Cesena IN Magazine 02 2019

Page 1

Tariffa R.O.C.: Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB - FILIALE DI FORLÌ - Contiene i. p. - Reg. al Tribunale di Forlì il 19/09/2002 n. 29 - EURO 3,00

CESENA N° 2 APRILE/MAGGIO 2019

Marco

RAMILLI

GUERRIERO DIGITALE

PATRIZIA VALMORI / Di testa e di cuore APICOLTORI URBANI / Il miele in città STREET ART / L’arte scende in strada



EDITORIALE

SOMMARIO

A

Apr ia mo questo numero con stile insieme a Patrizia Valmori, che con il marchio Le Chapeau è la stilista dei cappelli preferita dalle griffe. Parliamo di cybersecurity con Marco Ramilli, fondatore e AD della società Yoroi. La start-up Beeing ci propone un’arnia innovativa, mentre Simone Enei, fotografo e scalatore, ci racconta le sue passioni. A Forlì, i marchesi Paulucci de Calboli ci aprono la loro dimora, mentre il progetto Zard-in svela i giardini nascosti. Scopriamo la street art che ravviva le strade del centro storico e i tre appuntamenti forlivesi del Ravenna Festival. Percorriamo il tratto romagnolo della Via Romea Germanica e approfondiamo la storia degli emigranti meldolesi in America. Il progetto Accademia delle Idee, promosso dal Credito Cooperativo Romagnolo, vince due prestigiosi premi, mentre il progetto Cimena regala il cinema a cliniche e ospedali. Buona lettura! Andrea Masotti

Brevi IN

8

ESSERE

Patrizia Valmori

14

ESSERE

ASCOLTARE

Ravenna Festival

20

46

INNOVARE

Apicoltori Urbani

INTRAPRENDERE

Credito Cooperativo Romagnolo

26

RIQUALIFICARE

Street Art

14

48

CAMMINARE

Sui sentieri della fede

54

ABITARE

Nobile eleganza

DIRETTORE RESPONSABILE: Andrea Masotti REDAZIONE CENTRALE: Clarissa Costa, Gianluca Gatta, Beatrice Loddo COORDINAMENTO DI REDAZIONE: Roberta Invidia ARTWORK: Lisa Tagliaferri IMPAGINAZIONE: Francesca Fantini UFFICIO COMMERCIALE: Michela Asoli Gianluca Braga, Elvis Venturini STAMPA: La Pieve Poligrafica Villa Verucchio (RN) ANNO XXI- N. 1 Chiuso per la stampa il 18/2/2019

Seguici su FB: www.facebook.com/ edizioni.inmagazine

44

Marco Ramilli

EDIZIONI IN MAGAZINE S.R.L. Via Napoleone Bonaparte, 50 - 47122 Forlì Tel. 0543.798463 / Fax 0543.774044 www.inmagazine.it info@inmagazine.it

Collaboratori: Barbara Baronio, Andrea Bonavita, Giulia Farneti, Roberta Invidia, Beatrice Loddo, Giulia Masci Ametta, Francesca Miccoli, Umberto Pasqui, Giorgio Pereci. Fotografi: Andrea Bonavita, G. Cangini, Tommaso Guermandi, Giovanni Pasini, Giorgio Sabatini, Nicoletta Valdisteno, Ruggero Valmori, Gianmaria Zanotti.

8

4

ANNOTARE

62

PROIETTARE

Il cinema itinerante

30

20

64

LEGGERE

A misura di cane

ESPLORARE

Simone Enei

37

RITROVARE

Little Meldola Edizioni IN Magazine si impegna alla salvaguardia del patrimonio forestale aderendo al circuito di certificazione di FSC-Italia.

Tutti i diritti sono riservati. Foto e articoli possono essere riprodotti solo con l’autorizzazione dell’editore e citando la fonte.

In ottemperanza a quanto stabilito dal Regolamento UE 2016/679 (GDPR) sulla privacy, se non vuoi più ricevere questa rivista in formato elettronico e/o cartaceo puoi chiedere la cancellazione del tuo nominativo dal nostro database scrivendo a privacy@inmagazine.it

40

RI-SCOPRIRE

Il verde dietro l’angolo

48 IN MAGAZINE

3


ANNOTARE

Avvocati DI STRADA

50 anni SULLA LUNA

FORLÌ-CESENA Salgono a 54 le sedi italiane dell’Associazione Nazionale Avvocato di strada Onlus, formata da oltre 1.000 legali volontari: due nuove sedi locali di Avvocato di strada, dedicate alla tutela legale delle persone senza dimora. Pochi sanno, ad esempio, che al possesso della residenza sono collegati i diritti alle cure, al lavoro e al welfare. L’iniziativa vede la collaborazione della Caritas Diocesana Forlì e della Caritas Diocesana Cesena. Presso i due nuovi sportelli, i legali volontari offriranno tutela legale gratuita ai senza tetto: tutte le persone senza dimora con problemi legali che vivono nel territorio di Forlì e Cesena potranno presentarsi agli sportelli senza bisogno di appuntamento. Per Forlì, il servizio offerto dall’associazione si trova presso la Caritas di via dei mille 28; mentre a Cesena a ospitare il servizio è la Caritas di via don Minzoni 25.

SOGLIANO AL RUBICONE

Deposito Zero Studios INAUGURA LO SPAZIO HUB FORLÌ Deposito Zero Studios inaugura, in Via Asiago 14, un nuovo

ambiente di 500 mq dedicato a studi, agenzie creative e a spazi di co-working, dando vita a un vero e proprio HUB che si affianca alla precedente struttura. “Io e altri tre soci – racconta Nicola Rosetti, titolare dal 2014 – abbiamo creato sulle ceneri di un vecchio poltronificio il primo edificio contenente gli Studios, ospitante all’interno due studi di registrazione audio, due sale prova e un teatro di posa. Si tratta di uno spazio ampio e multifunzionale, che racchiude al suo interno tante professionalità giovani e intraprendenti, un’esperienza forse unica sul territorio regionale e non solo”. Quella di Deposito Zero è una struttura energicamente autonoma ed ecosotenibile che ospita sia artisti emergenti sia artisti del calibro di Bowalnd, Ivano Marescotti e Laura Pausini. Una realtà che sta acquistando popolarità anche fuori dal territorio romagnolo grazie al format video Livezero che ha superato 1 milione di visualizzazioni su Youtube. (C.C.)

Dal 22 al 26 Maggio, fa tappa a Sogliano al Rubicone al Palazzo della Cultura (piazza Garibaldi 19) la mostra itinerante in tutta Italia Neil Armstrong the first. Durante le 5 giornate dell’evento verranno esposti reperti, documenti, foto inedite e oggettistica provenienti da uomini che lavoravano a quel tempo presso la Nasa al Programma Apollo, da importanti collezioni private e dalla stessa famiglia di Neil Armstrong, primo uomo a mettere piede sul suolo lunare il 20 luglio 1969 alle ore 20.17. Una raccolta suggestiva di testimonianze, per celebrare i 50 anni dallo sbarco sulla luna. L’ideatore e curatore scientifico, Luigi Pizzimenti, terrà una conferenza venerdì 24 maggio, alle ore 21 al Teatro Turroni. La mostra è a ingresso libero e aperta al pubblico con i seguenti orari: 9-13 e 15-18.30.

DA OLTRE 50 ANNI GIOIELLI E OROLOGI DI PRESTIGIO Dalla vendita dei marchi più rinomati alle piccole riparazioni e restauri rinnoviamo ogni giorno tutta l’arte e la tradizione dei maestri orafi e orologiai.

Via Tevere, 77 Forlì | T. 0543 700232 | gioielleriapretolani@alice.it | www. gioielleriapretolani.it |

Gioielleria Pretolani Alessandro


NUOVA RANGE ROVER EVOQUE

PROVA A RESISTERLE.

Nuova Range Rover Evoque è un’irresistibile icona di stile. Essenza di individualità, per vivere ogni giorno la tua città senza limiti. Con tutte le motorizzazioni ibride MHEV di serie e tecnologie rivoluzionarie come il ClearSight Ground View, che grazie alla realtà aumentata rende il cofano trasparente*, per avere pieno controllo della strada sotto di te, anche mentre parcheggi. Nuova Evoque rende tutto possibile. Ma tu, riuscirai a resisterle?

ROMAGNAUTO

Via Ravegnana 403, Forlì - 0543 723303 Via Fogazzaro 119, Cesena - 0547 335567 concierge.romagnauto4x4@landroverdealers.it romagnauto.landrover.it

* Il sistema ClearSight Ground View opzionale rende possibile vedere “attraverso” il cofano grazie a telecamere dedicate ed all’ampio touch screen centrale; in tal modo è possibile evitare o anticipare qualsiasi ostacolo, come marciapiedi, buche, pietre, paletti o muri bassi, ed eseguire manovre in modo sicuro in città come in fuoristrada.

Consumi ciclo combinato NEDC derivato da 5,4 a 8,2 l/100 km. Emissioni CO2 da 143 a 188 g/km.


ANNOTARE

Corso di lingua PER CIECHI

La nuova campagna DI CNA

FORLÌ-CESENA Corsi di lingua inglese studiati per chi ha problemi visivi: è questo il nuovo progetto proposto dall’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti sezione territoriale di Forlì-Cesena, organizzato in partnership con il Centro Linguistico Cesena e il progetto Blind Bat di Forlì. Partito a gennaio, il corso ha già riscosso un’ottima risposta da parte degli iscritti, dividendosi tra la sede UICI di Forlì e la sede di Assiprov a Cesena. “Il corso nasce dai racconti di una delle partecipanti, che mi ha manifestato la sua passione per l’inglese – spiega la curatrice e docente Genny Marzocchi – ma anche la difficoltà nel trovare in zona un corso per non vedenti. Infatti, fino a qualche anno fa, la sede più vicina per un corso specializzato era Bologna. Oggi la situazione è cambiata grazie alla disponibilità di UICI, che ha fornito le sedi e il servizio accompagnamento per chi ne ha bisogno”.

FORLÌ È partita la

Il Sentiero DI DON DARIO SADURANO Inaugura il 18 maggio alle ore 10 il Sentiero di don Dario, un percorso di circa 1 km e mezzo che conduce al borgo di Sadurano. In questo tratto di strada l’associazione Amici di don Dario ha realizzato 5 postazioni che ripercorrono la storia di don Dario Ciani, sacerdote forlivese scomparso nel 2015, e le attività sociali connesse alla comunità di Sadurano da lui fondata. Ogni postazione consiste in una panchina e una struttura in metallo su cui è collocato un pannello illustrativo, dove il passante può soffermarsi per un momento di riposo e per conoscere la storia di questi luoghi. I contenuti riguardano il borgo di Sadurano, i progetti, le attività e le iniziative artistiche della comunità. A seguito del taglio del nastro e della passeggiata, alle ore 11 il Vescovo presiederà la Santa Messa.

sfoderA il tuo sorriso ! migliore

campagna lanciata dalle tre CNA romagnole e curata dall’agenzia Menabò Group, che mira a far conoscere i sostegni concreti offerti da CNA alle imprese appena nate sul territorio per il loro primo anno. È infatti appena stato stanziato un fondo di 350.000 euro per tutti coloro che vogliano avviare una nuova attività oppure per chi è già iscritto in CCIAA da non più di 12 mesi. Tra gli strumenti e i pacchetti offerti per i nuovi associati, a supporto delle neo imprese, troviamo il Kit digitale con PEC, smart card e fatturazione elettronica, il Pacchetto Privacy, la consulenza di settore, il progetto Zero interessi sui finanziamenti e il networking con altre imprese del territorio Per maggiori informazioni contattare la sede CNA locale (www.cnafc.it)

Studio dentistico Valdinoci Via Rosselli del Turco 30, 47122 Forlì (FC) Tel. 0543.20239 - studiodentisticovaldinoci.it


Corso G. Garibaldi 1, Forlì | Tel. 0543 24279 | www.ilcalzerotto.com |

il Calzerotto Forlì


ESSERE

Di testa

E DI CUORE PATRIZIA VALMORI DA OLTRE 30 ANNI È LA STILISTA DEI CAPPELLI PREFERITA DALLE GRIFFE. CON IL SUO MARCHIO LE CHAPEAU È PRESENTE IN ITALIA MA ANCHE IN RUSSIA E MEDIO ORIENTE. di Francesca Miccoli / ph Giorgio Sabatini

