Forlì
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Tariffa R.O.C.: Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB - FILIALE DI FORLÌ - Contiene i. p. - Reg. al Tribunale di Forlì il 23/11/1998 n. 27 - E 3,00
Anno XVI - N. 4 - SETTEMBRE - OTTOBRE 2013
Monica
Fantini
La signora del Buon Vivere
Luxury Living Group Nuova vita a Palazzo Daniele Bazzocchi Tutto il sapore del latte Attico in città L’eleganza del comfort
Sommario
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12 Essere Monica Fantini 18 Recuperare Luxury Living Group 24 Produrre Daniele Bazzocchi 26 Viaggiare Michele Zambelli 27 Navigare Barcolana 28 Esporre 55° Premio Campigna 30 Scrivere Mario Biserni
| EDITORIALE di Andrea Masotti |
36 Percorrere La Ravegnana da Forlì a Ravenna 42 Suonare Sacri Cuori 46 Degustare Claudia Bondi 50 Creare Onorio Bravi 54 Abitare Attico di città 62 Leggere Coffee Makers 66 Lavorare Coworking
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Il Buon Vivere apre questo numero di Forlì IN, tradotto in chiave sociale e fatto proprio da Monica Fantini di Legacoop Romagna, organizzatrice della ormai celebre Settimana. Alla bellezza e allo stile è dedicato l’articolo successivo, con la nuova sede del Luxury Living Group in Palazzo Orsi Mangelli. E di alta qualità si parla anche con Daniele Bazzocchi, alla guida della storica cooperativa che gestisce la Centrale del Latte di Cesena. Si prosegue navigando, con il giovane skipper Michele Zambelli e con l’equipaggio guidato dal timoniere Claudio Ricci, di ritorno dalla Barcolana di Trieste. Il Premio Campigna e il libro di Mario Biserni ci
riporta sulle tracce della felicità, che incrociamo anche nella passeggiata lungo la via Ravegnana, ricca di arte e di storia, a cui è dedicato l’articolo successivo. Si prosegue con il gruppo musicale dei Sacri Cuori, targato Romagna ed ora in tournée in Australia, e con la sommelier Claudia Bondi, vincitrice di concorsi nazionali e fondatrice di “Perle & Perlage”. Poi l’intervista al pittore Onorio Bravi, un elegante attico di città e “Coffee Makers”, vera e propria enciclopedia del caffé a cura di Enrico Maltoni e Mauro Carli. Si chiude con la novità del coworking, servizio messo a disposizione da Forlì Self Storage. Buona Lettura!
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A Bruno Molea la stella d’oro al merito sportivo Roma - Il forlivese Bruno Molea è stato insignito a Roma, al Salone d’Onore del CONI, della Stella d’Oro al merito sportivo, prestigioso riconoscimento consegnato dal Presidente del Comitato Olimpico Nazionale Italiano, Giovanni Malagò, e dal Segretario Generale Roberto Fabbricini. Molea è dal 2006 Presidente Nazionale di AICS Associazione Italiana Cultura Sport, Ente di promozione sportiva nazionale che conta circa 900mila associati e 9mila circoli dislocati in tutto il Paese. A livello internazionale inoltre Molea dal 2009 riveste la carica di vice Presidente CSIT, inoltre siede nel Consiglio Nazionale del CONI in rappresentanza degli Enti di Promozione Sportiva. (Nella foto, da sinistra Giovanni Malagò, Bruno Molea e Roberto Fabbricini)
Stazioni di ricarica Elettrica Forlì - La mobilità elettrica è arrivata in città, con la consegna di cinque stazioni di ricarica “intelligente” per veicoli elettrici. Le cinque colonnine Enel sono state installate nel centro di Forlì per fornire la ricarica ad auto elettriche. L’inaugurazione si è tenuta il 20 settembre, con un viaggio del-
le autorità su auto elettriche partito dalla sede della Regione a Bologna e con una tappa intermedia a Ravenna, dove sono state inaugurate altrettante colonnine. La giornata inaugurale forlivese si è conclusa con l’esposizione di auto elettriche e la possibilità di effettuare Test Driver.
Novanta laureati in Economia e Management Civiltà delle Macchine. Sessant’anni fra scienza, arte e umanesimo Forlì - Inaugurata il 23 ottobre presso Sala Albertini in piazza Saffi la mostra “Civiltà delle Macchine. Sessant’anni fra scienza, arte e umanesimo”, dedicata alla storica rivista nata nel 1953. La mostra, curata da Silvia Arfelli e organizzata da “La Maya Desnuda” in collaborazione con il Liceo Scientifico “F. P di Calboli”, espone una cinquantina di riviste originali le cui copertine sono state firmate da alcuni dei maggiori artisti del ‘900 europeo, da Fontana a Campigli e Picasso. Le opere in copertina evidenziano sempre una relazione con gli interventi degli scienziati, studiosi e Premi Nobel che hanno scritto regolarmente sulla rivista. La mostra rimane aperta fino al 12 novembre tutti i pomeriggi (15,3019,00 tranne il lunedì), venerdì e domenica dalle 10 alle 12,30.
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Forlì - Sono 90 gli studenti che nel luglio scorso si sono laureati nella sede forlivese della Scuola di Economia, Management e Statistica di Forlì, dopo aver seguito il corso di laurea in Economia e Commercio coordinato dal prof. Massimo Spisni. Alla cerimonia di consegna dei diplomi
di laurea, tenuta nell’Aula Magna del campus forlivese, è intervenuto anche il presidente della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, Roberto Pinza (nella foto), economista di fama nazionale già sottosegretario di Stato al Tesoro e Viceministro dell’Economia e delle Finanze.
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Nuova Giunta per la Camera di Commercio
Premio Ruffilli ai diplomati eccellenti Forlì-Cesena - Torna come ogni anno, ormai da 14 anni, il “Riconoscimento Roberto Ruffilli” dedicato ai ragazzi che hanno frequentato le scuole superiori della provincia conseguendo il risultato finale di 100/100. L’iniziativa, organizzata dalla Camera di Commercio di Forlì-Cesena, intende ricordare il professore forlivese, senatore, noto soprattutto per l’attività politica e di studio, ucciso dalle Brigate Rosse nella sua casa in corso Diaz il 16 aprile 1988. Le due cerimonie di premiazione si sono tenute a Cesena e a Forlì, dove Alberto Zambianchi, Presidente dell’Ente, ha consegnato ai ragazzi i premi che consistono in e-book reader e attestato.
Novità per la Strada dei Vini e dei Sapori Bertinoro - L’assemblea della Strada dei Vini e dei Sapori di ForlìCesena ha approvato il piano di azione e investimenti per rafforzare l’itinerario enogastronomico e turistico nel cuore della Romagna. Ai nove nuovi Comuni di montagna associati all’inizio 2013, in seguito all’allargamento dell’itinerario enogastronomico provinciale (da 285 a 534 Km), si sono aggiunte anche le adesioni di Rocca San Casciano e Tredozio. I progetti in programma prevedono attività che rafforzano la rete di offerta turistica ed enogastronomica sulla Strada dei Vini e dei Sapori. Si stanno inoltre elaborando, in coordinamento con le altre Strade della Romagna e dell’Assessorato Agricoltura della Regione, pacchetti turistici e suggestioni di viaggio in funzione dell’Expo 2015.
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Forlì - Martedì 15 ottobre ha avuto luogo, presieduta da Alberto Zambianchi, la riunione del Consiglio Camerale, che ha proceduto all’elezione dei componenti della Giunta della Camera di Commercio di Forlì-Cesena, confermandone il numero di sette, rinnovando cinque membri e moltiplicando la presenza femminile, passata da uno a tre rappresentanti. Sono stati riconfermati Annalisa Raduano per il settore Artigianato e Giancar-
lo Corzani per il settore Commercio; di nuova nomina, Magalì Prati per il settore Industria, Mara Biguzzi per il settore Agricoltura, Giorgio Grazioso per il settore Artigianato, Augusto Patrignani per il settore Turismo e Stefano Lazzarini in rappresentanza della Cooperazione. (Nella foto, da sinistra Giancarlo Corzani, Augusto Patrignani, Magalì Prati, Giorgio Grazioso, Alberto Zambianchi, Mara Biguzzi, Stefano Lazzarini, Annalisa Raduano)
Ph. Giorgio Sabatini
Porto turistico firmato Carfagnini Montenero di Bisaccia - C’è la firma di Italo Carfagnini (nella foto) sul porto turistico più grande del Molise. Dopo che il chimico e imprenditore di successo a livello internazionale, originario di Termoli e presidente della Softer che ha sede a Forlì, ha rilevato tutte le quote della società marittima molisana i lavori a Marina Sveva, porto turistico di Montenero di Bisaccia, sono stati completati in tempo di record. La struttura si estende per 16 ettari e ospita 436 posti barca (tre riservati a yacht da 30 metri); ha due spiagge private, sette pontili, negozi e ristoranti di lusso. Il tutto ispirato ad una filosofia eco-sostenibile: il progetto è in attesa solo del collaudo tecnico-amministrativo
e la prossima estate aprirà i battenti, guardando al turismo del mare nazionale e internazionale.
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Unindustria Forlì-Cesena, nuovo Presidente
Guardia di Finanza, nuovo comandante Forlì - Armando Modesto è il nuovo comandante della compagnia della Guardia di Finanza di Forlì. Sostituisce il capitano Cesare Tozzola, che dopo 5 anni di permanenza nella sede forlivese è stato trasferito ad altro importante incarico. Il capitano Modesto, 30 anni, romano, è laureato in “Scienze della sicurezza economico finanziaria” e in “Economia e gestione della finanza”. Ha frequentato l’Accademia della Guardia di Finanza dal 2003 al 2008, ricoprendo in seguito il ruolo, fino al 2010, di comandante della tenenza di Cento (Fe). Negli ultimi tre anni ha guidato il gruppo investigazione criminalità organizzata di Caltanissetta, ottenendo brillanti risultati nel contrasto alla criminalità organizzata, traffico di sostanze stupefacenti ed aggressione dei patrimoni illeciti.
La Medicina termale approfondita online Emilia-Romagna - Parte in ottobre il primo corso online di “Introduzione alla Medicina Termale”, promosso dall’Unione Terme, Salute e Benessere in collaborazione con il Coter, Consorzio del Circuito Termale dell’Emilia-Romagna, d’intesa con la Regione Emilia-Romagna e APT Servizi. Si tratta di un percorso formativo in e-learning (corso FAD) di approfondimento della medicina termale in collaborazione con l’Università di Milano, Thermae Campus e Fipes. Il principale obiettivo è quello di formare medici esperti che acquisiscano competenze multidisciplinari connesse alla Medicina termale, Talassoterapia e Climatologia medica, fornendo conoscenze mediche e tecniche terapeutiche integrate alle metodiche idrotermali tradizionali. Il corso è riservato ai medici, pediatri di libera scelta e specialisti ed è attivo dal 21 ottobre 2013 al 21 ottobre 2014 per una durata totale di 20 ore di lezione on-line. Per informazioni: www.termemiliaromagna.it
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Forlì-Cesena - Vincenzo Colonna è il nuovo presidente di Unindustria Forlì-Cesena per il prossimo quadriennio. L’elezione ufficiale di Colonna è avvenuta nel corso dell’assemblea generale dei soci il 27 settembre scorso al Teatro Verdi di Cesena, alla presenza del presidente di Confindustria Giorgio Squinzi (nella foto assieme a Colonna). Il consiglio direttivo ha per l’occasione ringraziato il presidente uscente Giovanni Torri, per l’intensa attività profusa nella valorizzazione dell’associazione. Vincenzo Colonna, 56 anni, è Amministratore Delegato del Gruppo Ivas, storica impresa
di San Mauro Pascoli che opera dal 1953 nel settore della produzione di vernici per l’edilizia.
Ph. Giorgio Sabatini
Spot di Estados per Viva Forlì - Presentata ufficialmente il 3 ottobre scorso la campagna “Anche tu puoi salvare una vita”, inserita all’interno della “Settimana per la rianimazione cardiopolmonare - Viva 2013”. Scopo della campagna è sensibilizzare la popolazione sull’arresto cardiaco, evento purtroppo assai frequente, con un’incidenza pari a uno ogni mille abitanti, e sull’importanza di soccorrere immediatamente la persona colpita. L’imprenditore forlivese Daniele Versari (nella foto, al centro) di Estados
2013
Cafè, da anni attento alla tematica del sociale, si è impegnato in prima persona per favorire la divulgazione di questa importante pratica che ognuno dovrebbe imparare, il “massaggio cardiaco”. Come supporto Estados ha donato l’intera realizzazione di uno spot diretto e prodotto da Fabio Albarelli, che illustra le procedure di un corretto massaggio cardiaco e successivamente ha attivato tutti i mezzi (bar, caffetterie e locali pubblici) per favorire la divulgazione del video.
Computer e laboratori nelle scuole con Cna
filodellavita
Forlì - È partito da poco l’anno scolastico e Cna Colline forlivesi mette in campo una serie di azioni di supporto per le scuole primarie del territorio. Il “Progetto Giovani” del 2013 finalizza buona parte del proprio intervento sul territorio in un unico intervento, mirato alle scuole elementari. Anche in considerazione della necessità delle scuole di adeguarsi alla normativa che prevede il registro di classe on line, Cna ha deciso di donare a tutte le scuole elementari dei 14 comuni delle colline forlivesi un computer. A partire da questo anno scolastico arrivano anche nell’area Colline forlivesi le proposte di “Detto, fatto! A scuola con Cna”, laboratori gratuiti proposti da Cna Solidale e pensati per le scuole primarie, che hanno coinvolto negli ultimi anni oltre 4mila bambini.
