Tariffa R.O.C.: Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB - FILIALE DI FORLÌ - Contiene i. p. - Reg. al Tribunale di Forlì il 23/11/1998 n. 27 - EURO 3,00
F O R L Ì
Giulia
ACROBATA DELLA DANZA
PIOLANTI
SILVIA MONTI / Fragranze d’artista CAMPUS / Università del territorio SAN DOMENICO / Il mito di Piero
N° 1 FEBBRAIO/MARZO 2016
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EDITORIALE
S
“Spingo anima e corpo al limite del possibile”: così Giulia Piolanti, forlivese, sintetizza la sua esperienza di protagonista negli spettacoli che il Circue du Soleil porta in giro per il mondo. Ammirate gli scatti di Giulia sul palco che trovate nelle prossime pagine e capirete che non ha affatto esagerato! A un’altra donna che ama le sfide è dedicata la copertina di Cesena, Silvia Monti, che nel suo laboratorio artigianale crea essenze che affascinano donne e uomini in tutto il mondo. Parliamo poi di giovani e prospettive professionali con una panoramica sui Campus forlivese e cesenate, per poi incontrare chi ha fatto già una scelta lavorativa spesso coraggiosa decidendo di gestire una libreria a marchio indipendente. Idee imprenditoriali, giovani che si affacciamo al mondo del lavoro che vanno supportati, come ci spiega il neopresidente di CNA Forlì-Cesena, Lorenzo Zanotti. Buona lettura! Andrea Masotti
SOMMARIO
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ANNOTARE
Brevi IN
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ESSERE
Giulia Piolanti
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ESSERE
Silvia Monti
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INSEGNARE
Campus
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LEGGERE
Librerie indipendenti
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EDIZIONI IN MAGAZINE S.R.L. Redazione e amministrazione: Via Napoleone Bonaparte, 50 - 47122 Forlì Tel. 0543.798463 / Fax 0543.774044
AMMIRARE
Piero della Francesca
www.inmagazine.it inmagazine@menabo.com Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana
DIRETTORE RESPONSABILE: Andrea Masotti REDAZIONE CENTRALE: Serena Focaccia ARTWORK: Lisa Tagliaferri IMPAGINAZIONE: Francesca Fantini UFFICIO COMMERCIALE: Gianluca Braga, Elvis Venturini STAMPA: Montefeltro di Celli F. - Rimini
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INTRAPRENDERE
Morelli Tapas
Anno XIX - N. 1 Chiuso per la stampa il 22/02/2016 Collaboratori: Alessandro Bucci, Dolores Carnemolla, Gianluca Gatta, Elisa Gianardi, Sabrina Marin, Francesca Miccoli, Giorgio Pereci. Fotografi: Riccardo Caselli, Valentina Donatini, Moreno Maggi, Giorgio Sabatini.
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INNOVARE
Gollinucci
Seguici su FB: www.facebook.com/edizioni.inmagazine
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RAPPRESENTARE
Lorenzo Zanotti
Tutti i diritti sono riservati. Foto e articoli possono essere riprodotti solo con l’autorizzazione dell’editore e in ogni caso citando la fonte
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ph Giorgio Sabatini
ANNOTARE
A misura DI BIMBO FORLÌ Popommo nasce
Libreria fiduciaria IN MAGAZINE FORLÌ Le riviste Forlì IN
Magazine, Premium e tutti i libri pubblicati da Edizioni IN Magazine sono disponibili da inizio 2016 presso la Libreria Universitaria e Professionale di Via Lazzaretto 51, accanto al tribunale, divenuta libreria fiduciaria di Forlì. I libri IN Magazine continuano ad essere disponibili anche nelle altre librerie cittadine, ma qui si trovano le riviste, distribuite gratuitamente su un apposito espositore, ed è sempre possibile sottoscrivere anche l’abbonamento annuale per poterla ricevere comodamente a casa propria. Inoltre tutti i libri del catalogo IN Magazine sono sempre disponibili e, comunque, è possibile ordinarli con la certezza di riceverli in libreria entro un giorno lavorativo.
Vivere sani IN FIERA CESENA Sabato 2 e domenica 3 aprile, Cesena Fiera ospita il
Wellness Food Festival, dedicato al mondo bio, vegan e fusion: un intero padiglione dedicato all’alimentazione, alla cura del corpo e della mente, passando per abbigliamento, accessori e attrezzature a basso impatto ambientale. Ad impreziosire il tutto, tantissimi spettacoli in collaborazione con i quattro partner della manifestazione Macrolibrarsi, Molino Spadoni, Almaverde Bio e Wellness Foundation. Un’area è riservata agli show cooking di chef e blogger, maestri della cucina vegana e orientale. Le aree convegni ospitano conferenze e incontri in compagnia di nutrizionisti ed esperti con esempi sul corretto modo di mangiare. In collaborazione con la Wellness Foundation e Time to move, un’area è dedicata all’educazione fisica e, in collaborazione con Yoga Festival, maestri di yoga propongono prove pratiche gratuite. C’è spazio anche per il relax, con dimostrazioni di massaggi e terapie alternative, a cui saranno rivolti molti degli approfondimenti in programma con ospiti di rilievo, medici e operatori olistici. In contemporanea si svolgerà Hobby Farmer, la fiera della vita all’aria aperta dedicata a chi desidera coltivare un angolo verde, divertirsi a contatto con la natura e assaporare prodotti più genuini. www.wellnessfoodfestival.it
dall’idea di Manuela (nella foto) e della mamma Prima di creare un negozio-sartoria dove mamme e bambini possano trovare capi di abbigliamento belli, comodi e fatti su misura. Materiali di prima qualità, ottima fattura e personalizzazione sono le parole chiave di tutte le collezioni Popommo, che veste i bambini dalla nascita fino ai 12-14 anni. Tutti i modelli possono essere realizzati su richiesta, con materiali particolari e su misura per occasioni speciali come battesimi, comunioni o matrimoni. Popommo presenta la nuova collezione primaverile, stilosa ma pratica, realizzata con materiali e dettagli che rendono ogni capo unico. La novità di questa stagione sarà “Odore di Popommo”, una linea di acque profumate e prodotti naturali per la bellezza del bambino.
Il Teatro Bonci COMPIE 170 ANNI
ph Giorgio Sabatini
CESENA Inaugurato il 15 agosto 1846 con l’opera Maria di Rohan di
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IN MAGAZINE
Gaetano Donizetti e con Fanny Essler nel balletto Beatrice di Gand, il Teatro Bonci quest’estate compirà 170 anni. La ricorrenza sarà celebrata con l’emissione di un francobollo, che andrà ad aggiungersi alla serie tematica “Il patrimonio artistico e culturale italiano”, e con il recupero del Ridotto a funzioni artistiche. Il progetto del comitato di lavoro prevede che al Ridotto si svilupperà il futuro Istituto per le arti sceniche e performative. Lo spazio verrà inoltre aperto alle attività culturali e diventerà la sede degli uffici del Teatro. Realizzato su progetto dell’architetto Vincenzo Ghinelli, sulle fondazioni del Palazzo Spada, il Teatro Comunale è uno dei luoghi storici della cultura romagnola. Noto per la sua straordinaria acustica, il Bonci è riconosciuto come un teatro civico, popolare, voluto e amministrato dalla città.
pensa il tuo mondo Alessi • Arzberg • Berkel • Berndes • Brionvega • Carlo Moretti • Cristal de Sevres • Culti • Daum • Driade • Durance • Global • Hermès • Ichendorf • Ittala • Kartell • Kitchen Aid • knIndustrie • KPM • Lampe Berger • Le Jacquard Français • L’Oca Nera • Loewe • Porcellana Bianca • Rice • Royal Copenhagen • Romero Britto • Rosenthal • Versace • Saint-Louis • Sambonet • Smeg • Staub • Swarovski • Swatch • TDK • TIM • Thun • Tom’s Drag • Viceversa • Villeroy & Boch • WMF • Zak!designs
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Nuova agenzia GIURIDICA FORLÌ Ha aperto, in Via
Lazzaretto 41, accanto al tribunale, la nuova agenzia Wolters Kluwer giuridica, licenziataria dei marchi Utet Giuridica e Cedam nonché dei software e banche dati dedicati al professionista legale. “Riusciamo ad offrire ai professionisti del settore un punto di riferimento serio e affidabile – afferma Tiberio Malpede (nella foto), il nuovo agente –, grazie a un team rinnovato ed estremamente qualificato. Il nostro lavoro consiste nell’offrire la soluzione giusta alle esigenze del cliente, soprattutto per quanto riguarda l’aggiornamento professionale e, grazie ai nostri software, lo svolgimento delle pratiche quotidiane.” L’agenzia copre le province di Forlì, Cesena e Ravenna.
ph Riccardo Caselli
Dedicato a TENCO CESENA Forse non tutti sanno
Dalla scena AL FILM FORLÌ Centoventi giorni sono trascorsi e la campagna di
crowfunding tutta forlivese per la realizzazione di “Rwanda - Un film per fare la differenza” si è chiusa raggiungendo la cifra record di 29.500 euro, grazie al sostegno di oltre seicentocinquanta persone da tutta Italia e il patrocinio di più di trenta tra Associazioni, Onlus e ONG. Marco Cortesi e Mara Moschini (nella foto), gli autori/attori del progetto, commentano così lo splendido, e insperato, risultato: “Ci siamo riusciti davvero! 120 giorni durante i quali abbiamo sperato, sognato, creduto di poter rendere questo sogno una realtà. Il target iniziale di 20.000 euro non solo è stato raggiunto, ma addirittura superato. Questo film si farà. È ufficiale! Lo scopo era quanto mai ambizioso: trasformare uno spettacolo teatrale sulla tragedia del genocidio in Rwanda in un film-documentario in grado di smuovere le coscienze. Volevamo far giungere la meravigliosa storia di coraggio e fratellanza tra un giovane ragazzo Hutu e una giovane ragazza Tutsi a molte più persone di quelle che uno spettacolo teatrale può coinvolgere. Un progetto che nasce dal basso, dall’entusiasmo di centinaia di persone unite da un sogno realizzare un film in grado di fare la differenza e parlare di coraggio e fratellanza.” (S.F.)
che il brano Su Questo Palco, scritto dall’artista cesenate Paolo Montevecchi e dedicato a Luigi Tenco e alla sua controversa partecipazione al Festival di Sanremo del 1967, fu trasmesso il 23 febbraio 2000 dal sito luigitenco.com dopo essere stato scartato dalla commissione giudicatrice del Festival. Il 27 gennaio 2016 il brano è uscito in formato CD-audio in edizione limitata di trecento copie numerate: un supporto fisico per riconsegnare valore alla professione dell’artista, oggi misconosciuta, e al lavoro di chi con la musica ci lavora materialmente. Il singolo di Paolo Montevecchi contiene altri due brani strumentali inediti: Delirio Blanco e Zitta e ringrazia. Il cd è acquistabile sul sito www.115records.com (A.B.)
Lustro al GRAND HOTEL FORLI-RISTORANTE 3 CORTI FORLÌ Il giorno di San Valentino ha un significato in più per i tre
imprenditori Michele Amadei, Agostino Scialfa e Simone Muccioli, perché è il giorno in cui cinque anni fa è cominciata l’avventura del Grand Hotel Forlì ****S, Ristorante 3 Corti e Centro Benessere Mariposa. In questi anni la struttura si è affermata come punto di riferimento per l’ospitalità e la ristorazione, offrendo inoltre una perfetta accoglienza per qualsiasi tipo di evento. La struttura offre ai suoi clienti cinquanta eleganti camere e due suite, un terrazzo-piscina con solarium, un centro benessere, tre sale congressi e un ristorante/sale ricevimenti da 500 coperti. In particolare il Ristorante 3 Corti, che propone da tempo la formula di pranzo a buffet dal lunedì alla domenica, ha inoltre rinnovato la sua offerta à la carte con prodotti a km 0. www.grandhotelforli.com - www.ristorante3corti.com 6
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ANNOTARE
L’Antico Molino SI FA NUOVO FORLÌ L’Antico Molino
Nasce una nuova BANCA CESENA È iniziata
ufficialmente il 1° gennaio 2016 l’attività del Credito Cooperativo Romagnolo, la nuova Banca che nasce dall’unione di Banca di Cesena e BCC di Gatteo, una banca proiettata nel futuro ma che fonda le proprie radici nella storia di due istituti di credito veri punti di riferimento per le famiglie e le imprese di questo territorio che va da Bagno di Romagna fino al mare, da Ravenna al riminese. “Questo progetto – ha dichiarato il Presidente Baraghini (nella foto) – nasce da una visione condivisa della situazione e delle prospettive del territorio; la nuova Banca si pone l’obiettivo di dare continuità e rafforzare l’impegno a sostegno di questo territorio.”