L

“La creatività è l’intelligenza che si diverte”. Parole di quel geniaccio di Albert Einstein, sagace nel battezzare le menti dalla spiccata vena artistica. Una descrizione che ben rappresenta l’estro della forlivese Patrizia Valmori, salita al clamore mediatico solo di recente, a dispetto della fama che da oltre trent’anni l’accompagna sui grandi palcoscenici della moda. Titolare de Le Chapeau, impresa che dal cuore antico di Corso Garibaldi regala al mondo cappelli di produzione rigorosamente artigianale, Patrizia è la guru del copricapo, oggi come ieri più di un semplice accessorio. Un elemento fondamentale del guardaroba maschile e femminile, un tempo tratto distintivo delle classi nobiliari, in età moderna più democratico completamento della mise di chi lo indossa. Una vezzosa estensione della personalità. Basti pensare a personaggi iconici della storia, del cinema e della letteratura: difficile immaginare Humphrey Bogart orfano del borsalino, Rossella O’Hara senza cappello di paglia, Charlot privo

di bombetta o l’avventuriero Indiana Jones spogliato del caratteristico copricapo a falde larghe. Per non parlare di un Che Guevara depauperato dell’inseparabile basco nero o l’eroe dei due mondi sprovvisto di coppola. I cappelli griffati Le Chapeau (che produce anche accessori quali stole, sciarpe, borse, articoli d’abbigliamento mare) sono frutto di un lavoro manuale paziente e certosino, nobilitato dalla ricerca di materiali originali e di qualità, impreziosito da un design fantasioso e di classe. Esemplari sempre differenti per foggia, colori, abbinamenti e decorazioni, accomunati dal tocco magico di Patrizia, abilissima non a seguire ma a orientare la moda. In barba a qualsiasi forma di omologazione. Non è infrequente incontrare la modista per strada a Forli con un cappello sormontato da un punto interrogativo. “Capita nei giorni in cui mi pongo delle domande – spiega Patrizia con ironia –. Quando invece mi do delle risposte, indosso il modello con il punto esclamativo”. Più che un’espressione del marzullismo,



modi, il pezzo tenuto come una reliquia una cloche con veletta antica. Nel grande laboratorio di palazzo dei conti Guarini Matteucci la bellezza trova cittadinanza in maniera istintiva. Tutti i cappelli denotano carattere, resi peculiari da decorazioni estrose e a tratti orgogliosamente bizzarre: piume si alternano a perline, gemme, paillettes, uccelli esotici, persino a frutta e ortaggi, volti a rendere uniche stoffe pregiate, sete e

IL CAPPELLO “DEVE FARE GIOIRE, ESSERE PIACEVOLE DA INDOSSARE. LE MIE CREAZIONI, REALIZZATE A MANO SULLE TRADIZIONALI FORME IN LEGNO, VESTONO BENE. NON COME QUELLE STAMPATE E PREFORMATE CHE SFUGGONO”, RACCONTA PATRIZIA VALMORI.

una filosofia di vita e uno stile di pensiero. Papà imprenditore edile, mamma impiegata postale, la stilista sembrava destinata a invecchiare dietro a una scrivania. “Conseguito il diploma di ragioniera, mia madre voleva a tutti i costi che seguissi le sue orme: all’epoca il primogenito di un dipendente delle Poste aveva diritto a un impiego. Ma rifiutai il famoso posto fisso per iscrivermi al Dams. Mia mamma me lo rinfaccia ancora”. Tra un corso di regia e lezioni di dizione curate da Dario Fo, agli albori degli anni novanta Patrizia si ritrova contabile in una modisteria di via Bruni. Un impegno che contempla la gestione di attivi e passivi, algidi numeri da incasellare con rigore. Ma il destino aveva in serbo ben altro. “Sono sempre stata creativa: una caratteristica che prima o poi si sarebbe palesata”. E così nel medesimo laboratorio, accantonati calcolatrice e libri mastri, la 10

IN MAGAZINE

giovane Valmori inizia a creare cappelli. Ma non sono solo rose e fiori. “L’azienda stava fallendo per un debito a molti zeri. Mi si spezzava il cuore al pensiero che l’attività dovesse chiudere. Mi consultai con mio padre e presi la decisione di rilevare Le Chapeau”. Un rischio ai confini dell’incoscienza. Le difficoltà a far quadrare i conti sono infatti destinate a proseguire, da gestire non come dipendente ma nella veste ben più temeraria di imprenditrice. “Sono stati anni difficili ma se oggi sono ancora qui, significa che non è stata una decisione sbagliata”. Ma veniamo al cappello, il grande protagonista di una storia dai contorni di fiaba. “Deve fare gioire, essere piacevole da indossare. Le mie creazioni, realizzate a mano sulle tradizionali forme in legno, vestono bene. Non come quelle stampate e preformate che sfuggono”. Il copricapo preferito è il cilindro, reinventato in mille

merletti, lane e paglie intrecciate. Manufatti dall’immediata riconoscibilità, impermeabili al tempo e alle mode. “In passato utilizzavo anche pellicce, ad esempio per realizzare i colbacchi, ora non più”. Una scelta etica, forse in nome dell’amore per gli animali, a partire dalla compagna di vita Gilda, splendida labrador dall’indole dolcissima. I cappelli griffati Le Chapeau campeggiano in oltre 200 punti vendita e showroom disseminati in tutta Italia ma anche in negozi di Mosca, San Pietroburgo e persino in estremo Oriente. Patrizia collabora con firme prestigiose e maison importanti: da Etro a Ferretti, da Brunello Cucinelli a Max Mara, passando per Bluemarine. Poi c’è re Giorgio: per Armani disegna una superesclusiva linea privé, destinata a rappresentanti dello star system o a facoltosi qatarioti. Esemplari Made in Forlì hanno sfilato sul capo di


VIENI A SCOPRIRLO ALLA BOTTEGA DEL VINO Villa Rossi 50, 47012 Nespoli (FC)

Aperto dal martedĂŹ alla domenica 9.00-13.00 / 15.00-19.00 T: +39 0543 989904 shop.poderidalnespoli.com

www.poderidalnespoli.com


Grace Jones e Claudia Mori, Asia Argento e Ottavia Piccolo; sono stati protagonisti in film quali Perdiamoci di vista di Carlo Verdone e serie TV come La grande famiglia, fino al fortunato Grand Hotel Chiambretti. Gli oltre 30 anni di produzione artigianale, per l’alta moda come per il prȇt-à-porter, non hanno intaccato l’entusiasmo della stilista. “Amo sperimentare, mi diverto come il primo giorno. Lavorare per grandi maison fa spostare l’asticella sempre più in alto e crescere l’adrenalina”. Anche se la mole di lavoro è piuttosto impegnativa. “Realizzo due collezioni l’anno: un tempo

È DIFFICILE IMMAGINARE HUMPREY BOGART ORFANO DEL BORSALINO, ROSSELLA O’HARA SENZA CAPPELLO DI PAGLIA, CHARLOT PRIVO DI BOMBETTA O L’AVVENTURIERO INDIANA JONES SPOGLIATO DEL CARATTERISTICO COPRICAPO A FALDE LARGHE.

producevo 200 pezzi per la stagione invernale, oggi sono scesa a 150. E anche per l’estivo sono passata da 130 modelli a 70/80”. Mentre racconta con il trasporto della neofita, il viso viene sfiorato, solo per un attimo, dal bagliore di un rimpianto. “Anni fa Ferrè mi voleva a Milano per le sue collezioni. Non me la sentii, chissà come sarebbero andate le cose se avessi accettato”. Cittadina del mondo, Patrizia ama molto la sua Forlì. Lo scorso mese di marzo una quarantina tra i suoi modelli storici sono stati esposti al Monte di Pietà nell’allestimento Cosa ci passa per la testa, promosso dall’associazione Regnoli 41 e dalla Fondazione Cassa dei Risparmi. Una passerella che ha reso nota l’amba12

IN MAGAZINE

sciatrice del Made in Italy anche nella città di Saffi. “Sto vivendo una gioiosa popolarità: molti concittadini che ignoravano la mia esistenza, ora mi fermano per strada e mi riempiono di complimenti”. Genuina e generosa, la titolare di Le Chapeau è dedita alla beneficenza in favore dell’Istituto Zangheri e della Croce Rossa. Ha contribuito inoltre alla realizzazione di un oratorio all’isola d’Elba. Ma la Romagna rimane il posto delle fragole. “L’attestato di stima che più mi ha riempito d’orgoglio? Una concittadina mi ha detto grazie di essere forlivese. Mi sono commossa”.

IN QUESTE PAGINE, LA STILISTA DI CAPPELLI GRIFFATI PATRIZIA VALMORI, TITOLARE DI LE CHAPEAU, CON ALCUNE SUE CREAZIONI.


C.so Repubblica, 157 ForlĂŹ | T. 0543.34700 | www.otticagallery.com

ph Sandra Lazzarini

Prima vera bellezza


14

IN MAGAZINE


ESSERE

Guerriero

DIGITALE MARCO RAMILLI, FONDATORE E AD DELLA SOCIETÀ YOROI, È UN ESPERTO DI CYBERSECURITY CHE HA COLLABORATO CON LE PIÙ ALTE REALTÀ DI INTELLIGENCE AL MONDO. di Barbara Baronio / ph Gianmaria Zanotti

E

Era ancora uno studente universitario quando con il lancio di un test da lui elaborato è riuscito a sfruttare una mal configurazione della rete della facoltà, bloccando i personal computer della sede di Ingegneria Informatica. Allora non sapeva che da questo stress-test informatico avrebbe poi preso il via tutta l’avventura di cui è oggi protagonista. Infatti, dopo aver ricevuto un sonoro rimprovero dai vertici dell’Ateneo, iniziò a valutare quanto fosse fondamentale occuparsi di cybersecurity facendone il centro della sua professione. Marco Ramilli, classe 1983, è oggi fra i più accreditati esperti del settore del mondo. Fondatore e amministratore delegato di Yoroi, società specializzata, è anche membro del Cda della società Cybaze e socio onorario dell’AGI, agenzia giornalistica italiana per cui scrive in materia di sicurezza informatica. Il suo blog è stato inserito dal Digital Guardian tra i primi 50 a livello mondiale sul tema. Ramilli, oggi padre e sposato con Lavinia, ha mosso i suoi primi passi all’Istituto tecno-

logico Blaise Pascal, un’eccellenza della formazione informatica in Romagna, e ha poi scelto di seguire il corso di Ingegneria Informatica dell’Università di Bologna attivo a Cesena. “In quegli anni ho pubblicato articoli sulle nuove metodologie del penetration testing, ossia di processi per simulare attacchi e analizzare la presenza di vulnerabilità sui sistemi, ho vinto due borse di studio e sono così riuscito a completare gli studi presso l’Universita degli Studi di Bologna in collaborazione con UC Davis, Università della California”. Conseguito il dottorato in Ingegneria Informatica, Ramilli viene chiamato a Washington per applicare i suoi studi ai sistemi usati per le elezioni americane. In particolare opera per il NIST, divisione sicurezza, dove conduce ricerche intensive in tecniche di evasione del malware e metodologie di test di penetrazione sui sistemi di voto elettronico. “Ero parte di quella task force governativa creata al fine di individuare eventuali minacce che potessero compromettere la IN MAGAZINE

15


avere i bravi del settore o riuscire ad attirare i più capaci, occorre coinvolgerli affinché cooperando creino il miglior team possibile, lasciando da parte ego individuali. Il nostro lavoro mira a difendere l’ecosistema digitale del nostro cliente e verificare se nel sistema in funzione siano presenti delle minacce. Con il tempo siamo passati dal difenderci a priori al comprendere che non tutte le minacce possono essere bloccate e che può essere quasi indispensabile conoscere

DOPO IL DOTTORATO IN INGEGNERIA INFORMATICA, RAMILLI VIENE CHIAMATO A WASHINGTON PER APPLICARE I SUOI STUDI AI SISTEMI USATI PER LE ELEZIONI AMERICANE. HA OPERATO PER IL NIST, DOVE HA CONDOTTO RICERCHE E TEST PER LA DIVISIONE SICUREZZA.