Ladies Golf I Fiordalisi: gara IN Magazine e Menabò Forlì - Un’intera giornata di golf targata IN Magazine e Menabò si è tenuta il 15 settembre sul campo forlivese “I Fiordalisi”. La gara, con formula medal, era inserita nel circuito di 12 gare organizzato dalle “Ladies Golf I Fiordalisi”. Otto i premi in palio che sono stati vinti da Dragana Milic e Paola Tisi (prima e seconda di 1° cat.), Stefania Pieraccini e Roberta Paolini (prima e seconda di 2° cat.), Stefano Bordiglioni (cat. Amici), Luca Ghinassi (cat. Amici Senior) e Mariavittoria Andrini (cat. NC). La splendida giornata di sole e di sport si è conclusa con la presentazione del libro edito da IN Magazine “I segreti per bere bene”. L’autore Alessandro Rossi ha raccontato aneddoti e segreti riguardanti il mondo del vino soddisfacendo le moltissime curiosità dei partecipanti. Al termine dell’incontro è stato servito un aperitivo a base di bollicine offerto da Partesa. (M.A.)
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Adozioni internazionali con ASA Forlì - L’adozione internazionale permette di accogliere bambini di altri paesi, con cultura, lingua e tradizioni diverse. Per quanto riguarda la provincia di Forlì, le coppie che hanno chiesto l’adozione e sono in possesso dei requisiti richiesti sono ogni anno oltre 30; i tempi di attesa per completare l’iter adottivo sono di circa 24/36 mesi. Per lo svolgimento della procedura all’estero bisogna affidarsi a un ente autorizzato dalla Commissione Adozioni Internazionali presso la Presidenza del Consiglio: dal 2009 anche a Forlì è presente l’Asa, Associazione Solidarietà Adozioni onlus, a cui le coppie aspiranti l’adozione internazionale possono rivolgersi per la procedura adottiva. Per info: sedeforli@asaonlus.it; www.asaonlus.it
Tecnologia forlivese al GP di Singapore Singapore - La tecnologia “made in Romagna” è stata protagonista al Gp di Singapore di Formula Uno, andato in scena il 22 settembre sul Singapore Street Circuit. Il Gran Premio si disputa in notturna e la DZ Engineering, società del Gruppo Dino Zoli di Forlì, con il suo team di ingegneri e tecnici specializzati ha gestito la com-
plessa progettazione e realizzazione di tutti gli impianti tecnologici relativi all’illuminazione della pista, dei box e della cartellonistica. A Singapore la DZ Engineering sta portando avanti anche altri progetti per l’illuminazione di siti d’interesse turistico e culturale, come il Singapore National Art Gallery.
“Il Golf per la distrofia” ai Fiordalisi Forlì - Si è conclusa con successo la terza edizione de “Il Golf per la distrofia”, manifestazione golfistica a sfondo benefico organizzata da Andrea Manuzzi per raccogliere fondi da devolvere alla sezione forlivese dell’Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare (Uildm). Nelle tre edizioni sono stati raccolti circa 15mila euro attraverso varie gare di golf, ma il momento clou è stato quello dell’asta benefica tenuta nella Club House. In palio materiale sportivo, offerto da sponsor e da campioni come Matteo Manassero, Edoardo Molinari, Alonso, Andrea Dovizioso e Fabio Scozzoli, oltre a maglie del Milan e del Cesena. Infine libri e grembiali degli chef Bruno Barbieri e Carlo Cracco. Non sono mancati momenti di convivialità, con la cena e la musica di Roby Galeotti. (Nella foto: Andrea Manuzzi, al centro, nel corso della premiazione).
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Repas Frugal, giovani in Collettiva Portico di Romagna - Dopo la tappa forlivese ai musei San Domenico e all’Oratorio di San Sebastiano, la mostra “Repas Frugal” fa tappa a Portico di Romagna, nella chiesa di Santa Maria in Girone, fino al 3 novembre. La collettiva, curata da Elena Hamerski e Marco Servadei Morgagni, vuole “mettere in tavola” opere legate dalla riflessione intorno al tema del pasto frugale, per mezzo del quale l’uomo riscopre un valore fondativo alla propria esistenza. Gli artisti riuniti nella collettiva sono Matteo Babbi, Barbara Baroncini, Giulia Bassani, Tommaso Bressan, Alice Cesari, Oscar Dominguez, Martina Esposito, Jacopo Flamigni, Luca Freschi, Ivo Gensini,
Patrizia Giambi, Elena Hamerski, Matteo Lucca, Maria Paolini, Irene Prendin, Carlo Rivalta e Fabio Servadei Morgagni. La mostra, ad ingresso gratuito, è aperta dal giovedì alla domenica, dalle ore 10,00 alle 19,00.
Nuova apertura per Ottica
Erbacci
Forlì - Taglio del nastro per una nuova attività commerciale nel centro della città: si tratta dell’ottica Marco Erbacci, rivenditore Salmoiraghi & Viganò che ha inaugurato i nuovi spazi in piazza Cavour. I locali sono stati ristrutturati a partire da un antico palazzo forlivese e l’ambiente che ne è risultato è di grande effetto. A tenere a battesimo la nuova attività commerciale l’assessore alle attività produttive del Comune di Forlì, Maria Maltoni, e il primo cittadino di Predappio, Pergiorgio Frassineti. I festeggiamenti, complice la “movida” dei venerdì sera, si sono protratti sino a notte inoltrata. (Nella foto, a sinistra Pergiorgio Frassineti, al centro Maria Maltoni con i titolari dell’esercizio commerciale)
Giornata della Noce
2013
San Martino in Strada (FC) - Si è svolta l’11 ottobre scorso la Giornata della Noce 2013, il consueto appuntamento annuale organizzato da Azienda San Martino e New Factor. La Giornata rappresenta un’occasione di incontro per agricoltori, esperti del settore, buyer della GDO, giornalisti e rappresentanti istituzionali che possono dialogare sullo stato della filiera e sulle proprietà salutistiche della noce. Fra i temi trattati il progetto “Noce di Romagna” che conta circa 150 ettari messi a coltura da San Martino e altre aziende agricole del territorio e che candida l’Emilia-Romagna a essere il punto di riferimento della filiera della noce in Italia. Al termine della conferenza stampa sono stati consegnati i certificati agli affidatari che partecipano al Progetto “Ti Affido un Noce” che prevede l’affido di un albero di noce a persone, società o enti.
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Essere | Monica Fantini
La signora del
Buon Vivere
testo Roberta Brunazzi - foto Giorgio Sabatini
Primo direttore donna in Legacoop a livello nazionale, oggi a capo dell’associazione per l’intera Romagna. Monica Fantini racconta il suo lavoro e la sua storia. E la voglia di lavorare per il bene comune.
Prima donna diventata direttore in Legacoop a livello nazionale, a capo della prima confederazione di cooperative costituita in Area Vasta, la neonata Legacoop Romagna, la più grande associazione di cooperative a livello territoriale in Italia. Niente a che vedere con il grigiore di uffici altisonanti né con piramidi manageriali di fantozziana memoria. Monica Fantini sorride, telefona e intanto inventa magari qualche nuovo progetto, primus inter pares tra gente abituata a lavorare in gruppo. Una primadonna in un mondo di cooperatori. Come ci si sente?
“Sono una privilegiata, perché mi occupo di ciò che ho sempre amato fare. E qui c’è forte coesione d’intenti, con un reale cambio intergenerazionale e un senso di squadra vero, creato nel tempo. Il problema è che, la sera, non si andrebbe mai a casa...”. Direttrice di Forlì-Cesena e ora di tutta la Romagna, un bel traguardo.
“È bellissimo essere a bordo di questa macchina, in questo periodo. È da circa un anno e mezzo che lavoriamo al progetto di unire le associazioni di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini che ora si realizza. Il 20 settembre c’è stata la costituzione formale di Legacoop Romagna e il 5 dicembre, a Rimini, si terrà il varo ufficiale di questa nuova struttura unica, in cui le persone lavoreranno insieme con un nuovo modello associativo. Era importante per noi mettere in atto, per primi, quella capacità di innovazione e di fare rete che chiediamo ai nostri associati”. Come sarà organizzata Legacoop Romagna?
“Con quasi 600 imprese iscritte è la più grande del gruppo a livello nazionale, con una rete di servizi e un organismo esterno che servirà da incubatore per nuove coop. La struttura sarà composta da una ventina di persone, quasi tutti laureati con età media di 35 anni; ogni
IN Magazine | 13
A fianco, l’evento di chiusura del Buon Vivere 2013. Nella pagina seguente, Monica Fantini durante il suo soggiorno di lavoro in Marocco.
territorio avrà un proprio responsabile. Per il ruolo di direttore hanno scelto me all’unanimità, e questo ovviamente mi fa molto piacere”. Un segnale della voglia di ripartire?
“Dalla crisi economica non siamo di certo ancora usciti, ma il movimento nel suo insieme ha tenuto. Anche perché il modello cooperativo, improntato sullo sviluppo della comunità, e quindi sulla non delocalizzazione, è il migliore da seguire. Oggi lo scrivono anche i grandi economisti che il concetto di mutualità è vincente per uno sviluppo duraturo, e la cooperazione lo pratica dal suo nascere. Questa fusione, poi, per quanto ci riguarda, è segno della lungimiranza del presidente di Legacoop Forlì-Cesena Mauro Pasolini e di un sistema di cooperative molto coeso, abituato ad assumersi la responsabilità delle scelte che giudica necessarie. Persone vere, che hanno creduto in me affidandomi un incarico importante già nel 2005, quando fui chiamata a dirigere Legacoop Forlì-Cesena, accompagnandomi pian piano in un momento difficile”. Era da poco tornata in Italia, dopo
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l’esperienza in Marocco...
“Ho vissuto per sei anni a Khouribga, vicino a Casablanca, dove ho lavorato per anni come responsabile del Progetto Comunitario Sigek, nato per favorire lo sviluppo e la tutela ambientale di quell’area depressa, dove si trova la piattaforma dei fosfati. È stata un’esperienza molto forte, ho conosciuto gente formidabile ma all’inizio non è stato facile per una capoprogetto donna come me farsi ascoltare. Poi è nato un rapporto di fiducia reciproca - mi chiamavano ‘azdora’, che per loro equivale alla tipica donna berbera - e i progetti pro-
seguono anche oggi. Ho lavorato su tutti i fronti: dalla formazione nelle scuole alla gestione dei rifiuti, fino alla costruzione di una rete per i bambini malati di leucemia. Poi mi sono ammalata anch’io e sono dovuta tornare in Italia per curarmi. È stato proprio allora che mi hanno proposto di diventare direttore di Legacoop, cosa che per questo mi ha stupito e mi ha fatto un enorme piacere allo stesso tempo. Hanno puntato su di me e hanno adeguato i loro tempi ai miei. Un attestato di stima, come donna, che lascia un segno importante”. E da Forlì i progetti sono continuati.
Buon vivere, filosofia per il futuro Vivere bene nella città, nelle scuole, nelle imprese. Obiettivo non solo sociale ma anche economico, se si pensa ai costi sanitari e per la sicurezza che la collettività deve sostenere. Sulla base di ciò nel 2008 Legacoop Forlì-Cesena lancia progetti pilota di prevenzione e promozione alla salute nelle aziende e negli istituti scolastici. L’ampliamento di questa esperienza porta nel 2010 alla Settimana del Buon Vivere, manifestazione ideata e curata da Monica Fantini che oggi coinvolge più di 140 partner e vanta patrocini eccellenti, tra cui un’ampia fetta di Ministeri e il Pontificio Consiglio della Cultura. L’edizione 2013 della Settimana, andata in scena dal 30 settembre al 6 ottobre a Forlì e a Cesena, ha visto la partecipazione di tanti personaggi di spicco a livello nazionale, ma soprattutto di migliaia di cittadini. Accomunati dallo slogan che distilla un programma sociale ineccepibile: “Chi semina buon vivere raccoglie futuro”.
“Mi sono sempre più avvicinata alla sfera della prevenzione e della salute, anche per la mia storia personale. Abbiamo impostato campagne di prevenzione nei luoghi di lavoro e nelle scuole in collaborazione con Irst e Lilt, poi è nata la Settimana del Buon Vivere, con la volontà di ampliare a livello cittadino l’idea della tutela della persona. Dal tema della salute, a cui era molto legata la prima edizione del 2010, ci siamo allargati ai campi dell’economia, dell’ambiente, della cultura. Abbiamo anche collaborato con tante realtà diverse e questo è già di per sé un segno di Buon Vivere”. Una specie di ricetta contro il provincialismo?
“La chiusura e il provincialismo portano conseguenze molto negative per lo sviluppo. Fare rete è il segreto per affrontare ogni cosa e oggi abbiamo un gran bisogno di buttar giù delle barriere; chi le costruisce non ha capito niente del futuro. Il bene comune è fatto dalle differenze, dal saper accogliere tutti e dall’apertura verso il mondo”.
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A proposito di futuro, come lo vede?
