Tariffa R.O.C.: Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB - FILIALE DI FORLÌ - Contiene i. p. - Reg. al Tribunale di Forlì il 16/01/2002 n. 1 - EURO 3,00
R AV EN N A
COTTIGNOLI
Alberto
METAFISICA FIABESCA
MARIANNA PANEBARCO / Disegni animati RIQUALIFICARE / Ravenna si fa bella SPECIALE / Con le ali sulla Romagna
N° 3 OTTOBRE/NOVEMBRE 2020
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EDITORIALE
SOMMARIO
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La copertina di questo numero autunnale è l’artista e critico d’arte Alberto Cottignoli, che ha esposto in tutto il mondo con il gruppo Tamenaga e firmato la scenografia di un capolavoro di Pupi Avati. Incontriamo Marianna Panebarco, general manager di Panebarco & C., azienda che produce video animati. Scopriamo i progetti di riqualificazione urbanistica del centro storico di Ravenna e i laboratori creativi di Laboratorio Aperto, nati per la valorizzazione culturale del nostro territorio attraverso il digitale. Il pediatra Leonardo Loroni ci parla dell’Associazione “Dalla parte dei minori”, che si occupa del tema di abusi e maltrattamenti sui minori, mentre Ruenza Santandrea, del Consorzio Vini della Romagna, ci racconta del progetto Cartoline dalla Romagna. Infine, scopriamo i luoghi del territorio attraverso una prospettiva diversa grazie alle foto panoramiche di Andrea Bonavita. Andrea Masotti
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ANNOTARE
Brevi IN
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ESSERE
Alberto Cottignoli
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CREARE
Marianna Panebarco
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RIQUALIFICARE
Ravenna si fa bella
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FORMARE
Laboratorio Aperto
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CURARE
Leonardo Loroni
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EDIZIONI IN MAGAZINE S.R.L. Via Napoleone Bonaparte, 50 - 47122 Forlì Tel. 0543.798463 / Fax 0543.774044 www.inmagazine.it info@inmagazine.it DIRETTORE RESPONSABILE: Andrea Masotti REDAZIONE CENTRALE: Clarissa Costa, Gianluca Gatta, Beatrice Loddo COORDINAMENTO DI REDAZIONE: Roberta Bezzi ARTWORK: Lisa Tagliaferri IMPAGINAZIONE: Francesca Fantini UFFICIO COMMERCIALE: Irena Coso, Gianluca Braga, Elvis Venturini STAMPA: La Pieve Poligrafica Villa Verucchio (RN) ANNO XIX - N. 3 Chiuso per la stampa il 20/10/2020
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CESENA
Malatesta Valley
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RAVENNA
Una città diversa
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Collaboratori: Chiara Bissi, Anna De Lutiis, Silvia Manzani, Serena Onofri. Fotografi: Lidia Bagnara, Massimo Fiorentini.
RIMINI
Fuori stagione
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SCOPRIRE
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Cartoline dalla Romagna
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SPECIALE Edizioni IN Magazine si impegna alla salvaguardia del patrimonio forestale aderendo al circuito di certificazione di FSC-Italia.
Tutti i diritti sono riservati. Foto e articoli possono essere riprodotti solo con l’autorizzazione dell’editore e citando la fonte.
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Romagna
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FORLÌ
Una perla dal volto noto
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ANNOTARE
Il nuovo polo SMURFITKAPPA
La sanità UNITA
MASSA LOMBARDA Smurfit
RAVENNA Nasce una
Kappa, multinazionale leader del packaging a base carta con 46.000 dipendenti nel mondo e un fatturato di 9 miliardi nel 2019, farà del suo stabilimento di Massa Lombarda un polo dedicato all’innovazione nella produzione di imballi per l’e-commerce. L’obiettivo è quello di soddisfare soprattutto le richieste dei consumatori online nell’ambito della moda, sempre più attenti a privilegiare soluzioni sostenibili, facili da smaltire in modo corretto una volta ricevuta la merce desiderata. Con una superficie di 56.000 mq (di cui 24.000 coperti), lo stabilimento nella Bassa Romagna ospita 15 linee produttive, l’ultima delle quali installata proprio l’estate scorsa. Si tratta di una linea piega e incolla destinata alla realizzazione delle scatole per il settore dell’e-commerce, un business in costante ascesa, che vede per Massa un incremento del 30% annuo.
collaborazione tra due realtà della sanità privata: Santa Teresa e Ravenna 33 hanno firmato un accordo che mira a offrire ai cittadini un servizio qualitativamente migliore e più veloce. Il Polo Sanitario Santa Teresa, di via Don Lolli 20, potrà contare su un nutrito staff di medici, integrato con quello di Ravenna 33, e rappresenterà il punto di erogazione per gli utenti che vivono in centro storico. Situato in posizione strategica all’accesso ovest della città, in via Secondo Bini 1, Ravenna 33 integrerà i servizi del Polo Sanitario Santa Teresa portando in dote la diagnostica per immagini (radiologia, risonanza, ecc.), che prevede anche strumenti altamente tecnologici fra cui un mammografo di ultima generazione, una sala operatoria d’avanguardia, appena inaugurata, il day surgery/day hospital.
Paolo Roversi. Studio Luce. IN MOSTRA AL MAR RAVENNA Fino al prossimo 10 gennaio, il Mar ospita la mostra Paolo Roversi. Studio Luce, realizzata dal Comune di Ravenna - assessorato alla Cultura con il prezioso contributo di Christian Dior Couture, Dauphin e Pirelli. Un’occasione unica per conoscere il lavoro del grande fotografo ravennate, trasferitosi in Francia nel 1973. Ad aprire il percorso espositivo, le prime fotografie di moda e una serie di ritratti di amici e artisti come Robert Frank e Peter Lindbergh che si alternano a still life di sgabelli raccolti in strada e immagini che ritraggono la Deardorff, macchina fotografica con cui Roversi scatta sempre. Sono esposti anche alcuni scatti per il Calendario Pirelli 2020 e immagini di moda inedite, frutto del lavoro decennale per marchi come Dior e Comme dei Garçons e Vogue Italia. In occasione del settecentesimo anniversario della morte di Dante, è presente una selezione di immagini che celebrano la figura della musa, una reinterpretazione della Beatrice della Divina Commedia, qui incarnata da donne iconiche come Kate Moss, Naomi Campbell e Rihanna. La mostra è aperta dal martedì alla domenica, dalle 9 alle 18.
Paolo Roversi Paolo Roversi Studio Luce Studio Luce MAR MAR Museo d’Arte Museo d’Arte della città della città di Ravennadi Ravenna
10 ottobre10 2020 ottobre 2020 — 10 gennaio — 10 gennaio You’re invited You’re invite 2021 NEED THE TEXT 2021 NEED THE TEXT
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IN MAGAZINE
ESSERE
Metafisica
FIABESCA L’ARTISTA RAVENNATE ALBERTO COTTIGNOLI HA ESPOSTO IN TUTTO IL MONDO CON IL GRUPPO TAMENAGA, FIRMATO LA SCENOGRAFIA DI UN CAPOLAVORO DI PUPI AVATI ED È MOLTO APPREZZATO DAL CRITICO D’ARTE VITTORIO SGARBI. di Roberta Bezzi / ph Lidia Bagnara
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Le sue opere hanno catturato il gruppo Tamenaga, una delle più grandi realtà internazionali per l’arte figurativa, e sono state esposte a Tokyo, Osaka, New York e Parigi. Nel 1998 ha firmato la scenografia de Il testimone dello sposo di Pupi Avati (unico film candidato italiano all’Oscar di quell’anno, selezionato nei cinque del Golden Globe e unica opera italiana scelta al Festival di Berlino), ottenendo diversi riconoscimenti personali: è nella terna vincente del David di Donatello e fra i cinque candidati per il Ciak d’Oro. Lui è il pittore ravennate Alberto Cottignoli che, sempre in quell’anno, Vittorio Sgarbi ha invitato alle mostre Surrealismo Padano a Palazzo Gotico di Reggio Emilia e Da De Chirico a Leonor Fini, pittura fantastica in Italia al Museo Revoltella di Trieste. Così scrive di lui il noto critico d’arte: “È sempre un po’ imbarazzante parlare anche per minimi cenni di Alberto Cottignoli, artista la cui fama attraversa ormai il globo dagli Stati Uniti al Giappone. Non perché sia la sia arte a provocare perplessità,
tutt’altro, ma semmai le sue parole, la sua spiccata autocoscienza espressiva, le sue capacità dialettiche e argomentative.” Nel biennio 1999-2000 è presente alla Galleria Forni di Milano e Bologna, la più importante galleria italiana che tratta arte figurativa, con due esposizioni personali che gli valgono ben sei pagine sulla rivista Arte della Mondadori. Sempre Sgarbi ha presentato la sua prima mostra personale a Ravenna, alla Galleria Poggi nel 2004, e lo ha invitato alla Biennale di Venezia del 2011 e poi alla Selezione dei migliori della Biennale di Venezia al Palazzo delle Esposizioni di Torino. Oltre che come artista, Cottignoli è attivo anche come storico dell’arte e ha pubblicato numerosi testi di ricerca dedicati a grandi artisti come Leonardo, Piero della Francesca e Raffaello. Per incontrarlo a Ravenna, basta fare un giro in piazza del Popolo e fare tappa al suo quartier generale al bar Tazza d’Oro. E proprio sui muri che si affacciano in via IV Novembre, ravennati e turisti possono notare una targa con inciso Da vent’anni qui disegna IN MAGAZINE
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RAVENNA SI APPRESTA A CELEBRARE L’ARTISTA E CRITICO D’ARTE CON UNA MOSTRA AL MAR NEL 2022 CHE SI INTITOLERÀ BEA E DELFINO, UN AMORE SENZA FINE CHE PRIMA, PERÒ, SARÀ ESPOSTA ALLA GALLERIA SPAZIO 98 DI LUGO LA PROSSIMA PRIMAVERA.
Alberto Cottignoli 1999-2019. Alberto Cottignoli, dopo la mostra Incontro a Palazzo Rasponi del 2019, può svelare qualcosa al riguardo? “Per l’occasione, presenterò una serie di quadri dipinti con tecnica rinascimentale leonardesca in cui, per la prima volta, faccio riferimento a un volto concreto, perfettamente realistico, cioè quello magnifico della dodicenne Bea. Racconto il suo lento ma graduale distacco dall’infanzia, simbolicamente rappresentato dall’orsacchiotto Delfino che ha sempre dormito con lei e che un giorno decide di dare alla madre perché ormai grande. Per poi richiederlo indietro la settimana successiva… Questo suo tentativo di abbandonare i sogni è ben evidente nell’opera Pietà dell’orsacchiotto. Ogni quadro poi, sarà accompagnata da un testo, in modo che il visitatore possa leggere un racconto per immagini e parole.” Al di là della bellezza che è sempre un’ottima fonte di ispirazione, cosa l’ha così profondamente colpita? “Mi affascina questo momento di passaggio esclusivamente femminile, dalla dimensione di bambina a quella di donna, in cui avviene una cosa magnifica che negli uomini non sussiste: il trasferirsi del sogno infantile in una adulta dimensione emotivo-sentimentale, ciò che rende così bello il genere femminile, a differenza di quello maschile che si nutre quasi esclusivamente di fredda razionalità, e che tanta parte ha nella forma8
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zione dell’arte in tutte le sue manifestazioni.” Facendo un bel salto indietro nel tempo, si ricorda quando ha cominciato a disegnare ed è stato folgorato dall’arte? “Sono cresciuto in una famiglia di contadini, anche se probabilmente nel ramo materno c’era qualcosa di artistico anche se inespresso. Quando frequentavo il liceo scientifico, mi divertivo a realizzare vignette. Con una semplice matita, copiavo da foto, prestando grande cura ai particolari. Era un bel passatempo ma nulla di più, tant’è che poi ho proseguito gli studi e mi sono laureato in Filosofia a Bologna. Studiando i testi dei più grandi geni, ho iniziato a scrivere un ciclo di pensiero che in un secondo momento dipingevo. Impiegavo circa due o tre ore per ogni disegno attorno a cui facevo anche una cornicetta. Sul momento non mi trasmetteva niente ma il giorno dopo, riguar-
dandolo, mi veniva la pelle d’oca. Godendo di ciò che facevo, ho capito che questo era il mio lavoro.” Come ha mosso i primi passi? “La prima volta che feci vedere i miei lavori a due critici commentarono che dovevo cambiare soggetto e dedicarmi a valli e capanni da pesca. Per fortuna, anche se mi piace vedere cosa pensa la gente di me, ho sempre creduto in me stesso. Così sono andato a Roma per cercare un posto improntato sul surreale, e ho trovato la galleria Fraticelli di via Margutta.” Durante questa sua prima personale, è stato scoperto da Kiyoshi Tamenaga con cui ha stipulato un contratto per tutta la sua produzione futura… “Sì, il più grande gallerista al mondo, fra l’altro legato alla famiglia imperiale, comprò in un sol colpo tutti i miei nove quadri. Negli anni successivi, in base
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Il posto dove vivere.
