IN Magazine Forlì 04/2014

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Forlì

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Tariffa R.O.C.: Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB - FILIALE DI FORLÌ - Contiene i. p. - Reg. al Tribunale di Forlì il 23/11/1998 n. 27 - E 3,00

Anno XVII - N. 4 - NOVEMBRE/DICEMBRE 2014

Gabrio

Gentilini

Se i balli non sono proibiti

Ce.U.B. Al centro dell'eccellenza Formula Servizi Formula che cresce Andrea Bonavita In volo con uno scatto



Sommario

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4 Annotare Brevi IN 10 Essere Gabrio Gentilini 18 Raggiungere Tre storie una meta 24 Emergere Ce.U.B. 29 Pattinare Libertas Hockey 32 Crescere Menabò

| EDITORIALE di Andrea Masotti |

34 Coltivare Poderi dal Nespoli 36 Acquisire Formula Servizi 43 Rinascere Pastificio Ghigi 48 Fotografare Andrea Bonavita 54 Riscoprire Le Case Museo 58 Modellare Gianfranco Morini

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A passo di musical si apre questo numero invernale dove incontriamo Gabrio Gentilini, giovane ballerino e attore partito dalla piccola Fiumana e approdato come protagonista sui palcoscenici italiani. Un sogno per il quale impegnarsi e lottare, così come sognano e si impegnano i trentenni Gianluca Orazi, Laura Mercatali e Sara Vespignani. Centro di incontro e relazioni internazionali è il Ce.U.B. di Bertinoro, che compie vent’anni. Giovanissimi e pieni di entusiasmo i giocatori dell’hockey, una disciplina in cui Forlì coltiva tanti talenti in erba. E poi ancora talento nel mondo della moda con le prospettive internazionali dell’Agenzia Menabò e talento nel produrre il vino con i Poderi dal Nespoli. Approfondiamo a seguire le prospettive imprenditoriali del territorio con le parole di Graziano Rinaldini che racconta l’an-

no di forte crescita di Formula Servizi, le importanti acquisizioni effettuate in tutta Italia e le sue idee per il futuro, ma anche con la storia a lieto fine del recupero del Pastificio Ghigi da parte del Consorzio Agrario Adriatico, un’idea di made in Italy che dalla Romagna si proietta verso il mondo. Continuiamo con la passione per il nostro territorio incontrando un fotografo un po’ speciale, Andrea Bonavita, che dal suo parapendio realizza scatti pieni di fascino e pluripremiati. Anche i poeti fanno la ricchezza di una terra e vengono valorizzati tramite un percorso nelle loro dimore storiche, da Casa Moretti a Villa Carducci passando per Pascoli, Monti e Tonino Guerra. E incontriamo ancora il fascino dell’arte con le ceramiche del poliedrico artista faentino Gianfranco Morini. Buona lettura!

Stampa: Montefeltro di Celli F. - Rimini

Collaboratori: Dolores Carnemolla, Clarissa Costa,

Edizioni IN MAGAZINE S.R.L.

Gianluca Gatta, Sabrina Marin, Marco Martini,

Redazione e amministrazione: Via Napoleone Bonaparte, 50 - 47122 Forlì tel. 0543.798463 - fax 0543.774044

Direttore Responsabile: Andrea Masotti

Francesca Miccoli, Aldo Savini

Redazione centrale: Serena Focaccia

Fotografi: Lidia Bagnara, Andrea Bonavita, Gianluca Naphtalina Camporesi, Massimo Fiorentini,

Progetto grafico: Lisa Tagliaferri Impaginazione: Sabrina Montefiori Ufficio commerciale: Gianluca Braga, Liza Vallicelli

Carlo Parrinello, Giorgio Sabatini

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Chiuso per la stampa il 05/12/2014

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Piadina IGP, riconoscimento Europeo Ruenza Santandrea nuovo presidente di Legacoop Romagna

Forlì - La piadina è fra gli ultimi prodotti che hanno ottenuto dalla Commissione Europea il marchio IGP (Indicazione Geografica Protetta). Alberto Zambianchi, Presidente della Camera di Commercio di Forlì-Cesena, esprime soddisfazione per il riconoscimento ottenuto dalla piadina romagnola ed elogia il lavoro di quanti contribuiscono quotidianamente a far conoscere ed apprezzare uno dei prodotti più tipici del nostro territorio.

“La piadina si aggiunge a tutta una serie di prodotti di eccellenza”, dice Zambianchi, “che diffondono nel mondo un’immagine positiva della nostra Terra. Sono quarantuno le produzioni dell’Emilia-Romagna contraddistinte da marchi DOP (Denominazione d’Origine Protetta) e IGP, selezionate accuratamente e riconosciute dopo un esame da parte della Commissione Europea. Tutto ciò significa garanzia di qualità e di genuinità”.

Ph. Massimo Fiorentini

Faenza - La presidente di Cevico, Ruenza Santandrea, è la nuova presidente di Legacoop Romagna, associazione che riunisce 447 imprese cooperative di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini. La manager faentina è stata eletta nel corso del primo congresso di Legacoop Romagna, svolto giovedì 13 novembre a Ravenna. L’assemblea congressuale ha nominato anche i tre vicepresidenti: Luca Panzavolta (Commercianti Indipendenti Associati Conad), Giampiero Boschetti (Cooperativa Braccianti Riminese) e Massimo Matteucci (CMC). Ruenza Santandrea è dal 2005 presidente del gruppo cooperativo romagnolo CEVICO, faentina, ha iniziato la sua lunga esperienza nel movimento cooperativo nel 1981. Revisore legale, nel corso degli anni ha ricoperto numerosi incarichi in consigli di amministrazione e collegi sindacali di aziende private e cooperative. È responsabile del settore vino di Legacoop nazionale e fa parte di diversi organismi direttivi del movimento cooperativo regionale e nazionale.

Un forlivese e gli expo Forlì - Presso i Musei San Domenico di Forlì fino al 6 gennaio 2015 sarà possibile visitare la mostra “Eurovisioni. Tito Pasqui, un forlivese alle grandi esposizioni. 18731906”, curata da Cristina Ambrosini, dirigente del Servizio Pinacoteca e Musei, Roberto Balzani, docente dell’Università di Bologna già Sindaco di Forlì, Antonella Imolesi Pozzi, responsabile dei Fondi Antichi, Manoscritti e Raccolte Piancastelli della Biblioteca, con allestimenti di Flora Fiorini e Sergio Spada. La mostra racconta, per immagini e documenti, la vicenda di un tecnico “di periferia” alla scoperta del progresso. Instancabile divulgatore, sempre in bilico fra “piccola patria” romagnola e grandi capitali internazionali, Pasqui è il concentrato culturale di mentalità tipiche del suo tempo: aperto alle invenzioni e alle innovazioni, sedotto dalle stupefacenti trovate, dall’elettricità alle belle arti, favorevole ai nuovi quartieri e alle nuove architetture; e insieme espressione di un notabilato tradizionale, socialmente conservatore.

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Premio IN Magazine per la Prosa

inedita

Forlì - Scrittori, è il vostro momento per emergere: in collaborazione con il concorso “Premio Letterario Nazionale - Città di Forlì”, IN Magazine bandisce il premio per racconti inediti, al cui vincitore sarà riservato un servizio speciale sulla rivista IN Magazine, con intervista all’autore e pubblicazione dell’opera. Il racconto, della lunghezza massima di cinque cartelle editoriali (9.000 battute in tutto), dovrà essere inviato entro il 24 gennaio 2015: tre copie per posta ordinaria al Centro Culturale l’Ortica e una copia in file a premiocittadiforli@anardia.it. Non è richiesta alcuna tassa di partecipazione. Il Premio “Città di Forlì” si articola inoltre in altre tre sezioni: Premio Sandra Mazzini per la poesia inedita; Premio Jacopo Allegretti per la traduzione; Premio Irene Ugolini Zoli per la prefazione a un volume di poesie. Per il bando: www.anardia.it (C.C.)



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Summertrade entra in Serie Gioielleria Brillante con Regnoli 41

Cesena - Non è una prerogativa solo delle “grandi” squadre quello di offrire un servizio di catering di eccellenza all’interno del proprio stadio. Dal 2010 infatti anche il Cesena Calcio si affida ad un’azienda leader del settore come Summertrade per curare il proprio servizio di ristorazione nei prestigiosi Sky Box, nell’Area Hospitality e nella Sala Stampa dello Stadio. La professionalità di Summertrade è garanzia di qualità, ad ogni partita propone infatti non solo differenti

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menù utilizzando i migliori prodotti locali ma arricchisce l’offerta tematizzando alcune ricette in base alla provenienza della squadra ospite. È dunque possibile gustare “piatti veri”, frutto del lavoro di quindici persone tra cuochi e camerieri che servono oltre mille coperti a partita. In accordo poi con il medico nutrizionista del Cesena Calcio, Summertrade cura la “dieta dopo partita” dei calciatori servendo direttamente negli spogliatoi alcuni piatti opportunamente studiati. (S.M.)

Forlì - Questo Natale nasce “Servizio Cortesia per il centro storico tramite risciò”. La gioielleria Brillante di Forlì sostiene il progetto dell’associazione culturale Regnoli 41 e con la sua iniziativa “Fai girare le idee” donerà all’Associazione un risciò per amici, cittadini e turisti che vogliono spostarsi in centro in maniera divertente, gratuita e green. Brillante da sempre crede nel centro storico e nel suo sviluppo tramite idee ed energie nuove. Questo il motore, anzi le ruote, che prenderanno il via da lunedì 8 dicembre in occasione dell’inaugurazione delle nuove collezioni della gioielleria forlivese. Un ringraziamento anche ai volontari dell’Associazione che pedaleranno per chi lo desidera. Nei weekend di dicembre, capolinea dei risciò davanti a Brillante, in Corso Garibaldi, 30. (S.M.)

Amadori attiva “Garanzia giovani” Cesena - Amadori, è tra le prime aziende a livello nazionale ad attivare il progetto “Garanzia Giovani”, coordinato dal Ministero del Lavoro e dalla Regione Emilia-Romagna, che mette a disposizione finanziamenti europei per lʼinserimento lavorativo dei giovani. Il progetto, realizzato con il supporto dellʼente di formazione I.r.e.coop EmiliaRomagna e i Centri per lʼImpiego di Forlì e Cesena, prevede un tirocinio formativo remunerato di sei mesi per giovani che non studiano e non lavorano. I tirocinanti, saranno inseriti in varie aree aziendali, dalle linee produttive, alle spedizioni e dalle manutenzioni agli uffici dedicati alla sicurezza dei lavoratori.