democrazia. Un lavoro entusiasmante e molto delicato che ha ampliato le mie conoscenze”. In seguito è arrivata la proposta direttamente dalla Silicon Valley con Palantir, la più alta realtà di intelligence oggi presente al mondo. Palantir Technologies sviluppa prodotti per l’antiterrorismo, la frode, lo spionaggio industriale, le emergenze naturali e risponde a ogni possibile richiesta di controllo, prevenzione e sorveglianza di massa. “Ho scelto di tornare in Italia e di investire in questo settore. Nel 2015 è nata Yoroi, che nel giro di 4 anni è passata da un gruppo iniziale di 15 dipendenti a 130. Attualmente il core dell’azienda è a Cesena, poi abbiamo sedi distaccate a Roma, Milano e Trieste – racconta Ramilli –. A 32 anni non è stato facile, inizialmente è stato complesso creare il mio team: sono le persone a fare la differenza, non conta 16

IN MAGAZINE

gli avversari con cui ci si sta confrontando. È importante per chi fa business rendersi conto se ci si sta difendendo da un semplice hacker o da un competitor. Ed è qui che entra in gioco la parte umana del nostro lavoro: interazione con il cliente, riservatezza delle conoscenze, attività di diplomazia. La tecnologia aiuta a schermare le informazioni e gli analisti agiscono su piani estremamente confidenziali, per questo anche nelle nostre sedi la tecnologia aziendale è pensata per ridurre al minimo gli accessi fisici. Non c’è luce diretta nelle stanze, i dipendenti non possono utilizzare i loro dispositivi elettronici e le finestre sono protette dall’esterno. Tutto questo è necessario affinché Yoroi (termine giapponese che indica un’armatura indossata dai samurai che aveva due caratteristiche: robustezza e agilità), come il Samurai che difendeva gli eroi e l’imperatore, possa proteggere gli


FOLLOW YOUR DREAM

Galleria Almerici, 3 - Cesena | Tel. 0547 618511 | www.viaggimanuzzi.it


“SIAMO PASSATI DAL DIFENDERCI A PRIORI AL COMPRENDERE CHE È INDISPENSABILE CONOSCERE GLI AVVERSARI CON CUI CI SI STA CONFRONTANDO. È IMPORTANTE PER CHI FA BUSINESS RENDERSI CONTO SE CI SI STA DIFENDENDO DA UN SEMPLICE HACKER O DA UN COMPETITOR”.

eroi del nostro tempo”. Se fino a qualche anno fa l’azienda era per Ramilli come una figlia, lo sguardo con cui il giovane imprenditore ha iniziato a guardare il mondo è cambiato con l’arrivo dei suoi bambini. “Quando ho assistito alla nascita dei miei figli, Sofia di 3 anni ed Enea di 8 mesi, mi sono reso conto che non c’era altro luogo in cui sarei voluto essere se non in quella sala parto”. Ramilli è efficacemente sintetico: family first. Ogni giorno lavora intensamente, ma il weekend è tutto per la famiglia. “Sia inteso, a me il lavoro non pesa. Decidere

di fare l’imprenditore non è una scelta per tutti. Prima di comprendere che poteva essere la mia strada ho dovuto vivere varie esperienze, poi ho incontrato David Bevilacqua che mi ha insegnato a dirigere un’azienda. A me la laurea è servita, ma non è detto che sia indispensabile; ad esempio aziende come Apple e Google hanno superato questo must. Dai 15 ai 28 anni si ha molto spazio, non si perde tempo nel tentare varie strade soprattutto se si lavora nel digitale, perché questo è un settore in cui in breve tempo si può riuscire a spiccare il volo se il progetto è buono. L’ideale è scoprire quella passione grazie alla quale si lavora dimenticando l’orologio. A me è accaduto, ma è stato importante crederci e devo ringraziare tante persone, in primis mio padre e mia madre che mi hanno insegnato il rispetto della fatica al lavoro e che a 10 anni mi hanno messo davanti a un IBM 286, un PC un decimo performante di uno smartphone, il quale ha incredibilmente segnato il mio destino”.

IN QUESTA PAGINE, IL FONDATORE DI YOROI, MARCO RAMILLI, ESPERTO DI CYBERSECURITY.

18

IN MAGAZINE


Dorelan

Trasforma il sonno nel tuo migliore allenamento

ReActive è la massima espressione dell’eccellenza di Dorelan nello sviluppo dei materassi. L’unione delle due tecnologie MyForm ReActive e Twin System ReActive, ha dato vita al primo prodotto dedicato per migliorare il recupero degli sportivi. È presente in tre versioni: Soft, Medium e Firm, per soddisfare al meglio le esigenze di ogni cliente.

La qualità del sonno è il fattore più importante del recupero di uno sportivo a tal punto da determinare un miglioramento delle loro performance, per questo motivo è nato il progetto ReActive. ReActive è la prima linea di materassi al mondo progettata scientificamente per migliorare le performance ed il recupero di tutti gli sportivi nata dal lavoro costante di medici, ricercatori e preparatori atletici.

Via Cicagna 18, Cesena (FC) | tel. 0547/600863 | www.dolcesonnocesena.com


INNOVARE

Apicoltori

URBANI

ALLEVARE LE API SUL BALCONE DI CASA? È LA PROPOSTA VISIONARIA DELLA START-UP BEEING NATA A CESENA. E L’APICOLTURA TORNA AD ATTRARRE I GIOVANI DELLA PROVINCIA. di Roberta Invidia

S

Si chiama apicoltura urbana ed è la tendenza, sempre più diffusa, a creare le condizioni per allevare le api in contesti urbani, tra i condomini, sui tetti e persino sui balconi. Le api sono insetti utilissimi e dalla loro opera di impollinazione dipende la riproduzione delle piante che ci danno nutrimento. Per questo, moltiplicare e salvaguardare gli sciami, messi a rischio da inquinamento, agricoltura intensiva e cambiamenti climatici, è diventato un imperativo. A rispondere a questo imperativo, con una speciale arnia urbana per allevare api sul balcone di casa, senza rischi e senza dare fastidio ai vicini, è la start-up cesenate Beeing, che in poco tempo si è fatta apprezzare a livello nazionale e non solo. Lo scorso anno è stata promotrice di un progetto di monitoraggio della qualità dell’aria proprio attraverso le api, in collaborazione con la multinazionale dei compressori Kaeser, ed è stata scelta da Google tra le giovani realtà più innovative e da Volvo come testimonial di innovazione applicata alla natura. A unire conoscenza delle api e tecnologie informatiche è il sodalizio tra Roberto Pasi, 32 anni,

20

IN MAGAZINE

ex coordinatore di CesenaLab, e Gabriele Garavini, 34, sviluppatore informatico che proprio all’interno dell’incubatore di impresa cesenate aveva avviato l’esperienza di Trail Me Up, una sorta di Google Maps dei sentieri di montagna in società con Fabio Zaffagnini, poi ideatore del Rockin’ 1000. L’incontro tra Roberto e Gabriele ha prodotto un esperimento che riscuote interesse anche all’estero dove le arnie sono già presenti sui tetti di hotel, ristoranti e palazzi. Ma come è possibile allevare le api sul balcone di casa senza scatenare le prevedibili liti di vicinato? “Le nostre arnie – spiega Roberto, laureato in filosofia e apicoltore per passione di famiglia – sono oggetti di design molto belli da vedere ma, soprattutto, hanno un camino che consente allo sciame di spiccare il volo lontano dalle altre unità abitative. Le api uscendo dall’arnia percorrono il camino in verticale per sbucare a oltre tre metri di altezza, la loro quota di volo. Noi però facciamo anche di più, insegniamo ai nostri clienti a prendersi cura delle api che sono insetti molto delicati e vanno gestite

A LATO, A SINISTRA, ROBERTO PASI E GABRIELE GARAVINI, CO-FONDADORI DELLA START-UP BEEING, CON UN’ARNIA “DA BALCONE”.


IN MAGAZINE

21


IN ALTO, IL DETTAGLIO DI UN’ARNIA FIRMATA BEEING.

22

IN MAGAZINE

nel modo adeguato”. Beeing guarda però anche all’apicoltura professionale con alcune interessanti innovazioni tecnologiche. “Abbiamo dotato le nostre arnie di un antifurto satellitare che consente agli apicoltori di tracciare i movimenti dei loro alveari. A questo GPS abbiamo aggiunto dei rilevatori di umidità e temperatura e stiamo sviluppando un software che sarà in grado di leggere il linguaggio delle api. Come? Lo sciame ha un linguaggio impossibile da decifrare dall’orecchio umano ma ben noto agli esperti. Ad esempio se la regina sta male, se ci sono dei soggetti malati oppure se il cibo scarseggia, lo sciame emette dei suoni particolari e sempre diversi. Campionando molte arnie e lavorando sui big data cercheremo di codificare questo linguaggio e di tradurlo in alert che avviseranno

“IN FUTURO, OGNUNO DI NOI POTRÀ PRODURSI IL MIELE IN CASA. LE NOSTRE ARNIE SONO DOTATE DI UN ANTIFURTO SATELLITARE PER TRACCIARNE I MOVIMENTI E STIAMO SVILUPPANDO UN SOFTWARE CHE SARÀ IN GRADO DI LEGGERE IL LINGUAGGIO DELLE API.”

l’apicoltore del problema in atto”. Se l’idea di Beeing servirà a creare una nuova generazione di apicoltori di città in pace con il vicinato è difficile da dire, ma l’apicoltura urbana è di grande attualità come dimostra anche il progetto europeo in cui sono coinvolte diverse realtà della Provincia con il Comune di Cesena come capofila. Il progetto


h

Natural Energy Piatti equilibrati, ricchi di

superfood

nel rispetto di sé stessi e dell’ambiente!

h

C U C I N A E C A FF È

DA MAGGIO A FORLÌ | Via Martoni 44 | T. 0543 1716694 Lunedì, Martedì, Mercoledì dalle 07:00 alle 15:00 Giovedì e Venerdì dalle 07:00 alle 15:00 e dalle 19:00 alle 23:00 Sabato dalle 19:00 alle 24:00 - Chiuso la domenica


A DESTRA, PIETRO MILIFFI, DELL’ASSOCIAZIONE FORLIVESE DEGLI APICOLTORI. SOTTO, IL NUTRIZIONISTA MASSIMILIANO PIOLANTI.

si chiama BeePathNet e porterà nella città malatestiana fondi per 70.000 euro con lo scopo di avviare progetti per promuovere la sensibilità verso il tema, in connessione con altre città europee come Lubiana, Amarante in Portogallo, Nea Propontida in Grecia e Budapest. L’AFA, Associazione Forlivese Apicoltori, è coinvolta nel progetto europeo e da quasi cento anni raggruppa apicoltori di Forlì e Cesena e anche Rimini. “Siamo circa 400 soci tra piccoli produttori amatoriali e professionisti. L’associazione raccoglie il miele dai produttori e lo commercializza con il proprio marchio. Oltre al miele vendiamo cera, propoli, famiglie e nuclei di api e organizziamo un servizio di impollinazione su colture sementiere, frutteti e colture in serra su tutto il territorio regionale e italiano. In Val di Non e Valsugana siamo presenti con oltre 2000 arnie per l’impollinazione dei meli,” dice

ph GIorgio Sabatini

TRA I SOCI DELL’ASSOCIAZIONE AFA CI SONO MOLTI GIOVANI CHE STANNO RISCOPRENDO QUESTO SEGMENTO DI BUSINESS PUR CON TUTTI I PROBLEMI DEL SETTORE, CHE RIGUARDANO IN PARTICOLARE LA CONCORRENZA DEI PAESI ESTERI E LE MALATTIE DEGLI SCIAMI.

il presidente Pietro Miliffi. Tra i soci dell’associazione ci sono molti giovani che stanno riscoprendo questo segmento di business pur con tutti i problemi del settore, che riguardano in particolare la

concorrenza dei Paesi esteri e le malattie degli sciami. “I giovani sono il 70% dei nuovi soci – conclude Miliffi – segno che l’apicoltura affascina ancora e speriamo sempre di più”.