IN QUESTE PAGINE, L’ARTISTA ALBERTO COTTIGNOLI, NEL SUO STUDIO TRA LE OPERE D’ARTE.
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all’accordo raggiunto, ho spedito a Tokyo tutto ciò che creavo e le mie opere hanno fatto il giro del mondo. Piacevano a tal punto che sono iniziati a circolare dei falsi, delle copie a basso prezzo. Ma non sono stato mai invitato di persona e questo ha fatto sì che, dopo nove anni, il rapporto si interrompesse. Anche più di recente, negli anni Duemila, so che molte mie personali sono state organizzate per esempio a Taiwan senza che io ne sapessi nulla.” Questo delle copie che circolano non è un bel segnale per l’arte. Lei che è anche critico dell’arte e fresco di laurea in Storia dell’arte, come valuta la situazione attuale? “Inutile girarci attorno, a causa del consumismo, stiamo vivendo un secondo Medioevo dell’arte che di fatto è finita con il Liberty. Il vero problema è che a un certo punto ci si è resi conto che l’arte costava troppo; così si è iniziato a spacciare per arte qualcosa che costa poco ma ha anche scarso valore. L’arte non nasce da una singola idea che può anche essere fortunata, ma è la sintesi armonica di un pensiero.” Come definisce il suo stile? “Pupi Avati, che mi chiamò per
“PUPI AVATI HA DEFINITO IL MIO STILE SURREALE FIABESCO, MA PREFERISCO METAFISICA FIABESCA. NON DIPINGO COSE A CASO, SONO UN ATTENTO INDAGATORE DELL’UMANO. I SOGNI POSSONO GRATIFICARE E AIUTARCI A SUPERARE LE BRUTTURE DEL MONDO.”
esordire come scenografo dopo aver letto un mio libro, lo ha definito surreale fiabesco. Personalmente preferisco metafisica fiabesca. Non dipingo cose a caso, sono un attento indagatore dell’umano umano. La realtà purtroppo non è così meravigliosa, così i sogni possono gratificare e aiutarci a superare le brutture.” Decisamente sono le sue agate dipinte, realizzate con un pennello a puntino. Ce n’è una a cui è più affezionato? “Sono orgoglioso di Orchestrar le stelle, poi donata a Riccardo Muti, che rappresenta proprio il maestro mentre dirige sotto un magnifico cielo stellato.”
CREARE
Disegni
ANIMATI MARIANNA PANEBARCO È GENERAL MANAGER DI PANEBARCO & C., L’AZIENDA FONDATA DAL PADRE DANIELE, NOTO FUMETTISTA. IN CANTIERE UNA SERIE TV E UN CORTO IN ANIMAZIONE 3D.
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Marianna Panebarco, dal 2008, ricopre all’interno dell’azienda di famiglia, Panebarco & C., il ruolo di general manager. L’anno successivo è stata anche eletta presidente dei Giovani Imprenditori di Cna Provinciale Ravenna, iniziando un percorso intenso e gratificante all’interno dell’associazione in cui ora ricopre il ruolo di vice presidente nazionale. Marianna è sposata con il musicista Matteo Salerno e ha due figli, Ottavia e Bartolomeo, ma ha l’aspetto di una ragazzina, con occhi vivacissimi che manifestano la sua curiosità intellettuale e la sicurezza di giovane manager. L’azienda in cui lavora è stata fondata dal padre, il noto fumettista Daniele, ma a imprimere una veloce evoluzione e un notevole aggiornamento è stata lei, insieme al fratello Matteo, scultore 3D e mastro regista, e a Camilla, fine programmatrice e motion graphic designer. Detto ciò può sembrare che tutto sia stato facile nel suo lavoro ma la piccola azienda di famiglia, negli anni, non ha sempre avuto vita facile. Come ha cominciato a muoversi nel mondo lavorativo? “Prima di tutto voglio sottolineare che, quello nell’azienda di
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di Anna De Lutiis / ph Lidia Bagnara
famiglia, non è stato il mio primo impiego. Dopo il liceo classico Dante Alighieri e la laurea in Lingue e letterature straniere moderne all’Università di Bologna ho lavorato per circa un anno sulle navi da crociera della flotta Costa. Poi, ho maturato esperienza all’albergo Cappello, all’agenzia di viaggi Millepiedi, in un negozio di fiori. Più che scrivere qualche testo per i Cd-Rom multimediali che produceva mio padre, non avevo fatto altro. Ma piano piano mi sono avvicinata alla sua azienda.” Quando ha deciso di entrare nella Panebarco & C.? “Nel 1995 sono entrata come socia e, più tardi, ho seguito come project manager in particolare i progetti sviluppati per il settore dei beni culturali: Portale internet culturale del ministero dei Beni e delle attività culturali, i progetti virtuali per IBC e percorsi finanziati attraverso bandi comunitari. Insomma mi sono data da fare per ridare vita all’azienda e renderla competitiva. All’epoca svolgevo anche docenze focalizzate sull’utilizzo delle nuove tecnologie per la promozione e fruizione dei beni culturali nell’ambito di progetti coordinati dall’Istituto
Luigi Sturzo e dall’Alma Mater Studiorum.” Come definirebbe l’azienda, oggi? “Una Bottega Multimediale. Il termine bottega rimanda al rinascimento, a quelle fucine di opere e talenti in cui ogni pezzo è unico, fatto su misura per il committente e, in effetti, ogni nostro lavoro è realizzato con questo approccio. E poi ci sono giorni in cui il nostro studio è un viavai di persone, si popola di menti, artisti, storie, talenti… proprio come in un’antica bottega.” Qual è stato il cambiamento più rilevante nell’azienda, anche per restare competitiva sul mercato? “Dal 1995 al 2001 l’azienda ha firmato oltre 40 titoli per DeAgostini Multimedia dedicati a bambini e ragazzi: avventure interattive, atlanti, enciclopedie multimediali; molti di questi titoli sono stati anche tradotti e localizzati all’estero (Francia, Spagna, Germania, Russia, Cina, etc.). Poi abbiamo cambiato pelle un paio di volte; dieci anni fa abbiamo deciso di proporci sul mercato come azienda di produzione di video in grafica animata e cartoni animati per il settore pubblicitario.
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“OGGI DEFINIREI L’AZIENDA COME UNA BOTTEGA MULTIMEDIALE. DIECI ANNI FA ABBIAMO DECISO DI PROPORCI SUL MERCATO PER LA PRODUZIONE DI VIDEO ANIMATI PER IL SETTORE PUBBLICITARIO. ABBIAMO PERÒ IN CANTIERE ANCHE PRODUZIONI INDIPENDENTI.”
Questo è oggi il nostro principale business. Parallelamente però, tre anni fa, mia sorella Camilla e io ci siamo messe a studiare e a girare per fiere di settore dedicate ai cartoni animati, con l’idea di diventare produttori indipendenti. La strada è lunga e accidentata, ma abbiamo in cantiere una serie tv a cartoni animati e un corto in animazione 3D ambientato a Ravenna.”
Nella produzione si parte dai disegni: sono vostri anche quelli? “Sono a marchio Panebarco, ma ovviamente dobbiamo coinvolgere anche altri artisti sia per la fase di scrittura (in gergo sviluppo) che per quella di produzione vera e propria di una serie tv. Ecco, in questo io ci vedo quello che è uno dei grandi sogni di mio padre, che poi ha trasmesso a tutti e noi tre figli: i disegni Panebarco che diventano cartoni animati. Sono produzioni molto complesse e costose, ma ci stiamo provando con tanta energia, curiosità ed entusiasmo e con lo stupore di chi scopre cose nuove ogni giorno.” L’anno dedicato a Dante, 2020/2021, le celebrazioni del settecentenario della morte del Poeta, è stato un momento importante perché l’ha vista protagonista della diretta in streaming, Viva Dante, lo scorso 1 settembre, insieme a importanti personaggi che hanno raccontato i temi
e gli eventi che si svolgeranno a Ravenna. Che ruolo ha avuto in un momento così importante? Che progetto ha presentato? “Non ho portato un vero e proprio progetto ma alcune suggestioni sul tema Dante e i bambini, tema che mi è molto caro. Il nostro obiettivo principale deve essere quello di promuovere la nostra città in modo che anche chi sta progettando un viaggio con bambini decida di venire a Ravenna nell’anno in cui la città celebra Dante. Credo sia utile e molto interessante approfondire, quindi, la relazione tra Dante e l’infanzia. Da sempre come Panebarco & C. il nostro mestiere è stato quello di raccontare in maniera semplice tematiche complesse; sia che si trattasse di parlare a un pubblico generico, o a un pubblico di giovani e bambini.” Pensa sia possibile anche per l’opera di Dante? “Nel caso di Dante e i bambini credo che, sfruttando la ricchezza della sua principale opera, ci si possa muovere su tre assi principali, tre fasi di uno stesso percorso di avvicinamento alla figura del Sommo Poeta. Si può partire sottolineando la forza della storia in sé, la storia di Dante e del suo viaggio nell’aldilà, avvicinando le nuove generazioni alla figura del personaggio Dante, facendo capire ai bambini che Dante è uno di noi. Perché Dante è uno di noi, nonostante i sette secoli che sono passati. Dante nella sua Divina Commedia racconta una storia universale, tocca tematiche trasversali rispetto al tempo e allo spazio.”
IN QUESTE PAGINA, MARIANNA PANEBARCO, GENERAL MANAGER DI PANEBARCO & C.
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RIQUALIFICARE
Ravenna
SI FA BELLA SCOPRIAMO I NUMEROSI PROGETTI DI RIQUALIFICAZIONE URBANISTICA DEL CENTRO STORICO DI RAVENNA, CHE VEDRÀ ANCHE NUOVE DESTINAZIONI D’USO DI DIVERSI BENI COMUNALI.
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di Chiara Bissi / ph Massimo Fiorentini
Nell’anno in cui prendono il via le celebrazioni del VII centenario della morte di Dante parte una serie di interventi di riqualificazione urbanistica in centro storico, che non segnerà e trasformerà la città come avvenne nel 1921 e negli anni a seguire ma avrà il merito di restituire monumenti, zone ed edifici a nuove
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funzioni. Un elenco che prevede il massimo impiego di risorse proprio nella zona dantesca a partire dalla vicina piazza Caduti per la Libertà per la quale sono state spesi 200.000 euro. Marciapiedi e nuovo asfalto, attraversamenti pedonali e poi pulizia di muri e portici dagli imbrattamenti incorniciano la nuova pavimentazione in pietra del piazzale antistante l’ingresso della scuola media Guido Novello. Su quello spazio doveva aprirsi il nuovo ingresso della biblioteca Classense, intervento che la pandemia ha fatto slittare, tanto che l’amministrazione ha deciso di promuovere nel 2021 un concorso di idee che interesserà l’assetto dell’intera piazza. Spostandosi di pochi metri da piazza San Francesco si arriva infine alla zona del Silenzio dove il 5 settembre il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha partecipato alla cerimonia di avvio delle celebrazioni riaprendo la Tomba di Dante Alighieri al pubblico, dopo il recente restauro che ha interessato anche il vicino Quadrarco di Braccioforte. L’intervento ha interessato l’esterno, quindi la copertura del mo-
A SINISTRA, LA TOMBA DI DANTE. IN ALTO, IL PASSAGGIO DI PIAZZA SAN FRANCESCO.
È STATA RESTAURATA LA TOMBA DI DANTE E ORA È ATTESA LA NUOVA CASA DANTE E IL NUOVO ALLESTIMENTO DEL MUSEO. A PORTA ADRIANA SARÀ APERTO UN RISTORANTE, MENTRE L’EX CASERMA DANTE ALIGHIERI OSPITERÀ DEI GIARDINI E UN ORTO BOTANICO.
numento, gli elementi plastici, il tetto e l’interno con la pulitura, la ripresa dei marmi e degli stucchi. Un lavoro affidato ad Arte e Restauro di Ravenna. Il 10 di ottobre, una delegazione ravennate ha raggiunto Roma per la benedizione da parte di Papa Francesco della croce donata da Paolo VI nel 1965 alla città, prima della ricollocazione del manufatto all’interno della tomba. Nell’intervento è stata compresa anche la riqualificazione del Quadrarco di Braccioforte e una nuova illuminazione dell’intera area con l’inserimento di minuti elementi di arredi e piccoli elementi floreali. Occorrerà attendere dicembre per visitare il museo Dante-
sco nel nuovo allestimento all’interno dei Chiostri francescani, a cent’anni dall’inaugurazione avvenuta nel 1921 in occasione del sesto centenario. Dall’impronta fortemente multimediale e interattiva, il riallestimento è costato quasi 300.000 euro, grazie a fondi regionali, comunali, del Centro Dantesco e della Fondazione Cassa di Risparmio. Qui è attesa al piano terra la prima opera, proveniente dalle Gallerie degli Uffizi, in base all’accordo con il Comune di Ravenna che prevede un prestito annuale di opera pittorica ottocentesca. Tutta da scoprire sarà, nella primavera del 2021, la Casa Dante ospitata nell’attuale emeroteca. IN MAGAZINE
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PORTA ADRIANA RISERVERÀ LE MAGGIORI SORPRESE: IL TEMA È QUELLO DI INSERIRE NUOVE DESTINAZIONI A USO PUBBLICO PER UN MANUFATTO AD OGGI MEMORIA DELLE ANTICHE MURA E LUOGO DI PASSAGGIO VELOCE. UN INTERVENTO DEL VALORE DI 773.000 EURO.
