Ravenna IN Magazine 01 2018

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R AV EN N A N° 1 FEBBRAIO/MARZO 2018

STROCCHI

Mattia

IL GIOVANE GENIALE

LOCALI CON L’ANIMA / Spazi polivalenti NUOVO SPAZIO KIRECÒ / Impatto zero IZA & SARA / Una valigia di sogni


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EDITORIALE

SOMMARIO

L

La copertina di questo primo numero è dedicata a un ragazzo sorprendente, Mattia Strocchi, italiano dell’anno 2017, già ben avviato nella ricerca e dotato di una sensibilità d’animo non comune... E sono giovani anche molti degli imprenditori che hanno aperto locali polifunzionali che sono bar e caffè, ma anche negozi, gallerie, sedi di eventi. In ambito artistico, vi presentiamo altre tre Under 30: la pittrice Federica Giulianini e le faentine Iza e Sara, di cui in aprile uscirà il primo disco. E vi faremo scoprire anche il lato giovane del dialetto romagnolo... Ci sono posti della città che meritano di essere vissuti e scoperti: il Garage Sale in Darsena che celebra il vintage e Kirekò, nuovo spazio all’interno del Parco di Innovazione per le imprese, le persone e il territorio. Senza dimenticare la storia con le vicende dei Da Polenta, e Pirì, mitico direttore di gara della 100 Km del Passatore. Buona lettura! Andrea Masotti

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ANNOTARE

Brevi IN

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ESSERE

Mattia Strocchi

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INTRAPRENDERE

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Locali con l’anima

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CORRERE

Pietro Crementi

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PROMUOVERE

Romagna slang

EDIZIONI IN MAGAZINE S.R.L. Via Napoleone Bonaparte, 50 - 47122 Forlì Tel. 0543.798463 / Fax 0543.774044 www.inmagazine.it info@inmagazine.it DIRETTORE RESPONSABILE: Andrea Masotti REDAZIONE CENTRALE: Gianluca Gatta, Giulia Masci Ametta, Lucrezia Monza COORDINAMENTO DI REDAZIONE: Roberta Bezzi ARTWORK: Lisa Tagliaferri IMPAGINAZIONE: Francesca Fantini UFFICIO COMMERCIALE: Gianluca Braga STAMPA: La Pieve Poligrafica Villa Verucchio (RN) ANNO XVII - N. 1 Chiuso per la stampa il 7/3/2018 Collaboratori: Linda Antonellini, Roberta Bezzi, Alessandro Bucci, Andrea Casadio, Anna De Lutiis, Serena Onofri, Aldo Savini Fotografi: Lidia Bagnara, Massimo Fiorentini, Gianni Zampaglione

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REGNARE

Epopea dei polentani

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DIPINGERE

Federica Giulianini

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SPECIALE

Wedding

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REALIZZARE

Spazio Kirecò

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Edizioni IN Magazine si impegna alla salvaguardia del patrimonio forestale aderendo al circuito di certificazione di FSC-Italia.

Tutti i diritti sono riservati. Foto e articoli possono essere riprodotti solo con l’autorizzazione dell’editore e citando la fonte.

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CANTARE

Iza & Sara

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RISCOPRIRE

Il bello del vintage

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ANNOTARE

Nuova presidenza per la VENA DEL GESSO Danza al Ravenna FESTIVAL RAVENNA La danza occupa

sempre un posto di rilievo al Ravenna Festival. Per l’edizione 2018 sono attesi alcuni big, quali Emio Greco – Pieter C. Scholten, Bill T. Jones e Roberto Bolle, in grado di soddisfare anche i palati più esigenti degli appassionati dell’arte coreutica. Si inizia il 29 giugno quando, nella cornice del Teatro Alighieri, il sipario si alzerà sulla prima nazionale di Apparizione con il Ballet National de Marseille & Ick. La chiusura del festival è invece affidata all’attesissimo Roberto Bolle and Friends, domenica 22 luglio al Palazzo Mauro De André, che è già praticamente sold out. Per offrire al pubblico una serata di danza al suo massimo livello.

Maratona jazz CROSSROADS 2018 RAVENNA Anche per il 2018, Crossroads si conferma maratona jazz da primato, con quasi cento giorni di programmazione, con oltre sessantacinque concerti che coinvolgeranno più di 500 artisti fino al prossimo 1 giugno, toccando una ventina di città in EmiliaRomagna. La diciannovesima edizione sarà una giostra in continuo movimento: una ruota panoramica che spazierà girando sugli stili musicali, in cui predominerà il jazz, ma con lo sguardo aperto sulle più varie musiche improvvisate, le contaminazioni etniche o elettroniche; come montagne russe lungo le strade emiliane, visto che il festival toccherà fino a una ventina di città. Grandi protagonisti, come sempre, saranno Paolo Fresu, Enrico Rava e Fabrizio Bosso, i tre trombettisti più rappresentativi del jazz italiano, adottati dal festival che – con le loro residenze d’artista – avranno l’occasione di farsi ascoltare in un’ampia varietà di progetti musicali. L’iniziativa, organizzata da Jazz Network in collaborazione con l’Assessorato regionale alla Cultura e il Ministero dei Beni e delle Attività culturali, toccherà anche il territorio ravennate con venti appuntamenti da non perdere. Per tutte le informazioni su date e biglietti consulta il sito www.crossroads-it.org

BRISIGHELLA Dallo scorso 30 gennaio, la Comunità del Parco della Vena del Gesso Romagnola ha un nuovo presidente. Si tratta di Marina Lo Conte, che già ricopre il ruolo di assessore al comune di Riolo Terme. È stata scelta tra i sindaci e amministratori dei comuni di Brisighella, Casola Valsenio, Riolo Terme, Borgo Tossignano, Casalfiumanese e Fontanelice. Dovrà gestire i rapporti con il Comitato esecutivo, proporre ed esprimere pareri sui piani territoriali, regolamenti, interventi e programmi di tutela e valorizzazione, promuovere l’attuazione di progetti di sviluppo locale, accordi fra enti e iniziative sul territorio del Parco. “Vivo con onore questa elezione – afferma la neo presidente. Il mio interesse per il Parco regionale della Vena del Gesso, sarà il motore del mio impegno per questo meraviglioso territorio.”

Nuovo bar e caffetteria SALONE DEI MOSAICI RAVENNA Si deve all’imprenditore ravennate Maurizio Bucci, la

riapertura al pubblico del celebre Salone dei Mosaici, per la prima volta nella veste di bar e caffetteria. Ma non solo, una specie di museo, per l’alto valore dei mosaici che ospita, destinato a diventare anche biblioteca e spazio espositivo dedicato alle varie arti. Il locale si affaccia su piazza Kennedy, con ingresso da via IX Febbraio 1, che ospita i mosaici più importanti del Novecento, da troppo tempo dimenticati. Da qualche giorno ravennati e turisti possono vivere un’emozione unica tra arte e cultura, sorseggiando una tisana, un tè, un caffè, mentre giovani talenti musicali e artisti allieteranno il pomeriggio con note musicali. La parte culturale sarà curata dall’associazione Tessere del ’900, che si occuperà di una biblioteca dedicata ai libri del Novecento, consultabili durante l’ora del tè, ma anche di convegni, eventi espositivi e visite guidate. 4

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ANNOTARE

Teatro Comunale WALTER CHIARI

Distretto a WEEKEND

CERVIA Il Teatro Comunale di

FAENZA Dal 18 al 20

Cervia sarà intitolato a Walter Chiari. Il responso è arrivato direttamente dai cittadini, chiamati a esprimersi dall’amministrazione comunale attraverso un sondaggio, conclusosi lo scorso 31 agosto. A larga maggioranza le preferenze sono andate sul nome di Walter Chiari, che pur non essendo cittadino cervese, è un personaggio molto legato alla città ravennate, fino a farla diventare per tanti anni la sua seconda dimora, grazie anche all’amicizia, con Bruno Guidazzi Zimbo, che dopo la sua morte, avvenuta nel 1991, gli dedicò la rassegna comica Il Sarchiapone, giunta alla sua 26° edizione. “Walter Chiari voleva bene a Cervia, tante erano le amicizie che nutriva nella nostra località, dove era stimato e amato e tutt’oggi ricordato con grande affetto”, afferma il sindaco Luca Coffari.

maggio, tre giorni di festa tra prelibatezze enogastronomiche e arte nelle strade. Tutto questo è Distretto A Weekend a Faenza, iniziativa promossa dall’associazione Distretto A per diffondere creatività e condividere esperienze. Per la terza volta, sarà proposto anche l’Urban Art Contest, un bando internazionale dedicato all’arte urbana. Nel 2018, l’evento raddoppia il premio grazie alla collaborazione con la città di Palermo. Per il vincitore è previsto il sostegno alla realizzazione di un’opera a Faenza, in via Mittarelli, e una a Palermo, città della cultura 2018, durante Manifesta 12, biennale d’arte contemporanea itinerante che si svolgerà a giugno. Come sempre, sono in programma cene itineranti, arricchite da installazioni artistiche, cibo di arte & arte, colazioni, visite guidate, laboratori e passeggiate.

Grafica italiana LICALBE STEINER RAVENNA È una panoramica sul lavoro di quello che è stato uno

dei sodalizi professionali e privati più fecondi a partire dal 1938, quello di Lica e Albe Steiner, la mostra Licalbe Steiner. Alle origini della grafica italiana allestita al Mar e aperta fino al prossimo 2 aprile. L’evento a cura di Anna Steiner e progettato dallo studio OrigoniSteiner, arriva in città con un pezzo in più: la sezione Appunti di viaggio con schizzi quotidiani che corrispondono alla vita di Lica e Albe, entrambi vittime di persecuzioni razziali e politiche. C’è tutta la loro produzione relativa ai manifesti, alla ricerca fotografica, ai periodici, all’editoria, alle pagine pubblicitarie e ai marchi. Si deve a loro tutta la grafica di Feltrinelli degli anni ’60 e ’70 e le grandi campagne pubblicitarie per Pirelli e La Rinascente.

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ESSERE

Il giovane

GENIALE

MATTIA STROCCHI, 19 ANNI, STUDENTE DI INGEGNERIA ALL’UNIVERSITÀ DI BOLOGNA, È STATO ELETTO ITALIANO DELL’ANNO 2017 PER AVER PROGETTATO L’ESOSCHELETRO RIABILITATIVO ORION. di Anna De Lutiis / ph Massimo Fiorentini

M

Mattia Strocchi, giovane diciannovenne ravennate, è salito alla ribalta negli ultimi mesi perché eletto Italiano dell’anno 2017 in una classifica dei top ten, stilata da Nomisma per conto di Italiani.coop in collaborazione con Ansa, che vede lui al primo posto seguito da Regeni (alla memoria), Federica Bertocchini, Francesco Totti e Gigi Buffon. Sua un’invenzione bionica per disabili, un esoscheletro a cui ha dato il nome di Orion. Abbiamo incontrato Mattia, giovane universitario oggi iscritto al primo anno di Ingegneria dell’Automazione, a Bologna. Arriva di corsa all’appuntamento, i capelli ricci un po’ spettinati, pullover casual, così come si vestono i giovani della sua età, nessuna aria o atteggiamento da genio, quale effettivamente è. Il successo ti fa sentire diverso dai tuoi coetanei? “No. Forse affronto le cose in maniera un po’ diversa, preso dalle mie ricerche, dai miei impegni, ma ho i piedi per terra nonostante quanto mi è capitato in questi ultimi mesi. L’unica differenza è, forse, quella di vedere un po’ più

avanti. Ci si trova, è vero, a essere un po’ da soli ma non mi sono isolato nelle mie ricerche in quanto posso portare avanti il mio progetto con altre persone al Maker Station Fab Lab di Cotignola dove Enzo Cortesi, Etela Manaresi e Luca Poli sono diventati la mia seconda famiglia che mi sostiene dal punto di vista tecnico, economico e umano.” La tua avventura è iniziata mentre frequentavi l’ultimo anno dell’Itis, l’Istituto tecnico di Ravenna. La scuola ti ha aiutato? “Devo purtroppo dire che la scuola in Italia non sempre aiuta singolarmente gli studenti, sostenendo le loro potenzialità, ma ho avuto degli insegnanti che hanno creduto in me e che ancora ringrazio. Poi ho avuto bisogno di altri spazi e ho continuato da solo. Mi sono appassionato all’elettronica analogica e ho ricercato i suoi collegamenti con i segnali cutanei. Ho anche chiesto aiuto a dei medici di Ravenna.” Non capita a tutti, oggigiorno, di sentirsi al centro dell’attenzione dei media, IN MAGAZINE

