Tariffa R.O.C.: Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB - FILIALE DI FORLÌ - Contiene i. p. - Reg. al Tribunale di Forlì il 23/11/1998 n. 27 - EURO 3,00
F O R L Ì N° 4 OTTOBRE/NOVEMBRE 2015
Fabrizio
AVANTI CON LA RICERCA
BORRA
ALESSANDRA NERI / Le corse nel sangue VIA REGNOLI / Come una fiaba LUCA SANTINI / Benvenuti al Parco!
Bonus fiscale per ristrutturazioni Possibilità di finanziamenti a interessi “0”
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EDITORIALE
P
Parola d’ordine “benessere”! E partiamo allora con uno specialista come Fabrizio Borra, che in copertina racconta come la sua attività abbia preso una svolta decisa verso la ricerca nel campo del benessere e della riabilitazione fisica, dopo aver avuto cura della salute fisica di tante star delle sport e non solo. Sempre al miglioramento della performance fisica e mentale sono dedicate le soluzioni innovative proposte dal Driver Program Center, un centro all’avanguardia nel training per i piloti, e dal programma Long Life Formula delle Terme di Castrocaro. Il dinamismo è il biglietto da visita di Alessandra Neri, pilota e giornalista sportiva; così come la voglia di fare contraddistingue le iniziative cittadine dell’Associazione Regnoli 41 per dare vita a una strada forlivese che chiedeva un’attenzione in più. E ancora tanti personaggi e storie. Leggiamole insieme! Andrea Masotti
SOMMARIO
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ANNOTARE
Brevi IN
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ESSERE
Fabrizio Borra
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RIEQUILIBRARE
Driver Program
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ESPORRE
Steve McCurry
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RICORDARE
Fondazione Garzanti
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CANTARE
Catia Conficoni
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EDIZIONI IN MAGAZINE S.R.L. Redazione e amministrazione: Via Napoleone Bonaparte, 50 - 47122 Forlì Tel. 0543.798463 / Fax 0543.774044 www.inmagazine.it inmagazine@menabo.com
Recital Pucciniano
RACCONTARE
Eleonora Mazzoni
DIRETTORE RESPONSABILE: Andrea Masotti REDAZIONE CENTRALE: Serena Focaccia ARTWORK: Lisa Tagliaferri IMPAGINAZIONE: Francesca Fantini UFFICIO COMMERCIALE: Gianluca Braga, Elvis Venturini STAMPA: Montefeltro di Celli F. - Rimini
Collaboratori: Laura Bertozzi, Alessandro Bucci, Dolores Carnemolla, Clarissa Costa, Anna De Lutiis, Gianluca Gatta, Elisa Gianardi, Lucia Lombardi, Francesca Miccoli. Fotografi: Jaime-Martin, Silvia Lelli, Giorgio Sabatini.
ASCOLTARE
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Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana
Anno XVIII N. 4 Chiuso per la stampa il 14/10/2015
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LEGGERE
La terra del sole
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CORRERE
Alessandra Neri
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RINASCERE Seguici su FB: www.facebook.com/edizioni.inmagazine
Via Regnoli
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Tutti i diritti sono riservati. Foto e articoli possono essere riprodotti solo con l’autorizzazione dell’editore e in ogni caso citando la fonte
ESPLORARE
Foreste Casentinesi
34 IN MAGAZINE
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ANNOTARE
Il Gran Galà DELLA LIRICA PORTICO DI ROMAGNA Si è
Nuova stagione AL DRAGONI MELDOLA La stagione
ph Giorgio Sabatini
2015/16 del Teatro Dragoni si presenta al pubblico con una serie di iniziative e spettacoli di qualità. Accanto alla rassegna di Prosa, qualificata da nomi e proposte d’eccellenza, alle matinée di Teatro Scuola e alle commedie in dialetto, il teatro continua anche la sua offerta artistica con il cartellone A Teatro in Famiglia. Con le sue proposte del migliore teatro per ragazzi italiano, la rassegna offre alle famiglie un’alternativa alle consuete attività di svago, grazie anche alla formula cena + teatro che consente di consumare la cena nei ristoranti convenzionati a soli 10 euro e, con il tagliando consegnato alla cassa, entrare poi al Teatro. www.accademiaperduta.it
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IN MAGAZINE
Campionessa A CAVALLO FORLÌ Ha fatto il pieno di successi la giovane forlivese Micol
Rustignoli (nella foto) ai campionati italiani di dressage che si sono svolti dal 24 al 27 settembre presso l’Arezzo Equestrian Centre. Durante le gare la campionessa si è aggiudicata la medaglia d’oro nel Campionato Italiano Tecnico Assoluto e nel Campionato Italiano Freestyle Assoluto in sella a “Fixdesign Corallo Nero”; ha inoltre conquistato l’argento nel campionato italiano riservato ai cavalli giovani, montando “Rocco del Castegno”. “La vittoria dell’Assoluto - racconta Micol - è stata completamente inaspettata in quanto inizialmente doveva gareggiare anche Valentina Truppa, la campionessa uscente che aveva vinto ininterrottamente dal 2009. Ma poco prima della seconda prova il suo cavallo ha avuto un problema a una zampa e si è ritirata, a quel punto diventavo io prima nella classifica provvisoria! Si trattava di mantenere i nervi saldi e di portare a casa una gara pulita. Dopo questi Campionati posso affermare con certezza che i sogni si avverano e che il duro lavoro ripaga sempre!” Micol non si ferma però: tra ottobre e novembre parteciperà a due tappe di coppa del mondo, in Ungheria e a Stoccarda. Con la speranza, neanche troppo remota, di ottenere una qualificazione olimpica. (S.F.)
conclusa ad agosto, con un Gran Gala concertistico al Teatro Versari di Portico di Romagna, l’edizione 2015 del Seminario di alto perfezionamento in canto lirico tenutosi Presso il Centro Culturale Academy Olmo e che ha visto la soprano Wilma Vernocchi (nella foto con gli allievi) in qualità di docente. Le lezioni con allievi provenienti da Italia, Finlandia, Cina e Giappone, hanno avuto al centro la tecnica vocale, l’interpretazione e lo studio scenico dei brani. Per gli studenti stranieri erano previste anche lezioni di italiano. La Cassa dei Risparmi di Forlì ha contributo con due borse di studio e con la donazione di un corno a un allievo di dieci anni iscritto alla scuola di indirizzo bandistico di Portico di Romagna.
L’arte NEI BOX FORLÌ Si è conclusa “Art in box”, la mostra collettiva dedicata ad artisti ed editori locali che ha ottenuto un ottimo riscontro di pubblico, con oltre un migliaio di visitatori che hanno percorso nei due giorni i corridoi di Forlì Self Storage ammirando le opere d’arte, incontrando gli editori e assistendo a presentazioni e momenti culturali. È stata, inoltre, l’occasione per visitare gli spazi ampliati di Forlì Self Storage, impresa gestita dalle due socie Marika Mambelli e Franca Gradassi, che ha aggiunto 100 nuovi box a disposizione dei clienti, raggiungendo una superficie complessiva di 2.500 mq. Grazie a “Art in Box” Forlì Self Storage ha confermato la sua attenzione al panorama artistico e culturale locale e la volontà di proporsi non solo come spazio commerciale. (Nella foto il taglio del nastro con il sindaco di Forlì con Marika Mambelli di Self Storage e Gabriele Zelli, curatore della manifestazione.)
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ANNOTARE
Centauri per BENEFICIENZA FORLÌ Sbaglia di grosso chi
In mostra RENATO SERRA CESENA A cento anni dalla
sua morte Cesena rende omaggio alla memoria di uno dei suoi figli più illustri, il critico letterario Renato Serra. Fino al 25 ottobre, presso la Galleria Comunale d’arte del Palazzo del Ridotto, e poi dal 27 ottobre all’8 novembre, presso la Biblioteca Malatestiana, si tiene la mostra Renato Serra: il lettore di provincia. Sono esposte tavole originali, bozzetti, illustrazioni e testi dalla graphic novel Renato Serra di Giorgio Carta, autore dei testi, e Andrea Meucci, che firma le illustrazioni. Il libro, appena pubblicato dall’editore Kleiner flug, offre un ritratto inconsueto e toccante del giovane intellettuale cesenate, ripercorrendo la sua biografia attraverso frammenti di lettere e di opere.
Con Alimos la formazione è AGROALIMENTARE CESENA Dal 9 al 14 novembre ripartono i corsi di formazione
organizzati da Alimos: quattro percorsi rivolti a imprenditori agricoli, animatori, educatori, insegnanti, professionisti del marketing agroalimentare. Un ventaglio di proposte che quest’anno si arricchisce con alcuni percorsi di grande attualità come lo storytelling aziendale, l’orto didattico e la cucina crudista. “Sapersi comunicare in modo innovativo, acquisendo consapevolezza che raccontare storie significa conferire valore alla propria impresa, così come proporre cibi e idee in modo creativo consente di esaltarne le qualità: questi sono alcuni dei temi che saranno approfonditi durante i cinque giorni di formazione,” dichiara il direttore di Alimos, Massimo Brusaporci. I corsi si terranno nelle fattorie didattiche della Provincia di Forlì-Cesena e presso l’agriturismo Castrum Sagliani a Saiano di Cesena. Questi gli appuntamenti: 09-10-11 novembre, Educational itinerante nelle fattorie didattiche (comprensivo di seminari di Show cooking di cucina crudista e sull’intaglio di frutta e verdura); 12 novembre, Accogliere in fattoria tra attività, luoghi e strumenti per la sicurezza di chi ci visita; 12-13 novembre, Raccontare la propria “impresa”, laboratorio di Storytelling; 13-14 novembre, L’orto didattico: luogo di apprendimento. www.alimos.it
pensa che i motor riders siano gente da tenere alla larga. Sono un po’ originali, questo sì, ma quando c’è da mettere la firma sotto una buona causa, non mancano mai di manifestare il loro lato gentile e altruista. Domenica 27 settembre - in contemporanea con tutto il mondo - si è tenuto infatti a Forlì il primo The Distinguished Gentleman’s Ride dove 128 centauri, vestiti di tutto punto, si sono dati appuntamento allo scopo di raccogliere fondi per la ricerca del cancro alla prostata. Il risultato? 1200 euro. Nel mondo sono stati raccolti quasi 2.300.000 dollari con una partecipazione di 37.103 riders ufficiali. I partner Bigbar e Poderi dal Nespoli, con Maicol Ravaioli e Fabio Ravaioli, hanno messo a disposizione le risorse necessarie alla realizzazione dell’evento.
La fiera di Cesena SI RINNOVA CESENA Con il Macfrut ospitato presso la Fiera di Rimini e la
ristrutturazione di parte dei locali presso la sede storica (nella foto), la Fiera di Cesena rilancia le proprie attività e promette grandi sviluppi. L’approdo con Macfrut alla Fiera di Rimini è stato necessario non solo per la necessità di mantenere una posizione guadagnata in tanti anni di attività, ma anche per dare nuovo impulso a un appuntamento fondamentale per tutto il settore ortofrutticolo, passando da 20.000 a 33.000 mq di spazio espositivo. Il Macfrut farà da generatore di risorse per la ristrutturazione dei padiglioni della Fiera di Cesena, per la quale si prevede un investimento di oltre 2 milioni di euro con la destinazione dei padiglioni principali a spazi polifunzionali, con pareti mobili. Sarà inoltre allestita una cucina di 125 mq per promuovere attività di ristorazione e fare posto a una scuola di cucina. 6
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ph Giorgio Sabatini
ANNOTARE
In ricordo di FOGLIETTA FORLÌ Autore di libri storici
La cucina diventa UN GIOCO FORLIMPOPOLI Si chiama Artusi Cooking Time e può essere scaricato gratuitamente dall’App Store e da Google Playstore: è il videogioco che ci fa diventare tutti, grandi e piccoli, provetti cuochi alle prese con le ricette raccolte da Pellegrino Artusi. Il gioco è stato realizzato da Treccani on-line, la divisione digitale dell’Enciclopedia Treccani, in collaborazione con Casa Artusi. Lo scopo del gioco è assistere Marietta, l’aiutante di Artusi, nella preparazione di ricette tratte dal libro “La scienza in cucina e l’arte di mangiare bene”, facendo la spesa e cucinando. Se faremo bene il nostro compito, potremo leggere la ricetta originale, così da poterla utilizzare per i nostri (veri) piatti da chef.