IN ALTO, PORTA ADRIANA. A LATO, L’EX CASERMA ALIGHIERI.
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Gli studenti e i lettori migrando negli spazi della biblioteca Classense lasciano il posto alla nascita di Casa Dante, spazio funzionale dall’aspetto del bookshop che raccoglie oggetti di design nel nome e nel segno di Dante. Qui troveranno posto anche i prestiti di lunga durata (5 anni) delle Gallerie degli Uffizi, opere scelte nella produzione ottocentesca dedicata al culto dantesco. Lasciata la zona Dantesca, percorrendo il centro storico sarà Porta Adriana a riservare le maggiori sorprese. Il progetto preliminare per la riqualificazione di Porta Adriana prelude
al nuovo utilizzo del bene di proprietà comunale: ristorazione e servizi culturali le opzioni individuate e inserite nel bando per la gestione e la valorizzazione del bene, che vede una superficie utile di 300 mq, una corte interna e una terrazza in cima al torrione. L’intervento, del valore di 773.000 euro, sarà finanziato dal Comune per 400.000 euro e dall’aggiudicatario per la restante parte, che sarà tenuto a realizzare il progetto del Comune. Il tema è quello di inserire nuove destinazioni a uso pubblico per un manufatto ad oggi memoria delle antiche mura e luogo di passaggio veloce. Gli ambienti interessati dalla progettazione, oggi separati e indipendenti, saranno collegati mediante la demolizione di una scala e una nuova struttura autoportante, mentre al piano terra ci saranno tutti gli ambienti di supporto ai servizi culturali e alla ristorazione. Per superare il fenomeno degli edifici storici chiusi e inutilizzati in centro storico, il bando di gestione, che lascia il Comune proprietario, diventa una modalità praticabile, come dimostra l’esperienza seguita dall’assessore
al patrimonio, Massimo Cameliani, della Rocca Brancaleone, rivitalizzata da molteplici attività e oggi frequentatissimo parco urbano. Infine, ma non meno importante, l’avvio del recupero dell’area dell’ex caserma Dante Alighieri in via Nino Bixio, chiusa dal 2011: dopo un lungo e impervio percorso di alienazione la Caserma è ora di proprietà di Cassa Depositi e Prestiti, che ha intenzione di realizzarvi una struttura ricettiva. Al Comune il compito di riqualificare l’area circostante dove sorgerà un giardino grazie a un intervento complessivo da 2,5 milioni di euro. Un’area di circa
15.000 mq, oggi completamente occupata da edifici di servizi senza alcun pregio e da piazzali asfaltati, verrà pulita, bonificata e illuminata grazie a demolizioni e alla sistemazione del muro di confine. Quattro le macro aree previste: una verde adiacente a quello che era l’istituto Olivetti, ora usato come succursale da altre scuole, che potrà essere utilizzata per l’attività didattica con la possibilità in futuro di adibire anche gli spazi a laboratorio; un’altra aerea verde da destinare a orti con vendita dei prodotti; poi un prato con una grande struttura in legno per bambini; infine, un orto botanico.
FORMARE
Uno spazio
PER INNOVARE IL LABORATORIO APERTO DI RAVENNA FA PARTE DELLA RETE DI LABORATORI, CREATI DALLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA, NATI PER LA VALORIZZAZIONE CULTURALE DEL NOSTRO TERRITORIO ATTRAVERSO IL DIGITALE. di Serena Onofri / ph Massimo Fiorentini
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A parlare di Laboratorio Aperto, nuovo spazio dedicato alla diffusione della cultura digitale e dell’innovazione in ambito turistico e culturale, sono Elisa Bonaccorso e Federica Montani di Fondazione Flaminia. Quest’ultima è partner della RTI, guidata da Fondazione Giacomo Brodolini, e coinvolge MBS di Bologna ed ETT di Genova nella gestione delle attività del Laboratorio Aperto. Finanziato dal POR-FESR della Regione Emilia-Romagna (Il Programma operativo del Fondo europeo di sviluppo regionale), è uno dei dieci laboratori voluti dalla Regione nelle dieci province. Avendo come missione generale anche la co-progettazione con la cittadinanza per la definizione di nuovi servizi o prodotti per il territorio, ha sede nei due principali musei: il Mar - Museo d’Arte de Ravenna, di fatto il quartier generale del laboratorio, e il Museo Classis - Museo della Città e del Territorio, dove gli ampi spazi sono stati pensati per eventi e sperimentazioni. Che tipo di attività promuove Laboratorio Aperto e a chi si rivolge? “Il nostro è un luogo del presente dove creare la Ravenna del futuro. Per questo, parte del nostro lavoro consiste nell’organizzare workshop e momenti formativi totalmente gratuiti per fare acquisire competenze innovative e digitali alla cittadinanza, ai professionisti, al mondo delle industrie culturali e creative, alle imprese, alle start up, al mondo delle scuole e dei più giovani, così come agli over 60.” Quali temi vengono approfonditi e dove si svolgono i momenti formativi? “Promuoviamo workshop e percorsi su Design Thinking, Open Innovation, Strategie Digitali, Fundraising, Storytelling, Social Media, Gamification, accanto a corsi di Excel e Power Point, il tutto con lo sguardo rivolto alle imprese culturali e creative e al settore turismo e beni culturali. Nella sede del Mar si trovano i
nostri uffici, lo spazio coworking e la sala formazione, mentre al Classis gli eventi dedicati alla cittadinanza che speriamo di poter organizzare presto, appena le misure di contenimento anti Covid-19 lo permetteranno. La scelta di questi due musei come casa di Laboratorio Aperto ne rispecchia la funzione quale incubatore di idee, progetti e soluzioni volti al miglioramento e allo sviluppo della fruizione turistica e culturale del territorio.” Il Laboratorio è stato inaugurato nel dicembre scorso, poco prima dell’emergenza Covid-19 e del lockdown. Come siete riusciti a reinventarvi, in pratica sin da subito? “Abbiamo trasformato le nostre
LABORATORIO APERTO AVRÀ SEDE NEI DUE PRINCIPALI MUSEI, IL MAR E CLASSIS, COME INCUBATORE DI IDEE, DI PROGETTI E SOLUZIONI VOLTI AL MIGLIORAMENTO E ALLO SVILUPPO DELLA FRUIZIONE TURISTICA E CULTURALE DEL TERRITORIO.
aule fisiche in virtuali, mentre i workshop sono diventati webinar. Il digitale ci ha permesso di riprogrammare le nostre attività utilizzando piattaforme online, in cui accanto a momenti formativi specifici hanno preso vita incontri e talk con professionisti di vari settori che ci hanno permesso di creare nuove sinergie, progetti futuri e momenti di confronto che hanno arricchito anche un momento difficile come quello appena trascorso. Continuare a lavorare nonostante il lockdown era per noi doveroso, sia per confermare l’identità del laboratorio dove il digitale e la diffusione della cultura digitale rappresentano una parte fonda-
A LATO, FEDERICA MONTANI ED ELISA BONACCORSO DI FONDAZIONE FLAMINIA.
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IN QUESTA PAGINA, ALCUNE FOTO DELLE ATTIVITÀ CREATIVE DI LABORATORIO APERTO.
UN LUOGO DEL PRESENTE DOVE CREARE LA RAVENNA DEL FUTURO: LABORATORIO APERTO ORGANIZZA WORKSHOP GRATUITI PER FARE ACQUISIRE COMPETENZE INNOVATIVE E DIGITALI ALLA CITTADINANZA, AI PROFESSIONISTI, AL MONDO DELLE INDUSTRIE CULTURALI.
mentale, sia per dare un nostro contributo in termini di opportunità di formazione e scambio a chi, da un giorno all’altro, si è trovato a casa senza poter lavorare o con il lavoro ridotto. Non è stato subito semplice. Trasferire tutte le attività programmate online è stata per noi una sfida. Lavorare da remoto ci ha dato molte soddisfazioni, siamo riusciti a intercettare persone da tutta Italia, abbiamo tenuto circa 40 attività tra workshop e talk che ci hanno permesso di raggiungere circa 1.200 persone in tre mesi.” Guardando al futuro, quali progetti sono in cantiere? “Proprio in questi giorni stiamo lavorando alla nuova programmazione, che vedrà eventi, workshop e momenti formativi nuovi e interessanti, rivolti in particolare all’innovazione di processo. Attraverso nuovi modi di studiare e vedere la realtà, parleremo di 22
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comunicazione digitale in tutte le sue forme, di storytelling e brand identity. L’altra bella novità è la nascita del nostro spazio coworking all’interno del Mar, in cui i quattro progetti resident, selezionati da un bando conclusosi il 7 settembre, progetteranno e svilupperanno nuove soluzioni nelle aree strategiche di realtà aumentata/realtà-virtuale per la cultura e il territorio e le industrie culturali e creative.” Come è stata accolta la vostra realtà a Ravenna? “Le attività sono partite un po’ in sordina ma, grazie al constante supporto dell’amministrazione comunale, abbiamo organizzato tavoli tematici di co-design per intercettare bisogni, soluzioni e
condividere un calendario di attività ed eventi condiviso. Siamo partiti a settembre 2019 con il percorso Fundraising Pop-Up School, un percorso dedicato alle organizzazioni non-profit e con il Fundraising in tutte le sue declinazioni. La risposta alle attività è stata in crescendo, malgrado sia stato necessario mantenere il numero dei partecipanti contenuto. Il nostro obiettivo è continuare a ingrandire la community che ci segue, lavorare e promuovere attività in linea con le necessità del territorio. Per farlo è fondamentale rimanere in ascolto con le persone che partecipano ai nostri corsi ed eventi, costruire passo passo relazioni di fiducia e reciprocità.”
Il secondo polso è anche meglio del primo...
Orologi griffati, gioielli e pietre raffinate: il negozio GL Canestrini di Gian Luca Canestrini è il luogo giusto per chi vuole donarsi o regalare un pezzo unico. Accanto a pezzi di produzione artigianale moderni, innovativi e finemente lavorati, vi sono anelli, collier e bracciali vintage trovati nelle piÚ prestigiose fiere di settore, per la gioia di chi sogna qualcosa di esclusivo e di poco commerciale.
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ph Marcello Chiappini
FORLINI OPTICAL L’UNIONE CHE FA INNOVAZIONE
UN NUOVO BRAND CHE UNISCE I NOMI STORICI OTTICA GASPERINI E FORLINI OPTICAL SPECIALIST. L’IMPRENDITORE VISIONARIO GIANNI FORLINI SPIEGA QUAL È IL SUO CONCETTO DI OTTICA DEL FUTURO.
IN ALTO, GIANNI FORLINI. NELLA PAGINA A LATO, DALL’ALTO, LA SEDE DI VIA CAIROLI 17/A. SOTTO, LA SEDE DI VIA BERLINGUER 82.
