Pesaro IN Magazine 01 2018

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Tariffa R.O.C.: Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB - FILIALE DI FORLÌ - Contiene i. p. - Reg. al Tribunale di Forlì il 20/02/2006 n. 6 - EURO 3,00

PESARO N° 1 APRILE/GIUGNO 2018

I BRANDINA

Marco e Barbara

LIBERI E CREATIVI

PESARO / Una città per la musica SILVIA ORLANDI / A spasso dentro l’arte SILVANA RATTI / Un sogno tra le donne



EDITORIALE

SOMMARIO

A

Apriamo questo numero primaverile con una storia piena di colori! Il marchio Brandina è un progetto che unisce creatività, originalità e tutta la dedizione del suo creatore, Marco Morosini. Proseguiamo parlando di Pesaro Città Creativa della Musica Unesco con Oriano Giovanelli, Giorgio Girelli e Katyna Ranieri Ortolani, e di chi ha voluto scommettere e investire su questo con Roberto Bizzocchi, Onelio Fratesi e Michele Fabiani. Un altro riconoscimento importante è quello ricevuto da Silvana Ratti: parliamo del premio Donna Cultura, ottenuto per la sua grande caparbietà. Senza dimenticare la guida Silvia Orlandi, Rossini TV, l’architetto Mariadele Conti, Roberta Federici, Stefano Mariani e il Circolo Velico Ardizio. Esploriamo infine il bellissimo borgo di Novilara e la Chiesa di San Giacomo. Non ci resta che augurarvi buona lettura! Andrea Masotti

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ANNOTARE

Brevi IN

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ESSERE

Marco Morosini

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AMARE

Una città per la musica

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Scommettere sulle passioni

Mariadele Conti

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RACCONTARE

Roberta Federici

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EDIZIONI IN MAGAZINE S.R.L. Via Napoleone Bonaparte, 50 - 47122 Forlì Tel. 0543.798463 / Fax 0543.774044 www.inmagazine.it info@inmagazine.it DIRETTORE RESPONSABILE: Andrea Masotti REDAZIONE CENTRALE: Gianluca Gatta, Giulia Masci Ametta, Lucrezia Monza COORDINAMENTO DI REDAZIONE: Simonetta Campanelli- 335 5262743 nelli@simonettacampanelli.it ARTWORK: Lisa Tagliaferri IMPAGINAZIONE: Francesca Fantini UFFICIO COMMERCIALE: Irena Coso, Laura De Paoli STAMPA: La Pieve Poligrafica Villa Verucchio (RN) ANNO XII - N. 1 Chiuso per la stampa il 4/4/2018

Edizioni IN Magazine si impegna alla salvaguardia del patrimonio forestale aderendo al circuito di certificazione di FSC-Italia.

Tutti i diritti sono riservati. Foto e articoli possono essere riprodotti solo con l’autorizzazione dell’editore e citando la fonte.

Rossini TV

ARCHITETTARE

PREMIARE

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COMUNICARE

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SOSTENERE

Silvana Ratti

Collaboratori: Roberto Bagazzoli, Simonetta Campanelli, Mariadele Conti, Ettore Franca, Alice Muri, Giovanna Patrignani, Silvia Sinibaldi, Maria Rita Tonti, Solidea Vitali Rosati Fotografi: Laura De Paoli, Leo Mattioli, Luca Toni

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SCOPRIRE

Chiesa di San Giacomo

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AMMIRARE

Stefano Mariani

32

28

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GAREGGIARE

Circolo Velico Ardizio

VISITARE

Silvia Orlandi

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GIROVAGARE

Novilara

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GUSTARE

L’inaspettato legume

36 IN MAGAZINE

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ANNOTARE a cura di Simonetta Campanelli

NAM colora L’ARTE PESARO NAM colora l’arte è

I Giardini DEL DUCA URBINO Il 28 marzo, alle ore 16,00, in occasione del nuovo allestimento botanico del giardino pensile del Palazzo Ducale di Urbino, è stata inaugurata nel Settore Banchetti la mostra dedicata ai giardini delle residenze dei duchi Montefeltro e Della Rovere. La mostra è stata curata dalla professoressa Anna Cerboni Baiardi dell’Università degli Studi Carlo Bo di Urbino. L’esposizione sarà visitabile sino al 10 giugno presso la Galleria Nazionale delle Marche, al Palazzo Ducale di Urbino in Piazza Rinascimento 13. Per maggiori informazioni potete contattare lo 0722 2760 o visitare il sito www. gallerianazionalemarche.it

La magia di un CASTELLO CAGLI Il Castello di Naro è un’antichissima dimora storica risalente al VI secolo d. C., immersa nel silenzio e circondata dalla straordinaria bellezza delle colline marchigiane. Questa possente fortezza medievale si erge fiera sul territorio della provincia di Pesaro e Urbino, nel comune di Cagli ed è arroccata su uno scoglio naturale di pietra durissima. Il Castello di Naro ha una forte identità, è pieno di fascino, elegante ed estremamente suggestivo. Fu portato al suo antico splendore dalla Famiglia Stocchi nel 2012 e oggi apre le sue porte ad eventi matrimoniali di charme e vacanze esclusive. L’eleganza del Castello di Naro si esprime anche nelle sue Sale interne accomunate dalla costante ricerca della bellezza e dell’armonia. È il luogo ideale per chi vuole vivere la magia di un Castello. Info: info@castellodinaro.it | www.castellodinaro.it

una collezione di libri da colorare sull’arte moderna e antica presente in città, musei, teatri e altre espressioni artistiche. Ogni libro contiene una serie di disegni di particolari artistici esistenti, rielaborati a mano, accompagnati da una breve descrizione. L’obiettivo è quello di valorizzare l’arte del territorio raccontando le storie delle opere, degli artisti e degli edifici per arricchire, ispirare e stimolare chi lo usa e diventare una guida interattiva della città, museo e altre espressioni artistiche. Ogni dettaglio artistico disegnato a mano è progettato con spazi più ampi e più piccoli per lasciare la libertà di esprimersi e divertirsi con le sfumature e le tecniche che più ci piacciono. Ad oggi sono già stati realizzati Colora Pesaro e Colora i Teatri. Benedetta Leonardi (1989) e Matteo Tontini (1987) sono i fondatori di NAM carta libera, attività che recupera e reinterpreta materiale cartaceo creando prodotti personalizzati.

Go Gioachino ORCHESTRA MERCATELLO SUL METAURO La Gioachino Orchestra, formazione

giovanile della Provincia di Pesaro e Urbino, ha avuto l’opportunità di esibirsi in teatri e strutture architettoniche importanti fra cui Piazza della Signoria a Firenze e la Sala di Santa Cecilia a Roma, raccogliendo sempre ampi consensi. Al compositore pesarese Rossini, per il suo 150° anniversario, l’orchestra dedica un progetto che vede il contributo di altri giovani provenienti da tutta Italia e che farà dialogare i musicisti della GO con il Rossini ragazzo, mettendo in luce il talento dei primi e il genio del loro coetaneo predecessore. Con il supporto della Fondazione Cassa di Risparmio, della Provincia e del Comune di Pesaro, l’orchestra presenterà il programma sinfonico il 2 maggio al Teatro Rossini di Pesaro, a cui seguiranno poi altri appuntamenti. Per maggiori informazioni www.gioachino-orchestra.it 8

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Contempora BY ASTER PESARO Aster presenta il restyiling di Contempora, una delle principali collezioni del mood moderno, con nuovi materiali, stili e linguaggi che la rendono sempre più attuale ed esclusiva. Sono ben 96 le possibili varianti in legno che appartengono a questa collezione, dalle essenze più moderne e di tendenza fino a legni pregiati, di elevata qualità, di grande personalizzazione. La collezione Contempora, nella nuova elegante veste, è stata curata e disegnata dall’architetto Lorenzo Granocchia, art director del brand. Nel corso della prossima Design Week, in programma dal 17 al 22 aprile a Milano, saranno ben tre le nuove collezioni lanciate da Aster in anteprima nello showroom monomarca di Milano Duomo. Subito dopo, a beneficio del pubblico pesarese e dell’EmiliaRomagna, Aster presenterà tutte le nuove collezioni negli oltre 400 mq del suo showroom aziendale in via degli Abeti 354 a Pesaro, che sarà rinnovato nel look delle diverse ambientazioni proposte.

Piscaglia (1984) il giovane regista pesarese che racconta Van Gogh, uno dei personaggi più enigmatici e affascinanti dell’arte figurativa, in un docufilm dal titolo Tra il grano e il cielo, presentato nella sala Rossa del Comune di Pesaro. La sua carriera ha inizio come videomaker una decina di anni fa con dei corti presentati (e premiati), alla Mostra del Nuovo cinema di Pesaro. “È stata una bella sfida per me - racconta Giovanni Piscaglia - fare un film su Van Gogh, non proprio uno sconosciuto. Per questo motivo ho cercato di partire da una connessione sentimentale con lui. Mi sono esercitato e mi sono messo di fronte ai luoghi che lui ha dipinto ed ho cercato di vederli da una angolazione diversa.” Il film, scritto da Matteo Moneta e con l’interpretazione di Valeria Bruni Tedeschi è prodotto da 3D Produzioni e Nexo digital.

