Faenza
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Anno XI - N. 5 - NOVEMBRE - DICEMBRE 2012
Massimo
Bucci Da Faenza al Mondo
Riccardo Muti Trilogia di riconoscimenti Borgo San Biagio Dove comincia Ravenna Cristiano Marchetti - KRY Genio e sregolatezza
Sommario
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4 Annotare Brevi IN 14 Essere Riccardo Muti 20 Essere Massimo Bucci 26 Lavorare Nuove imprese 32 Raccontare Borgo San Biagio 39 Valorizzare I Maestri Mosaicisti 44 Creare Cristiano Marchetti-KRY
| EDITORIALE di Andrea Masotti |
50 Leggere Circolo di lettura 54 Abitare Campagna contemporanea 58 Boxare Meo e Terry Gordini 60 Esporre Museo del Risorgimento 64 Fotografare Lidia Bagnara 65 Scrivere Martina Evangelisti 66 Scegliere Shopping
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Alta cultura e imprenditoria proiettate verso il mondo. È il tema di apertura per questo Ravenna e Faenza IN, con il Maestro Riccardo Muti, insignito recentemente di importanti riconoscimenti, e l’imprenditore Massimo Bucci, che a Faenza ha dato vita ad un’azienda per produrre merce da esportare in Cina. Originali percorsi di lavoro sono quelli seguiti da piccoli imprenditori locali, riusciti a creare in tempo di crisi nuove attività. Ripercorriamo poi la storia di Ravenna attraverso le memorie di borgo San Biagio e recuperiamo l’opera dei maestri mosaicisti ravennati attraverso il progetto di Felice Nittolo. Si prosegue nel segno dell’arte
e della cultura con i colori esplosivi di Cristiano Marchetti - KRY e con il Circolo di lettura creato da Daniela Mingozzi, Marina Manucci e Monica Randi. Una casa nella campagna lughese c’introduce nel tema del design storico; Meo e Terry Gordini ci parlano invece della loro avventura sportiva nel mondo della boxe. Protagonisti delle rubriche finali sono invece i tre ritratti dei Savoia tornati in mostra al Museo del Risorgimento, la fotografa Lidia Bagnara con la sua monografia “A occhi chiusi” e Martina Evangelisti, vincitrice del premio Campiello giovani. A noi non resta che augurarvi buona lettura, e buone feste di fine anno!
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Chiuso per la stampa il 03/12/2012
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Annotare | Brevi IN
Teiere in ceramica per Shanghai Faenza - Le ceramiste faentine Mirta Morigi e Antonella Cimatti, insieme a Goffredo Gaeta, hanno rappresentato il made in Italy all’International Modern Pot Art Biennial Exhibition, organizzato all’interno del Shanghai Arts and Crafts Museum. La terza edizione di questo prestigioso concorso internazionale ha avuto come tema la teiera. Alla città cinese di Jingdezehng, capitale mondiale della porcellana, Mirta Morigi ha donato una sua originale teiera, appositamente realizzata. (A.S.)
Premio Guidarello al ministro Severino Ravenna - Consegnati al Teatro Alighieri i riconoscimenti del Premio Guidarello, condotto da Bruno Vespa, che presiede la giuria nazionale, presentato da Margherita Ghinassi e inaugurato da Guido Ottolenghi, presidente di Confindustria Ravenna. Personaggio di spicco della manifestazione, tenuta il 25 novembre, è stato il Ministro della Giustizia Paola Severino, alla
La Camera di Commercio in un volume
quale è andato il premio Gudarello ad honorem (nella foto con Guido Ottolenghi). Per il Giornalismo Nazionale sono stati premiati invece gli economisti ed editorialisti del Corriere della Sera Giavazzi e Alesina. Il Premio Guidarello per il Turismo, nella sezione radio/televisione, è andato a Sveva Sagramola, regista e documentarista. Sul palcoscenico anche Alice ed Ellen Kessler, icone del varietà televisivo anni ’60 e ‘70, premiate per la sezione radio/tv. Per il Giornalismo Romagna i riconoscimenti sono andati a Paolo Gambi e ad Anna Tonelli. Il Guidarello alla Memoria è stato dedicato al professore ravennate Mario Pierpaoli, mentre il premio Giovani è stato assegnato alla classe II B del Liceo Classico di Ravenna. (A.D.L.)
La magia del Colore di Guerrino
Ravenna - Dal 1862, anno della fondazione, la Camera di Commercio ha rappresentato una delle istituzioni cardine dello sviluppo economico della provincia di Ravenna, nel passaggio da una società agricola ad una post-industriale. Il 150esimo anniversario ha offerto l’opportunità per la pubblicazione di un volume per i tipi di Danilo Montanari, “Camera di Commercio di Ravenna. Centocinquant’anni di sviluppo e innovazione” in cui s’intrecciano immagini e testo. Dante Bolognesi, Andrea Casadio e Paola Morigi tracciano un excursus sulle vicende storiche e sulle sfide future della Camera, mentre le cartoline della raccolta di Aldo Fabiani ed Enzo Turso e le fotografie di Giorgio Biserni e dell’archivio camerale presentano un panorama visivo della storia economica e sociale del ravennate fra l’Ottocento e il Duemila.
4 | IN Magazine
Faenza - Dopo il tour in Giappone le opere del ceramista faentino tornano a “casa”. “Guerrino Tramonti. La magia del colore”, è il titolo della retrospettiva antologica dedicata all’artista, esposta al Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza fino al 6 gennaio 2013, a vent’anni dalla scomparsa del maestro faentino. Vanno in mostra circa 150 suoi lavori tra sculture, dipinti e ceramiche, che esprimono il talento e la visione del mondo di uno dei protagonisti della ceramica del Novecento. L’antologica di Tramonti fa da cornice al monumentale soffitto, denominato “Terzo Cielo di Castelli”, presentato per la prima volta a Faenza. Quest’opera collettiva, risalente al periodo in cui l’artista dirigeva la Scuola d’Arte di
Tramonti
Castelli d’Abruzzo (dal 1953 al 1958), fu da Tramonti diretta e ideata assieme ai maestri emilano-romagnoli Serafino Mattucci e Arrigo Visani.
Il Natale in piazza di Faenza C’entro cavallo Briciola, che accompagnerà le famiglie in giro per la città nei pomeriggi delle domeniche di festa. Altro elemento clou è la pista di vero ghiaccio collocata in piazza della Molinella (nella foto): come l’anno scorso, chi effettuerà acquisti nei negozi Faenza C’entro potrà ricevere i biglietti per un ingresso gratuito o ridotto alla pista. I biglietti sono disponibili anche nella sede Avis di Faenza, in viale Stradone 9, dove verranno consegnati a chi effettuerà una donazione di sangue nel mese di dicembre.
Fiori, cuori e decori
Mazzavillani, nuovo direttore di Cna Ravenna
Ph. Massimo Fiorentini
Faenza - Anche per le festività 2012 Faenza C’entro, ha messo a punto un ricco calendario di iniziative, grazie ai suoi associati. Luci, animazioni, attività di vario genere e la magica pista di vero ghiaccio sono gli ingredienti di base, con apertura domenicale dei negozi allestiti a tema natalizio. Il grande abete di Natale posizionato sotto la torre dell’orologio farà da punto di riferimento, assieme alla fitta rete di luci, rigorosamente a basso consumo. Non mancheranno poi il trenino e la Carrozza di Natale trainata dal
Ravenna - La Cna provinciale di Ravenna ha un nuovo direttore: Massimo Mazzavillani, 48enne residente a Cervia. Prende il posto di Natalino Gigante, di cui era già vicepresidente da due anni, dopo aver ricoperto diversi incarichi all’interno della Confederazione a partire dal 1986. Nel curriculum di Mazzavillani spicca l’esperienza politica come vicesindaco di Cervia, dal 2006 al 2009, mentre attualmente riveste anche la carica di consigliere di gestione di Unifidi Emilia Romagna e di vicepresidente di Assicoop Ravenna, nonché di consigliere in alcune società nazionali del sistema Cna. (R.Be.)
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IrIs e AmbrA, lA novItà In cIttà Fiori, cuori, decori. È quanto offre Iris, nuovo concetto di negozio già sperimentato con successo nelle grandi città ma non ancora approdato a Ravenna. Lo spazio ampio e il cortile interno fanno pensare più ad una casa di amici che al classico negozio di fiori e regali. È questo il punto di forza di Iris, in via Romea Sud 11, a Ponte Nuovo di Ravenna. Ad affiancarlo è Ambra Poli wedding and event planner, pronto ad aiutarvi nell’organizzazione del matrimonio o di un evento importante, trovando la soluzione più adatta alle esigenze di ciascuno. Attraverso la costruzione di un budget planner personalizzato, stilato sulla base delle possibilità di spesa della coppia, e ad una pianificazione degli incontri con i fornitori, Ambra Poli wedding and event planner propone soluzioni affidabili e già testate, permettendo di risparmiare tempo e denaro, e liberando la coppia dall’ansia e dallo stress dei preparativi. Info: 0544 62288; 345 8229268; info@irisravenna.it; ambrapoli@irisravenna.it
Annotare | Brevi IN
Hublot e Juventus, insieme nel Tempo Festa della montagna e libro sul centenario Uoei Faenza - Un’edizione davvero speciale per la “Festa della montagna” organizzata dall’Uoei Faenza alla sala “Zanelli” del centro fieristico dal 7 al 10 novembre. Per celebrare il centenario dalla fondazione l’Uoei (Unione Operaia Escursionisti Italiani), ha organizzato una manifestazione ricca di stelle. Tra gli ospiti la pluricampionessa olimpionica e mondiale di sci di fondo Manuela Di Centa, lo scalatore Maurizio Oviglia, il “re degli Ottomila” Silvio Mondinelli ed Alberto Tomba, leggenda della storia dello sci (nella foto assieme a Giuseppe Sangiorgi, organizzatore dell’evento). Nel corso della manifestazione è stato presentato anche il libro “Storia della Festa della Montagna” di Carlo e Giuseppe Sangiorgi, pubblicato in occasione del centenario dell’Uoei. Il libro fa rivivere tutte le tappe della kermesse, punto fermo dell’attività sociale dell’associazione.
Ravenna - Hublot orologio ufficiale della Juventus Campione d’Italia 2012. La partnership, annunciata l’estate scorsa a Pechino in occasione della finale della Supercoppa italiana (nella foto Pierluigi Buffon e Andrea Pirlo, nel corso della presentazione ufficiale), vede rafforzare la presenza della Maison svizzera al fianco di società calcistiche di alto livello. Dopo essere
Paolo Olmi e Uto Ughi alla Basilica
Scuola di musica a Villa Malerbi Lugo - Pur non completato integralmente il restauro della Villa Malerbi, un tempo residenza di campagna dei fratelli Malerbi, noti musicisti lughesi, la Scuola di Musica ad essi intitolata ritorna al suo luogo naturale. Così, mentre si garantisce la conservazione del prestigioso edificio storico se ne permette la fruizione, mantenendone la destinazione a scuola di musica e sede dell’archivio storico musicale che custodisce il fondo Malerbi. Nel fondo sono raccolti documenti sugli anni giovanili di Gioachino Rossini e sul musicista Francesco Balilla Pratella, recentemente donati dalla figlia Eda Pratella. (A.S.)
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Ravenna - Concerto di Natale il 12 dicembre alle ore 21 nella basilica di San Francesco d’Assisi, presentato dall’European Musicians Youth Orchestra diretta da Paolo Olmi (nella foto), con la partecipazione del grande Uto Ughi e del suo giovanissimo collega Roman Kim. In programma musiche di Mascagni, Bach, Paganini e Vivaldi, con finale natalizio eseguito assieme ad alcuni cori di voci bianche attivi in città. La manifestazione si propone di valorizzare e rinsaldare i legami tra la Terra Santa, la città di Ravenna e le zone emiliane colpite dal terremoto. Ad organizzarla è la cooperativa Emilia Romagna Concerti, che destinerà i fondi raccolti per l’occasione ai comuni terremotati di Finale Emilia e di Sant’Agostino.
stato il primo marchio di lusso a dedicarsi al calcio nel 2006, Hublot lavora da allora in stretta collaborazione con la FIFA come fornitore di orologi e cronometrista ufficiale dei Mondiali di calcio. A Ravenna gli orologi Hublot si trovano da Sì Anelli di Marcello Casadio, nello storico negozio di via Cavour e negli altri negozi della prestigiosa gioielleria e orologeria.
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Annotare | Brevi IN
Teatro Mazzini, un luogo da Salvare Cna, tredici progetti per Ravenna capitale
Ravenna - Le Vie del Mosaico e un percorso per Dante; un museo dell’Accoglienza a Palazzo Testi Rasponi ed uno sul Porto e l’autotrasporto. Sono solo alcuni dei 13 progetti che il presidente comunale della CNA di Ravenna, Andrea Dalmonte, ha formalmente consegnato al coordinatore della candidatura di Ravenna a Capitale Europea della Cultura, Alberto Cassani (insieme nella foto). “La CNA – ha sottolineato Dalmonte - ha sempre creduto nel progetto della candidatura di Ravenna a capitale europea della cultura. Il lavoro che abbiamo svolto negli ultimi anni ci ha portato ad elaborare tante idee progettuali che oggi regaliamo alla città e al Tavolo di lavoro appositamente creato”.
Vestire il sacro, ciclo di conferenze Ravenna - Abiti, tessuti e contesti rituali dalla Tarda Antichità al Settecento sono al centro di “Vestire il sacro”, ciclo di conferenze a cura di Luigi Canetti. Gli incontri si svolgono da novembre ad aprile 2013 nella Sala ex Refettorio del Museo Nazionale di Ravenna (via Fiandrini 9) e al Dipartimento di Beni Culturali a palazzo Strocchi (via degli Ariani 1). Il prossimo appuntamento è per il 15 gennaio a palazzo Strocchi con Umberto Longo, che illustrerà il rapporto tra vestiario e identità religiosa nel mondo monastico ed eremitico. Il 5 febbraio Maria Parani parlerà invece del linguaggio simbolico degli abiti nell’età bizantina.
