano, dalla mia Piacenza amici che vogliono sapere come sto, dalle città dove sono stato, da Macerata, che è stata la mia prima sede vescovile”. Anche Papa Giovanni Paolo II rimase affascinato di Ravenna.
“Mi voleva un gran bene. Ho avuto una fortuna enorme quando mi incaricò di predicargli, per una settimana, gli esercizi spirituali, con quattro meditazioni al
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Ersilio Tonini Il Cardinale Ersilio Tonini, 97 anni, è nato a Centovera di San Giorgio Piacentino il 20 luglio 1914. Il 18 aprile 1937 viene ordinato sacerdote per la diocesi di Piacenza. È prima vice-rettore del seminario, poi insegnante e assistente spirituale dei gruppi FUCI e dei Laureati cattolici, poi direttore del settimanale diocesano “Il nuovo giornale”. Dal 1953 al 1968 è parroco di San Vitale a Salsomaggiore Terme. Il 28 aprile 1969 è nominato da papa Paolo VI vescovo di Macerata e Tolentino. In tale veste attua una coraggiosa riforma agraria cedendo ai contadini i terreni della diocesi. Il 22 novembre 1975 è nominato arcivescovo di Ravenna e vescovo di Cervia. Nel 1978 è chiamato a presiedere il consiglio di amministrazione della NEI, società editrice del quotidiano cattolico Avvenire. Nel 1987 aderisce alla campagna umanitaria per i brasiliani nativi del Roraima “Uma vaca para o Indio” e si reca personalmente in Amazzonia a consegnare le offerte ricevute, tra le quali i dieci milioni ricevuti dal Papa. A Ravenna Mons. Tonini lancia importanti iniziative: il 28 settembre 1978 riapre il Seminario Ravennate. Nel 1984 inaugura il Centro Ravennate di Solidarietà, luogo di accoglienza per tossicodipendenti, che fa parte della Federazione delle Comunità Terapeutiche del Ce.I.S. di don Picchi. Nel 1985 rivitalizza e sviluppa il settimanale diocesano “Risveglio 2000” e crea l’emittente diocesana “Ravegnana Radio”. Nel maggio 1986, in qualità di Metropolita, accoglie in Romagna la visita pastorale di Giovanni Paolo II. Raggiunti i limiti di età, il Papa accoglie le sue dimissioni da arcivescovo il 27 ottobre 1990 e lo nomina amministratore apostolico della diocesi ravennate. Il 15 dicembre dell’anno successivo diventa arcivescovo emerito consegnando il pastorale al suo successore, Luigi Amaducci. Nel 1991 è tra i protagonisti della trasmissione televisiva giornalistica “I dieci comandamenti all’italiana”, di Enzo Biagi. È la prima di una lunga serie di apparizioni che ne faranno un personaggio televisivo e un commentatore molto apprezzato e ricercato. Nel concistoro del 26 novembre 1994 Giovanni Paolo II lo crea cardinale del titolo del Santissimo Redentore a Val Melaina.
giorno. Ricorsi al mio medico chiedendo una giustificazione per rinunciare alla richiesta vaticana. Non me la sento proprio, gli dissi. Temo di non farcela. Ma il medico mi rispose: ‘Se lei aspetta che io la liberi da questo peso, sbaglia di grosso. Gliel’hanno dato, deve tenerselo’. Andai a predicare gli esercizi al Papa e andò anche bene”. Parliamo di un avvenimento recente. Il sindaco di Ravenna, Fabrizio Matteucci, si è convertito alla fede cattolica sollevando
Posso chiederle quanto ha dato a Ravenna?
“So di averle voluto un gran bene. Che non ho avuto urti con nessuno. Che sono intervenuto là dove c’era bisogno, che ho sempre dato e continuerò a dare fin che avrò vita. Perché i ravennati sono una popolazione schietta”. IN
una certa sorpresa nella cittadinanza. Qual è il suo giudizio?
“Guardi che io l’ho saputo per caso. Quando poi ci penso mi viene in mente l’incontro che abbiamo fatto insieme con i ragazzi delle scuole elementari e delle scuole medie. Credo che quello sia stato, per lui, il momento più salutare, più profondo. Trovarsi con i ragazzi che ti fanno domande, anche le più semplici, deve averlo toccato profondamente”. Quanto ha contribuito lei in questa decisione del sindaco?
“C’è chi dice che è merito mio, ma posso rispondere che non ho fatto alcun intervento diretto. Può darsi indirettamente, ma chi lavora nelle coscienze è un altro”. Non si è mai pentito di essere rimasto a Ravenna?
“Non ho rimpianti. Da quando sono ar-
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rivato non ho mai immaginato di stare lontano da questa città. Qui c’è un’ampiezza d’animo e una solidarietà piena, che respiri senza accorgertene”.
Cardianle Ersilio Tonini Ravenna IN Magazine n.2 - febbraio/marzo 2002
RAVENNA - MARINA DI RAVENNA - RUSSI - FAENZA - BAGNACAVALLO - MEZZANO - LUGO - CESENA - RIMINI - ARGENTA www.sabbioni.it
Politica | Vasco Errani
Solide radici per
Crescere insieme
testo Claudia Graziani - foto Andrea Samaritani
Ravenna? Non ho mai pensato di vivere altrove. È il mio punto di riferimento per interpretare il nuovo. Parola di Vasco Errani, presidente della Regione Emilia-Romagna.
È una città proiettata verso il futuro la Ravenna di Vasco Errani, presidente della Regione Emilia-Romagna, che vi abita con la famiglia. Un luogo nel quale riconoscersi e al quale ispirarsi. “ Non ho mai pensato di vivere in nessun altro posto se non nella mia città. È un elemento d’identità per me, anche se gli impegni mi tengono spesso lontano. Rappresenta le mie radici e questo si riflette sul mio lavoro. Nel momento in cui si è impegnati a costruire progetti, lavorare sull’innovazione e sul cambiamento è sempre importante sapere da dove si viene. Questo per me è Ravenna con la sua storia, la sua esperienza, la sua gente, la sua comunità, la sua cultura, la sua socialità, i suoi valori”. Elementi questi che rappresentano un supporto importante sul quale far crescere i progetti che la città sta preparando, in particolare come candidata a Capitale europea della cultura del 2019. Un fermento che il presidente Errani coglie non solo in ambito culturale. “Questi anni, che sono certamente com-
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plessi e difficili per la crisi economica e per tutti i processi che sono in atto di cambiamento e di globalizzazione, mi sembra che Ravenna si stia proiettando verso alcuni aspetti innovativi importanti. Primo fra tutti la crescita di alcune esperienze di nuova economia. Penso al tema delle energie rinnovabili, alla progettualità del porto e alla possibilità di ricollocare, nella nuova dimensione globale dei traffici e della logistica, le grandi potenzialità dell’area della cantieristica navale. Penso al lavoro partecipativo e strategico in relazione alla candidatura di Ravenna Capitale europea della cultura, dove si cerca giustamente di realizzare un ponte tra la straordinaria qualità culturale, l’innovazione e il cambiamento. Adottando, inoltre, un metodo fondamentale: il coinvolgimento della comunità ideando nuove forme partecipative, prima di tutto per le nuove generazioni. Io credo che questo sia uno
degli elementi importanti su cui lavorare nei prossimi anni. E da questo punto di vista Ravenna si
colloca ai livelli alti del processo di innovazione dentro al sistema regionale e dentro alle potenzialità che questa terra, nel suo complesso, può avere investendo su queste strategie. Per questo considero la candidatura a Capitale europea della cultura una fondamentale opportunità che permetterà a Ravenna di realizzare progetti di idee e strutturali che lasceranno il segno e arricchiranno il patrimonio della città”. Gli ultimi dieci anni hanno rappresentato un periodo molto intenso per Errani, sia come presidente dell’Emilia-Romagna che come presidente della Conferenza dei presidenti delle Regioni, soprattutto negli ultimi mesi con la difficile situazione italiana ed internazionale. “È inutile dire che sono stati anni molto impegnativi, ma sempre con una bussola. Anche da questo punto di vista le radici sono importanti. Cioè cercare di interpretare il nuovo, l’indispensabile cambiamento senza disperdere quelli che sono i riferimenti: la solidarietà, l’equità, la giustizia sociale.
Ph. SGPR Fotografico
Devo dire che, nonostante la pressione e le difficoltà che hanno messo in tensione questi riferimenti, comunque Ravenna è
guardare con maggiore consapevolezza al domani.
una città nella quale la qualità della vita,
in particolare ai giovani?
la qualità del vivere rimane un elemento
“Il futuro è nelle nostre mani, nella capacità di promuovere cambiamento per rimotivare quei riferimenti di cui parlavo prima. Io credo che dobbiamo avere fiducia e speranza. Uno degli aspetti più negativi, che il senso comune avverte, è che ci sono state in questi anni forze potenti in Italia, come in Europa, che hanno scommesso sulla paura, che hanno scommesso sulla chiusura. Invece noi dobbiamo avere il coraggio di guardare con fiducia il futuro, ma per farlo bisogna affrontare prima di tutto il problema delle giovani generazioni che oggi hanno davanti una realtà troppo incerta, troppo precaria. È su questo che bisogna lavorare”. IN
molto importante.
Non di rado mi capita di incontrare persone che quando vengono a Ravenna questo elemento lo percepiscono. Insieme a capolavori come San Vitale avvertono l’attenzione verso la comunità. È su questo che dobbiamo lavorare perché rappresenta il nostro capitale primario, da rivitalizzare permanentemente e valorizzare sempre. La priorità è far vivere questi principi nell’esperienza delle nuove generazioni, nella possibilità di affrontare i temi del lavoro, della cultura, della qualità civica con al centro i giovani. È il nostro compito primario”. Radici e trasformazione: punti fermi per
Cosa crede ci attenda in futuro, pensando
Vasco Errani Vasco Errani è nato a Massa Lombarda (Ravenna) nel 1955. Frequenta le scuole a Lugo, e dopo la maturità scientifica s’iscrive alla Facoltà di Lettere e Filosofia. Sposato con Simonetta, ha una figlia, Chiara. Tra le sue passioni extra lavorative spiccano il cinema e la letteratura. Da studente comincia ad impegnarsi in politica e nel 1983 diventa consigliere comunale a Ravenna per il Pci, lo rimarrà fino al 6 giugno 1995. Dal 1992 al ’93 ricopre inoltre l’incarico di assessore alle Attività economiche, mentre dalla seconda metà del 1993 al ‘95 svolge il ruolo di dirigente presso la Presidenza della Giunta regionale dell’Emilia-Romagna. Eletto in Consiglio regionale nel 1995 (nella circoscrizione di Ravenna con 6.873 preferenze), assume l’incarico di consigliere alla Presidenza, ruolo che mantiene fino al giugno 1996. Nel 1997 è nominato assessore regionale al Turismo, nel ‘99 viene eletto dal Consiglio regionale Presidente della Giunta, conservando la delega al Turismo, incarichi mantenuti fino al termine della legislatura. Il 16 aprile 2000, in seguito alle prime elezioni dirette, viene eletto Presidente della Regione, sostenuto da un’ampia coalizione di centro-sinistra. Riconfermato alla guida della Regione nel 2005, viene rieletto anche nel 2010. Dopo esserne stato vicepresidente dal 2000, nel 2005 è stato nominato Presidente della Conferenza dei Presidenti delle Regioni, carica confermata nel maggio 2010.
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Sopra, a sinistra, Vasco Errani in Quirinale saluta il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. A destra, il Presidente della Regione in compagnia di Rita Levi Montalcini.
Vasco Errani Ravenna IN Magazine n.6 - dic/gen 2006-07
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Economia | Antonio Patuelli
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Ravenna capitale della
California d’Italy testo Roberta Brunazzi
Una storia illustre e tanta voglia di fare. Per Antonio Patuelli, economista e storico, su queste basi può ripartire la crescita.
Ravenna ieri, oggi, domani. Una città in evoluzione in un contesto di profondi cambiamenti, che un economista e storico come Antonio Patuelli può aiutarci a meglio comprendere. “Ravenna deve essere fortemente consapevole della sua storia illustrissima e problematica che non produce rendite di posizione ma stimoli orgogliosi ed ambiziosi per raggiungere obiettivi importanti, lontani dallo spirito di rassegnazione. Ravenna ha una centralità geografica ed economica che la pone in un ruolo strategico, in questa speciale ‘California’ che è la Romagna degli anni Duemila”. La Romagna come la California: in cosa le due realtà sono simili e in cosa differiscono?
“La California americana è fornita di tutto, dalle attività tradizionali a quelle più innovative, sempre alla ricerca della qualità prim’ancora che della quantità. La Romagna ha un turismo costiero che
va valorizzato di continuo, con lungimiranza, e che rappresenta uno dei principali comprensori produttivi d’Italia. Poi vi è l’entroterra romagnolo che inizia dal porto di Ravenna ed arriva a comprendere l’Appennino: in quest’ampia fascia convivono le più diverse attività produttive e culturali in una complementarità quasi miracolosa, ricca di problematiche ma ancor più di potenzialità di ulteriore sviluppo civile, economico e sociale”. Come giudica complessivamente la situazione economica ravennate di oggi?
“In termini differenziati: la parte più ravennate della nostra ‘California’ romagnola ha superato i postumi della indimenticabile crisi del gruppo Ferruzzi e si è avviata verso più forme di sviluppo. Ciascuna ha sue problematiche e potenzialità distinte, non vi è rassegnazione, ma una prevalente voglia di lavorare. E questo è l’elemento fondamentale”.
Dal suo punto di vista di storico ed economista, come vede cambiata la città in questi primi dieci anni del secolo?
“Mi sembra più consapevole della necessità e dell’utilità di valorizzare tutte le potenzialità corrette di uno sviluppo sostenibile e senza contraddizioni, per una sempre più diffusa crescita, insieme economica, civile, culturale e sociale”. Su quali potenzialità ancora inespresse può contare la città di Ravenna?
“Vi sono ampi margini per ulteriori sviluppi. Innanzitutto nel porto, nelle infrastrutture e nei servizi”. Quale ruolo devono avere, secondo lei, le banche in rapporto allo sviluppo delle città?
“Le banche sono tutte diverse e in concorrenza fra di loro, come lo sono le imprese degli altri settori produttivi. Noi, Cassa di Risparmio di Ravenna Spa, siamo consapevoli del circuito virtuoso che realizziamo giorno per giorno lavorando per
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Antonio Patuelli Economista, editorialista e studioso di storia, Antonio Patuelli è il Presidente del Gruppo Cassa di Risparmio di Ravenna. Nato a Bologna nel 1951, è stato eletto per due legislature della Camera dei Deputati dove è stato componente, fra l’altro, della Commissione Tesoro e Bilancio, del Comitato per la Riforma delle Casse di Risparmio, della Commissione Agricoltura, della Commissione Bicamerale per le Riforme Istituzionali (di cui ha presieduto il Comitato per le Garanzie Costituzionali) e della Giunta per il Regolamento. Ha concluso la propria attività politica con l’espletamento dell’incarico di Sottosegretario di Stato alla Difesa nel Governo Ciampi. Ricopre incarichi di consigliere in vari enti ed associazioni legati al mondo economico e bancario tra cui anche il CNEL (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro), per il quale ha ricoperto il ruolo di presidente del Collegio dei Revisori nella scorsa legislatura, ed è stato riconfermato nell’attuale, la nona, con mandato fino al 2015.
la clientela locale e per azionisti molto legati al territorio, a cominciare dalla benemerita Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, che riversa i suoi interventi sociali soprattutto su Ravenna stessa”. Come la cultura può continuare ad incidere nello sviluppo del territorio?
“La cultura è fondamentale comunque, è una pre-condizione per tutto, e lo è ancor di più per una città d’arte che può raggiungere obiettivi ancor più ambiziosi e prestigiosi. Ravenna, infatti, può crescere molto, per esempio nel settore del turismo congressuale che è complementare a quello estivo. Ma gli esempi possono essere diversi e tutti costruttivi”. Ci parli, infine, della “sua” Ravenna. Qual’è l’angolo, il monumento o lo scorcio che preferisce, il suo ricordo più bello legato
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alla città, il progetto più importante che vorrebbe veder realizzato...
“Fin da quando ero alunno del Mordani sono convinto che via Galla Placidia sia, in ogni ora del giorno e della notte, il luogo più affascinante di una città dai molti e diversi fascini, come la zona Dantesca, l’area ‘Ariana’, quella del Duomo, la Classense... Ognuno ha la sua area di cui è innamorato, perché Ravenna prende con forte ed indimenticabile innamoramento, che cresce man mano si hanno consapevolezze storiche e culturali e ricordi personali. Tantissimi sono i miei ricordi belli, troppi per enumerarli esaurientemente. Sogno invece una città sempre più vivibile a cominciare dal centro storico, che rappresenta la plurimillenaria ed irripetibile Ravenna”. IN
Antonio Patuelli Ravenna IN Magazine n.3 - aprile/maggio 2002
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Cultura | Walter Della Monica
La voce della
Poesia
testo Anna De Lutiis - foto Massimo Fiorentini
Dal Trebbo Poetico alle letture dantesche con Vittorio Sermonti, dagli scambi internazionali al Premio Guidarello. Una fitta serie d’iniziative culturali aperte a tutti, che hanno in Walter della Monica l’instancabile motore.