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essere eletto Italiano dell’anno. Raccontaci la tua avventura. “Prima mi sono candidato al Maker Faire di Roma, la fiera europea dell’innovazione, alla quale ho partecipato come young maker, presentando Orion. Per la prima volta ho avuto il ruolo di speaker, in una sola giornata mi sono passati davanti più di centomila persone e circa trentamila studenti. Una grande emozione. Lì ho conosciuto anche la realtà emiliano-romagnola di Aster con cui sono ora in contatto. In seguito sono stato selezionato dalla Fondazione delle Associazioni Scientifiche e Tecniche-Fast che gestisce l’EUCYS – European Union Contest for Young Scientist 2017, dedicato ai giovani scienziati a livello europeo. Mi sono classificato tra i finalisti. In seguito sono stato invitato in Giappone all’IEYI – International Exhibition of Young Inventors, dove ho ricevuto la medaglia d’oro e lo Special Award della delegazione cinese Leading Innovation.” Mattia racconta questo susseguirsi di successi con grande semplicità, non perché non ne senta l’importanza ma perché è consapevole del suo impegno e della sua volontà che gli danno sicurezza e fiducia in un futuro che gli sta spalancando più porte e offrendogli varie opportunità. Ma torniamo al ragazzo nella sua 10

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vita di tutti i giorni... Mattia, al di là dei tuoi impegni legati a studi e ricerche, trovi un po’ di spazio per fare sport, coltivare altre passioni e dedicarti agli amici? “Il mio sport preferito era la bici a scatto fisso, mi piaceva molto perché tutto il controllo è affidato alle gambe, il corpo che vince sul mezzo tecnico. Purtroppo ora non posso esercitarlo. Per quanto riguarda gli amici, che vedo quando posso, mi piace pensare che mi vedono per quello che sono e non solo per i progetti che porto avanti.” Parliamo un po’ di Orion e di quando hai iniziato ad occuparti di questo esoscheletro riabilitativo. “Il tutto è scaturito da un incrocio di passioni: quando ero molto piccolo, alla domanda su cosa avrei fatto da grande, rispondevo il biologo perché avevo una grande passione per gli animali, per tutti gli esseri viventi. Quando ho dovuto scegliere la scuola superiore era il momento in cui avevo un grande interesse per l’elettronica, indirizzo che ho scelto all’Itis. Durante l’ultimo anno delle superiori ho unito entrambe dirigendo la mia attenzione sulla robotica, su tutto ciò con cui il corpo umano può interagire. Le macchine possono aiutare il corpo umano a risolvere i suoi problemi.” Mentre approfondivi le tue

IL SUCCESSO NON LO FA SENTIRE DIVERSO DAI SUOI COETANEI ANCHE SE RICONOSCE DI VEDERE UN PO’ PIÙ AVANTI. VEDE IL MONDO SENZA CONFINI E IMMAGINA DI POTER AIUTARE LE PERSONE ATTRAVERSO L’USO DI MACCHINE-ROBOT INTELLIGENTI.

ricerche, era già chiaro in te la possibilità di aiutare le persone a riacquistare l’autonomia del movimento? Perché mi sembra che questo sia lo scopo dell’esoscheletro… “Intanto il mio pensiero è che il futuro debba vedere l’integrazione dell’uomo con la macchina, con il robot. Quello che ho sviluppato con il mio progetto, lo possiamo immaginare come un tutore applicato agli arti che rimangono liberi di muoversi, questo è controllato dal proprio corpo attraverso sensori. Per un anziano potrebbe servire a potenziare i muscoli che intende muovere, dalla contrazione del muscolo rilevata dai sensori arriva il potenziamento del muscolo stesso. Naturalmente l’applicazione si può estendere. Però devo anche dire che ci devo ancora lavora-



“IN ITALIA SIAMO SEMPRE ALL’AVANGUARDIA CON LE IDEE MA GLI INVESTIMENTI PER SVILUPPARLE NON SONO ADEGUATI. PER QUESTO, QUASI CERTAMENTE, PARTIRÒ PER L’OLANDA VERSO LA FINE DI SETTEMBRE E VI RESTERÒ PER TRE ANNI.”

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re molto perché possa diventare un’applicazione giornaliera, senza problemi.” Domanda inevitabile vista la crescente fuga di cervelli dall’Italia. Come e dove porterai avanti le tue ricerche nel prossimo futuro? “In Italia siamo sempre all’avanguardia con le idee ma gli investimenti per svilupparle non sono adeguati. Per questo, quasi certamente, partirò per l’Olanda verso la fine di settembre e vi resterò per tre anni. Cambierò un po’ il mio percorso da Automazione a Computer Science o a Space Engineering, ovviamente utili a portare avanti il mio progetto. Una volta ultimata la formazione, so

che in Italia, a Pisa, c’è il centro biomedico Sant’Anna, uno dei più rinomati a livello mondiale. Quindi... chissà!” Mattia è stato invitato alla Silicon Valley, che sorge nella San Francisco Bay Area, nel Sud della California e ospita numerose start-up e società internazionali specializzate in tecnologia. Pensa di andarvi per una settimana, probabilmente in marzo. Gli chiediamo di raccontarci le emozioni vissute nelle varie circostanze in cui si è trovato e la risposta sorprende perché racconta che si è sentito bene, a casa, anche in Giappone: l’importante è riuscire sempre a controllare le proprie emozioni. Questo, detto da un ragazzo che ha solo 19 anni, sorprende! Quando la conversazione cade sul personale racconta della sua famiglia composta da lui, suo fratello e la sua mamma. “È una situazione particolare, mio padre non lo vediamo... Naturalmente mio fratello e mia madre sono i miei primi fan. Penso che sia stata anche la reazione a questa situazione a darmi la forza di riuscire, di dimostrare che posso raggiungere importanti risultati, a maturare delle idee perché sono fermamente convinto che sia il passato a plasmare il nostro presente e futuro.” Tra le novità, da segnalare che lo scorso 17 febbraio, ad esempio, è stato invitato a Bologna, dalla TEDxYouth per venti minuti di public speaking. È un concorso realizzato in collaborazione con Miur e TED e Mattia è intervenuto illustrando il tema Forget Boundaries, Explore The Abstract (Dimentica i confini, esplora l’astratto). Ecco, questa frase rispecchia esattamente il pensiero e le intenzioni di Mattia perché il mondo, per lui, non ha confini.


“A VOLTE LE PAROLE NON BASTANO. E ALLORA SERVONO I COLORI. E LE FORME. E LE NOTE. E LE EMOZIONI.” Alessandro Baricco

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INTRAPRENDERE

Locali con

L'ANIMA

A RAVENNA, CI SONO LOCALI POLIVALENTI CHE ORGANIZZANO RASSEGNE LETTERARIE, MERCATINI E LABORATORI, E GALLERIE D’ARTE CON UN’ANIMA DA BOTTEGA. L’OBIETTIVO? APRIRSI ALLA CITTÀ.

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di Roberta Bezzi / ph Lidia Bagnara

Ci sono bar e caffè che sono anche luoghi di cultura, con iniziative rivolte a bambini, ragazzi e adulti, e gallerie d’arte con un’anima da bottega e non solo. Si tratta di locali polivalenti in grado di trasformarsi nel corso della giornata in base alle esigenze della clientela, per offrire un servizio a 360 gradi, moderno e al passo coi tempi. A Ravenna ce ne sono diversi che rispondono a questi requisiti, molti dei quali di recente apertura, e stanno conquistando un pubblico eterogeneo. A partire dal Mag – Magazzeno Art Gallery in via Magazzini Posteriori 37, ricavato in un ex magazzino dello zolfo del complesso Almagià, nel cuore del quartiere Darsena. È stato aperto nel luglio 2017, su iniziativa delle giovani Alessandra Carini e Sabrina Cellini. “È una galleria d’arte contemporanea ma anche un negozio a tutti gli effetti dove fare acquisti – affermano le due curatrici e proprietarie dello spazio –. Anche un posto dove le antiche barriere tra l’arte e la gente sono finalmente abbattute. Mag vuole riavvicinare l’arte alle persone, promuovendo l’idea che faccia parte della vita di ognuno di noi,

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che rispecchi e racconti il nostro tempo, spesso anticipando il futuro”. Lo shop interno è gestito in collaborazione con Marco Miccoli di Bonobolabo per quanto riguarda la street art e lo skate. “L’arte deve essere di tutti – aggiungono –, deve essere regalata, scambiata, collezionata e ammirata. Per questo, il nostro obiettivo è diffondere un’arte accessibile a tutti, a livello sia economico sia intellettuale. Vogliamo spingere i giovani artisti e celebrare quelli più esperti, sia locali che internazionali, anche e soprattutto attraverso workshop dove poter lavorare fianco a fianco agli artisti stessi”. Completamente rivoluzionato il concetto di galleria fredda, sul genere white cube: Mag è un posto accogliente dove poter sostare anche solo per una chiacchiera e una birra. Entrando da uno dei due ingressi si resta subito colpiti dall’altezza dell’edificio che ha consentito la realizzazione di un piano soppalcato, destinato a negozio di stampe, serigrafie, libri, oggetti di design, qualche capo d’abbigliamento particolare e skateboard. Al piano terra, c’è lo spazio espositivo vero e proprio, un angolo molto intimo con ta-


SOTTO, ALESSANDRA CARINI E SABRINA CELLINI CHE NEL LUGLIO 2017 HANNO APERTO MAG – MAGAZZENO ART GALLERY, NEL CUORE DEL QUARTIERE DARSENA. UNA GALLERIA D’ARTE CONTEMPORANEA MA ANCHE UN NEGOZIO E UN LUOGO IN CUI SEGUIRE CORSI.

volo, sedie e anche un pianoforte dove poter comodamente parlare. Diversi i servizi offerti al pubblico: per esempio Ti arredo casa con l’arte contemporanea, per chi ricerca pezzi unici in grado di impreziosire gli interni; Street art in salotto, rivolto a tutti coloro che vorrebbero un murales nella facciata o in qualsiasi altro muro di casa; ma anche servizi di stampo turistico rivolti ai soci che comprendono escursioni per ammirare la street art e viaggi organizzati in mete internazionali di arte contemporanea. Numerosi i corsi organizzati aperti a tutti i curiosi dell’arte. A partire da marzo, sono in programma il corso di Illustrazione digitale e Disegno a cura di Alessandro Bonaccorsi, di Fumetto di Davide Fabbri e Stefano Babini,

IL MAG – MAGAZZENO ART GALLERY DI ALESSANDRA CARINI E SABRINA CELLINI È UNA GALLERIA D’ARTE CONTEMPORANEA, UNO SHOP E UN POSTO DOVE LE BARRIERE TRA ARTE E GENTE SONO FINALMENTE ABBATTUTE. TANTI I CORSI E LE MOSTRE.

Gestione dell’evento artistico di Alessandra Carini e Sabrina Cellini, Fotografia notturna industriale di Luca Concas. Da giugno inizieranno poi i corsi estivi per ragazzi, tutte le mattine, su Street e Pop Art, Skate e Cine-

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IL CAFFÈ LETTERARIO DI VIA DIAZ, GESTITO DA CRISTIANA LIUTI CON LE FIGLIE ALLEGRA E VIRGINIA VANNINI, È STATO IL PRECURSORE DELLE RASSEGNE LETTERARIE. OGGI ORGANIZZA MERENDE PER I BAMBINI, MERCATINI ARTIGIANALI E LEZIONI DI CINEMA.

SOPRA, CRISTIANA LIUTI (A DESTRA), TITOLARE DEL CAFFÈ LETTERARIO DI VIA DIAZ 26 A RAVENNA, CON LE DUE FIGLIE ALLEGRA E VIRGINIA VANNINI. A DESTRA, MARTINA NOCELLA E MARCO INCENSI DEL GRINDER COFFEE LAB DI VIA DI ROMA 178.

