Rimini IN Magazine 01 2019

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Tariffa R.O.C.: Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB - FILIALE DI FORLÌ - Contiene i. p. - Reg. al Tribunale di Forlì il 20/12/2000 n. 34- EURO 3,00.

R I M I N I N° 1 MARZO/APRILE 2019

GASPERINI

Monica

PRIMA DI TUTTO ECLETTICA

ARTIGIANATO AL FEMMINILE / Il gelato è donna LOCALI A SANTARCANGELO / The place to be SPECIALE HOME DESIGN / Una villa da sogno


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EDITORIALE

SOMMARIO

I

In questo numero scopriamo insieme a Monica Gasperini il fascino dell’interior design, ci concediamo la dolcezza di un gelato con quattro donne che a questo dolce hanno dedicato la loro passione, esploriamo i locali più “in” di Santarcangelo. Torniamo nel mondo dell’arte con la poliedrica attrice e performer Valentina Cenni e con la stilista Loredana Cannia, riminese trapiantata a New York. Maurizio Salvi, chirurgo toracico, ci racconta le sfide di una professione difficile ma fonte di grande soddisfazione a livello umano. E ancora Birgo Burger, Pepper Bar, e Brick. it, la fanzine dedicata ai mattoncini Lego. Dulcis in fundo, uno speciale sull’home design dove esploriamo una casa immersa nelle colline riminesi e presentiamo una serie di news di settore. Non mi resta che augurarvi buona lettura! Andrea Masotti

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ANNOTARE

Brevi IN

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ESSERE

Monica Gasperini

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GUSTARE

Il gelato è donna

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INFORMARE

La fanzine dei mattoncini

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VIVERE

Locali a Santarcangelo

DEDICARE

Luigi“Gigi”Morciano

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ECCELLERE

Valentina Cenni

DONARE

Un ottico per l’Africa

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EDIZIONI IN MAGAZINE S.R.L. Via Napoleone Bonaparte, 50 - 47122 Forlì Tel. 0543.798463 / Fax 0543.774044 www.inmagazine.it info@inmagazine.it DIRETTORE RESPONSABILE: Andrea Masotti REDAZIONE CENTRALE: Clarissa Costa, Gianluca Gatta, Roberta Invidia, Beatrice Loddo COORDINAMENTO DI REDAZIONE: Irena Coso ARTWORK: Lisa Tagliaferri IMPAGINAZIONE: Francesca Fantini UFFICIO COMMERCIALE: Gianluca Braga, Irena Coso STAMPA: La Pieve Poligrafica Villa Verucchio (RN) ANNO XIX - N. 1 Chiuso per la stampa il 22/03/2019 Collaboratori: Giulia Airaudo, Cinzia Bauzone, Matteo De Angelis, Veronica Frison, Giorgia Gianni, Lucia Lombardi, Gaia Matteini, Gianmaria Rosati, Simona Rossi, Antonella Zaghini. Fotografi: Andrea Casadei, Margherita Cenni, Riccardo Gallini.

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COLTIVARE

Le mani nella terra

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ABITARE

Un sogno per due

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ANNOTARE

Brevi Home Design

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IDEARE

Loredana Cannia Seguici su FB: www.facebook.com/ edizioni.inmagazine

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CURARE

Maurizio Salvi Edizioni IN Magazine si impegna alla salvaguardia del patrimonio forestale aderendo al circuito di certificazione di FSC-Italia.

Tutti i diritti sono riservati. Foto e articoli possono essere riprodotti solo con l’autorizzazione dell’editore e citando la fonte.

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SOGNARE

Una favola in campagna

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ANNOTARE

Una stella per ABOCAR

Una mamma BLOGGER

RIMINI Abocar due Cucine

RIMINI Chi, almeno per un

entra nel prestigioso club dei ristoranti stellati. Un brillante risultato perseguito da Mariano Guardianelli e Camilla Corbelli, coppia nella vita e nel lavoro. Cinque anni fa rilevano il ristornate di via Farini, ne fanno un punto di attrazione per i palati fini, fondendo i sapori dell’Argentina, terra natale di Mariano, e la Romagna di Camilla. La prima stella è il frutto di questo percorso che ha messo l’ospite al centro di tutto. Da fine febbraio Abocar ha riaperto con un nuovo look. Il progetto, seguito da Betti Angelini e realizzato da Angelini Arreda, pone attenzione all’insonorizzazione, all’illuminazione e al verde che si ritrova nei toni polverosi e del salvia che disegnano le pareti e nelle composizioni di piante che, dall’ingresso fino al discreto giardino interno, accolgono gli ospiti, regalandogli l’ennesima suggestione, stavolta a misura di appassionati di interior design. (AZ)

momento, non ha sognato di vivere viaggiando, di mollare tutto e di reinventarsi nomadi digitali? Se per i più tutto questo resta un sogno, Federica Piersimoni quell’attimo è riuscita a trasformarlo in realtà. Dal posto fisso si è data alla libera professionista e con il suo blog, da oltre 10 anni, fa viaggiare da un capo all’altro del Pianeta tantissimi lettori. Tant’è che oggi, la sua esperienza diventa un libro: Una mamma travel blogger (Dario Flaccovio Editore). Un po’ diario di viaggio, un po’ manuale del blogging, senza dimenticare la sua vita con il piccolo Giulio e il compagno Giuseppe, il libro racconta un’esperienza di vita iniziata nel 2008. “Nel libro racconto di come reinventarsi dopo una maternità. Metto a disposizione la mia esperienza nei confronti di tante mamme che si sentono legate a doppia mandata fra casa e figli, smettendo di viaggiare”. (AZ)

Esordio in Audi A1 per MARCO BEZZECCHI SAN MARINO Marco Bezzecchi, già pilota della VR46 Riders Academy, fra i protagonisti più acclamati del campionato 2018 e promosso da quest’anno in Moto2, dove gareggerà con una Ktm del team Tech3, oltre che delle due ruote è anche un appassionato di auto. Il pilota riminese sceglie di essere testimonial di Reggini proprio su una sportiva di casa Audi: la Nuova Audi A1 Sportback. La seconda generazione della piccola di casa Audi, proposta con design completamente rinnovato, sempre più tecnologica e connessa al mondo digitale, con tutti i sistemi di assistenza derivati dai modelli di categoria superiore, proposta a cinque porte e con un ricco assortimento di dotazioni hi-tech, mette in strada lo stile in un’alternativa più agile e adatta a un pubblico giovane e ambizioso. Il 23 gennaio la concessionaria Reggini ha consegnato al pilota la sua Nuova Audi A1, a bordo della quale potremo incrociarlo quando non sarà impegnato con il Motomondiale. “Sono molto contento di poter guidare una Audi – dice Bezzecchi –. Sono grande appassionato di motori in generale. Mi sto preparando alla nuova stagione 2019 in Moto2 e sono tanto motivato per raggiungere importanti risultati. Per certo sarà tutto un altro viaggiare quest’anno! Ringrazio la famiglia Reggini per la bellissima Audi A1!”

Ristorante Green PREMIATO RICCIONE Il Green di Riccione ha ottenuto ben due riconoscimenti al Gran Premio Internazionale della Ristorazione 2019: il ristorante è stato premiato come Locale dell’Anno; è stato invece assegnato il Diploma al Valore al maître Antonio Temperini. Tutta la crew dell’Atlantic Hotel è salita sul podio della cultura della tavola e dell’ospitalità. Il 28 gennaio, insignita del premio dal Dottor Pierantonio Bonvicini, la titolare Anna Maria Assirelli Ricci ha voluto con sé tutto lo staff, coerente alla sua filosofia imprenditoriale: non esiste luogo di lavoro più significativo di un ristorante dove il gioco di squadra sia essenza indispensabile. Il plauso va quindi agli Chef Pasquale Riccio, Ivan Pantaleoni, al maître Antonio Temperini e al direttore Ivan Neri che ideano, cuociono e servono da anni il miglior menù del Green: qualità, passione e coesione.

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ANNOTARE

Il Titano diventa VERDE

Il cerchio DELLE RIME

SAN MARINO Al via a settembre la prima edizione del San Marino Green Festival. Già dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, la Repubblica di San Marino vuole diventare anche il simbolo dell’innovazione e dell’impegno in tema di sostenibilità e green economy. Il tutto ha origine lo scorso anno, quando un manipolo di persone capitanate da Gabriele Geminiani iniziano ad accendere l’attenzione intorno ad un evento che si sarebbe svolto in autunno, il San Marino Green Party, attraverso azioni di guerilla marketing. Monumenti simbolo, come la statua della libertà, vengono colorati di verde tramite fotoritocco e l’impatto è forte. Da qui senza troppo indugiare i nostri iniziano a lavorare al San Marino Green Festival, evento che si terrà il 13, 14 e 15 settembre in concomitanza del MotoGP che quest’anno mette in pista anche la sua versione elettrica. Info sulla pagina FB sanmarinogreen.

MILANO Il professor Giovanni

Nuova stagione, NUOVO LOOK! CATTOLICA Gaudenzi invita i lettori di Rimini IN Magazine a vivere una shopping experience di alto livello nella location completamente rinnovata di viale Bovio 74 a Cattolica. La moda è un flusso costante che non ammette battute d’arresto, è l’arte di cambiare rimanendo fedeli alla propria identità. La ristrutturazione del punto vendita in viale Bovio si colloca in questa prospettiva, nel continuo dialogo con suggestioni inedite che arricchiscono un heritage costruito in oltre trent’anni di storia. Muovendo da tali presupposti, e da un’attenzione ininterrotta alla valorizzazione del luogo che ha dato i natali alle boutique Gaudenzi, sarebbe stato impossibile, per chi si occupa di stile, non donare un nuovo vestito a questo spazio. Ereditando quelle caratteristiche che hanno reso grande un territorio che mantiene orgogliosamente un ruolo di riferimento tra le località cardine della movida italiana e non solo, la necessità di una continua evoluzione è qualcosa che si è manifestato, si manifesta, e si manifesterà in modo più che naturale.

Lombardini sarà alla PoliArt Contemporary di Milano (viale Gran Sasso 3) fino al 13 aprile con la mostra The Ring of Rhymes. Trenta opere di piccolo formato (30x30 cm) che disegnano un grande anello sulle pareti della galleria. Originario di Coriano, Lombardini presenta le sue Rime visive, in cui i colori trovano spazio in un susseguirsi di linee e motivi capaci di illuminare gli spazi e creare emozioni. In un gioco complesso di specchi e rimandi, lo spazio si trasforma nel misterioso luogo della profondità delle opere. Basta un punto fermo, un centro possibile – o forse sarebbe meglio dire un de-centro – per compiere un viaggio nell’immagine di se stessi riflessa senza fine nel colore e nella luce: un viaggio all’interno di un incantesimo.