Definire il personaggio Walter Della Monica è un compito alquanto difficile perché sono davvero tanti gli eventi, i progetti, le iniziative a cui ha dato vita. Certamente è un grandissimo divulgatore di cultura grazie alla sua passione e alla notevole capacità organizzativa: una mente razionale alimentata dall’amore per la poesia, la letteratura, il giornalismo. La sua avventura è iniziata più di cinquanta anni fa quando la scoperta che la poesia piaceva anche alla gente comune portò alla nascita del Trebbo Poetico. Insieme all’attore Toni Comello portò la poesia nelle città italiane e fuori dell’Italia. A partire dal 1956 fu un sus-
seguirsi di successi: poesie lette in piazza, nei teatri, alla presenza degli stessi autori, i grandi poeti del ‘900, da Quasimodo a Pasolini, da Cardarelli a Ungaretti, a Montale. Dopo cinque anni di giramondo da ‘menestrelli della poesia’ l’esperienza si interruppe per tornare alla ribalta recentemente ad Albissola, per nascere a Tredozio e in altri luoghi. Ma l’avventura continua con gli incontri del venerdì a Casa Melandri che quest’anno raggiungono il trentottesimo appuntamento, anni che hanno visto passare i più noti e importanti scrittori italiani, i giornalisti famosi, i valenti docenti universitari. Ma la passione per la poesia non si è mai spenta ed è tornata con un
importante Progetto dedicato a Dante: la
sono molte. Quale le ha dato maggiore sod-
proposta della lettura integrale della Di-
disfazione?
vina Commedia e, in seguito, la ricerca, in
“La lettura integrale della Divina Commedia a cura di Vittorio Sermonti, che con grande garbo e perizia ‘raccontò e lesse’ tutta la Commedia dal ‘95 al ‘97, con calendario primaverile e autunnale, per cento serate. Al termine fummo invitati a Castelgandolfo per leggere, davanti a Papa Giovanni Paolo II, l’ultimo Canto del Paradiso. Una grande emozione. È stato un lavoro unico e grandioso”.
tutto il mondo, delle traduzioni dell’Opera del Sommo Poeta. Da non dimenticare il notevole contributo al Premio Guidarello per il Giornalismo d’autore e, last but not least, gli appuntamenti estivi per ricordare i grandi poeti del ‘900. Una personalità schiva, lontana da qualsiasi forma di chiassoso e prepotente presenzialismo, le cui iniziative hanno avuto e continuano ad avere successo e notorietà non solo a Ravenna ma anche in Italia e all’estero. Abbiamo chiesto a Walter Della Monica: Come si è ritrovato a condurre tante iniziative culturali che certamente non erano comprese nel suo lavoro?
“Devo tutto al Trebbo Poetico. Nato per caso, come conseguenza di letture e recitazioni fatte fra amici nelle sere d’estate trascorse in campeggio, ebbe un tale successo che l’allora sindaco di Cervia ci chiese di programmare incontri con il pubblico. Fu l’inizio di molti anni di grande successo, in Italia e all’estero, che videro la presenza, agli incontri, degli stessi autori delle poesie che venivano lette da Toni Comello e commentate da me: Quasimodo, Ungaretti, Montale, Pasolini, Cardarelli...”. Le attività condotte e organizzate da lei
Dante non è mai stato abbandonato. Oggi continua ad esplorare il successo della Divina Commedia nel Mondo...
“Con ‘La Divina Commedia nel Mondo’ abbiamo già raggiunto 43 traduzioni sparse in tutti i continenti. La curiosità mi ha sostenuto in un non facile lavoro di ricerca non solo in Europa ma anche nei vari continenti. Le più sorprendenti sono state quelle provenienti dai paesi africani, asiatici e dall’America. In settembre abbiamo portato a Ravenna le traduzioni in latino (1400) insieme a quella norvegese e catalana, ma sto già pensando al prossimo anno e le indagini si dirigono verso l’America del sud, il neo-brasiliano, la lingua dell’Estonia, ma è un discorso tutto da fare”. Possiamo dire che c’è un programma per ogni stagione?
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“Non proprio, però anche gli appuntamenti con ‘Un poeta da ricordare’, che hanno luogo in agosto, hanno riscosso grande successo: il salone del Park Hotel di Marina di Ravenna ha sempre accolto un folto pubblico di locali e turisti, segno che la poesia è ancora in grado di attirare l’attenzione del pubblico, anche di quello meno colto. Nello stesso tempo non lasciamo ‘morire’ le voci poetiche più belle del ‘900”. Stiamo dimenticando l’impresa che la tiene impegnata tutto l’anno, gli incontri organizzati dal Centro Relazioni Culturali?
“Proprio no. Mi diverte poter dire che il calendario degli incontri settimanali in ottobre è già completo fino a giugno. Ogni venerdì accoglieremo, come sempre, scrittori, saggisti, docenti universitari, giornalisti famosi che presenteranno i loro libri, senza trascurare gli scrittori locali ai quali riserviamo alcuni martedì”. L’incontro con la traduttrice persiana Farideh Mahdavi Damghani ha dato importanti risultati, non trova?
“Farideh aveva precedentemente tradotto tutta la Divina Commedia ma ha continuato con antologie che riassumono i maggiori esponenti della nostra poesia, dal Duecento ad oggi. Il suo lavoro è stato decisivo nel far giungere a Teheran anche la nostra poesia del ‘900 e, ultima fatica, le poesie del Leopardi. Ho scoperto quanta considerazione c’è in Persia, oggi Iran, per la poesia in genere e per quella italiana, che Farideh ha portato all’attenzione dei giovani. Sono stato ospite in quel paese, insieme ai rappresentanti istituzionali di Ravenna, e ho toccato con mano l’ammirazione che c’è per la nostra cultura”. C’è qualche amarezza o insoddisfazione, se passa in rassegna tutti questi anni di impegno e di successi?
“Pensavo al Premio Guidarello per il giornalismo d’autore, dove è Presidente della giuria Bruno Vespa. Sono convinto che una rotazione, un turn over, con alla presidenza altri validi giornalisti, che sono già in giuria, apporterebbe senza dubbio un’atmosfera più stimolante. Vedremo come procederà in seguito”. IN
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Vittorio Sermonti, divino lettore Walter della Monica Ravenna IN Magazine n.4 - agosto/settembre 2005
L’avventura ravennate di Sermonti, scrittore, critico letterario e grande studioso della Divina Commedia, è iniziata grazie a Walter Della Monica, che l’aveva ascoltato negli interventi radiofonici. Colpito dall’intensità dell’interpretazione e dalla profondità del suo commento, preparò un progetto che prevedeva la lettura integrale della Divina Commedia. Il progetto si realizzò in tre anni, dal 1995 al 1997, con letture fatte in due periodi, primavera e autunno. Nella splendida basilica di San Francesco un pubblico numeroso ebbe così l’opportunità di ascoltare, canto dopo canto, tutta la Commedia nel luogo più idoneo che si potesse cercare, proprio accanto alla tomba di Dante e nella Chiesa dove avevano avuto luogo i funerali del Poeta. Al termine del ciclo Sermonti e Della Monica furono invitati a Castelgandolfo per leggere, davanti a Papa Giovanni Paolo II, l’ultimo Canto del Paradiso. E per Sermonti arrivò anche, inevitabile, la cittadinanza onoraria conferita dalla città di Ravenna.
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Musica | Paolo Olmi
La grande orchestra del
Mondo
testo Paolo Olmi
Dieci anni di intensa attività concertistica, con partenza e ritorno nella Basilica di San Francesco. Paolo Olmi racconta il suo entusiasmante viaggio nella musica, tra giovani di talento e nuovi teatri d’Opera sorti nei paesi emergenti.
Questi dieci anni di musica per me hanno un inizio e una fine nella Basilica di San Francesco, nel cuore della zona Dantesca e a pochi passi da casa mia. Nella notte tra il 26 e il 27 gennaio 2001, infatti, fu in questa chiesa semplice, piena di strumentisti e coristi, che abbiamo celebrato il centenario della morte di Giuseppe Verdi insieme ai musicisti della BBC di Londra e in collegamento radiofonico
con tantissime nazioni. Volevamo essere i primi e, infatti, il nostro Concerto, che voleva accomunare l’opera e la figura di due grandi della nostra storia tanto simili tra loro come Verdi e Dante, cominciò a mezzanotte e un minuto, battendo tutti sul tempo. Il prossimo 11 dicembre sarà ancora a San
Francesco che dirigerò il Concerto di Natale Ravenna-Betlemme, una serata musicale
con la quale abbiamo cercato di ridare vita ai percorsi che uniscono due città così importanti per la storia della civiltà e delle religioni. In questo decennio il lavoro mi ha allontanato dall’Italia molto di più che negli anni precedenti e questa distanza, che tante volte è stata difficile da accettare, mi ha dato modo, forse, di osservare i cambiamenti della società con più distacco e oggettività. Mi sembra che nel nostro Paese e nella nostra Regione stia crescendo la produttività dei Conservatori e delle Scuole di Musica e vedo che un numero sempre crescente di studenti si appassiona al suonare in orchestra.
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Paolo Olmi Nato a Terni ma sempre vissuto a Ravenna, si è dedicato allo studio della direzione d’orchestra con Franco Ferrara e Massimo Pradella. Giovanissimo ha iniziato a dirigere in Italia e all’estero e da allora la sua carriera è stata sempre in crescendo. Grande conoscitore di opere fin da bambino grazie alla passione di famiglia, dedito con passione alla musica sacra che ama molto dirigere nelle chiese, si è dedicato subito oltre che alla musica sinfonica alla direzione di opere liriche e il suo repertorio è oggi vastissimo. Dal 2001 tiene ogni anno una master class presso la Guildhall School of Musica and Drama di Londra. Per il Governo Italiano ha diretto nel 2003 la tournee in Cina dell’Orchestra del Teatro La Fenice, il primo concerto di un’orchestra Italiana a Cuba e il concerto offerto alle truppe italiane in Kosovo. Numerose le registrazioni televisive di suoi concerti per la Rai, il Concerto per i vent’anni di Pontificato di Giovanni Paolo Secondo, nel 1998, é stato trasmesso in Mondovisione ed è risultato il Concerto più popolare nella storia della Rai. Nel 1993 è stato nominato Direttore Principale dell’Orchestra di Roma della Rai e nel settembre 2006 è stato nominato direttore musicale dell’Opera National de Nancy.
Certo le Scuole che in Italia formano i musicisti professionisti sono troppe e di qualità intermittente, ma bisogna riconoscere che a livello nazionale, e anche a Ravenna, stanno emergendo, come mai era successo in passato, giovani professori d’orchestra già maturi e consapevoli, più generosi nel lavorare insieme e meno interessati all’individualismo delle generazioni precedenti. Posso dire che una delle scoperte di questo decennio è stata per me la soddisfazione di insegnare e di lavorare con i giovani.
Quando ho cominciato a dirigere ero troppo concentrato sulle difficoltà della mia carriera e del mio mestiere per essere interessato a trasmettere le mie esperienze a quelli più giovani di me; poi nel 2002 una circostanza fortuita mi ha portato a lavorare con i giovani della “Guildhall School for Music and Drama” di Londra dove, da quell’anno, torno regolarmente a tenere Masterclass che spesso vengono replicate nelle Città della Romagna e a Ravenna, ma soprattutto al Carisport di Cesena.
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Per un direttore d’orchestra è una grande soddisfazione vedere come le proprie idee musicali possano “passare” facilmente e con rapidità nella mente e nelle mani dei giovani e, soprattutto per noi italiani, è entusiasmante insegnare ai giovani la nostra cultura del melodramma, tanto legata alla
nostra lingua e al nostro modo di esprimerci. La possibilità di trasmettere la nostra cultura musicale attraverso la musica
Nel 2006 la tournèe europea dell’Orchestra del Conservatorio di Shangai ha toccato anche Bologna, Ravenna e la Romagna e hanno destato molta meraviglia la determinazione, la preparazione e la disinvoltura di questi giovanissimi musicisti il cui Conservatorio è un grattacielo di 38 piani! Quelli che vengono da famiglie povere sono completamente mantenuti agli studi dallo Stato e, oltre agli strumenti
Il futuro della musica? è dei Ventenni e il melodramma è aumentata fortemente negli ultimi anni con i grandi cambiamenti avvenuti in Asia e particolarmente in Cina dove, a partire dal 1998 - anno in cui fui invitato a inaugurare il teatro di Shangai - sono stati aperti moltissimi teatri d’Opera e dove ultimamente persino il centenario dell’indipendenza di Taiwan è stato celebrato con un’esecuzione della Aida di Verdi.
musicali e gli spartiti, ricevono anche cibo, scarpe e vestiti. Più interessati allo shopping di Milano Marittima che alla storia delle nostre basiliche, i cinesi saranno i nostri concorrenti più agguerriti nei prossimi anni e credo che nelle prossime stagioni musicali europee e anche ravennati sarà sempre maggiore la loro presenza. Ma anche nazioni che rinascono dalle tra-
gedie della Storia, quali il Vietnam e la Cambogia, hanno aperto recentemente molti teatri e questo fiorire di iniziative musicali in Asia bilancia, nel mercato della musica, la triste ma prevedibile decadenza di molti teatri europei (e soprattutto italiani), danneggiati dai tagli recenti ma anche da decenni di sperperi e di clientelismo. Gli anni che ci attendono saranno difficili anche per il mondo della cultura e della musica ma, se vogliamo che Ravenna continui a crescere come ha fatto in questi ultimi decenni, il calo delle risorse può essere bilanciato da maggiore fantasia, da più apertura al nuovo e da più integrazione con le realtà produttive a noi vicine.
Penso prima di tutto che l’ultima generazione di musicisti ravennati, quella dei ventenni, debba essere inserita subito nel sistema musicale della città. Sono giovani entusiasti, preparati, abituati da Internet a una grande facilità di contatti, molto meno provinciali di quelli della mia generazione e non devono aspettare decenni prima di potersi esprimere con le loro iniziative! Penso anche a nuovi progetti musicali che si accompagnino alla recente crescita del traffico di passeggeri nel nostro porto, a cicli
regolari di concerti per valorizzare le nostre basiliche da marzo a ottobre e, in generale, a tutte quelle azioni utili a dimostrare che la musica e la cultura non sono un peso ma, anzi, possono diventare uno strumento di crescita per l’economia. In questi dieci anni l’energia e l’entusiasmo per il mio lavoro non sono diminuiti, e per ottenere questi risultati non mancherà il mio impegno. IN Paolo Olmi Ravenna IN Magazine n.1 - febbraio/marzo 2005
primi della Dalle ceneri di un antico pub, uno dei Romagna, nel novembre del 2009 è sorto opolita, Insolito Ristorante. Un locale nato cosm del palato, eri aperto alla sperimentazione dei piac attento all’arte e alla cultura.
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Spettacolo | Giuseppe Giacobazzi
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Una risata ci
Salverà
testo Roberta Brunazzi - foto Massimo Fiorentini
Dai palcoscenici di Romagna alla ribalta di Zelig, fino al film di Natale. Dieci anni a tutto gas per Giuseppe Giacobazzi, poveta vinificatore e sburone per vocazione.
Giuseppe Giacobazzi, “poveta vinificatore di Romagna”, come si definisce lui, vanta i natali in quel di Alfonsine, provincia di Ravenna. Cresciuto a Lugo e trasferitosi a Bologna, dei romagnoli racconta le imprese paradossali nei suoi irresistibili sketch. Una fonte d’ispirazione inesauribile, tratta da personaggi incontrati sul serio lungo il corso della sua ormai ventennale carriera, dai tempi delle radio private in poi. Da allora sono cambiate tante cose: da comico part-time è passato al tempo pieno (“Ma non mi lamento per la fatica, è un tipo di lavoro da privilegiato...”) con il suo nome ormai inscritto stabilmente sui palcoscenici nazionali, sul piccolo e grande schermo. Tanto da essere inserito anche nel cast al cine-panettone natalizio, che per un comico italiano è quasi come un Oscar alla carriera. “Vacanze di Natale a Cortina” di Neri Parenti e dei Vanzina, nuovo episodio della saga cinematografica che ruota attorno a Christian De Sica e Sabrina Ferilli, in uscita nelle sale il prossimo 16 dicembre. Assieme a loro c’è anche Giabobazzi, con Ivano Marescotti e Ricky Memphis, Dario Bandiera, Katia e Valeria di Zelig. “Nel film faccio la parte di un pataca... Io e mia moglie, interpretata da Katia, siamo una coppia di edicolanti. Al gioco dei pacchi vinciamo 250mila euro e cominciamo a fare gli sburoni: assieme ai cognati (Ricky Memphis e Valeria) andiamo in vacanza a Cortina per conoscere i vip. Ovviamente non ne incontriamo neanche uno, e ci ca-
pitano solo sfighe...”. Un ruolo fantozziano per un Giacobazzi che col set ci sta prendendo gusto: “Fare cinema è divertente ed è più facile che fare uno spettacolo da solo. Oddio, poi sarà la gente a dire se il risultato è all’altezza... Comunque per me è una bella esperienza. Qualche anno fa mi fecero fare la parte dell’assassino di Don Matteo e pensavo fosse finita lì col cinema. Invece poi ho girato un film con Vincenzo Salemme, “Baciato dalla fortuna”, uscito lo scorso 30 settembre, e a febbraio arriverà un altro film con me, l’opera prima del giovane regista Gianluca Ansanelli, che s’intitola “L’ultima spiaggia”. L’abbiamo girato a Napoli, io sono in un episodio con Sergio Sgrilli, Giovanni Cacioppo e Alessandro di Carlo. Ci siamo divertiti moltissimo”. Tra un ciak e l’altro il poveta di Romagna torna anche a calcare il palcoscenico, con la ripresa della tourneè e, da gennaio, di nuovo in onda con Zelig. “Insomma, non vi libererete di me almeno per un po’...”. Tante cose sono cambiate per Giacobazzi in questo ultimo decennio: “Dal 2001 al 2011
per me è cambiato tutto, ed è stato bello veder consolidato l’affetto della gente. Il primo spettacolo da solo risale dal 2003, è del 2005 l’approdo a Zelig. E da allora è stato tutto un crescendo. Io sono uno dei rari casi in cui non vale il detto nemo propheta in patria. Altri 10-15 anni così mi bastano, poi voglio anche riposarmi. Magari a Marina Romea, dove ho comprato casa”.
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A fianco, un Giacobazzi on the beach per l’evento andato in scena a Marina Romea nel luglio scorso.
Giuseppe Giacobazzi Ravenna IN Magazine n.1 - febbraio 2009
Nonostante risieda a Bologna, il suo legame con la Romagna non si è mai interrotto. “Amo questi posti in modo viscerale...”. Su questi luoghi ha costruito sketch che sono entrati ormai nell’immaginario comune. “Quelli sul 118 e sulle rotonde di Ravenna sono stati i primi grandi successi, con apprezzamento mondiale. Poi - racconta divertito - ho anche conosciuto il geometra del Comune che disegna le rotonde di Ravenna. Mi ha detto che per colpa mia quando la gente lo incontra lo prende in giro... Siamo diventati grandi amici”. Cambierebbe qualcosa nella Ravenna di oggi? “Ho vissuto a Lugo fino a 9 anni, poi
mi sono trasferito a Bologna e qui vivo. Ma della grande città non porterei niente a Ravenna, che va bene così com’è, un grande paesone senza i difetti della grande città. Anzi, per tener lontani i ‘trasformatori’ farei rotonde che riportano direttamente in autostrada...”. Dove prende l’ispirazione? “Gli spunti migliori arrivano da mia moglie, la vita con lei è un continuo cabaret. Mi da molte idee. Poi quando lavoravo in radio a Lavezzola ho visto passare personaggi di ogni genere, una fauna umana straordinaria. Le battute e i fatti che racconto spesso sono realmente accaduti, basta solo ingigantirli un po’ per farli diventare paradossali”. Giusto 10 anni fa, nel 2001, ha pubblicato “Sburoni si nasce”. Chi sono i veri sburoni?
