MACERATA
Registrazione al Tribunale di Macerata n. 628 del 09/09/2015 - EURO 3,00
N° 1 APRILE / GIUGNO 2016
Ilaria
BALEANI MUSICA OLTRE LA SIEPE MANUELA GRELLONI / La vocazione ad esprimere MASSIMO DE NARDO / Rrose Sélavy TREIA / La città del Bracciale
EDITORIALE
SOMMARIO
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Ma di che materia è fatta l’eccellenza? Difficile dirlo. Spesso si cela, timida, tra le forme di un’opera d’arte, dietro l’involucro di un prodotto artigianale, nelle righe di uno scritto, sulle note di uno spartito o in gesti quotidiani di rara solidarietà. Siamo noi di IN Magazine che proviamo, ogni volta, faticosamente a svelarla, ad appropriarci della sua forza che eccede la nostra, limitata e miseramente terrena. Per abbandonarci al suo abbraccio vitale e sognare, far sognare i lettori, di esserne posseduti. Eccola una piccola fetta dei mille volti dell’eccellenza maceratese che raccontiamo in questo numero di Primavera.
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ANNOTARE
Brevi IN
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ESSERE
Ilaria Baleani
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CREARE
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Massimo De Nardo
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GESTIRE
Monica Pennesi
Maurizio Lombardi
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DIPINGERE
Manuela Grelloni
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MIRUS MARCHE SRL
SCATTARE
Redazione, amministrazione e ufficio commerciale Via Trento, 19 - 62100 Macerata Tel 0733 280211 / Fax 0733 285281
Mario Massini
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www.inmagazine.it inmagazine@mirus.it
SCRIVERE
DIRETTORE RESPONSABILE: Maurizio Lombardi m.lombardi@mirus.it REDAZIONE: Mirus Marche srl ARTWORK: Lisa Tagliaferri IMPAGINAZIONE: Debora Perfetti STAMPA: Artelito spa Camerino (MC) Anno II - N. 1 Chiuso per la stampa il 7/04/2016 Collaboratori: Isabella Parrucci, Maurizio Verdenelli, Isabella Tomassucci, Paola Olmi, Cristiana Dezi, Francesca Cipolloni, Nico Coppari, Lucio Del Gobbo, Donatella Pazzelli. Fotografie: Massimo Zanconi Foto Studio Print Macerata, Francesca Cesari, Antonio Taffi, Samuele Travaglini, Valentino Paoletti Foto EMMEGI, Mario Massini, imago.it Perugia, Fernando Palmieri, Carlo Bartolozzi, Comune di Treia - Roberto Dell’Orso.
Collettivo Idra
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RAPPRESENTARE
Enzo Fusari
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AMARE
Centro“Monti Azzuri”
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VISITARE
La città del Bracciale Seguici su FB: www.facebook.com/MacerataInMagazine
Tutti i diritti sono riservati. Foto e articoli possono essere riprodotti solo con l’autorizzazione dell’editore e in ogni caso citando la fonte
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CAMBIARE
L’età dell’incertezza
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ANNOTARE
La poesia di Remo PAGNANELLI MACERATA La poesia di Remo Pagnanelli il 27 novembre 2015 al meeting del Rotary Club “Matteo Ricci”. Ospiti Maurizio Verdenelli, già caposervizio de “Il Messaggero”con cui Remo collaborava; l’amico inseparabile, lo scrittore Guido Garufi; Piero Piccioni, voce recitante. Verdenelli ha ricordato l’impegno giornalistico e politico di Pagnanelli, le serate provocatorie al “Pozzo”; l’attacco con Garufi verso la città “fredda e ipocrita”. Pagnanelli - ha detto Garufi - può essere annoverato tra i massimi critici letterari del suo tempo. Quattro le raccolte di poesia: “Dopo”, “Musica da viaggio”, “Atelier di inverno”, “Preparativi per la villeggiatura”. Annunciata la stampa dell’opera omnia da parte del Rotary.
CONCORSO Raccontar Scrivendo
Il primo romanzo di DONATELLA PAZZELLI CAMERINO Per “Panorama” è stato tra i 20 libri hot da leggere sotto l’ombrellone e per il “Giornale del Cilento” tra i più appassionanti da leggere vicino al caminetto. Gli “Ulivi di Albanella” (Pendragon, 2015) narra di Chiara e del suo percorso di riscatto, intenso e coinvolgente. L’amicizia con Adele, la scoperta dei piaceri del sesso, l’incontro con Matteo e la felicità che arriva solo dopo essere scesi a patti con il passato. Donatella Pazzelli, 1969, è nata, vive e lavora a Camerino. Una grande famiglia alle spalle, laurea in legge, avvocato, giornalista. Questo è il suo primo romanzo.
RECANATI È il cibo la tematica della sesta edizione del concorso letterario nazionale “Raccontar… Scrivendo”, dedicato alla figura di Giacomo Leopardi e promosso a Recanati dall’associazione culturale “La Casetta degli artisti”. L’iniziativa, nata dalla volontà di aprire un dialogo tra la figura ancora attualissima del genio recanatese e i ragazzi di oggi tramite la buona scrittura, è rivolta agli studenti delle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado di tutta Italia. L’iniziativa rappresenta un buon viatico per la candidatura della città di Recanati come capitale europea della cultura.
NUOVA CAMPAGNA Banca della Provincia di Macerata MACERATA Uno spot e una campagna istituzionale a forte impostazione
emozionale per BPRM (Banca delle Provincia di Macerata), una realtà che desidera trasmettere al territorio i valori che la caratterizzano: solidità, competenza, vicinanza alle attività imprenditoriali e professionali del territorio, risposte concrete alle esigenze di ogni singolo cliente. Una produzione targata Multivideo (www.multivideo.it), in partnership con l’Agenzia di comunicazione Mirus (www.mirus.it), scatti curati da Valentino Paoletti (Foto EMMEGI di Civitanova Marche). Il tema dominante è quello dei profili: da un lato, quello solido della Banca, dall’altro lato, quello dei clienti per offrire loro soluzioni personalizzate “sotto ogni profilo”. Una campagna multisoggetto per quella che vuole essere sempre di più “la” banca del territorio maceratese. 4
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ANNOTARE
Premio musicale CARLO GARGIONI
Evoluzione estetica CENTRI LIGHT
CIVITANOVA MARCHE È stato
MACERATA “Light Your Life!”, il motto è già una filosofia. Il Gruppo Light (www.lightyourlife.it ) nasce ne 2001 e, dall’apertura del primo centro a Macerata, conquista progressivamente il territorio con quattro posizioni strategiche, diventando punto di riferimento quando si parla di Solarium, Estetica e Benessere. Oltre all’ampio parco di docce e lettini abbronzanti, i Centri Light sono specializzati nella soluzione del problema “peli superflui”, grazie alla tecnologia più avanzata in campo di epilazione definitiva ed anche nella cura del viso con un’offerta di trattamenti, case e prodotti cosmetici innovativi, come la linea UNIQA e le sue quasi-magiche vitamine per la pelle.
