Faenza
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Anno XIII - N. 1 - maggio - giugno 2014
Stefano
Pucci
Conservare la passione
Ilaria Iacoviello L’attualità che si fa storia Davide Cassani Una vita in sella Playback Theatre Tante storie sulla scena
Sommario
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4 Annotare Brevi IN 14 Essere Ilaria Iacoviello 20 Essere Stefano Pucci 28 Dirigere Davide Cassani 32 Raccontare La Settimana rossa 36 Investire Imprenditori in Riviera
| EDITORIALE di Andrea Masotti |
40 Improvvisare Playback Theatre 44 Giocare Romagna Rugby Football Club 48 Inscenare Ravenna Festival 51 Celebrare Centro Relazioni Culturali 54 Creare Enzo Tinarelli 58 Pubblicare “Bluemasters”
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Ilaria Iacoviello, partita da Ravenna ed oggi giornalista di Sky Tg24, apre questo numero di IN Magazine. Da intervistatrice ad intervistata, racconta la sua esperienza tra i terremotati de L’Aquila e nelle basi militari in Afghanistan. Guarda verso il mondo anche Stefano Pucci, altro personaggio di copertina, che alla guida dello storico gruppo di Lugo racconta sfide e prospettive della sua azienda alimentare. Davide Cassani, nuovo Ct della nazionale ciclismo, ci porta verso i vertici dello sport italiano, mentre torniamo nel cuore della storia ravennate con la Settimana rossa, evento che cento anni fa scosse la città e i paesi
circostanti. Da ieri a oggi, ci spostiamo quindi verso il mare con alcuni imprenditori che, partiti dall’entroterra, hanno dato vita a fiorenti attività in riviera. Passiamo poi al teatro d’improvvisazione con il gruppo dei Playback Theatre, mentre ci tuffiamo nello sport con i giocatori del club Romagna Rugby Football, fucina di campioni grazie all’intensa attività con i bambini. Parliamo di arte con Enzo Tinarelli e di poesia con Walter Della Monica e il Centro Relazioni Culturali da lui fondato; di musica con il Ravenna Festival e di moda con “Bluemasters - Innovation in Denim”, volume che racconta la storia del jeans. Buona lettura!
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Chiuso per la stampa il 30/05/2014
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Annotare | Brevi IN
Ravenna Festival canta le Trincee
Mauro Fresa con Alfa Garavini Ravenna - Nella foto dell’articolo “Ripartire dall’Olimpia”, pubblicata sul numero di marzo-aprile del Ravenna IN, è stato erroneamente indicato il nome della persona a fianco di Alfa Garavini, storica presidente dell’Olimpia Teodora. Alfa Garavini è qui attorniata da Maria Teresa Arfelli e Mauro Fresa, e non Giovanni Mingazzini come erroneamente riportato nella didascalia. Ce ne scusiamo con gli interessati.
Ravenna - Ravenna Festival festeggia i suoi 25 anni con lo spettacolo “Le trincee del cuore”, il 1° luglio alle ore 21.00 nella la Pineta di San Giovanni presso Micoperi, partner del Festival. Il progetto, a cura di Ambrogio Sparagna (nella foto con Silvio Bartolotti di Micoperi), raccoglie i canti popolari della Prima Guerra Mondiale, a cui daranno voce l’orchestra Popolare dell’Auditorium Parco della Musica
di Roma con il Coro e la Compagnia dell’Alba di Ortona. Ospite speciale sarà Peppe Servillo, che porterà la sua impronta goliardica a esorcizzare la paura della morte. A cento anni dallo scoppio della Grande Guerra, il concerto nasce per ricordare in modo originale e coinvolgente i giorni della trincea, senza dimenticare il punto di vista di chi si trovava dall’altra parte. www.ravennafestival.org
Ph. Massimo Fiorentini
Romagna 360, turismo totale Romagna - Romagna 360 è un’associazione senza fini di lucro che si propone di promuovere e valorizzare il turismo romagnolo nell’ambito del territorio nazionale e internazionale, progettando e realizzando iniziative ed eventi di qualsiasi forma, che prestino una particolare attenzione agli aspetti ambientali e naturalistici del territorio, insieme al mondo delle disabilità, diversità e stili di vita che avranno un percorso preferenziale per la nostra associazione dedicata a un nuovo concetto di turismo: il turismo totale/ total tourism. Romagna 360 è composta di un pool di professionisti che raggruppano i più diversi campi d’interesse: sociale, web, comunicazione, amministrativo, legale, alimentare ed edile, uniti dalla consapevolezza delle complessità che ogni progetto interdisciplinare ha per poter essere realizzato.
4 | IN Magazine
Miss Palazzo degli Affari, sfilata di Moda Ravenna - Ottima riuscita per la serata “Miss Palazzo degli Affari”, tenuta a fine maggio e organizzata dalle attività del centro commerciale di viale Berlinguer. La piazzetta dell’anagrafe comunale per una notte si è animata di oltre duecento persone riunitesi per ammirare la sfilata di moda donna - uomo - bambino. L’iniziativa nasce nel quadro di un importante sforzo dei negozianti del Palazzo per ravvivare il polo commerciale. Al termine della serata la giuria ha assegnato il titolo di Miss Palazzo degli Affari e Miss LineaBlu.
Arriva Color Vibe, la corsa dell’ Allegria Cervia - Direttamente dagli Stati Uniti, arriva a Cervia la Color Vibe 5k Run, l’esperienza sensoriale più coinvolgente dell’estate. Si tratta di una corsa non competitiva all’insegna del colore e dell’allegria. Il percorso lungo 5 chilometri si può percorrere camminando, correndo, saltando, in avanti, all’indietro, ballando. L’evento prende il nome da VIBE: sensazione, emozione, vibrazione, sintonia ed energia. Un vero e proprio inno al divertimento aperto a tutti: non ci sono limiti di età. L’obiettivo non è arrivare al traguardo prima degli altri, ma divertirsi più degli altri. Prima tappa del tour 2014 sarà a Cervia il 26 luglio, in un evento lancio nell’area del porto canale. Per entrare a far parte della tribù più Vibe dell’estate, info e iscrizioni su www.colorvibe.it
Città in corsa come capitale europea dello Sport Ravenna - Non solo Capitale europea della cultura nel 2019. Ravenna si candida anche a diventare Città europea dello Sport per l’anno 2016, sulla base di un progetto realizzato da Aces Europe. La candidatura di Ravenna è stata presentata ufficialmente dal sindaco Fabrizio Matteucci: “Ho avanzato la nostra candidatura - ha affermato - per rendere merito e dare valore al sistema sportivo cittadino, a partire dalla gestione degli impianti fino all’organizzazione di tanti piccoli e grandi eventi. Se la nostra candidatura sarà accolta, nel 2016 Ravenna sarà centro di manifestazioni, convegni, progetti di formazione sportiva, resi possibili da una rete diffusa di associazioni, impianti e strutture pubbliche e private”. In Italia, al momento, ha già presentato ufficialmente la propria candidatura anche Palermo, città già sconfitta da Ravenna nella prima parte della sfida per diventare Capitale europea della cultura.
Viale delle Nazioni, 420 48122 - Marina di Ravenna (RA) Tel. 0544 530274 - Cell. 340 7431249 www.osteriaanticamaremma.com info@osteriaanticamaremma.com
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Storie e battaglie in due volumi
Ravenna - Il panorama romagnolo delle storie locali si arricchisce con due volumi editi da Longo, destinati a diventare un classico della storiografia ravennate. Il primo è “Storia di Russi”, curato da Eraldo Baldini e Dante Bolognesi, che racchiude ventotto interventi di studiosi sulle espressioni culturali e sull’organizzazione politica, sociale ed economica che hanno influito nell’evoluzione della comunità, dal borgo medievale fino ai giorni nostri. Il secondo è “1512. La battaglia di Ravenna, l’Italia, l’Europa”, anch’esso curato da Dante Bolognesi, con la partecipazione di diversi studiosi italiani e stranieri, contenente una vasta trattazione articolata in venti ricerche sulla tragica battaglia del giorno di Paqua del 1512. (A.C.)
Tutta la leggerezza ® di Missaid Ravenna - Spazio alle idee al Bonobolabo di Ravenna, che il 18 aprile ha presentato il marchio Missaid® con l’evento “Take it with legerezz”. Questa linea di abbigliamento è nata grazie a due giovani ravennati, Andrea Sansavini e Stefano Triossi, che nonostante la crisi hanno scelto di nuotare contro corrente, prendendo la vita con quella sana leggerezza che fa volare per inseguire i propri sogni. Uno spirito chiarissimo nella filosofia del marchio e nel modo in cui i ragazzi lo raccontano. “Missaid®, ‘detto male’: è così che abbiamo deciso di tradurre
in inglese maccheronico ‘i detti popolari’ sulle nostre maglie! ‘Stay on the back of the buratell’ è il primo di questi. A molti dirà poco, ma qua in Romagna padroneggia. ‘Stare sulla schiena del buratello’ equivale a una condizione di pericolo, è scivoloso... significa restate aggrappati e fate del vostro meglio! Missaid® è la saggezza popolare che tampona l’inglese e dà vita a una serie di detti anglo-romagnoli”. Passione e genuinità hanno prodotto questi capi, pronti a raccontare in modo originale tanti momenti delle nostre giornate.
Notte Celeste alle terme Cervia - Le terme di Cervia propongono iniziative speciali in occasione della Notte Celeste del 14 giugno, che si svolge in tutti gli stabilimenti termali della regione Emilia Romagna. Lo stabilimento termale offre, in tale, occasione una notte speciale di relax e benessere circondati da una magica pineta nella piscina termale fino a tarda sera, in compagnia di musica, stelle e convivialità. www.cerviaturismo.it
6 | IN Magazine
Cmc parla francese all’ Expo Parigi - La Cmc di Ravenna è alla guida del raggruppamento di imprese e di progettisti a cui il ministero dell’Agricoltura France AgriMer ha affidato l’appalto per la realizzazione del padiglione che la Francia allestirà per l’Expo di Milano. Il ruolo dell’impresa comprenderà lo sviluppo del progetto, le attività di costruzione, l’allestimento scenografico/museale,
la manutenzione durante il periodo dell’esposizione, che si terrà dal 1 maggio al 31 ottobre 2015. A discrezione del governo francese, potrebbe essere richiesto a Cmc di rimontare, dopo il disallestimento dell’Expo, la struttura del padiglione in una location francese. L’importo del contratto di appalto ammonta a circa 11,5 milioni di euro.
Running in Milano
Marittima
Milano Marittima - “La Riviera emiliano romagnola è sempre più la Riviera dello sport e del benessere”: così ha commentato la presidente di Apt Servizi Liviana Zanetti (quarta da destra, nella foto), nel corso della tavola rotonda tenuta il 19 maggio al Technogym Village di Cesena in cui si è parlato della “Running In Milano Marittima”, che si avvale anche del patrocinio della Wellness Foundation. Già nelle sue precedenti edizioni la competizione ha attirato un migliaio di appassionati da tutta Italia, che qui ritrovano e riscoprono il Wellness Lifestyle, “espressione di quel buon vivere che appartiene all’Emilia-Romagna e di cui la Wellness Valley - ha sottolineato Zanetti - è simbolo ed ambasciatrice per eccellenza”.
Dino Campana e Faenza Faenza - Proseguono le iniziative per i Cento anni dei “Canti Orfici” di Dino Campana organizzate dal Comune di Faenza con l’inaugurazione, il 13 giugno, nella Galleria d’arte comunale dell’esposizione “Nell’aria si accumula qualche cosa di danzante”. La mostra, che prende il titolo da un brano dei “Canti Orfici” pubblicati a Marradi nel 1914, è realizzata in collaborazione con il “Centro Studi Campaniani” di Marradi. Le tre sezioni espositive intendono accompagnare il visitatore lungo un percorso volto a conoscere e approfondire l’uomo, la sua opera e il suo rapporto con la città di Faenza. Nella prima, “Con Dino Campana al Liceo Torricelli”, sono esposti i registri di classe del poeta. La seconda sezione, “L’icona Dino Campana”, espone dipinti che ritraggono il poeta. Completa il percorso la sezione “Itinerario orfico”, in cui viene riportata alla luce la “rossa città” tratteggiata dai Canti Orfici. La mostra rimarrà aperta fino al 29 giugno.
Annotare | Brevi IN
Sviluppo e occupazione premiati da Cna Inaugurato Mediterraneo, giardino all’italiana Cervia - Il sindaco di Cervia Roberto Zoffoli e l’assessore alle Politiche agricole e ambientali di Faenza Roberto Savini hanno inaugurato lo scorso 24 maggio “Mediterraneo”, giardino ispirato alla tradizione classica italiana e allestito dal Servizio Giardini del Comune di Faenza, grazie alla positiva collaborazione in essere tra le amministrazioni delle due città. “Mediterraneo”, giardino che si richiama alla tradizione paesaggistica italiana, accompagnerà per tutta l’estate il centro turistico ravennate.
I cent’anni della Settimana Rossa
Ravenna - Curato dal Comitato per il Centenario (coordinato da Luca Dubbini e costituito da diversi studiosi, istituzioni e associazioni della provincia), e realizzato con il sostegno della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e del Comune di Ravenna, un ricco cartellone di appuntamenti dedicati al centesimo anniversario della Settimana Rossa. Si tratta di iniziative di carattere didattico e culturale ma anche di intrattenimento, nate con l’obiettivo di creare un grande evento popolare, ospitate a Ravenna, Mezzano, Savarna, Villanova di Bagnacavallo, Alfonsine, Fusignano e Cervia. Il clou è previsto la sera del 13 giugno con l’installazione, in piazza del Popolo, dell’Albero della libertà e della vita, e, a seguire, lo svolgimento del pubblico processo alla Settimana Rossa, al termine del quale il pubblico potrà votare per la condanna o l’assoluzione. www.settimanarossa.it (A.C.)
