Forlì IN Magazine – 01/2011

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Forlì

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Tariffa R.O.C.: Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB - FILIALE DI FORLÌ - Contiene i. p. - Reg. al Tribunale di Forlì il 23/11/1998 n. 27 - E 3,00

Anno XIV - N. 1 - Febbraio 2011

Maurizio

Viroli La scuola della vita

Êria ‘d Rumâgna Romagna a tutto folk San Benedetto in Alpe L'anima cheta del paese Ex circoli di partito La politica... in tavola



Sommario

12 4 Annotare Brevi IN 12 Essere Maurizio Viroli 20 Costruire Roberto Pasini 22 Studiare Università in Romagna 26 Raccontare Êria ‘d Rumâgna 30 Camminare San Benedetto in Alpe 36 Riscoprire Ex circoli di partito

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| EDITORIALE di Andrea Masotti |

42 Abitare Il casale recuperato 46 Scrivere Eraldo Baldini 49 Visitare Musei San Domenico 52 Applaudire Teatro Diego Fabbri 54 Vincere Edera Rugby 56 Progettare Forum Internazionalizzazione 58 Scegliere Shopping

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La politica apre il nuovo anno di “Forlì IN Magazine”. La politica nel senso più nobile, quella che da passione civile diventa materia di studio e vita. Come per Maurizio Viroli. Il professore di Princeton ci ha regalato il suo amarcord, quando in lui, studente brillante (e ribelle), cresceva la passione per il suo futuro. Dopo di lui, parliamo ancora d’università, con l’architetto Roberto Pasini, impegnato negli atenei cinesi, e raccontando 20 anni di corsi e master a Forlì e Cesena. Il nuovo anno porta qualche rinnovamento grafico e nei contenuti. Se il sommario è solo un dettaglio, nuovo è il taglio all’articolo del territorio,

raccontando storie di vita nei paesi del comprensorio. Siamo partiti da San Benedetto in Alpe. Subito dopo, un viaggio tra gli ex circoli di partito, “tempio” di una Romagna in tavola che piace sempre di più. E a proposito di Romagna, ecco Teddi e Vlad Iftode, musicisti romeni che interpretano con maestria le nostre melodie. Quindi l’arte, con Melozzo, la cultura, con la nuova collana Foschi curata da Eraldo Baldini, lo sport con l’Edera Rugby. E tanto altro… da sfogliare sulla carta o al computer (andate su www.inmagazine.it e iscrivetevi alla newsletter) o sui social network, visitando la pagina Facebook di Edizioni IN Magazine.

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Chiuso per la stampa il 10/02/2011 Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

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Annotare | Brevi IN

Mondiali in Nuova

Dieci anni di Almanacco

Forlì - Decima edizione per L’Almanacco di Forlì e dintorni, edito dalla cooperativa “L’Almanacco” con fotografie scattate da Fabio Blaco. Il volume raccoglie un anno di cronaca cittadina, e dal 2001 costituisce un appuntamento fisso per chi vuole conservare la memoria storica della città. Anche quest’anno parte del ricavato dalla vendita sarà devoluto alla Casa della Carità di Bertinoro gestita da don Luigi Pazzi, che accoglie disabili fisici e psichici gravi e alla quale “L’Almanacco” ha voluto legarsi fin dalla sua prima edizione. (R.B.)

Energia e territorio, il piano di Rinnova e Sis.Ter Forlì - Il futuro delle città richiede un’attenta riorganizzazione sul fronte dell’energia e del suo reperimento da fonti rinnovabili. Il piano energetico territoriale è una priorità: per la sua stesura serve un modello standard capace di aprirsi, con flessibilità, alle variabili di ogni territorio. A questo modello stanno lavorando le società Sis.Ter di Imola e RInnova Romagna Innovazione di Forlì, insieme per sviluppare un servizio di supporto che integra un sistema informativo ad hoc con un innovativo metodo per la pianificazione energetica. (R.B.)

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Forlì - Sarà il direttore del Circolo Tennis Villa Carpena a difendere i colori dell’Italia ai Mondiali individuali Over 55 di tennis che dal 26 febbraio al 6 marzo si disputano a Christchurch, Nuova Zelanda. Al torneo partecipano giocatori da tutto il mondo, raggruppati in un tabellone da 128 in cui Ferranti Rocchi (nella foto terzo da sx con John Mc Enroe, Pierre Gallivanoni e Mansour Bahrami) rappresenterà l’Italia. Il tennista di origine marchigiana vanta un palmares di altissimo livello: dal 1979 all’86 è stato nei primi dieci giocatori della classifica italiana, raggiungendo nel 1983 il miglior piazzamento (7) e la 150a posizione nella classifi-

Zelanda

ca mondiale. Ha vinto cinque tornei internazionali, battuto tennisti del calibro di Corrado Barazzuti, Paolo Bertolucci, Tonino Zugarelli e giocato nell’Olimpo del tennis mondiale, Wimbledon, Roland Garros, Flashing Meadow. Nel ’92 ha vinto i campionati mondiali Over 35 individuali e a squadre; nel 2002 è stato campione europeo Over 45 e campione mondiale di doppio, battendosi con McEnroe e Yannick Noah. La trasferta neozelandese è sostenuta, oltreché dal tifo dei forlivesi e dagli amici del Tennis Villa Carpena, da un pool di aziende cittadine tra cui l’Agenzia Viaggi la Trottola, Trevi Sport e Medoc Medicina del Lavoro. (R.B.)

Pagine Futuriste alla Biblioteca Forlì - A cento anni dalle date che segnarono l’affermazione del Futurismo sulla scena culturale e artistica del primo ’900, la Biblioteca Comunale “Aurelio Saffi” celebra fino al 30 aprile uno dei più importanti movimenti di avanguardia italiani, attraverso una mostra di libri conservati all’interno delle celeberrime Raccolte Piancastelli, Fondo Beltramelli e Fondo Mambelli. L’esposizione, curata da Antonella Imolesi Pozzi (responsabile Fondi Antichi,

Comunale

Manoscritti e Raccolte Piancastelli), è realizzata con alcune delle più significative opere letterarie futuriste presenti in Biblioteca. L’esposizione ben documenta come il libro nei primi anni del XX secolo sia divenuto un organico progetto artistico e abbia assunto una dimensione visuale, oggettuale e complessa, attraverso una rivoluzione della tecnica tipografica applicata massicciamente alla comunicazione. www.cultura.comune.forli.fc.it (S.M.)


Civitella 50 volte Carnevale Civitella di Romagna - Maschere pronte a scendere in strada nel capoluogo e nei dintorni per festeggiare il carnevale. Il Martedì Grasso cade l’8 marzo, ma feste e cortei sono pronti a partire già da metà febbraio. Una storica edizione, la numero 50, si preannuncia per il “Carnevale Civitellese”, che dal 27 febbraio al 6 marzo torna come momento da non perdere per

tutti gli amanti di originali sfilate a ritmo di musica. A lanciare l’evento organizzato per il mezzo secolo della kermesse è il LipDub pubblicato su YouTube, con ragazzi in maschera che sulle note di Let me entertein you e Lady Marmalade presentano la manifestazione e il loro paese, suggestivo sfondo alla scatenata performance musicale. (R.B.)

Gioca Wellness, salute e divertimento Gambettola - Migliorare la salute dei bambini delle scuole dell’infanzia e primarie di Cesena attraverso l’educazione al wellness, al movimento e ai corretti stili di vita. È il progetto “Gioca Wellness”, promosso dalla Wellness Foundation e da Technogym, con il patrocinio dell’Ufficio Scolastico Territoriale e con la partecipazione del CONI di Forlì-Cesena. A presentarlo il 14 febbraio nell’Istituto Comprensivo di Gambettola sono stati Nerio Alessandri (presidente Wellness Foundation e Technogym), Raffaella Alessandrini (direttore coordinatore dell’Ufficio Scolastico Territoriale di Forlì-Cesena) e Luciano Rossi (presidente CONI Forlì-Cesena). (F.R.)

Forlì vista da Martino Cichocki Forlì - Corre sul filo del ricordo

Segavecchia, premi ai gruppi Mascherati Forlimpopoli - La primavera forlimpopolese si apre con la Segavecchia, tradizionale festa popolare con carri allegorici, mercati, animazioni. Il tutto al seguito del grande fantoccio della “vecchia”, segato da simbolici boia con una finta sega da taglialegna per liberare dal suo interno una cascata di regali e dolciumi. Un rito apparentemente truce ma goliardico, legato ad antiche leggende medievali che s’intrecciano con il mito della Terra Madre e delle forze purificatrici proprie della nuova stagione. Un festoso

“La mia Forlì”, raccolta di fatti, personaggi ed eventi raccontati da una figura di spicco della cultura politica italiana e della sua città. L’autore è Martino Cichocki: il volume è stato presentato l’8 febbraio nel Palazzo del Monte di Pietà, dall’autore affiancato dal giornalista Andrea Degidi. Intervenuti all’incontro il sindaco Roberto Balzani, il presidente della Fondazione Carisp Forlì Piergiuseppe Dolcini (che ha anche firmato la prefazione al volume), Dino Zattini, Roberto Pinza, Sauro Sedioli e Romano Baccarini. (F.R.)

ritorno alle origini che ogni anno richiama migliaia di visitatori nel centro storico della cittadina artusiana. L’edizione 2011 si tiene nelle domeniche del 27 marzo e 3 aprile: per i gruppi mascherati a piedi, composti da non meno di dieci partecipanti, sono previsti premi in denaro istituiti dall’organizzazione, a cura dell’Ente Folkloristico e Culturale Forlimpopolese. A designare i cinque gruppi vincitori sarà una giuria composta da cinque persone, scelte tra i presenti alla manifestazione. (F.R.)

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Inizio d’anno col Presidente Massimo Mercelli per Yuri Bashmet

Mosca - In occasione del gran galà per il 58° compleanno di Yuri Bashmet, genio indiscusso della viola e direttore dei Solisti di Mosca, Massimo Mercelli ha omaggiato il maestro con il Concerto per flauto e archi di Michael Nyman. L’evento al quale hanno partecipato musicisti di fama internazionale, si è svolto a Mosca lo scorso 24 gennaio, presso la Sala da Concerto Tchaikovsky, sede dell’Orchestra Sinfonica di Stato. È una prima esecuzione per il pubblico di Mosca il Concerto per flauto e archi, opera che Michael Nyman ha dedicato al collega e amico Mercelli. Il brano era stato presentato in prima assoluta la scorsa estate all’Arena Plautina di Sarsina. (A.B.)

Caino… in libreria Cesena - Dal palcoscenico alla carta. È in libreria, nella Collezione di teatro Einaudi il nuovo libro di Mariangela Gualtieri, che raccoglie il testo del nuovo spettacolo del Teatro Valdoca, per la regia di Cesare Ronconi. Nel frattempo, Caino continua la sua tournée: dal 10 al 13 febbraio al Palladium di Roma, poi al Rossini di Pesaro (5 marzo), al Bonci, cioè “in casa”, il 19 e 20 marzo, poi il 13 e 14 aprile all’Ariosto, di Reggio Emilia e ancora, dal 18 al 22 maggio, al Palazzo del Ghiaccio di Milano. www.teatrovaldoca.org (A.B.)

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Forlì - Il 2011 si è aperto con la visita del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che il 7 e 8 gennaio ha incontrato la città e celebrato assieme a istituzioni e cittadini il 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia. Ad attenderlo i tricolori in piazza Saffi, gli incontri con le istituzioni, le strette di mano della gente e un momento ufficiale al teatro Diego Fabbri, dove il sindaco Roberto Balzani ha presentato un’orazione civile dedicata ai romagnoli che fecero l’Italia, alla storia di quando la Romagna divenne italiana. “Forlì - ha commentato il Presidente al termine della visita - mostra di avere coscienza delle proprie radici, del proprio contributo al voto unitario, e sa far rivivere questa sua storia nel modo più efficace, un esempio che mi auguro venga seguito altrove. Deve essere seguito in tutte le parti del Paese, da Milano a Venezia, da Roma a Verona, affinché sappiano come divennero italiane”. (R.B.)