creato il premio musicale Carlo Gargioni. I musicisti selezionati hanno partecipato alla serata finale tenutasi il 9 marzo al Teatro Cecchetti di Civitanova Marche in favore dell’AIL; vincitrice del premio la 24enne Irene Castignani. Il musicista Carlo Gargioni è nato nel 1961 a Macerata e, a 47 anni, è morto per una grave malattia a Milano. Fra le molte collaborazioni si ricordano quelle con Harry Belafonte, Miriam Makeba, Massimo Urbani, e i progetti negli studi di registrazione con Dee Dee Bridgewater, Amy Stewart, Gloria Gaynor, Rossana Casale e Fabio Concato (a destra nella foto) che, nell’album uscito nel 2012 “Tutto qua”, gli ha dedicato il bellissimo pezzo “Carlo che sorride”.
Artigianalità e unicità PAUL MECCANICO SARNANO Un ritorno all’artigianalità attraverso la tecnologia. Così potrebbe definirsi, l’idea di Paul Albert Dari, fashion designer di lunga esperienza, che insieme a Massimo Quintili e Andrea Mastrocola, ha lanciato Paul Meccanico (www.paulmeccanico.com), un brand unico, innovativo e Made in Italy che risponde alle nuove sfide della moda. Unico, perché ogni borsa realizzata corrisponde a un numero di serie e non ne esiste un’altra uguale. Innovativo, perché utilizza materiali non convenzionali come il telone da camion e i riflettori catarifrangenti. Made In Italy, anzi Made In Marche, perché tutte le fasi produttive avvengono nel territorio regionale. Una start-up che ha fatto della retro innovazione una filosofia, conquistando in breve tempo l’attenzione di fashion blogger e riviste di moda del calibro di Vogue.
Novità e successi FRANCESCA E VERONICA FELEPPA MORROVALLE La stagione primaverile delle sorelle Feleppa si apre con grandi novità. Innanzitutto, una nuova sede più grande e funzionale, ma anche la prossima apertura di un punto vendita in via Romagna, 53 a Morrovalle. Lo showroom verrà inaugurato a fine aprile, presentando al pubblico le ultime collezioni delle giovani stiliste. Nel frattempo, Francesca e Veronica stanno pianificando l’apertura verso nuovi mercati esteri. Sono sempre di più i VIP che hanno scelto di indossare “Francesca e Veronica Feleppa”: Cecilia Rodriguez, Valentina Ferragni, Beatrice Valli, Eleonora Brunacci, solo per citarne alcuni. Inoltre il brand è stata selezionato dalla rivista Panorama per il progetto “Panorama d’Italia”, come una delle aziende rappresentative della regione Marche.
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ESSERE
Musica oltre
LA SIEPE
PIANISTA E MUSICOLOGA CLASSE 1981, LA RECANATESE ILARIA BALEANI HA VINTO NUMEROSI PREMI NAZIONALI ED INTERNAZIONI E SI È ESIBITA IN PRESTIGIOSE TOURNÉE INTERCONTINENTALI. di Francesca Cipolloni / ph Francesca Cesari e Antonio Taffi
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Aveva tre anni quando, con uno strumento giocattolo, imitò alla perfezione un motivo ascoltato alla pubblicità in tv: suo padre Antonio le disegnò delle note colorate e, una volta tolti i colori, vide che sua figlia aveva appreso tutte le posizioni sul pentagramma. Da allora, la carriera della pianista Ilaria Baleani non si è più fermata. Cosa significa viaggiare per il mondo senza perdere l’ispirazione della tua Recanati? Viaggiare per una recanatese vuol dire “guardare oltre la siepe”: la musica diventa, allora, un trait d’ union tra la nostra storia, il nostro essere e l’aprirsi a nuovi spazi infiniti… Senti di aver “sacrificato” qualcosa alla tua carriera? La mia famiglia, a cui devo moltissimo, ha rivestito indubbiamente un ruolo fondamentale. Mi ha sostenuta davvero sempre, specialmente nei momenti più difficili. Sicuramente, ho vissuto meno momenti con i compagni di giochi, con gli amici, perché ho sempre trascorso interminabili
ore in solitudine sullo strumento. Tuttavia è servito, dandomi modo di apprezzare con più profondità i momenti al di fuori della vita lavorativa e di assaporarli appieno quando ne ho l’opportunità. Chi consideri tuo mentore? Sono dell’opinione che nella vita si incontrano molti insegnanti e pochi maestri. Io ho avuto il privilegio di incontrare, sin dalla più tenera età, un grande Maestro, Maria Teresa Carunchio, prestigiosa pianista argentina che vive in Italia da tempo. Mi ha cresciuta al Conservatorio e ha avuto, con uno stile inimitabile, la capacità di riuscire a tirare fuori il meglio di me in un unicum di grande armoniosità, conducendomi a molti successi. Sappiamo che molte delle tue performance concertistiche sono declinate al femminile... Si tratta di scelta dovuta anche al parallelo percorso di studi musicologico, che ha stuzzicato ancor più la mia curiosità: scoprire repertori nascosti o poco noti, in questo caso legati ad un tematica IN MAGAZINE
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VIAGGIARE PER UNA RECANATESE VUOL DIRE “GUARDARE OLTRE LA SIEPE”: LA MUSICA DIVENTA, ALLORA, UN TRAIT D’ UNION TRA LA NOSTRA STORIA, IL NOSTRO ESSERE E L‘APRIRSI A NUOVI SPAZI INFINITI…
IN ALTO ILARIA BALEANI IN CONCERTO ALLA SALA PAOLINA DI CASTEL SANT’ANGELO, ROMA.
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delicata in cui per secoli la storia delle donne compositrici di musica è stata la storia di una presenza negata. Eseguendo la musica di queste figure ho sentito l’entusiasmo di unire generazioni diverse ed epoche nel segno della continuità e della genealogia femminile. Tale progetto, “Musica InAudita”, si è poi evoluto
in un recital per voce recitante e pianoforte, includente anche la lettura dei diari di queste grandi donne in “La Voce delle Donne”. C’è un aneddoto particolare che ricordi? Durante una tournèe in Toscana, la sera del mio concerto ci fu un temporale estivo terribile. Un forte vortice d’aria entrò nella sala in cui mi stavo esibendo e, quindi, non potei esimermi dall’eseguire come bis il III tempo della Sonata N.17 di Beethoven nota come “Tempesta”! Quali progetti hai in cantiere per i prossimi mesi? Sono sempre in “fermento” artistico e il tempo sembra non essere mai abbastanza. Intanto, ci saranno in giro per le Marche le presentazioni-concerto di “Tu, Ottava Nota”, il libro di poesie appena uscito di Gastone Cappelloni che ha preso il titolo
Ilaria BALEANI Ilaria Baleani, pianista e musicologa, nasce a Recanati il 2 giugno 1981 e si forma al Conservatorio di Pesaro, diplomandosi con lode e menzione speciale. In poco tempo, i primi premi ai concorsi nazionali ed internazionali. Poi concerti prestigiosi (a Milano, alla Radio Vaticana, nella Sala Paolina di Castel S. Angelo a Roma), tournée intercontinentali e omaggi artistici: fra tutti, la nuova versione di “Nuovo Cinema Paradiso”, nota colonna di Andrea ed Ennio Morricone, a lei dedicata nel 2010.