8 | IN Magazine
Ravenna - Sono quattordici le imprese premiate da Cna Ravenna per essersi distinte, nel corso del 2013, per gli alti livelli di innovazione e occupazione. Il premio “Sviluppo e Occupazione” è stato consegnato a 11 imprese associate: A.P.M. Srl Assembly Packaging di Castelbolognese; Bertondini Infissi di Bagnacavallo; CABA Agritech Srl di Faenza; C.G.M. di Lugo; DML di Faenza; Donna Esse di Faen-
za; Edilmax di Rosetti Massimo di Ravenna; Il Pennello di Alessandrelli Walter di Faenza; Ricci di Gelato di Ravenna; SAC Società Autoservizi Cervese di Cervia; Termoidraulica Geminiani di Lugo. Consegnati anche tre premi speciali, alle aziende di Contarini Leopoldo di Lugo; Moviter Strade Cervia di Moretti Giancarlo e C. di Cervia e Rier Impianti di Urbani Maurizio di Ravenna.
Da Fontana a Melotti, così cambia la Ceramica Faenza - “La ceramica che cambia. La scultura ceramica in Italia dal secondo dopoguerra. Da Fontana a Leoncillo, da Melotti a Ontani” è il titolo della mostra allestita al Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza a cura di Claudia Casali, dal 28 giugno al 1° febbraio 2015. La ricca esposizione racconta la scultura ceramica attraverso le opere di Asger Jorn, Albert Diato, Lucio Fontana, Fausto Melotti, Leoncillo Leonardi, Nanni Valentini, per giungere ai più “contemporanei” come Luigi Ontani, Mimmo Paladino, Bertozzi&Casoni. Neocubismo, informale, pop art, minimalismo, arte concettuale, figurazione sono i temi analizzati per
fornire uno sguardo, ad oggi inedito, di un percorso di grande eccellenza artistica nella quale l’Italia ha avuto un ruolo chiave e indiscusso. L’inaugurazione è prevista per venerdì 27 giugno. Previste visite guidate con aperitivo tutti i martedì di luglio e agosto. www.micfaenza.org
Annotare | Brevi IN
Risplende l’arte a Palazzo
Una retrospettiva sull’arte di Alberto Biasi Ravenna - Il Museo Nazionale di Ravenna ospita fino al 14 settembre la mostra “Alberto Biasi in San Vitale. La luce e gli ambienti della storia”, grande retrospettiva dedicata al maestro d’Arte Cinetica e Programmata. L’esposizione ricostruisce il percorso creativo del maestro attraverso sessanta opere, costituendo una vera e propria antologia della sua produzione artistica. In contemporanea, il Mausoleo di Teodorico accoglie un nucleo di opere in acciaio cor-ten di Biasi, in un dialogo ideale fra arte contemporanea e storia. La mostra è a cura di Giovanni Granzotto e Antonella Ranaldi; organizzata da Il Cigno GG Edizioni in collaborazione con lo Studio d’Arte G.R. e con il sostegno del Gruppo Euromobil, è in promozione abbinata all’ingresso ai monumenti e musei della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Ravenna.
Due nuove gru al Porto di Ravenna Ravenna - Sono operative al porto, nelle banchine del Terminal Container Ravenna (TCR), due nuove grandi gru dotate di una capacità sino a 17 file di contenitori. Con l’installazione di questi nuovi mezzi si conclude il primo step di ammodernamento dell’equipment, grazie ad un investimento di oltre 8 milioni di euro, che rientra nei piani di sviluppo del porto legati alla realizzazione del grande progetto di approfondimento dei fondali, il cosiddetto “Progettone”.
Ph. Massimo Fiorentini
10 | IN Magazine
Ravenna - Inaugurato lo scorso 9 maggio Palazzo Rasponi dalle Teste, imponente residenza settecentesca di piazza Kennedy restaurata a cura dell’amministrazione comunale e della Fondazione del Monte di Bolo-
Ph. Massimo Fiorentini
Rasponi
gna e Ravenna, proprietaria dell’immobile, che ha interamente finanziato il progetto di restauro firmato dallo Studio Cervellati Associati di Bologna. I lavori di restauro, iniziati nel dicembre 2011, si sono conclusi nella primavera di quest’anno. Secondo la convenzione stipulata dal Comune e dalla Fondazione, Palazzo Rasponi dalle Teste è ora destinato a divenire il “Palazzo del turismo e della cultura” della Città di Ravenna, sede di attività artistico-culturali, turistiche, espositive e convegnistiche. All’incontro inaugurale sono intervenuti il sindaco Fabrizio Matteucci e Marco Cammelli, presidente della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, il coordinatore di Ravenna2019 Alberto Cassani e il progettista Pier Luigi Cervellati.
Sbarca in Riviera il Festival dei Bambini Riviera romagnola - La Riviera Adriatica dell’Emilia-Romagna diventa il palcoscenico della prima edizione de “Il Festival dei Bambini”. Oltre cento appuntamenti in programma tra il 14 e il 21 giugno tra Comacchio a Cattolica, per questo evento organizzato dall’Unione di Prodotto Costa in collaborazione con Apt Servizi Emilia-Romagna. Il Festival si arricchisce anche delle proposte del consorzio “La Riviera dei Parchi”, il più grande distretto di parchi divertimento d’Europa. In provincia di Ravenna si possono scegliere percorsi naturalistici (la visita guidata alla scoperta degli animali e delle loro impronte nel Parco del Delta del Po), itinerari artistici e didattici alla scoperta dei mosaici e della mostra “L’incanto dell’affresco”, visite al
Museo delle Marionette, spettacoli di burattini e circensi, serate dedicate alle stelle al Planetario di Ravenna. www.ilfestivaldeibambini.it
1964 2014 Lido Adriano
PAESE DEL MONDO
La scuola “garbata” porta gli architetti in Biennale Faenza - Terza partecipazione alla Biennale di architettura di Venezia per gli studi faentini “Lelli Bandini Luccaroni” e “Magazé”, invitati nel Padiglione italiano curato da Cino Zucchi per il loro edificio scolastico realizzato a Ora (Bolzano), per il suo gusto “garbato” che va ad “innestarsi” con il territorio urbano che la circonda in modo “silenzioso” e con garbo, portando innovazione e qualità in maniera armonica. Un riconoscimento importante per gli architetti faentini che hanno lavorato al progetto (nell’immagine un rendering dell’edificio), Gabriele Lelli, Roberta Bandini, Andrea Luccaroni, Davide Cristofani, Valentina Mazzotti, Andrea Rinaldi e Roberta Casarini, un team nato dal sodalizio fra tre diversi studi, l’unico in tutta la Romagna ad essere invitato alla Biennale.
vivi l’estate a Lido Adriano alcu ni appu ntam e nti
spazio d’arte “anno iV”
20-21-22 giugno
La cLation de cuntadein
28-29 giugno
La settimana rosa
01-06 luglio
Festival itinerante di musica, arte e danza
promozione dei prodotti locali e passeggiata in bici
aspettando la “notte rosa” della riviera
23 luglio
25-26-27 luglio
eLVis LiVes on
Ricordo di Alteo Dolcini: la tomba al Famedio Faenza - Lo scorso 9 maggio si è svolta la traslazione dal cimitero di Pergola all’ossario del Famedio nel Cimitero Monumentale di Faenza della salma di Alteo Dolcini, forlimpopolese di nascita, ma di fatto a tutto titolo faentino di adozione. La sua memoria trova oggi adeguata collocazione a fianco di quei ceramisti illustri (Carlo Zauli, Domenico Rambelli o il direttore del Mic Giuseppe Liverani), ai quali Alteo Dolcini, nella sua qualità di segretario comunale dal 1963 al 1988, dedicò il massimo impegno. Da metà degli anni ’60 alla fine degli anni ’80 fu l’animatore delle principali iniziative sul territorio per la valorizzazione della ceramica artistica e dell’enogastronomia faentina e romagnola in generale, per la promozione di quella che oggi viene definita “l’identità del territorio”.
6ª mostra canina in notturna
09 agosto
new Line parrucchieri
10 agosto
Festa patronaLe
14 agosto
night Fashion: sfilata di moda e acconciature
Fuochi d’artificio e mercatini in paese Con il patrocinio del
Comune di Ravenna
SPAZIO D’ARTE
www.prolocolidoadriano.it 48122 Lido Adriano (RA) . viale Petrarca 434 . Tel./fax 0544 495353 . info@prolocolidoadriano.it
Annotare | Brevi IN
Estate al Masini
Faenza - Con il 2014, la rassegna Teatro Masini Estate giunge alla sua dodicesima edizione e presenta una programmazione principalmente concentrata nella corte di Piazza Nenni/Molinella. La rassegna “Masini nella Molinella” sarà inaugurata dal più noto “mentalista” italiano: Francesco Tesei che presenterà al pubblico, mercoledì 2 luglio, il suo spettacolo Mind Juggler. Seguirà, mercoledì 16 luglio, Corrado Augias con lo spettacolo La vera storia di Traviata. Augias sarà accompagnato dal pianista M° Giuseppe Modugno che eseguirà anche alcune arie originali. Mercoledì 23 luglio sarà la volta di Gioele Dix con Onderòd, un repertorio di monologhi che riflettono e ironizzano su mode e gusti correnti. La compagnia Flamenquevive proporrà infine, mercoledì 30 luglio, FlamencaSon. www.accademiaperduta.it
Filippo Donati Presidente di Assohotel Ravenna - Filippo Donati, albergatore di Ravenna e Presidente Nazionale di Assohotel Emilia-Romagna, è stato eletto nuovo Presidente di Assohotel Emilia Romagna dall’assemblea elettiva dell’associazione degli albergatori di Confesercenti. Per il prossimo mandato, Donati sarà affiancato da tre vicepresidenti: Fabrizio Albertini, albergatore di Cesenatico e Presidente di Confesercenti Cesenatico, Paolo Mazza, albergatore di Bologna e Presidente di Assohotel Bologna, e Gabriella Gibertini, albergatrice di Salvarola Terme e presidente Assohotel Modena. Durante l’assemblea sono stati delineati il programma di lavoro e le tematiche più importanti da affrontare nei prossimi anni: tra le priorità c’è la lotta alle burocrazie e all’abusivismo e più credito alle imprese.
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Campioni in erba al Milan Milano Marittima - Il Milan Junior Camp approda a Milano Marittima. Una nuova sfida, intrapresa dalla Polisportiva Uisp Urbino e Montefeltro, gestore ed organizzatore leader dell’AC. Milan che organizza, nella settimana che va dal 22 al 28 giugno, quest’evento calcistico patrocinato dal Comune, in collaborazione con l’ A.S. Cervia 1920, con Mario Baldassari (organizzatore de “Il Carlino d’oro”) e del Vip Master. Le vacanze estive ufficiali rossonere sono rivolte
Junior Camp
ai ragazzi/e dai 6 ai 16 anni: insieme a loro saranno protagonisti il divertimento e il calcio, grazie ai corsi ospitati allo “Stadio dei Pini Germano Todoli” tenuti da allenatori dello staff tecnico del settore giovanile AC. Milan (Lodovico Costacurta, Alessandro Lupi) o ex giocatori di serie A professionisti (Massimo Agostini), compresi un preparatore dei portieri (Sebastiano Rossi) ed un preparatore atletico professionista. Per info: 348 8027370; www.milanjuinorcamp.com
Completato il restauro al monumento a Baracca Lugo - Dopo quattro mesi di lavori per l’intervento conservativo e di restauro è ritornato all’antico splendore il monumento a Francesco Baracca, l’eroe lughese che ancora oggi rappresenta un mito per l’aeronautica italiana. Il restauro ha riguardato la statua bronzea, l’ala, i gradoni e soprattutto la struttura interna; a condurlo è stata Ada Foschini, titolare dell’Officina del Restauro di Ravenna, sotto la direzione dell’architetto del Comune Giovanni Liverani. Iniziato nel 1936 in piena era fascista su progetto dello scultore faentino Domenico Rambelli (1886-1972), dopo 80 anni è divenuto uno dei simboli identitari di Lugo.
Sull’ala in travertino bianco di Tivoli è scolpito in rilievo il cavallino rampante che è diventato, con la Ferrari, il marchio del Made in Italy più famoso al mondo. (A.S.)
Nuova concessionaria BMW Ravenna Motori
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Ravenna - Inaugurata a fine maggio Ravenna Motori, nuova concessionaria di ErreEffe Group per BMW e Mini, sesta struttura del Gruppo che si consolida e diviene uno dei partner di maggior rilievo nell’organizzazione commerciale di BMW Group in Italia. La struttura ravennate si trova in via della Fornace 13: in occasione dell’evento inaugurale è stata presentata in anteprima la nuova BMW Serie 2 Active Tourer, che abbina in modo innovativo dinamismo, stile ed eleganza.
Cittadinanza a Franco
Gabrielli
Ravenna - Cittadinanza onoraria a Franco Gabrielli, capo della Protezione Civile, conferita dal consiglio comunale di Ravenna. Tra le motivazioni c’è il recupero della Costa Concordia a opera della Micoperi e la sconfitta della cellula delle Brigate Rosse responsabile dell’assassinio di Marco Biagi, meriti umani e professionali evidenziati anche dal prefetto Fulvio Della Rocca. Gabrielli ha tenuto anche una “Lectio magistralis” sui temi che riguardano la Protezione Civile al palazzo dei Congressi, alla presenza di 400 studenti delle scuole superiori.
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Essere | Ilaria Iacoviello
L’attualità
che si fa
testo Claudia Graziani
Storia
Essere testimone di eventi, storie e persone. È sempre stato questo il sogno di Ilaria Iacoviello, giornalista e volto noto di Sky Tg24. Dal terremoto de L’Aquila alle basi militari in Afghanistan.
