Forlì
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Anno XVII - N. 3 - SETTEMBRE - OTTOBRE 2014
Davide
Drei
Se il Sindaco è social
Romano Conficconi L’emozione del pallone Cino Ricci Quando pagai la cena all’Avvocato Bandini e Casamenti Riciclare il futuro
Sommario
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4 Annotare Brevi IN 12 Essere Davide Drei 18 Tifare Romano Conficconi 22 Comunicare Menabò Group 24 Creare Silvia Maltoni 32 Raccontare Cino Ricci 34 Costruire Piada 52
| EDITORIALE di Andrea Masotti |
36 Correre Marco Faccani 42 Riciclare Bandini e Casamenti 46 Inscenare Accademia del Musical 52 Visitare Dozza 56 Innovare MyAppFree 58 Progettare Archibiotico
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Il nuovo sindaco di Forlì, Davide Drei, si racconta sulle nostre pagine, tra impegni pubblici e vita quotidiana. Così come Romano Conficconi che ha fatto della passione per il calcio un impegno da presidente del Forlì Calcio che corona la passione di una vita. Sfide internazionali e innovazione sono al centro dei successi dell’agenzia Menabò, che sviluppa progetti di comunicazione per clienti in tutto il mondo, e anche del progetto della forlimpopolese Silvia Maltoni che lancia a Milano una startup premiata con l’Ambrogino d’oro. I ricordi la fanno da padrone con Cino Ricci, che dal suo buen retiro di Predappio ci parla del li-
bro appena uscito e, sempre per gli amanti dello sport, incontriamo un giovanissimo con tutto il futuro davanti, il pilota di moto Marco Faccani, fresco campione europeo. Tante speranze nel futuro anche per i giovani dell’Accademia del Musical che festeggia dieci anni; ma il futuro si costruisce anche riciclando e avendo cura dell’ambiente, come ci spiega Rita Bandini presentandoci la Bandini e Casamenti. E per chiudere un itinerario romagnolo “fuori provincia” nella suggestiva Dozza, una app di successo planetario targata Romagna e le nuove visioni di un gruppo di giovani architetti romagnoli. Buona lettura!
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Terra del Sole in festa
Ph. Giorgio Sabatini
Terra del Sole - Domenica 7 settembre nella giornata conclusiva del Palio di Santa Reparata il Borgo Fiorentino ha conquistato la ventisettesima vittoria contro il Borgo Romano, in una ricorrenza speciale per Terra del Sole che festeggia quattrocentocinquanta anni dalla sua fondazione. Come sempre tutti i partecipanti indossavano abiti storici e a presiedere alle gare nelle vesti del Commissario Granducale era Eugenio Giani, Presidente del Consiglio comunale di Firenze e Consigliere della Regione Toscana, mentre la consorte era Simona Branchetti, giornalista televisiva originaria di Meldola (nella foto).
Tour operator scoprono il forlivese Forlì - Per tutto il mese di settembre il Forlivese è stato al centro di numerose iniziative promozionali organizzate da Apt Servizi per promuovere il territorio sul mercato europeo e internazionale. In tutto trentasei tour operator russi hanno partecipato a educational tour finalizzati alla scoperta dell’offerta turistica regionale, mentre giornalisti austriaci, tedeschi e svizzeri hanno conosciuto il territorio sotto il profilo del gusto e del relax passando alle Terme della Fratta, degustando vini a Bertinoro e infine alla scoperta delle Foreste Casentinesi. Uno sguardo importante è anche quello riservato al mondo del cicloturismo, con l’accoglienza di sette tour operator europei specializzati, nonché di un reporter canadese e di un tour operator statunitense che propongono oltreoceano itinerari di turismo-bike. Tutti gli ospiti sono stati accompagnati a conoscere e sperimentare di persona le opportunità e bellezze turistiche del territorio forlivese.
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Prospettive al San Forlì - Inaugurata lo scorso 6 settembre, la mostra “Prospettive” del fotografo Massimo Listri arricchisce il complesso museale del San Domenico di una proposta espositiva ricca di fascino. La personale di Listri è promossa da Luxury Living Group in occasione della convention business “The Event 2014”, durante la quale il Gruppo accoglie nelle proprie sedi di Forlì delegazioni dei migliori clienti provenienti da tutto il mondo. Realizzata in collaborazione con il Comune di Forlì e la Fondazione Cassa dei Risparmi, “Prospettive” vuole celebrare il complesso del San Domenico, proponendo agli ospiti internazionali e a tutta la cittadinanza lo sguardo originale di un maestro di
Domenico fama internazionale come Listri, che presenta in mostra alcuni dei suoi lavori più rappresentativi raffiguranti architetture e ambienti. La mostra offre inoltre al pubblico due scatti inediti dedicati alla città di Forlì, in cui Listri ha ritratto con il proprio obiettivo Palazzo Gaddi. Come ha affermato il patron di Luxury Living Group, Alberto Vignatelli, “questa iniziativa è l’avvio di una nuova strada che vogliamo percorrere con le autorità locali. È il mondo che deve venire a Forlì per vedere quello che siamo capaci di fare.” “Prospettive” è aperta ad ingresso gratuito fino al 5 ottobre, dal martedì alla domenica, dalle 9,30 alle 13,00. www.luxurylivinggroup.com
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Nuova stagione al Diego
Oikos vince il Premio Imprese x Innovazione Forlì - C’è anche un’impresa della provincia di Forlì-Cesena tra quelle che saranno premiate durante la cerimonia di assegnazione dei riconoscimenti del Premio Nazionale di Confindustria “Imprese x Innovazione Andrea Pininfarina” che si svolgerà a Torino nell’ambito della Giornata della Ricerca. L’azienda che rientra tra le 4 finaliste è Oikos s.r.l. di Gatteo Mare, che dal 1984 produce colore e materia per l’architettura. Confindustria, con il Premio Imprese x Innovazione, intende assegnare un riconoscimento alle aziende italiane che vogliono emergere e rafforzare le proprie capacità concorrenziali, facendo leva sul livello di innovazione, non limitato a prodotto e processo ma che valorizzi l’organizzazione e la cultura dell’azienda stessa.
Forlì - Da novembre si accendono i riflettori sulla nuova stagione teatrale del Diego Fabbri sotto la direzione artistica di Claudio Angelini, Claudio Casadio, Ruggero Sintoni e Lorenzo Bazzocchi (nella foto, da sinistra a destra) in collaborazione col Comune di Forlì. Sono presenti anche per il 2014/2015 le rassegne tradizionali di Prosa, Danza, Operetta, Contemporaneo, Moderno e Family, nonché l’ormai classica integrazione con la rassegna di Teatro Comico, a cura di Accademia Perduta/Teatro Il Pic-
Fabbri
colo. Rimangono le opzioni consuete di abbonamento e l’opportunità per gli studenti delle scuole superiori di aderire al Progetto Speciale Scuole, giunto al nono anno di attivazione e che dà l’opportunità ai giovani di fruire di un’esperienza continuativa come spettatori. Quest’anno si aggiunge lo Speciale Università per i ragazzi più grandi. Si alzi quindi il sipario: primo appuntamento dal 27 al 29 novembre con Pierfrancesco Favino in “Servo per due”. www.teatrodiegofabbri.it (S.F.)
Misteri e omicidi nella Francia di inizio ’900 Forlì - Parigi, 1912. All’ultimo piano della sua abitazione di Boulevard Haussmann, troviamo Marcel Proust immerso in una densa nebbia formata dalla polvere Lagras, toccasana per la sua inguaribile asma. Non sa che nel giro di poche ore sarà coinvolto nella soluzione di un caso di quattro omicidi misteriosi, collegati fra loro da un segreto inconfessabile. Così comincia il nuovo romanzo del forlivese Paolo Cortesi, “Marcel Proust e l’assassinio delle Tuileries”, edito da Piemme in una nuova, coraggiosa, collana di opere esclusivamente in formato e-book: una storia appassionante valorizzata da un’accuratezza storica che riesce a immergere il lettore al punto da farlo sentire un secondo protagonista. (G.G.)
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Ph. Giorgio Sabatini
Un ponte di Musica Forlì - “La musica: un ponte fra i popoli”: tutto è cominciato nel 2013, con l’orchestra giovanile dell’Istituto musicale “A. Masini” di Forlì in trasferta in Kosovo per conoscere i giovani musicisti e i docenti della Skola e Muzike “Lorenc Antoni” di Prizren. Durante l’estate appena trascorsa i docenti Elena Indellicati e Pierluigi Di Tella (piano), Juri Ciccarese (flauto), Stefano Bertozzi (clarinetto) e Bard Jakova (fisarmonica) hanno tenuto masterclass ai ragazzi della “Lorenc Antoni” alternandoli a tre concerti: a Prishtina, a Prizren
e a Scutari. Le audizioni seguite agli stage hanno permesso di individuare sei studenti ai quali sono state assegnate borse di studio per il corso di “Musica Insieme” della Scuola di musica “C. Roveroni” di Santa Sofia. Ma si guarda ancora avanti e a fine ottobre per presentare le nuove attività del progetto si terrà un concerto a San Mercuriale con i docenti dei masterclass, a cura di Ipsia e in collaborazione con assessorati alla Cooperazione, alla Cultura e Politiche giovanili e Relazioni internazionali del Comune di Forlì. (M.T.I.).
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Bollicine per tutti con “Forlì
allestiti due banchi di degustazione dove i sommelier serviranno gli spumanti. Saranno presenti tre corner per la degustazione gastronomica: l’azienda agricola di San Patrignano che offrirà formaggi, pane, conserve; Ghirardi Onesto con i prosciutti di Parma; l’Osteria La Campanara con preparazioni tratte dal menù. Romagna Acque offrirà agli intervenuti la propria acqua sia liscia che gasata. La manifestazione si svolgerà il 6 ottobre dalle 10.00 alle 21.00. Per accedere alle degustazioni è richiesto un gettone di ingresso di 15 euro, scontato a 12 euro per i soci del Golf Club, dell’Associazione Sommelier e di Slow Food. Per prenotazioni: Ivan Tesei 3471355083 - A.I.S. 3474477125.
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Wild bus alla Lama Bagno di Romagna - Prosegue anche nel mese di ottobre l’iniziativa “Il Bus della Foresta”, un programma di escursioni alla foresta della Lama con partenza da Bagno di Romagna e Badia Prataglia. L’escursione prevede un trasporto in bus, attrezzato con carrello per le biciclette, visite guidate e laboratori naturalistici. Domenica 19 ottobre il tema sarà “Tesori d’Autunno: funghi e castagne nelle tradizioni popolari di montagna”, mentre domenica 26 ottobre si ammirerà il fenomeno del “fall foliage”. Per la partecipazione è necessario prenotare entro le ore 12.00 del giorno precedente. www.parcoforestecasentinesi.it
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Una casa per Scrivere Forlì - Nasce in città il primo laboratorio permanente di scrittura creativa, narrativa e poetica. È La Casa Cantastorie, un luogo dove incontrare altre persone che amano scrivere e, insieme, fare un percorso per dare voce alla propria fantasia. Organizzato da Accademia InArte, il laboratorio è aperto a tutti ed è riconosciuto come attività di formazione per il personale della scuola dal Ministero dell’Istruzione. Si parte a ottobre e si finisce a maggio 2015 seguendo un percorso di quattro moduli: gli attrezzi per la storia, pensare la storia, preparare la storia, raccontare la storia. Ciascun modulo comprende un seminario di scrittura creativa, una serie di lezioni-teorico pratiche di scrittura narrativa e poetica, un seminario fi-
nale di approfondimento tematico e confronto con ospiti ed esperti. www.inarteonline.com.
