Tariffa R.O.C.: Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB - FILIALE DI FORLÌ - Contiene i. p. - Reg. al Tribunale di Forlì il 20/12/2000 n. 34- EURO 3,00.
R I M I N I
GIF
Federica
SANO MA BUONO
VINTAGE / La moda evergreen TAMARA FIORINI / Stile alla francese FILIPPO SORCINELLI / La mistica dei profumi
N° 4 SETTEMBRE/OTTOBRE 2015
Rimini Via Circonvallazione Ovest, 3 • t. 0541 740740 Pesaro Strada della Romagna, 155 • t. 0721 27520
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IN UN ATTIMO, IL DESIGN.
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EDITORIALE
Q
Qualcosa che mi piace mi può fare anche bene? La risposta è “sì” per la foodblogger Federica Gif, che dal web alla carta stampata, fino alla radio, diffonde una gastronomia sana ma anche gustosa. E ancora di piacere in tavola si parla con l’accoppiata vincente dell’entroterra: vino e accoglienza, una formula che attira sempre più turisti stranieri. Nuove frontiere del gusto con il vintage e gli indirizzi più esclusivi a Rimini e Riccione per vestire di classe e con un tocco retrò. Moda contemporanea è invece quella di Tamara Fiorini, così come la creatività profumiera di Filippo Sorcinelli. E ancora tanti volti che creano, innovano, si avventurano nel mondo: l’architetto Fiorenza Matteoni, il musicista Simone Zanchini, il pittore Mauro Drudi, Federica Zuccarini ufficio stampa del Museo del Qatar, e tante altre storie tutte da leggere! Andrea Masotti
SOMMARIO
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ANNOTARE
Brevi IN
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ESSERE
Federica Gif
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DEGUSTARE
Cantine riminesi
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INDOSSARE
Vintage
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IDEARE
Federica Zuccarini
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CURARE
RICERCARE
Paola Emiliozzi
Filippo Sorcinelli
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www.inmagazine.it inmagazine@menabo.com DIRETTORE RESPONSABILE: Andrea Masotti REDAZIONE CENTRALE: Serena Focaccia ARTWORK: Lisa Tagliaferri IMPAGINAZIONE: Francesca Fantini CONTROLLO PRODUZIONE E QUALITÀ: Isabella Fazioli UFFICIO COMMERCIALE: Irena Coso COORDINAMENTO REDAZIONE DI RIMINI: Irena Coso STAMPA: Montefeltro di Celli F. - Rimini Anno XV - N. 4 Chiuso per la stampa il 28/09/2015 Collaboratori: Andrea Cesaretti, Arianna Denicolò, Marina Giannini, Alessandra Leardini, Lucia Lombardi, Serena Macrelli, Francesca Magnoni, Milena Massani, Eva Micucci, Melania Rinaldini, Antonella Zaghini Fotografi: Chico De Luigi, Riccardo Gallini, Donatello Iacobone
Teatri di San Marino
LAVORARE
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Redazione e amministrazione: Via Napoleone Bonaparte, 50 - 47122 Forlì Tel. 0543.798463 / Fax 0543.774044
INSCENARE
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Tamara Fiorini
EDIZIONI IN MAGAZINE S.R.L.
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AIUTARE
Rifugio di Ulmino
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INTRAPRENDERE
Come fare impresa
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RESTAURARE
Teatro Galli
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COSTRUIRE
Fiorenza Matteoni
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SUONARE
Seguici su FB: www.facebook.com/edizioni.inmagazine
Simone Zanchini
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Tutti i diritti sono riservati. Foto e articoli possono essere riprodotti solo con l’autorizzazione dell’editore e in ogni caso citando la fonte
DIPINGERE
Mauro Drudi
50 IN MAGAZINE
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ph Riccardo Gallini
ANNOTARE
La nuova collezione BALDININI RIMINI Alto artigianato
EXPO 2015 con DJ FABIANA MILANO Reduce dal successo
della Vogue Fashion’s Night di Firenze, dove ha suonato per il flagship store dell’innovativo marchio Ruco Line, DJ Fabiana (nella foto) proporrà una delle sue energizzanti playlist su una delle venti terrazze più glamour dell’EXPO di Milano, quella del padiglione Russia, progettato da Sergei Tchoban e il suo studio di architettura Speech, che ospita, il primo ottobre alle ore 19, un prelibato aperitivo a base di vodka e caviale, per un giovedì sera ad alto tasso di gusto. DJ Fabiana suonerà poi a Rimini il 9 ottobre per Centro Divino e il 10, durante la festa del Borgo Sant’Andrea, per la piadineria Lella in Via Covignano, con Alessandro Pagliarani al sax. (L.L.)
Quello che manca AL TUO ACQUARIO RIMINI Si chiama Aquatouch ed è stata presentata in anteprima
il 27 settembre ad Aquatica, la fiera di Napoli. Si tratta di una nuova app per gli appassionati di acquariologia, un’idea creata dall’imprenditore riminese Michele Marescalco (nella foto) – Direttore della catena Arte&Pizza – in collaborazione con il fratello Ivan e con il programmatore Massimo Maioli. Aquatouch consiste in un enciclopedico database che riporta meticolosamente tutte le informazioni su pesci d’acqua dolce e marina, invertebrati e piante che abitano gli acquari. È un sistema noleggiabile dagli acquaristi per selezionare gli esemplari che poi il cliente troverà fisicamente all’interno delle vasche. L’applicazione si aggiorna ogni volta in cui viene avviata e riporta informazioni sempre precise e aggiornate: le serre inseriscono la disponibilità di animali e piante, il negoziante è in grado di visualizzare cosa propongono e di confrontare i prezzi. L’app è stata realizzata in collaborazione con il marchio nazionale Sera. www.aquatouch.it (E.M.)
e senso dell’arte: questi sono i due riferimenti fondamentali delle collezioni primaveraestate 2016 di Baldinini. Il senso dell’arte ispira un lusso delicato e levigato, raffinato nei toni eterei e nei pellami, nelle lavorazioni pregiate e nelle finiture armoniose, con ricchi dettagli artistici e pittorici concentrati nei tacchi creativi, nei volumi scultorei, in zeppe istoriate. Le sofisticate decolleté si muovono tra luci e preziosismi di colore, tutto nei toni freschi da delicatessen settecentesche e evanescenze da affresco. La magia di preziosi monili, come etniche collane a dischi smaltati su cinturini metallici, reinterpretano iconicamente il sandal boot, alla caviglia o al ginocchio. Tra le vernici e gli scamosciati risaltano interventi pittorici sfumati e lavorazioni gioiello con fregi in foglia oro.
Oltremateria sbarca IN ESTREMO ORIENTE RIMINI Nell’hub internazionale di Material ConneXion Italia
“The Village”, realizzato all’interno di Designjunction per la London Design Festival, molti sono gli eventi dedicati ai più innovativi materiali. Tra questi non potevano mancare i brevetti Oltremateria®, ovvero le strapremiate, ecosostenibili e certificatissime Superfici del Benessere, ideate dai fratelli Casalboni di San Giovanni in Marignano. Azienda che tornerà a gamba tesa nella Terra del Sol Levante, sulla scia della partnership instaurata negli ultimi anni con il noto architetto giapponese Toshiyuki Kita di Osaka, già autore di mobili e complementi d’arredo per Cassina e di cui alcuni pezzi sono presenti al MoMa di New York. Kita ha trovato nell’azienda marignanese un ottimo alleato per sviluppare il suo nuovo progetto dedicato alla ristrutturazione, nei prossimi anni, di 9 milioni di abitazioni risalenti al dopoguerra. (L.L.) 6
IN MAGAZINE
ANNOTARE
Apre a Rimini ATENEO DANZA RIMINI Grande novità per gli
Quartopiano brilla A EXPO RIMINI L’anno di EXPO
è stato per il ristorante riminese Quartopiano ricco di eventi che lo hanno visto brillare nel firmamento della ristorazione. La Confédération Européenne des Gourmets, Consolato di Romagna, ha conferito un attestato di merito sia allo chef Silver Succi (nella foto) sia al direttore di sala Fabrizio Timpanaro. Ad agosto lo stand di Quartopiano Suite Restaurant è stato protagonista ad EXPO, all’interno del padiglione di Eataly. Ultima la partecipazione alla serata conclusiva del viaggio dell’EmiliaRomagna verso EXPO, organizzata da “Cheftochef” e Confagricoltura EmiliaRomagna, e alla preparazione dei 60 metri di pasta. (L.L.)
Ecomondo 2015 A RIMINI FIERA RIMINI La green economy va in scena a Rimini Fiera, dove
da martedì 3 a venerdì 6 novembre 2015 si terrà la 19a edizione di ECOMONDO, fiera internazionale del recupero di materia ed energia e dello sviluppo sostenibile, dove sono attesi oltre 100mila visitatori professionali. Saranno gli Stati Generali della Green Economy a caratterizzare le prime due giornate: l’appuntamento è promosso dal Consiglio Nazionale della Green Economy (65 organizzazioni di imprese rappresentative della green economy in Italia), in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e con il Ministero dello Sviluppo Economico. In apertura interverrà il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti e nella prima giornata avverrà la presentazione della relazione sullo stato della green economy in Italia. La fiera raccoglie oltre 1200 aziende espositrici organizzate su 16 padiglioni: dal trattamento e valorizzazione dei rifiuti, con un focus sulla biobased industry e la chimica verde, fino alla nuova proposta di Global Water Expo, dedicata al ciclo integrato delle acque, alle reti fognarie e alle tecnologie per l’efficienza, settore stimato in forte crescita. Quest’anno ci sarà inoltre un ulteriore incremento dell’area dedicato alle start up ambientali, che qui potranno incontrare potenziali investitori.
appassionati di danza e coloro che intendono intraprendere la carriera di danzatore. Chiara Giovagnoli, avvocato riminese, con un passato da danzatrice trascorso sui palchi americani ha inaugurato FAD Formazione Ateneo Danza Polo di Rimini, terza sede della prestigiosa accademia professionale Ateneo Danza, curata con la co-direzione artistica e didattica della Maestra Stefania Sansavini, diplomata in danza classica con la massima qualifica di Fellow rilasciata dall’Imperial Society of Teachers of Dancing di Londra, e la direzione amministrativa di Sabina Sansavini. FAD è prima di tutto danza classica, ma prevede anche danza moderna e contemporanea, Danzargiocando, Body Code System, Master Strech e tanto altro. info@ateneodanza.it
Premio Atlantic 2015 AI RICCHI E POVERI RICCIONE In occasione del concerto alla discoteca Mon Amour
di Riccione, il vicesindaco della città, Luciano Tirincanti, ha consegnato al gruppo storico dei Ricchi e Poveri (nella foto durante la premiazione) il premio Atlantic 2015. L’occasione per la premiazione è stata il 45° anniversario dall’uscita del singolo La prima cosa bella, con testo di Mogol e musica di Nicola di Bari e Gianpiero Reverberi, che lanciò a Sanremo il gruppo, che poi avrebbe confermato il successo musicale l’anno successivo con il brano Che sarà. Il premio nasce da un’iniziativa dell’Atlantic Hotel Congressi, il punto di riferimento professionale per chi desidera incontrare colleghi, collaboratori e clienti in un ambiente confortevole, elegante e ben organizzato, con a disposizione sale per piccole riunioni fino a spazi da 300 posti per meeting e convegni. 8
IN MAGAZINE
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Grande moda AL CASTELLO
Natura e Artificio a SAN PATRIGNANO
RIMINI Grande successo
RIMINI Trentuno fotografie
per Il Castello va… di moda!, appuntamento con la creatività del mondo fashion Made in Rimini a cura di Confartigianato e CNA, che quest’anno hanno riunito le loro proposte in un unico grande appuntamento l’11 settembre scorso nel suggestivo scenario della Corte del Soccorso di Castel Sismondo. Undici le aziende in passerella, tutte applaudite dal folto pubblico, che ha accolto come ospite d’onore Patrizia Deitos, modella e cantante riminese. Proprio per la collocazione all’interno della rocca malatestiana e nell’ambito del cartellone di Castel Sismondo Estate, promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini, la sfilata ha proposto anche i contenuti della rievocazione medievale per rendere omaggio ad un monumento di straordinario fascino.
d’autore donate a San Patrignano, in un percorso di ampio respiro dal titolo “Natura e Artificio”. Progetto artistico di San Patrignano, curato dell’architetto Franco Origoni e Aldo Colonetti, è culminato con un’asta di raccolta fondi per sostenere la Comunità di recupero, lo scorso 17 settembre a Palazzo Clerici a Milano. La raccolta di immagini, che è visibile sul sito naturaeartificio. sanpatrignano.org, indaga la linea di confine che corre tra la dimensione del naturale e quella dell’artificiale attraverso il punto di vista di trentuno grandi nomi della fotografia internazionale, tra cui troviamo Sebastiao Salgado, Giovanni Gastel, Fabrizio Ferri, Mimmo Jodice, Oberto Gili, Maria Vittoria Backhaus, Ferdinando Scianna, Steve McCurry. (L.R.)
