Rimini IN Magazine 06 2016

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Tariffa R.O.C.: Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB - FILIALE DI FORLÌ - Contiene i. p. - Reg. al Tribunale di Forlì il 20/12/2000 n. 34- EURO 3,00.

R I M I N I N° 5 DICEMBRE 2016/GENNAIO 2017

LAZZARI

Charlotte

LA FAMIGLIA CHE DANZA

NEW YORK CHIAMA RIMINI / Buona cucina oltreoceano ALDO DRUDI / Il cielo disegnato ALESSIA GIACOBINI / L’arte della citazione


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Foto: Alessandro Giovanelli

BUON NATALE E FELICE ANNO NUOVO


EDITORIALE

A

Apriamo questo numero natalizio con un omaggio a Charlotte Lazzari, ballerina e compagna di Kledi Kadiu. Segue una carrellata sui riminesi che hanno lasciato l’Italia per esportare il nostro cibo italiano a New York: Massimiliano Chicco Nanni, Emanuele Manu Attala, Giulia Pelliccioni e Alessandro Arseni. Abbiamo inoltre incontrato i creatori di profumi Filippo Sorcinelli, Celeste Trovato e Silvia Francisconi, la calligrafa Chiara Bacchini, la blogger Margherita Succi, la stilista Alessia Giacobino, il sassofonista Mario Marzi, la cancer coach Mara Mussoni, il DJ Chicco Giuliani, il cercatore di cimeli Alessandro Catrani e il disegnatore di aerei Aldo Drudi. E poi ancora Biancamaria Toccagni, Francesco Cavalli e Simon Marussi. Non resta che augurare buone feste e buona lettura. Andrea Masotti

SOMMARIO

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ANNOTARE

Brevi IN

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ESSERE

La famiglia che danza

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INTRAPRENDERE

New York chiama Rimini

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PROFUMARE

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Nelle essenze il piacere

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CREARE

L’arte della citazione

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SUONARE

Sax romagnolo

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PERSONALIZZARE

Lasciare il segno

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EDIZIONI IN MAGAZINE S.R.L. Redazione e amministrazione: Via Napoleone Bonaparte, 50 - 47122 Forlì Tel. 0543.798463 / Fax 0543.774044

Anno XVI - N. 5 Chiuso per la stampa il 1/12/2016 Collaboratori: Cinzia Bauzone, Benedetta Cicognani, Matteo De Angelis, Arianna Denicolò, Veronica Frison, Giorgia Gianni, Marianna Giannoni, Alessandra Leardini, Lucia Lombardi, Melania Rinaldini, Lucia Rughi, Antonella Zaghini Fotografi: Andrea Casadei, Matteo Corazza, Riccardo Gallini, Daniele Malpassi, F. Parenzan, Studio Poderi/Balbi

Arrendersi? Mai

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More Better

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RICORDARE

Follie d’inizio secolo

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FESTEGGIARE

AIUTARE

Cinquanta dolci anni

Dalla parte dei bambini

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IDEARE

GIOCARE

Il cielo disegnato Seguici su FB: www.facebook.com/edizioni.inmagazine

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Tutti i diritti sono riservati. Foto e articoli possono essere riprodotti solo con l’autorizzazione dell’editore e in ogni caso citando la fonte

LOTTARE

ANIMARE

www.inmagazine.it info@inmagazine.it DIRETTORE RESPONSABILE: Andrea Masotti REDAZIONE CENTRALE: Gianluca Gatta ARTWORK: Lisa Tagliaferri IMPAGINAZIONE: Francesca Fantini, Claudia Mazzetti UFFICIO COMMERCIALE: Gianluca Braga, Irena Coso COORDINAMENTO REDAZIONE DI RIMINI: Irena Coso STAMPA: Seven Seas Srl - RSM

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IMBANDIRE

Differenza nei dettagli

Do everything con Edo

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INFORMARE

Informazione da leoni IN MAGAZINE

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ANNOTARE

Natale in GALLERIA Birra Amarcord si VESTE A FESTA RICCIONE A Inn Cantina a Riccione proseguono fino alla primavera 2017 gli appuntamenti della rassegna Il Panino è CHIC, ciclo di incontri a cadenza mensile che si tiene ogni ultimo venerdì del mese, in cui panini d’autore sono firmati e creati da alcuni dei migliori chef del territorio e non solo. La manifestazione è realizzata da Birra Amarcord in collaborazione con CHIC -Charming Italian Chef. Dopo Riccardo Agostini e Pier Giorgio Parini, il prossimo appuntamento è previsto con lo chef Pier Paolo Raschi, anticipato a venerdì 23 dicembre. Presso InnCantina nell’occasione si potranno anche trovare tante idee regalo per Natale, le birre Amarcord si vestono infatti a festa con esclusive confezioni regalo.

Speakeasy Winter Tour DI RIVIERA GIN RIMINI Le fredde temperature non fermano lo Speakeasy Tour

del Riviera Gin. Il Tour, che ha riscosso grande successo durante l’estate sia sul territorio che in diverse città italiane, indossa gli abiti di stagione e si trasforma in Winter Tour. Gli appuntamenti invernali vedranno, come tradizione vuole, la partecipazione in qualità di Guest Star di Charles Flamminio, bartender di fama e fin dal principio Brand Ambassador e accompagnatore ufficiale di Riviera Gin. Riviera Gin è l’unico gin italiano prodotto con distillato di vino, la cui ricetta risale ai periodi bui della Seconda Guerra Mondiale ed è stata casualmente ritrovata nei cassetti di un casolare di famiglia. Ma che cos’è e cosa era uno speakeasy? Era un esercizio commerciale che vendeva illegalmente bevande alcoliche durante il proibizionismo negli Stati Uniti. In questo periodo, la vendita, la produzione e il trasporto di bevande alcoliche erano illegali perciò molti bar si erano reinventati case con parole d’ordine per l’accesso.

RICCIONE Alla Galleria del Palacongressi di Riccione è già Natale! Sabato 19 novembre si è inaugurata infatti la speciale programmazione di eventi legati alle festività natalizie. Il sabato pomeriggio lo shopping in galleria si arricchisce di buona musica con band di eccezione dalle ore 17, ma non solo: si potrà visitare la mostra fotografica diffusa Un mare di foto curiosando fra le tante proposte dei negozi, fermarsi per un aperitivo o una cena veloce e terminare con un bel film. I mercatini vi aspettano dalle 10 del mattino, con tante curiosità tutte rigorosamente hand made. E il 6 gennaio arriva la Befana: una bella sorpresa per tutti i bambini!Concerti jazz, mostre diffuse, mercatini, cinema, aperitivi: il Natale in Galleria è davvero una grande festa, da non perdere. FB Galleria Palacongressi Riccione.

Carimshop L‘APP DEL RISPARMIO RIMINI Il primo progetto in Italia di smart destination è CarimShop,

ideato e realizzato da Banca Carim. Si tratta di una straordinaria e innovativa opportunità per la rete commerciale e dei servizi di tutto il territorio, ma anche l’opportunità di creare un vero ecosistema turistico digitale, in grado di offrire servizi evoluti che lo rendano più competitivo. Tutto ruota intorno alla CarimShop App che garantisce sconti sugli acquisti presso gli esercizi commerciali convenzionati dotati di un POS. L’importo di sconto ottenuto diventa una cifra cumulabile e immediatamente spendibile presso qualunque esercizio del network. Per accumulare gli sconti (cash-back) ai correntisti Banca Carim occorre semplicemente pagare gli acquisti effettuati negli esercizi convenzionati utilizzando la carta di credito o il Pagobancomat, richiedendo che la transazione venga effettuata sul POS di Banca Carim. www.carimshop.it

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IN MAGAZINE



ANNOTARE

Nuovo premio per OLTREMATERIA S. GIOVANNI IN MARIGNANO

Miglior panettone 2016 PER POSILLIPO GABICCE MONTE Il re dei lievitati non è più solo appannaggio dei pasticceri meneghini, grazie al prestigioso riconoscimento Miglior panettone artigianale d’Italia 2016, a Mario e Marco Arduini di Posillipo Dolce Officina, ottenuto nel corso della nona edizione de Il Re Panettone 2016, annuale manifestazione milanese dedicata all’originale dolce artigianale senza aromi e conservanti. Per realizzare il lievitato che ha vinto il concorso meneghino, Mario e Marco Arduini, titolari dell’Hotel Ristorante Posillipo di Gabicce Monte, si sono affidati alla professionalità e maestria del maître pâtissier Michele Falcioni. Se volete portare sulle vostre tavole il nuovo premiato, lo potete acquistare presso l’Enoteca “Posillipo dolce officina” a Riccione, in Viale Ceccarini 136.

Benessere PER CHI AMI RIMINI Ogni anno sempre la stessa domanda – Che cosa regalare a

Natale? Ad Aquadirose, la Spa delle Rose Suite Hotel, suggeriscono benessere per te stesso e per chi ami. Quante volte hai pensato “Ho bisogno di relax, vorrei staccare un po’...” e poi hai rimandato ad un altro giorno? La tua serenità e quella dei tuoi cari non possono aspettare: è tempo di dare forma alle necessità, al bisogno di una pausa piacevole. Le persone che conoscono e frequentano Aquadirose sono felici. Le persone a cui hanno regalato un percorso wellness o un massaggio, quelle che non hanno mai frequentato spa e che entrano per la prima volta nella struttura, sono le più belle da vedere per leggere lo stupore sui loro visi. Arrivano un po’ impacciate perché non sanno cosa aspettarsi. Ma all’uscita i loro volti sono beati e rilassati. Di sicuro torneranno. Per dare sempre e solo il meglio ai suoi clienti, quest’anno Aquadirose ha pensato ad una novità: la Rose card, una carta prepagata - l’importo è a scelta - che da la possibilità di accedere a ciò che si desidera tra la vasta gamma di massaggi, percorsi e rituali, per se stessi o per fare un gradito regalo. Il benessere ad Aquadirose non ha mai fine. (M.G.)

Progettare in sintonia con la natura è per Oltremateria un diktat, una filosofia che governa la loro progettualità quotidiana, questo cuore pulsante green li ha portati ad aggiudicarsi molti premi, non ultimo a Milano il Grand Design Etico International Award 2016, ritirato dalla new entry del gruppo Casalboni, Jessica, la figlia di Loris, uno dei titolari. Una nuova leva piena di entusiasmo che sta portando avanti con grande orgoglio il testimone di famiglia. A rivoluzionare il mondo delle superfici continue c’è l’Oleomalta®, ottenuta con semi di girasole, completamente naturale e certificata, pensata per migliorare la resa e portare benessere in ambienti residenziali e commerciali. Adatta ad ogni tipo di supporto, è eco-compatibile, esente da gesso, cemento e resine epossidiche, traspirante, non ingiallente, di ottima flessibilità, applicabile anche all’esterno. Tutti plus che fanno la differenza! (L.L)

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ANNOTARE

Eletto il Presidente CLUB NAUTICO

Allenamenti e DIETA VEGANA

RIMINI Il Club nautico di

RIMINI Tra ostacoli, fango e

Rimini veleggia verso un nuovo corso, grazie agli incarichi predisposti durante la prima riunione del consiglio direttivo, nella quale è stato eletto Gianfranco Santolini alla carica di Presidente e a quella di Vice Presidente Andrea Musone. Durante la riunione sono stati distribuiti inoltre gli incarichi tecnici previsti dallo Statuto Sociale. Il nuovo Direttivo risulta così dunque composto: Marco Valcamonici, Direttore Amministrativo; Sanzio Sammarini, Economo Terra; Fabio Po, Segretario; Pietro Baronio, Direttore altre attività sportive; Luigi Lazzari Agli, Direttore attività sociali e culturali. Roberto Maria Brioli supporterà l’Economo Terra e Pier Paolo Franchini supporterà il Direttore Sportivo Vela. Buon vento al nuovo team! (L.L)

Novità e tradizione in casa STACCOLI CATTOLICA Staccoli è sinonimo di alta pasticceria, quella che dal

1952 dona dolcezza e qualità alla città. La storica sede, in via XX Settembre, oggi ritrova nuovo splendore, con un restyling moderno ed elegante, che strizza l’occhio alle nuove tendenze sweety food e a saporite declinazioni salate. Un locale appena ribattezzato, in cui trovare a tutte le ore dolci realizzati artigianalmente secondo le antiche ricette di famiglia. A corroborare l’offerta sarà una proposta di pane a lievitazione naturale e la famosa pizza al taglio con farina macinata a pietra. Staccoli è innovazione, come dimostra con l’apertura nel 2002 dello Staccoli caffè, in viale Ferri. Questo laboratorio artigianale produce famosi panettoni e dolci tipici della tradizione locale, tra cui il noto Miacetto. Come lasciarseli sfuggire!

varie difficoltà si sono svolti i tredici chilometri della Spartan Race, una serie di gare ad ostacoli di varia lunghezza e difficoltà che vanno da 5 a 25 km, tutti corsi dalla nota nutritional cooking consulting e naturopata Paola Di Giambattista. Paola è grinta e muscoli: alta 1,69 per 53 chilogrammi di peso. Per ottenere questa atletica forma fisica si è preparata con sedute quotidiane di allenamento, ponendo il suo focus su una corretta scelta alimentare. Ha infatti adottato una dieta prettamente vegana, integrale, con tanti superfood, un piatto unico consumato a pranzo; tra le proteine ha selezionato quelle provenienti dai semi di varia natura e tra i legumi il lupino integrato con fitopreparati contenenti rhodiola rosea e vitamina C, clorofilla ed estratti a base di rapa rossa. E lo scatto è assicurato!