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Forlì - Appuntamento con le bollicine lunedì 6 ottobre presso il Golf Club I Fiordalisi. Promosso e organizzato dall’Associazione Italiana Sommelier Romagna e da Mangiaperitivo di Ivan Tesei, l’evento “Forlì in bolla” intende offrire a tutti gli appassionati una degustazione di spumanti con esperti sommelier, per guidare non solo gli esperti del settore nell’affascinante mondo delle bollicine. Come racconta Tesei, “questa iniziativa raccoglie oltre trenta aziende vinicole da tutta Italia e vuole essere un momento anche di conoscenza e divulgazione della cultura del buon bere, per questo ha ricevuto il patrocinio del Comune di Forlì e ‘Forlì per Ravenna 2019’”. All’interno della cornice del Golf Club saranno
in Bolla”
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Nuove certificazioni per Diesse Forlì - Diesse Arredamenti S.p.A., società forlivese leader nel settore dell’arredo su misura di alta gamma e in particolare nella realizzazione di interni di yacht per i brand più prestigiosi ed esclusivi della nautica mondiale, si è certificata UNI EN ISO 9001, a garanzia del proprio sistema di gestione per la qualità, e OHSAS 18001 per assicurare un adeguato controllo riguardo alla sicurezza e la salute dei lavoratori, oltre al rispetto delle norme vigenti. “L’obiettivo di Diesse è sempre stato, e continua ad essere, quello del miglioramento continuo attraverso l’innovazione per poter offrire ai propri clienti la garanzia di un prodotto e di un servizio di qualità, differenziandosi dai competitor” – afferma Paolo Ravaglioli, Amministratore Unico di Diesse Arredamenti S.p.A.
I week end del Wine Food Festival
Emilia-Romagna - Profumato e saporito ritorna il Wine Food Festival Emilia-Romagna, edizione 2014, la kermesse regionale dedicata alla cultura del cibo di qualità che offre 27 appuntamenti fino a dicembre. I protagonisti del Wine Food Festival sono i 39 prodotti Dop e Igp del territorio. Ce n’è per tutti i gusti, dalla Coppa Piacentina Dop all’Anguilla di Comacchio, dai Formaggi di Fossa di Talamello e Sogliano sul Rubicone (nella foto) al Fungo Porcino di Borgotaro Igp, dal Sale Dolce di Cervia al Sangiovese, Olio extravergine d’oliva di Coriano e Brisighella, Mortadella Bologna e Prosciutto di Parma: una festa del gusto lunga tre mesi. La manifestazione lo scorso anno ha richiamato oltre un milione e mezzo di “foodies” (gli appassionati di cibo) e turisti del gusto. www.winefoodfestival.it.
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MortadellaBò, chi la fa l’Affetta!
Bologna - Al grido “Chi la fa l’affetta!”, Bologna si prepara a celebrare uno dei prodotti simbolo della sua antica storia gastronomica: la Mortadella Bologna IGP. Dopo il grande successo della “prima” dello scorso anno, MortadellaBò - il grande evento organizzato dal Consorzio Mortadella Bologna - in programma da giovedì 9 a domenica 12 ottobre 2014 in Piazza Maggiore, si profila quest’anno ancor più ricco di spunti e iniziative. Accanto agli stand di de-
gustazione e vendita saranno, infatti, organizzate tavole rotonde e incontri di approfondimento, laboratori di degustazione tenuti da esperti (fra cui i rappresentanti della Mutua Salsamentari 1876, associazione fra le più antiche di Bologna), food show con rinomati chef, giochi e intrattenimenti “mortadellosi” per tutta la famiglia, e ancora numerose iniziative che allargheranno alla città di Bologna il circuito della manifestazione. www.mortadellabo.it
Un esordio ll’insegna dei Sensi a Forlì - Uscito di recente per i tipi di Pendragon il libro di esordio della forlivese d’adozione Silvia Scapinelli, “Anita sul mare”, una storia d’amore e passioni raccontata così dall’autrice: “Si tratta di un romanzo incentrato sui temi più universali dell’umanità (sentimenti, amore, cultura, enogastronomia…) visti attraverso i due protagonisti: un professore universitario e una ragazza che sembrano ideologicamente lontani ma alla fine si scoprono simili. Questo libro nasce dall’amore per il bello. L’in-
tenzione di cercare la bellezza sopra ogni cosa e tentare di trasformare anche i romanzi in poesia. Il mio più grande piacere quando scrivo è la lingua, l’emozione che la parola suscita, scrivere come dipingere, cucinare, fare il vino o degustarlo, cesellare le parole, assemblare le frasi per creare sensazioni. La ricerca sui sensi deriva sempre dalla mia personale ricerca sull’animo umano. Sono protagonisti del romanzo perché sono imprescindibili dal nostro modo di percepire la vita.” (S.F.)
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Essere | Davide Drei
Se il Sindaco è
Social
testo Serena Focaccia - foto Giorgio Sabatini
Per un personaggio come Davide Drei l’etichetta “social” è pressoché scontata, dopo una vita dedicata all’impegno in ambito sociale. Ma è proprio questa l’identità che vuole dare al suo mandato di neosindaco dei forlivesi. Scopriamo come si immagina oggi la nostra città e i prossimi cinque anni.
I primi cento giorni sono passati, cento giorni di un’estate un po’ bizzarra e “poco estiva”, che hanno visto il nuovo sindaco di Forlì, Davide Drei, prendere confidenza con una città di cui già era stato amministratore come assessore alle politiche di welfare durante il quinquennio di Roberto Balzani. Il passaggio da assessore a sindaco non è così immediato né banale e Drei si racconta tra pubblico e privato, progetti e vita vissuta. Qual è il suo percorso da cittadino ad assessore e infine a sindaco? Come è cambiato il modo di vivere i temi dell’impegno sociale?
“In primo luogo da amministratore cominci a vedere le cose da una prospettiva più ampia ed estesa rispetto a quella da cui sei abituato quando sei un attore in prima persona all’interno della città. Il mio nuovo punto di vista è ‘universalistico’, perché intorno al Comune gira tutta la città con le sue problematiche di natura sociale. Un sindaco conosce bene il disagio e le esigenze presenti, ma sa anche che la possibilità di rispon-
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dere dipende dalla sua capacità di organizzare bene le risorse. L’equilibrio tra cosa si deve fare e cosa è possibile fare è il punto di snodo su cui muove l’azione di un amministratore. Questo è stato il grande passaggio che ho fatto cinque anni fa: dal vedere una parte della questione sociale a essere il riferimento del mondo sociale cittadino, un mondo che coinvolge più di 120.000 persone solo a Forlì e oltre 190.000 in tutto il comprensorio. L’impegno di un assessore - e di un sindaco ancora di più - quindi è davvero totalizzante. Dal 1988-’89, quando ho svolto il servizio civile, sono sempre rimasto nel mondo del sociale e quello spirito di servizio, che dedicavo al volontariato o all’impegno in cooperative sociali e organismi di rappresentanza del terzo settore, ha trovato la sua naturale vocazione in un ruolo pubblico che per me è primariamente appunto un ruolo di servizio.” Come ha vissuto il passaggio da assessore a sindaco?
“È stato inatteso in primo luogo, perché fino a poco tempo fa non
A fianco, Davide Drei quando ancora era assessore della giunta Balzani in un momento in cui univa impegni istituzionali e passione per la bicicletta.
amministrativa e professionale in grado di portare contenuti di merito ma sufficientemente aperte a elaborare innovazione. Perché secondo me l’innovazione oggi si fa creando connessioni, sviluppando processi e relazioni nuovi, esaltando il nuovo che c’è dentro la città e che va portato dentro al Comune.” Nato e vissuto nella nostra città, quali sono le cose più belle di Forlì e quelle che vorrebbe cambiare?
pensavo che ci fossero queste condizioni. Un assessore ha sempre come responsabile ultimo il suo sindaco con cui condivide le decisioni più importanti, diventare sindaco vuol dire essere quell’ultimo anello che prende le decisioni. È stato un profilo che ho dovuto costruire in poco tempo, quando tante persone mi hanno chiesto di pensare seriamente all’ipotesi di candidarmi alle primarie del Partito Democratico. Da lì è partita una intensa campagna elettorale che mi ha portato alla vittoria come sindaco al primo turno, vittoria che mi ha sorpreso, perché è vero che abbiamo lavorato molto ma non era assolutamente scontata. Credo che abbia fatto la differenza il progetto organico presentato.”
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E dopo l’elezione è stato necessario creare la giunta per amministrare. Quali sono stati gli obiettivi che l’hanno guidata nella scelta?
“Fin dall’inizio ho voluto avere totale autonomia nella scelta. Ho dunque fatto una giunta dove ho chiamato due assessori della precedente amministrazione per dare continuità a due funzioni fondanti, trasversali come il bilancio e strategiche come i servizi ambientali; dall’altra parte ho voluto alcune persone che secondo me possono interpretare bene l’idea che ho di amministrazione: persone sensibili alle tematiche sociali, molto orientate alla visione nuova della politica e del governo che Matteo Renzi porta a livello nazionale, con un’esperienza politica,
“Ritengo innanzitutto che Forlì sia una città bella esteticamente, una città che in Romagna si caratterizza per la sua dimensione monumentale. Forlì possiede un patrimonio architettonico che spero esca dalla dimensione ideologica del ’900; credo che l’approfondimento svolto negli ultimi anni ci consenta di farlo e questa consapevolezza ci aiuta anche ad avere gli anticorpi rispetto agli errori della storia. Un altro aspetto importante e positivo della nostra città è quello della coesione sociale e della solidarietà, forse più impalpabile, ma la ricchezza delle relazioni è fondamentale. Dall’altro lato, penso che Forlì abbia bisogno di riscattare il proprio orgoglio, perché credo che i forlivesi credano poco in loro stessi. Penso che debba partire da noi il fatto di farci riconoscere dagli altri in maniera chiara. Allora Forlì sarà indubbiamente davanti a tutti, e in primo luogo agli occhi dei forlivesi, una città di serie A della Romagna.” Nella vita privata quali sono le passioni e gli interessi che coltiva?