Apre Extrafit nel RUBICONE FASHION SAVIGNANO SUL RUBICONE Inaugurato il nuovo centro Extrafit in Piazza Trattati di Roma, 1 all’interno del Rubicone Fashion presso il Romagna Shopping Valley. “Dopo il successo di Carpi e Bologna abbiamo voluto portare anche a Savignano la nostra realtà – spiega Sergio Beccalli (nella foto, a sinistra, con Pierluigi Alessandri di Technogym) titolare –. Offriamo ai nostri soci un servizio eccellente a costi concorrenziali, utilizziamo solo attrezzatura Technogym e collaboriamo con trainer altamente qualificati. Inoltre la sospensione dell’abbonamento fino a sei mesi permette di ottimizzare al massimo la propria spesa.” Socio di Extrafit è Andrea Nuti, attuale preparatore del Carpi F.C. 1909, nonché vicecampione europeo indoor nei 400 metri a Genova nel 1992.
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IN MAGAZINE
ESSERE
Sano ma
BUONO
FEDERICA GIF È BLOGGER E AUTRICE DI UN LIBRO IN CUI SVELA I SEGRETI DI UNA CUCINA SANA E GUSTOSA, A PARTIRE DALLE RICETTE DELLE NOSTRE BISNONNE. di Lucia Lombardi / ph mipiacemifabene.com
M
Mipiacemifabene.com è nato sul web per la voglia di condividere le sue ricette con relative fotografie, video ricette, conferenze scientifiche sull’alimentazione. “Per comunicare il messaggio che alimentarsi in maniera sana e preferire ingredienti di origine vegetale, non significa rinunciare al gusto e nutrirsi di sola insalata!” dichiara Federica Gif, artista, DJ e blogger riminese, nota a livello nazionale, considerata Miglior Green Food Blog. Dopo aver conquistato innumerevoli premi nel settore, approda ai nuovi palinsesti di Rai Radio2 con una rubrica tutta sua all’interno della trasmissione Miracolo Italiano. “Il cibo non è solo un elemento funzionale, bisogna anche goderne – chiosa ancora –. Utilizzando cereali integrali, legumi, frutta e verdura si possono preparare tante pietanze squisite per deliziare i palati anche più esigenti restando in salute! Le persone che mi seguono hanno mostrato interesse sin dagli esordi, nel 2012, quando ho deciso di aprire il blog e oggi lo stesso ha preso altre forme,” come Più ricette sane meno
ricette mediche, edito da Macro Edizioni, un progetto dal titolo altamente programmatico e in cui ha raccolto numerose ricette inedite, tutte illustrate e preparate seguendo la filosofia del suo blog, mettendo in atto gli insegnamenti del prof. Berrino (Medico ed Epidemiologo dell’Istituto dei tumori di Milano) e seguendo le linee guida del Codice Europeo per la Prevenzione dei Tumori. All’interno del libro è contenuta anche l’intervista che Federica ha rivolto personalmente a Berrino. “Il mio scopo è di conferire una sfumatura pop alla cucina della bisnonna per dare vita a una nuova tradizione più consapevole e proporre piatti gustosi e al contempo salutari, perciò è nato mipiacemifabene.” I suoi menù li realizza nella piccola cucina di casa. “Non servono ambienti enormi per cucinare per la propria famiglia – ammette –. Ho anche un fazzoletto di terra dove coltivo gli ortaggi che utilizzo tutti i giorni, come le verdure a foglia; bietole, cicoria, basilico, prezzemolo, sedano, radicchio e IN MAGAZINE
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parte delle proposte nei bar o banchetti degli istituti sono pessime. La cosa che trovo inconcepibile è che in ogni scuola sembra non possano mai mancare le bibite gassate e i panini con insaccati o carne. Il fatto è che bisognerebbe dare delle valide alternative. Andrebbe cambiato tutto, proprio a partire dal pane! Io avrei tante idee da proporre e sono sicura che i ragazzi accoglierebbero bene e sarebbero meno nervosi a metà mattina perché, si sa, tutti quegli zuccheri raffinati e i grassi saturi non fanno bene.” Anche una salutista come lei ama concedersi dei pasti fuori casa e “non ho mai trovato grandi difficoltà; al ristorante si trovano sempre valide alternative e poi io adoro la pizza e se esco spesso mi
insalata da taglio, sono tutte una garanzia e crescono anche in vaso, a prova di pollice nero! Poi coltivo anche ortaggi che non si trovano abitualmente qua, come il goya, tipico di Okinawa, l’isola che conta il maggior numero di ultracentenari in salute. È facile da coltivare in maniera non dissimile dal cetriolo, vanta tante proprietà, in particolare aiuta a mantenere stabile la glicemia e regola il colesterolo. Io lo mangio volentieri, ha un sapore amarognolo che si sposa bene con quello dolce delle carote e della cipolla di Tropea. Le verdure e il goya saltati insieme al tofu e alla salsa di soia sono il piatto tipico di Okinawa, il goya chanpuru e, ormai, anche di casa mia.” E di cui anche suo figlio va ghiotto. “Lui a casa mangia volentieri tutti i piatti che preparo, ma ormai è grande quindi libero di scegliere l’alimentazione che ritiene più opportuna. Credo sia anche giusto fare esperienze per poter scegliere in maniera più consapevole la strada giusta.” Anche a scuola bisognerebbe sostenere un’alimentazione corretta. “Purtroppo la scuola in questo non insegna; la maggior 14
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“IL MIO SCOPO È DI CONFERIRE UNA SFUMATURA POP ALLA CUCINA DELLA BISNONNA PER DARE VITA A UNA NUOVA TRADIZIONE PIÙ CONSAPEVOLE E PROPORRE PIATTI GUSTOSI E AL CONTEMPO SALUTARI, PERCIÒ È NATO MIPIACEMIFABENE.”
oriento su quest’ultima. La pizza è una grande invenzione perché puoi decidere di farcirla a seconda del gusto del momento. Di solito la scelgo alle verdure fresche di stagione alle quali a volte aggiungo olive, carciofini e funghi. Certi alimenti li ho eliminati da tanti anni, ad esempio carne e affettati, e non mi mancano affatto. Su altri faccio qualche eccezione, ad esempio a casa di amici capita di trovare pietanze preparate con uova o formaggi; io a casa non li utilizzo mai ma, come sottolinea spesso anche il prof. Berrino, se alimenti di origine animale vengono assunti con parsimonia e in maniera occasionale non provocano danni alla salute.”
Dal blog ALLA CARTA Federica Gif nel 2013 ha ricevuto una nomination come miglior rivelazione foodblogger ai Macchianera Italian Awards, gli Oscar del Web, classificandosi fra i primi tre blog di cucina in Italia. Nel 2014 ha ricevuto nuovamente una doppia nomination agli Oscar del Web come Miglior Foodblogger e Miglior Sito Food. Si è poi aggiudicata il primo posto come Miglior Green Food Blog ai Malvarosa Foodblogger Awards. Da quest’anno cura una rubrica all’interno della trasmissione Miracolo Italiano condotta da Fabio Canino e LaLaura in onda su Rai Radio2. Dopo il lancio al Sana di Bologna, il libro Più ricette sane meno ricette mediche sarà presentato il 3 ottobre alle ore 17.00 alla Feltrinelli di Rimini. Seguiranno poi altri appuntamenti a Roma, Milano, Ferrara. Tutti gli aggiornamenti sul blog www.mipiacemifabene.com e sulla pagina di gradimento www.facebook.com/ mipiacemifabene.
A DESTRA, FEDERICA GIF IN UN RITRATTO “NATURALE”; A SINISTRA, CON GUALTIERO MARCHESI.
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“MI DIVERTO A CREARE NUOVE COMBINAZIONI OPPURE A REPLICARE GRANDI CLASSICI. AMO ANCHE INVENTARE PIATTI CON GLI AVANZI PER EVITARE GLI SPRECHI, OLTRE AD ESSERE UTILE È DIVERTENTE METTERSI ALLA PROVA CON QUELLO CHE SI HA A DISPOSIZIONE!”
UN’IMMAGINE TRATTA DAL LIBRO DI FEDERICA GIF, PIÙ RICETTE SANE MENO RICETTE MEDICHE.
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Per lei cucinare è uno stato di grazia. “Mi diverto a creare nuove combinazioni oppure a replicare grandi classici. Amo anche inventare piatti con gli avanzi per evitare gli sprechi, oltre ad essere utile è anche divertente mettersi ogni giorno alla prova con quello che si ha a disposizione! Il mio è un libro che raccoglie ricette golose e salutari che ho testato su tanti onnivori, ma sono adatte anche a chi ha scelto di adottare un’alimentazione vegana.” Il suo approccio alla gastronomia è invogliante, creativo, ed è adatto anche a chi ha poco tempo o poca affinità coi fornelli, perché propone delle alternative gustose e salutari. “Personalmente in un libro di cucina cerco spunti e credo che in Più ricette sane meno ricette mediche se ne possano trovare diversi. A volte guardando una bella immagine mi si accende una piccola fiammella e mi diverto ad alimentarla partendo proprio da quell’impulso. Il mio libro è ricco di foto, non potrei immaginare un libro di cucina
senza immagini.” Salverebbe il ricettario di Pellegrino Artusi! Un incontro che ha cambiato la vita di Federica è stato quello col prof. Berrino, ne è rimasta coinvolta perché è “uno che non scende a compromessi, che non si è mai venduto alle multinazionali. È un uomo di scienza ma in quello che dice c’è un’etica profonda. Ho avuto più volte occasione di parlare con lui e lo seguo spesso alle sue conferenze in giro per l’Italia e all’Istituto Internazionale dei Tumori di Milano; ogni volta ne esco arricchita. Inoltre il professore è un grande comunicatore e ha anche uno spiccato senso dell’umorismo. Grazie a queste qualità riesce a trasmettere informazioni di tipo scientifico con naturalezza. In un mondo in cui alcuni medici prestano il proprio volto per diete dimagranti creando veri e propri imperi e tanti futuri malati e certi nutrizionisti diventano testimonial di tanti prodotti industriali per fare business, credo che sia sempre più difficile orientarsi.” Berrino resta un punto di riferimento! Sappiamo che il cibo influenza il nostro benessere, ma che la carne, anche quella della nostra blogger, è debole. Il giorno dopo uno stravizio corre ai ripari preparandosi “una zuppa di miso e un piatto misto composto da abbondanti verdure cotte e crude, un cucchiaio di legumi, un po’ di riso integrale o un altro cereale in chicco (miglio, grano saraceno, avena, orzo, quinoa) e mi sento subito meglio. Per lo stomaco sottosopra invece trovo che la crema di riso integrale sia medicamentosa.” Provare per credere!