Il Novecento E PIERO CASTROCARO Inaugura sabato 12 marzo, negli spazi del
Padiglione delle Feste di Castrocaro Terme (FC) la mostra dal titolo “Il ‘900 guarda Piero della Francesca. Disegno e colore nell’opera di grandi maestri”. Aperta fino al 17 luglio, la mostra s’inserisce nell’ambito delle collaterali alla grande esposizione su Piero della Francesca a Forlì. La mostra esplora l’impronta pierfrancescana, indelebile, sottile e intrigante, che ha nutrito le poetiche dei grandi artisti esposti, quali Borra, Carrà, Casorati, Crivelli, De Chirico, De Pisis, Funi, Garbari, Guidi, Morandi, Morelli, Rosai, Savinio, Severini e Sironi. L’influenza di Piero della Francesca sull’arte italiana degli anni Venti e Trenta passò attraverso il filtro critico di Roberto Longhi, che nel 1927 dedicò una monografia al maestro aretino e che ancor prima – nel 1914 – scrisse un lungo articolo sul periodico “La Voce” interpretando l’importanza storica di Piero e i suoi aspetti formali. “Sintesi prospettica di forma e colore”. Disegni e pitture dei grandi protagonisti della cultura figurativa italiana del XX secolo filtrano l’universo pierfrancescano in una mostra che indaga colore, luce, spazio e geometria, presentando in un’unica sezione copie, studi, omaggi.
di Via Firenze 221, a San Varano di Forlì, è rinato come luogo di ristorazione e caffetteria innovativo, che si richiama esplicitamente alle migliori tradizioni agricole, gastronomiche e di folclore romagnolo. L’inaugurazione ufficiale è avvenuta sabato pomeriggio 13 febbraio alla presenza del Sindaco di Forlì Davide Drei. Il locale è aperto dal martedì alla domenica dalle ore 6 alle ore 20 nei locali ristrutturati dell’antico molino dai due entusiasti gestori, Luca Lombardi e Gabriele Lombardi: qui viaggiatori e cittadini possono trovare, oltre al servizio caffetteria, vino romagnolo, pasta fresca, street food e colazioni sontuose. Con la buona stagione, i clienti potranno godere anche di una terrazza esterna sull’argine del canale. (Nella foto i gestori con il sindaco di Forlì Drei al centro e il sindaco di Predappio Frassineti).
M’illumino DI MENO SAVIGNANO Oltre novanta savignanesi, in tenuta sportiva, a spasso per la città illuminata dalla luna: anche Savignano venerdì 19 febbraio ha aderito, tramite la Consulta Centro storico, al progetto “M’illumino di meno” del programma Caterpillar di Radio2, per promuovere il risparmio energetico, il consumo consapevole di risorse e la mobilità sostenibile. La grintosa “armata” savignanese si è data appuntamento alle 20.30 nella piazza principale, piazza Borghesi, per l’occasione a luci spente proprio per lanciare un messaggio di risparmio energetico. Da lì la carovana ha percorso viale della Libertà, i due corsi principali Perticari e Vendemini, ha raggiunto lo stadio e, tramite via della Libertà e via della Pace, è tornata in centro storico. Un’ora e mezza di camminata per sette km dedicati al piacere di stare insieme e vivere ogni spazio della propria città.
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ANNOTARE
Musica a FACCIADASTILE FORLÌ La bottega di
ph Giorgio Sabatini
abbigliamento donna Facciadastile.it in viale Roma 123, ormai vicina a compiere due anni, festeggia sabato 5 marzo con un evento musicale dedicato alla presentazione dei nuovi arrivi di marchi consolidati e new entry a sorpresa, con lo stile che da sempre la rende unica nel suo genere: creativo, originale, attento a tutte le nuove tendenze. Facciadastile.it da sempre dialoga con le sue clienti attraverso i social, il blog con outfit e consigli di stile e il negozio on line per essere raggiunto anche da chi non può farsi coccolare in negozio. Per il 5 marzo è prevista musica jazz in vetrina a cura di Jazz Duo che accompagnerà il pomeriggio e l’aperitivo.
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ph Giorgio Sabatini
Le Mariette VITTORIOSE
Cucina DI FAMIGLIA FORLÌ Domenica 21 febbraio presso l’Aula Artusi di Eataly
Mariavittoria Andrini ha presentato il suo ultimo libro “Le ricette di famiglia” (Edizioni IN Magazine), un ricettario originale che parla di cucina di famiglia, di tradizione e di piatti tramandati di madre in figlia. L’autrice ha conversato con Antonio Tolo, direttore della Biblioteca Artusiana di Forlimpopoli, tracciando una storia del gusto nella cucina casalinga che parte dalla fine dell’Ottocento per arrivare fino ai giorni nostri e raccontando le vicende avventurose con cui le ricette che ha raccolto nel libro sono arrivate a noi e come, attraverso la storia delle donne di una famiglia, si possa conoscere e ricostruire un’identità gastronomica della terra emiliano-romagnola. Mariavittoria Andrini, giornalista, ha pubblicato su Panorama, Donna Moderna e Bell’Italia. È stata inoltre collaboratrice delle Guide del Gambero Rosso ai Ristoranti e ai Bar d’Italia. Ha all’attivo la redazione della Guida della Croazia, edita da Mondadori, e di 52 Domeniche di Golf in Emilia Romagna con Edizioni IN Magazine. Nel 2012, sempre per IN Magazine, ha curato la riedizione di L’arte di utilizzare gli avanzi della mensa di Olindo Guerrini.
BOLOGNA Sfida epica e mai risolta quella fra tortellino emiliano e cappelletto romagnolo e che è andata in scena ancora una volta a Bologna a Palazzo Re Enzo a gennaio. In questa occasione la sfida si è conclusa con un pareggio che non ha scontentato nessuno e che ha visto trionfare nella categoria “tradizionale” le mitiche Mariette di Forlimpopoli che hanno presentato un cappelletto in brodo ripieno di carne e formaggio con cedro candito e noce moscata. Il tortellino invece ha prevalso nella versione innovativa proposta dallo chef dell’Antica Trattoria del Reno Vincenzo Vottero, che ha preparato un piatto di tortellini con burro artigianale, tartufo nero e caviale di Lambrusco. (S.F.) (Nella foto, i premiati Vincenzo Vottero e Verdiana Gordini delle Mariette)
Fronteretro è prima AL PREMIO DIVA FORLÌ Fronteretro s.r.l., l’azienda forlivese che si occupa di display
e sistemi espositivi per la comunicazione, di stampa digitale e allestimenti per negozi e mostre, ha ottenuto a ottobre 2015 due preziosi riconoscimenti alla quinta edizione del DIVA Display Italia Viscom Award organizzato da Viscom Italia, la mostra convegno internazionale di comunicazione visiva, in collaborazione con Display Magazine. Fronteretro si è classificata al primo posto nelle due principali categorie di settore: Soluzioni espositive durevoli (con il lavoro realizzato per il committente Dainese s.p.a.) e Soluzioni espositive non durevoli (con il lavoro realizzato per il committente Asics s.p.a.). La società ha curato direttamente sia il progetto creativo che la produzione degli espositori. (Nella foto il titolare di Fronteretro, Ireneo Lazzari, con i trofei vinti)
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ESSERE
Acrobata
DELLA DANZA GIULIA PIOLANTI È LA PROTAGONISTA FEMMINILE DI TORUK, IL NUOVO SPETTACOLO DEL CIRQUE DU SOLEIL ISPIRATO AD AVATAR: UNA MEGAPRODUZIONE APPENA PARTITA PER UN TOUR MONDIALE DI QUATTRO ANNI.
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“Devo tutto alla ginnastica ritmica, la disciplina e la passione per questo sport mi hanno avviato poi verso la mia carriera artistica.” Esordisce così la forlivese Giulia Piolanti, quando le chiedo di raccontarmi la sua avventura professionale: dallo sport allo spettacolo, passando per un secondo posto ai campionati mondiali di pole dance del 2010, all’insegna della danza acrobatica. La contatto a Montreal mentre sta preparando l’anteprima mondiale di Toruk, uno show caleidoscopico ispirato al mondo di Avatar, il film del 2009 di James Cameron, di cui rappresenta un’espansione, con una storia nuova, personaggi nuovi, e che accompagnerà il pubblico verso l’uscita del sequel cinematografico, previsto per fine 2017. “È uno show di una bellezza visiva da pelle d’oca ed io ne sono la protagonista femminile, Tsyal, una giovane Na’vi, forte e dai movimenti felini, che accompagna due Na’vi di un clan diverso attraverso il mondo del pianeta Pandora per salvarne il destino.” Da Forlì a Pandora il passo non è stato certamente breve: “Ho gareggiato per la Gymnica 96 di Forlì fino a diciannove anni,
di Gianluca Gatta
dopodiché ho frequentato un’accademia di danza a Milano, la M.A.S., per estendere la mia conoscenza sulle arti della danza e del teatro. Nel 2000 sono entrata a far parte di Kataklò, una compagnia di danza acrobatica, la mia prima vera esperienza nel mondo dello spettacolo. Nel 2007 sono riuscita a superare le selezioni del Cirque du Soleil per un nuovo show situato a Tokyo, dove sono rimasta per quasi quattro anni. Sono proprio questi primi anni con il Cirque che mi hanno permesso di apprendere nuove discipline, spingendo anima e corpo al limite del possibile.” Il Cirque du Soleil, che nasce nei primi anni ’80 da un gruppo di artisti di strada canadesi guidati da Gilles SteCroix e Guy Laliberté, deve la sua fama mondiale all’aver dato nuova linfa all’arte acrobatica circense grazie a numeri innovativi, scenografie spettacolari e, non meno importante, una trama avvincente che caratterizza ogni spettacolo. Il Cirque è però anche noto per l’impegno totalizzante richiesto ai propri performer. “Lavoro per il Cirque du Soleil da otto anni e ho preso parte a tre diverse produzioni, incluse due
nuove creazioni. La fase finale di preparazione dello show, dall’arrivo degli artisti, dura circa quattro mesi. Nella sede centrale a Montreal, in Canada, ci sono studi di prova immensi, dotati di tutta la tecnologia e di tutti gli strumenti acrobatici necessari. Diventano la nostra casa: si inizia alle 9 del mattino e si va avanti per tutta la giornata e la serata, esplorando, improvvisando, conoscendoci giorno dopo giorno. La fiducia reciproca è un fattore essenziale specialmente quando ti trovi a otto metri d’altezza e il tuo partner in volo è l’unico a sostenerti. I mesi di creazione sono i più duri. Ti senti vulnerabile, confusa, passi ore estenuanti a provare per non sprecare nemmeno una giornata, con la consapevolezza di dover essere sempre al massimo della forma fisica e dell’attenzione mentale. Da quando lavoro per il Cirque du Soleil, non credo di essere mai stata per più di un mese fuori allenamento. È un lavoro fisico di preparazione, prevenzione ed esplorazione, allenando il corpo a sforzi estremi e mantenendo un’elasticità fisica costante. Io non faccio particolarmente uso di pesi, a meno che non abbia alterIN MAGAZINE
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tacolo è terminata, si parte in tour. “Cambio città ogni settimana. Il lunedì si arriva a destinazione, il martedì è libero, da mercoledì a domenica ci sono gli show, con doppie performances durante il fine settimana, per una media di sette show in cinque giorni lavorativi per un massimo di dieci show a settimana. Il primo girono di lavoro è il più lungo: ci esibiamo in arene sportive o per concerti, dunque si arriva al palazzetto dello sport verso le 11 del mattino per
IO SONO UNA AERIALIST, PREDILIGO CIOÈ LE DISCIPLINE AEREE QUALI TESSUTI, STRAPS, BUNGEE, CERCHIO, NELLE QUALI DEVO FARE AFFIDAMENTO SULLA POTENZA DELLE MIE BRACCIA, O DELLE GAMBE SE MI TROVO A TESTA IN GIÙ. PRATICO ANCHE LA POLE DANCE.