L’ottica del futuro parte da Ravenna, dallo spirito visionario dell’imprenditore Gianni Forlini che ha pensato di unire sotto un nuovo brand, Forlini Optical le sue due insegne Ottica Gasperini in via Cairoli 17/A e Forlini Optical Specialist in viale Berlinguer 82. La prima è stata fondata circa sessant’anni fa da Giancarlo Gasperini, poi rilevata da Forlini nel 2000 dopo 15 anni spesi come responsabile unico dei reparti di optometria e contattologia. La seconda ha aperto nel 2006, con la volontà di essere presenti in una zona nuova della città, fuori dal centro storico. L’innovazione, la competenza, il rapporto di fiducia con la clientela, la tecnologia, l’assistenza post vendita, sono da sempre i punti di forza delle attività. “L’unione fa la forza, senza dubbio,” racconta Forlini. “Anche se non nascondo che la decisione di unire i due brand ha avuto su
di me un forte impatto emotivo, soprattutto considerando la storicità dell’insegna Gasperini. È una grande emozione portare avanti questo cambio epocale e lo vivo con entusiasmo. Ciò nonostante, desidero rassicurare chi per tanti anni ci ha scelto come negozio di ottica a Ravenna. I due negozi resteranno gli stessi, con tutta la loro identità e i valori di sempre. Già da qualche anno Forlini e Gasperini operano come un’unica entità, offrendo un servizio che si distingue per professionalità ed esperienza. Tutto questo non cambierà, anzi rafforzerà il brand in una realtà come Ravenna in cui siamo ormai un punto di riferimento. Scegliere di riunire le due insegne sotto il nome di Forlini Optical ci aiuta a comunicare meglio e in modo più efficace la visione che portiamo avanti, agendo come un unico brand. Questa è stata la motivazione più importan-
te.” La presentazione ufficiale di Forlini Optical è avvenuta lo scorso 15 ottobre, con l’evento F Day che si è svolto nello spazio Optical Hub di via Cairoli, oltre a essere trasmesso in diretta Facebook. Vi hanno partecipato in presenza solo pochi ospiti – per via delle orme anti-covid –, prevalentemente addetti stampa e specialisti della visione, in una cornice caratterizzata da buon cibo e musica. Forlini si è distinto in questi anni per l’eccellenza e la ricerca, portando avanti un brand solido in cui si vive una forte cultura orientata al cliente. Quali sono gli scenari futuri? “In questo contesto di forte incertezza,” afferma, “sono fortemente ancorato all’idea che la tecnologia e l’innovazione siano la chiave di volta per incontrare i nuovi bisogni delle persone. I miei obiettivi sono da sempre quelli di elevare la cultura dei consumatori e di mantenere una relazione di-
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GLI INNOVATIVI DISPOSITIVI TECNOLOGICI TI AIUTANO NELLA SCELTA DELL’OCCHIALE GIUSTO, COME IL VIRTUAL MIRROR CHE CONSENTE DI PROVARE UNA MONTATURA, DI FARE UNA FOTO, DI SPECCHIARSI DA UNO SCHERMO DIGITALE E DI SCEGLIERE IL COLORE CHE PIÙ PIACE.
retta e personale con i nostri clienti. Utilizzando tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione in negozio e sul web, desideriamo creare una vera e propria community di persone interessate alle ultime tendenze della moda così come alle novità tecniche in termini di prestazione ed efficienza, per avvicinare il cliente e favorire una cultura ottica.” Da un lato, l’utilizzo della tecnologia nella comunicazione – dai video wall in vetrina che presentano i prodotti in modo più attraente, ai dispositivi digitali usati per le attività di vendita, fino ai processi post-vendita – rende migliore l’esperienza dell’acquisto. Dall’altro, le attenzioni di una bottega di ottica confermano la centralità del rapporto umano. Coniugare modernità e tradizione consente a una realtà locale di emergere tra le grandi catene. “Il servizio di consulenza personalizzato,” ricorda Forlini, “è molto apprezzato dai nostri clienti e rappresenta un valore aggiunto. Grazie ad alcuni dispositivi tecnologici, riusciamo per esempio ad aiutare nella scelta dell’occhiale giusto: il nostro virtual mirror consente di provare una montatura, di fare una foto, di specchiarsi da uno schermo digitale e di scegliere il colore che più piace. Non solo, ogni nostro ottico optometrista è in grado di consigliare il prodotto più adatto in base a incarnato, fisionomia, trend, vestibilità e
necessità visive.” Una passione, quella per l’ottica, che Forlini sta trasmettendo anche ai figli Gianluca e Samuele, già impegnati in prima linea nelle attività di formazione e condivisione sui social di eventi e promozione di Forlini Optical. Un modo efficace per attirare anche i più giovani e seguirli
in un percorso di conoscenza del brand, attraverso i canali che maggiormente usano e in una modalità a loro più vicina. “Sono molto felice del loro sostegno,” conclude. “Due generazioni che si incontrano e lavorano insieme per rafforzare quel forte valore relazionale che ci contraddistingue.”
Ravenna Via Cairoli, 17/A - Tel. 0544 218210 - info@otticagasperini.com | Viale E. Berlinguer, 82 - Tel. 0544 401215 - info@otticaforlini.it www.forlinioptical.it
CURARE
Il medico
DEI BAMBINI IL PEDIATRA LEONARDO LORONI, DOPO ESSERE STATO A LUNGO PRIMARIO ALL’OSPEDALE SANTA MARIA DELLE CROCI DI RAVENNA, HA CO-FONDATO L’ASSOCIAZIONE “DALLA PARTE DEI MINORI” PER OCCUPARSI DEL TEMA DI ABUSI E MALTRATTAMENTI.
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di Silvia Manzani / ph Massimo Fiorentini
Quando Leonardo Loroni, nel 2010, si presentò dal direttore generale dell’Asl Tiziano Carradori per comunicargli che avrebbe lasciato il suo posto da primario, insoddisfatto per non essere riuscito a realizzare alcuni importanti obiettivi, si sentì rispondere queste parole: “Se il tuo rapporto con i bambini e le famiglie è ottimo, il risultato l’hai raggiunto eccome.” In effetti Loroni, 69 anni, pediatra di origine marchigiana ma ravennate d’adozione, rimpianti non ne ha: “Rifarei tutto quello che ho fatto nella mia vita, anche se fin dai miei primi passi nel reparto di Pediatria di Ravenna, che al mio arrivo era diretto da Paolo Scorza, ho imparato a non voler avere sempre ragione. Questo mestiere lo si fa bene se ci si confronta di continuo con i colleghi, se con umiltà si ammette di non avere risposte davanti a un caso e si chiede aiuto a chi ne sa di più.” Nel 1977, la prima esperienza Loroni la fece come medico scolastico al consultorio socio-sanitario di Russi: “Nel frattempo, anche se non ancora specializzato in Pediatria, iniziai a fare le guardie all’ospedale locale, in totale
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incoscienza. Del resto allora funzionava così: venivi mandato in trincea, a farti le ossa. Così capivi come si faceva il medico. Io, i punti, ho imparato a darli guardando le infermiere.” Una volta diventato pediatra e dal momento dell’assunzione all’ospedale Santa Maria delle Croci di Ravenna, Loroni di soddisfazioni e difficoltà ne ha attraversate molte. “Ricordo un ambiente positivo, collaborativo. Tra colleghi ci si stimava, si respiravano una disponibilità e un senso di responsabilità incredibili. Questo non significa che non ci fossero i momenti no: una volta, a una coppia di genitori, diedi l’esito di una esame che confermava una grave malattia del loro bambino in modo frettoloso, nel corridoio. Tornassi indietro starei più attento al modo di comunicare: poi imparai a farlo.” Ma c’è un altro equilibrio delicato che Loroni, negli anni, ha capito come gestire: “Ci sono casi così gravi, come le malattie irreversibili, davanti ai quali come medico non sai se è meglio insistere o lasciare andare perché, semplicemente, non sai dove stia il giusto. Il punto è che ogni giudizio va sospeso, che i genitori vanno rispettati e che ogni decisione va presa in accordo con loro. L’importante, inoltre, è non accanirsi nella cura, un dolce accompagnamento alla morte a volte è un atto di amore, oltre a una scelta etica e morale del medico.” In tutto questo continuo interrogarsi, il medico non si è però mai abituato a vedere soffrire i più piccoli. “Per me l’assuefazione non esiste. Ogni storia me la sono sempre portata a casa, senz’altro appesantendo mia moglie e i miei due figli. Anche loro, credo, sanno che se non avessi fatto il pediatra, avrei comunque fatto il pediatra.” Eppure Loroni si definisce una persona cauta: “Sono timido, rif lessivo e sempre preso a chiedermi se saprò essere all’altezza. Resto comunque determinato nel fare e nel realizzare gli obiettivi che mi sono prefissato. Non fu fa-
cile,” continua, “nel 2005, accettare l’incarico di primario della Pediatria di Ravenna, Lugo e Faenza. E non fu facile rassegnarsi all’idea, dopo anni comunque bellissimi di lavoro, che la mia rivoluzione dolce non si sarebbe realizzata. Avrei voluto centralizzare di più l’unità operativa, per non disperdere energie e ottimizzare meglio il lavoro di squadra con i colleghi. Avrei voluto implementare un’organizzazione per sopperire alla mancanza dei pediatri nel fine settimana: avrei voluto far turnare i pediatri di base all’interno dell’ospedale, in modo da dare una risposta alle famiglie per i bisogni meno gravi, da sgravare il pronto soccorso e i pediatri ospedalieri. Pensavo di riuscirci, farcela avrebbe significato anche ridurre il burn-out dei medici, che quando vanno in stress lavorano peggio, danno meno disponibilità e regalano meno sorrisi a chi arriva perché ha una necessità.” Oggi Loroni lavora come pediatra in una struttura convenzionata con l’Asl e come libero professionista, orientato prevalentemente all’allergologia, così come alle malattie respiratorie di bambini e adolescenti: “Continuo ad amare il mio lavoro e il rapporto con i bambini. Certo, i tempi sono cambiati. I genitori oggi si informano, arrivano con delle domande ben precise e vogliono risposte altrettanto puntuali. Ma al tempo stesso sono iperprotettivi, ansiosi e non possono più contare sulle reti di fratelli, nonni e zii come avveniva un tempo. Per fortuna le malattie gravi e infettive sono molte meno e in ogni caso sappiamo curarle meglio. Ciò nonostante, mi stupisco sempre davanti un dato: circa il 25% dei bambini ha, oggi, un disagio socio-psicologico. Ecco perché chi fa il mio mestiere deve rispondere a bisogni del tutto nuovi e reali.” Anche per questo Loroni è cofondatore dell’Associazione “Dalla parte dei minori” nata nel 2003 per occuparsi del
tema degli abusi e maltrattamenti nei confronti dei bambini e adolescenti, insieme alla rete dei servizi presenti nel territorio. “Nel tempo i temi di nostro interesse e azione, sui quali facciamo sensibilizzazione e portiamo avanti progetti, si sono ampliati, comprendendo situazioni di disagio, devianza e marginalità sociale. Abbiamo promosso e sostenuto, all’interno della scuola, progetti sul fronte dell’individuazione precoce dei disturbi specifici dell’apprendimento (DSA), disturbi del comportamento, povertà educativa e bullismo-cyberbullismo. Ultimamente offriamo assistenza psicologica alle famiglie con bimbi nati prematuri e con gravi patologie. Inoltre abbiamo presentato un progetto, con altri soggetti del territorio, dal titolo Separati insie-
OGGI LAVORA COME PEDIATRA ORIENTATO PREVALENTEMENTE ALL’ALLERGOLOGIA, COSÌ COME ALLE MALATTIE RESPIRATORIE DI BAMBINI E ADOLESCENTI, ED È COINVOLTO IN DIVERSI PROGETTI PER RISPONDERE AI NUOVI E REALI BISOGNI SOCIOPSICOLOGICI DEI MINORI.
me, per sostenere le famiglie con figli disabili e speciali e per facilitarne l’inclusione.” Tra le ultime sfide che Loroni si è trovato ad affrontare quella dei dubbi dei genitori davanti all’epidemia da Covid-19: “Le paure sono tante ma io insisto sempre sul bisogno di dare tranquillità e serenità ai bambini, così come sull’importanza della scuola. I dati sui contagi, per quanto riguarda l’infanzia, sono tranquillizzanti. Le regole e una buona organizzazione sono necessari. Ma i bambini devono socializzare, giocare, stare tra di loro e fare una buona formazione per il loro futuro.” IN MAGAZINE
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VIA CASSINO, UN CENTRO COMMERCIALE A CIELO APERTO CAFFÈ RAVENNA, DALLE COLAZIONI, PER L’IRRINUNCIABILE CAFFÈ CON BRIOCHES, AL PRANZO VELOCE, FINO ALL’APERITIVO.
MACELLERIA LE CARNI, LA QUALITÀ DEI PRODOTTI ITALIANI E UN’ESPERIENZA TRENTENNALE.
Stefano Zanfanti, titolare del Caffè Ravenna in via Montanari 93, ama definire la zona in cui sorge la sua attività un bel quartiere in cui ritrovarsi per fare acquisti o per scambiare due chiacchere. Conside-
rando che ha aperto 24 anni fa, è riuscito a veder mutare e crescere la zona che è ben frequentata. “L’unione è la nostra forza,” dice riferendosi al rapporto con gli altri commercianti, “cerchiamo di collabo-
rare tra di noi consapevoli che è proprio questo, unitamente alle diverse tipologie merceologiche, il nostro punto di forza. Anche la vicinanza del mercato ambulante arricchisce il quartiere, i clienti trovano tutto a portata di mano. Lavoriamo con le colazioni, da sempre momento importante per chi non rinuncia a caffè o cappuccino con brioches. Per andare incontro alle esigenze della clientela abbiamo pensato a un pranzo veloce che include toast con varie farciture abbinato a una bevanda, mentre per il pre-serata serviamo aperitivi accompagnati da stuzzichini. La nostra attenzione alla clientela, sia maschile che femminile, cerca sempre di incontrare le diverse esigenze. Il Caffè Ravenna è aperto dalle 6 alle 19,30 e la domenica mattina (il pomeriggio solo quando ci sono le partite di calcio).
