IN Magazine Pesaro 01/2014

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Pesaro-Urbino

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Tariffa R.O.C.: Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB - FILIALE DI FORLÌ - Contiene i. p. - Reg. al Tribunale di Forlì il 20/02/2006 n. 6 - E 3,00

Anno IX - N. 1 - MAGGIO - GIUGNO 2014

Emerson

Gattafoni Ritorno al futuro

Piccole imprese Creatività in campo Solidea Vitali Rosati e Giovanni Lani Due giornalisti una vocazione Gita nell’entroterra In cammino verso Piagge



Sommario

14 4 Annotare Brevi IN 14 Essere Emerson Gattafoni 22 Lavorare Piccole imprese 26 Raccontare Vitali Rosati e Lani 31 Accompagnare Pesaresi in visita 34 Visitare Gita nell’entroterra

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| EDITORIALE di Simonetta Campanelli e Andrea Masotti |

40 Bere La Moretta 42 Giocare Ario Costa 44 Produrre La birra cotta 46 Creare Claudio Orciani 48 Cantare Giulia Saguatti 50 Allenarsi Simone Mattioli

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Scopriamo i meravigliosi angoli del pianeta terra con il personaggio di copertina di questo numero, Emerson Gattafoni, il World Discoverer partito da Pesaro in Ciao per arrivare a Marrakech e per poi proseguire attraverso il grande viaggio “on the road”, che dura da una vita a DreamsRoad. Mettersi in gioco in prima persona, puntare sulle proprie peculiarità con un occhio alla realtà dei fatti sono il tema dell’articolo su come rivalutare le libere attività e la creatività imprenditoriale, per proseguire con la tenacia e lo spirito comunicativo della coppia, nella vita e nel lavoro, dei giornalisti Giovanni Lani e Solidea Vitali Rosati, che

hanno lanciato il premio giornalistico negli USA Urbino Press Award. Percorriamo poi le visite guidate nel territorio e nei musei con Glauco Maria Martufi, l’extravagante, Silvia Orlandi, Francesca Tonucci e Andrea Fazi. E dal suggestivo paese di Piagge si arriva a gustare la Moretta di Fano e la Birra Cotta a Sassocorvaro. Mentre per le società sportive pesaresi incontriamo il presidente Ario Costa, campione di pallacanestro, e Simone Mattioli, rugbysta. Infine, non potevano mancare il fascino creativo del Made in Italy di Claudio Orciani e le capacità canore della giovane cantautrice pesarese Giulia Saguatti. Buona lettura!

Stampa: Graph S.N.C. - San Leo (RN)

Collaboratori: Benedetta Andreoli, Alberto Berardi, Franco Bertini, Simonetta Campanelli, Ettore Franca, Glauco Maria Martufi, Alice Muri, Silvia Sinibaldi, Maria Rita Tonti

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Fotografi: Laura De Paoli, Leonardo Mattioli, Luca Toni

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Coordinamento redazione Pesaro: Simonetta Campanelli cell. 335.5262743 - nelli@simonettacampanelli.it Chiuso per la stampa il 06/05/2014

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Redazione e amministrazione: Via Napoleone Bonaparte, 50 - 47122 Forlì tel. 0543.798463 - fax 0543.774044

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Ritorna il Bar Ristorantino Arcobaleno

Pesaro - Dal 17 aprile è ritornato l’appuntamento più frizzante dell’estate con il Bar Ristorantino Arcobaleno, che da quest’anno offre molte raffinate novità. Il locale è sempre aperto per colazioni, pranzi, aperitivi, cene fusion su prenotazione, coffee break, per divertirsi tra amici con un buon bicchiere di prosecco millesimato D.O.C.G., proveniente direttamente dal Veneto, o semplicemente per rilassarsi nella nuova elegante atmosfera ammirando l’azzurro del mare pesarese. Bar Ristorantino Arcobaleno è in viale Trieste 232 (di fianco a Villa Marina). Per prenotazioni, 339 8680044 (Marco).

Inaugurato il lavatoio di Madonna del Monte Pesaro - È tornato al suo splendore il lavatoio di Madonna del Monte, servito dall’antica sorgente di Maiano restaurato recentemente: sono state ripristinate le due antiche vasche, risistemata l’area e l’illuminazione, e installata un’area pic-nic. Con questo intervento il Comune di Pesaro restituisce un spicchio di memoria alla città. Il progetto è iniziato con Fonte di Sajano e proseguito con il lavatoio di Santa Veneranda e Ponte Valle e, di recente, con quello di strada Fonte. Il lavatoio di Madonna del Monte sarà adottato dagli allievi della scuola Galileo Galilei per scopi didattici. (S.C.)

Ph. Luca Toni

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Women Dondup SS14, nuova Collezione Fossombrone - Debutta l’accessorio nella Collezione Women Dondup SS14, ed è già è un must have. La Sleepers couture dal fondo super alto in Superlight, con una particolare spuma lavorata sotto zero, garantisce la massima leggerezza e rispecchia il desiderio di una femminilità essenziale, nuova e duttile. “Per una collezione coerente con l’anima del marchio - ha spiegato Manuela Mariotti, direttore creativo di Dondup - abbiamo svolto un’indagine appassionante per delineare uno stile che sapesse raccogliere il nostro heritage, per traghettare Dondup verso una

nuova dimensione poetica e contemporanea”. Ed è già sold out! (S.C.)

Vino e design, degustazioni nello show-room Laber Pesaro - Degustazione di vini della cantina Terracruda con piacevoli serate nella rinnovata location dello show-room Laber, dove vengono abbinate le eccellenze del “Saper fare” e del Made in Italy. Due mondi diversi ma complementari tra loro, il vino e il design, ovvero il sapere fare tutto dall’estro italiano. Laber ha presentato il suo “Progetto Casa”, divisione

che si occupa di arredamento d’interni affiancata dalla lunga esperienza nel settore dell’illuminazione. In un’atmosfera all’insegna della convivialità, la prestigiosa cucina Rossana CD10 è stata teatro per la preparazione di pietanze cotte all’istante e offerte agli affezionati clienti con degustazioni di ottimi vini Terracruda. Per info: info@laber.it. (S.C.)


Cono gigante di fronte a Ifi

Pesaro - Chi transita per strada Selva Grossa, zona Case Bruciate, non può fare a meno di notare una “grande” novità: un cono gelato gigante davanti alla Ifi. Quest’opera, alta quasi 7 metri, costruita in fibra di vetro per un peso di 185 kg, resterà a Ifi fino a primavera, ed è ora il simbolo internazionale di un alimento italiano tra i più amati al mondo: il gelato. Il mega-cono rappresenta infatti il Gelato World Tour, la prima competizione

a tappe tra i migliori gelatieri di tutto il mondo, nata per diffondere in tutti e cinque i continenti la cultura del gelato artigianale. Il GWT ha entusiasmato migliaia di persone a Roma, Valencia, Melbourne e Dubai, e prossimamente farà tappa ad Austin, Shanghai e Berlino, per concludersi a Rimini il prossimo settembre. In questa iniziativa pionieristica, IFI è stata chiamata a rappresentare l’eccellenza delle vetrine gelato. (S.C.)

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Gira la moda con Ginger Pesaro - Moda da 4 a 99 anni, non legata all’età ma a quello che la persona si sente dentro, moda per sentirsi atletici e vestire tessuti morbidi in fibra naturale, moda che coincide con uno stile di vita. È questo il senso della battaglia contro la crisi della neo imprenditrice Maria Piermaria, titolare del nuovo negozio Ginger, in via Mazza. “Per anni ho fatto la commessa e potevo continuare così, ma ho deciso di rischiare perché è stimolante. Ho intrapreso un percorso che può sembrare obbligato, ma per percorrerlo ci vuole una forte dose di coraggio e ora sono contenta di averlo fatto”. Nel suo negozio sono in vendita i prodotti del marchio Dimensione Danza, firmati da Ginger Baroni, designer della linea d’abbigliamento casual e accessori, nata dalla passione per la moda e la danza con fantasia, colore e emozione. (S.C.)

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Un’aula del Conservatorio dedicata a Riz Ortolani Ph. Luca Toni

Liliana e la sua stellina alla Banca dell’ Adriatico Pesaro - Nella sala convegni della direzione generale della Banca dell’Adriatico si è svolta di recente la presentazione del fumetto “Liliana e la sua stellina”. Come ospite d’onore era presente Liliana Segre, alla quale il fumetto è dedicato. Dopo vari riconoscimenti, i passaggi televisivi

sulla Rai e lo speciale di Rai Due Storie, il fumetto è approdato alla Banca dell’Adriatico per la presentazione ufficiale. La geniale iniziativa, di creazione di una classe di quinta elementare della scuola O. Giansanti, è nata da un’idea della maestra Mirella Moretti.