IN ALTO, GIULIA PIOLANTI IN UNA PERFORMANCE DI POLE DANCE. IN BASSO, IN UN ASSOLO DI CONTORSIONISMO NELLO SHOW “MICHAEL JACKSON THE IMMORTAL WORLD TOUR” (2011-2014).
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native, preferisco usare il mio peso corporeo, per cui sono facilmente più per aria, appesa, che non per terra. Nel gergo circense, io sono una aerialist, prediligo cioè le discipline aeree quali tessuti, straps, bungee, cerchio, nelle quali devo fare affidamento sulla potenza delle mie braccia, o delle gambe se mi trovo a testa in giù. Pratico anche la pole dance, un’ottima disciplina per allenare i muscoli in maniera globale.” Quando la produzione dello spet-
iniziare quella che viene chiamata validation, ossia il test di tutto l’apparato acrobatico, per assicurarsi che non ci siano problemi. Abbiamo il catering che segue il tour con noi, per cui abbiamo accesso alle cucine giornalmente. Una giornata di lavoro consiste nello studiare le precedenti performance, allenarsi, truccarsi – ci vogliono circa due ore di tempo – prepararsi. E poi si parte con lo show che inizia solitamente verso le 19.30, se è data singola, quando non si fa la pomeridiana alle 16.30. Finito lo show è il momento di tornare ad essere umani, quindi stanchi ma felici.” Giulia adora il suo lavoro, lo ripete spesso, ma ci sarà anche qualcosa che apprezza meno. “Adoro il mio lavoro, lo adoro con tutta me stessa, mi sento fortunata e realizzata. Adoro l’adrenalina che aumenta poco prima di andare in scena, il battito cardiaco che accelera, una sensazione unica. Adoro il pubblico, adoro vedere
In volo con TORUK Toruk. The First Flight, ispirato al film campione d’incassi Avatar di James Cameron, è il più recente spettacolo del Cirque du Soleil. Ambientato centinaia di anni prima degli eventi narrati nel film, racconta una storia di formazione e di crescita che si dispiega intorno al confronto con Toruk che, nel linguaggio del popolo Na’vi, nativo di Pandora, si riferisce al maestoso leonopteryx, il potente predatore rosso e arancione che domina i cieli del pianeta. Giulia Piolanti è la protagonista femminile dello show e impersona Tsyal, una ragazza dallo spirito intraprendente esperta nell’arte alchemica. Lo spettacolo – ricco di effetti visivi, musiche tribali e danze acrobatiche – si svolge secondo una narrazione di tipo cinematografico su un enorme palco centrale. Dopo la prima a Montreal il 21 dicembre 2015, lo show è partito per un tour in Canada e Stati Uniti. Toruk. The First Flight è la 37° produzione del Cirque du Soleil dal 1984, anno della sua fondazione. In Italia, il circo si è recentemente distinto nella produzione Allavita! andato in scena all’EXPO di Milano del 2015.
QUI ACCANTO, GIULIA PIOLANTI IN UNA SEQUENZA DELLO SHOW TORUK. THE FIRST FLIGHT, DEL CIRQUE DU SOLEIL.
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IN ALTO, GIULIA PIOLANTI SI TRUCCA NEL CAMERINO PRIMA DI INIZIARE LO SHOW.
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le espressioni nei loro volti durante le mie perfomance, adoro farli sognare. Amo viaggiare e questo lavoro me ne dà la possibilità con tutte le comodità. Sono già al mio secondo tour mondiale e lo scambio culturale diventa un immenso tesoro. Adoro lavorare con artisti provenienti da tutto il mondo, c’è così tanto da imparare! Non mi piace il costante dolore fisico... alle volte, alla mattina non è semplice scendere giù dal letto. E l’essere costantemente lontana ha i suoi lati negativi, ovviamente: gli affetti famigliari mancano parecchio on the road.” Il poco tempo libero, Giulia lo trascorre a esplorare le città che incontra e a studiare. “Viaggiando costantemente, ho il desiderio di conoscere il più possibile in poco tempo la città in cui mi trovo. Dedico quindi le mie giornate libere a fare la turista o a riposarmi, se serve. Alcune settimane sono più impegnative di altre. E studio, anche: ho appena terminato un corso on line in Arts Management presso l’Università del Massachusetts. Questa nuova produzione è appena iniziata, per cui il mio impegno è di mantenermi all’altezza del ruolo fisicamente e artisticamente per i prossimi due anni. Ma voglio continuare a studiare, consapevole del fatto che
IL MIO SOGNO È DIVENTARE DIRETTRICE ARTISTICA DI UNO DEGLI SHOW PRODOTTI DAL CIRQUE. VORREI POTER CONTINUARE A LAVORARE CON GLI ARTISTI, DARE LORO CONSIGLI, USARE LA MIA ESPERIENZA PASSATA PER ARRICCHIRE LO SHOW.
prima o poi dovrò abbandonare la carriera artistica per qualcosa di meno fisico. Come artista, posso dire di aver realizzato il mio sogno professionale: lavorare per il Cirque du Soleil è l’esperienza artistica più coinvolgente che abbia mai potuto sperimentare. Vorrei quindi poter continuare a dare il mio contributo alla compagnia anche dopo avere interrotto la mia carriera sul palco. Il mio sogno è diventare Direttrice Artistica di uno degli show prodotti dal Cirque, per questo ho scelto questo indirizzo di studio. Vorrei poter continuare a lavorare con gli artisti, dare loro consigli, usare la mia esperienza passata per arricchire lo show di un qualcosa in più. Voglio continuare a far volare l’immaginazione del pubblico.”
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ESSERE
Fragranze
D’ARTISTA ANTICHE FORMULE E CURA ARTIGIANALE SONO IL SEGRETO DEI PROFUMI UNICI CHE SILVIA MONTI PRODUCE A CESENA E CHE DIFFONDONO LA LORO FRAGRANZA IN TUTTO IL MONDO. di Francesca Miccoli / ph Valentina Donatini
E
È la sublime interprete delle sfumature sottili. L’esegeta dell’invisibile, dell’immateriale, di qualcosa che è difficilmente esprimibile a parole. Un universo sospeso tra magia e mistero. Silvia Monti, forlivese di quarantaquattro anni di cui venti spesi in quel di Cesena, è la regina delle fragranze: profumi capaci di catturare l’essenza delle persone, di intrappolare e scatenare ricordi. Quello di Silvia è un nome sconosciuto a molti eppure celebrato a ogni latitudine, geografica e mediatica, come testimoniano gli articoli su periodici glam quali Marie Claire e Vanity Fair, solo per citarne alcuni. Incuriositi da un autentico talento olfattivo. “Ho sempre avuto uno spirito irrequieto, imprevedibile – racconta Silvia –. Già da piccola ero innamorata dei profumi, degli odori. Avvertivo quello dell’erba bagnata, ma anche i sentori mattutini e serali. Ne ho creato un archivio nella memoria. L’olfatto stimola i centri nervosi, a ogni odore associavo qualcosa di vissuto. E ancor oggi cerco di immaginare la storia che si cela dietro a ogni persona”.
Conseguita la laurea in Farmacia all’Università di Bologna, il destino e la freccia di Cupido portano la forlivese a Cesena. Nel 1998 sposa Luigi, romagnolo conosciuto per una serie di felici coincidenze a Latina in occasione di una borsa di studio alla Plasmon. Il colpo di fulmine li porta all’altare nel volgere di appena un anno. La comunione nella vita diventa presto condivisione della quotidianità professionale. “Lavoriamo nell’antica farmacia Santini, aperta a fine Ottocento dal nonno di mio marito. Adoro la mia professione, che sottende valori particolari: non ci si limita a dare un farmaco prescritto dal medico. Molte persone ti consegnano loro anima, ti senti in dovere di ‘accompagnarle’, alleviarne lo spirito.” Nel laboratorio della farmacia Silvia viene a contatto con coriandoli di un passato assai remoto. “Rovistando nella cantina ho trovato alambicchi, vecchi libri, scatoline per le preparazioni galeniche, ricette della farmacopea ottocentesca.” Da qui l’illuminazione. “Mi è venuta l’idea di IN MAGAZINE
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“MI HA SCOPERTO LA DIRETTRICE DI PITTI IMMAGINE, INNAMORATA DELLE MIE FRAGRANZE. MI È STATO CHIESTO DI ENTRARE NEL MONDO DELLA PROFUMERIA ARTISTICA. E COSÌ TRE ANNI FA MI SONO AFFACCIATA A QUESTO UNIVERSO CON UN PICCOLO STAND A PITTI FRAGRANZE.”
I QUATTRO PROFUMI ARTIGIANALI PRESENTATI IN UN COFANETTO ANNI ‘30: ANTIDOTO (REATTIVO), TINTURA SPIRITOSA (A CUCCHIAINI), CANTARIDE (PENNELLATURE), INIEZIONE DI MORFINA.
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tradurre in fragranze vecchi sentori e prescrizioni, sospinta da un lato dagli odori respirati in laboratorio, dall’altro dalle letture di antiche formulazioni.” L’ispirazione trae linfa anche dalla variegata umanità incontrata nel quotidiano. Prendono così vita diverse profumazioni, contraddistinte dal marchio Peccato originale. Ma se la trasgressione di Adamo ed Eva fece scendere il buio sull’umanità, le fragranze di Silvia illuminano un orizzonte inatteso. Anche se il debutto sulla
grande ribalta avviene in modo quasi casuale. “Mi ha scoperto la direttrice di Pitti Immagine, innamorata delle mie fragranze portate alla celebre rassegna da una signora cesenate che espone bigiotteria. Mi è stato chiesto di entrare nel mondo della profumeria artistica. E così tre anni fa mi sono affacciata a questo universo con un piccolo stand a Pitti Fragranze.” In esposizione profumi artigianali inseriti in una scatola rossa e nera dal sapore anni Trenta. “Un cofanetto provocante, in linea con quelli in cui si adagiavano i preparati magistrali di laboratorio agli esordi del secolo scorso.” Un poker di fragranze, destinate ad aprire nuove esperienze sensoriali. “La prima è Cantaride (pennellature): una formula nata pensando alla cantaridina, coleottero che da maggio a giugno si annida nei campi di grano. Nei loro banchetti gli antichi romani ne usavano le ali tritate come afrodisiaco. Fino a quando se ne scoprì la nefrotossicità. Il preparato nacque come antesignano del Via-
gra. Poi, a seguito di usi impropri, venne ritirato dal commercio. La mia fragranza è unisex, calda e avvolgente: la più passionale, nata dalla sintesi di benzoino, ambra, vaniglia, semi di angelica, muschio, cuoio luminoso, caviale e patchouli.” La seconda è Tintura spiritosa (a cucchiaini), tonico antinevrastenico. “Nasce dallo spirito, inteso come base alcolica, per tonificare lo spirito, inteso come anima. Una fragranza fruttata con una nota pungente data dalla rosa damascena.” Un profumo apprezzato persino oltreoceano: in un concorso a Miami si è aggiudicato il decimo premio. La terza creatura è Iniezione di morfina, un elisir a base di oppio. “È il profumo più trasgressivo, dal nome volutamente provocatorio. Nasce da una ricetta di Paracelso e contiene tutte essenze bianche: la sintesi è una profumazione talcata, molto femminile e apprezzata dai più giovani”. Anche la quarta fragranza ha un nome che ne rivela il cuore. “Antidoto (reattivo) prende vita da una formulazione di Andromaco, in-
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cliente russo mi chiede di contattare l’ufficio commerciale per le fatture o un altro desidera parlare con i magazzinieri per un packaging particolarmente sostenuto.” Tra farmacia e laboratorio, la forlivese riesce anche ad avere una vita privata, magicamente impreziosita dalla presenza di due figli, un cane e un gatto. “I miei ragazzi sono la mia ragione di vita. Filippo ha quattordici anni, ha un animo nobile, è amante del bello e dei profumi. Carolina ha dieci anni, un dolcissimo fiorel-
“FACCIO TUTTO DA SOLA. MI VIENE DA SORRIDERE QUANDO UN CLIENTE RUSSO MI CHIEDE DI CONTATTARE L’UFFICIO COMMERCIALE PER LE FATTURE O UN ALTRO DESIDERA PARLARE CON I MAGAZZINIERI PER UN PACKAGING PARTICOLARMENTE SOSTENUTO.”
