InMagazine PREMIUM 2/11

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€ 3,00 Tariffa R.O.C.: Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB - FILIALE DI FORLÌ -

IMPRONTE DI STILI. Fernando Alonso, Iginio strAFFI, laura PAusInI, silvia Evangelisti, un sogno FEllInIAno, Azzurro come Il PEscE,

sant’Agata FEltrIA.

SPECIAL DOME. architettura e interior design sAn MArIno: spazi di luce,

ForEstE cAsEntInEsI: la ruota del tempo,

cusErcolI: Avanguardia in cantina.

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Editoriale

EDITORIALE di Andrea Masotti

Sport, spettacolo, economia: protagonisti di successo in settori diversi s’incontrano su questo numero di Premium, che raccoglie le eccellenze di un territorio importante come quello di EmiliaRomagna e Marche. A cominciare da Fernando Alonso, giovane campione partito da Oviedo e approdato alla scuderia Ferrari che in un’intervista esclusiva raccolta il suo rapporto con Maranello e con Forlì, dove ha sede il centro di medicina sportiva guidato dall’inseparabile preparatore atletico Fabrizio Borra. Iginio Straffi, disegnatore e imprenditore, ci porta dentro al mondo delle sue magiche Winx, create nell’innovativa sede di Rainbow. Dai colori delle fatine di Straffi al ritorno sul palcoscenico di Laura Pausini, che dal periodo vissuto in Romagna tra gli affetti di casa ha maturato nuove energie e stimoli per ripresentarsi come protagonista della scena, con il nuovo album “Inedito”. Silvia Evangelisti, direttrice di Arte Fiera di Bologna, svela invece alcune anticipazioni sulla nuova edizione della kermesse, in programma a fine gennaio 2012. Spazio quindi al territorio, con un romantico viaggio nella Rimini Felliniana e tra le rocche e castelli di Sant’Agata Feltria e del Montefeltro, tuffandosi infine tra i prelibati piatti a base di pesce azzurro preparati lungo le coste dell’Adriatrico. Ad anticipare questa nutrita parte centrale della rivista è quella dedicata alle rubriche, con golf e nautica che portano in primo piano la novità di Golf’Us e la figura di Corrado Piccinetti, esperto di Lineablu. A seguire spazio all’enologia, con tre eccellenze vinicole scelte tra Imola e

Tariffa R.O.C.: Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB - FILIALE DI FORLÌ -

€ 3,00

Pesaro, ai libri e all’arte, con un’intervista al romanziere Alfredo Colitto e la presentazione della mostra ferrarese che rievoca gli splendori della Parigi d’inizio Novecento. Si prosegue nel segno del turismo con Nardo Filippetti, operatore a 5 stelle, mentre a parlare di moda è Manuela Mariotti, direttrice creativa di Dondup. Attenzione allo shopping, infine, con la Guida al fashion consapevole realizzata da CNA Federmoda Forlì-Cesena. Le tradizionali rubriche “fuori zona”, Dolomite e Versiliana, chiudono la prima parte di Premium presentando il nuovo Rosapetra Spa Resort e l’artista pop Ludmilla Radchenko. Lo speciale DOME ci porta invece dentro al mondo dell’architettura e del design, attraverso alcuni esempi di progetti all’avan-

IMPRONTE DI STILI. Fernando Alonso, Iginio strAFFI, laura PAusInI, silvia Evangelisti, un sogno FEllInIAno, Azzurro come Il PEscE,

sant’Agata FEltrIA.

SPECIAL DOME. architettura e interior design sAn MArIno: spazi di luce,

ForEstE cAsEntInEsI: la ruota del tempo,

cusErcolI: Avanguardia in cantina.

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guardia nei quali la formula vincente sta nella compenetrazione tra spazio e paesaggio. Così è nella villa sui colli di San Marino firmata dall’architetto Vanda Venturi, una forma semplice in dialogo costante con l’ambiente in cui tecniche artigianali e innovazione si integrano. Nel Casentino un antico mulino restaurato ci porta indietro nel tempo, in un angolo di paradiso immerso nel bosco. Nella valle del Bidente ci accoglie poi la nuova struttura realizzata da Poderi dal Nespoli, dove tradizione vinicola e tecnologia s’incontrano grazie a linee morbide e a materiali eco compatibili. Nel cuore di Ravenna, infine, c’è l’originale Orient Expresso, sala da tè e Officina botanica firmati da Diamante Marzotto, mentre a Cesena gli oggetti di scarto tornano a rivivere, grazie ad Ofelia Tuttotorna.

Editoriale / 3


Sommario Premium

SOMMARIO - PREMIUM impronte di stili

Editoriale

3

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Accenti 8 Ever Green

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Blue Notes

22

Decantare 26 Tra le righe

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Creative Papers

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56

44

Orizzonti 34 Fashionable 36 Open Mind

38

50

Laura Pausini non ho mai smesso. E canto ciò che sono.

Silvia Evangelisti Un sogno felliniano

Versilia 42

Rimini: la città, la memoria e il suo regista.

44

talento spagnolo tra Maranello e Forlì.

Iginio Straffi sulle ali della fantasia.

4 / Sommario Premium

50

62

la signora dell’arte.

Dolomite 40

Fernando Alonso

56

Sant’Agata Feltria

68

74

terra di frontiera, ricca di torri e castelli.

Azzurro come il pesce tipico dell’Adriatico, da gustare sulla banchina.

82


Sommario Premium

SOMMARIO - PREMIUM impronte di stili

SPECIAL DOME architettura e interior design

Accenti

92

Spazi di luce

94

sui colli di San Marino una villa sofisticata e all’avanguardia.

La ruota del tempo

100

94

il restauro di un antico mulino nel Casentino.

Avanguardia in cantina

“IN MAGAZINE PREMIUM” anno VI - n° 2 dicembre 2011 - gennaio - febbraio 2012 Reg. al Tribunale di Forlì il 28/10/2005 n. 43

106

Edizioni IN MAGAZINE S.R.L. Redazione e amministrazione: 47100 Forlì - Via Napoleone Bonaparte, 50 tel. 0543.798463 - fax. 0543.774044

architettura e territorio in armonia.

www.inmagazinepremium.it www.inmagazine.it www.menabo.com inmagazinepremium@menabo.com

Orient Expresso tra i fiori 110 suggestioni e profumi nel cuore di Ravenna.

Il design del riuso cartone, lattine e barattoli: tutto torna utile.

Stampa: Graph S.N.C. - San Leo.

114

Direttore Responsabile: Andrea Masotti.

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Redazione centrale: Roberta Brunazzi, Serena Focaccia, Francesca Ricci. Segreteria di redazione: Liza Vallicelli. Progetto grafico e impaginazione: Lisa Tagliaferri. Ufficio commerciale: Lucia Accardo, Gianluca Braga, Irena Coso, Laura De Paoli, Ilaria Marianini. Fotografi: Omar Cappelli, Gianluca Camporesi, Massimo Fiorentini, Mario Flores, Riccardo Gallini, Giorgio Sabatini. Collaboratori: Mariavittoria Andrini, Linda Antonellini, Annalisa Balzoni, Simonetta Campanelli, Marco Giovenco, Federico Graziani, Sabrina Marin, Ilaria Milandri, Valentina Minzoni, Massimo Morandi, Stefano Rossini, Alessandra Segreto, Veronica Tarabella, Ilaria Traditi, Cristina Vannuzzi. Controllo produzione: Isabella Fazioli. Chiuso per la stampa il 14/12/2011

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Sommario Premium / 5




Accenti

Le nuvole di Olivieri. Bologna - La Galleria Forni, presenta una selezione di fotografie di Stefano Olivieri, tratte dal ciclo “Clouds, a point of view”. Protagoniste dell’esposizione sono le nuvole, di cui Olivieri analizza le costanti trasformazioni e le innumerevoli forme evocatrici di altrettanti stati d’animo. La mostra è il risultato di un lavoro svolto nell’arco di due anni, in cui Olivieri ha realizzato innumerevoli scatti da un’unica postazione: il belvedere di Vasto. Nell’arco di due anni di osservazione il fotografo ha colto ogni variazione di quell’angolo di mondo nel susseguirsi delle stagioni e dei cambiamenti meteorologici, riproducendo cieli tersi e plumbei, pesanti e minacciosi. La Galleria bolognese di via Farini 26 ospita l’esposizione sino al 19 gennaio. (F.Ri.)

Cesena - I Quintorigo premiati come miglior band 2011. Un altro importante riconoscimento per il gruppo romagnolo che si aggiudica il PIMI (Premio Italiano Musica indipendente), assegnato da una giuria d’eccezione formata da giornalisti ed operatori del settore, come miglior band del 2011. Il riconoscimento arriva grazie a English Garden, il loro ultimo lavoro, e al tour che ne è seguito. Pubblicato a gennaio 2011 e accompagnato da 50 date in tutta Italia, il nuovo album dei Quintorigo ha rinnovato la passione e l’interesse da parte dei media e dei fan del gruppo. Per il nuovo progetto la band ha deciso di rimodellare la propria personale idea di ital-rock, con un disco in lingua inglese che vanta la collaborazione di Juliette Lewis.

Anita Dube, prima personale in Italia.

Bologna - La Galleria Marabini ospita la prima mostra personale italiana dell’artista Indiana Anita Dube. L’inaugurazione della mostra nei locali di vicolo della Neve 5, si terrà il 27 gennaio alla presenza dell’artista; l’esposizione sarà aperta al pubblico dal 30 gennaio al 16 marzo 2012. L’artista indiana Anita Dube crea i suoi lavori attraverso un linguaggio concettuale che valorizza opere prevalentemente scultoree incentrate

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Quintorigo, migliore band.

su tematiche quali la memoria sociale e personale, la storia, la mitologia e le esperienze fenomenologiche, utilizzando una grande varietà di oggetti tratti dal settore dell’industria, della manifattura, materiali biologici e readymade. Spesso contrappone materiali organici ed inorganici con oggetti fatti a mano ed artigianali, per creare un senso di contrasto tra familiare ed estraneo, invitante ed inquietante. (F.Ri.)

Wildt in San Domenico. Forlì - Nuovo appuntamento al San Domenico di Forlì con “Wildt. L’anima e le forme tra Michelangelo e Klimt”. Un’iniziativa promossa come sempre dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, dedicata ad uno degli artisti più sofisticati e colti del Novecento. La sua opera sarà al centro dell’esposizione che, dal 28 gennaio al 17 giugno 2012, animerà le sale dei musei civici San Domenico di Forlì, dove sarà posta a confronto con capolavori dei grandi maestri del passato, da Fidia a Cosmè Tura, Antonello da Messina e Canova, oltre che con i moderni con cui si è confrontato, tra cui Previati, Mazzocutelli, Rodin, Klimt, De Chirico, Morandi, Casorati, Fontana, Melotti e tanti altri. Per info: www.studioesseci.net



Accenti

Nuovi concept per i negozi Piero Guidi. Urbino - Piero Guidi avvia un nuovo “concept” per i propri negozi. Si comincia da New York, con la sede appena aperta nel quartiere di Soho (430 West Broadway), dove le clienti che da tanti anni amano gli oggetti con il marchio dei due angeli da qualche settimana trovano atmosfere del tutto nuove. La scelta di Soho, il quartiere dove vivono anche artisti di successo e

si trovano i ristoranti più noti, è frutto di una lunga strategia e programmazione dell’azienda urbinate. “Gli arredi di pelle bianca, le luci led da museo, i mobili in acciaio servono ad esaltare le linee più note dell’azienda”, dice Giacomo Guidi, direttore artistico dell’azienda di famiglia. “Le ‘bold’ e le ‘Magic Circus’ dominano i quattrocento metri quadrati di esposizione. (S.C.)

“Lo scultore, la terra”, con Carlo Zauli. Roma - Il 2011 è stato un anno di forte rilancio per l’opera di Carlo Zauli, che si conclude con un evento degno della memoria dell’artista faentino scomparso nel 2002, considerato uno degli scultori e ceramisti più importanti del Novecento. Dopo la mostra al Vittoriano in cui ha rappresentato l’Emilia-Romagna in occasione delle celebrazioni dei 150 anni dall’Unità d’Italia, la grande mostra antologica di Cervia e Bagnacavallo e il recente appuntamento con la fiera di Miami, le opere di Zauli sono presenti nella mostra “Lo scultore, la terra - Artisti e ricerche 1920-2011”, inaugurata il 16 dicembre a Roma nelle sedi dell’Archivio della Scuola Romana di via del Babuino e nella Galleria Emmeotto di via Margutta. Curata da Flaminio Gualdoni e Netta Vespignani e sotto il patrocinio dell’Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico, l’esposizione presenta 55 opere realizzate

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dai maggiori artisti del Novecento accanto a quelli più contemporanei, che si sono dedicati alla scultura in ceramica.

Il meglio del piacere. La summa del loisir italiano, una rassegna dei locali più trendy della penisola e degli appuntamenti a cui ogni trendsetter non può mancare. Questo è quanto si trova nella nuova “Guida al piacere e al divertimento 2012”, firmata come sempre dal giornalista esperto di costume Roberto Piccinelli. Il vademecum del divertimento insegna come muoversi da Nord a Sud tra ristoranti, wine bar, discoteche, music club e tutto ciò che offre la movida italiana. Una guida pratica e autorevole e nello stesso tempo frizzante e curiosa, giunta alla quindicesima edizione, che ogni anno presenta i locali più trendy descrivendoli secondo tipologia e clientela, con una valutazione da 1 a 5 stelle. Una guida sempre nuova, che si spinge anche a proporre tutte le nuove tendenze applicate alla vita sociale e al mondo del divertimento: dall’Ego Turismo – il turismo di chi migra verso le località “vetrina” come Cortina D’Ampezzo, Courmayeur e Capri passando per le ultime novità in fatto di locali, come il rifugio alpino che fa bere champagne dalla grondaia, la riserva di caccia con jazz club, o la rubinetteria con enoteca. Impossibile non divertirsi. (V.M.)


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Accenti

Cinema italiano e Risorgimento.

Elfi accende Bologna.

Cesena - Al Centro Cinema Città di Cesena fino al 30 gennaio 2012 è esposta “Viva l’Italia! Il Risorgimento sul set”, raccolta di fotografie di scena che, prendendo in prestito il titolo del film di Rossellini, presenta temi e personaggi risorgimentali del cinema italiano, in un intreccio tra Storia e Romanzo. La mostra, curata da Antonio Maraldi e voluta dalla Fondazione Cinema per Roma, è stata presentata nel corso dell’ultima edizione del Festival Internazionale del Film di Roma. Questa sorta di viaggio per immagini utilizza foto di scena e scatti fuori scena, intercettando film dal forte intento celebrativo come “Viva l’Italia” e “Camicie rosse” affiancandoli a pellicole in cui le vicende storiche assumono le forme del melodramma di Luchino Visconti o della commedia, alla Luigi Magni. Le foto in mostra provengono dall’Archivio

Bologna – Elfi spa, azienda leader per le elettroforniture in Romagna e Marche, si prepara a divenire il punto di riferimento anche in Emilia con la nuova filiale di Bologna, in via del Tappezziere 1, inaugurata lo scorso 19 novembre alla presenza delle autorità, dei clienti e dei collaboratori. Al taglio del nastro sono seguite sorprese e uno spettacolo comico con il cabarettista Pizzocchi. L’espansione e la proattività dell’azienda forlivese, soprattutto in un questo periodo di crisi del mercato, testimonia la volontà di andare con forza controcorrente, senza subire passivamente il cambiamento ma tramutandolo in opportunità. Questo importante momento di espansione s’inserisce nella fase di rinnovamento dell’azienda, inaugurata in occasione del recente anniversario di Elfi festeggiato con un grande evento che ha illuminato la città di Forlì.

Storico del Cinema /AFE di Roma, Franco Bellomo, Centro Cinema Città di Cesena, Cineteca di Bologna, Museo Nazionale del Cinema di Torino e Reporters Associati di Roma.

Gruppo Giovani modenesi. Modena - Passaggio di testimone al vertice del Gruppo Giovani di Confindustria Modena. L’assemblea dei giovani imprenditori ha eletto nuovo presidente Elena Salda, che succede nell’incarico a Davide Malagoli. L’esperienza di Elena Salda all’interno del Gruppo Giovani Imprenditori è iniziata nel 2008 in qualità di consigliere con delega alla Formazione e alla Responsabilità sociale d’impresa (Rsi). Dal 2009 siede nel consiglio d’amministrazione di Nuova Didactica, la scuola di alta formazione di Confindustria

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Modena e dal 2010 è invitata permanente alla giunta di Confindustria Modena. Elena Salda rimarrà in carica fino a dicembre 2014 e opererà al fianco dei due vicepresidenti Marco Arletti e Giorgio Bellucci (nella foto assieme alla presidente). Eletto anche il nuovo consiglio direttivo, composto da dieci consiglieri: Valentina Agnani, Alessandro Baklagis, Alessio Balestri, Marta Brozzi, Vittorio Cavani, Gianmarco Messori, Luca Panini, Fabio Poli, Federico Saetti e Claudio Stefani. (F.Ri.)

Libro per Ragazzi in fiera. Bologna – Quarantanovesima edizione della Fiera del Libro per Ragazzi, dal 19 al 22 marzo 2012. Il capoluogo emiliano ospita la fiera più attesa dagli operatori del settore e accoglierà il paese ospite d’onore alla Mostra degli Illustratori 2012, il Portogallo, che si presenta con la mostra “Como as cerejas” (Come le ciliegie). L’edizione 2012 sarà anche l’occasione per festeggiare la decima edizione dell’Astrid Lindgren Memorial Award (ALMA), uno tra i più prestigiosi riconoscimenti riservati alla letteratura per ragazzi. Infine, dopo il grande successo nell’edizione 2011 della conferenza sull’editoria digitale, TOC Tools of Change for Publishing si riproporrà il 18 marzo con la seconda edizione, organizzata da O’Really Media e Fiera del Libro per Ragazzi, che si terrà al Palazzo dei Congressi di Bologna. (F.Ri.)



Accenti

Dondup Uomo 2012, i Celti in chiave moderna. Pesaro - La storia e i territori del popolo celtico sono il tema predominante della collezione Dondup uomo autunno/ inverno 2012-13. Lane pesanti naturali e cotoni grezzi dalle tonalità terrose evocano le emozioni dei paesaggi invernali; flanelle calde, tele di canapa pesanti e maglioni lavorati a maglia i ventosi altopiani scozzesi e le spiagge desolate delle coste irlandesi. Blazer in lana destrutturati e “stropicciati”, peascots pesanti e cappotti oversize in lana grezza sono le proposte dell’ampia e lussuosa scelta dei capi out wear. La maglieria è caratterizzata da soprabiti in lana grezza dai toni naturali, pullover in lana Shetland e maglioni

dai pesi differenti di color ardesia ispirati al cielo grigio di Alba, nome celtico della Scozia. Camice classiche, stonewashed e a righe dal fitting perfetto, t-shirt in cachemire e cotone 100% e pull in angora completano la maglieria. Velluto a coste, Oxford strutturato e cotone robusto sono i tessuti predominanti dei pantaloni adatti ad ogni situazione. Bordeaux, blu inigo e black denim la palette di colori designata. E il denim è decisamente innovativo. La nuova collezione invernale dal sapore celtico è stata rivisitata in chiave moderna, per lo spirito metropolitano dell’uomo Dondup. (S.C.)

Omnia Comunicazione per i 50 anni di Boen. Fano - Per celebrare i 50 anni, Boen, multinazionale norvegese leader nel settore pavimentazioni in legno, ha affidato all’agenzia di comunicazione, con sede a Fano, il concept di una speciale pubblicazione e dello stand alla fiera Fsb di Colonia (Germania). Il design ironico e non convenzionale di Omnia Comunicazione ha fatto vincere la sfida con i grandi concorrenti internazionali. Un’interpretazione dei valori e la filosofia del brand scandinavo sono i protagonisti

del progetto originale, dedicato alla linea sport del marchio. “Se la creatività è una risorsa autentica e di valore, oggi più che mai può essere premiata dal mercato globale. Non a caso Boen ha selezionato Omnia Comunicazione per le sue specifiche competenze: finalmente la creatività italiana, di cui ci sentiamo interpreti, ha conquistato l’ambito mercato scandinavo, da sempre punto di riferimento in ogni campo, dalla grafica al design”, ha commentato Marcello Di Piazza. (S.C.)

