InMagazine Faenza 03/12

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Faenza

Sara

Errani

Racchetta magica

Josefa & Co Biglietto per Londra Ravennati nell’orto Ritorno alla terra Camilla Rossi La regina delle torte w w w. i n m a g a z i n e . i t ®

Supplemento a “Ravenna IN Magazine” N. 3 - 2012


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Sommario

12 4 Annotare Brevi IN 12 Essere Sara Errani 18 Gareggiare Josefa & Co 22 Coltivare Ravennati nell’orto 28 Raccontare Risaie ravennati 36 Creare Silvano Fabbri

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| EDITORIALE di Andrea Masotti |

41 Presentare Ravenna Festival 44 Abitare Appartamento di lusso 50 Decorare Camilla Rossi 52 Combattere Isabella Signani 54 Suonare Scuola Grande di San Filippo 56 Partecipare Giovanni Desio

22

Una sfida a cinque cerchi per la tennista Sara Errani, personaggio di copertina che grazie alle recenti vittorie strappa un biglietto importante per Londra 2012. Di Olimpiade storica si parla anche per Josefa Idem e per gli altri atleti ravennati in partenza verso questa sfida mondiale. Tra i ravennati che restano, invece, si rafforza l’interesse per la terra e i suoi prodotti, attraverso progetti innovativi di orti e colture sviluppati anche nelle scuole. Una terra in cui, un tempo, l’acqua regnava sovrana: è la storia delle risaie della Standiana e delle mondine che fin dal ‘700 qui lavorarono. Le eleganti figure in ceramica di Silvano Fabbri ci por-

tano poi a Faenza; di capolavori si parla anche con la nuova stagione del Ravenna Festival, presentata da Cristina Mazzavillani Muti, Franco Masotti ed Angelo Nicastro. La rubrica della casa ci porta in un elegante appartamento arredato con elementi di design d’autore, mentre ci spostiamo in cucina con le colorate torte di Camilla Rossi, giovane e affermata cake designer. Giovane e grintosa è anche la spadista Isabella Signani, stella nascente della scherma. E per concludere le tante iniziative della Scuola Grande di San Filippo di Faenza e l’attività internazionale di don Giovanni Desio, critico cinematografico.

Stampa: Graph S.N.C. - San Leo (RN)

Ufficio commerciale: Gianluca Braga

Edizioni IN MAGAZINE S.R.L.

Direttore Responsabile: Andrea Masotti

Collaboratori:

Redazione e amministrazione: Via Napoleone Bonaparte, 50 - 47100 Forlì tel. 0543.798463 - fax 0543.774044

Redazione centrale: Roberta Brunazzi

Bezzi, Andrea Casadio, Anna De Lutiis, Massimo

Progetto grafico: Lisa Tagliaferri Impaginazione: Marica Graziani, Sabrina Montefiori Controllo produzione e qualità: Isabella Fazioli

Linda Antonellini, Lidia Bagnara, Roberta

Fiorentini, Claudia Graziani, Valentina Minzoni, Aldo Savini, Michele Virgili

Chiuso per la stampa il 30/05/2012

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www.inmagazine.it inmagazine@menabo.com


Annotare | Brevi IN

Nuovo format per il Guidarello

“Una pigna per Ravenna”, nuova guida

Ravenna - Sesta edizione del Premio Guidarello Giovani, che da aprile a novembre coinvolge 29 classi e oltre 600 alunni nel confronto con le aziende del territorio. All’Holiday Inn è stato presentato il rinnovato format del Premio, allargato anche alle classi terze e aperto ora a nuovi strumenti digitali. Oltre al tradizionale artico-

Giovani

lo giornalistico, infatti, il reportage in azienda potrà essere raccontato anche tramite video e presentazioni in PowerPoint. Per consentire ai partecipanti di elaborare al meglio il reportage, le visite in azienda si svolgeranno nei prossimi mesi e saranno anticipate da un incontro in classe con l’imprenditore.

L’arte di Palanti ai Magazzini Ravenna - S’intitola “Una pigna per Ravenna” la nuova guida su Ravenna edita da Longo e illustrata da Enrico Rambaldi, in vendita nelle librerie e nei bookshop di musei e monumenti. L’autrice è la ravennate Silvia Togni; il testo si rivolge ai bambini e ai ragazzi delle scuole elementari e medie, dagli 8 ai 14 anni. In sessanta pagine sono proposte cinque passeggiate per scoprire i luoghi della città non in ordine cronologico ma seguendo alcuni dettagli. In “Una città di pigne e tombe” si va alla ricerca dei numerosi monumenti cittadini, mentre in “Una città fra la terra e il mare” si parla delle origini di Ravenna. Il mosaico è protagonista di “Dove la terra incontra il cielo”; poi ci sono due capitoli dedicati a “Ravenna è una città di donne” e alle “Persone che da sole hanno fatto tanto”. (R.B.)

Prima squadra ravennate di cricket Ravenna - Presentata la prima squadra ravennate di cricket, che vestirà i colori giallorossi nel campionato nazionale di serie C. La squadra è composta da trenta giovani di età media intorno ai 22 anni, prevalentemente bengalesi, ma anche indiani, pakistani e ravennati. Il presidente della squadra è Hasan Shaik. Il Comune di Ravenna e la Banca Popolare hanno offerto un contributo economico e garantito la disponibilità dei campi da gioco della Darsena e di Punta Marina. (R.B.)

4 | IN Magazine

Cervia - Giuseppe Palanti (Milano 1881-1946) è l’artista che ebbe l’idea di trasformare l’ex zona di relitti marini donata dal comune di Cervia a una ditta milanese perché la bonificasse nella spiaggia dei milanesi, creando così Milano Marittima. A 100 anni dalla fondazione, il Comune di Cervia a lui dedica la mostra “Giuseppe Palanti. Pittore, urbanista, illustratore”, retrospettiva con 160 opere che documentano la varietà delle arti pratica-

del Sale

te dall’artista eclettico, che in pittura spazia dall’ultimo romanticismo al tardo Impressionismo, da Novecento agli anni Trenta, fino agli esiti degli anni Quaranta. L’esposizione, allestita ai Magazzini del sale di Cervia, rimane aperta fino al 30 agosto (fino al 15 giugno dal martedì alla domenica, ore 10 - 13 e 15,30 - 18,30; dal 16 giugno al 30 agosto dal martedì alla domenica, ore 17,30 - 23; sabato e domenica anche 9,30 - 12,30. Chiuso il lunedì). (A.S.)


PAVIMENTI • RIVESTIMENTI • PARQUET CARTA DA PARATI • ARREDO BAGNO • SAUNE Via Aldo Bozzi, 77/79 - 48100 Ravenna - Tel. 0544.278360 - Fax 0544.278506 - commerciale@edilravenna.it - www.edilravenna.it


Al Campiello Giovani con Martina

Nuovo Pronto Soccorso al Santa Maria delle Croci Ravenna - Il 9 maggio è entrato in funzione il nuovo Pronto Soccorso generale, pronto Soccorso ortopedico e Medicina d’urgenza all’ospedale Santa Maria delle Croci di Ravenna. Una struttura di sette piani, costata più di 42 milioni di euro (di cui 31.850.000 pagati dallo Stato, 3.155.000 dalla Regione e 7.025.000 a carico della Ausl di Ravenna), con un’elisuperficie che sarà utilizzata a pieno regime entro la fine del 2013. L’accesso per il trasporto dei pazienti in condizioni di emergenza/ urgenza viene garantito attraverso un percorso dedicato da viale Randi, con accesso diretto alla camera calda. Dalla stessa strada è accessibile il nuovo parcheggio gratuito dedicato agli utenti/visitatori, composto da 114 posti auto. Dal parcheggio si accede alla struttura di Pronto Soccorso mediante un percorso pedonale dedicato. (R.B.)

Trenta candeline per il chiosco piadina Ferretti Punta Marina - Trent’anni di attività per il chiosco Piadina Ferretti di Punta Marina Terme situato all’inizio di viale dei Navigatori, festeggiati con un momento conviviale per tutti offerto dal proprietario Natale Ferretti, presidente del sindacato produttori e commercianti di piadina romagnola Confcommercio Ravenna. Per l’occasione al presidente Confcommercio Ravenna Graziano Parenti è stata consegnata da parte di Natale Ferretti, la targa commemorativa dei 30 anni di attività.

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Ravenna - Per il secondo anno consecutivo la diciannovenne ravennate Martina Evangelisti (prima a destra nel gruppo dei finalisti) è entrata nella cinquina dei finalisti del Campiello Giovani, concorso letterario under 22 promosso dalla Fondazione Il Campiello - Confindustria Veneto. Il vincitore sarà scelto il 1° settembre a Venezia. Partecipa con il racconto “Forbici”, definito dal comitato tecnico “intenso, con punte di scrittura che trafiggono”. Dopo la maturità al liceo classico “Dante Alighieri” di Ravenna, Martina ora studia Lettere

Nuova vita per l’Hotel Milano Marittima - L’Hotel Mare Pineta, primo albergo di Milano Marittima inaugurato nel 1927, ha avviato importanti opere di restauro su progetto dello Studio Lissoni Associati di Milano. Gestito da Select Hotels Collection di Antonio Batani, lo storico hotel richiedeva interventi di ammodernamento e la proprietà Salaroli S.p.A. (nella foto sotto, al centro, Davide Salaroli e Paola Batani) ha scelto di affidarsi al prestigioso studio milanese, che ha garantito il rispetto assoluto del luogo, pur con scelte di architettura contemporanea. A fine maggio è stata completata la secon-

Evangelisti

moderne all’università di Bologna e sogna di diventare scrittrice. (R.B.)

Mare Pineta da trance di lavori, con la ristrutturazione della reception, bar, spazi comuni e salette. La prima fase è stata completata lo scorso anno con il rinnovamento della spiaggia, la più estesa di tutta Milano Marittima. E ad ottobre partirà un nuovo lotto di lavori: al posto dell’attuale ristorante sorgerà un padiglione con 16 suite, e il nuovo ristorante sarà dotato di cucine all’avanguardia. “Tra il 2013 e 2014 - conclude con soddisfazione Davide Salaroli - proseguiremo poi con il rifacimento del centro congressi e la realizzazione di una beauty farm”. www.selecthotels.it


Tenuta Pertinello Gruppo Tampieri, investimenti sul Territorio Faenza - Investimenti per oltre 20 milioni di euro, destinati al sito di Faenza. È il messaggio positivo emerso nel saluto di benvenuto dato da Giovanni Tampieri, amministratore delegato del Gruppo Tampieri, ai trecento dipendenti e ospiti invitati alla consueta festa annuale, tenuta il 18 maggio a Borgo Fregnano. Per l’anno 2011 il Gruppo presenta un fatturato aggregato di 360 milioni di euro con un Ebitda di 30 milioni, occupa circa 250 dipendenti ed ha un indotto di 500 persone. Un segnale positivo in una fase storica generale non facile, giunto da questa impresa avviata a Faenza nel 1928 e che in tempi recenti, in meno di sei anni, ha registrato una crescita del personale occupato di oltre il 60%.

Il piacere della scelta La Luna

Grappa di uve Sangiovese Profumo complesso, etereo, bocca morbida, persistente, molto elegante.

Il Passito

Da uve stramature di Albana Profumo di agrumi e frutta bianca, palato che fonde densità, intensità e vivezza sapida.