SILVIA MONTI NEL SUO LABORATORIO ARTIGIANALE DI PROFUMERIA.
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ventore della triaca, pozione che i nobili assumevano prima dei pasti. Terrorizzati dall’idea di essere avvelenati, si avvalevano di assaggiatori ufficiali. Per contrastare i veleni a lungo termine si ricorreva all’assunzione di un potente antidoto”. Non manca una lampada catalitica, ‘Pillola (al bisogno)’, da usare nell’ambiente in cui si vive o lavora per riequilibrare l’animo. Le fragranze si possono acquistare nello shop on line, alle fiere, nelle profumerie artistiche lungo la Penisola. “Ci sono trenta punti vendita in Italia e tantissimi all’estero: da New York al centro di Parigi, terra dei profumi, dalla Germania agli Emirati Arabi, passando per Spagna, Russia e Lituania”. Un autentico miracolo se si pensa che Silvia lavora soprattutto sospinta dalla passione. Se volesse farne un business, le si spalancherebbe un mondo. “Faccio tutto da sola. Mi viene da sorridere quando un
lino. Sono molto orgogliosi della mia attività.” Gestire la quotidianità è una faticaccia. “Spesso al semaforo spero di trovare il rosso per spedire mail e mantenere i contatti con il mio mondo. Anche con la mia Forlì, dove vive la mia mamma, a cui sono legatissima: abbiamo condiviso le tragedie della morte di papà e di mio fratello, venuto a mancare ad appena 35 anni, stroncato da un infarto mentre giocava a pallavolo in spiaggia. A Forlì ho anche amiche che adoro e una cugina, quasi una sorella, che porto sempre nel cuore. Mi trovo benissimo a Cesena, città deliziosa e vivibilissima. Però non ne ho mai acquisito l’accento: per me nonno sarà sempre nonno con la ‘o’ chiusa!” Collaboratrice di L’Oreal e dei suoi numerosi marchi, Silvia non disdegnerebbe, un giorno, “di creare un’azienda strutturata che possa offrire ai giovani la possibilità di lavorare divertendosi”.
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INSEGNARE
Università del
TERRITORIO PRONTI AD AFFRONTARE IL MONDO DEL LAVORO E DELLA RICERCA INTERNAZIONALE: ECCO I GIOVANI CHE I CAMPUS UNIVERSITARI DI FORLÌ E CESENA VOGLIONO FAR CRESCERE. E POI VOLARE.
ph Moreno Maggi
di Dolores Carnemolla
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L’internazionalizzazione parte dalla territorialità. Si può sintetizzare così la prospettiva di formazione e di sviluppo dei Campus Universitari Territoriali dell’Università di Bologna. In particolare abbiamo indagato l’attività dei Campus di Forlì e Cesena, nati formalmente nel 2001 (insieme a quelli di Ravenna e Rimini) nell’ambito del Progetto Multicampus dell’Ateneo di Bologna. Le sedi di Forlì e Cesena oggi registrano, insieme, circa 12.000 iscritti. Gli studenti in questione non provengono solo da zone limitrofe, ma anche da altre città dell’EmiliaRomagna e in misura crescente da fuori Regione: in maniera sempre più frequente dopo aver conseguito il titolo di studio sono pronti per cominciare carriere lavorative non solo nell’ambito del tessuto imprenditoriale locale ma anche all’interno di aziende (anche multinazionali) con sedi a Milano o all’estero. Ci sono poi gli studenti stranieri, che sempre più spesso si incontrano in gruppi folti per le vie del centro. Si tratta di ragazzi che frequentano i Campus in seguito a programmi di scambio tra le Università o che hanno deliberatamente scelto di studiare in una piccola cittadina, aggirando il problema del sovraffollamento di presenze, senza rinunciare all’offerta formativa che un Ateneo di storica importanza è in grado di garantire. Turchia, Serbia, Albania, Russia, Cina, Africa, Colombia e Uruguay sono alcuni dei Paesi che figurano nella mappa di iscrizioni provenienti dall’estero. “Ho sempre sostenuto che la scelta fatta molti anni fa di avere un Ateneo Multicampus, a valenza territoriale, sia stata lungimirante. Credo che ancora oggi questo sia un punto di forza del nostro Ateneo,” ci racconta il Magnifico Rettore dell’Alma Mater Studiorum, il neo eletto Prof. Francesco Ubertini. Egli stesso ha assunto ad interim l’incarico di Prorettore alla Romagna “perché – ricorda lui stesso – come ho ribadito anche nel cor-
so della campagna elettorale è emersa chiaramente la necessità di un’attenzione particolare all’assetto territoriale dell’Ateneo: sarà mio compito valutare quello che è stato fatto negli ultimi anni e fare in modo di rilanciare la presenza dell’Università di Bologna nei suoi Campus, tenendo conto della specificità e dell’identità di ogni sede.” Il Campus di Forlì ospita i corsi di studio delle Scuole di Economia, Management e Statistica, di Lingue e Letterature, Traduzione e Interpretazione, di Scienze Politiche, di Ingegneria (con Ingegneria Aerospaziale e Ingegneria Meccanica). Ai corsi di laurea si devono aggiungere Master e Corsi di Alta Formazione e un programma di dottorato.
IL CAMPUS DI FORLÌ OSPITA I CORSI DI STUDIO DELLE SCUOLE DI ECONOMIA, MANAGEMENT E STATISTICA, DI LINGUE E LETTERATURE, TRADUZIONE E INTERPRETAZIONE, DI SCIENZE POLITICHE, DI INGEGNERIA (CON INGEGNERIA AEROSPAZIALE E INGEGNERIA MECCANICA).
“Lo studente prima e il laureato poi sono il trait d’union tra Campus, imprenditoria e territorio, il capitale umano che può essere messo a disposizione del settore imprenditoriale della Romagna – ci spiega il Prof. Felix San Vicente, Coordinatore del Campus di Forlì –. Gli studenti e i laureati entrano nelle aziende e nelle istituzioni anche per mezzo di tirocini curriculari e di tirocini formativi e di orientamento che permettono loro di fare una prima esperienza nel mondo del lavoro.” Per quanto riguarda la relazione col territorio, molte sono le iniziative che vedono il Campus coinvolto con le istituzioni, le aziende
A SINISTRA, UNA VEDUTA DEL TREFOLO, CHE RIPERCORRE IN TUTTA LA SUA LUNGHEZZA, IL NUOVO CAMPUS UNIVERSITARIO DI FORLÌ.
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IL CAMPUS DI CESENA OSPITA CORSI DI STUDIO DELLA SCUOLA DI AGRARIA E MEDICINA VETERINARIA, DI INGEGNERIA E ARCHITETTURA, DI PSICOLOGIA E SCIENZE DELLA FORMAZIONE E DI SCIENZE. È COORDINATO DAL PROFESSOR LUCIANO MARGARA.
ph Giorgio Sabatini
e le associazioni di categoria per creare un circolo virtuoso in cui i laureati possano trovare un’occupazione e dimostrarsi risorse efficienti e innovative per il territorio romagnolo. Ma va ricordata soprattutto la vocazione internazionale dei corsi di laurea insediati a Forlì: gli studenti, infatti, han-
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no numerose opportunità di fare esperienze all’estero per studiare, per svolgere attività di tirocinio e per la preparazione della tesi, con i programmi Erasmus+, Overseas, Erasmus Mundus e attraverso gli Accordi bilaterali. “Conoscere il mondo al di fuori della nostra Regione, del nostro Paese significa arricchire il proprio bagaglio culturale di conoscenze e competenze che impreziosisce il curriculum vitae – continua il Prof. San Vicente –. Lo stimolo che viene dal Campus è collegato all’esperienza all’eccellenza attraverso il raggiungimento di standard qualitativi molto alti a livello accademico e professionale, grazie anche a un servizio di orientamento che accompagna gli studenti dall’ingresso alle aule universitarie fino al post lauream.” Saldamente ancorata alla realtà
produttiva del territorio, l’offerta formativa dei corsi di studi attivati nel Campus Universitario di Cesena si distingue per la vocazione scientifica e tecnologica e per la qualità della didattica. Il Campus di Cesena ospita corsi di studio della Scuola di Agraria e Medicina veterinaria, di Ingegneria e Architettura, di Psicologia e Scienze della Formazione e di Scienze. “Compito dell’Università è formare persone, fornire agli studenti gli strumenti per poter affrontare le sfide che la vita metterà loro di fronte – sostiene il Prof. Luciano Margara, Coordinatore del Campus di Cesena – insegnare ai ragazzi a porsi le giuste domande e a sapere rispondere a tali domande. Il mondo in cui vivono gli studenti è in rapido cambiamento, quando saranno laureati si troveranno ad
IN ALTO, FRANCESCO UBERTINI MAGNIFICO RETTORE DELL’ALMA MATER STUDIORUM. QUI ACCANTO, FELIX SAN VINCENTE, COORDINATORE DEL CAMPUS DI FORLÌ.
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LE SEDI DI FORLÌ E CESENA OGGI REGISTRANO, INSIEME, CIRCA 12.000 ISCRITTI. GLI STUDENTI IN QUESTIONE NON PROVENGONO SOLO DA ZONE LIMITROFE, MA ANCHE DA ALTRE CITTÀ DELL’EMILIA-ROMAGNA E IN MISURA CRESCENTE DA FUORI REGIONE.
IN ALTO, VEDUTA DELLA SCUOLA DI AGRARIA E MEDICINA VETERINARIA DI CESENA. A DESTRA, LUCIANO MARGARA, COORDINATORE DEL CAMPUS DI CESENA.
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affrontare scenari diversi da quelli in cui hanno vissuto durante i loro studi.” È ferma convinzione del Prof. Margara che per avere successo nel lavoro, e più in generale nella vita, gli studenti abbiano bisogno di qualcuno che sappia trasmettere loro il concetto di flessibilità e una capacità di adattamento che le nozioni acquisite, da sole, non sono in grado di fornire. “Mi capita spesso di visitare aziende sul territorio e molte volte riconosco miei ex studenti che mi vengono incontro e mi salutano, – continua il Prof. Margara – il territorio di Cesena è innervato dai nostri laureati: li trovo ovunque, dalle piccole imprese familiari alle grandi aziende, hanno spesso ruoli di responsabilità e in qualche caso sono loro stessi gli imprenditori. Questo è il modo migliore di creare rapporti significativi con il territorio: produrre
materiale umano di qualità capace di sostenere e di contribuire allo sviluppo della sua economia.” Proprio dalla relazione e dalla collaborazione tra Università, Comune di Cesena e Fondazione Cassa di Risparmio di Cesena è nato qualche anno fa Cesenalab: si tratta di un incubatore e acceleratore di impresa nel settore digitale. In due anni ha contribuito alla creazione di una decina di società che nel tempo hanno assunto in totale una cinquantina di giovani laureati. “Queste società sono andate a mercato e hanno iniziato a fatturare – ci ricorda il Prof. Margara – e sono la dimostrazione che oltre a dire si può anche fare.”