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Maglificio Pini su BS-Japan Forlì - Lo scorso luglio il canale TV giapponese BS-Japan ha realizzato un servizio sul Maglificio Pini che, assieme ad altre due eccellenze italiane, è stato scelto come portavoce del Made in Italy. Pippo Pini e Martina Pini sono stati intervistati riguardo alla filosofia manifatturiera dell’azienda, esprimendone la tradizione, la capacità tecnica/ creativa e l’autenticità di un prodotto italiano di alta gamma. I membri della BS Japan si sono mostrati molto interessati all’artigianalità del prodotto, creato grazie alla maestria di un personale altamente qualificato, e hanno inoltre prestato grande attenzione alle continue innovazioni tecnologiche introdotte nelle lavorazioni, in particolare ai macchinari giapponesi “Shima Seiki”, e ammirato l’archivio punti che racchiude più di trent’anni di conoscenza ed esperienza nel campo della maglieria.

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A un passo da Degas il meglio per la Danza “Pasolini e la poesia prima” di Leonardo Gatta

Al cinema la Royal Opera House di Londra Cesena - ”È importante condividere il nostro lavoro con persone che altrimenti non avrebbero accesso alle nostre produzioni”. Questa è la dichiarazione del Direttore Musicale della Royal Opera House di Londra, la cui magia verrà “teletrasportata” nei cinema italiani per il secondo anno, grazie a QMI. È partita il 16 ottobre, infatti, anche presso il Cinema Eliseo di Cesena, la stagione 2014/15 della Royal Opera House, composta da 11 spettacoli live, trasmessi nelle sale cinematografiche in contemporanea alla messa in scena sul palco di Londra. I prossimi appuntamenti saranno: 18 dicembre (Alice nel paese delle meraviglie - Balletto), 29 gennaio (Andrea Chénier), 24 febbraio (Der Fliegende Holländer), 17 marzo (Il lago dei cigni), 1 aprile (Rise and Fall of the City of Mahagonny), 5 maggio (La Fille Mal Gardée), 10 giugno (La Bohème), 5 luglio (Guillaume Tell). www.rohalcinema.it

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Forlì - Artista e intellettuale italiano del Novecento, Pier Paolo Pasolini viene preso in analisi nel saggio breve “Il personaggio in corsa. Pasolini e la poesia prima” di Leonardo Gatta, edito da Pungitopo Editrice. L’opera, contenente una prefazione di Marco Gatto, è una ricostruzione della vita dello scrittore che pone l’accento sulla metamorfosi letteraria della poetica pasoliniana, nel particolare “ripercorre le tappe di un itinerario poetico e ideologico che dalle poesie dialettali di ‘Casarsa’ conduce sino al grande capolavoro di ‘Le ceneri di Gramsci’”. Gatta, studioso forlivese classe 1991, è laureato in Lettere Moderne e attualmente frequenta i corsi di Italianistica e Scienze Linguistiche presso l’ateneo di Bologna. (C.C.)

Forlì - “A un passo da Degas” è il luogo dove ogni ballerina e ogni ballerino potranno vedere realizzato il loro sogno. Azzurra, la titolare del negozio che si trova in via Gorizia 17, mette a disposizione la sua esperienza e la sua competenza nel mondo della

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SO.F.TER sbarca in USA U.S.A. - SO.F.TER. annuncia l’avvio della produzione di tecnopolimeri nel nuovo stabilimento di Lebanon, Tennessee, Stati Uniti. Lo stabilimento, che attualmente ha una capacità di 23.000 tonnellate annue, è stato costruito seguendo i rigorosi standard tecnici in vigore in tutti gli stabilimenti del Gruppo SO.F.TER. Con l’inaugurazione di SO.F.TER. USA, il Gruppo rafforza ulteriormente la propria presenza nel continente americano, dove attualmente è in grado di

offrire una gamma di prodotti completa grazie alla sinergia con gli altri due stabilimenti situati in Messico e Brasile. “L’ampiezza della gamma, la continuità della proprietà e il focus strategico sulle esigenze dei nostri clienti ci differenziano da molti dei nostri concorrenti. Offriamo la forza e le capacità delle maggiori aziende del nostro settore, ma con l’attenzione per la clientela tipica di un fornitore locale”, ha detto Keith Rodden, Presidente di SO.F.TER. USA.


CNA festeggia sesanta Anni Forlì - Il 3 dicembre CNA ha festeggiato i sesant’anni di attività sul territorio in occasione della sua assemblea annuale, quest’anno intitolata “Futuro: noi ci siamo!”, tenutasi all’interno della suggestiva cornice del Teatro Apollo. Le prospettive per il futuro e le sei nuove idee che l’Associazione ha lanciato in questa occasione sono state le protagoniste indiscusse della giornata. Attraverso una presentazione multimediale, che ha visto il coinvolgimento di numerosi impreditori associati, oltre che del segretario nazionale di CNA Sergio Silvestrini, del presidente provinciale Enzo Cortesi e del direttore generale Franco Napolitano, si è discusso di giovani, nuove tecnologie, reti di comunità e nuove piattaforme territoriali. CNA ha quindi confermato la sua volontà di investire nel territorio e di rappresentare le piccole e medie imprese in maniera trasversale, emergendo oggi come la più importante Associazione di imprese della provincia.

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Essere | Gabrio Gentilini

Se i balli non sono

testo Francesca Miccoli

Proibiti

È uno spirito poliedrico e tenace quello del giovane artista forlivese Gabrio Gentilini, che dopo anni di studio ed esperienza oggi ricopre ruoli da protagonista ed è la nuova stella di “Dirty Dancing” in scena a Milano.


Prestante come un dio greco, massima espressione dell’armonia nelle sue più nobili declinazioni. Gabrio Gentilini, versatile artista forlivese, è la stella dello spettacolo “Dirty Dancing”, in scena al Barclays Teatro Nazionale di Milano fino

al 28 dicembre. Nato a Faenza, ventisei anni fa da papà Manfredo e mamma predappiese errante, cresciuto a Fiumana di Forlì, ultimo di tre fratelli, Gabrio è venuto al mondo con le stimmate del predestinato. Virtuoso del canto, del ballo e della recitazione, agli esordi dell’esi-

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stenza ha covato il sacro fuoco dell’arte sotto la cenere per il timore di essere deriso dai fratelli, impegnati in discipline decisamente più “maschie”. “Giocavano entrambi a calcio, avevo paura che mi prendessero in giro”, racconta Gabrio. “E così ballavo, cantavo e doppiavo i film di nascosto. In realtà i miei mi hanno sempre rispettato e incoraggiato. Oggi sono orgogliosi e condividono la mia felicità”. Le prime esperienze da ballerino nel folk romagnolo più per compiacere un’amica che per reale convinzione.

Con il passaggio alla scuola superiore l’addio al basket, praticato senza troppe aspirazioni, e il definitivo, decisivo, cambio di passo. “Frequentavo il liceo scientifico e contemporaneamente studiavo alla scuola ‘Arte e danza’ sotto la guida di Serge Manguette e Noemi Briganti. Poi ho macinato molta esperienza con il gruppo teatrale forlivese ‘Qaos’”. In seguito un provino e la vittoria di una borsa di studio schiudono a Gabrio le porte dell’Accademia biennale professionale di “musical MTS”. Un percorso


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Gabrio Gentilini nei panni del protagonista di “Dirty Dancing”, Johnny Castle, insieme a Sara Santostasi che interpreta Baby.

impegnativo, destinato a sfociare nel diploma nel 2009. I primi tempi non sono facili, consumati in attese non premiate da alcuna proposta artistica. Nel 2012 la frequentazione del corso professionale alla “Goldenstar Academy” di Roma prelude finalmente alla partecipazione allo spettacolo “Mamma Mia!”. È un successo a cui segue l’assegnazione del ruolo di Tony Manero ne “La febbre del sabato sera”, in scena a Milano, e ancora l’ingresso nel corpo di ballo del “Macbeth Musical Tragedy”. Nel 2013 Gabrio è il cantante solista nello spettacolo delle Sorelle Marinetti. La concorrenza è spietata ma anche elettrizzante. A far pendere l’ago della bilancia sul tornito ballerino dai molteplici talenti concorrono fattori fisici e caratteriali. “Ho una buona attitudine alla recitazione e all’interpretazione, inoltre riesco a esprimermi in vari generi e stili di danza. Senza dimenticare che madre natura mi ha regalato un buon fisico. Ho la fortuna di essere belloccio, adatto a ricoprire ruoli da protagonista. Ma ho anche lavorato molto su me stesso, con tanto allenamento”. Tre o quattro sessioni settimanali in palestra, yoga e pilates, oltre all’attività aerobica assieme a tutta la compagnia nel riscaldamento pre-spettacolo. Prove estenuanti che plasmano il corpo e temprano l’indole. Anche se il temperamento era vigoroso sin dai primi palpiti di vita. “Sono sempre stato tenace, fiducioso in me stesso, capace di non perdermi d’animo nelle difficoltà. Già riuscire a vincere i luoghi comuni della gente di paese e degli amici, che mi sconsigliavano di intraprendere una carriera nel mondo dello spettacolo, ha significato guardare aldilà dei sogni”. Una vita lineare, sospesa tra impegni teatrali, interviste e attività promozionali comprese, e momenti di relax, Gabrio segue un’alimentazione sana ed equilibrata. Un “forzato” della disciplina agevolato da un invidiabile metabolismo, che lo porta a “dimagrire troppo e a mangiare come un porcellino”. Baciato dalla sorte

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turba più di tanto l’eclettico artista. “Ho la capacità di vivere up e down allo stesso modo. L’importante è rimanere ‘centrato’ e non identificarsi troppo con la professione. Anche i periodi di stasi sono importanti: fortificano, danno più forza e più spinta per il domani”. L’aspirazione è di “condurre i progetti in porto, in particolare cimentarsi nel cinema e magari maturare esperienze oltreoceano”. Appagato professionalmente il giovane non lo è altrettanto a livello sentimentale. “Sono convinto che le cose vadano come debbano andare, che ciò che si deve realizzare si realizzi. Quando sarà il momento giusto incontrerò la persona giusta”. E se dovesse arrivare la benedizione della paternità, Gabrio insegnerà ai figli a seguire la passione, a capire cosa brucia dentro di loro. “Io sono fortunato, non potrei fare altro nella vita. Se i miei figli vorranno seguire le mie orme ne sarò felice, a patto che non sia per puro spirito di emulazione. Piuttosto dovranno scoprire cosa li fa sentire veramente speciali”. Se tornasse indietro, Gentilini intraprenderebbe lo stesso percorso umano e professionale. “Ho saputo trarre arricchimento dagli incontri fatti sul mio cammino. Sono sincero: da soli nella vita non si va da nessuna parte e le persone che conosci diventano strumenti per farti maturare”. Globetrotter, capace di cambiare quattro case nel volgere di nemmeno un anno, l’artista cerca di tornare nella sua Romagna una volta al mese. “Mi mancano gli affetti,

e dai cromosomi per la conformazione fisica e la forza mentale, Gentilini vive l’attesa e il durante degli spettacoli senza troppa ansia. “Non provo disagio, cerco di essere caldo emotivamente, trasmettere passione. E non diventare troppo ‘asciutto’ nelle repliche. In quel caso provo a portare sul palco le persone che sono a casa, i tanti che credono in me: è il motore giusto per andare in scena. Allora