Il Bosco

Da uve Sangiovese Naso fragrante con sentore di piccoli frutti rossi, in bocca è fresco e teso, di grande bevibilità.

La lunga stagione del Bagno

Pertinello

Fandango

Marina di Ravenna - Il Bagno Fandango di Marina di Ravenna, con alla guida Andrea Manetti e l’attore Roberto Citran, presenta una fitta stagione di eventi fino a settembre che coniuga divertimento, gastronomia e cultura. Tanti i grandi nomi coinvolti, fra i quali Luis Sepulveda e Leonardo Padura Fuentes, inseriti nella rassegna “Come gira il Mondo”. E tra “Come gira il Mondo” ed “I Giramondo” il passo è breve. Forse per questo fra gli appuntamenti della rassegna Cinema è stata inserita per il 15 giugno, ore 21, una serata dedicata alla presentazione in anteprima del video “Halfway to Heaven”, presentato da Fulvio Dodich. La splendida cornice delle dune del Fandango, parte di un progetto di ecosistema protetto, ospiterà anche le moto di altri “viaggiatori”, esposte sulla sabbia all’interno del bagno, bikers solidali che uniscono la passione per la moto alla voglia di aiutare i più deboli.

Da uve Sangiovese Vino austero e composto, bocca succosa, ampia, di trama fine.

Il Sasso

Da uve Sangiovese Vino di grande complessità ed eleganza che solo una vigna di oltre 40 anni riesce a dare.

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Tenuta Pertinello Strada Arpineto, 2 • 47010 Galeata (FC) Italy Tel. 0543.983156 - Fax 0543.983768 info.tenutapertinello@yahoo.com


Spiagge Soul, festival Itinerante “Crei-amo l’impresa!” incontri al liceo

Ravenna - I Giovani Imprenditori di Confindustria Emilia-Romagna e l’Ufficio Scolastico Regionale promuovono l’iniziativa “Crei-amo l’impresa!”, per diffondere tra i giovani la sensibilità verso la cultura d’impresa e l’autoimprenditorialità. L’iniziativa è volta a selezionare idee imprenditoriali “giovani ed innovative”, capaci di valorizzare le attitudini culturali e professionali degli studenti e le conoscenze acquisite nel ciclo scolastico con le vocazioni economiche e le opportunità presenti sul territorio. Il progetto è rivolto per la prima volta alle classi quarte degli istituti regionali ad indirizzo artistico. A Ravenna è portato avanti al liceo artistico “Nervi – Severini” dal Gruppo Giovani Imprenditori. Supervisori dell’iniziativa sono Maurizio Minghelli di Astim, Michele Urbini di Eventi Catering e Gianluigi Tasselli di Studio T.

Parco faunistico alla Standiana Ravenna - Inaugurato l’11 maggio scorso “Le Dune del Delta”, parco faunistico alla Standiana. Tra gli oltre 200 animali ospiti ci sono zebre, bisonti, struzzi, emù, antilopi, cervi nobili, lama, cammelli, mufloni e, a sorpresa, anche leoni e tigri. II tutto in 40 ettari di terreno, a poche decine di metri dall’ingresso di Mirabilandia, divisi in quattro habitat, savana, palude, bosco e montagna, e completati da tre ‘palazzine della scienza’ dedicate ad attività didattiche. La pensilina centrale ospita i servizi, i punti ristoro e un auditorium per spettacoli. Apertura tutti i giorni dalle 10 alle 16,30. Biglietto d’ingresso 25 euro. (R.B.)

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Lidi ravennati - Ricca edizione 2012 per “Spiagge Soul”, il festival di musica itinerante dei lidi ravennati, totalmente gratuito, dedicato alla grande musica soul. L’anno scorso furono 15mila le persone accorse ad ascoltare più di venti artisti internazionali. E quest’anno il festival si fa ancora più ambizioso: da Marina di Ravenna, cuore pulsante del festival, a Lido Adriano, da Punta Marina Terme e Porto Corsini fino a Marina Romea. Per dieci giorni, da giovedì 19 a domenica 29 luglio, più di 30 concerti riempiranno le strade, i locali e le spiagge col loro carico di grandi ospiti italiani e stranieri. Il festival è organizzato dall’associazione culturale “Blues Eye”, in collaborazione col Comune di Ravenna e le Pro Loco. www.spiaggesoul.it

Auto e moto storiche all’ex Macello Fusignano - Aperta al pubblico dal 26 maggio la “Collezione Contoli”, esposta negli spazi ristrutturati dell’ex Macello di Fusignano, in via Fornace 35. Qui si può intraprendere un viaggio suggestivo che nasce dalla generosa donazione di Mauricette e Primo Contoli, grandi appassionati e collezionsti locali, dalla memoria dell’inizio ‘900 fino agli anni ’30, con una produzione dei grandi pionieri dell’automobile e della motocicletta. Citroen, Gilera, Triumph, Fiat, Henderson sono alcuni dei nomi per questi undici esemplari originali, perfettamente conservati. L’ingresso è gratuito. La mostra permanente si può visitare il secondo e il quarto sabato di ogni mese, dalle ore 14,30 alle 17,30 (chiusura in luglio e agosto). Info: 0545 955653. www.comune.fusignano.ra.it


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Nuovo showrooom a Cesenatico per Edilravenna

Due under 35 per la rinascita della ex Standa Ravenna - Una ventata di novità tocca l’universo dei supermercati: al posto del Billa in via Cesarea a Ravenna e in via San Vitale 3 a Sant’Agata, arriva il marchio Conad. Salgono così a 50 i negozi in provincia di Ravenna associati a Cia - Conad, la cooperativa di dettaglianti del sistema nazionale Conad attiva in Romagna, Friuli, Veneto e Marche. Al timone ci sono due giovani under 35, i fratelli ravennati Filippo e Sandro Taroni, che con entusiasmo e intraprendenza cercheranno di raccogliere l’eredità della ex Standa, in un luogo “culto” della distribuzione. Il primo è laureato in giurisprudenza, mentre il secondo ha lavorato per anni nell’edilizia in Romania. Sono alla prima esperienza nel settore alimentare, anche se il padre è socio Conad da vent’anni. (R.B.)

Mosaici sonori, tre rassegne estive Ravenna - Promuovere la musica classica, valorizzando i luoghi più caratteristici della provincia: è lo scopo principale di Mosaici Sonori, che da maggio ad agosto organizza le tre rassegne “Pievi in musica”, “I concerti del mare” e “Marina classica”. Tutti i concerti sono ad ingresso libero. L’evento più importante è atteso per il 23 luglio, alla chiesa di San Giuseppe Marina di Ravenna, con il concerto in onore del patrono di Ravenna Sant’Apollinare, tenuto dall’Orchestra Alighieri accompagnata dal coro “I bimbi per i bimbi dell’Unicef”. I concerti che chiudono la programmazione estiva sono ambientati vicino all’acqua, al Circolo velico ravennate e al Ravenna Yacht Club di Marina di Ravenna, lunedì 30 luglio e venerdì 3 agosto. (R.B.)

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Ravenna - Nuovo showroom a Cesenatico per Edilravenna Srl, situata nella centralissima piazza Comandini 18. Nella sede ravennate di via A. Bozzi 77/79, Edilravenna propone da anni una ricca selezione di pavimenti, rivestimenti e arredo bagno prodotti delle migliori aziende presenti sul mercato, riservando particolare attenzione alle novità in termini di tecnologia e design. Il suo punto di forza è la particolare cura e attenzio-

ne per il cliente: la consulenza viene fornita non solo per la fornitura e la progettazione degli ambienti ma anche attraverso un adeguato servizio di posa in opera, con personale qualificato e di grande esperienza, a garanzia di un risultato impeccabile chiavi in mano. Nel punto vendita di Cesenatico viene presentata la nuova Linea Risparmio, con materiali a prezzi particolarmente vantaggiosi. Info: 0547 80314 - www.edilravenna.it

Cambio al vertice per il gruppo Ormeggiatori Ravenna - Passaggio di consegne alla Capitaneria di Porto - Guardia Costiera di Ravenna. L’ormeggiatore Mauro Samaritani è stato nominato nuovo Capo del Gruppo degli Ormeggiatori del Porto di Ravenna, subentrando ad Arnaldo Bongiovanni, che ha rivestito questo incarico direttivo dal 2006. Nato a Faenza 42 anni fa, Samaritani è membro del Gruppo dal 1° ottobre 1996 ed è stato consigliere per gli ultimi tre mandati, ricoprendo il ruolo di vice

Capogruppo nell’ultimo mandato (nella foto Samaritani con il comandante del Porto Francesco Saverio Ferrara).



Essere | Sara Errani

12 | IN Magazine


Racchetta

Magica

testo Claudia Graziani foto Copyright © 2003-2012 Shutterstock Images LLC

Versatile e sempre concentrata sulle variabili in campo. Risplende la stella tennistica di Sara Errani, 23° posto nel ranking mondiale, in partenza per Londra 2012.

Gli Australian Open, poi i tornei di Acapulco, Barcellona e Budapest. Il giorno dopo è già al WTA Mandatory di Madrid. Seguono gli Internazionali di Roma, il Roland Garros a Parigi, Wimbledon e quindi le Olimpiadi di Londra. Proprio come una pallina da tennis Sara Errani schizza da un continente all’altro e a Massa Lombarda, dove vivono genitori e fratello, è difficile poterla incontrare. Da Natale è tornata solo per tre giorni. Così, grazie alla sua disponibilità e all’aiuto del fratello Davide che è suo manager, siamo riusciti a sentirla al telefono mentre era a Madrid. Una chiacchierata per conoscere meglio questa tennista tenace, dal rendimento costante e sempre in crescita, orgoglio del tennis italiano, ma anche ravennate. Del resto è nata e cresciuta tennisticamente parlando a Faenza, dove si è allenata per cinque anni. I tempi sono stretti per alcune rapide domande alle quali risponde con solare sincerità.

giorni, come ti senti, dopo la brillan-

Quali sono le tue sensazioni in questi

Negli ultimi mesi hai ottenuto vitto-

te performance in Australia arrivata fino ai quarti di finale, e alle splendide vittorie ad Acapulco, Barcellona e Budapest che ti hanno fatto salire al 23° posto nel ranking mondiale?

“Fino ad ora ho avuto un anno positivo che mai mi sarei aspettata. Sto bene, anche se sono un po’ stanca visti gli impegni così ravvicinati. Soddisfatta, certo, ma la cosa che più mi dispiace è che non ho il tempo di fermarmi a festeggiare ed assaporare la vittoria”. Sei lanciata verso le Olimpiadi di Londra. Dopo quelle di Pechino con quale spirito le affronti? Cosa ti aspetti?

“È difficile fare previsioni perché è un torneo secco, chi perde esce. Quindi basta davvero poco: un sorteggio non favorevole, una giornata storta e sei fuori. Spero di essere il più in forma possibile, anche se l’erba non è proprio il terreno più adatto a me. Comunque nella squadra italiana siamo in quattro e spero proprio che possiamo fare bene”.

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rie importanti e sei un’atleta che ha avuto una costante progressione, senza mai “retrocessioni”.

“È vero, sono sempre migliorata. Non ho avuto alti e bassi ed è un fatto che mi dà sicurezza. Psicologicamente aiuta nella fatica quotidiana degli allenamenti”. Tutto è iniziato quando eri molto piccola, basta guardare le tue foto.

