Pesaro IN Magazine 02 2020

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Tariffa R.O.C.: Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB - FILIALE DI FORLÌ - Contiene i. p. - Reg. al Tribunale di Forlì il 20/02/2006 n. 6 - EURO 3,00

PESARO N° 2 DICEMBRE 2020/GENNAIO 2021

Alessandro

BARONCIANI

LA MIA DISCIPLINA

PASSIONE E PROFESSIONE / L’arte del mestiere FRANCESCA MUZZINI / Verso l’armonia ALESSANDRO VALENTINI / Il teatro nel DNA



EDITORIALE

SOMMARIO

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Per questo numero a cavallo tra il 2020 e 2021 ecco una sorpresa. In fondo alla rivista trovate uno speciale dedicato interamente alla casa. Con l’aiuto dei nostri partner si è costruito un percorso informativo sulle novità e le migliori offerte del settore. In copertina presentiamo Alessandro Baronciani, artista multiforme del mondo delle imagini: fumettista, art director, insegnante e musicista (ma non solo). Abbiamo inoltre incontrato il designer Luca Roccadadria, l’imprenditrice Ilaria Cianci e l’artista DJ Auerbach, il fotografo Luca Toni, la docente di arte contemporanea Antonella Micaletti, l’immobiliarista Patrizia Fabbri. E poi ancora Virginia Casadei, Francesca Muzzini, i fratelli Ginepro, Fabio Salbitano, Alessandro Valentini e Aurora Ponselè. È un numero veramente ricco quello che avete fra le mani, quindi non ci resta che augurarvi buona lettura e, soprattutto, buone feste! Andrea Masotti

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ANNOTARE

Brevi IN

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ESSERE

Alessandro Baronciani

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REALIZZARE

L’arte del mestiere

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VIVERE

Oltre la professione

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GUARIRE

Virginia Casadei

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INNOVARE

Francesca Muzzini

EDIZIONI IN MAGAZINE S.R.L. Via Napoleone Bonaparte, 50 - 47122 Forlì Tel. 0543.798463 / Fax 0543.774044 www.inmagazine.it info@inmagazine.it DIRETTORE RESPONSABILE: Andrea Masotti REDAZIONE CENTRALE: Clarissa Costa, Gianluca Gatta COORDINAMENTO DI REDAZIONE: Simonetta Campanelli - 335 5262743 nelli@simonettacampanelli.it ARTWORK: Lisa Tagliaferri IMPAGINAZIONE: Francesca Fantini UFFICIO COMMERCIALE: Gianluca Braga, Irena Coso, Laura De Paoli STAMPA: La Pieve Poligrafica Villa Verucchio (RN) ANNO XIV - N. 2 Chiuso per la stampa il 15/12/2020 Collaboratori: Simonetta Campanelli, Ettore Franca, Franca Gambini, Elisabetta Marsigli, Alice Muri, Debora Papisca, Silvia Sinibaldi Fotografi: Laura De Paoli, Leo Mattioli, Luca Toni

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VISITARE

La Chiesa del Suffragio

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GIROVAGARE

Montemaggiore

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VINCERE

Aurora Ponselè

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INTRATTENERE

Sempre in sella

Seguici su FB: www.facebook.com/ edizioni.inmagazine

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PIANTARE

A ciascuno il suo Edizioni IN Magazine si impegna alla salvaguardia del patrimonio forestale aderendo al circuito di certificazione di FSC-Italia.

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RECITARE

Alessandro Valentini

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ANNOTARE

Addio a ETTORE FRANCA

I racconti di ALAN PALOMBI

PESARO Ettore Franca,

PESARO Tra i vincitori della

storico e prezioso collaboratore di IN Magazine, se n’è andato, con discrezione e garbo; se n’è andato in silenzio e velocemente. Ci ha lasciati per quello stupido odioso Coronavirus che ha calpestato, senza nessun ritegno, la vita di molti amici. Il suo contributo ed apporto alla nostra rivista Pesaro IN Magazine è sempre stato determinante fin dalla prima uscita ed oggi, in questo numero, Ettore Franca ha scritto per noi il suo ultimo articolo. In tutti questi anni, sulle nostre pagine, ci ha raccontato con grande competenza e capacità i segreti, la storia, le tradizioni, la cultura, l’enogastronomia e le bellezze del nostro territorio. Alla moglie Prof. sa Grazia Calegari, al figlio e a tutta la famiglia Franca le condoglianze più sentite da parte di tutta la redazione di Pesaro IN Magazine e di Edizioni IN Magazine.

III Edizione Premio letterario Milano International, Sez. Romanzo Inedito e raccolta di racconti, è entrato nella narrativa italiana ed è stato recentemente pubblicato da Pegasus Editore il libro Brutte storie di Alan Palombi. Il volume raccoglie quindici racconti i cui personaggi si confrontano con l’egoismo, il desiderio di sopraffazione, la viltà e la meschineria. L’autore, attraverso la gestualità goffa dei personaggi, i dialoghi tesi e i moti del corpo fa un’analisi impietosa dei rapporti tra le persone, governate da individualismo innato. Alan Palombi collabora come copywriter in ambito web ed elabora contenuti per diversi siti d’informazione locali trattando argomenti di politica, cultura, eventi e, soprattutto, sport, è inoltre corrispondente per una pubblicazione free press al seguito di una formazione calcistica di Pesaro. (SC)

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IN MAGAZINE


ESSERE

La mia

DISCIPLINA ALESSANDRO BARONCIANI È UN PROFESSIONISTA MULTIFORME: FUMETTISTA, MUSICISTA, ART DIRECTOR, INSEGNANTE, ILLUSTRATORE, GRAFICO. TANTE ANIME PER UNA PERSONA CHE AMA LA PROPRIA TERRA E CHE RACCONTA IL MONDO (NON SOLO) PER IMMAGINI. di Silvia Sinibadi / ph Luca Toni

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Intervistare Alessandro Baronciani? Come salire sull’ottovolante e seguirlo in ripide salite e vorticose discese, tra pensieri che si rincorrono, verità che si affastellano per arrivare al centro di un altro mondo, non quello delle parole ma delle immagini: “La grammatica del fumetto segue regole diverse da quella della letteratura. Non c’è modo di capire cosa leggere prima, se il testo o guardare le immagini, in una storia a fumetti. E si sbaglia se si cerca di dividere la storia dai disegni! È un altro modo di leggere.” Alessandro, segno zodiacale Toro, 46 anni, professioni varie. È fumettista, illustratore, grafico, art director ma anche musicista e insegnante. Difficile focalizzare il suo core business perché veleggia tra case editrici e riviste musicali, tra Scuola del Libro e cinema senza disdegnare fatiche per le agenzie di comunicazione. E la sua produzione artistica (anche se è una parola che gli piace usare poco) è inevitabilmente multiforme e spiccatamente sperimentale. Ha inventato fumetti postali, disegnato con-

certi, illustrato reportage, fino a scomporre la struttura stessa di un libro, come accade in Come Svanire Completamente. Quando si nasce con un talento come il tuo, quanto conta la formazione? “La formazione è importante e come in tutte le professioni per imparare bisogna avere disciplina. I miei studi sono avvenuti tra i banchi della Scuola del Libro a Urbino e poi a Milano, sul campo, nelle agenzie pubblicitarie. A scuola andavo a Palazzo Ducale, ci ho fatto sette anni di scuola superiore più il corso di perfezionamento – gli anni più importanti – circondato dalla bellezza e dall’arte della città di Urbino. Amo Urbino e credo dovrebbe essere la meta annuale di tutti. Come si va a Venezia e Firenze, almeno una volta all’anno è necessario camminare per le strade e cercare di trovare un po’ di Rinascimento a Urbino.” E Pesaro? “Pesaro è una città bellissima, quando ero adolescente era una vera città. Era la fine degli anni Ottanta e tutte le Province giocaIN MAGAZINE

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“LA FORMAZIONE È IMPORTANTE E COME IN TUTTE LE PROFESSIONI PER IMPARARE BISOGNA AVERE DISCIPLINA. I MIEI STUDI SONO AVVENUTI TRA I BANCHI DELLA SCUOLA DEL LIBRO A URBINO E POI A MILANO, SUL CAMPO, NELLE AGENZIE PUBBLICITARIE.”

IN QUESTE PAGINE, ALCUNI SCATTI CHE RITRAGGONO ALESSANDRO BARONCIANI, FUMETTISTA, DESIGNER, MUSICISTA… E NON SOLO.