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ESSERE

Prima di tutto

ECLETTICA MONICA GASPERINI SI DIVIDE TRA GLI STUDI DI MILANO E CATTOLICA, PER LA QUALE HA IN CANTIERE PROGETTI PER RENDERLA DINAMICA, CONTEMPORANEA ED INTERESSANTE. di Lucia Lombardi

L

La sua è una professione che la diverte, della quale non riuscirebbe a fare a meno e per cui si è sentita vocata da sempre. “Avevo cinque anni quando dissi a mio padre che da grande avrei fatto l’architetto… ed eccomi qui – chiosa la cattolichina Monica Gasperini –. Sono attratta dalla materia, dall’arte, dalla storia e dalla moda, fonti da cui traggo ispirazione”. Firenze è stata la sua città di formazione: “Oltre ad essere incantevole, non smette mai di stupirmi ed emozionarmi”. Da un anno Milano è diventata la sua seconda città a seguito dell’apertura del suo nuovo studio in zona Lambrate. “Non è un vero trasferimento ma seguo diversi lavori nel capoluogo lombardo e mi divido tra i due studi. Conosco bene la città per averci abitato in passato, quando collaboravo con lo studio di architettura e design di Rodolfo Dordoni, il maestro di Minotti, Cassina e Cappellini. La città sta vivendo un momento di grande evoluzione, anche grazie alla Fondazione Prada, che attualmente è forse il polo

artistico-culturale meneghino più interessante e che negli ultimi anni rappresenta il più importante laboratorio di architettura. In generale amo moltissimo la città, il movimento e l’energia che sa trasmettere, così come conosco il vuoto che lascia. Ed è allora che mi piace ritrovare una realtà diversa, più piccola, dove c’è più umanità”. Monica ama la semplicità e la qualità senza tempo che rende tutto permanentemente aggiornato. “La mia creatività è data dall’emozione che provo nella ricerca della bellezza: Donald Judd, Kounellis, Richard Serra, Nunzio, Fabrizio Plessi, Julian Schnabel, Paolo Calzolari, Mark Rothko, Ettore Spalletti, Ivan de Menis, Luca Pignatelli: sono solo alcuni dei nomi del grande panorama artistico che ammiro”. L’arredamento e l’architettura d’interni sono i suoi ambiti d’azione: “È lì che so muovermi bene e mi sento a mio agio. La cura del dettaglio, l’eleganza senza tempo e la forma discreta sono le parole che meglio descrivono il mio stile”. Per lei la casa di oggi è quel-


L’ARREDAMENTO E L’ARCHITETTURA D’INTERNI SONO I SUOI AMBITI D’AZIONE: “È LÌ CHE SO MUOVERMI BENE E MI SENTO A MIO AGIO. LA CURA DEL DETTAGLIO, L’ELEGANZA SENZA TEMPO E LA FORMA DISCRETA SONO LE PAROLE CHE MEGLIO DESCRIVONO IL MIO STILE”.

IN APERTURA, L’ARCHITETTO E DESIGNER MONICA GASPERINI. IN QUESTA PAGINA, ALCUNI ARREDI DA LEI PROGETTATI.

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la che uno si sente addosso, “scevra da ogni etichetta e ricca di contrasti culturali, temporali e geografici,” per abbandonarsi ad uno stile eclettico. Ci sono clienti che sanno quello che desiderano ottenere e altri che vanno completamente indirizzati. In ogni caso, “il mio ruolo è di portarli alla realizzazione di un’opera che li rappresenti. La difficoltà più grande di un cliente è la visione d’insieme e di come

gli spazi e gli oggetti possano dialogare insieme in totale armonia per colori, finiture e fluidità”. La casa racconta l’essenza stessa di chi la abita. Quella dell’architetto Gasperini, per esempio – un appartamento ristrutturato nel 2013, poco prima della nascita del figlio Alberto – ci svela in pieno la sua: colori chiari e boiserie in stile francese, materiali puri e preziosi, come i legni lucidi e smaltati, gli ottoni sabbiati, i tessuti lavorati, le tinte unite, fino ai velluti colorati. “Lo studio della luce è sempre alla base della mia progettazione. Amo vivere gli ambienti con atmosfere raffinate e rilassanti. Pezzi di arredo vintage mescolati con armonia su tappeti antichi e di design contemporaneo. I lampadari in vetro anni ’50 e gli specchi artistici fanno brillare i grandi quadri colorati alle pareti. È un luogo di contrasti che nasce nelle scelte e nella ricerca di pezzi di design”. Negli ultimi tempi, Gasperini si dedica maggiormente agli oggetti

e al recupero dell’artigianato legato al design. Ha iniziato una progettazione custom made di pezzi esclusivi e di lusso per clienti che hanno interesse ad avere oggetti in serie limitata. “I viaggi, le contaminazioni, il mercato e la cura del dettaglio mi hanno portato ad entrare ancora di più in contatto con la manifattura e l’artigianato con un fascino completamente diverso per un nuovo concetto di lusso”, come dimostra l’essere entrata a far parte, da giugno 2017, del prezioso catalogo internazionale di Artemest, portale e-commerce di arredamento. “I pezzi di design – cabinet, paraventi, tavoli, lampade tutti rigorosamente Made in Italy e realizzati con materiali pregiati – sono entrati subito a far parte di un mercato mondiale e pubblicati su magazine internazionali”. Un vero trampolino di lancio verso importanti eventi, come il Salone del Mobile di Milano e New York Soho. “Inoltre sono designer del portale 1stdibs.com, l’e-commer-


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“I VIAGGI, LE CONTAMINAZIONI, IL MERCATO E LA CURA DEL DETTAGLIO MI HANNO PORTATO AD ENTRARE ANCORA DI PIÙ IN CONTATTO CON LA MANIFATTURA E L’ARTIGIANATO CON UN FASCINO COMPLETAMENTE DIVERSO PER UN NUOVO CONCETTO DI LUSSO”

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ce leader americano nel settore del design di lusso, e del portale Pamono con sede a Berlino dedicato al mondo del design contemporaneo e vintage. Lelièvre, nota azienda di tessuti francesi, in occasione di Maison Objet Paris settembre 2018, ha scelto un mio paravento per presentare un nuovo tessuto di collezione”. L’architetto Gasperini ha in cantiere anche progetti di riqualificazione e rigenerazione di alcune aree di Cattolica, “per dare alla Città una nuova vita partendo dal suo passato e dalla sua storia. Di Cattolica mi interessa l’anima, così come lo studio del genius loci. Lo scopo è renderla dinamica, contemporanea e interessante per chi la abita e visita”. Monica ha appena progettato Mamma Smart, una panchi-

na un po’ speciale, “di design realizzata per soddisfare a pieno tutte le esigenze delle donne e delle madri. La panchina, fortemente voluta dall’Inner Wheel Riccione-Valconca Rosa dei Malatesta, è fatta di forme essenziali di altissima qualità, con un evidente richiamo allo stile rétro, rendendo smart una panchina per chi è madre, con tutto ciò che le occorre: dal fasciatoio al seggiolino, a uno schienale comodo per potersi appoggiare nel momento dell’allattamento. In questo caso vi è la possibilità di riscaldare il latte e le pappe. Inoltre è dotata di tutti gli strumenti tecnologici necessari per lavorare in esterno e restare connesse. Chi ama vivere la città con la bicicletta, può fermarsi comodamente, rilassarsi e dedicarsi a se stessa e al proprio bambino”. Monica è presente al Salone del Mobile di Milano con “un nuovo importante progetto creato in esclusiva per Flair. A seguire gli oggetti saranno esposti nel meraviglioso negozio di Firenze che si affaccia sul Lungarno, uno dei più ricercati indirizzi di home decor in Europa”. Il suo studio di Cattolica è grande, bello, funzionale e accogliente, affacciato su una strada chiassosa: “Entrare nel mio studio è una sorta di viaggio introspettivo: si parte dal caos fino ad arrivare a essere avvolti in un luogo di pace con vista sul giardino baciato dal sole. Lo studio presenta una grande divaneria, tavoli di dimensioni importanti e una cucina-scultura. Un monolite in lamiera nera di chiaro richiamo metropolitano. Gli spazi presentano mobili, lampade e tappeti vintage di ricerca, il tutto miscelato con un design su misura e pannelli di tessuto prezioso. Creando un luogo dinamico e in evoluzione che si propaga tra Cattolica e Milano, dove mi avvalgo di alcuni collaboratori fidati esterni. I clienti adorano questo luogo perché sentono una realtà domestica, non hanno l’impressione di entrare in uno studio. Anche questa è contaminazione”.


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GUSTARE

Il gelato è

DONNA

L’ARTE DELLA GELATERIA È UN SETTORE IN CUI A RIMINI STANNO RISCUOTENDO UN SUCCESSO SEMPRE MAGGIORE LA MANUALITÀ, IL CUORE E IL GUSTO DELLE DONNE ARTIGIANE GELATIERE. di Giorgia Gianni / ph Riccardo Gallini

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I

Il gelato artigianale può essere elevato a tutti gli effetti ad alimento. Equilibrato, ben bilanciato, con un’ottima proporzione tra proteine, carboidrati/zuccheri e grassi, può essere a buon diritto un valido sostituto di una parte del pasto, nonché la migliore merenda disponibile. Ideale per i bambini così come per gli atleti, perché è sano, completo e genuino. Lo ha confermato una ricerca commissionata all’Università di Milano da Sigep, Aiipa (Associazione Industrie Prodotti Alimentari) e Acomag (Associazione nazionale Costruttori Macchine e Attrezzature per Gelato). Il segreto di un buon gelato è certamente nelle materie prime e negli ingredienti, che devono essere freschissimi e naturali, nella lavorazione paziente e accurata, ma è anche nella passione e nell’estro di chi lo prepara. Cristina Nini può essere considerata il volto della gelateria 3Bis, in piazzale Kennedy. Moglie del titolare Paolo Raffaelli, è lei che sta al banco vendita a contatto con i clienti e che si occupa della formazione del personale. Acquisita da Raffaelli nel 1998, la 3Bis è attiva come marchio dal 1987 e, oltre ai due punti vendita di Rimini, dal 2012 ha conquistato anche Londra. “Inizialmente io e mio marito ci occupavamo entrambi della produzione e del banco vendita – afferma Cristina –. Poi lui si è concentrato sul laboratorio artigianale e sulla parte produttiva, curando la scelta delle materie prime di altissima qualità, mentre io mi sono dedicata alla vendita e al personale”. Dopo avere festeggiato il ventennale lo scorso anno, la 3Bis inizia la stagione 2019 il 14 marzo con l’inaugurazione della storica gelateria in piazzale Kennedy completamente rinnovata. I clienti scopriranno un restyling dall’atmosfera internazionale e spazi innovativi. “Abbiamo ampliato i locali fino a quasi 140 metri quadri e ci siamo ispirati al particolare design di Londra, per creare una gelateria in cui il prodotto e

DOPO AVERE FESTEGGIATO IL VENTENNALE LO SCORSO ANNO, LA 3BIS INIZIA IL 2019 CON L’INAUGURAZIONE DELLA STORICA GELATERIA IN PIAZZALE KENNEDY COMPLETAMENTE RINNOVATA CON UN RESTYLING DALL’ATMOSFERA INTERNAZIONALE.

lo stile unico vanno a braccetto”. La passione per il gelato è stata la molla che ha fatto cambiare radicalmente professione a Stefania Sarita De Flaviis, che dopo anni da dirigente in Mondadori nel 2015 ha aperto Amareina in viale Vespucci. “Il gelato è sempre stato il mio dolce preferito e quando per caso mi dissero che questo locale sarebbe stato disponibile lo sentii come un segno del destino. Venendo da un’esperienza aziendale mi sono subito strutturata dal punto di vista professionale: seguo più

IN ALTO, CRISTINA NINI, ALL’INTERNO DELLA GELATERIA 3BIS.

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“OGNI GIORNO HO QUALCOSA DA IMPARARE E MI PIACE TRASMETTERLO: IN FUTURO VORREI FARE FORMAZIONE AGLI ALTRI. CREDO MOLTO NELLA RESPONSABILITÀ SOCIALE E AMBIENTALE DELL’AZIENDA, SOSTENENDO CON ENTUSIASMO TUTTE LE INIZIATIVE PROPOSTE”.

IN ALTO, STEFANIA SARITA DE FLAVIIS DELLA GELATERIA AMAREINA.