“Passare il poco tempo che ho con la mia famiglia per me è molto im-
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Il sindaco insieme alla giunta: in prima fila da sinistra, Elisa Giovannetti, Francesca Gardini, Davide Drei, Veronica Zanetti, Sara Samorì; in seconda fila da sinistra, Raoul Mosconi, Emanuela Briccolani, Alberto Bellini e Lubiano Montaguti.
portante. Ho due figli adolescenti, in una fase molto delicata della vita e io voglio essere presente con attenzione ed equilibrio; proprio perché il tempo è poco lo si assapora tutto ed è un tempo che ti sorprende, perché i ragazzi ti comunicano sempre cose nuove e inattese. Fra i miei interessi poi ci sono lo sport, soprattutto la bicicletta, che però ora pratico in maniera ovviamente limitata - quasi inesistente direi! - e la lettura che rischia di essere schiacciata con la lettura ‘di dovere’ più che ‘di piacere’. Da sindaco devo ancora capire se riuscirò ad avere il tempo di continuare a coltivare questi interessi.” L’obiettivo prioritario che ha indicato nel discorso di insediamento è il lavoro. Come vede i prossimi cinque anni sotto questa prospettiva?
“Venendo dall’assessorato al welfare ho conosciuto troppe situazioni di persone che sono entrate in quell’area che si definisce dell’im-
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poverimento e della precarietà. Non possiamo ‘mettere delle pezze’ se non torniamo ad avere prospettive di rioccupazione, perciò dobbiamo fare tutti gli sforzi come ente locale per favorire sviluppo, crescita, impresa e quindi occupazione. Questo significa che si dovranno sostenere e sviluppare le imprese lavorando sulla burocra-
significative, poiché il lavoro ridistribuisce ricchezza e dà a tutti i cittadini accesso alle opportunità offerte dalla città.” Possiamo dunque affermare che la cifra originale che vuole del suo mandato è l’attenzione sociale?
“Attenzione per tutti: una città è degna di questo nome se è una comunità a misura di tutti, anche
Il sogno di una città attenta a tutti zia e sugli incentivi all’occupazione, utilizzando gli strumenti che ci forniscono Stato e Regione, ma anche dialogando con le imprese del territorio e con quelle che possono vedere Forlì come un polo economico interessante. Il diritto al lavoro è comunque una questione di giustizia sociale e non si può pensare che una città risponda prima ad altre esigenze, seppur
delle situazioni più fragili e povere. Noi ci dobbiamo preoccupare che non ci siano sacche di degrado, di povertà e di emarginazione, perché questo migliora la qualità della vita di tutti. Non sarà escludendo qualcuno che facciamo il bene degli altri, ma avendo Forlì come una città inclusiva, città della solidarietà e della giustizia sociale, delle occasioni e delle opportunità.” IN
F o r l ì - C . s o d e l l a R e p u b b l i c a , 124 - Te l . 0 5 4 3 2 6 0 0 8 - F a x 0 5 4 3 3 9 0 9 8 - o t t i c a - g h e t t i @ l i b e r o . i t
Tifare | Romano Conficconi
L’emozione dal
Pallone
testo Francesca Miccoli - foto Giorgio Sabatini
Un presidente che vive la squadra, il Forlì Calcio, con entusiasmo e anche, perché no, commozione quando raggiunge traguardi come la promozione: Romano Conficconi racconta come si incontrano nella sua vita divani e pallone.
“Non c’è un altro posto al mondo nel quale l’uomo è più felice che in uno stadio di calcio”. Pensieri e parole di Albert Camus, maturati all’inizio del XX secolo. Concetti condivisi e ribaditi da Romano Conficconi, carismatico presidente del Forlì Calcio, agli albori del terzo millennio. Potere ludico e terapeutico di un pallone, capace di ricreare a ogni età l’incanto dell’infanzia. Una sorta di felice regressione, sospesa tra sogno e fantasia. D’altronde “il calcio è il calcio” sentenziava con gioiosa semplicità Vujadin Boskov. Una religione che non conosce atei. “Non esiste una disciplina sportiva che unisca i popoli e regali le emozioni che dà il football - spiega Conficconi -. È incredibile vedere sugli spalti persone di diversa estrazione sociale, culturale, politica affratellate dalla stessa passione. Gente che piange di gioia a fianco di gente che piange di amarezza e sconforto. Il calcio ti entra dentro e se non provi cosa significa il tifo, sarai sempre una persona incompleta”. Emozione è il filo conduttore
dell’esperienza umana, professionale e sportiva del presidente dei galletti. Sentimenti tormentati, ma altresì vagheggiati. Da cullare e coltivare con parsimonia, per non appesantire quelle coronarie messe alla frusta ogni domenica. Un sentire declinato in maniera differente a ogni partita: spesso una gioia che nasce nell’intimo e si riflette nell’altrui sorriso, più raramente una delusione, sfogata in un pianto solo in parte liberatorio. L’amore di Conficconi per il calcio ha origini lontane. “Mio padre ha sempre lavorato, come quasi tutti quelli sua generazione e di parte della mia. Ha spesso corso in salita, paradossalmente gli anni più belli della sua vita sono stati quelli del periodo bellico. Allora non c’era tempo di pensare al pallone. Io non ho mai giocato ma fin da piccolo ho coltivato la passione. In famiglia siamo tutti interisti”. Nato a Galeata settantasette anni fa, negli anni verdi il presidentissimo si è trasferito nella forlivese Ca’ Ossi, dove trovare lavoro era più semplice che nella periferia rurale. “Da
ragazzino ho fatto il barbiere, in seguito ho lavorato per sette anni al Pierantoni, quando nel nosocomio forlivese si curavano ancora malattie terribili come la tbc”. Poi il via all’avventura imprenditoriale, prima al seguito del cognato, poi con la nascita della Cierre imbottiti. “Nel 1971 io e mia moglie abbiamo deciso di intraprendere la nostra strada. Oggi i nostri figli lavorano in azienda e già si affaccia la terza generazione. Un grande motivo di orgoglio”. Nel quartier generale di Villa Selva lavora anche il nipote Gianmaria che poche settimane è diventato papà di Eva Maria rendendo Conficconi bisnonno. “La nascita di un figlio è ciò che di più grande possa capitare nella vita. A diventare genitore ti prepari un po’ la volta, giorno per giorno. Il tifo è diverso, le emozioni arrivano di botto e ti spaccano il cuore”. La vera ultras di casa è la dolce metà del presidente. “Lei c’è sempre. Io sono più esposto ma lei soffre da morire, dietro le quinte, senza fare una piega. Nei momenti di incertezza mi sprona, in quelli difficili
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A fianco, due momenti dei festeggiamenti per la promozione del Forlì Calcio.
tico gli ultimi cinque minuti della partita contro il Porto Tolle, il match che ha portato i biancorossi in paradiso. “Allo stadio la gente era letteralmente impazzita. Il cronista usava termini bellici come se stesse commentando una battaglia all’ultimo sangue. A un certo punto inneggiando a una prodezza del nostro portiere ha gridato ‘Casadei ha fatto un miracolo, di più, ha fatto un bambino!’”. Gli occhi si illuminano e si fanno languidi. Conficconi non si vergogna dei suoi sentimenti. “Ho visto in lacrime persone insospettabili. Non nego di aver pianto di gioia anch’io ed è bellissimo vedere qualcuno che si commuove per la felicità in una quotidianità sempre più disperata”. L’approdo nella vecchia C1 è solo un punto di partenza. “Adesso viene il difficile: vogliamo restare nella nuova categoria e se possibi-
mi consola con fare sicuro”. Assieme la coppia ha vissuto la finale dei mondiali del 1982, al Santiago Bernabeu. “Un’emozione incredibile. Nessuno poteva ipotizzare una vittoria azzurra, era il periodo delle polemiche, del silenzio stampa”. Sugli spalti non sono state solo esperienze positive. “Nel 1985 ero in Belgio con mio figlio per lavoro. Andammo all’Heysel. Dopo quella tragedia sono stato anni senza andare allo stadio”. Ma il calcio era nel destino di mister Cierre. Con alcuni amici di San Martino inizia a seguire il football dall’altra parte della barricata. Sotto la sua guida
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Sanmartinese e Vecchiazzano si uniscono dando vita allo Sporting. Il Forlì era ancora un miraggio. “In gioventù qualche volta andavo a vedere la squadra biancorossa: erano gli anni del povero Bianchi, di Massimo Bonini. Ma all’epoca ero troppo preso dal lavoro”. La passione tuttavia è forte e nel 2010 Conficconi approda sullo scranno presidenziale dei galletti, succedendo a Lucia-
no Linari, che aveva risollevato la squadra dal fallimento. Tra un ricordo e l’altro, il numero uno biancorosso s’interrompe. Visibilmente provato, estrae un dvd dall’armadio. Nel supporto magne-
le migliorarci ulteriormente. Solo uniti ce la possiamo fare e se come società riusciremo a crescere ci toglieremo ancora delle soddisfazioni”. Mister president non ha ancora sciolto le riserve sul suo futuro. “Non so cosa farò. Credo di aver dato molto a questa società, altrettanto ho ricevuto. I tifosi mi hanno entusiasmato e scaldato il cuore”. In azienda il galeatese ha già passato la mano. “Vado in fabbrica quando mi sento, vivo le emozioni forti che mi regala il Forlì, mi dedico al golf e alle passeggiate. È arrivata l’ora di pensare a cosa farò da grande”. La sensazione è che il leader dei galletti farà un passo indietro. “Non so nemmeno perché sono diventato presidente, ci ho messo
il cuore come in tutte cose che ho fatto. Mi auguro che la società cresca e se ci sarà qualcun altro al mio posto spero che abbia l’ambizione e la capacità di far meglio. Io sarò sempre a disposizione perché questi colori sono parte di me”. Per arbitri e allenatori Conficconi ha sempre nutrito il massimo rispetto. “Discutere è normale ma senza perdere il controllo. Un uomo può essere colto e ricco ma se non ha rispetto...” E sull’italico modo di concepire il tifo Romano nutre perplessità: “Nel nostro Paese siamo indietro anni luce, non esiste il rispetto delle regole. Lo stadio di sicuro non è l’università delle buone maniere ma c’è un limite a tutto”. L’auspicio è che anche l’Italia conosca un giorno un calcio senza violenza. “Sogno di vedere allo stadio famiglie con bambini. Un luogo in cui ognuno possa tifare per i suoi colori nel rispetto dell’avversario”. Si parla di presente e futuro
ma il pensiero dell’imprenditore torna indietro. A quello straordinario 8 giugno. “Se rigiocassimo quella partita, la perderemmo undici volte su dieci. Abbiamo concluso in otto contro nove. Un amico fraterno non proprio devoto, mi ha rivelato di aver rivolto più volte lo sguardo al cielo durante i 90 minuti. Chissà, magari è successo davvero qualcosa di incomprensibile. Forse lassù qualcuno ci ama”. IN
Romano Conficconi con la sua famiglia nella sede di Cierre.
E a Cesena bentornata A! Una cavalcata trionfale coronata da una promozione tanto portentosa quanto inattesa. Un salto di categoria ottenuto con l’orgoglio e con il sudore, come ama ripetere il patron Giorgio Lugaresi. A inizio anno nessuno avrebbe scommesso un centesimo sul ritorno nella massima serie del Cesena. E invece come si legge ovunque nella città malatestiana “Aisem dlet” (“Ci siAmo di nuovo”). La vittoria sul campo del Latina nei play off della serie cadetta ha riportato il Cavalluccio là dove volano le aquile. Poco c’entra il quadrifoglio conservato nel portafoglio come una reliquia dal presidente Lugaresi. Grande merito al figlio del “mitico” Edmeo per aver raccolto i bianconeri sull’orlo del baratro. La dirigenza, il tecnico Bisoli e il suo staff, e i giocatori hanno fatto il resto. Sfidando il pronostico e le maldestre cassandre. E all’esordio nel calcio con la A maiuscola i bianconeri hanno già stampato un piccolo record sugli annali. Mai il cavalluccio s’era imposto alla prima giornata di campionato in serie A.