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sì, riesco davvero a divertirmi”. Anche il post palcoscenico è sereno. “Alla fine dello spettacolo mi sento gratificato. A donarmi gioia sono soprattutto gli attestati di stima, i messaggi di coloro ai quali ho trasmesso un’emozione. Porteranno con se un ricordo che va al di là della semplice performance teatrale”. E persino l’incertezza che caratterizza un mondo fatto di alti e bassi, celebrazioni e dissensi, non

vedere crescere i miei nipoti. Trascorrere del tempo con loro mi ricarica. Di Forlì e della mia terra amo la genuinità delle persone, il calore, la spontaneità ingenua mai troppo grezza e volgare”. Il futuro probabilmente sarà al seguito del cuore e delle occasioni che la vita vorrà riservare. “Ho un sogno: comprare una casa in campagna per i miei genitori. Abbastanza grande da poter sedere tutti assieme a un’unica tavolata”. Ancora una volta la gioia della condivisione. IN



Ph. Donata Cucchi


Raggiungere | Tre storie una meta

Il sogno è

Adesso

testo Gianluca Gatta - foto Giorgio Sabatini

Afferrare un sogno si può. Ce lo dicono le storie di tre trentenni, Gianluca Orazi, Laura Mercatali e Sara Vespignani, che lavorano in campi professionali molto differenti ma sono accomunati dalla stessa voglia di riuscire.

In un periodo in cui spesso sembra che aspettare che “succeda qualcosa” possa essere l’unica risposta possibile a tempi e scenari di difficile interpretazione, raccontiamo storie diverse ma con un filo conduttore: persone che stanno vivendo proprio adesso il loro sogno professionale e personale, inseguito con tutte le proprie forze. Si tratta di Gianluca Orazi, che si occupa del settore marketing, dizionari e varia di Zanichelli Editore, Laura Mercatali, ricercatrice presso l’IRST di Meldola, e Sara Vespignani, architetto che ha deciso di cambiare vita avviando, insieme al compagno Luca Bosi, l’agriturismo Corte San Ruffillo di Dovadola. Gianluca Orazi, 37 anni, si occupa del settore marketing, dizionari e varia di Zanichelli Editore. Ha lavorato da sempre nel mondo dei libri fino a che non ha avuto l’occasione di mettere in pratica le sue originali idee di marketing. “Ho cominciato a lavorare nel mondo dei libri nell’azienda di famiglia, il Centro Didattico Romagnolo di Forlì. Venni a sapere dal funzionario di zona che la Zanichelli era alla ricerca di una persona che si occupasse della gestione delle catene librarie in Italia. Presentai così il mio curriculum e, dopo un colloquio, cominciai a lavorare. Il mio compito era di presidiare i

punti vendita strategici, verificare il buon posizionamento dei libri, promuovere le nuove uscite. Oggi mi occupo più da vicino delle strategie di marketing soprattutto con riferimento ai dizionari. In particolare il dizionario della lingua italiana Zingarelli, un volume che viene aggiornato ogni anno e che ha ormai una struttura consolidata, conosciuta e apprezzata dagli utilizzatori (insegnanti, studenti, operatori culturali, chiunque scriva per professione), come poteva essere rinnovato affinché potesse avere un nuovo appeal? La mia idea è stata di inserire le voci d’autore, ovvero definizioni atecniche, scritte da personaggi del mondo dello spettacolo, della scienza, della cultura, che hanno portato nel dizionario la propria sensibilità e hanno dato alle parole un’emozione nuova. Mina, ad esempio, ha definito il canto come ‘un grido, un ululato a gola aperta che sfiora e urta e sfonda e spacca e libera e imprigiona’, che è ben diverso dal definire il canto come ‘uso della voce umana seguendo una linea melodica e un andamento ritmico’. Oltre a Mina hanno partecipato al progetto Armani, Guccini, Odifreddi, Verdone, Baricco e tanti altri. Qualcosa di diverso stiamo facendo invece in occasione dell’uscita del dizionario del Pop-Rock e in particolare del

Morandini 2015, il dizionario dei film e delle serie televisive. Abbiamo indetto un concorso per cortometraggi d’autore: i primi tre selezionati entreranno di diritto nelle prossime edizioni del dizionario e saranno proiettati in sala nelle principali città italiane. La giuria è capitanata da Ferzan Ozpetek e ne fanno parte, tra gli altri, Luca Argentero, Neri Marcorè, Geppi Cucciari, Alba Rohrwacher.” Laura Mercatali, 36 anni, è ricercatrice presso l’Istituto Scientifico Romagnolo di Ricerca sui Tumori (IRST) di Meldola. La curiosità e lo stupore per i meccanismi fondamentali della natura l’hanno instradata verso una carriera scientifica di livello internazionale. “La mia passione per la biologia nasce alle medie, studiando il plancton. Al liceo scientifico mi appassionai alla biologia molecolare, che mi portò a scegliere all’università Scienze Biologiche, dove mi laureai con una tesi in Oncologia Sperimentale. Nel 2002 cominciai a frequentare come volontaria il Laboratorio Biologico dell’Oncologia di Forlì; ebbi il mio primo contratto l’anno successivo e da quel momento è cominciato per me un percorso professionale e umano molto importante che mi ha portato a collaborare direttamente con ricercatori internazio-

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nali. L’approfondimento dei meccanismi biologici alla base della patologia e della progressione neoplastica hanno riempito le mie giornate. Nel 2010 ho trascorso tre mesi di ricerca a Princeton dove ho trasferito con me tutta la famiglia, un valore aggiunto inestimabile che ha reso questa esperienza una delle più belle della mia vita. Con i ricercatori di Princeton ho pubblicato alcuni lavori scientifici sulle più prestigiose riviste scientifiche, tra cui Nature Medicine e Cancer Cell. Questo è stato possibile grazie all’attestato di fiducia e stima che il direttore scientifico dell’IRST, Prof. Dino Amadori, tutte le direzioni e il mio responsabile, il Dr. Toni Ibrahim, hanno riposto su di me. Attualmente sono coinvolta in progetti di ricerca traslazionale, faccio parte di un gruppo multidisciplinare composto da oncologi, data manager, statistici biologi e specialisti in altre discipline. Da alcuni

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anni mi occupo anche di ricerca nel campo dei tumori rari e rivesto il ruolo di Responsabile della Ricerca Traslazionale del Centro di Osteoncologia e Tumori Rari. Dal mio futuro mi aspetto semplicemente di continuare il mio percorso scientifico, professionale e umano in armonia con i colleghi e con il sostegno della mia famiglia. Ho tanti sogni professionali nel cassetto, ma per esperienza so che la vita a volte può essere ancora più sorprendente dei sogni.” Sara Vespignani, 35 anni, è titolare dell’ agriturismo Corte San Ruffillo di Dovadola. Architetto in carriera, ha lasciato tutto insieme al suo compagno Luca Buoi, 36 anni, per stare più vicina alla terra e ai suoi frutti. “Il primo motivo che mi ha spinto a questa scelta è sentimentale, legato ai ricordi degli anni della mia infanzia, vissuti nei luoghi dove ora troviamo l’agriturismo

Sopra, Laura Mercatali in un laboratorio dell’Irst di Meldola. In apertura, Gianluca Orazi con le ultime due novità targate Zanichelli. Nella pagina seguente, Sara Vespignani ritratta nel suo agriturismo.


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e da cui il mio percorso professionale mi aveva portato lontano. Dopo una laurea quinquennale in architettura presso l’Università di Ferrara, con tesi in urbanistica, mi sono specializzata in architettura del paesaggio all’ETSAB di Barcellona frequentando dal 2004 un Master di due anni e lavorando contemporaneamente presso lo Studio di Jordi Bellmunt i Chiva. Nel frattempo ho avuto la fortuna di partecipare a due missioni UNESCO in Terra Santa per l’elaborazione di progetti di salvaguardia della Città Vecchia di Gerusalemme. Dopo il rientro definitivo in Romagna ho lavorato presso lo studio AUS degli architetti Pasini e Ranieri e

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collaborato con lo studio Heriscape di Bologna, sia seguendo la parte iniziale del Piano Strategico per la città di Rimini, sia per un progetto di collaborazione tra Europa e Medioriente che mi ha portata in Tunisia e in Palestina. Nel frattempo i miei genitori avevano acquistato la canonica di San Ruffillo di cui seguii i lavori di ristrutturazione. Il colpo di fulmine però avvenne assistendo al discorso iniziale di Carlin Petrini, fondatore di Slow Food, in occasione di Terra Madre, nel 2008: decisi di cominciare una nuova vita a più stretto contatto con la natura e la terra. Una ‘follia’ in cui ho coinvolto il mio compagno, che due anni fa ha lasciato la ‘silvi-

coltura’, sua attività professionale, per ‘l’agricoltura’. La mia attività è scandita dalla gestione delle cerimonie, eventi aziendali o momenti gastronomici a tema, a volte abbinati ad esposizioni d’arte. Dal futuro non so bene cosa aspettarmi, il panorama dell’agricoltura a livello nazionale non è certamente dei più rosei, ma bisogna rendersi conto che l’attività agricola in Italia porta prodotti di altissima qualità e lavoro, che siamo una terra che può ancora offrire molto. Il sogno futuro è di rendere la nostra azienda il più indipendente possibile dal punto di vista energetico e della produzione di materie prime.” IN


F o r l ì - C . s o d e l l a R e p u b b l i c a , 124 - Te l . 0 5 4 3 2 6 0 0 8 - F a x 0 5 4 3 3 9 0 9 8 - o t t i c a - g h e t t i @ l i b e r o . i t


Emergere | Ce.U.B.

Al Centro dell’

Eccellenza

testo Dolores Carnemolla

Dopo un ventennio di storia, il Centro Universitario di Bertinoro è un importante patrimonio locale quanto internazionale. Ce ne parlano Giampaolo Amadori e Andrea Bandini, tra passato e prospettive per il futuro.

Vent’anni di eccellenza: li celebra il Ce.U.B.

i Paesi maggiormente presenti al Centro?