Friday Live da EXCELSIOR PESARO Il Friday Live è l’importante e rinnovato appuntamento per vivere il venerdì sera al Bistrò Excelsior con coinvolgenti dj set e aperitivi in un ambiente chic ma, allo stesso tempo, informale e rilassato. Le note dei vari artisti con sonorità, inflessioni e storie diverse, accompagneranno i nostri ospiti nella cornice vista mare del Bistrò. Il venerdì dalle ore 20.00. Aperitivo con ricco buffet di antipasti, un primo e un dessert. Musica dal vivo: € 18,00 a persona (buffet + live music + drink). Per tutta l’estate la kermesse di appuntamenti con cene, degustazioni, serate a tema e musica live animeranno gli ambienti del ‘59 Restaurant, del Bistrò e del Lido Excelsior. Per info e prenotazioni 0721 630011 o info@excelsiorpesaro.it Hotel Excelsior - Lungomare Nazario Sauro 30/34 Pesaro www.excelsiorpesaro.it

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IN MAGAZINE


ESSERE

Liberi e

CREATIVI UN PROGETTO CHE UNISCE CREATIVITÀ, ORIGINALITÀ, DEDIZIONE E…ESTATE! BRANDINA, STORICO MARCHIO IMMAGINATO E CREATO DA MARCO MOROSINI E SUA MOGLIE BARBARA MARCOLINI, È MOLTO PIÙ DI UN SEMPLICE BRAND. di Silvia Sinibaldi / ph Laura De Paoli

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La creatività non ha pregiudizi, s’immerge nell’arte e ha le mani artigiane, trasforma la materia che la circonda e ha un limite costante da superare: essere fedele a se stessa. Marco Morosini è questo, insieme alla capacità di vedere e, dove non si vede, di immaginare la sostanza trasfigurata nelle sue possibili declinazioni. Prendi Brandina, il brand che lo identifica nell’immaginario collettivo, (un marchio che è come l’uovo e la gallina: è nato prima il BRAND o la BRANDina?) che traduce in accessori di assoluta qualità, dal taglio unico, dal mood riconoscibilissimo, una frequenza che risale all’infanzia. Si ispira e rielabora un oggetto di così rara efficacia da essere rimasto immutato per oltre mezzo secolo, capace di rimandare i colori che fanno l’estate, il sole, la luce: il telo del lettino da spiaggia, la brandina appunto. Un tessuto povero e resistente che Marco Morosini ha nobilitato scovandone l’anima e la capacità evocativa. “Brandina è parte di un percorso complesso – racconta il designer che la-

vora tra lo studio di Pesaro e il Castello di Granarola – a cui sono approdato nascendo come grafico laureato all’Isia di Urbino dopo gli sudi alla Fachhochschule in Germania, l’esperienza alla No Frontiere design di Vienna e a Fabrica, il Centro di ricerca di Benetton diretto da Oliviero Toscani. È un prodotto che interpreta pienamente la mia idea di creatività ovvero lo sviluppo di una idea bella e originale che non sia banale e che non risponda a esigenze di mercato. Nel tempo, con fatica, facendo da subito una scelta di campo ho privilegiato la piccola dimensione lavorativa, l’impegno diretto in tutte le fasi, dall’idea alla produzione e soprattutto la mia libertà espressiva. Ho sempre rinunciato a committenze non condivise.” In realtà Marco Morosini lavora nel mondo, lasciandosi ispirare e deformare dall’arte, dal cinema, dalla lettura, partendo sempre e comunque dallo studio, dal possesso della materia di cui esalta i dettagli: è reduce da IN MAGAZINE

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IN QUESTE PAGINE, MARCO MOROSINI E LA MOGLIE BARBARA, CREATIVI E FONDATORI DEL MARCHIO BRANDINA.

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IN MAGAZINE

Miami dove insieme alla moglie Barbara Marcolini e alla figlia Margherita ha stretto i tempi sul catalogo della prossima collezione Brandina. Anche questo un carattere peculiare della sua attività: la condivisione con Barbara di ogni lavoro. “Marco mi ha insegnato – racconta lei – che si può fare tutto se si vuole”. Tanto che lei, architetto trapiantato a Milano, è tornata a Cattolica, sua città natale, per iniziare l’avventura straordinaria della loro azienda. “Mi occupo dello stile e delle botteghe e vivo e lavoro in un clima di grande energia ed entusiasmo e ogni giorno affrontiamo una sfida nuova”. Poi la piccola Margherita che respira da sempre la filosofia Brandina e oggi muove i primi passi come indossatrice. “Nostra figlia ha preso dal papà – sorride Barbara – è coraggiosa e si lancia nelle nuove esperienze senza paura”. Perché i viaggi nel mondo di Morosini hanno senso anche per il ritorno. Il ritorno nei suoi luoghi simbolo che piegano persino la toponomastica alla sua caratura professionale. Basti pensare a Strada della Fabreccia, al ferro duro e freddo e al calore che lo lavora, lo trasforma, oppure a quel Castello di Granarola. “Certo alla base delle mie creazioni c’è

SI ISPIRA E RIELABORA UN OGGETTO DI COSÌ RARA EFFICACIA DA ESSERE RIMASTO IMMUTATO PER OLTRE MEZZO SECOLO, CAPACE DI RIMANDARE I COLORI CHE FANNO L’ESTATE, IL SOLE, LA LUCE: IL TELO DEL LETTINO DA SPIAGGIA, LA BRANDINA APPUNTO.

una ricerca artistica che si nutre di mostre, di pittura, scultura e di studio ma soprattutto del desiderio di esplorare campi e soluzioni sempre nuove. In questo momento sto lavorando a due nuovi progetti per Lamborghini. Perché vogliono me? Perché garantisco originalità e buon gusto e non mi ispiro attraverso Google al lavoro degli altri. Non guardo cosa fanno gli altri e vado su tutte le furie quando mi sento dire quest’anno va questo colore, è il tessuto che fa tendenza. Questo non mi interessa. Mi piace andare oltre, creare qualcosa di mio”. I dieci negozi monomarca Brandina - spiega Barbara - si chiamano botteghe con un rimando chiaro alla peri-


Come un maestro d’orchestra, il team di CG Wedding & Event Designer fa sì che la magia del matrimonio regali emozioni uniche ai suoi protagonisti. In che modo? Con un progetto d’immagine dell’evento che parte dalla linea grafica sino agli allestimenti e alle scenografie. Fondamentale è l’ascolto attento degli sposi, che si trasforma poi nella capacità di visualizzare e dare forma al sogno. Forti delle loro competenze di arredatori, light e flower designers, grafici ed allestitori, i professionisti di CG Wedding & Event Designer si occupano di tutto: stationery, allestimenti e arredo, mise en place, accessori e dettagli, segnaposto, tableau, confettata e corner scenografici. Grazie al loro background nel campo dell’architettura, della scenografia, del light design e della grafica, organizzeranno il vostro matrimonio rispecchiando la vostra personalità, il vostro stile, il vostro gusto... Sarà una giornata indimenticabile per tutti!

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“ALLA BASE DELLE MIE CREAZIONI C’È UNA RICERCA ARTISTICA CHE SI NUTRE DI MOSTRE, DI PITTURA, SCULTURA E DI STUDIO MA SOPRATTUTTO DEL DESIDERIO DI ESPLORARE CAMPI E SOLUZIONI SEMPRE NUOVE. NON MI ISPIRO AL LAVORO DEGLI ALTRI.”

zia artigiana e al pensatoio creativo. Un tratto più sostanziale che estetico dove rifuggire l’omologazione è un modo di analizzare la società: “Non ci sono più i direttori creativi ma i direttori del marketing, tutto è votato al profitto e il risultato è sotto i nostri occhi: negozi tutti uguali, ragazzi vestiti in fotocopia che ascoltano la stessa musica, si incidono gli stessi tatuaggi. Utilizzare un linguaggio diverso, è un prezzo che si paga”. Entrando in un negozio di Morosini, sfogliando i suoi libri, sbirciando tra gli schizzi e gli oggetti creati con le sue mani si è colpiti da un’esplosione che non ha nulla di estemporaneo, che rimanda al senso del tempo impiegato, della cura espressa, a una sorta di profondità antitesi della fretta dell’industria. “Tuttavia – riflette Morosini – la velocità con cui cambia il mondo, a cui dobbiamo adeguare i nostri ritmi ci ha portato via il tempo. Un lavoro creativo è sostanzialmente una ricerca artistica su se stessi, uno scavo lento che ci collega con la nostra essenza, che ci porta a scovare la nostra anima. La mancanza di tempo, per tutto 16

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questo, incide innanzitutto sulla qualità. Stiamo regalando tutti i nostri sapere alla rete, stiamo convogliando dettagli, particolari, sensazioni e visioni artistiche nella macchina che un giorno farà meglio di noi. Quando accendo il computer e inizio a lavorare l’elemento centrale e propulsore è la mia esperienza. Tutto quello che ho accumulato nel tempo, i saperi degli occhi, della mente e delle mani. Spero di no ma temo che affideremo alla macchina anche la capacità di fare esperienza e dunque di creare. Perché la macchina impara. Presto professioni come la mia, la sua ma anche quella dell’avvocato e del medico saranno rese inutili dalla macchina che sarà in grado di elaborare ogni genere di risposta”. Da questa apocalisse tecnologica come ci difendiamo? “Tornando a essere pezzi unici, invertendo la marcia che sta cancellando i dialetti, la biodiversità, i mestieri. Viviamo in un Paese straordinario per la sua bellezza ma anche per le sue tecniche agricole, per il suo rapporto con il cibo, per l’arte e per le mille differenze. È questo che va rivalutato, è questo che dobbiamo valorizza-

re e invece non c’è più un artigiano, competenze immense andate perdute. Pensi a questa campagna elettorale: cosa viene proposto per arte, cultura e turismo? Sembrano vocaboli dimenticati”. Tornare a essere pezzi unici e un po’ folli. “Direi incoscienti, come è accaduto a me con l’avventura della ristrutturazione del Castello di Granarola. Aver ridato vita a quella dimora storica, alle residenze artistiche che ospita, al benessere dei tanti turisti, soprattutto stranieri, che d’estate arrivano è una grande soddisfazione. All’interno non c’è nulla di industriale, ho disegnato e creato persino i porta carta igienica”. Giovani dai gusti seriali ma anche portatori di indispensabili energie: “Sono reduce da due esperienze di forte impatto di workshop con giovani progettisti alla Fabrica di Benetton e a San Patrignano. Hanno portato le loro startup e sono stati scambi straordinari beatamente al di fuori delle regole del profitto, con il gusto pieno di fare bene le cose”. La prossima fatica? “Un progetto segretissimo…”


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AMARE

Una città per

LA MUSICA

ORIANO GIOVANELLI, GIORGIO GIRELLI E KATYNA RANIERI ORTOLANI CI RACCONTANO PERCHÉ PESARO È STATA UFFICIALMENTE RICONOSCIUTA CITTÀ CREATIVA DELLA MUSICA.

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di Maria Rita Tonti / ph Luca Toni e Laura De Paoli

Il 31 ottobre 2017 Pesaro è stata ufficialmente riconosciuta dall’UNESCO Città creativa della Musica. Il titolo riconosce e celebra un tessuto creativo diffuso di produzione e fruizione musicale, con il Rossini Opera Festival come fiore all’occhiello, e innesca una serie di scambi internazionali che daranno risalto alla Pesaro creativa nel mondo. Abbiamo chiesto ad alcuni personaggi rappresentativi delle istituzioni cittadine rossiniane e non una loro riflessione in merito. “Si tratta sicuramente di un riconoscimento molto importante – dichiara Oriano Giovanelli, presidente della Fondazione Rossini – di cui forse ancora non ci rendiamo perfettamente conto riguardo alle positive potenzialità che può avere la conoscenza nel mondo della nostra città attraverso i siti Unesco. Un risultato raggiunto dopo diversi anni di lavoro ininterrotto fin dalla prima idea che fu del compianto Guidumberto Chiocci che proprio a me propose di provare a candidarsi a questo riconoscimento. Strada facendo abbiamo capito che il valore moderno e contemporaneo di questo progetto imponeva non soltanto di valorizzare la città di

Pesaro come città di Rossini e il lavoro svolto dalla Fondazione Rossini prima e poi assieme al Rossini Opera Festival. L’idea più complessiva che Unesco ricercava era l’originalità di una città dove la musica è a tutto tondo: è questione sociale legata al mondo giovanile, è promozione turistica legata alla promozione della città, è valorizzazione di alcune figure eccellenti della musica italiana e mondiale. Questa impostazione mi pare che sia stata colta: adesso si tratta di essere conseguenti e costruire un percorso che tenga al centro la musica trecentosessantacinque giorni all’anno in tutti i suoi aspetti e in tutte le sue componenti.” Quale sarà il ruolo della Fondazione Rossini alla luce di questo riconoscimento? “La Fondazione Rossini è già dentro alla modernità di questo progetto perché noi non facciamo rievocazione storica ma un lavoro di ricerca. In questo senso modernissimo legato all’impegno di tanti studiosi, di tanti giovani musicologi, noi diamo il nostro parziale ma fondamentale contributo a quest’idea di Pesaro Città della Musica. Avere a Pesaro quello che è l’istituto musicologico

SOPRA, ORIANO GIOVANELLI, PRESIDENTE DELLA FONDAZIONE ROSSINI.