“Il futuro per me è il presente, è qualcosa che si costruisce nel quotidiano. Posso anche farmi un bel disegno su ciò che sarà, ma poi devo cominciare a costruirlo subito, da oggi. E poi mi piace pensare alla vita come ad una grande cooperativa in cui
siamo tutti soci, dove anch’io devo impegnarmi ogni giorno perché l’attività cresca al meglio. Non amo il concetto di decrescita, preferisco quello di sviluppo responsabile legato al senso del bene comune. Per poter passare, a chi verrà dopo di me, qualcosa di migliore”. IN
Monica l’esploratrice Il suo sogno da bambina? Fare l’esploratrice, conoscere posti e persone, anche aiutandole in caso di bisogno. Una cooperatrice allo sviluppo, come dice il suo curriculum. Monica Fantini nasce il 14 febbraio di 48 anni fa a Forlì, papà impiegato, mamma casalinga brava a fare anche da sarta, un fratello più grande di 4 anni. Finite le medie s’iscrive al liceo linguistico “Adamo Pasini” di Forlì, nella prima classe avviata dal neonato istituto cittadino. Poi si laurea in Scienze politiche, indirizzo sociale e criminologico. Ma è l’anno di Alta Formazione dedicato al Business Internazionale per l’Impresa a definire la direzione della sua vita: è il 1991 e Monica inizia ad occuparsi di piani per la cooperazione nei Balcani, di tutela ambientale, sicurezza nelle imprese, certificazioni, temi divenuti poi nazionali su cui costruisce reti e rapporti con università, enti, cooperative. Francia, Belgio, Palestina, Marocco, Cina, Brasile, sono solo alcuni dei luoghi toccati dalla sua attività. Dal 1998 al 2004 è in Marocco, a Khouribga, a capo di un progetto comunitario per la tutela ambientale dell’area, su cui si trovano molte miniere di fosfati. Quella diventa un po’ la sua seconda casa (“Là ho famiglie che mi aspettano, ci tornerò dopo la pensione”), fino a che non si ammala, tumore. Torna a Forlì per le necessarie cure e nel 2005 diventa direttore di Legacoop Forlì-Cesena. È del 2013 la sua nomina a vice presidente della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì e di direttore di Legacoop Romagna.
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Sopra, Monica Fantini al lavoro in Legacoop. Sotto, un ritratto di Monica bambina.
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Recuperare | Luxury Living Group
Nuova
vita a
Palazzo
testo Roberta Brunazzi
Da sede universitaria a elegante centro direzionale e showroom di Luxury Living Group. La ristrutturazione dell’antica dimora degli Orsi Mangelli riporta luce in centro storico.
La ristrutturazione di Palazzo Orsi
abbracciano con un solo sguardo arte classica e contemporanea, tra dipinti e oggetti di antiquariato, pareti rivestite dei tessuti originali, pianoforti, di cui uno in un originale formato pianobar. Più che vetrina il palazzo è un palcoscenico, per raccontare al mondo che la bellezza di ieri e quella di
Passare davanti alle serrande abbassate di corso Diaz e trovarsi di colpo immersi nel fascino di arredi e decori di lusso. Con un’impressione sottopelle che all’inizio assomiglia un po’ al senso di colpa poi si trasforma in curiosità, ammirazione, appagamento degli occhi. Mangelli ad opera di Luxury Living
oggi esistono ancora, seppur nasco-
Group, guidato dalla famiglia Vi-
ste, nel centro storico di Forlì.
gnatelli, ha dato vita ad un’oasi di
È Raffaella Vignatelli, figlia di Alberto Vignatelli e vicepresidente di Luxury Living Group, a raccontare la storia del Gruppo. “Siamo leader nel settore arredi di lusso e lifestyle made in Italy, una realtà unica specializzata nello sviluppo, produzione e distribuzione di arredi per celebri marchi internazionali. Alla base di questo successo imprenditoriale c’è la mente visionaria di mio padre, Alberto Vignatelli, fondatore e presidente di Luxury Living Group. Ha creato lui l’azienda nei primi anni ’70, con il desiderio di realizzare una proposta completa di arredi esclusivi, capace di coniugare la massima cura per il dettaglio alla migliore sensibilità estetica. Un’artigianalità
bellezza assoluta. Il recupero degli affreschi e degli interni barocchi di questa antica dimora, ex sede dell’Università, mostra ora uno showroom per elementi di arredo e oggettistica di design contemporaneo mozzafiato. I marchi sono quelli ai vertici del mercato internazionale - Fendi Casa, Kenzo maison (entrambi appartenenti al Gruppo LVMH), Bentley Home, Vladimir Kagan New York Collection ed Heritage - Alberto Vignatelli, collezione di proprietà del Gruppo - e i clienti sono rivenditori multimarca provenienti da ogni parte del mondo, oltre agli showroom Luxury Living a gestione diretta. Qui, nell’infilata di sale, si
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A sinistra, un particolare dell’allestimento. A destra, Raffaella Vignatelli, vicepresidente di Luxury Living Group, figlia del fondatore del Gruppo Alberto Vignatelli. In apertura, il cortile interno di Palazzo Orsi Mangelli, trasformato in elegante showroom.
ricercata con tecnologie innovative, dove la selezione e l’uso delle più raffinate materie, le finiture e le infinite possibilità di personalizzazione hanno consentito di sviluppare, nei successivi 40 anni, un network fedele di clienti, partner ed estimatori. Oggi Luxury Living Group sviluppa e coordina le attività di cinque diversi brand haute de gamme ed è presente nei segmenti residenziali e contract. I rivenditori e partner in tutto il mondo sono 300, con 10 negozi e showroom a gestione diretta in location strategiche: Parigi, Miami, Los Angeles, New York, Milano, Milano Marittima. A queste si affianca la sede direzionale e di rappresentanza in Palazzo Orsi Mangelli, del XVII secolo, nel cuore di Forlì, città sede dell’azienda”. Da Forlì al mondo. Cosa vi ha spinto ad investire in questo Palazzo?
“Siamo legati da sempre al territorio di Forlì, in cui l’azienda è nata e si è consolidata. Questa è una
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zona per tradizione votata al settore manifatturiero ed è uno dei poli internazionali dell’imbottito. Oltre alla sede produttiva e ai tre showroom dislocati in città, eravamo alla ricerca di una struttura che potesse rappresentarci. Nulla, però, sembrava essere una valida soluzione. Poi ci è stato proposto Palazzo Orsi Mangelli, con la possi-
rante il mese di settembre; sono giunti da tutto il mondo. L’obiettivo è di renderli partecipi della nostra realtà e accoglierli in un clima meno frenetico di quello che si vive normalmente nelle fiere”. Vantaggi e svantaggi legati al fatto di partire da una città di provincia...
“Forlì è una città con un grande potenziale ed offre molto dal pun-
Una clientela internazionale bilità di partecipare attivamente al suo recupero, dopo il trasferimento della sede universitaria. Dopo attente valutazioni abbiamo voluto credere in questo progetto che, in appena 12 mesi di restauro e di meticolosi lavori, ha visto rinascere il Palazzo. Oggi è la sede direzionale dell’azienda, il palcoscenico ideale per i pezzi iconici e più rappresentativi delle nostre collezioni. In questa splendida cornice abbiamo invitato i clienti più importanti du-
to di vista della tradizione e della specializzazione dei nostri artigiani, che hanno un’abilità unica riconosciuta in tutto il mondo. La scelta di investire concretamente sul centro storico testimonia quanto teniamo alla città e quanto crediamo nel suo rilancio sulla scena nazionale e non solo. Quando si parla di Forlì spesso la si vede come una realtà lontana dai grandi centri, quasi di periferia; a ben vedere, però, infrastrutture e logistica
offrono la possibilità di non essere decentrati rispetto alle grandi città. Investire su questo territorio per noi è sinonimo di qualità e di continuità con la nostra storia”. Com’è cambiata la clientela nel corso degli anni?
“I nostri sono clienti internazionali, che si collocano nel target con
canto a clienti statunitensi e russi solo per citarne alcuni - che da sempre apprezzano le nostre collezioni. C’è una richiesta sempre maggiore per tutto quello che è identificato come Italian Style, per l’esclusività delle lavorazioni e per il fashion appeal delle collezioni, ispirate anche al mondo della moda”.
La qualità più forte della crisi un ampio potenziale in termini di spesa. Nel tempo c’è stato un cambiamento significativo, anche in relazione al maturare delle cosiddette economie emergenti. Paesi e nazioni come Cina, India o Brasile, che fino a qualche tempo fa non costituivano mercati chiave, oggi sono destinazioni di primaria importanza per il nostro export, ac-
Quali prodotti predilige oggi un cliente internazionale?
“Cerca il meglio sul mercato degli arredi e dei complementi. Pezzi unici capaci di esprimere eleganza e fascino. Una produzione artigianale eseguita secondo la migliore tradizione, utilizzando materie dall’indiscusso pregio. Divani, poltrone e arredi dalle forme clas-
siche riviste con un gusto contemporaneo, capace di interpretare un life style cosmopolita sinonimo di esclusività e raffinatezza”. Crisi economica e lusso: come si conciliano, per voi, questi termini?
“Non possiamo nascondere che la crisi abbia segnato tutti i settori. Luxury Living Group ha saputo dare risposte propositive rispetto all’andamento del mercato e la congiuntura economica ci ha toccati solo marginalmente. Oltretutto, il mercato del lusso e degli arredi di alta gamma segue dinamiche del tutto proprie e la nostra clientela internazionale ha reagito positivamente. La crisi è stata comunque l’occasione per investire nuove energie in ricerca e sviluppo e ha saputo accentuare ancora di più il desiderio di oggetti dall’eccellente manifattura, dove il made in Italy è sicuramente di grande impatto”. IN
Sopra, un tecnico impegnato nella progettazione di un elemento di arredo, realizzato poi artigianalmente nello stabilimento forlivese.
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Produrre | Daniele Bazzocchi
Tutto il sapore del
Latte
testo Barbara Baronio - foto Giorgio Sabatini
Romagnolo, sano, genuino. E a km 0, con una tracciabilità giornaliera sempre consultabile on-line. È la carta d’identità della Centrale del Latte di Cesena, storica cooperativa guidata da Daniele Bazzocchi.
Latte romagnolo, sano e genuino. La Centrale del Latte è una realtà più unica che rara in regione, la sola cooperativa autonoma del settore lattiero caseario di tutta l’Emilia-Romagna. Ne fanno parte una trentina di soci che conferiscono mediamente 30mila litri di latte crudo al giorno, proveniente da aziende dislocate nelle province di Forlì-Cesena, Ravenna, Rimini e Ferrara. La Centrale del Latte di Cesena, con i suoi 54 anni di vita, è l’unica cooperativa del settore riuscita a non farsi schiacciare dalla globalizzazione: con circa 8 milioni
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di litri di latte all’anno, tiene vive tante realtà del tessuto economico romagnolo che diversamente avrebbero dovuto cedere davanti alla grandi multinazionali del latte. Al timone dell’azienda c’è Daniele Bazzocchi, da 25 anni a servizio della cooperativa, prima come responsabile qualità e poi come direttore.
Originario di Coccolia di Ravenna, si è trasferito a Savignano dopo il matrimonio e, una volta prese le redini della Centrale, ha scelto di trasferirsi a Martorano di Cesena. “Negli ultimi anni la nostra politica di tracciabilità - spiega Baz-
zocchi - ci ha permesso di continuare a riscuotere il gradimento del consumatore. La cooperativa utilizza per i suoi prodotti solo latte del territorio romagnolo conferito dai propri soci, garantendo così il Km 0. La nostra è una delle poche aziende italiane a garantire ai consumatori la provenienza del latte utilizzato nei suoi prodotti, indicando, in ogni confezione, la provincia vicino alla data di scadenza ed effettuando una tracciabilità giornaliera consultabile nel sito internet in un’apposita sezione dedicata, dove è possibile scoprire
A fianco, fasi di lavorazione del formaggio nel laboratorio della Centrale. Nella pagina precedente, Daniele Bazzocchi nel suo ufficio.
