Rimini In Magazine - 03/2016

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Tariffa R.O.C.: Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB - FILIALE DI FORLÌ - Contiene i. p. - Reg. al Tribunale di Forlì il 20/12/2000 n. 34- EURO 3,00.

R I M I N I N° 3 LUGLIO/AGOSTO 2016

LEARDINI

Rita

UN’ALTRA VACANZA

FABIANA GABELLINI / Solo su misura RICCARDO MARCA / Sospinto dal vento BARBARA OLIVI / Una valigia in rosso


NUOVA RANGE ROVER EVOQUE CONVERTIBILE

TI PORTERÀ OVUNQUE, PER OFFRIRTI I CIELI PIÙ BELLI DEL MONDO

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EDITORIALE

SOMMARIO

L

L’arte di accogliere ci viene raccontata da Rita Leardini sulla copertina di questo numero estivo: htellerie di lusso, innovazione nei servizi e massima cura dei dettagli la formula vincente. Amore per i dettagli e per la buona tavola sono poi tratti distintivi delle ricette originali con i fiori che quattro chef ci propongono per i menù estivi, all’insegna dell’originalità che è la cifra distintiva dei personaggi che incontriamo continuando a sfogliare la rivista: la stilista Fabiana Gabellini, il surfista Riccardo Marca, la consulente “molto speciale” Barbara Olivi, l’attore Gianluca Vannucci, il barman Domenico Benzi. La danzatrice Arianna Maldini. Non mancano anche spunti creativi, con gli allestimenti d’autore di Anna Maria del Bianco e Stefano Lombardelli, la fantasia nel taglio dei capelli. E ancora tante altre storie, tutte da leggere! Andrea Masotti

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ANNOTARE

Brevi IN

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ESSERE

Rita Leardini

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GUSTARE

Fiori in tavola

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CREARE

Fabiana Gabellini

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DECORARE

Del Bianco e Lombardelli

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SURFARE

DANZARE

Riccardo Marca

Arianna Maldini

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VIAGGIARE

Coin Perdu

RASARE

Wenzy Wave

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EDIZIONI IN MAGAZINE S.R.L. Redazione e amministrazione: Via Napoleone Bonaparte, 50 - 47122 Forlì Tel. 0543.798463 / Fax 0543.774044

CUCINARE

Gabriella Magnani

www.inmagazine.it inmagazine@menabo.com DIRETTORE RESPONSABILE: Andrea Masotti REDAZIONE CENTRALE: Serena Focaccia ARTWORK: Lisa Tagliaferri IMPAGINAZIONE: Francesca Fantini UFFICIO COMMERCIALE: Gianluca Braga, Irena Coso, Elvis Venturini COORDINAMENTO REDAZIONE DI RIMINI: Irena Coso STAMPA: Seven Seas Srl - RSM Anno XVI - N. 3 Chiuso per la stampa il 28/07/2016 Collaboratori: Cinzia Bauzone, Matteo De Angelis, Arianna Denicolò, Charles Flamminio, Giorgia Gianni, Alessandra Leardini, Lucia Lombardi, Serena Macrelli, Melania Rinaldini, Manuel Spadazzi, Antonella Zaghini. Fotografi: Riccardo Gallini, Giorgio Salvatori, Antonella Zaghini.

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CAVALCARE

Salusequus

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RECITARE

Diego Abatantuono

PROVOCARE

Barbara Olivi

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FOTOGRAFARE

RECITARE

Seguici su FB: www.facebook.com/edizioni.inmagazine

Tutti i diritti sono riservati. Foto e articoli possono essere riprodotti solo con l’autorizzazione dell’editore e in ogni caso citando la fonte

Milena Masini

Gianluca Vannucci

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RICORDARE

Domenico Benzi

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ADOTTARE

Canile di Riccione IN MAGAZINE

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ANNOTARE

ph Giorgio Salvatori

Spessore 2016 Festa di compleanno PER COLONY SAN MARINO Grande festa di compleanno per l’agenzia di viaggi Colony di San Marino che sabato 23 luglio ha festeggiato i vent’anni di attività. Oltre centocinquanta persone hanno partecipato alla cena di gala, organizzata nei minimi dettagli con ottimi piatti proposti dal rinomato catering Gorini, musica e animazione. Alejandro Manjarrez e i fratelli Ermes e Widmer Colombini, titolari dell’Agenzia, hanno voluto fare le cose alla grande. Gli spettacoli e le esibizioni stile “nouveau cirque” sono stati realizzati con la collaborazione di Ambra Orfei! Una serata organizzata nei minimi dettagli nata per condividere con gli amici, i collaboratori e i clienti un traguardo importante.

Il primo hotel social: UP HOTEL RIMINI Nasce a Rimini UP Hotel, il primo hotel social della Riviera

Romagnola, un progetto innovativo nel design, nell’approccio e nei servizi, con uno sguardo aperto verso il mondo e i cambiamenti in atto. Un micro universo per viaggiatori contemporanei, creativi iperconnessi, new families, cacciatori di ispirazioni, digital gourmand, amanti del cambiamento: UP è per quelle Unique Persons che amano inebriarsi di esperienze che fanno la differenza. Per questo non esiste la hall, ma una social lounge dove puoi connetterti, chiacchierare, lavorare, interagire e trovare idee su cosa fare. Up Hotel è un’esperienza completa, una nuova interpretazione del viaggio a Rimini, fatta di connessioni, cibo a chilometro zero, confort, design, spazi pet-friendly, servizi unici e speciali, come il Breakfast XXL a disposizione tutta la mattina, l’Honesty Bar & Snacking Chic aperto H24 e, oltre al free wi-fi, la connessione via modem wireless Ulways UP per connettersi anche fuori dall’hotel. La ristrutturazione, opera dell’architetto Monica Gasperini, rappresenta il perfetto connubio tra stile, design, arte, ricerca e funzionalità. Negli interni colorati si respira un’atmosfera internazionale dal design non convenzionale, partendo dagli arredi su misura miscelati a pezzi unici di modernariato anni ’50.

TORRIANA Da queste parti 4x13 fa Spessore. Ovvero quattro serate a cavallo del solstizio d’estate che hanno visto misurarsi, sulla collina di Torriana di Rimini, alla corte dello chef Pergiorgio Parini del Povero Diavolo, ristorante stellato, un tripudio di eccellenze. Tredici cuochi con origini, profili, storie diverse hanno lavorato con un obiettivo in comune: la condivisione di saperi e sapori, e spingere l’acceleratore della sperimentazione, che ha dato vita a settanta piatti, a cui sono stati associati prodotti d’eccezione. Cucina d’autore con Antonia Klugmann e Aurora Mazzucchelli, Luca Abruzzino, Riccardo Camanini e Riccardo Agostini, Takahiko Kondo, Silvio Salmoiraghi, Alessandra Favero e Oliver Piras, e, per finire, Yoji Tokuyoshi, Eugenio Boer e Michelangelo Mammoliti. (L.L.)

ph Riccardo Gallini

Devis Palazzi, L’ATELIER ORAFO

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IN MAGAZINE

PORTOVERDE Si definisce un artigiano del gioiello, infatti il suo atelier-laboratorio, aperto al pubblico a Portoverde, è la fucina in cui Devis Palazzi crea e vende pezzi unici, per una clientela raffinata, realizzati usando pietre preziose e semipreziose, nonché perle naturali. Devis si lascia ispirare dal materiale stesso, come una sorta di chiamata; i suoi 23 anni di esperienza gli permettono di giocare con accostamenti, colori e forme, senza indugio alcuno. Da qualche anno unisce al lavoro artigianale l’uso dell’innovazione tecnologica 3D, la quale permette di realizzare prototipi altamente precisi, cosicché il cliente si renda conto del risultato finale. Ad inizio 2016, Devis e la moglie Manuela, che condivide la passione orafa del marito occupandosi dell’azienda, hanno aperto un ulteriore showroom in pieno centro storico a Pesaro, perché la creatività è contagiosa.


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ANNOTARE

Preparazione atletica AL CLUB NAUTICO Dina Polidori a OLTREMATERIA S. GIOVANNI IN MARIGNANO

I lavori, gli oggetti di Dina Polidori sono esposti in pianta stabile presso lo spazio Oltremateria di San Giovanni in Marignano dei fratelli Casalboni. I suoi lavori nascono dall’interpretazione di ogni libro che legge e dalla vita. “In particolare, l’ultimo dei miei lavori l’ho dedicato al fior di loto, perché meditare su questo fiore risveglia luce e bellezza.” Dina si percepisce “come un albero che affonda le radici nel terreno per elevare i suoi rami verso la perfezione del cielo e respirare l’aria che è il tetto del mondo. In futuro continuerò ad arricchirmi attraverso la conoscenza per continuare a mettermi in gioco e sfidare me stessa verso nuove imprese”. (L.L.)

Castel Sismondo ESTATE 2016 RIMINI Prosegue anche in agosto e settembre il programma di Castel

Sismondo Estate, il palinsesto di serate all’insegna di arte, cultura e spettacolo promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini. Oltre cinquanta serate animeranno la quattrocentesca rocca malatestiana con spettacoli di musica classica, bandistica e pop-rock, la rassegna di letteratura Moby Cult, spettacoli di improvvisazione teatrale e, a settembre, con un imperdibile evento fashion con il meglio delle creazioni di moda, abbigliamento ed estetica riminesi, un appuntamento promosso da Confartigianato e CNA. Da segnalare, in particolare, il 7 agosto il musical in due atti ispirato alla Divina Commedia messo in scena da Rimini Music Academy, il 20 agosto la serata Jazz della AB Rimini Big Band, il 18 agosto lo spettacolo per famiglie Il Genio dell’anfora, messo in scena dalla Compagnia Fratelli di Taglia, e i concerti dell’International Strings Fest il 6 settembre. Il programma delle serate è disponibile su castelsismondoestate.com e l’obiettivo è di superare le 60.000 presenze complessive dello scorso anno. Per essere sempre aggiornati sugli eventi che animeranno il castello, imperdibile è il profilo FB della manifestazione da dove è possibile contattare gli organizzatori e ottenere informazioni last minute sugli artisti e gli eventi estivi.

RIMINI Il Club Nautico Rimini ha inaugurato il nuovo Centro di Preparazione Atletica alla presenza del Presidente Pietro Palloni, della famiglia Sammarini, di tutto il direttivo del Club, dei Soci e amici. Il Centro rappresenta una sfida per un nuovo modo d’intendere lo sport e la vita del Club. Si tratta di un luogo aperto ai Soci e agli atleti del Club per la loro preparazione più specifica allo sport della vela. Il Club Nautico ha voluto dedicare il Centro a un suo socio storico: Filiberto Sammarini, scomparso lo scorso anno. “Non posso che esprimere grande soddisfazione per la realizzazione di questo centro sportivo che consentirà ai nostri soci di allenarsi a pochi metri dal mare in un ambiente e in un contesto allestito con le migliori attrezzature” ha dichiarato l’avv. Paolo Righi, Vice Presidente del Club.

I massaggi DELLE ROSE

ph Riccardo Gallini

RIMINI Alla Spa Le Rose l’obiettivo è far star bene le persone e lo

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strumento sono i due esclusivi massaggi Crystal face e Cuore di giada. Crystal face è un massaggio riequilibrante ed energizzante. La sinergia tra preziosi cristalli di rocca, ametista e quarzo rosa, oli naturali e sapienti mani donano una luce nuova alla pelle. Oltre al viso vengono coinvolte anche le estremità del corpo per riequilibrarlo in modo totalitario. Cuore di giada invece tratta tutto il corpo con cristalli di giada, che lavorano sulle vibrazioni del quarto chackra (quello del nostro cuore) regalando serenità e armonia. Un trattamento benessere è sempre un viaggio, dentro noi stessi, dentro le nostre emozioni, dentro le sensazioni che fanno risvegliare il nostro corpo. È un momento in cui lasciarsi andare significa perdersi per poi ritrovarsi, da soli o in coppia, in beata solitudine o in compagnia.


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Sofi Award vinto da GALVANINA RIMINI La bibita bio e

I tondi di Milena MASSANI NOVAFELTRIA È dentro la

forma conchiusa del cerchio, elemento geometrico perfetto per antonomasia che tutto si manifesta, ovvero la vita stessa. Sono queste suggestioni millenarie, queste prove d’arte, ingegneria, filosofia, con cui la Massani (nella foto) si è venuta, in questa mostra in Valmarecchia, creata per le secolari mura della Pieve romanica sconsacrata di Santa Marina in Novafeltria (sino al 5 agosto, dalle 18 alle 21), ad interrogare dopo decenni di sperimentazioni su formati, dimensioni e materiali, dalle ceramiche, passando per i mosaici, alle tele, alle pinakes su carta di riso, a questi tondi di legno, per ricongiungersi alla purezza delle origini, a quei cerchi concentrici del tronco della vita. (L.L.)