“AVERE A PESARO QUELLO CHE È L’ISTITUTO MUSICOLOGICO PIÙ IMPORTANTE CHE INTORNO ALL’OPERA LIRICA SIA DATO DI CONOSCERE NEL MONDO - PERCHÉ QUESTO È LA FONDAZIONE ROSSINI - CREDO SIA UN ELEMENTO DISTINTIVO PARTICOLARMENTE FORTE.”

più importante che intorno all’opera lirica sia dato di conoscere nel mondo – perché questo è la Fondazione Rossini – credo sia un elemento distintivo particolarmente forte.” E per le celebrazioni rossiniane in occasione del 150° anniversario della morte di Rossini? “Teniamo il nostro passo. Collaboriamo con l’amministrazione comunale, con il Rossini Opera Festival, con il Conservatorio perché a questi eventi venga dato il giusto risalto e la necessaria base scientifica e di qualità. Proseguiamo quindi con la pubblicazione dell’opera omnia in edizione

critica del Maestro, presentando La pietra del paragone e un approfondimento sulla Petite Messe Solennelle, la cui esecuzione sarà un must nel 2018.” “Quando l’UNESCO – sottolinea Giorgio Girelli, presidente del Conservatorio Rossini, pur mostrando grande apprezzamento per le manifestazioni liriche incentrate sul Rossini Opera Festival, rilevò che per il riconoscimento del titolo di Città della Musica era necessario che Pesaro dimostrasse una continuità musicale durante tutto l’anno, emerse la rilevanza dell’attività del Conservatorio Statale Rossini. Le schede illustrative che corredavano la richiesta del riconoscimento vennero dunque arricchite con documentazioni di carattere storico nonché relative alle iniziative musicali che caratterizzano il percorso artistico di Pesaro durante l’anno”. Quale il ruolo del Conservatorio? “In questo contesto il Conservatorio Rossini, in quanto istituto accademico musicale, poteva ben rafforzare l’identità della città, verso la quale durante l’anno affluiscono un consistente numero di docenti anche dall’estero e studenti rappresentativi di circa trenta Paesi. Una consistente produzione di manifestazioni musicali di varia natura nel corso di tutto l’anno offrivano e offrono eventi di particolare valore quali i Concerti del Sabato, la stagione dei concerti di fine anno accademico, il concerto per la Festa del lavoro e quello per i malati il giorno di Ferragosto all’Ospedale IN MAGAZINE

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SOTTO, GIORGIO GIRELLI, PRESIDENTE DEL CONSERVATORIO ROSSINI.

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San Salvatore, la Messa Solenne cum cantu gregoriano, nonché altri eventi legati a significative ricorrenze. Tutte iniziative che accrescono il panorama artistico locale insieme al calendario dell’Ente Concerti ed agli incontri scientifici della Fondazione Rossini. Una città però dove la musica allarga i propri orizzonti anche a valori sociali, oltre che strettamente culturali.” Vale a dire? “Una città dove l’archivio storico diocesano dispone di un prezioso giacimento di partiture musicali in corso di esplorazione. Una città che respira con il proprio territorio dal quale sono emerse grandi personalità della musica, da Ottaviano Petrucci, inventore della stampa musicale a caratteri mobili, il Gutenberg della musica, ad Amintore Galli, autore del celebre Inno dei Lavoratori. Tutto ciò venne evidenziato nel febbraio del 2010 per attestare che al gran-

“IN QUESTO CONTESTO IL CONSERVATORIO ROSSINI, IN QUANTO ISTITUTO ACCADEMICO MUSICALE, POTEVA BEN RAFFORZARE L’IDENTITÀ DELLA CITTÀ, VERSO LA QUALE DURANTE L’ANNO AFFLUISCONO UN CONSISTENTE NUMERO DI DOCENTI ANCHE DALL’ESTERO.”

dioso recupero delle opere rossiniane e alla loro messa in scena si associava un patrimonio che ben abilitava a qualificare Pesaro Città della Musica”. “Per me – afferma Katyna Ranieri Ortolani, presidente della Fondazione Riz Ortolani – è facile dire con gioia che si tratta di un giusto riconoscimento”. Pesaro ha dato i natali al Cigno,


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“DOBBIAMO RICORDARE CHE ROSSINI HA AFFIDATO PER TESTAMENTO TUTTI I SUOI BENI A PESARO, LASCIANDO QUI LA SUA ANIMA. HA VOLUTO CHE NASCESSE UNA SCUOLA DI MUSICA DEDICATA AI GIOVANI. E DA QUI È SCATURITO TUTTO, LA MUSICA HA INVASO LA CITTÀ.”

SOPRA, KATYNA RANIERI ORTOLANI, PRESIDENTE DELLA FONDAZIONE RIZ ORTOLANI.

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ma non solo. Dobbiamo ricordare che Rossini ha affidato per testamento tutti i suoi beni a Pesaro, lasciando qui la sua anima. Ha voluto, ponendola come condizione all’eredità, che nascesse una scuola di musica dedicata ai giovani. E da qui è scaturito tutto, la musica ha invaso la città e Pesaro è oggi Città della Musica. A mio avviso questo riconoscimento era meritato da tempo, tenendo conto che il Rossini Opera Festival, che ha portato il nostro Rossini nel mondo, è giunto già alla trentanovesima edizione. Il Festival ha fatto conoscere a livello internazionale una città come Pesaro, una realtà piuttosto circoscritta, che ha avuto nella musica di Rossini una vetrina di grandissimo rilievo. Come Fondazione Riz Ortolani abbiamo in mente molte cose: si tratta di fare la cosa più giusta dal punto

di vista musicale. Del resto tutto nasce da Rossini. Riz ha avuto sempre un grande entusiasmo per la sua città, il suo Conservatorio e Rossini che amava in maniera particolare.” Come si colloca in questo contesto l’attività della Fondazione Riz Ortolani? “La Fondazione Riz Ortolani condivide con le varie istituzioni cittadine importanti progetti, che hanno avuto inizio con l’intitolazione del Giardino della Musica, accanto al Conservatorio, a Riz Ortolani. Ci sono naturalmente delle difficoltà da superare ma io ho intenzione di andare avanti. Ho diverse idee e vorrei che si realizzasse qualcosa di importante già quest’estate. Anche per questo ho contattato l’architetto pesarese Marco Gaudenzi. Ritengo che la sua proposta di creare una cittadella della musica che ruoti intorno al Conservatorio Rossini e a Palazzo Ricci sia molto intelligente e valida anche dal punto di vista urbanistico. Naturalmente, qualora questo magnifico progetto dovesse realizzarsi, richiederà tempi molto lunghi. Ma anche solo illudersi di poter pensare ad una creazione straordinaria che valorizzi fino in fondo le eccellenze musicali della città è un modo per uscire dalle brutture della realtà di tutti i giorni. Un sogno straordinario. Già il solo parlarne è gratificante: l’importante è creare.”



SOSTENERE

Scommettere

SULLE PASSIONI UN’INNATA SENSIBILITÀ PER LA MUSICA E LA VOGLIA DI CONTRIBUIRE PER MIGLIORARE LA VITA DELLA PROPRIA CITTÀ: È QUESTO IL DOPPIO FILO RITORTO CHE ACCOMUNA ROBERTO BIZZOCCHI, ONELIO FRATESI E MICHELE FABIANI.

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di Solidea Vitali Rosati / ph Laura De Paoli

Tra di loro non si conoscono, ma approfondendo l’azione a sostegno della Fondazione Rossini (Onelio Fratesi), la creazione del Circolo Rossini a Baia Flaminia (Roberto Bizzocchi) e l’operato a favore dell’Orchestra sinfonica Gioachino Rossini e della Fondazione Riz Ortolani (Michele Fabiani) emerge l’affinità degli intenti. Innanzitutto è difficile dire cosa li coinvolga di più: se la musica o la città in cui sono nati e cresciuti. È certo che senza la prima, la musica, forse non avrebbero avuto la stessa determinazione nel concludere progetti a promozione della seconda, Pesaro. “Quando sei immerso in una vita fitta di impegni e responsabilità – dice Onelio Fratesi, patron della Nila & Nila, azienda del Made in Italy nel settore calzaturiero dal 1970 – è difficile coltivare passioni diverse dal lavoro”. È quello che Fratesi ha fatto, fino a quando in azienda non è arrivata la nuova generazione. “Io metto l’esperienza, i miei figli e mio genero la predisposizione ad innovare – conferma Fratesi – se non fosse così sarebbe veramente dura mantenere il mercato. Solo dieci anni fa all’idea di vendere in Kazakistan, Ucraina

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e Africa, sarei rimasto perplesso. Oggi è una piazza reale, abbiamo trasferito lo Store da Pesaro a Bologna dove i buyer internazionali fanno tappa regolarmente”. E la musica? “Non ho mai avuto modo di studiarla, mi è sempre piaciuta. Aver avuto l’occasione a Pesaro di assistere a produzioni di primissimo livello mi ha avvicinato alla Fondazione Rossini”. Da qui il sostegno. “Sì. Nel mio piccolo, perché le difficoltà di questi anni sono state tante, ho cercato di essere loro utile. L’ho fatto. Mi hanno ringraziato dandomi la possibilità di legare alcuni miei prodotti all’immagine di Rossini”. Con la musica ha avuto sempre a che fare Roberto Bizzocchi, patron di Eva Garden, azienda di esperienza quarantennale nella cosmesi di alta gamma presente in oltre trenta Paesi al mondo. “Sono stonato – ride – ma questo non mi ha impedito a 14 anni di fondare due band, a 20 anni di contribuire nel portare i Genesis a Pesaro e a 22, da giovanissimo impresario, arrivare fino a Sanremo avendo a che fare con personaggi del calibro di Gianni Ravera”. Come mai si è affermato in tutt’altro settore? “A Sanremo