ANNOTARE

La Saraghina corre A NEW YORK RIMINI Dal ristorante Dalla

Lancio Audi Q2 E A5 COUPE PESARO La Concessionaria

Augusto Gabellini di Pesaro è sbarcata in città lo scorso 11 novembre al Centro Arti Visive Pescheria per la serata più #untaggable di Pesaro. Una location unica e uno show originale, due vetture all’avanguardia della tecnica e tre led dancer per svelare la nuova Audi Q2 e la nuova Audi A5 Coupé. Audi Q2 è il SUV compatto, giovane e accattivante che coniuga design sportivo e funzionalità. La nuova A5 Coupé si rinnova in maniera sostanziale, esaltando le caratteristiche che dalla sua introduzione l’hanno resa un’icona di design e sportività. Nuova Audi Q2 e Nuova Audi A5 Coupé vi aspettano nello showroom di Pesaro.

Miglior carta dei vini A QUARTOPIANO RIMINI – Quartopiano Suite Restaurant è tra i ristoranti consigliati

in Emilia-Romagna a tutti gli amanti di vino ed enologia. Il locale riminese di Via Chiabrera ha conseguito, lo scorso novembre, il prestigioso titolo di Ambasciatore dei vini dell’Emilia-Romagna alla prima edizione del concorso Premio Carta Canta. Tenutosi durante Enologica, salone del vino e del prodotto tipico dell’EmiliaRomagna. Il concorso, patrocinato da Enoteca Regionale dell’Emilia-Romagna, Enologica e Fipe, premia le Carte dei Vini che propongono un assortimento qualificato delle eccellenze regionali. Fabrizio Timpanaro, direttore di sala e sommelier del Quartopiano, ha ricevuto il premio e gli elogi di Adua Villa, sommelier e noto volto televisivo; Simona Caselli, Assessore regionale all’agricoltura; Pierluigi Sciolette e Ambrogio Manzi, Presidente e Direttore di Enoteca regionale dell’Emilia-Romagna; Matteo Musacci, Presidente regionale di FIPE; e, infine, Giorgio Melandri, curatore di Enologica. Il premio Carta Canta, che ha coinvolto oltre 1.600 locali in Emilia-Romagna, in Italia e all’estero, mira ad avvalorare e riconoscere l’impegno di chi crede nella tipicità del territorio e arricchisce la propria carta dei vini con specialità regionali.

Saraghina alla maratona di New York la distanza è di 6.772 km. Molti se si pensa a un viaggio reale, pochi quando ci si prefissa un obiettivo e si raggiunge. Michele Paesani e Danilo Bascucci, imprenditori del noto ristorante, hanno tagliato il traguardo meno di un mese fa a Manhattan in occasione della maratona più prestigiosa del mondo. I due si allenavano da un anno ormai, una scelta che viene da un percorso di crescita personale e professionale per diventare coach nel mondo del business. Nella vita di tutti i partecipanti al MICAP, il Master Internazionale per Coach ad Alte Prestazioni, è il requisito fondamentale al termine di un programma di due anni. L’ultimo tassello vedrà Danilo e Michele nuovamente protagonisti con la scrittura di un libro, per entrambi in uscita a primavera.

Galvanina in aiuto dei TERREMOTATI RIMINI Sotto una nevicata eccezionale, Rino Mini, presidente di

Galvanina Group, vide cedere il tetto del nuovo stabilimento Val di Meti, nelle Marche. “Ho conosciuto la condizione di chi vede crollare tutto e lo sconforto di chi pensa sia tutto perduto. Ho provato anche la sensazione di chi non si sente aiutato, ma destinatario solo di tante parole di solidarietà”. In una notte si dissolsero investimenti, sogni e lavoro di tante famiglie. La forza di reagire e l’aiuto fondamentale dei lavoratori, permisero allo stabilimento di ripartire. Da qui il desiderio di andare in aiuto, inviando 50.000 bottiglie di acqua minerale e contributi economici a favore dell’Università di Camerino, andata in parte distrutta. Per contribuire l’Iban è IT09 Y060 5568 8300 0000 0014 851- BIC BAMAIT3AXXX - Nuova Banca delle Marche Intestato a #ilfuturononcrolla – Università degli Studi di Camerino.

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IN MAGAZINE



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ESSERE

La famiglia

CHE DANZA CHARLOTTE LAZZARI E KLEDI KADIU TRACCIANO UN BILANCIO PROFESSIONALE E DI COPPIA TRA TV, SPETTACOLI E INSEGNAMENTO A UN ANNO DALLA NASCITA DELLA LORO PICCOLA LÈA. di Lucia Lombardi / ph Matteo Corazza

G

Galeotta fu la cena. È proprio vero, a volte gli amici vedono più lungo di noi, a chi non è capitato di fungere da cupido, di volere accasare cari amici spaiati, è quasi un intrinseco desiderio, una debolezza romantica, che talvolta va a buon fine, come nel caso del ballerino, volto televisivo, Kledi Kadiu e della ballerina riminese, Charlotte Lazzari. Charlotte entusiasta svela che si sono “intesi da subito. L’età non conta – dice – è soprattutto il vissuto che vale. Personalmente per le scelte intraprese mi reputo una persona matura e i 18 anni che ci distanziano non li avvertiamo.” Kledi, cosa ti ha attratto di questa bella ballerina riminese? “La sua solarità, lei è la mia isola tranquilla. Mi appoggia. Mi rassicura rispetto alla frenesia quotidiana.” Charlotte, come ti ha conquistata? Dal piccolo schermo, appare un uomo molto calmo e posato, dolce, dalle grandi energie e dalla voglia di fare, quali doti ti hanno affascinata?

“È proprio così come dici tu, sono proprio quelle le caratteristiche che mi hanno affascinata di lui. Ci compensiamo, lui è rigoroso, metodico, fa tutto bene e subito.” Prima di conoscerlo personalmente ti piaceva? “Ne conoscevo già il lavoro teatrale extratelevisivo, il mondo della danza non è poi così grande, più o meno ci conosciamo tutti, anche se per vie traverse. Inoltre aveva lavorato con miei cari amici.” Avevi delle preclusioni rispetto ad un personaggio televisivo? “Un po’ mi faceva paura la sua fama, ma nel nostro mondo basta superare lo step iniziale.” Cosa vi ha insegnato la danza? “Rigore, disciplina, educazione, rispetto, sono i principi che ci hanno uniti. Sono i valori fondamentali di una danza d’altri tempi, quelli da lui appresi all’Accademia di Tirana e da me a quella del Teatro alla Scala. L’80% delle scuole di oggi pensa al business, non a formare le persone e a forgiare i caratteri.” Avete progetti artistici in comune? IN MAGAZINE

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IN APERTURA CHARLOTTE LAZZARI IN UNO SCATTO DI MATTEO CORAZZA (WWW.MATTEOCORAZZA.COM) IN ALTO, CHARLOTTE CON KLEDI KADIU.

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IN MAGAZINE

“Ora faccio la mamma. Inoltre è un lavoro anche avere una relazione! Abbiamo in cantiere dei progetti artistici comuni, ma ora ho altre priorità.” Kledi ha dichiarato che per voi è un momento bellissimo e che ora può dedicarsi anima e corpo al lavoro più bello, quello di padre. “È innamorato perso di Lèa, si prende pause solo per lei, a volte fa anche centinaia di chilometri solo per passare una serata con noi. Ama molto i bambini e l’idea di averne una nostra lo ha fatto impazzire di gioia.” Charlotte nel 2004 ha iniziato gli studi presso la ESDC Rosella Hightower sotto la direzione di Monique Loudières. Nel 2006 diventa allieva dell’Accademia del Teatro alla Scala dove si diploma nel 2009 come ballerina di danza classica e contemporanea. Nel 2010 entra a far parte dell’ensemble dello Junior Balletto di Toscana diretto da Cristina Bozzolini interpretando tutti i ruoli del repertorio come solista (Bigonzetti, Scigliano, Benedetti, Monteverde, Nappa). Dal 2012 al 2015 lavora presso l’Opera di stato di Hannover anche in qualità di solista interpretando tutto il repertorio della compagnia (Mannes, Pite, Eckman, Ek, Christe, Schröder) e come docente del progetto Tanztheater-mit-kinder.

Nel maggio 2015 partecipa in qualità di ballerina all’ultima creazione, FEM, di Paolo Mangiola con il Balletto di Roma. Un bel curriculum internazionale. Ma per una ballerina professionista, un figlio può costituire un limite alla carriera? “Il trauma più grande è stato lavorare in Italia dopo anni all’e-

“KLEDI È INNAMORATO PERSO DI LÈA, SI PRENDE PAUSE SOLO PER LEI, A VOLTE FA ANCHE CENTINAIA DI CHILOMETRI SOLO PER PASSARE UNA SERATA CON NOI. AMA MOLTO I BAMBINI E L’IDEA DI AVERNE UNA NOSTRA LO HA FATTO IMPAZZIRE DI GIOIA.”

stero, dove la maternità non è un ostacolo alla carriera, si viene stipendiate comunque e, quando il fisico lo consente, si può tornare a lavorare. In Italia, dopo aver partorito, non si hanno garanzie e se si punta a ritornare sul palco, è una incognita.” Quante ore al giorno si allena a quasi un anno dalla nascita di Lèa?


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UN CONSIGLIO DI KLEDI AGLI ASPIRANTI BALLERINI? “AFFIDARSI AI MAESTRI, CERCARE DI ANDARE ALL’ESTERO. QUESTA È UN’ARTE BEN VISIBILE E SE SI STUDIA BENE IL TEMPO NON CONTA. BISOGNA SCEGLIERE LE SCUOLE IN BASE AL CURRICULUM DEGLI INSEGNANTI.”