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“Quel libro fu una grande soddisfazione per me. Seimila copie a mie spese andate tutte esaurite. Lo sburone di allora era il personaggio che si dava delle arie ma era un buono, sfigato ma buono. Era il pataca del bar e in ogni bar ce n’era uno, quello che tutti prendevano un po’ in giro ma che rideva assieme a loro. Oggi il termine è diventato solo negativo, e lo sburone è stato soppiantato dal fighetto… La sua immagine si è un po’ appannata, così come quella del maschio romagnolo”. Per fortuna c’è ancora un Giacobazzi a prendersi l’onere di incarnare ironicamente i panni dello sburone doc. Per farci ridere di lui, assieme a lui. IN
Giuseppe Giacobazzi Giuseppe Giacobazzi, al secolo Andrea Sasdelli, esordisce come conduttore radiofonico nel 1985 in una radio privata e in contemporanea diventa una comparsa comica in diverse trasmissioni di TV private sino al vero debutto: il 19 marzo 1993 sul palco del Costipanzo Show, 8 puntate su Telesanterno. Incide poi il cd “Balla sui cubi”, e nel 1995 scrive il brano “Patacca Rap”, che interpreta in vari spettacoli dal vivo. Il 1999 lo vede protagonista di “Zappando zappando” con Natalino Balasso e Duilio Pizzocchi in onda su ITALIA 7, mentre è del 2000 la conduzione di una striscia radiofonica a Radio Italia anni 60. Nel 2001 esce il suo libro di poesie “Sburoni si nasce” e nel 2003 lo spettacolo omonimo approda in teatro, mentre sul piccolo schermo inizia le trasmissioni “Che calcio vuoi” e “Dolce amaro”, in onda su Telesanterno. Nel 2004 lo troviamo in “Tisana Bum Bum” su Rai Due e nel 2005 ha una parte nel film “il 37” sulla strage di Bologna. Il vero successo arriva però con il debutto a Zelig Off: a febbraio 2006 viene notato dagli autori di Zelig Circus che lo vogliono su Canale 5 e nell’aprile dello stesso anno anche Raffaella Carrà lo chiama come ospite su Rai Uno nella sua trasmissione. Nel 2007 Giacobazzi è di nuovo su Canale 5 con Zelig e rimarrà parte del cast sino al 2010. Nel 2008 pubblica il libro “Una vita da paura”, nel 2009 “Quel tesoro di mio figlio”. È del 2011 la partecipazione al film “Baciato dalla fortuna” con Vincenzo Salemme, al film di Natale di Neri Parenti “Vacanze di Natale a Cortina” e all’opera prima di Gianluca Ansanelli, “L’ultima spiaggia”.
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Enogastronomia | Rita Mazzillo
Il buono e il bello
della tavola
Imbandita
testo Matteo Salbaroli - foto Lidia Bagnara
Il pranzo e la cena? Momenti di aggregazione importanti che i ritmi moderni rischiano di far scomparire. Appiattendo i sapori della tradizione culinaria romagnola. Quelli che Rita Mazzillo, chef e sommelier, propone da sempre.
Il portone del regno della gastronomia ravennate è ancora chiuso, sono le nove del mattino quando batto il battente della “Cà de Vén”. Mi incontro con Rita Mazzillo, una donna caparbia dalle mille risorse gastronomiche, genuina nei modi di fare e di pensare. Milanese d’origine e ravennate d’adozione, è la prima donna sommelier professionista in Romagna .
Chef, gerente di ristoranti, appassionata di salumi e formaggi, Rita è un modello perfetto di donna di casa, con un amore viscerale per la buona cucina e la genuinità dei prodotti e con un’ottima conoscenza delle materie prime e delle tradizioni gastronomiche ravennati e non. È a lei che mi rivolgo per riflettere su come sono cambiate le abitudini gastronomiche nei ristoranti e nelle tavole dei ravennati negli ultimi anni.
Rita esordisce con un “Sono preoccupata”, e prosegue: “Le evoluzioni sono state notevoli nel bene ma anche nel male, nella gestione dei ristoranti tutto sommato non vi sono grossi cambiamenti e se ci sono stati è in meglio, andando alla ricerca di prodotti e cotture più leggere e salutari. C’è stato un cambiamento nel livello del consumo del cliente, che mangia meno, soprattutto per il cambiamento cui
sono andate incontro le nostre abitudini
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alimentari motivo per cui non si riescono più ad affrontare lunghi pranzi a più portate dagli apporti calorici notevoli”. L’attenzione al consumatore è cresciuta verso ciò che mangia, e il consumo del vino e degli alcolici pare calato. “All’inizio del Duemila - afferma Rita - è arrivata la moda degli aperitivi che sono andati via via a sostituire la cena tradizionale, ma questa è un altra storia... Tra noi ristoratori ci sono ancora tanti che s’improvvisano professionisti e che, così facendo, danneggiano le nostre tradizioni culinarie. Alla fine, però, sono convinta che sia sempre la qualità a pagare”. Qualità che secondo la sommelier manca sulle tavole delle famiglie italiane, che si allontanano progressivamente dall’idea del pranzo e della cena come momento d’aggregazione. “Nelle cucine casalinghe non si sente più il profumo del brodo per i nostri cappelletti, del ragù per le tagliatelle, della carne che cucina sulla griglia, dei biscotti o
tortelli alla marmellata che si dorano in forno. Non c’è più la poesia olfattiva di quando, la domenica a pranzo, la famiglia si riuniva”. “La colpa di questo cambiamento - prosegue - non è di nessuno, i tempi sono cambiati. Le giovani mamme di oggi hanno troppi impegni tra lavoro, marito, casa e figli con mille esigenze. Tra i loro impegni non può mancare la palestra o la yoga, l’estetista e la parrucchiera e, attenzione, non lo dico con sarcasmo perchè ritengo giusto che la donna si tenga curata. Lo dico con malinconia perchè purtroppo, così facendo, le mamme non cucinano più e i figli non giocano a cucinare con loro, a preparar piadina, biscotti o una semplice torta di mele. Non conoscono il
profumo di un buon minestrone di verdure di stagione e, per eccesso, non sanno da dove arriva un uovo”. Non c’è più la ricerca di genuinità a tavola, quindi, ma solo un consumo esasperato di cibi pretagliati, prefrullati, precotti e preconfezio-
Rita Mazzillo Rita Mazzillo ha origini milanesi ma segue il marito che deve trasferirsi a Ravenna per lavoro e diventa così una ravennate a pieno titolo. Dopo aver frequentato scuole specializzate nel settore culinario, diventa chef e inizia la carriera lavorando a Bologna. Qui apre un piccolo ristorante, “Ai Capannetti”, punto d’incontro per artisti, letterati e intellettuali, che gestisce per 14 anni. La passione di Rita l’ha poi condotta verso un impegno crescente in campo enogastronomico, sino a portarla a diventare la prima donna sommelier professionista in Romagna. Approda in seguito alla “Cà de Vén”, celebre ristorante ravennate ospitato all’interno dello storico palazzo Rasponi, che gestisce insieme a Maria Grazia Guidi e Yvonne Doris Moulder.
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nati, pronti da infilare in microonde o da mescolare con l’acqua. Abitudini che ci stanno portando verso un appiattimento del gusto, tutto sa di tutto e tutto sa di niente”, conclude la Mazzillo. Da questo nostro incontro Rita ha però avuto una bella idea: organizzare un corso di cucina per mamme e bimbi, per aiutare le famiglie ad apprezzare il cibo genuino e far conoscere ai bambini le proprietà dei prodotti fatti in casa, divertendosi insieme. IN
Rita Mazzillo Ravenna IN Magazine n.3 - agosto 2009
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Sport | Josefa Idem
La stoffa inaffondabile della
Campionessa
Testo Claudia Graziani - Foto Massimo Fiorentini
Due figli, un assessorato, medaglie memorabili e un record: essere la prima donna della storia che disputa l’ottava Olimpiade. è Josefa Idem, sempre sulla cresta dell’onda.
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Famiglia, allenamenti e gare, ma anche l’attività di assessore allo Sport del Comune di Ravenna: sono stati anni decisamente impegnativi per Josefa Idem. Dieci anni nei quali ha deciso con il marito e allenatore Guglielmo Guerrini di allargare la famiglia, così nel 2003 è nato Jonas, fratello minore di Janek. Ha anche
accettato la proposta di partecipare alla vita amministrativa della sua città. perché sentiva l’esigenza di mettere la maturità e l’esperienza raggiunte nell’ambito sportivo a servizio della comunità. E poi di nuovo la canoa a tempo pieno e la sua settima Olimpiade nel 2008 a Pechino, con una medaglia d’argento ad un soffio dall’oro. Nel suo presente un record che fa di lei una leggenda dello sport: essere la prima donna a disputare l’ottava Olimpiade. L’appuntamento a Londra nel 2012 significa grande impegno, lo stesso che ha sempre messo e mette in tutte le cose che fa. “Fino a quando ho potuto dedicarmi con le energie che merita ho fatto l’assessore. Sono stati sei anni nei quali ho imparato a conoscere meglio Ravenna, le problematiche e le difficoltà di una comunità. Naturalmente anche le tantissime cose belle di cui è ricca Ravenna. Oltre ad aver dato il mio contributo come meglio
credevo ho imparato per la mia vita. In particolare cosa significa il bene comune, come va gestito, quali sono i punti critici e le opportunità. Si capiscono tante cose a stare dalla parte di chi deve prendere decisioni ed amministrare i beni di tutti. Ad esempio molti cercano di non pagare le tasse, però quando lavori in un’amministrazione pubblica sai come va impiegato il denaro e anche dove si può migliorare. Un’esperienza di consapevolezza della realtà che consiglio di fare”. In quegli anni di impegno da assessore è stata migliorata la messa a norma degli impianti sportivi, si è restituito alla città uno spazio come il Pala Costa e sono arrivati eventi sportivi di rilievo come il Giro d’Italia. Ma come ha visto cambiare la sua città in questo lasso di tempo?
“Per Ravenna sono stati fatti grandi sforzi anche in ambito culturale e l’obiettivo di Capitale europea della cultura del 2019 è ambizioso, ma occorre crederci. Inoltre, anche in ambito sanitario non dobbiamo lamentarci. Confronto la nostra situazione con quella in Germania e con le esperienze che vive mia madre e ritengo che la risposta della nostra sanità sia ottima. Come quella di asili nido e scuole dell’in-
Josefa Idem Josepha Idem è nata a Goch, in Germania, il 23 settembre 1964, dal 1990 vive a Santerno di Ravenna con la famiglia. Inizia la carriera di canoista nella sua città natale dove il K1, il kayak individuale, diventata la sua specialità. Dal 1985 al 1987 è sempre presente alle finali mondiali nel K1, con miglior risultato un quinto posto. Si trasferisce in Italia nell’88 e dà una svolta alla sua carriera sportiva gareggiando per l’Italia e affidandosi nel 1989 ad un nuovo allenatore, Guglielmo Guerrini, che l’anno successivo diventerà suo marito. Dal loro matrimonio nascono due figli, Janek (1995) e Jonas (2003). Nel1992 i Giochi di Barcellona sono la sua terza partecipazione olimpica, la prima da italiana. Nel 1996, alle Olimpiadi di Atlanta, vince il bronzo nel K1 500 m. È l’inizio di una carrellata di successi: dal 1997 al 2002 colleziona tre titoli mondiali (e altri 10 piazzamenti sul podio), cinque titoli europei e la medaglia d’oro nel K1 500 m alle Olimpiadi di Sydney del 2000. A 40 anni vince la medaglia d’argento ai Giochi di Atene del 2004 e a 43 si aggiudica la medaglia d’argento alle Olimpiadi di Pechino del 2008, perdendo l’oro per soli 4 millesimi. Dal 2001 al 2007 ricopre l’incarico di Assessore allo Sport del Comune di Ravenna. Collabora con La Gazzetta dello Sport ed è membro della Commissione Scientifica per la Vigilanza e il Controllo sul Doping. Lo scorso 20 agosto si è qualificata per le Olimpiadi di Londra 2012 grazie al settimo posto nella finale del K1 500 ai Mondiali di canoa di Szeged, in Ungheria.
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A fianco, Iosefa Idem assieme al marito, anche allenatore, Guglielmo Guerrini.
fanzia. Certo ci sono liste d’attesa, ma basta guardare ad altre realtà per capire che qui la situazione è migliore. Certo il momento attuale è difficile per tutti e forse occorre rivedere le proprie aspettative e pretese. Tornare all’essenziale delle cose. I nostri figli stanno senz’altro meglio di quanto lo fossimo noi da bambini. Ricordo che con quei due maglioni e quel paio di scarpe dovevo fare l’inverno.
un’atleta a tempo pieno con l’ambizioso obiettivo delle Olimpiadi numero sette. Un crescendo che prosegue con l’appuntamento delle prossime a Londra. Da gen-
naio a marzo andrò al caldo, a Siviglia, per prepararmi bene e per sottrarmi agli impicci della vita quotidiana e concentrarmi meglio, naturalmente conciliando come sempre lavoro e famiglia che è il mio punto di forza, il mio porta fortuna”.
in contesti più ampi e che possano diventare trampolini di lancio per il futuro. Una città che li stimoli ad ideare, innovare, investire in loro stessi. Lo potranno fare, però, solo se troveranno gli spazi adatti e quelli dobbiamo darglieli noi. È la comunità che deve farsene carico. È un po’ riduttivo trascorrere il sabato sera nelle multisale. Mancano luoghi dove poter liberare la propria creatività”. IN
Dieci anni in crescendo. E ora Londra Josefa Idem Ravenna IN Magazine n.5 - agosto/settembre 2002
Oggi, invece, ci lamentiamo tanto della crisi eppure la realtà è migliore di allora”. Sefi non si è mai fatta scoraggiare dalla moltiplicazione degli impegni o dal sopraggiungere di imprevisti e ad ogni situazione ha saputo cogliere spunti per migliorare. “In questi anni la mia vita è sempre stata un crescendo. Proprio come nella musica, quando inizia dolcemente e poi l’intensità aumenta. Così è stato con la decisione di fare il secondo figlio. Una grande avventura. A lui, nonostante tutte le attività che dovevo svolgere, desideravo dare il meglio di me, proprio come con il primogenito. E poi dopo aver fatto l’assessore la decisione di tornare ad essere
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Guardando al futuro, oltre le Olimpiadi, ci sono già dei progetti che riguardando l’organizzazione di incontri motivazionali per la gestione di criticità in ambito imprenditoriale e manageriale, dove le dinamiche sportive possono attivare risoluzioni delle problematiche. Già ora è un attività che Josefa Idem svolge ritagliandosi del tempo tra gli allenamenti, ma ritiene possa diventare un’attività a tempo pieno. Dal presente al futuro anche guardando alla Ravenna del domani. Come spera possa diventare? “Il mio augurio per Ravenna è che possa offrire tante opportunità per i giovani. Una città che dia loro la possibilità di lanciarsi
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ZINGARò
Deliziare il palato e l’anima NELLO STORICO dI FaENza IL jazz, La MuSICa CLaSSICa E La pOESIa SI abbINaNO a CappELLaCCI, STROzzapRETI E RaFFINaTI vINI dELLa TRadIzIONE ROMagNOLa
È da quindici anni sulla breccia con una gastronomia curata e genuina nella splendida cornice seicentesca di palazzo Ferniani, in pieno centro storico a Faenza. Lo Zingarò non è solo un ristorante e una pizzeria dalla consolidata tradizione, dall’allestimento sobrio e piacevole, ma sa creare per i suoi ospiti originali intrattenimenti e happening in atmosfere di raffinata qualità e incantevole fascino. Momenti che restano scolpiti nella memoria, in cui la buona cucina si fonde alla scenografia neoclassica, fornita dagli stupendi soffitti affrescati (della scuola del Giani) e alle note suggestive, ristoratrici anche dell’anima, di rassegne live, jazz e Soul. Lo chef, Chibr Radouane, delizia i suoi ospiti con ricette al profumo di Romagna: “tutto rigorosamente fatto in casa, dal pane ai dolci - rimarca il patron Luigi zaccarini -. Le nostre specialità sono le tagliatelle, gli strozzapreti e soprattutto i cappellacci; i secondi di carne, tagliate e filetti, il castrato alle uova strapazzate, gli spiedini di pollo aromatizzati alle erbe officinali”. Lo zingarò dispone inoltre di una fornita cantina fatta di etichette scelte tra le più blasonate dei colli circostanti: il pastoso e generoso Sangiovese, la dorata e fruttata Albana, vino da meditazione per eccellenza; il secco e
sapido Trebbiano. Sono veri “cammei” da degustare in Il locale di patron Luigi artistico della rassegna, Michele Francesconi. Non compagnia i passiti provenienti da cantine romagnole Zaccherini da 15 anni solo: il locale, alla stregua di un moderno cenacolo, dell’Appennino ravennate, dal gusto dolce e armonioso, sulla breccia nello storico interagisce spesso con la città e con altre realtà palazzo neoclassico in centro culturali del territorio come la scuola di musica capaci di regalare lunghe e vellutate sensazioni; Sarti, mettendo a disposizione il palco per concerti come pure la tanto rustica quanto soave Cagnina, il di giovani musicisti dal sorprendente talento. Gli spettacoli sono ad Pagadebit, il Burson. I piaceri della tavola si protraggono dopo la ingresso libero anche per chi non ha cenato e preferisce assistere, cena, e si trasformano, intorno alle 22, da fine settembre a fine marzo assaporando un dolce o sorseggiando un calice di vino. Un’altra in liete percezioni di benessere quando ogni mercoledì arrivano i eccellenza dello Zingarò sono le serate di “cucina e poesia”, big del jazz. Dallo Zingarò sono passati Maurizio Giammarco e Ada quattro o cinque appuntamenti all’anno in cui la letteratura si abbina Montellanico, Flavio Boltro e Marco Tamburini, solo per citare alcuni alla gastronomia, con letture di versi e discussione tra gli avventori. nomi, che rappresentano il gotha del genere, selezionati dal direttore
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Sfogliare | Ravenna IN Magazine
Una cittĂ in
Rivista
testo Roberta Bezzi - foto Massimo Fiorentini
Dieci anni di storie, personaggi e attivitĂ , raccontati da Ravenna In Magazine. Che ora si proietta verso il futuro. La parola alle autoritĂ cittadine, agli sponsor e ai lettori del nostro periodico.