Ph. Giorgio Sabatini

Long Range 23 di Mochi Craft premio all’Innovazione Forlì - Un concentrato di innovazione e tecnologia in 75 piedi di lunghezza. È il Long Range 23 di Mochi Craft, imbarcazione di grandi dimensioni a propulsione ibrida

vincitrice assoluta della seconda edizione dell’International Environmental Award 2011, premio assegnato dall’Union Internationale Motonautique, organo di governo internazionale della Motonautica. Il prestigioso riconoscimento sarà consegnato il 26 febbraio, nel corso di una serata di Gala nel Principato di Monaco. Esempio della capacità innovativa del Gruppo Ferretti, titolare del brand Mochi Craft, il Long Range 23 è stato reso possibile grazie alla pluriennale ricerca condotta dal Gruppo insieme allo Studio Zuccon International Project. (F.R.)


m o r e l l a t o

Nuovi laboratori al liceo Masini

p a n D o r a

per

Celiaci

c h i m e n t o

Cesena - Da gennaio la gamma Amadori senza glutine si amplia fino a comprendere rollate, hamburger, salsicce di pollo, tacchino, suino, che si aggiungono a wurstel e arrosti affettati, già disponibili. L’elenco dei prodotti, segnalati nel Prontuario degli Alimenti 2011 a cura dell’Associazione Italiana Celiachia, comprende ora cinque tipologie, per un totale di 25 referenze diverse. Dalle rollate “Buona Domenica” fino ai “Granburger” di tacchino e suino; dalle “Salsicce” a “Le Buone Forchette”, affettati per antipasti e secondi leggeri. Senza dimenticare i “Wurstel”, già dal 2008 certificati Spiga Barrata dall’Associazione. www.amadori.it (A.B.)

C a s t r o c a r o Te r m e

viale Marconi, 7 • 0543.767305

B a u m e & m e r c i e r

Gamma Amadori

h a m i l t o n

Forlì - Musicoterapia e musica contemporanea tra le nuove proposte del liceo musicale “Angelo Masini” di Forlì. I due laboratori prendono il via tra febbraio e marzo: il primo, indirizzato a bambini, ragazzi e adulti portatori di handicap psico-fisico, è tenuto da Lucia Toni. Ad insegnare musica contemporanea è invece Fabrizio Ottaviucci, in un percorso creativo e di improvvisazione messo a punto assieme ad “Area Sismica”. Per iscrizioni tel. 0543 33598; per informazioni sul corso di musicoterapia luciatoni85@gmail.com; sul corso di musica contemporanea ottaviucci@libero.it (R.B.)


Arte in luce da Venerom

Uno spot per chi russa con Giletti

Bertinoro - Russare non è solo un difetto fastidioso ma un campanello d’allarme di una malattia, la roncopatia cronica, che può evolvere a sua volta verso la sindrome da apnea ostruttiva del sonno (Osas). Una patologia potenzialmente pericolosa, spesso sottovalutata. Per sensibilizzare la popolazione è nato uno spot pubblicitario con Massimo Giletti messo in onda da reti locali e nazionali. “Se russi, non dormirci sopra!” è il messaggio, nato come project work di una corsista del Corso di Alta formazione in Comunicazione dei Servizi Pubblici dell’Università di Bologna, girato dalla bolognese “Limina” e diretto dal regista Matteo Medri. Promotori dell’iniziativa, il professor Claudio Vicini, direttore dell’U.O. di Otorinolaringoiatria dell’Ausl di Forlì e la Società Italiana di Otorinolaringoiatria (Sio), col contributo della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì. Lo spot è stato presentato ufficialmente il 21 gennaio al CeUB, nell’ambito del convegno per medici incentrato sulla sindrome Osas. (R.B.)

Incarico europeo per Venerino Poletti Forlì - Il professor, direttore della Pneumologia di Forlì, è stato eletto nuovo presidente del Gruppo di studio sulle “Malattie polmonari diffuse” della European Respiratory Society. Venerino Poletti ricoprirà l’incarico per tre anni a partire da settembre 2011, succedendo al prof. Carlos Robalo Cordeiro. (R.B.)

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Forlì - Secondo appuntamento per “Arte in Luce”, rassegna promossa dall’azienda Venerom specializzata nella produzione di pavimenti artistici, rivestimenti e accessori d’arredo. Lo showroom forlivese di via Costanzo II, al civico 1, ospita dall’11 febbraio una mostra dedicata alle creazioni dell’artista ferrarese Alessandro Grassi, caratterizzate da una vena giocosa e infantile, con luce e colori intensi che ben si adattano al progetto artistico di Venerom. “Arte in Luce”, infatti, intende sondare le qualità estetiche della resina applicata all’arte figurativa e astratta, per dar vita ad una collezione di opere d’arte e d’arredo firmate da

vari artisti italiani.I quadri realizzati in resina da Alessandro Grassi sono applicati a pannelli luminosi che proiettano nei vari ambienti una luce filmica, ecologica e sensoriale, che letteralmente “da vita” all’immagine fissata dall’artista su di un film trasparente retroilluminato. www.venerom.it

Il matrimonio a Palazzo San Zaccaria - “C’era una volta… un matrimonio”. Cosi si chiama la mostra fotografica di Tania Melnikova che il quattrocentesco Palazzo Manzoni ospita nei suoi romantici ambienti. Il matrimonio è uno dei giorni più significativi della vita. Ma cosa resta dopo la torta tagliata e a candele spente? Solo l’amore… e le foto: semplicemente, una collezione di emozioni. Durante la mostra, aperta a fine gennaio fino all’8 marzo, ogni giovedì è in programma un aperitivo e l’incontro con amici e colleghi di Tania - professionisti del matrimonio. Sfilate di abiti da sposa Tirapani e Sir Anthony, scenari floreali di “In Fiore” e Garden Battistini, hair design e make-up di Sestosenso Parrucchieri e di Centro Estetico Escandar, viaggio nel “Giardino delle fate” (bomboniere, confetti, abiti da cerimonia uomo e bimbi). Per il programma degli eventi: www.taniushkafotografia.com. (A.B.)

Manzoni



Cariromagna per

Macfrut 2011, a ottobre

Cesena - La rassegna internazionale della filiera ortofrutticola è attesa dal 5 al 7 ottobre prossimi. Una ribalta internazionale, quella di Macfrut, che nell’edizione 2010 ha fatto registrare un +5% di espositori, specialmente esteri, e +1% di visitatori qualificati. Le “parole d’ordine” per il 2011 sono innovazione, internazionalizzazione e nuovi modi di consumare frutta e verdura, attraverso prodotti di IV gamma (ortaggi e frutta pronti, tagliati e lavati) e V gamma (zuppe e precotti). Tra gli oltre 700 espositori attesi, i leader mondiali dell’intera filiera e la grande distribuzione moderna italiana ed internazionale, le imprese della IV e V gamma, le aziende cementiere, i trasformatori e le aziende della “catena del freddo”, senza trascurare il Biologico e le proposte di educazione alimentare per le scuole, con la seconda edizione dell’“Oscar Macfrut”. (R.B.)

La Rai “visita” la città Forlì - Venerdì 28 gennaio una troupe televisiva della Rai ha filmato le bellezze artistiche della città. San Mercuriale, accompagnati dal dott. Vittorio Mezzomonaco, i Musei San Domenico e la mostra su Melozzo col prof. Antonio Paolucci. Poi, accompagnati dalla vice presidente della Federazione Guide Turistiche di Forlì, Elisa Garavini, piazza Saffi, Palazzo Comunale e Torre Civica, il Palazzo del Monte di Pietà, il Duomo e la cappella della Madonna del Fuoco, Palazzo della Prefettura, Palazzo Albertini, Palazzo e via Gaddi, Casa del Palmezzano. Per terminare le riprese con piazzale della Vittoria e la Rocca di Caterina Sforza. (A.B.)

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Forlì - Scrivania in legno massiccio, cassaforte, bilanci e bilancini. Ai musei San Domenico la Cassa dei Risparmi di Forlì e della Romagna mette in mostra un antico ufficio bancario, con documenti, oggetti e curiosità provenienti dall’archivio storico dell’istituto. Main sponsor della mostra su Melozzo da Forlì, Cariromagna e Intesa Sanpaolo intendono così

Melozzo sottolineare il forte legame col territorio, avviato nel lontano 1839, anno di fondazione della Cassa. Risale ad allora il primo “conto reso” presentato nella ricostruzione dell’antico ufficio, così come il primo registro di protocollo della corrispondenza. Verbali di assemblee e documenti testimoniano poi il rapporto della banca con Aurelio Saffi e raccontano fasi storiche importanti come l’Unità d’Italia. Il legame con Melozzo da Forlì è invece documentato dall’opera di Antonio Giosa, realizzata nel 1989 in occasione del 150° anniversario dell’istituto, dove campeggiano le api, simbolo della Cassa, con il campanile di San Mercuriale e un angelo musicante del celebre pittore rinascimentale sullo sfondo. (A.B.)

Centro Tim da Effedue Forlì - Telefonia mobile, fissa, internet. Tutto quel che serve per comunicare sotto l’egida di Tim. Il centro Effedue di Gabriele Focacci ha inaugurato il 29 gennaio scorso la sua nuova veste, con cambio di gestore da Wind a Tim, storica azienda di telecomunicazioni. Nel negozio di corso Garibaldi 64 ven-

Focacci

gono offerti tutti i servizi Tim a 360 gradi. Ad esso sono collegati anche il centro forlivese Effeci Telecomunicazioni di viale II Giugno 2 (nella foto) e i due centri Effeci ravennati di via Newton e via IV Novembre, dei quali Focacci è amministratore. www.effeduefocacci.com


Cantine Spalletti e Rotary

Alla ricerca dell’eccellenza

Savignano sul Rubicone - Dalla maturazione dell’uva alla vendemmia, dall’invecchiamento all’imbottigliamento. Sono le tappe del progetto “Crea il tuo vino”, promosso da Cantine Spalletti e sostenuto dal Rotary Club del Rubicone. Tutto è cominciato a settembre 2009, con un gruppo di amici appassionati del buon bere che ha voluto cimentarsi nell’arte del wine maker. L’assaggio ufficiale si è tenuto il 27 gennaio all’Agriturismo Antiche Macine di Savignano, alla presenza di Giuseppe Lorenzi, direttore delle Cantine Spalletti e dell’enologo Leonardo Conti, che ha seguito passo dopo passo l’iniziativa. (R.B.)

Kay Rush al Mega Forlì - Come ormai da tradizione, a fine gennaio, arriva il compleanno del Megaforlì. Lo scorso 22 gennaio, a tagliare la torta e a brindare ai primi 5 anni del centro in corso della Repubblica, Kay Rush, giornalista, scrittrice, dj. Alle 17.30 si è svolta, a Megaterra, la presentazione del suo libro Winter Love (Sonzogno), moderata dal giornalista Alberto Sabatini; quindi, per la bellissima “voce” di Radio Montecarlo, il taglio della torta insieme allo staff del Mega. www.megaforli.com

Ph. Giorgio Sabatini

FORLì, via Monteverdi, 4 tel. 0543.473177 - fax 0543.781626 www.delorenziceramiche.it - delorenziceramiche@wind.it.net


Essere | Maurizio Viroli

12 | IN Magazine


La scuola della

Vita

testo Roberto Zoli - foto Giorgio Sabatini

Dalla casa di via Mellini al Campus di Princeton. Maurizio Viroli racconta gli anni della formazione nella sua Forlì. La scuola di vita tra bar e campo di calcio, le passioni politiche, il lavoro. Fino al suo approdo all’Università statunitense come docente di Teoria Politica, e al successo di oggi.