La macelleria Le Carni di via Montanari 84 è certamente una delle attività storiche delle zona che si è sviluppata nei pressi dello stadio. Il prossimo dicembre, infatti, festeggerà il trentunesimo compleanno. “Il quartiere mi piace come un tempo,” racconta il titolare Michele Firmani, “si è popolato gradualmente e animato anche grazie all’arrivo del mercato. Tra i suoi punti di forza la comodità: è facile da raggiungere a piedi così come in auto. Ne ho ‘passate’ tante in questi anni ma, con l’aiuto dei clienti, oggi posso dire di raccogliere i frutti.” Punto di forza della macelleria è la qualità delle carni, per esempio l’ottima chianina che è una razza bovina della Val di Chiana molto apprezzata. Tutti i prodotti sono italiani, molti dei quali di nicchia, che non si trovano nella grande distribuzione. Come i vini, in particolare una selezione di quelli
dell’Alto Adige, tra i preferiti di Firmani. “Con la clientela c’è bel rapporto di fiducia, spiega. “Ci sono famiglie che da anni acquistano in negozio e sono molto soddisfatto quando vedo ritornare qualcuno che è venuto per la prima volta. Questo è un buon momento per le botteghe perché la
gente apprezza sempre di più il servizio, il confronto e il consiglio. Piace sapere cosa si porta in tavola, perché si sta sempre più attenti alla salute. Per questo, mi piace mettere la mia esperienza al servizio dei clienti, cercando di essere sempre disponibile e ricettivo verso le nuove esigenze.”
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ALIMENTARI STADIO, CORDIALITÀ E PRODOTTI DI PRIMA SCELTA DELLE MIGLIORI AZIENDE NAZIONALI E LOCALI.
Il negozio Alimentari Stadio è sorto quando fu costruito il palazzo stesso in cui sorge, circa sessant’anni fa in via Cassino 67. Da dodici anni, a occuparsene è Mircea Tudose che ha saputo mantenere inalterata la fama della bottega di quartiere che piace molto per i suoi prodotti di alta qualità e per l’estrema cordialità. “Questa è una zona bellissima e ben frequentata, in cui si può trovare un po’ di tutto,” afferma. “In più è di facile accesso: in molti arrivano, a piedi o con l’auto, e si trovano davanti un bel gruppo di negozi con una buona scelta merceologica.” Alimentari Stadio vanta un’ampia scelta di formaggi dell’Alto Adige di prima scelta, prosciutti al banco stagionati non meno di 2224 mesi, frutta e verdura dei migliori produttori nazionali. “Faccio il possibile per offrire prodotti di piccole imprese artigianali del territorio o ita-
liane, anche quelli non ancora troppo commercializzati. Per quanto riguarda la pasta, c’è una selezione di alcuni dei migliori marchi, mentre per i surgelati lavoriamo solo con l’azienda con base in Romagna, la Orogel. D’altra parte, conosciamo molti dei coltivatori che collaborano con que-
sta importante realtà.” Entrando da Alimentari Stadio, ci si sente come in famiglia, dove ci si parla, ci si confronta. “La nostra è una bottega del quartiere, dove il nipote viene e lascia le chiavi per la nonna”, così Tudose sintetizza lo spirito di quanto avviene quotidianamente.
tiere dove fra l’altro abito,” afferma. L’apertura, che risale al 7 dicembre 2019, rappresenta anche una sfida, per provare a occuparmi di qualcosa di diverso dalle sole ricette, per concentrarmi di più sul cliente. La parafarmacia consente infatti di svolgere non solo un
lavoro meno burocratico, ma più a contatto con le persone che vanno ascoltate e consigliate. Il bello è proprio di poter risolvere un problema con ‘armi’ diverse da un farmaco, puntando più sul naturale e su prodotti meno convenzionali. È un ruolo molto stimolante e appagante.” La parafarmacia ha anche un punto Cup che funziona bene non solo per i residenti nel quartiere ma anche per chi è di passaggio perché va al mercato. Fiore all’occhiello è poi la consegna a domicilio gratuitamente in tutta la città. “Molti non possono uscire, quindi è un bel servizio,” rivela Andrea Montanari. “Senza contare che mi chiedono consigli a casa, anche sulle terapie, che difficilmente mi rivolgerebbero in negozio. Si crea così un bel dialogo che fa riscoprire la bellezza di questo mestiere.”
PARAFARMACIA MONTANARI, CURE NATURALI E UN SERVIZIO DI CONSEGNE A DOMICILIO GRATUITO.
Tra i nuovi arrivati in via Cassino c’è la Parafarmacia Montanari, nata da un’idea di Andrea Montanari che prosegue la tradizione di famiglia. La madre Liliana, infatti, è titolare della farmacia di via Mattei con cui esiste una bella sinergia. “Mi piaceva questo quar-
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PIACERSI È PIACERE – PAOLO ÉQUIPE, L’HAIRSTYLING OLTRE LE TENDENZE PER UN’ESPERIENZA DI STILE UNICA.
FORNO PASTICCERIA ARGNANI , PRELIBATEZZE ARTIGIANALI IN GRADO DI SODDISFARE QUALSIASI PALATO.
Paolo Cavassi ha aperto il suo salone di parrucchiere Piacersi è Piacere – Paolo Équipe, in via Cassino 73, nel 1991. A giusto titolo, è tra gli ‘storici’ della zona. “Sono molto soddisfatto del quartiere,” racconta. “Anche gli ultimi colleghi arrivati hanno contribuito ad ampliare l’offerta puntando sulla qualità. Tra di noi si è creato un bell’affiatamento.” Sforzan-
dosi di ascoltare al meglio le esigenze della clientela, Paolo ha capito che bisogna offrire non solo un servizio ma anche un’esperienza nuova per distinguersi. “In un mercato così altamente competitivo, occorre differenziarsi dalla massa. Per avvicinarsi a una clientela diversificata, è importante essere disponibili e puntare sulla qualità del ser-
vizio e del prodotto per dare un’esperienza a un prezzo equo.” Formatosi all’interno di prestigiose accademie, fra cui Tigi, Toni Guy, Vidal Sasson e l’Accademia Italiana Unfaasm, Paolo ha fatto dell’arte di fare i capelli una ragione di vita. “La moda si adatta al carattere delle donne ed è qui che nasce lo stile. Per questo, ogni taglio parte dello studio del volto e da tutte le sue caratteristiche che lo rendono unico. L’hairstyling non riguarda solamente le tendenze, ma l’arte di stabilire empatia e creare un’esperienza unica.” Il salone propone erbe tintorie per chi ha problemi di allergie e linee americane che puntano sulla ricerca più che sulla chimica. Tra le novità il prodotto Bleach no Bleach, uno schiarente naturale senza decoloranti. Lo scopo, infatti, è quello di curare il capello con qualcosa che sia il meno invasivo possibile.
Aperto nel settembre 2018, quello di via Cassino 73 è il terzo punto vendita del forno pasticceria Argnani, dopo quello di via Mazzini 52 e di via Cairoli 1. E non sarà l’ultimo visto che è già in programma l’inaugurazione in via Faentina. “Sono molto contento di questa zona a ridosso del mercato, facilmente raggiungibile,” – racconta il titolare Alessandro Argnani. “Fra noi commercianti c’è una bella coesione, il quartiere è residenziale e vivace, quindi in grado di attirare tante persone anche da tutta la città. In poco tempo, la nostra attività è cresciuta enormemente, diventando un punto di riferimento per i prodotti da forno.” Quello di Argnani è un forno tradizionale che punta anzitutto sulla panificazione con farine anche biologiche e con la lievitazione naturale senza additivi chimici. Lo
stesso principio ispira anche la produzione di torte, biscotti, pizze e brioche. “Cerchiamo di proporre ciò che più piace alla gente,” aggiunge Argnani, “seguendo le antiche ricette senza per questo rinunciare a qualche innovazione. Valorizziamo alcuni prodotti del territorio, come la ciambella, il
marzapane, i biscotti zuccherini, che restano i preferiti di sempre. In occasione di festività e ricorrenze, creiamo dolcetti a tema, tenendo conto della stagionalità dei prodotti. In più, per venire incontro alle esigenze della vita moderna che è frenetica, offriamo un po’ di gastronomia.”
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CARTOLERIA DELLO STUDENTE, MASSIMA DISPONIBILITÀ, FIDUCIA E LA MIGLIORE OFFERTA DI CANCELLERIA TECNICA.
Con circa quarant’anni alle spalle, la Cartoleria dello Studente è una delle attività storiche di via Cassino. Il negozio al civico 75, infatti, è passato di mano in mano. Nel 2017 a rilevarlo è stato Bruno Simione che, con passione ed entusiasmo, ha saputo trovare la giusta direzione. “Sono contento anche se questo è stato un anno pesante con il lockdown,” afferma. “Però, con la ripartenza delle scuole, il mese di settembre è stato tutto in salita. Rispetto alla grande distribuzione, il mio valore aggiunto è la cancelleria più tecnica. Faccio di tutto per soddisfare le molteplici richieste della clientela, con la massima disponibilità negli orari di apertura e nella ricerca di prodotti, applicando all’occorrenza un piccolo sconto. Mi piace dialogare e stabilire un rapporto di fiducia che si rivela prezioso nel tempo.”
Simione ha le idee chiare anche su via Cassino che definisce una ‘Silicon Valley del commercio’. “In questi ultimi quattro anni, sono cambiati circa la metà dei negozi. I nuovi arrivati hanno portato una ventata di freschezza e di rinnovamento. In pochi metri c’è un po’ di tutto, con una grande varietà mer-
ceologica. Insieme siamo una forza e si lavora bene. Siamo un bel gruppo affiatato in cui ognuno fa la sua parte e la clientela ci ripaga perché è affezionata. Ci dà molta soddisfazione inoltre vedere che, forse anche per la vicinanza delle scuole, molte persone arrivano qui anche da altre parti della città.”
primi fissati sul suolo pubblico,” spiegano. “All’inizio, lavoravamo molto bene in occasione delle partite del Ravenna Calcio, essendo proprio a ridotto dello stadio. Ma oggi siamo un punto di riferimento per i ravennati, a partire da quelli che abitano in questa vivace zona residenziale che sembra un centro commerciale a cielo aperto. Ci piace pensare che le
persone vengano a mangiare a casa nostra. Quindi offriamo una piadina tirata a mano con il mattarello e farcita con affettati freschi, verdure di stagione e prodotti italiani. Lo sforzo, infatti, è quello di offrire un prodotto finale di qualità che oggi, più che mai, fa la differenza.” E dire che, un tempo, Barbara e Cinzia facevano tutt’altro nella vita: la prima lavorava in un centro dentistico, la seconda in un laboratorio di borse. I segreti della piadina li hanno appresi dalla madre, sin da ragazzine, anche se prima di aprire il chiosco hanno perfezionato la loro arte grazie ai consigli dei precedenti proprietari. Sono convinte che a fare la differenza tra una piadina e l’altra sia il delicato equilibrio degli ingredienti. “Le dosi,” assicurano, “sono importanti, è il modo in cui si utilizzano i diversi ingredienti a creare piadine diverse da chiosco a chiosco.”
PIADINERIA TRADIZIONE DOLCE & SALE, IL CHIOSCO DELLE REGINE DELLA PIADINA FESTEGGIA 25 ANNI DI ATTIVITÀ.
Barbara e Cinzia Maestri sono conosciute come le sorelle piadinare più brave di Ravenna, vincitrici nel 2010 del concorso regionale ‘La piadina regina di Romagna’ indetto da il Resto del Carlino. Quest’anno celebrano un compleanno importante: i primi 25 anni di attività. Il loro chiosco in via Cassino è ormai una tappa d’obbligo in città. “Il nostro è stato uno dei
SCOPRIRE
Cartoline dalla
ROMAGNA
IL CONSORZIO VINI DELLA ROMAGNA, PRESIEDUTO DA RUENZA SANTANDREA, HA LANCIATO L’IDEA DI SCOPRIRE IL VINO ATTRAVERSO ITINERARI, RACCONTI E NUOVE NARRAZIONI DIGITALI ALLA RICERCA DELLE RADICI.