La grandeur di Parigi IN MOSTRA SAN MARINO L’estate pulsa nelle nostre vene e si riflette sulla nostra pelle, questa stagione dorata è sinonimo di viaggi e di libertà. E proprio nell’antica terra della libertà, San Marino, che sino al 30 settembre sarà possibile visitare la mostra “La Grandeur di Parigi”, allestita da Graziano Villa, fotografo di riviste importanti che ora, con lo sguardo libero dell’artista, dedica un tributo alla Ville Lumière ferita, ripartendo in un certo qual modo proprio dai suoi monumenti simbolo, per capire e al contempo offrire una nuova chance, ripartire leccandosi le ferite, osservandosi da angolazioni differenti, attraverso una carrellata storica. Perché i totem di Parigi segnano anche il passo della storia, di quelle piazze simbolo di rivoluzioni, di amoreggiamenti, di scandali, di visioni lunghe, di avanguardie storiche, di fuggiaschi che in quella città antica hanno trovato una nuova patria. Insieme alla libertà di creare, di crearsi un nuovo oggi, respirando la stratificazione della Grandeur, rileggendola in chiave differente, materica, grafica, attraverso una fotografia che si fa sguardo nuovo sul vecchio, scandagliando con inusitati sguardi. (L.L.)

analcolica di Galvanina Arancia rossa – Carota nera – Mirtillo della linea Century ha vinto a New York il SOFI Award, l’Oscar delle bibite. SOFI significa Specialty Outstanding Food Innovation e viene insignito dalla Specialty Food Association di New York. La statuetta è stata consegnata in occasione del prestigioso Fancy Food Show di New York, il maggiore appuntamento dell’industria internazionale del Food & Beverage. Il SOFI Award è considerato una delle massime onorificenze di cui possa essere insignita una specialità alimentare, soprattutto per un’industria e un mercato che negli Stati Uniti valgono più di 120 miliardi di dollari. La Bibita Galvanina è stata inizialmente selezionata tra i 100 prodotti finalisti e poi fra i 28 vincitori scelti da un pannello nazionale di esperti.

TeGusto by CRISTINA ZANNI SANTARCANGELO Laura Carboni, titolare insieme ai fratelli

dell’azienda marchigiana Infinito, ha scelto la designer Cristina Zanni (nella foto) di Santarcangelo per dare vita alla collezione di piatti TeGusto, adatta ad ogni momento della giornata per dolci e salati, per vari abbinamenti di cibi e contorni e ad ogni libera interpretazione e fantasia. Materiali di ultima generazione che diventano un tutt’uno con la classicità e il calore conferito del legno massello, con la naturalità dell’ardesia e con le trasparenze del vetro, proponendo così una mise en place originale e di alto livello. La collezione comprende cinque linee – S, M, L, XL, XXL – pensate per ogni singolo commensale o come piatti di portata, consentendo di abbinare ogni sapore secondo i gusti di ciascuno. Nuove espressioni in cucina con TeGusto, che significa “pensato per Te”. 12

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ANNOTARE

Riccione sotto il segno DELL'ARTE Riparte a settembre ATENEO DANZA RIMINI Dopo il saggio di

fine anno al Teatro Bonci di Cesena l’11 giugno, che ha visto come protagonisti gli allievi delle scuole di Rimini, Forlì e Cesena, la sede di Rimini di Fad chiude per l’estate. Le lezioni riprendono a settembre. L’Ateneo Danza nasce nel maggio 1993 per volontà di Stefania Sansavini e oggi la scuola vanta circa seicento allievi. Da quasi un anno l’Ateneo ha aperto anche una sede a Rimini, in vicolo San Giovanni, grazie al coordinamento di Chiara Giovagnoli. Il grande punto di forza dell’Accademia sta nella stretta collaborazione con docenti provenienti dalle grandi scuole internazionali, in particolare J. Cranko di Stoccarda, TAZ Zurich Danca Accademy di Zurigo, l’Accademia di Monaco di Baviera, di Monaco, la J.K.O. dell’ABT, l’ENBS di Londra.

All’insegna della sostenibilità IL DECIMO MOTOGP DI MISANO MISANO ADRIATICO Il 9 settembre si apre il decimo Gran Premio TIM di San Marino e della Riviera di Rimini presso il Misano World Circuit Marco Simoncelli. Dieci anni di edizioni consecutive da festeggiare per una pista che nel 2015 è stata l’ottava pista più frequentata di pubblico – ha una capacità di 60.000 spettatori – fra le diciotto del circuito, al livello di Silverstone e prima in Italia. Alcuni numeri possono dare l’idea delle difficoltà tecniche che dovranno affrontare i piloti: il circuito è lungo 4,2 chilometri, ha 16 curve, con un rettilineo di 565 metri, i giri da affrontare sono 28 per una distanza totale di 118.3 km, la velocità media è di 146,6 km/h con una punta di 299,5 km/h raggiunta da Andrea Dovizioso nel 2015. Il maggior numero di vittorie è di Jorge Lorenzo – che ha anche stabilito il record del circuito, il giro più veloce e la miglior pole – e Valentino Rossi, entrambi a tre vittorie, seguiti da Marc Marquez con una vittoria. Da sottolineare come per la prima volta gli organizzatori abbiano messo in campo iniziative di sensibilizzazione di pubblico e team di gara per l’adozione di comportamenti sostenibili. Parliamo del programma KiSS Misano-Keep it Shiny and Sustainable, che promuove l’utilizzo di mezzi pubblici, car pooling e biciclette, garantisce facilitazioni per l’accesso di persone con disabilità.

RICCIONE Riccione strizza l’occhio a cinema e arte, organizza rassegne filmiche, e nell’elegante ed essenziale Villa Mussolini si potrà ammirare: Andy Warhol & Steve Kaufman – Marilyn & the Movie star, organizzata dalla Fondazione Rosini Gutman, col patrocinio dell’Istituzione per la Cultura, la mostra è aperta tutti i giorni dalle 17 alle 23, fino al 28 agosto, vede esposti 50 pezzi unici che raffigurano vere icone femminili, quali Liza Minnelli, Jackie Kennedy, Romy Schneider. Il gallerista Rosini, in rappresentanza della Rosini Gutman Foundation, al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite di New York, ha ricevuto il premio “Miglior Progetto”, dedicato all’Arte ed alla Cultura per lo sviluppo degli scambi economici e finanziari fra Europa ed Asia. Questo a seguito del successo riscosso dalla fondazione con il Progetto ReStArt – Human Art Shield. (L.L.)


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ESSERE

Un’altra

VACANZA RITA LEARDINI, INSIEME AL FRATELLO VINCENZO, È SEMPRE ALLA RICERCA DI NUOVE IDEE PER MIGLIORARE L’ESPERIENZA DEI SUOI OSPITI AGLI HOTEL LUNGOMARE E MON CHERI. di Cinzia Bauzone / ph Riccardo Gallini

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“Ho iniziato a lavorare a quattordici anni nell’attività estiva di mio padre Domenico, preparavo caffè e gelati. A sedici, mi sono occupata del ricevimento”. Oggi Rita Leardini con il suo lavoro parla la lingua del 2016: imprenditrice di successo, cura l’organizzazione e l’immagine di numerose attività, sposata, madre di due figli, Edoardo e Francesca, e protagonista di un importante pezzo di storia riccionese. Ma Rita è anche molto di più perché certe donne non si possono racchiudere in definizioni, in aggettivi, si possono eventualmente memorizzare. Incontrarla all’hotel Lungomare è un modo per constatare l’impeccabile atmosfera, e quando parla del suo lavoro si trasforma in un fiume straripante spinto dalla passione, che tutto inonda, tutto sommerge. Il suo racconto si presenta con il perfetto piglio narrativo femminile: vita privata e professionale si mescolano e si alimentano a vicenda. Ma la sua è una poltrona per due in tutti i sensi: al suo fianco (e ci tiene a dirlo) c’è il fratello Vincenzo, da tempo suo principale collabora-

tore da cui attinge professionalità ed esperienza. Rita, un lungo percorso il vostro inseguendo l’innovazione, senza mai perdere però le proprie radici. “Una storia che parte da lontano, la nostra. Io e i miei quattro fratelli abbiamo iniziato a lavorare giovanissimi nell’attività di nostro padre, alternando agli studi il lavoro estivo, chi in cucina, chi in sala, io come segretaria mi occupavo del ricevimento. In seguito tre di loro hanno scelto altre strade, mentre Vincenzo ed io abbiamo assunto la direzione generale delle nostre attività, occupandoci nello specifico della parte commerciale.” Ci parli della vostra hotellerie privata. “L’Hotel Lungomare ha una storia che è iniziata nel 1956, una tradizione che ha attraversato decenni. Mio padre, Domenico Leardini, acquistò una splendida villa in stile liberty affacciata sul mare: Laeta Domus. Quattro anni più tardi, nel 1962, fece costruire l’Hotel Lungomare sulle sue fondamenta. Negli anni ab-


biamo cercato di ampliare la proposta fondando lo sviluppo e la crescita sulla qualità dell’offerta e sulla capacità di innovarsi in base alle nuove richieste ed esigenze della clientela, che cambia continuamente. Oggi è un quattro stelle situato direttamente sul mare, su una spiaggia privata dotata di piscine con sale per congressi, matrimoni e seminari. Al Settimo piano, si trova una terrazza panoramica esclusiva con ristorante e lounge bar. Il Suite Hotel Maestrale, invece, è un quattro stelle di ventisei camere, tra le quali dieci eleganti suite. La gestione dell’Hotel Mon Cheri è una novità del 2016, un tre stelle accanto all’Hotel Lungomare. Nel Residence Lungomare, invece, abbiamo cercato di ricreare l’atmosfera di una casa: cinquantacinque appartamenti, suite ricercate negli arredi, dotate di ogni comfort, dall’attico con vetrata panora18

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mica vista mare alla villetta con giardino. La riservatezza e l’assoluta libertà con in più tutti i servizi alberghieri esclusivi delle strutture del nostro gruppo.” Siete stati i precursori di questo servizio... “Abbiamo intercettato un nuovo trend, un nuovo sviluppo: la vacanza concepita come una casa lontano da casa. Oggi non conta solo dove il turista vuole andare, ma cosa si aspetta da quel luogo. In una società che tende a esternare in immagini la vita delle persone, la sfera privata sta diventando un bene sempre più prezioso, da difendere. Le grandi catene alberghiere offrono una serie di servizi uniformati, se vogliamo, un albergo privato, invece, deve diventare sinonimo di affidabilità, efficienza e attenzione. Un luogo in grado di rispecchiare le varie necessità ed esigenze.” Negli anni la vostra offerta si

“MI ALZO PRESTO AL MATTINO. SALUTO I DIPENDENTI E POI CONTROLLO I BUFFET DELLA PRIMA COLAZIONE DEI NOSTRI ALBERGHI. MI OCCUPO DELLA PARTE COMMERCIALE DI TUTTE LE ATTIVITÀ. IL CLIENTE È SEMPRE AL CENTRO DEI MIEI PENSIERI E DEL MIO LAVORO.”

è ampliata con nuovi servizi. “L’acquisizione della spiaggia davanti all’hotel è uno dei recenti. Il salotto dei nostri alberghi, come ci piace definirlo. Gli ospiti possono accedere liberamente alla spiaggia attrezzata con lettini, ombrelloni, teli spugna, oltre a una serie di altri servizi come piscine, vasche idromassaggio e un’area lounge


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Una sua parola d’ordine è “da soli non si combina niente, è il gioco di squadra che produce risultati”. “Certo, la crescita di un’azienda è il risultato di un gioco di squadra. I collaboratori sono la nostra forza. Quando proponi un servizio a un cliente sai che tutto ciò che prometti potrai mantenerlo perché intorno a te hai persone efficienti e affidabili che ti seguono.” Progetti per il futuro? “Nei nostri progetti c’è la ristrutturazione del Savioli. Io e mio fratello Vincenzo, assieme ai nostri soci di Savignano, speriamo prima possibile di aprire il cantiere dello storico hotel. La

RITA LEARDINI CON IL FRATELLO VINCENZO, AL SUO FIANCO NELLA GESTIONE DEGLI HOTEL DI FAMIGLIA.

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per rilassarsi e bere qualcosa.” La spiaggia quindi vista in un contesto diverso. “La vita di mare, che prima era concepita con lettino e bagni di sole, ora vive situazioni diverse: aperitivi, cene in spiaggia e proiezioni cinematografiche. Di fatto un completamento alla nostra attività alberghiera.” In parallelo avete anche attività di banchettistica. “Girasoli Catering da vent’anni offre servizi di catering e banchetti per eventi, cerimonie, cene aziendali. La Locanda I Girasoli, a pochi chilometri dal mare, era la casa dei nostri nonni. Un vecchio casolare che abbiamo ristrutturato cercando di preservarne il fascino e abbinando ad esso servizi moderni. Un luogo ideale per organizzare eventi a contatto con la natura.” Eventi importanti che vale la pena ricordare. “La cena Microsoft sulla spiaggia. Il gruppo Agenti Generali, con mille persone a cena in Piazzale Roma in un’ambientazione esclusiva. La Deutsche Bank sulla Marina di Rimini. A dicembre, alla Stazione Leopolda di Firenze, la cena di gala per la squadra della Fiorentina.”