Affascinato dagli studi speculativi, trascorre gran parte del tempo libero in biblioteca dove si sente come a casa, ma non disdegna di dare un calcio a un pallone, giovanile hobby mai sopito. Ama silenzio e solitudine che accompagnano il lavoro del ricercatore, ma si cala con passione nel tifo che accompagna il suo Cesena e lo si trova sugli spalti a tifare per i bianconeri romagnoli. Parliamo di Maurizio Viroli, 58enne forlivese, laurea con lode in Filosofia all’Università degli Studi di Bologna e dottorato in Scienze Politiche e Sociali all’Istituto Universitario Europeo di Firenze, con una tesi sul pensiero politico di Rousseau. Oggi è professore di Teoria Politica all’Università di Princeton, dopo aver insegnato e trascorso periodi di ricerca nelle Università di Cambridge, Georgetown (Washington D.C.) e alla Scuola Normale Superiore di Pisa. Una brillante carriera di studioso vissuta in massima parte all’estero, a conferma di come le menti pensanti, i cosiddetti “cervelli”, se vogliono operare nel campo

della ricerca debbano allontanarsi dell’Italia. Una perniciosa consuetudine, frutto di retaggi baronali che fino ad oggi hanno assegnato posti non per merito, ma per “censo” o “contiguità familiare”. L’appuntamento col professore è a Forlimpopoli nella bella villetta bifamiliare dove abita, ed è un incontro estremamente cordiale che si sviluppa in un dialogo a ruota libera. “Sono nato nel 1952 in via Mellini a Forlì e hanno deciso di chiamarmi Maurizio - esordisce il filosofo. Credo anche di sapere il perché di questo nome. All’epoca era abitudine storpiare i nomi di battesimo con soprannomi, diminutivi o voci consimili e una mia cugina decise per Maurizio che, a suo modo di intendere, era immune dal pericolo. E debbo dire che così fu”. Viroli a questo punto tace, quasi a voler ripescare nel calendario della memoria immagini e voci del secolo scorso, forse anche incerto se rendere pubblica quella parte della sua vita che nessuno, fino ad oggi, ha mai “violato”. (Dirà la mo-

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Maurizio Viroli atto primo: da sinistra sui banchi delle elementari “Spazzoli”, assieme ad un gruppo di liceali nel ‘68 e giovane universitario.

glie, a fine intervista, che mai ad alcuno Viroli aveva raccontato particolari delicati e dettagliati della sua fanciullezza e gioventù. Di questo gli siamo particolarmente grati, sperando, nel riferirne, di essere all’altezza del compito). Il filosofo, in un gesto che gli è abituale, pone la mano sulla fronte, quasi a raccogliere meglio i pensieri, quindi prosegue: “Ho frequentato le scuole elementari all’Istituto ‘Spazzoli’, dove mi sono distinto per la pessima condotta e per gli ottimi voti di profitto. Delle elementari ricordo la durezza, anche perché la Forlì di fine anni ’50 non era facile per chi, come me, veniva da una famiglia poverissima. Mi distinguevo anche nel calcio. Dal doposcuola fui espulso due o tre volte. Non ricordo il motivo, ma... ‘tormentavo’, ero irrequieto. Ho però un carissimo ricordo del maestro Baldassarri, uno dei pochi che mi capiva e col quale, in seguito, siamo diventati amici”. Segue un’ulteriore pausa. Sta cercando di distillare dalla montagna dei ricordi elementi che possano tornare utili per tratteggiare se stesso. Non intervengo e taccio. Sembra quasi di vedere la mente

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del politologo impegnata nella scansione delle immagini più efficaci. Eccole arrivare. “Ho frequentato le medie all’Istituto Pascoli, in piazzale della Vittoria. Una scuola giudicata importante, con insegnanti di grandissimo spessore e figure quasi leggendarie. Dalla preside Augusta Minghetti, donna magrissima, di grande carattere, che incuteva terrore, ad alcune insegnanti i cui nomi facevano venire i brividi. Ricordo la professoressa Fuzzi, che si presentava con una bicicletta imponente, d’inverno con una pelliccia di leopardo molto scalcinata. Al suo passaggio tutti dovevamo metterci sull’attenti, anche fuori dalla scuola, sulla scalinata, e solo dopo il suo ingresso potevano andare ciascuno nelle classi. Ricordo anche Giorgina Montanari, la mia insegnante, signora di grande personalità. Anche nel corso degli studi medi il mio curriculum ha seguito lo stesso modello delle elementari, ottimi voti di profitto, pessimi in condotta. Fino alla conclusione, direi trionfale, licenziandomi con un voto di profitto altissimo ma con un sei in condotta, perché ero stato sospeso più volte”. La mano corre

alla fronte corrugata, lo sguardo è fisso verso un punto immaginario. Viroli riprende fiato e con esso il fluire della memoria. “Ora, nell’età matura, rifletto su quei momenti. Forse portavo nella scuola un profondo senso di disagio e d’insoddisfazione, soprattutto per la condizione di solitudine in cui vivevo. I miei genitori erano sempre fuori e quando li vedevo leggevo la preoccupazione nei loro occhi. Mio padre era disoccupato. Per un breve periodo andò a lavorare alla Yoga di Massalombarda, poi la fabbrica chiuse e io lo ricordo sempre alla ricerca di un’attività. Mia madre faceva lavori molto umili, andava nelle case a prendere i panni da lavare, ma lavare significava andare al Ronco, al fiume; oppure faceva iniezioni, pulizie, ciò che capitava. Ricordo il gran freddo, patito in quella casa di via Mellini, una palazzina di due piani”. Un ricordo che il politologo vuole abbandonare rapidamente. Lo fa riprendendo il filo della narrazione legato alla scuola. “Fu uno zio geometra a decidere quale avventura scolastica dovessi intraprendere. ‘Con questi voti, disse, vista la brillante intelligen-


ForlĂŹ : Piazza Saffi, 49 - Tel. 0543 24026


Le tante passioni del professore. A fianco dall’alto suona la chitarra in un gruppo giovanile; sotto, gioca a calcio. A seguire, una foto scattata all’Università di Princeton. In basso Viroli (primo a destra, in seconda fila) immortalato durante un’assemblea universitaria. Assieme a lui, primo da sinistra girato di profilo, è Pier Paolo D’Attorre, futuro sindaco di Ravenna.

za deve continuare a studiare’, e m’iscrisse allo Scientifico Fulceri Paolucci de Calboli. Gli anni del liceo sono gli unici ricordi belli che ho di Forlì. Fino al terzo anno vissi poco la vita da studente e molto di più quella del bar. Frequentavo un locale di periferia, giocavo a calcio nelle giovanili del Forlì e studiavo, pur non sentendomi parte della vita scolastica. La grande svolta avvenne in terza liceo. Era il 1968. Da lì cambiò la mia vita. Per la mia irrequietezza fui tra i primi iniziatori del Movimento Studentesco, cominciammo i primi scioperi per ottenere l’assemblea. Presi a frequentare il Circolo di Cultura che si trovava in piazza del Duomo, sentivo i compagni più esperti citare Marx, Che Guevara, Engels, Lenin, Marcuse. Il nome di Marcuse mi evocava un mago, una figura misteriosa. Mi dicevo ‘chi sarà mai questo Marcuse?’, che io confondevo con il dottor Mabuse, lo psichiatra protagonista di un film del 1922 diretto da Fritz Lang. Mi dissi: ‘Allora! Bisognerà pure che legga anch’io!’, e cominciai con decisione, mentre di pari passo cresceva il mio impegno in politica. Partii dai giornali, terre-

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no per me sconosciuto, poiché in casa mia quotidiani non se ne erano mai visti e al bar l’unico che si poteva trovare era il giornale sportivo del giorno prima. Anzi a questo proposito ricordo come una delle maggiori umiliazioni della mia vita scolastica della media inferiore, l’assegnazione del compito scritto ‘Leggere i giornali e riferire’. In base alle considerazioni di poco sopra, l’unica mia possibile competenza restava il calcio, per cui la mia relazione fu sulla vittoria in Coppa della grande Inter di cui spiegai l’intera formazione, citai le tecniche di gioco e come si muoveva la squadra in campo. La professoressa tirò una riga blu sul foglio e credo mi diede un due, inorridita da quanto scritto. Ma io che ne sapevo dei giornali!”. Viroli scopre così la passione per la politica, per lo studio e per le vicende sociali. Da ragazzo tutto bar e campo sportivo si trasforma in giovane impegnato. Cominciano per lui i viaggi a convegni e manifestazioni, maturano incontri con tanti nuovi amici. “Il ’68 fu veramente per me l’anno della svolta. Senza volerlo, e per puro caso, divenni una specie di eroe


politico. Durante l’intervallo, nei corridoi del liceo, stavo ragionando con un simpatizzante quando arrivò la figlia del preside che, rivolgendosi al mio interlocutore, suo compagno di classe, disse con tono sprezzante, ‘Cosa parli con quegli schifosi del movimento?’. Stavo iniziando un nuovo percorso culturale ma alle spalle c’era la rude scuola del bar, che prese il sopravvento e mi fece rispondere in una maniera veramente oscena, con una volgarità inaccettabile. Chiuso il diverbio rientrai in classe e, dopo dieci minuti, arrivò il bidello, terreo in volto: ‘Viroli in presidenza’. Non mi stupìì più di tanto, ero convocato dal capo d’Istituto abbastanza spesso. Ma questa volta l’avevo fatta veramente grossa. Il preside mi ricevette in piedi e con gli occhi infuocati mi disse parole che non dimenticherò mai. ‘Tu hai offeso mia figlia nell’onore, te la farò pagare come padre e come preside’. E di lì a poco

Filosofia e rivoluzione arrivò la sanzione: sospensione a tempo indeterminato, in attesa che il collegio dei docenti deliberasse definitivamente il mio futuro, vale a dire se espellermi da tutte le scuole ‘del regno’, visto che tale era la sanzione prevista, in base al codice scolastico, per ‘l’offesa alla morale’ di cui ero accusato. Fui salvato da uno sciopero generale. Il primo unitario, con la partecipazione di tutti gli studenti. Da trionfatore rientrai al liceo, ma dovetti impegnarmi molto di più negli studi. Ricordo la frase di un docente dall’inflessione meridionale: ‘Lei Viroli è rientrato, ma presto se ne pentirà’. Previsione del tutto sbagliata: avevo intensificato l’impegno nello studio e avevo dalla mia la solidarietà incondizionata dei compagni di classe. Basti pensare che durante i 15 giorni di sospensione comminatami mi portavano i compiti da fare e mi spiegavano le lezioni. È stata una classe meravigliosa”. Gli anni passano e si avvicina il momento di decidere che “cosa fare da grande”, vale a dire quale facoltà universitaria scegliere. Viroli opta per Filosofia. Il motivo? “Perché, al liceo, mi ero innamorato della professoressa di filosofia - confessa sorridendo il politologo. Aveva i capelli lunghi, gli occhi grandi e luminosi, era alta e magra, fumava Gauloises. Entrò in classe e le sue prime parole furono: ‘Il

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A fianco Maurizio Viroli assieme alla moglie Gabriella. In basso è invece con Walter Neri, presidente del Lions Club Forlì Host, durante la serata del 13 gennaio scorso. Viroli mostra la sua pagella di seconda media, con ottimi voti di profitto e un 6 in codotta.