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Comunicare | Menabò Group
Nuove sfide per
Menabò
L’agenzia di comunicazione forlivese continua a crescere oltre confine seguendo marchi leader nel mercato fashion e luxury.
Obiettivo crescita per Menabò Group, l’agenzia di comunicazione che da Forlì sviluppa la sua attività in Italia e all’estero collaborando con importanti marchi della moda e del lusso. Dopo l’acquisizione di clienti del calibro di WGSN, gruppo londinese leader nella previsione dei trend, e gli eventi moda organizzati a Berlino e Monaco per la multinazionale turca ISKO™ e M&J - gruppo emergente asiatico -, Menabò ha raggiunto il prestigioso Salone Nautico di Cannes per presentare il video di Ferretti Group: due minuti di narrazione tra realtà e immagini evocative che hanno appassionato e convinto il pubblico della conferenza stampa inaugurale (nella foto). Menabò tornerà ancora in Francia, questa volta a Parigi, per partecipare a TRANOï, show che riunisce nella capitale i nomi più importanti dei settori moda, accessori e gioielli. Un club di eccellenze tra cui spicca anche Silvano Sassetti, il brand di calzature di ricerca noto nel mondo per quell’attenta sapienza artigianale che è anche al centro della campagna di re-branding con la quale
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il marchio sta rinnovando la propria immagine, insieme a Menabò. Appare quindi sempre più forte la presenza in Europa dell’agenzia, che però non sembra accontentarsi e si prepara a tornare oltreoceano per l’inaugurazione della nuova sede ISKO™ a San Paolo del Brasi-
le, centro nevralgico di un mercato ricco di opportunità da toccare con mano. Insomma, il 2014 ha portato tante nuove sfide per Menabò Group, che da sempre punta a crescere e ad affermarsi su scala internazionale con progetti e partner di valore. IN
On air la campagna collection di America Graffiti Gli anni ‘50 tornano a invadere l’Italia con America Graffiti e Menabò Group. Dopo essersi aggiudicata la gara indetta dalla catena di ristorazione, infatti, l’agenzia forlivese ha messo a punto la nuova campagna promozionale che lancia la prima collection firmata dal marchio: è ‘Attack of the 50’s’, iniziativa dal sapore retrò che verrà presentata in tutti i locali America Graffiti a partire dal prossimo 15 ottobre. Per la catena, in forte ascesa nel panorama della ristorazione italiana in franchising, Menabò si occupa anche delle attività digital, dalla gestione dei canali social allo sviluppo del nuovo sito web.
Creare | Silvia Maltoni
Il concept è
Servito
testo Roberta Brunazzi
Il cibo come arte della terra. È l’idea di Silvia Maltoni, enogastronoma esperta in comunicazione. Che con la sua pluripremiata start up ingolosisce Milano, preparandosi a lanciare il Verdi’s.
Anche lei, guarda caso, è nata a Forlimpopoli, come Pellegrino Artusi. E allo stesso modo del celebre enogastronomo Silvia Maltoni guarda al cibo nella sua totalità, considerandolo come poesia di vita e arte della terra. L’infanzia trascorsa nelle campagne romagnole, poi gli studi intrapresi nel campo dell’enogastronomia e il lavoro come Pr e organizzatrice di eventi in vari locali della riviera romagnola. A questo si aggiunge la sua passione per i viaggi, per i profumi e i colori dei mercati alimentari in giro per il mondo. Un mix che fa di Silvia una ragazza vincente: nel 1999 si trasferisce a Milano, dove lavora per eventi sportivi nazionali e internazionali. Si occupa anche di volontariato, fondando l’associazione giovanile www.1535.it. Nel 2013, grazie a un bando della Camera di Commercio di Milano, frequenta un Master in Bocconi in Business plan e Management. Decide allora di lanciare una start up: nel febbraio 2014 fonda Green Mama, prima start up innovativa nel settore agro alimentare in Italia. E a dicembre
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di quest’anno aprirà a Milano il suo primo concept store, Verdi’s, grazie al sostegno delle famiglie Di Canossa, Branca e Ottolina. Dalla Romagna a Milano: cosa ti ha spinto a partire?
“Dopo aver terminato gli studi non trovavo sbocchi professionali, e in un attimo di follia ho deciso di trasferirmi a Milano. Lì mi sono costruita una carriera nel mondo della comunicazione. Lo scorso anno però, in piena crisi economica, il lavoro ha cominciato a latitare e, sempre in un momento di follia, ho partecipato ad un bando della Camera di Commercio di Milano, col quale ho vinto un Master in Business plan e management alla Bocconi. Visti i miei studi e le mie passioni, decido di dedicarmi al settore della ristorazione. Ho pensato: quale migliore occasione di Expo 2015 per lanciare un nuovo modello di business che unisca tradizione e innovazione?”. E come è andata?
“Con il mio concept nel novembre scorso ho partecipato al Premio più ambito di chi vuole fare start up in
Italia, il premio Marzotto. Su oltre 930 progetti sono arrivata in finale e ho vinto il premio ‘Dall’idea all’impresa’. Questa vittoria mi ha dato coraggio e forte determinazione: a metà febbraio 2014 fondo la Green Mama srl, mi aggiudico un bando della Regione Lombardia legato al mondo start up e a giugno decido di fare un test del progetto, per far conoscere il brand e testare i prodotti. Nasce così Verdi’s, con il claim “Sapere di Ieri, Sapore di Oggi”. Noleggio un’ape car, la brandizzo e la posiziono in pausa pranzo nei luoghi trendy di Milano: zona Tortona e Isola. Da un lato punto sull’innovazione con web e social media e dall’altro sulla tradizione, proponendo antiche ricette adattate alle esigenze dello style life di oggi. Il progetto riscuote un notevole successo e a giugno vinco l’Ambrogino d’oro dedicato alle imprese di Milano & Provincia, come neo imprenditrice dell’anno. E ora sono in fase di lancio del primo concept store Verdi’s, nel cuore pulsante di Milano”. Successo pieno su tutta la linea.
Come sarà il nuovo concept store
Come sarà composto lo staff?
Dal tuo punto d’osservazione mila-
Verdi’s?
“Sarà formato d 5-6 giovani. Ho stretto una collaborazione con una scuola professionale in servizi di ristorazione a Milano, la Galdus, e con loro sto sviluppando un percorso formativo per creare una nuova figura professionale a Milano. Nello store voglio dare un imprinting dell’essenza romagnola: l’ospitalità e il sorriso. Ho individuato un bravo food manager romagnolo e coinvolgerò anche mio fratello, appena diplomato, che frequenterà insieme agli altri ragazzi il percorso formativo che stiamo sperimentando con la Scuola Galdus”.
nese, come vedi Forlì e la Romagna?
“Verdi’s vuole unire innovazione e tradizione; il concept è semplice e curato nei minimi dettagli, risulta fresco e accogliente. L’arredamento è composto da materiali riciclati e riciclabili, tutti i macchinari sono di ultima generazione. L’idea è lanciare un modello replicabile in Italia e all’estero di green economy 3.0, per far sentire il cliente come a casa e fargli scoprire i tesori culinari di cui è ricco il nostro territorio. La sola Lombardia ha più formaggi di tutta la Francia, con più di 330 tipologie diverse!”.
Silvia Maltoni, riceve il Premio Ambrogino d’oro a Milano come neo-imprenditrice dell’anno.
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“Anche in questo momento di crisi, la Romagna dimostra di avere grandi potenzialità. Forlì è una città in cui la qualità della vita è medio alta, c’è l’università, ma nonostante ciò offre poche possibilità ai giovani che hanno voglia di mettersi in gioco. Si potrebbero lanciare start up in settori come quello agro alimentare, dell’arredamento, della moda, dei servizi turistici... Si potrebbe fare tanto, e abbiamo ampiamente dimostrato che, in vari settori, i romagnoli hanno una marcia in più...”. IN
52 domeniche con i bambini in Romagna Week end divertenti ed educativi a misura di ogni famiglia.
Le domeniche Più beLLe in Romagna con mamma e PaPà Quando si avvicina il fine settimana può capitare di non trovare idee per trascorrere una giornata diversa con tutta la famiglia: la guida propone suggerimenti su luoghi, musei, parchi
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Una nuova sede a Forlì per Itatere anche visivamente la caratteristica che Nel ciclismo la volata, cioè la corsa per la vittoliana Assicurazioni per essere ci distingue,” dice Cristina, “noi stabiliamo un ria finale, dipende tutta dal gruppo. Lo sapevasempre più vicina ai clienti. rapporto diretto con ciascun cliente, lo ascolno Bartali e Coppi che, senza il loro team, non tiamo e facciamo di tutto per andare incontro avrebbero mai vinto, nonostante fossero dei alle sue esigenze. La nostra Agenzia non è un ufficio freddo, fuoriclasse. A Forlì c’è una squadra che ci sa ascoltare e riesce impersonale, ma un luogo dove è possibile trovare risposte a fornire una risposta chiara e concreta alle nostre esigenze. concrete e personalizzate.” Aggiunge Antonio: “La nostra La sede è quella dell’Agenzia Guardigli Assicura di Italiana Agenzia è tra le prime della Compagnia. Abbiamo aperto la Assicurazioni, Gruppo Reale Mutua, inaugurata il 5 giugno nuova sede a Forlì sia per stare ancora più vicini ai nostri 2014, con un evento straordinario a cui hanno partecipato clienti ma soprattutto per sviluppare nuove opportunità. La i dirigenti nazionali della Compagnia: il Direttore Generale nostra clientela diretta è comunque diffusa in tutta Italia: si Dott. Andrea Bertalot, il Direttore Commerciale Dott. Luca tratta di società nate localmente, ampliatesi a livello nazioColombano, il Direttore delle Vendite Roberto Bairo, il Capo nale e rimaste fedeli ai nostri servizi. Noi seguiamo l’impresa Area Marco Menichincheri, l’Ispettore Commerciale Filippo nella sua evoluzione, questa è la nostra caratteristica.” Parlanti, l’Ispettore Vita Amleto Pizzuti. Accanto alle imprese, liberi professionisti e privati costituiLa nuova sede è diretta da Cristina Guardigli che, dopo scono comunque la gran parte della clientela, che si orienta un’esperienza nel mondo assicurativo partita nel 1986, ha prevalentemente verso polizze sulla casa, polizze vita e colto la sfida di aprire una propria Agenzia per Italiana Aspacchetti di previdenza complementare. sicurazioni a Forlimpopoli, chiamando il fratello Antonio Cristina ci tiene molto a sottolineare l’importanza di questi Guardigli a farne parte. Con il tempo la sua attenzione si ultimi due prodotti assicurativi: “Per quanto riguarda le porivolge a Forlì, dove in effetti risiede già buona parte della lizze vita, mettiamo in cantiere un vero e proprio sistema di sua clientela e dove sogna di aprire una seconda sede. Il 9 diwelfare per famiglie. Il risparmio è una risorsa sempre meno cembre 2013 il sogno si concretizza e viene aperta la sede di presente e ci sono eventi negativi - come la mancanza imForlì, sorta sulla struttura di una vecchia palazzina acquistata provvisa di una fonte di reddito importante o un infortunio nel luglio 2013: una sede che si distingue per il verde che la che sospende per un tempo considerevole le entrate - che circonda e per la forma architettonica. “Vogliamo trasmet-
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possono mettere in ginocchio le finanze di un nucleo familiare. Le polizze sono personalizzate al punto da stabilire il quantitativo di budget che si intende proteggere assicurando così un tenore di vita stabile nel tempo. Stesso discorso vale per le aziende, che possono tutelarsi per garantire gli impegni finanziari. Per quanto riguarda, invece, la previdenza complementare, riteniamo sia fondamentale, fin dalle prime esperienze lavorative, pianificare, anche con piccoli importi, una pensione integrativa.” Per far fronte alle molteplici esigenze dei clienti, consolidati e nuovi, l’Agenzia Guardigli Assicura deve per necessità essere sempre al passo con i tempi ed estremamente dinamica, in continua evoluzione, alla ricerca di progetti che possano favorire i clienti in un dialogo che triangola le esigenze dell’assicurato, le soluzioni della Compagnia e l’applicazione concreta che l’Agenzia può fornire. “Noi dobbiamo trasmettere serenità, perché anche solo con una piccola copertura e i massimali previsti si possono risolvere problemi che potrebbero essere insormontabili senza essere assicurati” dice Cristina. “Siamo una squadra piena di entusiasmo che intende operare in grande armonia con i propri collaboratori e i clienti,” conclude Cristina “nella massima condivisione dei principi del codice etico che contraddistingue il Gruppo Reale Mutua: coesione, integrità, responsabilità, centralità della persona e innovazione.”