DEGUSTARE
I sei assi
DEL VINO SEI CANTINE RIMINESI RACCONTANO L’ECCELLENZA NELLA PRODUZIONE ENOLOGICA PER UN VIAGGIO INDIMENTICABILE NELLA DEGUSTAZIONE DEI VINI LOCALI. di Alessandra Leardini / ph Riccardo Gallini
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Un’accoppiata tutta da brindare, quella tra vino e turismo. Non stiamo parlando delle campagne toscane né di quelle umbre e siciliane, che i Travelers’ Choice Wine Destinations Awards hanno di recente piazzato nella top ten europea delle migliori mete per gli amanti del buon vino. Se è vero che l’offerta enogastronomica italiana da sola attira il 5% dei turisti del Belpaese con 18 milioni di presenze l’anno (il 7% se si considerano gli stranieri), anche le colline romagnole, e quelle riminesi in particolare, si stanno sempre più attrezzando per conquistare questa fetta di mercato. E sono sempre più un’attrazione per chi desidera una vacanza alternativa a quella balneare. Un soggiorno immerso nella natura, condito da prodotti tipici d’eccellenza del territorio, a cominciare dai rossi e bianchi Doc che nascono dai vitigni della provincia riminese, meno noti a livello internazionale, forse, ma che nulla hanno da invidiare per qualità ai calici delle regioni vinicole italiane più apprezzate. Sono diverse le cantine nostrane, soprattutto della Valconca, che hanno sposato la linea dell’agriturismo e del bed&breakfast. È il caso della Tenuta Santini, la culla del Beato Enrico, per citare il suo rosso più rappresentativo. Questa azienda agricola corianese già tre anni fa ha aperto nella sua casa colonica due appartamenti e un’area camper. “Il rapporto tra vino e turismo è biunivoco – afferma Sandro Santini –, c’è chi viene da noi perché conosce i nostri prodotti e chi arriva per una vacanza all’insegna della natura e del buon cibo e ha modo poi di apprezzarli durante il soggiorno.” Da Pasqua a fine settembre l’agriturismo è sempre pieno. “L’80% dei nostri ospiti sono stranieri: tedeschi, olandesi
e austriaci che si fermano in media per una settimana.” Quanto all’area camper, Santini ha in progetto una ristrutturazione: “Vorremmo dotarla di alcuni cottage usufruendo dei nuovi bandi regionali. Ma abbiamo bisogno che l’Amministrazione ci aiuti velocizzando le pratiche burocratiche necessarie per l’accesso ai fondi. Il binomio vino-turismo ha alte potenzialità, ancora per lo più inespresse. Dobbiamo offrire più servizi alla nostra clientela e, quindi, aver modo di allargarci.”
PER LA VENDEMMIA 2015 LE PREVISIONI FORMULATE DA ASSOENOLOGI SONO ROSEE IN TUTTA ITALIA, CON UNA BUONA PRODUZIONE DI GRAPPOLI E UN MILLESIMO CHE, GRAZIE AL CLIMA FAVOREVOLE, SARÀ DI OTTIMA QUALITÀ
Sale al 90% la quota di stranieri tra i vacanzieri dell’agriturismo La Fiammetta. Questa azienda di Croce di Montecolombo, tutta familiare, fondata dai nonni degli attuali titolari, Fiammetta e Benito, affianca ai due appartamenti anche una piscina. “Abbiamo soprattutto olandesi, belgi e tedeschi – afferma Matteo Panzeri –che cercano un posto tranquillo per visitare l’entroterra perché sono interessati a questo, più che al mare.” Il soggiorno, in media di una settimana, si arricchisce di visite guidate alla cantina e degustazioni. “Collaboriamo anche con i Bike Hotel di Riccione. Pochi giorni fa abbiamo ricevuto per la vendemmia due gruppi di IN MAGAZINE
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cicloturisti americani e canadesi dell’Hotel Belvedere. Hanno pigiato l’uva con i piedi come si faceva una volta e, ovviamente, assaggiato le nostre etichette.” Il 20 settembre La Fiammetta ha anche inaugurato un vigneto didattico con duecento specie di vitigni tra i più apprezzati del Belpaese, dal Piemonte alla Sardegna, e un filare dedicato ai vitigni stranieri. Un ulteriore modo per portare in questo angolo di Valconca i palati più appassionati. Ancora più su, a Gemmano, la Tenuta Carbognano è meta di turisti per lo più finlandesi, tedeschi, inglesi e slovacchi. “Desiderano la quiete, il mare
LE STIME DELLA VENDEMMIA 2015 PREVEDONO PER LA REGIONE EMILIA-ROMAGNA UN INCREMENTO NELLA PRODUZIONE VINICOLA DI QUEST’ANNO CHE SI AGGIRA ATTORNO AL +5% RISPETTO AI NUMERI PRODOTTI NELL’ANNO PASSATO.
lo frequentano poco. Quando scendono verso la costa preferiscono le spiaggette chiuse come la Vallugola,” spiegano Ornella Petz e Marco Grossi. Questa coppia di sommelier, dopo aver gestito per undici anni il Wine Bar in viale Ceccarini a Riccione, ha fatto una scelta radicale. “Dopo anni di orari sballati e turni frenetici abbiamo cercato una qualità di vita migliore qui in campagna – continua Ornella –. Siamo qui dal 2005, abbiamo fatto la prima vendemmia nel 2007 e ora abbiamo in previsione di allargarci ristrutturando una parte di casale per ricavarne altri appartamenti.” Anche qui la vendemmia attira la curiosità degli ospiti, cicloturisti compresi. “Durante il soggiorno restano basiti: 20
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non si aspettavano che la nostra campagna fosse così bella. Ma la più grande soddisfazione arriva quando li vedi ripartire con la macchina carica dei nostri vini!” Anche nella splendida cornice della Valmarecchia l’agricoltura si sposa con l’ospitalità pluristellata. A Montebello la Tenuta Saiano dispone di cinque camere arredate con un gusto ricercato, ciascuna con un proprio stile, affacciata sul vigneto o con una vista che si allarga all’intera vallata. La formula, come spiega Cristina Maggioli, è quella del bed&breakfast. “La maggior parte dei clienti ci scelgono perché conoscono e hanno già avuto
SOPRA, SANDRO SANTINI DELLA TENUTA SANTINI; SOTTO, LO STAFF DELL’AGRITURISMO LA FIAMMETTA.
modo di apprezzare la cucina del nostro ristorante, La Sangiovesa, nella vicinissima Santarcangelo.” Alla base però c’è soprattutto il desiderio di trovare uno spazio contemplativo, “dove staccare da tutto e da tutti, trovare la quiete necessaria per meditare o anche scrivere un libro.” Non a caso le camere, comunque dotate di wifi, sono prive di televisore. Le colazioni offrono esclusivamente prodotti coltivati in azienda mentre la cantina sfoggia i quattro vini della Tenuta per merende a base di salumi e Sangiovese e degustazioni anche da parte di gruppi che arrivano appositamente per questi assaggi, pur non soggiornando nel Resort. Poco distante, l’Olfattorio sprigiona profumi e oli essenziali. Tra i clienti, anche russi e americani, come la coppia che qualche settimana fa ha scelto di sposarsi in questo angolo di paradiso. È prevalentemente italiana invece la clientela di Case Mori, nelle prime campagne riminesi, che dispone di quattro camere. “Si tratta di famiglie che arrivano in Riviera per i parchi tematici, di coppie che cercano un po’ di relax nel verde ma anche di uomini d’affari che partecipano ai congressi e alle fiere organizzate nel territorio,” spiega Nicola Pelliccioni. Scelgono una struttura alternativa agli alberghi della costa, ma comunque nelle vicinanze delle principali attrazioni della riviera. “I nostri ospiti – continua – si fermano in media tre notti e rispetto agli agriturismi più in collina si fermano poco nella nostra azienda agricola perché preferiscono girare nel territorio. Hanno comunque modo di conoscere e apprezzare nel nostro ristorante i nostri vini e gli altri prodotti.” È tempo di assaggi anche per la Tenuta Mara a San Clemente. “Effettuiamo già ora visite guidate alla cantina, con richieste anche dall’estero, ma l’intenzione è di ingrandirci così da offrire, in futuro, questa opportunità ad ancora più ospiti,” anticipa Gian Maria Emendatori. Attual-
IN ALTO, ORNELLA PETZ E MARCO GROSSI CHE GESTISCONO LA TENUTA CARBOGNANO; IN BASSO, CRISTINA MAGGIOLI DELLA TENUTA SAIANO.
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I PRINCIPI BIODINAMICI NELLA COLTIVAZIONE DELLE VIGNE - COSÌ COME NELL’AGRICOLTURA IN GENERALE - SI FONDANO SU UN’IDEA DI UTILIZZO INTEGRATO DELLE FORZE NATURALI, EVITANDO L’IMPIEGO DI CONCIME CHIMICO E VELENI.
mente, infatti, la Tenuta è oggetto di alcuni lavori di ristrutturazione che rafforzeranno e amplieranno la parte ricettiva ed esperienziale, a prescindere dalla vendemmia. “Ospitiamo opere d’arte di autori di fama internazionale e di maestranze locali, dislocate sia all’interno della cantina che
in uno straordinario percorso en plein air. La Sala della musica, con un pianoforte gran coda Fazioli, grazie alla sua vista sull’intera vallata si propone come location ideale per eventi, concerti e vernissage.” Del resto, quello tra arte, musica e vino è un legame da sempre profondo per questa azienda vitivinicola. Il suo Sangiovese Maramia, prodotto con le tecniche dell’agricoltura biodinamica, prima cresce ascoltando le note mozartiane diffuse nella vigna e poi riposa nelle botti, in cantina, cullato dalle sonorità dei canti gregoriani. “Il vino per noi è un essere vivente in continua mutazione, che può svilupparsi armonicamente solo in un’atmosfera di pace.” Anche il settore del wine & wedding, già ampiamente sviluppato all’estero, è un possibile traguardo per questa Tenuta tutta da scoprire.
IN ALTO, NICOLA PELLICCIONI DI CASE MORI; IN BASSO GIAN MARIA E GIORDANO EMENDATORI CHE GESTISCONO LA TENUTA MARA.