Racconta che da piccola intervistava le bambole, le piaceva curiosare e la fase dei “perché” tipica dei bambini non si è mai esaurita. Ha origine in questi ricordi il desiderio di Ilaria Iacoviello di conoscere le persone e i fatti, di raccontarli, cercando storie che vadano oltre la cronaca, ma che piuttosto lascino un segno in chi le vede o le legge, proprio come l’hanno lasciato a lei. Sia che si tratti del terremoto a L’Aquila o del contingente italiano in Afghanistan, delle donne che spaccano le pietre sul fiume in Nepal o di quelle del sisma in Emilia. Da quei ricordi di bambina a quelli di ragazza con un carattere aperto e curioso. Ed è così che dopo la laurea in Giurisprudenza
capisce cosa desidera veramente fare da grande: la giornalista. Oggi Ilaria, 34 anni, è volto noto di Sky Tg24 ed è sempre più convinta di fare il lavoro più bello del mondo.
“Sapevo sarebbe stata una carriera non facile, ma sono testarda. Più mi si dice che sarà dura e più io
gli amici che sono la mia seconda famiglia, il mare che mi manca tanto, le passeggiate in centro, la dimensione di provincia che dà più valore alle persone, la bellezza di una città ricca d’arte, la comodità di muoversi ovunque in poco tempo senza l’incubo di dover tro-
“Ravenna per me è casa” ci provo”. Non ha paura di svelarsi Ilaria, sotto il sole di primavera, ad un caffé del centro, nella sua Ravenna dove torna appena può. “Vivo a Roma, dove del resto sono nata, ma non ho dubbi, sono una romagnola e qui trovo la serenità,
vare parcheggio. Qui, dico sempre, mi tolgo l’elmetto. A Roma sto bene, ma Ravenna per me è casa”. Del resto è arrivata qui che aveva pochi mesi e ci è rimasta fin dopo la laurea. Qui ha iniziato le prime collaborazioni, quando aveva 18 anni, a “La Piazza-Avvenimenti” e a “Il Resto del Carlino”. Registratore e taccuino in mano sentiva proprio di essere felice. Il primo articolo, un’inchiesta sulle droghe leggere con interviste ai ragazzi della comunità del Villaggio del fanciullo, lo ha incorniciato. Soprattutto per quelle testimonianze, per aver avuto la possibilità di raccontare le loro storie. Un entusiasmo che non si è esaurito nel tempo e che fa parte di lei, desiderosa di essere testimone di eventi, storie e persone. “Dopo la laurea sono stata ammessa alla scuola di giornalismo di Urbino
- racconta -. Nel periodo estivo, previsto per gli stage, avevo scelto Sky e poi l’Ansa di Londra. Era il 2005, sono arrivata in Gran Bretagna subito dopo gli attentati alla metropolitana e così mi sono proposta nuovamente a SkyTg24 sapendo che non avevano un corrisponden-
16 | IN Magazine
Ph. Daniele Cruciani
te. Da allora ho iniziato a lavorare per loro come collaboratrice fra cronaca, politica e qualche stravaganza. Tra i primi pezzi le visite di capi di Stato, dirette telefoniche ovunque e nelle situazioni più disparate. Un’esperienza importante che mi ha fatto capire che stavo seguendo la strada giusta”. Il giornalismo televisivo è quello che le è più congeniale e la cronaca è il settore che più l’affascina perché, dice, la arricchisce non solo professionalmente e le ha permesso di conoscere tante persone dalle imprevedibili risorse, soprattutto nelle situazioni più drammatiche. La mente va al terremoto de L’Aquila. “È stato l’avvenimento che mi ha segnato di più. Ricorderò sempre il servizio sui bambini nati dopo il sisma, uno di quelli a cui sono più legata. Uno speciale in cui ho
raccontato la storia del primo nato del 2010 ma in cui ho anche trovato una donna che aveva concepito proprio quella terribile notte e che si era accorta di essere incinta nella tendopoli. Non è stato facile conquistare la sua fiducia per intervistarla. Ora invece siamo diventate amiche. È il bello di questo mestiere, grazie al quale puoi instaurare rapporti sinceri di vicinanza ed affetto. Un altro esempio? Seguivo il primo Capodanno a L’Aquila dopo il sisma, pioveva a dirotto: tra una diretta e l’altra si avvicina a me e ai miei operatori la proprietaria del bar che in piazza Duomo era stato il primo a riaprire. Ci invita a mangiare con lei e i suoi amici. Un piatto di spaghetti che ci ha fatto passare un ultimo dell’anno davvero particolare. Forse il più bello che abbia mai trascorso”.
Ilaria Iacoviello durante i collegamenti in esterna (a fianco, a Lampedusa).
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Due scatti da inviata in Afghanistan.
Ed è proprio la positività delle situazioni, dei protagonisti, dei luoghi che la attrae. Convinta che occuparsi di costume e società dia un valore aggiunto ai prodotti informativi ormai omologati. Ha raccontato spesso delle donne, Ilaria. Stima quelle che sono riuscite a coniugare il piano personale con quello professionale. Esempi ne ha tanti, tra le colleghe e lo stesso direttore di SkyTg24, Sarah Varetto, professionista, moglie e madre della quale ha molta stima. “Le sono grata - spiega - per l’opportunità che mi ha dato chiamandomi alla conduzione. Un ruolo non facile, ma molto interessante tra notizie sempre da aggiornare, ospiti da intervistare e collegamenti da lanciare da ogni parte del mondo”. Dallo sgabello di conduttrice alla quotidianità ravennate. E l’orgoglio romagnolo di Ilaria emerge quan-
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do parla, inevitabilmente, della cucina: “Qui il cappelletto è come fosse una scultura e poi a me piace molto mangiare. Direi che è uno dei miei hobby preferiti”. O quando accenna alla vita da spiaggia e ai sabati pomeriggio in centro da ragazza: “Ricordo le serate al Baretto e al Balla coi lupi a Marina di Ravenna o le vasche in via Cavour con il burberry e le clarks. Oggi Ravenna è molto cambiata e sono orgogliosa di come si stia rivitaliz-
zando, anche se dovrebbe dare più spazio ai giovani e, perché no, dare concretezza alle potenzialità inespresse o ai luoghi da riqualificare. Se si riuscisse a sistemare la Darsena sarebbe meraviglioso”. I ricordi poi tornano sui banchi di scuola e Ilaria racconta: “Una delle emozioni più grandi l’ho provata quando sono stata chiamata a tenere dei seminari di giornalismo al mio Liceo, il Classico. Mi ha fatto effetto rivedere i miei professori. Mi ha colpito il fatto che fossero loro ad ascoltare me”. Essere osservatori è nell’indole del giornalista, ma Ilaria Iacoviello non osserva la realtà solo per raccontarla a chi sta oltre lo schermo del televisore. Dei reportage coglie anche ciò che può valere per se stessa, come è accaduto in Afghanistan, dove è stata inviata per raccontare sempre su Sky la quotidianità dei militari italiani.
Momenti difficili, pericolosi, ma anche emozionanti: “L’ultimo giorno ho guardato il cielo dell’Afghanistan e ho capito di essere felice per ciò che stavo facendo e per ciò che avevo: un lavoro che mi piace, tanti amici a cui voglio bene e una famiglia fantastica”. IN
Donne che non tremano Ilaria Iacoviello in questi anni si è interessata spesso del mondo femminile. Le donne, infatti, sono le protagoniste di due progetti realizzati assieme al fotoreporter ravennate Giampiero Corelli. Un cofanetto (edito dalla Danilo Montanati Editore) e una mostra itinerante che ha toccato le città de L’Aquila, Ravenna e Matera, dal titolo “Donne che non tremano” in cui sono raccolte oltre una trentina di interviste a donne che hanno vissuto il sisma del 6 aprile 2009. Poi un secondo cofanetto e una seconda mostra, dal titolo “Emilia, ricostruzione donna”, per raccontare 25 storie di imprenditrici che, dopo il terremoto del maggio 2012, hanno voluto caparbiamente riprendere in mano la propria vita.
Essere | Stefano Pucci
Conservare la
Passione
testo Serena Focaccia - foto Massimo Fiorentini
Alla guida del Gruppo Pucci, da Lugo verso il mondo, Stefano Pucci racconta le sfide e le prospettive di un’azienda alimentare dove tradizione e innovazione si fondono in una formula di successo.
Ottant’anni di impegno, passione e di crescita, una storia romagnola che si proietta con coraggio e intraprendenza sul mercato internazionale. Un percorso esemplare quello della famiglia Pucci, che ha trasformato una bottega di salumi e formaggi, aperta nel 1932 in piazza Baracca a Lugo, in una grande impresa che punta a posizionarsi fra i primi marchi in Italia e nel mondo nella produzione di sottolio e sottaceti. Oggi alla guida del Gruppo c’è Stefano Pucci, rappresentante della terza generazione della famiglia e ben determinato a portare avanti lo spirito entusiasta e curioso del fare impresa che ha contraddistinto la storia della Pucci. Il giovane Amministratore Delegato racconta subito i traguardi e le novità della sua azienda: “Dal 2000 Pucci è una realtà industriale, con fatturati in aumento. Oggi conta settanta dipendenti e la nostra crescita è avvenuta credendo in quello che facciamo e facendo investimenti. A inizio 2013 infatti abbiamo acquisito il marchio Berni, un brand molto forte in Italia nel campo delle conserve alimentari - produce fra gli altri i marchi Condiriso e Condipasta -, e Louit Frères, noto sul mercato internazionale per la senape. Abbiamo colto un’opportunità importante, spinti dal desiderio di crescere e diventare un’azienda leader nel nostro settore. Attualmente il gruppo ha al suo attivo circa 600 referenze e durante l’estate scorsa sono stati commercializzati, solo di Condiriso, 8 milioni di vasetti.”
ti per far fronte al periodo di crisi, Pucci si è impegnata in un progetto di grande respiro e impegno anche economico...
“Abbiamo acquisito Berni perché è un’azienda complementare a Pucci, in questo modo verranno differenziati i due marchi e Berni si rivolgerà a un consumo di massa, mentre Pucci proporrà linee di prodotti di qualità superiore, lavorando su materie prime a marchio DOP e IGP. In quest’ottica abbiamo già lanciato una linea di prodotti a vapore, che siano attenti alle esigenze di un’alimentazione sana, e abbiamo stipulato un accordo con l’Associazione Dietologi Italiani per studiare gli aspetti salutistici dei prodotti su cui lavoriamo.” Prendere in mano un’eredità importante come la gestione di un’azienda familiare di successo, può non essere semplice. Si è sentito a volte “costretto” ad assumere il carico di questa eredità?
In anni in cui le aziende hanno spes-
“All’inizio sì, perché senti il peso di essere il figlio più grande, in un’azienda a gestione familiare. Oltretutto c’è il confronto con mio padre, che ha amministrato la società prima di me, ma con lui ho sempre avuto un ottimo rapporto. In Pucci sono partito dalla gavetta, nell’officina meccanica, poi facendo il commerciale e in seguito come direttore commerciale. Sono in azienda da trent’anni e dal 2009, quando c’è stata la fusione con Salco (altra azienda alimentare per la produzione dei funghi conservati controllata dalla famiglia, n.d.r.), sono presidente del gruppo Pucci.”
so preferito ridurre gli investimen-
Come riuscite a mantenere il dif-
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ficile equilibrio tra innovazione e tradizione in un ambito produttivo delicato come quello alimentare?
“Nel nostro settore è fondamentale l’innovazione, per poter sempre attrarre e soddisfare il consumatore. Investiamo costantemente nell’innovazione e tutta la squadra aziendale collabora in questo senso, proponendo sempre idee e stimoli. Una sfida nuova è anche quella che ci è proposta dal marchio Louit Frères, una produzione storica nata a Bordeaux in Francia
Ottant’anni in crescita 1932: Marcello Pucci apre a Lugo un negozio di salumi e formaggi, posando la prima pietra dell’azienda di famiglia arrivata oggi alla terza generazione. A metà degli anni Cinquanta l’azienda si trasforma in impresa artigianale, impegnandosi nella produzione di sottaceti; grazie all’intraprendenza di Giorgio Pucci, figlio di Marcello, ha inizio una forte espansione commerciale e produttiva, come racconta Giorgio stesso nel libro dedicato agli ottant’anni dell’azienda: “Sono stato il primo in Romagna a vendere sottaceti (…). Ho iniziato a comprare la materia prima a Bologna, a preparare i vasetti di sottaceti e a fare anche i funghi sott’olio, che acquistavo già cotti sempre a Bologna”. Tra gli anni Settanta e Ottanta si assiste all’affermazione del marchio, con l’ingresso nella grande distribuzione e la nascita della Salco. Negli anni Duemila la Pucci diventa una realtà industriale e il fatturato dell’export arriva al 60%. Nel 2009 Salco e Pucci si fondono e oggi il Gruppo Pucci, dopo l’acquisizione a inizio 2013 dei marchi Berni e Louit Frères, punta a posizionarsi ai primi posti fra i produttori italiani di conserve.