Dieci anni sono un traguardo importante per una rivista. Segnano l’avvio di una fase di consolidamento ma anche l’apertura verso nuove prospettive, per essere sempre al passo dei cambiamenti della società. Il decimo compleanno di Ravenna IN Magazine rappresenta il momento giusto per fare il punto di quanto fatto finora e per confrontarsi su nuove idee da sviluppare. Non c’è quindi miglior modo di guardare al domani se non partendo dall’oggi e dal passato, interpellando chi ha seguito con attenzione il nostro percorso. In primis i lettori, fonte inesauribile di suggerimenti, e chi ha dato il proprio contributo attivo investendo sulla rivista in qualità di spon-
sor. Per un decennio, Ravenna IN Magazine ha parlato della città, facendone scoprire anche gli aspetti meno conosciuti: ecco perché non può mancare l’opinione anche di chi la città la gestisce o la guarda da una prospettiva privilegiata esercitando un ruolo di responsabilità. Le autorità cittadine: auguri alla rivista. Fabrizio Matteucci, Sindaco di Ravenna
“Da dieci anni Ravenna IN Magazine racconta la nostra città. Lo fa dall’angolatura un po’ speciale di un bimensile che, proprio per questa sua cadenza tempora-
le, non mira a produrre un’informazione da consumare in fretta, puntando a raccontare personaggi, luoghi ed eventi con un tocco di leggerezza e il glamour della carta patinata, ma in modo mai banale. In questi dieci anni il mondo dell’informazione ha subìto la rivoluzione prepotente della tecnologia. Si sono moltiplicati i quotidiani on-line che sono certamente uno strumento utile, anche se sono fortemente convinto che debbano continuare ad avere il giusto spazio gli approfondimenti informativi. Penso che questo primo decennio di vita di Ravenna IN Magazine sia una tappa importante perché dà il senso del suo radicamento nel panorama dell’informazione locale e del suo gradimento da parte dei lettori. Sono tante le cose che Ravenna IN Magazine dovrà ancora raccontare. L’augurio che faccio quindi al direttore del giornale e a tutti i suoi bravi collaboratori è quello classico che si fa in occasione dei compleanni: cento di questi giorni!”. Claudio Casadio, presidente della Provincia di Ravenna
“Dieci anni di vita di una rivista locale sono una tappa rilevante. Significa che si è stati capaci di raccontare le vite, le aziende e anche le curiosità di una comunità che, spesso, si accorge di tante sue particolarità e peculiarità solo grazie al racconto che i giornalisti riescono a farne. Auguro buon
A fianco, in alto da sinistra, il Sindaco di Ravenna Fabrizio Matteucci e il Presidente della Provincia Claudio Casadio. Sotto, da sinistra, il Presidente della Camera di Commercio di Ravenna Gianfranco Bessi e il Presidente di Confindustria Ravenna Guido Ottolenghi.
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A fianco, da sinistra, Nicoletta Sabbioni e Liviano Soprani. Sotto, da sinistra, Raffaele Tagiuri e Valentina Visani.
mutamento del giornalismo, continuando a raccontarci il territorio e il suo sviluppo, attraverso le storie di chi lo vive, lo anima e lo fa crescere con il proprio lavoro”. Le aziende sponsor: nuove idee da sviluppare.
lavoro a tutta le redazione di Ravenna IN Magazine: continuate a farci conoscere cose nuove e al di fuori dei luoghi comuni!”.
suoi figli tecnologici. Tenere un giornale sottobraccio e pensare di avere una buona lettura serale, è sempre un piacere”.
Gianfranco Bessi, presidente della Camera
Guido Ottolenghi, presidente Confindustria
di Commercio di Ravenna
Ravenna
“Ravenna IN Magazine ha raggiunto un traguardo importante: dieci anni di attività, dieci anni di lettura. Trovo giusta, non solo graficamente, la scelta di puntare in copertina sulla figura di un ravennate protagonista della vita economica, sociale e culturale. È il riconoscimento del lavoro di chi porta il nome della nostra città alla ribalta delle cronache, non solo locali. È anche una rivista capace di scovare e valorizzare argomenti di nicchia, che raramente trovano spazio altrove. Ravenna IN Magazine rientra tra i periodici che confermano come la carta stampata abbia tuttora una funzione insostituibile, non scalzata inesorabilmente dall’era di internet e dei
“Compiere dieci anni, nell’era della comunicazione digitale, non è un traguardo da poco per un bimestrale cartaceo. Motivo in più per festeggiare la buona idea che sta alla base di Ravenna IN Magazine: il racconto di un territorio e dei suoi protagonisti attraverso profili inediti, ritratti da angolature diverse, che non si limitano a descrivere gli attori economici, politici, sportivi e dello spettacolo nel loro operato, ma offrono una fotografia a tutto tondo della persona. Un approfondimento utile, di fronte alla velocità e alla sintesi imposte dai nuovi media. Dunque in questo decennale formulo l’augurio di sapersi adattare allo scenario in costante
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Un giornale senza pubblicità non potrebbe sopravvivere e questo vale, a maggior ragione, per Ravenna IN Magazine, che ha fatto la coraggiosa scelta di essere distribuito in forma gratuita. Molteplici sono le aziende che, in questi dieci anni, hanno creduto in questo progetto, investendo nella propria immagine e promozione. “La rivista mi è piaciuta subito appena l’ho vista”, ricorda Nicoletta Sabbioni, titolare delle profumerie Sabbioni. “Sul fronte estetico, Ravenna IN Magazine si presenta in modo piacevole, grazie alla carta patinata. Per quanto riguarda i contenuti è interessante in quanto consente di scoprire personaggi e aziende che contribuiscono in modo rilevante all’economia locale”. Due i suggerimenti proposti dalla Sabbioni per cercare di contrastare la difficile congiuntura economica e per restare innovativi sul mercato dell’editoria: anzitutto, potenziare la distribuzione, e poi sviluppare la parte web, prevedendo una versione online della rivista. A Liviano Soprani, proprietario dell’omonima taglieria di pietre preziose in via Cerchio 61, Ravenna IN Magazine piace così com’è. “Non cambierei nulla - sottolinea -. Sono soddisfatto sia per il target di riferimento che per l’impaginazione grafica e i contenuti. Apprezzo anche il fatto che non sia in vendita in edicola. Il bello di Ravenna IN Magazine è proprio la distribuzione nei negozi, nei bar e nei locali. Sono poche le riviste che parlano di Ravenna e dei ravennati con questo tipo di taglio”. Il consiglio è quello di dare più spazio ai giovani con nuove idee da sviluppare. “Chi è arrivato spesso ha avuto un sentiero più facile - aggiunge Soprani -. Una volta bastava una laurea e una specializzazione per far bene, oggi non più. Per questo i ragazzi che iniziano
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A fianco, da sinistra, Marilisa Lolli e Sonia Bosi. Sotto, da sinistra, Giuseppe Melandri e Vittorio Bulgarelli.
una nuova attività hanno bisogno di un maggiore supporto”. Per Raffaele Tagiuri, titolare insieme ai suoi fratelli dei negozi di abbigliamento Tagiuri, il punto di forza di Ravenna IN Magazine è quello di aver lanciato e sviluppato un’idea che in molti hanno cercato di imitare senza avere poi lo stesso successo. “La rivista ha cambiato il modo di fare informazione, privilegiando il taglio economico - ha spiegato -. La qualità delle immagini, degli articoli e della grafica è superiore rispetto alla media, e questo non è certamente passato inosservato nel panorama dell’editoria”. Gli stessi aspetti sono apprezzati anche da Valentina Visani di Bmw Dream Car. “Ravenna IN Magazine - afferma - non è la solita rivista solo piena di inserzionisti. Anzi, le stesse pagine pubblicitarie sono curate e piacevoli da sfogliare. Ogni volta che mi arriva il nuovo numero non vedo l’ora di scoprire l’esistenza di nuove aziende o attività com-
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merciali di cui magari ignoravo l’esistenza. Tra gli argomenti di approfondimento mi piacerebbe poter leggere qualcosa in materia di medicina ed estetica”. I lettori: pareri a confronto.
Il pubblico di lettori è stato in questi anni trasversale, in quanto Ravenna IN Magazine ha suscitato la curiosità di persone di ogni età e formazione. A Marilisa Lolli, segretaria di direzione, la rivista è piaciuta sin dalla sua nascita. “Sono rimasta subito colpita dal suo modo di presentarsi. Ravenna IN Magazine è un giornale ben confezionato, con una grafica e un’impaginazione ben curate. Bella da vedere e da sfogliare, con colori e immagini di grande impatto. Mi piace persino l’odore della carta mentre sfoglio le pagine, che non tutte le riviste hanno”. Sul fronte dei contenuti la giovane impiegata ravennate
apprezza molto l’idea della copertina legata all’intervista principale, e i numerosi articoli di approfondimento dedicati a personaggi e aziende che contribuiscono con la loro attività a sviluppare il tessuto economico cittadino. “Non esistono altre riviste così su Ravenna - aggiunge Lolli -. È un periodico da conservare, come un’enciclopedia da sfogliare ogni tanto: si gusta al di là della contingenza temporale, si riapre anche dopo mesi o anni per vedere un certo ‘spaccato’ della città”. Ogni numero dunque è gelosamente conservato. Anche la trentenne Sonia Bosi, impiegata che si occupa di organizzazione eventi, è sempre curiosa di leggere ogni nuovo numero. “Su Ravenna IN Magazine scopro sempre qualcosa di nuovo - afferma -. Per esempio, nella rubrica dedicata agli scrittori ravennati, ho letto l’intervista a una persona che conoscevo anni fa e sono rimasta piacevolmente colpita. Per questo ho più voglia di leggere una rivista che parla di persone di Ravenna, piuttosto che quelle nazionali. La rivista è inoltre sempre molto attenta nel segnalare l’apertura di realtà commerciali che diversamente non avrei conosciuto”. Anche se all’interno della rivista non mancano articoli dedicati ai più giovani, Sonia Bosi suggerisce di dare ancora più risalto alle nuove leve, per incoraggiarle. Giuseppe Melandri, pensionato ed ex imprenditore artigiano, è molto colpito dal taglio economico della rivista. “Ho conosciuto la rivista qualche anno fa, ed è interessante scoprire le idee innovative dei ravennati e punti di vista diversi dal solito. Dato che siamo in tempi di crisi economica, in cui le cose non vanno sempre come dovrebbero, potrebbe essere utile anche affrontare alcuni argomenti sociali”. Un punto di vista, quest’ultimo, condiviso anche da Vittorio Bulgarelli, imprenditore nel settore del mosaico la cui attività sta conoscendo uno sviluppo felice. “Sul fronte dei contenuti spiega -, mi piacerebbe poter leggere più articoli che affrontano le problematiche della gente comune. Nulla da dire invece per quanto concerne la veste grafica e la qualità in generale della rivista”. IN
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La quaLità di chi ha stoffa Da Pezzoli srl tessuti e arreDi Per casa, azienDe e ristoranti L’attività CiNQUaNtENNaLE svoLta a RavENNa pRosEgUE oRa a RUssi, NEL NEgozio di via giUsEppE di vittoRio 1
Esperienza e competenza rappresentano il valore aggiunto che pezzoli srl ha saputo dimostrare in cinquant’anni di attività, nel settore della biancheria per la casa e alberghi, dei tessuti d’arredo, tendaggi e accessori. La passione per il tessile, unitamente a una grande tenacia e spirito di sacrificio, sono alla base del successo di quella che è - a tutti gli effetti - un’azienda familiare. “Tutto è nato all’inizio degli anni Sessanta - illustrano le sorelle ginella e Benedetta pezzoli che attualmente gestiscono l’attività -, grazie all’intraprendenza dei nostri genitori Giuseppe Pezzoli e Santina che da Leffe (Bergamo), nostro paese d’origine e culla del tessile, si sono trasferiti a Ravenna per rilevare un magazzino all’ingrosso che aveva cessato la sua attività. Considerando che, già prima della guerra, i nostri nonni, sia paterni che materni, avevano magazzini al nord, in particolare a Trento, Trieste e Bolzano, noi rappresentiamo la terza generazione. a Ravenna il nostro primo magazzino all’ingrosso è stato aperto in piazza Kennedy, ma nel 1973 è stata presa la decisione di trasferire la sede commerciale a Fornace Zarattini all’interno del Centro ‘Mir’, per avere un più ampio spazio destinato sia all’esposizione che allo stoccaggio delle merci”. Negli anni ‘90 l’attività è stata ampliata: la vendita al dettaglio si è infatti aggiunta a quella all’ingrosso.
Un’evoluzione legata ai repentini cambiamenti del Esperienza e competenza: qui sta il di biancheria e arredo per la casa: copriletti, completi mondo del commercio che ha fatto sparire tanti piccoli valore aggiunto dell’impresa Pez- lenzuola, piumoni, coperte, piumini d’oca, tovaglie da negozi. Nel febbraio 2010 la scelta coraggiosa, visto il zoli, azienda familiare oggi gestita tavola, asciugamani, accappatoi, teli mare, tendaggi momento di crisi che si sta attraversando, di trasferirsi dalle sorelle Ginella e Benedetta e relativi accessori, tappeti, materassi, guanciali, etc. L’attenzione al cliente è massima: per questo il servizio a Russi in via giuseppe di vittorio 1 (di fronte offerto è molto curato e comprende, in particolare, la confezione su all’acquario) in un immobile di circa mille metri quadrati, con ampia misura di tendaggi (compreso di montaggio), copriletti, tovaglie, copri visibilità e un comodissimo parcheggio. “La scelta ci ha premiato divano, etc. Anche in termini di spesa, è possibile trovare soluzioni continua Ginella - perché, non solo tutti i clienti storici di Ravenna più economiche o più lussuose, con marchi quali Bluemarine, Laura ci hanno seguito, ma se ne sono aggiunti di nuovi, provenienti da Biagiotti, Lacoste, Svad Dondi, Fila, Coveri, Gabel, Caleffi, al fine di Faenza, Forlì, Lugo e Bagnacavallo e tanti altri paesi limitrofi”. soddisfare tutte le diverse esigenze. Il rapporto qualità-prezzo dei attualmente, quindi, la pezzoli srl oltre che ai commercianti prodotti è eccezionale, come dimostrato dal fatto che ogni giorno del settore, alberghi, ristoranti, strutture ospedaliere, si arrivano nuovi clienti. La prossima sfida? L’apertura di un negozio di rivolge anche ai privati dando un servizio di qualità. Entrando vendita on-line. da Pezzoli si resta subito colpiti dall’ampio assortimento in materia
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Raccontare | Dieci anni di cronaca
Al ritmo della storia
Contemporanea
Testo Antonio Graziani - Foto Massimo Fiorentini
Nomine ai vertici, eventi culturali, classifiche. Com’è cambiata la città, in dieci anni di cronaca.
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A fianco, un laboratorio della Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali. Sotto, l’mprenditore Valerio Maioli. In apertura, la vittoria della Marcegalia Cmc volley Ravenna sul parquet di Perugia, che vale la A1.
“Novità a Ravenna?“, ci sentiamo spesso chiedere da amici e conoscenti che non vivono in città o che tornano dopo un lungo periodo di lontananza. “Nessuna novità”, è la nostra abituale risposta, convinti che la città non abbia subito cambiamenti di alcun genere. Poi se abbiamo l’occasione di fare memoria locale o di sfogliare i giornali dei primi dieci anni del secolo duemila, ci rendiamo conto che abbiamo dato una risposta superficiale e non veritiera. I cambiamenti ci sono stati e sono tanti. Vogliamo vederne alcuni assieme? Dal marzo Duemila l’archidiocesi di Ravenna e Cervia ha un nuovo arcivescovo: mons. Giuseppe Verucchi, che, al tempo
Nel 2001 si costituisce a Ravenna il Polo Scientifico-Didattico, nell’ambito del pro-
getto Multicampus dell’Ateneo di Bologna. La Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali, con studenti provenienti da tutte le regioni italiane, costituisce il principale insediamento universitario cittadino. Sono inoltre presenti i corsi di studio della Facoltà di Giurisprudenza, di Ingegneria edile, di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali, di Medicina e Chirurgia hanno ampliato la laurea Magistrale in Sistemi Edilizi e Urbani della Facoltà d’ingegneria e la Laurea Magistrale in Biologia Marina. Nel dicembre del 2002 si decide la nuova
Università, premi e promozione in A1 della nomina, aveva sessantatre anni. L’aprile dello stesso anno vede l’elezione del ravennate Vasco Errani, nato a Massa Lombarda (Ravenna) nel 1955, a presidente della Regione, in seguito alle prime votazioni dirette. Nell’aprile del 2005 è riconfermato alla guida della Regione e nel marzo del 2010 è rieletto presidente. Grande rilievo culturale continua a riscuotere il Festival di Ravenna di musica e teatro, che nel 1997 dà l’avvio all’iniziativa delle “Vie dell’Amicizia”, per invocare la pace nel mondo e celebrare la fratellanza fra uomini di ogni fede e ogni razza. Il primo viaggio ha per meta Sarajevo. L’edizione del 2011 porta la manifestazione ravennate in Africa, a Nairobi, capitale del Kenya. Il 2000 se ne va con un bianco saluto che ha paralizzato la città, la provincia e mezza Italia. Per la grande nevicata del 14 dicembre le strade di Ravenna diventano impraticabili.