Nuovo showroom Motor. Bologna - Lo scorso 15 novembre è stata inaugurata la nuova sede di Motor SpA, la concessionaria Ferrari e Maserati di Bologna. L’apertura dello spazio di oltre 1600 metri quadrati, in via Po 2/11, è stata anche l’occasione per presentare i due nuovi modelli di punta dei due marchi: la Maserati GranCabrio Sport, che ha avuto quest’anno la sua anteprima mondiale al Salone dell’automobile di Ginevra, e la Ferrari 458 Spider, svelata al pubblico al recente Salone di Francoforte. (V.T.)

Ballantine, nuovo negozio a Cesena. CESENA - Inaugurato lo scorso 26 novembre, in corso Sozzi 37 a Cesena, il nuovo negozio monomarca Ballantine. All’evento di apertura hanno partecipato vari dirigenti del celebre marchio che per l’occasione hanno incontrato professionisti, amici e clienti, nel corso di una giornata conviviale molto partecipata. Evento Ballantine anche il 12 dicembre a Maranello assieme ai piloti della Ferrari, attesi nel negozio di Cesena per un incontro in programma per i primi mesi del 2012.

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C’è un punto in cui tradizione e design si incontrano.

Il design vive con la tradizione. Noi di Poltrona Frau la pensiamo così. Ecco perché, da sempre, ci affidiamo alle mani esperte dei nostri artigiani, che seguono le principali fasi di lavorazione e scelgono i materiali più pregiati. Solo così possiamo offrirvi ogni volta la migliore qualità italiana.

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Accenti

“Cotidie”, il nuovo ristorante di Bruno Barbieri. Londra - Sarà inaugurato a fine gennaio a Londra (50 Marylebonne, High Street) il “Cotidie”, il nuovo ristorante di Bruno Barbieri, chef pluristellato e giudice della fortunata edizione di Masterchef Italia. Nato a Medicina (Bologna) nel 1962, Bruno Barbieri è lo chef italiano con il maggior numero di stelle Michelin, insieme al grande Gualtiero Marchesi: 1 stella Grotta di Brisighella, 2 stelle Trigabolo (Argenta), 2 stelle Locanda Solarola, 2 stelle Ristorante Arquade -

Relais Chateaux Villa del Quar, in tutto 7. Autore di numerosi libri tra cui uno dedicato alla cucina senza glutine, prima di approdare a Masterchef è stato protagonista di programmi televisivi di successo per il Gambero Rosso Channel e collaboratore di varie radio. Il “Cotidie” con Bruno Barbieri porterà la grande tradizione italiana nel Regno Unito, una sfida che di certo appassiona lo chef, che ha sempre mantenuto con orgoglio le proprie radici emiliane. (M.A.)

Hotel Chalet del Brenta, dove il benessere è stile.

Madonna di Campiglio - Paolo BIagiali, figlio di Massimo proprietario dell’Hotel Giardino di San Lorenzo in Campo, ha fatto un salto in alto, fino a Madonna di Campiglio dove gestisce l’Hotel Chalet del Brenta. L’albergo è immerso nello scenario unico delle Dolomiti di Brenta e dei ghiacciai dell’Adamello e della Presanella. La deliziosa struttura a 4 stelle è caratterizzata dal tipico design di montagna in stile moderno, con materiali caldi e naturali. L’hotel è adatto non solo per sciatori ma anche per chi ama il relax. Sauna, bagno turco, docce di reazione e cascata di ghiaccio, piscina idromassaggio con lama cervicale e doccia emozionale del percorso water paradise, tisaneria, oltre ad un’area per massaggi e trattamenti si sviluppano nel Centro Benessere “Allsenses”, su quasi 500 metri quadrati. Si passa poi al ristorante, con ogni sera un menu à la carte diverso e più di 300 etichette della cantina. (S.C.)

Sfida in tavola tra imprenditori. Acqualagna - La “Sfida in Tavola” della 46esima Fiera del Tartufo, ha visto aggiungere un sapore glamour in cucina. Durante la consolidata l’iniziativa del “Salotto da Gustare” sono stati messi ai fornelli i noti imprenditori, legati al territorio, Massimo Berloni (AD Dondup) e Domenico Guzzini (presidente del gruppo Fratelli Guzzini), supportati dalle showgirls Fioretti e Michela Coppa e coordinati dagli chef professionisti di Acqualagna Nico Giacomel (Ristorante La Ginestra) e Samuele Ferri (Osteria del Parco). I due imprenditori, creatori di mode e tendenze di successo internazionali, non hanno mai abbandonato la passione per la cucina tradizionale e per le eccellenze

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del territorio, quali il tartufo. Con pentole, padelle e utensili rigorosamente Guzzini e con la tavola della giuria apparecchiata con le linee

dal design unico, i due si sono impegnati nella realizzazione del miglior piatto a base di tartufo bianco. A condurre la sfida è stata l’attrice Justine Mattera. (S.C.)



Accenti

Relax all’Hotel Excelsior. Pesaro - Nei rinnovati ambienti, la Spa dell’Hotel Exlcesior proporre nuove emozioni: il rituale dell’Hamman è una delle migliori terapie per combattere tensioni, stress quotidiani e disturbi respiratori, permettendo all’epidermide di liberarsi di tutte le impurità, con il trattamento in doccia Vichy e le proposte di Talassoterapia. Quest’anno la Spa

Aspiranti chef da Amaltea. Excelsior dedica inoltre Wellness Gift a tutti gli amanti del benessere: l’esclusiva carta personale ad un prezzo speciale, un regalo perfetto per chi ama i momenti di relax. Chi la riceve può godere di tutti i trattamenti benessere della Spa e ricaricarla una volta esaurito l’importo. Per info tel 0721 630015; www.excelsiorpesaro.it. (S.C.)

Modena - Inaugurata il 2 dicembre, in via Castel Maraldo a Modena, “Amaltea”, la nuova scuola di cucina di Luca Marchini, chef stellato e patron del ristorante L’Erba del Re . “La scuola - racconta Marchini - è rivolta a tutti coloro che, a livello amatoriale, vogliono imparare a cucinare. I corsi si terranno sia alla mattina sia al pomeriggio, nella sala che ospita la scuola”. Previste anche iniziative per bambini. Il costo delle lezioni è di circa 70 euro l’una; per info tel. 059 218188. (M.A.)

Festival della cucina. Piobbico (PU) - Nell’autunno di quest’anno, il Castello Brancaleoni di Piobbico si è trasformato in “fortezza del gusto” concretizzando l’idea di Elsa Mazzolini, direttore de “La Madia Travelfood” e organizzatrice di questo “Festival della cucina” che ha scelto Piobbico per la sua undicesima edizione. Fil rouge della rassegna sono

A Massimo Bottura 3 stelle Michelin. Modena - La prestigiosa guida Michelin, nella nuova edizione 2012, ha assegnato a Massimo Bottura, chef dell’Osteria Francescana di Modena, la terza stella, uno dei riconoscimenti più ambiti dai cuochi di tutto il Paese. Questa la motivazione: “Se la sobria raffinatezza della sala da pranzo ricorda un’elegante semplicità francescana, tutte le tracce di un’osteria sono diventate un lontano ricordo grazie alle creazioni intellettuali dello chef, profeta

di una cucina d’avant-garde e innovativa che evoca ricordi d’infanzia e sapori modenesi”. Per la prima volta in Italia, uno chef primeggia nelle graduatorie delle tre principali guide: 95 punti per il Gambero Rosso, 19,75 per l’Espresso. I ristoranti premiati dalla Guida Michelin sono in tutto 295. La regione con più stelle è la Lombardia (56 ristoranti), seguita dal Piemonte e, al terzo posto a pari merito, da Campania ed Emilia-Romagna.

Ph. Elliot Erwitt

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stati i sapori mediterranei, ora elevati a “patrimonio dell’umanità”. Mentre nelle vie del borgo si poteva curiosare fra funghi, tartufi, prodotti dell’agroalimentare e dell’artigianato locale, nelle tante stanze del castello erano in mostra le eccellenze della tavola: il buon cibo e il buon bere made in Italy. Epilogo del Festival è stato il sontuoso pranzo per una platea di oltre 600 operatori del settore provenienti da tutta Italia, allestito da Gianfranco Vissani. (S.C.)


De Stefani S.p.A. Concessionaria Ufficiale di Vendita Mercedes-Benz ForlĂŹ, Via Ravegnana 407 tel. 0543 811011 - Imola, Via Pola 23 tel. 0542 691911 - Ravenna, Via Dismano 2 tel. 0544 479611 www.destefani.net


Ever Green

TUTTO PER IL GREEN a Bologna il nuovo megastore Golf’Us. a cura di Mariavittoria Andrini

Inaugurato a Bologna il Megastore Golf’Us, grande negozio dedicato esclusivamente al golf. Gli appassionati di questo sport possono trovare, in questo centro di rivendita di ben 500 metri quadrati (tra i più grandi in Italia e in testa alle classifiche per metratura della regione), tutta l’attrezzatura migliore - dai putter ai ferri, dai legni agli ibridi, ma anche guanti, copri bastoni, palline, alza pitch, ecc… - e l’abbigliamento delle migliori marche. A disposizione dei clienti vi è anche uno spazio di battuta tecnologico dove tirare contro uno schermo/telone che raffigura un campo e provare quindi tutta l’attrezzatura. Un computer analizzerà stile e swing e fornirà, in tempo reale, indicazioni tecniche e suggerimenti dei materiali più idonei al giocatore. Golf’us è la catena golfistica numero uno in Europa con circa 70 punti vendita

Emilia Romagna Golf in Turchia. Per l’undicesimo anno consecutivo Emilia Romagna Golf è stata presente all’International Golf Travel Market di Belek, in Turchia, la manifestazione che ha visto la partecipazione di 1200 operatori turistici specializzati fra i quali 450 espositori e 350 buyers. “Pur riscontrando il perdurare di un momento estremamente complicato per il mercato del turismo golfistico, all’interno del quale sembrano produrre buoni risultati soltanto quelle destinazioni o golf resort in grado di offrire prezzi estremamente contenuti - dice Maurizio De Vito Piscicelli, promoter di Emilia Romagna Golf -, abbiamo avuto ben 55 appuntamenti che hanno confermato interesse per l’offerta golfistica della Regione Emilia Romagna da parte di tanti qualificati Tour Operator specializzati nel golf e dei molti Media presenti all’evento”.

FIG: Trofeo Nazionale Attività Giovanile. oltre alla vendita on line. È stata fondata da Paolo Vittadini (nella foto sopra a destra) , uno che la vede sempre lunga negli affari, visto che negli anni ’80 aveva ideato i Pony Express. Quello di Bologna è il sesto store italiano della catena. La regione Emilia Romagna è al quinto posto nella classifica nazionale per praticanti del golf, con quasi diecimila associati e con una tendenza, anche se lenta, decisamente in crescita. In Italia i tesserati Fig sono circa 100 mila, un numero importante ma ancora lontano dai 500 mila tesserati della Francia, dai 600 mila della Germania e dai 400 mila in Spagna. In vetta alla classifica europea svettano, com’era immaginabile, i giocatori inglesi, che raggiungono quota 3 milioni. Il Megastore Golf’Us si trova a Bologna, via Stendhal 11, a due passi dall’uscita della tangenziale.

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Si è disputata a fine ottobre sullo splendido campo del Golf Club Padova di Galzignano Terme, la finale del Trofeo Nazionale Attività Giovanile della Federazione Italiana Golf. La squadra della Zona 4, che comprende i migliori giovani under 18 di Emilia Romagna e Marche, si è classificata al quarto posto. Gli atleti, capitanati da Maurizio Barberini, provengono da prestigiosi Golf Club della regione quali Golf e Country Club di Modena, Golf Club Adriatic di Cervia, Le Fonti di Castel San Pietro, Golf Club Matilde di Canossa di Reggio Emilia e Cus Ferrara, che dedicano molte energie all’attività giovanile.


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Blue Notes

CORRADO PICCINETTI il professore di Lineablu. a cura di Marco Giovenco - foto H24

Corrado Piccinetti ha acquistato notorietà presso il pubblico per la sua partecipazione alla trasmissione Lineablu su RaiUno, ma da sempre si occupa a livello accademico della biologia, in particolare di quella marina. Un connubio vincente di passione scientifica e divulgazione.

I pescatori lo considerano un oracolo, gli studenti un faro, e i suoi pareri autorevoli e competenti sono determinanti anche attorno ai tavoli europei dedicati al governo dell’economia ittica. Per il professor Corrado Piccinetti, fanese, docente di ecologia e biologia alla facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali dell’Università di Bologna e direttore del Laboratorio di biologia marina e pesca di Fano, il mare ha ben pochi segreti. Da quasi dieci anni, poi, il suo volto e il suo nome sono diventati popolarissimi grazie anche alla consulenza e partecipazione alla trasmissione di Raiuno “Lineablu”. Professore, quanto conta oggi l’attività accademico-scientifica nella gestione economica e ambientale della risorsa ittica? “Sicuramente tantissimo, perché gli studi scientifici sono la base del miglioramento di qualunque attività dell’uomo. Tuttavia oggi l’attenzione del mondo accademico è rivolta più alla protezione dell’ambiente che alla gestione della risorsa per il suo sfruttamento. Anche perché quest’ultima è direttamente conseguente alla tutela ambientale. Nel giro di pochi anni, tra l’altro, il settore ittico è profondamente cambiato: una serie di normative ha ristretto di molto i limiti entro cui operare. Per ovvie ragioni: la prima rallentare uno sfruttamento molto più intensivo rispetto a quello che si aveva anche soltanto mezzo secolo fa. Ecco perché è fondamentale portare avanti studi per la tutela integrata dell’ambiente”. E a Fano, presso il laboratorio di biologia marina e pesca, sede distaccata dell’ateneo bo-

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Blue Notes

Corrado Piccinetti. Originario di Fano, 68 anni, è professore in ecologia alla facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali dell’Università di Bologna. Svolge anche il corso di biologia della pesca e acquacoltura nel corso di laurea in Scienze Biologiche. Dal 1977 è Direttore del Laboratorio di Biologia Marina e Pesca dell’Università di Bologna in Fano. Tra i tanti incarichi ricoperti è stato componente del Comitato Tecnico Scientifico della Pesca dell’Unione Europea per oltre 15 anni. Dal 1982 siede al tavolo del Comitato Nazionale Gestione Risorse Biologiche presso la Direzione Generale Pesca Marittima del Ministero Politiche Agricole. È stato membro della Consulta del Mare presso il Ministero dell’Ambiente, con il compito di valutare gli effetti delle attività industriali e della pesca sull’ambiente marino. È presidente del Consiglio Scientifico del Centro Italiano Ricerche sulla Pesca (CIRSPE) e referente italiano per il progetto di cooperazione in Adriatico (ADRIAMED) della FAO. Dal 2003 è anche consulente e co-conduttore di rubriche della trasmissione di Raiuno “Lineablu”.

lognese, viene svolta proprio ricerca applicata nell’areale marino più grande del Mediterraneo, quello che comprende tutto l’Adriatico fino al Gargano. Dal 2003 è popolare co-conduttore accanto a Donatella Bianchi e Fabrizio Gatta di rubriche della trasmissione “Lineablu”, in onda ogni sabato pomeriggio su Raiuno. Lei è poco incline ai riflettori, ma ha accettato con l’obiettivo di lanciare un preciso messaggio… “Sì, è vero. Considero la vita, i comportamenti in natura, dei veri e propri miracoli. Studiarli è affascinante, ma per me è altrettanto bello e stimolante divulgare la straordinarietà di organismi che, poi, qualunque massaia maneggia, pulisce, cucina, mangia. La conoscenza aiuta ad apprezzare in modo consapevole e sensibilizza l’opinione pubblica anche su temi fondamentali come la sostenibilità ambientale e la protezione delle specie”. Università, televisione…, ma l’altra sua grande passione è la gastronomia: è membro dell’Accademia Italiana della Cucina e tra i fondatori della Confraternita del Brodetto di Fano. “Le tradizioni, comprese quelle culinarie, sono specchio fedele dell’economia e della storia del territorio. La gastronomia è sì convivio ma anche cultura, ricerca di determinati prodotti, spesso autoctoni, e contiene anche importanti messaggi, come per esempio la stagionalità dei prodotti. Una regola che vale tanto per i prodotti della terra quanto per quelli ittici”.

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Blue Notes

PERSHING 74’. Barcellona - Successo per il nuovo Pershing 74’ al Salone Nautico Internazionale di Barcellona che si è concluso a metà dello scorso novembre. Il brand del Gruppo Ferretti ha partecipato al fianco di Ventura Yachts, distributore esclusivo per la Spagna. Protagonista della kermesse iberica, giunta quest’anno alla 50esima edizione, è stato il Pershing 74’, open cruiser che presenta grande luminosità e un’innovativa distribuzione degli spazi

interni. Restyling contemporaneo e moderno del Pershing 72’, il Pershing 74’ è l’ultima creazione dello yacht designer Fulvio De Simoni in collaborazione con l’AYT del Gruppo Ferretti e il team di architetti e designer del Centro Stile Ferrettigroup. Lungo 22,66 metri e largo 5,50, il 74’ monta due motori MTU Common Rail da 1950 hp con la propulsione Searex ed eliche di superficie dalle elevate prestazioni, raggiunge una velocità massima di 44 nodi.

WIDER USA. Castelvecchio di Monteporzio (PU) - Debutto americano per il Wider 42’, day cruiser progettato e realizzato nel cantiere di Castelvecchio di Monteporzio (PU), fondato nel 2010 da Tilli Antonelli. Nell’ottobre scorso il Wider 42’ è stato protagonista alla 52esima edizione del Fort Lauderdale International Boat Show. Il sistema automatico brevettato da Wider permette di raddoppiare in soli 12 secondi le superfici calpestabili del pozzetto: una novità assoluta sul mercato. La presenza al salone

statunitense è stata anche l’occasione per approfondire l’ultimo progetto del cantiere: il maxi yacht Wider 150’, caratterizzato da elevate prestazioni in termini di design, trasformabilità degli ambienti, velocità, uniti a consumi estremamente ridotti per imbarcazioni di questa grandezza. Il maxi yacht, che rappresenta una vera e propria evoluzione della sua categoria, incarna il concetto di energy saving, puntando sull’utilizzo di un sistema a propulsione ibrida (diesel/elettrica) che garantisce un’autonomia atlantica e consumi ridotti.

FANO YACHT FESTIVAL. Fano - Confermata con ampio anticipo l’ottava edizione del Fano Yacht Festival, salone nautico dell’Adriatico che, nel 2012, si terrà dal 10 al 13 maggio al porto turistico Marina dei Cesari. La fiera fanese è già stata protagonista, con i suoi organizzatori, al Salone nautico di Genova ed è già partita la macchina per i contatti

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commerciali. Come ha spiegato Roberto Marchetti, della società organizzatrice Adriatic Festival, le date per il 2012 “privilegiano un week-end più a ridosso dell’estate, con l’obiettivo di solleticare l’interesse di potenziali acquirenti in vista della stagione estiva”. Info: www.fanoyachtfestival.it

CRN E RIVA AL FRIEZE ART FAIR DI LONDRA. Londra - I brand CRN e Riva (Gruppo Ferretti) protagonisti al Frieze Art Fair 2011 di Londra. Il noto artista berlinese Christian Jankowski ha infatti scelto i due prestigiosi marchi per dare vita alla sua installazione multimediale “The Finest Art on Water”. Creazione che prevede il Megayacht Jankowski, progetto di un’imbarcazione da diporto di 68 metri in acciaio e alluminio disegnato da Officina Italiana Design (studio che disegna in esclusiva la gamma Riva) e realizzato con il cantiere navale CRN. Lo stile di Jankowski è di includere nei suoi lavori - film, video e performance - gli osservatori come personaggi attivi, più o meno consapevoli, dell’installazione. Grazie a questa collaborazione il cantiere navale CRN è diventato “laboratorio” di una tra le più grandi, esclusive e ambiziose opere d’arte mai create prima.