Il cittadino guidato dalla Costituzione “Essere cittadini? Significa avere dei doveri. Molto più e molto prima dei diritti ci sono gli obblighi che prendiamo con noi stessi. E obbedire a noi stessi ci permette di essere liberi”. Così Maurizio Viroli traccia identikit e precetti per il cittadino, presenza rara e preziosa in un’Italia giunta al 150esimo anniversario della sua unificazione tra cadute e rinascite. Ne ha parlato al Meeting del Lions Club Forlì Host del 13 gennaio scorso, in una lezione civica tradotta in lezione di vita. “Le linee di comportamento sono fissate dalla Costituzione, vera e propria Bibbia laica, con doveri che reggono diritti ma soprattutto responsabilità, senza le quali non possiamo aspirare ad essere davvero liberi”. Un lavoro duro, quello del cittadino: “Possiamo anche scegliere di non essere liberi, trovarci un buon padrone e declinare ad altri l’assunzione di responsabilità, abituandoci alla condizione di servi, schiavi o gente banale. Il cittadino è un’altra cosa. E a lui, come dice Cicerone, vanno resi gli onori dovuti agli onesti”.

programma di quest’anno prevede la rivoluzione e l’Italia, purtroppo, non ha mai avuto una rivoluzione’. Dissi fra me e me, ‘questa è la mia strada’”. A Bologna Viroli condivideva l’appartamento con altri tre studenti, ma non partecipò mai alla vita politica universitaria. Per una ragione molto semplice. “Era terreno di gestione assoluta dei bolognesi, che verso di noi pendolari e provinciali avevano un atteggiamento di chiusura. Un forlivese era un parvenu. Nel frattempo avevo lasciato Lotta Continua e mi ero iscritto al PCI. Va anche detto che per tutta la mia carriera scolastica ho sempre lavorato. Ho cominciato a 16 anni in una segheria, poi per tre anni come cameriere al mare, e facevo anche la campagna delle barbabietole all’Eridania. Il denaro guadagnato, assieme alla borsa di studio che ho sempre avuto per merito all’Università, mi ha permesso di terminare gli studi”. Conseguita la laurea, segue il servizio militare in Friuli all’epoca del terremoto, poi il ritorno a casa e

la ricerca di un’occupazione. Vi-

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roli riceve un piccolo stipendio da precario all’Istituto Gramsci di Bologna, dove svolge la funzione di organizzazione convegni. La speranza era di entrare in Università: tutti i concorsi sostenuti lo vedevano primeggiare ma mai vincerli (chissà perché!). Questi anni sono però importanti per le conoscenze e i rapporti che Viroli allaccia con il mondo della cultura e della ricerca nazionale. Scrive articoli, pubblica libri apprezzati e tradotti in altre lingue. Poi arriva la decisione di partecipare a un concorso all’Università di Princeton. E negli Stati Uniti, dove il merito vince su tutto, Viroli ottiene il risultato sperato. Sei anni di studi e ricerche lo proietteranno in quel mondo che è sempre stato suo, con unanimi apprezzamenti e richiesta di partecipazione a simposi e dibattiti. Tanto ci sarebbe ancora da scrivere sull’attività professionale di Viroli, ma abbiamo preferito privilegiare il lato umano, fino ad ora sconosciuto. Una scelta, se errata ce ne scusiamo. IN



Costruire | Roberto Pasini

Terre di mezzo nella

Cina futura

testo Roberta Brunazzi - foto Roberto Pasini

Riconsegnare dignità urbana a periferie segnate da rapide trasformazioni: da Harvard a Pechino l’architetto forlivese Roberto Pasini insegna a recuperare il middle landscape, per ritrovare un ambiente con una giusta qualità di vita.

Ricostruire un territorio trasformato dai tempi, riconsegnandogli dignità urbana. Una sfida architettonica importante legata ad un pensiero forte di qualificazione ambientale, per recuperare spazi intermedi tra città e campagna, metropoli e natura, megalopoli e giungla. È la strada imboccata da Roberto Pasini, giovane architetto forlivese riuscito a sviluppare la propria esperienza universitaria in campo internazionale focalizzando

un tema di grande interesse, soprattutto per le megalopoli americane o asiatiche, cresciute a dismisura lasciando il deserto intorno. Non è un caso, quindi, che sia stato chiamato a tenere una serie di conferenze in Cina: su invito della Chinese University di Hong Kong, Huazhong University di Wuhan, Tsinghua University di Pechino e Tongji University di Shanghai, nel

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settembre scorso Pasini ha parlato a colleghi e studenti di Architecture in the Middle Landscape, indicazioni pratiche su come fare architettura nel paesaggio di mezzo, in periferie segnate da una rapida e fagocitante trasformazione. “Villaggi e cittadine di medie dimensioni oggi in Cina sono privi di servizi qualificanti. Ventidue milioni di abitanti si affollano a Pechino, diciannove a Shanghai (al centro di un’area metropolitana allargata di 168, ndr), dieci a Wuhan. Attualmente - spiega Pasini - il 49% della popolazione vive nelle città, il 51% ancora nelle campagne. Il governo punta ad arrivare alla quota del 60% di popolazione urbanizzata entro i prossimi 10 anni. A quel punto sarà fondamentale per loro qualificare un territorio rurale strutturato, e non semplicemente drenarlo”.


Pasini ha studiato architettura a Firenze e a Vienna, alla Technische Universität e alla Akademie der Bildenden Künste, e si è laureato con lode nel 1997 con Vittorio De Feo. Nel 2001 ha conseguito ad Harvard il Master in Architecture, e sempre ad Harvard ha poi tenuto corsi di progettazione architettonica, analisi territoriale e progettazione del paesaggio, insegnando anche in altre istituzioni accademiche in Europa e negli Stati Uniti. Nel 2001 ha costituito a Forlì AUS - architettura/urbanistica servizi, che ora conduce con Andrea Ranieri. La società lavora sul valore urbano e sulla sostenibilità ecologica delle componenti architettoniche, in un paesaggio sospeso tra città e campagna in rapida trasformazione. Nel ricco curriculum di Pasini non manca poi l’impegno civico, esplicato come Assesso-

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Al di là delle megalopoli re all’urbanistica e alle politiche ambientali del Comune di Bertinoro, dal 2006 ad oggi. “Per i cinesi è sorprendente - prosegue l’architetto - sapere che in Italia la qualità della vita è alta anche in un’area urbana di centomila abitanti, come può essere quella di Forlì. Per questo studiano con interesse la nostra realtà, cercando in essa utili indicazioni per dare vita al territorio che sta dietro le megalopoli”. Il concetto di middle landscape come luogo di qualità diventa così un modello da esportare. IN Nella pagina a fianco Roberto Pasini e i grattacieli della wasteland di Shangai. Sotto, una lezione tenuta alla Tsinghua University di Pechino.

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Studiare | Università in Romagna

Provinciali... con

Lode

testo Francesca Leoni – foto Giorgio Sabatini

Vent’anni di Università tra Forlì e Cesena hanno visto crescere corsi e Master. Con un’offerta formativa d’eccellenza e, in vari casi unica, capace di richiamare molti studenti da fuori regione.

Sono passati vent’anni dal primo insediamento universitario in Romagna, e da allora molte cose son cambiate. Il numero di corsi di laurea è aumentato e sono stati aggiunti vari Master. Aldilà dei numeri l’università in Romagna è cresciuta anche in qualità, garantendo un’offerta formativa di alto livello e sfiorando, in alcuni casi, l’unicità e l’eccellenza. Secondo il Censis di Repubblica del 2010 le Facoltà di Psicologia a Cesena e Scienze Politiche a Forlì risultano tra le prime in Italia. Il corso di laurea in Psicologia è una punta d’eccellenza, riconosciuta come prima in Italia. “Il risultato - afferma Fiorella Giusberti, preside della Facoltà - è dovuto al perfetto coordinamento tra l’ottimo livello della didattica e del personale non docente che gestisce il corso. Poi c’è la sperimentazione, che permette di provare sul campo il mestiere dello psicologo”. La facoltà è a numero chiuso, con un massimo di 300 iscritti all’anno per la laurea triennale. Cinque i corsi magistra-

li: Neuroscienze e riabilitazione neuropsicologica, Psicologia clinica, Psicologia applicata (con sede didattica a Bologna), Psicologia delle organizzazioni e dei servizi e Psicologia scolastica e di comunità. Anche la Facoltà di Scienze Politiche “Roberto Ruffilli”, con sede a Forlì, si contraddistingue per un’offerta didattica di altissimo livello e richiama molti studenti fuori sede. Si articola in due corsi di Laurea: Scienze Internazionali e Diplomatiche e Sociologia e Scienze Crimonologiche per la Sicurezza, con cinque indirizzi magistrali tra i quali Scienze Internazionali e Diplomatiche e Criminologia Applicata per l’Investigazione e la Sicurezza. La Facoltà offre insegnamenti politologici, storici e didattici articolati. Il corso di Laurea in International Relations, ad esempio, possiede tutti gli studi d’area che vanno dall’America Latina, agli Stati Uniti, all’Asia e questo richiama un’alta percentuale di studenti fuori regione. Gli sbocchi professionali sono vari: carriere diplomatiche, orga-

nizzazioni internazionali, ONG, aziende private. La Facoltà di Economia è stata una delle prime ad insediarsi a Forlì e attualmente è articolata su un corso di laurea triennale in Economia e Commercio e cinque corsi di laurea magistrali: Economia e commercio, Economia e gestione aziendale, Economia e management delle imprese cooperative e delle organizzazioni non-profit, Economics e quantitative finance. Sempre a Forlì c’è Interpreti e traduttori (SSLIMT), facoltà a numero chiuso molto ambita da chi intende intraprendere una carriera nell’ambito dell’interpretariato. Qui gli studenti hanno la possibilità di sperimentare nella pratica, attraverso laboratori mirati, le condizioni reali del lavoro d’interprete. Ingegneria è articolata, invece, sulle sedi di Forlì e Cesena, con vari corsi di laurea tra i quali Ingegneria Aerospaziale. “In Italia - afferma Enrico Sangiorgi, preside della Facoltà - esistono solo quattro o cinque realtà simili alla nostra. Qui

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A fianco due studenti assieme ad Enrico Sangiorgi, preside della II Facoltà di Ingegneria dell’Università di Bologna. Sotto Valerio Melandri, nel corso di una conferenza del Master sul Fund Raising.

Fund Raising made in Forlì Realtà più unica che rara è il Master Universitario I° livello in Fund Raising per il non profit ed enti pubblici, gestito e ideato da Valerio Melandri. Obiettivo? Formare fundraiser professionisti, capaci di trovare potenziali donazioni per un ente o causa. Non un puro lavoro commerciale: il fundraiser deve sentirsi parte del progetto per consigliare, indirizzare, proporre idee, contribuendo al successo dello stesso. “Siamo stati i primi - spiega Melandri - a portare il fundraising all’interno dell’Università. Atenei canadesi e americani stanno studiando il nostro modello per poterlo riproporre”. Il Master è a numero chiuso (25 allievi), e permette di frequentarlo anche a chi lavora. “Non abbiamo creato solo un Master, ma anche un sistema che include l’executive Fund Raising e il Festival del Fund Raising. La prossima edizione, la nona, si terrà a Castrocaro Terme l’11, 12 e 13 maggio 2011”.

gli allievi conseguono una specializzazione tecnica che li porterà a lavorare nella progettazione e nei servizi, come il controllo dei voli e degli aerei”. A Cesena si sono sviluppate anche due realtà come la facoltà di Architettura e quella di Scienze degli Alimenti. La prima presenta un corso di laurea triennale a numero chiuso in Attuazione e Gestione del Processo Edilizio. “Il corso - spiega il presidente, Lucio Nobili - ha permesso ai nostri allievi un buon inserimento lavorativo, almeno finché non è arrivata la crisi”. La Facoltà di Scienze degli Alimenti ha un suo Campus e fa parte della Facoltà di Agraria dell’Università di Bologna. Sono tre i corsi di laurea: Scienze e Tecnologie alimentari, Enologia e Viticoltura, Scienze dei consumi alimentari. “I corsi hanno un grande appeal garantisce il professor Marco Della Rosa - perché offrono buone prospettive occupazionali. Quasi tutti trovano lavoro nell’arco di circa diciotto mesi”. Unico in Italia è invece il corso di laurea in Acquacultura e Igiene delle produzioni ittiche, con sede

a Cesenatico. “È triennale - spie-

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ga Massimo Trentini, presidente del corso - e sviluppa competenze tecniche legate all’allevamento di pesci d’acqua dolce e marini, crostacei e molluschi. Nato nel 2001, il corso richiama più della metà dei suoi studenti da fuori regione”. Varie anche le proposte post-universitarie dell’ateneo. Oltre al Master in Fund Raising, la facoltà di Interpreti e Traduttori propone il Master in Screen Transalation, un corso veramente unico volto a formare traduttori per cinema, televisione, video giochi, fumetti (soprattutto manga giapponesi), telefonia, teatro e opera. Gli sbocchi occupazionali sono i circuiti dei festival di cinema, televisioni e grosse aziende di video giochi. Il Master offre agli studenti anche un periodo di pratica con stage all’interno di aziende o TV, tra cui anche la Rai, con la quale l’università collabora. E infine il Master in City Management, realtà anch’essa unica che attira studenti da tutto il territorio nazionale. È rivolto a laureati già inseriti nell’ambito della pubblica amministrazione, che aspirano a sviluppare competenze manageriali innovative, per impiegarle nell’ambito della “res-pubblica”. IN


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Raccontare | Êria ‘d Rumâgna

Romagna a

Tutto folk

testo Gabriele Zelli – foto Giorgio Sabatini

Brani, poesie, aneddoti della tradizione romagnola portati nei quartieri dai musicisti romeni Teddi e Vlad Iftode assieme ad attori e poeti dialettali. Come recuperare l’identità del territorio, divertendosi, attraverso lo spettacolo “Êria ‘d Rumâgna”.