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Sopra, immagini d’epoca del marchio francese Louit Frères, su cui il gruppo Pucci sta svolgendo un interessante lavoro di ricerca e recupero. Nella pagina precedente, Stefano Pucci nello stabilimento di Lugo.
nel 1824 e che vogliamo rilanciare non solo in Italia ma anche all’estero. Stiamo infatti studiando la storia di questo marchio e proporremo qui nel territorio una mostra su questi quasi duecento anni in cui la senape è stata commercializzata nell’inconfondibile vasetto Louit Frères. Accanto all’innovazione il legame con la tradizione aziendale è sempre importante e per noi significa in primo luogo un’atten-
“Attualmente la produzione si svolge per circa i 2/3 internamente, nei nostri due stabilimenti con sede a Lugo che lavorano su otto linee di produzione. Tutta la logistica e la gestione amministrativa del gruppo sono centralizzati a Lugo. Il nostro rapporto con il territorio è molto buono, io credo che le aziende siano fatte in primo luogo di persone quindi non mi interessa delocalizzare per rincorrere un
Un’azienda fatta di persone zione alla qualità sotto ogni punto di vista, con processi curati e rigidamente controllati. Non a caso la Pucci ha ottenuto per prima in Italia la certificazione ISO 22000, che riconosce la corretta applicazione degli standard in materia di igiene e sicurezza alimentare.” La Pucci è un’azienda che ha sempre fatto del radicamento sul territorio una costante. È una filosofia imprenditoriale a cui intendete rimanere fedeli?
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risparmio fittizio. Qui troviamo persone in gamba, competenti e con la spinta a crescere professionalmente e abbiamo inoltre la possibilità di sviluppare una grande efficienza industriale e una produzione automatizzata di qualità. Le materie prime poi non devono necessariamente essere tutte locali, ci riforniamo quindi in maniera diversificata in base alla valutazione sul prodotto che ci offre il migliore rapporto qualità/prezzo.”
Nel tempo che rimane da dedicare alla vita privata quali sono le sue passioni?
“Anche mia moglie, Grazia Farneti, lavora in azienda come responsabile della qualità. Abbiamo la passione per i cani di grossa taglia e infatti vivono con noi due pastori tedeschi e due bovari del bernese. Nel tempo libero ho interessi che si ricollegano allo sviluppo imprenditoriale. Fino all’anno scorso seguivo la squadra di basket di Imola, di cui eravamo anche sponsor. Adesso sono coinvolto nella realizzazione di un film di un giovane regista, Matteo Vicino, e il gruppo Pucci svolgerà proprio il ruolo di produttore di quest’opera. È una commedia italiana, si intitolerà ‘Vanity’ e verrà distribuita nelle sale l’anno prossimo. È una bella sfida per la nostra azienda, ma vogliamo essere presenti in questo progetto perché la nostra è una realtà che vuole partecipare e supportare iniziative di livello culturale nazionale e mostrare il proprio dinamismo e la propria capacità di innovazione, anche in campo comunicativo.” IN
un festival che danza
5 giugno - 11 luglio 5 giugno
Svetlana Zakharova Vadim Repin 9, 10, 11 giugno
Chéri
con Alessandra Ferri, Herman Cornejo e Amy Irving 10 giugno Valeria Magli
Pupilla (1983-2014) con DanceHaus Company 12 giugno Compagnia Abbondanza / Bertoni
Terramara (1991-2013) 13, 14 giugno Gruppo Nanou
1914. Strettamente confidenziale 21 giugno
Ballet du Grand Théâtre de Genève © GTG/Vincent Lepresle
Ballet du Grand Théâtre de Genève 22 giugno Micha van Hoecke
Le maître et la ville 27 giugno Compagnie Olivier Dubois
Souls
3 luglio
Trisha Brown Dance Company
2 - 8 ottobre Trilogia d’autunno
Balletto e Orchestra del Teatro Mariinskij
ravennafestival.org
Il lago dei cigni • Trittico ’900 • Giselle
IN Magazine | Special ADV
Caffè Letterario, relax per l’anima Un’AtmosfeRA IntImA e RILAssAnte ACCogLIe gLI ospItI neL LoCALe dI vIA dIAz, neL CUoRe deL CentRo stoRICo dI RAvennA.
Si affaccia su via Armando Diaz, la “via delle librerie”, nel cuore del centro storico di Ravenna, al numero 26. Una serie di suggestive fotografie in bianco e nero e l’aroma caldo dei libri usati accoglie chi si ferma per una pausa come se fosse a casa sua, in un ambiente intimo e familiare fatto di attenzione per i dettagli e passione. È il Caffè Letterario di Ravenna, che festeggia il suo primo anno d’età tra pancake, scrittori e buona cucina. Nato dall’estro creativo di Cristiana Liuti e della figlia Allegra, il locale è diventato in breve tempo un punto di riferimento per i ravennati ma anche per i tanti turisti che prima di visitare le meraviglie della città scelgono di passare qualche ora in buona compagnia. “Mi piaceva l’idea di aprire una caffetteria in questa strada, dove sono presenti tre librerie, e di invitare autori e personaggi del mondo culturale a passare di qui per presentare le loro opere - spiega Cristiana Luti - . Al Caffè Letterario hanno fatta tappa Eraldo Baldini, Rossella Pastorino, Alberto Moresco fino a Vladimir Luxuria, solo per citarne alcuni”. La rassegna letteraria “Il tempo ritrovato”, fiore all’occhiello del locale curata da Matteo Cavezzali e Stefano Bon, ha riscosso un grande successo di pubblico e sarà riproposta anche nella pros-
Un anno di attività fra incontri sima stagione invernale. Insieme alle colazioni di ri, quella indiana dedicata a Siddharta e così via. con gli autori, cene a tema, stampo internazionale, il locale offre una vasta Al Caffè Letterario anche i bimbi possono trovare proposte per ragazzi, rassegne. scelta di piatti della tradizione romagnola e non, un momento di svago, con i giochi e i libri per sapientemente elaborati dallo chef gianluca ragazzi che permettono alle mamme di gustarsi savorelli che ogni giorno all’ora di pranzo proun caffè in tranquillità mentre i piccoli si divertopone una serie di menu a buffet o à la carte originali e creativi. Poi no. La boiserie in stile francese invece è dotata di una serie di ci sono le cene a tema, dedicate gli scrittori, che ogni volta sono collegamenti elettrici che permettono agli studenti di collegarsi accompagnati da un vero e proprio restyling del locale in base al con il computer portatile e di fermarsi per una pausa studio o resoggetto della serata: ecco allora le colorate ambientazioni de “La lax. Durante il periodo estivo il Caffè Letterario resterà aperto mia Africa” di Karen Blixen, la serata siciliana dedicata a Camilleanche il venerdì sera, con aperitivo a buffet.
Via A. Diaz, 26 - 48121 Ravenna - Tel. 0544 216461 www.caffeletterarioravenna.com - caffeletterario.ra@gmail.com
Dirigere | Davide Cassani
Una vita in
Sella
testo Elio Cipriani
Partito da Solarolo, Davide Cassani ha raggiunto i vertici dello sport italiano. Ricoprendo oggi il ruolo di Ct della Nazionale di ciclismo professionisti.
Un altro romagnolo ai vertici dello sport italiano. Si tratta di Davide Cassani, classe 1961, da Solarolo, ciclista professionista dal 1982 al ’96, dieci volte azzurro, voce e volto del ciclismo Rai degli ultimi 18 anni. Lo scorso 28 gennaio è stato nominato commissario tecnico
nato regionale, ho capito che volevo proseguire. E così è stato tra i dilettanti. La mia passione per il ciclismo cresceva di anno in anno e andare in bicicletta è una delle cose più belle che si possa fare”. sionisti. Una lunga carriera, dove
“Ho partecipato a nove mondiali (dieci, se aggiungiamo la presenza come riserva a quello dell’83). Sono stato un gregario, ma soprattutto un collaboratore in corsa del Ct, per tenere il gruppo unito, per cercare di raggiungere l’obiettivo, la maglia iridata…”.
nella Nazionale di ciclismo profes-
ti sei fatto apprezzare come uomo
Una volta finita la carriera spor-
sionisti (al posto di Paolo Bettini,
squadra, anche in Nazionale, di cui
tiva hai cominciato quella di com-
andato a guidare il team allestito dal ferrarista Fernando Alonso). Lo incontriamo a Faenza, dove risiede, in una delle sue sempre più rare soste, perché il nuovo incarico - lo ha detto lui stesso - lo assorbirà 365 giorni all’anno.
hai indossato la maglia azzurra per
mentatore tecnico di ciclismo per
nove volte. In quegli anni gli uomini
la Rai, e anche in questa tua “se-
squadra erano chiamati gregari...
conda vita” ti sei fatto apprezzare. Quest’attività, peraltro, ti ha per-
“Fin da bambino, a Solarolo, dove abitavo. Ho cominciato a correre a 15 anni (nel 1976), tra gli allievi, nella Solarolese. Avrei iniziato anche prima, ma mio padre non voleva... Andavo bene in salita. L’anno dopo, nel ‘77, ho vinto tre corse”.
“Tra i professionisti ho corso per quindici anni. Ho fatto il gregario, ma il gregario con libertà di pensiero... Ho fatto tutto quello che doveva fare un gregario, ma nello stesso tempo potevo mettere in gioco le mie qualità. Dentro al gruppo ho avuto anche la possibilità di conoscere i miei colleghi, compagni e avversari che fossero, capire la situazione, il clima, la corsa... e mettere tutto questo al servizio della squadra, del capitano”.
C’è qualche episodio in particolare
Capitano lo sei stato anche tu, so-
che ti ha fatto pensare “questa è la
prattutto in Nazionale. E anche
mia strada”?
“commissario in corsa”, commis-
“Già da juniores, soprattutto nel secondo anno quando ho vinto nove corse, compreso il campio-
sario nel gruppo, un ruolo molto
Quando hai cominciato ad appassionarti della bicicletta?
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Nell’82 sei poi passato tra i profes-
utile per Alfredo Martini, il Ct per eccellenza di quegli anni.
messo di rimanere a contatto col mondo del ciclismo, di vederne l’evoluzione, essere aggiornato...
“Posso dire che la brusca interruzione della mia carriera sportiva, causata da un incidente (il 13 febbraio 1996, alla vigilia della prima corsa della stagione, il Giro del Mediterraneo, un’auto lo ha investito a Carcassone), mi ha lanciato in tv. Quella caduta mi ha aperto le porte di una lunga collaborazione con la Rai, voluta da Marino Bartoletti (direttore di Rai Sport), iniziata con Adriano De Zan, proseguita con Auro Bulbarelli, quindi con Francesco Pancani. Una collaborazione durata per diciotto anni. Quella caduta
A fianco e nella pagina precedente, Davide Cassani con le due ruote, compagne di una vita.
nità, per la quale ho l’intenzione di ispirarmi a Alfredo Martini, un maestro per tutti, come ho detto in occasione della presentazione ufficiale, ma anche del primo raduno (a Lido di Camaiore, dal 26 febbraio all’1 marzo 2014). E puntare a fare della Nazionale un gruppo unito, affiatato, in cui prevalga l’interesse comune, il gioco di squadra, per arrivare all’obiettivo, riportare la maglia di campione del mondo in Italia. Anche se non sarà facile”.
perciò un cambiamento di mentalità, di cultura, e impegnarsi a diffondere l’educazione, la pratica sportiva a partire dalle scuole. Occorre più attenzione allo sport, un più ampio impegno del pubblico, e non solo del privato, perché se pratichi uno sport, vivi in modo più sano, oltre che più bello”.
Quali sono i problemi e le possibili
“Il ciclismo è uno sport di sacrificio e per fortuna non mancano professionisti con questa volontà di praticarlo. Tra i giovani più interessanti ci sono senz’altro i vari Ulissi, Moser, Battaglin, Modolo, Trentin, Colbrelli, Aru, Brambilla, Nizzolo e altri che, ne sono certo, verranno fuori in questa nuova stagione... In Romagna la situazione è un po’ diversa. Ad esempio, da noi, in provincia di Ravenna, non
soluzioni per ottenere questo e più in generale per rilanciare, far tornare il nostro ciclismo protagonista?
“Da romagnolo devo essere, sono realista. Per il Mondiale (a Ponferrada, in Spagna, domenica 28 settembre 2014) cercherò di studiare bene il percorso e di scegliere i corridori che possano sfruttare al meglio le proprie caratteristiche in funzione di quel circuito. Per il ciclismo, più
Ultima domanda, legata all’attualità: quali i giovani più promettenti del nostro ciclismo, quali le promesse romagnole?
La sfida mondiale come Ct è stata una grande ‘fortuna’, dove mi sono calato senza problemi, senza imbarazzi. In fondo, ho sempre continuato a fare quello che sapevo. Parlare di ciclismo, di cose che conoscevo, rispettando tutti”. E con lo stesso entusiasmo di quando correvi. Adesso è iniziata la tua nuova avventura in questo mondo, quella di Ct della Nazionale, con l’obiettivo di riportare in Italia la maglia iridata dei professionisti.
“La sfida è quella e ringrazio la Federazione per questa opportu-
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in generale, ritengo che sia necessario un impegno in tutto il territorio nazionale. Ho appena iniziato dalla nostra regione. Ho alcune idee... e con alcuni amici del posto ho intenzione di farle diventare proposte e di realizzare alcuni progetti. È vero che negli ultimi anni il nostro ciclismo ha scontato alcuni problemi, ma è altrettanto verò che nel mondo del ciclismo si sono affacciate nazioni senza tradizione, mentre altre investono da anni nei settori giovanili. Occorre
ci sono società ciclistiche dopo gli allievi. Gli juniores sono presenti solo nel forlivese e nel cesenate, ce ne sono di promettenti. Di più non posso e non voglio dire”. In attesa di ciò che maturerà, anche in termini di idee e progetti, di una cosa possiamo essere certi: che Davide Cassani continuerà a mettere passione, entusiasmo, ideali (non si vive bene, senza ideali) nel suo nuovo lavoro. In bocca al lupo, Davide, per il 2014, ma soprattutto per gli anni a venire. IN
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UN BRINDISI ALL’ESTATE CON Caffè NaziONale e Osteria dei BattiBeCChi Nella COrNiCe della Piazza UNità d’italia, da POCO riqUalifiCata, i martedì d’estate si aNimaNO di mUsiCa dal vivO.