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Castiglione di Ravenna - La richiesta di aiuto è stata fatta pubblicamente nell’ambito delle presentazioni di Ravenna Festival 2012: una visita e uno spettacolo al Teatro Mazzini regalò il 4 luglio una serata indimenticabile. Intorno alla richiesta di sostegno lanciata dall’Associazione Nuovo Teatro Mazzini Castiglione di Ravenna per recuperare questo luogo si sono stretti personaggi come Cristina Muti, Graziella Pasini e il vicesindaco Giannantonio Mingozzi. Il teatro fu realizzato ad inizio Novecento all’interno della Casa Repubblicana, costruita grazie ad una raccolta di fondi dei militanti della Società democratica “Pensiero e azione”, dal Circolo giovanile “Ciceruacchio” e con la loro manodopera gratuita. Ed ora si punta al recupero: Matilde e Celeste Pirazzini, allieve del
Conservatorio “Maderna” di Cesena, con un percorso itinerante a Ravenna hanno richiamato l’attenzione su questo progetto. Marco Martinelli, insieme al Teatro delle Albe, ha dato la propria disponibilità, mentre da un gruppo di spettatori è nato il gruppo “Teatro perché?”. Insomma, qualcosa si sta muovendo, nella speranza che il Mazzini torni ad essere un riferimento per Castiglione. (A.D.L.)
Per piccoli artisti laboratori al Musa Cervia - Musa, Museo del Sale di Cervia, invita al museo i giovanissimi con una serie di iniziative riservate proprio a loro. Il 24 novembre ha preso il via un ciclo di cinque laboratori dedicati ai bambini, organizzato dall’associazione Cervia Incontra L’Arte. Con un appuntamento al mese, fino ad arrivare a quello di sabato 16 marzo,
gli artisti in erba possono così ritrovarsi al museo per giocare insieme, scoprendo spunti interessanti sulla salina e sull’identità locale. Oltre ai laboratori, il museo propone anche visite guidate gratuite al museo e iniziative alla salina Camillone, curate dai volontari del Gruppo Culturale Civiltà salinara.
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Feste di fine anno tra fuoco e ghiaccio
iBLU Faenza, tre piani per l’arredo di Qualità
Cervia - Brindisi col botto a Cervia per salutare il nuovo anno. Per la sera del 31 dicembre è infatti in programma nei Magazzini del sale una Cena di Gala che, allo scoccare della mezzanotte, sarà completata con un concerto di fuochi d’artificio che letteralmente avvolgerà con le fiamme i Magazzini. Uno spettacolo di grande suggestione, sintesi di esperienza e software avanzati, dove le luci e la musica daranno vita ad una coreografia unica e coinvolgente. Al termine dello show il porto canale si trasformerà in una discoteca, con Dj per poter continuare la festa ballando tutta la notte. Ad accompagnare il periodo delle feste nella cittadina cervese sono anche mostre d’arte, il tour dei presepi, animazioni per bambini e la pista del ghiaccio in piazza, aperta fino al 3 marzo.
Faenza - Boffi e Living Divani rafforzano la propria distribuzione in Emilia Romagna grazie alla nuova collaborazione con lo showroom iBLU Faenza. Importante struttura commerciale specializzata nell’esposizione di prodotti di lusso per l’arredo bagno e nell’impiantista idraulica, vincitrice del Best Showroom Award 2010, iBLU Faenza ha rinnovato l’esposizione estendendo la propria offerta alle aree della cucina e del living, puntando su due tra i marchi più prestigiosi del design italiano, Boffi e Living Divani. Lo
ROSA SCARLATTA Città - Testo
spazio espositivo, di circa 1000 mq, si sviluppa su tre piani, ognuno caratterizzato da un proprio concept espositivo con proposte dal taglio classico, contemporaneo e minimale. Al primo piano si sviluppa la presentazione di HOME, “Luogo dove vivere o rifugio?”, vero e proprio appartamento composto da cucina e bagno (Boffi), con area spa (Effegibi), ambiente giorno e camera da letto allestiti da Living Divani. L’inaugurazione si è svolta il 15 novembre, con architetti e professionisti del settore.
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creatività in fiore Rosa Scarlatta si rinnova, divenendo un laboratorio floreale creativo dove tutto è in evoluzione. Nuovi progetti, rivolti ad un pubblico sempre più ampio, stanno prendendo forma con iniziative di vario tipo. Come primo step sono già partiti i corsi di decorazione floreale, finalizzati a trasmettere la passione per il fiore (il mercoledì e il giovedì fino al 6 dicembre; in seguito verranno dedicate al corso due settimane al mese, sempre di mercoledì e giovedì). È inoltre già presente uno spazio espositivo nel loft soppalcato, dove Davide Bongiovanni di 10_10_10 Maison e Roberta
Melandri di 3R ricami daranno vita ad originali allestimenti che spaziano dalla quotidianità al mondo degli sposi, con capi d’abbigliamento e accessori tutti rigorosamente di tradizione artigianale italiana. Il gruppo creativo composto da questi abili professionisti si presenta ufficialmente alla città con una serata aperitivo aperta a tutti, mercoledì 12 dicembre alle ore 19. Sono tante, poi, le sorprese per questo Natale, con sconti dal 10% al 20% se si fa shopping in compagnia. Tutti gli aggiornamenti sulle attività in programma sono sulla pagina facebook Rosa Scarlatta.
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Annotare | Brevi IN
Guido Gambone, omaggio al Ceramista
Giardini in fiore per il Natale Faenza - Il Natale a Faenza significa anche magnifici giardini, aiuole e allestimenti verdi disseminati per le strade e le piazze del centro storico. I Giardini di Natale tornano infatti anche quest’anno, promossi dal Servizio Ambiente Giardini del Comune di Faenza e realizzati dai migliori vivaisti della zona. Novità di questa terza edizione è il concorso “Vota il Giardino Preferito”, che i cittadini potranno indicare sulla cartolina posta all’interno della mappa dei Giardini di Natale. Il tema del verde cittadino viene approfondito anche grazie agli appuntamenti di “Porte Aperte al Servizio Giardini”, il 13 e il 18 dicembre dalle 9 in via Argine Lamone, e al convegno “Il Verde in Città”, il 21 dicembre alle ore 16 nella sala del Consiglio del Comune di Faenza.
Storie delle donne di Confartigianato Ravenna - Sarà in tour per tutto il 2013 la mostra fotografica “Questione di grinta - Storie delle donne di Confartigianato”, presentata in anteprima durante il quindicesimo congresso provinciale dell’associazione. Le 28 donne ritratte dal fotoreporter Giampiero Corelli, da anni impegnato sulle tematiche delle donne e del lavoro, sono diverse per età, provenienza e ambito professionale. “Dietro le storie di ognuna di loro - afferma Riccardo Caroli, neo presidente eletto lo scorso 13 novembre -, ci sono famiglie e preoccupazioni, ma soprattutto la giusta grinta e il forte legame col proprio lavoro”. (R.Be.)
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Faenza - La mostra“Omaggio a Guido Gambone” è al Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza fino al 6 gennaio 2013. Esposta è la collezione di Giuseppe Tampieri, pittore faentino e stimato amico del ceramista, affiancata da alcuni inediti presenti nella collezione del museo. Di origine campana, Gambone si trasferì giovanissimo a Vietri, dove impara l’arte della ceramica. Qui lavora con le principali manifatture ed entra in contatto con la cosiddetta “colonia dei ceramisti tedeschi”, assimilandone lo stile fiabesco mediterraneo. Influenzato soprattutto da Irene Kowaliska, elabora un proprio stile attento alle forme primitive e alla decorazione astratto-figurativa
fondando una sua manifattura, “La Faenzerella”. Guido Gambone e Giuseppe Tampieri si conoscono a Firenze tra il 1938 e il 1941; dopo 43 anni dalla sua morte, Tampieri torna a celebrare l’amico con questa nuova esposizione, ricordandolo con affetto. www.micfaenza.org
Progettazione d’interni con Arka Ravenna - Trasformare un progetto d’arredo in un’affascinante coreografia di luci, colori, forme e atmosfere. È il concetto di progettazione sviluppato da Arka Design di Ravenna, che lo scorso 24 novembre ha inaugurato ufficialmente il suo nuovo showroom in via Panfilia 47. Gli elementi d’ar-
Design
redo presentati sono supportati da una serie di servizi e consulenze a 360 gradi, che partono dalla ristrutturazione muraria fino agli interventi in cartongesso e falegnameria per arrivare infine, in sintonia con le richieste della clientela, alla scelta dei colori e delle luci. www.arkadesign.it
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Essere | Riccardo Muti
Trilogia di
Riconoscimenti
testo Anna De Lutiis - foto Silvia Lelli
Una pioggia di premi incorona definitivamente il Maestro Riccardo Muti, che appartiene ormai alla storia della musica e dell’interpretazione. Impegnato ora anche nella produzione editoriale, con un libro dedicato a Verdi.
Sopra, Riccardo Muti durante una prova con giovani musicisti. In apertura, il Maestro nel corso di un’intensa direzione d’orchestra.
Nuovi prestigiosi riconoscimenti per il maestro Riccardo Muti, nel mese di novembre ne ha messi in bacheca ben tre. A Milano, città che lo ha visto presenza fondamentale nella storia della Scala, la IULM, nella persona del rettore Giovanni Puglisi, gli ha consegnato la Laurea Magistrale Honoris Causa con la seguente motivazione: “Erede e massimo rappresentante della tradizione musicale italiana, il suo nome è sinonimo di italianità, di prestigio culturale e di capacità artistica professionale che appartiene ormai alla storia della musica e dell’interpretazione”. E non basta: nella stessa occasione il maestro Muti ha ricevuto anche la Medaglia d’Oro del Ministero degli Affari Esteri per la promozione della cultura italiana all’estero, mentre a Roma, al Quirinale, gli è stato assegnato anche il Premio De Sica per la Musica. È Cristina Mazzavillani Muti, mo-
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glie del maestro, a commentare questo felice momento: “Io sono impegnata a Ravenna con la Trilogia Verdiana (programma che ha riscosso grande successo con nove serate tutte sold out, ndr), creatura che non ho potuto abbandonare, ma mio figlio era presente e ha assistito al calore e all’entusiasmo con cui il pubblico lo ha accolto. E lui, come è nel suo carattere, con un segno concreto e diretto ha trasformato la lectio magistralis in una prova con i giovani del Conservatorio milanese, con i quali ha eseguito e spiegato un concerto per archi di Vivaldi. Ha parlato con il suo linguaggio abituale, la musica, ma ha anche colto l’occasione per sottolineare la necessità di valorizzare i giovani talenti, che certamente erano tra i tanti presenti, per metterli nelle condizioni di emergere evitando quelle numerose fughe all’estero che ci
privano di tanta potenzialità”. Sono tante le esperienze che hanno portato il maestro Muti a crescere in Italia, con costanza e fatica. Memore di tali difficoltà continua a lavorare per dare ai giovani nuove occasioni: risale al 2004 la creazione dell’Orchestra Giovanile Cherubini, con cui ha girato il mondo da Salisburgo a Parigi, da Madrid a Buenos Aires, riscuotendo grandissimo successo. Sempre in partenza o in arrivo da un continente all’altro, non è facile intervistarlo. Quando si concede è però semplice, diretto e schivo, anche se assolutamente consapevole del proprio valore. Era appena giunto a Chicago, nel settembre del 2010, dopo aver accettato l’incarico di Music Director della Chicago Symphony Orchestra, quando in un’intervista telefonica espresse sorpresa ed emozione per quanto la città gli andava dimostrando: “Certamente hanno voluto sottolineare con calore questo mio arrivo e l’hanno fatto in maniera spettacolare: sulla facciata del Museo di Chicago - dove, tra l’altro c’è la bellissima nuova ala dell’Art Institute progettata da Renzo Piano, una struttura leggera, stupenda, che sembra sollevarsi verso il cielo - domina la mia immagine, così come accade sui grattaceli, in tutte le fermate di auto e metrò. I 25mila al Millenium Park che hanno atteso per ore per ascoltare il
L’ovazione di Chicago concerto donato alla città, la loro finale standing ovation, il loro calore quando abbiamo suonato Va Pensiero e l’Inno di Mameli, le bandierine bianche sventolate da grandi e piccoli con sopra la scritta ‘Muti Festa’, non possono lasciarmi indifferente. Così come non si è preparati ad apprendere che il Consiglio della città possa votare per proclamare il 19 settembre ‘Muti Day’, votazione certificata come è certificata la risoluzione successiva. Se ciò non bastasse, hanno anche denominato ‘Muti Mile’ il tratto di strada che conduce all’Orchestra Hall”. A distanza di pochi mesi il maestro Muti ricevette in America due ambiti riconoscimenti: due Grammy Awards per la registrazione della Messa da Requiem di Verdi e per l’album contenente una selezione dei migliori brani di musica classica. Il Premio Birgit Nilsson, Nobel per la musica classica, il riconoscimento assegnato da una fon-
A fianco, Muti con Papa Benedetto XVI e il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Sotto, il Maestro dirige una prova al Teatro Alighieri di Ravenna.
dazione dedicata alla soprana svedese, l’ha innalzato tra i maggiori rappresentati della cultura mondiale per “Straordinari contributi all’opera e ai concerti, oltre che per la sua enorme influenza sul mondo della musica, sia sopra che fuori il palcoscenico”. Un grande maestro che si emoziona? Sì, come ha ammesso lui stesso quando, nel maggio 2012, ha diretto il concerto per Papa Ratzinger.