Pesaro - Alla presenza di autorità e personalità cittadine, in occasione della celebrazione inaugurale dell’Anno Accademico 2013/2014 del Conservatorio G. Rossini, si è svolta presso l’Auritorium Pedrotti una significativa cerimonia con un breve momento musicale esibito dal coro e dagli studenti del Conservatorio insieme all’Orchestra Sinfonica G. Rossini. È seguita poi la cerimonia per la dedica e l’assegnazione di un’aula all’insigne Maestro Riz Ortolani, recentemente scomparso, già prestigioso allievo del Conservatorio Rossini di Pesaro. Il presidente Maurizio Gennari e il direttore Albino Mattei hanno ricordato la figura del Maestro Ortolani con commosso affetto e con grande onore. (S.C.)

I premi del Festival del Giornalismo Culturale Urbino - Al Festival del Giornalismo Culturale vincono due studentesse del Laurana e un reporter di Torino. I vincitori del concorso sono stati premiati al Teatro Sanzio il 26 aprile scorso. Gloria Cottini e Kiara Sejfullai (Liceo scientifico e delle scienze umane “Laurana-Baldi” di Urbino) hanno ricevuto il premio per l’articolo “Intrappolati in rete come pesci”, sviluppando il miglior tema sull’argomento ”Internet per la cultura. Quanto ti serve la rete per conoscere il mondo?” affrontato dagli studenti delle scuole superiori. Per il tema “Con la cultura si mangia?” - riservato alla sezione giovani giornalisti - il premio è andato a Giorgio Ruta (Master in giornalismo “G. Bocca” di Torino) con l’articolo “Nuovo cinema speranza. Da Nord a Sud i giovani riaprono le sale”, pubblicato ultimamente sul sito del giornale online Futura. (S.C.)

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Gioielli-bijoux firmati Giorgia Pesaro - Figlia d’arte, Giorgia Facchini ha creato una sua linea di gioiellibijoux, ovvero GBIJOUX. Giorgia ha dedicato le creazioni alla donna che ama piacere e piacersi, indossando forme e colori che si accordano al suo stato d’animo e al suo stile. Il giovane brand di alta bigiotteria e accessori fashion mette in campo la passione e l’estro di una tradizione creativa vissuta in famiglia. Giorgia, infatti, ha imparato dal papà Giorgio Facchini a valorizzare i dettagli che riflettono stile e personalità. Originali e accattivanti, le sue creazioni derivano dalla fusione di molteplici elementi come l’esperienza artigianale e l’eccellenza dei materiali utilizzati, quali pietre dure naturali, oro e argento. (S.C.)

Facchini


Area VR 46, tutto a casa Rossi Tavullia - In una terra di mezzo, tra mare e monti, nelle Marche ma ai confini con la Romagna nascono le buone idee, una in particolare. Un’idea semplice, autentica e divertente. È questo lo spirito dell’Area 46 di Valentino Rossi, un luogo fatto di punti d’incontro per i suoi sostenitori: un’osteria-pizzeria, un bar-gelateria, il monomarca shop VR46 e il Fan Club ufficiale del grande campione di MotoGP sono tutti concentrati nella zona gialla di Tavullia e in ciascuno di questi posti domina la simpatia, la giovialità e la serenità. All’osteria-pizzeria si gustano piatti ricchi di prodotti tipici della tradizione marchigiana, dai profumi decisi e sapori unici. Il bar-gelateria è la tana per seguire e supportare Vale, il meeting point per condividere gare e partite, l’ambiente dove la chiacchiera libera non ha freni. E allora: Tutti a vedere la gara “da Rossi”, si prenota online per fare bagarre! Da Rossi tutta una grande famiglia! (S.C.)

Corpo di Guardia, rievocazioni storiche a Castello Gradara - Assedio al Castello: dal 18 al 20 luglio una grande rievocazione storica viene proposta dall’associazione Corpo di Guardia di Gradara. Il gruppo di appassionati di archeologia sperimentale, infatti, da anni presenta iniziative sui temi della vita quotidiana del XV secolo, con riproduzioni fedeli, fatte da artigiani, di armature e armi, abiti, arredi, strumenti e temi musicali, piatti con ingredienti allora utilizzati, gare e tornei. Attraverso studi scrupolosi l’associazione propone iniziative di suggestivo sapore rinascimentale. Info: www.corpodiguardiagradara.it.


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Torte agli agrumi di Sicilia Obiettivo Pesaro: una primavera al mare Pesaro - 53° appuntamento per “Obiettivo Pesaro”, la rubrica più amata dagli appassionati di fotografia, che ha come protagonista il territorio pesarese immortalato negli scatti dei lettori. Un esempio è lo scatto di Mirco, che ha inviato alla redazione la sua foto con la scritta: “Questa foto non sarà la più bella del mondo, non vincerà nessun premio, ma se non la pubblicate voi nessuno conoscerà il mio amore per il mare e per Pesaro”. Tutti possono partecipare, basta inviare uno o più scatti dedicati a Pesaro e il suo territorio a redazione@viverepesaro.it Ph. Luca Toni

Pesaro - Giò e Gaetano Blandini hanno un’attività ortofrutticola in Soria e, per gli amanti dei prodotti tipici della regione siciliana, i due titolari hanno promosso una gara di solidarietà: una raccolta di squisite torte fatte in

casa, “Portaci una torta con gli agrumi di Sicilia da donare ad associazioni impegnate nel sociale”. Ai clienti che hanno aderito all’iniziativa sono stati regalati gli agrumi necessari per preparare un dolce. Risultato: bellissime e buonissime le torte sfornate. Come ringraziamento, ai partecipanti, è stata poi regalata una cassetta di agrumi dal gusto, fragranza e qualità della terra siciliana. È questa l’essenza degli agrumi di Sicilia - prodotti selezionati freschi e di prima qualità direttamente sui terreni di proprietà, alle pendici dell’Etna - dell’azienda agricola Blandini. L’azienda è nata con l’idea di soddisfare le richieste delle famiglie che esigono la qualità di prodotti sani e sicuri che vanno quotidianamente sulle loro tavole. Info: Azienda Agricola Gaetano Blandini - via Genga 2, angolo via Agostini, Pesaro - cell. 3400032101. (S.C.)

500 anni di Donato Bramante Fermignano - Nel quinto centenario dalla morte di Donato Bramante (11 aprile 1514), la sua terra natale, attraverso i Musei della valle del Metauro, vuol ricordare la sua figura di pittore, poeta e Architetto, proponendo mostre, convegni e itinerari che mettano in risalto l’importanza della sua formazione urbinate e metaurense. Il Museo dell’Architettura e la Torre Medievale di Fermignano conservano interessantissimi modelli lignei dei progetti bramanteschi, visitabili in un suggestivo complesso architettonico a ridosso del fiume Metauro. Info: www.comune.fermignano.pu.it. (S.C.)

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Evento Rolex alle gioiellerie Bartorelli Pesaro - Evento Rolex organizzato dalle gioiellerie Bartorelli, in partnership con la manifattura Rolex, brand d’eccellenza nel campo dell’orologeria a livello mondiale. Durante la serata, organizzata presso il ristorante “Lo Scudiero” di Pesaro, sono state allestite vetrine contenenti le novità presentate all’ultimo Salone dell’Orologeria di Basilea. Tra queste alcuni tra i modelli di punta del brand, come il Daytona in platino e le tante versioni di Daydate nelle diverse sfumature di colore, sia dei quadranti che dei cinturini, e l’orologio Cosmograph Daytona in Platino, uno dei preziosi segnatempo presentati. Rolex introduce accattivanti note di colore nella sua collezione di

orologi classici e prestigiosi e propone nuove interpretazioni dell’Oyster Perpetual Day-Date, con lussuosi cinturini in pelle dalle sfumature eleganti abbinate ai quadranti, regalando un tocco di freschezza al modello con calendario più prestigioso di Rolex, presentato per la prima volta nel 1956. (S.C.)


Fiction di guerra sulla Linea Gabicce - Nel giugno del ‘44 una commissione di ufficiali tedeschi condannò alla fucilazione cinque bersaglieri del distaccamento di Gabicce, del battaglione Mameli di Pesaro. Accusati di avere trasferito armi del deposito dall’avamposto con una camionetta fornita da simpatizzanti del luogo e di averle consegnate ai partigiani, dopo una rapita inchiesta i cinque accusati furono processati da ufficiali tedeschi. È la trama della

Gotica

fiction che il regista Alessandro Nunziuata sta girando nel territorio della Linea Gotica: la storia s’ispira a un evento realmente accaduto e ricorda un episodio rimasto nell’ombra. Con questo racconto la produzione riporta alla memoria la tragicità di una guerra civile d’italiani contro italiani e porta a conoscenza una storia dimenticata. Info: associazione “The Green Liners”, cell. 345 7796044 (presidente Gabriele Gentili).

New Scriptorium penne e Champagne Pesaro - Anni fa, quando Alessandra Trombettoni decide di dare forma concreta alla sua passione per le penne, nasce Scriptorium. Nel suo piccolo e ricercato negozio espone penne di ogni forma, colore e genere. Oggetti utilizzati per il lavoro e in casa, per il tempo libero e per occasione speciali; accessori stravaganti, articoli da regalo, oggetti di decoro e da collezione. Oggi Scriptroium si rinnova e diventa New Scriptorium, un mondo di euforizzanti bollicine racchiuse in lussuose bottiglie di Champagne. Sono il nettare prodotto da piccoli vignerons mossi dalla grande passione per il loro vigneto, che hanno saputo creare vini eccezionali, dal bouquet complesso e raffinato e dal gusto unico. La ricerca di Alessandra è approdata al particolare, alla rarità, alla selezioni di Champagne per creare un’inebriante bottiglieria. (S.C.)