Il parere dell’esperto. Il miele? UN ALIMENTO ECCELLENTE Conosciuto e amato in tutte le epoche, non solo nell’area del Mediterraneo, il miele è un alimento naturale dalle molteplici proprietà, utile anche agli sportivi, come spiega il biologo nutrizionista Massimiliano Piolanti. “Dal punto di vista nutrizionale, il miele è un prodotto eccellente, è ricco di polifenoli e rafforza le difese immunitarie del nostro organismo. Sono note anche le sue proprietà antinfiammatorie, ad esempio per lenire e curare il mal di gola. Molto utile anche per l’allenamento degli sportivi con il suo apporto di zuccheri. Quale tipo di miele consumare? Vanno bene tutti: acacia, tiglio o castagno, anzi più è vario meglio è”. E non c’è da stupirsi se anche il miele delle api allevate in città può essere considerato di ottima qualità, al contrario di quanto si possa comunemente pensare. “Alcuni dati ci dicono che gli ambienti urbani possono risultare meno inquinati delle campagne, dove l’uso intensivo di pesticidi e anticrittogamici può incidere sulla salute degli sciami e sulla qualità del loro miele”.

24

IN MAGAZINE




RIQUALIFICARE

L’arte scende

IN STRADA

LA STREET ART TORNA A FORLÌ PER RAVVIVARE LE VIE DEL CENTRO STORICO E TRASFORMA I MURI IN MAGNIFICHE OPERE D’ARTE: UN DONO DI COLORE E BELLEZZA, PER CREARE NUOVI ITINERARI CITTADINI. di Giulia Farneti / ph Tommaso Guermandi


A

“Abbiamo cercato di riqualificare pareti degradate coinvolgendo artisti di livello internazionale e coinvolgendo la città attraverso una serie di azioni che facilitino la partecipazione dei cittadini, in particolare i più giovani, alla cura dei beni comuni. I laboratori e la presenza costante degli operatori sociali e dei volontari sotto ai muri durante la lavorazione sono stati garanzia di collegamento tra l’intervento artistico e la città e hanno l’obiettivo di ascoltare, confrontarsi e coinvolgersi con i

IL TEMA CENTRALE DEL PROGETTO DI STREET ART INTRAPRESO A FORLÌ È STATO IL RISORGIMENTO, INTESO COME MOMENTO STORICO, FULCRO DI AVVENIMENTI RILEVANTI IN MOLTI CAMPI COME L’ARTE, LA MUSICA, LA TECNOLOGIA E LA SOCIETÀ.

residenti e con chi vuole utilizzare lo strumento artistico come mezzo di espressione”. Queste sono le parole di Nicola Proscia, coordinatore del progetto di Street Art Forlì 2019, in merito all’evento che si è tenuto nella città di Forlì dal 1 al 15 aprile. Dopo l’esplosione negli anni 2000 dell’affermarsi di artisti mondiali come Banksy, Blek le Rat, Shepard Fairey, oggi in molte città si colorano muri, in modi diversi, con organizzazioni differenti, con significati vari. Il progetto Street Art Forlì 2019, è un evento molto suggestivo per tutti i forlivesi che quest’anno si è basato sulla realizzazione di opere artistiche che hanno reso più attrattivo il centro cittadino, valorizzando il patrimonio e caratterizzando percorsi suggestivi, che hanno riqualificato strade e vicoli a rischio di atti vandalici e incivili. Si è trattato ancora una volta di un progetto di coinvolgimento di 28

IN MAGAZINE


D. I C O N

giovani in età scolastica, docenti e cittadini in generale sul tema dell’arte su spazio pubblico. Gli artisti che sono stati i protagonisti di quest’edizione sono Hyuro, Ravo Mattoni, Basil e Sema Lao. Si sono intrecciate le esperienze di artisti noti, artisti locali, studenti e cittadini con l’obiettivo di realizzare più opere possibili. Il progetto ha previsto momenti d’incontro e confronto, tra artisti e giovani e momenti di vera e propria creazione artistica e formativa con anche eventi collaterali, musica, cibo, sport. Gli interventi artistici sono stati realizzati principalmente nell’area compresa tra via Giorgio Regnoli e corso Mazzini, mentre due interventi hanno riguardato le strade intorno al Teatro Diego Fabbri. Il 2019 vedrà Forlì coinvolta su due grandi avvenimenti: la mostra sull’Ottocento ai Musei San Domenico e il bicentenario

della nascita di Aurelio Saffi. Il tema centrale del progetto di Street Art è stato dunque il Risorgimento, inteso come momento storico, fulcro di avvenimenti rilevanti in molti campi come l’arte, la musica, la tecnologia e la società. La street art ha una grandissima forza mediatica, alla quale si aggiungerà un piano di comunicazione di livello. “L’esperienza dello scorso anno ci ha mostrato il grosso potenziale di questo tipo di interventi; tantissimi cittadini ci hanno seguito e hanno fatto i complimenti agli artisti, ma anche a noi organizzatori che abbiamo passato tanto tempo in strada – conclude Proscia –. Credo che Forlì si sia scoperta e arricchita dalla presenza dei murales del maggio scorso e che la volontà di completare l’intervento con nuovi artisti in luoghi significativi possa allungare ancora di più l’effetto positivo della rigenerazione offerta dalla street art”.

Via Marconi, 7 C a s t r o c a r o Te r m e E Te r r a D e l S o l e Te l : 0 5 4 3 7 6 7 3 0 5


ESPLORARE

Di montagne e

FOTOGRAFIE PORTARE LE PROPRIE PASSIONI FIN SULLA VETTA? SI PUÒ, CE LO RACCONTA SIMONE ENEI, FOTOGRAFO, SCALATORE E AMBASSADOR PER ALCUNI FAMOSI BRAND.

F

di Giulia Masci Ametta / ph Simone Enei

Fotografo ed esploratore dell’ambiente naturale, a partire dai boschi di fondo valle fino ad arrivare ai ghiacciai e alle cime rocciose. A Simone Enei piace raccontare le esperienze che vive così come le storie delle persone che lo ispirano, non solo attraverso le fotografie. Nasce prima la passione per la fotografia o per la montagna? Come sei riuscito a farle convivere? “Sono sempre stato un amante della natura, così come ho sempre fatto foto per raccontare le mie esplorazioni, fin dalle gite scolastiche che facevo da bambino. Per come vivo la montagna adesso però, ossia attraverso le sue declinazioni più tecniche come l’alpinismo, l’arrampicata o lo scialpinismo, posso dire che è nata prima la passione per la fotografia. L’unione tra le due cose è avvenuta quasi spontaneamente, probabilmente perché amo combinare le mie passioni e vedere i risultati che insieme possono dare. Farle convivere diventa quindi qualcosa di molto naturale nonostante non sia poi così scontato. Capita infatti che per fare foto mi cali sulle corde senza scalare per tutto il giorno, e viceversa”.

30

IN MAGAZINE

Ad alta quota serve solo lo stretto necessario e se pesa poco, ancora meglio! Tu che attrezzatura tecnica usi e quali consigli puoi dare a chi vuole intraprendere trekking o arrampicate, senza rinunciare alla macchina fotografica? “Esatto! È proprio questo il motivo per cui, nel corso del tempo, ho scelto un sistema Mirrorless Fuji: leggero, efficiente e anche meno oneroso – in montagna anche l’attrezzatura fotografica si usura più in fretta! Utilizzo una Fuji X-T3 su cui tengo sempre montata un’ottica polivalente come il 1655mm (equivalente al 24-83mm su Fullframe) con f 2.8. Ogni tanto mi capita anche di portare un’analogica a telemetro ad ottica fissa con cui scatto principalmente con pellicola bianco e nero: una bellissima Canonet QL19. Anche in montagna però la scelta dell’attrezzatura fotografica è soggettiva, per cui non esistono veri e propri consigli. Se si è disposti a portare molto peso ben venga una macchina professionale con un bel parco ottiche, ma penso che il miglior compromesso sia proprio una buona mirrorless con un buono zoom. Quando si va in

parete poi, una compatta (magari rugged) o anche uno smartphone top di gamma possono bastare a portare a casa bei ricordi!” Alcuni brand ti hanno proposto collaborazioni per portare i loro prodotti in alta quota, com’è stata questa collaborazione? La pubblicità può arrivare fino a più di duemila metri? “Sì, tra le varie aziende ho avuto il piacere di lavorare con Colmar, Levissima e Land Rover. Quando ti capita di lavorare con realtà che condividono le tue stesse passioni e i tuoi stessi luoghi, il lavoro diventa essenzialmente piacere e questa è davvero una grande fortuna. Sono state tutte collaborazioni interessanti e propositive, soprattutto perché si tratta di aziende che in quota nascono o ci arrivano per ovvie ragioni. Questo è anche il motivo per il quale credo che non sia poi così strano vedere pubblicità o sponsor a certe altitudini. Dopotutto collaborazioni di questo tipo sono spesso un vero e proprio scambio di ideali, visioni e a volte anche consigli tra l’azienda e i suoi relativi ambassadors”. Di fotografia e di montagna, o meglio, di fotografia in


ph Ruggero Valmori

IN MAGAZINE

31


NELLA PAGINA PRECEDENTE, UN RITRATTO DI SIMONE ENEI, FOTOGRAFO ED ESPLORATORE. IN ALTO, UN SUO SCATTO.

32

IN MAGAZINE

montagna, si riesce a vivere? “Sì, è possibile vivere di fotografia di montagna, ma sono davvero pochi coloro che vivono unicamente di quello. Io, ad esempio, al momento mi occupo anche di creazione di contenuti per realtà legate ad altri campi. È un mercato di nicchia e vivere unicamente di questo richiede tanto tempo, caparbietà ed esperienza; un processo lungo e difficile, ma proprio per questo anche molto bello e stimolante”. Quali sono le tue prossime mete? Progetti e sogni per il futuro? “Il principale sogno per il futuro è proprio quello di riuscire a vivere unicamente di fotografia di montagna! Nel cassetto dei sogni poi trovano spazio tante cime, vie e posti nel mondo, ma le nostre Alpi sono davvero un luogo pressoché infinito che non smetterò mai di esplorare, dall’Appennino alle Alpi Occidentali, passando

“È POSSIBILE VIVERE DI FOTOGRAFIA DI MONTAGNA, MA SONO DAVVERO POCHI COLORO CHE VIVONO UNICAMENTE DI QUELLO. È UN MERCATO DI NICCHIA E VIVERE UNICAMENTE DI QUESTO RICHIEDE TANTO TEMPO, CAPARBIETÀ ED ESPERIENZA”.

per quelle Centrali, le Giulie e ovviamente, le Dolomiti. C’è poi un grande progetto che ho in campo da tempo con un amico, la scalata (e la sua documentazione fotografica e testuale) di una montagna mai salita prima, posta nel continente africano. Per ora rimane tutto sulla carta, ma spero davvero di potervi raccontare di più in futuro!”



Partners

Chi siamo Servizi completi per la casa Ci occupiamo di intermediazione immobiliare, progettazione architettonica e interior design affiancando il cliente in ogni fase del progetto edilizio, dall’acquisizione del bene all’iter progettuale, fino alla scelta degli allestimenti e dei complementi d’arredo. Un team di Consulenti, Architetti, Interior Designer, Home Stager e altri ancora a tua disposizione per qualsiasi esigenza legata al settore immobiliare.

A B I TA R E V I V E R E

Contatti Casa Tua Hub | CESENA Viale G. Oberdan, 184 Cesena (FC) T. 0547.20587

Casa Tua Hub | CESENATICO Viale Roma, 1 Cesenatico (FC) T. 0547.672521


www.casatuahub.it

CESENA | IPPODROMO | 70 Mq Comm.li Soluzione caratterizzata da finiture moderne e parquet in rovere su tutta la superficie. Anno di costruzione: 2013 Prezzo: € 173.000 Info vendita: Filippo Maraldi

CESENATICO | LEVANTE | 84 Mq Comm.li Soluzione situata a soli 250 metri dal mare con vista su vena Mazzarini. Anno di costruzione: 2008 Prezzo: € 395.000 Info vendita: Luca Tiboni


SHINE!

PINK FLOYD MOON coreografia MICHA VAN HOECKE

◆ 17 giugno

◆ 5, 6 luglio

MARTHA GRAHAM DANCE COMPANY

HAMBURG BALLETT JOHN NEUMEIER

◆ 26 giugno

◆ 16 luglio

WE WANT MILES, IN A SILENT WAY GRUPPO NANOU

Xin Ying in Martha Graham’s “Diversion of Angels” © Hibbard Nash Photography

◆ 8 giugno

LES ÉTOILES ravennafestival.org


RITROVARE

Little

MELDOLA UNA SCOPERTA CASUALE IN UNA PICCOLA CITTADINA D’OLTREOCEANO FA RIEMERGERE LE STORIE DEGLI EMIGRANTI MELDOLESI IN AMERICA.