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I custodi
DELLA CARTA UN VIAGGIO INSOLITO FRA SCAFFALI PIENI DI STORIE E PERSONAGGI, IMMAGINI E MONDI FANTASTICI: I LIBRAI INDIPENDENTI SI RACCONTANO E CI PARLANO DI PASSIONE, SCELTE CORAGGIOSE E UNA RELAZIONE MOLTO SPECIALE CON I LETTORI. di Dolores Carnemolla / ph Giorgio Sabatini
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Librerie indipendenti: oggi in Italia ce ne sono circa duemila. E stando agli ultimi dati Nielsen aggiornati, nei primi nove mesi del 2015 sono cresciute del 5,19%. Ma cosa sono le librerie indipendenti? Vengono così definite perché non sono di proprietà dei gruppi editoriali e possiedono l’autonomia di scegliere i libri da proporre al pubblico, liberi da vincoli contrattuali con i vari editori. Di contro devono fare i conti con difficoltà di carattere finanziario: una conseguenza del debole potere contrattuale condiziona i margini di guadagno che rimangono bassi e sicuramente inferiori rispetto a quelli delle librerie di catena. Abbiamo tracciato un percorso ideale, individuando le librerie indipendenti che ben rappresentano questo settore nel nostro territorio. Tra le più giovani libraie indipendenti c’è Agnese Senzani, laureata in sociologia, che oggi ha 31 anni e che tre anni fa ha inaugurato La Bottega dell’invisibile a Forlimpopoli. Qui il fantastico è di casa insieme alla predilezione per i libri illustrati sia per bambini che per adulti. Alle attività della libreria è collegata anche una casa editrice, che porta lo stesso nome. Agnese ci parla con entusiasmo della sua scelta di aprire una libreria indipendente, dettata dalla passione per i libri ed è allo stesso tempo consapevole delle difficoltà che ne derivano: “Purtroppo non ci possiamo permettere di offrire gli sconti spesso attuati dalle catene e dai grandi e-commerce. Non tutti sanno che noi guadagniamo dal 18% al 35% sul prezzo di copertina e capirete bene che fare sconti del 15% per noi significa quasi annullare il nostro guadagno – ci racconta Alice – ma un cliente ieri mi ha detto che qui può parlare dei libri che ha letto, può ricevere consigli e non gli importa di spendere qualche euro in più se può instaurare questo tipo di relazione con il libraio. Ecco questo dovrebbe essere lo spirito dei lettori.”
LE LIBRERIE INDIPENDENTI SONO COSÌ DEFINITE PERCHÉ NON SONO DI PROPRIETÀ DEI GRUPPI EDITORIALI E POSSIEDONO L’AUTONOMIA DI SCEGLIERE I LIBRI DA PROPORRE AL PUBBLICO, LIBERI DA VINCOLI CONTRATTUALI CON I VARI EDITORI.
Per Agnese poter avere la possibilità di scegliere e consigliare i libri da vendere, senza dover render conto agli editori è sicuramente uno degli aspetti più belli del suo lavoro, insieme alla possibilità di poter plasmare l’identità della propria libreria, darle la forma preferita, poter far conoscere autori emergenti e piccoli editori. Ricorda quella volta in cui una mamma le mostrò la letterina di Babbo Natale scritta dal figlio: il bimbo aveva disegnato una mappa scrupolosa per permettere a Babbo Natale
IN APERTURA, AGNESE SENZANI DELLA BOTTEGA DELL’INVISIBILE A FORLIMPOPOLI. IN ALTO, LO STAFF DEL CENTRO DIDATTICO ROMAGNOLO DI FORLÌ.
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IN BASSO, FRANCESCO ROMAGNOLI DELLA BOTTEGHINA DEL LIBRO DI FORLÌ E LA TITOLARE DEL CENACOLO DI FORLÌ.
di trovare con facilità la Bottega dell’Invisibile. Oppure quella volta in cui una signora la fece sorridere rifiutando gentilmente la sportina perché orgogliosa di poter andare a spasso mostrando i libri appena acquistati. Coloro che frequentano una libreria indipendente amano il rapporto amichevole e personale che si stabilisce spesso con il libraio. La stima e la fiducia che si instaura tra libraio e lettore è uno degli aspetti ricordati anche dai fratelli Umberto e Stefano Orazi che a Forlì, da quarant’anni, sono titolari del Centro Didattico Romagnolo: oggi come allora questa libreria è
un punto di riferimento per insegnanti e genitori per tutto quello che riguarda libri e materiali a supporto della didattica, fidelizzando una clientela proveniente da tutta la Romagna e dalla provincia di Bologna. All’interno della libreria è presente un vasto spazio dedicato ai testi di parascolastica per la scuola primaria. I testi possono essere consultati in una saletta appositamente attrezzata. L’offerta del Centro Didattico Romagnolo è ricca e diversificata, ma rimane prioritaria la vocazione iniziale della libreria e la specializzazione nella narrativa per l’infanzia, con un vastissimo assortimento
PROPRIO LA RELAZIONE CON I LETTORI SEMBRA ESSERE LA CHIAVE DI RIUSCITA DELLE LIBRERIE INDIPENDENTI: COME I DATI DIMOSTRANO, I LETTORI MANIFESTANO UNA CERTA ATTENZIONE VERSO QUESTE PICCOLE MA SIGNIFICATIVE REALTÀ.
di libri illustrati. Tra le numerose iniziative promosse nei tanti anni di lavoro, i fratelli Orazi ricordano particolarmente, come un fiore all’occhiello, quella volta in cui ad una serie di incontri organizzati nelle scuole primarie di Ravenna riuscirono a coinvolgere niente meno che il Premio Nobel Dario Fo. Attenzione all’editoria indipendente è data anche da Francesco Romagnoli che è l’attuale titolare della storica Botteghina del libro che si trova in Via Regnoli, a Forlì. Come è noto la specificità di questa è libreria e data dal fatto che tratta principalmente la vendita di libri usati, anche se è possibile ordinare qualsiasi libro in commercio. Francesco ci ricorda i pregi dei libri usati: il prezzo contenuto e il valore del 32
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vissuto che può portare con sé un po’ del lettore precedente, sottolineature e annotazioni arrivano allora a impreziosire il volume tra le mani del nuovo lettore. L’emozione del ritrovamento è l’aspetto più bello di questo lavoro, per Francesco: “Spesso si rivolgono a me persone alla ricerca di libri fuori commercio oppure in qualche edizione particolare. Allora comincia una ricerca tramite colleghi o nei meandri della rete. Non è sempre facile e non sempre si ha successo, però quando il libro arriva la soddisfazione è davvero grande.” Uno spazio particolare la libreria Il Cenacolo, realtà che è presente da molti anni in città, lo dedica ai libri di autori romagnoli e su Forlì e la Romagna. Pur proponendo un buon assortimento di narrativa, saggistica, libri per bambini e ragazzi e giochi didattici, la libreria è infatti rinomata per il reparto di pubblicazioni sulle storie, tradizioni e gastronomia romagnola. A Cesena ricordiamo la presenza della storica libreria Bettini, gestita dalla famiglia Bianchi, che dalla sede di via Vescovado si è trasferita da pochi mesi in piazza del Popolo. È un’attività che nel tempo ha saputo conciliare tradizione e modernità, mantenendo le caratteristiche classiche e fondamentali della libreria veicolo di cultura, ma riuscendo ad ampliare la sua offerta in modo da essere sempre al passo con le continue e diverse esigenze di un’utenza che si trasforma. Igor Lucchi, uno dei collaboratori, ci spiega come un aspetto stimolante di questo lavoro sia dato dalla possibilità di scegliere i libri da proporre cercando di indovinare i gusti della clientela. Proprio la relazione con i lettori sembra essere la chiave di riuscita delle librerie indipendenti: come i dati dimostrano, i lettori manifestano una certa attenzione verso queste piccole ma significative realtà che sono riuscite a sopravvivere agli ultimi difficilissimi anni.
La professione IN LIBRERIA Le librerie professionali sono il punto di riferimento per studenti universitari, professionisti del territorio (come avvocati, commercialisti, geometri, ingegneri e architetti) e tutti coloro che intendono prepararsi per i concorsi pubblici. “La nostra libreria – afferma Fabrizio Colombelli (nella foto in alto), proprietario della Libreria Universitaria di Via Lazzaretto 51, accanto al tribunale di Forlì – segue il percorso di formazione di un ragazzo a partire dall’università e scuole di specializzazione fino all’approdo alla professione e per tutta la vita lavorativa. Oggi è fondamentale essere regolarmente aggiornati, l’evoluzione giuridica e fiscale è costante in tutti i settori professionali e noi cerchiamo di consigliare al meglio il cliente nella scelta dei testi e delle banche dati di riferimento.” Così come la libreria indipendente di varia, la libreria indipendente professionale rappresenta un presidio culturale che garantisce la varietà della proposta libraria offrendo un ricco ventaglio di autori ed editori tra cui scegliere a seconda del proprio metodo di studio e aggiornamento.
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Non è semplice dare una definizione a Bread & Breakfast - Ca’ Leoni. Bar, pasticceria, ristorante, pizzeria, forno sono tutte categorie che questo locale atipico sfiora e mescola come in una ricetta per creare qualcosa di nuovo, per lo meno nel panorama forlivese, unendo creatività e tradizione e, forse, persino un pizzico di magia. Ma procediamo con ordine. Senza dubbio Ca’ Leoni si trova in un punto strategico di Forlì, esattamente in Corso della Repubblica 23, a pochi passi da Piazza Saffi, perno del centro storico della città. La vicinanza dell’università, di vari esercizi commerciali e isti-
tuti bancari crea una piacevole sinergia fra studenti, impiegati, commercianti, dirigenti e Ca’ Leoni per deliziose colazioni, pause pranzo, merende o aperitivi. Basta, infatti, passare davanti al locale per essere attirati da profumati aromi di pasticceria o dalla visione di allettanti cibi appena sfornati. Molti ricorderanno che questo luogo ospitava l’ente turistico e, successivamente, il locale di ristoro ReDiPane che faceva parte della catena del primo Bakery Cafè in Italia. Mesi dopo la sua definitiva chiusura, Leoni Leslie, sua madre Cinzia e il fratello Livio hanno aperto Ca’ Leoni dando così vita ad un sogno: riproporre il clima di
casa, creando un ambiente a gestione familiare. Leslie, perché il locale si chiama “Bread & Breakfast - Ca’ Leoni”: c’è l’intenzione di aprirlo anche come albergo? “Il nostro locale si chiama Bread & Breakfast cioè, letteralmente, pane e colazione, e non Bed & Breakfast, anche se talvolta qualcuno si ferma per avere informazioni su un’eventuale disponibilità di camere da letto. La scelta del nome inglese, però, porta tanti ragazzi dell’università, magari in Italia per il progetto Erasmus, e visitatori che si dirigono al museo San Domenico, a pochi minuti di distanza da qui, ad effettuare una sosta da noi. Quindi al momento non abbiamo intenzione di adibire il locale come albergo, anche perché il nostro obiettivo è quello di dare la possibilità ai nostri clienti di ‘staccare la spina’ per un momento e di trovare un ambiente in cui possano sentirsi il più possibile come a casa. Se poi continueranno a chiederci se abbiamo camere disponibili... mai dire mai!” Visitando il locale, si notano vari interventi strutturali in un clima che risponde ad un desiderio di innovazione. “Da quando siamo partiti, il 31 maggio 2014, abbiamo modificato ed ampliato, un po’ alla volta, i locali. Molti ancora credono che sia un ambiente da ristoro solo per consumare un
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“VENGO DA QUATTRO GENERAZIONI DI FORNAI E, AVENDO IMPARATO IL MESTIERE NEL PANIFICIO CINZIA DEI MIEI GENITORI DA CUI HO RIPRESO ALCUNE RICETTE, SO CHE LA QUALITÀ DELLE MATERIE PRIME È IL PUNTO DI PARTENZA PER CHI VUOLE SVOLGERE UN LAVORO DI QUESTO TIPO.”