la stalla di provenienza del latte utilizzato ed altre curiosità”. Oltre alla tracciabilità, sul sito è stata implementata anche un’apposita sezione denominata punti vendita, che consente di scoprire i negozi e i supermercati dove è possibile acquistare i prodotti, oltre alle attività come bar, gelaterie, pasticcerie che li utilizzano per preparare le loro specialità. “Il consiglio d’amministrazione della Centrale - prosegue il direttore - ha compiuto negli anni scelte felici che hanno privilegiato l’autonomia rispetto all’accorpamento. Ciò ci ha permesso di investire risorse anche in nuovi prodotti, come i formaggi”. Dal 2000 la cooperativa è infatti presente sul mercato con alcuni formaggi, interamente prodotti nel caseificio interno dello stabilimento di Martorano di Cesena; oggi vengono prodotti una dozzina di formaggi diversi. Casatella, ravigiolo, ricotta, stracchino, lo squacquerone di Romagna (che
nel marzo 2013 ha ottenuto il riconoscimento della Dop) e anche il Fossa di Sogliano Dop, che ha ottenuto il riconoscimento nell’anno 2009. Tra le ultime novità il Bucciato Romagnolo, un formaggio
cremoso prodotto con puro latte di mucca, ideale in abbinamento alla piadina calda. Senza dimenticare il San Giovanni, il formaggio che la Centrale ha dedicato a Cesena, così
chiamato perché ideato a ridosso delle festività del patrono cesenate. Si tratta di una formaggio fresco da taglio, che può essere anche impiegato nella creazione dei ripieni dei cappelletti. E poi ancora i 14 gusti del gelato, in buona parte senza glutine, e tutta la vasta gamma degli yogurt. Ma è il latte il principe del-
la produzione della Centrale che da giugno ha messo sul mercato anche il nuovo latte intero pastorizzato 10 & lode. “Si tratta di un latte che non possiamo chiamare
fresco - sottolinea Bazzocchi - ma che subisce una lavorazione ad una temperatura di pastorizzazione di poco superiore al trattamento termico del latte fresco, che lo fa durare per ben dieci giorni dalla data di confezionamento (sei giorni sono quelli del latte fresco). È latte di altissima qualità che, pur avendo dieci giorni di scadenza, mantiene tutte quelle proprietà organolettiche e nutritive non presenti in altri tipi di latte che subiscono una pastorizzazione più vicina all’ebollizione. Sta riscuotendo un grande successo tra i consumatori anche nei bar, poiché crea una schiuma ricca e compatta, veramente il re del cappuccino”. IN
La Centrale in numeri La Centrale del Latte di Cesena possiede una sua superficie di 20mila metri quadrati circa a Martorano di Cesena - dove avvengono lavorazione, confezionamento e trasformazione di tutti i prodotti - e un deposito di 1.000 mq a Faenza. Conta attualmente 40 dipendenti e 20 venditori che effettuano giornalmente le consegne dei prodotti in tutti i negozi specializzati e supermercati del territorio romagnolo, con un volume di affari di circa 12 milioni di euro. La lavorazione del latte e dei suoi derivati viene effettuata con moderne tecnologie nello stabilimento di Martorano, sotto un costante controllo effettuato dai tecnici del laboratorio interno, che permette di ottenere prodotti garantiti sotto l’aspetto qualitativo, nutrizionale e igienico-sanitario. “Consapevoli del valore della materia prima - conclude Bazzocchi - seguiamo ogni singola stalla, fornendo ai nostri soci allevatori consulenza e supporto tecnico, dall’alimentazione alla mungitura”.
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Viaggiare | Michele Zambelli
In solitaria
Oceano
sull’
testo Rosa Mambelli - foto Giorgio Sabatini
Dalla Bretagna alle Antille. Michele Zambelli, il più giovane skipper in Classe Proto, è pronto a partire per la storica regata in solitaria Mini Transat 650. Attraversare l’oceano in solitaria. Partenza dalla Bretagna fino a raggiungere le Antille Francesi (Guadalupe), oltre 4mila miglia da compiere su una barca di soli sei metri e mezzo. Un progetto esaltante fatto proprio da Michele Zambelli, forlivese di nascita e riminese di adozione, con alle spalle un carnet di premi internazionali. E un primato legato alla data di nascita, 13 giugno 1990, che lo inserisce di diritto tra i record come il più giovane skipper in Classe Proto. La regata oceanica per navigatori solitari, tra le più impegnative al mondo, è l’ormai storica Mini Transat 650 che si tiene dal 1977. Il 13 ottobre sulla linea di partenza c’era anche il giovane forlivese con la sua Fontanot 342, una Mini Proto attrezzata per affrontare le difficoltà di una navigazione oceanica e in solitaria. Ci si è però messo di mezzo il maltempo: il comitato di corsa ha bloccato la partenza a causa del vento oltre i 40 nodi, con onde di 5-6 metri nella zona del golfo di Biscaglia, rinviandola appena si aprirà una finestra per il passaggio indenne delle imbarcazioni. Michele ha presentato il suo progetto il 27 giugno scorso al Marina di Rimini, in una serata organizzata da Albatros Scuola Nautica e Blu Sea. “È un’idea su cui lavoro dal 2009”, ha spiegato.
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“Da quando lo skipper riminese Alessandro Zamagna ha deciso di
affidarmi la sua imbarcazione”. Un’eredità pesante e una barca molto impegnativa sotto il profilo tecnico. Ma la fiducia in Michele è ben riposta: a soli 19 anni ha attraversato l’Oceano Atlantico fino al Brasile, seguendo la regata Transat 650, e nel 2011 ha vinto il Campionato italiano in Classe Proto,
titolo confermato anche nel 2012. La campagna di preparazione ha visto Zambelli impegnato per tre anni durante i quali, tra regate di qualifica e lavori in cantiere, sono nati anche progetti per il futuro. “Dopo la Transat 650 - dice - mi piacerebbe partecipare alla prossima Ostar, la regata oceanica in solitaria vinta quest’anno dall’italiano Andrea Mura”. IN
Navigare | Barcolana
Un mare di
Emozioni
testo Rosa Mambelli - foto Giorgio Sabatini
Alla storica regata triestina della Barcolana anche la barca Melagodo dello skipper forlivese Claudio Ricci, sponsorizzata da Menabò. Una regata, quella della Barcolana di Trieste, divenuta ritrovo per migliaia di appassionati all’insegna dell’amicizia e dello sport, con eventi e concerti ad accendere un’atmosfera di festa. E dove c’è una festa i romagnoli non possono mancare: con la barca Melagodo già il nome è tutto un programma è partito alla volta di Trieste anche l’equipaggio guidato dallo skipper Claudio Ricci, col sostegno di un’azienda di casa. Sulla fiancata della barca, infatti, campeggiava il nome Menabò, agenzia di comunicazione forlivese con la passione per la nautica tanto che il suo presidente, Stefano Scozzoli, ha anche preso parte agli allenamenti preparatori tenuti a Cesenatico. Assieme al timoniere Ricci, alla sua quinta partecipazione alla Barcolana, domenica 13 ottobre a Trieste c’erano Emanuel Fischer (scotta spi e meteo), Riccardo Casadei (parabordi e rolla-genoa), Alessandro Bazziga (tailer di destra), Daniele Benzoati (randa) e Annalisa Raschi (drizze e tailer di sinistra). “Un equipaggio composto da ragazzi di Forlì, Cesena e Ravenna - afferma lo skipper - che ha saputo affrontare al meglio ogni fase della gara. La difficoltà maggiore di questa 45esima edizione è stata la mancanza di vento, tanto che gli organizzatori hanno dovuto ridur-
re il percorso alla seconda boa”. La squadra romagnola si è però dimostrata all’altezza, tanto che già si guarda al futuro, alla regata Pesaro - Rovigno di maggio 2014. Ma torniamo alla Barcolana: un colpo di cannone dal forte di Trieste ha annunciato la partenza alle 1.562 imbarcazioni al via. Melagodo trova
subito una buona posizione subito dietro TuttaTrieste, un maxi che arriverà terzo assoluto. “La prima mezz’ora - racconta Ricci - è stata caratterizzata da una totale assenza di vento, a causa del gran numero di imbarcazioni. Viaggiavamo a un nodo un nodo e mezzo (2/3 kmh); il vento non cambiava e noi proseguivamo come su un fiume
di barche”. A vincere, per la quarta volta consecutiva, alla fine è stata Esimit Europa 2 dello sloveno Igor Simcic, precedendo il TP52 Aniene 1a Classe e TuttaTrieste. Non senza un fuoriprogramma, con due gommoni di Greenpeace che hanno preso di mira Esimit Europa 2 per il suo sponsor Gazprom, compagnia russa impegnata nelle trivellazioni di petrolio nel Mare Artico. E il piazzamento finale della Melagodo? “Siamo al 468esimo posto in classifica generale e al 47esimo in classifica di classe IV, che raggruppa barche simili. Ma in questi casi - conclude Ricci - i numeri non contano; alla Barcolana basta esserci, e navigare insieme”. IN
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Esporre | 55° Premio Campigna
Cicli pittorici
di vite
Contigue
testo Sabrina Marin
Taglio del nastro con Philippe Daverio per il 55° Premio Campigna, che dedica un’ampia antologica al pittore Sergio Vacchi, tra i protagonisti del Novecento italiano. È un’intensa stagione artistica quella di Santa Sofia, paese dell’alto Bidente ormai celebre per il Premio Campigna, rassegna nazionale d’arte che quest’anno giunge
alla 55esima edizione. Il taglio del nastro, in programma domenica 27 ottobre alle ore 16, è affidato al critico d’arte Philippe Daverio. Evento parallelo al Premio è la mostra “Sergio Vacchi una vita contigua”, dedicata all’artista nato a Castenaso nel 1925, tra i più si-
gnificativi del Novecento italiano che partecipò a varie edizioni del Premio Campigna, aggiudicandosi il primo premio nel 1970 con l’opera “L’abbraccio del temporale”, scelta da una importante giuria composta, tra gli altri, da Francesco Arcangeli, Carluccio e Mattia Moreni. Questa nuova esposizione presenta cinquanta opere del maestro, le quali, con taglio antologi-
co, documentano il lungo percorso creativo, i grandi cicli pittorici (il
Sopra, Sergio Vacchi, La caduta di Icaro, 2001, smalto e colori metallici su tela (foto di Roberto Testi, FotoStudio ’56, Siena)
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Concilio, Federico II, il Pianeta, Galileo, le stanze di Nekya), fino agli approdi degli anni 2000, di cui fa fede il monumentale catalogo generale dell’opera, curato dallo storico dell’arte Enrico Crispolti. Nel primo periodo di Vacchi si coglie l’impegno sociale in relazione ad una tensione formale di stampo neo cubista, superata poi dal naturalismo degli anni successivi. Tra gli anni Cinquanta e Sessanta l’artista si confronta invece con i temi e le tecniche informali, tanto che lo storico dell’arte Francesco Arcangeli lo inserì nel gruppo degli “Ultimi Naturalisti”. Da sempre impermeabile alle influenze pop, in voga dal 1964, il suo percorso artistico approda ad una ricerca personalissima che si condensa nella “pittura di storia”, in cui è analizzata la tematica del potere, con l’occhio rivolto agli stilemi dell’arte del passato, in particolare all’arte barocca. È in questa fase che prendono vita i tre grandi cicli sul potere: quello ecclesiastico (il Concilio, 1962), quello storico (Federico II Hohenstaufen, 1966) ed infine la tematica scientifica (Galileo Galilei semper, 1966). Nelle opere di Vacchi della fine anni Sessanta e Settanta affiora la dimensione del sogno, in cui personaggi enigmatici rimandano alla sfera simbolica e metafisica. IN
F o r l ì - C . s o d e l l a R e p u b b l i c a , 124 - Te l . 0 5 4 3 2 6 0 0 8 - F a x 0 5 4 3 3 9 0 9 8 - o t t i c a - g h e t t i @ l i b e r o . i t
Scrivere | Mario Biserni
La formula della
Felicità
testo Serena Focaccia
Mario Biserni nel suo nuovo libro sfida il lettore a riconoscere i semi della gioia nella propria vita, partendo dalla premessa, tanto semplice quanto ardua, che tutti hanno diritto al loro spicchio di felicità.
Non parte con una domanda da poco Mario Biserni - nativo di Rocca San Casciano, fondatore della Bipres e molto attivo nel volontariato e nell’associazionismo forlivese - quando interroga il lettore in maniera diretta nel titolo del suo ultimo libro: “E tu sei felice?”. È d’obbligo quindi l’interrogativo: perché affrontare un tema così de-
Chi può dirsi felice? “E tu sei felice?” (Edizioni IN Magazine Autori) racconta una storia lieve e insieme drammatica, in cui si parla di felicità, ma anche di vita e delle scelte, grandi e piccole, che danno un indirizzo all’esistenza e ci indicano un percorso. La protagonista è la giovane Maria Stella con i suoi sogni infranti e i suoi errori, ma in controluce appare sempre la presenza dell’autore che riflette insieme al lettore e fa di questa storia un apologo moderno sulle vie che portano le persone a rinunciare o ad accettare le promesse di felicità della vita. E al termine del libro Mario Biserni propone una sua personalissima “scala della felicità” in cui ragiona sui gradi che portano dalla pace alla beatitudine, passando per tutte le possibili declinazioni esistenziali, perché, come scrive Lubiano Montaguti nella prefazione, “felicità è saper cercare il bene che c’è nella vita quotidiana”.
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licato e inafferrabile come quello della felicità?
“Era importante per me fermarmi a riflettere sulla società attuale, sulla digitalizzazione delle nostre vite che io considero sfrenata. Tutta questa modernizzazione ci rende più felici? Secondo me no. Volevo esprimere la mia protesta interiore a questa situazione, con la consapevolezza che la mia è una voce ‘non allineata’ rispetto al sentire comune. La seconda ragione di questo libro è il desiderio di comunicare un messaggio positivo: cercare la felicità è diritto di ognuno di noi e se il mondo che ci circonda non ce la dà, dobbiamo protestare.” Mario Biserni non è nuovo alle stampe e dal 2009 ad oggi ha pubblicato diversi libri (autobiografici e non), ma come è nata questa passione per la scrittura?
“Ho sempre avuto l’abitudine di annotare impressioni e riflessioni su quello che mi capitava. È scoccata poi la ‘scintilla letteraria’ con ‘Vai piano e vola basso’, una raccolta di detti romagnoli in cui mettevo ‘il dito nella piaga’ ma con ironia, un modo di affrontare la vita che sento particolarmente mio. Le mie storie partono sempre comunque da un’esperienza reale, perché mi piace affrontare argomenti concreti e non possiedo lo spirito di immaginazione per inventare storie.” Anche in “E tu sei felice?” si parte da una storia di vita che dà lo spunto per considerazioni e riflessioni su cosa sia veramente ciò che porta felicità nella vita...