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ma. Si è appena conclusa la mostra Gold Wears Down di Matteo Lucca, e presto si terranno due personali di artisti giovani ma già affermati: quella di Angela Maltoni di Forlì e Monica Grycko, polacca ma faentina d’adozione, in primavera; quella del bellunese Gabriele Grones e del forlivese Matteo Sbaragli in autunno. In estate si svolgerà anche la mostra del vincitore dell’Open Call For Artists, iniziativa che mira a dare una possibilità di esporre in una galleria a chiunque sia dotato di talento, tecnica e idee, senza limiti di età né restrizioni sulle tecniche. “Siamo contenti di come stanno andando le cose – concludono Alessandra e Sabrina – e speriamo che la Darsena diventi un luogo visitato anche dai turisti, ancora reticenti ad attraversare i binari della stazione. Ci auguriamo inoltre che siano sempre di più le attività che apriranno in questa zona, in modo da far diventare questo quartiere il nuovo polo culturale e commerciale della città tutto l’anno”.

Sempre più bar a Ravenna sono promotori di rassegne letterarie, laboratori per bambini, nonché sedi di mostre ed esposizioni. Tra i precursori in tal senso, c’è sicuramente il Caffè Letterario di via Diaz 26, in cui entrando si viene subito avvolti da una tranquilla atmosfera casalinga. L’ambiente invita al relax e prendersi una pausa qui, in qualsiasi momento della giornata, vuole dire rigenerarsi e staccare per un po’ dallo stress, dal lavoro e dagli impegni della propria giungla quotidiana. Forse è questo il segreto per cui, sin dalla sua apertura – nel giugno 2013 – la gente è rimasta subito colpita da questo posto speciale, dimostrando un interesse e una curiosità che hanno lasciato di stucco persino la titolare Cristiana Liuti, insieme alle due figlie Allegra e Virginia Vannini. “Da sempre sono innamorata di via Diaz – afferma Cristiana – che reputo una strada vintage in cui si respira cultura grazie alla presenza delle librerie. E anche se in questi ultimi anni


IL GRINDER COFFEE LAB DI VIA DI ROMA, APERTO DAI GIOVANI MARTINA NOCELLA E MARCO INCENSI, NON È SOLO UN BAR MA UN CONTENITORE DI EVENTI, TRA CUI LA RASSEGNA CULTURALE I GIOVEDÌ DEL GRINDER A CURA DI IVANO MAZZANI.

è stata un po’ abbandonata, è il biglietto da visita per i turisti. Le rassegne letterarie sono state da sempre un nostro tratto distintivo, ma poiché era diventato molto impegnativo gestire un appuntamento settimanale, oggi ci limitiamo a uno al mese, ma sempre con nomi di un certo rilievo grazie ai contatti diretti con molti autori”. E se il format delle rassegne è stato copiato, ecco che il Caffè Letterario – al cui interno sono esposte ben sessantatré foto di celebri scrittori – si è inventato altre interessanti proposte fra cui

le Favole a merenda dedicate ai bambini la domenica pomeriggio, il Fata Roba Market un giovedì al mese, in cui giovani artigiani espongono i loro manufatti e le lezioni di cinema in collaborazione con il Circolo Sogni Antonio Ricci per scoprire i retroscena sul set, di prossima realizzazione. “Le idee sono tante anche se non è sempre facile portarle a termine per gli alti costi – precisa Cristiana –. In estate abbiamo organizzato delle sfilate ed eventi vari per Ravenna Bella di Sera, abbiamo persino chiuso la strada e allestito un prato. Mi piacerebbe proporre uno spettacolo di Drag Queen, ma serve spazio...”. Si stanno muovendo in tale direzione anche i giovani Martina Nocella e Marco Incensi che, nel 2016, hanno aperto il Grinder Coffee Lab in via di Roma 178. “Da sempre sognavano un bar che fosse anche un contenitore di eventi – raccontano –. Un’idea che abbiamo maturato nel corso dei nostri numerosi viaggi e nel nostro soggiorno in Australia. Il Grinder si ispira ai locali an-

glosassoni e nordeuropei e riflette anche le nostre conoscenze in materia di cinema e arte [n.d.r., Martina sta studiando al Dams di Bolona]. Molti dei nostri eventi si rivolgono alle nuove generazioni. Il nostro pubblico, infatti, è molto giovane e attivo dai 14 ai 25 anni, principalmente composto da studenti del vicino liceo classico e dell’università. A volte sono loro stessi a proporci eventi”. Poi è arrivata la proposta di Ivano Mazzani di ospitare la nuova rassegna culturale I giovedì del Grinder, iniziata in gennaio e in programma fino ad aprile, che mette in dialogo le arti. “L’idea ci ha subito entusiasmato – aggiungono – . I nostri giovedì ora mettono assieme studenti e adulti, ragazzi e autori. Un esperimento che speriamo possa segnare l’inizio di una lunga collaborazione”. D’altra parte, come resistere al bel divano che campeggia al centro del locale, insieme a tavolini e poltroncine varie, un evidente omaggio a Friends, un mito per i proprietari del Grinder.

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CORRERE

Anima e

CUORE

PIETRO CREMENTI, DETTO PIRÌ, È LO STORICO DIRETTORE DI GARA CHE DA OLTRE 45 ANNI CONDUCE L’ULTRA-MARATONA CHE UNISCE LE TERRE DEL CHIANTI A QUELLE DEL SANGIOVESE. di Alessandro Bucci / ph Gianni Zampaglione

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Giunta alla 46° edizione, la 100 km del Passatore non conosce segnali di cedimento nonostante il passare del tempo, con una partecipazione di runner e appassionati sempre in crescita. Oltre 2.890 gli iscritti e 2.705 i partenti nell’edizione 2017, vinta per la dodicesima volta consecutiva da re Giorgio Calcaterra, divenuto un simbolo dell’ultramaratona intitolata al brigante Stefano Pelloni. Se c’è un personaggio che incarna alla perfezione i valori espressi dalla Firenze-Faenza, questo è Il Commendatore Pietro Pirì Crementi, da sempre anima e cuore della Cento. Pirì nasce a Faenza il 19 settembre del 1931, risiedendo per molti anni nel Forno Vecchio, un cortile abitato da diverse famiglie nel Borgo Durbecco. Crementi trascorre l’infanzia nel circolo parrocchiale di Sant’Antonino, dovendo affrontare gli anni atroci della guerra. Crescendo, il giovane Pirì si cimenta come garzone in diverse botteghe, sino a divenire operaio in una carrozzeria prima di essere assunto alla raffineria Anic di Ravenna. In quest’ultima, Crementi, ricopre anche ruoli sindacali nel rispettivo consiglio di fabbrica sino al pensionamento.

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Appassionato di sport sin dalla tenera età, Pirì assume diversi incarichi tecnici e dirigenziali nell’associazionismo sportivo faentino e, nel 1972, contribuisce a fondare la 100 km del Passatore assieme ad Alteo Dolcini e Francesco Calderoni, soci dell’omonima società. Com mendatore, dove e come è nata questa competizione internazionale che si svolge ogni ultimo week-end di maggio? “ Tut t o è i n i z i at o g r a z ie all’U.O.E.I. (Unione operaria escursionisti italiani) nei primi anni ’70, con l’allora presidente Francesco Calderoni e con il fondatore di Ente Tutela Vini di Romagna Alteo Dolcini. Quest’ultimo ha fondato con me la Società del Passatore nel ’69. A quell’epoca sono iniziate a spuntare diverse gare podistiche in altrettante località e una mattina, quando ci siamo trovati al caffè del Duomo, è nata l’idea di realizzare una competizione intorno alle colline del faentino. Grazie ai mezzi economici impiegati da Dolcini e alla propaganda di giornalisti locali, unitamente agli sforzi prodotti dall’U.O.E.I. e dal Presidente del Consorzio Vini di Romagna Elio

UN DIVERTENTE RITRATTO DI PIETRO CREMENTI, DETTO PIRÌ, LO STORICO DIRETTORE DI GARA DELLA 100 KM DEL PASSATORE, CON IL RECORDMAN GIORGIO CALCATERRA.


DA FIRENZE A FAENZA, UN VIAGGIO NON SOLO AGONISTICO E SPORTIVO, MA ANCHE UN PERCORSO DI VITA CHE SI RINNOVA OGNI ANNO. IMPOSSIBILE NON RICORDARE GIORGIO CALCATERRA, CHE HA VINTO LA 100 KM PER BEN DODICI VOLTE CONSECUTIVE.

Assirelli, la Cento è diventata realtà. Inizialmente era una follia. Ci pensa che la gara partiva di notte? Al traguardo arrivavano runner in condizioni molto critiche e i servizi sanitari non erano certo quelli odierni. Un’avventura incredibile che, di anno in anno, è andata sempre più perfezionandosi. Mi auguro fortemente che la Cento possa continuare in futuro e non ringrazierò mai abbastanza i nostri sponsor storici”. Lei è un simbolo per la città di Faenza e per la 100 km del Passatore. È stato insignito, tra i vari riconoscimenti, del Faentino sotto la Torre e ha ricevuto il premio Una vita

per lo Sport. Che significato ha per lei tutto questo? “Vuol dire che ho sempre lavorato per la mia città e che l’ho sempre amata. Ho sempre fornito il mio supporto a tutte le manifestazioni che si sono succedute e i sindaci di Faenza mi sono sempre stati vicini personalmente. Mi sono sempre occupato degli sponsor e di interagire con gli amministratori. Cose non proprio semplici”. (ride) Quando si dice Passatore, si pensa subito a Giorgio Calcaterra, recordman della Cento... “Calcaterra ama la Cento e vive la corsa nel cuore. Tutte le volte che ci vediamo, si commuove. IN MAGAZINE

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“TUTTE PERSONE MODESTE E STRAORDINARIE. CON VALMIR NUNES HO UN RAPPORTO DI PROFONDA AMICIZIA. QUANDO SCENDEVA IL PASSO DELLA COLLA, SEMBRAVA UN CRAZY HORSE! HO DEI RICORDI DAVVERO INDELEBILI LEGATI AI NOSTRI CAMPIONI.”

Giorgio si prepara per il Passatore come se dovesse affrontare la conquista di una Nazione. Il più grande punto di forza di Calcaterra è sempre stato l’aspetto mentale, al di là della sua incredibile tenuta fisica”. I volontari sono sempre stati fondamentali per lo svolgi-

mento della Firenze-Faenza. Concorda? “Senza dubbio. Sono bravissimi, dimostrano sempre grande spirito di sacrificio. Credo che nessuna gara possa vantare dei ristori così forniti come quelli che offriamo noi. Giù il caplàz [n.d.r., celebre simbolo del Passatore] per tutti i volontari che hanno sempre reso la Cento la corsa più bella del mondo! Ci pensa che, a inizio 2018, abbiamo già oltre 1.820 iscritti? Davvero ragguardevole. Quest’anno ci sarà un bel gruppo di finlandesi, del resto gli atleti stranieri non sono mai mancati nel Passatore”. La Cento vanta tantissimi campioni nella sua storia. Se non vado errando, lei ha un bellissimo rapporto con Valmir Nunes, vincitore nel ’91 e ’92. “Confermo. Tutte persone mo-

deste e straordinarie. Con Nunes ho un rapporto di profonda amicizia. Quando scendeva il passo della Colla, sembrava un crazy horse! Ho dei ricordi davvero indelebili legati ai nostri campioni”. Le atlete che partecipano al Passatore sono sempre più numerose e competitive, basti pensare che Nikolina Sustic, lo scorso anno, ha battuto il record di Monica Carlin che resisteva da diverso tempo. “Le croate, sino ad ora, sono state le più forti. Da cinque anni un’atleta croata vince la categoria femminile dapprima con Marija Vrajic (’13 e ’14) e, negli ultimi tre anni con Nikolina Sustic che, lo scorso anno, ha ottenuto il terzo posto assoluto. Mai accaduto in campo femminile. Vedremo nel 2018 se il monopolio croato sarà spezzato o meno”.

SOPRA, UN MOMENTO DELLA PARTENZA DELLA 100 KM DEL PASSATORE. SOTTO, UNA FOTO DI GRUPPO CHE RENDE L’IDEA DELLA GRANDE PARTECIPAZIONE CHE DA SEMPRE CARATTERIZZA LA MANIFESTAZIONE.