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vano a essere grandi metropoli. Ed era così, se ci pensi, gli uffici, le fabbriche, i supermercati – o, meglio, i grandi magazzini –, la Standa, gli studi e i laboratori erano ancora tutti dentro il centro storico. Oggi si lavora fuori città e in centro sono rimasti soltanto i negozi in franchising e vecchi negozi, con i nomi delle famiglie che li gestivano rimaste soltanto sulle insegne sopra le vetrine. Il lavoro è finito tutto intorno alla città, attaccato all’autostrada. È una delle ragioni per cui mi piace di più viaggiare in treno che in auto. Quando arrivi in treno da Milano passi un’unica galleria che divide tre ore di pia-

nura noiosa da un frizzante panorama fatto di dolci colline e strade che salgono e scendono e, dopo Pesaro, il treno corre sul filo di una striscia di mare per circa un’ora fino ad Ancona. Un paesaggio fatto di onde, mare mosso, scogli, ombrelloni d’estate e, ogni tanto, cavalli che corrono sulla spiaggia. Quando arrivi dall’autostrada ci sono vecchie fabbriche abbandonate, rotatorie che portano a strade chiuse.” Com’è la vita dell’insegnante? “Bella e complessa. È difficile e non riesco a farlo per troppi anni di fila. Per un po’ di anni ho insegnato a Macerata, all’Accademia. Poi ho dovuto smettere. Gli studenti cambiano spesso e da una generazione all’altra si notano moltissime differenze. I più giovani oggi vogliono tutto subito, non sanno cosa vuol dire aspettare. C’è una differenza anche tra quelli cresciuti con i film in VHS e quelli con i DVD. Se ci pensi da bambini non hanno mai nemmeno aspettato che la videocassetta si riavvolgesse dall’inizio per poter vedere di nuovo il loro cartone animato preferito. Da due anni sono tornato a Urbino, insegno

Illustrazione all’ISIA. Per me è stato un cerchio che si è chiuso. Tornare nella stessa città dove sono sempre stato uno studente, questa volta come insegnante. La sfida è entrare in contatto con gli studenti, con un universo dove l’utilizzo degli strumenti modifica continuamente le frontiere. Ripenso al professor Sisti di Disegno dal vero a Urbino. Al suo rigore e ai suoi insegnamenti. Penso alla sua generazione cresciuta con la guerra, la povertà, al fare le cose in economia. Hanno insegnato a me e ai miei compagni che oggi lavorano tutti nel mondo dell’animazione e della illustrazione, come Denis Agostinelli, Rodolfo Brocchini, Massimo Maida, Claudia Muratori, Nicoletta Ceccoli, Simona Bursi, Paolo Savelli, Mara Cerri, Magda Guidi, Cecilia Giampaoli. È qualcosa che difficilmente posso passare ai miei studenti. E Urbino come è oggi? “Urbino oggi è molto diversa da quando frequentavo La Scuola del Libro. È diventata un campus universitario. Non c’è più la rush hour, che da ragazzo vedevo verso sera quando uscivo dal rientro e andavo a Mercatale a


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Che forma hanno le emozioni? Hanno linee semplici o articolate? Hanno più ombre o più luci? Se non c’è una riposta è perché le emozioni sono indefinibili. Per questo vanno provate.

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“SONO TORNATO A URBINO. PER ME È COME UN CERCHIO CHE SI CHIUDE. INSEGNO ILLUSTRAZIONE ALL’ISIA. LA SFIDA È ENTRARE IN CONTATTO CON GLI STUDENTI, CON UN UNIVERSO DOVE L’UTILIZZO DEGLI STRUMENTI MODIFICA CONTINUAMENTE LE FRONTIERE.”

prendere la corriera per Pesaro. Ci sono solo bar, ristoranti e supermercati ed è popolata quasi esclusivamente da studenti. Il che è bellissimo ma anche insufficiente a fare di Urbino una città. Per fare una cosa semplice come un duplicato di una chiave devi prendere la macchina e uscire dalla città perché in centro non c’è più una ferramenta. È rimasta fuori da tutte le rotte di comunicazione culturali tanto che, come disse una volta un regista incontrato al festival del cinema di Pesaro, oggi in quattro ore da Milano è più fa-

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cile arrivare in centro a New York che in piazza a Urbino. Da una parte però è bellissimo avere un tesoro così grande. Questa città ha un fascino che ti strega ogni volta, da qualsiasi punto in cui ti fermi a guardarla e – per dirla con Paolo Volponi – è come alzare il sipario ducale.” Sarà quel suo volto ancora di ragazzo, ma scorrendo l’indice della sua attività professionale si scopre una mole di lavoro, eterogenea e multiforme in cui misurarne l’entropia è una corsa a ostacoli. Così scopri il motivo per cui Alessandro Baronciani è artista compiuto e affermato. Ne capisci il percorso. Un percorso attraversato dai blu, dove il blu non è un colore ma un concetto. “Ma non è un colore triste, Quando tutto diventò blu è una storia a fumetti che parla di paura e di coraggio. Nelle profondità del mare nascondiamo le nostre paure. Il mare è la nostra interiorità, contiene ciò che non viene mai a galla. Forse l’inconscio ci spaventa perché racchiude più di quello che conosciamo di noi stessi. Chiara, la protagonista del libro, nell’attimo in cui

risale da un’immersione insieme ad altri sub, sente in quell’abisso tutte le sue paure accatastate. Quando Tutto diventò blu è stato finalmente ristampato e riportato in libreria a inizio 2020. Sono super felice, in dieci giorni è finita la prima tiratura e dopo il lockdown siamo riusciti a fare una decina di concerti tratti dal fumetto. Uno spettacolo nato dal lavoro mio e di Corrado Nuccini dei Giardini di Mirò e tantissime musiciste sul palco a ricreare la storia di Chiara.” Quale sarà il futuro del fumetto? “Il fumetto è già nel futuro. È il modo in cui si possono produrre storie, creare un immaginario fantastico spendendo pochissimo: carta, matita e sogni. Oggi rappresenta un grande supporto per il cinema, che ne trae film e serie TV. Viviamo in un’era in cui siamo travolti dalle immagini. Sono finite dappertutto. Schiacciamo immagini nei nostri telefoni, seguiamo immagini per trovare l’uscita, scegliamo anche i nostri partner attraverso un’immagine. Le immagini, invadenti, sono dappertutto e sono entrate anche dentro i libri. Così mi spiego il nuovo boom dei fumetti. Il fumetto ti costringe a leggere e osservare contemporaneamente, a dare un senso alla immagine che stai guardando. Per quello cerchi la didascalia che potrebbe spiegarti qualcosa in più sull’immagine. Si pensi a una tavola intera con un parco, tante persone giocano a palla, una mamma con un passeggino, gli alberi, i fiori, due ragazze corrono, ma il testo nella didascalia dice: un bambino piange. Così tutto quello che stai guardando diventa meno importante perché da quel momento in poi ti metterai in cerca con lo sguardo del bambino che piange dentro il disegno. Il fumetto ti porta a un ragionamento liquido.” Quindi si guardano prima le immagini o si leggono prima le frasi? “Mi dispiace, ma la risposta non c’è.”


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sta di nozze nel settore dell’arredo è un valido vantaggio per gli sposi che vedono così realizzato il sogno di arredare la propria casa. La filosofia di Laber è di proporre liste di nozze fatte di design, novità e tendenza, e garantire una selezione di dettagli di alta qualità con le migliori condizioni d’acquisto.

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A SIMONETTA CAMPANELLI HA INTERVISTATO LUCA ROCCADADRIA E ILARIA CIANCI. DEBORA PAPISCA HA INTERVISTATO DJ AUERBACH.

di Simonetta Campanelli e Debora Papisca

Ama leggere Cento sonetti d’amore, adora Pablo Neruda e l’opera di Canova Ercole e Lica, si ispira a Van Gogh, ammira Steve Jobs, rivedrebbe all’infinito Prova a prendermi, magari in vacanza a Bonifacio, nuotando e mangiando passatelli accompagnati da un buon bicchiere di Riesling e vuole sempre raggiungere nuove prospettive. Raffinato nei gusti e dai modi gentili, garbato ed entusiasta e molto deciso, il trentenne designer pesarese Luca Roccadadria si definisce designer della strada. È una dichiarazione chiara che sottolinea il proprio personale percorso verso la professione di progettista. “Sono un artista che si impegna ogni giorno per apprendere nuove cose per poter crescere sempre più. Grazie al mio bagaglio di strada voglio arrivare ad avere collaborazioni eccellenti, sempre più grandi e importanti. Ho un obiettivo: voglio dimostrare che è possibile affermarsi in questo mondo anche se non hai avuto un’istruzione universitaria e non vivi nelle grandi città. Un po’ come i grandi artisti della nostra Italia del passato, che lavoravano in bottega per affinare il mestiere.”