“LA VITA DI MARE, CHE PRIMA ERA CONCEPITA CON LETTINO E BAGNI DI SOLE, ORA VIVE SITUAZIONI DIVERSE: APERITIVI, CENE IN SPIAGGIA E PROIEZIONI CINEMATOGRAFICHE. DI FATTO UN COMPLETAMENTO ALLA NOSTRA ATTIVITÀ ALBERGHIERA.”

formula dei ‘condhotel’ attraverso la legge regionale è una nuova tipologia di albergo in fase di definizione negli aspetti normativi. Una nuova possibilità per diversificare l’offerta turistica e favorire la riqualificazione delle strutture alberghiere già esistenti.” Un altro suo “motto”? “Ci sono sempre margini di miglioramento. Non ho mai rinunciato ad aspirare al meglio, perché ogni cosa può essere fatta in modo migliore.” Rita Leardini parla di turismo da professionista, entusiasta ed energica. Ma anche di moda, viaggi, arredamento e tanto altro. Puoi dedicarle lodi senza mai dimenticare un suo grande elemento distintivo: una riccionese innamorata della sua città.


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IN MAGAZINE


N

Danilo Angelini

Non solo come centrotavola, segnaposto e altri usi decorativi: questa estate petali, germogli, fiorellini di campo, odorose spighe di lavanda finiscono nel piatto. Belli da vedere, buoni da gustare, sono i piatti a base di fiori eduli. E, visto che con la bella stagione ogni occasione è buona per fare festa, perché non puntare su un menù floreale, come felice alternativa alla classica spaghettata di pesce, o alla grigliata di carne e verdure, per fare festa con gli amici. Per allestire un aperitivo che non si dimentica facilmente, se non una cena da far restare gli invitati a bocca aperta, ci siamo affidati a quattro chef del territorio che ci hanno deliziato con altrettanti piatti, dove i fiori sono i protagonisti, capaci di infondere note inedite alle ricette. In questo viaggio fra petali odorosi e sapori estivi partiamo da un apericena davvero raffinato: baccalà marinato in casa con germogli di sakura mix, petali di primule, fiori di zucca e un gazpacho leggero, da servire con tanto, tantissimo, vino ghiacciato. La ricetta è firmata Danilo Angelini, neo chef del ristorante il Canevone di Rimini. Angelini, cresciuto nelle cucine di Gino Angelini e Luigi Sartini, a cui è seguita una forte esperienza lavorativa in Francia da cui ha attinto tanti segreti culinari, ci anticipa uno dei piatti che saranno serviti durante gli apertivi di agosto. Il ristorante, nel centro storico di Rimini, quest’estate infatti resterà aperto con una veste inedita. Dal giovedì alla domenica si potranno gustare sfiziosi aperitivi in giardino. Rispettando il tradizionale fermo pesca, si svilupperanno formule inedite con ricette preparate con quello che la giornata mette a disposizione. Quindi aspettiamoci cartoccini di pesce fritto, carpacci, piadine con gli immancabili sardoncini e piatti scenografici come il merluzzo fresco marinato in casa, reso speciale dalla piccantezza dei germogli. Un piatto bello come una tavolozza di colori grazie ai fiori

eduli, perfetto con delle bollicine ghiacciate. Se invece cena a tavola dev’essere, partite con un’entrée da palati sopraffini: fiori di zucca, i fiori più usati nella cucina romagnola. Ripassati in pastella e fritti sono una bontà, figuriamoci se c’è il tocco di uno chef come Mario Arduini, dell’hotel ristorante Posillipo, la più bella terrazza affacciata sulla baia di Gabicce. La struttura sorta negli anni Cinquanta, agli albori del turismo romagnolo, e rilevata dalla famiglia Arduini a fine anni Novanta, è posizionata sul Monte San Bartolo da cui domina baia Vallugola. Meta per raff inati viaggiatori stranieri, soprattutto inglesi, perché oltre alla passione per la gastronomia trovano una

PER ALLESTIRE UN APERITIVO CHE NON SI DIMENTICA SE NON UNA CENA DA FAR RESTARE GLI INVITATI A BOCCA APERTA, CI SIAMO AFFIDATI A QUATTRO CHEF CHE CI HANNO DELIZIATO CON PIATTI DOVE I FIORI SONO I PROTAGONISTI, CAPACI DI INFONDERE NOTE INEDITE.

cantina con etichette pregiate sia di vini che di liquori e tutta la privacy necessaria per una vacanza al mare. Da questo paradiso sospeso fra verde, cielo e mare, arriva il primo consiglio per una cena floreale. In attesa di un primo generoso, come resistere a un piatto di fiori di zucca in tempura, ripieni di formaggio tenero e nocciole, accompagnati da salsa di agrumi e frutti della passione. Di rigore si dovrebbero preventivare un paio di fiori a commensale, ma poi si sa che i fiori di zucca sono come le ciliegie, una tira l’altra, quindi non lesinate sulle quantità. Prendete esempio dai gestori del Posillipo che, nonostante sia una meta obbligata se si vuole manIN MAGAZINE

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Mario Arduini

giare del buon pesce, sanno bene quanto i fiori di zucca siano uno dei piatti che va per la maggiore. Per cui, guai a pensare di toglierli dal menù. Si è portata in valigia tutti i sapori della sua terra, la Puglia, Loredana Buttiglione chef dell’hotel Carducci 76 di Cattolica. Sapori che ha sapientemente mixato con il meglio della cucina romagnola. Il risultato? Tagliatelle rosse al primitivo di Manduria con guanciale,

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profumate ai fiori di timo. Sono fiori piccoli quelli di timo, ma sanno fare la differenza. Per cui ne bastano poche foglioline perché il loro aroma è davvero intenso. Il piatto è un’esplosione di sapori: le tagliatelle impastate con il vino avvolgono come solo un rosso corposo sa fare, il guanciale sgrassato a dovere diventa leggerissimo e adatto alle temperature estive, il fiore di timo regala la nota inedita e come retrogusto il pizzico di peperoncino per nulla

sfacciato. Pochi ingredienti, semplici e di qualità, che poi è il segreto della chef del Carducci 76, la prestigiosa villa degli anni Venti completamente ristrutturata sul lungomare di Cattolica che apre le porte del suo ristorante non solo agli ospiti dell’hotel ma anche agli ospiti esterni. Infine, mai provato un dessert alla lavanda? Ne resterete estasiati. L’ultima tappa della nostra full immersion alla ricerca di spunti fra fiori e ricette odorose è Casa


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Nunzia Potenza BELLI DA VEDERE, BUONI DA GUSTARE, SONO I PIATTI A BASE DI FIORI EDULI. E PERCHÉ NON PUNTARE SU UN MENÙ FLOREALE, COME FELICE ALTERNATIVA ALLA CLASSICA SPAGHETTATA DI PESCE, O ALLA GRIGLIATA DI CARNE E VERDURE, PER FARE FESTA CON GLI AMICI.

Tua, ristorante di pesce che si trova sulla passeggiata di Miramare di Rimini. È stato inaugurato un anno e mezzo fa con tanto di brindisi in compagnia di Bruno Barbieri di passaggio, in riviera, con gli altri giudici di Masterchef: Carlo Cracco, Joe Bastianich e Antonio Cannavacciuolo. Se vi piace il bianco, lo stile shabby, la cucina che tiene conto della stagionalità e della qualità delle materie prime, dovete assolutamente provarlo. La chef e titolare è Nunzia Potenza. Quando compone i piatti usa una minuzia impeccabile e tira fuori romantici 26

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capolavori, ma non sottovalutatela, specie se la incrociate per strada. Gli amici infatti la chiamano Niky Potty, un soprannome che la dice lunga sulla sua passione sfrenata per il mondo delle corse, dove Potty è l’abbreviazione del cognome, ma Niky lo si deve al pilota Nicky Hayden di cui è fan della prima ora. In cucina dà il meglio di sé quando prepara pesce crudo e dessert, sta a lei suggerirci l’ultima ricetta per chiudere la nostra cena profumata. Per un finale d’effetto ecco la mousse alla lavanda, servita in cialda di mandorle croccante, frutti rossi e gelatina di lavanda. Perché la ricetta lasci senza parole è necessario che la lavanda sia fresca, possibilmente raccolta nel giardino di casa, niente fialette chimiche per aromatizzare, ma nemmeno petali essiccati che hanno perso gran parte del loro aroma. E poi la gelatina va preparata con l’agar agar, un addensante naturale che sta mandando in soffitta la vecchia colla di pesce. Un dessert che per assaporarlo appieno ti consigliano di chiudere gli occhi.



Messaggio pubblicitario con finalità promozionale - Per il TAEG, le condizioni contrattuali del prodotto e quanto non espressamente indicato, si rinvia ai Fogli Informativi a disposizione dei Clienti nelle Filiali della Banca e sul sito internet www.bancacarim.it. La concessione del finanziamento è subordinata alla valutazione positiva di Banca Carim. Condizioni valide per le richieste effettuate entro il 30/09/2016.


CREARE

Solo su

MISURA L’ARTE SARTORIALE DI FABIANA GABELLINI NASCE DAL TALENTO E DA UNA LUNGA ESPERIENZA COME CONSULENTE DI GRANDI MARCHI DELLA MODA. DAL 2010 REALIZZA SOLO CAPI UNICI HANDMADE, NATI PER CHI AMA STUPIRE CON LA PROPRIA ELEGANZA.

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di Alessandra Leardini / ph Riccardo Gallini

L’eleganza intramontabile, cucita su un capo unico di alta sartoria, linee classiche come quelle di uno “Chanel”, un tubino, una gonna a ruota, un abito lungo, “capi che una donna che ama vestirsi bene dovrebbe sempre avere nel proprio armadio”, ma rivisitato in uno stile giovanile, con tessuti esclusivamente Made in Italy e fibre al cento per cento naturali: per Fabiana Gabellini, fashion designer cattolichina, la moda è tutt’altro che una tendenza destinata a svanire al ritmo di una stagione, sul traino delle collezioni degli stilisti del momento e delle immagini di copertina delle riviste del settore. La moda è uno stile di vita, l’eleganza è una filosofia che ti porta a cercare l’abito “giusto” indipendentemente dalle occasioni o dalle cerimonie. È questo lo stile delle produzioni Fabiana Gabellini Made to measure, arte sartoriale, fatta a mano e con tessuti ricercati. Fabiana assapora fin da piccola il gusto per l’estetica e apprende fin da giovanissima le prime nozioni legate al taglio e alla confezione di un abito su misura grazie alla madre, impiegata in una delle più note aziende di abbigliamento del territorio. Questi insegnamenti IN MAGAZINE

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vengono ampliati poi dallo studio presso scuole importanti, quali la sezione di Moda dell’Istituto d’Arte Mengaroni di Pesaro e la scuola di Moda e Costume all’Università di Urbino. Ma Fabiana non si limita a studiare libri e tessuti: viaggia per anni in Italia e all’estero, alla ricerca delle ultime tendenze. Prima di fondare il suo brand, nel 2010, lavora sia come art director che come consulente con grandi marchi della moda e piccole ma prestigiose realtà del prêt-à-porter. Ma è soprattutto oggi, producendo in proprio nel suo atelier in via Ravenna, che può finalmente dare sfogo alla sua libertà creativa. “Realizzo solo capi unici, handmade, per un target medio-alto” spiega la designer mostrandoci alcune delle sue creazioni. Linee molto giovanili e colori sgargianti smentiscono subito l’idea che l’eleganza fuori dal tempo debba per forza tingersi di colori neutri. Le collezioni lanciate per la primavera-estate ne sono un chiaro esempio, soprattutto Eternity che si ispira all’eleganza degli anni Trenta, ma riadattata a un gusto moderno, con capi dalle linee geometriche, essenziali, raffinati, tessuti quali broccati, ricamati e sete, arricchiti da accessori e lavorazioni che donano un tocco di femminilità. Dune, invece, è una collezione di lusso alla portata di tutti, fat30

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ta di abiti in tessuti impalpabili, linee sinuose, fluttuanti e colori pastello che traggono ispirazione dalle tinte calde della sabbia (non a caso lo shooting fotografico è sulla spiaggia di Cattolica) e quelle più fredde del mare. La terza collezione, infine, Mamma-Figlia, è un concreto esempio di come il marchio Fabiana Gabellini riesca a captare le prossime tendenze: si tratta di abiti in coordinato realizzati per mamma e figlia. Stessi tessuti, stessi modelli, accessori, con gusto elegante e raffinato seguendo sempre lo stile made to measure. “È una moda che sta prendendo molto piede, soprattutto all’estero. Se una volta, con le prime uscite pubbliche di Madonna e Katy Holmes con le rispettive figlie, poteva sembrare una sorta di capriccio, oggi sempre più donne, anche in Italia, e non solo del mondo dello spettacolo, amano scegliere per se stesse e le proprie bambine o ragazze, abiti coordinati”. La linea Gieffe Girl che verrà lanciata il prossimo autunno, con la partenza dell’e-commerce, avrà qualcosa di più. “Sarà una linea per ragazzine dai sette ai quindici anni che potranno scambiarsi alcuni capi con le proprie madri: il top realizzato per la donna potrà diventare un piccolo abito per la figlia, solo per fare un esempio.” Fabiana punta molto ai mercati esteri con i quali già

“LO STILE DEI MIEI CAPI È BON TON, ROMANTICO, NON PURAMENTE CLASSICO, MA SEMPRE ATTUALE. MI ISPIRO A ICONE DELLA MODA COME JACQUELINE KENNEDY O AUDREY HEPBURN: LE LINEE DEI LORO ABITI NON SONO MAI TRAMONTATE.”

lavora sia per le sue realizzazioni che per l’attività di consulente di aziende di moda straniere, che porta avanti in contemporanea e per la quale ha partecipato anche all’ultimo Pitti Bimbo di Firenze. “Il Made in Italy continua ad essere molto apprezzato fuori dai nostri confini – spiega la stilista –. Il mio progetto piace all’estero, ho venduto in occasione di fiere a New York, in Francia, Belgio, ma anche in India e in Cina dove si stanno sviluppando mercati che non badano a spese pur di vestire pezzi unici italiani.” Che le donne italiane abbiano perso il loro gusto? La scelta di Fabiana Gabellini di lasciare i negozi (nell’era dell’invasione dei brand di massa) per lavorare solo con i privati potrebbe sembrare ardua. Ma è una scommessa fondamentale per chi vuole seguire uno stile unico e handmade.