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INDOSSARE
La moda
EVERGREEN QUANDO LA PASSIONE PER LA MODA SUPERA I LIMITI DELLE STAGIONI: IL VINTAGE È IL NUOVO TREND PER UN GUARDAROBA GRIFFATO A PREZZI ACCESSIBILI. di Serena Macrelli / ph Riccardo Gallini
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Se il tempo dona fascino e charme, la storia regala l’esclusività di abiti ormai rari, testimonianze delle eccellenze della moda, di stili inimitabili, dell’eleganza intramontabile. Il vissuto di qualità attualissimo permette, invece, di indossare sogni e desideri. Il vintage e l’usato contemporaneo sono sempre più amati. Si cerca il capo da collezionare, il tocco per distinguersi, il vestito firmato da mettere in una serata particolare o dal quale non separarsi mai. Basta conoscere gli indirizzi giusti. E a Rimini e Riccione ci sono veri e propri scrigni in cui trovare ciò che si cerca. Aperto 25 anni fa Mai Visto, in
IL TERMINE VINTAGE DERIVA DAL FRANCESE ANTICO “VENDENGE”, CHE SIGNIFICA “VENDEMMIA”, E IN ORIGINE ERA LA DENOMINAZIONE GENERICA PER I VINI PREGIATI D’ANNATA. OGGI PER ESTENSIONE IDENTIFICA OGGETTI DI PREGIO DI GUSTO NON ATTUALE.
via Virgilio a due passi da viale Ceccarini, è tappa obbligatoria per gli appassionati di pezzi ricercatissimi dagli anni ’40 agli anni ’80 delle griffe più prestigiose. Moda e accessori da donna, scelti dalla proprietaria Beatrice Leccese, e da uomo selezionati dal figlio Francesco, impegnato nella ricerca in Italia e all’estero. Sparsi per il negozio cappelli dalle fogge bizzarre, gonne di tutte le lunghezze. Tra giubbotti militari, camicie in chiffon, foulard di seta spicca anche la scacchiera in legno e pelle che Gucci regalò a uno dei suoi più cari dipendenti. Ma sono le borse a essere le più richieste e a Mai Visto ci sono delle vere rarità dallo stile inconfondibile. In una teca sono conservati un bauletto allungato, una borsa 26
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nel velluto pregiato con cui si confezionavano i mantelli per i Papi e una pochette in corda anni ’50 di Roberta di Camerino. In un altro angolo spiccano le intramontabili Chanel. Una vera collezione da esposizione è formata da borse anni ’50 e ’60 di Gucci in pelle di cinghiale. Abiti particolari? “Ne abbiamo avuti e ne abbiamo tanti. Abiti di Valentino e Saint Laurent fatti con Swarovski. Un pantalone in lurex di Pucci, un caftano di Roberto Capucci. Ricordo un abito sartoriale anni ’60 con perline in pasta di vetro e uno in metallo di Paco Rabanne. Modelli che si trovano già in diversi
SOPRA, BEATRICE LECCESE NEL SUO NEGOZIO MAI VISTO; SOTTO, LE TITOLARI DI VINTAGE SANKT-MO.
musei”. Pezzi unici riservati alle mostre e agli appuntamenti importanti, come la Vintage Selection o il Next Vintage, dove buyer e fashion designer vanno per acquistare o prendere ispirazione. “Si guarda al passato per pensare al futuro. Le mostre e le fiere sono un’attività indispensabile per trovare sempre nuove energie. Francesco partecipa e gira molto, non vogliamo affidarci solo ai fornitori specializzati, ma cerchiamo anche in maniera autonoma nei negozi antichi, in Italia, a Berlino, in Svizzera”. Che tipo di clientela visita il vostro negozio? “Chi indossa il vintage ha una personalità più spiccata, ama farsi notare e ha curiosità. Vengono persone di tutte le età, dalle ragazze alle signore. Gli uomini sono spesso più informati, entrano sapendo già cosa vogliono. Tanti anche gli stranieri”. Spesso è un’intuizione a rivelare i trend che verranno. Così un jeans tagliato anni ’80 abbinato alla giacca di un frac del Novecento, esposto in vetrina qualche anno fa, è diventato ora assolutamente all’ultima moda. “Bisogna anche fare scelte più rischiose e osare per anticipare il futuro grazie al passato”. Estrosi, colorati, stile english, invece, i capi anni ’70, ’80, ’90 di Vintage SanktMo. Aperto nel cuore del centro
storico di Rimini da Simonetta Sanchi un anno e mezzo fa, questo store si caratterizza per lo stile eclettico dalle fantasie originali, le nuance bizzarre, gli abiti un po’ più appariscenti affiancati ai classici del vintage. Impermeabili di Burberry e maglie-pellicciotto ormai introvabili, giubbotti della Belstaff e vestaglie tutte in paillette a righe rosse e blu da luci della ribalta. Tra scaffali e appendiabiti si può avere la sorpresa di incontrare pezzi eccentrici da abbinare a degli ever green per osare, stupire, divertirsi a prezzi molto vantaggiosi. Come è nata questa attività? “Prima di aprire a Rimini – racconta Simonetta Sanchi – il negozio si trovava a Cattolica. Poi abbiamo pensato di osare e trasferirci in questa zona centralissima tra il Duomo e piazza Ferrari”. Due grandi vetrine, una bella poltroncina dal tessuto tipicamente anni ‘70, lampade di modernariato, ma soprattutto abiti e accessori dalle linee eterogenee che attirano l’attenzione di esperti e amanti del passato glamour o casual. “Lavoro nel settore dell’abbigliamento da sempre e già da giovanissima amavo fare ricerca stilistica nei mercatini, per questo motivo dai rifornitori specializzati scelgo solo capi che abbiano almeno più di vent’anni. Una passione che ho trasmesso anche alle
mie figlie Alessia e Alice”. Brand italiani, francesi, inglesi, americani: Pucci, Chanel, Ralph Lauren, Celine e tanti altri anche più alla portata di tutti. Quale accessorio è il più ricercato? “Molto richieste le cravatte, ancora di più i papillon e le bretelle a fantasia, oltre agli occhiali da aviatori ormai un vero e proprio must. Ne abbiamo avuto un paio della seconda guerra mondiale da veri intenditori. Soddisfatti anche le ragazze e, i ragazzi, l’angolo jeanseria Levis è rifornito continuamente come le intramontabili e sgargianti All Star anni ’80”. Non vintage ma abbigliamento firmato recentissimo quello che si trova da Amelie in via Castrocaro a Riccione. Un second hand luxury shop che è un piccolo tesoro di eleganza, originalità e qualità selezionate. “La realizzazione di un sogno che avevo fin da ragazzina” ci dice Mariella Molari, che, lasciata la carriera da sociologa, nel 2011 ha deciso di creare questo little shop in cui lusso e convenienza si incontrano. Dove trova gli abiti? “Da privati, da amiche. Della zona ma anche di Bologna, Milano, Firenze. Spesso chi acquista poi mi porta alcuni capi e viceversa. Sono molto rigorosa, scelgo in base al mio gusto oltre al fatto che devono essere vestiti e accessori in
MARIELLA MOLARI E LA FIGLIA FRANCESCA FRA I CAPI DI AMELIE.
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condizioni ottimali. Alcune volte hanno ancora il cartellino attaccato. Da un anno ho attivato anche la vendita on-line”. Capita di acquistare troppo velocemente, di non provare i vestiti e di accorgersi a casa di aver sbagliato taglia, di ricevere in regalo una borsa, un foulard che non si abbinano con nulla. Capita di stancarsi facilmente del pantalone troppo trendy. E allora, piuttosto che tenerli nell’armadio, ecco che una seconda vita attende cappotti, camicie, denim, décolleté griffati per la felicità di chi acquista pezzi chiccosissimi a prezzi accessibili. Le grandi firme da Amelie ci sono tutte: da Chanel a Prada, da Miu Miu a Gucci, da Valentino a
A PARTIRE DAGLI ANNI ’70 SONO INIZIATI A COMPARIRE NEGOZI E MERCATINI DELL’USATO, MA È DALLA METÀ DEGLI ANNI ’90 CHE SI È SVILUPPATO IL FENOMENO DEL VINTAGE COME UNA TENDENZA CHE COINVOLGE NUMEROSI APPASSIONATI.
BARBARA ZAVATTA FRA I PEZZI USATI DI PIANO B.
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Fendi. Stilisti italiani e stranieri. “È presente anche qualche marca meno prestigiosa, ma tutto è sempre selezionato secondo il mio stile”. Già fermandosi davanti alla vetrina è facile innamorarsi di un gilet di Neil Barrett, di stilose scarpe di Sergio o Gianvito Rossi, di una borsa di Stella McCartney, di un originale maglione di Blumarine. Quando poi si entra i colpi di fulmine si moltiplicano. “Le clienti tornano sempre - racconta Mariella Molari - Si affezionano. L’età è variabile. Tra le ragazze giovani, ad esempio, è tornato di moda l’abito elegante per qualche evento o per festeggiare il compleanno, così vengono qui per cercare il capo da sera originale”. E le occasioni certo non mancano. Come non mancano entrando nel negozio Piano B in via Gambalunga a Rimini. Un usato contemporaneo, dallo stile fashion victim, che rispecchia il gusto all’ultima moda della proprietaria Barbara Zavatta da sempre nel mondo dell’abbigliamento. Nell’intimo e curato spazio, cercando tra gli scaffali, sul bel tavolo centrale di Cassina o appesi alle pareti si trovano vestiti, scarpe, borse portabili e originali, di tendenza ma con quel tocco par-
ticolare che rende unico un abbinamento per distinguersi con creatività. Qual è la tendenza per il prossimo inverno? “Andranno moltissimo il velluto e il bordeaux, così ho messo in evidenza le giacche e gli abiti che ho in questo tessuto e in questo colore”. Tra cappottini, gonne, pantaloni a sigaretta, camicie casual, anche le eccentriche ma eleganti mantelle, acquistate da clienti di tutte le età, e gli eterni parka. Per le borse i brand sono i più ricercati (Tod’s, Prada, Fendi, Miu Miu), mentre per quanto riguarda il resto, solo per una clientela femminile, si possono trovare anche firme inusuali come Yamamoto o marche più cheap. “Ho avuto un abito in tulle di Romeo Gigli favoloso, ma scelgo soprattutto capi vendibili e fruibili di qualità e sempre attualissimi. La convenienza per me è importantissima. Sono un’agenzia di intermediazione e cerco di accontentare sia chi vende sia chi acquista. Ho una clientela fidelizzata e affezionata che ama cambiare spesso e approfitta degli ottimi prezzi”. Tra gli articoli più gettonati le scarpe, con il tacco altissimo o ballerine, con la zeppa o a tronchetto.
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Stile alla
FRANCESE LA STILISTA TAMARA FIORINI HA IDEATO GIJIBELLE, UN BRAND NATO A RIMINI MA CON UNA VOCAZIONE INTERNAZIONALE PER ESSERE ROMANTICHE E RAFFINATE.