DURANTE UN CONCERTO IN TOSCANA CI FU UN TEMPORALE ESTIVO TERRIBILE. UN FORTE VORTICE D’ARIA ENTRÒ NELLA SALA IN CUI MI STAVO ESIBENDO E NON POTEI ESIMERMI DALL’ESEGUIRE LA “TEMPESTA” DI BEETHOVEN.
IN ALTO ILARIA BALEANI DURANTE IL CONCERTO ALBA DORATA, SULLA CIMA DEL MONTE CATRIA. IN BASSO ILARIA BALEANI. (PH SAMUELE TRAVAGLINI)
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dalla silloge a me dedicata. Poi, insieme a Lucia Ferrati, stiamo lavorando ad un altro grande progetto al femminile… Altro, però, non posso svelare. Cosa sogna Ilaria per il suo domani? Mi auguro di vivere in un Paese che possa sfruttare tutte le sue possibilità, a partire dalla sua cultura, l’unico “prodotto” che nessuno potrà mai imitare. Come artista, vorrei riuscire a rendere sempre più fruibile la musica classica ma, soprattutto, di poter suonare sempre con gli occhi di bambina, gli stessi con cui ho iniziato.
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CREARE
La scrittura è
PASSIONE
INTERVISTA A MASSIMO DE NARDO, COPYWRITER, CRITICO D’ARTE, SCRITTORE, DRAMMATURGO, FONDATORE DELLA CASA EDITRICE “RROSE SÉLAVY” CON LA QUALE PUBBLICA LIBRI PER BAMBINI E RAGAZZI. di Paola Olmi
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Fra i suoi tanti mestieri, in realtà concatenati, ce n’è uno che ama di più? È la scrittura che unisce il mio lavoro di copywriter, di editore, di scrittore, di insegnante (a volte) di “scrittura creativa”. Amo di più ciò che faccio in quel momento, che comunque è legato alla scrittura, mia e degli altri. Nell’editoria conta più la forma o la sostanza?
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La sostanza. Importante è però scegliere con molta attenzione l’immagine di copertina, il formato, la carta, il carattere tipografico. I Quaderni quadroni e il Quaderno cartone sono dedicati ai bambini. È più complesso che scrivere per adulti? No. Devi sempre considerare chi ti ascolta, altrimenti è un parlarsi allo specchio. Con i bambini occorre ovviamente semplificare
Sandra Petrignani
elsina e il grande segreto con illustrazioni di Gianni De Conno
Introduzione di Franco Lorenzoni
Il Quaderno quadrone
alcuni concetti, e lo fai con il fantastico, l’impossibile, il magico. Che sono categorie della filosofia, della psicoanalisi, dell’arte, anche quando non te ne rendi conto. Il viaggio di Pinocchio per diventare un bambino non è poi tanto diverso da quello di Ulisse che deve ritornare a Itaca per essere di nuovo ciò che era. Mi parla della nuova collana dedicata ai ragazzi? Si chiama Il Quaderno ready made. Il nome Rrose Sélavy lo abbiamo preso da Marcel Duchamp, artista del Novecento tra i più coinvolgenti. È conosciuto, tra l’altro, anche per i suoi ready made, oggetti già pronti (da qui il nome): l’orinatoio, la ruota di bicicletta, l’attaccapanni. Nella nuova collana pubblicheremo romanzi brevi
DEVI SEMPRE CONSIDERARE CHI TI ASCOLTA, ALTRIMENTI È UN PARLARSI ALLO SPECCHIO. CON I BAMBINI OCCORRE OVVIAMENTE SEMPLIFICARE ALCUNI CONCETTI, E LO FAI CON IL FANTASTICO, L’IMPOSSIBILE, IL MAGICO.
DALL’ALTO DUE QUADERNI QUADRONI E UN QUADERNO CARTONE. A SINISITRA L’ANAGRAMMA DI “MASSIMO DE NARDO RROSE SÈLAVY”.
o racconti lunghi, non illustrati, e il formato sarà quello del libro classico. Ready contiene “read”, che vuol dire leggere. Un libro quindi già fatto (made), pronto per essere letto. Non potevamo scegliere un nome diverso. In ciò che pubblicate ha più peso la parola o il colore? Nei Quaderni quadroni le prime impressioni vengono dalle immagini. Vale per tutti i libri illustrati. Noi cerchiamo di bilanciare parole e immagini, perché hanno lo stesso valore. I Quaderni quadroni sono pubblicazioni che piacciono molto anche agli adulti i quali le acquistano per loro stessi; le risulta? “Anche” per loro stessi. Dipende, il più delle volte, dall’illustratore. IN MAGAZINE
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Lettori adulti che amano quel determinato illustratore. La buona letteratura per adulti è solo per adulti, la buona letteratura per ragazzi è per entrambi. È difficile incuriosire il lettore? Difficilissimo. E devi incuriosirlo con garbo, con delicatezza, proponendo qualcosa che gli somiglia e che, al tempo stesso, sia originale. Fra i manoscritti che vi arrivano, fate caso se l’autore è persona nota?
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Ci facciamo caso, eccome. Se un autore noto ti fa una proposta non puoi non inorgoglirti. Siamo una piccola casa editrice, però succede. Poi valutiamo il racconto e le immagini allo stesso modo sia per l’autore noto sia per l’inedito. Purtroppo c’è da fare i conti con il mercato e con un autore noto è meno difficile avere ascolto. Aristotele ha detto che “i nomi sono segni dei concetti, che sono immagini delle cose”. Qual è la sua interpretazione? A parte i nomi propri, che ci vengono dati senza legami con la nostra futura personalità, sono anch’io aristotelico. Ho le prove: Rrose Sélavy (anagramma di “la vita è passione”), Quaderno quadrone (quadrone anagramma di quaderno, e anche grande quadro, per il formato delle illustrazioni), Quaderno read(y) made (fatto per leggere). E visto che anche noi amiamo gli anagrammi ci congediamo sperando che via sia piaciuta “donna matta si diresse a Morvì” o “vide tardi massa in monastero” o “dissi: viandante mostra amore”, insomma questa “intervista a Massimo De Nardo”.