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di Chiara Bissi / ph Lidia Bagnara
Dal vino e dalla tenacia di chi lo produce e lo promuove nasce il progetto Cartoline dalla Romagna, un portale online che raccoglie in una mappa 100 cantine, tanti punti di interesse culturale, quasi 200 ristoranti e 80 botteghe storiche per celebrare una terra ricca di storia, di arte e di cultura del fare. Comune denominatore il vino da scoprire attraverso itinerari, racconti e nuove narrazioni digitali alla ricerca delle radici. L’idea è del Consorzio Vini della Romagna presieduto da Ruenza Santandrea, una realtà che dal 1962 riunisce cantine e aziende vinicole allo scopo di tutelare la produzione locale, sostenendo la qualità dei vini, l’equilibrio dei prezzi e la valorizzazione del prodotto e del suo territorio. Solo nel ravennate sono 98 le attività coinvolte. Il progetto prevede una comunicazione integrata fra mezzi tradizionali e digitali come le bacheche di Instagram e i profili di Facebook per trasmettere convivialità e gioia. Nelle cantine e nei punti di interesse sono state distribuite così le prime Cartoline dalla Romagna in formato cartaceo. Un invito a chi vive questa terra e a chi viene in visita e
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considera il vino uno dei migliori testimoni per comprenderne l’identità. Ed è per questo che la presidente del Consorzio Vini di Romagna, Ruenza Santandrea, afferma: “Siamo partiti da un’idea di Romagna che è nel cuore di tutti, per coniugarla poi al presente, soprattutto sui social e sui media tradizionali con un’idea grafica innovativa e giovane, che incuriosisca e invogli a visitare e conoscere un sistema vino-territorio che promuove l’eccellenza dei produttori, tutti con la loro unicità e il loro modo di accogliere e fare vino. Perché la Romagna è un luogo ospitale e i suoi panorami innumerevoli e suggestivi, così come i borghi nei quali la storia ha lasciato splendide tracce e gli splendidi siti ricchi di arte e di cultura. E il vino è uno dei simboli felici che la contraddistingue e la racconta.” Nel sito www.cartolinedallaromagna.it appaiono le cantine del Consorzio Vini di Romagna, in ordine alfabetico, divise per comune, le botteghe storiche e i ristoranti che propongono in menù il vino dei produttori romagnoli. Sono previsti inoltre itinerari tematici per nuove scoperte attraverso il gusto.
IN ALTO, RUENZA SANTANDREA, PRESIDENTE DEL CONSORZIO VINI DI ROMAGNA.
SI TRATTA DI UN PORTALE CHE RACCOGLIE CANTINE, RISTORANTI, BOTTEGHE STORICHE E PUNTI DI INTERESSE CULTURALE CON UN COMUNE DENOMINATORE: IL VINO. UN PROGETTO CHE PROMUOVE L’ECCELLENZA DEI PRODUTTORI ATTRAVERSO I MEDIA.
Ruenza Santandrea, gli itinerari tematici: di cosa si tratta e come sono pensati? “Gli itinerari vogliono portare all’attenzione dei viaggiatori le tante bellezze dell’entroterra romagnolo. Si spazia da quelli legati all’arte, alla storia, alla letteratura, a quelli naturalistici e al trekking cicloturismo. Il tutto sposato con le visite alle cantine, ai luoghi della gastronomia, alle botteghe artigiane e, perché no, alle curiosità. Insomma la Romagna che non ti aspetti.” La lista delle cantine, delle botteghe e dei ristoranti è ancora aperta per nuove adesioni? “La lista delle cantine può essere implementata solo da cantine socie del Consorzio. La lista delle botteghe e ristoranti è assolutamente aperta. I ristoranti posso-
no richiedere di aderire via mail inviando nel contempo foto della carta dei vini che attesti che presentano orgogliosamente i vini di Romagna. Le botteghe che presentano artigianato di qualità possono chiedere l’adesione inviando le loro caratteristiche e specialità. Sia botteghe che ristoranti verranno inseriti anche sui percorsi tematici.” Può essere il vino la chiave per raccontare la Romagna come un corpo unico, non più divisa dai campanili, ma come una terra dal comune destino? “Il vino esprime fortemente il territorio, così come il territorio racconta il vino. Sono intimamente legati: il vino è il prodotto della cultura dell’uomo, fa parte della sua storia, del suo carattere dei riti, del paesaggio. Gli splendidi paesaggi che abbiamo in Romagna punteggiati di vigneti sono il frutto del lavoro delle persone, di secoli di esperienza, che hanno creato un giardino. Il vino deve essere la chiave per raccontare anche più ampiamente l’EmiliaRomagna. La Romagna ha storicamente una comune esperienza, vanificata dalla litigiosità delle tante piccole e piccolissime signorie (in realtà vicariati) che hanno circondato le città di mura. Talmente in lotta tra di loro e violente da essere conosciute all’epoca come le più violente d’Italia. Infatti da loro provenivano un gran numero di capitani di ventura. Il tempo è passato ma le mura simboliche rimangono dopo 500 anni nella difficoltà di raccontare insieme la nostra terra. Noi vogliamo farlo. Raccontandone la storia, le divisioni e le sue splendide tracce artistiche, partendo da Ravenna con i suoi innumerevoli tesori e arrivando a tutte le città romagnole ricche di storia e bellezza.” IN MAGAZINE
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S.T.E.P. DI VINCENZO PAPI STUDIO TECNICO E PROGETTAZIONE
UNO STUDIO GIOVANE E DINAMICO, GUIDATO DA VINCENZO PAPI, CHE FORNISCE SERVIZI A TUTTO TONDO NEL CAMPO DELL’EDILIZIA E DEGLI IMMOBILI.
IN QUESTE PAGINE, VINCENZO PAPI, TITOLARE DELLO STUDIO S.T.E.P.
Progettare significa ricercare un idoneo e gradevole aspetto architettonico, disegnare spazi comodi e funzionali e garantire la massima sicurezza sotto tutti i punti di vista, avendo sempre come obiettivo il massimo benessere delle persone. Si potrebbe sintetizzare così la filosofia di S.T.E.P. – Studio Tecnico E Progettazione di Ravenna che, grazie a un gruppo di professionisti qualificati, è in grado di trovare soluzioni innovative per ogni intervento. A guidarlo con tenacia, entusiasmo e determinazione è il quarantenne Vincenzo Papi che lo ha aperto nel 2006, procedendo letteralmente passo dopo passo, come evocato – non a caso – dal termine inglese step. Oggi lo studio tecnico, attivo principalmente sul territorio ravennate e in periferia, è specializzato nelle nuove costruzioni, in ristrutturazioni e nelle varie pratiche edilizie e catastali portate a termine anche con l’aiuto di
consulenti esterni. S.T.E.P. è uno studio giovane e dinamico che, grazie alle conoscenze tecniche e all’esperienza maturata, riesce ad aiutare privati, società immobiliari e imprese nella vendita e acquisto di immobili o appartamenti. L’apertura dello studio è la realizzazione di un sogno per il titolare Papi che, sin da quando aveva 13 anni, si divertiva a disegnare case. Il percorso è stato tutt’altro che semplice, ma proprio per i tanti sacrifici affrontati, appagante. “Tutto è nato a seguito di un licenziamento, il 23 dicembre 2005,” racconta. “Quella data mi resterà impressa per sempre. Inizialmente per lo sconforto provato, poi perché ha dato il via a una importante svolta. Mi misi subito a cercare lavoro ma tutti gli studi che contattavo mi dicevano che ero troppo qualificato. Poi però, grazie a un incontro fortunato, saltò fuori un terreno a Marina di Ravenna, in cui c’erano
un immobile da ristrutturare e un altro da costruire ex novo. Raccolsi la sfida senza esitazioni e fino al 2010, con il supporto di una ditta che conoscevo, mi sono dedicato a una serie di interventi immobiliari. La libera professione era iniziata senza che neanche me ne accorgessi, senza avere un ufficio in cui ricevere i clienti.” Ci vuole vocazione per mettersi in proprio, così come coraggio e buona volontà, per chi parte senza grandi possibilità economiche. Ma poi i risultati arrivano, l’importante è non considerarsi mai arrivato. “Questo era ed è il più grande desiderio che continuo a vivere giorno per giorno,” aggiunge Papi. “Per anni ho lavorato come operaio, anche dopo il praticantato, sperando un giorno di poter iniziare a progettare. Non mi considero arrivato e credo che, anche fra vent’anni, avrò lo stesso spirito. Lo devo alla mia famiglia, ai colleghi che collaborano con me e ora ai
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TRASPARENZA, CHIAREZZA E DISPONIBILITÀ SONO DA SEMPRE I PRINCIPI ISPIRATORI DI S.T.E.P. “MI PIACE LAVORARE BENE, CURANDO DAVVERO GLI INTERESSI DEL CLIENTE!” AMA RIPETERE VINCENZO PAPI CHE ORA HA UN SUO STUDIO IN VIA BOVINI 43.
tanti clienti che sono, in molti casi, anche degli amici con cui si è instaurato un bel rapporto di fiducia.” D’altra parte, trasparenza, chiarezza e disponibilità sono da sempre i principi ispiratori di S.T.E.P. “Mi piace lavorare bene, curando davvero gli interessi del cliente!” ama ripetere Vincenzo Papi che ora ha un suo studio in via Bovini 43, alcuni validi collaboratori e praticanti che sta facendo crescere professionalmente. Senza contare il bel percorso avviato con alcuni istituti superiori, in particolare con Geometri e il liceo artistico, per il progetto di alternanza scuola-lavoro. “I giovani stanno perdendo entusiasmo verso questa professione, e io cerco di dare il mio contributo per far cambiare loro idea,” rivela. “Dopo anni di flessione, ora si sta ricominciando a costruire. Le crisi, se guardate dalla giusta prospettiva, servono anche per riprendere fiducia ed entusiasmo, perché dopo la tempesta torna sempre il sereno. L’importante è restare umili: non bisogna mai sottovalutare le cose e mai sopravalutarsi.” Guardando al futuro, Papi spera di poter realizzare un giorno un bel progetto immobiliare a impatto ambientale zero, come quello
che ha nel cassetto dal 2013. “Evolvere verso energie rinnovabili e interventi ecosostenibili è quanto mai necessario,” conclude. “Ma non mi stancherò mai di ripetere che non c’è nulla di più appagante di un cliente che mi ringrazia per avergli risolto un problema.”
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Romagna
CON LE ALI SULLA ROMAGNA FORLÌ
UNA PERLA DAL VOLTO NOTO
CESENA
MALATESTA VALLEY
RAVENNA
UNA CITTÀ DIVERSA
RIMINI
FUORI STAGIONE
FORLÌ
Una perla dal
VOLTO NOTO UNA GUIDA POETICA PER FORLÌ E LA SUA VITA (NON) SEGRETA, QUANDO ALTROVE È LA STAGIONE DEL LETARGO. di Beatrice Loddo / ph Andrea Bonavita
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Forlì si svuota d’estate, quando i suoi cittadini sono attirati dall’ipnotica calamita della Riviera, e in inverno sembra offrire poche attrattive, con la piazza spalancata sul cielo grigio e le persone che camminano di fretta verso le proprie case, il volto nascosto nel bavero dell’impermeabile. Eppure è in inverno che Forlì sembra svelare il suo fascino di città di provincia, con gli appuntamenti immancabili nel locale preferito, le cioccolate calde e i the dai sapori sempre diversi, la compagnia delle persone care che non hanno impegni lontano
A FORLÌ C’È IL FASCINO ROMANTICO DEI TANTI PARCHI CITTADINI, C’È QUEL CLIMA DI ATTESA E FRETTA INFREDDOLITA DI RIENTRARE DURANTE GLI INGORGHI ALL’USCITA DAL LAVORO, QUANDO LE LUCI DELLE AUTO FANNO DA LUMINARIA ALL’INTERA CITTÀ.
da casa, non sono in vacanza, non fanno la staffetta dal mare alla città – sempre che non siano fra gli amanti della collina e della montagna: ma in quel caso sai che aspettano la neve in Campigna. C’è il fascino romantico dei tanti parchi cittadini, in cui poche famiglie si attardano alle 5 della sera, illuminati a tratti mentre a terra i passi sono annunciati dal crepitare delle foglie; c’è quel clima di attesa e quella fretta infreddolita di rientrare durante gli ingorghi all’uscita dal lavoro, quando le luci delle auto fanno da luminaria all’intera città. C’è la ricerca degli eventi, sempre numerosissimi, le rassegne culturali, i festival di teatro e di arte, le mostre al San Domenico, i locali della musica dal vivo, tutto un mondo che non è abbastanza 40
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sommerso da essere underground in una città troppo piccola per ammettere ignoranza. Forlì è la rassicurante perla dal volto noto, in cui le novità sono subito abbracciate e fatte abitudine, un dono che non tutte le città hanno, soprattutto in Romagna, mondo della movida e del divertimento, mondo della bella vita che anche in inverno trova il modo di essere turistica, provocatoria e insolita nelle proposte. Di sorprese a Forlì invece ce ne sono poche, ma sono sempre preziose. Talvolta è una nuova
IN APERTURA, VISTA SUI GIARDINI PUBBLICI E PARCO DELLA RESISTENZA CON, IN PRIMO PIANO, LA SCULTURA IN BRONZO SULLA COLONNA DEL MONUMENTO AI CADUTI IN PIAZZALE DELLA VITTORIA. QUI ACCANTO, LO SVINCOLO SU VIALE DELLA COSTITUZIONE VERSO VILLA SELVA.
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AMARE FORLÌ È FIN TROPPO SEMPLICE: PER I RITAGLI DI VERDE SPARSI PER LA CITTÀ, PER LE PROPOSTE DEL CIBO E DEL VINO, PER L’OFFERTA MUSEALE DI ASSOLUTO RILIEVO, PER IL CENTRO STORICO DOMINATO DA UNA DELLE PIAZZE PIÙ GRANDI D’ITALIA.