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di Alessandra Leardini / ph Chico De Luigi
Giji come Ginevra, Belle come Isabella. Dall’unione di questi due appellativi – scopriremo poi perché suonano francese e a chi appartengono – nasce uno dei dieci brand emergenti riminesi che hanno sfilato a Castel Sismondo lo scorso 11 settembre per una delle serate più fashion dell’ultima estate. “Gijibelle” è il marchio rigorosamente Made in Rimini, ideato e realizzato da Tamara Fiorini, stilista che dopo anni trascorsi negli uffici Prodotto e Stile di alcune delle
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più rinomate case di moda del territorio, ha dato un taglio drastico al suo “abito” da dipendente per indossare quello dell’imprenditrice. Una scelta coraggiosa, mossa da una grande passione e voglia di fare. In sintonia con la dolcezza del suo nome, il brand Gijibelle si addice ad una donna romantica ma con carattere, abbraccia un target ampio che va dalla ragazza giovane, che si diverte a giocare con i volumi e i contrasti di colore, a una donna un po’ più
matura che non rinuncia al fascino, anzi ama valorizzare il proprio corpo e la propria sensualità, ma senza ostentare. Alla base c’è un lavoro di ricerca che Tamara ha attinto prevalentemente dai grandi stilisti francesi, da Christian Dior a Yves Saint Laurent, con qualche contaminazione da parte dei professionisti di moda emergenti che per questa stilista riminese sono una fonte inesauribile di ispirazione. “La moda l’ho sempre avuta dentro – ricorda Tamara –. È stata mia nonna a
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trasmettermi questa passione: lei era bravissima a cucire e io, fin da piccola, la osservavo e cercavo di imitarla lavorando ai ferri. Pensi che a 14 anni ho desiderato come regalo di compleanno una macchina per cucire!” Una passione cresciuta di anno in anno, confluita nella creazione dei primi vestitini e accessori per le bambole e il gatto di famiglia, e coronata, qualche anno più tardi, con una laurea all’Università di Bologna, indirizzo Costume e Moda ovviamente, anche se la carriera universitaria era iniziata alla Facoltà di Lettere dell’Università di Urbino. Tamara non ha avuto paura di cambiare per realizzare il suo sogno e quello che è accaduto dopo l’ha premiata. “Durante l’Università ho lavorato per un anno da Alberta Ferretti” racconta la stilista. “Terminati gli studi, e dopo uno stage presso Rosamunda, sono approdata a Interfashion e a International Promo Studio di Misano Adriatico dove ho lavorato prima come Assistente al Prodotto per brand come Gucci Sportwear e poi come Responsabile Stile per vari marchi tra cui Bottega Veneta e Givenchy”. Dopo qualche anno, in seguito alla nascita della seconda figlia Isabella, che oggi ha tre anni, ecco la svolta. “Un giorno un’amica negoziante mi chiese di realizzare alcuni modelli per la sua boutique. Il riscontro fu subito positivo e così, l’anno scorso, grazie anche al supporto di mio
marito, ho aperto la Partita IVA e ho fatto nascere il mio marchio”. Se la fase creativa e la ricerca dei tessuti è curata personalmente da Tamara, per la parte produttiva la stilista si affida a modelliste e laboratori sartoriali del territorio, così preziosi per la cura e l’approccio artigianale. “A fine settembre siamo usciti con il nuovo campionario e un’immagine completamente rinnovata a livello di comunicazione, grafica e packaging”. Alla base c’è però sempre quel nome francese che per questa creatrice ha un significato profondo: “Giji è il soprannome dato alla mia bambina più grande, Ginevra, dalla mia carissima amica francese Julie, Belle è invece l’appellativo con cui chiama Isabella. Oggi sono loro a ‘contaminare’ ogni mia creazione, soprattutto Ginevra che a soli 5 anni si diverte già a disegnare abiti. Per me questo è un motivo di grande stimolo. Cerco sempre di interpretare i suoi schizzi, di inserirli nei miei modelli, come ho fatto con le t-shirt della mia ultima collezione: i disegni sopra quelle magliette sono suoi”. La rete vendita comprende una serie di negozi tra Cesena e Fano, passando per Rimini, Riccione e Cattolica. Ma non è mancata, nel primo anno di vita di Gijibelle, qualche soddisfazione oltre confine: “Grazie a un amico le mie borse in rafia, interamente fatte a mano, hanno conquistato l’Irlanda. E so che qualche pezzo è finito pure in America”.
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RICERCARE
La mistica
DEI PROFUMI FILIPPO SORCINELLI DIVIDE IL SUO IMPULSO CREATIVO FRA L’IMPROVVISAZIONE MUSICALE E LA RICERCA OLFATTIVA: DUE ATTIVITÀ SOLO APPARENTEMENTE LONTANE. di Lucia Lombardi
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Filippo Sorcinelli è nel suo agire una figura quasi rinascimentale. Uno spirito eclettico. Egli serba in sé la curiosità e l’amore per differenti forme artistiche, che abbraccia tutte con lo stesso trasporto emotivo, come vi abbiamo raccontato in più occasioni. Questa volta lo incontriamo per ben due motivi: l’uscita di un intenso CD e la creazione di avvolgenti fragranze, dedicate sia alla persona sia all’ambiente. “Essere artisti nomadi in molte discipline significa avere impegnate tutte le giornate. Il pensiero non si stanca mai di lavorare – chiosa, col suo fare misterioso –. È pericoloso perché questo spesso vuol dire non fermarsi mai. Io oggi sono in questa nuova fase della mia vita. Mi sento bene soltanto quando sono dinamico. Sono pieno di energia quando trasmetto me stesso agli altri attraverso la libertà dei miei elaborati. È chiaro che tutto questo induce le persone a guardare all’interno di loro stesse, facendo emergere ogni sorta di emozione o di ricordi, belli o brutti.” Suoni e profumi risvegliano i sensi, suscitano emozioni, tu cosa vuoi trasmettere con
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queste produzioni artistiche? “Non è uscito un solo profumo, bensì tre fragranze che, io e il mio socio Marcello Bissoni, abbiamo voluto creare per UNUM, il nostro nuovo brand, una maison olfattiva caratterizzata da un’anima forte, le cui fondamenta sono ancorate a un pensiero mistico che va oltre le religioni. Humus di tutto l’estro creativo (io mi occupo della direzione creativa) è spalmato nella mia di vita, artistica e drammatica allo stesso tempo. Produrre Arte non è mai una indicazione a comando, bensì frutto di contaminazioni emotive che suscitano sentimenti tra i più contrastanti. Quando l’Arte è vera non sente confini, entra a far parte della vita come una lama, talvolta indolore, spesso infliggendo lancinanti pensieri che vanno oltre una specifica disciplina. Non vuol essere una panacea olfattiva per fare moda, marketing di poca durata, ma vera e propria composizione sinfonica di suoni odorosi autentici che trasferiscono nella profumeria sentimenti artistici reali, impulsivi e lirici. Ne sono nati tre totem dai colori gotici, squarciati da un sole d’oro
normanno: LAVS, che rivoluziona lo spirito di un mestiere artigianale di eccellenza, Opus 1144, come gesto di posa della prima pietra gotica nel mondo, Rosa Nigra_falsa semplice, mistica e terrificante incarnazione, nebulosa, follia archiacuta degli edifici più audaci del sentimento umano. E a Pitti Fragranze 2015 abbiamo appena presentato con successo e soddisfazione il nuovo progetto della fragranza d’ambiente: LAVS nuage_maison, nuvole di ricchezza olfattiva per gli ambienti, declinazione dell’extrait de parfum che ha guadagnato ampi consensi di critica, e non solo, a livello internazionale.” Tra le tue passioni più viscerali c’è anche l’organo, ora hai pubblicato anche un CD, quali brani contiene? “Il mio disco Francophilie è un inno al mio essere un po’ francofilo: ho voluto incidere questo punto fermo. Ogni volta che lo ascolto, mi viene in mente il giorno in cui per la prima volta ho messo piede a Parigi. Questo disco inoltre vuole chiudere definitivamente un periodo della mia vita, ne sto già preparando un al-
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tro, ancor più intenso, ancor più libero e sperimentale. Fil rouge che inanella la collana di brani di Francophilie altro non è che l’amore per un repertorio – quello francese – che da sempre ha fatto scuola nell’Occidente musicale. La Piéce d’Orgue di Bach ha non solo il titolo, ma anche le indicazioni di movimento in lingua francese, e per la sua scrittura rappresenta un unicum nella produzione bachiana; la Suite im-
PRODURRE ARTE NON È MAI UNA INDICAZIONE A COMANDO, BENSÌ FRUTTO DI CONTAMINAZIONI EMOTIVE CHE SUSCITANO SENTIMENTI TRA I PIÙ CONTRASTANTI. QUANDO L’ARTE È VERA NON SENTE CONFINI, ENTRA A FAR PARTE DELLA VITA COME UNA LAMA.
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provvisata da Pierre Cochereau rende omaggio a un altro aspetto della cultura organistica francese: l’improvvisazione. Cochereau è stato il più grande improvvisatore del XX secolo e in questa pagina, ricostruita e messa in musica da una sua allieva da una registrazione live del 1977, rende omaggio alla pura tradizione della musica ai tempi del Re Sole. Con la monumentale Sinfonia Romana di Widor, costruita su temi gregoriani pasquali (Haec Dies, Victimae Paschali), abbiamo un esempio altissimo di sinfonismo organistico: l’organo, a mo’ di grande orchestra, ricama i temi con suggestive sonorità, che l’organo Mascioni, costruito in stile Cavaillé-Coll, esalta e asseconda con impressionante fedeltà, ultimo e importante omaggio di questo disco alla Francia organistica e alla sua gloriosa tradizione. A coronare e anticipare il mio prossimo lavoro, una bonus track con una mia improvvisazione». E allora, musica maestro!
San Marino Teatro
mer 9 dicembre
mer 11 novembre
Maurizio Patella
Loro
Patrizia Bollini
Finisce per A
Lina Sastri
La Lupa
mer 6 aprile
Elena Ferrari e Mariano Arenella
sab 13 febbraio
Virginia Raffaele
Performance
La dolce guerra
mer 24 febbraio
gio 5 novembre
Giulio Scarpati e Valeria Solarino
Mauro Ermanno Giovanardi
Il mio stile
Una giornata particolare
ven 20 novembre
Cristina Donà e Massimo Cotto
mer 21 ottobre
Pierino e il Lupo
con Ivano Marescotti e l’Orchestra Sinfonica della Rep. di San Marino
Rock Bazar ven 15 gennaio
Bobo Rondelli
Come i carnevali
Fuori Abbonamento Teatro Nuovo Dogana ore 21,00
gio 3 / ven 4 dicembre
Arturo Brachetti
Che sorpresa!
ven 22 gennaio
Lella Costa
mar 12 aprile - ore 20,30
Il pranzo di Babette
London Shakespeare’s Globe Theatre - Globe to Globe
dom 15 novembre
Marina Massironi interpreta
Hamlet
Io non ho paura
mar 27 ottobre
Sperimental(a)mente Teatro Titano ore 21,00
Sperimental(a)mente Teatro Titano ore 21,00
mar 8 marzo
gio 28 gennaio
Start Teatro Titano ore 21,00
Identità teatrali - Teatro Nuovo Dogana ore 21,00
Sebastiano Lo Monaco
Il mio nome è nessuno L’Ulisse
Microphonie Teatro Titano ore 21,00
Arti Performative
2015 2016
Fabio Tavelli
dom 10 gennaio Vito interpreta
Quando ero Cassius
Le petit Nicolas
gio 26 novembre
Saverio La Ruina e Cecilia Foti
dom 20 marzo
Ivano Marescotti interpreta
Il nome della rosa
Polvere
Lo schermo sul leggio Teatro Titano ore 16,30
ISTITUTI CULTURALI
foto: Gabriele Granaroli
Stagione teatrale
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COSTRUIRE
L’avventura
CREATIVA DAL POLISTUDIO DI RICCIONE AL BARHAIN, PASSANDO PER LA SVIZZERA E NEW YORK, FIORENZA MATTEONI PROGETTA ALBERGHI, VILLE E GIARDINI.
N IN ALTO, L’ARCHITETTO FIORENZA MATTEONI; SOTTO, UN SUO PROGETTO.