dirigenza della Camera di Commercio, che verrà insediata nel giugno dell’anno successivo. Gianfranco Bessi, fondatore del gruppo cooperativo Ciclat sarà il nuovo presidente eletto in rappresentanza del mondo della cooperazione. Alla carica della vice presidenza sarà chiamato Natalino Gigante, direttore della CNA, per il mondo artigiano. Il sale di Cervia, come un secolo e mezzo fa, è tornato in Vaticano. Una delegazione, guidata dal sindaco Massimo Medri, ha portato in dono al Papa, il 10 dicembre del 2003, il sale simbolo della storia cervese, rinnovando una vecchia tradizione. Il 2004 si chiude con una riconoscenza al Cardinale Ersilio Tonini: la concessione della cittadinanza onoraria. Nel 2005 Ravenna si piazza al nono posto, tra le province italiane, nella classifica dell’aumento demografico. La popolazione della provincia ravennate passa, dal 2001 al 2005, da 347.847 a 369.427, con
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un incremento del 6,2 per cento. Sono gli immigrati a dare il contributo maggiore. Nel 2006 la provincia di Ravenna si classifica al quarto posto nella speciale classifica de “il Sole 24 Ore” sulla qualità della vita in Italia, piazzandosi al primo posto in Emilia Romagna. Dopo una flessione nel 2007, scesa al 13mo posto, la provincia di Ravenna, risale, nel 2008, nella classifica all’undicesima posizione. Nella voce “affari e lavoro”, Ravenna guadagna la seconda posizione nell’indicatore dell’occupazione dei giovani tra i 25 e i 34 anni. Il 2006 si era presentato con il botto, ma non di quelli pirotecnici. Il giorno dell’Epifania un fulmine ha colpito la cupola del duomo facendo cadere, da un’altezza di 50 metri, sassi e calcinacci. Per fortuna nessuna conseguenza alle persone. Nel mese di dicembre del 2006, il polo siderurgico di Marcegaglia di via Baiona
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annuncia l’ampliamento dello stabilimento di sessantacinque mila metri quadrati con un investimento dei 250 milioni di euro e l’incremento dei dipendenti da 650 a oltre mille. Nel dicembre del 2006 si presentano novità anche per la sanità. La centrale operativa del soccorso, il 118, trasloca a Ravenna da Forlì, in attesa, entro il 2008 di riunificare tutta la Romagna in un unico 118. Il 27 dicembre dello stesso anno muore, a novantadue anni, a Ravenna, don Francesco Fuschini. Penna di grande successo, Don Fuschini è stato l’autore di best seller e di articoli che hanno fatto epoca. Il 2006 mette in risalto un aspetto della vita economica della provincia, quello del business del tempo libero. Il settore presenta, infatti, un fatturato di oltre cento milioni di euro. Al parco Mirabilandia appartiene quasi la metà del giro d’affari, il
Sopra, a sinistra, il Maestro Riccardo Muti a Nairobi per l’edizione 2011 del Ravenna Festival. In alto Natalino Gigante, sotto don Francesco Fuschini. Nella pagina a fianco, il Presidente Giorgio Napolitano in visita a Ravenna nel gennaio 2011.
ballo fattura 16 milioni e mezzo, il cinema quasi 8 e il calcio 7 milioni e seicento mila. Nel 2007 comincia a farsi sentire, anche a Ravenna, l’emergenza carovita. Molte famiglie fanno sempre più fatica ad arrivare alla fine del mese. Nei primi giorni di dicembre del 2008 si fa sentire l’emergenza maltempo: le acque del canale Candiano superano le banchine del porto e allagano Marina di Ravenna. L’alta marea supera il livello di 1,80 metri. Il 2008 vede anche l’assegnazione di un importante premio internazionale per il sistema d’illuminazione notturno del circuito di Formula Uno del Gran Premio di Singapore realizzato dall’imprenditore ravennate Valerio Maioli. Il riconoscimento è stato assegnato dall’inglese ‘Autosport’, considerata la più importante rivista automobilistica al mondo. Buone notizie dal turismo per il 2009. Da gennaio a ottobre sono state oltre sette milioni le presenze nel territorio provinciale. L’industria delle vacanze si conferma elemento strategico per l’economia ravennate. Il 2010 è stato l’anno più piovoso dell’ultimo secolo. Il record si è verificato a Lavezzola, con 1.020 millimetri contro una media da 650-700. L’anno si chiude con l’inaugurazione del complesso monumentale dei Chiostri Francescani, dopo tre anni di lavori finanziati dalla Fondazione Cassa di Risparmio. Alla fine di dicembre arriva l’annuncio di un nuovo prefetto per Ravenna. È Bruno Corda, sassarese, di 53 anni, vice prefetto di Cagliari. Il 2011 si apre con la visita alla città del Presidente della Repubbli-
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ca Giorgio Napolitano. L’arrivo s’inquadra nelle celebrazioni del
150mo anniversario dell’Unità d’Italia. Data storica in ambito sportivo è poi il 3 aprile 2011, che segna la trionfale promozione in A1 della Marcegaglia Cmc volley Ravenna, che dopo 11 anni di assenza riporta la pallavolo bizantina nella massima serie. Nella vita di Ravenna, infine, un posto di rilievo spetta al porto. Oltre allo scalo commerciale è operativo da alcuni mesi anche il nuovo terminal crociere. IN
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Nuove idee per crescere Imprese In rete per mIglIorare sIcurezza e ambIente Crea srl, agenzia ambiente srl e D.e.Ca. system srl unisCono le risorse
Investire in tempi di crisi economica significa credere Insieme per gestire meglio battere la crisi economica che attanaglia l’Italia e il nella crescita aziendale. È con questo obiettivo che le risorse umane e tecniche, resto del mondo. Su queste basi, e seguendo le indialcune imprese del territorio, il Network formato da e offrire ai clienti una cazioni di Confindustria che invita le piccole imprese a maggiore qualità dei servizi. superare la “microimprenditorialità” con iniziative di Crea srl e agenzia ambiente srl da una parte e questo tipo, abbiamo compiuto un ulteriore passo di D.e.Ca. system srl dall’altro, hanno deciso di aggreintegrazione e sinergia, aprendo la collaborazione tecnico-commergare le loro sinergie per avviare una collaborazione basata sul princiciale con D.E.Ca System Srl. L’obiettivo finale è la creazione di una pio di “reti d’impresa”. L’idea dell’iniziativa è nata in seguito a incon“rete di imprese” che, in futuro, potrà coinvolgere anche altre forze”. tri sul tema promossi dall’Associazione degli Industriali di Ravenna. Dott. tonino ghetti, amministratore delegato di D.e.Ca synetwork ravennate per la sicurezza e l’ambiente stem srl Il Network è un punto di riferimento costante e sempre aggiornato su “Qualità, competenza e dinamicità sono solo alcune delle carattutte le tematiche riguardanti la gestione della salute/sicurezza dei teristiche che abbiamo sempre sostenuto nella nostra pluriennale luoghi di lavoro, la gestione degli aspetti ambientali e della qualità esperienza a contatto con le aziende. Creare sinergie aziendali, come dei processi. quella con il Network, significa poter offrire ai clienti una gamma di È formato da due società già profondamente integrate sia a livelservizi ampliata rispetto a quella proposta dalle imprese individuallo operativo che societario: Crea srl, nata nel 1980, e Agenzia Ammente, attingendo da un patrimonio di conoscenze multidisciplinari, biente Srl, sorta nel 1995. Crea controlla il 79 per cento di Agenzia da un know-how di aziende strutturate e riconosciute nei loro settori Ambiente e la direzione generale, commerciale e amministrativa è di competenza. E significa anche, nell’attuale scenario economico, formata da un unico management. In particolare la direzione tecnioffrire opportunità di sviluppo per le imprese che desiderano manteca, sotto la guida dell’ing. Domenico Mirri, assicura uniformità openersi competitive, da un punto di vista economico e tecnico, dando rativa. Il Network, con sede a Ravenna in via Romolo Murri 21, ha vita a una maggiore e più capillare presenza sul territorio nazionale, anche una filiale operativa a Conegliano Veneto per meglio servire pur non dimenticando il forte radicamento e legame con le aziende i numerosi clienti pubblici e privati quell’area (tra cui Provincia di del territorio. Collaborare con aziende di primario livello come Crea Venezia, Comuni di Conegliano, Codognè, San Vendemmiano, Hotel Srl e Agenzia Ambiente Srl, attraverso il progetto “reti di imprese”, Gruppo Ciga, Gruppo Pil, Oleificio San Giorgio, Gruppo Erogasmet, ci è sembrato il primo passo per una espansione sinergica iniziata etc.). Collaborano con il Network anche lo Studio Maldera, leader in nel 1995 con la costituzione del consorzio D.E.Ca Group. Quello delle Italia sulle tematiche Inail, e lo Studio Dosi, studio emergente nelle reti è un contratto tra imprese, che consente alle stesse di presentematiche edili e architetturali private e pubbliche. tarsi insieme pur mantenendo il proprio status giuridico e la piena D.e.Ca. system autonomia operativa”. Sorta nel 1992, D.E.Ca. System Srl è una società di servizi specializzata nell’applicazione delle Direttive Comunitarie correlate alla sicurezza delle macchine e degli impianti di produzione, nella realizzazione di soluzioni tecnico/applicative personalizzate nella gestione della documentazione, oltre a fornire assistenza tecnico-legale in ambito infortuni sul lavoro. Nel 1995 ha contribuito alla fondazione del Consorzio D.E.Ca. Group a cui aderiscono imprese che operano sul territorio nazionale – con sedi a Genova, Napoli, Parma, Monza, Varese, Brescia e Alessandria - con lo scopo di fornire servizi specialistici nel campo della sicurezza, documentazione e qualità. La società è inoltre parte integrante del Gruppo di lavoro “Sicurezza e Documentazione” che ha pubblicato diverse linee guida nazionali. È componente del gruppo di lavoro DIAM/UNI Documentazione per la redazione delle norme tecniche specifiche e partecipa a diversi comitati tecnici normativi in ambito nazionale ed europeo. le motivazioni del progetto: ing. William Dosi, amministratore delegato del network ravennate per la sicurezza e l’ambiente “La nascita del nostro Network, nel 2009, è frutto di un “assemblaggio” di aziende che ha comportato una migliore gestione delle risorse umane e tecniche, così come una maggiore completezza e qualità dei servizi offerti alla clientela. Abbiamo sempre pensato che questo Crea s.r.l. fosse un primo, imprescindibile passaggio per arrivare poi a nuove Ravenna - Via R. 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Costruire | Sviluppo urbanistico
Ravenna Capitale
che
guarda al Futuro
Testo Linda Antonellini - Foto Massimo Fiorentini
Lo sviluppo urbanistico dal 2001 al 2011 ha lasciato in città luci e ombre. E un desiderio di rinnovamento, in vista del traguardo fissato al 2019.
Negli ultimi 10 anni Ravenna ha conosciuto un periodo di grande espansione. Alla crescita demografica si sono affiancati una serie di progetti architettonici che si concentrano attorno alla Darsena, e le antiche zone portuali sono ora al centro della rivoluzione urbanistica che la città conoscerà nel prossimi 10 anni con la creazione del polo nautico, del Tecnopolo per l’energia, di zone verdi e altre a carattere commerciale. Alla domanda “qual’è stato lo sviluppo urbanistico di Ravenna in questi ultimi dieci anni, e quali sono le prospettive per il futuro” alcuni cittadini, a seconda della propria qualifica e modo di vedere, hanno detto la loro, offerendo un contributo soggettivo per spronare questa realtà a crescere e a migliorarsi secondo le esigenze del territorio.
“L’attuale assetto urbanistico cittadino - afferma Alberto Ancarani, consigliere comunale - è fortemente condizionato dal vecchio Piano Regolatore, la cui redazione fu il frutto di una scelta strategica per la quale, l’allora maggioranza, pensava di porre rimedio alla crisi che aveva investito la città, in particolare per la fine del gruppo Ferruzzi, consentendo una consistente apertura all’edificabilità e all’aumento delle superfici. Si trattò di una scelta con luci ed ombre nella quale le ultime sembrano aver prevalso: minore attenzione alla qualità, sproporzione delle cubature rispetto alle specifiche esigenze, sperequazioni nel rapporto fra il residenziale ed i servizi ad esso necessari. Non sono comunque mancati - prosegue Ancarani - anche lavori di pregio, come
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le espansioni avvenute nelle frazioni, dove i minori prezzi e il legame col territorio hanno contribuito a mantenere tutto sommato alta la qualità edificatoria, sebbene in alcuni centri non sia stato sufficientemente calcolato il possibile effetto ‘dormitorio’, con molto residenziale e poco commerciale di vicinato. Due estremi in positivo e in negativo: buona la qualità dei lavori della direttrice via Cilla - Corso Nord, scarsa quella dell’alveare costruito al posto dell’ex campo sportivo di Madonna dell’Albero. È evidente che le scelte dell’epoca, congiuntamente agli effetti della crisi economica in atto, rischiano oggi di essere un freno alle necessità della città, persino di fronte a quel potenziale enorme sprigionato da una Darsena tutta da inventare. Quello potrebbe essere l’orizzonte di rilancio. La politica, senza inserirsi inappropriatamente nei rapporti fra privati, dovrà saper dare il giusto indirizzo”. Il presidente del consiglio provinciale Gabriele Rossi afferma invece che è difficile
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dire se gli interventi in positivo siano più significativi di quelli che non potranno essere considerati arricchimenti per la città. “Il patrimonio urbanistico - afferma Rossi - ha subito un repentino sviluppo nel nuovo millennio; si è costruito molto sia in città che sul litorale ma niente di quanto si è fatto merita di essere segnalato come opera capace di valorizzare la città o il suo territorio. Marinara
potenziare le proprie infrastrutture, è quella di migliorare il suo aspetto futuro legato agli interventi per il recupero della Darsena”. Sulla stessa linea anche il pensiero di Paolo Gambi, scrittore e giornalista: “Ravenna non verrà certo ricordata dalla storia per i suoi splendori urbanistici di inizio millennio. Il centro storico, che è uno dei più belli d’Italia, è stato assediato da una
Puntare sul recupero della Darsena a Marina di Ravenna o l’insediamento con porticciolo turistico a Casalborsetti, l’ampliamento dei quartieri periferici, i nuovi ipermermercati. La fascia di verde
cinta periferica senza gusto. Qualcosa sta cambiando in meglio solo dalla fine del primo decennio del Duemila, con il crescere di una certa attenzione al recupero
creata dai nuovi parchi intorno alla città
di edifici storici che si sta facendo spazio
costituisce una bella collana ma non ba-
nei meccanismi dell’edilizia. Le grandi op-
sta. L’ultima opportunità che Ravenna
portunità della Darsena di città sono state accantonate e posticipate troppo a lungo. Per contro il centro di Ravenna mantiene ancora una propria vitalità, nonostante la
ha di recuperare il ritardo sotto l’aspetto dell’innovazione e delle nuove tecnologie, veicolo di sviluppo importante per
Noi... per voi, da sempre
V i a P o r t ’ A u r e a , 1 0 | R a v e n n a | Te l . 0 5 4 4 3 1 1 7 9
ze pubbliche depauperate e mortificate, di non poter mantenere il patrimonio accumulato di iniziative ed eventi. Sarà inevitabile domani saper selezionare e investire soprattutto in qualità le energie disponibili. La nostra è una città sempre più turistica che deve però trovare un equilibrio sostenibile tra divertimento e legalità, passando attraverso il miglioramento del modello turistico partecipato. È una città che vuole e deve essere
amica dell’ambiente, ma che ancora vive la contraddizione di dover gestire ampi insediamenti industriali e antropici in un vasto e delicato territorio. È finito il modello economico basato sul consumo a basso costo delle materie prime; oggi Ravenna deve fare meglio con meno ri-
Sopra, turisti al terminal crociere. Nella pagina a fianco, la Darsena; in apertura Piazza del Popolo.
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mancanza di parcheggi e di accessibilità, accompagnata da una qualità della vita generale che continua a fare invidia a tanti”. Gambi afferma che se fosse un turista in visita per la prima volta alla città probabilmente rimarrebbe comunque estasiato dalla bellezza del centro storico e dal modus vivendi dei ravennati. E probabilmente finirebbe con il trasferircisi. Infine il commento di Stefano Patrizi, dirigente del movimento cooperativo: “Dobbiamo cogliere l’opportunità di condividere diverse culture, e reagire senza paura e con rigore alle fratture sociali e ai problemi di sicurezza che questo inevitabilmente comporta. Ravenna ha investito molto nella cultura ma rischia, di fronte al dramma delle finan-
sorse e con più innovazione e fantasia, in agricoltura come nell’industria, nel commercio come nell’urbanizzazione. Era ed è una città democratica, che deve farsi trovare preparata alla grande voglia di partecipare dei ravennati con forme nuove, tecnologiche e trasparenti. Se la città si concentrerà su ricerca, istruzione, e nuove generazioni, riuscirà a proiettarsi nel futuro con più convinzione, riuscendo ad offrire a ciascuno un lavoro appagante e una qualità del vivere ancora superiore”. In conclusione, professionisti che vivono la città in prima linea hanno espresso opinioni variegate ma tutte dettate dallo stesso desiderio di rinnovamento. Una spinta ideale che porta a guardare al futuro con un certo ottimismo, per veder concretizzarsi almeno alcuni dei progetti innovativi annunciati per la città. Ravenna, un tempo Capitale dell’Impero Bizantino, si candida ora Capitale della Cultura 2019, con i suoi mosaici, la sua storia e i cambiamenti che l’hanno segnata dal 2001 al 2011. Un augurio per un futuro che ci veda, come Dante, “cittadini del mondo”. IN
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Piquadro questione di pelle
PRodottI ESCluSIvI nEl nEgozIo MonoMaRCa dI RavEnna, dallE boRSE allE CIntuRE, daI PICColI aCCESSoRI all’abbIglIaMEnto E oRa anChE la lInEa SaRtoRIa, PERSonalIzzabIlE tRaMItE IPad.
Piquadro nasce nel 1987 e da allora ad oggi i passi fatti dalI’azienda specializzata in articoli da viaggio e per il business sono stati davvero tanti. Vetrina dei prodotti Piquadro è il negozio monomarca presente a Ravenna, in via Cavour 95, di Ernesto Menghetti che è titolare anche del punto vendita di Forlì in corso della Repubblica 179. In entrambi è disponibile l’intero mondo Piquadro che va dalle borse alle cinture passando attraverso il mondo dei piccoli accessori e degli articoli da viaggio per arrivare all’abbigliamento. Piquadro approda a Ravenna nel 2009, portando con sé la tradizione della lavorazione italiana, la qualità, il design, l’innovazione e la ricerca tecnologica che da sempre caratterizzano l’azienda. Esempio di tutto questo è
il progetto Sartoria, disponibile nel punto vendita di via Cavour, che permette di personalizzare l’omonima collezione tramite i-Pad. Attraverso un’applicazione specificatamente creata per Piquadro, il cliente può configurare una serie di modelli, scegliendo fra i diversi pellami nei colori disponibili e fra i vari tipi di finiture in metallo, filo per le cuciture e fodera interna. Sartoria è un’esperienza esclusiva che permette al cliente di creare un oggetto unico e originale, fatto a mano, rigorosamente Made in Italy. Il punto vendita monomarca Piquadro di Ravenna è aperto a tutti coloro che vogliono creare un proprio modello personalizzato e unico o, semplicemente, conoscere i prodotti d’eccellenza di Piquadro.