Inaugurata il 10 giugno con la performance di Mes- Con entusiasmo Caffè Nazio- eventi ha sottolineato come “fin da subito dopo salina & King Frisko, una rassegna musicale nale e Osteria dei Battibecchi l’inaugurazione della piazza riqualificata ci siamo di musica dal vivo animerà i martedì sera della propongono serate in piazzetta. detti che a quel punto la cosa più importante era far Piazza Unità d’Italia e arricchirà la programmazione vivere questo bellissimo luogo”. Il calendario dei estiva del centro storico grazie al coinvolgimento di musicisti ra“martedì live della piazzetta” propone dunque serate di musivennati. Il progetto è coordinato da Confesercenti, che ha raccolto ca dal vivo a partire dalle ore 21,30, nei martedì di giugno, luglio lo stimolo e la collaborazione del Caffè Nazionale e dell’Oe agosto, secondo un calendario che si integra alle manifestazioni steria dei Battibecchi, volonterosi di animare la piazzetta. L’oin programma in Piazza del Popolo. Dopo la serata di apertura il 10 biettivo comune di tutti i soggetti in campo è quello di promuovere giugno, la rassegna prosegue il 17 giugno con i Kisses from Mars l’identità della piazzetta come luogo di incontro, socializzazione e e il 24 con Eleonora Mazzotti; nei martedì di luglio si esibiranno cultura. Questo spazio suggestivo, adiacente a Piazza del Popolo, sul palco Giangi Acoustic Duo (1 luglio), il trio composto da Luca si trasformerà in una piccola “arena urbana” grazie a un piccolo Bacchini, Francesco Laghi e Fax Fenati (8 luglio) e Gloria Turrini palco, allestito per ospitare la rassegna. con Francesco Laghi (29 luglio). La programmazione si conclude “Siamo contenti di questo progetto che siamo riusciti a mettere in agosto con Banana Boat (5 agosto), Hernandez e Sampedro (12 in piedi grazie alla collaborazione del Comune di Ravenna. Senza agosto) e un evento conclusivo a sorpresa il 19 agosto. dimenticare il contributo che la Cassa di Risparmio ha dato per il recupero di questo nuovo spazio per la città. Un ringraziamento particolare inoltre ai due imprenditori che hanno la loro attività Caffè Cremeria il NaziONale nella nuova piazza e che hanno creduto nella riqualificazione e in P.zza del Popolo, 28 - Ravenna - Tel. 0544 1878026 questa iniziativa” dichiara Roberto Manzoni presidente provinciawww.caffeilnazionale.com - info@caffeilnazionale.com le di Confesercenti. L’iniziativa ha raccolto anche il sostegno del Osteria dei BattiBeCChi Comune di Ravenna e l’assessore al Turismo e Commercio, AnVia della Tesoreria Vecchia, 16 - Ravenna - Tel. 0544 219536 drea Corsini, durante la conferenza stampa di presentazione degli www.osteriadeibattibecchi.it - info@osteriadeibattibecchi.it
Raccontare | La Settimana rossa
Ravenna
Rivoluzionaria
testo Andrea Casadio - foto Ist. St. della Resistenza e Età Contemporanea
Il 10 giugno 1914 il popolo insorge. Repubblicani, socialisti e anarchici danno vita alla Settimana rossa, con assalti e distruzioni che si propagarono anche nei paesi circostanti. Ultimo sussulto dell’Ottocento o annuncio dei drammi del secolo nuovo?
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Quali passioni, quali sentimenti, quali attese si agitavano nel cuore della folla che la mattina del 10 giugno 1914 si assiepava nell’allora piazza Vittorio Emanuele in attesa dell’arringa degli oratori dei partiti “popolari”? L’Europa si apprestava a vivere - così credeva - l’ennesima estate di pace, l’Italia continuava a raccogliere i frutti di una crescita economica quasi ventennale, della quale anche Ravenna, con la sua agricoltura fiorente e il suo porto
ambizioso, aveva fatto tesoro per la sua parte. Eppure, da qualche anno i riflessi della Belle Époque non scintillavano più luminosi come un tempo, mentre inquietudini nuove percorrevano l’Europa e la penisola, alimentando turbamenti esistenziali e radicalismi politici. In Romagna, i due grandi movimenti di massa nati sullo scorcio del XIX secolo, quello repubblicano e quello socialista, erano ormai una presenza egemone, che andava dalle
amministrazioni cittadine a una fitta rete di cooperative e leghe sindacali. Sostanzialmente moderati a Roma e nell’esercizio pratico del potere, di fronte alle masse dei propri sostenitori i due partiti continuavano tuttavia a ribadire col tradizionale radicalismo le proprie aspirazioni di base. Negli anni precedenti, anzi, tale antagonismo si era ulteriormente estremizzato, orientandosi in due direzioni privilegiate: l’anticlericalismo, tradizionale nella Romagna della secolare lotta contro il dominio del papato, e l’avversione al “militarismo”, visto come la manifestazione emblematica dell’autoritarismo del potere vigente. E così, quando il 7 giugno 1914 una manifestazione antimilitarista ad Ancona si concluse con la morte di tre dimostranti, lo sciopero nazionale di protesta immediatamente proclamato dalla Confederazione Generale del Lavoro trovò in Romagna, e in particolare nel ravennate, il terreno adatto a tramutarsi in una vera e propria insurrezione.
Il risultato non si fece attendere. Al termine del comizio, i manifestanti presero d’assalto la prefettura, scatenando un tumulto di cui fu vittima un commissario di polizia, mortalmente ferito da un colpo di bottiglia, e si dovette soltanto
via Paolo Costa), sede del comitato di agitazione. A quel punto, l’intervento di uno squadrone di cavalleria riportò per il momento la calma, inducendo il prefetto a ritenere che il peggio fosse passato. In effetti era una calma irreale e
Contadini e braccianti in rivolta al sangue freddo di un altro ufficiale se la truppa non aprì il fuoco sulla folla. I rivoltosi si volsero poi contro la chiesa del Suffragio e la devastarono, così come la vicina sede dell’associazione monarchica “Patria e Progresso”: in entrambi i casi gli arredi furono utilizzati per allestire due rudimentali barricate nei pressi della Casa del popolo repubblicana (il palazzo Spreti di
carica di tensione, in una città isolata dal mondo - i fili del telegrafo e del telefono erano stati tagliati - e con la situazione ormai sfuggita di mano agli stessi dirigenti dei partiti “sovversivi”. Nel frattempo, le migliaia di contadini e braccianti che avevano partecipato ai fatti della giornata erano tornati alle loro case, diffondendo nelle campagne la notizia che il
Quella mattina del 10 giugno, fra la folla strabocchevole che si era radunata in piazza per assistere a un comizio congiunto di repubblicani, socialisti e anarchici, bastava una
scintilla ad accendere il fuoco in agguato sotto la cenere. E la scintilla venne quando si diffuse la falsa notizia dello scoppio nientemeno che della rivoluzione a Roma. A quel punto, gli imprudenti oratori non trovarono di meglio che dichiarare senz’altro soppressa ogni autorità politica e istituire un “comitato d’azione” unitario.
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A fianco, l’albero della libertà di Fusignano. Nella pagina precedente, la chiesa di Villanova di Bagnacavallo distrutta dai tumulti. In apertura, il Palazzo municipale di Alfonsine incendiato dai rivoltosi.
conto del suo errore di valutazione, il prefetto rimise il potere nelle mani del comandante della divisione militare di Ravenna, generale Giuseppe Ciancio, che immediata-
mente proclamò lo stato d’assedio. Quella notte venne poi da Roma la notizia che la rivoluzione esisteva solo nei sogni dei più fanatici, e il giorno dopo il deputato repubblicano Pirolini si recò nelle campagne per fare opera di pacificazione. Il 13 giugno, mentre la città usciva dall’isolamento e affluivano nuovi corpi di truppa da Bologna, la calma venne definitivamente ristabilita. Nel secolo che ci separa da quegli eventi, molto si è detto e scritto su quell’episodio un po’ tragico e un po’ farsesco, che appare tanto clamoroso quanto indecifrabile nella sua vera essenza: ultimo sussulto dell’Ottocento o annuncio dei
momento tanto atteso della rivoluzione era finalmente giunto. E così, quella notte e il giorno seguente, la rivolta si propagò come un incendio incontenibile, in particolare nei paesi della bassa a nord di Ravenna.
Nel complesso, le violenze ebbero tre obiettivi principali: le chiese, le stazioni e i circoli monarchici, ossia i tre simboli in cui la furia popolare vedeva materializzarsi l’autorità, da un lato, della Chiesa, e, dall’altro, dello Stato «borghese» e dei settori sociali che lo fiancheggiavano. Innumerevoli, in particolare, le chiese e gli oratori devastati o completamente distrutti, per esempio a Mezzano, dove il parroco fu anche costretto a spogliarsi dell’abito talare. A Fusignano fu innalzato
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nientemeno che un “albero della libertà”. L’“apoteosi” venne però raggiunta ad Alfonsine, dove, accanto alle operazioni standard, i rivoltosi si spinsero fino a dare alle fiamme anche il palazzo municipale, atto tanto più sorprendente in quanto la città era governata da una giunta socialista. Più tranquilla, invece, la situazione nella parte meridionale del territorio comunale, dove però si verificò uno degli episodi più curiosi di tutta la vicenda: la cattura del generale Luigi Agliardi, partito ignaro in missione di ispezione lungo la costa romagnola e fermato a Savio, con la sua carovana di automobili, da un improvvisato posto di blocco dei dimostranti. La mattina dell’11 giugno, resosi
drammi del secolo nuovo? Senza
dubbio, cartina di tornasole di due componenti (il settarismo e il primitivismo politico) che avrebbero caratterizzato a lungo la vita civile ravennate e romagnola. Pochi giorni dopo quelle vicende, l’attentato di Sarajevo, dando il via alla prima guerra mondiale, il Novecento lo avrebbe aperto davvero: il secolo che avrebbe portato a un altro 10 giugno, quello del 1940, a un’altra guerra e a un’altra folla plaudente, assiepata nella stessa piazza (forse non poche delle stesse persone di allora, senza dubbio molti dei loro figli) ad applaudire gli altoparlanti che mandavano da Roma l’eco sinistro di parole altrettanto incendiarie, e altrettanto imprudenti. IN
Investire | Imprenditori in Riviera
Rotta verso il
Mare
testo Roberta Brunazzi e Francesca Miccoli
Dall’entroterra alla costa, per cogliere opportunità nel dorato mondo vacanziero e fare business. Storie di imprenditori in Riviera, che con tenacia hanno costruito il loro successo.
Si fa presto a dire impresa. Farla, e nemmeno in casa propria, è invece più complicato. Ma può dare grandi soddisfazioni, soprattutto se il luogo in cui si sviluppa è la riviera romagnola, ricca di opportunità per chi ha voglia di lavorare bene. In tanti sono partiti da Forlì e dintorni verso il mare, e lì hanno costruito le loro fortune. Di queste storie di successo ne raccontiamo alcune, attraverso la voce dei protagonisti. Antesigano di questo gruppo di imprenditori è Antonio Batani, re degli albergatori romagnoli, che assieme alla famiglia gestisce oggi un imponente gruppo alberghiero. “La mia è una storia come tante altre. Nel 1957, al rientro dalla Svizzera, dove avevo lavorato come cameriere in una località frequentata da Vip, ho preso in affitto una pensioncina di 16 camere insieme alla mia famiglia e più tardi ho
costruito a Pinarella la Pensione Batani di 32 camere. Da quel momento la passione per l’ospitalità non mi ha più lasciato. E la mucillagine degli anni Ottanta non mi ha spaventato: a quell’epoca molti albergatori, presi dallo sconforto, cominicarono a svendere i loro alberghi. È così che ho potuto acquistare l’hotel Aurelia**** a Milano Marittima. Sapevo, grazie ad alcuni amici pescatori molto anziani, che quel disastro sarebbe cessato prima o poi, poiché si trattava di un fenomeno che, mi dissero, si ripete ogni 50, 60 anni. Quindi non mi sono demoralizzato, anzi mi sono rimboccato le maniche e ho avuto ragione, perché oggi il mare è bellissimo. Con mia moglie Luciana al fianco, e oggi i miei figli Gianni, Cristina e Paola, sono riuscito, in cinquant’anni, a creare un gruppo alberghiero composto da 13 hotel che è tra i primi in Italia
e include varie strutture di prestigio, tra cui spiccano il Grand Hotel Rimini, il Palace Hotel di Milano Marittima e l’ultimo nato, il Grand Hotel da Vinci di Cesenatico, tutti cinque stelle. Certo, guardo al mio passato con grande soddisfazione, consapevole che i miei figli hanno assorbito da me e da mia moglie la grande passione per l’ospitalità e la gastronomia, che da sempre sono il fiore all’occhiello del nostro gruppo Select Hotels Collection”. Anche Alessandro Fanelli, partito da Forlì, è approdato nel 2003 a Milano Marittima, dove gestisce il ristorante Felix in società con il fratello Enrico e Gianluca Savorelli. La specialità del locale? Carne pregiata, dalla Chianina IGP alla Manzetta Prussiana Extra Marezzata. “Poi abbiamo sviluppato anche il menù di pesce fresco - racconta - puntando molto sui prodotti nostrani. La clientela del
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A fianco, Sauro Sedioli di Charly Max. In apertura, in alto Antonio Batani alla guida del gruppo Select Hotels Collection; sotto (da sinistra) Alessandro Fanelli con i soci Gianluca Savorelli e il fratello Enrico.