In alto, da destra, il Direttore Generale di Italiana Assicurazioni Dott. Andrea Bertalot, Cristina Guardigli, il Direttore Vendite Roberto Bairo, il Direttore Commerciale Dott. Luca Colombano e Antonio Guardigli.
La sede dell’Agenzia in Via Bertini a Forlì.
La sede dell’Agenzia in Via V. Veneto a Forlimpopoli.
italiana Assicurazioni Guardigli Assicura Via Bertini, 200 - 47122 Forlì - Tel. 0543 404719 | Via V. Veneto, 29 - 47034 Forlimpopoli - Tel. 0543 744835 www.italiana.it/agenziaguardigli Contatti: Cristina Guardigli - cristinaguardigli@italianassicurazioni.it Antonio Guardigli - antonioguardigli@italianassicurazioni.it
Raccontare | Cino Ricci
“Quando pagai
Avvocato”
la cena all’
testo Francesca Miccoli - foto Giorgio Sabatini
Avventure, storie, incontri - tutti sullo sfondo blu del mare - non mancano fra i ricordi di Cino Ricci, che ha deciso di metterli su carta in una biografia scritta alla soglia degli ottant’anni. Lo incontriamo nel suo buen retiro sulle colline di Predappio.
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Ha atteso ottant’anni per aprire il cuore al mondo, lui così schivo e riluttante alla platea. L’ha fatto per esigenze di chiarezza: “Per rispondere a quei giornalisti che chiedono, ascoltano poi distorcono la realtà dei fatti”. Cino Ricci è così, prendere o lasciare. Un cane sciolto senza padroni. Un uomo ruvido e schietto. Anche se a scavare in profondità, dopo aver tolto più mani di vernice a quell’esteriorità severa, si rischia di scoprire un’umanità sommersa. A luglio è usci-
ta la prima, e probabilmente unica, biografia dello skipper di Azzurra: “Odiavo i velisti”, scritta con il giornalista Fabio Pozzo. Un titolo che è tutto un programma, anche se al sagace Cino non è piaciuto granché. È pur vero che per scampare ai velisti “piacioni” della domenica, un giorno il giovane Ricci se ne andò in Bretagna. Normale per un uomo venuto al mondo non grazie alla generosità di una cicogna ma “da un pesce enorme come una balena, contornata da mille pescioli-
ni argentei”, come gli raccontava la mamma. Uno spirito libero che da piccino coltivava la passione per il mare scorgendo l’orizzonte tra i pescatori di Cervia. “A questo punto posso anche dirlo: la passione per la vela non c’entra nulla né con la Coppa America né con le regate in genere - confessa oggi -. È, piuttosto, un sentire che si perde nel tempo, che risale ai miei sogni a occhi aperti di quando ero bambino”. Oggi che è grande e qualche filo d’argento gli illumina i capelli, Ricci risiede a San Savino, nella tranquilla campagna di Predappio, tra viti e galline. E chi se ne frega del resto del mondo. “Non vedo nulla di quello che ho attorno. Non ho mai dato importanza alle circostanze secondarie, agli orpelli, alle chiacchiere. Al colore. Sono sempre andato dritto all’obiettivo”. Fa sorridere quando ricorda che in occasione di una recente premiazione al circolo nautico di Bellaria, alla domanda su cosa fosse per lui il mare, con disincanto rispose “un buco pieno d’acqua”. Meravigliosamente dissacrante. Sono tanti gli aneddoti che punteggiano la vita di questo lupo di mare, abituato a far regate dappertutto su barche non sue, ma dove era sempre e solo uno a comandare. Inutile chiedersi chi. È divertito quando rivisita l’amicizia con l’Avvocato Agnelli. “Eravamo in sintonia, lui era autoironico, amava scherzare. Una volta, punzecchiato
Una vita senza rimpianti sul mancato acquisto di Maradona, mi fece credere di aver acquistato Rummenigge, con inevitabili echi mediatici. All’indomani il tedesco firmò per l’Inter. In un’altra circostanza, in una bettola portoghese, l’uomo più ricco d’Italia mi chiese di saldare il conto perché non aveva una lira”. E ancora la grande amicizia con Raul Gardini, con cui Ricci trascorse gli ultimi due Natale. “All’inizio furono scintille tra noi perché a bordo entrambi volevamo comandare. Discutevamo in dialetto, ci capivamo senza bisogno di troppe parole”. Ricordi soffusi di malinconia. “Sono un romagnolo fino alle unghie dei piedi. Una volta presa una decisione, non mi sono mai voltato indietro. E non ho rimpianti, la gente al bar mi paga ancora il caffè. Sono fortunato, un privilegiato. E non morirò giovane”. IN
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Costruire | Piada 52
Non solo
Piadina
testo Alessio Pio Maddaloni - foto Giorgio Sabatini
Un nuovo chiosco/bar nel parco di via Dragoni nasce con un inedito spirito di solidarietà. È Piada52, realizzato dalla cooperativa sociale Paolo Babini.
La piadina, simbolo di Romagna, è anche sinonimo di condivisione e di allegria. Ed ora anche di solidarietà: è il concetto su cui si fonda Piada52 , chiosco/bar sorto nell’area verde di via Dragoni a Forlì, collegato a un progetto di inserimento lavorativo per persone svantaggiate e laboratorio di auto imprenditorialità per i giovani del territorio che non riescono a liberare le loro energie, a causa dell’attuale situazione socio economica. Qui sarà possibile avviare al lavoro ragazzi provenienti dalle case famiglia, disabili, mamme sole con bambini accolte in comunità oltre a giovani del territorio, che saranno coinvolti anche a livello gestionale. Fautore del progetto è la cooperativa sociale Paolo Babi-
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ni, sostenuta da enti, istituzioni e aziende - prima tra tutti la Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì - per dar vita a qualcosa di nuovo in città. Dalla posa della prima pietra, avvenuta il 13 giugno scorso per mano del neo eletto sindaco Davide Drei, i lavori alla struttura sono proseguiti alacremente fino ad arrivare all’inaugurazione ufficiale di domenica 28 settembre, nell’ambito della festa della cooperativa sociale e associazione Paolo Babini. Il costo complessivo per la realizzazione della struttura e le relative opere di urbanizzazione previste dal progetto - un parcheggio, la realizzazione di bagni pubblici e la piantumazione di nuovi alberi - è stato di 450mila euro; a fronte
di questo impegno, la cooperativa Paolo Babini ha stipulato un contratto di gestione con il Comune di Forlì per nove anni, rinnovabili. L’accordo prevede anche l’organizzazione da parte della Babini di eventi all’interno del parco, il secondo più frequentato in città dopo il “Franco Agosto”, strutturato come una piccola piazza su cui si affacciano un asilo, la caserma dei Vigili del Fuoco, l’università, la parrocchia, la sede della Circoscrizione. La cooperativa ha inoltre assunto l’impegno di destinare una parte degli incassi per interventi di ristrutturazione e implementazione del verde del parco, affinché il Dragoni diventi una vera “chicca” all’interno della città. IN
Correre | Marco Faccani
Nato in
Pista
testo Francesca Miccoli - foto Fabrizio Porrozzi “PhotoZac”
È il nuovo campione europeo motociclistico in categoria 600 Superstock, ma i suoi sogni non si fermano e vanno veloci sulle due ruote. È Marco Faccani, un ventenne ravennate con la moto nel dna.
Vent’anni appena compiuti, una bacheca già prodiga di trofei e tanti sogni ormai a portata di mano. E di manubrio. Marco Faccani, pilota ravennate fresco campione europeo della categoria 600 Superstock, ha le stimmate del predestinato. Al punto da rendere quasi precario il confine, spesso insormontabile, tra legittime aspirazioni e marmorea realtà. Cresciuto a pane e pistoni da genitori innamorati dei bolidi su due ruote, Marco è nato a cavalcioni di una moto. “I miei sono grandi appassionati di motociclismo e quando facevano escursioni mi portavano sempre con loro - racconta il giovane -. Papà girava anche in pista”. Durante l’infanzia, inatteso quanto gradito, il regalo destinato a cambiare la vita: una minimoto. Dalle prime evoluzioni dietro casa alle pieghe nei circuiti il passaggio è più rapido di quanto si possa pensare. I primi azzardi con la minicross Honda CR 85 cc sulla “Tre ponti” di Ravenna. Poi, scoperta la
pista, l’escalation di rossiniana memoria. Nel 2007 il nemmeno tredicenne Faccani debutta nel tricolore
minigp mettendosi subito in luce.