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Eccellenze enologiche lungo la via Emilia tre vini, da tre zone e con sei vitigni, che non temono i migliori del mondo. a cura di Federico Graziani

Sulla linea immaginaria, spesso adiacente alla via Emilia, che collega le colline di Imola con quelle di Pesaro, si affermano, anno dopo anno, diversi vini rossi che condividono il gene dell’eccellenza qualitativa. Il filo conduttore di questa proposta di degustazione non è quindi un territorio, un produttore o un vitigno ma una visione di quelli che sono, o potranno diventare, i vini più raffinati di questa area geografica. Partendo da Nord, l’azienda Tre Monti di Imola di David e Vittorio Navacchia, vinifica con passione e capacità mantenendo stretto il rapporto con l’ambiente, utilizzando sistemi di lotta integrata e altre pratiche vicine alla biodinamica. Il Boldo si presenta come un assemblaggio bordolese di superba armonicità olfattiva. Corpo e potenza sono ben equilibrati a una componente aromatica intensa e di grande persistenza, nelle note di piccoli frutti rossi, mirtilli e ribes, una vena erbacea lievemente balsamica e un finale gustolfattivo di liquirizia e caffè. Mantenendo la linea sui colli, in direzione Sud, si giunge sino alla periferia di Forlì, dove una piccola perla di nome Tenuta La Palazza della famiglia Drei Donà, oggi coadiuvata da Monia Ravagli (tecnico di cantina di rara precisione), produce un vino prezioso, Il Graf Noir. Nobile assemblaggio di Cabernet Franc, Sangiovese e Longanesi, evoluto e arricchito dalla maturazione in legno, mostra corpo, calore e intensità, piacevolmente avvolto nelle spezie dolci e pepate dei vitigni originari. Il palato è caldo e avvolgente, e appaga pienamente in ricchezza. Il nostro breve viaggio si chiude alla Fattoria Mancini, tra Cattolica e Pesaro, con un Pinot Nero Riserva Focara. Luigi Mancini ha qui le sue vigne straordinarie, nelle colline a picco sul mare dell’omonima frazione pesarese. Il vino magistralmente vinificato, acquisisce qui, e solo qui, una raffinatezza che conduce ai più nobili dei Borgogna. Il debole vitigno che difficilmente raggiunge vette importanti al di sotto del Po, riceve da questa terra la salinità e una sensualità che non ha confini. E i nostri vini si prestano al confronto, con i migliori del mondo.

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Tra le Righe

Il fascino del thriller storico Alfredo Colitto racconta la Bologna del 1300 attraverso le gesta di Mondino de’ Liuzzi. a cura di Alessandra Segreto

Un medico medievale è l’avventuroso protagonista dei thriller storici di Alfredo Colitto, lo scrittore bolognese d’adozione che ambienta i suoi romanzi nel capoluogo emiliano. Rievocando il fascino della città medioevale con le architetture, le abitudini, le emozioni di un passato suggestivo.

Alfredo Colitto, nato a Campobasso ma bolognese di adozione, è noto ai lettori in particolare per i suoi ultimi tre thriller storici, che hanno per protagonista Mondino de’ Liuzzi, medico anatomista nella Bologna del ‘300 (Il libro dell’angelo è ambientato a Venezia). Un genere, quello del thriller storico, che appassiona lettori in tutto il mondo. Per Colitto la scelta di misurarsi con questo tipo di racconto nasce anche da un “colpo di fulmine” con il suo protagonista. Mondino de’ Liuzzi è realmente vissuto a Bologna tra la fine del 1200 e la prima metà del 1300. Qual è stata la caratteristica di questa figura storica che in particolare l’ha colpita per decidere di farne il protagonista dei suoi romanzi? “Mondino ebbe il coraggio di riprendere lo studio dell’anatomia su cadaveri umani, abbandonato da oltre mille anni (ai suoi tempi l’anatomia umana si studiava sui maiali), sfidando l’inquisizione ma anche la scienza dell’epoca. Il suo trattato di anatomia fu la base degli studi anatomici in tutta Europa per più di tre secoli. Questo lo rende un personaggio eccezionale, e io me ne sono innamorato subito. Tanto è vero che per Cuore di Ferro all’inizio avevo in mente un altro protagonista. Ma appena ho incontrato Mondino ho capito che quel ruolo era suo. Mi sono divertito a tratteggiarlo come irascibile e un po’ presuntuoso, ma mi piace credere di non essermi discostato molto dal vero”. In merito anche ad alcuni suoi racconti, ha dichiarato che scrivere a tema l’appassiona molto. Quali sono gli aspetti del thriller storico che più l’affascinano? “Il thriller storico mi permette di creare un effetto

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Tra le Righe

Novità in libreria.

di spaesamento che mi piace molto. In altri libri l’ho ottenuto ambientando le storie in paesi lontani. Nel romanzo storico si tratta di uno spostamento nel tempo invece che nello spazio. Inoltre amo particolarmente il processo di ricostruzione di un’epoca attraverso usi, costumi, architettura, modi di pensare”. In futuro le piacerebbe esplorare nuovi generi? “L’ho già fatto in passato e lo farò in futuro. Non mi piace limitarmi e amo esplorare nuove possibilità. Tanto per dirne una, il mio prossimo libro sarà un romanzo storico non thriller, il che vuol dire cimentarsi con un modo di scrivere un po’ diverso da quello dei romanzi dedicati a Mondino”. Al suo ruolo di scrittore si affianca quello di insegnante di scrittura creativa, nella scuola “Zanna Bianca”. Qual è il primo consiglio che dà ai suoi studenti, aspiranti scrittori? “Scrivete ciò che amate, e non ciò che pensate possa ‘vendere’. E ne aggiungo un altro, che può sembrare scontato ma non lo è: leggete molto. Non si può diventare scrittori senza amare la lettura”. Il libro dell’Angelo ha recentemente vinto il Premio Azzeccagarbugli, assegnato dalla giuria popolare. Si tratta di un premio importante, ulteriore testimonianza di quanto il pubblico ami i suoi scritti. Quanto conta il sostegno dei lettori? “Per me il sostegno dei lettori è la cosa che conta di più, soprattutto a livello emotivo. Come scrittore, il mio scopo è quello di trascinarli in un mondo inventato da me, far loro amare o odiare personaggi nei quali c’è una parte di me. E quando scopro di esserci riuscito (attraverso i premi letterari, gli incontri durante i festival di letteratura e soprattutto attraverso Internet) ne sono felice”. Chiudiamo l’intervista con un augurio per il futuro. La trama avvincente, la perfetta ricostruzione storica e la scrittura governata da un ritmo incalzante fanno dei tre romanzi un testo perfetto per un adattamento cinematografico. Se dovesse accadere, quali aspettative e quali timori avrebbe nel vedere la sua “creatura” passare dalla pagina allo schermo? “Un romanzo per me è simile a un sogno a occhi aperti, che dura fino all’ultima pagina. Credo che, per chiunque, vedere rappresentato in un film uno dei propri sogni sarebbe fonte di aspettative enormi e di timori di delusione altrettanto enormi. Inoltre, quando si dà forma cinematografica a un libro il pubblico comincia a immaginare la storia dando ai personaggi i volti e le voci del film. Questo vuol dire porre un limite all’immaginazione, ma se si tratta di un lavoro ben fatto ne vale la pena”.

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Per i tipi di Foschi Editore molte e per tutti i gusti le novità in uscita. La collana “I Narratori”, diretta da Eraldo Baldini, è in libreria con due titoli: il poliziesco Milano a mano armata di Romano de Marco e il fantasy I boschi dell’odio di Sara Bovolenta. Pungente e ironico La scuola suonata. Maestronze e genitorazzi, di Nini Giacomelli, fa riflettere con un sorriso amaro sul sistema educativo. Chez mamma. Il miglior ristorante del mondo, di Sergio Nigro, rappresenta invece un valido aiuto anche per il cuoco più inesperto per cucinare come la mamma.


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Creative Papers

folle arte nella Ville lumière

la Parigi di Monet, Modigliani e Picasso in mostra a Ferrara. A cura di Sabrina Marin

Una mostra a Palazzo dei Diamanti di Ferrara rievoca l’atmosfera di splendore creativo della Parigi fra il 1918 e il 1933. Un fermento di artisti e intellettuali, di idee e impulsi innovativi che fecero della VIlle Lumière la fucina cosmopolita di stili, novità, sperimentazioni artistiche.

Ferrara, nuova vita al Museo Archeologico. Dal 14 ottobre si è completato il percorso di valorizzazione del Museo Archeologico Nazionale di Ferrara dopo anni di lavori durante i quali il palazzo progettato da Biagio Rossetti, le splendide decorazioni opera del Garofalo e di Dosso Dossi ed i giardini sono stati attentamente restaurati. In questo straordinario contesto rinascimentale, il Museo offre adesso la possibilità di godere appieno di una delle più importanti raccolte al mondo di ceramiche attiche del V secolo a.C. e di conoscere in tutti i suoi aspetti la città etrusca di Spina. www.archeobo.arti.beniculturali.it Giorgio de Chirico Due figure mitologiche, 1927 Olio su tela, cm 130 x 167 Mart, Collezione L.F. © Archivio Fotografico Mart. COPYRIGHT By SIAE 2011: Giorgio de Chirico, Fernand Léger.

Monet, Matisse, Mondrian, Picasso, Braque, Modigliani, Chagall, Duchamp, De Chirico, Miró, Magritte e Dalí furono i principali protagonisti di un periodo di eccezionale vitalità artistica. Anni definiti “folli”, in una capitale in pieno fermento, dal clima cosmopolita, dove i teatri, i caffè, il jazz, le gallerie attraevano da ogni parte del mondo musicisti, scrittori, coreografi, cineasti e artisti in cerca di fortuna e celebrità. Nella ville lumière, novella mecca dell’arte, si respirava l’aria di una nuova era, contrassegnata da un senso di libertà e da un clima di rinascita che fece di Parigi il laboratorio internazionale della creatività, prima che l’ascesa del Terzo Reich in Germania cambiasse in maniera irreversibile il clima europeo. Sollecitati dal fermento di quel crocevia internazionale, i più grandi artisti del tempo rimettono in gioco le loro ricerche, con una straordinaria energia creativa. Ne deriva uno stupefacente caleidoscopio di stili nel quale, in sintonia con i sentimenti del dopoguerra oscillanti tra incertezza ed euforia, convivevano la necessità di conquistare una nuova armonia per allontanare il ricordo del conflitto e la volontà di rompere con il passato per ripartire da zero e dar vita ad un’arte completamente inedita. Tutto questo è raccontato in Gli anni folli, a Palazzo dei Diamanti fino all’8 gennaio 2012, nella mostra organizzata da Ferrara Arte e curata da Simonetta Fraquelli, Maria Luisa Pacelli e Susan Davidson che qui hanno riunito dipinti ma anche sculture, costumi teatrali, fotografie, ready made, disegni, dai più importanti musei e collezioni private del mondo. La mostra prende le mosse dalle opere di due maestri impressionisti ancora attivi ed influenti nel primo dopoguerra. Se la monumentale “Fonte” di Renoir rivelò a Picasso e ai suoi colleghi la forza di una rilettura moderna dell’arte classica e rinascimentale, opere rivoluzionarie di Monet come il “Ponte giapponese” scardinarono qualsiasi idea di rappresentazione naturalistica e prospettica, giungendo alle soglie dell’astrazione. www.palazzodiamanti.it

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Bologna, restauro per i simboli del Risorgimento. Si sono conclusi a Bologna gli interventi di restauro ai monumenti di tre protagonisti del nostro Risorgimento: Re Vittorio Emanuele II, Giuseppe Garibaldi e l’opera dedicata al “Popolano”, innalzata a memoria degli avvenimenti che si svolsero nella città felsinea l’8 agosto 1848, quando gli austriaci vennero respinti e ricacciati fuori dalle mura. La campagna di restauro è stata promossa nell’ambito del progetto “I luoghi della memoria” ideato dal consigliere Paolo Peluffo, consulente del Presidente del Consiglio dei Ministri per il 150° dell’Unità d’Italia.


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Orizzonti

Nardo Filippetti operatore turistico a 5 stelle. A cura di Simonetta Campanelli

“Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi” (Proust) Nardo Filippetti, operatore turistico a 5 stelle, ha dimostrato di avere nuovi occhi e di possedere talento e capacità superiori nel suo percorso professionale. Da personaggio di favola: bell boy del Regina Palace Hotel di Monaco a 17 anni a principe incontrastato del turismo internazionale oggi. Uomo con una sensibilità nascosta, sempre pronto ad attribuire i meriti del suo spessore alla madre, che lo ha spinto ad emergere. Filippetti: pesarese, un’eleganza sobria in blu, camicia e cravatta, un’aria magra e scattante e un gran fisico, lo guardi e pensi che hai di fronte un tour operator al massimo livello nato e cresciuto in una città che ancora deve amleticamente decidere se fra le sue prerogative c’è anche il turismo. Nardo ha a portata di mano qualche “ultimo paradiso” eppure quando vuole trovare un po’ di tranquillità e di clima esotico va Sottomonte, in quel “connubio di mare, verde e collina” messo insieme fra Ardizio e Adriatico. Nel 2011 ha portato a spasso per il mondo circa 500mila persone, sparpagliandole nelle sue decine fra alberghi e villaggi turistici e di recente, e non è una scelta di Eden Viaggi ma sua personale, Nardo Filippetti ha aperto il primo albergo a 5 stelle delle Marche. “Una volta all’anno è lecito commettere una pazzia e l’Excelsior - dice - è la mia pazzia. Le ragioni di questa scelta sono due: passione per il mestiere dell’ospitalità, che reputo il più bello del mondo e sentimento, perché ha a che fare con la mia storia: l’Excelsior fu uno dei primi hotel che presi in gestione insieme a mia madre Wilma, ad appena 20 anni. Il mio percorso da imprenditore turistico è cominciato anche da lì. Dopo avere creato villaggi turistici in giro per il mondo, era il momento di fare qualcosa qui, nella mia città. Le scelte fanno parte della vita quotidiana di ogni imprenditore. In questa c’è una dichiarazione d’intenti nei confronti di un territorio ricco di natura, cultura e arte dove l’ offerta ricettiva non può essere da meno”. Nel futuro di una struttura speciale e squisitamente raffinata, di spessore quale l’Excelsior, Filippetti ha scelto dei plus e rivela che “Concentrarsi sui condizionamenti, rischia di limitare la visione di un imprenditore. L’Hotel Excelsior nasce anche da una filosofia espansiva: ristorante ’59, Spa, Lido e Bistrò sono aperti a tutti, pesaresi in primis. È un concetto moderno di hotel che diventa un luogo di ospitalità poliedrico, adatto per vacanza, viaggio di lavoro, weekend di relax o semplicemente per una cena o un brunch. L’Excelsior Hotel è aperto a eventi, manifestazioni e novità - spiega Nardo - e un hotel è un luogo ‘aperto’ per definizione.” La sua opinione personale e messaggio professionale che istintivamente divulga è che fare turismo significa mettere a disposizione degli ospiti le risorse di un territorio attraverso un sistema organizzato di servizi di accoglienza e ospitalità: è un’economia in espansione, non delocalizzabile e che genera indotto. “Sono cose elementari, quasi banali, ma mi piace ripeterle: credo siano sempre utili da tenere a mente, sia per noi imprenditori che per gli amministratori dei nostri territori”.

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Fashionable

Manuela Mariotti stile fresco e raffinato per la firma di Dondup. A cura di Simonetta Campanelli - foto Laura De Paoli

Altro bersaglio raggiunto dalla sintonia e tenacia di una coppia solida nella vita e nella professione: Massimo Berloni e Manuela Mariotti sono i fondatori della casa di moda Dondup, che, in pochi anni è arrivata a percorrere con grande disinvoltura e naturalezza la moda fino ad entrare, a pieno titolo, nel mondo di Bernard Arnault. Un percorso all’insegna dei veri valori della vita: famiglia, amicizia, rispetto delle persone e della natura, tutela delle cose e dell’ambiente e dello spirito d’innovazione nella tradizione del fascino, carattere e genialità artistica. Ed ora un altro traguardo: la realizzazione del progetto della Maison Dondup a Milano. “È il primo progetto del tutto sperimentale - spiega Manuela, direttrice creativa - un luogo da ‘vivere’ che interpreta il quotidiano della gente e non solo i capi donna e uomo. Distribuiti su 400 metri quadri, gli ambienti di Casa Dondup sono un contenitore d’idee, per ospitare non solo la moda ma anche artisti emergenti che esprimono la stessa energia di Dondup. Al piano terra un bar convive nello spazio dedicato ai capi, un luogo che trasmettere la filosofia del marchio aziendale e una zona dedicata alla lettura, libri da sfogliare o da comprare. Al piano superiore, invece, un’atmosfera di casa, che attraverso un camino tra i divani arriva al ristorante che propone piatti semplici, preparati però con ingredienti genuini e ricercati”. Manuela è il personaggio e la firma del raffinato marchio Dondup. Si è avvicinata alla moda per caso, come spesso succede, e poi, attraverso un’evoluzione logica e per le sue naturali capacità creative e artistiche spiega, “un giorno, il cambiamento: grazie alla mia passione per la moda ho incominciato a lavorare nell’ufficio stile dopo essermi occupata a lungo del commerciale estero in una piccola azienda”. La moda per Manuela è emozione; è vestire la gente, la strada, a volte ispiratrice delle sue collezioni. Ha un suo stile e una forte presenza di carattere nelle linee che crea e non segue la tendenza o la richiesta del mercato ma s’ispira, per le nuove collezioni, al classico o alle provocazioni, a tutto e al contrario di tutto. Protagonista indiscusso delle sue scelte artistiche sono decisamente le proporzioni. Nulla riesce ad annoiarla nel suo ruolo, nulla la blocca nel suo lavoro ma “la parte meno divertente - dice - è il tempo che non è mai abbastanza è la fase del sdifettamento, anche se rappresenta un passaggio fondamentale per la realizzazione dei capi. Poi però intervengono i fattori positivi e le aspettative, mentre la parte più divertente è sicuramente la ricerca e l’ispirazione, gli aspetti più stimolanti quando s’inizia una nuova collezione”. Si capisce, dunque, che lei fa la creativa, ma è anche sarta; è stilista di un’arte raffinata e tangibile ma anche produttrice. Come vede il suo futuro e quello di Dondup, ora che fa parte del mondo di Bernard Arnault? “Non penso mai di essere arrivata, credo che sarebbe l’inizio della fine. Ogni giorno cerco di mettermi in discussione. Massimo, mio marito, mi accusa sempre di essere troppo critica e perfezionista, ma forse questo è lo spirito giusto per affrontare ogni giorno nuove sfide. Anche perché Dondup, nel regno di Louis Vuitton, rappresenta una goccia nel mare”.

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Open Mind

FAR BENE LO SHOPPING ... fa bene al Made in Italy. a cura di Francesca Ricci

Arriva “I love (good) Shopping”, guida al fashion consapevole pubblicata da CNA Federmoda Forlì-Cesena. Anche scaricabile on-line.

I jeans o le scarpe che indossiamo dicono molto di noi: del nostro gusto, del nostro carattere e anche del nostro stile di vita. Ma abbiamo mai letto con attenzione l’etichetta dei capi che abbiamo scelto? Sappiamo che i prodotti usati per certe tinture possono essere nocivi per la nostra salute? Oppure che i prodotti realizzati in alcuni paesi nascono molto probabilmente dallo sfruttamento dei lavoratori? I consumatori oggi vogliono essere sempre più attenti e consapevoli. Per rispondere alle loro curiosità, e anche per stimolarne di nuove, è nata “I love (good) Shopping”, la guida al fashion consapevole realizzata da CNA Federmoda di Forlì-Cesena. Un agile manuale pensato per presentare i valori racchiusi nel marchio “Made in Italy” e per far conoscere alcune eccellenze del territorio. Con una raccolta di articoli e interviste che coinvolgono esperti della materia, CNA fornisce informazioni e strumenti per scegliere la qualità senza farsi confondere dalle tante sirene che oggi disorientano chi varca la soglia delle vetrine: prezzi troppo bassi (o troppo alti), etichette non veritiere, merci contraffatte e altro ancora. Non solo, sfogliando la guida, troviamo anche consigli di stile e scopriamo che molte imprese del settore moda hanno scelto, nella provincia di Forlì-Cesena, la responsabilità e che per vestirsi con gusto e qualità è vincente il “chilometro zero”. La guida è arricchita da una intervista a Paola Frani: un brillante dialogo in cui la celebre stilista racconta e rivela “il metodo” che si nasconde dietro la naturalezza dell’eleganza. Dalla scelta dei capi basici agli accessori, cosa avere e cosa evitare, imparando a fidarsi del proprio istinto. “A fronte di una legislazione sul Made in Italy del tutto inefficace - afferma Franco Napolitano, direttore generale di CNA Forlì-Cesena (nella foto a fianco) - riteniamo che una corretta informazione al consumatore sia una leva fondamentale sulla quale agire. Questa guida ha, nella sua semplicità, l’ambizione di valorizzare il prodotto artigianale, fornendo al consumatore elementi conoscitivi, utili e indispensabili alla sua scelta d’acquisto”. Nella guida si parla anche di contraffazione e di etica: nella provincia di Forlì-Cesena è nato il marchio Impresa Etica, per distinguere quelle imprese che scelgono di produrre in maniera sostenibile e trasparente. Il marchio è rilasciato da CISE, Azienda Speciale della Camera di Commercio di Forlì-Cesena, ed è soggetto a controlli periodici. Come fare per avere la guida “I love (good) shopping”? Facile: la si può scaricare dal sito www. ilovegoodshopping.it, oppure trovarla, fresca di stampa, presso le sedi di CNA Forlì-Cesena.