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Viviamo in un mondo capace di fagocitare ogni aspetto delle antiche tradizioni, da quelle culinarie alle folcloristiche, compresi i dialetti. È forse questo il motivo per cui da più parti si manifesta la necessità di riscoprire e riconquistare l’identità del proprio territorio. È però sconsolante constatare, di fronte a tanto parlare, l’assenza totale di azioni concrete. Circa due anni fa ebbi occasione di sentire per la prima volta Teddi e Vlad Iftode i quali, accompagnati anche da Radu, interpretavano magistralmente brani musicali della miglior tradizione romagnola. Mi chiesi: perché non coniugare musica a poesie dialettali di Aldo Spallicci, Olindo Guerrini (Lorenzo Stecchetti) o di poeti viventi, aneddoti e storie romagnole, in modo da proporre qualcosa in grado di risvegliare lo spirito avito? È nato così lo spettacolo “Êria ‘d Rumâgna”, con valenti musicisti come Teddi e Vlad affiancati di volta in volta dagli attori Aurelio Angelucci del “Cinecircolo del Gallo” e Giuseppe Brunelli della “Cumpagnì dla Zercia”, dai poeti Marino Monti, Rosalda Naldi e Maura Malaguti. È stato

subito un successo portato nei quartieri, nelle sedi delle associazioni, nelle parrocchie, come testimonia il lungo articolo-intervista a Teddi Iftode, “il violinista rumeno che ama il nostro walzer”, dedicatogli dal giornalista Fabio Gavelli: “Da Galati a Galeata il passo è breve solo dal

Da “Zaclèn” a Casadei

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punto di vista linguistico. Fra la città rumena di 300 mila abitanti, sulla sponda del Danubio, non lontano dalla foce sul Mar Nero, e il paese delle colline bidentine, non sembra esserci parentela alcuna. Invece Tudorel Iftode, detto Teddi ha stretto il divario fra la città natale e quella dove vive, basandosi sul linguaggio più universale che ci sia: la musica. Cresciuto pizzicando le corde di violino, ha scoperto che i valzer e le polke dei classici che aveva studiato all’Accademia rumena erano stati reimpastati in salsa romagnola da grandi violinisti come Carlo Brighi, il popolare “Zaclèn”, Secondo Casadei e Ferrer Rossi. A questo punto appare meno un caso la scelta di questo cinquantenne signore distinto, musicista per formazione e passione, operaio per necessità quotidiana, di stabilirsi nella patria del liscio. Non solo: Iftode studia le opere

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A fianco i musicisti romeni Teddi, Vlad e Radu Iftode, valenti interpreti dei valzer e delle polke della tradizione romagnola.

dei romagnoli virtuosi dell’archetto, scopre vecchi spartiti, li rielabora, incide dischi, fa concerti e serate. Si appassiona alla musica folcloristica romagnola dopo aver collaborato con artisti come Lucio Dalla, Katia Ricciarelli, Antonella Ruggiero, gruppi tipo l’Orchestra da Camera di Roma”. Sono tante le poesie e le storie proposte durante le due ore che in genere dura lo spettacolo. Vale però la pena ricordare il ruolo svolto da Carlo Brighi, in arte “Zaclèn”, (1853-1915), eccellente violinista e compositore di musica popolare, artista in grado di trasmettere un’esplosiva vitalità. Era talmente entusiasta della propria musica da rendersi disponibile tanto a partecipare a grandi concerti, con orchestre composite, quanto a girare per le piccole feste di campagna con un suo padiglione smontabile. Un personaggio emblematico

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e rappresentativo dei grandi cambiamenti epocali della cultura e del costume del nostro territorio fra ’800 e ’900, cambiamenti che contribuì a produrre con le sue innovative composizioni e la sua opera di grande divulgatore. Ogni concerto era diverso dall’altro, perché Brighi poteva contare su un repertorio di oltre mille brani di sua invenzione. Le raccolte Piancastelli di Forlì conservano 831 manoscritti musicali, datati tra 1870 e 1915, che costituiscono una prima elaborazione della musica popolare romagnola. Secondo Casadei (1906-1971) è stato l’altro artefice, protagonista e interprete della musica romagnola. Fin da piccolo mostrò una spiccata passione per questa: a sedici anni debuttò come violinista in un complessino, a diciotto creò la sua prima composizione alla quale, nel corso della lunga carriera, fanno seguito oltre

mille polche, mazurche e valzer fra cui nel 1954 la celebre Romagna mia. Nel 1928 fondò ufficialmente l’orchestra Casadei e imperterrito continuò, unico in Romagna, a eseguire musica tradizionale nei momenti duri del dopoguerra, quando imperversavano i ritmi americani. Le sue musiche conservano intatte quella freschezza, vivacità ed originalità che rendono assolutamente unica la produzione di questo artista, che lo scrittore e regista Leandro Castellani ha definito “Lo Strauss della Romagna”. Altro protagonista indiscusso della musica di Romagna è stato Francesco Rossi detto Ferrer (1910-1986). Violinista, e compositore, era figlio d’arte: suo padre Guido fu un apprezzato clarinettista in do, e membro dell’orchestra Casadei dal 1930 fino ai primi anni ’50. Ferrer Rossi è considerato ancora oggi uno dei massimi violinisti romagnoli del secolo scorso. Suonava anche il sax contralto, ed è stato un compositore prolifico di ballabili romagnoli di successo, tra cui il “Valzer dell’usignolo”, assolo di grande virtuosismo. Sulle note di questi artisti con “Êria ‘d Rumâgna” si passano due ore di vera allegria. Gli appuntamenti programmati a Forlì e dintorni sono già diversi: provare per credere IN


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Camminare | San Benedetto in Alpe

L’anima

cheta del

Paese

testo Matteo Ranucci - foto Giorgio Sabatini

Volti e storie diverse s’incrociano a San Benedetto in Alpe. Nelle stradine di un paese aspro e affascinante, dove il tempo scorre con ritmi suoi. Inizia un nuovo viaggio, “personale”, “sentimentale”, nei piccoli-grandi centri del nostro entroterra.

Lina, Antonio, Riccardo, Francesco, Simone hanno dai ventotto ai settant’anni e storie differenti. Abitano a San Benedetto in Alpe. Un paese di cugini, zii, nipoti, amici, vicini e conoscenti. Stretti, serrati, obbligati sono i rapporti tra le persone, alla stregua di quelle case appoggiate le une alle altre, come a cercare sostegno e protezione reciproca in un tratto di Appennino al tempo stesso aspro e affascinante, quieto e faticoso da abitare.

Racconti e volti delle persone assumono un ruolo da protagonisti, su uno sfondo impreziosito da una natura prominente e da una storia antica. San Benedetto in Alpe è formato da una manciata di abitazioni raccolte a 600 metri sul livello del mare, nel punto in cui il torrente dell’Acquacheta si getta nelle acque ancora veloci del Montone.

Le case seguono in modo fedele il bordo della provinciale come piante di un viale alberato. Poche decine di metri, poi la strada continua a sinistra, fino a contorcersi verso il Muraglione. Il confine

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con la Toscana dista meno di 10 chilometri. La piazza è dedicata al XXV Aprile, su di essa si affaccia la Chiesa di Molino. Da qui parte via Dante Alighieri e raggiunge l’Abbazia di San Benedetto, che poggia le sue origini su un Eremo, quello di Biforco, fondato, pare, da San Romualdo, intorno al X secolo. È preziosa, costruita in pietra, arroccata come un forte, misteriosa nella sua parte più intima, quella sotterranea della cripta, romantica nel suo cortile interno affacciato come una terrazza sulla vallata. La parte alta del paese si chiama “Poggio”. Un’unica strada di pietra su cui case in sasso si mescolano a palazzi intonacati, rappresentazione fedele dello stile toscano. Meno di duecento anime abitano a San Benedetto. Molti sono anziani. Gente di montagna, temprata, forte, paziente. In un martedì di gennaio sembra, a chi lo osserva in fretta, un luogo abbandonato. L’isolamento è la croce e la delizia. Il motivo per cui molti se ne sono andati, lo stesso per cui il paese


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Da sinistra: in alto la ripida strada del paese tra case e negozi, sotto un anziano attraversa la provinciale. A destra, la fontana con citazione dantesca.

rappresenta un luogo speciale. Ci sono pochi rumori, l’acqua del fiume, le campane, un’automobile che risale la conca, un televisore acceso. Voci arrivano dalla sede della Comunità Montana, dove alcuni anziani giocano a carte. Le parlate hanno accenti forti, con inclinazioni fiorentine. Tutti i suoni sono amplificati dal silenzio della macchia, delle coste, dei monti Peschiera, Londa e Prato Andreaccio che circondano l’abitato. Il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi ostenta uno dei suoi scorci più suggestivi. L’inverno è freddo, un paio di mesi più lungo che in città. L’estate, assicurano, è tutta un’altra cosa. Le famiglie che risiedono

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altrove ritornano per i giorni di festa e si mescolano ai turisti. Le persone, le loro storie, il loro modo di vivere sono l’altro patrimonio di questo paese. La signora Lina vive accanto all’Abbazia col marito e i suoi gatti. La sua vita è semplice. È felice, l’aria è buona, c’è silenzio. Ha settant’anni, di giorno compera o raccoglie i fiori per la chiesa. Il suo giardino è un patio dell’anno mille a sbalzo sulla valle. Parla della parte bassa del suo piccolo paese come di un luogo lontano, in cui si reca di rado. Non si vede molta gente per strada quando l’aria è pungente. Un anziano cammina lento appoggiato a un bastone, chiama la moglie poco

più avanti. Abitano sopra l’unico alimentari del paese, quello della famiglia Guidi, sono parenti fra loro, come molte delle persone che abitano qui. Francesco e la moglie Elsa hanno gestito “la bottega” per anni. Il figlio Riccardo vuole continuare il lavoro. Ha capelli lunghi e barba nera, folta. Vive bene a San Benedetto ed è a suo agio nell’unica stanza, illuminata da un neon, piena di cassette in legno, sacchetti, barattoli, scatole di cartone. Ci si trova tutto quel che serve: dai salumi ai detersivi, dalla verdura ai quotidiani, dai biscotti ai quaderni per la scuola. Non ha orari esposti, alle cinque del pomeriggio la serranda è abbassata,


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Gianna, l’Ostetrica di San Benedetto Testo di Antonio Piani Era il 1930 quando Giovanna Locatelli, poco più che ventenne, dopo gli studi all’Università di Firenze vinceva il concorso per Ostetrica Condotta. Scelse San Benedetto in Alpe e nel gennaio 1931 prese servizio. “I sanbenedettini - raccontava - erano perplessi ad affidare partorienti e nascituri ad una ragazza giovane e minuta”. Col passare del tempo i suoi modi affabili e la professionalità accattivarono fiducia e simpatia. Nel 1935 si sposò con Antonio Gamberi, morto solo sei mesi dopo in un incidente. Giovanna reagì a quella disgrazia aggrappandosi alla fede, che testimonierà per tutta la vita. Da una sorella, Assunta, nacqui io. Fra noi maturò un legame indissolubile. La “Signora Gianna” era un riferimento per la parrocchia, le missioni, le famiglie. Anche dopo la pensione molte donne con la pancia bussarono alla sua porta. Tra ’46 e ’47 assistette a circa trecento parti: partiva a dorso di asini anche con la neve per raggiungere i poderi alti. Si fermava dalle partorienti anche due o tre giorni, dormendo su pagliericci di foglie di granturco. Ermelinda, la vicina, con una bottiglia d’acqua calda correva a scaldarle i piedi congelati: “La mi pora sgnora ad fata vida”. Mia zia le rispondeva: “Stasi bona cl’è ndè tot bèn neca stavolta ringraziend e Signor”. È stata una grande donna. Ricordo l’inclemenza del tempo il giorno del suo funerale. Era il 20 febbraio 1996. Il carro funebre era pronto ma quegli uomini che aveva aiutato a nascere preferirono portarla a spalla. Nel biglietto che l’accompagnò c’era scritto: “Vogliamo ricordarti così: serena e partecipe della vita e della gioia degli altri”.