Tanto che dodici mesi più tardi conquista una piazza d’onore nel campionato, a una sola incollatura dal vincitore. Nel 2009 l’approdo alle ruote alte prelude la vittoria nel trofeo monomarca Honda RS 125 gp del 2010. “I primi due anni nella 600 ho scontato un po’ l’apprendistato, mentre nel 2013 ho dovuto rinunciare alla lotta per il titolo solo all’ultima gara”. In seguito a un tamponamento Marco riporta un trauma cranico e i medici non gli concedono l’idoneità a correre. Ma la paura è qualcosa di sconosciuto in casa Faccani. “Quando si va davvero forte è normale avere un po’ di soggezione, l’angoscia invece bisogna lasciarla a casa. Solo quando assaggi l’asfalto in seguito a una caduta un brivido ti attraversa la schiena”. Consapevole incoscienza. “Non ho avuto grandi incidenti e fortunatamente
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A fianco, Marco Faccani sul podio di Imola. Nella pagina di destra, il pilota in pista e il casco personalizzato con cui corre le sue gare.
non ho mai assistito a corse dall’epilogo tragico. Ho gareggiato con Andrea Antonelli (scomparso nel 2013 in Russia, ndr) ma non lo conoscevo personalmente. Quando è morto Simoncelli ero impegnato in una gara al Mugello ed è stato un duro colpo. Tuttavia, appena tiri giù la visiera devi smettere di pensare e isolarti completamente. In caso contrario è meglio restare a casa”. La morte fa parte del gioco e, paradossalmente, ignorarla è la più immediata forma di esorcismo.
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“Oggi i circuiti sono sicuri, scivolando difficilmente puoi farti molto male. Però bisogna fare i conti anche con le fatalità, soprattutto in caso di scontro tra piloti”. Ombre che per fortuna non hanno lambito la carriera di Marco, foriera piuttosto di grandi soddisfazioni. Il 2014 è stato l’anno della grande consacrazione con la splendida vittoria nel 600 Superstock European Championship in sella a una Kawasaki. “Un’enorme felicità - racconta il pilota -. Riuscire a essere subito
ai vertici in ambito internazionale è magnifico. Mi aspettavo di essere competitivo e magari poter puntare al titolo, ma non di dominare dall’inizio alla fine come invece è accaduto”. Oltre alla gratificazione del trionfo, la gioia di poter contare su tifosi speciali. Gli amici e i genitori, suoi mentori. “Mia madre, che fa la commessa, e mio padre, che lavora al porto di Ravenna, mi hanno sempre incoraggiato e sostenuto. E oggi condividono la mia gioia”. Meticoloso nella preparazione della gara, impegnato a giorni alterni in mountain bike e moto da cross, Marco è consapevole delle sue capacità ma sfodera con lucidità anche l’arma dell’autocritica. “I miei punti di forza sono la capacità di gestire la pressione quando un altro pilota mi tallona e avere un passo costante in gara. Devo ancora migliorare nelle prime tornate, quando non sono veloce e aggressivo quanto vorrei”. Faccani non ha scaramanzie particolari e prima dei gran premi ama sciogliere la tensione con una bella dormita. “Un sonno di un’ora e mezzo, seguito da una tonificante doccia. Un modo per estraniarmi”. Fuori dalle piste scorrazza in bicicletta e strimpella la chitarra. Sui circuiti non insegue idoli. “Mi piace molto Marc Marquez, prima di lui ammiravo Casey Stoner. Piloti accomunati da una guida sopra le righe. Correndo sulle stesse piste ho avuto modo di capire appieno la loro grandezza e le loro straordinarie capacità”. In tenera età gli occhi erano tutti per Valentino Rossi, grande portacolori dell’Ita-
lia nel mondo. Il senso di appartenenza ha un ruolo importante nella scala di valori del giovane campione. “Sono fiero di essere romagnolo e il mio futuro lo vedo a Ravenna, una città tranquilla a misura d’uomo”. Il driver è orgoglioso di portare il tricolore sul pennone più alto dei circuiti di mezzo mondo. “Quando sul podio lo vedi sventolare provi una sensazione difficile da esprimere a parole. Se in gara riesci a essere freddo, durante il giro d’onore e l’esecuzione dell’inno nazionale, è davvero
impossibile rimanere distaccati”. Un “duro” capace di emozionare ed emozionarsi. Cordiale ma non troppo estroverso, sempre educato e corretto con i compagni, Marco si è diplomato all’istituto tecnico industriale e iscritto a Ingegneria meccanica all’Università. “Per ora lo studio è inconciliabile con la vita che conduco. Un giorno chissà. Mi piacerebbe rimanere nell’ambiente delle corse anche una volta appeso al casco al chiodo e una laurea potrebbe essere utile”. Archiviato il titolo europeo, il futuro
è già a un passo. “Con ogni probabilità nel 2015 passerò alla Supersport. Dovrò correre in quattro piste extraeuropee che non conosco, imparare a gestire l’elettronica e, soprattutto, fronteggiare piloti esperti e di alto livello”. E proiettandosi oltre: “Il naturale coronamento di una carriera è l’approdo nel Motomondiale. Nella moto 2 sarei svantaggiato dall’altezza e dalla mole”. L’avvenire è tutto da scrivere ma l’inchiostro è buono e lo scrittore ha le potenzialità di un premio Pulitzer. Gasss! IN
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Riciclare il
Futuro
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Incontriamo Rita Bandini, responsabile qualità, ambiente e sicurezza della Bandini e Casamenti, una società che lavora ogni giorno per garantire il riciclo dei rifiuti prodotti dalle aziende romagnole.
Quando arriviamo al primo piano degli uffici, nella saletta dove faremo l’intervista, Rita Bandini mi indica gli ampi finestroni sulla destra, che percorrono tutto il corridoio, e mi dice che da lì si riesce a controllare tutta la produzione e si vede come vengono lavorati i materiali. A quel punto sgrano gli occhi. La mia esperienza con i rifiuti è al mattino, quando cerco di ricordare quale bidone mettere sulla strada per la raccolta porta a porta, o durante la giornata, mentre mi sporco le mani per portare fuori casa il sacchetto dei rifiuti organici grondante di qualcosa che non conosco e che tengo lontano come il pannolino di un neonato. Ma qui tutto è all’ennesima potenza: pezzetti di carta nevicano da un’apertura su una piramide alta quasi tre metri; una gru a polipo afferra cartone da un mucchio che sembra un dinosauro addormentato e lo deposita sferragliando su un nastro trasportatore, che avanza
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inesorabile verso l’alto. E ho appena abbandonato il piazzale esterno, un piccolo aeroporto denso di camion che si incrociano, si arrestano, scaricano. Non c’è da stupirsi se, come dice Rita Bandini, “Quando le scolaresche visitano in nostri impianti e vedono un camion che scarica la carta, scatta sempre un applauso”: qui ci troviamo dietro le quinte della civiltà contemporanea, dove lavorano i tecnici senza i quali sul palcoscenico non ci sarebbe posto per attori o cantanti. E si tratta di quinte enormi. Quando comincia la storia della vostra azienda?
“Tutto è cominciato con mio nonno, cinquanta anni fa. Con il suo carretto andava in giro per Forlì a
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raccogliere il cartone usato per poi rivenderlo a chi sapeva riciclarlo. Da allora abbiamo fatto molta strada. Ormai siamo attivi da tre generazioni nel campo della raccolta, lavorazione e selezione di prodotti cartacei, rottami metallici, plastica e vetro di recupero. Oggi abbiamo 400 container, 70 compattatori, 10 presse stazionarie, 4 mezzi dotati di polipo, 5 motrici, 6 autotreni, 3 bilici che ci consentono di servire oltre 500 aziende. Siamo presenti a Forlì, su un’area di 16.000 mq, e a Mordano (Bologna), in uno stabilimento di 4.500 mq. L’azienda è inoltre proprietaria al 50% di Ecolegno Forlì s.r.l. che si occupa esclusivamente di raccolta, trattamento e stoccaggio di legno di scarto, con una produ-
zione che supera le 10.000 tonnellate annue. Oggi occupiamo 40 dipendenti e i 4 soci partecipano tutti direttamente alle attività: io sono la responsabile qualità, ambiente e sicurezza, Simone Bandini è il responsabile della logistica, Adriano Bandini è il direttore dello stabilimento, mentre Franca Casamenti è il legale rappresentante.” Che lavorazione viene effettuata nello stabilimento?
“Noi ci occupiamo di raccolta di rifiuti prodotti dalle imprese in un’area che da Bologna arriva a Rimini. Forniamo a ogni azienda un container per ogni tipologia di rifiuto. Il materiale raccolto, in base al trattamento necessario, viene qui movimentato per mezzo di 4 carrel-
A fianco, scatti dello stabilimento Bandini e Casamenti. In apertura, tre generazioni della Bandini e Casamenti: da sinistra, Simone Bandini, Franca Casamenti, Teo Casamenti fondatore dell’azienda, Adriano Bandini e Rita Bandini.
li elevatori e 2 pale gommate verso 2 linee produttive, che consentono di lavorare, nell’arco di un anno, circa 60.000 tonnellate di materiali. Per il 90% vengono avviati verso cartiere, fonderie, industrie per la lavorazione del vetro e della plastica che li rigenerano e li riportano nel ciclo produttivo. Il restante 10% non è riciclabile e viene avviato a recupero energetico o alle discariche per lo smaltimento. Per quanto riguarda gli imballaggi misti, il lavoro più delicato è ancora effettuato manualmente: in una cabina di cernita, gli operatori, con l’ausilio di nastri regolabili in velocità, provvedono alla separazione e alla selezione dei diversi materiali, che vengono fatti cadere nei bunker di scarico per arrivare all’impianto di triturazione e a quello pressante, dove vengono compattati in balle di circa 1.300 Kg. Il processo di lavorazione manuale consente un minor spreco di materiale rispetto a quello automatizzato, anche se è più lento.” Oggi ci sembra di vivere in una società dei rifiuti, dove l’attenzione agli scarti sta diventando una delle nostre preoccupazioni primarie. Sarà sempre così?
“Questo è il dazio che dobbiamo pagare per vivere in un ambiente pulito. Mi rendo conto che sia scomodo, in casa, sciacquare la bottiglia del vino prima di buttarla o controllare che i contenitori di cartone non siano troppo sporchi ma è l’unico modo per non trovarci a vivere tra quei rifiuti. E se ancora oggi troviamo i sacchetti di plastica nel mare, o se troviamo ammassati vicino ai cassonetti rifiuti che dovrebbero essere portati alla stazione ecologica, significa che c’è ancora molto da fare per formare una coscienza ambientale in tutti i cittadini. Io sono cresciuta sapendo che la carta non si getta, perché è una risorsa. Oggi si parla di ecologia nelle scuole materne, noi stessi abbiamo aperto la nostra azienda alle scolaresche per mostrare ai bambini come funziona il recupero: ritengo che il futuro sarà ancora maggiormente caratterizzato dall’attenzione alla questione dei rifiuti e alla cultura del riciclo.” IN
Viale Caboto, 94 - Lido Di Classe (RA) Tel. 0544.9391107 - Cell. 339 1199277 - 347 7736618
Inscenare | Accademia del Musical
Crescere sul
Palco
testo Claudia Graziani
In dieci anni l’Accademia del Musical di Ravenna ha portato tanti ragazzi a calcare le assi del palcoscenico, con insegnanti d’eccezione e un progetto educativo fatto di tanto studio e passione.