La grande capacità di trasmettere la sua passione per la musica contagia e coinvolge come un torrente in primavera. È quanto accaduto lo scorso anno all’Opera di Roma: dopo l’esecuzione del “Va
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pensiero” e la richiesta del bis il maestro Muti lo concesse invitando il pubblico a cantarlo insieme all’orchestra e ai cantanti. E anche in quella circostanza non si fece sfuggire l’occasione per invitare il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e le altre numerose figure istituzionali presenti ad evitare che i grandi valori culturali del nostro Paese fossero dimenticati. La sua spontaneità è spesso disarmante. Quando è a Ravenna non è difficile incontrarlo alla Ca’ de Ven: “Maestro, complimenti per i suoi successi in tutto il mondo, ma non dimentichi mai Ravenna!”. La risposta arriva spontanea: “E le
sembra che possa dimenticarla? Sono qui seduto davanti ad un magnifico piatto di cappelletti...!”. Se solitamente comunica con la musica, Riccardo Muti non disdegna di esprimersi anche attraverso la scrittura, con un secondo libro dedicato a Verdi, dopo due anni dalla pubblicazione della sua autobiografia. “Verdi. L’italiano. Ovvero, in musica le nostre radici”, edito Rizzoli, è un ricco percorso fatto di pensieri e ricordi, affiancati a considerazioni sull’esecuzione delle opere di Verdi, che onorerà in occasione del bicentenario della sua nascita, inaugurando la stagione dell’Opera di Roma con Simon Boccanegra. Il libro è stato presentato al Castello Sforzesco di Milano il 18 novembre scorso, davanti ad un pubblico foltissimo che i locali predisposti alla presentazione non sono riusciti a contenere. Il volume è una dichiarazione d’amore ma anche un insieme di suggerimenti per meglio capire, gustare e stimare il grande compositore di Busseto. “Verdi è il musicista della Vita, e certo è stato il musicista della mia vita”, afferma Muti. “È un compositore talmente capace di mettere a nudo e trattare le nostre passioni e i nostri dolori, i nostri pregi e i nostri difetti, che noi ci riconosciamo in essi, e questo è uno dei motivi della sua universalità. Fino a quando l’uomo resterà tale, con le sembianze di oggi, e non avrà come in Star Trek le orecchie lunghe, la testa a fungo e le gambe rattrappite, ogni generazione troverà nella musica di Verdi una parola di conforto”. IN
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Essere | Massimo Bucci
Da Faenza al
Mondo
testo Antonio Graziani - foto Lidia Bagnara
Costruire in Romagna bracci in carbonio per esportarli in Cina. È la sfida controcorrente della Top Carbon, azienda varata da Massimo Bucci, con un organico di cento nuovi dipendenti.
Potrebbe sembrare pura fantasia. È invece un’incredibile realtà. A Faenza è nata una nuova azienda, la Top Carbon, che qui produrrà bracci in carbonio per gru del settore delle costruzioni. E questi lavorati verranno esportati in Cina. Un percorso che va in direzione opposta a quella abituale. “Un caso quasi eccezionale di cooperazione tra Italia e Cina dove la tecnologia non viene esportata fuori dai nostri confini, ma viene valorizzata da una partnership di grande valore”. Sono le parole di Romano Prodi, che ha tenuto a battesimo la nuova società, nella sua funzione di presidente della Fondazione Italia-Cina. La Top Carbon è nata da un accordo tra la Riba Composites, del Gruppo Bucci, che ha sede a Faenza, e il gruppo cinese Zoomlion, colosso mondiale della meccanica. Presidente del gruppo faentino è Massimo Bucci, che ci racconta la
sua storia. “Sono nato a Faenza 61 anni fa e
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mi sono laureato in Economia e Commercio nel 1976. Sono sposato con Mary. Ho due figlie, Martina e Roberta. Ho iniziato a lavorare nelle aziende di famiglia facendo il ragioniere contabile a “La Faenza Ceramica”, dove i Bucci avevano una partecipazione. Dopo due anni fui trasferito alla Cisa, fabbrica di lucchetti e serrature che era stata fondata nel 1947 dal babbo assieme allo zio Luigi. Sono entrato alla Cisa nel 1979 e qui sono rimasto per vent’anni in diverse posizioni
di responsabilità, fino a diventarne amministratore delegato. Poi, nel 1999, l’azienda è stata ceduta per problemi sorti tra i soci. Io ne sono uscito acquisendo comunque due aziende di proprietà del gruppo Cisa - Iemca e Giuliani - e di lì sono ripartito. La Cisa fu rilevata dal gruppo americano Ingersoll Rand che fa anche serrature. Mi piacerebbe farla tornare nelle nostre mani, essendo un’azienda creata da mio padre e dove io ho lavorato per una ventina d’anni. Bisogna
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A fianco e nella pagina precedente, Massimo Bucci nel suo ufficio faentino.
tre a varie cariche ricoperte, è stato anche presidente dell’Associazione Industriali della provincia di Ravenna dal ’93 al ’97 e della Confindustria dell’Emilia Romagna dal ‘98 al 2005, oltre ad essere stato membro del Consiglio Direttivo e della Giunta della Confindustria. Ed ora questa innovativa esperienza con la Top Carbon. È lo stesso
però essere realisti e quindi verificare prima di tutto se l’Ingersoll Rand è disponibile a cederla e se ci sono le condizioni per diventarne di nuovo proprietari”. Dal ’99 in poi Massimo Bucci, assieme al fratello, ha dato vita ad attività in modo autonomo. Nel 2000 hanno acquisito la Riba, piccola azienda di materiali compositi. Nel 2003 hanno fatto un altro acquisto, un’azienda di Longarone, in provincia di Belluno, che si chiama Sinteco, attiva nel settore dell’automazione e robotica. Infine, nel 2004 hanno acquisito la “Vire”, azienda di Faenza che produce macchine per il confezionamento di pannolini di
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vario tipo, per adulti e bambini. La diversificazione delle produzioni ha molto aiutato il Gruppo nei momenti di crisi come quello del 2009, quando ci furono forti difficoltà per il settore delle macchine utensili e di automazione. Del Gruppo fa parte anche la Roberto Bucci & C. immobiliare, che detiene la proprietà e la gestione di attività alberghiere, ristorazione e centri benessere. Bucci ricopre, inoltre, incarichi esterni alle attività imprenditoriali. È pre-
sidente di Centuriagenzia (Parco Scientifico Tecnologico della Romagna) e della Commissione regionale turismo di Confindustria Emilia Romagna. In tempi precedenti, ol-
presidente del Gruppo Bucci a raccontarci come è nato l’accordo con il colosso cinese: “L’azienda del nostro gruppo, Riba Composites, attiva nel settore dei materiali in fibra di carbonio, era da tre anni in relazione con l’azienda Cifa di Milano, di proprietà del gruppo cinese Zoomlion. Per questa azienda milanese abbiamo iniziato a costruire, tre anni fa, bracci in carbonio per gru che servono per pompare il cemento nelle costruzioni in altezza. La Cifa produce e vende in Europa e nel mondo mezzi che trasportano queste gru. I nostri prodotti sono apparsi interessanti e ci hanno quindi chiesto di instaurare una collaborazione per la loro produzione”. L’impresa milanese chiede all’azienda faentina di costruire una fabbrica in Cina. Ma il Gruppo faentino, di rimando, dice di essere disponibile soltanto per la realizzazione di uno stabilimento in Italia, a Faenza. Ed è andata così.
“Una volta a regime - dice Bucci dovremmo costruire circa 250 pezzi in un anno, secondo quanto richiesto dai partners cinesi. Una ventina di persone, già dipendenti nostri, verrà trasferita dalla Riba alla Top Carbon, e dovremo assumere altre
A fianco, il taglio del nastro del nuovo stabilimento Riba Composites affidato a Luca Cordero di Montezemolo, avvenuto nel giugno 2011. Sotto, Bucci e Montezemolo durante l’incontro inaugurale di Riba.
80 persone”. Della nuova società, la Riba detiene il 51% e la Cifa il 49%. “Riba opera in tre settori: vetture e moto d’alte prestazioni, e la Ferrari è il nostro cliente più importante. Facciamo parti della carrozzeria, elementi di finitura interna delle vetture. Lavoriamo inoltre per Porche, Lamborghini e per aziende che costruiscono vetture di alta prestazione. Poi abbiamo il settore della nautica, delle imbarcazioni a vela. Facciamo alberi, timoni, accessori vari. Terzo settore è l’aerospaziale, che stiamo sviluppando. La fibra di carbonio è un materiale molto leggero e più resistente dell’acciaio, ma molto costoso”. Il Gruppo Bucci mantiene le sue radici a Faenza, conta oltre 800 dipendenti, dei quali circa 400 nella
città romagnola. Si è però esteso in varie parti del mondo: ha una società in Francia, una in Germania, uno stabilimento di produzione a Taiwan, uno in Cina e uno negli Stati Uniti; altre due società che vendono i prodotti del Gruppo sono in Giappone e in Brasile. “In questi paesi dobbiamo essere presenti non solo per vendere, ma anche per costruire i prodotti e per fare assistenza”, spiega Bucci. “Il cliente vuole avere vicino un ufficio per essere sicuro che, in caso di bisogno, c’è qualcuno che l’aiuta. L’internazionalizzazione è un fatto fondamentale per il nostro settore. La prima fabbrica all’estero venne costruita nel 1997, a Taiwan”. Nel nome dell’impresa Bucci è riuscito anche a far superare le gelosie tra Cina e Taiwan. “Non è stato facile”, afferma. “Ab-
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biamo avviato un’attività in Cina con personale che avevamo a Taiwan e un direttore cinese, ma la società è totalmente controllata da noi. Non esistono interferenze tra le due società. Quella cinese, vicino a Shangai, serve il mercato della Cina, quella di Taiwan vende a Taiwan e nei paesi dell’Estremo Oriente”. Capofila del Gruppo Bucci è la Iemca, che ha sede a Faenza, affiancata dalla Giuliani. La Iemca produce caricato-
ri di verghe per torni automatici. Le barre vengono inserite meccanicamente nei torni, per permettere la lavorazione senza interruzioni. La Giuliani invece produce macchine speciali per la costruzione delle serrature, delle chiavi e dei lucchetti, e macchine per i settori delle fabbri-
che di automobili, di attrezzi agricoli, di automezzi, oltre a macchine per compressori di frigoriferi. La diversificazione dei prodotti, assieme alla collocazione diffusa di produzione e punti di assistenza, ha permesso al Gruppo di andare avanti con una certa tranquillità, nonostante la crisi economica in atto. “A prescindere dall’Italia, che presenta una situazione veramente molto difficile, noi siamo abbastanza soddisfatti dei risultati del primo semestre di quest’anno. Mercati come la Germania, il Sudamerica o anche l’Estremo Oriente hanno tirato bene. In questi ultimi mesi c’è tuttavia un rallentamento anche in Germania. Ma speriamo sia solo momentaneo”. IN
Lavorare | Nuove imprese
La necessità
fatta
Virtù
testo Roberta Bezzi - foto Lidia Bagnara e Massimo Fiorentini
C’è chi fa servizi a domicilio e chi il baratto in osteria, chi promuove coupon e chi trasforma un chiosco in teledicola. Le nuove imprese in tempo di crisi nascono così, aguzzando l’ingegno.
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La crisi economica non solo aguzza l’ingegno, ma offre una sferzata di creatività. Mai come in questi ultimi mesi, a Ravenna, si assiste ad un fiorire di nuove attività e idee che da un lato rappresentano un’occasione per reinventarsi a fronte di un mercato del lavoro in sofferenza e dall’altro di proporre ai consumatori nuovi servizi e prodotti anche in un’ottica sociale. La 38enne Laura Spada e la 52enne Fabiana Tampelli, da anni socie di una ditta che si occupa di organizzazione di spettacoli teatrali, avevano voglia di qualcosa di diverso e così hanno aperto il primo lavaggio senz’acqua a domicilio. Il loro L.F. Promo è affiliato Limpo, una catena in franchising italiana ma già presente in Australia e in diversi paesi europei. Basta fare una chiamata, per vedere arrivare il furgoncino di Laura e Fabiana che, come le inglesi Kim Woodburn e Aggie Mackenzie della trasmissione “Case da incubo” su Sky, si trovano spesso a dover dire “Oh, my God!” davanti ad interni d’auto raccapriccianti. “L’idea ci è venuta navigando su internet”, raccontano. “Pulire senz’acqua è
il futuro del settore, considerando la costante crisi dell’acqua e l’emergenza siccità che cresce di anno in anno. Per lavare a secco la carrozzeria utilizziamo un prodotto a base naturale: l’estratto di una pianta brasiliana, la carnauba. Questa cera viene applicata sfruttando i principi della nanotecnologia, per detergere, lucidare e proteggere l’auto”. I costi sono un po’ più alti, ma ne vale la pena: per il lavaggio interno ed esterno di una berlina, occorre mettere in conto circa 35 euro e un diritto di chiamata, rispetto ai 20 - 22 euro degli altri autolavaggi. Anche la 32 enne Michela Minguzzi, cresciuta a passa di danza, ha deciso di diventare “imprenditrice di se stessa”, fondando Lo Faccio Io. Dopo aver lavorato come ballerina e coreografa per compagnie affermate come quella di Virgilio Sieni ed essersi aggiudicata il premio “Giovani Dan’Autori Emilia Romagna” ha deciso di cambiar rotta, coinvolgendo anche altri ragazzi artisti di età dai 30 ai 35 anni, in difficoltà nel sbarcare il lunario. “Sono tante le incombenze quotidiane che si tende a rimandare
In alto, Laura Spada di L.F. Promo. Nella pagina precedente Michela Minguzzi, fondatrice di “Lo Faccio Io”.
Aria di Berlino in città A Ravenna, in via Zirardini, ha aperto lo scorso maggio Minne Song, una boutique speciale in cui acquistare abbigliamento, proposte di lettura, musica selezionata, manufatti artistici e vini doc. Un negozio-salotto con tanto di soppalco e divanetti. Ma anche un luogo adatto per incontri letterari, live acustici e degustazioni. “L’ispirazione – spiega Valentina Benelli, (nella foto)mente creativa del progetto – è arrivata girovagando per le strade di una Berlino, entrando in un locale, che si chiamava Kauf Dich Glucklich, una gelateria al piano terra e sopra un negozio”. Non a caso il nome scelto s’ispira alla capitale tedesca, all’avanguardia per le nuove tendenze: “Minnesang” significa infatti canzone d’amor gentile, poi modificato in Minne Song perché suonava meglio.