- Centro Universitario di Bertinoro - fonda-

Ingegner Amadori, alla luce dei vent’an-

“I Paesi di massima provenienza dei nostri ospiti, oltre a quelli europei e in particolare del nord Europa, sono gli Stati Uniti, ma poi ovviamente anche la Cina e l’India e pure tantissimi altri Paesi quali nazioni dell’Est Europa, della America Latina, ultimamente del Nord Africa e a breve anche del MyanMar. Gli ospiti stranieri del Centro rappresentano oggi circa il 75% delle presenze annuali e quando arrivano a Bertinoro rimangono colpiti dalla bellezza e dal fascino del nostro territorio”.

ni trascorsi, quali sono le prospettive di

Ce.U.B. rappresenta una parte rilevante del

Ce.U.B.?

patrimonio storico e culturale del territo-

“Questi primi vent’anni di storia hanno visto un progressivo sviluppo del Centro, con un incremento costante delle attività e della presenza di docenti, ricercatori e esperti di caratura internazionale, protagonisti assoluti nei campi più innovativi della ricerca: dalla scienza medica all’economia, dall’informatica alla filosofia, alla genetica e tanto altro ancora. La strada imboccata dal Ce.U.B. è quella di cercare di aprirsi sempre più a livello internazionale in virtù delle sua assoluta eccellenza con un obiettivo chiaro: rafforzare i legami con il territorio per rendere concreta e ricca la nostra proposta e offerta in chiave internazionale”.

rio locale e allo stesso tempo è proiettato

Ce.U.B., nel cuore della Romagna, accoglie

in questi vent’anni?

ogni anno ospiti stranieri: in questo pro-

“Rispetto al progetto iniziale è molto cresciuto. Inizialmente contavamo solo su tre

to nel 1994 in seguito alla visione del senatore Leonardo Melandri, che del Centro fu ideatore e guida per molto tempo, prima della sua scomparsa. Vent’anni così ricchi e intensi da poter osservare con orgoglio il passato e, allo stesso tempo, individuare nuove prospettive per guardare avanti. Abbiamo incontrato Giampaolo Amadori e Andrea Bandini, rispettivamente Amministratore Delegato e Manager del Ce.U.B.

cesso di internazionalizzazione quali sono

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verso l’estero: qual è la formula vincente di questa correlazione?

“La formula vincente del Centro è la ‘Cultura dell’Ospitalità’: essere radicato nella storia e nella cultura del territorio - legame rappresentato dalla sua splendida sede all’interno della Rocca millenaria di Bertinoro - e nello stesso tempo essere aperto, in uno spirito di ospitalità, verso il mondo intero accogliendo le più innovative eccellenze della cultura e della ricerca internazionale”. Andrea Bandini, lei ha seguito il progetto Ce.U.B. fin dalla sua fondazione, insieme al senatore Melandri: com’è cambiato il centro


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Giampaolo Amodori (a sinistra), Amministratore Delegato, e Andrea Bandini, Manager del Ce.U.B.

aule didattiche e venti camere per la ricezione alberghiera; oggi il Centro dispone di undici aule didattiche, con una capacità ricettiva di ottantasei stanze per quasi centoquaranta posti letto, oltre a un servizio di ristorazione interna con duecento coperti. Tutto ciò grazie all’internazionalizzazione, attuata fin dal 1994, alla capacità progettuale acquisita, che ci consente di intercettare bandi per il finanziamento dei corsi e, non ultimo, al nostro staff. Il capitale umano è di primaria importanza per la sostenibilità futura di Ce.U.B”. Quali sono stati i momenti più difficili e quelli di maggior successo?

“Il momento più difficile penso sia stato il biennio 2010-2011: si sono sommati gli effetti della crisi nel settore congressuale e una forse non sufficiente percezione, da parte del territorio e delle sue istituzioni, del reale valore di questa realtà. Una focalizzazione agli aspetti gestionali, la riconfermata passione dei nostri clienti storici, il supporto dei Soci, in primis l’Università di Bologna, che hanno deciso di continuare a credere nel Centro, ci hanno consentito di superare quella fase. Il momento di maggiore successo? Sta nell’intera storia di Ce.U.B., vent’anni di lavoro che ci consentono oggi di organizzare oltre centotrenta iniziative residenziali all’anno, con un numero medio annuo di circa ventimila presenze. Ce.U.B. è certamente uno dei risultati più virtuosi generati dal decentramento universitario in Romagna, l’unico in grado di auto-generare risorse per sostenersi. Tra i momenti clou posso citare i Gala del Bertinoro International Centre for Informatics, i corsi dell’European Genetic Foundation, i congressi internazionali SiCO e S.P.I.G.C.”. Qual è la caratteristica di Ce.U.B. più apprezzata dagli ospiti stranieri?

“Sono almeno tre: l’alto profilo scientifico delle iniziative, la bellezza e la cura della location, ma soprattutto una capacità organizzativa che, con vent’anni di esperienza alle spalle, ha saputo rinnovarsi continuamente, consentendo al Centro di essere premiato dal mercato”. IN

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Una storia di qualità ed efficienza Il Ce.U.B. opera dal 1994 nel settore dell’Alta Formazione e delle attività congressuali, inserendosi pienamente in una rete di scambi internazionali di altissimo livello scientifico e culturale. È situato all’interno dell’area monumentale che domina il borgo medievale di Bertinoro. Il centro mette a disposizione di istituti universitari italiani e stranieri, aziende, agenzie congressuali e privati, una efficiente e innovativa piattaforma didattica e ricettiva. Si tratta di una struttura di prestigio dal punto di vista storico e architettonico, senza eguali nel panorama italiano ed europeo. Tra gli ospiti più illustri del Centro ci sono stati il premio Nobel Mario Capecchi, diversi Ministri Italiani e Stranieri e i massimi dirigenti della ricerca di IBM, di Yahoo, di Google.



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Pattinare | Libertas Hockey

Se è in line

è su

Ruote

testo Francesca Miccoli - foto Giorgio Sabatini

Hockey in line, l’evoluzione dell’hockey sul ghiaccio. Giovanni Boni, presidente della Libertas Hockey, ci racconta la storia della squadra forlivese e la sua grande passione per questo sport.

Uno sport “esagerato”. Spettacolare, appassionante, tecnico, completo. L’hockey in line, praticato su pattini con rotelle allineate, rappresenta una delle discipline

più avvincenti. Eppure, in un Paese che gravita attorno al calcio, viene spesso bollato come uno sport minore. Ma se di gap si può parlare, il divario va inteso solo in termini di seguito, di pubblico e copertura mediatica, e di indotto. Differenze che non diminuiscono il valore di una disciplina contornata da un’aura di nobiltà. Tanti ignorano che anche all’ombra di Saffi esiste un team di belle speranze e fondamenta talmente solide da far presagire un luminoso futuro: si tratta della Libertas Hockey, squadra nata quasi per gioco agli albori del terzo millennio. A innescare la miccia la passione di un gruppo di ragazzi sospinti da spirito goliardico, amore per lo sport e desiderio di stare assieme divertendosi. Rivisita i tempi degli esordi il presidentissimo della società, l’imprenditore Giovanni Boni. “Una ventina di anni fa, con amici ‘matti’ di 35/40

anni, ci dilettavamo giocando a street hockey nei parcheggi. Una disciplina ruvida, quasi ‘vandalica’. Anche se dotati di casco e protetti in maniera approssimativa con qualche ginocchiera, non erano infrequenti le rovinose cadute sull’asfalto”. Il prezzo da pagare sull’altare dell’amore per pattini e bastoni. Poi le cose si fanno più serie. L’approssimazione lascia spazio all’organizzazione, la pratica indisciplinata all’agonismo. Nel volgere di pochi mesi da quel primo nucleo di compagni di merende prende corpo l’idea di un team vero e proprio. ‘Ho saputo che a Forlì alcuni ragazzi stavano creando una squadra di hockey in line. Dopo esserci associati, uniti dallo stesso intento, abbiamo aggregato alcuni ragazzi provenienti da altre realtà ‘hocheistiche’ per innalzare il livello tecnico”. È il concretizzarsi di un sogno. Per Boni, rotelle e mazze sono un’autentica malattia. Lo si percepisce dalla luce che ne illumina il viso quando parla della sua “creatura”. “L’hockey è uno degli sport più praticati del mondo”, spiega. “Basti pensa-

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Il presidente della Libertas Hockey, Giovanni Boni.

re alla diffusione della disciplina nei paesi nordici, quindi in Russia, Usa e Canada. E dei più complessi: la pista scorrevole comporta molteplici difficoltà e richiede un’ottima padronanza tecnica. Si impiegano strumenti che rendono i movimenti precari. È dunque necessario saper pattinare bene per essere abili nei repentini cambi di direzione in velocità ma anche nelle frenate brusche. Il tutto abbinato all’uso della mazza. Per diventare un’atleta sono necessari almeno cinque/sette anni di allenamento”. Se l’hockey tanto chiede, altrettanto dà. “Come ogni sport, in particolare quelli di squadra, l’hockey è maestro di vita e prepara i ragazzi ad affrontare l’esistenza, ad avere fiducia nei compagni”. A formare gli atleti forlivesi un pool di allenatori qualificati, da Thomas Bartheldy a Karim Giorgio, coach ceco-par-

migiano che segue il settore giovanile. “Sono convinto che prima o poi l’hockey sfonderà anche in Italia”, dichiara il trainer. “Si estenderà a macchia d’olio anche se esistono restrizioni di carattere economico. Per i ragazzi è uno sport molto formativo: sollecita infatti al contempo gli arti inferiori e quelli superiori”. Lo scorso anno in casa Libertas è partito un progetto fondamentale per gettare le basi del futuro: “Classi in movimento”, iniziativa che

nel 2013 ha portato centoventi bambini a cimentarsi con le mazze. “Abbiamo coinvolto gli studenti della scuola elementare Matteotti. I ragazzi al termine del periodo di allenamento hanno disputato un match a Imola. Cinque hanno poi deciso di tesserarsi per la nostra società”. Quest’anno gli scolari coinvolti saranno addirittura duecentocinquanta: alla Matteotti si affiancherà la Melozzo. Con i piccoli la formazione avviene per gradi. “Dapprima si gioca con scarpe da ginnastica e bastone di plastica. Solo dopo un mese si indossano i pattini. Può capitare che qualche giovane si perda per strada, scoraggiato dalla difficoltà. Ci vuole tempo per oliare gli automatismi”. La prima squadra vanta un roster di quattordici giocatori di movimento più due portieri. “Un numero necessario:

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in partita c’è un turnover continuo, mediamente un atleta viene sostituito dopo un minuto e mezzo di gara. Si gioca a ritmi altissimi”. La Libertas milita in serie A2 e tra i suoi effettivi annovera anche qualche giocatore del Nord. “Siamo stati in A1 per sei stagioni raggiungendo più volte il traguardo dei playoff scudetto ma poi, dopo un’attenta valutazione delle spese, abbiamo deciso di operare un reset”, racconta Boni. “Ogni stagione il livello tecnico si fa più elevato. In maniera simile a quanto accaduto al Forlì calcio, siamo ripartiti dalla

debutto “da paura”. “Aveva già partecipato ad alcuni raduni della nazionale under 16, ora ha iniziato l’avventura nell’under 18 con un battesimo strepitoso”, racconta Maria Luisa Trippitelli, avvocato per professione, addetta stampa per passione e amore materno. Poi ci sono anche José Mario, forlivese doc, diventato campione d’Italia con la Toscana, e il talentuoso diciassettenne Robin Mazzoni. I presupposti per un futuro sviluppo dell’hockey ci sono. Il vero problema è legato alla carenza di strutture idonee. “Abbiamo bisogno di

Uno sport completo e formativo serie B”. Ma è subito promozione. Merito di un management affiatato, affetto dalla medesima “patologia”. E anche se “formare un atleta costa più che acquistarlo”, l’investimento nel settore giovanile è costante e sta dando i suoi frutti. Sono diversi

i ragazzi nel giro della nazionale, a partire dalla “stellina” Martina Succi e dal baby portiere Alex Miao, che nel recente trofeo delle Regioni è stato protagonista di un

spazi coperti, allenarsi d’inverno all’aperto è impossibile per la scivolosità dei campi. Sarebbe sufficiente una tensostruttura”. Una considerazione che sa tanto di appello alle istituzioni. Alle ultime partite ha assistito un’entusiasta Sara Samorì, assessore allo sport. Chissà che un giorno la città di San Mercuriale, votata al basket, al volley e al calcio, non scopra anche uno sport “esagerato”. IN


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Crescere | Menabò

Menabò e il talento

Fashion

Il talent internazionale della moda passa per Forlì con l’agenzia Menabò Group in prima fila fra i player mondiali.