Felix è in buona parte composta da giovani e famiglie a cui vogliamo far assaporare il meglio, dal sale dolce alla cozza cervese, anche per educare i palati a riconoscere i migliori sapori del territorio. Da quest’anno facciamo parte dell’alleanza dei cuochi e dei presidi Slow Food, cosa molto importante per valorizzare la qualità e la storia di ogni piatto”. Partire dal territorio e dalle sue peculiarità è uno dei punti su cui fa leva Fanelli, che è anche segretario della locale Pro Loco, coordinatore della rivista “Milano Marittima life” e presidente di Fiepet - Confesercenti di Cervia. E non disdegna neppure il ruolo di consulente per la gestione aziendale di altri ristoranti: “Oggi il ristoratore dev’essere un vero e proprio manager - dice -, con idee ben precise sull’andamento analitico-gestionale della propria azienda”. Tra gli imprenditori forlivesi in trasferta “balneare” anche Sauro Sedioli, titolare di Charly Max, più che un marchio un’autentica istituzione. Un negozio in cui trovano armonia stile e griffe, nuovo e
Ph. Giorgio Sabatini
2001 si facevano affari, in seguito però la stagione si è accorciata a non più di 100 giorni l’anno. D’inverno non si lavora, per fortuna c’è una clientela consolidata”. Sedioli punta l’indice verso le istituzioni. “Le politiche adottate non sosten-
Il manager dell’accoglienza vintage dal sapore evergreen. Da quarant’anni sulla piazza forlivese, a metà degli anni Novanta Sedioli decise di raddoppiare nella modaiola Milano Marittima. “All’epoca una scelta fortunata - racconta -. Ho cominciato a puntare su griffe quali Hermes e Vuitton e fino al
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gono i commercianti, e soprattutto si privilegia Cervia ignorando la perla dell’Adriatico”. E l’orizzonte non si profila roseo: gli esercenti sono penalizzati anche dal web. “Su internet vendono tutti, tanto è vero che le ultime sei fiere sul vintage a cui ho partecipato sono sta-
te fallimentari. Oggi si salva solo la grande distribuzione, i negozi monomarca. È significativo che a Forlì siano ben 300 gli esercizi chiusi”. Anche Franco Mazzoni dall’entroterra ha trovato fortuna verso il mare. “Sono forlivese ma vivo a Milano Marittima da trent’anni. Nel 1970 ho deciso di investire ne ‘Il Caminetto’ assieme ad alcuni amici. Perché proprio in riviera? Si presentò un’opportunità e la cogliemmo al volo. Mio padre da tempo ‘faceva’ la stagione al mare, impegnato nella gestione di una pensioncina e anch’io, nel 1968, mi cimentai nella conduzione di un albergo a Pinarella. In realtà non c’è un vero perché. Si può creare una similitudine con quello
A fianco, in alto Franco Mazzoni del ristorante Il Caminetto; sotto, Andrea Montaguti (a sinistra) con il fratello Fabio, titolari del Bagno Adriatico.
che accade nel matrimonio: due persone s’incontrano senza deciderlo a tavolino”. Dal 1970 ad oggi molto è cambiato. “Dai tempi degli esordi sono mutate le persone e si sono trasformate le abitudini - spiega Mazzoni - . Un tempo si andava al ristorante solo in occasioni speciali, ora c’è chi frequenta il locale due o tre volte alla settimana o addirittura tutti i giorni. Certo, Il Caminetto non è una mensa aziendale ma un locale differente: qui si incontrano gli amici, si tira a sera”. Una scelta fatta in famiglia è quella che invece ha portato la vita di Andrea Montaguti verso il mare, al Bagno Adriatico di Milano Marittima. “Terminati gli studi, io e mio fratello Fabio abbiamo deciso di rilevare l’attività di famiglia. Papà era un agente di commercio, vedeva salumi e formaggi a quei piccoli negozi poi fagocitati dalla grande distribuzione. Così, quando negli anni Settanta si palesarono le prime difficoltà, papà scelse di investire i risparmi in un bagno al mare”. Un impegno che ha regalato grandi soddisfazioni alla famiglia Montaguti. “Quando hai a che fare con gente serena in vacanza, la qualità della vita sale”. Oggi però fosche nubi si addensano all’orizzonte. “Una normativa europea frena gli investimenti: nel 2020 scadranno le concessioni demaniali marittime. Inizialmente il termine era stato fissato addirittura nel 2015! Per noi un grave problema: i governi si susseguono, si alternano le amministrazioni ma le nostre istanze restano inascoltate”. IN
Ph. Giorgio Sabatini
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Improvvisare | Playback Theatre
Tante storie sulla
Scena
testo Gianluca Gatta
Tutti abbiamo una storia da raccontare e ogni storia può essere messa in scena: da qui parte l’esperienza del Playback Theatre per drammatizzare, sempre e solo improvvisando, il vissuto che il pubblico porta a ogni performance.
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Quando sento la parola “Guardiamo...”, magicamente le cinque persone vestite di nero in fondo alla sala, immobili fino a quel momento, cominciano a muoversi. L’atmosfera è tesa. Uno avanza verso il pubblico e, all’improvviso, si mette carponi, diventa un cane in cerca di prede, annusa dappertutto; un altro gli si avvicina e sembra urlare qualcosa, ma dalla bocca non emette suoni. In pochi secondi sono tutti lì a ripetere una smorfia, mimare un movimento, come in un quadro vivente. Da un lato del palco, c’è un musicista che suona una chitarra e che osserva attentamente la scena per sottolineare con le note i gesti degli attori. Ad un certo punto tutto finisce, la musica si ferma e, dopo un momento di esitazione, scatta l’applauso. Molti tra il pubblico sorridono e la persona che, a inizio
Che cos’è Nodi Playback Factory?
“Siamo una rete di professionisti legati dalla comune esperienza nell’ambito dello psicodramma e dei metodi attivi: psicologi, psicoterapeuti, formatori. Progettiamo e realizziamo azioni di consulenza e formazione nel campo della psicologia del lavoro, della psicologia di comunità, dell’orientamento professionale e della crescita personale utilizzando, in particolare, il Playback Theatre, che è una forma di teatro completamente improvvisato dove si mettono in scena le storie raccontate dagli spettatori.” Dove e quando nasce il Playback Theatre?
“Esiste un’associazione internazionale, l’International Playback Theatre Network, fondata nel 1990, che raggruppa e coordina tutti coloro che si occupano di questa forma di teatro. In Italia,
Improvvisazione teatrale serata, alla richiesta di proporre una sensazione da mettere in scena, aveva alzato il braccio e aveva cominciato a parlare della propria giornata lavorativa, dice: “È proprio così che mi sentivo. Grazie.” Questo è il Playback Theatre: improvvisazione teatrale e musicale basata sui racconti degli spettatori. Ne parlo con Gaetano Martorano, psicologo del lavoro e tra i fondatori di Nodi Playback Factory (www. nodionline.it), network con sede a Faenza di Playback Theatre per le organizzazioni.
a Torino, dal 2002 esiste la Scuola Italiana di Playback Theatre. Ma le origini risalgono al 1975, quando a Beacon, New York, nasce la prima compagnia diretta da Jonathan Fox, il fondatore.” L’intuizione nasce durante un training in psicodramma presso il Moreno Institute di Beacon. Fox, la moglie - Jo Salas - e altri partecipanti cominciarono a ritrovarsi per dare vita a una forma di teatro che, negli anni, avrebbe assunto caratteri distintivi e una ritualità sempre più precisa: la posizione
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A fianco, il gruppo di Nodi Playback Factory con il fondatore di questa forma di teatro di improvvisazione, Jonathan Fox (il terzo da destra nella seconda fila). Nelle pagine precedenti, alcuni momenti di una performance di playback theatre.
degli attori in scena, i cubi in legno su cui siedono gli attori, le sedie affiancate del conduttore e del narratore, l’attaccapanni con appesi foulard di vari colori. Col tempo divenne un’attività professionale vera e propria, tanto che la compagnia venne chiamata in centri di osservazione pediatrica, festival, conferenze aperte al pubblico e anche presso le aziende. Come si colloca il Playback Theatre nella realtà aziendale rispetto ad altre azioni?
“Si tratta di un’analisi qualitativa che si affianca ad altre analisi empiriche quantitative, come possono essere i risultati di un’indagine sul clima aziendale effettuata attraverso un tradizionale questionario. È però uno strumento chiave perché permette di concretizzare sulla scena il caso particolare che si nasconde nei dati percentuali, spesso quello legato alle persone più vulnerabili, aiutando a ricordare meglio e a costruire significati attorno alle vicende vissute e non solo a partire da una
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prospettiva numerica o statistica.” Il Playback Theatre viene proposto non solo all’interno delle aziende e delle organizzazioni, ma soprattutto come forma di teatro sociale, aperto al pubblico. Non sono poche le occasioni, in Romagna, per partecipare a uno spettacolo di Playback Theatre. E “partecipare” è proprio il verbo giusto, poiché il pubblico viene invitato a conoscersi, a esprimere le proprie emozioni, a interagire in modo dinamico con gli attori. I quali si preparano
lungamente, attraverso esercizi per lo sviluppo dell’attenzione reciproca. Una caratteristica fondamentale del Playback è infatti che gli attori siano rispettosi, oltre che della storia narrata, di quello che viene proposto sulla scena dai compagni. Ogni movimento o sguardo, ogni parola deve essere colta e rilanciata in una dinamica al servizio dello sviluppo scenico. Il risultato è uno spettacolo teatrale originale e vario dove c’è sempre chi, alla fine, ringrazia gli attori. IN
Pellegrini in Playback A Forlimpopoli c’è una compagnia stabile che organizza spettacoli di Playback Theatre: “ForlimPLAYBACK. La Compagnia dei Pellegrini” fondata e diretta da Fabio Canini, psicodrammatista ed esperto in metodi d’azione. La storia della compagnia è legata allo sviluppo del Centro per le Famiglie del Comune di Forlimpopoli. “Nel 2000 diventai il Referente del Centro”, racconta Canini “e dopo qualche anno ci fu l’occasione di proporre esperienze laboratoriali di ‘gioco espressivo’ ai genitori dei bimbi che frequentavano i servizi per l’infanzia. La cosa piacque e così decisi di formare un gruppo di genitori per animare iniziative interattive e relazionali. Nel 2008, avendo allargato la proposta anche all’esterno, nacque la compagnia, che si ritrova da settembre a giugno per approfondire il proprio training e per proporre spettacoli aperti al pubblico. Ogni anno organizziamo una rassegna aperta al pubblico intitolata Pellegrini… in cerca d’autore.”
Ph. Davide Leonardi
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SPIAGGIA 30
PESCE MARE E BOLLICINE RIAPRE LA StAGIonE EStIvA E SPIAGGIA 30 SI RInnovA oFFREnDo ConFoRt E DIvERtIMEnto, BuonA CuCInA ED ELEGAntI APERItIvI, PER vIvERE IL MARE Con EMozIonE.
“Spiaggia 30 Pesce Mare e Bollicine” è la novità La buona cucina, le bollicine e migliori champagne, Franciacorta e Trento doc. Una dell’estate 2014 sulla spiaggia di Lido di Classe, lo il mare: ecco servita la ricet- vera eccellenza per qualità e prezzo è il Franciastabilimento balneare rinnovato per offrire confort ta dell’ospitalità romagnola. corta Brut Antica Fratta di cui Spiaggia 30 è e divertimento senza lasciare da parte le emozioni e ambasciatrice per le spiagge della Romagna. La in linea con il massimo rispetto dell’ambiente. L’ospitalità è garandomenica dal tardo pomeriggio al tramonto è il momento dell’“Etita da una lunga tradizione, oltre trent’anni di gestione da parte legante Aperitivo”, con le bollicine e la buona musica di dj della famiglia Garoia che ha scelto di non fermarsi e di rilanciare Pyton. Elegante, emozionante e non gridato, non si balla ma ci si con l’energia di Elena e Cristina un progetto che dà la massima può abbracciare per stare bene, molto bene, tutta la vita. attenzione all’innovazione. Anche l’arte è amica di Spiaggia 30, l’artista forlivese Delio PicLa Cucina dell’osteria Spiaggia 30 è legata alle materie cioni ha collaborato alla realizzazione degli arredi ed è l’autore prime e alle ricette del territorio sempre abbinate al migliore dell’insegna/scultura che sovrasta lo stabilimento. Piccioni sarà pesce del mercato; ricette come gli spaghetti alle poveracce o la anche il protagonista della Notte Rosa 2014, con performance absemplicità delle cozze di Cervia alla marinara non sarebbero possibinate alla cena live cooking e alla passeggiata romantica sotto le bili senza la dedizione dello staff di cucina e l’impegno di produttostelle, in collaborazione con l’Arena del sole. ri come Frantoio Paganelli, le saline di Cervia, il buon gelaSpiaggia 30 è l’evoluzione dell’ospitalità romagnola: si inizia con to, Le Armonie pasticceria e l’orto biologico dove le verdure una colazione soft per poi dedicarsi ai bagni, ai giochi dei bambini, di stagione crescono sotto l’occhio vigile di Mario e Fiorella. Il a prendere il sole o a giocare a racchettoni, per ritrovarsi attorno a legame fra la campagna e il mare è la tipicità di Lido di Classe: i un buon piatto o aspettare il tramonto con una bottiglia di bollicine campi finiscono dove inizia la spiaggia e la pineta del parco del servita sotto l’ombrellone. Il tutto con prezzi alla portata di tutti, badelta fornisce ossigeno e restituisce un’immagine dell’Adriatico sta avere emozione e vivere Pesce Mare Bollicine… Tutta la vita. adatta sia a una lunga passeggiata che a una giornata da surfista. Ma dove si mangia sano e bene non si può bere male, soprattutto SPIAGGIA 30 se la “bagnina” è anche sommelier e a Spiaggia 30 si trova una Viale Caboto, 94 - Lido Di Classe (RA) scelta di vini poco usuale per una spiaggia: oltre ai migliori bianTel. 0544.9391107 Cell. 339 1199277 - 347 7736618 chi italiani e romagnoli, le bollicine sono protagoniste con i
Giocare | Romagna Rugby Football Club
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Insieme nella
Mischia
testo Nevio Galeati - foto Filippo Venturi
La Romagna unita nel segno del rugby, uno sport che non riempie le prime pagine dei giornali sportivi ma che coinvolge moltissimi appassionati e tanti atleti.