“Non avendo spettacoli in programma, mi alleno tre volte alla settimana, suddividendo l’impegno tra palestra e danza.” È circa un anno che siete diventati genitori, com’è la vostra giornata tipo? “Abbiamo attività separate, quindi ci ritroviamo la sera, dedicandocela e cercando di raggiungerci appena possibile. Tra noi c’è stato da subito un dialogo naturale, fluido, quindi parliamo molto, e non solo di danza!” Dopo gli stage di danza tenuti a Rimini avete altri progetti che riguardano il nostro territorio? “A grande richiesta, ripetiamo

una due giorni di stage con Kledi e altri ballerini, il 20 e 21 dicembre presso il Garden Sporting Center. In sala ci sarò anch’io ad allenarmi. I livelli sono intermedio e avanzato e sono aperti a chiunque studi danza.” Ora vivete tra Rimini e Roma, dove Kledi ha avviato le palestre Kledi Dance, puntate anche su Rimini? “Per il momento, per via delle due scuole di danza Kledi dance con affiliate in giro per l’Italia, saremo impegnati intensamente a Roma ancora per alcuni anni. Inoltre io lavoro in un’altra scuola, è un lavoro meraviglioso ma si fa molta fatica, ormai chi non ha una scuola di danza? I genitori si dovrebbero affidare ciecamente agli insegnanti e non frapporsi.” Kledi, cosa le piace di Rimini? “La qualità della vita rispetto a Roma, la cucina, la tranquillità, lo stile di vita. A Rimini c’ero già stato, ma con Charlotte ne ho scoperto altri volti.” Kledi è una figura molto positiva. Ha portato la grande danza in TV (con Step, Passi di danza), è ambasciatore Unicef, fa il prof. in trasmissioni televisive e fuori, è considerato un vero ambasciatore dell’arte coreutica, ha ottenuto

per questo molti riconoscimenti, come il Premio Personalità Europea 2014, ritirato in Campidoglio a Roma. Quale consiglio possiamo dare agli aspiranti ballerini? “Consiglio di affidarsi ai maestri, cercare di andare all’estero. Questa è un’arte ben visibile e se si studia bene il tempo non conta. Bisogna scegliere le scuole in base al curriculum degli insegnanti, informarsi sugli anni di palcoscenico maturati, poiché fare l’educatore implica molte competenze e qualità.” Il poeta Paul Valéry sosteneva che la danza “concede questa sensazione estrema del possibile”. Che cosa ne pensa? “È per pochi fortunati eletti. La televisione mi ha aiutato molto. Non voglio essere troppo pessimista, ma io sono uno su cento bravi ballerini.” Vorreste che Lèa seguisse i vostri passi? “Se per la danza le condizioni saranno ancora quelle attuali, le dirò che per assicurarsi una vita normale dovrà fare anche tre lavori allo stesso tempo, che per crescere in questo mondo ci vorranno educazione e disciplina.”

QUI ACCANTO KLEDI KADIU E, IN SECONDO PIANO, CHARLOTTE LAZZARI DURANTE LO STUDIO DI UNA COREOGRAFIA.

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IN MAGAZINE


CHIUSURA INVERNALE

A Rimini dal 1986 la vera piada romagnola

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INTRAPRENDERE

New York

CHIAMA RIMINI CHICCO E PAOLA, EMANUELE, GIULIA, ALESSANDRO: SONO I NOMI DEI RIMINESI CHE NELLA GRANDE MELA HANNO ESPORTATO LA BUONA CUCINA ROMAGNOLA, TRADIZIONALE O RIVISITATA.

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di Veronica Frison / ph Andrea Casadei

Hai più pensato a quel progetto di esportare la piadina romagnola? cantava Samuele Bersani in Freak. E questo a mio avviso è un po’ il sogno freak di tutti noi, visto come ultima ancora di salvezza qualora un giorno tutto andasse male. “Mollo tutto e apro un chiosco di piadine a Bali, a San Diego.” Molti riminesi però da questa idea ne hanno tratto una vera e propria idea imprenditoriale, di partenza e non di arrivo, nella città che è più di tutte le altre città: New York. La grande mela, the city that never sleeps, che da sempre attrae sognatori, rivoluzionari e chi crede che a New York tutto è possibile. Diverse ondate di riminesi a partire dagli anni Novanta si sono dirette negli States, e durante questo ultimo viaggio siamo stati a trovarli quasi tutti. Si respira un clima bello a New York, di vera e propria comunanza di origini e, in virtù di questa, di fratellanza vera. Tutti sono passati da Chicco (Massimiliano Nanni, imprenditore riminese figlio della Lella) e da Emanuele Attala prima di aprire la loro attività, per una benedizione, un consiglio, o magari hanno cominciato proprio da lì, con un lavoretto presso quella ce-

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lebre Piadina Vino e Cucina, di proprietà di Chicco e Manu. Ma cosa fanno ora loro, e chi sono i loro figli adottivi, che cosa sta succedendo nel mondo foodie? Al numero 325 di Manhattan Avenue a Brooklyn si trova Lella Alimentari. Il nome non inganna, è proprio Chicco a gestirlo insieme alla moglie Paola, e la Lella in questione è proprio lei: la regina delle piadinerie riminesi. Per tutti Chicco è Chicco Piadina: un nome una garanzia per quel prodotto che, prima del loro arrivo, era sconosciuto. La Lella Alimentari è una piadineria ma prima di tutto una caffetteria cha apre alle sei del mattino e chiude alle sei di pomeriggio. Un ambiente accogliente e cosy in cui sedersi con il proprio PC, bere qualcosa di caldo e soffermarsi sui numerosi giochi, giornalini, macchinine, giocattoli e tazze smaltate vintage, che sono propri e costituiscono l’immaginario nannesco anche a Rimini. Lella Alimentari è anche una bottega vecchio stile in cui acquistare il meglio dei prodotti tipici italiani, dalla pasta alla passata di pomodoro ai biscotti di casa nostra, che stanno diventando di casa anche a Williamsburg. Da lodare la lungimiranza di Chicco, che è arrivato e ha messo le sue radici qui oltre vent’anni fa “quando ancora vivere a Brooklyn era per chi non si poteva permettere Manhattan”. Oggi

invece Williamsburg è il quartiere più artistico, indie e hipster a Brooklyn, uno dei più stimolanti ed entusiasmanti per i giovani. Amico storico di Chicco, con cui a metà anni Novanta ha aperto Malatesta, è Emanuele Attala, oggi titolare di due ristoranti di successo e di una catena del tutto italiana che sta conquistando la grande mela. I due ristoranti sono Malatesta e Malaparte, il primo situato nel cuore del Village ha il cuore di una

QUATTRO LOCALI PER QUATTRO ETÀ DIVERSE, QUATTRO GENERAZIONI DI RIMINESI TRAPIANTATI A NEW YORK DAGLI ANNI NOVANTA AD OGGI, ACCOMUNATE DA UN UNICO GRANDE DENOMINATORE COMUNE CHE È IL CARISMA E L’IMPRENDITORIALITÀ.

vera trattoria italiana e ha riscosso negli anni un grandissimo successo, tanto da essere frequentato da gran parte della scena vip americana. Ambiente molto caldo e accogliente, informale e con un menù che racchiude tutto il comfort food che un italiano vorrebbe trovare all’estero quando sente la nostalgia di casa: la

NELLA PAGINA A FIANCO CHICCO E LA MOGLIE PAOLA DEL LELLA ALIMENTARI. SOPRA EMANUELE ATTALA E L’INTERNO DEL MALATESTA.

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SOPRA GLI INTERNI DE LA RINA E LE PROPRIETARIE GIULIA E JORIVA. NELLA PAGINA A DESTRA, ALESSANDRO E SIRIA DEL MISSIRIZZI.

cotoletta, le polpette, le lasagne. Il secondo, anch’esso nel Village molto più intimo e raccolto, con un grande bancone in legno in cui potersi fermare solo per degustare un cocktail. Il personale è quasi tutto italiano, e la pizza presente in menù non ha nulla da invidiare a quelle della Penisola. Ma la vera novità dell’istrionico Emanuele è stata l’apertura, nel 2015, di Spaghetti Incident, un piccolo ristorantino nel Lower East Side. Il concept è tanto semplice quanto geniale: se non sapete rinunciare al piace-

DIVERSE ONDATE DI RIMINESI A PARTIRE DAGLI ANNI NOVANTA SI SONO DIRETTI NEGLI STATES. SI RESPIRA UN CLIMA BELLO A NEW YORK, DI VERA E PROPRIA COMUNANZA DI ORIGINI E, IN VIRTÙ DI QUESTA, DI FRATELLANZA VERA.

re di un piatto di pasta e sapete quanto sia potente il potere del carboidrato per l’umore, no panic… ci sono gli spaghetti-to-go, quelli serviti in coni di carta, da mangiare con la forchetta mentre ci si barcamena fra la frenesia della metropoli. L’idea venne 30

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un giorno in cui Emanuele stava ripensando ai diversi modi di servire il cibo: nel dopoguerra si era soliti impacchettarlo e servirlo nella carta oleata, specialmente nelle fiere di paese: il passo da lì alla creazione del concept per una mente così vulcanica era davvero dietro l’angolo. Sono rimasta invece colpita e provo sincera ammirazione, e un po’ di sana invidia, per Giulia Pelliccioni, classe 1987, riccionese doc. Arrivata subito dopo il diploma a New York nel 2009, ad oggi possiede ben due ristoranti: Aita aperto nel 2012 e La Rina Pastificio e Vino aperto nel 2016 insieme all’amica Joriva Dana. Quando si entra a La Rina si è subito pervasi da un sentimento europeo: il locale è una bellissima commistione fra un caffè viennese e un locale scandinavo, sulle cui mensole però spiccano etichette di vino italiane. Il menù è vario e predominano le paste fatte in casa, che potrete ammirare anche nella parte Bottega del locale. Maccheroni aromatizzati al limone, maccheroncini, ravioli, cappelletti. Tutto vuole ispirarsi alla tradizione italiana ma con influenze provenienti da diversi paesi: eccezionali le tagliatelle in brodo con le uova poché e le verdure che fanno un po’ l’eco ai noodles asiatici ma in una versione squisitamente romagnola. La Rina è quel genere di locale in cui ci si potrebbero passare le ore ad osservare la vita che scorre al di là delle vetrate: dentro


ci si sente a casa, fuori si osserva il mondo e si vede New York. L’ultimo arrivato invece, ma solo per quello che riguarda il tempo è Alessandro Arseni, già proprietario dell’Hotel Augustea a Rimini, che ha aperto da poco più di un mese, a Noho, il celebre Missirizzi. Il nome è tutto un programma, allude a qualcosa ma è altro, nello specifico il celebre bambolotto di plastica con gli occhi sbarrati ma in grado di oscillare e rimanere sempre in piedi, saldo seppure sempre sull’orlo della caduta. Questo è lo spirito di Missirizzi, una filosofia che si ritrova anche non appena si entra e si osserva l’enorme bancone in pietra verde con venature dorate. Si tratta infatti

di una tecnica giapponese, chiamata Kintsugi, che consiste nel trattate la rottura e la successiva riparazione di un oggetto come parte della sua storia, piuttosto che come qualcosa che renda le cose da buttare. Anche da Missirizzi il menù è italiano, e lo slogan del brunch del sabato la dice lunga sulla visione dei ragazzi: “Eat like an Italian, Brunch like a New Yorker”. Quattro locali per quattro età diverse, quattro generazioni di riminesi trapiantati a New York dagli anni Novanta ad oggi, accomunate da un unico grande denominatore comune che è il carisma e l’imprenditorialità romagnola, che anche oltreoceano permette di fare cose grandi.

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PROFUMARE

Nelle essenze

IL PIACERE

IL PROFUMO CI ACCOMPAGNA E CI DISTINGUE IN TUTTE LE NOSTRE ATTIVITÀ. FILIPPO SORCINELLI, CELESTE TROVATO E SILVIA FRANCISCONI CI GUIDANO TRA I SEGRETI DEI LORO LABORATORI OLFATTIVI. di Lucia Lombardi / ph Riccardo Gallini

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M

Mai più senza! Il profumo ci rappresenta, è il nostro biglietto da visita. Per scegliere il più adatto o definire l’essenza per adornare gli ambienti che frequentiamo, incontriamo alcuni esperti in materia che creano e cercano le essenze più esclusive presso artigiani in Italia e nel mondo, per un ricco viaggio fatto di contaminazioni odorose e storie di vita. Come quella di Filippo Sorcinelli, artista a tutto tondo, per il quale scegliere un profumo significa “circondarsi di verità, il modo migliore di accostarsi alle emozioni. E allora, quale altra sensazione migliore di un profumo può essere riconducibile allo Spirito? Il sacro non è figurativo o corporeo. Attraverso le essenze, l’esperienza spirituale raggiunge la sua massima evoluzione.” Filippo ha iniziato con la profumeria quando, nell’atelier santarcangiolese di paramenti sacri che dirige, è stato deciso di profumare le scatole di questi manufatti d’eccellenza. Nacque così la prima fragranza che in molti definiscono già “l’incenso degli incensi”. “Le composizioni, nel mio caso, vengono affidate ad un naso che, di concerto con le mie visioni creative, tramite le innumerevoli materie prime, descrive le mie visioni attraverso la fragranza” – afferma lo stilista –. Il mio olfatto è piuttosto affinato, ma preferisco interagire col naso, facendo tesoro della sua esperienza e dell’empatia che ci contraddistingue da altri brand: è una cosa nuova, lo riconosco, ma che possa fungere da stimolo per essere sinceri e trasparenti. Non è necessario essere certificati come nasi per raccontare una storia vera, ma se un creativo vuol dipingere un quadro attraverso l’olfatto, si può avvalere dei mezzi necessari per riuscire in questo compito. Questo straordinario mondo ha bisogno di diventare più snello, abbandonando tecnicismi inutili e ampollosità”. Non è indispensabile cambiare fragranza a seconda del clima, anzi: “non esistono stagioni nella

IL PROFUMO RIVELA MOLTO DI NOI, DEL NOSTRO MODO DI ESSERE, DI ESPRIMERE LA NOSTRA ANIMA. ESSO HA UN ENORME POTERE, PUÒ CATAPULTARCI IN UN ATTIMO ATTRAVERSO LE ONDE DEL TEMPO, ANNULLANDO LE DISTANZE SPAZIO-TEMPORALI.

profumeria artistica – sottolinea Filippo –, tutto dipende dal gusto personale, poi il resto dipende dalla chimica e dalla nostra pelle. Adoro piuttosto la gestualità di chi si dimentica ciò che indossa per poter di nuovo sentire il bisogno di inebriarsi, in ogni momento della giornata, nelle zone più disparate: in autobus, al bar, prima di scendere dal treno, dopo una telefonata. L’arte non sente regole. E vorrei che anche

IN APERTURA FILIPPO SORCINELLI (FOTO DI YURI KOLESNIKOW). IN ALTO CELESTE TROVATO DELLA BOTTEGA DI CELESTE. NELLA PAGINA SEGUENTE SILVIA FRANCISCONI DELL’ ATELIER NANÀ.