Va in scena AL PICCOLO FORLÌ La stagione 2015/16 del Teatro Il Piccolo è nuovamente
e fortemente votata all’ampia e accurata attività di teatro per ragazzi, esercitata sia sotto l’aspetto della produzione di nuovi spettacoli, peculiarità specifica della sala di via Cerchia, sia sotto quello dell’ospitalità. Numerose saranno le produzioni, sia nuove sia storiche, di Accademia Perduta/Romagna Teatri che arricchiranno l’ampia programmazione che sarà suddivisa tra le rappresentazioni domenicali della rassegna A Teatro con mamma e papà e le matinée di Teatro Scuola. Nella nuova stagione del Piccolo non mancheranno la rassegna di Teatro Comico, programmata come d’abitudine al Teatro Diego Fabbri, così come l’ampio e tradizionale cartellone di Teatro Dialettale, giunto alla sua 34° edizione, le cui rappresentazioni si terranno nella fascia oraria serale della domenica. Per la rassegna di comico, aprirà la stagione Alessandro Benvenuti, che il 3 dicembre presenterà un testo scritto e diretto da lui stesso, saliranno poi sul palco di seguito Teresa Mannino, Virginia Raffaele e, infine, Giobbe Covatta ed Enzo Iacchetti che interpreteranno “Matti da legare” con la regia di Gioele Dix.
sulla Romagna, in particolare incentrati sulla vita politica e culturale, Luciano Foglietta era nato nel 1922 a Santa Sofia. Nel dopoguerra aveva collaborato con Il Resto del Carlino diventando corrispondente da Cesena nel 1968, sotto la direzione di Giovanni Spadolini. Alla redazione di Forlì passò gli ultimi anni fino al pensionamento nel 1989. Da allora ha continuato ad essere attento osservatore della sua Romagna, di cui ha raccontato la storia e la cultura in numerosi testi divenuti ben presto punto di riferimento per gli studiosi del nostro territorio. In particolare negli ultimi anni aveva approfondito la storia del ventennio, con due pubblicazioni: “Mussolini e Nenni. Amici nemici” e “Sangue Romagnolo. I compagni del duce”.
Bronzi a SAN MERCURIALE FORLÌ Il Chiostro di San Mercuriale torna ad essere protagonista
della vita culturale cittadina con la rassegna S.M.ART - San Mercuriale ART che quest’anno ospita nel suo chiostro, fino al 15 novembre, la mostra Attimi sospesi dedicata a Leonardo Lucchi, artista cesenate riconosciuto a livello internazionale (attualmente le sue opere sono esposte ad Angers, Parigi, Grenoble, Saint Paul de Vence e Londra). L’allestimento della mostra rientra all’interno del progetto Cultura Etica promosso dal Club Unesco di Forlì, con il fine di rendere l’abbazia di San Mercuriale uno spazio che catalizzi l’attenzione della città e di animare questo luogo con attività di richiamo turistico, culturale, sociale, educativo, gastronomico. La mostra di Lucchi è aperta tutti i giorni dalle 16.00 alle 19.00; alla domenica dalle 10.00 alle 12.00. 8
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ANNOTARE
La Regina dei Ghiacci A TEATRO FORLÌ Dopo il sold-out dello scorso maggio, la compagnia “Artisti
Senza Nome” ripropone al Teatro Testori il musical “La Regina dei Ghiacci”, adattamento dell’ultimo successo di animazione Disney “Frozen – Il regno di Ghiaccio”. Dalla regia di Pietro Salvatori, con le coreografie di Roberta Pepe, le scenografie di Maddalena Tarantino e il vocal coaching di Margherita Costa, la storia è ambientata in un regno ottocentesco, situato su un fiordo della penisola scandinava, nel quale vivono due principesse, Elsa e Anna, rispettivamente interpretate da Elisabetta Merlini e Maria Pia Bellosi. Gli appuntamenti sono sabato 24 ottobre alle 21 e domenica 25 ottobre alle 16.30, al Teatro di via Amerigo Vespucci. (C.C.)
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Luci forlivesi A ORIENTE SINGAPORE A regalare l’emozione unica di una gara di Formula 1
in notturna è stata ancora una volta la tecnologia Made in Romagna dell’azienda forlivese DZ Engineering, società del gruppo Dino Zoli, che ha illuminato il Gran Premio di Singapore di domenica 20 settembre e le prove dei giorni precedenti. Il Gran Premio di Singapore si disputa in notturna sul Singapore Street Circuit (nella foto), percorso cittadino intorno a Marina Bay, e la DZ Engineering gestisce con il suo team di ingegneri e tecnici specializzati la complessa progettazione e realizzazione di tutti gli impianti relativi all’illuminazione della pista, dei box e della cartellonistica. “Il GP in notturna ha aperto una nuova era – conferma Gian Carlo Minardi, più di 40 anni nell’automobilismo –. Qui sono illuminati migliaia di metri di pista: sembrava una cosa irrealizzabile”.
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ESSERE
Avanti con
LA RICERCA INCONTRIAMO FABRIZIO BORRA, FISIOTERAPISTA DI SPORTIVI E ARTISTI DEL CALIBRO DI ALONSO E JOVANOTTI, CHE DA FORLÌ AIUTA I SUOI “RAGAZZI” IN TUTTO IL MONDO. di Francesca Miccoli / ph Giorgio Sabatini
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Uno, dieci, cento Fabrizio Borra. Cinquantaquattro anni all’anagrafe e un passato già scolpito nella storia dello sport e della medicina, il fisioterapista bresciano di nascita e forlivese d’adozione si accinge a una nuova sfida. Schiudendo un futuro tutto da scrivere, nella speranza di lasciare nuovamente un segno. Non per ingrassare il curriculum ma per il benessere delle persone. Di Fabrizio tanto è stato scritto e sono ormai pochi coloro che non conoscono la sua bella storia: un’avventura affascinante che sembra uscita dalla penna brillante di un sognatore. Oggi Borra, noto come il fisioterapista e guru delle star, da Jovanotti a Fernando Alonso, da Andrea Dovizioso a Fiorello, passando per Pantani, Cipollini e Bettini, ha scelto di voltare pagina e dedicarsi alla ricerca. Senza tuttavia abbandonare la professione che lo ha reso noto al grande pubblico ma anche tra la gente comune. Che ancora frequenta il suo Fisiology Center di via Grigioni per mettere ossa e muscoli tra le sue mani. “Sono costretto a dire
molti no – spiega Fabrizio –. Trascorro lontano da casa circa 200 giorni l’anno e non sono in grado di seguire i pazienti come vorrei. Non mi sembrerebbe serio farlo in maniera saltuaria, per ora il peso maggiore è nelle mani del mio socio e amico Nicola Gramellini, che ha il compito di tradurre clinicamente sui pazienti la nostra esperienza. Anche se ho promesso che presto tornerò ad aiutarlo con maggiore presenza”. In realtà la quotidianità non è molto cambiata rispetto al passato. Fabrizio ha saputo però riempirla, e nobilitarla, di nuovi contenuti. Il sorriso è rimasto aperto, il fare accattivante. Qualche filo d’argento in più tra i capelli, ma un entusiasmo da adolescente innamorato che insegue un sogno. “Nella prima fase della mia carriera ho cercato la soddisfazione personale, ho nutrito la mia ambizione. Sono riuscito a frequentare certi ambienti, a lavorare con gli atleti più vincenti. In palmares i miei ragazzi vantano sette titoli mondiali in sport diversi, tre Giri d’Italia, un Tour de France, un campionato di Basket Spagnolo IN MAGAZINE
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del Sistema Nervoso Autonomo. È dimostrato che più del 65% delle patologie sono di origine degenerativa, da qui la necessità di portare la ricerca su due fronti paralleli: uno legato allo sviluppo di cure sempre più efficienti, l’altro verso l’individuazione della causa della degenerazione e l’intervento precoce in un’ottica di prevenzione. Un vantaggio per la salute delle persone ma anche per la comunità, poiché si ridurrebbe la spesa sanitaria pubblica. Concetto già diffuso in diversi
con l’amico Scariolo, e ho vissuto un’esperienza straordinaria come un’Olimpiade. Ora sento l’esigenza di guardare oltre e fare qualcosa per gli altri”. L’obiettivo non è più quello di ottimizzare la performance sportiva del campione di turno, ma quello di migliorare la cura, favorire la prevenzione e dunque il benessere e la salute delle persone. Fabrizio trascorre ancora molto tempo al seguito di Alonso, pilota oggi in McLaren. Il mese di settembre si è diviso tra Monza, Singapore, Giappone e Russia. “Se continuo a svolgere questa attività è per potere sostenere economicamente il mio nuovo giochino: la ricerca. Recentemente sono entrato in un gruppo di studio internazionale formato da colleghi e amici conosciuti girando il mondo: è l’Open Academy of Medicine, creata da un italiano ma con base a Londra. Una struttura che fa ricerca e formazione mettendo a sistema i più moderni risultati delle indagini scientifiche e le esperienza dettate dall’Evidence Based Medicine, con l’obiettivo di raggiungere uno stato psico-fisico adeguato alla società moderna nella prospettiva di una longevità sia salutistica che di performance (un anziano deve avere una buona salute ma anche sapersi muovere bene), intrecciando gli studi della Composizione Corporea con quelli 12
IN MAGAZINE
FABRIZIO BORRA, INSIEME AL CHIRURGO DELLA SPALLA GIUSEPPE PORCELLINI, ORGANIZZA A GENNAIO 2016 A ROMA IL CONGRESSO “SPORT TRAUMATOLOGY. THE BATTLE”: UN EVENTO INTERNAZIONALE CHE COINVOLGERÀ CONI E I PROFESSIONISTI DEL SETTORE.
paesi, ma sul quale l’Italia deve ancora lavorare molto. Sicuramente una prospettiva poco gradita a tante case farmaceutiche, ma che Nerio Alessandri con la sua Technogym sta invece spingendo da tempo, sviluppando il concetto di esercizio fisico come nuovo farmaco anti invecchiamento. Quattro anni fa Nerio ha individuato nel mio know-how e nella mia struttura, uno dei laboratori più attrezzati d’Europa, un valido supporto. Faccio parte del comitato scientifico, stiamo sviluppando assieme metodologie di lavoro che hanno come obiettivo la salute a 360°”. Negli ultimi tre anni il ricercatore ha condotto uno studio su oltre 500 ragazzi del minibasket forlivese, testandone la postura e l’aspetto motorio. “I bimbi completano lo sviluppo nervoso motorio dai 7 agli 11 anni. Fino a quell’età è la natura a creare le condizioni ideali per il movimento.
Una vita IN ASCESA Fabrizio Borra nasce a Cologne (BS) nel 1961. Conseguito il diploma di ragioniere, si avvicina casualmente al mondo della riabilitazione in seguito alla rottura di un menisco. Attraverso la palestra del fratello entra in contatto con il mondo dello sport e diventa rieducatore nel Brescia Calcio di mister Maifredi. Quando il tecnico approda alla Juve chiede a Fabrizio di seguirlo, ma Borra preferisce Forlì a Torino. All’ombra di Saffi lavora con i cestisti e conosce Bob McAdoo, con cui si instaura un rapporto che va ben al di là di quello professionale. Al momento del congedo, il grande Bob saluta Fabrizio con un dono prezioso: un biglietto aereo per gli Stati Uniti e il biglietto da visita di Gary Vitti, storico manager dei Los Angeles Lakers e passepartout per i migliori centri riabilitativi a stelle e strisce. Da allora è un’escalation continua. Borra, il primo in Italia a fare rieducazione in vasca, è colui che restituisce Pantani al ciclismo dopo un infortunio choc. Riabilita in piscina una frattura non ancora consolidata e per la prima volta ricorre all’uso di un fissatore esterno. Seguono le collaborazioni con Mario Cipollini, Ivan Basso, Paolo Bettini, Jovanotti, Fiorello. Solo i primi nomi di una lunga lista.
A DESTRA, FABRIZIO BORRA DURANTE UN CONVEGNO; A SINISTRA, CON FERDINANDO ALONSO E NERIO ALESSANDRI DI TECHNOGYM.
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RICONOSCIMENTO ANCHE SPAGNOLO PER LA BRAVURA DI FABRIZIO BORRA: IL SITO WEB WWW. GUIALOMEJORDELMUNDO.COM (UNA GUIDA AL TOP MONDIALE IN TUTTI I CAMPI) LO HA INCORONATO COME IL MIGLIOR FISIOTERAPISTA DEL MONDO.
FABRIZIO BORRA CON DUE SUOI “RAGAZZI”, JOVANOTTI E FIORELLO.