La seconda edizione del talent denim International ISKO I-SKOOL™ è stata lanciata a Londra il 26 novembre scorso.

La professionalità e il talento forlivese sono nuovamente presenti sul palcoscenico internazionale della moda con l’evento che si è tenuto il 26 novembre scorso a Londra: la presentazione di ISKO I-SKOOL™, seconda edizione del talent internazionale che vuole lanciare e premiare giovani studenti della moda e in cui l’agenzia Menabò Group ha un ruolo di primo piano. L’agenzia forlivese di comunicazione continua a credere nei giovani e lo fa su scala internazionale. Menabò infatti ha partecipato a Londra il 26 novembre al lancio del contest innovativo ISKO I-SKOOL™, un evento di portata globale giunto alla sua seconda edizione, che vede coinvolti brand prestigiosi quali Moleskine, Swarovski, Replay, Lee e True

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Religion, oltre ai principali player della filiera produttiva della moda mondiale. Sviluppato come un moderno talent contest, il concorso coinvolgerà oltre quarantamila studenti di tutto il mondo, provenienti dalle più influenti scuole mondiali di design e marketing, che avranno la possibilità di cimentarsi nell’espressione della propria creatività, imparando come trasformare le idee in prodotti innovativi, industrializzabili e vendibili. Tra le tredici università partecipanti, europee e americane, le italiane Sapienza di Roma, l’Università di Pisa, l’Istituto Marangoni di Milano, il Polimoda di Firenze e lo IUAV di Venezia. Menabò Group, insieme alle altre realtà del mondo della moda coinvolte, anche quest’an-

no farà da tutor per la parte relativa al Marketing, portando la propria esperien-

za sviluppata nell’ambito della moda a livello internazionale. A occuparsi del supporto della parte Design sarà Creative Room™, divisione stile della multinazionale capofila nel tessuto denim ISKO™, principale promotore del progetto ISKO I-SKOOL™. L’agenzia forlivese - che da trent’anni mette il suo expertise a disposizione del mercato nazionale e internazionale - ha curato anche il lancio mondiale di questo ambizioso progetto: un ulteriore successo per Menabò Group, che, con la propria divisione fashion e il lavoro di tutto il team, si riconferma partner ideale nella comunicazione e marketing della moda globale. IN


è un numero primo. Banca Fideuram è oggi leader del mercato italiano dell’advisory, grazie a Sei, il servizio di consulenza evoluta. A cinque anni dal suo lancio, Sei ha superato i 23 miliardi di capitali gestiti ed è stato utilizzato da 4.200 private banker di Banca Fideuram e Sanpaolo Invest, soddisfacendo più di 57.000 clienti. Un altro grande risultato per il Gruppo Fideuram, già leader nella promozione finanziaria in Italia. Dati a giugno 2014. Prima dell’adesione leggere il Prospetto informativo e la documentazione contrattuale (ivi compresi i fogli informativi) disponibili presso gli uffici dei private banker o gli sportelli di Banca Fideuram.

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Coltivare | Poderi dal Nespoli

Dal Nespoli al

Mondo

testo Marco Martini - foto Gianluca Naphtalina Camporesi

L’azienda agricola Poderi dal Nespoli coltiva dal 1929 la passione per la qualità e per il territorio, una dedizione che l’ha portata oltre i confini.

Passione, duro lavoro e un forte attaccamento al territorio di origine dei vini prodotti, hanno permesso all’Italia vitivinicola di affermarsi in campo internazionale e diventare uno dei più importanti e riconosciuti ambasciatori del Made in Italy all’estero. Queste caratteristiche costituiscono anche la filosofia di Poderi dal Nespoli, azienda che produce vini di qualità dal 1929, il cui obiettivo è diventare ambascia-

trice della Romagna nel mondo. Il mondo Nespoli coinvolge tutto il ciclo produttivo, dalla coltivazione in vigneto alla produzione in cantina, dall’imbottigliamento fino alla promozione dei propri vini in cantina e nei vari mercati di destinazione. Un team giovane e affiatato ha abbinato

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alla tradizione enologica le nuove tecnologie utilizzate in cantina, una spiccata dedizione alla ricerca e alla sperimentazione in vigna. Tale capacità innovativa ha permesso di sviluppare e applicare una visione d’impresa globale, che oggi permette all’azienda di portare i suoi vini sulle tavole non solo della Romagna e dell’Italia, ma anche in quelle di tutto il mondo, in primis Inghilterra, Germania, Canada e Stati Uniti, e di coprire l’intera filiera di produzione, dal vigneto al calice. Si parte dalla Romagna per andare, con la Romagna, nel mondo. Ma Poderi dal Ne-

spoli è sempre molto vivace nell’attività di promozione del territorio anche direttamente in azienda: tutti i giorni infatti è

possibile visitare la cantina e i vigneti e degustare i vini prodotti. Inoltre, sono stati realizzati all’interno della cantina diversi spazi in cui è possibile organizzare eventi e feste, e proprio per questo a partire dal 2014 si organizza un ricco cartellone di eventi musicali, teatrali, enogastronomici e culturali in genere, protagonisti in cantina insieme al vino di qualità. Alla Bottega del Vino, poi, è possibile degustare e acquistare oltre ai vini anche molti altri prodotti tipici del territorio, fatti con amore in Romagna. Durante tutto il mese di dicembre la Bottega rimane aperta ad accogliere visitatori e interessati tutti i giorni della settimana (orari di apertura 9-13 e 15-19), per prepararsi insieme a un Natale di festa. IN




Acquisire | Formula Servizi

Formula che

Cresce

testo Serena Focaccia - foto Giorgio Sabatini

Sviluppo e nuove acquisizioni sono stati i punti cardinali dell’azione di Formula Servizi nel 2014, strategia coronata a fine anno con l’acquisto di una importante cooperativa laziale di servizi. Sguardo verso il futuro e tensione alla crescita sono le strategie che il direttore, Graziano Rinaldni, traccia anche per il nuovo anno.

La vocazione ai servizi è la cifra con cui nasce nel 1975 Pulix Coop, una cooperativa fondata da nove donne in cerca di occupazione e sempre cresciuta in numero di lavoratori e diversificazione dei servizi. Oggi è Formula Servizi, una realtà che si è espansa oltre i confini della Romagna, per arrivare a fine 2014 alla significativa acquisizione di una grande Cooperativa di servizi romana. Incontriamo Graziano Rinaldini, direttore generale di Formula Servizi, che racconta le nuove acquisizioni, le prospettive e la politica di sviluppo perseguita nell’ultimo anno: “Fra settembre e fine anno del 2013 abbiamo avuto la consapevolezza che con la gara nazionale per la fornitura di servizi alle scuole avevamo perso del fatturato e, a fronte di una situazione del genere, davanti a un’impresa si presentano due strade: ridurre la struttura tecnica oppure pensare allo sviluppo. Questa seconda ipotesi è quella che abbiamo scelto come Formula Servizi, anche se è il periodo economico non è dei più facili. Il

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nostro piano di sviluppo elaborato a fine 2013 consisteva nel progetto di acquisizione di aziende private e nell’approccio con una cooperativa di Roma che versava in forti difficoltà e necessitava di rilancio sia economico che imprenditoriale. A novembre il nostro consiglio di amministrazione ha approvato il piano di sviluppo e siamo partiti. Il 1° gennaio 2014 è nata una nuova realtà che si chiama ‘Formula Servizi alle persone’ e si occupa appunto di servizi alle persone (anziani, asili nido, strutture psichiatriche e così via) e occupa circa duecento persone. A febbraio poi abbiamo acquisito un’azienda in Piemonte che si occupa di archiviazione documentale cartacea e digitale e ha clienti rilevanti quali l’Ospedale di Genova, la Regione Liguria, l’ASL di Modena e altri. L’attività di archiviazione si è andata consolidando, tanto è vero che stiamo

cominciando a lanciare questo servizio anche in Romagna. Dal 1° febbraio siamo partiti anche con un nuovo settore: le manutenzioni idrauliche e termiche impiegando tre giovani ingegneri che avevano già esperienza in questo settore, abbiamo assunto dei manutentori e anche questo ambito sta partendo e si sta concretizzan-

pulizie e logistica industriale e sanitaria e dal 1° novembre siamo partiti con questa nuova e impegnativa avventura. Tutto ciò ci permette non solo di recuperare il fatturato che abbiamo perso, ma di rafforzare il nostro gruppo.” Formula Servizi era già presente in Lazio in precedenza, in che modo?

Un coraggioso piano annuale di sviluppo do bene. Il 1° agosto abbiamo poi incorporato la Cooperativa Tre Civette che si occupa di servizi culturali turistici e museali e anche qui riteniamo di poter fare un bel lavoro. L’ultimo passo del percorso è quello più consistente: il salvataggio della Cooperativa di Roma, con seicento posti di lavoro. Questa Cooperativa si occupa di

“Avevamo l’incarico delle pulizie nell’ospedale Pertini in Lazio, poi nel settembre scorso abbiamo perso una gara d’appalto. Adesso siamo tornati in grande stile, perché con questa nuova acquisizione lavoriamo nei Ministeri, nelle scuole, all’interno della società di trasporto pubblico, nella metropolitana e nella

La sede di Formula Servizi a Forlì. In apertura, Graziano Rinaldini (a destra) con il direttore operativo della Cooperativa, Silvano Babbi.