SURFARE

Sospinto

DAL VENTO LA STORIA DI RICCARDO MARCA, UNO DEI MIGLIORI WINDSURFER AL MONDO, È FATTA DI TENACIA, AMORE PER IL MARE E TANTA PASSIONE PER LA TAVOLA.

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di Matteo De Angelis

Viso alla Justin Bieber e capelli biondi fluenti come Brad Pitt: a Riccardo Marca, diciannovenne riccionese, basterebbe questo per finire su un giornale patinato, se non fosse che è persino un bravissimo windsurfer. Sicuramente uno dei migliori in Italia e ben piazzato nel ranking europeo e mondiale. A dirlo sono le medaglie conquistate sul campo, acciuffando con la sua vela il vento migliore, sfidando l’ingovernabilità delle onde e accarezzando il mare con la tavola, disegnando figure spettacolari con l’eleganza e la leggiadria di un’étoile. Per essere dei campioni di windsurf non basta governare la tavola, servono creatività, velocità e originalità. Solo così si potranno realizzare trick migliori di quelli degli avversari, solo così si potrà stupire e imporre il proprio stile. Fino a qualche anno fa la sua vita era come quella di un qualsiasi adolescente, scuola, feste e amici, ma ora il compagno ideale delle sue giornate è il windsurf, uno sport che lo appassiona dall’età di unidici anni e lo impegna nel campionato italiano e nel tour europeo e mondiale. Riccardo gira il globo da Riccione alla

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Francia, dalla Sardegna al Sud Africa, dalle Canarie alla Namibia a bordo del suo van che, oltre ad essere mezzo di trasporto, è all’occorrenza anche camera e officina. Al termine delle scuole superiori si è concesso un anno sabbatico alla ricerca del vento e dell’onda che gli consentano di allenarsi durante ogni periodo dell’anno per sostenere le prove del campionato internazionale di windsurf. In pochi anni, grazie a determinazione e spirito di abnegazione, il vento del successo lo ha sospinto in cima alla vetta dei migliori atleti del settore. Per lui il windsurf non è semplicemente uno sport, ma uno stile di vita. E così a soffiare per primi sulla sua vela sono stati mamma e papà che lo hanno lasciato libero di vivere la sua passione anche lontano da casa, consentendogli a diciassette anni di trasferirsi a Sant’Antioco, in Sardegna, per allenarsi e terminare gli ultimi due anni del liceo. In breve tempo ha imparato a cucinare, lavare e a prendersi cura di sé, il tutto andando a scuola e surfando. I momenti difficili non sono mancati, ma è stata una grande esperienza, sia dal punto di vista atletico che umano. E poi a far

RICCARDO MARCA MENTRE SI ALLENA SULLA TAVOLA DA SURF NELLE SPIAGGE DI TUTTO IL MONDO.


TUTTO È INIZIATO PER GIOCO IN UN CENTRO VACANZE IN EGITTO, MA QUANDO LA PASSIONE È SCATTATA, LA SESSIONE DI ALLENAMENTI ESTIVA NON BASTAVA PIÙ E COSÌ HA COMINCIATO AD ALLENARSI ANCHE IN INVERNO AL CENTRO SURF MARANO DI RICCIONE.

passare tutto c’era la fierezza e la felicità di sapere d’essere sulla strada giusta per coronare il sogno: diventare un windsurfer professionista. Una volta raggiunto un buon livello tecnico ha esordito nel campionato italiano e successivamente nel tour europeo e mondiale nella categoria Juniores, ottenendo qualche buon piazzamento fra cui un quarto posto nel mondiale del 2013. Quest’anno ha addirittura ricevuto l’invito per gli europei e i mondiali nella categoria Assoluti. Un sogno che è divenuto realtà: confrontarsi con i protagonisti del windsurf a livello mondiale e riuscire

a strappare una soddisfacente posizione in graduatoria con un dodicesimo posto nella classifica finale dell’europeo. L’inverno scorso per perfezionarsi è volato in Sudafrica e poi in Namibia, vivendo esperienze indimenticabili. Riccardo è anche un ottimo comunicatore, cura la sua pagina Facebook e il suo blog aggiornandoli con contenuti sia in italiano che in lingua inglese. Ha imparato anche a montare video che raccontano di lui e delle sue esperienze, permettendo ai suoi sponsor di girare il mondo sulla tavola e online. Anche questo è il talento e l’intraprendenza del promettente windsurfer riccionese. IN MAGAZINE

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Seg uic i su

LE E M O ZIO N I D I L A S VEGAS V I V I LE A S A N M A RINO. Divertimento. Brivido. Gioia. Sensazioni intense che solo Giochi del Titano può offrirti, tutte da vivere in un ambiente raffinato dove lo stile si tocca, si gusta, si respira. Prova l’emozione di un offerta completa e ricchissima, con i giochi più amati da chi ama giocare. In una cornice così, ogni serata è come essere a Las Vegas.

REPUBBLICA DI SAN MARINO Pal a zz o D i a m on d - S tra d a d e i C e nsi ti 21 - Uscit a Falciano Te l . 0 54 9 94 2 011 - w w w. g i o c h i d e l tit ano.sm

“IL GIOCO E’ RISERVATO AI MAGGIORENNI”

“IL GIOCO PUO’ CAUSARE DIPENDENZA”

“ V E R I F I C A L E P R O B A B I L I T A ’ D I V I N C I T A S U L S I T O W W W. G I O C H I D E L T I T A N O. S M ”

IL PIACERE DI GIOCARE CON STILE


VIAGGIARE

Un’ottima

ANNATA

ANDIAMO IN PROVENZA, ALLA SCOPERTA DEL COIN PERDU DI RUSSEL CROWE, PROTAGONISTA DEL FILM DI RIDLEY SCOTT, DOVE RISCOPRIRE IL VALORE DELLA LENTEZZA E ASSAPORARE IL NETTARE DEGLI DEI.

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Basta un fazzoletto di terra coltivato a vite nella solare Provenza per catapultarti dentro a un film di Hollywood: ed è subito poesia. Se siete di passaggio per il pittoresco borgo color pastello di Bonnieux non sarà difficile scovare le Coin Perdu, l’angolo perduto, dello Château La Canorgue, distante appena qualche chilometro dall’abitato. Imboccando la strada ghiaiosa che costeggia il vigneto e regalandosi uno squarcio della facciata anteriore della

di Matteo De Angelis

villa in stile italiano costruita sui ruderi di una dimora romana, ci si sente come Max Skinner, il broker londinese interpretato da Russel Crowe nel film Un’ottima annata, nel quale ha come compagna di set la bella Fanny Chenal, ovvero l’attrice francese Marion Cotillard. La pellicola del 2006, firmata dal regista Ridley Scott, ha fatto sognare milioni di spettatori, desiderosi di evadere dalla vita stressante di tutti i giorni e ritirarsi su

placide colline per dedicarsi alla produzione del nettare degli dei e godersi i piaceri della vita al ritmo lento della natura. Nel film, il cinico finanziere britannico eredita dallo zio una tenuta con vigneto nel Sud della Francia. Inizialmente è intenzionato a venderla per capitalizzarne il valore, poi però fa i conti con l’inaspettato, cioè con quella incredibile sensazione di serenità che si percepisce tra quelle dolci colline dai colori decisi e brillanti dati da ulivi,

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duto, piantato dal bisnonno Pier Compagne, le cui iniziali campeggiano sull’etichetta di uno dei più prestigiosi vini rossi del Luberon: le Coin Perdu appunto. Un rosso sincero, di due anni d’età, prodotto con 50% di uve Syrah, 20% Grenache, 15% Carignan, 10% Mourvèdre e 5% Cinsault che viene fatto maturare in botti antiche e filtrato molto lentamente per preservare il massimo della sostanza, che conferisce note di liquirizia, violetta e sfumature di uva matura. Il vino

IN QUESTE PAGINE, DUE SCATTI DELLA VILLA COIN PERDU NELLE CAMPAGNE DELLA PROVENZA.

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querce, viti, grano e lavande in fiore. L’innamoramento, i ricordi d’infanzia e il buon vino compiono la magia et voilà, dalla City il buon Russel decide di cambiare vita e trasferirsi in Provenza. E come biasimarlo! Perché quel posto esiste davvero, perché lì la vita è davvero così e persino la storia della famiglia Margan, i veri proprietari della tenuta in cui è stato girato il film, si avvicina a quella raccontata sul grande schermo. Da cinque generazioni, oltre ducento anni, producono ottimi vini biologici: rosso, bianco e rosé, all’interno del Parco Naturale Regionale del Luberon. Ma solo da due generazioni la coltivazione è divenuta intensiva, passando dai quattro ettari del 1964 ai quarantadue attuali. Se oggi possiamo letteralmente godere dei sentori, del gusto e dei profumi di quelli che sono considerati tra i migliori vini della Provenza è merito del papà di Jean Pierre e Nathalie Margan. Senza il suo intervento la produzione non solo non sarebbe mai cresciuta, ma forse si sarebbe interrotta definitivamente dopo il lungo periodo di inattività durato dal 1944 al 1964. E invece la famiglia, come nel film, ha riscoperto il valore delle tradizioni e ha saputo mettersi in gioco ripartendo proprio da quell’angolo antico della vigna ormai andato per-

LA MIGLIOR ANNATA? SECONDO IL RESPONSABILE COMMERCIALE MANUEL BERNAL IL 2012 È STATO PER IL ROSSO UN ANNO ECCEZIONALE. COMUNQUE L’UVAGGIO IN QUESTA AREA RISENTE POCO DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI, POICHÉ È UNA ZONA BEN ESPOSTA AL SOLE.

sviluppa 14 gradi ed è prodotto in appena 2.000 bottiglie, ovvero l’1% dell’intera produzione. Ogni anno la piccola cantina a gestione familiare produce circa 90.000 bottiglie all’anno di vino rosso che costituisce il 15% del totale a cui si aggiungono bianchi e rosé. La dimora dei Morat dopo il film ha subito un assalto di curiosi e fan. La villa, un tempo aperta ai visitatori, ora è interdetta al pubblico. Il loro interesse è quello di mantenere l’autenticità del prodotto, senza cavalcare il risalto cinematografico. I sognatori tuttavia non mancano mai e infatti, in una manciata di minuti, la cantina è stata visitata da italiani, cechi, olandesi e americani. E i consumatori possono essere facilmente identificati in due categorie: gli intenditori di vino e gli appassionati di cinema. Per entrambi, comunque, alzare i calici con i vini dello Château La Canorgue è un piacere sublime.


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Una valigia

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IN ITALIA SONO IN CENTOTRENTA E NON VENDONO SOLO SEX TOYS MA LAVORANO CON SESSUOLOGI, GINECOLOGI E PSICOLOGI PER OFFRIRE UNA CONSULENZA PERSONALIZZATA. BARBARA OLIVI, CONSULENTE RIMINESE, CI SVELA I SUOI SEGRETI IN VALIGIA.