Massimo DE NARDO Copywriter, critico d’arte, docente di linguaggi della comunicazione, autore di una decina di testi teatrali, di oltre venti racconti, di quattordici scritture sull’arte e altrettante “scritture del controsenso”, una cinquantina di scritture sulla pubblicità (www.massimodenardo.it). Ha pubblicato in ebook, con il gruppo Gems, il romanzo Ogni tanto fatela suonare. È responsabile culturale della casa editrice Rrose Sélavy con la quale ha pubblicato otto Quaderni quadroni, un Quaderno cartone e la nuovissima collana per ragazzi Quaderno ready made per la quale è autore del primo racconto: Maffin.
Diamo credito alla ripresa Rivitalizziamo le Piccole e Medie Imprese
Nuova Banca delle Marche al fianco delle Imprese che credono nel futuro. Un plafond di 200 milioni di euro per i progetti delle imprese e dei liberi professionisti che svolgono la propria attività con coraggio e dedizione. Perché la ripresa parte da ciascuno di noi !
bancamarche.it
Una Nuova banca con te
Messaggio pubblicitario con finalità promozionali. Per le condizioni contrattuali ed economiche relative a prodotti e servizi è necessario fare riferimento ai Fogli Informativi a disposizione nelle Filiali Banca Marche e su bancamarche.it. La concessione dei finanziamenti ed il rilascio dei servizi sono soggetti a valutazione ed approvazione da parte della Banca.
GESTIRE
Management
AL FEMMINILE A MONTECOSARO CON MONICA PENNESI, DIRIGENTE DELLA NUOVA STRUTTURA DEL GRUPPO SANTO STEFANO: “SENSIBILITÀ, DETERMINAZIONE E LAVORO DI SQUADRA” PER AFFRONTARE SEMPRE NUOVE SFIDE PROFESSIONALI.
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di Nico Coppari / ph Valentino Paoletti Foto EMMEGI
Una manager di successo. Orgogliosamente donna, in un mondo, quello dirigenziale, che tendenzialmente si declina al maschile. Monica Pennesi, “civitanovese doc”, è medico e manager in seno al Gruppo Santo Stefano Riabilitazione. Sensibilità, determinazione e senso del gruppo: sono questi gli ingredienti che rendono la dottoressa Pennesi inconfondibile, dentro e fuori dal lavoro. “Credo nelle persone e mi piace coinvolgerle nei processi decisionali, dare valore alle loro idee e alle loro iniziative”, dice con entusiasmo. Ma come si riesce a conciliare il decisionismo richiesto a un manager con il coinvolgimento degli altri? Occorre credere nelle persone che hai attorno e nel lavoro di squadra: siamo come una grande orchestra di validi elementi. E l’ambiente di lavoro è come un giardino da curare ogni giorno con dedizione, spirito di sacrificio e grande senso di responsabilità. Lei è nel pieno di importanti sfide professionali… Dopo aver diretto la Struttura di Loreto “Abitare il Tempo”, dal
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2014 ho ricevuto dall’azienda l’incarico di avviare e dirigere la nuova Residenza Sanitaria Assistenziale di Montecosaro “Santa Maria in Chienti”, in contrada Cavallino. Una Struttura nuova e che ha rappresentato per l’azienda un investimento molto importante, effettuato per coprire la domanda di servizi proveniente dal territorio. Cosa offre l’Rsa di Montecosaro? Una proposta assolutamente nuova in termini assistenziali, non ancora presente nel nostro territorio maceratese, che si rivolge alle famiglie con persone fragili, anziani e disabili anche con disturbi di demenza. L’organizzazione di Struttura offre alle famiglie un luogo dove il proprio caro può trascorrere il periodo necessario alle cure in un ambiente caratterizzato da calore umano ed alta professionalità, in un clima familiare e al massimo degli standard di assistenza sia logistici che organizzativi. Si vede meglio con il camice o senza? Attività clinica o manageriale? Sono entrambe belle, affascinanti, appaganti. Dopo esser cresciuta come medico e nell’attività
clinica, ho intrapreso con soddisfazione la strada dirigenziale, molto diversa dalla precedente, ma altrettanto entusiasmante. Non si finisce mai di imparare e di studiare, in tal senso l’umiltà e l’ascolto sono le chiavi vincenti. Chi è Monica Pennesi fuori dal lavoro? Amo la mia famiglia, sono felicemente sposata, amo mettere in pratica i valori in cui credo e, tra essi, aiutare gli altri. Amo tutte le forme espressive di arte e in particolare sono appassionata di arte moderna - colleziono visite ai musei! - di musica, in particolare classica, pianoforte e fotografia. Pratico lo yoga, sono amante degli animali ed in particolare adoro la mia piccola cagnolina Fata. Quando posso cerco di viaggiare il più possibile, scoprire nuovi luoghi e culture. Come e quanto vive la “sua” Civitanova? Quando posso mi godo la mia città. Civitanova è dinamica, attiva, vivibilissima e nel contempo permette di concedersi splendidi momenti di relax muovendosi all’aria aperta tra mare e campagna, a piedi o in bicicletta, lungo percorsi gradevolissimi a contatto con la natura.
MONICA PENNESI, DIRETTRICE R.S.A. SANTA MARIA IN CHIENTI DI MONTECOSARO.
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DIPINGERE
La vocazione ad
ESPRIMERE DALLA FOTOGRAFIA AL DISEGNO FINO ALLA PITTURA: L’ESPRESSIONE ARTISITICA COME RICERCA INTERIORE E DI VITA DI MANUELA GRELLONI. di Lucio Del Gobbo / ph Massimo Zanconi Foto Studio Print
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IN APERTURA: MANUELA GRELLONI DAVANTI A UNA DELLE SUE OPERE. A DESTRA: DUE OPERE PITTORICHE DI MANUELA GRELLONI.