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di dieci corsi di aggiornamento ogni anno con i migliori maestri italiani di gelateria e pasticceria, ho allestito un laboratorio artigianale con macchinari di ultima generazione, uso solo alimenti freschi, la qualità deve essere massima. Accanto ai gusti classici mi piace esprimere la mia creatività nelle ricette e sto ampliando le mie conoscenze seguendo corsi di confetteria, caramelle e pastigliame. Mi piacerebbe infatti proporre anche nuove merceologie, dalle caramelle alle gelatine”. In pochi anni Sarita, con la fidata collaboratrice Aida, si è guadagnata la segnalazione sull’ultima guida Gelaterie d’Italia del Gambero Rosso. “Ogni giorno ho qualcosa da imparare e mi piace trasmetterlo: non tengo segreti per me, per cui in futuro vorrei fare formazione agli altri. E credo molto nella responsabilità sociale e ambientale dell’azienda, sostenendo con entusiasmo tutte le iniziative che mi vengono proposte in questo campo”. Ha appena festeggiato i 35 anni

di felice attività il Pellicano, storica gelateria del centro fondata da Stefano Bernardi e da sempre gestita al fianco della moglie Rita Paganelli. Oggi il Pellicano conta numerosi punti di produzione e vendita tra Rimini e Riccione, alcuni stagionali, alcuni annuali, tutti a gestione familiare. “Io venivo dall’esperienza all’interno di un’azienda leader nel settore dei semilavorati per pasticcerie e gelaterie, mentre Stefano nasce come pasticciere – ricorda Rita –. Un’inaspettata allergia alla farina lo spinse a spostare la sua attenzione alla gelateria artigianale e nel 1984 rilevò quello che è diventato il Pellicano. Grazie alla scelta delle materie prime di qualità e alla fantasia nel proporre nuovi gusti e ricette, in poco tempo siamo diventati un punto di riferimento per il gelato artigianale e già nel 1991, vista la grande richiesta da parte dei clienti, abbiamo aperto anche a Marina centro. Abbiamo caratterizzato ogni punto vendita con le sue peculiarità e la sua stagionalità: oltre al gelato tradizionale prepariamo yogurt fresco e frutta, crêpes, biscotteria, torte gelato. Ci siamo specializzati anche in cake design, torte nuziali e confetteria”. Imprenditrice e mamma, Rita ha due figli, Andrea e Silvia, cresciuti insieme alle attività di famiglia. “All’epoca scelsi di gestire direttamente il punto di Rimini mare perché, essendo stagionale, mi consentiva di conciliare maggiormente il lavoro con le esigenze dei bambini. Sin da giovanissimi hanno partecipato attivamente alla vita delle gelaterie e oggi con-


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“LA MIA FILOSOFIA È CHE IL GELATO SIA UN ALIMENTO E NON UN SEMPLICE DOLCE. LA SUA PRODUZIONE ARTIGIANALE RICHIEDE PREPARAZIONE E CONOSCENZA E NEGLI ANNI HO SEMPRE SEGUITO CORSI DI AGGIORNAMENTO” DICE EMANUELA LEONI DI SIRIO.

tinuano a portare avanti la tradizione di famiglia con la stessa nostra passione e dedizione”. Emanuela Leoni, titolare della gelateria Sirio in zona Celle, è

divenuta una vera ambasciatrice del gelato artigianale e periodicamente tiene corsi e consulenze all’estero, dai Paesi baltici alla Grecia alla Spagna, per insegnare la tradizione italiana della gelateria. “Ho aperto la mia gelateria nel 1997, investendo nella mia passione dopo una lunga esperienza di gestione di un bar-gelateria in riviera – racconta –. La mia filosofia è che il gelato sia un alimento e non un semplice dolce. La sua produzione artigianale richiede preparazione e conoscenza e negli anni ho sempre seguito corsi di aggiornamento sull’ingredientistica e la realizzazione. Creo ricette, le personalizzo, ricerco i migliori ingredienti, naturali

e freschi. Punto molto anche sulla pasticceria fredda, torte gelato e torte semifreddo da consumare tutto l’anno come abitudine di f ine pasto con gli amici, e merende come i tramezzini gelato. Anche grazie a questa scelta sono stata fra le prime gelaterie riminesi a restare aperta tutto l’anno”. Per imparare da Emanuela, recentemente premiata al Gran Premio Internazionale della Ristorazione, sono arrivati in visita alla gelateria Sirio imprenditori francesi, coreani, giapponesi. “Non di rado ho ricevuto offerte professionali, che però ho rifiutato: ho scelto di investire qui con la mia famiglia e credo che sia l’Italia il regno del gelato”.

IN ALTO, RITA PAGANELLI DELLA GELATERIA PELLICANO CON LA FIGLIA SILVIA. A LATO, EMANUELA LEONI DELLA GELATERIA SIRIO INSIEME A DUE COLLABORATORI.

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The place

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FACCIAMO QUATTRO PASSI A SANTARCANGELO IN VISITA AI LOCALI CHE FANNO DI TUTTO PER RENDERE GUSTOSA LA VITA DI CHI VUOL MANGIARE BENE.

P IN BASSO, RINO MINI, FONDATORE DI LA FERRAMENTA - GENERI ALIMENTARI E, NELLA PAGINA A FIANCO, L’INTERNO DEL RISTORANTE.

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di Veronica Frison / ph Andrea Casadei

Per anni mi sono chiesta perché abbia viaggiato tanto senza cercare e senza desiderare altro che ristoranti e bar, atmosfere particolari e suggestioni, per poi ritrovarmi, come quasi sempre succede, ad avere il meglio a due passi da casa. Come credo accada a ognuno di noi, e come per tutte le città in cui si nasce e si cresce, con Santarcangelo, che è la mia città natale, è sempre stato un odi et amo. Al centro esatto fra il mare e la collina, fra la movida riminese e la vita bucolica, ma con tutta la pacatezza della vita di un paesino, c’è Santarcangelo, così perfetta quando ci batte il sole e così confortante nelle sue abitudini, con il mercato del venerdì e quello dell’antiquariato la prima do-

menica del mese. La tavola però, è il motivo che qui mi fa restare: a Santarcangelo c’è una concentrazione di posti meravigliosi. A Santarcangelo se apri un locale non puoi sbagliare perché noi santarcangiolesi non solo siamo molto campanilisti, ma avendo il meglio del meglio abbiamo pretese molto alte. Ma andiamo per ordine, le domande che tutti fanno sono essenzialmente tre, quasi sempre: dove fare aperitivo, dove mangiare bene, dove mangiare qualcosa di particolare. Oreste è senza dubbio uno dei posti preferiti dai locals e soprattutto è la meta ambita per chi viene da fuori: un’osteria chic, aperta per aperitivo, cena e dopocena, non grandissima, ma sempre super frequentata. Qui è vero il detto “sono i dettagli a fare la differenza, e la differenza la fa chi nota i dettagli”. Il gusto e l’esperienza maturata negli anni da Roberto Giacomini (oggi titolare di Oreste e personaggio conosciutissimo a Santarcangelo per aver creato il Bar Commercio negli anni Novanta e sviluppato concetti legati alla caffetteria e all’aperitivo sempre d’avanguardia) hanno reso negli anni questo posto un piccolo paese delle me-

raviglie: dai menù con le favole di una volta illustrate, alle tovagliette, alle stoviglie scompagnate e vintage, alle luci soffuse, alle playlist jazz, e – chicca delle chicche – al privé, con luci bassissime, candele e cuscini e un’atmosfera che trasporta subito a Marrakech. Di Oreste ci s’innamora subito, perché l’atmosfera è quella di una casa allargata, di un posto in cui ritrovarsi con gli amici e fare festa. In estate è praticamente impossibile trovare posto sin dall’ora dell’aperitivo, ma la cosa bella è che anche tutto il muretto antistante lungo la discesa si riempie sempre di ragazzi, ognuno con in mano il proprio bicchiere, come a dirti “non preoccuparti se non c’è posto dentro, Oreste è anche tutto qui di fuori”. Il menù della cena è invece studiato per un pubblico in prevalenza femminile, ma anche gli uomini troveranno il proprio appagamento, perché gli hamburger di piada in menù meritano davvero. Tenete un posticino per il dolce, anzi per i dolci: vi verranno portate infatti tante ciotoline diverse piene di cose buone: dalle mousse alla frutta alle torte fatte in casa, fino ai pavesini nutella e cocco. Last but not least: il caffè viene


preparato sempre nella moka. Il Calycanto invece si trova poco sopra Oreste, a due passi, sempre nel paese vecchio, ed è uno di quei posti che avrei voluto creare io. Come per Oreste, è un posto amatissimo dai santarcangiolesi, ma lo è ancora di più da chi viene da fuori, che si sorprende sempre di trovare un posto così bello e ricercato in un paesino così piccolo. Aperto nel 2004 dall’entusiasmo contagioso di Paola Donini e Shona, quando penso al Calycanto mi sorprendo sempre perché le cose che ora negli altri ristoranti ci sembrano familiari e sono entrate a tutti gli effetti nel nostro immaginario, al Calycanto sono arrivate prima. Dieci anni fa, in questo piccolo pezzo di mondo, in questo paese che è il mio ed è sempre anni luce avanti sulle tendenze in generale, il Calycanto faceva vedere a noi santarcangiolesi prima, cose che il mondo avrebbe visto solo dopo. Al timone in cucina c’è da sempre Shona Logan, inglese di origine e Mutoid nel DNA, una gentilezza disarmante

e una maestria formidabile soprattutto nel maneggiare e dosare le spezie che pochi chef hanno. Il menù non è cambiato tanto negli anni, le persone che arrivano al Calycanto sanno già cosa vogliono, e i piatti di Shona sono amatissimi, un’eresia cambiarli o sostituirli. Si tratta di un giro del mondo dalla cucina africana a quella greca, fino ai classici indiani per arrivare, nella carta dei dolci, alla cheesecake americana, il tutto in chiave fusion. Dove si trova? In un locale stupendo nel paese vecchio con tanto di grotta in tufo adibita a cantina. Tornando giù verso la piazza, il cuore della vita cittadina come in ogni paese che si rispetti, si trova La Ferramenta - Generi Alimentari. Questo ristorante è davvero unico nel suo genere, a partire dalla sua storia. Correva infatti l’anno 1850 quando apriva i battenti la Trattoria del Commercio, in seguito in parte rilevata da due giovani coniugi santarcangiolesi che, in fuga dalla mafia americana che aveva distrutto la loro attività, aprirono la

LA FERRAMENTA NON È UN SEMPLICE RISTORANTE, MA ALMENO TRE IN UNO, CON UN’IDENTITÀ E CON OBIETTIVI BEN PRECISI E CON UN MENÙ CHE INCLUDE 22 TIPI DI CARNI PROVENIENTI DA TUTTO IL MONDO, PIZZA E ALTRE SPECIALITÀ.

Ferramenta Semprini, una delle più fornite di ogni tipo di utensileria, così colma di prodotti e attrezzature di varia natura, da richiamare l’attenzione di pubblico da tutta la regione e ben oltre, tanto da diventare persino punto di riferimento territoriale per l’esposizione e la vendita di bestiame, con annessa asta pubblica. Oggi la Ferramenta Semprini, la cui insegna romantica ancora si vede dipinta sul muro, è tornata a essere un ristorante: Ferramenta Generi Alimentari. Racchiusa in mura spesse risalenti al 1400, è IN MAGAZINE

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COME CREDO ACCADA A OGNUNO DI NOI, CON SANTARCANGELO, CHE È LA MIA CITTÀ NATALE, È SEMPRE STATO UN ODI ET AMO. LA TAVOLA PERÒ, È IL MOTIVO CHE QUI MI FA RESTARE: A SANTARCANGELO C’È UNA CONCENTRAZIONE DI POSTI MERAVIGLIOSI.

IN ALTO, ROBERTO GIACOMINI, BILAL ZERROUKI E MANUEL RAGGINI DELL’OSTERIA DA ORESTE. IN BASSO, SHONA LOGAN E PAOLA DONINI DEL RISTORANTE CALYCANTO.