SOTTO, LESLIE LEONI, UNO DEI TITOLARI DI CA’ LEONI. A DESTRA, LO STAFF DEL LOCALE.
dolce, un panino, un quadretto di pizza in piedi. Al contrario, abbiamo aperto nell’aprile 2015 la ‘sala di casa’, un ambiente curato e tranquillo dove si possa trascorrere qualche momento lasciando lo stress e i problemi che tutti abbiamo fuori dalla porta, magari persino cullandosi su un’amaca! Il 10 dicembre abbiamo rimodernato anche la sala bar o, come la chiamo io, la grande cucina di casa. A creare questa piacevole atmosfera hanno ‘collaborato’ persino i clienti: con nostra sorpresa, infatti, un giorno abbiamo scoperto il cassetto dei desideri! In pratica all’interno del locale vi è un cassetto, di cui non posso svelare l’ubicazione per non rompere la magia, dove tanti ragazzi stanno lasciando i loro sogni scritti su un foglietto.” Parliamo dei cibi e di come è organizzata la giornata... “Si comincia alle 7 della mattina con un gustoso caffè prodotto da una piccola torrefazione emiliana, mentre il
laboratorio interno sforna cornetti caldi di vari tipi: da quelli classici a quelli più particolari vegani, al farro o al kamut. Pane fresco e biscotteria sono sempre presenti. Un momento importante della giornata è la pausa pranzo con particolare attenzione ai primi piatti con i sughi preparati in casa, piatti freddi e grandi insalate. In alternativa panini, focacce e pizza a lunga lievitazione. Il pomeriggio sta diventando sempre più un momento di relax e ritrovo per una merenda a base di tè, tisane e cioccolate calde aromatizzate. Infine l’aperitivo durante il quale portiamo a ciascun tavolo un tagliere misto con le specialità del giorno. Da noi convivono modernità e tradi-
zione, design e antiche ricette.” Per il futuro avete in programma alcuni progetti? “La parola d’ordine è avere un locale con una precisa identità e dove si respiri un clima familiare. Tuttavia non manca il desiderio di creare cose nuove, per esempio una possibilità che stiamo studiando è l’aperi-cena con le tate: un aperitivo abbondante per famiglie con bambini che verrebbero coinvolti e tenuti d’occhio da alcune ‘tate’ affinché nel frattempo la coppia abbia il tempo per rilassarsi avendo comunque i figli vicino. Abbiamo una visione positiva della vita: speriamo di incontrare molti clienti e diventare loro amici, per creare un clima familiare ancor più ampio.”
Forlì - Corso della Repubblica, 23 - Tel. 0543 24344 Facebook: Bread & Breakfast - Cà Leoni ININ MAGAZINE MAGAZINE35 2
AMMIRARE
Il mito
DI PIERO I MUSEI SAN DOMENICO DI FORLÌ OSPITANO FINO AL 26 GIUGNO PIERO DELLA FRANCESCA IN UNA MOSTRA CHE INDAGA IL MITO E L’EREDITÀ DI UN ARTISTA IMMORTALE. di Sabrina Marin
P
Piero della Francesca, il pittore che conobbe la fortuna in vita e che Luca Pacioli definì “Il monarca della pittura” ha una mostra dedicata alla sua arte a Forlì ai Musei di San Domenico dal titolo Piero della Francesca. Indagine su un mito, aperta fino al 26 giugno 2016. Un’esposizione organizzata dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì e curata da un comitato scientifico diretto da Gianfranco Brunelli e presieduto da Antonio Paolucci. Va subito detto che una mostra come questa non si è mai realizzata! Impresa alquanto ardua perché il riunire un nucleo adeguato di opere di Piero, artista tanto sommo quanto “raro”, è già operazione complessa. Alcuni dipinti di Piero, scelti per tracciare i termini della sua riscoperta, costituiscono il cuore dell’esposizione. Accanto ad essi figurano in mostra opere dei più grandi artisti del Rinascimento che consentono di definirne la formazione e poi il ruolo sulla pittura successiva. La mostra, aperta dal confronto, sempre citato ma fino ad oggi
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IN MAGAZINE
mai mostrato, tra la Madonna della Misericordia di Piero della Francesca e la Silvana Cenni di Felice Casorati, dà conto della nascita moderna del suo mito anche attraverso gli scritti dei suoi principali interpreti, da Bernard Berenson a Roberto Longhi. Per illustrare la cultura pittorica fiorentina negli anni trenta e quaranta del Quattrocento, che vedono il pittore di Sansepolcro muovere i primi passi in campo artistico, sono esposte anche opere di grande prestigio di Domenico Veneziano, Beato Angelico, Paolo Uccello e Andrea del Castagno, esponenti di punta della pittura post-masaccesca. L’accuratezza prospettica di Paolo Uccello e l’enfasi plastica delle figure di Andrea del Castagno, la naturalezza della luce di Domenico Veneziano, l’incanto cromatico perseguito da Masolino e dall’Angelico, costituiscono una salda base di partenza per il giovane Piero. L’eterna immobilità dei solidi umani di Piero, di questi volti appena sfiorati da un’ombra di passione continua ad eternare
PIERO DELLA FRANCESCA, “RESURREZIONE”, 1460 CA, AFFRESCO SU MURO; MUSEO CIVICO DI SANSEPOLCRO.
UNA MOSTRA COME QUESTA NON SI È MAI REALIZZATA! IMPRESA ALQUANTO ARDUA PERCHÉ IL RIUNIRE UN NUCLEO ADEGUATO E SIGNIFICATIVO DI OPERE DI PIERO, ARTISTA TANTO SOMMO QUANTO “RARO”, È GIÀ OPERAZIONE COMPLESSA.
le sue figure, innalzandole al di sopra del caos, della mediocrità, in una pace sovrannaturale che ce le mostra ancora oggi come rivelazione. Gli spostamenti dell’artista tra Modena, Bolog na, R imini, Ferrara e Ancona determinano l’affermarsi di una cultura pierfrancescana nelle opere di artisti emiliani come Marco Zoppo, Francesco del Cossa, in Toscana con Luca Signorelli e a Roma con Melozzo da Forlì. Ma l’importanza del ruolo di Piero è stata colta anche a Venezia dove Giovanni Bellini mostra di essere venuto a conoscenza del suo
mondo espressivo. Ma questa mostra, che già così sarebbe un evento storico, si spinge oltre, indagando il mito di Piero quando esso rinasce, dopo i secoli dell’oblio, nel moderno, nei Macchiaioli, Borrani, Lega, Signorini, per citarne alcuni. Ma soprattutto per il fascino che la sua pittura ha su molti artisti europei: da Johann Anton Ramboux o Charles Loyeux, fino alla fondamentale riscoperta inglese del primo Novecento, legata in particolar modo a Roger Fry, Duncan Grant e al Gruppo di Bloomsbury. Il fascino degli affreschi di ArezIN MAGAZINE
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zo sembra avvertirsi nella nuova solidità geometrica e nel ritmo spaziale anche nei pittori francesi, ne sono un esempio Edgar Degas e le vedute geometriche, come ebbe a dire lo stesso storico Roberto Longhi, di Cézanne. Echi pierfrancescani risuonano in Seurat e Signac, nei percorsi del postimpressionismo. Il Novecento è per più aspetti il secolo di Piero: il successo dello studio dell’artista è raccontato confrontando, tra gli altri, gli italiani Guidi, Carrà, Donghi, De Chirico, Casorati, Morandi, Funi, Campigli, Sironi con fondamentali artisti stranieri come Balthus e Hopper che hanno consegnato l’eredità di Piero alla piena e universale modernità.
UNA PERCENTUALE SULLA VENDITA DEI BIGLIETTI SARÀ DEVOLUTA A SOSTEGNO DI INIZIATIVE DELL’AIL, AIRC, DYNAMO CAMP E IOR, REALTÀ CHE DA ANNI SI OCCUPANO DI RICERCA SUI TUMORI E DI ASSISTENZA OSPEDALIERA E DOMICILIARE.
SOPRA, FELICE CASORATI, “SILVANA CENNI”, 1992, TEMPERA SU TELA, IN MOSTRA. A DESTRA, L’INAUGURAZIONE DELLA MOSTRA CON (DA SINISTRA) L’ONOREVOLE MARCO DI MAIO, IL DIRETTORE DEL COMITATO SCIENTIFICO GIANFRANCO BRUNELLI, IL MINISTRO MARIA ELENA BOSCHI E IL PRESIDENTE DELLA FONDAZIONE CASSA DEI RISPARMI DI FORLÌ ROBERTO PINZA.
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Alla bellezza della mostra si è voluto abbinare anche un’azione di bene. Sapendo che un importante evento come la mostra forlivese possiede tutte le qualità per sensibilizzare l’opinione pubblica, si è voluto coniugare anche un’operazione che possa contribuire alla ricerca scientifica a favore della vita, particolarmente quella dei giovani e giovanissimi. Grazie alla volontà della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, una percentuale sulla vendita dei biglietti sarà devoluta a sostegno di quattro progetti di Fabbrica del Sorriso a favore di AIL (Associazione Italiana Contro le leucemie-linfomi e mieloma Onlus), AIRC (Associazione Italiana per la Ricerca sul cancro), Dynamo Camp e IOR (Istituto Oncologico Romagnolo Onlus) che da anni si occupano di ricerca, assistenza ospedaliera, domiciliare e di migliorare il tempo libero dei piccoli pazienti e delle loro famiglie.
ph Giorgio Sabatini
Una mostra CHE FA BENE
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GIUSEPPE GENTILI LA FINANZA ALLA PORTATA DI TUTTI
CONSOLIDARE LA PROPRIA SITUAZIONE FINANZIARIA, PENSARE CON SERENITÀ AL FUTURO, INVESTIRE CON OCULATEZZA NON SONO ATTIVITÀ PER POCHI PRIVILEGIATI, MA UN MODO DI GESTIRE OGNI TIPO DI PATRIMONIO IN MODO EFFICACE, GRAZIE AL SUPPORTO DI UN CONSULENTE FINANZIARIO. L’attività di Giuseppe Gentili nel mondo finanziario è cominciata prestissimo, a vent’anni, all’interno di uno storico istituto di credito. Dal 1998 ha deciso di mettere in archivio l’esperienza di quindici anni di lavoro dipendente e di intraprendere l’attività di Consulente Finanziario, iscrivendosi all’Albo della CONSOB per essere abilitato all’offerta fuori sede. Da allora, si dedica alla pianificazione finanziaria e alla gestione del patrimonio, garantendo un servizio completo e personalizzato di consulenza. Dal 2012 fa parte della Associazione Europea dei Financial Planner e nel 2014, fra i primi IN MAGAZINE 140IN MAGAZINE
in Italia, si è Certificato come Educatore Finanziario di Qualità, nel rispetto della Norma UNI 11402-2001. Nel dicembre 2015, ai PF AWARDS, in una selezione di oltre 1.000 partecipanti, ha ottenuto il titolo di PF Specialist 2016, risultando fra i migliori 10 professionisti in Italia nella relazione con il cliente. Ma incontriamo Giuseppe Gentili e ci facciamo spiegare direttamente da lui in cosa consiste la sua professione: “Quando ero un bambino ricordo che la nonna aveva una piccola credenza, con tre cassetti e ognuno conteneva una busta con del denaro: nel cassetto più in alto c’erano i soldi
GIUSEPPE GENTILI, NEL SUO UFFICIO DI CONSULENZA A CESENA.