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PROMUOVERE

Romagna

SLANG

IN CRESCITA L’INTERESSE DEI GIOVANI PER IL DIALETTO. L’ASSOCIAZIONE ISTITUTO FRIEDRICH SCHÜRR HA LANCIATO UN NUOVO CANALE YOUTUBE PER SPIEGARE IN MODO SEMPLICI TERMINI E MODI DI DIRE.

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di Roberta Bezzi

Secondo Papa Francesco il dialetto è “lingua dell’amore”, oltre che essere il modo migliore di trasmettere la fede. Di certo è che, mai come in quest’ultimo periodo, l’interesse c’è ed è crescente, molto più di quello che si potrebbe pensare anche da parte dei giovani. “Chi ha superato i sessant’anni,

A FIANCO, SUL SET DI ROMAGNA SLANG, SI RICONOSCONO DA SINISTRA ALFONSO NADIANI (IL NONNO), CRISTINA VESPIGNANI (LA NIPOTE) E IL PICCOLO LEONARDO DONATI (IL NIPOTE). DIETRO NADIANI, MARCO GRILLI, L’ESPERTO DI DIALETTO.

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ormai è depositario del dialetto – racconta Carla Fabbri, presidente dell’associazione Istituto Friedrich Schürr –. Ma c’è una fetta di persone mediamente tra i 20 e i 45 anni che, pur non parlando il dialetto, ne è fortemente incuriosita. Ed è a loro che si rivolge la nostra ultima iniziativa Romagna Slang – Us dis in ru-

magnôl, il canale YouTube su cui ogni settimana carichiamo due nuovi brevi filmati per spiegare in modo semplice e divertente alcuni termini o modi di dire della tradizione romagnola. La struttura è fissa: si inizia con un breve sketch nel quale vengono contestualizzati la parola o il modo di dire e si chiude con l’intervento in sce-


na di un esperto che ne fornisce la traduzione e la spiegazione”. Qualche esempio? Si spiega la differenza tra burdël, tabach, bastêrd, il significato del noto intercalare cióh, il significato di Avé la vartò, L’ariva Piron e molte altre. I protagonisti delle scenette sono un nonno, una nipote adolescente e un nipotino che mettono in campo un incontro/scontro fra generazioni e fra lingua e dialetto. Nel ruolo del nonno recita Alfonso Nadiani, mentre la nipote è Cristina Vespignani, affiancata dal piccolo Leonardo Donati: sono tutti componenti della Compagnia Amici del Teatro di Cassanigo. La parte dell’esperto di dialetto è affidata a Marco Grilli. I testi sono curata di Gilberto Casadio, Carla Fabbri e Silvia Togni. “È un modo moderno per conoscere le proprie radici – aggiunge Fabbri –. Ormai nessuno parla in dialetto per tutto il discorso, ma ci sono espressioni che fanno parte da sempre della nostra cultura”. Nata nel 1996, l’associazione con sede a Santo Stefano deve il suo nome al linguista austriaco che, a partire dagli anni ’10 del secolo scorso, compì studi fondamentali sul dialetto romagnolo. Per valorizzare e diffondere il dialetto, l’Istituto Schürr, che ha 850 soci sparsi in Romagna, ma anche fuori re-

LA STRUTTURA È FISSA: SI INIZIA CON UN BREVE SKETCH NEL QUALE VENGONO CONTESTUALIZZATI LA PAROLA O IL MODO DI DIRE E SI CHIUDE CON L’INTERVENTO IN SCENA DI UN ESPERTO CHE NE FORNISCE LA TRADUZIONE E LA SPIEGAZIONE.

gione e Italia, edita il periodico La Ludla e due collane di libri: Tradizioni popolari e dialetti di Romagna, ossia dodici volumi di termini scientifici, e Fôla fulaja, collana di favole e fiabe romagnole con testo italiano a fronte. L’associazione effettua interventi nelle scuole pubbliche primarie e organizza corsi nelle Università per Adulti di Ravenna, Lugo, Imola e Forlì, oltre a essere punto di riferimento per chi voglia conoscere la Romagna e la scrittura del dialetto. Ultimamente, con il contributo dell’Ibc – Istituto per i beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna ha digitalizzato 230 copioni di commedie dialettali.

A LATO, UN’ALTRA REGISTRAZIONE DEI VIDEO DI ROMAGNA SLANG, CARICATI SETTIMANALMENTE SU YOUTUBE PER AVVICINARE I GIOVANI AL DIALETTO ROMAGNOLO.

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CLINICA SANTA TERESA UNA MODERNA ODONTOIATRIA 3D A RAVENNA, FAENZA E CESENA

CON IL NUOVO SISTEMA INTEGRATO “CEREC-GALILEOS”, È POSSIBILE REALIZZARE CORONE, PONTI, INTARSI, MA ANCHE MIGLIORARE IL SORRISO CON L’ODONTOIATRIA ESTETICA DELLE FACCETTE.

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Il sorriso è uno dei più bei biglietti da visita delle persone. Che risultati si possono ottenere con la moderna odontoiatria sempre più incentrata sull’utilizzo di un sistema di software e attrezzature che dialogano in 3D? Denti perfetti in un’unica seduta con il massimo della precisione e il minimo disagio per il paziente. Ci si lasciano alle spalle, dunque, i metodi artigianali e le abilità del medico sono integrate con la programmazione e il controllo tipici dei processi industriali di precisione. Al riguardo, la Clinica Dentale Santa Teresa, nata nel 2014 e oggi presente nelle sedi di Ravenna, Faenza e Cesena propone un’assoluta novità: il sistema integrato “CerecGalileos”, che permette di elaborare diagnosi in 3D, da un lato, e pianificare i trattamenti chirurgici e protesici dall’altro, partendo da un’impronta digitale e dalla Tac di ultima ge-

nerazione: Tac Cone Beam. A parlarne è il Dottor Fabio Fusconi, odontoiatra esperto nell’applicazione di queste metodiche di ultima generazione. Quali sono le caratteristiche del nuovo sistema integrato “Cerec-Galileos”? “Grazie alla Tac Cone Beam e all’impronta digitale, consente di poter effettuare diagnosi in 3D e non più in 2D, per poi adottare una terapia chirurgica computer-guidata che garantisce una precisione submillimetrica, che non è propria dell’uomo ma solo delle macchine, e infine la fabbricazione, prima dell’intervento, di manufatti protesici biocompatibili. Un sistema che permette di pianificare ognuna delle fasi in un sistema integrato che dialoga in 3D”. Entrando nei dettagli, cosa avviene? “Nella prima fase diagnostica, le immagini tridimensionali della bocca del paziente,

vengono rilevate sia con la Tac Cone Beam “Galileos” che con l’impronta digitale “Cerec”. Il Galileos, è un apparecchio radiografico CBCT (Cone Beam Computer Tomografy) di ultima generazione con tecnologia digitale, che permette di avere immagini in 3D volumetriche e con dosi radiologiche 70 volte meno di una Tac tradizionale. Il “Cerec” è formato sia da una telecamera per rilevare un’immagine in 3D della bocca del paziente, che da un software che l’odontoiatra utilizza per la progettazione in 3D dei denti. Successivamente i dati vengono inviati al fresatore “Cerec” ad alta precisione che estrae da un blocchetto di ceramica i denti finiti”. Quindi non utilizzate più le impronte tradizionali spesso fastidiose per il paziente… “Esattamente. Col nuovo metodo otteniamo una precisione assoluta, una maggiore velocità di esecuzione, e un risultato estetico migliore, ma soprattutto un risultato biocompatibile eccellente perché non si adoperano più i metalli, talvolta causa di inestetismi. I manufatti protesici sono praticamente indistinguibili da quelli naturali”. Cosa è possibile realizzare? “Corone, ponti, intarsi, ma possiamo anche migliorare il sorriso dei nostri pazienti con l’odontoiatria estetica delle faccette”. Poi, inizia la progettazione virtuale… “Sì. Sempre durante la fase diagnostica, il professionista utilizza il software 3D per ottenere tutte le informazioni necessarie riguardo i volumi, la qualità e la quantità dell’osso del paziente, informazioni fondamentali per la successi-


ADVERTORIAL

CON LA NUOVA PROGETTAZIONE VIRTUALE, SI OTTIENE UNA MAGGIORE VELOCITÀ DI ESECUZIONE, E UN RISULTATO ESTETICO MIGLIORE, MA SOPRATTUTTO UN RISULTATO BIOCOMPATIBILE ECCELLENTE. I MANUFATTI PROTESICI SONO PRATICAMENTE INDISTINGUIBILI DA QUELLI NATURALI.

va fase chirurgica in cui vengono inseriti gli impianti dentali. L’odontoiatra implantologo, infatti, grazie al software di programmazione in 3D, progetta in modo virtuale la posizione degli impianti in bocca con una precisione e predicibilità di posizionamento che non è possibile se effettuato con il solo occhio umano del professionista. Il risultato della pianificazione chirurgica è un

manufatto che si chiama mascherina chirurgica 3D, che in fase di intervento di implantologia viene posizionata in bocca al paziente”. Quali sono i vantaggi di questa moderna metodica? “Il chirurgo non effettua né tagli e né mette punti di sutura, perché gli impianti dentali vengono messi con la tecnica “flapless”. Si ottiene, inoltre, la massima precisione in termini di posizionamento degli impianti sia in senso verticale che di inclinazione e di profondità”. Che differenza c’è rispetto agli altri sistemi computer guidati? “Gli altri sistemi non sono in grado di eseguire tutte le procedure in maniera digitale, ma si devono affidare in alcune fasi ancora all’artigianalità del laboratorio odontotecnico poiché il manufatto protesico è basato su modelli in gesso ricavati dalle impronte tradizionali prese sulla bocca del paziente”. La metodologia computerizzata riduce i tempi di trattamento implantologico?

“Sì. Basti pensare che dopo una seduta di poco più di un’ora, nella quasi totalità dei casi viene montata al paziente la sua nuova protesi fissa sostenuta dagli impianti appena inseriti – la cosiddetta tecnica a carico immediato – dandogli la possibilità di non stare mai senza denti e di tornare a una vita sociale fin da subito: sorride immediatamente!” Un vero e proprio passaggio alla moderna odontoiatria… “Sì. Significa passare da operatori che usano tutta la loro abilità ed esperienza nelle fasi chirurgiche espletando interventi a mano libera, a operatori che – se assistiti dal computer – eseguono l’intervento con la precisione submillimetrica. Un processo estremamente delicato e complesso che, se ben codificato, permette all’operatore di esprimere la sua esperienza non solo nella fase dell’intervento chirurgico bensì, e soprattutto, nelle fasi diagnostiche e durante la pianificazione prechirurgica del caso”.

RAVENNA | Via A. De Gasperi 61 | 0544 240255 FAENZA | Via della Costituzione c/o Centro Commerciale “La Filanda” | 0546 664807 CESENA | Viale G. Finali 42 | 0547 1796570 www.clinicadentalesantateresa.it clinicadentalesantateresa IN MAGAZINE

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REALIZZARE

Impatto

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IL PARCO DI INNOVAZIONE PER LE IMPRESE KIRECÒ, LE PERSONE E IL TERRITORIO DI VIA DON CARLO SALA A RAVENNA PROPONE EVENTI, PERCORSI, LABORATORI E ATTIVITÀ DIDATTICHE APERTI A TUTTI. di Linda Antonellini / ph Massimo Fiorentini

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Dal greco Kiro, che significa mano (chiros) ed Eco che significa ambiente (ecologia), nasce Kirecò: un progetto che sintetizza il concetto di realizzare con le proprie mani ciò che può rendere sostenibile l’ambiente in cui viviamo. Parliamo di un sistema CoopUP, ossia un progetto di Confcooperative finalizzato a creare incubatori di impresa, spazi in cui favorire la nascita di StartUp tramite il Co-Working, il tutto strutturato in un’organizzazione che gestisce: un Openlab dove costruire relazioni e idee tecnologiche; Kirecò for Partecipation, che individua percorsi partecipativi per progettare l’innovazione; sei CoWorkers, ossia piattaforme collaborative per le imprese no-profit; Kirecò for Kids che riguarda giochi, laboratori, eventi e didattica; Kirecò Education Laboratory quindi laboratori e attività dedicate alle scuole; e il ristorante/bar Hostaria, un luogo conviviale e aggregativo, dove organizzare feste, svolgere attività legate ai problemi dell’alimentazione e scoprire nuovi piatti derivati da cibi provenienti da fornitori a km zero. Kirecò è dunque un’iniziativa lanciata in collaborazione con una cooperativa sociale, no-profit, che si occupa della progettazione d’impianti fotovoltaici, di cogenerazione e d’illuminazione. Promossa da giornate di eventi, ricche di ospiti su scala nazionale, inizia la sua operatività nel 2008 con il Festival Sostenibilità Creative, inaugura poi il traguardo raggiunto nel 2013 con la costruzione e nel 2016, con il contributo dei volontari del quartiere, prende il via la gestione outdoor del parco con la torre di arrampicaggio e il presidio degli ambienti interi. Al piano terra oltre alla zona ristoro, troviamo la sala polivalente trasformabile in laboratorio e spazio didattico, mentre al piano primo, collegato da un’originale scala realizzata in pallet di legno, si apre la volta costituita da travi lamellari, sotto la quale si sviluppano uffici e sale riunioni. La struttura dell’edificio presenta soluzioni tec-

nologiche a risparmio energetico generando, anche grazie un cappotto isolante, una classe a impatto quasi 0. Oltre alla predisposizione di un concentratore solare, vi sono sistemi di riscaldamento e raffreddamento a pavimento tramite apporto fotovoltaico, un impianto di fitodepurazione, piastre della cucina a induzione e l’illuminazione è garantita dai led e da coni rifrangenti la luce naturale. Parliamo dunque di una struttura eco-sostenibile, realizzata per ridurre al minimo il suo impatto, a forma semi-sferica dipinta come un grande murales green dallo street artist Luca Zamoc, di 600 metri quadri disposta su due livelli. “Essa sorge su un parco di 15.000 metri quadrati – spiega Sara E.