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Circolo della Stampa, premi e Ricordi Gimnall Pesaro sempre più in alto Pesaro - Le ginnaste della società pesarese Gimnall, allenate dalla tecnica russa Elena Shadskaya, si sono guadagnate il pass per la fase nazionale del Campionato, a fine aprile a Spoleto. Le giovani atlete continuano a salire sul podio anche fuori regione: Benedetta Magi, campionessa alla fune che alla palla, Chiara Vagnini, campionessa nastro e clavette nella categoria senior, e Camilla Mozzi, campionessa alla fune e alle clavette nella categoria junior; quinto posto per Lara Badioli alla fune junior, che migliora comunque la sua prestazione rispetto ai regionali. (S.C.)

Gastronomia ed escursioni per il weekend

Ph. Luca Toni

Pesaro - Fino al 15 giugno 2014 proseguono gli itinerari nell’entroterra della Provincia di Pesaro e Urbino e nel Montefeltro. La fortunata iniziativa nasce trent’anni fa e oggi ha assolto, in pieno, la funzione di risvegliare l’orgoglio e la professionalità di tanti ristoratori. Il rapporto tra qualità e prezzo è assicurato da un buon menù a un costo più che promozionale. In questa edizione sono previste anche visite guidate gratuite all’Area Archeologica di Colombarone e facili e brevi escursioni prima di sedersi a tavola. Il territorio si racconta attraverso Guide Ambientali abilitate che accompagneranno i richiedenti in piacevoli itinerari. Servono solo scarpe da trekking e tanta voglia di camminare, ascoltare, osservare il territorio splendido della provincia pesarese. Per partecipare ai “Weekend gastronomici primavera 2014” è necessario prenotarsi. www.ascompesaro.it (S.C.)

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Pesaro - Il Circolo della Stampa di Pesaro compie 50 anni e festeggia le 30 edizioni del Premio, consegnato a 100 cittadini per meriti sociali, sportivi, umani, imprenditoriali, culturali. Il 1° aprile scorso il Premio è andato alla storica dell’arte Anna Maria Ambrosini Massari “autorevole punto di riferimento nella ricerca e nello studio della storia dell’arte”; all’archeologa Mariagrazia Masetti, “per il prestigioso ruolo internazionale” e all’avvocato Lucia Annibali (nella foto), “per la sua forte e autentica testimonianza di una grande dignità personale e sociale che si riconferma di fronte alle offese”. Quest’ultima ha suscitato oltremodo l’apprezzamento di tutta la platea, che l’ha accolta con un lunghissimo applauso di solidarietà. Un affettuoso ricordo è andato a due uomini di spettacolo scomparsi di recente e premiati dal Circolo: il

compositore Riz Ortolani (Premio 1994) e l’attore Arnaldo Ninchi (2004). Premi al ricordo anche per Bruno Cesari (scenografo) e Renata Tebaldi (soprano). Il Premio “Speciale” è andato all’Ente Olivieri per i 220 anni di attività e alla Mostra Internazionale del Nuovo Cinema per i 50. Spilla d’Oro al giornalista Massimo Mainardi, “per i 40 anni di iscrizione all’Ordine dei Giornalisti”. (S.C.)

Ph. Luca Toni

Giuliano del Sorbo in live Painting Pesaro - Artista stravagante e affabile, singolare ed enigmatico, geniale e innovativo: per la prima volta nella sua carriera il talentuoso Giuliano del

Ph. Leonardo Mattioli

Sorbo si è esibito in una performance di live painting e ha interpretato “La caduta dei giganti” di Guido Reni, realizzando una creazione a confronto con uno dei più grandi maestri della pittura italiana. L’iniziativa si è svolta a Palazzo Mosca, nella Sala dei Musei dedicata agli eventi, alla presenza di un pubblico affascinato dalla germinazione spontanea dei modelli dei giganti dalla materia pittorica, che ha assistito dal vivo alla nascita della nuova opera d’arte. La mostra personale di Giuliano del Sorbo, “Human Figure 2014”, con la sua più recente produzione pittorica dedicata alla figura umana, è proseguita nei sotterranei di Casetta Vaccai. (S.C.)


Presentata la nuova Porsche

Macan

Pesaro - Venerdì 4 aprile, serata speciale al Centro Porsche Pesaro che ha vestito la mise da gran soirée per accogliere l’ultima nata di casa Porsche, la nuova Macan. Derivante dall’antico indonesiano, sinonimo di tigre ed evocatrice di forza e destrezza, la vettura soddisfa perfettamente la piena intenzione di Porsche di introdurre sul mercato la prima 100%. Nei suoi 468 cm di comfort, spazio e piena capacità di carico, la Macan può essere considerata nel suo concept fortemente innovativo una 911 più alta, capace di assolvere esigenze di utilizzo quotidiano e far assaporare forti emozioni di carattere sportivo: un design semplice e aggressivo tipico delle sportive purosangue, con un cambio pdk a doppia frizione a 7 rapporti che permette una perfetta erogazione di marcia e consumi limitati, arricchibile con pacchetto sport chrono, cerchi fino a 21 pollici e sospensioni pneumatiche offroad. Gli ospiti hanno potuto constatare la profonda novità rispetto alle linee precedenti e il sound avvolgente che solo Porsche è in grado di dare. Di contorno a questa speciale serata gli ospiti sono stati allietati da giochi luce, spettacoli di ballo e barman freestyle. Non resta soltanto che provare la nuova Macan nel suo habitat naturale, la strada, per poter realmente percepire tutte le peculiarità della nuova gamma di Porsche.



Essere | Emerson Gattafoni

Ritorno al

Futuro

testo Franco Bertini

Appartiene alla razza dei pionieri Emerson Gattafoni, da sempre on the road per scoprire posti nuovi e imparare a conoscerli davvero, con l’anima e col cuore. In un viaggio esistenziale prima che televisivo.

Per quante ne abbiamo inventate, ancora oggi non c’è miglior fotografo né storico di loro. Sono i flash che improvvisamente, quando e come vogliono, ti illuminano la memoria. Fai appena in tempo ad averne una visione perfetta e a goderne la verità assoluta ed ecco che già se ne vanno e tu ripiombi nel buio della memoria meccanica che goffamente, artificiosamente cerca di farti tornare in mente qualcosa. Quando il Circolo della Stampa di Pesaro decise di premiare il pesarese Emerson Gattafoni fu proprio un flash luminoso di quel tipo che mi si accese d’improvviso davanti: in una calda giornata estiva e luminosa di tanti anni fa un ragazzo dal ciuffo biondo svolta l’angolo di piazza del Popolo fra corso XI Settembre e via Rossini, ti dice un bel “ciao” e continua per la sua strada camminando vicino al muro. Sta pensando alle sue cose e non vuole sprecare l’attenzione per tenere la rotta al centro della stra-


da. Emerson aveva spesso un sorriso fra il nostalgico e il malinconico, aveva sempre l’aria di uno che sembra in procinto di comunicarti che il suo regno non è di questo mondo, intendendo come regno e come mondo lo spazio fra viale Trieste e il Trebbio, il San Bartolo e l’Ardizio. Fulmineamente, così come si era acceso, il flash si spense, come a dire adesso se ti vuoi ricordare di qualcos’altro arrangiati da solo. Dovevamo essere attorno alla metà degli anni Settanta - che se si prova a fare i conti si avviano ad essere una quarantina d’anni fa - e infatti mi ricordo. Da un po’ di tempo il ciuffo biondo di Emerson non svoltava più l’angolo e anzi non lo si vedeva proprio più in giro. Scomparso. E quando ci si cominciava a chiedere dove cavolo fosse finito si venne a sapere che si era comprato un motorino Ciao, ci aveva pasticciato un po’ nel motore e un po’ fuori e se n’era andato a Marrakech, in Marocco. Era il 1976 e, lo dico tanto per capire lo spirito del tempo, farsi venire in mente di andare in Marocco in motorino era come pensare di andare alle Maldive in moscone. Emerson non solo lo pensò, ma lo fece davvero. D’altronde cosa potevi aspettarti da uno che in effetti si chiama Ernaldo, neanche Arnaldo, ma proprio Ernaldo. In quegli anni ancora l’oceano Atlantico era abbastanza grande, le mode americane arrivavano da noi con più lentezza e dovevamo digerire fino in fondo l’On the road di Kerouac e l’Easy Rider di Hopper, non tutti

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avevano capito bene che cosa fosse la Route 66 con i suoi quasi quattromila leggendari chilometri da Chicago alla California, tanto che Francesco Guccini viaggiava ancora “fra la via Emilia e il West”. La verità vera è che Emerson Gattafoni appartiene ad una razza particolare, quella dei pionieri, è stato un vero pioniere e ha inventato un futuro che è durato per decenni. Piccolo o grande non importa, perché inventare un futuro, qualunque esso sia, non è mai cosa da poco. Fa un po’ ridere dirlo oggi quando perfino uno che non mette il naso fuori dal portone di casa da dieci anni in cinque secondi può vedere l’Artico e l’Antartico, quando puoi andare sull’Everest con lo sherpa dell’Inps o puoi farti entrare in casa un paio di leoni diretta-