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un fascinoso locale di quelli che non ti meraviglieresti di trovare a New York o a Londra. Il recupero e il restyling

compiuti con rara sensibilità sono opera di un imprenditore innamorato del nostro territorio, del nostro patrimonio di storia e cultura, anche alimentare, e della sua salvaguardia: Rino Mini, presidente del Gruppo Galvanina. Non un semplice ristorante, ma almeno tre in uno, con un’identità e con obiettivi ben precisi e con un menù che include 22 tipi di carni provenienti da tutto il mondo, pizza e altre specialità. Il menù è molto complesso, e allo stesso molto semplice, riassumibile nella filosofia di vita del suo titolare: tutto quello che mi piace, senza compromessi. Gli ingredienti sono di una qualità rara e le pareti uno scrigno di straor-

dinaria bontà: Ferramenta è infatti anche una bottega di generi alimentari di produzione propria. Dalle scansie creano un mosaico di colori vivaci tantissimi vasi di prodotti conservati, dalla frutta sciroppata ai vegetali, alle spezie, ai legumi e ai condimenti vari, olio extravergine e un’importante collezione di sottoli e sottaceti. A legna è il grande forno circolare che offre la possibilità delle migliori performance al pizzaiolo Mimmo Fabozzi, da sempre presente in tutti i locali Rino Mini. Grazie alla sua innata passione per le farine e per gli impasti, e all’amore smisurato per i prodotti eccellenti, ogni pizza qui è una piccola opera d’arte. Lo si intuisce dalla composizione, dagli abbinamenti cromatici e di gusto, dalle materie prime, e non da ultimo, dalla digeribilità. Per gli amanti della buona cucina, ma anche dello stile e delle nuove tendenze, questo è veramente the place to be. Anche la carne è eccellente, e anzi, la risposta alla domanda con cui abbiamo cominciato è proprio qui: “se volete mangiare una carne come non l’avete mai mangiata, alla Ferramenta siete nel posto giusto”. Per gli amanti della buona cucina, ma anche dei dettagli, dello stile e delle nuove tendenze e non è finita qui. Ci saranno imporanti novità in questi mesi a Santarcangelo, sempre legate alla fantasia di Rino Mini, ma per queste...dovrete aspettare il prossimo numero.


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ECCELLERE

Il ritorno

DELLA FATA VALENTINA CENNI, AUTRICE E ARTISTA A TUTTO TONDO, È PARTITA DA RICCIONE CON TANTI SOGNI PER FARVI RITORNO CON STEFANO BOLLANI, COMPAGNO NELLA VITA E NELLA PROFESSIONE.

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di Matteo De Angelis / ph Margherita Cenni

Il profumo del mare ha qualcosa di romantico, qualcosa che istintivamente porta a sognare e a spiegare le vele verso l’approdo desiderato. Perché i sogni diventino realtà serve carattere, impegno e quella smodata voglia di danzare assieme alla propria esistenza. Terminato il Liceo Scientifico, Valentina Cenni ha mollato gli ormeggi a Riccione, la sua città natale e sospinta dalla forte passione per le arti figurative si è diretta decisa verso la sua meta: il teatro e il cinema. Sin da bambina, infatti, avrebbe voluto fare l’attrice. Il suo fascino, la determinazione e la voglia di scommettere su se stessa le hanno permesso di esaudire il suo sogno. Oggi Valentina Cenni vive a Roma, è una brava attrice, ma soprattutto un’artista a tutto tondo: una performer, una speaker radiofonica, una fotografa, una ballerina e persino regista. Poco più che maggiorenne inizia gli studi di recitazione a Bologna per poi diplomarsi all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica a Roma. Eccelle anche nel ballo, classico e moderno, una passione che l’ha accompagnata tutta la vita sino al diploma nel tempio della danza, la Royal Academy


alcuni esempi della loro prolifica produzione artistica che, secondo Valentina, li “unisce ancora di più”. Il loro amore è una favola intrisa di romanticismo, divertimento, passione e sincerità. Una storia eclettica e istrionica esattamente come loro che, lo scorso giugno dopo 8 anni e mezzo di convivenza, si sono sposati in Valconca, sulle dolci colline che s’affacciano su Riccione. Si sono scambiati il Sì più vero della loro vita nel teatro di Saludecio e poi hanno festeggiato la loro unione a Mondaino. Un ritorno a casa per Valentina, dopo gli anni della fuga dalla Romagna. Un ritorno che coincide con il suo riconciliarsi con se stessa. Con una serenità trovata anche attraverso la meditazione. Per Valentina questo è l’anno dell’immersione. Per lei, appassionata di subacquea, il parallelismo con la dimensione intima che predispone all’ascolto interiore viene del tutto naturale. Viversi il presente e accogliere il meglio da ciascun incontro è la filosofia quotidiana per Valentina, che nella solarità e nella autenticità di Stefano ha trovato una fonte eccezionale di coraggio, un insegnante di vita capace di far emergere il meglio di se stessa. Il meglio che, come sempre per chi ha progetti, deve ancora arrivare. Valentina, infatti, da circa un anno dedica tutte le sue energie alla scrittura del suo primo film. Un’opera importante che, come confessa, ha dentro anche tanto di suo marito, proprio come accade a lei, musa ispiratrice delle note danzanti nel pentagramma di Bollani.

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of Dancing di Londra. Una formazione solida, costruita con anni di studio e gavetta che, già dal 2005, le ha permesso di scrivere e interpretare spettacoli teatrali in tutta Italia. Tante le sue interpretazioni a teatro, al cinema e sul piccolo schermo con celebri attori e registi italiani come Luigi Lo Cascio, Giuliana De Sio, Jasmine Trinca, Riccardo Scamarcio, Alessandro Preziosi e Sergio Castellitto. Ma è durante il viaggio di lavoro per recitare nel musical Aggiungi un posto a tavola diretto da Johnny Dorelli, che la sua vita è cambiata! All’aeroporto di Palermo è l’amica Marisa Laurito che, incrociando il pianista Stefano Bollani, li presenta uno all’altra. Da allora i loro cuori volano insieme e dalla loro unione sono nati progetti artistici e collaborazioni che li hanno visti compagni e complici non solo nella vita di tutti i giorni, ma anche in scena. La loro collaborazione artistica inizia nel 2015 quando Valentina cura la regia del videoclip del brano Arrivano gli alieni di Stefano Bollani e firma anche la fotografia per la copertina dell’album. Seguirà poi la fotografia per la copertina del libro di Stefano Il monello, il guru e l’alchimista e altre storie di musicisti e dell’album Napoli Trip. Nello stesso anno porta in scena la pièce La regina dada scritta, interpretata e diretta assieme al compagno. Nel 2016 Valentina è La fata del sonno, protagonista di sette storie brevi che chiudono le puntate dello straordinario programma di Bollani L’importante è avere un piano in onda su Rai1. Sono solo

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IDEARE

Con le ali

AI PIEDI

DA NEW YORK, LOREDANA CANNIA CI SVELA I SEGRETI PER AVERE SEMPRE UN LOOK ALLA MODA, ALL’INSEGNA DELLA CONTAMINAZIONE TRA ELEGANZA E COMODITÀ.

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Spingersi oltre la sua comfort zone è stato il motore del suo varcare i confini dell’Italia ancora molto giovane, nel 1998, per recarsi a Londra e frequentare il Master Degree in Fashion Design presso la Central St. Martins School, dopo tre anni al Polimoda di Firenze e, prima ancora, all’Istituto Statale d’Arte Moda e Costume di Rimini. Fin da piccolissima Loredana Cannia aveva le idee chiare sul suo futuro di stilista, una chiarezza che col tempo è diventata una forma di sfida “nello sperimentarmi come persona e confrontarmi come designer. Inoltre ho sempre avuto una visione di me stessa proiettata in una professione che avesse a che fare con l’estetica, il bello, l’arte: il design!” Queste ragioni e la voglia di essere apprezzata per il suo saper fare l’hanno condotta nella meritocratica New York, dove attualmente ricopre il ruolo di Senior Designer Director per Aquatalia, innovativo brand americano di scarpe 100% resistenti all’acqua, prodotte fra Toscana e Veneto, con una boutique proprio sulla Quinta Strada. “Questa meravigliosa città mi ha abbracciato come una mam-

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di Lucia Lombardi

ma premurosa e in ogni tappa di questo percorso mi sono sentita di essere esattamente dove dovevo essere. Qui la chiamano selffulfilling prophecy, una specie di magia. New York è stata in tutti i sensi la mia rinascita”. Come darle torto? Anche se andarsene non è mai facile per nessuno, neanche sapendo che oltre quel confine c’è la possibilità di trovare se stessi: “Andare via dall’Italia mi è costato tantissimo. Ci è voluto tanto coraggio e ho corso molti rischi, ma mettermi alla prova fa parte della mia personalità”. Si considera molto ambiziosa, “anche se l’esserlo a volte diventa più un difetto che un pregio”, chiosa da oltreoceano. Creatività e sensibilità nel percepire un trend, avere la giusta intuizione, sono doti professionali che si ravvisa, come “la capacità di reinventarsi, sicuramente ciò che più ammiro in me”, da vera globetrotter. “La creatività all’estero è apprezzata – afferma –. Mi considero veramente fortunata ad avere un lavoro dove posso praticare il mio talento attraverso un’espressione artistica come il design, certo il prodotto americano necessi-


ta di un approccio più pratico rispetto a quello europeo, ma ha un’estetica della sintesi che ritengo ancora più stimolante anche se a volte la mia sicilianità prende il sopravvento e mi diletto nella cura quasi maniacale dei dettagli. Il dettaglio è in fondo la patologia dell’artista e noi che lavoriamo nel mondo nella moda siamo tutti un po’ malati”. Loredana Cannia, cresciuta a Riccione, ha sangue siciliano che le scorre nelle vene e per questo si sente naturalmente portata per “l’eccesso, per il barocco di Dolce e Gabbana”. Tra gli altri riferimenti della sua formazione si colloca anche la destrutturazione dei maestri giapponesi: “Mi ha sempre affascinato Sacai. È come un quadro di Picasso: svela mille sfaccettature di una cosa sola. Amo tutti gli accessori di Fendi, per la perfezione della tecnica e la pulizia del dettaglio creato da mani sapienti, la poesia di Antonio Marras, la sofisticatezza di Lanvin”. Le scarpe che Loredana Cannia disegna sono dedicate alle donne “anche se spesso hanno delle influenze maschili. Il comfort è sicuramente uno degli ingredienti chiave, anche se questa parola non si addice alle scarpe che disegno perché nell’immaginario collettivo il comfort è sinonimo di vecchio e non di fashion. La

mia rivoluzione risiede proprio qui, nel dare alle donne scarpe comode, grintose e moderne, cool ma senza dover rinunciare alla dinamicità. Le mie donne hanno le ali ai piedi perché sono intraprendenti, impegnate, intelligenti. Basta con questa visione delle donne come delle bomboniere. Oggi è difficile avere una divisione netta fra sportivo ed elegante. Il trend dei trend è la contaminazione, tutto quello che è ibrido è di moda. Lo sportivo si fonde con l’elegante e viceversa, è un momento di grande confusione globale che condiziona anche la moda, il senso di incertezza ci porta a volere versatilità in quello che indossiamo. A mio avviso una scarpa elegante dovrebbe essere pura, senza troppi fronzoli, e una scarpa sportiva funzionale”. Ogni esperienza nel corso della carriera di Loredana è stata formativa, i 3 anni in Michael Kors “sono stati intensi, e forse è stata l’esperienza più laboriosa. Mi ha insegnato tantissimo, non tanto a livello creativo quanto dal punto di vista organizzativo, di merchandising e branding”. Ai piedi di questa agguerrita designer non manca mai un biker stretch. E a noi per attraversare il mondo nella prossima stagione consiglia “uno stivaletto kitten heel in camoscio stretch, magari metallizzato”. Why not?

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QUATTRO DOMANDE AGLI SMOMA, LA BAND CHE RENDE UNICO E ORIGINALE OGNI EVENTO.