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IN ANNI DI INCERTEZZA COME QUELLI CHE STIAMO VIVENDO, DIVENTA IMPORTANTE ACQUISIRE LA CAPACITÀ DI RAGIONARE A LUNGO TERMINE E VALUTARE TUTTE LE SOLUZIONI.
per la spesa, in un altro il necessario per acquisti futuri o imprevisti (Natale, vestiti…); nel cassetto più in basso (bisognava piegarsi e fare un po’ di fatica per aprirlo), più nascosti, andavano a finire i soldi da non spendere, già decisi in anticipo ad ogni entrata mensile. Ecco, questa è la pianificazione finanziaria, naturalmente tradotta con gli strumenti che oggi abbiamo a disposizione. Per me oggi pianificare significa realizzare singoli portafogli, in base alla visione dello scenario di riferimento e dei mercati finanziari, in modo coerente con le politiche di investimento e la strategia di gestione di volta in volta più appropriata, ma rispettando gli obiettivi di spesa e di vita (i cassetti della nonna…) di ogni cliente. Naturalmente tutto è modificabile... cambiano i mercati, ma anche la nostra vita è sempre in movimento, e la finanza non è una scienza esatta! La mia filosofia di lavoro è fondata su due principi fondamentali, correttezza e trasparenza, senza i quali è impossibile instaurare un rapporto di fiducia, che per alcuni clienti dura da più di 30 anni. Con tatto e riservatezza cerco di capire per prima cosa quale possa essere il rapporto nei confronti del denaro di ogni mio nuovo cliente: è la fase più importante e delicata, che può durare anche per più incontri, e che va affrontata con la massima fiducia e trasparenza, senza nascondere nulla.” Una domanda a questo punto
sorge immediatamente: bisogna essere molto ricchi per avere un consulente finanziario personale? “Di solito si pensa che un consulente sia riservato solo ai ricchi: invece, le minacce al patrimonio riguardano tutti, soprattutto i più inesperti. Inoltre essere un buon consulente non vuol dire solo saper scegliere buoni investimenti, è molto di più: implica dedizione alla professione e un’ampia sfera di competenze tecniche e relazionali. Decidere di proteggere e pianificare il nostro patrimonio permette di avere una vita serena, imparando a progettare per tempo il proprio futuro e quello dei nostri cari per non trovarsi mai impreparati, qualunque cosa accada. Purtroppo in Italia, e mi dispiace dirlo, la consapevolezza finanziaria è ai minimi: passiamo ore nell’acquisto e nella consultazione di riviste specializzate quando dobbiamo cambiare l’auto, confrontiamo le caratteristiche dei modelli e ci riempiamo di preventivi prima di scegliere; se invece dobbiamo investire del denaro, ci fidiamo del consiglio del primo interlocutore disponibile, o di parenti e amici. Moltissime aziende degli USA e del Nord Europa mandano da molti anni, e a proprie spese, i dipendenti a scuola di finanza e le rilevazioni in seguito effettuate hanno evidenziato benefici per tutti. Mi spiego meglio: se il manager di una società, il cassiere di un supermercato o un qualsiasi dipendente sono preoc-
cupati per le proprie finanze sarà molto più probabile che durante la giornata lavorativa possano prendere decisioni sbagliate, che facciano errori alla cassa, che capiti un infortunio, perché concentrazione e pensieri saranno altrove! Infatti, non esiste cosa peggiore che non essere in grado di mantenere il proprio tenore di vita, regredire non piace a nessuno!” La sua quindi è anche una professione “sociale”? “In anni di incertezza per il futuro come quelli che stiamo vivendo, diventa importante acquisire la capacità di ragionare a lungo termine e valutare tutte le soluzioni: è una delle cose che mi piace di più nel mio lavoro, consapevole della fiducia di chi mi affida i risparmi di una vita, senza farsi prendere dalla emotività nei momenti difficili, che prima o poi arrivano sempre. Per questo dedico particolare studio e attenzione alla più evoluta delle materie di finanza, quella comportamentale, che insegna a non commettere errori tanto comuni quanto imperdonabili. Perché mai, dico sempre, quando facciamo acquisti aspettiamo i saldi, mentre in finanza investiamo sui titoli che salgono di più? Nei mercati è facile attraversare delle turbolenze, ma le onde non impediscono alle barche di navigare. Bisogna sorridere e avere fiducia in tutto ciò che si è pianificato. È questo il modo per lavorare bene, e quando si lavora bene... i risultati arrivano, sempre.”
Giuseppe Gentili - Consulenza e Pianificazione Finanziaria Cesena - Corte Don Giuliano Botticelli 98 - Tel. 0547 20994 - Mob. 3292933042 www.giuseppegentili.it IN INMAGAZINE MAGAZINE 41 2
INTRAPRENDERE
Piadina
SPAGNOLA NEL PIENO CENTRO DI SIVIGLIA, VALENTINO VALLICELLI E AGUSTÍN MORALES MORALES HANNO DATO VITA A MORELLI TAPAS, UN INCROCIO DI SAPORI E TRADIZIONI TRA ROMAGNA E ANDALUSIA.
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di Giorgio Pereci / ph Giorgio Sabatini
Nel primo weekend di dicembre 2015, Siviglia ha visto nascere in pieno centro, in Calle José de Velilla, un locale sui generis. Si tratta di Morelli Tapas, un tipico locale di tapas andaluso ma con una marcia in più: i sapori della Romagna. Il nome del locale deriva dall’abbinamento dei cognomi dei due soci e fondatori, Valentino Vallicelli, romagnolo, e Agustín Morales Morales, sivigliano. Il menù prevede piadina con affettati, crescioni, rotoli e fritti misti, come olive all’ascolana, fiori di zucca, mozzarelline, oltre a una vasta gamma di formaggi italiani che hanno nel Parmigiano la punta di diamante. Per quanto riguarda le bevande, all’onnipresente birra viene affiancato il sangiovese superiore, il sangiovese barricato e il frizzante rosé prodotto a Castrocaro. “L’occasione che ci ha portato ad aprire a Siviglia è stato un mio viaggio di piacere – ricorda Valentino Vallicelli –. Oltre alla bellezza incredibile della sua architettura e della sua cultura, notai che, a differenza di gran parte del mondo che avevo visitato, non vi si trovava nulla che si potesse ricondurre alla piadina. Con Augustìn, che tra l’altro ha
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IN MAGAZINE
Wellness Food Festival Bio, Vegan, Fusion
Cesena Fiera
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sposato una romagnola, abbiamo quindi cominciato a ragionare sull’opportunità di offrire la vera piadina in un contesto di multiculturalità. Abbiamo lavorato a stretto contatto a questo progetto per oltre diciotto mesi, analizzando ogni dettaglio di tutto il ciclo, visitando diversi locali, offrendo il prodotto in ristoranti di nostri conoscenti per vedere qual era l’effetto sui clienti. Abbiamo fatto test su decine di fornitori e alla fine abbiamo aperto. Tutto il progetto è nato avendo in mente come obiettivo primario la replicabilità. Questo modello di business deve essere accessibile a chiunque e deve essere facile da gestire in termini organizzativi.” Tutte le materie prime provengono dall’Italia, il perso-
nale invece è sivigliano ed è formato da Agustin, che è stato più mesi in Italia per capire tutta la storia e la dinamica del prodotto. “La piadina, i crescioni, i rotoli e il vino vengono importati direttamente dalla Romagna – continua Vallicelli –. Per le materie prime per i fritti e i formaggi invece ci avvaliamo di grossisti locali che però sono a loro volta importatori dall’Italia.” Per il futuro, si prevede l’apertura di altri locali? “A poco più di un mese dalla partenza ci sono pervenute già richieste di apertura in altre città, anche fuori dalla Spagna. Questo, ovviamente, ci inorgoglisce ma, con tutta onestà, vogliamo rimanere umili. Possiamo però dire che abbiamo buoni motivi per vedere un futuro sereno.”
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“Fronteretro®” è Ireneo Lazzari e Ireneo Lazzari è “Fronteretro®”. Perfetta identità fra imprenditore e prodotto. La stessa sintonia unisce anche i dipendenti e i collaboratori di Fronteretro®, l’azienda che si occupa di display e sistemi espositivi per la comunicazione, di stampa digitale e allestimenti per negozi e mostre. La sede di Fronteretro® è in via Talete 10 /3 a Forlì, un ambiente estremamente dinamico e sempre in progress nella voglia di progettare. “L’azienda è nata nel 1996 - spiega il titolare Ireneo Lazzari, 53 anni e romagnolo d’adozione -. In un primo tempo la sede era un piccolo ufficio, poi, come si può facilmente notare, gli spazi si sono di molto allargati.” La scelta di creare Fronteretro® è stata coraggiosa? “Direi proprio di sì. Negli anni Novanta non erano molti a
credere nella stampa digitale e a capirne il potenziale. Devo ammetterlo: sono stato un pioniere e un po’ temerario.” La fortuna aiuta gli audaci. L’azienda, anche in momenti non facili dal punto di vista economico, è risultata vincente. “Grazie ai continui investimenti in nuove tecnologie e ai miglioramenti dei processi produttivi e qualitativi, pur in momenti di forte contingenza economica, l’azienda è riuscita a rimanere un punto di riferimento per tutti i nostri clienti. Normalmente chi produce espositori in cartotecnica non produce quelli in plexiglass o in metallo e viceversa. La Fronteretro® sì, questa è la nostra forza.” Supponiamo che un cliente necessiti di servizi di consulenza tecnica e di assistenza post vendita, può contare sull’efficienza dell’azienda? “Ovviamente. Oggi non è più
SOPRA, ALCUNI COMPONENTI DELLO STAFF DI FRONTERETRO CON I DUE PRIMI PREMI DEL CONCORSO INTERNAZIONALE DIVA E IL DISPLAY CON IL CASCO DI VALENTINO ROSSI; A DESTRA, IN ALTO, IRENEO LAZZARI; IN BASSO, IL REPARTO PRODUZIONE.
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NEL 2001 ABBIAMO ACQUISTATO UNA TECNOLOGIA DI STAMPA IN GRADO IN UN SOLO PASSAGGIO DI STAMPARE SU ENTRAMBI I LATI DEL FOGLIO, IN BIANCA E VOLTA APPUNTO. POTEVA ESSERCI PER L’AZIENDA UN NOME PIÙ ADATTO DI FRONTERETRO®?
sufficiente fare ottimi prodotti e realizzare stampe di alta qualità, oggi il cliente ci chiede di gestire tutto il percorso produttivo dalla progettazione alla prototipizzazione, dalla logistica all’allestimento in ogni punto vendita su tutto il territorio nazionale.” Quali sono i settori che richiedono i vostri prodotti? “Prevalentemente lo sport, la cosmesi, l’elettronica di consumo, motoristico...” A proposito del settore motoristico, vi è stata dedicata la copertina sulla rivista “Italia Display” in quanto vincitori assoluti di due primi premi alla quinta edizione del concorso internazionale DIVA dedicato ai produttori di materiali e concept espositivi più tecnolo-
gici ed esteticamente più funzionali. Uno dei due espositori vincitori è appunto un display con il casco di Valentino Rossi. Può spiegarci le caratteristiche di questo espositore? “Si tratta di un espositore commissionato direttamente da DAINESE/AGV, progettato e realizzato interamente in materiale durevole come il plexiglass, che ha permesso di mettere in evidenza tutte le nuove caratteristiche tecniche del casco che migliorano la sicurezza con volumi contenuti.” Quali sono i prodotti che vi hanno distinto? “Le nostre eccellenze sono soprattutto tre: le pellicole luminose ‘Luminos Banner®’ ossia banner affascinanti che, nelle vetrine, producono altissimi effetti luminosi e una maggior nitidezza senza dover usare la retroilluminazione; il Restick®, un adesivo che si applica in modo molto semplice su tutte le superfici, permettendo di personalizzare corner o cambiare immagine velocemente e senza l’ausilio di personale specializzato; il TexFrame® che
consente di realizzare pannelli di grandi dimensioni e, oltre la funzione di comunicazione, ha anche quella di arredo.” Chi sono i vostri clienti? “Sono aziende leader dei propri mercati che operano non solo sul territorio nazionale, annoveriamo anche qualche cliente svizzero, tedesco e francese, in ogni caso anche in Romagna abbiamo clienti di primaria importanza. Tanto per fare qualche esempio: Vodafone, Asics, Arena, Citroen, De Longhi, Dorelan, Microsoft, Mondadori, Orogel, Peugeot, Unieuro, Intersport, Puma, Davines, New Balance, Freddy e molte altre.” Fronteretro® compie 20 anni: quali i progetti futuri dell’azienda? “Il nostro impegno è quello di mantenere vivo l’entusiasmo che ci ha sostenuto finora e cercheremo sempre di metterci nei panni del cliente. Poi manterremo una continua e stretta attenzione verso il mercato adeguandoci sempre più alle attese del cliente attraverso gli strumenti digitali.”
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Quotidiano
DESIGN
NEL 2015 ROMAGNA PLASTIC HA CAMBIATO NOME ADOTTANDO QUELLO DI FAMIGLIA: GOLLINUCCI. UNA NOVITÀ CHE SOTTOLINEA L’ORIGINE MADE IN ITALY DEI PRODOTTI IN CRESCITA SUL MERCATO ESTERO.