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di Marina Giannini
New York e Toronto sono due città che hanno trasmesso a Fiorenza Matteoni la voglia di provare e impastarsi nell’avventura creativa dell’architettura, motivata anche dalla passione e la professione del padre Stefano, architetto del Polistudio di Riccione. “Nel 2001 è stata la partecipazione alla Giornata Mondiale della Gioventù in Canada, con Papa Giovanni Paolo II, a farmi prendere la decisione di iscrivermi alla facoltà di architettura e la voglia di provare ad impastarmi nell’avventura creativa anziché scegliere facoltà umanistiche. Mi ero iscritta a Venezia e dopo un certo periodo di studio sono venuta a conoscenza che tutti gli architetti in gamba, dei quali studiavo i progetti, erano gli stessi che insegnavano all’accademia di architettura di Mendrisio, in Svizzera. Ho vinto l’Erasmus e mi sono iscritta a quell’Università e dopo due mesi ho chiesto il trasferimento da Venezia. Ho frequentato l’anno di stage richiesto dalla mia facoltà in uno studio di architettura a Los Angeles, poi sono ritornata a frequentare l’accademia per terminare gli studi. Mi sono laure-
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ata nel 2008 con Peter Zumthor che l’anno dopo ha vinto il Pritzker, il premio più significativo per un architetto e sono andata a lavorare nello studio di architettura di Steven Holl a New York. Al termine dei due anni, tornata a Riccione, mi sentivo pronta per cominciare a partire da sola presso il Polistudio. Insieme a due amici molto preparati, nel 2010 abbiamo iniziato un nuovo settore di architettura innovativo partendo da qualche intervento di ristrutturazione. Da qualche anno il mio studio stava cercando di aprirsi al mondo e grazie ad importanti contatti con il Bahrain, abbiamo aperto un branch office con un ingegnere locale. Inizialmente sono partita per i lavori di un hotel a 5 stelle e, nel giro di pochi giorni dall’apertura dello studio, abbiamo iniziato a lavorare a progetti di interni, di ville e ci è stato commissionato qualche lavoro interessante in Arabia Saudita.” Hai avuto difficoltà ad inserirti nel contesto locale mediorientale? “Sono diventata amica con persone indiane, che qui sono la maggioranza, arrivate in Bahrain per eseguire i lavori più
umili. Le ho conosciute in parrocchia. Il Bahrain è piuttosto aperto sia al dialogo che all’ospitalità. Le donne qui possono girare senza velo, guidare e avere un lavoro. Anch’io posso vestirmi normalmente senza l’obbligo di indossare la Baya, il vestito nero tipico dei paesi arabi.” Quanto tempo pensi di restare in Bahrain. Hai nostalgia dell’Italia? “Non so ancora quanto tempo mi fermerò, l’ufficio è appena avviato e i lavori sembrano aumentare giorno per giorno. Tutte le volte che parto dal Bahrain per l’Italia ho una gran nostalgia di quel Paese. Forse per curiosità e propensione positiva che mi trasmette la gente, provo gli stessi sentimenti e la stessa nostalgia di quando riparto dall’Italia. Sicuramente lasciare l’Italia anche solo per un periodo aiuta moltissimo noi giovani per una crescita dal punto di vista creativo e per avere l’opportunità di confrontarci con aspetti diversi del vivere. Il lavoro qui in Bahrain mi piace molto perché mi viene data l’opportunità di vedere concretizzati i progetti e siamo riusciti a conquistare la fiducia dei nostri clienti.”
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SIMONE ZANCHINI, ECLETTICO E VERSATILE MUSICISTA, È TRA I PIÙ AFFERMATI FISARMONICISTI NEL PANORAMA CONTEMPORANEO E SPERIMENTALE.
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di Francesca Magnoni
Quando non è in giro per concerti, il suo rifugio è una deliziosa casa di campagna immersa nelle colline sotto San Leo, luogo di pace dove una vista mozzafiato porta dalla Val Marecchia giù fino alla marina. Qui Simone Zanchini si riposa e lavora alla sua musica, che lo accompagna da sempre, da quando a due anni si è trovato tra le mani una piccola fisarmonica e la sua strada era già tutta lì.
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La musica ce l’ha nel sangue, Simone Zanchini, romagnolo dalla barba folta e scura che nasconde occhi vibranti color nocciola che tanto raccontano della sua passione, quella che a sette anni lo ha portato a imparare a suonare e a tredici, già professionista, a esibirsi nelle balere, accompagnato da mamma e papà che da subito si erano accorti di quel prodigio. Per casa respirava musica folk, la sentiva fare dal nonno e dallo zio, ma già a quattordici gli stava stretta e appena si è imbattuto nei ritmi dello swing e poi del jazz di Charlie Parker ha capito che la strada era un’altra e la sua fisarmonica doveva andare altrove. Nel 1997 Simone è il primo in Italia a diplomarsi in fisarmonica classica come interno al Conservatorio Rossini di Pesaro. Oggi vanta collaborazioni con musicisti di fama internazionale. Un ricordo speciale? Nel 1999, la prima volta sul palco scaligero, con cui oggi collabora stabilmente: un’esperienza che gli ha fatto fare il grande salto, diventando un professionista che viaggia per il mondo: entro l’anno sarà in Austria, Germania, Giappone e San Pietroburgo. Scontato dire che per lui la musica è tutto.
E la massima, sublime, espressione musicale è l’improvvisazione, che consente attraverso la creazione estemporanea, di trasmettere una profonda energia interiore, oltre ad essere una forma di libertà assoluta che mescola tutto il proprio background musicale per produrre qualcosa di diverso, inaspettato, fino a territori mai raggiunti prima. E Simone questo lo incarna in pieno: partito dalla profonda tradizione popolare romagnola è passato alla musica classica, al jazz tradizionale, all’etnico per approdare poi a linguaggi contemporanei, liberi dai codici e dagli stili più riconosciuti. Per questo non ama essere etichettato con un genere preciso, perché oggi è in grado di attraversarli tutti. Uno spunto per apprezzare il suo lavoro: nel 2006 esce Fuga per Art, omaggio al grande della fisarmonica jazz Art Van Damme, nel 2012 My Accordion’s Concept album solo dove Simone spinge l’acceleratore sul tema dell’improvvisazione e nel 2015 Casadei Secondo me, che chiude il cerchio con un omaggio straordinario al grande maestro della musica romagnola, ovviamente in una rinnovata chiave stilistica.
DIPINGERE
Una lei
UNIVERSALE LA NUOVA MOSTRA DEL PITTORE MAURO DRUDI, “LEI”, PROPONE UN’INTERPRETAZIONE DELLA FEMMINILITÀ CHE VA OLTRE I CONFINI E I CLICHÉ PER COGLIERE L’UNIVERSALITÀ DELLE DONNE E DELLE LORO STORIE. di Arianna Denicolò / ph Riccardo Gallini
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“Lei” è il titolo della mostra di Mauro Drudi, pittore, scultore e scrittore di Cattolica, che verrà inaugurata nel mese di ottobre a Fano. Pannelli autoportanti di grandi dimensioni ospiteranno circa trecento opere, tutte con il medesimo soggetto femminile. Un elogio alla “pop art” americana sublimata dall’incontro con il Rinascimento italiano. “L’Annunziata” di Antonello da Messina, opera del 1476 reinterpretata alla maniera degli artisti americani del XX secolo, è il volto protagonista ripetuto su svariate tipologie di supporto che racconta, all’osservatore sensibile e attento, storie di vita differenti. “Lei” è musulmana, buddista, cristiana. Europea, orientale, sudamericana. Insomma, “Lei” è tutte le donne del mondo. Come ama ripetere Drudi, “L’Arte è a metà. L’altra metà è chi la guarda”. Non a caso l’interpretazione del fruitore è strettamente legata al supporto sul quale l’opera viene realizzata: la donna “snob” disegnata su tela ha lo stesso volto di quella dipinta su un legno consumato, che racconta invece una storia di sofferenza, di guerra, di dignità oltraggiata. Una provocazione intellettuale per innescare una riflessione profonda. Non opere in serie, ma un progetto concettuale che sottende a un grande lavoro artigianale, poiché si tratta di pezzi unici dipinti a mano su materiali di recupero: rotoli e bobine industriali, bancali, imballaggi, scarti di arte povera.
Posillipo l’Osteria
Lungomare della Repubblica, 12 - Riccione www.osteriaposillipo.com “Con il passare del tempo ho scoperto che mi interessa parlare a tutti, che dipingo per comunicare con tutto il mondo. Mi piacerebbe che ci fosse una ‘Lei’ in ogni casa, ma ognuna deve essere unica”. Anche il linguaggio pittorico utilizzato è sofisticato: “Le linee dei quadri di Drudi non sono muri neri che dividono popoli diversi, ma strade colorate che li uniscono” ha scritto Peter Lewerentz, titolare della Galleria ART-UNIT di Düsseldorf, con la quale l’artista collabora, riferendosi a una sua altra serie di grandi reinterpretazioni pittoriche del Rinascimento sempre in chiave pop. Personaggio eclettico, Drudi ha iniziato a dipingere a sei anni, rubando i colori alla madre pittrice Jana Cavallari Drudi, per poi dedicarsi alla scrittura. Ha pubblicato romanzi e racconti, saggi critici e recensioni; ha insegnato ai bambini malati di leucemia presso l’Ospedale di Muraglia a Pesaro, ha lavorato con Oliviero Toscani e Marco Morosini, ha diretto una cooperativa di solidarietà, ha organizzato concerti con i migliori jazzisti italiani, fino alla decisione, nel 2010, di dedicarsi esclusivamente all’arte. “Non credevo di poter vivere di arte ma, ad un certo punto, ho ricominciato a dipingere perché ho capito che il quadro parla a tutti, indipendentemente dalla lingua”. La mostra “Lei” sarà a Fano da ottobre, presso la Chiesa del Sant’Arcangelo, nei pressi della Pinacoteca.
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TEATRO! SI APRE A OTTOBRE LA NUTRITA RASSEGNA TEATRALE E MUSICALE DEI TEATRI TITANO E NUOVO DI SAN MARINO CON TANTI APPUNTAMENTI CLASSICI E SPERIMENTALI.
S IL DIRETTORE DEGLI ISTITUTI CULTURALI PAOLO RONDELLI, MARILENA STEFANONI E MARILIA REFFI DI SAN MARINO TEATRO CON NINA ZILLI.
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di Milena Massani / ph Donatello Iacobone
Spettacoli e nomi di spicco quelli scelti per il nuovo cartellone della prossima stagione teatrale sammarinese entrante dagli Istituti Culturali diretti da Paolo Rondelli e dalla Sezione Arti Performative. “Anche se mercoledì 21 ottobre al Teatro Titano si celebrerà il quarantennale dell’Istituto Musicale Sammarinese con l’esecuzione di Pierino e il Lupo di Prokofiev da parte dell’Orchestra Sinfonica della Repubblica di san Marino con la voce recitante di Ivano Marescotti – racconta Marilia Reffi –, la stagione inizierà ufficialmente, il 27 ottobre al Teatro Titano, con una lezione-spettacolo su Cassius Clay, grande mito dello sport, tenuta dal giornalista sportivo Fabio Tavelli, in collaborazione con la Segreteria di Stato per il Turismo e lo Sport. Il Teatro Nuovo invece aprirà il sipario l’11 novembre con Il mio nome è nessuno, L’Ulisse con Sebastiano Lo Monaco e una nutrita compagnia di attori e musicisti. Il Cartellone, ampiamente articolato, comprenderà 18 appuntamenti. Quattro in abbonamento al Teatro Nuovo più due fuori abbonamento nella rassegna Identità Teatrali e dodici al Teatro Titano suddivisi in
tre segmenti: Microphonie, voci, atmosfere, sfide, Lo Schermo sul leggio, ciò che non avete mai visto in un libro e mai letto in un film, e Sperimental(a)mente, il gioco dell’imprevedibile, la novità di quest’anno dedicata a spettacoli di giovani di comprovata professionalità e detentori di prestigiosi riconoscimenti.” Da segnalare inoltre al Nuovo, Lina Sastri ne La Lupa di Giovanni Verga. Molta la musica al Titano. Abbiamo Mauro Ermanno Giovanardi, fondatore dei La Crus, finalista 2015 al Premio Tenco. Massimo Cotto, giornalista musicale, insieme a Cristina Donà ripercorrerà la storia più segreta del rock. A seguire l’affascinante
Bobo Rondelli. Per Sperimental(a) mente da segnalare LOro di e con Maurizio Patella, menzione speciale “Franco Quadri” al Premio Riccione per il Teatro 2013. Elena Ferrari e Mariano Arenella in La dolce guerra e Patrizia Bollini in Finisce per A, dedicato alla prima donna che corse con gli uomini il giro d’Italia. Due i prestigiosi fuori abbonamento: Arturo Brachetti con Che Sorpresa! E direttamente dalla terra di Sua Maestà, si esibirà la compagnia del Shakespeare’s Globe Theatre di Londra con Hamlet, la tappa su questo palco si inserisce nel progetto biennale del Globe, di portare in scena l’Amleto nel mondo.