“La mia esperienza di venticinque anni negli scout mi ha insegnato valori importanti da perseguire come l’onestà, la fratellanza e il rapporto con la natura; sono stati anni fondamentali per riflettere sulla felicità e il senso della vita. I momenti felici sono passeggeri e fragili, però possiamo provare a fare una ‘somma’ di questi istanti per fare un bilancio della nostra felicità. La mia somma oggi è senza dubbio positiva!” IN
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Generali ina assitalia
fiducia BEN RiPOSTa, fONdaTa Sulla NOSTRa PROfESSiONaliTà NuOvI spazI peR GlI uFFICI FORlIvesI IN vIa COlOmbO, puNtO dI RIFeRImeNtO peR le FIlIalI dI FORlImpOpOlI, pRedappIO, meldOla e saNta sOFIa
Fabrizio Flamigni e Gianluca sicurativo, nasce dall’unione di Generali e INA Un’assicurazione eccellente non può non aveRasi, due agenti super alla Assitalia. Il gruppo Generali ha avuto origine re agenti eccellenti. Questo è in sintesi ciò che guida dell’Agenzia di Forlì nel 1831 a Trieste (a quei tempi austriaca); poi identifica l’Assicurazione Generali Ina Assitanel 2000 ha accorpato le attività assicurative lia di Forlì, condotta e coordinata dai due agendi Ina Assitalia, a loro volta unite dal 1927 in un unico pacti generali Fabrizio Flamigni e Gianluca Rasi. Non solo chetto azionario. Nel 2006 le compagnie si sono fuse in un colleghi operativi in totale sinergia, ma anche amici nella vita. unico ente. Oggi il Gruppo Generali è al primo posto nel Flamigni e Rasi operano in modo instancabile per dare un sermercato assicurativo in Italia, al secondo in Germania e vizio di qualità ai clienti e si sono impegnati anche per realizin Francia, e vanta posizioni di rilievo in tutti i paesi europei, zare una bella ed ampia sede all’agenzia, oltre ad aver manperché è uno dei gruppi più efficienti e saldi nel mondo. tenuto in toto l’organico presente senza precludere l’attività Una grande sfida, dunque, per l’Italia e anche per Forlì. Così lavorativa ai numerosi dipendenti e consulenti. Il 5 settembre pensano i due soci forlivesi Flamigni e Rasi, perfettamente in scorso sono stati inaugurati in via Cristoforo Colombo linea con gli obiettivi fondamentali che animano la compagnia, 28 i nuovi e luminosi spazi di 350 metri quadri di supercome la correttezza, la competenza, la responsabilità e l’ottificie per gli uffici, che sono anche luogo di riferimento dei mo rapporto coi clienti. Una compagnia assicurativa che si è punti vendita di Forlimpopoli, Predappio, Meldola, Santa Sofia. sempre distinta per serietà e qualità. “Abbiamo ritenuto positiva l’ubicazione della sede in questa “Non a caso - aggiunge sorridendo Gianluca Rasi - nelle Assizona - spiega Fabrizio Flamigni - perché si trova a pochi passi curazioni Generali lavorò, dopo la laurea in giurisprudenza nel dal centro. Inoltre è un luogo che offre comodi parcheggi. A 1906, il celebre scrittore Franz Kafka!”. noi, però, interessa soprattutto il rapporto di fiducia coi clienti: Fabrizio Flamigni e Gianluca Rasi collaborano assieme dal a loro è diretta la nostra massima attenzione nel presentare 2007 come agenti generali in Fondiaria-Sai, gestita storicacon professionalità e precisione i prodotti di Generali Ina Assimente dalla famiglia Flamigni. Poi la svolta. Lo scorso anno talia”. Il nome, in verità assai complesso, di questo gruppo as-
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è stato loro proposta la gestione del marchio Generali Italia (divisione Ina Assitalia). Proposta accettata, perché rappresentava qualcosa di più ampio, ossia un gruppo importante in cui poter mettere a frutto competenze maturate negli anni con estrema cura verso i bisogni dei clienti. Entrambi iscritti all’albo, esperti e precisi a cogliere tutti i messaggi proposti dalla compagnia con un’attenzione rivolta a tutto ciò che è innovativo - sempre però all’insegna della sicurezza delle persone e delle aziende - i due agenti trattano tutti i tipi di assicurazioni: dalla polizza RCA a quella sulla vita, dalle polizze finanziarie
a quelle sanitarie, da quelle sui beni immobili agli infortuni o malattie. Ovviamente senza escludere l’area investimenti. “I nostri consulenti – precisa Flamigni - hanno tutte le competenze necessarie per offrire al cliente piani di investimento personalizzati che rispondono alle diverse esigenze delle famiglie, ma anche dei singoli e delle aziende. Piccole o grandi che siano”. “La nostra azienda - conclude Gianluca Rasi - ha qualità e potenzialità enormi e noi cerchiamo di fare tutto il possibile per mantenere alto il suo prestigio”.
Uno degli uffici dell’Agenzia forlivese di Via Colombo dove operano i collaboratori di Flamigni e Rasi
Generali Ina assitalia Via Cristoforo Colombo, 28 Forlì (FC) - Tel. 0543 35216 - 35505 Orario: lun - gio, 8.30 - 12.30 / 15.00 - 18.00 ven 8.30 - 12.30 / 15.00 - 17.30 Chiuso sabato e domenica www.inaassitalia.it - agenzia_037@inaassitalia.generali.it
Percorrere | La Ravegnana da Forlì a Ravenna
La strada
lungo il
Fiume
testo Andrea Casadio - foto Claudia Presti
Un pomeriggio d’autunno seguendo il percorso della via Ravegnana lungo quello che anticamente era il tracciato dell’acquedotto romano: un viaggio che è un concentrato di arte, storia e natura nel cuore della campagna romagnola.
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La pieve, il fiume e, a poca distanza, la Ravegnana, in procinto di stringersi ad esso in un abbraccio che si scioglierà solo alle porte di Ravenna. È senza dubbio da qui, dalla pace bucolica e appartata di Pieve Acquedotto, che vale pena iniziare il nostro viaggio nella storia e nella natura da Forlì a Ravenna lungo il percorso del Ronco. Una storia che nei nomi stessi di questi luoghi trova una sua sintetica ma chiara delucidazione e che ci parla di quando qui innalzava le sue arcate l’acquedotto romano che dissetava Ravenna con le acque dell’Appennino, e poi di quando - verso il 1100 - lungo il suo tra-
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gitto si inalveò definitivamente il vecchio Bidente. Il “roncare” (dissodare un territorio incolto) fu allora l’attività che iniziò a esplicarsi alacremente lungo le sponde del fiume, dandogli un nuovo nome e facendolo diventare la spina dorsale della riconquista di quelle lande selvagge al ripopolamento. Superata Pieve Acquedotto (ecco così svelata l’origine di questo singolare nome) e ormai gomito a gomito con il fiume, la strada corre larga e veloce nella campagna. A destra, oltre la sponda, scivola via l’abitato di Borgo Sisa, con la villa che fu dello scrittore Antonio Beltramelli. Dalla nostra parte, i casali
Sotto e in apertura, la pieve di S.Apollinare in Longana. A fianco, la chiesa di Durazzanino.
si susseguono fino alla comparsa del profilo svettante del campanile di Durazzanino e, poco dopo, del borgo di Coccolia. Questo, proprio al confine fra le due province, è un punto “strategico” nella geografia della pianura romagnola. Qui il canale di Ravaldino, provenendo da Barisano, si getta nel Ronco; qui, di conseguenza, venne costruito già nel Medioevo il mulino, che oggi, meccanizzato, ancora domina con la sua mole imponente l’abitato. Qui, infine, i percorsi si incrociano e si sovrappongono. Da una parte, oltre il ponte sul fiume, la strada verso il mare; dall’altra, quella verso S. Pietro in Trento e la campagna faentina.
Seguendo le anse del Ronco
Via Giorgini, 1 - Castrocaro (FC) Tel. e fax 0543 768037 seguici su
Al di là del ponte, la prima delle tante ville padronali dell’aristocrazia ravennate, l’Arrigoni-Della Torre, con le sue eleganti forme neoclassiche celate dal parco e il suo maestoso viale di pini che si addentra nella campagna. Al di qua, il complesso della villa Pasolini, nel secolo scorso una delle più importanti e moderne aziende agricole romagnole, formata da edifici costruiti in epoche diverse e anch’essa nascosta alla vista da un parco maestoso. A questo punto, a un occhio attento non sfugge un parti-
ORCIa NI
colare rivelatore: se prima il fiume scorreva in una sorta di “canyon” naturale, o al massimo protetto da spalti poco più che abbozzati sul piano di campagna, ora la strada corre su grandi argini che danno al viaggio una suggestiva visuale a “volo d’uccello”. Più che qualunque sanzione amministrativa, è il segno che un confine è stato superato e che siamo entrati nel territorio di Ravenna. È così che, dopo pochi chilometri, vediamo aprirsi una delle visioni più scenografiche di tutto il percorso, quella della settecentesca villa “Monaldina”, con l’elegante cancello in ferro battuto, il viale d’accesso fiancheggiato da statue e l’immancabile parco all’inglese a fare da degno coronamento all’insieme. Siamo ormai alle porte di un’altra borgata, Ghibullo, che nel suo stesso nome (dal tardo latino Gaibus, “conca”, “corso d’acqua”) ricorda
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la storia di queste terre. Come nel caso di Coccolia, anche a Ghibullo la presenza di un agglomerato non è casuale: il ponte che attraversa il fiume sulla destra in direzione di San Pietro in Vincoli e, poco dopo, l’incrocio con la strada che scende a sinistra verso Russi ci dicono che anche questo è un punto focale nella rete viaria di questo lembo di Romagna. Non a caso la piccola borgata, già sede di un punto di ristoro e osteria per i viandanti, fra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento ospitò anche una stazione del tramway Ravenna-Forlì, che correva appunto lungo il tragitto della Ravegnana. Dopo qualche chilometro, la visione della pieve di S. Apollinare in Longana, isolata in basso a poca distanza dalla piccola borgata omonima, ci riporta a quando le sue umili mura erano una delle poche presenze umane del territorio.
L’ingresso e uno scorcio di Villa Miserocchi.
Edificata presumibilmente intorno all’anno Mille, è un semplice edificio a navata unica, affiancato da un piccolo campanile a guglia conica. Subito dopo, i maestosi filari di pioppi cipressini annunciano l’ottocentesca villa Miserocchi, un tempo nucleo dell’azienda agricola della famiglia Ghezzo, un’azienda all’avanguardia nella sua epoca. Le sue inconfondibili case coloniche, con le facciate in mattoni e i nomi dei poderi scritti in rilievo, sono ancor oggi una delle presenze più caratteristiche della zona. La strada, quasi rettilinea, corre ora veloce verso Ravenna, su una campagna che forse non è più il “giardino” di un tempo ma è ancora verde, ubertosa e sostanzialmente risparmiata dalla speculazione edilizia altrove imperante.
Il sistema anti-aging che RIGENERA e RINGIOVANISCE per una pelle da favola
Scorci d’autunno e ville Dopo la chiusa di S. Bartolo, lo sguardo riesce forse a scorgere oltre il fiume la “colonna dei Francesi”, il pilastro di marmo a forma di spada eretto alla metà del ’500 a ricordo della celebre battaglia svoltasi in quei luoghi esattamente mezzo millennio fa. In questo punto, l’incrocio con la statale Adriatica segna l’ingresso nel primo confine funzionale e psicologico con la città. Ancora un paio di chilometri e, alle porte di Ravenna, il Ronco scioglierà il vincolo che a Forlì lo aveva legato alla nostra strada. Dopo l’unione con il “fratello” Montone, un nuovo, più vasto abbraccio lo attende nell’orizzonte dell’Adriatico. La strada giungerà a Ravenna nella caratteristica cornice di borgo S. Rocco, dove il “Portonaccio”, suo ideale punto di arrivo, aprirà al viandante l’ingresso agli ori e agli splendori dell’antica capitale. IN
L’acquedotto di Traiano I motivi di interesse di un percorso storico sul Ronco non sono solo a lato dei suoi argini, bensì anche dentro, per così dire, il suo stesso corpo. Quando il fiume è in secca è infatti possibile in alcuni punti veder affiorare dall’acqua quello che resta dei piloni dell’antico acquedotto. Costruito da Traiano e restaurato da Teodorico, esso assicurava il rifornimento idrico di Ravenna e Classe dalla zona di Meldola. Col tempo si incassò forse nei terreni soffici della pianura, tracciando così per il fiume una via di passaggio verso il mare.
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Suonare | Sacri Cuori
Il sound della
Terra
testo Serena Focaccia - foto Angela Anzalone
Una formazione tutta romagnola e una musica che fonde il folk dell’America di confine con il liscio, il popolare con il colto, il sacro col profano. È il sound dei Sacri Cuori, tra Venezia e l’Australia.
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Magazzino Parallelo a Cesena (per chi non c’è mai stato è un’esperienza da fare), una sera di metà settembre, i Sacri Cuori che provano: sarà la musica che gira intorno - come cantava qualcuno -, ma non può esserci cornice diversa e migliore per conoscere la band.