“Sì, per imitare mio fratello che giocava a tennis ho voluto anche io la mia racchetta e giocavo in giardino. Poi la passione è cresciuta e ho avuto l’opportunità di andare in America a 12 anni per 7 mesi alla Nick Bollettieri Tennis Academy, che ha formato fin da piccoli futuri grandi campioni del tennis mondiale. Grazie naturalmente ai miei genitori che hanno creduto

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e investito in me. Il tennis è uno sport molto costoso e mi ritengo una persona molto fortunata. Certo io ci ho messo la passione. Mi piace proprio giocare a tennis e così tutto viene più facile, anche quando si fanno sacrifici. La passione ti permette di sopportare anche il fatto di stare lontano dalla famiglia ed avere pochi amici”. Sara, però, un’amica l’ha trovata proprio sul campo di gara. È Roberta Vinci, la sua compagna nel doppio. Anche lei sarà alle Olim-

piadi insieme a Francesca Schiavone e Flavia Pennetta. Hanno imparato a conoscersi, ad apprezzarsi e ad avere fiducia l’una dell’altra. Un’amicizia vincente, è il caso di dirlo, visti i risultati recentissimi: in doppio sono arrivate alla finale

Nelle foto a sinistra, Sara Errani con Roberta Vinci, sua compagna nel doppio, in azione di gioco e durante una premiazione.


agli Australian Open, la prima volta per il tennis femminile italiano; hanno vinto ad Acapulco e Barcellona. Caratterialmente come ti definiresti: tenace, testarda, costante...

“Sicuramente testarda, ma sono anche una ragazza semplice e timida”. Per raggiungere questi risultati ci vuole più cuore o più grinta?

“Direi entrambe, ma soprattutto la passione, la voglia di arrivare e tanta testardaggine. Si perdono tante partite nel tennis, praticamente una ogni settimana, e si deve imparare a rialzarsi. In più è uno sport individuale e quindi occorre avere dentro di sé, ben chiare, le proprie motivazioni”. Come tennista come ti consideri? C’è chi dice che il tuo punto di forza è il cambio di ritmo.

“In campo sono versatile e cerco di adattarmi alle variabili che mi si presentano, come le condizioni del campo o l’avversaria che ho di fronte. Adatto il mio gioco e forse per questo ho cambi di ritmo e momenti in cui spingo di più, rispondendo con versatilità”.


A fianco, Sara a 3 anni con una racchetta in legno regolamentare del padre, di gran lunga preferita alle racchette giocattolo. (Archivio di famiglia).

Tennis di famiglia Sara Errani ha 25 anni. È nata a Bologna ed è cresciuta a Massa Lombarda. Si è avvicinata al tennis da piccola per imitare il fratello Davide, al quale è molto legata. Si allenerà a Faenza, Lugo e Forlì. A spronarla ci pensano papà Giorgio e mamma Fulvia che credono nelle sue potenzialità. A 12 anni le propongono di fare esperienza alla prestigiosa Accademia di Nick Bollettieri. Sara ci starà sette mesi, da sola. Tanta fatica, ma lei non molla. Quattro anni dopo si trasferisce a Valencia, dove ha trovato il luogo ideale per allenarsi seguita da Pablo Lozano e David Andres. Entra tra le prime 200 del mondo a 19 anni. La superficie dove si trova più a suo agio è la terra rossa. È professionista dal 2002. Cinque i titoli WTA vinti in carriera nel singolare e undici in doppio. La migliore posizione raggiunta nel ranking WTA è il 23º posto, ottenuta il 21 maggio 2012. Nel doppio la sua migliore posizione è la n. 8, raggiunta sempre il 21 maggio dopo la vittoria in doppio con Roberta Vinci agli Internazionali di Roma. L’ultima volta di una coppia italiana vincitrice a Roma (Cecchini-Reggi) era stata nel 1985. Ed ora le due tenniste non nascondono di poter puntare ad una medaglia alle Olimpiadi di Londra.

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Qual è la tua giornata tipo?

cialetti, in particolare i Dodo”.

“Praticamente non esiste, soprattutto in un periodo di tornei così intenso. Puoi giocare alle 11 di mattina o alle 7 di sera. Solo quando c’è la preparazione, solitamente a novembre e dicembre, mi alleno dalle 9 alle 14 e dalle 16 alle 18, alternando preparazione atletica al campo. Poi non resta molto tempo per fare altro. Quando torni a casa non hai più voglia di uscire, mangi e vai a dormire”.

Il piatto preferito?

“La pasta in genere mi piace tutta, ma se proprio devo scegliere dico i passatelli di mia mamma. Mi piace anche stare a casa e cucinare, visto che sono sempre in giro per il mondo e quindi mangio nei ristoranti. A Valencia, dove mi alleno, preferisco mangiare a casa”. Il posto più bello dove vorresti andare in vacanza.

“Le Maldive, dove sono stata qual-

Punto di forza? Il cambio di ritmo Immagino quindi che sia difficile dedicarsi alla lettura o a guardare un film oppure ad un hobby.

“Eh già! Riesco a guardare la tv solo su Internet, oltre ai social network. Così per rilassarmi guardo ad esempio le puntate vecchie di ‘Scherzi a parte’. Oppure mi piacciano i film di Pieraccioni. So a memoria le battute de ‘Il ciclone’. Da piccola leggevo molto, ora ho meno tempo. Gli ultimi libri che ho letto sono tutti quelli di Fabio Volo. Mi piace ascoltare la musica, in particolare nei momenti di pausa al circolo, per stare un po’ per i fatti miei”. Segui altri sport?

“Mio fratello è malato di basket, così anch’io lo guardo volentieri. Anche il calcio, ma non tifo una squadra in particolare”.

che anno fa con i miei genitori e mio fratello. Poi credo che l’Australia sia il più bel luogo fra tutti quelli che ho visto. Ma le vacanze proprio non esistono per me. Neanche dopo le Olimpiadi, visto che ci saranno tornei in America e gli Usa Open...”. “Scusami - mi dice al volo - ma ora devo andare. Ho il doppio insieme a Roberta Vinci”. E ti stupisci che questa grande atleta abbia trovato il tempo di dedicare a questa intervista proprio a ridosso di un match importante. Che poi hanno vinto! Così come il torneo, inanellando un poker eccezionale: Monterrey, Acapulco, Barcellona, Madrid. Allora, sempre al volo, le faccio l’ultima domanda, anche se la risposta credo già di saperla. Il primo desiderio che ti viene in

Ti piace la moda?

mente e che vorresti si avverasse.

“Direi che vesto sportiva e non ho un interesse specifico. Un solo vezzo, mi piacciono molto i brac-

“Una medaglia alle Olimpiadi proprio mi piacerebbe. Sarebbe un sogno che si avvera”. IN


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Ph. Massimo Fiorentini


Gareggiare | Josefa & Co

Biglietto per

Londra

testo Valentina Minzoni

Dalla canoa alla lotta libera, è nutrita la pattuglia dei ravennati in partenza verso le Olimpiadi 2012. Con un obiettivo preciso: giocarsela da protagonisti.

La pattuglia dei ravennati in partenza per le Olimpiadi 2012 si allarga, grazie a qualificazioni strappate con lo slancio di chi a Londra vuole essere protagonista. Ai canoisti per eccellenza, Josefa Idem e Marcello Miani, si è di recente aggiunto il nome di Daigoro Timoncini, faentino classe ’85, qualificatosi nella categoria dei 96 kg della Lotta Greco Romana. E con loro sono pronti a fare le valige anche Sara Errani per il tennis, Marta Menegatti in coppia con Greta Circolari per il beach volley e Lorenzo Ticchi per la ginnastica, mentre Serena Ortolani è tra le 25 atlete convocate nella nazionale di volley per questa entusiasmante stagione 2012. Ma andiamo per ordine, cominciando dalla veterana assoluta, l’inaffondabile signora olimpionica. Josefa Idem, una delle più grandi atlete della storia dello sport italiano e mondiale, ha dimostrato che davvero per lei tutto è possibile. È salita sui gradini del podio olimpico ben 5 volte, vincendo 1 Oro, 2 Argenti e 2 Bronzi. Ha partecipato a 7 Olimpiadi ed ora, a 47 anni compiuti, è pronta per partire per i Giochi Olimpici di Londra 2012, diventando così la prima donna al mondo

a partecipare all’ottava Olimpiade. Josefa, hai vinto tutto quello che si può vincere e ora ti stai preparando a un’altra sfida che è anche un record. Ne senti più l’orgoglio o il peso?

“Solo quando avrò fatto la prima pagaiata a Londra sarà davvero un record. Ora ci sto lavorando, ma sono andata di proposito dietro a questo obiettivo, con molta tenacia, determinazione, e molte rinunce. Mi aspetto di essere protagonista in questa Olimpiade”. Dopo Londra cosa farai?

“Avevo provato a smettere già nel 2006 ma non era il momento giusto. Infatti ho poi ottenuto un secondo posto alle Olimpiadi di Pechino. Ora sento che è il momento di fermarmi, di fare altro. Ho maturato una grande esperienza come atleta e vorrei trasmettere tutte le cose che ho imparato dallo sport. Già ora faccio interventi nelle aziende sul team building, mi occupo di promozione dello sport per bambini. Spero però di non prendere subito troppi impegni...”. Anche Marcello Miani andrà a Londra con il chiaro obiettivo di essere protagonista. Dieci titoli italiani in dieci anni, campione d’Europa in carica e vicecampione del Mondo

nel 2011. È più che una speranza il canottiere ravennate, 28 anni e un curriculum degno dei più grandi. Già a Pechino, nel 2008, nella categoria doppio pesi leggeri Marcello staccò un meritato quarto posto. Nel 2010 ha trovato la consacrazione con la tripletta, titolo mondiale, europeo ed italiano. Nel 2011 un nuovo traguardo: ha cambiato equipaggio, dal doppio è passato al quattro senza pesi leggeri, giusto in tempo per vincere la medaglia d’argento ai campionati mondiali di Bled in Slovenia e qualificarsi per Londra 2012. Gareggerai nel quattro senza-pesi leggeri. Si tratta di una scelta tecnica più legata alle tue attitudini?

“L’equipaggio del doppio si è sciolto e si è deciso di formare l’equipaggio a quattro (con i compagni Martino Goretti, il capovoga, Andrea Caianiello, il numero tre, e Daniele Danesin, il prodiere, ndr). L’anno scorso siamo andati bene, l’equipaggio è affiatato e a Londra andiamo per vincere una medaglia. Su circa 18 equipaggi siamo in 17 in una manciata di decimi di secondo l’uno dall’altro, quindi ci giocheremo tutto in gara. Noi siamo pronti e andiamo per vincere”.

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A fianco, il quattro senza di Miani. Da sinistra, Daniele Danesin, Marcello Miani, Andrea Caianiello e Martino Goretti. Sotto, il lottatore Daigoro Timoncini (a sinistra). In apertura, la canoista Josefa Idem.