Racconta poi che spesso si sofferma a pensare al proprio lavoro di progettista e, con soddisfazione, ai propri arredi che vengono presentati nelle fiere di settore come il Salone del Mobile di Milano, ma mette spesso in dubbio il suo operato perché è fortemente convinto che non si smetta mai di imparare. E per alimentare la sua creatività, nel tempo libero ama leggere poesie, spesso in spiaggia “perché il mare mi rilassa e mi aiuta a pensare e trovo la poesia una magnifica espressione dell’arte, che può in poche parole provocarti forti emozioni, può darti esperienze ed avvicinarti all’autore. E poi, il mare torna sempre in ogni pen-

siero, in ogni mia scelta, vado anche a pescare e penso e creo idee. Mi piace anche andare a visitare mostre d’arte e fotografia, perché mi aiutano a rinnovare la creatività. Un viaggio a Parigi, un’affascinante vetrina di una bottega di sole rose dal sapore di altri tempi, la compagnia del suo fedele ed inseparabile Grillo, la voglia di cambiare radicalmente la propria vita e tante ma proprio tante emozioni, rimaste vive per anni nel cassetto dei sogni. Tante riflessioni e il cambiamento annunciato, sono state la chiave di volta per convincerla a cambiare radicalmente la sua vita lavorativa e a dedicarsi a un progetto

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“NEL MIO SHOP OGNI VARIETÀ DI ROSA PORTA CON SÉ UN SIGNIFICATO, UN MESSAGGIO E TRASMETTE, CON LE SUE INFINITE SFUMATURE DI COLORI, EMOZIONI TRAVOLGENTI. LA MIA MISSIONE È TRASMETTERE L’AMORE IMPETUOSO PER LE ROSE” AFFERMA ILARIA CIANCI

ph Leo Mattioli

IN APERTURA, LUCA ROCCADADRIA. IN QUESTA PAGINA, IN ALTO, ILARIA CIANCI E, QUI IN BASSO, DJ AUERBACH.

imprenditoriale dove le rose e la sua creatività sono al centro di una nuova avvincente avventura. Sembra la trama di un romanzo, invece è una storia vera, è la storia di Ilaria Cianci, originaria di Orciano ma che oggi vive a Fano. Ilaria ci racconta: “Sono convinta che nella quotidianità dobbiamo sempre rispettare i requisiti fondamentali di un comportamento gentile e garbato. Per questo ho voluto cambiare vita e ho

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creato uno spazio concepito come un salotto, nel quale si respira l’aria di Paris e il profumo intenso e inebriante del fiore per eccellenza: la rosa, sovrana della perfezione della natura, intrinseca di significati ed espressione di sfumature e colori incantevoli. I love Roses, ecco perché ho chiamato il mio shop Love-R. Qui, ogni varietà di questo meraviglioso fiore porta con sé un significato, un messaggio e trasmette, con le sue infinite sfumature di colori, emozioni travolgenti. Ecco perché ho deciso che la mia missione è trasmettere ed infondere ai miei clienti l’amore impetuoso per le rose”. Il suo lavoro (ma lei preferisce definirla una passione) è fatto di continua ricerca di rose dalla bellezza più straordinaria. Seleziona le profumatissime inglesi, le originali giapponesi, quelle antiche, le più rare e le più pregiate, rose fresche dal profumo delicato. Poi le trasforma, le conserva e le confeziona realizzando bouquet di rose stabilizzate, rose senza tempo, presentate in preziosi e prestigiosi cofanetti il cui risultato è sempre strabiliante. Se diciamo Dj Auerbach è impossibile non collegare il nome ai magnifici anni ’80 pesaresi, alle luci stroboscopiche, all’inconfondibile odore di fumo che si spandeva a intervalli regolari nella pista della discoteca Kaos dove in consolle dominava questo giovane appassionato di vinili, mixaggi e sperimentazioni ardite di nuove correnti musicali. Un salto temporale indietro è doveroso: Dj Auerbach, classe ’64, un nome d’arte ispirato all’omonimo

filologo tedesco – “Il suo nome mi ha affascinato,” dichiara Luca Arcangeloni – inizia la carriera musicale nel 1979 quando, appena 15enne, era già armato di cuffie e piatti all’Arianna Club di Fano. Nel giro di pochi anni scende al Kaos, People Club, L’Altro Mondo Studios di Rimini e alla Baia Imperiale, per citare solo alcune discoteche. Difficile registrarne le esibizioni dalle origini a oggi – solo a L’Altro Mondo Studios vanta duecento serate consecutive e al Kaos settecento – come è altrettanto arduo descrivere il suo sacrificio, una costante che lo ha sempre accompagnato, portandolo a rinunciare al proprio tempo libero, agli amici, in nome della sua passione . Dj Auerbach ancora oggi non si arresta e lo fa in tutti i sensi: è parte di We Disco Hystory, gruppo itinerante tra Marche e Romagna che tiene viva l’anima di generi musicali che hanno fatto la storia e anche un libro fotografico parla di lui e per lui, racchiudendo 40 anni di attività intensa che non ha conosciuto mai una volta crisi né fermate. Auerbach 40, questo è il titolo dell’opera che, attraverso gli scatti di Rossano Ronci, presenta il significativo e corposo curriculum di un uomo le cui immagini valgono più delle parole. Non meno ricco è il cuore del Dj: parte del ricavato delle vendite del libro sarà devoluto a favore dell’AIL (Associazione Italiana contro Leucemie, Linfomi e Mieloma). È possibile acquistare il libro direttamente nella sede dell’associazione di via Mameli n. 22 a Pesaro.


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VIVERE

Oltre la

PROFESSIONE VIVERE LE PROPRIE PASSIONI AL DI LÀ DEL LAVORO È UN BISOGNO CHE ALIMENTA LO SPIRITO E SPESSO SI RIVERBERA POSITIVAMENTE NELLA PROFESSIONE. NE PARLIAMO CON LUCA TONI, ANTONELLA MICALETTI E PATRIZIA FABBRI.

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Al di là delle nostre attitudini professionali, le nostre passioni ci portano a sviluppare quasi una vita “parallela” che dà spazio alla creatività e che, oltre a migliorare le nostre prestazioni lavorative, diventa nutrimento per l’anima e lo spirito. È il caso di tre professionisti, un fotografo, Luca Toni, una docente di Arte, Antonella Micaletti, e un agente immobiliare, Patrizia Fabbri. Luca Toni è un fotografo professionista, un vero mago dello scatto, che collabora con agenzie e testate giornalistiche locali e nazionali. La sua è già una professione creativa, ma, da qualche anno, la sua passione sono diventati i cani ed ora fa parte di un gruppo di lavoro che si occupa di sviluppare un’interazione tra bambini e cani. Bambility è un progetto sviluppato con l’Università di Milano, seguito dalla psicoterapeuta Marcella Genovese. È stata la scomparsa della moglie di Luca, Laura, a farlo avvicinare a questa passione: “Lei amava molto quel cucciolo che avevamo appena adottato e amava anche i bambini. Avevo conosciuto la dottoressa Genovese per caso e lei aveva visto in Artù grandi potenzialità. Quello che accade

di Elisabetta Marsigli / ph Luca Toni

nelle classi è davvero una magia: per me è una crescita emozionale continua, soprattutto quando vedi l’immediatezza del rapporto tra un cane e un bimbo con dei problemi motori o mentali. Accarezzare un cane mette serenità, soprattutto a chi è molto più sensibile. Inoltre, in questo modo, tutti i bambini imparano a conoscere i cani, a rispettarli e a non trattarli come dei peluche. Il tutto avviene in piena sicurezza nel

rispetto del cane e del bambino, in un rapporto straordinario. E devo tutto a Laura”. E nel rapporto con i bambini si esprime anche la passione di Antonella Micaletti, docente di Storia dell’arte contemporanea, all’Accademia di Belle Arti di Urbino, che porta l’arte a contatto con i più piccoli, ma non solo. Da anni Antonella si dà da fare per avvicinare piccoli e adulti al mondo dell’arte, attraverso un modo

SOTTO, UN AUTOSCATTO DI LUCA TONI.

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“PORTARE L’ARTE CONTEMPORANEA AI BAMBINI SIGNIFICA APRIRLI AD UN MONDO PIENO DI COMPLESSITÀ E ABITUARLI AD ESSA, SOPRATTUTTO A NON AVERNE PAURA. E NON BISOGNA SEMPLIFICARLA MA TROVARE IL MODO FACILE PER AVVICINARLI.”