P i q u a d r o | R a v e n n a - V i a C a v o u r, 9 5 | Te l . 0 5 4 4 2 15 9 7 3 | w w w . p i q u a d r o . c o m
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BANCA POPOLARE DI RAVENNA LA STORIA RACCONTATA DAL VICE PRESIDENTE CLAUDIO MARTINELLI Il percorso dI una banca nata per sostenere le famIglIe e le pIccole Imprese che svolge oggI un ruolo centrale nella vIta della cIttà e che neglI annI ha sostenuto e Incrementato lo svIluppo ravennate.
La storia della Banca Popolare è intrecciata con quella di Ravenna dal 1885, quando la preesistente Banca di Credito Industriale e un comitato di promotori di una banca cooperativa si fusero a costituire appunto la Banca Popolare Cooperativa di Ravenna, nominandone presidente il conte pietro gamba. La nascita del nuovo istituto, veniva incontro a una necessità molto sentita dalla società ravennate dell’epoca: quella di un’istituzione che fornisse sostegno al mondo dell’agricoltura, del commercio, dell’artigianato, delle nascenti cooperative. Nata da un’iniziativa pionieristica e su basi assai fragili, sotto l’abile guida di personalità come vincenzo armuzzi (direttore nel primo decennio dopo la fondazione) e come giuseppe mazzoni (che la guidò per ben 44 anni, dal 1906 nel 1950), la Popolare accrebbe sempre più la sua dimensione e il suo ruolo nella vita economica e sociale della città, esplicando la sua funzione di supporto all’attività produttiva e, al contempo, impegnandosi estesamente nel sostegno alla cultura, alla beneficenza, allo sport e a tutti i settori della vita sociale ravennate. Tale crescita venne rispecchiata, dopo la prima guerra mondiale, dalla diffusione delle prime filiali nel territorio comunale e, nel 1927, dalla costruzione della nuova sede (recentemente ristrutturata praticamente “dalle fondamenta”) nell’attuale via guerrini. Se la prima metà del Novecento fu caratterizzata dalla personalità
di Mazzoni, il secondo dopoguerra vide come figura Sin dalla direzione di Armuzzi ad esempio, allo sviluppo da lui conferito di riferimento quella di paolo serra, cui è stata e Mazzoni la Popolare sostiene alla meccanizzazione, ambito nel quale la dedicata recentemente la piazzetta antistante l’ex la cultura e con Serra diventa popolare divenne una realtà di avanguardia, e protagonista lo sviluppo all’impulso dato all’investimento immobiliare, giardino Rasponi, esso stesso di proprietà della che procedette di pari passi con l’incremento banca. Nato nel 1902, Serra fu una personalità di del numero delle filiali. Quando, nel 1974, Serra lasciò l’incarico primo piano della vita sociale ravennate del suo tempo. Come (ma senza abbandonare l’istituto, e anzi assumendo l’incarico di membro, per un lungo periodo, della Giunta della Camera di presidente fra il 1980 e il 1987), il suo successore ereditò una Commercio, si interessò in particolare all’ammodernamento Banca profondamente cambiata, protagonista di primo piano del porto, partecipando anche alla costituzione della sapIr, nel proprio territorio e con una rete operativa raddoppiata. In della quale divenne sindaco revisore. Nel 1950, alla morte di questo solco essa ha continuato a muoversi negli anni più recenti, Mazzoni, divenne direttore della Popolare, prendendo le redini incarnando un modello di solidità e serietà che ne ha fatto una di un istituto allora di modeste dimensioni nella fase cruciale delle istituzioni principali attorno a cui ruota la vita economica e fra la ricostruzione e il miracolo economico, modernizzandolo e sociale di Ravenna. adeguando la sua struttura e la sua azione ai tempi nuovi. si pensi, Nella foto Claudio Martinelli, Vice Presidente della Banca Popolare di Ravenna
banca popolare dI ravenna sede legale - Ravenna - Via Arnaldo Guerrini, 14 presidenza - Ravenna - Piazza Arcivescovado, 4 uff. amministrativi e direzione generale- Ravenna - Via Walter Suzzi, 2 Tel. 0544 540111 - bpr@bpr.it. - www.bpr.it
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Ricordare | Ravenna Park
Ravennati
America
d’
Testo Andrea Casadio - Foto Massimo Fiorentini
La visita di Gary Zimmerman riannoda il legame dimenticato fra i pini del Pacifico e quelli dell’Adriatico. Suggellato dal Ravenna Park di Seattle, nato un secolo fa nella lontana West Coast.
“Ciao, Andrea. My wife and I are returning to Venice […].We were wondering if you would have a free day when we might come down to Ravenna”. Il messaggio, digitato a 12000 km di distanza, si materializza nella casella di posta elettronica in un pomeriggio di autunno incipiente, tanto inaspettato quanto gradito. Dunque il momento auspicato, ma fino ad ora come semplice ipotesi teorica, è sul punto di farsi realtà. Il legame fra Ravenna e Seattle, creato (o, meglio, riscoperto) come risultato dei bizzarri percorsi dei labirinti degli archivi, e inveratosi anche grazie a Ravenna IN, si rinsalderà nel contatto diretto fra le persone che ne sono state involontarie ma fortunate protagoniste. Nulla di tutto questo immaginavo (si permetta una volta tanto il racconto diretto dell’esperienza personale) in un altro pomeriggio autunnale, tre anni orsono, mentre, nella penombra della sala di consultazione dei fondi antichi della Classense, sfogliavo uno dei volumi nei quali sono raccolte le firme dei visitatori della tomba di Dante fra la metà dell’Ottocento e il 1920. Documento di per sé eccezionale per la selva di infiniti rimandi storico-culturali che vi sono contenuti, nella quale fece a un certo punto la sua comparsa una presenza del tutto singolare, datata 27 aprile 1910: “Mr. and Mrs. W. W. Beck – of – Ravenna Park - State of Washington - USA - or the pines of America”. Immediatamente, la lettura di queste parole suscitò una ridda di domande. Cos’era questo “Ravenna
Park”, realtà di cui nessuno, con tutta evidenza, era sia pur lontanamente a conoscenza nella nostra città? Chi erano Mr. e
Mrs. Beck, che, dalla lontana West Coast, avevano affrontato un viaggio fuori dal comune anche per i parametri della relativamente folta schiera di nordamericani che aveva lasciato traccia del proprio passaggio sulla soglia del sepolcro dantesco? E infine, che cosa si celava dietro la specificazione sui “pini dell’America”? Una prima risposta venne dalla consultazione delle stazioni Internet (emblematico riscontro del fortunato coesistere, nelle biblioteche di oggi, di antico e moderno) al piano inferiore della Classense. Il sito dell’amministrazione comunale di Seattle spiegava che il Ravenna Park esiste davvero, ed è un parco pubblico cittadino che
occupa una piccola valle di origine glaciale in un sobborgo settentrionale della metropoli, anch’esso recante il nome della nostra città. Il fondatore ne era stato, nel 1887, un certo William Beck, il quale doveva evidentemente avere buone nozioni di cultura letteraria italiana a giudicare dal nome che scelse per il luogo: “He named the place ‘Ravenna’ after an Italian seacoast town that was famous for its pine trees, where poets, warriors, and statesmen once strolled in a state of euphoria similar to his own”. Dunque William Beck, oltre vent’anni dopo avere fondato il parco ispirato a Ravenna e alla sua pineta, era davvero giunto nella nostra città e aveva salito i gradini del sepolcro di Dante, eternando
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A fianco, Gary Zimmerman e Michele Genthon, studiosi americani in visita a Ravenna. In apertura, una cartolina d’epoca del Ravenna Park di Seattle.
il proprio passaggio con le parole vergate sul registro dalla copertina di velluto rosso ora conservato alla Classense. Su una persona che possedeva un simile livello di conoscenza (ed evidentemente anche di passione personale) dei miti storicoculturali ravennati era obbligatorio saperne di più. L’interlocutore più appropriato apparve in prima battuta la Public Library di Seattle, che, interrogata via mail, nel giro di pochi giorni fece pervenire una sollecita risposta con alcune notizie interessanti. In particolare, un trafiletto funebre tratto da un giornale locale all’indomani della morte di Beck, che conteneva alcune informazioni sul personaggio ma soprattutto una notizia dalla quale apparve che davvero quest’uomo e la nostra città dovevano essere uniti da qualche arcano legame: il fondatore del Ravenna Park era infatti morto, all’età di 93 anni, il 4 dicembre 1944, ossia il giorno stesso (sia pur volendo pignolescamente tener conto del margine d’errore delle 9 ore di fuso orario) della liberazione di Ra-
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venna dall’occupazione tedesca, durante la seconda guerra mondiale, a opera delle truppe canadesi! A questo punto, giungere al coronamento della ricerca era ormai un dovere. La parte istituzionale aveva dato il proprio importante contributo. Ora sarebbe stato necessario l’apporto di appassionati o as-
effettuate su Internet e alla gentilezza di un’altra persona in loco (Pamela Kliment, funzionaria della “Seattle Parks and Recreation”), si concretizzò nella pubblicazione dell’articolo uscito nel numero di maggio del 2009 di Ravenna IN con la storia ormai svelata di William Beck, della sua colta moglie Louise Coman e del loro Ravenna Park, con i suoi alberi giganti che furono un’attrazione al livello dei grandi parchi nazionali nell’America di fine Ottocento e inizio Novecento. In questo quadro, il contatto con una persona della disponibilità e capacità di Gary Zimmerman si rivelò un singolare colpo di fortuna. Già professore di chimica e dirigente della Seattle University e della Antioch University, impegnato nella pubblica amministrazione della sua città di residenza, Bellevue, e dell’area metropolitana di Seattle, membro del Rotary club, Zimmerman si occupa oggi prevalentemente di ricerche genealogiche, nella
Storia del parco, fondato oltre 120 anni fa sociazioni di storia locale in grado forse di offrire informazioni più specifiche e circostanziate. Quelle che magari avrebbe potuto fornire la Washington Pioneers Association, emersa da una ricerca su Google come l’associazione “ufficiale” dei discendenti dei pionieri dello stato di Washington. Chi rispose (ancora una volta, il 4 dicembre) alla ormai canonica mail con richiesta di informazioni, fu Gary Zimmerman. Da qui iniziò una collaborazione che, insieme ad altre ricerche
sua qualità di presidente della Fiske Genealogical Foundation. Il suo impegno, nella ricerca sulla figura di Beck, si spinse fino alla ricostruzione dell’albero genealogico e all’individuazione della tomba in uno dei cimiteri di Seattle. D’altro lato (ennesima ironia della storia) egli stesso è cresciuto nel quartiere di Ravenna, e nel Ravenna Park guidava le gite dei gruppi di Boys Scout da lui capeggiati. La moglie, Michele Genthon, dopo una vita impegnata negli alti livelli dell’organizzazione
universitaria, si è dedicata ultimamente alle sue inclinazioni storico-artistiche. Amante della cultura italiana, in particolare di Venezia (come ben emerge dal suo blog www.michelegenthon. com), sta oggi portando a termine l’ultima delle sue ricerche, quella su Elena Piscopia Cornaro, la prima donna in assoluto ad acquisire una laurea universitaria, a Padova nel 1678. È stato proprio nel corso della loro nuova permanenza a Venezia che Gary e Michele si sono ritagliati, il 22 e 23 ottobre scorsi, un fine settimana ravennate. Al momento dell’incontro, sulla soglia della stazione, è stato impossibile non pensare a quando, in un remoto giorno d’aprile, un’altra coppia venuta dalla lontana città ai confini del Canada si affacciò in questo punto sulla Ravenna del 1910. Le due giornate si sono snodate lungo tutti i luoghi canonici dei monumenti ravennati, con una tappa enogastronomica molto apprezzata nel fascinoso ambiente della Cà de Ven. Particolarmente emozionanti la visita alla tomba di Dante, il luogo dove i coniugi Beck eternarono il loro passaggio ravennate, e alla biblioteca Classense, dove questa storia ha avuto inizio, e dove la gentilezza di Claudia Giuliani ha permesso il diretto contatto con il documento da cui tutto ha preso le mosse. Dopo un secolo, quel messaggio in bottiglia lanciato nel mare del tempo e raccolto dal Caso, è così tornato riannodare il legame dimenticato fra i pini del Pacifico e quelli dell’Adriatico. IN
Così nacque Ravenna Park Nel 1887 il reverendo William Beck, un pastore protestante originario del Kentucky, acquistò 400 acri (circa 160 ettari) di terreno vergine a nord del nascente abitato di Seattle, nei presi del Lake Washington. Non è chiaro se fu lui o il proprietario precedente a conferire al luogo il nome di Ravenna: fatto sta che in questo modo cominciò da allora a essere denominato il piccolo centro urbano che Beck edificò negli anni successivi, e il nome di Ravenna Park venne assunto dall’area preservata integra lungo la valle di un torrente vicino, a sua volta ribattezzato Ravenna Creek. Fra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900 il Ravenna Park (aperto al pubblico al costo di 25 cent a biglietto) divenne un’attrazione nota in tutti gli Stati Uniti, soprattutto a motivo degli alberi giganti ribattezzati da Beck e dalla moglie con il nome di personaggi celebri. Sfortunatamente, quando nel 1911 il reverendo cedette il parco all’amministrazione comunale di Seattle, i grandi alberi furono abbattuti. Oggi Ravenna è un tranquillo quartiere residenziale di Seattle, adiacente alla University of Washington, e il parco, anche se privato dell’attrazione che lo rese celebre nei suoi primi anni di vita, resta un’isola di verde e di pace nel cuore della metropoli della West Coast.
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I saporI dI un tempo all’osterIa deI BattIBecchI Una chicca in centro storico gestita da nicoletta MoldUcci Le rIcette deLLa tradIzIONe IN uN aMBIeNte tIpIcO e raccOLtO, prONtO ad OSpItare aNche eveNtI cuLturaLI
Nata nel 2006, l’Osteria dei Battibecchi è una L’osteria come centro di romagno- che non perdevamo occasione per discutere. A lui, piccola chicca nel centro storico di Ravenna che lità in cui incontrarsi, mangiare, che è venuto a mancare poco prima dell’apertura, ho vanta la segnalazione di Slow Food nelle ascoltare vecchie storie e canzoni dedicato l’osteria, che vuole essere anche un luogo in cui confrontarsi su cultura, politica, e tanto altro: in Osterie d’Italia. Gestita da Nicoletta Molducci, quello che vuole essere un piccolo ‘centro della romagnolità’ che già titolare della Sorbetteria Degli Esarchi in via IV Novembre, una volta si identificava nella piazza della città”. Socia dell’istituto l’osteria si contraddistingue per un ambiente piccolo e accogliente Friedrich Schürr, l’associazione culturale di Santo Stefano per la recentemente ampliato con il passaggio da 7 a 12 tavoli che offrono, salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio dialettale romagnolo, a pranzo e cena, i piatti poveri della cultura romagnola, dalle minestre Nicoletta ha spiegato che il recente ampliamento del locale calde alle piadine tirate a mano, dalle tagliatelle al ragù al coniglio consentirà ora di organizzare una serie di eventi culturali, tra cui alla contadina fino ai dolci fatti in casa alla maniera delle azdore. serate di lettura di poesie in dialetto o il racconto delle zirudelle, A cucinare personalmente Nicoletta, originaria di Santo Stefano e le vecchie storie, canzoni e filastrocche tramandate a voce che madre di tre figlie, che ripropone ogni giorno le ricette “rubate” alle hanno fatto la storia della tradizione romagnola. Dall’Osteria dei nonne Teresa e Maria, a cui ha anche dedicato due piatti (Il coniglio Battibecchi sono “passati” molti ravennati ma anche turisti e attori “Alla Teresa” e le costole di “Nonna Mariona”). di diverse compagnie teatrali che si fermano qui dopo gli spettacoli “Ho sempre desiderato aprire un ristorante e prima di andare in del vicino teatro Alighieri. pensione ho voluto realizzare il mio sogno”, spiega Nicoletta. “La nostra cucina è dedicata alle persone che vogliono ritrovare i sapori perduti. I piatti non sono rivisitati come va di moda ora tra gli chef, ma le ricette della tradizione romagnola vengono riproposte esattamente come si facevano una volta”. Al centro dell’insegna, posta sulla porta d’ingresso, fanno capolino due galli da combattimento, simbolo dell’osteria. Il battibecco è stato OSterIa deI BattIBecchI scelto da Nicoletta perché “tipico di una persona che si mette in Ravenna - via Della Tesoreria Vecchia, 16 discussione, che difende a spada tratta le sue ragioni e non ha paura Tel. 0544 219536 dei confronti. Proprio come me e mio padre - spiega la Molducci www.osteriadeibattibecchi.it - info@osteriadeibattibecchi.it
Ammirare | Museo delle Ceramiche
L’arte ceramica
come segno di
Pace
testo Aldo Savini - foto Massimo Fiorentini
Identità storiche e rinnovamento s’incontrano al Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza, entrato a far parte dei patrimoni tutelati dall’Unesco grazie al sostegno di oltre 9mila cittadini.