Ph. Sachika Hotaka

Marcello Dradi, ct della nazionale indiana di tiro a volo

Cosa è cambiato rispetto alla scorsa

Quanto senti la responsabilità di rap-

Olimpiade?

presentare la specialità della lotta

“Pechino è stata la prima Olimpiade per me e ci siamo comunque classificati quarti, un buon piazzamento. Ora mi sento certamente più maturo, a livello fisico, tecnico e mentale. E dopo Londra non mi fermerò: ci saranno subito i Campionati del Mondo nel quattro di coppia. Solo dopo me ne andrò in vacanza”. Compagno di viaggio di Idem e Miani verso l’avventura londinese è anche Daigoro Timoncini. Come ogni lottatore che si rispetti ha resistito fino all’ultimo ed ha agguantato in extremis il pass per Londra 2012 nella categoria dei 96 kg della Lotta Greco Romana. Faentino classe ‘85, a Pechino si classificò decimo. Questa volta ha conquistato l’accesso ai Giochi raggiungendo la finale del penultimo torneo di qualificazione olimpica a Taiyuan, in Cina, a fine aprile.

greco romana, che nella nostra zona

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ha dato tanti allori?

“È una bella responsabilità, ma in tutti questi anni l’ansia è superata. Andrò a Londra pronto a dare il meglio. La lotta è uno sport particolare, di situazione, in poco tempo ci si gioca la preparazione di anni e non è detto che vinca sempre il più forte. L’importante è che sia riuscito a qualificarmi, ora andiamo avanti un passo per volta”. Sei alla seconda Olimpiade. Come ti senti ora rispetto a quattro anni fa?

“Credo di essere più maturo rispetto a Pechino, fisicamente e anche di testa, ma non sono abituato a fare pronostici. Come ho detto poco tempo fa al mio tecnico ‘si possono avere almeno due giorni buoni all’anno?”. Per ora ne ho avuto uno, durante le qualificazioni. Spero che il secondo arrivi a Londra...”. IN

Il ct Marcello Dradi viene da Alfonsine, e alle Olimpiadi di Londra porta la squadra indiana di tiro a volo. Dradi è di casa a Nuova Dehli, dove insegna, ma è spesso anche in Italia, dove allena nell’impianto olimpionico di tiro a volo di Conselice, progettato dal fratello architetto Fedele Dradi. Una storia legata da sempre allo sport la sua: negli anni Settanta è tra i primi tennisti Top 100 della classifica Atp. Alle Olimpiadi però ci va con le specialità del double track in fossa olimpica, vince a livello individuale sei Campionati italiani, un Mondiale, un Europeo, una Coppa del mondo e 14 Gran Premi internazionali. Senza contare i due record mondiali, nell’83 in Spagna con uno score di 200/2000 in fossa universale e nell’89 in Germania, con 197/200 in fossa olimpica. Un incidente lo blocca quando è già un probabile olimpionico per Barcellona. Decolla allora la sua carriera di allenatore. Ora Dradi (nella foto, con un’atleta) dirige l’Accademia del Tiro in Asia e tiene corsi in giro per il mondo. È stato in Russia e Francia come preparatore, ha allenato la nazionale olimpica inglese fino al 2008 e da diversi anni è in India, con la squadra che ha già conquistato l’argento ad Atene. (Roberta Bezzi)



Coltivare | Ravennati nell’orto

Ritorno alla

Terra

testo Roberta Bezzi - foto Lidia Bagnara

Simbolo di concretezza e di cura, ma anche mezzo formidabile per insegnare ai più giovani il rispetto per l’ambiente e per il cibo. I ravennati riscoprono l’orto, riletto in chiave contemporanea.

Con l’arrivo della bella stagione i ravennati riscoprono l’orto, una tradizione che in Romagna si tramanda di generazione in generazione. Ma anche un rituale che, in questi ultimi anni, ha conquistato anche le mogli dei grandi della terra a cominciare da Michelle Obama, che ne ha allestito uno nei terreni della Casa Bianca. Il suo è considerato un esempio per far fronte alla crisi attuale. Se i problemi sono nati dalla finanza creativa e da un mercato senza regole, ecco che la via per ripartire potrebbe passare dall’orto, simbolo di concretezza, duro lavoro e sacrificio. Secondo una stima di Coldiretti, quasi quattro ravennati su dieci, ogni anno, escono all’aperto in orti, giardini e terrazzi per zappare, impegnandosi oltre

che nella classica cura dei vasi di fiori, nella coltivazione fai da te di prodotti genuini da raccogliere all’occorrenza e da consumare in

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tavola. Quello che un tempo era una necessità, adesso è un piacere e un hobby per un numero sempre più elevato di famiglie. Ilenia Lorenzetto a Ravenna lavora nel verde dal 1991, come arredatrice di giardini e coltivatrice, nella sua

azienda agricola “La Giardineria”, che si è trasferita di recente da via Antonelli a via Romea Dir 25, dove si trovano tre ettari di terra. Qui l’anno scorso, in collaborazione con l’associazione culturale Artichok, è nato un progetto di coltivazione di orti a consumo diretto. “Chi ha il sogno dell’orto lo può realizzare. Con soli cento euro di spesa annua - spiega Lorenzetto - si può prendere un terreno di trenta metri quadrati per coltivare le verdure da mettere in tavola. Sono novanta le famiglie che hanno adottato questa filosofia di economia un po’ diversa dal consumatore al produttore. Per molti è un modo anche di sfogarsi dallo



stress cittadino. Per chi ha poco tempo, ci occupiamo noi della coltivazione e della raccolta dei prodotti biologici. In cambio, come si faceva una volta con il sistema della mezzadria, chiediamo una parte del raccolto”. Con la stessa cifra è anche possibile farsi piantare un albero da frutto che, già dal secondo anno, sarà in grado di produrre. Una nuova agricoltura dunque, basata sul rispetto della terra e la tutela del paesaggio. Artichok organizza anche corsi e spettacoli dedicati al verde per i bambini delle scuole, lezioni sulle erbe selvatiche e sui fiori commestibili e orto-terapia. “Il giardino nutre la nostra anima, l’orto il nostro corpo. A breve - conclude la coltivatrice - vorrei portare avanti altre due idee. La prima è quella di arredare i balconi con zucchine e cetrioli, piacevoli piante ornamentali, validi sostituti di gerani e surfinie. La seconda è l’orto-terapia, da sviluppare nell’ambito di un apposito centro ricreativo agricolo”. Si può iniziare sin da bambini ad apprezzare le virtù dell’orto. Riprendendo la filosofia di Alice

Waters che creò il primo School Garden a Berkeley a metà degli anni Novanta, Slow Food ha lanciato l’iniziativa “Orto in condotta”, diventato lo strumento principale delle attività di educazione alimentare e ambientale nelle scuole. A Ravenna, a partire dal 2008, sono state coinvolte le classi della scuola primaria Riccardo Ricci di via Cilla. “Si è iniziato con la formazione degli insegnanti”, spiega la fiduciaria Slow Food di Ravenna, Mariangela Ceccarelli. “L’orto, realizzato nel cortile della scuola, copre un’area di 120 metri quadrati, suddivisa in varie zone in modo che ogni classe possa lavorare in autonomia. L’opera di dissodamento è stata eseguita da alcuni ortolani scelti tra i nonni dei bimbi coinvolti, ma anche da nonni “della scuola” e altri anziani che collaborano con la ex circoscrizione per i lavori socialmente utili, con esperienza negli orti pubblici di Fornace Zarattini. Alcuni dei prodotti vengono cucinati e mangiati dai bambini nella mensa, mentre altri sono portati al mercato contadino. Lo scopo è quello di promuovere un prodotto

Sopra e in apertura, Ilenia Lorenzetto, arredatrice di giardini e coltivatrice.

Il giardino ai tempi della crisi Per gli amanti del verde in casa, il Garden Bulzaga di Faenza è un vero e proprio paradiso. Il Garden nasce nel 1995 dall’esperienza della famiglia Bulzaga nella coltivazione delle piante da interno e da esterno. Uno spazio di 7 mila metri quadrati in cui è possibile scoprire quante forme e quanti colori abbia il verde quando s’incontra con il design. “In primavera spiega Barbara Belletti - chi ha un giardino o un balcone desidera arricchirlo e decorarlo. Con la crisi economica in atto, la capacità di spesa è però diminuita e la tendenza è quella di acquistare piante stagionali di basso costo, come i gerani e le petunie. Si vendono un po’ meno le piante sempreverdi, di durata superiore, ma che spesso superano i sessanta euro. I nostri non sono beni di prima necessità: il verde si fa lo stesso, ma con meno spesa”.

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più buono, equo e pulito”. Il prossimo 11 novembre, in occasione della festa nazionale degli orti, i bambini parteciperanno con i genitori e le loro creazioni. Lo scorso anno è stato realizzato un libro con i cento disegni degli allievi, dopo la mostra organizzata al centro commerciale Esp. “Il rapporto con la terra - racconta la docente Gabriella Di Loreto - è molto piacevole e fa divertire i bambini. Da quando se ne parla sui giornali sembra una pratica comune, ma alcuni genito-

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ri all’inizio non vedevano di buon occhio l’orto. La giudicavano un’esperienza non culturale, come se il proprio bimbo andasse a scuola per imparare a fare il contadino. Poi ci sono genitori che ci hanno accusato di far passare ai bambini la voglia di mangiare verdure. Al di là di tutto, i piccoli sono diventati più coscienti di ciò che mangiano, scoprendo anche la stagionalità delle produzioni”. Dai banchi di scuola a quelli dell’università. Anche gli studenti raven-

nati di Scienze ambientali hanno

un loro orto in via Sant’Alberto 11, vicino alla facoltà. Il progetto “ Orto Ravenna Studenti ” è stato promosso tramite un apposito sito web, in cui si invita anche a firmare per l’orto. Alcuni ex studenti si scambiano ora consigli e informazioni sui vari appuntamenti grazie al gruppo aperto su Facebook “St’ORTO” la cui filosofia è: “Coltivare la terra è coltivare la capacità di adattamento in un mondo di cambiamento veloce”. IN



Raccontare | Risaie ravennati

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Le mondine della

Standiana

testo Andrea Casadio

Dove ora svetta la ruota panoramica un tempo si estendevano le risaie ravennati. Una coltivazione che dal Settecento in poi si diffuse nel territorio, dando lavoro a schiere di braccianti agricoli. Fino al 1960.

vazione del riso aveva iniziato a dif-

capoluogo, infatti, in quel particolare contesto idrografico la coltura umida poteva garantire un duplice vantaggio: da un lato, convertire allo sfruttamento agricolo le vaste estensioni di terreni paludosi tanto diffusi attorno a Ravenna, e altrimenti sostanzialmente improduttivi; dall’altro, provvedere alla loro graduale bonifica attraverso la tecnica della colmata, ossia la sedimentazione del limo presente nelle acque torbide di derivazione appenninica utilizzate appunto per la coltivazione del riso. Il primo esperimento in tal senso venne effettuato nel 1767 da Girolamo Rasponi su una superficie di circa 13 ettari della sua tenuta di Mezzano. Il risultò fu così soddisfacente che negli anni seguenti anche gli altri maggiori proprietari della zona, e cioè l’abbazia di S. Vitale e i Guiccioli, imitarono l’esempio del pioniere, sancendo così la nascita “ufficiale” della risicoltura ravennate.

fondersi nel corso del Settecento an-

Nel corso dei decenni successivi la

che nel Ravennate, e per motivi ben

coltivazione si diffuse sempre più

precisi. Come era apparso chiaro ad alcuni intraprendenti proprietari terrieri della zona a nord del

nella zona di Mezzano, per poi es-

Fino al 1992 la piana della Standiana, appena oltre Fosso Ghiaia, non era popolata di castelli di cartapesta e di zebre d’importazione. L’orizzonte spaziava libero e ampio, nel silenzio delle distese di girasoli, di fronte alla cortina verdeggiante della pineta di Classe. Chi scendeva lungo la statale verso Cervia e le lusinghe balneari riminesi non era sovrastato dall’icona incombente di quella sorta di totem postmoderno della ruota panoramica di Mirabilandia. Proprio in questo punto, però, un’altra presenza attirava l’attenzione anche del più distratto dei viaggiatori. Con la sua rosseggiante cortina muraria e la mole dei suoi tre piani, il vecchio essiccatoio ormai dismesso testimoniava con la sua muta presenza i tempi in cui, su queste terre, si allargavano a perdita d’occhio le acque delle risaie.