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di Arianna Denicolò / ph Riccardo Gallini

Professionale, seria, ironica, donna. Sono solo alcuni dei requisiti per diventare consulente de La Valigia Rossa, il salotto buono della salute e del benessere sessuale femminile. Nata come costola di un’azienda spagnola e diventata indipendente nel 2014, ha come scopo di fornire consulenze su tematiche legate alla sessualità utilizzando i prodotti come scusa

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per introdurre argomenti d’interesse femminile. Le consulenti all’opera in Italia sono 130, ma il percorso per ottenere la Valigia Rossa non è affatto semplice. La riminese Barbara Olivi, diploma di odontotecnico e un impiego presso un’azienda del settore alimentare, è una di queste. Quando hai deciso di dare una svolta alla tua vita? “È successo per caso. Stavo chiudendo l’ufficio quando mi è caduto l’occhio su un trolley di colore rosso e così, senza nemmeno pensarci troppo, ho detto alle mie colleghe: ‘Quasi quasi faccio domanda a La Valigia Rossa!’. E sai loro cosa mi hanno risposto? ‘È il lavoro giusto per te!’.” Cosa ti ha spinto a diventare consulente de LaVR? “In casa mia il sesso non è mai stato un tabù e, poiché ho la fissa della salute, ho trovato ne LaVR la possibilità di mettere in relazione questi due argomenti e di condividerli in maniera professionale e ironica con le altre donne. Amo infinitamente questo lavoro e mi sento davvero molto soddisfatta ogni volta che una cliente mi chiama e mi dice: ‘Ma lo sai che avevi ragione?’” Quali sono i requisiti fonda-

mentali per diventare consulente? “Professionalità, discrezione e serietà sono importantissimi. Occorre poi abbracciare completamente la filosofia del progetto, ed è fondamentale godere dell’appoggio della famiglia, visto che non si tratta proprio di un lavoro comune. Bisogna poi sapersi mettere in gioco, avere interesse ad approfondire le proprie conoscenze e possedere spiccate capacità empatiche, di gestione di gruppi di persone e commerciali. Educazione e mancanza di volgarità completano il profilo di una perfetta ambasciatrice de LaVR.” Qual è l’iter da seguire? “Nel mio caso, tutto è iniziato con una mail. Due giorni dopo sono stata contattata per un confronto via Skype. La direttrice ha un vero e proprio radar e capisce subito se hai la stoffa per meritare la Valigia. La formazione poi è continua: lavoriamo a stretto contatto con sessuologi, ginecologi e psicologi che sono il nostro punto di riferimento per poter fornire indicazioni appropriate alle clienti con problematiche o richieste specifiche.” Di cosa si occupa LaVR? “Il nostro scopo è di aumenta-


re la consapevolezza delle donne sull’importanza del benessere sessuale per stare meglio con se stesse e, nel caso, ravvivare il rapporto di coppia. Le consulenti più anziane possono fare anche riunioni miste o di coppia. Anche gli uomini, infatti, vogliono essere resi partecipi e sapere cosa desiderano le donne.” Come si entra in contatto con LaVR e dove si organizzano le riunioni? “Le riunioni si generano con il passaparola e ci s’incontra in casa, ma è possibile farle anche in luoghi pubblici, ad esempio in occasione di addii al nubilato.” Qual è l’età delle clienti? “Dai venti a settant’anni. Più sono grandi, più sono propense a scoprire il proprio corpo: non solo per quanto riguarda la salute, ma anche il piacere.” Ma cosa contiene questa famosa valigia? “Un’ampia gamma di prodotti accuratamente selezionati e prodotti esclusivamente in Europa. Nulla a che vedere con i sex-shop di vecchia generazione! Tra le novità posso citare We Wibe, un gioco di coppia che è anche un’app per cellulare; Luna Smart Beads, ossia il personal trainer della vagina; e poi ci sono il kit da viaggio personalizzabile, il body painting

commestibile, gli oli da massaggio. Ed ora anche una linea di proposte certificate Vegan OK!” Se non siete ancora convinti che si tratti di una cosa seria, sappiate che LaVR collabora con la LILA per la lotta alla trasmissione delle malattie veneree ed è l’unica azienda completamente al femminile, nonché la prima del settore della salute e del benessere sessuale che è entrata a far parte di AVEDISCO, associazione che si occupa di promuovere la vendita diretta in Italia garantendo al pubblico che le aziende associate operino nel rispetto delle normative vigenti in questo settore. Infine, LaVR e le sue clienti saranno protagoniste, per il terzo anno consecutivo, del concorso letterario Il colore delle donne promosso dalla casa editrice torinese ANANKE lab: il miglior racconto sarà pubblicato insieme ad altri dieci in un libro che uscirà il 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, e viaggerà per le principali città italiane facendo tappa anche al Salone Internazionale del libro di Torino. Tanti appuntamenti per creare un momento di incontro e confronto tra donne e uomini, per raccontare e valorizzare la bellezza nascosta nelle differenze.

RIMINI Via 4 Novembre, 36/Ang. Via Tempio Malatestiano | Tel. 0541 23623 RIMINI Piazza Ferrari/Palazzo Fabbri 22 | Tel. 0541.22216 TORRE PEDRERA (RN), Viale S. Salvador 168/A | Tel. 0541 722585 Orario continuato dalle 9.00 alle 19.30 chiuso domenica

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RECITARE

Da Riccione

AL CINEMA

GIANLUCA VANNUCCI È UN ATTORE ECLETTICO DI CINEMA E TELEVISIONE. VANTA COLLABORAZIONI CON I FRATELLI TAVIANI, PAPPI CORSICATO E LA REALIZZAZIONE DI UN SOGNO: LAVORARE CON TERENCE HILL.

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di Cinzia Bauzone / ph Riccardo Gallini

Faccia pulita dai lineamenti nordici, sguardo eclettico, il classico bravo ragazzo con lo charme del divo. È un artista affidabile e garbato, caratteristiche che lo fanno apprezzare da subito e che rendono chiunque disposto ad ascoltare il suo racconto. Nel cinema e nella vita Gianluca Vannucci ha dimostrato di saper coniugare impegno, passione e forza di volontà, requisiti necessari per emergere in un mondo, quello del cinema e della televisione, denso di difficoltà e ostacoli. Nella sua carriera ha collezionato numerose soddisfazioni, dimostrando di riuscire ad entrare nei ruoli più disparati. Gianluca Vannucci è nato a Rimini il 16 novembre 1981, cresciuto a Riccione in una famiglia di albergatori in cui si intrecciano lingue e culture. Frequenta il liceo classico e poi l’università, facoltà di legge, ma accanto allo studio, coltiva da sempre la passione per il cinema e il teatro. L’attore riccionese ci accompagna all’interno del suo mondo artistico, tra opere già realizzate, progetti in corso e sogni nel cassetto. Gianluca, con il nome che porta tua madre non poteva essere altrimenti...

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IN MAGAZINE

[Ride] “Sì, mia madre si chiama Anna Magnani, ma non fa l’attrice. Difficile invece provare a descrivere ciò che ha rappresentato la straordinaria Anna Magnani per il cinema italiano. Indimenticabile. ” Partiamo da Riccione “È la mia città e rappresenta per me un punto di riferimento importante, un rapporto alchemico che si rinnova ogni volta. Trascorro per lavoro molto tempo a Roma, che è una città per chi vuole fare il mio mestiere, che offre molte possibilità. Riccione è protettiva, qui ho gli amici la mia famiglia, credo che ogni riccionese sia felice di immortalarla tra le sue immagini care. ” E il tuo lavoro com’è iniziato? “Durante gli studi in legge coltivavo parallelamente la passione per il cinema. Mi è stata proposta nel 2006 una parte nel film Chiudi gli occhi di Marco Ristori, un noir a cui ho collaborato anche alla stesura della sceneggiatura. Un film apprezzato dalla critica. Per interpretare il personaggio sono dovuto ingrassare di dieci chili. Così sono stato incoraggiato e invitato a Roma a studiare recitazione, il mio maestro è stato

L’ATTORE RICCIONESE GIANLUCA VANNUCCI CHE SARÀ SUGLI SCHERMI IL PROSSIMO ANNO IN DIVERSE SERIE TELEVISIVE.


“TRASCORRO PER LAVORO MOLTO TEMPO A ROMA: UNA CITTÀ CHE, A CHI VUOLE FARE IL MIO MESTIERE, OFFRE MOLTE POSSIBILITÀ. RICCIONE È PROTETTIVA, QUI HO GLI AMICI, LA MIA FAMIGLIA, CREDO CHE OGNI RICCIONESE SIA FELICE DI AVERLA TRA LE IMMAGINI CARE.”

ed è Michael Margotta, regista, scrittore e membro dell’Actor’s studio di New York. Nel 2009 ho interpretato la parte di un soldato nazista ne L’uomo che verrà diretto da Giorgio Diritti, film che ha ottenuto sedici candidature ai David di Donatello vincendo tre premi, fra cui quello per miglior film e sette candidature ai Nastri d’argento vincendo tre premi. Nel 2010, ho ottenuto una parte nella fiction in Nero Wolfe. Poi l’anno dopo con Pappi Corsicato ne Il volto di un’altra. Ho coronato inoltre uno dei miei sogni di ragazzo: lavorare accanto a Terence Hill nella serie televisiva Un passo dal cielo 2.

Ho lavorato anche per i Fratelli Taviani nel film Maraviglioso Boccaccio. L’ultimo mio lavoro è stata la fiction di Rai Uno Non dirlo al mio capo con Vanessa Incontrada.” Progetti futuri? “Proprio in questi giorni mi hanno confermato la parte di un giornalista nella serie televisa Scomparsa che andrà in onda nella primavera del 2017, con Vanessa Incontrada e Giuseppe Zeno. Poi il ruolo di avvocato di Ana Caterina Moraniu in Tutto può succedere 2. Molto probabilmente il mio ruolo tornerà anche nella terza stagione.” Che cosa provi quando interpreti i personaggi che ti vengono assegnati? “Calarsi in un ruolo significa aprire la parte interiore di te. Recitare, oltre che una passione, è il mio mezzo per comunicare, per esprimere emozioni. Credo faccia parte del mio DNA.” Hai un’altra grande passione... “Il tennis è e rimarrà la seconda grande passione della mai vita. Ero molto piccolo quando entrai la prima volta nei campi di terra rossa.” Quali sono i grandi attori di cui ammiri le qualità? “Come attori stranieri mi piacciono Steve Mc Queen e James Dean. L’attore italiano di cui ammiro le doti recitative è senz’altro Gian Maria Volonté.” IN MAGAZINE

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cose buone dal territorio

“CI VUOLE TEMPO PER FARE LE COSE BUONE”... Scoprire nuovi accostamenti, semplici ma inaspettati, prestando attenzione a ogni singola materia prima, è per la nostra cucina una missione quotidiana. Assieme ai pilastri più tipici della tradizione del territorio di carne e di pesce il nostro menù propone infatti alcuni piatti differenti per origini e composizione, spaziando nel grande patrimonio della cucina italiana. La cantina offre un ampio assortimento di vini del territorio, assieme a etichette nazionali e internazionali di pregio.

Un piatto veloce? Una degustazione di terra o di mare? Un pranzo con gli amici? Una cena ricercata e rilassante?

ph © Giorgio Salvatori

Vi aspettiamo, tutti i giorni, pranzo e cena, per offrirvi i migliori prodotti del territorio, conditi con un pizzico di ricercata accoglienza.

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RICORDARE

Eravamo al

GRAND HOTEL ATTRAVERSO I RICORDI DI DOMENICO BENZI, STORICO BARMAN DEL GRAND HOTEL, CI AFFACCIAMO A UN’EPOCA IN BIANCO E NERO, FATTA DI DIVI E BON TON D’ALTRI TEMPI.

N

di Charles Flamminio / ph Riccardo Gallini

Nato il 7 ottobre del 1939, Domenico Benzi comincia nel 1961 a lavorare per il Commendatore Pietro Arpesellam, che al tempo gestiva l’Hotel Mediterraneo a Riccione. Successivamente, non appena il Commendatore acquisì il Grand Hotel di Rimini e ne divenne proprietario, Domenico espresse il desiderio di poter continuare a lavorare sotto la sua

direzione e il rapporto durò per trentacinque anni, dal 1966 al 2002. Ora la sua vita è lontano dai riflettori e dalle sale in cui ha passato tanta della sua vita: vive con la moglie Miria in campagna. Come erano le drinklist di quegli anni e cosa si consumava di più? “Il Grand Hotel ai miei tempi era frequentato da molti stranieri e

si consumavano prevalentemente Champagne, Whiskey e, nel dopoguerra, Cognac e cocktail semplici. C’erano i Cognac tre stelle, VS, XO, VSOP e per vent’anni abbiamo sempre usato solo questi. Le drinklist erano formate da 1215 cocktail al massimo, la soda era solo nei sifoni e i principali superalcolici erano Gin, Beefeeter, Tanqueray e Gordon. Il misurino

DOMENICO BENZI, INSIEME AL BARTENDER CHARLES FLAMMINIO.

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tanti ex militari, che arrivavano al bar per chiedere se potevano vedere che ne era stato.” Cosa ricorda e cosa ci può raccontare di Federico Fellini ? “Era una persona molto riservata e schiva, passava lungo tempo al bar appartato in un angolo a leggere libri. Non era mai solo, in ogni occasione era accompagnato dalla moglie e quando riceveva ospiti li attendevano insieme nella hall come fossero i proprietari di casa, come se li stessero riceven-

DOMENICO BENZI, OGGI SI RILASSA IN CAMPAGNA CON LA MOGLIE MIRIA.