I

di Umberto Pasqui

“In quel cimitero al di là dell’Oceano, c’erano tante tombe con cognomi di famiglie meldolesi, non solo quelle dei parenti di mia moglie. Mi sono chiesto come fosse possibile in una cittadina di poche migliaia di abitanti”.

Piero Marcovigi è un medico forlivese. È da lui, e dal suo desiderio curioso e affettuoso di riappropriarsi di radici dimenticate, che è partita la ricerca che ha riscoperto i legami tra la comunità bidentina e il Connecticut.

Sì perché, stando ai numeri, si potrebbe censire una Meldola d’America. Il caso è nato a Litchfield, paese di circa 8.000 anime a meno di due ore d’auto da Manhattan, capolinea di una ferrovia che ora non c’è più. Cer-

IN MAGAZINE

37


cando in un cimitero la tomba dei Bertaccini, parenti emigrati della moglie, a poco a poco Marcovigi ha visto intorno a sé cognomi familiari iscritti su pietra. Singolare, per un paese così lontano, tanta concentrazione di Bertoni, Cicognani, Fabbri, Fontana, Marchi, Simoncelli... I nomi di quelle lapidi insomma parlavano di Meldola come una sorta di Spoon River italofona. Come mai? Strada facendo, Marcovigi ha messo insieme i tasselli, incrociando i dati del ricco archivio storico del Comune di Meldola con quelli del database di Ellis Island passenger search che contiene i nomi degli emigranti italiani che tra il 1861 e la prima guerra mondiale lasciarono l’Italia, diretti nel Nuovo Mondo. “In quegli archivi – racconta Marcovigi – veniva chiesto come si chiamassero, da dove provenissero, dove fossero diretti, chi avessero lasciato a casa e la persona presso cui avrebbero trovato una sistemazione”. Così, grazie a quest’attenzione tutt’altro che scontata, come per effetto domino, si è risaliti al presente fino ad arrivare a rintracciare i discendenti di quella comunità. Non senza difficoltà: gli impiegati all’ombra della Statua della Libertà forse

ph Giovanni Pasini

38

IN MAGAZINE

non avevano troppa pazienza, tanto che in molti casi i cognomi di qua vennero storpiati, come Ravaioli diventato Rabaisi. Il lavoro compiuto da Marcovigi in questi anni è stato minuzioso e i numeri parlano chiaro: la Meldola di allora, con i paesi vicini compresi, non arrivava a 7.000 abitanti. Prima che se ne andassero in 800 verso gli Stati Uniti. E per il 70% di costoro, la destinazione finale fu Litchfield, città costituita per un sesto da meldolesi. I quasi due terzi degli emigrati provenienti da Meldola (e Teodorano) e dai Comuni della vallata del Bidente si insediarono in territori che distano circa 200 chilometri da New York, preferibilmente nel Connecticut. Nella ricerca si legge quindi la vicenda del calzolaio meldolese Alberto Giunchi che il 3 maggio 1902 arrivò in America, portandosi gli anni successivi moglie, figli e altri parenti. O si scoprirà la catena migratoria favorita da Francesco (Frank) Fabbri che, dopo il suo arrivo a 17 anni sul piroscafo, ben presto divenne il punto di riferimento per quanti partivano da Meldola, facendo di Litchfield una base per il percorso migratorio: un immobile da lui acquistato divenne il primo luogo di raccolta degli emigrati romagnoli. Nel 2012, il Comune di Mel-

MARCOVIGI HA INCROCIATO I DATI DELL’ARCHIVIO STORICO DEL COMUNE DI MELDOLA CON QUELLI DEL DATABASE DI ELLIS ISLAND PASSENGER SEARCH RISALENDO AI NOMI DEGLI EMIGRANTI ITALIANI CHE TRA IL 1861 E LA PRIMA GUERRA MONDIALE LASCIARONO L’ITALIA.

dola ha voluto investire su questa storia. Con la direzione scientifica di Maurizio Ridolfi, lo studio ha prodotto anche dei libri: Una comunità nella Grande Emigrazione (Il Ponte Vecchio, 2019) è un volume bilingue, particolarmente ricco di informazioni e di fotografie. Immagini che annullano le distanze e fanno rimergere storie di gente che ha saputo reinventarsi nel Nuovo Mondo. In questo lavoro di ricostruzione anche i meldolesi americani hanno fatto la loro parte, grazie al coinvolgimento di Blair Bertaccini, cognome che di per sé dice tutto. “A Litchfield – aggiunge Blair Bertaccini – i più non sanno nemmeno che Meldola è il nome del loro paese di origine. È per questo che questa ricerca per noi è molto importante”.

IN APERTURA, UNA FOTO STORICA CONCESSA DALLA FAMIGLIA BERTONI DI MELDOLA, TRATTATA DIGITALMENTE DALL’ASSOCIAZIONE PER LA CONSERVAZIONE DIGITALE DELLA FOTOGRAFIA DI MELDOLA. A LATO, DA DESTRA, DAVID BLAIR, DONNA BERTACCINI ED ERIC KIRCHBERGER DELLA FAMIGLIA BERTACCINI.


NUOVA VOLVO V60 CROSS COUNTRY. L’AVVENTURA INIZIA DENTRO DI TE. Le vere avventure non sono per forza lunghe, estreme, ai confini del mondo. Spesso l’avventura è partire senza meta. Grande o piccola, conosciuta o sconosciuta, l’avventura inizia dentro di te.

VOLVOCARS.IT

Nuova Volvo V60 Cross Country. Valori massimi nel ciclo combinato: consumo 5,4 l/100km. Emissioni CO2 143 g/km. Valori omologati in base al sistema di misurazione riferito al ciclo di prova NEDC, correlato WLTP, di cui al REG UE 2017/1153. I valori ufficiali potrebbero non riflettere quelli effettivi, in quanto lo stile di guida ed altri fattori non tecnici possono contribuire a modificare il livello delle emissioni. Presso ogni concessionario è disponibile gratuitamente la Guida che riporta i dati di emissioni CO2 dei singoli modelli redatta annualmente dal Ministero dello Sviluppo Economico.


RI-SCOPRIRE

Il verde dietro

L’ANGOLO

FAR RISCOPRIRE I TANTI PICCOLI TESORI, SPESSO NASCOSTI, DELLA NOSTRA CITTÀ. QUESTO L’OBIETTIVO DI ZARD-IN DALLE PAROLE DI ALESSANDRO GRAZIANI, IDEATORE DELLA MANIFESTAZIONE FORLIVESE ALLA SUA SECONDA EDIZIONE.

C

di Giulia Masci Ametta / ph Evans Dorri

te le età e con interessi decisamente diversi tra loro, ma in qualcosa di dinamico, non in una classica visita guidata. La base c’era. Poi qualche anno fa ho partecipato quasi a scatola chiusa ad un evento simile a Ferrara. C’erano tantissimi ragazzi, l’evento era vario e regalava scorci impensabili. Lì è scattata la molla. Quindi a settembre ho cercato dei contatti

diretti per presentarlo in Comune, dove hanno compreso subito il potenziale dell’iniziativa, ma hanno mostrato scarsità di mezzi. In compenso ho avuto il contatto di Luca Gardella e da lì è iniziata ufficialmente l’avventura di Zardin. Ad inizio dicembre, quando stavamo iniziando a demordere per via delle scarse adesioni, ho trovato il terzo moschettiere: Ro-

ph Giorgio Sabatini

Come nasce Zard-in? “Zard-in è nato dalla domanda: Perché no? In primis avrei voluto fare qualcosa per la città e avvicinare la gente (forlivesi e non) al mio punto di vista, decisamente meno disfattista, su Forlì; poi mi sarebbe piaciuto fare scoprire tanti luoghi e storie che io conoscevo, ma ignoti a tantissimi; infine avrei voluto coinvolgere persone di tut-

40

IN MAGAZINE


www.puroebio.it

berto Angelini, coordinatore di uno dei comitati di quartiere del centro, che si è mostrato subito entusiasta. A quel punto bisognava solo costruire tutto”. Quanti giardini nascosti ha Forlì? E come siete riusciti a individuarli, mapparli, ma soprattutto… farli aprire? “Sinceramente non lo sappiamo nemmeno noi, ma forse questo rende ancora più divertente la nostra ricerca! Non essendo semplice identificarli o conoscerli, la nostra ricerca ha seguito diverse strade. Avevamo conosciuto alcuni luoghi grazie ad iniziative degli anni passati, altri per conoscenza diretta dei proprietari, altri ancora tramite immagini satellitari oppure semplicemente capitando davanti all’ingresso, mentre il proprietario rincasava. In alcuni posti, spinto dalla curiosità, ammetto di essermi intrufolato in alcuni giardini col portone aperto, ma senza mai violare permessi o rompere qualcosa”. Il giardino più inaspettato? “Sicuramente un non-giardino. Mi spiego meglio: a Forlì, nella zona di via Curte, esiste un’intera area rimasta pressoché immutata nei secoli, destinata alla coltivazione fin dal Medioevo e

identificata con i cosiddetti orti longobardi. In pratica è una fetta di campagna in pieno centro storico, che si affaccia su un viale trafficato senza farsi vedere. Un’isola tranquilla, come ne esistevano altre nelle zone limitrofe alle mura e che purtroppo sono andate perse dall’Ottocento in avanti. Ho trovato visitatori sperduti, che non si erano mai avventurati in quella zona, non sapevano dove si trovassero e soprattutto se fossero ancora in centro. Avreste dovuto vedere la loro meraviglia, una volta di fronte a quella distesa di campi, tra galline e conigli, in compagnia di una coppia di arzilli vecchietti con un’energia trascinante”. La scorsa edizione ha riscosso molto successo. Che novità ci sono quest’anno? “In effetti anche noi siamo rimasti meravigliati dall’ottimo successo dello scorso anno. C’è tanta voglia di fare in città e i numeri lo hanno dimostrato. In tutto abbiamo avuto poco meno di 2.000 partecipanti. Di sicuro la filosofia di base non varierà. Cambieranno invece, almeno in parte, i giardini visitabili e il loro numero aumenterà. In aggiunta avremo più gruppi a collaborare con noi

FORLÌ Viale A. Gramsci 25/27 Viale Vittorio Veneto 24 Piazza Saffi 30 CESENA Corso Garibaldi 47/A


“PER QUANTO NON CE NE ACCORGIAMO, FORLÌ È UNA CITTÀ MOLTO VERDE, SIA ALL’APERTO CHE AL SUO INTERNO, ANCHE SE A VOLTE NON CE NE RENDIAMO NEMMENO CONTO. COME TANTI CENTRI STORICI, ANCHE IL NOSTRO CUSTODISCE DEI TESORI”.

NELLA PAGINA PRECEDENTE, DA SINISTRA, ALESSANDRO GRAZIANI, LUCA GARDELLA E ROBERTO ANGELINI. IN ALTO, UNO DEI GIARDINI APERTI. SOTTO, L’ARENA ELISEO.

42

IN MAGAZINE

alla realizzazione di attività ed eventi durante quel fine settimana. Attività di ogni tipo, dalle più consone a quelle più stravaganti. Ovviamente il ringraziamento più grande per questo successo va ai proprietari, che ci hanno dato la disponibilità ad entrare nelle loro case e a condividere i loro spazi. Almeno per due giorni tutto è stato molto più sociale e meno social”. Progetti e sogni per il futuro? Per Zard-in il progetto è di esten-

dere il numero di giardini e l’itinerario, coinvolgendo anche luoghi al di fuori del centro storico. La speranza col tempo è di riuscire a riempire gli spazi con attività sempre nuove, in modo da risultare sempre fresca e non fossilizzarsi. A livello personale vorrei che diventasse un’occasione per fare comunità, ricominciare a parlare tra persone e per quanto stupido tornare a salutare i propri vicini. A volte basta davvero poco”.


De Stefani.


ASCOLTARE

Grecia, ritmo

E MARE

TRE APPUNTAMENTI FORLIVESI PER IL RAVENNA FESTIVAL 2019: 7 E 13 GIUGNO ZORBA IL GRECO E KATHINKAS GESANG A SAN GIACOMO, 23 GIUGNO UOMINI IN FRAC AL FABBRI.