Lo spirito che animò Gaetano Ballardini quando nel 1908 fondò il Museo delle Ceramiche viene riproposto con determinazione dalla nuova direttrice Claudia Casali che, assunto l’incarico nel febbraio scorso, intende proseguire il dialogo tra conservazione, memoria e contemporaneità. Il MIC dev’essere uno spazio deputato a custodire in primo luogo manufatti in ceramica che vanno dall’antichità ad oggi e che, pur privilegiando la produzione di Faenza, ben oltrepassano i confini locali e nazionali, proponendo un incontro/confronto tra culture molto distanti tra di loro. Lo attesta la nuova sezione permanente inaugurata il 22 ottobre scorso, dedicata all’Estremo Oriente (Cina, Giappone, Sud-est asiatico),
ma deve al contempo essere uno spazio vivo, dinamico e aperto al presente. Lo stato odierno dell’arte pone molti problemi interpretativi, soprattutto sul significato e il valore da attribuire ad alcuni concetti: moderno, contemporaneo e attuale. Le opere in ceramica dei grandi protagonisti del secolo scorso, già storicizzati, rientrano ormai nel “moderno” come il “Nero e oro” di Alberto Burri proprio all’ingresso del Museo, e la grande decorazione in pannelli di circa 45 metri quadrati realizzata dal
per ottenere la nomina Unesco quale “Mo-
faentino Pietro Melandri per il Bar Roma di Bologna nel 1959, acquisita recentemente e sistemata nella sala del bookshop, capolavori di forte impatto visivo. Un museo
faentini ovviamente, quando da regolamen-
dinamico deve dare risposte, anche corren-
to ne sarebbero bastate solo 1000. Anche
do dei rischi, deve uscire dall’immobilità e
questo ha contribuito a rafforzare l’idea d’identità territoriale. Il prestigioso riconoscimento, distinto dalla più famosa “Lista siti patrimonio dell’Umanità”, come questa porta in sé valore e dignità mondiali secondo il programma lanciato dall’Unesco nell’anno 2000, anno per la Cultura di Pace, valorizzando la presenza sul territorio di realtà artistiche o naturali che, per la ricchezza dei valori di cui sono testimonianza, possono contribuire a costruire una cultura di pace. Il MIC, che oltre alle collezioni custodite dispone di una biblioteca, un laboratorio didattico e uno di restauro, organizza mostre temporanee, convegni e pubblicazioni e un prestigioso concorso internazionale,
confrontarsi con il mondo contemporaneo.
È questa la grande sfida intrapresa, facendo entrare nel Museo linguaggi non solo ceramici ma che spaziano anche dal video alla fotografia, dalla performance al teatro contemporaneo. Il Museo dev’essere testimone del proprio linguaggio ma anche del proprio tempo, aprirsi a nuove realtà coinvolgendo pubblici diversi che altrimenti non frequenterebbero questo prestigioso spazio. Proprio a questo riguardo l’altro fronte su cui la direttrice Casali è impegnata mira a portare la città all’interno del Museo, per superare la divisione rispetto alla vita sociale e civile, interpretando anche la volontà dei faentini. Esistono un’atavica incomprensione e un distacco tra Museo e cittadini. L’idea di offrire più servizi e progetti che coinvolgano tanti interessi mira proprio a ridurre questo distacco. Il MIC oggi è sicuramente più conosciuto e più vissuto da stranieri e da un pubblico extraterritoriale. Però, la richiesta di firmare
numento testimone di una cultura di pace” ha avvicinato ben 9334 persone, non tutti
“Espressione dell’arte ceramica nel Mondo”. Significativa e lusinghiera, ma anche
impegnativa, la motivazione del riconoscimento Unesco: “Visti i profondi valori che il MIC testimonia non solo sul piano artistico ma come via privilegiata per favorire l’incontro e il dialogo fra le civiltà del
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mondo. Abbiamo preso atto che il Museo costituisce un punto di riferimento per la ceramica antica, moderna e contemporanea, locale, nazionale ed internazionale. Questo sia per la presenza delle preziose opere ceramiche in esso contenute, sia per l’eccezionale documentazione custodita nella sua biblioteca. Abbiamo anche valutato l’importanza dell’incontro di studiosi e artisti di tutto il mondo che annualmente si danno appuntamento al MIC di Faenza per scambiare, approfondire conoscenze tecniche e culturali. È di grande significato che studiosi e visitatori siano accolti dalla meravigliosa colomba della pace che con il suo volo rappresenta anche una continuità per il futuro. Il nostro riconoscimento va dunque al MIC di Faenza espressione dell’arte ceramica nel Mondo, che risponde alle idealità a cui il programma s’ispira, il significato del dialogo e dell’incontro per costruire la pace”. Tante sono le iniziative che la Casali intende mettere in campo seguendo le direttive Unesco, prima di tut-
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to incentivando le attività didattiche non solo per i bambini ma anche per gli adulti, creando sinergie, tra gli altri, con il Tavolo della Pace di Faenza e il Circo della Pace di Bagnacavallo. IN
Sopra, lo spazio espositivo riservato ai capolavori dell’Estremo Oriente.
Splendori dall’Oriente Circa 400 pezzi, provenienti dai depositi del Museo Internazionale delle Ceramiche, vanno ad allestire la nuova sezione permanente di manufatti ceramici dell’Estremo Oriente che, al pianterreno del MIC, si aggiunge alle sezioni dedicate alle civiltà Precolombiana, Islamica e alle antichità classiche romane e mediorientali. Prodotti che giunsero in Europa ai tempi di Marco Polo fino all’epoca della Compagnia delle Indie Orientali quando, insieme alle spezie e ai tessuti, arrivarono pregiati prodotti artistici dei vasai della Cina, del Giappone, dell’antico Siam e del Vietnam. Il percorso espositivo che delinea la meravigliosa “via della porcellana” si apre con alcune opere di soggetto religioso, tra cui la monumentale statua in bronzo del Re Celeste Duo Wen Tianwang (Colui che tutto ode), insieme ad alcune statuette recuperate tra i resti del bombardamento alleato del 1943 e per l’occasione restaurate. Segue la produzione cinese con il vasellame in pasta di caolino con vetrina acroma, quello in gres rivestito di vetrine verdi e soprattutto le porcellane bianche e blu del periodo delle due ultime dinastie Ming (1368 - 1644) e Quing (1644 - 1911). Poi la produzione giapponese delle fornaci di Arita, con i piatti sempre del genere bianco e blu e successivamente con gli smalti rosso e oro, e di quelle di Seto, dalle quali uscivano oggetti in gres di uso quotidiano particolarmente raffinati, tra cui le tazze nello stile Raku usate nella Cerimonia del tè. In chiusura, le porcellane ottocentesche policrome per uso esclusivo della corte del re del Siam, con decori di ispirazione buddista. L’orario di visita da martedì a venerdì è 10 - 13,30; sabato, domenica e festivi 10 - 17,30.
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Rosa scaRlatta tra luci e profumi
COmpOSIzIOnI FlOReAlI unIChe, penSAte peR OgnI StAgIOne
Dalla passione per i fiori, come fonte di ispirazione Tra le particolarità del negozio essiccata, peperoncino». Entrando nel negozio si per composizioni creative semplici ma di grande anche originali candele a forma resta colpiti anche dai vari tipi di portacandele, effetto, nasce la Rosa Scarlatta. L’attività, ormai di rosa, che si illuminano in acqua vasi, candelabri, piatti centrotavola, di diverse forme, colori e dimensioni. Ricco l’assortimento prossima al traguardo del secondo compleanno, di profumazioni per l’ambiente e di candele. Per chi è alla è gestita da Cristina Bandini che vanta una consolidata ricerca di una originale idea regalo perfette sono le candele esperienza di quasi trent’anni nel settore. Il negozio di via dell’azienda statunitense In Aus. Si tratta di candele in pura Giuseppe Bovini 30, dotato di due ampie vetrine, offre alla cera, profumate e fatte a mano, che presentano al loro interno uno clientela un vasto assortimento di fiori, piante e oggettistica per speciale funzionamento a led, in grado di produrre un vero effetto la casa. «Mi sono letteralmente innamorata di questo lavoro bagliore. Rispetto alle candele tradizionali queste garantiscono illustra la titolare -. Questo è il mio regno perché qui sono riuscita risparmio, sicurezza e praticità. Meritano una citazione speciale a riunire tre miei amori: quello per i fiori, quello per i profumi quelle a forma di piccola rosa che si accendono appena d’ambiente e quello per gli oggetti particolari». Aggiornandosi si mettono in acqua: una soluzione perfetta per creare di continuo grazie allo studio dei lavori dei grandi maestri fiorai, un’atmosfera romantica sia in casa che in ristoranti, piscine Cristina Bandini riesce poi a proporre uno stile tutto suo che si o thermarium. Tante idee, dunque, per regalarsi o regalare un riflette nelle confezioni curate e originali, tutte rigorosamente piccolo momento di gioia. profumate con le relative essenze floreali. «Conoscendo i punti deboli delle donne faccio di tutto per affascinarle - aggiunge -. In questo modo riesco anche ad aiutare gli uomini che cercano di stupire con un omaggio floreale. Ogni composizione è arricchita poi con nastri di raso e con Fiorista Rosa Scarlatta di Bandini Cristina piccoli dettagli che cambiano con le stagioni: in autunno, Apertura domenicale per esempio, mi piace lavorare i fiori con bacche, fette di mela Ravenna - Via Bovini, 30 - Tel. 0544 771094 - Cell. 349 2983111
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Dormire bene per vivere meglio DorelanbeD a Faenza presenta le soluzioni più innovative per un perFetto riposo “Dormire bene, vivere meglio”. È questa la filosofia di Dorelan, che ha portato la creazione della catena di negozi Dorelanbed specializzata nel proporre prodotti mirati per il riposo, e il punto vendita di Faenza, in via Volta 1 ne è il capostipite. Patrick Rondoni e Cecilia Bentivogli hanno aperto nel giugno del 2002 e si preparano a festeggiare i primi dieci anni di attività e di servizi
mirati a soddisfare il benessere di ogni tipo di clientela. Il punto vendita di Faenza, affiancato da quelli di Imola (in via Ugo la Malfa 8) e di Forlì (in via Ravegnana 409) sempre di Rondoni e Bentivogli, è stato rinnovato nel maggio del 2011 per rendere gli ambienti più funzionali alla presentazione dei prodotti di alta qualità certificata, quali materassi e sistema letti, e per far provare ai clienti l’esperienza
del riposo attraverso le creazioni d’avanguardia di Letti, reti, accessori e ma- Dorelanbed collabora con istituti di ricerca italiana e Dorelanbed. All’interno del punto vendita di via Volta, terassi, tutti prodotti made con architetti che creano e studiano letti di design, Micaela, Barbara, Francesca e Paola seguono in Italy per il buon riposo per le cui progettazioni hanno ricevuto premi nel corso degli anni. Propone inoltre solo prodotti made e aiutano i clienti, con la loro professionalità, nella in Italy, garantendo così affidabilità e sicurezza al consumatore. Ed è scelta del sistema letto più adatto alle esigenze personali, concepito proprio da uno studio di Dorelan che è nata Fisiology, una nuova sulle peculiarità e sui gusti di ciascuno. linea dedicata di materassi che fa della perfetta ergonomia e della Anni di ricerca intorno al relax della persona hanno fatto sì che traspirabilità le basi per il buon riposo. Dorelanbed diventasse un punto di riferimento prestigioso per La si può conoscere e provare nel punto vendita di Faenza, in via il sistema che comprende letti, materassi, reti e accessori, Volta. La ricerca dello stile e del confort ha portato Dorelanbad a grazie alla vasta scelta di prodotti, creazioni di stile e confort collaborare con grandi partners come Fazzini per la biancheria e volte a divenire parte dello stile di vita di chi si vuol bene e di chi DounenStep per i piumini. pensa che il sano riposo possa migliorare la vita. Per questi motivi
DoRelanBeD Faenza - via Volta, 1 (Centro Commerciale “Le Cicogne”) Tel. 0546 620687 - faenza@dorelan.it Forlì - via Ravegnana, 409 Tel. 0543 722227 - forli@dorelan.it Imola - via Ugo la Malfa, 8 Tel. 0542 642629 - imola@dorelan.it www.negozidorelan.it
Passeggiare | Milano Marittima
Il giardino
in riva al testo Francesca Ricci
Mare
Una passeggiata tra i viali, le rotonde e i parchi dell’elegante Milano Marittima, cuore verde della riviera che si appresta a festeggiare il centenario di fondazione.
La storia di Milano Marittima inizia a fine ‘800, quando la facoltosa famiglia di Giacomo e Pietro Maffei firma un contratto con l’Amministrazione comunale di Cervia. La firma sancisce l’inizio della storia di quella che diventerà la località balneare più alla moda della riviera romagnola. Le caratteristiche della zona, le virtù terapeutiche dell’acqua e del bagno in mare, la splendida pineta e lo sviluppo turistico favorito dalla costruzione della ferrovia convinsero i Maffei a scommettere su quest’area, all’apparenza aspra. Così il 18 giugno 1907 venne sottoscritta una convenzione con la quale l’Amministrazione comunale cedeva loro “una vasta area di relitti marini, in destra e in sinistra del porto canale”. Veniva sottolineato però l’obbligo a costruire “villini, parchi, giardini, atti ad attirare su questa spiaggia una numerosa colonia balneare”. I progetti iniziarono subito a svilupparsi, mancava però la disponibilità economica per sostenere un’impresa del genere. Venne allora in aiuto quello che sarà il vero padre di Milano Marittima, Giuseppe Palanti, artista trentenne a cui i Maffei cedettero i loro diritti. Palanti il 1° giugno del 1911 costituì legalmente la “Società Milano-Marittima per lo sviluppo della spiaggia di Cervia”. Il 14 agosto del 1912 viene formalizzato il rapporto tra Amministrazione e società, che s’impegnava a costruire
parchi, viali, giardini, piazze di proprietà comunale e come tali di uso pubblico. Obbligo della Società e di Palanti costruire almeno cinque ville l’anno, e conservare la pineta abbattendo solo i pini strettamente necessari alla costruzione. L’amore di Palanti verso la cittadina nasce soprattutto dall’amore che lui ha
Le rotonde della moda verso il verde del “pineto”, ed è da questa idea che parte il suo progetto di costruzione. Vuole costruire quella che Ebenezer Howard concepiva come “garden city”. Una città giardino che disegna lo sviluppo di un centro nuovo, in cui le costruzioni dovevano necessariamente fondersi con la natura circostante, al punto che ancor’oggi la pineta e il verde sono elementi caratterizzanti. Nonostante lo sviluppo della città si sia interrotto durante le guerre mondiali, negli anni ’60 e ’70 il boom economico ha segnato una forte ripresa edilizia che ha comunque mantenuto come protagonista il verde. Milano Marittima conta
La Milano balneare Il nome di questa località balneare segna inevitabilmente il forte legame che c’è, da sempre, con il capoluogo lombardo. Milano Marittima fu fondata dal nulla nel comune di Cervia, in quello che era all’epoca un borgo di pescatori e saline, su una striscia di pineta lunga cinque chilometri. L’idea di chiamare questo pezzo di terra così fu proprio di Palanti, il fondatore, un personaggio ben introdotto nella Milano che allora contava. Milano Marittima prende quindi questo nome per sottolineare il debito che ha nei confronti dei suoi fondatori milanesi e di tutti quei lombardi che fecero si che la località romagnola diventasse quello che è oggi. Oggi l’intenzione è di rilanciare il legame tra il capoluogo lombardo e Milano Marittima in vista dell’Expo del 2015, con eventi e progetti da organizzare in collaborazione tra le due città.
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A fianco, uno street bar della cittadina balneare.
Festa di luci per i cento anni
un gran numero di parchi e giardini, piccole aree verdi sparse nella città, al punto che tutte le rotonde hanno al loro centro un impianto ornamentale di grande impatto. Passeggiando nella piccola città ci si imbatte spesso in questi angoli di paradiso verde. Su viale Forlì, ad esempio, troviamo il Parco ex Mantova, mentre nella zona nord il Grande Parco Fondatori ricopre l’area con pini domestici e marittimi. Curioso anche Parco Treffz, nella V traversa, che offre singolari decori ispirati ai giardini nipponici, con ponticelli e alberature d’ispirazione orientale. A poca distanza troviamo la III traversa, al termine della quale spicca la Chiesa di Stella Maris, un’opera imponente di Carmelo Bordone che ricorda le grandi hall americane per i concerti. Non mancano i richiami marittimi creati dalla linea arrotondata dell’edificio, che ricorda l’immagine di un’onda, il tutto circondato da pini che creano l’atmosfera giusta per il luogo. Proseguendo verso il mare troviamo poi Villa Ada, residenza marittima di Palanti che intitolò la proprietà alla moglie e che rimane ancor’oggi un’opera interessante, esempio della bell’epoque, con la tipica loggetta artistica e un impianto edilizio solido che unisce il gusto del barocchetto lombardo con i decori toscani. S’incontra poi Via Forlì che s’incrocia con Viale 2 giugno e poco dopo il Grattacielo, di 92 metri con 22 piani, costruito richiaman-
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dosi alla statura monumentale dei pini e infrangendo il regolamento edilizio dell’epoca che prevedeva la costruzione di edifici non più alti di 22 metri. A pochi passi da questo troviamo un’altra costruzione simbolo di Milano Marittima, il Condomio Centrale, un secondo grattacielo composto da due corpi elevati occupati ai piani superiori da appartamenti e da quelli inferiori dalle vetrine dei negozi. Il collegamento tra le due unità è decorato da un mosaico pavimentale, dal titolo “La via delle dune dorata” ideato dagli architetti Tiziano Conti e Stefania Baruzzi, di recente realizzazione che copre una vasca di 50 mq e piccole fontane. A Milano Marittima si trovano anche molti viali dedicati allo shopping e alle grandi firme,
meta di turisti provenienti da tutta Italia e da tutto il mondo. Viale Matteotti apre un valzer di vetrine in cui si rispecchia la faccia più glamour della città. Non è da meno Via Gramsci, anch’essa fitta di negozi delle marche più prestigiose, che si congiunge con la rotonda Don Minzoni, circondata da importanti ristoranti e sovrastata dalle strutture dei nuclei abitativi che sono stati costruiti nel tempo. Il vero cuore di Milano Marittima è però la Rotonda I Maggio, centro pulsante della località romagnola, attorno al quale si trovano le vie più ricche di locali e di punti d’incontro per chi vuole vivere appieno la notte della Riviera. IN
Il 14 agosto 2012 Milano Marittima compie cent’anni. Il Comune di Cervia e la Regione Emilia Romagna sono pronti a festeggiare nel migliore dei mondi con spettacoli, eventi e manifestazioni che accompagneranno per tutto il 2012 la località romagnola verso il soffio delle cento candeline, con un’ampia carrellata di eventi raccolti nel cartellone “Mare forza 100”. Si parte già a dicembre 2011 quando Milano Marittima avrà, sul modello della “Fète des lumières” di Lione, la sua “festa delle illuminazioni” che scoprirà i punti strategici della città. Per tutta l’Estate 2012 sono stati organizzati innumerevoli eventi tra cui l’incontro tra gli architetti del verde proveniente da tutta Europa, che allestiranno i giardini della città dando vita ad un vero e proprio museo all’aria aperta e una mostra dedicata a Palanti, il fondatore, inserita all’interno delle mostre dei musei San Domenico di Forlì. Sempre durante l’estate si svolgerà la “ Cena del Centenario”, occasione in cui il centro di Milano Marittima diventerà solo per una sera una grande piazza verde dove saranno protagonisti il gusto e la bellezza. Spazio anche agli amanti dello sport che troveranno moto e auto d’epoca rombanti all’interno del circuito naturale dell’Anello del Pino in memoria dell’antico circuito motociclistico di Milano Marittima. Non mancherà un gemellaggio con Milano, che il 20 maggio parteciperà alla festa più importante della città di Cervia, lo Sposalizio del Mare. Il tutto per accompagnare verso i festeggiamenti del 14 agosto, quando una grande orchestra si esibirà per il concerto di compleanno accompagnato da fuochi d’artificio. Tutti gli eventi su www.centenariomilanomarittima. comunecervia.it
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La buona cucina
nel segno del Bon Ton IL Nuovo LocaLe dI MILaNo MaRITTIMa oFFRe uNa RaFFINaTa pRopoSTa daLLa ceNa aL dopo ceNa
Una nuova realtà sta nascendo a Milano Marittima. Menu di pesce o carne e saletta carta da parati ai tavoli, dalle sedie sino ai tendaggi A dicembre sarà infatti inaugurato il ristorante in cui potersi godere un buon e ai più piccoli dettagli. Al Bon Ton saranno disponi“Le Bon Ton” di Loris Randi e Marta Filippi, un sigaro e un rum invecchiato, con bili circa 60 coperti, in tavoli larghi e distanziati tra sottofondo di musica dal vivo di loro per garantire la riservatezza e la privacy e per locale elegante e curato nei più piccoli dettagli che permette ai clienti di godersi una cena accompagnati dalla musica vuole offrire ai suoi clienti la possibilità di trascorrere una serata a del pianoforte a coda che allieterà le serate. Serate che possono 360 gradi. “Le Bon Ton” propone una cucina tradizionale di pesce proseguire dopo la cena all’interno di una saletta fumatori in cui rivisitata ed elaborata dalle mani dello chef Riccardo Montepotersi godere un sigaro e un buon rum invecchiato, mentre chiani che, con l’aiuto chef Luca Santini, proporrà piatti sofistisi ascoltano brani soft proposti dal pianista del locale. L’idea del ticati che si richiamano però alla tradizione marinara. Lo chef non tolare è proprio quella di creare un’alternativa valida all’interno del mancherà di proporre anche alcuni piatti di carne per soddisfare i panorama di ristoranti e locali di Milano Marittima, con un’offerta gusti di chi non ama il pesce. All’interno del ristorante, in piazelegante, riservata e raffinata in un ambiente accogliente in grado zale Napoli e con parcheggio privato, è evidente da subito come di offrire opportunità sia per la cena sia per il dopocena, sempre l’obiettivo di Loris Randi sia portare avanti le “buone maniere” delnel segno del Bon Ton. È possibile anche prenotare una sala privala ristorazione, quel Bon Ton che spicca ben chiaro fin dal nome del ta, attrezzata con videoproiettore per ospitare cene aziendali, cene ristorante. Eleganza che si coglie anche dall’arredamento ispiprivate e rinfreschi per matrimoni. rato ad uno stile francese che caratterizza ogni elemento, dalla
Ristorante Le Bon Ton Milano Marittima - Piazzale Napoli, 26 - Cell. 339 7217500
Visitare | Marina di Ravenna
Turisti da spiaggia Night & Day
Testo Roberta Bezzi - Foto Massimo Fiorentini
L’antico borgo di pescatori è oggi una delle località balneari più gettonate soprattutto dai giovani. Una scalata incessante per Marina di Ravenna, e un futuro ancora tutto da disegnare.