Introdotta in Italia dall’Oriente verso la fine del Medioevo, la colti-

sere introdotta all’inizio dell’Ottocento anche nel territorio a sud del

capoluogo, e precisamente nelle valli ai margini della Standiana un tempo di proprietà dell’abbazia di Classe e in seguito acquistate dalla società Lovatelli-Fabri. Di pari passo, però, si approfondivano anche i contrasti legati in particolare alle ricadute di natura sanitaria che la diffusione della coltura umida comportava. In una città già caratterizzata dalla natura notoriamente “malsana” della sua “aria”, l’espandersi delle acque stagnanti delle risaie, soprattutto in prossimità dei centri abitati, comportava timori per la salute pubblica che non mancarono di esplicarsi in reiterate polemiche fra sostenitori e detrattori della nuova coltivazione. Polemiche che si sarebbero trascinate oltre l’età di Napoleone e la restaurazione pontificia, e che a un certo punto cominciarono anche ad assumere un sottofondo politico, con, da una parte, la borghesia possidente e “liberale” impegnata a sostenere il proprio lucroso business e, dall’altra, i rappresentanti del governo tendenzialmente più dubbiosi. Alla fine, dopo l’eplosione di una forte epidemia di febbri

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A fianco, l’essicatoio del riso sull’Adriatica in una foto del 1911/12 (“Vecchia Ravenna” n. 9, 1984, p. 53). In apertura, mondine all’opera (“Ravenna una capitale”, Bologna, edizioni Alfa, 1978, ma prima ed. 1965, pag. 355). Nella pagina successiva, un gruppo di mondine degli anni ‘50, nella risaia nei pressi della Pineta di Classe (“Vecchia Ravenna” n. 5, 1981, p. 57).

malariche fra il 1824 e il 1825, fu il celebre cardinale Rivarola (non a

caso, la figura più odiata dai liberali romagnoli) a prendere la decisione apparentemente definitiva, vietando l’ulteriore proseguimento della coltura risicola in tutta la provincia.

In realtà, già una decina di anni dopo un altro governatore ponti-

le acque del Lamone. Come indennizzo venne concessa ai proprietari dei terreni la facoltà di reintrodurre la coltivazione del riso, da effettuarsi sotto la sorveglianza di un’apposita commissione. Come era accaduto nel secolo precedente, il primo impianto nella zona di Mezzano venne seguito ben

Risicoltura fiorente per tutto l’800 ficio avrebbe concesso le prime deroghe. La vera svolta si ebbe però in una data ben precisa, e cioè quella famosa del 7 dicembre 1839. Quel giorno, una disastrosa rotta del Lamone, destinata a restare negli annali della storia ravennate, fu l’evento che portò di lì a poco alla creazione della omonima “cassa di colmata”, e cioè l’arginatura di una superficie di oltre 7000 ettari già occupati dalle valli a nord della città, destinati ad essere bonificati appunto per colmata utilizzando

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presto da una vasta diffusione della coltivazione nelle aree ad essa più vocate del territorio ravennate, ad opera di un ceto di imprenditori (o, secondo alcuni, di speculatori) composto da possidenti e da affittuari di terreni attratti dall’alta redditività dell’impresa. E difatti, complici gli alti prezzi di mercato a fronte di spese relativamente contenute, la risicoltura ravennate conobbe nei decenni centrali dell’Ottocento il suo grande periodo d’oro. Alla

metà del secolo la distesa d’acqua

delle risaie aveva ormai largamente sconfinato dalla cassa di colmata, espandendosi nella piana solitaria a oriente della città fin quasi a toccare la spiaggia nell’area oggi compresa fra Lido Adriano e Punta Marina; più a sud, superati gli argini dei Fiumi Uniti, si incuneava nella pineta, lambiva le antiche mura delle basiliche di Porto Fuori e di S. Apollinare in Classe, si allargava nella zona attorno alla Standiana fino a toccare e in alcuni casi superare il Dismano; infine, si spargeva a sud del Bevano e della pineta di Classe, fino al Savio e ai confini del Cervese, dove le risaie fecero la loro comparsa fin dal 1845. Oltre a quello economico e paesaggistico, un importante risvolto della diffusione della risicoltura fu quello sociale. Al posto della vecchia fami-

glia mezzadrile, infatti, la coltura umida necessitava dell’utilizzo di schiere di operai agricoli, spesso donne (le famose “mondine”) e ragazzi, impiegati in gran numero anche se a cadenza stagionale. Gli


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operai delle risaie, uomini e donne, erano braccianti sradicati dalle famiglie, dimentichi della cultura tradizionale, spesso protagonisti di atti e comportamenti “licenziosi” per la morale corrente. Da qui anche i motivi di ostilità (accanto a quelli tradizionali di natura sanitaria) fatti propri in particolare dalla Chiesa e da tutti coloro che vi vedevano con spavento i primi fenomeni di disgregazione sociale della vecchia società patriarcale e contadina. In realtà, nelle loro recriminazioni i detrattori tendevano a confondere la causa con l’effetto, perché la diffusione del bracciantato era un fenomeno di lungo periodo dell’evoluzione demografica, e caso mai il lavoro nelle risaie poteva essere

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una valvola di sfogo della schiera sempre più folta della manodopera eccedente. Cosa che apparve chiara quando i braccianti disoccupati diventarono protagonisti delle prime grandi proteste sociali della Romagna, dopo che, a partire dal 1880, in seguito al crollo dei prezzi, la coltivazione del riso cominciò velocemente a declinare. Da quasi

a risaia era ridotta a meno di mille,

la Standiana, accompagnando nel suo declino quello della residua memoria della società agricola ottocentesca. Fu davvero emblematico che l’ultimo anno delle risaie ravennati fosse il 1960, al culmine del “miracolo” industriale che proprio a Ravenna ebbe una delle sua città-simbolo. Da quel momento, l’epoca delle mondine sopravvisse solo nei ricordi degli anziani e in poche residue testimonianzie fisiche, come quella del grande

soppiantata dalle foraggere e dalla

essiccatoio abbandonato ai margini

barbabietola. Del resto, anche la

della Standiana. Fino ad un giorno

bonifica continuava a procedere. Nella prima metà del ‘900, la coltura umida vene sempre più confinata ai terreni marginali ancora in corso di prosciugamento, come quelli della cassa di colmata o del-

del 1992, quando una demolizione sciagurata e impunita privò la città dell’ultima memoria tangibile di un’esperienza che aveva segnato così in profondità due secoli della sua storia. IN

6000 ettari del periodo di massima espansione, nel 1900 la superficie



Vittorio Parrucchieri L’avanguardia per L’hair styLe L’uLtima creazione di Vittorio martini a raVenna, con tanto di coLour bar, angoLo reLax e una coLLezione di bigiotteria reaLizzata ad hoc per iL saLone uomo-donna

“Vittorio Parrucchieri” è il nome dell’ultima creazione di Vittorio martini, già ideatore del negozio cem e ora socio di nuova società insieme alla figlia marianna martini e ad anna Lisa cosentino. Un salone uomo-donna fresco di restyling che ricorda le strutture metropolitane più all’avanguardia, su cui campeggia un grande schermo che proietta a ciclo continuo sfilate di moda ed eventi dedicati a bellezza e benessere. Ed è proprio a Milano, capitale della moda, che Marianna ha preso spunto per idee e suggestioni innovative. Qui, infatti, la socia più giovane del team sta concludendo un corso di perfezionamento per insegnanti di danza all’Accademia della Scala. Moderno e funzionale, il negozio dispone anche di un colour bar, area in cui il cliente può scegliere la nuance preferita per tinte, riflessi o mèches osservando da vicino l’utilizzo dei prodotti. Cinquantassette anni di esperienza alle spalle, Vittorio racconta che nel corso del tempo ha vissuto direttamente i cambiamenti che ruotano attorno al mondo dell’hair style. “L’avventura ha inizio nel 1964 insieme a bruno bezzi, che è stato il mio maestro. Insieme - spiega Martini - nel 1975 abbiamo dato vita al Cem. Essere un parrucchiere però è più bello oggi che 20 anni fa. Ora è più facile esprimere la propria creatività, grazie anche alla maggiore disponibilità della donna al cambiamento, sia nel colore che nei tagli, si osa di più”. art director della Fashion night, l’evento moda che ogni anno anima il centro storico di Ravenna, Martini è stato responsabile di scuole professionali per par-


rucchieri come anam e unfasm con sede a modena. “Non ho mai smesso di perfezionarmi - aggiunge Martini - per questo sia io che il mio staff partecipiamo ogni anno a corsi di aggiornamento a Londra, Parigi, Berlino organizzandoli anche all’interno del salone stesso”. Aperto sette giorni su sette, il salone si espande su una superficie di 200 mq dove recentemente è stato realizzato anche un angolo relax, in cui i clienti possono rilassarsi su una poltrona massaggio sorseggiando una tisana, sotto la luce colorata di led al soffitto. La struttura dispone anche di lavelli appositamente studiati per i disabili, forniti di poltrone mobili. “Erano molte le clienti in carrozzina – racconta Marianna Martini - costrette ad arrivare con i capelli bagnati per farsi la piega. Ora invece possono tranquillamente venire e scegliere il trattamento che preferiscono”. In vendita, insieme ai prodotti per capelli, anche una collezione di bigiotteria realizzata in seguito ad una collaborazione con una jewel designer ravennate. I gioielli fanno parte di una collezione creata ad hoc per il salone, e sono ora acquistabili online anche sul sito di recente costruzione (www.vittorioparrucchieri.it). Da ultimo il negozio ha aderito all’iniziativa promossa da Cna “Progetto wi-fi”, che consentirà ai clienti di navigare su Internet in attesa della messa in piega o del colore. “Tutti questi servizi - conclude Anna Lisa - sono pensati per il benessere di chi viene a trovarci: vogliamo che nel nostro negozio i clienti si sentano il più possibile rilassati, come in una seconda casa”.

Vittorio parrucchieri Via Classicana, 408, 48100 Ravenna Tel. 0544 403377 www.vittorioparrucchieri.it


Creare | Silvano Fabbri

Archeologo e

Scultore

testo Aldo Savini - foto Lidia Bagnara

Immagini cariche di umanità escono dalle mani esperte di Silvano Fabbri, artista faentino affascinato dalle forme e dai volumi, trattati con elegante misura compositiva.