Antonio Gramentieri, fondatore del gruppo con un passato da giornalista prima del salto per dedicarsi full time alla sua musica, racconta e si racconta con passione e calma insieme: “Siamo in partenza per un tour di più di un mese, prima in Australia poi in Europa. È un mo-
angela schiavina andrea ferretti
Ricevimenti Matrimoni Lezioni di cucina Degustazioni Vacanze di gusto
mento importante per i Sacri Cuori, che chiude un ciclo di due anni molto impegnativo e pieno di soddisfazioni: più di trecentocinquanta concerti, l’uscita dell’album ‘Rosario’, le tante collaborazioni soprattutto internazionali e poi la colonna sonora per un film premiato al Festival del Cinema di Venezia.” Partiamo allora dalla cronaca recente, i Sacri Cuori sono reduci da un festoso “passaggio in laguna” insieme al cast e al regista, Matteo Oleotto, del film “Zoran, il mio nipote scemo”, pellicola che ha riscosso un notevole successo nella “Settimana della critica”, ottenendo una menzione speciale, e ha vinto il Premio del pubblico, il Premio dei Cineclub e il Premio “Schermi di qualità”. Un bel palmares per un regista esordiente e una bella soddisfazione per i Sacri Cuori che hanno composto la colonna sonora. “Per creare le musiche del film - racconta Gramentieri
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- ho iniziato facendo un sopralluogo con Oleotto nei luoghi del film (ambientato a Gorizia, ndr). Poi abbiamo registrato le melodie che ho creato con la chitarra seguendo le suggestioni che mi erano giunte dai posti che avevo visto, senza conoscere niente della sceneggiatura. Solo dopo ho letto lo script e abbiamo composto altri pezzi.
Alla fine molti fra i brani scelti dal regista erano quelli nati dal primo sopralluogo. È stato bello lavorare in estrema libertà, per un film che non risentiva di pressioni commerciali, e il successo di Venezia è stato davvero una felice sorpresa. Senza dubbio quella della composizione di colonne sonore è una strada che vogliamo continuare a percorrere.”
Sacri Cuori on stage Sacri Cuori nasce come una formazione aperta creata da Antonio Gramentieri, chitarrista e compositore, che racconta così le origini del gruppo: “Nel 2008 avevo pronto un album, ‘Douglas and Dawn’, e la casa discografica mi disse che era il caso di dare un nome al gruppo di musicisti e così nacquero i Sacri Cuori. Il nome s’ispira all’iconografia religiosa popolare del ‘Sacro cuore di Gesù’, un’immagine che mi ha sempre affascinato per la sua natura molto umana e poco divina.” Il nucleo del gruppo si è stabilizzato poi con Diego Sapignoli alla batteria e percussioni e Francesco Giampaoli al basso, che compone anche alcuni fra i brani che i Sacri Cuori suonano nei live; presenze ormai stabili sono anche Denis Valentini (al basso tuba e percussioni) e Francesco Valtieri (al sax baritono) approdato nel gruppo in occasione della registrazione della colonna sonora di “Zoran, il mio nipote scemo”. Dopo i successi cinematografici, l’album “Rosario”, la partecipazione a vari festival - tra cui “Trentino in jazz” e “Ravenna festival” - e l’attività di backin’ band per musicisti italiani e internazionali (Il Pan del Diavolo, Hugo Race, Richard Buckner, Robyn Hitchcock...), i Sacri Cuori chiudono il 2013 con il tour partito il 19 settembre da Brunswick in Australia e che li vede in scena prima per il pubblico australiano e poi in Europa fino a novembre.
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A fianco, i Sacri Cuori durante il concerto di saluto al Magazzino Parallelo prima di partire per il tour. A fianco, da sinistra Antonio Gramentieri, Diego Sapignoli e Francesco Giampaoli.
E senza dubbio la musica dei Sacri Cuori, tutta di pezzi rigorosamente strumentali, si propone come una naturale colonna sonora, viva di storie e personaggi che si fanno reali nel movimento suadente o evocativo dei suoni. I riferimenti musicali e anche culturali sono aperti e dichiarati: “Siamo una formazione tutta composta di romagnoli, ci siamo formati con la musica dell’America di confine, del Messico, con sonorità folk e blues. Confrontandoci con questi moduli musicali lontani abbiamo ritrovato elementi inconsci che arrivano dalla nostra terra, come il liscio, e li abbiamo rielaborati in una visione di sintesi che non vuole dare un’immagine nostalgica, da cartolina dell’Italia, ma una visione immaginaria e immaginifica, una musica ‘in dormiveglia’. I nostri riferimenti diretti sono i compositori di colonne sonore degli anni Sessanta e Settanta, cito Nino Rota per tutti. Con i nostri pezzi vogliamo sempre raccontare una storia,
creare una narrazione, senza virtuosismi tecnici fine a se stessi né pretese intellettuali.” E sono proprio storie quelle che si ascoltano nell’album “Rosario”, uscito da un anno per l’etichetta londinese Decor Records e con un ottimo riscontro di critica. Dopo il tour “agli antipodi”, si chiuderà dunque un ciclo. Quali le nuove prospettive che si apriranno per i Sacri Cuori? “Dopo due anni così intensi l’obiettivo per noi è alzare ancora il livello qualitativo. Vorremmo aumentare le presenze nei festival musicali, dove ci piace essere presenti con la nostra musica per
Musica che racconta abbattere gli steccati fra i generi. Senza dubbio vogliamo anche continuare a lavorare per il cinema e proseguire e aumentare le collaborazioni internazionali.” Intanto arrivano gli altri componenti del gruppo, il batterista Diego Sapignoli che suona con Gramentieri dal 2005 e ora seduto al tavolo tiene sulle ginocchia il suo piccolo Damiano di quasi due anni, il bassista Francesco Giampaoli, Francesco Valtieri e Denis Valentini. Una pausa prima di andare in scena, prima di raccontare le loro storie (e un po’ di se stessi) suonando. Hanno tutti gli occhi buoni di chi vive di musica e i gesti appassionati di chi la sente nel cuore. Poche volte nome di una band fu più azzeccato quanto quello dei Sacri Cuori. IN
Degustare | Claudia Bondi
Sangiovese mon
Amour
testo Alessandro Rossi
Vini di carattere ma sempre più raffinati quelli prodotti in Romagna. Così li descrive Claudia Bondi, sommelier giovane ma già molto esperta, vincitrice di alcuni tra i più prestigiosi concorsi nazionali e fondatrice di “Perle & Perlage”.
Claudia Bondi è aretina di origine, giovane, spregiudicata e vincitrice del Master del Sangiovese 2012, tenuto a Faenza. Le abbiamo chiesto di parlarci del suo rapporto con questo vitigno, se per lei è un compagno di vita o un amante momentaneo, visto che l’anno precedente ha vinto anche il Master del Nebbiolo, altro grande patrimo-
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nio genetico vitivinicolo Italiano. “Sono nata e cresciuta nella campagna toscana - racconta - in una zona praticamente equidistante da Arezzo, Firenze e Siena. Il Chianti era di conseguenza il vino ‘di casa’, ed è proprio nei paesi del Gallo Nero che serbo i ricordi della mia infanzia ed adolescenza. Per questo se dovessi descrivere il mio
rapporto affettivo con il Sangiovese non lo definirei né compagno di vita né flirt passeggero: si tratta piuttosto di una persona di famiglia, saggia e rassicurante ma non per questo priva di verve, come in genere sono gli zii preferiti. Con il Nebbiolo invece si è trattato di un’amicizia più adulta e ragionata, costruita nel tempo, e pure essa, ma
per ragioni diverse, indissolubile”. Cosa ne pensi del Sangiovese prodotto in Romagna?
“In prima battuta ho spesso individuato negli accordi di amarena ed in una golosa polposità il carattere dominante del Sangiovese di Romagna: il quale poi, pian piano, regala quasi sempre note di vivace morbidezza, che nelle interpretazioni più importanti porta in dote una persistenza al rabarbaro. Ne-
pubblico la nuova dimensione del Sangiovese di Romagna, che per fortuna anche in questa fase evolutiva ha mantenuto il suo carattere generoso e diretto, indossando però una veste più raffinata”. Da uno a dieci, dove posizioneresti l’asticella qualitativa dei vini di questa regione?
“Non è facile... Se devo proprio indicare un numero direi in prossimità del 7, con diverse cantine
Sangiovese, un vino generoso
grande fortuna: avere microaree non banalmente tracciate a tavolino ma peculiari tasselli che vanno a formare l’insieme. Da un punto di vista strettamente vitivinicolo penso che il limite sia ancora da raggiungere e quindi da identificare, proprio perché, nonostante la viticoltura sia presente in quest’area da tempo immemore, è relativamente da poco che è iniziato il confronto con i ‘big’ del settore. Ora non rimane che camminare sul sentiero già imboccato, e far conoscere i vini prodotti qui nel migliore dei modi”. C’è una zona o un comune che prefe-
gli ultimi anni il Sangiovese di Romagna ha mostrato una generale crescita qualitativa, con addirittura dei picchi in alcuni casi, grazie soprattutto ad un solido gruppo di cantine, formato in parte da nomi storici ed in parte da nuovi, che sta lavorando molto bene, con risultati figli di solide realtà che lavorano in maniera inappuntabile, seguendo delle visioni ben precise. Adesso è indispensabile compiere il passo successivo: far conoscere al grande
ormai stabilmente sulle vette dell’eccellenza e molte invece che, pur attestandosi sulla sufficienza piena, devono ancora crescere”. Secondo te la Romagna dove può arrivare qualitativamente parlando, e quali sono i limiti di questa terra?
“Per la maggior parte delle aziende i margini di miglioramento sono davvero molto ampi. Credo sia necessario puntare sulla valorizzazione dell’unicità di ciascuna Sottozona, poiché la Romagna ha questa
risci stilisticamente all’interno del territorio di produzione del Sangiovese Doc di Romagna?
“Ogni cantina è un organismo a sé stante, ma in Romagna ho una predilezione per i vini prodotti nell’area di Bertinoro”. Perché?
“Sono eleganti e voluttuosi, con tannini importanti che spesso preludono ad una notevole lunghezza nel tempo, e recano una traccia di mineralità che costituisce una sorta
Bere e farlo bene Per chi desidera muovere i primi passi nel mondo del vino e per chi desidera scoprire curiosità e consigli Alessandro Rossi, insieme a Vittorio Manganelli, ha pubblicato la nuova e originale guida “I segreti per bere bene” (Edizioni IN Magazine). In 52 schede utili e piacevoli tutti i segreti più interessanti: come degustare e descrivere un vino, come servire una bottiglia in tavola senza sbagliare, fino all’utilizzo del vino in cucina e all’abbinamento di un ottimo bicchiere con il cibo giusto. Non mancano inoltre preziose indicazioni su Doc, Docg e sulle principali zone vinicole italiane e del mondo. E per tutti gli amanti del bere bene la selezione dei 52 vini che vanno assaggiati almeno una volta nella vita, quelli da portare su un’isola deserta in compagnia di 52 citazioni letterarie a tema enologico.
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quale concorre poi anche per ambasciatore dello champagne nel mondo. È raro che i vitigni a bacca rossa come nebbiolo e sangiovese combacino con le bollicine.... ma ora possiamo dirlo! Da pochissimi giorni sei diventata ambasciatrice italiana dello champagne. Raccontaci anche questa esperienza.
di comune denominatore. Non per niente Bertinoro sorge direttamente sul cosiddetto “spungone”, arenaria calcarea con forte presenza di fossili conchiliferi, e gode di un microclima particolarmente propizio, accarezzato dalle brezze marine”.
ne e preferenza per rossi e bianchi permeati da una vena di freschezza, e ciò rappresenta uno stravolgimento di fronte molto deciso, dopo anni in cui il gusto esigeva calici più possenti”.
Come ti sembra che si stia evolven-
eletto un ambasciatore dello cham-
do il mondo del vino?
pagne per l’Italia (www.lesam-
“C’è una crescente predisposizio-
bassadeursduchampagne.com), il
Non tutti sanno che ogni anno viene
Questione di stile Claudia Bondi è nata nel cuore della campagna toscana sotto il segno del Sagittario e ora vive a Firenze, anche se il suo lavoro la porta spesso (e volentieri!) in viaggio. Dopo studi prima classici e poi economici e un passato nel mondo della moda è diventata sommelier, trasformando l’amore per il vino nella sua professione. Vincitrice dei concorsi nazionali “Nebbiolo Master” nel 2011, “Master del Sangiovese” nel 2012 e ambasciatrice dello champagne per l’Italia nel 2013, fondatrice e proprietaria di “Perle & Perlage”, lavora come wine-consultant e scrive per “Live in Magazine”. Ha un debole per cavalli, orologi e Francia.
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“Negli ultimi giorni è stato come salire su una giostra e ho realizzato solo adesso quello che è successo: l’avverarsi di un sogno e di un obbiettivo a cui puntavo da tempo e a cui mi sono preparata in questi due anni, con passione infinita e metodo. È un onore questa carica, che cercherò di adempiere al meglio. A fine ottobre si terrà poi la Finale Europea, dove mi confronterò con gli ambasciatori di altre nazioni come Francia, Gran Bretagna e Germania. Per scaramanzia preferisco non aggiungere altro al momento.” IN
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Creare | Onorio Bravi
Il teatro della
Memoria
testo Aldo Savini - foto Lidia Bagnara
La tensione emotiva di un tempo sospeso traspare in ogni opera di Onorio Bravi, artista poliedrico capace di trasformare immagini contingenti in scorci d’infinito.