IN QUESTA PAGINA, ONELIO FRATESI, PATRON DELLA NILA & NILA, AZIENDA DEL MADE IN ITALY NEL SETTORE CALZATURIERO.

capii che si trattava di un mare di pescecani nel quale non volevo stare. Decisi di dirottare la mia vocazione imprenditoriale a qualcosa che, grazie a mia moglie, ho apprezzato fino a farne un’industria”. Nel settore della bellezza, Bizzocchi ha imparato a nuotare in un oceano abitato da maison agguerritissime (altroché in un mare) e a declinare nei colori della cosmesi, la femminilità. E la musica? “Sarà una mia alleata nella costituzione del cartellone di iniziative che animerà la vita del neo Circolo Rossini”. Bizzocchi, presidente della Vis calcio, si è lanciato in un’altra avventura sociale: fare del Circolo Rossini a Baia Flaminia, negli spazi che

“IO METTO L’ESPERIENZA, I MIEI FIGLI E MIO GENERO LA PREDISPOSIZIONE AD INNOVARE. SE NON FOSSE COSÌ SAREBBE VERAMENTE DURA MANTENERE IL MERCATO. SOLO DIECI ANNI FA ALL’IDEA DI VENDERE IN KAZAKISTAN, UCRAINA E AFRICA, SAREI RIMASTO PERPLESSO.”

furono del Circolo mobilieri, un polo d’attrazione per una comunità di tesserati culturalmente vivace. Il nome, ispirato al genio del Cigno, richiama il brand più IN MAGAZINE

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NEL SETTORE DELLA BELLEZZA, BIZZOCCHI HA IMPARATO A DECLINARE NEI COLORI DELLA COSMESI, LA FEMMINILITÀ. E LA MUSICA? “SARÀ UNA MIA ALLEATA NELLA COSTITUZIONE DEL CARTELLONE DI INIZIATIVE CHE ANIMERÀ LA VITA DEL NEO CIRCOLO ROSSINI.

IN ALTO, ROBERTO BIZZOCCHI, PATRON DI EVA GARDEN ASSIEME ALLA MOGLIE TIZIANA E, A LATO, MICHELE FABIANI, TERZA GENERAZIONE DI COMMERCIALISTI E CONSULENTI DEL LAVORO A PESARO.

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rappresentativo dell’identità cittadina, ma non solo. “Rossini era un gaudente – osserva Bizzocchi – e guardare alla vita con slancio positivo è importante”. Come il compositore Bizzocchi, è stato attento ai giovani e per agevolarne l’accesso al Circolo, per loro, ha abbassato le quote. Michele Fabiani, terza generazione di commercialisti e consulenti del lavoro a Pesaro, ha sempre militato nei Lions,

condividendo l’approccio umanista della restituzione in cultura, sociale e innovazione promossa dal club filantropico. Più delle due lauree (economia e giurisprudenza) è orgoglioso del diploma da violinista. Anche perché la musica per lui è sempre stata una conquista. “L’Orchestra Sinfonica Rossini di cui sono tra i fondatori è l’attività di promozione culturale a cui sono più legato – spiega Fabiani –. Come Lions inseguo il sogno di dotare almeno il Teatro Rossini di un sistema, tecnologicamente avanzato, che permetta anche a chi ha deficit uditivi come me di percepire l’esecuzione concertistica. Per la Fondazione Riz Ortolani, invece, sono consulente amministrativo del Comitato Esecutivo Eventi Artistici e Musicali. Grazie al mio lavoro noto che la sensibilità verso le erogazioni liberali, l’Art bonus o il cinque per mille sta crescendo”.



PREMIARE

Un sogno

TRA LE DONNE SILVANA RATTI, TITOLARE DELLA BOUTIQUE RATTI, NON POTEVA NON MERITARSI IL PREMIO DONNA CULTURA: RICONOSCIMENTO PER LE SUE CAPACITÀ E PER LA GRANDE CAPARBIETÀ. di Simonetta Campanelli / ph Laura De Paoli

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IN APERTURA, SILVANA RATTI (AL CENTRO) CON PAOLA PIERANGELI TITTARELLI (MADRINA DEL PREMIO DONNA CULTURA) ED IL SINDACO DI PESARO MATTEO RICCI DURANTE LA PREMIAZIONE. A LATO, CON LA SUA FAMIGLIA (DA SX A DX) I NIPOTI FEDERICO E SEWA’, E I FIGLI MATILDE E FRANCESCO.

Il talento e la tenacia l’hanno resa una delle donne più ammirate di Pesaro e a lei, titolare della Boutique Ratti, l’Associazione Nazionale Donne Elettrici (ANDE) ha voluto assegnare l’annuale premio che consacra, con grande merito, le doti e le vicende personali e familiari di una donna che è parte della storia e della quotidianità pesarese. Questa la motivazione: “Per avere saputo valorizzare la donna attraverso l’eleganza e la raffinatezza della figura femminile rappresentata nel sogno e nell’idea di tante donne che desiderano la realizzazione di sé stesse”. Cosa rappresenta questo momento per te Silvana? “Lo ritengo un momento importante della mia vita professionale e, devo dire, che ricevere questo premio è una soddisfazione davvero bella, non solo per me ma per tutta la mia famiglia e tutti i miei collaboratori. Vorrei ringraziare l’Associazione Nazionale Donne Elettrici, ANDE, per avermi conferito questo premio molto prestigioso e gradito. L’ANDE nacque nel 1946 proprio per celebrare la realizzazione di uno dei sogni a cui ambivano in quegli anni le donne del nostro paese: il diritto al voto. Le sorti della nostra comunità, infatti, mi sono sempre state a cuore e nel mio lavoro ho conosciuto e lavorato con tante donne di valore”. Dunque questo è il tuo motivo d’orgoglio? “Sì, proprio per queste ragioni sono molto orgogliosa di fare parte di questa testimonianza culturale iniziata nel 1946 delle amiche dell’Associazione Nazionale Donne Elettrici”. A chi devi il merito del tuo successo? “Il mio pensiero va innanzitutto ai miei genitori, dai quali ho appreso fin da piccola l’amore per questo lavoro, il rispetto e la riconoscenza per i nostri collaboratori. In particolare mio padre mi ha inculcato il senso del dovere e un’idea imprenditoriale intesa come avventura e rischio. Da mia madre, invece, vengono

“IL MIO PENSIERO VA INNANZITUTTO AI MIEI GENITORI, DAI QUALI HO APPRESO FIN DA PICCOLA L’AMORE PER QUESTO LAVORO. IN PARTICOLARE MIO PADRE MI HA INCULCATO IL SENSO DEL DOVERE E UN’IDEA IMPRENDITORIALE INTESA COME AVVENTURA E RISCHIO.”

il gusto per il bello e soprattutto il saper entrare in sintonia con la clientela e consigliarla al meglio. Mia mamma era felice quando una cliente l’ascoltava e usciva elegante dalla nostra boutique”. Una prestigiosa boutique che ha oltrepassato i 70 anni di attività. “Gestire un’azienda che ha una storia di più di 70 anni, con circa ottanta collaboratori, significa anche notti insonni passate a chiedersi se le scelte fatte siano quelle giuste. In questo devo ringraziare mio marito Gabriele, che ha sempre conferito una nota di leggerezza alle nostre vicende. Inoltre, il suo esempio e modo di essere, insieme a quello dei suoi e dei miei genitori, ha certamente contribuito a formare il carattere, la tenacia e la volontà dei miei figli, Francesco e Matilde”. A chi dedichi questo premio speciale? “Ai i miei figli, ai miei collaboratori, ai miei genitori... questo premio è anche dedicato a loro”.

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VISITARE

A spasso

DENTRO L’ARTE ESSERE PORTATI IN GIRO PER LE BELLEZZE PESARESI? SI PUÒ. SILVIA ORLANDI, GUIDA SPECIALIZZATA, FA CONOSCERE ED APPREZZARE LA CITTÀ DI ROSSINI, SOPRATTUTTO AGLI STRANIERI.

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di Maria Rita Tonti / ph Luca Toni

Fin da giovanissima ha coltivato la sua passione per l’arte e la sua divulgazione. In seguito ha conseguito l’abilitazione come guida turistica e si è laureata in Scienze dei Beni Culturali all’Università Carlo Bo di Urbino. Ma, al di là dei documenti ufficiali, Silvia Orlandi, che vive e lavora a Pesaro, comunica un entusiasmo autentico per il proprio lavoro che la mette in contatto con persone anche molto diverse fra loro. In che cosa consiste il suo lavoro? “La dicitura esatta è guida turistica specializzata in lingua italiana e inglese. In questa ottica mi sono stati molto utili il soggiorno e gli studi che ho compiuto negli Stati Uniti. Molto spesso mi capita di tenere lezioni a gruppi di americani con i quali curo l’approfondimento della storia dell’arte locale a seconda delle loro esigenze e dei loro interessi”. Quali sono gli argomenti più gettonati? “Naturalmente tra gli artisti Rossini, Raffaello, Piero Della Francesca. E poi luoghi come il Palazzo Ducale di Urbino e di Pesaro oltre ai Musei Civici e alla Sinagoga”. Viene proposta anche la visi-

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ta di Villa Imperiale? “Certamente. In collaborazione con la Cooperativa Isairon gestiamo le visite a Villa Imperiale che si svolgono, in giorni prestabiliti, da maggio a settembre. È un vero e proprio gioiello che desta meraviglia sia nel visitatore straniero che nei pesaresi”. Lavora anche con le scuole? “Sì, dalle elementari alle superiori anche se in misura inferiore rispetto al passato, per vari motivi, non ultimo, in questo periodo di crisi, il contributo che spetta alle famiglie. In questo momento ho molte richieste da altre città italiane tra cui Milano e Venezia. Ovviamente con i ragazzi non si propone una visita guidata tradizionale ma si individuano metodologie ad hoc che li coinvolgano e suscitino in loro un vero interesse. Un esempio è la caccia al tesoro per le vie del centro storico alla ricerca dei protagonisti della vita cittadina”. E il riscontro? “Senz’altro positivo: i ragazzi, se opportunamente sollecitati, sono molto partecipi e ricettivi”. Come avviene il contatto con i vari gruppi? “Sono le agenzie di viaggio che hanno la funzione di mediatori.


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“GLI STRANIERI SONO LA FETTA DI PUBBLICO PIÙ SIGNIFICATIVA, IN CONTINUO AUMENTO. SI SPAZIA DAI CROCIERISTI AI GRUPPI PROVENIENTI DA UNIVERSITÀ STRANIERE AI QUALI OFFRO SIA LEZIONI DI STORIA DELL’ARTE CHE VISITE SUL TERRITORIO”.