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IN MAGAZINE
Quando entra in gioco la vita sociale, la perdita delle qualità motorie e coordinative è imbarazzante! È da qui che bisogna iniziare la prevenzione”. Nell’ambito della cura, nuovi orizzonti si aprono anche nel campo della rieducazione. “Ho creato una sinergia con il professor. Cacchio dell’Università di L’Aquila, uno dei numeri uno in Italia nel settore riabilitativo. Assieme stiamo cercando di far evolvere l’approccio alla rieducazione motoria. Normalmente se fa male un ginocchio, si tende a rieducare il ginocchio. Che però fa parte di un corpo. E a monte esiste una centralina elettrica che fa funzionare tutto: la corteccia cerebrale è
come l’hard disk di un computer in cui tutti i file dell’azione sono preregistrati. Se avverto dolore a un arto e non riesco a compiere un movimento, il mio corpo cerca una strategia di compensazione, spesso sbagliata, e crea un nuovo file per compiere la medesima azione”. Tra uno studio e una collaborazione, Fabrizio continua a seguire i suoi ragazzi, a cui è legato non solo da motivi professionali ma anche da forte amicizia. “Sono con Alonso da oltre 15 anni. Fosse dipeso da me avrei già lasciato la Formula 1 ma Fernando mi ha pregato di accompagnarlo a fine carriera”. Fortissimo anche il legame con Jovanotti. “Lavoro con Lorenzo da 20 anni, dai tempi in cui abitava a Forlì. Siamo cresciuti assieme. Mi chiama coach e continua a propormi nuove sfide: l’obiettivo 2015 era quello di affrontare una tournée negli stadi con 13 date in 20 giorni. E, soprattutto, tre San Siro in tre sere consecutive. Lorenzo è abituato a muoversi su un palco di ben 120 mq per ore. Abbiamo iniziato l’allenamento due mesi prima calibrando la preparazione in maniera scientifica”. E in inverno ci sarà la tournee invernale nei palazzetti con 35 date in 50 gior-
ni. “Ogni mattina monitoro l’allenamento di Jovanotti, che abita a New York, raccogliendo sul mio iPad una serie di parametri sul sistema nervoso e metabolico, quindi sull’apparato cardiaco. In base alle risultanze decidiamo se e come apportare variazioni nella pratica fisica e alimentare”. L’unità di misura dell’evolvere delle stagioni comincia a segnare grandi numeri. “A Monza ho ricevuto un premio prestigioso che annovera nell’albo d’oro campioni del calibro di Senna e Schumacher. Significa che sono vecchio”. Un altro segnale, questa volta dolce e foriero di orgoglio è dato dal roster dei collaboratori. Nello staff ora ci sono anche Luca e Daniele. Che non hanno un cognome qualsiasi. Il primo ha 27 anni e una laurea in scienze motorie, il secondo quattro primavere in meno e una pergamena in fisioterapia. “Luca viene in tournée con Jovanotti, fa lavorare tutta la band sotto il profilo atletico. Ogni tanto con Lorenzo ci scambiamo uno sguardo complice e un sorriso. Ci sembra impossibile che si tratti dello stesso bambino con occhi sognanti che ci portavamo in giro qualche anno fa”. Il futuro è già iniziato.
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Ben-essere
IN FORMA LE NUOVE FRONTIERE DELLO STAR BENE RACCONTATE CON DUE ESEMPI ORIGINALI, PER SPORTIVI E NON SOLO: IL DRIVER PROGRAM CENTER DI FORLÌ E IL PERCORSO LONG LIFE FORMULA DI CASTROCARO TERME. di Elisa Gianardi / ph Giorgio Sabatini
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Con una quotidianità sempre più oppressa da ritmi frenetici e stati di tensione, è facile perdere il manuale delle istruzioni di quella meravigliosa ma complessa macchina che è il corpo umano, dove ogni muscolo, organo e articolazione dà il meglio di sé quando lavora in costante equilibrio tra corpo e mente. Nella ricerca di questa armonia perduta un ruolo guida a livello italiano lo svolge Forlì, un’area ricca di centri per la riabilitazione e il benessere, che attirano ogni anno centinaia di persone anche dall’estero. Siano essi sportivi alla ricerca della formazione atletica tagliata su misura o gente desiderosa di riappropriarsi di un corretto stile di vita. Legate al territorio forlivese sono le note realtà del Driver Program Center, aperto dal professore Stefano Elia in viale Italia, e il percorso Long Life Formula, ideato dalla dottoressa Lucia Magnani e proposto da quattro anni nella Clinica del Ben Essere delle Terme di Castrocaro. Due punte di diamante dell’area sport e beauty-wellness che permettono un affascinante viaggio fra pionieri di salute e benessere. Molto conosciuto nel mondo dell’automobilismo, il preparatore atletico Stefano Elia ha creato in città un nido per i giovani talenti della scuderia Porsche. Piloti, molti dei quali sudamericani, che trovano un rifugio dove unire al mental training la preparazione fisica anche attraverso strumenti all’avanguardia nella simulazione delle corse su pista. “Questo centro – racconta Elia – è nato sei anni fa per fornire una consulenza a 360° allo sportivo e all’atleta, ma si è aperto sempre più anche alle persone che non si accontentavano della solita ginnastica e volevano essere seguite da un’équipe di professionisti convinti che il benessere psicofisico sia una sorta di doping naturale.” Lo staff conta lo stesso Elia (preparazione atletica, alimentazione), Emiliano Maraldi (trainer), Alessandro Bezzi (mental training), Jose H. Poletti (fisioterapia), Caterina Mazzoni (area mentale
e psicologica). “Oggi – aggiunge Elia – ci cercano anche uomini d’affari, manager che devono sopportare grandi responsabilità. Un punto fondamentale perché, sia nello sport che nel lavoro, chi vince è forte prima di tutto a livello mentale.” Per questo il programma proposto non trascura nessun fronte: fisico, posturale, psicologico e alimentare. Appoggiandosi all’Università di Ferrara, grazie a un semplice prelievo di saliva, si può anche fare il test del DNA per conoscere il proprio metabolismo, la capacità di bruciare i grassi, la risposta dei muscoli all’attività aerobica. Nel centro si formano atleti di varie discipline, ma i più numerosi sono piloti in ambito motorsport.
IL SIMULATORE È POSIZIONATO IN UNA STANZA DOVE LE TEMPERATURE POSSONO ARRIVARE ANCHE A QUARANTA GRADI, PER REPLICARE LE CONDIZIONI CLIMATICHE CHE A VOLTE SI CREANO DENTRO UN ABITACOLO DI UN’AUTO IN CORSA.
In origine tutto nacque, infatti, per la volontà di Giancarlo Minardi, l’ex patron dell’omonimo team di Formula 1, che voleva disporre di una struttura di addestramento per emergenti. Una sorta di accademia per piloti, che poi è cresciuta arrivando oggi a stringere collaborazioni con Porsche e altri grandi marchi. Un posto, soprattutto, dove potersi avvalere di attrezzature di ultima generazione, come la macchina per allenare i riflessi e il simulatore di guida sotto stress: lo scopo è valutare la risposta psicologica e la concentrazione dell’atleta disturbato da fattori esterni. “Il simulatore – chiarisce Elia – è posizionato in
IL SIMULATORE DI GUIDA SOTTO STRESS IN CUI SI ALLENANO I PILOTI PRESSO IL DRIVER PROGRAM CENTER.
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OGGI IL MENTAL TRAINING VIENE UTILIZZATO NON SOLO DAI PILOTI PER PREPARARSI ALLE GARE IN PISTA, MA ANCHE DAI MANAGER PER ESSERE PRONTI A GESTIRE I MOMENTI DI STRESS E LE RESPONSABILITÀ IN AMBITO PROFESSIONALE.
UN MOMENTO DI PREPARAZIONE FISICA AL DRIVER PROGRAM CENTER CON IL PROFESSOR STEFANO ELIA.
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una stanza dove le temperature possono arrivare anche a 40 gradi, per replicare le condizioni climatiche che a volte si creano dentro un abitacolo in corsa. Grazie a un monitor tridimensionale, e a un programma che può riprodurre tutte le vetture e tutti i circuiti del mondo, viene quindi simulata la gara. Ciò permette di valutare riflessi, ad esempio facendo apparire degli ostacoli sulla pista, e registrare i vari parametri del conducente, come respirazione, disidratazione o accelerazione del battito cardiaco. Per spingere al massimo la prestazione.”
Stare bene a TUTTO TONDO Un’attenzione ai concetti di lunga vita e stress ossidativo sono i punti cardine della ricerca promossa dalla dottoressa Lucia Magnani (nella foto con il ministro della Salute Beatrice Lorenzin), AD delle Terme di Castrocaro. Un vero e proprio pool di specialisti prende in consegna chi si affida alla formula Long Life, in un processo che presuppone almeno un soggiorno di tre notti in struttura. “Long life formula è un percorso sulla prevenzione e sul corretto stile di vita – racconta Magnani –, che prende origine dall’unione di tre mondi che ho conosciuto nel mio percorso professionale, quello sanitario, il termale e il mondo dell’estetica. Un progetto che si distingue nel panorama italiano per due aspetti.” Chi arriva viene subito sottoposto ad analisi biochimiche del sangue: non invecchiare ma maturare bene è il motto, al riparo quindi dalla condizione patologica causata da eccesso di radicali liberi, molecole che danneggiano le componenti cellulari. Per gli ospiti si tratta di una full immersion fra visite, esami, test con specialisti che vanno dal medico internista al fisiatra, dal dermatologo allo specialista in nutrizione fino al medico estetico.
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CORRERE
Le corse
NEL SANGUE ALESSANDRA NERI È LA PRIMA DONNA ISTRUTTRICE FERRARI. CONFERMATA COME OPINIONISTA F1 SU SKY SPORT. E NON SI FA MANCARE ANCHE UN APPUNTAMENTO SU DMAX. di Alessandro Bucci
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Nata a Forlì e cresciuta sulle colline di Bertinoro, Alessandra ha sempre dimostrato di avere i motori nel sangue, tanto che già da bambina correva sui kart. Vicecampionessa nel Campionato Superstars Internazionale GT Sprint nel 2010, si è sempre districata tra il design e l’automobilismo. Dopo gli studi tecnici, nel gennaio del 2011 si è laureata in Industrial Design presso l’Università degli Studi di San Marino. Opinionista per Sky Sport F1 sin dal 2014, Alessandra è un vulcano in piena, capace di districarsi anche nel giornalismo e nel mondo dell’editoria. Dal 1997 al 2012 non ti sei praticamente mai fermata al volante. Nella tua carriera sei passata dalle monoposto alle ruote coperte correndo per Ferrari, Porsche e McLaren. Nel 2010, con il team Vittoria, hai sfiorato il titolo nel Campionato Superstars Internazionale GT Sprint. Qual è stato l’episodio più significativo di quell’anno? “Il week-end di Portimão, perché, realizzata la doppietta, andai in vacanza in testa alla classifica ed
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ebbi tempo di rendermi conto che potevo giocarmela fino alla fine.” Dopo la laurea in Industrial Design sei diventata istruttrice nel Centro Internazionale di Guida Sicura di De Adamich. Quant’è importante non confondere le strade di tutti i giorni con la pista? “La strada è un mondo completamente diverso dalla pista, tant’è che vado molto piano e tutti mi chiedono perché lo faccio visto che corro. Io conosco il reale pericolo che c’è per strada e rispetto alle mie amiche vado più piano.” Grazie all’accordo tra Editoriale C&C e il canale televisivo Dinamica Channel hai presentato Primo Contatto, una trasmissione digitale dedicata alle auto. Puoi parlarci di questa esperienza? “È nata un po’ per caso. L’azienda per la quale lavoravo nel campo del design ha chiuso. Ho conosciuto il responsabile della sezione video dell’Editoriale che, sapendomi libera da impegni fissi, mi ha proposto una collaborazione per curare i video. Era pane per i miei denti, quindi mi sono detta ‘Perché no?’. È nato così questo
progetto che si è sviluppato nel tempo: andavo alle presentazioni stampa con un cameraman, giravamo tutto e poi, grazie alle nozioni di montaggio video che avevo acquisito all’università, realizzavo tutto il montato. È un progetto che ho sentito e sento molto perché quasi dalla A alla Z lo curavo io.” Mercedes FirstHand ti ha permesso di girare nuovamente l’Italia, districandoti tra eventi e interviste. Potresti descriverci in che cosa consiste il tuo lavoro in questa area dell’usato? “FirstHand era un nuovo progetto di Mercedes molto valido e volevano promuoverlo soprattutto con video che non andassero in TV, ma che fossero trasmessi in loop nelle concessionarie, in modo tale da attirare l’attenzione dei clienti in attesa. Noi facevamo una piccola presentazione iniziale di tutto il progetto, poi, di ogni concessionaria, descrivevamo le vetture più belle e le provavamo anche per strada. Era un modo, anche per loro, di pubblicizzare le vetture che avevano nel salone. Con questo progetto io e la mia
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collega abbiamo girato tutta l’Italia, dal Nord al Sud. Con la neve, con la pioggia e con il sole quasi per tutto l’anno siamo andate per concessionarie Mercedes a fare interviste, oltre che stand-up con le vetture.” Dallo scorso anno sei entrata nella famiglia di Sky partecipando alle trasmissioni Race Anatomy e Ultimo Giro e commentando le gare del Porsche Mobil Supercup e trofeo Abarth Italia. Come si prepara una puntata? “Per quanto riguarda Race Anatomy, ho deciso di vedere la gara con gli ospiti della trasmissione come se fossimo amici al bar. Io
“LA STRADA È UN MONDO COMPLETAMENTE DIVERSO DALLA PISTA, TANT’È CHE VADO MOLTO PIANO E TUTTI MI CHIEDONO PERCHÉ LO FACCIO VISTO CHE CORRO. IO CONOSCO IL REALE PERICOLO CHE C’È PER STRADA E RISPETTO ALLE MIE AMICHE VADO PIÙ PIANO.”
ci tengo particolarmente, perché è un primo confronto sulla gara con il presentatore Fabio Tavelli, Leo Turrini e gli ospiti prima della trasmissione. Nell’intervallo tra la fine della corsa e l’inizio di Race Anatomy si tiene una riunione dove decidiamo la scaletta, con i quattro macro argomenti da trattare. Poi c’è la fase di trucco e parrucco che precede la diretta. Le prime volte mi tremavano le gambe, perché l’idea di non poter sbagliare è un bel peso, soprattutto se non hai mai pensato di far della televisione. Quando vedevo il lumino rosso che mi riprendeva sulla telecamera che si accendeva, provavo un’ansia pazzesca.” Ci parli del tuo progetto con il canale DMAX? “DMAX Garage, partito a settembre, consiste in piccole puntate destinate al contenitore delle auto. Io ed il rallysta Lorenzo Marini presentiamo ogni volta una nuova macchina, con uno stile divertente incentrato sulle contrapposizioni pista/rally e uomo/donna. Le macchine che trattiamo non sono supercar, ma macchine normali, quelle che si usano generalmente di più per la strada. Spero che questo impegno possa proseguire nel tempo...”