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Dalla foto alla pittura il passaggio è stato lento ma consequenziale e incisivo. I soggetti delle opere dimostrano tale continuità, sembrano scatti del periodo precedente, ne hanno l’immediatezza e il colpo d’occhio. La frequentazione di grandi artisti sin da bambina, al seguito di suo padre, collezionista e divulgatore, ha costituito nel tempo la sua vera accademia, una formazione che ha reso Manuela Grelloni libera da luoghi comuni e preconcetti riguardo al modo di intendere l’arte. “Grazie a mio padre, uno dei fondatori della storica “La Nuova Foglio Editrice”, ho incontrato artisti come Corneille, Lam, Mussio, Migneco, Purificato. “L’aria aperta” che ognuno di loro portava con sé mi ha permesso di conservare un po’ della libertà che tutti i bambini hanno, prima di perderla dentro gli schemi e i concetti che imparano. Credo che non
esista arte senza quella libertà dello spirito”. Il linguaggio figurativo delle opere è debitore dell’esper ienza fotog ra f ica? “Il bisogno di possedere un’ immagine c’è sempre stato e dipingere è una specie di scatto fotografico allungato nel tempo dall’atto pittorico. Quando dipingo mi sento costretta a imprimere nella tela l’immediatezza di ciò che provo”. Q u a nt a aut obiog r a f i a emerge dalle opere? ”Ogni opera è autobiografica: ciò che facciamo della nostra vita, studi, esperienze, incontri, contemplazioni, influisce sulle opere. Più che la poesia, che qualche volta ho usato per dare un messaggio, penso che influiscano le immagini che conservo di alcune storie. Qualche volta scatto foto al cinema, poi da quelle fotografie nascono i quadri”. Il rapporto con l’ambiente IN MAGAZINE
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PROFUMERIE
Beauty Shop MACERATA
Corso Cavour, 20
Via Roma, 35 Corso Matteotti, 15
in cui vivi, il lavoro di farmacista, il contatto con il pubblico: quanto influisce la quotidianità nelle opere? “All’inizio avevo difficoltà a mostrare le opere, poi sono uscita allo scoperto. La prima volta in una collettiva - così potevo non essere al centro dell’attenzione poi la mia prima mostra personale e altre esperienze, tutte positive. Il contatto con le persone mi piace molto, mi fa stare nel reale, mi permette di avere e dare umanità, e forse ha contribuito a farmi conoscere come artista”. La Farmacia come “vetrina”. “La vetrina della Farmacia mi offriva l’opportunità di potermi esprimere ma c’era pur sempre una certa costrizione data dalla finalità commerciale. Nei locali in cui lavoro ho ospitato qualche mia opera su grandi teli, soprattutto in un periodo che io definisco ‘il periodo dello spray’”. Arte, lavoro, vita: quanto ha ancora da rivendicare oggi la donna? “Rivendicare è “rivolere indietro qualcosa che ci è stato sottratto ed ora appartiene ad altri”. Alle donne è stato sottratto molto da sempre, ma in fondo ad ognuno di noi, in qualche modo, viene sempre sottratto qualcosa. Penso
che il problema di alcune donne, ma anche di quelli che vogliono esprimersi, sia che i primi a non autorizzarsi, siano proprio loro stessi”. L’esperienza delle mostre cosa trasmette? “Essere riconosciuta come autrice per me è ancora una cosa astratta, nel senso che sono sempre meravigliata da quello che i miei lavori trasmettono e dagli apprezzamenti. Ma in fondo, quando ho finito un quadro e lo guardo, se mi emoziona, anche io mi meraviglio di averlo fatto. Il contatto con le persone che vedono le mie opere è indispensabile, non so mai cosa vedono, come non so cosa vedono quando guardano me. Ma spero che ciò che vedono le tocchi”. E quanto “tocca” l’esperienza fatta con la mostra con un artista come Leonardo Cemak? “Cemak è stato tra i primi a vedere i miei lavori, li ha sempre apprezzati, incoraggiandomi a continuare. Nonostante ciò ero un po’ preoccupata dal confronto, ma questa mostra a due è stata accolta con entusiasmo dal pubblico proprio a causa del confronto, e mi sono sentita molto meglio”.
ADVERTORIAL
CIOVERCHIA HOME DESIGN DAL PROGETTO ALL’OGGETTO ALL’EMOZIONE
CIOVERCHIA HOME DESIGN, UN’IMPRESA DI FAMIGLIA CHE DA OLTRE 50 ANNI INTERPRETA LO SPAZIO CASA. LO SPIRITO GIOVANE E INNOVATIVO LAVORA ANIMATO DALL’AMORE PER LA TRADIZIONE.
È neuroscientificamente provato che la qualità degli ambienti in cui viviamo la quotidianità incide sulla qualità della nostra vita. Questo la famiglia Cioverchia lo aveva intuito già negli anni ‘60. È sempre bello poter parlare di tradizione familiare, come quella che scorre in questo nome: due generazioni di artigiani e professionisti, una storia iniziata con tende, imbottiti e rivestimenti, una realtà riconosciuta protagonista dell’interior decoration. I fratelli Emanuele e Stefano gestiscono l’attività e
lavorano in sinergia con un team affiatato nel quartier polifunzionale di Piediripa, in Via Cluentina: laboratorio di produzione rigorosamente artigianale, atelier creativo e punto vendita. L’impostazione è quella di sempre: il mestiere, fatto bene, con passione. Tutto parte dall’esperienza e dall’ascolto del cliente per individuare la chiave giusta ed “entrare” nel suo ambiente, consigliarlo e soddisfare esigenze pratiche ed estetiche. Ogni servizio è guidato dalla ricerca che segue le evolu-
zioni delle tendenze e degli stili di vita, dal classico al moderno, dal minimal al più ricercato. Il catalogo Cioverchia è ricco di proposte: tessuti, tappezzeria e tendaggi, carte da parati e rivestimenti murali, complementi arredo ed anche i suoi marchi “Ago&Filo” (creazioni originali, su misura) e “100%Cioverchia” (consulenza, assistenza e manutenzione). Non mancano le idee anche per i futuri sposi grazie alla special card “C’è chi dice Sì”. www.cioverchia.it
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SCATTARE
Dal mattino al
TRAMONTO UN GIORNO NELLA NOSTRA TERRA. LA LUCE, LA BELLEZZA E L’ARMONIA, TIPICHE DELLA PROVINCIA DI MACERATA. MARIO MASSINI, PASSIONE FOTOGRAFIA. di Maurizio Lombardi / ph Mario Massini
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L’erba rigogliosa cresce disordinata intorno alle strade che percorriamo distratti ogni giorno come quegli affetti che riceviamo di nascosto. Il profumo di una primavera bagnata da piogge improvvise e un vento tiepido, ci riporta al tempo mitico della giovinezza, quando già avevamo l’inverno alle spalle ed un’estate da vivere a fondo con i suoi amori e le nuove scoperte. Basterebbe fermarsi sul ciglio della strada ed inalare
a pieni polmoni quest’aria fresca, abbandonarsi ai ricordi per ritrovare lo spirito di un’età che tanto insegna, per coccolarla in un presente fatto di eterna bellezza. Ritrovarsi poi a passeggiare, soli, per le vie del quartiere che ci ha allevato con i suoi muretti ruffiani, i campetti affollati, i motorini ed il bar, le mamme e le nonne che vegliavano su noi ed i nostri amici. Una tenerezza mi accompagna ogni volta che il pensiero va a quelle strade, a quelle facce, a quei tempi. Quando tutto era davanti a portata di mano per noi, e niente di quello che lasciavamo indietro era rimpianto, merce di scarto che concimava un ricordo di felicità. Godiamoci questo nostro presente e coltiviamo un amore purissimo come i nostri occhi che riescono a vedere la bellezza anche laddove molti non vogliono o non possono vederla. (“Primavera, ieri”. Brano tratto dai “Pensieri di Puck”.)