IN QUESTE PAGINE, IN ALTO, ANTONELLA MICALETTI E, A DESTRA, PATRIZIA FABBRI.

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diverso di educare. “Noi abbiamo paura della parola educare perché ci dà l’idea della scuola, invece il termine anglosassone educational è perfetto perché vuol dire formazione, educazione riferita a tutti, da 0 a 99 anni. Portare l’arte contemporanea ai bambini significa aprirli ad un mondo pieno di complessità e abituarli ad essa, soprattutto a non averne paura. E non bisogna semplificarla ma trovare il modo facile per avvicinarli, cosa che avviene con i laboratori. Attraverso questi, tanti bambini hanno dialogato con i

maggiori artisti contemporanei: Pistoletto, Isgrò, Poirier. Non si tratta solo di acquisire informazioni, ma di entrare nel mondo in cui un’opera è costruita. La stessa cosa avviene con gli adulti, a cui non puoi proporre un laboratorio pratico. Con i walkscape si possono raccontare le trasformazioni dei paesaggi, sia urbani che rurali, a partire da documenti precisi, a volte anche un po’ complessi, che sono nella Biblioteca Oliveriana o all’Archivio di Stato. Noi li trasformiamo in una storia da raccontare attraverso delle tappe. Anche qui rendiamo semplice, ma non semplifichiamo. La cosa che mi fa più piacere è quando sento che le persone si divertono a diventare piccole guide per i loro amici, per vivere di più il territorio e la propria città.” La passione di Patrizia Fabbri, invece, non è lavorare con i bambini, ma… tornare bambina. Agente immobiliare dal 2000, la sua creatività esplode nella creazione di meravigliosi oggetti di arredo: addobbi natalizi, cestini, bambole, decori accessori, fiori. “Fin da piccolina cucivo vestiti


per le bambole: ho fatto un corso di taglio e cucito a 16 anni. Mi è sempre piaciuto fare e regalare oggetti fatti da me.” Come rappresentante di una nota ditta di prodotti per la casa, Patrizia realizza ogni anno regali bellissimi per le sue clienti, nelle riunioni natalizie. “Sono cresciuta con la nonna che lavorava sempre ai ferri: e via maglioni, sciarpe, e ogni tanto, anche la pasta in casa. La soddisfazione più grande, però, è quando creo qualcosa che ha un’espressione: un orsetto, una bambolina, che nascono così, da un pezzetto di stoffa. Ci metti gli occhi, disegni il viso e quel pez-

zetto di stoffa diventa vivo: una grande emozione. Sento qualcosa che mi si sviluppa tra le mani, la magia e la gioia della creazione. C’è una parte di me in ognuna di loro.” Ha mai pensato di farne un mestiere? “Le richieste sono tante, ma non potrei mai nemmeno fare mercatini. Mi capita di creare cose che sarebbero invendibili per il lavoro che c’è dietro. Per me è più un anti-stress: torno a casa stanchissima a volte, ma se mi metto a fare quei lavori, arrivano le 3 del mattino che non me ne accorgo!” Patrizia segue fiere e suggerimenti on-line, ma ogni sua creatura ha sempre un suo particolare tocco personale.

TOP COAT il centro estetico di Pesaro, in via Manara 47, è aperto tutti i giorni, dal lunedì al sabato, con orario continuato e solo su appuntamento. giorni appuntamento Il centro estetico offre trattamenti di manicure e pedicure, gel, resina e semipermanente, sopracciglia, bio tatoo, trucco sposa ed eventi. eventi In negozio è disponibile anche una vasta selezione di bigiotteria home made, accessori di abbigliamento abbigliamento; vendita al dettaglio e all'ingrosso ingrosso di prodotti per l'estetica. l'estetica Pesaro, Via Manara n. 47 Per prenotazione appuntamenti: t. 347 2556 152 _ 345 7194 755


GUARIRE

Cura

SHOCK L’ONCOLOGA VIRGINIA CASADEI SI FA PROMOTRICE DELLE CURE PALLATIVE ANCHE IN FASE DI DIAGNOSI E DI UNA TECNICA RISCOPERTA DI RECENTE, L’IPERTERMIA, CHE AGISCE SOLO SULLE CELLULE CANCEROGENE.

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di Deborah Papisca / ph Leo Mattioli

Dietro la dottoressa Virginia Casadei è custodito un curriculum portatore di così tante esperienze professionali e percorsi formativi che risulta un’impresa presentarne tutte le fasi di crescita e sviluppo. Un aspetto, però, salta all’occhio, l’area specialistica a cui sceglie di dedicare la sua intera carriera di medico, l’oncologia, che diventa il suo centro di gravità permanente professionale. I primi passi mossi come specialista oncologa con l’attività di medico borsista di cure domiciliari per la Onlus Iopra le permettono di ap-

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profondire il potenziamento della gestione del paziente nelle sue diverse fasi del percorso clinico. L’interesse verso rami specialistici come le Cure Palliative e l’Ipertermia – di cui la dottoressa Casadei si occupa attualmente nel dipartimento Onco-ematologico del Presidio Ospedaliero di Muraglia a Pesaro – sono scelte arrivate come conseguenza spontanea. “Desideravo concentrarmi su nuove metodiche utili a sconfiggere uno dei grandi mali del nostro secolo,” spiega. Partiamo dalla Cura Palliativa, di cosa si tratta? “È una cura attiva e globale prestata al paziente nel momento in cui la malattia non risponde più alle terapie. Ha carattere interdisciplinare, vale a dire, coinvolge il soggetto interessato, la sua famiglia e la comunità in generale rispettando la vita e in particolare considerando la morte un processo assolutamente naturale che il paziente riesce ad affrontare nel migliore dei modi. La cura palliativa non si occupa solo di malati al termine della loro vita ma anche di pazienti che si trovano nel momento di diagnosi della malattia. Nella Regione Marche

è stata presentata una proposta di legge, nel novembre dello scorso anno, che vuole regolamentare la cura, garantendo ai pazienti non solo oncologici ma anche ai malati cronici o affetti da patologie neurovegetative, la possibilità di ricevere un’adeguata informazione sul loro diritto alle Cure Palliative.” Di certo l’oncologia è in un’importante fase evolutiva. L’ipertermia ne è un’altra prova concreta. In che cosa consiste? “È una terapia mirata a zone specifiche del corpo intaccate da metastasi da trattare. Tecnicamente si tratta di onde elettromagnetiche che riscaldano la zona interessata fino a 42-43 °C. Il calore è localizzato internamente, il paziente sottoposto al trattamento non sente nulla, anzi, spesso durante la seduta si rilassa fino ad addormentarsi. L’ipertermia, con il suo shock termico, uccide le cellule cancerogene senza intaccare quelle sane che, al contrario, resistono al forte calore. Stimola il sistema immunitario che subisce un rafforzamento, coadiuva l’efficacia della radioterapia e chemioterapia e non ha alcun effetto collaterale”.


ADVERTORIAL

AZIENDA AGRICOLA BLANDINI GLI AGRUMI DI SICILIA, DALLE TERRE DELL’ETNA DIRETTAMENTE A PESARO

DA 13 ANNI PORTIAMO A PESARO TUTTO IL PROFUMO DELLA SICILIA: ARANCE, LIMONI E MANDARINI FRESCHI PROVENIENTI DALL’AZIENDA AGRICOLA DI PALAGONIA.

Pesaro, Via Augusto Genga 2 Via Amendola 29 Info: Gaetano 340 003 2101, Gioacchina 340 075 5501 http://la-sinfonia-blandini. business.site/