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mente dal parco del Serengheti. Questa non vuole essere una biografia, ma è solamente parabola su quella specie di “sciamano a due ruote” che è Gattafoni, sulla moto da sempre - c’è anche caduto in gara, quando cercando se stesso ha gareggiato in pista convincendosi poi che doveva rivolgersi altrove - e quindi non elencherò tutti i viaggi, con relative bellissime trasmissioni televisive, che Emerson ha fatto e realizzato, prima da solo e oggi, ormai da oltre un decennio, assieme alla sua compagna di vita e di lavoro Valeria Cagnoni. Dal 1982 in avanti, sulle reti Rai, Mediaset e altrove è stato tutto un susseguirsi di “pellegrinaggi” fisici e anche spirituali in ogni angolo del mondo offerti alla visione e all’immaginazione di milioni

di persone con un progressivo e sempre maggiore coinvolgimento di solidarietà, nato da una conoscenza non effimera dei luoghi e soprattutto della gente che incontrava e dal rapporto con autorità e grandi personaggi mondiali. E la storia non è finita: dal 2013 la premiata ditta Gattafoni - Cagnoni risale in sella su Rai Uno con la serie Dreams Road. Sono le parole stesse di Gattafoni che spiegano con semplicità ed evidenza quello che è il fondo della sua anima. “Con Pesaro - dice - oggi ho rapporti saltuari, qui non ho parenti, però - attenzione adesso - Pesaro rimane il territorio centrale dei miei sogni». Clic! Ed ecco che si riaccende il flash luminoso e il ciuffo biondo di Emerson torna a svoltare l’angolo di piaz-


La storia di Emerson Ernaldo Gattafoni arriva a Pesaro, con la sua famiglia, nel 1972 e al liceo scientifico viene subito ribattezzato “Emerson” (perché Fittipaldi era il suo idolo). Nel 1976, preso dalla passione per le due ruote, acquista una moto da corsa ma, durante una delle sue prime gare, un brutto incidente a Imola gli impedisce di continuare a gareggiare sui circuiti. Ritornato in forma, decide di comperarsi un ciclomotore Ciao; lo attrezza e poi organizza con gli amici una grande festa a Pesaro, che ormai è la sua città, per annunciare la sua prossima partenza per Marrakech, percorso che compirà, in solitudine, con il suo nuovo ciclomotore! È l’inizio della sua carriera di World Discoverer. Regista, autore e attore dei suoi filmati, Gattafoni ha realizzato programmi televisivi di grande impatto emotivo e di suggestiva bellezza. Percorre centinaia di migliaia di chilometri, in tutte le stagioni e in ogni angolo del globo, realizzando documentari in cui mostra le bellezze del pianeta, un mondo di volti, colori e atmosfere osservato dalla strada senza dimenticare le sofferenze di tante popolazioni incontrate. Oggi Emerson vive a Bergamo e, insieme alla compagna di vita e di viaggio Valeria Cagnoni, è titolare della casa di produzione Gekofilm Entertainment. Insieme sono gli autori di numerose trasmissioni, tra queste Dreams Road, la fortunata serie televisiva di Rai Uno impostata come un grande viaggio “on the road”. Emerson e Valeria, viaggiano sulle strade di tutto il mondo, nei territori più suggestivi e remoti del pianeta, raccontando culture, eventi, tendenze, musica. (S.C.)


za del Popolo con il suo ciao e il sorriso da esploratore alla ricerca della sua anima. La seconda cosa è appunto il completamento, la spiegazione e il compimento della prima. E il tutto porta inevitabilmente al fine ultimo. “Come dice il Papa si comincia a sentire il peso della macroeconomia - dice ancora Emerson -, amo la velocità, ma adesso occorre rallentare, occorre tornare al territorio come negli anni Settanta”. Capita l’antifona? Dopo aver “inventato il futuro a due ruote” adesso il pioniere inventa il passato. Come a dire, stai attento, perché non basta guardare per vedere, non basta filmare, chattare, cliccare per esserci per davvero. In un posto bisogna starci con l’anima e col cuore, nel deserto dei Gobi e nelle grandi pianure africane, in Tibet o a casa nostra, dietro gli splendori della natura ci sono persone che vivono vite dure e non basta il fatto che tu arrivi da

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cinquemila chilometri di distanza sulla tua moto cromata a far sì che ti vedano come un eroe o come una specie di dio antico a migliorare un po’ la loro esistenza. Il succo della parabola? È che Ernaldo Gattafoni detto Emerson tutto questo lo ha capito benissimo e lo condivide altrettanto bene con la sua compagna Valeria. Andiamo a dare un’occhiata a quello che di bello e di buono hanno fatto e stanno facendo in questi anni e ci verrà voglia di salire in sella con loro. Certamente per vedere qualche altro bellissimo posto, ma anche per fare un bel check-up della nostra concezione della umanità e sullo stato di salute della nostra coscienza. Adesso, mentre Emerson si allontana lungo via Rossini, capisco molto meglio il suo dolce sorriso di allora. Ernaldo Emerson Gattafoni, metti in moto e vai. Che la strada è ancora lunga e polverosa. IN

A sinistra, Emerson Gattafoni con la compagna Valeria Cagnoni sullo sfondo della baia di Sidney in Australia; a destra, Gattafoni compie le riprese durante uno dei suoi viaggi per il mondo. Nella pagina precedente, l’Apecar utilizzata come originale mezzo di trasporto per la serie Road Italy, in onda su Rai Uno e prodotta e realizzata dalla Gekofilm, la casa di produzione della coppia.




Lavorare | Piccole imprese

Creatività in

Campo

testo Silvia Sinibaldi - foto Leo Mattioli

Idee nuove per riconquistare i mercati. Sono quelle che necessitano all’economia locale e nazionale per ripartire. E che i rappresentanti delle Associazioni di Categoria si aspettano dalle piccole imprese del territorio.

Mettersi in gioco in prima persona. Puntare sulle proprie peculiarità con un occhio alla realtà dei fatti. Questa la sfida possibile per uscire dalla drammatica situazione del lavoro e dell’occupazione? Lo chiediamo a chi vive in prima linea le grandi difficoltà della piccola impresa, come i commercianti e gli artigiani. “È nel nostro Dna - spiega Roberto Borgiani, direttore provinciale di Confesercenti - credere nella libera

impresa come fattore di sviluppo e in questo pensiamo che il ruolo delle piccole aziende sia strategico per la crescita economica e per l’equilibrio sociale del nostro paese. Nella piccola impresa gioca, più che altrove, l’elemento umano e professionale dell’imprenditore, che con le sue peculiarità prevale di gran lunga sull’elemento finanziario. Quindi rivalutare il ruolo della piccola impresa equivale a valorizzare il ruolo, le capacità della persona, dell’individuo, delle sue potenzialità”.

“Proviamo a immaginare per un attimo - chiede Giuseppe Cinalli, segretario provinciale di Confartigianato - cosa succederebbe se do-

mattina, all’improvviso, la nostra provincia si trovasse senza i suoi dodicimila artigiani. L’intero distretto del mobile inaridirebbe insieme a quello della meccanica; l’autotrasporto sparirebbe e il turismo perderebbe servizi e attività. Proprio per non doversi risvegliare in un questo incubo, Confartigianato ha realizzato con Rete Imprese Italia una grande manifestazione a Roma, con lo slogan ‘Senza impresa non c’è Italia. Riprendiamoci il futuro’”. Per Moreno Bordoni, segretario provinciale di Cna, “la piccola impresa è l’unico antidoto vero alla crisi. Il modello industriale, per come lo abbiamo vissuto fino ad ora, è finito. L’unica alternativa è rimasta la piccola impresa, la libera attività, l’intrapresa in senso lato. Noi crediamo fermamente che, nonostan-

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A sinistra, Roberto Borgiani, direttore provinciale di Confesercenti; a destra, Giuseppe Cinalli, segretario provinciale di Confartigianato.

te i morsi terribili della crisi, questa possa essere l’unica risposta all’attuale richiesta di lavoro. Cerchiamo quindi di indirizzare ogni nostra azione verso la creazione di nuove attività. Lo facciamo a partire dalle scuole, attraverso la formazione e il passaggio generazionale; lo facciamo soprattutto con una consulenza ed un’assistenza globale sindacale e di servizi”. “L’Italia è il Paese dei mestieri - spiega Amerigo Varotti, direttore provinciale di Confcommercio - e spesso la scelta del lavoro autonomo è anche una scelta di libertà per chi vuole ‘creare’. Nel nostro Paese su oltre 6 milioni di imprese il 95% ha meno di 9 dipendenti, ma la stragrande maggioranza di queste sono

A sinistra, Moreno Bordoni, segretario provinciale di Cna; a destra, Amerigo Varotti, direttore provinciale di Confcommercio.