SPAZI REALIZZATI PER ESSERE FULCRO DELLA SOCIALITÀ: FOOD, AMBIENTE, ATTIVITÀ PER SVILUPPARE IL TERRITORIO IN MANIERA PIÙ EQUOSOLIDALE. OGNI ELEMENTO DI KIRECÒ, DALLA STRUTTURA AL PARCO, È PENSATO PER FACILITARE MOMENTI DI RELAZIONE.

Lunghi, presidente, fondatore e responsabile formazione famiglie –. Tutte le attività che animano il parco, piantumato con 8.675 piante, sono pensate nell’ottica di coinvolgere la cittadinanza e le imprese sui temi della sostenibilità ambientale, sociale e sull’innovazione. L’obiettivo è di creare un luogo per tutti, dove ogni singolo cittadino può portare il proprio contributo, proporre iniziative e vivere il parco come uno spazio che gli appartiene: una sinergia fra imprese, cittadini e territorio”. Situato in via Don Carlo Sala, nel quadrante Sud-Est di Ravenna, tra la città e la pineta di Classe, il parco tecnologico al momento è ancora in via di sviluppo per

A LATO, UNA VEDUTA ESTERNA DELLA CUPOLA SEMISFERICA DI KIREKÒ, DOVE È BEN EVIDENTE IL GRANDE MURALES GREEN DELLO STREET ARTIST LUCA ZAMOC.

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quanto riguarda l’Outdoor Camp, dotato di sensoristica ambientale per monitorare parametri legati alla lotta verso i cambiamenti climatici. Tra le attività già in essere: i centri estivi, come il C.R.E. organizzati in collaborazione con Agrinfanzia, incentrati sulla riscoperta delle attività legate all’agricoltura, orti gestiti direttamente da cittadini e, d’estate, attività culturali serali fra musica sul palco e aperitivi o cene all’aperto. Alla base delle iniziative vi è l’incontro tra natura e tecnologia, creatività e prodotti che parlano di sostenibilità e innovazione, dal cibo al divertimento, dall’artigianato ai servizi alla persona.

NATO COME CENTRO DI AGGREGAZIONE E DI EDUCAZIONE ALLA SOSTENIBILITÀ, ORA IL CORE-BUSINESS È LA CREAZIONE DI OPPORTUNITÀ E NUOVI POSTI DI LAVORO, UNA REALTÀ CHE COSTITUISCE UN PUNTO DI INTERAZIONE PER TUTTI I RAVENNATI.

Insieme alla gestione ludica, dedicata alla famiglia e alle scuole dalle materne alle superiori, non mancano i pretesti di approfondimento quali: i gravi problemi che minacciano l’ambiente, trattando temi quali i consumi di energie non rinnovabili, e ancora, lo svolgimento di attività di formazione per il marketing e le imprese on-line, potendo usufruire anche di stampanti 3D a taglio laser, scrivanie e postazioni di lavoro, il cui uso può essere eventualmente ricompensato mettendo a disposizione le proprie competenze professionali o servizi negli orari d’ufficio dalle 8.30 alle 18.30. Il contributo dei cittadini è anche quello di creare una rete di persone: aziende e soggetti privati che gravitano attorno al cen28

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tro della città, possono confluire in quello che è stato un progetto partecipato del vicinato, tramite Prode Finance per cui tutto ciò che è stato costruito, per diritto di superficie verrà, dopo cinquanta anni, regalato alla città, così come, per scelta personale dei membri fondatori, anche la cintura verde tornerà alle pubbliche amministrazioni. Nato come centro di aggregazione e di educazione alla sostenibilità, ora il core-business, è la creazione di opportunità e nuovi posti di lavoro, la riqualificazione territoriale di un quartiere in origine degradato e la creazione di un punto di interazione per tutti i ravennati.

SOTTO, L’INTERNO DI KIREKÒ, SUDDIVISO SU DUE LIVELLI, IN CUI SI TROVANO SPAZI PER INCONTRARSI E LAVORARE, MA ANCHE AREE PER I GIOCHI E LABORATORI PER BAMBINI, OLTRE AL RISTORANTE/BAR HOSTARIA.


“il buon cibo è il fondamento della vera Felicità” Auguste Escoffier

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Ristorante Borgo dei Guidi c/o Poderi Dal Nespoli Cena da Mercoledì a Domenica Pranzo Sabato, Domenica e FestivI


CANTARE

Una valigia

DI SOGNI USCIRÀ IL PROSSIMO APRILE, IL PRIMO ALBUM REBIS DI IZA & SARA, CHE PROMETTE UN POP CANTAUTORALE. A PRODURLO È L’ETICHETTA PMS DI ALFONSINE.

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testo e foto di Gianni Zampaglione

Due ragazze che partono dalla Romagna con una valigia di sogni musicali, Iza & Sara al secolo Elisa Babini e Sara Valgimigli, stanno portando avanti il proprio progetto musicale ottenendo molti consensi. Due amiche che hanno deciso di seguire un cammino comune, iniziato nel 2012, cantando in concorsi e festival di tutta Italia, assimilando due voci completamente opposte fra di loro, che si distanziano da qualsiasi duetto pop finora incontrato nella discografia italiana. Sotto la guida del maestro Gabriele Bertozzi hanno seguito un percorso live molto intenso, proponendo molte cover arrangiate e adattate alle proprie voci, fino ad arrivare, in tempi più recenti, alla realizzazione di propri brani inediti. Nel 2016 la svolta arriva con la firma di un contratto discografico con l’etichetta PMS studio di Alfonsine: è l’inizio di una nuova strada musicale che sfocia nella realizzazione del loro primo album in uscita il prossimo aprile. Iza & Sara, quanto è difficile emergere in questo periodo di forzatura musicale, dove tutti inseguono il successo e una carriera discografica? “È certamente molto dura riusci-

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re a emergere e ottenere un contratto discografico. Noi avevamo già iniziato come soliste, poi abbiamo capito che per emergere serviva qualcosa di originale. Il maestro Bertozzi ci ha fatto capire che combinare le nostre voci, cosi differenti fra loro, poteva essere l’idea giusta e originale per proporsi, da lì è nato il progetto Iza & Sara.” Quali sono stati i momenti salienti del vostro progetto, quelli che vi hanno fatto capire che la strada era giusta? “I tanti concorsi a cui abbiamo preso parte, sono stati sicuramente un’ottima gavetta per formarci e capire fin dove poter arrivare. Nel 2013 ci siamo imposte al Festival delle Arti di Bologna nella categoria pop; nel 2015 al Premio Poggio Bustone, dedicato a Lucio Battisti, ci siamo classificate prime con il nostro brano inedito Senza tempo; nel 2017 al Premio Bruno Lauzi siamo arrivate fra i cinque finalisti selezionati su oltre 100 iscritti. In ognuna di queste tappe abbiamo ricevuto i pareri favorevoli di illustri addetti del settore musicale, fra cui quello di Giuseppe Anastasi, autore dei brani di Arisa, che ci ha incentivate a proseguire, oltre a collabo-

SOPRA, UN RITRATTO DI IZA & SARA, AL SECOLO ELISA BABINI E SARA VALGIMIGLI, CHE IN APRILE PRESENTERANNO IL PRIMO ALBUM REBIS.


GRAZIE ALL’INTUIZIONE DEL MAESTRO GABRIELE BERTOZZI, HANNO ABBANDONATO I PERCORSI DA SOLISTA E COMBINATO LE LORO VOCI, COSÌ DIFFERENTI FRA LORO, PER PROPORSI IN MODO ORIGINALE. DA LI È NATO IL PROGETTO IZA & SARA.

rare con noi alla realizzazione del primo album.” Ricordo anche una vostra partecipazione al programma televisivo Tú sí que vales. Come avete vissuto questa esperienza? “È stata molto importante. Su quel palco abbiamo imparato a gestire al meglio le fortissime emozioni che stavamo vivendo in quel momento. Ci siamo presentate con la cover riarrangiata

With Or Without You degli U2. Abbiamo avuto commenti positivi da tutti i tre giudici, Maria De Filippi, Rudy Zerbi e Gerry Scotti, e anche il 90 per cento di apprezzamento del pubblico.” Sta per uscire il vostro primo lavoro discog raf ico. Come sarà? “Si tratta di un album di otto brani, il genere è pop cantautorale, anche se il nostro progetto è qualcosa di più originale e indipendente. Nei testi affrontiamo temi come le ripartenze, l’arrivo di un figlio, una nuova vita all’estero. A ottobre scorso è uscito il primo singolo Dalla cenere, mentre ad aprile in concomitanza con l’album uscirà il secondo singolo Non vedo altro che parla di una storia d’amore finita. Ci sarà poi un terzo singolo in uscita l’estate prossima dal titolo Non avere paura, un brano che parla di come cambia la vita con l’arrivo di un bimbo.” Oltre alle vostre voci diffe-

renti fra loro, quali sono le peculiarità del vostro duo e della musica che proponete? “La grande amicizia che ci lega, ci ha portato a condividere in pieno questo progetto artistico, ci sentiamo una alla pari dell’altra e questa è la nostra forza per salire su un palco e dare il meglio di noi. La stima e l’affetto reciproci rendono questo processo automatico. Abbiamo assimilato i nostri gusti musicali che spaziano dal jazz-swing al pop soul per dare vita a un nostro stile personale, più originale. Nei nostri brani risaltano strumenti non comuni come il vibrafono ma anche l’occasionale assenza della batteria. Per tutto ciò dobbiamo ringraziare tutti coloro che hanno creduto fin dall’inizio in questo progetto, il maestro Bertozzi che ci prepara con cura gli arrangiamenti vocali, mentre Luca Di Chiara, Tommaso Sassatelli e Francesco Fagioli sono i musicisti che arrangiano i nostri pezzi.” IN MAGAZINE

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RISCOPRIRE

Il bello del

VINTAGE

NATO NELLA PRIMAVERA DEL 2014 COME CONTENITORE DI OGGETTI, PERSONE E MUSICA ALL’ALMAGIÀ DI RAVENNA, GARAGE SALE È STATO INSERITO FRA I DIECI VINTAGE MARKET MIGLIORI D’ITALIA.

A A FIANCO, UNO SCORCIO DEL GARAGE SALE OSPITATO NEI LOCALI DELL’ALMAGIÀ IN DARSENA A RAVENNA.