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“L’ARMA DI UN ESSERE È IL SUO ODORE” SCRIVEVA PATRICK SÜSKIND. QUESTO POTERE APPARTIENE A TUTTI, BASTA SAPERLO PADRONEGGIARE. A PRESCINDERE DAL SESSO E DALL’ETÀ, SAREBBE COSA BUONA E GIUSTA INDOSSARNE SEMPRE QUALCHE GOCCIA.

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la profumeria artistica potesse esprimersi in questo modo, magari mescolando due fragranze, quasi come una sfida. Lo trovo assai interessante”. Ogni composizione ha un suo progetto, un suo carattere e una propria visione evocativa: il profumo deve far scaturire sentimenti, prima di tutto a chi lo genera per poi trasmetterlo a coloro che ne fruiscono. “La profumeria artigianale nasce da un racconto, celebra la vita, si ispira al mondo dell’arte, della musica, a personaggi unici. Avevo bisogno di questo, di storie vere da raccontare liberamente” – afferma entusiasta Celeste Trovato, perfetta padrona di casa della Bottega di Celeste a Cattolica, un luogo in cui ha riversato tutta la sua passione per la profumeria artistica, forte della sua formazione nell’ambito del beauty internazionale – “la profumeria artigianale trasforma i desideri in consistenza liquida, è un insieme tra natura e sintesi, la prima dà una firma olfattiva moderna, la seconda la esalta”. Celeste sceglie maison libere da schemi commerciali, che creino accordi unici, particolari, ottenuti da materie prime preziose. Così come tra magia e alchimia si colloca la sua personale linea di profumi, ottenuta da sette fragranze, creata per lei da un naso, cui ha raccontato il suo vissuto trascorso in movimento e un libro preferito, Follia di McGrath. Per orientare al meglio la clientela secondo il proprio sentire, ha suddiviso le proposte per famiglie olfattive. Qui i profumi diventano un po’ come le petites madeleines di proustiana memoria. I legami olfattivi si disvelano, raccontano percorsi interiori che si trasformano in azione. Un mondo raro, prezioso, “fuori da ogni categoria, perché solo chi ha acquisito una forte consapevolezza di sé può apprezzare, si può emozionare con questi bouquet che restituiscono tradizione, saperi secolari e modernità,” divenendo, una volta sul-

la nostra pelle, storie condivise. Oli, essenze, resine odorose e incensi hanno cambiato olfattivamente la vita a Silvia Francisconi, Nanà per gli amici, da un anno fondatrice dell’atelier Nanà Scents Gallery a Riccione in Galleria Viscardi. “Questa è una piazza internazionale” – dice Silvia, cesenate di nascita – “Qui ho clienti arabi, russi, americani, europei, che apprezzano la mia proposta di nicchia. Dopo anni trascorsi in viaggio in paesi arabi, come in Oman, ho voluto far conoscere qui una porzione di quel mondo, trasporlo in maniera più affine al gusto occidentale”. Ha voluto portare con sé quel rito di profumare abiti, tessuti, interior e non solo il corpo. Restituendo quasi il senso mistico di gesti arcaici e di essenze che surfano sui sensi. Silvia ha seguito i corsi di formazione di una docente francese famosa nell’ambiente, per acquisire competenze tecniche e linguistiche. E ora seleziona personalmente marchi artigianali prestigiosi. Fragranze di cui si deve “innamorare in prima persona” – chiosa – “Estetica e profumo devono andare di pari passo, non seleziono solo essenze che mi trasportano in un’altra dimensione e mi fanno sognare, ma anche quelle che non rapiscono i miei sensi, perché proprio quelle potrebbero attrarre persone diversissime da me”. Silvia crea un rapporto diretto coi suoi clienti: “Se mi trovo davanti una persona timida posso consigliare un prodotto più pepato. In altri casi se cercano profumi dai forti accenti femminili, allora propongo basi alla tuberosa, rosa o vaniglia. La ricerca della propria essenza necessita tempo, con alcuni clienti facciamo ripetuti incontri. I profumi cambiano con noi, in base al ph della pelle e al livello ormonale. Il profumo che scegliamo ci deve corrispondere. Rarità ed esclusività sono caratteristiche alla base del mio lavoro di selezione quotidiana, poiché il profumo che indossiamo deve essere solo nostro e di pochissimi altri!”.


31 DICEMBRE 2016

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Lasciare

IL SEGNO DALLA CALLIGRAFIA ALLA REALIZZAZIONE DI SIGILLI PERSONALIZZATI, IL PASSO È BREVE. CHIARA BACCHINI HA TRASFORMATO IN PROFESSIONE UNA PASSIONE CHE COLTIVA DA SEMPRE.

L A LATO CHIARA BACCHINI E ALCUNE SUE CREAZIONI

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di Alessandra Leardini

Le feste si avvicinano e per gli amanti della creatività non c’è occasione migliore per sperimentare nuove ricette e nuove idee per abbellire l’albero, rendere più fantasiosi i propri pacchi regalo oppure stupire gli ospiti del cenone con fantasiosi segnaposti e centrotavola. Chiara Bacchini è uno di quei talenti di cui vorresti avere la mano e l’ingegno. Tra i suoi ultimi tutorial che ha portato anche poche settimane fa alla Fiera Mondo creativo di Bologna, c’è quello che insegna a realizzare deliziosi alberelli di pasta sfoglia zuccherati: infilzati con uno di quegli stecchi in legno che si adoperano solitamente per i gelati confezionati, personalizzati, per l’occasione, con un timbro Buon Natale fatto a mano, possono diventare dei simpatici chiudipacco (oltre ad essere golosi al palato). A Bologna, Chiara ha mostrato anche altri trucchi per personalizzare la carta da pacchi o creare originali palline per l’Albero, anche se, come ci racconta, i corsi natalizi non sono il vero cuore della sua attività. Tutto è iniziato qualche anno fa quando questa giovane creativa di Cattolica ha deciso di dare un timbro diver-

so alla sua vita. È l’estate del 2012. Chiara vuole realizzare per gli inviti alle nozze della sorella un timbro personalizzato: la silhouette del castello di Tavoleto,

dove si terrà la cerimonia. “Mia sorella voleva qualcosa di alternativo, che sostituisse la ceralacca per chiudere le buste” – racconta – “Io seguivo già da qualche


mese, su Internet, dei blog e degli shop online statunitensi dove è possibile ordinare timbri personalizzati. Un mondo che mi ha sempre affascinato e che negli States va fortissimo, a differenza dell’Italia. Ma mi diventava complicato ordinarli oltre oceano e, a livello europeo, i fornitori più vicini si trovavano solo in Francia e Germania.” Così Chiara decide di rivolgersi ad una tipografia di Cattolica, ma le chiedono un disegno. Perché non cimentarsi in prima persona? È la svolta: non solo il timbro del castello, in sé, diventa un successo, ma si accende nella testa di Chiara la cosiddetta lampadina. Quello dei sigilli personalizzati è un mercato di nicchia, ma può avere un forte seguito, come d’altronde accade all’estero. Con il vantaggio di unire la passione per il fai da te a quella per la calligrafia che Chiara coltiva da sempre. In poco tempo, dai primi lavori per le amiche – timbri su misura per biglietti o pacchi, o per bomboniere – comincia anche a vendere on line, per feste e cerimonie. L’hobby diventa una professione a tutti gli effetti e nasce il sito www.cbstationeryshop.com. Alla base c’è sempre l’altra passione che scorre parallela, quella per la scrittura a mano, che non dimentica nel suo blog Il Castello di zucchero. Alla calligrafia quotidiana, quella applicata alla grafica, è dedicata un’ampia sezione con corsi e tutorial. “Lo scrivere a mano sta riprendendo piede in Italia. Già dieci anni fa ho seguito un corso con una calligrafa tra le più apprezzate, Monica Dengo.

Da lei ho tratto il metodo della calligrafia applicata alla grafica, un altro filone che negli Usa va tantissimo e che ho imparato a conoscere ed apprezzare nei miei viaggi, virtuali (online) e reali.” Curiosità ed inventiva viaggiano di pari passo. Le tendenze si evolvono rapidamente, specie in fatto di cerimonie. Oggi i timbri legati al wedding costituiscono l’attività principale di Chiara ma un occhio va già alle ultime novità: le scritte su bastoncini di legno per torte personalizzate. Anche l’occhio vuole la sua parte.

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FESTEGGIARE

Cinquanta

DOLCI ANNI LA PASTICCERIA TINO HA RAGGIUNTO IL MEZZO SECOLO DI ATTIVITÀ. UN ARCO DI TEMPO DURANTE IL QUALE È CAMBIATO TUTTO, TRANNE LA PASSIONE E LA PROFESSIONALITÀ DEL FONDATORE. di Melania Rinaldini / ph Riccardo Gallini

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1966 – 2016: un compleanno importante quello della Pasticceria Tino, che ha festeggiato domenica 13 novembre i 50 anni di attività con un evento presso il locale di Viale Vespucci. Abbiamo ripercorso questi 50 anni con Dalida, la figlia di Martino che gestisce la pasticceria con gli altri componenti della famiglia. Come nasce l’esperienza di Tino? “Mio padre Martino imparò da ragazzino il mestiere in botteghe di pasticcerie storiche riminesi come la pasticceria Rosa; cresciuto, ne aprì una in società. Nel 1966 nacque la pasticceria Tino di via IV novembre, in centro storico a Rimini. Nel 1974 decise di aprire la filiale al mare in viale Vespucci. Mio padre è un uomo di grande energia, molto appassionato al suo lavoro, al quale dedica anche i giorni di riposo. Negli anni si è sempre messo alla ricerca delle innovazioni, ha cercato di capire i segreti dei grandi pasticceri e ha collaborato con tanti maestri, in tutto il mondo.” Ha qualche ricordo in particolare? “Tanti e bellissimi. Ero bambina quando Escribà, pasticcere spagnolo, creava una statua di Maradona in cioccolato e Paillasson, maestro pasticcere francese, creava sculture di ghiaccio meravigliose. C’era fervore creativo e una grande collaborazione tra i pasticceri. Ricordo Graziano Giovannini, Vittorio Borgonovo

e il nostro grande amico Umberto Gandi che era il creatore della Fugar. In quegli anni mio padre lavorò attivamente al progetto del Sigep che diede una grande spinta al settore e continua la sua storia di successo.” Che cos’è cambiato? “La globalizzazione ha investito il mercato facendo sì che la GDO possa competere con le pasticcerie, offrendo prodotti a basso costo. Sono cambiati anche i consumatori, più attenti e più consapevoli. Chiedono più qualità e la riconoscono. Ora il mercato chiede prodotti adatti a chi è intollerante ad alcuni ingredienti o a chi segue stile di vita vegan o sceglie prodotti biologici. Ci siamo dedicati anche a queste nuove esigenze, sempre mantenendo la nostra tradizione. Al momento stiamo pensando a una linea di prodotti proteici per chi si allena ma comunque vuole godersi un dolce. Ci aggiorniamo, seguiamo le innovazioni ma ci sono cose che continuiamo a fare come un tempo, ad esempio tirare il gelato al cioccolato a mano sul fornello: ci vuole più tempo ma il gusto è eccezionale.” Pronti per le festività natalizie? “Dopo l’anniversario ci siamo presi una pausa, poi torneremo a lavorare sui panettoni. Stiamo valutando qualche nuova proposta da affiancare ai nostri classici, come cioccolato e pistacchio e bavarese alla panna montata.”