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AGLINI - ARMANI - BALLANTYNE - BECATO’ - BRIONI - CANADA GOOSE CHLOè - DIANE VON FURSTENBERG - DONDUP - CUCINELLI - CYCLE - D’AMBRA DIADORA - EMILIO PUCCI - EMPORIO ARMANI - ERMANNO SCERVINO ETIQUETA NEGRA - ETRO - FABIANA FILIPPI - FAY - FRED PERRY - GIVENCHY - HARRIS HOGAN - JACOB COHEN - JECKERSON - JUST FOR YOU - KANGRA - LIU-JO MALIPARMI - MARC BY MARC - MARC JACOBS - MICHAEL KORS - MISSONI NINO TOSCANI - PELLEGRINI - PEUTEREY - PHILIPPE MODEL - PIANURA STUDIO PRADA - PT01 - RED INCOTEX - SILVIAN HEACH - SIVIGLIA - SONRISA - TOD’S - U.S. POLO

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Dolomite

BENESSERE TRA LE MONTAGNE

taglio del nastro per il Rosapetra Spa Resort. a cura di Veronica Tarabella

Il 2 dicembre 2011, avvolto dalle cime imponenti e rocciose delle Dolomiti, inaugura il nuovo complesso Rosapetra Spa Resort, in grado di coniugare l’essenzialità e l’eleganza in uno spazio in cui rigenerare la propria essenza, per un soggiorno alla ricerca della bellezza più autentica e vitale. Un hotel dalle dimensioni contenute: 35 camere in legno di abete, arredi raffinati e impianti ecosostenibili, un centro benessere dove purificare, stimolare, rilassarsi e dilettarsi, ciascuno secondo i propri ritmi. Innovative proposte, progettate in base ad esigenze specifiche, come i trattamenti Amore e Psiche, da sperimentare in coppia, e Magie di Iside, per le future mamme. Dotato di piscina con vista sulle montagne, differenti tipi di saune, un’area massaggi con trattamenti a brevetto Herbal Touch e una sala fitness Technogym. Un’intima e avvolgente corte, in cui assaporare a fondo il gusto della convivialità e abbandonarsi a un’atmosfera intensa e vitale ospita il ristorante “La Corte del Lampone. La passione per la tradizione gastronomica

I vote for Cortina 2017. In previsione dei prossimi Mondiali di sci alpino del 2017, per i quali Cortina è l’unica candidata italiana, la Regina delle Dolomiti ha istituito un Comitato promotore finalizzato alla valorizzazione e alla comunicazione di questo importante progetto attraverso vari eventi e ad un’innovativa campagna di social media marketing. Attraverso il sito vote.cortina2017.it si potrà partecipare a “I vote for Cortina 2017”: un grande social game che consente a tutti di votare con un semplice click a sostegno del sogno olimpico ampezzano. Oltre al voto virtuale Cortina lancia anche un concorso fotografico. Chiunque voglia sostenere la candidatura potrà infatti caricare immagini sullo stesso sito: l’autore dello scatto più originale sarà premiato con un soggiorno durante il Mondiale.

locale, unita alla cura per una sana alimentazione e ad una solida conoscenza dell’arte culinaria più raffinata, garantiscono agli ospiti un autentico viaggio alla scoperta di sapori che dal palato evocano nell’immaginazione le antiche usanze ampezzane, il calore e la genuinità delle baite montane. La stagione invernale del Rosapetra inizierà il 28 dicembre con un concerto di due grandi istituzioni del Jazz internazionale e del mondo televisivo italiano: Franco Cerri e Lino Patruno in Sestetto. Uno spettacolo intimo ed esclusivo, aperto agli ospiti del Resort e agli amanti della buona musica e proseguirà il 4 e 5 gennaio con lo spettacolo musicale Christmas in Swing, le raffinate armonie e le gustose melodie delle più amate e trascinanti canzoni natalizie americane arrangiate in chiave swing: ritmi scoppiettanti e luminosi, sullo sfondo gli echi di Sinatra, Dean Martin, Nat King Cole, per un concerto da ascoltare e godere in amicizia.

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Versiliana

Ludmilla Radchenko la velina oggi artista pop. a cura di Cristina Vannuzzi

Apertura insolita per il ristorante White di Manuel Dallori, al pontile del Forte dei Marmi: spazio di nuova concezione, interattivo, che oltre alla ristorazione, può ospitare mostre di artisti e grandi fotografi, presentazione di iniziative editoriali, ma anche esposizione di prodotti, dall’abbigliamento all’automobile. Tutti gli occhi erano per Ludmilla Radchenko, che, dalla Siberia all’Isola dei Famosi, ha trovato la sua strada nella pittura e ha inaugurato la sua mostra per-

Ph. Riccardo Dalle Luche

sonale in chiave Pop Art, con opere già esposte in precedenza al Teatro alla Scala, alla Triennale di Milano e all’Opera Gallery di Monaco. Arrivata giovanissima in Italia, è entrata nel cuore degli Italiani come letterina di “Passaparola”, posando poi per calendari mozzafiato e partecipando ai reality “La Talpa” e “L’Isola dei Famosi”. Oggi preferisce recitare ed ha riscoperto la passione per l’arte e la pittura, sua antica passione. La incontro per il W-Day, così è stato ribattezzato il vernissage, in Versilia, insieme al fidanzato Matteo Viviani, star acclamatissima delle “Iene” di Luca, Paolo e Ilary, per inaugurare la sua mostra personale in chiave Pop Art. Come sei arrivata in Italia? E perché hai scelto proprio il nostro Paese? “Come tantissime russe sono stata attratta dall’Italia; sono arrivata alla ricerca della mia

indipendenza, cominciando a lavorare come modella. Dopo un concorso di bellezza è arrivato un contatto con l’ufficio casting di Mediaset, tramite cui sono arrivata in televisione”. Ora abbiamo scoperto la tua passione per la pittura. Come definiresti il tuo stile? Hai studiato o sei autodidatta? “Ho fatto due scuole d’Arte in Russia, sin da quando avevo 6 anni, e mi sono laureata in design. Ho ripreso a dipingere due anni fa e 11 miei quadri sono stati esposti nella galleria d’arte Iroko a Milano. Ho continuato con un’altra collezione intitolata ‘London Times’, utilizzando la tecnica della pop-art; entrambe le collezioni hanno avuto più successo di quanto m’immaginassi, ci sono state mostre e ho venduto quasi tutti i quadri”. La critica più cattiva che ti hanno mosso? “Quando ho esposto alla Scala di Milano. Roberto Alessi e Alfonso Signorini hanno protestato basandosi sull’atteggiamento scettico e stereotipato dell’ex letterina che non può fare cose culturalmente produttive. Io faccio pop-art e credo di esserci arrivata seguendo la traccia della storia del mio paese proprio nel suo approccio al consumismo: dapprima ero io un prodotto da consumare adesso ne sono creatrice e quindi svolgo un ruolo di seconda linea, lasciando tutta la scena ai quadri. E sono stata fortunata: non avrei mai pensato che l’Italia mi facesse trovare la mia strada, il successo nel lavoro che amo e un compagno serio e affettuoso che mi segue, step by step, nei miei sforzi di… velina votata all’arte!”.

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Nome Cognome

FERNANDO ALONSO talento spagnolo tra Maranello e Forlì. testo Roberta Brunazzi - foto Archivio Ferrari

Salire sul podio? Solo se sul gradino più alto. Il campione del Motomondiale si prepara a ripartire per un 2012 alla grande. Con l’aiuto della squadra e dei preparatori.

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Nome Cognome

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Fernando Alonso

“Aver perso il terzo posto nel campionato Piloti non è certo un grande problema: quello che conta davvero è soltanto il primo…”. Così Fernando Alonso dopo il GP del Brasile, ultima gara della stagione 2011 che nel carnet della Ferrari ha portato il quarto posto di Alonso e il quinto di Massa. Per uno come lui, con la voglia di vincere scritta nel Dna, una medaglia di bronzo non sarebbe servita a far da premio di consolazione. “Questo ultimo Gran Premio - dice - è stato lo specchio di questa stagione: abbiamo fatto quasi sempre il massimo, lottando per il podio con una macchina inferiore alle prime due. Come lavoro di squadra siamo cresciuti molto nel 2011 e dobbiamo ripartire da qui per un 2012 ben diverso. Il voto a questa stagione non può che essere lo stesso che ha dato il Presidente Montezemolo, cioè fra il cinque e il sei, ma io sono comunque orgoglioso di quello che ha saputo fare la squadra”. Cosa serve per risalire? “Ci manca una macchina più veloce di cinque o sei decimi: non è una passeggiata ma ho grande fiducia nei nostri tecnici e in una squadra che ha dominato l’ultima decade in Formula 1 e detiene tutti i record possibili in questo sport. Non dimentichiamoci - sottolinea - che comunque sono riuscito a salire dieci volte sul podio, e a fare più punti dell’anno scorso…”. Una visione lucida su quanto fatto quest’anno e una voglia di riscossa che non lascia dubbi sull’atteggiamento grintoso del ferrarista, 30 anni compiuti a luglio, uno dei più grandi talenti delle quattro ruote. Avrà tempo fino al 2016 per conquistare podi su podi con la rossa di Maranello. Ripartendo da quella impavida sicurezza di sé che ha saputo dimostrare in questo suo primo decennio di carriera. L’Italia e i tifosi italiani lo hanno adottato già da un po’, dall’esordio in Minardi, passando per la scuderia di Briatore. Uno spagnolo fra gli italiani. Com’è stato il tuo impatto con l’Italia e con Modena in particolare, cuore pulsante della terra dei motori? “In Italia mi sono sempre trovato bene, sin dagli inizi della mia carriera in kart e poi in quelli con la Minardi in Formula 1. Noi spagnoli e voi italiani abbiamo tante cose in comune nel modo di affrontare la vita quotidiana e nei rapporti umani c’è quel calore che fa la differenza, in tante piccole cose”. Dalle Asturie all’Emilia-Romagna, divenuta un po’ la sua regione di adozione. Prima la faentina Minardi, poi la modenese Ferrari e il contatto con Forlì, dove ha sede lo Sport

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Fernando Alonso

Magic Alonso, giovane e vincente.

Il box Ferrari con Alonso nella monoposto, attorniato dai tecnici e da Fabrizio Borra.

Classe 1981, Fernando Alonso Diaz, soprannominato Magic Alonso e El Nano, oltre ad essere il pilota spagnolo di Formula 1 di maggior successo è considerato uno dei più grandi talenti delle corse automobilistiche. Nella sua carriera ha ottenuto il record di più giovane vincitore di un Campionato Mondiale di Formula 1, nel 2005, e quello di più giovane bi-campione del mondo di categoria. Si avvicina alle corse da piccolissimo seguendo la passione del padre per i kart; la prima vittoria sui kart la ottiene a 7 anni e nel 1992 passa di categoria con una speciale deroga per la giovane età. La svolta arriva quando durante il campionato Catalano, viene notato dal proprietario della Genikart: da quel momento le vittorie si susseguono incessanti. Nel 2001 approda in Formula 1 esordendo nel Gran Premio d’Australia con la Minardi, viene così notato da molte scuderie e nell’anno successivo passa alla Renault di Flavio Briatore, dove rimane fino al 2006 ottenendo grandi successi. Nel 2005 si laurea come campione del mondo a soli 24 anni, per poi replicare nel 2006. Dopo un anno non buono in McLaren, torna alla scuderia di Briatore fino al 2009. Dal 2010, e fino al termine del Mondiale 2016, correrà in Ferrari. Attualmente è primo pilota, accanto al brasiliano Felipe Massa. (V.M.)

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Fernando Alonso

Medicine Center di Fabrizio Borra, massofisioterapista che lo segue negli allenamenti e in gara. Com’è la tua giornata tipo a Maranello? E quando sei a Forlì? “Quando sono a Maranello di solito c’è molto lavoro da fare, al simulatore oppure nelle riunioni con i miei ingegneri. Però c’è anche modo di passare un po’ di tempo in relax, a cena o a pranzo con gli amici della squadra, e allora si riesce anche a scherzare, a fare quelle cose che, in pista, sono rese impossibili dai ritmi serrati imposti dal weekend di gara o dei test. Capita quindi, magari, anche di fare un po’ di chilometri in bicicletta o di dare quattro calci al pallone, tanto per stare insieme e divertirsi. Lo stesso a Forlì: quando si sta con degli amici è facile passare delle belle giornate”. È cambiata la tua idea dell’Italia e degli emiliano romagnoli in questi anni? “Beh, ho avuto modo di conoscere ancora meglio gli italiani ma non credo che l’idea sia poi così mutata, se non per come possono cambiare le impressioni dopo che la conoscenza si approfondisce. L’ho detto prima, siamo molto simili, anche se magari noi, soprattutto nelle Asturie, siamo un po’ più ordinati e silenziosi!”. Un nome italiano inscritto nella tua carriera è quello di Fabrizio Borra, l’inossidabile fisioterapista che ti segue da anni. Com’è il tuo rapporto con lui? “Ah... Fabrizio è molto più che un fisioterapista. È un amico, un confidente, una persona che so che c’è sempre nei momenti in cui ne ho bisogno. So che non ama che si parli di lui quindi mi fermo qui: non vorrei vederlo arrossire nel leggere le mie parole…”.

Fernando Alonso e Fabrizio Borra a Nuova Dheli, in un momento di relax prima del GP dell’India.

Il tocco di Fabrizio Borra. S’incontrano alla Minardi dieci anni fa Fernando Alonso e Fabrizio Borra, e nelle mani del massofisioterapista bresciano trapiantato in Romagna l’esile ragazzo di Oviedo si prepara a diventare l’erede di Schumacher. La grinta e la voglia di vincere sono parte integrante dello spagnolo ma con Borra il talento si forgia, diventa resistenza alle alte temperature di Kuala Lumpur e Magny-Cours, con ritmi di allenamento simili a quelli di ogni atleta professionista. E di professionisti ne sono passati tanti dallo Sport Medicine Center di Forlì da lui guidato: dai piloti di rally e della Formula Indy - Caffi, Badoer e Gené - ai calciatori del Bologna, fino a ciclisti straordinari come Marco Pantani a Mario Cipollini. Borra segue campioni dello sport e non solo: la sua preparazione e la sua riservatezza l’hanno trasformato nel fisioterapista di fiducia di molte star del mondo dello spettacolo. È dietro le quinte dei concerti di Jovanotti e al fianco di Fiorello, sprizzante energia sul palco del “Il più grande show dopo il weekend”. E anche in questo caso il talento si sostiene ed esprime al meglio grazie alla preparazione fisica. Firmata Borra.

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Iginio Straffi

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Iginio Straffi

Iginio Straffi

sulle ali della fantasia. testo Ilaria Traditi - immagini Rainbow S.p.A.

Dagli esordi come fumettista alla creazione di Rainbow, azienda ai vertici del mercato mondiale con il cartone animato delle fatine Winx. E ora Iginio Straffi, marchigiano doc, punta a portare il Made in Italy sempre più in alto.

Ph. Carlo Valentini

Talento, impegno e creatività. Iginio Straffi, presidente e fondatore della Rainbow di Loreto (An), più di altri ha saputo far proprio e trasmettere al mondo intero quel “saper fare” tipico dei marchigiani, laboriosi e instancabili, in grado di raggiungere vette di successo inaspettate. Le fatine Winx, nate dalla sua penna geniale, sono ormai un fenomeno inarrestabile per le giovanissime di tutto il mondo. La sua azienda, nata nel ‘95, è oggi uno dei principali player del mercato dell’animazione mondiale, con un giro d’affari di 70 milioni previsti per la fine dell’anno (di cui solo il 10% in Italia) fra produzione e merchandising, e 15 milioni di euro di utili attesi. Quasi tutto viene fatto in casa, dalla pre-produzione (concept, sceneggiatura, definizione dei personaggi e delle ambientazioni) alla post-produzione

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Iginio Straffi

(effetti speciali, 3D, musiche, montaggio). Il padre delle Winx ha voluto fare le cose ancora più in grande, inaugurando a fine settembre una nuova sede avveniristica ed ecologica per i 150 dipendenti. Ma le novità non finiscono qui: il 3 novembre scorso al Festival del Cinema di Roma sono sbarcati gli strani bambini “lunari” protagonisti del film documentario “The Dark Side of the Sun” prodotto da Rainbow e Citrullo International in collaborazione con Rai Cinema. “Ho creduto sin dal principio nel progetto”, sono le parole di Straffi. “Un documentario di immenso valore e toccanti suggestioni, per chi come Rainbow si impegna con passione nel mondo dell’animazione e nella divulgazione di problematiche sociali che riguardano soprattutto il nostro pubblico di ragazzi”. Classe 1965, l’ad Rainbow ha iniziato la sua carriera ai tempi dell’università come autore di fumetti: molte delle sue opere vengono presto pubblicate su riviste nazionali ed internazionali quali Lancio Story, Comic Art e Heavy Metal. Il suo talento viene notato dalla prestigiosa casa editrice di fumetti “Sergio Bonelli Editore”, che lo recluta per lavorare alla famosa “Nick Raider”. Dopo aver lavorato diversi anni all’estero per importanti studi d’animazione internazionali nel ‘95, al suo ritorno in patria, fonda un piccolo studio al quale dà il nome Rainbow, in poco più di dieci anni divenuto una holding che vanta ben 10 aziende che gli fanno capo e che si occupano di un vasta rosa di produzioni, dalla tv al cinema, ai giocattoli, ad internet e prodotti multimediali, fino all’editoria. A portare fortuna a Straffi sono soprattutto le cinque

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Iginio Straffi

Rainbow, arcobaleno verso il futuro. Eccola la “Rainbow del futuro”, una sede modernissima, tecnologica, luminosa, immersa nel verde delle colline marchigiane e rispettosa dell’ambiente. “Un gioiellino - parole di Straffi - inserito in un parco di 10mila metri quadrati, con una parte dedicata al benessere dei 150 dipendenti che include sauna, palestra, piscina, sala cinema 3D, campi da tennis e calcetto, ristorante”. Gli uffici e i laboratori occupano circa metà dello spazio e tutto qui, sul dolce pendio che degrada da Loreto a Recanati, è stato pensato per essere “green” e a basso impatto ambientale. Gli avveniristici studios sono stati inaugurati il 23 settembre scorso, alla presenza di oltre 500 ospiti tra cui politici, istituzioni e autorità, circondati dalla presenza delle graziose Winx a grandezza naturale. Mattatore della serata lo showman Fiorello, accompagnato dall’inconfondibile voce di Nina Zilli. “Vogliamo crescere con la testa collegata con il resto del mondo - ha detto Straffi ma i piedi ben piantati sulla nostra terra”.

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Iginio Straffi

magiche fatine dal tocco glamour, Bloom, Stella, Flora, Tecna e Musa (alle quali si aggiungono Aisha e Roxy nella terza e quarta serie), unite per combattere le Forze del Male, che saranno lanciate nel 2004 dalla serie TV a cartoni animati “Winx Club”. Tutto il resto è storia. Oggi “Winx Club”, con oltre 2 miliardi di dollari di prodotti in licenza venduti, è trasmessa in oltre 150 paesi dalle principali Tv del mondo, e i prodotti di licensing a marchio Winx Club sono distribuiti da oltre 350 società. Una delle ultime produzioni è il cartone animato “Huntik” (26 episodi della durata di mezz’ora l’uno) e due film di animazione: Winx Club “Il Segreto del Regno Perduto” e Winx Club “Magica Avventura”. Oltre ai lungometraggi Straffi è costantemente impegnato in altri progetti. A fine maggio è stato inaugurato il parco a tema Rainbow MagicLand, con 600 mila metri quadri di superficie, un’ambientazione da sogno e una ricca selezione di attrazioni. Naturalmente non mancano premi e riconoscimenti: nel 2009 Straffi è stato investito dal Governo italiano della carica di “Ufficiale dell’Ordine” per aver diffuso il Made in Italy nel mondo, e nel 2010 è stato premiato da Ernst&Young come imprenditore dell’anno nella categoria Retail & Industrial Products. Sempre nel 2010 ha ricevuto il Premio Gentile da Fabriano nella sezione Economia Impresa e Società e nel 2011 Winx vince in Russia il Golden Bear Award come Migliore Licenza grazie alla qualità del prodotto, la vasta presenza sul mercato e i grandiosi risultati economici. Nel 2010 le Winx diventano ambasciatrici delle Marche in Cina, dopo essere state scelte dalla Regione come tema dell’allestimento dello stand al World Expo Shanghai.