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di Serena Onofri

A Ravenna il Garage Sale è ormai un punto di riferimento per tutti gli appassionati di handmade, design autoprodotto, vintage, collezionismo ma anche street food, arte e fotografia e musica bella. È l’evento che raccoglie tutto questo e oltre o, semplicemente, quello dove passare una bella giornata spensierata. Le prossime date all’Almagià, nel cuore del quartiere Darsena, sono il 25 marzo, il 15 aprile e il 6 maggio. Carlotta Guerra, che fa parte dell’associazione culturale Norma che si occupa dell’organizzazione, spiega meglio di cosa si tratta. Che cos’è il Garage Sale? Un mercatino vintage, una mostra-scambio? “Ci piace definirlo come un contenitore fatto di oggetti, persone e musica. Un luogo di ritrovo in cui darsi appuntamento e prendere ispirazione cogliendo le tendenze del momento.” Quando è iniziato questo progetto? “Da più di dieci anni, la nostra associazione porta avanti una programmazione culturale all’interno delle Artificerie Almagià, in sinergia con Rete Almagià e col patrocinio delle Politiche Giovanili del Comune di Ravenna.


Garage Sale nasce nella primavera 2014, dalla passione per la moda e per il contemporaneo in tutte le sue forme e dal desiderio di portare a Ravenna un po’ di quello visto nelle grandi capitali. Le menti dietro il Garage Sale sono, oltre alla mia, quelle di Silvia Galli, Sandra Genova, Ilaria Zanzi, Simona Diacci.” Come si passa dall’essere un mercatino dell’usato a un vero e proprio evento cool della propria città? Siete stati inseriti fra i 10 Vintage Market migliori d’Italia… “Garage Sale non è mai stato solo un mercatino dell’usato, perché da sempre caratterizzato anche

da musica e progetti fotografici. Nel corso degli anni è cresciuto e si è evoluto, attirando sempre più espositori, collaboratori, dj, artisti, fotografi.” Quali sono i prodotti o le merci che si trovano in vendita al Garage Sale e come fate a selezionare i banchi? “Abbigliamento e arredamento, ma anche handmade, borse, ceramiche, gioielli, accessori per la casa. La selezione è fatta dalla direzione artistica seguendo la linea del proprio gusto con uno sguardo alle tendenze del momento.” Parliamo dei customer, cioè chi è il fruitore tipo? “Il pubblico è molto trasversale: famiglie, adolescenti, ragazzi ma anche over 50. Si tratta di un pubblico curioso, colto, critico ed ecofriendly. Possiamo dire che sia lui il vero protagonista dell’evento!” Nuove idee e progetti? “Sempre tanti… Quest’estate saremo partner di Santarcangelo Festival, mentre in autunno organizzeremo Visibile il festival dedicato ai giovani artisti del territorio.” Garage Sale è anche arte, mostre di fotografia e installazioni… “Si può dire che sia la proiezione delle passioni delle sue ideatrici: arte, fotografia, design e musica, tutte discipline che non mancheranno mai! Tra i nostri obiettivi c’è quello di arricchire la programmazione inserendo più laboratori rivolti a diverse fasce di età, progetti fotografici che attingano dal nostro contenitore e performance artistiche.” C’è anche un’ottima prog ra m mazione r ivolta a i bambini… “L’anno scorso abbiamo sperimentato la collaborazione con Nati per Leggere. La risposta positiva del pubblico ci ha confermato l’importanza di mantenere un momento dedicato ai bimbi che amplieremo con l’inserimento di laboratori e piccoli spettacoli.”

PROMOTRICE DELL’INIZIATIVA È L’ASSOCIAZIONE CULTURALE NORMA, FORMATA DA QUATTRO MENTI CREATIVE FEMMINILI APPASSIONATE DI MODA E DEL CONTEMPORANEO IN TUTTE LE SUE FORME. L’OBIETTIVO? PORTARE A RAVENNA UN PO’ DI CAPITALI EUROPEE.

Capitolo musica. A ogni Garage Sale proponete una accurata selezione musicale. Quanto è importante per voi questo aspetto? La musica è parte integrante o solo un contorno? “La musica è un elemento fondamentale, è ciò che lo caratterizza. Fondamentale perché la musica genera sempre emozioni e stimola le proprie esperienze personali. Per questo motivo a ogni evento cerchiamo di coinvolgere dj che considerano la musica una delle loro passioni più importanti, diventando colonna sonora di un grande momento di socializzazione e incontro.” Luogo: è innegabile che il vostro Garage abbia rianimato e vivacizzato la Darsena, luogo che per anni non ha destato interesse alcuno per la città mentre ora è al centro di quello che potrebbe diventare il più grande progetto di riqualificazione urbanistica contemporaneo di Ravenna. Cosa vi ha attratto e cosa vedete nel prossimo futuro? “Garage Sale è arrivato nel posto giusto al momento giusto. Grazie al lavoro di squadra di comune, associazioni e cittadinanza, la Darsena è diventata un posto vivo, fervido e dinamico, finalmente pronto ad accogliere sperimentazione, nuovi spazi e idee, mix perfetto per un progetto come Garage Sale.” IN MAGAZINE

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REGNARE

Epopea dei

POLENTANI LA STORIA DEI DA POLENTA, LA FAMIGLIA APPARTENENTE ALLA FAZIONE GUELFA CHE HA LASCIATO UN SEGNO PROFONDO NELLA MEMORIA COLLETTIVA ALLA FINE DEL MEDIOEVO.

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di Andrea Casadio / ph Massimo Fiorentini

Narrano le cronache che porta Serrata a Ravenna abbia preso nome da una più antica porta vicina, già chiamata Anastasia, che i Polentani fecero murare perché spaventati dalla profezia di un’anziana veggente che aveva predetto la loro cacciata dalla città attraverso di essa. Precauzione inutile, perché il loro ultimo esponente sarebbe uscito verso l’esilio e la morte proprio da questo luogo, attraverso un pertugio provvisoriamente ricavato per l’occasione. Ovviamente si tratta soltanto di una leggenda, fra l’altro con diverse varianti, che però testimonia il segno profondo lasciato nella memoria collettiva da parte della famiglia con cui Ravenna partecipò al fenomeno storico che interessò tutta l’Italia centro-settentrionale alla fine del Medioevo, quello delle Signorie. Certo, i Polentani (o Da Polenta che dir si voglia) non riuscirono mai a costituire un potere paragonabile per forza e prestigio a quello di altre casate anche vicine, come gli Estensi a Ferrara o i Malatesta a Rimini. Tuttavia, soprattutto in alcuni momenti e con alcuni personaggi, entrarono a tutti gli effetti da protagonisti nella lunga e già densa vicenda

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della storia ravennate. I meccanismi con cui la casata consolidò gradualmente il suo prestigio in città, fino a conquistarvi la supremazia assoluta, ricalcano quelli di tante altre vicende simili: l’oscura origine da qualche località della provincia (in questo caso il castello di Polenta, nelle colline di Bertinoro); l’inurbamento e l’inserimento nei ranghi della nobiltà cittadina durante il periodo comunale (il primo esponente della famiglia a noi noto è un certo Geremia nel 1169); l’ascesa grazie alla crisi dello stesso sistema comunale e alle convulsioni politiche nell’epoca delle lotte intestine fra Guelfi (sostenitori del Papa) e Ghibellini (seguaci dell’imperatore). La stella dei Polentani, appartenenti alla fazione guelfa, cominciò a brillare soprattutto dalla metà del Duecento, in concomitanza con il declino della famiglia che per prima aveva cercato di imporre il proprio dominio sulla città, quella dei Traversari. Dopo avere iniziato a occupare stabilmente le cariche più importanti dell’amministrazione pubblica, e dopo un primo tentativo fallito nel 1275, Guido Da Polenta (detto Guido Minore) si impossessò definitivamente


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del potere nel 1290, attraverso un colpo di mano con cui arrestò il governatore pontificio Stefano Colonna. Che una famiglia Guelfa si opponesse al rappresentante del governo papale (da pochi anni l’imperatore aveva riconosciuto la sovranità del pontefice sulla Romagna) era un episodio paradossale solo in apparenza. Ciò che ai Polentani e alle altre dinastie signorili interessava, infatti, era essenzialmente l’affermazione del proprio dominio sulle rispettive città, anche a scapito dell’autorità da loro ideologicamente sostenuta. Con questa, poi, si sarebbe potuto venire a patti, riconoscendone la supremazia formale, ma di fatto mantenendo in pieno la propria autonomia. Nei decenni seguenti i rapporti fra i Polentani e il Papa avrebbero oscillato fra i conflitti (da cui scomuniche e interdetti contro la casata e la città) 36

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e riappacificazioni, mentre la piccola signoria ravennate avrebbe dovuto fare i conti anche con gli altri potentati che si contendevano la supremazia sulla Romagna: Bologna, Firenze, Milano e, soprattutto, Venezia, che mirava al controllo del commercio di una risorsa all’epoca fondamentale, il sale di Cervia. In questo difficile contesto politico, per qualche tempo i Polentani riuscirono a mantenere un ruolo attivo e autonomo, in particolare all’inizio del Trecento, durante le Signorie di Lamberto e di Guido Novello (rispettivamente figlio e nipote di Guido Minore). Gli anni di Guido Novello sono anzi considerati i più felici della dinastia, anche perché coincisero con la presenza in città di Dante Alighieri. Questi, come è noto, morì nel 1321 per una malattia contratta proprio in

LA STELLA DEI POLENTANI, APPARTENENTI ALLA FAZIONE GUELFA, COMINCIÒ A BRILLARE DALLA METÀ DEL DUECENTO, IN CONCOMITANZA CON IL DECLINO DELLA FAMIGLIA CHE PER PRIMA AVEVA CERCATO DI IMPORRE IL PROPRIO DOMINIO SULLA CITTÀ, QUELLA DEI TRAVERSARI.

seguito a una missione diplomatica condotta a Venezia per conto di Guido. La presenza del poeta a Ravenna favorì pure una relativa fioritura culturale, proprio negli stessi anni in cui la città ospitava anche un’altra personalità di notevole statura intellettuale, l’arcivescovo Rinaldo da Concorezzo.


GLI ANNI DI GUIDO NOVELLO SONO CONSIDERATI I PIÙ FELICI DELLA DINASTIA, ANCHE PERCHÉ COINCISERO CON LA PRESENZA IN CITTÀ DI DANTE ALIGHIERI. TRA FINE DUECENTO E INIZIO TRECENTO SI CONOBBE OLTRETUTTO UNO SVILUPPO ECONOMICO E SOCIALE.

IN APERTURA, LA CASA DETTA DEI POLENTANI IN VIA ZAGARELLI ALLE MURA, TRA LE POCHISSIME A RAVENNA DEL PERIODO MEDIEVALE. A SINISTRA, LA LASTRA TOMBALE DI OSTASIO DA POLENTA, MORTO NEL 1396, ALL’INTERNO DELLA CHIESA DI SAN FRANCESCO.

Quei decenni fra fine Duecento e inizio Trecento furono caratterizzati anche da un certo sviluppo economico e sociale. Fu in questo periodo, ad esempio, che si mise in atto un primo tentativo di gestione pianificata del territorio ravennate, con opere di bonifica e di sistemazione idraulica. Meno incisiva fu invece l’azione dei Polentani sul piano architettonico, anche perché la città era già ampiamente provvista di edifici monumentali risalenti ai secoli precedenti. Ad ogni modo, si devono a quest’epoca le più importanti realizzazioni artistiche della Ravenna basso medievale, ossia i cicli di affreschi realizzati da pittori della scuola giottesca riminese in varie chiese, in particolare S. Chiara e S. Maria in Porto Fuori, purtroppo andati distrutti durante la seconda guerra mondiale. Non restano invece tracce importanti di edilizia civile. Sappiamo che i Polentani possedevano un palazzo nei pressi di porta Sisi, dove ancor oggi esistono alcuni dei pochissimi edifici ravennati dell’epoca, ma le loro residenze più importanti si addensavano nel cuore della città, nella zona dell’attuale via IV Novembre: non è certo un caso che proprio alla fine del Duecento il Comune si trasferisse in quei pressi, nella collocazione attuale, dalla sede originaria in piazza arcivescovado. La fase relativamente felice vissuta dalla dinastia con Guido Novello fu però molto breve. Nel

1322 Guido fu deposto con un colpo di mano dal cugino Ostasio, che pochi anni dopo consolidò il proprio potere riformando gli statuti cittadini in senso autoritario. Con Ostasio (che assassinò anche un altro cugino, Rinaldo, appena nominato arcivescovo, e che fece altrettanto con lo zio Bannino e suo figlio Guido, sottraendo loro la signoria su Cervia) iniziò la lunga fase discendente dei Polentani, caratterizzata da un governo sempre più impopolare, dalla decadenza economica e politica della città e dai feroci contrasti all’interno della famiglia. Nel 1347, ad esempio, il figlio di Ostasio, Bernardino, riuscì a succedergli nella signoria imprigionando nella rocca di Cervia, e lasciandoli morire di fame, i fratelli Pandolfo e Lamberto; suo figlio Guido, nel 1390, avrebbe subito a sua volta un trattamento simile da parte dei figli. Nel frattempo diventava sempre maggiore l’ingerenza di Venezia. All’inizio del ’400 Ravenna era ormai, in sostanza, un protettorato della Serenissima, tanto che nel 1406 il penultimo esponente della dinastia, Obizzo, stabilì di lasciare la città alla Repubblica nel caso in cui fosse morto senza discendenti. In realtà un erede, Ostasio, nacque pochi anni dopo, ma si rivelò incapace di gestire efficacemente il potere. Un suo maldestro tentativo di schierarsi con Milano, abbandonando l’alleanza con Venezia, gli fece perdere anche il sostegno di quest’ultima. Alla fine, nel 1441, dovette rassegnarsi all’esilio proprio a Venezia, alla quale i nobili ravennati consegnarono il dominio diretto sulla città. I beni dei Polentani furono confiscati, i loro seguaci perseguitati. Ostasio e il suo figlioletto Girolamo vennero incarcerati a Creta, dove morirono in circostanze mai chiarite nel 1444. Fu così, in una lontana isola del Mediterraneo, che ebbe fine una storia iniziata tre secoli prima in un oscuro castello delle colline romagnole.