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Il cielo

DISEGNATO SI DEFINISCE “ARTIGIANO D’ALTA QUALITÀ”: DAL CASCO DI VALENTINO ROSSI AI TORNADO DI PRATICA DI MARE, ALDO DRUDI VALORIZZA OGGETTI CON IL SUO STILE INCONFONDIBILE.

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di Matteo De Angelis / ph studio Poderi/Balbi

I Top Gun dell’aeronautica militare italiana si sono affidati al designer di fama internazionale Aldo Drudi per rinnovare la veste grafica del 311° Gruppo di Volo, uno dei quattro organi d’élite che compongono il Reparto Sperimentale di Volo di istanza nella base di Pratica di Mare. In occasione dei festeggiamenti per i 60 anni di servizio del Gruppo, il designer di origini cattolichine ha avuto l’onore di progettare la livrea di un Tornado che nei prossimi mesi parteciperà all’Air Tattoo, il contest di special color a Fairford, dove si esibiranno i piloti d’eccellenza dei corpi specializzati di numerose nazioni. L’uomo che meglio di chiunque altro al mondo ha saputo interpretare la velocità attraverso colore e forma ha potuto infrangere il muro del suono personalizzando il caccia in dotazione alle Forze Armate Italiane, un tributo a una carriera incredibile trascorsa trasferendo carattere, grinta e passione ai caschi dei migliori piloti di Moto GP, primo fra tutti quello di Valentino Rossi, un must per tutti i fan del Dottore e poi ancora le livree delle moto da corsa di

grandi case motoristiche oltre a dare forma alla sua splendida Burasca, la moto da lui stesso disegnata, o l’Anvera, il performante yacht in carbonio nato dalla sua irrefrenabile genialità. Eppure Drudi, una firma a livello planetario nel settore del design, con molta semplicità non si definisce un artista o uno stilista bensì un artigiano d’alta qualità, cioè colui che ha la fortuna di poter lavorare su materiali di ultima generazione e su opere d’ingegno umano di grande valore. E la sua storia come quella di tutti i grandi geni sorprende e stupisce. È quella di un ragazzo romagnolo che ha nel sangue la passione per i motori ma anche l’estro di un bravo disegnatore. E così mentre il motorino per anni rimase solo un sogno il giovane designer perfezionava la sua tecnica e dava sfogo al suo intuito. Tutto cominciò con uno sticker raffigurante un Ciao e poi, come in tutte le belle storie, la vita riserva sempre le sorprese migliori: l’incontro col costruttore Giancarlo Morbidelli e poi con Graziano Rossi, il motomondiale e la gloria. Ma l’indole di sognatore Aldo non l’ha mai persa e a 58 anni confessa di avere IN MAGAZINE

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TUTTO COMINCIÒ CON UNO STICKER RAFFIGURANTE UN “CIAO” E POI, COME IN TUTTE LE BELLE STORIE, LA VITA RISERVA SEMPRE LE SORPRESE MIGLIORI: L’INCONTRO COL COSTRUTTORE GIANCARLO MORBIDELLI E POI CON GRAZIANO ROSSI, IL MOTOMONDIALE E LA GLORIA.

SOPRA UNO DEI TORNADO “DRUDI”. QUI SOTTO, A SINISTRA, ALDO DRUDI E, NELLA PAGINA PRECEDENTE, UNO SCATTO A TERRA DEI TORNADO.

ancora l’animo di un ventenne; sarà forse questo il segreto del suo continuo successo, ciò che mantiene aperta la vena creativa. Per lui disegnare ha ancora quella magia in grado di condurlo in

trance creativa. Una condizione attraverso la quale sono le linee e i colori studiati nel loro amalgamarsi e rincorrersi a comunicare le sensazioni di chi ama la velocità: adrenalina, paura, euforia ed esaltazione. Così anche nel caso del Tornado c’è stato uno studio legato ai colori della squadra, ma anche al contrasto cromatico che ne sarebbe scaturito durante le performance acrobatiche. Lo studio grafico si è poi esteso alla personalizzazione di tutto l’equipaggiamento: dalle patch con il falco simbolo del Gruppo ai giubbotti e caschi. Indubbiamente la fase più divertente e interessante è stata quella del montaggio delle maschere e della verniciatura del

velivolo reso bianco come una tela dallo staff di terra, agli ordini del Tenente colonnello Aniello Violetti. Una squadra di lavoro formidabile resa ancora più coesa dal ritrovarsi impegnata nella lavorazione al tributo del proprio gruppo. Nell’hangar di Pratica di Mare l’emozione è salita alle stelle quando il tornado di colore blu avio e bianco uniti ai colori del reparto nero e rosso, è stato scartato dalle maschere utilizzate nelle varie fasi di verniciatura rivelando alcuni particolari spettacolari, come il falco disegnato su entrambi i lati del velivolo e la coda che sfoggia l’altro simbolo del gruppo: Icaro mentre spicca il volo. A fine ottobre il PA 200 Tornado IDS ha fatto bella mostra di sé volando durante la cerimonia ufficiale del Reparto Sperimentale di Volo a cui hanno partecipato il Segretario Generale Direttore Nazionale Armamenti, Generale di squadra aerea Carlo Magrassi, il sindaco di Pomezia Fabio Fucci, militari in servizio e non assieme ai loro familiari, esponenti dell’industria aeronautica nazionale, dell’ENAV, dell’Associazione Arma Aeronautica e ovviamente i ragazzi del team della Drudi Performance. Spazio anche alla beneficenza con l’asta per aggiudicarsi un casco da pilota con la nuovissima livrea del reparto sperimentale, il cui ricavato è stato devoluto al Reparto di Oncologia dell’Ospedale Pediatrico Meyer di Firenze. Drudi Performance continuerà a graffitare velivoli, come l’aereo acrobatico del team sloveno che partecipa al contest di velocità Red Bull Air Race.


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IMBANDIRE

Differenza

NEI DETTAGLI ALLESTIRE UNA BELLA TAVOLA PER LE FESTE NATALIZIE È QUESTIONE DI ORIGINALITÀ E BUON GUSTO. SENZA DIMENTICARE LE REGOLE DEL BON TON. PAROLA DELLA BLOGGER MARGHERITA SUCCI.

M NELLA FOTO LA BLOGGER MARGHERITA SUCCI, A LATO UN SUO ELEGANTE ALLESTIMENTO PER LA TAVOLA.

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di Antonella Zaghini

Meglio la tovaglia in lino, oppure dei preziosi runner? Se invece optassi per il piatto direttamente sul tavolo? Su quali colori virare nella scelta delle stoviglie? Per non parlare dei calici o dei bicchieri. Domande e dilemmi da padrona di casa alle prese con l’arte del ricevere invitati per le feste. Per sorprendere amici e parenti, con una apparecchiatura natalizia da applauso, ci siamo fatti consigliare da Margherita Succi, 30 anni, riminese, anima di Fill Your Home With Love, il suo blog dedicato a tutti gli appassionati di home decor. Il progetto di Margherita è nato tre anni fa per passione e si è trasformato in un lavoro a tutti gli effetti, con tanto di sito provvisto di e-commerce. Come vestire le nostre case per questo Natale? “Il Natale per me resta un evento da scandire con i colori classici. I miei preferiti sono il bianco, l’oro, il rosso e l’argento. In questi ultimi anni si è imposto lo stile nordico, a tratti minimal, addirittura con gli alberi di Natale in legno decorati solo da lucine e qualche pallina stilizzata. In generale, consiglio sempre di scegliere decori che

si armonizzino con lo stile della casa.” Come possiamo allestire una tavola indimenticabile? “Partiamo dalla tovaglia. Se si opta per il colore bianco non si sbaglia mai. Come tessuto preferi-

sco il lino. Ovviamente i tovaglioli vanno scelti in stoffa, sarebbe un peccato fare una scelta usa e getta. Per i piatti preferisco la ceramica. Seguendo il mio gusto resto ferma sul bianco, al massimo una sfumatura pastello. I piatti colorati, me-


glio lasciarli per le occasioni più informali. D’obbligo i calici in cristallo, per il bicchiere dell’acqua, invece, si può virare su forme più particolari, per spezzare un po’. Punto centrale dell’apparecchiatura è il centrotavola. A Natale, largo ai classici accostamenti con rami di abete, decori e soprattutto le lucine. Le candele meglio abbinarle al centrotavola, la classica tavola con le sole cere è superata.” Una tavola così allestita è perfetta per qualsiasi occasione elegante. Il trucco sta tutto nel centrotavola. Basta cambiare i fiori, i colori, gli addobbi e l’apparecchiatura assume le sfumature adatte per qualsiasi occasione. Errore da non commettere? Apparecchiare con la tovaglia e usare le tovagliette come sottopiatto. No, non si fa. Con la tovaglia si usano i sottopiatti, diversamente sarebbe un errore. Se questa è la base per un risultato d’effetto, non è detto che non si possano adottare delle soluzioni particolari. Per esempio “se abbiamo un tavolo con un piano prezioso, penso a un legno particolare, al marmo, perché non

osare un allestimento più grintoso? Per esempio usando i runner al posto della tovaglia e, se si vuole proprio osare, i piatti posati direttamente sulla tavola”. In questo caso servono due elementi in grado di fare la differenza: una tavola con un piano strepitoso e il centrotavola che dev’essere all’altezza della situazione e catturare gli sguardi dei commensali.” E per un aperitivo con gli amici? “In questo caso il cibo diventa il vero decoro. Il mio consiglio è di usare ciotoline monoporzione, stuzzichini in stile finger food, ceramiche e cocottine per contenere vellutate e insalate di cereali. La tavola, dove viene sistemato il buffet, va sempre ricoperta con la tovaglia, anche in questo caso starei sul bianco. Mi raccomando: le bibite sempre versate nelle caraffe. Per dare luce a un aperitivo informale con gli amici, oltre ai classici decori di Natale, un solo consiglio: esagerate in lucine, le potete mettere sul tavolo fra i piatti e i bicchieri, nei vasi, sopra le mensole. Il colpo d’occhio è garantito.”

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CREARE

L’arte della

CITAZIONE ALESSIA GIACOBINO, ARCHITETTO DI FORMAZIONE E STILISTA AFFERMATA, DECIDE DI RISCRIVERE IL PROPRIO FUTURO. OGGI DA MILANO, SUA CITTÀ D’ADOZIONE, RACCONTA LA SUA NUOVA VITA. di Lucia Rughi

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Nel 2000 entrava in punta di piedi nel mondo della moda fondando un marchio tutto suo: Jo No Fui. Un brand che conquista velocemente celebrità e donne comuni, con le sue linee sartoriali, vagamente vintage e folk, lievemente bohèmien. Jo No Fui cresce a ritmi vertiginosi, nel 2006 sfila nel calendario ufficiale della Milano Fashion Week. Poi nel 2013 la svolta. La proprietà del marchio viene ceduta. Alessia Giacobino racconta la sua nuova vita tra PT Pantaloni Torino, il marchio di cui è direttrice creativa della linea donna e il suo studio di consulenza stilistica. Ricomincio da me, si può dire così dopo la cessione del marchio Jo no Fui e l’inizio di una nuova avventura a Milano? “Per molto tempo ho vissuto tra Milano e Rimini, è stato abbastanza naturale decidere di vivere nella seconda. Il vero cambiamento è arrivato con la direzione creativa per alcuni marchi, interpretando le loro esigenze con la mia visione. Ero molto satura del giudizio continuo a cui ero sotto-

posta essendo protagonista di un progetto creativo in Jo No Fui. Ora sono dietro le quinte, mentre un solo ruolo dominava su tutto. Ho scelto una vita più serena. PT Pantaloni Torino, è il primo cliente che mi ha dato la possibilità di misurarmi con una nuova sfida. Un solo capo, quindi un mono prodotto anche se non era la prima volta [in precedenza aveva già firmato la linea Mr e Mrs Furs, n.d.a.]” Il pantalone è di nuovo protagonista degli armadi femminili? “Il pantalone è un capo essenziale per il guardaroba femminile e con PT riesco ad esprimere tutta la mia creatività. Ho pensato di raccontare una storia costruendo un armadio con tutti i pantaloni utili a una donna nella propria vita da mattino a sera. Ogni volta che presento un campionario, creo una collezione di oltre 100 cento pezzi unendo creatività e funzionalità. Ad esempio, per l’autunno e inverno 2016/17, la collezione si compone di ispirazioni vintage anni ‘70 con una parte che si avvicina allo stile IN MAGAZINE

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“SICURAMENTE IL PANTALONE HA SEGNATO UN GRANDE CAMBIAMENTO, DOVE LA DONNA SI È POTUTA EMANCIPARE, DOVE LA DONNA HA POTUTO AVERE PIÙ DISINVOLTURA, PIÙ PRATICITÀ, GIOCANDO ANCHE AMBIGUAMENTE SUI GENERI.”