LAVORARE
Qatar chiama
ITALIA
FEDERICA ZUCCARINI SEI ANNI FA È PARTITA DALL’ITALIA PER OCCUPARSI DELL’UFFICIO COMUNICAZIONE DEI MUSEI DEL QATAR, MA NON SI CONSIDERA UN CERVELLO IN FUGA.
G A SINISTRA, FEDERICA ZUCCARINI; A DESTRA, IL MUSEUM OF ISLAMIC ART DI DOHA.
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di Lucia Lombardi
“Gradualmente il Qatar è entrato a far parte della mia vita: nel 2007 mia madre si è trasferita a Doha con suo marito e io ho approfittato di quest’opportunità per scoprire il Paese, la sua storia e la sua cultura. Conseguita la laurea in Comunicazione e Gestione dei Mercati dell’Arte nel 2009 è poi iniziata la collaborazione con Qatar Museums Authority, l’ente governativo locale che si occupa della gestione dei musei, siti archeologici e iniziative culturali.” Così racconta la riccionese Federica Zuccarini, che incontriamo in una delle sue soste in Italia, e a cui chiediamo in cosa consista il suo lavoro nell’ufficio stampa del Museo del Qatar. “Lavorando
nell’ufficio di comunicazione di Qatar Museums, mi occupo principalmente di mantenere le relazioni con i media internazionali e promuovere le attività della nostra istituzione. Il lavoro può anche coinvolgere viaggi all’estero per promuovere le mostre itineranti organizzate dall’istituzione.” Il museo per cui lavora quali attività organizza? Ha una cospicua collezione? “Essendo un ente governativo, Qatar Museums gestisce diverse realtà. Il Museo di Arte Islamica e Mathaf: Museo Arabo di Arte Moderna sono i due musei aperti al pubblico al momento. Presto apriremo anche un Museo Nazionale che sarà dedicato inte-
ramente al patrimonio culturale del paese. Oltre ai musei, Qatar Museums gestisce due spazi espositivi per mostre temporanee, una collezione di Public Art – che include artisti del calibro di Richard Serra, Damien Hirst e Sarah Lucas –, l’amministrazione di tutti i siti archeologici del Paese e l’organizzazione del progetto di diplomazia culturale Years of Culture. Ho scelto di lavorare per Qatar Museums perché, essendo un ente con solo dieci anni di vita, avrei avuto l’opportunità di seguirne l’evoluzione ed essere coinvolta in progetti di rilievo fin dall’inizio.” Si ritiene un cervello in fuga? “No, ma sicuramente riuscire ad ottenere ruoli di rilievo in istituzioni culturali in Italia non è facile, soprattutto da neolaureati. La scelta di lavorare in Qatar inizialmente è stata fatta per poter fare esperienza con l’idea di tornate in Italia; con il passare del tempo però il lavoro è diventato sempre più interessante e non sto considerando di ritornare a breve.” Com’è la vita in Qatar? “Ho trovato molto interessante entrare in contatto con una cultura così diversa e conoscere persone che vengono un po’ da tutto il mondo per lavorare in Qatar.”
sito: www.uppercervical.it
CATTOLICA
CERVICAL
CURARE
Chirurgo
IN AFRICA È APPENA TORNATA DALL’AFRICA E GIÀ PROGETTA DI RIPARTIRE. PAOLA EMILIOZZI, CHIRURGO PLASTICO, RACCONTA LA SUA ESPERIENZA DI MEDICO IN TOGO.
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stola di AICPE (Associazione Italiana di Chirurgia Plastica Estetica). Nella missione dello scorso maggio i tre medici hanno visitato oltre 70 pazienti ed eseguito 40 interventi di chirurgia plastica: “Ci siamo trovati davanti a casi che non avevo mai visto, nemmeno su un libro di specializzazione.” I più esposti sono i bambini: “Lì si vive ancora nei villaggi e i piccoli è facile che restino incustoditi vicino ai fuochi, su cui sono appoggiati i pentoloni per cuocere il cibo. È un attimo farsi male. Le ustioni sono all’ordine del giorno. E quando ci si fa male non è che si corre subito dal medico. Prima si consultano i guaritori e gli sciamani.” Davanti a decisioni di questo tipo, quando si ha una famiglia non si è mai soli. “Al principio i ragazzi, così come mio marito, l’hanno presa un po’ così. Non è stato facile. Poi hanno capito l’importanza di quello che sarei andata a fare e ne sono stati orgogliosi. Io già conoscevo l’Africa, per cui ero preparata. Alla fine, se penso a quegli sguardi di bimbi felici, alla dignità con cui affrontano il percorso ospedaliero, mi domando se è più quello che ho ricevuto rispetto a quello che ho dato.”
ph Riccardo Gallini
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“Arriva un momento nella vita in cui ti rendi conto che devi andare sul posto e andare oltre le parole. Va bene spiegare i progetti umanitari, realizzare iniziative per raccogliere i fondi, ma è sul posto che a un certo punto senti di doverti spostare.” Così Paola Emiliozzi, chirurgo plastico riminese, madre di due ragazzi di 16 e 18 anni, spiega che cosa l’ha spinta ad andare a operare in Africa. Due settimane intense, con una fila serrata di interventi di chirurgia plastica soprattutto su bambini vittime di ustioni. La sua prima esperienza umanitaria risale allo scorso maggio, in Togo, in forza all’ospedale Saint Jean de Dieu nella cittadina di Afagnan, a una settantina di chilometri dalla capitale Lomé. A distanza di pochi mesi ha dato la disponibilità per una nuova missione ed è già pronta con la valigia in mano. “Ripartiamo a fine gennaio – spiega –, le date sono ancora da stabilire. Il posto in cui interverremo potrebbe essere di nuovo il Togo così come l’Uruguay oppure il Guatemala dove la nostra Onlus è attiva.” Paola Emiliozzi è infatti una dei componenti dell’équipe di AICPE Onlus, nata da una co-
di Antonella Zaghini
ARTE DEL BENESSERE TRATTAMENTO IMPATTO DELLE RUGHE DEL VISO
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AIUTARE
Un rifugio e
CENTO CANI ULMINO È IL POSTO DOVE OGNI CANE SENZA PADRONE VORREBBE STARE. EZIO CALBUCCI È L’ANIMA DI QUESTO LUOGO DIVENUTO SIMBOLO DI LIBERTÀ E AMICIZIA.
L EZIO CALBUCCI, CHE HA DATO VITA AL RIFUGIO DI ULMINO, INSIEME AI CANI CHE OSPITA.
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di Melania Rinaldini / ph Riccardo Gallini
“La gabbia è una punizione per chiunque,” spiega convinto Ezio Calbucci, anima di Ulmino, il Rifugio del Prick e dell’Ulmo. È tardi, sono circa le 20 ed Ezio mi parla mentre sta guidando verso il suo posto di lavoro, a circa un’ora da Albereto, Montescudo, dove vive e dove si trova il Rifugio. Da qualche giorno ha chiesto di fare il turno di notte per poter meglio accudire tutti e cento gli acciaccati ospiti, cento cani. “La storia di Ulmino, come chiamiamo affettuosamente il Rifugio, è la mia storia. Nel 1989 ho comprato la casa con il terreno e qualche cavallo, oltre a un bellissimo levriero inglese, un Greyhound, Ulmo... Facciamo tutti degli errori.” Ezio sorride di quello che ora per lui è impensabile: comprare un animale, vivo o morto. Come diventa casa tua un rifugio per cani malati e anziani che nessuno vuole? “Succede che trovo un cagnolino randagio e me lo porto a casa. Era malconcio, col collare stretto al collo. L’ho chiamato Prick. Così mi sono accorto che non avevo mai fatto caso al fenomeno del randagismo, alla sofferenza degli animali. È iniziato un cam-
mino che tuttora sto percorrendo. Col tempo sono arrivati tanti cani, spesso purtroppo me li lasciavano negli scatoloni davanti al cancello. Ho smesso l’idea del maneggio. Il mio cavallo è rimasto con me fino alla fine, tre anni fa, quando a quarantuno anni se n’è andato e sono felice di averlo avuto accanto per tutto questo tempo. Poi ho conosciuto Betty, la mia compagna, e insieme abbiamo deciso di dedicarci a questo progetto, fondando la Onlus. Betty al momento vive ancora a Rieti, dove lavora come architet-
to, oltre ad essere una volontaria. Mi ha fatto conoscere una realtà devastante, purtroppo: quella dei canili lager, presenti soprattutto nel Sud Italia. La nostra è una sorta di task force, troviamo casa ad alcuni e ci prendiamo cura di quelli che non vuole nessuno. Purtroppo ci siamo dovuti dare un limite di 100 cani perché altrimenti non riusciremmo a occuparci di tutti.” Come si svolge la giornata al Rifugio? “I cani non sono in gabbia. Ognuno di loro ha la sua cuccia per la notte e per quando ne ha voglia. Per tutto il giorno sono liberi nel terreno di 30.000 metri. A vederli così non sembrano nemmeno cani ammalati. C’è chi ha la leishmania, chi cardiopatie, tre di loro hanno il carrellino perché hanno subito gravi lesioni. Eppure c’è tanta gioia, giocano e si relazionano come cani sani. Ognuno ha la sua cura da seguire e le visite da fare, in questo ci aiuta un dipendente che per fortuna siamo riusciti ad assumere come Onlus.” Come si finanzia il Rifugio? “Io spendo praticamente tutto il mio stipendio nel Rifugio, è la mia vita, i cani sono la mia vita. A parte questo ci sono anche tante persone che ci danno una mano con donazioni e con il cinque per mille. Ma il merito grande è di Animal Freedom, l’associazione riminese che ci supporta da sempre e che organizza mercatini e cene benefit per portare avanti questo progetto. Quello che mi piacerebbe comunicare è che non faccio nulla di eccezionale, in fondo è una vita normale, la mia. Ho sentito di dover fare qualcosa per gli ultimi. Esistono tanti ultimi, sia tra gli uomini che tra gli animali. Ma è un do ut des: io do a loro e loro danno a me, tanto.”
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LA CARTERIA DEL CENTRO: 25 ANNI IN CONTINUA EVOLUZIONE
SABATO 24 OTTOBRE ALLE ORE 18.00 LA CARTERIA DEL CENTRO FESTEGGIA I 25 ANNI DI ATTIVITÀ CON UN BRINDISI E UN OMAGGIO A TUTTE LE CLIENTI.
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Un quarto di secolo all’insegna dell’eleganza, della ricercatezza e dell’unicità, quello trascorso con crescente successo da La Carteria del Centro, un’attività che si afferma tra la Rimini più raffinata e che sabato 24 ottobre, alle ore 18, per i suoi 25 anni, invita ad un brindisi le proprie affezionate clienti per omaggiarle con un piccolo cadeau, giacché sono proprio loro ad avere determinato il successo dello stile inconfondibile de La Carteria, delle linee degli oggetti proposti, di gioielli e carte preziose, che in molti, senza riuscirvi, hanno cercato di imitare.