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Il ristorante vanta anni di esperienza e vi aspetta a due passi dalla spiaggia, con piatti classici romagnoli a base di pesce, uniti a freschi menù degustazione. Il servizio d’asporto è aperto anche durante il periodo invernale.

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Rinaldini e Babbi negli uffici di Formula Servizi.

gestione della logistica del San Camillo.” La cooperativa romana era in sofferenza: come intendete ripensarne la gestione e dare un’impronta più efficace?

“Dal 1° novembre la cooperativa è Formula Servizi, non conserva più il vecchio nome. Abbiamo già cominciato il percorso di ristrutturazione interna delle funzioni della sede di Roma, abbiamo riorganizzato il lavoro e questo ci impegnerà per i prossimi mesi. La crisi della cooperativa nasceva in particolare dai lunghi tempi di pagamento degli enti pubblici, che purtroppo - diversamente da quello che succede in Emilia-Romagna dove si sono regolarizzati - in Lazio sono ancora lunghissimi e dalla stretta creditizia che le banche in seguito a questo problema hanno messo in campo. Adesso comunque seguiamo tutto noi, anche dal punto di vista finanziario.” Rispetto al progetto di sviluppo prefigurato un anno fa come Formula Servizi vi sentite soddisfatti? Pensate a consolidare o avete ancora progetti di ulteriori sviluppi in cantiere?

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“Abbiamo centrato in pieno il piano di sviluppo elaborato a fine 2013 e, fra la fine del 2014 e l’inizio del 2015, intendo presentare un ulteriore piano di sviluppo, sempre legato a interventi in altre aree del Paese. Quindi sempre con l’obiettivo della crescita.” Quali sono i numeri attuali degli occupati con Formula Servizi?

“Oggi il Gruppo raccoglie quasi tremiladuecento addetti. Abbiamo anche in progetto di assumere persone che si occupino del restauro dei libri, stiamo lavorando su questo fronte e lo svilupperemo

all’inizio del 2015. Diventerebbe quindi un unico settore che si occupa di cultura, musei e restauro.” Pensa dunque che il settore culturale possa essere interessante economicamente?

“Ritengo che il settore della cultura possa dare grandi soddisfazioni, sia in senso stretto che con la valorizzazione del territorio. È chiaro che va fatto uno sforzo con una strategia precisa su cui stiamo lavorando, ma riteniamo che si possano ottenere in futuro interessanti risultati, soprattutto se nella cultura mettiamo un buon apporto di tecnologia.” IN

La storia di Formula 1975: Nasce Pulix Coop. 1979: Pulix Coop è tra i soci fondatori del Consorzio Nazionale Servizi. 2001: I lavoratori della Cooperativa raggiungono le mille unità, la sua denominazione cambia da PulixCoop a Formula Servizi Soc. Cooperativa. 2005: Vince il Premio Internazionale per l’Economia Sociale consegnato a Bilbao dal Governo dei Paesi Baschi. 2007: Vince il Premio Impresa Ambiente promosso e consegnato dal Ministero dell’Ambiente, Ministero dello Sviluppo Economico, Unioncamere e Camera di Commercio di Roma e Milano per la miglior gestione ambientale. 2008: La Cooperativa riceve il Premio Unioncamere Roma e Milano “Danilo Longhi” per la Responsabilità Sociale di Impresa. 2010: Formula Servizi, Service coop e Cooperativa TanaLiberaTutti si uniscono. 2011: Attestazione di buone pratiche di pulizia e sanificazione degli ambienti sanitari secondo lo standard A.N.M.D.O. - CERMET.


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Rinascere | Pastificio Ghigi

Con le mani in

Pasta

testo Serena Focaccia - foto Giorgio Sabatini

Un’azienda alimentare riminese che sembrava destinata a scomparire, rivitalizzata da un virtuoso progetto nato sul territorio romagnolo e guidato dal Consorzio Agrario Adriatico. Ecco la storia a lieto fine del Pastificio Ghigi.

Le storie della tradizione, della tutela e valorizzazione delle ricchezze del territorio non sono sempre lineari o comunque possono subire interruzioni, svolte e prendere direzioni inattese. Quella del Pastificio Ghigi, nato nel 1870 a Morciano nel riminese come piccola impresa artigianale di famiglia, è una storia che coinvolge tutta la Romagna e che ha visto sviluppi imprevisti e significativi. Infatti, dopo una crescita continua che aveva portato il pastificio ad essere il terzo in Italia dopo Barilla e Buitoni, dagli anni Sessanta era cominciata una fase di lento declino e di difficoltà finanziarie, culminata con la liquidazione coatta nel 2007. Una ricchezza del territorio romagnolo sembrava destinata a spegnersi, complice il periodo di crisi. E qui entra in scena il Consorzio Agrario Adriatico, una realtà

con sede a Cesena e ben radicata in Romagna e Marche, che diventa capofila di un’importante operazione di salvataggio del Pastificio Ghigi. Adamo Zoffoli, direttore generale, traccia la carta d’identità del Consorzio: “Il Consorzio Agrario Adriatico è una cooperativa con oltre centodieci anni di storia. Nata nel 1901 in Romagna, oggi interessa un’area che comprende tutta la Romagna (eccezion fatta per la provincia di Ravenna) e tutte le Marche (eccezion fatta per la Provincia di Ancona). Attualmente come superficie investita è il terzo Consorzio Agrario a livello nazionale. Conta oltre sessanta negozi Agenzie, venticinquemila clienti e un fatturato 2013 di oltre 180.000.000 euro; il tutto con una struttura dei dipendenti molto snella composta da ottantuno persone delle quali ventotto sono tecnici

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agronomi in campo per l’assistenza gratuita alle aziende agricole. Per quanto riguarda il fatturato è il quarto a livello nazionale fra tutti i consorzi agrari.” Partendo da queste solide basi il Consorzio ha sviluppato un progetto imprenditoriale di acquisizione e rilancio del Pastificio Ghigi che si può dire oggi riuscito: “Il progetto del Pastificio Ghigi nasce ufficialmente nel 2010, - racconta Zoffoli - quando una cordata di Consorzi Agrari, fra cui l’allora Consorzio Agrario Interprovinciale di Forlì-Cesena e Rimini (oggi ‘Adriatico’) come capofila, decise di rilevare il marchio storico della pasta romagnola e rilanciarlo sul mercato per tentare di ridare valore aggiunto alle produzioni cerealicole locali mediante il controllo della filiera ‘dal grano alla pasta’. Mediante investitori privati (senza nessun finanziamento pubblico), consorzi agrari, banche e altre soggetti, sono stati rilevati il marchio e l’area dell’ex stabilimento in San Clemente e si sono iniziati i lavori di ristrutturazione dell’intero impianto industriale. Nel 2014, pochi mesi

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fa, possiamo dire conclusi questi lavori che hanno completato tutte le linee di produzione della pasta previste dal piano industriale. Attualmente l’impianto può produrre fino a 680.000 quintali di pasta all’anno. È uno degli impianti industriali più grandi in Italia e fra i più moderni a livello europeo.” Molti quindi gli obiettivi già raggiunti e interessanti le prospettive che ancora si aprono all’azienda che nasce con una filosofia ben chiara: “Il progetto del rilancio del marchio Ghigi si poggia tutto sulla trasparenza. Produciamo la pasta Ghigi utilizzando solo grano 100% italiano con tutte le garanzie necessarie (senza le quali non riusciremmo a vendere negli USA e negli altri Paesi). Inoltre operiamo nella logica di ottenere un utile non speculativo, ma finalizzato a mantenere la struttura e a restituire il resto del reddito ai produttori agricoli che diversamente rischiano di essere sempre l’anello più debole e penalizzato della catena produttiva. Ogni anno proponiamo contratti di coltivazione dedicati a produrre grano

Sopra, la sede del Consorzio Agrario Adriatico a Cesena. In apertura, il direttore del Consorzio Adamo Zoffoli.


Tenuta Pertinello con determinate caratteristiche necessarie al pastificio che viene ricompensato con premi specifici e progressivi in base alla qualità: soldi che rimangono in campagna ai nostri produttori di grano duro. Non ultimo il consumatore può sentirsi tutelato dal nostro progetto perché ci mettiamo la faccia e il nostro prodotto oltre a essere molto buono è anche molto sano, perché 100% italiano e OGM free.” Italianità e qualità del prodotto sono due punti di forza con cui la pasta Ghigi ha attirato l’attenzione del mercato, come conferma il direttore Adamo Zoffoli: “Il primo obiettivo che abbiamo raggiunto è che il mondo industriale della pasta italiano e internazionale si è accorto di noi... e non è poco. Siamo un soggetto atipico perché appunto la proprietà è interamente degli agricoltori e grazie a questa base controlliamo davvero la filiera a partire dalle semine dei cereali sino al pacchetto di pasta. Nessun altro pastificio, direi al mondo, può vantare una simile peculiarità. Ma siamo molto soddisfatti soprattutto perché il nostro prodotto è apprezzato e riconosciuto come di qualità superiore. Siamo presenti in tredici Paesi e esportiamo il 94%

Un controllo totale della filiera della nostra produzione. Produciamo la pasta per il più grosso gruppo di supermercati negli USA, come pure per la catena più importante di parafarmacie (che in USA sono i negozi che vendono i prodotti biologici) e per il più grande gruppo di servizi catering sempre statunitense. Attualmente stiamo cercando di entrare anche nel mercato italiano attraverso alcune delle catene distributive che vogliono valorizzare il prodotto made in Italy.” Una storia di tutela e valorizzazione del territorio che partendo dalla Romagna è sbarcata rapidamente oltreoceano. Perché non tutte le storie sono lineari o semplici, ma spesso le svolte coraggiose non deludono. IN

Pertinello: semplicemente classico

Metodo classico extra Brut ottenuto da vitigni di uve Sangiovese coltivati sulle colline della Romagna-Toscana.

TenuTa PerTinello Strada Arpineto, 2 • 47010 Galeata (FC) Italy Tel. 0543.983156 • Fax 0543.983768 info.tenutapertinello@yahoo.com


IN Magazine | Special ADV

Da sinistra, Paolo Zoppellari di Zoppellari & Associati s.r.l., Tonino Ghetti di D.E.Ca. System s.r.l., William Dosi di CREA s.r.l.