Verso i 30 anni, alla metà degli Ottanta, Onorio Bravi, avvertendo l’esigenza di dar voce a quella passione che fin dall’infanzia occasionalmente si manifestava, decide di dare una svolta alla sua vita e di intraprendere la strada dell’arte. Non come dilettante. Dopo un periodo di collaborazione con l’artista ravennate Giovanni Strada, s’iscrive all’Accademia di Belle Arti di Ravenna e frequenta i corsi di incisione di Matteo Accarino, di scenotecnica di Koki Fregni, di pittura di Vittorio d’Augusta e del rumeno Radu Dragomirescu. Mentre completa la formazione culturale e artistica, realizza le prime sculture
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in ferro e acciaio e negli anni Novanta s’mpegna con il gruppo “carristi” di Massa Forese di Ravenna, come scenografo e modellista per l’allestimento di carri allegorici. Esperienza significativa, non solo per gli esiti quanto per la consapevolezza che l’improvvisazione vada ricondotta sistematicamente a un’idea stabile, a un progetto. Da questo momento inizia a lavorare per cicli e nuclei tematici strutturati, che consentono di sviluppare ed esprimere riflessioni per immagini, utilizzando soprattutto la pittura e l’incisione. La sua attenzione è rivolta al paesaggio, non per gli aspetti descrit-
tivi e naturalistici, quanto per la dimensione atmosferica in grado di accogliere e dare forza espressiva a situazioni e stati mentali. La
concezione dello spazio naturale, trasformato in spazio pittorico ed emozionale, è suggerita dalla breve quanto intensa esperienza in Algeria e dal ricordo vivo dei luoghi dell’infanzia sull’Appennino tosco-romagnolo. Così, le ambientazioni, tra il reale e l’immaginario, popolate da architetture geometriche fantastiche, arcate, case e torri dai volumi contorti, evocano un mondo originario, quello arcaico e primitivo delle pitture rupestri che il tempo non ha cancellato, e
si prestano come fondali di un teatro della memoria, in attesa che sul palcoscenico dell’immaginazione inizi la rappresentazione. Ma prima di tutto la scena e l’azione vanno create e costruite. Ecco allora l’inserimento di sagome umane delineate nella loro essenzialità. Spesso appaiono abbandonate e smarrite con le braccia alzate in segno di resa, oppure accovacciate e immobili, come se stessero aspettando qualche evento che oltrepassi il momento attuale. I ritratti, privi di ogni riferimento fisiognomico, nella loro evanescenza testimoniano una condizione esistenziale libera da condizionamenti, tanto che Bravi li considera
“frammenti di un unico grande ritratto, un autoritratto reiterato, forse un paesaggio dell’anima”. Lo sconfinamento oltre il dato realistico è reso da una pittura tenebrosa e notturna. L’indeterminatezza temporale è rafforzata dalla fluida pastosità cromatica e dagli accostamenti contrastanti dei viola, dei blu, dei rossi e dei gialli. Pur in assenza di vibrazioni solari non è una pittura fredda, anzi gli scorci luminosi di un chiarore lunare trasmettono calore ed energia. In particolare, i sempre più frequenti inserimenti fluorescenti, squillanti ed esplosivi, rendono le composizioni cariche di spessore sentimentale, tanto che Jauns nella presentazione della mostra “Momenti contingenti” lo definiva “seminatore di emozioni”, anticipando il titolo della recente mostra di Bagnacavallo. IN
Creatività a tutto campo Onorio Bravi è nato a Portico e San Benedetto (Fc) nel 1955. A 8 anni si trasferisce a San Zaccaria, dove tuttora vive. Compie studi tecnico-scientifici e inizia a lavorare come fabbro. Nel 1984 va in Algeria per alcuni mesi e lì decide di intraprendere la strada dell’espressione artistica. Si diploma in pittura all’Accademia di Belle Arti di Ravenna e inizia un’intensa attività creativa, che spazia dalla scultura al mosaico, dal disegno alla pittura e dalla scenografia all’incisione, in particolare alla xilografia. Espone a Casa Cini a Ferrara nel 2000, poi le personali al Palazzo dei Congressi a Ravenna nel 2003, di Campiano nel 2004, alla Biblioteca NacionalMinistero de Cultura a Madrid nel 2008; tiene mostre anche a Forlì, Portico di Romagna, Cesena, Bagnavacallo. In allestimento due personali per il museo Interreligioso della Rocca Vescovile di Bertinoro (10 novembre - 15 dicembre 2013) e per il Palazzo del Ridotto della Galleria Comunale d’Arte di Cesena (5 aprile - 4 maggio 2014).
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Incontriamo una giovane ed elegante imprenditrice forlivese, è Francesca Rambaldi, volto e spirito di Oggetti d’Autore, nella nuova sede dello showroom in Via Domenico Martoni a Forlì. Definirlo showroom del mobile di design sembra quasi riduttivo, infatti in una superficie di oltre 1.200 mq il visitatore può vivere la sensazione di una dimora, in cui sono esposti mobili frutto di studi di design accurato, che hanno fatto la storia del mobile italiano e internazionale. Il visitatore (come i titolari preferiscono definire i loro clienti) può vivere direttamente l’arredo di ogni ambiente della casa, partendo dalle cucine di Bulthaup, alcune di queste funzionanti, per poter testare con mano qualità e funzionalità del prodotto e vivere in anteprima quella che diventerà la cucina della
propria casa. Il marchio Bulthaup rappresenta l’eccellenza nel campo dell’arredamento della cucina, marchio mancante nel nostro territorio da diversi anni. Ma sono presenti anche cucine Dada e per l’arredo degli altri ambienti della casa vengono proposti i marchi Frau, Cappellini, Vitra e Molteni e tutto ciò che serve per creare ambienti di vita in cui trascorrere i migliori momenti. Oggetti d’Autore nasce nel 2004 come showroom di poltrone Frau per ufficio, da Frau ufficio si è passati alla decisione di arredare totalmente la casa; dal 2008 subentra poi Francesca Rambaldi che, insieme all’architetto Gloria Romboli, decide di donare tutta la sua competenza nel settore per proporre soluzioni di arredo di altissimo livello. Capire i veri bisogni del cliente è
l’obiettivo prioritario, la casa diventa il luogo fondamentale della persona e ogni suo spazio è caratterizzato da una funzionalità, per esempio la cucina può essere vissuta come un laboratorio. Per usare le parole di Francesca Rambaldi: “Noi desideriamo dare al cliente una mano prima ancora che la sua casa sia nata”. Come deve risultare per voi un ambiente elegante? “Un ambiente elegante deve essere studiato e al tempo stesso estremamente naturale, qualcosa di affascinante, ma non gridato, anche solo un ‘pezzo’ d’autore può rappresentarne lo stile. Il design non deve mai essere dozzinale né noioso, deve creare pezzi intramontabili come la Vanity Fair di poltrone Frau, sempre uguale dal 1929, che è l’esempio perfetto di un ‘pezzo’ che fa la differenza, che dona quell’eleganza giusta e sobria in qualunque circostanza. Per Oggetti d’Autore la casa deve essere il leitmotiv della vita del suo occupante, deve rappresentare la canzone del cuore, la melodia che ognuno eleva a colonna sonora del proprio stile di vita. Un servizio di ottima progettazione e la soddisfazione del cliente sono i migliori ambasciatori del nostro approccio.”
Che cosa dovrebbe cambiare nella mentalità delle persone perché il mobile diventi oltre che una forma d’investimento anche una forma d’arte? “Per prima cosa la comunicazione, ma soprattutto la soddisfazione del cliente, che consideriamo il nostro mentore, colui che ci sta dando fiducia e deve capire che questa è ben riposta. Il nostro obiettivo è la soddisfazione del cliente, in primo luogo per una questione di riconoscenza nei suoi confronti.” L’organizzazione dello showroom infatti trasmette una sensazione di estrema accoglienza, ci si sente come ospiti di una casa, la visita può essere guidata e anche libera e tutto risulta organizzato per creare ambienti di arredo con soluzioni facilmente comprensibili... “Noi mettiamo i grandi marchi al servizio delle esigenze del nostro cliente: Oggetti d’Autore si contraddistingue senza dubbio per i marchi, ma la nostra volontà è quella di farci riconoscere per il nostro servizio. Siamo come il costumista dietro alle quinte, per noi i protagonisti sono i nostri clienti, sul palco sono loro che salgono, noi assistiamo la loro idea.”
Grandi marchi per soddisfare ogni esigenza del cliente e creare ambienti di classe.
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Abitare | Attico di cittĂ
L’eleganza del
Comfort
testo Annalisa Balzoni - foto Giorgio Sabatini
Ampie metrature permettono di utilizzare al meglio gli spazi in questo attico di città . Dalla zona per il brunch a quella per la lettura, dall’hammam alla palestra.
A ridosso del centro storico di Forlì siamo ospiti di una giovane famiglia, che ci ha aperto le porte della propria dimora. La nostra guida è lo stesso progettista, l’architetto forlivese Giancarlo Gatta, titolare dello Studio di Architettura Nerodichina, che ha curato la disposizione degli interni, dando particolare rilievo all’illuminazione, parte fondamentale e integrante all’interno di un piano architettonico, troppo spesso trascurata. Di recente costruzione, l’attico sorge in una zona residenziale e prende vita dall’unione di due unità immobiliari, sviluppandosi su un doppio livello: l’ultimo piano della
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palazzina e annessa zona mansardata, attorniata da ampi terrazzi destinati a giardini pensili e zone ludiche. Di impronta moderna e lineare, l’attico risponde alle esigenze di una giovane famiglia di oggi, ogni ambiente risulta all inclusive, sobrio e al tempo stesso di gran gusto. Le ampie metrature sia per la zona living sia per quella notte soddisfano l’occhio del visitatore, che riesce a captare l’idea progettuale nata per garantire e donare tutto il confort che dovrebbe racchiudere lo spazio in cui si vive. L’idea progettuale prende vita dalla volontà di avere un’ampia zona giorno il più possibile aperta, sen-
Sotto e in apertura, due inquadrature dello spazio living e cucina. A sinistra, la zona dedicata a relax e lettura.
za separare fisicamente i vari ambienti, per farli apparire come un ambiente organico e unico sia per scelta di arredo sia per scelta di finiture; infatti un elemento di congiunzione e di dialogo in tutto l’appartamento è rappresentato dall’elegante pavimentazione, un parquet a listoni di color grigio fornito da Italy Professional parquet. Nella cucina di colore bianco, realizzata su misura da 3B Arredamenti, si è scelto di dialogare con l’ambiente living realizzando un lungo tavolo nel quale è inserito il piano
Scelte sobrie ed eleganti cottura. Dalla zona cucina il dialogo prosegue, senza confini, con la zona arredata e sapientemente illuminata destinata agli incontri e agli aperitivi con gli amici o a spuntini veloci; vi è anche un angolo destinato al relax e alla lettura, semplicemente ed elegantemente creato da librerie lineari e da una bellissima chaise longue in cavallino. Per valorizzare la cucina monocromatica, in sostituzione del classico rivestimento con ceramiche a parete, si è utilizzata una resina color antracite, realizzata dalla ditta forlivese Venerom con cura sartoriale; l’utilizzo sempre più frequente delle resine si deve, oltre alle
Il bagno padronale con la doccia dotata di cromoterapia.