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ditte individuali, piccoli imprenditori, lavoratori autonomi, ‘libere imprese’. La Confcommercio è in Italia e in Europa l’associazione più rappresentativa, impegnata non solo a rivalutare il ruolo delle pic-

sabile anche quando ci si approccia ad attività economiche più tradizionali come possono sembrare quelle legate al mondo del commercio, del turismo e dei servizi. Anzi, più il settore è maturo più è necessario

Sostegno per la piccola impresa cole realtà ma anche a sostenerne l’attività e la costituzione, operando sin dalla fase dello start-up”. La creatività puo’ essere la chiave di volta?

“La creatività, insieme con la professionalità e l’impegno nel senso di studio, ricerca e passione - spiega Borgiani - è un elemento indispen-

proporre prodotti, servizi, modalità operative innovative, in grado di aumentare il valore aggiunto del bene o servizio trattato e attrarre l’attenzione di un consumatore disorientato e sempre più in difficoltà economica”. “La creatività è indispensabile. Certo - chiarisce Varotti - vanno as-


similate le esperienze già messe in atto ma queste vanno personalizzate e rivisitate soprattutto alla luce delle nuove tecnologie e delle esperienze internazionali, ma sempre più con un aggancio alla territorialità. E questo, ad esempio, nel turismo è fondamentale”. “Per valutare quanto conti la creatività - aggiunge Cinalli - basta considerare che tutto il mondo attende di sapere come vestirsi, come arredare casa, cosa mangiare, dove ritemprare il corpo e ricreare lo spirito da noi italiani. Non puntare su questo significa rinunciare ad un nostro grandissimo vantaggio competitivo, sarebbe un vero delitto”. “In un mercato ormai completamente globalizzato - spiega Bordoni - dove trovi tutto attraverso un clic, dove acquisti e vendi qualsiasi oggetto semplicemente stando seduto di fronte ad un computer, è importante realizzare qualcosa che renda la propria attività unica, personale, non clonabile. E questo lo può dare solo la creatività, la manualità, la capacità di saper trasformare in progetti o manufatti le proprie idee. Ci sono esempi sorprendenti anche nella nostra provincia. Nuove attività o vecchie aziende che hanno saputo riconvertirsi attraverso idee creative. Un esempio per tutti: una antica azienda della cosiddetta ‘Jeans valley’, che produceva i tradizionali jeans e ha inventato quelli per motociclisti, con tanto di protezioni in fibra di carbonio. Ora quest’azienda esporta jeans per motociclisti in tutto il mondo”. IN

Aperture e chiusure, il commercio tiene Il saldo tra aperture e chiusure di attività mostra una situazione in movimento: “Nel nostro panorama provinciale - spiega Roberto Borgiani - il saldo tra attività cessate e nate non è particolarmente negativo. Anzi, direi che nonostante le enormi difficoltà legate al perdurare della crisi dei consumi, il terziario tiene”. “Alla fine del 2013 l’associazione - aggiunge Amerigo Varotti - ha riscontrato una crescita di iscritti. Certo ci sono state molte cessazioni di attività ma il saldo, con le nuove aperture e le nuove iscrizioni, è positivo”. Diversa la situazione degli artigiani: “I dati definitivi - rileva Moreno Bordoni - relativi alle imprese associate alla Cna si avranno solo più avanti ma possiamo dire sin d’ora che il saldo sarà negativo. A livello provinciale Union Camere riporta una differenza tra iscrizioni e cessazioni negativa in ragione del 3,7% e più esattamente si sono registrate 1.141 attività e 744 cessazioni con saldo negativo di 397 attività. Se applichiamo la stessa proiezione agli associati Cna, possiamo ipotizzare un saldo negativo di 180/200, imprese su un totale di 5.800 ditte associate”.

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Raccontare | Solidea Vitali Rosati e Giovanni Lani

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Due giornalisti

una

Vocazione

testo Maria Rita Tonti - foto Luca Toni

Lei fotografa, lui presidente dell’Urbino Press Award. Solidea Vitali Rosati e Giovanni Lani, entrambi giornalisti de “Il Resto del Carlino” di Pesaro, sono creatori dell’associazione culturale Videomemorie.

Sono una coppia affiatata nella vita e nel lavoro: Solidea Vitali Rosati e Giovanni Lani, entrambi affermati giornalisti, lavorano fianco a fianco nella redazione pesarese de “Il Resto del Carlino”. Lei nutre una passione antica per la macchina fotografica: i suoi scatti sono apparsi, oltre che sul suo giornale, sul “Corriere della Sera” e su riviste specializzate come “Argos” e “Ruoteclassiche”. Lui, urbinate doc, è presidente e ideatore, insieme a Giacomo Guidi, dell’Urbino Press Award nato nel 2005, che riconosce a nome dell’Italia l’eccellenza del giornalismo americano. “Nelle ultime edizioni - precisa Lani - il premio è stato assegnato a personaggi del calibro di David Ignatius, editorialista del ‘Washington Post’, Helene Cooper del ‘New York Times’, al reporter italo americano Sebastian Rotella. Quest’anno l’Urbino Press Award è andato a Wolf Blitzer, famoso giornalista della Cnn. Io e Giacomo - prosegue - abbiamo messo insieme le nostre energie per inventare qualcosa che facesse fare un passo avanti alla contemporaneità. Il premio, che muove da uno

spirito umanistico, è stato subito ‘adottato’ dal Ministero degli Esteri e si è inserito nell’ufficialità dei rapporti bilaterali Italia-Usa. L’annuncio del vincitore viene fatto ad aprile dall’Ambasciatore d’Italia negli Stati Uniti con un grande ricevimento, al quale partecipa tutta la Washington che conta e nel quale vengono anche presentati i prodotti tipici della nostra terra”. “Un’opportunità senza pari per l’utenza - aggiunge Vitali Rosati -, e un modo per lasciare il segno partendo da un luogo in cui vive lo spirito del Rinascimento. In questo contesto si inserisce anche la parata in costume che accompagna a corte il vincitore del premio, sulle note dell’inno composto appositamente dal Maestro Michele Mangani”. Per Solidea una domanda è d’obbligo: fotografa o giornalista?

“Sono due facce della stessa medaglia. La macchina fotografica è strumento di sintesi equiparabile alla penna. Da giornalista non ho sviluppato un percorso estetico lontano dalla fotografia, scatto in funzione della storia che devo raccontare”. A proposito della comune passione per le storie, Lani

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Solidea Vitali Rosati e Giovanni Lani, una vita in comune unita dalla stessa passione professionale.

e Vitali Rosati hanno dato vita nel 2007 all’associazione culturale “Videomemorie”, che produce filmati dedicati spesso a realtà del territorio in via di estinzione. È il caso del primo video dedicato a “Mulini. Uomini e Macine della provincia di Pesaro e Urbino”, un documentario sul lavoro dei mugnai attraverso il racconto degli ultimi rappresentanti del mestiere. Analoghe le finalità di “Col volto nero. Gesti e parole dei carbonai dell’Appenino”, mentre un affet-

tuoso omaggio ad Urbino è il video dedicato alla Casa dello Studente e alla sua storia vista attraverso generazioni di giovani tra studio, svago e protesta politica. Non manca l’attenzione ai personaggi dell’arte e della cultura come Giuliano Vangi, Mario Logli e Umberto Piersanti, con il video realizzato in occasione della presentazione della ristampa (2013) del volume “L’estate dell’altro Millennio”. “Di recente - ricorda Vitali Rosati - abbiamo girato un video dedicato alla vita e alle opere di don Gianfranco Gaudiano, a vent’anni dalla sua scomparsa. È

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stato un lavoro complesso ma entusiasmante, ci ha portato a contatto con un personaggio straordinario che abbiamo raccontato attraverso le testimonianze di chi gli è stato vicino e ha condiviso i suoi ideali. I nostri filmati hanno un taglio documentaristico ma anche divulgativo, il che lascia maggiore spazio alla creatività. Determinante è l’esperienza giornalistica, che tiene sempre presente il destinatario, così come fondamentali sono la ricerca della chiave di lettura,

competenza del producer, e il materiale a disposizione, come contenuti e iconografia”. Avete tempo per coltivare qualche hobby? “Mi verrebbe da rispondere

- prende parola Lani - che fare quello che ti piace è un hobby, quindi… Comunque guardiamo volentieri alcune belle serie televisive, rigorosamente in inglese”. “Io amo il giardinaggio - conclude Vitali Rosati -, ma penso che avrò tempo per dedicarmi a questa passione solo quando sarò in pensione!”. IN




Accompagnare | Pesaresi in visita

Guidare alla

Bellezza

testo Glauco Maria Martufi - foto Leo Mattioli

Francesca Tonucci per l’arte, Andrea Fazi per la natura, Silvia Orlandi per il turismo. Sono i pesaresi che hanno trasformato una passione in lavoro, tra visite guidate ed escursioni.