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A fianco, Andrea Merli (a sinistra) e Pierpaolo Spadoni dell’Osteria del Pancotto a Gamberella. Sotto, Antonio Barovecchio e Samantha nella Teledicola di via Ravegnana, a Ravenna.
all’infinito, a volte causa lavoro, altre per stanchezza - afferma -. Guardare la pila dei panni da stirare che aumenta. Non riuscire a ritagliarsi il tempo per andare alla Posta o dal medico, ma anche per fare la spesa. Osservare impotenti le erbacce che crescono nel proprio giardino o il proprio cane che reclama una passeggiata. Noi siamo in grado di aiutare le persone
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offrendo un servizio espresso e veloce. Finora il passaparola ha funzionato bene, perché ispirare fiducia è ciò che più conta”. In maniera certosina, Michele ha anche stilato un vero e proprio tariffario: per la fila dal medico o in posta 5 euro; 7/10 per fare la spesa; la pulizia del giardino può arrivare a 50 euro; come dog sitter, si va dai 5 euro per una passeggiata di un quarto d’ora, 10 per passeggiata e accudimento, e 30/40 euro per la pensione 24 ore su 24; per le faccende domestiche, invece, la tariffa è oraria. Una novità è anche l’Osteria del Pancotto, in cui i due giovani ravennati Pierpaolo Spadoni (chef) e Andrea Merli fanno proprie le tradizioni della campagna e il gusto genuino di un cucina ‘confidenziale’, lanciando inoltre la virtuosa pratica del baratto. Scambiare una cena con materie prime che saranno poi trasformate in succulenti pietanze ma anche con oggetti di antiquariato, modernariato e prodotti dell’artigianato. Tutto questo è possibile a Gambellara, al Circolo IX Febbraio trasformato in osteria. Qui, ogni ultimo giovedì del mese, si apre l’Osteria del Baratto: famiglie, associazioni, gruppi di amici e di singoli, al momento della prenotazione, possono barattare la cena con oggetti e prodotti vari. Un modo nuovo per entrare nella vita della piccola comunità, diventando punto di incontro, mercato di scambio. “Già durante la fase di ristrutturazione dei locali - spiegano i due soci -, abbiamo scambiato cene e pranzi con i muratori o imbianchini che ci hanno aiutato nel
portare a termine i lavori. Una prassi comune che vale anche con i contadini del territorio, gli ortolani, i cacciatori o le aziende viticole. Per noi il cosiddetto “km zero” non è una moda da ostentare ma una realtà”. Dare alle famiglie un mezzo di economia domestica e alle imprese una vetrina gratuita per i loro prodotti e servizi. Nasce con una forte motivazione sociale più che commerciale il sito web stampaecompri.it promosso da Raffaele Casadio, odontotecnico, insieme ai due amici soci Luca Bezzi e Paolo Rambelli. “L’obiettivo - spiega Casadio - è quello di sviluppare a tal punto il sito che ogni mattina le persone possano stamparsi 4/5 coupon da utilizzare subito in giornata per risparmiare sulla spesa e sui servizi più necessari. Per fare questo stiamo coinvolgendo commercianti, artigiani, ristoratori, in modo che la gente possa trovare lo sconto sul caffè della mattina così come sul latte o sulla carne, ma anche sul servizio di riparazione dell’idraulico
Servizi dedicati al sociale o su un pasto al ristorante”. La rivoluzione, rispetto ai grandi siti come appunto Groupon, è che in questo caso i beni trattati sono quelli classici dell’economia domestica, dal pane ai quaderni per la scuola. L’idea è nata durante una lunga permanenza a Buenos Aires, osservando che la sera, sul quotidiano Clarin, mancavano sempre le ultime due pagine, piene di coupon. C’è poi chi ha arricchito un’attività tradizionale con piccoli innovativi servizi per venire incontro alle esigenze delle persone. È il caso del 44enne Antonio Barovecchio, che ha trasformato il classico chiosco di edicola in Teledicola, in via Ravegnana 162. “Quando ho rilevato l’attività nel gennaio scorso - ricorda -, ho pensato di apportare due novità: offrire la massima apertura, tutti i giorni mattino e pomeriggio e domenica mattina incluso, e fornire servizi collaterali quali fax, fotocopie, pagamenti di bollettini. Ma anche la possibilità di acquistare tessere-buoni per regalare abbonamenti a riviste, e di richiedere per esempio un aiuto nella gestione delle pagine Facebook. Grazie alla convenzione con una libreria, siamo inoltre in grado di fornire qualsiasi tipo di libro a chi non ha tempo di girare per procurarselo”. IN
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BamBini da mezzo secolo nozze d’oro con l’offshore pRiMi 50 Anni di Attività peR l’AziendA RAvennAte, FondAtA nel 1962 dA MARio BAMBini. Che pResentA Un FAttURAto in ContinUA CResCitA e GUARdA Con FidUCiA Al FUtURo.
Cinquant’anni alle spalle e un futuro aperto verso il mondo. Le nozze d’oro festeggiate quest’anno dall’azienda Bambini srl puntano i riflettori su un’eccellenza nel settore dell’offshore, punta di diamante dell’imprenditoria marittima ravennate. Fondata nel 1962 a Marina di Ravenna da Mario Bambini, pescatore originario di Porto Garibaldi, l’azienda specializzata nei servizi d’appoggio offshore e rimorchio è guidata oggi dalla seconda generazione dell’impresa familiare, i fratelli Gianluigi e Rosolino Bambini, il primo amministratore
delegato e responsabile della parte commerciale e il secondo presidente e responsabile di quella finanziaria. Imponenti i numeri su cui si fonda l’odierna attività: 25 mezzi navali che operano in tutto il bacino del Mediterraneo e nell’Africa occidentale; un organico composto da oltre 200 dipendenti tra personale di terra e imbarcato; 1200 metri quadrati di uffici e 1000 metri quadrati di superficie coperta adibita a magazzino attrezzature e ricambi; una mensa aziendale da 50 posti; 36mila metri quadrati di piazzali e
depositi scoperti, di cui 20mila edificabili. Anche sul fronte economico, in un’epoca non certo favorevole, la Bambini Srl presenta numeri interessanti, con prestazioni record messe a segno nel 2010, anno in cui il fatturato ha raggiunto quota 20,5 milioni di euro, con un valore di produzione pari a 23,5 milioni di euro. Alla flotta Bambini - costituita da crew boats, utility vessels e rimorchiatori – si è aggiunta a fine estate un’unità di tipo multi-purpose platform supply vessel, noleggiata ad un primario player del settore energia e idrocarburi. E il 29 settembre scorso è stato effettuato il varo tecnico della nuova costruzione “Blue Mommy”, una Fast Support Vessel di 56 metri all’avanguardia sotto il profilo tecnologico, risultato dell’importante programma di rinnovamento e ringiovanimento della flotta della Bambini srl iniziato nel 2009, con investimenti in progetti tecnologicamente all’avanguardia. Un traguardo di successi raggiunto in 50 anni di storia celebrato lo scorso 27 maggio a Cà Viola, casa di campagna di Gianluigi Bambini e della moglie Violetta a Roncalceci di Ravenna, in compagnia di 350 ospiti. Un degno riconoscimento per mezzo secolo di un’avventura imprenditoriale iniziata con un peschereccio, l’Antica Respa di Mario Bambini, che nel 1962 sottoscrisse il primo contratto per portare i tecnici sui pozzi, nello stesso anno in cui vennero realizzate davanti a Ravenna le prime piattaforme per l’estrazione del metano, gestite dall’AGIP. Vent’anni dopo, nel 1982, aveva inizio la fase di espansione dell’azienda, con l’acquisto di unità navali dall’estero, l’introduzione di nuove tecnologie e tipologie innovative, con graduale spostamento della Bambini anche in altre aree del mondo. Un primo passo effettuato prima in Italia, nel 1985 nella vicina Ortona, poi seguito in maniera costante all’estero, verso mercati sempre più lontani. A cominciare dalla Croazia, per proseguire poi verso il Congo e la Tunisia, la Libia e l’Angola. L’internazionalizzazione e la diversificazione commerciale, affiancate da una strategia di compatibilità sociale delle attività, si sono rivelate carte vincenti per l’azienda ravennate, da sempre proiettata verso il futuro.
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Raccontare | Borgo San Biagio
Dove comincia
Ravenna
testo Andrea Casadio - foto Massimo Fiorentini
Segnava i confini cittadini fino ad un secolo fa, con il suo intrico di vie d’acqua e di terra. È il Borgo San Biagio, un tempo fitto di botteghe e osterie oggi area residenziale, in cui si respira ancora l’atmosfera di un tempo.
Dove comincia Ravenna? Una domanda alla quale per noi, viaggiatori post-novecenteschi, è difficile rispondere, accecati come siamo dalla cortina di capannoni, rotonde e urbanistica massificata che circonda il centro storico e disegna gli imponderabili contorni della moderna città sfrangiata e parcellizzata. Per chi si fosse incamminato lungo la Faentina provenendo da Russi fino a un secolo fa, la risposta sarebbe stata molto più agevole. La città sarebbe comparsa ben presto, con il profilo dei palazzi e dei campanili a stagliarsi in lontananza sulla campagna. Ad accogliere il viaggiatore, invece della grande periferia odierna, sarebbe stata una piccola appendice suburbana e quasi rurale, quella di borgo San Biagio. Le origini del borgo, allo stato delle nostre conoscenze, restano avvolte nella nebbia. Le prime
notizie sicure risalgono al Medioevo, quando il Lamone, chiamato all’epoca Teguriense, correva lungo il tracciato di via Maggiore fin sotto porta Adriana (la cui presenza è attestata almeno dal X secolo, benché la sua forma odierna risalga in gran parte al ‘500), per poi piegare a nord-est costeggiando le mura lungo l’attuale circonvallazione San Gaetanino. Vera o falsa che sia la tradizione secondo la quale fu l’imperatore Federico II, nel corso del suo assedio del 1240, a deviare il fiume, fu comunque all’incirca in quel periodo che esso mutò il suo corso, allontanandosi dal centro urbano. Al suo posto, con il compito di assicurare la difesa della città, venne di lì a poco condotto da sud il Montone. Oggi i tracciati dei due fiumi sono evocati dai nomi di alcune strade (via Fiume abbandonato, via Sabbionara, via Rotta) e dalla conformazione
stessa del terreno, con la circonvallazione che di fatto corre sul terrapieno del vecchio argine. La primitiva impronta del Lamone, invece, venne occupata dal Naviglio, un canale navigabile ad uso commerciale che, provenendo dalla zona di Sant’Alberto, si innestava su via Maggiore all’altezza di via Canalazzo (da cui appunto il nome), e terminava a poca distanza da porta Adriana. Un intrico di vie d’acqua e di terra, dunque, destinato naturalmente a favorire la nascita di una borgata.
Se la zona più lontana dalle mura, quella denominata del Taurese (da cui via Dorese), restò a lungo completamente agricola, se non addirittura semi-valliva, quella più vicina alla città, dal nome singolarmente evocativo di “Vigna Tagliata”, dovette popolarsi di una comunità stabile relativamente presto, e comunque certamente prima del
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Sopra, il cortile di una casa del borgo di fine ‘800 (foto tratta da “Caro, vecchio borgo San Biagio”, di G.Montanari Cipriani, Ravenna, Capit, 1996). In apertura, il borgo tra passato e presente: in alto com’era nell’800 (foto tratta da “Ravenna nell’Ottocento” di B. Bandini, N. Pirazzoli, M. Scarano, Ravenna, Longo, 1982), sotto come appare oggi.
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Trecento, quando le fonti storiche parlano già di un “borgo di Porta Adriana”. Una comunità fatta di popolani di recente immigrazione dalla campagna, che vivevano spesso nei “capannetti” di legno o canna palustre, o nei poveri “casetti” bassi e dai camini sporgenti, alcuni dei quali sopravvissuti ancora fino alle soglie del Novecento. Accanto ad essi, però, non mancavano locande, osterie e un edificio di culto, la chiesa di Santa Maria “in Vignatagliata”. Risalente al Medioevo, essa sopravvisse fino alla metà del ‘500, per poi decadere ed essere sostituita nello stesso luogo, alla fine di quel secolo, da un edificio del tutto nuovo: l’odierna San Bia-
gio, che assunse il titolo di un altro
tempio che sorgeva in precedenza nelle vicinanze di porta Serrata. La costruzione della nuova chiesa (ampliata nel corso del ‘600 e poi completamente rinnovata nel 1840) fu una tappa decisiva nella storia del borgo, che difatti ne acquisì anche la denominazione. Altri due eventi destinati a mutare radicalmente il volto della località furono, già all’inizio del ‘500, il prosciugamento del vecchio Naviglio, e poi, verso il 1740, la deviazione del Montone. Nel frattempo, accanto al vecchio alveo del “fiume abbandonato”, aveva iniziato ad infittirsi il reticolo di viuzze, in parte parallele e in parte perpen-
dicolari all’argine (via Rampina, via Ghibuzza, via Scaletta…), che è anche oggi uno degli angoli più caratteristici della città. Dall’altra parte di via Maggiore, invece, le case si addensavano attorno alla chiesa, avendo come limite la linea di via Vallona e dell’attuale via Morelli. Nell’Ottocento, il borgo aveva ormai acquisito l’aspetto che ci è tramandato dalle prime fotografie in bianco e nero, in
pratica quello che oggi ne costituisce il peculiare “centro storico”. Appena usciti da porta Adriana, nell’area del vecchio alveo del Montone oggi occupata da piazza Baracca, si apriva l’ampia distesa in parte alberata del “foro boario”, ossia il mercato dei bovini, che per qualche tempo fu anche sede delle esecuzioni capitali. Cuore della zona, fra la porta e l’incrocio, era “il Ponte”, punto in cui un tempo sorgeva appunto il ponte sul Montone e dove poi era stato costruito quello sul più modesto fossato che ne aveva preso il posto, luogo di ritrovo per braccianti, facchini e sfaccendati vari. A breve distanza, nella casa in angolo con via San Gaetanino, c’era la locanda della Zabariona, dove nel 1848 aveva alloggiato Garibaldi, e il cui ricordo è perpetuato da alcuni dei più noti sonetti di Olindo Guerrini. Più avanti, sulla destra, dove la cortina compatta degli edifici si allungava attorno alla larga visua-
All’ombra di Porta Adriana le di una via Maggiore allora spoglia d’alberi, aveva già aperto i battenti la locanda del Gallo, tuttora esistente. Ma lungo tutta la strada, scriveva ai primi del ‘900 Gaetano Savini, “vi sono in gran numero le osterie e bettole, dove si beve e si canta allegramente: vi sono altresì negozi di tutti i generi, caffè, macellerie, salsamenterie ecc; una officina meccanica ed altre botteghe per svariati mestieri”. Questo clima popolare ispirava anche la vita sociale, per esempio nella militanza politica, che dalla fine dell’Ottocento si affiancò alla tradizionale devozione religiosa che faceva capo alla parrocchia. Da qui la fitta presenza dei circoli di partito: celebri, nella zona delle viuzze, quello socialista dell’Aurora e quello repubblicano dei Vicoli (poi trasferitosi in San Gaetanino con l’intitolazione ad Arnaldo Guerrini), e in seguito il comunista Strocchi, su via Maggiore. Del resto, fu proprio nel cuore del borgo che
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A fianco, altre immagini recenti e passate del borgo. La foto d’epoca, risalente all’inizio del ‘900, è tratta da “Caro, vecchio borgo San Biagio”, di G. Montanari Cipriani, Ravenna, Capit, 1996.