Gaetano e Gioacchina Blandini sono due giovani commercianti siciliani, gentili, simpatici e, soprattutto, affidabili e grandi lavoratori. Sono partiti da Palagonia, alle falde dell’Etna, in provincia di Catania, tredici anni fa e si sono stabiliti a Pesaro dove hanno aperto e gestiscono un ingrosso di agrumi e due negozi di frutta, verdura e alimentari, tutti prodotti siciliani di qualità superiore. Il fiore all’occhiello, il prodotto di punta dei Blandini è il Sole di Sicilia, ovvero agrumi freschi siculi (arance, limoni, mandarini) dell’azienda agricola di famiglia, fondata nel 1910, da Don Giacomo Blandini. L’azienda agrumicola del piccolo paese di Palagonia è stata la prima ad avere il maggior numero di operai. Sempre all’avanguardia con nuovi innesti, per perfezionare la qualità e la quantità degli agrumi, l’azienda — attendibile e fidata — è in continua crescita ed estensione per incrementare nuovi posti di lavoro. Con un’esperienza centenaria,

i Blandini garantiscono la qualità e la genuinità di un prodotto tutto italiano, con una produzione annua di 700.000 kg di arance da 3.500 piante. L’area agricola, in crescita e suddivisa in vari appezzamenti, è finalizzata alla produzione di quattro qualità di agrumi delle migliori specie, ognuno con la sua maturazione ha la sua stagione di maturazione. Fra tutte predomina il tarocco gallo, famoso in tutto il mondo per il suo colore rosso rubino

e buccia sottilissima tipica della zona di provenienza dei Blandini. Colori, gusti e sapori degli agrumi siculi derivano all’influenza dell’Etna, sempre attivo, e dalla composizione del terreno ricco di minerali, dall’innaffiamento effettuato con pompe che attingono acqua con bassissimo livello di sale da pozzi romani (dal diametro di 4 metri e profondi 26 metri). Non mancano altri prodotti dall’azienda agricola Blandini: olive ed olio extravergine oltre a tante altre specialità tipiche di stagione, vini ed alimentari del territorio prodotti da aziende artigiane affiliate locali. E ... per le feste di fine anno si realizzano piacevoli confezioni e cesti natalizi, personalizzati, con gustosi, squisiti e stuzzicanti prodotti tipici. Gaetano e Gioacchina v i aspettano per mostrarvi tutto il loro amore per la terra di Sicilia con i gustosi prodotti in vendita nei negozi di Pesaro: in via Agostini n. 3 (angolo via Genga n. 2), in Soria, e in via Amendola 29, al mare.


INNOVARE

Verso

L’ARMONIA FRANCESCA MUZZINI, COMANDANTE DELLA POLIZIA DI PESARO, UNISCE L’IMPEGNO PROFESSIONALE AL SERVIZIO DELLA CITTÀ A UN’ATTENZIONE PARTICOLARE AI PRINCIPI ETICI E RELAZIONALI, MERITO (ANCHE) DEL BUDDISMO.

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di Simonetta Campanelli / ph Leo Mattioli

“Lavorare, studiare, educare i figli. Essere moglie, figlia e parte attiva della comunità. È difficile portare avanti tutti questi compiti, ma quando decidete di utilizzare ogni cosa come occasione di crescita, allora diventerete come il sole.” La nostra conversazione, per conoscere meglio il comandante della polizia locale di Pesaro Francesca Muzzini, inizia con questo passo del suo libro preferito: La Mappa della felicità di Daisaku Ikeda. Donna intelligente, gentile nei modi e cortese nei rapporti, segue ogni giorno questo percorso di filosofia morale, apparentemente con comportamenti di routine ma nel concreto di grande e costante impegno virtuoso pieno di responsabilità e principi etici. Essere parte attiva della comunità attraverso lavoro, studio ed educazione, per il bene della collettività è il leitmotiv della quotidianità di Francesca Muzzini, a cui è sempre stato a cuore il bene comune e, nel tempo, questo sentire ha preso forma con il suo lavoro in cui ha avuto modo di sperimentare le proprie attitudini, aggiungendone altre nel corso degli anni, con ruoli di sempre maggiore responsabilità.

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“All’interno dell’ambiente di lavoro le priorità che metto in atto per favorire un processo di crescita sono basate su principi etici e relazionali. La collaborazione di squadra, il senso di appartenenza, il confronto e il dialogo consolidano le relazioni e allo stesso tempo sono strumenti preziosi per la condivisione di obiettivi e progetti. Gli aspetti relazionali per me sono di primaria importanza e vanno coltivati ed adeguati ai contesti e alle situazioni in costante cambiamento. Non solo è possibile, mettere al centro l’etica ma è doveroso. La fiducia si conquista sul campo con le azioni, anche ammettendo i propri errori se necessario, e creando un clima di rispetto reciproco.” Non lascia mai nulla al caso, pensa al futuro, ad un futuro sapiente e lungimirante. Per questo, più che avere una passione le piace l’idea di appassionarsi e seguire l’istinto. Durante le sue camminate a passo spedito, sola o con un’amica, mentre ascolta musica, tra un pensiero e una chiacchierata, le piace progettare escursioni e viaggi con i figli, transitare per stazioni e aeroporti che sono sempre fonte di studio e vetrina per scoprire il comportamento degli esseri umani. E poi “amo leggere i libri che mi scelgono e

studio, in particolare, i testi relativi alla pratica religiosa che ho iniziato a seguire diversi anni fa, il buddismo di Nichiren Daishonin. Studio sulle trascrizioni dei testi antichi e su diversi libri di approfondimento di Daisaku Ikeda, il presidente della Soka Gakkai che raccoglie milioni di praticanti in tutto il mondo. Ecco, quando posso mi dedico volentieri a questo che costituisce, per me, un grande arricchimento.” A proposito di educazione e apprendimento ci racconta anche del rapporto con i suoi due figli, Giada (31, già mamma) e Leo (16). “Loro mi insegnano a non arrendermi, anche se credono di averlo imparato da me, e favoriscono la rapidità di pensiero. Non si può restare indietro con loro, sono uno stimolo importante ed abbiamo un legame forte. Hanno fiducia in me ed io in loro, abbiamo i nostri riti, momenti di condivisione che cerchiamo di mantenere nel tempo. Così mi sento che nell’azione di educare a mia volta vengo educata; imparo a conoscermi di giorno in giorno, ancora non ho finito e vorrei andare verso l’armonia, con le persone, con i luoghi, con i sentimenti, questo è il mio desiderio, ci sto lavorando.”

Largo Moro Aldo, 10 Pesaro (PU) T. 0721 1865464 www.piadificio.it




INTRATTENERE

Sempre

IN SELLA MTB PESARO TOUR, DEI FRATELLI GINEPRO, SI PREPARA A RIPARTIRE CON IL NOLEGGIO DI BICI E L’ORGANIZZAZIONE DI TOUR PER TUTTI I NEOFITI DELLE DUE RUOTE CHE AMANO LA NATURA E VOGLIONO SCOPRIRE NUOVI ITINERARI.

A I FRATELLI GINEPRO DAVANTI ALLA SEDE DI MTP PESARO TOUR. A PARTIRE DA SINISTRA, ATTILIO, DAVIDE E DANIELE.

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di Alice Muri / ph Leo Mattioli

Andare alla scoperta del nostro territorio in sella alle due ruote. E perché no, accompagnati da guide esperte, capaci di trasformare una semplice pedalata tra amici in un’esperienza davvero unica. È questa l’idea alla base di MTB Pesaro Tour, la società pesarese nata tre anni fa dall’idea di Attilio Ginepro, operante nel settore del turismo ma anche del noleggio bici. “Sono sempre stato uno sportivo – spiega Ginepro – un grande appassionato delle due ruote, sia di moto che di biciclette e mi è sempre piaciuto fare fuoristrada andando alla scoperta degli angoli nascosti del nostro territorio. Dopo aver frequentato anche un corso di istruttore, e vista la mia grande passione, ho iniziato a pensare di poter trasformare tutto questo in un lavoro”. Così prende vita la MTB Pesaro Tour, con l’intento di promuovere il nostro territorio. “Inizialmente eravamo due soci e quando abbiamo aperto il negozio che si trova in via Amendola, avevo a disposizione una flotta di 6 o 7 mountain bike. Oggi invece sono arrivato ad avere a disposizione 30 bici, tutte disponibili per


rogerio in magazine nov 2020 106 x 320 mm.pdf

il noleggio, suddivise tra MTB, bici da città e a pedalata assistita (e-bikes). Il nostro però non è solo un semplice negozio dove trovare dei mezzi da noleggiare o assistenza tecnica. Qui offriamo infatti la possibilità di prenotare dei veri e propri tour organizzati in sella alle due ruote, con una guida, per scoprire i nostri splendidi paesaggi. Offriamo infatti dei pacchetti che prevedono delle uscite, ad esempio di mezza giornata, alla scoperta del parco San Bartolo con la sua splendida falesia, ma anche tour di più giorni, per conoscere il territorio marchigiano, fino a spaziare all’Umbria, alla Toscana e all’Emilia-Romagna. Stiamo pensando di organizzare dei tour anche all’estero, soprattutto con l’arrivo della stagione invernale

qui in Italia, per esempio in Marocco o alle Canarie, ma molto dipenderà dall’evoluzione degli scenari di questa pandemia”. Nonostante le difficoltà legate al Covid-19, questa estate si è assistito ad un vero e proprio boom dell’uso della bicicletta. “In tanti, soprattutto turisti, si sono rivolti a noi sia per il servizio di noleggio che per partecipare ai tour. Quest’anno si è trattato soprattutto di italiani, ma gli anni scorsi avevamo avuto anche tanti stranieri. I nostri clienti sono soprattutto neofiti, persone che amano la bici ma che non hanno mai provato ad affrontare itinerari e percorsi più esclusivi e che, per questo, si affidano totalmente alla nostra esperienza per poterli affrontare. A guidarci è la vera passione per le due ruote.” C

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PIANTARE

A ciascuno

IL SUO

PER CONTRASTARE GLI EFFETTI DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI BISOGNA PIANTARE ALBERI, UNO PER OGNI CITTADINO. MA NON SOLO, GLI ALBERI AIUTANO ANCHE A MITIGARE ANSIA E STRESS. NE PARLIAMO CON FABIO SALBITANO.