Trasformare una passione in professione è una fortuna che non capita a tutti. Se poi si aggiunge che il lavoro è far conoscere il bello che ci circonda si può addirittura diventarne entusiasti. È quanto accaduto ai nostri tre intervistati che, in modi diversi, guidano alla conoscenza dell’arte, della natura e delle meraviglie della nostra terra. Come sottolinea la prima di loro, Francesca Tonucci di “Sistema Museo” che incontriamo ai Musei Civici, ci dev’essere anzitutto una

spinta interiore, una volontà di scoprirsi e di scoprire attraverso altri linguaggi e in particolare nel suo caso, quelli figurativi, quanto le parole non dicono. Il passaggio successivo è comunicare agli altri quello che ci si sente dentro: è stata questa la molla che ha spinto Andrea Fazi a diventare una guida ambientale. L’amore per la natura, per tutto quello che dà all’uomo e la rabbia per il non rispetto e per la devastazione che l’uomo le porta: sono state queste

le due leve che hanno retto l’impegno, diventato professione, di Andrea. “Ogni cosa che apprendo - afferma - dev’essere condivisa: avere una gemma chiusa dentro uno scrigno non ha molto valore”. In fondo è quello che intende anche la guida turistica di Isarion Silvia Orlandi quando, citando Erasmo da Rotterdam, dice che “In ogni attività la passione toglie gran parte delle difficoltà”. Silvia è innamorata del suo lavoro, perché risponde alla curiosità unita al sen-

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so di protezione che provava fin da bambina in una chiesa, in un museo, in una biblioteca. Forse anche per questo trova soddisfazione nel creare, con i piccoli visitatori, forme di visita che li portino a capire non tanto il rapporto di un’opera o di un monumento con la storia, dell’arte o con la storia ma con la propria natura interiore. Questa funzione educativa è comune a tutti i nostri interlocutori Andrea Fazi ci dice: “Quella di guida ambientale per me è più una mission che una professione. Porta ad incontrare persone, che sarebbero poi gli autori del danneggiamento della natura. E così

il cerchio si chiude: parlare di natura è parlare agli uomini, la mia stessa specie, e parlo di qualcosa che deve essere veduta, compresa, apprezzata, amata, rispettata”. Continua Francesca Tonucci: “Ho sempre avuto una grande affinità con quello che faccio, e quando mi sono formata alla professione l’ho fatto per calare in contesti storici più ampi quello che la mia sensibilità mi dava. In questo ambito non c’è professione se non c’è passione: per me, quindi, il tempo della professione è vitale e ripagante”. Molto semplicemente conclude Silvia Orlandi: “Sono innamorata del mio lavoro: è la mia vita”. IN

Da sinistra, Francesca Tonucci, Andrea Fazi e Silvia Orlandi.

Glauco Maria Martufi e gli itinerari narrati Glauco Maria Martufi è stato il mio prof di geografia alle scuole superiori. Lo ricordo con tanta simpatia e stima: era uno di quei prof fantastici, che coniugava lezione, conversazione e studio. Anche lui è appassionato di visite guidate: “Sì, ma la passione, nata dall’amore familiare per l’arte e dalla professione di geografo, è stata un ‘mestiere’ per un periodo breve, in cui mi sono divertito a far scoprire i nostri territori in un modo diverso. Lo stimolo - dice Martufi - è venuto da Davide Barbadoro: con lui è nato ‘Un mare di verde’, che proponeva ‘Itinerari narranti’ ai forestieri. Questi avevano, oltre ad una guida-interprete, un ‘narratore’ che legasse i vari aspetti, storici, artistici, naturalistici e gastronomici dei luoghi visitati. Il passo successivo sono stati gli ‘Itinerari eXtravaganti’, progettati con Barbadoro e Gianni Volpe, e gli ‘Itinarranti’ maceratesi. Queste visite erano diversissime fra loro: si potevano seguire le orme dell’ottocentesca ‘Banda Grossi’ o visitare le colombaie del Montefeltro, finendo con un volo di piccioni viaggiatori dal Forte di San Leo. Ma, come dice il proverbio, ogni bel gioco dura poco”. (S.C.)

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Visitare | Gita nell’entroterra

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In cammino verso

Piagge

testo Ettore Franca - foto Leo Mattioli

Un percorso nell’entroterra marchigiano ricco di monumenti e luoghi d’interesse, su uno sfondo paesaggistico che ne esalta storia, arte e tradizioni.

In primavera è piacevole percorrere, nell’entroterra, le strade delle prime colline dove i campi di grano si stanno coprendo di verde mentre gli alberi mettono foglie nuove. Vi consiglio, stavolta, una passeggiata che dal ponte sul Metauro, a Fano, lungo la provinciale “orcianese” in vista mare, sale verso S. Costanzo e continua verso Cerasa fino a Piagge. Il centro originale si deve agli abitanti di quella che oggi, nella valle vicino al fiume con un centinaio d’anime, è la piccola frazione di Cerbara, l’antica “Lubacaria” distrutta a fine IV secolo dai Goti di Alarico. Gli scampati, più al sicuro in alto, costruirono il nuovo insediamento sul crinale, nella spianata detta pladiæ o pladearum il cui nome s’è trasformato nell’odierna Piagge. Al posto di “Lubacaria” (= fango, argilla: il lubacco) s’è sviluppata l’attuale Cerbara, cresciuta attorno al cinquecente-

sco mulino - riconvertito in centrale idroelettrica nel 2007 - e alla chiesa dedicata a Sant’Ubaldo in cui una malmessa pala dell’altare raffigura la “Madonna con Bambino” che osservano il santo mentre sconfigge il diavolo. È la “Madonna dell’acqua bona”, portata in processione la seconda domenica di maggio. La nuova Piagge, il più piccolo comune della provincia con Gabicce, è a cavallo delle valli del Metauro e del Cesano e, fin dal basso medioevo, faceva parte dei territori di Barchi, Orciano e San Giorgio, omogenei per storia, tradizioni e contesto ambientale ora di nuovo insieme nella “Unione Roveresca”. Riprendiamo la strada e dopo San Costanzo si incontra Cerasa, che nel nome ricorda lo storico “monte della Ceregia”, documentato nel 1156, in cui sui resti del “castello di Quercifissa”, distrutto dai Goti, fu costruito quello attuale

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A fianco, il borgo di Piagge; sotto, la torre civica. In apertura, panorama delle colline intorno a Piagge.

che ha ancora integro il perimetro murario, scarpato, con tracce di beccatelli, torri e porta che dà accesso ai vicoli tra le piccole case a schiera con gli orti “personali”. Una casa di piazza reca lo stemma a ricordare che fu appannaggio di Eugenio Beauharnais, figlio del visconte Alessandro e di Giuseppina che sposerà Napoleone,

tri) che forse fu una catacomba, la prima delle Marche, oppure un deposito di grano o la cisterna di una villa romana. Percorrendo la strada verso Piagge si gode l’ampia estensione dei terreni, talvolta scoscesi, ma particolarmente adatti alla coltivazione della vite e dei cereali. Campi segnati da alberature e roverelle sparse le cui ghiande,

Piccoli borghi sulle colline il quale lo nomina principe di Venezia, vicerè del Regno d’Italia, granduca di Francoforte e duca di Leuchtenberg. Nei dintorni di Cerasa merita una visita, anche per il paesaggio che si gode, la cosiddetta “grotta di San Paterniano”, dove pare abbia trovato rifugio durante le persecuzioni del IV secolo quello che fu primo vescovo della città e poi patrono di Fano. È una grotta artificiale fatta di un vano a croce greca (metri 18 x 15, altezza 3 me-

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ghiottoneria dei maiali, in tempi non lontani servirono anche per fare una sorta di pane e la “crescia” di triste memoria. Frequenti e superstiti, ridotti a siepi, sono gli olmi che segnavano i confini delle proprietà e le cui foglie erano foraggio per le bestie. Da lontano, Piagge si riconosce per lo svettare del campanile e della torre civica sul punto più alto di

quello che era il castello. Seppur piccolo, il centro storico conserva alcuni monumenti sia dentro che

fuori la cinta muraria. Lungo l’immancabile via Roma vi è la chiesa parrocchiale di Santa Lucia: a fine ’800 sostituì la precedente dalla quale viene il Crocifisso ligneo, e ha una facciata in cotto con semplici decorazioni. All’interno, oltre le cinque cappelle e una cantoria, ecco la pala dell’altare del 1763, con una “Crocifissione con la



Madonna e i santi Lucia e Giovanni Battista” opera del fanese Carlo Magini. Dalla vicina chiesa del SS. Sacramento, ora sala parrocchiale, perviene l’“Ultima Cena” di Giovanni Francesco Guerrieri. A due passi - anche in auto ma fra strettissimi vicoli - si entra nel castello del quale rimangono le mura e, sulla piazza, la torre civica con tanto di lapidi, orologio e campane. Da qui, il panorama spazia dall’Appennino e, lungo la bassa Val Metauro, fino al mare. Ai

piedi del castello, chiamata “tomba segreta”, si scende per gradini scavati nel tufo in un ambiente sotterraneo, forse una tomba, una grotta o un rifugio, e c’è chi pensa anche ad un luogo per rituali esoterici ma comunque di grande curiosità e interesse, tuttora oggetto di studio. Come molti altri borghi, Piagge ha vissuto le alterne vicende che l’hanno vista sottomessa alla signoria dei Malatesti, dei Piccolomini, dei Montefeltro per finire fra i domini di Lorenzo de’ Medici, messo in fuga dai Gonzaga per

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conto di Francesco Maria I Della Rovere. Restituito alla città di Fano da papa Leone X, alla sua morte i Della Rovere ne ripresero possesso avviando un intenso miglioramento delle fortificazioni completate da Guidubaldo cui, nel 1542, si deve l’erezione della torre civica. Cessata la famiglia roveresca nel 1631, Piagge torna allo Stato Pontificio confluendo, dal 1860, nel Regno d’Italia. Durante la seconda guerra mondiale il territorio fu teatro della “battaglia del Metauro” e, nell’agosto del ’44, subì i bombardamenti sulle postazioni tedesche della linea difensiva sul crinale fra il Cesano e il Metauro. IN

Da sinistra, la chiesa di Cerbana e una vista del borgo di Cerasa.