ECO SAFETY NETWORK UNA RETE PER RISPONDERE ALLE NUOVE SFIDE Tre imprese di ingegneria uniscono le forze nel seTTore della sicurezza, della qualiTà e della TuTela ambienTale.

eco safety network è la nuova rete di imprese, Una rete di imprese che assi- trasporto petroliferi, nella valutazione della sostenibilità nata su stimolo di Confindustria Ravenna e con il sup- cura un servizio diversificato ambientale di opere e progetti, nella predisposizione di porto operativo dell’Eurosportello della Camera di per dare risposte risolutive. studi e documentazione finalizzati all’ottenimento delle Commercio di Ravenna, per rispondere in modo efficaautorizzazioni ambientali ed alla valutazione di impatto ce e strutturato alle sfide che il futuro riserva nei campi della salute per tutte le componenti ambientali nonché nella progettazione e ime sicurezza sul lavoro, dei rischi industriali e della tutela ambientale. plementazione di sistemi di gestione qualità, sicurezza, ambiente ed Costituita da tre imprese di ingegneria con esperienze e capacità comenergia. “Si tratta di un ampio ventaglio di consulenza correlato ad plementari - crea s.r.l di Ravenna, nata nel 1980, operante nel settore altrettante problematiche alle quali, è importante chiarire, viene data della sicurezza industriale e igiene del lavoro d.e.ca. system s.r.l. di una risposta risolutiva - monitorata nel tempo - e non meramente buLugo, nata nel 1992, che opera nel settore della sicurezza industriale e rocratico/documentale” chiarisce Stefano Dosi, Presidente del Comicertificazione macchine e zoppellari & associati s.r.l. di Ravenna, tato di Gestione. In tutti gli ambiti di intervento, è importante sottolinata nel 1998, attiva nel settore della consulenza ambientale e della neare come la rete abbia le risorse per fornire attività di docenza e sicurezza industriale - la rete nasce allo scopo di svolgere attività comuformazione in lingua italiana e inglese. Il cliente viene quindi accomni nell’ambito della ricerca, produzione e commercializzazione di servizi pagnato sia nella risoluzione delle questioni, eventualmente nate da afferenti al proprio ambito di attività e fornire così ai clienti una rispoesigenze contingenti, sia nella dotazione di quegli strumenti intelletsta completa e integrata alle proprie esigenze. Presidente del Comitatuali e tecnici che ne consentono la gestione indipendente nel tempo. to di Gestione è Stefano Dosi, Paolo Zoppellari ne è Vice-Presidente, La struttura di rete non solo apre l’accesso di ciascuna impresa ad un mentre consiglieri sono Tonino Ghetti e William Dosi. Collabora con il ventaglio di clienti più ampio e più strutturato, ed alla partecipazione network anche lo Studio Dosi, studio autorevole nella progettazione a gare d’appalto complesse e di respiro internazionale, ma consente edile e architettonica specie nelle gare d’appalto a fianco delle imprese. anche di crescere attraverso lo scambio di informazioni e prestazioni Eco Safety Network si distingue, in modo particolare, per l’eccellenza di natura tecnica o tecnologica e di ottimizzare il coordinamento deldella risposta nella analisi e gestione dei rischi industriali e di incidenti le modalità di accesso ai nuovi mercati, nazionali e internazionali. rilevanti, nella valutazione del rischio macchina e certificazione di macSi tratta dunque di uno strumento essenziale per arricchire reciprochine complesse, nella valutazione del rischio di esplosione / incendio e camente la capacità innovativa e la competitività in settori, come nell’applicazione delle norme ATEX, nel coordinamento della sicurezza quelli della salute e sicurezza sul lavoro e della tutela ambientale, dei cantieri, nello studio e risoluzione di problematiche ergonomiche particolarmente delicati e di complessa gestione. Il cliente, da parsul posto di lavoro, nell’analisi del rischio industriale del lavoro e di te sua, ha la garanzia di una risposta concreta anche alle necessità processo, del rischio minerario e delle attività di ricerca, produzione e più complesse, integrate in un interlocutore unico ed autorevole.

crea s.r.l

Ravenna, Via R. Murri 21 Tel. 0544 465657 - Fax 0544 463461 www.crea-srl.com crea@crea-srl.com

d.e.ca. system s.r.l.

Lugo (RA), C.so Matteotti, 16 Tel. 0545 32961 - Fax 0545 900100 www.decasystem.it info@decasystem.it

zoppellari & associati s.r.l. Ravenna, Viale V. Randi 37 Tel. 0544 404872 - Fax 0544 281136 www.zeiassociati.it info@zeiassociati.it



Fotografare | Andrea Bonavita

In volo

con uno

Scatto

testo Gianluca Gatta - foto Andrea Bonavita

Andrea Bonavita fotografa da anni la Romagna dall’alto del suo parapendio e con i suoi scatti ha vinto numerosi premi nazionali e internazionali.


Andrea Bonavita è appassionato di immagini da sempre e di volo da vent’anni. Grafico di professione e fotografo per divertimento, ha vinto con i suoi scatti premi prestigiosi e riconoscimenti internazionali: tra i tanti, il primo premio National Geographic 2012 nella categoria “Ambiente da salvare” con la foto Pineta burning; il terzo premio e menzione d’onore all’International Photography Award 2014 di Los Angeles con il progetto Aerial in Vertical. Sue foto sono state scelte per le copertine delle edizioni 2012/2013 delle Pagine Gialle di Ravenna e Pagine Bianche ForlìCesena, Rimini e San Marino. Guardare le sue foto è un’esperienza che ci tocca nel profondo, non solo per la prospettiva a volo d’uccello, di per sé straniante, ma soprattutto per la sensibilità nel cogliere dettagli di vita e ambientali che, in un quadro d’insieme così ampio, assumono nuova identità, nuovo significato.

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Come scegli i soggetti da fotografare?

“Di solito non parto con un itinerario prestabilito e quasi mai con un soggetto chiaro in mente. La cosa che preferisco è ‘passeggiare per il cielo’ senza meta, in una bella zona, magari sul Delta del Po o tra le meravigliose colline Romagnole. Ovviamente cerco luoghi che offrono più opportunità di scatto, vuoi per la presenza di animali o di costruzioni interessanti, ma mi piace più lasciare al caso e al mio colpo d’occhio. Qualche volta è capitato invece di andare a cercare la foto che avevo in mente in quel momento. È successo ad esempio con le foto scattate nella settimana seguente all’incendio della pineta di Ravenna, che mi sono valse il primo premio al National Geographic 2012. Immaginavo che i resti di una pineta bruciata sarebbero stati graficamente molto interessanti, anche se ammetto che quella visione dall’alto mi ha lasciato con l’amaro in bocca.”

La foto scattata nella pineta di Ravenna dopo l’incendio, vincitrice del National Geographic 2012.


Che attrezzatura utilizzi?

“Per volare utilizzo un parapendio Dudek Plasma, una vela da gara che, anche se ormai con qualche anno sui cordini, permette ancora una buona escursione di velocità. Questo mi permette di volare lento e scattare a soggetti fermi oppure volare veloce e poter seguire gabbiani e fenicotteri. Il motore, che si indossa come uno zaino, è un collaudato Top80 di soli 80cc con telaio e imbrago costruiti artigianalmente. Per le foto al momento utilizzo una piccola Canon 600D che, grazie al suo buon sensore unito ad un corpo leggero e compatto, ne fanno la compagna ideale per gli scatti dal parapendio. Quando sono in volo tengo montata un’ottica zoom Canon 18/200 che mi permette sia di avvicinarmi agli animali senza disturbarli sia di fare vere e proprie fotocomposizioni con scatti multipli che poi unisco in postproduzione.” Che consigli daresti a chi vuole cominciare a volare con il parapendio?

“Il primo consiglio è di provare a fare un volo in tandem, dove il pilota si occupa di tutto, dal decollo all’atterraggio. Basta una piccola corsa e si è in volo. Dopodiché si può continuare a volare da soli affidandosi però a una scuola certificata dall’Aero Club d’Italia (AeCI). Volare in parapendio è facile e meraviglioso,


Sopra, un capanno da pesca in palude; sotto, un autoscatto di Andrea Bonavita in volo con il suo parapendio.

ma può diventare davvero pericoloso se non si sanno interpretare le reazioni della vela alle turbolenze. La pericolosità del parapendio è strettamente legata al pilota. L’ala del parapendio è un’ala soffice che resta in pressione e in forma grazie all’aria che entra dalle aperture frontali. Per andare in volo bisogna assicurarsi che ci siano condizioni meteo favorevoli e avere una buona conoscenza del territorio in cui ci si muove. Io ho conseguito il brevetto da volo libero nel ’96, due anni dopo ho preso l’abilitazione per il biposto e dal 2007 volo quasi esclusivamente in parapendio a motore, molto più comodo per volare nelle nostre zone, senza grandi montagne.” Ci sono alcuni scatti curiosi a cui sei affezionato?

“Ovviamente tutti gli scatti che hanno vinto premi mi rendono molto felice, ma molto spesso non sono quelli che mi piacciono di più. C’è una foto nella quale si vedono i miei piedi nudi in primo piano e le saline della Camargue sullo sfondo (si tratta della foto pubblicata in apertura di questo articolo, ndr). Per me quella è la foto più bella, perché mi ricorda le mie vacanze nel Sud della Francia, con la mia famiglia. Mi ero portato il paramotore sul camper, parcheggiato vicino alla spiaggia. Alla sera, vestito solo di costume da bagno e imbrago da volo, sono decollato dalla spiaggia e ho sorvolato quelle gigantesche saline. Volare a piedi nudi nell’aria tiepida dell’estate, completamente rilassato dopo una giornata di mare, è stata un’esperienza meravigliosa. Un’altra foto abbastanza curiosa l’ho scattata un paio di anni fa a Lido di Spina. Stavo volando a una ventina di metri da terra su di un campo e sono incappato in una coppia appartata che pensava di non essere vista da nessuno e si stava divertendo davvero molto. Dopo aver scattato qualche foto da varie angolazioni, li ho salutati e me ne sono andato.” IN

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Riscoprire | Le Case Museo

Nelle case

dei

Poeti

testo Dolores Carnemolla - foto Giorgio Sabatini

“Le case Museo dei poeti e degli scrittori di Romagna” è un progetto culturale nonché un percorso letterario, paesaggistico e storico, che racchiude i ricordi di vita di importanti figure della storia della letteratura.