Da 18 anni, in Italia ed in Europa, lavorate con marchi internazionali nel settore del lusso: che cosa vi differenzia dagli altri performer? “La musica, che è la nostra materia prima. Ma per dare un eccellente servizio servono competenze a 360 gradi, attrezzature professionali, studio degli spazi. Diversamente anche la performance migliore potrebbe essere compromessa e, di conseguenza, l’evento.” Spiegami meglio, cosa c’è oltre alla vostra poliedricità musicale? “Da band siamo diventati naturalmente un brand di supporto tecnico per coloro che vogliano organizzare un evento, come wedding planner, agenzie o le aziende stesse, come la concessionaria Audi Reggini di San Marino che ha affidato a Smoma la produzione degli ultimi due eventi.” Smoma quindi ha un proprio staff oltre ai musicisti ? “La squadra è composta da diverse figure professionali. Siamo una factory pronta a risolvere ogni esigenza, dalla colonna sonora completa della serata, La vettura raffigurata contiene equipaggiamenti opzionali a pagamento. 6. Valori massimi: consumo di carburante (l/100 ciclo urbano 13,4 al km): service audio, video e luci, dalle proiezioni agli allestimenti, scenografie, mbinato: 135 (benzina) - 108 (metano). (g(km): ciclo combi nato 223. no 7,4 ciclo combinato 9,6; emissioni CO light design per ogni tipologia di location, compresi i giardini.” o: 136 (benzina) - 109 (metano). 2 ombinato: 123 (benzina) - 94 (metano). Ogni serata deve essere unica, come fate dopo tanti anni? “Sono eventi creati per coloro che li vivranno, con la stessa cura con cui si riceve a casa propria un ospite. Dedichiamo molto tempo al conoscere il cliente e, alla fine, si crea un rapporto di stima e affetto reciproco.” Scarica GRATUITAMENTE l’app REGGINI AUTO

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Chirurgo

DA SEMPRE INCONTRIAMO MAURIZIO SALVI, CHE RACCONTA LA PROPRIA LUMINOSA CARRIERA: UNA STORIA PRIVATA CHE SI INTRECCIA CON LE LUCI E LE OMBRE DELLA SANITÀ ITALIANA.

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di Gianmaria Rosati / ph Riccardo Gallini

Si parla spesso delle tante eccellenze italiane, ma in questo caso possiamo parlare di eccellenze riminesi. Maurizio Salvi infatti è un pluridecorato chirurgo toracico che, dopo aver diretto (fino a gennaio) tutte le unità di chirurgia toracica in Regione, è ora responsabile dell’area Sud che parte da Rimini, passa da San Marino e arriva sino a Cattolica. Nel 2017 ha vinto il premio Panzini nel 2017 e il Programma Nazionale Esiti dell’agenzia AGENAS ha classificato l’unità di chirurgia toracica da lui diretta al primo posto in Emilia-Romagna e seconda in Italia. “Volevo fare il chirurgo da sempre – racconta Salvi – tanto che già due o tre anni prima di laurearmi frequentavo il reparto di chirurgia. Ho studiato medicina all’Università di Bologna per poi seguire il direttore della facoltà, il professor Bazzocchi divenuto nel frattempo direttore della chirurgia toracica, riuscendo a entrare in questa specialità. Di conseguenza mi sono specializzato, prendendo successivamente il dottorato nelle malattie cardiopolmonari. Non ho poi voluto continuare la carriera universitaria, perché purtroppo

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l’università, per quanto riguarda le specialistiche chirurgiche, frena molto gli specializzandi, mentre io volevo diventare un chirurgo esperto e autonomo e sarebbe servito troppo tempo. Ecco così la decisione, drastica, di emigrare all’estero per crescere professionalmente. Ho fatto prima delle frequentazioni in centri internazionali, specie a Parigi,

poi sono stato assunto nel reparto chirurgia toracica dell’ospedale Hotel-Dieu, la struttura più antica della città e del mondo. Lì effettivamente mi sono formato chirurgicamente, per poi tornare in Italia.” Una formazione a dir poco imponente, quella di Maurizio, che ha meritatamente raggiunto il suo obiettivo e si confronta ora con la


“I RICORDI PIÙ BELLI LEGATI ALLA MIA PROFESSIONE SONO SEMPRE I PIÙ RECENTI: AD ESEMPIO, NEL PERIODO IN CUI HO DIRETTO TUTTA LA CHIRURGIA TORACICA DELLA ROMAGNA HO DATO LA POSSIBILITÀ AD ALCUNI CHIRURGHI DI ESPRIMERSI.”

IN APERTURA, IL CHIRURGO MAURIZIO SALVI IN SALA OPERATORIA. IN ALTO, SALVI CON IL SUO STAFF MEDICO.

vita del chirurgo, disponibile h24 e sempre in movimento. “L’attività lavorativa è entusiasmante, specie se come me puoi curare la tua gente, dato che io lavoro a casa praticamente. Ultimamente sono stato direttore per venti mesi del reparto chirurgia toracica degli ospedali di Riccione, Forlì e Ravenna, e ora che pensavo di essermi stabilizzato si apre un altro campo: con la convenzione con l’Università di Bologna infatti farò da tutor a degli specializzandi, e cercherò di trattarli come all’estero e non come in Italia, facendoli quindi lavorare per cercare di formarli già al termine del loro percorso di specialità.” Parallelamente alla vita in corsia c’è ovviamente la famiglia, per la quale Salvi ha deciso di restare in Italia. “Potevo restare a Parigi,

dove tra l’altro lo stipendio era molto più alto, e dove paradossalmente riuscivo a vedere di più la famiglia. Questo perché essendo parte dello staff avevo dei turni regolari, lavoravo un weekend al mese mentre nei restanti potevo quindi tornare a casa e avere quasi tre giorni completi per stare in famiglia. Qui in Italia invece essendo responsabile in più sedi vado via la mattina e torno in tarda serata, ma ormai i miei cari sono più che abituati a questi ritmi di vita”. Maurizio parla della sua professione come se fosse un qualcosa di semplice e normale, con la calma e l’intelligenza che lo contraddistinguono da sempre. “Cosa si prova a salvare una vita? La sensazione di grande piacere che si ricava la si prova specialmente da giovani, anno dopo anno diventa quasi routine. I ricordi più belli che ho legati alla mia professione sono sempre i più recenti: ad esempio nel periodo in cui ho diretto tutta la chirurgia toracica della Romagna ho dato la possibilità ad alcuni chirurghi di esprimersi. Avevano capacità enormi che avevo intuito ma che per tanti motivi non si erano espresse: stando con loro, aiutandoli e mettendoli a loro agio ho visto alcuni passare dal non essere autonomi a essere una risorsa autonoma importante per l’azienda.

Parliamo di persone che hanno speso tanti anni della loro vita per arrivare a questo punto, ed è bello aiutarli a esprimersi del tutto. Vorrei poter fare lo stesso con gli specializzandi dell’Università che avrò a disposizione”. In chiusura non si può non parlare di un tema che spesso rimbalza nei mass media ed è giustamente dipinto come una piaga dello stato italiano: parliamo della malasanità, che può e deve essere combattuta con vari mezzi. “Noi facciamo una professione che per forza va incontro a problemi medico-legali, specie nelle professioni chirurgiche. Una delle cause della scarsezza di risorse in termini di chirurghi è il fatto che occorre un grande impegno personale, legato a una posizione economica non adeguata rispetto agli altri Paesi. Come professionisti dobbiamo però continuare a fare il nostro lavoro consci dei possibili problemi: per aumentare al massimo le performance e ridurre le complicanze c’è una parola che riassume tutto, ossia multidisciplinarietà. Non bisogna fidarsi del chirurgo che fa tutto, dato che l’intervento è una tappa di un percorso più complesso che viene studiato sotto vari aspetti. Occorre che ci sia comunicazione tra i colleghi, riducendo le decisioni autonome per il bene di ogni singolo paziente”. IN MAGAZINE

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SOGNARE

Una favola

IN CAMPAGNA A SAN VITO I FRATELLI FEDERICO E FILIPPO BORDONI HANNO CONCEPITO E CREATO BIRGO BURGER, UN LUOGO MAGICO CHE PORTA SPERANZA AI GIOVANI DELLA CAMPAGNA.

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di Veronica Frison / ph Andrea Casadei

San Vito è un piccolo paesino fra i campi in provincia di Rimini, sconosciuto ai più. Sicuramente vi sarà capitato di passarci, magari per tanti è semplicemente “quel paese attaccato all’uscita di Rimini Nord”, di sicuro una meta di passaggio durante un viaggio, più che una destinazione. Poche persone, anzi forse nessuno l’avrebbe scelta come città dei sogni, a meno che a San Vito non ci sia nato e senta nel cuore quel qualcosa di fortissimo e indissolubile che ti impedisce di mettere radici altrove, come nella vita solo il tuo posto nel mondo sa fare. La storia di Birgo Burger nasce molto prima di cinque anni fa, proprio a San Vito. Birgo era il soprannome paesano del nonno di Federico e Filippo

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Bordoni, gli ideatori di questo posto incredibile. Nasce come la prima consegna a domicilio di hamburger genuini in Italia, nella loro bottega, a 50 passi da casa. Nel tempo diventerà il luogo fiabesco che è oggi. Un concetto rurale, un’idea rivoluzionaria che nasce dalla campagna ed entra già in tantissime case di provincia ogni giorno. Grazie alla sua genuinità semplice e quel sorprendersi fra le cose di un passato ormai dimenticato, Birgo si è trasformato in un lavoro d’altri tempi per decine di ragazzi dei paesi della nostra provincia. Un posto magico, immerso in un’atmosfera da fiaba fatta di calde lucine, colori calmi, trenini in movimento, costruzioni fatte a mano come il loro mulino ad

acqua completamente funzionante. Rimarrete esterrefatti nel vedere che esiste pure la ruota panoramica di San Vito che niente ha da invidiare a quella di Rimini, se non che qui è possibile credere più forte nei sogni anche se non si vede il mare. L’obiettivo di Federico e Filippo è ridare la speranza ai loro coetanei di campagna, difendendo le piccole botteghe paesane, gli agricoltori veri e i racconti degli anziani. Ma non è finita qui: fra qualche mese partirà infatti un nuovo progetto, ancora una volta fra paese, campagna e bottega. Il periodo più bello per visitare Birgo? L’estate, quando si può mangiare anche nel dehors, ma soprattutto il Natale. Ogni anno a Natale da Birgo succedono magie: tutto comincia già dall’anno prima, viene realizzato artigianalmente e permette a chiunque di entrare in una favola natalizia di campagna. San Vito non è New York, non è una metropoli e nemmeno una città. Ogni settimana però tante persone arrivano in questa strada di periferia per sostenere un’idea, quella che per andare avanti è necessario a volte guardare indietro.


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DOLCE VITA RADDOPPIA LO STILE

A POCHI PASSI DA VIALE CECCARINI, LA BOUTIQUE DOLCE VITA HA AMPLIATO LO SHOWROOM PER LA MODA DONNA E APERTO UN NUOVO PUNTO VENDITA PER L’UOMO.