R IN BASSO, IL CONCERTO DELL’ORCHESTRA ARCANGELO CORELLI AL SAN GIACOMO DI FORLÌ.

di Vittoria Edini

Ravenna Festival torna a Forlì con tre concerti immersi nel mare (e nel ritmo) della XXX edizione: la navigazione per l’alto mare aperto – come vuole il titolo di quest’anno – fa tappa anche nella Chiesa di San Giacomo e al Teatro Diego Fabbri, grazie al sostegno della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì. Se il concerto dell’Orchestra Corelli in omaggio a Mikīs Theodōrakīs e al suo indimenticabile Zorba segue la rotta del Festival che

ph archivio Fondazione Cariforlì © G.Cangini

44

IN MAGAZINE

porta alla Grecia, il battito della rassegna Le 100 percussioni contagia anche Forlì con l’avvolgente esperienza del capolavoro di Stockhausen, Kathinkas Gesang als Luzifers Requiem (Il canto di Kathinka ovvero il Requiem per Lucifero, da Samstag aus Licht). Ma il richiamo del Mediterraneo aff iora ancora quando Peppe Servillo e una valente squadra di jazzisti celebrano un artista che ha fatto la storia della canzone italiana: Domenico Modugno (e gli echi della sua Polignano a Mare). Nell’anno in cui il Festival rende omaggio alla Grecia culla di civiltà non può mancare una figura scolpita nell’immaginario collettivo: l’epico sirtaki di Anthony Quinn nel film Zorba il greco, nel quale si rispecchia la Grecia moderna, sarà eseguito a San Giacomo il 7 giugno in forma di suite dalla Corelli diretta da Jacopo Rivani (protagonista anche del concerto che ha inaugurato l’adeguamento acustico della stessa chiesa), dal Coro Euridice guidato da Pier Paolo Scattolin e dal mezzosoprano Cecilia Bernini. Il candore barocco di San Giacomo è cornice anche

dell’incursione de Le 100 percussioni, la rassegna di Ravenna Festival che dal 6 al 15 giugno celebra tutte le incarnazioni del ritmo: il 13 giugno il flauto di Manuel Zurria, il live electronics di Alvise Vidolin – pioniere fra i più influenti del sound design – e il Chigiana Percussion Ensemble guidato da Antonio Caggiano circonderanno il pubblico nell’abbraccio musicale di Kathinkas Gesang, trasportando lo spettatore nell’atmosfera stregata di questo caposaldo della musica contemporanea. Di nuovo fra i flutti dell’immaginario collettivo con Mister Volare, la cui voce ha colorato un’intera epoca italiana: quelli di Domenico Modugno sono classici intramontabili che il 23 giugno, al Teatro Diego Fabbri, si vestono di jazz per Uomini in frac, reinvenzione nel segno della poesia e dell’affettuosa confidenza – come già accaduto per Celentano, Faber, Battisti. Accanto al frontman Servillo, sax e arrangiamenti di Javier Girotto, Fabrizio Bosso alla tromba, Furio Di Castri al contrabbasso, Rita Marcotulli e Mattia Barbieri rispettivamente pianoforte e batteria.


www.centrolinguecesena.com

Conoscere le lingue apre le porte del mondo.

Formazione: corsi in qualsiasi lingua straniera di tipo generale, business, settoriale.

Traduzioni: da e verso qualsiasi lingua straniera realizzate con accuratezza e rapidità.

DAL 1976 CON PROFESSIONALITÀ E PASSIONE AFFIANCHIAMO LE AZIENDE CON UN’AMPIA OFFERTA DI SERVIZI DI QUALITÀ.

Interpretariato: in simultanea, in consecutiva, chuchotage e di trattativa.

Via Leopoldo Lucchi, 135 (Torre del Montefiore, 3° piano) - 47521 Cesena (FC) - Tel. +39.0547.24826 info@centrolinguecesena.com -

centrolinguecesena

NUOVA SEDE FACILMENTE RAGGIUNGIBILE CON AMPIO PARCHEGGIO


INTRAPRENDERE

Partire

DI SLANCIO IL PROGETTO ACCADEMIA DELLE IDEE VINCE DUE PRESTIGIOSI PREMI E FA DEL CREDITO COOPERATIVO ROMAGNOLO DI CESENA LA BANCA DI RIFERIMENTO PER LE GIOVANI IMPRESE

U

di Giorgio Pereci

Un luogo dove sperimentare, sbagliare, misurarsi e poi partire. Si potrebbe sintetizzare così l’idea alla base del progetto Accademia delle Idee, promosso dal Credito Cooperativo Romagnolo di Cesena per avviare lo sviluppo delle giovani imprese. Per 12 mesi, nello spazio di co-working al primo piano del Mercato Coperto, in piazza del Popolo, le start-up possono usufruire gratuitamente di un vero e proprio ufficio, attrezzato con tutto il necessario, per partire senza costi di avvio. Nel 2018 sono state 9 le

giovani imprese ospitate nell’Accademia, tra cui Mayp Digital, PonyPony, Origami e ora le scrivanie stanno per essere occupate dalle nuove leve. L’alto profilo del progetto ha portato il CCR a vincere due prestigiosi premi: il Premio ABI Lab, come banca retail più innovativa per l’azione a favore dei giovani, e il Premio dei Premi conferito ogni anno su concessione del Presidente della Repubblica. Lo scorso 4 marzo, nella Sala Koch di Palazzo Madama a Roma, la banca ha ritirato il

premio dalle mani del Presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati. “Siamo attenti ai giovani talentuosi. Con Accademia delle Idee e la nostra Associazione Giovani, attiva sin dal 2010, offriamo alle nuove imprese supporto, formazione e consulenza” dicono Valter Baraghini e Giancarlo Petrini, rispettivamente presidente e direttore generale della banca. Una delle start-up cresciute in Accademia è Tulips, la piattaforma per la spesa online operativa sia a Cesena che a Forlì. “All’inizio lavoravamo nella soffitta di casa – dice Enrico Martini, uno dei fondatori –. Lo spazio di co-working ci ha dato la possibilità di crescere, di conoscere altre giovani imprese come noi e di avere un luogo più adatto e attrezzato per incontrare potenziali collaboratori, fornitori e investitori. Una bella opportunità”. DA SINISTRA IN BASSO: CESARE BIZZOCCHI, ARIANNA ALPINI, LUCIA MOLARI DEL CREDITO COOPERATIVO ROMAGNOLO CON SIMONA FRANCOLINI E CHIARA BEDEI DI ASSOCIAZIONE GIOVANI CCR. DA SINISTRA IN ALTO: ALCUNI GIOVANI DELLE START-UP DI ACCADEMIA DELLE IDEE E I RAGAZZI DELL’ASSOCIAZIONE GIOVANI CCR MASSIMILIANO MONTALTI E RICCARDO BRANDOLINI.

46

IN MAGAZINE




CAMMINARE

Sui sentieri

DELLA FEDE LA VIA ROMEA GERMANICA CONDUCE I PELLEGRINI DA STADE, IN GERMANIA, A ROMA DAL 1220. NEL TRATTO ROMAGNOLO PASSA DA CERVIA E ARRIVA A LA VERNA ATTRAVERSANDO SENTIERI E BORGHI DEL NOSTRO APPENNINO. testo e foto di Andrea Bonavita


P

Pensare di affrontare tutti i 2.200 km che vanno da Stade, in Germania, fino a Roma facendo leva solo sulle proprie gambe e sulla propria fede, ha qualcosa che a prima vista non è comprensibile ai più. La Via Romea Germanica infatti è un cammino della fede che, partendo dalla cittadina a Nord di Amburgo, porta il pellegrino fino a Città del Vaticano seguendo il percorso segnato dall’Abate Alberto di Stade verso il 1220. Quasi la metà di questo percorso si snoda sul territorio italiano e attraversa molte regioni, tra le quali anche la Romagna dove tra l’altro ha sede l’associazione italiana, pre-

LA NOSTRA TERRA HA LA CARATTERISTICA DI ESSERE L’UNICA CHE PERMETTE IN POCHI CHILOMETRI DI PASSARE DAL MARE ALLA MONTAGNA, INFATTI, I PELLEGRINI TROVANO LE PRIME MONTAGNE SOLO QUI, ATTRAVERSANDO L’APPENNINO VERSO LA TOSCANA.

cisamente a Santa Sofia, nel Forlivese. La nostra terra ha la caratteristica di essere l’unica che permette in pochi chilometri di passare dal mare alla montagna, infatti dopo aver attraversato le alpi e oltrepassato la pianura padana, i pellegrini trovano le prime montagne solo qui, attraversando l’Appennino verso la Toscana. “La Romagna è una terra che offre molteplici panorami – racconta Rodolfo Valentini, Presidente dell’associazione Via Romea Germanica – e i camminatori che passano da qui ci salutano sempre con il sorriso e un pizzico di malinconia”. I viandanti che percorrono la Via infatti, vengono molto spesso accompagnati da camminatori locali che, anche solo per pochi 50

IN MAGAZINE

chilometri, aiutano i pellegrini ad orientarsi tra i sentieri e gli ospitali (luoghi forniti di letti e spazi cucina dove fermarsi per riposare) messi a disposizione grazie alle tante collaborazioni che la Via Romea Germanica ha intessuto nel corso degli anni. La parte più interessante del percorso romagnolo è quella che parte da Cervia e arriva al Santuario di La Verna. In questo tratto infatti si possono attraversare le saline e godere della loro variegata fauna che va dai gabbiani reali alle garzette, ai cavalieri d’Italia fino ai maestosi fenicotteri. La Via Romea Germanica si insinua poi nell’entro-

IN BASSO, DALL’ALTO, BAGNO DI ROMAGNA IN LOCALITÀ LE GUALCHIERE. SOTTO, CIVITELLA DI ROMAGNA.


T-Cross I AM MORE THAN ONE THING

Tua da 155 euro al mese TAN 3,99% - TAEG 5,38%

Con Progetto Valore Volkswagen RAVENNA Via Trieste, 227/X Tel. 0544.591931

FORLI’ Via Dragoni, 59/A Tel. 0543.473037

FAENZA Via Emilia Ponente, 65 Tel. 0546.623398


IN OGNUNO DI QUESTI PAESI LE TAPPE SONO D’OBBLIGO, VUOI PER UNO SPUNTINO E UN BICCHIERE DI VINO O PER UNA VISITA ALLE TANTE ABBAZIE E ROCCHE MEDIEVALI VISITABILI. SI PROSEGUE POI VERSO FRATTA TERME PER DIRIGERSI VERSO MELDOLA E LA VAL BIDENTE.

IN BASSO, UNA VEDUTA DALL’ALTO DELLA VIA ROMEA GERMANICA NEL TRATTO ROMAGNOLO.

52

IN MAGAZINE

terra, passando per piste ciclabili e sentieri al limitare di campi o fiumi passando per Pisignano, Forlimpopoli, Bertinoro. In ognuno di questi paesi le tappe sono d’obbligo, vuoi per uno spuntino e un bicchiere di vino o per una visita alle tante abbazie e rocche medievali visitabili. Si prosegue poi verso Fratta Ter-

me per dirigersi verso Meldola e la Val Bidente iniziando così a salire di quota. Il viandante incontra poi la maestosa rocca di Cusercoli, la quale dispone di uno dei tanti ospitali messi a disposizione dei viandanti che mostrano la carta del pellegrino, un documento che comprova la percorrenza delle varie tappe fino a Roma e che darà diritto una volta completato, a ricevere il Testimonium: il certificato di fine pellegrinaggio. Proseguendo lungo la vallata, si cammina lungo un percorso fluviale passando per Civitella, Galeata e su verso l’eremo di Sant’Ellero poi Santa Sofia fino ad arrivare a Bagno di Romagna passando per il passo del Carnaio e il santuario della Madonna di Corzano. “Qui – consiglia Valentini – qualche ora di buon riposo è consi-

gliata, anche perché comincia la parte più ripida del percorso. E cosa c’è di meglio per rilassarsi di un bel bagno termale?”. Ristorati e riposati, il cammino può riprendere verso il vecchio borgo delle Gualchiere che apre il sentiero che, sempre in salita, arriva fino a Nasseto e al Passo Serra. Una mulattiera, unico collegamento tra Romagna e Toscana fino all’800, in cui ancora si può scorgere in diversi punti l’antico selciato originario. A Nasseto, in mezzo a prati e ruderi suggestivi, esiste un punto di sosta e ristoro in cui i passanti possono trovare un ottimo rifugio con camino per accendere un fuoco e acqua di fonte. Dal Passo Serra poi, una variante del percorso porta finalmente a La Verna, antico santuario Francescano del 1200 carico di storia e fascino oltre che di importanza religiosa.