Hai def inito l’esperienza come navigatore per il Ferrari Cavalcade una delle più belle della tua vita. “Sì, è stata un’esperienza dal punto di vista dell’ospite. Non avevo stress legato al fatto che tutto dovesse andare bene, come quando sono coinvolta con la scuola Ferrari in altre attività. Ho visto Roma in tanti modi esclusivi, uno diverso dall’altro. Essendo italiana l’avevo già vista in diverse occasioni, quindi posso solo immaginare cosa abbia potuto significare per le persone straniere coinvolte. Siamo stati in tanti luoghi splendidi anche al di fuori del Lazio, ma che fossero raggiungibili in giornata, dal momento che con le macchine dovevamo percorrere diversi chilometri.” Quali altre attività hai in corso? “Oltre a Race Anatomy quest’anno mi è stato assegnato un campionato in più da commentare, il TCR International Series. Sono contenta, perché significa che sto lavorando bene come telecronista. Inoltre continuerò a fare l’istruttrice per Ferrari. Certo sarei pronta a tornare anche subito in pista, ma al momento giusto.”
ALESSANDRA NERI SU UN PODIO NEL 2010 QUANDO ERA ANCORA IMPEGNATA CON LE GARE IN PISTA.
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RINASCERE
Come una
FIABA
L’ASSOCIAZIONE REGNOLI 41 È UN ESEMPIO DI COME I CITTADINI POSSONO UNIRE GLI SFORZI PER ANIMARE I QUARTIERI INTORNO A PROGETTI CONCRETI. di Laura Bertozzi / ph Giorgio Sabatini
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Si potrebbe partire come nelle favole: “C’era una volta...” È la storia della via forlivese Giorgio Regnoli e dell’alternanza dei momenti bui con quelli di riqualificazione. Nei primi decenni post bellici, questa strada del centro era frequentatissima e, nei giorni di lunedì e venerdì, era attraversata dal mercato che si snodava da Piazza del Carmine a Piazza XX settembre. Poi le lamentele sul traffico, sull’eccesso di rumori, sui negozi e sull’abbandono delle case fecero mutare d’abito alla via, nel tentativo di attuare le numerose, e spesso contraddittorie, richieste. Cominciò allora un periodo di desolazione. Poi, come nelle favole, ecco la svolta: un insieme di cittadini (residenti e non) si impegnò a riqualificare la via. Era il 2011 e il gruppo creò l’Associazione culturale Regnoli 41 per rivalutare la via, cercando di creare una maggior coesione fra gli abitanti e gli operatori commerciali. IN MAGAZINE
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NON SI TRATTAVA DI RENDERE EFFICIENTI LE ATTIVITÀ COMMERCIALI COME QUELLE DI UN IPERMERCATO, MA DI CREARE UN’UNIONE ORIGINALE DI ATTIVITÀ ARTISTICHE E ARTIGIANALI, ALL’INSEGNA DI UNA COMUNE IDENTITÀ: QUELLA DEL BUON VIVERE.
E poi c’è stata lei, Raffaella Orazi, un’orafa che ha messo tutta la sua energia nel rendere concreti i progetti di rilancio di tutte le realtà operative della zona, facendole emergere da un torpore durato troppo a lungo. Non si trattava di rendere efficienti le attività commerciali come quelle di un qualunque ipermercato, ma di creare un’unione originale di attività artistiche e artigianali. Così la decina circa di negozi sfitti della via hanno trovato nuovi gestori che hanno av26
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viato le loro attività all’insegna di una comune identità: quella del buon vivere. Secondo l’Associazione Regnoli 41 (il numero indica la sede di una ferramenta che, dopo la chiusura dell’attività commerciale, è diventata, in un primo momento, la sede degli associati) non basta però la scelta oculata degli esercenti e l’originalità delle loro proposte artigianali: via Regnoli merita anche una riqualificazione estetica. Ed è stato questo l’obiettivo che ha fatto nascere la Galleria a cielo aperto, l’esposizione di opere d’arte sistemate sui muri esterni delle case, sui balconi e sul marciapiede della strada. Si tratta di un progetto ambizioso, che prevede l’avvicendarsi semestrale delle opere e la sensibilizzazione dei proprietari degli immobili a partecipare all’iniziativa, offrendo spazi per l’innovativa esibizione. Quest’anno, attraverso un bando, è stata proposta la quarta edizione della galleria su un tema preciso. Ad esperti d’arte è stato affidato il compito di vagliare i
bozzetti che, divenute opere complete, vestiranno la via con i loro colori e forme. L’edizione 2015 ha per titolo E di nuovo cambio e prevede un innalzamento del livello qualitativo della mostra, tramite la selezione, accanto ad alcuni lavori delle passate edizioni, di tre opere, agli autori delle quali verranno assegnati premi in denaro. I tre lavori resteranno esposti per tre anni. La finalità non è solo quella di una semplice esposizione, ma anche quella di essere un portale fisico della creatività del territorio, con integrazione fra artisti ed artigiani attraverso eventi comuni. Al gruppo iniziale di una decina di persone si sono aggiunti altri soci raggiungendo il numero di circa 400 iscritti attivi, intenti a organizzare attività culturali e di aggregazione attraverso mostre, concerti, laboratori di artigianato, letture, performance teatrali, cene conviviali, letture per bambini e visite guidate (in particolare alla Galleria a cielo aperto).
A SINISTRA, IL LABORATORIO DI RESTAURO COLOFONIA; A DESTRA, LA TITOLARE DI ARTEFATTI MOSTRA LE SUE CREAZIONI. IN APERTURA, IL GRUPPO CHE ANIMA L’ASSOCIAZIONE REGNOLI 41.
Un altro tassello nella creazione di coesione si è concretizzato grazie alle annuali Cene ad impatto zero, finalizzate a creare integrazione fra residenti e cittadini di nazionalità diverse. In un lungo tavolo, in occasione della Notte Verde dello scorso anno, oltre 250 persone si sono sedute fianco a fianco, portando da casa cibo e stoviglie. Quest’anno molti hanno consegnato agli artigiani maglie usate, da questi ultimi trasformate in borse per il trasporto di posate. “Molte associazioni – spiega Raffaella Orazi – ci hanno appoggiato, creando una interessante sinergia. Fra le altre, ricordiamo: Spazio agli spazi, Italia nostra, Associazione Forcine, impegnata nella presentazione di film all’Arena forlivese di via Regnoli, Matite Giovanotte, Spazi indecisi, Nati per leggere, La bottega dello psicologo, Slow Food, Sovraesposti (che ha realizzato il docufilm Forum living, sull’azione svolta da Regnoli 41 per la rinascita della strada) e la Parrocchia di San Mercuriale.
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L’ASSOCIAZIONE REGNOLI 41 NON LIMITA IL SUO IMPEGNO ALL’OMONIMA STRADA, MA ALLARGA GLI OBIETTIVI AL CORSO GARIBALDI, CON UNA CONTINUITÀ DI EVENTI CHE RENDERANNO PIÙ RICCA E INVITANTE ANCHE QUESTA STRADA, PER TUTTO L’ANNO.
Altre iniziative attuate dall’associazione sono la realizzazione di due edizioni del concorso fotografico intitolato Uno scatto per Regnoli, la donazione da parte della gioielleria Brillante di un risciò, e l’organizzazione di laboratori d’arte e di artigianato, concerti, serate musicali, proiezioni e mostre d’arte al Cosmonauta.
Tutto ciò ha permesso alla via Giorgio Regnoli di essere iscritta, dallo scorso anno, nell’elenco delle Social Street. Nel frattempo, esattamente nel febbraio scorso, l’Associazione ha potuto avere una sede fissa, in un ambiente di circa 300 metri quadri negli ex locali di Tessilmoda, in via dei Filergiti. E veniamo all’occupazione dei negozi sfitti che sono diventati mete per l’artigianato, come, ad esempio, Colofonia, che si occupa di restauro di tele e legno, o Artefatti, che produce accessori e borse utilizzando vecchi ombrelloni e materiale di recupero. Non da meno è Partenope Caffè, che utilizza macchinari napoletani autentici e dispone di dolci tipici del capoluogo campano, o La frugale abbondanza, che presenta una cucina casalinga con prodotti di aziende locali, dai formaggi, vini e salumi, al pane.
Fra gli eventi più recenti, va segnalato quello che si è tenuto il 24 settembre nel cortile interno del San Domenico, con l’esposizione di fotografie che ritraggono venti persone di diverse etnie, immortalate dal flash mentre preparano un cibo della loro tradizione. L’Associazione Regnoli 41 non limita il suo impegno all’omonima strada, ma allarga gli obiettivi al Corso Garibaldi, coinvolgendo tutte le scuole di musica con una continuità di concerti che renderanno più ricca e invitante anche questa strada, per tutto l’anno. L’Associazione sarà anche protagonista dell’organizzazione delle mostre d’arte nella sede della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì in Corso Garibaldi 40. La scelta di affidare l’allestimento delle esposizioni a Regnoli 41 è avvenuta in seguito ad un bando emesso dalla Fondazione stessa.
A FIANCO, I TITOLARI DEL NEGOZIO LA FRUGALE ABBONDANZA; SOPRA, IL PARTENOPE CAFFÈ.
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ESPLORARE
Benvenuti
AL PARCO! IL PARCO DELLE FORESTE CASENTINESI NON È SOLO UNA META NATURALE. È ARRIVATO IL TEMPO DI VALORIZZARE GLI ASPETTI CULTURALI. di Gianluca Gatta / ph Giorgio Sabatini
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Punto di riferimento naturalistico del Centro Italia è il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna. Conserva certamente una delle foreste più pregiate d’Europa – con la più importante popolazione di lupo dell’Appennino settentrionale e con la presenza di ben cinque specie di ungulati: cinghiale, capriolo, daino, cervo e muflone –, ma è anche un territorio con centri abitati ricchi di storia e di testimonianze artistiche e architettoniche. Proprio della duplice vocazione, naturale e culturale, di questo territorio parlia-
“ABBIAMO AVUTO UN INCREMENTO DI PRESENZE DELL’80% RISPETTO ALL’ANNO PRECEDENTE. QUINDI QUESTO SIGNIFICA CHE CI SONO TUTTE LE CONDIZIONI AFFINCHÉ QUESTO TERRITORIO ABBIA UNO SVILUPPO ANCHE ECONOMICO.”
SOPRA, DUE CERVI FOTOGRAFATI ALL’INTERNO DEL PARCO; A DESTRA, IL PRESIDENTE DELL’ENTE DEL PARCO NAZIONALE DELLE FORESTE CASENTINESI, LUCA SANTINI.
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mo con il Presidente dell’Ente che gestisce il Parco Nazionale, Luca Santini. “Da un paio d’anni gli indirizzi che stiamo dando a questo Ente sono cambiati. Ritengo che il Parco debba essere un valore aggiunto per un territorio, anche perché sono convinto che la conservazione della natura si fa meglio dove c’è predisposizione anche da parte delle popolazioni residenti verso le finalità proprie del parco. La finalità principale è la tutela della biodiversità, che è sempre stata perseguita bene nelle Foreste Casentinesi, ma è anche quella della promozione di un territorio: noi ci stiamo aprendo sempre di più al turismo.” È la legge infatti a prevedere che i parchi nazionali debbano anche sostenere lo sviluppo socio-economico e socioculturale di un territorio.