Una grande festa nel cuore di Riccione, l’occasione speciale per festeggiare una realtà imprenditoriale giunta felicemente al trentunesimo anno di attività: sarà questo lo spirito che, il prossimo 23 marzo, vestirà elegantemente l’inaugurazione del nuovo spazio di Dolce Vita, boutique che da decenni si muove nel campo nella moda. Il negozio, situato a pochi passi da viale Ceccarini, è presente dal 1988 con marchi importanti e con un approccio che ha saputo mantenere inalterata

una forte identità: il personale della boutique, infatti, ha conservato una decisa personalizzazione della vendita, capace di far sentire la clientela a casa, perfettamente compresa nelle proprie esigenze. È questo – unitamente alla qualità dei brand – uno dei segreti insiti nel successo di Dolce Vita, un risultato che promette di continuare anche grazie alla presenza di Valentina De Luca, figlia di Maria Cristina Cevoli, proprietaria e anima del negozio. Valentina è laureata in Culture e Tecniche

della Moda presso l’Università di Bologna ed ha approfondito le sue conoscenze con corsi al Central Saint Martins di Londra, decidendo di proseguire con passione il viaggio intrapreso dalla famiglia negli anni Ottanta. Quest’anno Dolce Vita ha deciso di misurarsi con una sfida: il negozio ha raddoppiato la propria metratura ed offre 100 mq di showroom in cui trovare proposte perfette come vestire la donna moderna e metropolitana, che ricerca un outfit pensato, chic, casual ed easy-to-wear a seconda delle occasioni. Il progetto di ampliamento è stato affidato agli architetti Sofia Ricci e Francesco Rigoni, progettisti che operano nell’ambito di Ricci Home Design di Riccione. Il risultato è un ambiente spazioso e colmo di luce, caratterizzato da componenti d’arredo funzionali e da forme, superfici ed incastri efficaci e lineari. C’è, poi, un’evidente attenzione per i dettagli e per il rapporto armonico tra gli elementi, alcuni dei quali sono stati prodotti in serie limitatissime. Il risultato, dunque, è quello di uno spazio raffinato e prezioso. Le novità di quest’anno però non si fermano qui: Dolce Vita ha creato un punto vendita che – a pochi metri dalla boutique dedicata alla moda woman – diventa il regno dell’outfit man – in un ambiente arredato con pezzi originali di modernariato anni ’50. In un mercato contraddistinto spesso dal timore di rischiare, lo staff di Dolce Vita lascia certamente un segno, delineando un percorso che va nella direzione della volontà di investire e far spazio alla professionalità dei più giovani.

Dolce Vita V.le Gramsci, 144 Riccione (RN) | T. 0541 60 62 52 | info@dolcevitariccione.it | www.dolcevitariccione.it 1

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RICCI HOME DESIGN FIRMA IL NUOVO VESTITO DI DOLCE VITA

SOFIA RICCI E FRANCESCO RIGONI, ARCHITETTI DI RICCI HD RICCIONE DI VIA CIRCONVALLAZIONE 90, HANNO TRASFORMATO LA STORICA BOUTIQUE DOLCE VITA IN UNO SPAZIO ONIRICO DEDICATO ALL’UNIVERSO FEMMINILE. Leggerezza e armonia delle forme, attenzione al dettaglio, capacità di interpretare il mood che anima lo spazio: ecco gli ingredienti del nuovo progetto realizzato per la storica boutique Dolce Vita da Sofia Ricci e Francesco Rigoni, architetti specializzati nel settore dell’ interior design, che da anni collaborano con Ricci Home Design, realtà riccionese che dal 1948 si muove nel settore dell’arredamento residenziale e commerciale. Dal 2017 diventa Ricci HD con l’obiettivo di affiancare proposte d’arredo a un servizio di progettazione personalizzato e pensato apposta per interpretare le esigenze del singolo cliente, offrendo altresì la possibilità di seguire in ogni aspetto progetto e relook : dalla scelta dei pavimenti all’abbinamento di materiali, texture e tonalità, dalla gestione del cantiere alle possibilità creative di un’ampia materioteca declinata in una vasta gamma di colori e rivestimenti, lo staff

di progettisti riesce a dar vita a veri luoghi emozionali ove il gusto del singolo cliente diventa stimolo in fase di progettazione ed emerge chiaramente da ogni elemento del progetto realizzato. Tale progettualità consapevole – finalizzata a un servizio chiavi in mano – è evidente nell’ampliamento di Dolce Vita, situata nei pressi di Viale Ceccarini. Il nuovo vestito di Dolce Vita, che prevede un’estensione di 100 mq dedicati all’outfit woman, è un progetto contraddistinto da una leggerezza capace di animare i volumi, in cui altalene sospese incorniciano uno spazio onirico in cui protagonista risulta essere la materia. Dolce Vita diviene un ambiente spazioso finalizzato a rappresentare visivamente il nuovo concept dedicato all’universo femminile: un relook in cui tagli di luce decisi, componenti d’arredo e palette di colori interpretano il mood della boutique. Ecco allora la cassettiera e le mensole in noce,

le appenderie di ottone che vestono le pareti rosa cipria, gli arredi imbottiti, il pavimento in resina – impreziosito dalle cadute delle tende in velluto – e la dinamica libreria che fa da palcoscenico per le proposte woman: un progetto di grande impatto, pensato per esaltare il romanticismo delle collezioni Dolce Vita e trasmettere un’eleganza glamour che rimanda

a un’accogliente aria di casa. Un restyling che assume le forme di uno spazio fluido e di un elegante salotto di città, reso possibile dalla sinergia tra progettisti, artigiani e montatori d’interni, coesa squadra di professionisti capace di concretizzare un processo creativo totally handmade, ove l’approccio trasversale è finalizzato ad animare gli ambienti.

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INFORMARE

La fanzine dei

MATTONCINI ANDREA PERNICI È IDEATORE E ANIMA DI BRICK.IT MAGAZINE, CHE SI PROPONE COME RIFERIMENTO ONLINE PER TUTTI GLI APPASSIONATI DEI LEGO.

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Creatività, immaginazione e tanta voglia di sognare. Sono questi gli ingredienti dell’ultimo ambizioso progetto di Andrea Pernici, quarantadue anni, bolzanino ma riminese d’adozione, con un percorso professionale dedicato all’organizzazione di eventi, musei e numerose passioni. Innanzitutto l’amore per Rimini, città d’origine e focus centrale de La Rimini che non c’è più, pagi-

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di Simona Rossi / ph Riccardo Gallini

na facebook di rivisitazione iconografica sorta nel 2012. E poi certamente la passione per la creatività, in particolare per l’universo dei Lego, i celebri mattoncini creati nel 1958 dalla fantasia del danese Ole Kirk Kristiansen. “È molto più di una semplice linea di costruzioni – afferma Pernici –. I Lego, compagni della mia infanzia e tuttora capaci di farmi

sognare, sono un universo capace di stare al passo con il susseguirsi delle diverse epoche e con l’evolversi dei desideri del pubblico (fu una delle prime aziende a creare una linea dedicata specificamente al target femminile!), per dare vita ad un gioco versatile, in cui ogni mattoncino si incastra perfettamente con qualsiasi altro pezzo. Ogni parte rende così possibile un collegamento idealmente in-


finito con qualsiasi set prodotto nel tempo, si dimostra capace di accompagnare le varie fasi di crescita del bambino e di incrementare un successo che ha permesso alla celebre ditta di mantenere il suo posizionamento tra i primi tre brand di giocattoli al mondo”. Dopo aver organizzato nel 2016, in collaborazione con il negozio Mattoncini e presso il cantiere del Teatro Galli, la mostra Mattoncini Expo – evento che in due settimane ha richiamato oltre 16.000 visitatori – Pernici è andato oltre. Nel dicembre 2017 è nato così Brick.it Magazine (www.brickitmagazine.it), “un progetto – afferma il suo ideatore – scaricabile online e consultabile sui diversi dispositivi mobili, un’idea innovativa, capace di rispondere alle richieste che da tempo palesavano gli appassionati, ma che finora nel nostro Paese non aveva trovato concreta realizzazione”. Quella realizzata da Pernici è una fanzine online, tesa ad approfondire tutti gli aspetti legati all’universo Lego, che risponde “al bisogno di creare proficue sinergie tra la crew di creativi, appassionati e artisti affermati nel campo dell’espressione contemporanea, con un progetto che utilizza il canale web per includere informazioni relative al mondo dei mattoncini, recensioni, interviste e servizi su installazioni e mostre, corredate da tante immagini e da un’impaginazione coesa ed accattivante”. Brick.it Magazine, nato come semplice e divertita occasione per dare concretezza ad una passione, è diventato così per il suo ideatore – e per lo staff di creativi, grafici

ed esperti di comunicazione che ne supportano lo sviluppo, tra i quali il coordinatore e redattore romano Francesco Festuccia – “una realtà che si sta affermando, con numeri capaci di stupire giorno dopo giorno. Un progetto innovativo per cui è stata altresì definita anche una pianificazione che prevede una prossima internazionalizzazione”. Nello stesso tempo, la fanzine sul mondo dei mattoncini danesi diviene ulteriore conferma della capacità intrinseca nell’arte contemporanea, un panorama, aggiunge Pernici, “atto ad utilizzare materiali appartenenti agli ambiti più differenziati, in grado però di esibire una perfetta organicità con l’universo artistico-espressivo: ed è proprio in questo contesto che i Lego, reinterpretati dalla creatività del singolo, riescono a mostrare la propria versatilità espressiva, cui il progetto di Brick. it Magazine ha dato la possibilità di manifestarsi, coinvolgendo un numero sempre crescente di curiosi, creativi e personalità legate al mondo della espressione artistica contemporanea”. Il mondo dei Lego, grazie all’idea di Andrea Pernici, dimostra ancora una volta la vitalità del segreto alla base della sua nascita: molto più di un gioco, il mattoncino danese diventa un vero e proprio universo che – quasi come un’ideale polis platonica – è in grado di dar voce alla creatività di bambini e adulti, appassionati ed artisti che scelgono di sperimentare e rendere concrete le proprie idee e immergersi nel mondo della fantasia.

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DEDICARE

Per me, un

TUTTAVITA L’IMPRENDITORE DI SUCCESSO LUIGI “GIGI” MORCIANO DEL LOCALE RICCIONESE PEPPER PORTA LA SOLIDARIETÀ NELLA MOVIDA CON IL COCKTAIL TUTTAVITA, DEDICATO AI RAGAZZI DEL CENTRO21.

L

di Giulia Airaudo / ph Riccardo Gallini

Luigi Morciano, classe 1975, per tutti Gigi del Pepper, dopo una lunga esperienza come dipendente decide quasi per caso di aprire una sua attività, grazie a un sogno premonitore, non suo peraltro. “Aprirai un bar tutto tuo e lo chiamerai Pepper”, gli disse la sua fidanzata dell’epoca, nel 2003. E così fece. Oggi il Pepper di Riccione ha vinto la sua scommessa:

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è un luogo d’incontro molto vivo e frequentato non solo dalla clientela locale. La cortesia di Gigi ti accoglie immediatamente appena varchi la soglia del suo locale nel centro storico di Riccione. Nelle calde estati riccionesi, quando la movida si sposta al mare, il Pepper è sempre pieno di vita grazie anche alle molte iniziative che Gigi organizza con grande passione e fantasia. Gigi, ti saresti aspettato tutto questo? “Metto molto impegno e sentimento in quello che faccio e oggi sono molto contento della mia attività. Quando incontro clienti abituali che vengono addirittura dalle Marche o da Bologna sono orgoglioso di quello che faccio.” Merito sicuramente anche delle idee che sforni con generosità. “Mi piace che il Pepper sia un punto d’incontro dove la gente possa socializzare. Organizzo concerti e serate a tema sulla solidarietà anche legate al gioco del burraco, gioco che amo e che spero serva a unire le persone che condividono una passione.” Non sei nuovo alle iniziative per il sociale… “La scorsa estate ho assunto un

ragazzo autistico, con un modo tutto suo di lavorare: è stata un’esperienza di grande ricchezza personale per me e per i miei clienti, un modo per cambiare la mentalità della gente sulla diversità. Da tempo, poi, conosco i ragazzi del Centro21 e quest’anno ho pensato di dedicare loro un cocktail molto particolare: il Tuttavita, che prende il nome dal loro modo di affrontare gli avvenimenti belli e brutti di tutti i giorni. Ho chiesto al celebre bartender Fabio Bacchi di realizzare la ricetta inedita del cocktail, che viene servito nell’originale tazza disegnata dal grande designer Aldo Drudi. Per ogni cocktail servito viene devoluta una parte dell’incasso al Centro21 e alle attività dei ragazzi. Il mio sogno è quello di esportare l’idea e farla adottare da altri locali come il mio.” La tua visione del futuro prossimo? “Vorrei che il centro storico di Riccione diventasse meta abituale di divertimento e incontro anche nei giorni festivi, con apertura domenicale di tutti gli esercizi e magari orari continuati in settimana. Grazie anche all’Amministrazione Comunale, che ci sta aiutando molto in questa direzione.”