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Laura Pausini

LAURA PAUSINI

non ho mai smesso. E canto ciò che sono. testo Valentina Minzoni

“Mi ritrovo qui / su questo palcoscenico di nuovo io / mi ritrovi qui / perché il tuo appuntamento adesso è uguale al mio (…) non ho mai smesso di amare te / e a modo mio / so bene quanta fantasia / ci vuole per partire / si ritorna solo andando via”.

I versi del singolo “Non ho mai smesso”, uscito insieme al nuovo album “Inedito”, parlano d’amore ma sembrano fatti apposta per salutare in musica i suoi fans. Un modo per abbracciare tutti coloro che l’hanno aspettata fedelmente in questi due anni di pausa e che attendevano con trepidazione il suo ritorno. E la divina (così la chiamano i pausiniani doc), non si è risparmiata. Per questo disco, il numero 11 in carriera, l’attesa è stata condita da mesi in cui ogni giorno 11 usciva una notizia nuova su Laura Pausini. Il 12 settembre è uscito “Benvenuto”, singolo che anticipava il nuovo album e il cui video ha fatto subito registrare oltre un milione di visualizzazioni; e finalmente, l’11.11.11, contemporaneamente in tutto il mondo, è uscito l’album “Inedito”. Con, ciliegina sulla torta, un flash mob a sorpresa che ha infiammato Piazza Duomo a Milano e che ha visto Laura esibirsi sulle note dell’ultimo singolo insieme a 100 ballerini vestiti di rosso e tanti sostenitori ad applaudirla. Si è poi raccontata ai giornalisti nel corso di una conferenza stampa di oltre un’ora, sincera, schietta e ruspante come solo la Laura nazionale sa essere, durante la quale ha raccontato nei particolari i suoi due anni di stop, vissuti in Romagna fra il calore della famiglia e degli amici, e ha descritto nel dettaglio l’ultima fatica della sua luminosa carriera. “Ci tenevo a dirvi che non vedevo l’ora di tornare - ha esordito la cantante - finché non mi ritrovo sul palco non mi sento realmente e totalmente soddisfatta. Da piccola non sognavo di diventare famosa, volevo essere una cantante di pianobar, poi nella mia vita è arrivata la fortuna di una coincidenza splendida che ho voluto prendere come

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Laura Pausini

Ph. Naphtalina_FREE EVENT

un treno in corsa. Però, per carattere, sono una a cui piace condurre; ho sempre voluto decidere io dove guidare questo treno e ora ho capito di avere una vera, grande certezza: io sono una cantante, fino a quando avrò la fortuna di farlo nei grandi palcoscenici lo farò con tutta la gioia del mondo, ma se un giorno non avrò più queste possibilità canterò nei pianobar. Non smetterò di cantare, mai”. Questi due anni di pausa, però, sono stati fondamentali per lei, fortemente voluti e protetti per cercare di conoscere nuovamente la semplicità della vita che aveva vissuto fino ai 18 anni e che ora, dopo 16 anni in cui non si è mai fermata, le mancava tanto. “Ho avuto la fortuna di vivere delle emozioni immense in questi anni di carriera, ma avevo voglia di riassaporare la semplicità, le mie radici, la mia famiglia. È stato bello tornare ad essere figlia, tornare a fare una vita normale fra gli amici della mia terra. Sono andata a stare dai miei a Castelbolognese, ho rivisto i compagni di classe e imparato a fare cose pratiche che di solito gli altri facevano per me, volevo maturare. E ho parlato tanto con mia mamma, ho cercato le sue carezze, l’ho baciata tantissimo, ho fatto colazione con lei, le ho chiesto di lei, di tante cose intime della sua vita; ho scoperto l’importanza di ritrovarsi con i familiari in una vita più adulta, quando si ha la maturità di dialogare con loro e confrontarsi su cose da cui spesso si fugge quando si è adolescenti”. Si sono rincorse voci anche su una possibile gravidanza in questo periodo, voci che la volevano alla ricerca disperata di un figlio, ma che la cantante ha voluto smentire con tranquillità e ironia:

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Laura Pausini. Nata a Faenza il 16 maggio del 1974 e cresciuta a Solarolo, Laura Pausini è la primogenita del cantante di pianobar Fabrizio Pausini e della maestra d’asilo Gianna Ballardini. Fin dagli 8 anni si esibisce affiancando il padre, col sogno di divenire una cantante di pianobar. Nel 1993, invece, comincia la favola: partecipa al Festival di Sanremo tra le Nuove Proposte e vince con “La solitudine”. Il successo si conferma l’anno dopo nella sezione Big con il brano “Strani amori”, terzo classificato. Pubblica il secondo album e prende il volo, cominciando ad incidere anche in spagnolo e portando la musica italiana in tutto il mondo: nel 1996 pubblica il terzo album “Le cose che vivi”; nel 1997 parte il primo tour mondiale. È del 1998 “La mia risposta”, e nello stesso anno si esibisce dal vivo al party di nozze di Barbara Streisand. I successi proseguono nel 1999, quando duetta con Luciano Pavarotti durante il Pavarotti&Friends; nel 2000 pubblica “Tra te e il mare” e nel 2002 un album in inglese. Nuovo successo è “Resta in ascolto”, del 2004, in cui collabora con Madonna, Vasco Rossi e Biagio Antonacci. L’8 febbraio 2006 a Los Angeles è la prima donna italiana a ricevere un Grammy Award nella categoria Miglior album pop latino dell’anno con Eschucha (prima di lei, l’ultimo Grammy volato in Italia era stato per Domenico Modugno). Nel 2006 pubblica “Io Canto”, album di cover, e nel 2007 conquista un altro record, come prima artista donna al mondo ad esibirsi a San Siro a Milano in un concerto da tutto esaurito, con 70mila biglietti venduti. Il 2008 è l’anno di “Primavera in anticipo” a cui segue un nuovo World Tour e il megaconcerto “Amiche per l’Abruzzo”, nel 2009, evento benefico organizzato da Laura insieme a Giorgia, Gianna Nannini, Elisa e Fiorella Mannoia per i terremotati. Con l’album “Laura Live World Tour 09” annuncia una pausa di due anni a partire da gennaio 2010. Il resto è storia recente: l’11-11-2011 è uscito il suo “Inedito”. E l’avventura ricomincia.

“Mi hanno fotografata dicendo che fossi incinta, in realtà era solo perché avevo mangiato di brutto, le cene in Romagna non hanno certo aiutato la linea. E ad essere sincera non ho una pressione così forte come il mondo del gossip mi vuole attribuire, avere dei figli non è una priorità, se arriveranno sarò molto contenta, ma non è un’urgenza”. Nel frattempo si gode i nipoti, i gemelli nati dalla sorella Silvia lo scorso anno, che Laura non manca di salutare ogni giorno via skype, anche quando è all’estero: “Ormai i bimbi pensano che la zia sia un computer”, dice ridendo. “Quando passano davanti al pc, anche se è spento, fanno ciao con la manina. Ma la zia non mollerà”. In tutti questi mesi si è tenuta il tempo anche per il nuovo disco, che rispecchia in pieno una nuova Laura, o meglio, una Laura nuova che ha scoperto di non essersi mai allontanata da quella vecchia. “All’inizio volevo cercare uno stile diverso, ho ricevuto oltre 200 canzoni da provinare, ma pian piano mi sono resa conto che sceglievo canzoni simili a me e alla fine mi sono ritrovata a scegliere 14 brani che non sono un cambiamento, sono me. A parte i primi due dischi scelgo sempre personalmente le canzoni; ho capito che il principale giudizio lo devo dare io a me stessa, senza avere timore di quello degli altri, e io sono così, trasparente. Sono la musica che state ascoltando adesso. Ho scelto di mantenere il legame con Laura, e non penso ci sia bisogno di un cambiamento per avere un’evoluzione artistica e di qualità, anzi, la realizzazione di queste canzoni è stata superba”. Non è inedita allora Laura, ma completamente inedito è stato

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Laura Pausini

l’approccio al nuovo album, e insieme ad esso alla vita. “L’ho intitolato così perché è stato inedito il percorso con cui questo disco è nato. Per la prima volta l’ho realizzato circondata da un silenzio e da una calma che non conoscevo, non dentro un camerino, un hotel o su un aereo, ma con una semplicità che da tempo non faceva parte della mia vita. Ed è saltato fuori un disco che è espressione musicale di ciò che vivo e penso”. Sono testi che parlano di Laura, di amori, delusioni e rivincite (nello stile Pausini), ma anche e soprattutto della famiglia e degli amici. Parlano di quello che ha vissuto, e in questi anni Laura ha vissuto a casa. C’è una canzone dolcissima per la mamma, “Tutto non fa te”, e c’è spazio persino per la sorella, che duetta con lei in “Nel primo sguardo” (scritta da Niccolò Fabi). “Silvia è sempre stata intonatissima, da bambine a casa la costringevo a cantare con me. Ora non voleva finire nel disco ma alla fine ho deciso io, come sempre, perché questa canzone parla di noi due”. Tra i featuring importanti si contano quello con Ivano Fossati, che ha voluto scrivere un brano delicato e poetico, “Troppo tempo”, apposta per la Pausini, dove duettano insieme. C’è poi il duetto tutto rock con nel brano eponimo, “Inedito” appunto. C’è una canzone speciale dedicata ad un amico morto, un brano tutto dedicato

ad un figlio che verrà, senza dimenticare la solarità del primo singolo, “Benvenuto”: “È una canzone dedicata alle persone autentiche e sincere, che hanno avuto il coraggio di essere come sono, invece di nascondersi o omologarsi”. Nella copertina del nuovo disco Laura sta seduta dentro una cassetta di legno e guarda i raggi di luce che vengono da fuori: “Il legno sono le mie radici, la luce è il mondo che vivo fuori, io sono entrambe le cose. Vivo lo show, i brillantini, ma amo contemporaneamente la semplicità, la naturalezza”. Sì, Laura è tornata. E non lo si può dire meglio che con i suoi versi: “Io sono così, mi hai chiesto: torna, mentre ero già qui”.

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Inedito world tour 2012. Dopo due anni di pausa, Laura Pausini torna lanciandosi subito nell’Inedito World Tour che, a partire dal Mediolanum Forum di Milano, la porterà in giro per il mondo per un anno intero. Agli 11 concerti già previsti tra Milano e Roma a partire dal prossimo 22 dicembre si aggiungono 14 nuove tappe italiane a marzo 2012. Ad accompagnarla in tour sarà la sua storica band capitanata da Paolo Carta alle chitarre (compagno di vita della cantante, ndr), i fratelli Emiliano e Matteo Bassi alla batteria e al basso, Bruno Zucchetti al piano, Roberta Granà e Gianluigi Fazio ai cori; a questa squadra si aggiungeranno due nuove figure, Monica Hill ai cori e Nicola Oliva alle chitarre. Per l’allestimento è stato scelto uno staff d’eccezione, dal regista Marco Balich, curatore di tour dei Pink Floyd e U2 (oltre che delle cerimonie per i prossimi Giochi Olimpici del Brasile) a Patrick Woodroffe, lighting designer di artisti del calibro dei Rolling Stones, e Mark Fisher, ideatore degli allestimenti del Cirque du Soleil. “La musica sarà sempre al centro di tutto - spiega il regista - e il tutto sarà incentrato attorno a Laura e ai fans. Abbiamo costruito un vero e proprio spettacolo con ballerini e sorprese”. Laura sarà in concerto a Milano dal 22 al 29 dicembre, in scena anche il giorno di Natale, per poi volare a Roma dal 31 dicembre al 6 gennaio. Dopo una tranche di date in Sudamerica nella prima parte dell’anno, tornerà in Italia dal 2 al 31 marzo; subito dopo attraverserà l’Europa con 23 concerti tra Francia, Spagna, Germania, Svizzera, Belgio, Olanda, Austria e Inghilterra, dove si esibirà sui più prestigiosi palcoscenici della musica live, come la Royal Albert Hall a Londra. Tutte le info sul sito ufficiale, www.laurapausini.com


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Silvia Evangelisti

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Silvia Evangelisti

SILVIA EVANGELISTI la signora dell’arte. testo e foto Ilaria Milandri

Arte Fiera di Bologna è lo scenario del più importante evento italiano dedicato all’arte moderna e contemporanea. Il direttore artistico è Silvia Evangelisti. A lei chiediamo qualche notizia sulla prossima edizione, in programma dal 27 al 30 gennaio 2012.

“Arte Fiera 2012 propone una serie di novità che dipendono da un preciso progetto culturale. Logisticamente l’esposizione sarà allestita in spazi diversi da quelli degli ultimi tre anni. Nei padiglioni 21 e 22 saranno presenti, insieme alle gallerie che fanno un lavoro di ricerca e propongono arte dalla seconda metà del Novecento in poi e che hanno già una loro tradizione, gallerie con meno di cinque anni di vita e che espongono lavori che costano meno di 10mila euro; l’arte moderna sarà ospitata invece in un grande padiglione. Abbiamo cercato di rendere i percorsi più agevoli senza sacrificare il concetto del layout proprio di Arte Fiera, che è quello di grandi corridoi e grandi spazi vivibili, dove anche nei momenti di massimo flusso di visitatori le opere rimangono ben visibili. Questa scelta, dettata anche dal momento di difficoltà e recessione che stiamo vivendo, ha richiesto una rivalutazione dell’assetto generale, partendo da una drastica selezione delle gallerie. La qualità è l’unica arma in nostro possesso per combattere questa crisi. Perciò questa sarà una fiera all’insegna della massima qualità”. Cosa c’è in programma e quali sono gli eventi collaterali, che ormai connotano Arte Fiera almeno quanto l’esposizione principale? “Gli eventi interni alla fiera saranno molto interessati. Il critico spagnolo Paco Barragan ha proposto una cosa molto curiosa e innovativa che consiste nell’allestimento, da parte dei vari critici ed esperti d’arte presenti a una tavola rotonda, di piccole mostre estemporanee utilizzando le opere presenti in fiera. Ci sarà poi, come sempre, l’attività dell’Art Cafè dove vengono presentati libri, mostre e dove ogni ora accade qualcosa e si susseguono proposte artistiche di diversa natura. Anche quest’anno, inoltre, verrà assegnato il premio Euromobil Trenta che premia, appunto, un artista al di sotto dei trent’anni presente in fiera. Mi preme dire anche che Arte Fiera è l’unica fiera italiana che non gode di alcun aiuto da parte di nessuna istituzione, vive solo ed esclusivamente di introiti privati. Non riceviamo contributi né dalla Regione, né dalla Provincia, né dal Comune, che collabora solo per gli spazi delle istallazioni. Per venire alla tua domanda, il programma di Arte Fiera che coinvolge Bologna e non solo è talmente ampio che invito tutti i lettori di Premium ad andarlo a leggere sul sito di Arte Fiera (www.artefiera.bolognafiere.it). Mi preme sottolineare, però, le istallazioni di Bologna Art First curate da Julia Draganovic, che come sempre sono

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Silvia Evangelisti

Alcune opere presentate nella scorsa edizione di Arte Fiera: Pierluigi Pusole, Experiment, 2010, courtesy Studio d Arte Raffaelli, Trento (foto Cristina Leoncini). Gianluigi Toccafondo, Blue motel, 2010, courtesy Galleria Il Segno, Roma.

collocate in luoghi strategici della città come Palazzo d’Accursio, l’Archiginnasio, il museo Civico Archeologico, i musei universitari... Il titolo di Bologna Art First 2012 è ‘A Bordo del Cuore D’Oro’, e la cosa più interessate è che non chiude con la fiera, ma le opere rimarranno visibili sino alla fine di febbraio. Ci sono, inoltre, le iniziative di Arte Fiera Off. Una molto divertente sarà quella alla cineteca di Bologna dal titolo CineVino, che unisce il mondo in pellicola con quello dell’enologia. Ci sarà anche Orea Malià che proporrà opere, pezzi unici e cose mai viste di Handy Warol. Ma ogni angolo della città ospiterà qualche iniziativa collegate al mondo dell’arte!”. Arte Fiera e il territorio. Come possono beneficiare anche le città limitrofe e quindi la regione dell’evento Arte Fiera? “Per le iniziative legate al territorio nel periodo di Arte Fiera rimando ancora una volta al sito della manifestazione. È nostra cura segnalare tutte gli eventi a livello regionale programmati negli stessi giorni in cui si svolge Arte Fiera. La stessa mostra di Wildt ai Musei San Domenico di Forlì viene ampiamente promossa”. Arte anche come investimento. Chi volesse intraprendere questo percorso a chi dovrebbe rivolgersi per farsi consigliare su quali opere o artisti puntare? “Ci sono, come in tutti i settori, una serie di figure professionali. Per quanto riguarda il nostro si chiamano art advisor, e si occupano d’indirizzare agli acquisti in campo artistico. Questi professionisti partono da un’analisi della richiesta del cliente, dai suoi gusti e dalle dispo-

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nibilità economiche, e poi propongono una gamma di artisti e quindi di opere che rientrano in quel quadro. Scusate il gioco di parole...! Sto parlando di persone che vogliono investire dai duemila ai 20mila euro. Chi spende 300mila, 400mila euro per un’opera solitamente è qualcuno che invece è già dentro al mondo dell’arte o ha amici che lo fanno per mestiere ai quali si rivolge. Un artista che vale 2mila euro è un artista molto giovane che non può avere un curriculum. Sta lì la vera scommessa e la bravura del consulente, e in parte anche delle gallerie. In questo senso Arte Fiera è un ottimo suggerimento iniziale per chi è interessato ad acquistare arte. È ovvio che la progettualità che sta dietro ad un investimento del genere è molto diversa da quella di chi compra titoli che magari rivende il giorno dopo. In questo caso non si tratta di spostare soldi invisibili sperando che crescano o acquistare immobili che magari non si abiteranno o vedranno mai. Chi compra un’opera spera che ovviamente aumenti di valore, ma per lo più non la compra per rivenderla poco dopo, spesso è dispiaciuto di farlo e comunque intanto che gli appartiene si gode concretamente il suo investimento. Quanto investire in arte possa veramente rendere non è, come in nessun settore, prevedibile”. Le viene in mente qualche esempio su investimenti ben calibrati? “Faccio un esempio concreto che mi riguarda, di un investimento andato a buon fine. Negli anni Ottanta ero a New York a visitare la galleria di Tony Shafrasi a Soho, quando era ancora un loft grandissimo e vuoto. Appeso molto in alto c’era un solo un grande quadro. Arrivò un ragazzetto che Tony mi presento: “È un promettente artista, ha vent’anni ed è appena uscito dalla scuola d’arte, si chiama Keith Haring”. Il quadro costava 800 dollari. Il mio fidanzato che mi accompagnava in quel viaggio mi disse: ‘Costa come il divano che pensavo di regalarti, se vuoi ti regalo questo!’. Io ovviamente accettai. Mi costò più la spedizione che il quadro. Così mi sono portata a casa un Keith Haring. Quello è stato il primo quadro che Keith ha venduto e che è uscito dall’America. Poi lui è diventato “Keith Haring” e il suo quadro l’ho venduto, anni dopo, per contribuire all’acquisto della mia casa. Certamente questa non è la regola ma è una buona possibilità, che con me si è concretizzata e che nemmeno il miglior investimento in borsa avrebbe potuto eguagliare. In più, per un bel po’ di anni, ho vissuto con appeso sul mio muro un’opera di Keith Haring...”.