Un territorio, quello che racchiude il Parco, da sempre crocevia culturale fondamentale per l’Italia centrale. “Il Parco Nazionale insiste sulle province di Arezzo, Firenze, e Forlì-Cesena – continua Santini –. Il che significa parlare di Piero Della Francesca, di Giotto, del Rinascimento fiorentino, di Dante Alighieri, che tra Firenze e la Romagna ha improntato tutta la sua opera e la sua vita. Venendo a epoche più recenti non possiamo dimenticare Dino Campana, che con i Canti Orfici descrive proprio l’attraversamento del Parco Nazionale, partendo da Marradi e arrivando fino a La Verna. Inoltre, unico parco al mondo, ospita al suo interno due centri religiosi come l’eremo di Camaldoli e il santuario de La Verna, che hanno un ruolo culturale fondamentale, grazie anche ai manoscritti
conservati nelle loro biblioteche, e che hanno influenzato, con la loro presenza, quella che è stata la coltivazione della foresta.” I monaci camaldolesi hanno tra l’altro come simbolo l’abete bianco, che è presente nelle foreste Casentinesi: “È un po’ anche il simbolo del Parco Nazionale.” Oltre ad aprire le porte a enti locali e istituzioni interessate a collaborare per lo sviluppo culturale e turistico del Parco, sono state promosse reti di volontari per collaborare alle attività propriamente naturalistiche e ai progetti di conservazione. “Ci sono varie associazioni che collaborano con noi, tra cui una specifica, che è quella degli Amici del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi Monte Falterona e Campigna, costituita da volontari provenienti da tutta Italia. I volontari sono indispensabili ad
esempio durante le operazioni di stima di presenza del cervo dove riusciamo a mettere in campo oltre 500 persone sul territorio. Senza il loro apporto sarebbe impensabile. Per la prima volta in Europa abbiamo applicato inoltre il Wolf Howling, lanciando alla stessa ora richiami su tutto il territorio del Parco Nazionale in modo da censire anche la presenza del lupo.” Dopo quasi due anni di lavoro a questo progetto di promozione turistica i risultati si sono fatti vedere. “Abbiamo avuto un incremento di presenze dell’8 0% rispetto all’anno precedente. Quindi questo significa che ci sono tutte le condizioni affinché questo territorio abbia uno sviluppo anche economico.” E proprio in ragione di questo successo l’Ente Parco ha deciso di cominciare un percorso di certificazione europea, secon-
do quanto previsto dalla Carta Europea del turismo sostenibile: “Si tratta di una certificazione di processo, non una certificazione di prodotto, affinché tutti gli operatori che lavorano all’interno dell’area protetta, abbiano ben chiaro il fatto che dobbiamo svilupparci con un turismo sostenibile, che non sia in contrasto con quella che è la finalità principale dell’area protetta, la conservazione della natura.” Ma il parco non è costituito solo da verde e natura, ci sono interi Comuni che insistono al suo interno con abitanti che, fin da piccoli, imparano a convivere con regole e ritmi di vita tutti particolari. Che cosa significa abitare nel parco? “Io credo che quest’area protetta, che è diventata Parco Nazionale nel 1993, sia tale anche grazie a chi ha vissuto in questi territori. Perché questa era un’area già sog-
getta ai vincoli caratteristici delle riserve naturali, come il divieto di caccia. Ma ci sono anche altre aree in Italia con le stesse caratteristiche, dove però non si è mantenuto in modo così integro il patrimonio naturale. La differenza sta proprio negli abitanti di queste zone. Credo che sia necessario continuare a valorizzare questo rapporto positivo che c’è stato tra gli abitanti e il territorio del Parco, perché troppo spesso le aree protette vengono vissute dai residenti soltanto come una somma di vincoli.” Nei Comuni del Parco Nazionale vivono circa 47.000 persone; all’interno dell’area protetta sono 1.800, di cui un migliaio a Badia Prataglia. “Noi, come Parco Nazionale, abbiamo cercato di mantenere aperta una scuola elementare a Badia Prataglia finanziando delle ore di educazione ambientale. Quando incontro questi bambini, capisco che hanno una preparazione da un punto di vista naturalistico di gran lunga superiore a quella dei loro coetanei. E questo perché loro riescono ad andare sul campo e a vedere, ad esempio, qual è la differenza tra un abete rosso e uno bianco. In questo modo riusciremo ad avere dei cittadini consapevoli di dove vivono, avremo delle persone che sapranno riconoscere la fauna e la flora locale. Che sappiano distinguere ad esempio tra un capriolo, un daino o un cervo, e non dicano che hanno visto un cerbiatto o un bambi.”
Chi è LUCA SANTINI Luca Santini è Presidente dell’Ente Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna dal 21 giugno 2013. È nato a Stia, in Provincia di Arezzo, nel 1964, è sposato e ha una figlia di ventitré anni. Di professione è agente generale di assicurazioni, ma da molto tempo è impegnato in campo amministrativo: è stato sindaco del Comune di Stia per dieci anni, fino alla sua fusione con il Comune di Pratovecchio. Nel 2011 ha ricoperto l’incarico di Presidente dell’Unione dei Comuni Montani del Casentino e nel 2013, prima di ottenerne la presidenza, quello di Commissario straordinario dell’Ente Parco.
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ESPORRE
Le vite
DEGLI ALTRI ICONS AND WOMEN: LE FOTO DI STEVE MCCURRY CONTINUANO A STUPIRE AI MUSEI SAN DOMENICO DI FORLÌ IN UN PERCORSO FATTO DI PERSONE, SGUARDI, EMOZIONI.
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di Lucia Lombardi
Camicia blu come i suoi occhi. Piccoli, veloci, pronti a carpire l’umanità che li circonda. La sua parlata rotonda, yankee, franca, aperta, spontanea, caratterizzata da un timbro energico, restituisce l’essenza stessa della sua persona, del suo fare fotografia. Attende con calma, come il leone la sua preda, che il soggetto si manifesti nella sua natura più intima e vera. “La foto ha qualcosa in comune con la meditazione” – afferma Steve McCurry –, classe 1950, uno dei fotografi americani viventi più amati dal pubblico italiano, che inizia la sua carriera nel 1979. Lui che coi suoi scatti antesignani ha segnato un percorso preciso nel mondo del reportage fotografico, un cammino alla ricerca della dignità umana, uno studio profondo sull’identità, sull’umanità delle persone. Ai Musei di San Domenico di Forlì, sino al 10 gennaio 2016, sono esposti quarant’anni di foto, un vero e proprio bagno nella storia mondiale più recente attraverso i sei continenti. Lui si sente un narratore: “La storia disturba. Ci serve vedere cosa succede – dichiara –, bisogna cercare storie, la verità del mondo di oggi.” Dare un volto a realtà lontane, ad eventi che hanno cambiato il corso della nostra
storia attuale, raccontare culture minacciate dalla globalizzazione, disastri, guerre, valicare l’invalicabile per far conoscere gli effetti che gli eventi hanno sulle persone: “a me interessano i civili”. Come avvenne in Afghanistan nel 1984, quando i russi stavano per invadere il paese e lui annusò l’inizio della fine. Entratovi clandestinamente con abiti tradizionali, fu attratto dal vociare degli studenti di una scuola nel campo profughi di Nashir Bag, dove fu letteralmente calamitato dallo sguardo di Sharbat Gula. “Me lo devo ricordare”, pensò tra sé il fotografo, e scattò, per restituirci La ragazza dagli occhi verdi, foto divenuta una vera e propria icona, pubblicata sulla cover del National Geographic. Un’immagine che rischiò di non essere pubblicata per la sua forza dirompente, per la sua capacità di permearci, di trapassarci e svelarci in una frazione di secondo paure e dubbi. Il suo sguardo di bambina tradisce quella che invece le circostanze nefaste sembrano già aver tramutato in donna. Cosa ci attira di quell’immagine? “È un unicum – racconta McCurry –, c’è l’affluenza di più emozioni che si accavallano. Da una parte c’è un trauma e dall’altra la bellezIN MAGAZINE
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za.” Sono facce e facce quelle che ha osservato a caccia di storie, “viaggiando in solitaria, camminando e camminando, godendo della vita stessa”, ma rischiandola per ben tre volte, anche se “nessuna foto vale una vita umana”, non si sa mai dove ti portano le tue scarpe. Visitando questa mostra tocchiamo con lo sguardo mondi sconosciuti ai più, ma poco dopo avviene una sorta di svelamento dell’altro, si entra in comunione, in intimità, ci si sente parte della stessa storia, di un tutto. Si ha una sensazione di abbondanza, di una forte presenza umana, non ci si sente più soli ad affrontare il mondo. Quei volti, quelle storie, McCurry li ha scelti per noi, per non lasciarli cadere 36
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SOPRA, UNO SCATTO REALIZZATO A WELIGAMA, IN SRI LANKA NEL 1995. SOTTO, STEVE MCCURRY ALL’APERTURA DELLA MOSTRA CON MONICA FANTINI, DIRETTORE GENERALE DI LEGACOOP ROMAGNA (A SINISTRA), ROBERTO PINZA, PRESIDENTE DELLA FONDAZIONE CASSA DEI RISPARMI DI FORLÌ E ELISA GIOVANNETTI, ASSESSORE ALLA CULTURA DEL COMUNE DI FORLÌ (A DESTRA). IN APERTURA, LO SCATTO CHE HA RESO FAMOSO STEVE MCCURRY IN TUTTO IL MONDO: LA RAGAZZA DI PESHAWAR, FOTOGRAFATA IN PAKISTAN NEL 1984.
ph Giorgio Sabatini
“CI SONO LUOGHI CHE SEMBRANO STREGATI DAL MALE, ABITATI DA PERSONE POVERISSIME, EPPURE CI COLPISCE LA PROFONDITÀ DELLA LORO ANIMA, LA LORO DIGNITÀ.”
nell’oblio affinché ci diventassero familiari. Un senso di pienezza ci appaga per giorni dopo la visita, ci sentiamo investiti da un melting pot di colori, luci e atmosfere, che ora ottiene con macchine digitali, “perché permettono di giocare meglio con l’esposizione”. Nonostante il successo, un desiderio da realizzare ancora ce l’ha: “Fotografare papa Francesco.”
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RICORDARE
L’editore
ILLUMINATO LA FONDAZIONE LIVIO E MARIA GARZANTI RINNOVA IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE. È L’OCCASIONE PER PARLARE CON GUIDO GAMBETTA, PRESIDENTE USCENTE, DEL SUO FONDATORE, L’EDITORE ALDO GARZANTI, E DEL FUTURO. di Dolores Carnemolla / ph Giorgio Sabatini
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Avreste mai creduto che esiste un legame tra Colazione da Tiffany di Truman Capote – pubblicato per la prima volta in Italia da Garzanti prima del successo cinematografico di Audrey Hepburn – e Forlì? Lo ha creato Aldo Garzanti. Fu filantropo, imprenditore, umanista, protagonista della svolta culturale italiana del secondo Novecento: tutto questo, ma prima di ogni cosa forlivese. Contribuì al restauro della Rocca di Caterina Sforza e, sempre a Forlì, creò nel ’57 la Fondazione Livio e Maria Garzanti con il fine di offrire ospitalità e sostentamento ad artisti bisognosi, giovani e anziani, nella sede dell’Hotel della Città, progettato dall’architetto Giò Ponti. La Fondazione è oggi amministrata da un consiglio di cinque membri che prestano la loro opera gratuitamente, cercando – non senza difficoltà – di portare avanti gli obiettivi prefissati dal suo fondatore. Abbiamo intervistato il Presidente uscente della Fondazione, il professore Guido Gambetta. Professore Gambetta, molti cittadini forlivesi non sono
a conoscenza della Fondazione Garzanti e del fatto che è stata fondata da un concittadino illustre. A cosa attribuisce questa lacuna? “Il successo di Garzanti e della sua casa editrice a livello nazionale e la sua collocazione a Milano hanno fatto dimenticare la sua origine forlivese, tanto che molti non associano il nome della Fondazione a quello dell’editore. Un altro motivo è dovuto ad una colpa della stessa Fondazione che non ha sottolineato questa origine nella sua attività. Purtroppo mi sono trovato a presiederla in un momento difficile in cui l’attività culturale è stata sospesa e sostituita da una necessaria attività di gestione amministrativa. Inoltre la Fondazione è stata spesso associata all’Hotel della Città con una confusione di ruoli poco positiva.” Quali azioni secondo lei devono essere compiute per rafforzare l’attività della Fondazione Garzanti e per rinnovare gli obiettivi che si era posto Aldo Garzanti? “Gli obiettivi di Aldo Garzanti erano di ospitare nelle 25 stanze IN MAGAZINE
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IL NUOVO CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DELLA FONDAZIONE GARZANTI È COMPOSTO DA ISABELLA LANDI (COMMERCIALISTA), GIACOMO PINI (CONSULENTE MARKETING), I PROFESSORI PATRICK LEECH E BENEDETTA SIBONI E L’AVVOCATO MARINO BUSNELLI.
ALDO GARZANTI CON ALDO SPALLICCI IN UNA FOTO D’EPOCA. IN APERTURA, IL PRESIDENTE DELLA FONDAZIONE GARZANTI, GUIDO GAMBETTA.