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classico in Italia era da 4 cl mentre in Inghilterra era da 2 cl.” Quali sono le principali differenze nel modo di bere e nelle persone fra allora e oggi? “Il cliente del Grand Hotel e il consumatore di alcolici a quel tempo era una persona che veramente cercava il comfort, amanti della bella vita e di un lusso che consisteva nel circondarsi di bellezza... non come ora che si esce e si è tutti contestatori molto più che apprezzatori della bellezza. Per poter accedere al Grand Hotel era imprescindibile un abbigliamento sobrio, e la sera era d’obbligo la giacca e per la donna era preferibile indossare un abito lungo. La spiaggia privata era riservata solo ai clienti e ad alcuni personaggi della zona e ci si poteva accedere per pranzo, non per cena.” Il tempo porta sempre cambiamenti: per il Grand Hotel cosa è cambiato? “Vicino al bar del Grand Hotel c’era una scala a chiocciola che portava al Music Hall, che venne poi chiusa quando si cominciarono a fare spogliarelli e diventò una sorta di night. Non tutti sanno inoltre che il Grand Hotel fu il rifugio di molti militari, soprattutto inglesi, ed è questa la vera ragione del bombardamento della struttura. Dopo il bombardamento del Grand Hotel vennero

“IL CLIENTE DEL GRAND HOTEL E IL CONSUMATORE DI ALCOLICI A QUEL TEMPO ERA UNA PERSONA CHE VERAMENTE CERCAVA IL COMFORT, AMANTI DELLA BELLA VITA E DI UN LUSSO CHE CONSISTEVA NEL CIRCONDARSI DI BELLEZZA...”

do in casa propria. Federico Fellini non beveva cocktail, spesso venivano in visita a trovarlo suoi amici registi soprattutto quando c’era il cinema europeo, come Michelangelo Antonioni o Burt Lancaster, che beveva solo Dry Martini.” C’erano regole generali, etichette e comportamenti da seguire? “Al Grand Hotel si è sempre tenuto alla riservatezza, un concetto che oggi sembra scomparso. Non c’era un addetto stampa, non si diceva fuori dall’hotel chi soggiornava e i clienti all’interno potevano portare chi volevano, non si segnava all’ingresso l’eventuale accompagnatore o accompagnatrice.” Alcuni dei nomi celebri che ha avuto l’onore di servire? “Primo fra tutti il già citato Fellini, l’amico Tonino Guerra, ma anche Lady Diana, Burt Lancaster, Joe Coker, Roberto Benigni e tanti altri.”


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DECORARE

Pareti che

PARLANO ANNA MARIA DEL BIANCO E STEFANO LOMBARDELLI FANNO RIVIVERE LE PARETI DI VILLE E CASE STORICHE. E NON SOLO, PER LA CASA MUSEO DI RENATO SERRA HANNO CURATO ANCHE L’ALLESTIMENTO DELL’ESPOSIZIONE.

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di Serena Macrelli

Le pareti di una stanza come un corpo da vestire? Sì. O come una grande tela da dipingere. Soffitti bianchi di sale senz’anima si trasformano in sogni orientali dalle nuance contemporanee, finestre su paesaggi classicheggianti dai particolari modernissimi. Le camere da letto fioriscono. I salotti si colorano di verde, azzurro, di

ANNA MARIA DEL BIANCO E STEFANO LOMBARDELLI, INSIEME ALLE LORO CREAZIONI.

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righe bianche e rosso porpora. Più che decorazioni, opere d’arte. È il talento di Anna Maria del Bianco e Stefano Lombardelli, eclettici artisti che dopo l’Accademia a Firenze e aver lavorato a Milano alla realizzazione di show room per Sergio Rossi, Iceberg e altri stilisti, hanno deciso di ritornare nella loro Romagna

e da qui progettare e decorare ville, appartamenti, locali pubblici in tutta Italia. Come il ristorante e la casa di Antonella Clerici costellata di coralli dipinti nella camera da letto, di tonalità blu mare o verde natura nelle zone relax. Qual è il loro stile? “Cerchiamo di assecondare il gusto dei clien-


ti – risponde Anna Maria Del Bianco – ma ci piace accostare il moderno e il tradizionale. Spesso recuperiamo tecniche antiche per rinnovarle o per creare un suggestivo spaesamento. Ad esempio ultimamente realizziamo arazzi dipinti con la tecnica dei succhi d’erba.” Su tele di iuta vengono realizzate cornici di un’eleganza rinascimentale o rococò, paesaggi dalle atmosfere classicheggianti ma in cui campeggiano elementi contemporanei: acquascivoli tra pagode, architetture moderne tra fontane e putti cinquecenteschi. Giochi e contrasti che hanno conquistato anche gli stranieri, in particolare gli irlandesi e gli americani. “Prima di proporre un progetto studiamo bene l’ambiente e il luogo – spiega Stefano Lombardelli – la storia della casa e di chi la abita. E la luce, elemento fondamentale.” Si tratta di ispirazioni, stili diversi accostati con un gusto inconfon-

dibile in cui si intrecciano ironia ed eleganza, colori siciliani, figure della tradizione popolare, cineserie a stucco o evocazioni persiane. A quale realizzazione sono più affezionati? “A molte, ma possiamo ricordare la Casa Museo di Renato Serra risalente ai primi del Novecento, in cui, oltre che della decorazione, ci siamo occupati anche dell’allestimento degli oggetti in esposizione: quadri, mobili, la divisa. O il Museo di Scolca, a San Fortunato, per le cui pareti abbiamo scelto colori dal forte valore simbolico.” Anna Maria e Stefano amano dare nuova vita anche a mobili (lampade), dipingere su tessuti, curare mostre d’arte. Stefano è anche scultore. Anna Maria fotografa. E la loro casa è un’avventura tutta da scoprire, tra collezioni di ex voto, statuine del presepe fatte a mano, stoffe preziose trovate nei mercatini e tanti oggetti antichi dall’anima rinnovata.

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DANZARE

La mia anima

SUL PALCO

ARIANNA MALDINI È L’UNICA ITALIANA A FAR PARTE DEL CORPO DI BALLO DELLA ROYAL BALLET. UNA VOCAZIONE RICONOSCIUTA FIN DA PICCOLA, QUANDO SI ESIBIVA DAVANTI AGLI AMICI DI FAMIGLIA.

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di Lucia Lombardi

Arrivata a Milano a soli tredici anni, ora è a Londra dal 2013, da quando ha superato l’audizione alla Royal Ballet School. Durante il tragitto per raggiungere l’Accademia, ha incontrato Svetlana Zakharova, una delle étoile più famose al mondo. Un evidente segno del destino. Il suo obiettivo è di diventare prima ballerina e riuscire a interpretare ruoli importanti. E così la riminese Arianna Maldini, venti anni il 20 ottobre prossimo, rappresenta il nostro paese in uno dei più ambiti corpi di ballo, un ambiente artistico ad alto tasso di internazionalizzazione, in quella Londra figlia della Brexit: “Sono rimasta stupita del risultato elettorale, perché tutte le persone che conosco volevano rimanere in Europa!” Nel 2015 ha partecipato ad un concorso interno di coreografia, l’Ursula Moreton Competition, vincendolo a pieni voti, ma “la soddisfazione più grande – chiosa entusiasta – l’ho avuta qualche mese fa, quando il direttore del corpo di ballo della Royal Ballet, Kevin O’Hare, mi ha chiamata offrendomi un contratto come ballerina professionista. Ovviamente questo è il sogno di tutti

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i frequentanti dell’Upper School, ma solamente a quattro di noi ha dato la possibilità. Sono contentissima di aver raggiunto questo primo obiettivo, e mi sento doppiamente orgogliosa di essere l’unica italiana a far parte del corpo di ballo della Royal Ballet.” Sono nata in riva al mare. La prima idea del movimento e della danza mi è venuta dal ritmo delle onde, affermava la grande Isabella Duncan. Quando e come è scaturita ad Arianna, nata dalle acque riminesi? “Fin da piccolissima mi muovevo e camminavo a suon di musica. Ogni serata in compagnia finiva sempre con una mia esibizione. Ho iniziato a danzare a Rimini presso la scuola di danza Aulos di Marilena Salvatore poi, vincendo il concorso di Civitanova Marche nel maggio 2009, mi hanno offerto una borsa di studio per un anno all’Accademia Teatro alla Scala di Milano. Che ho frequentato per quattro anni. A Milano ho appreso le prime basi professionali di danza. Partecipando ad un stage estivo presso l’Ateneo Danza di Forlì, ho conosciuto la direttrice Stefania Sansavini che mi ha messo in contatto con la Royal Ballet School per partecipare all’au-

dizione. Non dimenticherò mai quei giorni, nel giro di poche ore ho dovuto decidere con i miei genitori se andare a Londra.” In Marianela Nunez, Principal del Royal Ballet, una delle migliori punte d’oggi, Arianna vede un idolo: “La ritengo speciale per il fatto che riesce in ogni esibizione a rendere la danza una vera e propria forma d’arte grazie alla sua tecnica perfetta, al suo modo di interpretare ogni ruolo. Ha una qualità di movimento unica che la rende una ballerina completa, insuperabile e divina in qualsiasi balletto del repertorio classico, neoclassico e contemporaneo”. Fin fa piccola sogna di interpretare il Lago dei cigni: “L’ho sempre amato, col tempo ho realizzato quanto sarebbe interessante interpretare due ruoli con caratteri opposti come il cigno bianco e il cigno nero”. Marta Graham sosteneva che non si danza coi piedi, ma con le ovaie, con l’utero, e con tutto il corpo e l’anima: “Anche per me la danza è un’arte che va interpretata e quindi sentita in modo diverso per ognuno di noi. È proprio quello che c’è dentro di noi, la nostra anima, che rende ogni ballerino speciale”.


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GRUPPO SGR ROBERTO FARNESI, FRANCESCO FACCHINETTI, BARBARA FORIA, ROBERTA GIARRUSSO E ANNA FALCHI HANNO PRESENTATO LA XII EDIZIONE DE “PER IL SORRISO DI UN BAMBINO” EVENTO SOLIDALE IN FAVORE DI A.R.O.P. ONLUS E DEL REPARTO DI ONCOEMATOLOGIA PEDIATRICA DELL’OSPEDALE ‘INFERMI’ DI RIMINI.


E’ stata una maratona bella e divertente, e sono stati tanti i VIP, gli attori, i comici, i musicisti, gli chef e i pasticceri che si sono alternati per dare vita alla dodicesima edizione dell’evento di solidarietà ‘Per il sorriso di un bambino’, organizzato da SGR Solidale e tenutosi l’8 luglio presso i giardini del Centro Congressi SGR di Rimini. La serata, in cui musica, arte e spettacolo sono divenuti molto più che semplice intrattenimento, ha registrato il consueto ‘tutto esaurito’, con quasi 480 ospiti che con la loro partecipazione hanno contribuito a sostenere A.R.O.P., onlus di Rimini che aiuta i bambini affetti da malattie oncoematologiche e da altre malattie croniche dell’età pediatrica. Numerose le aziende e i personaggi del mondo del food, dello spettacolo e dello sport che hanno sposato la causa di A.R.O.P. per vedere sorridere nuovamente tanti bambini e le loro famiglie impegnati in percorsi dolorosi e difficili. A condurre la serata l’attore Roberto Farnesi, presente sul palco insieme a due madrine d’eccezione, Roberta Giarrusso e Anna Falchi, cui è spettato il compito di presentare i ‘padroni di casa’, Micaela Dionigi, Donatella Turci e il Maestro Pasticcere Roberto Rinaldini, tra gli artefici anche della buona riuscita gastronomica della serata, insieme all’Accademia dei Maestri Pasticceri Italiani e allo staff del Quartopiano Suite Restaurant di Rimini: il maitre Fabrizio Timpanaro, il direttore Andrea Tani e lo chef Silver Succi, che ha deliziato gli intervenuti con le proprie creazioni culinarie. Presente sul palco anche Francesco Facchinetti che, dopo i saluti di rito, ha parlato agli ospiti delle attività benefiche di A.R.O.P. Tra una portata e l’altra non sono mancati i momenti emozionanti, come quello in cui Ambra Orfei e Andrea Preti hanno raccontato la toccante storia di Matteo Magalotti, 17enne riminese oggi ballerino all’Accademia dell’Opera di Vienna (dopo aver sconfitto la malattia che lo ha colpito a nove anni), e come quello in cui la pianista Giulia Mazzoni ha incantato il pubblico con la propria arte. A portare intrattenimento e leggerezza il contributo prezioso dell’attrice e comica Barbara Foria, della Scuola Circense di Ambra Orfei e della Lotteria del Sorriso, durante la quale Foria e Orfei, insieme ad Anna Falchi, Roberta Giarrusso e all’attore Ivan Bellandi, hanno contributo a distribuire agli intervenuti alcuni premi offerti dalle aziende sostenitrici della serata. Tra gli ospiti anche molti volti noti agli appassionati di reality, quali Andrea Preti, i novelli sposi Giovanni Masiero e Federica Rocco, Melita Toniolo e Margherita Zanatta. A conclusione della cena, l’Accademia dei Maestri Pasticcieri, Luigi Biasetto, Gino Fabbri e Roberto Rinaldini hanno deliziato con i propri dessert gli ospiti che, dulcis in fundo, hanno potuto assistere anche allo splendido spettacolo di magie di luci e stelle a cura di Antonio Scarpato, pluripremiato campione mondiale dell’arte pirotecnica. Micaela Dionigi, Presidente di Gruppo SGR e di SGR Solidale Onlus, esprime la propria soddisfazione: “I fondi raccolti durante la cena di beneficenza ci permetteranno di proseguire nella realizzazione del progetto iniziato lo scorso anno per la costruzione della Casa Famiglia AROP. Si tratta di un luogo di accoglienza, uno spazio di vita, per i bimbi e per le loro famiglie in un clima di cura, sereno e rispettoso del desiderio di vita che ogni bambino, anche malato, porta con sé”.