nel luglio del 1922 si verificarono i violenti scontri, con tanto di morti, che sancirono anche a Ravenna la vittoria del fascismo. Dal punto di vista urbanistico, invece, la maggiore novità della prima metà del Novecento fu la costruzione dello stabilimento della Callegari & Ghigi lungo via Fiume Abbandonato. Da
allora il suono della sirena della fabbrica - e’ fis-cion - fu la caratteristica colonna sonora che scandì per un cinquantennio le giornate dei borghigiani. Una presenza decisamente ingombrante, quella della Callegari, ma niente di paragonabile a quanto si sarebbe verificato dopo il 1950. Allora, anche borgo San Biagio sarebbe rimasto coinvolto nella grande trasformazione che negli anni del “miracolo economico” mutò radicalmente il volto della città. In breve l’area urbana tracimò oltre gli antichi confini, e diventarono un ricordo sempre più sbiadito i tempi in cui in via Canalazzo si respirava già aria di campagna. Oggi San Biagio è una vasta area residenziale che ha ormai ben poco della borgata semi-rurale e popolare di un tempo. Ma anche se tutto si è diluito nell’ipertrofia urbanistica dell’espansione moderna, mentre le pizzerie e gli sportelli bancari hanno preso il posto di Chilò e di Scaì, le strade e i vicoli del borgo, con il loro clima rilassato e le vecchie casette ristrutturate, sono ancora un luogo in cui, dopotutto, si respira il senso di una “comunità”, e dove può valere la
pena perdere un pomeriggio alla ricerca delle atmosfere perdute della “vecchia Ravenna”. IN
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IN Magazine | Special ADV
Timida
Dall’Oriente alla PrOvenza
ELEMEnTI DI ArrEDo E oggETTIsTICA IsPIrATI orA AnChE ALL’ELEgAnTE roMAnTICIsMo FrAnCEsE nELLA sEDE DI vIA DELLA LIrICA 29/31, A DICEMbrE APErTA sETTE gIornI su sETTE, DALLE orE 9 ALLE 19,30.
Dalla magia incantata dell’Oriente all’elegante romanticismo della Provenza. Cambio di look per ‘Timida’, il negozio di arredo e oggettistica con sede in via della Lirica 29/31 che oggi si presenta in una rinnovata veste dal sapore francese. Dopo aver esplorato le molteplici sfaccettature dell’arredamento di stampo etnico il negozio si è ora orientato verso uno stile shabby chic, con mobili e complementi d’arredo tipici della Francia del Sud, patria della tecnica del dècaper e dei decori romantici, annaffiati da colori pastello e dalle raffinate tonalità tortora. I mobili in vendita nascono dalla mente creativa di Cristina Poggiali e Fabrizio Casadio, titolari del negozio da oltre dieci anni, e vengono prodotti in Indonesia utilizzando i materiali più pregiati secondo tecniche artigianali rigorosamente hand-made che rendono ogni pezzo unico nel suo genere. “Disegniamo noi i prodotti di arredamento e abbiamo scelto di produrli in Indonesia perché lì si lavora ancora con i legni ‘veri’ e secondo le antiche arti manuali”, spiega Cristina. “Quello che ci proponiamo, infatti, è trasmettere ai nostri pezzi qualcosa che gli altri negozi non hanno, regalando ai clienti qualcosa di esclusivo”. Così, accanto a piccoli Buddha in pietra, alle cornici di madre-
perla e all’oggettistica in latta battuta tipica dello stile indonesiano, sono presenti ora credenze, ceramiche e vasi tipicamente provenzali, mentre l’altra ala del negozio è dedicata all’abbigliamento uomo-donna e ad un vasto assortimenti di accessori e bigiotteria, anche questa prodotta in Indonesia. “Siamo un negozio in costante evoluzione e ci teniamo costantemente aggiornati sulle nuove tendenze, anche attraverso la partecipazione a fiere di settore in Francia e Germania”, aggiunge Cristina. Lo facciamo però mantenendo ben salda la nostra identità, perché non vogliamo offrire prodotti standardizzati ma unici e originali”. Ricche le novità in arrivo per la stagione natalizia, che dal 1° dicembre vede il negozio aperto sette giorni su sette dalle ore 9 alle 19,30, con interessanti idee regalo di vario genere.
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Valorizzare | I Maestri Mosaicisti
Le tessere della
Storia
testo Claudia Graziani - foto Massimo Fiorentini
Un progetto di Felice Nittolo punta l’attenzione sui maestri mosaicisti ravennati che nel Dopoguerra restaurarono i capolavori bizantini. Attraverso monografie, mostre e il recupero delle loro opere.
Il mosaico per Felice Nittolo cos’è? Materia, espressività, luci, forme, rigore o libertà? Probabilmente tutto questo e molto altro. Sicuramente è ricerca e scoperta. Due termini che bene si adattano ad un progetto molto interessante, nato quasi per caso, come ponte tra il presente e un momento storico, dal Dopoguerra in poi, che ha un significato profondo per Ravenna. Una indagine documentale scaturita dal desiderio di approfondimento sui maestri mosaicisti che restaura-
rono le opere musive, ora patrimo-
nio dell’umanità, dopo la Seconda Guerra mondiale, artefici della trasmissione di un sapere antico che ha trovato espressione anche in opere moderne. Loro, poco più di una dozzina, hanno dato vita a botteghe di mosaico dal sapore rinascimentale, come ha detto il critico d’arte Giulio Guberti, dove hanno trasmesso conoscenza e coinvolto gli allievi migliori nei propri lavori. Felice Nittolo ha deciso di conoscere meglio questi protagonisti e di
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A fianco, Felice Nittolo accanto ai manifesti della mostre dedicati ai maestri mosaicisti. In apertura, con i volumi monografici già pubblicati.
realizzare per ognuno un volume, una mostra e recuperare opere dimenticate. Ha iniziato alcuni anni
fa e l’obiettivo finale è realizzare un cofanetto che li racchiuda tutti, magari guardando al 2019 e alla candidatura di Ravenna Capitale Europea della cultura. “Tutto è nato negli anni Novanta - racconta Nittolo -, quando per approfondire il periodo prima del ’68 iniziai ad intervistare i maestri mosaicisti del cosiddetto Gruppo dell’Accademia, fondato dall’unione dei due unici studi musivi esistenti nel 1947, quelli di Signorini e Salietti. Si aggiunsero poi Ines Morigi Berti, Libera Musiani, Sergio Cicognani e molti altri. Conoscevo il mosaico bizantino ma mi mancava il periodo storico ravennate del Dopoguerra, quello della prima mostra del mosaico contemporaneo fatta negli anni Cinquanta e le cui opere sono esposte tuttora al
Mar”. Nittolo nel tempo ha raccolto documenti, fotografie, diari personali. Ha fotocopiato carte strapazzate. Ha la registrazione delle conversazioni avute con i maestri mosaicisti e le cui trascrizioni in parte sono riportate nei libri. Ha visitato cantine e soffitte, ha scovato opere in diverse città italiane. È stato come un lavoro di restauro, per recuperare le tessere di una storia e fare in modo di condividerla con la città. Nasce da qui l’idea dei volumi monografici, preceduti da un primo libro che è una sintesi dell’intero progetto editoriale. È il 2006 e al ritmo di quasi uno all’anno i volumi sono diventati otto. Nittolo ha anche dato vita, nel 2005, ad un’associazione culturale, la niArt, attraverso la quale edita i libri ed organizza le mostre monografiche. Il prossimo protagonista sarà Giuseppe Ventura. “Disponibilità economiche permettendo - sotto-
Il progetto delle monografie Il progetto editoriale delle monografie dedicate ai maestri del mosaico è giunto a metà strada. Per ora Nittolo ha pubblicato i volumi su Ines Morigi Berti, Lino Melano, Romolo Papa, Antonio Rocchi, da Azzaroni ai Signorini, Giuseppe Salietti e Sergio Cicognani. Sono ancora da realizzare quelli su Giuseppe Ventura, Libera Musiani, Luigi Guardigli, Alberto Milano, Zelo Molduzzi, Santo Spartà e Nedo Del Bene. E qui ridiamo voce ad una domanda che il critico d’arte Giulio Guberti scrisse nella prefazione del primo volume: “Quando il Comune di Ravenna vorrà dedicare una via o una piazza (magari non troppo periferica) ai maestri mosaicisti ravennati?”.
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linea Nittolo senza alcuna vena polemica -. Le istituzioni culturali hanno riconosciuto il valore di ciò che sto realizzando e in molte occasioni c’è stata la collaborazione di Comune, Provincia e Fondazione Cassa di Risparmio. Sono convinto che, con la mia caparbietà, prima o poi lo concluderò”. Caparbietà che gli ha permesso di recuperare il mosaico di Lino Melano rimasto per tanto tempo nell’atrio della Stazione Ferroviaria, il primo che Nittolo vide al suo arrivo a Ravenna nel 1968. Accatastato e tagliato a pezzi nei magazzini delle FS, ora fa parte della collezione dei mosaici moderni del Mar. Un altro di Antonio Rocchi è stato riabilitato da dietro ad un armadio, dove lo stesso Nittolo casualmente lo aveva visto durante una visita specialistica, in una sala dell’Ausl di Ravenna. Un’altra operazione importante riguarda quelli che Nittolo ha chiamato i “Diari di bordo di Romolo Papa”, che lui tenne dal 1957 al 1996, su ciò che avveniva attorno al mosaico in città. “Li ho ordinati cronologicamente e li ho consegnati al Cidm, Centro internazionale documentazione mosaico. Ci sono episodi curiosi a proposito di tecniche musive o di personaggi ai quali Papa realizzò i mosaici, come Mike Bongiorno. Sono uno spaccato di un’epoca”. Una semplice frase racchiude ciò che per Felice Nittolo rappresenta questo progetto e che ha pubblicato sul primo dei volumi. Proprio quello dedicato a tutti i maestri mosaicisti: “A loro va un grazie per avermi indicato la strada maestra”. IN
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Un sorriso vale più di mille parole. La bellezza della nostra bocca è strettamente correlata a una buona igiene dentale che, a sua volta, passa dalla prevenzione. Questa è la filosofia del centro odontoiatrico Le Colonne di Ravenna, aperto nel gennaio 2011 dalle dottoresse Erika e Ylenia Pierucci, due sorelle con lo stesso sogno: uno studio autonomo in cui regalare il miglior sorriso ad adulti e bambini. Accomunate dalla giovane età e dagli stessi studi, una laurea in Igiene Dentale conseguita all’Università degli
Studi di Bologna, in pochi anni hanno raggiunto l’obiettivo di dar vita ad uno studio. Situato in un zona di recente espansione e di facile accesso, in viale E. Berlinguer 80, il centro odontoiatrico colpisce subito per i locali spaziosi e accoglienti: da un’ampia reception si accede ai quattro ambulatori che ospitano altrettante poltrone, in cui esperti professionisti riescono a lavorare in contemporanea. Ogni sala gode di un’ottima vista grazie alle alte pareti finestrate che danno un’ottima luminosità. “La nostra idea -
spiegano le due titolari - è quella di riunire in un unico centro un’équipe medica qualificata e in grado di studiare soluzioni personalizzate per ogni tipologia di problema, in modo da coprire tutti gli ambiti dell’attività odontoiatrica. Per questo ci avvaliamo della collaborazione di validi dentisti specializzati in conservativa-endodonzia, protesi mobile e protesi fissa, ortodonzia, chirurgia paradontale e implantologia”. Il centro è molto attento all’estetica e per questo utilizza un’ innovativa tecnologia per la rilevazione del colore in modo personalizzato e computerizzato, capace, sia nella fase del
rilevamento delle informazioni come in quella della realizzazione del manufatto protesico, di essere risolutiva nella valutazione analitica di tutte le variabili legate all’aspetto cosmetico del colore. Questo strumento denominato SPETTROFOTOMETRO è in grado di fornire , una mappatura colorimetrica personalizzata che, associata sempre e comunque all’esperienza, assicura un risultato finale pressoché perfetto. Grande attenzione è riservata ai bambini, verso i quali l’approccio è volto principalmente alla prevenzione. Per questo il centro organizza un corso gratuito “DENTI splenDENTI” in cui i bambini, divisi in gruppi di circa dieci componenti, imparano giocando cosa sono i denti, com’è fatto un dente e cosa è necessario evitare per non compromettere la salute, il tutto con l’aiuto di cartoni animati e giochi educativi.
Centro Odontoiatrico Le Colonne Viale Berlinguer, 80 - 48124 Ravenna (RA) Tel. 0544 401486 - Fax. 0544 200798 info@centroodontoiatricolecolonne. com www.centroodontoiatricolecolonne.com
Creare | Cristiano Marchetti-KRY
Genio e
Sregolatezza
testo Aldo Savini - foto Lidia Bagnara
Dolcezza e aggressivitĂ , ripiegamento interiore e violenza non sono termini antitetici per Cristiano Marchetti, in arte KRY. Che nei suoi graffiti esprime un flusso di energia vitale in continuo movimento.