In alto la singora Lina, che abita nella casa accanto all’Abbazia. Sotto, uno dei suoi gatti.

ci sono altre faccende da sbrigare prima, si va nel bosco a funghi o a tartufo, si sistema la legna. Il tempo, a poche decine di chilometri da Forlì, ha un valore differente. Lo si

trascorre all’albergo Acquacheta, gestito dalla signora Maria, bevendo un bicchiere di Chianti o Sangiovese. Fu la prima locanda del paese, aperta nel 1850. Poi c’è il forno, una farmacia aperta per poche ore martedì, giovedì e venerdì, uno sportello postale e uno di banca, aperti anch’essi a giorni al-

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terni. C’è un ristorante, il Laghetto gestito da Simone Pasquini, classe 1982. Anche lui ama il suo lavoro e il paese, non vuole andarsene. Un altro albergo è quello dell’Alpe, aperto nei mesi estivi, e c’è il maneggio Rio Destro appena fuori dal borgo, l’Ostello del Vignale e un piccolo campeggio. Antonio Piani vive a Forlì ma ha casa, zii, cugini a San Benedetto, dove è nato. Ha scritto due libri dedicati all’alta Val Montone. Ricorda quando c’erano i Carabi-


nieri, un medico a tempo pieno, le scuole elementari, un parroco e un’ostetrica, sua zia. S’incontrano persone alle poste. Hanno ritirato la pensione, lo fanno a mano, non si fidano delle banche. Si incrociano cacciatori e tartufai, viaggiatori che vanno o vengono dalla vicina Toscana. Della comunità fanno parte falegnami, come la famiglia Benacci, lavoratori di pietra serena come i Biserni, i Fortunati, i Nannetti, proprietari delle cave. Di tanto in tanto scendono individui bizzarri, come Antonio. Magro, barba e capelli lunghi raccolti sotto una berretta di lana, un naso importante.

È sceso da Trafossi, le case in alto, verso Marradi, a un’ora di cammino. Non ama farsi fotografare. Ha cinquant’anni, parla delle sue origini ferraresi e di quanto è bello il bosco. Saluta i Guidi, paga e carica un fiaschetto di vino in uno zaino militare. Prende il sentiero che costeggia il torrente, quello che sale verso la caduta dell’Acquacheta, raccontata da Dante. Le gambe leggermente divaricate, fa un cenno con la mano, fruga nella tasca per cercare una torcia mentre nella valle scende la sera. L’aria diventa fredda, qualche finestra s’illumina e San Benedetto in Alpe sembra ancora più quieto. IN

In alto a sinistra, il negozio di alimentari della famiglia Guidi. Sopra, un gruppo di anziani gioca a carte nella sede della Comunità Montana.

Notizie e info utili Dormire e mangiare Albergo Ristorante Acquacheta, via Molino 46, tel. 0543 965314 www.acquacheta.it; Ristorante Pizzeria Il Laghetto, via Molino 11, tel. 0543 965241; Maneggio Rio Destro, via Monte Gemelli, tel. 0543 965291; Albergo dell’Alpe, via Molino 18, tel. 0543 965316; Camping Acquacheta e Ostello Vignale, via Acquacheta 7, tel. 0543 965279 www.campingsanbenedetto.it. Cosa vedere Cascata dell’Acquacheta; Abbazia di San Benedetto in Alpe; Borgo di Poggio. Bibliografia Il Ritorno, a cura di Antonio Piani. Pro loco di San Benedetto in Alpe, 2008; Perché non hai?, a cura di Antonio Piani, 2010; L’ Alpe di San Benedetto e la sua Abbazia: un viaggio tra storia e natura nelle valli dell’Acquacheta e dintorni, a cura di Giuseppe Rainetti, Firenze, Aska, 2010; San Benedetto in Alpe e la sua secolare abbazia, a cura di Don Paolo Bandini, Forlì, Raffaelli, 1934. Internet www.comune.portico-e-san-benedetto.fc.it; www.parcoforestecasentinesi.it

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Riscoprire | Ex circoli di partito

La politica… in

Tavola

testo Francesca Miccoli - foto Giorgio Sabatini

Sospesi tra memoria e fantasia, diversi per storia, nati da ideologie contrastanti. Uniti da un’identica “cultura” gastronomica. Sono gli ex circoli di partito. Di alcuni rimangono gli ambienti rustici, anche se sono ormai locali privati; altri, invece, conservano la funzione ludico-ricreativa e di promozione sociale delle associazioni cui sono legati. Tutti sempre più apprezzati per la loro proposta a tavola: un inno alla Romagna più autentica.

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Testo IN

Frase spot da definire

Ambienti dall’atmosfera vissuta, pareti che trasudano storia e ideali. Templi d’epiche battaglie verbali, discussioni interminabili scandite da un fervore perdifiato, e ancora infinite partite a carte e tornei di biliardino. Sono i vecchi circoli di partito, le case del popolo, gli ex centri di mutuo soccorso. Acli, Arci, Endas,

nati per scopi ludico-ricreativi e di promozione sociale, oggi riconvertiti in locali enogastronomici. Spartani negli arredi ma prodighi di dettagli capaci di accendere occhi e immaginazione del cliente, sospeso tra memoria e fantasia. Tavoli rustici, per tovaglie fogli di carta, gli ex circoli puntano soprattutto su cordialità e qualità della proposta culinaria, censurando fronzoli e superflue leziosità. Il viaggio tra i teatri della politica prende il via da Barisano. Prima tappa l’Endas “A. Casa-

dei”. Sorto nel 1952 e aperto solo ai

soci, è gestito da Luciano Poggiali, custode di mezzo secolo di storia. “In passato il nostro campo di bocce ospitava addirittura i tornei tricolori”, ricorda. Competizioni in cui eccelleva Armando Comandini, grande campione e mitico responsabile dell’area di gara. “Un’altra attrattiva di assoluto richiamo era la pista delle macchinine. Piccoli automobili fatte sfrecciare su un tracciato a 8 corsie sviluppato su una superficie di ben 46 metri”. Tra un racconto e l’altro c’è il tempo per appagare il palato, piatti forti la carne alla brace nel grande camino e il baccalà. A pochi metri, nella prima campagna forlivese che volge a Ravenna, s’incontra la sede di una delle tanti Associazioni Ricreative e Culturali Italiane, accessibile in via esclusiva agli

iscritti. Si prosegue con una doppia

tappa in via Cervese. Al 301 c’è la trattoria “La via del Mare”, nata sette anni fa sulle ceneri di un circolo Arci mentre procedendo verso Forlì, a Pievequinta, d’obbligo una sosta “Da Bacco”. Sorta mezzo secolo fa come Casa del Popolo, è apprezzata per il filetto insaporito da verdure in salsa piccante, e per i cappelletti all’arlecchina. Il tutto innaffiato da una bottiglia di vino “buono”. Parola di patron Giulio Cavadori. Duplice puntata anche in via Ravegnana. Proveniendo dall’autostrada la prima sosta è al cafè Paila, insegna dal sapore esotico che nasce dall’acronimo dei nomi dei due titolari Patrick e Ilaria. Oggi bar pasticceria e ristorante votato al catering, quasi nulla resta del vecchio circolo di partito, consegnato alla memoria nel 1988. A poche centinaia di metri c’è l’osteria L’Amorosa. Covo

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Sopra, a sinistra, Francesco Dispoto della Cantina di via Firenze. A destra, Daniele Tartagni della “L’Amorosa”. In basso il circolo Acli di Magliano. In apertura, a sinistra, Luciano Poggiali e gli avventori del circolo Endas di Barisano tra cui il campione di bocce Armando Comandini, a destra.

repubblicano fino a metà anni ’90, oggi è gestito da Daniele Tartagni, campione di tiro a volo e alfiere del team RC Romagna. Una passione vincente, com’è testimoniato dai numerosi trofei di varia dimensione e fattura, e dalle medaglie in quantità, quasi tutte del metallo più pregiato. Qui il legame con il “solatio e dolce paese” emerge dai cesti in vimini ai salumi appesi al soffitto, al menù esclusivamente di tradizione locale. Proposte di punta la ruvida pasta fatta in casa, che prende forma tra le mani di un’abile sfoglina “a vista”, e il coniglio che, al pari del celebre tonno, si taglia con un

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grissino. Tripudio di pasta anche al Circolo Endas “Aurelio Saffi” di San Martino in strada. Accessibile solo ai

tesserati, si trova a fianco dell’omonima sala di proiezione. E proprio le foto di giovanissimi attori poi affermatisi nel firmamento cinematografico campeggiano alle pareti di un locale arredato in maniera minimale ma ugualmente caldo e accogliente. Gestito da Federica e Francesca, è noto per i gustosi condimenti che impreziosiscono la sfoglia tirata al matterello. Il venerdì sera la sala giochi si anima grazie ai soci più anziani impegnati nelle partite di marafone mentre l’area lettura pullula di volumi d’ogni genere. Al piano superiore la sede del partito dell’Edera. Echi repubblicani anche alla Cantina di via Firenze, a San Varano, sulla strada statale che conduce a Castrocaro. Già Casa del Fascio l’osteria, a pochi metri da Villa Saffi, è ricavata da un vecchio casolare di campagna che conserva nei pavimenti e negli arredi i materiali e i colori di un tempo. All’ingresso una rustica lavagna invita la clientela ad assaggiare i ca-

ratteristici taglieri, ricchi di affettati e formaggi spesso declinati in maniera originale e aromatizzata. Al timone Francesco Dispoto, siciliano trapiantato in terra di Romagna, abilissimo a proporre un originale e apprezzato crocevia gastronomico. Un trinomio in cui le influenze tosco-romagnole s’intrecciano armoniosamente con i sapori della Trinacria. Più tradizionale la proposta della trattoria “Da Pasquina”, sorta in seno al circolo “Capacci” a Bracciano di Bertinoro. Consigliati i primi e la carne alla brace da gustare all’aperto, carezzati dalla brezza di collina. Analoghi menù, partite a carte e tornei di biliardo decretano il successo del circolo Endas “Bovio” di Villagrappa, nato in maniera abbastanza sorprendente dal circolo “rosso” della Pescaccia. Bianca invece la matrice del centro Acli di Magliano, dove la domenica sera i soci si sbizzarriscono con variopinte pizze farcite. Locali dalla diversa storia, nati da ideologie spesso contrastanti ma avvicinati dall’identica passione per la buona tavola e le sane tradizioni di una volta. IN



IN Magazine | Special ADV

Mosaico suite hotel a cesena Il calore dI casa In una suIte a 4 stelle ATTEnzionE Ai pARTiColARi E Ai dESidERi dEllA CliEnTElA, ACCogliEnzA dAl guSTo ChE SA di CASA, pRATiCiTà E ConfoRT SEnzA RinunCiARE Ai pRiVilEgi di un ESCluSiVo hoTEl. È MoSAiCo SuiTE CESEnA, lA nuoVA SoluzionE, pER AlloggiARE nEllA CiTTà di MAlATESTA noVEllo, ChE inAuguRA uffiCiAlMEnTE il 19 fEbbRAio. non Solo un RESidEnCE, MA un pRESTigioSo Ed ElEgAnTE hoTEl Con quAlCoSA in più! La recente struttura alberghiera, posta alle porte della città, a 400 metri dall’uscita Torre del Moro della E45 e a pochi minuti dal centro di Cesena, è l’unica residenza turistica in città costituita da suite a quattro stelle dotate di tutti i confort per chi desidera la privacy e la comodità che respira nella propria abitazione unite ai servizi e all’eleganza del Mosaico Suite, del gruppo alberghiero presente già a Ravenna e in Romagna, nella fascia costiera. Il Mosaico Suite Cesena, diretto da Roberto Albano alla guida di un team giovane e dinamico tra cui spiccano i collaboratori Valentina Toni e Savio Capriuolo, offre 32 ampie e confortevoli suite, 16 per ogni piano. Appartamenti dagli spazi generosi caratterizzati da accoglienti camere da letto e luminose zone giorno dove è possibile ricreare il calore di casa servendosi anche delle pratiche e innovative cucine che corredano le suite. “Una soluzione ideale - spiega il direttore - per quelle persone che si trovano a passare per Cesena per lavoro e che vi risiedono per periodi media e lunga durata. Il Mosaico Suite, infatti, è un residence che


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Abitare | Il casale recuperato


Il passato

in chiave

Moderna

testo Annalisa Balzoni - foto Giorgio Sabatini

Un casale ottocentesco delle campagne forlivesi riconsegnato a nuova vita grazie a un attento restauro. Con arredi essenziali e raffinati, che definiscono un luogo pieno di semplicità ed eleganza.