Francesca “DA RIMINI” Una delle personalità più note della casata polentana, grazie all’alone romantico e alla popolarità conferitale dal richiamo dantesco, è quella di Francesca “da Rimini”. Per la verità, sono ben poche le notizie storicamente fondate che abbiamo su di lei. L’unico dato certo è che il matrimonio fra il riminese Giovanni Malatesta e Francesca, figlia di Guido Minore da Polenta, fu celebrato dopo il 1275 nel quadro della politica di alleanza fra le due famiglie guelfe, e che la donna, innamoratasi del cognato Paolo, fu uccisa dal marito insieme all’amante. La sola fonte coeva sulla vicenda è proprio il poema dantesco, ma le modalità e i veri motivi dell’omicidio (solo passionali o forse anche politici?), restano oscuri, così come il luogo in cui si svolse, nonostante la tradizione che vuole come teatro del dramma il castello di Gradara. IN MAGAZINE

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LE DELIZIE DI NONNA IRIDE

BEATRICE BENDAZZI È L’ANIMA DEL FORNOPASTICCERIA DI VIA CIRCONVALLAZIONE CANALE MOLINETTO 61. CON ENTUSIASMO E PASSIONE PORTA AVANTI L’ARTE DI FARE DOLCI DI NONNA IRIDE.

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La nonna le ha insegnato la vita, attraverso l’arte del fare dolci. E lei, Beatrice Bendazzi, con entusiasmo e passione porta avanti i suoi insegnamenti come se fosse ancora quella bambina che impastava, decorava e assaggiava nel laboratorio in cui è praticamente cresciuta. Per questo ieri come oggi, è l’anima del forno-pasticceria Nonna Iride in via Circonvallazione Canale Molinetto 61, in quella che è sempre stata la sede storica del laboratorio-bottega con casa annessa al piano superiore. Il racconto di Beatrice parte in modo amorevole proprio da colei che, con fatica e sacrifici, è all’origine di una fiorente attività. “Mia nonna materna Iride – ricorda –, madre di cinque figli, rimase vedova da giovane. Era bracciante e, tutte le mattine quando ancora era buio, par-

tiva in bicicletta per andare a lavorare la terra nelle campagne di Ghibullo. Ancora giovane, rilevò l’edificio che include anche l’attuale panetteria e aprì una piccola latteria. Quelli erano altri tempi e la sua giornata non aveva soste: tornata dai campi il pomeriggio, sempre in bicicletta, andava a prendere il latte appena munto da un pastore in via delle idrovore, verso Punta Marina, poi tornava in latteria e preparava il mitico squacquerone. Nonna Iride era piena di risorse e si ingegnava in tutti i modi per arrotondare le entrate necessarie a mandare avanti la famiglia. Tant’è che si comprò anche due macchine per maglieria per confezionare maglie di notte nella casa, al primo piano dell’edificio che ospitava il negozio. Nel 1956 arrivò il salto di qualità con l’apertura del forno, ma sem-

pre continuando a lavorare di giorno e un po’ anche di notte”. Sin da piccola, il forno della nonna ha esercitato una grande attrazione in Beatrice che ci passava più tempo possibile: impastava, grattugiava il pane, sgombrava, puliva le padelle, intingeva gli spumini nel cioccolato, preparava il ciambellone e metteva i biscotti nei vassoi. L’attività del laboratorio, anche negli anni successivi, era svolto principalmente da donne intraprendenti, laboriose, dinamiche e allegre. Per un po’ di tempo, la gestione viene affidata alle zie di Beatrice ma è lei l’erede naturale di nonna Iride. Dopo aver preso la maturità scientifica, non ci pensa su due volte ed entra in negozio dove lavora con dedizione e impegno, con la speranza di trasmettere a sua volta la magia del suo lavoro a uno dei due figli. Ieri


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IERI COME OGGI IL SEGRETO DEL SUCCESSO DEL FORNO-PASTICCERIA NONNA IRIDE È L’OTTIMA QUALITÀ DEI PRODOTTI ALIMENTARI E L’ARTIGIANALITÀ, A CUI SI È AGGIUNTO NEL TEMPO L’AMPIO ASSORTIMENTO. LE SPECIALITÀ? IL MARZAPANE, I BISCOTTI, IL CIAMBELLONE E LE TORTE DA CREDENZA.

come oggi il segreto del successo del forno-pasticceria Nonna Iride è l’ottima qualità dei prodotti alimentari e l’artigianalità, a cui si è aggiunto nel tempo l’ampio assortimento. Il negozio è praticamente aperto sempre, dalle 5 del mattino alle 14 e dalle 15.30 alle 19.30, per riuscire a soddisfare tutte le esigenze della clientela lungo l’arco della giornata. “Ai tempi di mia nonna c’era certamente meno varietà – afferma Beatrice Bendazzi –. Oggi, con la vita sempre più frenetica, la gente ha piacere di trovare qualcosa di pronto per la colazione, il pranzo o la cena. Per questo, oltre al pane e ai prodotti da forno, quali biscotti, torte e pizze, prepariamo anche paste fredde e calde, panini e le intramontabili lasagne un paio di volte a settimana. Gran parte delle ricette sono quelle tramandante dalla nonna, ma facciamo attenzione anche alle varie intolleranze e preferenze, utilizzando farine biologiche certificate, al farro, ai cereali, e producendo anche biscotti vegani. Sforniamo praticamente qualcosa a ogni ora del giorno, per garantire la massima freschezza e genuinità, e siamo in grado di soddisfare qualsiasi richiesta”.

E c’è da crederle, considerando che Beatrice si alza spesso di notte per lavorare in laboratorio con il suo staff, per inventare e creare qualche nuovo dolce, e anche la domenica ci fa un salto per ‘rinnovare’ l’immancabile lievito madre senza addittivi. I ‘cavalli di battaglia’ di Nonna Iride? Certamente il marzapane con le mandorle, i dolci da credenza, il ciambellone, gli ‘zuccherini’ e tutti i biscotti, proposti in mille varianti diverse. Guardando il bancone, è quasi impossibile infatti non restare incantati di fronte a tale abbondanza e

varietà, per cui scegliere talora è difficile. Per dare un segno forte di cambiamento, il forno-pasticceria Nonna Iride è stato di recente sottoposto a un accurato restyling che colpisce subito entrando. Rinnovato secondo uno stile rétro, in cui i materiali dominanti sono il legno bianco, il marmo chiaro e il vetro, il negozio sembra più spazioso e luminoso. Le pareti sono color olive e sulla destra, di fronte al bancone, è stata riprodotta la vecchia porta del negozio attraverso una carta da parati a effetto trompe l’oeil.

Ravenna - Circonvallazione Canale Molinetto, 61 Tel. 0544 63749 - info@pasticceriafornononnairide.it www.fornopasticcerianonnairide.it IN MAGAZINE

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DIPINGERE

Visioni

SOSPESE NELLE OPERE DELLA GIOVANE PITTRICE FEDERICA GIULIANINI CONVIVONO NATURA E CULTURA, OSSIA IL RAPPORTO TRA LE FORME E QUELLO CHE PUÃ’ ESSERE UNA STORIA, UNA NARRAZIONE. di Aldo Savini / ph Lidia Bagnara

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A LATO, UN RITRATTO DELLA PITTRICE RAVENNATE FEDERICA GIULIANINI, CLASSE 1990, FORMATASI ALL’ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI BOLOGNA.

I tratti delle prime esperienze creative, quando ancora da piccola disegnava e dipingeva anche en plein air nella piatta e grigia campagna della bonifica nei dintorni di Ravenna verso Sant’Antonio, dove tuttora vive e ha lo studio, sono rintracciabili nella pittura di Federica Giulianini per il connubio tra natura e cultura, ovvero il rapporto tra le forme e quello che può essere una storia, una narrazione, magari, più tardi, prendendo spunto dalla letteratura. La sua formazione avviene al Liceo artistico P.L. Nervi di Ravenna e all’Accademia di Belle Arti di Bologna che conclude con la tesi dal titolo Mitologia delle percezioni naturali. Il riconoscimento e l’affermazione nel panorama dell’arte è quasi immediato: a 25 anni, nel 2015, è tra i cinque vincitori del prestigioso Premio Marina di Ravenna, a cui segue la personale Acite alla Galleria Vibra Spazio Contemporaneo di idee di Ravenna, la partecipazione a Selvatico e a SetUp Contemporary Art Fair nel 2017 a Bologna, senza escludere l’interessamento e il conseguente rapporto stabile con lo Studio d’Arte Cannaviello di Milano. Le poche righe in apertura del catalogo Acite contengono la sua dichiarazione di poetica: “... la mia pittura è composta da un’eclettica tecnica, contemporaneamente statica e dinamica, che induce a un’analisi emozionale intima e che innesta una relazione etica tra lo spettatore e il dipinto”. Pittura di emozione e di atmosfera, quindi. Piatta e bidimensionale, trae origine da un pensiero che non si attiene alla pura descrizione ma intende oltrepassare le apparenze immediate per aprirsi all’inaspettato. Attraverso un insieme di forme casuali ma organiche, essenziali nella misurata e limpida liricità, in uno spazio privo di coordinate, si costituisce l’immagine che nasconde molteplici significati e

inesplorate variazioni poetiche, che richiedono un intervento partecipe dello spettatore per la loro riscoperta. Nella strategia compositiva assumono un ruolo, oltre alle forme, il segno e il colore pur sempre rapportati a un paesaggio e a un dato naturalistico che, trasfigurato, diventa un luogo della memoria, abitato dal silenzio e predisposto ad accogliere presenze umane o animali in funzione simbolica e narrativa. La luce fredda e diafana, priva delle vibrazioni sensoriali della tradizione impressionistica, le lievi tonalità cromatiche e le leggere velature, ottenute per lenti

LA SUA È UNA PITTURA DI EMOZIONE E DI ATMOSFERA. PIATTA E BIDIMENSIONALE, TRAE ORIGINE DA UN PENSIERO CHE NON SI ATTIENE ALLA PURA DESCRIZIONE MA INTENDE OLTREPASSARE LE APPARENZE IMMEDIATE PER APRIRSI ALL’INASPETTATO.

strati successivi, prospettano una visione quasi sospesa e fluttuante come nelle stampe giapponesi della tradizione ukiyo-e, ove il tempo e il movimento sembrano arrestarsi. Anche Francesca Piersanti nella presentazione in catalogo del Premio Marina di Ravenna notava come “nei lavori di Federica Giulianini il valore alchemico della pittura e quello magico della natura sembrano unirsi nella morbida materia pittorica che circoscrive lo spazio privo di profondità di un bosco, di un paesaggio marittimo attraversato dalla nebbia e interrotto da lame di luce, di un cielo turbato da ombre che emergono nel silenzio”. IN MAGAZINE

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DA PROVARE VIAGGI FIRMATI ROBINTUR, MA ANCHE LE PROPOSTE DAI CATALOGHI IL MONDO DA SCOPRIRE ED EVASIONI INCANTEVOLI.