Una sosta all’azienda agricola Dalla metà del ’900 Piagge ha vissuto l’emorragia di popolazione che, già rurale, si trasferiva sulle città della costa adriatica. Ma il migliaio di abitanti rimasti - o tornati - trovano impiego oggi nelle diverse attività dell’artigianato. Nel settore agricolo, vera vocazione del territorio, trascurata ormai la barbabietola da zucchero ci si dedica ora alla produzione dei cereali, del girasole e, soprattutto, del vino (i DOC “Colli Pesaresi” e “Bianchello del Metauro”), oltre allo splendido olio extravergine. Capofila tra le aziende è quella di Luca Guerrieri, che con intelligente e appassionata conduzione è oggi un modello nel territorio. Per toccar con mano, merita la sosta per una visita.



Bere | La Moretta

Tre strati di...

Caffè

testo Ettore Franca - foto Leo Mattioli

Non un semplice caffé: grazie al mix di anice, rum e brandy nasce “La Moretta”, bevanda la cui origine si perde nella leggenda e oggi viene riproposta al Bar del Faro di Fano.

C’è modo e modo di dire “caffé” in un Paese, come il nostro, dove gli affezionati consumatori hanno sublimato il rito nella congerie delle varianti, assecondate dalla premura ma soprattutto dalla pazienza dei baristi ai quali si formulano le personali preferenze. L’elenco, che può sembrare vasto, in realtà è incompleto a causa delle difficoltà ad aggiornarlo in parallelo all’evoluzione generata dalla fantasia di un popolo di creativi. Propongo un regesto, sicuramente parziale, secondo il quale un caffé, la bevanda più amata dagli italiani, può essere: espresso, lungo,

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alto, basso, corto, ristretto, freddo, “espressino”, macchiato, con panna, con zabaione, con acqua, con acqua fredda, con acqua calda, shakerato, con ghiaccio, in tazza grande, corretto, schiumato, decaffeinato (deca), “al vetro”, montebianco, nocciola, mocaccino, valdostano, messicano, americano, marocchino, turco e chissà quanti altri senza scendere nei “derivati” irish-coffee, jamaicano, caffelatte, cappuccino, ecc. Fra questa congerie merita un posto di rilievo “La Moretta” di Fano, nata verso la metà dell’‘800 nell’Osteria del Porto, ora nobilitata a


“Bar del Faro” che, pur rinnovata, è sempre lì a preparare

quella originale, la migliore. Questa “Moretta” è una miscela di anice, rum e brandy che, secondo la tradizione legata alla miseria, sono di basso valore, dei grog per intenderci. Un terzo di ciascuno dei liquori, sommato agli altri, deve avere lo stesso volume del caffé che si aggiunge, in pratica metà e metà. In realtà oggi, nei numerosi bar che propongono “La Moretta” sono soliti preparare la miscela di anice, rum e brandy confezionandola preventivamente in una bottiglia dove mescolano i distillati per averli pronti all’uso; fra l’altro qualcuno ha intuito il business mettendo in commercio la miscela preparata industrialmente, con tanto di logo ed etichetta, per consentire ai pigri una preparazione “domestica” che, pur essendo un succedaneo, è capace di farsi apprezzare da chi non ha frequenza con l’originale preparato estemporaneamente. Attorno alla bevanda, e al suo successo, non potevano mancare discussioni sull’origine e sull’invenzione diventate leggende. Una versione vuole che siano state le mogli dei pescatori che, specialmente d’inverno, in certe bottiglie foderate di lana e stracci preparavano questa mistura tonificante che riscaldasse i mariti nelle lunghe e fredde ore notturne delle battute di pesca in mare. Accanto a questa leggenda sulla nascita della “Moretta”, si trova però anche un’altra versione la quale attribuisce l’origine sempre alle mogli che, ben calda, la facevano trovare ai pescatori ma… quando rientravano a casa. Sorseggiando una moretta, di solito, poco conta se si propende per l’una o per l’altra storia. IN

La ricetta per una “Moretta” perfetta Sulla mistura di anice, rum e brandy - un terzo ciascuno - versati singolarmente in un bicchiere di vetro di quelli da osteria, si mettono 1-2 cucchiaini di zucchero e una scorzetta di limone, quindi si scalda (ora col getto di vapore) fino a sciogliere lo zucchero. Si aggiunge il caffé espresso facendolo scendere direttamente dai beccucci lungo il bordo del bicchiere, cercando di non mescolarlo con il liquore affinché, vanto di chi la prepara, rimangano bene in vista i tipici tre strati. Sotto, la schiuma dove galleggia la scorzetta; sopra il liquore ben limpido, fuma il nero del caffé mentre sul fondo rimane lo zucchero, in parte non disciolto. Mescolare col cucchiaino è compito di chi la beve, ma sia informato che non serve zuccherare.


Giocare | Ario Costa

Professione

Campione testo Alice Muri - foto Luca Toni

Il campione Ario Costa, ex-cestista e ora nuovo presidente della Victoria Libertas Pesaro, racconta la sua carriera e la sua intramontabile passione per il basket.

Due scudetti vinti con la maglia della Vuelle. Due Coppe Italia, la medaglia d’oro agli Europei di Francia nel 1983 con la maglia della Nazionale e un argento nel 1991. Sono solo alcuni dei successi di Ario Costa, campione indiscusso, amato da tutta la città per il suo essere “grande” dentro e fuori dal campo. Ario, quando nasce la tua passione per il basket?

“Se devo essere sincero, quando ero piccolo non avevo in mente la pallacanestro. Io vengo dalla Liguria, dove domina la passione per la pallanuoto. Le mie doti fisiche mi hanno avvicinato a questo sport, consigliato da alcuni amici di mio padre”. Com’è stato il primo impatto?

“Nei primi allenamenti ero piuttosto imbranato, anche perché a

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soli 13 anni ero già alto 2 metri. Ma appena ho toccato la palla mi sono appassionato, così ho trovato la mia dimensione e ho iniziato la mia carriera nel Basket Brescia”.

siato. Al di là dei successi sportivi, infatti, a Pesaro mi sono sentito subito parte della città. Tant’è che vivo ancora qui”.

Poi sei arrivato a Pesaro.

ruoli dirigenziali in varie piazze ita-

“Erano tante le squadre che mi volevano, come Milano, Roma, Bologna. Ma ho scelto Pesaro. Quando arrivai sull’Adriatico avevo il tendine d’Achille rotto e l’impatto non fu per niente facile, tanto che dovetti saltare anche le Olimpiadi di Los Angeles. Poi però cominciai a giocare a Pesaro e sono stati 12 anni fantastici”.

liane, sei tornato nella tua Pesaro,

Dopo esserti conquistato importati

addirittura da presidente.

“Il mio ritorno dopo tanti anni e la mia nomina a presidente mi hanno riempito di orgoglio. Questa è una carica molto importante e spero di esserne all’altezza. Vado avanti con i piedi per terra, con grande umiltà e concretezza”. E la Vuelle di quest’anno rispecchia

Oltre ai due scudetti, qual è il mo-

questo tuo modo di essere?

mento più bello che ricordi?

“Cerchiamo di trasmettere ai ragazzi questi valori. La grande forza è il gruppo. Da soli non si va da nessuna parte”. IN

“Sono tantissimi. Qui però ho conosciuto l’amore per il basket dei pesaresi e ne sono rimasto esta-



Produrre | La birra cotta

Artigiani del

Gusto

testo Silvia Sinibaldi - foto Luca Toni

Ingredienti naturali e tanta passione fanno della birra cotta un’eccellenza del territorio di Sassocorvaro. A produrla è l’azienda Colleverde, guidata da Luigi Rangucci e Francesco Tontini.