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Grandi artisti come Giorgio Gaber e Domenico Modugno, il Varietà di Rascel, Macario e Delia Scala, Rosa Parks, Steve Jobs e Madre Teresa, favole come il Mago di Oz. Vi sembra una miscellanea di argomenti senza un filo conduttore? Non è così. Lo sanno bene gli insegnanti e soprattutto gli allievi dell’Accademia del Musical di Ravenna che ne hanno fatto materie di studio e soggetti per gli spettacoli di fine anno messi in scena nei Teatri Alighieri e Rasi di Ravenna, Socjale di Piangipane, Comunale di Cervia e all’Almagià. Spettacoli non preconfezionati, ma scritti a molteplici mani grazie alla ricerca concreta dei ragazzi che hanno scoperto l’attualità dei testi di Ga-
ber, che “Meraviglioso” non è una canzone dei Negramaro, ma di Modugno del quale hanno potuto conoscere la versatilità. E poi, in un’accademia dove si studiano le tre discipline fondamentali del musical, danza, canto e recitazione, come non approfondire
palco assieme alle emozioni che hanno ispirato. Un progetto educativo nato dieci anni fa grazie alla direttrice artistica Laura Ruocco e ai patrocini di Ravenna Festival e del Comune di Ravenna. Prima laboratorio teatrale “Parola, canto, musica, danza” poi vera e propria
Corsi di danza canto e recitazione i grandi della rivista e del varietà o interpretare Dorothy, l’omino di latta, il leone e lo spaventapasseri. Tutto con l’intento di non dare nulla per scontato, che occorre documentarsi, studiare, “sentire” i personaggi e poi portarli sul
accademia con l’obiettivo di diventare, lo si legge nel sito ufficiale http://laccademiadelmusical.it, “un riferimento valido per la formazione artistica nel campo del Teatro Musicale Italiano, ma con grande attenzione al territorio,
Sopra, una lezione in un’aula di danza. A fianco, i ragazzi sul palco di uno spettacolo.
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alle sue fonti di formazione culturale”, con un reale interesse verso ogni allievo “disponibili ad aiutarlo, guidarlo nel suo percorso attraverso il lavoro sulle sue debolezze e sullo sviluppo dei suoi punti di forza”. Chi vive questa esperienza fin dagli inizi o chi è arrivato l’altro ieri, sia studenti, dai sette anni in su, che genitori sa che è così. Per questo, pur nelle difficoltà che in questi anni ci sono state, soprattutto all’inizio per trovare una sede o gli sponsor che sostenessero il progetto (tra questi da sempre la Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna), si è arrivati
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ad un compleanno importante, il decimo. Guardando indietro si comprende quanto impegno ci sia stato: stage con artisti del calibro di Gino Landi, Marco Columbro, i ballerini André De la Roche e Fabrizio Paganini, Sabrina Marciano, Antonello Angiolillo, Fabrizio Voghera, Gabrio Gentilini rispettivamente interpreti di musical come “Happy Days”, “Priscilla”, “NotreDame de Paris”, “La febbre dal sabato sera”. Alcuni di loro sono stati esaminatori alle prove sostenute a fine anno accademico. E poi collaborazioni con alcune classi del Liceo
Dante Alighieri per recensire lo spettacolo “Da un carcere femmine” (approfondimenti sulla vita di giovani ragazze detenute), la partecipazione a Ravenna Festival nella programmazione “Alle 7 della sera” con diverse performance, fino alla selezione di alcune allieve per lo spettacolo “Le maître et la ville” del coreografo Micha Von Hoecke. Negli ultimi anni sono nate anche collaborazioni interessanti con il Teatro Golden di Roma, la Compagnia Teatro Giovani Torrita, l’Officina delle Arti di Cesenatico con master class condivise, residenze di studio,
collaborazioni negli spettacoli. Alla presentazione del progetto, nell’ottobre del 2004, Cristina Muti Mazzavillani, che ne fu la madrina ispiratrice assieme a Laura Ruocco e che con grande disponibilità mette tuttora a disposizione la sua professionalità come docente e riferimento critico per gli spettacoli, aveva detto ai ragazzi: “Se non sarete famosi, sicuramente sarete preparati”. Ben consapevole che l’arte apre occhi e cuore e permette di poter esprimere giudizi, liberi da preconcetti. Ma qualcuno di quei ragazzi un po’ di notorietà se l’è conquistata o sta facendo i primi passi nel mondo dello spettacolo: Marta Bianco, attrice diretta in diversi spettacoli da registi come Ivan Stefanutti e Augusto Fornari; Martina Cicognani, performer in scena allo Zelig di Milano accanto a Gabriele Cirilli e nell’ultima commedia musicale di Enrico Montesano; Francesca De Lorenzi, nella trilogia “Verdi & Shakespeare” di Ravenna Festival; Giorgia Massaro, protagonista del musical “Energy Story”, prodotto da Enel, di “Evil Bar” di Massimo Natale e nella trilogia “Verdi & Shakespeare” di Ravenna Festival; Martina Mattarozzi, diplomata all’American Musical Theatre Academy di Londra e recentemente performer nel cast di “The wedding singer”, della Compagnia Teatro Giovani Torrita; Chiara Nicastro, diplomata all’American Musical and Dramatic Academy New York, ballerina nella trilogia ispirata a Shakespeare e come solista in “Le
maître et la ville” di Ravenna Festival; Eric Paterniani, diplomato alla New York Film Academy, performer in diversi musical e membro della più antica compagnia di mimo newyorkese The American Mime Theatre Company. Docenti dell’Accademia sono Paola Baldini (Recitazione), Sara Buratti (Danza Moderna), Elena Casadei (Danza Contemporanea), Elisa Drei (Canto), Serena Mazzotti (Danza Classica). IN
Sopra, una scena dello spettacolo “Da un carcere femminile”. A fianco, il cast al completo sul palco al termine di un’esibizione.
Cinque borse di studio dedicate a Antonio Tognini Grande novità quest’anno per L’Accademia del Musical proprio nell’anniversario del decimo anno di apertura della scuola: durante lo spettacolo di fine anno all’Almagià sono state assegnate, grazie ad un benefattore, per il prossimo anno cinque borse di studio del valore di 370 euro l’una a cinque allievi che, a loro insaputa, sono stati selezionati da una commissione per personalità, talento, capacità di emozionare. Le borse di studio sono intitolate ad Antonio Tognini, ravennate doc, fondatore della storica tipografia Scaletta e tra i soci fondatori della Fondazione Lucè, cultore dell’arte con una grande passione per il melodramma. Sempre molto vicino all’Accademia ha suggerito idee e spunti, convinto dell’importanza dell’insegnamento dell’arte e della musica per i giovani. “L’insegnamento umano che ha lasciato a tutti noi dell’Accademia - spiega Laura Ruocco - è quello di saper far convivere in qualsiasi età lo stupore e l’entusiasmo giovanile per l’arte e il bello con l’impegno rigoroso e faticoso che la vita e la professione ci impongono”.
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Casagli Foulard d’autore Capolavori sulla seta I quAdrI dI FrAnCA CAsAglI trAsFerItI su tessutI prezIosI dAnno vItA A unA lIneA dI elegAntI FoulArd e, nellA nuovA CollezIone presentAtA AllA FAshIon week dI MIlAno, AnChe A prezIosI AbItI.
Franca Casagli nuovamente protagonista alla fashion week di Milano. L’artista riminese ritorna, dopo il successo della scorsa edizione, al White di Milano per presentare la sua nuova collezione di foulard d’autore “Aurora” per la primavera estate 2015. “Per me è sempre un’emozione particolare esporre le mie creazioni nella capitale della moda”, spiega Franca, “sono ben consapevole che si tratta al tempo stesso di un grande onore e di una grossa responsabilità. Per questo ho lavorato tanto, e duramente, sulla nuova collezione: non ho voluto lasciare nulla al caso. Dall’etichetta ai soggetti ritratti, dall’ultimo dettaglio alla scelta dei materiali, tutto è stato studiato e scelto con estrema cura”. La nuova capsule, che va ad integrare la collezione 2014, è composta da 18 capi ognuno dei quali riprodotto in sei tipi diversi combinazioni di tessuto (seta, cachemire e seta, modal e cachemire, seta e lino, chiffon di seta, poliestere). Tra le varie novità presentate al White dal marchio
La nuova collezione Foulard Foulard Casagli una suscita particolala danza: l’eleganza del balletto classico Casagli è dedicata al mondo re attenzione: la collezione di vestiti viene sapientemente trasferita sui tessuaffascinante della danza. in seta e chiffon di seta, per l’estate ti raffinati e leggeri dal pennello delicato 2015, interamente realizzati con i foulard dell’artista. Il tratto espressivo di Franca stampati. “Si tratta di una nuova sfida - prosegue la conferisce alle ballerine raffigurate sui foulard un dinapittrice Casagli - stimolante ma affascinante. È un promismo unico da farle sembrare animate. In occasione dotto nuovo e innovativo però con le peculiarità di tutta della partecipazione all’edizione settembrina del Whila nostra produzione. Si tratta di capi raffinati ma spente 2015, Foulard Casagli ha presentato anche il nuovo sierati, semplici da indossare e certamente originali”. sito web: “Abbiamo rinnovato la grafica in linea con il Le collezioni “Foulard Casagli”, prodotte interamente in tema della nuova collezione - chiosa l’artista riminese Italia, nascono dall’idea dell’artista di trasferire a tes- e abbiamo notevolmente semplificato la navigazione. suti di pregio i profumi e colori dei suoi dipinti. La Come marchio stiamo crescendo velocemente e siamo raffinata fantasia cromatica e la leggerezza dei tessuti presenti in numerosi mercati, dal Giappone agli Stati caratterizzano i foulard rendendoli unici nel loro geneuniti, per cui era importante avere una rappresentanza re. Il filo conduttore della nuova collezione “Aurora” è su internet all’altezza del brand”.
Franca Casagli, artist and painter www.francacasagli.com info@francacasagli.com Tel. 339 8398321 - Fax.: 0541 782024
Visitare | Dozza
Un paese
tra passato e testo Gianluca Gatta
A Dozza il passato e il presente riescono a vivere in sintonia e la visita al borgo medioevale, dove i più grandi artisti del mondo si divertono a dipingere sui muri delle case, diventa un’esperienza indimenticabile.
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Presente
È dal 1960 che Dozza ospita, a metà settembre degli anni dispari, la Biennale del muro dipinto, un’occasione per gli artisti figurativi di tutto il mondo di cimentarsi in quella che è divenuta una delle “competizioni” più originali d’Italia: dipingere sui muri delle case, con tecniche e soluzioni pittoriche differenti, sotto gli occhi attenti dei cittadini e dei turisti. Vale sempre la pena visitare il paese, in autunno come in ogni altro momento dell’anno, al mattino come
al tramonto, perché le opere cambiano con il mutare della stagione e della luce e non si accontentano mai di ritagliarsi uno spazio su un muro, ma abbracciano le finestre, le porte, le inferriate avvolgendo come rampicanti gli elementi che incontrano e trasformando anch’essi in opere d’arte. Diventa perciò divertente e stimolante passeggiare per Dozza, che è divenuta nel tempo come un’opera d’arte, dove la contemporaneità degli oltre 90 murales - di autori
Ph. Ferdinando Cimatti
come Aligi Sassu, Riccardo Licata, Norma Mascellani, Alberto Sughi e tanti altri - si affianca alla storia del borgo medievale. Il primo documento ufficiale a citare Dozza (“Castrum Dutiae”) risale al 1126. Ancora oggi il paese conserva, nel centro storico, l’antico tracciato urbano medievale a forma di fuso, stretto verso la porta di ingresso, che si allarga procedendo in direzione della rocca, costruita nel 1250 come fortificazione dal Comune di Bologna
e poi ampliata e modificata fino ad assumere nel 1594 l’aspetto attuale di palazzo signorile. Il borgo medioevale fa parte del club de I Borghi più Belli d’Italia, nato nel 2001 su impulso della Consulta del Turismo dell’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (ANCI). L’appartenenza al club garantisce al visitatore un alto livello qualitativo nell’esperienza turistica, misurata in base a parametri quali l’armonia architettonica del tessuto urbano, la qualità del patrimonio
Sopra, una veduta della Rocca di Dozza.