IL FUTURO A POTENZA PICENA:
IL COHOUSING DI COHO!
Argos è un progetto innovativo sotto tanti punti di vista: strutturalmente, energeticamente, socialmente. È un progetto solo preliminare: per consentire a chi lo sceglie di partecipare alle decisioni relative alla sua realizzazione, coprogettando gli spazi che andrà a vivere.
14 gli appartamenti ipotizzati, tra monolocali, trilocali e quadrilocali. Ogni appartamento godrà dei propri spazi privati a cui si aggiungeranno quelli comuni: locali il cui utilizzo sarà stabilito dagli stessi abitanti. Lavanderia, foresteria, officina o salone delle feste, la scelta spetta a coloro che li utilizzeranno. La realizzazione del nuovo edificio avverrà nell’ultimo lotto disponibile della zona PEEP di Potenza Picena, lotto caratterizzato da un’ottima esposizione e un’evidente salto di quota che ne consentirà l’inserimento in una accogliente cornice di verde.
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In questi scatti Massini immortala le strade poderali che caratterizzano, come ragnatele, il territorio maceratese. Luogo di transito, di incontro, di scambio, e di lavoro; conducevano ai campi da coltivare, nei quali seminare i futuri raccolti, le future speranze. Da lì si partiva e da lì si tornava dal mattino al tramonto. Ogni giorno. Mario Massini nasce a Jesi nel 1959 e dal 1975 vive a Macerata. È sposato con Vanessa e padre di quattro figli. Dopo la maturità scientifica e il corso di laurea in Scienze Agrarie, non portato a termine, decide di occuparsi dell’azienda agraria di famiglia e, soprattutto, della gestione dell’allevamento dei cavalli. I primi scatti ad amici, cavalli e paesaggi lo portano a ricercare uno stile semplice e senza mistificazioni, espressione di se stesso e dell’amore per la sua terra. Un amore che cerca di esaltare la luce, la bellezza e l’armonia, tipiche della provincia.
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SCRIVERE
Scrivere
AL PLURALE NELL’ERA DEL WEB, DEI SOCIAL E DEI WIKI ANCHE LA LETTERATURA RISPONDE ALLA SFIDA DELLA COLLABORAZIONE, PROPRIO COME IL COLLETTIVO IDRA, GRUPPO DI ROMANZIERI ATTIVI NEL MACERATESE CON AMBIZIOSI PROGETTI DI SCRITTURA COLLETTIVA. di Isabella Tomassucci
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“Secondo la mitologia greca l’Idra era una creatura con un solo corpo e molteplici teste. Questa è la fi losofia del Collettivo Idra, una realtà creativa plurale”. Così si descrivono Jonathan Arpetti, Marco Apolloni, Silvia De Beccaro e Christina Barbara Assouad, romanzieri residenti tra Macerata e Civitanova Marche, che nel 2013 hanno dato inizio a una serie di esperimenti di scrittura collettiva, genere letterario portato alla ribalta dal gruppo Wu Ming. Dalle penne plurali del Collettivo Idra sono nati cinque romanzi, ma anche un fervente laboratorio creativo in continua evoluzione. “Esistono vari modelli di scrittura collaborativa: “Social Singles”, (Communication Project, 2013) il nostro romanzo d’esordio, come il successivo “Tutto il resto è rasta” (La Caravella, 2013), sono frutto di una scrittura a più voci: ognuno si concentra sul profi lo psicologico di un personaggio e lo modella attraverso la scrittura. Per “lI senso delle nuvole” (Ensemble, 2014) e “La voce di carta” (Anake, 2014) abbiamo adottato, invece, IN MAGAZINE
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IN QUESTA PAGINA I MEMBRI DEL COLLETTIVO IDRA: DA SINISTRA, SILVIA DE BECCARO, CHRISTINA BARBARA ASSOUAD, JONATHAN ARPETTI E MARCO APOLLONI. IN APERTURA, LA COPERTINA DELL’ULTIMO ROMANZO “UNA NUOVA STAGIONE”.
SCRIVERE È METTERE A NUDO LA PROPRIA PERSONALITÀ, I PROPRI PENSIERI PIÙ INTIMI. SCRIVERE INSIEME IMPLICA GRANDE EMPATIA, CAPACITÀ DI APERTURA E DI ACCETTAZIONE, MA RESTITUISCE UN GRANDISSIMO ARRICCHIMENTO.
la tecnica del token ring o romanzo a staffetta, in cui, partendo da un incipit, ognuno sviluppa un frammento di trama agganciandosi a quello precedente. Uno degli ultimi progetti è stato il corso di “Scrittura Cooperativa”, tenutosi
lo scorso anno a Macerata e Civitanova Marche in collaborazione con Coop Adriatica, da cui è nato l’ultimo romanzo, “Una nuova stagione” (Giaconi, 2015).” Il Collettivo Idra, però, è anche un motore di aggregazione e diffusione culturale. “Abbiamo aperto un portale, www.collettivoidra. com, dedicato al mondo dell’editoria. Per il secondo anno consecutivo, siamo promotori, in collaborazione con Confesercenti, di Scrivere Festival in programma il 18 e 19 giugno alla Biblioteca Filelfica di Tolentino, un’occasione per gli scrittori emergenti che, grazie alla formula dello speed date, potranno presentare il proprio manoscritto ad agenti letterari ed editor delle maggiori
case editrici, ma anche partecipare a workshop dedicati alla scrittura e alla promozione editoriale. Sabato 18 giugno, si terrà una serata all’insegna della letteratura con gli scrittori Valerio Varesi e Giulio Leoni.” Siamo soliti immaginare lo scrittore come un talento solitario. I membri del Collettivo, infatti, hanno iniziato la loro carriera di romanzieri come singoli. “Scrivere a volte è imbarazzante: le pagine mettono a nudo la propria personalità, i propri pensieri più intimi, la propria visione del mondo. Scrivere insieme implica grande empatia, capacità di apertura e di accettazione, ma restituisce un grandissimo arricchimento umano e professionale”.