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della cosiddetta Torre altrettanti artisti poveri che dovevano dedicarsi alla loro attività artistica senza avere problemi per la loro sussistenza quotidiana. Questo obiettivo iniziato alla fine degli anni ’50 si è di fatto esaurito a metà degli anni ’60 per mancanza di possibili ospiti (forse in parte per la collocazione della Fondazione in una cittadina di provincia e in parte per incapacità delle persone a cui Garzanti aveva affidato l’attività). Non penso che questo progetto possa essere ripreso. La possibilità di riprendere l’attività su nuove basi è legata alla soluzione degli attuali problemi finanziari.” Quali sono stati gli onori e gli oneri della sua esperienza all’interno di Fondazione Garzanti? “Sono entrato nel Consiglio della Fondazione su sollecitazione dell’allora Presidente Angelo Sa-
tanassi, storico sindaco di Forlì: la sua idea era creare un collegamento con la sede dell’Università di Forlì e in tal senso aveva modificato lo statuto prevedendo che due dei cinque membri del Consiglio fossero eletti dal Polo di Forlì. Da Presidente ho proseguito sulla stessa linea finché non si sono esaurite le risorse finanziarie. Purtroppo gli oneri sono stati molto superiori agli onori. La crisi economica ha determinato l’annullamento delle entrate della Fondazione che derivavano dagli affitti delle attività commerciali nella sede di Corso della Repubblica. Negli ultimi anni ho fatto ricorso alla generosità di Livio Garzanti [figlio di Aldo, n.d.r.]. Con un’ulteriore modif ica di Statuto ho previsto che uno dei cinque membri del Consiglio sia nominato dagli eredi di Garzanti attraverso la Fondazione Ravasi di Milano.”
La storia di ALDO GARZANTI
Lei ha conosciuto il figlio di Aldo Garzanti, Livio: che impressione ne ha avuto? “Ho conosciuto Livio Garzanti purtroppo nella fase finale della sua vita, quando era già molto sofferente e provato. L’impressione è stata comunque quella di incontrare un personaggio noto e ammirato per le cose importanti che aveva realizzato. In passato avevo collaborato alla sua Enciclopedia Europea, ma ancora prima avevo vissuto da lettore la sua prestigiosa attività editoriale, da Pasolini in poi.” Con quale augurio vuole salutare i nuovi componenti del consiglio di amministrazione della Fondazione? “L’augurio non può essere che quello di risolvere positivamente il contenzioso in atto con i passati gestori dell’Hotel della Città per poter riprendere le attività della Fondazione.”
Aldo Garzanti, che nel 1954 era stato anche fra i finanziatori della spedizione italiana che conquistò la vetta del K2, nacque a Forlì nel 1883 dove frequentò le scuole medie e le superiori. Intrapresa la carriera dell’insegnamento, nell’immediato dopoguerra maturò la decisione di dedicarsi all’attività commerciale e imprenditoriale. Nel 1938 rilevò una delle più importanti case editrici italiane, la Treves, che da tempo si trovava in gravi difficoltà. Quando Aldo Garzanti intervenne – modificando subito la ragione sociale della ditta in Casa editrice Garzanti, anche per la concomitante promulgazione delle leggi razziali – si trovò di fronte a impianti tipografici ormai obsoleti e a un catalogo invecchiato. Gli eventi bellici ebbero pesanti ripercussioni sulla casa editrice: gli edifici della vecchia Treves, con la tipografia e il magazzino, andarono distrutti nel corso dei bombardamenti di Milano della metà di agosto 1943; in seguito, poiché non aveva aderito alla Repubblica Sociale Italiana, Aldo Garzanti venne dichiarato antifascista ed estromesso con decreto prefettizio dalla direzione della sua azienda. Ripreso il controllo dell’impresa dopo la liberazione ricostruì Laila Boutique, Via delle Torri n. 22 - 47121 Forlì (FC) - t. 0543 094370 - lailabout nel giro di un anno le Officine grafiche Garzanti dotate delle più moderne tecniche di stampa. Affidò l’evoluzione della casa Laila Boutique, Via delle Torri n. 22 - 47121 Forlì (FC) - t. 0543 094370 - lailabou editrice all’unico figlio Livio (morto a Milano nel febbraio di quest’anno) per dedicarsi Laila Boutique, Via delle Torri n. 22 - 47121 Forlì (FC) - t. 0543 0943 maggiormente all’attività filantropica, che non trascurò mai fino Boutique, alla morte, avvenuta Laila Via delle Torri n. 22 - 47121 Forlì (FC) - t. 0543 094370 - lailaboutique.it nel luglio del 1961.
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AGENZIA VIAGGI RAMILLI E IO PARTO!
DA 55 ANNI L’AGENZIA VIAGGI RAMILLI DI PIAZZA SAFFI OFFRE AI FORLIVESI UN SERVIZIO COMPLETO PER ORGANIZZARE VIAGGI DI PIACERE E DI LAVORO IN TUTTO IL MONDO.
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C’è forse chi, passando davanti ad un’agenzia di viaggi e vedendo splendidi manifesti di isole con romantici tramonti o edifici mozzafiato, non ha sognato di fare un bel viaggio? Dare un taglio, per qualche giorno, alla routine quotidiana ed immergersi nelle straordinarie atmosfere di località sconosciute diviene un ricordo che non si cancellerà mai. Da tanti anni l’agenzia di viaggi Ramilli, situata sotto i portici della Piazza Saffi, è il polo di riferimento sia per gli amanti di gite di breve durata sia per chi è orientato verso viaggi a largo raggio, a scopo turistico o per esigenze di lavoro. L’agenzia Ramilli ha 55 anni. È sorta, infatti il 1° maggio 1960 per volere di Gabriele Ramilli, da sempre appassionato di viaggi che, in quegli anni, si facevano anche a livello pionieristico, come, ad esempio,
spostandosi in autostop, dormendo nelle case di chi offriva ospitalità o in luoghi di fortuna. L’idea di creare un’agenzia viaggi è nata proprio da queste esperienze in cui ciò che contava non era l’eccellenza degli alberghi, dei treni o degli aerei, ma il desiderio di ampliare le proprie conoscenze verso altri luoghi del mondo. L’unica variante della sede dell’agenzia Ramilli è stato il cambio del numero civico: Piazza Saffi n. 48, prima, e numero 51, dal 2010, in accordo con la confinante Eataly. “Siamo vecchi come nascita dell’agenzia, ma siamo fondamentalmente giovani, tanto da battezzarci ‘Ramilli new generation’ perché siamo al passo con tutte le più moderne tecnologie – le parole sono di Gianluca Ramilli, 48 anni, succeduto al padre nella gestione dell’agenzia, e già aiutato dal
SOPRA, GIANLUCA RAMILLI CON LO STAFF FRONT OFFICE DI AGENZIA VIAGGI RAMILLI.
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“IL NOSTRO IMPEGNO È DI OFFRIRE UNA VISIONE IL PIÙ OGGETTIVA POSSIBILE DEL PAESE, DELL’ISOLA O DELLA CITTÀ, ASCOLTANDO LE ESIGENZE DEL CLIENTE ED OFFRENDO CONSIGLI PERSONALIZZATI.”
proprio figlio Nicolò di 27 anni – Oggi noi svolgiamo attività a 360° sia per il turismo sia per il business travel, per le aziende che devono recarsi all’estero per lavoro. In quest’ultimo caso organizziamo il loro percorso di lavoro in modo da garantire un’efficienza totale.” Per quanto riguarda l’aspetto turistico, l’agenzia non si limita alla semplice prenotazione del viaggio o a vendere un pacchetto preconfezionato di vacanze, ma l’impegno di Ramilli è di conoscere bene le aspettative del cliente. “Seguiamo i nostri clienti prima e dopo il viaggio per aggiungere la nostra esperienza alle loro richieste. Cerchiamo di chiarire con esattezza ciò che dovranno visitare diventando consulenti ed organizzatori.” Il fascino del lavoro nell’agenzia viaggi sta soprattutto nel contatto giornaliero con la gente, perché c’è sempre da imparare: ci sono continue innovazioni, luoghi nuovi da esplorare… Tutto questo fa tornare dalle vacanze i clienti arricchiti di conoscenze ed emozionati. “Sono cresciuto a pane e città del mondo – aggiunge sorridendo Gianluca Ramilli – e posso affermare che ci sono emozioni irripetibili e che accompagneranno poi
la nostra vita. È forse possibile che non lasci il segno, ad esempio, prenotare un posto nella savana e veder passare davanti, in tutta libertà, zebre ed elefanti? Il mappamondo dei viaggi oggi si è allargato moltissimo e tutto può essere visitato, escluse, per prudenza, le zone dove sono in atto guerre. Organizzare un viaggio è sempre un cocktail di servizi e di emozioni contemporaneamente. Io, poi, sono maniacale nel seguire i dettagli del viaggio di un cliente: curo ogni piccolo particolare, anche le cose superflue ma sempre personalizzate e a volte suggerisco valori aggiunti.”
La crisi economica non cancella però, negli amanti dei viaggi, il desiderio di chiudere la porta di casa e tuffarsi in altre località. Sono, forse, cambiate le abitudini: non più un solo lungo viaggio, ad esempio in agosto, ma tre viaggi più brevi, distribuiti in altri mesi dell’anno e, cosa interessante, è l’aumento dei membri della famiglia (ad esempio i bambini) con cui si programmano i viaggi. “I viaggi che non conoscono la crisi sono quelli di nozze – conclude Ramilli –. Abbiamo organizzato una nuova iniziativa: agli sposi noi regaliamo una valigia firmata Jaguar e una bella confezione di vini pregiati.”
Forlì - Piazza Aurelio Saffi , 51 – Tel. 0543 25888 turismo@viaggiramilli.it - www.viaggiramilli.it ININMAGAZINE MAGAZINE43 2
CANTARE
Piccole
GRANDI VOCI OGNI ANNO CENTINAIA DI BABY CANTANTI SI RIUNISCONO A CASTROCARO PER PARTECIPARE A VOCINE NUOVE, LA GARA CANORA UNDER 14 NATA DA UN’IDEA DI CATIA CONFICONI. di Francesca Miccoli / ph Giorgio Sabatini
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Al principio fu lo Zecchino d’Oro, concorso canoro riservato alle giovanissime ugole. Un format di lungo corso, lusingato da innumerevoli tentativi di imitazione, analoghi nei contenuti ma non nel successo, nei punti di auditel e nel cuore della gente. Più recentemente sono sbocciati programmi quali Io canto e Ti lascio una canzone, acerrimi concorrenti della prima serata nell’eterno duello Rai – Mediaset. Nella terra di mezzo, agli albori degli anni Duemila, si fa strada una manifestazione simile ma al tempo stesso differente: Vocine Nuove, gara inizialmente non competitiva, nata a Castrocaro sulla scia del Festival delle Voci Nuove, kermesse che ha lanciato nel firmamento musicale stelle di prima grandezza come Zucchero ed Eros Ramazzotti, Alice e Fiorello, solo per citarne alcuni. Ideatrice della fortunata manifestazione per baby cantanti è Catia Conficoni, una mamma castrocarese innamorata delle sette note. Occhi luminosi e penetranti, un sorriso aperto che incanta: Catia è una donna bella e radiosa, nell’età in cui splendore e grazia si sublimano nel fascino. Ma non è solo l’esteriorità a colpire chi la incontra: un autentico vulcano di idee e di energia, alla perenne ricerca di stimoli e sfide. E forse sono proprio le motivazioni e la passione a nutrire di nuova linfa la quotidianità della mamma del concorso canoro per bambini fino ai 14 anni. Un evento che nasce nel 2004, apparentemente non tanto tempo fa, anni luce se si pensa all’evoluzione che la manifestazione ha vissuto nel corso del tempo. “Castrocaro è nota nel mondo per il Festival delle Voci Nuove – spiega Catia –. Perché non creare allora un concorso analogo per i più piccoli? Undici anni fa ne parlai con l’allora sindaco della città termale Maurizio Fussi, che fu entusiasta e appoggiò l’iniziativa”. Da sempre appassionata di musica, iscritta alla SIAE come autrice di testi (la maggior parte ancora nel cassetto), la Conficoni è una
consumatrice onnivora di radio e CD. Per un range di sonorità che va da Mina a Jovanotti. Oltre a essere stregata dal canto, la castrocarese ha dimostrato di essere perfettamente a proprio agio in mezzo ai cuccioli d’uomo. I primi tempi Vocine coinvolge gli allievi delle scuole elementari e medie di Castrocaro Terme e Terra del Sole. Una sorta di saggio di fine anno scolastico da vivere in allegria, in un clima cordiale alimentato dalle famiglie dei piccoli protagonisti. A presentare la serata sono i baby politici del Consiglio Comunale dei Ragazzi. Sugli spalti, o meglio tra le poltrone, del monumentale Padiglione delle Feste delle Terme non ci sono genitori ultrà, piuttosto mamme
“HO CREATO UNA RETE CON DIECI SELEZIONATORI REGIONALI CHE MONITORANO TUTTA LA PENISOLA. CONTIAMO SEDICI FESTIVAL PARTNER CHE METTONO IN PALIO LA PARTECIPAZIONE AL NOSTRO FESTIVAL DI CASTROCARO”.
e papà innamorati con tanto di macchine fotografiche digitali e videocamere per immortalare un momento d’infanzia gioiosa dei propri pargoli. Sul palco anche il figlio minore di Catia, Federico che, un po’ obtorto collo, decide di assecondare l’entusiasmo della vitale mamma. Con il passare delle stagioni, Vocine acquista popolarità: sulla scrivania di Catia cominciano a piovere richieste di iscrizione provenienti da tutta Italia. “Non potevamo negare ai ragazzi la gioia di partecipare e così nell’arco di nemmeno un lustro il concorso si è trasformato. Abbiamo registrato il marchio e lo abbiamo donato al Comune [il plurale
CATIA CONFICONI CON MAURIZIO SEYMANDI, NEW ENTRY NELLO STAFF DI VOCINE NUOVE.