All’inizio dell’avventura artistica di KRY, all’anagrafe Cristiano Marchetti, c’è l’esperienza dell’arte di strada. Già la scelta del nome lo associa a molti graffitisti storici che rinunciavano ai loro nomi e cognomi, ritenuti anonimi e insignificanti, per adottare pseudonomi elementari. Basquiat firmava le sue azioni con SAMO, altri con A-One, Craze, Crash. Di derivazione americana e metropolitana, vicina alla Pop art e al Graffitismo, la Street art arriva
primi anni hanno assorbito, molto spesso passivamente, le immagini televisive dei cartoon. Consapevolmente si è sottratto alla loro superficialità disarmante, non ne ha colto tanto l’aspetto puramente formale quanto la funzione narrativa e comunicativa. Clandestinamente, fin dagli anni della scuola, interviene con vernice spray in vari punti di Faenza, manifestando apertamente un bisogno di trasgressione e di critica,
Sopra e in apertura, KRY all’opera nella sua casa-studio.
in Italia nel corso degli anni Novanta, portatrice di una forte carica provocatoria e sovversiva . I
Street art made in Faenza
giovani artisti newyorchesi con le bombolette spray, dai bassi costi e di facile uso, con immediatezza tracciavano segni elementari sui muri di edifici abbandonati nelle aree più degradate della città, nei sottopassi, nelle stazioni e sulle vetture della metropolitana. Per l’età KRY appartiene alla generazione di coloro che fin dai
Cristiano Marchetti-KRY è nato a Faenza nel 1974. Affidato dalla madre ad una coppia di coniugi, trascorre a Modigliana l’infanzia. Di quel periodo ricorda i disegni e il piacere di disegnare. Ritornato a Faenza a 11 anni, dopo le medie frequenta l’Istituto d’Arte per la Ceramica “Ballardini”, dove l’insegnante Alessandra Bonoli lo stimola e lo incoraggia a proseguire nella ricerca artistica. Completa la sua formazione all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Sono di quegli anni gli interventi liberi di Street art sui muri della Stazione ferroviaria e nei sottopassi, ormai andati perduti perché cancellati o corrosi dal tempo. Più recentemente ha eseguito decorazioni su commissione per saracinesche di negozi e pub. Oltre a varie mostre locali, tra cui una recente alla Bottega Bertaccini di Faenza. Ha partecipato alla Biennale di Venezia dello scorso anno, per la sezione Emilia Romagna di Reggio Emilia e alla Biennale-bis di Torino. Vive e lavora a Faenza.
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A fianco, un’opera di KRY a tecnica mista, in cui evidenzia il suo enigmatico linguaggio simbolico.
di vissuto. La bidimensionalità delle composizioni, con l’assenza di qualsiasi accenno alla prospettiva e alla simulazione della profondità, il ricorso ad immagini antigraziose con la scarnificazione delle figure, riconducibili ad un espressionismo primitivo, richiamano il percorso spesso contorto delle avanguardie del secolo scorso, percorso accidentato che va dall’Espressionismo all’Informale e dall’Action Painting americana all’Art Brut. Ma la sua forza comu-
posizioni neoimpressionistiche,
niente, eppure mantengono una valenza comunicativa, perché veicolano un messaggio visivo che ha il potere di attrarre e di coinvolgere. È una scrittura elementare che non evoca suoni, ma si confonde con una figurazione delineata pittoricamente a cui le cancellature e le sovrapposizioni prospettano una molteplicità di ricostruzioni di senso. L’immediatezza del ge-
per cui ogni dato figurativo è rico-
sto creativo, che rimanda spesso
noscibile ma spesso non facilmen-
ad un affondo nel suo immaginario
te interpretabile. A volte facilitano la comprensione - altre la complicano - le frasi enigmatiche e sconnesse, le parole vaganti nello spazio pittorico. Sono termini di un linguaggio simbolico che, prescindendo dal contenuto, infrangono la separazione tra l’ambito delle immagini e quello della scrittura. Apparentemente non dicono
infantile, appare in aperto conflitto
avvertibile più che nei contenuti, spesso indecifrabili, nell’atto stesso di agire in uno spazio pubblico al di fuori di quelli riservati all’espressione artistica. Già in questi lavori la varietà inesauribile d’immagini e di parole e la sovrabbondanza di stimoli forniti dalla cultura visiva giovanile, stratificati e incoerenti, confluiscono in com-
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con ogni forma di concettualismo o di realismo. Su questi presupposti
estetici continua a dipingere in studio. Per accentuare l’energia espressiva del segno e del colore delle immagini trova talvolta un fattore di rinforzo nei materiali di recupero utilizzati come supporto, che danno all’opera un senso
nicativa deriva anche da disagio esistenziale, inquietudine interiore, desideri, emozioni, pensieri e, soprattutto, da una tensione anticonformistica che assume i toni della critica ai valori comuni con evidenti implicazioni etiche, e al tempo stesso dall’esigenza insopprimibile di dar voce o forse semplicemente di buttar fuori ciò che si agita ed esplode dentro. I suoi recenti pannelli si presentano come sequenze di scene, come pagine di un diario visivo. Dolcezza e aggressività, ripiegamento interiore e violenza non sono termini antitetici e inconciliabili per KRY,
che non intende attenersi a regole convenzionali e tanto meno dare l’impressione di rispecchiare l’ordine imposto. Non vuole imitare la vita bensì crearla e inventarla. Ecco perché le sue rappresentazioni costituiscono un flusso di energia vitale e creativa in continuo movimento, che non segue un andamento lineare, in cui non è facile individuare un punto d’inizio ed è impossibile prevederne lo svolgimento e l’approdo. IN
In alto a sinistra Elido Alpi, fondatore dell’azienda, affiancato nella foto di destra dal figlio Daniele.
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EDILMARMI FAENTINA
storia di lavoro e passione VENT’ANNI DEDIcATI AL MARMo E AL gRANITo. UN’IMpRESA DI SUccESSo gUIDATA DA ELIDo ALpI
Era il 1992 quando Elido Alpi, modiglianese classe ‘59, allora capocantiere di una piccola impresa edile, decise di acquistare da un anziano cementista locale un piccolo laboratorio artigianale ed avviare l’attività di marmista in proprio. Oggi, trascorsi vent’anni, animato dalla stessa passione e forte di una grande e riconosciuta professionalità acquisita, Elido Alpi, insieme alla moglie Marta e al figlio Daniele è titolare e dirige EDILMARMI FAENTINA, azienda leader a livello locale nella lavorazione di marmi e graniti per l’edilizia, l’arredamento e l’arte funeraria, avvalendosi di personale con anni di esperienza alle spalle, con doppia sede operativa a Faenza e Modigliana. “Il cambiamento dei gusti e delle esigenze dei clienti è sempre una sfida stimolante - dichiara l’artigiano imprenditore -. La nostra azienda si rivolge a imprese edili, studi tecnici, mobilifici e privati cittadini, proponendo una vasta e selezionata gamma di prodotti e rifiniture per rivestimenti, pavimenti, top da bagno e cucina, rivestimenti per scale, soglie, banchine nonché per interventi di ristrutturazione di marmi in chiese, di altari, monumenti funerari antichi, sostituzione di cornicioni e architravi, soglie e banchine per edifici storici con rifiniture di anticatura che riprendono le pre-esistenti”. Un autentico laboratorio artigianale dedicato all’arte del marmo e del granito a 360 gradi, che ha saputo rinnovarsi nel tempo investendo in innovazione con nuovi macchinari all’avanguardia, puntando sempre di più su nuovi accostamenti di materiali che rispondono alle esigenze del gusto contemporaneo, senza mai dimenticare lo stile classico, il sacro, il rustico e l’antico. Tra gli interventi più prestigiosi firmati Alpi Elido - Edilmarmi Faentina,
spiccano la realizzazione nel 2011 del monumento della Zampogna di Acquafondata (ricavata da un blocco informe di marmo di 30 quintali circa, con rifiniture eseguite scrupolosamente a mano, sul modello in plastilina eseguito dallo scultore Dario Marconi, docente della Scuola del Marmo di Verona), il rifacimento della pavimentazione in pietra grigia e dell’altare della piccola cappella edificata a lato del Duomo di Modigliana (esecuzione manuale su disegno dell’artista Enzo Staffa) nel 2005, il rifacimento della pavimentazione in marmo bianco e rosa, dei gradini dell’altare e della gradinata di ingresso in pietra grigia del Duomo di Modigliana. Nel 2000, l’azienda è stata incaricata da Agriville La Collina di Tredozio, per i lavori di ristrutturazione di numerosi edifici di alto profilo storico e patrimoniale, collaborando con la Sovraintendenza delle Belle Arti.
EDILMARMI FAENTINA SEDE DI FAENZA Via Graziola, 28 – 48018 Faenza (RA) tel. 0546 620716 fax 0546 627210 SEDE DI MODIGLIANA Largo Tito Livio 17/18 – 47015 Modigliana (FC) tel. 0546 942697 fax 0546 942697 www.edilmarmifaentina.it • edilmarmi.faentina@libero.it
Leggere | Circolo di lettura
Sfogliando
il
Teatro
testo Anna De Lutiis - foto Lidia Bagnara
Da un’dea di Daniela Mingozzi, Marina Manucci e Monica Randi nasce il Circolo di lettura, legato agli spettacoli della stagione di prosa del Teatro Alighieri. Per condividere impressioni, giudizi e passioni.
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Il Circolo nasce dall’entusiasmo e dal desiderio di confrontarsi e condividere riflessioni che scaturiscono dalla lettura di un libro, con un percorso che si snoda parallelamente alla stagione di prosa del teatro Alighieri. I testi scelti, infatti, sono strettamente connessi con le opere che andranno in scena. Trattandosi di libri è stata ovviamente coinvolta la Biblioteca Classense nella persona della dottoressa Giuliani, che curerà le bibliografie. Ma com’è nata questa idea innovativa che ha già coinvolto un folto gruppo di lettori? L’abbiamo chiesto alle tre dirette protagoniste: Daniela Mingozzi, appassionata di prosa, che ha messo a disposizione la grande sala del suo B&B che ha chiamato ‘Al Tea-
tro’, a Ravenna in via Guaccimanni 38; Marina Mannucci scrittrice e insegnante, e Monica Randi, responsabile per Ravenna Teatro di organizzazione e promozione della stagione di prosa. Monica: “Avevo da tempo l’idea di creare un Circolo di Lettura. Durante l’estate scorsa sono venuta a conoscenza di una magnifica iniziativa a cui Daniela aveva dato vita, ‘La Corte Visionaria’, con incontri culturali e piccoli spettacoli ospitati nella sua casa. Ho pensato subito che Daniela sarebbe stata la persona giusta per il progetto che avevo in mente”. Daniela: “Quando Monica mi ha contattata ne sono stata felice e ho pensato a Marina, che aveva già collaborato con me durante l’e-
Nella pagina precedente, da sinistra, Marina Mannucci, Daniela Mingozzi e Monica Randi.
state, come fulcro dell’iniziativa. Lei è partita subito con tantissime idee, ha individuato come e con quali persone mettersi in contatto. È stato facile perché tutto è sostenuto dal desiderio di approfondire, in anticipo, i temi che si presentano di volta in volta sulla scena, perché è bello crescere confrontandosi in gruppo”. Marina: “Vorrei sottolineare il grande piacere di collaborare con Monica e Daniela, con le quali si è creata una alchimia di pensiero, un equilibrio tra persone provenienti da esperienze diverse che ha permesso di individuare la giusta direzione per realizzare questo progetto”. Il Circolo è stato presentato ufficialmente alla città in ottobre, e ha già affrontato il primo appuntamento legato allo spettacolo dedicato a Pantani, testo e regia di Marco Martinelli. Il libro che i lettori hanno dovuto leggere, per poi discuterne, è stato ‘Era mio figlio’, di Tonina Pantani, edizioni Mondadori. Chiediamo a Daniela qual’è stato il risultato di questo primo incontro: “È stato condotto da Marina ed ha visto l’appassionata partecipazio-
ne di una trentina di persone tra lettori (gruppo di venti) e ospiti, tra i quali anche Marco Martinelli, Eddy Serri, ex-professionista e compagno di squadra di Marco Pantani, Denis Freschi, appassionato del mondo del ciclismo e fan dell’atleta scomparso, nonché di alcuni membri di ‘Teatro Perché’, laboratorio che cura un blog di recensioni teatrali scritte dai ragazzi di Castiglione di Ravenna e che,
lo che vedrà protagonista Angela Finocchiaro con ‘Open Day’ di Walter Fontana, opera che ritrae il disorientamento verso la vita di una generazione di cinquantenni sempre in bilico tra piccole ossessioni quotidiane e bilanci esistenziali. Il libro scelto e consigliato al Circolo delle Lettrici e dei Lettori è “Quando l’amore finisce” di Donata Francescato (ed. Il Mulino). “Con i partecipanti del Circolo -
Idee e proposte messe in comune insieme ad altre realtà del luogo, si adopera per far rivivere il bellissimo teatro Mazzini. Il clima della serata è stato fin da subito informale e amichevole, ha favorito il libero scambio delle osservazioni e il loro confluire in un ragionamento collettivo che ha riguardato non solo la vicenda umana di Marco Pantani e il mondo del professionismo sportivo ma anche il giornalismo. Gli appuntamenti, ad ingresso gratuito, incombono con velocità e già sopraggiunge il prossimo spettaco-
conclude Marina - ci proponiamo, oltre al ragionare ‘sull’importanza del teatro, come divino anacronismo’, di avviare pensieri riguardo all’ambito teatrale che si occupa dell’esperienza umana nella sua totalità di espressioni: mentali, linguistiche, corporee, relazionali, storiche. Se il teatro non è quindi ‘luogo’ dove si va solo per distrarsi ma un’attività di ricerca e di studio, questo circolo, ‘barattando idee’, intende confrontarsi su nuove formule contemporanee di dispositivi di cambiamento sociale”. IN
Attori librai per un giorno con Angela Longo Scoprire cosa legge Alessandro Gassman, chiedere consiglio ad Angela Finocchiaro, incontrare Lello Arena, tutti nella Libreria Dante, nel centro di Ravenna, a disposizione, per un giorno, del pubblico. È l’iniziativa lanciata dalla giovane Angela (nella foto), terza generazione della storica famiglia di librai Longo. “La mia idea - racconta nasce dalla suggestione avuta da una libreria di Cagliari che propone l’incontro con gli autori dei libri. Qui la cosa è diversa ed è legata al rapporto che da sempre ho con il Teatro delle Albe e alla mia assidua frequentazione della stagione teatrale. Gli attori che vorranno incontrare il pubblico trascorreranno un po’ di tempo in libreria facendo i librai, raccontando cosa amano leggere, suggerendo delle letture o semplicemente svolgendo l’attività di commessi”.