C
di Elisa Gianardi
“Cambia prima di essere costretto a farlo, ha detto Jack Welch, ex CEO di General Electric. Con questo motto ci siamo prefissati un obiettivo e siamo riusciti a posizionare l’azienda più in alto, a fare un salto in avanti.” Così esordisce Giacomo Gollinucci, AD e vicepresidente dell’impresa nata a Cesena 40 anni fa e che nel 2015 ha mutato pelle cambiando il proprio nome: ora la società si chiama Gollinucci, rimarcando il legame con la famiglia e la forte italianità del prodotto, quello che già aveva reso la Romagna Plastic, fondata dal padre Alberto nel 1973, un marchio indelebile nel settore dell’arredo per cucine. “In Italia il mercato domestico ha segnato momenti difficili – esordisce il manager –, per questo siamo sempre più forti sui mercati internazionali, che rappresentano ormai l’80% del nostro fatturato.” E cambiando categoria, sono cambiati i competitor, da ciò la voglia di presentarsi diversamente cogliendo nuove opportunità. “Ci siamo messi l’abito della domenica – spiega l’AD –. Non si tratta di rinnegare il passato, infatti non c’è nessun cambio di società. Alla guida resta sempre la famiglia, IN MAGAZINE
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RENDERE PIACEVOLI ARTICOLI FUNZIONALI E SOLITAMENTE POCO GRADEVOLI COME UN PORTAPOSATE O UNA PATTUMIERA, UN TEMPO SEMBRAVA NON STRETTAMENTE NECESSARIO. NOI ABBIAMO PORTATO IL DESIGN DOVE ERA ESCLUSO.
NELLA PAGINA PRECEDENTE, GIACOMO GOLLINUCCI, AD E VICEPRESIDENTE DI GOLLINUCCI. IN ALTO, UNA DELLE CREAZIONI DI GOLLINUCCI.
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IN MAGAZINE
ma guardiamo al futuro puntando al concetto dell’italianità.” Ad affiancare il nuovo marchio, un payoff in inglese, Designed For Every Day, che sottolinea l’aspetto della quotidianità: “un design di qualità ma funzionale alla vita di tutti i giorni”. Questo cambio di vestito è stato compiuto insieme all’agenzia di comunicazione Menabò, generando anche un’immagine tutta nuova nel catalogo e sul sito, che sono stati accolti con successo nelle recenti fiere del semilavorato del mobile Interzum di Colonia e Expo Sicam a Pordenone. “Ci siamo dati un lustro particolare – conferma Gollinucci –, poiché il Made in Italy nel mondo porta ancora con sé dei valori importanti, che abbiamo voluto cogliere.” Ma non basta. Per colpire nel se-
gno la ex Romagna Plastic sta lavorando assiduamente anche alla progettazione di nuovi prodotti, fino ad ampliare la propria offerta in due business nuovi come quelli dell’arredamento del mobile da bagno e della lavanderia domestica. “Abbiamo presentato due nuove linee di accessori: una per i cassetti bagno e una per la lavanderia domestica, che in paesi esteri come gli Stati Uniti e l’Australia stanno segnando numeri importanti. Al punto che oggi il nostro secondo cliente è proprio australiano.” Soluzioni ricercate e ingegnose che da sempre contraddistinguono l’azienda romagnola. In origine fu Alberto Gollinucci a dare avvio all’impresa di stampaggio di materiali plastici. Già all’epoca si affermò soprattutto nel settore degli accessori da cassetto, ma ha lavorato anche come terzista nel mondo dell’elettrodomestico e dei mobili d’ufficio. A metà degli anni ’90, con l’ingresso in azienda dei figli Giacomo e Michela, sono partite le prime collaborazioni con architetti esterni, lavorando con nomi come Lucci e Orlandini, e Nava e Casiraghi. “Quella del design è stata la nostra leva più importante – racconta Gollinucci –, che abbiamo toccato quando abbiamo deciso di investire molto sullo sviluppo dei
prodotti. Allora era un concetto strano: rendere piacevoli articoli funzionali e solitamente poco gradevoli, sembrava non strettamente necessario. Che un portaposate o una pattumiera fossero belli era insolito. Noi abbiamo portato il design in quegli ambienti dove era escluso, e il mercato ci ha dato ragione.” Tant’è che le collaborazioni sono cresciute e l’azienda ha dato vita anche ad uno studio di progettazione interna, sempre al lavoro sui modelli. La spinta nell’utilizzo di architetti e scuole di design industriali esterne, a partire dall’Istituto Superiore per le Industrie Artistiche (ISIA) di Faenza, ha caratterizzato gli ultimi anni dell’impresa, con lo sguardo rivolto al mondo e radici ben piantate nel territorio. “Per il futuro – conclude il manager – siamo ottimisti. Anche i periodi meno brillanti offrono molte opportunità da cogliere. Attualmente il mondo del mobile in Italia non è certamente spumeggiante, ma noi riusciamo a crescere anche nel mercato nazionale, perché lavoriamo con player importanti presenti all’estero e con quote importanti nella penisola. All’orizzonte si stagliano progetti nuovi: Gollinucci ha presenze in cinquanta Paesi, e ora puntiamo ai nuovi mercati, come quello cinese.”
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GRAND HOTEL FORLÌ****S – RISTORANTE 3 CORTI DA 5 ANNI L’ECCELLENZA NELL’OSPITALITÀ
NELLA FOTO, DA SINISTRA, SIMONE MUCCIOLI, MICHELE AMADEI E AGOSTINO SCIALFA.
NEL 2016 GRAND HOTEL FORLÌ RICONFERMA IL SUO ENTUSIASMO E IL SUO OTTIMISMO NEL SOSTENERE IL PROGETTO ORIGINARIO E NEL DARGLI CONTINUITÀ.
Era il 14 Febbraio 2011. I tre giovani Imprenditori romagnoli Michele Amadei, Agostino Scialfa, Simone Muccioli inauguravano il Grand Hotel Forlì ****S, Ristorante 3 Corti e Centro Benessere Mariposa. Oggi brindano ai 5 anni di gestione e al loro progetto di successo. Una sfida imprenditoriale vinta, frutto di lunga esperienza maturata dai soci nella ristorazione e nell’ hôtelerie con apertura di strutture sia in Italia che all’Estero. Un progetto nel quale continuano
a credere con coraggio, tenacia e coerenza, nonostante il momento economico non facile. La decisione di investire in questa attività con risorse ed energie, accettando di aprire una struttura completamente da zero, è stata frutto non solo di voglia di mettersi in gioco ma anche del desiderio di realizzare un progetto che contribuisse concretamente a soddisfare le esigenze sia dei forlivesi che dei visitatori, sia del cliente privato che delle grandi aziende e a far conoscere la città e le sue bellezze. Grand Hotel Forlì è oggi sinonimo di eleganza e qualità alla portata di tutti. Caratteristiche riconosciute dai visitatori di tutto il mondo così come dal tessuto sociale e imprenditoriale locale, dal cittadino privato con famiglia al titolare d’azienda. La vicinanza all’Ospedale Morgagni Pierantoni la accredita poi quale sede ideale sia per congressi medici, grazie alla presenza di tre Sale Meeting di varia capienza, che per alloggiare degenti e parenti nelle 52 eleganti camere disposte su 3 piani. Ristorante 3 Corti, con i suoi ampi locali in grado di ospitare fino a 500 persone, il giardino estivo, la suggestiva terrazza panoramica da oltre 300 mq con vista sulla città, la piscina esterna al terzo piano affacciata sulle colline tosco-romagnole, rappresentano sul territorio una tra le poche location in grado di ospitare ogni sorta di evento, dalla comunione al matrimo-
nio, dal meeting aziendale al congresso medico, al grande evento sportivo. Con la stessa cura e dedizione, il cliente viene accolto, coccolato e fatto sentire come a casa, partecipe dell’organizzazione del suo momento speciale ma con il supporto di uno staff competente ed esperto. La professionalità dello staff, l’ambiente accogliente e familiare, l’ottimo rapporto qualità/ prezzo e la garanzia di apertura tutto l’anno fanno del Grand Hotel Forlì e Ristorante 3 Corti oggi il punto di riferimento nel panorama dell’ospitalità e della ristorazione forlivese. Già famoso per la formula di pranzo a buffet dal lunedì alla domenica, Ristorante 3 Corti ha appena proposto un nuovo menù à la carte, la buona cucina della nostra terra, la Romagna: genuina, sincera, tradizionale, dai sapori decisi, con prodotti locali e a km 0. Grand Hotel Forlì e Ristorante 3 Corti sono oggi attività di successo grazie anche alle grandi e piccole sinergie e collaborazioni che i soci hanno saputo curare ed alimentare nei 5 anni di gestione, con clienti, fornitori, collaboratori, event planner, autorità comunali e provinciali, professionisti di ogni settore, titolari d’azienda e con il tessuto sociale della città di Forlì. Un ringraziamento è quindi dovuto a chi ha creduto nel progetto del Grand Hotel Forli, giunto appunto al 5° anno e destinato a crescere, animato dallo spirito che lo ha generato.
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IN MAGAZINE
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RAPPRESENTARE
Pensare
LA RIPRESA LORENZO ZANOTTI, NUOVO PRESIDENTE DI CNA FORLÌ-CESENA, RIPROPONE PER IL SUO MANDATO LA STRATEGIA CARATTERIZZANTE DELL’ASSOCIAZIONE: SOLLEVARE I PROBLEMI INDICANDO LE SOLUZIONI.
L
di Serena Focaccia
Lorenzo Zanotti, forlivese, 48 anni, direttore amministrativo e socio fondatore di Gala s.r.l., è il nuovo presidente di CNA Forlì Cesena. La sua azienda, nata nel 2004 dall’idea di tre giovani imprenditori e che oggi conta ventidue addetti, si occupa di ricerca, sviluppo e produzione di prodotti cosmetici certificati biologici operando sia nel mercato nazionale che internazionale. A livello istituzionale, Lorenzo Zanotti ha ricoperto la carica di presidente dell’Area territoriale CNA Forlì città, oltre che quella di vicepresidente provinciale. È membro del Consiglio Generale della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì.
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Quali sono gli obiettivi principali che si pone come presidente e quali le criticità che dovrà affrontare CNA? “Ci sono alcuni temi sui quali ci siamo caratterizzati e su cui continueremo a lavorare. Mi riferisco, ad esempio, alla tassazione locale, all’accesso agli appalti per le piccole imprese e alla rigenerazione urbana. Come CNA, poi, saremo sempre in prima fila contro i fenomeni di concorrenza sleale, abusivismo e contraffazione, che frenano lo sviluppo delle imprese regolari e mettono a rischio la coesione sociale. Le criticità sono principalmente quelle legate alla crisi economica e ai cambiamenti che investono le piccole imprese. Nostro primo obiettivo è dare risposte puntuali ai loro nuovi bisogni. Anche grazie alla nostra presenza capillare sul territorio.” Qual è oggi il valore di un’associazione di categoria per le PMI? “In questo momento storico c’è chi mette in discussione l’associazionismo stesso. Sono, invece, convinto che abbia un’enorme forza rivoluzionaria. Insieme si possono affermare valori, condividere progetti e opportunità di sviluppo, avere servizi di suppor-
to, difendere i propri interessi e anche – non meno importante – dire la propria opinione, sapendo che questa verrà ascoltata. Lo stile CNA, che ci ha portati a godere di un’altissima reputazione, è di denunciare i problemi ma anche di rilanciare con progetti, coniugando protesta e proposta.” È appena partita la campagna CNA investe sulla ripresa, di cosa si tratta? Quali vantaggi offre agli associati? “Dal nostro osservatorio abbiamo rilevato che la vita media di una nuova impresa, con la crisi, si è più che dimezzata: è calata da 7 a 3 anni. CNA si candida a fare da partner per tutti i nuovi aspiranti imprenditori che vogliono mettersi in gioco. E dà loro il benvenuto con un nuovo progetto, il pacchetto Welcome, che è semplice, completo, trasparente. Offre tutto il supporto di cui hanno bisogno per liberarsi dalle preoccupazioni della gestione e concentrarsi sull’idea imprenditoriale. Un pacchetto molto conveniente: solo 32 euro al mese per il regime forfait e 80 euro al mese per la contabilità semplificata, tutto compreso. Tariffe possibili grazie all’investimento dell’Associazione, che ha costituito un plafond dedicato.”
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