“Il nostro obiettivo è arrivare a una prima squadra composta completamente da atleti cresciuti in questa terra. Vogliamo aumentare il numero dei praticanti e anche il numero delle società. Far giocare i bambini. E, naturalmente, tornare in serie A”. Giacomo Berdondini, direttore generale del Romagna Rugby Football Club, non nasconde un pizzico d’amarezza per la conclusione dei play out, che hanno visto la franchigia fondata nel 2006 da Giovanni Poggiali (che ne è tutt’ora presidente), lasciare la serie A dopo tre stagioni. “C’è ugualmente una grossa soddisfazione: aver fatto esordire in serie A - prosegue - molti giocatori che arrivavano dai club del territorio. E in complesso, sulla rosa di 34 atleti, ben 28 sono cresciuti in queste province. È questa l’unica strada percorribile per uno sport come il rugby, che in Italia non può ancora contare su sostegni economici significativi: far crescere i propri atleti”. Oggi aderiscono al Romagna RFC i club di Cesena, Forlì, Imola, Ravenna, Rimini, San Marino; e Lugo (P.G.S. Robur Lugo Rugby ASD) è addirittura nato per iniziativa della franchigia. “Un altro punto di forza è la salvaguardia delle peculiarità di ogni società. I club conservano la
propria identità e le proprie caratteristiche, poi contribuiscono, insieme, a formare la squadra romagnola. Per arrivare a questo traguardo è stato necessario instillare un senso di appartenenza perché la collaborazione avvenga nel senso più ampio del termine. Certo, è un atteggiamento e un sentire che si crea nel tempo e il Romagna è cresciuto esponenzialmente in pochissimo tempo. Basti pensare come nella prima stagione gli atleti complessivi del Romagna fossero poco più di duecento; oggi i numeri si sono quintuplicati e questa crescita ha naturalmente interessato anche gli staff e i tifosi. D’altra parte il seguito che il rugby ha riconquistato in Italia è arrivato in gran parte dall’ingresso della squadra azzurra nel Torneo delle Sei nazioni, nel 2000; prima era davvero uno sport di nicchia, che pochissimi seguivano. Per sintetizzare: soprattutto da noi l’avventura è appena iniziata e, quindi, il lavoro da fare è molto”. C’è un altro tema al quale il presidente Giovanni Poggiali e tutta la dirigenza tiene molto: il progetto non vuole essere solo un simbolo sportivo per la Romagna (ed ecco la scelta per il logo del Gallo e della Caveja), ma anche culturale, che si basi appunto sulla cooperazione e il sostegno dei club. E la cultura si crea, naturalmente,
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A fianco e in apertura, due momenti di gioco della squadra Romagna Rugby.
partendo dai ragazzi e a scuola. “Ci sono realtà - commenta il direttore generale - nelle quali si fatica a entrare nelle scuole; vogliamo capire quali siano i problemi e trovare le soluzioni. Perché vogliamo portare il mini rugby anche nei piccoli centri. Per questo, però, occorre preparare chi poi andrà a parlare con gli studenti: non è sufficiente la buona volontà e l’entusiasmo spesso non giova. Le scelte devono avvenire, sempre, seguendo il parametro della qualità. Nell’arco di due o tre anni al massimo vorremmo riuscire a portare due squadre Under 16 nel campionato d’Elite; e almeno una Under 18 nello stesso livello di preparazione”. Chiosa Mario Battaglia, nuovo presidente del Ravenna Rugby Juniores: “In gioventù nessuno sport ha catturato il mio cuore, come in età adulta ha saputo fare il rugby. Ma non ho rimpianti perché pochi sport come il rugby sanno tenerti giovane per sempre”. E la sua visione, molto orientata al reclutamento e all’attenzione alle categorie del minirugby, ha già prodotto risultati apprezzabili. Il Romagna RFC sta poi seguendo un corso unico in tutt’Italia, per la formazione di specialisti nella gestione delle attività sportive; undici persone, per un anno e mezzo, lavorano per crescere in professionalità. “Anche le grandi società - conclude Giacomo Berdondini - devono valorizzare i volontari, ma devono essere dotati di competenze. Se riceviamo un’ora di tempo per i ragazzi, gli atleti, le segreterie dei club, dev’essere un’ora competente. Possiamo crescere, e vogliamo farlo”. IN
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Rugby formato mini Il primo embrione di rugby junior è nato a Ravenna sette anni fa. Pochi bambini, in un’unica categoria, che giocavano insieme e apprendevano i rudimenti di questo sport sul campo di via Isonzo. Presto quell’insieme poco organico fa proseliti e si riescono a delineare le prime categorie. Oggi il minirugby e la juniores ravennati contano quasi 140 iscritti, 40 dei quali mini rugbisti (dai 6 ai 12 anni). I giovani vengono guidati da due allenatori per categoria, un maschio e una femmina. Nel mini rugby infatti la presenza di allenatrici è una risorsa; per i bambini, specie i più piccoli, la figura femminile è garanzia di dolcezza e comprensione; e per i genitori è una tranquillità in più. Gli allenamenti al campo trovano uno straordinario momento di verifica durante i concentramenti. Si tratta di veri e propri momenti di rugby vissuti incontrando bambini di altre realtà, occasione per testare i consigli degli allenatori e per fare belle amicizie. “L’anno trascorso - spiega Mario Battaglia, appena eletto presidente Ravenna Rugby Football Club Juniores - è stato ricchissimo di soddisfazioni sportive. Il lavoro da fare è ancora tanto, ma le aspirazioni sono quelle di portare il Ravenna Rugby Juniores a conquistare un posto di rilievo nel panorama rugbistico giovanile italiano”. (N.G.)
Inscenare | Ravenna Festival
Che la musica
Un programma suggestivo, e di alto livello, come sempre, quello del venticinquesimo Ravenna Festival. Che spazia nei generi musicali e nelle tendenze culturali, partendo da un anno cruciale, il 1914. Giusto cent’anni fa.
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Cominci!
Venticinque anni di musica, teatro, cultura: Ravenna Festival festeggia il suo quarto di secolo con un cartellone ricchissimo di appuntamenti, a partire dal 5 giugno per finire l’11 luglio. Ricordando i cent’anni dal 1914, “l’anno che cambiò il mondo”, si potrà ad esempio ascoltare l’Orchestra Filarmonica di S. Pietroburgo diretta da Yuri Temirkanov, ammirare il Ballet du Grand Théâtre de Genève, oppure assistere al Combattimento di Tancredi e Clorinda di Claudio Monteverdi all’interno del Palazzo Rasponi dalle Teste di freschissimo restauro (il programma completo è disponibile come sempre su www.ravennafestival.org). Una due giorni originale e suggestivo è quella che il Festival propone l’ultimo fine settimana di giugno nell’affascinante cornice
di Palazzo San Giacomo a Russi, seicentesca residenza estiva dei Conti Rasponi. Sabato 28 giugno alle ore 21.30 l’Orchestra Popolare “La notte della Taranta”, composta da oltre trenta elementi e diretta dal maestro concertatore Giovanni Sollima, proporrà al pubblico una personale interpretazione della tradizionale pizzica salentina. Compositore e musicista “colto” tra i più sensibili alle vibrazioni ancestrali e misteriose della musica popolare, Giovanni Sollima si affaccia al mondo del tarantismo come maestro concertatore. E imbracciando l’inseparabile violoncello riporta dopo sette anni gli irresistibili ritmi salentini nel suggestivo anfiteatro che sul fiume Lamone si apre di fronte alla nobile dimora Rasponi. Ritmi che, per lo stesso Sollima, “scatenano il
corpo e generano danza, come il respiro genera canto e viceversa” e che con forza irrompono nella sua scrittura, in quell’Antidotum tarantulae xx i in cui l’energia contagiosa del rito si intreccia a inflessioni rinascimentali e barocche, viaggiando in un tempo senza tempo. Ma la grande musica continua domenica 29 giugno, con l’atteso ritorno al Festival del cantautore Vinicio Capossela che, con La Banda della Posta (nella foto sotto), si esibirà in un repertorio di musiche popolari “ballabili” per i matri-
La musica che fa ballare moni. Gli originali componenti della Banda si riunivano davanti alla Posta, nei pomeriggi assolati, in attesa della pensione e, quando il sospirato assegno arrivava, imbracciavano gli strumenti e si facevano una suonata. “Avevano l’aria di vecchi pistoleri in paglietta”, dice Vinicio Capossela, che dalla piazzetta di Calitri, in Irpinia, ha trascinato l’irresistibile Banda nell’avventura del palcoscenico. Così Tottacreta, Matalena, Bubù, Parrucca (sono alcuni dei soprannomi) hanno ritrovato tutta l’intensa e solenne vitalità del loro repertorio: mazurke, polke, valzer e tanghi, tarantelle, quadriglie e fox trot che negli anni Cinquanta e Sessanta erano chiamati a eseguire nelle interminabili feste di matrimonio. Musiche che hanno il gusto delle cose semplici e durature. IN
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Celebrare | Centro Relazioni Culturali
Quarant’anni di
Poesia
testo Anna De Lutiis
Ph. Lidia Bagnara
Tempo di celebrazioni per il Centro Relazioni Culturali, guidato da Walter Della Monica, che festeggia i milleseicento incontri con grandi personaggi della letteratura, della scienza e del giornalismo italiano.
“Una torre di libri”, “Una pagina di storia”. Con questi titoli la stampa locale ha commentato l’evento dedicato ai circa milleseicento incontri che dall’8 aprile del 1974 ad oggi hanno visto protagonisti grandi personaggi della letteratura, della scienza e del giornalismo italiano, passati dal Centro Relazioni Culturali di Ravenna. “Devo tutto al Trebbo Poetico”, dice Walter Della Monica, assoluto protagonista, inventore, organizzatore di questi quarant’anni di incontri. “Nato per caso, come conseguenza di letture e recitazioni fatte tra amici nelle sere d’estate trascorse in campeggio. Iniziativa che - prose-
gue - si trasformò in un vero e proprio progetto, riuscito a portare la poesia in tutta Italia e anche all’estero. Un successo dovuto anche alla presenza degli stessi autori delle poesie che venivano divulgate, da Quasimodo a Ungaretti, e poi Montale, Pasolini, Cardarelli. Vista la risposta del pubblico abbiamo pensato, successivamente, insieme a Mario Lapucci, fondatore delle Edizioni del Girasole, di avviare gli appuntamenti culturali, prima solo periodici, oggi ogni venerdì con la successiva aggiunta di alcuni martedì dedicati agli scrittori locali”. Ad aprire il lungo ciclo furono Carlo Sgorlon, vincitore del Pre-
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A fianco, la “serata dei ricordi” per celebrare i quarant’anni del Centro Relazioni Culturali. Nella pagina precedente, Walter Della Monica fra Anna Guidazzi e Francesca Masi del Comune di Ravenna.
integrale della Divina Commedia che ha impegnato Vittorio Sermonti
Ph. Massimo Fiorentini
mio Campiello 1973, con “Il trono di legno”; poi Giuseppe Berto, autore del famoso romanzo “Il male oscuro”, che presentò nel Ridotto del Teatro Alighieri la sua favola ecologica “Oh Serafina! È successo qualcosa?” di Luca Goldoni, noto giornalista e scrittore, tornato successivamente a Ravenna per ben tredici volte e protagonista della “serata dei ricordi” insieme a Franco Gàbici, Giuseppe Rossi e Roberto Casalini. A rappresentare il Comune era presente l’assessore alla Cultura Ouidad Bakkali. Sarebbe davvero molto lungo l’elenco degli ospiti degli incontri in questi quarant’anni, tutti grandi protagonisti dei vari settori culturali, ne citeremo solo alcuni: Enzo Biagi, Umberto Eco, Mario Rigoni Stern, Camilla Cederna, Flavio Caroli, Bruno Vespa, Corrado Augias, Dacia Maraini, Edmondo Berselli, Paolo Crepet, Vittorio Emiliani, Sergio Romano, Edoardo Boncinelli, Margherita Hac, Fernanda Pivano, Piero Angela, Ersilio Tonini, Ezio Raimondi, Massimo Montanari e tanti altri. Sala D’Attorre di Casa Melandri (l’attuale sede degli incontri, dopo aver frequentato periodicamen-
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te il Ridotto del Teatro Alighieri, la Sala Muratori della Classense, quella della Camera di Commercio e la Nullo Baldini della Provincia) era affollata nella serata d’aprile dedicata alla commemorazione; c’era nell’aria un’atmosfera di commozione e di orgoglio sia da parte degli organizzatori che prendevano atto del successo sia da parte del pubblico, formato in parte dai fedelissimi che non hanno mai
per tre anni, con la felice conclusione a Castel Gandolfo alla presenza di Papa Wojtyla. “Non ho abbandonato Dante, il grande poeta che onora l’Italia in tutto il mondo - dice Della Monica - e proprio nel mondo ho voluto indagare per verificare in quali paesi, in quali continenti Dante è conosciuto, studiato, tradotto. È nata così la rassegna ‘La Divina Commedia nel Mondo’, che rappresenta ogni anno una sorpresa nello scoprire che nei paesi più remoti c’è grande attenzione per il nostro poeta. Quest’anno arriveremo a cinquantadue versioni della Commedia. Per non dimenticare i grandi poeti del ’900 prima e dell’800 poi, ogni anno viene preparato un incontro conferenza
Quarant’anni di cultura perso un incontro in questi anni. Walter Della Monica, figura fulcro di tutta l’ organizzazione, è apparso profondamente commosso nel ricordare tutte le persone che, con il loro aiuto, hanno permesso la realizzazione di quello che sembrava un sogno appena probabile. Da grande divulgatore quale è, il suo desiderio di far conoscere la poesia e la cultura in genere l’ha portato ad intraprendere iniziative parallele come l’invenzione del Premio Guidarello, che oggi rappresenta un traguardo molto gratificante per i giornalisti; la lettura
a Marina di Ravenna, sempre di grande successo”. Nonostante la vivacità intellettuale e il desiderio di andare sempre avanti, recentemente Walter ha affidato la continuità del Centro al Comune, che a sua volta ha incaricato della supervisione dell’organizzazione alla responsabile istituzionale, Francesca Masi, mentre la segreteria si occupa Anna Guidazzi. Al timone, però, è sempre lui, l’intramontabile suggeritore e inventore di iniziative Walter Della Monica, insieme ai suoi collaboratori storici. IN
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OSTERIA “AL CIRCOLINO” ristorante / eventi
ImmERSO NELLA CAmpAgNA RAvENNATE, IL LOCALE gIuSTO pER SERATE dA TRASCORRERE IN uN CLImA RACCOLTO, guSTANdO I pIATTI TIpICI dELLA ROmAgNA.