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DREAMS
I sognI son desIderI Le coLLezioni DeLL’aLta MoDa internazionaLe coLorano Le eLeganti vetrine Di via PiStocchi 3/c a Faenza, LUogo tUtto aL FeMMiniLe nato DaLLa FantaSia e creatività Di SiMona MeDri. che gUarDa aL FUtUro con ottiMiSMo.
Le prime linee in vetrina, come nei negozi delle grandi città. Presentate in un ambiente raffinato e amichevole insieme, vera e propria frontiera del gusto nella provincia romagnola. Dreams, a Faenza in via Pistocchi 3/c, in 12 anni di storia è divenuto tutto questo e di più, imponendosi anche a carattere nazionale grazie ad un mix di prodotti delle più affermate griffe del settore calzature ed accessori moda. Gucci, Yves Saint Laurent, Stella Mc Cartney, Marc Jacobs; e ancora Fiorentini + Baker, K. Jacques, L’Autre
Chose, Tricker’s, Santoni, Giuseppe Zanotti Design. L’anima di Dreams è Simona Medri, intraprendente e giovane imprenditrice che nel 2000 decise di dar vita nella sua città a questo raffinato negozio. “A Faenza - racconta Simona - una cosa come questa non c’era, un punto vendita solo al femminile dedicato esclusivamente ad accessori e calzature. Ho lasciato l’università per lanciarmi in questa avventura, che si è rivelata subito vincente”. Tanto che di lì a qualche anno gli spazi risultarono
insufficienti per poter esporre i prodotti delle grandi marche legati al sogno di Dreams. “Nel 2007 - prosegue Simona - abbiamo ampliato gli spazi espositivi, e il negozio è via via divenuto un salotto per la clientela abituale, punto d’incontro in cui trovarsi tra amiche”. Amiche che qui si ritrovano incrociando storie diverse: “La nostra clientela è molto varia per età e professione. Dalle studentesse ad imprenditrici e libere professioniste, accomunate dal gusto per gli oggetti raffinati e particolari. Ho una collaboratrice da sempre con me in negozio – sottolinea – e questo favorisce la creazione di un clima accogliente e rilassato per tutte”. Donne per le quali la ricerca della bellezza si traduce con un ottimistico sguardo verso il futuro. Un modo molto femminile di reagire alle avversità. “Abbiamo il dovere di guardare avanti, soprattutto noi commercianti – dice Simona - in un periodo non favorevole come l’attuale. Dobbiamo ricostruire nella clientela il desiderio di fare proprie le cose belle, attraverso un rapporto aperto e sincero”.
Un salto in avanti che a Dreams si coglie bene anche nell’allestimento natalizio, che vede in vetrina le collezioni primavera estate delle grandi firme qui rappresentate, come avviene nei negozi monomarca delle capitali. Tra gli oggetti di pelletteria, perfetti per i regali di Natale, compaiono quindi qua e là anche sandali ed oggetti ammiccanti alla bella stagione. Collezioni nuove per rinnovare l’atmosfera, in un allestimento pieno di verve e fantasia. “Io sono un’ottimista – conclude Simona - credo davvero che i sogni aiutino ad andare avanti”. E non potrebbe essere diversamente per la creatrice di Dreams.
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Abitare | Campagna contemporanea
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Le icone
del
Design
testo Linda Antonellini - foto Massimo Fiorentini
Una casa ristrutturata nelle prime campagne del lughese presenta pezzi storici di grandi designer internazionali. Un tocco di classe contemporanea, tra creatività e funzionalità.
Di forte personalità è la ristrutturazione di una casa nelle prime campagne di San Potito, nei pressi di Lugo, ad opera dello studio d’architettura Lazzarini-Pinoni. La padrona di casa che ha commissionato l’intervento ha fornito un valido contributo progettuale e, in sintonia con le proposte degli architetti, ha creato un’abitazione moderna e accogliente. Da fuori il prospetto frontale si mostra omogeneo grazie ad un sistema di boiserie in legno che camuffa la mancanza di allineamento delle finestre originali, mentre sul retro una cortina frangisole verticale diviene pergolato orizzontale sulla terrazza della zona notte. Tale affaccio appare come un elemento aggettante verso la campagna, protetto da un parapetto “invisibile” in vetro, privo di montanti e trattato con un sistema antigoccia che ne preserva la limpidezza. La camera da letto prospiciente la terrazza, presenta un letto di design: il “Toledo” ideato da Carlo Scarpa nel 1975, realizzato in frassino e dotato di una testata rivesti-
ta in cuoio bianco ottico regolabile d’inclinazione. Protagonista del bagno padronale, la vasca di Matteo Thun realizzata in cristalplant
dalla Rapsel, la cui forma a tinozza s’ispira agli antichi rituali giapponesi. Tecnologica e confortevole anche la doccia multifunzione che funge da sauna e sprigiona il getto d’acqua da una fessura orizzontale. Anche nel bagno del piano terra i sanitari sospesi sono della Duravit e le pareti sono rivestite in resina della ditta Rezina di Torino; essendo questo un materiale versatile, impermeabile e decorativo, è stato utilizzato anche come rivestimento delle pareti della cucina. Si tratta di una “Rossana” con elettrodomestici Smeg: acquistata da Baccarat di Faenza disegna una semplice sagoma senza maniglie nei pensili, minimale e compatta come il mobile living che diviene un’essenziale parete d’arredo, con Tv inclusa dietro alle ante centrali. Lineare come un solido geometrico anche il camino “stile quadro”, alimentato a biomassa legnosa (pellet) e prodotto della Palazzetti, azienda
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In alto, la cucina minimale con gli sgabelli a tulipano “Soshun”. Sotto, il bagno con la vasca a tinozza di Matteo Thun. In apertura, il soggiorno con in primo piano le lampade “Bocci” del designer Omer Arbel. Nella pagina a fianco, la scala in granito nero con tagli di luce alle pareti.
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fondata nel 1954 a Porcia (PN). Raffinato il basamento rivestito in Verde Alpi: un marmo legato alla tradizione italiana, di colore verde intenso e venature più chiare, in contrasto con il colore neutro dal pavimento in gress porcellanato a grandi lastre e il battiscopa in acciaio verniciato bianco, che si interrompe col “Nero Assoluto” della scala d’ingresso. Questa presenta un parapetto in vetro stratificato temprato, mentre un sistema a borchie fissa i gradini in granito levigato. Oltre ai tagli di luce nelle pareti, il sistema illuminante suggerito da Venturelli, propone anche la lampada a stelo “Toio” progettata nel 1962
da Achille e Pier Giacomo Castiglioni: un oggetto “ready made” prodotto dalla Flos. La lampada “Bocci” del designer Omer Arbel è invece caratterizzata da un sistema di alimentazione tramite cavi in acciaio che raggruppano i corpi illuminanti a basso voltaggio; l’effetto è quello di piccole lampadine alogene, racchiuse in sfere di vetro fuso smerigliato. Insoliti anche gli sgabelli a tulipano “Soshun” di Edra Design, ideati nel 1990 da Masanori Umeda e rivestiti in velluto nero. Sempre di Edra il divano “On the rocks” progettato nel 2004 dal Design Francesco Binfaré, composto da quattro elementi irregolari, componibili in maniera esponenziale. Le sagome sono modellate in una miscela brevettata da Gellyfoam®, che garantisce una speciale flessibilità. E ancora, in soggiorno, il tavolo “Il Doge” disegnato da Carlo Scarpa e riprodotto da Gavina nel 1968: in origine creato per l’arredamento della casa Zentner di Zurigo. Attorno al tavolo, le sedie Eraclea del design Giampiero Pistacchi con imbottitura in resina espansa, rivestimento sfoderabile in pelle nera e struttura in metallo elettrosaldato a induzione. Molto più “pop”, invece, le sedie in quattro colori diversi di Edra, serie “Spaghetti-Jenette disegnata dai Campana”
disposte attorno al tavolino rotondo Tulip, design Eero Saarinen, con piedistallo in fusione di alluminio laccato bianco e piano in laminato liquido. Saarinen, lo ideò all’inizio degli anni ‘40 nell’ambito della ricerca promossa dal MOMA di New
York, intitolata “organic design in home furnishing collection”. Messo in produzione nel 1956, Tulip rappresenta un valido connubio tra forma, materiali e design minimalista. Gestito dagli interruttori “Absolut” della Biticino è poi anche il sistema di illuminazione con faretti dicroici, la lampada Pallucco, i neon “Miss” contenuti in tubolare di vetro e tecnologia in vista e prodotte da ViaBizzuno di Mario Nanni (BO) e gli elementi luce in vetro satinato di Davide Greppi. Lo studio Lazzarini-Pinoni ha curato molto l’aspetto tecnologico dell’abitazione, per cui sugli imbotti delle finestre il cappotto esterno si risvolta contro i telai in legno per evitare ponti termici, il riscaldamento e il raffrescamento sono a pavimento, la produzione elettrica per gestire la piscina è regolata dai pannelli fotovoltaici, le cabine armadio sono a scomparsa (di Emira Arredamenti di Lugo e della Performa di Bologna), le porte interne sono state ordinate grezze e successivamente intonacate di bianco come le pareti. Tutti gli infissi - porte a filo muro, finestre e portefinestre scorrevoli - sono state fornite dalla ditta EdilPiù di Bacchini (Lugo). Le maniglie sono state invece progettate dai due giovani architetti che hanno vinto il concorso “Not Ordinary” indetto da Lux Atelier e da Edilpiù. Nasce così, dall’attenzione per i dettagli, la maniglia Sunken, parola che significa incavo e coniuga la funzionalità dell’oggetto all’espressione estetica. Lo studio Lazzarini-Pinoni, sorto nel centro di Faenza nel 2010, ha così realizzato insieme alla proprietaria di quest’abitazione un restauro egregio, che ha portato contemporaneità in un contesto rurale. IN MENGOZZI & MAZZONI ATELIER MGM Atelier c.so Matteotti n 60 tel. 0546 26559 Showroom c.so Matteotti n 44/A tel. 0546 660153 www.mengozzi-mazzoni.com
Boxare | Meo e Terry Gordini
In due
sul
Ring
testo Michele Virgili - foto Massimo Fiorentini
Padre e figlia accomunati dalla stessa, esaltante passione per la boxe. Sono Meo e Terry Gordini: lui ex pugile e allenatore, lei vicecampionessa del mondo.
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“Il pugile non ha mai tragedie, ma solo motivi per rifarsi”. È una delle frasi che campeggiano sulla parete della palestra dove Bartolomeo “Meo” Gordini insegna pugilato ai circa 30 ragazzi della Torre Fitness Group. Nel suo racconto di cinquant’anni di pugilato, dai primi anni vissuti a boxare sul ring e poi in veste di allenatore, viene fuori l’amore profondo per questo sport. “Giocavo a calcio all’oratorio - ricorda - ma ero molto istintivo, non riuscivo a
stare mai fermo e don Liverzani, allora parroco di Cotignola, mi consigliò di andare in palestra a fare boxe. Con un mio amico che già la frequentava m’iscrissi alla Boxe Faenza e dopo un paio di mesi passai all’Edera Ravenna, dove sono rimasto per quattro anni”. Nel 1966, chiusa la carriera da pugile per motivi di salute, inizia per lui quella di allenatore: “Ho avuto una palestra a Cotignola per un paio d’anni poi sono tornato all’Edera,
A fianco, Terry Gordini (a destra) assieme al padre-allenatore Meo e alla campionessa mondiale Simona Galassi. In apertura, Simona e Terry si fronteggiano sul ring.
dove ho lavorato dal 1971 al 2001. Quando Renzo Zannoni ha lasciato la presidenza ho deciso di intraprendere una nuova avventura con la Torre”. In tanti anni di carriera Meo si è tolto molte soddisfazioni: “Ho vinto tanti campionati italiani, molti ragazzi sono arrivati in nazionale. La boxe è lo sport per eccellenza, raccoglie tante discipline. La palestra, la capacità di attraversare il dolore, il continuo mettersi in gioco sono una parte molto bella di questo sport”. Con un padre così è naturale che anche i figli siano stati contagiati da questo sport. “Ho sempre vissuto in questo ambiente - dice la figlia di Meo, Terry
- ma ho iniziato un po’ tardi. D’altronde la boxe femminile in Italia
mi con Simona Galassi, e da lei cerco
di apprendere più cose possibili. Il prossimo obiettivo è l’Europeo 2013, che la Federazione deve ancora decidere dove si svolgerà”. Tra i due è Meo a sentire di più gli incontri: “L’emozione non passa mai, ma ho imparato a gestirla. Ogni tanto è mio padre ad essere un po’ più agitato” dice sorridendo Terry. Sia con la Torre che con la nazionale sono arrivati grandi successi: “Tanti miei incontri mi sono piaciuti, in particolare quello di Roseto, superlativo secondo alcuni, e la semifinale del campionato del mondo con la Cruz. La nazionale ti regala emozioni particolari: quando sali sul podio ti rendi conto di aver fatto qualcosa di bello per il tuo Paese”.