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di Franca Gambini / ph Leo Mattioli

Fabio Salbitano, professore presso l’Università di Firenze, collabora con la FAO sui temi di Urban and Peri-urban Forestry. È membro della Società Italiana di Selvicoltura ed Ecologia Forestale e di innumerevoli altre prestigiose istituzioni. Sono tante le iniziative che la vedono protagonista sulle tematiche ambientali, tra le più recenti quella di piantare il più rapidamente possibile 60 milioni di alberi in Italia, uno per ogni cittadino. Professore, quali sono gli obiettivi del progetto? “La proposta è stata lanciata dalle Comunità Laudato sì, Carlo

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Petrini e Stefano Mancuso con l’intento di contribuire a contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici. Con un gruppo di colleghi della SISEF abbiamo pensato di raccogliere questa sfida per renderla operativa. A questo proposito abbiamo costituito il comitato AlberItalia (www.alberitalia. it) con lo scopo di promuovere il dialogo fra le parti interessate, mettendo a servizio del Paese le nostre competenze tecnico scientifiche.” Tema fondamentale, che riguarda sempre più le questioni legate alla salute dei cittadini. Vi sono risultati sul contributo che gli alberi possono dare nei confronti di diverse condizioni patologiche? “Vi è ormai un corpus notevole di dati basati su evidenze scientifiche. Cito, a titolo di esempio, studi che abbiamo condotto con il team di psicologia ambientale di Roma 3. La possibilità di esposizione al verde ha un significato importante nella mitigazione di ansia e stress derivati e nel recupero da stati di depressione. Tra i tanti ricordo anche Park Rx America che incoraggia i medici a prescrivere i parchi come setting

terapeutico proponendo anche un ampio database di parchi ad uso prescrittivo per i medici di base: un esempio di soluzioni basate sulla natura per vivere meglio e risparmiare in spesa sanitaria.” La situazione di pandemia fa riflettere anche sulla maniera in cui il particolato atmosferico possa essere associato alla diffusione e all’impatto del COVID-19. Protagonisti nella lotta alla riduzione del particolato diventa tutta la vegetazione urbana? “Sì, non abbiamo ancora certezze sulla relazione diretta fra presenza di alberi e rallentamento della diffusione del COVID-19. Le modalità di rimozione degli inquinanti da parte della vegetazione sono dipendenti da aspetti fisiologici, morfologici e strutturali delle piante. In uno studio recente effettuato a Firenze, abbiamo riscontrato che il contributo della Foresta Urbana alla rimozione del particolato contribuisce per una quota pari al 13% circa dell’intera immissione in atmosfera.” Gli alberi in città forse non fanno tutto, ma fra averli e non averli c’è tanta aria buona di differenza.


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PAIANINI LA CAPACITÀ DI ASCOLTARE ADDOLCISCE IL GRANDE VIAGGIO

FONDATA NEL 1968 DA FERNANDO E TERESA, L’AGENZIA DI ONORANZE FUNEBRI PAIANINI È LA PIÙ LONGEVA DI PESARO ED OGGI È GESTITA DAI FIGLI RUGGERA E GIACOMO.

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È una professione delicata, dal significato sociale pieno di sfumature emotive che può essere svolta solo con grande umanità e sensibilità. Ecco perché quando a farlo, e a gestire le fragili situazioni di certi momenti della vita, è una figura femminile, il risultato è di conforto. La particolare attitudine e la capacità di governare questi attimi si arricchiscono di un valore in più quando sono coordinati con apprezzabile impegno ed attenzioni. Non si tratta solo di espletare, in un clima velato e doloroso, servizi pratici e burocratici o di vendere prodotti specifici e prestazioni commerciali o coordinare ed organizzare tutto un evento amaro. Si tratta, piuttosto, di un sottile lavoro psicologico e ricettivo, perché nel dolore ogni persona reagisce in modo diverso. Capirne l’aspetto è la propensione innata di Ruggera, il cui ruolo è proprio questo: aiutare, con i suoi cortesi modi, le persone che - in tristi giorni di doverose e non volute scelte - si rivolgono alla agenzia Paianini. In circostanze così, le più amare della vita, con il suo intuito e la sua abilità professionale, Ruggera capta le esigenze individuali e le personali richieste di ciascun cliente. Il suo

perspicace senso di comprensione le consente di individuare il giusto momento di parlare o quello in cui è il solo caso di ascoltare ma anche, e semplicemente, di restare in silenzio. Sono queste le arti raffinate della titolare della agenzia Paianini: sapere individuare l’atteggiamento più importante ed il comportamento più discreto per consigliare scelte obbligate. Giacomo, invece, con la sua energia e la sua creatività pensa a rendere bello il sonno eterno e ad organizzare il grande viaggio. Ama la boxe ed il ciclismo e non teme la

morte, perché sostiene che “la morte è tagliare il traguardo“. L’esperienza sul campo è determinante per poter offrire un servizio più che qualificato. Perciò, con ogni cura e prestigiosi dettagli l’agenzia Paianini offre servizi completi e diversificati, con particolare riguardo e minuzia. L’organizzazione del servizio funebre - dalle pratiche necessarie, alla cerimonia, al trasferimento (anche con autovetture raffinate e di elevata portata) - deve essere un avvenimento di sereno ed affettuoso addio, un momento di distacco intenso.


RECITARE

Il teatro

NEL DNA DA UN MONDO FATTO DI NUMERI AL PALCO DEI TEATRI. ALESSANDRO VALENTINI, NAPOLETANO DOC, HA COMINCIATO CON UNA SOLA BATTUTA E OGGI SI RITROVA A RECITARE DAVANTI A UN GRANDE PUBBLICO. IN ATTESA DELLA RIPARTENZA.

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di Elisabetta Marsigli / ph Luca Toni

Napoletano, laureato in Commercio internazionale e mercati valutari, Alessandro Valentini è arrivato a Pesaro nel 1997 e oggi si occupa di wealth management in una importante realtà finan-

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ziaria internazionale. Da Scarpetta a De Filippo, passando per Totò, essere di Napoli è già un valore aggiunto: “Siamo un po’ tutti attori a cielo aperto,” scherza Alessandro, che, fino a qualche anno fa, il teatro lo andava solo a vedere. Ma non è un caso che il suo bracco italiano, piuttosto conosciuto in città per la sua simpatia, si chiami Totò… “Totò è morto quando sono nato io – racconta – e babbo andò ai funerali!” Fin dal suo arrivo a Pesaro, Alessandro ha cercato di mettersi in contatto con le compagnie amatoriali locali: “Peccato che nel 1997 facessero solo teatro in dialetto pesarese e io non c’entravo nulla, ma ho sempre coltivato il sogno di entrare a far parte di una compagnia teatrale.” La svolta arriva quando un suo collega bancario gli dice che La Piccola Ribalta cerca un attore napoletano per una piccola, piccolissima parte: una battuta in tutto. Alessandro passa il provino e scopre che lo spettacolo è la rivisitazione di un film di Troisi, Speravo fosse amore e invece era un calesse. “Quando Troisi girò quel film io ero sul set, perché era girato

al Borgo Marinaro a Napoli, e io stavo facendo il militare lì. Insomma, la prima cosa che ho fatto in teatro è stata una piccola parte in uno spettacolo liberamente ispirato ad un film che avevo seguito dal vivo! Sono un fatalista di natura, ma questa è la conferma che nulla accade per caso.” Alessandro è davvero travolgente, coinvolgente nel suo racconto appassionato. Racconta di essere bravo anche nell’improvvisazione, anche questa una dote tutta napoletana. La seconda svolta nel teatro arriva con una parte importante in Questi fantasmi, chiamato dal regista Mario Cipollini. Per lui recitare non è solo un modo di scaricare la tensione, ma anche per provare emozioni diverse. “Per tanti anni ho girato l’Italia per lavoro. Sono curioso di natura e ho sempre apprezzato poter vivere in posti diversi, assorbirne gli odori, i sapori. Ho ben nove traslochi alle spalle. Il teatro mi permette di uscire dal quotidiano e dal mio mondo fatto di numeri in banca, per mettermi alla prova e trasmettere il mio entusiasmo. Per capire come sono fatti gli altri, la cosa migliore è interpretarli.”