Ho parecchi gruppi italiani costituiti da persone di una certa età che spesso fanno parte di associazioni culturali e sono interessati a visite tematiche. Questi gruppi rispondono molto bene perché sono motivati e hanno una preparazione culturale di base”. E gli stranieri? “Sono la fetta di pubblico più significativa, in continuo aumento. Si va dai crocieristi ai gruppi provenienti da università straniere ai quali offro sia lezioni di storia dell’arte che visite sul territorio”. E Rossini? Che posto occupa

nell’offerta turistica di Pesaro, da poco riconosciuta Città della Musica Unesco? “A cavallo fra gli anni ’80 e ’90 è stato creato l’itinerario rossiniano che comprende la visita ai Musei Civici dove si trova la collezione Hercolani, composta da una quarantina di dipinti, pervenuta alla città insieme all’eredità di Rossini. Il lascito risarciva un prestito in denaro fatto dal compositore alla nobile famiglia bolognese. E poi ovviamente la casa natale, il teatro, il tempietto. Quest’ultimo si trova a Palazzo Olivieri, che ospita il Conservatorio, e custodisce preziosi autografi rossiniani oltre ai bellissimi affreschi di Gian Andrea Lazzarini”. Che cosa consiglia a chi vuole intraprendere la sua stessa strada? “Per prima cosa bisogna avere una grande passione per l’arte. Ricordo che fin da ragazzina frequentavo con assiduità la Biblioteca Oliveriana e la Federiciana a Fano. Sono fondamentali poi la preparazione culturale, le capacità comunicative e la conoscenza delle lingue”.

Biografia di una GUIDA TURISTICA Silvia Orlandi è nata a Pesaro nel 1960. Nel 1985 ha conseguito il diploma come guida e accompagnatrice turistica e ha iniziato a svolgere questa attività a livello individuale come libero professionista. Nel 1998 ha ottenuto l’abilitazione tecnica alla professione di guida turistica specializzata e di interprete in lingua inglese. Collabora da molti anni con agenzie italiane e straniere accompagnando gruppi di studenti, turisti italiani e stranieri nella visita dei siti storico-artistici della Provincia di Pesaro e Urbino e di altre località delle Marche. Laureata in Scienze dei Beni Culturali all’Università Carlo Bo di Urbino (2011), organizza corsi di storia dell’arte e di storia rinascimentale rivolti a studenti stranieri di università europee ed americane. Da tempo collabora con agenzie del territorio nazionale ed internazionale in occasione di eventi, come mostre temporanee, fiere e congressi. Silvia è uno dei soci fondatori della Cooperativa Isairon.

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United Nations Educational, ScientiďŹ c and Cultural Organization

Designated UNESCO Creative City in 2017

Celebrazioni rossiniane Pesaro brings Rossini in the world, Rossini brings Pesaro in the world. Fino a tutto il 2019, concerti, spettacoli, mostre, incontri e iniziative in onore di Gioachino Rossini nella cittĂ natale, in tutta Italia e nel mondo, a 150 anni dalla sua scomparsa. rossini150.it

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GIROVAGARE

Alle sere

D’ESTATE A NOVILARA, CI SI VA NELLE SERE D’ESTATE. UN ANTICO BORGO RICCO DI STORIA, TRA LE VALLI DEL FOGLIA E DEL METAURO. di Ettore Franca / ph Leo Mattioli


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Il colle di Santa Croce era un luogo strategico fra le vallate dei fossi dei condotti e del Sejore, dove la presenza di abitanti risale all’età del bronzo (XIV-XIII sec. a.C.). Dal X sec., età del ferro, abiteranno i Piceni dei quali resta l’area delle necropoli con le tombe ricche di vasellame, armi, gioielli in metallo e ambra che già nel ’600 circolavano sul vivace mercato antiquario di allora. Fra i reperti scavati, impor-

tanti sono le stele di Novilara, a motivi geometrici o col testo in alfabeto arcaico degli Etruschi, già insediati qui quando Greci e Troiani se le davano di brutto. La stele con scene di battaglia è quella che ha ispirato la nave di Novilara, costruita dai ragazzi del Labirinto su disegni e piani dell’ing. Marco Cobau, coprogettista della prima Azzurra che nel 1982, con onore, regatò

IL NUCLEO ABITATO, GIÀ PRIMA DEI ROMANI, ERA STRATEGICAMENTE IMPORTANTE PERCHÉ, INVISIBILE DAL MARE INFESTATO DI PIRATI, DALL’ALTO CONSENTIVA IL CONTROLLO SULL’APPRODO DI FOSSO SEJORE, CONSIDERATO MOLTO IMPORTANTE.

nell’America’s Cup. Il nucleo, abitato già prima dei Romani, era strategicamente importante perché, invisibile dal mare infestato di pirati, dall’alto consentiva il controllo sull’approdo di fosso Sejore, considerato molto importante nella fitta rete dei traffici costieri e trans adriatici delle imbarcazioni in viaggio fra Ancona, Venezia e la costa di là del mare come attestano ambre, vasi dauni, incensieri, armi, elmi e gli altri oggetti provenienti dalle sepolture. Nel borgo è stato realizzato un Centro di documentazione finalizzato allo studio e alla valorizzazione della storia di Novilara illustrata da alcuni aspetti delle necropoli e dell’acquedotto romano. Sono esposti i calchi delle stele e i modelli di alcuni corredi, maschili (lance, spade, pugnali, coltellacci, armi in bronzo o di ferro), e femminili (oggetti d’abbigliamento perline di pasta vitrea per far collane, orecchini, spillo38

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ni, fibule, spille, anelli, pendenti d’osso o d’ambra, questa costante nei corredi piceni). Sono una parte di quanto rintracciato nelle necropoli coi documenti dell’antica civiltà descritta nella vasta letteratura di settore. Non mancano i recipienti in ceramica: il kantharos, vaso a bocca ovale e doppia ansa o il kothon, tazza decorata da motivi geometrici incisi, e altro d’uso rituale o quotidiano. Chi, con la fantasia volesse rivedere uno scorcio di storia, si organizzi per questa passeggiata –programmando, però, il ritorno in macchina. Si parta dalla località Santa Croce, imboccando il sentiero dei condotti (un chilometro e mezzo, in discesa) attrezzato con pannelli didattici. Si attraversa così la zona in cui erano le necropoli e, fra i campi coltivati e il bosco, si vede il percorso interrato dell’acquedotto realizzato dai Romani segnalato da 140 pozzetti che punteggiano la vallata ed indicano sia il percorso principale

DELL’ANTICO BORGO RIMANGONO LA PORTA DI LEVANTE E LA CINTA MURARIA CHE CONSENTE LA PASSEGGIATA SULL’ANTICO CAMMINAMENTO DI RONDA DA CUI LO SGUARDO SI SPAZIA SULL’ADRIATICO CON LE CITTÀ DI RIMINI, PESARO, FANO, SENIGALLIA E ANCONA.

che le numerose diramazioni sotterranee dell’antico acquedotto di Pesaro la cui sorgente è proprio sotto Novilara. I pozzetti sono internamente rivestiti con mattoni sagomati e con certe tacche che facilitano la discesa d’ispezione. La straordinaria struttura, da prima di Cristo e fino agli anni ’80, ha portato acqua alle fontane di Pesaro ed oggi alimenta ancora gli stabilimenti balneari. Le tante guerre dell’alto medioevo avevano ridotto a ruderi il piccolo nucleo già etrusco-romano per cui,

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Le tagliatelle DI NOVILARA Ogni anno, in luglio, c’è la festa Tagliatelle al Castello, una tre giorni per godere le tagliatelle di Novilara: sfoglia tirata a mattarello (ça va sans dire) e sugo coi fagioli. Fuori festa, tutto l’anno, quelle tagliatelle, ora famose, sono nei menù delle trattorie del borgo da almeno mezzo secolo. Da quando, dalla Maria, s’era materializzata l’idea coraggiosa di un piatto antico, povero ma saporito, gustoso e allegro, subito accolto tanto che il piccolo locale, oltre che di indigeni, era meta obbligata di snob e intellettuali di passaggio. Sembra facile fare tagliatelle coi fagioli. Ci vuole passione e grande capacità. Bisogna lessare al dente i fagioli in acqua, poi sgocciolarli. Scaldare burro e olio e, ben tritati, si unisca pancetta o, meglio, il mitico battuto di lardo; poi cipolla, prezzemolo e aglio fino a colorire. Si aggiunge conserva di pomodoro diluita in acqua (o nel brodo vegetale) lasciando sobbollire. Si uniscono i fagioli (1/3 passati al setaccio), sale e pepe qb, e si cuoce fino ad avere una salsa densa. Versare sulle tagliatelle lessate, mescolare e spolverare di Parmigiano. Non ci sta male un sangiovese giovane.

SI ATTRAVERSA COSÌ LA ZONA IN CUI ERANO LE NECROPOLI E, FRA I CAMPI COLTIVATI E IL BOSCO, SI VEDE IL PERCORSO INTERRATO DELL’ACQUEDOTTO REALIZZATO DAI ROMANI, LA CUI SORGENTE È PROPRIO SOTTO NOVILARA, SEGNALATO DA 140 POZZETTI CHE PUNTEGGIANO LA VALLATA.

verso il Mille, la gente preferì spostare l’abitato che, dal ’300, i Malatesta e gli Sforza, fortificandolo, resero inespugnabile: quello sarà il castello di Novilara con l’immancabile palazzo della signoria. Nel 1513, Francesco Maria I 40

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della Rovere lo concesse a Baldassar Castiglione, umanista, diplomatico, militare e suo luogotenente, che rese il castello frequentato da insigni letterati e pittori del tempo. Nel ’21, morta la moglie del Castiglione e fattosi lui sacerdote, Guidobaldo II riunirà Novilara alla comunità di Pesaro. A inizio ’700, al crollo della torre, seguiranno l’abbandono e l’abbattimento del palazzo completato negli ultimi anni ’40. Era dove adesso sono le case popolari. Dell’antico borgo rimangono la porta di levante e la cinta muraria che, intatta, consente la piacevole passeggiata sull’antico camminamento di ronda da cui lo sguardo si spazia sull’Adriatico con le città di Rimini, Pesaro, Fano, Senigallia e Ancona o, a monte, sulle

morbide colline che si succedono fino ai rilievi dell’Appennino. Girare a piedi nel borgo è un susseguirsi di viuzze fra le antiche abitazioni ancora intatte ma, purtroppo, talvolta fra qualche recente costruzione – o ristrutturazione – di sapore moderno. Non mancano alcuni ristoranti tipici e, sulla piazzetta, la chiesa del SS. Sacramento che, per l’imponenza, spicca fra le costruzioni circostanti. Fuori del paese, consacrata nel 1356, è l’antica pieve di S. Michele arcangelo con alcuni lacerti di affreschi trecenteschi; ristrutturata in seguito, la completa il campanile anch’esso rifatto dopo il terremoto del ’39, mentre degli anni ’80 sono i restauri della facciata e il portale.