Un luogo della natura, un prodotto della tradizione e un casale immerso nel verde con vista sul lago di Mercatale. È questo il biglietto da visita di un tesoro nascosto nel cuore del Montefeltro, a pochi chilometri da Urbino, dove dal 2006

scita tutto viene eseguito sul posto, concentrato in un laboratorio dove è possibile osservare come tutto avvenga attraverso l’utilizzo di soli ingredienti naturali. Ovviamente a “La Cotta” è possibile accompagnare la degustazione

“La Cotta” accoglie gli ospiti nell’a-

delle birre artigianali con una cuci-

griturismo e produce birra proprio

na che ripropone le stesse caratte-

a partire dalle materie prime del

ristiche di tradizione e innovazione:

territorio. Insomma, quel connu-

la specialità di pizze e crostini, rigorosamente cotti al forno, e sulle tavole non mancano una ricca scelta di salumi e formaggi che hanno

bio fra tradizioni ed eccellenze che nasce dall’incontro dell’uomo con la natura. L’azienda Colleverde, di Luigi Rengucci e Francesco Tontini punta la

sua attenzione sull’agricoltura di alta qualità per produrre una birra cotta di assoluto valore, all’interno di un meraviglioso casale recuperato dall’architetto Elisabetta Ubaldi all’interno del quale nasce l’ottimo prodotto artigianale. Alla base del successo de “La Cotta” proprio il territorio e i suoi prodotti. A partire dal malto d’orzo di produzione autoctona, dall’acqua del monte di Carpegna, mentre il lievito naturale e il luppolo viene acquistato in Germania. “La Cotta” propone anche un viaggio seguendo i passaggi della produzione, poiché dall’ammostamento alla me-

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reso famosa la produzione locale. Un occhio di assoluto riguardo viene dedicato alle farine con cui si realizza la pasta fresca e al ventaglio di proposte offerte dalle verdure fresche. Un’esplosione di passione e fantasia che ha saputo collocarsi in un luogo strategico tra Urbino e San Leo, nella piccola località di Sassocorvaro, che regna sulla valle con la sua rocca martiniana e addolcisce il cuore con le acque dolci del lago di Mercatale. IN


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Creare | Claudio Orciani

Slegati alla

Cintura

testo Alberto Berardi - foto Leo Mattioli

Creatività made in Italy: Claudio Orciani, imprenditore di Fano, esce dal classicismo per dare vita a “nobuckle”, una collezione di cinture innovativa che combina stile e praticità.

Alzi la mano chi non è mai stato fermato in aeroporto per l’allarme del metal detector. Subire l’invito a tornare indietro, sentire ancora, dopo aver svuotato le tasche, l’odioso suono, sperimentare il nervosismo degli addetti e gli sguardi allarmati degli altri passeggeri. Tutto a causa della fibbia metallica della cinta che regge i pantaloni degli uomini o stringe il punto vita alle signore. Ci voleva un italiano per superare brillantemente il disagio. Un italiano che di cinte se ne intende. Che di made in Italy vive. Ed ecco

materializzarsi la cintura “nobuckle”, ovvero senza fibbia. Una cintura che va bene per tutte le stagioni, è prodotta in tanti colori ed è persino antiallergica. L’uomo è Claudio Orciani, un giovane e brillante imprenditore fanese già bal-

zato agli onori della cronaca per la stupenda idea di fare interagire la produzione industriale con l’arte, coinvolgendo artisti di fama internazionale nella realizzazione a tiratura limitata di stupende fibbie. Oppure allestendo un’interessante mostra di giovani artisti direttamente nella struttura aziendale

per la durata di un solo pomeriggio. A chi gli chiede dove vuole arrivare, Orciani risponde: “Semplicemente uscire dalla moda classica con qualcosa d’innovativo, qualcosa che rivoluzionerà la cultura del vestire nel tempo”. La realtà sembra dargli ragione, la cintura “nobuckle” e il raffinato braccialetto con cui è abbinata ha già toccato i diecimila esemplari ed è presente in oltre 350 boutique in tutto il mondo. Qualcuno ha scrit-

to che “la bellezza salverà il mondo”. Basterebbe che il “made in Italy” salvasse l’Italia. IN

“Nobuckle” atterra a Malpensa. Una valigia rossa alta oltre due metri ha accolto i viaggiatori al terminal 1 di Milano Malpensa: si tratta di un contenitore pop up di grande impatto con un’apertura di tre metri che accoglie i clienti con la proiezione di video all’interno dell’originale concept store allestito da Orciani. Qui è possibile trovare la cintura “nobuckle” e il braccialetto abbinato. Quale luogo migliore di un aeroporto per un temporary store in cui proporre un accessorio che non crea problemi al metal detector e che si propone come indispensabile per un pubblico dinamico e cosmopolita.

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Cantare | Giulia Saguatti

Canterò

le mie

Canzoni

testo Benedetta Andreoli - foto Luca Toni

Dopo “The Voice of Italy”, la cantautrice Giulia Saguatti si prepara al debutto del suo primo album e alle prossime tappe della sua promettente carriera canora.

Giulia Saguatti, cantautrice pesarese di ventiquattro anni, è emersa come una delle rivelazioni di “The Voice of Italy 2013”, talent show trasmesso da Rai2 la scorsa primavera. Vi ha partecipato esibendosi nella “squadra” di Riccardo Cocciante, ricevendo anche i complimenti da Raffaella Carrà e Piero Pelù, gli altri due coach del programma. A quale progetti sta lavorando?

“Questo sarà l’anno del mio album. I pezzi sono tutti scritti da me e alcuni li ho anche musicati: vi sto lavorando con il mio produttore artistico, Andrea Rodini. Il disco dovrebbe uscire tra l’autunno e l’inverno. Intanto sono molto orgogliosa di essere l’interprete della canzone ufficiale del Carnevale di Fano 2014, intitolata “Ma va... glielo a spiegar” e scritta da Francesco Gazzè, fratello di

Max, con la musica di Francesco De Benedittis. Sono anche stata la madrina della prima sfilata dei carri del carnevale fanese, e al termine mi sono esibita in piazza XX Settembre”. Durante l’anno sarà impegnata anche in concerti in giro per l’Italia?

“Sì, la mia agente pugliese Caterina Mandurino mi ha organizzato ottanta serate in Puglia fino a settembre: sul palco mi accompagnerà la “D. Small band”. Dopo vorrei iscrivermi a un’accademia di musica, per poter anche insegnare”. Proverà a partecipare al Festival di Sanremo 2015?

“Sì. Al concorso per giovani ‘Area Sanremo 2013’ sono arrivata fra gli otto vincitori, ma non tra i due ammessi alla sezione Giovani del Festival di Sanremo 2014. Spero di riuscire a cantare nell’edizione di Sanremo 2015”. IN

Gli esordi della cantautrice pesarese Giulia Saguatti ha studiato canto a Pesaro, dal 2009 al 2012, nella scuola “Pianeta Musica” del maestro Davide Di Gregorio e poi ha vinto il “Discovery Summer Festival 2012” a Riccione. Si è quindi esibita nel Concerto di Ferragosto 2013 in piazza del Popolo a Pesaro, insieme alla band pesarese “Il diavolo e l’acqua santa”. È l’interprete della canzone ufficiale del “Carnevale di Fano 2014”, scritta da Francesco Gazzè con la musica dell’autore e produttore fanese Francesco De Benedittis.

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Allenarsi | Simone Mattioli

In corsa dietro

alla palla

Ovale

testo Alice Muri - foto Leo Mattioli

Bambini, ragazzi, adulti: il rugby conquista tutti, ragazze comprese. Ce ne parla il presidente del Pesaro Rugby, Simone Mattioli.

Il fascino della palla ovale e i valori fondanti di uno sport etico e pulito come il rugby sono riusciti a conquistare oltre 300 atleti solo nella nostra città. Un vero e proprio universo fatto di giovanissimi ma anche tanti over 50 che fanno parte della Pesaro Rugby, storica

società nata nel 1969. A spiegarlo è il presidente Simone Mattioli: “La Pesaro Rugby è un agglomerato di società che ruotano intorno alla prima squadra, che milita nel campionato in serie B. La società inoltre - prosegue Mattioli - è espressione anche di molte altre realtà giovanili partendo dai cadetti dell’under 18”. Di assoluta rilevanza anche il settore che riguarda il minirugby: “È affidato

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alle due società juniores ‘Formiche Rugby Pesaro’, che si occupa delle categorie Under 6, Under 8, Under 10 e Under 12, e ‘Canguri Rugby Junior Pesaro’, che invece si dedica all’Under 14 e Under 16. Per quanto riguarda i ragazzi più grandi - prosegue il presidente si tratta di giovani che hanno già scelto come loro sport il rugby”. Ci sono poi i bambini compresi nella fascia d’età dai 6 ai 12 anni: “Per noi sono un grande bacino d’utenza, perché da qui possono nascere dei veri atleti. E se le strutture in cui ci alleniamo fossero migliorate, potremmo ottenere anche maggiori risultati. Voglio sottolineare inoltre - afferma Mattioli - l’importante attività di

divulgazione che le società svolgono all’interno delle scuole”. E chi pensa di poter accostare il rugby esclusivamente all’universo maschile si sbaglia: “Al fianco dei ragazzi è nata una società di rugby femminile, la ‘Mustangs Rugby Pesaro’, che vede impegnate circa

una ventina di ragazze, che già si distinguono a livello nazionale”. Senza poi dimenticare la parte ludica di questo sport: “Ci sono circa 40-50 persone inseriti nella categoria ‘Old’. Si tratta di ex rugbysti che hanno superato l’età per fare agonismo (42 anni, ndr) o di qualche genitore dei ragazzi che ha voglia di mettersi ancora in gioco. E tra loro c’è anche qualche sessantenne”. IN


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