Silvia Evangelisti. Storica dell’arte, dal 1986 insegna Storia dell’arte contemporanea e Storia e metodologia della critica d’arte all’Accademia di Belle Arti di Bologna, insegnamento questo ultimo che ricopre in ruolo dal 1992. Dal 1983 al 1990 ha collaborato alla cattedra di Storia dell’arte Contemporanea del Dipartimento delle Arti Visive dell’Università di Bologna, e nel 1988 vi ha insegnato come professore a contratto. Nel 1988 inizia la collaborazione con Arte Fiera di Bologna, in qualità di consulente, divenendone Direttore artistico nel 2003. È inoltre uno dei tre componenti del Comitato Scientifico di selezione della fiera internazionale d’arte contemporanea di Shanghai ShContemporary. Dopo essersi occupata di arte antica (ha pubblicato saggi ed interventi sulla pittura del Settecento), ha curato mostre e cataloghi per musei ed enti pubblici e ha pubblicato numerosi saggi e volumi dedicati ad artisti del XX secolo.

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Un sogno felliniano

un SOGNO felliniano Rimini: la città, la memoria e il suo regista. testo Stefano Rossini - foto Riccardo Gallini

“Rimini è un pastrocchio, confuso, pauroso, tenero, con questo grande respiro, questo vuoto aperto del mare”. Parole del grande regista che qui ambientò capolavori come “Amarcord” e “I vitelloni”. A chi lo sa cercare, la città mostra ancora il suo volto onirico e sanguigno.

La Rimini di Federico Fellini è una città sospesa tra la dimensione reale e quella onirica. È un mondo, un crocevia in cui le persone e le storie si incontrano e si scontrano. Nei film in cui è protagonista, Rimini è tanto uno spazio sul quale si muovono i personaggi quanto un elemento partecipe della storia, che irrompe prepotente e condiziona lo svolgersi degli eventi. In numerose scene s’intravedono vie e palazzi che non hanno altra funzione se non quella scenografica. Per il grande regista la memoria della sua Rimini è sempre stata forte e più di una volta sono i luoghi stessi della città ad essere protagonisti. Per Fellini sono due le anime della città. A monte della ferrovia c’è il centro storico, la città vera e propria con le sue piazze, la rocca, le colline. Dall’altra parte c’è il mare, la spiaggia, il Grand Hotel. È una Rimini godereccia, scanzonata che si diverte. Nel centro c’è la stazione ferroviaria, il luogo della partenza e degli addii. Fulcro della città e centro nodale delle storie dei Vitelloni e dei personaggi di “Amarcord” è Piazza Cavour, con la fontana della Pigna, la pescheria vecchia, il teatro e il palazzo dell’Arengo. Da sempre la piazza contende il primato di centro a Piazza Tre Martiri, un tempo dedicata a Giulio Cesare. Ma quella era l’antico foro romano, l’incrocio tra il cardo e il decumano, questa è invece il centro della città medievale, nuova, e ancora oggi qui si incontrano le persone alla fontana della Pigna o sotto i portici della pescheria vecchia - costruita nel ‘700 - seduti sui banconi di marmo dove un tempo veniva esposto il pesce. Del

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Nome Cognome

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Un sogno felliniano

teatro Poletti rimane solo la facciata. Il resto è stato distrutto durante la guerra e ritirato su in fretta e furia. Ma l’ordine della piazza non ne viene toccato. Sul lato lungo della piazza, opposto a quello della vecchia pescheria, si trovano il Palazzo dell’Arengo, del Podestà e del Comune, le sedi del potere cittadino. Ma l’elemento che più rappresenta il luogo è la fontana della Pigna, così chiamata per la grande pigna posta in cima; costruita a metà del ‘500 con marmo di Carrara ha alcune parti, come il tamburo che sostiene la pigna, di epoca romana. Meno amata dai riminesi la statua di papa Paolo V. Nella finzione scenica, piazza Cavour era il luogo di incontro dei Vitelloni. Qui abitavano, infatti, i personaggi principali: il mite Moraldo (Franco Interlenghi), Fausto il seduttore (Franco Fabrizi) e l’infantile Alberto (Alberto Sordi). Alle spalle di Piazza Cavour, dietro al Teatro, si trova la Rocca malatestiana. Il castello, appena accennato in una scena di “Amarcord”, viene citato da Fellini come “una presenza nera, nel ricordo della città”. In effetti, per lungo tempo, il castello è stato marginale e quasi ingombrante per la città, fino al recupero dei primi anni del 2000, quando fu restaurato e trasformato in sede di prestigiose mostre internazionali. La memoria di Fellini si perde poi oltre la città, verso le colline dove vivevano i contadini, o lungo il Marecchia, fiume amato e percorso più e più volte dal regista. L’anima forse più cinematografica di Rimini è quella del mare, della spiaggia e dell’estate. Per cogliere davvero lo spirito della città, il genius loci, la sua essenza, la natura che ha dato vita ai sogni e alle malinconie di Fellini, si deve fare uno sforzo in più e venire al mare, sulla spiaggia, d’autunno o d’inverno, quando non ci sono più gli ombrelloni e le sdraio, ma solo la nebbia, il cielo basso e grigio e lo sciabordio delle onde sulla battigia. Tutta la voglia di partire, la tensione verso ciò che è lontano parte da qui. Si stenta quasi a riconoscere lo stesso mare e la stessa spiaggia che facevano da fondale alle imprese dello zio Titta, il Pataca, il playboy che nelle calde notti estive passeggiava e amoreggiava con le turiste tedesche. L’altro punto focale della città, luogo fondamentale della memoria e della visione felliniana di Rimini è il Grand Hotel. La descrizione migliore di questo luogo magico la dà lo stesso

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Un sogno felliniano

La città immaginata di Amarcord. Nonostante l’amore per la sua città, Fellini non ha girato un solo metro di pellicola a Rimini. Tutte le scenografie sono, infatti, state ricostruite a Cinecittà e spesso il Maestro ammetteva di riconoscere come vera Rimini più quella costruita per il cinema che quella reale. Scriveva: “Io, a Rimini, non torno volentieri. (…) Soprattutto mi pare, il ritorno, un compiaciuto, masochistico rimasticamento della memoria: un’operazione teatrale, letteraria. Certo, essa può avere il suo fascino. Un fascino sonnolento, torbido. Ma ecco: non riesco a considerare Rimini come un fatto oggettivo. È piuttosto, e soltanto, una dimensione della memoria”. Il nome del maestro e quello dei suoi film risuonano comunque ancora oggi nella cittadina romagnola: da piazza Fellini (Marina Centro) sino a piazza Marvelli, le vie perpendicolari al mare sono state chiamate con i titoli dei capolavori cinematografici felliniani.

Sopra, il murales che raffigura Giulietta Masina nei panni di Gelsomina. A fianco, l’immagine culto con Marcello Mastroianni e Anita Ekberg, protagonisti de “La Dolce Vita”.

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Un sogno felliniano

regista: “Delitti, rapimenti, notti di folle amore, ricatti, suicidi, il giardino dei supplizi, la dea Kalì: tutto avveniva al Grand Hotel. Le sere d’estate il Grand Hotel diventava Istanbul, Baghdad, Hollywood. Sulle sue terrazze, protette da cortine di fittissime piante, forse si svolgevano feste alla Ziegfel. Si intravedevano nude schiene di donne che ci sembravano d’oro, allacciate da braccia maschili in smoking bianco, un venticello profumato ci portava a tratti musichette sincopate, languide da svenire”. Il Grand Hotel di Rimini è stato inaugurato nel 1908 e subito è diventato un simbolo della città e un luogo d’attrazione per tutto il paese e per i turisti. L’edificio, gli stucchi, le statue che lo abbellivano, le cupole che lo sovrastavano, tutto dava vita ad un luogo incredibile in cui poteva avvenire ogni cosa, una porta che metteva in comunicazione Rimini con l’oriente e con il mondo dei sogni e dei desideri. Negli anni le vicende dell’Hotel sono state alterne. Nel luglio 1920 un incendio distrusse le due cupole ornamentali che sovrastavano il tetto, mai più ripristinate, e altri danni arrivarono durante la seconda guerra mondiale, a causa dei bombardamenti subiti dalla città. L’interno è però rimasto lo stesso e si respira sempre una grandeur forse un po’ decadente ma molto levantina e ricca di fascino. Ancora oggi le camere conservano gli arredi francesi e veneziani del XVIII secolo, il parquet e i lampadari veneziani dell’arredamento originale, mentre nelle sale ristorante gli arredi, i dipinti e le luci rievocano l’atmosfera del passato.

Cinema Fulgor e Borgo San Giuliano. Il cinema Fulgor (Corso d’Augusto, 162) è il cinema dove Fellini vide il suo primo film, “Maciste all’inferno”, sulle ginocchia del padre, come racconterà in “Roma”. Ed è sempre al Fulgor che cerca un approccio con Gradisca, come racconterà in “Amarcord”. Oggi è in ristrutturazione. Borgo San Giuliano, situato oltre il ponte di Tiberio, è una delle parti più genuine di Rimini. Qui un tempo abitavano i pescatori, oggi è un quartiere molto apprezzato e ricercato. Sui muri del vecchio borgo sono affrescati i personaggi e le scene dei più importanti film di Fellini, “Le notti di Cabiria”, “La dolce vita”, “La strada”, e tanti altri. Non è un luogo felliniano in senso stretto, ma è comunque un punto imprescindibile per conoscere la vita e la storia del regista: parliamo della Fondazione Federico Fellini (via Nigra, 26) che raccoglie alcuni reperti del regista, costumi, elementi scenografici, disegni, scritti e molto altro, mettendo a disposizione degli appassionati e dei ricercatori un cospicuo materiale di documentazione. Altro luogo non felliniano, ma da non perdere, è la cineteca di Rimini, in via Gambalunga 27.

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Luoghi storici legati alla memoria di Fellini: il Grand Hotel di Rimini e, sotto, il cinema Fulgor.



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Sant’Agata Feltria terra di frontiera, ricca di torri e castelli.

testo Stefano Rossini - foto Omar Cappelli

A cavallo tra Marche, Romagna e San Marino, il Montefeltro è una regione con una sua storia e autonomia culturale, nonostante le diverse province e regioni. E Sant’Agata Feltria, ubicata nella parte settentrionale, è un piccolo gioiello architettonico.

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Sant’Agata Feltria

Territorio di confine, da sempre conteso e combattuto, il Montefeltro mostra ancora oggi i segni della sua posizione di frontiera. È facile per il viaggiatore scorgere questa particolare natura che si disegna in file di colli dolci e verdi dominati da torri, castelli, rocche, ognuno a guardia di una vallata o di un borgo stretto sulla cima di una montagna o di una pieve che si fonde con la sacralità del luogo. E dove manca l’opera dell’uomo è la natura rigogliosa che dà vita a scenari suggestivi di rara bellezza. In effetti, basta dedicare un po’ di tempo ad esplorare queste terre per scoprire un mondo che sembra sospeso nel tempo, rimasto con gli stessi colori e le stesse forme di cinque secoli fa. È sufficiente salire su un qualsiasi borgo turrito per scorgere altre torri e altri castelli. In pieno rinascimento, Urbino fu il centro nevralgico di un sogno umanista voluto dal Duca Federico da Montefeltro. Pittori, architetti e letterati diedero vita ad una corte che ha ancora oggi presa sull’immaginario collettivo dell’Europa. Urbino è stata, sul versante Adriatico del Belpaese, ciò che Firenze è stata al di là degli Appennini. Il respiro artistico e architettonico si è allargato dalla capitale a tutto il territorio circostante e sono molti i borghi, i paesi e i castelli che nascondo veri e propri capolavori d’arte e di cultura. Sant’Agata Feltria si trova nella parte settentrionale del Montefeltro, alle spalle di San Marino. La strada si snoda su un lungo crinale prima di scendere in una conca lussureggiante. Qui, su uno sperone roccioso, sorge la rocca Fregoso, attorno alla quale si sviluppa il borgo antico. Il castello, il borgo e la rocca sono passati di volta in volta in mano dei Malatesta e dei Montefeltro, fino a diventare di proprietà della famiglia Fregoso di Genova, imparentata coi duchi di Urbino. Il primo nucleo della rocca, composto dalla torre poligonale, risale al XII secolo. Le successive espansioni quattrocentesche furono commissionate da Federico da Montefeltro all’architetto Francesco di Giorgio Martini, lo stesso che realizzò anche la più famosa rocca di San Leo. Dall’ingresso della rocca la strada serpeggia sino ai piedi dello sperone, passando per strettoie e sotto vecchie arcate. Per godere appieno delle atmosfere del borgo antico serve un po’ di fiato: muoversi da un punto all’altro del paese costringe ad attraversare scalette, saliscendi e passaggi che girano attorno allo sperone. Giunti in fondo alla scalinata della

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Sant’Agata Feltria

Sant’Agata Feltria sotto la neve.

Maiano e Petrella Guidi. Secondo la leggenda di fondazione di Sant’Agata Feltria, lo sperone di arenaria sul quale fu costruita la rocca si formò per una frana dal vicino Monte Ercole, un’altura da cui si gode un’ampia veduta sulla vallata, ricoperto da un vasto manto di castagni, faggi e querce, ancora piuttosto numerosi. Oltre alla bellezza, il luogo è apprezzato per l’abbondanza di funghi che fanno la felicità dei cercatori. Maiano, a pochi chilometri da Sant’Agata, fu un centro importante per le escavazioni di pozzi per l’estrazione dello zolfo (come la vicina Perticara che ospita anche un museo). Nella parte alta del borgo si trovava anche un castello. Oggi è rimasta la bella chiesa di Santa Maria Assunta. Petrella Guidi è, insieme a Sant’Agata, il borgo meglio conservato del comune. Del poderoso castello oggi sono rimasti la torre senza copertura e l’arco della porta a tutto sesto, che potrebbe addirittura essere parte di una costruzione di epoca romanica.

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Sant’Agata Feltria

rocca si arriva in un piccolo slargo e da qui alla grande piazza Garibaldi, il cuore di Sant’Agata. A guardia dello spazio cittadino si trova la facciata del Teatro Mariani, semplice ed elegante. La costruzione del teatro cominciò nel 1723 e fu completata 30 anni più tardi. Il teatro toccò il proprio apogeo di fama negli anni Venti, con la presentazione del “Rigoletto” di Verdi. Per l’occasione, le musiche furono eseguite dall’orchestra del teatro “La Scala” di Milano, inviata dall’impresario santagatese Ciro Ragazzini. Oggi il teatro è, insieme alla rocca, uno dei custodi della storia di Sant’Agata e simbolo della città. All’interno, nei medaglioni decorativi, sono raffigurati i personaggi della storia locale, tra cui Uguccione della Faggiola e Ottaviano Fregoso. Sempre sulla piazza si trova la grande Chiesa Collegiata, eretta nel decimo secolo e ampliata successivamente nel ’500. L’aspetto oggi è barocco, a causa di ritocchi e interventi degli ultimi secoli. Merita una visita anche la piccola cripta del settimo secolo raggiungibile non dalla piazza ma dalla stradina che gira attorno alla chiesa fino alla base del campanile. Qui l’atmosfera è più raccolta e intima, una semplice piccola nicchia scavata nella pietra con un altare. Alle suggestioni da borgo medievale, strutturato con la rocca nel punto più alto e la piazza con la chiesa e i luoghi di cultura raccolti attorno e stretti come a difendersi l’un l’altro, Sant’Agata ha saputo aggiungere tocchi di artistica modernità, come le belle fontane che punteggiano il tragitto e accompagnano il visitatore da un luogo all’altro. La più affascinante è senza dubbio

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Sopra, rocca Fregoso. Nella pagina successiva il Convento di San Gerolamo.


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Sant’Agata Feltria

la fontana della lumaca, ideata da Tonino Guerra e realizzata dal mosaicista di Ravenna Bravura, che si snoda attorno alla scalinata che collega la parte bassa e la parte alta della città. Dello stesso mosaicista anche la Luna del Pozzo, più semplice ma non meno meritevole, situata sulla sinistra di piazza Fabbri, sul muro del rivellino, e anche la fontana “Le impronte della memoria”, un tempo luogo di sosta per abbeverare i cavalli. Appena usciti dal centro si trova il Convento di San Gerolamo, un luogo silenzioso, ricco di pace e bellezza. La struttura è sormontata da un campanile romanico. Il portico antistante è suddiviso da colonne ottagonali. Di fianco alla chiesa si trova il museo delle Arti rurali, che raccoglie il patrimonio dell’epoca passata, le tradizioni e le testimonianze della vita e del mondo contadino. La ricchezza di Sant’Agata non riposa solo negli edifici e nella storia che si respira passeggiando tra le vie del borgo, ma anche nella natura rigogliosa e generosa che letteralmente esplode e circonda il paese. Boschi lussureggianti e colline dolci si susseguono in ogni direzione e sono luogo di tartufi, funghi e altri prodotti ghiotti che hanno fatto la fortuna di questo paese. Ogni domenica di ottobre la Fiera nazionale del tartufo bianco pregiato e dei prodotti del sottobosco è un’occasione davvero unica per scoprire il sontuoso re della tavola e tutte le leccornie di un territorio ricco che produce, con sapienti lavorazioni, una vasta gamma di prodotti come formaggi, mieli e salumi.

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Come raggiungere Sant’Agata Feltria. Percorrere la statale Marecchiese fino a Novafeltria, da qui seguire le indicazioni per il paese, oppure la E45 sino all’uscita di Sarsina e seguire le indicazioni. Il periodo migliore per godere delle atmosfere del borgo è l’autunno, quando i boschi si tingono di rosso e giallo e l’aria è più fresca. Nelle domeniche di ottobre si svolge la sagra del tartufo bianco e dei prodotti del sottobosco, le domeniche di dicembre c’è il mercatino di Natale e dell’artigianato. Info: www.santagatainfiera.com


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Azzurro come il pesce

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Azzurro come il pesce

AZZURRO COME IL PESCE tipico dell’Adriatico, da gustare sulla banchina. testo Valentina Minzoni - foto Giorgio Sabatini

Alici e sgombri sono i più conosciuti ma fanno parte del gruppo anche tonni e pesci spada, costardelle e spratti. L’argento e il blu caratterizzano questa varietà ittica, ricca di qualità nutritive e tradizionalmente conservata sotto olio o sotto sale.