IN BASSO, IN PRIMO PIANO, IL COMPLESSO DEI MUSEI SAN DOMENICO. IN ALTO, SULLO SFONDO, PIAZZA SAFFI CON LA TORRE CIVICA E LA TORRE DELLA BASILICA DI SAN MERCURIALE.
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apertura che cambia il volto di una piazza o di una strada altrimenti sempre uguale, talvolta è la scoperta che, a pochi passi dalla solita strada, oltre un portone sempre socchiuso e ignorato, si nascondono da secoli straordinari affreschi; talvolta è semplicemente un incontro, e se si è fortunati si tratta di un incontro dei più rari, di quelli con se stessi. Sotto all’apparente patina di im-
mobilità, Forlì sa essere una città bellissima per chi trova la poesia del chiacchiericcio del bar, delle nubi di condensa appena usciti dal locale, delle luminarie natalizie troppo presto, dei soliti volti di ignoti cittadini che però fanno parte della città quasi quanto l’architettura, lo scalone del Comune, la statua del Saffi, il monumento in Piazza della Vittoria, la skyline con la torre dell’orologio e il campanile di San Mercuriale. Amare Forlì da turisti è fin troppo semplice: il Cittadone è amatissimo per i suoi viali alberati, per i ritagli di verde sparsi per la città, per le proposte del cibo e del vino che offrono ai cultori piccoli gioielli di bontà, per l’offerta museale di assoluto rilievo, per il centro storico dominato da una delle piazze più grandi d’Italia. Vivere Forlì da dentro, viverla fino in fondo in tutti i suoi pregi e i suoi difetti, senza passività, è per pochi: chi sa farlo, però, è un po’ turista tutti i giorni.
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CREDITO COOPERATIVO ROMAGNOLO LA BANCA LOCALE CON L’ANIMA DIGITALE
IL CREDITO COOPERATIVO ROMAGNOLO DA TEMPO INVESTE PER DARE AI PROPRI SOCI E CLIENTI SERVIZI SEMPRE PIÙ AL PASSO CON I TEMPI. UNA SCOMMESSA CHE HA GIÀ DATO I SUOI BUONI FRUTTI.
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Una banca locale con una spiccata capacità di innovare per dare ai propri Soci e Clienti servizi sempre più avanzati. Questo è il Credito Cooperativo Romagnolo, la Banca del territorio che da tempo ha intrapreso una importante trasformazione digitale. Una sorta di “rivoluzione gentile” senza forzature nei confronti dei clienti più tradizionali, per i quali le filiali restano un punto di riferimento, ma che di anno in anno vede la Banca scommettere sempre di più su strumenti ad alto contenuto tecnologico. Una delle grandi innovazioni che il CCR ha lanciato nel 2020 è senza dubbio “Sophia”, l’assistente virtuale che accompagna la navigazione degli utenti su tutti i canali digitali della Banca. La scelta di un assistente virtuale in forma di
chatbot, sviluppato insieme a Injenia, ha diversi vantaggi sia dal punto di vista bancario che dal punto di vista dell’utente. Sito e App sono strumenti sempre più utilizzati, ma spesso chi naviga non riesce a trovare le informazioni che cerca in modo rapido. È qui che interviene l’intelligenza artificiale di Sophia, facilitando la comunicazione con i clienti che possono indirizzare alla chatbot le proprie domande, ottenendo risposte in modo veloce e con un ‘tocco umano’. Infatti, una delle caratteristiche di Sophia è proprio quella di saper imparare dall’esperienza, migliorando continuamente le sue modalità di interazione con le persone. Un risultato affatto scontato frutto anche della capacità della Banca di trasmettere all’assistente virtuale tutte
IN ALTO LA FILIALE CCR DI VIALE BOVIO A CESENA. NELLA PAGINA ACCANTO LE NOVITÀ CCR PREMIUM E SOPHIA, L’ASSISTENTE VIRTUALE.
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UNA VISIONE CHE UNISCE TRADIZIONE E MODERNITÀ, CHE IL CREDITO COOPERATIVO ROMAGNOLO HA SAPUTO ANCHE TRASFERIRE NEL SUO RAPPORTO CON LA COMUNITÀ LOCALE.
le informazioni per renderlo sempre più performante. Un primo step del ‘training’ di Sophia è stato proprio il trasferimento da parte degli operatori bancari delle conoscenze necessarie per permettere al bot di rispondere in autonomia alle domande più comuni dei clienti. Automatizzare le operazioni più ripetitive ha indubbi vantaggi non solo dal lato cliente, ma anche dal punto di vista bancario perché consente al personale di concentrarsi su attività a più alto valore strategico. E i risultati dei primi mesi di Sophia sembrano confermare la bontà della direzione intrapresa, con oltre 1.500 persone che si sono rivolte all’assistente virtuale ricevendo risposte adeguate alle loro richieste nell’87% dei casi. Altro fiore all’occhiello dell’offerta digitale del Credito Cooperativo Romagnolo è l’App CCR Premium: il programma di fedeltà digitale che sta per festeggiare il suo secondo compleanno. L’App consente ai Soci di accumulare punti virtuali che poi si trasformano in tanti vantaggi reali (sconti nei negozi, ingressi omaggio, premi). Il lancio di CCR Premium ha distinto il Credito Cooperativo Romagnolo anche all’interno del panorama delle Banche che
aderiscono a ICCREA, tanto che a breve il programma sarà esteso a tutte le BCC del gruppo. Una bella soddisfazione per una banca che dimostra di saper intercettare e fare proprie le evoluzioni dei servizi bancari conservando intatto il proprio rapporto di vicinanza con i Soci. È questa visione, che unisce tradizione e modernità, che il Credito Cooperativo Romagnolo ha saputo anche trasferire al suo rapporto con la comunità locale, con un’altra iniziativa di successo che ha già al suo attivo 3 edizioni fisiche e una edizione completamente digitale, svolta in pieno lockdown . Coltiviamo Buone Idee è infatti il programma di CCR che aiuta le associazioni del terzo settore a raccogliere fondi attraverso la raccolta dal basso. In collaborazione con ideaginger.it, la
piattaforma di crowdfunding dell’Emilia-Romagna, il Credito Cooperativo Romagnolo ha già aiutato oltre 42 realtà del territorio che hanno raccolto circa 170.000 euro per realizzare i rispettivi progetti grazie al coinvolgimento di oltre 3.500 donatori, che hanno donato utilizzando proprio la piattaforma digitale. E le innovazioni di CCR non sono finite, spinte anche dalla necessità di ovviare alle limitazioni imposte dal Covid-19. Allo studio c’è infatti una nuova App che consentirà ai clienti di prenotare in completa autonomia il proprio appuntamento con un consulente della Banca, sfruttando così gli strumenti digitali e potendo fruire di un’assistenza sempre più personalizzata, a conferma dell’orientamento al servizio e all’innovazione che contraddistingue il CCR.
Cesena - Viale Giovanni Bovio, 76 - Tel. 0547 618100 www.ccromagnolo.it IN MAGAZINE
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CESENA
Malatesta
VALLEY
DALLA VALLE DEL SAVIO A CESENATICO, UN VOLO D’UCCELLO ALLA SCOPERTA DELLE SUGGESTIVE RICCHEZZE DI CESENA. di Lea Baccarini / ph Andrea Bonavita
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Cesena, un piccolo mondo nel mondo della Romagna: un gioiello inatteso, dalle vocazioni poliedriche, sede di grandi aziende, ma anche polo universitario, orgogliosa patria delle biblioteche comunali sotto lo sguardo attento dell’Unesco, con un delizioso affaccio sul mare, quasi rubato… descrivere Cesena e il suo circondario in poche parole è difficile e forse anche controproducente. Eppure, ora che arriva il freddo e che non è più questione di sopravvivere alla canicola estiva, si può andare alla ricerca di quei luoghi e dettagli che rendono Cesena unica e speciale.
CESENA: UN GIOIELLO INATTESO, DALLE VOCAZIONI POLIEDRICHE, SEDE DI GRANDI AZIENDE, POLO UNIVERSITARIO, ORGOGLIOSA PATRIA DELLE BIBLIOTECHE COMUNALI SOTTO LO SGUARDO ATTENTO DELL’UNESCO, CON UN DELIZIOSO AFFACCIO SUL MARE, QUASI RUBATO…
Impossibile non partire dall’entroterra ricco e variegato di colori, suggestioni, tradizioni e paesaggi. Lungo la Valle del Savio, che si spinge verso gli Appennini fino a toccare il confine con la Toscana, con Bagno di Romagna, autentico tempio del vivere lento, si trova un mondo di storia unico, che parla non solo di antichità romane con Sarsina, ma anche di Medioevo con Mercato Saraceno, punto di riferimento commerciale in un mondo privo di grande distribuzione e centri commerciali. Scendere a valle e dirigersi verso occidente ci porta a Bertinoro, terrazzo di Romagna che non necessita di ulteriori pubblicità; nella direzione opposta, verso il mare, si va a toccare non solo 48
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Longiano, Bandiera Arancione del Touring Club dal 2005, borgo medioevale perfettamente conservato e coronato dal castello Malatestiano e arricchito dai tesori del Novecento della Fondazione Tito Balestra; significa anche intercettare Roncofreddo e il suo prezioso affaccio al castello di Sorrivoli, cittadina assurta a tempio dei burattini. Scendendo sempre più verso la costa si trova San Mauro Pascoli, patria del Fanciullino ma anche centro calzaturiero d’alta moda – anime diverse di una vocazione unica per il bello e l’arte dei sammauresi. Riconoscere l’iconico grattacielo di Cesenatico è segno che or-
IN APERTURA, IL LITORALE DI CESENATICO CON, AL CENTRO, IL GRATTACIELO. QUI SOTTO, LA ROCCA MALATESTIANA.
Il nostro vino è lo spirito della Romagna: in esso si concentra l’essenza di una terra che vive di convivialità . Poderi dal Nespoli: dal vigneto al calice, dal 1929.
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mai si è raggiunta la costa; muoversi in questa cittadina di mare nata come porto per la città di Cesena è un gesto di movida, soprattutto lungo il Porto Canale, la liquida arteria artificiale illuminata, che d’inverno ospita i suggestivi Presepi a bordo delle imbarcazioni. In questo territorio così speciale, Cesena è il punto di raccordo, partenza e destinazione per viaggi nello spazio e nel tempo, fra cultura e vocazione agricola, sotto l’egida della Madonna del Monte, che risponde alla rocca Malatestiana incombente sulla piazza del Popolo, circondata dal verde. Simbolo cittadino indiscusso e amatissimo è la fontana del Masini, coeva del Nettuno bolognese. Un’opera già vagheggiata da Novello Malatesta, che piacque talmente ai cesenati, e procurò nelle città limitrofe un’invidia tale che, secondo la leggenda, a Masini furono amputate entrambe le mani per impedirgli di progettare ed eseguire simili capolavori per altre città:
un racconto che riflette l’amore e la gelosia dei cesenati, che in effetti non hanno fallito nel conservare le loro ricchezze anche per quanto riguarda la preziosissima biblioteca Malatestiana, una delle rarissime biblioteche quattrocentesche sopravvissute, ancora allestita come nell’epoca in cui fu fondata. Fra i direttori che ha potuto vantare la biblioteca, è impossibile non sottolineare uno dei numi laici della città, il critico letterario e letterato Renato Serra, la cui casa natale è ancora visitabile.