Per viaggiare in sicurezza godendosi tutto il bello del viaggio, Esarcotours Robintur è una garanzia. L’agenzia di viaggio con sede in via Salara 18 a Ravenna, vanta una lunga e consolidata storia se si considera che è stata aperta nel 1997. Fa parte di un network italiano che conta, tra agenzie di proprietà e affiliate, più di 300 punti vendita su buona parte del territorio nazionale. Il personale è altamente qualificato e competente, grazie alla professionalità ed esperienza maturata in questi anni. A soddisfare i più disparati desideri di viaggiatori e vacanzieri, ci sono Michela, Annalisa e Marina. Qual è il punto di forza? “Oltre a offrire il servizio di biglietteria – afferma la responsabile Michela –, lavoriamo molto bene sui viaggi su misura, per famiglie, coppie o gruppi, ‘tagliati’ sulle diverse

esigenze della clientela. Personalizzare un viaggio significa infatti coccolare le persone, seguirle in tutto e per tutto: dal momento in cui si progetta alla partenza, e ancora durante il soggiorno e fino al ritorno a casa, per non avere spiacevoli sorprese”. Un’assistenza a 360 gradi che chiaramente non è paragonabile con quanto si può trovare sul web. In tal senso rivolgersi a un’agenzia è un valore aggiunto ed è per questo che sono in molti a preferirci, dimostrando di apprezzare la nostra evoluzione. E non finiscono qui i vantaggi per la clientela. “Il fatto di appartenere a una rete di agenzie – aggiunge Michela –, consente ai clienti di usufruire dei vantaggi economici delle ‘campagne speciali’: per partenze dall’estate 2018, possiamo anticiparvi Scopri il nord del mondo, prenotabile dal 5

marzo al 14 aprile, oppure la campagna Spagna, prenotabile dal 3 aprile al 12 maggio. Prenotando con anticipo, si sa, è più facile trovare promozioni sul proprio viaggio da sogno. A riportare un notevole successo sono in particolare i Viaggi Firmati Robintur, effettuati con cadenza mensile, con accompagnatore dall’Italia e per tutto il viaggio, con gruppi che non superano mai i 25 partecipanti. La formula ‘tutto organizzato’ permette di gustare appieno il viaggio e dedicarsi completamente alla scoperta di fantastici itinerari in Europa e nel mondo. C’è poi il bellissimo catalogo viaggi Il mondo da scoprire, dedicato alle proposte nel settore culturale e archeologico, con una formula che prevede l’accompagnamento di una guida qualificata in base ai requisiti di legge che svolge l’assistenza culturale e l’accompagnamento dei clienti in viaggio. Senza dimenticarsi, inoltre, delle nostre proposte viaggio di nozze dal catalogo Evasioni incantevoli, che prevede vantaggi interessanti sia per gli sposi sia per gli invitati”. Per essere sempre disponibile verso la clientela, da metà ottobre a metà aprile, l’agenzia Esarcotours è aperta tutti i giorni dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19 (tranne il giovedì pomeriggio in cui è necessario prendere un appuntamento) e il sabato pomeriggio per dare modo anche a chi lavora di potersi organizzare con comodo.

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tela più attenta e diversificata. Nei negozi Tagiuri, una speciale cura e un grande impegno sono dedicati alla Cerimonia, con un ampio assortimento di abiti sartoriali delle più prestigiose marche: Canali, Corneliani, Boglioli, Mereu, Lardini, Nardelli, Paoloni e tante altre. Aziende che uniscono all’altissima qualità dei tessuti proposti, una confezione aggiornata e attenta ai dettagli. Naturalmente le camicie di Barba e Sonrisa, le scarpe di Church’s, le cinture di Anderson’s completano la prestigiosa offerta. Ogni cerimonia troverà dunque nelle proposte di queste importanti Aziende, unite alla professionalità e competenza dei venditori della ditta Tagiuri, un elemento di valorizzazione del già tanto importante evento. Abiti, gilet, pantaloni, camicie che saranno l’ideale per la Cerimonia ma allo stesso tempo potranno essere utilizzati nelle tante occasioni più formali che caratterizzano l’agire quotidiano. Il servizio che viene offerto potrà essere maggiormente personalizzato con un reparto “su misura” che soddisferà anche i clienti più esigenti.

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Gruppo Aribelli in Ravenna

... PERCHÉ È SU DI TE, SPOSA, CHE SI POSANO DOLCEMENTE GLI OCCHI DEL MONDO... Si, è vero: la sposa è la meravigliosa regina della cerimonia nuziale. Su di lei, gli sguardi affascinati di tutti gli invitati. Sguardi amorevoli, ed anche curiosi. Sull’abito, sulle forme, sui particolari, e – naturalmente - sui capelli e l’acconciatura. Proprio di questo parleremo oggi, e cioè dello stile Aribelli, che vuole le sue spose non solo incantevoli, ma soprattutto adeguate alla loro personalità durante il giorno delle nozze. Questo significa conoscere la sposa, capirla e valorizzarla per un giorno così importante, speciale anche per noi parrucchieri Aribelli, perché le spose “indosseranno” la nostra arte, il nostro sapere, il nostro meraviglioso, meticoloso e raffinato mestiere. Il Servizio Sposa Aribelli parte proprio da qui, e cioè da una conoscenza e dalla prova iniziale in salone – un mese prima della data del matrimo-

nio – di circa 2 ore, che ci consentirà di comprendere quale sia il sogno ed il desiderio della sposa, per quell’evento così importante. Il giorno delle nozze, poi, l’acconciatura verrà creata in salone o al domicilio, d’accordo con la truccatrice. Occorreranno circa 2/3 ore per la preparazione e la definizione dei capelli, ore durante le quali daremo corpo alla creatività dell’acconciatura, trascorrendo con la nostra sposa alcuni momenti davvero emozionanti che – solitamente – ci rendono partecipi e completamente coinvolti nell’evento. Ci piace chiamarle “Le Nostre Spose”, tutte le donne che ai saloni Aribelli hanno affidato la loro acconciatura per il giorno del matrimonio. A noi rimarrà per sempre l’emozione di essere state parte integrante di un momento che – da centinaia di anni – celebra l’amore e l’inizio di una nuova famiglia. Auguri, quindi, a tutte le spose Aribelli! E … viva l’amore!

Ph. Daniele Casadio Abito. Cristina Rocca

Lorena Gondolini via Porto Coriandro 7/b 0544 454808

Alessandra & Susanna via Maggiore 69 0544 30050

Via Veneto 5 by Sabrina via Veneto 5 0544 400361


L

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Casa delle Meridiane

C’era una volta... non è una favola fatta di sogni ed incanti ma è come se lo fosse, qui alla Casa delle Meridiane, accanto al centro cittadino, poco distante dal mare e vicino alle dolci colline, una casa, davvero “dolce casa” che trasformerà il giorno più bello in un giorno magico, che accoglierà i vostri ospiti ed invitati a divertirsi e rilassarsi nel verde prato e nella calda piscina, e nelle poetiche e tradizionali raccolte che la location offre. Casa delle Meridiane è semplicemente una favola nel bosco, una realtà piacevole che con dolcezza vi coccola per i vostri piaceri, che è a disposizione per soddisfare le vostre richieste organizzandovi un matrimonio dal fiore al confetto, dal gusto alle dolci melodie, solo per sentirsi unici e contornati di desideri esauditi.

M

usica

Devis & Il Club Royale

Progetto artistico di “live music & entertainment” in grado di vestire le canzoni più famose che hanno segnato la storia della musica con arrangiamenti personali geniali. Note swing, pop, jazz, soul & bossa groove in chiave acustica per un aperitivo elegante e frizzante. Note italiane con un vero e proprio “show di varietà” per trasformare il pranzo o la cena in un’atmosfera coinvolgente e divertente, dove gli invitati saranno i veri protagonisti tra canti, brindisi, risate e tovaglioli in aria. Note soul, r&b, rock, reggae, anni ’60, ’70, ’80, ’90 e ’00, italiane e straniere, per animare il dance floor in un’incredibile party finale. Spettacolo personalizzabile con gli strumenti più adatti al tipo di performance richiesta e al tipo di musica privilegiata. Artisti: professionisti del settore che collaborano con artisti come Cesare Cremonini, Mario Biondi, Eros Ramazzotti, Zucchero, Jovanotti, Mario Venuti, Laura Pausini. Entertainment: eventi aziendali, privati, moda, wedding e club Club & Events: Teatro Verdi, Villa Papeete, Pineta, Otel Variete’, Qi Club-bing, Le Banque Milano, BBK, Singita, Giradischi, Sali e Tabacchi, Baccarà, Sara Ventura Wedding, X Factor, Fendi, Jaguar, Bmw, Volvo, Technogym, Sergio Rossi, Palazzo Pitti, Novartis, Julian Fashion, Unitec, Tempocasa e molti altri.

Via Argine Destro Ronco, 66 San Bartolo, Ravenna www.casadellemeridiane.it

Devis Tagliaferri | Mob: +39 347 4572004 okdevis@yahoo.it www.devistagliaferri.com


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iori

Antica Fioreria Roberta e Fulvio, appassionati nel lavoro come nella vita, operano in sinergia perfetta, componendo splendidi bouquet e composizioni di fiori freschi e di piante, allestimenti floreali per ogni evento ed in particolare per matrimoni e ricevimenti a Ravenna. I lavori sono il frutto dell’esperienza e professionalità loro e di tutto lo staff dell’Antica Fioreria di Ravenna e sono presentati con affabilità e cortesia insieme a interessanti consigli sul mantenimento dei fiori e delle piante oltre che sulla migliore location. Il tutto incorniciato in uno splendido negozio stile retrò, con pavimenti in ardesia e mobili in legno decapato composti sotto la loro personale cura. Qui troverete proposte sempre nuove di come poter allestire casa, studio, ville, residenze d’epoca o location particolari, certi di trovare uno staff in grado di risolvere le vostre esigenze, dando spazio anche ai vostri sogni. Nella vetrina troveranno posto non solo fiori e piante d’appartamento, ma anche complementi d’arredo, quadri, candelabri, lampadari, consolle, stoffe, fragranze per la casa, candele artistiche e oggettistica di buon gusto, con una visione prospettica più ampia, di design. L’ antica Fioreria di Ravenna esegue inoltre preventivi, consulenze per allestimenti floreali di cerimonie, cene di lavoro, matrimoni, brunch o qualsiasi evento si desideri arricchire con colore, profumo ed energia.

Via Pietro Canneti, 1 Ravenna Tel. 0544 218789

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ioielli Errani

E vissero felici e contenti. Quante volte abbiamo sentito questa frase? E cosa avviene prima che la voce narrante pronunci questa formula formidabile? Un bellissimo matrimonio! Nelle favole sono tralasciati tutti i dettagli organizzativi, ma chi è alle prese con un evento del genere sa che non può essere lasciato nulla al caso e la lista nozze è uno di quelli. Errani Gioielleria affianca nella proposta, le creazioni a marchio Errani, uniche e realizzate su misura, a un’accurata selezione di marchi come Lovi Argenteria, Scatola del tempo e Raspini per soddisfare i gusti di giovani coppie, ma anche di mamme, suocere e zie. Fedi, orecchini, collane, orologi, cornici, ciondoli e bracciali sono il presente ideale da fare agli sposi o l’oggetto con cui i futuri coniugi ringraziano parenti e testimoni del sostegno ricevuto durante la cerimonia di un rito così importante come è quello del matrimonio. Tutto dev’essere perfetto, brillare di gioia, e la gioia è il filo che tiene insieme tutti i partecipanti a questa esperienza meravigliosa. Il filo, come quello di perle dove ognuna al suo posto, seppur uguale all’altra, risulta indispensabile perché il girocollo sia terminato. Errani Gioielleria è a Faenza in corso Mazzini 43 (ph 0546.21802) e prossimamente anche al civico 23 di via Matteotti a Ravenna, sempre a Ravenna Dreams Errani in via Mazzini 34 (0544.218826).

Corso Mazzini, 43 Faenza (RA) www.gioielleriaerrani.it


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