La risorsa più preziosa di Marina di Ravenna è una spiaggia di qualità di oltre duecento metri. Malgrado la scarsa ricettività alberghiera la località ha saputo cavalcare l’onda del turismo pendolare, offrendo ciò che oggi viene maggiormente richiesto: una bella spiaggia, un mare pulito, tanti servizi e opportunità per i suoi frequentatori. In questi ultimi anni gli stabilimenti balneari hanno fatto della specializzazione la loro caratteristica fondamentale. Per alcuni l’attività sportiva è il fiore all’occhiello: impianti di beach volley, calcio-tennis, basket, che consentono di organizzare tornei e di ospitare le tappe dei principali circuiti
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italiani del beach. Risale all’estate scorsa, per esempio, il successo dei mondiali di beach-soccer che si sono svolti, dinanzi a migliaia di persone, nel nuovo Stadio del Mare. Altri stabilimenti puntano in-
vece sulle famiglie, con una particolare attenzione nei confronti dei bambini, e altri ancora su una clientela giovane che sonnecchia durante il giorno al sole per poi scatenarsi la sera con musica, balli e happy hour in spiaggia. Un grande richiamo che anima i lidi dalle diciotto a mezzanotte, soprattutto nei fine settimana quando arrivano gruppi provenienti da tutta la regione. Viale delle Nazioni è il cuore pulsante
del divertimento con i suoi bar, ristoranti e negozi. In estate impazza la moda degli street bar aperti tutto il giorno, in cui consumare un aperitivo, cenare o tirar tardi in compagnia di amici. Alcuni locali hanno contribuito a promuovere il lato “glamour” di Marina di Ravenna, al pari di stabilimenti balneari particolarmente innovativi che organizzano serate a tema, dj session ed happy hour. Un’altra carta vincente è stata certamente il servizio di ristorazione, molto apprezzato dai turisti a cui piace fermarsi in spiaggia per l’intera giornata. Questi sono alcuni dei motivi per cui Marina di Ravenna è sicuramente la prima località turistica del comune di Ravenna. Ne è passato di tempo dall’apertura del primo stabilimento balneare che risale al 7 luglio 1872, quando una società di maggiorenti ravennati - presieduta da Ferdinando Rasponi - diede corpo all’idea imprenditoriale: si trattava di due capannoni verdi e gialli su palafitte, uno riservato agli uomini, l’altro alle donne, e di una serie di camerini. Anche allora c’erano i pendolari: i primi turisti viaggiavano su
Street bar e locali glamour “batane” - l’Anita Garibaldi, la Crimea e la Catalana - che percorrevano il Candiano trainate da cavalli. Seimila cinquecento bagni all’anno. “Era come andare alle terme”, ricorda Pericle Stoppa, autore del libro “Porto Corsini-Marina di Ravenna una storia”. Nello “stabilimento balneario” (costruito dove attualmente sorge l’incrocio tra le vie Vecchi e Thaon de Revel) era presente un ispettore che faceva rispettare i tempi di “immersione” (40 minuti) e vigilava sulla moralità dei bagnanti e sulla loro separazione: per decenza, si scendeva in acqua attraverso una botola ricavata sul pavimento. Nel 1927 la località ha ottenuto il riconoscimento di stazione balneare. Risale invece al 1930 il cambio di nome dell’antico borgo peschereccio, da Porto Corsini a Marina di Ravenna, considerato più turistico. Il mercato del pesce, gestito direttamente dal
Comune di Ravenna, cresce anno dopo anno, tanto da essere definito dalla stampa inneggiante le opere del regime, “uno dei meglio attrezzati d’Italia”. Sempre in quegli anni, si costruisce un albergo in stile liberty (il Grand Hotel Pineta) e un vasto fabbricato ad uso colonia marina capace di ospitare oltre seicento bambini per turno. Il dopoguerra è segnato dalla ricostruzione e dalla crescita del movimento turistico. Anche la pesca e il mercato del pesce mantengono un andamento positivo, almeno fino all’inizio degli anni Sessanta quando a Ravenna si impone un forte sviluppo portuale e industriale, favorito dall’accesso a nuove fonti energetiche e dal diffondersi di nuove tecnologie. Nasce il grande impianto
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A fianco, uno dei tanti spettacoli estivi a Marina. Sotto, uno scorcio della spiaggia.
Museo HDS Italia sulle Attività Subacquee petrolchimico Anic, mentre l’Agip individua altri rilevanti giacimenti nel mare antistante Marina di Ravenna che diventa così la più importante base mediterranea dell’industria off-shore. Lentamente si
impoverisce il mercato del pesce e anche l’esercizio turistico, a partire dagli anni Settanta, segna il passo: diversi alberghi sono trasformati in più redditizi condomini. Malgrado ciò Marina di Ravenna cresce e assume rapidamente le caratteristiche di una moderna e servita cittadina. In quest’ultimo decennio la ripresa della sua funzione turistica è in gran parte legata all’ampio arenile, all’ambiente naturale, alla gastronomia e ai locali per il divertimento. Ieri come oggi, la località - immersa nel verde di una folta pineta millenaria nei cui vialetti è possibile camminare o fare jogging arrivando fino Punta Marina - è amata anche per le lunghe passeggiate in mezzo all’acqua. La palizzata prima e il molo (la diga) poi hanno idealmente realizzato un sogno e nel corso del tempo hanno visto modificarsi usi e costumi, comportamenti sociali e abitudini. Il molo è la vera piazza di Marina: qui stazionano i pescatori che hanno quasi tre chilometri di “postazioni” in mare aperto, mentre continuo è il via vai di chi si gode il sapore di mare a piedi o in bicicletta. La novità del paese è la “scoperta” della nautica da diporto che
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dovrebbe proiettarlo in pochi anni, con i suoi millecinquecento posti barca, ai vertici europei del settore. A tutt’oggi questa è la pagina più felice del progetto Marinara che ha cambiato, sotto il profilo urbanistico, l’affaccio al mare della località, con la costruzione di un nuovo complesso residenziale e di un outlet. Tra un passato suggestivo e un presente ricco di contraddizioni, il futuro è ancora tutto da disegnare. IN
Unico nel suo genere in Italia è il Museo nazionale delle Attività Subacquee, aperto dall’HDS Italia (Historical Diving Society) nel novembre 1998 in viale IV Novembre 86/A. Nelle quattro aree tematiche si trova una notevole varietà di materiali, attrezzature, stampe e diorama tesi a illustrare un’attività vasta e antica che affonda le sue radici nel nascere stesso dell’uomo. Il museo, che fa parte del Sistema museale della Provincia di Ravenna, ha ricevuto nel 1999 il Nautiek Award, in quanto struttura che nell’anno ha maggiormente contribuito alla conoscenza della storia dell’attività subacquea. Il museo è visitabile tutto l’anno previa prenotazione, al numero 338 7265650. www.hdsitalia.org
Scoprire | Lagune del ravennate
Valli, piallasse e Boschi allagati Testo e foto Giancarlo Tedaldi
Bassure inondate, stagni e valli si alternano ai canneti e a lunghi cordoni di dune consolidate. Le lagune del ravennate, a ridosso della costa, costituiscono un habitat di grande interesse naturalistico.
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La grande complessità ambientale del territorio naturale del ravennate si è originata per la combinazione di una serie di elementi e di eventi che hanno agito da fattori di diversificazione paesaggistica e biologica. In primo luogo è stato l’incontro delle acque dolci di alcuni grandi fiumi (Po, Reno) e dei torrenti appenninici (Lamone, Senio, Fiumi Uniti, Savio) con le acque salate e eutrofiche del mare Adriatico, che ha generato il più vasto comprensorio di valli, lagune e paludi d’Italia. Il sistema risulta assai dinamico in quanto molti corsi d’acqua prima di giungere al mare tendono, nei territori di origine alluvionale come la pianura padana, a suddividersi in tracciati
ramificati dall’assetto mutevole. I sedimenti portati dai fiumi al mare, infatti, creano dossi (emersi e sottomarini) che le correnti marine, il moto ondoso e le maree rielaborano in continuazione; quando questi corpi emersi di sedimenti si posizionano in prossimità della costa, allora si possono formare veri e propri isolotti (comuni alle bocche dei vari rami del Po). Allorché lo stretto cordone di mare tra la costa e gli scanni (questo è il nome dei lunghi isolotti che orlano il mare in prossimità delle foci) si affievolisce, prosciugandosi, prende corpo la duna vera e propria che a sua volta verrà modellata dal vento e progressivamente stabilizzata dalle radici della vegetazione pioniera ivi insediatasi. Sulla spiaggia battuta dagli aerosol marini poche sono le piante capaci di sostenere lo stress indotto da condizioni ambientali così avverse: Ruchetta di mare, Sparto pungente ed Eringio marittimo (dalle foglie acumi-
nate) sono le specie principali capaci di opporsi a situazioni tanto ingrate. Tra gli uccelli presenti in questi habitat rammentiamo la rarissima Beccaccia di mare nidificante presso la foce del Reno.
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Nel complesso l’assetto costiero che da Chioggia si estende a sud di Ravenna e del primo entroterra è di recente costituzione: circa 5-6.000 anni fa si stabilizzò la linea di costa (di qualche chilometro più arretrata rispetto a quella attuale), coincidente per lo più col sistema di antiche dune (dette paleodune) su cui vegetano le odierne foreste-pinete. Proprio la presenza di ecosistemi forestali sufficientemente vasti e originali come il bosco allagato di Punte Alberete, con specie botaniche dell’area biogeografia centro europea (Ontano nero, Carpino bianco, frassini, pioppi e salici), contrapposto a certe porzioni di pineta (Classe e San Vitale) con radure calde e assolate dominate da vegetazione erbacea arbustiva di tipo mediterraneo, rappresenta un ulteriore elemento di biodiversificazione del territorio. La falda acquifera sempre piuttosto superficiale in queste zone tende, in alcuni periodi, a inondare vaste aree agricole: ciò avviene soprattutto quando si verificano piogge copiose o quando lo smaltimento artificiale delle acque dolci verso il mare, tramite canali e idrovore,
Sopra, le Saline di Cervia. In apertura, una panoramica della Bassa dei Bardello, a nord della Pineta San Vitale.
Il Parco Regionale Delta del Po Si arriva al Parco percorrendo la statale 16 “Adriatica” da nord verso sud nel territorio compreso tra il fiume Reno e le Saline di Cervia. Una specifica cartellonistica segnala le varie stazioni facilmente raggiungibili in auto mentre una fitta rete di sentieri permette una agevole fruizione pedonale e ciclabile. È consigliabile visitare il parco in primavera e autunno, per il grande valore botanico e faunistico, soprattutto ornitologico. Specifiche informazioni sull’area si possono trovare all’indirizzo web www.parcodeltapo.it, mentre per un contatto telefonico questi sono i recapiti: Parco Regionale Delta del Po (Comacchio di Ferrara) tel. 0533 314003; Provincia di Ravenna (Assessorato Parchi e Forestazione) tel. 0544 258111; AT Ravenna tel. 0544 35504.
è ostacolato da eventi di marea contraria a tale flusso indotto dall’uomo. L’opera di bonifica che ha interessato nel passato l’intera zona della pianura Ravennate e Ferrarese ha in parte contenuto e si è contrapposta al generale stato di impaludamento, tuttavia il sistema di movimentazione forzata delle acque per mantenere asciutti vasti territori è ancora attivo; solo attraverso un’assidua opera di regimazione dei corsi d’acqua naturali e di manutenzione del sistema dei canali è possibile ancora oggi assicurare il mantenimento delle terre bonificate dato che esse ritornerebbero, più o meno spontaneamente, ad allagarsi. Ciò
Ecosistemi vasti e originali anche a causa della subsidenza del territorio una sorta di continuo abbassamento del suolo che tende ad attestarsi a quote inferiori rispetto al livello del mare. Come dimenticare poi le modeste zone umide effimere e stagionali che si formano, per il solo apporto meteorico, nei siti dal terreno più argilloso e compattato; nonostante la matrice sabbiosa del substrato certi ristagni sono presenti e inframmezzati alle dune o nel mezzo delle pinete. Questi habitat aumentano considerevolmente la varietà di organismi presenti in zona, in quanto il loro spontaneo prosciugamento estivo (talvolta ciò avviene già a fine primavera) non consente la vita ai pesci e ciò avvantaggia considerevolmente gli
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Aironi e gabbiani, anatre e fenicotteri Le aree umide del ravennate costituiscono una delle zone di maggiore interesse a livello europeo per l’avifauna legata a questi ecosistemi. La diversità degli habitat acquatici, ora con acque profonde, ora poco più che prati umidi, permette a specie dai costumi differenti di poter trovare ambienti consoni sia alla nidificazione che allo svernamento. Qui durante l’autunno molti uccelli migratori fanno tappa prima di riprendere il volo verso il nord Africa. Le specie presenti durante tutto l’arco dell’anno ammontano a circa 150, alle quali se ne aggiungono almeno altre 180 come svernanti nella stagione fredda. In generale le aree umide del Delta del Po rappresentano per alcune specie i pochissimi siti di nidificazione a livello nazionale e internazionale: è il caso della rara Sgarza ciuffetto presente a Punte Alberete, dell’Airone rosso e della Spatola osservabili e Valle Mandriole. Il Marangone minore e il Fenicottero hanno nel ravennate una delle pochissime colonie dell’intera Europa. Numerosi itinerari guidano alla visita dei siti più interessanti: nelle principali aree di stazionamento sono stati allestiti capanni per il birdwatching e altane che agevolano l’osservazione delle specie più rare e interessanti.
In alto, un esemplare di garzetta bianca. A fianco, un particolare del Prato Barenicolo alle spalle di Marina Romea.
anfibi, che di norma sono da questi attivamente predati. Tali ecosistemi hanno consentito la sopravvivenza a numerose specie tra cui il colorato Rospo smeraldino, il Tritone crestato italiano e il localizzatissimo Pelobate fosco, un piccolo
rospo esclusivo dell’area padana e del veneto e presente in pochissime stazioni relitte della nostra regione come la Pineta di Classe e la palude del Bardello, estesa per un centinaio di ettari a nord di Ravenna e colonizzata anche da una
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flora pregiata. L’elevato numero di specie ornitiche che si possono osservare nelle zone umide del ravennate (porzione meridionale del Parco Regionale del Delta del Po) si deve ricondurre sia alla diversità di regime idraulico di queste aree, sia a una certa naturalità di molti bacini semiartificiali, sia al diffuso sistema di protezione e controllo attivo del territorio messo in atto dai vari soggetti pubblici e privati che collaborano per la salvaguardia del Delta: accade così che
anatre, cigni, sterne e cormorani, che prediligono acque profonde e viceversa aironi, il curioso Cavaliere d’Italia, la Spatola e l’Avocetta e l’oramai comune Fenicottero (osservabile nelle saline di Cervia e Comacchio) che amano cercare cibo in pochi centimetri d’acqua possono convivere a stretto contatto gli uni con gli altri magari nella stessa palude, un tempo adibita all’attività venatoria e oggi convertita alla non meno praticata attività di birdwatching. IN
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