Gli oggetti de La Carteria infatti hanno un’anima, quella impressa loro da Lucia e da Francesca, coadiuvate nel loro lavoro dall’inseparabile Lia. Il tutto in uno spazio accogliente, quello che caratterizza questa “bottega” dalle cui spaziose vetrate si domina uno scorcio del Tempio Malatestiano. Un luogo accogliente, arredato dalle titolari come fossero stanze private, ambienti domestici, impreziositi da ricchi oggetti, monili, pietre, conchiglie, argenti, elementi d’arredo unici, realizzati in pregiati materiali da maestri artigiani, selezionati con accuratezza e passio-
ne durante i viaggi di ricerca. La carta è sempre stata una passione delle proprietarie. Lucia, la fondatrice, insegnante di Lingue, una volta in pensione, nel 1990 ha voluto misurarsi con il mondo del commercio, e con lungimiranza ha pensato alle doti innate di sensibilità e creatività dell’amata figlia Francesca, che in questa attività, dopo la laurea in Giurisprudenza, ha trovato il suo lato più vero. Una storia di forza, intraprendenza e passione femminili. Lucia innamorata della carta di Amalfi, antica cartiera, quasi per gioco ha iniziato facendo realizzare a mano delle partecipazioni di nozze. Da allora le sempre più fitte richieste ne hanno fatto una professione unica e inimitabile. Fogli di tutte le fogge e grammature, come se ne trovano solo nelle antiche città di tradizione, dove ancora la carta è simbolo di un saper fare prezioso di ciò che permane nel tempo e non si dissolve. Così album, bomboniere, partecipazioni e tableaux per cerimonie e matrimoni speciali sono realizzati a mano dal team, e vergati dal-
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IL SOGNO CONDIVISO DE LA CARTERIA DEL CENTRO PROSEGUE FEDELE AL SUO INIMITABILE STILE, ATTUALE, MODERNO, NELL’INDELEBILE SEGNO TRACCIATO DA 25 ANNI. la calligrafa Lia. Qui è possibile anche depositare la propria lista nozze, al fine di trovare eleganti oggetti d’arredo. Una svolta affascinante infine è stata quella di proporre, insieme ad oggetti di alta bigiotteria delle aziende più prestigiose presenti sul mercato, anche una personalissima linea, Nibe Gioielli, disegnata da Francesca e realizzata, quando necessario, con l’aiuto di abili orafi, per uno stile raffinato e inconfondibile. A
caratterizzare poi personalmente le creazioni Nibe Gioielli sono armoniche composizioni di pietre naturali, argento bagnato in oro, perle, corallo, turchese. Il sogno condiviso de La Carteria del Centro prosegue fedele al suo inimitabile stile, attuale, moderno, nell’indelebile segno tracciato da 25 anni. Per festeggiare insieme questo traguardo, lo staff vi attende per un brindisi sabato 24 ottobre alle ore 18.
IN ALTO LUCIA, A SINISTRA LA FIGLIA FRANCESCA.
Via A. Serpieri, 30 - 47921 Rimini RN - Tel e Fax 0541 50700 info@lacarteriadelcentro.it - www.lacarteriadelcentro.it
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INTRAPRENDERE
Prendi i soldi
E SCAPPA
PER FARE IMPRESA NON È SUFFICIENTE AVERE TANTA PASSIONE. BISOGNA INVECE CAPIRE IL MERCATO E CONSIDERARE ANCHE LA VENDITA DELLA PROPRIA ATTIVITÀ DI SUCCESSO.
S ANDREA CESARETTI, RIMINESE, CONSULENTE FORMATIVO NEL CAMPO DELL’IMPRESA.
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di Andrea Cesaretti / ph Riccardo Gallini
Secondo l’indagine trimestrale condotta da Unioncamere-Infocamere sulla base del Registro delle Imprese delle Camere di Commercio, nel secondo trimestre di quest’anno, i giovani con meno di 35 anni di età hanno avviato 32.000 nuove imprese. Anche nella provincia di Rimini, il saldo fra imprese giovanili aperte e chiuse è positivo a fronte di un saldo complessivo negativo. Sembrerebbe un dato incoraggiante se non fosse per la pre-
valenza, su base nazionale, di imprese individuali e per il fatto che i principali settori di queste nuove imprese sono il commercio, i servizi di alloggio e ristorazione e le costruzioni, cioè settori non proprio floridi. Il punto è che non abbiamo bisogno di qualsiasi impresa, ma di imprese che creino valore. Se guardo ai progetti che mi vengono presentati, ho la fila di persone innamorate di un’idea che non hanno sottoposto ad alcun test di mercato. Poi ci sono quelli per cui è “il momento giusto” per l’attività che hanno in mente, peccato che ci arrivino per ultimi, e quelli che “mi prendo un franchising perché grazie al supporto della casa madre, avrò senz’altro un successo strepitoso”. Tutto questo, fino a qualche anno fa, era sufficiente, ma oggi non si può più improvvisare. E poi, c’è la scusa generale per cui “non si trovano capitali”. Non si trovano se continuiamo a improvvisare. Oggi è necessaria la padronanza di una serie di competenze: test di mercato efficaci, la capacità di differenziarsi dai concorrenti, un modello di business che ottimizzi l’uso delle risorse, un sistema di con-
trollo che permetta di compiere scelte economicamente e strategicamente corrette, eccetera. Ma il metodo che preferisco è quello di progettare un’attività, fin dall’inizio, con lo scopo di venderla in toto oppure in parte a un’azienda più grande o, perché no, quotandola in borsa. Lo so che sembra strano in un paese di imprenditori che si illudono di fare un favore ai figli tramandandogli l’azienda e sono sicuro che, se il tuo progetto è quello di aprire una pizzeria, pensare alla borsa ti fa sorridere. Eppure, a proposito di pizze, i due ragazzi di PizzaBo.it hanno incassato oltre 5 milioni dalla vendita ai berlinesi di RocketInternet. I due non avevano certo immaginato la “Pizzabo.it & Figli”: hanno creato un modello di business efficace semplificando la vita dei clienti delle pizzerie e, per questo, i capitali li hanno trovati. Di capitali in giro ce ne sono e tanti, ma si indirizzano alle aziende che hanno le caratteristiche per intercettarli, non certo agli improvvisati. Perché, fidati, a parte un “papi” troppo disperato o troppo ottimista, le allucinazioni non te le finanzia nessuno e, comunque, hanno vita breve.
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DIFFAMAZIONE A MEZZO FACEBOOK SE UN COMMENTO NON SONO SOLO DUE PAROLE…
ANCHE SCRIVERE SUI SOCIAL COMPORTA RESPONSABILITÀ GIURIDICHE: I CONSIGLI E LE INDICAZIONI DELLO STUDIO VARLIERO.
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I social networks sono ormai parte della nostra quotidianità. Condividere, mettere un “Like”, e commentare foto e post di amici: azioni di routine! Però non sempre un semplice commento o un post sono privi di conseguenze. A differenza delle chiacchiere, ciò che scriviamo sui social rimane nero su bianco e diventa sempre più spesso oggetto di prova in sede processuale. Così come le foto che una persona mette online possono costituire prova importante del tenore di vita da questa tenuto e avere conseguenze per l’ammontare degli alimenti da versare all’ex coniuge, allo stesso modo ciò che scriviamo o come commentiamo può avere risvolti giudiziari, anche in ambito penale.
Già alle soglie del 2000 la Cassazione aveva affermato che anche internet può essere uno spazio entro il quale possono essere commessi reati non solo in ambito informatico; e così era stato riconosciuto che un comportamento ingiurioso e diffamatorio può costituire reato anche se si manifesta online. Le pronunce giurisprudenziali degli ultimi anni qualificano il comportamento diffamatorio su Internet, e più specificamente sui social networks, non solo come manifestazione del reato di diffamazione ma come rappresentazione di una sua forma aggravata. Per dirla in modo più chiaro, la diffamazione su Facebook è stata ritenuta come diffamazione a mezzo stampa.
In cosa consiste? Iniziamo subito col dire che la diffamazione rappresenta un delitto contro l’onore previsto allo scopo di punire chi, rivolgendosi a più persone tramite parole, scritti o qualsiasi altro mezzo di comunicazione, offende la reputazione altrui. È previsto un aumento di pena se l’offesa viene perpetrata col mezzo della stampa o con altro mezzo di pubblicità. Il perché del considerare la diffamazione su Facebook come se fosse commessa a mezzo stampa è insito nella natura di quel social network. Il profilo che una persona ha sui social networks e ciò che egli scrive può raggiungere una pluralità di persone sebbene non sia possibile individuarle a priori. Anche se una persona seleziona alti livelli di privacy in modo da mostrare le sue foto e ciò che pubblica solo alle persone che aggiunge o accetta come amiche, se pubblica contenuti che offendono la reputazione altrui lo fa rivolgendosi a una pluralità di persone, circostanza che integra il reato di diffamazione. In conclusione, è rischioso fare un uso troppo leggero dei mezzi di comunicazione; dobbiamo renderci conto che ciò che scriviamo online è come se lo gridassimo per strada, se è ingiurioso, e se avviene alla presenza di altre persone, non c’è da meravigliarsi se subentrano conseguenze giudiziarie con richieste di risarcimento. IN MAGAZINE
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AUTO IN PRESENTA LA NUOVA TOYOTA
LA NUOVA TOYOTA AURIS HYBRID TENUTA A BATTESIMO DA ALEX DE ANGELIS PER AUTO IN TOYOTA RIMINI.
Il campione di Moto Gp, l’energico Alex De Angelis, ha partecipato con grande curiosità all’aperitivo di presentazione della nuova Toyota Auris Hybrid, organizzato dalla concessionaria ufficiale Auto In di Rimini, prestandosi anche ad una simpatica prova della vettura con i titolari. A tutti i presenti sono state spiegate tutte le novità della nuova vettura, adatta alle esigenze dell’automobilista più moderno e attento all’ambiente. Linee pregiate di design ne caratterizzano il modello con interni spaziosi e di qualità. La gamma completa delle motorizzazioni è: Hybrid, diesel e benzina e sono tutti performanti in qualsiasi condizione di utilizzo con consumi contenuti e inferiori alla media. All’interno della spumeggiante serata, condotta dallo speaker radiofonico Marco Corona, si è tenuta la premiazione dei clienti Auto In ai quali, dopo aver acquistato entro i termini previsti la nuova Toyota Auris, sono stati consegnati i biglietti omaggio per la Moto GP, proprio dalle mani del super sportivo Alex De Angelis.
RESTAURARE
Nuova vita
AL TEATRO IL TEATRO GALLI RIVIVE CON IL SUO FOYER DOPO 71 ANNI GRAZIE A UN ACCURATO RESTAURO E A UN DOCUMENTARIO DELLA RAI.
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di Lucia Lombardi / ph Riccardo Gallini
Possenti colonne, ampie vetrate affacciate sulla piazza, specchi, stucchi e lampadari scintillanti come li avrebbe potuti ammirare il pubblico convenuto al debutto dell’Aroldo di Verdi in quel lontano 16 agosto 1857: così appare il foyer restaurato del Teatro Galli di Rimini, progettato dall’architetto Luigi Poletti. La città cambia volto e si riappropria di uno sguardo nuovo sulla sua storia più luminosa. Fino a quel fatidico bombardamento del 1944 che distrusse il teatro spegnendo un grande motore culturale, che non funzionò mai più come luogo civico di rappresentazione. Oggi, con questo progetto, si dà avvio a una serie di interessanti iniziative, la prima il 17 e 18 ottobre con la produzione di un film documentario, dove il pubblico sarà ammesso sul set, realizzato in collaborazione con Rai 5 e distribuito dalla Bertafilm, dedicato a Zoroastre, tragédie lyrique di Jean Philippe Rameau, il cui testo piacque al giovane Casanova tanto da realizzarne una traduzione italiana. L’episodio stuzzicò la fantasia di Fellini finendo tra le maglie del “suo” Casanova!
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IL PIACERE DI GIOC ARE CON ST ILE Seg uic i su
R E P U B B L IC A DI S A N M A R I N O “IL GIOCO E’ RISERVATO AI MAGGIORENNI”
“IL GIOCO PUO’ CAUSARE DIPENDENZA”
“ V E R I F I C A L E P R O B A B I L I T A ’ D I V I N C I T A ’ S U L S I T O W W W. G I O C H I D E L T I T A N O. S M ”