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sportivo, con bande o dettagli e colori speziati, mentre per il lo stile più metropolitano ho fatto una ricerca sui tessuti jacquard ispirati alle geometrie anni ‘70, scegliendo un tessuto con disegno nella trama, poi per la sera ho selezionato dei duchesse con dentro il lurex, oppure il pantalone smoking, che secondo me è il jolly del guardaroba. Il mio ingresso in PT Pantaloni Torino ha segnato l’introduzione della collezione donna con un’identità ben precisa.” Oggi le donne preferiscono i pantaloni alla gonna? “Sicuramente il pantalone ha segnato un grande cambiamento,

dove la donna si è potuta emancipare, dove la donna ha potuto avere più disinvoltura, più praticità, giocando anche ambiguamente sui generi. Questa collezione è fonte di moltissima soddisfazione, sono stata chiamata anche perché sono una designer con un gusto contemporaneo e so quindi adattare lo stile androgino a quello più sofisticato. Sono testimonial di quello che faccio anche in quello che indosso.” Che cosa è per te la femminilità? “Non è tanto il guardaroba a definire la femminilità ma il modo in cui una persona lo interpreta, definisce il capo, anche nella cosa più banale e più semplice. La grande differenza è l’equilibrio che la donna trova tra la psiche e il corpo, una serie di movimenti, di sguardi. La personalità che si traduce anche in gesti. Ognuno deve pennellarsi addosso la propria sensibilità e sentirsi confidente. Gli stilisti sono nati anche per questo, per esprimere in modo concreto quello che uno è e non riesce a esprimere da solo.” Oggi la moda parla linguaggi non canonici, attraverso i social e i blog. Che peso hanno nel vostro ambiente professionale? “Hanno peso in tutte le aziende per arrivare al pubblico finale e allo stesso tempo anche per i singoli creativi è molto più facile raccontarsi a milioni di follower in tutto il mondo. La popolarità nei social è un biglietto da visita per lo stile personale. È condizionante e determinante. Oggi siamo di fronte a delle vere e proprie professioni. Non solo, si possono


conoscere nuove culture attraverso Internet e oggi il mondo è aperto e tutto può emozionare e stimolare la creatività. Il lato negativo può essere la sottrazione di quell’effetto sorpresa nello scoprire un luogo attraverso un viaggio fisico, il rischio è l’appiattimento di massa. Una volta si arrivava alla sfilata con molta attesa, ora da casa si può vedere lo show del

grande marchio senza aspettare che i capi arrivino in negozio.” Da dove arriva l’ispirazione? “Non credo nell’ispirazione, per me tutto è citazione. Passo il mio tempo libero nei negozi vintage e nei mercatini. Ho costruito un mio archivio personale che a ogni stagione si ingrandisce. Qui posso fare una ricerca mirata nel mio lavoro. Mi è capitato a New York

“NON CREDO NELL’ISPIRAZIONE, PER ME TUTTO È CITAZIONE. PASSO IL MIO TEMPO LIBERO NEI NEGOZI VINTAGE E NEI MERCATINI. HO COSTRUITO UN MIO ARCHIVIO CHE A OGNI STAGIONE SI INGRANDISCE. QUI POSSO FARE UNA RICERCA MIRATA NEL MIO LAVORO.”

mentre ero in un negozio vintage di essere invitata ad andare a casa di un’amica di Andy Warhol dove ho visto abiti straordinari creati per lei, anche bizzarri e trasgressivi ognuno accompagnato da aneddoti incredibili. Mi piace molto curiosare e spesso succedono cose inaspettate.” Quali sono i passaggi del tuo processo creativo? “Nella prima fase esprimo la mia ricerca simulando già un mini guardaroba con immagini che compongono il moodboard. Successivamente passo ai disegni. C’è un momento concreto, durante il fitting, che è una specie di bozza dove riesco a vedere chiaramente tutte le proporzioni. Certe volte c’è il colpo di fulmine, o in caso contrario, si fanno dei tagli e alla fine il capo diventa stupendo.” Un progetto nel cassetto. “Da sempre adoro avere dei cantieri da seguire. L’interior design resta la mia seconda opzione o passione. Il mio sogno è progettare un giorno sia la collezione fashion che la home collection dello stesso marchio.”

IN APERTURA LA STILISTA ALESSIA GIACOBINO. NELLA PAGINA DI SINISTRA E QUI A FIANCO ALCUNE SUE CREAZIONI PER PT.

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SUONARE

Sax

ROMAGNOLO VINCITORE DI NUMEROSI CONCORSI NAZIONALI E INTERNAZIONALI, SOLISTA CON LE PIÙ IMPORTANTI ORCHESTRE DEL MONDO, IL SASSOFONISTA MARIO MARZI PARLA DI SÉ E DEL SUO PROGETTO SU BACH.

E

di Cinzia Bauzone / ph F. Parenzan

“È iniziato tutto quasi per gioco. Un gruppo di amici avevano istituito una scuola bandistica a Morciano di Romagna dove mi sono iscritto senza troppa convinzione. Mi piacerebbe poter dire che ascoltando quel disco ho avuto una folgorazione, ma non è così. Non è stato un amore a prima vista. Fu grazie all’incontro con alcuni maestri, a cominciare da Checco, direttore della banda e al suo approccio ludico alla musica.” Siamo di fronte al maestro Mario Marzi, grandissimo sassofonista romagnolo e uomo di straordinaria modestia, vincitore di nove concorsi nazionali e quattro internazionali, che ha tenuto concerti in veste di solista con le più importanti orchestre sinfoniche tra cui l’Orchestra Sinfonica RAI di Torino, l’Accademia nazionale di Santa Cecilia, l’Arena di Verona, il Teatro comunale di Firenze, il Teatro alla Fenice di Venezia, l’Orchestra della Svizzera Italiana, la Caracas Symphony Orchestra, solo per citarne alcune. Ma la grandezza dell’artista si misura da molte cose: la grande umanità e il suo sapere essere ironico, anche attraverso la musica.

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Siamo aperti per tutte le feste a partire dal 16 dicembre.

Mario, da Morciano a San Marino, passando per Riccione... “Sono un romagnolo doc, ci tengo molto. Mi piace la romagnolite, questa leggerezza di fondo da non confondere con la superficialità, che ci aiuta a vivere meglio, a dare il giusto peso alle cose e a non prenderci troppo sul serio. Questa cosa mi ha aiutato molto nell’approccio col pubblico.” Come è cominciata la tua carriera di musicista? “A dire la verità la mia carriera doveva essere un’altra, mi sono diplomato all’Alberghiero di Riccione ma anziché mettermi ai fornelli, mi sono iscritto e poi diplomato al conservatorio Rossini di Pesaro con il massimo dei voti per poi perfezionarmi al conservatorio di Bordeaux con il Maestro J. M. Londeix. Questi maestri avevano un certo rigore e mi hanno aiutato a pensare oltre ciò che è scritto sul pentagramma, così ho capito che avrei potuto fare meglio con quel tubo.” Dopo un percorso di studi e tanti sacrifici, hanno fatto seguito varie vittorie a concorsi nazionali e internazionali. Una goccia di talento e un mare di sudore, senza la fatica non si ottiene nulla.

Qual è la tua definizione di musica? “La musica è un po’ come la poesia, si appropria delle anime di coloro che vi accedono e ognuno la fa propria. Nel mio caso è un modo di esprimermi che mi consente di entrare in questo universo per trasmettere qualcosa agli altri. Siccome mi sento un privilegiato, mi sento anche in dovere di trasmettere qualcosa di buono.” Al Teatro alla Scala di Milano con Porgy and Bess, un concerto dedicato al gigante della musica Gerry Mulligan e tanto altro... “Sto lavorando a un progetto su Bach: Bach in Black. Ho deciso di avvicinarmi a questa musica perché considero il compositore un maestro assoluto. Su un’isola deserta mi porterei un suo disco. Tra l’altro mi dicono che Bach in Black è il terzo disco di musica classica più scaricato su iTunes.” Un messaggio ai giovani? “Far comprendere il nostro immenso patrimonio culturale. La vera crisi oggi non è quella del denaro ma quella delle coscienze. Spero in un nuovo Rinascimento che ci riporti alla ricerca del bello, all’esperienza umana e alla riscoperta dei sentimenti.”

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LOTTARE

Arrendersi?

MAI

DOPO LA BATTAGLIA CONTRO IL GRANDE MALE, MARA MUSSONI HA CORONATO IL SUO SOGNO DI AFFIANCARE LE DONNE CHE, COME LEI, COMBATTONO.

E MARA MUSSONI FOTOGRAFATA PRESSO LO STUDIO BILUNE

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di Benedetta Cicognani / ph Riccardo Gallini

È iniziata solo pochi mesi fa l’avventura della sammarinese Mara Mussoni. Madre di due bellissime gemelle, amante dei viaggi e appassionata lettrice, Mara ha oggi concretizzato il suo sogno: essere una cancer coach. Alle spalle, due estenuanti lotte contro il cancro. Il primo comparsole a soli 18 anni e, esattamente vent’anni dopo, la tremenda notizia del secondo. E quindi chi meglio di

lei avrebbe potuto svolgere questa professione? “L’idea è stata la luce nel mio tunnel, un bagliore di speranza che mi ha dato la forza di superare anche il mio secondo cancro” – racconta Mara – “Mentre stavo passeggiando al parco, immersa ad ascoltare il cinguettio degli uccelli e a guardare il paesaggio circostante, mi è balenato un pensiero che avrebbe poi trasformato la mia vita. Se tutta questa sofferenza ha veramente un senso, è forse proprio quello di aiutare coloro che vivono momenti di difficoltà”. Si è trattato di un primo passo che ha portato Mara a realizzare il suo progetto lavorativo e il cui obiettivo è stato un antidoto non marginale per la guarigione della sua seconda bestia. Quella di cancer coach è un’attività che consiste appunto nell’affiancare le persone malate di cancro – le donne, nel caso di Mara – durante tutto il loro percorso di travaglio e di cure. Il fine è quindi di sostenere la donna in un percorso verso la conoscenza di ciò che potrebbe averle causato la malattia, di riprendere quella lucidità che si sgretola in momenti di dolore e sostenerla nelle fasi più difficili,

quando si corre il rischio di mollare e scoraggiarsi. “Sia nel momento della diagnosi sia durante le terapie si attraversa un periodo di confusione, paura e fragilità. Tuttavia molto difficilmente si riesce a comunicare ai propri cari quello che realmente si sta provando nel proprio intimo, a volte anche per timore di far soffrire le persone amate” – svela Mara Mussoni – “Per questa ragione il primo consiglio che mi sento di dare è di cercare supporto da una figura esterna al contesto familiare e amicale, in modo che la donna riesca a esternare liberamente i propri stati d’animo e, al tempo stesso, ritrovare lucidità e consapevolezza. È in questo momento che entra in gioco il ruolo della cancer coach”. È Mara la prima a ricoprire il ruolo di cancer coach, non solo in Romagna e nel resto d’Italia, ma anche in tutta Europa. A oggi già tante sono le soddisfazioni e il neonato progetto, che sta divulgando tra incontri e conferenze, riscontra un notevole successo. Ma per Mara l’emozione più grande rimane vedere rifiorire in una donna il coraggio e la forza di non arrendersi mai.