Appena fuori Forlì, a pochi chilometri dal centro, ci imbattiamo in una casa padronale del ‘800 immersa nelle campagne, circondata dalle colline. Siamo ospiti grati perché ci troviamo di fronte a un attento e rigoroso restauro che ha donato splendore a un rudere abbandonato. Il progetto, realizzato dall’architetto forlivese Renato Casadei, ha saputo “costruire” e riproporre in chiave moderna il vecchio casale.

Il recupero ha solo mantenuto le murature portanti e lo stile esterno; i solai sono stati costruiti ex novo nel rispetto della tradizione, usando travi lignee decappate. La riorganizzazione degli interni ha previsto che la sala pranzo trovasse spazio nell’ampio ingresso al piano terra, a cui si accede attraverso un grande portone in parte vetrato che permette alla luce naturale di entrare, offrendo una visuale sul grande giardino e sulle colline in lontananza. L’arredo è essenziale e di gran

gusto, studiato e curato nei particolari dall’interior designer Nadia Bombardi insieme a Rossi Arredamenti di Forlì. Il suggestivo tavolo della zona pranzo è un Martini in stile provenzale arricchito, laccato bianco e circondato da sedie di Sedit Living Italian Design, rivestite in tessuto color viola del Designer Guild. La zona pranzo funge anche da separatore: alla destra troviamo il soggiorno, mentre alla sinistra entriamo, attraverso un corridoio, nel reparto notte. Anche il soggiorno è stato curato con un arredamento essenziale e lineare. Bello il divano in pelle di CR e il mobile giorno della Lago, laccato lucido, che avvolge il grande schermo tv. Ma l’elemento di spicco in questa parte della casa è il camino, incorniciato da un grande pezzo di pietra grigia di forma quadrata, che ci regala la sensazione di trovarci di fronte quasi ad una “quadro vivente”.

I punti luce sia nella zona pranzo

sia nel soggiorno sono stati sapientemente studiati ad incasso, forniti da Elfi; fa eccezione la deliziosa lampada da terra Tolomeo. Passando sotto un arco in mattoni originale dell’800, aprendo un’incantevole porta a vetri scorrevole esterna di Res, scendendo due gradini entriamo nella cucina, ove si nota l’isola centrale con i fuochi. È una cucina di Elmar in laccato color corda e nero. La pavimentazione in tutta la casa è in listoni di rovere forniti da Arte Legno di Castrocaro, che si interrompono nella cucina ove è stato studiato un intreccio tra il legno e un bellissimo gres di grandi dimensioni (cm 120x60), fornito da De Lorenzi di Forlì. La zona relax per la parte giorno vede l’utilizzo di sanitari Pillow da Nic Design, con rubinetteria Mamoli serie Fuente e rivestimenti e mosaici forniti, questi ultimi, sempre da De Lorenzi. Entriamo ora nella zona notte attraverso un disimpegno elegan-


A fianco, il soggiorno “dominato” dal camino. Sotto, a sinistra, la camera padronale e a destra la cucina. In apertura, scorcio della sala da pranzo, dall’arredo elegante quanto essenziale.

te, dove l’illuminazione è stata studiata a incasso. La camera padronale emerge per semplicità ed eleganza, evidenziata dal rivesti-

mento della parete dietro la testata del letto in listelli di pietra color pastello, che ben si sposa al color verde del giardino, riverberato attraverso le vetrate. Dalla camera padronale accediamo alla zona relax privata, ove il comfort unito alla bellezza dei materiali da rivestimento la fanno da padrone. Spiccano sanitari modello Flaminia e la rubinetteria Ritmonio; colori tenui che

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vanno dal grigio chiaro al bianco caratterizzano i rivestimenti di De Lorenzi. Belle le porte interne laccate bianco, fornite dalla falegnameria Sbaragli di Forlì con utilizzo di maniglie in alluminio satinato Olivari; le stesse che troviamo anche negli infissi esterni della Panto, che bene s’intonano con l’utilizzo delle placche dell’impianto elettrico, segno indiscusso di finezza. La tinta usata in tutti gli ambienti principali è il panna, luminoso e capace di regalare un’atmosfera di serenità e candore. Elemento che

non passa inosservato nel disimpegno verso il reparto notte è la porta scorrevole esterna con specchio incorporato e avvolta da una grossa cornice dorata. Permette di accedere al piano superiore, ove troviamo la mansarda, zona per gli hobbies ma principalmente destinata alle “mangiate con gli amici”, così come simpaticamente ci confessano i proprietari. Finisce qui un’altra tappa del nostro viaggio, con questa suggestiva dimora in cui il connubio tra presente e passato si fonde in un risultato sorprendente. IN



Scrivere | Eraldo Baldini

Talento in

Punta di Penna

testo Roberta Brunazzi - foto Lidia Bagnara

Eraldo Baldini dirige una nuova collana di narrativa della casa editrice Foschi. I primi titoli in uscita sono firmati da due giovani scrittori romagnoli.

NousAutori, raccontarsi scrivendo Scrivere per raccontare agli altri qualcosa, con una forma narrativa capace di catturare il lettore. E, se si è bravi e fortunati, magari anche un editore. Riparte il laboratorio di scrittura creativa condotto da Eraldo Baldini e Mauro Ferri, pronti a fare emergere talenti nascosti. Le 11 lezioni di 2 ore ciascuna prendono il via il 15 febbraio, ogni lunedì fino a maggio, dalle 18 alle 20. La presentazione al MEGAforlì è stata con Baldini, Ferri e gli autori dell’Annuario 2010. Nel costo di partecipazione (330 euro iva inclusa) è compresa la pubblicazione di un proprio racconto nell’Annuario 2011. www.nousautori.it

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Talento e buona volontà, tanto basta a uno scrittore. Facile a dirsi: “Il primo non si insegna e non si impara ma la buona volontà può fare miracoli, attraverso la lettura e la sperimentazione. Il mestiere di scrivere è fatto anche di fatica…”. Eraldo Baldini, nato a Russi di Ravenna 58 anni fa, è oggi un punto di riferimento per la letteratura nazionale e non solo. Antropologo culturale ed etnografico, dagli anni ’90 scrive saggi, romanzi, sceneggiature, testi teatrali. E ora dirige anche una nuova collana di narrativa per la casa

editrice Foschi di Forlì, “I Narratori”. “Vogliamo dar spazio ai giovani autori, senza indicare una precisa connotazione di genere ma con un obiettivo preciso, quello di far emergere testi di qualità”.

In un panorama contemporaneo in cui la pubblicazione di libri a pagamento dilaga il progetto Foschi-Baldini si vuole presentare diverso, come il volto serio dell’editoria. “È una sfida che parte ora con la pubblicazione di due romanzi, per arrivare a una media di cinque uscite all’anno”. Le prime due nuove voci scelte


I primi due titoli della collana: in alto “Madrid Express” di Carmelo Domini; sotto “Hotel Inferno camere vista mare” di Gianni Liverani.

dallo scrittore romagnolo, che predilige il noir ma non disdegna altri generi, sono quelle dell’esordiente Carmelo Domini e di Gianni Liverani. Anche loro romagnoli, di Ravenna e Bagnacavallo, autori rispettivamente di Madrid Express e Hotel Inferno camere vista mare, primi titoli in uscita per la nuova collana, dedicata ai narratori contemporanei. Romanzi pescati in mezzo al mare di proposte che arrivano sulle scrivanie della casa editrice forlivese, una cinquantina al mese, a cui si aggiungono i manoscritti recapitati direttamente a Baldini, nella sua casa di Porto Fuori. “Quello di Domini, Madrid Express, è un romanzo di formazione pieno di colpi di scena e di ironia, con protagonisti un gruppo di ragazzi in vacanza in Spagna nella mitica estate del 1982. Hotel Inferno camere vista mare di Liverani racconta invece personaggi border-line della riviera romagnola, un libro amaro e divertente, che non ha niente da invidiare a Charles Bukowski. Ad accomunarli è il ritmo avvincente dell’azione,

la buona scrittura e una buona dose d’ironia. Ingredienti che li connotano come ottimi romanzi, romagnoli e di livello internazionale”. D’altronde, come diceva Tolstoj, “se vuoi raccontare il mondo, racconta il tuo villaggio”. Ed è così che si muove anche Baldini, nella sua prolifica produzione di romanzi e storie brevi. “In aprile uscirà per Einaudi L’uomo nero e la bicicletta blu, romanzo di formazione ambientato nella campagna romagnola degli anni ’60 con protagonista un bimbo che si troverà a confrontarsi con il male e la precarietà della vita. Ho appena finito di scrivere anche un romanzo breve per la collana ‘I Corti’ del Corriere della Sera. S’intitola Nostra signora delle patate, ed è ambientato in un paesino della Romagna atea e socialista d’inizio ’900 dove, un bel giorno, a una bambina, appare la Madonna…”. Storie di ordinaria romagnolità , distillate dalla penna affilata di Eraldo Baldini e trasformate in universali. IN

E Flavio Dell’Amore racconta la “nobile arte” Un piccolo volume, dedicato a una delle discipline sportive più affascinanti. Quattro storie ambientate nel mondo del pugilato, racchiuse tra fine anni ’30 e dopoguerra. Episodi veri, raccolti personalmente da Flavio Dell’Amore, giornalista sportivo forlivese autore di vari libri sull’argomento ed editore del sito di boxe più “cliccato” d’Europa (http://news.boxeringweb.net). Era la Boxe non contiene riferimenti a imprese e gesti di grandi campioni del passato ma storie nelle quali, anche coloro che non sanno nulla di boxe, possono immergersi e lasciarsi trasportare dal ricordo e dalla malinconia. Quattro storie che galleggiano tra le corde del ring, il ritmo incalzante di un combattimento e un mondo ben più spietato di quello dei guantoni. Tutte lasciano nel lettore il sapore di un’epoca lontana, quando il pugilato aiutava l’anima a superare il malessere e l’inquietudine di vivere tempi (da) duri. (A.B.)

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Visitare | Musei San Domenico

Melozzo, l’

Umana bellezza

testo Sabrina Marin - foto Giorgio Sabatini

Tutte le opere “mobili” del pittore forlivese in mostra al San Domenico fino al 12 giugno, assieme a capolavori di Mantegna, Piero della Francesca, Bramante, Raffaello. E c’è anche la cupola di Loreto, ricostruita in 3D.