Un pesce “povero” per un palato da ricchi. Il pesce azzurro per lungo tempo è stato considerato una pietanza modesta perché consumata dai pescatori di rientro dal mare, che certo ricchi non erano. Cotto in graticola su fuochi improvvisati (i foconi) direttamente sulla banchina, mentre il pesce più pregiato era destinato alla vendita. Una denominazione ingiusta, però, visto che il pesce azzurro, o pés turchin (pesce turchino) come lo chiamano in Romagna, benché di costo ridotto per la grande quantità di pescato nell’Adriatico è in realtà ricco di qualità nutritive, gustoso e molto apprezzato in cucina. È il pesce tipico del mare Adriatico, abbondante soprattutto nel tratto che si affaccia alla Romagna, definito azzurro non perché appartenente ad un gruppo scientificamente definito di specie ittiche ma semplicemente per indicare alcune varietà di pesci, generalmente di piccola pezzatura, caratterizzati da colorazione dorsale tendente al blu e argentea nella parte ventrale. Spesso, quando si parla di pesce azzurro, lo si identifica con l’alice, la sardina, lo sgombro e l’aguglia, le specie più abbondanti e usate nelle tradizionali ricette italiane. Fanno parte di questo gruppo anche tipi meno noti come l’alaccia, il cicerello, la costardella, il lanzardo, il pesce sciabola, il suro e lo spratto, e altri pesci che, sia a livello di forma sia di dimensione, sembrano aver poco a che vedere con quelli appena citati ma che appartengono sempre al gruppo azzurro, come ad esempio il pesce spada e il tonno. Dotato di grandi qualità nutrizionali, si diceva, il pesce azzurro ha carni estremamente digeribili con prevalenza di grassi insaturi, in particolare del tipo omega3 - che, oltre ad insaporire le carni, sono importanti per lo sviluppo cerebrale e protettori per cuore e arterie - ed è ricco di calcio, di proteine di elevata

Ph. Archivio APT

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Azzurro come il pesce

Mercati ittici e aste all’ingrosso.

qualità, di vitamine, ferro e sali minerali. Da non dimenticare inoltre il basso apporto calorico delle più comuni specie di pesce azzurro, che oscilla fra le 89 Kc per 100grammi di aguglia a 168 Kc per lo sgombro. Naturalmente l’apporto calorico può venir modificato a seconda del tipo di cottura: così si vede il potere calorico aumentare per le fritture, cottura molto impiegata soprattutto per certe specie, o per le conservazioni sott’olio, mentre è indicata una cottura alla griglia per i pesci più grassi come sgombro e sardina. Altra caratteristica importante che riguarda il pesce azzurro è il caratteristico “cerimoniale” di conservazione sott’olio o sotto sale, antica modalità di mantenimento proposta, in numerose versioni, anche dall’industria moderna di conservazione. Queste specie sono, infatti, molto delicate, perché possiedono un contenuto di grassi più elevato del “pesce bianco” e necessitano di attenzioni per evitare che si deteriorino anzitempo. Può essere congelato in casa, in freezer, solo se comprato freschissimo e consumato in tempi abbastanza rapidi perché non si modifichino le caratteristiche organolettiche. A Cesenatico, centro per eccellenza del pesce azzurro, si trovano due particolari aziende di trasformazione che vendono prodotti tipici a base di questo prelibato prodotto. La prima, Marischeria del porto Tosi & Raggini (via Bonificazione 47), offre degustazione di prodotti tipici a base di pesce, che vengono confezionati sotto-vuoto in vassoi e vasi di vetro per mantenere inalterato il sapore del pesce appena lavorato. Tra i più caratteristici acciughe sott’olio e sotto sale, tonno, sar-

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In tutte le cittadine marittime si può trovare dell’ottimo pesce fresco nei mercati ittici, dov’è possibile acquistarlo direttamente dai pescatori di rientro al porto. Nell’Antica Pescheria di Cervia o alla vecchia Pescheria di Cesenatico, a due passi dalla Piazzetta delle Conserve. Al grande mercato ittico di Rimini e sul molo di Bellaria Igea Marina oppure, non molto più a sud, a Cattolica, città marinara dalle antiche tradizioni pescherecce che oltre al pesce bianco, collocato prevalentemente sul mercato locale, pratica la pesca del pesce azzurro, assorbito per lo più dal mercato estero. Per gli amanti della pesca d’altura, in estate sono poi a disposizione imbarcazioni attrezzate per battute allo sgombro e al tonno. Salpando le reti con i pescatori, si può provare l’esperienza di “sbroccare” il pesce direttamente dalle maglie degli attrezzi e degustare i prodotti dell’Adriatico a bordo. A Marina di Ravenna si può invece assistere all’asta di vendita del mercato ittico all’ingrosso sul molo Dalmazia, con cassette di pescato poste su un nastro trasportatore che ne calcola quantità e prezzo in base alla quotazione del giorno, poi il prezzo comincia a scendere fino a quando un commerciante interessato all’acquisto schiaccerà il suo pulsante, fermando il prezzo e aggiudicandosi l’asta.Spostandosi verso il ferrarese si arriva a Porto Garibaldi, dove ancor oggi la vendita del pesce si fa all’asta col metodo del “tocco”, senza mancare, infine, Comacchio, la “piccola Venezia” con la Manifattura dei Marinati e la sua Antica Pescheria, bellissimo edificio del XVII secolo oggi sede del mercato giornaliero del pesce.


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Azzurro come il pesce

Fritto o alla piastra.

Ph. Archivio APT

de marinate, vongole al naturale, filetti di sgombero, alici marinate, antipasti di mare al naturale, sughi di pesce e insalate di mare. La seconda azienda è la Adler A.l.v. srl (statale Adriatica 16), specializzata nella produzione e commercializzazione della famosa saraghina, creata da un’idea del fondatore che, a metà del ‘900, decise di conservare la papalina, particolare pesce azzurro, sotto sale. La società si caratterizza anche per il particolare confezionamento della saraghina: in un tipico barile in legno il pesce viene disposto a raggiera, per simboleggiare il sole e la solarità della Romagna. A tutt’oggi la Adler Srl è l’unica produttrice europea di questa specialità. Il lavoro dei pescatori conserva ancora un suo fascino antico. Ogni mattina, lungo il canale di Cesenatico tra le ore 7 e le 10, si possono vedere i sacchi di vongole scaricati dalle barche così come si può assistere allo sbarco dei mitili. Si pesca soprattutto con la tecnica a volante, entro le 20-40 miglia nautiche dalla costa, pesca che non opera sul fondale ma lungo il profilo della colonna d’acqua, attraverso il traino di un’unica rete da parte di due imbarcazioni affiancate. Questo autunno, dopo il fermo pesca di due mesi che ha portato ad un ripascimento dell’Adriatico, è stato un periodo ottimo per pescare e gustare il pesce azzurro, in tutte le caratteristiche e fantasiose versioni proposte dalle cucine marittime del litorale. Si veda in particolare la tipica rustida, pesce azzurro grigliato con una panatura dorata, da mangiare ancora bollente con le mani. Ancora meglio se gustato sulla banchina, insieme ai pescatori, a testimonianza di una tradizione tutt’altro che povera ma anzi antica, ricca e buonissima!

Ph. Archivio Comune di Cesenatico

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Pesce spada, tonno, alici, sardine e molte altre sono le specie di pesce azzurro gustate e apprezzate soprattutto sulle tavole romagnole e nei ristoranti delle città che si affacciano sull’Adriatico. Tappa immancabile per gli amanti della cucina marinara è senz’altro “Il Mago del Pesce” di Damiano Proni (www. ilmagodelpesce.it) a Sant’Alberto di Ravenna, che propone una cucina creativa che fa del pesce azzurro il protagonista. Non è da meno “L’Osteria del Gran Fritto” di Stefano e Andrea Bartolini (www.stefanobartolini.com) a Cesenatico, che, all’interno di un ambiente luminoso e sobrio affacciato sul porto canale, candida come piatto forte il gran fritto di pesce del Mare Adriatico e la saraghina alla griglia. A Rimini-Miramare troviamo invece “Guido” (www.ristoranteguido. it), il ristorante recentemente rinnovato di Gianluca e Gian Paolo Raschi che mette in tavola piatti di pesce tradizionali ma rivisitati per far si che i sapori dell’Adriatico possano conquistare anche i palati più esigenti. Spostandoci a Fano, la “Trattoria Maria” della signora Tena accoglie i propri clienti con piatti di pesce preparati ogni giorno a seconda del pescato in un locale piccolo ma accogliente. Per finire non può non essere citato “Uliassi” a Senigallia (www.uliassi.it), il ristorante stellato di Mauro Uliassi dove il pesce povero è da sempre protagonista di piatti assolutamente imperdibili. Dalla trippa con mandorle, raguse, sgombro marinato e puntarelle all’essenziale panne burro e alici (nella foto uno dei piatti di Uliassi, con acciughe marinate all’arancio a base di burro e alici). (F.Ri.)



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ristorante Alexander Atmosfere neoromantiche e Decò

Nei locali dell’ex cinema di Borgo San Rocco, nel cuore di Ravenna, Pia Casu e Sante Milandri propongono una ristorazione tradizionale e raffinata. Arricchita dalla magia dell’edificio, ricco di storia e suggestioni. Un locale postmoderno in cui palato, spettacolo e cultura convivono in armonia.

In centro storico, in uno dei borghi più antichi di Ravenna, Borgo San Rocco, ha aperto nel 2006 il Ristorante Alexander, nato dal recupero di un fabbricato la cui storia, semplice da raccontare, è però ricca di sorprendenti vicissitudini. Qualcuno ipotizza che nel ‘400 l’attuale edificio potesse essere destinato, in forme più o meno simili a quelle attuali, ad ambiente con funzione ecclesiastica, testimonianza di ciò è il piccolo sagrato all’ingresso. Verso la fine del XIX secolo nell’edificio viene ubicato un forno e la trattoria dell’Allegria: sarà poi nel 1925 l’architetto Luigi Gallamini di Ravenna a redigere un progetto di trasformazione dell’ex trattoria in Sala Cinema Eden. Cambia diverse volte denominazione, per assumere nel 2000 quella di cinema Alexander, che chiude la sua attività nel 2004. È nel 2005 che a Sante Milandri, noto ristoratore ravennate, viene l’idea di recuperare il fabbricato e convertirlo in ristorante. Coadiuvato dalla moglie Pia Casu, che ha curato la parte progettuale e arredato gli interni, decide di trasferire qui l’attività a lungo esercitata allo Spasso Bistrot in via Mura di San Vitale e al Bistrot Claridge di Cesenatico. Il ristorante, negli ambienti che hanno ospitato il cinema dal 1926, ha mantenuto il fascino e la grande capacità di suggestione, un luogo speciale carico di storia e pieno di ricordi per tanti ravennati. Oltre e rispettare l’antico, il locale ha voluto attualizzare l’atmosfera cinematografica animando le pareti con gigantografie di attori-mito e proiettando spezzoni classici della filmografia o concerti dal vivo. Gli arredi di stile spiccatamente Liberty ci riportano ad un contesto stile sala da the di stampo nordico. Poi, come in una autentica sala per spettacoli, si apre il sipario e in bell’ordine appaiono i sobri tavoli apparecchiati, una zona soppalcata di facile accesso e alle pareti specchi d’epoca, che restituiscono un’atmosfera di vissuto rivisitato. La musica

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è sommessa, le luci non aggressive, tavoli e sedute comode. Sante Milandri e Pia Casu hanno voluto mantenere l’eredità della vecchia trattoria dell’Allegria impostando una cucina che rispecchia le caratteristiche del restauro architettonico, coniugando tradizione e innovazione. Il menù propone piatti di carne e di pesce e una selezione di vini con prestigiose etichette. I prodotti vengono scelti accuratamente dalla proprietà e sapientemente lavorati dallo staff della cucina guidato dallo chef Davide Zanetti supportato da giovani talentuosi, Mattia Borroni e Alessandro Nasuelli, che, uniti dalla stessa passione e professionalità, contribuiscono al successo dell’Alexander. Il locale offre prestigiosi concerti di musica, rassegne di tango, di jazz, presentazioni di libri e serate gastronomiche a tema. Abbiamo finalmente, oggi a Ravenna, un locale postmoderno, dove palato, spettacolo e cultura del passato, presente e futuro, si integrano in un esempio di storia e attualità. Il sentirsi a casa propria, il provare una sensazione di benessere e appagamento è la “mission” di questo locale.

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SCENOGRAFIE DI STILI. Modi diversi di inserirsi armonicamente nell’ambiente. DOME propone in questo numero alcuni esempi di come l’architettura all’avanguardia possa trovare la formula vincente della compenetrazione tra spazi e paesaggi. A cominciare dalla villa firmata dall’architetto Vanda Venturi, una forma semplice in dialogo costante con le colline sanmarinesi, in cui tecniche artigianali e innovazione si integrano. Nel Casentino facciamo invece un salto indietro nel tempo, con un antico mulino restaurato grazie all’intervento di Maurizio Sansavini e dell’architetto Marco Tampieri, che hanno dato nuova vita ad un angolo di paradiso immerso nel bosco. Nella valle del Bidente ci accoglie poi la nuova struttura realizzata da Poderi dal Nespoli, dove tradizione vinicola e tecnologia s’incontrano grazie alle linee morbide e ai materiali eco compatibili utilizzati dall’architetto Flavio Flamini. Nel cuore di Ravenna, infine, l’originale Orient Expresso di Diamante Marzotto.

SAN MARINO: Spazi di Luce, FORESTE CASENTINESI: La Ruota del Tempo,

CUSERCOLI: Avanguardia in Cantina, RAVENNA: Orient Expresso tra i fiori.


Accenti

Santoni, calzature a impatto zero. Corridonia (MC) - Un investimento di circa 3,5 milioni euro per creare le calzature Santoni “a impatto zero”. L’azienda, che opera a livello mondiale nel mercato delle calzature uomo, donna, bambino e piccola pelletteria e degli accessori di alta gamma, ha da pochi mesi inaugurato i nuovi uffici della sede centrale di Corridonia, progettati all’insegna di luce naturale, risparmio energetico ed ecocompatibilità. Questo importante progetto s’inserisce all’interno di un percorso di attenzione all’ambiente che Santoni ha avviato da tempo, in primis dal punto di vista produttivo: i pellami utilizzati per la realizzazione delle calzature sono sempre naturali e non trattati, la concia al vegetale porta le pelli grezze a divenire cuoio nel totale rispetto della natura. Anche la carta utilizzata in tutti i coordinati aziendali e nei materiali di comunicazione è certificata FSC, e a breve lo sarà anche tutto il packaging. I materiali utilizzati nella realizzazione dell’edificio - vetro, acciaio e alluminio - sono riciclabili al 90%.

La facciata “a doppia pelle” consente all’edificio, completamente trasparente, di funzionare come una vera e propria serra nei mesi invernali e come un camino solare nei mesi estivi. A completamento del progetto green, è stata realizzata una centrale fotovoltaica sui parcheggi e sulle coperture delle unità produttive. La maggior auto-produzione rispetto alla richiesta energetica attuale permetterà di coprire i futuri aumenti di fabbisogno. (S.C.)

Le superfici del benessere.

San Giovanni in Marignano Continua il progetto di Oltremateria, brand del gruppo Ecomalta che condivide con il Centro della Ceramica la sede e gli obiettivi. Oltremateria è nato per essere un punto di riferimento per l’abitare ecosostenibile, dove la tecnologia si affianca alla continua ricerca di soluzioni innovative per creare ambienti ecocompatibili, migliorando la qualità della vita attuale e futura e salvaguardando l’ecosistema. “È importante che

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il materiale non sia soltanto bello ma che abbia anche un basso impatto ambientale”, dice Loris Casalboni, direttore generale di Oltremateria, azienda che distribuisce superfici su tutto il territorio nazionale. “Tutti i prodotti distribuiti sono certificati e sono frutto del lavoro di uno staff con esperienza internazionale nella ricerca di prodotti sostenibili ed ecocompatibili, con caratteristiche tecniche che nessun’altra azienda propone sul mercato”. (F.Ri.)

Il Palas dei record. Rimini - Dopo 13 mesi di attesa è decollato il nuovo Palacongressi di Rimini. Al comando di questa “astronave” da 9000 posti, costata 117 milioni, ci sono Stefania Agostini, direttrice di Convention bureau dal 2000, e Roberto Berardi, da poco eletto nuovo presidente di Convention bureau, a cui è stato affidato il compito di portare Rimini ai primissimi posti nell’universo del congressuale. Progettato dall’architetto tedesco Wolkwin Marg dello studio GMP di Amburgo, uno degli architetti più apprezzati nel mondo, il nuovo Palacongressi è il più grande d’Italia con una struttura dotata di 39 sale, tra cui quella da 1600 posti a forma di conchiglia, la Sala Anfiteatro, che imprime al Palas le sembianze di un’astronave. A regime, il Palas di Rimini dovrebbe arrivare a oltre mezzo milione di presenze l’anno, con un indotto stimato in oltre 200 milioni. Il 2012, primo anno di attività, sarà “battezzato” da un evento esclusivo: il World Leisure Congress, che porterà a Rimini 7.500 presenze e una ricaduta economica stimata in 2,6 milioni di euro. (F.Ri.)



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SPAZI DI LUCE

sui colli di San Marino una villa sofisticata e all’avanguardia. testo Massimo Morandi - foto Mario Flores

Gli spazi abitativi e il paesaggio circostante si compenetrano in un raffinato gioco di luci e trasparenze. Ispirandosi alle architetture delle imbarcazioni a vela.

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Spazi di luce

Questa villa è situata in un terreno in leggera pendenza, appoggiata su una delle colline che affacciano sul monte Titano nella Repubblica di San Marino. L’edificio è chiuso verso la strada per aprirsi verso il giardino e il panorama: un impianto dalla forma semplice in dialogo con il paesaggio. In questa casa, progettata dall’architetto Vanda Venturi, si ha la sensazione di essere guidati dalla luce. Si è come rapiti dalla matericità delle superfici e dalla fluidità degli ambienti, in un paesaggio unico dove interno ed esterno dialogano e si compenetrano. Vanda, che opera tra Rimini e San Marino, ha fondato uno studio che, giustamente, definisce sartoriale. Segue i propri clienti passo a passo con lo stesso amore con cui ha curato i dettagli della casa. All’esterno la villa è rivestita da una pelle in zinco titanio e da intonaco veneziano chiaro. Frangisole e tapparelle in alluminio orientabili meccanicamente proteggono in maniera efficace dall’irraggiamento solare e contribuiscono a rendere l’edificio sostenibile. Il problema dell’illuminazione è stato risolto con ampie vetrate rivolte sul paesaggio. Il giardino entra in gioco in un dentro-fuori efficace e mai scontato. Oltre il soggiorno, la terrazza disegnata a tolda di nave si protende verso la vallata e, a sinistra, verso il mare. Parapetti in acciaio inox e pavimenti in legno fanno da cornice ad arredi fluidi in polietilene. “Mi sono ispirata all’architettura delle imbarcazioni a vela” spiega Vanda. La casa è pensata per vivere in tranquillità e poter ricevere gli amici. Il cuore di tutto il progetto è la corte aperta che caratterizza la composizione volumetrica. Viene vissuta dai proprietari come una sala da pranzo a cielo aperto, protetta dai venti e delimitata da un gazebo in acciao inox. All’interno lo sguardo è subito catturato dal magnifico panorama che si ammira da ogni stanza. L’architetto ha distribuito gli ampi spazi del piano terra in maniera funzionale, ma ciò che rende unica l’esperienza è il modo in cui la luce rivela i volumi interni e asseconda la matericità delle finiture. L’impianto ha uno sviluppo lineare. Il vero lusso è uno spazio semplice e pulito. Un camino sospeso ci accoglie all’ingresso. L’atmosfera è calda incline ai colori dei beige

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Spazi di luce

In alto, il soggiorno con l’originale camino sospeso. A fianco, l’architetto Vanda Venturi.

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Spazi di luce

Sopra, la camera da letto con veduta sul monte Titano. A fianco, la zona living.

tortora e del bianco. Al piano terreno un grande open space riunisce cucina, pranzo e living le cui funzioni sono ben separate da pannelli scorrevoli. Il pavimento di tutto il piano è una stupenda superficie continua color crema, rivestita in ecomalta a base di acqua fornita da “Oltremateria”. Uno dei pochi sistemi a non contenere cemento o altre materie tossiche. Accanto ai mobili laccati della cucina e della sala, si ammirano poltrone “Frau”, divani “Minotti”, oggetti di design e pezzi d’arte contemporanea. Tecniche artigianali e innovazione contribuiscono al raggiungimento del medesimo obiettivo. L’architetto ha progettato e curato in ogni minimo dettaglio. Un sistema domotico touch screen dellla “Merten” controlla finestre e luci artificiali. L’illuminazione contribuisce alla coreografia di un ambiente accogliente e al tempo stesso sofisticato. Al centro della casa, attraverso la scala si accede alle camere, allo studio e alla zona benessere situati al piano superiore. Salendo si entra in contatto ancora una volta con l’esterno. Il bagno padronale si svela come uno scrigno prezioso. Pareti a specchio e cielo stellato amplificano i materiali preziosi e le soluzioni compositive innovative. La camera principale si affaccia a un balcone con parapetto in vetro. Un parquet a grandi listoni posato a spina di pesce riveste il pavimento, mentre le pareti sono chiare come nel resto della casa. Gli ambienti ancora una volta sono dotati di ampie vetrate con viste su un panorama spettacolare: le tre torri di San Marino e il mare.

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LA RUOTA DEL TEMPO il restauro di un antico mulino nel Casentino. testo Annalisa Balzoni - foto Giorgio Sabatini

Un angolo di paradiso perduto rinasce nel bosco, grazie al recupero di un mulino e dell’adiacente casa padronale. Un’oasi naturale ricavata da un’ansa del fiume, popolata da aironi e cavalli argentini.



La ruota del tempo

Il ritorno alle origini cosa significa? Se sostenuto da un sentimento fortissimo porta a scelte importanti, a radicali cambiamenti. Se poi le proprie origini hanno un rapporto stretto con la natura, con la musica del vento e le note dell’acqua, ecco che ci troviamo di fronte ad una piccola parte di paradiso. Un’oasi naturale, ricavata da un’ansa del fiume che spacca la montagna, rigogliosa di vegetazione, le cui acque hanno dato e danno energia alle pale di un antico mulino risalente al ‘400. L’antico mestiere del mugnaio - gli stessi avi del proprietario erano mugnai fin dal 1700 - l’amore per la pace e la serenità, lontano da una vita frenetica, che forse rischia di far perdere di vista il proprio senso, hanno spinto chi ci ospita ad intraprendere un viaggio meraviglioso, a realizzare un sogno mai dimenticato. È così che è rinato il mulino, è così che è tornato a funzionare, grazie anche all’intervento di Maurizio Sansavini di Forlì, il quale ha riprogettato la turbina di legno, come l’originale, dopo anni d’abbandono; si è riunito all’acqua e il risultato è a dir poco emozionante. È proprio il desiderio di provare emozioni che ci ha spinto ai confini delle foreste Casentinesi: non solo ci siamo trovati di fronte ad un attento restauro ma anche ad un recupero straordinario del paesaggio circostante. Il primo impianto risale al 1400, in seguito fu costruito, adiacente al primo, un altro mulino intorno al 1700, mentre la casa padronale risale ai primi del ‘900. L’avventura dei proprietari, invece, ha inizio nel 1995 fino al 2002, anni, questi, contrassegnati

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La turbina di legno riprogettata da Maurizio Sansavini.