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ANIMARE

More

BETTER UN INIZIO PER CASO A SAN MARINO RTV E RADIO SAN MARINO. OGGI DJ CHICCO GIULIANI ANIMA I NOSTRI APERITIVI E HA APPENA SFORNATO UN EP.

L

di Lucia Lombardi / ph Daniele Malpassi

La riviera romagnola è da sempre un polo d’attrazione per il popolo della notte, i locali più mainstream della provincia attirano ancora molto, anche ora che le dinamiche della movida sono ampiamente mutate. “Il mio arrivo a San Marino è stato abbastanza casuale – racconta il DJ e speaker Chicco Giuliani –. Sono bolognese, ma riccionese d’adozione.” Il legame tra Riccione e Bologna è molto forte sin dagli albori di un certo turismo d’élite, tanto che molti felsinei hanno ancora oggi

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nella Perla Verde la seconda casa. “È capitato che dopo un po’ di anni al lavoro in alcune importanti radio di Milano, mi volessi prendere una pausa in Romagna, ma sempre continuando a fare ciò che amo di più, la radio e la musica”. Nulla accade per caso dicono, ma lui sostiene che, sempre “per caso, proprio in quel periodo è arrivata San Marino RTV e Radio San Marino, e quella pausa dura ancora oggi!” Lo potete ascoltare in diretta su quelle frequenze dal lunedì al venerdì, in fascia quotidiana al pomeriggio. “Inoltre conduco La Radio Fuori dalla Radio, un format dedicato a temi di spettacolo ed eventi.” Predilige la radio ad altri mezzi di comunicazione. Ha iniziato ai tempi dei banchi di scuola, durante gli anni del Liceo, ed è stato amore al primo ascolto: “da bambino mi emozionavo ascoltando i vocioni degli speaker e telefonavo loro per dediche e richieste. L’ho sempre ritenuto il mezzo di comunicazione più caldo, e credo sia ancora così, anche nell’epoca dei social. Penso che fare radio lo si impari sul campo e che sia una attitudine personale. Certo, oggi ci sono milioni di corsi, possono aiutarti ma

non possono tirare fuori qualcosa che non hai dentro”. Da poche settimane, in tutti gli store digitali di musica, da iTunes a Spotify, a Beatport e a Trackitdown, potrete acquistare il suo ultimo disco Better, ovvero “Meglio”. Cioè ancora meglio dei suoi precedenti album, più completo, come lui ci racconta: “Ormai è già un po’ di tempo che produco musica house, ma questa uscita è in assoluto la più pop e più completa delle altre perché è un EP con tre versioni diverse della stessa traccia, più la versione originale classic-house: una vera canzone con tre remix di generi differenti per un packaging bomba!”. La sua stagione live da DJ è in progress: lo potrete sicuramente trovare nelle serate dell’aperitivo riminese. La nostra intervista la potete leggere al meglio con in sottofondo il suo nuovo disco, Better, che sta peraltro avendo il supporto di molti DJ e produttori internazionali e anche di alcune importanti radio italiane come Radio 105, Discoradio e Radio Studio Più: “È house music che strizza l’occhio al pop, e credo che sia in grado di mettere di buon umore anche i più musoni!”


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ADVERTORIAL

GENITORE “SOCIALE” E NON PIÙ PATRIGNO O MATRIGNA

L’ORDINAMENTO NEGLI ULTIMI ANNI STA APRENDO LE MAGLIE DELLA TUTELA GIURIDICA A TUTTE QUELLE SITUAZIONI CHE CONCERNONO I DIRITTI CIVILI DELLE PERSONE FINO A CONCEDERE UN AMPIO RICONOSCIMENTO ANCHE AI GENITORI NON BIOLOGICI.

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Parlare di matrigna rimanda ad un contesto fiabesco dove si pensa ad un genitore adottivo malvagio e ad un’infanzia fatta di privazioni… E così anche il mondo del Diritto negli anni ha mutato il suo vocabolario. Come non si menziona più la distinzione tra figli e figliastri ma si divide solamente tra figli nati nel matrimonio o fuori dallo stesso, allo stesso modo sono state abbandonate le figure del patrigno e della matrigna a favore dell’espressione più corretta di “Genitore Sociale”. Una categoria vasta che riunisce al suo interno tutti coloro che per un determinato periodo hanno svolto un ruolo genitoriale nei confronti di un minore pur non essendo genitori biologici. La rilevanza di questa posizione discende dal

legame sociale ed affettivo che col tempo si è instaurato con il minore, concretamente allevato come un figlio. Di conseguenza il diritto non può rimanere indifferente di fonte a situazioni che assumono importanza a livello di comunità e di rapporti personali e, seppur con i suoi tempi, estende le maglie della tutela giuridica. Le disposizioni di legge in tema di affidamento dei figli da un lato affermano il principio della bigenitorialità, in base al quale un minore ha diritto di essere cresciuto da entrambi i suoi genitori, e dall’altro si preoccupano di far sì che il minore possa mantenere rapporti significativi con tutti coloro che hanno sullo stesso un impatto positivo in termini educativi e di sviluppo. Alla luce di ciò, assume importanza il legame affettivo che nel tempo si crea tra il minore ed il genitore “sociale” e non può negarsi che un distacco da questa figura possa compromettere l’interesse ad una crescita serena. Pertanto, laddove il genitore sociale abbia instaurato un rapporto tale con il minore da poter essere equiparato ad un rapporto genitoriale biologico, allora tale rapporto non può essere interrotto. Sul punto sono sorti dubbi da parte delle Corti territoriali. In un recente caso che ha riguardato una coppia omosessuale formata da due donne conviventi con i figli di una sola di costoro, è sorto il problema di stabilire se la madre non biologica avesse diritto a continuare a vedere i minori anche

dopo la fine della relazione con la sua compagna, che invece ne era madre biologica. La Corte d’Appello di Palermo si interrogava su diversi aspetti giuridici, il più importante dei quali era inerente l’articolo 337-ter del Codice Civile che, laddove indica che il minore ha diritto a conservare rapporti significativi con tutti i membri di entrambi i rami parentali, sembra a livello letterale escludere i rapporti che non hanno tale collegamento, come nel caso del genitore sociale. La questione è stata rimessa alla Corte Costituzionale che ha ampliato questo apparente vuoto di tutela facendo riferimento ad un altro articolo del Codice Civile, il numero 333, che permette al giudice di adottare tutti i provvedimenti più convenienti per tutelare l’interesse del minore. Sicché il Giudice può ben permettere anche al genitore sociale di conservare i rapporti con i figli dell’ex partner con i quali ha convissuto e che ha allevato. In conclusione, l’ordinamento negli ultimi anni sta aprendo le maglie della tutela giuridica a tutte quelle situazioni che concernono i diritti civili delle persone e con questa ultima pronuncia si è giunti al punto di dare un ampio riconoscimento anche ai genitori non biologici ma che, socialmente ed affettivamente, sono considerabili tali. Ora anche un genitore sociale potrà continuare a curare l’interesse del minore e stargli a fianco durante la crescita indipendentemente dal suo rapporto affettivo con il genitore biologico.


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RICORDARE

Follie d’inizio

SECOLO

LA RIMINI DEGLI ANNI VENTI È AL CENTRO DELLA MOSTRA ORGANIZZATA DA ALESSANDRO CATRANI, AVVOCATO PENALISTA CON IL PALLINO PER LA RACCOLTA DEI CIMELI DEL PASSATO.

N NELL’IMMAGINE SOTTO UNA FOTO D’EPOCA DELLA COLLEZIONE DI ALESSANDRO CATRANI. NELLA PAGINA A LATO LA LOCANDINA DELLA MOSTRA E UNO SCATTO DI CATRANI.

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di I.C. / ph Riccardo Gallini

Nella vita fa l’avvocato, ma nel tempo libero è un moderno Indiana Jones. Alessandro Catrani passa buona parte del suo tempo libero a dare la caccia ai cimeli del passato: fotografie, manifesti, cartoline e oggetti d’epoca. Pezzi di storia e di memoria che in tanti danno per dispersi, e che grazie a Catrani invece riaffiorano da case disabitate, soffitte, mercatini di antiquariato. Per l’avvocato

penalista, più che una passione, è diventato quasi un lavoro. Che è già sfociato in tre libri (Anni Venti… che passione, Kursaal e dintorni, Il conte che amava volare) e in diverse mostre. E la prossima aprirà i battenti il 17 dicembre, ancora una volta nel foyer del Teatro Galli, presso la Sala delle Colonne. Un viaggio nella Rimini negli anni ’20. Il ‘decennio folle’, attraverso im-

magini inedite e alcuni oggetti entrati a far parte da poco dello sterminato archivio di Catrani. Partiamo dalla mostra. Il periodo scelto è il decennio che lei ha già raccontato nel suo primo libro fotografico. “Gli anni Venti sono quelli in cui a Rimini si gettano in un certo senso le basi per il turismo balneare vero e proprio. Sono gli anni in cui fa la sua comparsa la grande borghesia. Il Kursaal avrà un ruolo importante nella mostra, ma quella è stata anche l’epoca in cui la nostra città vantava altri noti locali in cui si facevano musica e feste danzanti. Penso a Zanarini, l’Hotel Regina, la Villa Isotta, che racconteremo attraverso tante foto d’epoca. Ci saranno poi le immagini del casino civico, del circolo della filodrammatica, del Politeama e naturalmente del Teatro Galli che allora si chiamava ancora Vittorio Emanuele.” Sono anche gli anni dell’avvento del fascismo. “E Mussolini non mancherà, insieme a tanti altri personaggi dell’epoca, da Italo Balbo a Dino Grandi. Ampio spazio sarà dedicato alla visita di Benito Mussolini nel settembre del 1924, quando


Anni Venti IN MOSTRA Apre il 17 dicembre la mostra Rimini negli anni Venti. Il decennio folle nelle immagini inedite della collezione Catrani. Il giorno dell’inaugurazione partirà con la presentazione dell’autore, Alessandro Catrani, e gli interventi del sindaco Andrea Gnassi e dell’assessore alle Arti Massimo Pulini. Ci sarà spazio anche per un intermezzo musicale con il Kursaal quartet di Federico Tassani, che suonerà sugli spartiti originali del Kursaal recuperati dallo stesso Catrani. L’esposizione andrà avanti fino al 29 gennaio e sarà accompagnata da varie conferenze. La prima, il 12 gennaio, sarà tenuta da Sabrina Foschini, che racconterà Lo stile degli anni ruggenti, e da Silvia Capelli che traccerà la storia della moda riminese negli anni Venti attraverso i ricordi della sartoria di famiglia. Il 14 salirà in cattedra il dermatologo Stefano Catrani che parlerà di come è nato il fenomeno della tintarella, poi spazio il 19 a Marcello Cartoceti e Giovanni Rimondini con un excursus sulle architetture riminesi dell’epoca. Le ultime due conferenze saranno tenute dallo stesso Alessandro Catrani e dallo storico dell’arte Alessandro Giovanardi, rispettivamente il 21 e il 26 gennaio.

venne a Rimini in occasione delle giornate pascoliane, e insieme ad Alfredo Panzini partecipò alla commemorazione di Pascoli all’Arengo. Oltre a tantissime foto, si potrà ammirare il manifesto originale della commemorazione. È soltanto una delle chicche in mostra, che esporrà circa 400 fotografie, 6 enormi manifesti dell’epoca e un centinaio di cimeli. Ma c’è un altro pezzo di cui vado molto fiero.” Quale? “Avremo in mostra anche uno stendardo originale del Corso dei fiori del 1927. Il Corso dei fiori era una magnifica parata che si faceva tutte le estati sul lungomare, tra il Kursaal e il Grand Hotel. Lo stendardo me l’ha donato una professoressa riminese, lo conservava a casa… Senza donazioni come questa, non sarei mai riuscito a mettere insieme il mio ampio archivio.” Per lei, più che una passione, è diventato quasi un secondo lavoro. Ha fatto i conti di quante immagini e foto storiche ha recuperato in questi anni? “Se non sbaglio siamo a 20.000 pezzi originali, raccolti in 35 anni… Ho cominciato quando è morto mio nonno. Ho proseguito poi cercando nei mercatini, e mettendomi in contatto con tante famiglie. I lasciti sono una parte importante del mio archivio. Ho avuto fitte corrispondenze anche con alcune famiglie italiane che erano vicine al fascismo, e che

ALESSANDRO CATRANI PASSA BUONA PARTE DEL SUO TEMPO LIBERO A DARE LA CACCIA AI CIMELI DEL PASSATO: FOTOGRAFIE, MANIFESTI, CARTOLINE. PEZZI DI STORIA CHE GRAZIE A LUI RIAFFIORANO DA CASE DISABITATE, SOFFITTE, MERCATINI D’ANTIQUARIATO.

dopo la Seconda Guerra mondiale si sono ritirate in Sudamerica. Per recuperare alcune immagini ho visitato soffitte, e case disabitate da anni.” Tor n ia mo a l l a most r a . Quanto tempo ha impiegato per allestirla? “Dietro all’esposizione c’è un lavoro di molti mesi. Allestire una mostra è un impegno importante, ma l’ho fatto con piacere. L’ho fatto per recuperare un pezzo della nostra storia, e vorrei lanciare anche un piccolo messaggio con questo lavoro. Posso?” Prego. “Io sono innamorato della mia città, ma dei riminesi non apprezzo molto il fatto che sono tanti a criticare ma poi non fanno nulla per Rimini. Ecco, invece io credo che ognuno nel suo piccolo possa fare qualcosa. Io mi sono messo in gioco per dare un piccolo contributo, e vorrei invitare tutti a fare altrettanto per la collettività riminese.” IN MAGAZINE

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AIUTARE

Dalla parte

DEI BAMBINI BIANCAMARIA TOCCAGNI PRESIEDE IL KIWANIS CLUB DI SAN MARINO, CLUB SERVICE CHE SI OCCUPA DI PROBLEMI DELL’INFANZIA E DI PARI OPPORTUNITÀ.