Senza Melozzo, il Cinquecento di Raffaello e Michelangelo non sarebbe mai esistito. L’opinione di Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani, rende perfettamente l’idea di quanto il maestro forlivese abbia contribuito all’intero scenario del Rinascimento italiano. Fino al 12 giugno ai Musei di San Domenico è visitabile la più completa esposizione che mai sia stata dedicata a Melozzo da Forlì. Perché visitare la nuova mostra che la sua città natale gli dedica, dopo quelle del 1938 e del 1994? Ai Musei di San Domenico saranno esposte praticamente

tutte le opere “mobili” dell’artista, riunendo anche gli affreschi staccati del colossale ciclo da lui creato per l’abside della Chiesa dei Santi Apostoli a Roma, ciclo diviso tra Musei Vaticani e Quirinale. Tuttavia fino ad oggi non si è mai potuto presentare un numero considerevole di opere superstiti, né si è condotta mai una riflessione approfondita sul ruolo centrale svolto dall’artista nella vicenda del Rinascimento, preferendo studiarne la personalità nel contesto romagnolo, dando una visione assolutamente riduttiva della figura poliedrica

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A fianco, uno dei celebri angeli musicanti di Melozzo (1480). Sotto, l’affresco staccato proveninente dai Musei Vaticani, con Sisto IV nell’atto della nomina di Bartolomeo Platina a prefetto della Biblioteca Vaticana (1477). In apertura, il taglio del nastro della mostra, il 28 gennaio scorso.

e profonda quale è stata Melozzo da Forlì. La mostra del 2011 propone il grande maestro forlivese a stretto dialogo con i capolavori dei grandi maestri della pittura italiana, da Andrea Mantegna, a Piero della Francesca (in mostra, per la prima volta, anche la sua Madonna di Senigallia), da Bramante a Pietro Berruguete, da cui Melozzo trasse insegnamenti e suggestioni. Infine in mostra è proposta un’ampia sequenza di opere, selezionate per precise affinità, di artisti che a lui s’ispirarono, in particolare Raffaello, presente al San Domenico con un corposo numero di capolavori, e che di lui furono allievi, primo tra tutti Marco Palmezzano.
La mostra restituisce al visitatore una perfetta ed emozionante sinergia fra le opere dei grandi interpreti di uno dei momenti più felici della storia dell’arte. La già corposa esposizione forlivese si arricchisce virtualmente

anche dell’unico complesso architettonico-decorativo di Melozzo conservatosi intatto fino ad oggi: la cupola affrescata della Sacrestia di San Marco nella Basilica della Santa Casa di Loreto, che per ovvie

ragioni non è possibile spostare. Grazie al supporto tecnologico stereoscopico messo a punto dalla società RInnova di Forlì la si è ricostruita virtualmente in mostra, grazie ad una suggestiva versione 3D. www.mostramelozzo.it IN

E al Canto27, due menu dedicati alla mostra Il ristorante forlivese proprio di fronte al Museo San Domenico, ha fatto della cultura e dell’arte il fil rouge della propria attività. In occasione della mostra su Melozzo, presenta due proposte su ricette dei più grandi cuochi del tempo: il menu Melozzo comprende uno sformato di fave, erbe aromatiche e mandorle con composta di mele (ispirata alla ricetta di Mastro Martino) e, come primo, i zanzarelli bianchi in sbocconcelli, una sorta di gnocchi alle mandorle (su ricetta del Platina). Il menu Rinascimento, oltre alle portate del menu Melozzo, è arricchito da quaglie in casseruola su cuscino di riso al vino rosso (su ricetta di Bartolomeo Scappi) e dalla torta di Riso (Cristoforo Messisbugo). (M.A.)

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Applaudire | Teatro Diego Fabbri

Di spettacolo in

Spettacolo

La prosa del Novecento protagonista al Diego Fabbri nei prossimi spettacoli in cartellone. E dalla primavera anche danza e operetta.

In alto l’Otello presentato dal Balletto di Roma. Sotto, Sebastiano Lo Monaco e Rosaria Carli, protagonisti del testo pirandelliano Non si sa come.

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I titoli che scandiscono la seconda parte della stagione di Prosa del Teatro Diego Fabbri di Forlì sono inseriti decisamente nel quadro del teatro del Novecento, se si eccettua il Non si sa come di Pirandello che, tuttavia, conosce una contestualizzazione innovativa rispetto all’originale. Ne emerge una vicinanza anche cronologica al pubblico dei nostri giorni, che crea un’immediata associazione tra palco e platea nel sentire e nel percepire. Per dirlo in modo più semplice, se Il catalogo di Carrière (rappresentato a inizio febbraio) ha messo in luce la fragilità del sistema di convenzioni sociali del contemporaneo, Tutto su mia madre di Adamson ma da Almodovar, (16 - 20 febbraio) affronta in modo emozionante e poetico la tensione a rileggere il modificarsi dei ruoli all’interno della famiglia, che è tema di oggi, presente e pressante. Dal canto suo Roman e il suo cucciolo (9 - 13 marzo) allarga l’attenzione dalla famiglia al sociale e mette in scena drammaticamente i meccanismi della convivenza tra individui provenienti da comunità e da identità culturali diverse, affrontando con coraggio un argomento oggi ormai ineludibile e fortemente coinvolgente. Non si sa come (23 - 27 marzo), si diceva,

precede di parecchi decenni la contemporaneità, ma porta allo scoperto le radici non così lontane di tante situazioni attuali attraverso il gioco di relazioni interne ad un gruppo di guitti inseriti in un’atmosfera solo apparentemente disinvolta e leggera. Elisabetta Pozzi, Alessandro Gassman e Sebastiano Lo Monaco non

hanno bisogno di presentazioni: hanno tutti esperienza, maestria e conoscenza del pubblico tali da trasformare anche il più delicato degli argomenti in racconto, in comunicazione pura tra attore e spettatore. E il pubblico del Teatro Diego Fabbri non è pubblico da negarsi a un rapporto di condivisione di questi elementi, che sono in fondo gli elementi portanti del teatro, soprattutto se sollecitati e costruiti con sapienza da chi si trova sul palco. Otello (24 febbraio) con il Balletto di Roma, Serata Forsythe (15 marzo) con il Ballet de Lorraine, Casanova (31 marzo) di Aterballetto e Paracasoscia (15 aprile) del Botega Dance Company, sono i prossimi appuntamenti con la Danza, affidati ad alcune tra le migliori compagnie attualmente sulla scena. Hello Dolly il 20 marzo conclude una breve, ma seguitissima stagione di Operetta. IN


LA BAITA DEL BUONGUSTAIO Specialità alimentari - Enoteca

FORLì C.so Garibaldi, 111 - tel. 0543.29657 MILANO MARITTIMA Via III Trav. Pineta, 5/A - tel. 0544.995653 www.labaitadelbuongustaio.com


Vincere | Edera Rugby

I ragazzi della

Palla ovale

testo Francesca Miccoli - foto Giorgio Sabatini

La passione, la fatica, il gioco di squadra. Uno sport come scuola di vita, rinato col Rubgy Forlì 1979, grazie all’impegno di un affiatato team di ex giocatori.

I pulcini del rugby forlivese Un gioco dalla forte valenza educativa. Favorisce socializzazione e rispetto delle regole, agevola confronto e disciplina. Per i giovani un’autentica scuola di vita. “Stiamo investendo grandi risorse umane ed economiche nel vivaio - dichiara il presidente di Rugby Forlì 1979, Gianluca Mordenti. Abbiamo portato la palla ovale alle elementari, alle medie e in qualche classe delle superiori. Invitiamo i ragazzi a provare sul campo e la scintilla scocca immediatamente”. Il reclutamento capillare nelle vallate - a Santa Sofia come a Portico e a Premilcuore - e la formazione di squadre satellite con bambini tra i 5 ai 12 anni a Castrocaro e Predappio ha portato il movimento a un totale di ben 240/250 tesserati.

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Nell’anno della resurrezione “a termine” degli sport di squadra forlivesi all’ombra di Saffi cresce in maniera costruttiva e costante una realtà che non vive tra vertiginosi up e dolorosi down ma tra apprezzabili risultati e legittime aspirazioni. Il Rugby Forlì 1979, inserito nel campionato nazionale di serie C sotto l’egida della polisportiva Edera, onora uno sport che è prima di tutto scuola di vita, basato sul rispetto di regole scolpite nell’etica individuale, prima ancora che codificate nei regolamenti. A conferma di quel celebre aforisma secondo cui il rugby è un “gioco bestiale praticato da gentiluomini”. Oggi l’Edera vive una

nuova stagione, probabilmente la più positiva in trent’anni di storia. Sei lustri in cui i biancorossi hanno conosciuto anche momenti non esaltanti. Sul finire degli anni ’90 gli ederini sembravano addirittura destinati a una malinconica e prematura uscita di scena. “Nella stagione 2002/2003 abbiamo toccato il fondo - dichiara coach Marco Zuccherelli, anima della società sportiva. Avevamo pochissimi tesserati e per poter disputare un campionato ci siamo uniti alla compagine cesenate”. Il nuovo staff tecnico e dirigenziale, affiatato team di ex giocatori, è animato dalla passione per questo sport. “Oggi siamo l’unica società


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romagnola a militare in tutti i campionati, dalla formazione

senior ai settori giovanili passando per il rugby in rosa”. La prima squadra insegue con buone credenziali un sogno chiamato serie B. Dopo un avvio di stagione in chiaroscuro i biancorossi hanno nel mirino quel terzo posto che significherebbe play off. “Saranno gli scontri diretti - spiega Zuccherelli - con Noceto, Parma e Ferrara a decretare il nostro futuro. Potrebbe rivelarsi fondamentale l’innesto di qualche giovane proveniente dal vivaio. Ogni anno 10/15 ragazzi vanno a rinverdire la prima squadra”.

Bestiale e da gentiluomini Un ricambio generazionale spesso decisivo, destinato a compensare qualche fisiologico forfait. “La nostra è una disciplina impegnativa, per partecipare in maniera competitiva a un campionato nazionale servono 5 o 6 allenamenti settimanali. Affrontare trasferte a Terni, Ascoli o Perugia diventa piuttosto impegnativo e talvolta, per motivi di studio o lavoro, c’è chi sceglie di non proseguire”. Oppure di continuare a livelli meno probanti. È il caso della neonata formazione meldolese, guidata dall’inossidabile ex Matteo “Salsiccia” Miserocchi. Cimentarsi con la palla ovale crea dipendenza, perseverare è doveroso. IN Acqua e fango, elementi naturali per una partita di rugby che si rispetti.

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Progettare | Forum Internazionalizzazione

Imprese

oltre

Confine

testo Francesca Renzi

Confindustria Forlì-Cesena organizza, per il secondo anno, il Forum d’Impresa per l’Internazionalizzazione. Il 24 febbraio all’ENAV, le imprese della provincia si riuniscono per confrontarsi sulle esperienze all’estero.

In un mondo sempre più globalizzato, il commercio è una delle attività che può permettere di superare la crisi, aprendo strade che consentono di dialogare con nuovi mercati, confrontarci con altre aziende, affrontare nuove tipologie di lavoro. In questo scenario, un punto cardine è l’attenzione verso l’internazionalizzazione e l’esperienza di chi ha già mosso i primi passi al di fuori dei confini italiani: un apprezzabile metro di paragone per tutte le altre aziende forlivesi e cesenati. Confindustria Forlì Cesena ne è ben consapevole e, per il secondo anno,

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organizza il Forum d’Impresa per l’Internazionalizzazione, realizzato anche grazie al contributo finanziario della Camera di Commercio di Forli-Cesena. Obiettivo del Forum è incrementare la cultura d’impresa, percorrendo la strada del confronto e del dibattito: il Forum del 24 febbraio all’ENAV di Forlì è l’occasione in cui le imprese di tutti i settori possono scambiarsi esperienze e testimonianze. Oltre a Vincenzo Colonna, vicepresidente per l’Internazionalizzazione di Confindustria Forlì-Cesena, Alberto Zambianchi, presidente della

Camera di Commercio di Forlì-Cesena, e Giuseppe Badetti, direttore ENAV Academy, i protagonisti del Forum sono Luca Paolazzi, direttore del Centro Studi Confindustria, con l’intervento sul tema “Superare la crisi, le sfide dei nuovi mercati”, e alcune case history raccontate in prima persona dai protagonisti. La vera anima dell’incontro, quella che permette di “fare impresa insieme”, prevede gli interventi di Cesare Trevisani, Ad del Gruppo Trevi, Alfredo Aureli, Ad di SCM Group e Andrea Soriani, direttore marketing di Maserati North America, che racconteranno le proprie esperienze e faranno il punto tra crisi e crescita, prima del dibattito aperto a tutti i partecipanti. Lo scambio d’idee e conoscenze termina infine in un’atmosfera conviviale, con un aperitivo multiculturale a base di cibi e vini da tutto il mondo. La partecipazione al 2° Forum d’Impresa per l’Internazionalizzazione è gratuita, previa adesione da comunicare alla Segreteria di Confindustria (tel. 0543.35538, info@ assindfc.it) entro il 18 febbraio. IN


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