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BIZCOVERY VERSO IL SUCCESSO E OLTRE

DALL’AVVIO DELL’IMPRESA AL PASSAGGIO GENERAZIONALE, BIZCOVERY RISPONDE CON EFFICACIA ALLE ESIGENZE ORGANIZZATIVE E FINANZIARIE DELLE IMPRESE DEL SETTORE TURISTICO E COMMERCIALE.

Professionalità, esperienza, capacità di analisi e know-how consolidato: sono queste le caratteristiche dei professionisti di Bizcovery, nuovo progetto di consulenza finalizzato alla valutazione ed allo sviluppo di un business. Il team – collegato allo Studio Commerciale Baldassarri con sedi a Cattolica, Gabicce Mare e Morciano di Romagna – è altamente specializzato e formato da esperti con alle spalle una profonda esperienza d’impresa, capace di interpretare le esigenze di un mercato fluido, sempre più esigente, in continuo divenire. Bizcovery offre supporto al mondo degli imprenditori ed a diverse realtà accomunate dall’esigenza di intraprendere, mantenere o ritrovare la rotta del successo. Il progetto è caratterizzato da un metodo di lavoro funzio-

nale all’obiettivo perseguito: distante dal voler fornire soluzioni preconfezionate, Bizcovery ha messo a punto un approccio collaudato, frutto di un insieme di competenze integrate, per garantire – in un orizzonte di consegna di soli tre mesi – un’analisi atta a fornire linee d’azione precise. Il team offre consulenza di avvio d’impresa e start-up, supportando ogni aspetto legato al lancio di nuove attività: analisi del mercato, studio di fattibilità, redazione del Business Plan, sostegno al finanziamento di impresa diventano così i tasselli per supportare i diversi progetti imprenditoriali. La consulenza di Bizcovery è poi rivolta anche alle piccole e medie imprese: analisi della competitività aziendale, supporto all’organizzazione, sostegno alla conduzione dei rapporti con le banche, pia-

nificazione del risanamento d’impresa, sono solo alcuni dei servizi che il team offre al mondo imprenditoriale, che viene seguito anche nella delicata fase del passaggio generazionale. Bizcovery si occupa altresì di accompagnare il cliente nella ricerca dell’agevolazione o del finanziamento, atti a supportare le diverse scelte di investimento e necessità altamente trasversali perché riguardano tutti i settori, dalle imprese già esistenti alle realtà emergenti, dal mondo del commercio passando per il turismo: risulta quindi fondamentale la possibilità di affidarsi a professionisti in grado di consigliare la scelta aziendale migliore per ottenere l’obiettivo fissato. Bizcovery è inoltre una realtà pensata per il settore turistico e commerciale: grazie a consolidate esperienze di consulenza nel settore, il team offre un concreto sostegno ad hotel e attività commerciali, che necessitino di un’analisi dettagliata di skills e criticità, per gestire i servizi erogati, gli aspetti finanziari e le strategie funzionali nell’ambito di ogni attività turistica e aziendale. In un mercato sempre più caratterizzato dalla necessità di adattarsi al cambiamento, Bizcovery diviene così la soluzione per prevedere gli scenari, interpretare le esigenze delle aziende e accompagnarle con professionalità attraverso l’acquisizione di una rotta sempre più consapevole e abile nell’affrontare il proprio business.

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DONARE

Un ottico

PER L'AFRICA GIANLUCA SASSO, TITOLARE DI SASSOTTICA, COLLABORA ATTIVAMENTE CON L’ASSOCIAZIONE NON PROFIT GRUPPO AFRICA IN AIUTO DELLE POPOLAZIONI BISOGNOSE.

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Un progetto partito ufficialmente nel 2013, finalizzato a sostenere i bambini etiopi attraverso diverse attività e teso a “testimoniare l’importanza dell’intervento attivo del singolo individuo, nella consapevolezza che un mondo parallelo di estrema criticità esiste nel concreto e non solo sullo

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di Gaia Matteini

schermo evanescente del televisore o tra le pagine dei quotidiani.” È questa la missione che, anno dopo anno, si è posto – insieme ai suoi più stretti collaboratori – il dottor Gianluca Sasso, titolare di SassOttica, realtà commerciale nel cuore di Rimini che collabora con l’Associazione

Gruppo Africa, organizzazione bellariese guidata dal missionario Padre Bernardo Coccia. L’ottico riminese, nato 53 anni fa in Eritrea da famiglia italiana e con l’esigenza di “rendere qualcosa al mondo”, decide ad un certo punto di seguire un “amico tecnico ortopedico coinvolto da tempo


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nel volontariato” e – dopo aver intrapreso in modo del tutto indipendente il primo viaggio in Kenya nel 2010 – inizia a cooperare attivamente con l’organizzazione non profit bellariese, le cui attività trovano sostegno anche grazie alle donazioni che giungono dalla affezionata clientela di SassOttica e da parte di quanti desiderano partecipare alle tante iniziative realizzate ogni anno. Il dottor Sasso si occupa di raccogliere occhiali da vista usati, renderli nuovamente funzionali e portarli nel villaggio di Maganasse, presso un piccolo centro sanitario in cui si eseguono screening per la vista dedicati per lo più ai bimbi, quegli stessi piccoli pazienti cui ogni anno sono destinate le circa 300 paia di lenti correttive. Questo però non è l’unico progetto che ogni anno il medico riminese segue: il team di SassOttica infatti si occupa altresì di recapitare – presso lo School of the blind, istituto per bambini ciechi di Shashamane – attrezzature per la scrittura braille ed altro materiale utile alla gestione del centro medico, oltre a destinare quote alla copertura vaccinale e all’abbigliamento dei bimbi etiopi.

Insieme all’Associazione Gruppo Africa, l’ottico riminese provvede anche ad acquistare scarpe, finanziare la costruzione di pozzi manuali per l’acqua potabile e raccogliere tappi ed altro materiale plastico che – rivenduto ad un’azienda del riminese – si converte in denaro, utile a sostenere la popolazione etiope, a partire dalle attività scolastiche (basti pensare che con soli 15 euro è possibile garantire ad un bimbo un mese di scuola). Risale al gennaio 2018 l’ultimo viaggio in Etiopia del dottor Sasso, dove per circa due settimane – eseguendo oltre 70 visite insieme ad un collega di Faenza – ha potuto ancora una volta immergersi, insieme ai numerosi partecipanti (sono decine i volontari che ogni anno si avvicinano attivamente a quest’attività), in un’esperienza di vita intensa, capace di “cambiarti nel profondo”. Un’esperienza che concretizza quanto chiarito da Madre Teresa di Calcutta nella celebre dichiarazione:“Sappiamo bene che ciò che facciamo non è che una goccia nell’oceano. Ma se questa goccia non ci fosse, all’oceano mancherebbe”.

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COLTIVARE

Le mani nella

TERRA

DALLA PASSIONE PER LA TERRA, TRE DONNE HANNO TRATTO LA FORZA PER AVVIARE DUE ATTIVITÀ IN UN SETTORE CHE PROMETTE MOLTE SODDISFAZIONI. RACCONTIAMO LA STORIA DI FUNGAR E CANAPA HOUSE.

A IN BASSO, LOREDANA ALBERTI E MADDALENA ZORTEA CON IL TEAM DI FUNGAR. NELLA PAGINA A FIANCO, NEVIA DEL BIANCO E IL TEAM DI CANAPA HOUSE.

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di Cinzia Bauzone / ph Riccardo Gallini

“Amore, passione e soprattutto fiducia, perché la terra dà sempre l’amore che riceve”. Su questi elementi inizia il racconto di Loredana Alberti contitolare, insieme a Maddalena Zortea, dell’azienda Fungar di Coriano di Rimini che da quasi quarant’anni si occupa di colture protette di alcune varietà di funghi. Loredana assieme al marito agronomo, lavoravano nella loro azienda agricola in Trentino. Arrivati nelle terre di Romagna negli anni Ottanta, hanno trascorso tanto tempo nella fungaia. “Mio marito diceva sempre che fare

funghi è come avere le vacche in stalla. Questo lavoro richiede una presenza costante, dedizione e impegno. Ma siamo agricoltori e il lavoro non ci spaventa”. Quello dei funghi è definito il quarto regno naturale. Per molto tempo ritenuti piante, anziché organismi viventi, possiamo ammirarli in tutta la loro bellezza come espressione delle potenzialità della natura. “Le proprietà dei funghi sono molteplici – spiega Loredana –. Sono praticamente privi di grassi, contengono pochi zuccheri ma hanno un contenuto di proteine superiore al latte, rappresentano una buona fonte di aminoacidi essenziali come potassio, fosforo e in quantità minore calcio, ferro e rame. Non contengono né glutine né lattosio. Altra caratteristica interessante, la presenza delle vitamine C e D e quelle del gruppo B e in particolare B12”. Grandi protagonisti anche in tavola: “Sulla nostra non mancano mai, arricchiscono le nostre ricette che li vedono interpreti principali”. Essere cresciuti secondo i valori della terra è sicuramente un vantaggio, ma non ha impedito a Loredana e ai suoi due soci di investire nella modernità

senza stravolgere quel principio fondamentale di salvaguardia e conservazione delle risorse naturali della terra. “Le nostre serre – spiega Loredana – sono circondate da zone di bosco. È presente un laghetto per la riserva d’acqua, che funge anche da ristoro per gli uccelli selvatici e domestici. La campagna che circonda le serre è coltivata a cereali, viti e olivi”. La Fungar oggi è un’azienda che produce tre milioni di chili all’anno di funghi, la raccolta viene fatta esclusivamente a mano e la maggior parte dei collaboratori dell’azienda sono donne provenienti da 11 Paesi del mondo. Le due imprenditrici oltre a far volare alto il loro brand si muovono nel solco delle diversità culturali. Nel 2017 hanno ricevuto a Roma il primo premio del Welfare Index PMI primo indice di valutazione del livello del welfare aziendale nelle piccole e medie imprese. Le iniziative di welfare dedicate agli stranieri si estendono alla presenza di una mediatrice culturale con corsi di lingua italiana e di educazione civica. Il segreto di tutto questo? “La Fungar è la nostra grande famiglia,” afferma Loredana. Ma dietro al successo c’è anche un sodalizio tra


TI PIACE MANGIARE BENE?

donne che hanno saputo fare veramente squadra con le loro dipendenti. “Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori”. Probabilmente la canzone di De André ha ispirato Nevia Del Bianco nel recuperare quel filo diretto e indissolubile che lega un po’ tutti alla terra. La sua storia ha inizio circa sette anni fa, quando da titolare di un negozio di sartoria colpito dalla crisi economica, decide di coltivare un orto in un terreno incolto dietro casa sua. Superate le prime difficoltà e apprese le tecniche e i metodi di coltivazione, scopre “un mondo straordinario”. Da semplice passatempo Nevia, lo trasforma in un vero e proprio lavoro, le sue coltivazioni naturali e biologiche le daranno grandi soddisfazioni. “Ci vuole impegno, amore, cura e dedizione per far crescere le piante – afferma –. Il contatto con la natura aiuta il nostro corpo e la mente, infonde coraggio e stimola l’ottimismo. Il nostro impegno e la nostra fatica sono ripagate con la bellezza che ci dona la natura”. Dall’esperienza dell’orto Nevia è passata poi alla coltivazione della canapa Sativa. “Ho scoperto in seguito ad una patologia

le sue virtù terapeutiche, così ho deciso di coltivarla perché è una pianta dalle mille proprietà”. Non un passatempo quindi ma un vero e proprio lavoro che ha coinvolto anche la sua famiglia. “I semi della canapa si possono utilizzare per ricavare farina, olio alimentare di qualità, biscotti, birra, caffè. Ma anche cosmetici, saponi, creme, tessuti, carta, combustibili e tanto altro. È una pianta che cresce velocemente e non necessita l’uso di diserbanti”. Dopo le prime coltivazioni, Nevia, il marito Franco Ciotti e i figli Alessandro e Mirka decidono di aprire un’attività a Riccione, il Canapa House. È una realtà nuova, il primo Shop&Kitchen che offre una linea completa di prodotti legati al mondo della canapa e ruota attorno al benessere e alla salute. “Oggi produciamo il nostro olio, la nostra farina, sperimentando ogni giorno nuove ricette. Il nostro bar è anche pasticceria e panificio in collaborazione con laboratori della zona”. Inutile aggiungere che il Canapa House punta su qualità e rispetto delle regole. All’interno dell’attività vengono organizzati eventi e seminari mirati alla conoscenza dei molteplici utilizzi di questa pianta.