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Servire sorridendo è il motto di Biancamaria Toccagni, presidente e socia fondatrice del Kiwanis Club San Marino nonché Chairman Distrettuale per l’Osservatorio dei Diritti dell’Infanzia. In passato è stata per due anni Luogotenente della Divisione San Marino-Marche. Il club service si occupa prevalentemente dei problemi dell’infanzia nel mondo ma anche di tante altre emergenze. Il nome Kiwanis si identifica con “conoscersi meglio” dall’idioma degli indiani Okipei d’America. Il motto è “Serving the children of the world” ovvero “Serviamo i bambini del mondo”. La mission del club è dunque servire ma non si tratta di carità, bensì di solidarietà in un clima sereno, all’insegna dell’amicizia, della convivialità e del buon umore. “Attualmente ci stiamo impegnando in un progetto di assistenza alle famiglie delle aree colpite dal terremoto – spiega Biancamaria Toccagni – in particolare per la realizzazione di una struttura per l’infanzia ad Arquata del Tronto.” Tra le emergenze di questo momento anche quella dei profughi. “A San Marino stiamo facendo da service per la

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di Marianna Giannoni

famiglia di rifugiati siriani in collaborazione con la Caritas e con la Parrocchia di Borgo Maggiore. In modo particolare ci occupiamo delle attività dei bimbi”. Una delle parole d’ordine del club è l’inclusione, in ogni sua sfaccettatura. “Stiamo dando il nostro contributo anche ad associazioni che si occupano di disabilità e gettando le basi per la realizzazione di un convegno dedicato all’epilessia infantile. Dedichiamo grande attenzione anche

alle pari opportunità, abbiamo in programma eventi legati al contrasto della violenza sulle donne”. All’interno del club occupa un ruolo di primaria importanza anche la cultura, l’amicizia tra i soci ed il piacere di stare assieme. A dicembre è previsto un mercatino solidale nel centro storico, una simpatica iniziativa organizzata per raccogliere fondi ma anche per trascorrere qualche momento sereno in pieno clima natalizio.


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“IL GIOCO PUO’ CAUSARE DIPENDENZA”

“ V E R I F I C A L E P R O B A B I L I T A ’ D I V I N C I T A S U L S I T O W W W. G I O C H I D E L T I T A N O. S M ”

IL PIACERE DI GIOCARE CON STILE


SGR? SÌ GRAZIE


GIOCARE

Do everything

CON EDO

SONO MATTONCINI IN CARTONE, IN GRANDE FORMATO NATI PER ISPIRARE LA CREATIVITÀ DI PICCOLI E GRANDI COSTRUTTORI. IDEATI DA SIMON MARUSSI E REALIZZATI GRAZIE AL CROWDFUNDING.

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di Arianna Denicolò / ph Riccardo Gallini

Creatività, fantasia, ispirazione. Sono solo alcuni dei concetti alla base di Edo, i mattoncini in cartone formato gigante che, come i cugini danesi, hanno l’obiettivo di stimolare e ispirare i bambini nella costruzione di oggetti con i quali interagire e dare vita alle più straordinarie avventure. Nati da un’idea di Simon Marussi, direttore di Extera (agenzia specializzata in web marketing,

web design e social media), sviluppati con la moglie Raffaella Sintuzzi (stilista per passione, gestisce il blog maraffa.it) e con il supporto creativo della sorella Lisa (copywriter), gli Edo si differenziano dai noti mattoncini in plastica colorata per le dimensioni, per il materiale (realizzati in cartone completamente riciclabile e certificato), per la possibilità di personalizzazione. “Gli Edo sono un invito alla

collaborazione tra piccoli e grandi – spiega Lisa Marussi –. L’adulto si mette in gioco e soprattutto a disposizione del bambino per creare con lui qualcosa che prima non esisteva. D’altra parte la stessa parola, oltre ad essere il diminutivo del nome di mio nipote Edoardo, contiene il DO ed è espressione immediata di un invito a fare, a creare con le mani.” La cooperazione fra adulti e bambini è fondamentale soprattutto

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nella fase preparatoria, perché i mattoncini Edo vanno assemblati, piegando ad arte le varie parti, prima di passare alla fase di progettazione vera e propria dell’oggetto da creare: un castello, un drago o un qualsivoglia oggetto d’arredo. Il bambino può creare il suo mondo ed entrarci dentro! Ed è forse proprio in questo dettaglio che consiste la grande rivoluzione di Edo: la possibilità di interagire totalmente con il gioco, salendoci sopra o entrandoci fisicamente all’interno. Oltre al fatto di poterlo rendere unico e assolutamente originale con l’aggiunta di dettagli non inclusi nella scatola. Infine, gli Edo sono colorabili, con pennarelli o pennelli, pertanto nessun oggetto sarà mai identico ad un altro, ma ognuno porterà la firma unica del suo creatore. “Edo non è un pacco finito – racconta Lisa Marussi – ma una scatola che, una volta aperta, sprigiona mille stimoli e diventa invito alla creatività.” Ma come nascono i mattoncini Edo? Come la maggior parte delle grandi intuizioni, in modo assolutamente casuale: “Giocando con mio figlio ai Lego mi sono accorto che spesso, quando lui andava a dormire, io continuavo a costruire fino a notte fonda… Ho iniziato a chiedermi se esistessero dei Lego di formato più grande, ho fatto una ricerca on line e, non trovandoli, ho iniziato a progettarli in 3D e a fare dei prototipi,” racconta Simon Marussi. Quando ne parla con la sorella Lisa, la scintilla scocca all’istante e loro, che hanno fatto percorsi lavorativi diversi, trovano subito la perfetta sintonia nel portare avanti questo progetto creativo. L’idea inizia così a prendere 66

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forma fino ad approdare su Kickstarter, la piattaforma internazionale costruita per sostenere i creativi di tutto il mondo. A settembre 2016 parte la campagna promozionale e l’obiettivo di un preordine pari a 40.000 euro viene raggiunto in poche settimane. Simon e Lisa sono pronti ad avviare la produzione che, per Natale, renderà felici tanti bambini europei ed americani. È in questi paesi, infatti, che la campagna vendite ha già mosso i primi passi, anche se i contatti da Giappone, Australia, Sudamerica e Canada sono stati davvero tantis-

LA GRANDE RIVOLUZIONE DI EDO: LA POSSIBILITÀ DI INTERAGIRE TOTALMENTE CON IL GIOCO, SALENDOCI SOPRA O ENTRANDOCI FISICAMENTE ALL’INTERNO. OLTRE AL FATTO DI POTERLO RENDERE UNICO CON L’AGGIUNTA DI DETTAGLI NON INCLUSI NELLA SCATOLA.

simi e presto si concretizzeranno. Internazionale è infatti un’altra parola chiave del progetto che, come lo definisce Simon, è worldwide: “Abbiamo coinvolto maestranze da diversi Paesi: per primo un ingegnere del packaging ucraino, poi abbiamo indetto un contest online per l’ideazione del logo, che è stato vinto da un giovane indonesiano; infine, per il primo lancio sulla piattaforma Kickstarter ci siamo affidati ad un’agenzia di PR di Los Angeles.” Ed ora che il sogno è diventato realtà, quale sarà il loro più grande desiderio? “Che tutti possano inventarsi delle cose nuove, delle inedite composizioni che saranno poi pubblicate su una piattaforma e condivise con gli appassionati di Edo di tutto il mondo, per fornire a loro volta nuovi spunti di creatività,” affermano entusiasti i fratelli Marussi.


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DA LEONI

SETTE GIORNALISTI RACCONTANO IN UNA WEB SERIE TV STORIE AFRICANE DI VIOLENZA E DI RISCATTO. UN PROGETTO PER LIBERARE LE VOCI DI QUANTI LOTTANO PER LA LIBERTÀ E LA DIGNITÀ.

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di Giorgia Gianni

Hic sunt leones, qui ci sono i leoni, era scritto sulle antiche mappe per indicare le zone d’Africa ancora inesplorate. Ed è così che hanno deciso di chiamarsi sette amici giornalisti, documentaristi e reporter che proprio in Africa si sono incontrati e che da anni ne raccontano le guerre, la povertà, le carestie, le storie dei più deboli. Tra loro anche Francesco Cavalli, direttore generale di Icaro Communication, tra i fondatori del Premio giornalistico televisivo Ilaria Alpi, consulente del programma Radici di RaiTre e vicepresidente della ONG Amani, che sostiene progetti in Kenya, Zambia e Sudan. Insie-

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me stanno realizzando il progetto #dallapartedinice, una webserie TV per narrare le vicende reali di sette bambine e ragazze che in varie parti dell’Africa hanno spezzato la catena della tradizione delle mutilazioni genitali femminili, del controllo maschile sul corpo e sulla vita delle donne. “Da anni raccontiamo situazioni che si ripetono sistematicamente, come se la storia fosse un destino ineluttabile, e siamo stanchi di narrare ciò che non cambia” – spiega Cavalli – “Con questo progetto vogliamo comunicare storie di violenza subita e di riscatto. Dalle bambine masai alle bimbe di strada di Nairobi, alle bambine in guerra e quelle che subiscono altre forme di violenza o privazione del futuro: con questa webserie vogliamo liberare le loro voci, sostenerle nella loro lotta per la libertà e la dignità.” Nei mesi scorsi Cavalli e i colleghi sono stati in Kenya, dove hanno incontrato Nice Nailantei Leng’ete, masai ventiquattrenne operatrice di Amref che a otto anni si è ribellata alle mutilazioni genitali e alle violenze. La sua esperienza di lotta e determinazione ha ispirato il loro progetto.

“Per raccontare una storia è bene rispettare e conoscere davvero la protagonista e il contesto in cui vive. Per questo motivo curiamo sempre l’incontro con le comunità dei villaggi e con le associazioni che operano in questi luoghi, condividendo azioni, strategie e finalità”. Sono stati così raccolti i primi materiali video e fotografici che daranno forma alla webserie. “Tutti noi giornalisti del gruppo Hic Sunt Leones torneremo in Africa per incontrare Nice e Grace, Wangare, Jamimah, Kate, Abigael e Loisaleah, le altre protagoniste della nostra webserie. Raccoglieremo nuovi materiali, video, foto, incontreremo le loro realtà. Una volta tornati dalla seconda missione in Africa ci metteremo all’opera per realizzare gli episodi”. #dallapartedinice vede il sostegno di alcuni soggetti privati e organizzazioni non governative come Amani for Africa, Amref, Fondazione Zanetti e MLFM, ma per coprire le spese di produzione c’è bisogno dell’aiuto di tutti: per questo è stata lanciata anche una campagna di crowdfunding con Banca Etica e Produzioni dal Basso (www.dallapartedinice.org).


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