Autore delle foto: Alessandro Giovanelli


RASARE

Fantasia

IN TESTA ENRICO BOLDRINI E WILO METIVIER ROJAS HANNO INVENTATO UN NUOVO STRUMENTO PER LE RASATURE ARTISTICHE. E PER IMPARARE A USARLO CI SONO I WORKSHOP DELLA WENZY ACADEMY.

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di Giorgia Gianni / phRiccardo Gallini

Ci sono piccole invenzioni che cambiano il nostro modo di vivere e lavorare. Basti pensare alla penna a sfera, all’accendino, al nastro adesivo. Wenzy Wave merita sicuramente un posto fra queste. Nato dalla creatività, dall’espe-

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rienza e dalla professionalità di due amici e colleghi hair stylist, il riminese Enrico Boldrini e il dominicano Wilo Metivier Rojas, è uno strumento innovativo che in pochi mesi ha riscosso interesse in tutto il mondo. Sostanzialmente è l’evoluzione del rasoio che Wilo, esperto hair tattoo artist, aveva sempre usato per eseguire le proprie rasature artistiche. Insieme a Enrico Boldrini, titolare dell’omonimo salone sempre al passo con i tempi, è nata l’idea di creare uno strumento più comodo, leggero e maneggevole per impugnare la lama del rasoio. Così, dai primi prototipi realizzati artigianalmente e via via perfezionati, ha visto la luce Wenzy Wave, divenuto in breve tempo lo strumento ideale e più richiesto dai professionisti dell’hair tattooing e del fashion cut. Oggetto davvero unico nel suo genere, 100% Made in Italy con utilizzo brevettato e marchio depositato (il nome Wenzy è un omaggio alle iniziali dei nomi dei suoi inventori), commercializzato dallo scorso settembre, oggi è distribuito in tutta Europa, dalla Spagna alla Polonia, e le richieste arrivano numerose da tutto il mondo.

Con Wenzy Wave gli hair tattoo artist possono creare qualsiasi tipo di disegno grazie alla forma curva e all’estrema leggerezza (20 grammi) che agevola la rasatura. Il design ergonomico facilita infatti l’impugnatura rispetto al classico rasoio, rendendo lo strumento quasi un tutt’uno con la mano, mentre la lama curva permette movimenti sinuosi per un taglio fluido e leggero. L’ideale per eseguire disegni tribali ed esprimere al massimo le potenzialità di ogni artista della rasatura, la cui mano non si stanca durante l’esecuzione di disegni lunghi e complessi. Non a caso il design è stato ideato per poter arrivare nei punti più difficili, soprattutto durante la rasatura di barba e baffi e basette. Nato dall’esigenza pratica che richiede la tendenza del momento, il progetto Wenzy Wave ha dato vita anche alla Wenzy Academy. Una serie di workshop in cui i professionisti del settore possono scoprire il modo d’uso e i vantaggi di Wenzy Wave, perfezionando il proprio stile e realizzando hair tattoo complessi e di grande effetto aumentandone la creatività grazie alle caratteristiche uniche dello strumento.


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Mille luci

DALLA LELLA GABRIELLA “LELLA” MAGNANI HA FESTEGGIATO I TRENT’ANNI DI ATTIVITÀ CON IL RESTYLING DEL NEGOZIO DI VIALE RIMEMBRANZE, A BELLARIVA, TUTTO LUCI E COLORI SCINTILLANTI.

C LA “COPPIA DELLA PIADINA”: GABRIELLA MAGNANI CON LA FIGLIA MARINA.

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di Antonella Zaghini / ph Giorgio Salvatori

Cappellini di paglia f iorati e luccichii da fare girare la testa. Gabriella Magnani, per noi riminesi la Lella, festeggia i suoi primi trent’anni di attività con una svolta glam-rock degna di una star hollywoodiana. La Regina dello street food riminese già nella recente edizione di Al Mani ha dimostrato che al giorno d’oggi la piadina va a braccetto con la tradizione, l’arte e la fascinazione. Allestimenti esagerati, una pioggia di lucine colorate e chandelier, degni di una scenografia del più visionario Federico Fellini, accompagnavano i visitatori al suo chiosco di piadine. Ma quello non è stato che l’inizio. Il restyling del negozio di viale

Rimembranze, a Bellariva, a pochi metri dal primo bugigattolo in cui tutto è iniziato, lascia a bocca aperta: i muri esterni colore marrone brunito, di sera si illuminano di infinite scintille d’oro, catturando gli sguardi. Tre locali a Rimini altri due a New York, la sua storia, i suoi modi dire, se li è incisi sulle pareti cangianti della sua bottega: “La piada è come una bella donna”, “Bisogna vedere com’è la giornata, se c’è umidità nell’aria ci vuole meno acqua nell’impasto” e quell’emblematico “Il 1° Maggio dell’86 aprii un negozietto di 27 mq talmente piccolo che i clienti ordinavano da fuori”. Senza rimpianti, senza rimorsi, sempre sorridente, cappellino di paglia in testa tanto da farne un tratto distintivo, al bilancio dei trent’anni di attività rifarebbe tutto quello che fatto: “Magari correggendo qualche errore, ma poca cosa”. Per poi aggiungere: “Sono l’espressione della cultura contadina. Il mio compito è di occuparmi della produzione, trovare le farine e gli impasti giusti. Oggi la piadina la facciamo pure con la farina mischiata all’ortica, pianta dalle tante proprietà e già sto lavoran-

do all’impasto di canapa. Il gusto estetico, la voglia di uscire dagli schemi invece è merito di mia figlia”. La tradizione familiare è infatti assicurata da Marina, che gestisce i negozi di Rimini, e dal fratello Massimiliano che ha portato la bandiera della Lella fino a New York. “Marina – prosegue la Lella – ha il gusto del bello. Si era intestardita, voleva rifare il negozio a tutti i costi”. Donna non facile alle emozioni, “semmai sono più incline alla fiammata”, Gabriella Magnani ha conquistato personaggi del calibro di Oscar Farinetti, patron di Eataly, così come lo chef stellato Massimo Bottura, eppure quando è stata insignita dal Rotary del Premio alle Professioni non credeva fosse possibile. “Mi sono emozionata tantissimo – ricorda –. È stato come quando poche settimane fa ho visto accendere le luci di questo nuovo locale e ho pensato: che spettacolo sarà con la neve.” Parole semplici, pensieri di una signora che di appendere il matterello al chiodo non ci pensa affatto. “Detto fra di noi – mette le mani avanti – vorrei stare bene, mantenere quello che ho costruito e continuare a dare lavoro ai miei dipendenti.”


ADVERTORIAL

LA BOTTEGA DI CELESTE NON SOLO PROFUMI

A CATTOLICA C’È UN LUOGO DOVE È POSSIBILE VIVERE UN’ESPERIENZA ESCLUSIVA TRA PRESTIGIOSE ESSENZE ARTIGIANALI E PRODOTTI NATURALI.

Ci sono donne che la passione per il proprio lavoro la manifestano. Celeste semplicemente la vive, giorno dopo giorno, e il racconto della sua vita è un meraviglioso itinerario sensoriale scandito dai profumi. Il suo viaggio, alla scoperta delle grandi Maison della profumeria, inizia a Milano nel 1993, passando dalla Francia alla Bretagna. Passione e tanto impegno il vero motore del suo lavoro che la porteranno a inseguire il sogno di realizzare la sua Bottega a Cattolica, che pur non essendo la sua città, rimane il luogo dove si è sempre sentita come a casa. La Bottega di Celeste, in via Fiume 34, è nata dall’incontro tra le prestigiose essenze della profumeria artistica internazionale e quelle artigianali, un vero e proprio percorso sensoriale, capace di individuare le note olfattive più esigenti. La varietà dei profumi che caratterizzano la Bottega

è realizzata con materie prime pregiate e naturali, aziende che creano piccoli volumi, fuori dalle regole di marketing. Lo stile raffinato del percorso espositivo, si fonde ai colori caldi e accoglienti degli arredi. Ma nel negozio c’è molto di più, il Make Up nato nel fashion district di Milano, la Cosmeceutica certificata Bio Attiva (Eco Cert) priva di sostanze nocive, i solari dei bagnini californiani con ingredienti organici certificati, i raffinati accessori che sottolineano la cura e l’attenzione per ogni singolo dettaglio. E ancora i tessuti naturali dei capi di abbigliamento, i gioielli tessili, gli occhiali Indipendent creati appositamente per la Bottega. Celeste e il suo compagno Stefano, hanno fatto della ricercatezza e competenza la loro espressione. Si sono affidati a Emanuela e Sara di Mouillettes & Co per i corsi di conoscenza e approfondi-

mento dell’universo dei profumi condotti da professionisti di grande esperienza, come per gli strumenti innovativi che consentono di offrire una gamma di servizi esclusivi. In un’offerta ormai omologata delle grandi catene di profumerie, il loro intento è di distinguersi e ricreare un luogo informale d’incontro, di identità e di dialogo, del consiglio personalizzato in un ambiente capace di interagire attraverso il linguaggio delle fragranze, capace di creare ancora emozioni e far vivere ai clienti un’esperienza esclusiva. Nella Bottega di Celeste, ogni donna sarà in grado di esaltare la propria bellezza naturale attraverso prodotti che diventano il risultato una scrupolosa ricerca. Prossimamente, in collaborazione con Coquillettes Paris, sarà studiato e creato un profumo esclusivo per la Bottega di Celeste.

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CAVALCARE

Nobiltà a

CAVALLO AD AGOSTO SI TIENE SALUSEQUUS, LA MANIFESTAZIONE DI SALUDECIO CHE HA COME PROTAGONISTA IL CAVALLO. CON UNA NOVITÀ: IL PALIO DELLE TERRE MALATESTIANE E DEL MONTEFELTRO.

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Spettacoli equestri, gare e dimostrazioni ippiche, quintana, rievocazioni storiche, scuderia didattica, mercato specializzato: tutto il mondo che ruota intorno ad uno degli animali più nobili ed amati torna protagonista a Saludecio con Salusequus, storie di cavalli, la manifestazione che dal 5 al 7 agosto unirà cultura, arte, sport e spettacolo nell’antico borgo della Valconca. Dopo il successo riscosso dalla prima edizione sia fra il pubblico, sia fra operatori e federazioni nazionali equestri, Salusequus 2016 proporrà numerose novità, come spiega Davide Garavaglia, presidente di Vivisaludecio, associazione organizzatrice dell’evento, e coordinatore della manifestazione. “Poche altre tematiche come quelle

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di Giorgia Gianni

relative al cavallo coprono spazi così complessi ed articolati, passando dall’umile lavoro dei campi alle scuderie reali, dagli infuocati teatri di battaglia alle religioni, dall’arte alla terapia, dallo sport alla mitologia – osserva –. Salusequus racconta tutto questo con una kermesse unica ed originale nell’area adriatica, che porta cavalli veri in un paese ricco di storia, fondendo elementi tecnici e di spettacolo con la sfera economica, culturale, storica e sociale.” Non a caso la novità più importante di questa edizione sarà il Palio delle Terre malatestiane e del Montefeltro. “Un’iniziativa culturale, rievocativa, sportiva e di scambio che coinvolgerà dodici comuni di Romagna e Marche, territori di confine

un tempo contrapposti tra loro, artefici nel periodo umanisticorinascimentale di una eccezionale fioritura culturale – spiega Garavaglia –. Il 7 agosto i dodici cavalieri sui loro destrieri si contenderanno il Palio, che verrà assegnato alla terra vincitrice fino alla prossima edizione.” Quella del 7 agosto sarà una giornata dedicata interamente al cavallo nel XV secolo, con destrieri bardati da guerra, cavalieri con armature e giochi d’arme. Fra le altre novità, anche l’esposizione del cavallo del Catria, il cavallo meccanico e il villaggio indiano Tatanka, artisti e ospiti in occasione dei galà sotto le stelle. Ampio spazio sarà dato ai più piccoli, per avvicinarli al mondo equestre con insegnanti che li faranno salire in sella.