VISITARE

La chiesa del

SUFFRAGIO QUELLO CHE RESTA DELL’ANTICA CHIESA DEL SUFFRAGIO FA OGGI PARTE INTEGRANTE DEL CENTRO ARTI VISIVE PESCHERIA, TESTIMONE ULTIMO DI ALTERNE VICISSITUDINI CHE AFFONDANO LE RADICI NEL BASSO MEDIOEVO.

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di Giovanna Patrignani / ph Luca Toni

Nella parte terminale del corso XI Settembre, detta Borgo, sorge la seicentesca chiesa della confraternita del Pio Suffragio di Pesaro, confinante con il lato sinistro della Pescheria, oggi Centro Arti Visive. Aveva un’imponente facciata a tre ordini sovrapposti suddivisi da cornici orizzontali, percorsa

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verticalmente da quattro colonne addossate alla parete e ornata da paraste, quadrature e rosoni; al centro un portale con arco, nella parte superiore la chiusura a volute delle fasce laterali, e un campanile sul retro. L’aspetto originario della chiesa è rimasto documentato in alcune rare foto degli

inizi del Novecento e nella foto di un acquerello settecentesco (in alto a destra), il cui originale è ormai disperso, in cui è raffigurato il piazzale di Fonte Rossa, costituito dall’incrocio tra la via dei fondachi o delle fiere o dei mercanti (oggi corso XI Settembre), la via della chiesa di Santo Spirito (poi strada di Porta Marina, e dal 1886 via Cavour) e l’antica strada dell’Ospedale (oggi via Mazzini). La chiesa del Suffragio e la pescheria, che le fu costruita accanto nel triennio 1821-23, erano sorte sull’area dell’antichissima chiesa di Santo Spirito, documentata fin dal XIII secolo, e dell’annesso convento dei Padri Crociferi, ordine di frati di remota istituzione per il ricovero e l’ospitalità dei pellegrini: il loro distintivo era un abito turchino ed una croce che portavano in mano. Soppressi nel 1634 circa, già in piena decadenza e in stato di grave abbandono, furono sostituiti dalla chiesa del Pio Suffragio, fatta costruire dalla omonima confraternita, sorta nel 1669, con lo scopo di suffragare le anime del Purgatorio tramite la preghiera e la celebrazione di messe quotidiane, di provvedere alla cura degli infermi, all’assistenza ospitaliera


e alla sepoltura dei morti. La chiesa fu aperta al pubblico e benedetta il 28 maggio 1635. Documentazione inedita ne attesta quale architetto incaricato dalla confraternita del progetto e dell’edificazione della chiesa il nobile pesarese Giovan Paolo Emilio Mainardi, allievo del celebre architetto pesarese Niccolò Sabbatini (1574-1654) e autore di un trattato manoscritto di “geometria pratica […] per gli agrimensori e per i muratori”, tuttora conservato. I lavori iniziarono nel 1693; l’interno era sontuoso, arricchito da vari quadri e stucchi dorati. Ma, nonostante l’elevato costo, dopo pochi anni dall’edificazione, la facciata presentava già seri problemi di stabilità, tanto che nel 1705 i confratelli aprirono un contenzioso con l’impresa esecutrice dei lavori. Ma già alla fine del Settecento la confraternita del Suffragio si trovava in debito e in passivo fino a ridursi completamente in rovina: niente più c’era ormai dell’antico splendore, dei bei quadri, degli arredi sontuosi. Nel periodo dell’Italia napoleonica e del Regno Italico, quando i beni patrimoniali di numerosi enti

ecclesiastici furono confiscati e indemaniati dallo Stato, anche quelli della confraternita del Suffragio furono avocati al regio demanio il 29 luglio 1808. Per costruire la Pescheria, che fu appoggiata al muro esterno destro della chiesa del Suffragio, il 3 novembre 1821 il Comune di Pesaro acquistò, per il prezzo complessivo di 900 scudi romani, chiesa, sagrestia e casa della confraternita, con fabbricati annessi e pertinenze. A causa del terremoto del 30 settembre 1930 la chiesa è stata mutilata nei due ordini sovrapposti superiori: ne è rimasto solo il primo ordine della facciata, ormai quasi non più riconoscibile come edificio chiesastico. Chiusa al culto fin dal 1888, fu destinata a mercato delle erbe, poi trasferito nel cortile interno del convento di San Domenico, dove ancora si trova, a deposito delle tranvie elettriche negli anni Trenta, a palestra della prospiciente scuola elementare Perticari, infine a mercato ittico. Quello che resta dell’antica chiesa del Suffragio fa oggi parte integrante del “Centro Arti Visive Pescheria”.

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STORIA

LE VICENDE DI MONTEMAGGIORE SONO RAPPRESENTATIVE DEL PERCORSO FATICOSO DELLA STORIA IN ITALIA, TRA POTERE DELLA CHIESA E LAICITÀ DI FINE OTTOCENTO FINO ALLA RINASCITA DEL SECONDO DOPOGUERRA.

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di Ettore Franca / ph Leo Mattioli

Di Montemaggiore si hanno notizie dal 770 d.C. quale parte dell’Abbazia di S. Paterniano di Fano, ed ha origini al tempo delle invasioni barbariche, quando la gente cercava rifugio sulle colline. Dal XIV secolo, Montemaggiore è legata a Mondavio nell’ombra dei Malatesti. Nel XV secolo le vicende dei Malatesti si intrecciarono con quelle di Federico da Montefeltro e degli Sforza finché Montemaggiore, nel 1474, divenne parte del ducato di Urbino. Sotto la Chiesa fino agli inizi dell’800, nei primi anni del secolo XIX, con i riflessi della rivoluzione francese, e con Napoleone, Montemaggiore farà parte brevemente

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del nuovo Regno d’Italia ma nelle campagne, aff litte da povertà, la Chiesa, esautorata, sfruttò l’onda sanfedista animando sommosse. Poco dopo, conclusa l’epopea napoleonica, il potere ritornò la Chiesa. Negli anni ’30, coi moti carbonari, il 15 febbraio 1831 a Montemaggiore si issò il tricolore italiano. Presidente del Governo provvisorio delle provincie unite fu Terenzio Mamiani, massone pesarese che non riuscì a scuotere il potere della Chiesa, tanto che le delibere del Governo esordivano “Nel nome di Dio, amen”. Nel 1860, fra le province delle Marche, a quella di Pesaro fu assegnata Montemaggiore che, tre anni dopo, avrà il suo nuovo nome ufficiale: Montemaggiore al Metauro. Nel marzo 1881 la nuova Giunta comunale vede sindaco Carisio Ciavarini insegnante, storico e archeologo al quale, tra l’altro, si deve il Museo nazionale delle Marche. Gli ambienti legati alla destra e al clero contrastarono la politica laica del Ciavarini costringendolo alle dimissioni nell’82 e riportando il Comune

a quella monarchica-liberale di stampo clericale. All’inizio del Novecento c’è rinnovamento: si sostituirono le fonti d’epoca napoleonica, arrivò il telegrafo, si ristrutturarono le mura, il Municipio fu spostato nel borgo sottostante, … Col fascismo, e con l’entusiasmo per il regime, sorse il teatro, fu aperta la stazione a Calcinelli, si inaugurò la pineta sulla cinta muraria. Poi, l’Italia si rivoltò al fascismo e ai tedeschi, che ancora occupavano il territorio lavorando alla Gotenstellung, la Linea Gotica, pensata per rallentare gli alleati. La mattina del 25 agosto ‘44, Winston Churchill e i generali Harold Alexander e Oliver Leese arrivarono a Montemaggiore ancora sotto il fuoco nemico per osservare la battaglia tra le truppe alleate e quelle tedesche in ritirata, incalzate dalla Operazione Olive con la quale Montemaggiore venne liberata. Seguirono i fenomeni sociali con l’abbandono delle campagne e l’infoltimento della frazione di Villanova, oggi centro delle attività lavorative, commerciali e sociali di Montemaggiore.


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PER GIORNO PER LA NUOTATRICE AURORA PONSELÈ È ORA DI RICOMINCIARE UNA NUOVA FASE DELLA PROPRIA VITA PERSONALE E PROFESSIONALE: DA PESARO, CITTÀ “FANTASTICA”, A ROMA, CITTÀ IN CUI COMINCIARE A RIALZARSI.