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La vita di Silvano Fabbri è segnata da improvvise e impreviste svolte, decise molto spesso dal caso. Forse il padre avrebbe voluto che proseguisse l’attività imprenditoriale della famiglia. Gestiva a Faenza un magazzino di legna e carbone a cui si rivolgeva una buona clien-

tela locale e le consegne erano affidate al figlio ancora adolescente. Tra l’altro, forniva le tante botteghe dei ceramisti attive in città, tra cui anche quella di Riccardo Gatti, il quale, avendo notato le abilità nel disegno e nella creazione di “bambocci” con l’argilla del riva-


lino del fiume fatte dal ragazzo, gli consigliò di frequentare la locale Scuola di Disegno, dove ebbe come maestri Roberto Sella, Giulio Morigi, Mario Ortolani e Francesco Nonni e come compagni, tra gli altri, Sergio Saviotti, Nevio Bedeschi, Goffredo Gaeta e Gior-

propizie si trovò a fare quasi per caso l’archeologo. Gli fu affidato l’incarico di seguire direttamente i numerosi cantieri edili che operavano in città. Scendendo a vari metri di profondità, spalando e rimuovendo terra, frequenti e interessanti furono le sorprese

La formazione nella Bottega Gatti dano Tronconi. In seguito seguì l’insegnamento di Angelo Biancini e Anselmo Bucci all’Istituto d’Arte per la Ceramica, e fu determinan-

te per la sua formazione l’esperienza per due anni come plasticatore proprio presso la Bottega Gatti. La ceramica lo appassionava

ma per una serie di circostanze

e i ritrovamenti che nel tempo avrebbero poi consentito di allestire, nel 1973, la Sala dei frammenti al Museo delle Ceramiche. La sorpresa più emozionante fu durante lo sterro per il getto delle fondamenta dell’ampliamento su via Campidori dell’Istituto per la Ceramica: il ritrovamento di uno

scheletro umano alla profondità di quasi 5 metri. Insieme al teschio e alle ossa vennero alla luce anche 26 monete d’oro delle zecche di Venezia, Milano, Genova e Firenze. L’elmo poco distante, pur consumato, consentì di ipotizzare che si trattasse di un soldato mercenario, morto per ferite e fratture probabilmente durante un combattimento, che conservava il tesoretto in un sacchetto nascosto sotto la cintura. Per meriti conseguiti a Faenza ottenne un analogo incarico a Forlì e, per alcuni anni, collaborò con la dottoressa Luciana Prati. Tuttavia, non aveva nel frattempo abbandonato la ceramica. Fin dalle esperienze infantili la creta che si presta alla manipolazione e al contatto diretto con la mano lo aveva af-

A fianco, alcune eleganti figure di Silvano Fabbri, raffigurato in apertura assieme ai ritratti di celebri personaggi locali.

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fascinato per creare figure e sculture, più che l’oggettistica della tradizione faentina. L’attenzione ai volumi, aspetto formale dei lavori di Fabbri, rimanda alla scultura di Domenico Rambelli, ma a lui interessa principalmente dare visibilità a sensazioni che rendono vive e presenti le composizioni. I gruppi e le formelle a soggetto sacro non presentano particolari enfasi e solennità, ma piuttosto sembrano appartenere alla sfera della vita quotidiana. D’altra parte i ritratti dei personaggi locali, da Angelo Biancini a Riccardo Gatti, da Pietro Melandri al musicista Secondo Casadei, oltre ad un ricono-

Chi è Silvano Fabbri Silvano Fabbri è nato a Faenza nel 1931. Dopo aver frequentato la Scuola comunale di Disegno “Tommaso Minardi”, nel 1951 si diploma Maestro d’arte all’Istituto d’Arte per la Ceramica di Faenza. Lavora per alcune Botteghe locali e per varie fabbriche nel nord Italia, tra cui la Cer-Gres di Padova, la Ceramica di Cislago (VA) e la Ceramica di Cunardo (VA). Nel 1960 ritorna a Faenza e apre un suo atelier in borgo Dulbecco. Nel 1967 viene assunto dal Museo Internazionale delle Ceramiche e sulla base di una convenzione tra il Museo e il Comune assume l’incarico di controllore degli scavi dei cantieri edili in città. Dal 1968 al 1980 è docente del laboratorio ceramico del Carcere Minorile di Forlì. Nel 1973 è nominato Ispettore Onorario per la Soprintendenza Archeologica di Bologna per il Comune di Forlì. Dal 1976 si dedica alla scultura ceramica. Nel 2008, in occasione del 64° anniversario della Liberazione di Faenza, realizza il pannello in ceramica in ricordo delle vittime civili della guerra, posto in Piazza del Popolo sul muro antistante la torre. Vive a Faenza e lavora nello studio di via Mons. Battaglia 11.

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scimento del loro ruolo culturale e artistico rivelano nell’interpretazione espressiva una profonda umanità, senza tradire il temperamento personale, e allo stesso tempo senza cadere nella retorica celebrativa o, tanto meno, nella dissacrazione ironica e caricaturale. Nei suoi lavori recenti si avvertono le suggestioni derivate dai grandi maestri dell’innovazione ceramica del ‘900, per l’esigenza di una continua revisione e aggiornamento al fine di prolungare nella contemporaneità lo spirito dell’invenzione. Le sue sculture, dall’elegante misura compositiva, conservano l’impronta tattile che accentua l’immediatezza del gesto.

I possibili equivoci del bozzetto vengono fugati dal rivestimento cromatico degli smalti e dagli effetti sperimentali del lustro che hanno il potere di impreziosirle, conferendo loro una lucentezza vibrante e palpitante. IN



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Presentare | Ravenna Festival

Una nobilissima

Visione

testo Anna De Lutiis - foto Massimo Fiorentini

Il viaggio di ritorno in se stessi è quello proposto dalla XXIII edizione di Ravenna Festival. Firmato dai direttori artistici Cristina Mazzavillani Muti, Franco Masotti e Angelo Nicastro.

Il titolo della XXIII edizione di Ravenna Festival, “Nobilissima visione”, ha in sé il concetto di solitudini claustrali, di silenzio, di stati d’animo di cui oggi l’uomo ha bisogno per ritrovare se stesso, per ripensare e rivedere i valori nei quali credere. Il programma, aperto il 27 aprile con il concerto della Chicago Symphony Orchestra diretta dal maestro Muti, prevede un percorso che, partendo dai nostri eremi, giunge al lontano Oriente, coinvolgendo nel cammino le voci di numerosi paesi che sorprenderanno per la vicinanza e la condivisione dei temi proposti. Abbiamo incontrato le ‘menti’ che danno

vita al Festival, i direttori artistici Cristina Mazzavillani Muti, Franco Masotti e Angelo Nicastro, ed era inevitabile chiedere loro il perché del tema prescelto. A chi è venuta l’idea, in quale circostanza?

“Stavamo meditando - risponde Franco Masotti - quando abbiamo appreso che si celebravano i mille anni della fondazione dell’Eremo di Camaldoli per opera di San Romualdo. È stato come un segno, e abbiamo subito intuito l’importanza di sottolineare un certo modo di vivere che l’uomo di oggi ha dimenticato”. “Siamo sempre molto attenti - gli

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Sopra, il Maestro Riccardo Muti; a fianco, i monaci tibetani protagonisti dello spettacolo “7 giorni in Tibet”. In apertura, i direttori artistici del festival, Franco Masotti, Cristina Mazzavillani Muti ed Angelo Nicastro.

fa eco Cristina Mazzavillani Muti, ai segni che ci indicano la via da seguire. Con Franco e Angelo ci siamo detti che in questo ‘scatafascio’ più che mai c’era bisogno di spiritualità, di misticismo e di altezze spirituali”. Avete lavorato insieme per la pro-

I protagonisti dell’edizione 2012 Pietro Borgonovo dirigerà la Cherubini assieme al Chicago Children’s Choir, mentre il direttore russo Yuri Temirkanov torna al festival con l’Orchestra Filarmonica di San Pietroburgo. Ancora l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini diretta dall’americano Dennis Russell Davies e successivamente dal maestro Riccardo Muti nella serata “Il Concerto delle Fraternità”, che la vedrà assieme all’Orchestra Giovanile Italiana. La raffinata tradizione del canto spirituale sufi ‘Ghazal’ viene invece proposta dalla cantante uzbeka Monàjàt Yulchieva. I canti dei monaci tibetani arrivano con lo spettacolo ‘7 giorni in Tibet’, e non mancheranno i balletti dalla Shen Wei Dance Arts, alla Cedar Lake Contemporary Dance, dal Centre Chorègraphique National de Crèteil al Gran Gala dell’Opera National de Paris.

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grammazione, oppure vi siete divisi i compiti?

“Si lavora insieme - dice Cristina - ma devo ammettere che Franco Masotti ha la preparazione più adeguata per tutto quanto è moderno, contemporaneo e futuro mentre Angelo, che si è già occupato della Stagione d’Opera invernale, spazia molto nel mondo operistico, cameristico, strumentale”. “A questo proposito - sottolinea Angelo Nicastro - voglio segnalare una serata molto importante e complessa, quella del 7 luglio, che comprende ‘Nobilissima Visione’ la Suite di Hindermith dal balletto omonimo con la coreografia di Micha van Hoecke, musiche ispirate dalle storie di San Francesco affrescate da Giotto, in Santa Croce, Firenze. La seconda parte del programma presenta, sempre di

Hindermith ‘Sancta Susanna’, una delle opere più emblematiche e inquietanti. Il maestro Muti dirigerà l’Orchestra Cherubini mentre la regia sarà di Chiara Muti, che ha già fatto numerose esperienze sul campo a Parigi e a Montpellier. Inoltre la mattina del 7 luglio il filosofo Massimo Cacciari e Riccardo Muti, in una conversazione al Teatro Alighieri, si confronteranno sul misticismo, la potenza dell’arte, il rapporto tra fede e chiesa”. Una fase nuova è rappresentata dalla trilogia autunnale dedicata a Verdi. Sono riproposte Rigoletto, Il Trovatore, La Traviata. È un modo di rendere l’opera più fruibile per il pubblico?

“Proprio così”, conclude Cristina. “Le tre opere si alterneranno dal 9 al 18 novembre. Sarà l’occasione, anche per coloro che non hanno la passione per l’opera, di scegliere il titolo e la serata: i mezzi multimediali danno oggi possibilità enormi, permettono di cambiare opera da una sera all’altra senza grossi problemi di scene. E per noi è un modo utile per divulgare questo prezioso patrimonio che l’Italia ha”. IN



Abitare | Appartamento di lusso

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Classico

Autore

d’

testo Linda Antonellini foto Massimo Fiorentini

Luce naturale ed elementi di design caratterizzano questo appartamento di lusso, realizzato in un elegante complesso residenziale.