Vivi senza limiti. A proteggerti ci pensiamo noi.

MPP ASSICURAZIONI | Piazza Falcone e Borsellino, 1 ForlĂŹ | T. 0543 404101 | www.mppassicurazioni.com


54

IN MAGAZINE


ABITARE

Nobile

ELEGANZA NELLA DIMORA DEI MARCHESI PAULUCCI DE CALBOLI DOVE AMBIENTI, LIBRI E ARREDI RACCONTANO LA STORIA DI UNA DELLE FAMIGLIE PIÙ IMPORTANTI DI FORLÌ.

P

di Roberta Invidia / ph Giorgio Sabatini

Palazzo Paulucci de Calboli, in Largo de Calboli, non ha certo bisogno di presentazioni. Con la sua facciata neoclassica rivolta verso San Mercuriale, il timpano con lo stemma coronato e il balcone da cui si affacciò Garibaldi, è l’edificio più emblematico del centro storico di Forlì. La testimonianza più appariscente del periodo in cui la nobiltà forlivese affermava il proprio status sociale attraverso nuove, importanti dimore. Da secoli l’edificio tiene alte le insegne dei conti di Calboli, poi marchesi Paulucci de Calboli, una delle più antiche famiglie forlivesi che fu avversaria degli Ordelaffi nelle contese tra guelfi e ghibellini e che ha annoverato tra i suoi membri crociati, cardinali, beati, uomini di governo, eroi di guerra, medaglie d’oro al valor civile. Oggi il palazzo è diviso in tante proprietà, ospita uffici e attività commerciali e apre le porte al pubblico in rarissime occasioni. Ma nel cuore dell’edificio c’è ancora un luogo in cui la storia di un ramo dei Paulucci si tramanda e vive attraverso i suoi discendenti, caso raro nel panorama della nobiltà forlivese in gran parte estinta o

non più residente in città da generazioni. “La nostra famiglia ha tre rami – dice Gian Raniero Paulucci de Calboli, noto avvocato civilista del Foro di Forlì – noi siamo i Paulucci di San Mercuriale, sotto la diretta protezione del santo, poi ci sono i Paulucci di via Maroncelli, da cui discende Fulcieri, e poi il terzo ramo che aveva la sua dimora nella villa di Selbagnone, oggi disabitata. Diciamo pure che siamo il nocciolo duro della stirpe, radicato a Forlì e rimasto in questo palazzo senza soluzione di continuità”. E questa continuità trova espressione nell’appartamento di ottocento metri quadri, al piano nobile dell’edificio, affacciato su Largo de Calboli e via dei Filergiti e sul giardino interno con i portici a volta ribassata e al centro una maestosa magnolia. Entrando nel palazzo, gli antichi splendori dei Paulucci si respirano fin da subito salendo lo scalone d’ingresso decorato con due grandi gruppi di statue a tema mitologico, in cima al quale campeggia il medaglione con il ritratto del cardinale Fabrizio Paulucci de Calboli. Fu proprio l’eminente prelato, che

A LATO, GIAN RANIERO PAULUCCI DE CALBOLI INSIEME ALLA MOGLIE LAURA BATTAGLIA, SULLO SCALONE D’INGRESSO.

IN MAGAZINE

55


“NOI SIAMO I PAULUCCI DI SAN MERCURIALE, SOTTO LA DIRETTA PROTEZIONE DEL SANTO, POI CI SONO I PAULUCCI DI VIA MARONCELLI, DA CUI DISCENDE FULCIERI, E POI IL TERZO RAMO CHE AVEVA LA SUA DIMORA NELLA VILLA DI SELBAGNONE”.

NUS ET OFFICTIUS ALIQUAM, ODIT ALIAT VID UTEM VOLUPIT ASSINCI PISTOTAT IPSA IMIN EST ESTE CUSAM DOLORECUS CUSANIMOS NONSENIMI, UTE DEBITAT IUNDELENDAE. NE DOLUPTATUR

56

IN MAGAZINE

per due volte sfiorò l’elezione a Pontefice, a dare l’impulso per la costruzione dell’edificio nei primi anni del ’700, accorpando tre antiche dimore: casa Paulucci, casa Augustini e casa Mangelli. “Qui c’è la storia della famiglia, sebbene la guerra abbia lasciato segni importanti – dice Laura Battaglia, elegante padrona di casa, moglie di Raniero e figlia di un noto primario dell’ex Ospedale Morgagni –. In origine l’edificio occupava tutto l’isolato. Nel ’44 un bombardamento aereo ha distrutto il caratteri-

stico angolo a punta tra via Fratti e via dei Filergiti, che ospitava le serre e le scuderie, e anche l’ala di via Fratti con il suo antico salone da ballo riccamente decorato di cui rimangono solo delle belle foto”. Una testimonianza di come dovevano essere quegli ambienti si conserva in un’ala affrescata della casa dove oggi è custodito un archivio di grande importanza, meta di studiosi in visita dal Vaticano. “L’archivio – spiega Laura – contiene centinaia di tomi antichi e gli atti del Concilio


il Villa Oltre benessere Orchidee

i c s i n Ridefi stetica. e a u t la na i c i d me ruttiva i d i t st is l o a c i i r c spe stica e i r t s la o p n , i a a c i ti at Affid rgia este ru e chi Ringi ovani men Rimo dellam to viso ento Tratta corpo m e pun corpo ento e to vita rei e v correz i a o s n colari Epila e ines zione tetism laser i viso e corpo

Villa Orchidee via Balducci, 38 - ForlĂŹ T: 0543 454225 www.ospedaliprivatiforli.it


di Trento. Difficile dire quale sia stato il suo nucleo originario e quanti volumi ci siano esattamente, le notizie che abbiamo ci arrivano dai racconti dei nostri parenti più vicini ma di fatto si perdono nel tempo”. Ad accogliere gli ospiti di casa Paulucci è un prestigioso salone abbellito da antichi arazzi del ’700, dipinti a succo d’erba con scene della Bibbia e lo stemma di famiglia. Nel salone, come nell’attigua biblioteca, mobili e oggetti di epoche e provenienze diverse testimoniano anche del carattere aperto e cosmopolita dei Paulucci. “Nella nostra famiglia ci sono sempre state persone di grande cultura. Ci hanno lasciato anche una vasta raccolta di preziosi volumi di vario genere e in varie lingue, specialmente letteratura ottocentesca in inglese e francese,” aggiunge Gian Raniero che porta il nome del nonno, medaglia 58

IN MAGAZINE

d’oro al valor civile, fucilato dai fascisti nel 1944, come la moglie Pellegrina che subì lo stesso destino qualche giorno dopo di lui. Tra i gioielli di famiglia si conserva anche una collezione di armi antiche a cui si aggiunge una collezione di armi moderne, in parte ereditata dal padre, che Gian Raniero, appassionato di arte venatoria e titolare di una riserva di caccia nella zona dei castelli della Loira, in Francia, ha arricchito con pezzi di pregio e alcune curiosità. “Ne ho di tanti tipi, detenute e custodite a norma di legge, tra cui anche il fucile originale di Rachele Mussolini”. E non è l’unica curiosità di casa Paulucci: tra gli oggetti più particolari anche due maestosi uccelli impagliati, un gufo delle nevi e un gufo reale, dono dello Zar di Russia ad Angelo Masini e arrivato qui in virtù dell’amicizia tra il noto tenore e i Paulucci.

TRA GLI OGGETTI PIÙ PARTICOLARI ANCHE DUE MAESTOSI UCCELLI IMPAGLIATI, UN GUFO DELLE NEVI E UN GUFO REALE, DONO DELLO ZAR DI RUSSIA AD ANGELO MASINI E ARRIVATO QUI IN VIRTÙ DELL’AMICIZIA TRA IL NOTO TENORE E I PAULUCCI.

La stirpe dei Paulucci ha in queste mura anche i suoi esponenti più giovani, sono i figli di Laura e Gian Raniero: Alessandra, 30 anni, una laurea in giurisprudenza e la passione per la caccia come il padre, e Fabrizio, 27 anni, appassionato di motociclette, che hanno scelto di continuare la tradizione e di abitare ancora questo signorile edificio ricco storia e di fascino.

NELLA PAGINA PRECEDENTE, ALCUNE FOTOGRAFIE DELL’ELEGANTE SALONE E DELLA BIBLIOTECA. IN ALTO, UNA DELLE VOLTE AFFRESCATE DEL PALAZZO.


UN’ESPERIENZA NEL SETTORE DELL’IMBALLAGGIO CHE SI BASA SULLA FILOSOFIA “LAVORARE COME I VECCHI TEMPI”.

GIERRE PACK

30 ANNI DI ESPERIENZA NELL’IMBALLAGGIO Rapporto e collaborazione con le persone. Questi sono gli ideali portati avanti da più di 30 anni dall’ideatore Valter Rosetti e fatti propri da Gierrepack fin dal principio, aggiornandoli e rivisitandoli in chiave moderna, grazie a servizi sempre più puntuali ed efficienti e a tecnologie di produzione più innovative. Grazie alla struttura della propria sede, con un magazzino ampio e moderno con 480 posti Epal riservati ai clienti, e a un technical know-how consolidato negli anni, Gierrepack può proporsi oggi nel mercato in maniera sempre più capillare. Materiali autoadesivi per l’imballaggio, materiali in carta per le grandi comunità, film plastici termoretraibili riciclabili. I risultati ad ora ottenuti, tra cui la copertura di oltre il 70% del mercato delle carni in Italia, hanno permesso di ampliare i propri orizzonti oltre i confini del territorio nazionale, pur mantenendo al centro il concetto di “customer satisfaction” e una politica di costante miglioramento.

ieri

oggi

Via Nicola Sacco, 7 Forlì (FC) | T. 0543 798340 | info@gierrepack.com | www.gierrepack.com


ADVERTORIAL

FISIOLOGY CENTER SEMPRE PIÙ ALL’AVANGUARDIA

IN COLLABORAZIONE CON AZIENDE INTERNAZIONALI E ALCUNE UNIVERSITÀ DI RIFERIMENTO, FISIOLOGY CENTER SVILUPPA NUOVI MODELLI DI RIABILITAZIONE A LIVELLO COGNITIVO.

1

IN MAGAZINE

Il Fisiology Center di Forlì si dimostra sempre più un’eccellenza italiana, non solo nell’ambito del recupero di atleti di livello mondiale (vedi gli ultimi casi dei recuperi del saltatore in alto G. Tamberi, oppure dei ciclisti E. Viviani, G. Nizzolo, o degli atleti nazionali di atletica leggera D. Greco, S. Chesani, C. Stecchi, M. Magnani) ma soprattutto nell’ambito dello sviluppo della riabilitazione attraverso il collegamento diretto con alcune delle aziende leader mondiali ed alcune delle università più prestigiose del settore. Se negli anni ’80 per Riabilitazione Ortopedica e Traumatologica s’intendeva l’uso esclusivo della terapia strumentale, come l’elettroterapia e la magnetoterapia, con l’obiettivo di agire esclusivamente sul dolore, negli anni ’90 si inizia a parlare di riabilitazione mo-

toria segmentale con lo scopo non solo di eliminare il male al ginocchio ma di rieducare anche il movimento. Verso la fine degli anni ’90, si passa da protocolli preconfezionati, uguali per tutti in base al problema, a progetti rieducativi personalizzati, anche se sempre limitati al solo recupero dell’arto leso. È negli anni 2000 che si inizia invece a considerare il corpo nella sua globalità, e quindi a pensare di rieducare non solo il ginocchio, ma il corpo nel quale il ginocchio si muove. In questo contesto, dopo qualche anno si esalta il concetto di rieducazione funzionale, con l’esigenza di avere strumenti per la valutazione sempre più efficaci che permettano di capire la qualità del gesto. Entrando nella sfera del gesto funzionale, il passo successivo sono gli aspetti neuromuscolari, applicati e sviluppati con

regolarità dal 2010: non si rieduca solo la quantità di forza, od i vari movimenti, ma ci si concentra sulla qualità di reclutamento, ovvero sul modo e il tempo con cui una parte del cervello invia corrente ai muscoli. Questo ci sta portando in questi ultimi anni verso quella che si può chiamare una riabilitazione a livello centrale. Per capire questo concetto bisogna differenziare il movimento dall’azione: in pratica l’azione è costituita da una serie di movimenti preorganizzati, come se l’azione fosse una frase fatta e i movimenti le varie parole. Se ad esempio si afferra un bicchiere dal tavolo, non si pensa ai singoli movimenti necessari per prenderlo ma esiste già uno schema automatico nel cervello per come prendere quel bicchiere, che si chiama in termine tecnico Engramma.