NELLA PAGINA PRECEDENTE IL REGISTA ALESSANDRO VALORI MENTRE DIRIGE IL SUO FILM. IN ALTO: SIMONE RICCIONI SUL SET DI “COME SALTANO I PESCI” INSIEME AGLI ALTRI ATTORI
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RAPPRESENTARE
Valorizzare il
TERRITORIO ENZO FUSARI, PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DELL’ORDINE DEGLI ARCHITETTI PIANIFICATORI PAESAGGISTI E CONSERVATORI DELLA PROVINCIA DI MACERATA, UNA PRESTIGIOSA CARICA RICONOSCIUTAGLI PER LA SESTA VOLTA CONSECUTIVA. di Isabella Parrucci / ph Massimo Zanconi Foto Studio Print Macerata
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Maceratese Doc, innamorato della sua città, come si definisce lui stesso, Enzo Fusari, viene eletto alla carica di Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori della provincia di Macerata per la prima volta nel 1997 dopo esserne stato il Segretario per dieci anni. Sin da giovanissimo appassionato di sport, amante in particolar modo dell’atletica leggera, tanto che agli albori della sua carriera nutriva il sogno di progettare impianti sportivi a livello nazionale. Oggi non è solo architetto, ma anche docente di Disegno e Storia dell’Arte presso i licei della provincia di Macerata. “L’insegnamento, come ogni professione, richiede una vera passione e porta a confrontarsi con le giovani generazioni, ma soprattutto restituisce il piacere di comunicare il proprio sapere e il proprio vissuto a chi ha ancora un lungo tragitto da percorrere. Ai giovani che vogliono intraprendere questa professione raccomando di conoscere bene le lingue, poiché oggi i potenti mezzi di comunicazione danno la possibilità di progettare in tutto il mondo”. Fusari crede fortemente nella sua professione e nel valore che que-
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sta può apportare alla comunità. “L’architetto deve essere a disposizione della collettività e tutelare gli interessi della società civile dal punto di vista territoriale, paesaggistico e ambientale. Il nostro lavoro deve essere volto a migliorare la qualità della vita di ogni cittadino”. Sotto la guida di Fusari, infatti, l’Ordine degli Architetti della provincia di Macerata ha realizzato grandi eventi come il convengo dedicato agli “Spazi per la musica”, ma le attività del Presidente non si limitano al campo dell’architettura. Enzo Fusari è un noto collezionista di cartografie e vedutistiche antiche delle Marche, dal XVI secolo all’Unità d’Italia, recentemente pubblicate nel volume “Macerata di carta” che testimonia la sua passione per la ricerca sull’argomento. “È nostro compito tutelare, qualificare e raccontare il territorio. Dobbiamo renderci unici agli occhi di tutto il mondo e far conoscere la nostra terra attraverso la narrazione di un glorioso passato. La nostra bellissima provincia meriterebbe, ad esempio, una Grande Mostra sui Polittici, ne abbiamo ben 36 sparsi sul territorio. Lanciamo un’idea, non si sa mai qualcuno voglia accoglierla”.
ENZO FUSARI, PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DELL’ORDINE DEGLI ARCHITETTI DI MACERATA.
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AMARE
Educare alla
QUOTIDIANITA IL CENTRO “MONTI AZZURRI” DI SARNANO, STRUTTURA DIURNA E RESIDENZIALE PER ADULTI CON DISABILITÀ PSICOFISICHE, UN ESEMPIO DI EFFICIENZA NEL SETTORE SOCIO-EDUCATIVO, RACCONTATO DALLA COORDINATRICE EMANUELA ALFEI. di Isabella Tomassucci
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Fondato nel 1990, il Centro Cse e Residenziale “Monti Azzurri” si trova a Sarnano in località Gabella Nuova. La struttura, che dal 2012 è gestita dalla cooperativa Pars Onlus di Civitanova Marche, accoglie adulti con disabilità psicofisiche, offrendo loro assistenza dal punto di vista terapeutico, educativo e riabilitativo. “Tutti avvertono il bisogno di realizzazione personale, compren-
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sione affettiva, accettazione e accoglienza. Tutti, anche coloro che vivono un profondo disagio psicofisico” spiega Emanuela Alfei, coordinatrice del Centro. “Per questo gli interventi terapeutici devono sempre essere accompagnati da un valido percorso educativo. Inoltre, siamo disponibili all’incontro con le famiglie, perché il mantenimento del rapporto con i propri cari è di estrema importanza per il buon inserimento dei ragazzi in struttura”. È in quest’ottica che sono state ideate e sviluppate le molteplici attività del Centro “Monti Azzurri” che al momento ospita otto persone in formula residenziale e sei in formula diurna. “L’assistenza terapeutica non è sufficiente. I ragazzi che arrivano qui hanno bisogno di essere seguiti attraverso un piano educativo individuale, sviluppato ad hoc su ogni singola situazione. L’intero palinsesto delle attività quotidiane è finalizzato a stimolare l’accettazione delle regole, l’interazione interpersonale e il senso della quotidianità”. I percorsi educativi prevedono laboratori pratici
A SINISTRA UN MOMENTO DI FESTA IN STRUTTURA. A DESTRA GITA ESTIVA.
di teatro, musicoterapia, giardinaggio e ortocultura, pet-therapy, ma anche piccole esperienze di tipo occupazionale. “Abbiamo sviluppato progetti di Occupazione del Tempo Libero in collaborazione con aziende della zona. Avere un’occupazione risponde al bisogno di sentirsi importanti ed utili per se stessi e per gli altri, stimola il senso di partecipazione alla vita quotidiana e promuove l’integrazione sociale”. Altra finalità del Centro, infatti, è favorire l’inclusione dei disabili all’interno della comunità. “Tutti abbiamo istintivamente delle remore quando ci troviamo davanti ad
TUTTI AVVERTONO IL BISOGNO DI REALIZZAZIONE PERSONALE, COMPRENSIONE AFFETTIVA, ACCETTAZIONE E ACCOGLIENZA. TUTTI, ANCHE COLORO CHE VIVONO UN PROFONDO DISAGIO PSICOFISICO.
un adulto con dei problemi: le attività occupazionali, le uscite settimanali sul territorio, così come le gite stagionali che organizziamo ogni anno, non sono volte solo a migliorare la qualità della vita dei nostri ospiti, ma anche ad incoraggiarne l’accettazione da parte del mondo esterno. Oltre al lavoro del personale qualificato - operatori, psicologi, pedagogisti, medici - ci avvaliamo dell’aiuto di molti volontari: la collaborazione di questi ultimi è particolarmente preziosa perché costituisce un valido punto di contatto tra la realtà del Centro e il mondo esterno”.