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A sinistra, l’Enoteca all’interno della Rocca. A destra, un muro dipinto nel borgo di Dozza.
La Romagna di rocche e castelli
edilizio pubblico e privato e i servizi offerti in loco. Si tratta di una certificazione nata per identificare in tutta la penisola quei luoghi in cui l’amministrazione locale coltiva una particolare attenzione sia alla valorizzazione del patrimonio storico e architettonico che all’accoglienza dei visitatori. Verso la valle, all’ingresso del paese, troviamo la Rocchetta, una costruzione difensiva che un tempo era collegata al giro di mura. Risalendo per le vie selciate, in direzione della Rocca, troviamo il Palazzo comunale, con la loggia d’ingresso che rimane a ricordare l’antico palazzo pretorio del ’500, e la Chiesa di Santa Maria Assunta in Piscina che fa memoria, nel nome, dei luoghi deputati alla raccolta delle acque, come ricorda Pierluigi Moressa nella recente “Guida storico-
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artistica di Lugo, Faenza, Imola e della bassa Romagna”. Si tratta di una costruzione edificata nel secolo XII, sui resti di una precedente chiesa romanica, e restaurata alla fine del ’400. In essa è conservata, tra le altre opere, una tavola del 1492 di Marco Palmezzano da Forlì raffigurante una Madonna col bambino fra i santi Giovanni Battista e Margherita. La Rocca sforzesca, la cui struttura originaria risale al secolo XIII, è visitabile a pagamento tutti i giorni, tranne il lunedì, sia al mattino che al pomeriggio. Si tratta di un complesso museale che raccoglie tutte le opere d’arte e gli arredi legati alle famiglie Campeggi e Malvezzi, che vi abitarono dal secolo XVI fino al 1960, anno in cui fu acquistata dal Comune e aperta al pubblico.
Tutti castelli della Romagna fotografati con una visione panoramica originale: “52 castelli in Romagna” è il nuovo libro affascinante e unico di Ferdinando Cimatti. Nel libro è raccontata la storia dei castelli romagnoli - dai più noti come Dozza e San Leo, ai più insoliti o di cui sono rimasti solo pochi ruderi - e offre ai lettori una visione inconfondibile che si apre sugli scorci più suggestivi della Romagna. L’autore, Ferdinando Cimatti, si dedica alla fotografia dal 1980, quando ha cominciato a realizzare scatti in bianco e nero. I suoi scatti sono stati esposti in mostre personali e collettive e hanno ottenuto diversi riconoscimenti. È autore di numerose pubblicazioni in cui sono state raccolte le fotografie di paesaggi e vedute che Cimatti ha realizzato con una personale tecnica di post-produzione che dilata l’orizzonte. (“52 castelli in Romagna”, Edizioni IN Magazine, 112 pagine, 12 euro)
Tenuta Pertinello
Sono visitabili gli appartamenti destinati alla residenza dei signori, le dipendenze e i torrioni che ospitano la stanza della tortura, dalla quale si accede alla grande fossa dei supplizi, e le antiche prigioni che conservano scritte e disegni dei detenuti incisi sui muri. In una delle celle, accanto alla sagoma di uno scheletro, si possono leggere i versi di uno dei prigionieri, Bartolomeo Monti, che nel 1640 scrisse: “O tu che guarda insu / io era come dici tu / tu serrai commo sono io / guarda in questo e spera in Dio”. Ai piani superiori della rocca è situata la Pinacoteca del muro dipinto, che conserva i bozzetti delle opere dei partecipanti alle biennali, una galleria fotografica delle varie edizioni e alcuni “strappi” delle opere, qui conservate per salvarle dal deperimento causato dal maltempo e dagli agenti atmosferici. Da sottolineare, ai piani inferiori, la presenza della sede dell’Enoteca Regionale dell’Emilia-Romagna, un’associazione che opera dal 1970 per la promozione e valorizzazione del patrimonio vinicolo locale. Gli amanti del vino possono visitare la cantina - le oltre mille etichette sono esposte secondo un ideale abbinamento con i cibi - nonché degustare e acquistare i migliori vini della Regione al Wine bar. IN
Pertinello: semplicemente classico
Metodo classico extra Brut ottenuto da vitigni di uve Sangiovese coltivati sulle colline della Romagna-Toscana.
Tenuta Pertinello Strada Arpineto, 2 • 47010 Galeata (FC) Italy Tel. 0543.983156 - Fax 0543.983768 info.tenutapertinello@yahoo.com
Innovare | MyAppFree
Una App da mezzo testo Clarissa Costa
Milione Si chiama myAppFree ed è un servizio per gli smartphone che permette di scaricare gratuitamente le applicazioni. Un successo internazionale da più di mezzo milione di utenti per i giovani romagnoli Riccardo Fuzzi e Massimo Caroli.
Hanno solo 23 anni, Riccardo Fuzzi, forlivese, e Massimo Caroli, imolese, i due ideatori di myAppFree, l’applicazione da più di mezzo milione di download in oltre 80 paesi. I giovani imprenditori nel 2012 hanno creato un servizio mobile che consente di scoprire e scaricare gratuitamente le migliori applicazioni a pagamento disponibili per la piattaforma Windows Phone. I numeri sono sempre più alti e parlano chiaro: myAppFree è il servizio più apprezzato e condiviso nella sua categoria, incubato dalla startup sammarinese Mr. App srl, che in meno di due anni è riuscito a ottenere partnership internazionali. Una scalata nella quale non sono mancati gli impegni, i sacrifici e la forza di volontà, ci racconta il Ceo Riccardo Fuzzi, soprattutto quando il mercato del lavoro sembra solo chiudere porte.
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Quando è nato il tuo interesse per
Come siete riusciti a raggiungere un
le tecnologie, e come si è sviluppata
successo da 500 mila download?
l’idea di creare myAppFree?
“E sono già aumentati a circa 700 mila. Questo risultato è frutto del duro lavoro che ogni giorno abbiamo condotto: realizzare e mantenere myAppFree è una sfida che siamo felici di affrontare quotidianamente. Soprattutto in un momento di crisi come questo bisogna rimboccarsi le maniche e lavorare sulle idee, perché credere nelle proprie idee significa credere in se stessi.”
“L’interesse è nato non appena sono entrato in contatto con i primi PC. Per soddisfare questa mia curiosità mi sono addentrato in questo settore, scoprendo i linguaggi programmazione, le specifiche tecniche, fino a spostarmi solo negli ultimi due anni nel settore mobile. myAppFree nasce a distanza di solo un anno dal rilascio del nuovo sistema operativo Windows Phone. In quel periodo, la quota di mercato era sotto il 2% e gli analisti prevedevano un flop su tutta la linea. Io e Massimo Caroli, co-fondatore di myAppFree, abbiamo invece sviluppato la nostra idea convinti del contrario. Ad oggi, infatti, Windows Phone è il terzo sistema operativo più diffuso (20% del mercato) in alcuni Paesi più del rivale Apple.”
Come è cambiata la tua vita dopo myAppFree? Qual è la soddisfazione più grande?
“Abbiamo avuto tante soddisfazioni: dalle numerose email di utenti contenti che arrivano ogni giorno e ci ringraziano per il nostro lavoro, ai complimenti ricevuti a Barcellona al Mobile World Congress direttamente da Stephen Elop, ex CEO di Nokia.” IN
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“52 domeniche in Romagna” vol. 2
Ravenna IN Magazine (5 uscite)
“52 storie e luoghi di Romagna”
Rimini IN Magazine (6 uscite)
“Questa sera ho voglia di...”
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Progettare | Archibiotico
Sfide
Architettoniche testo Dolores Carnemolla
Una realtà giovane e romagnola, Archibiotico, che vuole unire i professionisti dell’architettura, per sviluppare collaborazioni e essere elementi attivi della trasformazione del territorio locale. Insieme. L’architettura può essere magica. E la Romagna ne nasconde tesori, spesso sottovalutati. Lo racconta Filippo Pambianco (nella foto), architetto under 40, presidente fondatore di Archibiotico. Dopo aver lavorato in Spagna con Vazquez Consuegra, oggi è assistente al laboratorio di progettazione del Dipartimento di Architettura dell’Università di Bologna. Archibiotico nasce dalla volontà di trasmettere e condividere la passione per l’architettura, partendo dalla scala locale fino a raggiungere una visione globale. Quali sono gli strumenti che supportano questa visione allargata?
“Organizziamo incontri di architettura, chiamati ‘Percorsi’: i progettisti del territorio, che si distinguono per la qualità delle opere e per il percorso professionale, raccontano la loro esperienza. Inoltre sono fondamentali i viaggi studio.”
reciproca. È importante riuscire a giudicare in maniera meritocratica il lavoro dei colleghi.”
Qual è l’obiettivo più sentito di Ar-
“Il passato è la base dell’immaginazione nella stessa maniera in cui, per un edificio, lo sono le fondamenta. Alcuni grandi maestri della storia dell’architettura sono stati in grado di essere cosi trasversali da attraversare diverse epoche ed essere sempre attuali. Fra loro, a mio parere c’è Mies van der Rohe: condivido pienamente il suo concetto di architettura come espressione dello spirito del proprio tempo.”
chibiotico?
“Promuovere la partecipazione alle tematiche di trasformazione del territorio locale e incoraggiare i rapporti di solidarietà tra i giovani architetti: pensiamo sia fondamentale affrontare le problematiche attraverso un fronte comune. Occorre superare le vecchie rivalità fra professionisti attraverso la stima
Quanto è complesso e sfidante, per un giovane architetto, coniugare rispetto per la storia, bisogni del presente, curiosità verso il futuro?
La Romagna: svelaci almeno un tesoro architettonico del territorio che oggi è trascurato e che meriterebbe di essere rivalutato.
“Ne rivelo due: a Sorrivoli, la casa-studio di Ilario Fioravanti, l’atmosfera è magica. Lui è stato un architetto e uno scultore che ci ha lasciato in eredità un repertorio di manufatti architettonici capaci di emozionare. E poi ci sono le ex colonie estive delle località balneari romagnole, diventate ormai scheletri a causa dell’incuria. Ricordando Federico Fellini non posso fare a meno di riflettere sul carattere atemporale e surreale di questi posti.” IN
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