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di Alice Muri / ph Luca Toni

Tenacia. Questa è la parola che ama ripetere Aurora Ponselè, nuotatrice pesarese, commentando la vittoria della medaglia d’oro nella 5 km in acque libere ai Campionati italiani di nuoto di fondo, che si sono disputati a Marina di Grosseto. Un risultato

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inaspettato per l’azzurra, arrivato dopo un periodo complicato della sua vita e giunto proprio dopo la decisione di Aurora di tornare da Roma (dove si era trasferita 8 anni fa) nella sua Pesaro. “Ho sempre detto di essere una persona testarda – spiega la 28enne – ma mi hanno fatto capire che la mia non è testardaggine ma tenacia. Ed è forse proprio questa la qualità che mi ha portata alla vittoria della 5 km. Sapevo di non essere al 100%, dopo una 7 Colli non positiva, ma ho fortemente voluto rimettermi in gioco nonostante stessi attraversando un momento difficile. Ed ora sono davvero contenta.” Dopo essersi traferita a Roma per proseguire la sua carriera, Aurora infatti aveva sentito il bisogno di staccarsi da quella realtà e a novembre 2019 aveva deciso di tornare a Pesaro. “Nonostante il momento complicato, di una cosa sono sempre stata sicura: volevo continuare a nuotare, perché il nuoto è davvero la mia vita. Così, prima che tutto si bloccasse a causa del Covid-19 mi sono rivolta a Sport Village per potermi allenare nella piscina del Parco della Pace. È

qui, nella mia Pesaro, e con un gruppo e un allenatore fantastico, che ho ritrovato la serenità, la spensieratezza e l’euforia di tornare alle gare e di gestire le mie paure.” Aurora non ha mai fatto segreto del suo profondo legame con la sua città di origine. “Io amo Pesaro. Qui ho la mia famiglia e i miei amici, certo, ma credo che Pesaro sia proprio una città fantastica e non la cambierei mai con nessun’altra al mondo. Io adoro la vita di provincia e poi – scherza – solo noi sappiamo quale sia la soddisfazione di poter mettere la maionese sulla pizza”. L’atleta pesarese, che nella sua carriera ha anche vinto una medaglia di bronzo agli Europei di Berlino nel 2014 nella dieci chilometri, guarda avanti con più serenità: “Dopo essermi confrontata con il mio allenatore qui a Pesaro, ho deciso di trasferirmi di nuovo a Roma per ricominciare una nuova pagina della mia vita e ricominciare daccapo. Non è facile, ma ora voglio vivere giorno per giorno. Dopo le cadute ho sempre saputo rialzarmi e dal 2021 mi auguro ora tanta serenità”.


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clienti un messaggio di riscoperta e del bel vivere. Perciò proporre di affiancare agli oggetti d’arredo, reperti vintage, materiali naturali, pezzi unici già presenti nella propria casa ed incorporarli con nuove soluzioni ed alternative decisamente belle, invitanti e raffinate perché le collezioni d’arredo MODUS colmano gli occhi, calmano l’anima e raccontano la storia di ogni famiglia. MODUS_Collezioni d’arredo si distingue per competenza tecnica ed esperienza sviluppata negli anni nel settore del tessuto e dell’arredamento. Per l’arredamento delle parti interne propone tende da interno, carta da parati, complementi d’arredo e oggettistica. Inoltre MODUS propone anche le soluzione migliore per allestire gli spazi esterni. Infatti dispone di una vasta gamma di tende da sole, vele ombreggianti e pergolati. Ma MODUS non è solo per la casa; realizza anche progetti integrati d’arredo in grado di valorizzare soluzioni per attività commerciali, studi professionali e strutture alberghiere perché offre un supporto altamente qualificato ed un’ampia scelta di materiali ricercati e garantiti e, soprattutto, di prodotti certificati.

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Verde Ambiente: il tuo giardino è il nostro capolavoro più bello

Il mio giardino è un’opera lenta, perseguita con amore. (Claude Monet). Ci piace pensare che il tuo giardino sia l’opera d’arte più bella che creiamo per te. Verde Ambiente, un impegno continuo per migliorare l’ambiente: progettazione e realizzazione giardini.

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Edil CP: Superbonus 110% pronti attenti… via!

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che vi possono rientrare. Successivamente viene fissato un primo appuntamento per il sopralluogo e, avvalendosi delle proprie figure tecniche, EDIL CP fornirà anche una prima valutazione dell’immobile, valutando se può rientrare o meno nelle casistiche stabilite per l’ottenimento del bonus. • STUDIO PRELIMINARE TECNICO Dopo la fase conoscitiva, verrà fatto uno studio di fattibilità: il termotecnico sarà chiamato a valutare le opere necessarie per effettuare il salto delle due classi energetiche stabilite dalla normativa e redigerà un Attestato di Prestazione Energetica pre e post intervento con precisate le fasi di lavoro necessarie al fine di rientrare nel bonus. • VALUTAZIONE ECONOMICA Terzo ed ultimo passaggio sarà la redazione del computo metrico estimativo, riportante le fasi di lavoro ritenute necessarie dai nostri tecnici con indicate quantità e prezzi per ogni lavorazione e uno schema riassuntivo che, in maniera semplice e diretta, mette a confronto la cifra totale dell’appalto con la cifra derivante dalla generazione del credito fiscale dando così la possibilità di decidere se procedere o meno. Per ulteriori informazioni sul Super Bonus 110% potete contattarci al 0721 716592. Saremo lieti di darvi tutte le delucidazioni di cui avete bisogno.

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Green Life, il verde che arreda

N

el 1947 Franco Frenquellucci inizia a commerciare in fiori e piante. Come spesso succede, trasmette il mestiere e la stessa passione al figlio Francesco che, dalla esperienza di famiglia, non acquisisce solo l’amore per il mondo verde ma trasforma l’impresa in una moderna attività commerciale finalizzata a soddisfare le nuove richiesta di tutti quei clienti che, pur amando il verde, non possono occuparsene con assiduità e costanza. Nasce così, a Pesaro, GREEN LIFE il verde che arreda. GREEN LIFE il verde che arreda è un’azienda consolidata e specializzata nella commercializzazione di prodotti artificiali quali prati, piante finte, siepi, quadri vegetali stabilizzati e sintetici, concepiti per soddisfare la crescente richiesta di allestire spazi ed ambienti verdi, esterni ed interni. I prati (vasta gamma di modelli di erba sintetica in diverse altezze del manto di finiture e fascia di prezzo), tutti in quadricromia e ad alta densità qualitativa, garantiscono un impatto visivo pari a quelli naturali; le siepi hanno le stesse caratteristiche e sono realizzate con materiali certificati, resistenti alle intemperie e allo scolorimento. Le piante, adatte per l’esterno, sono di altissima qualità e certificate TUV e SGS molto molto resistenti ai raggi UV. Per risolvere il problema della manutenzione del verde Green Life propone giardini e ambienti verdi anche in luoghi e situazioni non consoni per mettere a dimora piante e prati. Green Life offre, inoltre, installazioni di prati sintetici e giardini verticali prodotti con l’utilizzo di materiali naturali stabilizzati e piante finte di ogni tipologia e dimensione ma, rigorosamente, di alto livello qualitativo.

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Visto il Decreto n. 34/2020 o Decreto Rilancio, convertito finalmente in legge il 16 Luglio, nell’ambito della ristrutturazione con demolizione e ricostruzione, si potrà usufruire di ECO-BONUS e SISMA-BONUS con detrazione del credito di imposta pari al 110%, Centrolegno potrà affiancarti per valutare lo studio di fattibilità tecnico ed economico.

Attilio Marchetti Rossi, ingegnere civile strutturista, svolge la propria attività libero professionale nel campo della progettazione statica di strutture in legno ininterrottamente dal 1981. Dopo la laurea e l’abilitazione conseguita presso l’Università di Bologna, si specializza in “Timber Engineering” all’Università di Toronto in Canada. Dal 2008 è titolare della società di servizi di ingegneria “MARCHETTI ROSSI ENGINEERING” che si occupa di progettazione costruttiva BIM- CAD-CAM ed è impegnata nella promozione e nella ricerca finalizzata all’ impiego sostenibile del legno strutturale nelle costruzioni civili e industriali. Da oltre 10 anni collabora stabilmente con l’ufficio tecnico di CENTRO LEGNO mettendo a disposizione la propria esperienza della progettazione esecutiva e costruttiva di edifici in X-LAM pluriplano ed opere di edilizia scolastica , industriale e luoghi di culto. Opera professionalmente negli studi di Pesaro in Italia e di Lugano in Svizzera ove è iscritto all’OTIA.



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