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RECITARE

Riccione

ESCONDIDO DIEGO ABATANTUONO VIVE DA TRENTACINQUE ANNI A RICCIONE, IN COLLINA, NELLA CASA DOVE GABRIELE SALVATORES VIENE A PASSARE LE VACANZE.

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Grande, grandissimo, attore e altrettanto grande, grandissimo, divo che porta con sé il suo modo di fare diretto ma anche la sua simpatia spassosa, il suo carisma e nonostante i suoi sessant’anni (o poco oltre) non smette mai di affascinare le sue fan. Diego Abatantuono è ospite a Riccione di Cinè, Giornate estive di Cinema, per la presentazione del suo ultimo film I babysitter di Giovanni Bognetti, in uscita nelle sale ad ottobre, dove interpreta il ruolo di un padre dissennato. Diego Abatantuono annovera tra i suoi successi molte pellicole importanti, due dirette da Gabriele Salvatores, Mediterraneo, film vincitore del premio Oscar come miglior film straniero nel 1992, e Puerto Escondido, che lo hanno consacrato tra le star cinematografiche internazionali. Un mito che ha sdoganato negli anni Ottanta un linguaggio che ancora oggi è imitato dalle nuove generazioni di comici. Diego, a Riccione sei praticamente di casa. “Io abito qua, ho una casa a Riccione in collina da trentacinque anni. L’ho acquistata nel 1982, ci sono cresciuti i miei figli, ci sono vissuti i miei genitori e quindi è

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di Cinzia Bauzone

un rapporto ormai consolidato.” Cosa apprezzi di Riccione? “La gente mi piace molto. Persone espansive, ospitali. Con i pro e i contro, i difetti e i pregi. A Riccione si vive bene ho tanti amici e ci trascorro molto tempo.” Continuerai ora le tue vacanze a Riccione? “Vado in vacanza anche in altri luoghi, la mia è quasi più una casa dove vivere che una casa per le vacanze. È sempre piena di gente, frequentata da molti amici.” Gabriele Salvatores ha raccontato che viene spesso a trovarti... “Riccione è una tappa quasi obbligata per lui. La mia casa un

punto di riferimento, siamo amici e trascorriamo periodi insieme.” Hai qualche aneddoto da raccontare? “Aneddoti non ce ne sono. Gli anni son vissuti, più che aneddoti ormai ho solo storie da raccontare.” Salvatores è sicuro che prima o poi un film lo farete insieme qui a Riccione… “Non precludiamoci nulla.” Un saluto a Diego Abatantuono che ci lascia dichiarando che tra i mille titoli di film sceglierebbe Amarcord. Un’espressione dialettale dentro la quale racchiudere i tanti ricordi legati a questa terra.


ADVERTORIAL

TESTAMENTI SOLIDALI UNA SCELTA IN CONTINUA CRESCITA

CRESCE IL NUMERO DI CHI, SOPRATTUTTO DONNE, LASCIA I PROPRI BENI EREDITARI PER IL SOSTENTAMENTO DI OPERE BENEFICHE. L’AVVOCATO VARLIERO SPIEGA I RISVOLTI LEGALI DI QUESTO FENOMENO.

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Nell’ultimo decennio si è registrato un notevole aumento, pari a circa il 10-15%, della scelta solidaristica anche nelle disposizioni testamentarie. Tale scelta assume il nome di testamento solidale e consiste nel nominare quale erede o legatario all’interno del proprio testamento un’associazione, un’organizzazione o un ente al fine di contribuire con un qualsiasi tipo di lascito patrimoniale al sostentamento delle opere benefiche. Per quanto ciò possa apparire, nell’immaginario collettivo, come un lascito disposto da grandi possidenti o personaggi famosi, si tratta in concreto di una realtà molto diffusa e seguita dalle più disparate forme di capacità reddituale in quanto la solidarietà può manifestarsi anche nel semplice lascito di una esigua somma di denaro a testimonianza del

proprio impegno solidale post mortem. I dati dimostrano che la maggior parte dei donatori non sempre avevano avuto in vita rapporti con l’associazione benefica destinataria del lascito, anzi in molti casi è vero il contrario. Così come non è vero che i maggiori donatori siano le persone anziane: si registrano infatti disposizioni solidali anche da parte di molti giovani. È invece incontrovertibile il fatto che siano le donne le più grandi sostenitrici di questa scelta. La disposizione testamentaria deve necessariamente essere specifica con indicazione chiara di quale associazione si vuole sostenere e può esser lasciato qualunque tipo di bene: somma di denaro, azioni, titoli, bene mobile o immobile, polizza sulla vita, ma

anche opere d’arte, gioielli o arredi. Al fine di permettere una migliore comprensione del tema e di come poter procedere concretamente alla disposizione solidale è stato creato un Comitato Testamento Solidale che riunisce le principali organizzazioni non-profit italiane e internazionali. Purtroppo anche in questo ambito la popolazione italiana è sensibile ma non troppo; solo il 15% degli italiani opera una scelta testamentaria solidale, a fronte del 50% degli americani e dell’80% degli inglesi. Tuttavia la continua crescita del fenomeno è sintomo di un cambiamento culturale che è in atto spinto dalla volontà di contribuire anche dopo la propria morte al miglioramento delle qualità di vita di chi versa in difficoltà. IN MAGAZINE

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ALLE MOSTRE MILENA MASINI È PEDIATRA E FOTOGRAFA PER PASSIONE. NON LASCEREBBE MAI A SUA PROFESSIONE, MA INTANTO AL M.I.F.A. DI MOSCA È ESPOSTA UNA SUA FOTO E HA GIÀ PUBBLICATO UN LIBRO.

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di Manuel Spadazzi / ph Riccardo Gallini

“Dottoresa, può dare un’occhiata alla mia bambina? E visto che ci siamo, dopo può scattarle anche qualche bella foto?” Ma Milena Masini non ama mescolare le sue due grandi passioni. Quando indossa il camice e visita i suoi piccoli pazienti, è una stimata pediatra. Ma quando si leva il camice e scende in strada

con le sue macchine fotografiche, Milena diventa un’infaticabile cacciatrice di volti. “Mi piacciono i ritratti delle persone e tutti i luoghi dove c’è sempre un grande movimento. Amo fotografare le stazioni ferroviarie e ogni luogo di transito”, confessa la Masini, 54 anni, e da quattro una vera artista dell’obiettivo. Per lei mostre,

premi, e anche un libro, Il respiro degli occhi (edito da Mazzanti), da poco pubblicato, che raccoglie il meglio delle sue immagini. E una sua foto, del ponte di Tiberio, in questi giorni è esposta a Mosca al M.I.F.A. (il Moscow International Foto Award), dove ha vinto la menzione d’onore per la sezione architettura. “Per scattare quel-

MILENA MASINI RITRATTA NEL SUO STUDIO DI PEDIATRIA MENTRE MOSTRA IL SUO LIBRO DI SCATTI FOTOGRAFICI.

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“MI PIACCIONO I RITRATTI DELLE PERSONE E TUTTI I LUOGHI DOVE C’È SEMPRE UN GRANDE MOVIMENTO. AMO FOTOGRAFARE LE STAZIONI FERROVIARIE E OGNI LUOGO DI TRANSITO. MI PIACE RITRARRE LE PERSONE PER STRADA, I LORO CORPI AFFACCENDATI.”

le fotografie al ponte – sorride la Masini – mi sono presa una broncopolmonite. Ma ne è valsa la pena”. Ha mai pensato di lasciare il lavoro da pediatra per dedicarsi completamente alla fotografia? “No, per ora questa resta una passione. Non ho mai pensato di non fare più la pediatra, però in futuro mi piacerebbe avere più tempo per le mie foto.” Quando si è scoperta fotografa? “In realtà ho sempre fatto fotografie, specialmente durante le vacanze. Poi nel 2012 mio marito mi ha regalato un corso base di fotografia e ho capito che mi piaceva proprio. Stimolata anche dal fotografo che teneva le lezioni: 64

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mi ha detto che avevo un occhio particolare.” Un amore al primo scatto. Viaggia molto per fotografare? “Ho sempre viaggiato molto, con mio marito, scegliendo spesso mete insolite, non turistiche. Sono stata più volte in India ma anche nei paesi del Maghreb. E lì non è stato facile fare qualche scatto: in Egitto e in Marocco mi sono presa pure qualche sassata, oltre che gli insulti dalle donne.” Ha cominciato pubblicando le sue immagini sui social network. Grazie alla Rete sono arrivati i primi riconoscimenti e gli inviti alle mostre? “Pubblicavo per condividere le immagini e ogni tanto c’era qualcuno che le vedeva e mi diceva: perché non fai una mostra? Ho fatto la prima a Santarcangelo. Da lì è cominciato tutto.” A cosa non rinuncia mai nelle sue foto? “Alle persone. Mi piace ritrarre le persone per strada, i loro volti, i loro corpi affaccendati. E mi piacciono tutti i luoghi e le situazioni di movimento.” Cosa invece non troveremo mai nelle sue foto? “La sofferenza. Non troverete mai un mendicante nelle mie immagini.”

LO SCATTO DEL PONTE DI TIBERIO CHE HA VINTO LA MENZIONE D’ONORE AL MOSCOW INTERNATIONAL FOTO AWARD.


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REGGINI E NONA INSIEME PER LA NUOVA AUDI A3.

È stata una serata davvero speciale, quella di venerdì 22 luglio al Nona di Riccione. Una serata su invito offerta da Audi Reggini ai propri clienti per presentare in anteprima la nuova Audi A3, ultima nata della casa tedesca. Circa duecento persone sono state accolte nel noto locale riccionese per conoscere le tre versioni delle vetture esposte, la Sportback, la Cabriolet e la Sedan. Il tutto in un’atmosfera quasi magica, tra eleganza e sportività, complici le note del dj Thor e la straordinaria voce della cantante francese Kelly Joyce. Inoltre da aprile con il servizio NONA@acasatua, in collaborazione con Audi Reggini, si ha la possibilità di gustare le migliori prelibatezze portate a casa con una fiammante Audi A1 brandizzata NONA.

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PER SEMPRE IL CANILE È IL LUOGO PIÙ ADATTO DOVE TROVARE IL NOSTRO FEDELE ANIMALE DA AFFEZIONE. UNA VISITA AL CANILE DI RICCIONE PUÒ CAMBIARE IN MEGLIO LA NOSTRA VITA E QUELLA DEL NOSTRO NUOVO COMPAGNO.

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di Melania Rinaldini / ph Riccardo Gallini

Si avvicina l’estate e con essa l’allerta di volontari e istituzioni sul tema dell’abbandono di animali da affezione. Oltre alle numerose cucciolate di cani e gatti, con decine di cuccioli a cui trovare famiglia, esiste anche il problema dei tanti già ospiti che attendono anche da molti anni di uscire dalle gabbie. Accendiamo i riflettori sulle realtà locali che si prendono cura di questi animali e invitiamo a frequentarle per dare una speranza in più a queste creature di una vita serena. Il canile di Riccione è gestito dal 1998 dall’associazione E l’uomo incontrò il cane. Tra le attività della struttura, oltre al ricovero degli animali in stato di abbandono, c’è la reperibilità 24 ore su 24 per il recupero e la cura di animali feriti, come cani e gatti vaganti sul territorio, la tutela delle colonie feline (protette per legge) e l’anagrafe canina, oltre alle attività di prevenzione dei reati di maltrattamento e abbandono. Un lavoro importante, spinto da grande passione, che vede i volontari impegnati assieme agli operatori e ai medici veterinari in un onere quotidiano e costante, testimoniato anche dalla solerzia con la quale è aggiornata la pa-

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gina Facebook del canile intercomunale. Si parte con l’accoglienza degli sfortunati ospiti, le visite per delineare lo stato di salute e in caso le cure, poi l’attenzione per farli inserire nel contesto della struttura; nel frattempo, se va tutto bene, partono gli appelli per l’adozione. Foto e volantini aiutano, il passaparola, soprattutto online, è di molto supporto, ma la cosa più efficace ed immediata è la visita di persona in canile. Incontrare tanti sguardi e voci richiedenti attenzione è qualcosa che non lascia indifferenti le persone,

soprattutto quelle più sensibili. Allora, visto che è arrivato il caldo e che a causa di mancate sterilizzazioni e castrazioni le strutture si riempiranno di cani e gatti di tutte le età, perché non fare un giro? Ne vale la pena, davvero. Il canile di Riccione si trova in via Albana, 12. Le visite ai cani e gatti ospiti della struttura si effettuano dal lunedì al sabato dalle 11.00 alle 12.30, nei pomeriggi di martedì e sabato dalle 15.00 alle 16.00. FB Canile di Riccione, tel. 0541 645454, www.canilericcione.it.


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