Semplice e ben curato in ogni suo dettaglio, l’Osteria al Circolino si trova immersa nella campagna a Roncalceci sulla Ravegnana tra Ravenna e Forlì. All’Osteria al Circolino ci si può incontrare per un lungo aperitivo, una cena o un dopocena all’ombra di tigli secolari. Qui si possono gustare i migliori vini delle Aziende vinicole della Romagna accompagnati da battilarde di affettati della Mora Romagnola, formaggi e marmellate, queste ultime prodotte direttamente nella cucina del Circolino. Qui si possono gustare i primi piatti più autentici e genuini della cucina tradizionale Romagnola e si viene sopraffatti dai profumi e
dai sapori figli della tradizione degli anni passati che resistono al trascorrere del tempo. Sarete accolti in un clima rilassante e intimo la cui sobrietà dell’ambiente e del personale gestito da Marco Riccardi vi farà sentire a casa vostra. Il locale è l’ideale anche per eventi privati, in particolare il lunedì - giorno di chiusura - può essere riservato per cene esclusive, feste avendo a disposizione il medesimo servizio di alta qualità e professionalità di ogni sera. La suggestiva location esterna del Circolino è anche a disposizione per eventi riservati in cui usufruire di un catering esterno con cui organizzare serate piacevoli ed esclusive.
OSTERIA “AL CIRCOLINO” Via Ravegnana, 677 - Roncalceci (RA) - Tel.: 0544.534922 - Cell.: 348.1838729 - 340.1229123 -
Mosaici di
Idee
testo Aldo Savini - foto Lidia Bagnara
Un artista che si esprime attraverso la tecnica musiva, dando vita tramite una pratica artigianale alla creatività. Enzo Tinarelli ama spaziare nelle tecniche espressive dedicandosi anche alla pittura e mettendosi in gioco con l’insegnamento.
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Alla conclusione degli studi all’Istituto d’Arte per il Mosaico di Ravenna, diretto allora da Rocchi, dove ha seguito l’insegnamento dei maestri mosaicisti Ventura e Cicognani, Enzo Tinarelli ha completato gli studi all’Accademia di belle Arti di Ravenna e lavorato poi nell’atelier di Carlo e Renato Signorini. Collabora con i più giovani Marco De Luca e Giuliano Babini, realizzando opere moderne e restauri di mosaici antichi in Italia e all’estero. Relazioni ed esperienze formative determinanti per addentrarsi nella tecnica e
soprattutto nei segreti del linguaggio musivo che solo direttamente possono essere scoperti e indagati. Sono i presupposti su cui si innesta la sua creatività impaziente e l’esigenza d’andare oltre, proprio a partire da queste basi, attraverso una ricerca sulle valenze espressive dei materiali utilizzati, sia quelli storici e artificiali, come gli smalti vetrosi, che quelli di recupero, come le pietre e soprattutto il marmo delle cave di Carrara, che ha potenzialità straordinarie per le variazioni minime delle cromie. Fin dagli esordi Tinarelli si sente
Creare | Enzo Tinarelli
impegnato per il rinnovamento del mosaico nell’arte contempora-
nea. Di fronte ai nuovi linguaggi e alle innovazioni tecnologiche, il mosaico riafferma il valore imprescindibile della manualità e della pratica artigianale. Tinarelli non è un semplice esecutore: l’artista e il mosaicista sono una figura unica. I suoi mosaici sono realizzati con la tecnica della posa diretta, per conferire alla superficie un andamento plastico per l’inclinazione delle tessere, che mirano a catturare la luce in un gioco suggestivo di rifrazioni e di riflessi come nella tradizione bizantina. Ma ogni suo lavoro presuppone sempre un’idea che si traduce progettualmente in un cartone da utilizzare come traccia genetica, come pensiero musivo che consente di dare forma a un’immagine controllando le variazioni tra l’opacità dei marmi e la luminosità degli smalti, combinando colore e luce. Memore di quanto diceva il suo maestro di pittura Francesco Verlicchi, che considerava il mosaico come “la più bella pittura che ci sia”, è convinto che debba comunicare qualcosa oltre l’emozione immediata. Tinarelli è anche pittore, con una predilezione per gli artisti dell’informale e del naturalismo padano, come Vedova, Moreni, Sartelli, Nanni. Pertanto, la sua vicenda artistica è un viaggio parallelo che scorre tra la pittura e il mosaico. Pur complementari, hanno una loro rivalità perché sono due linguaggi diversi, uno veloce e fluido, l’altro riflessivo e discontinuo, ma in essi convergono le stes-
se valenze poetiche ed estetiche. Il linguaggio musivo, nonostante la discontinuità propria delle tessere, deve avere una sua lettura nell’unicità, come un testo narrativo o poetico, e sono quindi importanti il segno e la forma, termini di una ricerca estetica affine tra mosaico e pittura e scultura. Un altro ambito operativo che gli offre stimoli alla sperimentazione è l’insegnamento. Nella pratica didattica se da un lato mira alla valo-
rizzazione dell’espressività estetica individuale, dall’altra tende alla coesione stilistica di gruppo, per dar vita a una sorta di laboratorio collettivo, un’“officina”, come per altro operavano i mosaicisti antichi bizantini di cui non si conoscono i nomi se non di alcuni greci che firmavano i loro mosaici. Così, ancora una volta per Tinarelli si ripropone un intimo intreccio tra storia, tradizione, sperimentazione e contemporaneità. IN
Enzo Tinarelli Nato ad Anita di Alfonsine nel 1961, dopo la maturità artistica presso l’Istituto statale d’Arte per il mosaico di Ravenna, ha conseguito il diploma di scultura presso l’Accademia di belle Arti di Ravenna nel 1984. Nel 1982 figura tra i più giovani fondatori dell’Associazione mosaicisti di Ravenna. Sono gli anni delle collaborazioni con mosaicisti locali per la realizzazione di grandi mosaici, tra cui quello pavimentale di 300 mq su progetto di Mimmo Paladino per il Parco della Pace di Ravenna nel 1986. Nei primi anni Novanta si trasferisce in Francia e apre un atelier permanente a Biganos, Bassin d’Arcachon, mantenendo regolari rapporti con l’Italia e Ravenna. Ha collaborato negli anni Novanta con il regista teatrale Enzo Cuoghi e Giorgio Celli per spettacoli sperimentali presso il Centro Video Arte di Ferrara. Dal 1992 è docente di Plastica ornamentale e mosaico presso l’Accademia di belle Arti di Carrara e attualmente tiene corsi annuali di Tecniche del mosaico all’Accademia di belle Arti di Ravenna.
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ENOTECA PISACANE Un originale tapas bar nel centro di cervia Un angolo di SPagna BRilla SUlla RiviERa RavEnnaTE, TRa PiaTTi di PEScE, caRnE E SalUMi, annaffiaTi da oTTiMi vini. con Uno SgUaRdo PRivilEgiaTo alla gaSTRonoMia SPagnola.
C’è un angolo di Spagna a Cervia e si chiama “Enoteca Pisacane”. In pieno centro, nella piazzetta da cui prende il nome, dove un tempo c’era la pescheria Muschin ora troviamo un locale che, grazie all’esperienza dei soci Simone Rosetti e Michele Baldini, raccoglie i frutti della Ca’ de Be’ di Bertinoro, li unisce al modello dei tapas bar spagnoli e li miscela con cibi e vini locali e internazionali per creare un cocktail originale e gustoso. Il tutto in un ambiente arredato secondo uno stile industrial vintage, dove le dispense di inizio ’900 si affiancano ai tavolini recuperati da vecchie macchine da cucire Singer e i lampadari a bulbo paiono scaturire da un romanzo steampunk. In un’atmosfera informale, tra serate con musica dal vivo e intrattenimento, i giovani di tutte le età potranno assaporare piatti caldi di carne e pesce – come il polipo alla gallega, le acciughe del Mar Cantabrico, il baccalà gratinato, il filetto di maiale al foie gras –, formaggi spagnoli e salumi locali affiancati a prodotti tipici spagnoli, come il jamon iberico tagliato al coltello che viene proposto accanto all’affettato di mora romagnola. Non mancano ovviamente i vini, sbicchierati anche
Una proposta di qualità per alle norme emanate dai re cattolici che imponevaal calice (tra cui vale ricordare lo champaserate all’insegna della buona no ai tavernieri di servire vino con cibo, per limigne, i vini alsaziani, il Barolo, il Brunello compagnia e dell’ottimo cibo. tare gli effetti dell’alcool; c’è chi ritiene derivino di Montalcino) e la birra artigianale. dall’usanza di tappare le damigiane con del pane. Ma ciò che caratterizza in modo particolare Ciò che veramente conta è che oggi in Spagna le tapas oltre ad il locale - oltre a un menu che cambia di settimana in settimaessere un cibo buono, comodo e veloce da gustare sono anche na in base ai prodotti freschi - sono le tapas, servite al banco un pretesto per trovarsi, per animare la serata e passare del con carne, pesce e verdure. In molte regioni spagnole, soprattempo insieme. E questo è lo spirito con cui è nata l’Enoteca tutto il fine settimana, è ormai divenuta un’abitudine andare Pisacane: offrire un luogo dove tutti possono incontrarsi per per tapas, ovvero cenare a base di questo piatto muovendosi un aperitivo, per cenare o per un dopocena e vivere così una di locale in locale, soprattutto allo scopo di incontrare amici e serata originale e in compagnia. socializzare. Le origini sono quasi mitiche: c’è chi le fa risalire
Enoteca Pisacane Piazza Pisacane, 11 - 48015 Cervia (RA) - Tel. 347 3915270 info@enotecapisacane.it - www.enotecapisacane.it
Pubblicare | “Bluemasters - Innovation in Denim”
L’innovazione veste
Blu
La storia del jeans in un volume curato da Menabò Group, “Bluemasters Innovation in Denim”, raccontata dai maestri del settore. E un tour di presentazione che ha toccato le capitali internazionali della moda.
Un progetto editoriale prestigioso, presentato con un road show internazionale nelle più importanti capitali della moda: è l’ultima sfida di Menabò Group, che ha curato e pubblicato “Bluemasters - Innovation in Denim”, il primo libro sul passato e futuro del tessuto più pop al mondo, il jeans, raccontato attraverso le parole di chi ne ha fatto la storia. Scritto da Fabiana Giacomotti, giornalista, fashion guru e responsabile del corso di Scienze della Moda e del Costume dell’Università Sapienza di Roma, il libro nasce dal desiderio condiviso di ISKO™ e Archroma, rispettivamente leader nella produzione di denim e specialista globale del colore, di creare uno spazio in cui riunire le storie di chi ha partecipato all’incredibile successo di questo tessuto, per raccontare una vera e propria icona culturale della nostra epoca dalla prospet-
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tiva di chi se ne occupa ogni giorno. Un importante successo per la divisione fashion di Menabò Group, che da Forlì porta avanti progetti di respiro internazionale confermandosi tra i maggiori interlocutori a livello europeo nella comunicazione della moda e in particolare del suo ingrediente più amato, il denim. “Bluemasters - Innovation in Denim”, è diviso in due parti: dopo la prefazione di Elio Fiorucci sono raccolte le interviste dei “bluemasters” che hanno cambiato il volto del denim, tra cui Ermanno Scervino, Adriano Goldschmied, François Girbaud, Renzo Rosso e Vivienne Westwood. La seconda sezione racconta invece il ciclo produttivo del jeans con uno sguardo più tecnico sui vari passaggi che, dal cotone grezzo alle passerelle, contribuiscono alla creazione di questo versatile capo.
Insieme ai partner ISKO™ e Archroma, Menabò presenta il libro con un road show che tocca le capitali internazionali della moda . Dall’esuberante Manhattan per un lancio in pieno stile newyorkese al 3x1 Concept Store di Scott Morrison, avvenuto lo scorso 10 aprile, allo splendido Palazzo Clerici di Milano, dove il 15 aprile si è tenuto l’evento che ha riunito oltre 200 ospiti del settore e circa 70 giornalisti della stampa italiana e internazionale. Tra i presenti anche il presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana Mario Boselli, che ha aperto la serata. Il tour è proseguito nel Nord-Europa, con una tappa a Copenhagen in occasione del “Copenhagen Fashion Summit”, tra le principali manifestazioni internazionali dedicate al tema della sostenibilità, e si è concluso a maggio con “Denim by Première vision” a Barcellona. IN