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Nelle case dei poeti le parole sopravvivono agli anni. Ogni oggetto è uno scrigno dove si conservano storie, fatti, ricordi. In Romagna queste antiche abitazioni sono restituite al presente grazie al progetto “Le Case Museo dei poeti e degli scrittori di Romagna”: aperte al pubblico, intendono contribuire a far conoscere questi beni culturali intimamente intrecciati con la vita e con l’opera di chi li ha abitati. Si

presenta così una mappa del territorio romagnolo, un percorso non solo letterario, attraverso eccellenze culturali, paesaggi e storia. Ad Alfonsine, nel podere “Ortazzo” si trova la casa dove visse Vincenzo Monti (1754-1828). Il padre del poeta aveva costruito personalmente l’abitazione, dove nacquero tutti i suoi undici figli, tra cui Vincenzo. La casa fu venduta in seguito


alla famiglia Bagnara di Alfonsine, nonostante il parere contrario di Costanza Monti, figlia amatissima del poeta, che nel 1830 tentò invano di ricomprarla, ricordando come il padre, nato fra quelle mura, quando capitava nelle vicinanze, ne varcasse la soglia con intensa commozione. I nuovi proprietari la abitarono per oltre un secolo, affittandola a loro volta a umili famiglie di contadini che, inconsapevoli del valore, dispersero gran parte delle memorie in essa contenute. Nei giorni immediatamente successivi alla fine del secondo conflitto mondiale, la casa (danneggiata ma non distrutta) fu adibita a rifugio per numerose famiglie. Nel 1951 il Comune di Alfonsine la ricevette in eredità. La casa, aperta al pubblico nel 1998 dopo un rigoroso restauro conservativo, ospita il Museo Montiano: è articolato in tre sale, dove sono esposte numerose editio princeps, alcuni autografi, e altri oggetti e cimeli che aiutano a ricostruire la vita del poeta, principe del Neoclassicismo. Sulle prime colline romagnole, fuori Cesena, si trova la villa settecentesca dove, nelle estati dal 1897 al 1906, soggiornò il premio Nobel Giosuè Carducci (18351907). La casa era di proprietà della contessa Silvia Pasolini Zanelli che ne fece il salotto buono della cultura romagnola e alcuni fra gli intellettuali più illustri della Romagna del tempo frequentarono la villa: gli scrittori Nazzareno Trovanelli, Antonio Messeri, Paolo Amaducci; musicisti come Federico Sarti e il celebre cantante lirico Alessandro Bonci. In questa villa il poeta godette della quiete del parco, della mitezza del clima, dell’ascolto della musica. A testimonianza del sodalizio rimane una lapide, posta dai conti Pasolini Zanelli nel 1907, dopo la morte del poeta, a perpetua memoria della loro ammirazione e amicizia, e soprattutto la camera che gli era riservata è ancora oggi intatta ed è visitabile, con gli arredi, gran parte degli effetti personali, e le numerose fotografie che ritraggono Carducci nei suoi soggiorni alla villa.

In alto, Villa Carducci nei pressi di Cesena; sotto, Casa Monti ad Alfonsine. In apertura, la casa di Marino Moretti sul porto canale di Cesenatico.

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A San Mauro di Romagna si trova la casa natale di Giovanni Pascoli (1855-1912). Divenuta monumento nazionale dal 1924 e proprietà dello Stato, è il luogo che ha segnato l’infanzia del poeta, il quale ha vissuto in questa casa fino ai sette anni di età, continuando a frequentarla anche nel periodo giovanile. Il ricordo del periodo sereno trascorso a San Mauro è rievocato da Pascoli in molte poesie con grande nostalgia e affetto, soprattutto per il fortissimo legame con la famiglia e l’attaccamento alla propria terra d’origine. Casa Pascoli ha subito notevoli danni durante la seconda guerra mondiale e oggi c’è un’unica stanza che si presenta al visitatore così com’era durante l’infanzia del poeta: la cucina. Essa conserva l’antica travatura in legno del soffitto, il grande

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focolare domestico, l’acquaio in pietra ed è arricchita con utensili, mobili d’epoca e cimeli di famiglia. La sala al piano terra viene utilizzata come saletta espositiva mentre al primo piano si trova la camera in cui nacque Giovanni Pascoli, che conserva ancora l’antica culla in legno e il mobilio dello studio di Bologna, quando il poeta insegnava letteratura italiana all’Università. Il Museo Casa Pascoli promuove ogni anno laboratori didattici per le scuole, visite guidate ai luoghi pascoliani, mostre, letture di poesia. Oltre alla conservazione di un ricchissimo archivio di volumi, carteggi e documenti pascoliani, il Museo cura inoltre la pubblicazione di cataloghi che raccolgono ricerche inedite di interesse pascoliano e saggi di storia locale.

Casa Pascoli a San Mauro di Romagna.


Sulla riva del porto canale di Cesenatico si trova la casa natale di Marino Moretti (1885-1979). L’abitazione - donata al Comune da Moretti stesso con un lascito testamentario - conserva la biblioteca e l’archivio dello scrittore e possiede la tipica struttura, allungata sul giardinetto interno, che caratterizza le case dei marinai della costa adriatica. Conservata nella sua interezza e integrità, la casa in cui nacque, visse e si spense lo scrittore rispecchia nella fisionomia dei materiali, nell’atmosfera degli ambienti, negli oggetti della quotidianità, la matrice poetica crepuscolare che contraddistinse l’autore delle Poesie scritte col lapis e dei romanzi I puri di cuore e L’Andreana. Aperta ufficialmente al pubblico nel 1989, la casa è divenuta ora sede di un centro di studi dedicati alla letteratura moderna e contemporanea, propiziati dalla presenza del prezioso archivio e della ricca biblioteca dello scrittore. L’istituto promuove anche numerose attività in campo culturale e letterario. Compiendo un salto temporale, arrivando ai giorni nostri, ricordiamo in questo percorso tra le case dei poeti anche la figura di Tonino Guerra (1920-2012), nato a Sant’Arcangelo di Romagna. Artista a tutto tondo, non solo poeta ma anche pittore e sceneggiatore, Tonino Guerra è stata una figura di fama internazionale. Il palazzo dell’ex Monte di Pietà di Santarcangelo, in Via della Costa 15, ospita a partire dal 2013 il museo permanente “Nel mondo di Tonino Guerra”, ideato e realizzato dal figlio Andrea. Si tratta di un percorso espositivo tra materiali rari e inediti del grande artista santarcangiolese, curato da lui

Luoghi di letteratura e storia stesso poco prima della sua morte. La mostra racconta la sua ricca e feconda attività figurativa e pittorica svolta sempre “con la poesia alle spalle”, come amava ripetere per affermare che era un poeta innanzi tutto e che dunque la poesia attraversava inevitabilmente tutta la sua produzione. Alle note collaborazioni cinematografiche, e alla fitta produzione letteraria, l’artista ha alternato un mondo di immagini create fin dalla giovinezza. Pitture su lastre di ferro, affreschi, tele stampate, sculture di ceramica sono qui esposte insieme ai mobilacci, presenze di ferro battuto, tra cui “Le lanterne di Tolstoj” realizzate in collaborazione con lo scultore del ferro Aurelio Brunelli. Nel museo è presente anche una ricca sezione multimediale, nella quale è possibile rivedere tutti i film sceneggiati da Tonino Guerra, guardare interviste e documenti dagli anni Sessanta a oggi, ascoltarlo recitare le poesie in dialetto seguendo il testo su uno schermo. Si possono inoltre sfogliare le sue innumerevoli sceneggiature, pietre miliari del cinema italiano, o viaggiare idealmente fra le tante opere realizzate su sua ispirazione nell’amata Valmarecchia e in altri luoghi. IN

OSTERIA “AL CIRCOLINO” RISTORANTE / EVENTI

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Modellare | Gianfranco Morini

Plastiche e

Sensoriali

testo Aldo Savini - foto Lidia Bagnara

Un personaggio fuori dal tempo, che non accetta imposizioni: Gianfranco Morini è l’artista che attraverso la ceramica gioca con i meccanismi dell’arte, modellandoli con ironia.

Imponente nell’aspetto e sempre col toscano in bocca, il cappello da brigante in testa e la “capparella” sulle spalle, Gianfranco Morini, detto il Moro, se fosse vissuto nell’Ottocento poteva essere scambiato per uno della Banda del Passatore o il frequentatore di una delle osterie che Francesco Serantini ha descritto nei suoi romanzi romagnoli. Ma non è un personaggio di altri tempi, piuttosto è fuori dal tempo: consapevole di vivere nel presente ne assume le contraddizioni, soprattutto avverte il contrasto tra “natura” e “cultura”. Pur affermando di odiare, di detestare la ceramica, il mercato e le istituzioni a essa connesse, paradossalmente con la ceramica ha un rapporto primordiale, sensuale ed erotico. Lavora nel settore della

ceramica industriale a Sassuolo, dove si producono piastrelle per un mercato internazionale, ma quando ritorna a Faenza nella sua casa, che sembra un’inestricabile foresta o l’immaginario rifugio di un mago dove c’è di tutto accostato senza un ordine apparente, allora si immerge in un altro mondo, ritrova un rapporto esistenziale con quella terra “autentica, che impiastriccia le mani”. Nel corso del Novecento per la ceramica si sono aperte

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nuove potenzialità espressive con sconfinamenti in altri territori dell’arte, quindi non è più o solo legata a una funzione utilitaristica, alla produzione di “oggetti d’uso” con decori convenzionali, che la tradizione ha perpetuato nel tempo. Il Moro con ludica ironia ha contribuito a infrangere questa visione per produrre oggetti e manufatti in sé depotenziati di ogni funzione utilitarista, ma esteticamente significativi, che privilegiano oltre

all’inevitabile aspetto formale quel dato essenziale, originario, propriamente materico. Alla base c’è l’argilla che si presta a essere modellata, che può, anche se non necessariamente, assorbire smalti e patine come parte integrante dell’opera. In questa prospettiva liberatoria si sente sicuro

di intervenire anche provocatoriamente per tradurre in immagini la sua visone del mondo e soprattutto la critica alle convenzioni culturali e artistiche assolutamente da respingere e combattere. La sua poetica, riconducibile al realismo esistenziale che ha caratterizzato la scena artistica in Romagna negli anni Settanta nel periodo post-informale, è visibile nei piatti contorti, lacerati, bucati, grumosi, ruvidi, inservibili e nelle alte steli deformate, graffiate, tormentate, instabili: sia gli uni che le altre a testimoniare una difficoltà ad accettare imposizioni e condizionamenti, espressione di un disagio che toglie senso e certezze alle cose e alle azioni, e resta la consapevolezza di essere semplicemente presenti nel mondo, “qui e ora”. IN

Chi è il Moro Gianfranco Morini, detto il Moro, è nato a Faenza nel 1955. Dopo la maturità di Arte applicata all’Istituto Statale d’Arte per la Ceramica “Ballardini” di Faenza, dove ha avuto come insegnanti, tra gli altri, Augusto Betti e Alfonso Leoni, segue all’Accademia di Belle Arti di Bologna corsi speciali di teoria della percezione e di psicologia della forma. Contemporaneamente frequenta gli atelier di Panos Tsolakos e di Carlo Zauli. Successivamente lavora come responsabile del laboratorio di ricerca e sviluppo di vari gruppi ceramici a Fiorano Modenese nel compartimento ceramico di Sassuolo. Tra le mostre recenti più importanti: Gesti materici al Museo internazionale delle Ceramiche di Faenza nel 1999, Le ceramiche di Caterina Sforza alla Rocca sforzesca di Riolo Terme nel 2013 e l’ultima in occasione di Argillà nel 2014, Il Moro mostra il Mostro.




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