Prossimo obiettivo: l’Europeo 2013 nasce solo nel 2001. Sono venuta in palestra nel 2002 per tenermi in forma, poi per motivi di lavoro mi sono dovuta fermare e ho ripreso a fine 2004, sempre tesserata per la Torre. Per fare questo sport occorrono tanta passione e grandi motivazioni, visto che non si hanno riscontri economici”. L’umiltà è una delle caratteristiche principali della pugile ravennate: “Devo sempre migliorare. Velocità, esplosività tattica sono molto importanti, e io m’impegno molto per mettere in pratica gli insegnamenti di mio padre. In più ho la fortuna di allenar-
A 33 anni la Gordini sta valutando se diventare pugile professionista, 35
anni è il limite massimo ma la Federazione potrebbe modificare il regolamento entro il 2013. “Sono indecisa, ho un marito, un lavoro, una casa... e poi bisogna sempre trovare qualcuno che investa su di te. La boxe comporta tanti sacrifici, già ora mi alleno tutti i giorni dalle 20 alle 21,30, quando posso anche la mattina”. La passione, però, non demorde: “Abbiamo tanti ragazzi che si allenano con me e Simona, ed è bello vedere che iniziano da giovani”. IN
Passaggio di guantoni Bartolomeo “Meo” Gordini è nato a Cotignola il 6 ottobre 1947. Il 1° aprile scorso ha festeggiato i 50 anni di pugilato: la sua carriera è partita infatti nel 1962 come pugile alla Boxe Faenza poi, dopo qualche mese, è passato all’Edera Ravenna dove è rimasto per 4 anni. Ha al suo attivo 33 combattimenti da dilettante. Nel 1966 per motivi di salute ha dovuto interrompere l’attività sportiva, intraprendendo la carriera di allenatore. Dal 1971 al 2001 ha allenato l’Edera e attualmente allena la Torre Fitness Group. È sposato con Adelma e ha tre figli: Luca, Terry e Michele, nato da un precedente matrimonio. Terry Gordini è nata a Ravenna il 22 giugno 1979. Sempre tesserata per la Torre Fitness Group, ha iniziato a boxare nel 2002. Come dilettante ha conquistato tre bronzi ai campionati italiani nel 2007, 2008 e 2009, un argento nel 2011 e nel settembre 2012 la medaglia d’oro. Con la nazionale ha vinto nel 2010 il torneo preolimpico di Ferrara; sempre nel 2010 ha partecipato al campionato del mondo alle Barbados e quest’anno è diventata vicecampionessa del mondo a Quinandhao, in Cina.
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Esporre | Museo del Risorgimento
Reali in
Cornice
testo Anna De Lutiis
Tre ritratti di Vittorio Emanuele II e Umberto I, opera dei pittori Besteghi e Moradei, escono dai depositi per trovare spazio tra le opere esposte nel Museo del Risorgimento.
Dopo oltre cent’anni le tre tele che illustrano i personaggi di Casa Savoia sono nuovamente esposte al pubblico nel Museo del Risorgimento, in via Baccarini 3, grazie al piano museale della Regione Emilia-Romagna. L’iniziativa celebra i 150 anni dell’Unità d’Italia ed ha anche la finalità di valorizzare e restituire alla città opere conservate da decenni nei depositi della Pinacoteca Comunale, oggi divenuta Istituzione Museo d’Arte della Città. “Il primo ‘Ritratto di Vittorio Emanuele II’ eseguito da Andrea Besteghi (foto a sinistra), - racconta Nadia Ceroni, conservatore del Mar e responsabile del progetto, - risulta inventariato con il n. 443 e collocato nella Segreteria dell’Accademia. Il secondo, “Ritratto di Vittorio Ema-
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nuele”, sempre del Besteghi (foto al
centro), e il “Ritratto di Umberto I”, eseguito da Arturo Moradei (foto a destra), sono invece stati annotati a matita, senza numero di inventario e collocati nel Magazzeno”. Per identificare queste due ultime opere è stato di grande aiuto il ritrovamento di un carteggio tra il direttore dell’Accademia Vittorio Guaccimanni e il sindaco di Ravenna, visto che le tele risultano essere di proprietà comunale. Nei quadri i reali sono effigiati in alta uniforme con numerose decorazioni, tra le quali si distinguono lo stemma di Casa Savoia, l’ordine della Corona d’Italia e la Stella di Gran Croce”. Con ogni probabilità la loro datazione può essere ricondotta alla visita dei reali a Ravenna: Vittorio
Emanuele il 2 ottobre 1860 e Umberto I nel 1888. Andrea Besteghi, autore dei due ritratti del Re Galantuomo, era nato a Bologna nel 1817. Nella sua biografia - compilata da Filippo Lanciani nel 1870, un anno dopo la morte del pittore - si dice che suo padre “intendeva fare di lui un sacerdote perché d’indole mite e gentile: ma la natura, a cui non si resiste, ne aveva plasmato un artista”. Arturo Moradei, nato a Firenze nel 1840, fu un personaggio centrale nella Romagna artistica di fine Ottocento. Chiamato ad insegnare pittura all’Accademia, si stabilì a Ravenna nel 1879 e vi rimase fino al 1901, ottenendo un vasto consenso tanto dal pubblico quanto dagli allievi. IN
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Hi-Fi Video Music center All’AvAnguArdiA dA 43 Anni nel cAmpo dell’elettronicA AGGiornAMento CostAnte, riCerCA deLLe noVità e ConsuLenzA post VenditA sono Le CArAtteristiCHe peCuLiAri deL Centro speCiALizzAto di FAenzA, Gestito Fin dAL 1969 dA LAnFrAnCo LeGA.
“La nostra sfida è sempre stata essere i pionieri”. È facile rendersene conto. Basta una breve intervista, uno sguardo all’archivio fotografico e una visita ai rinnovati spazi espositivi di via Mengolina. Ci troviamo presso l’HiFi Video Music Center di Faenza, centro specializzato nell’elettronica di consumo e professionale, punto di riferimento a livello locale e nazionale, per servizi e forniture di attrezzature all’avanguardia video, audio, luci e sale multimediali di elevato standard qualitativo. A raccontarci l’attività è il titolare Lanfranco Lega, faentino classe ‘49, che dal lontano 1969 – con ben 43 anni di consolidata esperienza -, dirige oggi l’azienda affiancato dal fedele e competente staff composto da Monica (amministrazione), Marco e Andrea (reparto tecnico).
“Nei primi anni ‘70 il nostro core business era rappresentato dalla vendita degli strumenti musicali – ricorda Lega -. Erano gli anni dei Beatles, la scena musicale locale era particolarmente vivace e solo a Faenza si contavano diverse decine di rock band. In seguito, a metà anni ‘70 lasciammo gli strumenti musicali per specializzarci nell’Hi Fi e nell’amplificazione professionale”. “Appena uscita una novità – prosegue non senza una punta di orgoglio il titolare - facciamo il possibile per essere i primi a proporla al pubblico, nonostante gli elevati costi e relative incertezze che questo comporta. L’evoluzione tecnologica nel nostro settore è più veloce che altrove, è fondamentale per noi stare aggiornati e al passo coi tempi”. Fu così che durante gli anni ‘80 l’Hi Fi Video Music Center, per primo in Romagna, presentò il Compact Disc.
Nella foto l’ingegnere e imprenditore americano Amar Gopal Bose, fondatore dell’omonima multinazionale Bose Corporation, in visita da Hi Fi Video Music Center, nel 1974.
Alcuni anni dopo fu la volta del videoproiettore a tre tubi, venduto inizialmente ad aziende, poi penetrato in larga scala nella case per uso domestico, con le nuove tecnologie Lcd – Dlp. “Oggi – spiega Lega - le ultime novità in ambito audio sono rappresentate dalla musica liquida, che a differenza dell’analogico non necessita di particolare supporto fisico, ma che per un ascolto di qualità rende necessario un pc e un buon DAC (convertitore digitale analogico), dotato di interfaccia usb asincrona. In ambito home cinema merita particolari attenzioni il sistema di intrattenimento integrato VideoWave della Bose, che incorpora al proprio interno l’impianto dolby digital completo di diffusori, regalando prestazioni audio di livello cinematografico”. “Ciò che ci differenzia dalla grande distribuzione di massa – ci tiene a precisare -, e che rappresenta il nostro punto di forza, è la consulenza e l’assistenza post vendita. Da noi trovi personale tecnico qualificato, con anni di comprovata esperienza sul cam-
po, costantemente aggiornato, in grado di suggerire l’apparecchiatura in funzione di tutte le possibili esigenze. Il nostro servizio è completo e comprende il sopralluogo, la scelta delle tecnologie e dei materiali, l’installazione e tutta l’assistenza necessaria”. Massima affidabilità e competenza tecnica. Motivo per cui Lega Hi Fi Video Music Center è stato scelto da molteplici aziende ed organizzazioni di primo piano del panorama locale e non, per sistemi di videoproiezione, conference system, domotica, videoconferenze, lavagne interattive e amplificazione. Numerose anche le discoteche e i locali di pubblico intrattenimento che si sono affidate all’esperienza di Lega per gli impianti audio. “In particolare - ricorda il titolare di Hi Fi Video Music Center -, nel 1974 realizzammo il sistema di diffusione sonora della celebre e storica discoteca Cà del Liscio. Supervisore d’eccezione del progetto fu Amar Gopal Bose in persona, l’ingegnere e imprenditore americano fondatore dell’omonima multinazionale Bose Corporation”.
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Fotografare | Lidia Bagnara
L’Oriente nell’
Anima
testo Roberta Brunazzi
Profumi di terre lontane evocati in immagini senza tempo. Così sono le foto di Lidia Bagnara raccolte nella monografia “A occhi chiusi”, accompagnata da una mostra alla Biblioteca Oriani.
Sessantasei fotografie realizzate nel corso di molti anni, in stagioni diverse e in tanti luoghi diversi: India, Cappadocia, Cuba, Libano, Giordania, Siria. Firmate da Lidia Bagnara e raccolte ora in una preziosa monografia edita da Skira, presentata il 1° dicembre a Tamo e accompagnata da una mostra dei suoi scatti allestita alla Biblioteca Oriani fino all’8 dicembre. Il titolo è indicativo, “A occhi chiusi”, a sottolineare il tono evocativo più che descrittivo delle sue immagini. “La fotografia di Lidia Bagnara - scrive Giovanna Calvenzi nel suo saggio - è senza tempo e senza maestri. Diventa pittorica senza esserlo, diventa narrazione senza volerlo... I suoi non sono appunti di viaggio ma trascrizioni di sensazioni che raccontano di profumi, di odori, di calore, di polvere, colte con la velocità della percezione che non passa dalla razionalizzazione se non a posteriori”.
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“Lidia Bagnara - sottolinea Andrea Emiliani nel suo intervento - è ravennate e da quelle rive subisce da anni e anni, insieme alla sua gente, il fascino che ormai da almeno un paio di millenni giunge dall’Oriente. Prima ancora di Venezia, a Classe, nel porto romano, approdavano barche e triremi cariche di militari che venivano fin qui dall’Attica o dalla Cappadocia, dalla Tracia e dal Mar Nero per scaricare persone e merci che andavano per la Romagna. Non so se Lidia, come del resto il suo nome può testimoniare, venga da quelle navi e poi si sia arenata in queste terre di Sant’Apollinare e di Fosso Ghiaia”. I profumi del Medio Oriente impregnano le sue immagini, che sembrano indecise
tra il vedere le cose e il coglierne gli aromi e le emozioni. “Credo anch’io, come Lidia - conclude Emiliani - che questo sia il suo più grande ritorno”. IN
Uno scatto avanti Nata a Ravenna 53 anni fa, Lidia Bagnara è stata allieva di Marco Baldassari, fotografo della Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici di Bologna. Dopo 19 anni di lavoro impiegatizio sente di dedicarsi esclusivamente alla fotografia. Inizia la sua attività nel 1998. Dieci sue foto sono conservate al Dipartimento Stampa e Fotografie della Bibliothèque nationale de France, a Parigi.
Scrivere | Martina Evangelisti
In punta
di
Penna
testo Anna De Lutiis - foto Massimo Fiorentini
Con il racconto “Forbici” ha vinto l’edizione 2012 del Campiello giovani. È Martina Evangelisti di Ravenna, 20 anni, studentessa di Lettere all’Università di Bologna.
Il Campiello giovani, giunto alla 17esima edizione, vede crescere ogni anno interesse e partecipazione. La vincitrice del 2012 è Martina Evangelisti di Ravenna , venti anni a novembre, bella nella sua semplicità ma consapevole del successo che l’ha gratificata. Frequenta il secondo anno di Lettere Moderne a Bologna e segue l’itinerario tracciato dagli editori del libro uscito di recente, Campiello Giovani ‘12, che raccoglie i racconti dei cinque finalisti e che verrà presentato in varie città. Quando hai cominciato a scrivere?
“Fin da piccolissima amavo leggere; mi attraeva qualsiasi cosa, dai fumetti ai romanzi. A sedici anni ho partecipato al concorso indetto dal Liceo Torricelli di Faenza, arri-
vai seconda. Ho partecipato anche nei due anni successivi, vincendo il primo premio”. Il Campiello però è più impegnativo. Chi ti ha spinto a partecipare?
“Frequentavo il Liceo Classico Dante Alighieri quando, due anni fa, venne in classe Alessandro Fabbri, vincitore del Campiello Giovani, a parlarci di questa sua esperienza. Decisi di provare e lo scorso anno arrivai tra i cinque finalisti con il racconto ‘Rose Rosse’. Quest’anno non avevo tanta voglia, ci pensai fino all’ultimo giorno. Anzi, fino all’ultima notte: ho scritto le dieci cartelle richieste tutte d’un fiato. Così è nato ‘Forbici’, scelto per il primo premio”. Il titolo è piuttosto inquietante, come viene fuori?
“Il racconto parla di due ragazzi di trent’anni che si rincontrano nel paese dove vivevano anni prima, quando avevano condiviso una storia d’amore. Le forbici stanno a rappresentare il distacco fra le due persone, perché ad un certo punto della propria vita bisogna lasciarsi dietro molte cose, tagliare col passato...”. Oltre al tempo che dedichi allo studio, alla lettura, alla scrittura, hai degli hobby?
“Sono un po’ topo di biblioteca, non mi rimane troppo tempo. Mi piace però andare al cinema, uscire con gli amici e divertirmi come tutti i ragazzi della mia età. In questo periodo, poi, devo studiare per gli esami e seguire gli appuntamenti per la presentazione del libro, che mi porterà in diverse città”. IN
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