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Grande attenzione ai cambiamenti del mercato e delle normative, flessibilità produttiva e alta professionalità fanno di Car Fibreglass di Ravenna una solida realtà imprenditoriale che ha saputo crescere e diversificarsi nel tempo. Specializzata negli allestimenti per veicoli commerciali, l’azienda è riuscita a superare indenne anche l’ultima crisi economica – quella correlata all’emergenza Covid-19 – inventandosi nuovi prodotti in linea con le richieste della clientela e rispettosi delle norme attuali di contenimento della pandemia. Qualche esempio? Il Driver Guard, una nuova gamma di paratie para-alito per auto e veicoli commerciali, realizzata per soddisfare i requisiti dell’articolo 93 del decreto 17 marzo 2020, ma anche tutta una serie di soluzioni in policarbonato, altamente personalizzabili, in grado di adattarsi ad ambienti differenti quali negozi, uffici e veicoli di grandi dimensioni. C’è poi il nuovo Footable, il cubo in abs di 80
centimetri che consente a 2 e fino a 4 persone di giocare con una palla in sicurezza, che ha letteralmente spopolato in estate, e destinato a diventare oggetto del desiderio in ambito sportivo anche in inverno. Per capire a cosa si deve tutta questa lungimiranza imprenditoriale, è bene ricordare brevemente la storia di Car Fibreglass le cui origini risalgono agli anni Settanta. “Mio padre Franco, insieme ai suoi fratelli, aprì quella che in origine era una carrozzeria per autocarri,” racconta il figlio e attuale amministratore Luca Barboni. “Già negli anni Ottanta, si registra la prima evoluzione con la specializzazione in camping car e nel rialzo di tetti di veicoli vari, e il conseguente avvio della produzione dei materiali necessari. Poi l’azienda ha iniziato a proporre interni per le ambulanze che, per legge, dovevano essere facilmente igienizzabili. Su questa scia, negli anni Novanta, è nato uno dei nostri prodotti di punta, il Cover, l’allestimento a base di
pannelli lavabili, impermeabili e resistenti ai disinfettanti, indispensabile per tutti coloro che traportano medicinali, alimenti in Haccp, materiali pericolosi in Adr, salme.” Grazie al Cover, Car Fibreglass è riuscita a giocarsi la carta dell’internazionalizzazione, grazie a una rete di venditori diffusi in tutta Europa. Circa il 40% della produzione è ora rivolta all’estero e il prossimo obiettivo è sbarcare in altri continenti. “Un’altra tappa fondamentale,” ricorda Barboni, “è avvenuta nel 2016 con il cambio di produzione da artigianale a industriale, grazie all’utilizzo dell’Abs, un materiale plastico, al posto della vetroresina. Tale innovativo materiale, nel pieno dell’emergenza Covid-19, ci ha consentito di sviluppare nuovi prodotti, come la paratia para-alito Driver Guard che consente di migliorare la sicurezza del conducente e dei passeggeri, fornendo una valida separazione all’altezza della testa di coloro che si trovano all’interno della vet-
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LA PARATIA PARAALITO DRIVER GUARD CONSENTE DI MIGLIORARE LA SICUREZZA DEL CONDUCENTE E DEI PASSEGGERI, FORNENDO UNA VALIDA SEPARAZIONE ALL’ALTEZZA DELLA TESTA DI COLORO CHE SI TROVANO ALL’INTERNO DELLA VETTURA. UN DIVISORE CHE PUÒ ESSERE PROGETTATO ANCHE IN BASE A RICHIESTE SPECIFICHE, COME PER UFFICI E NEGOZI.
tura. Un accorgimento particolarmente indicato per taxi, noleggio con conducente, trasporto persone in particolari condizioni, autovetture private.” Alla creatività, si sa, non c’è limite e l’azienda ha poi introdotto altre novità, come le paratie para-alito per i vari tipi di uffici e negozi che necessitano di soluzioni su misura. Car Fibreglass, infatti, può progettare divisori in base a richieste specifiche, che si adattano per esempio a banchi di grandi dimensioni, zone lavaggio per parrucchieri, oltre che per veicoli per il trasporto professionali come shuttle, pulmini, autocarri con doppia cabina, ecc. Su richiesta di un cliente, è poi partita la produzione di un originale cubo, il Footable che ha consentito a ragazzi e a appassionati di fare sport in sicurezza, in un momento in cui era proibita qualsiasi altra attività. “Per ovviare al problema della distanza da mantenere,” spiega Barboni, “alcuni giovani hanno preso un tavolino che consentiva loro di giocare in modo nuovo. Noi abbiamo trasformato il tavolino in cubo, grazie all’utilizzo dell’Abs e del Cad 3D, contribuendo a lanciare una vera e propria moda da spiaggia. Così, abbiamo conosciuto un settore per noi nuovo come quello dello sport e del wellness, e grande è l’interesse di associazioni e centri sportivi per questa novità che offre possibilità di gioco indoor e outdoor in spazi contenuti.” E molte altre idee si
concretizzeranno certamente nei prossimi mesi grazie al dinamismo di Car Fibreglass che conta su un organico di 21 persone e su 7 soci: oltre a Luca Barboni (amministratore), Franco Barboni, Doria Graziani (responsabile Produzione), Ilario Mengozzi (Monitoraggio), Gionata Vichi (Post vendita), Luca Maroni (Amministrazione) e Samuele Taglioli (Ricerca e Sviluppo).
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RAVENNA
Una cittÃ
DIVERSA SFUGGIAMO DALLA SOLITA RAVENNA TURISTICA, ALLA RICERCA DI QUANTO DI PREZIOSO SI TROVA ANCHE ALLA LUCE DEL SOLE. di Beatrice Loddo / ph Andrea Bonavita
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Parlare di Ravenna non è mai facile: come è possibile rendere giustizia alla città dei mosaici, capitale tre volte – dell’Impero Romano d’Occidente prima, del Regno goto sotto Teoderico poi, e per ultimo dell’Impero bizantino in Europa –, arricchita e resa celebre dalla presenza delle spoglie terrene di niente meno che Dante Alighieri, oltre che di re e imperatrici – Teoderico e Galla Placidia. Sono ben 8 i monumenti Unesco della città, inutile citarli tutti, ma è importante ricordare che si tratta di testimonianze e resti di epoca bizantina, sopravvivenze che hanno del miracoloso e vanno conservate con il massimo riguardo. Quindi la visita a Ravenna solitamente si configura di spazi
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chiusi, di musei e chiese, mausolei e aree archeologiche. Ombre, intervallate da suggestive lame di luce, indirizzate con attenzione da qualche architetto antico, oppure con sapiente intelligenza da scenografi museali, che non rendono giustizia alle luci di cui si possono godere all’aria aperta, lungo quelle strade che sembrano quasi non essere altro che l’intervallo fra un punto e l’altro da visitare. La Ravenna turistica, che si stende come una rete di punti principalmente nell’area del centro, sembra non tenere grande conto della vita dei ravennati, orgogliosi custodi di un prezioso lascito delle epoche andate. Eppure forse proprio perché spesso sorvolate, sono le architetture e gli scorci cittadini, i panorami di
LA RAVENNA TURISTICA, CHE SI STENDE COME UNA RETE DI PUNTI PRINCIPALMENTE NELL’AREA DEL CENTRO, SEMBRA NON TENERE GRANDE CONTO DELLA VITA DEI RAVENNATI, ORGOGLIOSI CUSTODI DI UN PREZIOSO LASCITO DELLE EPOCHE ANDATE.
mare e di piana che fanno breccia nel cuore di chi vive Ravenna per più di un giorno. Poche eccezioni a questa regola, a partire dalla suggestiva e decisamente sacrale “zona del si-
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IN APERTURA, LA BASILICA DI SAN VITALE CON, IN BASSO, IL MAUSOLEO DI GALLA PLACIDIA. NELLA PAGINA PRECEDENTE, LA CITTÀ VISTA DAL CANALE CANDIANO, VERSO LA FERROVIA E IL CENTRO. IN QUESTA PAGINA, IL DUOMO DI RAVENNA.
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lenzio” in centro storico, dove fra il Quadrarco di Braccioforte e la Basilica di San Francesco si conserva la tomba del Sommo Poeta, restaurata proprio quest’anno a opera dell’architetto Camillo Morigia, in vista del 700° anniversario dalla morte del Sommo. A esso si può aggiungere la suggestione del Parco della Pace nella prima periferia di Ravenna, esposizione a cielo aperto delle opere musive realizzate da artisti di fama internazionale, fra cui anche Mimmo Paladino. Nonostante il tempo volga al freddo, i Giardini Pubblici della città che fanno da cornice alla cinquecentesca Loggetta Lombardesca, si rivelano di un fascino suggestivo unico, arricchito ancora di più dal Planetario. Un altro prezioso spazio da ammirare e godere alla luce del sole è la Rocca Brancaleone, sorta come fortezza a opera dei veneziani, ospita
UN ALTRO PREZIOSO SPAZIO DA AMMIRARE E GODERE ALLA LUCE DEL SOLE È LA ROCCA BRANCALEONE, SORTA COME FORTEZZA A OPERA DEI VENEZIANI, OGGI OSPITA UN LUSSUREGGIANTE GIARDINO, OLTRE ALL’ARENA DEDICATA AGLI SPETTACOLI ALL’APERTO.
un lussureggiante giardino, oltre all’arena dedicata agli spettacoli all’aperto: forse l’inverno non è la stagione perfetta per godere delle attrattive della Rocca, ma è anche l’ottima scusa per rifugiarsi poi in uno dei numerosi locali della città, per assaporare i vini e le delizie locali, dal passatello al crescione, passando per curzul e maltagliati.
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RIMINI
Fuori
STAGIONE SCOPRIRE RIMINI NEL PERIODO AUTUNNALE? NIENTE È IMPOSSIBILE PER LA TERRA DEL MARE E DEL MITO DEL BUON VIVERE: BASTA RITROVARE L’ENTROTERRA E I SUOI SEGRETI. di Lea Baccarini / ph Andrea Bonavita
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Rimini e vacanza, è quasi impossibile separare questi due concetti dalla mente degli italiani. Sui suoi 15 km di spiaggia, ogni anno arrivano turisti e balneari non solo dall’estero, ma anche dalle limitrofe città della Romagna. Poi, durante l’inverno, pare svuotarsi e restano solo i cittadini e – è necessario dirlo – i veri intenditori. Perché Rimini è molto più delle sue spiagge, e solo durante le stagioni più fredde è possibile assaporare quelle attrattive che d’estate sembrano essere
RIMINI È MARE, CERTO, MA NON SOLO: COME L’ALTA MAREA DEL DIVERTIMENTO E DELLA MOVIDA SALE D’ESTATE, ARRIVA IL MOMENTO DI RITRARSI ANCHE DAL MARE, CON LA BASSA MAREA DELLO SPASSO A TUTTI I COSTI, PER RICERCARE PIACERI DI PIÙ SOTTILE QUALITÀ.
oscurate dai flussi verso il mare. Ma come vivere e riscoprire Rimini nel periodo delle pause e del riposo? Rimini è mare, certo, un mare che è prima di tutto un modo di vivere, scenografia eletta dei film di Federico Fellini, ma non solo: la magica suggestione delle brume d’inverno, delle spiagge deserte e degli stabilimenti balneari, il vento sferzante che solleva cavalloni che sanno di nostalgia. E come l’alta marea del divertimento e della movida sale d’estate, arriva il momento di ritrarsi anche dal mare, con la bassa marea dello spasso a tutti i costi, per ricercare piaceri di più sottile qualità. Si parte, di necessità, dal Cinema Fulgor, dove rivivere, al riparo dalle intemperie, le suggestive esperienze vissute dal giovane Fellini, di cui racchiude in sé tutta la poetica, non solo per la sua storia, ma anche per il sofisticato restauro, un’accurata opera di restituzione estetica volta a ricreare, all’interno e all’esterno, le atmosfere tanto care a Federico Fellini. Ma dopo aver goduto del-
IN APERTURA, LA FONTANA DEI QUATTRO CAVALLI, NEL PARCO FEDERICO FELLINI. QUI SOTTO, LA ROCCA DI SAN LEO.
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le atmosfere impagabili delle sale in stile hollywoodiano del Fulgor, è il momento di tornare all’aria aperta e di esplorare i dintorni. Via dalla città, e via dal mare. A pochi chilometri, infatti, c’è uno splendido entroterra tutto da scoprire, lungo le vallate dei fiumi Marecchia e Conca, punteggiate di rocche e castelli: ogni luogo ha le sue antiche tradizioni e i sapori unici, oltre che i suoi misteri. Dal castello di Montebello, scenario del fantasma di Azzurrina, a quello di Montefiore Conca, abitato, pare, dai fantasmi di due sfortunati amanti; impossibile non menzionare, in tema di misteri e fantasmi, il forte di San Leo. Qui, l’“alchimista” avventuriero noto come Conte di Cagliostro fu im64
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prigionato per volere del Papa nel 1791, e ancora oggi il mistero sulla sua morte rende il luogo ricco di suggestioni. Impossibile non esplorare, per gli amanti della poesia e del buon cibo, il paese natale di Tonino Guerra: oltre al museo a lui dedicato, Santarcangelo di Romagna offre l’occasione di esplorare alcune delle misteriose grotte tufacee che si articolano in un fitto reticolo sotto al Monte Giove, il colle su cui il borgo fortificato di impianto medievale è posto. Difficile porre punti fermi sulle origini e gli usi di questi luoghi: il dibattito è ancora aperto. Alcuni sostengono che servissero come cantine, altri invece che fossero luoghi di culto. Ciò che è innegabile, tuttavia, è la
VIA DALLA CITTÀ E DAL MARE. A POCHI CHILOMETRI C’È UN ENTROTERRA TUTTO DA SCOPRIRE, LUNGO LE VALLATE DEI FIUMI MARECCHIA E CONCA, PUNTEGGIATE DI ROCCHE E CASTELLI: OGNI LUOGO HA LE SUE TRADIZIONI E SAPORI UNICI, OLTRE CHE I SUOI MISTERI.
notevole bellezza architettonica. Ci sarebbe tanto altro da suggerire e proporre, ma la certezza è che anche andando all’avventura, senza una meta precisa, è matematicamente impossibile restare delusi in terra riminese.
IN ALTO, UN PAESAGGIO DELLA VALMARECCHIA.
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