La ruota del tempo

Il lago adiacente al casolare e, sotto, il maneggio.

da un attento restauro degli immobili e dalla ricerca di materiali di recupero per evitare qualsiasi forma d’alterazione - nel profondo rispetto dell’antico impianto e di tutto ciò che lo contraddistingueva: dal sasso delle murature portanti, alle architravature in legno, fino agli stessi infissi esterni ed interni, risalenti al ‘700. Il restauro dell’intero complesso è stato affidato all’architetto Marco Tampieri di Faenza, collaboratore della Soprintendenza delle Belle Arti di Ravenna. Nulla è stato cambiato, tutto recuperato e ripulito dai rovi, dal fango e dall’incuria in cui versava l’intera proprietà fin dal 1960. Contornata dal fiume, l’unico accesso è rappresentato dalla strada carrabile che termina proprio all’ingresso della tenuta, qui inizia una nuova vita. Il mulino e la casa padronale sono circondati da uno splendido parco di tre ettari e mezzo curato e progettato da Crespi di Parabiago (Mi), fondatore della Crespi Bonsai - prima azienda importatrice di bonsai in Italia - che ha saputo dare un tocco di colore e trasformare un fosso pieno di ghiaia in un laghetto artificiale, diventato anche un’oasi naturale per aironi. Notiamo la presenza di piante particolari, alcune della famiglia della brachypoda, altre sono aceri giapponesi, affiancati da piante autoctone e da palme - queste ultime adiacenti alla piscina e alla zona relax. Il verde circonda tutto l’edificio, e una parte si trasforma in spazio per il maneggio, dove possono correre bellissimi cavalli argentini, per i quali il vecchio granaio è stato trasformato in stalla. Qui il tempo sembra si sia fermato, tutto è tornato all’antico splendore; sensazione che si

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avverte anche all’interno degli edifici, dove tutto è stato recuperato, grazie alla maestria di piccole imprese artigianali locali a conduzione familiare, che vivono con la passione e la capacità di ridare vita alle bellezze antiche del luogo. Bellissime le porte del Settecento, stupenda è l’ex stalla trasformata in zona living e ritrovo per amici dove, attraverso una parete vetrata dal forte effetto scenografico, il visitatore può vedere gli antichi cilindri del mulino; pavimentazioni lignee originali cosi come le travi del tetto. Delicatezza anche nelle scelte dell’impiantistica, ove il riscaldamento è stato studiato a pavimento mentre la parte elettrica è stata lasciata esterna. Ogni vano è dotato di stufa o di camino, meravigliosa la cucina con lavabo in pietra e stufa antica dei primi dell’800, arredata con mobilio antico in gran parte recuperato e restaurato. Di gusto l’arredo della camera padronale costituito da mobilio faentino stile impero, così come le zone relax ove il gusto e l’ingegno hanno trasformato un’antica acquasantiera del ‘700 in lavabo, attorniata da piastrelle in ceramica napoletane montate a mosaico. Attenzione e gusto si ritrovano anche nell’oggettistica, si vedano ad esempio la collezione di lanterne, i tendaggi in lino finemente ricamati a mano, i lampadari in stile liberty. Ricercatezza, gusto, amore per le proprie origini, amore per la natura, amore per l’antico mestiere del mugnaio sono alla base di questa piccola parte di mondo, dove è palpabile il fortissimo rapporto con la natura e con ciò che può offrire.

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Un particolare della sala da pranzo.



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AVANGUARDIA IN CANTINA architettura e territorio in armonia. testo Sabrina Marin - foto Gianluca “naphtalina” Camporesi

Tradizione vitivinicola e tecnologie innovative s’incontrano nella valle del Bidente, nella nuova struttura realizzata da Poderi dal Nespoli. Caratterizzata da linee morbide e materiali eco compatibili.

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Avanguardia in cantina

Ambienti del vino e tecnologie all’avanguardia s’incontrano sui colli bidentini, per partire alla conquista di nuovi mercati internazionali del settore. Nasce così l’innovativa struttura dell’azienda vitivinicola di Poderi dal Nespoli a Cusercoli di Civitella (FC), esempio di grande devozione al lavoro e coraggio imprenditoriale. Inaugurata il primo settembre, si estende su oltre 5mila metri quadrati e vanta numeri imponenti: 23mila metri di tubi, 7mila metri di cavi elettrici, 100 tonnellate di ferro, 350 metri cubi di legno, 1.600 metri quadrati di pannelli solari. Nel punto più alto la struttura raggiunge i 13,50 metri di altezza. Una straordinaria impresa edilizia per questa azienda, fondata da Attilio Ravaioli nel 1929 in un piccolo appezzamento di terreno, che oggi conta più di 50 ettari vitati che producono bianchi e rossi esportati in tutta Europa, in Canada, Stati Uniti e Giappone. “Pensare in modo globale” è lo slogan su cui si fonda l’opera dei nipoti Attilio, Fabio e Celita. Oggi sono loro ad avere in mano le redini dell’attività: insieme ad Alfeo e Marco Martini di Mgm Mondo del Vino sono i fautori del rinnovamento architettonico, vitivinicolo e commerciale dei Nespoli. La cantina non è solo un luogo di vinificazione; è anche contenitore di storia, tradizioni e racconti di valori più ampi che il vino porta con sé. A partire dal territorio in cui nasce, da quel concetto di “terroir” che risponde alle esigenze sempre più sentite per la promozione e valorizzazione del territorio e del prodotto. Il progetto delle nuove cantine di Poderi dal Nespoli, opera dello Studio Flamini di Civitel-

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Avanguardia in cantina

la di Romagna (FC), è stato voluto, cercato e raggiunto, come dice lo stesso Fabio Ravaioli, “per misurarci con la modernità dei tempi, dove occorrono tecnologie, strutture funzionali, belle architettonicamente e in armonia con il territorio, costruite con materiali eco compatibili e con attenzione al riciclo delle acque, al fotovoltaico, al recupero delle calorie prodotte dai vari macchinari. L’idea è quella di andare alla conquista di mercati nazionali ed esteri con verità palpabili, sviluppare un territorio già significativamente bello, creare occupazione e senso d’impresa... e lasciare alla nostra storia qualche cosa di unico, motivo di orgoglio per noi e per l’intera comunità”. Siamo nella Valle del Bidente, una valle antica che caratterizza fortemente il territorio circostante. Da qui la necessità di progettare una struttura “dolce”, dalle forme sinuose e morbide, armoniche rispetto alle tondeggianti linee delle colline del primo Appennino. E l’impatto è dolce non solo dal punto di vista estetico ma anche da quello dell’impatto ambientale, con gli oltre 1.600 metri quadrati di pannelli fotovoltaici e il sistema di ricircolo delle acque che, a lavori ultimati, garantirà il pieno riutilizzo dell’acqua impiegata. La costruzione è avvenuta in tempi record: nel giugno 2010 sono state spiantate le vigne, liberati i terreni e preparati per l’escavazione; a settembre dello stesso anno la cantina era già operativa, mancavano le pareti e le costruzioni di definizione ma gli impianti erano già in grado di vinificare. Nel luglio 2011 si è imbottigliata qui la prima bottiglia. I lavori ancora oggi vanno avanti, perché il progetto è più ampio di quanto già si veda. Dare valore

alla cantina, per lo staff di Poderi dal Nespoli, è anche educazione e divulgazione di una cultura e di un modo di essere. Per questo a breve sarà perfezionato un percorso specifico per le visite in cantina da parte del pubblico. E sempre in nome della diffusione della cultura del vino entro la prossima primavera verrà inaugurata, a fianco della villa in stile Liberty, una nuova ala all’interno della tenuta, destinata a divenire l’auditorium dell’azienda. Una capiente struttura triangolare con tetto a vela, per dare luce e ariosità all’ambiente. Rinnovata anche la parte per la vendita diretta dei vini, estesa su una superficie di circa 120 metri quadrati. Senza dimenticare i 300 metri quadrati destinati agli uffici. Come dice lo stesso architetto Fabio Flamini, il vero vanto tecnologico per una cantina di queste dimensioni e volumi è l’impianto d’imbottigliamento. Dalla vinificazione alla fase finale del confezionamento in bottiglia il vino non viene mai toccato, tutto si svolge a livello meccanico con sistemi all’avanguardia. Tale precisione nelle varie fasi di costruzione e ottimizzazione dell’imbottigliamento si è potuta ottenere grazie al prezioso apporto dell’enologo Scipione Giuliani. L’impegno fin qui profuso è stato grande, gli obiettivi all’orizzonte lo sono altrettanto. Con questa costruzione Poderi dal Nespoli si pone il traguardo di passare dalle 700mila bottiglie l’anno a 2 milioni alla fine del 2013 a marchio Poderi dal Nespoli, 4 milioni nel 2012 e 8 milioni entro 5 anni per marchi che fanno parte del gruppo e dei soci. E la parola d’ordine qui non può che essere futuro.

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Orient Expresso tra i fiori

ORIENT EXPRESSO TRA I FIORI suggestioni e profumi nel cuore di Ravenna. testo Linda Antonellini - foto Massimo Fiorentini

Una saletta da tè arredata come un vagone di fine Ottocento e un’Officina Botanica al primo piano, nell’atelier tra i fiori e oggetti curiosi. È il concept store rustico ed elegante creato da Diamante Marzotto.

Nell’estate di 3 anni fa apriva in centro a Ravenna un nuovo locale. Insolito ed elegante, l’Orient Expresso racchiude al suo interno lo stile dell’omonimo treno. Un caffè in cui si può gustare qualcosa di ricercato o acquistare qualche oggetto per arricchire casa. È l’idea della titolare Diamante Marzotto, che ha creato un ambiente accogliete d’inverno con la saletta da thé arredata come un vagone di fine ‘800 e rilassante d’estate, nei dehors che rievocano atmosfere tra Oriente ed Occidente. Da qualche mese l’Orient Expresso ha inaugurato anche un nuovo spazio al primo piano, l’Officina Botanica. Nasce così una sorta di fioreria concepita come un atelier che oltre a vendere fiori, offre la possibilità di acquistare oggettistiche anche dopo gli orari Scorci dell’Officina Botanica tra fiori e oggetti curiosi.

di chiusura degli altri negozi. Qui, in via 4 Novembre 53, s’incrociano stili e provenienze, frutto di viaggi in giro per il mondo e della passione per la “ricerca dell’insolito”. Salendo le scale una finta finestra si affaccia su di un balconcino, aprendosi su uno scenario da fiaba fatto di fiori, piccoli oggetti, profumi delicati e luci soffuse. Tre stanze racchiudono il sapore di un’antica fioreria e mentre l’occhio si sofferma sui particolari, le note floreali generano una piacevole aroma-terapia che si fonde con i profumi delle “candele dei mestieri”. Diversi elementi d’arredo provengono da Freak Andò di Bologna, una fucina di Arte, Design e Antiquariato che vende “il meglio e il peggio di tutto”: mobili rustici e raffinati, arte povera, biedermeier, art nouveau, art decò, secessione viennese e modernariato. Gli stessi che Diamante ha sapientemente abbinato a composizioni floreali e piante d’appartamento. Questa sorta di showroom evoca la logica del concept store in cui l’eterogeneità degli oggetti esposti è accomunata da un stile ricercato ed esclusivo, detto anche “eco-antiquario”. Nicola Rota e Dario Vecchi hanno coniato molte delle idee originali. Ad esempio, l’elemento su cui si creano le composizioni floreali è costituito da una tinozza che fa da lavandino, una bottiglia Heineken come rubinetto ed un utensile da idraulico per aprirlo. Inusuale anche l’idea di applicare una lastra di vetro ad un vecchio carretto delle poste e farlo diventare un lavello. Alla base della creatività di Diamante c’è un’identità forte, comunicata in ogni dettaglio, dalla scelta delle oggettistiche, all’arredamento, all’allestimento stesso degli ambienti. Ogni singolo

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Orient Expresso tra i fiori

pezzo esposto è in vendita, dall’arazzo di cuoio, all’annaffiatoio in vetro che diviene acquario per il pesce rosso. Particolari anche i quadri di Officina Naturalis che riprendono antichi erbari: fiori incorniciati come fossero messi a seccare fra le pagine dei libri. Tutto in questo luogo riconduce ad un tempo passato ed ogni elemento, ricercato, riciclato, rivisitato, può poi essere ricollocato nelle più svariate ambientazioni, ad esempio le vecchie poltrone lasciate grezze come provenissero da una soffitta di epoca Vittoriana, la collezione di calici che riproducono, in vetro soffiato, i segni zodiacali sullo stile delle opere di Rembrant. La ricerca di Diamante nel campo delle idee e dei materiali è poliedrica: ne è un esempio il suo galeone realizzato con vetri riciclati da vecchi lampadari, un “pezzo unico” pensato per illuminare in modo originale. Nella stessa stanza Elio Ghiberti, ex fabbricatore di richiami da caccia, espone ora una delle sue “inconsuete” opere nella parete della cosiddetta “stanza blu” (interessante la sua casa museo a Sant’Alberto di Ravenna, gremita di miniature di casette fatte a mano). La pittrice, ex proprietaria del locale Ape Regina, ha offerto a Diamante validi consigli ed uno dei suoi quadri primeggia fra la moltitudine di colori di questo particolare negozio di fiori. Valentina Giovando, che qui espone una specchiera e un tavolo, realizza complementi d’arredo ispirtati ad epoche passate e alle passamanerie barocche. Mary Rose Young invece è un artista che vive e crea le sue ceramiche nella Foresta di Dean nel Regno Unito ed ogni suo pezzo possiede l’individualità della sua mano: una miscela unica di colori e di umorismo che ben dialoga col contesto adattandosi alle case di tutti, da quelle più riccamente arredate alle più minimaliste. Articoli curiosi e luminosi quelli dell’artista francese Angele Riguidel: lampade in latta derivate dalla rivisitazione di oggetti, al punto che uno stampo da budino diventa un originale abatjour. Si puo’ fare poesia anche con un filo di ferro e una piccola luce: così nascono i lampadari di Vox Populi, esili ed eleganti come gabbie per uccellini impreziosite dai cristalli dei vecchi “lumiere” a goccia. Il soffitto mantenuto con le travi originali, dialoga con le pavimentazione delle stanze realizzate o in tavelle di cotto o in tavolato da ponteggio. Alle pareti tempera metallizzata color “pervinca” dell’artista Andrea Masotti o la carta da parati Grain de Couleur, che riprende una stampa in finto legno stile boiserie. Della stessa produzione tessile le sedie con rivestimento stampato che riproducono una seduta Luigi XV. E ancora vasi in acciaio corten sui davanzali delle finestre, vecchi termosifoni in ghisa rinnovati dalla vernice oro ad opera dell’imolese Davide Mariani, le magnifiche composizioni floreali di Erica Rosetti e della mosaicista Joanna E.Piszczec, il tavolo da macellaio recuperato da Alessandro Stefanini e le illuminazioni esterne di Ramona Daolio. Nella veranda si apre una particolare pensilina, stile limonaia in ferro e vetro, ricavata forse dalla copertura di un bistrò in stile Art Nouveau; a terra vasi ricavati dalla corteccia delle palme, provenienti dall’Argentina e rivenduti da Vascolari, insieme ai particolari “ceppi da bruciare” della linea Un Esprit en Plus ad opera dei designer Pascale Gibert e Stepan Pigeon. In ogni stanza vi è un elemento caratterizzante: un pregiato pianoforte a mezza coda in una e una scala che finisce contro il muro in un’altra; poi ancora oggettistiche d’antiquariato acquistate al Mercante in fiera di Parma e alla fiera a Palazzo Corsini a Firenze. Diamante è riuscita a creare una nuova identità in una città che cambia, coniugando estetica e funzionalità. Questo suo ”spazio inconsueto” si può definire un boudoir, ossia una sorta di suite privata aperta al pubblico, un “magazzino sentimentale” completamente retrò. La raccolta paziente e certosina fatta in tempi rapidi è stata per Diamante un’esperienza tanto stancante quanto divertente ed oggi, tra orchidee, rose e lilium, un piccolo mondo magico si apre al cuore della città.

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Diamante Marzotto, ideatrice dell’Orient Expresso.


cell. 393.4558660


Il design del riuso

Il design del riuso cartone, lattine e barattoli: tutto torna utile. testo Francesca Ricci

Oggetti di scarto sfuggono al loro destino reinventandosi, grazie ad un re-made design shop & lab. Un atelier nascosto tra le vie del centro di Cesena, guidato da due giovani artigiane.

Materiali trasformati e reinterpretati, cose che sono divenute qualcos’altro, design ecosostenibile. Sono i capisaldi della filosofia che anima il progetto di Ofelia Tuttotorna, uno spazio, più che un negozio vero e proprio, in cui sono state accolti e rivalorizzati oggetti che si sono ribellati al loro destino, strumenti sfuggiti al loro uso quotidiano e reinventati per opera di giovani mani creative. Qui gli oggetti sfuggono alla distruzione e si trasformano, grazie ad un sapiente artigianato contemporaneo e al design del riuso, un’arte della trasformazione etica, che plasma i materiali e li reinterpreta, recuperandoli. Ed è così che all’interno dell’atelier, in via Fra Michelino 15/17 a Cesena, troviamo oggetti di design e complementi d’arredi assolutamente innovativi ed ecosostenibili. Vecchi barattoli di latta diventano specchi e lampadari, racchette da ping- pong splendidi orologi, cestelli della lavatrice tavolini. Persino gli scarti del materiale di produzione delle solette delle scarpe rinascono a nuova vita, come puof coloratissimi. Un riciclo puro dei materiali che permette un recupero ecosostenibile, nato principalmente dalla mente di giovani ancora sconosciuti ed autoprodotti, che hanno scelto di

Sopra, le titolari Federica Giordani e Giulia Lambertini. A fianco, un pouf realizzato con gli scarti del materiale di produzione delle solette delle scarpe.

improntare la loro carriera su un linguaggio etico, scegliendo la via dell’artigianato e del pezzo unico. Da Ofelia Tuttotorna trova spazio anche l’utilizzo del materiale in modo non convenzionale. In questo, protagonista assoluto è il cartone che viene usato nei modi più inaspettati. Librerie, cassettiere, pouf, tavoli, sedie, poltrone, sgabelli, lampade e lampadari fatti interamente in cartone, materiale sottovalutato da molti ma in realtà molto resistente. Complementi d’arredo e di alto design che provengono dalle aziende più innovative del settore dell’arredamento in cartone, come Kube Design, Uroboro Design, Etcetera Design, e Kidsonroof, specializzata in giochi per bambini. Il percorso imprenditoriale delle titolari, Federica Giordani e Giulia Lambertini, vuole dar voce al design etico e al recupero, volontà evidente anche dall’allestimento dell’atelier, affidato all’architetto Riccardo Minghini. “Abbiamo utilizzato i tronchi caduti dopo le forti nevicate dello scorso marzo, cassoni scartati da imprese, barattoli da conserva e lavagne in ardesia che l’istituto di Ragioneria avrebbe gettato”, spiega Giulia. All’interno di Ofelia Tuttotorna si nasconde anche un’anima più profonda, che vuole coinvolgere i propri clienti e per questo sono organizzati laboratori e eventi aperti a tutti. Un grande successo ha avuto lo “Swap Party”, in cui i partecipanti hanno riciclato gli abiti che non usavano più barattandoli e, per il periodo natalizio, sono previsti tre laboratori artigianali. Il primo vedrà come protagonista il legno, poi il percorso “Dagli stracci all’uncinetto” ed infine “Natale nuovo da maglione vecchio”, nel corso del quale la lana infeltrita sarà trasformata in decorazioni natalizie, sempre nello spirito del “dare nuova vita ai materiali”. www.ofeliatuttotorna.com

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