Arrivati vent’anni fa a Ravenna, i proprietari di questo pregiato appartamento vissero temporaneamente in un’abitazione del centro in attesa che fosse pronta la casa su misura progettata dalla “Bizantina Costruzioni Srl”, che ha rilevato il terreno su cui sorgeva l’ex caserma della Polizia Stradale e ne ha fatto un lussuoso complesso residenziale, con al suo interno una corte con palme e arredo da giardino in tufo. Ubicata al terzo piano, questa dimora si apre con un’ampia terrazza in cui spicca un esclusivo barbecue a colonna in ferro zincato della ditta il

Fumista, con un salotto da esterno costituito da tavolo e poltrone in rattan sintetico. Una tenda avvolgibile della TbT di Ravenna protegge dal sole le rigogliose fioriere. A dividere il soggiorno dalla cucina è una doppia anta scorrevole in vetro acidato della Casolari, mentre un’ampia vetrata che dà sulla terrazza invade di luce naturale la zona pranzo. Sulla parete di fondo primeggia il camino della “M Design”: un focolare con chiusura in vetro a scomparsa che arreda la zona giorno con carattere e riservatezza, così come l’imponente colonna portante al cen-

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A fianco, l’arredo contemporaneo della cucina, in cui spiccano raffinate suppellettili antiche. Sotto, la terrazza con il barbecue a colonna. In apertura, il soggiorno, in cui spicca la celebre “lampada ad arco” di Flos. Nella pagina a fianco, il bagno padronale.

tro del soggiorno enfatizza la verticalità che conduce al soffitto in travi a vista. A fianco ad essa si stringe il salotto, composto da due ampi divani in pelle rossa e un mobile giorno in wengè con tv al plasma a parete. A terra i tappeti persiani donano colore al pavimento in listoni di legno decapato, mentre a conferire cromatismo alle pareti ci pensano le stampe di Kandisky, l’orologio a muro “Clocks di Diamantini&Domeniconi ed i faretti di Elfi Luce in vetro di Murano. Importante la collezione dei pregiati vasi in cristallo colorato Venini, poi ancora i numerosi ar-

genti: la “pesciera” da portata ed i particolarissimi frutti di Ancarani in bagno d’argento: pezzi unici, lavorati a mano che all’interno

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contengono una mela vera, una banana, un limone di cui si percepiscono ancora i semi. In cucina spiccano suppellettili della Royal Sheffield Family: raffinati capolavori realizzati dai migliori argentieri dei secoli passati poggiano sul piano in quarzo Okite; si tratta di una pietra composita da silice e resine colorate che coniuga resistenza, durata ed estetica. L’arredo della cucina è stato acquistato da Punto Cucine: il modello Nova si compone di ante laccate lucide color tortora e parti in vetro opalino. Una cappa d’aspirazione Franke diviene elemento di forte connotazione contemporanea, conferendo un segno raffinato all’ambiente living. Il tavolo modello “Avantgarde”, dalle linee

essenziali e dalla struttura in metallo con piano in vetro temprato, è firmato Calligaris - Italian Home Design dal 1923. Acquistato da Biagetti, invece, il tavolo da soggiorno in vetro opale e wenghè con gambe a piramide, sobrie anche le sedie che lo circondano, non rivestite in eco-pelle come quelle della cucina ma in minimale tessuto bianco, come a voler scomparire per lasciare la scena alla luce che scaturisce dalla celebre “Lampada ad Arco” di Flos: un classico del design per antonomasia che, come tale, fa par-

te della esposizione permanente al Museo di arte moderna di New York (MoMa). Nel 1962 i fratelli Achille e Pier Castiglioni progettarono questo elemento illuminante la cui forma, basata su una semi-


sfera in acciaio inox, unisce i vantaggi di una lampada pendente e una da terra, con basamento in marmo di Carrara. Altro complemento in bella mostra sul mobile di design laccato bianco della zona giorno è il piatto turco proveniente da un viaggio ad Istanbul che fa pendant con quelli della cucina portati da Gerusalemme dal figlio tennista, di ritorno da un torneo Under ’18. Valicando le porte Dierre della zona notte, si accede al bagno padronale anch’esso pavimentato in legno e rivestito in marmo; raffinato il lavabo sospeso in vetro su cui poggia la pregiata collezione di profumi della padrona di casa. Essenziali ed eleganti i sanitari della Globo, le ante della doccia in cristallo e profili in alluminio della Titan Bagno. In armonia con lo stile ricercato del bagno è il termo arredo della Runtal che funge da porta salviette ed elemento scaldante di design. Grazie alle competenze dell’arredatore Flavio di Biagetti Store i padroni di casa hanno creato un’alchimia che conduce verso il bello e la qualità; formula vincente scaturita dall’esperienza di chi si occupa di costruzioni, dal talento di chi cura le rifiniture d’arredo e dal gusto raffinato dei proprietari, classici nella composizione e moderni nella resa. IN

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BourBon offshore DnT Da Ravenna al monDo DIecI annI DI attIvItà In cOstante cRescIta, cOn PROgettI svILuPPatI PeR cOmPagnIe PetROLIfeRe cOme tOtaL eD enI.

La Bourbon Offshore Dnt di Ravenna taglia il traguardo dei primi dieci anni di attività in forte crescita, con prestigiosi lavori in tutto il mondo e una solida ed efficiente struttura organizzativa. Si tratta di una delle poche aziende in Italia a disporre di mini sommergibili filoguidati (Rov) altamente tecnologici in grado di lavorare con precisione sott’acqua, fino addirittura a quattromila metri di profondità, nell’ambito di precise operazioni di ispezione, costruzione e riparazioni. Fondata nel 2002, è stata acquisita dalla Bourbon Offshore cinque anni dopo. Artefice della recente ristrutturazione interna è il direttore generale Pierfrancesco Bruti Liberati, di origini genovesi, vanta trentadue anni d’esperienza nel settore oil & gas in tutto il mondo. Il suo percorso è iniziato come ufficiale di Marina, per continuare poi dal 1980 con le più importanti società di costruzioni offshore. “Quando la Bourbon Offshore mi ha affidato la Dnt - ricorda - nell’agosto 2008, l’azienda aveva una gestione familiare con una ventina di dipendenti. Oggi le cose sono profondamente diverse: i dipendenti sono saliti a 75 e l’organizzazione è di tipo industriale, grazie ad una struttura che vanta sei manager di settore. Una svolta che si evidenzia an-


Delicate operazioni di ispezione, che nella mole e complessità del lavoro: che gli imprevisti che possono verificarsi installazione, manutenzione e agli inizi la società si occupava di piccole nella realtà. Dal luglio 2009 l’azienda ha riparazione messe in atto con commesse all’80% in Adriatico o zone investito 21 milioni di dollari per l’acquimacchinari (ROV) all’avanguardia facilmente raggiungibili dai nostri tecnici, sto di macchine sempre più grandi. Si va oggi sviluppa progetti per compagnie petrolifere dal Rov falcon, il macchinario di dimensioni più conquali total ed eni in tutto il mondo, in particolare tenute, al Wrov uhd, che farebbe fatica a essere connel West Africa e Indonesia. Questo richiede il supporto tenuto in una stanza. “Il loro utilizzo - spiega il direttore di una struttura logistica e di controllo molto articolata, generale - dipende dal tipo di necessità. Servono per visto che è necessario saper predisporre ogni cosa in controllare, manutenzionare e riparare impianti di largo anticipo”. L’attività della Bourbon Offshore Dnt è estrazione di petrolio e gas, evitando così l’insorgere preziosa se si considera che, fino a non molti anni fa, le di problemi ecologici, quali i disastri legati alla rottura attività erano svolte principalmente da persone che ridi tubature di petrolio. Ma anche per garantire il riscalschiavano anche la vita per effettuare delicate operaziodamento nelle case, attraverso una sicura erogazione ni in acqua. Oggi tutto viene fatto in piena sicurezza, con del gas. Il nostro principale cliente, l’Eni, per esempio, macchinari guidati da tecnici in un’apposita stazione di ripone grande attenzione nella ispezione e manutenziopilotaggio, posta su una nave. I Rov “volano nell’acne delle proprie piattaforme e gasdotti sottomarini”. qua” e sono dotati di bracci meccanici in grado di sollevare fino a 200 chili a due metri di distanza e di fare qualsiasi intervento, dall’apertura del portello di un sommergibile a quella di una valvola. Sono manovrati con joystick da personale altamente qualificato, Ravenna - Via Vittorio Emanuele Orlando, 2 formato in appositi simulatori, dove i tecnici seguono Tel. 0544 685665 - Fax 0544 684046 le indicazioni degli istruttori, in grado di simulare anwww.dntoffshore.com


Decorare | Camilla Rossi

La regina delle

Torte

testo Roberta Bezzi - foto Lidia Bagnara

Una dura gavetta e poi la scuola di pasticceria che serve la Casa reale d’Inghilterra. Nasce così la fortuna professionale di Camilla Rossi, oggi tra le più ricercate cake designer italiane.

Sin da bambina Camilla Rossi si divertiva a giocare con le paste modellabili e con le panne colorate per decorare le torte di compleanno che realizzava insieme alla nonna. Crescendo ha intrapreso un lungo percorso di studi che l’ha portata a laurearsi in Scienze della comunicazione, a fare un paio di tirocini negli Stati Uniti e a conseguire un dottorato in Sociologia. Ma aveva difficoltà a trovare lavoro, così ha rivoluzionato di nuovo la sua vita, tornando all’antica passione. Dopo aver fatto esperienza alla Little Venice Cake Company di Londra, la scuola di pasticceria che serve la Casa reale e i vip britannici, ha aperto a Ravenna il negozio e laboratorio Torte & C., in via Gioacchino Rasponi 41. Ora, a soli trent’anni, è una delle più ricercate cake designer italiane. Le sue torte lasciano a bocca aperta per la precisione ed elegan-

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za dei dettagli. Ma lei è golosa?

“Per nulla. Assaggio le torte mentre le preparo com’è inevitabile che sia. Ma non amo particolarmente le cose dolci. Ad attirarmi è stato di più l’aspetto estetico, l’idea di poter realizzare dolci finemente decorati, secondo la tradizione inglese e americana. E ugualmente buoni da mangiare, grazie ad una attenta scelta delle materie prime”. Com’è stato il suo tirocinio da pasticcera?

“Visto che il dottorato non mi aiutava a trovare lavoro in Italia, neanche in pasticceria dove ero troppo ‘titolata’, ho accolto l’invito di un’amica che abitava a Londra. In due settimane ho ricevuto tre proposte di lavoro di bassa manovalanza. Ho scelto una bakery e lì è iniziato il mio lungo tirocinio: eravamo otto persone in uno spazio di 3 metri per 4, niente condizionatore, niente tempo libero, ma tanto entusiasmo. Ero addetta alla planetaria, che pesava una decina di chili e richiedeva una gran fatica per essere spostata...”. Poi il sogno è diventato più concreto quando si sono aperte le porte della Little Venice Cake Company…

“Quando mi sono presentata mi hanno detto che non c’era posto. Ma io ero stufa dell’altro lavoro, volevo crescere a tutti i costi. Così, pur essendo timida, ho tirato fuori la grinta e, dopo qualche giorno, mi sono ripresentata per chiedere cosa potevo fare per prepararmi in vista delle selezioni successive. All’improvviso, a causa di un ritiro, si è liberato un posto e sono riusci-

ta a superare la prova, che consisteva nel realizzare vari tipi di decorazione a copertura delle torte”. Com’è stata l’esperienza in una scuola così esclusiva?

“Mi si aperto un mondo nuovo. In Italia fare un tirocinio vuol dire spesso fare fotocopie. Là, già dal primo giorno, mi hanno dato una torta da duemila sterline da impilare e sono stata subito inserita nel processo produttivo. In più, e questa è una cosa straordinaria, si poteva chiedere cosa imparare fissando un appuntamento con il pasticcere che meglio sapeva fare un certo tipo di lavoro”. Guardando in tv le torte monumentali del “Boss delle torte”, Buddy Valastro, viene da chiedersi: sarà

Sopra, la torta Maria Antonietta. In apertura la cake designer Camilla Rossi.

buona quanto bella?