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Il festival DEI GRANDI Come tradizione anche i giovani esordienti si sono sfidati sul palco di Castrocaro alla sua 58esima edizione. A vincere è stata la casertana Maria Teresa D’Alise, in arte Dalise (nella foto), in una sfida finale tutta campana con Pietro Falco. La giuria quest’anno era composta da Cristiano Malgioglio, Silvia Salemi, Max Tortora ed Emanuele Filiberto di Savoia. Castrocaro è stato un bel trampolino per la giovane cantante che, oltre ad aver ottenuto un posto nelle selezioni per le Nuove Proposte del Festival di Sanremo 2016, ha recentemente trionfato anche al Festival della Canzone italiana di New York.
“SONO MOLTO FAVOREVOLE AI CAMBIAMENTI E QUEST’ANNO C’È STATA UNA SVOLTA RADICALE CON L’AZZERAMENTO DELLO SPETTACOLO FINALE E L’INTRODUZIONE DEI VIDEOCLIP GIRATI NEGLI SCORCI PIÙ CARATTERISTICI DI CASTROCARO E TERRA DEL SOLE”.
ricorre spesso nelle parole della Conficoni, non per deliri di onnipotenza ma, al contrario, proprio nel tentativo di condividere meriti che in realtà, almeno agli esordi, le appartengono integralmente, n.d.a.]. Quindi è stato attivato un sito che conta 15-20.000 visualizzazioni mensili”. Alimentare il concorso è un impegno gravoso. “Ci vuole molta dedizione. Una passione che è diventata quasi una professione eppure non mi pesa, al contrario mi gratifica”. Le giornate sono lunghissime e intense per chi, dipendente della casa di cura Villa Serena, è altresì mamma di due ragazzi maggiorenni, che sembrano più i suoi fratelli che non i suoi figli. “L’organizzazione è 46
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cresciuta, ho creato una rete individuando dieci selezionatori regionali che monitorano tutta la penisola. Contiamo sedici Festival Partner che mettono in palio la partecipazione a Castrocaro”. Il Vocine fa passi da gigante: dalla base preregistrata si passa all’orchestra che accompagna i cantanti dal vivo. Una consuetudine quasi professionistica che si rinnova per sette anni. Poi, pochi mesi fa, una sorta di rivoluzione copernicana. “Sono molto favorevole ai cambiamenti e quest’anno c’è stata una svolta radicale con l’azzeramento dello spettacolo finale e l’introduzione dei videoclip girati negli scorci più caratteristici di Castrocaro e Terra del Sole”. Un bel veicolo promozionale per i due paesi riuniti sotto un unico gonfalone e per gli stessi bambini. Molti di loro sono approdati a Ti lascio una canzone, Io canto e i più grandi addirittura a X Factor. Catia ha mantenuto eccellenti rapporti con tutti i suoi ragazzi. “Mi invitano a seguirli nelle nuove esperienze in TV e io partecipo sempre con grande entusiasmo”. Nel 2015 i bambini selezionati in tutto il Belpaese sono stati ben 800, tra questi 250 sono approdati all’ombra del
Campanone. I videoclip vengono trasmessi su un circuito che comprende un centinaio di emittenti a copertura di tutto il territorio italiano, quindi su Sky, Web TV, e persino canali esteri. “Lo scorso anno ben tre milioni di spettatori hanno assistito alle esibizioni delle baby ugole”. È degli ultimi mesi l’ingresso nello staff di Vocine di Maurizio Seymandi, il mitico conduttore dell’altrettanto mitica Superclassifica show (sì, proprio quella del Supertelegattone!), trasmissione cult degli anni Ottanta. Se il futuro di Vocine sarà prodigo di altre trasformazioni, non è escluso che anche l’avvenire di Catia possa riservare sorprese. Magari potrebbe essere il momento di scrivere la continuazione del fortunato libro “Come può uno scoglio arginare il mare”, raccolta di frasi tratte da canzone celebri. Potrebbero essere maturi i tempi per un salto nel mondo dei grandi. “Perché no? Per ora il sogno è che Castrocaro diventi centro di formazione canora e di esecuzione per bambini di tutta Europa”. E se invece fosse giunto l’attimo da cogliere, per aprire quel benedetto cassetto prodigo di testi inediti, scrigno di pura poesia?
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ASCOLTARE
Sulle note di
PUCCINI
QUESTO AUTUNNO GLI APPASSIONATI DI PUCCINI FARANNO IL PIENO DI MUSICA. A FORLÌ UN EVENTO SPECIALE, IL RECITAL DI RICCARDO MUTI, IN MEMORIA DEL FONDATORE DELLA COMUNITÀ DI SADURANO, DON DARIO CIANI.
ph Silvia Lelli
di Anna De Lutiis
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ph Jaime-Martín
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Un compositore, Puccini, capace di assimilare stili diversi e riproporli in una versione più moderna; la sua curiosità lo portava ad attingere e fondere in un nuovo linguaggio le espressioni delle diverse correnti musicali europee mai rinnegando l’elemento emotivo che lo fa amare ancora oggi. Primo appuntamento sarà con la Bohème, al Teatro Alighieri di Ravenna. “Abbiamo pensato – ha detto Cristina, regista dell’opera – di coniugare questo titolo in modi diversi: il primo vedrà la fedeltà totale all’opera originale di Puccini; il secondo porta un titolo provocatorio o, se volete, una riflessione: Mimì è una civetta, col punto interrogativo e con i puntini di sospensione. Ho visto in questo personaggio un’apertura del compositore, considerato di un sentimentalismo lagnoso, una Mimì, se vogliamo, intraprendente che sa già, in cuor suo, qualcosa che ha scelto. Una ragazza che ha una sua personalità.” Riccardo Muti si prodiga da sempre per avvicinare la musica ai giovani, per coinvolgerli, come ha dimostrato fondando l’Orchestra Giovanile Cherubini, istituendo una Masterclass per direttori d’orchestra e raccontando alcune opere verdiane in televisione accompagnandosi con il pianoforte, anche se ha sempre sottolineato di non essere un concertista. Quindi non è nuovo ad esperienze di questo genere, ma il concerto che avrà luogo a Forlì ha un significato importante e unico: perché è fatto a scopo di beneficenza e perché si ripete dopo venti anni, sempre finalizzato alla stessa iniziativa: il sostegno alla Comunità di Sadurano. La serata si svolse al Palafiera di Forlì, il 22 dicembre 1995, e fu un generoso regalo di Natale: seimila posti con l’incasso a favore del centro guidato da don Dario Ciani. Già nel ’93, sempre per beneficenza, l’allora direttore musicale della Scala si esibì come pianista. Accadde il 10 luglio, al Teatro Alighieri di Ravenna, quando suonò al piano per una serata pro-
“QUESTA OPERAZIONE AVVICINERÀ UN PUBBLICO DIVERSO, CHE AVRÀ OCCASIONE DI CONOSCERE LA MUSICA DEL GRANDE COMPOSITORE CHE HA RACCONTATO NELLE SUE OPERE LE STORIE DI TANTI DIVERSI PERSONAGGI.” (CRISTINA MAZZAVILLANI MUTI)
mossa dagli istituti Mario Negri di Milano e Weizmann di Israele, assieme a quattro strumentisti scaligeri, tutti in forza come prime parti nell’orchestra milanese. Questo concerto, Recital Pucciniano, che avrà luogo venerdì 11 dicembre 2015 al Palacredito di Romagna a Forlì, sarà dedicato al fondatore della Comunità di Sadurano, don Dario Ciani, recentemente scomparso. Il maestro Riccardo Muti eseguirà al pianoforte alcune pagine tratte dalle più celebri opere di Puccini insieme al soprano Anna Netrebko, una delle più acclamate cantanti liriche dei nostri giorni, e al tenore Yusif Eyvazov già protagonista nell’Otello della Trilogia 2013.
SOPRA, IL TENORE YUSIF EYVAZOV E IL SOPRANO ANNA NETREBKO CHE SI ESIBIRANNO IN UN RECITAL PUCCINIANO AL PALACREDITO DI FORLÌ. A FIANCO, IL MAESTRO RICCARDO MUTI.
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VOLKSWAGEN TORNA ALLA GRANDE A FORLÌ
GRANDE FESTA IN STILE BAVARESE PER L’INAUGURAZIONE UFFICIALE DELLA CONCESSIONARIA SVA PLUS DI FORLÌ IN VIALE ROMA 284.
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“Abbiamo acquisito il marchio Volkswagen da poco più di un anno, nel luglio del 2014, ma abbiamo alle spalle ben 62 anni di attività e l’esperienza di tre generazioni di concessionari.” A dirlo è Gianmarco Gamberini, titolare del gruppo SVA, che ha aperto a Forlì da qualche mese la nuova concessionaria Volkswagen, in Viale Roma 284, e che il 3 ottobre ha indossato i panni di maestro di cerimonie all’inaugurazione ufficiale con una festa in costume in stile Oktoberfest . “Noi nasciamo nel 1953 come concessionari della Fiat a cui, nel tempo, abbiamo aggiunto la Lancia, i veicoli commerciali, l’Alfa Romeo e i veicoli industriali. La SVA è un’azienda che negli ultimi venti anni è sempre stata al passo con i tempi, tanto che nel 2005 abbiamo assorbito anche Land Rover.
L’anno scorso, considerato che a Ravenna c’era la possibilità di ottenere il marchio Volkswagen, abbiamo pensato di rilevarlo, e abbiamo riscontrato subito ottimi risultati. Spinti dall’entusiasmo per il successo avuto a Ravenna, abbiamo accettato dunque di buon grado di aprire anche a Forlì: ad aprile di quest’anno eravamo già attivi nella nuova sede. È una nuova avventura che ci è piaciuta immediatamente e che ci sta dando grandi soddisfazioni.” L’inaugurazione ufficiale della concessionaria è stata una vera e propria festa a tema bavarese di due giorni, con cibo e bevande tipiche per tutti. I forlivesi sono stati accolti da hostess in costumi tipici che hanno accompagnato i presenti in un vero e proprio viaggio all’insegna del divertimento anche per i bambi-
A DESTRA, LO STAFF AL COMPLETO DELLA NUOVA CONCESSIONARIA VOLKSWAGEN DI FORLÌ. IN QUESTE PAGINE, IL NUOVO SALONE CON I MODELLI IN ESPOSIZIONE. NELLA PAGINA SEGUENTE, IL TAGLIO DEL NASTRO CON L’ASSESSORE ALLE ATTIVITÀ PRODUTTIVE LUBIANO MONTAGUTI CHE SI È TENUTO SABATO 3 OTTOBRE.