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ABITARE

Un sogno

PER DUE LA RISTRUTTURAZIONE DI UN EDIFICIO STORICO SULLE COLLINE RIMINESI, CON UNA REINTEPRETAZIONE SECONDO LINEE ESSENZIALI, HA DATO VITA A UNA VILLA DA SOGNO. di Lucia Lombardi / ph Riccardo Gallini


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Su una delle prime alture di Rimini, quasi a protezione della città stessa, come a stringerla in un abbraccio secolare, si trova un contesto paesaggistico di pregio, luogo storico e poetico, in cui gli antichi romani edificarono le loro terme e dalle cui rocce sgorga una fonte d’acqua. Proprio qui l’architetto Davide Brugé ha realizzato il nido d’amore per una giovane coppia, dinamica ed intraprendente, le cui esigenze erano di avere uno spazio contemporaneo, per dare la giusta collocazione alle loro passioni. “Il progetto di ristrutturazione interviene in un edificio storico dove la disposizione delle stanze

“L’IDEA È STATA DI SVUOTARLA IN MODO CHE PREDOMINASSERO SOLO I MATERIALI DI FINITURA E ARREDO, PER ACCENTUARE L’IDEA DI CONTEMPORANEITÀ E MODERNITÀ. LE LINEE PROGETTUALI SONO DEFINITE, RIGOROSE, NON C’È SPAZIO PER ELEMENTI DECORATIVI.”

era quella preesistente al mio intervento – spiega l’architetto –. Il progetto quindi si basa innanzitutto sul rispetto di ciò che c’era reinterpretandone totalmente il layout. L’idea è stata di svuotarla in modo tale che predominassero solo i materiali di finitura e arredo, per accentuare ulteriormente l’idea di contemporaneità e modernità. Le linee progettuali sono definite, rigorose, volutamente non c’è spazio per elementi decorativi in quanto inappropriati rispetto allo stile progettuale”. La villa si sviluppa su due livelli di 120 mq ciascuno. Al piano terra, entrando ci si affaccia in un ingresso con camino e poltroncine dedicato all’accoglienza degli ospiti, una sorta di vestibolo contemporaneo. Poco oltre lo 52

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studio, la stanza della musica, quella degli ospiti, bagno e locali di servizio. Una scala interna, posta nell’ingresso, conduce al piano alto immergendoci direttamente nell’ampio salone con adiacente la cucina/ office, e alla zona notte con la camera padronale, la stanza degli armadi e due bagni. Il living è sicuramente l’ambiente più caratterizzante, intensamente illuminato dalla luce naturale proveniente dagli affacci sul paesaggio circostante, “dominato da una cucinaisola di grandi dimensioni realizzata interamente in legno laccato a poro aperto con piano in pietra graphite realizzata in pezzo uni-

IN APERTURA, L’OPEN SPACE FRA CUCINA E LIVING AREA. IN BASSO, L’INGRESSO CON POLTRONE E CAMINO E IL BAGNO PADRONALE.


Via Ugo Braschi 10 - 47822 Santarcangelo (RN) Tel. 0541 623336 - fax 0541 689468 info@arkeambienti.it - www. arkeambienti.it


avviene nell’ingresso grazie allo scultoreo lampadario a bolle. Di notevole riguardo l’installazione luminosa sopra il tavolo da pranzo composta da elementi della stessa tipologia diversi per dimensioni e colore, oppure sul piano snack, così come puntualmente sopra i comodini della camera da letto o nei bagni. Originale anche l’ellisse in finitura oro spazzolato, montata a parete davanti alle scale, che dona luce diffusa indiretta alleggerendo la salita del vano scale. Un inedito corrimano profilato di ottone con strip led integrato, realizzato su disegno, segna delicatamente il passo grazie a un’illuminazione indiretta. Gli elementi illuminotecnici provengono da Che Luce di Rimini. Nella zona più intima della casa troviamo un luogo avvolgente, il bagno della padrona di casa – a cura di Arké di Santarcangelo, come anche tutti i pavimenti –, vissuto come un pensatoio zen, la cui vasca ricorda una canoa con la prua rivolta verso la

IN ALTO, LE SCALE CHE PORTANO AL SECONDO PIANO, DECORATO DALL’ELEMENTO ILLUMINOTECNICO DI CHE LUCE.

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co, 300x90 cm, con sovrastante piano snack”. Al centro della sala un tavolo ovoidale di design realizzato in profilati di ferro canna di fucile e piano in vetro color tortora funge al contempo da fulcro e da metaforico spartiacque dell’open space. “L’angolo soggiorno è composto da avvolgenti e conviviali divani rivestiti in pelle nabuk, la parete frontale attrezzata è interamente rivestita dello stesso materiale del piano cucina per dare continuità materica all’ambiente sulla quale sono fissati elementi contenitivi e mensole retroilluminate di ferro e vetro”. A coronamento del tutto, sono state lasciate a vista le sovrastanti travi principali in legno massello della copertura, reinterpretate in colore bianco. La luce si fa elemento decorativo utilizzato per enfatizzare alcuni punti, come

UN INEDITO CORRIMANO PROFILATO DI OTTONE CON STRIP LED INTEGRATO, REALIZZATO SU DISEGNO, SEGNA DELICATAMENTE IL PASSO GRAZIE A UN’ILLUMINAZIONE INDIRETTA. LA LUCE SI FA ELEMENTO DECORATIVO PER ENFATIZZARE ALCUNI PUNTI.

natura esterna, il dialogo internoesterno è armonizzato dall’utilizzo di una carta da parati vinilica molto materica con disegni floreali leggermente accennati, a corredo tendaggi estremamente morbidi e naturali. L’architetto Brugé ha disegnato mobili e armadi su misura realizzati da un ebanista locale. Inol-



tre frutto del suo estro è stata la proposta dell’arredo, realizzata su suo progetto presso Il Prisma di Rimini. I materiali utilizzati a pavimento sono il legno a piano terra e la resina di cemento al piano alto. “La scelta di utilizzare il legno al piano terra è stata dettata dalla volontà di dare maggiore continuità materica tra in e out, poiché si accede all’abitazione attraverso un ampio portico con

IL LIVING È DOMINATO DA UNA CUCINA-ISOLA DI GRANDI DIMENSIONI REALIZZATA INTERAMENTE IN LEGNO LACCATO A PORO APERTO CON PIANO IN PIETRA GRAPHITE REALIZZATA IN PEZZO UNICO SOVRASTATO DA UN PIANO SNACK.

travi a vista in legno. Mentre la resina di cemento posta al primo piano enfatizza ulteriormente lo stile dell’interior”. La parte impiantistica è prevalentemente invisibile: “Il riscaldamento è a pannelli radianti a pavimento, il raffrescamento è canalizzato nel controsoffitto quindi, in ogni stanza, sono visibili solo le griglie – spiega Brugé –. Particolare importanza è stata conferita all’impianto elettrico, realizzato in domotica per cui è possibile controllare anche da smartphone diverse configurazioni illuminotecniche. A coadiuvarmi c’è stata Rosa, una collaboratrice architetto, e diverse figure tecniche di supporto alla parte impiantistica. Il progetto e la realizzazione hanno richiesto circa 10 mesi di lavoro.” 56

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IN ALTO, L’AREA LIVING E CUCINA. A LATO, LA STANZA GUARDAROBA.


TIMELESS DESIGN FOR CONTEPORARY LIVING.

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ANNOTARE

Fondazione Simoncelli UN CASA PER LA SOLIDARIETA CORIANO Nasce sulle colline di Rimini, a opera della Fondazione Simoncelli, un centro polifunzionale per disabili, Casa Marco Simoncelli, intitolato al pilota corianese Sic. Nel costruire si è posta particolare attenzione alla qualità dei materiali, ai metodi costruttivi e all’impatto ambientale. L’edificio, realizzato interamente in legno, è una prefabbricazione favorita da una progettazione integrata con tecniche innovative (BIM). È progettato dall’ing. Stefano La Motta e dallo staff della società di ingegneria Polistudio AES. Una vera e propria progettazione integrata che ha creato un centro unico, che possa avere tante vite separate, come diverse saranno le attività e le persone accolte, come lo spirito di accoglienza che genera il centro stesso. www.polistudio.net

Il design diventa DOLCE

Abitare in ARMONIA

GELATERIA 3BIS Nasce un nuovo concept di gelateria, proposto dalla designer Cristina Zanni per 3Bis, quale filiazione estetica della seconda gelateria londinese di Portobello. La designer santarcangiolese, chiamata dal fondatore del gruppo 3Bis, Paolo Raffaelli, ha creato un’estetica identificativa e replicabile del proprio marchio, partendo proprio dal restyling e all’ampliamento della gelateriamadre, quella di marina centro a Rimini. La grafica nera in contrasto al bianco del legno di betulla con le piastrelle di Caltagirone in bicromia creano un effetto metropolitano e, al contempo, esaltano un’artigianalità italiana 4.0. La gelateria si fa esperienza in prima persona grazie al cubo 4x4, uno spazio giocoso dove scattarsi foto con le gigantografie dello stecco da passeggio, il mangia me, nuovo attore della scena golosa 2019.

ARCH. VANDA VENTURI Sentirsi in vacanza 365 giorni l’anno a casa propria è cosa rara, ma per una coppia sammarinese ora è possibile, grazie al progetto dell’architetto Vanda Venturi, realizzato all’interno di un’area urbana. Concepita come una villa cittadina, è distribuita su un unico livello di 300 mq, più una dépendance, tre bagni e due camere da letto, dove predominano esotico e mediterraneo, fusi tra loro in un ibrido eclettico. L’esterno è come un giardino d’inverno, con una grande piscina riscaldata al centro. La grande vetrata del mega living e la porzione dello stabile in pietra viva ricordano i progetti di Frank Lloyd Wright, pensati per abitare in armonia la casa e il giardino. Una dimora d’evasione, dove ci si può sentire con la fantasia a Pantelleria o in Arizona e dimenticare, per un attimo, San Marino.

Oltremateria L’ECOMALTA ITALIANA A BAHREIN BAHREIN Sulla costa dell’isola artificiale di Reef, nel Bahrein, sorge la guesthouse scultorea di Reef. La villa, pensata e realizzata dal designer Jalal Alnajjar, è un progetto avveniristico realizzato con tecnologie e materiali di primissimo valore, tra cui le superfici Oltremateria che depurano l’aria, come Ecopur, “in grado di sviluppare, naturalmente, una serie di attivatori – racconta Loris Casalboni, CEO del brand – capaci a contatto con aria, luce o buio, di igienizzare gli ambienti e combattere gli odori indesiderati”. La villa possiede una vasta entrata angolare, “quattro piani inclinati di intonaco originario verso una torre imponente di 3 metri. L’idea era di ottenere un volume monolitico tutto dello stesso materiale, l’Ecomalta Oltremateria effetto madreperla. 58

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IL PIACERE DI GIOCARE CON STILE


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