incredibili doti di durevolezza, soprattutto ad una rara capacità di “arredare” l’interno e di renderlo unico, infatti la resina articola il suo carattere a seconda che venga giocata su accordi tonali, materici ed eleganti, o al contrario su ampie e contrastate gamme cromatiche che conferiscono agli ambienti un tono originale ma soprattutto elegante. Altro elemento di arredo e di congiunzione tra gli ambienti è rappresentato dalla scelta dei corpi illuminanti, scelta che è ricaduta su Viabizzuno, azienda leader nel campo dell’illuminazione, che raccoglie intorno a sé esperienza, conoscenza e ricerca: troviamo faretti ad incasso nella controsoffittatura in cartongesso, le vele, gli spot, la bacchetta magica nella zona “hammam” e i segnapasso a bassa intensità lungo i disimpegni e lungo il vano scala. Spicca nella zona living un grande lampadario di impronta classica reinterpretato in chiave moderna color rosso
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di Murano, che dona all’ambiente un tocco di vivacità. Sempre sulla zona giorno si affaccia il doppio volume della zona mansardata destinata al confort. La zona notte, posizionata sullo stesso livello di quella giorno, è rappresentata dall’intimità delle camere da letto, collegate da un corridoio lineare illuminato con punti luci di bassa
con una scala interna in cui si è utilizzato lo stesso tipo di parquet della pavimentazione, troviamo un “hammam” privato. Sempre più spesso nasce la necessità, da parte di molte persone, di regalarsi un locale all’interno della propria abitazione dove rigenerarsi dallo stress e dalla routine della vita moderna. Si è dato vita così a un
Spazi dedicati al relax fisico intensità, che sembrano annunciare al visitatore l’ingresso alla zona destinata al riposo. Bello il bagno padronale con sanitari forniti da Visani, ove spicca l’utilizzo di resine sempre realizzate da Venerom e zona doccia con cromoterapia. Per gli arredi, si è integrato parte del mobilio già in possesso dei proprietari con nuovi elementi dallo stile sobrio e “silenzioso” come il bellissimo divano di Cierre. Al piano superiore, a cui si accede
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Farmacia VillaFranca Il bello dI stare bene ZonA ReLAx Con deguStAZione di tiSAne, unA CAbinA eStetiCA peR tRAttAMenti ViSo e CoRpo, CoRSi A teMA e un’AReA gioCo peR bAMbini
Quando nacque, 26 anni fa, non era che un piccolo salottino di 15 metri quadrati riadattato, ora Farmacia Villafranca è un vero e proprio presidio sanitario di comunità, che all’interno dei 225 metri quadrati soppalcati della nuova sede di via Lughese 256 offre ai clienti e in primo luogo a quelli delle frazioni del forese forlivese e ravennate, un ampio ventaglio di trattamenti, servizi e corsi dedicati alla cura del corpo e della salute. Da quel lontano 1987 ad oggi sono cambiati gli spazi ma non è mutato affatto lo spirito che muove
Carla Roncaglia, Sandra Rossi, Chiara Modena e Alessandra Mainetti. Nel lavoro, le quattro farmaciste usano sempre un principio attivo che non compare in etichetta: la passione per la propria professione. La nuova sede di Farmacia Villafranca, servita da un ampio parcheggio dotato anche di posti “rosa” dedicati a giovani madri e donne in dolce attesa, è stata inaugurata lo scorso 24 giugno. Si è trattato di un investimento significativo in questi anni di crisi, voluto e portato a compimento proprio per sfidare la difficile
congiuntura, per venire incontro alle sempre più diversificate esigenze dei cittadini e alle risposte puntuali che una farmacia al giorno d’oggi può loro offrire. Non più solo vendita medicinali, infatti, ma una vasta fornitura e una consulenza specializzata su prodotti cosmetici, omeopatici, pediatrici, sanitari, fitoterapici, veterinari, per una corretta dieta alimentare e per la pratica sportiva. A marchio Farmacia Villafranca vengono poi realizzate sia una linea cosmetica con principi attivi di ultima generazione, con alte concentrazioni e con estrema attenzione rivolta all’uso e alla scelta di conservanti e profumi, sia una linea di integratori naturali che utilizzano principi attivi titolati e standardizzati. Non solo: negli accoglienti e spaziosi locali interni, è presente un’area dedicata al gioco dei bambini, una zona relax con possibilità di degustare tisane, una cabina estetica per trattamenti viso e corpo realizzati, in collaborazione con aziende cosmetiche quali Nuxe, Caudalie e Darphin, da estetiste professioniste. L’esercizio di via Lughese, inoltre, permette autoanalisi ed esami diagnostici, comprese spirometria, tonometria, impedenziometria e valutazione del rischio osteoporotico, garantendo settimanalmente e su richiesta la presenza di una psicologa-psicoterapeuta, una fisioterapista specializzata in osteopatia, una podologa e un tecnico ortopedico. Numerosi anche i corsi gratuiti a tema organizzati su prenotazione avvalendosi della consulenza di professionisti, il cui programma è consultabile sulla pagina facebook “Farmacia Villafranca Forlì” e visibile in bacheca nella stessa farmacia, aperta al pubblico ogni mattina e pomeriggio dal lunedì al venerdì (8,15 – 12,45 e 15,30 – 19,30) e al sabato sino alle 12,45.
Servizi a tutto tondo per salute e benessere nella nuova sede in via Lughese, realizzata da Brains s.r.l. su design dell’architetto Elisa Nardini.
Farmacia Villafranca Via Lughese 256, 47100 Forlì (FC) Tel. 0543 764800 Facebook: Farmacia Villafranca Forlì
Farmacia VillaFranca
Leggere | Coffee Makers
L’enciclopedia della
Caffettiera
testo Sabrina Marin
Il libro più completo mai scritto sulle origini e la storia della caffettiera. È “Coffee Makers Macchine da caffè”, firmato da Enrico Maltoni e Mauro Carli.
Dopo un viaggio durato due anni in giro per il mondo, Enrico Maltoni e Mauro Carli, collezionisti di macchine da caffè, hanno creato una vera e propria “enciclopedia della caffettiera” editata dalla Collezione Enrico Maltoni, la più grande raccolta al mondo di macchine da caffè espresso made in Italy. Ben 2.700 immagini, 2.080
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descrizioni tecniche e numerosi testi divisi nei vari periodi storici con testi in italiano e inglese, il tutto corredato da documenti originali d’epoca (brevetti, cataloghi, manuali, cartoline pubblicitarie, schemi di funzionamento) e dettagliate didascalie tecniche. Il libro documenta 400 anni di storia, partendo dalle origini della nera bevanda - con i suoi complicati cerimoniali e i semplici utensili - fino ad arrivare alle macchine espresso elettriche di oggi. Ad accomunare i due autori è la passione per il caffè e il compleanno: Enrico Maltoni, oggi stabilitosi a Verucchio (RN), è nato a Forlì il 2 dicembre 1970; Mauro Carli, progettista edile, è nato a Cecina (LI) il 2 dicembre 1961. Entrambi studiosi e collezionisti, sono veri e propri guru in questo campo: Maltoni nel 2001 ha pubblicato il libro “Espresso made in Italy 1901-1962” che vanta ad oggi tre ristampe e novemila copie vendute. È coautore de “Il libro completo del caffè” (De Agostini editore, 2005) e suoi contributi compaiono anche ne “Il Caffè” (Giunti editore, 2009). Nel 2009 ha scritto “Faema Espresso 1945-2010”;
nel 2012, in collaborazione con il Gruppo Cimbali, ha inaugurato a Binasco (Milano) il MUMAC, il più importante museo al mondo dedicato alla storia e alla cultura della macchina espresso da bar. Carli colleziona macchine da caffè d’epoca ad uso domestico da oltre 20 anni. L’interesse per il disegno industriale e per la ricerca - stimolato dagli studi universitari presso la Facoltà di Architettura di Firenze - lo ha portato ad affiancare al collezionismo lo studio storico e iconografico di brevetti e trattati sull’argomento, in particolare quelli pubblicati nel XIX secolo. Nel 2014 “Coffee Makers” diventerà una mostra temporanea itinerante, con una significativa panoramica di caffettiere storiche illustrate nel volume. Saranno esposte molte caffettiere rare, dalle “Turche” alla locomotiva “Toselli”, dalle macchine a leva della Faema alla Moka Bialetti, sulle quali gli autori non mancheranno di svelare tante piccole curiosità. “Coffee Makers” è una ricerca che si aggiorna di continuo, regalando sempre preziose novità attraverso il sito www.coffeemakers.it IN
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Moodus ArredA Idee e progettI su mIsura Professionisti del settore Pronti A soddisfAre le esigenze dei coMMittenti, dAl Progetto Al lAvoro finito
Ph. Olimpia Lalli
Come far coincidere in modo armonico l’idea iniziale col prodotto finito? Una domanda dalla non facile risposta, vista la difficoltà di far viaggiare su un unico binario un progetto e la sua realizzazione. Quando queste due parti stentano ad incontrarsi si generano complicazioni, incomprensioni, insoddisfazioni. Non solo per il committente: anche per i progettisti è molto dura arrendersi a compromessi. Per tenere insieme questi due fondamentali aspetti, senza discrepanze, è nato un percorso comune, pensato per seguire ogni momento del processo creativo. Si tratta di MoodUs Arreda, una realtà dove progetto e realizzazione si fondono per dar vita a spazi sempre diversi, personalizzati e curati in ogni dettaglio. “Ho deciso di far evolvere la mia figura di libera professionista - spiega l’interior designer Nicoletta Gentili - in qualcosa di più strutturato e complesso creando, insieme ad altre figure specializzate, una realtà che aggiunge valore alla mia professione, offrendo al cliente un percorso finito che parte da un’idea che diviene progetto, da un disegno che si sviluppa in realtà. Nicoletta Gentili svolge la sua professione dal 2003, dopo aver concluso gli studi all’Istituto Europeo di Design di Milano. Alle spalle ha una già corposa collaborazione con studi di architettura di Milano, Bologna e Forlì; dal 2009 svolge l’attività di libera professionista a Forlì, seguendo progetti per committenti privati e collaborando con aziende specializzate nella progettazione di locali pubblici. Un mix equilibrato di funzionalità ed originalità caratterizzano il suo stile, espresso at-
Ph. Olimpia Lalli
Ph. Olimpia Lalli
traverso linee e forme sperimentate e reinventate, per creare ambienti sempre nuovi e personalizzati. ”Al di là delle tendenze e delle mode che inevitabilmente influenzano il gusto – afferma - ogni spazio deve avere sempre alla base un concetto, un filo conduttore che riporti qualunque idea, dalla più semplice alla più bizzarra, alla persona che ne fruirà”. Su questa linea si muove MoodUs Arreda, interpretando le esigenze estetiche e funzionali dei committenti sia nel settore privato sia in quello dei locali commerciali (HO.RE.CA). La ristrutturazione di un appartamento o la creazione di un mobile su misura, la realizzazione di un ristorante, di un bar, di un ufficio: sono i campi in cui si muove questo studio, grazie ad un team specializzato che segue ad ogni passo il lavoro, approfondendo ogni aspetto del progetto. La forza dell’artigianalità unita a quella della tecnologia permette di mostrare ai clienti il lo-
cale “finito” ancor prima di aver deciso come realizzarlo, grazie ai software utilizzati in fase di progettazione; nelle fasi costruttive si possono anche toccare con mano gli arredi, apportando correttivi e modifiche eventuali. Lo studio in vetrina di MoodUs Arreda è un luogo semplice ed accogliente dove il committente può esprimere liberamente i propri gusti e desideri, che i tecnici specializzati tramuteranno in un progetto concreto realizzato su misura. Lo studio si avvale di esperti aggiornati sulle ultime tendenze, materiali di ultima generazione e unicità artigianali, oltre che di tecnologie avanzate per la realizzazione dei prodotti. Lo spazio dove si vive o si lavora, d’altronde, necessita di una cura e di un’attenzione particolare fin dalla sua progettazione e da come si definisce lo spazio, per arrivare poi alla sua perfetta realizzazione. Disponibili per preventivi e consulenze, MoodUs Arreda ha sempre un’idea su misura. L’interior designer Nicoletta Gentili svolge la libera professione a Forlì dal 2009, lavorando per committenti privati e collaborando con aziende specializzate nella progettazione di locali pubblici. www.nicolettagentili.it
MoodUs Arreda Ph. Olimpia Lalli
Via Marsilio da Padova 24, 47122 Forlì Tel./fax: 0543.796211 - Cell. 349.0691244 www.moodusarreda.it - info@moodusarreda.it
Lavorare | Coworking
Quando lo spazio è
Condiviso
Inaugurato il 26 settembre negli spazi di Forlì Self Storage il nuovo servizio di coworking, per fare network lavorando.
Per innovare costantemente le proposte per i clienti, ricercando soluzioni originali e flessibili alle più svariate esigenze, Forlì Self Storage ha scelto di aderire al network Cowo (coworkingproject.com) ed ampliare la sua gamma di servizi. Da oltre un anno infatti la società Self Storage Romagna srl mette a disposizione di privati e aziende box di diverse metrature in cui è possibile depositare qualsiasi tipologia di merce; offre inoltre salette per riunioni e aule formazione, caselle MailBox per il domicilio postale, piazzole esterne per auto e camper. A questi servizi si aggiunge un’altra giovane idea americana, il coworking, che vede la sua nascita nel 2005 in California: si tratta della condivisione di uno spazio di lavoro da parte di professionisti attivi in settori diversi, che vi operano in autonomia. Il coworking si ri-
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volge quindi a persone orientate al networking, cioè alla conoscenza reciproca, alla partecipazione ad eventi, alle conversazioni online. In particolare il Cowo è il network di spazi di coworking fondato in Italia nel 2008 da Massimo Carraro, composto oggi da 80 uffici condivisi in 49 città. Gli spazi Cowo sono caratterizzati da flessibilità operativa (si può usare lo spazio anche per un solo giorno) e sostenibilità economica. Dal 26 settembre Forlì Self Storage, attivando questo nuovo servizio di coworking, apre nuove opportunità, prevedendo convenzioni con le associazioni di categoria e gli ordini professionali per facilitare l’ingresso dei giovani imprenditori e professionisti al mercato del lavoro. Nel corso dell’evento di presentazione dell’iniziativa, tenuta a battesimo da Marika Mambelli di Forlì Self Storage e Massimo Car-
raro fondatore del network Cowo,
il presidente della Camera di Commercio di Forlì, Alberto Zambianchi, ha espresso la sua soddisfazione per la nuova attività, sottolineando che “è un progetto molto utile per tante categorie di piccoli imprenditori e in più ha il valore aggiunto della rete Cowo”. Anche l’assessore allo Sviluppo economico del Comune di Forlì Maria Maltoni è intervenuta commentando: “Sia il mio assessorato che quello alle politiche giovanili si stanno interessando al tema del coworking per cercare di capire come l’ente pubblico può essere utile a supportare e sviluppare questo tipo di esperienza.” Apprezzamento all’iniziativa è arrivato anche da Roberto Faggiotto, segretario di Confartigianato: “È un’opportunità in più da favorire e va apprezzato lo sforzo di Self Storage per portare a Forlì un elemento di novità.” IN
Scegli TIM Special Full a 15€/mese. L’offerta è attivabile da TUTTI i Clienti For lì - V.le Manzoni, 14 tel. 05 4 3 3660 0 - fax 05 4 3 36605