“Le torte inglesi non possono essere realizzare come il classico prodotto italiano con crema chantilly, perché sono fatte per restare esposte a lungo fuori frigo. Ci sono torte americane costosissime che un italiano non pagherebbe neanche pochi euro. Per questo, dopo varie sperimentazioni, ho personalizzato le ricette con meno burro, meno zucchero, bagnando gli impasti per non lasciarli troppo asciutti”. Di recente ha registrato una trasmissione per Sky, dove imperversano format come “La guerra delle torte” a colpi di cupcake…

“Mi hanno contattata per due episodi-pilota di ‘5x5’, in cui 5 esperti danno consigli in 5 minuti. Ora la produzione è incentrata su un altro programma, ma forse sarà ripreso nei prossimi mesi”. IN

Decori vittoriani sulla “Maria Antonietta” La torta in cui Camilla Rossi si identifica di più si chiama “Maria Antonietta”, un omaggio ai decori dell’epoca vittoriana e ispirata all’omonimo film di Sofia Coppola. Molto elegante e sofisticata, è una creazione in cui si fa largo uso di colori pastello, oro e argento, di nuance metalliche, di sfarzo e barocco. Le torte sono solo su ordinazione, mentre in negozio Camilla tiene cupcake di vari gusti e i marshmallows, le caramelle spugnose in diverse versioni senza l’uso di conservanti, biscotti glassati, tartufini e meringhe.

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Combattere | Isabella Signani

Sul trono di

Spada

testo Michele Virgili - foto Massimo Fiorentini

Tenace e simpatica, Isabella Signani è più che una promessa della scherma italiana. Cresciuta nella palestra di via Falconieri fa incetta di medaglie. Che dedica al padre.

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Giovanissima, pimpante, Isabella Signani colpisce per la grande simpatia che riesce a trasmettere. È entrata nella palestra di via Falconieri a cinque anni, insieme al fratello Filippo, ed ora è molto più che

una promessa per la scherma italiana. “Devo ringraziare mio babbo”, dice Isabella. “Nel gennaio del 2001 ci ha portato qua in palestra perché dovevamo fare uno sport comune che piacesse ad entrambi.

Inizialmente devo dire che non ero molto presa dalla scherma, poi con il tempo ho iniziato ad appassionarmi”. Il primo successo non si scorda mai: “Ricordo bene la prima gara con una prima vittoria a Klagenfurt; era in programma una gara per mio fratello, non era neanche la mia categoria ma sono riuscita a vincere”. Le medaglie, due bronzi e due ori nel Gran Premio Giovanissimi dal 2006 al 2009, sono


una pagina a cui Isabella tiene tantissimo perché sono legate a suo padre Andrea, scomparso nel gennaio 2010. “Ero legatissima a mio padre, lui era il mio primo fan. Ho attraversato un periodo molto dif-

le migliori, sarebbero state convocate per gli europei. Io sono stata la migliore e di diritto mi è arrivata la convocazione per il mondiale”. Isabella prosegue: “Per i Giochi del Mediterraneo ero pronta, agli

Medaglie con la maglia della Nazionale ficile, volevo mollare tutto ma poi grazie all’aiuto del mio maestro Guido Marzari, che mi ha spronato a non buttare via tutto il lavoro costruito in tanti anni, con il tempo mi sono ripresa. Guido è il mio maestro da quando ho iniziato, tutti i risultati li ho raggiunti grazie a lui che ha sempre creduto in me”. E insieme a Marzari Isabella da ottobre ha iniziato un programma faticoso, con allenamenti al mattino e al pomeriggio. “Sono stati tre mesi impegnativi che hanno dato i loro frutti, voglio ringraziare Guido per la sua disponibilità ad allenarmi”. Questi primi mesi del 2012 hanno portato diverse medaglie alla Signani con la maglia della nazionale: ai Campionati del Mediterraneo un oro individuale (cat. Cadette), un bronzo individuale (cat. Giovani) e bronzo a squadre miste e ai Campionati Europei Cadetti, un argento individuale nella spada femminile e un argento a squadre. “La convocazione a sorpresa è stata quella per i Giochi del Mediterraneo a Porec a fine gennaio, ci speravo ma non me l’aspettavo. Un’emozione grandissima, siamo state convocate in tre, due delle quali,

Europei ho sentito l’emozione e ai Mondiali, dove erano presenti un centinaio di atlete, è subentrata la mancanza di esperienza. È stato molto bello esserci, un risultato avrebbe dato qualcosa in più”. A

fine maggio, a Bologna, è ai Campionati Italiani serie A1 con il Circolo della Spada. La palestra di via Falconieri è una seconda casa per Isabella: “Io non ho idoli, il mio

punto di riferimento è qui in palestra ed è Melinda Mancinelli. La nostra è una società splendida, siamo tutti molto uniti e ci facciamo il tifo sia in pedana sia nella vita”. Siamo nell’era digitale e Isabella conferma di essere alla pari degli altri ragazzi della sua età. “Sono sempre in giro per il mondo e Facebook mi permette di tenere i contatti con i miei amici”, conclude sorridendo. IN

Un tocco da campionessa Isabella Signani è nata a Ravenna il 18 maggio 1995. È entrata a far parte del Circolo Ravennate della Spada nel 2001. Il primo successo è arrivato a fine aprile del 2005 in Austria, a Klagenfurt, in una Gara Internazionale. Da allora sono tante le medaglie conquistate dalla schermitrice ravennate: un bronzo individuale Bambine nel 2006, un bronzo individuale Giovanissime nel 2007, un oro individuale Ragazze nel 2008 e un oro individuale Allieve nel 2009, tutte conquistate nel Gran Premio Giovanissimi. Nel 2009 è arrivata la prima convocazione in nazionale per i Giochi del Mediterraneo. Isabella ha partecipato quest’anno, sempre con la nazionale, ai Giochi del Mediterraneo che si sono svolti a Porec, in Portogallo, ai Campionati Europei Cadetti sempre a Porec e ai Campionati del Mondo Cadetti di Mosca. Ha due fratelli: Filippo di 19 anni, anch’egli schermidore fino all’anno scorso, e Angelica di 11 anni.

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Suonare | Scuola Grande di San Filippo

Educazione alla

Bellezza

testo Claudia Graziani

Esperienze sul campo per giovani musicisti, grazie all’Accademia Italiana per la Direzione d’Orchestra e alla Grande Orchestra. Realtà innovative riunite nella Scuola Grande di San Filippo.

Un luogo d’arte, ispirato dall’amicizia professionale ed operativa, dove idee innovative guardano alla tradizione come un aspetto vivo e non come recupero polveroso del passato fine a se stesso. Questo luogo è la Scuola Grande di San Filippo di Faenza, fondata nel 2008, in collaborazione con l’Amministrazione comunale, dal musicista Romano Valenti. “Il progetto - racconta - è quello di offrire agli allievi, attraverso la passione per la nostra esperienza artistica, un futuro più promettente”. Da questo pensiero prendono origine l’Accademia Italiana per la Direzione d’Orchestra

e la Grande Orchestra. Entrambe una novità nel panorama formativo italiano. All’Accademia, con Gilberto Serembe docente principale, sono iscritti 18 allievi di cui 5 stranieri provenienti da Giappone, Vietnam, Spagna, Croazia. “Qui - spiega Valentini - hanno trovato una modalità che si distingue da altri corsi, grazie alla continuità del progetto, un weekend al mese per 10 mesi all’anno, e alla presenza per ben 7 weekend dell’orchestra nei suoi diversi organici: soli archi, formazioni da camera e compagine sinfonica”. Una situazione che dà la possibilità ai futuri direttori di fare

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esperienza direttamente sul podio.

L’orchestra, infatti, è protagonista della didattica a partire dalla prova di ammissione al corso sino all’esame finale, un vero e proprio concerto con tanto di pubblico, a dicembre. “I musicisti dell’orchestra - puntualizza Valentini - provengono da molte città dell’EmiliaRomagna. Alcuni fanno parte della Cherubini, diretta dal maestro Riccardo Muti”. Fondatore e direttore dell’Orchestra Grande è il giovanissimo Nicola Valentini, diplomato in

violoncello al Conservatorio di Parma, assistente di Ottavio Dantone, direttore di Accademia Bizantina.

E poi c’è il progetto Creator, che compie otto anni. Un lavoro di recupero sul repertorio della tradizione di musica sacra che ha il riconoscimento del Pontificio consiglio di cultura diretto dal cardinale Gianfranco Ravasi e la collaborazione di Radiovaticana. “Perché San Filippo? Sono rimasto affascinato - conclude Valentini - da San Filippo Neri, che nel 1575 fondò la Congregazione dell’Oratorio a Roma radunando artisti, musicisti e uomini di scienza, dove fondò una scuola per l’educazione dei ragazzi. Per noi è fonte d’ispirazione”. www.scuolagrandesanfilippo.it IN



Partecipare | Giovanni Desio

L’occhio critico del

Don

testo Anna De Lutiis - foto Massimo Fiorentini

Parroco di Casal Borsetti, critico cinematografico e appassionato di musica. È Don Giovanni Desio, invitato in giuria al Festival di Locarno e di Venezia.

Vestito sempre in stile casual ma senza mai dimenticare il piccolo crocifisso che lo identifica come prete, Giovanni Desio è divenuto Don per libera scelta. Una decisione ponderata in età già adulta, una vocazione alla quale oggi si dedica, come parroco, nella parrocchia di Casal Borsetti. La sua personalità comprende però vasti interessi culturali, in modo particolare è esperto in campo musicale e nel cinema. Il Festival di Sanremo e quello del Cinema a Venezia lo vedono presente ormai da anni, e recentemente è stato invitato anche in Argentina.

“Risale al primo incontro con il professor Giancarlo Castelli, noto saggista e critico cinematografico, che ci educava alla lettura critica delle immagini. Devo a lui il mio approccio teorico e intellettuale con il cinema. Fu lui, ad indirizzarmi al Centro Cinematografico di Roma, dove ho seguito una scuola di critico cinematografico. Grande importanza per me hanno avuto i corsi di Storia delle Teoriche del Cinema, Storia del Cinema e Storia del Teatro, all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano”.

“A novembre del 2011 sono stato invitato a Mar del Plata, in Argentina, primo italiano presidente di giuria. In aprile ho fatto parte della Giuria di Film Fest, Mosaico d’Europa, che si è tenuto a Ravenna”.

Quando ha iniziato a frequentare i

senso critico le immagini cinema-

Giornalista, critico musicale e cine-

festival?

tografiche...

matografico. Cosa viene prima?

“Prima di tutto questo mi dedico al ministero sacerdotale. Poi viene l’interesse per l’arte tutta ma in modo particolare per il cinema, che per me non è mai diviso dalla musica. Considero la musica una componente fondamentale della vita”.

“Il primo è stato quello di Locarno. Lì mi son fatto le ossa come spettatore e critico e, anni dopo, sono stato chiamato a far parte della giuria come critico. In seguito sono stato inviato a Venezia, presenza che si è ripetuta per 18 anni e, nella sessantesima edizione sono stato in giuria”.

Come nasce la passione per tutto

Recentemente è stato invitato an-

questo?

che all’estero...

“Sì, è vero, ma non ho sempre i risultati che corrispondono alle mie aspettative. In Italia l’argomento è ancora sottovalutato, soprattutto rispetto ad altri paesi europei come Inghilterra, Francia, Germania e paesi nordici. L’Italia, che è maestra di cinema in tutto il mondo, in questo caso è un fanalino di coda. E questo mi dispiace molto”. IN

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Abbiamo trascurato la musica...

“La musica rientra più nella mia sfera personale, anche se come critico ho avuto ed ho spesso l’occasione di parlarne commentando anche il Festival di Sanremo, che frequento da anni”. Spesso lei propone corsi per insegnare agli studenti come leggere in



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