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VISITARE
La città del
BRACCIALE TRA MURA TURRITE, TRADIZIONI ED EVENTI CULTURALI, TREIA, LA CITTÀ DEL PALLONE COL BRACCIALE, È META DI TURISMO D’ARTE E NON SOLO. di Isabella Tomassucci / ph Fernando Palmieri
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Fondata in epoca pre-romana, la città di Treia vanta una forte identità storica, testimoniata ancora oggi dalle istituzioni museali, dai monumenti e dalle tradizioni popolari che prendono origine da epoche diverse. Dal museo archeologico, i cui reperti manifestano il legame tra l’antica Trea e le civiltà orientali, alle mura medievali, tutt’oggi ben conservate, fino alle ville gentilizie ottocentesche nelle campagne limitrofe. Un’importante pagina della storia e della tradizione culturale di
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Treia è legata al Gioco del pallone col Bracciale e al suo famoso giocatore Carlo Didimi, a cui Leopardi dedicò l’ode “A un vincitore nel pallone”. Nonostante abbia radici antiche, il Gioco del Bracciale ebbe il suo maggior sviluppo in epoca rinascimentale quando, praticato da principi e signori, raggiunse una tale spettacolarità e notorietà da conquistare anche l’entusiasmo popolare e diventare vero e proprio sport nazionale. Le squadre sono composte da tre giocatori: il battitore, la spalla e il terzino. A questi
IL BRACCIALE IN LEGNO USATO PER IL GIOCO DEL PALLONE. (PH CARLO BARTOLOZZI)
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di risonanza nazionale che si tiene la prima domenica d’agosto, preceduta da dieci giorni di festeggiamenti che coinvolgono l’intera città: cortei in costume d’epoca, botteghe artigianali, taverne e spettacoli animano le vie del borgo per il divertimento di turisti e residenti. Su un’altura appena fuori dalle mura cittadine sorge Villa “La Quiete”, meglio nota come Villa Spada, residenza del Conte Lavinio De Medici Spada, costruita all’inizio dell’Ottocento dall’architetto Giuseppe Valadier. Immersa in oltre due ettari di parco, la villa, con suoi viali alberati e il piccolo bosco di tigli e lecci, mantiene ancora oggi un’atmosfera da fiaba. E come ogni fiaba che si rispetti anche Villa Spada è stata teatro di una storia d’amore, quella tra il Conte Lavinio e sua moglie Natalia Komar. Dopo la morte di quest’ultima, il marito
TREIA È LEGATA AL GIOCO DEL PALLONE COL BRACCIALE, SPORT MOLTO POPOLARE NELL’OTTOCENTO, E AL FAMOSO GIOCATORE CARLO DIDIMI, A CUI GIACOMO LEOPARDI DEDICÒ L’ODE “A UN VINCITORE NEL PALLONE”.
IN ALTO: L’ARENA CARLO DIDIMI (PH CARLO BARTOLOZZI) IN BASSO:VISTA PANORAMICA DA PIAZZA DELLA REPUBBLICA (PH COMUNE DI TREIA - ROBERTO DELL’ORSO).
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si aggiunge il mandarino, esterno al gioco, che lancia la palla al battitore, il quale scende da un trampolino inclinato cercando di colpirla col bracciale. Muto aiutante delle due squadre è il possente muro laterale dell’arena sul quale i giocatori possono far rimbalzare il pallone per conquistare il punto. Ogni partita è divisa in frazioni dette «trampolini» e, come per il tennis, il conteggio dei punti è ogni 15. Dal 1979, a Treia si celebra la “Disfida del Bracciale”, emozionante manifestazione
fece costruire un piccolo tempio in sua memoria e piantò una tale varietà di specie floristiche da trasformare il parco in un piccolo giardino incantato. Nella città di Treia si trova, inoltre, una delle più antiche istituzioni di ricerca in campo agronomico: l’Accademia Georgica, centro per lo studio e la sperimentazione in agricoltura. Ospitata in una palazzina ottocentesca anch’essa progettata dall’architetto Valadier, oggi conserva e rende fruibile antichi manoscritti e pergamene, tutti digitalizzati. Treia è anche terra di eccellenze industriali, come quella del noto marchio Lube, e culturali. L’ultima settimana di giugno, si svolge, infatti, il seminario estivo organizzato dalla fondazione Symbola, dedicato proprio allo sviluppo delle eccellenze italiane.
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Gli appuntamenti di SYMBOLA Tra gli appuntamenti estivi che rendono Treia un’eccellenza culturale non si può tralasciare il Seminario della Fondazione Symbola che, giunto ormai alla XIV edizione, è noto a livello nazionale. Tappa marchigiana di un’iniziativa itinerante sul territorio nazionale, il Seminario è un importante momento di incontro, riflessione e confronto proprio sullo sviluppo delle eccellenze italiane e ha per protagoniste imprese, istituzioni, banche, associazioni di categoria, culturali e ambientaliste, ma anche personalità politiche. Il seminario, preceduto dal Festival della Soft Economy, si terrà l’8 e il 9 luglio, in due giornate dedicate all’approfondimento di alcune tematiche di rilievo per lo sviluppo economico del nostro Paese, alla promozione delle eccellenze e delle qualità italiane.
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INCERTEZZA MACERATA È STATA TERRA DI EMIGRANTI E IMMIGRATI. CHIUDERSI AL NUOVO SIGNIFICA RINNEGARE LE PROPRIE RADICI E FUGGIRE DALL’UNICA CERTEZZA CHE ABBIAMO: IL CAMBIAMENTO.
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di Maurizio Lombardi / ph imago.it Perugia
Gli attentati in nome di un Dio che si vorrebbe spietato fanno impazzire la bussola del nostro vivere quotidiano. Più che scuotere le coscienze inducono a riproporre il peggio del ‘900: il desiderio di imporre stili di vita, culture, credi. I nostri. Certamente, di fronte alle stragi di Parigi e Bruxelles verrebbe voglia di restituire indietro il biglietto di sola andata per la globalizzazione, chiudere le porte e rintanarci nella nostra vecchia e cara Europa. Ma questo, oltre che sbagliato, è impossibile. Oramai lo sanno bene anche i tifosi dei tanti muri che abbiamo alzato nella storia, e che uno ad uno sono stati sbriciolati insieme alle ideologie che li avevano eretti. I processi in atto, se da un lato distruggono certezze secolari, dall’altro ci dicono che il cambiamento è l’unica certezza. E cambiare non vuol dire chiudere, ma accogliere colui che si ritiene “altro da sé”, confrontarsi apertamente e tentare nuovi percorsi di crescita comune. Macerata è stata terra di emigrazione, verso i nuovi Mondi, il Nord Europa, il Nord Italia, e poi di immigrazione, di famiglie che ritornavano, di profughi dalmati nel secondo dopoguerra, di popo-
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lazioni dell’ex-Jugoslavia. Il nostro sistema sociale, i piccoli centri, la cultura del lavoro e della solidarietà presenti in questa fetta d’Italia, hanno favorito l’integrazione dei nuovi italiani. I nostri figli hanno il privilegio di conoscere culture diverse fin dall’età scolastica, confrontarsi alla pari, capire le ragioni che uniscono piuttosto che sposare quelle che dividono.
Non c’è dubbio che le Istituzioni siano impreparate ad affrontare il fenomeno, ma questo non può essere un alibi per inseguire le sirene dei profeti dell’intolleranza in nome di chissà quale identità da difendere. Spalancarsi al nuovo e coltivare l’eccellenza da qualunque individuo provenga è l’unica benzina per crescere anche nell’età dell’incertezza.
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