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GUSTARE

L’inaspettato

LEGUME

LA LORO STORIA PARTE ADDIRITTURA CON I GRECI ED ARRIVA AI GIORNI NOSTRI. PARLIAMO DEI FAGIOLI CHE, SEBBENE LA LORO SFORTUNATA EPOPEA, SONO RICCHI DI PROPRIETÀ DA SCOPRIRE.

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di Ettore Franca / ph Leo Mattioli

I fagioli dell’antichità – dal ’700 chiamati dall’occhio – non avevano gran fama. Cibo da spartani, per i Greci; impuri per i Romani. Nel medioevo, banditi dalle tavole dei potenti, erano fonte di proteine nelle classi povere tanto che Carlo Magno ordinò la coltivazione e l’uso. Nei monasteri sono simbolo di mortificazione e... di castità. Castore Durante, medico urbinate del ’500, assicura invece che i fagioli “... generano seme virile e sollecitano al coito..., cotti nel latte di vacca sono in ciò più efficaci”. Dal Nuovo Mondo arriverà un altro fagiolo, dai semi vellutati e carnosi: il Phaseolus vulgaris. Consigliati ai fiorentini da Clemente VII, nobili e popolani, li consumeranno meritando sberleffi dei pisani: “Fiorentin mangia fagioli / lecca piatti e ramaioli… e, per farla più pulita, / poi si leccan pur le dita”. I francesi saranno conquistati dai fagioli che Caterina de’ Medici, sposa di Enrico II, aveva introdotto a corte, poi popolari in Europa e, se Annibale Carracci dipinge il Mangiatore di fagioli, Bertoldo, per la lapide, detta: “morì con aspri duoli / per non poter mangiar rape e

fagioli”. Non ultimo, nel Natale a casa Cupiello li celebra Eduardo suggerendo pasta e fagioli contro la febbre viscerale. Quelli del Phaseolus vulgaris, sono ricchi di proteine, vitamine e sali di zolfo in grado di limitare colesterolo e trigliceridi. Riducono la glicemia perché raffinosio e stachiosio, zuccheri indigeribili, diventano assimilabili dopo che certi batteri intestinali li trasformano, producendo gas. Crudi, contengono una proteina velenosa che per fortuna si distrugge in cottura specie dopo il bagno in acqua e bicarbonato che, gelatinizzando l’amido, li rende morbidi.

Un mondo DI FAGIOLI Ad indagare il mondo dei fagioli c’è da perdersi nelle centinaia di varietà selezionate fra gli incroci naturali o voluti. Studiando i fagioli il monaco Gregor Mendel, precursore della genetica moderna, elaborò le sue famose leggi mentre noi, oggi, ci perdiamo fra borlotti, di Spagna, cannellini, ciabattoni, zolfini, toscanelli, nani, rossi, neri, bianchi di Rotonda e di Atina, di Lamon, di Cuneo, di Sarconi, di Sorana , e tanti altri... La loro morte sono le zuppe, le minestre o i contorni ma la miseria ha pensato centinaia di elaborazioni: i classici quadrucci, o i maltagliati, o le pataccucce coi fagioli e le cotiche, all’uccelletto o al fiasco, la busecca e fasoj, la jota o le varie insalate, fino alle new entry: guazzetto coi tartufi, fagioli con le cozze…


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COMUNICARE

Una televisione

PER LA CITTÀ DOPO TANTI ANNI - E PER LA GRANDE SODDISFAZIONE E L’ENTUSIASMO DEI SUOI CITTADINI - FINALMENTE PESARO HA UNA SUA EMITTENTE TELEVISIVA: ROSSINI TV, SUL CANALE 633 DEL DIGITALE TERRESTRE.

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di Simonetta Campanelli / ph Luca Toni

Dallo scorso mese di dicembre, con approfondimenti d’informazione relativi alla città, programmi, documentari e spot Rossini TV trasmette sul canale 633 del digitale terrestre servizi realizzati con grande professionalità, creatività, qualità di immagine e

LO STAFF: EMANUELA ROSSI, DIRETTORE RESPONSABILE - SOCIO TITOLARE; ANDREA MARCELLI, DIRETTORE TECNICO E REGISTA - SOCIO TITOLARE; MARTINA BERLONI, ASPIRANTE GIORNALISTA; VERONICA MASTROGIACOMI, VIDEOMAKER E ADDETTA AL MONTAGGIO; SIMONA SILVETTI, SEGRETARIA DI REDAZIONE ALBERTO SEVERINI, STAGISTA IN COLLABORAZIONE CON L’UNIVERSITÀ DI URBINO; ELISABETTA FERRI, GIORNALISTA SPORTIVA; BEATRICE TERENZI, GIORNALISTA SPORTIVA.

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grafica accattivante e raggiunge tutto il territorio marchigiano e parte delle regioni limitrofe. Il progetto nasce da un’idea di Emanuela Rossi e Andrea Marcelli. Un incontro fortuito il loro che oggi li vede soci in questa nuova avventura, grazie alla loro

pluriennale esperienza personale nel mondo dei media. I due soci sono alla guida di uno staff, giovane e dinamico, composto da 8 persone tutte under 40 oltre ad un numero crescente di collaboratori esterni. Rossini TV utilizza nuove piat-


taforme tecnologiche, affiancando alla TV tradizionale il web e rendendo disponibili i propri contenuti on-demand ed in streaming, su tablet e smartphone e potenzia i propri messaggi attraverso i social network. Si tratta certamente di una TV che prospetta un senso di appartenenza agli utenti attraverso programmi di intrattenimento e documentari, ponendosi come mezzo per la diffusione e strumento di segnalazione delle problematiche e di eventi cittadini. Interessanti rubriche dedicate a cultura, sport, musica, storia, eno-gastronomia e racconti di personaggi interessanti del territorio. La quotidiana rassegna stampa, in onda alle 7.20 (e in replica ogni ora) fornisce, in collaborazione con Il Resto del Carlino e il Corriere Adriatico, tutte le notizie locali pubblicate su carta e sul web. Le edizioni di rassegna stampa e telegiornale propongono contenuti di approfondimento e rassegne d’informazione con ospiti in studio. Importanti Partners sul territorio come Italservice, Bcc Pesaro, Biesse, Centrauto, Cupido, Ranocchi, Gls Sede Pesaro, Banca Generali, Aves sostengono l’emittente.

Lo staff di ROSSINI TV Emanuela Rossi, direttore responsabile, ha lavorato per diverse radio e Tv locali, per Marcopolo Tv e Leonardo (Sky), per la TV di Stato della Repubblica di San Marino, RTV dove con il direttore Carmen Lasorella è diventata giornalista pubblicista nel 2009. Fa parte del Consiglio d’amministrazione della Mostra del Nuovo Cinema di Pesaro. Andrea Marcelli, direttore artistico e tecnico, è esperto di comunicazione e del linguaggio televisivo, copywriter ideatore di format ed autore e regista televisivo. Per dieci anni è stato curatore di una emittente locale di cui ha curato la parte tecnica, organizzativa e contenutistica.


ARCHITETTARE

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DESIGN INCONTRIAMO MARIADELE CONTI, ARCHITETTO D’INTERNI E ART DIRECTOR, UNA DONNA CHE CON LA SUA PASSIONE ED IL SUO LAVORO HA COSTRUITO UNA VITA ALL’INSEGNA DEL BUON GUSTO E DELLA RAFFINATEZZA.

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di Simonetta Campanelli / ph Laura De Paoli

Perché Pesaro? “A Pesaro ho trascorso lunghe estati da bambina, i miei nonni materni erano pesaresi amavo questa cittadina e le sue acque sicure, cosi differenti dalle scogliere rocciose e dal mare sempre un po’ minaccioso di Livorno. Non potevo certo immaginare che avrei trascorso gran parte della mia vita proprio qui, dove ho messo radici, affetti ed ho tantissimi amici.”

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Il Design: una passione che interagisce? “Nella mia vita non ho mai cercato la strada più facile e sono il risultato di un’epoca vissuta a cavallo di quel ’68 che mi ha trasformata costringendomi a lavorare su me stessa per imparare a combattere i luoghi comuni, l’ipocrisia e il conformismo. Credo che per me sia stato fondamentale il trasferimento a Milano negli

anni ’70. Benché incupita dal periodo politico la città era all’epoca piena di fermenti culturali d’avanguardia: il teatro era Strehler e Fo, il cinema la sala d’essai Anteo dove proiettavano Antonioni e Olmi, Truffaut e Resnais, la musica era Jannacci e Gaber, la moda era il ribelle Fiorucci, l’arte era rappresentata dalle mostre degli iperrealisti Americani, e poi c’era il Derby ma anche la Scala


e tutto il resto. Questo era anche il momento storico in cui cominciava ad affacciarsi la cultura del Design. I grandi industriali investivano sui progetti che oggi sono diventati i pezzi iconici che tutti conosciamo e che sono esposti nei più importanti musei del mondo. Mi innamorai di tutto questo e ancora oggi è questa la mia grande passione.” Oggi tutto è Design? “In genere si crede che la parola Design si riferisca solo al mondo del progetto ma non è più cosi: entra ovunque, ci migliora la vita e ci insegna a vedere il linguaggio delle cose e a interpretare il mondo che ci circonda.” Missione o lavoro? “Entrambi. Quando progetto mi interessa il lato psicologico del committente: le sue necessità, le sue abitudini, come posso migliorargli la vita. Non sono un professionista che antepone la propria firma al rispetto del gusto e delle aspettative di chi si affida a me per realizzare una casa dove, al contrario, desidero che si senta a proprio agio e realizzato.”

Per i giovani? “Nel 1996 sono stata chiamata a far parte del Centro Arti Visive Pescheria come consigliere di amministrazione con delega al Design. Grazie a questo incarico, di cui sono grata al Comune di Pesaro, ho potuto realizzare e curare insieme anche a Ludovico Pratesi, allora Direttore dell’Istituzione, bellissime mostre di Design condivise con un vasto pubblico e con molti giovani studenti. Ecco, per loro, se ne avrò ancora la possibilità vorrei continuare questo mio percorso iniziato tanto tempo fa.” Quale altra passione? “La moda con tutti i suoi annessi e connessi, non tanto da indossare quanto da conoscere e attraverso la sua storia cercare di capire come cambierà. La moda da non confondere con l’omologazione del gusto che viene spesso veicolata attraverso la diffusione e la commercializzazione esasperata delle firme del lusso. Infine la politica intesa come fuori da noi, la politica che ci induce a pensare a come vorremmo un nuovo mondo per i nostri figli.”