ADVERTORIAL

I COLLEGAMENTI TRA VISTA, CERVELLO, MOVIMENTI, AZIONI MOTORIE AUTOMATIZZATE, SONO ALLA BASE DEL CORPO PER MUOVERSI CORRETTAMENTE. GLI STUDI FUTURI NEL QUALE FISIOLOGY È COINVOLTO SONO INDIRIZZATI A CAPIRE LE MODALITÀ DEL LORO RECUPERO DOPO UN QUALSIASI TIPO DI INFORTUNIO.

È come se l’azione fosse un file di un computer inserito in un hard disk, che è la corteccia celebrale. È stato studiato che se si subisce un infortunio, ad esempio alla spalla, per prendere quel bicchiere saranno attivati dei compensi – ad esempio sarà inclinato maggiormente il busto – e che se questo viene ripetuto per un certo periodo di tempo il sistema cambierà l’azione, come se riscrivesse un nuovo file su quello vecchio. Il risultato è che anche se successivamente la spalla sarà curata, la nuova azione per prendere il bicchiere sarà quella “riscritta”, con il risultato di creare un sovraccarico in quella zona con nuove problematiche (come il mal di schiena). Si tratta di concetti nuovi in rieducazione ortopedica, dove se è vero che c’è abbastanza evidenza scientifica, in realtà devono ancora essere approfonditi e sviluppati, soprattutto nella loro applicazione pratica, che diventerà sempre più legata all’esercizio, da affiancare alle terapie strumentali e manuali, comunque importanti ma ormai insufficienti da sole per un recupero completo. In sostanza si fa sempre più attenzione agli aspetti cognitivi, agli schemi motori

già memorizzati e a quelli che il cervello deve elaborare attraverso la vista. Si immaginino le problematiche a livello di schemi motori alterati dopo un intervento di protesi d’anca o di ginocchio in un soggetto che ha dovuto camminare male per anni: evidentemente non basta inserire un’articolazione nuova e fare un po’ di fisioterapia per rieducare la muscolatura, bisogna riprogrammare un’azione motoria

automatica efficiente. In questa direzione il Fisiology Center, in collaborazione con aziende del calibro di Technogym, di Microgate e il prof. A. Cacchio dell’Università dell’Aquila, uno dei massimi esperti internazionali in materia, sarà nei prossimi anni una delle strutture scelte per portare avanti l’applicazione e lo sviluppo di questi studi, che saranno successivamente proposti a tutti i pazienti.

Via Grigioni, 2 (traversa via Costanzo II) Forlì Tel. 0543 797018 www.fisiology.it IN MAGAZINE

2


PROIETTARE

Il cinema

ITINERANTE IL CIMENA È UN PROGETTO NO PROFIT CHE REGALA IL CINEMA DOVE, IN GENERE, NON ARRIVA: CLINICHE PEDIATRICHE, OSPEDALI, CASE DI ACCOGLIENZA. UN PROGETTO CHE OFFRE MOMENTI DI SOLLIEVO E SOSPENSIONE TRA SOGNO E REALTÀ.

L

di Clarissa Costa / ph Nicoletta Valdisteno

Le locandine e i biglietti d’ingresso, il profumo dei pop-corn appena scoppiati e la trepidante sensazione di attesa mentre ci si ritrova, insieme, di fronte al grande schermo. È questa la normalità che l’associazione non profit Cimena regala a chi vive un’ospedalizzazione prolungata, ed è quindi impossibilitato nel godere di tutte quelle attività, grandi o piccole che siano, che costituiscono la vita al di fuori delle mura dell’ospedale. Il Cimena – le cui lettere giocano e si ribaltano proprio come le storpierebbe un bambino – è nato dal sogno di Elena Xerri e dal marito Marco Bassano, di origine veneta lei e cesenate lui, rispettivamente aiuto regista e direttore della fotografia per cinema e televisione. La loro associazione propone il cinema come veicolo di cultura e sollievo, come via di fuga (anche se metaforica), come legame con l’esterno e momento di convivialità e sospensione dalla vita ospedaliera. Si tratta di un progetto itinerante, trasversale e flessibile: è una carovana che viaggia in luoghi in cui la magia del cinema tradizionale spesso non riesce ad arrivare, come ospedali pediatrici, oncologici, ortopedici, case di

62

IN MAGAZINE

accoglienza o di riposo, che possono così beneficiare in forma totalmente gratuita di un cinema on demand, con una selezione di film e un calendario di appuntamenti studiati sulle esigenze degli spettatori e della struttura. Questo ambizioso progetto ha via via coinvolto diversi professionisti e aziende, che in questi mesi si sono prodigati per supportare l’iniziativa. Dallo scorso dicembre, infatti, il Cimena è già approdato a Bologna, dove sono state fatte proiezioni agli ospedali Maggiore, Bellaria e Rizzoli e alla Comunità d’accoglienza per minori non accompagnati del Ceis al Villaggio del Fanciullo, e a Ravenna, all’ospedale Santa Maria delle Croci. L’accoglienza è stata ovunque ca-

lorosa e la prova la si è avuta sin dall’inizio dell’anno, quando oltre 100 persone hanno partecipato alla campagna di crowdfunding, raccogliendo oltre 6.000 euro e garantendo così le proiezioni di questa primavera. “Non c’è solo la soddisfazione negli sguardi dei piccoli – afferma Elena –. Non dimenticherò mai la loro espressione, ma c’è anche l’idea di alimentare una piccola impresa pensata per bambini ricoverati, medici, infermieri ed educatori che crei stimoli nuovi attraverso la cultura”. Per organizzare una proiezione nella vostra struttura o ricevere maggiori informazioni per contribuire al progetto con una donazione: www.ilcimena.it



LEGGERE

A misura

DI CANE

È APPENA USCITA IN LIBRERIA 52 DOMENICHE CON IL MIO CANE IN ROMAGNA, LA GUIDA CHE VI PORTERÀ ALLA SCOPERTA DEL NOSTRO MERAVIGLIOSO TERRITORIO IN COMPAGNIA DEL VOSTRO AMICO A 4 ZAMPE.

L A LATO, GIANLUCA RONDONI, AUTORE DELLA GUIDA, IL GIORNO DELLA PRESENTAZIONE PRESSO IL ROBINSON PET CENTER DI VIA BERTINI A FORLÌ.

64

IN MAGAZINE

di Beatrice Loddo / ph Giorgio Sabatini

La guida must have per tutti i cinofili è firmata da Gianluca Rondoni, che con 52 domeniche con il mio cane in Romagna ci porta alla scoperta dei luoghi segreti e delle bellezze naturali della nostra terra, sempre in compagnia del proprio amico a 4 zampe. Come ha giustamente sottolineato alla presentazione in anteprima che si è tenuta il 6 aprile presso il Robinson Pet Center di via Bertini aForlì, “noi uomini siamo abituati a concepire la passeggiata come un viaggio da A a B, e il resto è solo contorno. Invece per i cani è diverso, non importa tanto la meta quanto il viaggio. Lasciarsi guidare dall’istinto del proprio cane quando è immerso nella natura è un’avventura che porta sempre a meravigliose sorprese ed esperienze”. All’interno delle 136 pagine del libro si trovano 52 proposte di passeggiate – una per ogni fine settimana dell’anno – all’interno delleProvince di Ravenna, Forlì, Cesena, Rimini, con un capitolo dedicato anche alle incursioni in aree circostanti, dalle valli di Comacchio al santuario de La Verna in Toscana, fino al Parco del Monte San Bartolo in Provincia di Pesaro.

Percorsi per tutti i gusti, immersi nella natura, alla scoperta di antichi borghi e magici orizzonti, corredati dalle fotografie a colori di Giorgio Sabatini e dai suggerimenti su dove fermarsi per mangiare. In ogni scheda l’autore ha inoltre dato spazio anche ai cani,

immedesimandosi fino a offrire una prospettiva insolita e giocosa alle avventure che ciascuno può vivere insieme al suo padrone nel territorio romagnolo. Il libro, pubblicato da Edizioni IN Magazine, è acquistabile nelle migliori librerie e nei negozi Robinson Pet Center.


Sei sicura di avere già tutto quello che serve per il tuo lavoro?

Ci sono strumenti indispensabili che non si vedono. Apri la tua nuova attività con noi e per il primo anno avrai gratuitamente: • Kit digitale (PEC, smart card, fatturazione elettronica...) • Pacchetto Privacy • Consulenza di settore • Finanziamenti: progetto zero interessi • Networking con altre imprese Contatta la CNA della Romagna più vicina a te:

CNA Forlì-Cesena 0543 770111 - www.cnafc.it

CNA Ravenna 0544 298511 - www.ra.cna.it

CNA Rimini 0541 760211 - www.cnarimini.it


ADVERTORIAL

ALESSANDRINI HOME TUTTI I COLORI DELLA CASA

DA PAVIMENTI E RIVESTIMENTI PER INTERNI ED ESTERNI ALL’ARREDO BAGNO, ALESSANDRINI HOME È IL RIFERIMENTO PER IL DESIGN DI QUALITÀ.

Un tempo si chiamava Nuova Artigiana Pavimenti. Fondata da Gilberto Alessandrini oltre 50 anni fa, è riuscita a rimanere fedele ai principi originari stando sempre al passo con i tempi e con un obiettivo fondamentale: soddisfare il cliente seguendolo come fosse “uno di famiglia”, dalla progettazione, alla vendita, alla posa in opera dei pavimenti e dei rivestimenti. Oggi che la titolare è sua figlia Patrizia, Gilberto rimane un punto di riferimento, una gui-

da. “La professionalità è fondamentale – afferma Patrizia Alessandrini (a destra nella foto) –, ma a fare la differenza è l’ascolto del cliente, come ci ha insegnato mio padre. Siamo un’azienda alla quale affidare i propri sogni. Ogni opera, anche la più semplice, viene fatta con passione. Perché noi non contribuiamo semplicemente a costruire una casa, aiutiamo i nostri clienti a creare il proprio nido, un luogo in cui è bello giocare, pensare, lavorare, riposare e viveri mo-

menti di allegria con la famiglia e gli amici”. In questo è sicuramente d’aiuto la presenza di uno staff tutto al femminile: direzione, amministrazione, vendite, design, sono tutti settori guidati da donne. Collaborano infatti con Alessandrini Home l’architetto Elisabetta Ortali (al centro nella foto), che si occupa delle vendite insieme a Patrizia, e la dott.ssa Manuela Casali (a sinistra), responsabile dell’ufficio amministrativo e commerciale. “La prima fase è fondamentale, a partire dall’ascolto iniziale, per elaborare una soluzione abitativa che accontenti il cliente anche nei minimi dettagli; è un momento dove ci si interfaccia con proposte aperte, anche per conoscersi a fondo, senza per questo far lievitare i costi. Chi viene da noi ottiene sempre e comunque un servizio personalizzato”. Per questo Alessandrini Home si configura come un vero studio di home design. Lo staff lavora a stretto contatto non solo con i posatori e i tecnici, ma anche con i mobilieri perché “è importante conoscere qual è l’orientamento dei clienti in fatto di arredo per poter consigliare un materiale adatto, sia per estetica che per qualità e praticità, in funzione del risultato finale atteso. Proprio per questo ci avvaliamo delle migliori aziende del settore e dei migliori artigiani per assicurare un ottimo risultato finale”. All’ingresso dello showroom c’è una frase che racconta la vera natura di Alessandrini Home: IN THE MOOD FOR LOVE.

Via Nicola Sacco, 16 Forlì (FC) | Tel: 0543.723264 | info@alessandrinihome.it | www.alessandrinihome.it 1

IN MAGAZINE




Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.