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“AL CENTRO DELLA NOSTRA CONSIDERAZIONE C’È SEMPRE IL CLIENTE. ANCHE QUANDO LA CASA MADRE NON FORNISCE GARANZIE UFFICIALI NOI CERCHIAMO DI TROVARE UN ACCORDO PERCHÉ RIMANGA COMUNQUE SODDISFATTO.”
ni, intrattenuti da animatori, giocolieri, acrobati e artisti di strada, che li hanno stupiti con i loro trucchi e le loro evoluzioni. Gli amanti del vintage hanno potuto visitare inoltre l’esposizione delle vetture storiche del marchio: dal Maggiolino, primo modello prodotto da Volkswagen, che detiene il record di auto più longeva del mondo (è ininterrottamente sul mercato da oltre sessantacinque anni), al mitico furgoncino Transporter, icona popolare degli anni Settanta. “Abbiamo voluto far conoscere questa nuova realtà alla clientela e alla cittadinanza forlivese – continua Gianmarco Gamberini – in un contesto piacevole e accogliente: una vera festa dell’auto per la gente che le ama.” Ma quali sono le novità che ci riserveranno le prossime settimane in concessionaria? Dal 10 ottobre è disponibile la nuova Touran che, rispetto al precedente modello, è più lunga di 13 centimetri, tutti a favore dell’abitabilità interna e del bagagliaio, e con un nuovo sistema di abbattimento dei sedili posteriori che permette di ottenere una superficie di carico perfettamente piatta. Si presenta in cinque versioni: Trendline, base di gamma,
con sette posti, il sistema anticollisione multipla, quello di rilevazione della stanchezza, e il sistema Start&Stop con recupero dell’energia in frenata; Comfortline con, in aggiunta rispetto alla Trendline, cerchi in lega da 16”, front assist e cruise control; Business che sta un passo avanti rispetto alla Comfortline con il navigatore Discover Media touch screen da 6,5” e il park pilot; Higline con cerchi in lega da 17”, adaptive cruise control e display multifunzione plus; e infine Executive che, rispetto alla Higline, ha il navigatore Discover Media touch screen da 6,5” e il park pilot. Altro modello molto atteso è la nuova Sharan, anch’esso suddiviso nelle cinque versioni Trendline, Comfortline, Business, Highline ed Executive. Su tutte, l’equipaggiamento di serie include i sette posti con sistema Easy Fold per ripiegare i sedili nel pianale, l’ESC con assistente di controsterzata e stabilizzazione del ri-
morchio, il sistema di frenata anticollisione multipla, il Fatigue detection, il sensore di controllo della pressione dei pneumatici, lo Start&Stop con recupero dell’energia in frenata, il dispositivo Servotronic, gli specchietti retrovisori esterni regolabili e riscaldabili elettricamente, i cerchi in lega da 16”. Sulla Comfortline si dispone anche di cruise control, fendinebbia, volante multifunzione e cristalli posteriori oscurati. Sulla Business si aggiungono la radio con touchscreen da 6,5”, il navigatore satellitare, i sensori di parcheggio e il Mirror Pack che comprende specchietti retrovisori esterni regolabili, riscaldabili e ripiegabili elettricamente, sistema d’illuminazione ambiente di cortesia con funzione Coming/ Leaving-Home (l’auto accende le illuminazioni esterne al momento dello spegnimento e dell’accensione per consentire l’allontanamento o l’avvicinamento del guidatore in ambienti poco illuminati), sensore ININMAGAZINE MAGAZINE 51 2
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di pioggia e specchietto retrovisore interno fotocromatico. La Highline, rispetto alle Comfortline, ha il cruise control adattivo, la radio Composition Media con touchscreen da 6,5”, cerchi in lega da 17”, predisposizione cellulare con connettività Bluetooth. Sulla Executive, oltre agli accessori presenti nella Highline, troviamo il navigatore satellitare e i sensori di parcheggio Park Pilot e Mirror Pack. In un mercato che in questi ultimi anni si è ridotto del 50%, SVA è riuscita a rimanere sul campo per due motivi fondamentali: la serietà e l’atten-
zione per le esigenze, anche piccole, di chi ha acquistato l’automobile. Si tratta di fattori che costituiscono la base per un rapporto di fiducia che spesso si prolunga negli anni. “Al centro della nostra considerazione c’è sempre il cliente – afferma Gianmarco Gamberini – anche quando la casa madre non fornisce garanzie ufficiali noi cerchiamo di trovare un accordo perché rimanga comunque soddisfatto.” Come assistenza postvendita la nuova concessionaria si appoggia attualmente a Esse Auto, ma entro due anni ci si sposterà in una nuova
sede più ampia con officina. “Forlì è una città di appassionati ai motori e alle auto – conclude Gamberini – e la Volkswagen ha sempre avuto, dagli anni ‘90 ad oggi, una quota di mercato del 9-10%, senza mai risentire delle flessioni del mercato. Noi contiamo di riuscire a vendere 500 auto all’anno. Tra l’altro, una peculiarità della nostra Romagna è la particolare sensibilità verso l’uso del metano: la Volkswagen ha un’ottima gamma in proposito. Sembra che in futuro ci sarà addirittura anche la Polo a metano.”
PLUS
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sule
RACCONTARE
Se le storie
RISUONANO ELEONORA MAZZONI SI DIVIDE TRA IL RUOLO DI ATTRICE E DI AUTRICE LETTERARIA, TEATRALE E TELEVISIVA: UN CARRIERA CHE DA FORLÌ L’HA PORTATA A ROMA.
L
La sua voce è tonda e sorridente. Così la sento e mi sembra di vederla, parlandole al telefono. Mi accoglie disponibile e calorosa, Eleonora Mazzoni, che di mestiere fa l’attrice e la scrittrice, è nata a Forlì e vive a Roma. Il suo ultimo libro, Gli ipocriti, pubblicato da Chiarelettere, è fresco di stampa. Il suo primo romanzo è stato Le difettose, pubblicato da Einaudi nel 2012. Come attrice ha interpretato molti ruoli in teatro, in televisione e al cinema,
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IN MAGAZINE
di Dolores Carnemolla
dove ha debuttato nel 1996 con Citto Maselli in Cronache del terzo millennio. Ha anche recitato in L’uomo che verrà di Giorgio Diritti (Festival di Roma, 2009, e vincitore del David di Donatello come migliore film, 2010). Numerose le fiction televisive a cui ha preso parte, tra cui Elisa di Rivombrosa, Il giudice Mastrangelo, Il bambino sull’acqua, Il commissario Manara. Eleonora, attrice e scrittrice con due esordi importanti: al cinema con Citto Maselli e nella narrativa con Einaudi. Ci racconti come sei riuscita a partire dall’alto? “I miei genitori mi hanno insegnato fin da piccola ad avere fiducia nei miei talenti, a patto di continuare a studiare, impegnarmi e coltivarli. Questa fiducia naturale e senza spocchia, unita al senso del lavoro, è sempre stata per me un punto di partenza per tutto. Così, sia quando ho deciso di fare l’attrice che quando ho deciso di scrivere, mi sono rivolta alle due agenti più quotate nel settore, che mi hanno accettato nella loro scuderia. Non nego che ci sia stata una piccola dose di fortuna. Nei campi artistici confesso che un po’ serve.”
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Nel tuo ultimo romanzo Gli ipocriti scrivi dell’inautenticità del mondo degli adulti, nel precedente, Le difettose, hai raccontato le donne che percorrono la strada della fecondazione artif iciale come la loro personale via crucis. Come nascono, e da dove, le idee per le tue storie? “Per le mie storie parto da urgenze personali, quasi da ossessioni. Nel momento in cui capisco cosa ho veramente voglia di mettere sotto la lente di ingrandimento, l’immaginazione si mette al galoppo e io cerco di starle dietro. In questo caso mi interessava raccontare quell’età fragile e potente che è l’adolescenza, fotografata nel momento del traghettamento verso il mondo adulto. Quel momento della vita, cioè, con i suoi innamoramenti esplosivi e gli improvvisi cambi di umore, le sfide, le lotte, l’inquietudine nel cercare di dare un ordine all’esistenza, gli impulsi sessuali e le riflessioni sul senso delle cose. Mi interessava la famiglia, in particolare il rapporto padre e figlia, e quello che succede quando una figlia scopre i segreti e le bugie dei genitori. E mi interessava la religione, la religione nostra, quella cattolica. Con tutte le sue contraddizioni. E
soprattutto, come già era stato ne Le difettose, mi interessavano le nostre debolezze.” Gli ipocriti è raccontato attraverso gli occhi di un’adolescente, Manu: come hai costruito questo personaggio? “Pasolini diceva che i personaggi sono la vera carne di un romanzo e io sono d’accordo. Parto sempre da loro. Per Manu ho innanzitutto fatto memoria emotiva sulla mia giovinezza, per recuperare ricordi, sensazioni, disagi, inquietudini. Poi ho intervistato tante ragazzine dei giorni nostri, cercando di entrare nel loro linguaggio. Alla fine ho tolto quasi tutto il gergo giovanile ma il percorso mi è servito per trovare la voce di Manu, il suo modo di sentire il mondo ed esprimersi, verosimile ma non ovvio. Suo, soltanto suo. Unico.” Puoi anticiparci qualcosa dei tuoi prossimi progetti? “Ho appena terminato tre lavori commissionati: un saggio sui temi attuali della bioetica, il soggetto per una serie televisiva e un monologo teatrale ispirato a Elsa Martinelli, la grande stilista italiana della prima metà del secolo scorso. Ci sono proposte che mi risuonano subito.”
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L’AGENZIA GUARDIGLI ASSICURA VINCE LA POLIZZA D’ORO
VINTO DALL’AGENZIA DI FORLÌ-FORLIMPOPOLI IL MASSIMO RICONOSCIMENTO ISTITUITO DALLA COMPAGNIA ITALIANA ASSICURAZIONI.
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La squadra di Italiana Assicurazioni Guardigli Assicura ha vinto ancora una volta. Si tratta della Polizza d’Oro 2014, istituita dalla Compagnia come massima testimonianza delle capacità professionali espresse nel corso dell’anno. Il riconoscimento è stato consegnato a Cristina e Antonio Guardigli, che dirigono l’Agenzia, durante la cena di gala che si è svolta in Messico in occasione del viaggio incentive 2015. Il premio, recita la motivazione, è stato assegnato per le sinergie operative realizzate,
per gli importanti risultati conseguiti, e per aver affrontato con impegno e dedizione le sfide del mercato e conseguito ottimi risultati. “Negli ultimi anni ci siamo sempre posizionati tra le prime cinque agenzie – affermano Cristina e Antonio – ericeverlo è stata un’emozione unica perché si tratta della più grande gratificazione a cui potevamo ambire, ma soprattutto perché rappresenta il riconoscimento dei sacrifici svolti al servizio dei nostri clienti da parte di tutta la nostra squadra.”
SOPRA, LA POLIZZA D’ORO VINTA DALL’AGENZIA GUARDIGLI ASSICURA; A DESTRA IN ALTO, IL MOMENTO DELLA PREMIAZIONE AVVENUTA IN MESSICO, IN BASSO LO STAFF DELL’AGENZIA AL COMPLETO.
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Italiana Assicurazioni Guardigli Assicura Via Bertini, 200 – 47122 Forlì – tel. 0543 404719 Via V. Veneto, 29 – 47034 Forlimpopoli – tel. 0543 744835 www.italiana.it/agenziaguardigli Cristina Guardigli – cristinaguardigli@italianassicurazioni.it Antonio Guardigli – antonioguardigli@italianassicurazioni.it ININ MAGAZINE MAGAZINE57 2
LEGGERE
Omicidi di
PROVINCIA VIOLA TALENTONI È L’AUTRICE DI “LA TERRA DEL SOLE”, UN GIALLO ALLA AGATHA CHRISTIE AMBIENTATO TRA LA TOSCANA E LA ROMAGNA CON AL CENTRO LA RICERCA DI UN MISTERIOSO TESORO.
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La provincia di Forlì con Terra del Sole fa da sfondo a un giallo scritto da Viola Talentoni e pubblicato da Edizioni IN Magazine: un romanzo in cui si respira l’atmosfera dei migliori romanzi gotici, densi di personaggi misteriosi, segreti indicibili e luoghi inesplorati, e dove la leggerezza della scrittura accompagna il lettore in un piccolo universo fatto di amore, odio e avidità. È un romanzo che si legge velocemente, perché l’autrice riesce a dosare con accortezza suspense
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IN MAGAZINE
di Gianluca Gatta
e tensione al punto da costringere il lettore ad andare avanti, per scoprire come finirà la storia. Come è nata l’idea narrativa? “Io abito a Villa Rovere – dice Viola Talentoni – e quasi tutti i giorni attraverso Terra del Sole. C’è una leggenda popolare che racconta di cunicoli sotterranei che corrono tra Terra del Sole e Monte Poggiolo. Si crede che alcuni di questi, ancora rimasti segreti, fossero utilizzati da Caterina Sforza per andare a trovare gli amanti. Questa storia mi ha affascinato e un giorno, passando per Terra del Sole, mi venne l’idea di ambientare un giallo incentrato su una serie di cunicoli che si estendono sotto una bella villa di Terra del Sole e su un tesoro misterioso.” Il libro è come un omaggio ad Agatha Christie, di cui si respirano le atmosfere a ogni pagina e di cui si possono assaporare il ritmo e la precisione della scrittura. E in effetti la scrittrice inglese è uno dei riferimenti di Viola Talentoni: “Agatha Christie è stata una delle mie gialliste predilette. Da lei ho tratto spunto per Dora, la protagonista, che ricorda un po’ quei personaggi di giovani donne, spesso sfortunate e con problemi, che poi in realtà finiscono molto bene”.
C’è un po’ di autobiografico nel personaggio principale? “Non c’è nulla di autobiografico a parte il fatto che la protagonista, come me, è toscana e si trasferisce in Romagna. Io ho fatto la stessa cosa, sono toscana, sono stata per qualche tempo a Milano per lavoro e poi mi sono trasferita in Romagna, un po’ perché ho ereditato una casa in campagna e un po’ per amore.” Viola Talentoni non è nuova a esperienze letterarie. Ha cominciato a dedicarsi alla scrittura subito dopo essere andata in pensione, con la traduzione di due romanzi stranieri per Mondadori. Ma poi ha voluto dedicarsi a qualcosa di suo. Dopo una collaborazione con il settimanale Confidenze, su cui pubblicava articoli che raccontavano vicende vissute in forma di racconto, ha cominciato a scrivere romanzi. “Di sette ne sono stati pubblicati solo tre. Gli altri sono ancora chiusi nel cassetto.” Un’ultima domanda è d’obbligo: hai mai trovato un tesoro nella casa che hai ereditato? “Purtroppo no. La casa in cui abito non è bella come la villa del romanzo, è una casa di campagna. E non ci sono né tesori né cantine misteriose.”