Biografia di un ARCHITETTO Mariadele Conti è architetto d’interni e art director. I suoi lavori sono stati pubblicati dalle principali riviste di settore: Casa Vogue, Interni, Abitare, Modo, Domus, La Mia Casa, Brava Casa ed altri. È impegnata nella ricerca sull’evoluzione dell’abitare e sui fenomeni emergenti della creatività contemporanea. Si dedica alla diffusione del design, non solo come plusvalore estetico ma anche come disciplina culturale. ln questo ambito ha promosso e curato molteplici eventi per enti e istituzioni. È consigliere della Istituzione Comunale Centro Arti Visive Pescheria dove ricopre l’incarico di responsabile del dipartimento design ed è referente per il design del Centro Arti Visive - Fondazione Pescheria; è membro dell’Associazione Design Industriale e socio fondatore della Delegazione Territoriale Marchigiana; è anche membro dell’Associazione Storici del Design.

Pesaro, Piazzale Carlo Albani, 1/2 0721-67729 339-4588921


RACCONTARE

Questione

DI VOCE

QUANDO LA VOCE È (QUASI) TUTTO. ROBERTA FEDERICI, UNA DELLE VOCI PIÙ QUOTATE DELLA PUBBLICITÀ ITALIANA, RACCONTA LA SUA STORIA CHE PARTE DALLA RADIO E APPRODA ALLA RECITAZIONE.

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di Roberto Bagazzoli / ph Laura De Paoli

Roberta Federici una delle voci più quotate della pubblicità italiana nasce a Schieti da dove si sposta ancora bimba per la Puglia per seguire con la famiglia il lavoro di suo padre. A 14 anni inizia a lavorare in una radio privata pugliese e a 16 anni si trasferisce a Pesaro. In quel periodo entra per la prima volta in uno studio radiofonico (siamo tra la fine degli anni ’70 e i primi anni ’80) e inizia a lavorare con Antenna Tre, prima, e Radio Veronica. La sua voce comincia l’ascesa. Roberta però accarezza un sogno, vuole diventare “Designer di moda.” Finito il Bramante, parte per Milano per frequentare l’Accademia. Come ci sei finita in una cabina a fare la doppiatrice?. “Per mantenermi mi sono cercata una radio a Milano ed è a Radio Studio che ho fatto conoscenza con Joe T Vannelli, Daniele Sassi e Tony Severo che lavoravano come speakers pubblicitari e mi hanno coinvolta. Ho lavorato moltissimo, nei primi anni per la Svizzera ogni settimana mi facevo 8 ore di treno tra Milano e Zurigo e poi ho cominciato a lavorare anche in Italia sia come speaker

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sia come doppiatrice. E così questo è diventato il mio lavoro”. E l’Accademia? “Ho iniziato a capire che la bella voce non bastava, così ho studiato recitazione e fatto teatro. Dopo il diploma ho anche aperto uno studio di consulenza stilistica ma a conferma che la vita ti porta dove vuole lei mi sono ritrovata a concentrarmi sul lavoro di speaker e a seguire turni di doppiaggio. Stavo ore in attesa su un divano magari solo per fare un brusio o una sola battuta. Qualche volta mi ci sono anche addormentata, ero giovane e la sera si usciva spesso. Sono stata molto fortunata sono arrivata a Milano nel momento giusto per cui si guadagnava molto bene e si lavorava ad alti livelli”. Roberta è stava voce di

rete di Telepiù, ha una lunga lista di clienti nazionali: ha doppiato personaggi per la soap Sentieri, ha recitato nella soap Cento Vetrine, ha dato la voce a Sharon Stone in Ricordi di guerra. Sua la voce di Aril O’ Neil nelle prime stagioni della serie animata Tartarughe Ninja. A Milano si doppiano molti reality (lei è uno dei giudici di Brit Got Talent) e qualche film ma solo per il mercato svizzero. Sei fuori dagli anni ’80… e Pesaro? Fa un sospiro e risponde: “Pesaro è casa, è il mio mare, ogni anno io debbo tornare e ci resto un mese nella mia piccola casa vicino al mare. Pesaro per me c’è, ho i miei parenti è la mia terra, io a Pesaro mi rigenero.

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SCOPRIRE

La storia

SU PIETRA SCOPRIAMO LA STORIA DI UNA DELLE CHIESE PIÙ ANTICHE DELLA CITTÀ, QUELLA DI S. GIACOMO, IN UNO DEGLI SCORCI PIÙ SUGGESTIVI E INTATTI DELLA VECCHIA PESARO: PIAZZETTA OLIVIERI.

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di Giovanna Patrignani / ph Luca Toni

La chiesa di S. Giacomo, una delle più antiche della città, sorge in pieno centro storico, in uno degli scorci più suggestivi della vecchia Pesaro, ancora rimasto intatto, nella piazzetta Olivieri, così denominata dal 1869 da Palazzo Olivieri, oggi sede del Conservatorio musicale Rossini, mentre prima si chiamava piazza di S. Giacomo, avendo preso il nome dalla chiesa, così come anche tutto il quartiere, uno dei quattro in

A LATO, UNO SCORCIO DELLA NAVATA DELLA CHIESA DI SAN GIACOMO.

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cui era suddivisa la città medievale: S. Giacomo, S. Terenzio, S. Nicolò e S. Michele Arcangelo. Nell’omonima piazzetta, nel corso dei secoli si sono succedute, con diverso orientamento, due chiese di S. Giacomo: l’antichissima chiesa originaria, i cui primordi sono rintracciabili addirittura negli anni 578-595 d.C. dell’epoca greco-bizantina, sorgeva isolata al centro della piazzetta, come si vede nella veduta di Pesaro pub-

blicata dal cartografo olandese Blaeu nel 1663, con un orientamento opposto a quello della chiesa attuale, avendo la facciata e l’abside rispettivamente verso le odierne vie Almerici e Sabbatini. Di piccole dimensioni, aveva una struttura molto semplice, impostata su una pianta rettangolare, ad una navata e con una torre campanaria che svettava in una slanciata cuspide conica. La vecchissima chiesa, or-


Hotel / Ristorante nel cuore del parco del Monte San Bartolo a Gabicce Monte

mai fatiscente, fu demolita nella seconda metà del Seicento e nell’attuale ubicazione fu ricostruita, con caratteristiche molto simili alla precedente, quella nuova, inaugurata con benedizione vescovile il 1° febbraio 1682. La facciata, rimasta grezza e non portata a termine, fu ricostruita, in stile neoclassico e molto lineare, nel 1825, da quando è rimasta sostanzialmente invariata, basata sull’evidente gioco cromatico tra le varie partizioni, dovuto alle alternanze di luci ed ombre create dalle diverse profondità sul piano verticale, ed evidenziato dall’uso dei materiali utilizzati: la bianca pietra d’Istria e tre diverse tipologie cromatiche di mattoni, di colore giallo chiaro, di una colorazione più tendente al rosso e di una tonalità più bruna. Adiacente al fianco sinistro della chiesa sono situati il conico campanile e la piccola canonica con il portoncino decorato da conci a vista. Nell’unica navata interna, l’opera più antica e importante è il cinquecentesco affresco parietale raffigurante la Madonna con il Bambino e due angeli, detta Madonna delle Palme o della Pace, attribuibile al pittore fanese Pompeo Morganti, e trasferito nella seconda metà del Seicento dalla facciata della vecchia chiesa, dove era esposto all’esterno, all’altare maggiore di quella nuova. Tra le opere d’arte ancora presenti, due pale d’altare raffiguranti la Madonna con il Bambino, S. Giacomo Maggiore e S. Anna, dipinta dal pergolese Giovan Francesco Ferri tra il 1734 e ’35, sull’altare sinistro; e Il miracolo di S. Biagio

vescovo e S. Apollonia, dipinto dopo il 1682 dal pesarese Agostino Agostini detto il Castellaccio, sull’altare destro. A sinistra dell’altare maggiore si può ancora ammirare il solenne monumento sepolcrale dell’esimio erudito pesarese Annibale degli Abbati Olivieri Giordani (17081789), il più illustre parrocchiano di S. Giacomo, abitante nell’attiguo Palazzo Olivieri e fondatore della Biblioteca e dei Musei Oliveriani; in marmi policromi, fu fatto erigere dai fratelli Vincenzo e Paolo Machirelli, suoi nipoti ed eredi, su progetto dell’architetto e pittore pesarese Giannandrea Lazzarini, con busto marmoreo realizzato dallo scultore pesarese Sebastiano Pantanelli, autore anche dell’analogo busto dell’Olivieri conservato nella Biblioteca Oliveriana. L’organo del 1818 è stato costruito dai celebri organari veneti Callido. L’antico archivio della parrocchia di S. Giacomo, che ne racchiude quattro secoli (1576-1996) di storia, è oggi depositato presso l’Archivio Storico Diocesano di Pesaro. La chiesa è stata restaurata nel biennio 2013-14, durante il quale sono stati ritrovati nell’abside affreschi databili tra la fine del Seicento e la seconda metà del Settecento, anche essi sottoposti a restauro e raffiguranti l’Incoronazione della Vergine e i quattro Evangelisti. Terminati i lavori, il primo febbraio 2015 S. Giacomo è stata riaperta al culto con una affollatissima messa solenne celebrata da S. E. Mons. Piero Coccia, Arcivescovo di Pesaro.

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AMMIRARE

Tra parola

E IMMAGINE STEFANO MARIANI, COPYWRITER E CREATIVO PESARESE SVOLGE, ACCANTO ALLA PROFESSIONE, UN’ORIGINALE SPERIMENTAZIONE VISIVA PIÙ VOLTE OSPITATA IN GALLERIE E MUSEI NAZIONALI.

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di Mariadele Conti / ph Luca Toni

Possiamo riassumere brevemente la sua attività di comunicazione ricordando alcuni riconoscimenti nazionali ricevuti per campagne di pubblica utilità e per campagne politiche di successo per Oriano Giovanelli e Luca Ceriscioli, sindaci di Pesaro nelle passate amministrazioni. Ma questa è solo una metà di Mariani, perché accanto alla professione, svolge un’originale sperimentazione visiva più volte ospitata in gallerie e musei italiani. Mariani, vuoi raccontare ai lettori della tua attività di artista? “In effetti, pur lavorando come free lance nella comunicazione, ho sempre riservato l’altra metà di me al piacere dello sguardo e della manualità. Quello del pubblicitario a caccia di idee è un mestiere mentale – quasi ossessivo – che negli anni ho cercato di bilanciare con la concretezza dell’immagine e della sua aperta evidenza.” Osservando le tue opere si può dire che sono particolarmente eclettiche per soggetto e risultato. Da cosa deriva questa scelta? “Gran parte del mio lavoro si basa sulla scomposizione, il trat-

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tamento materico e la ricomposizione della fotografia. Da qui viene la molteplicità dei risultati. È la fotografia stessa che lo consente, perché molteplici possono essere i soggetti da fissare. Posso lavorare su qualsiasi richiamo della realtà, dal ritratto al paesaggio, ottenendo ogni volta un esito differente: a volte figurativo, a volte decorativo, a volte astratto. Il fattore – diciamo così – unificante, che rende riconoscibile il mio lavoro è la ricomposizione a mosaico dell’immagine. In genere utilizzo moduli quadrati, che mi danno poi la possibilità di variare sia la dimensione sia il carattere formale dell’opera.” Ci puoi parlare di quello che hai attualmente in cantiere? “Certo. È una serie di immagini che mi appassiona particolarmente, perché per la prima volta non opero su miei scatti originali. Sto lavorando sull’archivio di Eligio Mancigotti, un fotografo ritrattista attivo a Pesaro fino agli anni Ottanta del secolo scorso, cui erano stati dedicati un bel catalogo e una mostra ai quali avevo collaborato anch’io. In pratica riutilizzo le sue foto di studio, perlopiù ritratti di persone anonime: bambini, giovanotti, signorine,


“STO LAVORANDO SULL’ARCHIVIO DEL FOTOGRAFO RITRATTISTA ELIGIO MANCIGOTTI, CHE HA OPERATO A PESARO FINO AGLI ANNI OTTANTA. RIUTILIZZO LE SUE FOTO DI STUDIO, PERLOPIÙ RITRATTI DI PERSONE ANONIME. DA QUESTI RITRATTI RICOMPONGO NUOVE FIGURE.”

anziani. Da questi ritratti ricompongo nuove figure, alle quali attribuisco un’identità suggerita dalla fisionomia, dalla posa o dall’abito che indossano. Le sottraggo così a quel silenzio senza nome a cui sarebbero per sempre destinate. Ecco, mi sembra quasi un gesto d’affetto: persone che plasmo e riconosco, senza averle mai conosciute.” Si potranno vedere questi nuovi lavori? “Si, questa estate a Pesaro. I contorni della mostra li ho già fissati. Si chiamerà Post, Ritratti di nuova vita: circa trenta figure, ognuna commentata da alcuni versi

della poetessa Lella De Marchi. Questa associazione di ritrattoiscrizione, si rifà alla Galleria degli uomini illustri, nello studiolo di Federico da Montefeltro a Palazzo ducale di Urbino dove ogni personaggio riporta un elogio che ne immortala le gesta o il pensiero. Concettualmente è una sorta di ribaltamento d’orizzonte: là gli uomini illustri che hanno lasciato un’impronta indelebile nella storia. Nel mio lavoro, persone ignote per le quali ho immaginato una storia. Sono come arcani dei tarocchi, che riemergono dal passato per ri-mostrarsi, in nuova veste e vita, al nostro presente.” IN MAGAZINE

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GAREGGIARE

A vele

SPIEGATE DAL 1987, SULLE RIVE DELL’ADRIATICO, IL CIRCOLO VELICO ARDIZIO È PUNTO DI RIFERIMENTO PER I VELISTI PESARESI. TRAMITE IL PROGETTO VELASPIEGATA PUNTANO A RENDERE ACCESSIBILE QUESTA BELLISSIMA PASSIONE PROPRIO A TUTTI. di Alice Muri / ph Leo Mattioli

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“Di fronte al mare la felicità è un’idea semplice”. Un aforisma, nato dalla penna dello scrittore francese Jean-Claude Izzo, descrive più di mille parole l’attività svolta nel corso di oltre 30 anni dal Circolo Velico Ardizio di Pesaro. Nato sulle rive dell’Adriatico nel 1987, dalla passione di una ventina di soci fondatori, in quel lembo di “spiaggia che alla nascita del Circolo era ancora libera” – spiega il presidente Giovanni De Martis – il CVA è divenuto in questi anni punto di riferimento per i velisti pesaresi ma anche per tutte quelle famiglie che hanno visto nella vela l’attività adatta a bambini e ragazzi di tutte le età. “Oggi possiamo contare circa 150 iscritti e 75 barche (tra derive e catamarani) all’attivo – aggiunge De Martis –”. Il Circolo è affiliato alla Federazione Italiana Vela e tra le principali attività possiamo contare su diverse tipologie di corsi di scuola vela, che si svolgono nei mesi estivi. “Noi – spiega il presidente – offriamo corsi per bambini a partire dai 7 anni (corso di iniziazione), per ragazzi fino ai 16 anni ma anche per adulti. Da alcuni anni sia io che i miei soci andiamo anche nelle scuole a portare i valori e le peculiarità della disciplina della vela ed è una attività che ci regala sempre grandi soddisfazioni. Pensiamo infatti sia davvero importate diffondere questi valori tra i giovani. È bellissimo vedere i bambini che escono in mare per la prima volta, qualcuno magari con un leggero timore di provare una cosa nuova, che al rientro hanno il sorriso stampato sulle labbra”. Dal 2010 inoltre il Circolo Velico Ardizio si è impegnato in un progetto dal nome Velaspiegata, che prevede corsi di vela per portatori di handicap. “Si tratta di una attività che ci riempie di orgoglio – dice De Martis –. Grazie agli istruttori del Circolo, possiamo accogliere qui ragazzi diversamente abili, sordi,

ipovedenti o con disabilità fisiche o psicologiche. Un’occasione per offrire loro un momento in cui svolgere una vera e propria attività fisica, con le lezioni di vela, ma anche un momento prezioso per favorire la socializzazione, senza mai dimenticare la componente del divertimento. Un mix che fino ad ora ha portato degli ottimi risultati, per cui sia i ragazzi che le loro famiglie sono davvero soddisfatti. In questi anni abbiamo avuto con noi anche 50 partecipanti al progetto e questa estate riinizieremo i corsi. Affiancheremo loro anche attività di Pet Therapy, grazie alla collaborazione con un’altra associazione del territorio, per offrire quindi nuovi momenti formativi

“GRAZIE AGLI ISTRUTTORI DEL CIRCOLO, POSSIAMO ACCOGLIERE QUI RAGAZZI DIVERSAMENTE ABILI. UN’OCCASIONE PER OFFRIRE LORO UN MOMENTO IN CUI SVOLGERE ATTIVITÀ FISICA, MA ANCHE UN MOMENTO PREZIOSO DI SOCIALIZZAZIONE.”

e di divertimento”. Il presidente del Circolo Velico Ardizio, Giovanni De Martis conclude: “Nonostante i 40 anni di insegnamento, ogni volta che vedo un sorriso sul volto di questi ragazzi mi emoziono come se fosse il primo giorno. Molto spesso sono loro ad insegnare a me qualcosa e il rapporto di amicizia che stringiamo con loro è straordinario. Siamo come una grande famiglia e chiunque voglia entrare a farne parte ed avere informazioni relative ai nostri corsi e alle nostre attività, può trovare tutti i contatti sul sito www.circolovelicoardizio.com o sulla pagina facebook del circolo”.

A FIANCO, IL PRESIDENTE DEL CIRCOLO VELICO ARDIZIO DI PESARO GIOVANNI DE MARTIS.

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PROFILGLASS COMPIE 35 ANNI E SCOMMETTE SUL FUTURO Una storia di successi e ora l’azienda investe nel settore dell’automotive Radici ben salde nel territorio e una grande capacità di proiettarsi verso il futuro. È il ritratto di Profilglass, azienda fanese, leader a livello europeo nella produzione di semilavorati in alluminio, che ha appena festeggiato 35 anni di attività. Un traguardo importante sottolineato anche da un libro fotografico, dal titolo “AlPeople – noi che lavoriamo insieme”, tutto dedicato ai suoi oltre 800 dipendenti. Fondata nel 1982 dagli imprenditori fanesi Giancarlo e Stefano Paci, oggi Profilglass, con le sue aziende consociate, si estende su circa 280mila metri quadri di superficie nella zona industriale di Bellocchi ed esporta in più di 85 paesi nel mondo, con un fatturato che, nel 2017, ha superato i 530 milioni di euro. Una crescita ragguardevole raggiunta grazie agli investimenti in innovazione e alla capacità di anticipare le tendenze del mercato. Ma come inizia la storia di Profilglass? I prodotti che l’hanno lanciata sul mercato sono stati i profili distanziatori in alluminio per vetrocamera, molto richiesti durante il boom edilizio degli anni ’80. Da quel momento, le necessità di materia prima dell’a-

zienda sono state tali che, negli anni ’90, Profilglass ha deciso di portare al suo interno l’intero ciclo di lavorazione dell’alluminio, ottimizzando in questo modo tutto il processo produttivo. Una scelta lungimirante cui è seguita una diversificazione della produzione con cospicui investimenti nel settore dei laminati che hanno permesso a Profilglass di superare brillantemente la crisi dell’edilizia degli anni 2000. L’ultima impresa, in ordine di tempo, si chiama “automotive”. L’utilizzo dell’alluminio in campo automobilistico è in forte crescita e i big del settore hanno già trovato nell’azienda della famiglia Paci un partner di primo livello con innovative produzioni frutto del lavoro di ricerca con l’Università Politecnica delle Marche e dell’esperienza già maturata nella nautica. Nonostante le grandi dimensioni raggiunte, Profilgass ha scelto di restare un’impresa vicina ai propri dipendenti e radicata nella realtà di Fano. A conferma di questo, in azienda è già entrata la seconda generazione della famiglia Paci con Matteo, Silvia e Laura che oggi sono parte fondamentale del management aziendale. La storia di Profiglass continua.

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Audi All’avanguardia della tecnica

Nuova Audi A7 Sportback.

Progettata domani. Se ogni epoca è caratterizzata da un’icona in anticipo sui tempi, quella di oggi è perfettamente rappresentata da nuova Audi A7 Sportback. Lasciatevi conquistare dalle linee coupé, dalle straordinarie prestazioni dei motori TFSI e TDI, dagli interni sofisticati e dai 39 sistemi Audi Intelligent Assistance con cui è equipaggiata. E grazie alla tecnologia sostenibile mild hybrid, godrete dei vantaggi delle ibride, sperimentando un’efficienza mai vista prima. Scopritela nel nostro Showroom e su audi.it Gamma A7. Valori massimi: consumo di carburante (l/100 km): ciclo urbano 9,3 ciclo extraurbano 5,9 - ciclo combinato 7,2; emissioni CO2 (g/km): ciclo combinato 163.

Look forward. Audi is more.

Insegna Organizzato Via Xxxxxxxxxxxx, 000 - 00000 Città Xxxxxxxxxxxxx Tel. 000.00.00.00 - Fax 000.00.00.00 www.ilmiositoxxxxx.it - email: info@ilmiositoxxxxx.it


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